Gradian Gost's Love

di Empty_Black_Heart
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 9: *** Ultimo capitolo 9 ***
Capitolo 10: *** Epilogo Capitolo 10 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


Si dice che quando, nel mondo, una persona muore e, nel mondo, nello stesso istante nasce un bambino quel bambino avrá le caratteristiche caratteriali della persona morta.
Mi dispiace per la bambina a cui ho lasciato il mio carattere.
Io Lucas Robert Hemmings, morto a sedici anni, ho il compito di proteggere questa bambina italiana, Sara Mori, e impedire che faccia i miei errori e muoia come sono morto io... Cosí presto...

Sento solo un grande freddo... E nulla piú, e poi ritrovo il tessuno gelato della mia maglia nera e i miei jeans skinny strappati sulle ginocchia, le mie convers totalmente nere sono ben allacciate alle mie caviglie e ho il cellulare e il portafoglio in tasca, i bracciali sono al loro posto e il ciuffo è abbassato sulla mia fronte, bloccato da cappellino rosso come la suola delle scarpe. Ma qualcosa non mi torna, mi sento piú leggero e tranquillo, non sento piú nulla ora, neppure il freddo.
Lo spazio bianco attorno a me è spoglio e senza nulla, ed è impalpabile...
Il silenzio la fa da padrone e io mi annoio a stare in piedi. Mi siedo sotto di me e attacco le cuffiette al cellulare facendo partire il cd dei Blink 182.
Mi immergo completamente nella musica. Perdo il conto del tempo, come sempre quando mi dedico alla musica, mi concentro del tutto sulle parole e i suoni. Mi accordo appena di sette figure che compaiono intorno a me, nello spazio vuoto, completamente incappucciate.
Alzo lo sguardo e levo una cuffia mettendo il cellulare nella tasca posteriore destra dei jeans e bloccando l'auricolare nel colletto della maglia. Le sette figure mi osservano, non lo posso vedere, lo sento sulla pelle il loro sguardo. Il silenzio domina per minuti intensi fino a quando non parlo. Le domande si stanno iniziando ad affollare nella mia mente.

"chi siete? " la mia voce si disperde lievemente

Uno degli incappucciati fa un piccolissimo passo avanti, e si sfila il cappuccio grigio mostrando un volto maschile e giovane, avra probabilmente la mia età, capelli rossi e lentiggini, con i tratti caucasici e delle fossette appena accennate sotto gli angoli della bocca

"noi siamo le sette colonne. Io sono Thomas e sono la colonna numero quattro" la sua voce da ragazzo non è ne troppo adulta ne troppo bambinesca.

"dove mi trovo?"

Una figura bassa e ricurva fa un passo avanti e si sfila il cappuccio mostrando il viso contratto e appassito per la vacchiaia che porta con fierezza mal celata dai tratti femminili.

"nel limbo caro. Io sono Grecel e sono la prima colonna" la sua voce gracchiante e dolce mi fa intendere che dietro alle rughe e ai capelli bianchi, lisci e sottili ci sia altro "e tu Lucas sei morto" Morto...Morto suona così strano e senza ragione.
L'idea mi aveva sfiorato la mente, lo aveva fatto ma pensavo fosse impossibile. Continuo a provare a ricordare i pensieri che la musica ha cancellato, ma non mi viene in mente nulla di quello che è successo, ricordo solo di aver bussato a casa di Michael e poi basta, più nulla. Ricordo poco e niente della mia vita, solo le cose principali, come mi chiamo, chi sono, la mia famiglia e i miei amici e poc'altro. Ma come sono morto? Perchè sono in questo limbo? Cosa dovrei fare?

"tranquillo, capisco il tuo bisogno di risposte, chi preferisci che ti risponda" un uomo di mezza età con il viso affilato e i capelli brizzolati.

Su sette se ne sono presentati pochi. Ma una figura mi attira molto, è ancora incappucciata e non mostra nulla.

"lui o lei" indico la figura bassa e snella.

L'uomo è stupito, ma inghiottisce rumurosamente e accenna un si. Il cappuccio viene abbassato e il viso di una ragazza si mostra, e il mio respiro si mozza, anche se ormai è inesistente.
La mia sorellina si presenta davanti a me.

"Nelli" il suo sorriso si presenta illuminando il suo viso

"Lukey" allunga le braccia per farsi prendere in braccio.

Faccio due passi e la raggiungo tirandola su e stringendola forte. La mia sorellina di 7 anni ha contratto un cancro a 5 e ha resistito fino alla fine ma poi mi ha lasciato.

"Lukey ciao, ti senti bene?" mi chiede staccandosi un po' ma rimanendo in braccio a me, mi asciuga le guance e mi sorride.

"si ora si" sorride.

"vuoi che ti spieghi che succede?" mi chiede dolce.
Annuisco

"allora devi sapere che nell'istante in cui tu in Australia sei morto, in Italia è nata una bambina che si chiama Sara Mori, ha ereditato il tuo carattere e i tuoi comportamenti. Il tuo compito è proteggerla ed evitare che commetta i tuoi stessi errori. Sarai come il suo angelo custode, solo che sei un fantasma. Non incontrerete altre persone come voi due, ne esistono in vita solamente altre due e sono nell'Africa Nera e una in Cina, e poi noi faremo in modo che non vi incontriate mai con loro in qualsiasi circostanza. Lukey non posso dirti altro devi scoprirlo da solo" mi sorride e mi basta per ora.

Annuisco dolcemente.

"bene direi che sei pronto. Mi dispiace ma per il resto dovrai arrangiarti" l'anziana Grecel mi sorride storta.

"sono passati quindici anni dalla tua morte, Luke, il tempo scorre in maniera diversa. Ti manderemo direttamente da lei. Solo lei potrà vederti e sentirti o toccarti. Auguri Luke"

"fratellone sei forte puoi farcela, sono sicura che tu riuscirai ad aiutarla. Ripaga la mia fiducia fratellone e ci rivedremo ancora, ti aspetto"

"ciao Nelli, ricorda che ti amo sorellina mia, ci vedremo"

"bene ora puoi andare" gli altri cappucci si abbassano ma non vedo i loro visi.

Luce e poi caos e confusione, schiamazzi di adolescenti, e corse in bicicletta, motorino, a piedi e in macchina. Alzo lo sguardo e la vedo, sono sicuro sia lei, capelli biondi chiari e occhi marrone mogano, la classica montatura da rayban da vista e un cappellino blu sui capelli voluminosi. Sorrido appena sento il suo nome da parte di una ragazza accanto a lei "Sara". Suona bene.
Sorrido, e lei si gira dalla mia parte e mi osserva, so che mi sta guardando. Ma si volta dopo poco e si avvia per una via laterale del suo liceo, la seguo senza problemi aggirando la folla.

"Sara! Sara fermati" urlo afferrandole il braccio esile "sei Sara Mori vero?!" chiedo sicuro e convinto.

"si" i suoi occhioni mi guardano spaventati e confusi

"scusami ma non urlare o scappare perchè solo tu puoi toccarmi o sentirmi o vedermi" i suoi occhioni si spalancano ancora di più.

Il suo corpo cambia posizione, e riconosco la posizione che io usavo quando volevo capire qualcosa, ed ero molto serio.

"chi sei?" voce ferma e seria sguardo agguerrito e assottigliato. So esattamente che fare

"mi chiamo Luke Hemmings e sono il tuo protettore" le bacio la mano senza scollare i miei occhi dai suoi

Vedo il suo corpo rilassarsi ma continua a fidarsi poco. Sorrido con le fossette e la mia parte dolce e innocente si mostra in lei, la parte che valuta e si fida di un sorriso esce allo scoperto.

"sono Sara ma giá lo sai" sorride dolcemente e finemente.

Dio si, riusciró a conquistarla, voglio solo proteggerla perché me lo ha chiesto Nelli, e voglio renderla felice ora che posso. Voglio farlo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


Cammino accanto a Sara lungo la strada verso casa sua. Nessuna parola, nessun fiato fuori posto, solo le nostre mani nelle tasche, le mie in quelle dei jeans, una sua in una tasca e una sulla sua sciarpa. Camminiamo con tranquillitá lungo il marciapiedi in una fredda giornata di fine ottobre. Il silenzio risulta piacevole e rilassato, per nulla pesante. Mi sembra di camminare con me stesso accanto. É una sensazione assurda avere il presentimento di sapere che cosa sta pensando una persona... Penso sia la cosa piú assurda che io abbia mai provato, posso dire con certezza che cosa sta pensando, non perché lo só, ma perchè lo sento quello che prova e pensa, come se fosse mio, come se lei filtrasse. La osservo camminare e trattengo il respiro che mi manca, ha il viso rivolto verso di me e mi osserva buttando a volte un occhio alla strada deserta.

"tutto bene Sara?" chiedo preoccupato per la sua postura. È la stessa che tengo io quando la mia mente elabora cose assurde e domande troppo profonde che mettono in difficoltá le persone a cui le pongo. Só che sta pensando a una di quelle domande.

"Luke... Come sei morto? E perchè mi aiuti? Perchè sei con me?" la curiosità diventa palpabile. É troppo perspicace nei miei riguardi, mi conosce da venti minuti e già capisce che punti andare a tastare.

"non lo so. É l'unica cosa che posso dire, non ricordo e só nulla. Só solo che ora ho accanto una mia copia caratteriale e che la devo proteggere da qualsiasi minaccia e pericolo" mi guarda con convinzione negli occhi, e non mi rivolge più un solo sguardo finché non arriviamo davanti alla porta di casa sua e finché non entriamo in camera sua.

Io non le ho mai staccato gli occhi di dosso.
Appoggia la giacca sopra alla sedia della scrivania e appoggia lo zaino alla gamba della scrivania, prima di sfilarsi le scarpe e sostituire le calze in cotone con alcune piú spesse in lana celeste pastello e togliersi la sciarpa e il cappello. Mi guarda perplessa. Só che sta pensado.

"non credo che se provassi a togliermi le scarpe ci riuscirei"

"prova" mi sorride tranquilla.

Io mi chino sulle convers nere provando a sclacciare il fiocco da cui proviene il nodo, e la scarpa viene via. Sorridente tolgo anche l'altra e le appoggio accanto alle sue, la guardo soddisfatto e lei mi sorride convinta. Tolte le scarpe mi siedo sul letto, che peró non sprofonda o cigola quando viene in contatto con me, ma quando Sara si siede scricchiola e si abbassa. Mi guarda, e io le sorrido per indicarle che va bene. Ma non va affatto bene. Odio essere morto, lei è l'unica cosa o persona che mi puo sentire, vedere e parlare.

"me lo hai detto tu, siamo uguali. So quando menti e quando no... Che ti prende? Ti conosco da quaranta minuti dove appena incontrata mi hai detto che solo io posso vederti e mi dici che praticamente sei il mio angelo custode. Non fraintendere! É una figata, solo che è strano... Mi piace la tua compagnia, e sento di avere un altra me accanto perchè ti capisco... Ti capisco benissimo"

Sara mi afferra la mano e la osserva.

"devi sapere che esiste una profezia che dice che quando in un qualche luogo del mondo una persona muore e nello stesso istante, nel mondo, nasce un bambino, quel bambino avrá le caratteristiche soprattutto caratreriali dell'individuo morto. Sara io sono morto mentre tu nascevi e ora sono qui per impedirti di morire così presto come me. Sono qui per proteggerti" faccio intrecciare le nostre dita e lei sorride
"allora ti ringrazio" e il suo sorriso si rivolge a me.

E adesso mi rendo conto di quanto sia bello e sereno quel sorriso. Di quanto lei sia bella, perchè una persona del genere dovrebbe morire? Non ha senso, è troppo bella per morire e sparire. Lei deve vivere la vita, senza sprecarla come ho fatto io. Dai ricordi che ho l'ho buttata nella malora piú totale.... E devo impedire che lei faccia lo stesso...

Guardarla mentre ride mi fa capire che in fondo lei é uguale a me e, visto che lei é bellissima, io ero uno strafigo della malora!

Okay è il caso che io mi ritiri. Smettiamo di ridere e cala il silenzio. Lei lo interrompe buttandosi all'indietro sul letto, ma non separando le nostre mani. Mi volto ad osservarla. Ha appoggiato il braccio sinistro a coprirgli una parte degl'occhiali ma lasciando vedere l'occhio destro in parte. Vede che la sto scannerizzando e si stampa un sorriso sulle labbra

"ehi che c'è che non va? Non nasconderti con me" mi stendo accanto a lei, puntando il gomito sul materasso, in modo da reggermi.

Guardo il suo sorriso sparire e lasciare il posto ad uno sguardo abbastanza stanco e deluso.

"oggi... Non è stata una giornata propio... Bella? In pratica, mia madre si è alzata dalla parte sbagliata del letto, e io essendo l'unico essere umano nelle vicinanze si è sfogata con me, come la mia prof. di filosofia, vecchia zitella, prugna rinsecchita che frustrata sessualmente ed invidiosa del fatto che io avessi un ragazzo decide di sbattermi fuori dall'aula. E dico avevo perchè lo stronzo mi ha piantata. Poi sei arrivato tu..." si sfoga completamente e si lascia andare, per poi fermarsi e accennare a riprendere a parlare "che sei la cosa migliore che mi potesse capitare" mi sorride, osservandomi con i suoi occhi, una delle poche differenze che abbiamo "sono maledettamente felice che sia arrivato tu, ho la sensazzione che ora andrá tutto meglio" e il suo sorriso si allarga.

E mi viene da sorriderle di rimando. Con il braccio libero la attiro a me dopo essermi appoggiato completamente sul letto

"ti prometto che ce la faremo" le lascio un bacio sulla fronte e lei, successivamente la appiattisce

contro la mia maglia. E così lei si addormenta e io cado nell'oblio, non nel sonno.

"Sara sono a casa" una voce dal piano di sotto ci fece svegliare.

Lei alza il viso e guarda confusa me e poi sposta il viso verso la porta, che si apre mostrando una donna bassa, con i capelli ricci e color miele. Non mi piace la sua postura, il modo in cui si pone anche solo sulla porta mi irrita. Il linguaggio del corpo per me è fondamentale, e anche per Sara. Vedo il cambiamento nella sua di postura, mi sta mandando segnali col corpo, dicendo che è spaventata o preoccupata.

"Sara sono le 19.00 e tu stai dormendo, ma ti pare?!" cambia la direzzione delle sue urla verso il corridoio "e ovviamente tuo padre non ti sveglia quando torna" Dio, sta tipa mi sta sul cazzo enormemente poi.

"papà?!"gli occhi di Sara si dilatano e un sorriso si spalanca sul suo viso.

Si alza dal letto velocissimamente e corre verso la porta facendo quasi cadere a terra quella che suppongo sia sua madre. Seguo una Sara felice. Passo attraverso il corpo di sua madre, e mi rendo conto di sentire i suoi pensieri. Ma sono concentrata a seguire Sara che corre verso un uomo che si trova in cucina. Indossa abiti da lavoro da operaio.

"ehi piccola, sono pieno di graffite, ti macchio, oggi sono stato in magazzino"

Parlano per un altro po', nel mentre osservo l'uomo che ho davanti. Capelli brizzolati, ma che un tempo erano sicuramente neri pece, gli occhi come quelli di Sara e anche le labbra, solo che Sara le ha meno spesse. Dalla posizione del corpo deduco che sia una persona calma e posata, osservandolo ancora meglio, noto, che oltre ad essere un uomo di ufficio, molto probabilmente è anche un gran lavoratore manuale. Guardo ancora il sorriso di Sara, e mi rendo conto che è il sorriso che io rivolgevo sempre a Nelli, e che poi ho iniziato a mostrare solo ai miei amici. Lei si gira verso di me per un istante e mi fa un impercettibile segno verso le scale, annuisco piano e inizio a salire le scale. Sua madre é scesa, non c'è più qua sú. Scendo ancora e mi metto dietro a Sara e le sussurro all'orecchio che sua mandre non è più sulle scale. Lei saluta suo padre e poi torna a salire con me accanto. Sull'ultimo scalino mi afferra una mano e si guarda in torno per poi correre in camera sua, trascinandomi con se. Entriamo e lei chiude la porta per poi rilasciare uno sbuffo. E sento che c'é qualcosa che non va.

"sono sei ore che sto con te, e ho capito che sei un pozzo profondo di emozioni contrastanti che mi stanno facendo uscire pazzo e mi fanno sentire una ragazzina mestruata, ma in oltre ho capito una cosa importante su di te- mi avvicino e le alzo il viso con la mano destra sulla sua guancia, e l'altra la metto sul suo fianco avvicinandomela -che quello che sicuramente prevale su tutti è l'insicurezza, di tutto quello che sei e che fai" i suoi occhi mi osservano e si riempiono di lacrime. Appoggia il viso tra la spalla e il collo, e piange

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


Ricordati sempre che gli altri non possono pagare per te e per le tue azzioni, chiunque essi siano.
- L.V.


1 mese dopo


Luke's pov


Le cose vanno male. Sara non sta bene, lo sento fino al petto, è un dolore enorme e incontrollabile, di notte non dorme si gira nel letto senza sosta, e anche tra le mie braccia, che di solito la calmano e la rassicurano, non c'è alcuna differenza, non riesce a dormire, infatti ora non sta in piedi per la mancanza di sonno, é spesso arrabbiata ed é irritabile. Non é la ragazza che ho conosciuto la prima settimana, con gli altri perché con me non é affatto cambiata, anzi é sempre più dolce e si apre completamente con me. Siamo a casa soli tutto il tempo a casa e quelli sono gli unici momenti in cui ride o sorride, ma non é assolutamente abbastanza, neppure più quando le sue amiche vengono qui da noi sta tranquilla e si rilassa e ride. Visto che questi momenti sono gli unici in cui stiamo insieme senza impicci si rifiuta di riposarsi. Abbiamo deciso che a scuola é meglio se non la seguo, sostiene che non riuscirebbe a non rispondermi e che quindi spaventerebbe tutti parlando col nulla, a me non sta bene, senza lei mi annoio ma capisco le sue motivazioni e non ho insistito più di tanto. Ma, ora, penso che la ragione del suo male sia a scuola, è l'unico momento in cui non é sotto il mio controllo. A casa non può succedere nulla, i suoi sono partiti e non tornano se non tra due settimane, quindi nessuna discussione. E il resto del tempo lo passa con me, con le amiche non esce spesso, le invita a casa ma non escono. Da quello che ho capito preferiscono cioccolata e film a discoteche e feste, e la cosa mi rende più tranquillo. Quindi all' infuori della scuola non ci sono altri posti dove si possa trovare l'origine del suo dolore. La rottura col suo ragazzo l'ha superata abbastanza bene, col mio aiuto. I primi giorni é stata dura, non si sentiva ne bene ne a suo agio a parlare della cosa. Ma sono riuscito a farla sfogare e a farla parlare, non senza molto impegnio.
Quindi oggi, in virtù del fatto che sono fortemente proccupato e molto poco tranquillo, ho deciso che vado a scuola da lei per capire cosa sta succedendo.
Sara è uscita da un ora emmezza, quindi tempo di arrivare e becco il cambio d'ora della prima e della seconda. Mi avvio uscendo di casa e raggiungo la scuola. La campanella suona appena metto piede nell'atrio. Le porte si aprono e i professori cambiano aula. Sara mi ha detto di essere in 2F. Fa il liceo scientifico, dove c'é tanta matematica e fisica. L'aula è al secondo piano, perchè spesso parla delle scale che sale e scende per raggiungere la classe e lasciarla.
Arrivo al lungo corridoio e sorrido appena la vedo fuori dalla porta, ma lei non puó vedere me perché dei ragazzi la accerchiano. Un profondo senso di angoscia e paura attanaglia il mio stomaco senza pietá e riserve.


"allora nana come sta la ciccia che ti circonda i fianchi?" è un ragazzo riccio e castano a parlare seguito dagl'altri.


"sentiamo, deve sono paparino e mammina, piccola ragazzina vizziata, eh? La guardia del corpo dov'è piccola stronza?"


"non dovrebbe proteggerti ovunque? Ma evidendemente sei così inutile ed invisibile che anche lui se ne frega di te"


"mi chiedo come fai a sopportare una vita cosí tanto di merda, io non ci riuscirei. Ucciditi fai un favore a te ma soprattutto a noi che non dovremo più vedere la tua faccia di merda"


Un senso di mortificazione, colpa, risentimento, odio, disprezzo verso me stesso mi avvolge. Lei non odia chi le fa male, ma odia se stessa perchè non puó fare a meno di sentirli e di dargli ragione. Il cuore inizzia a farmi male e io sono costretto a sedermi atterra contro il muro per non cadere. Il dolore è straziante ma lei rimane in piedi, io sono devastato, ma lei resta in piedi. Vedo, non ostante gli occhi affaticati, una professoressa arrivare e sciogliere il cerchio intorno a Sara. Lei entra in classe col volto scuro e basso. Quando la porta si chiude, io chiudo gl'occhi.
Bianco, freddo e sette figure scappucciate. Sono nel Limbo.


"LUKEYYYYYY" mia sorella mi salta in braccio e io la reggo.


"come sono finito qui?" chiedo perplesso


"sei qui a causa dell'intensità dei sentimenti di Sara. Non sei riuscito a reggerli- è una ragazza sui vent'anni a parlare -e anche perchè mentre ascoltavi le parole di quei ragazzi hai espresso un
desiderio"


"come dice Claire, hai espresso un desiderio in maniera forte e convinta. E per questa volta vogliamo ascoltarti" la vecchia Grecel parla con la sua voce arrochita.


Io continuo a non capire vosto che non ricordo nessun desiderio.


"hai chiesto di poter essere visibile e palpabile per proteggerla. Hai chiesto di essere presente per lei, Luke. Essere presente per la ragazza che ti piace, per la ragazza per cui provi più di un amicizia, piú di un senso di protezione" un uomo anziano a cui darei la stessa età di Grecel parla, e con una
tranquillitá disarmante mette in tavola i miei sentimenti come fossero carte da gioco.


"AAAAAW IL MIO LUKEY SI STA INNAMORANDO!!!" Nelli mi sclera tra le braccia e si mette
a ridere.


Ingnoro sia il vecchio che mia sorella e passo al punto.


"avete detto che potete accontentarmi, vorrei che lo faceste, cosí posso tornare da lei" sono abbastanza impaziente e sbrigativo parlando


"ragazzi che caratterino" Thomas parla divertito


"va bene va bene, percepiamo la tua impazzienza. Damiano dagli il siero" l'uomo di mezza etá che avevo notato anche la scorsa volta mi passa una boccetta color acqua marina.


"quella boccetta contiene un siero che ti rende esistente fisicamente. Il tempo varia a seconda di quante gocce prendi, si procede a multipli di due ogni due gocce sono quattro ore" mi spiega la donna sulla trantina, Claire.


"bene, ora rispeditemi indietro" dico deciso facendo scendere mia sorella


"abbiamo bloccato il tempo. Un consiglio, aspetta che esca da scuola e poi fai il supereroe che la difende dai bulli" Claire mi fá l'occhiolino, ed io mi ritrovo contro la parete della scuola, con la fiala tra le mani.


Esco dalla scuola e torno a casa. Rimugino su quello che è successo, e perdo il tempo necessario per aspettare l'ora di uscita da scuola di Sara. Torno davanti all'edificio giusto in tempo, mi sistemo il cappello con la visiera al contrario nero che ho preso dall'armadio del fratello di Sara, che lavora ed è all'universitá, e mi infilo le mani nelle tasche degli skinny. La vedo uscire dal cancello, e appena moto che mi ha visto le sorrido facendole un cenno. La sua amica le tira una gomitata indicandomi ulteriormente. La sua faccia è stranita probabilmente perché la sua amica mi vede. Un ragazzo mi viene addosso e si scusa. Sara spalanca gli occhi e sorride. Dice qualcosa alla sua amica, e corre verso di me, e mi abbraccia. Avvolgo le mie braccia attorno a lei che sussurra una cosa che mi sorprende.


"Dio grazie per avermi ascoltato. Grazie infinite"

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Capitolo 4
*** Capitolo 4 ***



La stretta che sarà esercita attorno alla mia vita è fortissima, e quella che io esercito sulle sue spalle non è da meno.


"come hai fatto? Come hai fatto a diventare palpabile?" il suo sorriso enorme mi fa saltare un battito del cuore e fa sorridere pure me.

La guardo in modo dolce e comprensiva, sorridendole lievemente.

"è meglio se ne parliamo a casa che ne dici?" la guardo accondiscendente.

Lei annuisce ma poi vedo i suoi occhi velarsi di concentrazione, e sento la sua presa aumentare attorno alla mia vita.

"per quanto starai così prima di tornare... trasparente?" il suo tono è basso e serio, ci tiene a saperlo

"ho preso tre gocce quindi mi rimangono cinque ore" le dico alzandole il viso.

Lei mi guarda sorridente e con una strana luce negli occhi. Siamo ancora nel piazzale davanti al liceo di Sara, le persone ci passano accanto, alcuni con indifferenza, alcuni con fretta, altri ci osservano con interesse e sussurrano delle parole dolci nei nostri confronti, altri si chiedono perché Sara stia con un ragazzo bello come me, dicono che sono sprecato. Ma una voce fra tutte mi fa imbestialire, non la conosco ma il proprietario deve pregare che io non lo trovi.

- ma guardala quella puttana, ci lasciamo e dopo un mesa sta già con un altro da chi sa quanto -

E' il suo ex, Francesco di prima categoria a quanto vedo.

"ehi ho una proposta- lei mi guarda curiosa -diamo ancora più spettacolo e la facciamo pagare a Francesco?" il suo viso diventa dubbioso ma mi sorride

“se dopo tu accontenti una mia richiesta” sorride furba

Sento che sta valutando pro e contro della mia proposta, e sento che è molto agitata. Ma sorride e io mi rilasso.

Si alza sulle punte delle scarpe e allaccia le braccia attorno al mio collo portando le mani nei miei capelli, si ferma e pianta i suoi occhioni nocciola nei miei, porto le mani sui suoi fianchi e le sorrido prima di appoggiare piano le mie labbra sulle sue, non la voglio spaventare e non voglio affrettare le cose. Lei sorride, sento il suo sorriso sulle labbra, e sento che i nostri cuori potrebbero scoppiare da un momento all'altro, il suo batte fortissimo, sembra quello di un piccolo uccellino spaventato, ma la sua mente è completamente svuotata e sento che sta bene tra le mie braccia. Come potrei non essere felice. Lei sta bene tra le mie braccia, la ragazza che amo sta bene tra le mie braccia.

Innamorarsi di lei non è stato affatto difficile. Ho la capacità di sentire i suoi pensieri, di sentire i suoi sentimenti, posso percepire l'essenza stessa di lei. Il mistero non mai piaciuto, preferisco avere accanto una persona che posso comprendere facilmente, una persona che mi assomiglia. E lei è la persona perfetta per me... E' identica a me, ed è fantastico starle accanto. E le sue labbra che combaciano con le mie sono un sogno che mi posso permettere di fare solo ad occhi aperti.

Si allontana da quel bacio stampo, ma la riavvicino a me e riunisco le nostre labbra, ma prima la faccio salire sulle mie scarpe per renderla più alta. Non si allontana ma segue il mio ritmo lento e calmo.

“molto meglio” sussurro dopo aver lasciato andare le sue labbra.

Lei mi sorride e, dopo avermi stampato un bacio sulla punta del naso, scende dalle mie scarpe, tiene le braccia legate attorno al mio collo, e sento che è felice, felice per davvero.

“dai sentiamo la tua idea” le dico sorridendole e stringendola di più a me per i fianchi


Lei mi guarda furbamente con un sorriso che mi fa deglutire pesantemente. Sara si mette a ridere divertita dalla mia reazione, e io inizio a dondolare da destra a sinistra, portandomela dietro mentre il suono della sua risata non smette di riempirmi le orecchie.

“non ti preoccupare, ti voglio solo portare a fare shopping. Ora sei visibile e hai bisogno di abiti, scarpe, giacche, cappelli visto che ti piacciono- sorride ancora di più illuminando anche il mio viso -non puoi sempre portare la roba di mio fratello”annuisco, perché so che ha ragione lei, non posso portare la roba di suo fratello. Dalle foto e dalle felpe che ho visto nel suo armadio mentre prendevo il cappello, ho notato che è più basso di me ed ha le spalle più larghe delle mie, i suoi abiti non mi entrerebbero, e se lo facessero sarebbero troppo larghi.

“ ma prima dello shopping propongo di pranzare, sono le 13.30 e da umano voglio tornare a mangiare il cibo e a bere bevande alla cazzo, tanto sono già morto. Ah e ti avverto, non mi fermo facilmente dal mangiare, sono un pozzo senza fondo. La prima cosa che voglio mangiare è una pizza. Sara mi porti a mangiare la pizza vero?! Vero?!”

Ed ecco che parlando di cibo divento esagitato, ed inizio a fare il bambino. Ma lei ride sempre più forte e per darle corda e per non smettere di sentire la sua risata metto un finto broncio perché lei non mi ascolta e non mi risponde.

“certamente Lukey, ovvio, oggi pizza!” urla felice mandando un pugno verso il cielo blu.

Mi stampa un altro bacio sulle labbra prima di separarsi da me ed allontanarsi sulla pedonale.
Io sorrido appena mi rendo conto di quello che ha appena fatto, e le corro dietro prendendola per il laccio che ha sopra lo zaino e tirandola verso di me, nel mentre la giro per abbracciarla.

“guarda che inizio a pensare di piacerti e non poco se continui a baciarmi” le sussurro piano all'orecchio sorridendo

“non ti sbaglieresti di certo” sorride allontanandosi da me, facendo scivolare una mano lungo il mio braccio e facendo intrecciare le nostre dita.

“adesso passiamo da casa che così lascio lo zaino e prendo la borsa con il portafoglio e la carta di credito, poi ci diamo allo shopping sfrenato” sorride tenendosi al mio braccio.

“ti vedo molto felice, piccola Sara”

“mi sembra ovvio! È come se tu fossi vivo Luke, posso stare con te realmente, senza paura, tanto sei vero e posso dire di averti accanto, posso dire di avere vicino un angelo custode che non mi lascerà mai sola... insomma quante persone si possono vantare di questo!? Okay che non mi crederanno mai... ma insomma va bene così no?!” ride ed è felice mentre lo dice.

Sento un sorriso dolce nascermi sulle labbra.

“oltre a te altre due persona, e una di queste si trova nell'Africa Nera” dico facendola ridere solo di più.

Stiamo facendo la stessa strada della prima volta che ci siamo visti, della prima volta che siamo stati insieme, che ci siamo visti, della prima volta che abbiamo camminato insieme, della prima volta che le sono stato acanto.

Allora pensavo solamente al fatto che avevo rivisto mia sorella, che non dovevo deludere lei. Volevo solo scoprire come ero morto, e magari infondo ho sempre sperato di potermi allontanare da lei per stare sempre con Nelli e le persone care che avevo perso... ma ora mi rendo conto che se mi dovessi allontanare da lei non sarei mai felice del tutto, mancherebbe sempre qualcosa, ed ho capito che quel qualcosa è lei.

La prima volta che abbiamo percorso questo viale le foglie che calpestavamo erano meno e il colori giallo e arancioni non erano ancora così predominanti, ma c'era silenzio, tanto silenzio.

Ma ora, con più foglie che scricchiolano e più colori caldi che accompagnano la camminata ci sono anche più risate e c'è molta più felicità sia in me che in lei. Ci sono solo molte più risate.

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Capitolo 5
*** Capitolo 5 ***


 Io avevo sorriso... io sorrido... io sorriderò.. con te
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Apriamo la porta di casa e saliamo di sopra. Lei appoggia lo zaino alla fine del letto e io mi butto sopra a quest'ultimo. La sento ridacchiare.

“vado a cambiarmi bel culo” e mi molla una sonora sculacciata.

“ehi... è patrimonio mondiale, ringrazia che non riesco ad alzarmi dal letto” le urlo con metà faccia affondata nel cuscino.


“Luke alzati di dosso” Michael urla.

Sono completamente sdraiato su di lui, mezzo ubriaco, togliendo il mezzo. Sono a casa del tinto per una serata tra noi ragazzi. Ash, oltre all'alcool che Michael aveva già in casa, ha portato dell'altra birra e una bottiglia di vodka, che ormai giace a terra vuota, con intorno le lattine di birra e le bottiglie di altri alcolici. È stata una serata per farmi dimenticare la mia ex, l'idea è stata di Calum, che è fissato col “ dai.... bevi che passa”. Ma ora mi sento uno schifo, non riesco a tenere gl'occhi aperti.

“ehi Lukey, sveglia, guardami- vedo la sagoma di Ash che piano piano sparisce -Calum, cazzo, chiamo un ambulan...” e la voce di Ash sparisce e tutto diventa nero.



“ehi Lukey... Lukey ci sei? Svegliati”

“Sara- la guardo con occhi grati -Sara ho capito come sono morto”sussurro piano.

Lei mi guarda con lo sguardo più dolce che io abbia mai visto e mi sorride accarezzandomi i capelli. Mi rendo conto di essere appoggiato alle sue gambe e lei è appoggiata al centro della testiera del letto. Salgo un po' più su, appoggiando la testa poco sopra al suo seno e abbracciando la sua vita. Chiudo gl'occhi quando riprende ad accarezzarmi le ciocche che aveva, probabilmente, liberato prima dal cappello.

“sono andato in come etilico, e non mi sono più svegliato” sospiro piano, ancora.

“wow...non so cosa dire... non so cosa mi farebbe stare meglio in un momento simile... e non so neppure cosa potrebbe far star meglio te..”

“non dire nulla... va bene così”

E lei mi ascolta, continua ad accarezzarmi i capelli. Però io alzo il viso e la guardo. La sua mano dai miei capelli passa al mio collo.

“sei assolutamente bellissima” è un sussurro, non lo deve sentire nessuno se non lei.

Appoggio la mia mano sulla sua guancia, e le accarezzo lo zigomo col pollice. Lei mi sorride arrossendo dolcemente. Avvicino il mio viso al suo continuando a guardarla negli occhi marroni e dannatamente profondi. I nostri nasi s'incrociano e lei socchiude gli occhi e abbassa piano le palpebre, che chiude completamente appena appoggio le mie labbra sulle sue. Appoggio le braccia sui cuscini che sono ai lati del suo corpo, lei scivola sotto di me. Metto le mie gambe ai lati delle sue, stese sul letto. Non separo mai le nostre labbra.

Sono steso quasi completamente su di lei, e il bacio si sta approfondendo. Le sue mani sono appoggiate alle mie spalle, e i miei avambracci mi sostengono abbastanza da non essere completamente sopra di lei, ma non mi distanziano abbastanza da fare in modo che i nostri nasi non si fiorino. Lei da l'accenno di volersi staccare, e io la lascio andare, prende fiato appoggiando le mani sulle mie guance e guardandomi negli occhi, è ansante e con le labbra gonfie e rosse, lucide e gli occhi hanno un bagliore lussurioso e malizioso.

“è ingiusto- respira pesantemente -tu non hai bisogno di respirare e di prendere aria”

Ridacchio ascoltando la sua voce un po' più roca.

“già già, ma ho appena scoperto che mi piace allontanarmi da te per guardarti prendere fiato... le tue labbra sono ancora più invitanti”

Lei in risposta alza una gamba e la strofina sul cavallo dei miei jeans. Un mugugno mi esce dalle labbra.

“e io ho scoperto che ti eccito da morire” ride serena.

Mi sposta da sopra di lei per alzarsi. Solo ora mi accorgo che ha addosso un abito poco sopra il ginocchio, con le maniche corte e lo scollo tondo, abbastanza profondo. È blu con una fantasia floreale abbastanza piccola e una cintura in vita beige.

“dai alzati... è tardi... ti eri addormentato. Sono già le 16.00” dice dolcemente

Si allunga sul letto e mi stampa un bacio sulle labbra, tirandomi per il colletto della maglia, portandomi sul bordo del letto.

“okay, ho capito l'antifona” mi alzo dal letto svogliato e mi rimetto le scarpe che mi ero tolto.

Lei si mette le vans, un cardigan, prende una piccola borsa a tracolla, uguale alla cintura, sistema gli occhiali e poi il ciuffo, e usciamo di casa.

“okay, che stile ti piace?” mi chiede mentre passeggiamo sotto i portici della piazza con le mani intrecciate.

“sono per le maglie delle band e i jeans neri strappati”

“bene- sorride raggiante, sentendosi un genio per l'idea che ha avuto -allora andiamo, ho in mente un negozio” e io la seguo ciecamente quando inizia a camminare più veloce

Entriamo in un negozio abbastanza metropolitano, i colori che dominano sono il grigio, il nero e il viola. La commessa che ci viene in contro è piena di dilatatori e tatuaggi, i capelli neri sono sciolti, ha sopra alla maglia, nera, una felpa pesante e che sarà tre volte lei. I jeans, però, sono aderenti e strappati, neri pure quelli, con delle scarpe bordeaux. Ci viene incontro sorridendo a Sara

“ciao Sara! Che ci fai qui?” non capisco quello che ha detto, ma sono sicuro che lei abbia parlato in italiano.

“ciao Federica! Sono venuta per lui” dice indicandomi. Lei ha parlato in italiano, ma l'ho capita, e anche la ragazza.

“ciao” saluto con imbarazzo.

“wow you're English” parla in inglese

Penso di aver capito... Posso capire Sara anche se parla italiano per la connessione che c'è tra di noi, ma non posso capire gli altri. Ma... pensandoci... non capisco come io abbia potuto capire i bulli a scuola, i ragazzi sta mattina e i genitori di Sara.

“si lo sono- sorrido un po' imbarazzato -spero non sia un problema” sorrido sempre più rosso

“oh no, it isn't a problem” parla molto bene l'inglese.

“bene, allora, cercavamo: jeans skinny stappati, maglie con stampe di gruppi musicali e camice a quadri” Sara prende in mano la conversazione e le dice ciò che mi serve

“okay” risponde piena di entusiasmo e facendoci cenno di seguirla.

50 minuti dopo

Usciamo dal negozio con sette sporte piene e la carta prepagata mezza vuotata.

“bene, mancano i cappelli e le scarpe e poi abbiamo finito” mi sorride felice, tenendo le sporte sollevate da terra anche se sono pesanti.

Le sorrido accondiscendente e lei mi porta in un negozio di scarpe, dove compro delle vans nere e lei si compra delle all-star col pelo dentro nere. Poi andiamo, per finire, a prendere il cappello. Alla fine prendo uno di quelli morbidi, per tenere bloccati i capelli, ne prendo due in realtà, uno nero e uno blu.

Ci sediamo all'esterno dei un bar dove lei ordina un milkshake alla nutella e nocciola, mentre io un semplice te freddo al limone

“ma i tuoi non ti chiederanno che fine hanno fatto i soldi della carta?” chiedo mentre bevo dalla cannuccia

“la carta è un regalo di mia zia, per cose come queste. Lei ci tiene che mi vesta alla moda, lei è molto fissata, ma fino ad ora non l'avevo mai usata, e i versamenti mensili si sono accumulati creando una somma più che consistente” mi racconta facendo spallucce.

Le sorrido felice, e lei lo fa in contraccambio.  

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Capitolo 6
*** Capitolo 6 ***


 Se solo sapessi che la tua ipocrisia fa solo aumentare il mio disgusto
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5 mesi dopo

- Cosa ci guadagni alla fine di tutto questo trambusto? Cosa dovrebbe darti soddisfazione in tutta questa storia? Ti brucerai come una stupida! Rimarrai fregata perchè lui poi ti lascerà come hanno fatto tutti! Smettila di fare i capricci e smettila con questa storia -

E mentre sua madre urla io le stringo la mano sempre più forte. Io non me ne vado via, sono sei mesi che mi prendo cura del suo cuore distrutto da tutti quanti, calpestato e lacerato senza ritegno e riguardo, con cattiveria e ignoranza, da tutti coloro che erano suoi amici e addirittura sua madre. Infatti si è visto negli ultimi cinque mesi per chi ne valeva davvero la pena rimanere qua con lei, dopo che sono comparso io alcune sue amiche si sono rivelate per le profittatrici ipocrite che erano, e l'hanno lasciata sola. Sono rimaste solo in due Anna e Laura, le uniche che ci hanno sempre realmente tenuto. Sono entrambe veramente forti, ricordo un pomeriggio, mentre mi stavano insegnando l'italiano per farmi capire meglio qua e permettermi di comprendere le altre persone. Erano venute in tante per aiutarmi, dovevamo essere solo io, Sara, Anna e Laura, ma ovviamente un intero plotone si era unito alle due ragazze. Fatto sta che una tra queste si era gentilmente proposta per farmi il filo tutto il tempo, e Sara non aveva avuto la forza per controbattere, quindi lo hanno fatto loro. L'una completava le frasi dell'altra, erano impressionanti, hanno fatto sloggiare tutte quante in due secondi, esprimendo con calcolata e soppesata stronzagine il loro disgusto verso di loro. Sara aveva riso come una scema fino alle lacrime.

Al momento, però, mi trovo al cospetto della madre di Sara, dopo aver preso la forma visibile, e lei mi ha presentato a loro. Il padre era felice di conoscermi, di conoscere il motivo del sorriso di sua figlia, ma la madre no. Le mi detesta per lo stesso motivo per cui il padre mi adora. Non vuole concedere a sua figlia la felicità che a lei è stata negata.

- e ovviamente tu avrai già fatto la troia con lui suppongo, eh?-

Questa frase mi fa scattare dal posto, facendomi alzare in piedi per fronteggiare lo sguardo della donna con più sicurezza, non si deve azzardare a toccare una ragazza come Sara, in qualsiasi argomento, ma per questo deve avere un minimo di riguardo. E lei lo sa. Sa che sua figlia non può...

- non si permetta mai più di dire una cosa simile! Sono stato abbastanza chiaro?- il mio accento si sente ma le parole sono chiare- e anche per motivi che mi sembrano palesi. E per favore, la smetta di comportarsi così, le voglio dire che assomiglia sempre di più a sua madre, si sta comportando allo stesso modo. Lei è uguale a quella donna-

E il suo muro crolla. Il mento trema e i suoi occhi perdono sicurezza diventando lucidi ed esitanti. Ma tanto so che mi risponderà con ancora più disprezzo nella voce, non si fa mettere i piedi in testa, e si sa chiedendo come faccio a sapere tutte queste cose, sta pensando che sia colpa di Sara.

- sa le informazioni girano, e non serve molto ad un ragazzo per scoprire molte cose interessanti, basta ascoltare le persone che spettegolano sugli altri, come fa lei, ma ha mai pensato che anche altre persone possono insultarla e deriderla? Ha mai valutato tutta la sua ipocrisia verso le altre persone? Sa lei è disgustosa come una buona parte delle persone che circondava sua figlia. Sono felice di averla incontrata e di averglielo fatto capire, perché tra Lei e loro non so chi sia più deleterio per Sara, se permette le do volentieri contro semplicemente perchè amo sua figlia con tutto me stesso- i palmi delle mani sono aperti sul tavolo e mi sostengono, senza l'intenzione di cedere.

Non gliela darò vinta. Non ha ragione per questa volta.

- ma come ti permetti di venire qui a fare la predica a me stupido ragazzino impertinente- non finisce la frase che Sara scatta.

-non osare toccare Luke! Chiaro? Luke non si tocca, non sporcare la sua persona con la merda che ti esce dalla bocca. Non osare toccare la persona che mi ha salvata da tutto il male che avevo intorno, da te, dalle persone che avrebbero dovuto rendere la mia vita divertente ma che mi hanno spedito all'inferno con un biglietto d sola andata. Non osare sfiorare Luke. Senza di lui probabilmente ora sarei morta. Devi ringraziarlo, ha impedito che ti venisse tolto il tuo giocattolo antistress, quindi ringrazialo, potrai ancora rompermi le palle- prende fiato, e riprende con le lacrime agli occhi -non puoi neppure lontanamente comprendere quello che provo per lui, non puoi capire quello che lui significa per me. Tu non hai mai provato nulla del genere, sono sicura che una cosa simile possa accadere solamente quando hai accanto la parte mancante di quello che sei. Tu non capisci, tu non sai quello che siamo, tu non sai di noi, non sai delle risate, delle cavolate, dei baci, degli abbracci, degli sguardi che ci siamo scambiati. Accetta per una volta di non essere onnipotente e di sapere tutto, accetta di non sapere e di non poter comprendere quello che c'è tra me e lui. Accetta di non poter provare nulla di quello che sto provando io e lasciami avere la felicità che a te non hanno concesso. Dammi la possibilità di essere amata e di avere un minimo di speranza. Fammi esprimere, io ho bisogno di lui, non sarei nulla senza di lui, tornerei nel mio vuoto totale, nella mia nicchia di dolore e solitudine, di mancanza, di diffidenza, di paura. Lasciamo andare e smettila di farmi soffrire ti prego. Non togliermi la possibilità che mi è stata concessa-

Mi si mozza il respiro in gola alle sue ultime parole. Non mi ero reso conto che i suoi sentimenti fossero così forti e profondi. Non avevo capito quanto io potessi rappresentare per lei, non ci avevo mai pensato, non lo avevo mai pensato. La realtà dei suoi sentimenti la sento solo ora, e sono infiniti forti e dolci, non si fanno abbattere, sono come un vento di primavera, è forte e si insinua ovunque, ma ti fa stare maledettamente bene e ti da sollievo, i suoi sentimenti sono così.

Le afferro le spalle e la stringo forte a me lasciandole un bacio sulla fronte. Ho le lacrime agli occhi e non riesco quasi a trattenerle, ma ci provo, voglio essere forte io ora.

- non lascerò mai Sara. È la ragione per cui sto rischiando il collo davanti a voi, voglio vederla sorridere senza l'angoscia che le provoca il pensiero che voi non potreste approvare. Detesta questa idea. Non mi pento di quello che ho detto e non ritirerò nulla, e se non lo accettate lo capisco, ma lo dico ora: io non lascerò sola Sara neppure se me lo impedirete fisicamente. Io non la lascio andare, ora che l'ho trovata-

Sua madre esce dalla cucina e poi dalla casa, dopo aver preso il necessario. Sara alza lo sguardo verso il padre che non si è mai alzato dalla sedia e non ha spiaccicato parola, ha ascoltato senza intervenire. Ora mi osserva con occhi assorti.

- saresti disposto a morire per mia figlia?- una semplice domanda, posta dopo anni di silenzio.

- sta scherzando? E lasciarla sola a soffrire senza nessuno che la possa aiutare? Senza nessuno che la consoli anche per la mia perdita? Spero che lei stia scherzando. Lo spero seriamente. Non lascerò mai Sara. Io la amo da vivere, non la lascerò andare, e non scanserò le mie colpe con lei, morire sarebbe semplice, io non sentirei nulla, sarebbe una scelta puramente egoistica. Non potrei smezzare e sopportare con lei il dolore. Sarebbe facile, e a me le cose facili non piacciono per nulla signore, per questo io credo in me e sua figlia-

-sei troppo sveglio per i mie i gusti ragazzo. Capisci troppo bene quando ti voglio fregare. Ti conviene stare attento- esce sorridendo e lasciandomi una pacca sulla spalla.

Tre giorni dopo

-Sara! Sara scendi c'è Luke che ti aspetta per uscire!- il padre di Sara la chiama urlando.

Passano i minuti, ma lei non arriva, non scende le scale. Stringo forte il cofanetto che ho nella tasca posteriore dei jeans. Ho un orribile sensazione nel petto.

-vado a vedere che ha fatto-

-vengo con lei-

Mi affretto a seguirlo. Mi sento male mentre saliamo le scale, il petto mi dole e non respiro bene, la vista si offusca, ma stringo i denti e continuo a salire le scale verso la porta della nostra camera. Il padre apre la porta e io mi appoggio allo stipite per sostenermi. Sara è a terra, svenuta.

-SARA! SARA RISPONDIMI! SARA NON DINUOVO! SARA TI PREGO! LUKE LUKE CHIAMA UN AMBULANZA PRESTO-

il padre tiene stretta al petto Sara che respira piano quasi impercettibilmente, il colorito delle labbra è quasi inesistente e senza vita, come quello della sua pelle. Afferro il cellulare della ragazza che è sul comodino e compongo il numero del pronto soccorso e do le informazioni utili. Il dolore al petto aumenta sempre di più e ormai faccio fatica a respirare, ma non posso mollare, lei ha bisogno di me e non posso lasciarmi andare ora, devo resistere. Sento che, però, le mani iniziano a sparire e capisco che il dispendio di energie ha fatto consumare più in fretta il siero. Ne prendo altre dodici gocce per restare il più possibile visibile. Dopo poco insieme alle mani arriva anche l'ambulanza coi paramedici che la soccorrono e la portano all'ospedale. Appena arriviamo viene ricoverata d'urgenza e io e suo padre restiamo fuori dalla sua stanza...  

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Capitolo 7
*** Capitolo 7 ***


 E mi chiedo chi sono e come sono e io parlo con la voce più alta di un ottava per trattenere le lacrime



Passi che strisciano sul pavimento di piastrelle lucide e grandi, troppo lucide e troppo grandi per i miei gusti. Riflettono le persone, deformano e, di conseguenza, accentuando i sentimenti delle persone che le calpestano, come se si vendicassero di loro. Il viso di Laura e Anna sembrano martoriati dal dolore se li guardi dalle piastrelle del pavimento. Mentre il mio viso chinato lo riflettono completamente nero. Come quello che provo.

-Luke! Luke! che succede?! Che ha?!- Laura si attacca al mio braccio.

Si siede a terra tenendo le ginocchia piegate e i polpacci paralleli alle cose stringendo le ginocchi nei suoi jeans neri. Mi guarda con le lacrime agli occhi, con una speranza ormai persa e delle consapevolezze che io non possiedo, come la certezza di sapere, la negazione del sapere e la conferma della negazione. Lei vuole avere torto. Per la prima volta da quando la conosco vuole avere torto marcio. Cosa le dovrei dire? Che vorrei essere io a capire qualunque cosa ci sia dietro.

-non lo so, non ne ho la più pallida idea. Vorrei che foste voi a spiegare qualsiasi cosa a me-

-ragazzo che cosa sai di lei, del suo quadro clinico, intendo-

Un uomo, quello che accompagna Laura e che penso sia suo padre mi si para davanti al posto della figlia... ASHTON!

È invecchiato, ma sicuramente è lui. I capelli hanno un po' perso il loro colore, che si riflette in quelli della figlia, i tratti sono i suoi, ha un po' più rughe, è più alto ma io lo sono sempre più di lui, gli occhi e le mani non sono per nulla cambiati. Soprattutto i suoi occhi verdi-marroni, sono sempre profondi, allegri e forti, mentre le sue mani sono sempre grandi come delle tovaglie da picnic. Porta ancora gli occhiali che ora sono più spessi.

Mi alzo in piedi per poter parlare meglio con lui e assicurarmi di non aver preso un abbaglio. Lui sussulta appena vede il mio viso. I suoi occhi si riempiono di lacrime amare e la sua mente torna a quella sera, alla corsa in ospedale.

-L-Luke? Ti chiami Luke?- le lacrime gli scendono sul viso.

E per la prima volta mi sento male pure io. Era uno dei miei migliori amici. E fa male, perché non gli sono stato accanto e non ho potuto seguire il nostro sogno, non sono riuscito a stargli accanto, non ho curato le sue ferite come lui ha fatto con le mie, e mi fa molto male questo.

- no scusami, non importa. È solo che sei identico ad una persona che conoscevo, a cui tengo ancora molto, non ostante il tempo passato. Di dove sei?- si prova a contenere, e fa sempre più male.

- sono di Sidney- e sento da qua il suo cuore crollare a pezzi.

-Sidney? Spero tu stia scherzando ragazzo- un altra voce maschile ed adulta mi richiama... MICHAEL

Non è pelato, oddio che mi sono perso? Probabilmente ha smesso di tingersi in tempo. Ringrazio il signore per questo. Mi sono perso tutti i suoi improponibili colori di capelli, i suoi scleri, le lotte per farlo uscire dalla stanza, per fargli incontrare gente. Mi sono perso le serate a casa di sua nonna, le sue canzoni scritte alle due del mattino, la sua sfacciataggine e il suo modo di non sentirsi all'altezza della situazione. Mai. Il suo imbarazzo con le ragazze. Le sue scemenze con Cal e Ash.




- Michael, Ashton, Sara e Laura, siete venuti, per lei non è vero?Beh è tornato all'attacco, il batterio che si era insidiato nelle ovaie della ragazza e che le impedivano di avere figli si è di nuovo svegliato e si è impossessato di una parte dello stomaco e si sta insediando nel cuore. Non avevate notato nulla di strano in lei ultimamente? C'è qualcuno che le è stato particolarmente vicino?-

- io, signore. Sono il suo ragazzo. Piacere Luke- porgo la mia mano a Calum che mi guarda sconvolto.

Esita a stringermela, ma poi si riprende pesando che è solo una stupida impressione e che io sono morto molti anni fa. Ma rimane stupito. Mi sono perso il suo primo vero appuntamento... se ne ha mai avuto uno dopo che sono morto. Prima non ha mai avuto successo con le ragazze e non so dopo, ma penso sia rimasto così. I capelli sono più corti rispetto a come li portava prima, e la sua voce è molto più grave. Calum Hood è il tipo di persona che si fa il culo per gli altri senza pretendere nulla in cambio da nessuno, è il tipo di persona che se la chiami alle tre del mattino dicendo “ehi ho ucciso una persona” ti caga, ma ti risponde anche “dove nascondiamo il corpo?” con una naturalezza disarmante. Non mi sorprende che sia diventato medico visto la sua indole.

Mi stupisce il fatto che tutti e tre siano in Italia.

-bhe Luke- dice il mio nome con insicurezza- hai notato nulla di strano in Sara ultimamente?-

-bhe, sapevo la storia del batterio e della sua impossibilità di avere figli, ma non avevo pensato che i suoi frequenti mal di stomaco, i suo frequenti attacchi di vomito fossero dovuti alla ricomparsa del batterio. Non ci ho mai pensato, pensavo fosse un male passeggero- rispondo con la preoccupazione in circolo per il corpo.

Sento che mi sta nascondendo qualcosa. Qualcosa di grosso, di molto grosso.

-è sicuro dottore di avermi detto tutto?- deglutisce rumorosamente

-ecco vedi Luke, Sara non è stata curata in tempo, il batterio è troppo grande e troppo forte per poterlo debellare, ormai, e un intervento è escluso. Non sopravviverebbe e soffrirebbe solo di più. Questo batterio ha dio positivo che limita il dolore allo stretto indispensabile. Non voglio aggiungere dolore inutile. Sara è condannata, non può tornare in dietro. Non c'è una cura. Credo che abbia ancora, solo quarantotto ore di vita poi...-

I singhiozzi di Anna interrompono Calum, che comunque non avrebbe continuato il discorso. Anna è spesso chiusa in se stessa e non parla mai di quello che prova, e vederla piangere non è facile, non è normale.

-Calum mi stai dicendo che sto per perdere la mia migliore amica?- le chiede guardandolo dritto negli occhi

-si mi dispiace- non sposta lo sguardo.

Il mondo mi crolla sulle spalle. Mi siedo nuovamente. Lei sta per morire, perdere la vita. Smetterà di essere calda, viva, di trasmettere quello che è il suo splendore. Perderò la mia sola ragione per restare in questo mondo. Ho fallito, ma non mi importa di aver deluso Nelli, mi importa di aver deluso lei, di non averla protetta, di non averle realmente dato qualcosa a cui aggrapparsi, una certezza per andare aventi e non mollare. Non le ho dato la sicurezza e la stabilità per confessarmi la presenza del batterio nel suo organismo.

Non sono stato un bravo amico, un bravo ragazzo e un bravo angelo, non ho capito dove la dovevo proteggere, da chi o che cosa. Sono stato ceco e vengo ripagato con questo ma lei non può pagare per me tutto questo, non è giusto che avvenga. Lei è troppo per sparire, nulla avrebbe più un senso e io dovrei andarmene e lasciarla se lei morisse. Smetterei di starle accanto di abbracciarla di baciarla, di farle il solletico, di darle fastidio per farla ridere, non avrei più la possibilità di stringere le mie mani nelle sue, non potrei più proteggerla da tutto e tutti, non potrei più sfruttarla come assaggiatrice di miei esperimenti culinari, non potrei più fare le piccole cose che ci rendono noi, che ci rendono Sara e Luke e non due ragazzi a caso che camminano per le strade mano nella mano insieme. Quello che ci dà una nostra identità, quello che mi riconsegna un'identità mia, che mi rende veramente vivo e reale. Perderei tutto. E non voglio. Non voglio che lei muoia, non se lo merita, non voglio che lei mi scivoli dalle dita in un modo così... stupido per una mia distrazione, per una mia cecità. Non posso permettere che accada... ma ho la sensazione che non potrò fare nulla... ho veramente paura ora...

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Capitolo 8
*** Capitolo 8 ***


 Un'anima sana risiede in una mente sana.


-E pensandoci infondo me lo aspettavo, sapevo che potevo fallire, che avrei potuto commettere degli errori- la vecchia Grecel annuisce- ma non avevo messo in conto la possibilità di innamorarmi. Ho capito che non è possibile tenerla in vita, ma esiste un modo anche solo per poter salvare la sua anima?- la mia voce risuona come una supplica davanti ai sei.

I loro volti sono addolorati, sento il dispiacere che gli attanaglia lo stomaco, ma capisco anche che non è realmente possibile salvare una persona che sta per morire. Lo capisco, non si può salvare una persona dalla morte, non sono loro a scegliere. Ora il mio desiderio vero è irrealizzabile, quindi mi accontento anche di un surrogato, un desiderio posticcio, mi basta che la sua anima stia bene.

-tutto quello che possiamo fare dipende dalla sua anima, da quanto è forte la sua anima Luke, qui nel limbo mettiamo solo al crocevia i candidati, la forza dell'anima decide se farli salire oppure lasciarli a metà via. Tante persone rischiano di non salire mai su e di rimanere qua, bloccati e penanti senza una via di entrata e di uscita. Un'anima sana risiede in una mente sana, Luke, per cui affinché questo tuo bisogno si avveri, devi assicurarti che la sua mente sia sana, dimentica il corpo quello che importa è la mente solo quella le permetterà di salvarsi, e di non restare bloccata- la sua voce gracchiante si ripete nel bianco.

-prima di andarmene posso sapere chi c'è sotto quella coperta-indico l'ultimo pilastro mancante- ho una certa empatia verso quella cosa-

-quella cosa, come la chiami tu- dice Thomas avvicinandosi e raccogliendo il fagotto- è una bambina, nata morta, che tu, se non fossi morto, probabilmente avresti conosciuto molto bene- si avvicina piano e mi mette tra le braccia la bambina appena nata.

I pochi capelli sono nero pece, i tratti non sono caucasici, direi asiatici e gli occhi sono grandi di un profondo marrone, tendente al nero, la pelle è olivastra. Mi ricorda Calum...

- è la figlia di Calum e di sua moglie Elena, Luke. Il suo nome è Calasia. Non è mai nata, non ha retto il parto naturale, e il cesario era impossibile da effettuare, Elena è troppo debole. La bambina è nata morta. Capisco come ti senti ora, Fratellone, capisco il tuo rammarico, ma ora lei sta bene e Calum e Elena hanno accettato la cosa. Ora va tutto bene. Va realmente tutto bene per loro- Nelli parla con la sa voce squillante, dandomi più informazioni di quelle che avrei voluto.

La bambina mi guarda con i suoi occhioni, uguali a quelli del padre, e mi afferra il dito indice, così grande e chiaro rispetto alla sua manina piccola e paffuta, e sorride, come il suo papà, è molto simile a lui. A tenerla in braccio ci si sente in pace con se stessi, emana felicità e tranquillità. È una bambina molto dolce. La metto tra le braccia di Grecel e mi allontano. Sorrido ai sette e saluto per l'ultima volta Nelli, sento che non la rivedrò.

-ho un ultima domanda poi me ne vado... ho notato che posso capire l'italiano di alcune persone mentre di altre no... per quale motivo?-

-tu capisci Sara perchè i suoi sentimenti funzionano da filtro interpretativo, quando prova emozioni forti piacevoli o meno che siano fungono da filtro per la persona a cui sono rivolte, e quando queste emozioni sono troppo deboli o assenti non puoi comprendere le altre persone- mi risponde Claire dolce – buona fortuna biondo- mi sorride un ultima volta.

Osservo attraverso il portale che mi riporterà da lei. Ha solamente altre tre ore di vita alla mia piccola stella. Troppo poco. Passo nell'altro mondo ed entro nella sa stanza. Anna e Laura sono accanto al suo letto e le tengono compagnia distraendola da tutto.

Sento che sta morendo ma mi sorride. Sento che mi sta lasciando ma mi sorride. Sento che mi sta lasciando ma mi sorride. Sento che il suo calore sta diminuendo ma mi sorride. Sento che la sua luce sta diminuendo ma mi sorride. Sento che la mia stella cadente ha finito il suo tragitto ma mi sorride. Sento che mi sta scivolando dalle mani ma ogni secondo, ogni ottimo in più che le viene concesso il suo amore per me cresce, e mi brucia il petto sempre di più percependo quello che prova per me, perché è puro e vero, è perché è veramente sconfinato. Mi fa sorridere e piangere insieme le faccio cenno che torno dopo lasciandole un bacio volante e vado. Incontro i tre uomini del mio passato nel corridoio, a cui io devo una spiegazione. Ma non di persona.

Vado a casa.

Entro nella nostra vecchia stanza.

Mi siedo sulla sedia della sua scrivania.

Ci sono il suo odore e la sua presenza ovunque.

Afferro una penna nera e un foglio.

Tanto vale scrivere.

Sono più bravo.

Ci metto molto per finire di scrivere tutto quanto.

Penso che infondo sia meglio così.

Chiudo la busta e mi rendo conto che per stare con lei ho solamente un altra ora e mezza da passare, sperando che il tempo che Cal le ha dato sia giusto. E non sia un minuto in meno. Non mi farebbe bene. Corro in ospedale, sento che mi sta abbandonando, non può essere. Corro come un forsennato per raggiungerlo tenendo stretta al petto la lettera. Correre come un forsennato non basta ad arrivare in tempo. Sento che non ha molto e che ha bisogno di me. Sento l'angoscia che mi sale nel petto e il volta stomaco che mi fa venire da vomitare, ma continuo a camminare lungo il corridoio con quelle dannate piastrelle troppo grandi. Incontro Anna che mi dice che sta chiedendo di me. Entro e la guardo facendole un lieve sorriso.

-s-stai male anche tu, vero?- mi sorride e parla piano piano

-non importa... hai tenuto duro anche per me vero?- le sorrido chinandomi sulla sua figura.

-non potevo andarmene senza averti prima strappato un ultimo bacio... devono almeno concedermi questo i tuoi superiori mio angelo-

appoggio delicatamente le mie labbra sulle sue, e pochi secondi dopo la macchina che monitorava il suo cuore emette un suono continuo e senza fine. Di quelli che ti trapanano la testa. Che ti fanno contorcere per il fastidio. Che ti fanno capire che puoi anche smettere di lottare. Tanto hai perso.

Appoggio la mia fronte sulla sua.

-tu sei abbastanza forte per passare di là. La tua anima è più che sana, lo sento qui- le sussurro bagnandola con le mie lacrime e portando la sua mano sul mio petto, sul mio cuore fermo, per indicarle il punto, stringendola fino a farmi male con i suoi anelli tra i quali il mio non ci sarà mai.

Un ammasso di medici ed infermieri entra e vengo portato fuori. Mi siedo difronte alle ragazze che mi guardano sorridendo. Io osservo le mie mani sparire. E anche loro se ne accorgono. Ash, Mike e Cal arrivano attirati dal trambusto. Le mie braccia non ci sono già più.

-è stato un piacere rivedere i 5 Seconds Of Summer al completo un ultima volta. Vi voglio bene ragazzi. Addio-

Il rumore di una scatola e il frusciare della carta sostituiscono la voce di Luke che sparisce davanti ai suoi amici e alle persone che lo hanno aiutato nel suo compito. La lettera è adagiata per terra per metà appoggiata alla scatola in velluto blu, contenente due fedine in titanio uguali. Calum è il primo a riprendersi tra i cinque, raccoglie gli oggetti e si gira verso Ashton e Michael piangendo lacrime amare. Ashton cade a terra perché le gambe hanno smesso di sostenerlo e Michael si appoggia scivolando lungo il muro freddo.



Quella stessa sera le tre famiglie di amici si radunarono a casa di Ashton e aprirono la lettera con le loro figlie e le loro mogli davanti. Calum si schiarisce la voce roca e profonda e finalmente legge le parole che il loro migliore amico aveva lasciato....  

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Capitolo 9
*** Ultimo capitolo 9 ***


Mors et Amor omnia solvunt


“A Ash, Cal e Mikey che hanno rappresentato tutto quello che mi ha permesso di restare sanno anche negli ultimi attimi della mia esistenza costellata di delusioni, tranne voi. E alla mia stella cadente che spero di rivedere un giorno, Sara grazie per tutto quello che mi hai dato, per tutto quello che mi hai permesso di provare e di sentire. Ricordati sempre che ovunque saremo io rimarrò sempre il tuo Custode Fantasma.
Ash, Mikey, Cal, il pensiero della morte alla fin fine, se non viene accettato dalla persona, non potrà mai non spaventare. La paura dell'ignoto non potrà mai non lasciare ansia al suo breve passaggio. Il lasciare tutti non potrà mai lasciare impassibile una persona. Il dispiacere che si prova lasciando nel dolore le persone che si ama e che ti amano ti seguirà per sempre. La mancanza la si sente sempre. E ve lo confermo. Sono qui, morto e vivo, a metà via tra la morte e la vita, da qualcosa come la metà di un anno, e non avere la certezza di nulla è orribile. Non pensi che una persona possa reggere una vita a metà, eppure sono qui, ora, quindi non temete potete credermi. Se ora sto scrivendo questo, è per lasciarvi una parte di me ragazzi, e per ricordarvi che in fondo non vi ho mai lasciati realmente. Sono tornato dopo tantissimo tempo, e non per raggiungere voi, ma... vi ho rivisto, ho constatato che qualsiasi cosa accada, noi rimarremo una famiglia. Siamo cresciuti con l'ideale della musica, con intesta un sogno che io ho spezzato. Per questo vi chiedo scusa.
Mi scuso, Cal, per non essere stato alla tua prima vera uscita con una ragazza. Mi scuso per non esserci stato alla tua laurea. Mi scuso per non esserci stato al tuo matrimonio e per non esserci stato quando Elena ha perso la bambina. Ah... giusto, parlando di lei. Ti posso assicurare che sta bene. E ringraziala, senza di lei non ci saremmo rivisti. Fa parte dei sette pilastri che sorreggono il corridoio tra la vita e la morte, è stupenda e Calasia sarebbe stato un nome perfetto per i suoi occhioni scuri. Mi mancherai scemo. Sei sempre il solito innocente Calum, che si arrabbia se gli fai domande scomode, quello dei video stupidi, delle frasi senza senso dette nel silenzio per interromperlo, perché ti irrita il silenzio, sei quello delle idee perverse e poco realizzabili, che però ti fanno rimuginare tutta una sera, finché, troppo stanco, non ti accasi a terra e sprofondi in un sonno anormale, che potrebbe durare per giorni. Sono sicuro che tu lo faccia ancora.
Ashton, pazzoide di un cretino! Molla le bandane è ora! So che continui a portarne una nella tasca dei pantaloni, quella destra, l'ho vista il giorno in cui ci siamo rincontrati tutti. Staccati dal passato. Io ora sto bene, davvero. Non ti preoccupare, smettila di addossarti tutto quanto. Sei statola persona migliore che io potessi mai incontrare nella mia vita, non avremmo mai potuto avere anche solo lontanamente la speranza di essere un gruppo vero senza di te. Avrei voluto tirarti uno scappellotto quando Amanda ti ha mollato, perché, cazzo, te lo avevo fottutamente detto che non poteva funzionare, che ci saresti stato male e che lei era una stronza. Ma alla fine, ripeto, avrei asciugato le tue lacrime e ti avrei detto che esistono tante persone al mondo disposte a strati accanto, e quella che ti avrebbe completato l'avresti trovata e, per mia fortuna perché so che se non fosse successo ti saresti vendicato, è stato così. Quindi buona fortuna pazzo batterista dalle mani come tovaglie da picnic, sei abbastanza forte per vivere la vita che ti è stato rifilata.
CLIFFORD FOTTUTO STRONZO! ME LA DEVI ANCORA PAGARE PER LA NUTELLA CHE HAI PRESO DALLA MAI PARTE DI MOBILINO! Ringrazia che ero troppo impegnato, e un po' impossibilitato, e non ti potevo conciare per le feste, saranno passati anni e anni ma quella me la sono legata al dito fottuto bastardo, questa me la paghi stai attento a quando passi di qui che non si sa mai che mi capiti un attacco camicaze tra le idee. Tu e le tue ore di video game, insomma capisco che fifa sia universale (Ash mi devi ancora spiegare la maglia viola e il tuo odio verso quel santo gral dei video giochi), ma dio mio staccati. Non puoi capire quanto io sia stato felice di scoprire che avevi una famiglia. Che avevi una persona con cui stare tutto il tempo, che ti sostenesse, che ti facesse sentire accettato nonostante tutto, che ti facesse essere Mike e nessun' altro. Sono stato al settimo cielo quando mi sono reso conto che nessuno ti avrebbe più potuto abbattere perché c'è la tua dolce moglie a sostenerti. Non l'ho mai incontrata di persona la tua Diana, ma ho sentito la felicità di Anna quando parla di sua mamma. Michael sono felice di averti incontrato, di averti odiato e di essere diventato uno dei tuoi migliori amici. Mi mancherai molto tinto.
Ragazzi vi aspetto da questa parte della barricata. Ricordatevi sempre che i 5 Seconds Of Summer si esibiscono sempre insieme, e se manca un componente non si sale sul palco. Potremmo sfondare tra i fantasmi , che ne dite? Questo sarebbe un successo eterno per forza di cose. Siete stati la parte migliore della mia vita. Rivedervi sarà anche stato uno shock, ma non potervi dire che ero realmente io ha fatto più male. Ora sappiate che vi aspetto. Non tardate scemi. Ma tanto sapete che vi aspetterò e io so che voi ve ne approfitterete, come sempre, brutti stronzi. Ciao ragazzi, sono felice ora. Non dimenticate mai che sto andando via solo per poco, come in una vacanza, tanto ci rivedremo. Vi voglio bene idioti, siete stati i mie fratelli non di sangue ma di cuore e di anima. Grazie per la famiglia che mi avete dato.

Lucas Robert Hemmings

P.S. Tornate a Sidney qualche volta, odio stare solo, se andate li, sulla mia tomba, magari vi sento.“



Anna, Laura, Elena, Diana e Vanessa lasciarono soli i mariti dopo che Calum ebbe finito di leggere quel pezzo di carta che conteneva tutto quello che rimaneva della persona più bona e generosa che avessero mai conosciuto.
Ashton tira fuori dalla tasca dei suoi pantaloni una bandana rossa, che aveva tenuto spesso indietro i suoi ricci ribelli, che non stavano mai al loro posto. Che aveva raccolto tanto sudore, tante lacrime e tante cose che probabilmente se avesse potuto sarebbe scoppiata, ma doveva rimanere integra per il suo proprietario.
Calum si rigira la fede tra le dita osservandola, pensando che in fondo lo doveva a Luke l'amore di Elena, che senza la forza che il suo pensiero gli ha dato fino ad ora, non sarebbe mai riuscito a seguire i suoi obbiettivi e ad arrivare così lontano con la sua vita, non sarebbe realizzato. Deve la sua vita al suo migliore amico, gli deve tutto, gli deve la sua felicità e la sua intera riconoscenza.
Michael si passa una mano tra i capelli e tira leggermente le punte. Non li aveva più tinti dopo che Luke li aveva lasciati. Che senso aveva usare altri colori se uno dei suoi preferiti, uno dei più importanti lo aveva lasciato solo, lo aveva lasciato senza la sua parte razionale e cosciente, senza un vero papà, anche se più piccolo di lui, che lo guidasse verso le scelte giuste da fare. La ricerca del suo colore necessitava di Luke, ma lui era sparito e non poteva essere portata avanti senza un pezzo del puzzle.
Tutti e tre gli uomini in quella stanza si rendono conto che è vero, quello era il loro Luke, che questi sono i suoi pensieri e che ora hanno la certezza che lui ce là fatta, e che li sta aspettando. Ora sanno che possono farcela e che, infondo loro sono pronti a combattere, perché l'amore fraterno e l'affetto che li ha sempre legati al biondino, e la sua seconda sparizione hanno dissolto qualsiasi loro dubbio o dispiacere. Ora loro sono pronti e possono fare tutto. Perché ora Luke rivive di più in ognuno di loro.

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Capitolo 10
*** Epilogo Capitolo 10 ***


L'epilogo di una storia di vita lo potrebbe scrivere solo chi ha vissuto quella vita, ma per questa volta penso si possa fare un eccezione.
Sia la vita di Luke che la vita di Sara non sono state finché non si sono incontrati. Lui un grande bastardo pieno di vizi e mai soddisfatto di nulla, mentre lei, bhe, lei era debole e fragile, sfruttata. Ma poi lui è morto e, per la prima volta, penso sia stata una delle cose migliori che lui abbia mai fatto. Poi si sono conosciuti e tutti sappiamo com'è andata a finire.
Ma dopo quell'ultimo addio che cos'è successo?
Mi piacerebbe dirvi che sin da subito i due ragazzi si sono incontrati ancora, che entrambi stanno bene e sono insieme e posso finalmente mettere a tacere il dolore di entrambi. Vorrei potervi dire che l'amore del fantasma guardiano è finito rosa e fiori. Ma le rose hanno le spine, che non ostante il breve male un po' la cicatrice e l'attesa della sparizione del dolore c'è comunque...
Luke ha aspettato Sara al valico per un bel po' di tempo tra il cancello per salire e il cancello per rimanere bloccati. Luke attendeva davanti a quello giusto, la sua anima era diventata abbastanza forte per farcela, e quindi il ragazzo aspettava in silenzio e con pazienza l'arrivo della sua amata, ma la ragazza non arrivava. Luke non perdeva le speranze, ovvio, piuttosto preferirebbe aspettare all'infinito ma non lascerebbe spegnere la sua speranza. Gli istanti passano anche se l'orologio da polso del ragazzo è bloccato sempre sullo stesso minuto, e la lancetta fa meccanici scatti avanti e indietro senza mai muoversi realmente avanti o indietro, ma l ragazzo lo sentiva sul suo corpo la stanchezza e il tempo che scorreva portandosi dietro l'angosci che le sia successo qualcosa, che li trapassa il corpo con il tempo stesso che non scorre ma si muove. E Luke inizia a pensare a tutti i luoghi in cui lei si potrebbe essere persa o fermata, sa che è abbastanza forte per salire, e allora dove diavolo è quella ragazza?
E gli inizia a salire un po' l'ansia e la preoccupazione aspettando sa sua stella cadente, che non arriva e continua a fare tardi, si appoggia pesantemente alla colonna del cancello e chiude gli occhi incrociando le bracci al petto, aspettando e sperando di sentire i suoi passi in lontananza, ma non li sente...
Luke, con uno stupido gioco basato sul ritmo di una canzone chiamata Amnesia che ha battuto sul pavimento con il piede sinistro senza mai fermarsi, ha stabilito che la canzone sarebbe iniziata e finita la bellezza di ottantotto volte per la bellezza di trecentocinquantadue minuti, per la bellezza di ventunmilacentoventi secondi ma di lei ancora nulla. Neppure la più piccola traccia dei capelli biondo grano e occhi marrone terra, nessun passo insicuro o di un paio di occhiali troppo grandi. La mancanza della ragazza si sentiva fin troppo, e pur di alleviare la pesantezza dell'attesa, Luke iniziò a pensare a tutte le volte che sono stati insieme che hanno condiviso qualcosa, che lui ha pensato a lei a tutto quello che ha fatto per lei. E il ragazzo continua a sostenere dentro di se,che in fondo, lei non lo abbandonerà mai. Non può lasciarlo solo. Sono legati insieme da troppe cose.

“ il tintinnio della campanella del negozietto di bigiotteria in cui i due ragazzi avevano deciso di entrare per curiosità diverte Sara per la usa allegria. Natale è alle porte e la ragazza deve iniziare a pensare ai pochi regali che deve fare ai suoi amici e ai suoi genitori. Luke, si impegna per aiutarla nel arduo compito della ricerca del regalo perfetto. Sicuramente Laura e Anna sono i due soggetti più difficili a cui regalare qualcosa. Un cd lo si esclude a priori con loro, tutti quelli delle loro band preferite li possiedono già, come qualcosa che riguardasse gli One Direction, Sara le aveva riempite e si era fatta riempire di loro oggetti tutti gli anni ed era arrivato il momento di cambiare. Per questo i ragazzi si trovano in quel negozio, per trovare un bracciale per Laura. La ragazza in realtà a gusti abbastanza semplici ma un po' stravaganti e vecchiotti per una persona della sua età, ma l'amore per la storia condiziona molto le sue scelte. Sara inizia ad aggirarsi per tutto il negozio alla ricerca di spunti, di idee per un regalo, ma trova solo cose troppo sgargianti, pacchiane, femminili, fluo, o semplicemente che Laura non porterebbe mai. Nel frattempo Luke si aggira dalla parte opposta del negozio e cerca da solo. Il ragazzo sa di essere entrato particolarmente in sintonia con la castana e pensa di aver capito i suoi gusti e si è accorto che in quello che disegna e indossa sui suoi abiti, o semplicemente dalle immagini sul suo cellulare ci sono sempre due soggetti ricorrenti una croce spesso allungata e slanciata, abbastanza sottile e una o più rondini insieme in gruppo, per questo il bracciale con tre ciondoli in ferro un po' rovinato a forma di infinito, di croce e di rondini in stormo che tengono insieme le parti di tre lacci in pelle color beige scuro che si uniscono nella chiusura scura gli sembra perfetto per lei ed adatto.
-Sara, vieni penso di aver trovato qualcosa- il ragazzo chiama la sua ragazza con voce dolce e felice.
Sara lo raggiunge e appena vede il bracciale tra le mani del ragazzo sorride conquistata, e la parola che le veniva in mente guardandolo era solo una: Laura”


Luke pensa al bagliore negli occhi di Sara quando gli ha fatto vedere quel piccolo bracciale, e sorride fiero di se stesso per averlo creato come ha creato il sorriso sui volti di Anna e Laura quando ha mostrato loro i suoi regali per loro.

“ Luke sarà stato un essere di sesso maschile, che spesso come caratteristica principale presenta una limitata sfera emotiva che si riduce a bisogno di mangiare, dormire, bere e giocare alla play e nei casi in cui la sfera fosse stata al massimo della sensibilità portarsi a letto il maggior numero di persone del sesso opposto, ma ha sempre posseduto una grande sensibilità, e un ottimo intuito per le cose che devono venire dal cuore. Per quel motivo qualche mese primo, poco tempo dopo che aveva ricevuto la fialetta per diventare umano aveva cercato e trovato un lavoro in un piccolo bar. Voleva avere da parte qualche soldo per queste cose, per dei piccoli capricci, per portare fuori Sara, non aveva ingenti spese da sostenere per cui la paga non molto alta bastava per lui. A Sara aveva accennato qualcosa ma nulla di che, e la ragazza si fidava di lui. Perciò, con lo stipendio guadagnato in quei tre mesi era andato da solo a fare compere di natale, infondo i regali da fare erano solo tre ma estremamente importanti tutti quanti. Per Anna ci aveva pensato a lungo , ma passando davanti al negozio di Federica aveva visto il maglione perfetto per quella ragazza rosso e bianco, a righe, ed entrando nel negozio e parlando con Fede chiedendole di mostrarglielo si era convinto perché era comodo ed estremamente caldo, e poi glielo aveva preso di due taglie più grandi della sua quindi le sarebbe stato enorme e le sarebbe piaciuto molto di più. Lo fece impacchettare e uscì dal negozio salutando calorosamente la ragazza. Camminando sempre con la sua solita calma si era ritrovato d'avanti ad un negozietto dell'usato con in vetrina una chitarra acustica chiara, e ricordandosi che la castana ne voleva una per imparare a suonare gli era sembrata adatta. La acquistò in quel negozio ad un basso prezzo ma usata non perché fosse tirchio, ma perché nonostante tutto le sue finanze erano limitate e una chitarra nuova sarebbe costata troppo per lui, in più l'anziano signore aveva aggiunto due plettri e la custodia nera. Per Laura sarebbe stata perfetta...
-Sara... che cosa vuoi per natale?- chiese Luke mentre era sdraiato sul letto della ragazza a pancia in su con le gambe a penzoloni.
La ragazza, che era accanto a lui seduta con le gambe incrociate mentre leggeva attentamente uno dei suoi libri preferiti “Stanotte Il Cielo Ci Appartiene” , si deconcentrò ascoltando la voce del ragazzo, per cui alzò lo sguardo e si alzò sul naso gli occhiali, scrutando la figura del ragazzo e pensando che il suo regalo era perfetto per lui.
-nulla... mi basta passare la vigilia con te, Anna e Laura. Non mi serve altro-
Ma Luke si era già fatto una mezza idea per lei.

Luke stava alitando su quella vetrina da una vita. La vetrina mostrava quel libro in tutta la sua perfezione e la scrittrice, quella donna così geniale, era all'interno di quel negozio ad autografare solo poche copie del libro. Lui doveva avere una di quelle copie. Non aveva scelta. Doveva farcela. Assolutamente.
Benedetta Bonfiglioli era seduta su quella poltroncina all'interno della libreria Mondadori che c'era nella piazza della città, dietro quella scrivania in legno massello. Ma era irraggiungibile. I pochi fortunati probabilmente erano già dentro.

Ma Luke non ha smesso di sperare, la libreria aveva chiuso da una manciata di minuti e lui era comunque seduto fuori appoggiato alla vetrina aspettando che la scrittrice uscisse, aveva il libro tra le braccia ed aspettava impaziente. La donna lo vide quando mise piede fuori dalla struttura salutando il proprietario. E si fermò davanti a quel ragazzo che poteva avere l'età dei suoi figli. Incuriosita e un po' stranita.
-stai aspettando me?- lo chiede con voce dolce
Luke alza la testa con un sorriso raggiante. La sera della vigilia di natale Luke Hemmings è riuscito a convincere una scrittrice a firmargli un suo libro con una dedica dentro solo per Sara alle 19.36. Quella donna tutt'ora si chiede chi fosse quel ragazzo dal forte accento straniero con una storia d'amore talmente straordinaria dietro”


A Luke viene spontaneo sorridere pensando a quanto lei fosse felice quella sera, d'avanti a quel libro, con quella firma e quella dedica, a quanto Anna sia stata felice di vedere quel maglione che le stava benissimo, e vedere le lacrime di Laura davanti a quella vecchia chitarra acustica un po' usurata che stringeva tra le mani.
La canzone sarebbe ripetuta in totale centoventidue volte, quattrocentoottantotto minuti,ventinovemiladuecentoottanta secondi. E lei ancora non arrivava.

“Sara sorride davanti a lui mentre la bacia, lontano da tutto e da tutti in quel parco giochi che li ha visti insieme molte volte, sempre sulla stessa panchina. Sempre felici con il cuore che scoppia.
-Luke suoni ancora per me?-
-perchè?-
-perchè è come averti qui- e si indica il cuore -nel senso, ci sei sempre ma se suoni sei presente come se avessimo le anime in contatto. È una cosa diversa dal solito- e Sara era completamente rossa mentre parlava a raffica.
Ma lui la trovava maledettamente dolce in quelle condizioni. Ira fuori il suo regalo di natale dalla custodia e pizzica piano le corde con dolcezza e tanto valeva scegliere bene la canzone e cantarla anche...”


-We're only getting older, baby and I've been thinking about it lately does it ever drive you crazy just how fast the night changes? Everything that you've ever dreamed of disappearing when you wake up but there's nothing to be afraid of even when the night changes it will never change me and you-
-è strano sapere che ti terrò con me per il resto dell'eternità- e Luke ha smesso di cantare per un secondo.
Lei era lì difronte a lui che lo guardava da poco più giù con i suoi occhioni coperti dalle lenti spesse degli occhiali. E lei era lì e lui sapeva che nulla gliela poteva più portare via.

Eh già... alla fin fine le cose possono anche avere un lieto fine nella vita. Non vanno sempre male. Loro hanno passato l'inferno prima di trovarsi e ora possono stare insieme senza separarsi mai più.
Infondo
“Anche quando la notte cambia. Nulla cambierà me e te”

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