Serendipity -Larry Stylinson-

di Stilinski24
(/viewuser.php?uid=128964)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Incontro ***
Capitolo 2: *** Conoscersi ***
Capitolo 3: *** Cucina e soprannomi ***
Capitolo 4: *** Le gemelle ***
Capitolo 5: *** Harry ***
Capitolo 6: *** Rabbia ***
Capitolo 7: *** Vendetta ***



Capitolo 1
*** Incontro ***


La pioggia quella mattina era pressoché invisibile. La si sentiva appena e i vestiti non facevano nemmeno in tempo a bagnarsi. Insomma, una giornata perfetta per il popolo londinese.
Ed era ancora più perfetta anche per il semplice fatto che domani sarebbe stato il compleanno della sorella di Louis. Il ragazzo, infatti, era uscito di casa sorridente e si era diretto al supermercato più vicino per poter comprare dei dolci da fare in casa.
Non era mai stato capace di fare dolci: niente torte, niente biscotti, niente brioche fatte in casa. Louis era totalmente negato per i dolci. O meglio.. Louis era assolutamente ed inequivocabilmente incapace di cucinare qualsiasi cosa.
Ci aveva provato una volta, mettendoci tutto il suo impegno, e il risultato fu che quasi mandò a fuoco la propria casa nel giro di pochi minuti.
Ma una cosa riusciva a farla. Era stato aiutato parecchie volte all’inizio, ovvio, ma poi ce l’aveva fatta tutto da solo.
Sua madre gli aveva fatto comprare dei dolci già fatti. Doveva solo metterli in forno e poi aspettare che fossero pronti. Così era lì a comprare dei Cupcake già pronti.
Era nella corsia giusta, stava camminando lentamente per cercare le scatole che li contenevano.
Quando li ebbe trovati passò in rassegna tutti i gusti possibili; alla panna, alla fragola, alla crema, al caffè ed infine quelli al cioccolato. Era l’ultima scatola.
Allungò la mano per poterla prendere e sbatté contro un’altra mano, che decisamente non era la sua. La fissò per un momento.
Era letteralmente più grande della sua e aveva due anelli, uno sul medio e l’altro sull’anulare.
<< Oops! >> disse una voce maschile.
Era roca e profonda.
Louis si voltò e guardò il ragazzo davanti a se.
Era alto, più alto di lui di almeno 10 cm, aveva i capelli ricci i quali sembravano avere una vita propria, indossava una maglietta bianca e dei jeans neri strappati sulle ginocchia. E Dio! Aveva gli occhi verdi. Di un verde che non aveva mai visto. Così intenso e luminoso.
<< Ciao >> sussurrò Louis al ragazzo il quale sorrise – aveva le fossette.. le fossette per Dio!
Il ragazzo, il quale era rimasto incantato per qualche secondo dalla voce dell’altro, lo scrutò da capo a piedi.
Era più basso rispetto a lui, aveva i capelli lisci e spettinati, indossava una maglietta nera e dei jeans rossi.
<< Ehm.. volevi questa? >> gli chiese alzando la scatola dei Cupcake.
Louis annuì. << Si. Domani è il compleanno di mia sorella e io sono praticamente negato per i dolci, ma questi sono semplici da fare >> si ritrovò a dire.
<< Oh.. ehm.. okay. Allora io prenderò questi >> disse mentre allungava una mano verso quelli al gusto di caffè.
<< Non devi farlo. Cioè.. se ti piacciono quelli al cioccolato fai pure. A mia sorella andrà bene qualsiasi cosa >>
<< Non ti preoccupare >> gli disse sorridendo e facendogli l’occhiolino << Ci si vede >> disse mentre si girava per andarsene.
Louis rimase a fissarlo mentre andava alla cassa. Lo vide parlottare con la cassiera la quale sorrise, affettuosa.
Prima di uscire dal negozio, il riccio, si voltò a guardare l’altro ragazzo scoprendo che lo stava fissando.
Sorrise e alzò una mano per salutarlo. L’altro restituì il saluto e sorrise di rimando.
Quando il ragazzo fu uscito, Louis, ritornò a guardare la scatola davanti a se.
Sospirò e ne prese due, una al cioccolato e una alla panna e, guardandosi la mano, si ricordò del tocco del riccio.
Aveva le mani calde, nonostante fuori non facesse esattamente caldo.
Scuotendo la testa si avviò alla cassa per pagare. Stava per andare alla cassa con meno persone ma poi ci ripensò.
Si mise in fila dove poco prima c’era il ragazzo e aspettò il suo turno, cercando di farsi coraggio per quello che avrebbe voluto fare subito dopo.
Nel frattempo, il riccio, era seduto in macchina e parlava al telefono con sua madre.
Guardava fuori dal finestrino e la ascoltava rispondendo ogni tanto alle domande.
Stava fissando le porte del supermercato quando notò il ragazzo incontrato poco prima e lo seguì con lo sguardo.
Lo vide avviarsi verso la propria macchina. Guardava il modo in cui si muoveva e aveva il sorriso stampato sulle labbra.
Camminava in modo svelto e - lui non avrebbe dovuto farlo, lo sa benissimo – gli guardò il culo.
<< Dio mio.. >> sussurrò, dimenticandosi completamente che sua madre era dall’altra parte del telefono e lo stava chiamando.
Riportato alla realtà ascoltò sua madre, pur continuando a fissare la macchina che si allontanava. 

Potete trovarmi anche su Wattpad con il nome di HazzaCupcakeBooBear il titolo della storia è sempre Serendipity fatemi sapere che ne pensate ;)

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Conoscersi ***


2401 London Street
 
Louis continuava a rileggere l’indirizzo. Non poteva credere che lo stesse veramente facendo.
Era lì fermo davanti a quella porta per ben 5 minuti e non riusciva a muoversi. E se poi mi apre un’altra persona? E se non si ricorda nemmeno di me? Erano i pensieri del ragazzo.
Alla fine sospirò e, pregando con tutto se stesso che fosse lui ad aprire, suonò il campanello.
Attese per quello che gli sembrarono secondi interminabili, poi la porta si aprì, mandando a farsi benedire tutte le sue preghiere.
Aveva davanti a sé una ragazza alta quanto lui, gli occhi verdi e i capelli castani che le arrivavano fin sotto le spalle. Non doveva avere molti anni in più di lui.
<< Ciao >> gli disse la ragazza
<< Ciao.. ehm.. cercavo Harry >>
<< Sei un suo amico? >>
<< Ehm.. più o meno >> finì la frase in un sussurro.
<< È la prima volta che ti vedo.. in ogni caso io sono Gemma, sua sorella >>
Ora si spiega la sorprendente somiglianza.
<< Louis >> gli disse stringendo la sua mano.
La ragazza sorrise, mostrando le fossette – meno evidenti di quelle del fratello – e guardandolo dall’alto in basso. Guardarlo è dire poco. Lei lo stava fissando, squadrando da capo a piedi senza nasconderlo.
Louis si sentì in imbarazzo e abbassò lo sguardo verso le punte dei suoi piedi.
<< Devo chiamarti mio fratello? >> gli chiese alla fine.
<< Si.. se non disturbo >>
La ragazza scosse la testa e, voltandosi con la testa verso l’interno della casa, urlò un ‘ Hazza ’.
<< Che c’è? >> urlò il ragazzo.
<< Ti cercano alla porta >>
<< Arrivo >> urlò di rimando.
<< Bene.. ora devo andare. Stavo appunto per uscire >> Gemma si rivolse nuovamente a lui << È stato un piacere conoscerti, Louis >>
Il ragazzo sorrise e annuì, spostandosi al passaggio della ragazza. La guardò per qualche istante e poi rivolse il proprio sguardo all’interno della casa.
Vide le scale che portavano ai piani superiori, una porta che dava sulla cucina e poi.. qualcosa di azzurro.
Corrugò la fronte allibito, per poi rendersi conto che stava guardando una maglietta. La maglietta di Harry.
<< Ciao >> lo salutò sorridendo.
<< Ciao Harry.. >>
 << Sai il mio nome.. come? >>
<< È una storia lunga >>
<< Ho tempo >> sorrise di nuovo.
<< Beh.. posso entrare? >>
<< Mia mamma mi ha detto che non posso far entrare gli sconosciuti >> disse accennando una risata.
<< Mi chiamo Louis >> gli disse allungando una mano la quale venne subito stretta da quella di Harry << Ora che non sono più uno sconosciuto.. posso entrare? >>
Harry fece una risata leggera e si spostò per far entrare Louis.
<< Oh aspetta.. devo prendere una cosa in macchina. Solo.. non ridere di me dopo >>
Harry guardò Louis allontanarsi e andare verso la sua macchina, aprire la portiera del passeggiero e prendere un vassoio, poi tornò verso di lui e lo oltrepassò entrando in casa. Harry gli fece cenno di seguirlo in salotto.
Quando Louis entrò, notò subito le foto poste sui mobili. Erano foto che ritraevano Harry da piccolo con sua sorella e con un’altra donna che suppose fosse la madre.
<< Avanti. Siediti pure >> disse Harry facendogli segno di sedersi sul divano.
Louis annuì e si sedette, subito seguito da Harry che gli si sedette accanto.
<< Mi dici come fai a sapere il mio nome? E dove abito? >> sorrise.
<< Oh.. sai l’altro giorno al supermercato? Ti ho visto parlare con la cassiera e ho pensato che ti conoscesse. Ho chiesto a lei >> riassunse velocemente.
In parte era vero.. una minima parte. Louis aveva solo chiesto il nome del ragazzo e quando aveva scoperto che si chiamava Harry Styles aveva chiamato il suo migliore amico dai tempi delle elementari, Zayn. Era un mago del computer e di tutto quello che lo riguardava. Era quello che veniva solitamente chiamato hacker. E così, dopo averlo convinto a non cercare nei registri della polizia o in quelli della CIA o in quelli dell’FBI per assicurarsi che Harry non fosse un criminale o un assassino, gli disse l’indirizzo. Ma, ovviamente, questo non poteva assolutamente dirlo ad Harry.
<< Oh.. e come mai sei qui? >>
<< Ah vedi.. ieri al compleanno di mia sorella sono avanzati dei Cupcake al cioccolato e ho pensato di portarne alcuni a te. Sono ancora buoni, giuro! Ne ho mangiato uno io stamattina a colazione ed era delizioso >> disse Louis sorridendo << E poi mi sei venuto in mente tu. Al supermercato hai allungato la mano subito verso quelli al cioccolato e ho pensato che ti piacessero e così.. eccomi qui >> finì di dire allargando le braccia e sentendo le proprie guance accaldarsi.
<< Davvero? >> chiese Harry sorpreso << Beh allora grazie >> disse allungando una mano verso il vassoio per prendere un Cupcake.
Lo mise in bocca e masticò lentamente, gustandosi il sapore. Era vero, erano ancora buoni.
<< Allora >> riprese il riccio per interrompere il silenzio creatosi tra loro << Raccontami un po’ di te >>
<< Cosa vuoi sapere di preciso? >>
<< Uhm.. >> mandò giù un altro boccone << Non so.. il nome per intero, se studi, la tua famiglia, com’è andato il compleanno ieri.. >> sussurrò.
Louis sorrise e prese un dolcetto anche lui. Prima di rispondere ne mangiò un po’.
<< Non c’è molto da dire.. mi chiamo Louis William Tomlinson, ho 20 anni, non studio ma ho fatto alcuni anni a studiare lo scientifico, non lavoro – non perché non ho voglia ma perché non ho ancora trovato niente – ho 4 sorelle >> rise all’espressione sconvolta di Harry << Ci sono le gemelle, Daisy e Pohebe, Charlotte che noi chiamiamo Lottie e Fèlicitè quella che ha compiuto gli anni ieri, è andato benissimo il compleanno. I miei genitori sono divorziati, ora mia madre ha un altro compagno e si sente felice con lui. Faccio karate e sono orribile in fatto di cucina >>
<< Questi ti sono uscite bene >> disse Harry alludendo ai Cupcake. 
<< Non che abbia dovuto fare molto >> sorrise, finendo di mangiare il dolce. Harry nel frattempo ne aveva mangiato un altro. << E tu invece? Dimmi un po’ di te >>
<< Mi chiamo Harry Edward Styles, ma questo lo sai già. Ho 18 anni e ho studiato arte per un po’ poi ho lasciato, adesso studio legge e ho un piccolo impiego come commesso in una panetteria. Ho una sorella più grande, che hai conosciuto prima e, davvero, non so come tu faccia a sopportarne 4 visto che io non sopporto lei che è una sola. Mi piace il calcio ma non faccio sport e anche i miei genitori sono divorziati e la mamma ha un compagno daaa.. su per giù due anni >> finì corrugando la fronte.
<< Abbiamo una cosa in comune. I genitori divorziati >>
<< E una sorella. Cioè.. io ne ho una tu sei un caso a parte >>
Risero insieme e ognuno sentì la risate dell’altro per la prima volta. Harry pensava che la risata di Louis era un suono meraviglioso, la sua risata era così cristallina e spontanea, mentre quella di Harry, a detta di Louis, era roca e profonda, come la sua voce dopotutto, ma era una di quelle risate che ti alleggeriscono il cuore, che non ti fa pensare a un domani.
<< Hai detto che fai karate. Che cintura sei? >>
<< Sono cintura marrone >>
<< Uh.. manca poco alla nera >>
<< Beh volendo potrei prenderla subito. Vedi sono cintura marrone da due anni ma ancora non mi sento pronto per quella nera >>
<< Quindi sta a te decidere se vuoi dare l’esame per il passaggio o meno? >>
<< Esatto. Ci sono ragazzini che all’età di 17 anni hanno la nera ma non sono in grado di fare niente. Io preferisco aspettare ancora e migliorare il più possibile >>
Ad Harry questa cosa piaceva. Significava che Louis voleva fare le cose per bene ed essere sicuro al 100% di sé stesso.
<< Oh mio Dio! >> urlò Louis all’improvviso.
Stava guardando l’orologio attaccato alla parete e vide che ore erano << Mi dispiace di averti disturbato così tanto. Non mi ero reso conto delle ore che erano. Tolgo il disturbo >> disse alzandosi in piedi.
Harry lo accompagnò alla porta e, dopo essersi guardato le punte dei piedi per farsi coraggio, si decise.
<< Ehm.. mi.. mi daresti il tuo numero di telefono..? >> chiese imbarazzandosi immediatamente.
Louis sorrise e gli disse di dargli il suo telefono. Una volta scritto il numero sul telefono del riccio lo salutò e corse verso la propria macchina.
Il suo cuore non voleva sapere di smettere di battere così forte. Per cosa poi? Perché gli aveva chiesto il numero?
Scosse la testa e si diresse verso casa. Durante il tragitto il suo telefono squillò una volta ma non lo guardò; non voleva fare incidenti.
Una volta a casa lo prese e lesse il messaggio. Il numero non era salvato in rubrica.
 
Grazie per i Cupcake.. erano davvero buoni e si.. quelli al cioccolato sono i miei preferiti :)
Harry
 
Gli era davvero arrivato un messaggio da parte sua? Si. E a lui stavano davvero tremando le mani? Si. Sorrise e rispose subito.
 
Sono anche i miei preferiti :) La terza cosa che abbiamo in comune!
Louis
 
Pochi secondi dopo gli arrivò un altro messaggio.
 
Sai stavo pensando a quando hai detto di essere un cuoco orribile.. beh io me la cavo e quindi mi chiedevo se.. cioè si insomma se.. se ti va ovvio.. posso darti qualche dritta su come cucinare ecco..
Harry
 
Oh mio Dio! Louis non poteva credere che Harry ‘ balbettasse ’ anche nello scrivere messaggi. Era tremendamente tenero.
 
Certo che mi va! Mi faresti un grande piacere ;)
Louis
 
Bene allora mandami l’indirizzo di casa tua.. quando facciamo?
Harry
 
Gli scrissi l’indirizzo. A quanto sembra è impaziente di iniziare.
 
Facciamo dopodomani.. avrei allenamento domani e non ce la farei proprio :/
Louis
 
Va bene allora a dopodomani e.. Louis.. grazie ancora.. buonanotte per dopo :)
Harry
 
Louis rispose dandogli la buonanotte per poi andare a farsi una doccia e vestirsi per uscire quella sera con Zayn.
Louis sperava che il dopodomani arrivasse molto velocemente. Harry, a casa sua, sperava la stessa cosa.
 
Angolo mio (Angolo autrice fa troppo da professionista e non la sono XD)
Anyway.. secondo capitolo e.. non so ditemi voi che ne pensate :)
Aggiornerò ogni martedì sera. Ringrazio le persone che la stanno leggendo, per favore lasciate un commento, anche minimo, ma fatemi sapere che ne pensate.
All the love, D.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Cucina e soprannomi ***


Cucina e soprannomi
 
Il giorno della prima esperienza di cucina era arrivato e Louis non era ancora stato fermo un attimo. Continuava a girare per casa, pensando che fosse tutto in disordine quando, in realtà, era tutto perfettamente a posto.
Erano quasi le 11 e l’agitazione era alle stelle. Tra non molto sarebbe arrivato Harry e Louis era tutto fuorché calmo.
Il giorno prima si erano sentiti per mettersi d’accordo sull’orario e poi Harry aveva chiesto come fosse andato l’allenamento di karate e poi da lì avevano parlato fino a sera quando tutti e due si salutarono per andare a letto.
Suonarono al campanello e Louis corse immediatamente alla porta mettendo una mano sulla maniglia. Si fermò un attimo, giusto il tempo di non far capire ad Harry che lo stava aspettando (in)pazientemente.
Quando aprì la porta si trovò davanti il riccio, vestito con un paio di jeans beige e una maglietta grigia a maniche lunghe leggera; Louis indossava una tuta da ginnastica ma per Harry era dannatamente perfetto.
<< Ehy ciao Harry >> disse tutto d’un fiato.
<< Ciao >> sorrise il riccio << Sono in ritardo? >>
<< No no affatto >> rispose Louis scuotendo energeticamente la testa << Sei in perfetto orario. Avanti entra >>
Louis si fece da parte per far entrare Harry il quale si mise a guardarsi in giro per casa. Era arredata in modo semplice, nessun colore esagerato, nessun oggetto strano, ad Harry piaceva davvero tanto.
<< Allora.. avevi in mente qualcosa di particolare da cucinare? >>
<< Uuuhm.. ho sempre voluto imparare a fare la pasta italiana.. sai quella con il sugo di carne >>
<< Oh.. è uno dei miei piatti italiani preferiti ma.. non abbiamo abbastanza tempo per preparare la carne. Potremmo fare quella semplice, con il sugo di pomodoro e magari aggiungerci della pancetta >>
<< Oh certo! Pancetta, si >> disse Louis annuendo e facendo il gesto di seguirlo in cucina.
Una volta entrati, Harry, rimase stupito dalla grandezza della cucina.
<< Okay.. che devo prendere? >>
<< Prima di tutto serve una pentola >>
Louis si voltò verso gli antelli e iniziò a cercare.
<< Eccola >> disse voltandosi verso Harry il quale rise << Che c’è di così divertente? >>
<< Louis.. quella è una padella >>
<< Oh.. >> disse imbarazzato per poi voltarsi e cercare nuovamente ma Harry fu in parte a lui e sicuro di sé prese, quella che doveva effettivamente essere, la pentola.
<< Ricorda.. la pentola è quella alta la padella è quella bassa >>
<< Alta e bassa.. okay >> ripeté Louis a bassa voce << Ed ora? >>
<< La riempiamo di acqua e ci mettiamo un po’ di sale >>
Louis fece come detto dal riccio, la riempì e ci mise il sale.
<< Così è un po’ poco.. >> disse Harry riferendosi al sale.
Si avvicinò a Louis e mise una mano nel vasetto di sale proprio nel momento in cui la metteva anche Louis.
Le due mani si sfiorarono e i due si guardarono sorridendo. Harry aggiunse altro sale e poi accese il gas mettendoci sopra la pentola.
<< Ora che facciamo? >>
<< Ora aspettiamo >> disse Harry prendendo una sedia per sedersi << L’acqua deve bollire e poi possiamo buttare giù la pasta. Se vuoi nel frattempo possiamo preparare la tavola >>
Louis annuì e andò a prendere piatti, bicchieri e posate.
Una volta apparecchiata la tavola, Harry aggrottò la fronte.
<< Solo per due persone? Non ci sono le tue sorelle o i tuoi genitori? >>
<< Eh? Oh no no.. io vivo da solo >>
<< Da solo? E allora perché hai preparato per due? >>
<< Perché ecco vedi.. pensavo che se tu.. se vuoi ovvio.. puoi rimanere qui a mangiare.. con me >>
Harry ne rimase sorpreso. Davvero lo voleva lì con lui?
<< Va bene, resto con te >> disse sorridendo mostrando le fossette << Ma la domanda mi sorge spontanea.. come hai fatto a mangiare da quando vivi da solo? >>
<< Ehm in realtà.. non ho sempre vissuto da solo.. avevo la ragazza e dopo un anno di fidanzamento abbiamo deciso di andare ad abitare insieme.. dopo 5 mesi di convivenza non ne ho più potuto.. sai come si dice no? Conosci meglio le persone quando ci vivi insieme sotto lo stesso tetto.. vedi lati che non sapevi che potessero avere.. >>
Harry si morse l’interno della guancia << Da quanto tempo sei single? O.. o hai la ragazza di nuovo? >>
<< No no single! >> disse con fin troppa estasi << Io ehm.. sono single da quasi un anno >>
<< Mai avuto qualche storiella non importante? >>
<< Intendi dire una cosa tipo “ una botta e via ”? >> Harry annuì << No nessuna, tu? >>
<< I-io cosa? >>
<< Hai la ragazza? O un amore segreto per qualcuno? >>
<< Io ehm.. vedi io non.. a me non pia- oh merda! >> urlò Harry alzandosi di scatto dalla sedia e precipitandosi verso la pentola.
L’acqua aveva iniziato a bollire e stava uscendo dalla pentola cadendo sul piano gas.
<< Oh Dio! Scusa Louis.. stavamo parlando e.. >>
<< Tranquillo Harry. Che dobbiamo fare adesso? >>
<< Beh.. dobbiamo buttare la pasta e mentre cuoce noi prepariamo il sugo >>
Louis annuì e prese la pasta ed un pentolino per il sugo. Almeno quello lo aveva azzeccato.
Harry vuotò la pasta nella pentola spiegando a Louis le varie quantità in base alle persone che la mangiavano e poi versò il passato di pomodoro nel pentolino, aggiungendo un po’ di burro.
<< Okay.. la pancetta? >>
Louis sgranò gli occhi. << Oddio.. non so se c’è l’ho! >> corse al frigorifero e ci guardò dentro << Harry.. >> si voltò verso il ricco mentre sporgeva il labbro inferiore all’infuori. Era adorabile.
<< Okay niente pancetta >> disse ridendo << Vediamo che altro c’è >>
Harry si mise dietro Louis e guardò da sopra la sua spalla. Louis notò che oltre ad essere più alto di lui era anche più ben messo come corpo.
<< Okay.. c’è lo speck.. vogliamo provare? >>
<< Certo.. al massimo finiamo in ospedale per intossicamento.. ti avverto.. se succede qualcosa per me la colpa è tua >>
Harry rise di sano gusto e diede una piccola sberla amichevole sulla testa di Louis.
<< Me ne ricorderò di questa cosa. Incolpare un ragazzo innocente.. >> disse scuotendo la testa << Sai Lou? Potrei darmela a gambe adesso che so che incolperesti me >>
<< Oh avanti.. stavo scherzando. Mi fido delle tue doti culinarie >>
Risero e, solo dopo, Louis si accorse che Harry lo aveva chiamato Lou. Aveva iniziato con il soprannome? Doveva trovarne uno anche lui per il riccio. Chiamarlo Curly era troppo scontato.
<< Hazza.. >> sussurrò Louis, dimenticandosi che Harry gli era in parte.
<< Cosa? >>
<< Oh.. ehm.. stavo pensando che tua sorella ti ha chiamato così l’altro giorno.. è il tuo soprannome? >>
<< Si >> sorrise in modo dolce << Quando eravamo piccoli mia sorella mi chiamava sempre così >>
<< Da dove è uscito? >>
<< Ah non ne ho idea >> disse scuotendo la testa mentre finiva di preparare la pasta.
Si sedettero a tavola e iniziarono a mangiare mentre parlavano di varie cose: cosa avrebbero voluto fare nella vita se avessero avuto la possibilità, i programmi preferiti, i cibi preferiti, la musica e, Harry, evitò accuratamente l’argomento ragazze.
Stavano ridendo per una battuta fatta dal maggiore quando il cellulare di quest’ultimo iniziò a suonare.
Si pulì velocemente le mani nel tovagliolo e, nel tirare fuori il telefono dai pantaloni, fece partire la chiamata in vivavoce.
<< Ehi Boo! >>
Louis arrossì e tolse il vivavoce per poi fulminare con lo sguardo Harry. Il riccio, infatti, stava sghignazzando per il nomignolo appena sentito ma dentro di se voleva sapere a chi appartenesse quella voce femminile.
<< Scusa stavo mangiando.. che succede? >>
Harry continuò a mangiare in silenzio mentre guardava Louis rispondere alle domande con un semplice “ si ”, “ no ”, “ perché io? ” per poi vederlo sbuffare e arrendersi dicendo un “ va bene ” seguito da un altro “ va bene ”per poi salutare e chiudere la chiamata.
<< Scusa.. mia mamma >>
Oh, svelato il mistero della voce femminile, si disse Harry.
<< Non ti preoccupare. È successo qualcosa? >>
<< A parte il fatto che domani devo fare da babysitter a due piccole pesti? No nulla >>
<< Le tue sorelline.. >>
<< Già. Mia madre ha una visita domani e Lottie è da un’amica e Fizzy deve studiare per gli esami e a chi tocca sorbirsi le gemelle? >>
<< Dai Lou, magari non sono così vivaci >>
<< Aaaah! Tu non le hai viste! Corrono per casa mandandomi tutto all’aria e non stanno ferme un secondo! >>
<< Se vuoi ti faccio compagnia io.. >>
<< Davvero? >>
<< Se a te fa piacere.. non ti preoccupare >> gli disse vedendo la sua espressione << Non ho impegni domani.. Boo >>
<< Dio no.. >>
<< A me piace.. è dolce come nomignolo.. Boo Bear >>
<< Il Bear non c’era.. >>
<< Lo so ma mi piace pensarti vestito da orsacchiotto >>
<< Uhm.. magari con un cuore grande stampato sul petto vero? >>
<< Oh Dio! Dì la verità.. hai visto l’immagine che c’era nella mia testa! >> rise di sano gusto, trascinando con se anche Louis.
Finirono di mangiare e poi iniziarono a pulire le cose, mettendole poi al proprio posto.
<< Comunque la pasta non era male. Come prima esperienza culinaria è andata bene >>
<< Merito dell’insegnante. Se fosse stato per me, avrei finito di fare la pasta in una padella >>
<< Meno male che ci sono io >> disse Harry facendo un piccolo inchino.
Louis rise e gli buttò in faccia lo straccio bagnato che aveva usato per asciugare le posate.
<< Vuoi la guerra Lou? E guerra avrai! >> gli disse il riccio, iniziando a corrergli dietro per tutta la cucina.
Corsero parecchio poi, alla fine, Louis si arrese ed Harry fu libero di vendicarsi. Harry gli faceva il solletico tenendoselo attaccato al proprio corpo, Louis infatti, gli era davanti e aveva le braccia del minore attorno alla vita che lo solleticavano.
Stavano ancora giocando quando il cellulare di Harry prese a suonare. Il riccio sbuffò e rispose senza mollare la presa da Louis, tenendolo abbracciato a se, mentre il maggiore si tappava la bocca per non far sentire la sua risata.
<< Pronto? >>
<< Haz, sei ancora da Louis? >>
<< Si Gemma.. che c’è? >>
<< Mamma vuole che tu torni a casa.. ha detto che devi fare i compiti e studiare >>
<< Aaah dille che li ho già fatti >>
<< Ha guardato i tuoi quaderni.. >>
Louis, che era attaccato ad Harry, sentiva praticamente tutto e stava sogghignando mentre il riccio ogni tanto lo pizzicava.
<< Ma quella donna sarà mai capace di farsi gli affaracci suoi? >>
<< Non credo.. in ogni caso ti conviene venire a casa >>
<< Va bene, ho capito.. arrivo >>
<< Sarà meglio e.. ciao Louis >>
Harry sgranò gli occhi << Che ne sai che è qui vicino a me? >>
<< Sento la sua risata in sottofondo.. tappagli la bocca in un altro modo.. ciaooo >>
Harry si imbarazzò immediatamente per l’ultima frase detta dalla sorella e dopo aver sussurrato un “ non starla a sentire ” lasciò andare Louis.
Il maggiore sorrise e lo accompagnò alla porta.
<< Allora.. ci vediamo domani? >>
<< Certo Hazza. Ti farò sapere l’orario >>
<< D’accordo.. ciao Lou >>
Harry si avvicinò velocemente a Louis e, dopo aver esitato solamente un attimo, gli diede un leggero bacio sulla guancia.
Louis rimase immobile e, quando Harry si voltò per andare alla sua macchina, si rese conto di stare trattenendo il fiato.
Quando riprese a respirare normalmente, sentì il suo cuore battere all’impazzata. Si passò una mano tra i capelli e sospirò per cercare di calmarsi.
<< Dannazione >> sussurrò.
Che gli stava succedendo?
 
*Angolo mio pt.2*
Scusate se non ho aggiornato ieri, ma è stata una giornata un po’ stressante e abbastanza nervosa, sono arrivata a casa dal lavoro e mi sono buttata sul divano con le cuffie nelle orecchie ad ascoltare musica senza ascoltare nessuno, c’era la mia piccola scimmietta in testa che mi ripeteva ‘il capitolo, il capitolo ’ ma non le ho dato ascolto chiudendola in gabbia. Anyway.. terzo capitolo, ringrazio come sempre le persone che leggono la mia storia, se avete voglia lasciate un commento ne sarei veramente contenta :) per chi volesse sono anche su Wattpad, il titolo della storia è uguale e il mio nome è HazzaCupcakeBooBear
A martedì * fa ciao ciao con la mano *
All the love, D.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Le gemelle ***


Le gemelle
 
Le gemelle erano arrivate da appena 10 minuti e Louis aveva già perso la testa. Appena sua madre era uscita da casa sua, le gemelle avevano cominciato a correre per tutta la casa.
Louis aveva evitato di urlare, tanto non serviva a niente; si limitò a correre dietro alle due pesti cercando di evitare danni alla propria casa. Aveva appena salvato un vaso da un’imminente destino, quando suonarono alla porta.
Louis corse ad aprire e vedendosi davanti Harry sorrise quasi senza accorgersene. Il sorriso con lui era spontaneo, gli veniva senza nemmeno pensarci.
Harry, dal canto suo, prima sorrise al ragazzo poi aggrottò le sopracciglia con fare confuso. Infatti davanti a se c’era Louis che teneva per la maglietta due bambine, una da una parte e una dall’altra.
<< Sono le pesti? >>
<< Si e ho appena evitato la morte ad un povero vaso che non c’entrava nulla >>
Harry rise e si abbassò in modo da avere le due bambine più o meno alla sua stessa altezza.
<< Ciao piccole, io sono Harry >>
Le bambine rimasero in silenzio per un attimo, sembrava stessero facendo la radiografia al viso di Harry; gli occhi si muovevano velocemente passando in rassegna il viso del ragazzo.
<< Mi piacciono i tuoi occhi >> disse una delle due, mentre l’altra diceva un semplice << A me piace tutto >> con il sorriso sulle labbra.
Harry sorrise facendo notare alle piccole le sue fossette, le quali rimasero ferme immobili a guardarlo.
<< Allora.. i vostri nomi? >>
<< Io sono Pohebe >>
<< Io sono Daisy >>
Risposero in coro le piccole. Harry cercò qualche indizio per poterle differenziare, qualche piccolo segno, magari una macchia di voglia che l’altra non aveva, il timbro della voce, qualsiasi cosa.
Alla fine, se si faceva molta attenzione, si poteva notare una piccola differenza. Una delle due era leggermente più alta dell’altra. Annottò mentalmente che quella più alta era Daisy.
<< Va bene >> disse, rimettendosi in piedi e guardando Louis << Che avevi in mente di fare oggi? >>
<< C’è una cosa in centro che volevo andare a vedere. Zayn mi ha detto che è una cosa che potrebbe far calmare le bambine e farle stare tranquille per un po’ >>
<< D’accordo. Avanti tutti in macchina >> disse Harry, battendo una volta le mani tra di loro.
Le bambine si liberarono dalla presa del fratello per seguire Harry. Una delle due, quella che aveva la lingua lunga, gli si era praticamente attaccata alla maglietta e continuava a parlargli insieme. Louis sperò che non gli stesse dicendo niente di imbarazzante e, una volta chiusa la porta di casa, li seguì all’interno della macchina dando poi indicazioni ad Harry che guidava.
 
***
 
<< Dovrebbe essere qui da qualche parte >>
<< Lou.. il tuo amico non ti ha detto dove si trovava precisamente questa cosa? >>
<< Uh.. no. So di cosa si tratta ma non mi ha detto esattamente il luogo. Ma ha detto che l’avrei notata immediatamente, visto che non c’è sempre. Basta cercare una specie di baracca che lampeggia e.. eccola! >> urlò all’improvviso indicando un punto con la mano, mentre alcune persone lo guardavano.
Harry e le bambine seguirono il suo sguardo e videro quello che Louis stava indicando. Le bambine sorrisero divertite, mentre Harry indietreggiava velocemente.
<< Io là dentro non ci metto piede >>
<< Avanti Harry >> gli disse Daisy << Sarà divertente >>
<< Ma se tu hai paura di tutto! >> gli disse la sorella.
<< Si è vero ma.. c’è Boo >> disse per poi guardare il fratello.
Harry sorrise. Per quanto Louis dicesse che erano delle pesti, le due bambine erano molto affezionate al fratello. Forse perché l’unico altro maschio nella famiglia oltre il padre.  
Louis sorrise alla sorella e la prese per mano.
<< Avanti Haz.. andiamo >>
<< No no.. io lì dentro non ci entro nemmeno morto >>
Le due bambine si precipitarono da Harry e lo presero per la maglietta, cercando di trascinarlo. Ovviamente non ci riuscirono ed Harry ne approfittò per scappare, rincorso immediatamente dalle due piccole. Alla fine si fermò in parte ad un palo e lo abbracciò. Louis rise e scosse la testa. Poteva essere più bambino di così?
<< Harry.. lascia quel palo >> gli disse Louis.
<< No. Voi andate io rimango qui, vi aspetto e poi andiamo da un’altra parte. Non vi lascio a piedi lo giuro >>
<< Haz.. è solo una casa degli spettri.. >>
<< Io ho paura, uffa >> disse gonfiando le guance.
La bambine risero mentre Louis si metteva davanti al riccio.
<< Ehi.. non avere paura.. è tutto finto. E poi ci siamo noi, non sarai solo là dentro >>
Harry scosse la testa, evitando lo sguardo di Louis, ma il maggiore gli alzò il viso e i loro occhi si incontrarono. Harry cedette all’istante.
<< Mi terrai la mano se ho paura? >> gli chiese in un sussurro.
<< Certo Haz. Tutto quello che vuoi >> gli rispose, dandogli un pizzicotto leggero sulla guancia.
Il riccio sospirò e lasciò andare il palo. Louis, soddisfatto, si diresse verso la casa degli spettri. Una volta pagato l’ingresso entrarono.
Dopo pochi minuti e varie svoltate a destra o a sinistra la situazione per Louis si era fatta comica. Alla sua sinistra le piccole gli erano in parte e si tenevano per mano, ogni tanto saltavano per le cose che sbucavano dal nulla. Alla sua destra, invece, c’era Harry che gli teneva la mano e sussultava ogni volta che c’era qualcosa. Gli si era appiccicato come un polipo. Sembrava non avesse intenzione di lasciare la presa dalla sua mano. A Louis non dispiaceva affatto quella situazione.
Una volta finito il giro della casa uscirono e le bambine si erano calmate, parlando tra di loro della casa.
<< Tutto bene? >> chiese Louis al riccio visto che non parlava.
<< Si.. credo. Devo solo riprendermi un attimo. Odio i ragni e lì ne ho visti parecchi >>
Louis sorrise. Harry, per quanto fosse più alto e muscoloso rispetto a lui, era ancora un bambino da dover proteggere.
<< Boo? Dove andiamo adesso? >>
<< Uh.. che né dite di una bella cioccolata calda? >>
<< Siii! >> urlarono in coro le bambine dandosi il cinque, poi riportarono l’attenzione su loro due e sorrisero.
<< Voi due state insieme? >>
Louis tossì, mandando giù la saliva con il quale si stava strozzando.
<< Cosa? >>
<< State insieme? >> ripeté Daisy.
<< Uh.. no siamo solo amici >> rispose Harry, arrossendo.
<< Oh beh.. allora perché vi tenete per mano? >>
I due si guardano un attimo per poi abbassare lo sguardo sulle loro mani intrecciate. Si erano completamente dimenticati. O forse era solo perché così si sentivano bene.
Harry rise imbarazzato e lasciò la mano di Louis. Harry poté giurare che, prima di perdere il contatto con la mano del maggiore, Louis gliela avesse stretta leggermente di più. Ma forse, si disse, se l’era solo immaginato.
Passato il momento di imbarazzo si diressero ad un bar lì vicino, ordinando cioccolata calda. Le bambine ed Harry vollero anche la panna sulla loro.
<< Ehi.. che dici di uscire domani sera? >> buttò lì così a caso Louis.
<< C-cosa? >>
<< Usciamo.. invitiamo anche Zayn e Liam e i tuoi amici >>
<< Oh d’accordo.. avvertirò Niall >>
Avanti Harry, che pensavi? Che ti stesse invitando ad un appuntamento? Povero illuso, si disse tra sé e sé il riccio.
Il resto del pomeriggio passò velocemente e le bambine si rivelarono meno vivaci di quanto Harry pensasse. Forse era la sua presenza a tenerle calme.
Quando stava per venire sera, Harry, li riportò a casa. Durante il tragitto ascoltarono parecchia musica e, Louis, poté ascoltare il riccio cantare. Aveva una voce così roca e sensuale anche mentre cantava ed era dannatamente perfetto.
Una volta a casa le bambine scesero subito dalla macchina urlando un ‘ ciao ’ ad Harry che rispose con un’alzata di mano.
<< Grazie per oggi.. non credo sarei riuscito a tenerle ferme. Credo sia stata la tua presenza a farle stare calme >>
<< Tranquillo Lou. Mi sono divertito molto.. a parte la casa degli spettri quella proprio no >> disse facendo una smorfia.
Louis sbuffò una risata e gli posò un bacio sulla guancia prima di scendere dalla macchina.
Una volta in casa si rese conto di stare ancora sorridendo come un’ebete, mentre le sorelle lo guardavano con un’espressione di chi ha capito tutto.
Harry, in macchina, si toccò la guancia proprio nel punto in cui lo aveva baciato, per poi dirigersi verso casa con il sorriso sulle labbra.
 
*Angolo mio pt.3*
Allora.. allora.. avrete sentito che Louis ha  ”””””””” confermato ””””””””” la storia della paternità, ora.. se avete voglia fatemi sapere le vostre opinioni.. la mia è:
Louis ed Eleanor “”””””” sono stati insieme “””””””” per tipo cosa? 3/4 anni? (non sono mai stata una Elounor shipper quindi.. idk) anyway, sono stati insieme (non ho sbatto di mettere di nuove le virgolette) e non è mai successo nulla, arriva sta tipa (da dove arriva poi?) e Louis la mette incinta? What the fuck? Sarebbe stata più credibile se quella incinta fosse stata El. In ogni caso.. io mi sono fatta delle considerazioni..
Considerazione A: dopo che Zayn se ne è andato dalla band :’( i piani alti *tossisce* Modest *tossisce* si sono accorti di aver perso un po’ di fan e quindi hanno messo questa farsa in giro per far si che parlassero dei 1D, per riconquistare delle fan e che, una volta riavuto un po’ di persone che li seguono, diranno che lei ha perso il bambino
Considerazione B: Harry e Louis volevano un bambino, lo so esiste l’adozione ma se lo/la volessero che somigliasse ad uno dei due e stanno usando la tipa come surrogata? Ora, se fosse così, avrebbero potuto tenerlo nascosto, ma poi da dove sarebbe spuntato fuori il bambino/a? Quindi hanno detto che Louis ha messo incinta quella tipa. E qui mi porta alla considerazione c/possibile conclusione dei fatti
Considerazione C: può essere che lei faccia da surrogata e che, dopo il parto, lei non voglia il/la bambino/a e che quindi dia la responsabilità al padre, ovvero Louis e a questo punto si inventeranno che Harry, preso dalla grande gentilezza, bontà d’animo e affetto provato verso il migliore amico, lo possa aiutare a far cresce la bestiolina ( notare Maleficent ) e che stando insieme finiscono con l’innamorarsi l’uno dell’altro
 
Queste sono le mie considerazioni.. ora ditemi voi. Vi dico subito che non aggiornerò martedì sera, visto che sono al mare, quindi aggiornerò lunedì sera.
All the love, D

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Harry ***


Da quando Harry e Louis si erano conosciuti avevano passato più tempo possibile insieme. Quando nessuno dei due aveva impegni si trovavano e uscivano insieme o stavano a casa del maggiore a cucinare qualsiasi cosa o a giocare alla play.
Era passato poco più di un mese dal loro incontro e, in quel poco tempo, entrambi avevano finito col fidarsi ciecamente l’uno dell’altro.
Erano usciti parecchie volte anche con Niall, Liam e Zayn; fecero amicizia velocemente tra di loro e, Louis, capì che Niall era per Harry quello che Zayn e Liam erano per lui, come fratelli.
In quel momento Louis si trovava a casa, seduto sul divano con un bicchiere di acqua sul tavolo e una fetta di pizza in mano, mentre guardava la tv.
Stava urlando qualcosa a proposito del fatto che certi calciatori non sanno tirare la palla, quando il suo telefono squillò.
<< Pronto? >>
<< Looou.. stasera alle 9 sono da te >>
<< Che cosa? Haz che stai dicendo? >>
<< Avanti! È sabato sera è d’obbligo uscire il sabato sera >>
Louis guardò l’orologio. Le 19:05.
<< Va bene esco.. chiamo Zay e poi- >>
<< L’ho già fatto io. Ha detto che stasera esce con Liam, a quanto pare hanno conosciuto due ragazze e hanno un appuntamento con loro >>
<< Oh.. e Niall? >>
<< Lui c’è.. pensavamo di andare in un locale e.. Niall! Non mangiare quel dolce! >>
Louis allontanò il telefono dall’orecchio per il troppo urlare di Harry. A quanto pareva Niall era già là con lui.  Sospirò e, cos’era quella sensazione che sentiva in quel momento? Gelosia.. poteva essere così?
<< Lou scusa.. devo andare altrimenti Niall mi mangia il dolce che ho fatto per la fine della cena. Ci vediamo dopo e fatti trovare pronto >>
<< Va bene. Ciao Haz >>
Chiuse la chiamata e buttò il pezzo di pizza che aveva in mano sul piatto. Gli era passata la fame.
Iniziò a mettere a posto le cose e poi andò a farsi una doccia. Sapeva che se Harry fosse arrivato e non lo avesse trovato pronto, si sarebbe arrabbiato davvero questa volta.
Louis aveva fatto tutto di fretta per poi uscire dalla doccia e leggere un messaggio.
 
Lou.. c’è un problema.. la macchina serve a mia sorella e non so che fare :/
Hazza x
 
Louis gli rispose dicendo che non c’era nessun problema e che sarebbe andato lui a prenderli.
Quando arrivò a casa del riccio, suonò il clacson e aspettò che uscissero.
Una volta saliti in macchina ed essersi salutati, Harry e Louis con un bacio sulla guancia e Niall e Louis con una pacca sulla spalla, partirono per andare al locale.
 
***
Il locale era pieno di gente e per passare bisognava quasi trasformarsi in una sottiletta. Per tutta la serata loro tre non si erano mai divisi e avevano bevuto qualche drink e ballato un po’. In quel momento, però, al bancone del bar c’erano solo Louis e Niall. Il riccio, infatti, era andato a salutare delle persone.
Louis non lo aveva perso di vista nemmeno un attimo e anche in quel momento lo stava guardando mentre parlava con dei ragazzi. C’era un ragazzo, in quel gruppetto, che continuava a mettere il braccio intorno alla vita di Harry per tirarselo più vicino. Il riccio, invece, cercava in tutti i modi di divincolarsi da quella presa.
<< Ehi, Niall, chi è quel tipo? >> gli chiese indicandolo con un cenno del capo.
<< Oh, quello che cerca sempre un contatto con Harry? >>
<< Proprio quello >>
<< Lui è Nick. Una volta uscivamo con loro >>
<< Perché gli sta così appiccicato? >>
<< Stavano insieme una volta, poi Harry lo ha lasciato perché Nick voleva passare ad un altro stato di relazione, non so se mi spiego, ma Harry non se la sentiva proprio. Che rimanga tra noi ma.. Harry non ha fatto altro se non dare baci.. niente sesso, niente preliminari >>
<< Aspetta.. sono rimasto al ‘ stavano insieme ’.. Harry è.. >>
<< Gay? Si lo è. Non te lo ha detto? >>
Louis scosse la testa e capì perché il riccio evitasse continuamente l’argomento ragazze. Continuò a guardarli e all’ennesima volta che Nick lo tirava a sé ed Harry si ribellava, non ne potette più e andò da loro. Quando fu di fronte al gruppetto, diede una spallata a Nick e prese Harry per un braccio, trascinandolo il più lontano possibile da loro.
<< Lou.. che c’è? >>
<< Non mi piace quel tipo >> disse ringhiando tra i denti.
<< E allora? Se non piace a te non deve nemmeno piacere a me? >>
<< Niall mi ha detto che stavate insieme >>
<< Oh.. >>
<< Già oh. Adesso andiamo >>
<< Non voglio >> disse Harry, staccandosi dalla presa di Louis.
<< Vuoi stare qui a farti toccare da lui? >>
<< Cosa? >>
<< Ho visto come ti da fastidio quando lui ti tocca! Dio Harry! Non capisci che vuole solo portarti a letto e nient’altro? >>
<< So quello che vorrebbe fare, lo so >>
<< E a te va bene lo stesso? Ti faresti scopare da uno come lui?!? >> disse indicando la direzione in cui si trovava il ragazzo.
<< E a te che importa? >> gli chiese Harry in tono secco e amaro.
Louis non rispose. Nemmeno lui capiva il motivo per il quale se la stesse prendendo così tanto. O forse si.. solo non voleva ancora ammetterlo a se stesso.
<< Voglio andare a casa >> riprese Harry seccamente, dirigendosi verso l’uscita. Louis sospirò e lo seguì.
Il viaggio in macchina fu silenzioso e la tensione era quasi palpabile.
Quando Louis si fermò davanti alla casa di Harry spense la macchina.
<< Hazza io.. >>
<< Non voglio parlarne. Buonanotte Louis >> rispose amaramente, scendendo dalla macchina e sbattendo la portiera.
Quando il riccio entrò in casa, Louis, batté la mano chiusa a pugno sul volante.
<< Idiota >> si disse poi, sbattendo il retro della testa sul poggiatesta del sedile.
Riaccese la macchina e si diresse a casa. In lontananza si sentiva il rumore dei tuoni mentre aveva già iniziato a piovere.

*Angolo mio pt. 4*
Scusate l'immenso ritardo :( 
Carico subito anche il prossimo capitolo.
All the love, D

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Rabbia ***


Rabbia
 
Erano le 24:30 ed era arrivato a casa da quasi 40 minuti, si era cambiato e si era messo a letto deciso a dormire e a non pensare più a niente. Ovviamente la sua mente non era d’accordo, infatti, si era ritrovato sdraiato nel letto con lo sguardo fisso verso il soffitto, a pensare ad Harry.
Aveva appena chiuso gli occhi quando suonarono al campanello e Louis fu costretto a scendere svogliatamente dal letto. All’inizio aveva fatto finta di nulla dicendo che se ne sarebbe andato, chiunque fosse stato a suonare, ma quando il campanello continuò non ne potette più e scese ad aprire.
Quando aprì la porta l’unica cosa che vide fu che stava piovendo a dirotto e subito dopo si ritrovò stretto in un abbraccio bagnato.
<< Lou.. >>
Capì che era Harry dal tono della voce. Il riccio lo stava abbracciando talmente forte che pensava si sarebbe potuto spezzare in due.
<< Dannazione Harry.. hai idea di che ore siano? >>
Louis fece per sciogliere l’abbraccio, ancora arrabbiato per il litigio fatto poche ore prima, ma si rese conto che Harry stava piangendo. Lo sentiva singhiozzare contro la sua spalla e stava tremando da capo a piedi.
<< Che succede? >> gli chiese ora preoccupato.
Harry scosse la testa e si aggrappò alla maglietta di Louis, cercando di non cadere per terra.
<< Dio.. sei tutto bagnato. Devi cambiarti >> Louis sciolse l’abbraccio e lo prese per mano, dirigendosi poi in cucina dove lo fece sedere su una sedia.
Una volta fatto sedere, si girò per accendere la luce e poi guardò Harry. Quello che si trovò di fronte era lo spettacolo più orribile che si potesse mai aspettare.
<< Che diavolo ti è successo?!? >> urlò correndo da Harry.
Gli mise una mano sulla guancia e gli girò il viso, scrutandolo attentamente. Aveva lividi su tutto il viso e sul collo, un taglio sulle labbra e uno appena sopra l’occhio.
Louis, non ricevendo risposta, lo lasciò lì seduto in cucina mentre andava a prendere la cassetta del pronto soccorso. Iniziò a medicargli il viso; Harry faceva smorfie di dolore ogni volta che lo si toccava.
Quando finì di curarlo, Harry prese un profondo respiro.
<< È stato mio padre >>
<< Il compagno di tua madre? >>
<< No, il mio vero padre.. è.. è una storia complicata >>
<< Haz.. sai che puoi parlarne con me >>
Il riccio annuì e prese la mano di Louis nella sua e la strinse.
<< Tutto è cominciato quando io avevo 15 anni. Mio padre tornava a casa ubriaco quasi ogni sera e se la prendeva con mia madre. Litigavano, si urlavano dietro, a volte dormivano separati.. poi una sera alzò le mani su di lei e la picchiò >> disse stringendo le labbra tra di loro << Una sera mi alzai per andare in bagno e li sentii litigare in cucina.. all’inizio pensai che fosse entrato qualcuno ma poi sentii la mamma urlare di smetterla se no ci avrebbe svegliati.. allora scesi le scale e sbirciai in cucina. La mamma cercava di proteggersi la faccia come meglio poteva mentre lui la picchiava.. quando vidi la mamma stringersi su se stessa e cadere a terra, corsi in cucina e saltai addosso a mio padre >> fece una pausa, tirando su con il naso, mentre le lacrime scendevano dai suoi splendidi occhi verdi << Iniziai a colpirlo sulla testa, mordendo tutti i posti che riuscivo a raggiungere.. ovviamente non feci tanto; era più robusto di me, lo è ancora in effetti, ma era soprattutto più grande e mi buttò per terra per poi picchiare anche me. Alla fine arrivarono i poliziotti e lo arrestarono. Questo grazie a Gemma che non appena aveva visto quello che stava succedendo li aveva chiamati. Lei è stata più intelligente di me, in effetti >> sbuffò una risata << Comunque sia, prima di essere portato fuori di casa giurò che, appena lo avrebbero rilasciato, sarebbe tornato a prendersela con mia madre. Sapevamo che sarebbe uscito di prigione, gli avevano dato 3 anni, e abbiamo cambiato casa ma, a quanto pare, ci ha trovato e non trovando la mamma si è accontentato di me, fortunatamente aveva il turno di notte in ospedale >> fece nuovamente una pausa per riprendere fiato << Quando ha suonato il campanello e sono andato ad aprire, pensavo fosse Gemma che si era dimenticata le chiavi di casa.. succede spesso; ma quando me lo sono trovato davanti, non sono riuscito a muovermi, capisci? Volevo prenderlo a pugni, picchiarlo, fargli provare quello che ha fatto provare a me e alla mamma alcuni anni fa. Ma mi ricordai di quella sera e tanti piccoli flashback di quel giorno mi impedirono di muovermi. Ero terrorizzato, ero come.. come.. paralizzato dalla paura >>
Louis non aveva mi parlato durante la storia di Harry, si era limitato ad ascoltarlo in silenzio, lasciando che le lacrime bagnassero il proprio viso.
<< Haz.. io.. io.. >>
<< Tranquillo Lou.. non è colpa tua >> gli disse passandogli le mani sul viso per asciugargli le lacrime, quando anche lui stava piangendo.
<< Si invece! Se io non avessi fatto il geloso a quest’ora saremmo ancora al bar e lui non ti avrebbe fatto niente >>
<< Ci avrebbe riprovato comunque il giorno dopo o quello dopo ancora.. non fartene una colpa >>
Louis scosse la testa, abbassando lo sguardo, incapace di sostenere quello di Harry.
<< Stanotte starai da me a dormire. Forza, andiamo in camera >>
Salirono le scale ed entrarono in camera di Louis dove, quest’ultimo, si diresse verso l’armadio.
<< Devi cambiarti o ti prenderai qualcosa >>
<< Lou non devi.. sul serio >>
<< Haz per favore.. solo.. fallo >> gli sussurrò porgendogli dei vestiti asciutti.
Harry annuì e iniziò a spogliarsi. Si tolse i jeans e mise dei comodi pantaloni della tuta e, quando dovette togliersi la maglietta, si bloccò per il troppo dolore. Louis notò l’espressione del minore e gli fu subito accanto.
<< Ti aiuto >> gli disse, poggiando le mani sull’orlo della maglietta.
Harry inspirò forte e poi alzò le braccia, gemendo di dolore. Louis gli tolse velocemente la maglietta, scoprendo altri lividi su tutto il corpo.
Strinse le mani a pugno, chiudendo gli occhi. Quando li riaprì le sue mani stavano toccando i lividi del ragazzo.
Passava le proprie mani su ogni livido, dal collo al petto, poi al ventre piatto e morbido, ai fianchi. Lo fece voltare e notò altri lividi sulla schiena. Una rabbia incontrollata iniziò a crescergli dentro.
<< Lou passeranno, sul serio, adesso voglio solo dormire >> gli disse Harry, per poi porgergli la maglietta asciutta e farsi aiutare a metterla.
Harry preferiva dormire solo con i boxer addosso ma non era quello il momento giusto per dirglielo. Come non era nemmeno il momento di far vedere quanto quei tocchi leggeri sulla sua pelle lo avessero sconvolto con piccoli brividi.
Il riccio si mise nel letto, tirandosi le coperte fin sopra il collo. Louis gli sorrise e poi fece per uscire dalla camera.
<< Che fai Lou? >>
<< Vado a dormire..? >>
<< E dove? >>
<< Sul divano >>
Harry scosse la testa e alzò il lenzuolo << Resta con me.. >>
Louis poté giurare che in quel momento il suo cuore avesse perso un battito, mentre sentiva un leggero calore alle guance. Si infilò anche lui nel letto, tirandosi la coperta sul collo e voltandosi verso Harry.
Rimasero in silenzio, tutti e due imbarazzati non sapendo bene che fare. Alla fine fu il minore a fare la prima mossa. Allungò una mano e prese quella di Louis, facendole intrecciare, si fece più vicino al maggiore e gli diede la schiena.
Louis sentì che il suo braccio veniva trascinato dalla mano di Harry e, quando il riccio si fu completamente voltato, si fece cingere la vita dal maggiore. Louis sospirò e sentì il profumo dei capelli del piccolo, che erano ancora bagnati, e appoggiò il mento sulla sua testa riccioluta.
<< Notte Haz.. >>
<< Notte Boo e.. grazie >>
Louis sorrise e lo strinse di più a se.
Quando Harry si addormentò erano ormai le 2:40 del mattino e, facendo il più piano possibile, Louis sciolse quella specie di abbraccio con il minore. Si alzò dal letto e, una volta voltatosi a guardare Harry, uscì dalla sua camera.
Scese in salotto e prese il telefono. Dopo parecchi squilli risposero.
<< Pronto? >>
<< Zay.. ho bisogno di una cosa >>
<< Dio mio, Louis! Sono quasi le 3 del mattino! >>
<< Lo so e non ti chiamerei se non fosse urgente ma lo è.. si tratta di Harry >>
<< Che gli è successo? >>
<< Scusa non posso dirtelo, ma mi serve un indirizzo >>
<< Okay. Dimmi chi devo cercare >>
<< Suo padre >>
 
***
 
Louis suonò svariate volte al campanello e, dopo cinque minuti buoni e un dito stanco di pigiare sul pulsante, iniziò a sbattere le mani chiuse a pugno sulla porta.
Stava per dare l’ennesimo colpo alla porta quando essa si aprì rivelando una figura alta e robusta. L’uomo era appoggiato allo stipite della porta e sembrava confuso e incazzato.
<< E tu chi cazzo sei? >> gli soffiò contro e Louis, nonostante gli fosse distante, sentì l’odore dell’alcool uscire dalla sua bocca.
<< Buonasera signore, sono qui per dirle un cosa >> iniziò con il sorriso stampato in faccia << Non osi più toccare Harry >> concluse con voce dura e seria.
<< Sei un amico di mio figlio, vero? Ti ha detto quello che gli ho fatto? >> l’uomo sghignazzò << Non intrometterti ragazzino, non sono affari tuoi >>
<< Quando si tratta di Harry è sempre affare mio. Glielo ripeto, stia alla larga da lui >> Louis gli si fece più vicino << Gliel’ho detto con le buone, la prossima volta non sarò così affabile >>
Si voltò per andarsene ma l’uomo lo afferrò per il braccio. Louis si aspettava una reazione del genere e si difese subito.
Prese tra le sue mani il polso dell’uomo e glielo tirò dietro la schiena facendo sì che il braccio fosse piegato in un modo innaturale.
L’uomo urlò di dolore, mentre Louis lo spingeva contro il muro della casa e gli bloccava la testa con l’altra mano.
<< Stà. Lontano. Da. Harry >> ringhiò tra i denti prima di lascarlo andare.
L’uomo si massaggiò subito il braccio e Louis ne approfittò per colpirlo con un pugno nello stomaco facendolo cadere per terra. Lo guardò per alcuni secondi prima di girarsi e tornare alla propria macchina.
Quando arrivò a casa e salì in camera, fece un sospiro di sollievo vedendo che Harry non si era svegliato.
Lentamente si rimise a letto e abbracciò il minore addormentandosi poco dopo. 

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Vendetta ***


Erano passate quasi tre settimane dalla sera in cui Harry venne picchiato dal padre; i lividi erano completamente spariti ma non si poteva dire lo stesso riguardo ai piccoli tagli. Quello appena sopra l’occhio era ancora visibile mentre quello sul labbro si intravedeva appena, se non si fissava le labbra del ragazzo, cosa che Louis faceva abitualmente ogni volta che vedeva e parlava con il riccio.
Quando, la mattina dopo l’accaduto, i due si erano svegliati, si erano ritrovati abbracciati nel letto e dopo vari sorrisi imbarazzati e silenzi prolungati, si erano dati il buongiorno. Successivamente avevano guardato entrambi il telefono scoprendo molte chiamate senza risposta. Harry era stato chiamato parecchie volte da sua madre e Niall aveva chiamato entrambi almeno una decina di volte. I due ragazzi si accorsero con orrore di aver lasciato il povero Horan in quel bar.
Lo chiamarono immediatamente e, dopo varie imprecazioni del biondo, che si lamentava del fatto che lo avevano scaricato in quel posto senza dire niente, li informò che lo avevano accompagnato a casa gli amici di Nick. I due si scusarono nuovamente ma non dissero quello che era successo la sera prima. Finito di parlare con Niall, fecero colazione per poi andare a casa del minore.
Quando la madre aprì la porta, tirò a sé il figlio, in un abbraccio a dir poco soffocante. Una volta entrati in casa, Louis si presentò e raccontarono quello che era successo. Anne, la madre di Harry, chiamò immediatamente la polizia e così partì la caccia all’uomo. Louis però non disse che sapeva dove abitava e cosa gli avesse fatto.
Ovviamente, dopo quello che era successo, Anne non lasciò più il figlio  a casa da solo. Così se lei doveva uscire o aveva un turno in ospedale, stava a casa Gemma e viceversa, ma quando uscivano tutte e due, Louis, si fermava a casa del riccio fino alla mattina dopo o al rientro di una delle due. Ormai era diventata un’abitudine che i due ragazzi dormissero nel letto insieme abbracciati per poi svegliarsi e fare colazione. E, a dirla tutta, loro amavano quel stile di vita.
In quel momento, Louis, stava tornando a casa a piedi. Era stato da Harry fino alle 22:30 mentre aspettavano il rientro di sua sorella. Harry si era offerto di portarlo a casa in macchina ma Louis rifiutò, dicendo di voler fare una passeggiata, visto che non abitavano lontanissimi.
Stava camminando tranquillamente con le mani in tasca quando sentì dei rumori dietro di sé. Si voltò ma non vide nulla; iniziò a camminare più velocemente e tirò fuori il telefono dalla tasca. Guardò il proprio riflesso nel display del cellulare e poi vide un movimento dietro di sé. Si bloccò per un istante e subito fece partire la chiamata. Dopo pochi squilli risposero.
<< Lou? >>
<< Ciao Haz >>
<< Come mai mi chiami? Saranno 15 minuti che te ne sei andato. È successo qualcosa? >>
<< No, no assolutamente niente >> rispose subito, cercando di nascondere la tensione creata dalla paura << Volevo solo sentire la tua voce, tutto qui >> Dall’altra parte del telefono ci fu silenzio, si sentiva solo il respirare del ragazzo. << Hazza.. ci sei? >>
<< Si.. si ci sono. È solo che non mi aspettavo che dicessi una cosa del genere.. è come dire che ti piace la mia voce >> gli rispose facendo una leggera risata.
<< Infatti è così. Mi piace davvero la tua voce >> gli disse Louis. “ Mi piacciono anche altre cose di te, o meglio.. mi piaci tu ” avrebbe voluto aggiungere.
<< Oh.. grazie. Anche a me piace la tua. Soprattutto quando ridi >>
Louis fece una risata sommessa, immaginandosi Harry diventare rosso per l’imbarazzo, poi lo sentì sbadigliare.
<< Scusa.. immagino stessi andando a letto >>
<< Già, ma non fa niente >>
<< Tranquillo. Ti ho sentito prima di andare a letto è questo l’importante.. buonanotte Haz >>
<< Scusami, davvero, ma ho sonno >> un altro sbadiglio << Buonanotte Boo >>
<< Ah, Harry! >> urlò Louis al telefono sperando che il riccio non avesse riattaccato.
<< Dimmi >>
<< Ti.. ti voglio bene >>
Harry sorrise, dall’altra parte del telefono << Anche io.. più del lecito >> gli disse per poi riattaccare.
Louis sorrise alle parole del riccio. Più del lecito.. gli voleva più che bene? Era quello il senso?
<< Guarda chi c’è qui. Ti ricordi di me Tomlonson? >>
Louis sorrise. << È Tomlinson >>
<< Quel che ti pare >> disse l’uomo facendo un gesto con la mano, come per scacciare una mosca << Dopo la tua visitina mi sono informato su di te. Karatè, vero? >> gli disse sorridendo, mentre alle spalle di Louis arrivavano altri due uomini << Voglio proprio vedere come te la cavi se ne hai tre contro; vogliamo provare amici miei? >>
Gli uomini risero e fecero qualche passo, circondando Louis.
Quando uno degli uomini allungò una mano verso di lui, il maggiore, si difese subito schivando i colpi e mandandolo a terra senza tante cerimonie. Subito dopo partì all’attacco anche l’altro ma, ancora una volta, lo mise fuori gioco.
<< Posso andare ora? >> chiese Louis, guardando il padre di Harry.
L’uomo sorrise e si fece da parte, facendogli segno di andare. Louis lo superò deciso ad andare a casa.
<< Quindi.. Harry è a casa vero? Credo che andrò a fargli una visit- >>
Non fece in tempo a finire la frase che Louis gli fu subito addosso. Lo buttò a terra e si mise con le ginocchia sul suo petto.
<< Cosa non ti è stato chiaro nella frase “ non toccare Harry ”? >>
Iniziò a stringere la mano intorno alla gola, ma quasi subito dopo, venne sollevato e buttato a terra. Uno degli uomini che aveva steso prima si era rialzato e lo aveva preso. Era talmente concentrato sul padre di Harry che non se ne accorse. Fece per alzarsi ma Des gli fu subito sopra e iniziò a colpirlo.  Sentì dolore in ogni punto e sentì qualcosa di caldo e denso colargli dalla testa.
Quando aveva visto il riflesso dell’uomo nel proprio telefono, Louis, aveva capito che le cose si sarebbero messe male; motivo per cui voleva sentire la voce di Harry prima che succedesse qualcosa. E, anche in quel momento, Louis pensava al riccio. Pensava al suo viso, al suo sorriso, alle sue fossette, alla sua voce. Harry era diventato il suo punto fisso, il suo tutto. Pensava a tutto ciò e poi, all’improvviso, vide solo nero.
Nel frattempo, Harry, era a casa nel suo letto che sorrideva felice per la chiamata di Louis, allo scuro di tutto quello che stava succedendo al maggiore. 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3189482