Gold and blood

di GiulsM_96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Freddy Fazbear's Pizza ***
Capitolo 2: *** Rivalità e ToyBoys ***
Capitolo 3: *** Nottata da spia ***



Capitolo 1
*** Freddy Fazbear's Pizza ***



Una mano lo afferrò al polso torcendoglielo a tal punto da spaccarglielo. L’uomo cacciò un grido di dolore che riecheggiò per tutto il corridoio imbiancato a scacchi bianchi e neri, poi lasciò cadere a terra il revolver facendosi atterrare dal suo avversario.
Era arrivata la fine, sapeva che non sarebbe mai più uscito da quella stramaledetta pizzeria; il suo unico rimpianto era di esserci arrivato tanto vicino, quello per cui lo avevano mandato, quello per cui molte altre spie sarebbero state inviate in quel luogo, era nascosto dietro la porta che ora si faceva beffa di lui a pochi metri da dove era atterrato in ginocchio. Sorrise rassegnato e si voltò per fissare il suo assassino, incrociò lo sguardo con quegli occhi dorati, che nel buio parevano brillare di luce propria. –E così vecchia volpe pare che tu sia riuscita a fermarmi!-
-No, dai, non sono poi così vecchio, diciamo pure che sono un bocciolo in confronto a te!-
-Non riuscirete mai a tenere nascosto il bottino. Arriveranno molti altri a cercarlo.-
-Che vengano, noi gli aspettiamo!-
La luce lunare filtrata dalla finestra fece brillare i denti, più affilati del normale, del ragazzo, mentre lui alzava un braccio in aria  facendo scattare una lama dalla manica.
-Jumpscare!-
La lama si abbassò e pochi secondi dopo le piastrelle della pizzeria si imbrattarono di sangue.

*DUE  SETTIMANE PRIMA*

Nuova apertura

Freddy Fazbear’s pizza

Intrattenimento per bambini
Più di 30 tipi di pizze
Qualità e cordialità!

Vi aspettiamo il 12 di ottobre per la grande inaugurazione.
Per l’occasione bouffe gratis fino alle 23!

Vi aspettiamo numerosi!!!


Coral lesse il manifesto a voce alta tentennando non appena vide nel centro l’immagine di un orsetto dorato, in stile Winnie De Pooh, con tanto di piccola tuba, che usciva da un cerchio colorato impugnando un microfono.
-Papà, questo cosa significa?-
Il signor Farbear, un uomo sulla sessantina mezzo pelato, osservò orgoglioso lo sguardo disorientato della figlia, e quello ancora più confuso del suo genero.
-Niente mia cara, ho pensato di farti felice investendo un po’ del mio immenso capitale! Sbaglio o è sempre stato il tuo sogno aprire una pizzeria?…oh e anche il tuo Lorenzo.-
Coral lanciò un’occhiata al marito che la osservava preoccupato dietro quelle sue adorabili lentiggini.
-Beh papà…si mi piacerebbe aprire un ristorante da gestire con Lorenzo, un’impresa famigliare, ma…perché te ne sei occupato tu? Oddio, è bellissimo te ne sono grata, ma perché?-
Il signor Fazbear alzò le spalle appoggiando la schiena alla sua poltrona rossa.
-è una cosa che un padre farebbe per una faglia da poco maritata!-
Lorenzo sobbalzò sulla sedia e spostando lo sguardo a terra incrociò le braccia –Palle! Che losco affare c’è sotto? Traffico di droga da sventare? Trafficanti di organi da arrestare? Cosa?-
Il padre di Coral scattò in piedi e puntò un dito contro il ragazzo –Tu! Piccolo delinquente che devo rispettare perché sei mio genero, ma soprattutto perché i tuoi occupano una posizione importante all’interno dell’ FBI…sappi che se osi ancora una volta parlarmi così ti ritroverai a dormire…-
-Con i pesci?-
-…no, con i miei levrieri!-
Si risedette passandosi una mano per sistemare i pochi capelli che gli erano rimasti in testa. –In ogni caso- continuò –Coral la scelta spetta a te. Se te la senti puoi diventare la proprietaria e gestire il ristorante, oppure posso vendere l’impresa a qualcun altro, ormai sarebbe un peccato deludere i clienti che aspettano l’apertura.-
Coral guardò nuovamente la locandina mordendosi un labbro. –No- disse scuotendo la testa carica di ricci biondi –Non posso di certo farmi scappare un’occasione del genere! Giusto Lore?-
-c’è sotto qualcosa…- farfugliò il giovane da dietro la mano che si era portato a pungo sulla bocca.
-Lore, ti prego! Papà accettiamo! Dunque, dovrò gestire io tutte le attività e scegliere il personale? Uuh non vedo l’ora!-
Il signor Fazbear si strofinò compiaciuto le mani fulminando Lorenzo con uno sguardo di superiorità.
-Certo tesoro, la scelta dei cuochi è tutta tua!-
Coral che già si era costruita la sua gerarchia lavorativa nella mente si bloccò all’istante. –Come sarebbe a dire che posso scegliere solo i cuochi? E i camerieri? E mi pare di aver capito che ci sarà intrattenimento per i minori, quindi gli animatori?-
-Emh…si…ma per quello se ne occuperà un organo speciale a parte…-
Nel frattempo Lorenzo iniziò a parlare al telefono ad alta voce  -Ciao mamma….si anche tu mi sei mancata da ieri sera…si ho mangiato…certo che sono andato al bagno! A dire il vero volevo dirti che Mike ha appena comprato una pizzeria per me e Coral…ah ah…si…ma non mi dire…oooh…lo immaginavo! Quindi l’FBI si occuperà di tutto! Sceglierai tu i dipendenti della pizzeria? Ah…compito esterno…di uno degli agenti…mmh interessante! Grazie mami! A doman…si va bene a dopo, non a domani…ciao…si ciao…aaaaah ti voglio bene anche io, bacino, bacino! –
Riattaccò facendo passare lo sguardo dalla moglie al suocero. –Che c’è?-
-Che sei patetico! No sul serio amore mio, di tutti gli agenti coraggiosi che vantano i servizi segreti proprio sto pirla dovevi andarti a sposare? –
Coral strinse i pugni ai fianchi –Certo! E devi piantarla di accanirti contro di lui, sai che approvo l’idea di Lore di non partecipare più alle missioni…inoltre, tornando alla pizzeria, perché mai metà personale lo dovrebbe scegliere l’FBI?-
Il signor Fazbear si grattò la testa a disagio. Lorenzo incrociò nuovamente le braccia scivolando sulla sedia dell’ufficio. –Coraggio glielo dica!-
-Beh perché è più prudente!-
-Per cosa?- Insistette la figlia.
-Santo cielo!- sbraitò Lorenzo rimettendosi seduto –Perché a quanto pare nello scantinato della pizzeria è custodito un ordigno atomico, e l’impresa è solo una copertura per scambiare le informazioni con gli alleati.-
-Santo cielo lo dico io! Ma tua madre stare zitta mai! Poi ci lamentiamo che le informazioni trapelano troppo facilmente.-
Coral gettò la testa all’indietro e cacciò un grido di disperazione –Papà, non gestisco un covo di traffico d’informazioni per la CIA o l’FBI, quel che sia!-
-Andiamo amore, fallo per papà! In ogni caso l’impresa sarà normalissima, solo che nel frattempo i camerieri si occuperanno anche di rendere il posto un mondo migliore!-
-…con le bombe atomiche!-
-…con le bombe atomiche, esatto!-
Il tono festoso del signor Fazbear era decisamente fuori luogo.
-Andiamo Coral- disse una voce proveniente dalla porta dell’ufficio -Vedila in modo positivo, avrai una quadra speciale di guardie del corpo che proteggeranno te e i tuoi cuochi nel frattempo. Una squadra scelta con molta cura e dedizione dal sottoscritto!-
Coral si voltò e sulla porta vide il giovane dai capelli biondo-dorato e la muscolatura scolpita.
-Jeremy! Oddio che bello rivederti!- la ragazza si alzò e corse ad abbracciarlo facendosi sollevare da terra. –ne è passato di tempo, non è vero fratellino?-
-Si parecchio, sono due anni o sbaglio?-
-Due anni e quattro mesi, qual maledetto lavoro da spia ti tiene sempre occupato, non sei venuto neanche al matrimonio…-
-Lo so Coral, mi spiace…almeno vi è piaciuto il mio regalo?-
La ragazza lo liberò dall’abbraccio guardandolo confusa. –Quale regalo?-
-L’avevo consegnato a papà per…oh…papà non ti sei mangiato tutte le paste di mandorle che ti avevo detto di regalare a Coral e Lorenzo, vero?-
-…io? No!...una forse…o due…erano deliziose! 100% di origine italiana. Ma torniamo al discorso! Accetti Coral?-
Jeremy le diede una gomitata sorridendole –Adiamo, per te sarà come gestire una normale pizzeria, mi occuperò io di tutto il lato segreto.-
La ragazza alzò di nuovo in mano la locandina.
-Va bene! Allor se scegli tu i camerieri, Jeremy, sappi che voglio due animatori per bambini, qualcuno che distribuisca palloncini all’esterno e altri che servano ai tavoli!-
-Non c’è problema.-
-Ah e avvertili che voglio si vestano da animali!-
Jeremy alzò un sopracciglio confuso –Animali?-
-Già! Tutto chiaro Golden?-
-NON CHIAMARMI COSÌ, NON HO PIÙ 12 ANNI!-
Coral rise davanti alla reazione quasi esagerata del fratello –No, ma anche a 28 hai sempre questi strani capelli dorati!-


*IL POMERIGGIO PRIMA DELL’APERTURA*
Coral e Lorenzo aspettavano in piedi fuori dalla pizzeria, erano già le 18.15 e ancora i nuovi camerieri/spie non si erano fatti vedere, cominciavano davvero bene.
-Golden, dove sono finiti tutti gli altri?-
Il ragazzo estrasse il pacchetto delle sigarette accendendone una e ignorando la domanda della sorella.
-Andiamo, non fare il bambino, davvero se ti chiamo Golden non mi rispondi?-
Lui si limitò a prendere un tiro dalla sigaretta e a buttare fuori il fumo.
-Uffa, va bene. Allora J E R E M Y, sai dove sono gli altri?-
Sorridendo il fratello si voltò a fissarla –Gli ho consegnato le loro uniformi ieri sera, probabilmente si vergognano a farsi vedere conciati così! E non li biasimo.-
In effetti anche Jeremy in quel momento indossava la sua nuova uniforme, una camicia nera abbinata a pantaloni, papillon e giacchetta dorata…ah e ovviamente orecchiette da orso e piccola tuba.
-Ma se stai benissimo!- gli rispose Lorenzo –Ti abbiamo incoronato “Freddy”, mascotte ufficiale della pizzeria!-
Jeremy arricciò il naso in un’espressione adirata, per poi distendersi e rimettersi a fumare.
-In ogni caso…vi ho trovato un Freddy migliore, visto che io me ne starò sempre nella stanza delle telecamere a tenere d’occhio la situazione. Ah Coral, non ti dispiace se ho scelto io gli animali che dovevano impersonare?-
-No, nessun problema!-
 Vide arrivare un gruppo di persone dal fondo del marciapiede –eccoli, arrivano!- disse il fratello gettando a terra il mozzicone.
Coral si ritrovò davanti sette ragazzi vestiti in modo stravagante.
-Coral, ti presento la mia squadra. Loro sono Agata, Franceso, Devid, Angeles, i gemelli Kally e Joe e Robert. Squadra, lei è mia sorella, Coral Fazbear, il vostro nuovo capo…per la ristorazione; mentre lui è Lorenzo, suo marito e vostro…direttore di sala? Esattamente tu che fai?- Chiese al cognato.
-Io…emh…nulla a dire il vero!-
-Oh, mio padre aveva ragione, sei utile quanto un colapasta senza buchi…-
Lorenzo sbuffò dal naso, era mai possibile che ogni essere di sesso maschile della famiglia Fazbear lo odiasse tanto?
Coral, interrompendo la discussione, si presentò di persona ai suoi nuovi dipendenti –è un piacere, spero che riusciate a conciliare entrambe le occupazioni.-
Uno dei ragazzi, quello dai capelli rossi e vestito da volpe-pirata, alzò le spalle –Non si preoccupi, siamo addestrati per questo!-
Jeremy si avvicinò a Coral e le poggiò una mano sulla spalla –Non temere, andrà tutto bene!-

Coral diede una sbirciata dal suo ufficio alla sala del ristorante, sembrava procedere tutto bene, i clienti continuavano ad arrivare e i dipendenti stavano facendo davvero bene il loro lavoro “Sono i migliori nel loro campo” le aveva detto Jeremy, solo che lei era sicura si riferisse al loro vero lavoro, quello di assassini provetti…però a guardarli non sembrava proprio, erano tutti così…allegri, eccezione fatta per il ragazzo vestito di nero con la maschera bianca sul viso.
Accese il computer per osservare le cartelle personali dei dipendenti, ovviamente non erano riportati troppi dati personali essendo spie, erano più che altro informazioni su quello che avrebbero fatto alla pizzeria.

Franceso Ieri
Anni: 32
Occupazione: Cameriere/ mascotte
Costume: orso
Soprannome: Freddy

Angeles Goya
Anni: 27
Occupazione: Cameriera
Costume: Pulcino
Soprannome: Chica

Devid Keller
Anni: 18
Occupazione: cameriere
Costume: Coniglio
Soprannome: Bonny

Agata Orphen
Anni: 20
Occupazione: Distributrice di palloncini
Costume: umanoide
Soprannome: Balloon Girl

Joseph Berker
Anni: 23
Occupazione: Animatore per bambini
Costume: Volpe rossa-pirata
Soprannome: Foxy


Kally Berker
Anni: 23
Occupazione: animatrice per bambini
Costume: volpe bianca-pirata
Soprannome: Mangle

Robert Giraldi
Anni: 29
Occupazione: cameriere
Costume: marionetta
Soprannome: Puppet

L’ultimo sotto di tutti era la scheda di Jeremy, ma riportava solo la foto, il nome e l’età. Coral sogghignò e completò lei la cartella.

Jeremy Fazbear
Anni:28
Occupazione: stare seduto a lamentarsi del personale
Costume: orso dorato
Soprannome: Golden Freddy

Spense il pc e uscì nella sala da pranzo per osservare l’allegro andirivieni dei bambini che rincorrevano Foxy e Mangle per prenderli; Bonny era saltato sul palco e Freddy stava cercando di tirarlo giù, tra le risate dei commensali. Stava andando tutto davvero bene! Eppure…Coral aveva sempre quella strana sensazione, come se le cose non sarebbero durate a lungo…probabilmente era solo l’ansia di sapere che nel suo scantinato era nascosta un’arma nucleare…si era quello per forza!










Angolo dell’autrice
Ciao a tutti, sono felice che abbiate letto questo primo capitolo, è solo un’introduzione, ma spero vivamente che vi sia piaciuto e abbia (almeno un po’) stuzzicato la vostra curiosità.
La mia idea è quella di portare avanti la storia mischiando gli elementi più macabri e sanguinosi (d’altronde stiamo parlandi di persone addestrate ad uccidere) a quelli esilaranti e divertenti, spero di riuscirci! Mi rendo conto essere una storia particolare e molto diversa dal solito…però spero piaccia! Fatemi sapere i vostri pareri con una piccola recensione!
Giuls!!!


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Capitolo 2
*** Rivalità e ToyBoys ***


Lorenzo parcheggiò l’auto nel posto a lui riservato nel parcheggio del ristorante e spense la macchina sorridendo soddisfatto tra sé e sé, infondo c’erano dei privilegi ad essere il marito del capo, un posto personale non era cosa da poco, anche se l’intero parcheggio era vuoto.
Scese dall’auto e si diresse al ristorante cercando di mantenere sottobraccio tutte le scartoffie. Erano le sette di mattina, la pizzeria sarebbe stata deserta, me lui si era portato le chiavi in modo da sbrigare con calma tutte le questioni amministrative prima dell’apertura di mezzogiorno.
Salì gli scalini, ma quando provò a girare la chiave si accorse che la porta era già aperta. Com’era possibile? I dipendenti non sarebbero arrivati prima delle 11:00. L’ansia lo avvolse e d’istinto si portò la mano alla cintura, prima di ricordarsi che da quando aveva lasciato il suo ruolo di spia aveva anche rinunciato all’arma di servizio –dannazione!- imprecò sottovoce. Arretrò lentamente con l’intento di andare a chiamare la polizia, ma qualcuno lo prese alle spalle e gli puntò alla gola un coltello. Una voce femminile gli parlò all’orecchio –Chi sei? E cosa vuoi?- Lorenzo notò la manica blu bordata di pizzo dell’abito della sua attentatrice, e un’ondata di sollievo lo pervase. –Oh grazie al cielo! Sei tu Balloon Girl?-
Il coltello si allontanò dalla gola di Lorenzo, che ancora abbastanza irrigidito dalla paura si voltò verso la ragazza che lo guardava costernata. –Oh…Signor Lorenzo, vi chiedo immenso perdono, pensavo foste un'altra di quelle spie.-
-No figurati- disse massaggiandosi il collo –Di quale spie parli?-
La ragazza dai codini castani si guardò attorno guardinga e gli fece segno di seguirla; lo accompagnò fino alla sala delle telecamere e una volta che fu entrato chiuse la porta alle sue spalle. Nella stanza erano presenti tutti i camerieri e i due animatori dei bambini, tutti attorno a Jeremy che si massaggiava le tempie con le dita.
-Jeremy, che succede?- gli chiese Lorenzo preoccupato. Il ragazzo alzò lo sguardo su di lui e gli indicò un angolo della stanza.
-Quello!-
Contro la parete era sdraiato un uomo, anzi no, un cadavere di un uomo, ancora impregnato del suo stesso sangue. Lorenzo fu scosso da un conato di vomito, che riuscì però a cacciare indietro. –Cos’è successo?- chiese a Jeremy.
-Non pensavo ci avrebbero scoperto tanto in fretta. Sono passate meno di due settimane dall’apertura, eppure stanotte abbiamo trovato questa spia gironzolare per la pizzeria. Se solo penso che si era avvicinato così tanto allo scantinato mi vengono i brividi…brrr-
Lo diceva così tranquillamente? Non considerava il fatto che la spia stava per impossessarsi dell’arma nucleare? –Come puoi essere così tranquillo?-
Jeremy tornò alla sua scrivania e iniziò a scrivere qualcosa su un foglio di carta –Lo sono perché credo fermamente nella squadra che ho scelto e so con certezza che nessuno oltrepasserà mai quella porta-
-Ma hai detto che quell’uomo stava per entrare nello scantinato.- Disse Lorenzo picchiando le mani sulla scrivania; l’urto fece sfuggire la biro e Jeremy che tracciò una riga sul foglio. Il biondo si alzò dalla sedia puntando la biro in faccia al cognato. –ascoltami bene! Cosa vuoi saperne tu di come si protegge un segreto di stato? Cosa vuoi saperne di fidarsi degli altri? Di affidare loro la tua stessa vita, se necessario? Tu, che dalla prima difficoltà hai sempre deciso di tirarti indietro, tu che hai deciso di ritirarti dal lavoro di spia solo perché non sopportavi l’idea che…-
-SMETTILA!- gli gridò Lorenzo in faccia –Sai bene che non ho abbandonato il lavoro per quello!-
Jeremy si risedette gettando il foglio ormai scarabocchiato e sostituendolo con uno nuovo. –In ogni caso…- sospirò indicando di nuovo il cadavere –Come puoi notare non è riuscito a trovare l’arma, Foxy è riuscito a fermarlo prima.-
Lorenzo alzò lo sguardo sui dipendenti e il ragazzo vestito da volpe lo salutò, rivelandosi come Foxy.
-Foxy?-
-Si. È il più veloce e il più astuto tra tutti, per questo lo chiamiamo così.-
-Ed è per questo che lo hai fatto vestire da volpe?-
Jeremy sorrise facendo dondolare davanti a sé il suo cerchietto con le orecchie da orso –Già, carina come idea, vero?-
-No, banale come idea…-
Un foglio di carta appallottolato colpì Lorenzo in testa –Ma cosa? Jeremy! Non metterti a fare in bambino!-
-Non sono mica stato io.- disse alzando le mani davanti al petto –è stato Puppet! Vero?-
Il cameriere vestito interamente di nero si voltò verso il suo superiore; solo in quel momento Lorenzo lo osservò meglio e vide i suoi capelli neri coprirgli il volto dalle forme quasi femminili. –Signor Fazbear, non credo che sia un atteggiamento maturo scaricare su di me le colpe.-
Jeremy sbuffò incrociando le braccia –Sei palloso, come sempre! Tornando a noi Lorenzo. Come puoi vedere abbiamo tutto sotto controllo, anzi, ora dobbiamo far sparire il corpo. Chi se ne occupa?-
Foxy scosse la testa facendo ondeggiare i capelli rossi raccolti in un codino –Io l’ho accoppato, qualcun altro lo porti via!-
-Freddy, Bonny, Chica occupatevene voi- ordinò Jeremy –Lore, se vuoi puoi dargli una mano.-
-Io non credo proprio-

 
*DIECI MINUTI DOPO*
-Dove dovremmo portarlo?- Chiese Lorenzo ancora con il broncio in faccia; quel maledetto Fazbear era riuscito ad incastrarlo ancora.
-Nel cortile sul retro- disse Chica facendo strada –Lì arriveranno a prenderlo i servizi segreti-
Almeno ci avevano pensato, non osava immaginarsi il trambusto che sarebbe uscito se sarebbe toccato a loro sbarazzarsi del corpo.
Lorenzo osservò il cadavere che i due camerieri maschi stavano trasportando; nonostante tutto Foxy aveva fatto un lavoro pulito, solo due copi: uno alla gola e uno all’occhio; lui neanche in cinque anni di servizio era mai riuscito a finire un avversario in due colpi.
-Però, è preciso il vostro amico!-
-Si parecchio- rispose Freddy facendo sobbalzare il cadavere per tenerlo meglio in mano.
-Gli sono bastati due colpi precisi.-
Chica si voltò continuando a camminare –A Foxy non servono due colpi per uccidere una persona, uno gli è più che sufficiente! Guarda, il colpo alla gola è stato quello fatale, non ne ha inferti altri.-
-Com’è possibile? E all’occhio?-
I tre camerieri si lanciarono degli sguardi imbarazzati, dopo di che Chica rispose quasi ridendo –L’occhio glielo ha cavato dopo, lo fa sempre, tiene gli occhi delle sue vittime come trofeo.-
Ma porcaccia la miseriaccia zozza, quello era essere malati –Scherzate vero?-
-No, Foxy è fatto così…è…un po’ sadico. Siamo arrivati- interruppe il discorso indicando il cassonetto dell’immondizia –Lasciamolo lì, tra meno di mezz’ora dovrebbero arrivare a prenderlo.-
Gli uomini sollevarono il corpo e lo fecero cadere del cassonetto richiudendolo infine.
-Perfetto! Ora torniamo dentro, abbiamo molto altro da fare prima dell’apertura.- Chica si voltò facendo svolazzare la gonna gialla della sua divisa ed entrò nella pizzeria sculettando leggermente.
-Chica amore mio aspettami!-
-Scordatelo piccolo pervertito dai capelli colo melanzana!-
Bonny saltellò sul posto e si mise a correre dietro a Chica per raggiugerla –Perché rifiuti così il nostro amore?-
-DI QUALE AMORE PARLI?-
Lorenzo li guardò per qualche secondo, dopo di che scoppiò a ridere –Ma fanno sempre così?- chiese a Freddy –Oh si, sempre, anche durante il servizio!-

 

 *QUELLA SERA*
Coral avrebbe voluto saltellare dalla felicità; il ristorante era pienissimo e altri clienti stavano attendendo in fila che si liberassero dei tavoli. Non si sarebbe mai aspettata un tale successo in così poco tempo. Si sentiva scoppiare di gioia, come poche volte le era capitato in trent’anni di vita.
Le telecamere alle pareti si continuavano a muovere scrutando in ogni dove, sembrava proprio che Golden si stesse divertendo, Coral sperava solo che non sprecasse tutta l’elettricità lasciando il ristorante nel buio più totale.
I camerieri le passavano accanto senza mai smettere di portare pizze e bibite; però ogni volta si voltavano a fissare una coppia seduta al tavolo 37.
Mangle passò di lì in quel momento per andare in pausa e lasciare il posto al fratello, così Coral la prese in disparte. –Posso aiutarla signora?-
-Si, perché tutti quanti continuano a fissare quell’uomo?- disse indicandolo.
Mangle lo osservò con fare indagatore –Non saprei, mi lasci controllare…oh si, ora è tutto chiaro.-
-Cosa?-
-Quell’uomo è all’ 80% dei casi una spia nemica.-
Lo aveva capito solo osservandolo? –Da cosa lo hai capito?-
-Beh per stasera non è prevista la visita di nessun membro dell’FBI e dubito che un civile vada in giro con una pistola agganciata alla cintura.-
-Pistola?- chiese Coral allarmata e tornando ad osservare l’uomo, a lei però non parve di vedere niente.
-Ma io non la vedo.-
-Guardi come la giacca ricade in modo strano sul fianco!-
Sarà anche stato ma lei non vedeva niente di strano…poco male, infondo erano loro quelli addestrati a riconoscere questo tipo di cose.
-CHICA TI PREGOOOOOOO!-
-FALLA FINITA BONNY!-
I due camerieri vestiti da pulcino e coniglio passarono di fianco a Coral e Mangle discutendo.
-Perché non mi ami?-
-Devo avere un motivo?-
-è Perché sono più giovane di te di quasi dieci anni, vero? Non preoccuparti ora vanno di moda i ToyBoys-
-Sinceramente non può fregarmene di meno!-
-Tanto so che prima o poi mi amerai…-
-Vai convinto!-
Coral rimase sbalordita –Ma…-
-No no, non si preoccupi è normalissimo per loro, anzi oggi non sono ancora caduti nel volgare. Ora se mi permette, i suoi cuochi fanno un budino eccezionale e visto che sono in pausa vorrei approfittarne…-
-Oh si certo! Prego Mangle e grazie!-
-è stato un piacere.-
Mezzanotte arrivò in fretta e il Freddy Fazbear’s pizza chiuse i battenti per quel giorno.
I cuochi erano già tornati a casa, nel locale erano rimasti solo Coral, Lorenzo e le spie.
-Volevo ringraziarvi per lo splendido lavoro che state facendo come dipendenti!- disse la donna chinando il capo –Non me lo sarei mai aspettata.-
Balloon Girl si grattò la testa ridendo –Ma che carina, grazie mille!-
Freddy annuì –Per noi è un piacere, almeno ogni tanto un lavoretto semplice ci vuole!-
-Uno in cui posso stare molto vicino al  io amore!-
Una ballerina partì colpendo Bonny in pieno viso; Chica aveva le braccia incrociate e picchiettava con ansia il dito sul braccio –Chiedo scusa, mi è partita la scarpa per sbaglio…-
-No, io ho visto che hai fatto apposta!- Rispose Foxy grattandosi il naso.
-Foxy, ti prego!- lo rimproverò Mangle.
In tutto quel baccano Jeremy portò di scatto lo sguardo su una delle telecamere del locale. –SILENZIO- gridò –Abbiamo visite!-
Tutti osservarono lo schermo del tablet e videro cinque uomini vestiti di nero attraversare il corridoio che portava al Pirate Cove.
-Assassini- disse Jeremy alzandosi dalla poltrona –Il vostro turno non è ancora finito!-
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice

Wollà questo è il nuovo capitolo, non sto qui ad annoiarvi con commenti lungi, vi dico solo che nel prossimo capitolo si vedrà finalmente un po’ d’azione!
Se avete dubbi, domande o commenti lasciate una recensione! ;)
Giuls

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Capitolo 3
*** Nottata da spia ***


Coral non riuscì nemmeno a vedere le spie muoversi talmente lo fecero in fretta. All’ordine di Jeremy tutti quanti si voltarono di spalle e andarono ad aprire l’armadio blindato che avevano trasportato lì all’apertura del locale. Non appena Puppet o aprì la donna rimase sorpresa nel vederne il contenuto: armi ovviamente, ma da una delle squadre più preparate dei servizi segreti si sarebbe aspettata le armi da fuco più moderne e all’avanguardia; invece all’interno della cassaforte prevaleva un ampio assortimento di armi bianche. Le uniche armi da fuoco erano un fucile, che Coral non avrebbe saputo identificare, e un paio di pistole; per il resto troneggiavano i coltelli balistici, lame di varie lunghezze, un arco con le frecce e perfino una spada giapponese.
-Jeremy, cosa farete?- chiese Coral con un filo di voce –Non vorrete mica ucciderli tutti?-
Suo fratello era rimasto seduto alla scrivania, senza armarsi come invece avevano fatto tutti gli altri. –Dobbiamo, o preferisci che raggiungano l’arma nucleare?- Coral non rispose, abbassò la testa e abbracciò il braccio di Lorenzo.
-Siamo pronti!- Disse Freddy allacciandosi la katana alla cinta dei pantaloni. Anche una rapida occhiata avrebbe potuto notare la profonda differenza che vigeva ora nei ragazzi in piedi davanti all’armadio; fino a pochi attimi fa erano dei camerieri, allegri, solari e pronti a far divertire i bambini, ora invece si erano trasformati in perfette macchine per uccidere e gli unici sorrisi che sfoggiavano erano quelli beffardi e di sfida.
-Molto bene, allora andate…ma prima, per favore, toglietevi quelle ridicole orecchiette dalla testa.-
-Oh grazie al cielo!- esultò Foxy. Tutte le spie uscirono dalla sala delle telecamere lanciando sulla scrivania i loro cerchietti con le orecchie. L’unico rumore rimasto fu quello appena udibile della corsa dei ragazzi nei corridoio, ma anch’esso in breve sparì.
Lorenzo accarezzò la testa della moglie senza distogliere lo sguardo dal cognato. –Chi è che vuole impossessarsi della bomba?-
-Questo non lo sappiamo, non è solo un gruppo che la sta cercando, capisci che un ordigno atomico fa gola a molti, e non solo qui in America.-
-Giustamente…solo che mi chiedevo…-
-ooooh!- sbuffò Jeremy –Ma fai sempre tante domande?-
-Come? Ascolta cretino in oro, te le faccio perché sono preoccupato, di certo non perché mi diverta a farmi una cultura sulla tua vita!-
-Ci mancherebbe altro! Stolker!-
Coral si massaggiò le tempie con entrambe le mani –La possiamo fare finita? State facendo un rumore bestiale, di sicuro le spie nemiche si saranno accorte che qui c’è qualcuno e ora saranno ancora più all’erta-
-Non ti preoccupare Coral, la stanza è insonorizzata e comunque non credo che quelle spie siano venute qui credendo di trovare il locale vuoto, saranno all’erta in ogni caso…oh guardate la camera 4A, fate ciao a Chica!-
In effetti sullo schermo si vedeva chiaramente la ragazza camminare furtiva per i corridoi con in mano un piccolo coltello da lancio e almeno un'altra decina di questi agganciati alla cintura che aveva indossato sopra la gonna e il grembiule da cameriera.
Coral la indicò sullo schermo –Jeremy, ricordati di darle una promozione solo per il fatto che combatte in gonna e ballerine, sul serio, è un mito quella ragazza!-
-Certo, lo so! Non l’ho ingaggiata per niente!-
-beh- Lorenzo si portò una mano sotto il mento –è carina, forte ed a quanto ho capito anche single…sicuro di averla ingaggiata per qualità professionali?-
-Lorenzo caro, vuoi che ti butti fuori in corridoio in preda alle spie nemiche, o preferisci che ti uccida io stesso? A te la scelta!-
-Suvvia Jeremy!- lo rimproverò Coral –Lorenza ha esagerato come sempre, ma in effetti Angeles è una splendida ragazza e ha quasi la tua stessa età, potrebbe funzionare tra di voi.-
Jeremy si alzò dalla sedia irritato e prese dall’armadio l’unica delle armi rimaste.
-Dove vai?-
-A rendermi utile, invece che stare qui a sentire voi che pianificate la mia vita. Chiudetevi dentro così starete al sicuro.-
Detto ciò chiuse la porta alle sue spalle e se ne andò.
 

 

Appostato in uno dei condotti di aereazione Puppet si tolse dal viso la maschera che portava sul posto di lavoro diurno. Osservò quel volto bianco, rallegrato, se così si poteva dire, solo dalle piccola labbra scarlatte e le lacrime violacee che colavano sotto gli occhi; non era di sicuro il massimo per far divertire dei bambini, ma a lui quel costume piaceva moltissimo, rispecchiava il suo carattere.
Un fruscio fece scattare Puppet sull’attenti, sotto di lui stava passando qualcuno. Si sporse dal condotto tendendo davanti a sé la pistola pronto a premere il grilletto, quando notò i capelli bianchi dai riflessi rosati.
Mangle”. Falso allarme; la giovane corse fino alle porte dei bagni e girò nel corridoio di sinistra. Dopo pochi secondi però apparve una delle spie nemiche, camminava all’indietro tenendo la pistola alzata davanti a sé, le braccia tremanti e gli occhi fissi sul corridoio con espressione terrorizzata. Il perché non tardò a presentarsi. A passo lento e provocatorio si fece avanti Foxy, con in viso un ghigno diabolico e le lame a scatto che fuoriuscivano dalle maniche della giacca rossa.
-Sta…stammi lontano!- gridò l’uomo premendo il grilletto e facendo fuoco; Foxy schivò il proiettile senza fatica, la mira della spia era resta molto precaria dalla sua agitazione, chissà cosa aveva fatto Foxy per spaventarlo tanto?
Puppet si preparò per sparare, quando vide Freddy avvicinarsi alle spalle della spia; questo convinse il ragazzo a non fare fuoco ed a limitarsi ad osservare la scena da dietro la sua folta frangia color carbone.
La spia non fece nemmeno in tempo ad accorgersi della presenza di Freddy alle sue spalle, che lui gli aveva già tranciato la testa con un solo colpo di spada.
-Uno in meno di cui preoccuparsi!-
-Dovevi lasciarlo a me!-
Freddy non riuscì a rispondergli perché fu costretto a gridare –Foxy! Alle tue spalle!-
Un colpo di pistola colpì la spalla del rosso facendolo gridare e raggomitolare a terra. La spia nemica sparò altri due colpi contro Freddy, che per fortuna lui riuscì ad evitare. A quel punto Puppet decise che doveva fare qualcosa anche lui, appoggiò una mano sul metallo del condotto e saltò giù nel corridoio sparando contro l’uomo, lui si nascose dietro la parete del corridoio proteggendosi dai proiettili; poi riapparve sparando di nuovo contro i ragazzi. Puppet estrasse anche la seconda pistola ed evitando i colpi del nemico riuscì a sparare e a colpirlo al petto con quattro coolpi.
Riabbassò le pistole lungo i fianchi ruotando la testa versi i compagni. –Stai bene Foxy?-
-Si, sto benissimo, non è nulla!-
Freddy aiutò Foxy ad alzarsi e lo sorresse con un braccio; Puppet annuì e rimise le pistole nelle fondine. –Almeno ora siamo a meno due!-
-Meno tre!- lo corresse Foxy –Ne ho ucciso uno vicino al Pirate Cove. Gli ho fatto un bellissimo jumpscare da dietro la tenda e gli ho infilato la lama in gola…traumatizzando quello lì!- disse indicando con il capo la spia decapitata –è stato bellissimo!- Freddy sospirò rassegnato –Non cambierai mai!-

 

 
La spia rifoderò la pistola e allungò la mano per appoggiarla alla maniglia della porta dello scantinato “
Ci sono quasi!pensò tra sé e sé mentre fissava orgoglioso l’ultimo ostacolo tra lui e l’arma che era venuto a cercare. Abbassò la maniglia, ma ovviamente la serratura era saldamente chiusa a chiave. Me lo aspettavoEstrasse dalla tasca il kit per scassinare la serratura, ma proprio mentre si stava preparando per aprire la porta un ronzio sinistro lo convinse a voltarsi, appena in tempo per riuscire a vedere una freccia conficcarsi nella porta a pochi centimetri dalla sua testa.
D’istinto riestrasse la pistola e sparò tre colpi nella direzione da cui era venuta le freccia; solo quando i sui pensieri tornarono lucidi si rese conto che nel corridoio davanti a lui non c’era nessuno. Eppure…quel colpo non poteva di certo essersi tirato da solo.
Di nuovo. Un’altra freccia venne scoccata e si conficcò nella porta, ma questa volta avrebbe preso la spia se lui non fosse stato abbastanza rapido da schivarla. L’uomo si guardò in giro frenetico, alla ricerca del minimo indizio su dove poteva nascondersi il tiratore; non vide nulla, ma capì che se voleva salvarsi la vita doveva per forza uscire dalla pizzeria, in quel corridoio così stretto non avrebbe avuto via di scampo, poteva schivare quanto voleva, ma prima o poi lo avrebbero preso.
Per fortuna in fondo al corridoio di destra c’era l’uscita d’emergenza, gli sarebbe bastato raggiungerla e avrebbe avuto più spazio per muoversi ed individuare chi lo stava braccando.
Corse a perdifiato riuscendo in fine ad uscire nel cortile sul retro della pizzeria. Era piccolo e il terremo presentava pochi ciuffi d’erba secchi; recintato da un muro altro poco più di due metri, l’unico elemento d’arredamento era un cassonetto della spazzatura.
L’uomo deglutì e si voltò per non dare le spalle alla porta. Nessuno pareva avvicinarsi, ma in cuor suo sapeva che era solo calma apparente.
Un fortissimo dolore gli colpì la spalla destra e gli fece cadere la pistola di mano. Una freccia lo aveva trafitto, attraversandogli la spalla e conficcandosi nel muro alle sue spalle, tenendolo così bloccato contro di esso. Un secondo colpo gli bloccò al muro anche la spalla sinistra, tramutandolo in un perfetto bersaglio.
Alla spia bastò chiudere gli occhi per un secondo, per poi, quando gli riaprì, trovarsi davanti un ragazzo con in mano stretto un arco. Era molto alto, di sicuro non meno di un metro e ottanta, ma chiaramente molto giovane, lo si capiva facilmente dal suo viso ancora acerbo.
-Ahahah ti ho preso!- Disse lui ridendo e allungando un dito contro l’uomo. La spia lo fissava impaurito, ma allo stesso tempo sbigottito.
-chi…sei?-
Lui saltò sul posto facendo sobbalzare i capelli viola -Io? Oh già! Qui mi chiamano Bonnie! Sono un cameriere! E a volte, quando non c’è molta clientela, suono anche la chitarra!-

Che mare di assurdità!Pensò la spia non riesco a capire se sia una tattica per distrarmi o se fa sul serio
-
Però- continuò Bonnie –Non mi fanno mai cantare! La mia amata Chica dice che ho la voce di un’oca a cui stanno tirando il collo, e io credo ciecamente alla mia Chica!-
-Dove eri nascosto? Non ti vedevo.-
Bonnie sorrise solare –Una spia non rivela i suoi segreti, dovresti saperlo!-
-Giusto. Beh congratulazioni, sei un occhio di falco. Uccidimi e falla finita, mi sento solo preso in giro dalle tue farneticazioni.-
Il sorriso di Bonnie scomparve, sostituito da un’espressione quasi rattristata; si avvicinò alla spia e gli posò le labbra vicino all’orecchio –Non sono io l’occhio di falco della squadra.-
Si allontanò spostandosi di lato. –Com..- non riuscì a concludere la parola che un proiettile lo colpì in fronte schizzando il sangue fino sulla camicia di Bonnie.
Il ragazzo alzò la testa sul tetto. –Ciao Jeremy! Sono stato  bravo a fermarlo?-
Jeremy si rialzò e si issò in spalla il fucile da cecchino. –Bravissimo Bonnie! ma ora vai a togliere quelle frecce dalla porta dello scantinato…e sistemala, non voglio i due buchi sopra! Al corpo ci penso io.-
Bonnie tornò a sorridere facendo il saluto militare –Ai suoi ordini capo!-

 

 

 

 

 

 

 

Angolo dell’autrice
Ciao a tutti quanti! Finalmente sono riuscita a pubblicare il terzo capitolo. Questa volta abbiamo visto il lato da spia dei nostri “animatronici”, anche se ho deciso per il primo capitolo d’azione di non cominciare subito con troppo sangue, quello lo lasciamo per qualche capitolo più avanti.  ;)
Volevo ringraziare chi ha recensito i primi due capitoli e chi ha inserito la storia tra le seguite e le preferite! Non mi aspettavo così tanto successo solo nei primi due capitoli, spero di continuare bene!
Ciaooooooo
Giuls

 

 

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