Gold and blood di GiulsM_96 (/viewuser.php?uid=801468)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Freddy Fazbear's Pizza ***
Capitolo 2: *** Rivalità e ToyBoys ***
Capitolo 3: *** Nottata da spia ***
Capitolo 1 *** Freddy Fazbear's Pizza ***
Una
mano lo afferrò al polso torcendoglielo a tal punto da
spaccarglielo. L’uomo cacciò un grido di dolore
che riecheggiò per tutto il corridoio imbiancato a scacchi
bianchi e neri, poi lasciò cadere a terra il revolver
facendosi atterrare dal suo avversario.
Era arrivata
la fine, sapeva che non sarebbe mai più uscito da quella
stramaledetta pizzeria; il suo unico rimpianto era di esserci arrivato
tanto vicino, quello per cui lo avevano mandato, quello per cui molte
altre spie sarebbero state inviate in quel luogo, era nascosto dietro
la porta che ora si faceva beffa di lui a pochi metri da dove era
atterrato in ginocchio. Sorrise rassegnato e si voltò per
fissare il suo assassino, incrociò lo sguardo con quegli
occhi dorati, che nel buio parevano brillare di luce propria.
–E così vecchia volpe pare che tu sia riuscita a
fermarmi!-
-No, dai, non
sono poi così vecchio, diciamo pure che sono un bocciolo in
confronto a te!-
-Non
riuscirete mai a tenere nascosto il bottino. Arriveranno molti altri a
cercarlo.-
-Che vengano,
noi gli aspettiamo!-
La luce lunare
filtrata dalla finestra fece brillare i denti, più affilati
del normale, del ragazzo, mentre lui alzava un braccio in
aria facendo scattare una lama dalla manica.
-Jumpscare!-
La lama si
abbassò e pochi secondi dopo le piastrelle della pizzeria si
imbrattarono di sangue.
*DUE
SETTIMANE PRIMA*
Nuova apertura
Freddy
Fazbear’s pizza
Intrattenimento per
bambini
Più di 30 tipi
di pizze
Qualità e
cordialità!
Vi aspettiamo il 12 di
ottobre per la grande inaugurazione.
Per l’occasione
bouffe gratis fino alle 23!
Vi aspettiamo
numerosi!!!
Coral lesse il
manifesto a voce alta tentennando non appena vide nel centro
l’immagine di un orsetto dorato, in stile Winnie De Pooh, con
tanto di piccola tuba, che usciva da un cerchio colorato impugnando un
microfono.
-Papà,
questo cosa significa?-
Il signor
Farbear, un uomo sulla sessantina mezzo pelato, osservò
orgoglioso lo sguardo disorientato della figlia, e quello ancora
più confuso del suo genero.
-Niente mia
cara, ho pensato di farti felice investendo un po’ del mio
immenso capitale! Sbaglio o è sempre stato il tuo sogno
aprire una pizzeria?…oh e anche il tuo Lorenzo.-
Coral
lanciò un’occhiata al marito che la osservava
preoccupato dietro quelle sue adorabili lentiggini.
-Beh
papà…si mi piacerebbe aprire un ristorante da
gestire con Lorenzo, un’impresa famigliare,
ma…perché te ne sei occupato tu? Oddio,
è bellissimo te ne sono grata, ma perché?-
Il signor
Fazbear alzò le spalle appoggiando la schiena alla sua
poltrona rossa.
-è
una cosa che un padre farebbe per una faglia da poco maritata!-
Lorenzo
sobbalzò sulla sedia e spostando lo sguardo a terra
incrociò le braccia –Palle! Che losco affare
c’è sotto? Traffico di droga da sventare?
Trafficanti di organi da arrestare? Cosa?-
Il padre di
Coral scattò in piedi e puntò un dito contro il
ragazzo –Tu! Piccolo delinquente che devo rispettare
perché sei mio genero, ma soprattutto perché i
tuoi occupano una posizione importante all’interno
dell’ FBI…sappi che se osi ancora una volta
parlarmi così ti ritroverai a dormire…-
-Con i pesci?-
-…no,
con i miei levrieri!-
Si risedette
passandosi una mano per sistemare i pochi capelli che gli erano rimasti
in testa. –In ogni caso- continuò –Coral
la scelta spetta a te. Se te la senti puoi diventare la proprietaria e
gestire il ristorante, oppure posso vendere l’impresa a
qualcun altro, ormai sarebbe un peccato deludere i clienti che
aspettano l’apertura.-
Coral
guardò nuovamente la locandina mordendosi un labbro.
–No- disse scuotendo la testa carica di ricci biondi
–Non posso di certo farmi scappare un’occasione del
genere! Giusto Lore?-
-c’è
sotto qualcosa…- farfugliò il giovane da dietro
la mano che si era portato a pungo sulla bocca.
-Lore, ti
prego! Papà accettiamo! Dunque, dovrò gestire io
tutte le attività e scegliere il personale? Uuh non vedo
l’ora!-
Il signor
Fazbear si strofinò compiaciuto le mani fulminando Lorenzo
con uno sguardo di superiorità.
-Certo tesoro,
la scelta dei cuochi è tutta tua!-
Coral che
già si era costruita la sua gerarchia lavorativa nella mente
si bloccò all’istante. –Come sarebbe a
dire che posso scegliere solo i cuochi? E i camerieri? E mi pare di
aver capito che ci sarà intrattenimento per i minori, quindi
gli animatori?-
-Emh…si…ma
per quello se ne occuperà un organo speciale a
parte…-
Nel frattempo
Lorenzo iniziò a parlare al telefono ad alta voce
-Ciao mamma….si anche tu mi sei mancata da ieri
sera…si ho mangiato…certo che sono andato al
bagno! A dire il vero volevo dirti che Mike ha appena comprato una
pizzeria per me e Coral…ah ah…si…ma
non mi dire…oooh…lo immaginavo! Quindi
l’FBI si occuperà di tutto! Sceglierai tu i
dipendenti della pizzeria? Ah…compito esterno…di
uno degli agenti…mmh interessante! Grazie mami! A
doman…si va bene a dopo, non a
domani…ciao…si ciao…aaaaah ti voglio
bene anche io, bacino, bacino! –
Riattaccò
facendo passare lo sguardo dalla moglie al suocero. –Che
c’è?-
-Che sei
patetico! No sul serio amore mio, di tutti gli agenti coraggiosi che
vantano i servizi segreti proprio sto pirla dovevi andarti a sposare?
–
Coral strinse
i pugni ai fianchi –Certo! E devi piantarla di accanirti
contro di lui, sai che approvo l’idea di Lore di non
partecipare più alle missioni…inoltre, tornando
alla pizzeria, perché mai metà personale lo
dovrebbe scegliere l’FBI?-
Il signor
Fazbear si grattò la testa a disagio. Lorenzo
incrociò nuovamente le braccia scivolando sulla sedia
dell’ufficio. –Coraggio glielo dica!-
-Beh
perché è più prudente!-
-Per cosa?-
Insistette la figlia.
-Santo cielo!-
sbraitò Lorenzo rimettendosi seduto
–Perché a quanto pare nello scantinato della
pizzeria è custodito un ordigno atomico, e
l’impresa è solo una copertura per scambiare le
informazioni con gli alleati.-
-Santo cielo
lo dico io! Ma tua madre stare zitta mai! Poi ci lamentiamo che le
informazioni trapelano troppo facilmente.-
Coral
gettò la testa all’indietro e cacciò un
grido di disperazione –Papà, non gestisco un covo
di traffico d’informazioni per la CIA o l’FBI, quel
che sia!-
-Andiamo
amore, fallo per papà! In ogni caso l’impresa
sarà normalissima, solo che nel frattempo i camerieri si
occuperanno anche di rendere il posto un mondo migliore!-
-…con
le bombe atomiche!-
-…con
le bombe atomiche, esatto!-
Il tono
festoso del signor Fazbear era decisamente fuori luogo.
-Andiamo
Coral- disse una voce proveniente dalla porta dell’ufficio
-Vedila in modo positivo, avrai una quadra speciale di guardie del
corpo che proteggeranno te e i tuoi cuochi nel frattempo. Una squadra
scelta con molta cura e dedizione dal sottoscritto!-
Coral si
voltò e sulla porta vide il giovane dai capelli
biondo-dorato e la muscolatura scolpita.
-Jeremy! Oddio
che bello rivederti!- la ragazza si alzò e corse ad
abbracciarlo facendosi sollevare da terra. –ne è
passato di tempo, non è vero fratellino?-
-Si parecchio,
sono due anni o sbaglio?-
-Due anni e
quattro mesi, qual maledetto lavoro da spia ti tiene sempre occupato,
non sei venuto neanche al matrimonio…-
-Lo so Coral,
mi spiace…almeno vi è piaciuto il mio regalo?-
La ragazza lo
liberò dall’abbraccio guardandolo confusa.
–Quale regalo?-
-L’avevo
consegnato a papà
per…oh…papà non ti sei mangiato tutte
le paste di mandorle che ti avevo detto di regalare a Coral e Lorenzo,
vero?-
-…io?
No!...una forse…o due…erano deliziose! 100% di
origine italiana. Ma torniamo al discorso! Accetti Coral?-
Jeremy le
diede una gomitata sorridendole –Adiamo, per te
sarà come gestire una normale pizzeria, mi
occuperò io di tutto il lato segreto.-
La ragazza
alzò di nuovo in mano la locandina.
-Va bene!
Allor se scegli tu i camerieri, Jeremy, sappi che voglio due animatori
per bambini, qualcuno che distribuisca palloncini all’esterno
e altri che servano ai tavoli!-
-Non
c’è problema.-
-Ah e
avvertili che voglio si vestano da animali!-
Jeremy
alzò un sopracciglio confuso –Animali?-
-Già!
Tutto chiaro Golden?-
-NON CHIAMARMI
COSÌ, NON HO PIÙ 12 ANNI!-
Coral rise
davanti alla reazione quasi esagerata del fratello –No, ma
anche a 28 hai sempre questi strani capelli dorati!-
*IL POMERIGGIO
PRIMA DELL’APERTURA*
Coral e
Lorenzo aspettavano in piedi fuori dalla pizzeria, erano già
le 18.15 e ancora i nuovi camerieri/spie non si erano fatti vedere,
cominciavano davvero bene.
-Golden, dove
sono finiti tutti gli altri?-
Il ragazzo
estrasse il pacchetto delle sigarette accendendone una e ignorando la
domanda della sorella.
-Andiamo, non
fare il bambino, davvero se ti chiamo Golden non mi rispondi?-
Lui si
limitò a prendere un tiro dalla sigaretta e a buttare fuori
il fumo.
-Uffa, va
bene. Allora J E R E M Y, sai dove sono gli altri?-
Sorridendo il
fratello si voltò a fissarla –Gli ho consegnato le
loro uniformi ieri sera, probabilmente si vergognano a farsi vedere
conciati così! E non li biasimo.-
In effetti
anche Jeremy in quel momento indossava la sua nuova uniforme, una
camicia nera abbinata a pantaloni, papillon e giacchetta
dorata…ah e ovviamente orecchiette da orso e piccola tuba.
-Ma se stai
benissimo!- gli rispose Lorenzo –Ti abbiamo incoronato
“Freddy”, mascotte ufficiale della pizzeria!-
Jeremy
arricciò il naso in un’espressione adirata, per
poi distendersi e rimettersi a fumare.
-In ogni
caso…vi ho trovato un Freddy migliore, visto che io me ne
starò sempre nella stanza delle telecamere a tenere
d’occhio la situazione. Ah Coral, non ti dispiace se ho
scelto io gli animali che dovevano impersonare?-
-No, nessun
problema!-
Vide
arrivare un gruppo di persone dal fondo del marciapiede
–eccoli, arrivano!- disse il fratello gettando a terra il
mozzicone.
Coral si
ritrovò davanti sette ragazzi vestiti in modo stravagante.
-Coral, ti
presento la mia squadra. Loro sono Agata, Franceso, Devid, Angeles, i
gemelli Kally e Joe e Robert. Squadra, lei è mia sorella,
Coral Fazbear, il vostro nuovo capo…per la ristorazione;
mentre lui è Lorenzo, suo marito e
vostro…direttore di sala? Esattamente tu che fai?- Chiese al
cognato.
-Io…emh…nulla
a dire il vero!-
-Oh, mio padre
aveva ragione, sei utile quanto un colapasta senza buchi…-
Lorenzo
sbuffò dal naso, era mai possibile che ogni essere di sesso
maschile della famiglia Fazbear lo odiasse tanto?
Coral,
interrompendo la discussione, si presentò di persona ai suoi
nuovi dipendenti –è un piacere, spero che
riusciate a conciliare entrambe le occupazioni.-
Uno dei
ragazzi, quello dai capelli rossi e vestito da volpe-pirata,
alzò le spalle –Non si preoccupi, siamo addestrati
per questo!-
Jeremy si
avvicinò a Coral e le poggiò una mano sulla
spalla –Non temere, andrà tutto bene!-
Coral diede
una sbirciata dal suo ufficio alla sala del ristorante, sembrava
procedere tutto bene, i clienti continuavano ad arrivare e i dipendenti
stavano facendo davvero bene il loro lavoro “Sono i migliori
nel loro campo” le aveva detto Jeremy, solo che lei era
sicura si riferisse al loro vero lavoro, quello di assassini
provetti…però a guardarli non sembrava proprio,
erano tutti così…allegri, eccezione fatta per il
ragazzo vestito di nero con la maschera bianca sul viso.
Accese il
computer per osservare le cartelle personali dei dipendenti, ovviamente
non erano riportati troppi dati personali essendo spie, erano
più che altro informazioni su quello che avrebbero fatto
alla pizzeria.
Franceso Ieri
Anni: 32
Occupazione:
Cameriere/ mascotte
Costume: orso
Soprannome:
Freddy
Angeles Goya
Anni: 27
Occupazione:
Cameriera
Costume:
Pulcino
Soprannome:
Chica
Devid Keller
Anni: 18
Occupazione:
cameriere
Costume:
Coniglio
Soprannome:
Bonny
Agata Orphen
Anni: 20
Occupazione:
Distributrice di palloncini
Costume:
umanoide
Soprannome:
Balloon Girl
Joseph Berker
Anni: 23
Occupazione:
Animatore per bambini
Costume: Volpe
rossa-pirata
Soprannome:
Foxy
Kally Berker
Anni: 23
Occupazione:
animatrice per bambini
Costume: volpe
bianca-pirata
Soprannome:
Mangle
Robert Giraldi
Anni: 29
Occupazione:
cameriere
Costume:
marionetta
Soprannome:
Puppet
L’ultimo
sotto di tutti era la scheda di Jeremy, ma riportava solo la foto, il
nome e l’età. Coral sogghignò e
completò lei la cartella.
Jeremy Fazbear
Anni:28
Occupazione:
stare seduto a lamentarsi del personale
Costume: orso
dorato
Soprannome:
Golden Freddy
Spense il pc e
uscì nella sala da pranzo per osservare l’allegro
andirivieni dei bambini che rincorrevano Foxy e Mangle per prenderli;
Bonny era saltato sul palco e Freddy stava cercando di tirarlo
giù, tra le risate dei commensali. Stava andando tutto
davvero bene! Eppure…Coral aveva sempre quella strana
sensazione, come se le cose non sarebbero durate a
lungo…probabilmente era solo l’ansia di sapere che
nel suo scantinato era nascosta un’arma
nucleare…si era quello per forza!
Angolo
dell’autrice
Ciao a tutti,
sono felice che abbiate letto questo primo capitolo, è solo
un’introduzione, ma spero vivamente che vi sia piaciuto e
abbia (almeno un po’) stuzzicato la vostra
curiosità.
La mia idea
è quella di portare avanti la storia mischiando gli elementi
più macabri e sanguinosi (d’altronde stiamo
parlandi di persone addestrate ad uccidere) a quelli esilaranti e
divertenti, spero di riuscirci! Mi rendo conto essere una storia
particolare e molto diversa dal solito…però spero
piaccia! Fatemi sapere i vostri pareri con una piccola recensione!
Giuls!!!
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Capitolo 2 *** Rivalità e ToyBoys ***
Lorenzo
parcheggiò l’auto nel posto a lui riservato nel
parcheggio del ristorante e
spense la macchina sorridendo soddisfatto tra sé e
sé, infondo c’erano dei
privilegi ad essere il marito del capo, un posto personale non era cosa
da
poco, anche se l’intero parcheggio era vuoto.
Scese
dall’auto e si diresse al ristorante cercando di mantenere
sottobraccio tutte
le scartoffie. Erano le sette di mattina, la pizzeria sarebbe stata
deserta, me
lui si era portato le chiavi in modo da sbrigare con calma tutte le
questioni
amministrative prima dell’apertura di mezzogiorno.
Salì
gli scalini, ma quando provò a girare la chiave si accorse
che la porta era già
aperta. Com’era possibile? I dipendenti non sarebbero
arrivati prima delle
11:00. L’ansia lo avvolse e d’istinto si
portò la mano alla cintura, prima di
ricordarsi che da quando aveva lasciato il suo ruolo di spia aveva
anche
rinunciato all’arma di servizio –dannazione!-
imprecò sottovoce. Arretrò
lentamente con l’intento di andare a chiamare la polizia, ma
qualcuno lo prese
alle spalle e gli puntò alla gola un coltello. Una voce
femminile gli parlò
all’orecchio –Chi sei? E cosa vuoi?- Lorenzo
notò la manica blu bordata di
pizzo dell’abito della sua attentatrice, e
un’ondata di sollievo lo pervase.
–Oh grazie al cielo! Sei tu Balloon Girl?-
Il
coltello si allontanò dalla gola di Lorenzo, che ancora
abbastanza irrigidito
dalla paura si voltò verso la ragazza che lo guardava
costernata. –Oh…Signor
Lorenzo, vi chiedo immenso perdono, pensavo foste un'altra di quelle
spie.-
-No
figurati- disse massaggiandosi il collo –Di quale spie parli?-
La
ragazza dai codini castani si guardò attorno guardinga e gli
fece segno di
seguirla; lo accompagnò fino alla sala delle telecamere e
una volta che fu
entrato chiuse la porta alle sue spalle. Nella stanza erano presenti
tutti i
camerieri e i due animatori dei bambini, tutti attorno a Jeremy che si
massaggiava le tempie con le dita.
-Jeremy,
che succede?- gli chiese Lorenzo preoccupato. Il ragazzo
alzò lo sguardo su di
lui e gli indicò un angolo della stanza.
-Quello!-
Contro
la parete era sdraiato un uomo, anzi no, un cadavere di un uomo, ancora
impregnato
del suo stesso sangue. Lorenzo fu scosso da un conato di vomito, che
riuscì
però a cacciare indietro.
–Cos’è successo?- chiese a Jeremy.
-Non
pensavo ci avrebbero scoperto tanto in fretta. Sono passate meno di due
settimane dall’apertura, eppure stanotte abbiamo trovato
questa spia
gironzolare per la pizzeria. Se solo penso che si era avvicinato
così tanto
allo scantinato mi vengono i brividi…brrr-
Lo
diceva così tranquillamente? Non considerava il fatto che la
spia stava per
impossessarsi dell’arma nucleare? –Come puoi essere
così tranquillo?-
Jeremy
tornò alla sua scrivania e iniziò a scrivere
qualcosa su un foglio di carta –Lo
sono perché credo fermamente nella squadra che ho scelto e
so con certezza che
nessuno oltrepasserà mai quella porta-
-Ma
hai detto che quell’uomo stava per entrare nello scantinato.-
Disse Lorenzo
picchiando le mani sulla scrivania; l’urto fece sfuggire la
biro e Jeremy che
tracciò una riga sul foglio. Il biondo si alzò
dalla sedia puntando la biro in
faccia al cognato. –ascoltami bene! Cosa vuoi saperne tu di
come si protegge un
segreto di stato? Cosa vuoi saperne di fidarsi degli altri? Di affidare
loro la
tua stessa vita, se necessario? Tu, che dalla prima
difficoltà hai sempre
deciso di tirarti indietro, tu che hai deciso di ritirarti dal lavoro
di spia
solo perché non sopportavi l’idea che…-
-SMETTILA!-
gli gridò Lorenzo in faccia –Sai bene che non ho
abbandonato il lavoro per
quello!-
Jeremy
si risedette gettando il foglio ormai scarabocchiato e sostituendolo
con uno
nuovo. –In ogni caso…- sospirò
indicando di nuovo il cadavere –Come puoi notare
non è riuscito a trovare l’arma, Foxy è
riuscito a fermarlo prima.-
Lorenzo
alzò lo sguardo sui dipendenti e il ragazzo vestito da volpe
lo salutò,
rivelandosi come Foxy.
-Foxy?-
-Si.
È il più veloce e il più astuto tra
tutti, per questo lo chiamiamo così.-
-Ed
è per questo che lo hai fatto vestire da volpe?-
Jeremy
sorrise facendo dondolare davanti a sé il suo cerchietto con
le orecchie da
orso –Già, carina come idea, vero?-
-No,
banale come idea…-
Un
foglio di carta appallottolato colpì Lorenzo in testa
–Ma cosa? Jeremy! Non
metterti a fare in bambino!-
-Non
sono mica stato io.- disse alzando le mani davanti al petto
–è stato Puppet!
Vero?-
Il
cameriere vestito interamente di nero si voltò verso il suo
superiore; solo in
quel momento Lorenzo lo osservò meglio e vide i suoi capelli
neri coprirgli il
volto dalle forme quasi femminili. –Signor Fazbear, non credo
che sia un
atteggiamento maturo scaricare su di me le colpe.-
Jeremy
sbuffò incrociando le braccia –Sei palloso, come
sempre! Tornando a noi
Lorenzo. Come puoi vedere abbiamo tutto sotto controllo, anzi, ora
dobbiamo far
sparire il corpo. Chi se ne occupa?-
Foxy
scosse la testa facendo ondeggiare i capelli rossi raccolti in un
codino –Io
l’ho accoppato, qualcun altro lo porti via!-
-Freddy,
Bonny, Chica occupatevene voi- ordinò Jeremy
–Lore, se vuoi puoi dargli una
mano.-
-Io
non credo proprio-
*DIECI
MINUTI DOPO*
-Dove
dovremmo portarlo?- Chiese Lorenzo ancora con il broncio in faccia;
quel
maledetto Fazbear era riuscito ad incastrarlo ancora.
-Nel
cortile sul retro- disse Chica facendo strada –Lì
arriveranno a prenderlo i
servizi segreti-
Almeno
ci avevano pensato, non osava immaginarsi il trambusto che sarebbe
uscito se
sarebbe toccato a loro sbarazzarsi del corpo.
Lorenzo
osservò il cadavere che i due camerieri maschi stavano
trasportando; nonostante
tutto Foxy aveva fatto un lavoro pulito, solo due copi: uno alla gola e
uno all’occhio;
lui neanche in cinque anni di servizio era mai riuscito a finire un
avversario
in due colpi.
-Però,
è preciso il vostro amico!-
-Si
parecchio- rispose Freddy facendo sobbalzare il cadavere per tenerlo
meglio in
mano.
-Gli
sono bastati due colpi precisi.-
Chica
si voltò continuando a camminare –A Foxy non
servono due colpi per uccidere una
persona, uno gli è più che sufficiente! Guarda,
il colpo alla gola è stato
quello fatale, non ne ha inferti altri.-
-Com’è
possibile? E all’occhio?-
I
tre camerieri si lanciarono degli sguardi imbarazzati, dopo di che
Chica
rispose quasi ridendo –L’occhio glielo ha cavato
dopo, lo fa sempre, tiene gli
occhi delle sue vittime come trofeo.-
Ma
porcaccia la miseriaccia zozza, quello era essere malati
–Scherzate vero?-
-No,
Foxy è fatto
così…è…un po’
sadico. Siamo arrivati- interruppe il discorso
indicando il cassonetto dell’immondizia –Lasciamolo
lì, tra meno di mezz’ora
dovrebbero arrivare a prenderlo.-
Gli
uomini sollevarono il corpo e lo fecero cadere del cassonetto
richiudendolo
infine.
-Perfetto!
Ora torniamo dentro, abbiamo molto altro da fare prima
dell’apertura.- Chica si
voltò facendo svolazzare la gonna gialla della sua divisa ed
entrò nella pizzeria
sculettando leggermente.
-Chica
amore mio aspettami!-
-Scordatelo
piccolo pervertito dai capelli colo melanzana!-
Bonny
saltellò sul posto e si mise a correre dietro a Chica per
raggiugerla –Perché rifiuti
così il nostro amore?-
-DI
QUALE AMORE PARLI?-
Lorenzo
li guardò per qualche secondo, dopo di che
scoppiò a ridere –Ma fanno sempre
così?- chiese a Freddy –Oh si, sempre, anche
durante il servizio!-
*QUELLA
SERA*
Coral
avrebbe voluto saltellare dalla felicità; il ristorante era
pienissimo e altri
clienti stavano attendendo in fila che si liberassero dei tavoli. Non
si
sarebbe mai aspettata un tale successo in così poco tempo.
Si sentiva scoppiare
di gioia, come poche volte le era capitato in trent’anni di
vita.
Le
telecamere alle pareti si continuavano a muovere scrutando in ogni
dove,
sembrava proprio che Golden si stesse divertendo, Coral sperava solo
che non
sprecasse tutta l’elettricità lasciando il
ristorante nel buio più totale.
I
camerieri le passavano accanto senza mai smettere di portare pizze e
bibite;
però ogni volta si voltavano a fissare una coppia seduta al
tavolo 37.
Mangle
passò di lì in quel momento per andare in pausa e
lasciare il posto al fratello,
così Coral la prese in disparte. –Posso aiutarla
signora?-
-Si,
perché tutti quanti continuano a fissare
quell’uomo?- disse indicandolo.
Mangle
lo osservò con fare indagatore –Non saprei, mi
lasci controllare…oh si, ora è
tutto chiaro.-
-Cosa?-
-Quell’uomo
è all’ 80% dei casi una spia nemica.-
Lo
aveva capito solo osservandolo? –Da cosa lo hai capito?-
-Beh
per stasera non è prevista la visita di nessun membro
dell’FBI e dubito che un
civile vada in giro con una pistola agganciata alla cintura.-
-Pistola?-
chiese Coral allarmata e tornando ad osservare l’uomo, a lei
però non parve di
vedere niente.
-Ma
io non la vedo.-
-Guardi
come la giacca ricade in modo strano sul fianco!-
Sarà
anche stato ma lei non vedeva niente di strano…poco male,
infondo erano loro
quelli addestrati a riconoscere questo tipo di cose.
-CHICA
TI PREGOOOOOOO!-
-FALLA
FINITA BONNY!-
I
due camerieri vestiti da pulcino e coniglio passarono di fianco a Coral
e
Mangle discutendo.
-Perché
non mi ami?-
-Devo
avere un motivo?-
-è
Perché sono più giovane di te di quasi dieci
anni, vero? Non preoccuparti ora
vanno di moda i ToyBoys-
-Sinceramente
non può fregarmene di meno!-
-Tanto
so che prima o poi mi amerai…-
-Vai
convinto!-
Coral
rimase sbalordita –Ma…-
-No
no, non si preoccupi è normalissimo per loro, anzi oggi non
sono ancora caduti
nel volgare. Ora se mi permette, i suoi cuochi fanno un budino
eccezionale e
visto che sono in pausa vorrei approfittarne…-
-Oh
si certo! Prego Mangle e grazie!-
-è
stato un piacere.-
Mezzanotte
arrivò in fretta e il Freddy Fazbear’s pizza
chiuse i battenti per quel giorno.
I
cuochi erano già tornati a casa, nel locale erano rimasti
solo Coral, Lorenzo e
le spie.
-Volevo
ringraziarvi per lo splendido lavoro che state facendo come
dipendenti!- disse
la donna chinando il capo –Non me lo sarei mai aspettata.-
Balloon
Girl si grattò la testa ridendo –Ma che carina,
grazie mille!-
Freddy
annuì –Per noi è un piacere, almeno
ogni tanto un lavoretto semplice ci vuole!-
-Uno
in cui posso stare molto vicino al
io
amore!-
Una
ballerina partì colpendo Bonny in pieno viso; Chica aveva le
braccia incrociate
e picchiettava con ansia il dito sul braccio –Chiedo scusa,
mi è partita la
scarpa per sbaglio…-
-No,
io ho visto che hai fatto apposta!- Rispose Foxy grattandosi il naso.
-Foxy,
ti prego!- lo rimproverò Mangle.
In
tutto quel baccano Jeremy portò di scatto lo sguardo su una
delle telecamere
del locale. –SILENZIO- gridò –Abbiamo
visite!-
Tutti
osservarono lo schermo del tablet e videro cinque uomini vestiti di
nero
attraversare il corridoio che portava al Pirate Cove.
-Assassini-
disse Jeremy alzandosi dalla poltrona –Il vostro turno non
è ancora finito!-
Angolo
dell’autrice
Wollà
questo è il nuovo capitolo, non sto qui ad annoiarvi con
commenti lungi, vi
dico solo che nel prossimo capitolo si vedrà finalmente un
po’ d’azione!
Se
avete dubbi, domande o commenti lasciate una recensione! ;)
Giuls
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Capitolo 3 *** Nottata da spia ***
Coral
non riuscì nemmeno a vedere le spie muoversi talmente lo
fecero in fretta.
All’ordine di Jeremy tutti quanti si voltarono di spalle e
andarono ad aprire
l’armadio blindato che avevano trasportato lì
all’apertura del locale. Non
appena Puppet o aprì la donna rimase sorpresa nel vederne il
contenuto: armi
ovviamente, ma da una delle squadre più preparate dei
servizi segreti si
sarebbe aspettata le armi da fuco più moderne e
all’avanguardia; invece
all’interno della cassaforte prevaleva un ampio assortimento
di armi bianche.
Le uniche armi da fuoco erano un fucile, che Coral non avrebbe saputo
identificare, e un paio di pistole; per il resto troneggiavano i
coltelli
balistici, lame di varie lunghezze, un arco con le frecce e perfino una
spada giapponese.
-Jeremy,
cosa farete?- chiese Coral con un filo di voce –Non vorrete
mica ucciderli
tutti?-
Suo
fratello era rimasto seduto alla scrivania, senza armarsi come invece
avevano
fatto tutti gli altri. –Dobbiamo, o preferisci che
raggiungano l’arma
nucleare?- Coral non rispose, abbassò la testa e
abbracciò il braccio di
Lorenzo.
-Siamo
pronti!- Disse Freddy allacciandosi la katana alla cinta dei pantaloni.
Anche
una rapida occhiata avrebbe potuto notare la profonda differenza che
vigeva ora
nei ragazzi in piedi davanti all’armadio; fino a pochi attimi
fa erano dei
camerieri, allegri, solari e pronti a far divertire i bambini, ora
invece si
erano trasformati in perfette macchine per uccidere e gli unici sorrisi
che
sfoggiavano erano quelli beffardi e di sfida.
-Molto
bene, allora andate…ma prima, per favore, toglietevi quelle
ridicole
orecchiette dalla testa.-
-Oh
grazie al cielo!- esultò Foxy. Tutte le spie uscirono dalla
sala delle
telecamere lanciando sulla scrivania i loro cerchietti con le orecchie.
L’unico
rumore rimasto fu quello appena udibile della corsa dei ragazzi nei
corridoio,
ma anch’esso in breve sparì.
Lorenzo
accarezzò la testa della moglie senza distogliere lo sguardo
dal cognato. –Chi
è che vuole impossessarsi della bomba?-
-Questo
non lo sappiamo, non è solo un gruppo che la sta cercando,
capisci che un
ordigno atomico fa gola a molti, e non solo qui in America.-
-Giustamente…solo
che mi chiedevo…-
-ooooh!-
sbuffò Jeremy –Ma fai sempre tante domande?-
-Come?
Ascolta cretino in oro, te le faccio perché sono
preoccupato, di certo non
perché mi diverta a farmi una cultura sulla tua vita!-
-Ci
mancherebbe altro! Stolker!-
Coral
si massaggiò le tempie con entrambe le mani –La
possiamo fare finita? State
facendo un rumore bestiale, di sicuro le spie nemiche si saranno
accorte che
qui c’è qualcuno e ora saranno ancora
più all’erta-
-Non
ti preoccupare Coral, la stanza è insonorizzata e comunque
non credo che quelle
spie siano venute qui credendo di trovare il locale vuoto, saranno
all’erta in
ogni caso…oh guardate la camera 4A, fate ciao a Chica!-
In
effetti sullo schermo si vedeva chiaramente la ragazza camminare
furtiva per i
corridoi con in mano un piccolo coltello da lancio e almeno un'altra
decina di
questi agganciati alla cintura che aveva indossato sopra la gonna e il
grembiule da cameriera.
Coral
la indicò sullo schermo –Jeremy, ricordati di
darle una promozione solo per il
fatto che combatte in gonna e ballerine, sul serio, è un
mito quella ragazza!-
-Certo,
lo so! Non l’ho ingaggiata per niente!-
-beh-
Lorenzo si portò una mano sotto il mento
–è carina, forte ed a quanto ho capito
anche single…sicuro di averla ingaggiata per
qualità professionali?-
-Lorenzo
caro, vuoi che ti butti fuori in corridoio in preda alle spie nemiche,
o
preferisci che ti uccida io stesso? A te la scelta!-
-Suvvia
Jeremy!- lo rimproverò Coral –Lorenza ha esagerato
come sempre, ma in effetti
Angeles è una splendida ragazza e ha quasi la tua stessa
età, potrebbe funzionare
tra di voi.-
Jeremy
si alzò dalla sedia irritato e prese dall’armadio
l’unica delle armi rimaste.
-Dove
vai?-
-A
rendermi utile, invece che stare qui a sentire voi che pianificate la
mia vita.
Chiudetevi dentro così starete al sicuro.-
Detto
ciò chiuse la porta alle sue spalle e se ne andò.
Appostato
in uno dei condotti di aereazione Puppet si tolse dal viso la maschera
che
portava sul posto di lavoro diurno. Osservò quel volto
bianco, rallegrato, se
così si poteva dire, solo dalle piccola labbra scarlatte e
le lacrime violacee
che colavano sotto gli occhi; non era di sicuro il massimo per far
divertire
dei bambini, ma a lui quel costume piaceva moltissimo, rispecchiava il
suo
carattere.
Un
fruscio fece scattare Puppet sull’attenti, sotto di lui stava
passando
qualcuno. Si sporse dal condotto tendendo davanti a sé la
pistola pronto a
premere il grilletto, quando notò i capelli bianchi dai
riflessi rosati. “Mangle”.
Falso
allarme; la giovane corse fino alle porte dei bagni e girò
nel corridoio di
sinistra. Dopo pochi secondi però apparve una delle spie
nemiche, camminava all’indietro
tenendo la pistola alzata davanti a sé, le braccia tremanti
e gli occhi fissi
sul corridoio con espressione terrorizzata. Il perché non
tardò a presentarsi.
A passo lento e provocatorio si fece avanti Foxy, con in viso un ghigno
diabolico e le lame a scatto che fuoriuscivano dalle maniche della
giacca
rossa.
-Sta…stammi
lontano!- gridò l’uomo premendo il grilletto e
facendo fuoco; Foxy schivò il
proiettile senza fatica, la mira della spia era resta molto precaria
dalla sua
agitazione, chissà cosa aveva fatto Foxy per spaventarlo
tanto?
Puppet
si preparò per sparare, quando vide Freddy avvicinarsi alle
spalle della spia;
questo convinse il ragazzo a non fare fuoco ed a limitarsi ad osservare
la
scena da dietro la sua folta frangia color carbone.
La
spia non fece nemmeno in tempo ad accorgersi della presenza di Freddy
alle sue
spalle, che lui gli aveva già tranciato la testa con un solo
colpo di spada.
-Uno
in meno di cui preoccuparsi!-
-Dovevi
lasciarlo a me!-
Freddy
non riuscì a rispondergli perché fu costretto a
gridare –Foxy! Alle tue
spalle!-
Un
colpo di pistola colpì la spalla del rosso facendolo gridare
e raggomitolare a
terra. La spia nemica sparò altri due colpi contro Freddy,
che per fortuna lui
riuscì ad evitare. A quel punto Puppet decise che doveva
fare qualcosa anche
lui, appoggiò una mano sul metallo del condotto e
saltò giù nel corridoio
sparando contro l’uomo, lui si nascose dietro la parete del
corridoio
proteggendosi dai proiettili; poi riapparve sparando di nuovo contro i
ragazzi.
Puppet estrasse anche la seconda pistola ed evitando i colpi del nemico
riuscì a
sparare e a colpirlo al petto con quattro coolpi.
Riabbassò
le pistole lungo i fianchi ruotando la testa versi i compagni.
–Stai bene
Foxy?-
-Si,
sto benissimo, non è nulla!-
Freddy
aiutò Foxy ad alzarsi e lo sorresse con un braccio; Puppet
annuì e rimise le
pistole nelle fondine. –Almeno ora siamo a meno due!-
-Meno
tre!- lo corresse Foxy –Ne ho ucciso uno vicino al Pirate
Cove. Gli ho fatto un
bellissimo jumpscare da dietro la tenda e gli ho infilato la lama in
gola…traumatizzando quello lì!- disse indicando
con il capo la spia decapitata
–è stato bellissimo!- Freddy sospirò
rassegnato –Non cambierai mai!-
La
spia rifoderò la pistola e allungò la mano per
appoggiarla alla maniglia della
porta dello scantinato “Ci sono quasi!”
pensò
tra sé e
sé mentre fissava orgoglioso l’ultimo ostacolo tra
lui e l’arma che era venuto
a cercare. Abbassò la maniglia, ma ovviamente la serratura
era saldamente
chiusa a chiave. “Me lo aspettavo”
Estrasse dalla
tasca il kit per scassinare la serratura, ma proprio mentre si stava
preparando
per aprire la porta un ronzio sinistro lo convinse a voltarsi, appena
in tempo
per riuscire a vedere una freccia conficcarsi nella porta a pochi
centimetri
dalla sua testa.
D’istinto
riestrasse la pistola e sparò tre colpi nella direzione da
cui era venuta le
freccia; solo quando i sui pensieri tornarono lucidi si rese conto che
nel
corridoio davanti a lui non c’era nessuno.
Eppure…quel colpo non poteva di
certo essersi tirato da solo.
Di
nuovo. Un’altra freccia venne scoccata e si
conficcò nella porta, ma questa
volta avrebbe preso la spia se lui non fosse stato abbastanza rapido da
schivarla. L’uomo si guardò in giro frenetico,
alla ricerca del minimo indizio
su dove poteva nascondersi il tiratore; non vide nulla, ma
capì che se voleva
salvarsi la vita doveva per forza uscire dalla pizzeria, in quel
corridoio così
stretto non avrebbe avuto via di scampo, poteva schivare quanto voleva,
ma
prima o poi lo avrebbero preso.
Per
fortuna in fondo al corridoio di destra c’era
l’uscita d’emergenza, gli sarebbe
bastato raggiungerla e avrebbe avuto più spazio per muoversi
ed individuare chi
lo stava braccando.
Corse
a perdifiato riuscendo in fine ad uscire nel cortile sul retro della
pizzeria.
Era piccolo e il terremo presentava pochi ciuffi d’erba
secchi; recintato da un
muro altro poco più di due metri, l’unico elemento
d’arredamento era un
cassonetto della spazzatura.
L’uomo
deglutì e si voltò per non dare le spalle alla
porta. Nessuno pareva
avvicinarsi, ma in cuor suo sapeva che era solo calma apparente.
Un
fortissimo dolore gli colpì la spalla destra e gli fece
cadere la pistola di
mano. Una freccia lo aveva trafitto, attraversandogli la spalla e
conficcandosi
nel muro alle sue spalle, tenendolo così bloccato contro di
esso. Un secondo
colpo gli bloccò al muro anche la spalla sinistra,
tramutandolo in un perfetto
bersaglio.
Alla
spia bastò chiudere gli occhi per un secondo, per poi,
quando gli riaprì,
trovarsi davanti un ragazzo con in mano stretto un arco. Era molto
alto, di
sicuro non meno di un metro e ottanta, ma chiaramente molto giovane, lo
si
capiva facilmente dal suo viso ancora acerbo.
-Ahahah
ti ho preso!- Disse lui ridendo e allungando un dito contro
l’uomo. La spia lo
fissava impaurito, ma allo stesso tempo sbigottito.
-chi…sei?-
Lui
saltò sul posto facendo sobbalzare i capelli viola -Io? Oh
già! Qui mi chiamano
Bonnie! Sono un cameriere! E a volte, quando non
c’è molta clientela, suono
anche la chitarra!-
“Che mare di
assurdità!” Pensò la spia “non
riesco a capire se sia una tattica per distrarmi o se fa sul serio”
-Però-
continuò Bonnie –Non mi fanno mai
cantare! La mia amata Chica dice che ho la voce di un’oca a
cui stanno tirando
il collo, e io credo ciecamente alla mia Chica!-
-Dove
eri nascosto? Non ti vedevo.-
Bonnie
sorrise solare –Una spia non rivela i suoi segreti, dovresti
saperlo!-
-Giusto.
Beh congratulazioni, sei un occhio di falco. Uccidimi e falla finita,
mi sento
solo preso in giro dalle tue farneticazioni.-
Il
sorriso di Bonnie scomparve, sostituito da un’espressione
quasi rattristata; si
avvicinò alla spia e gli posò le labbra vicino
all’orecchio –Non sono io
l’occhio di falco della squadra.-
Si
allontanò spostandosi di lato. –Com..- non
riuscì a concludere la parola che un
proiettile lo colpì in fronte schizzando il sangue fino
sulla camicia di
Bonnie.
Il
ragazzo alzò la testa sul tetto. –Ciao Jeremy!
Sono stato bravo a
fermarlo?-
Jeremy
si rialzò e si issò in spalla il fucile da
cecchino. –Bravissimo Bonnie! ma ora
vai a togliere quelle frecce dalla porta dello scantinato…e
sistemala, non
voglio i due buchi sopra! Al corpo ci penso io.-
Bonnie
tornò a sorridere facendo il saluto militare –Ai
suoi ordini capo!-
Angolo
dell’autrice
Ciao
a tutti quanti! Finalmente sono riuscita a pubblicare il terzo
capitolo. Questa
volta abbiamo visto il lato da spia dei nostri
“animatronici”, anche se ho
deciso per il primo capitolo d’azione di non cominciare
subito con troppo
sangue, quello lo lasciamo per qualche capitolo più avanti. ;)
Volevo
ringraziare chi ha recensito i primi due capitoli e chi ha inserito la
storia
tra le seguite e le preferite! Non mi aspettavo così tanto
successo solo nei
primi due capitoli, spero di continuare bene!
Ciaooooooo
Giuls
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