L'amore nonostante tutto

di OltreTutto02
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 1 ***


-Ei Tini a che pensi?- Mi domanda Lodovica che è al mio fianco mentre siamo sull'aereo, stiamo andando a Londra, io, lei, e Cande. quando Lodo mi chiama scuoto la testa come per togliere dalla mia mente i pensieri che si ammassano uno sopra l'altro. -A nulla Lodo non ci posso credere che stiamo andando a Londra per entrare alla Royal Ballet- dico sorridendo. Ebbene si, io come le mie due migliori amiche balliamo, da quando abbiamo 5 anni, Rosalie è sempre stata la nostra maestra di danza, e ci diceva sempre che eravamo bravissime, noi ci credevamo, ma non troppo, sapevamo di essere brave ma non così tanto da ottenere una borsa di studio per uno alla Royal Ballet, una delle più grandi scuole di danza, oh andiamo chi non sogna di andare alla Royal Ballet? una buona ballerina che si rispetti punta alla Royal, e noi ci siamo riuscite, dio mio mi sembra ancora un sogno. -Lo so tesoro, ma cosa ti aspettavi? come ha sempre detto Rosalie, siamo bravissime no?- -Esatto- rispondo ridendo -Giusto Cande?-chiede la mia amica a Candelaria a quel punto tutte e due ci giriamo verso quest'ultima attendendo la sua risposta, scoppiamo a ridere quando ci accorgiamo che sta beatamente dormendo con il gomito sul suo ginocchio e la testa appoggiata alla sua mano. -Sempre la solita- dico. -Incorreggibile- aggiunge Lodo Ridiamo scuotendo la testa -Lodo scusa, ti dispiace se sento un po' di musica?- dico un po' mortificata, perché era come dirgli che non volevo parlare con lessoffra mia migliore amica, che mi capisce sempre mi risponde con un –certo, non ti preoccupare– sorrido e mi infilo le cuffiette bianche nelle orecchie, e andando sulla mia playlist, piggio il dito su "L'ottava meraviglia del mondo" di mostro, e bene si, sono una di quelle ragazze che fa danza classica, ma ascolta canzoni rap, e non mi vergogno, le canzoni rap, i cantanti che scrivono queste canzoni, dicono quello che io non ho il coraggio di dire, ma che vorrei urlare in faccia a tutti. a volte vorrei essere come Lodo lei è la dolcezza fatta persona, e non le serve molto per essere perfetta, è sempre stata quella più aperta tra tutte e tre, mentre Cande, lei è quella più testarda, ma quella che dice le cose in faccia, senza paura delle reazioni degli altri, io invece sono quella più strana del gruppo, quella che può dirti "ti voglio bene" e dopo un ora è li a mandarti a fanculo, ma io sono così, non sento nulla, preferisco essere amorevole con le persone a cui tengo di piu, come Lodo, Cande, Francisco e Diego, i miei fratelloni, loro mi amano quanto io amo loro, sono la mia vita, quando mio padre è morto loro hanno sempre cercato di non farmi sentire l'assenza paterna, e ci sono riusciti alla grande, mai un secondo nella mia vita ho sentito troppo la mancanza di mio padre, loro erano sempre presenti, erano sempre li a proteggermi, come avrebbe fatto mio padre, se fosse ancora in vita, sono iperprotettivi, questo si, ma lo sono perché mi vogliono bene, e non vogliano che io soffraanche se non capisco come dovrei soffrire, una sera in una discoteca, bah. sono sempre stati accanto a me, finché un anno non decisero di trasferirsi a Londra, ma anche quando erano lontani, mi facevano sentire la loro presenza, sempre. mi sono sempre stati accanto anche nei momenti difficili e io non li ringrazierò mai abbastanza, sono parte di me e io sono parte di loro com'è possibile che possiamo dividerci? non ci divideremo mai, infatti è l'amore che proviamo noi tre che ci unisce e ci unirà sempre, è l'amore fraterno che non finirà mai. chiusi gli occhi e in un attimo mi addormentai. dopo credo un'ora mi sentii scuotere e vidi per prima cosa il volto della mia amica sorridente Lodo era lì con me e anche Cande che era ormai sveglia mi guardano sorridenti –un quarto d'ora e siamo arrivate a destinazione Londra ormai era vicina– dice Cande sorridendo. io non vedevo l'ora di arrivare a casa per vedere i miei fratelli che non vedevo ormai da un anno chissà come saranno cresciuti chissà se mi vedranno diversa e chissà se il loro amore nei miei confronti sia cambiato? è qui che inizia la tristezza e i dubbi. ma dai era soltanto un anno quanto possono cambiare le persone? per quanto io potessi essere cresciuta non sarei mai cambiata così tanto in un anno, scendemmo finalmente dall'aereo, prendemmo i nostri bagagli e ci diriggemmo verso l'uscita. appena usciti sentii un leggero brivido e capii che faceva davvero freddo nonostante fossimo ai primi di settembre arrivammo al capolinea dei taxi e lì incrociai lo sguardo con un ragazzo è uno dei ragazzi più belli che io abbia mai visto, occhi verdi, profondi come non si sa cosa, e sorrideva, dio che sorriso, vidi che mi guardò e abbassai lo sguardo imbarazzata, vidi che mi si avvicinò e io con disinvoltura lo guardai –E tale bellezza cosa ci fa qua tutta sola– mi disse oh no, il solito playboy che pensa solo ad una cosa seccata da come si era rivolto a me mi girai lo guardai e risposi –non vedi sono con le mie amiche– dissi indicando Lodo e Cande –dolcezza ti divertiresti più con me che con le tue amiche– Disse avvicinandosi al mio orecchio e sussurrandomi questa frase, roteai gli occhi e sbuffai, che vi ho detto? il solito ragazzo che punta solo ad una cosa. –Ma lo sai che sei simpatico come una spina nel culo?– dico ridendo –ah si? e tu sei bellissima!– risponde, dio che accollo –senti adesso ti dico una cosa, su persone come te, dovrebbero scriverci quello che c'è scritto sulle scatole dei surgelati.– dico lui mi guarda confuso ma poi fa un sorrisino pervertito e mi dice –cioè? duro è meglio?– no, ha capito proprio male –no, ti dovresti scrivere in fronte "l'immagine potrebbe essere diversa del contenuto"– dico sorridendo da stronza, lui scoppia a ridere, cazzo si ride? –mi stai paragonando ad un surgelato?– domanda, oh ma proprio non ci arriva, –ti sto paragonando ad un falso– dico mantenendo il mio sorrisetto stronzo, ve l'ho detto che posso essere stronza con chi non conosco. continua a ridere, dio che nervi –io? un falso? ma sei seria?– domanda –mai stata più seria di cosi– dico, finalmente arriva il taxi lo saluto con la mano agitando le dita, entro dentro e lui mi sorride –Amica sei una grande– esclama Cande –oh andiamo ancora che vi stupite? mi conoscete, quando voglio so essere stronza– dico provocando la risata di tutte e tre. metto la testa sul finestrino e iniziò a pensare, non riesco a togliermi dalla testa quei suoi occhi e il suo sorriso, bello era bello, ma era un playboy del cavolo, ed io odio, e sottolineo ODIO i playboy. arrivammo a casa dei miei fratelli che, ormai è anche casa nostra, scendo dal taxi, paghiamo e citofono –si chi è?– sorrido sentendo la voce di Francisco dall'altra parte, –l'amore di qualcuno.– rispondo sorridendo –o mio dio chicca entra– Sento Diego urlare aprono e mollando le valige in mezzo al cortile di quella che posso ormai definire una villa arrivò davanti alla porta di casa quando vedo Francisco che apre, gli salto addosso abbracciandolo –chicca quanto sei bella– dice dandomi tanti baci sulle guance sorrido e vedo Diego un po più dietro rispetto a Fran e mi metto a correre, –orsacchiotto– urlo saltandogli letteralmente addosso avvolgendo le gambe intorno alla sua vita e le braccia intorno al suo collo mi sfugge una lacrima dagli occhi, mi sono mancati così tanto, –amore mio quanto sei cresciuta– dice Diego ricambiando l'abbraccio e stritolandomi, scendo da lui e mi volto verso la porta quando sento Lodovica che esclama –certo che, amica, potresti anche prendere le tue valige, sai pesano un po'–dice mentre cerca di mantenere in equilibrio tutte le valige –ops, scusa–dico prendendo la mia valigia, mi siedo sul divano bianco, e dopo poco sono raggiunta dagli altri il cellulare di Diego squilla e si alza per rispondere –si bro? ah okay, certo, no, si, sono gia qui, okay bella bro– e chiude la chiamata –era Jorge?– domanda Francisco –si, non passano i taxi e perciò arriverà in ritardo– risponde mio fratello –Jorge?– chiedo –si il nostro migliore amico, ci siamo conosciuti all'Università, e vive con noi– risponde Fran –perché non ce l'hai detto?– chiedo –mi è passato di mente– dice diego, annuisco. passa un ora tra risate e chiacchiere, quando la porta si apre ed entra il tanto famoso Jorge che non riesco a vedere perché i miei fratelli si sono messi ad abbracciarlo quando si staccano da lui esclamano –Jorge questa è nostra sorella Martina, e le sue amiche Lodovica e Candelaria– dice indicando prima me e poi le mie amiche, quando lui si gira verso di noi e no, quegli occhi quel sorriso, no cazzo non può essere lui, non quel playboy. apro gli occhi e lo guardo incredula –TU?!–dico alzandomi dal divano guardandolo.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


–TU?!– dissi alzandomi dal divano e guardandolo. –quella dell'aeroporto?– –quella che ti ha zittito all'aeroporto – lo correggo. lui scoppia a ridere e poi mi tende la mano –Piacere Jorge– dice cosa? vuole fare conoscenza con me? ahahah se lo può scordare! –eddai guarda che mica mordo– dice Jorge ridendo –no il problema non è che io ho paura di te, perché non ne ho, ma il problema è che sei uno di quei ragazzi senza cervello che usano le ragazze per i loro interessi e poi le buttano al cesso senza pietà e sinceramente, carino, non ho voglia di fare conoscenza con un cretino del genere– dico sorridendo da stronza le mie amiche alle mie spalle ridono e i miei fratelli mi guardano tra il sbalordito e il "che sta succedendo?" infatti la domanda di Diego mi da la conferma delle loro espressioni –qualcuno mi spiega che cosa succede? – chiede, decido di rispondere io –ma certo fratellone, semplicemente non voglio avere a che fare con gente falsa come il tuo amico– dico guardando il ragazzo dagli occhi verdi con aria di sfida –falso ma davvero? ma ti senti quando parli?– mi chiede Jorge, oh ma allora è stupido forte questo eh! proprio non ci arriva –si mi sento quando parlo, e sinceramente credo che tu sia il ragazzo più stupido, playboy, egoista e falso del cazzo che ci sia sulla faccia della terra, non so i miei fratelli come fanno a sopportarti.– dico sempre sorridendo, adesso invece non ride più nessuno sono tutti sorpresi compreso Jorge, cavolo forse ho esagerato ma proprio nonlo sopporto, Jorge decide di aprire bocca dopo qualche secondo di silenzio che a me sono sembrate ore, si avvicina a me e io indietreggo fino ad appoggiare la spalle al muro, a quel punto lui si avvicina e mette il suo braccio destro all'altezza del mio vico appoggiano il palmo della mano sul muro bianco –ha parlato lei, ma tu mi conosci per caso? tu sai chi sono? no. perciò zitta sei solo una ragazzina che giudica le apparenze, senza conoscere le persone, perciò tu sei l'ultima persona sulla faccia della terra che mi può dire qualcosa okay? stai zitta, non sai nulla.– dice tutto questo sussurrando come se volesse parlare solo con me senza far sapere niente agli altri a quel punto rispondo –primo non sono una ragazzina, secondo dico quello che mi pare a chi cazzo mi pare.– dico usando il suo stesso tono di voce e con aria di sfida, lui non dice nulla scuote solo il capo sorridendo da stronzo come sto facendo io, poi si decide a parlare –mi dici che problemi hai? il ragazzo ti ha lasciato e ora te rode e te la devi prendere con qualcun'altro? mi dispiace giornata sbagliata baby– dice lui restando con qual sorrisetto – te lo devo ripetere perché non ci arrivi? dico quello che mi pare a chi cazzo mi pare e perciò dico a te che sei un coglione che pensa che le persone non hanno sentimenti, invece, sorpresa i sentimenti esistono caro mio, in tutte le persone di questo mondo, che c'è non scopi da tanto e perciò non hai un cazzo da fare apparte rompere i coglioni alla gente? behtesoro, giornata sbagliata nel mondo c'è chi ti risponde non puoi sempre vincere tu, e ora non piangere bambinone– dico tenendo il mio sorrisetto senza togliere i miei occhi dai suoi, mi da sui nervi non lo sopporto "oh eddai devi ammettere che è un gran fico" ehm scusa chi è che parla? "la tua coscienza idiota, lo sai anche tu che è un gran fico" oh ma taci, lui mi guarda senza dire niente e dopo pochi secondi si decide a parlare –ah il bambino sarei io eh e non tu che fai la stronza.– dice, ma come si permette? –ah ecco, sei un bambino che neanche ammette di esserlo, e se io sono stronza tu che sei? per favore fai silenzio– dico mettendo il mio dito indice sulle mie labbra in segno di silenzio, si stacca dal muro e comincia a ridere –mi spieghi cosa cazzo ti ridi?– gli domandò irritata mentre lui sale le scale lui si gira lentamente verso di me che sono ai piedi delle scale –senti non mi va di essere criticato da te– dice guardandomi –e perché?– chiedo –perche non sei nessuno– dice urlando *flashback –dimmi che non te ne stai andando davvero – lo supplico sconvolta –senti è una mia decisione, non ti riguarda– mi urla contro. –non mi riguarda? ma davvero?– chiedo ancora sconvolta –gia non ti riguarda e non c'è nulla che puoi fare per farmi cambiare idea– continua ad urlare –perche?– alzò la voce anche io –perche non sei nessuno– mi urla contro andandosene. *fine flashback* le lacrime cominciano a farsi sentire quando mi rivengono in mente quelle scene, –Diego qual'è la miacamera?– chiedo senza guardarlo e con un filo di voce –La prima porta a destra– mi risponde e con un flebile grazie inizio a correre verso la mia camera apro la porta la richiudo alle mie spalle, con la chiave e mi butto sul letto soffocando le lacrime e gli urli, iniziando a piangere mi rivengono in mente quelle immagini il sangue, le ferite, dio fa un male atroce, ripensare, non devo, smettila Martina basta, sei una ragazza forte, non abbatterti per quel coglione. "Toc Toc Toc" bussano, mi asciugo in fretta le lacrime e cerco di usare la voce più normale possibile –si?– chiedo –chicca tutto bene?– mi chiedono i miei fratelli premurosi –tutto benissimo– rispondo – si ah ah e quella voce rotta dal pianto?– chiede Fran – niente tranquilli sarà la tensione e lo stress, tranquilli– dico cercando di essere il più convincente possibile –okay, dai scendi che è pronta la cena– dice Diego –va bene cinque minuti e sono sotto– dico –fuori dalla porta c'è la tua valigia– mi dicono – okay adesso la prendo–rispondo, quando sento che sono scesi apro la porta prendendo la mia valigia, oggi non la metterò apposto la metterò domani, mi dico, prendo solo il beauty case e da li i miei trucchi, prendo il correttore e apro l'armadio in cerca di uno specchio e infatti lo trovò, mi passò il correttore sul viso e poi mi metto la matita nera e il mascara dello stesso colore, prendo dei jeans lunghi, scuri e una maglietta grigia lenta a maniche corte, apro la porta ed esco con il mio i-phone in manoscendo e vedo già tutti a tavola perciò mi affretto a sedermi anch'io, appena mi siedo arrivano Diego Francisco e Jorge con i cartoni della pizza li mettono al centro del tavolo e tutti ne prendono un pezzo, compresa io appena finisco il pezzo che ho nel piatto allungo il braccio per prendere l'ultimo pezzo di margherita ma anche un altra mano viene verso il pezzo di pizza, ci scontriamo e sento un brivido partirmi dalle dita della mano, alzo gli occhi e vedo Jorge, ritiriamo entrambi la mano quando lui fa –prendilo te tranquilla – –no prendilo– dico e lui – no davvero posso farne a meno tranquilla– dice guardandomi negli occhi –sicuro?– chiedo lui annuisce –grazie– dico –tranquilla– mi risponde sorridendo da un lato, formando una deliziosa fossetta, prendo il pezzo di pizza e lo mangio. finita la cena che abbiamo completato con dei deliziosi biscotti, mi alzò da tavola e dico –io vado in camera buonanotte– sento un "buonanotte" collettivo e mi dirigo in camera mia prendo il pigiama e mi cambio mi infilo sotto le coperte iniziando a pensare, ed è ora che i miei pensieri vengono interrotti da uno bussare sulla mia porta –si?– chiedo qualcuno entra e riconosco Jorge abbasso lo sguardo e dico –entra– lui fa come gli ho detto e si siede ai piedi del mio letto, io metto le gambe incrociate e la schiena addosso alla parete, un silenzio interminabile viene interrotto da lui –senti io credo che abbiamo iniziato con il piede sbagliato– dice che carino –credo che nessuno dei duepensa quello che ci siamo detti– continua – già– dico, lui si gira verso di me sorridendo e mi tende la mano –amici?– mi chiede, amici? boh –dov'è la fregatura?– chiedo, –nessuna fregatura– dice, sembra sincero, sorrido, alla fine tentare non nuoce no? – amici.– dico stringendo la sua mano e sorridendo

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