Cap.1
M.I.T.
Bruce
si strinse la cravatta e nascose il pupazzetto a forma di Godzilla
dentro la tasca della giacca nera. Passò accanto ad un palco
su cui erano
puntati una serie di riflettori rossastri.
"Tony,
fratellino, non ti allontanare" richiamò il ragazzino
davanti a sé.
Tony
saltellò sul posto sporgendo il capo, si portò la
mano davanti gli
occhi sgranati e si spostò verso sinistra.
“C'è
uno stand della tua scuola!” esclamò.
Howard
sospirò, indicò al maggiordomo un palco
illuminato sulla destra.
“Va
a tenermi i posti, Edwin. I Wayne vorranno vedere lo stand del
figlio”
disse.
Edwin
Jarvis annuì, accennò un inchino e
s'incamminò verso il palco.
Howard
si passò la mano tra i capelli, si mise alle spalle del
giovane
osservando il proprio figlio infilarsi tra la folla.
Bruce
si mise a correre dietro l'amico, evitò una donna e si
abbassò
schivando il braccio di un uomo.
Tony
passò sotto le gambe di un uomo, schivò una donna
e saltò su una sedia
vuota. Si sporse sulle punte, osservò la scritta al neon
della M.I.T. e guardò
il palco. Si voltò, sorrise a Bruce e indicò i
tavoli.
“Ci
sono anche cose tue?” chiese.
Howard
li raggiunse, socchiuse gli occhi assottigliando le labbra e si
sedette a tre posti di distanza dal figlio.
“Ogni
anno danno una borsa di studio a chi riesce a costruire uno specifico
progetto con i materiali a disposizione. Se ti siedi, rimaniamo a
guardare”
disse.
Bruce
arrossì e negò con il capo.
"Io
mi sono iscritto normalmente" ammise.
Un
uomo con un caschetto con una serie di elettroliti in testa
salì sul
palco, un ragazzo dietro di lui portava un computer.
Tony
sporse le labbra, sorrise e saltò giù correndo
verso il palco. Vi
salì, Howard sgranò gli occhi balzando in piedi e
vide il figlio mettersi in
fila.
"Tony!"
chiamò Bruce.
Un
uomo con in mano un microfono si avvicinò a Tony e si
piegò, il
conduttore aveva i capelli grigi e radi.
"Tu
cosa ci fai qui, piccolo?" domandò.
Tony
alzò il capo, e storse il labbro, aggrottando le
sopracciglia.
“Partecipo”
disse, con tono deciso.
Howard
uscì dalla fila di sedie, si fece spazio tra le persone
spintonandole e sporse il capo.
“Anthony!”
strillò.
Tony
incrociò le braccia, osservò gli altri
concorrenti e assottigliò le
labbra.
<
Quale sarà il progetto di quest'anno? > si chiese.
"Allora
mettiti in fila con gli altri" ordinò il presentatore,
avvicinandosi ad una ragazza con un progetto grande quanto il suo
addome a
forma di centrale nucleare.
Tony
si mise in fondo alla fila, sporse il capo guardando alcuni dei
materiali sul fondo della scena e vi si avvicinò.
<
Deve essere un progetto dell'energia, visto che ci sono una centrale
nucleare, un pc e dei modellini vari > pensò.
Prese
alcuni pannelli, li fece scivolare verso il basso con un tonfo e
afferrò la cassetta degli attrezzi. Howard si
fermò sotto il palco, vide il
figlio agganciare dei fili di rame ricoperti di plastica all'interno
del
pannello e corse dietro le quinte.
Bruce
si avvicinò al palco e si sporse, cercando di vedere Tony da
più
vicino. Un paio di genitori lo spintonarono avvicinando delle cineprese
al
palco.
Tony
attorcigliò con le dita sottili i fili tra loro,
alzò il capo vedendo
il volto del padre scuotere il capo e strinse i pugni voltandosi verso
Bruce.
Sorrise, si chinò sui pannelli e li unì con delle
sottili lastre di metallo,
strinse le viti e ricoprì i pannelli con della carta
trasparente bucherellata.
Agganciò le estremità dei fili che uscivamo dai
pannelli ad una batteria da un
lato e ad un magnete dall'altro. Prese i due pannelli, li strinse al
petto e si
portò nuovamente in fila.
Howard
si passò la mano tra i capelli grugnendo, si
voltò e notò Edwin; gli
indicò il palco ripetutamente. Il maggiordomo si
avvicinò, guardò Tony arrivare
fino al presentatore.
“…
E questo cos'è?” domandò l'uomo.
Tony
si sporse sulle punte, poggiò il pannello sul banco e
sorrise
dondolando sui talloni.
“Un
convertitore di energia. Tramite i conduttori, ed attraverso i
pannelli, posso convertire un tipo di energia a scelta in un altro
senza alcuna
diminuzione quantitativa né qualitativa”
spiegò.
Il
presentatore batté le palpebre, scrollò le spalle
e si chinò
allontanando il microfono.
“Come
ti chiami?” sussurrò.
Howard
si fece largo, afferrò la spalla del figlio.
“Tony!”
esclamò.
Lo
trascinò via, il presentatore si rizzò e sorrise.
“Il
progetto di Tony Stark, signori!”.
Ci
furono degli applausi, il presentatore sospirò e fece
scorrere la fila
avanti.
Howard
lasciò il bambino, lo guardò e socchiuse gli
occhi.
“Cosa
ti è saltato in mente, eh?” chiese.
Tony
abbassò il capo unendo le mani tra loro, mugugnò.
“Voglio
andare a scuola con fratellone Wayne” mormorò.
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