Due sopravvissute

di Crepuscolina13
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'incontro ***
Capitolo 2: *** Il terremoto ***
Capitolo 3: *** Confusione ***
Capitolo 4: *** Vivere o morire ***
Capitolo 5: *** Confessioni ***
Capitolo 6: *** istinto ***
Capitolo 7: *** Come una fenice ***
Capitolo 8: *** Finalmente a casa ***
Capitolo 9: *** Interrogatori ***
Capitolo 10: *** Una colazione in famiglia ***
Capitolo 11: *** Operazione cigno ***
Capitolo 12: *** Famiglia ***
Capitolo 13: *** Henry ***
Capitolo 14: *** Sorprese ***
Capitolo 15: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** L'incontro ***


Prima della lettura volevo dire che con questa storia non è mia intenzione né mancare di rispetto alle numerose vittime né ai parenti delle vittime. So che questo attentato è stata una grande tragedia, e non voglio specularci sopra. La mia storia è semplicemente un racconto SwanQueen che avviene in questo contesto. La storia avrà un lieto fine ma cercherò lo stesso di non sminuire la parte orribile di questa vicenda. Detto questo vi lascio alla lettura.

 

Capitolo 1: L'incontro

11 settembre 2001, 6:35 A.M

POV. REGINA

Uscì di corsa dalla porta, sbattendola violentemente per poi ritornare indietro ricordandomi di chiuderla a chiave.

Mi precipitai in macchina, e con molto attenzione uscì a retromarcia dal vialetto di casa mia, per poi imboccare la strada velocemente.

Ero in un ritardo immenso.

Lavoravo negli uffici per l'attività portuale di New York e New Jersey, che si trovavano nella Torre Nord del World Trade Center a Manhattan, ovvero all'opposto di casa mia.

Sfrecciavo per le strade velocemente, non potevo permettermi di arrivare in ritardo, macchiando così il mio impeccabile curriculum .

Cercai di recuperare il cellulare nella mia disordinata borsa che si trovava sul sedile accanto, mi distrassi per un secondo, ma furono sufficienti.

Quando i miei occhi ritornarono sulla strada mi trovai davanti una donna, frenai subito facendo così stridere i freni sull'asfalto, ma non fu sufficiente perché anche se pur con minore velocità colpì la donna che sbalzò a pochi metri di distanza.

-O mio dio!!- urlai, aprendo di colpo lo sportello per precipitarmi a soccorrere la donna.

-O dio è ferita???Mi dispiace immensamente!- urlai ancora, sperando con tutto il cuore di non averla uccisa.

- E che cavolo!- mugolò lei mentre io mi accovacciavo a terra per verificare le sue condizioni.

-Non si muova potrebbe avere qualcosa di rotto- suggerì io.

-Sto bene sto bene!- ripeté lei mentre lentamente si rimetteva in piedi.

-Ne è sicura? Se vuole l'accompagno all'ospedale- tentai ancora.

-No no non c'è né bisogno,piuttosto lei tenga gli occhi sulla strada mentre guida- rispose sgarbatamente fissandomi negli occhi.

La donna aveva degli splendidi capelli biondi,occhi verdi e avrà avuto una trentina di anni, purtroppo, in quel momento le sue labbra erano piegate a formare una brutta smorfia di rabbia.

-Si si ha ragione mi scusi, ma lei è spuntata all'improvviso e....-

-Spuntata all'improvviso??? Sono sulle strisce pedonali!!!!- mi interruppe lei furibonda.

-Signorine tutto bene?- ci chiese un signore anziano, seguito da un paio di persone preoccupate che avevano assistito alla scena.

-Si si non mi sono fatta nulla...o merda!- rispose la donna,esclamando poi alla vista del suo orologio.

-Cosa c'è!si sente male?- esclamai allora io preoccupata.

- No,no....ascolti facciamo così, io non la denuncerò solo se mi da una strappo al lavoro, ci sta?- propose la donna speranzosa.

Purtroppo anche io ero in ritardo, ma preferivo di gran lunga macchiare il mio curriculum che prendermi una denuncia e quindi accettai.

Velocemente salimmo in macchina ed io partì subito.

-E' sicura stia bene?- chiesi ancora, mantenendo però gli occhi fissi sulla strada per non ripetere l'errore.

-Si ho solo preso una botta al braccio, sicuramente mi ci verrà un livido ma nulla di che- ammise infine la donna, allora io rassicurata chiesi:

-Dove la devo portare?-

-Al World Trade Center-

-Davvero?? Anche io lavoro lì, che coincidenza!- esclamai sorpresa.

-Bè metà New York ci lavora, non mi sorprende la cosa- rispose la donna irritata, probabilmente ancora arrabbiata per l'incidente.

-Giusto....comunque piacere mi chiamo Regina Mills- dissi cercando di riappacificarmi.

-Emma Swan, il piacere non è tutto mio- rispose a tono la donna irritata.

-Mi scusi ancora!- dissi davvero molto dispiaciuta.

-Si dai la perdono, può capitare a tutti una piccola distrazione, semmai mi scusi lei il mio comportamento, ma stamattina sono un po' nervosa- disse infine la ragazza.

-Non si preoccupi- risposi felice

-Dammi del tu- propose lei

-Okay Emma- risposi io sorridente guardandola negli occhi, i suoi occhi erano così belli che mi ero come ipnotizzata, immersa nella profondità di quelle iridi.

-Regina riporta gli occhi sulla strada!- esclamò Emma all'improvviso, sgridandomi.

Io eseguì gli ordini,ma con la coda degli occhi continuai a guardarla e la vidi arrossire.

-Che lavoro fai?- chiese allora Emma per spezzare l'imbarazzante silenzio.

-Lavoro negli uffici del porto nella Torre Nord-

-Davvero?Anche io lavoro in quel palazzo! Come cameriera Al Windows on the World!- rispose felice Emma

-Quante coincidenze- risposi io altrettanto felice.

-Si dice che sia il ristorante più alto del mondo è vero?- chiesi poi.

-Oh si è magnifico! Dovresti andarci almeno una volta nella vita, il panorama è qualcosa di indescrivibile,toglie il fiato- rispose lei estasiata.

Il viaggiò proseguì normalmente e in silenzio finché Emma non lo interruppe.

-Hai un figlio?-

-Come?- chiesi confusa, come faceva a saperlo?

-Scusami non volevo farmi gli affari tuoi, ma ho visto la foto del ragazzo sul cruscotto e....- nel panico la ragazza cercò di giustificarsi in qualche modo.

-Oh tranquilla, si chiama Henry-

-E' un bambino molto bello complimenti- commentò Emma prendendo la foto tra le sue lunghe dita.

-Grazie- risposi felice.

-Ma non sei sposata..non porti la fede- domandò ancora lei curiosa.

In teoria avrei dovuto sentirmi infastidita dalle domande così intime di una sconosciuta ma in realtà non lo era, anzi mi piaceva parlare con lei.

-oh si hai ragione......vedi in realtà Henry è un bambino adottato- spiegai io.

-Ma dimmi di te, sposata? Fidanzata? Single?- chiesi allora per cambiare discorso, ma la verità era che ero molto curiosa di conoscere questa simpatica ragazza.

-Single- rispose soltanto.

Rimanemmo di nuovo in silenzio per un altro minuto quando Emma facendo una smorfia si toccò il braccio.

-Mi dispiace così tanto, come posso farmi perdonare?- chiesi dolcemente.

Ed Emma mi sorprese, era così diversa dalla ragazza che avevo investito poco tempo fa.

-Facciamo così, se mi fai arrivare al lavoro in orario sei perdonata- propose giocosa.

-E quando inizia il tuo turno?-

-Alle 7:10-

Bè considerando che il mio turno iniziava alle 7:00...e mancavano esattamente 5 minuti a quell'orario, io non potevo farcela ma Emma avrebbe potuto avere una speranza, così accettai e risposi dando gas.

Non so come, ma riuscimmo ad arrivare al World Trade Center in 10 minuti,avevo guidato veloce ma avevo anche prestato attenzione per non commettere altri incidenti.

Ogni volta che sterzavo e la velocità faceva fare brutti giri ai nostri stomaci Emma rideva, rideva come una bambina felice, non avevo mai sentito una risata più bella,gioiosa e contagiosa della sua e mi scappò detto e lei rispose con un timido grazie, arrossendo subito dopo.

Trovato parcheggio (sfida quasi impossibile) Emma scese dal veicolo e si appoggio al tettuccio.

-Tu sei una pazza, dovrebbero revocarti la patente!- esclamò ridendo, io ovviamente seguì le sue risate e risposi con un:
-Ma sei tu che mi hai detto di andare veloce!-

La sua risposta ovviamente fu una risata ma guardando l'orologio al suo posto il suo viso si trasformò subito in una faccia sconvolta.

-Regina forza abbiamo solo 5 minuti!- esclamò mettendosi a correre.

-Ma cosa stai facendo?

-Andiamo Regina corri!-

Io guardai dubbiosa i tacchi e il vestito elegante che indossavo e i miei capelli saggiamente sistemati , stavo proprio per dire che non avrei mai corso quando lei afferrandomi per una mano mi trascinò via, ed io, inevitabilmente corsi insieme a lei.

Sicuramente se Henry avesse visto sua madre in quello stato non l'avrebbe riconosciuta, ma la verità era che Regina si stava divertendo.

Eh già Regina Mills stava correndo come una pazza trascinata da un altra pazza bionda, tutti li stavano guardando stranamente ma a lei per la prima volta non importava, aveva occhi solo per gli splendidi capelli biondi della ragazza che riempiti dal vento diventavano ancora più belli, e per la forte stretta di una mano che stava stringendo la sua.

Entrammo nell'edificio correndo ancora ed Emma incurante di potersi schiacciare le dita, mise la mano libera tra le porte di un ascensore che si stava richiudendo e fortunatamente grazie a non so quale dio le porte si riaprirono e la mano di Emma fu salva.

- E poi sarei io la pazza?- chiesi ridendo senza fiato , e questo contribuì a far uscire dalla mia bocca un suono veramente sgradevole, Emma ovviamente non poté far altro che ridere ma tutte e due ci calmammo quando notammo che nell'ascensore avevamo compagnia, e quindi imbarazzate facemmo di nuovo scendere il silenzio in quella scatola di metallo.

Ci accorgemmo che le nostre mani erano ancora unite, così imbarazzate interrompemmo subito la stretta.

Man mano che l'ascensore saliva le persone scesero ai loro rispettivi piani e alla fine rimanemmo solo noi due.

-Tu ha che piano vai?- chiesi io

-107° e tu?- rispose lei

-65°- sarei scesa tra poco.

-Cosa hai da mangiare per pranzo?- chiese ancora lei con uno strano tono di voce. Trovai strana la domanda ma risposi lo stesso.

-Panino con pomodori e insalata perchè?-

-Stavo pensando che se vuoi potresti venire al Windows on the world, ti servirei io e fidati sono brava nel mio lavoro...e poi almeno mangeresti qualcosa di più salutare-

Fui spiazzata dalle sue parole, ma da una parte ne ero anche felice.

-Non fraintendermi..mi piacerebbe molto..ma ecco non penso di potermi permettere un ristorante di quel genere senza spendere un anno di stipendio- risposi imbarazzata, non volevo passare per una povera, ma dovevo pensare anche a mio figlio.

-Non preoccuparti, se ti fa piacere te lo offro io-

-Tu ?- chiesi sorpresa, non volevo offenderla ma non mi sembrava una persona eccezionalmente ricca.

-Si..vedi il proprietario mi deve un pranzo..-

-E tu cederesti a me un pranzo di quel genere..in un posto di quel genere?- chiesi a bocca aperta

-Si tanto io non so che farmene, passo intere giornate dentro a quelle stanze, sai che noia mangiarci pure?- spiegò divertita. Wow ero veramente senza parole

-Allora va bene..accetto volentieri- risposi ancora incredula.

-Perfetto- disse entusiasta guardandomi negli occhi, io ricambiai lo sguardo e sprofondai in quella marea verde ma ovviamente il Din dell'ascensore ci interruppe e le porte si aprirono, era arrivato il momento di scendere.

Uscì lentamente girandomi subito verso la bionda.

-Ciao Emma-

-A presto Regina- rispose lei pigiando i tasti per il suo piano

-A proposito, sei perdonata- aggiunse facendomi l'occhiolino.

E le porte si chiusero.

Rimasi davanti alle porte dell'ascensore con un sorriso scemo, cosa mi stava capitando?

Ripresa dal mio piccolo shock mi guardai intorno e la consapevolezza mi precipitò addosso come un secchio d'acqua gelata in inverno a -10 gradi.

Ero in ritardo di 10 minuti!

Corsi verso il mio ufficio, e entrata nella sede operativa tutti gli occhi furono puntati su di me.

Imbarazzata come non mai, mi diressi lentamente, cercando di mostrare la fierezza e il potere che mi avevano sempre accompagnato , verso l'ufficiò e aprendo la porta mi specchiai nel vetro.

Il perfetto e sempre in ordine caschetto di Regina Mills aveva qualche capello in disordine, sembrava un altra.

 

 

Salve a tutti,spero che il capitolo e l'idea piaccia.

Il primo capitolo doveva essere lungo 7 pagine di office, ma trovandolo troppo lungo l'ho spezzato in due,quindi l'aggiornamento veloce è assicurato.

Devo confessarvi una cosa, ho scritto questa storia per un motivo, non so chi shippare! *esclama tipo tragedia mondiale.* Amo sia Captain Swan che SwanQueen, e quindi dopo aver scritto una storia CS o deciso di scriverne una anche SQ.

Voglio però ribadire, visto che per me è una cosa importante, che non è mia intenzione speculare sul tragico accaduto.

Detto questo vi lascio, a presto.

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Capitolo 2
*** Il terremoto ***


Capitolo 2: Il terremoto

8:00 A.M

Dopo una mezz'oretta di intenso lavoro, Kathryn Nolan, la migliore amica di Regina bussò alla porta chiedendo il permesso di entrare.

-Ehi Regina cosa ti è successo stamattina?- chiese la donna per poi sedersi sulle comode poltrone davanti alla sua scrivania.

-Il finimondo Kathryne, tu non puoi capire!- risposi tragica, felice di raccontare tutto alla mia amica.

-Sono uscita di casa in ritardo, ho investito una pazza a cui ho dato un passaggio fino a qui , e ho fatto una mega figura di m**** con tutto l'edificio che non scorderò mai- mi lamentai raccontando.

-Wow, direi proprio che...aspetta hai investito una persona??- chiese l'amica sconvolta.

-Si, si, lo so, ma non è morta...per fortuna..- aggiunsi poi,rendendomi conto solo ora dei guai che avrei passato.

-Già..direi..e hai dato un passaggio a uno sconosciuto? Come ti è venuto in mente? Avrebbe potuto essere un maniaco..o peggio!- esclamò tragica l'amica,mettendosi le mani davanti alla bocca come se stesse recitando una soap opera.

-Primo..era il minimo che potevo fare per farmi perdonare il fatto di averla appena investita...e secondo...non aveva proprio l'aria di un maniaco...- risposi pensando a Emma.

-Se ne sei convinta tu...aspetta..è una lei?-

-Esatto si chiama Emma Swan e lo sai che lavora in questo stesso edificio? Eravamo in ritardo entrambe quindi ci siamo date una mano a vicenda, io col passaggio e lei...bè con una corsa...comunque quando si dice il destino...- spiegai ripensando agli avvenimenti di questa mattina.

-Wow, wow , Regina Mills frena l'entusiasmo- commentò l'amica maliziosamente, e io risvegliata dai miei pensieri chiesi.

-Ehm come scusa?-

-Niente..stavo solo dicendo che questa Emma Swan sembra aver lasciato il segno..-

-Kathryne che cosa dici!- esclamai irritata dalle insinuazioni della mia migliore amica.

-Oh andiamo Regina! Ti conosco meglio delle mie tasche, e l'ultima volta che ti ho visto così felice per qualcuno che non fosse me o Henry è stato almeno due anni fa!- spiegò l'amica convinta di aver ragione.

-Kathryne ma io non sono lesbica!- esclamai con ovvietà.

-E allora? Non puoi saperlo se prima non lo provi...- rispose l'amica allusiva.

-Kathryne!- esclamai portandomi le mani alle orecchie in modo teatrale.

-Suvvia Regina, siamo nel ventunesimo secolo, non è mica un reato!-

-Kathryne!- esclamai ancora una volta infastidita, ma questa volta non potei trattenermi dal ridere.

-Okay, okay, va bene, la smetto, tanto non la rivedrai mai più quindi- rispose l'amica sconsolata, alzandosi dalla sedia per tornare al suo lavoro.

-Bè in realtà..- dissi arrossendo visibilmente

-Cosa c'è che non mi hai detto?- chiese subito l'amica, rinvigorita di nuova speranza.

-Ecco..mi ha invitato a pranzo al Windows on the world, il ristorante in cui lavora...-

-Oh mio dio, e tu hai accettato? O cavolo !! Aspetta..quel Windows on the World?? il ristorante più esclusivo di tutta New York che si trova sopra le nostre teste?? Ma è ricca? No perchè tu non puoi permettertelo e ..aspetta ma tu hai accettato?- la sua amica con quelle semplici parole era andata completamente fuori di testa.

-Kathryne calmati, si ho accettato, si è quel ristorante e no non è ricca...aveva un pranzo gratis a disposizione e me lo ha regalato- spiegai divertita, la mascella della donna di fronte, a queste parole, si spalancò completamente e cadde a terra.

-Ti ha ...regalato ...un pranzo?- domandò l'amica balbettando.

-Si ..ha detto che tanto lei non lo avrebbe usato,non ci trovo nulla di male- spiegai confusa dallo sbalordimento della mia amica.

Kathryne a quelle parole si batté una mano in faccia e si lasciò andare sconsolata contro lo schienale della sedia.

-Regina sei veramente senza speranze-

-cosa ho fatto stavolta?- chiesi confusa.

-Secondo te una persona regala un pranzo in un ristorante così prestigioso ad una persona che ha conosciuto da poco e che per altro l'ha pure investita, solo per gentilezza?- spiegò l'amica con ovvietà, ma regina non seppe cosa rispondere.

-Te lo dico io allora, no non è normale! O questa Emma Swan è la persona più filantropica di tutta New York o ci sta provando con te-

-Non deve essere per forza queste due opzioni- brontolai io, infastidita da queste insinuazioni

-Ascolta ora io torno a lavorare, ma tu prima della pausa pranzo torna da me, questa conversazione non è finita- minacciò la donna scherzosamente

-Okay okay, ciao- e salutando Regina, Kathryne uscì dal suo ufficio lasciandola sola nei suoi pensieri.

8:30 A.M

Dopo la conversazione con la sua amica, regina testarda come pochi aveva rimosso completamente i pensieri su Emma Swan ed aveva lavorato come solo lei poteva fare, fino a quando qualcuno in uniforme non bussò alla sua porta.

-Si avanti- disse curiosa all'uomo in grembiule di fronte alla sua porta.

-Regina Mills?- chiese speranzoso l'uomo che guardandolo bene era più un ragazzino.

-Mi hai trovata- risposi gentilmente.

-Bene, questo è per lei- e il ragazzo entrando nell'ufficio posò sulla sua scrivania un bicchiere di caffè e qualche bustina di zucchero.

-oh..ehm grazie, ma da parte di chi è?- chiesi imbarazzata io

-Non lo so, io sono solo il facchino, ma credo che questa possa rispondere alle sue domande..con permesso- e consegnandole una lettera il ragazzo se ne tornò da dove era venuto.

Regina curiosa di questa sorpresa prese la lettera, ma vedendo che sopra il bicchiere erano incise le iniziali del ristorante più famoso di tutta New York , si fece già un idea del possibile mittente.

Ciao Regina.

Ti offro questo caffè per scusarmi del fatto di averti praticamente scroccato un passaggio.

Spero accetterai le mie scuse.

Ci vediamo a pranzo. A presto.

Emma.

E regina dopo aver letto il biglietto non poté più trattenere l'enorme sorriso che si dipinse sulla sua faccia

8:40 A.M

Dopo aver bevuto quel delizioso caffè Regina si era rimessa a lavorare, ma questa volta i suoi pensieri erano invasi da un volto femminile dotato di meravigliosi capelli biondi.

Era ritornata indietro col pensiero,agli avvenimenti da poco successi.

L'incidente, le risate, la corse, la chiacchierata con Kathryne e infine il caffè.

L'impeccabile e severa Regina Mills era confusa.

In un solo giorno aveva trasgredito a così tante di quelle regole che solo al pensiero le venivano i brividi, ma il bello è che si era divertita! Si era divertita e aveva riso come non mai.

Tutto questo grazie ad Emma Swan che, anche se cercava in tutti i modi di reprimere quel pensiero, non vedeva l'ora di rincontrare.

Impaurita dagli strani pensieri che gli affollavano la mente Regina scosse la testa e riportò i suoi occhi allo schermo del computer.

8:46 A.M

All'improvviso un enorme boato si diffuse nell'aria.

La stanza tremò,i vetri tremarono, la lampada appesa al soffitto ondeggiò e l'acqua nelle caraffe uscì dai bordi.

Sembrava che l'intero edificio stesse tremando.

-Terremoto! Tutti sotto ai tavoli!- gridò qualcuno.

Regina con il cuore a mille diede retta a quella persona e velocemente si rifugiò sotto il tavolo.

Guardandosi intorno notò che molti altri impiegati dell'Attività Portuali di New York e di New Jersey avevano avuto la sua stessa idea.

La scossa durò poco fortunatamente, ma per via di quelle di assestamento Regina rimase per sicurezza sotto il tavolo.

All'improvviso la luce andò via e qualcuno emise qualche urletto.

Dopo vari secondi, tremolando, la luce ritornò.

-State tutti calmi, vado a informarmi sull'accaduto, voi rimanete sotto i tavoli- disse il capo del piano incamminandosi verso le scale, visto che gli ascensori era meglio non usarli.

Passarono cinque minuti ma l'uomo non tornava.

Qualcuno impazientito usci da sotto il tavolo e si incamminò alle scale per cercare lui stesso informazioni.

Si sentì un fischio acuto e una voce fastidiosa parlò all'altoparlante che si trovavano in ogni piano.

“Signori e signori, vi preghiamo gentilmente di lasciare i vostri piani e recarvi fuori dall'edificio in ordine e con calma, questa non è una simulazione, ripeto non è una simulazione”

Ovviamente alla faccia della calma e dell'ordine le persone si precipitarono alle scale per fuggire dal piano.

Io attenta a non trasgredire altre regole mi incamminai lentamente quando dalle scale che portavano al piano superiore scese un uomo su una cinquantina d'anni.

Aveva il viso insanguinato e zoppicando si teneva un braccio.

-O mio dio, venga signore, la aiuto- esclamai subito, mettendogli un braccio intorno alla vita per sostenerlo.

-Cosa le è successo?-

-Scappi finché può, fugga da questo posto!- esclamò l'uomo sconvolto.

-Si calmi, mi spieghi con calma cosa le è successo-

-Mi trovavo al 91° piano quando,per via del terremoto o quel che diavolo sai stato, le scale per il 92°sono crollate! Praticamente ogni via di fuga è distrutta-

-Cioè lei mi sta dicendo che tutte le persone dal 92° piano in su sono intrappolate in questo edificio??- chiesi sconvolta

-Esatto, ma ora andiamo prima che capiti la stessa cosa a noi!- ripropose l'uomo.

-No no..non posso venire!- esclamai sconvolta

-Ma cosa dice signora?-

-Mi dispiace, devo andare, ce la fa da solo no?- chiesi all'uomo salendo il primo scalino.

-Si si- e prima di scappare via l'uomo aggiunse - è un suicidio!-

Io non risposi e cominciai a salire le scale per il 66° piano.

Misi da parte il terrore e la paura e riempì il mio corpo di determinazione e adrenalina.

Non sapevo cosa avrei fatto una volta arrivata, ma non me ne sarei stata con le mani in mano.

E solo allora compresi che la donna intrappolata al 107° piano forse non mi era poi così tanto indifferente.

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Come promesso ho aggiornato presto. Grazie a tutti quelli che hanno inserito la storia nelle preferite, ricordate e seguite e ovviamente anche le persone che hanno recensito.

Kathryn forse potrebbe essere un po' diversa dalla serie tv,il motivo è perché io la vedo così, insomma la trovo simpatica e dopo il fatto della lettera scritta a David per dirgli di mettersi con Mary Margaret nella 1S credo sia anche buona.

A presto.

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Capitolo 3
*** Confusione ***


Capitolo 3:Confusione

8:55 A.M

Arrivata al 85° piano non ce la feci più e mi lasciai cadere per terra, prendendo dei bei respiri.

Avevo fatto tutte le rampe di scale di corsa ed ora ero veramente morta.

Mi concessi un minuto di pausa nel quale l'edificio tremò un altra volta, mi coprì la testa con le mani per ripararmi da eventuali detriti che fortunatamente non ci furono.

La scossa finì , ma dopo un secondo le scale ricominciarono a tremare.

Se aguzzavo gli orecchi riuscivo a sentire le moltitudini di sirene che si trovavano in strada.

Facendo questo cominciai a sentire anche delle specie di voce di sottofondo, come un cigolio continuo, mi concentrai meglio sullo strano suono quando capì.

Il mio viso si riempì di shock quando accostai il suono a lamenti umani.

Persone che gridavano aiuto.

Con l'adrenalina in circolo mi rimisi subito in piedi per percorrere gli ultimi sei piani rimasti ma al 89° andai a sbattere contro una persona che logicamente stava scendendo.

-Cosa ci fai tu qui??!Scendi!Scendi!- mi urlò l'uomo,spingendomi indietro per farlo passare.

-No ! NO!io devo andare su!- urlai sconvolta.

All'improvviso le sirene anti-incendio cominciarono a suonare e dal soffitto piovve acqua rendendo le scale scivolose.

L'uomo sotto shock mi prese per un braccio e mi trascinò con se.

-Fermati!Fermati!- esclamai dimenandomi.

-Tu non capisci su c'è solo la morte- mi urlò contro per sovrastare il rumoroso suono della sirena.

-No tu non capisci una mia amica...-

-La tua amica ormai sarà sicuramente morta!- mi urlò l'uomo fermandosi per farmi entrare bene in testa quelle parole.

-Ma no...per un terremoto no...- cercai di balbettare qualcosa.

Il mio cervello stava scoppiando.

La corsa sfiancante, le sirene spacca udito, l'acqua che mi entrava negli occhi, quest'uomo che mi stava rapendo o forse mi stava solo salvando, Emma che forse era morta..non ce la facevo, stavo per scoppiare.

-Un terremoto??? NO! Un aereo ci si è schiantato addosso!-

-Cosa??!- urlai sconvolta.

-Si! Un aereo! Ma ora andiamo forza!- urlò l'uomo per farsi sentire.

A quel punto mi lasciai trascinare inerme, in fondo quell'individuo mi stava praticamente salvando la vita.

Mi chiusi nel mio mutismo e prestai attenzione sola ai miei piedi, per non scivolare sui gradini umidi.

Non potevo crederci, Emma era morta.

Non avrei più rivisto i suoi capelli, i suoi occhi, il suo sorriso....la sua risata.

Non poteva essere vero, proprio ora che stavo cominciando a capire quanto in realtà tenessi a lei..

Ma non c'era più nessuno a cui voler bene.

Lei era morta.

Ogni tanto, mentre scendevamo, il palazzo tremava ancora.

Le sirene continuavano a suonare, ero sicura che i miei orecchi prima o poi sarebbero sanguinati.

Più scendevamo più persone si univano a noi e man man la nostra fuga rallentò visto che le scale erano piccole, non adatte a contenere una così gran quantità di persone.

9:05 A.M

A circa il 70° piano sentì un gran vociare provenire dalla folla davanti, sembravano proteste.

Vidi qualcuno spintonare la folla per farsi strada, ma la cosa strana era che questa persona stava procedendo nel verso opposto.

Saliva e non scendeva.

Della vana speranza cominciò a riempirmi il corpo quando intravidi una chioma bionda.

Mi fermai impietrita, ma il signore continuava a tirarmi per un braccio, ma questa volta fu diverso, perché spazientito dalla mia voglia di morire mi lasciò da sola mormorando un “ cavatela da sola allora”.

La folla mi superò e mi ritrovai in fondo e quando finalmente vidi il viso della persona che saliva scoppiai a piangere.

Rilasciai lacrime che prima avevo trattenuto e non controllando i miei gesti mi buttai fra le braccia di Emma che sorpresa di vedermi, contraccambiò l'abbraccio.

-Regina cosa ci fai tu qui?!- esclamò la bionda, una volta interrotto l'abbraccio.

-Ero venuta a cercarti e ...Emma tu eri morta- esclamai sconvolta.

Emma sembrò capire che in quel momento ero sotto shock, così mi riabbracciò mormorando un “sono viva”.

La sirena si interruppe e con quello anche l'acqua che pioveva dal soffitto.

Standole così vicina riuscì ad assaggiare il suo dolce profumo,i suoi capelli sapevano di lavanda, sentì la consistenza dei suoi bracci, tonici e muscolosi e la piacevolezza della sua giacca di pelle rossa che indossava.

Concentrandomi su questi pensieri mi ripresi in fretta, prendendo possesso delle mie facoltà mentali.

-Emma come hai fatto a salvarti?-

-Potremmo dire un gran bel colpo di fortuna, nel momento dell'accaduto mi trovavo nei magazzini per delle scorte di caffè,altrimenti anche io mi ritroverei lassù, ma ora forza dobbiamo andare!- esclamò sicura, la guardai in volto, non sembrava minimamente sconvolta, anzi era così sicura di sé che trasmetteva un senso di pace pure a me.

-Dove vuoi andare?-

-Al ristorante, là ci sono dei miei amici e...- ma io la bloccai.

-Emma..- sussurrai timorosa della sua reazione.

-Dal 92° in su non c'è via di fuga, le scale sono crollate e ...-

-No!NO!- esclamò una volta che ebbe compreso bene le mie parole.

-Emma calmati, dobbiamo scendere!- gli dissi trattenendola per i polsi.

Non so perché ripetevo così spesso il suo nome, ma aveva come la capacità di calmarmi.

-No tu non capisci! Lassù c'è Ruby, è come una sorella per me e...- vedendo che stava per andare nel panico cercai di aiutarla.

-Okay,okay, va bene, la salveremo- dissi sicura di me.

Era come se in pochi minuti la situazione si fosse invertita, io quella coraggiosa ed Emma quella sotto shock.

-Dici davvero?- chiese dolcemente.

-Si ma le scale sono andate, conosci qualche altro modo per salire?- gli chiesi preoccupata.

Entrambe eravamo fradice, e il freddo cominciava a farsi sentire.

Emma scosse la testa schizzando acqua da tutte le parti per poi cominciare a piangere ed accasciarsi a terra.

Cavolo! Emma era andata, ma non volevo ricorrere al tipico schiaffo ritorna in te.

Mi inginocchiai anche io insieme a lei, le strinsi i bracci prendendogli il mento con una mano per portare i suoi occhi ad incrociarsi con i miei.

Occhi scuri contro occhi chiari.

Ci scrutammo intensamente per un minuto.

Feci dei sonori respiri per aiutarla a calmarsi.

Lei mi imitò e in poco tempo si calmò.

-Adesso sei calma?- chiesi piano.

-Si si ci sono- rispose lei smettendo di piangere.

-Bene, adesso pensa a un altro modo per salire, qualunque cosa andrà bene-

La vidi concentrarsi per bene e poco dopo della speranza apparve sul suo volto.

-Ma certo il montacarichi! Al 50° piano c'è un piccolo bar collegato al nostro grazie a un montacarichi!-

-Perfetto! Andiamo allora- esclamai felice.

Mi misi in piedi tirando con me anche lei.

-No Regina! Tu vai pure, non conosci neanche Ruby e non dovresti rischiare la vita per una sconosciuta- mi disse lei convinta.

Finalmente la vera Emma era ritornata fra noi.

-No ascolta non ti lascio da sola ok? Siamo entrate insieme in questo edificio e ne usciremo insieme!- riposi determinata guardandola negli occhi.

Tutto questo era strano, insomma cosa cavolo stavo facendo?

Invece ti tornare a casa dal mio Henry me ne stavo qui, con una persona conosciuta solo stamattina a rischiare la vita? Ma era più forte di me, non potevo lasciare Emma così, dovevo saperla al sicuro ora che era viva.

Si perché quando pensavo fosse morta dentro di me era comparso il vuoto, vuoto identico a quello che avevo provato due anni fa, alla morte di Daniel, il mio povero Daniel.

Non sapevo se fossi lesbica o eterosessuale o altre di questi termini etichette, però sapevo e ormai non potevo più negarlo che ero attratta da Emma.

Avevo avuto il famoso colpo di fulmine, e per la prima volta mi ritrovai a ringraziare il mio incidente che me l'aveva fatta conoscere.

-Okay allora grazie!- rispose Emma interrompendo i miei pensieri.

Ora che avevo accettato i miei sentimenti, non soffermarmi a lungo sul suo volto divenne una vera impresa.

-Dai andiamo!- proposi dolcemente, indicando con la testa le scale.

Lei annuì e con mia sorpresa mi prese per mano ma io di certo non mi tirai indietro, anzi.

La sua pelle era così liscia e morbida che era un vero piacere per me stringergliela.

Ci incamminammo per le scale, lei per prima e io di seguito.

-Allora parlami un po' di questa Ruby, in fondo voglio conoscere chi sto salvando- chiesi ironica, per sdrammatizzare un po' la situazione in cui ci trovavamo.

-Si chiama Ruby Lucas ed è la mia migliore amica, ma ormai è come se fosse una sorella per me- rispose continuando a scendere i gradini.

-Da quanti anni siete amiche?-

-Credo praticamente dalla nascita..vedi io sono cresciuta in orfanotrofio ed è lì che l'ho incontrata, da allora non ci siamo più separate-

-Che bella cosa- ma poi aggiunsi subito dopo -cioè il fatto della lunga amicizia, non dell'orfanotrofio-

Emma emise una fragorosa risata che per un attimo mi fece dimenticare la situazione in cui mi trovavo, la sua risata era veramente magica, un toccasana per tutti i pensieri più cupi.

Grazie alla nostra chiacchierata 20 piani di scale passarono in fretta, e finalmente arrivammo al 50° piano.

Sempre con le mani unite, Emma mi guidò verso il bar.

Sembrava che il piano fosse disabitato.

Non c'era nessuno, ed è per questo che quando passammo davanti a una porta ci sorprendemmo.

Una ventina di persone era accalcata lungo le grandi finestre.

Curiose ci avvicinammo anche noi.

Trovammo un posto vuoto per sbirciare qualunque cosa attirasse così tanto l'attenzione di quelle persone.

Emma emise un lamento.

Io mi coprì la bocca con le mani per soffocare un urlo.

La Torre Sud era in fiamme.

-------

Sorpresa!Emma non è morta!

La storia comincia a essere un po' movimentata. Non so se ho reso bene la drammaticità della cosa, spero di si. Ho immaginato che comunque le persone non avessero subito capito che si trattasse di un attentato, ecco il perché del terremoto.

Finalmente Regina ha ammesso di essersi innamorata di Emma, ringraziamo i colpi di fulmine! Spero che gli orari e i molti numeri dei piani non creino confusione ma sono necessari alla storia, per capire bene il dove e il quando.

Grazie mille a tutte le bellissime recensioni che mi avete lasciato e a presto.

P.S. Vi anticipo che il prossimo capitolo sarà pov. Emma.

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Capitolo 4
*** Vivere o morire ***


Capitolo 4:Vivere o morire

POV.EMMA

9:20 A.M

Non era possibile!

Tutto questo doveva per forza essere un sogno.

Questo macabro spettacolo non poteva essere vero.

Dalla torre si ergeva un'alta colonna di fumo provocata da un vasto incendio che si sprigionava dai piani alti della torre Sud.

-Com'è possibile? Un altro aereo?- chiese una donna dalla folla.

-Un altro?- ripetei confusa, di cosa stavano parlando?

-Si Emma, anche questo edificio è stato colpito da un aereo- mi rispose Regina con un filo di voce guardando sconvolta l'incendio.

-Non può essere stato un incidente- commentò un uomo.

-Sono d'accordo- rispose un altro.

-Allora cosa può essere stato?- chiesi io agli sconosciuti.

-Secondo me sta iniziando la terza guerra mondiale- propose uno.

-Non dire sciocchezze August!- lo rimproverò un uomo anziano.

-Secondo me è stato un attentato- propose una donna.

-Potrebbe essere- concordai io.

-Chi potrebbe averlo fatto?- chiese ancora la donna, ma questa volta non badai alla risposta.

I miei pensieri erano concentrati sulla donna che mi stava accanto.

Alcune lacrime erano sfuggite ai suoi occhi e io come spinta da qualche forza estranea mi avvicinai e le raccolsi, asciugandole il viso.

-Regina non piangere-

-Emma non posso fare a meno di pensare a tutte quelle persone...come può qualcuno commettere qualcosa di così atroce- mi disse con voce lieve.

-Non lo so..- e questo fu tutto ciò che riuscì a pronunciare.

-Così tante persone con famiglie, figli, sogni, speranze....noi avremmo potuto essere al loro posto- continuò lasciando cadere altre lacrime.

A quel punto la strinsi per i bracci facendo rincontrare di nuovo i nostri sguardi.

-Regina tu hai ragione ma non serve a nulla piangersi addosso, adesso l'unica cosa che possiamo fare è lottare con tutte le nostre forze per rimanere vive, solo così onoreremo la memoria di tutti questi innocenti, diventando ciò che loro non hanno potuto essere...due sopravvissute- dissi concretizzando con parole ciò che proveniva dal mio cuore e grazie a queste Regina si calmò.

All'improvviso un'altra scossa fece tremare il palazzo e la luce andò via definitivamente, per fortuna dalle enormi vetrate entrava una quantità di luce sufficiente per muoversi nelle stanze.

Grazie a questo la folla incantata di fronte alla tragedia si diradò o per meglio dire scappò.

Solo io e Regina rimanemmo nel piano e ancora una volta cercai di farla desistere.

-Regina vai anche tu davvero, apprezzo il gesto ma è ora che tu te ne torni da Henry, fallo per lui-

- Ma è proprio per lui che lo faccio, cosa penserebbe se sapesse che sua madre aveva l'opportunità di salvare una vita ma ha preferito scappare? E come potrei io guardarmi ancora allo specchio sapendo di non aver fatto tutto il necessario per salvare un innocente? Quindi Swan chiudi il becco e andiamo a salvare Ruby- rispose sicura con quel suo tono autoritario.

Wow quella donna era veramente indescrivibile.

Mi commossi ma non so come riuscì a trattenere le lacrime.

Non risposi e prendendola per mano continuammo la nostra missione.

Era strano come solo un così piccolo contatto potesse regalarmi una così vasta gamma di emozioni.

Col pensiero ripercorsi tutti gli avvenimenti di questa pazza mattina.

Certo avrebbe potuto uccidermi, ma adesso mi ritrovavo a ringraziare il fatto che Regina mi avesse investito, altrimenti non l'avrei mai conosciuta.

Certo all'inizio ero arrabbiata, ma poi grazie a quel piccolo viaggio l'avevo osservata e me ne ero come infatuata.

Ero da poco uscita da una complicata e burrascosa relazione con la mia ex ragazza, Elsa, e mi ero ripromessa che sarebbero passati anni prima di intraprenderne un'altra, eppure Regina mi aveva fatto ricredere.

Era strano, ma sentivo come se qualcosa di misterioso per non dire magico mi attirasse a lei.

Certo era di una bellezza come poche, con i suoi neri capelli ordinati che le circondavano il viso in un modo impeccabile, i suoi occhi profondi e la sua bocca morbida e delicata, ma non era questo che mi attirava di lei.

Era come se un aura scura e grigia la circondasse, i suoi occhi esprimevano una profonda tristezza, i suoi occhi erano un grido di allarme, un grido che trasmetteva un solo segnale “salvatemi”, ed io volevo essere la sua salvatrice.

Quando, grazie alla corsa, l'avevo sentita ridere era stato per me come un fulmine a ciel sereno.

La sua risata era ufficialmente entrata a far parte delle mie droghe, droga con la quale non avrei potuto resistere senza, e per questa l'avevo invitata a pranzo.

Era strano dirlo ma era grazie a lei se ora mi trovavo qui, in piedi, con un cuore pulsante in petto...viva.

Infatti la mattina pensando a lei e al pranzo che mi attendeva non avevo fatto altro che combinare casini a lavoro.

Avevo offerto un caffè a Regina e fin qui nulla di male, purtroppo avevo usufruito del facchino del ristorante che pochi momenti dopo sarebbe servito ad aiutare una coppia di ricchi e facoltosi clienti.

Ma non fu solo quello, ruppi un bicchiere, poi misi del sale al posto dello zucchero in un caffè e poi ruppi ancora un altro bicchiere, e così il capo mi mandò a riordinare il magazzino nei piani sotto terra, e fu per questo quindi se mi salvai.

Dovevo a Regina la mia vita.

Ed ora lei voleva rischiare la sua vita per salvare Ruby, persona che neanche conosceva.

Pensando di nuovo a questo fui invasa da una voglia pazzesca di poggiare le mie labbra sulle sue, ma fortunatamente riuscì a dominarmi.

Insomma per me era normale essere attratta da una donna, ma lei come avrebbe reagito?

E poi ora, con tutto il male che stava accadendo intorno a noi non mi sembrava proprio il caso.

Così allontanando questi pensieri mi concentrai su Ruby e condussi Regina al nostro obbiettivo.

Appena lo vidi mi ci precipitai lasciando indietro Regina che mi raggiunse subito.

-E' questo il montacarichi?- chiese speranzosa, e io risposi con un felice -Si!-

-E' grande abbastanza per una persona ma non è un problema, tu rimani qui e quando vedi questa lucina illuminarsi pigia quel bottone- spiegai mostrandogli i comandi.

-Sarà il segnale che il montacarichi è pronto a scendere, prima verrà Ruby, poi appena la farai scendere devi pigiare quest'altro bottone che serve per farlo salire e poi rifai il procedimento inverso, tutto chiaro?- chiesi spiegando ancora.

-Chiarissimo- rispose lei convinta.

Aprì l'accesso al buco nel muro, ma prima di infilarmici guardai negli occhi Regina.

-Grazie mille Regina, non so cosa avrei fatto senza di te-

-Di nulla Swan-

-Ti piace chiamarmi col mio cognome eh?- chiesi per alleggerire l'atmosfera.

-Se è per quello mi piace anche il nome- rispose lei colorando subito dopo le sue guance di rosso.

Io non risposi , ma sul mio volto comparve un sorriso, forse qualche speranza ce l'avevo.

Mi infilai nel montacarichi pronta per la missione.

Regina si avvicinò al pulsante augurandomi buona fortuna, ma prima che avesse la possibilità di pigiarlo il mio telefono squillò.

Lo presi in mano e quando vidi il nome del mittente risposi subito.

-Ruby sei tu?- chiesi speranzosa mettendo il vivavoce così che anche Regina potesse ascoltare, in fondo era lei la persona da salvare.

“Si Emma”

-O dio, sei viva? Come stai?-

“Si sono viva”

-Bene, non muoverti di lì, sto venendo a salvarti-

“Emma cosa stai facendo? Fermati!” e dalla sua voce riuscì a captare che qualcosa non andava.

-Ma cosa dici io..-

“Emma tutte le vie di uscita sono bloccate, sono intrappolata quassù”

-No no ascolta,sto arrivando con il montacarichi e..- ma lei mi interruppe un altra volta.

“I vigili del fuoco ci hanno contattato Emma...hanno detto che è stato un attentato, qualcuno ha dirottato due aerei per distruggere le Torri Gemelle...” il suo discorso fu un interrotto da un pianto.

“L'aereo sotto di me ha distrutto tutto, non ci sono vie di fuga”

-Cosa vorresti dire?- chiesi sconvolta, con già alcune lacrime che mi scendevano sulle guance, avevo capito benissimo cosa voleva dirmi Ruby, ma fingevo di non crederci...non poteva essere vero..non doveva essere vero.

“I pompieri ci hanno fatto le loro scuse ma per noi non c'è salvezza”

-No!- esclamai ormai in preda alle lacrime.

Regina senza fiatare mi si avvicino mettendo un suo braccio intorno alle mie spalle per conforto ed io sfinita mi appoggiai a lei.

“Emma per favore non fare così” pianse mia sorella.

“Si è sprigionato un incendio giù, e presto raggiungerà anche noi...” prese un respiro e poi continuò.

“Io non voglio morire bruciata!” urlò sconvolta dalle lacrime.

-Ruby non lasciarmi- supplicai con un filo di voce

“Seguirò l'esempio di molti..morirò libera, come ho sempre voluto”

-Di quale esempio stai parlando?- chiesi scioccata in preda ad un oceano di lacrime.

“Volerò Emma, sai che bello? Potrò vedere tutta New York”

Ruby era speciale, stava morendo, stava raccontando il modo in cui sarebbe morta eppure manteneva ancora la sua vena ironica, come faceva ad essere così forte?

E all'improvviso ebbi chiaro la sua idea di morte, Ruby voleva buttarsi dal grattacielo per sfuggire alle fiamme, no non era possibile...tutto questo doveva essere uno scherzo vero? Vero?

-No Ruby ..come farò senza di te- supplicai incapace di ragionare.

“Sei forte puoi farcela, vivi per me, ogni cosa che farai da qui in poi vivila anche per me okay? Fai quel viaggio in barca di cui avevamo sempre parlato e...butta le mie ceneri in mare...sarò libera” disse Ruby piangendo, esprimendo così le sue ultime volontà.

“Fai questo per me, vivi, non sprecare la tua vita, vivi di delusioni che di rimpianti, fallo per me..vai da quella Regina di cui mi hai parlato e buttati..”

Ero così triste, addolorata, sconvolta che non mi curai del fatto che anche Regina stesse ascoltando la conversazione.

-Lo farò, te lo prometto- risposi cercando inutilmente di asciugarmi le lacrime

“Ti voglio bene Emma, sei sempre stata come una sorella per me”

-Anche io te ne voglio, te ne vorrò sempre cappuccetto rosso- risposi con il cuore in mano, usando il suo vecchio soprannome.

“Addio Emma, ti voglio bene e ricorda..vivi...addio” e detto questo attaccò.

Rimase solo silenzio.

Silenzio interrotto dalle mie urla.

-NO!! NO!NO! Ruby No...per favore no- gridai accasciandomi a terra.

Piansi, urlando il suo nome.

Portai le mie mani sopra al mio cuore, se solo avessi potuto strapparmelo per non sentire più nulla.

Il mio cuore ormai si era rotto in centomila pezzettini.

Non avevo nessuno..genitori..amici ..parenti...Ruby era tutto quello che avevo, come avrei potuto vivere ancora?

Ma lo avrei fatto per lei, per onorare la sua memoria, non avrei sprecato la mia vita.

-Emma mi dispiace così tanto- mi sussurro Regina piangendo.

Anche lei si era accasciata con me per terra.

Mi strinse a se accarezzandomi i capelli per coccolarmi.

Io mi abbandonai a lei, poggiando il viso sul suo petto, respirando il suo profumo impeccabile,e nel momento in cui il mio pianto sembrò essersi calmato, un nuovo ricordo di Ruby mi invase, e le lacrime, prepotenti, ritornarono.

9:35 A.M

Passarono cinque minuti.

Le lacrime smisero, ma il mio sguardo apatico rimase incollato alla finestre perso nella vastità del cielo.

Non potevo credere che mia sorella fosse morta.

Un'altra carezza mi passo sui capelli e così mi decisi a riportare il mio sguardo in quella profondità nera.

Anche lei aveva pianto, mi aveva consolato come meglio poteva.

Entrambe eravamo ancora stese per terra quando un'altra scossa fece tremare tutto.

-Emma non vorrei ma...adesso dobbiamo andarcene- mi disse lei dolcemente accarezzandomi una guancia ed io non potei fare a meno di appoggiare il viso al palmo della sua mano.

Stetti un secondo immobile per godermi quel piccolo contatto.

Poi con un balzo mi tirai su.

Una volta in piedi mi asciugai le ultime lacrime rimaste ed aiutai Regina ad alzarsi.

-Hai ragione, dobbiamo andarcene- acconsentì io.

-Stai bene?- di solito quella era la banale e stupida domanda che tutti ti porgevano, ma detta da lei, assumeva tutt'altro aspetto.

-Male, ma adesso non è il momento di essere triste, dobbiamo salvarci e tu ritornerai da Henry sana e salva..è una promessa- dissi sicura.

Ormai come da abitudine la presi per mano conducendola verso le scale.

In questo momento avevo un solo pensiero in testa.

Vivi.

---

Wow, mi sono quasi commossa io stessa a scrivere questo capitolo,ci ho messo tutta me stessa, quindi spero vivamente che vi sia piaciuto.

Bè che dire Ruby è morta ma quel giorno sono morte 2.752 persone quindi in confronto non è nulla.

Ma allegria anche Emma ha ammesso nei suoi pensieri di essersi innamorata di Regina, quindi presto, si spera, ci sarà la dichiarazione ad alta voce.

Io amo Elsa e Emma come Brotp, ma qui il ruolo di Elsa mi è sfuggito di mano XD

Grazie di tutte le recensioni e a presto.

 

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Capitolo 5
*** Confessioni ***


Capitolo 5: Confessioni

Pov.Regina

9:37 A.M

Ero come privata da tutte le mie forze.

La morte di Ruby aveva sconvolto pesantemente anche me.

Mi sentivo triste, ma mi sentivo ancora più triste per Emma.

Insomma non aveva neanche potuto piangere la sua amica perché adesso bisognava essere coraggiose per sopravvivere a tutto quell'inferno, non potevamo permetterci di essere distratte.

Osservai la mia mano stretta in quella di Emma e arrossì, ma facendolo mi sentì in colpa.

Come potevo pensare all'amore, una cosa così bella in un luogo così brutto? Mi sentivo in colpa ad essere felice mentre così tante persone morivano ogni secondo.

Si perché durante la chiamata Ruby mi aveva nominato, quindi Emma le aveva parlato di me e in positivo, forse allora anche lei era attratta da me.

Ma comunque oggi questi pensieri erano proibiti, insomma una dichiarazione in un palazzo bruciante non era proprio il massimo...e poi..no mi sarei sentita così in colpa...

Però Ruby aveva detto di vivere, quindi in realtà se avessi parlato con Emma non ci sarebbe stato nulla di male perché comunque avrei vissuto ma...no basta! Prima saremmo uscite vive da questo palazzo e poi...

Ma qualcosa interruppe i miei caotici pensieri.

Fuori dalla finestra caddero alcuni detriti dei piani superiori in fiamme..pezzi di metallo, una marea di fogli ed anche una persona, ma non ebbi modo di concentrarmi sull'aspetto macabro della situazione perché uno di quei pezzi di metallo, non so come, forse spinto da folate di vento ruppe un vetro entrando nel 50° piano.

L'oggetto fu fermato da una colonna in cemento che sosteneva il soffitto, ma l'urto fu così violento che la colona si ruppe sollevando così una marea di polvere e facendo cadere qualche pannello dal soffitto.

Emma con i riflessi pronti si scansò ma io rimasi immobile.

Ero impietrita dopo aver visto quella persona..quel cadavere cadere nel vuoto come se nulla fosse, provai anche un conato di vomito a capire che quella era la stessa fine della povera Ruby.

Quindi distratta da questi pensieri non mi spostai e buona parte della colona mi cadde addosso.......

….......

9:39 A.M

Buio...Silenzio...Grida..

-..ina!..-

-..eg...-

Mi portai una mano all'orecchio sentendo subito qualcosa di appiccicoso e umido...sangue..

L'udito piano piano si alzò...come il volume di una radio.

L'unica parola che il mio cervello riuscì ad elaborare fu.. -Emma!-.

Purtroppo per via dell'udito danneggiato non mi seppi controllare e urlai il nome della bionda.

-Regina!- sentì urlare.

-Emma!- urlai anche io.

-Come stai?- urlò preoccupatissima lei.

Ero stesa con la schiena sul pavimento, provai a muovere le gambe ma non ci riuscì, qualcosa le bloccava.

Sopra la testa avevo qualcosa di imprecisato ma che fortunatamente mi permetteva di respirare, solo le braccia erano libere di muoversi e così sventolai una mano che fu subito avvolta da un calore, calore che riconobbi essere la stretta forte e rassicurante di Emma.

-Regina sono qui-

-Emma- ripetei rassicurata.

La mia Emma stava bene, era viva ma soprattutto era qui con me.

-Si sono qui, sei ferita?- chiese dolcemente.

-Non lo so, non credo, ma ho qualcosa che mi blocca le gambe e la testa- risposi agitata.

-okay, rimani immobile- e io feci come mi aveva detto.

Qualche granello di polvere mi casco negli occhi facendoli lacrimare e subito dopo sentì un urlo di fatica proveniente da Emma e poi vidi la luce.

Per qualche secondo la luce mi diede noia ma Emma capendolo si parò davanti.

Ora il viso di Emma era contornato da luce e i suoi capelli sembravano essere fatti d'oro, sembrava un angelo.

L'angelo rimosse completamente il pannello che mi copriva la testa.

-Tranquilla ti tirerò fuori- mi disse guardandomi negli occhi ed io mi ci persi dentro.

Cercai di annuire ma non ci riuscì bene, così Emma mi prese il volto fra le sue mani e lo sostenne, si levò la sua giacca rossa di pelle, l'appallottolò e me la infilò sotto la testa così che la potessi tenere sempre alzata.

-Grazie- in questo modo riuscivo a respirare anche molto meglio.

Ci fissammo intensamente negli occhi ancora una volta, ma questa volta, nessuna delle due aveva intenzione di distogliere lo sguardo ed io fui invasa da una fortissima voglia di baciare l'angelo biondo che avevo di fronte.

Per dominarmi rafforzai la stretta e in questo modo gli occhi di Emma si soffermarono sulle nostri mani intrecciate e la magica atmosfera che si era creata si ruppe.

Dal suo volto potei vedere che anche lei si era accorta della particolare atmosfera che si era creata ma non riuscivo a capire se per lei fosse un bene o un male.

Senza dire una parola Emma si alzò e si avvicinò alle mie gambe e prendendo un bel respiro cercò di alzare i pesanti blocchi di cemento che mi bloccavano.

Tutte le vene del suo viso, del suo collo e dei suoi bracci si gonfiarono e per l'enorme sforzo Emma emise un lamento.

Dopo poco si lasciò cadere per terra, sconfitta, prendendo delle belle boccate d'aria.

Una volta riprese le forze si rialzò in piedi e ci riprovò ma ancora una volta non riuscì a sollevare i pesanti detriti.

Potei vedere il suo viso venire sopraffatto dalla rabbia e alzandosi come una pazza cercò introno a noi qualcosa che potesse aiutarla, trovò un asta di metallo che usò come leva ma anche quella fu inutile.

Dopo ciò vidi del sangue colare dai suoi palmi, probabilmente il ferro tagliente l'aveva ferita.

-Emma smettila!- gridai preoccupata, non avrei permesso che si facesse del male per salvarmi.

Arrabbiata mi venne incontro e si accovaccio vicino al mio volto, mi guardò negli occhi e mi prese di nuovo la mano.

Solo ora notai che sul suo viso erano presenti numerosi tagli, probabilmente provocati dai frammenti di vetro della finestra.

-Non posso lasciarti morire- confessò infine.

-Devi Emma, ai promesso a Ruby che saresti sopravvissuta, devi vivere, vattene e lasciami qui- le gridai severa anche se in questo momento il mio unico desiderio era piangere.

-No scordatelo, è inutile vivere se tu e Ruby siete morte- ammise accarezzandomi una guancia.

-Emma io..- ma lei mi interruppe.

-Regina tu mi piaci e non ti lascerò morire chiaro? Tu tornerai da Henry, te l'ho promesso- confesso ancora questa volta piangendo.

Non potevo crederci, Emma era attratta da me e in quel momento l'unica cosa che riuscì a dire fu:

-Anche tu mi piaci Emma e molto- accompagnai le mie parole asciugando le lacrime dal suo morbido viso.

Era strano come il mio cuore fosse stato invaso da un morbido e tiepido calore, non so come in poco più di 3 ore mi ero innamorata di questa stupenda donna, altro che colpo di fulmine..avrebbero dovuto chiamarlo colpo di flash.

Sul viso del mio angelo comparve un meraviglioso sorriso.

-Bene ma adesso pensiamo a salvarti-

-va bene- acconsentì io.

Emma si rialzo tentando di nuovo, inutilmente, di rialzare il blocco di cemento.

Ma lei non si diede per vinta e mentre stava riprendendo fiato mi disse:

-Sai Regina sono proprio felice che tu mi abbia investito- e questo mi fece emettere un'allegra risata.

E all'improvviso un fulmine a ciel sereno mi colpì la mente.

Ma certo gli incidenti!Come avevo fatto a non pensarci prima?

- Emma! Emma- gridai entusiasta.

-Dimmi!- mi rispose subito lei.

-Un mio collega ha un crick sulla sua scrivania...è una storia complicata ma quello potrebbe aiutarti a sollevare il blocco- spiegai speranzosa.

-Sicuramente potrà aiutarmi- rispose lei sorridendo felice.

-Dove si trova?- chiese poi.

-65° piano, ufficio B, prima porta a sinistra..ci sono cinque scrivanie ma dovresti riuscire a trovarlo-

-Perfetto- esclamò alzandosi in piedi ma prima che potesse andarsene la fermai.

-Emma fai attenzione ti prego-

-Certo, e tu non muoverti di lì- minacciò sorridendomi.

-Resterò immobile- risposi ridendo alla sua battuta.

E in un secondo Emma se ne andò ed io rimasi sola, ma solo fisicamente, perché mentalmente il viso di Emma rimase sempre con me.

------

Ta-dan le nostre due protagoniste non potevano trattenere ancora per molto i loro sentimenti. Lo so non è gran che come dichiarazione, ma non preoccupatevi non è finita qui...Che dite, riuscirà Emma a salvare Regina?

Al prossimo capitolo.

 

 

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Capitolo 6
*** istinto ***


Capitolo 6:Istinto

Pov.Emma

9:50 A.M

Dopo aver fatto 15 piani di scale ripresi un attimo fiato e facilmente trovai il crick che impugnai come un trofeo.

Ce l'avevo fatta e Regina sarebbe sopravvissuta.

La mia Regina sarebbe potuta tornare dal suo Henry.

Senza perdere altro tempo tornai da lei.

Ero impaziente di rivederla.

Le avevo confessato i miei sentimenti, non so dove avevo trovato il coraggio, ma lo avevo fatto, e lei mi ricambiava.

Il mio cuore era come diviso in due, da una parte ero triste anzi disperata per la morte di Ruby, dall'altra ero felicissima, è vero tutto quello che stava succedendo era orribile, ma grazie a ciò avevo conosciuto Regina, la donna della quale..forse..mi stavo innamorando.

Percorsi più in fretta che potevo le infinite scale che oggi avevo usato davvero molte volte.

Prima ancora di arrivare da lei, mentre ancora correvo , cominciai a urlare il suo nome.

-Regina!Regina!ce l'ho fatto-

Appena potei scorgerla tirai un sospiro di sollievo, era ancora li, viva.

-Bè non avevo dubbi Swan- rispose lei sorridendomi.

Non persi tempo, posizionai il crick e con fatica lo azionai.

Sotto ai miei occhi speranzosi il marchingegno funzionò e appena poté Regina tirò fuori le gambe dal pesante peso.

Non le lasciai neanche il tempo di respirare perché in una sola mossa la sollevai da terra in modo da donarle un caloroso abbraccio, purtroppo lei non reagì nel modo in cui mi aspettavo perché emise un gemito di dolore.

-Stai bene?- chiesi allarmata, oramai ero pronta al peggio.

-Mh no...la caviglia ma anche il polpaccio...mi fa un male cane- spiegò.

-Riesci a camminare?-

Lei ci provo ma appena fece forza sulla gamba dolente cascò a terra ma io prontamente la presi prima e in questo modo i nostri volti si ritrovarono vicini...molto vicini..troppo vicini..

Ci guardammo negli occhi, respirai la sua aria e lei respirò la mia, piano piano ci avvicinammo sempre di più fino a far toccare i nostri nasi, Regina mi cinse il collo con un braccio e io inclinai il viso pronta a far incontrare anche le nostre labbra..

Ma ovviamente qualcosa ci interruppe..

Quello giornata doveva proprio essere stata maledetta.

9:59 A.M

Un 'enorme boato invase l'ambiente, fu un suono così forte che spinse me e Regina a tapparci gli orecchi.

Sembrava come se una bomba fosse stata sganciata li vicina.

Dalla posizione in cui eravamo riuscivamo ancora a scorgere il panorama di New York, e poi successe.

Fu una cosa indescrivibile che io non avevo mia visto in vita mia.

La Torre Sud crollò, letteralmente.

La catastrofe iniziò dai piani alti, quelli in fiamme.

Come un gioco di domino tutto venne giù.

La torre collassò su se stessa in un secondo, giusto il tempo sufficiente di sbattere le ciglia.

Al suo posto un marea di polvere si espanse come un fungo atomico.

Parte di quella polvere mista a fumo entrò anche nel nostro piano visto che le finestre erano rotte.

Fui costretta a levarmi il cardigan che avevo addosso per riuscire a respirare, invece a Regina porsi la mia giacca di pelle che lei accettò volentieri.

Dopo un paio di minuti la polvere si diradò consentendoci così di respirare normalmente.

Con le nostre mani ormai eternamente unite ci avvicinammo alle finestre, o quello che ne rimaneva, ed io aiutai Regina zoppicante ad arrivarci.

Sembrava tutto così impossibile.

Dove prima si ergeva la Torre sud adesso c'era il vuoto, guardammo giù vedendo così un enorme ammasso di detriti.

Per le strade la polvere ancora non si era diradata.

-O mio dio!Emma- sussurrò Regina.

Ma io non risposi, sconvolta quanto lei, avevamo subito troppi shock in così poco tempo.

-Dobbiamo andarcene- continuò Regina nel panico.

Ancora una volta non risposi ma le feci cenno di procedere.

Sul pari lo zoppichio di Regina non fu un gran problema ma fu solo quando intraprendemmo le scale che il vero dilemma arrivò.

Il dolore era troppo intenso,e solo per fare un gradino impiegava mezzo minuto.

-Emma forse dovresti lasciarm..- ma io spazientita non la feci continuare.

Con un veloce movimento la presi in braccio, fortunatamente non era molto pesante.

-Cosa stai facendo?- esclamò lei sorpresa.

-Ti salvo la vita presumo- e detto questo cominciai a scendere le scale velocemente.

Purtroppo il peso di regina mi spingeva a fermarmi ogni tanto per riprendere fiato e riposare i muscoli delle braccia.

-Emma basta non puoi continuare così! Devi lasciarmi- protestò Regina dopo l'ennesima fermata.

-NO!Non ti lascerò chiaro?- risposi veramente incazzata.

Come poteva solo pensare che io l'avrei lasciata morire?

-Emma ma..-

Io a quel punto arrabbiata, stressata, frustrata, sconvolta e innamorata mi feci trasportare dall'istinto.

C'era un unico modo per farla smettere di parlare, un modo altamente piacevole che desideravo fare praticamente da sempre.

Con una sola mossa la rimisi a terra, in posizione eretta, in un secondo la spinsi brutalmente addosso al muro imprigionandola con il mio corpo e mi lasciai guidare dalla passione che bruciava tutte le mie membra.

Regina con il fiato spezzato emise un piccolo lamento di dolore.

Le circondai il viso con le mani, questa volta dolcemente, e senza aspettare un suo consenso la baciai.

Le sue labbra erano così morbide che avrei passato un giorno intero a baciarle.

Le mordicchiai un labbro, in questo modo lei aprì la bocca permettendo alla mia lingua di accarezzarle il palato.

Regina mi cinse i fianchi facendomi avvicinare ancora di più e dopo essersi ripresa dalla sorpresa iniziale cominciò anche lei a ricambiare il bacio.

Mosse le sue labbra insieme alle mie, in un gesto molto erotico leccò le mie labbra e grazie a questo mi lasciai sfuggire un piccolo gemito.

Purtroppo l'aria cominciò a scarseggiare e fummo costrette ad interrompere per prendere ossigeno, ma Regina non si diede per vinta perché portò le sue meravigliose labbra sul mio collo.

-Sono stata chiara?- chiesi col fiatone, riprendendo il discorso di prima.

-Limpida- rispose una volta smesso di baciarmi il collo.

I nostri occhi si rincontrarono, nei suoi potei intravedere passione, voglia di continuare il bacio ma potei vedere anche paura per via della situazione in cui ci trovavamo.

-Credo sia meglio che ora andiamo-

Lei annuì ed io la ripresi in braccio ma prima di ripartire con la nostra fuga aggiunsi.

-Sai Regina che hai proprio un bel fondo schiena?-

E finalmente la mia droga ritornò, Regina rise.

10.20 A.M

Quando entrammo nella Hall del palazzo non potevamo crederci, finalmente eravamo arrivate al piano terra.

Ormai stremata feci scendere Regina dalle mie braccia ma cingendole un fianco l'aiutai a zoppicare verso l'uscita.

Non eravamo sole, c'erano molte altre persone in preda al panico che come noi cercavano di scappare, molte delle quali ferite, ma erano presenti anche medici e vigili del fuoco, uno dei quali ci venne incontro.

-Signorine avete ferite gravi?- ci chiese il pompiere polveroso.

-No no- risposi io indicando la gamba di Regina.

-Bene allora andatevene da qui, i soccorsi per ora sono solo per i feriti d'urgenza- ci spiegò poi.

-Non si preoccupi, posso sopportare un po' di dolore- disse Regina.

-Bene, quando uscite fate attenzione ai detriti, soprattutto ai vetri e anche... alle persone che cadono..- spiegò agitato.

-Grazie mille- risposi io sconvolta.

Detto questo il pompiere fu chiamato altrove ed io e Regina ci dirigemmo verso la salvezza, o almeno credevamo fosse la salvezza.

Perché fu appena varcammo le porte esterne che il vero inferno ebbe inizio.

-------

Quando la passione sfugge di mano non si può più trattenere, ed è quello che è successo alla nostra cara Emma.

Non pensate che la storia sia finita perché come dice il finale il vero inferno deve ancora arrivare....manca ancora il crollo della Torre Nord.

Piccolo avviso,stanotte partirò per il Trentino e tornerò domenica sera, quindi per tre giorni niente aggiornamenti, ma lunedì appena possibile pubblicherò il nuovo capitolo.

Grazie mille davvero a tutti quelli che sostengono questa storia. A presto.

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Capitolo 7
*** Come una fenice ***


Capitolo 7:Come una fenice

Pov.Regina

10:23 A.M

Finalmente io ed Emma eravamo riuscite ad arrivare al piano terra, e per tutto il tempo io non avevo fatto altro che pensare al meraviglioso bacio che ci eravamo scambiate.

Sulle mie labbra riuscivo ancora a percepire il suo splendido profumo.

Mentre lei scendeva le scale, io me ne stavo beatamente in braccio a lei, e quindi avevo avuto tutto il tempo di fissare insistentemente le sue labbra e il suo viso fino a che un Emma spazientita aveva esclamato:

-Smettila di fissarmi le labbra Regina!-

-Ma che ci posso fare se sono dannatamente belle?- le avevo risposto io provocante.

-Allora guarda da un altra parte perché così mi sconcentri e rischiamo di non arrivare tutte intere alla fine delle scale- aveva detto arrossendo.

Dopo ciò io me ne ero stata in silenzio e non l'avevo più guardata, aveva ragione lei, dovevamo arrivare sane e salve fuori da questo edificio, ma il fatto che Emma non riuscisse a restare concentrata con me d'intorno mi fece sentire molto lusingata.

Quando il pompiere ci aveva parlato per un attimo avevo sperato che finalmente tutto questo fosse finito..ma tutta la mia speranza fu vana.

Appena varcata la porta eravamo state accecate dalla luce, sembrava quasi di essere in paradiso, ma un secondo dopo la cruda realtà ci piovve addosso.

Sirene assordanti, urla disumane e confusione ovunque.

L'esterno era pieno di vigili del fuoco e di persone sporche..da capo a piedi interamente ricoperti di polvere.

Molti di loro, come me erano feriti, chi di meno e chi di più, altri ancora zoppicavano.

Sembrava di essere in un film sugli zombi.

Persone ovunque che con il viso sconvolto cercavano qualcosa...l'atmosfera era invasa dalla polvere, ma la luce riusciva a filtrare rendendo tutto maledettamente inquietante.

Emma si immobilizzò ed io con lei, visto che zoppicavo in sincronia con i suoi passi.

Ma quando qualcosa di metallico e imprecisato ci cadde vicino, a una distanza di una cinquantina di centimetri, capimmo che non era proprio il caso di rimanere nella zona caduta massi.

Emma cominciò a correre come poté visto l'ingombro che si portava dietro, ovvero me.

Una moltitudine di fogli pioveva dal cielo.

All'improvviso sentimmo uno scoppio e dei vetri caddero dal cielo, io ed Emma colte sul fatto cercammo di proteggerci come meglio potevamo ma non riuscimmo un gran che, visto che alla fine io mi ritrovai con una piccola scheggia conficcata nella mano ed Emma con un lungo taglio dalla spalla fino al gomito da cui fuoriusciva molto sangue.

-O mio dio Emma!- gridai preoccupatissima con la paura che attanagliava le mie viscere.

-Non ora , penseremo dopo a questo, adesso dobbiamo fuggire da qua sotto- esclamò coraggiosa ed io a malincuore accettai, Emma aveva ragione, era troppo pericoloso restare qua.

Miracolosamente riuscimmo a uscire dalla zone pericolo cadute dal cielo senza subire altre ferite.

Eravamo circondate da persone, ma nessuno si preoccupava di noi e come potevano?

Rispetto a molti altri noi dovevamo ringraziare il cielo di esserci fatte così poche ferite.

Superammo diverse ambulanze abbandonate in mezzo alla strada ed una volta assicurato che il posto fosse sicuro mi fermai.

Emma protestò ma questa volta non l'ascoltai.

Presi i lembi della costosa camicia che indossavo e la strappai, lasciando così intravedere la mia pancia.

Presi il pezzo di stoffa e lo legai intorno al braccio della bionda, per fermare la perdita di sangue.

Emma gemette di dolore ma dopo mi ringraziò accarezzandomi una guancia.

-Ce l'abbiamo fatta- dissi incredula piangendo di felicità.

-Si...l'incubo è finito ormai- e detto questo Emma mi abbracciò, fu così bello stringerla di nuovo fra le mie braccia.

Non avessimo mai detto quelle parole!!

Pov.Emma

10:28 A.M

Una forte esplosione si espanse nell'aria.

Ed in un secondo anche la Torre Nord venne giù.

Io e Regina ci lasciammo trasportare dall'istinto mettendoci a correre.

Purtroppo anche correndo avevamo solo pochi secondi per metterci in salvo dall'enorme polverone pieno di detriti che si sarebbe sprigionato di li a poco.

Nella confusione generale intravidi un piccolo vicolo immondo.

Senza pensare trascinai con me Regina, e con un salto ci buttammo nella squallida spazzatura che lo riempiva.

Neanche il tempo di toccare terra che il polverone ci invase.

Regina si coprì subito le vie respiratorie ma io non feci in tempo e respirai, tossendo subito dopo, un po di quell'aria pericolosa prima che regina mi spogliasse dalla mia giaccia per mettermela sulla faccia.

Incapaci di fare altro ci stringemmo in un abbraccio sedute per terra, sopra quello sporco e puzzolente asfalto.

Dopo vari minuti il polverone persisteva ancora e avvicinandomi ancora di più a Regina mi accorsi che stava piangendo.

-Ehi no tesoro, non piangere- le sussurrai dolcemente.

-Ho paura Emma- confessò piangendo.

-Anche io- Regina mi guardò negli occhi e come se ci stessimo leggendo nei pensieri, avvicinammo i nostri visi e ci baciammo.

Fu qualcosa di magnifico.

Avete presente uno di quei baci indimenticabili come quello di Spider- Man a testa in giù, o quelli di Rose e Jack in Titanic?

Fu qualcosa del genere.

Due donne in un vicolo squallido, sporche e ferite ma strette in un abbraccio.

Due donne che si baciavano mischiando dolcezza alla passione, intorno a loro solo polvere, morte e distruzione.

Eppure il loro bacio fu qualcosa di così splendente, che ci si poteva domandare come era possibile che qualcosa di così bello potesse nascere in qualcosa di così brutto...come un albero che nasce in un terreno bruciato.

Le due donne non avevamo la minima intenzione di smettere e continuarono per molto tempo ancora.

10:35 A.M

Dopo un po' diedi un occhiata in giro e notai che finalmente la polvere si era diradata ed ora la luce solare riusciva a passare.

-Ehi amore, è finita finalmente- sussurrai felice sulle sue labbra.

-Come mi hai chiamato?- chiese la bruna scioccata.

E solo ora mi resi conto dell'enorme passo falso che avevo compiuto.

Come mi era venuto in mente di chiamarla amore?

Si avevamo ammesso di essere attratte l'una dall'altra e ci eravamo anche baciate ma un conto era piacere e un conto era amare!

-Io..Io- balbettai triste, non sapevo cosa dire.

Regina forse vedendo un ombra scurirmi il volto si chiarì meglio.

-Ehi Amore tranquilla- mormorò accarezzandomi una guancia e usando la mia stessa parola.

Ma allora forse anche Regina mi amava o forse lo aveva detto solo per tranquillizzarmi.

Il bacio era finito ma i nostri visi erano rimasti comunque molto vicini.

Questo mi permise di fissarla negli occhi e fu in quelli stessi occhi neri così belli eppure così tristi che capì la verità.

Ruby ormai era morta ed ora ero rimasta sola nel mondo, senza più affetti tranne Regina.

É vero, l'avevo conosciuta soltanto stamattina ma insieme avevamo condiviso un esperienza capace di cambiare la vita di chiunque.

Non esisteva una legge che impediva di innamorarsi così velocemente, quindi al diavolo!

-Regina io ti amo!- esclamai felice e sicura di quello che stavo dicendo, non ero mai stata più sicura di così in tutta la mia vita.

-Emma..- ma io non la feci parlare.

-No Regina, prima di darmi della pazza devi sapere. Io ti amo perché da quando sei uscita da quella macchina sono rimasta abbagliata da te, dalla tua bellezza, ti amo perché con la tua risata riesci a liberare la mia mente da tutti i pensieri più cubi, ti amo perché sei gentile dolce e premurosa ma quando vuoi sai essere anche autoritaria, coraggiosa e cattiva quando serve, ti amo perché anche se non ti ho mai visto in azione scommetterei tutto quello che possiedo che sei una madre fantastica, ti amo perché quando Ruby è morta è solo grazie a te se sono riuscita a risollevarmi, altrimenti sarei rimasta in quel palazzo ormai distrutto, ti amo perché mi hai così sconvolta che non sono riuscita a lavorare ed è grazie a ciò se mi sono salvata, e per ultimo ma non meno importante ti amo perché baci da dio- ripresi un attimo fiato e sotto gli occhi spalancati di Regina continuai.

-Lo so che ci conosciamo da così poco tempo che pensi sia impossibile innamorarsi, ma questa esperienza mi ha unita a te in un modo così profondo che mi sarebbe impossibile ora continuare la mia vita senza di te, non chiamarlo amore, chiamalo come preferisci, chimica, scienza, anima, magia ma però non puoi cambiare il fatto che io mi sono innamorata di te e ti amo!- ripresi fiato e guardai insicura la donna davanti a me.

Wow non avevo mai parlato così tanto in vita mia.

Non ero una persona romantica ne una da grandi dichiarazioni, eppure eccomi qui.

Regina mi aveva veramente sconvolta dentro ed ora non mancava altro che una sua risposta.

-Emma se solo ti fossi fermata un secondo prima della tua meravigliosa dichiarazione ti saresti risparmiata un sacco di fiato perché anche io ti amo- Regina impiegò poche parole ma non fu quello l'importante, perché furono i suoi occhi a fare tutto.

Gli occhi neri e profondi di Regina che da quando l'avevo conosciuta erano sempre stati oscurati da un ombra di tristezza, cambiarono....l'infelicità scomparve e al suo posto un'onda tsunami di felicità invase le sue iridi.

Avevo portato a termine la mia promessa, avevo salvato Regina, ero diventata la sua salvatrice.

Ma forse la verità era che ci eravamo salvate a vicenda.

-------

Troppo fluff, aiuto si salvi chi può! Non pensate che la storia sia finita qui perché..no non è finita qui, ma comunque non preoccupatevi avrà solo altri 4 o 5 capitoli in più.

Ho intitolato così questo capitolo perché una fenice rinasce dalle sue ceneri, così come l'amore fra Emma e Regina, nato dalle ceneri, in questo caso dalla tragedia .

Bene, sono tornata dalla mia corta vacanza ma la cosa positiva è che gli splendidi paesaggi delle dolomiti mi hanno riempito di ispirazione, quindi al prossimo capitolo e un abbraccio a tutti.

 

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Capitolo 8
*** Finalmente a casa ***


Capitolo 8:Finalmente a casa.

Pov.Regina

10:40 A.M

Dopo la fantastica dichiarazione di Emma mi ero sentita come nuova.

Avevo passato un'esperienza orribile,una delle quali di solito hai incubi per mesi o ti spaventi per ogni cosa ma invece a me non successe, perché avevo affrontato questa tragedia insieme alla donne che amavo, e insieme ci davamo forza e speranza.

Dopo essere uscite da quel piccolo vicolo ci eravamo trovate per un attimo spaesate, come se quella non fosse stata la New York in cui entrambe eravamo nate e cresciute.

Avete presente quando esplode un vulcano, e ricopre tutto delle sue ceneri?

Ecco, sembrava proprio così, a parte per il piccolo dettaglio che ha New York non c'erano vulcani.

Tutto era ricoperto da polvere, le strade erano deserte, e le uniche forme di vita ancora presenti si trovavano riparati in bar, case o negozi.

Dopo un po' la vita tornò a scorrere, piano piano la gente uscì di nuovo in strada, e i soccorsi si rimisero all'opera.

Guardai la donna che amavo ripensando alle fantastiche parole che erano uscite dalla sua bocca e sorrisi ancora.

Avrei voluto anche io essere romantica, ma da quando Daniel era morto mi risultava difficile esternare con così tanta facilità i miei sentimenti, a parte per il mio Henry.

Ripensando a Henry, il panico mi invase, come stava?Dove si trovava? Pensava che fossi morta? E Katryne? Per tutto il tempo non avevo pensato a lei perché al momento dell'impatto tutti erano subito usciti dall'edificio tranne me, avevo dato per scontato che fosse salva, ma lo era davvero? Me ne sarei dovuto assicurare.

-Adesso cosa facciamo?- mi chiese Emma, che come me si trovava un po' spaesata.

-Dobbiamo curare la tua ferita- risposi dolcemente accarezzandogli un braccio.

-Ed anche la tua gamba-

-Ma non credo ci sia qualcuno che possa aiutarci, sono tutti troppo impegnati- dissi io guardandomi intorno.

-Regina, andiamocene via, magari lungo la strada troveremo qualcuno che può aiutarci-

-Sono d'accordo- risposi annuendo, non volevo restare un altro secondo di più in questo posto infernale.

Emma tirò fuori il suo cellulare dalla tasca visto che il mio era rimasto nel mio ufficio.

-Merda! E' rotto, deve aver sbattuto da qualche parte- esclamò frustata.

-Va be, andremo a piedi- rassegnata Emma annui.

Rafforzammo la nostra stretta di mano e cominciammo ad allontanarci al più presto da quel posto.

11:00 A.M

Avevamo camminato tutto il tempo in silenzio.

Nessuna delle due aveva fiatato, ma forse perché non c'era nulla da dire.

Il semplice contatto fisico delle nostre mani bastava a rassicurarci.

Attraversammo il ponte di Brooklyn, e non eravamo le sole a farlo.

Molte altre persone come noi, si erano incamminate a piedi, via dal sito ormai distrutto del Word Trade Center.

Durante la nostra lenta fuga passammo davanti a un veterinario ed il gestore appena ci vide uscì di corsa dal negozio.

-Signorine! Siete due sopravvissute all'attentato?-

Se non fossi stata così provata dall'accaduto avrei risposto a tono. Eravamo sporche e ferite, che cosa credeva che fossimo? Ma io ed Emma annuimmo soltanto.

-Ho visto tutto alla tv, posso aiutarvi? Vedo che siete ferite..curo animali, ma conosco anche il corpo umano e in più ho gli attrezzi giusti..- spiegò gentilmente la signora dai buffi capelli neri.

-Grazie mille, ci farebbe un enorme piacere- rispose Emma ed insieme entrammo nella clinica veterinaria.

-Si occupi prima di lei- disse Emma indicandomi.

-No no prima di lei, la sua ferita potrebbe essere infetta- risposi a tono, non l'avrei lasciata vinta ad Emma.

La scrutai in volto facendole capire la mia tenacia, ma anche lei avevo il mio stesso sguardo e nessuna delle due si sarebbe arresa.

La dottoressa visibilmente indecisa e imbarazzata non sapeva a chi dare ascolto, così decise da se.

-Innanzitutto piacere, mi chiamo Mary Margaret Blanchard e voi siete?-

-Emma Swan-

-Regina Mills- rispondemmo nello stesso momento.

-Bene, miss Swan, come miss Mills ha detto, le sue ferite potrebbero essere infette ed è meglio cominciare da lei-

Emma si arrese con uno sbuffo ed io la guardai vittoriosa.

La signora Blanchard ci fece accomodare su delle sedie, visto che i lettini adatti per gli animali erano troppo piccoli per noi.

Prese del disinfettante e cominciò a pulire tutte le ferite che ricoprivano il corpo della mia Emma che ogni tanto si lasciava sfuggire qualche gemito di dolore ed allora io cercavo di rassicurarla accarezzandole la mano.

Poi venne il mio turno, avevo una caviglia slogata e un enorme ematoma sopra il polpaccio.

Mi bendò con le garze, suggerendomi poi di applicare sul lividi una pomata di cui lei non era in possesso.

-Grazie mille davvero, come possiamo sdebitarci, non abbiamo soldi con noi ma..- dissi io felice di aver trovato una così gentile e generosa persona, anche se sembrava avere un aria un po' da stupida.

-Oh tranquilla non mi dovete niente, anzi, ho visto che siete a piedi, avete bisogno di un passaggio?- propose la donna sorridendo generosamente.

-No, no, non vogliamo approfittare della sua generosità- rispose Emma.

-No, davvero, voglio dare una mano, insomma se non ci si aiuta in questi momenti quando lo si fa allora?-

-Va bene, se la mette in questo modo accettiamo volentieri- rispose Emma, guardandomi negli occhi per trovare un consenso che arrivò subito.

Ci incamminammo verso la macchina, io ancora un po' zoppicante fui aiutata da Emma.

Una volta montate a borda Mary Margaret, che ci pregò di darle del tu, ci chiese dove volessimo andare.

-Emma, io devo vedere Henry, devo sapere se sta bene- spiegai preoccupata.

-Va bene, andiamo a casa tua- rispose Emma sicura.

-Ok- risposi dando l'indirizzo a Mary Margaret che mise in moto la macchina.

-Vuoi venire anche tu?- chiesi all'improvviso tutto d'un fiato, insicura della sua risposta.

-Certo mi farebbe molto piacere- rispose sorridente lei.

Durante il viaggio Emma si appoggiò alla mia spalla come se fosse stanca, ed io le accarezzai dolcemente la chioma bionda.

Sapevo bene però che la stanchezza era l'ultimo dei sentimenti che stava provando, visto che anche io mi sentivo come lei, felice ma allo stesso tempo triste, e se non fosse stato per l amore per Henry e Emma che in questo momento mi riempiva il cuore mi sarei sentita anche vuota, come senza speranza.

12:00 A.M

Finalmente arrivammo a casa, fu bellissimo poter pronunciare questa parola.

Invitai dentro Mary Margaret per poterla almeno ringraziare con un buon caffè, e lei accettò.

Arrivata sulla soglia di casa mi accorsi pero che come il mio telefono era rimasto nel mio ufficio, la stessa fine era capitata alla mia borsa e quindi alle mie chiavi.

Sconsolata di non poter neanche più entrare in casa mia suonai il campanello.

Quando la porta si aprì mi trovai davanti l'ultima persona che mi aspettavo di vedere lì, Katrhyne.

Senza neanche rendermene conto mi trovai soffocata da un suo familiare abbraccio.

-Mh..non riesco a respirare- mormorai felice.

-Oddio scusami- rispose, staccandosi subito.

-Regina io pensavo che tu fossi morta e..-

Ma la sua frase fu interrotta da un suono di passi e poco dopo mi trovai davanti il mio bellissimo bambino.

-Mamma!!!- esclamò felice mettendosi a piangere.

Mi precipitai subito ad abbracciarlo.

-Sh,sh non piangere, la mamma è qui- mormorai nel suo orecchio.

Una volta finito l'abbraccio intrappolai il suo volto nelle mie mani, accarezzandolo e con le mie dite asciugai le sue lacrime.

-Mamma io pensavo che tu fossi..- ma non riuscì a finire la frase perché fu scosso da singhiozzi derivati dal pianto.

-Tesoro non piangere, sono viva, la mamma è qua- alla fine anche io mi ero messa a piangere, ero triste perché per colpa mia Henry aveva sofferto.

Mi alzai in piedi e portai il mio bellissimo bambino di 13 anni a sedersi sul divano.

A chiudere la porta ci pensò Katrhyne dopo che ebbe fatto entrare gli ospiti che solo in quel momento mi ricordai di dover presentare.

Feci per alzarmi ma Henry mi trattenne con se.

-Non andartene- mi supplicò.

-Resto qui- affermai con sicurezza.

-Katrhyne ti dispiacerebbe andare a fare 4 caffè?- chiesi gentilmente alla mia migliore amica che conosceva bene la casa.

-Non ce problema-.

Una volta fatti le servì agli adulti presenti ed io ne approfittai per fare le presentazioni.

-Lei è la mia migliore amica Katrhyne Nolan e come avrete capito lui è mio figlio Henry- dissi sorridendo al sorriso che finalmente comparve sul viso del mio bambino.

-Katrhyne, Henry, lei è Mary Margaret Blanchard ,una signora che ci aiutato.- dissi sorridendole.

-E lei invece è Emma Swan...- mi fermai un attimo, cosa avrei dovuto dire?

Era la mia ragazza? Insomma ci eravamo dette di amarci quindi in teoria si, ma non ne avevamo ancora avuto il tempo di parlarne, potevamo considerarci fidanzate o forse Emma preferiva un altro termine? E poi c'era Henry, prima avrei dovuto parlarne con lui, insomma e se non avesse accettato il fatto che sua madre stesse con un altra donna? Cosa avrei fatto?.

-..Una mia amica- risposi soltanto.

-A proposito, Katrhyne cosa ci fai in casa mia?- chiesi cambiando discorso, per non lasciare agli altri il tempo di soffermarsi a pensare sulla piccola, ma pur sempre percepibile, pausa che avevo fatto nel presentare Emma.

-Sono uscita subito dal palazzo, ma una volta fuori non ti ho più trovato, poi la scuola di Henry mi ha chiamato, evacuavano la struttura per sicurezza, ma visto che tu non eri rintracciabile, hanno chiamato me come secondo numero di emergenza, così l'ho preso da scuola e l'ho portato qui e poi sono rimasta per non lasciarlo da solo-

-Grazie mille- dissi a Katrhyn con gioia, cosa avrei fatto se non ci fosse stata lei?

-Scusate ma mio marito mi sta cercando, è meglio che me ne vada- disse all'improvviso la signorina Blanchard guardando l'orologio che portava al polso.

-Oh ma certo- risposi alzandomi per accompagnarla alla porta e questa volta Henry non si oppose.

-Se avesse bisogno di qualsiasi cosa non si faccia scrupoli a contattarmi, io ed Emma le dobbiamo molto- le dissi sull'uscio di casa.

-Grazie ma non ho fatto nulla di che, comunque lei ed Emma siete una bellissima coppia- e a quelle parole arrossì.

Detto questo la salutai e me ne tornai in salotto.

-Allora che ne dite? Prepariamo da mangiare?- chiesi ai presenti guardando l'orologio appeso al muro.

-Si io ho fame- esclamò felice Henry che si era ripreso dalla paura che io potessi essere morta.

-Signorina Swan, si ferma anche lei a pranzo?-chiese katrhyne.

Guardai Emma e la vidi esitare, non sapeva cosa rispondere, cosi ci pensai io.

-Si Emma resta con noi- risposi sorridendole, quando però guardai Katrhyne vidi dipinti sulla sua faccia una marea di punti interrogativi, capì che presto sarebbe arrivato un lungo interrogatorio, così senza rimandare inutilmente la sofferenza dissi:

-Katrhyne, mi aiuti tu in cucina?- ed ovviamente lei rispose si.

Così sconsolata mi diressi ai fornelli, pronta ad un migliaio di fastidiose e imbarazzanti domande.

------

Emma e Regina sono finalmente a casa!E Mary Margaret è una veterinaria!.

Si prospetta un pranzo difficile per Emma, ed un interrogatorio imbarazzante per Regina, chissà come andrà a finire. A presto.

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Capitolo 9
*** Interrogatori ***


Capitolo 9:Interrogatori

Pov.Regina

12:30 P.M

-Non volevo chiedertelo davanti a Henry per non turbarlo, ma si può sapere che fine avevi fatto?? Sei letteralmente scomparsa! Credevo che fossi morta, e invece poi te ne torni a casa ferita e con Emma, la stessa Emma che stamattina ti ha investito!- questa fu la sfuriata della mia migliore amica, che giustamente stava sfogando su di me tutta la frustrazione e la preoccupazione che aveva provato non avendo avuto nessuna notizia da me.

-Scusami! Tu hai ragione ma quando hanno evacuato il piano io non me la sono sentita di scappare- cercai di spiegare mortificata.

-Scherzi, evacuano il palazzo e tu che fai? ci rimani dentro, e poi perché?- chiese scioccata.

-Sono andata a cercare Emma- risposi guardando per terra, imbarazzata.

-Ohh- disse solamente Katrhyne.

-Ascolta, lo so che è stata una cosa da irresponsabili, ma non ne ho potuto fare a meno, sono andata a cercarla e l'ho trovata, poi la sua migliore amica è morta e sono rimasta per aiutarla, poi una colonna mi è caduta addosso ed Emma mi ha aiutato ad uscirne poi la Torre Sud è crollata e poi siamo scappate e dopo anche quella Nord..non sapevo cosa fare...oh Katrhyne è stato orribile- all'inizio ero partita con l'intenzione di spiegare tranquillamente la faccenda ma poi mi ero lasciata prendere dal panico e le lacrime erano arrivate e mormorando quelle ultime parole mi tuffai nell'abbraccio della mia amica.

-Scusami Regina, non ho pensato a cosa potessi aver passato-

-Ma dimmi di Emma siete diventate amiche?- chiese subito per cambiare discorso e devo ammettere che funzionò bene, perché le lacrime smisero subito.

-Si..- risposi incerta, forse avrei dovuto dirle la verità, ma non ce ne fu bisogno, perché capì tutto da sola.

-Cos'è che non mi stai dicendo?- chiese curiosa.

-Io..-

-O mio dio ti piace!- esclamò entusiasta, coprendosi la bocca con le mani.

-Shhh- esclamai, paurosa che Henry potesse sentire.

-Avevo ragione stamattina vero? Te ne sei innamorata?-

-Si- ammisi infine e Katrhyne esultante batté le mani.

-Ahhh quanto amo avere ragione, e lei ricambia?-

-Si- risposi felice, ma sembrava che Katrhyne fosse più felice di me.

-Quindi ora state insieme?- chiese con gli occhi a cuoricino.

-Suppongo di si- risposi io pensierosa.

-Mi ha detto ti amo- dissi poi confessando, in fondo avevo bisogno di qualcuno con cui parlarne.

-Awww, e tu la ami?- chiese ancora entusiasta, incapace di stare ferma.

-Si- Risposi sorridendo, con una sensazione strana alla pancia, forse erano quelle le famose farfalle?

-Quindi è una cosa seria?- chiese ancora, insaziabile di risposte.

-Credo di si- e a quelle parole Kathryne mi strinse in un caloroso abbraccio.

-Sono così contenta per te Regina!!- ma poi interruppe bruscamente l'abbraccio per fissarmi negli occhi.

-Aspetta!Vi siete baciate- io a quella domanda arrossì vistosamente e lei non ebbe bisogno ti una risposta.

-Come è stato?-

-Meraviglioso- risposi pensando al momento in cui mi aveva sbattuto al muro, sopraffatta dalla passione.

-Oddio che cosa dolce, ma con la lingua?-

-Katrhyne ma che domande fai?- chiesi scioccata.

-E su dai!- disse ridendo.

-No arrenditi, non risponderò a questa domanda, piuttosto pensiamo a cucinare- risposi dirigendomi verso il frigo.

-No no no, non ti permetterò di toccare niente in questo stato, hai bisogno di una doccia...- poi pensandoci aggiunse maliziosamente -magari con Emma-

-Kathryne!!- esclamai rosso in viso, scappando dalla cucina per dirigermi in salotto.

E fu lì che mi trovai davanti uno spettacolo così tenero che avrei voluto avere in mano una macchina fotografica, per immortalare questo momento.

Emma ed Henry erano stesi per terra, ridevano felici , lui le stava mostrando i suoi fumetti preferiti ed Emma commentava ognuno, dicendo quali secondo lei erano i punti forti e deboli di quell'eroe, erano una scena così bella, sapeva così tanto di casa, di famiglia.

-Vedo che avete fatto conoscenza- dissi io, facendo notare la mia presenza.

Henry si alzò subito in piedi correndomi felice incontro.

-Mamma lo sapevi che Emma da piccolina adorava Arrow e Thor??Conosce tutti i fumetti a memoria!- spiegò il bambino, entusiasta della sua nuova amica.

-Ne sono felice amore-

-Emma senti, volevo chiederti se ti andava di farti una doccia, giusto per levarti di dosso tutta questa polvere- chiesi poi, in fondo era pur sempre un ospite,e gli ospiti facevano sempre tutto per primi.

-Oh grazie mi piacerebbe, ma non ho con me vestiti di ricambio- rispose a disagio.

-Non preoccuparti, ti presto i miei- risposi dolcemente ed un nuovo sentimento mi invase, ero molto felice di doverle prestare i miei abiti, forse perché con quelli addosso sarebbe stato come un segno di appartenenza.

-Okay allora- rispose alzandosi da terra.

La guidai in camera da letto dove presi una camicetta e un paio di jeans dall'armadio e glieli porsi, poi aprì un cassetto ma subito mi fermai per guardarla imbarazzata.

-Mh..senti per l'intimo..scegli ciò che più ti aggrada- dissi indicandole il cassetto.

-Okay..wow avrò il grande onore di frugare nella biancheria intima della grande Regina Mills- rispose buttandola sul ridere, mi lasciai sfuggire qualche risata ma subito tornai seria.

-Senti Emma, a proposito, io volevo chiederti se tu..cioè se noi...si sai se noi..- cavolo perché avevo così paura di far uscire quelle parole dalla mia bocca?

Emma con sguardo curioso mi si avvicino per mettere le sue braccia intorno ai miei fianchi.

-Per caso volevi chiedermi se la prossima volta invece di presentarmi come un'amica puoi dire “ questa è Emma Swan la mia ragazza”?- wow come aveva fatto a capirlo?

-Si scusami per prima ma..- cercai di scusarmi, avevo paura che si potesse essere arrabbiata.

-Ehi no no tranquilla, cioè hai un figlio, capisco che per i cambiamenti ci vuole tempo- rispose comprensiva.

-Oh grazie pensavo ti fossi arrabbiata- dissi sollevata.

-Non potrei mai- rispose lei avvicinando i nostri nasi, facendomi così capire le sue intenzioni.

-Ma quindi sei la mia ragazza?- chiesi provocante, finalmente dopo così tanta tristezza potevo permettermi di essere un po' felice.

-E tu sei la mia?- rispose lei a tono.

A quella risposta sorrisi, avvinai di più i nostri visi, ansiosa di baciare di nuovo quelle labbra meravigliose.

-Regina senti volev... o mio dio! Scusate!- ma fu così che Katrhyne ci interruppe sul più bello.

Noi colte sul fatto ci staccammo subito imbarazzante.

-Mh..forse è meglio che me ne vada- e detto ciò katrhyne scappò dalla stanza.

Io ed Emma ci guardammo negli occhi e scoppiammo in una fragorosa risata.

-Dovresti vedere la tua faccia!- disse Emma tra una risata e l'altra.

-E tu dovresti vedere la tua!- risposi ridendo a mia volta, sembravamo due quindicenni colte con le mani nel sacco.

-Basta, basta, ora è meglio se tu te ne vai a fare una doccia- dissi cercando di respirare dopo così tante risate.

-Già..vuoi venire con me?- chiese maliziosa, contagiata ormai dall'allegra atmosfera.

-No!- esclamai scioccata cercando di fingermi arrabbiata, ma ovviamente non ci riuscì perché un'altra risata scappò dalle mie labbra.

-Bene da quella parte c'è il bagno, io me ne torno di là- ed indicandoglielo uscì da quella stanza, felice come non mai.

In cucina c'era Katrhyne che cucinava ma visto quello appena successo non mi sembrava il caso di rimanere sola con lei, così me ne andai da Henry per coccolarlo un po'.

Ci sedemmo sul divano e insieme leggemmo qualche suo fumetto.

Dopo cinque minuti Emma ritornò in soggiorno pulita e cambiata, appena arrivata le sorrisi e la lasciai insieme ad Henry, adesso era il mio turno per una calda e rilassante doccia.

Pov.Emma

Appena entrata in casa ero rimasta a bocca aperta dagli impeccabili, ma allo stesso tempo dolci, mobili che arredavano le stanze.

Poi avevo conosciuto Henry, si vedeva che fisicamente non assomigliava a Regina, eppure nei suoi gesti, nei suoi comportamenti riuscivo facilmente a trovare qualche somiglianza, e questo me lo faceva amare ancora di più.

E' già ormai mi ero innamorata di quel piccolo ometto.

Quando Regina ci aveva lasciati soli per andare in cucina eravamo rimasti a fissarci in un imbarazzante silenzio, ma lui coraggioso si era avvicinato per stringermi la mano.

Poi chiesi informazioni sui fumetti che avevo visto sfarsi in giro per la casa e da lì era nata una vera amicizia.

Henry era un bambino veramente adorabile, gentile e beneducato.

Sperai solo mi accettasse quando Regina gli avesse rivelato la nostra..relazione?

In realtà non ne avevamo ancora parlato, e infatti mi aveva presentato solo come un'amica, ma sperai di chiarire presto questa faccenda.

Facevo sul serio con Regina, e non vedevo l'ora di entrare pienamente a far parte della sua vita.

Appena rimanemmo un secondo da sole cercai di baciarla, le sue labbra mi mancavano terribilmente, ma purtroppo Kathryne ci interruppe.

Avevo appena finito la doccia quando mi resi conto che sarei rimasta da sola con Kathryne ed Henry visto che Regina sarebbe stata sotto l'acqua.

Prima di uscire presi un bel respiro.

Avevo conosciuto appena la migliore amica di Regina ma mi sembrava una di quelle specie di sorelle apprensive e dopo che ci aveva beccate in un momento così intimo mi sarei aspetta un terzo grado....e così (purtroppo) fu.

-Henry tesoro perché mentre io ed Emma cuciniamo tu non apparecchi?- e con quella semplice frase si era assicurata un' impeccabile privacy.

-Allora Emma che intenzioni hai con Regina?- cavolo! Dritta al punto, si poteva dire che non era una donna che si perdeva in inutili convenevoli.

Irrazionalmente mi allontanai un po' quando in mano prese un lungo e affilato coltello per tagliare del pane.

-Molto serie Kathryne, io la amo- risposi subito.

-E affermi ciò dopo neanche un giorno che la conosci?- chiese gelida.

-Si hai ragione, ma insieme abbiamo condiviso un'esperienza, anzi una tragedia, che ci ha permesso...insomma non posso spiegarlo, in fin dei conti l'amore non ha una spiegazione- spiegai a disagio, se avessi avuto una cravatta o una sciarpa al collo me la sarei sicuramente allentata, sbaglio o cominciava a fare caldo?

Era strano, mi sarei aspettata una cosa simile da suo padre non dalla sua migliore amica, e poi...non le avevo mica chiesto di sposarmi!!

Però da una parte mi faceva piacere che ci fossero persone che si prendevano cura di Regina e che tenevano così tanto a lei.

-Hai intenzione di farla soffrire?-

-Assolutamente no!- esclamai inorridita.

-E con Henry come la metti?- chiese prendendo un mestolo per girare la pasta nell'acqua.

-E' un ragazzino simpatico, abbiamo già deciso che andremo piano apposta per lui, insomma sarà una cosa graduale-

-Mh, bene, hai notato qualcosa di strano negli occhi di Regina?- trovai strana la domanda ma senza fiatare risposi subito.

-Si! Quando l'ho conosciuta erano pieni di tristezza, ma poi sono cambiati...credo..si quando le ho detto di amarla si sono riempiti di felicità. Come mai questa domanda?- chiesi infine.

-Era un test, che tu hai superato alla grande, appena ha varcato la porta di casa ho notato subito questo miracoloso cambiamento- ammise sorridendomi.

-Mi piaci Emma, tutto sommato sembri tenere veramente a Regina, ma guai a te se la farai soffrire intesi?- all'inizio il discorso era cominciato molto dolcemente ma era finito con un tono veramente drastico.

Solo a me quella suonava come una minaccia?

-Intesi- risposi inghiottendo un po' di saliva che mi era rimasta bloccata in gola.

-Bene, aiutami a portare di là la pasta- e detto ciò mi fece un sorriso angelico, come se tutta questa conversazione non fosse mai avvenuta.

Andammo in sala da pranzo e ci sedemmo al tavolo insieme ad Henry, aspettammo Regina e quando arrivò cominciammo a mangiare.

-Henry tesoro, ti sei lavato le mani?- chiese dolcemente la mora.

-Si mamma-

Il tavolo era a forma quadrata in questo modo ognuno dei presenti poteva guardare gli altri negli occhi, e questo per me era assolutamente uno svantaggio.

Avevo Regina di fronte e ogni volta che alzavo lo sguardo i mie occhi si tuffavano nei suoi.

I suoi capelli erano un po' umidi per via del vapore caldo della doccia e questo la rendeva ancora più bella.

Più volte nel corso del pranzo mi ritrovai a fissarla e quando lei se ne accorgeva arrossiva teneramente per poi rivolgere subito dopo lo sguardo nel suo piatto.

Henry ad un certo punto volle vedere il tg per informarsi meglio sull'attentato in cui noi eravamo state coinvolte.

Regina gli vietò di vederlo, sostenendo che ci fossero scene troppo cruenti per un bambino di tredici anni, così il ragazzino ci implorò noi di raccontare l'accaduto.

Regina alla fine dovette arrendersi raccontando così la nostra storia, ovviamente però tralasciò i dettagli più orribili.

3:00 P.M

Alla fine del pranzo aiutai a sparecchiare e a lavare i piatti, poi però guardando l'orologio mi ricordai del triste compito che mi aspettava.

-Scusate ma adesso è meglio che me ne vada, devo sistemare alcune faccende e devo anche informare i genitori di Ruby della sua ..morte-

-Oh certo Emma non preoccuparti- rispose subito Regina dispiaciuta.

Mi diressi verso la porta accompagnata da Regina e con un gesto della mano salutai Kathryne ed Henry, però quest'ultimo, sorprendendo tutti, non si accontentò, e con mio grande piacere pretese anche un abbraccio.

Arrivata sull'uscio di casa mi girai verso la mora che mi stava seguendo.

-Quando potremo rivederci?- chiesi dolcemente prendendole una mano.

Lei mi accarezzò un palmo con la punta del suo pollice per poi guardarmi negli occhi.

-Domani dopo pranzo, potremo incontrarci all'entrata est di Central Pak, che ne dici?-

-Dico che è perfetto- risposi felice.

-Bene, stasera comprerò un nuovo telefono, così ci scambiamo i numeri e sarà più facile contattarci-

Purtroppo Henry si trovava in fondo al corridoio e per questo ci salutammo solo con un innocente bacio sulla guancia, stavo andando in astinenza dalle sue labbra, avrei dovuto baciarla al più presto.

-Ti amo Regina- le sussurrai.

-Anche io ti amo Emma- rispose sorridendomi.

-A presto- e dettò questo entrai nel taxi che mi aspettava alla fine del vialetto.

------

Salve e buonanotte, alla fine l'interrogatorio è toccato sia ad Emma che a Regina, per questo ringraziamo Kathryne XD

Emma con le mani nel cassetto della biancheria di Regina * colpo di tosse *, Emma che invita Regina ad una doccia condivisa * colpo di tosse *, a mia difesa posso dire che non è colpa mia, è Emma che prende vita e fa tutto a modo suo ahaha XD.

A presto.

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Capitolo 10
*** Una colazione in famiglia ***


 

Capitolo 10:Una colazione in famiglia

12 settembre 2001, 3:00 A.M

Pov.Regina

Fui svegliata da un suono fastidioso.

Toc,toc,toc,toc.

-Mhh- riuscì soltanto a mugolare, ero ancora intontita dal sonno.

Dopo un altro minuto presi tutte le forze che avevo e con un grande sforzo uscì dal mio comodo e soffice letto.

Una volta in piedi riuscì a distinguere meglio quel suono, qualcuno stava bussando alla porta.

Lanciai uno sguardo alla sveglia, le tre del mattino?? Chi cavolo poteva essere a quell'ora?

Indossavo solo l'intimo così prima di uscire dalla stanza presi con me anche una vestaglia.

Mi avvicinai furtiva alla porta di casa e sulla via presi con me un ombrello impugnandolo come una possibile arma.

Ovviamente prima di aprire guardai attraverso lo spioncino.

Velocemente spalancai subito la porta.

-Emma cosa ci fai qui?- esclamai sorpresa, facendo cadere l'ombrello a terra.

-Scusami Regina davvero, so che è notte ma...non sapevo dove andare-

A quelle parole il mio cuore perse un battito, la sua sofferenza era anche la mia.

Il suo viso era sconvolto dalle lacrime, aveva i capelli arruffati, il trucco sfatto e notai anche molti brividi lungo la sua pelle, stava tremando.

-Vieni entra- lei non se lo fece ripetere due volte ed entrò, io chiusi la porta e la guidai in salotto prendendola per mano.

-Scusami, tu stavi dormendo e io sono venuta qui come una bambina che..- cercò di dire piangendo, dopo aver notato il mio abbigliamento.

-Tranquilla, puoi venire qua tutte le volte che vuoi, adesso dimmi, cosa è successo?- chiesi dolcemente, mentre ci accomodavamo sul divano, una di fronte all'altra con le nostre ginocchia che riuscivano a toccarsi.

-Non riuscivo a dormire, troppo pensieri, troppi incubi e poi...- non le misi fretta, lasciandole il tempo che le serviva per finire il racconto.

-Regina, oggi è stato orribile, ho dovuto chiamare i suoi genitori, o dovuto sentire la loro sofferenza...- riprese fiato e continuò.

-La casa era così vuota....lei spesso si fermava a dormire da me..potremmo dire che siamo...eravamo coinquiline...-

-Non potevo restare lì, troppi ricordi.. e così sono uscita, ma non sapevo dove andare, ho vagato per New York e poi sono capitata qui e...- altri singhiozzi interruppero il suo racconto.

A quel punto non mi trattenni più e l'abbracciai accarezzandole i capelli.

-Hai fatto bene Emma, ci sono e ci sarò sempre per te- la tranquillizzai.

-Grazie mille Regina- sussurrò dolcemente.

-Ehi non devi neanche dirlo- risposi guardandola negli occhi.

I nostri sguardi si incrociarono e i nostri visi si avvicinarono.

Finalmente le nostre labbra riuscirono a sfiorarsi.

Emma mi accarezzò la guancia mordendomi poi un labbro.

Il nostro bacio fu casto, perché in quel momento entrambe avevamo bisogno solamente di pura dolcezza.

-Forse ora è meglio che io vada- disse una volta finito il bacio.

-No resta- esclamai subito.

-Regina io..- mormorò

-Resta- ripetei.

-Okay, resto- acconsentì infine.

Mi alzai in piedi trascinandola insieme a me.

-Dove stiamo andando?- chiese divertita.

-Vieni a letto con me- risposi sorridendo.

-Come??!- esclamò ad occhi aperti.

-Cioè non in quel senso- chiarì subito capendo imbarazzata il fraintendimento.

-Solo per dormire, dormi con me- chiesi implorante; lei era venuta per chiedere il mio sostegno ed adesso ero io quella ad aver bisogno di lei.

Non rispose, annuì solamente.

Aprì la porta accendendo le luci e lentamente la guidai verso il letto.

In teoria mi sarei dovuta sentire a disagio invece ero completamente in pace con me stessa.

Mi stesi sul copriletto e poco dopo Emma mi seguì.

Una volta stese riunimmo di nuovo le nostre mani, ci posizionammo una di fronte all'altra, i nostri visi alla stessa altezza.

Io mi avvicinai a lei, facendole credere di voler baciare le sue labbra, ma all'ultimo istante deviai percorso e posai le mie labbra sulla sua guancia, ma non perché non volessi baciarla, solo che in quel momento così intimo, così speciale volevo donarle solo dolcezza e nient'altro di più.

Lei di ricambio mi accarezzò la guancia, anche quello fu un gesto così dolce che rabbrividì e mi fece emettere un mugolio di piacere.

-Grazie Regina, non so cosa avrei fatto senza di te- mi disse con la voce roca.

-Ti amo, ed è strano, Emma tutto quello che ci sta capitando è strano, ma è una stranezza così meravigliosa che vorrei non finisse mai- ammisi dolcemente.

Da quando Emma si era presentata davanti alla porta di casa mia, piangendo, tutte le mie barriere di sicurezza si erano abbassate, lo dimostrava il fatto di averle chiesto di rimanere a dormire con me, che a cose normali, con il mio pensiero razionale non avrei mai fatto.

Stanotte finalmente avrei parlato ad Emma a cuore aperto, senza più paura di soffrire.

-Ti amo anch'io Gina- sorrise portando un suo braccio sopra il mio fianco.

-Gina?- chiesi curiosa.

-E' un soprannome..se non ti piace..- ma portando un dito sopra le sue labbra la interruppì.

-E' perfetto, lo adoro- I suoi occhi si riempirono di così tanta felicità che quasi mi abbagliarono.

Io rimasi piacevolmente colpita quando posò un tenero bacio sulla punta del mio indice.

-Buonanotte Gina- mi sussurrò.

-Buonanotte Amore- ricambiai, e guardandola un ultima volta nei suoi splendidi occhi spensi la luce, ed abbracciate insieme per condividere lo stesso calore ci addormentammo.

8:30 A.M

Pov.Emma

Mi svegliai grazie a un luminoso raggio che aveva invaso la stanza.

Mi rotolai nel letto sbadigliando ,quando all'improvviso mi ricordai della notte scorsa e con uno scatto mi tirai su, mi guardai intorno e notai che l'altra parte del letto era vuota.

Allora non avevo sognato, avevo veramente dormito a casa di Regina, e a quei pensieri non potei più trattenere l'enorme sorriso che mi si formò in viso.

Sentì dei rumori provenire dalla cucina, così mi alzai ma prima andai in bagno.

Mi diedi una sciacquata al viso e mi guardai nello splendido specchio ovale contornato da delle specie di rami neri.

I miei capelli erano un disastro, così come i miei abiti, stropicciati, eppure il mio viso non era mai stato così bello, riuscivo veramente a notare una luce che mi faceva apparire felice, ed ovviamente il merito era tutto di Regina.

-Buongiorno- dissi appena entrata in cucina.

Regina era di fronte ai fornelli con una padella in mano, e al sentire la mia voce si girò sorridendo.

-Buongiorno anche a te Emma-

Io mi avvicinai scrutandola, di mattina era ancora più bella.

-Cosa stai cucinando?- chiesi golosa.

-Pancake, Henry li adora, poi stamattina sono andata in pasticceria ed ho comprato dei cornetti, quelli sono il tuo alibi- spiegò indicando il sacchetto presente sul tavolo.

-Il mio alibi?- chiesi confusa.

-Si, è meglio non far sapere ad Henry che hai dormito qui, così' potresti dire che sei a fare colazione da noi perché ci hai portato dei cornetti- spiegò in imbarazzo, forse aveva paura che mi arrabbiassi.

-Ah okay, non c'è problema- risposi comprensiva.

Detto questo lei mi sorrise in un modo strano e lentamente mi si avvicinò, circondandomi i fianchi, allora io velocemente avvicinai i nostri visi e la baciai,a differenza del bacio dolce di questa notte, questo si trasformò in un bacio passionale.

Con foga mordicchiai le sue labbra e così lei le aprì, lasciandomi libero accesso alla sua lingua.

Durante il bacio Regina indietreggiò fino ad andare a sbattere contro un pianale della cucina, ciò fece cadere un cucchiaio, poggiato lì sopra, e grazie al suo fastidioso rumore interrompemmo il bacio, e fu una fortuna, perché sentivo che quel semplice contatto si stava trasformando in qualcosa di più.

Regina si mise a ridere e poi disse: - vado a svegliare Henry-.

Dopo cinque minuti la donna tornò indietro con il figlio dietro.

-Buongiorno Henry- esclamai subito amichevolmente.

Il ragazzino si stropicciò gli occhi, come se non credesse a quello che vedeva.

-Emma cosa ci fai qui?- chiese sorpreso ma ancora un po' assonnato.

-Stamattina sono passata davanti alla pasticceria più buona di New York così ve ne ho presi un po' per ringraziarvi del pranzo di ieri- spiegai (mentendo).

-Mh, cornetti- esclamò il ragazzino sedendosi subito a capotavola.

-Henry cosa ti ho insegnato?- lo sgridò Regina.

-Giusto, buongiorno Emma e grazie- mi disse rimproverato dalla madre.

-Di nulla- risposi io gentilmente.

Regina prese i pancake e li portò in tavola e dopo ciò ci accomodammo a sedere.

-Mamma ma non devi andare a lavoro?- chiese Henry dopo aver bevuto un sorso di latte.

-Vedi non credo ci tornerò così facilmente..possiamo dire che sono in vacanza anticipata- rispose la donna cercando di spiegare al figlio la complicata situazione, cercò di non rattristirsi per non far preoccupare il bambino, ma io riuscì comunque a scorgere un alone cupo ricoprire i suoi occhi, quanto avrei voluto stringergli la mano per rassicurarla, ma in quel momento proprio non potevo.

-Mamma ma anche la scuola è chiusa, allora cosa facciamo?- chiese il ragazzo curioso.

-Potremmo andare a Central Park- proposi io subito.

-Si mamma possiamo?- chiese subito implorante alla madre.

-Certo, mi sembra un ottima idea- rispose lei felice.

-Emma tu sei fidanzata?- chiese all'improvviso Henry dopo un minuto di silenzio.

-Ehm no..perché?- risposi subito confusa dalla strana domanda.

-Oh no così- rispose per poi finire di bere il latte che aveva nella tazza.

-Neanche la mamma- aggiunse poi.

Regina sentendo quelle parole si strozzò con il caffè che stava bevendo per poi esclamare subito imbarazzata - Henry!!!-

-Mh..grazie dell'informazione Henry- risposi invece io.

-Non c'è di che- rispose felice, sorridendo a tutte e due in un modo strano, e detto questo si alzò da tavola per andarsi a cambiare.

Io mi girai a guardare Regina, stranita dalla strana conversazione, e quando i nostri sguardi si incrociarono, entrambe scoppiammo a ridere in una fragorosa risata.

-----------

Salve, a chi non gli si è stretto il cuoricino pensando ad una Emma disperata che ha bisogno di Regina? <3

Le nostre protagoniste devono pensare bene a come svelare la verità ad Henry, ma siamo sicure che il ragazzino sia proprio all'oscuro di tutto? ;) Vedremo....A presto.

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Capitolo 11
*** Operazione cigno ***


Capitolo 11:Operazione cigno

10.00 A.M

Pov.Emma

A differenza di ieri, oggi era una giornata molto bella.

Forse era vero il detto “la calma dopo la tempesta” o era prima? Non ricordavo, ma non m'importava.

Una volta arrivati a Central Park, avevamo camminato per un po', io accanto a regina che teneva per mano Henry, sembravamo una vera famiglia.

Anche Regina era felice, lo si poteva vedere dal suo splendido sorriso, dio quanto era bello!Ogni volta che lo vedevo mi si fermava il cuore.

-Mamma guarda dei cigni!- esclamò all'improvviso il ragazzino, correndo verso le riva del laghetto lì vicino.

In effetti Henry aveva ragione, dei maestosi cigni stavano approdando proprio in quel momento sulle rive.

-Attento Henry! Possono beccarti- disse Regina preoccupata.

-Sei una madre apprensiva eh?- le chiesi mentre stavamo raggiungendo anche noi quegli splendidi animali.

-Un po'- ammise imbarazzata , mettendosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio

-Ma non posso farne a meno, non so cosa farei se gli capitasse qualcosa- aggiunse poi.

-Ti capisco, cioè non ho un figlio, ma posso immaginare- risposi io.

-Mamma hai del pane?- chiese Henry interrompendo la nostra conversazione.

-Direi di no- rispose regina ridacchiando.

-Potresti comprarmi un panino?- chiese il figlio.

-Hai già fatto colazione- rispose lei dura.

-Ma non è per me! É per i cigni!- spiegò lui.

-E ti aspetti che io spenda dei soldi per sfamare dei pennuti?- chiese Regina scioccata.

-Dai per favore!- implorò facendole gli occhi dolci.

-Dai Regina è solo un panino- dissi io per aiutare Henry, forse in quel modo gli sarei stata più simpatica, ed anche io le feci gli occhi dolci.

-Due contro uno! Non è giusto- esclamò la mora fingendosi offesa, e arrendendosi si avviò ad un chiosco lì vicino.

-Emma tu resta con Henry!- ordinò arrabbiata per il fatto che avessimo barato.

-Grazie Emma!- disse il ragazzino.

-Non c'è di che- risposi sorridendo.

-Bene mi sembra abbastanza lontana- disse guardando sua madre.

-Di cosa stai parlando?- chiesi confusa.

Lui senza rispondere mi prese per mano e mi trascinò vicino ad una panchina dove poi mi fece cenno di sedermi.

-Allora Emma ti piace essere single?- mi chiese lui.

-Come scusa?- chiesi a bocca aperta.

Lui imbarazzato si diede un autoschiaffo.

-Okay, facciamola breve, si vede lontano un miglio che ti piace mia madre- esclamò infine il ragazzino.

Io rimasi letteralmente a bocca aperta, ma chi era Henry? Sherlock Holmes?

-Io..- ed adesso cosa diavolo gli dicevo?

-Non preoccuparti a me va bene, tu mi stai simpatica- spiegò lui per non lasciare spazio a fraintendimenti.

-Davvero?- chiesi sollevata.

Henry era il fulcro di tutto, se lui non mi avesse accettata, la storia tra me e Regina ne avrebbe sicuramente risentito, ma con quella domanda Henry mi sgamò.

-Ahh avevo ragione- esclamò lui felice ed io non seppi come rispondere.

-Vuoi far parte della mia operazione cigno?- chiese eccitato.

-E in cosa consisterebbe questa operazione?-

-Trovare un compagno alla mamma- rispose come se quella fosse una cosa normale.

-E tu vorresti che fossi io?- chiesi incredula.

-Si, te l'ho detto mi stai simpatica-

-Ma..Henry io sono una donna- ma come mi ero cacciata in questo pasticcio? Ora come facevo a spiegarglielo.

-Guarda che ho 13 anni, non sono un bambino- rispose scocciato.

-Scusami non volevo dire questo è che ..sei sicuro?- chiesi mortificata.

-Si non mi importa se sei una donna, tu rendi felice la mamma, e poi almeno saremmo una famiglia moderna, diventerò famoso a scuola- spiegò il bambino sorridendo.

Io a sentire quelle parole mi lasciai scappare qualche risata, Henry era veramente un bambino speciale.

-Allora va bene, accetto la missione comandante- risposi scherzosa, mettendo una mano alla testa come facevano sempre i militari.

In teoria la missione di Henry era già conclusa ma questo non glielo potevo dire, o almeno non ancora, prima avrei dovuto parlarne con Regina, ma ero veramente felice di questa cosa, Henry mi accettava e non c'era sensazione migliore del fatto di essere accettati dal figlio della propria compagna.

-Allora il nostro obbiettivo è far innamorare la mamma di te e so già quale sarà la nostra prima missione- mi disse sottovoce guardandosi intorno furtivamente, io stetti al gioco assumendo la sua stessa posizione.

-Spara ragazzino-

-In fondo alla via c'è un fruttivendolo, quando ci passiamo davanti fermati e compra la mela più rossa che ha e regalala a mia madre, lo adorerà- spiegò ancora sottovoce.

-Ricevuto- risposi.

-Solo una curiosità, hai capito tutto in un solo giorno?- chiesi curiosa.

-Certo, sono un tipo sveglio- rispose semplicemente.

-Non avevo dubbi- dissi ridendo.

-E poi ho il mio test personale- aggiunse poi.

-E quale sarebbe?-

-Stamattina non ho rifatto il letto, e mamma non mi ha sgridato- rispose con ovvietà, come se io dovessi capire il nesso.

-E quindi?- chiesi confusa.

-Se non rifaccio il letto non mi lascia neanche fare colazione- rispose ancora con ovvietà.

-E quindi?- ridomandai ancora confusa, stavo facendo la figura della scema, ma proprio non capivo cosa volesse dirmi Henry.

-Stamattina era troppo concentrata sul fatto di voler ritornare da te in cucina il più in fretta possibile per accorgersene- rispose, chiarendo i miei dubbi.

-Ohhhh-

-Finalmente- esclamò al cielo Henry.

-Ehi non prenderti gioco degli adulti- dissi fingendomi arrabbiata.

-Ma quali adulti..volevi dire anziani- disse ridendo.

-Ma come ti permetti ragazzino...se ti acciuffo..- risposi fingendomi ancora arrabbiata.

Ma Henry non fece in tempo a scappare così che io potessi rincorrerlo, che una splendida voce ci interruppe.

-Di cosa stavate parlando?- chiese Regina tornata da noi con un panino in mano.

-Delle corone- - Dei cigni- rispondemmo insieme io ed Henry, ed ovviamente dicemmo risposte diverse.

Mi girai un secondo verso il ragazzino fulminandolo con lo sguardo, come per dirgli “Corone, cosa diavolo ti salta in testa”.

-Cioè noi stavamo parlando di quanto starebbero bene delle corone in testa ai cigni- dissi girandomi verso Regina, cercando di inventare una scusa.

-Proprio così- aggiunse Henry, che prendendo il panino dalle mani della madre se ne scappò via per andare a sfamare quei bianchi pennuti.

-Lo sai che io so che mi state mentendo vero?- chiese dolcemente la mia Regina mettendosi a sedere accanto a me.

-Ti spiego tutto a casa, tu nel frattempo non preoccuparti okay?-

-Okay, mi fido di te- rispose, e ciò mi fece stringere il cuore.

Dopo che Henry ebbe finito il panino ci alzammo dalla panchina, ricominciando a camminare.

Alla fine della via come aveva detto il ragazzino c'era un fruttivendolo ed io feci ciò che mi aveva consigliato.

Comprai la mela più rossa di tutte, sembrava quasi rosso sangue e la porsi a Regina.

-Per me?- chiese incredula, Herny senza farsi vedere mimò con la bocca un “ok”

-Si, un ringraziamento per la squisita colazione di stamattina- risposi sorridendogli.

-Sei sicura che non sia avvelenata?- chiese sospettosa, cercando di reprimere un inevitabile risata.

-Oh no mia Biancaneve, non potrei mai farlo- risposi addolorata mettendomi una mano al cuore e fingendomi triste.

-Come sei stupida- rispose ridendo, dandomi uno scappellotto sul braccio.

12:30 P.M

La nostra gita al parco continuò senza intoppi e ci divertimmo molto.

-Dove vi piacerebbe andare a mangiare?- chiese Regina dopo aver sentito la pancia di Henry brontolare.

-Andiamo alla piccola Italia per favore- chiese Henry, riferendosi al piccolo quartiere di New York dominato da ristoranti italiani.

-Emma tu che ne dici?- mi chiese Regina, e ciò mi fece felice.

-Direi che può andare- risposi sorridendo.

-Evvai- esclamò Henry gioioso.

Mentre aspettavamo il taxi, il ragazzino senza farsi beccare dalla madre riuscì a mormorarmi qualcosa nell'orecchio.

“Ordina le lasagne alla bolognese, sono le sue preferite”.

Io che ovviamente non ero un bravo agente segreto come Henry, come risposta riuscì soltanto ad alzare il pollice.

Dopo una decina minuti di viaggio il taxista ci condusse davanti a una ristorante.

L'insegna recitava così “ Ristorante da Pinocchio”.

-Cos'é un Pinocchio?- chiesi curiosa.

-Non sai chi è Pinocchio?- esclamò sorpreso Henry.

-Emma sei senza speranze- ridacchiò Regina scuotendo la testa.

-Ehm ..scusatemi non sono molto esperta di Italia- dissi mortificata.

-E' una famosa favola italiana che parla di un burattino di legno che diceva tante bugie, poi alla fine è diventato buono e una fata lo ha trasformato in un bambino vero- spiegò Henry.

-Ah e come mai tu ne sei esperto?- chiesi curiosa; intanto senza neanche accorgermene eravamo entrati nel locale ed ora ci stavamo accomodando a un grazioso tavolo per tre, io e Regina di fronte, Henry di lato.

-Mamma me la leggeva sempre da piccolo- rispose semplicemente.

-Vedi il mio nome ha origini italiane, così leggendo quella fiaba mi sento..in qualche modo...non so come spiegarlo- disse Regina imbarazzata.

-E cosa significa il tuo nome in italiano?- chiesi cambiando discorso per non farla sentire a disagio.

-Queen*- rispose colorando le sue morbide gote di rosso.

-Direi che è un nome degno di te allora- risposi dolcemente.

-Grazie- rispose arrossendo ancora di più per il complimento che le avevo fatto.

Henry che per tutto il tempo aveva nascosto il suo viso nel menù, per lasciarci così un po' di privacy, disse:

-Io voglio una pizza margherita e voi?- a quel punto colsi al volo il suggerimento di Henry e risposi:

-Direi che prenderò una lasagna alla bolognese- e Regina con quelle parole rimase a bocca aperta.

-Sul serio? Prima le mele, ora le lasagne..che cosa state combinando voi due?- chiese Regina sospettosa.

Io ed Henry assumemmo la stessa identica espressione angelica.

-Non so di cosa stai parlando- risposi sorridendo.

Regina continuò a guardarci sospettosa per tutto il tempo ma la conversazione finì lì.

-Buongiorno, cosa posso portarvi?- chiese la graziosa voce di una cameriera, e quando mi girai per guardarla in volta rimasi a bocca aperta.

-Elsa??!!- esclamai.

---------

Non odiatemi, ma dopo tanto tempo un capitolo con finale aperto ci voleva, tanto aggiornerò presto quindi non uccidetemi please :).

* Regina/Queen, la storia si svolge a New York e quindi i personaggi parlano in inglese, così ho giocato un po' sulle traduzioni, in più ho voluto dedicare questo capitolo proprio alle favole..cigno (ovviamente non potevo non mettere il simbolo delle nostre adorate SwanQueen), mele rosse, Biancaneve e infine Pinocchio.

Henry è sempre il solito furbo, con una nuova missione, operazione cigno. Spero commentiate in molti e a presto.

 

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Capitolo 12
*** Famiglia ***


 

Capitolo 12:Famiglia

13 settembre 2001, 9:00 A.M, la mattina del giorno dopo.

Pov.Emma

-Buongiorno signorina come posso aiutarla?- mi chiese la segretaria alla reception del palazzo.

-Si buongiorno, mi chiamo Emma Swan, sono qui perché devo ritirare un..pacco- mormorai triste.

La segretaria controllò in un grande libro.

-Si attenda, le vado a prendere l'urna- rispose gentilmente.

Io annuì e stanca emotivamente appoggiai i gomiti sull'alto bancone che avevo di fronte.

Nell'attesa il mio nuovo cellulare squillò, era Regina, ma decisi di non risponderle, quello non era proprio il momento.

-Metta una firma qui ed abbiamo finito- mi disse la donna, ritornata con il mio ..pacco.

Io firmai e il più velocemente possibile uscì da quell'edificio.

Salì su un taxi di fortuna e dopo aver dato l'indirizzo presi il cellulare tra le mani, poggiando con cura l'urna sulle mie gambe.

Ignorai la chiamata di Regina andando nella casella dei messaggi.

“E' con me, vediamoci al solito posto” scritto ciò inviai il messaggio ad Elsa.

12 settembre 2001, 13:00 P.M

-Emma!- esclamò anche lei sorpresa di vedermi.

-Vi conoscete ?- chiese curiosa Regina.

-No- -Si- rispondemmo nello stesso istante.

-Piacere, sono la sua ex-ragazza- disse la bionda compiaciuta porgendo la mano a Regina con uno sguardo di sfida.

-P..Piacere- rispose lei dura.

-Non sapevo lavorassi qui- dissi io per cambiare discorso.

-Si non sopportavo più mia zia e i suoi stupidi gelati, così mi sono trovata un nuovo lavoro- spiegò lei.

-E tu chi saresti?- chiese gentilmente la bionda, notando solo ora il ragazzino.

-Mi chiamo Henry- rispose brusco lui.

-Vedo che nessuno ti ha insegnato le buone maniere- commentò cattiva lei.

-Ma come si permette?- esclamò allora offesa Regina.

-Vedo che ti sei trovata un rimpiazzo aggressivo Emma- rispose con tono di sfida fulminando Regina.

-Okay adesso basta!- esclamai arrabbiata alzandomi in piedi, e strattonando Elsa per un braccio la portai fuori dalla stanza, vicino all'ingresso.

-Ma si può sapere cosa vuoi?- esclamai infastidita.

-Tu cosa vuoi, ti presenti qui con la tua famigliola felice e me la sbatti sotto gli occhi- rispose arrabbiata lei.

-Non l'ho fatto apposta, non sapevo neanche lavorassi qui- risposi a tono.

Lei rispose con un grugnito.

-Sai cosa ti dico?Che non sono affari tuoi!- dissi impazientita.

-Si che sono affari miei, io ti amo ancora-

-Mi amavi così tanto che non volevi far sapere a nessuno della nostra relazione- commentai amareggiata.

-Non è vero, lo sai..- provò a giustificarsi.

-Basta Elsa, io ti ho lasciato, ed adesso noi abbiamo chiuso-

-Ma tu mi ami- supplicò lei.

-Esatto, io ti amavo- risposi sottolineando il tempo passato.

Mi girai per tornarmene da Regina, ma lei mi trattenne per un braccio.

-Emma io ti amo- a quel punto arrabbiata non ci vidi più.

-NO elsa tu non mi ami! Perché se mi amassi invece di dar fastidio alla mia compagna mi avresti subito chiesto come stavo- esclamai acida.

-Io non capisco- rispose confusa lei.

-Non ti ricordi neanche più dove lavoro?- chiesi amareggiata.

A quel punto la consapevolezza si impossessò del suo volto.

-O mio dio Emma io..come stai?- chiese triste.

-Bene, ma non per merito tuo- risposi pensando alle innumerevoli volte che Regina mi aveva salvato, durante quella tragica mattina.

-E Ruby? Lei come sta?-

Ma non ci fu bisogno di risposta, perché i miei occhi, che subito si riempirono di lacrime, furono sufficienti.

-NO..- gemette lei.

-Per favore, non cercarmi più, addio Elsa- e con quello mi dileguai.

Ritornai nella sala da ristoro, ma appena entrata guardai Regina che mi aveva notato e guardandomi ancora intorno mi sentì soffocare.

Scappai in bagno dove appena entrata scoppiai in un fragoroso pianto, trovai una porta aperta e mi ci rinchiusi dentro, sedendomi per terra.

Dopo alcuni secondi sentì la porta del bagno aprirsi e un suono di tacchi diffondersi nell'aria, mentre ancora io stavo piangendo.

Qualcuno provò ad aprire la mia porta, ma non ebbe successo perché io l'avevo chiusa a chiave.

-Emma so che sei lì, per favore aprimi- mi implorò Regina.

Come risposta io riuscì soltanto a rilasciare altri singhiozzi.

-Per favore, non sopporto di sentirti piangere- implorò ancora, questa volta bussando rumorosamente.

-Guarda che rimango qui fuori finché non esci, Henry è rimasto a tavola, tutto solo..-

Io a quelle parole mi decisi ad aprire la porta.

-O grazie a dio..- ma non la feci finire di parlare perché mi fiondai sulle sue labbra.

Quel contatto faceva miracoli, baciandola tutta la mia sofferenza svanì in un istante, ma il mio corpo reclamò ancora di più.

La spinsi verso il lavandino dove lei ci si appoggiò, portai una mia mano sopra la sua pancia e velocemente scostai la sua camicia per toccarle il ventre morbido e piatto.

Subito Regina interruppe il bacio.

-Emma no...non ora, non qui- mormorò fermando la mia mano.

A quel punto mi svegliai dalla trance in cui era caduta e inorridita mi allontanai da lei.

-O mio dio Regina mi dispiace..io...sono un mostro- esclamai scioccata, e le numerose lacrime che grazie al suo bacio si erano fermate ricominciarono a scorrere.

-Ehi no no ma cosa dici- disse subito lei dolcemente, avvicinandosi per stringere lei mie mani.

-Regina mi dispiace- piansi ancora, ma questa volta mi abbandonai tra le sue braccia, abbracciandola.

Appoggiai il viso sulla sua spalla, mentre lei mi accarezzava i capelli.

-Non è successo nulla..non è colpa tua se sono irresistibile- disse per farmi ridere, e un po' ci riuscì visto che un suono incomprensibile, misto a un singhiozzo e una risata uscì dalle mie labbra.

-Scusami ancora-.

-Non devi scusarti, piuttosto dimmi cosa è successo- chiese poi interrompendo l'abbraccio per guardarmi negli occhi.

-Mi dispiace, ma Elsa ha rievocato una parte della mia vita che pensavo di aver dimenticato e poi..ho dovuto dirle di Ruby, scusami se sono crollata- spiegai triste.

-E' comprensibile, vuoi andare via?- chiese poi dolcemente.

-No No, Henry tiene molto a questo pranzo- risposi asciugando le ultime lacrime rimaste.

Andai al lavandino, dove con della ghiacciatissima acqua mi sciacquai il viso.

-Allora, questa Elsa è veramente un bel tipo, capelli biondi..occhi azzurri..- mormorò Regina dopo che mi fui calmata.

-Regina Mills per caso sei gelosa?- chiesi curiosa.

-Io?! Ma per piacere- rispose subito sulla difensiva.

-Menomale, perché sarà anche bella, ma ti svelo un segreto...non è brava a baciare- sussurrai al suo orecchio languidamente.

-Ah davvero?- chiese lei col mio stesso tono di voce.

-Già, ed invece adesso ho una donna che oltre ad essere strabellissima, bacia pure da dio-

-Scema- rispose ridendo d'imbarazzo dai miei complimenti.

-Non sono scema, sono dolce- mi giustificai con una voce da cucciolo.

-Dai torniamo da Henry- e detto ciò mi prese per mano, guidandomi poi fuori dal bagno.

Una volta entrati nella sala cercai di staccare le nostri mani, per non farci vedere da Henry, ma lei non me lo permise.

-Regina..- dissi perplessa

-Non preoccuparti- rispose semplicemente lei.

Una volta arrivate al tavolo mise in bella vista le nostre mani unite ed Henry ci guardò piacevolmente meravigliato.

-Henry c'è una cosa che io ed Emma dobbiamo dirti- disse dolcemente Regina rivolta al figlio, io la guardai con sguardo interrogativo.

-Vedi io ed Emma siamo buone amiche e ci vogliamo molto bene- iniziò così il suo discorso.

-Ma delle volte può succedere che due persone conoscendosi meglio inizino a provare qualcosa che vada oltre il semplice volersi bene-

Non ci potevo credere, Regina stava dicendo ad Henry la verità, ma come mai proprio ora e in questo posto?

-Cioè mi stai dicendo che sei innamorata di Emma?- esclamò Henry a bocca aperta,che guardando le nostre umani unite. in bella vista sopra il tavolo, aveva fatto uno più uno.

-Henry vedi..- ma Regina non poté finire la frase perché il ragazzino la interruppe.

-Ma allora la mia operazione cigno non serve a nulla? Perché non me l'ho hai detto?- chiese tristemente rivolto a me.

- Ehi no non dire così, scusami se non te l'ho detto prima, ma tua madre mi aveva chiesto di aspettare, e poi non sei contento? La tua missione è riuscita alla grande- cercai di spiegare per tirargli su il morale.

-Si può sapere di cosa state parlando?- chiese confusa Regina.

-Regina vedi..-

-NO non dirglielo! Si arrabbierà- esclamò subito Henry impaurito.

-Per cosa dovrei arrabbiarmi esattamente?- chiese ancora la mora.

-Henry devo dirglielo...-

-No!- e detto ciò scappò in bagno, non senza prima aver lasciato scendere qualche lacrima dal suo tenero viso.

3.00 P.M

Un'ora e mezza più tardi uscimmo da quel ristorante come una vera e nuova famiglia.

Dopo aver chiarito con Henry ci eravamo dedicati ad attività più piacevoli, come ad esempio riempire i nostri stomaci da squisite prelibatezza.

-Emma aspetta- esclamò una donna sull'uscio del ristorante dal quale eravamo appena usciti.

-Elsa e adesso cosa vuoi?- chiesi cattiva, avvicinando con un braccio Regina a me.

-Scusami, voglio solo chiederti un favore- implorò gentilmente la bionda mortificata.

-Sentiamo- risposi amareggiata.

-Il mio numero telefonico non è cambiato....quando avrai notizie di Ruby...mi piacerebbe partecipare al suo funerale, potresti informarmi?- a quella domanda rimasi spiazzata e tutta la mia rabbia svanì in un istante.

-Certo, lo farò- risposi io, questa volta gentilmente.

La salutai con un cenno della mano e poi insieme alla mia famiglia entrai nel taxi che ci aspettava.

Dopo che fummo rientrati in casa, sotto proposta di Henry, ci mettemmo tutte e tre a giocare alla play station.

Nel momento in cui la mia macchina stava tagliando il traguardo, stracciando così di netto Henry e Regina, il mio nuovo cellulare che avevo comprato la notte scorsa squillò.

Misi in pausa il gioco e mi alzai dal divano per rispondere.

“Pronto,sto parlando con la signorina Emma Swan?”

-Si lei chi è?- chiesi subito.

“Buongiorno, sono dell'ufficio delle pompe funebri, durante gli scavi nelle macerie abbiamo trovato il corpo della sua amica, abbiamo chiamato i genitori che hanno deciso per una crematura, purtroppo al momento si trovano fuori New York ed hanno delegato lei per venire a prenderla, sarebbe disponibile?” chiese la voce in modo professionale.

-Si, sono disponibile- risposi triste.

“Bene allora domattina si presenti nel nostro palazzo alle 9:00 di mattina”

-Ok ci sarò, grazie per avermi informata- risposi atona.

“Dovere” dettò ciò la voce riagganciò.

-Tesoro chi era?- chiese Regina che intanto si era alzata in piedi preoccupata dal tono della mia voce.

-Domattina devo andare a ritirare le ceneri di Ruby- risposi soltanto.

-Vuoi che ti accompagni?- domandò gentilmente lei.

-No preferisco andarci da sola- risposi facendo un debole sorriso per rassicurarla.

-Adesso è meglio che me ne vada- aggiunsi poi guardando l'orologio.

-Va bene, domani a pranzo mangi con noi?- domandò speranzosa.

-Ci sarò- risposi dolcemente e per salutarmi mi diede un casto bacio sulle labbra, era così bello poter finalmente dimostrarsi affetto anche davanti ad Henry.

Fatto ciò uscì dalla casa, che ormai consideravo anche mia, si perché era lì che abitava la mia famiglia.

--------

Dite la verità all'inizio del capitolo vi siete ritrovati confusi e spaventati, spero di si perché era proprio quello lo scopo.

Allora che ne dite? Alzi la mano a chi sta simpatica Elsa, e abbassi la mano chi adora Henry XD Vi avviso che il pezzo mancate in cui Henry fugge via piangendo sarà raccontato nel prossimo capitolo con un.....signori e signore POV.Henry. Finalmente le due sono ufficialmente una coppia, chi sa cosa succederà adesso, nell'incontro tra Emma e Elsa, a presto.

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Capitolo 13
*** Henry ***


Capitolo 13:Henry

13 settembre, 9:30 A.M

Pov.Emma

Feci un ultimo gran bel respiro, stringendo con più forza l'urna tra le mie mani e svoltai l'angolo.

Come previsto accanto alla fontana pubblica trovai Elsa.

-Grazie ancora Emma- questo fu il suo saluto.

-Non l'ho fatto per te, l'ho fatto per Ruby- risposi dura, ancora arrabbiata per quello che era successo ieri.

Mi invitò a sedermi su una panchina lì vicino, ed io accettai, sedendomi ad una adeguata distanza da lei e poi le porsi l'urna che lei prese con gran cura.

-Ciao Ruby, mi manchi lo sai?- mormorò con voce roca, all'oggetto posato sulle sue gambe.

-Non meritavi questa fine- aggiunse poi.

-Ti ricordi quando mi hai presentato a lei, era così protettiva nei tuoi confronti- mi chiese Elsa.

-Si- risposi facendo una piccola risata ricordando il terzo grado che aveva dovuto subire, che bei ricordi.....

-Terrai tu l'urna?- mi chiese ritornando triste.

-Si, i suoi genitori hanno detto che lei avrebbe voluto così- risposi con gli occhi lucidi.

-Lo credo anche io-

-Mi dispiace di aver fatto soffrire tua sorella, spero tu possa perdonarmi- mormorò ancora.

-Certo che ti ha perdonata, lo sai lei non è un tipo che porta rancore- la rassicurai subito dolcemente, ero ancora arrabbiata con lei ma non potevo permetterle di pensare che Ruby la odiasse.

-Sei sicura? perché il pensiero che lei possa avercela con me mi distrugge- mi chiese con le lacrime agli occhi.

-Si, sono sicura che in questo momento ci sta guardando dall'alto, e starà ridendo al solo pensare alla faccia di tua zia, quando finalmente hai mollato il lavoro- la rassicurai io prendendole una mano.

Elsa rise alle mie parole e si asciugò le lacrime.

-Hai ragione, basta lacrime, lei non avrebbe voluto- rispose più allegra.

-Addio Ruby, ti vorrò sempre bene- disse per poi depositare un dolce bacio sull'urna che contenevano le sue ceneri.

-Grazie ancora Emma- aggiunse guardandomi.

-Di nulla- risposi alzandomi e staccando la nostra stretta di mano.

Lei cogliendomi di sorpresa si alzò velocemente e mi baciò.

-Cosa stai facendo?!- esclamai infastidita spingendola via.

-Volevo solo dirti addio come hai vecchi tempi, ma sapevo che tu non me l'avresti permesso- spiegò mortificata.

-Ed hai pensato bene- risposi arrabbiata.

-Sei felice?- mi chiese tristemente.

-Si- risposi sicura.

-Allora è solo questo che importa, addio Emma- e detto ciò girò le spalle e se ne andò.

“O al diavolo” pensai tra me e me.

-Elsa aspetta- e dopo che lei si fu girata l'abbracciai.

-Addio Elsa, ti vorrò sempre bene- mormorai nel suo orecchio.

-Allora non sei arrabbiata?- chiese speranzosa.

-No, non potevo lasciarti andar via così- risposi sorridendo.

-Grazie- rispose lei dal profondo del cuore, mi ridiede indietro l'urna e salutandoci con un gesto della mano ci allontanammo l'una dall'altra.

Per fortuna trovai subito un taxi,e ci entrai come una persona nuova.

Finalmente un importante capitolo della mia vita si era definitivamente chiuso.

Presi il mio cellulare e mi accorsi di aver ricevuto un messaggio.

“Scusa non voglio disturbarti, volevo solo sapere se preferisci il burro o il sugo sulla pasta?”

A leggere ciò un genuino sorriso mi apparve in volto.

Prima non le avevo risposto, ma non per cattiveria, solo che in quel momento preferivo stare un po' da sola con la mia Ruby, ma adesso dopo aver parlato con Elsa e dopo che mi ero liberata da quel grosso macigno che era il mio passato, c'era solo una cosa che desideravo, ritornare dalla mia Regina.

“Tu non disturbi mai, preferisco il sugo, ma sono sicura che qualunque cosa, se preparata da te, sarebbe squisita. Sto arrivando, a presto”.

Riposi il cellulare in borsa e mi accomodai meglio sui sedili dell'automobile, stando attenta a non urtare l'urna.

-Mi scusi signorina, dove devo portarla?- chiese gentilmente il taxista.

-Al 108 di Mifflin Street-.

13 settembre, 9:30 A.M

Pov.Henry

-Buongiorno Mamma- dissi appena entrato in cucina, per poi sbadigliare rumorosamente.

-Buongiorno anche a te tesoro, ma cosa ti ho detto sugli sbadigli?- rispose mischiando la dolcezza alla sua solita ma tenera severità.

-Scusa- risposi ricordando di portare una mano alla bocca.

-Piuttosto cosa sta succedendo in cucina? E' passato un tornado?- chiesi notando il caos e la sporcizia che invadeva ogni possibile spazio libero.

-Ehm no....viene a pranzo Emma- si giustificò imbarazzata.

-Wow la maniaca dell'ordine Regina Mills che riduce la cucina in questo stato? Forse dovrei fare una foto- commentai per prenderla un po' in giro.

-Dai tesoro, non prendermi in giro, volevo fare qualcosa di speciale, ma devo aver sbagliato qualcosa nella ricetta- si lamentò triste.

-Mamma tu non sbagli mai, sei solo un po' nervosa, prendi un bel respiro e ricomincia tutto da capo- la rassicurai dolcemente, era troppo tenera, Emma aveva una bellissima influenza su di lei.

-Grazie Henry- rispose più sicura di se.

Soddisfatto di me stesso recuperai un po' di latte dal frigo ed andai in salotto per fare colazione.

Mangiando da solo, la mia mente volò subito in posti lontani e col pensiero ritornai al momento in cui avevo finalmente saputo la verità.

****

Appena entrato in bagno mi appoggiai al muro incrociando le braccia per poi mettere il broncio.

Non era giusto, la mia geniale operazione cigno era rovinata.

-Tesoro!- esclamò la mamma dopo essere entrata anche lei nel bagno.

-Mamma questo è il bagno degli uomini- dissi arrabbiato.

-Ma per favore, è la seconda volta che metto piede in questi squallidi posti per venire a riprendere le persone a cui tengo nell'arco ci mezz'ora, di certo non sarà questo a fermarmi- rispose con il suo solito tono da comandante.

Amareggiato non risposi.

-Ascolta tesoro, mi dispiace tanto, se Emma non ti piace io..-

-No Emma mi sta simpatica- dissi interrompendola.

-Allora il problema è che è una donna? Mi dispiace se questo ti crea disagio, ma non si può decidere di chi innamor....-

-No non è un problema- la interruppì ancora.

-Allora qual'è?- chiese supplichevole, ma io distolsi lo sguardo da lei e non risposi.

-E' per via della tua operazione cigno vero? Emma mi ha detto che..-

-Non avrebbe dovuto dirtelo!- esclamai arrabbiato interrompendola ancora.

-Tesoro ma non sono arrabbiata- disse dolcemente.

-Davvero non sei arrabbiata?- chiesi incredulo.

-No Henry- rispose avvicinandosi per accarezzarmi una guancia.

-Sono così fiera di te, ho avuto la conferma che sei un ragazzo intelligentissimo e anche che mi vuoi bene, come potrei essere arrabbiata?- aggiunse ancora dolcemente.

Io a quelle parole arrossì.

-Quindi non te la sei presa se ho dato dei consigli ad Emma per conquistarti- chiesi ancora per avere conferma.

-No, anzi mi ha fatto molto piacere, e poi lei mi ha già conquistata- rispose amorosamente.

-Già- risposi triste, mamma incredibilmente capì cosa mi passasse per la mente.

-Tesoro, devi essere felice, la tua operazione ha avuto successo- mi rassicurò lei.

-Si ma...- mormorai in imbarazzo.

-Ma cosa?- chiese curiosa.

-Ho fatto la figura dello scemo, insomma tramavo alle tue spalle quando invece tutto era già fatto ed Emma avrà pensato che...- ma questa volta fu mia madre ad interrompermi.

-In realtà Emma mi ha detto che gli stai molto simpatico, e che in futuro sarebbe molto felice di prendere parte a una tua nuova operazione-

-Davvero?- chiesi felicissimo, avevo timore che Emma potesse pensare che io fossi uno sciocco ragazzino, con tutte quelle strampalate missioni e marchingegni.

La mamma annuì.

-Oh si!Ho già in mente qualcosa, Kathryne è ancora single vero?- chiesi rianimato da nuove forze.

-Si Henry, ma adesso andiamo a mangiare, c'è una pizza che ti aspetta di là- rispose mia mamma ridendo a crepapelle.

-Mhh, pizza- mormorai con l'acquolina in bocca, ma c'era una cosa che ancora dovevo fare.

-Mamma se io non avessi accettato Emma tu cosa avresti fatto?- chiesi curioso.

-Bè io credo che l'avrei lasciata- rispose pensierosa.

-Faresti una cosa del genere per me?- chiesi incredulo.

-Ma lei ti rende felice- aggiunsi poi prima che lei avesse il tempo di rispondere.

-Si Henry, ma tu sei mio figlio e vieni prima di qualunque altra cosa- rispose dolcemente.

-Ti voglio bene mamma- mormorai commosso abbracciandola.

-Anche io te ne voglio- e dopo queste sdolcinate confessioni madre-figlio ce ne tornammo da Emma.

*****

Sorrisi di nuovo al ricordo di quella conversazione.

-Henry presto vieni di qua!- mi urlò la mamma e lasciando la conversazione a metà corsi in cucina preoccupato.

-Che succede?-

-Assaggia questo e dimmi com'è!- mi chiese porgendomi un cucchiaino con sopra un imprecisata cosa rossa, ma lo misi in bocca lo stesso, fiduciose nelle straordinarie doti culinarie di mia madre.

-Mhhh, ma è delizioso, cos'è?- chiesi, felice del nuovo sapore che mi aveva invaso il palato.

-Oh menomale, è sugo-

-Ma tu sei ancora in pigiama? Corri a cambiarti che tra poco Emma sarà qui!- esclamò apprensiva guardandomi.

-Ma mamma! Sono le nove e mezza del mattino e devo ancora finire colazione- mi lamentai io.

-Bè allora cosa aspetti? Finisci di fare colazione e corri a cambiarti- mi rispose lei ignorando le mie proteste, così mi arresi e sbuffando feci ciò che “la regina” aveva ordinato.

10:15 A.M.

Ding.Dong.

-Henry tesoro, vai tu ad aprire per favore?!!- esclamò subito la mamma.

-SI!- risposi gentilmente, sicuro di chi mi sarei ritrovata di fronte alla porta.

-Menomale che sei arrivata, la mamma cominciava ad essere insopportabile- fu questo il mio saluto allegro che rivolsi alla bionda.

-Buongiorno anche a te Henry, che sta succedendo?- chiese divertita dalla mia faccia.

-La mamma è in cucina che sta letteralmente sclerando, ma poi io dico, sei già venuta a pranzo da noi, cosa ce di diverso ora?-

-Bé direi tu, questa volta è più un pranzo ufficiale, e tua madre ci tiene a fare le cose in grande- mi spiegò gentilmente, accarezzandomi amorevolmente i capelli.

-Ma io non ho chiesto nulla di tutto ciò- brontolai.

-Sai come è fatta tua madre- questa fu la sua giustificazione che fece ridere entrambi.

-Si ma ti rendi conto di cosa mi ha fatto fare? E cito testualmente “Henry tesoro, potresti portare del cibo sul retro della casa, così i soliti gatti randagi che girano davanti alla nostra porta andranno dietro, e non faranno credere ad Emma che da vecchia diventerò una di quelle signore che si circonda di gatti?”- dissi scioccato.

-Okay, forse è meglio che vado a salutarla- commentò anche lei scioccata, ma lasciandosi scappare qualche risata.

Insieme andammo in cucina dove trovammo mia madre, con la testa praticamente infilata nel frigorifero alla ricerca di chissà cosa.

-Buongiorno Regina- esordì Emma.

La mamma che non se l'aspettava si spaventò, sbatte la testa in uno dei ripiani del frigorifero, da cui uscì velocemente per poi sbattere furiosamente lo sportello per chiuderlo.

-Ti sei fatta male?- chiesi io divertito dal nervosismo di mia madre, era troppo tenera.

-Oh no chi io? Sto benissimo, una favola- rispose, sorridendo ad Emma.

Sapevo che volevano baciarsi, ma sapevo anche che non l'avrebbero mai fatto davanti a me.

-A proposito di favole, ragazzino ho una cosa per te- disse Emma, per poi condurre me e la mamma in salotto dove aveva lasciato la borsa.

-Un regalo?Per me?Grazie- chiesi incredulo quando mi depositò un grande, rettangolare e voluminoso libro in mano.

-Emma non dovevi- disse subito mia madre, felice del gesto della bionda.

-Di nulla ragazzino, prima di venire qua sono passata davanti a un banco dei pegni e dalla vetrina ho visto questo libro, mi ha ricordato il momento in cui io ed Henry abbiamo fatto amicizia parlando di fumetti- spiegò con voce amorevole.

-Lo so hai 13 anni, e questo è un libro di favole, ma sono le vere favole dei Fratelli Grimm, insomma non quelle romanzate della Disney, quindi c'è coraggio, magia, guerre e sangue- aggiunse subito dopo.

-Emma è bellissimo, grazie mille- mormorai estasiato aprendo la rigida copertina sul quale c'era scritto “Once upon a time”.

-In fondo ci sono anche delle pagine bianche, dove se vuoi puoi scrivere tu stesso una storia- aggiunse ancora ricordandosi dei piccoli dettagli.

Guardai ancora un altro po' a bocca aperta le meravigliose immagini che facevano da compagnia ai testi delle favole, e poi abbracciai calorosamente Emma.

-Grazie, Grazie, Grazie, vado subito a provarlo- esclamai felice, correndo via da quella stanza come un fulmine.

Purtroppo però, io Henry Mills, avevo un vizio, la curiosità, così non scappai subito in camera mia ma mi nascosi nella penombra del corridoip aguzzando le orecchie, curioso di quello che le due donne si sarebbero dette.

-Grazie Emma, non dovevi- ringraziò ancora mia madre.

-Figurati, ci tenevo a farlo- rispose la bionda.

-Allora dimmi, come è andata?-

-Tutto sommato mi sento bene-

-Ne sono felice Tesoro-

-Senti c'è una cosa che devo dirti- mormorò la bionda in tensione.

-Puoi dirmi tutto- la rassicurò la mamma.

-Ho incontrato Elsa, cioè l'ho contattata io per farle salutare Ruby- disse tutto d'un fiato Emma.

-Credo tu abbia fatto un bel gesto-

-Davvero? Quindi non sei arrabbiata!-

-No no, e poi si trattava solo di un incontro mica vi siete baciate o cosa no?- ipotizzò ironicamente la mamma.

-Elsa mi ha baciato all'improvviso, ma io l'ho subito respinta via- Emma pronunciò queste parole così velocemente che fu quasi un miracolo riuscirle a comprendere.

-O..kay- rispose mia madre con un tono di voce strano.

-Mi dispiace davvero, ma mi ha colta di sorpresa- disse dispiaciuta la bionda.

-Tu l'hai subito respinta via giusto?- chiese conferma mamma.

-Si si-

E qui il tono di voce di mia madre cambiò, divenne strano, non glielo avevo mai sentito prima, ma basandomi sui film che avevo visto potevo dedurre di trattasse di malizia.

-Bene, perché queste labbra sono solo mie chiaro?-

-Davvero? Dimostralo- rispose Emma con lo stesso tono di voce.

Dopo ciò non potendole vedere, sentì uno strano rumore e capì che era arrivato il momento di tornare a farmi i fatti miei.

Così andai in camera, presi una penna e mi stesi sul letto, pensando bene a cosa volessi scrivere.

C'era una volta una triste e gelida madre di nome Regina e una solitaria e insicura donna di nome Emma, una splendida mattina di settembre si conobbero, purtroppo quella solare mattina si trasformò in una cruda e terribile tragedia che tutto il mondo ricorderà per sempre..................”

 

-----------

Salve a tutti, piaciuto il capitolo?Spero di si, perché io personalmente lo adoro. Questo capitolo rispetto agli altri è molto lungo, così ho deciso di prendermi un pausa dalla scrittura che durerà un giorno XD Quindi probabilmente non aggiornerò domani ma mercoledì.

Anche in questo ci sono molti collegamenti alla serie tv, i libro ed Henry l 'autore, per quanto riguarda l'incontro tra Elsa e Emma..siete gente di poca fede :) Emma non ha combinato nessun pasticcio e felice è tornata dalla sua Regina, che sta diventando troppo tenera <3.

A presto, e grazie a tutti quelli che recensiscono.

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Capitolo 14
*** Sorprese ***


Capitolo 14: Sorprese

20 settembre 2001, 9.00 A.M

Pov.Regina

-Ehi Henry sveglia, tra poco arriverà Emma con la colazione- sussurrai dolcemente al mio ometto.

-Mh è già ora di svegliarsi?- chiese assonnato lui.

-Eh già dormiglione forza alzati- lo incitai ancora.

Cinque minuti dopo, Henry si presentò in cucina lavato e vestito.

-Mamma io davvero non capisco- disse il mio bambino frustato.

-Cosa c'è che non va?- chiesi curiosa mentre preparavo la colazione.

-Perché Emma non può venire a vivere da noi? Ormai è da una settimana che viene la mattina e se ne va via la sera tardi, insomma mi sembra uno spreco di tempo e di benzina, mamma devi pensare al pianeta- aggiunse poi ironico.

Io rimasi totalmente scioccata da quella domanda.

Io ed Emma sotto lo stesso tetto? Che cosa ridicola.

-No Henry, è una cosa troppo affretta..- cercai di spiegare.

-Ma scusa tu la ami e lei ama te giusto?- chiese ancora pensieroso, sedendosi su una sedia.

-Giusto- risposi atona.

-E allora che problema c'è?- chiese spazientito.

-Henry tu hai 13 anni, non puoi capire certe cose- risposi cattiva, frustata dalle domande troppo curiose di mio figlio.

Purtroppo però non potei fare a meno di notare come, l'idea di Emma e me sotto uno stesso tetto, mi avesse folgorato, d'un tratto questo sogno meraviglioso di cui prima non avevo minimamente bisogno divenne improvvisamente una necessità.

Ovviamente solo una piccolissima parte di me desiderò questa stupida fantasia.

-Va bene allora ne parlerò con lei- rispose con un sorrisetto, certe volte scordavo quanto potesse essere furbo.

-Non osare- risposi fingendo di essere arrabbiata.

Ding. Dong.

-Davvero? Impediscimelo- rispose furbamente, e pronunciata questa minaccia corse letteralmente ad aprire la porta.

-Henry no!!- esclamai sussurrando alla sedia ormai vuota.

-Buongiorno ragazzino, dormito bene?- sentì chiedere da una voce che, al solo sentire aveva il potere di far aumentare i battiti del mio cuore.

-Buongiorno amore!- esclamò allegra la mia Emma, dandomi un bacio sulla guancia.

-Ehm cosa succede?- chiese percependo la strana aria che aleggiava tra me e Henry.

-Oh niente, piuttosto tu hai portato i cornetti?- chiesi allegra per cambiare discorso, di certo non volevo che Emma scoprisse della discussione che avevo appena avuto con lui.

-Si, caldi caldi- rispose poggiandoli al centro del tavolo.

-Perfetto allora mangiamo- risposi sedendomi a tavola.

-Mh sapete, ho trovato un nuovo lavoro- raccontò la bionda durante la colazione.

-Dove tesoro?- chiesi curiosa e felice per lei.

-In polizia, ma tranquilla, farò solo qualche fotocopia e porterò qualche caffè, nulla di che- mi rassicurò subito vedendo la mia faccia stralunata.

-Oh ne sono felice allora-

-E per festeggiare ho preso questi- disse felice, porgendo ad Henry due pezzetti di carta.

-O mio dio Emma grazie- esclamò subito lui, alzandosi per andarla ad abbracciare.

-Mamma andremo al luna park- esclamò entusiasta rivolgendosi a me.

-Che pensiero gentile Emma , ma tu non vieni?- chiesi dubbiosa notando la quantità dei biglietti.

-No, oggi è il mio primo giorno di lavoro, ma voi vi divertirete e noi ci rivedremo stasera a cena- spiegò amorosamente.

-oh non dovevi- risposi dolcemente, ogni giorno mi stupivo sempre di più di come Emma potesse essere dolce e generosa.

-Bene allora vado a lavare i piatti- esordì sparecchiando la tavola.

La nostra routine prevedeva che Emma venisse ad aiutarmi a pulire, cosichè potessimo salutarci in un modo più appropriato, ma oggi Emma rimase a fare compagnia ad Henry.

Per tutto il tempo che rimasi in cucina, sperai sempre di vederla arrivare, le mie labbra sentivano terribilmente la sua mancanza, ma ciò non avvenne.

-....chiaro? Oh si si mi sembra molto bella la tua maglia Henry- disse Emma appena ritornai in salotto, era una mia impressione o aveva appena cambiato discorso?

-Mamma allora vado a cambiarmi così partiamo subito- esclamò mio figlio eccitato, troppo felice per una semplice girata al luna park.

-Non sei venuta in cucina- commentai triste, dopo che mi figlio se ne fu andato dalla stanza.

-Che ce Regina? Per caso ti mancavo?- chiese la bionda cambiando subito il tono della sua voce, avvicinandosi poi lentamente a me.

-Ma figurati- risposi gelida, per poi avvicinarla a me e baciarla.

Mentre ancora le nostre labbra erano unite sentì nascere un sorrisetto sul viso della bionda.

-Adesso scappo, voi divertitevi mi raccomando- spiegò prendendo velocemente la borsa che aveva lasciato a terra, ma prima di uscire dalla porta avvicinò ancora i nostri visi.

-Buon lavoro tesoro- dissi ad una stanza ormai vuota e fu così che mi ritrovai a sorridere come una scema, senza un reale motivo o forse il motivo era semplicemente uno.

Ero felice.

7:30 P.M.

Pov.Emma

Accesi l'ultima candela e mi guardai intorno soddisfatta di me stessa.

Dovevo ammettere che avevo fatto proprio un bel lavoro.

Guardai l'orologio appeso al muro e cadendo in agitazione rifeci il giro della stanza per vedere se ci fosse qualcosa fuori posto.

Henry e Katrhyne avevano preso parte alla mia operazione, che il ragazzino avevo voluto insistentemente nominare Maggiolino, anche se non ne avevo capito il nesso, ma lui aveva spiegato che era un nome in codice che nessuno avrebbe potuto decriptare.

Katrhyne mi aveva aiutato con la cucina, e stasera Henry sarebbe andato a dormire da lei; stamattina mentre Regina puliva in cucina gli avevo spiegato tutto il piano e lui era subito andato a prepararsi un borsone.

Sentì le chiavi smanaccare nella porta e presi un bel sospiro.

-Katrhyne che ci fai qui?- sentì Regina chiedere sorpresa.

-Sono venuta a prendere Henry- rispose semplicemente.

-Ah interessante, e potresti degnarti di dirmi dove avresti intenzione di portare mio figlio?- chiese ironica Regina.

-Tu entra e chiudi il pecco- rispose quella.

-Ciao Mamma- sentì dire al ragazzino.

-Henry, Kathryne ma cosa..?- esclamò la donna frustata, poco dopo sentì il rumore dell'automobile che se ne andava.

-Ma tu guarda questi..- mormorò scioccata entrando finalmente in casa.

-Ciao amore- la salutai dolcemente, appoggiandomi al muro del corridoio.

La donna che pensava di essere sola in casa si spaventò e le chiavi le cascarono di mano.

-Emma ma cosa..?- chiese a bocca aperta squadrandomi dalla testa ai piedi.

Per l'occasione avevo indossato un vestito rosso che arrivava fino al ginocchio, e fui felice di vedere che regina mi stava praticamente spogliando con gli occhi.

Di fronte a quello sguardo arrossì un po', e prendendola per mano la guidai nel salone.

-O mio dio..è stupendo- esclamò estasiata la donna, osservando la stanza addobbata con vasi contenenti graziosi fiori e candele sparse in giro.

Sotto il suo sguardo meravigliato la guidai fino al tavolo dove come un vero gentiluomo le scostai la sedia per farla accomodare.

-A cosa devo tutto questo?- chiese con la gioia negli occhi.

-Diciamo che mi sono resa conto che noi non abbiamo mai avuto un vero e proprio appuntamento così...ho deciso di rimediare- le spiegai emozionata.

-Forse dovrei andare a cambiarmi..- provò a dire a disagio.

-Ehi tu sei perfetta così- le dissi, osservando la camicia nera e i jeans che aveva indossato per la piccola gita.

-Allora vi siete divertiti al luna park?- chiesi curiosa.

-Si molto, Henry voleva provare tutto ma poi abbiamo deciso di.......aspetta un attimo- esclamò ad occhi aperti.

-Faceva parte del tuo piano allontanarmi di casa?-

-Esatto- risposi beffarda.

-Quindi oggi non eri a lavoro- disse deducendo da se.

-Esatto-

-Henry ..eravate d'accordo- esclamò capendo solo ora l'atteggiamento strano del figlio.

-Non potevo di certo escluderlo da un'operazione- risposi felice.

-E come l'avete chiamata- chiese curiosa.

-Operazione Maggiolino- e sotto il suo sguardo perplesso aggiunsi -Non chiedere a me- e la mia espressione scoraggiata fece ridere la bruna.

-Adesso mangiamo- proposi emozionata.

Senza aspettare un suo consenso andai in cucina, per poi ritornare in sala da pranzo con una ciotola di spaghetti al pomodoro.

-So che non è un gran che, ma li ho preparati io quindi..-

-Sono fatti con amore- concluse lei arrossendo.

-Esatto- accordai mettendomi a sedere.

Per il primo minuto restammo in silenzio, in uno strano imbarazzo, così dissi la prima cosa che mi passò per la mente.

-Qual'è il tuo colore preferito?- sperai che Regina non pensasse che questo fosse solamente uno stupido gioco da adolescenti, ma fortunatamente non fu così.

-Il nero credo, e il tuo?- non mi stupì della sua scelta e non la trovai affatto lugubre, il nero poteva essere molto affascinante.

-Il rosso credo- risposi col suo stesso tono incerto e ciò fece ridere entrambe.

Da lì la serata si scongelò e tutto filò lisciò.

Parlammo delle nostre preferenze e la conversazione si mantenne sempre leggera e allegra.

Prima però di arrivare al dolce, Regina si fece pensierosa e distratta.

-C'è qualcosa che non va?- chiesi per paura che qualcosa l'avesse turbata.

-Oh no no, è tutto perfetto- rispose incerta.

-Solo che?- chiesi ormai preoccupatissima di aver fatto qualcosa di sbagliato.

-Stavo pensando a un cosa che mi ha detto stamattina Henry- rispose dubbiosa, allora io mi rilassai un poco, non doveva poi essere così grave come temevo.

-Mi ha fatto notare come tu ormai passi praticamente tutto il tuo tempo con noi, in questa casa- precisò con una strana espressione in faccia.

-E questo ti disturba?- domandai preoccupatissima, non potevo perdere Regina, non dopo che questa settimana era stata la più bella della mia vita.

-No assolutamente no- rispose subito chiarendo i miei dubbi.

A quelle parole rilasciai un sonoro sospiro che anche Regina sentì.

-Scusami se ti ho fatto agitare- disse stringendomi una mano.

-Non devi scusarti del fatto che io abbia una fottuta paura di perderti- risposi sinceramente, facendola così arrossire.

-Anche io mi preoccuperei, cioè..scusami non sono brava ad esprimere sentimenti- disse sconsolata.

-Ho capito- la rassicurai sprofondando nei suoi occhi.

-Allora cosa volevi dirmi?- chiesi per distogliere l'attenzione sulle forti emozioni che entrambe stavamo provando.

-Lascia perdere..è una cosa stupida- rispose ridacchiando nervosamente.

-Quello che dice il ragazzino non è mai stupido, dai sono curiosa- la supplicai con la mia faccia da cucciolo al quale sapevo non poteva resistere.

-Ti ho avvertito, sono solo strani farfugliamenti di un bambino, quindi poi non ti lamentare se..-

-Regina!- esclamai interrompendola, per incitarla a continuare.

-Ha chiesto perché tu non puoi trasferirti qua, ma io gli ho subito spiegato che....- balbettò ancora imbarazzata ma io di nuovo la interruppi.

-Mi piacerebbe molto- dissi col cuore a mille.

Non ci potevo credere, Regina mi aveva appena chiesto di trasferirmi da lei?

Cioè tecnicamente era stato Henry, ma non badai molto a quei dettagli.

Non mi importava nulla se era da poco che ci conoscevamo, perché la mia vita senza di lei non era più degna di essere chiamata vita.

Io non avevo una casa in cui abitare, avevo soltanto delle squallide quattro mura in periferia, c'erano solo i beni essenziali, non c'era nulla che la personalizzasse, come se nessuno abitasse veramente lì, ed era vero.

Ormai tornavo in quell'appartamento solo per dormire, e non c'era nulla in quel luogo a cui tenessi, nessuno ricordo felice né triste, neutralità assoluta.

Già da alcuni giorni ormai avevo capito alcune cose.

Non avevo genitori né parenti, solo qualche amico qua e la.

La vita era breve, e dopo la morte di Ruby avevo anche capito che era precaria.

Bisognava viversela, e io volevo viverla con Regina ed Henry, perciò non mi importava di andare piano o di rispettare qualche stupida etichetta, se Regina fosse stata pronta al passo successivo lo sarei stata anche io.

-Aspetta cosa? Sul serio?- chiese incredula.

-Non sono mai stata più seria di così in vita mia- risposi sicura.

-Cioè sempre se tu lo vuoi, io posso aspettare e..- questa volta fui io quella a balbettare e lei quella ad interrompere.

-No lo voglio- rispose guardandomi negli occhi ancora incredula.

Su entrambi i nostri visi comparve un luminoso sorriso.

-Quindi vivremo insieme- commentai incredula.

-E' già..- rispose anche lei incredula.

Con uno scatto mi alzai dalla sedia per raggiungerla, e anche lei prontamente si alzò in piedi, evidentemente entrambe ci eravamo fatte un idea sul come festeggiare.

Il nostro baciò fu aggressivo, dettato dalla passione che i nostri corpi non riuscivano più a trattenere.

Le morsi un labbro facendola gemere, le nostre lingue si incontrarono e da lì iniziarono a lottare per predominare l'una sull'altra.

Regina mi accarezzò i capelli, inclinando la testa per farmi aver maggiore accesso alla sua bocca.

Io avvolsi i suoi fianchi con le mie braccia stringendola di più a me.

Continuammo a baciarci quando sentì la sua mano appoggiarsi sulla mia gamba, per un secondo rimase immobile, ma poi cominciò a salire, infilandosi sotto il vestito.

-Regina...sei sicura?- chiesi col fiatone, avendo trattenuto il respiro per continuare il più possibile quel baciò mozzafiato.

-Si e tu?- chiese dolcemente appoggiando la sua fronte alla mia, scacciando via l'imbarazzo.

-Ho aspettato abbastanza- risposi focosa, felice della sua risposta.

Fu una tortura staccarmi da lei, ma lo feci comunque, per poi prendere subito la sua mano e guidarla dolcemente e lentamente verso la camera da letto.

Mi sedetti sul letto insieme a lei e cauta cominciai a baciarla, volevo che la nostra prima volta insieme fosse speciale.

-Non abbiamo mangiato il dolce- mugugnò teneramente sulle mia labbra.

-Sei tu il dolce- risposi maliziosamente facendola ridere.

Portai le mie mani sulla sua camicetta e lentamente cominciai a sbottonarla.

Dopo che mi fui liberata di quell'inutile pezzo di stoffa ammirai estasiata il suo petto coperto solo da un reggiseno nero.

-Sei bellissima- commentai facendola arrossire.

Lei portò le sue mani ad accarezzarmi il collo, ma sentì che la sue carezze si stavano facendo indecise e i suoi occhi perplessi.

-Regina guarda che se vuoi ci fermiamo, non c'è nessuna fretta- dissi dolcemente per rassicurarla.

-No io voglio farlo è solo che..- tentò di spiegare balbettando.

-Solo che?- chiesi dolcemente per farle capire che poteva dirmi tutto.

-E' che...è la mia prima volta con una donna e io..bé..non so cosa fare- mormorò imbarazzata, guardando per terra.

-Ehi no tranquilla- le dissi prendendo delicatamente il suo viso per portarlo a incontrarsi con i miei occhi.

-Ti fidi di me?- le chiesi speranzosa.

-Con tutta me stessa- rispose sicura e ciò non fece altro che far aumentare i battiti del mio cuore.

-Allora tranquilla, e non imbarazzarti, non hai motivo per farlo- la rassicurai e ciò sembrò convincerla.

Ritornai a baciarla e lentamente la feci stendere sotto di me.

-Ti amo Emma- disse all'improvviso, facendo riempire di gioia il mio cuore.

-Ti amo Regina- risposi sicura, incatenando i suoi occhi ai miei, in una muta promessa di amore eterno.

--------

Hello!Finalmente Regina ed Emma compiono il grande passo, anzi i due grandi passi, e ringraziamo Henry per questo. Spero che tutto ciò non vi sembri troppo affrettato, e almeno dal punto di vista di Emma spero di aver chiarito un po' la situazione trasferimento. Bene sono curiosa di sapere le vostre impressioni quindi vi saluto e spero in tanti commenti.

P.S. Come avrete visto c'è stato un salto temporale di una settimana.

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Capitolo 15
*** Epilogo ***


 

Capitolo 15: Epilogo

11 ottobre 2001, 9.00 A.M

Pov.Regina

Oggi era passato un mese, un mese da quella tragedia che aveva sconvolto il mondo intero e la mia vita.

Oggi ci sarebbe stato il lutto cittadino, e una grande cerimonia era stata allestita sul sito in cui una volta si ergeva il World Trade Center per commemorare tutte le vittime, ma io avevo un altro piano.

Avevo in serbo una sorpresa per Emma.

-Sveglia tesoro- mormorai accarezzandole una guancia.

-Mhh, ancora un altro minuto- brontolò girandosi dall'altra parte.

Io ovviamente non mi arresi, le circondai un fianco con un braccio per poi posare delicati baci lungo tutto il suo collo.

-Regina ho sonno!- esclamò arrabbiata e ciò mi fece ridere, ormai ero abituata ai suoi capricci mattutini.

-Tesoro tu non hai sonno, sei solo una pigrona- commentai divertita.

-Ehi, forse se qualcuno ieri sera avesse voluto dormire invece di fare altre cose..- commentò brontolando.

-Guarda che non mi sembravi molto contraria a fare queste altre cose- risposi ridacchiando.

-Mh dettagli- ribatté portandosi il lenzuolo a coprirsi la faccia.

-Va bene, dormi pure, ma non impedirò ad Henry di finirsi tutti i pancake- mormorai arrendendomi con un sorriso furbo.

-Quel delinquente!- esclamò frustata.

-Ehi è mio figlio quello che hai chiamato delinquente- la rimproverai fingendomi arrabbiata.

Emma emise uno sbadiglio e finalmente si alzò dal letto, stiracchiandosi un po'.

-Comunque allora se ti crea così tanta fatica alzarti dal letto la mattina, stanotte andremo a letto, per dormire, presto- commentai sottolineando con un tono di voce più alto la parola dormire.

-Non oseresti- esclamò per controbattere la mia minaccia.

-Vedremo- risposi ridacchiando avviandomi verso la porta.

Ma prima che potessi arrivare alla maniglia delle braccia forti mi circondarono e girandomi mi trovai davanti gli splendidi occhi di Emma.

-Dove credi di andare senza prima avermi dato il buongiorno?- chiese avvicinandomi di più a lei.

-Pensavo di aver capito che la mia presenza non fosse gradita- risposi io.

-Phf, sciocchezze- e detto questo unì le nostre bocche, mi mordicchiò le labbra inferiori facendomi ridacchiare.

-Dai vestiti che oggi vi porto in un posto- le dissi staccandomi dolorosamente dal suo corpo.

-Pensavo che oggi saremmo andati alla cerimonia- chiese confusa.

-Beh i piani sono cambiati- risposi autoritaria.

-Come desidera, sua maestà- rispose prendendomi in giro.

-Gne, gne- dissi facendole scherzosamente il verso come una bambina.

Come ogni mattina dovetti assistere alla guerra dei pancake, in cui Henry ed Emma, si sfidavano a chi ne mangiava di più, ma la cosa non mi dispiaceva affatto, era qualcosa di così bello e allegro che riusciva a conferire il buon'umore anche a chi si svegliava con la luna storta.

-E' proprio necessario?- brontolò Emma, riferendosi al pezzo di stoffa che circondava i suoi occhi e le impediva di vedere.

-Si Emma, fidati e allaccia le cinture-

-Anche tu Henry- aggiunsi mettendo in moto la mia nuova automobile.

Dopo venti minuti di viaggio in cui Henry ci aveva deliziato con i suoi fantasiosi racconti arrivammo a destinazione.

-Henry mi raccomando non suggerire niente- esclamai fulminando mio figlio con gli occhi.

-Ragazzino se mi dai qualche indizio domattina i pancake sono tuoi- propose Emma cercando di corromperlo.

-Non osare- controbattei severa.

-Mi dispiace Emma, ma la mamma è pur sempre la mamma- rispose dispiaciuto e io vittoriosa presi per mano la bionda e la guidai verso il molo.

La vidi aguzzare gli orecchi e annusare l'aria intorno in cerca di indizi.

-Siamo al mare?- chiese tentando di indovinare.

-Non esattamente- risposi gentile.

Intorno a noi si poteva annusare quella tipica aria piena di salsedine che era presente vicino alla costa, si potevano sentire i rumori delle onde infrangersi contro i pontili di cemento e i gabbiani cantare allegri sopra di noi.

-Siamo al porto!- esclamo sicura di se.

-Indovinato- risposi orgogliosa di lei.

-Bene, adesso puoi sciogliermi la benda?- domandò con la sua vocina da cucciolo, ma questa volta non ci cascai.

-Non ancora- risposi placando per un po' la sua sete di conoscenza.

Camminammo per altri cinque minuti finché non arrivammo davanti a un piccolo yacht di nome Jolly Roger, e solo allora liberai gli occhi di Emma.

-Wow è nostro?- chiese incredula.

-Non esattamente, è in affitto per oggi-

-Che figo, mamma!! Ma chi lo guiderà?- chiese Henry eccitato.

-Io ragazzino- rispose una voce maschile proveniente dalla barca.

Subito dopo sulla prua comparve un uomo coi capelli neri e occhi blu.

-Kilian Jones?- chiesi insicura.

-In persona, e lei dovrebbe essere Regina Mills?- domando incerto.

-Esatto-

-Perfetto, questo gioiellino è pronto per partire- ci informò sorridente.

-Chi è mamma?- mi chiese bisbigliando Henry.

-Guiderà lui la barca, tesoro- risposi tranquilla.

-Prego potete salire- ci incitò l'uomo.

Henry subito corse verso la barca e aiutato dall'uomo salì subito all'interno.

Anche io ed Emma ci avvicinammo e l'uomo porgendoci una mano aiutò anche noi a salire.

-Salve anche a lei bellezza, posso sapere il suo nome?- chiese ad Emma con voce lasciva, una volta che entrambe fummo a bordo.

-Emma Swan- rispose lei a disagio.

-Emma..un bellissimo nome, degno di lei oserei dire- continuò lui, provandoci visibilmente con la mia bionda.

-Capitano lei è stato pagato per guidare e non per intrattenerci, quindi sarebbe pregato di prestar fede ai suoi obblighi e di andare a mettere in modo questa bagnarola- mi intromisi severa.

L'uomo non rispose ma si diresse verso il timone, non prima di aver fatto l'occhiolino ad Emma, a quella vista sbuffai e incrociai le braccia sotto il seno.

-Dovresti vedere la tua faccia- mi disse Emma ridacchiando, ma io non le risposi spostando il mio sguardo sulle limpide onde del mare.

-Come sei tenera quando sei gelosa.- commentò dolcemente.

-Io non sono gelosa- ribattei subito.

-Oh si che lo sei, ma tanto non c'è competizione- rispose prendendo le mie braccia per riportarle stese lungo i miei fianchi.

-Ah davvero, e perché?- chiesi sarcastica.

-Perché lui non ha un sedere stupendo come il tuo- rispose semplicemente ridacchiando.

Anche io mi lasciai scappare qualche risata, ma quando sentì delle mani palparmi il fondo schiena, smisi subito.

-Emma, c'è Henry!- esclamai sgridandola, ma non potei fare a meno di arrossire.

-Lo sto tenendo d'occhio e in questo momento non ci sta guardando- rispose furbamente.

-Piuttosto che ci facciamo su questo yacht?- chiese cambiando discorso e lasciandosi sopraffare di nuovo dalla sua curiosità.

-Te l'ho dirò quando saremo in mare aperto- risposi misteriosa.

-Mamma posso fare il bagno?- chiese con occhi da cucciolo Henry, comparendomi davanti all'improvviso.

-Certo tesoro, ti ho fatto portare il costume a posta, ma non ora, quando fermeremo la barca potrai andare a conquistare l'oceano- risposi amorosamente accarezzandogli i capelli.

-Ehi io non ho portato un costume- esclamò Emma contrariata.

-Per questo l'ho portato io per te- risposi ridacchiando di fronte alla sua faccia imbronciata.

-Ti adoro- disse felice.

Insieme ci avviammo verso la postazione del guidatore ed io andai a dare istruzioni.

-Bene capitano, guidi finché i grattacieli e la terraferma non saranno scomparsi, poi getti l'ancora e si fermi -

-Ricevuto- rispose aumentando la velocità con qualche strana leva.

Poi tornai da Emma e gli porsi una borsa.

-Tieni, vai pure a cambiarti- le suggerì dolcemente.

-Potrei aver bisogno di una mano- sussurrò maliziosamente al mio orecchio per non farsi sentire da Henry, purtroppo per noi però, Kilian sentì tutto.

-Proposta allettante ma devo badare a Henry- risposi, in fondo eravamo pur sempre su una barca ed era facile cadere in acqua.

-Okay- rispose comprensiva.

-Se vuole mademoiselle posso aiutarla io- propose il capitano con uno sguardo che non mi piaceva per niente.

-No grazie, credo che riuscirò a farcela da sola- rispose Emma per poi dileguarsi sotto coperta, io lanciai uno sguardo al capitano di quelli “ se gli sguardi potessero uccidere” e poi gli volsi le spalle per tornarmene da mio figlio.

Dopo che Emma si fu messa il costume sotto un leggero vestito estivo, Henry propose di giocare a un gioco ed entrambe accettammo.

Era una sfida molto semplice, il primo che avvistava una qualsiasi creatura marina vinceva, ed ovviamente vinse Henry che per primo vide in lontananza un delfino che ha detta di Emma era uno squalo.

D'un tratto la barca si fermò.

-Regina può andare come posto?- mi chiese Kilian Jones.

-Per lei sono Miss Mills, ma si può andare- risposi severamente, notando come intorno a noi ci fosse solo acqua.

-Adesso puoi dirmi qual'è la sorpresa?- chiese eccitata Emma.

-Si mamma,anche io sono curioso- concordò Henry.

Sorridendo annui, e mi diressi vicino ad un borsone che avevo portato, ma prima..

-Signor Jones, potrebbe lasciarci soli?- chiesi sforzandomi di essere gentile.

-Certamente- rispose lui accondiscente recandosi sotto coperta, e solo dopo che fummo rimasti solo noi tre presi in mano la preziosa urna.

-Ma quella....cosa ci fa qui?- chiese Emma a bocca aperta, con il fiato spezzato.

-Oggi è passato un mese da quel giorno e ricordo bene quella telefonata- spiegai incerta.

Emma rimase in silenzio e guardandosi intorno cominciò a capire il motivo per il quale eravamo lì.

-Mi sembra di ricordare che volesse che le sue ceneri fossero sparse in mare, quindi se te la senti, potremo tener fede a la sua ultima volontà, insieme- spiegai con gli occhi lucidi, ritornando col pensiero a quell'ultima straziante telefonata.

Emma aprì la bocca, dalla quale però non uscì fiato, ripresa poi dallo shock mi corse incontro abbracciandomi.

-Regina..tu..- balbetto e incapace di dire qualcosa mi prese il viso tra le mani, donandomi un piccolo e fugace bacio a fior di labbra.

-Ti amo- rispose commossa dal mio gesto.

-Mamma puoi spiegarmi anche a me?- chiese timidamente Henry, che non voleva spezzare questo piccolo momento romantico.

-Vedi Henry, qua dentro ci sono le ceneri di una persona che non c'è più, questa persona era molto importante per Emma, ed oggi siamo qui per spargere queste ceneri in acqua- spiegai dolcemente avvicinando anche lui all'abbraccio che si era creato tra me e la bionda.

Emma si riscosse da quel momento, prese delicatamente l'urna dalle mie mani e l'aprì avvicinandosi al bordo dello yacht.

Anche noi la seguimmo, Henry si posizionò alla sua sinistra e io alla sua destra.

-Aprite le mani- ci chiese dolcemente.

-Emma no, questa è una cosa ..intima, devi farlo tu- esclamai terrorizzata da quel gesto.

-Ruby amava chiunque mi rendesse felice, e voi lo fate, quindi sarebbe felice se anche voi le diceste addio- spiegò con gli occhi lucidi, ma sorridendo comunque.

Così riempì le nostre e le sue mani di un po' di cenere e insieme, come se fossimo in qualche modo sincronizzati la lasciammo andare.

Il vento si infilò tra le nostre dita portando via quel che rimaneva di quella polvere speciale.

Dopò ciò Emma rovesciò quello che rimaneva del contenuto in mare.

-Questo non è un addio, è un arrivederci Ruby- mormorò sicura.

Io incapace di dire altro l'abbracciai ed Henry seguì il mio esempio.

-Ti voglio bene Emma- dichiarò all'improvviso mio figlio, era la prima volta che lo diceva, ed Emma non poté più trattenere le lacrime.

-Oh anche io ti voglio bene ragazzino- mormorò cominciando a spupazzarlo.

-Okay ora basta- mormorò imbarazzandosi, come facevano tutti i ragazzini della sua età a dichiarazioni d'affetto in pubblico, ed io sorrisi come una scema a quella scena.

-Mamma adesso è arrivata l'ora del bagno?- chiese speranzoso Henry, per cambiare discorso.

-Direi di si- risposi felice.

-Che bello, almeno potrò umiliare Emma in una gara di tuffi- esclamò ridacchiando, sapendo bene quanto la bionda si facesse prendere dalle sfide.

-Ehi ragazzino, ha chi hai dato della perdente?- chiese infatti quella.

-A te lumaca- rispose a tono mio figlio prendendo la rincorsa per poi buttarsi in acqua.

Emma cominciò a spogliarsi ma prima che avesse il tempo di andarsene la bloccai.

-Emma ti amo- non sapevo perché glielo avevo voluto dire, ma a volte mi capitavano dei momenti in cui non potevo fare a meno di manifestare ad alta voce le potenti emozioni che stavo provando.

-Regina ti amo anche io e non sai quanto e grazie infinitamente per tutto questo- rispose con una voce che sapevo bene arrivasse dal profondo del suo cuore.

-Poi stasera ti ringrazierò a dovere- mormorò maliziosa, e dopo avermi fatto arrossire si tuffò in acqua provocando schizzi che praticamente bagnarono anche me, e ciò fece ridere a crepapelle Henry.

-Mamma buttati anche tu- propose il mio bambino gioiosamente.

-Si regina buttati- incitò la bionda.

Velocemente mi spogliai anche io rimanendo così in costume.

Prima di buttarmi mi osservai un po intorno, eravamo nel bel mezzo del nulla, eppure io ero felice, perché tutto ciò di cui avevo bisogno era lì davanti a me, e facendo un bel balzo raggiunsi Emma ed Henry, la mia famiglia.

------

Ed eccoci arrivati al finale, spero sia stato un finale soddisfacente, e inoltre spero di avervi intrattenuto piacevolmente in questo mese di agosto con il mio racconto.

Questa è una storia a cui tengo, mi sono divertita a scriverla, in più non mi era mai capitato di pubblicare mediamente un capitolo al giorno e questo la dice lunga.

Che dire, spero in qualche recensione e mi raccomando SHIPPATE SWAN QUEEN SEMPRE!!<3.

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