Io sono qui per te

di International_Love
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo primo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** cap 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo primo ***


L'espresso del primo settembre era quasi deserto quell'anno. La guerra era finita da soli cinque mesi e molte famiglie avevano deciso che era troppo presto mandare i figli a scuola, nonostante questa fosse stata ricostruita e ogni traccia della guerra svanita.

I pochi che ritornarono furono incoraggiati dalla presenza di Potter e dei suoi amici, rincuorando così le famiglie magiche e non per un sano, forse, rientro.

La maggior parte erano i ragazzini del primo anno, entusiasti e curiosi di conoscere gli eroi di quell'ultima guerra e di ammirare la magnificenza del castello di Hogwarts, luogo per loro immaginario di una favola appena conclusa che ogni tanto veniva raccontata dai genitori. In ogni famiglia avvenne la stessa cosa: la sera, i maghi raccontavano ai loro figli la favola della scuola, aggiungendo particolari ogni qualvolta avveniva uno scontro o una nuova fuga. Era la loro ancora di salvezza. Non volendo far preoccupare i bambini, raccontavano come Harry Potter e i suoi due migliori amici, aiutati da molti altri, cercavano di salvare l'intera comunità magica, e quando avvenne la battaglia finale, la loro enfasi crebbe di più, tanto da suscitare in loro la voglia di andare in quel castello e vivere loro stessi una favola.

Ma non tutti avevano vissuto quella guerra come una bellissima storia. Vi erano altri che stavano combattendo una guerra tutta loro, con loro stessi. Non erano i buoni, molti non li consideravano nemmeno i cattivi. Erano sopravvissuti, semplicemente, come tutti del resto.

Harry Potter stava passando davanti alla loro vetrata in quel momento, spinto da una ragazza dai capelli mossi e castani. Si fermarono davanti alla loro porta e senza bussare l'aprirono.

-Potter, come mai da queste parti?- chiese Blaise Zabini, senza alzare lo sguardo.

-La McGrannit mi ha chiesto un favore e devo comunicarvelo.- rispose questo, porgendo una lettera al moro.

Blaise la prese e la lesse velocemente, ignorando del tutto i nuovi arrivati. La sua espressione cambiò totalmente, sbiancò in viso, per quanto egli potesse sbiancare, e si voltò verso il ragazzo biondo, il quale guardava assente il paesaggio fuori dal finestrino, inconsapevole di ciò che stava accadendo tanto era assorto.

-Dra...- cercò di chiamarlo il serpeverde, toccandogli leggermente il braccio.

Il biondo si riscosse dai suoi pensieri e catapultato nella realtà si trovò nella sua cabina la sua nemesi in persona.

-Potter che ci fai qui? Tu e la mezzosangue vi siete persi?- disse sprezzante ai due arrivati, senza rimarcare troppo il termine con cui aveva chiamato la ragazza. Non lo faceva più da molto tempo, disgustava quasi lui stesso quel termine, ma per non dare ulteriore soddisfazione ai due cercò di essere più tagliente possibile nel tono.

-Malfoy, è un piacere rivedere anche te. O meglio, un dispiacere.-

Il Biondo accennò solo una smorfia, lasciando a Potter l'ultima parola. Appellò a tutta la sua calma per non alzarsi e lanciargli contro l'anatema che uccide, ma si rilassò subito. Blaise, con ancora la lettera in mano, non era meravigliato del suo comportamento, a differenza di Harry ed Hermione. Entrambi portarono le mani alle bacchette, ma non vedendo alcuna reazione nascosero le fodere.

Draco prese la lettera tra le mani e la lesse con calma. Il suo volto impassibile non tralasciò alcuna espressione, e dopo averla letta la gettò sul divanetto della carrozza.

-Ebbene, se è quello che vuole.- rispose solo, tornando a guardare il paesaggio che scorreva veloce e liquidando i due per farli uscire al più presto da lì.

Harry ed Hermione si guardarono per un attimo, cercando di decifrare quel comportamento da loro definito strano dell'odioso ragazzo che per otto anni hanno dovuto sopportare e alle volte combattere. Ripresero la lettera ed uscirono dalla cabina senza salutare nessuno.

-Mi aspettavo....- iniziò a balbettare Hermione, ignorando le facce che si attaccavano ai vetri quando passavano di cabina in cabina per ammirarli.

-Lo so! Me lo aspettavo anche io!-

-Dici che sta architettando qualcosa?- chiese preoccupata all'amico.

-Non lo so, ma questa sua nuova versione non mi convince. Teniamo occhi e orecchie aperte.- rispose Harry prima di entrare nel loro scompartimento e raccontare la reazione di Malfoy ai loro amici.

 

-Invitare la famiglia.. Che idea magnifica! Perché non la proclamiamo anche ministro visto che ci siamo? A idee strane sono così simili!-

-Calmati Blaise, non piace nemmeno a me questa storia- rispose Draco, senza distogliere lo sguardo dal vetro. Era in quella posizione da quando erano usciti dalla stazione, e nonostante il suo migliore amico provasse dall'inizio del viaggio a chiedere dove fosse sparito per quasi tre mesi, il biondo rispondeva o più spesso mugugnava troncando sul nascere ogni suo tentativo.

-Certo! Ho visto quanto non ti piace!-

-Rispondere affermativamente non significa accettare di buon grado. Nascondere, ecco cosa devi fare, al giorno d'oggi.- rispose Draco, voltandosi finalmente verso il suo migliore amico.

-Da quando Draco Malfoy è così saggio? Aspetta... Sei ubriaco! Adesso capisco tutto!-

Draco si mise a ridere. Una risata cristallina che Blaise non sentiva da molto tempo e che fece sorridere anche lui.

-Non sono ubriaco, Blaise, tranquillo. Però possiamo rimediare se vuoi.- disse al moro, invocando mentalmente le loro bevute storiche, famose al castello.

-Oooh, penso che siamo arrivati al momento giusto, Theo. Possiamo assistere?-

-Dove vi eravate cacciati? Vi prego, non ditemi che lo avete fatto in bagno!- chiese Blaise, schifato al solo pensiero, verso Daphne e Theo, sopraggiunti in quell'istante.

-Abbiamo visto Potter e la Granger entrare, così non vi volevamo disturbare.- rispose Theo, sedendosi accanto a Blaise, mentre Daphne prendeva posto accanto a Draco.

-Chi ha vinto?- chiese la ragazza studiando il suo vicino, e cercando segni di una eventuale lotta.

-Nessuno.- rispose Draco, deludendo la compagna.

-Come nessuno? Oh che cavolo.... Tieni- Daphne porse tre monete a Theo, il quale le prese cantando vittoria.

-Avevate scommesso? Non oso immaginare chi avevate dato per vinto-

-Privacy, tesoro mio.- rispose Daphne a Blaise, sbattendo velocemente le ciglia figurando una mossa quasi sexy.

-L'importante è che io abbia vinto. Comunque che voleva Potter?- chiese Theo dopo aver riposto le sue preziose monete nella tasca dei pantaloni.

-La McGrannit vuole che le nostre famiglie vengano ad Hogwarts- rispose con nonchalance Blaise. Daphne, appena sentì la risposta, quasi sputò il succo che stava bevendo facendo allontanare, per quanto gli era possibile, Draco, mentre Theo rimase con gli occhi sbarrati tanto che Blaise si convisse fosse caduto in catalessi.

-A quanto pare la notizia è piaciuta anche a loro.- disse Draco tornando a guardare verso il paesaggio, che piano piano stava mostrando la sua familiarità.

Erano quasi arrivati, e il cuore gli batteva forte. Quando si era alzato quella mattina, non si era immaginato di dover ricevere una notizia così devastante, e l'idea di ritornare subito a casa era ancora più forte ora che stava intravedendo il castello in lontananza.

Tutto il treno era in subbuglio. La notizia delle famiglie presenti durante gran parte dell'anno rincuorarono molti, soprattutto i più piccoli, e preoccuparono altri.

Il treno si fermò ad Hogsmeade, tuonando e fischiando. I ragazzi scesero dal treno e quelli del primo anno, richiamati a gran voce da Hagrid accorsero verso il gigante. Tutti gli altri si avviarono verso le carrozze, di cui i Thestral ora li vedevano quasi tutti.

Un altro anno era iniziato, ad Hogwarts.

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


La Sala Grande era bellissima. Per festeggiare il primo giorno di scuola e dare un benvenuto ai nuovi studenti di Hogwarts, la Preside McGrannit aveva deciso di addobbare con festoni e ghirlande rosse tutta la stanza incantata. Un cielo stellato con le più belle costellazioni ornava il soffitto e i tavoli imbanditi con ogni pietanza riempivano gli stomaci più esigenti.
Subito dopo la collocazione nelle quattro case dei nuovi alunni, la Preside fece apparire la cena, facendo iniziare il banchetto. Le risate si alzavano in coro da ogni tavolo, come se la guerra appena passata non fosse mai iniziata. Gli insegnanti, invece, guardavano con sincero interesse gli alunni del primo anno, cercando di inquadrarli, e si auguravano l'uno con l'altro un anno senza problemi.
Minerva McGrannit si soffermava soprattutto sul tavolo della propria casa, i Grifondoro. Anche se era divenuta Preside, non poteva in cuor suo non tifare per la propria casata, ed era contenta che tutti i suoi studenti più anziani fossero tornati per terminare gli studi. Ogni tanto volgeva lo sguardo anche verso i Serpeverde, ricordando quanto astio c'era stato e c'era ancora tra le due case. Quest'ultimi, anche se nettamente inferiori agli studenti delle altre case, erano tornati anche loro per terminare la loro carriera scolastica sfidando gli insulti e le malelingue. Li ammirava, Minerva, li ammirava davvero. Anche se non lo avesse mai ammesso, nemmeno sotto tortura.
-Minerva, pensi che la novità piacerà ai ragazzi?- chiese Hagrid, sinceramente preoccupato per la decisione che l'anziana strega aveva comunicato ai professori prima della cena.
-Oh Hagrid, le novità non piacciono mai a nessuno. Ma non avevamo altra scelta.- rispose questa, sorridendo al gigante e cercando di rincuorarlo. -Penso che sia arrivata l'ora di scoprirlo.- finì, dopo aver fatto un lungo respiro. Si alzò e si diresse con eleganza al centro del soppalco, proprio davanti alle tavolate.
Gli studenti ci misero un po' prima di accorgersi che la strega si era alzata e si zittirono.
-Prima che vi rechiate nei vostri dormitori, debbo dirvi una grande novità per quest'anno. Come tutti voi sapete, ci sono stati dei problemi... logistici per l'apertura di Hogwarts, quest'anno. Molte famiglie erano restie a far ritornare qui gli studenti e anche il Primo Ministro in persona ha espresso delle perplessità.-
Tutta la sala era muta. Gli studenti guardarono la Preside come attirati da una calamita, soprattutto dopo che questa aveva nominato il primo ministro.
-Nonostante la scuola sia stata ristrutturata, la paura regna ancora nei cuori e.... per placare questo sentimento il corpo docenti e il Primo Ministro ha preso una decisione. Quest'anno, Hogwarts, ospiterà oltre agli studenti e al corpo insegnanti, anche le famiglie degli studenti che...-
-Che cosa?-
-Non potete farci questo?-
Gli studenti cominciarono ad animarsi, interrompendo il discorso della preside. Da tutti i tavoli si alzarono cori di rifiuto, e solo pochi alunni si mostravano calmi e pacati, come se la grande novità non li toccasse nemmeno.
Per la prima volta, Minerva McGrannit non sapeva cosa fare. Non era contenta nemmeno lei per quella insensata decisione ma per tutta l'estate ha avuto le mani legate sia da parte delle famiglie, sia da parte del Ministero.
-SILENZIO!- Hagrid si alzò in aiuto dell'amica, riuscendo a far tornare il silenzio. Minerva lo ringraziò mentalmente, e tornò a completare il suo discorso.
-La decisione è stata presa. Le famiglie arriveranno tra circa un mese, e se avete qualcosa da ridire ci sono i prefetti! Adesso, potete andare nei vostri dormitori. Buonanotte.-
La preside rimase eretta come una statua, fino a quando anche l'ultimo studente non aveva lasciato la Sala Grande.
Tutti i piatti vuoti e li avanzi sparirono immediatamente, lasciando posto a tavoli lucidi e panche pulite. Anche i professori piano piano si recarono nei loro alloggi, dando la buonanotte alla Preside e augurano un buon inizio anno, senza commentare gli ultimi avvenimenti.
La Sala Grande scese in un tenebroso silenzio e quando la McGrannit pensava di essere sola, si appoggiò al tavolo dei professori.
-Beh.... l'hanno presa bene.- disse Hagrid, tossendo per far capire che lui era ancora lì.
-Tu dici?- chiese stanca la strega, coprendosi gli occhi con una mano per ritardare ancora di poco la stanchezza che la stava sopraffando.
-Non hanno dato poi così di matto, di solito si lamentano di più-
La Preside sorrise, annuendo con la testa e ricordando le numerose volte in cui gli studenti non erano del tutto d'accordo con le decisioni di Howarts. Si voltò verso il gigante e grata di avere lui al suo fianco si rassicurò.
-Cambieranno molte cose, quest'anno. E a qualcuno cambieranno molto.- disse infine, prima di prendere le scale verso i suoi alloggi.
Hagrid annuì, fidandosi ciecamente dell'intuito dei Presidi di Hogwarts. Non sapeva di chi la strega stesse parlando, ma sapeva che se lei avesse detto una premonizione del genere, questa allora si sarebbe avverata. Era il potere dei Presidi di Hogwarts. Un potere ineguagliabile e potente, che coinvolgeva la verità e la vita futura.
Hagrid fu l'ultimo a lasciare la Sala Grande, e poco prima di uscire per raggiungere la sua capanna, si voltò verso la grande sala, ricordandosi che una nuova era era iniziata. Per un secondo, nella sua mente, al posto dei tavoli rivide la guerra e i morti a terra. Ma era un ricordo che durò solo un secondo. Subito dopo la stanza tornò al suo splendore originale, e il gigante le diede la buonanotte prima di andare via, promettendole che sarebbe stata così anche il giorno dopo e quello dopo ancora.

 

 

-Non ci posso ancora credere.-
-Dovrebbe essere vietata una cosa del genere!-
Blaise si lanciò sul divano del dormitorio, occupandolo in gran parte, e continuò a lamentarsi per quella grande novità che li avrebbe tutti coinvolti quell'anno.
-Ma di cosa ti lamenti tu? Tua madre sicuramente non si unirà a questa follia!- disse una ragazza verso il moro, spostando con mala grazia i suoi piedi per potersi sedere anche lei.
-Ma tranquilla Daphne, fai pure con comodo!- si lamentò ancora Blaise, non potendo più godere della comodità di un divano tutto per lui.
Draco, invece, si era seduto sulla poltrona vicino al camino, per niente interessato al battibecco tra i suoi due migliori amici. La notizia della preside non lo aveva particolarmente preso alla sprovvista, aveva capito già da tempo che quell'anno le cose a Hogwarts sarebbero state diverse e forse, tra tutti i suoi compagni, era l'unico a non disperarsene.
-Come mai sei così tranquillo?- chiese Blaise, notando l'amico completamente perso a contemplare il fuoco.
Draco si voltò verso di lui e alzò le spalle come a fargli capire che non gli importava niente. Blaise conosceva il biondo fin da quando erano dei neonati in fasce, ma quel silenzio prolungato lo stava preoccupando. Non era da Draco non fare commenti velenosi su ogni fatto di Hogwarts, e quel suo mutismo lo mise in allerta.
-Pensi che i tuoi verranno?- chiese Daphne verso il biondo, salutando con un piccolo accenno la sua sorellina che stava entrando in quel momento nella sala comune.
-Certo. Mi meraviglierei del contrario.-
-Penso che i nostri genitori ne approfitteranno per officiare la nostra unione!- Astoria Greengrass, la sorella minore di Daphne si sedette su bracciolo della poltrona, mostrando quasi tutte le gambe, lasciate scoperte dalla gonna corta.
Draco non si curò della sua presenza, e Daphne alzò gli occhi al cielo, stanca di sentire ancora lei che parlava del suo imminente matrimonio con il suo migliore amico.
-Dovresti essere meno invidiosa, sorella. Se Blaise non ti vuole sposare non è mica colpa mia.-
-Cosa hai detto scusa?- Daphne si alzò pericolosamente dal divano, troneggiando sulla figura di Astoria, la quale si fece più piccola per lo spavento.
-Oh, la cosa si fa interessante.- ghignò Blaise, sistemandosi meglio sul divano per godersi la scena.
Astoria e Daphne Greengrass non erano conosciute per il loro buon amore fraterno. Daphne era intelligente e sapeva farsi rispettare da chiunque, sua sorella invece era subdola e manipolatrice, nonché una gran libertina. Le sue storie passate erano conosciute in tutta la scuola e non c'era ragazzo che era passato nel suo letto. La sorella maggiore si dissociò dalla sorella quando le storie sulle sue notti d'amore cominciarono ad essere pubbliche, desiderosa di non essere additata come lei.
-Non sono io quella che deve elemosinare una notte da Draco, sorellina.- Daphne era arrabbiata, e Astoria incassò il colpo.
-Questa era tosta!.-
-Zabini, sta zitto o giuro che il prossimo sarai tu.-
-E io che c'entro adesso? Draco, aiutami!- Blaise si voltò verso il biondo, per nulla divertito da quel teatrino. Era infastidito dalla presenza di Astoria così vicina. Anzi, era infastidito dalla sua presenza e basta.
-Lasciaci soli.- disse freddamente verso la ragazza, scansata di malo modo dal bracciolo della poltrona. Astoria dovette quasi fare un salto per non cadere e indignata si avviò verso le scale che portavano al dormitorio femminile.
-Puoi cacciarmi quanto vuoi, ma c'è un contratto Draco. Non dimenticarlo.-
Sparì dietro l'angolo del corridoio, facendo sbellicare dalle risate sia Blaise sia Daphne.
-Devo dire che tua sorella diviene ogni giorno più comica.- disse Blaise, prendendosi una sigaretta dalla tasca.
-Però ha ragione, Draco. Il contratto esiste.- Daphne rubò una sigaretta dal pacchetto del moro e si rivolse verso il principe delle serpi, scura in volto.
-Lo so.- rispose atono Draco.
E lo sapeva bene. Era un contratto matrimoniale stipulato da suo padre e il Signor Greengrass quasi un anno prima, e la sensazione di essere imprigionato da catene fantasma lo invase un'altra volta. Il senso di vuoto lo aveva provato già quando era uscito da casa sua quella mattina e si era diretto al treno per Hogwarts. Un vuoto che per tutto il giorno non lo aveva lasciato in pace, desiderando con tutto se stesso di tornare indietro e non fare più ritorno. Ma era stato convinto a tornare e solo una promessa lo aveva destato dal non uscire di casa.
Dentro il fuoco del camino risentiva quella promessa, e come destato da un bellissimo sogno vide i suoi due migliori amici che si scambiavano piccoli gesti d'affetto tra di loro, chiudendogli maggiormente il cuore.
Daphne e Blaise erano innamorati, ma non erano la classica coppia normale. Loro non si dicevano che si amavano ogni tre minuti e non si baciavano davanti ad altri. Si tiravano i capelli, o pugni, e si chiamavano con nomignoli che se sentiti da qualcuno che non li conosceva, avrebbe facilmente pensato che si odiavano. Ma Blaise e Daphne erano così, e mentre li guardava, un leggero sorriso comparve sul viso di Draco.
-Me ne vado a letto. Voi due non fate troppo casino.-
Si alzò dalla poltrona e diede un leggero bacio sulla guancia alla sua migliore amica prima di sparire oltre una porta che portava alle camere da letto singole.
-Buonanotte Draco. A domani.- rispose Blaise, tornando a dare fastidio alla sua ragazza e tirandogli un capello troppo forte da farle male.
Il biondo chiuse la porta proprio mentre Daphne inveiva contro il moro, e un altro sorriso gli apparve.
La sua camera personale era in fondo al corridoio e quando vi entrò notò le sue valigie sistemate vicino al grande letto matrimoniale. Con un gesto meccanico bloccò la porta e insonorizzò la stanza. Si spogliò velocemente, e si diresse in bagno, pronto per un lungo bagno caldo.
Mentre l'acqua scorreva per farla arrivare alla sua temperatura preferita, in testa gli balenò pochi frammenti del discorso della vecchia di quella sera e la non conversazione con i suoi amici. Era sicuro che i suoi genitori non avrebbero perso occasione di farsi vedere in giro, e avrebbero colto questa opportunità per ritornare in cima alla scala sociale nonostante il verdetto di colpevolezza di suo padre dopo i maxi processi per la guerra. Come lui era riuscito a stare fuori Azkaban era un mistero anche per suo figlio, ma non voleva farsi sopraffare un'altra volta e, incurante della vasca che stava traboccando d'acqua, ritornò nudo in camera e chiamò con un fischio il suo gufo.
Un elegante gufo imperiale nero atterrò con grazia sul davanzale dopo pochi minuti e Draco gli porse una lettera, guardandolo spiccare il volo per poi sparire nella notte stellata.
Soddisfatto e pieno di energie, ritornò in bagno, godendosi il suo bagno con una strana calma e tranquillità in corpo. Durante i processi era riuscito a starne fuori e a tornare ad una vita quasi normale. Aveva fatto una promessa e aveva tutte le intenzioni di mantenerla.

 

 

 

Angolo Autrice:

Ci ho messo un bel po' a tornare a scrivere e mi scuso per questo. Come ogni scrittore ho momenti bui in cui non riesco a buttare giù nemmeno una bozza, e altri momenti in cui vorrei scrivere senza fermarmi mai.

Ho ripreso in mano questa storia, come riprenderò in mano anche le altre. Ma adesso parliamo di questo capitolo :)

Come ho scritto i processi si sono svolti e tutti i mangiamorte sono stati condannati. Tutti tranne il padre di Draco, che è fuori prigione e a casa con la famiglia. Astoria e Draco dovrebbero sposarsi, in quanto ho fatto accenno ad un contratto, mentre Blaise e Daphne stanno insieme anche se sono una coppia strana.

Per il resto dovrete andare avanti :)

Mi scuso ancora per il ritardo e spero che vi sia piaciuto. Recensite e fatemi sapere cosa ne pensate :) :)

 

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Capitolo 3
*** cap 3 ***


Erano passate due settimane dall'inizio della scuola e Draco, quel lunedì mattina, era particolarmente nervoso. Era uscito dalla sua stanza in fretta e furia, spaventando un ragazzino del primo anno e buttando per terra qualunque cosa si presentasse davanti al suo cammino, incurante del caos che stava procurando in tutta la sala comune.

Una indecente Astoria Greengrass era appena uscita dalla propria stanza e lo stava chiamando a gran voce, fino a che la figura alta del biondo non uscì dalla sala, senza degnarle di una risposta. Non aveva tempo di ascoltare la voce petulante di quella ragazza e nemmeno di stare due secondi di più a farsi avvelenare con il suo profumo, pensò mentre percorreva i corridoi per raggiungere la Sala Grande. Ripensò, invece, alla lettera che aveva ricevuto la sera prima dai suoi genitori, comunicandogli che da lì a due settimane sarebbero arrivati per soggiornare nel castello, proprio come aveva previsto lui. L'aveva letta per così tante volte che poteva ripeterla anche ad occhi chiusi, e ogni parola di quella missiva lo faceva ribollire di piena rabbia.

In sovrappensiero, quando voltò l'angolo non si accorse di aver urtato qualcosa e non sentì nemmeno il rumore di oggetti caduti per terra, fino a quando qualcuno non lo riportò alla realtà.

-Malfoy! Potresti almeno chiedere scusa! Ah ma è troppo chiedere ad uno come te,vero?- inveì una ragazza che si era scontrata con lui ed era caduta per terra, assieme a tutti i suoi oggetti.

Il biondo si voltò, come rinsanito da un coma profondo, e vide un'indaffarata Hermione Granger intenta a recuperare tutti i suoi libri e pergamene che albergavano nel corridoio. Capì che era stato lui a fare quel casino e, nonostante il suo orgoglio gli dicesse di andare via, che aveva molte cose da fare e pensare, cacciò via quel pensiero e si avvicinò alla ragazza, chinandosi per prendere i libri sparsi lì vicino. Ne prese due e li porse alla ragazza, la quale rimase a guardare i suoi tomi incantata.

-Tieni! Mi dispiace – disse a bassa voce, facendo sgranare gli occhi di lei per ciò che aveva sentito -E non essere sempre acida mezzosangue!-

Hermione non sapeva cosa fare. Solo l'ultima frase la fece tornare alla realtà e gli fece riconoscere il ragazzo che per lunghi otto anni aveva odiato. Prese i libri con una mano e li guardò con attenzione, convinta che fossero maledetti e che avessero sortito qualche effetto strano al ragazzo di serpeverde. Alzò lo sguardo verso il biondo ma questi se ne era già andato. Era rimasta a terra, ancora a terra, e con il corridoio deserto, quando due ragazzi la raggiunsero preoccupati.

-Mione! Che ti è successo?- chiese il ragazzo rosso, prendendola per le braccia per aiutarla ad alzare.

-Ma.... Ma...- balbettò questa, indicando con una dito il punto in cui era sparito poco prima Draco.

-Herm, stai balbettando. E' successo qualcosa di grave?- Harry Potter aveva preso i libri e li aveva appoggiati sul parapetto della galleria, scambiandosi uno sguardo d'intesa con il suo migliore amico. In tutti quegli anni pochi avvenimenti erano riusciti a sconvolgerla e qualcosa l'aveva colpita nel profondo se non riusciva nemmeno a parlare.

-Ma... Malf..-

-Cosa ha fatto Malfoy questa volta? Giuro che lo schianto se so che ti ha fatto del male!- Ron Weasley divenne rosso come un pomodoro in viso per la rabbia quando capì di chi stava parlando la sua ragazza. Aveva già sguainato fuori dalla federa la bacchetta ma una mano lo bloccò.

-No... Malfoy... Malfoy mi ha aiutata. E mi ha chiesto anche scusa!- riuscì a dire alla fine, convincendo poco anche se stessa per ciò che era accaduto.

Hermione tornò a guardare il punto in cui era sparito il serpeverde, convinta che quello non fosse il ragazzo che li aveva sempre maltrattati, e così fecero anche i suoi due amici, guardandosi tra loro per capire se la loro amica fosse pazza o meno.

L'aiutarono ad alzarsi e mentre Ron la teneva sotto braccio, Harry trasportava i suoi pesanti libri.

-Andiamo Herm. Ci racconterai in Sala Grande.- disse il rosso, stampandole un bacio sulla testa per rassicurarla.

-Oh ma pensi sempre e solo a mangiare tu!- tuonò questa di rimando, ricomponendosi come se fosse tornata la vecchia Hermione di sempre.

 

 

-Hai una faccia. Per caso non ti si alza più?-

Quando Draco si sedette accanto a Blaise, quest'ultimo gli riservò la prima battuta del giorno e in tutta risposta ricevette una fulminata alla Draco Malfoy.

-Anche la tua non è delle migliori. Dovrei iniziare a pensare lo stesso.- rispose il biondo all'amico, con il suo solito ghigno, colpendo il moro nel suo punto debole.

-Ok, ok. Qualcuno si è alzato male stamattina.-

-Oh no! Tranquillo! Mi sono alzato benissimo. Ho solo scoperto che quest'anno pozioni mi occuperà gran parte degli allenamenti, ho delle lezioni da recuperare e la scuola è iniziata solo da due settimane, il mio migliore amico sta architettando la mia rovina alle mie spalle e mio padre è rimasto il solito stronzo. Per il resto direi che va benissimo!- si sfogò Draco, oramai incontrollabile con le sue emozioni. Appena aveva visto il suo migliore amico la rabbia gli era risalita prepotente, attirando a sé tutte le forze di autocontrollo per non schiantarlo davanti a tutti.

-Draco... io..- Blaise non era stupido. Capì di cosa stesse parlando il suo amico ed intuì che non sarebbe stato facile spiegargli il motivo. Non quella volta.

-Non ti azzardare a dire una sola parola.- sussurrò il biondo, versandosi una generosa dose di caffè nella tazza con la speranza che potesse cambiare la giornata e cercando di non attirare altri sguardi incuriositi su di sé.

Blaise intanto non aveva smesso di fissarlo, da quando pochi istanti prima lo aveva accusato di confabulare contro di lui.

-Draco..-

-Cosa c'è? Ti senti in colpa?- rispose di botto, adirato come non mai. I suoi occhi grigi si scontrarono con quelli neri dell'amico, il quale per niente intimorito sostenne il suo sguardo, tranquillo come se non avesse colpe di cui doversi giustificare.

-Ne possiamo parlare in privato.. per favore- Blaise si sforzò di dire quelle due parole, tanto odiate dai Serpeverde. Non erano persone che chiedevano, né tanto meno imploravano. Ma loro due erano amici dai tempi della culla e non voleva che la loro amicizia si frantumasse per uno stupido equivoco.

-Ti concedo due minuti.- rispose Draco, alzandosi e dirigendosi fuori dalla Sala Grande, curioso di sentire le scuse che il moro tirerà fuori per liberarsi dalle sue accuse.

Blaise lo seguì fino ad una aula vuota, e quando chiude la porta vide che il suo migliore amico era appoggiato ad un banco, con le braccia incrociate al petto, in attesa di una risposta.

-Due minuti.-

-Non ho confabulato contro di te.- si difese Blaise, appoggiandosi anche lui ad un banco poco lontano, mantenendo una distanza per far sentire più tranquillo il biondo.

-Davvero? E allora perché non ho ricevuto nemmeno una risposta? Sono passate due settimane! Due!-

Draco era esasperato e in quel momento non provava altro che odio. Odiava suo padre, sua madre e tutti i loro amici. Odiava Blaise perché era il suo migliore amico e non era riuscito a stargli accanto.

Si voltò verso una finestra e la luce tiepida della mattina lo invase totalmente. Si sentiva imponente e così anche Blaise. Voleva aiutare Draco, lo voleva con tutto se stesso, ma c'erano cose che non poteva fare nemmeno lui e far capire al suo amico che si era cacciato in una situazione più grande di lui e che, oltretutto, l'aveva cercata e voluta non era facile. Per niente.

-Lo sai che io non c'entro.-

Draco girò il volto verso il moro, stupito del tono supplichevole in cui chiedeva tacitamente perdono per qualcosa che sapeva, in cuor suo, non esserne il responsabile. Si era alzato quella mattina con la speranza di ricevere una lettera, ma quando vide solo la missiva dei suoi genitori si infuriò con tutto ciò che incontrava sulla strada e dare la colpa a Blaise era l'unica spiegazione possibile.

-Ti ho sempre sostenuto, nel bene o nel male l'ho sempre fatto. Ho mantenuto e sto mantenendo il tuo segreto, quindi non ti permetto di insultarmi come un tuo qualunque elfo!- tuonò Blaise, cercando di mantenere una certa calma, difendendosi da un'accusa che non aveva alcun senso.

 

-Ti prometto che nessuno lo saprà mai, almeno fino a quando tu non lo voglia far presente a tutti.- disse Blaise, stringendo la mano a Draco dopo che avevano guardato felici lo stesso punto.

Il biondo era al settimo cielo e non voleva nasconderlo. Non al suo migliore amico.

-Grazie. Tutto questo non sarebbe stato possibile senza il tuo aiuto.-

-Ehi lo sai che sono essenziale per la tua vita!- scherzò Blaise, finendo di bere il calice di champagne che aveva preso dal vassoio del cameriere che passava in quel momento.

 

Il ricordo della sua promessa lo invase, come una nuvola nera durante una tempesta. Piano piano, tutti i nervi del biondo iniziarono a calmarsi, anche se uno strano senso di disagio non lo aveva ancora lasciato. Si diede mentalmente dello stupido per aver dubitato del suo migliore amico, una delle poche persone a cui avrebbe donato la sua vita, e stanco si massaggiò le tempie, ripensando di nuovo ad ogni parola della lettera di suo padre.

-Lui verrà qui.- disse infine, interrompendo quel lungo silenzio che stava imperando nella stanza, cercando aiuto nella sola persona che poteva darglielo. -Verrà qui e ufficializzerà il mio fidanzato con la Greengrass.-

-Lo so.- rispose Blaise, provando per la prima volta compassione per Draco. Non voleva trovarsi nei suoi panni, sapendo quale reazione avrebbe avuto il padre quando il suo segreto sarebbe stato svelato. Perché lo sarebbe stato e Draco, nonostante voleva scappare e il sentirsi in gabbia, avrebbe dovuto dire la verità.

Blaise si accorse che il suo migliore amico era preoccupato e la compassione che provava prima si trasformò in risentimento verso il caro Lucius. Si avvicinò al biondo, poggiandogli una mano sulla spalla per rassicurarlo della sua presenza e fortunatamente Draco capì.

-Andrà tutto bene, o giuro che non mi chiamerò più Blaise Zabini!- disse con la speranza di strappare un sorriso al compagno di casa.

Draco, perso nei suoi pensieri, si riscosse e giurò a se stesso che nessuno avrebbe distrutto ciò che lui aveva costruito. Aveva una vita per cui lottare e avrebbe sfoderato tutte le sue armi per non farsela portare via, soprattutto da suo padre. Convinto della lealtà del suo amico, si voltò verso il moro, e con una nuova luce negli occhi si diressero verso la prima lezione della giornata, abbracciati da quella nuova consapevolezza: loro avrebbero vinto, Lucius perso.

 

 

 

 

 

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