Come le rose

di cristy31
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** lividi ***
Capitolo 2: *** Calore ***



Capitolo 1
*** lividi ***


André

Tengo strette le briglie mentre l’ondeggiare del cavallo fa muovere il tuo corpo privo di conoscenza contro il mio, provocandomi una dolorosa eccitazione. Un gemito mi sfugge quando il purosangue incespica in una buca facendoti aderire, se possibile, ancora di più al mio corpo. Questo turbamento scompare vedendo i numerosi lividi sparsi sul tuo viso e su quei piccoli sprazzi di pelle lasciati nudi dalla tua uniforme. Rabbrividisco al pensiero di tutti quei rozzi uomini ammassati sul tuo esile corpo nel caos della rissa. Quando ti ho perso di vista, quasi mi si è fermato il cuore dallo spavento, ma tu te la sei cavata egregiamente, come tuo consueto, spinta da quella rabbia che solo alcol e la disperazione di un amore non corrisposto possono infondere in un essere umano. Lo so bene io, che passo tutte le mie notti cercando di dimenticare il tuo nome solo per la frazione di un secondo, cercando di dare sollievo al mio cuore martoriato. Oh Oscar, arrivo a volere che Fersen si accorga finalmente di te, solo per vederti felice, o per lo meno, la piccola parte razionale del mio animo desidera questo. Il resto di me urla di fermare il cavallo, svegliarti con tutta la forza che ho in corpo e, nascosto dagli alberi fitti e dalla notte, di sbatterti in faccia la verità. Di urlarti quanto il mio amore per te mi abbia straziato il cuore lasciandolo esanime. Di dirti che sarei disposto ad amarti come nessuno ha mai amato al mondo, come solo nei romanzi è possibile. Oscar. Oscar. Oscar. Mio dolce, terribile tormento. Perché non puoi amarmi?                                                                                          
Mi rispondo da solo, non sono nient’altro che un servo, il tuo fedele attendente, nemmeno se ti donassi mille delle mie vite potrei meritarti. Tu sei Oscar François de Jarjayes, più in alto di ogni donna, alla quale viene negato il diritto allo studio e quindi la libertà di pensiero, e di ogni uomo, relegato dai pregiudizi che lo portano a dividere in classi sociali persone uguali ormai sotto il solo occhio di Dio.                                                                                  
Io, io invece sono niente.                                                                                                                          
Tristemente sorrido al ricordo della nonna che ripeteva di chiamarti madamigella e di mantenere le distanze, ricordandomi fino allo sfinimento la mia posizione. Solo ora capisco che era solo una forma di protezione da questo sentimento destinato a sbocciare, prima o poi.                                                                                              
Spesso mi consolo dicendomi che nonostante tutto noi resteremo sempre insieme. Non come oso desiderare, ma insieme. Come fratelli, anche se dubito sia abituale usanza di un fratello nei confronti di sua sorella provare questa terribile attrazione, perché tu non sei solo intelligente, scaltra e di buon cuore, sei anche una bellissima donna, splendida anche in abiti maschili.                                                                                                                    
La luna piena rischiara in modo vagamente inquietante il palazzo Jarjayes, assuefatto com’ero dai miei pensieri e dal tuo odore, non mi ero nemmeno reso conto di aver percorso così tanta strada.
Davanti alla scuderia riesco a fatica, con te ancora senza sensi fra le mie braccia, ad aprire il portone e a sistemare i cavalli, premiandoli della fatica con una carota ciascuno.
Il tuo viso è così rilassato mentre dormi, con i capelli arruffati a incorniciarlo, le ciglia scure accarezzano le tue gote leggermente arrossate creando uno strano gioco d’ombre e…oh, sei così bella, Oscar! Sei la donna più bella che abbia mai visto. Prima di soffermarmi sulle tue labbra pericolosamente schiuse decido, non so con quale forza di svegliarti.
-Oscar.-
-Oscar svegliati, siamo a casa.-
-Mmmm.- Vedo comparire una piccola ruga fra le tue sopracciglia ora aggrottate e un sorriso fa capolino sul mio volto.
-forza dormigliona, è ora di alzarsi.- ti raggomitoli appoggiandoti ancora di più al mio corpo, strappandomi un sospiro e decido, contro ogni buonsenso, di portarti in camera tua.

CONTINUA

Salve gente! Sono anni che non pubblico qualcosa su questo sito e spero che questo mio piccolo capitolo introduttivo possa piacervi. Come sempre ditemi voi se devo continuare questo mio delirio, personalmente spero di sì, anche perché ora come ora sono piena di tempo per scrivere prima che il liceo mi risucchi totalmente.
Un bacione.
Cristy31

                                                                                                           
                

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Capitolo 2
*** Calore ***


André

Apro piano la porta della cucina, cercando di non fare nessun rumore, non sarebbe propriamente opportuno che la nonna, o ancor peggio il generale, ti trovassero svenuta, ubriaca e piena di contusioni fra le mie braccia.
Riesco con un’agilità che non sapevo di avere, soprattutto avendo un solo occhio per di più offuscato dal vino, a chiudere la porta e a portarti nel corridoio che conduce alle scale del piano superiore senza provocare il minimo scricchiolio.
Lentamente salgo le scale mentre una brutta sensazione mi attanaglia lo stomaco. Tu mugoli qualcosa d’incomprensibile mentre t’imbronci leggermente.
 Entro nella tua stanza e stringo l’occhio cercando, per quanto mi è possibile, di mettere a fuoco, anche se non ne ho bisogno, conosco ogni rifinitura e ogni angolo di questo posto così sobrio e austero. Attraverso l’arco che divide l’anticamera dalla stanza da letto. Ti poggio delicatamente sul letto e ti osservo ancora una volta.
Controllo che il tuo respiro sia regolare e che quindi tu stia dormendo, non resisto e ti poso un leggero bacio sulla fronte accarezzandoti piano i meravigliosi capelli d’oro. Decido che è ora di andarmene. Mentre mi volto per guadagnare la porta cerco di sopprimere la mia voglia di restare con te, di infilarmi sotto le lenzuola e di stringerti come se ne andasse della mia vita.
-André…- m’immobilizzo, come pietrificato.
-André, perché stai li fermo?-
Mi giro e ti vedo, con gli occhi leggermente gonfi spalancati a fissarmi.
-ehm… non ti svegliavi così… così ho deciso di portarti io in camera tua. Me ne stavo giusto andando, buonanotte Oscar- balbetto, e se ti sei accorta del mio bacio? Dio ti prego fa che non fosse sveglia.
-No, aspetta!- lo urli quasi ed io per la seconda volta in una manciata di secondi resto pietrificato. Stupido, André, cosa stai sperando? Cosa stai osando sperare, che ti chieda di passare la notte con lei? Che ti dica che ti ama? Basta. Devo smetterla di illudermi a ogni parola, a ogni sguardo…
Mi volto- Dimmi, Oscar-
Sei arrossita, riesco a notarlo anche nella quasi totale oscurità illuminata leggermente dalla luna.
-resta con me questa notte.-
Devo essere sicuramente più ubriaco di quello che credevo, inizio pure a sentire le voci. Ti fisso come in trance.
-mi hai sentito?-
Oh. Quindi è vero. La mia Oscar ha pronunciato veramente quelle parole. Ma mi risveglio in fretta, sei solo ubriaca e con il cuore spezzato, no, non posso farlo.
Ti alzi lentamente e ti avvicini a me.
-André ti prego di qualcosa. - ora sei pericolosamente vicina. Riesco a percepire il calore che emana il tuo corpo. Appoggi una mano sul mio braccio e sento che stai tremando.
Faccio un profondo respiro e con non so quale forza ti dico:
-Oscar è tutto il vino che hai bevuto a farti parlare, ora vai a letto.-
Chiudo gli occhi e tolgo la tua mano dal mio braccio, ma tu non demordi e mi porti l’altra al volto. Riesco a fatica a sentire il tuo sussurro.
-Ti prego.-
-Oscar non posso, non così, non mentre pensi di essere con un altro, non quando probabilmente domani non ricorderai nulla di tutto questo.-
-Per favore, André, per favore… Amami.- Non so se sia stato il modo in cui hai pronunciato il mio nome con tono supplichevole, o la tua mano ancora sulla mia guancia ad accarezzarmi dolcemente, oppure il viaggio che abbiamo fatto poc’anzi durante il quale il tuo corpo ha creato dentro di me un profondo turbamento. Forse l’insieme di tutto questo, non so. Ma cedo Oscar, cedo perché sono solo un uomo cui viene offerto tutto ciò che desidera da vent’anni su un piatto d’argento. Cedo e ti stringo tra le braccia baciandoti furiosamente, mettendo in questo bacio la frustrazione di anni passati ad anelare il tuo corpo stretto al mio. So che dovrei essere dolce, delicato. Ma non sono un principe delle fiabe. Quello che mi sta passando per la mente ora non è un pensiero da eroe romantico.
Le tue labbra sono calde contro le mie e le tue mani vagano sul mio corpo fino a raggiungere i miei capelli ai quali ti aggrappi, dalle labbra ti sfugge un sospiro di piacere che arriva dritto al mio inguine.
Ti faccio camminare all’indietro senza interrompere il contatto tra le nostre labbra finché non raggiungi il letto sul quale cadiamo entrambi. Le mie mani si muovono instancabili sul tuo fianco gustando le linee perfette che ti formano.
Non potresti mai sembra un uomo, mai, i tuoi lineamenti sono così delicati e femminili. Le tue lunghe gambe che ora si sono aggrappate ai miei fianchi non apparterrebbero mai a un uomo.
Te lo dico:
-Sei bellissima.- e inizio a dedicarmi alla pelle sensibile sotto all’orecchio.
- Davvero mi trovi bella?-
Mi appoggio su un gomito, per non pesarti.
- certo, sei la donna più bella che io abbia mai visto.- rispondo con impeto.
Abbassi lo sguardo e capisco che non credi alle mie parole. Vengo travolto da una tenerezza infinita. Prendo il coraggio a due mani e ti confesso quello che penso.
-Vedi Oscar solo perché il conte di Fersen non si è mai accorto della tua femminilità non vuol dire che tu non sia splendida, sai anche tu che, pur essendo di bell’aspetto, non brilla di grande intelligenza. Ti sento ridacchiare e questo suono mi scalda il cuore. - Quindi non farti abbattere dal giudizio di un solo uomo. A corte sia uomini che donne sono attratti da te. Io più di tutti me ne rendo conto perché… ecco… perché ti amo Oscar. Credo di averti sempre amato.-
È come se per anni centinaia di grossi detriti fossero stati poggiati sul mio cuore e ora, in pochi secondi me ne fossi liberato. Te l’ho detto. Osservo attento la tua reazione trattenendo il fiato. Sgrani gli occhi e con mio totale stupore ti rannicchi addosso a me e poco dopo ti addormenti. Mentre mi alzo a malincuore per lasciare la tua stanza mi sento pervadere da una strana sensazione che si avvicina molto alla felicità.

CONTINUA

Salve donzelle, una piccola parentesi per dirvi che tra un po’ ci sarà il POV Oscar, che si alternerà a quello del nostro marito ideal… volevo dire di André. : )
Un bacio
Cristy31

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