A special bond

di Lady Moon
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Would he have forgotten her? ***
Capitolo 2: *** Strange circumstances ***



Capitolo 1
*** Would he have forgotten her? ***



Lei lo guardò. Di nascosto, dietro quel dannato muro; un muro, che non solo lo separava da lei, ma non le concedeva di farsi guardare da lui. Rayan non poteva vederla, i suoi occhi, i suoi capelli, il suo naso e la sua bocca erano nascosti. Rayan non lo sapeva, no... non sapeva quello che Katy stava rischiando, non sapeva che lei lo guardava con occhi attenti, ponderati, desiderosi, sognanti.
Lei lo cercava in ogni dove.



 
              ***


 
Capitolo 1: Would he have forgotten her?
 

Mille domande, mille speculazioni... se solo Katy l'avesse rivisto, in un giorno qualunque, magari mentre andava da un'amica o aveva un appuntamento, non sapeva neanche cosa avrebbe fatto ma non vedeva l'ora...
Oh, se Rayan avesse potuto, se Rayan avesse voluto vederla, stare un po' con lei, come sarebbe stata la sua vita?
Spezzoni di fantasia le volavano alla mente, riusciva a decifrarli stavolta ma non erano chiari, né troppo nitidi da poterli percepire sulla pelle. Tuttavia sapeva che se fosse stata con lui anche solo un minuto l'avrebbe considerato un sogno, uno dei suoi sogni che si realizzava, che veniva concretizzato - finalmente. -

"Rayan... Rayan... Rayan... dove sei, Rayan? Dove sei?" - Lei l'amava, era questo che la rendeva felice.



E Katy c'era stata per Rayan, forse non desiderava altro che esserci ogni qualvolta che lui avesse avuto bisogno di una mano, o di qualcuno con cui parlare, condividere le proprie cose. 
Nella sua testa, quel giorno afoso d'estate, non c'erano solo le comuni preoccupazioni o i consueti pensieri, c'era qualcosa di particolare, qualcosa di nuovo, qualcosa che seppure aveva progettato un tempo, sarebbe stato ancora troppo lontano dall'essere realizzabile.
Rayan era diventato suo amico. Fu curioso all'inizio, rinascere insieme, ma ce la fecero. Lei - quando poteva - parlava con lui, e lui faceva altrettanto. Non riuscivano a capire cos'è che realmente li legasse, forse un bene che era stato per tempo occultato, un bene che non era facile trasparire. Uno dei suoi nuovi pensieri che echeggiava in lei quando ci ripensava era: l'avrebbe dimenticata?
Lui sarebbe stato in grado di farlo, al contrario suo? Se non fosse stata per questa amicizia... cosa sarebbe successo? Si sarebbero riappacificati comunque in un lontano futuro? Lui avrebbe sentito il bisogno di lei, percepito la sua mancanza? Avrebbe pensato a cosa stesse facendo della sua vita, Katy, e sarebbe stato curioso di scoprirlo? Vederla tanto lontana da lui, magari felice, gli avrebbe fatto piacere... o no?

Ma ora che poteva sentirlo, se gliel'avesse detto? Se si fosse dichiarata con lui? No, non rivelargli ciò che celava il suo cuore in tutto e per tutto, estraendo i sentimenti sepolti in quell'abisso che riusciva a percepire, distinti, fluidi, ma fargli capire che lei a lui teneva, e che poteva starne certo. Avrebbe alimentato il loro bene? Un semplice "ti voglio bene" sarebbe stato importante? Sarebbe stato giusto? Sarebbe stato possibile? 

Sì. Si decise. Lei poteva, lei era Katy e non una bambina senza arte né parte. Non sarebbe accaduto di certo una tragedia.
Nonostante ciò, lei sapeva che si sarebbe trovata in difficoltá, che avrebbe riscontrato dei problemi che neanche si immaginava. 
Come faceva a mandargli quel messaggio? Era arduo, oh sì se lo era, avrebbe dovuto come prima cosa mantenere la calma, respirare.


"Ce la farò. Ce la farò. Non è poi così difficile, è solo un 'detto' tra amici, non c'è nulla di male" -

Il cuore le batteva, il respiro era ambiguo, pensieri le vorticavano alla mente senza essere del tutto convincenti, neanche lontanamente persuasivi. Appena sembravano rivelarsi utili... *puff*, sparivano, come se non ci fossero mai stati.

"Adesso basta, adesso basta!" - 

O lo faceva perché un domani sarebbe morta e non avrebbe potuto (ebbene sì, era una delle tante cose che si diceva), o lo faceva perché doveva farlo, a prescindere... altrimenti sarebbe stata una stupida e non se lo sarebbe perdonato, stavolta.


Lo fece. Il cuore le batteva, ma cos'aveva fatto? Era sbigottita. Si girò a pancia in giù sul letto, sprofondando il viso nel cuscino, non poteva crederci. Esultò, non aveva fatto nulla di male - doveva ripeterselo più volte - andava tutto bene. Se Rayan avesse capito qualcosa di diverso da quello che lei avrebbe voluto che capisse, sarebbe stato semplicemente un problema suo, Katy era apposto. Andava ancora tutto bene. 

Era ansiosa, nello stesso tempo felice. Cosa le avrebbe risposto lui? Sarebbe stato contento di tutto questo?

"Rayan, Rayan... ce l'ho fatta, te l'ho detto!" - continuava a dirsi lei, aveva raggiunto un traguardo che non credeva, forse, nemmeno di poter sfiorare. Uno dei suoi sogni ora lo stava vivendo. 


Non era folle, si disse ancora, essere così contenti di dedicare un dolce e semplice "ti voglio bene" ad una persona come lui, perché per lei era qualcosa di molto più grande, qualcosa di sincero e qualcosa che doveva perché voleva dirgli. Ed esserci riuscita fu qualcosa di inequivocabilmente importante per lei, perché significò aver abolito la sua insicurezza, le sue paure continue.
Per lei e per lui, per il suo Rayan.










*Nota dell'autrice:
Bene, innanzitutto salve cari lettori! Vorrei proferirvi due paroline: la prima cosa che ci tengo a dire è che, come avete letto dall'introduzione, questi personaggi sono stati precedentemente creati da me e mi piaceva l'idea di concedere loro un'altra opportunità, quindi questo sarà il primo capitolo di una storia che spero potrà piacervi e appassionare ^-^
La seconda cosa è che spero continuiate a seguirmi, e vi ringrazio per la lettura! 
A presto :)
*
 
 

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Capitolo 2
*** Strange circumstances ***


Capitolo 2: Strange circumstances.


Furono momenti ambigui e trafelati quelli che passò Katy, in attesa di una risposta. Poteva essere qualsiasi risposta, pensò, purché ci fosse stata; lui avrebbe potuto ringraziarla, avrebbe potuto semplicemente sorridere, senza aggiungere chissà quali altre esaltanti parole.
Lei sapeva che illudersi sarebbe stato sbagliato, come sapeva che non ce ne sarebbe stato affatto bisogno, in parte. Un semplice 'ti voglio bene' non le avrebbe costato la vita, non avrebbe cambiato completamente le cose, anche se per lei in realtà aveva segnato già un' importante - a dir poco - differenza. Ora non era più schiava della sua insicurezza, ora era forte, si era come imbattuta in una nuova avventura, una di quelle in cui lei era coraggiosa, libera, senza preoccupazioni.
La domanda "Rayan come avrebbe risposto?" ricevette responso non troppo tempo a seguire. A lui probabilmente non importò di comportarsi come avrebbe dovuto ma come avrebbe voluto, forse a lui importava di Katy e forse per questo fu apparentemente felice di risponderle. 
Katy sprofondò in una dolcezza improvvisa, avrebbe voluto parlargli ancora, avrebbe voluto ampliare un discorso con lui sempre di più, senza mai sembrare inopportuna o invadente. A lei non piaceva disturbare, né tanto meno lui. Voleva essere se stessa, sì, ma senza intralciare le emozioni altrui... era empatica, leale, affidabile, e glielo dicevano in molti.
Il giorno seguente si dimostrò molto afoso, passò la mattinata a ripensare a quanto fosse felice e a parlare con la sua migliore amica. Avevano inventato un gioco nuovo con le carte e in quel momento lo stavano sperimentando.


:"Così gliel'hai detto... ne riparliamo? Anzi, dimmi se hai intenzione di cercarlo di nuovo!" - esordì Camille, sempre più curiosa, fremeva dalla voglia di instaurare il discorso 'Katy e Rayan, che novità!'

:"Già sai cosa penso! Vorrei sentirlo come vorrei evitare di dargli fastidio... penso lo rifarò quando mi sentirò di farlo e basta" - disse Katy, con un candido sorriso. 

:"Sei sempre la solita. Mai una volta che tu agisca d'istinto, vero? Oh, ho vinto!" - esultò Camille in risposta, e gettò le carte in terra, dove erano sedute.

:"Senti, hai voglia di andare a trovarlo?" - continuò.

:"Stai scherzando, spero!" - rispose Katy, spalancando gli occhi.

:"No! Lui non si accorgerà di te... spero" -

:"Sei una specie di stalker o cosa?!" - 

:"Piantala, fino a prova contraria sei tu che vuoi vederlo" - rispose risoluta, Camille.

:"Che coraggio! Ma se sei tu quella che..." - iniziò Katy, ma non ebbe il tempo di terminare la frase che Camille la interruppe.

:"Andiamo, forse se usciamo da questa topaia lo vedremo! Volevo dire, lo vedrai. Andiamo dove di solito va lui! Andiamoci ora!" - disse in tono allegro e persuasivo, alzandosi, e afferrando Katy per un braccio. Camille alludeva al parco.

:"Devo essere proprio matta a darti retta" - rispose Katy.

:"Matta sì, ma non per me! Domanda a quel cosuccio che hai nel petto a cosa sta pensando!" - disse Camille, ridendo.

:"Oh, certo... glielo chiederò" - bisbigliò Katy in risposta.

Katy e Camille erano certamente migliori amiche, tuttavia per certi versi erano estremamente diverse. Katy era più logica, puntigliosa, ottimista; Camille era più istintiva, schietta, pessimista. E ciò faceva di loro una bella coppia.



Subito dopo esser giunte al parco, Camille afferrò il braccio di Katy per bloccarla.

:"Sta' ferma" - le disse, serissima. Rayan era poco distante da loro.
Egli si voltò verso di loro. Improvvisamente il suo volto oscurato emanò un sorriso, uno di quelli che facevano tremare il cuore di Katy, e lo rallegravano con estrema sincerità.

:"Katy! Sei anche tu qui!" - le disse, avvicinandosi. Camille desiderò evaporare in quel momento ma non osò muovere un muscolo. Conosceva Katy, se l'avesse mollata in quel momento le conseguenze che sarebbero soggiunte sarebbero state due: lei l'avrebbe ringraziata a vita, o avrebbe tentato di lanciarle sguardi di fuoco ogniqualvolta che ce ne sarebbe stata l'occasione.

:"Oh, sì. Siamo venute a prendere una boccata d'aria. Ehm... lei è Camille" - rispose Katy, cercando di rimanere calma.

:"Piacere, Rayan" - 

:"Il piacere è mio" - fece Camille, a breve scoppiava in una risata, glielo si leggeva sulle labbra.

Rayan scrutò Camille a lungo, come per assimilare cosa nascondesse.

:"Di dove sei? Non credo tu sia di queste parti" - disse Rayan a Camille, con uno sguardo assai curioso.

:"Abito a 20 km da qui, ma non è per me un problema venire a trovare la mia migliore amica" - rispose Camille, decisamente più ponderata.

:"Katy?" - domandò Rayan, Camille accennò di sì col capo. 

:"Ehm... come vieni fin qui? Pensi che questa, Winchester, sia una bella città?" - continuò Rayan, ignorando completamente Katy, la quale prese il suo cellulare dalla tasca e iniziò a controllare i messaggi che aveva snobbato a lungo, ignorando i due nuovi "conoscenti" all'opera. 

:"Certo, la cattedrale è meravigliosa, l'ho visitata svariate volte. Katy mi ha mostrato anche la tomba di Jane Austen, al suo interno.
Sono i miei ad accompagnarmi fin qui" - rispose Camille, pensando che doveva esserci qualcosa di strano in tutto quell'interesse. Emanò uno sguardo bieco, ma Rayan parve non accorgersene.

:"Devono tenerci a te... solo per venire a trovare Katy... intendo..." - A quelle parole lo stomaco di Katy sobbalzò. Come osava dire "solo per venire a trovare Katy", gli sembrava poco che la sua migliore amica si preoccupasse per lei - evidentemente a differenza sua - o che fare 20 km di macchina 'per una come lei, come Katy'  erano tanti nonché sprecati, inutili minuti?

:"Non capisco cosa intendi" - rispose Camille, severa.

:"Scusate, ma ho una chiamata persa. Mi allontano per richiamare" - disse Katy, rigida. Camille le lanciò uno sguardo supplichevole, ma subito dopo divenne più fredda di lei. 
Rayan finalmente osò guardarla, sembrava essere in un misto di sgomento e curiosità.
Katy lo guardò poco e si allontanò, ma non volle chiamare nessuno, la chiamata persa poteva aspettare. Camille e Rayan continuarono a parlare e lei tentò in tutti i modi di non darci peso.

"Voglio dire, si stanno solo conoscendo, non c'è niente di male, no? Uff, ti odio quando ti infastidisci per niente, Katy!" - disse a se stessa. Camille era la sua migliore amica, Rayan il ragazzo che l'aveva fatta patire per secoli, e lo stesso che l'aveva resa felice come nessuno, era l'unico a riuscirci in quel modo, a risvegliarla dagli incubi più profondi e concitati, a farle tornare il respiro. Come se navigasse ogni volta, grazie a lui, in uno splendido mare di realtà che si fondeva con i suoi sogni.
È incredibile come una persona possa mandarti tra le nuvole del Paradiso per poi farti riscendere sulle rocce dell'Inferno. Ma ormai... galleggiava in mezzo alle due dimensioni, in nessuna di preciso. 



:"Katy! Katy!" - urlò Camille, dopo diversi minuti. Katy rinsavì, vide Camille sbagliare direzione e la raggiunse all'istante.

:"Sono qui" - 

:"Rayan mi ha... mi ha raccontato un paio di cose su Winchester. Gli ho detto più volte che la conosco come le tasche dei miei pantaloni ma insisteva, non mi ascoltava. Ha detto che gli farebbe piacere se io venissi più... spesso, al parco. Ma prima di questo gli ho spiegato che per me tu sei importante e quei pochi chilometri di macchina per me equivalgono ad una passeggiata in riva al mare" - disse Camille, tesa, fissandola negli occhi.

:"Oh, immagino. Ti trova simpatica, vero?" - rispose Katy, calando gli occhi al suolo. 

:"È quello che mi ha detto... Katy, non sarai mica... g-gelosa, vero? Parliamoci chiaro!" - strepitò Camille, indignata.

:"No. E dov'è adesso? No, non voglio saperlo. Voglio andare a casa. Vieni con me?" -

:"Carina non me la dici buona! Rayan può pensare quello che vuole di me ma tu... perdinci, sei la mia migliore amica!" - rimbeccò Camille, offesa ancor di più.

:"Non mi sembra ti stia confutando. Per me potete pensare l'un l'altro di quello che volete. Io e Rayan non siamo di certo qualcosa!" - proferì Katy, alzando decisamente il tono di voce, di solito pacato.

:"Possiamo evitare questa discussione da bambine?" - pregò Camille.

:"Mi sembra il caso, stiamo diventando ridicole. Mi dispiace, Camille" - le disse Katy.

:"Posso dirti un'ultima cosa? Mi ha anche detto che gli ha fatto piacere rivederti, prima di andarsene" - disse Camille, accennando un sorriso.

"Pensavo gli avesse fatto piacere vedere te..." - pensò Katy in parte, senza osare esplicitare parola.

:"Davvero? Non sarei pronta a giurarlo" - rispose.

:"Ma pensaci: perché mai avrebbe dovuto dirlo se non è vero?" - 

:"Non lo so. Possiamo tornare a casa?" - Camille, scontenta, accondiscese la richiesta. 
Quando uscirono dal parco trovarono Rayan parlare con i suoi amici, guardò Katy, ignorando completamente Camille.

:"Cosa diamine vuoi, adesso?" - farfugliò Katy, guardando severamente dinanzi a sé, facendo finta di non averlo visto.

:"Non ti ha mollato gli occhi di dosso fin qui" - le conferì Camille, sorpresa a sua volta.


Cosa passava per la testa a quel Rayan? Quali erano le sue intenzioni? Perché si era comportato in quel modo? Prima o poi Katy l'avrebbe dovuto capire. 









*Nota dell'autrice:
Buona giornata a voi!
Ringrazio tutti coloro che sono giunti fin qui, e spero che vi abbia incuriosito e che continuerete a seguirmi. Cercherò di aggiornare quanto prima, così da non rimanere delle risposte troppo in sospeso. Sono sempre lieta di accogliere nuovi lettori. 
Alla prossima!*
 

 

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