And I will make sure to keep my distance

di applestark
(/viewuser.php?uid=144510)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I. ***
Capitolo 2: *** II. ***
Capitolo 3: *** III. ***
Capitolo 4: *** IV. ***
Capitolo 5: *** V. ***
Capitolo 6: *** VI. ***
Capitolo 7: *** VII. ***
Capitolo 8: *** VIII. ***
Capitolo 9: *** IX. ***
Capitolo 10: *** X. ***
Capitolo 11: *** XI. ***
Capitolo 12: *** XII. ***



Capitolo 1
*** I. ***


I will make sure to keep my distance
 
"Non separare dunque cattivi e buoni, male e bene,oscuro e luminoso, poiché tutti fanno parte di un’unica esistenza, e l’uno conferma la natura dell’altro."
 
I.
 
Lily Luna Potter custodiva ancora nella mente il preciso istante in cui era stata smistata in uno dei dormitori di Hogwarts, il battito del suo cuore accelerato, gli occhi castani chiusi in una stretta ferrea.
Il cappello parlante aveva brontolato qualcosa su come fosse difficile decidere in quale casa collocarla, così com’era successo con suo padre. La bambina aveva iniziato a sudare freddo, tenendo stretti i pugni, ed infine… ‘SERPEVERDE!’.
Un applauso fragoroso provenne dal tavolo dei suoi futuri compagni, mentre lei, traballante e un po’ delusa, cercava con lo sguardo i suoi fratelli Albus e James.
Si era precipitata da loro con le lacrime agli occhi, perché non riusciva a spiegarsi il significato della decisione finale del cappello parlante. Suo fratello James si era arrabbiato, Rosie Weasley aveva perso tutta la sua parlantina, mentre l’unico che riuscì a consolarla, almeno minimamente, fu Al.
“Non possiamo ancora vivere nei pregiudizi, noi siamo fautori del nostro destino…e sai, papà mi ha detto che l’uomo più coraggioso che ha conosciuto, Severus Piton, di cui porto il nome, era un Serpeverde. Quindi ora asciugati quelle lacrime vai dai tuoi compagni.”
Quelle parole le suonavano ancora nella testa, ed ogni volta che si sentiva triste o desolata, le ripeteva mentalmente. Voleva molto bene ai suoi fratelli, ma con Albus c’era una chimica speciale, e la giovane Lily si dispiaceva per il fatto che, da oltre una settimana, era iniziato il suo ultimo anno.
Non l’avrebbe più visto neii corridoi, e la cugina Rosie non sarebbe stata sempre al suo fianco quando era in difficoltà con qualche materia, o semplicemente quando il cuore le si spezzava.
Scosse la testa come per scacciare via quei pensieri, e si avviò insieme alle altre ragazze verso la Sala Grande, dove avrebbero consumato la cena.
-Oh Lily, perché sei sempre così tremendamente silenziosa negli ultimi giorni?- le chiese Ivy Zabini, colei che poteva considerare la sua più cara amica.
-Ti sbagli, sono solo un po’ stanca. Non ero più abituata alle ore di lezione- la rassicurò, portandosi una ciocca di capelli ramata dietro l’orecchio.
Aveva passato un’estate fantastica in Spagna con i suoi fratelli e cugini, e non si era mai divertita così tanto. Tuttavia, nell’ultimo periodo, si sentiva davvero come un po’ turbata, ma non sapeva da cosa.
La mora scrollò le spalle. –Se lo dici tu… allora verrai a vedere la partita di Quidditch dopo?-
-Credo di sì- rispose poco convinta, e spostò tutta la sua attenzione sulla cena che era stata appena servita. Nel suo piatto giaceva del tacchino con le verdure, che lei esaminò con la forchetta, prima di portarlo in bocca.
-Hai saputo che la preside McGranitt vuole organizzare un ballo per il solstizio d’inverno?- le sussurrò l’amica all’orecchio, con un sorriso eccitato che le faceva brillare le pupille scure come la pece.
-Non ne sapevo niente, mi sembra un’idea…carinissima-
-Già, e vorrei tanto che mi invitasse qualche ragazzo carino-
-Beh anche io- commentò con aria sognante la rossa, lanciando lo sguardo verso il lungo tavolo al quale sedevano i Serpeverde.
Notò a qualche sedia di distanza il capitano della loro squadra di Quidditch, che raccontava con aria boriosa e un sorriso deciso in volto qualche episodio avvenuto durante gli allenamenti. Biondo, con gli occhi azzurri e sempre illuminati da una scintilla superba, l’unica persona dalla quale i suoi fratelli le avevano più volte ribadito di stare alla larga: Scorpius Malfoy.
Di suo padre si parlava solo con disprezzo, nella sua famiglia, quando proprio si voleva riaprire un discorso sugli anni andati, e lei rimaneva in silenzio a riflettere sulle motivazioni che spingevano la sua famiglia a detestare così tanto i Malfoy. Nonostante l’aria altezzosa e l’orgoglio presuntuoso che lo caratterizzava, Scorpius era agli occhi di Lily uno studente intelligente, una persona affascinante.
Strinse tra le mani il suo calice e se lo portò alla bocca, per evitare che proprio l’interessato potesse notarla, ad osservarlo con poca discrezione.
Non ci riuscì, perché il biondo si voltò appena per mostrarle un sorriso sghembo, che la fece arrossire, così tanto da desiderare di scomparire in quel preciso istante.
Ivy, alla quale non sfuggiva mai nulla, soprattutto perché conosceva Scorpius essendo figlia di un caro amico del padre, nonché sua cugina, diede una gomitata all’amica.
-No, Lily. Malfoy no- la rimproverò, in modo scherzoso.
-Ma cosa dici? Non lo conosco nemmeno- si difese, passandosi una mano tra i capelli rossi in un gesto evidentemente nervoso.
-Ma io conosco  troppo bene te, Potter. Ti avverto: non metterti nei guai-
Lily annuì, pensando fermamente che l’amica stesse dicendo un mucchio di sciocchezze. Si era casualmente voltata a guardare una persona a caso, lì nella folla, e quindi non aveva bisogno delle sue raccomandazioni.
-Credo che tua cugina ti stia cercando- la chiamò Ivy, interrompendo il fluire dei suoi pensieri.
Alzò lo sguardo e trovò una bella ragazza dai capelli liscissimi e color carota, gli occhi piccoli e blu come i lapislazzuli. Stava agitando la mano per farsi notare, così Lily si alzò per avvicinarsi al tavolo Grifondoro.
C’era un posto libero accanto a sua cugina, così si accomodò, sorridendo.
-Come state?- domandò, spostando lo sguardo verso suo fratello Albus e il coetaneo Hugo.
-Alla grande- risposero all’unisono, e la rossa pensò che probabilmente si riferissero alla partita di Quidditch di quel pomeriggio.
-La partita, vero?-
-Si- si intromise Rosie, alzando gli occhi al cielo.
A volte i fratelli di entrambe non parlavano d’altro, ma loro ci avevano fatto l’abitudine. Erano così anche i loro padri, d’altronde.
-Farai almeno un po’ di tifo per me, sorellina?- le domandò Al, scompigliandole i capelli con la mano, in un gesto affettuoso che fece arrabbiare la piccola Potter.
-Lascia stare i miei capelli! E comunque, ti auguro buona fortuna fratello, ma sono fedele ai miei Serpeverde-
-Dovrebbe sentirti zio Ron…sarebbe la fine per te-
-E’ questo il motivo per cui resto in religioso silenzio quando in famiglia parliamo di Quidditch-
-Scelta saggia- si complimentò Rose, ridacchiando.
Lily si ritrovò nuovamente a pensare allo strano caso del destino che l’aveva voluta una Serpeverde. Quando lo scrisse ai suoi genitori, tramite una lettera che fu recapitata loro dal gufo di James, era molto preoccupata. Tuttavia, Ginny ed Harry le avevano semplicemente detto di seguire il suo cuore e non fare mai sciocchezze. Era stato un enorme sollievo per lei, che però a volte si sentiva sempre come una specie di pecora nera in famiglia.
“Strano, come dopo così tanti anni, il mondo magico fosse ancora imperniato di pregiudizi” pensò, ma ancora una volta fu interrotta dalla cugina Rose.
-Ti va di venire in biblioteca con me?-
-Oh sì, mi farebbe piacere- rispose con un sorriso, poi salutò i due ragazzi con un cenno della mano e seguì la ragazza snella e alta verso uno dei loro posti preferiti.
Era certa che Rosie avesse ereditato tutta quella diligenza da sua madre, la zia Hermione Granger, una studentessa modello ed abile strega.
-Sai, Lily, c’è qualcosa che vorrei dirti- annunciò, prendendo sottobraccio la ragazza, che immediatamente la guardò con occhi curiosi.
-Dimmi pure-
La più alta le rivolse uno sguardo indagatore. –Ho notato, negli ultimi giorni, che c’è qualcuno che ti osserva troppo a pranzo, oppure nelle pause giù un giardino.-
-A me?- rise, indicandosi come se fosse particolarmente stupita.
-Sì, proprio a te. E mi chiedo se c’è qualcosa che mi nascondi, ma non credo-
-Puoi giurarci, non nascondo niente. Chi è questa persona?-
-Uno dei prefetti. Della tua casa.- disse decisa Rosie, lasciando perplessa Lily, che guardò altrove alla ricerca di ‘prove’.
I prefetti Serpeverde erano due: Sam Zabini e Scorpius Malfoy. Se sua cugina leggeva nella mente di Ivy, allora si trattava del secondo.
-Ti sarai semplicemente sbagliata. Sam e Scorpius li conosco solo di vista. O meglio, non ho mai parlato con Malfoy in vita mia-
-Mi fido della tua parola, nonostante tu sia una Serpeverde- scherzò la rossa, provocando uno sguardo iroso in Lily, che si bloccò davanti alla porta della biblioteca.
-Ma Scorpius ti guardava, e non voglio che tu sia una delle sue vittime. Tutte conosciamo il suo charme, oh Godric! Ma è davvero inusuale che lui  possa fissare te, una Potter, con i suoi viscidi occhi grigi da falso Malfoy che non è altro!- esclamò dura Rose, sbuffando.
-Non ti rivolgere così a lui, non lo conosci- sussurrò con calma la più piccola, alzando le spalle per mostrare che a lei non importava niente. Semplicemente, non era giusto affibbiare ad una persona delle colpe che, probabilmente, appartenevano solo alla sua famiglia.
-Ti ho solo avvertita- concluse la Weasley, e le due entrarono nella biblioteca, in silenzio. Non ripresero mai più quel discorso, anzi, finsero di non aver mai avuto quella conversazione.
Quando fu l’ora della partita di Quidditch, entrambe raggiunsero i loro rispettivi dormitori.
 
-Oh Salazar abbiamo vinto! Abbiamo vinto!- esclamò Ivy, stringendo in un abbraccio soffocante la sua amica Lily, che rideva, felice.
-Sì, è stata una partita fantastica. Devo complimentarmi con Al-
-Tuo fratello è stato bravo ma…Malfoy, l’hai visto?! Siamo dei campioni- continuò, particolarmente gasata, la mora.
-Hai ragione, hai ragione… wow!-
Finalmente Ivy la lasciò andare dalla morsa nella quale l’aveva rinchiusa e, prendendola per la mano, la trascinò verso l’uscita del campo.
-Non correre!-
-E dai Lily! Sai benissimo che ci sarà una festa nella stanza delle Necessità, stasera!- gridò Ivy, camminando a passo svelto.
-E tu sai benissimo che non ci verrò perché domani c’è il compito di Pozioni ed io non sono la migliore in quella materia- sbuffò Lily, dispiaciuta dal non poter prendere parte ai festeggiamenti.
-Ci saranno anche Rosie, Albus ed Hugo-
Quelli erano i tre nomi che Ivy utilizzava per convincere l’amica a partecipare alle feste clandestine, eppure quella volta non avrebbe funzionato.
-Mi dispiace, ma passo. I prefetti Serpeverde lo sanno?-
-E’ stato mio fratello Sam a proporlo! E figurati se Malfoy rifiuta-
-Mi sembra giusto- rispose Lily, pensando che la sua domanda fosse stata proprio stupida.
 
Giunte ai dormitori, la rossa aveva osservato, seduta sul suo letto, Ivy togliersi la divisa ed indossare un abito senza spalline blu, che metteva in risalto la sua carnagione olivastra.
-Stai benissimo- commentò, lanciandole un cuscino.
-Grazie. Ad ogni modo continuo a pensare che potresti venire-
-Forse verrò a farmi un giro più tardi-
Ivy la puntò con l’indice. –Ci conto. E adesso vado, ciao Lil!-
-Divertiti ma non esagerare- si raccomandò la rossa, ricevendo come risposta il tonfo della porta della camera.
In quel silenzio tombale che era piombato non appena la sua compagna di stanza era uscita, Lily pensò che avrebbe studiato a meraviglia. Così aprì il librone impolverato e se lo portò sulle ginocchia, iniziando a ripetere mentalmente tutte quelle formule, quegli ingredienti, che le facevano girare la testa.
Passò qualche ora, prima che, scocciata da quell’inutile ripetizione, Lily decise di uscire dal sotterraneo per giungere la stanza delle Necessità.
Camminava a passo felpato, attenta persino a respirare perché spaventata che qualcuno la vedesse. Aveva i capelli alzati giuso un po’ nei lati, e dei boccoli disordinati le cadevano sulle spalle, creando contrasto con il suo maglioncino grigio.
Non aveva tolto la divisa, perché quello era solo un giretto di perlustrazione per distrarsi, per vedere cosa stessero combinando gli altri alla festa clandestina.
-Chi va là?- una voce sicura la fece sobbalzare, tanto che affrettò pericolosamente il passo per nascondersi dietro ad una delle possenti colonne.
-Ho detto: chi va là? Sarò costretto a chiamare il guardiano se non ti fai vivo- ancora quella voce, che ben presto Lily scoprì appartenere proprio a Malfoy in persona.
Lo intravide, alto e snello, vestito come lei in divisa. Le mani in tasca e lo sguardo aguzzo come quello di  un gatto, pronto a catturare la sua preda.
Decisa, Lily si sporse dietro la colonna e alzò la mano per farsi vedere.
Il passo di lui si fece più svelto, fino a che non fu davanti a lei.
-Lily Luna Potter. L’unica dell’allegra combriccola finita nei Serpeverde.- parlò piano, fissandola negli occhi, ed inarcando con eloquenza un sopracciglio.
-Prefetto- lo salutò lei, rimanendo immobile, ignorando il commento che aveva accompagnato l’esplicitazione del suo nome.
-Cosa ci fai fuori? La festa è iniziata tempo fa-
Il tono le sembrò più rilassato, così accennò un sorriso. –Stavo studiando-
-Da quanto mi è stato detto sei una studentessa brillante, che bisogno avevi di rimanere a studiare?-
-Pozioni non è proprio il mio forte-
Lo vide abbassare lo sguardo per accennare una risata. –Si da il caso che invece sia la materia in cui eccello-
-Sei davvero modesto, se mi permetti- gli disse facendo una smorfia.
-Sono un Malfoy dopotutto, ma per quanto tutti mi descrivano come la Serpe cattiva della scuola, ti assicuro che sono molto meno spocchioso di mio padre.-
Non fece in tempo a terminare la frase che Lily aprì la bocca per parlare, ma lui alzò l’indice come per zittirla, e continuò la sua frase. –E non dirmi che nessuno ti ha messo in guardia da me, Potter.-
La rossa sorrise per la sorpresa, ma non si lasciò zittire da quell’affermazione. –I nostri cognomi fanno un certo stridore se posti nella stessa preposizione, non trovi? Ad ogni modo, complimenti per la partita di oggi.-
Scorpius apparve colpito dal modo di fare di Lily, e si ritrovò a pensare quante volta, da bambino, suo padre gli avesse esplicitamente chiesto di stare alla larga dai Potter, ed in effetti aveva spesso fatto a botte con James o Albus, ma trovava che Lily fosse simpatica. E poi, come poteva non sottolinearlo, quelle ragazza era una Serpeverde.
-Mi stupisce sempre vederti gioire alle nostre vittorie, è tuo fratello quello che torna a casa con una sconfitta-
Lily scrollò le spalle. –Gli voglio bene, ma sarebbe controproducente non tifare la propria squadra. Nonostante il mio cognome si Potter, prefetto, deve sapere che ho un orgoglio Serpeverde abbastanza accentuato.-
Il biondo si passò una mano tra i capelli biondi, sorridendo. –Puoi chiamarmi Scorpius-
Allungò una mano, nivea e con le dita affusolate, verso la sua.
La rossa esitò un attimo prima di stringergliela, ma poi alla fine lo guardò con un sorriso.
Se suo fratello o sua cugina l’avessero vista, probabilmente si sarebbero arrabbiati a morte.

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** II. ***


Ciao, se qualcuno sta leggendo, seguendo, o pensa di recensire...lo ringrazio tanto :)

_stargirl


II.
 
Lily uscì dall’aula di Pozioni abbastanza tranquilla, infondo il compito non era stato difficilissimo e lei si sentiva fiduciosa.
Al suo fianco camminava Ivy, assonnata, che si trascinava come uno zombie nel corridoio a causa della festa della notte precedente.
-Non ti sei proprio mossa dal dormitorio?- chiese alla sua amica, per curiosità.
-No, ho ripetuto e poi mi sono addormentata- mentì la rossa, accennando un sorriso convincente.
In realtà era rimasta fuori a parlare con Scorpius Malfoy per qualche ora, e l’aveva trovato affascinante ed interessante, anche se nessuno avrebbe mai saputo di quella chiacchierata.
-Capisco, ma ti prego, alla prossima festa devi assolutamente venire-
-Stai certa che lo farò- affermò Lily, portandosi una mano al cuore.
Ivy sembrò stranita, e infatti la guardò con fare interrogativo. –E cosa significa quello?-
-E’ un modo per suggellare le promesse. Lo fanno i babbani- aveva risposto, con naturalezza.
-Ew.-
-IVY!- la richiamò l’amica, ma poi entrambe accennarono una risata.
Da anni ormai, grazie all’opera di Hermione Granger, non c’era quasi più alcuna forma di razzismo nei confronti dei Nati Babbani, e tra gli studenti di Hogwarts c’era abbastanza solidarietà.
Mentre le due camminavano a passo svelto, dirette alla prossima lezione, passò un gruppo di Serpeverde dell’ultimo anno, capeggiato da Malfoy.
Non appena Lily lo vide, abbassò lo sguardo evidentemente imbarazzata, mentre la sua amica salutava il fratello Sam agitando la mano.
Scorpius, dal suo canto, pensò che la Potter fosse un tantino stupida, come poteva non salutarlo se la sera prima avevano intrattenuto una lunga conversazione?!
-Cosa c’è Malfoy, la rossa è difficile da conquistare?- si era intromesso Sam, dandogli una gomitata.
-Stai zitto- rispose seccato il biondo, guardando dritto davanti a se.
-Scommettiamo che entro fine dell’anno non riuscirai nemmeno a strapparle un bacetto?- ironizzò il moro, iniziando a ridere fragorosamente.
Scorpius lo guardò con aria di sfida, lui non si tirava mai indietro quando si trattava di scommettere.
-Vuoi davvero fare questa scommessa con me?- lo intimò,  ma Sam si fece più serio.
-Non starai davvero pensando di combinare qualcosa con una Potter? Suo padre ti farebbe un bell’Avada kedavra, anzi, cosa dico?! Zio Draco lo farebbe.-
Il biondo sbuffò sonoramente. –Non sto dicendo che la voglio sposare. Zabini, sai cosa intendo quando dico “combinare qualcosa”!-
-Intendi che ti stai cacciando nei guai-
-Non penso proprio- concluse, ma proprio mentre giravano la curva per dirigersi nella Sala Grande, Scorpius incrociò lo sguardo torvo di Albus Potter, ma decise di ignorarlo completamente.
 
Intanto, una volta terminata la lezione di Difesa contro le Arti Oscure, Lily era rimasta nell’aula per sistemare tutto nella sua tracolla, e quindi era sola, mentre Ivy era corsa chissà dove. Cercava disperatamente qualcuno per quel dannato ballo, e Lily si chiedeva come l’amica potesse essere talmente interessata ad una cosa così futile.
Proprio mentre stava girando le spalle per andarsene, sentì le nocche di qualcuno battere sulla porta aperta dell’aula.
Si voltò appena e intravide una figura elegante sostare sull’uscio della porta, e poi muoversi verso di lei, che si era appoggiata con la schiena alla cattedra.
-Potter, perché fingi di non conoscermi?- le domandò Scorpius, mettendola in evidente imbarazzo.
Si riferiva a quando in corridoio, poco prima, aveva abbassato lo sguardo al suo passaggio.
-Beh, devi sapere che non ho occhi solo per te. Dunque non ti ho visto-
Lui la guardò in un misto di disprezzo e ilarità, non sapeva davvero come prendere quella risposta.
-Come ti è andata a Pozioni?- cercò di cambiare immediatamente argomento, e Lily lo guardò soddisfatta.
-Bene, almeno credo-
-Se mai avessi bisogno di aiuto, puoi chiederlo a me. Sono il prefetto della tua casa, d’altronde-
-Credo proprio che chiederei aiuto a mia cugina Rose, mi fido di lei-
-E di me no?- ribatté immediatamente il biondo, facendosi più vicino a Lily.
Osservò il suo viso, gli occhi erano grandi e castani, il naso piccolo e all’insù, e le sue labbra arrossate. Non sapeva per quale assurdo motivo da quando era iniziato il nuovo anno, non faceva che guardarla in un modo nuovo. Probabilmente adesso l’adolescenza aveva fatto il suo corso e la piccola Lily era sbocciata come una rosa, e lui desiderava che succedesse qualcosa tra di loro.
-Non lo so-
Quelle parole uscirono come un sussurro dalle labbra della Potter, come quando ti lasci sfuggire un segreto, e te ne penti subito.
-Voi Potter siete tutti così. Mi chiedo per quale razza di motivo tu sia una Serpeverde. Forse quel dannato cappello ha sbagliato- sentenziò Scorpius, colpito da un leggero nervosismo dovuto alla risposta di Lily. Aveva avuto l’impressione che la sua risposta non riguardasse l’aiuto in Pozioni, ma una sfera più generale. Allora era sbottato, perché purtroppo quando non otteneva in fretta ciò che desiderava, lasciava che fosse la labbra ad esprimersi per lui.
-Come ti permetti?- disse sottovoce Lily, stringendo forte la presa alla tracolla sulla sua spalla, e il biondo si sorprese di tutta quella calma.
-Essere un Serpeverde non significa dover essere una persona viscida come dicono che sia tu. E, oh Salazar, se girano certe voci, se voi Malfoy destate così tanto sospetto, un motivo ci sarà. Ed ora, se mi permetti, io andrei.- parlò in fretta Lily, guardandolo nei suoi occhi rabbuiati, che avevano perso l’azzurro del giorno prima per tramutarsi in un grigio tempesta.
La rossa gli passò accanto, ma lui la colpì con una breve spinta, che la inchiodò con i piedi al pavimento.
-Non ti permetto di parlare in questo modo della mia famiglia e poi andare via come se nulla fosse.  Tu, anzi voi, la tua famigliola felice…non sapete niente. Quindi chiudi quel becco o ti farò finire nei guai. Sono il prefetto, il tuo prefetto. E potrei rovinarti se volessi.-
Le rivolse uno sguardo sprezzante, e poi la osservò dalla testa ai piedi, prima di darle le spalle e camminare via a passo svelto.
Lily era confusa, probabilmente ciò che le avevano sempre detto su quel ragazzo era vero, perché solo uno psicopatico avrebbe potuto reagire così ad un semplice “Non so se posso fidarmi di te”.
Sicura di se, e determinata a non farsi mille paranoie, la ragazza uscì dall’aula, diretta alla Sala Grande dove avrebbero servito il pranzo entro una ventina di minuti.
Non avrebbe parlato di quella conversazione con nessuno, nemmeno con Ivy, perché altrimenti sarebbe finita nei guai. E poi, non ce n’era proprio bisogno, perché  non avrebbe mai più scambiato nemmeno una parola con Malfoy. Non ne valeva la pena, lui non esisteva per lei.
Non dopo averla offesa in quel modo.
 
Nel pomeriggio, per sfuggire alle domande di Ivy o di sua cugina Rose, era andata a rifugiarsi in giardino, seduta sotto un salice. Stringeva tra le mani un libro sulle Creature Fantastiche, e cercava nella lettura un modo per non pensare troppo.
Però fu interrotta, poco dopo, da una figura che si posizionò davanti a lei, una figura familiare e rassicurante.
Lily alzò lo sguardo e trovo due occhi blu ad osservarla, e un sorriso affettuoso.
-Albus- salutò il fratello, indicando il prato accanto a sé per fare in modo che lui si sedesse.
-Ti ho vista taciturna a pranzo ed ho ipotizzato che fosse accaduto qualcosa- le disse, con naturalezza, mentre si piegava a sedersi al suo fianco.
Per un attimo Lily pensò di dirgli quanto accaduto, perché non aveva mai avuto segreti con lui, ed era la persona a cui più voleva bene al mondo. Ma poi, pensò di potersela cavare da sola, e decise di non turbare suo fratello.
-Sono solo un po’ stanca, non ti preoccupare-
Lui accennò un sorriso. –Mi fido di te, allora. Ma se qualcosa dovesse andare storto, non esitare a parlarne con me-
-Certo- lo rassicurò, e poi si guardò intorno alla ricerca di qualcosa da dire per riempire quel silenzio.
-James aiuta papà al Ministero, lo sai?-
La rossa lo guardò sorpresa, ma felice. –Già? Oh Salazar, ma è una bellissima notizia!-
-Sì, infatti, avremo un altro Auror in famiglia, a quanto pare- commentò Al, passandosi una mano tra i capelli castani.
Harry e Ron erano infatti degli Auror, e James aveva seguito la loro stessa strada.
-Tu pensi mai a cosa farai dopo quest’anno?- domandò la sorella al ragazzo, trovandolo impreparato.
-No, non ancora. Ci penserò più in là-
Entrambi risero, e Lily non poté fare a meno di pensare che l’anno prossimo, senza Albus, si sarebbe sentita sola. Suo fratello aveva la capacità di farla sentire “ a casa”, le bastava il suo sguardo quieto per tranquillizzarla, e inoltre le ricordava tanto suo padre, al quale era particolarmente legata.
-Hai saputo del ballo, Al?-
Il giovane annuì. –Certo, ci andrò con Lisandra Scamander*-
-Oh ma è fantastico! Mamma e Luna ne saranno felicissime- esclamò Lily, compiacendosi della scelta del fratello. Era molto legata a Luna, l’amica di sua madre della quale portava il nome. E Lisandra era una brava ragazza, dolce e un po’ svampita.
-Non lo sanno a dirla tutta, non è niente di che…- borbottò il ragazzo, in imbarazzo. –E tu, con chi vai?- le chiese a bruciapelo, per spostare l’attenzione su di lei.
-Per ora con nessuno, volevo chiedere ad Hugo di accompagnarmi ma ha già una fanciulla-
-Nostro cugino fa conquiste- scherzò, e poi gli venne in mente qualcun altro, che spesso aveva visto scrutare sua sorella.
-Che ne dici di Lorcan Scamander? Il gemello di Lisandra!-
-Oh no, io non credo, cioè…non ne ho idea-
-Ci metterò una buona parola, stai tranquilla sorellina- insistette il fratello, e alla fine Lily si arrese, e annuì con un sorriso.
 
Quando Lily tornò nella sua stanza, scoprì di aver perso il suo gatto, Ermes. Lo aveva cercato dappertutto: nella sala comune, in biblioteca, nella Sala Grande, nelle stanze delle altre ragazze…niente, del suo micio nero nemmeno l’ombra. Era seriamente preoccupata, perché era molto affezionata a quella bestiolina, e se gli fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato.
Ad un certo punto, però, Ivy le consigliò di arrendersi, e di riprovare a cercarlo il mattino seguente. E allora così fece, e senza nemmeno accorgersene si addormentò.
Tuttavia, un’ora dopo, sentì un miagolio provenire dall’esterno, così, senza far rumori che potessero svegliare la compagna di stanza, Lily indossò le scarpe da ginnastica e si avviò verso l’uscita dei dormitori. Aveva i capelli sciolti e disordinati dal cuscino, ma poco importava. Doveva trovare Ermes.
In momenti come quelli si chiedeva dove fosse il mantello dell’invisibilità di suo padre Harry.
Attenta persino a respirare, notò con disappunto che fosse mezza notte in punto e che quindi era appena iniziata la ronda dei prefetti. Imprecò mentalmente, e si incamminò verso la sala comune dei Serpeverde, le era sembrato provenisse da lì il miagolio.
-Potter. Questa volta ti porto dritta dalla McGranitt.- una voce dura la costrinse a voltarsi, e sbuffò sonoramente quando comprese che era stata beccata, e da Scorpius Malfoy, per giunta.
-Smettila di rendermi la vita difficile- si lagnò, abbassandosi sotto al divano per vedere se il gatto fosse lì.
-Tu smettila di comportarmi come se non ci fossi. Mi occupo dell’ordine di questo dormitorio, e tu ora te ne ritorni a dormire- continuò il biondo, con tono arrogante.
-Sto cercando Ermes! Ho sentito miagolare…-
-Ermes?-
-Il mio gatto- esclamò Lily, con la voce ovattata a perché aveva la testa praticamente sotto il divano.
Scorpius incrociò le braccia al petto, e non poté fare a meno di notare in che modo si fosse posizionata la Potter. “Ha un bel sedere” pensò, ma poi ricordò del suo ruolo.
-Non mi importa, tornatene a dormire se non vuoi che prenda la bacchetta- la intimò, muovendo il piede convulsamente con impazienza.
La rossa balzò in piedi. –Non lo faresti mai. E’ da vigliacchi attaccare qualcuno che non può difendersi, visto che non ho la bacchetta con me-
-Io non ci conterei così tanto- disse, sicuro di se, mentre muoveva dei passi verso la ragazza.
-Senti Malfoy, dovrei avere paura di te ora?-
-E’ il minimo che tu possa fare, Potter. Devo ricordarti cosa ti ho detto stamattina?-
Lily era rossa di rabbia, così gli passò accanto per andarsene, ma lui le afferrò il braccio.
-Non mi riferivo alla questione del cappello parlante.- disse con delicatezza, stringendo però forte la presa al braccio esile di Lily.
-Ci mancherebbe! Credo tu l’abbia capito che hai detto una marea di cavolate! E ora lasciami il braccio-
-No- continuò Malfoy, e lei alzò gli occhi al cielo in modo teatrale.
-Mi piace quando lo fai-
-Cosa?- sbottò lei, spazientita.
-Quella cosa di alzare gli occhi- rispose, imitandola un attimo dopo.
Lily non riuscì a trattenere una risata, ma subito si ricompose.
-Comunque non faccio in quel modo. E me ne vado, non starò qui a pregarti di non dire niente alla preside o a chi vuoi tu-
Lui la fissò per un attimo negli occhi, non sapendo come agire. Quella ragazza reagiva ad ogni sua provocazione, e quasi non ci trovava gusto a trattarla in quel modo.
-Non lo dirò, per questa volta.-
Lei annuì, e fece per andarsene, ma Scorpius posò una mano sulla sua spalla per farla voltare.
-Anzi, a qualcuno lo dirò- la provocò, senza lasciare spazio alla sua immaginazione per qualche ipotesi.
-Ne parlerò con il mio caro amico Albus Potter-
Lily sbiancò. Era stata appena colpita nel suo punto debole, allora scosse la testa con decisione.
-Malfoy, ti prego. Non a mio fratello, non a lui!-
-Mi stai pregando o sbaglio?- la provocò, ridendo sommessamente.
Le guance della ragazza divennero dello stesso colore dei suoi capelli, così si portò le mani sul volto, non sapendo cosa fare.
Non voleva che suo fratello sapesse che parlava, cioè faceva incontri casuali, con Malfoy.
-Ti sto pregando, ma non dirlo ad Al!-
-A Rose Weasley, allora?-
-NO!- esclamò, avvicinandosi a lui con sguardo supplichevole.
-Cos’è, non vuoi che i tuoi amichetti sanno che infrangi le regole e, per giunta, con quel mostro di Malfoy?- celiò il biondo, facendole un sorriso sghembo.
-Ti prego, prefetto. Farò qualsiasi cosa ma ti prego…- quelle parole le sfuggirono di bocca, e un sorriso sfavillante colorò il viso pallido del Serpeverde.
-Qualsiasi cosa?-
-Qualsiasi- rispose innocentemente Lily, in un tono quasi infantile che colpì Scorpius.
Voleva subito mettere in atto qualcosa, ma poi cambiò idea, e le propose qualcosa di più “accettabile”.
-Lascia che ti aiuti io con pozioni-
-Okay- sussurrò Lily, con il broncio.
-Alle nove in sala comune, non ci sarà nessuno.-
La rossa annuì appena, e camminò in fretta verso i dormitori, conscia della grande stupidaggine che aveva appena fatto.
 
 
 
NOTE: *Dovrebbe essere Lysander Scamander, ma ho messo Lisandra Scamander per fare in modo che sia una ragazza. La figlia di Luna Lovegood, insomma. Inoltre, avete notato che Sam Zabini si riferisce a "zio Draco", perché ho ipotizzato che Blaise Zabini abbia sposato Daphne Greengrass, sorella di Astoria, moglie di Draco.
 

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** III. ***


Ancora grazie a chi ha recensito, e chi segue questa storia. 
Un abbraccio,

_stargirl 



III.
 
“And I will make sure to keep my distance, say ‘I love you’ when you’re not listening”
 
Il pomeriggio seguente Lily trovò Ermes appollaiato sul suo letto, gli occhi socchiusi e la codina attorcigliata. Aveva accanto a sé un bigliettino, così la rossa lasciò andare tutte le sue cose sul tappeto e si sedette sul letto.
Prese tra le mani quel biglietto la cui carta era ruvida e su cui era scritto qualcosa, con calligrafia elegante.
 
 
 
 
“Era nella mia stanza.
 
A stasera,
S. Malfoy”
 
Lily sembrò confusa, ma decise di non pensare troppo al riguardo, anzi prese il suo gatto tra le braccia e lo strinse forte, pensando che Scorpius meritasse proprio dei ringraziamenti.
La stupiva il modo di fare altalenante del biondo, come se la luce e l’oscurità fossero sempre in netto contrasto dentro di sé. Ecco, che cosa affascinava Lily.
Quando sentì la voce di Ivy farsi strada lungo il corridoio, piegò il bigliettino e lo posò nel suo comodino, per evitare che l’amica sapesse qualcosa.
-Ciao Lil, e…ohw, ciao Ermes! Sei tornato vedo!- esclamò la mora, sedendosi accanto all’amica per accarezzare il suo felino dal pelo nero.
-L’ho trovato sul letto-
-Qualcuno te l’avrà portato. Potter, mi nascondi qualcosa?-
Scosse la testa. –Ovviamente no, Zabini-
-Senti, io non so se fidarmi di mio fratello o di te-
La rossa scattò sulla difensiva. –Cosa c’entra tuo fratello?-
-Prima stavamo scambiando qualche parola, e mi ha detto che…Tu e Scorpius avete parlato, tipo ieri sera-
Si bloccò, con un sorriso tirato sulle labbra.
-Ivy, io te l’avrei detto…-
-Lil non sono arrabbiata con te. O forse dovrei esserlo? Aspetta cosa vi siete detti?-
-Niente, niente…mi ha solo chiesto di tornare nei dormitori ieri quando sono uscita a cercare Ermes- sintetizzò la rossa, senza guardare l’amica negli occhi.
-Mh, solo questo?-
-Si…perché tutti dovete analizzarmi?- sbuffò, lasciando andare il gatto sul pavimento e incrociando le braccia.
-Non si tratta di analizzarti, solo che tu e Malfoy sareste la coppia più bizzarra del secolo. Zio Draco morirebbe. Zia Astoria anche.-
-Io e Scorpius non dobbiamo sposarci-
-Dovresti stargli lontana-
-Farò in modo di mantenere le distanze- concluse la rossa, decretando così chiuso quel discorso.
Ivy non aggiunse più niente, sapeva quanto Lily fosse testarda e determinata, una perfetta Serpeverde.
-Ho trovato un accompagnatore per il ballo- cambiò argomento, mostrando una nota di gioia nella voce.
-Sul serio? Chi è il fortunato?- domandò, immaginando già chi avesse potuto invitare Ivy. Da tempo, Dom, figlio di una Serpeverde, una certa Pansy Parkinson, ronzava intorno alla sua amica.
-Dominic Hale. Proprio lui…sto vivendo un sogno!-
-Immaginavo, comunque sono felicissima per te-
Le due si abbracciarono, e Lily raccontò del fatto che suo fratello le aveva proposto di andare a quel ballo con Lorcan, ma la mora sembrò quasi strozzare a forza di ridere.
-CON UN TASSOROSSO?-
-Ivy, mi stai mettendo in imbarazzo…-
-Una Serpe e un Tassorosso…-
-Smettila!-
Continuarono così, a scherzare in modo spensierato, e Lily riacquistò la leggerezza che sembrava persa negli ultimi giorni.
 
Scorpius aveva avuto uno strano incubo, che gli aveva rovinato l’umore per tutta la giornata. Era cupo e turbato, perché quelle immagini come dei flashback continuavano ad offuscare la sua mente.
Sapeva che adesso il mondo magico era al sicuro, perché i “colpevoli”, ed i “Mangiamorte” come suo nonno Lucius, stavano scontando la loro pena ad Azkaban, e suo padre era decisamente redento. Tuttavia, il suo incubo era stato tremendamente reale, e lui, alla presenza dei suoi genitori, era stato Marchiato da un uomo con un cappuccio scuro a coprirgli il volto. Stava male, e sentiva di aver bisogno di suo padre, ma non avrebbe mai riaperto una ferita così profonda nei ricordi di Draco Malfoy, solo per calmarsi da un sogno.
Era stato silenzioso durante le lezioni, ma c’era qualcosa che aveva catturato la sua attenzione. In giardino, quello svitato di Lorcan Scamander, aveva invitato al ballo d’inverno Lily Potter. Non poteva credere ai suoi occhi! Che Lisandra fosse la quasi fidanzata di Albus Potter era risaputo, ma quello svampito biondo come poteva solo pensare di interessarsi a Lily?
Sam l’aveva accusato di essersi ingelosito, ma in realtà si trattava solo di stupore. O almeno, così si ostinava a dire il biondo.
Non appena concluse il suo primo giro di ronda, cacciò via Sam e andò ad accomodarsi nella Sala Comune, silenziosa ed ordinata come mai.
Aspettò una decina di minuti, tamburellando le dita sul tavolo con impazienza, e quando sentì dei passi alzò lo sguardo ed incontrò gli occhi castani di Lily Luna Potter.
Indossava la divisa Serpeverde, ed i lunghissimi capelli ramati erano raccolti in una coda.
-Buonasera, Malfoy- lo salutò allegra, perché infondo era solo grazie a lui se Ermes era ancora vivo e vegeto.
-Potter, a cosa devo questo buon’umore?-
-Hai ritrovato il mio micio, non ti sarò mai grata abbastanza- affermò, andandosi a sedere al suo fianco.
-Figurati, ho trovato il suo pelo sparso dappertutto nella mia stanza, stavo per pietrificarlo- commentò lui, conscio del fatto che non avrebbe mai ammesso che era stato felice di rendere felice un’altra persona, soprattutto se la persona in questione è la figlia dell’acerrimo nemico di tuo padre.
-Tutto bene?- gli domandò, avendo come la supposizione che qualcosa avesse turbato il ragazzo, visto che non l’aveva proprio visto in giro, e trovare Sam senza il suo braccio destro era stato strano.
Scorpius si sorprese, ma si mostrò sicuro come sempre. –Benissimo. Che ne dici se prepariamo una Densa Pozione Dorata, sai a cosa serve?-
La rossa fece un cenno con il capo. –Diminuisce il dolore o fa rinvenire una persona svenuta. Non l’ho mai preparata prima-
-Potrebbe servirti al ballo d’inverno quando Lorcan Scamander ti metterà in netto imbarazzo- sentenziò, facendole un occhiolino.
Spalancò la bocca, inarcando le sopracciglia come estremamente contrariata. –Sbaglio o mi hai spiata?-
-No, Potter, ti sbagli. Te l’ha chiesto in giardino quello strampalato e c’ero anche io…-
-Non chiamarlo così- disse poco convinta, e si portò dei ciuffi sfuggiti alla coda dietro l’orecchio.
-Tutti sanno che è svitato, suvvia. Solo tuo fratello, San Potter Jr, potrebbe essergli amico-
Una scia di rabbia attraversò gli occhi di Lily, che fece per alzarsi. –Puoi offendere chi ti pare, idiota. Ma non mi fratello. Giuro che ti uccido se ti sento ancora parlare di lui così- sibilò, con fermezza, così tanta che Malfoy dovette abbassare lo sguardo.
-Va bene, ho esagerato. Perdonami.-
“Perdonami”. Fu proprio quella parolina che esorcizzò la clemenza di Lily, la quale accennò un mezzo sorriso. Aveva già capito di che pasta era fatto Malfoy, lasciava sempre che l’orgoglio parlasse per lui.
-Si può sapere cos’hai contro Lorcan? Cosa avete, tutti quanti? Persino mia cugina Rosie oggi si è messa a ridere!-
-Beh, questo dovrebbe dirtela tutta, piccola Potter. Non credi?- le disse, allungando un po’ le braccia sul tavolo ed osservandola.
Lily sorrise al nomignolo che le aveva affibbiato, ma poi sbuffò perché non sapeva proprio cosa dire.
-Dovresti essere accompagnata da qualcuno migliore. Magari un Serpeverde, come te.- propose, guardandola con aria di sfida.
La ragazza si sentì strana, in quel momento, perché ora che lo scrutava da vicino poté notare i suoi capelli chiarissimi e scompigliati, la fronte alta, l’incarnato chiaro e gli occhi grigio-azzurri, come l’Oceano d’inverno. Scorpius era davvero un bellissimo ragazzo.
-Non sarai ancora offuscato dai pregiudizi sulle case- disse, con poca convinzione, perché impegnata a decifrare quel sentimento che aveva avvertito un attimo prima.
-Sto scherzando, io e la mia famiglia ci stiamo impegnando per rimediare, in questo campo. Ma, stanne certa, ti pentirai di aver accettato l’invito di Scamander. Scommetto che non sa ballare- lo disprezzò Scorpius, continuando a guardarla in quel modo come se la stesse leggendo.
-Nemmeno io so farlo-
-Non posso crederci!- esclamò, stranito, visto che lui era bravissimo con il walzer, ed ogni anno la preside gli strappava un giro di danza.
-Te lo giuro-
-Allora suppongo che le pozioni possano aspettare- decretò, alzandosi in piedi e prendendo la mano di Lily che, imbarazzata lo seguì al centro della Sala Comune.
-Ti calpesterò i piedi, Malfoy, e poi non lamentarti!-
-Tu lasciati guidare- le consigliò, con tono appena altezzoso, e poi portò un braccio a stringerle fermamente la vita.
Lily sentì il suo profumo di menta ed eucalipto pizzicarle appena le narici, e poi posò un braccio sulla sua spalla, mentre l’altra mano era nella sua, fredda ma elegante.
Erano talmente vicini che il cuore di Lily prese a battere forte, a causa dell’imbarazzo, probabilmente.
Scorpius iniziò a muoversi con grazia, trascinando la rossa con se e contando sottovoce i passi per fare in modo che lei capisse il meccanismo.
Andarono così avanti per un po’, e nonostante lei gli avesse calpestato i piedi qualche volta, lui sorvolò.
Quasi l’incubo avuto quella notte sembrava non esistere più, ora che si divertito con Lily Potter. Perché si, si stava divertendo, stava passando del tempo facendo qualcosa che lo divertiva davvero.
Le fece fare una piccola giravolta e se la ritrovò tra le braccia al ritorno, più vicina del solito. I suoi capelli, lunghi e folti, avevano l’odore dei fiori di Villa Malfoy, e lo riportarono un attimo indietro nel tempo, quando giocava lì fuori con suo padre. Gli voleva bene, tanto, e fu felice che una persona, una ragazza in quel caso, avesse potuto evocargli un così bel ricordo.
-Non avrei mai immaginato che tu potessi essere così bravo- gli aveva detto Lily, trascinandolo alla realtà, e fermandosi un attimo da tutto quel danzare intorno alla sala.
-Forse ti hanno detto poche cose sui Malfoy, Potter. Siamo più che “viscide serpi”.- disse con calma, sottolineando una cosa che proprio lei aveva detto il giorno precedente.
Alzò gli occhi al cielo, ricordando che lui le avevo detto che gli piaceva, quel gesto naturale, ed infatti accennò un sorriso sghembo, e la guardò negli occhi scuri, deciso nell’esaudire il suo desiderio di baciare le sue labbra rossastre.
“Com’è che aveva detto Sam Zabini?!” ripensò, sentendosi un po’ davvero una serpe, ma poi le posò una mano dietro la nuca, e con delicatezza portò il suo volto a uno schiocco dal suo.
Ma Lily abbassò lo sguardo, e si allontanò da lui.
Poteva davvero fidarsi di Scorpius Malfoy? Stava davvero tradendo la fiducia di James, Albus, Rose, Hugo, i suoi genitori e i suoi zii?
-Credo proprio che dovrei andare- tagliò corto, senza avere il coraggio di guardarlo, ma iniziando a muoversi verso l’uscita.
-Non farti trovare in giro stasera, non sono io di ronda.-
Annuì, ma prima di andare si avvicinò al biondo e lo strinse in una specie di abbraccio, ma lui rimase immobile. Solo in un secondo momento, le posò una mano sulla spalla, e poi la vide andar via, con un’espressione contrariata in volto.
 
Intanto, dietro la porta della Sala Comune dei Serpeverde, Rose aveva osservato tutto, accompagnata da Sam Zabini, che aveva ceduto alla sua richiesta.
Profondamente delusa, e soprattutto preoccupata per sua cugina, avrebbe aspettato il giorno seguente per parlare, e litigare, se l’avrebbe ritenuto necessario.
 
 
NOTE:
La citazione inziale, e anche titolo della storia, è una canzone di Christina Perri, si chiama “Distance”.

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** IV. ***


Ciao a tutti! Ho notato con piacere che ben nove persone seguono la storia, e questo mi rende felice!
Ringraziamento particolare a @Juliet Lily Potter, perché recensisce ogni volta ed io ne sono lusingata. 

Buona lettura :)

IV.
 
“Please don’t stand so close to me, I’m having trouble breathing, and I’m afraid of what you’ll see right now”

 
-LILY LUNA POTTER! Tu devi essere impazzita, sul serio. COSA CI FACEVI SOLA CON SCORPIUS MALFOY IN QUELLA STANZA?-
Rose Weasley gridava, con le guance più rosse dei suoi capelli, lisci fili ramati che cadevano lungo le spalle.
-Rosie, lui…noi stavamo solo parlando, lui non è come pensi-
-E’ COME PENSO. E’ UN MALFOY, OH GODRIC!- continuava la sua predica, facendo sentire la giovane Serpeverde, seduta sul letto della cugina, una piccola, piccolissima creatura.
-Non dire così, tu non lo conosci. Non è la persona più socievole del mondo ma non è un mostro!-
-Suo padre, DRACO MALFOY, ha fatto passare a mia madre, TUA ZIA, degli anni orribili. La chiamava SPORCA MEZZOSANGUE, ti rendi conto? Stai tradendo la tua famiglia. Cosa penseranno James ed Albus? E zio Harry? Zia Ginny? E' a causa di gente come i Malfoy se zio Fred non è più tra noi-
Dopo quest’ultima accusa, Lily non resse più alcuna parola, alcun rimprovero.
Gli occhi, color cioccolato, si inumidirono e iniziarono  a pizzicare, fino a che non iniziò a piangere.
Si portò le mani davanti agli occhi, e iniziò a singhiozzare sempre più forte.
Sentiva il senso di colpa crescere dentro il suo cuore, e una forte morsa allo stomaco le impediva di respirare. Si sentiva piccola e indifesa, e mentre piangeva desiderava solo che Al fosse presente, per stringerlo forte e sentirsi a casa.
Rosie camminava avanti e indietro per la stanza, con le braccia conserte e il cuore in subbuglio. Non aveva mai pensato di poter ferire così tanto la piccola Lily, eppure la sua rabbia era esplosa riportando al presente dei vecchi scheletri nell’armadio. Detestava i Malfoy, ed aveva chiesto al fratello di stare sempre lontano da Scorpius, e non poteva proprio credere ai suoi occhi, quando aveva visto Lily e il biondo volteggiare nella Sala Comune dei Serpeverde. Aveva sentito mormorare qualcosa nei corridoi, e già certa di qualche interesse della serpe per sua cugina, aveva pregato a Sam Zabini di farle dare un’occhiata.
Il risultato era stato disastroso.
-Lily io non volevo essere così dura- sospirò, andandosi finalmente a sedere.
-Sai cosa mi stupisce, Rosie?!- disse Lily, asciugandosi le lacrime sulla manica della camicia. –Che proprio tu, figlia di Hermione Granger, che ha lottato tanto per eliminare il razzismo dal mondo magico, ti stia comportando così…-
L’altra rossa si portò le mani sul viso, prendendo un grande sospiro.
-Mi sono lasciata prendere dalla rabbia, solo che… proprio un Malfoy? Cioè deve piacerti una Serpe?- disse ancora, con un tono meno accusatorio.
-Sono Serpeverde anche io, e dimmi un po’, che cosa cambia? Siamo tutti maghi, o sbaglio? Il fatto che io sia determinata e tu coraggiosa, che cosa cambia nel nostro rapporto?- cercò di far ragionare la ragazza, elencando due delle qualità tipiche delle due case.
-Nulla- fu costretta a rispondere Rose, e alzò le spalle in segno di resa. Sapeva che la Potter aveva ragione, e riconosceva in lei tutta l’intelligenza e la fermezza di Harry, salvatore del mondo magico.
-E poi, a me non piace Malfoy. E’ semplicemente un compagno, come lo è Sam Zabini, Dominic, oppure Ivy-
In quest’affermazione c’era meno decisione, sicuramente, ma Lily veramente non sapeva spiegare quale strana “cosa” provava per il prefetto.
-Al solito mi togli le parole di bocca…ma stai solo attenta.-
Lily prese le mani della rossa di fronte a lei, e sorrise dolcemente. –Sono figlia di Harry, okay? Siamo calamite di guai, ma riusciamo sempre a cavarcela. E tranquilla, ribadisco che tra me e Scorpius non c’è assolutamente niente-
Questa volta fu Rosie che si sentì in colpa, per la sua reazione, ma poi passò un fazzoletto a Lily per farle asciugare il resto delle lacrime, e sorrise debolmente.
 
Aveva di nuovo sognato la stessa identica situazione della notte precedente. Questa volta si era svegliato con la fronte imperlata di sudore e un prepotente dolore al braccio sinistro. Com’era possibile?! Quella storia apparteneva al passato, al passato di suo padre, tra l’altro, lui che cosa poteva mai c’entrare in quella vicenda?!
Si era addormentato mentre studiava delle materie per il giorno seguente, ed infatti, guardando la sveglia e Sam dormire tranquillo poco distante da lui, scoprì che era l’una passata e non aveva fatto il giro di ronda che gli spettava. Scocciato, si era alzato ed era andato alla finestra, per prendere un po’ d’aria.
Era combattuto, perché una parte di sé gli suggeriva di confidare a Draco cosa succedeva, mentre un’altra, più orgogliosa, lo scherniva dicendogli che era ancora quel bambino di 11 anni spaventato dal salire sull’Espresso diretto ad Hogwarts.
Si passò una mano tra i capelli, e poi decise di uscire dalla stanza, per sgranchirsi le gambe e non pensare troppo a quel dannato incubo.
Camminava svelto verso una delle scale che davano al giardino, faceva un freddo tremendo, infatti si strinse nella giacca scura, perché sentiva l’umidità del castello permeargli le ossa.
Seduta al terzo o quarto gradino, faceva capolino una chioma rossa fulva, e Scorpius rimase sorpreso dal trovare Lily Potter proprio lì, a quell’ora.
Il destino voleva che loro si incontrassero, tuttavia per un attimo il biondo pensò di ritornarsene in camera, perché non sapeva se voleva davvero vederla.
Alla fine si arrese, e andò a sedersi al suo fianco. Si mosse con così tanta grazia e agilità che fece sobbalzare la rossa al suo fianco. Quei movimenti docili e misurati erano stati sicuramente ereditati da sua madre Astoria Greengrass, appartenente ad una delle famiglie più nobili dell’universo magico.
-Se ti vedesse un prefetto di porterebbe dalla McGranitt- scherzò lui, portando lo sguardo fisso davanti a sé.
-Il prefetto mi ammonisce sempre eppure non mi punisce mai- rispose con poca convinzione la rossa, e si girò giusto un po’ per guardarlo. Ebbe un tonfo allo stomaco, nel notare quanto fascino celasse in quel momento, senza i capelli gellati e con la camicia fuori dai pantaloni. Il cravattino a strisce grigie e verdi era allentato, e il viso un tantino sconvolto da quello che probabilmente era stato un sonno inquieto.
-Se fossi in vena, per ripicca, ti ci porterei ora dalla preside- disse caustico, senza muovere il suo sguardo.
Lily intuì che c’era qualcosa che non andava dal tono cupo, ma non osò chiedere niente. Anzi, aspettò che fosse lui a parlare ancora.
-Oggi il tuo fratellino ti cercava disperatamente, non spaventarlo o potrebbe far schifo durante la partita di domani-
-Ho avuto da fare, domani lo andrò a cercare- disse con un po’ di rammarico la rossa, che aveva veramente bisogno di Albus. Aveva deciso di raccontargli qualcosa.
-Con Lorcan Scamander?- ironizzò, con tono amareggiato.
-No, ma cosa dici?!-
-Sam mi ha detto che la Weasley non si fa i suoi affari. Insomma, mio padre non si sbaglia mai quando mi racconta dei suoi coetanei…-
-Mia madre è una Weasley. Non incominciare oppure…- lo ricattò, e lui si voltò con sguardo duro.
-Oppure? Credi che io abbia paura di te, Potter?-
Lily alzò gli occhi al cielo. Perché era così lunatico? Le insegnava a ballare, voleva baciarla, ma poi ecco il bastardo di cui tutti la mettevano in guardia.
-Malfoy, non è davvero il momento…non mi va di discutere, okay?- sussurrò quasi a se stessa, e poi si alzò, ma lo sguardo grigio-azzurro del ragazzo accanto a lei le impedì di muoversi.
-Rimani qui- mormorò, senza però degnarla di uno sguardo, perché non era proprio abituato ad abbassare la guardia e chiedere qualcosa alle persone che lo circondavano.
-Non puoi pretendere che io rimanga qui quando tu butti fango sulla mia famiglia!- esclamò con un accenno di rabbia nella voce, ma poi gli posò una mano sul braccio, per costringerlo a guardarla negli occhi.
-Che motivo avrei per rimanere qui?-
Questa volta la voce di Lily si era ridotta ad un sussurro, e Scorpius la stava scrutando, con un caos nella mente.
 Tutto ciò che voleva in quel momento era baciare la ragazza, per dimenticare quell’incubo, per esaudire un desiderio che lo perseguitava da quando l’aveva vista salire sull’Espresso quell’anno.
Fu certo che lei non si sarebbe mossa, e quindi sfiorò con una mano la sua guancia e posò le labbra sulle sue, simili a petali di rosa. Un bacio esitante e breve, il primo della piccola Potter, che in quel momento sentiva come uno sciame di api assassine nello stomaco e un tremolio nelle ginocchia.
Il biondo non le diede il tempo di elaborare un pensiero coerente che la baciò di nuovo, in un contatto più intenso e duraturo. La sua mano si posò sulla schiena di Lily, che sorrise appena, prima di allontanarsi da lui quanto bastava per respirare.
-Quanto picchia forte tuo fratello, Potter?- le domandò lui, con un sorriso beffardo sulle labbra e la mano che cercava quella di Lily per prenderla tra le sue.
-Non lo saprà mai- rispose, dopo un attimo di esitazione.
-E’ stato solo un bacio, ovviamente-
Scorpius guardò nuovamente davanti a se, ma senza lasciare la mano della ragazza.
-Ovviamente- ripeté lei, appoggiando la testa alla spalla del biondo, che la strinse in un abbraccio che Lily trovò estremamente piacevole.
 
Dopo quel bacio, Lily e Scorpius non si incontrarono quasi mai, se non nella Sala Grande per il pranzo e la cena. Era come se stessero cercando di evitarsi, ma con scarsi risultati.
In realtà non ne avevano mai parlato esplicitamente, ma il loro rapporto stava per prendere una piega che nessuno dei due sapeva spiegare e quindi, quale idea più geniale dell’ignorarsi a vicenda?
“Siete seriamente idioti” aveva commentato Ivy Zabini, quando Lily le aveva raccontato cosa stesse succedendo.
In realtà, però, i loro sguardi tradivano un interesse che era stato notato da quasi tutti gli studenti di Hogwarts, e che era arrivato persino all’orecchio di Albus Potter. Il ragazzo, che si fidava ciecamente di sua sorella, aveva pensato di parlarne dapprima con Rose, sua cugina. L’aveva trovata in biblioteca a svolgere una ricerca, e si era ricordato dei racconti di suo padre circa la diligenza della zia Hermione, così aveva pensato proprio a lei mentre si avvicinava alla figlia.
La Weasley aveva inutilmente cercato di far ragionare Al sul fatto che era ovvio che ogni tanto Malfoy e Lily parlassero, visto che erano della stessa casa, e quindi condividevano una Sala Comune, e tante altre cose.
-Rosie hai visto lo sguardo che le ha lanciato alla fine della partita di Quidditch?- aveva quasi urlato il ragazzo, ricordando la partita del giorno precedente, vinta dai Serpeverde.
Malfoy aveva preso il dannato boccino d’oro e si era voltato a sorridere sua sorella, la sua sorellina.
-Ti stai solo impressionando, Al. E se pure fosse..- aveva azzardato Rose, ritrovandosi davanti il tranquillo Albus più furioso che mai.
-Nessun ‘se’ o ‘ma’. Se mia sorella dovesse avere una relazione con un Malfoy, può considerarsi morta. Lo giuro.- aveva concluso, con una durezza che aveva sconvolto Rose.
La ragazza, che era venuta a conoscenza del bacio proprio da Lily, si sentì in dovere di avvertirla di quanto detto dal fratello, ed entrambe erano molto preoccupate, e non sapevano davvero come trovare una soluzione.
Per quanto Lily volesse non provare niente per Scorpius, quando lo vedeva, avvertiva una specie di adrenalina che si impadroniva del suo corpo.
Riguardo al ragazzo, ogni notte, puntualmente, gli si presentava quel sogno. Nemmeno pensare a Lily lo faceva sentire calmo, e le cose precipitarono quando il suo gufo, una sera gli recapitò una lettera anonima.
Con una calligrafia a lui sconosciuta, gli veniva chiesto di farsi trovare nella foresta nera la sera successiva.
Dopo un’intera giornata passata chiuso in camera, a ragionare su quella richiesta, decise di non avvertire nessuno, né suo padre né Sam, e si recò da solo in quel luogo pericoloso.
Camminava in fretta con la sua bacchetta di frassino impugnata, per paura che venisse attaccato alle spalle. Nella sua mente, che lui incolpava di essere troppo fantasiosa, vi era un legame tra i suoi sogni e quell”’invito”, ma razionalmente si rendeva conto che fosse impossibile.
Tuttavia, dopo qualche metro di camminata in quell’ambiente tetro, avvertì dei passi proprio dietro di sé. Si voltò con fermezza, e si trovò davanti ad un uomo completamente coperto da un mantello nero come la pece, simile a quello che Scorpius aveva visto nei suoi sogni.
Istintivamente, il ragazzo prese ad indietreggiare, ma poi ricordò di dover essere forte, e si bloccò puntando la bacchetta contro la presenza oscura.
-Chi sei?- gridò, con le ginocchia che tremavano e la folle paura di rimanerci secco, quella notte.
-Tranquillo Scorpius, tuo padre mi conosce, non ti farò del male-
-Mio padre?- balbettò il biondo, senza muovere la bacchetta da quella posizione di attacco.
-Sì, proprio lui. Sono qui per domandarti se non vorresti avere successo assicurato, fama, la ragazza che ti piace…-
Scorpius era tremendamente confuso. Che cosa stava succedendo?
-Non ho bisogno di niente di tutto ciò.- affermò deciso, ma poi si avvicinò di più, per cercare di scorgere qualche dettaglio di quel volto. Ma non ci riuscì, perché quello voltò la testa verso destra.
-Invece io credo di sì-
-Che rapporto hai con mio padre?-
-Siamo grandi amici, non ti preoccupare. E presto lui ti parlerà di me- sibilò quella presenza, facendo rabbrividire Scorpius, che desiderò di star vivendo un altro dei suoi incubi.
Ma non era così, e il battito martellante del suo cuore glielo ricordò.
-Io lascio che tu ci pensi, Malfoy. Elabora la mia proposta… ti darò tutto ciò che desideri, in cambio dovrai semplicemente fidarti ciecamente di me…-
-Taci!- gridò Scorpius, indietreggiando sempre più.
-Ci vediamo il giorno dopo il solstizio d’inverno- continuò, ignorando la reazione del ragazzo.
Poi l’uomo con il cappuccio scuro sparì nella Foresta Nera, lasciando Scorpius Malfoy basito e spaventato.
Un mucchio di interrogativi affollavano la sua mente, e tutto ciò che desiderava era parlare con suo padre, cercare di capirci qualcosa in quella faccenda. 

Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** V. ***


Ciao a tutti, sono stra felice perché ben 12 persone seguono, e in più le vostre recensioni sono state troppo carine, quindi grazie a voi che leggete questa storia.
Spero di non deludervi, io adesso vado a studiare per i test d'ingresso, e bene si il 3 agosto devo studiare, arrivederci!

Buona lettura.

V.
 
“If this is end to end in fire, then we should burn together.”

 
L’inverno era ormai ufficialmente alle porte, e la neve aveva imbiancato tutto il giardino che circondava Hogwarts. Tutti gli studenti erano stati tremendamente impegnati con le ultime verifiche, per non parlare delle partite di Quidditch, e quindi avevano avuto pochissimo tempo libero.
Lily aveva parlato con suo fratello Albus, e l’aveva trovato così nervoso e schivo che non era riuscita a raccontargli un bel niente, in compenso le sembrava che Rosie fosse dalla sua parte, ed in effetti le era stata vicina mentre si domandava per quale assurdo motivo, dopo quel bacio, Scorpius aveva preso ad ignorarla.
In realtà, aveva notato che il ragazzo si era incupito ancora di più, risultando assente durante le lezioni e poco attento agli allenamenti di Quidditch, tanto da aver subito una sconfitta contro i Corvonero.
Si era persino dimenticato delle loro lezioni di Pozioni, e Lily si era lasciata aiutare da sua cugina Rosie e dal coetaneo Hugo.
Malfoy, d’altronde, aveva una miriade di  pensieri che gli offuscavano la mente e le notti insonni erano sempre più frequenti, eppure il solstizio d’inverno era inevitabilmente arrivato, e quello strano sconosciuto avrebbe voluto una risposta da lui.
Certamente quell’uomo non poteva essere amico di suo padre, visto che tra i due vi era un ottimo rapporto, e Draco avrebbe sicuramente detto a Scorpius di questo eventuale amico che aveva bisogno “della sua fiducia”.
Il ragazzo era ovviamente deciso a rifiutare quella specie di offerta, ma non poteva non domandarsi chi si celava dietro quel mantello, e soprattutto cosa volesse da lui, se stesse architettando un piano, il ruolo di suo padre in tutto quell’episodio.
 
Scorpius camminava in fretta per i corridoi, guidando i ragazzini del primo anno alla lezione di Divinazione, quando il suo sguardò incrociò inevitabilmente quello di Lily Potter, evidentemente irritata dall’indugiare di quelle iridi azzurre su di lei.
-Alle 16 nell’aula di pozioni- le aveva sussurrato, nel momento esatto in cui le loro spalle si erano quasi sfiorate, e poi entrambi avevano continuato a camminare, procedendo in direzioni diverse.
-Oh, cosa ti ha detto?- esclamò Ivy, correndo alle spalle dell’amica con gli occhi sgranati.
-Niente, che vuole vedermi alle quattro nell’aula di Pozioni- rispose la rossa, scocciata e delusa da quella specie di giochino che avevano messo in piedi.
-Mi raccomando, sii chiara con lui e se è necessario, pietrificalo.-
Ivy aveva annuito, certa di avere ragione, e Lily l’aveva seguita a ruota, perché doveva assolutamente ricevere delle spiegazioni; e, sicuramente, doveva anche darle. Lei  non voleva essere presa in giro, e se quello era stato “ovviamente” solo un bacio, allora non riusciva a  spiegarsi come mai si squadrassero, letteralmente, dalla testa ai piedi.
-Lily, sai cosa mi hai detto Sam?- mormorò la mora, prendendo il braccio della sua amica per fermarla, poco prima di entrare nella Sala Comune.
-Cosa?-
-Come sai sono compagni di stanza, e…mio fratello dice che Malfoy ogni notte ha degli incubi, si dimena nel letto, non riesce a dormire, urla, persino.-
Quella dichiarazione fece spalancare gli occhi della rossa con preoccupazione crescente, infatti le parole le si bloccarono in gola.
-Davvero? Salazar, io… cioè, secondo te, come mai?-
Ivy scosse la testa. –Non ne ho idea, ovviamente! Nemmeno Sam lo sa, ed è seriamente preoccupato-
-Chissà cosa gli passa per la testa-
-In effetti è davvero molto cupo ultimamente- asserì la ragazza dai capelli corvini, ma poi prese sottobraccio Lily, senza sapere cos’altro aggiungere, e le due fecero il loro ingresso nel dormitorio Serpeverde.
 
Alle sedici in punto Lily si avviò verso l’aula di pozioni. Era rimasta davanti allo specchio della sua camera per molto tempo, a sistemarsi la chioma rossa che aveva legato solo nei lati, per evitare che dei ciuffi fastidiosi le cadessero davanti agli occhi.
Con un po’ di esitazione, raggiunse il luogo dell’incontro, e mentre posava la mano sulla maniglia, sentii una mano posarsi sulla sua schiena, spingendola dentro con irruenza, come se fosse in pericolo.
-Cosa cavolo…-
Non terminò la sua esclamazione, che si trovò Scorpius davanti. Impeccabile e fiero come sempre, ma con un sorriso più spento del solito.
-Tu! Tu mi devi delle spiegazioni! Mi hai aggredita qualche settimana fa perché “avevo finto di non conoscerti”, ed ora..-
Aveva appena iniziato la sua predica, che si era ripetuta mentalmente un centinaio di volte quella mattina, ma Malfoy la zittì avvicinandosi pericolosamente al suo viso e baciandola improvvisamente, posandole una mano sul fianco.
Lily non riuscì ad opporre resistenza, e, Salazar, quanto trovò affascinante quella sua impulsività.
Il bacio del biondo si fece più appassionato, aveva represso quel desiderio giorni interi, e trovava in quella ragazza un refrigerio da tutti i timori che popolavano la sua mente, quindi la spinse contro uno dei banchi della sua aula preferita e lasciò che le sue mani vagassero sulla schiena della ragazza, che non si opponeva, mostrando un ardore che non avrebbe mai potuto immaginare.
-Io dovrei parlarti- cercò di dire Lily, allontanando il viso del ragazzo dal suo, ma lui accennò un sorriso divertito e lasciò un piccolo bacio sul collo niveo della rossa, che sussultò a causa del solletichìo provato da quel lieve contatto, che la fece sorridere.
-Cosa devi dirmi?- esordì lui, osservandola in piedi e con le braccia conserte.
-Mi hai ignorata per tutto questo tempo, sembra quasi che io non esista più…-
-Lily, tu hai fatto lo stesso. E poi era solo un bacio, oppure sbaglio?- sottolineò, tenendole testa con il suo sguardo torvo, le iridi color dell’Oceano.
-Credo di sì- sussurrò debolmente la ragazza, senza avere il coraggio di guardarlo negli occhi.
-Salazar, parlare non serve a niente- esclamò brusco, posando di nuovo le labbra su quelle di Lily, che lo accolse senza alcun interruzione.
Anzi, portò le mani tra i suoi capelli biondi, e si sedette sul banco come lui le stava suggerendo, spingendola con delicatezza posando una mano sul busto della rossa, che portò la testa indietro non appena comprese che Malfoy volesse baciarla proprio nell’incavo del collo, suo punto debole.
-Vuoi ancora andare al ballo con Lorcan?- le chiese, con voce roca e una scintilla negli occhi, appuntiti come spilli, colmi di orgoglio e soddisfazione.
La ragazza cercò, in vano, di ricomporsi, e si sistemò il cravattino verde-grigio, mentre pensava.
 –Non posso tirarmi indietro ora- concluse alla fine.
-E’ scortese sgattaiolare in un aula per, fare queste cose, con qualcuno che non è il tuo accompagnatore- disse in tono canzonatorio Scorpius, facendo arrossire Lily, che indugiò con lo sguardo in un punto preciso dietro le sue spalle.
-E’ anche scortese che ogni volta che parlo, tu mi interrompi, prefetto-
Recuperò terreno con questa risposta pungente, ma lui le cinse i fianchi con le braccia, in una stretta quasi affettuosa che fece sussultare il cuore di Lily.
-A volte parlare non serve a niente, Potter. E, con rammarico, devo ripeterti quella domanda: Il fratellino picchia forte?-
Lily posò la testa sul petto del biondo, e respirò il suo buon odore di menta, quasi ignorando la sua domanda. In       quel momento non le andava di pensare ad Albus, alla sua famiglia, eppure doveva. Per forza.
-Non ti picchierà, perché non saprà di questo-
-Domani ti inviterò a ballare, sappilo. Io ti ho insegnato ed io ti ruberò dalle braccia dello svitato-
Quelle parole suonarono come una sfida, erano piene di fierezza, e presunzione.
-Chi è la tua accompagnatrice?- gli chiese senza muoversi, in modo che lui non potesse vedere la sua espressione di rammarico.
-Sarah Hale, la sorella minore di Dominic.-
-Ah-
Scorpius rise tra i suoi capelli, perché certo del fastidio della ragazza nel sapere che andava al ballo con una delle compagne Serpeverde che più detestava.
-Ovviamente me l’hanno chiesto in molte, ma io ho optato per la più bella- continuò con presunzione, ma questa volta Lily finse di non averlo sentito.
Anzi annuì, senza muoversi, e stringendo Scorpius ancora più forte, come se qualcuno potesse privarla di quel contatto che, inevitabilmente, la faceva stare bene.
 
Quella sera Scorpius trovò nella Sala Comune Benjamin Goyle che, seduto, sembrava quasi che lo stesse aspettando. “Strano” pensò, visto che tra i due non vi era mai stato un grande rapporto. Anzi, l’opinione che il biondo aveva del grassoccio davanti a sé, era pessima.
L’unica cosa che sapeva di lui era che suo padre, Gregory Goyle, e suo nonno, si erano schierati dalla parte di Lord Voldemort durante la guerra, pur di ottenere dei favori.
Non che nella sua famiglia fosse successo qualcosa di migliore, ma conosceva la situazione di suo padre, e non aveva mai visto in lui un colpevole. In suo nonno, sicuramente, ma in suo padre no. Mai.
L’aveva cresciuto senza influenzarlo, lasciandolo libero di scegliere, fidandosi ciecamente di lui.
Ad ogni modo, se pure con una nota di disappunto nella voce, lo salutò. –Buonasera Benjamin-
-Ehilà, Malfoy, come…come stai?- aveva bofonchiato l’altro, piegando le guance paffute in una smorfia che doveva somigliare ad un sorriso.
-Alla grande, e tu?-
Si bloccò davanti a quello che definiva un idiota e posò una mano sul tavolo, osservandolo con sospetto.
-Anche a me, anche a me. Mi hanno…hanno detto che t-tu hai degli incubi…non è vero?-
La sua voce era stranamente sottile per appartenere ad un ragazzo dell’ultimo anno, ma ciò che più infastidì Scorpius fu proprio il contenuto della domanda.
-Chi ti dice queste stronzate?- ribadì, colpito da un lampo di rabbia che gli fece avvertire uno strano caldo.
-S-sono, sono voci, non volevo t-turbarti amico mio…-
-Amico mio?- ripeté con disprezzo, il biondo, allungando un braccio per sferrare un pugno a Benjamin, che si ritrasse per un pelo.
-N-non te la prendere- lo pregò, intimorito.
Malfoy si fermò, e lo guardò realmente infastidito. Non sapeva chi avrebbe potuto far circolare quella voce, ma sapeva certamente che Nessun altro doveva saperlo.
Si rifiutava di mostrarsi come l’insicuro ragazzino spaventato dai suoi incubi. Così, blaterando qualcosa sottovoce contro Goyle, camminò a passo svelto verso la sua stanza.
Si era deciso, in quel lasso di tempo, di raccontare dei sogni e di quell’incontro al suo migliore amico Sam, soprattutto perché il giorno seguente era il solstizio d’inverno, così, spalancò la porta della loro camera, e rimase deluso dal trovarla vuota.
Aveva di nuovo dimenticato il giro di ronda, e Zabini l’aveva sostituito. Si portò le mani tra i capelli biondi e si lasciò cadere sul letto. Quella situazione lo stava facendo uscire fuori di testa.
Per sfogarsi, si mise a sedere e prese della carta e una piuma, ed iniziò a scrivere una lettera che suo padre non avrebbe ricevuto mai.
Scrisse dell’incubo che lo perseguitava, scrisse del timore che aveva di una possibile minaccia al mondo magico, ormai sicuro e quieto, e ancora raccontò dell’incontro nella Foresta Nera con quello sconosciuto di cui non aveva potuto vedere il volto. E infine, scrisse anche di Lily Luna Potter, figlia dello Sfregiato, ragazza che gli stava facendo provare qualcosa. Qualcosa che non riusciva a spiegare, e che probabilmente non sarebbe nemmeno durato tanto, visti i suoi standard, ma era pur sempre qualcosa.
 
Intanto nella sua stanza, avvolta tra le pesanti coperte, Lily fissava il soffitto e pensava a ciò che le aveva detto Ivy quella mattina.
Se Sam aveva detto una cosa del genere, lei si fidava. E,  soprattutto, si chiedeva cosa potesse mai rendere così inquieto Scorpius. E questo pensiero, inevitabilmente, la riportava a quel pomeriggio, a quello che provava ogni volta che lui era nei paraggi. Non si era mai sentita in quel modo, e non voleva ammettere che forse, almeno un pochino, quel ragazzo le piaceva.
E, come un domino, questo pensiero era la carta decisiva che faceva crollare la serie. Se suo fratello avesse saputo, avrebbe dovuto litigare con lui, e non voleva. Senza Al si sarebbe sentita persa, lo sapeva. Anche perché, ci poteva giurare, subito lui ne avrebbe parlato con James, e James con suo padre, e suo padre con Ginny, Ginny con Hermione e… oh, sarebbe stato tutto molto complicato.
E Lily si sentiva colpevole, non sapeva esattamente di cosa, ma era quello il sentimento.
 
NOTE: Citazione tratta dalla canzone di Ed Sheeran, “I see fire”.

 
 
 

Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** VI. ***


Ciao a tutti, ecco un nuovo capitolo!
Ancora grazie mille a chi segue, legge e recensisce.
Buona lettura :)



VI.
 
Winter solstice.


Il giorno seguente, Lily era tranquillamente seduta accanto ad Ivy all’ora di pranzo, quando vide il fratello, Albus, camminare a passo svelto e con sguardo torvo verso di lei.
Aveva tra le mani una scatola, che le depositò davanti con un gesto brusco.
-Credo che il gufo abbia dei problemi, o forse desiderava che noi ci incontrassimo- le aveva detto, con un tono che non era quello dolce e rassicurante di sempre.
La ragazza spostava lo sguardo tra la scatola e il fratello, e alla fine indugiò negli occhi blu di quest’ultimo.
-In effetti non ci vediamo da un po’, va tutto bene?- disse sottovoce, e poi alzandosi per essere all’altezza del ragazzo.
-Si, anche se forse noi due dovremmo fare una chiacchierata-
-Chiacchierata?- mormorò Lily, inarcando un sopracciglio.
-Proprio così, ma non voglio rovinarti la giornata del ballo.- concluse, con la voce meno dura di poco prima.
-E okay- si arrese Lily, ed allargò le braccia per ricevere una stretta, che arrivò con un attimo di ritardo, debole e poco affettuosa.
Vide il fratello allontanarsi e si gettò sulle sedia, imbronciata. Probabilmente qualche voce era giunta al fratello, oppure semplicemente l’aveva vista, quella mattina, sgattaiolare in un corridoio buio, trascinata da quell’incosciente di Scorpius, che la rossa maledisse mentalmente.
-Tutto bene?- la interruppe Ivy, pensierosa.
-Non credo, insomma hai visto Albus? Vuole “fare una chiacchierata con me”!-
-Magari Malfoy non c’entra e ti stai solo impressionando- le suggerì, sorridendo.
“Lo spero” pensò Lily, ma poi spostò l’attenzione sulla scatola davanti a sé.
-Andiamo in camera a vedere cosa contiene?- proprose all’amica, che si alzò con un balzo, ed insieme si incamminarono verso i dormitori Serpeverde.
-Lily, non vedi tua cugina Rose da un po’, non è vero?- le disse all’orecchio, facendola immediatamente diventare pensierosa.
-No, in effetti no, a causa delle ultime verifiche Rosie passa il suo tempo a ripetere in biblioteca. Ma perché me lo chiedi?-
Ivy accennò una risata, e prese l’amica sottobraccio per poter bisbigliare sottovoce.
-Sai che lei e mio fratello fanno parte di quel club per appassionati di Erbologia del professor Longbottom?-
-Sì, sì lo so- rispose la rossa, ritornando un attimo con la mente all’anno precedente.
Ricordava che sua cugina aveva una specie di storia d’amore con Chris, figlio del professore, grande amico dei suoi genitori. Quando il ragazzo aveva lasciato Rose, la poverina, con il cuore spezzato, aveva pensato di abbandonare il club ma poi la sua passione per quella materia le aveva dato la forza di continuare a frequentare quelle lezioni ‘private’.
-Beh, Rose e Sam andranno al ballo insieme. Stasera li vedrai-
Quella notizia arrivò alle orecchie di Lily come una bomba, tanto che si fermò davanti ai dormitori, con la bocca spalancata e gli occhi sgranati.
-Cosa dici? Mia cugina?-
-Si! Tua cugina! Ecco perché stava nella sala comune a spiare te e Malfoy. Ripeteva con mio fratello Erbologia, e poi l’ha costretto a fare lo spione con lei- spiegò la mora, senza riuscire a trattenere una risata.
-Oh, cavolo… giuro che se non avessimo litigato già di recente, correrei ad ucciderla!- sbottò Lily, ma quella situazione sapeva così tanto di inverosimile, che rideva anche lei.
Rose Weasley e Sam Zabini, al ballo insieme, e probabilmente avevano anche una cotta l’uno per l’altra.
Lily pensò che se la coppia più improbabile di Hogwarts potevano essere lei e Scorpius, sua cugina e il suo accompagnatore si piazzavano comunque sul podio.
-Ivy, sai perché ti adoro? Sai sempre tutto. E di tutti per giunta, non so come fai!-
La ragazza sorrise soddisfatta, ed insieme si intrufolarono nella loro stanza, curiose di scoprire cosa c’era in quella scatola.
-Scommetto che si tratta di un vestito- aveva commentato Ivy, sdraiata a pancia sotto sul suo letto.
-Lo credo anche io, mamma e papà hanno voluto farmi un regalo-
La voce della rossa si addolcì, al pensiero dei suoi genitori, che le mancavano tanto.
Soprattutto il padre, con il quale aveva uno splendido rapporto. Quando avevano tempo da trascorrere insieme, Lily sin da piccola gli chiedeva di raccontarle dei suoi anni ad Hogwarts, del perché tutti la guardassero sempre con un sorriso grato quando diceva di essere proprio lei, la figlia del Prescelto.
E così, tramite i racconti del padre, Lily poteva figurarsi nella memoria tutte quelle persone che non aveva potuto conoscere, e che però sentiva comunque vicini al suo cuore. Dai nonni Lily e James, di cui lei e il fratello portavano i nomi, fino al professor Silente, al padrino di Harry Sirius Black, e poi Severus Piton, lo zio Fred.
Posò con cautela il coperchio della scatola a terra ed estrasse l’abito al suo interno, spalancando la bocca per la bellezza di quel capo.
-E’ stupendo- commentò l’amica, mentre lei lo osservava attentamente, figurandosi già come sarebbe stata quella sera nella sala da ballo.
L’abito era color malachite, il corpetto era a maniche corte e puntellato da una serie di ricami simili a fiori, tutti dello stesso colore. Poco sotto lo stomaco partiva una gonna lunga e morbida, di delicato chiffon.
Non aveva parole per descrivere la gratitudine che provava verso i suoi genitori in quel momento, così pensò che gli avrebbe scritto una lettera il giorno seguente.
-Hai ragione, è fin troppo bello per me-
-Sai una cosa, Lil? Stasera mio cugino morirà- commentò divertita Ivy, facendo arrossire l’altra ragazza.
-Non ce n’è bisogno, tra me e tuo cugino non c’è niente oltre a semplice amicizia- balbettò, sistemando nuovamente il vestito nella scatola.
-Certo, certo, ed io sono la fidanzata di Lorcan Scamander!-
-E smettetela di prendervela tutti con il mio accompagnatore- sbuffò Lily, scherzosamente, e poi andò a sedersi accanto alla compagna, per pensare a delle acconciature per i loro capelli da sfoderare quella sera.
 
Intanto, al campo di Quidditch, si era creato un malinteso tra Grifondoro e Serpeverde. Entrambi i capitani delle squadre, Albus Potter e Scorpius Malfoy, avevano prenotato il campo per il pomeriggio.
Dopo qualche attimo di agitazione, erano riusciti ad arrivare ad un compromesso, e così avevano inscenato una partita fittizia, solo per allenarsi, in vista della ripresa delle gare dopo le vacanze di Natale.
Tutto procedeva per il verso giusto, almeno fino a che Malfoy, malauguratamente, colpì alla spalla il giovane Potter, che subì un fallo.
Accasciato sul campo, si teneva il braccio con la mano, e malediva il biondo che, nei suoi pensieri, non solo faceva il cretino con sua sorella, ma si divertiva anche a fargli a male, in quello che lui e i suoi amici definivano “Stile Malfoy”.
Suo cugino Hugo era corso immediatamente ad aiutarlo, ma la situazione iniziò a degenerare quando il biondo prese a ronzare intorno ai due Grifondoro, che subito andarono sulla difensiva.
-Hai finito di piagnucolare, Potter?- l’aveva provocato Scorpius, dando una gomitata a Sam Zabini, sempre al suo fianco.
-Taci idiota- rispose prontamente Hugo, mentre incitava suo cugino a stare calmo, perché ben preso l’avrebbe portato in Infermeria.
-Perché dovrei tacere se è un Weasley, a chiedermelo?- domandò il biondo, con aria retorica e prepotente.
Si divertiva tanto a vedere gli altri alterarsi, anche se sapeva quanto stesse giocando con il fuoco con Albus.
-Se avessi la bacchetta ti avrei già schiantato, Malfoy- digrignò proprio il fratello di Lily, cercando una mano ai suoi compagni di squadra per alzarsi.
-Che paura. Possiamo rimandare la gara di magia a un’altra volta, non pensi?- continuò a provocarlo il Serpeverde, nonostante Sam gli avesse mormorato di lasciar perdere.
-Non ti sai difendere senza magia, o devo chiamare il tuo papà per aiutarti?-
-Santo Albus Potter, la diva di Hogwarts, ora che l’altro cretino se n’è andato!- gli sputò contrò Scorpius, con la rabbia che gli colorò di rosso il viso sempre pallido.
-La diva forse sei tu, che ti diverti a prendere in giro mia sorella Lily.- l’accusò, ma il ragazzo lo guardò con fare interrogativo.
-Io non prendo in giro nessuno, e tra l’altro, Lily deve dar conto solo a sé stessa. Se non le piacesse stare con me, me lo direbbe. E ti assicuro che è sempre felice in mia compagnia-
-Mi hai rotto, lurido Malfoy- furono le ultime parole di Al, prima di sferrare un pugno in pieno volto al biondo di fronte a sé, che non riuscì a schivarlo ma rispose con altrettanta aggressività.
In men che non si dica, nacque una disputa violenta tra i due, che si ridussero a due persone sanguinanti e cosparse di lividi.
A dividerli ci pensò l’inquietante guardiano, degno erede del signor Gazza, e Rose Weasley, che era andata a vedere gli allenamenti e si ritrovò presto ad essere arbitro di una scazzottata tra giovani maghi.
 
Mancava meno di mezz’ora all’inizio del ballo quando Lily era davanti allo specchio, con l’abito addosso e un’espressione preoccupata in volto. Quel genere di eventi non erano propriamente cose che facevano per lei, e quindi andava sempre in ansia.
Aveva tra le mani due collane, ed era indecisa su quale mettere, così osservava il suo riflesso alla ricerca di una risposta.
Ivy, che era uscita poco prima per aiutare un’altra ragazza con il suo vestito, tornò in stanza correndo, i capelli scuri svolazzanti e un’espressione sconvolta disegnata sul volto.
-Lily Potter. Tuo fratello e Scorpius si sono picchiati al campo di Quidditch oggi pomeriggio!- annunciò, portandosi le mani davanti al volto.
-C-cosa? Ivy non scherzare… ti prego- disse spaventata, Lily, che lasciò immediatamente cadere le due collane sul letto, per capirci qualcosa di quella faccenda.
-Te lo giuro, Lil. Me l’ha detto Dominic, l’ho trovato in sala comune. Si sono malmenati, e solo da poco hanno lasciato l’infermeria! C’era tua cugina con loro-
-Salazar, e come stanno? Come sta Albus?- chiese in tono allarmato, ed iniziò a camminare avanti e indietro per la stanza. Quella situazione era degenerata ancor prima di quanto credeva, e adesso sarebbero sorti tutta una serie di malintesi e problemi che avrebbe dovuto risolvere.
-Non lo so, non lo so-
-Devo andare da Albus!-
-Dove vai? Tra pochissimo inizia il ballo, lo vedrai…- le spiegò l’amica, cercando in vano di calmarla.
-Mi dispiace, troppo… scommetto che hanno detto qualcosa su di me e… e poi si sono picchiati. E’ tutta colpa mia- disse in un sussurro, e pensò a suo fratello, con il quale in diciassette anni di vita non aveva mai litigato. Il suo Al, che non aveva mai menato nessuno, e che era tranquillo, e schivo. Cosa aveva potuto dirgli, Malfoy, per provocarlo in quel modo?
Quella che si prospettava una serata tranquilla, in realtà, sarebbe stata più complicata del previsto.
“Quasi non mi muovo dalle braccia di Lorcan” pensò, poco prima che lei e Ivy si recassero nella sala comune.
Tutte le ragazze, vestite perfettamente ed accompagnate dai loro compagni, camminavano lungo le scale ed i corridoi della scuola, per raggiungere la sala da ballo, perfettamente addobbata secondo il gusto della preside McGranitt.
Lily si avviò sola, alla ricerca di Lorcan, che in effetti non vedeva dal giorno in cui le aveva chiesto di andare al ballo con lei. Mentre camminava, attenta a non inciampare nel vestito lungo con i tacchi alti che aveva indossato, sua cugina Rose la chiamò con un fischio.
Si voltò, e la trovò nel suo bel vestito corto e color cipria, che metteva in risalto i suoi capelli color carota.
-Ehi, Rosie- disse, avvicinandosi piano a lei e al suo accompagnatore, Sam.
-Ehm ciao Lily, lui è..è-
-Rose, è Sam, lo conosco- sospirò Lily, spostando poi l’attenzione al ragazzo alto e sorridente al suo fianco. –Zabini- lo salutò, ma poi si fece più vicina alla cugina, chiedendole con lo sguardo di spiegarle quanto accaduto quel pomeriggio a Quidditch.
-Lily quest’abito ti dona- si complimentò la rossa, quasi ignorando quello sguardo implorante che la cugina le aveva rivolto.
-Sei favolosa anche tu, dovrebbe vederti zio Ron…-
Zabini interruppe quello scambio di complimenti, rivolgendosi alla sua accompagnatrice.
-Credo che Potter voglia sapere cos’è successo al fidanzato- ironizzò, beccandosi una bella pacca sulla spalla da Lily.
-Non ho nessun fidanzato. Piuttosto, come sta Albus?-
-Sta bene, cioè anche Malfoy è apposto. Hanno solo dei graffi sul volto. In più a tuo fratello fa male il braccio a causa di un fallo- spiegò Rose, con un lampo di preoccupazione negli occhi.
-Credo solo che adesso Al sia veramente arrabbiato, anche con te. Malfoy ha parlato di te, di voi, e devo avvisarti che tuo fratello vi ha visti sgattaiolare stamattina dopo la lezione, quindi… goditi la serata, ma domani ti aspetta una guerra- continuò.
La Weasley era stata  chiara e diretta, come sempre. Lily analizzò tutte le sue parole, una ad una, e prese un enorme respiro per non collassare lì terra.
Mentre stava per rispondere, fu raggiunta da Lorcan Scamander, un ragazzo alto e biondo, con i capelli scompigliati e un bell’abito da sera grigio.
-Ehi Lily, ciao, sei favolosa- balbettò, imbarazzato.
-Lorcan! Sei stupendo anche tu- rispose, voltandosi un secondo dove prima c’era sua cugina e dove in quel momento non c’era più niente.
-Vogliamo entrare?- le propose il ragazzo, porgendole il suo braccio, che lei prese immediatamente.
-Certo, come stai?-
Sorrise, voleva cercare di sembrare rilassata, tuttavia la sua preoccupazione era evidente, tanto che anche Lorcan se n’è accorse, e cercò in tutti i modi di farla ridere, distrarre, ovviamente in vano.
-Prendo del vino elfico per entrambi, che ne dici?- propose alla fine, allontanandosi per una manciata di minuti.
Giusto il tempo di far entrare in sala Albus, splendido nel suo abito blu scuro, accompagnato da Lisandra, con un vestito turchese così grazioso da farla sembrare una fatina.
Lo sguardò di Lily cercò quello del fratello, ma i due non stabilirono nessun contatto visivo, o almeno non diretto. Il ragazzo l’aveva vista fin da subito, ed aveva pensato che fosse cresciuta tantissimo, e che quel vestito verde le donava particolarmente. E poi, immediatamente il pensiero che Malfoy potesse avere una relazione con la sua piccola Lily, lo fece rabbuiare.
-Ecco il tuo vino- spuntò Lorcan, con un sorriso stampato in volto.
-Ti ringrazio-
Entrambi bevvero un goccio di quella bevanda, e cercarono di intrattenersi con una conversazione basata sul più e sul meno. I due erano cresciuti in stretto contatto, come se fossero cugini, e quindi ciò che dicevano non era mai particolarmente speciale, e se pure Lorcan trovava Lily molto attraente e simpatica, soprattutto perfetta com’era quella sera al ballo, gli occhi della giovane cercavano solo Scorpius, in quella folla.
Non ci volle molto prima che il ragazzo giungesse, ed infatti, nel momento in cui Lily sentì uno sguardo accarezzarla da lontano, si voltò ed i suoi occhi incontrarono l’Oceano in tempesta delle iridi del biondo.
Le rivolse un breve sorriso, e lei non poté fare a meno di notare un graffio proprio sotto il suo occhio, provocato dal litigio con suo fratello di quel pomeriggio.
Improvvisamente tutto quello che diceva Lorcan perdeva di importanza, e Lily iniziò a stringere con forza il suo bicchiere di cristallo, come se potesse rompersi da un momento all’altro.
Intorno a lei, tante bellissime ragazze nei loro abiti vistosi chiacchieravano divertite con i loro accompagnatori, persino Rose e Sam non facevano che ridere insieme, e Lily si trovò a pensare che fossero davvero carini, oltre che quasi surreali.
Dal canto suo, Scorpius la guardava, prestando poca attenzione alle frivolezze della sua accompagnatrice Sarah, perché troppo impegnato a scrutare Lily senza che se ne accorgesse.
Nonostante fosse realmente preoccupato per l’incontro che quella notte doveva avere con lo sconosciuto di qualche giorno prima, guardare quella ragazza gli dava una via di fuga, e se avesse potuto anche solo stringerla un attimo, sarebbe stato meglio.
Pensò che quell’abito color malachite le donasse in modo particolare, e che con i capelli appena raccolti sulla nuca fosse ancora più bella del solito, e suo fratello era proprio idiota a lasciarla nelle mani di Scamander, e non nelle sue.
Per quale razza di motivo doveva pagare le pene di quanto fatto da suo padre? Suo padre, un ragazzo venduto dal padre al Signore Oscuro, per una voglia di successo più sua che del figlio.
 Poteva davvero non stare con Lily, a causa di quella questione?
Quando la professoressa McGranitt diede inizio alle danze, e tutti presero a volteggiare per la pista da ballo, Scorpius dovette invitare Sarah a ballare, mentre con la coda dell’occhio vedeva Lorcan calpestare i piedi di Lily, e lei, sorridente, gli diceva che era tutto apposto.
“Ma come fa?” pensò il biondo, e quando ne ebbe l’occasione, lasciò andare la sua accompagnatrice e si avvicinò con fierezza a Lily, che con il sorriso quasi gli pregava di portarla via.
-Scamander, non ti dispiace, vero?- disse con superbia, prendendo la mano della rossa e avvicinandola a sé.
-Ciao, Malfoy- lo salutò lei, posando subito una mano sulla sua spalla, sentendosi sollevata.
-Come stanno i tuoi piedi?- scherzò, parlando sottovoce e poi stringendola fortissimo, mentre iniziavano a volteggiare a passi di walzer.
-Beh, piuttosto tu, come stai?- chiese subito lei, sospirando e beandosi del profumo di menta del ragazzo, che accennò un sorriso amaro.
-Fratellino picchia forte, Potter.-
Lily fece una giravolta, e poi ritornò tra le sue braccia, con un mezzo sorriso sulle labbra.
-Mi dispiace- gli disse piano, ma lui sembrò non fregarsene.
Anzi, le sfiorò la guancia per mostrarle come non sarebbe stata una scazzottata con Albus, a fargli cambiare idea.
Il loro rapporto non era ancora precisamente delineato, ma lui voleva Lily. Lo aveva pensato dal primo momento in cui quell’anno l’aveva vista salire sull’Espresso, e difficilmente si sarebbe arreso.
Continuarono a volteggiare, sotto lo sguardo torvo di Albus, che proprio non riusciva a rilassarsi, quella sera, nonostante Lisandra fosse di ottima compagnia.
 
 
 
 
To be continued.

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** VII. ***


VII.
 
-Ti va se usciamo fuori?- mormorò Scorpius all’orecchio di Lily, non appena il walzer fu terminato.
-Non credo sia molto prudente, devo ritornare da Lorcan- gli rispose, guardando preoccupata la folla intorno a sé.
Malfoy la osservò con aria contrariata, certo che avrebbe dato una risposta del genere. Ma lui detestava ricevere risposte negative, così strinse forte la presa al polso della ragazza e la trascinò al suo seguito.
-Lasciami, idiota! Mi farai uccidere da mio fratello- disse stizzita Lily, provocando un ghigno in Malfoy, ma  senza fermarlo.
In realtà non le dispiaceva stare un po’ da sola con lui, tuttavia il pensiero volò all’impressione che quell’uscita di scena avrebbe fatto sugli altri, sul povero Lorcan.
-Non puoi sempre preoccuparti degli altri, come ho detto oggi a tuo fratello, l’unica persona a cui devi dar conto è Lily Luna Potter- affermò, prendendole la mano mentre si affacciavano alla finestra del corridoio, che dava alla Foresta Proibita.
-Non ho avuto modo di dirti che sei bellissima- si complimentò con lei, lasciandole un bacio sul dorso della mano.
-Nemmeno tu sei male- rispose, allargando le braccia per poter ricevere un abbraccio da lui.
La strinse forte, deglutendo nel sentirla così vicina, di sua spontanea volontà. Pensò di non aver paura di niente, se Lily fosse rimasta sempre con lui.
-Mi sono spaventata quando Ivy mi ha raccontato di te ed Albus-
-Tuo fratello è violento, Lily-
-Beh, a meno che non venga provocato- disse caustica, ma posando la testa nell’incavo del collo di Scorpius, come a fagli capire che non voleva litigare, ma semplicemente puntualizzare che non era suo fratello il colpevole. O meglio, non il solo.
-Si è permesso di dire che io mi prendo gioco di te. Ti assicuro che non è così- disse fermamente lui, posando un dito sotto il mento della rossa per poterla guardare negli occhi.
-Credo di potermi fidare di te- gli confessò, alzandosi sulle punte per potergli baciare le labbra.
Sorrise, e ricambiò quel bacio facendo scivolare le sue mani lungo la schiena scoperta di Lily, che rabbrividì.
Avrebbe semplicemente voluto vivere quel suo primo interesse amoroso come ogni ragazza, tranquillamente e senza pressioni, ed invece aveva creato tanti conflitti, e si sentiva colpevole, colpevole di qualcosa che non aveva fatto.
L’amore, pensava, non può essere fonte di malintesi. E’ un bel sentimento, dopotutto.
Si staccò dalle sue labbra solo per guardarlo nei suoi bellissimi occhi chiari, e lui rimase immobile come una lince nei boschi mentre Lily gli accarezzava la guancia, proprio dove aveva dei graffi causati dallo scontro di quella mattina.
-Tra due giorni torneremo a casa, sei contento?- gli domandò con voce spenta, mai come quell’anno, lei non lo era molto. Sapeva già che Albus avrebbe raccontato la cosa ai suoi genitori, e non sapeva proprio come l’avrebbero presa.
In realtà non erano mai stati genitori rigidi, e forse avrebbero aiutato i suoi fratelli a ragionare. Almeno lo sperava.
-Sì, mi manca casa mia. Con gli elfi, e gli altri comfort- rispose Scorpius con un sorriso fiero, non avrebbe mai ammesso che in realtà proprio in quel periodo aveva bisogno di confrontarsi con i suoi, parlare con il padre.
-Qualche volta dobbiamo vederci- propose Lily, guardandolo negli occhi e cercando di celare l’imbarazzo che provava, nel proporre una specie di appuntamento ad un ragazzo, un ragazzo come Malfoy.
-Certo, saresti la benvenuta a Villa Malfoy- ironizzò lui, dandole una scherzosa gomitata. Aveva notato che era piuttosto timida per quel genere di cose, ma la trovava comunque carina.
-Stai scherzando! Sei pessimo!- ringhiò subito la rossa, figurandosi un attimo con la mente nella villa lussuosa che sicuramente possedevano i Malfoy, circondata dagli elfi e con le presenze eleganti dei signori Draco e Astoria Malfoy. Se c’era qualcosa che ricordava dei due coniugi era proprio il loro portamento, e il fascino, soprattutto quello del padre di Scorpius, biondo ed elegante come suo figlio.
-Sì, scherzavo. Ma non ti aspettare che venga con te in un posto babbano-
Lily sbuffò. –E dai, non fare così-
Gli prese la mano, e la strinse tra le sue più piccole, guardandolo con un sorriso.
Sarebbe rimasto per tempo lì a parlare con lei, ma l’orologio che aveva al polso segnava quasi la Mezzanotte, e lui doveva assolutamente recarsi al luogo dell’incontro con quello sconosciuto.
Così, con rammarico, guardò la ragazza nei suoi occhi color cioccolato e si schiarì la voce.
-Lily, ho un appuntamento ora. Devo assolutamente andare, ti prometto che ci vediamo domani in giro.-
-Dove vai?-
La rossa era confusa, infatti spalancò gli occhi stringendo più forte la presa alla mano del giovane.
-Non posso dirtelo, ma non preoccuparti. A presto-
Non fece in tempo a razionalizzare un pensiero, che Scorpius era già fuggito via, camminando in fretta e con una certa preoccupazione, che provocò un brivido di paura anche in Lily.
Dove stava andando? C’entrava forse qualcosa con gli incubi di cui Sam aveva detto ad Ivy?!
Sconvolta, stava per rientrare nella sala da ballo, ma fu interrotta da Albus, che con irruenza iniziò ad urlare contro.
-Lily, ma sei impazzita per caso? Ti ha visto tutta Hogwarts con Scorpius Malfoy! State insieme quindi?-
-Al, noi… no non stiamo insieme però…- balbettò, iniziando a indietreggiare perché spaventata dalla furia negli occhi del fratello.
-Sono deluso da te, totalmente. Con Malfoy? Allora ecco quegli sguardi in corridoio, ecco le voci che circolano tu…. Tu non sei più mia sorella-
-Non essere così duro, Al… non siamo amici! Siamo amici, e lui mi piace. Sì, mi piace- disse con cautela, prendendo un grande respiro e stringendo i denti per cacciare via le lacrime.
Ma il ragazzo scosse la testa, con amarezza. –Ti piace?-
-Mi piace, Albus. E tu dovresti smetterla con questa paternale-
-Non capisci? Non capisci, Lily? Non mi sto arrabbiando con te perché lui è un Serpeverde, sarebbe idiota da parte mia. Sono deluso, da te- fece una pausa, il tempo di ragionare e non alzare troppo la voce, ma poi continuò.
-Sono deluso perché lui è un Malfoy. E la sua è una famiglia pessima, fatta di traditori e Mangiamorte, di persone che hanno ostacolato i nostri genitori, ed è da traditori fare ciò che stai facendo tu.-
Intanto, dalla sala da ballo erano usciti degli studenti, per vedere cosa fosse quel frastuono. C’era anche Rosie sull’uscio della porta, accanto a Sam. La guardava come a chiederle se avesse bisogno di aiuto, ma Lily scosse la testa.
Mosse dei passi verso il fratello e gli posò una mano sul braccio, prima di parlare.
-Non siamo nessuno per poter giudicare gli altri, o le loro scelte. Sai cosa mi diceva papà? Che il suo padrino, Sirius Black, una volta gli ha detto che il mondo non è diviso in persone buone e Mangiamorte. Tutti abbiamo dentro di noi sia luce che oscurità, ciò che conta è da quale parte scegliamo di agire. Il fatto che nella famiglia di Scorpius ci siano persone che hanno scelto in modo sbagliato, non significa che lui farà lo stesso.*- gli spiegò, ed una lacrima inevitabilmente bagnò il suo volto.
Albus non sapeva cosa dire, era allibito, e nel profondo del suo cuore sapeva che la sorella aveva ragione. Tuttavia, non riusciva ancora ad accettare quella situazione, e ne avrebbe parlato con i suoi genitori.
Lily indugiò solo un attimo al cospetto di Al, poi gli diede le spalle e corse verso i dormitori, piangendo e preoccupandosi, perché un interrogativo assillava la sua mente: Dov’era andato Scorpius?
Intanto, il professor Longbottom era uscito in corridoio, ed aveva chiesto ad Albus se ci fosse qualche problema. Lui aveva scosso la testa, e poi si era avvicinato a Rosie in cerca di conforto.
 
Scorpius giunse alla Foresta Proibita in perfetto orario, impugnò la sua bacchetta ed aguzzò gli occhi per essere pronto ad un possibile attacco.
Quando lo sconosciuto si presentò, il ragazzo notò che zoppicava, ed aveva un ghigno beffardo stampato sul volto, coperto dal cappuccio scuro.
-Allora, ragazzo, cosa hai deciso?-
Andò subito al dunque, e Scorpius strinse forte la presa alla bacchetta, evidentemente spaventato. Chi era quell’uomo?
-Non sono solito fare dei favori agli sconosciuti. Mostrami il tuo volto e ti darò una risposta- aveva detto con una certa fermezza, nonostante la voce tremante.
L’uomo rise, mantenendosi sempre a debita distanza dal ragazzo, probabilmente per non farsi vedere.
-Sono amico della tua famiglia, i Malfoy. Non ti basta questo?-
-No, ho parlato con mio padre e mi ha detto di non fidarmi di nessuno- mentì, ma pensò che forse così lo sconosciuto avrebbe mollato la spugna.
-Io invece sai cosa ti dico, che se non mi raggiungerai stasera, proprio ora, metterò nei guai anche tuo padre- lo minacciò, provocando sgomento nel giovane Malfoy di fronte a sé.
-Non ti azzardare!- ringhiò, puntandogli contro la sua bacchetta.
-Niente magia, ragazzo…non voglio farti del male. E nemmeno a tuo padre. Solo vieni con me e tutto andrà per il verso giusto…- continuò, ma il biondo gli corse incontro e cercò di togliergli quel mantello scuro, ma non ci riuscì a causa della forza fisica di quell’individuo, che scaraventò subito il ragazzo a terra.
Tutto ciò che aveva potuto notare erano i denti neri di quell’essere, nient’altro.
-Non toccare la mia famiglia, vigliacco!-
-Invece lo farò, e te ne accorgerai- concluse, iniziando a correre fortissimo verso la Foresta, lasciando Scorpius in ginocchio sullo strato di neve. Gli veniva da piangere, ma sapeva che non poteva e non doveva lasciarsi andare ad alcun tipo di emozione. Doveva semplicemente mandare una lettera a suo padre, e subito.
Così, quando rientrò ad Hogwarts, corse immediatamente nei Sotterranei, e si chiuse in camera. Per fortuna Sam n on era ancora rientrato, e poteva scrivere con calma la lettera.
Era sconvolto, non sapeva davvero cosa pensare.
 
“Papà, forse avrei dovuto scriverti questa lettera prima, ma davvero non mi andava di tediarti con un problema che mi sembrava minimo. Adesso però, mi rendo conto di essere spaventato, ed anche se tra due giorni ci vedremo, sento il bisogno di parlarti, e spiegarti cosa mi è successo.
Qualche settimana fa ho ricevuto un biglietto anonimo nel quale mi si chiedeva di farmi trovare quella sera alla Foresta Proibita. Ed io, curioso, mi ci sono recato. Lì ho trovato un uomo del quale non conosco nome e volto, solo avvolto in un mantello e con un’andatura zoppicante. Mi ha detto che se volevo successo, fama, dovevo unirmi a lui ed insieme avremmo architettato qualcosa, aggiungendo poi di essere un tuo amico. Ovviamente non gli ho creduto sin dal primo istante, ma lui è sparito chiedendomi di incontrarlo di nuovo al Solstizio d’Inverno. E dunque poco fa ci siamo rivisti. Gli ho ribadito che della sua proposta non mi interessava, ma lui ha continuato dicendo che te l’avrebbe fatta pagare, a te.
Sono preoccupato, dimmi se  tu sai qualcosa di questa storia, dimmi cosa sta succedendo…
Ti voglio bene,
a presto.
 
Scorpius”.
 
Terminata la lettera, piegò il foglio di carta liscia, bordato con un ricciolo verde smeraldo ed argento, e la diede al suo gufo, che immediatamente volò via. 





NOTE: *La citazione di Sirius, ed io AMO Sirius, come potevo non inserirla?! *-*

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** VIII. ***


VIII.


Buona domenica!
Siete ancora lì? Leggete ancora? Mi preoccupo :( se non vi piace che piega sta prendendo la storia, se qualcosa non vi convince,  ditemelo, datemi dei consigli, va bene?

A presto 

 
Il mattino seguente, Lily, preoccupata ed amareggiata dalla sera precedente, camminava silenziosa accompagnata dall’inseparabile Ivy, che stranamente aveva spento la sua parlantina.
Aveva assistito alla litigata di Albus e della sua amica, ed era troppo rammaricata per esprimere un parere al riguardo. Inoltre, anche lei era molto preoccupata per suo cugino Scorpius, soprattutto dopo che Lily le aveva raccontato della sua improvvisa fuga della sera prima.
Nel corridoio, incontrarono proprio quest’ultimo, vestito perfettamente nella sua divisa verde-grigia, ma con delle evidenti occhiaie, simbolo di una notte irrequieta. Stranamente, non era seguito dalla spalla destra Zabini, ma dal guardiano.
Le due ragazze si fermarono un attimo, in modo che Lily potesse avvicinarsi al biondo e chiedere informazioni riguardo a quella bizzarra situazione, ma Malfoy con un gesto veloce e turbato le chiese di posticipare a “dopo” il loro incontro.
-Lo detesto!- aveva commentato la rossa, furiosa, chiedendosi cosa dovesse fare di tanto importante quel ragazzo da non poterle nemmeno dire “Ciao”.
Ivy le posò una mano sulla spalla, come a dirle di calmarsi, ed entrambe presero posto nell’aula di Rune Antiche, pronta ad una lunga e noiosa lezione.
 
Scorpius alla prima ora aveva avuto una lezione di Pozioni, materia che prediligeva, e nella quale aveva i voti più eccellenti dell’intera scuola, tanto che l’anziano professore aveva già designato per lui un futuro da insegnante.
Tuttavia, quel giorno, preso com’era dai pensieri e dalle preoccupazioni della sera prima, non prestava attenzione alla lezione, e le parole dei suoi compagni e del professore, gli sembravano sussurri incomprensibili.
Infatti, quando il guardiano spalancò la porta dell’aula, gridando la spaventosa frase “Scorpius Malfoy è richiesto in presidenza”, sobbalzò, spalancando gli occhi chiari.
-Io?- domandò incredulo, alzandosi.
“Bene, mi hanno scoperto nella foresta nera”, pensò in preda al panico. “Espulso. Un Malfoy espulso da Hogwarts”.
-Sì, tu, la preside McGranitt vuole parlarti- rispose seccato il vecchio davanti a lui.
Nella classe si alzò un bisbigliare simile al ronzio delle api, e l’insegnante non riuscì a balbettare nemmeno una parola, solo indicò la porta al suo alunno prediletto.
In effetti Scorpius era intelligente e studioso, e non era solito violare le regole, o almeno, lo faceva con molta discrezione e furbizia.
Ad ogni modo, uscì dalla classe e seguì il burbero guardiano, a passo svelto. Se lo voleva la McGranitt doveva essere successo qualcosa di proprio grave, così sperò di non incontrare nessuno di sua conoscenza nei corridoi, in modo da non dover dare troppe spiegazioni.
Già era altamente innervosito dalla presenza di quei due spioni di Rose Weasley e Albus Potter alla lezione di Pozioni, ed era certo che in meno di un’ora avrebbero raccontato a Lily dell’accaduto, condendo il tutto con un paio di “Devi stare alla larga da Malfoy”. Un’espressione di disgusto gli si disegnò in volto in seguito a questo pensiero, e poi si trovò di fronte proprio Lily.
Fronte corrugata, sguardo inquisitore ed i capelli rossi un po’ spettinati. La vide avvicinarsi e tutto ciò che riuscì a fare fu sussurrare un “dopo”, che forse lei non aveva nemmeno udito.
Gli dispiaceva doverla tenere all’oscuro di tutte quelle cose, ma era certo che lei si sarebbe fatta coinvolgere troppo, da Potter DOC qual era. Così, pensò che avrebbe architettato un discorso ben preciso da farle per spiegarle di cosa succedeva. Ma solo in seguito, in quel momento la sua preoccupazione maggiore era l’incontro con la preside.
-Buona fortuna- gli aveva augurato il guardiano, ed in tutta risposta il biondo gli aveva fatto un ghigno.
Dopo di che, si sistemò il cravattino e tossì per schiarirsi la voce.
-Preside?-
-Avanti, Scorpius.-
Il ragazzo entrò nello studio dell’anziana preside e si chiuse la porta dietro le spalle. Osservò le pareti, tutti ornate da quadri dei precedenti dirigenti. Vi era un uomo con la barba lunga, lo sguardo intelligente e le mani poggiate sulla pancia, quello era Silente. Lo riconobbe perché aveva collezionato numerose sue figurine da piccolo. Più in là, notò un dipinto rappresentante un uomo dai capelli scuri e il naso pronunciato, lo sguardo severo. Quello era il padrino di suo padre, Piton.
La sua attenzione, però, fu nuovamente catturata da quell’incontro, ed infatti andò a sedersi di fronte alla professoressa.
-Mi dica- la esortò, passandosi nervosamente la mano tra i capelli biondi.
-Non voglio assolutamente metterti pressioni, ragazzo caro. Come sai nessuno nella scuola ha mai osato trattarti in modo diverso a causa del tuo cognome- iniziò Minerva, parlando in modo pacato e gentile, come sempre.
“nessuno” pensò scettico Scorpius, ed il suo pensiero volò alle litigate con James Potter, e poi con Albus, e tanti altri problemi che essere un Malfoy gli avevano causato.
-Nessuno può giudicare tuo padre, tutti noi siamo disposti a qualunque cosa per la nostra famiglia, e so bene che ora è un uomo eccellente, soprattutto nel suo lavoro al Ministero. Si occupa di relazioni internazionali con gli altri Stati, non è vero?-
Scorpius non capiva proprio dove volesse colpirlo, la preside, ed infatti annuì confuso.
-Tuttavia, è attualmente indagato per un complotto ai danni del Ministero della Magia.-
Quelle parole risuonarono nella testa del ragazzo che, allibito, posò un pugno sulla scrivania.
-Cosa vuole insinuare?-
-Io niente, Scorpius, ed è per questo che ti invito a mantenere la calma. E’ solo indagato, gli Auror stanno lavorando per comprendere se si tratta di una supposizione, o della verità. Bisogna analizzare delle prove, io..- cercò di spiegare, ma il biondo la interruppe.
-Mio padre non farebbe mai una cosa del genere. E per piacere, mi faccia immediatamente tornare a casa- disse, in un tono quasi di comando, che infastidì la donna di fronte a lui.
-Scorpius, devi stare calmo. Innervosirti non risolverà le cose, ti ho avvisato perché dovrai essere interrogato anche tu.-
-IO?- domandò ad alta voce, in tono sprezzante.
-Cosa c’entro io, professoressa?-
-E’ la prassi.-
-Questa prassi fa schifo- continuò, nervoso. Le vene del suo collo niveo erano improvvisamente visibili, ed un colorito rosato gli aveva dipinto le guance a causa della rabbia.
-Non dica così. Anzi, lascia che ti aiuti…hai per caso incontrato degli sconosciuti, in questi giorni? Qualcuno ti ha detto qualcosa?-
Quella domanda gelò il sangue del ragazzo, che però guardo dritto di fronte a sé e scosse la testa.
-Niente di niente- concluse.
Credeva di poter proteggere il padre in quel modo. Non sapeva davvero come comportarsi, e ora che aveva inviato quella lettera era anche probabile che qualcuno avesse intercettato il suo gufo.
-Non sa nient’altro, professoressa?-
La donna serrò le labbra. –No, dovrai aspettare il rientro a casa… è solo domani, Scorpius.-
-Va bene. Ora mi lasci andare- quasi la pregò, e sentiva gli occhi pizzicare. Ovviamente non avrebbe mai e poi mai pianto, ma quella situazione cominciava a farsi seriamente difficile.
Quello sconosciuto l’aveva minacciato, ed ecco che suo padre era veramente nei guai.
O magari, suo padre aveva veramente creato un complotto contro il ministero..
Mentre usciva dallo studio della McGranitt, scosse la testa a quel pensiero. Era impossibile, lui si fidava di suo padre. Draco Malfoy, non era suo nonno Lucius.
Iniziò a camminare veloce, quasi correva, verso i Sotterranei. Quella situazione era insostenibile, ormai. Suo padre indagato…non poteva crederci, era arrabbiato, anzi infuriato. Perché la sua vita non poteva essere tranquilla? Che razza di Natale sarebbe stato, quello?
Non appena giunse nella Sala Comune, vuota perché tutti erano a pranzo, scagliò un pugno contro un muro, con tanta forza che le sue nocche iniziarono a sanguinare.
Inaspettatamente dai Dormitori Femminili uscì di corsa Lily, che osservò la scena con un’espressione basita.
-Scorpius, che succede?- gli domandò correndogli incontro, e prendendo immediatamente la mani del biondo tra le sue.
-Lily, è un brutto momento per me, dovresti andare- spiegò serio, ritirando immediatamente la mano.
-Ma stai sanguinando, e poi…perché non ne parli con me?- insistette lei, estraendo la bacchetta dalla tasca della gonna a pieghe e pronunciando sottovoce un incantesimo per fermare la fuoriuscita di sangue.
Malfoy le rivolse un sorriso stentato, che doveva significare “grazie”, ma Lily lo fissò con decisione.
-Parlami- lo incitò, ma lui si allontanò da lei, iniziando a camminare su e giù davanti al camino, portandosi le mani sul volto.
Ciò che gli impediva di raccontare tutto a Lily, era la paura di mostrarsi troppo, di coinvolgerla, e come se non bastasse ora suo padre era sotto accusa, e gli Auror a doverlo “giudicare” erano probabilmente Harry Potter e Ronald Weasley, e poi James, e quella Hermione Granger… insomma la famiglia di Lily. E lei avrebbe creduto a loro.
-Malfoy devi parlarmi. Senti…non voglio comportarmi da ragazzina ma-
-Okay, si, smettila di squittire. Ti dirò tutto- esclamò, senza riuscire a nascondere il tono arrogante di sempre.
La rossa sbuffò, e gli fece cenno di seguirla.
-Non vorrai parlarmi in Sala comune?! Tra un po’ arriveranno tutti-
-Giusto, andiamo in camera mia-
Lily annuì, deglutendo. Non avrebbe potuto seguirlo nel Dormitorio maschile, tuttavia era necessario, quindi si avvicinò al biondo e lo seguì, in silenzio. Non sapeva proprio cosa aspettarsi da ciò che doveva dirle, ed aveva un po’ d’ansia.
Rosie le aveva detto che era stato chiamato dalla McGranitt, e lei pensava che forse era stato scoperto la sera prima ad uscire oltre l’orario prestabilito, tuttavia non gli aveva chiesto niente. Aveva capito com’era fatto, e non l’avrebbe forzato.
Una volta entrati nella sua stanza, lo osservò chiudere la porta e sigillarla con un Incantesimo.
-Lily, sei proprio certa di volerlo sapere, da me? Ben presto lo sapranno tutti e la mia vita prenderà una piega da schifo. Tu e i tuoi amichetti già credete che io e la mia famiglia siamo delle Serpi viscide e beh, questo darà solo una prova in più a quegli idioti.- sbottò, provocando un  moto di ira nella ragazza, che si sedette sul suo letto alto, cercando di ignorare quel “tu e i tuoi amichetti”.
Scorpius non avrebbe mai posato quel modo di fare arrogante, ormai si arrendeva.
-Bene, vai avanti ora.- rispose con freddezza, ma poi lo osservò, notando come una maschera di terrore era disegnata sul suo volto di cera, gli occhi erano grigi, spaventati, così gli fece cenno di sedersi al suo fianco. –Vieni qui.- mormorò, e lui non se lo fece ripetere due volte.
-Lily, comincerò dall’inizio. E’ da un po’ che faccio degli incubi, io…sogno strane presenze, e sogno di ricevere il marchio dei Mangia Morte. Strano, considerando che tutti, ogni singolo Mangiamorte, marciscono ad Azkaban. Ad ogni modo è probabile che questo non c’entri niente con quello che è accaduto, ma io ti racconterò tutto. – si fermò solo un attimo, il tempo di osservare la mano esile di Lily prendere la sua, e stringerla.
-Un po’ di tempo fa ho ricevuto un biglietto, nel quale mi è stato chiesto di farmi trovare alla Foresta Nera, e così mi ci sono recato. Ho incontrato un uomo, il quale mi ha chiesto di dargli la mia fiducia, di stare al suo fianco, e lui in cambio mi avrebbe dato ciò che desideravo-
Lily spalancò gli occhi color cioccolato, ma Scorpius strinse più forte la presa alla sua mano, come per calmarla, e chiedere di non interromperlo.
-Ha persino affermato di essere un amico di mio padre, ma io non gli ho creduto, ed ho rifiutato. Ma lui, convinto di farmi cambiare idea, mi ha chiesto di incontrarlo al Solstizio d’Inverno, sempre al solito posto. E’ lì che sono corso ieri dopo il ballo.- continuò, fermandosi per poter pensare ad un modo per annunciarle il fatto più complicato.
-L’uomo ha preso male il mio rifiuto, ed ha detto che me l’avrebbe fatta pagare, a me e a mio padre…ed oggi mio padre è stato indagato per Complotto ai danni del Ministero della Magia. Sta subendo degli interrogatori, e domani ne faranno anche a me…gli Auror lo stanno tartassando-
Adesso la voce di Scorpius era sembrata quasi tremante, a Lily, che inarcò le sopracciglia, sconvolta, e passò un braccio intorno al busto del ragazzo, per stringerlo in un abbraccio breve, e lieve.
-Io…io non posso crederci. Non sei mai riuscito a guardare in volto a quello sconosciuto? E poi, scusa se te lo domando ma…sicuro che, insomma, tuo padre…- balbettò, preoccupata della reazione di Scorpius.
-Mio padre è innocente. Sarei disposto a gettarmi nelle fiamme, per provare la sua innocenza- sentenziò duro, e portò nuovamente il volto tra le mani. Era disperato, non sapeva davvero come comportarsi.
-Stai calmo, io mi fido di te. E se tu ti fidi di tuo padre, allora lo farò anche io. E mio padre è un ottimo Auror, non preoccuparti-
-Tuo padre, Potter, odia il mio- rispose lui, caustico, e serrò la mascella con nervosismo.
-Stai tranquillo. Innervosirti così non sistemerà le cose, Scorpius. Vedrai che troveremo una via d’uscita- gli spiegò, parlando dolcemente perché voleva tranquillizzarlo.  Gli voleva bene, e avrebbe fatto qualunque cosa pur di aiutarlo a capire più cose su quella faccenda.
-Hai parlato con qualcuno di questa situazione?-
-No, Lily. Mi pento di non averne parlato con mio padre prima. Ho inviato solo ieri una lettera e sono certo che il gufo sia stato intercettato-
-Mi dispiace dirlo, ma sicuramente è successo. Quando qualcuno è indagato le sue corrispondenze sono la prima cosa che controllano-
-Come funzionano gli interrogatori?- domandò alla ragazza, ma lei scosse la testa.
-Non ne ho idea, ma cercherò di essere lì quando..-
Scorpius le posò l’indice sulle labbra rosate. –No, esigo che tu rimanga fuori da questa faccenda.-
-Non se ne parla, io ti aiuterò, in prima persona!-
-Perché sei così testarda, Salazar…- sbuffò il biondo, accarezzando con il dorso della mano il volto delicato di Lily.
-Ti voglio bene, tutto qui.-
Scorpius accennò un sorriso, e spostò la mano sulla nuca della giovane, avvicinandola a sé per poterle lasciare un bacio sulle labbra.
-Anche io te ne voglio- sussurrò piano, e sfiorò il suo naso dritto con quello di Lily, che sorrise rilassata.
Era felice di poter regalare a Scorpius anche solo pochi attimi di distrazione, così lo baciò di nuovo, con più decisione, e lui rispose con la stessa foga, facendo incontrare le loro lingue, e solleticandole le braccia con i suoi polpastrelli.
Lily rise, era così felice di poter finalmente sentirlo così vicino, quel ragazzo un po’ freddo e antipatico, che profumava di menta ed era così affascinante nella sua divisa perfetta.
Quel ragazzo che si staccò da lei per farle riprendere fiato, e poi la spinse con decisione sul suo letto, facendo vagare la propria mano lungo la sfilza dei bottoni della camicetta.
Lily deglutì, non si era mai sentita in quel modo, e desiderava baciarlo ancora. Così prese lo prese per il colletto ed avvicinò il suo viso al biondo, baciandolo con trasporto.
Le batteva forte il cuore, e pensò che forse quel “ti voglio bene” era stato riduttivo. Lei non solo gli voleva bene, ma era attratta e affascinata da lui come lo è una calamita per un metallo.
Ma quella situazione stava prendendo una piega che lei non riusciva ancora a sostenere, così gli posò una mano sul petto, per allontanarlo con gentilezza da lei, e lo guardò, imbarazzata.
-Mi aspetta Ivy in biblioteca-
Lui comprese, così si alzò in piedi e si lisciò la camicia, sorridendo beffardo. –E tu preferisci Ivy Zabini a…questo?-
Le gote di Lily divennero dello stesso colore dei suoi capelli, ma non risposte.
Preferiva chiaramente Scorpius, ma doveva andare dalla sua amica.
-Ad ogni modo, volevo dirti di stare tranquillo. Noi troveremo una via d’uscita.-
Si alzò, e andò accanto al ragazzo per poterlo stringere forte. Lui ricambiò l’abbraccio, baciandole con cautela la testa.
-Lo spero davvero- mormorò, e la sua mente ritornò a quell’enorme casino che si era venuto a creare.
E si sentì spaventato, impaurito, proprio come quando era bambino ed aveva degli incubi. 

Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** IX. ***


IX.
 
Ministero della magia.

 
Hermione Granger camminava spedita per il corridoio che portava alla sala degli interrogatori. Era da due giorni che gli Auror stavano interrogando a più non posso un uomo indagato per complotto ai danni del Ministero.
Si trattava di Draco Malfoy, e proprio per questa ragione lei si sentiva ansiosa e preoccupata come mai. Le tremavano le ginocchia e delle goccioline di sudore imperlavano la sua fronte, ogni volta che vedeva il suo migliore amico, Harry Potter, ed ovviamente suo marito, alle prese con quell’uomo biondo, elegante e sempre composto, che sedeva su una poltrona in pelle reclamando la sua innocenza.
Lei gli credeva, ciecamente. Era ormai da un po’ che la loro relazione incestuosa era terminata, per i soliti motivi che portano questo genere di amori al capolinea (i figli, il matrimonio, la difficoltà di gestire una situazione del genere), tuttavia, sapeva che lui non avrebbe mai e poi mai complottato contro il Ministero.
Quel Ministero che gli aveva dato fama come diplomatico, e dove tutte le impiegate non facevano che ronzargli intorno, ammaliate.
Ed in effetti Hermione non poteva biasimarle, quelle donne; il tempo non aveva scalfito nemmeno un po’ la bellezza di Malfoy, che anzi era ancora più affascinante con il suo sguardo maturo, i modi di fare di un leader e il solito completo scuro.
La donna scosse la testa a quei pensieri, era giunta fuori la porta della stanzetta lurida dove svolgevano gli interrogatori, così si ricompose, mostrando il solito sorriso deciso.
Non bussò nemmeno, ed entrò immediatamente, avvicinandosi a passo felpato ad Harry.
Draco la sfiorò con lo sguardo, seduto ancora su quella poltrona, la giacca posata sulla scrivania e le maniche della camicia arrotolate al gomito. “Come fa ad essere bello anche in questo momento?” pensò Hermione, prima di parlare ai due Auror.
-Allora, come va?-
-Si ostina a dire di essere innocente- bofonchiò Ron, spazientito.
-Già- lo seguì Harry, alzando gli occhi al cielo. –La questione è che ci sono delle prove schiaccianti contro di lui, come delle lettere inviate ad ex Mangia Morte ad Azkaban-
-Io non ho scritto quelle dannate lettere, Potter. Ve lo posso giurare- esclamò esasperato il biondo, e i suoi occhi grigi incontrarono quelli scuri di Hermione, che sorrise appena.
-Dovremmo ascoltarlo, e se magari qualcuno sta cercando di vendicarsi con i Malfoy?-
Harry scosse la testa, indeciso.
-E tu, ti fideresti di questo?- rimbeccò Ronald, guardando in modo sprezzante prima sua moglie e poi l’imputato.
-Non vedo perché non dovrebbe dire la verità- fu la risposta caustica di Hermione.
In realtà, durante alcuni dei loro incontri clandestini, era stato proprio Draco a raccontare alla donna come ormai lui fosse cambiato. Certamente, non avrebbe mai abbandonato i suoi modi arroganti, perché una persona non può essere cambiata, ma sicuramente non avrebbe più preso un cammino tortuoso e oscuro come aveva fatto in gioventù. Non desiderava più emulare Lucius, voleva semplicemente farsi valere, mostrare la sua superiorità su un terreno sicuro.
Ed Hermione era certa che ci fosse riuscito, perché era un brillante uomo d’affari.
-Potremmo provare a fargli del male, magari sarà costretto a dire la verità- propose Harry con fermezza.
-Non farlo- disse subito la Granger, posando una mano sul braccio dell’amico.
-E perché no?- domandò il rosso alle loro spalle.
Draco, seduto sulla poltrona alle loro spalle, non poté fare a meno di sorridere beffardo, al pensiero di Hermione che si metteva contro i suoi amici per proteggerlo.
E così, per non metterla in una strana ed imbarazzante situazione, si schiarì la voce e parlò.
-Sono pronto, Potter. Fammi tutto il male del mondo, io difenderò la mia innocenza-
-Beh allora…- il moro stava per estrarre la sua bacchetta dalla tasca quando una donna bassina e dai tratti orientali fece ingress dalla porta.
-Signor Potter, è arrivato il ragazzo-
-Tra cinque minuti qui- mormorò Harry, passandosi una mano tra i capelli e guardando Draco.
-Sfiorate solo mio figlio e sarete finiti, Potter e Weasley- sentenziò a denti stretti quest’ultimo, non appena aver udito che il figlio sarebbe arrivato entro poco tempo.
-Perché il ragazzo?- disse a bassa voce Hermione, rivolgendosi agli Auror.
-L’avrei evitato, ma è la prassi…- fu la risposta del migliore amico, ma poi Ron aggiunse qualcos’altro.
-Aveva mandato una lettera al padre dicendo che era  stato minacciato da uno sconosciuto nella Foresta Nera, e questo sconosciuto ha detto di essere un amico del padre, quindi c’è un legame tra quanto successo al ragazzo e le lettere che Malfoy scriveva per Azkaban-
-Non ho scritto quelle lettere- ripeté Malfoy, e proprio in quel momento entrò dalla porta un ragazzo biondo e slanciato.
Hermione lo osservò, aveva un portamento elegante e gli occhi azzurri e spaventati, a vederlo poteva dire di essere ritornata indietro nel tempo.
Scorpius Malfoy era identico a suo padre, e lei non poteva proprio biasimare sua nipote Lily, per essersi presa una sbandata proprio per lui. (Rosie le aveva raccontato tutto la sera prima, mentre erano a cena, facendole giurare di non proferire parola con Ginny).
-Papà- disse il ragazzo, correndo verso l’uomo seduto sulla poltrona per abbracciarlo.
La Granger sorrise lievemente, pensando che oltre ad essere un uomo brillante, Draco era anche un fantastico padre. Persino Harry sembrò commosso da quella scena, tuttavia doveva svolgere il suo lavoro, quindi tossì.
-Ciao Scorpius, come stai? Complimenti a voi Serpeverde per aver vinto la stagione invernale di Quidditch- esclamò, per cercare di tranquillizzare quel giovane, coetaneo di suo figlio Albus.
-La ringrazio- disse atono, e poi si accomodò accanto al padre, come se solo lì potesse avere delle certezze.
Hermione si sentiva a disagio lì, lei non si occupava degli interrogatori, e delle mansioni degli Auror, tuttavia avrebbe voluto sentire ogni cosa, per aiutare a provare l’innocenza di Draco, per scagionare quel povero ragazzo da quell’interrogatorio.
Tuttavia, alla fine decise di uscire fuori, ma rivolse al Malfoy più grande uno sguardo di affetto sincero, talmente profondo che lui le sorrise, nonostante si trovasse in una situazione piuttosto difficile.
Camminò in fretta diretta verso una delle finestre del corridoio, per prendere una boccata d’aria. Solo pochi minuti e poi sarebbe rientrata, aveva troppa ansia e preoccupazione.
Appoggiata al muro del corridoio, notò una bellissima donna, magra e vestita elegantemente in nero. Stringeva tra le mani un fazzoletto ed i capelli, scuri come il legno, erano raccolti in una coda bassa e ordinata.
La riconobbe subito, era Astoria Greengrass, la moglie di Draco. L’aveva incontrata solo a qualche serata organizzata dalle sfere alte del ministero, oppure quando accompagnavano i ragazzi ad Hogwarts; lei non frequentava  gli stessi luoghi di suo marito, ne l’aveva mai vista comparire negli ultimi tre giorni di interrogatorio, tuttavia quella volta si trovava lì.
Nonostante a volte Hermione avesse odiato ed invidiato quella donna così elegante, sposata  con un uomo brillante ed affascinante, le si avvicinò con un altro fazzoletto tra le mani.
-Tutto bene?-
La vide stupirsi, quando Hermione si avvicinò a lei, ed infatti spalancò le iridi verdi.
-Non direi- rispose, tra i singhiozzi.
-Hai paura per tuo figlio?- domandò, con un tono dolce e comprensivo. “Solidarietà materna”, pensò, ed in effetti Astoria temeva proprio il peggio per il suo Scorpius.
-Sì, sì, dimmi che non gli succederà niente- la pregò la donna, soffiandosi il naso.
-Le prometto che Scorpius starà bene, tornerà ad Hogwarts dopo le vacanze di Natale senza alcun problema- la rassicurò Hermione, certa che si sarebbe impegnata in quella “Missione”.
“Ed anche Draco starà bene” pensò, ma dovette tenerlo per sé.
-Lui è solo un ragazzo, ed è innocente, ed anche Draco lo è, non fategli del male- continuò Astoria, e questa volta allargò le braccia per poter ricevere un abbraccio consolatorio da Hermione, che dapprima indietreggiò e poi strinse la esile donna per tranquillizzarla.
Non aveva mai visto abbraccio più strano, la moglie e l’amante (o meglio, ex-amante) dello stesso uomo, che si abbracciano.
-Sa una cosa, Astoria? Vado proprio adesso a controllare che sia tutto apposto. Tu torna pure a casa, Scorpius non farà tardi- disse alla fine Hermione, sciogliendo l’abbraccio e sorridendo appena.
-Ti ringrazio, Hermione Granger-
Quest’ultima lasciò l’intero pacchetto di fazzoletti ad Astoria, poi le diede le spalle e ritornò nella sala dell’interrogatorio, con una preoccupazione tale da farle martellare il cuore nel petto.
Trovò la stessa situazione di prima, ma con Malfoy più spazientito, entrambi i Malfoy spazientiti, e quasi la fece ridere la somiglianza tra i due, negli atteggiamenti, oltre che nel fisico.
-Novità?- domandò a suo marito, avvicinandosi cauta a lui.
-Il ragazzo dice di non conoscere questo sconosciuti, e non fa che difendere il padre- sussurrò il rosso, scrollando le spalle.
-Beh allora forza dovremmo cercare un’altra pista-
-Zitta- la ammonì Ron, scuotendo la testa perché sconvolto dalla benevolenza di sua moglie.
-Signor Potter guiro che sono spaventato per quell’uomo, tanto. E non sto coprendo mio padre, io semplicemente dico la verità- diceva il ragazzo, ed Hermione lo guardava con uno sguardo materno negli occhi, ripensando a sua madre che piangeva.
-Scorpius dobbiamo indagare meglio, ma per me puoi andare…è la Vigilia di Natale anche te, d’altronde-
-Lo è per tutti- intervenne Hermione. –Forse, anche l’imputato merita di stare con la sua famiglia- intervenne Hermione, e si ritrovò immediatamente gli sguardi di tutti addosso.
Ron sbuffò, Draco era ammaliato da lei, suo figlio semplicemente colpito da quella gentilezza, mentre Harry annuì.
-E va bene. Ma Malfoy, sappi che sei sotto osservazione- intimò Potter, mentre indossava il soprabito grigio per uscire dalla stanza.
Hermione scrutò il biondo di sottecchi, e lui ringrazio Salazar per quell’incontro di sguardi, nel quale poté sussurrare un piccolo “grazie”, che le riempì il cuore di gioia.
Una volta usciti tutti dal ministero, proprio sulle scale che portano all’uscita, Harry si avvicinò cauto al giovane Malfoy, e gli sorrise sornione.
-Scorpius, non riguarda l’interrogatorio, è una curiosità personale.-
Il giovane si bloccò, mentre un solo pensiero gli alleggiava nella mente: “Potter è il padre di Lily”; non “sto parlando con il famoso Harry”, oppure “Lui ha salvato il mondo magico”, piuttosto “Quest’uomo, è il padre della ragazza che mi piace”.
-Dica-
-Per quale motivo tu e Albus… ve le siete date di santa ragione?- chiese, ma mostrando una simpatia tale nel porre quella domanda, che in effetti gli faceva ridere, che Scorpius si guardò intorno imbarazzato.
-Sono cose che capitano signor Potter-
-Hai ragione, chiederò meglio a Lily- scherzò, ma Scorpius spalancò gli occhi.
-Lei lo saprà sicuro- mormorò, e poi salutò con la mano Potter, ricordando che quell’uomo voleva incastrare suo padre, e raggiunse Malfoy che lo attendeva, pronti a tornare finalmente a casa. 

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** X. ***


X
 
Ok ragazzi sto andando nelle fisse…ci sono ancora persone che leggono? T.T
Qualcosa non va nella mia storia?
 
Ad ogni modo, ecco l'aggiornamento. 
<3
 

 
 
-Quando avevi intenzione di dirmelo?- sbraitò Draco contro suo figlio, non appena misero piede in casa, la splendida Villa Malfoy.
Era la prima volta che avevano l’occasione di parlare in privato da quando Scorpius era tornato da Hogwarts per le vacanze.
-Papà, non credevo che fosse importante…io semplicemente non volevo disturbarti- rispose il ragazzo, risentito, seguendo il padre verso l’ampia cucina, perfettamente in ordine.
-Scorpius avresti dovuto dirmi tutto, e subito.- continuò il padre, in tono seccato.
Non voleva essere così duro con suo figlio, tuttavia se avesse saputo prima, probabilmente avrebbe potuto fare qualcosa, come dare inizio a delle ricerche, o almeno parlarne con qualcuno al Ministero.
Invece si doveva trovare con una denuncia contro di lui e la sua famiglia, a dover fronteggiare un grosso problema, quegli Auror, e una serie di problemi che stavano rovinando la sua immagine di diplomatico, per quanto avesse chiesto privacy riguardo alla faccenda.
Si tirò su le maniche della camicia blu, e prese da una mensola del liquore pesante, che si versò in un bicchiere di cristallo; non gli andava nemmeno di chiamare l’elfo domestico, tutte quelle moine lo avrebbero infastidito.
-Allora dovrei dirti anche un altro dettaglio- annaspò Scorpius, passandosi una mano tra i capelli, nervoso.
Malfoy lo guardò annuendo, come per fargli capire che doveva muoversi a sputare il rospo.
-Da tempo faccio dei sogni, dei sogni strani in cui io…io… divento…- fece una pausa, deglutendo a fatica. –divento un Mangiamorte-
Il padre lo guardò con gli occhi sbarrati, stringendo forte il bicchiere tra le sue mani come se volesse distruggerlo. Il solo ricordo di quanto accaduto anni prima, il solo rimorso di essere stato lui, il ragazzo che non aveva avuto scelta, gli provocava una morsa allo stomaco.
-Ma forse sono solo mie paure- tagliò corto il ragazzo, vedendo che Draco non parlava.
-Viviamo tra maghi. E tu credi che siano tue paure? Forse qualcuno ti si sta insinuando nella mente, non credi?- disse brusco, il tono di voce alto e deciso. Scorpius non aveva mai visto suo padre rivolgersi a lui così, ed incolpò lo stress per una situazione davvero difficile.
-Non capisco perché non mi hai detto tutto subito. Noi abbiamo un bel rapporto, che timore avevi di parlarmi?- chiese ancora, buttando giù il secondo bicchiere di alcol come se fosse acqua minerale.
-Papà te l’ho detto, non volevo recarti fastidio. Ma sappi che io mi impegnerò ad aiutarti per uscire via da questo guaio!- anche lui aveva aumentato il volume della sua voce, e appoggiato una mano sul tavolo in legno di ciliegio.
-Quando, parlare con il proprio genitore, è un fastidio per quest’ultimo?- lo ammonì, scuotendo appena la testa.
-Mi dispiace…-
Scorpius pensò che se avesse avuto dieci anni, probabilmente in quel momento avrebbe pianto, per fuggire via nella sua camera da letto. Ma stava diventando un uomo, e sapeva bene cosa comportava comportarsi da tale.
Così alzò lo sguardo verso il padre, e i suoi occhi grigi incontrarono un altro paio di iridi dello stesso colore.
-Troveremo un modo- lo rassicurò Draco, in tono più morbido. Poi ci fu un attimo di silenzio, in cui entrambi rimasero a riflettere su quelle parole. “Trovare un modo”. Ce l’avrebbero davvero fatta a dimostrare la loro innocenza?
-Si può sapere cos’è quest’interesse per la figlia di Potter?- esordì Draco, per cambiare argomento e sfociare in qualcosa di meno pesante.
Il biondo venne preso alla sprovvista, ed infatti boccheggiò come un pesce fuori dall’acqua. Gli era sfuggita quella notizia con sua madre Astoria il giorno prima, perché lei lo assillava sulla questione delle fidanzate, ma non credeva l’avrebbe riferito al padre.
Sapeva bene che i genitori non si parlavano più di tanto, anzi, il loro rapporto era strano ultimamente.
-E’ una ragazza interessante- rispose, dopo essersi schiarito la voce.
-Beh, fai quello che vuoi. Solo non ammazzare di botte Potter jr- ironizzò, dando una pacca sulla spalla del giovane.
-La McGranitt ti ha inviato una lettera…-
-Sì. Ma non ti preoccupare al riguardo-
Draco si ritrovò a pensare che per quanto potesse detestare Harry, e per quanto avrebbe voluto per suo figlio una di quelle relazioni tra membri della sua “cerchia”,  lui soffriva in prima persona la delusione di una relazione sbagliata, con una donna fantastica, certo, ma che non amava. E si era ritrovato a dover cercare distrazioni, la più notevole quella con la Granger.
“Ma no, non è una distrazione” lo ammonì una voce nella sua testa, “è molto di più”. Ripensò a come l’aveva difeso, negli ultimi giorno, e non poté fare a meno di pensare che suo figlio, il suo Scorpius, avrebbe dovuto amare chi voleva.
-E’ davvero gentile quella Granger, papà. Voglio dire, sua figlia è tutta petulante-
Il ragazzo lo distolse dai suoi pensieri, strappandogli persino un mezzo sorriso.
-Anche lei lo era, al suo tempo. Ma sì, gli sono grato- sospirò il biondo, e poi scrollò le spalle.
Suo figlio non riuscì a fare a meno di notare il tono del padre, improvvisamente pacato, rassegnato, ammorbidito come non lo aveva mai udito.
 
 
 
Lily Luna Potter camminava avanti e indietro per il corridoio che univa la sua stanza allo studio della madre, dove quest’ultima scriveva i suoi articoli sportivi per la Gazzetta  del Profeta.
Il volto della giovane era visibilmente turbato, l’ansia le impediva persino di starsene seduta tranquilla sul suo letto. Aspettava sua zia Hermione, che sapeva era stata all’interrogatorio di Scorpius, il suo quasi-ragazzo.
Sua madre era uscita poco prima a fare shopping con i fratelli, Rose e Hugo. Era la vigilia di Natale, e mancavano ancora dei regali. Inoltre, quella sera, avrebbero cenato tutti insieme, con i nonni, gli zii, la miriade di cugini, gli amici. Sarebbe stato un caos assoluto, e quel particolare che da piccola le provocava il buonumore, in quel momento le fece venire una fitta allo stomaco.
Non aveva ancora avuto il coraggio di parlare con i suoi genitori del suo rapporto con il giovane Malfoy, anche perché i fratelli la ignoravano. Ora che anche James lo sapeva, avevano dato vita ad una nuova campagna pubblicitaria con slogan “non rivolgiamo la parola a Lily”.
Stanca del suo via vai nervoso, si accomodò sulla punta del suo letto a baldacchino, con il piumone glicine, ed aspettò pazientemente che sua zia rientrasse.
Lei lo sapeva, sapeva di Scorpius, perché Rose, con il consenso della cugina, gliel’aveva raccontato. In questo modo, avrebbe potuto estorcere delle informazioni da lei.
Lily, così come la zia, erano fermamente convinte dell’innocenza del signor Malfoy, al contrario di tutti gli altri familiari.
Quando la porta d’ingresso si aprì, Lily si alzò di scatto ed aspettò che Hermione salisse le scale, fino a raggiungerla.
-Zia!- la chiamò, e quest’ultima, salito l’ultimo gradino, allargò subito le braccia per stringere la giovane.
-Lily, non ti vedo per poco tempo e ti trovo…cambiata, come stai?-
Le accarezzò la fronte in un gesto amorevole, ed entrambe sorrisero.
-Sto bene, sono solo un po’ preoccupata. Dimmi, come sta Scorpius?-
Hermione annuì, ed entrambe si spostarono nella camera di Lily, sedendosi sul letto.
-Tranquilla, a lui non verrà fatto niente. Tuttavia suo padre sta passando un brutto momento… vedi, non ci sono prove della sua innocenza. Dobbiamo trovarne-
La rossa iniziò a giocherellare con una ciocca di capelli, nervosamente. –Cosa è successo, esattamente?-
-E’ tutto complicato, ma…sono arrivate delle lettere ad ex-Mangiamorte ad Azkaban, in cui Draco Malfoy chiede loro di riformare una cerchia come in passato, e praticare nuovamente Magia Oscura, per tenere in vita quelli che sono gli ideali di…Voldemort-
Il solo pronunciare quel nome la fece rabbrividire, perché pensava a tutta la sofferenza, tutte le perdite che avevano dovuto subire a causa di quel mostro.
-Oh Salazar… io… zia, io non credo sia lui! Scommetto che si tratta del tizio sconosciuto che ha minacciato Scorpius!-
-Lo credo anche io, ma come facciamo a rintracciare quel tizio? Non ha lasciato nessun recapito a Scorpius- le spiegò, alzando le spalle in un gesto di sconforto.
-Perché è tutto così complicato? Sai, James e Albus non mi rivolgono più la parola-
Hermione rise, senza poterne fare a meno. –Rose e Hugo mi hanno raccontato tutto, ed io credo che quei due stanno un po’ esagerando. Però, Lily, perché non ne parli anche con i tuoi genitori? Faranno meno storie di quanto credi, niente di troppo diverso dalle solite raccomandazioni che si fanno ad ogni ragazza alle prese con il primo amore-
Lily sospirò, purtroppo non ne era così convinta quanto sua zia.
-Zio Ron ha borbottato molto quando Rose si è lasciata sfuggire che in questi giorni avrà un appuntamento con Sam Zabini, ma alla fine se n’è fatto una ragione-
-Sam è un bravo ragazzo, sua sorella è la mia migliore amica- commentò fiera Lily, pensando che Rose e il Serpeverde fossero davvero carini insieme.
 
La chiacchierata tranquilla fu bruscamente interrotta da forti rumori che provenivano dal piano di sotto, dove erano evidentemente tornati tutti dal pomeriggio di shopping.
-Andiamo?- propose Hermione, dando un’affettuosa carezza sulla guancia alla nipote, e dopo entrambe si avviarono al piano di sotto.
-Ginny!- salutò la Granger, avvicinandosi subito alla rossa per poterla aiutare con le buste della spesa.
-Che bello vederti, tra poco anche i nostri uomini saranno qui?- chiese lei sarcastica, ed Hermione si limitò ad annuire. Aveva troppa paura che Ron potesse sospettare qualcosa riguardo al tradimento, visto il suo comportamento al Ministero.
Quindi si sentì in colpa, ed avvertì lo stomaco rabbuiarsi, ma poi non ci pensò più. Più volte Draco le aveva chiesto di scappare via, cambiare tutto, ma lei era legata a Ronald. Lei, lo amava.
-Allora, Lily, come stai?- le domandò sua mamma, guardandola di sottecchi.
La ragazza, che adesso confabulava in un angolo della cucina con la cugina Rose, accennò un sorriso. –Bene-
Albus  e James, intenti ad ispezionare un cellulare babbano trovato su una bancarella a Picadilly, non la degnarono nemmeno di uno sguardo, e così anche Hugo, che stava sempre insieme ai cugini.
Lily aveva un brutto presentimento, per quella sera.
-Lil, stai tranquilla, andrà bene!- la consolava Rose, picchiettandola sulla spalla.
-Lo spero tanto- si lamentava l’altra, con le labbra serrate in un’espressione di timore ed ansia.
-Ragazze, che dessert ci consigliate per stasera? Vorremmo cambiare un po’-
La voce squillante di Ginny le fece quasi sobbalzare, così le due sembrarono cadute da Marte.
-Io direi budino al cioccolato- fu la proposta di Lily, visto che quello era il suo dolce preferito in assoluto.
-Crostata di fragole- propose invece l’altra rossa, che Hermione guardò contrariata.
-Rosie, siamo a dicembre! Non ci sono le fragole-
La questione sul dolce andò Avanti per un bel po’ di tempo, almeno fino a quando dalla porta non fecero capolino Harry, Ron, George, Angelina con i ragazzi, Ted e Victoire.
Una sfilza di persone, che Lily fissò con gli occhi sgranati, perché non ricordava sarebbero stati talmente tanti. Ringraziava il Cielo di vivere in una famiglia magica, dove con un colpo di bacchetta la sala da pranzo si allargava, si poteva sparecchiare in un attimo e le stoviglie si lavavano da sole.
-Ragazzi, come state? Esordì Hermione, ma Ginny subito incalzò.
-Victoire, dove sono i tuoi genitori?-
Ecco che apparve James dal salotto, con un sorriso stampato in volto. –Qualcuno ha visto zio Percy e zia Audrey?-
-Arrivano tra poco- rispose Vic, sistemandosi i splendidi capelli biondi.
-Oh Lily, da quanto tempo!- esclamò Teddy, scorgendo accanto all’enorme albero di Natale la ragazza.
-Ted!- esclamò lei, e prese una lunga rincorsa per poterlo stringere forte.
Erano praticamente cresciuti insieme, visto che  Harry era il suo padrino ed aveva vissuto con loro, ma Lily non poté fare a meno di pensare che…caspita, era davvero un bel ragazzo.
A dieci anni aveva una cotta per lui, e James fu così gentile da riferirglielo.
-Stai crescendo troppo… scommetto che tutti i Serpeverde ti fanno il filo- commentò sorridendo, ed i suoi capelli, di un bel castano dorato, divennero azzurri.
-Beh, a dirla tutta…n-no- balbettò la rossa, e le sue guance divennero paonazze.
Il momento fu interrotto da Victoire, che arrivò alle loro spalle con il suo sorrisino un po’ maligno.
Lily le voleva bene, ma non poteva non affermare che, beh, sua cugina era proprio una smorfiosa.
In breve tempo la tavola fu circondata da persone, tanti felici maghi, streghe, e babbani, considerando i nonni di Rose.
Percy ed Audrey erano arrivati, ed anche Luna, con suo marito e Lysandra (ovviamente seduta accanto ad albus) e Lorcan (quando salutò Lily fu un momento davvero imbarazzante.
Un po’ in ritardo, persino Hannah con Neville arrivò, e quando si sedette accanto a Lily, lei lo guardò imbarazzata e disse “Buona vigilia, professor Longbottom!”.
La cena fu felice e spensierata, si mangiò tantissimo, si cantò altrettanto e il Vino Elfico finiva a bizzeffe, fortuna che i calici si riempissero automaticamente come venivano svuotati.
L’albero luccicava, al suo cospetto un centinaio di pacchettini, e le vecchie paure sembravano essere volate via per sempre.
Tuttavia, improvvisamente, Albus attirò l’attenzione di tutti, tossendo forte.
Lily, che era legata a lui da una sorte di telepatia, sentì un tonfo allo stomaco, e le mani cominciarono a sudare.
-Signori e signore… credo proprio che…-
Tutti lo guardavano incuriositi, ma Lily, e Rose alla sua destra, trattennero il fiato.
-Credo che Lily voglia dirvi qualcosa. Vedete, lei ha trovato un ragazzo-
Anche Hermione adesso tratteneva il fiato, osservando nipote e figlia con gli occhi sbarrati. Ginny ed Harry si scambiarono uno sguardo confuso, e poi ecco, Albus tradiva sua sorella.
-Il suo ragazzo è Scorpius Malfoy.-
Colpita e affondata.
Lily sentì un “Crack” proprio nel petto, e si levarono una serie di “oooh” tra i familiari, che la guardavano stupiti.
-I-io…i-io…- balbettò la rossa, senza riuscire a dire qualcosa di senso compiuto…
Ecco che Ginny la osservava delusa, Ron borbottava lamentele all’orecchio della moglie, James fece per alzarsi e…
E Lily scoppiò in lacrime, lasciando la tavola e correndo via verso la sua stanza.
 
Non poteva crederci, proprio suo fratello aveva rovinato tutto. Proprio lui, che lei amava tantissimo, come solo una sorella può fare. Adesso sapeva benissimo che litigata doveva affrontare con i suoi genitori, in che grosso pasticcio era finita.
Piangeva, stringendo tra le dita la coperta glicine, con il suo gatto nero che la osservava dal davanzale, tutto preoccupato.
Sentiva dal piano di sotto che Hermione commentava qualcosa come “Non possiamo giudicare le persone dai loro genitori…”, mentre altri incalzavano “Si, ma proprio un Malfoy?”…”Lily merita di stare con chiunque lei voglia” affermò invece Teddy, e la sua voce suonò chiara e limpida alle orecchie della ragazza.
Solo quando il trambusto fu concluso, ed era quasi la Mezzanotte, che segnava il passaggio al giorno di Natale, la porta della stanza di Lily, si aprì. 

Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** XI. ***


XI
 
Ciao ragazzi!
Questo capitolo è un po’ breve, lo so, me ne rendo conto. Ma, volevo dare una certa importanza alla questione familiare dei Potter, e quindi qui non c’è traccia di Scorpius, ancora una volta. Perdonatemi, nel prossimo capitolo sarà meglio!



 
Harry Potter entrò a passo felpato nella stanza di sua figlia, con un sorriso appena accennato in volto che non gli dava l’aria austera che però avrebbe voluto mostrare.
Si schiarì la voce con un colpo di tosse, e chiuse la porta alle sue spalle, avvicinandosi al letto a baldacchino.
Prontamente Lily si mise a sedere, asciugandosi le lacrime con i palmi delle mani e lisciandosi il maglioncino color corallo che indossava.
-Lily Luna- scandì il nome della sua bambina, facendole cenno con la mano di avvicinarsi più a lui.
In fondo lui non era arrabbiato, aveva capito, tramite delle tristi vicende che non gli andava nemmeno di ricordare, che non si può mettere un freno all’amore; è questo l’unico sentimento che muove il mondo e le altre cose, e più ce n’è, meglio è per il mondo.
Orribili sono le cose che una mente che non conosce amore può concepire. E lui, Harry Potter, salvatore del Mondo Magico, lo sapeva bene.
Tuttavia, Lily avrebbe dovuto parlargli. Semplicemente raccontargli con irrilevanza che lei aveva conosciuto quel sentimento là.
-Papà, non gli parlerò più, promesso, l’importante è che..- si affrettò a dire lei, deglutendo amaramente quel boccone. Abbandonare Scorpius proprio in un momento così delicato, proprio ora che iniziava a provare qualcosa di profondo per lui.
Ma suo padre la interruppe, alzando l’indice come per ottenere il permesso di parlare. Ovviamente Lily si zittì, e posò le mani sulle sue ginocchia, pronta ad ascoltare tutto ciò che il suo papà, il suo splendido papà, le avrebbe detto.
-Lily, forse ti stupirà ciò che voglio dirti. In realtà sono più arrabbiato con i tuoi fratelli che con te, ed in effetti una bella punizione non gliela toglierà nessuno, a quei due.- affermò, passandosi una mano tra i capelli scuri, ora solo colorati vagamente di grigio alle tempie, e poi proseguì.
-Io e vostra madre abbiamo cercato di crescervi nel miglior, per quanto ci è stato possibile. Vi abbiamo insegnato l’amore, il rispetto, l’altruismo, e soprattutto, vi abbiamo insegnato a non giudicare gli altri per la loro condizione sociale, familiare…e vi siamo stati da esempio. Non trovi?-
Lily annuì prontamente, pensando a quante volte, alle sue feste di compleanno, i genitori avessero insistito a far partecipare anche i loro vicini di casa babbani.
-E dunque, Lily, non c’è niente che non va nel tuo rapporto con Scorpius. Anzi, se mi permetti, oggi ho avuto modo di conoscerlo ed è un ragazzo intelligente e perspicace-
Quelle parole suonarono alle orecchie della giovane come una melodiosa armonia. Infatti aprì le labbra in un sorriso timido, e cacciò via le lacrime, definitivamente.
-I tuoi fratelli hanno solo paura. Vedi, tu non puoi immaginare com’erano contenti quando io e tua madre gli annunciammo che  avrebbero avuto una sorellina. Inoltre, non hanno capito che… come diceva il mio padrino- Harry si fermò, deglutì al ricordo di Sirius Black e poi sorrise. –Come diceva Sirius, tutti abbiamo luce e oscurità dentro di noi, ciò che importa è come decidiamo di agire. Scorpius sarà anche il figlio di Malfoy, ma non possiede tutta la boriosità che Draco possedeva da ragazzo. O tu non te ne saresti mai innamorata.- concluse, dando uno scherzoso buffetto sul braccio di Lily.
-Però, piccola mia, mi chiedo perché non ne hai parlato subito con me, o con tua madre. Devi raccontarci tutto quello che ti succede, anche le cose minime. Perché noi saremo felici di ascoltarti, tienilo a mente-
Lily non sapeva davvero cosa dire. Guardava l’uomo di fronte a sé, e sperava di diventare così saggia, così amorevole, proprio come lui. Non aveva parole, così lo abbracciò forte, come quando era piccola.
Socchiuse gli occhi, e ricordò di tutti i loro pomeriggi al parco, o quando la portava alle partite di Quidditch, la prima volta a Diagon Alley, e ricordò persino quando, l’anno prima, aveva evocato il suo primo Patronus. Aveva pensato a tutte quelle cose, e un bellissimo cerbiatto aveva preso a girarle intorno, felice.
Non a caso, il cerbiatto è il cucciolo di cervo.
-Ti voglio bene papà, non ci saranno più segreti tra noi.-
-Anche io te ne voglio. Adesso scendi giù, mancano pochi minuti al Natale- le disse, poi si alzò e sparì dietro la porta.
Lily si alzò, pronta a ritornare al piano di sotto, quando i suoi fratelli, imbarazzati entrarono nella camera.
-Ciao- li salutò, senza aggiungere altro.
Dopo un attimo di imbarazzante silenzio, fu Albus a prendere la parola.
-Lily, ho esagerato. Hai ragione, io… non avrei dovuto combinare tutto questo pasticcio, iniziato già a a scuola e conclusosi oggi…-
Era evidentemente in imbarazzo, infatti roteava gli occhi verdi, mentre James si grattava nervosamente la nuca.
La rossa guardò prima Albus e poi l’altro fratello, trattenendo a stento un sorriso.
-Scusa, sorellina… non… non ti ho mandato nemmeno un gufo quest’anno- aggiunse il moro, scrollando le spalle.
-Siete entrambi perdonati- concluse Lily, ed allargò le braccia per stringere entrambi in un affettuoso abbraccio. Non servivano altre parole, in quel momento, perché i fratelli erano stati entrambi immediatamente perdonati.
Senza loro, soprattutto senza Albus, come avrebbe fatto?
Così continuarono a rimanere legati in quella stretta, e non si mossero nemmeno quando una voce conosciuta si fece largo per il corridoio.
-Non dovete fare queste cose senza di me!- stava strillando Rose, prima di prendere la rincorsa e buttarsi anche lei in quell’abbraccio di gruppo.
 
Raggiunsero la cucina esattamente sessanta secondi prima che l’orologio segnasse la Mezzanotte. Tutti erano riuniti intorno al bellissimo albero decorato d’oro e di argento; Lily, Albus e James si posizionarono accanto ai loro genitori, mentre Rose sgattaiolò accanto a suo padre, stringendosi al suo braccio.
Guidati dai signori Granger e da Hermione, intonarono una canzone natalizia, e quando fu Natale, tutti applaudirono felici, e iniziarono a scartare i regali sotto l’albero.
Non c’era niente di più bello. Rose aveva ricevuto una Giratempo dai suoi genitori, così da poter seguire tutte le lezioni, per James c’erano degli attrezzi che gli sarebbero tornati utili ora che studiava come Auror, mentre Albus aveva ricevuto la scopa che tanto desiderava, infatti mancò poco che non si mettesse a piangere.
Per quanto riguarda Lily, aveva ricevuto il tanto desiderato Deluminatore , e poi, qualche attimo dopo, uno splendido gufo color castagno, lasciò una lettera proprio ai suoi piedi. La raccolse, tolse via qualche piuma e poi andò a leggerla, spostandosi fuori, dove iniziava persino a fioccare.
Sorrise, nel notare chi gliel’avesse mandata.
Il foglio era liscio, con una bordatura argentata e un ricciolo verde-argento all’angolo.
La scrittura era elegante, e recitava così:
 
Mia cara Lily,
per quale assurdo motivo sei sparita? Potevo essere rinchiuso ad Azkaban, e tu nemmeno ti sei degnata di venirmi a porgere gli ultimi saluti.
Sono profondamente offeso, ma posso anche fare un’eccezione, mia madre dice che a Natale sono tutti più buoni.
Proprio a tal proposito, sarei disposto ad uscire anche per la Londra babbana, se tu solo volessi vedermi. Quindi, ti prego ardentemente di rispondermi.
 
Ah, buon Natale.
Comunque, tuo padre è un brav’uomo, sai, mi ha scagionato.
 
S. Malfoy”
 
Un enorme sorriso colorò il volto di Lily che si strinse quella lettera al petto come se in quel modo a Scorpius arrivasse il suo abbraccio. Guardò il cielo, un’immensa distesa di blu, e fu immediatamente raggiunta da Rose, James, Hugo, Albus… tutti a guardare i fiocchi che sempre più folti riempivano l’aria gelida di dicembre, a sospirare felici come bambini.
Anche Dominique, Molly, Fred Jr, Lysandra, Lorcan e tutti gli altri li raggiunsero.
Quella era quella che i babbani chiamavano magia. Ed era qualcosa di straordinario.
 
 
Quando la casa fu finalmente silenziosa, e tutti finalmente andarono a dormire, Lily si sedette a gambe incrociate sotto le coperte, sussurrò “Lumos” alla sua bacchetta e una fievolissima luce le permise di scrivere una risposta a Scorpius.
 
Ciao Malfoy,
Buon  Natale anche a te, spero vada tutto bene.
Ti chiedo scusa per non essermi fatta ne sentire ne vedere, ma ho avuto delle faccende da sbrigare. Ad ogni modo, sono proprio felice che il Natale ti faccia questo effetto…perché non andiamo a Trafalgar Square?
Ti ci porto io, tranquillo, dovremmo solo darci un punto di riferimento. 
Domani alle venti va bene? Vengo davanti casa tua, tutti sanno dove si trova Villa Malfoy.
 
Buon Natale anche ai tuoi genitori.
 
Lily Luna Potter.”
 
Consegnò la lettera al gentile gufo di Albus, e poi estrasse dal comodino il libro babbano che sua zia Hermione le aveva regalato. Si trattava di “Romeo e Giulietta” di Shakespeare, una storia d’amore complicata e senza tempo, che Lily non vedeva l’ora di leggere.
 



piccola nota: 
E' stato molto significativo per me scrivere della scena tra Harry e Lily, insomma, così è come vorrei che andassero anche a me le cose, e come un tempo andavano; adesso, è tutto un po' meno magico. 
Spero vi sia piaciuto, davvero. 

un abbraccio


 

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** XII. ***


XII.

Ciao ragazzi! 
Vorrei ringraziare tutti coloro che leggono questa storia, che l'hanno messa tra i "preferiti" e seguono (siete sempre di più, mi emoziono!). Ma, in modo particolare, mi va di ringraziare le persone che recensiscono, impiegando un po' del loro tempo per farmi conoscere le loro opinioni, i loro pareri, preziosissimi per me. 
A voi mando un mega abbraccio! 
Questo capitolo è pieno di sentimenti, spero di non essere stata troppo sdolcinata ma...quando si tratta di feels, mi lascio un po' prendere ahahahahaha 

buona lettura, 

_stargirl

 
 
Due giorni dopo la Vigilia, gli Auror erano ancora a lavoro per scoprire il “Mistero” della presunta innocenza di Malfoy.
Ancora una volta Harry, Ron ed Hermione erano in quello stanzino grigio del Ministero, con Draco annoiato sulla sua poltrona, braccia incrociate e uno sguardo di sufficienza.
-Dovreste muovervi ad accertare la mia innocenza- si lamentava, ricevendo in risposta delle occhiate in cagnesco di Ronald, mitigate da sguardi comprensivi di Hermione, che stava sempre attenta a non rimanere sola con l’imputato.
-Draco, davvero non hai idea di chi potrebbe averti potuto metterti nei guai? Voglio dire, non hai dei nemici?-
Gli chiese Harry, portandosi una mano sulla fronte, all’altezza della cicatrice.
-Quando sei una persona importante, di nemici, ne hai a bizzeffe- rispose il biondo, risoluto.
-Non posso darti torto… e… insomma, mettiti nei nostri panni. Se non abbiamo almeno una prova a tuo favore, come facciamo a liberarti? Quella delle lettere è la tua scrittura- proseguì Potter, guardando negli occhi Hermione, preoccupata.
-Io credo che dovremmo cercare di capire chi è lo sconosciuto che si è presentato a Scorpius, forse è lui che sta mettendo nei casini Draco-  propose la donna, insistente.
-Ma come, Hermione, se non abbiamo alcun contatto con lui?- fu la domanda retorica del capo Auror, che si lasciò cadere sulla poltrona, dietro la scrivania.
Nessuno parlò per una manciata di minuti, come se tutti stessero profondamente riflettendo, ma poi esordì Ron.
-Perché non mandiamo il ragazzo nella Foresta Proibita? Magari quello lì si trova nei paraggi e…puff! Lo prendiamo!-
-Tu sei matto- commentò immediatamente Draco, scuotendo la testa. –Non metterò mio figlio in pericolo-
-Ma noi andremo con lui, ci apposteremo nei dintorni e non gli succederà niente- incalzò Harry, alzandosi di scatto per rendere più forte la sua esclamazione.
Ma Malfoy continuava a non trovare geniale la proposta di Weasley, ed infatti gli Auror dovettero mettersi a pensare a un altro piano, che tutelasse l’incolumità di chiunque l’avrebbe dovuto effettuare.
 
 
Lily Potter, capelli rossi e legati in una coda disordinata, occhi in preda allo sconforto ed un mucchio di vestiti a circondarla; ce n’erano dappertutto. Sul letto, sul tappeto, sul davanzale, in ogni angolo della stanza.
Rose era occupata quel pomeriggio, Ivy era in vacanza in Scozia e quindi non si sarebbe potuta smaterializzare lì per aiutarla, e lei era disperata. Non sapeva proprio cosa indossare per il suo appuntamento con Scorpius.
Una palla, una di quelle di gomma babbane, colpì il vetro della sua camera, facendolo tremare, e un grido provenne dal giardino di casa Potter.
Sbuffò, visto che i suoi fratelli non facevano altro da praticamente due ore. Quidditch, Quidditch, Quidditch. Esisteva solo quello per loro, che adesso si stavano divertendo con Teddy ad infastidire il suo già fastidioso pomeriggio.
Ginny ovviamente non li avrebbe mai e poi mai richiamati, lei adorava quello sport.
Ecco che, a piccoli passi, fu proprio quest’ultima a comparire sull’uscio della porta.
I capelli identici a quelli della figlia, anche legati allo stesso modo, ed un sorriso appena accennato in volto.
-E’ così difficile dover uscire con un Malfoy?- commentò ironica, andandosi a sedere sul letto di Lily.
-Mamma, ancora più difficile che uscire con il prescelto- ribatté la ragazza, facendole un occhiolino.
-Non posso darti torto. Ad ogni modo, ti serve un po’ di aiuto qui?-
-Niente si addice a me, oggi- sbuffò Lily, alzando lo sguardo per incontrare gli occhi castano chiaro della madre.
-Allora lascia che ti proponga io qualcosa-
-Avevo pensato a quello- la interruppe, indicando un abito nero a maniche lunghe, appeso ad una gruccia alla maniglia della porta.
Ginny non riuscì a trattenere una risata.
-Dimmi un po’, vuoi somigliare a sua madre?- commentò scherzosa, riferendosi ad Astoria Greengrass.
A Lily ci volle un attimo per capire quella battuta, ma poi iniziò a ridere fragorosamente. In effetti, la mamma di Scorpius era quasi sempre vestita in quel modo, da Morticia Adams.
-Allora, io dico che dovresti mettere questa bella minigonna bordeaux, con quel maglioncino panna…e…. delle calze velate nere- concluse la rossa più grande, picchiettando con le dita sulla spalla della figlia.
-Credo… credo che tu abbia ragione. Oh grazie mamma!- si lasciò sfuggire quella dichiarazione d’affetto, e le soffiò persino un bacio.
Quell’appuntamento la faceva sentire assolutamente troppo euforica, così pensò bene di andare a farsi un bel bagno.
-Dov’è che andate?- le chiese Ginevra, mentre la figlia si alzava per dirigersi nell’altra stanza.
-In un posto babbano, a Trafalgar Square. Credo proprio che Scorpius abbia bisogno di non pensare alla sua travagliata vita da mago-
-Sono d’accordo, allora a dopo per i capelli- le propose la donna, facendole un sorriso smagliante.
Lily ne fu contenta. Se la mamma le avesse sistemato i capelli, in quel modo che faceva lei, allora sarebbe stata carina.
Ed in effetti così fu.
 
Un’ora dopo, nella sua camera, con addosso una vestaglia lilla, Ginny era alle prese con la chioma rossa di Lily.
Avevano provato a farle dei boccoli con un ferro per capelli, oggetto babbano che le aveva regalato Hermione, ma poi lasciarono che fosse la bacchetta di Lily a fare tutto.
Ed ecco dei capelli stupendi, da fare invidia a Raperonzolo.
-Mentre ti vesti, vado giù…I tuoi fratelli e Ted reclamano la cena-
-Oh, sfamali pure- scherzò, mentre la madre chiudeva la porta alle sue spalle.
Lily infilò con cautela le calze, e poi la gonna, attenta a chiudere per bene la zip di lato. Poi ecco che per non rovinare i capelli, lentamente, metteva il maglioncino. Si diede un’occhiata allo specchio, e sorrise, si sentiva a suo agio.
-Accio stivali- sussurrò, stringendo la bacchetta di biancospino* tra le mani.
Si alzò dal letto, e scavò nel cassetto dell’armadio alla ricerca di una borsetta nera in pelle, piccola e carina, si abbinava perfettamente al suo outfit.
Prese del profumo all’Ibisco e se ne spruzzò un po’ sul collo, poi uscì dalla stanza, e si diresse in cucina.
La scena che trovò fu sorprendente. Ginny alle prese con la cena, James, Albus e Ted come ai vecchi tempi, stravaccati sul divano a chiacchierare di cose da ragazzi.
Tuttavia, i passi di Lily fecero voltare tutti e tre verso le scale, dove lei fece capolino, ancora più bella del solito.
Albus le sorrise, esprimendo con la sua timidezza tutta la sua approvazione, James invece fece un piccolo fischio.
-Dici a Malfoy che hai un fratello Auror-
-Quasi- lo corresse Ginny, complimentandosi poi con la figlia.
Lily stava per aprire bocca, ma Ted Lupin si era alzato, per osservarla da vicino.
-Sei, come dire, incantevole- le disse, con un sorriso stupito sulle labbra e i capelli di un fiammeggiante rosso fuoco.
-Ti ringrazio- rispose Lily, abbracciando Teddy in una stretta goffa ma pur sempre sincera.
-Voglio un abbraccio anche io- scherzò Albus, ma Lily andò davvero ad abbracciarlo, scompigliandogli i capelli scuri.
-Allora Lily Potter, sai già le raccomandazioni. Non fare tardi- l’avvertì Ginny e poi le fece cenno di avvicinarsi.
-Vuoi un po’ di polvere volante?-
-Oh no mamma, ti prego! Finirei nel camino dei Malfoy e non mi va- esclamò la ragazza, e dopo gli ultimi saluti, uscì da casa sua.
 
 
Per Scorpius quel Natale non era proprio stato dei migliori. Il glaciale pranzo si era protratto solo per una trentina di minuti, e poi ognuno si era ritirato nella propria stanza, a crogiolarsi nelle sue preoccupazioni; inoltre, quell’anno nemmeno sua nonna Narcissa era andata a fare loro visita, e quindi era stato un giorno di pura desolazione.
Era strana la sua famiglia, lo aveva sempre pensato. Singolarmente, i suoi genitori gli davano tanto affetto, ma insieme, soprattutto negli ultimi anni, non erano questa gran bella coppia di genitori.
Forse solo alle serate di gala  alle quali suo padre partecipava, allora dovevano enfatizzare il loro essere uniti, mostrandosi impeccabili nei loro abiti costosi e, soprattutto, sorridenti.
Quel modo di fare dei suoi genitori a volte lo infastidiva, ma pensava che avrebbe trovato asfissiante anche una famiglia come quella di Lily, in cui tutti hanno sempre qualcosa da dire su cosa fai, con chi stai, dove vai.
Perfetto nel suo soprabito nero, Scorpius era appoggiato al cancello vittoriano della sua villa, ed aspettava che Lily venisse. Per un attimo ebbe il presentimento che non si presentasse, e una certa rabbia si impadronì di lui perché era da tanto tempo che non si vedevano, perché stava passando un momento da schifo e, soprattutto, avrebbe tanto voluto capire cosa erano, loro due; poteva definire Lily Potter, la sua ragazza?
Proprio mentre questo pensiero gli sfiorava la mente, la vide camminare verso di lui, con un cappottino di lana addosso, i capelli appena un po’ ondulati, e un bel sorriso.
-Iniziavo a pensare che mi avessi dato buca- le apostrofò, quando furono vicini, e poté avvertire il dolce profumo di Lily.
-Oh, buona sera anche a te Malfoy! Com’è andato il Natale? A me benissimo- squittì la rossa, ironicamente. Quel ragazzo a volte dimenticava le buone maniere.
-Sei assurda.-
-No, quello sei tu. Ad ogni modo, non ti avrei dato buca, e sai perché? Perché non mi sarei mai persa un appuntamento babbano con Scorpius Malfoy- scherzò, allargando le braccia per poter ricevere un abbraccio.
Il biondo la guardò un attimo confuso, non era propriamente abituato a dimostrazioni d’affetto concrete né ricercava il contatto fisico con le persone,  ma poi avvolse Lily in una stretta, e sorrise, con lei era diverso.
-E dunque questo lo chiami appuntamento?- sottolineò l’ultima parola, ma lei lo allontanò con una spinta scherzosa.
-Perché, tu no?-
-Direi proprio di sì e…presta molta attenzione perché probabilmente questo non si ripeterà- annunciò Scorpius, schiarendosi la voce con un colpetto di tosse.
Lily lo guardò negli occhi, di uno splendido azzurro torbido, quella sera.
-Mi sei mancata, Potter. E, Salazar, sei bellissima- le confessò, quasi come se fosse un segreto da custodire, qualcosa di prezioso; ed infatti, la rossa lo stava ancora scrutando in volto, incapace di poter rispondere; aveva il cuore così in gola che le parole erano rimaste bloccate all’altezza dell’esofago.
Balbettò un “grazie”, e lui rise soddisfatto, era proprio quello l’effetto che adorava avere sulle ragazze, e che l’aveva reso il più desiderato della scuola.
-Ci materializziamo?- le propose, porgendole il suo braccio.
Lily si strinse a lui, poi socchiuse gli occhi e ricordò le tre regole della materializzazione: Determinazione, Decisione, Destinazione.
Con un sorriso, pronunciò: Trafalgar Square.
 
Eccola, la piazza più bella che Londra potesse avere. Luci, colori, un gigantesco albero di Natale, gentilmente offerto dalla Norvegia ogni anno, come aveva raccontato una volta Hermione a sua nipote.
-Wow- commentò Scorpius, guardandosi intorno un po’ confuso. Molto probabilmente, pensò Lily, non era mai stato a Londra per Natale, visto che alla sua famiglia i babbani non andavano molto a genio.
-Visto, è stupendo! Non c’è niente di meglio che Londra, durante le vacanze natalizie- esclamò lei come una bambina, e poi fece una giravolta su se stessa per poter guardare ogni angolo di quella piazza.
Scorpius, che la guardava come se non ci fosse cosa più bella al mondo, allungò la mano verso la sua, per stringerla.
Lily non proferì parola, come se quello fosse il gesto più naturale del mondo,  e si limitò a guardarlo di sottecchi.
-Andiamo a pattinare?- gli propose, curiosa di sapere se sapesse cosa fosse il pattinaggio.
-pattinare?- ripeté, sbalordito.
Aveva le sopracciglia inarcate e la fronte vagamente corrugata, e Lily adorava quella sua espressione, così tanto da volerlo baciare, proprio in quel momento.
-Beh, il pattinaggio è uno sport babbano…bisogna mettere dei pattini, che sono stivali con le rotelle, e provare a camminare sul ghiaccio- spiegò, scrollando le spalle.
Il biondo sorrise, incuriosito. –Si, andiamo a pattinare-
Lily, senza lasciargli la mano nemmeno un attimo, lo guidò verso la pista, poco distante da dove loro erano “atterrati”. Lei non era mai stata brava sui pattini, la migliore era Rose, ma comunque se la cavava, senza cadere.
Era certa che invece Scorpius, elegante com’era in ogni movimento, sarebbe stato bravissimo.
Dieci minuti dopo, erano entrambi seduti su una panchina ad infilarsi i pattini, pronti a scendere in pista al loro turno.
-I babbani sono più intelligenti di quanto pensassi- commentò il biondo all’orecchio della rossa, che annuì.
-Il loro ingegno è magia- proseguì lei, alzandosi ed allungando una mano verso Scorpius, che la afferrò ma fece una smorfia contrariata.
-Non esageriamo- disse altezzoso, ricevendo una gomitata da Lily come risposta.
-Voglio vedere che sai fare- lo provocò, ridacchiando, ma lui, che prendeva le sfide molto sul serio, iniziò a camminare sul ghiaccio, dapprima in maniera decisamente goffa, ma poi in modo più sicuro.
Lily pensò che fosse carinissimo, con quello sguardo concentrato, mentre cercava di addentrarsi verso il centro della pista.
Lei invece, era rimasta con le mani appoggiate al corrimano della recinsione, e si muoveva camminando a piccoli passi.
-Potter, perché non vieni qui?- le chiese lui, agitando la mano per farsi vedere.
-Ehm- balbettò, guardandosi intorno. –Arrivo-
La pista era sommersa di persone di tutte le età, ed un mucchio di ragazzine, agili e con i loro cappellini colorati e lanosi, facevano piroette ed ampie giravolte sui loro pattini, provocando invidia in Lily che, quando decise di muoversi verso Scorpius, cadde platealmente a terra.
Immediatamente le sue guance divennero più rosse dei suoi capelli, e si mise a carponi per potersi alzare in fretta. In qualche falcata, Malfoy la raggiunse, senza riuscire a smettere di ridere.
-Finiscila, ti prego!- lo ammonì Lily, che però al contempo pensava che la sua risata avesse un suono piacevole, che non avrebbe mai smesso di ascoltare.
Così, quando la aiutò a rialzarsi, finì tra le sue braccia, e lo strinse immediatamente, poggiando la testa sul suo petto, respirando il suo buon odore.
-Credevo fossi un’esperta- le sussurrò all’orecchio, per schernirla, ma in tutta risposta Lily gli fece una smorfia.
-Vedo che tu hai imparato benissimo- disse poco dopo, e lui si passò una mano tra i capelli biondi, con superbia.
-Sei insopportabile- continuò la rossa, ma Scorpius non si lasciò scalfire da quel commento, ed anzi intrecciò le dita della sua mano a quelle della ragazza per trascinarla dietro con sé, mentre pattinava con grazia.
 
Quando il loro turno fu finito, Scorpius aveva trovato un nuovo passatempo preferito: il pattinaggio.
-Devo assolutamente rivenirci, dovrò parlarne con Zabini!- aveva esclamato, mentre Lily, divertita lo stava portando a St Paul Street, dove si ergeva la cioccolateria migliore della città.
-Vi ci vedo proprio a voi due a pattinare-
-Tu sei una frana invece- disse il biondo con naturalezza, provocando nella rossa un broncio colossale.
-Sarei disposta a finire ad Azkaban pur di scagliarti contro una Maledizione Cruciatus- borbottò tra i denti, ma lui le prese entrambe le mani tra le sue e si arrestò, proprio di fronte a lei.
-Ehi ehi ehi- mormorò piano, spostandole una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
Il cuore di Lily prese a battere forte, come se lottasse per uscirle dal petto, perché quel ragazzo era, ai suoi occhi, perfetto.
Non avrebbe mai smesso di guardarlo, con il cipiglio divertito, i capelli chiari e gli occhi grandi e chiari. Per quanto a volte non tollerasse la sua arroganza, doveva ammettere che quell’aria gli donasse, e tanto.
-Dovresti chiedermi scusa- gli disse, senza riuscire a trattenere un sorriso.
Lo guardava, e pensava che non poteva essere vero. Stava vivendo sicuramente un sogno, in cui lui, Scorpius Malfoy, il più bel ragazzo del mondo, la teneva per mano per le strade di Londra.
-Sai che non lo farò- fu la sua immediata risposta, seguita da uno spiritoso buffetto sul braccio esile di Lily.
I due ripresero a camminare, in silenzio, un silenzio che però non aveva alcun retroscena di imbarazzo, era anzi intimo, come se si conoscessero da una vita.
Giunti al negozio di cui aveva parlato a lungo Lily, precedentemente, Scorpius fece per frugare nella tasca alla ricerca di galeoni e zellini.
Allora la rossa lo guardò divertita, scuotendo appena la testa. “Oh questi maghi purosangue” pensò, prima di parlare e spiegargli.
-Nel mondo babbano esistono le sterline, quindi tranquillo, faccio io-
Il biondo le rivolse uno sguardo infastidito, e senza parlare entrarono nella cioccolateria.
La pasticciera, che conosceva bene Lily, la salutò in modo affettuoso, mentre quest’ultima sceglieva accuratamente quali deliziosi cioccolatini comprare.
Scorpius era confuso, infatti si limitò ad osservare la sua rossa che, indecisa tra gianduia e caramello, rimase lì impalata per un po’.
-Lily sei così indecisa- commentò, una volta che furono usciti.
-Senti, i cioccolatini sono una questione importante- esclamò stizzita, e poi gli porse un dolcetto a forma circolare, che Scorpius osservò a lungo prima di addentare.
-E’ buono- ammise alla fine, e Lily gli sorrise come soddisfatta.
Andarono a sedersi ad una panchina poco distante, in un piccolo parco ai margini della strada, che dava proprio al London Eye, la fantastica attrazione tanto amata dalla rossa e da sua cugina Rose.
Rimasero lì, la testa di Lily appoggiata alla spalla di Scorpius, e nessuno dei due osò proferire parola. A volte è proprio il silenzio a parlare, esprimendo muti sentimenti che sarebbe impossibile spiegare a parole.
Per quanto Scorpius fosse preoccupato da tutta l’ondata di difficoltà che la sua famiglia stava attraversando, in quel momento non pensava minimamente a quello che sarebbe potuto succedere, perché Lily era vicino a lui e in quel modo tutto sarebbe stato mitigato da quella presenza.
Pensò, forse, che quello era l’amore. Un sentimento che aveva disprezzato, ignorato e messo da parte per tanto tempo e che stava goffamente riaffiorando dentro al suo cuore, come una rosa sbocciata nel deserto.
Sperava che per Lily fosse lo stesso, ed in effetti, lo era.
Dopo un po’, la ragazza spostò lo sguardo su Scorpius, inarcando un sopracciglio.
-Credo di dover tornare a casa o mia madre si preoccupa-
Il biondo annuì, un po’ a malincuore, ma poi accennò un sorriso ironico. –Oh signora Potter non si preoccupi, sua figlia sta arrivando-
Lei accennò una risata, ed insieme si alzarono, si presero per mano e poi in un vortice si ritrovarono al luogo desiderato.
Il silenzioso giardino di casa Potter, con  la neve che formava un strato color panna sull’erba tagliata, e i cespugli colorati da curiosi ciclamini glicine.
-Grazie, Scorpius. E’ stata una serata fantastica- gli disse prontamente Lily, passandosi una mano tra i capelli per sistemarli.
-Già, dovremmo…farlo più spesso- proprose lui, guardandosi intorno come se si sentisse osservato, o peggio, in imbarazzo. Niente era capace di intimidirlo, e pure era convinto che a quella sera mancasse qualcosa.
-Allora buonanotte- concluse la ragazza, con un’aria stranamente agitata, che insospettì Scorpius.
Dal canto suo, Malfoy, avrebbe voluto rispondere al suo saluto, ma sapeva bene che non era così che voleva quella serata si concludesse.
Però si limitava a guardarla, con il suo sguardo tagliente e le iridi in tempesta.
-Beh allora, io vado…- balbettò Lily, e mosse qualche scalpitante passo verso l’entrata di casa.
Contò mentalmente fino a cinque… 1..2..3..4..5..
-Lily, aspetta-
La voce del biondo la colpì come una freccia dietro la nuca, infatti si voltò di scatto e lo trovò ad un passo da lei, con un sorriso da predatore sulle labbra e gli occhi lucenti.
Le posò agilmente la mano sul fianco e poi l’avvicinò a sé, facendo aderire le sue labbra a quelle rosee di Lily.
Fu un bacio dolce ma prepotente, e Lily posò le mani sulle spalle di lui per fare in modo di non crollare a causa di quel contatto enfatico che le faceva tremare le ginocchia, pulsare forte il cuore.
-Notte, Lily.- sussurrò con fermezza Scorpius, allontanandosi appena dalle sue labbra, ma stabilendo comunque un contatto visivo molto deciso, così tanto che le gote della ragazza divennero color porpora.
-Notte- ripeté, quasi a se stessa, ma prima di andare, si alzò sulle punte per baciare con delicatezza le labbra sottili del biondo davanti a lei, che le sorrise sghembo, soddisfatto di quel gesto.
-Credo proprio che tu…- iniziò a parlare, schiarendosi la voce con un colpetto di tosse. –che tu adesso sia, la mia Potter.-
Lily dapprima accennò una risata cristallina, poi lo osservò con aria ironicamente offesa. –Io appartengo solo a me stessa, e…-
-Lasciamo le polemiche femministe ad un’altra volta, che ne dici?- la interruppe Scorpius, posando l’indice sotto il mento della rossa, che a quel contatto dimenticò persino ciò che voleva dire.
-Lorcan Scamander deve, come dire, smammare.- aggiunse il biondo, addolcendo lo sguardo mentre baciava sulle fronte la sua splendida ragazza.
 
Lily lo vide scomparire nel buio, e poi, saltellando entrò in casa sussurrando un Alohomora. La luce della cucina era accesa, e seduto sul divano con una tazza fumante tra le mani, trovò Albus, che le sorrise divertito.
-Al! Che ci fai qui?-
-Non riuscivo a dormire, mamma e papà sono fuori con i signori Longbottom e James e Teddy dormono beatamente al piano di sopra- spiegò, scrollando le spalle.
La sorella si tolse il cappotto grigio e lo lasciò cadere su una sedia all’entrata, poi si avvicinò a lui con un sorriso.
-E’ stata la serata più bella della mia vita- esclamò con gli occhi brillanti di gioia.
-L’ho notato, cara, l’ho notato- fu la risposta divertita del fratello che, ovviamente, aveva dato un’occhiata in giardino poco prima, e Lily forse lo aveva intuito.
-Beh allora vado a dormire, ciao bello!- annunciò la rossa, scompigliando la chioma scura di Albus e poi saltellando verso le scale, felice come una bambina il giorno di Natale.  
 

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3208673