Game of Life

di Regine del Kebab
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Game of Life

∞Prologo∞

Era mezzogiorno, in pieno agosto. Luca e Chiara erano sdraiati sul loro letto.
«Che caldo...» borbottò Chiara, giocherellando con una ciocca dei suoi capelli castani, continuando ad attorcigliarsela al dito; i suoi occhi sono concentrati su quello strano gioco, praticato spesso quando ci si annoia. Luca annuì, stringendo a sé la ragazza e fissando il soffitto.
«Già. Però non posso fare a meno di starti lontano» le sussurrò accarezzandole la spalla.
«Tra il caldo della giornata e il tuo calore corporeo penso che finirò per sciogliermi» disse lei dando, sorridendo, un bacino a stampo al suo fidanzato «Sei arrossito».
«Nient'affatto! È il caldo...» cercò di giustificarsi Luca voltando la testa, causando una risatina a Chiara «Piuttosto... Dobbiamo registrare il video per domani. Se tardiamo ancora non riusciremo a finire a un'ora decente» sussurrò il ragazzo dai capelli castani e gli occhi color nocciola. Rivolse poi lo sguardo alla compagna annoiata, sedendosi, e cercando di evitare l'argomento "rossore".
«Ah, è vero» disse Chiara, sbuffando e appoggiando la testa sulla spalla del suo compagno, di nuovo. 
«Dài, è già tardi… poi dobbiamo registrare, editare e tutto quanto, dobbiamo muoverci.» 
La giovane, una volta alzata dal letto, legò i suoi lunghi capelli in una coda alta con un elastico color magenta, per cercare di alleviare il caldo, e si avvicinò alla sua postazione del computer. Luca la guardò per qualche istante, concentrandosi sui suoi lineamenti, poi si alzò anche lui, dirigendosi al suo computer.
Nonostante la poca voglia di registrare con il caldo, non poterono fare a meno di sorridere all'idea del nuovo video che il giorno dopo avrebbero visto tutti i loro Cari Amici.
«Aspetta, ho un po' di mal di gola... amore, passami quelle caramelle lì, per favore» gli chiese la ragazza, schiarendosi la voce ed indicando un mucchietto di caramelle al miele sulla scrivania.
«Tieni, ne prendo una anche io» le disse Luca, passandole una caramella. Sia lui che la fidanzata, scartarono la caramella e, dopo averla messa in bocca, assaporarono il gusto intenso del miele e dello zucchero, entrambi inebrianti. Quelle caramelle fecero ritornare la carica ai due, e anche alle loro voci.
Chiara prese poi una bottiglia d'acqua, ne beve qualche sorso, e sorridendo, rivolse lo sguardo al fidanzato, intento ad accendere il suo computer.
«Cosa facciamo, per questa puntata?»
«Non so, amore... Ah, ora il mio computer può finalmente reggere il LovePack 2: iniziamo quello?»
Chiara gli sorrise entusiasta.
«Certo! Così finalmente potremo far felici i nostri Cari Amici!» la sua voce innocente riuscì a far battere per l'ennesima volta il cuore del fidanzato, che le scrutava il viso, in particolare le labbra.
«Quanto avrei voglia delle tue labbra...» sussurrò Luca, mordendosi il labbro inferiore, e facendo arrossire terribilmente Chiara. 
«D-dai, non adesso! Forza, registriamo!» esclamò lei voltando la testa di scatto e suscitando una risata dal suo ragazzo.
Luca, acceso il computer, posò una mano sul mouse blu e mosse il cursore, aspettando il caricamento dello schermo. Subito dopo, aprì MineCraft e fece partire la modalità video. Anche la compagna fece lo stesso, e per entrambi vi era la schermata del menù principale del videogame.
«Finalmente, ritorna!» esclamò emozionata Chiara aprendo il gioco MineCraft. «La seconda stagione del LovePack... Finalmente potrò batterti nel torneo Tecnologia Vs Magia!» 
Luca scoppiò a ridere: «Non sperarci troppo! Se il mondo non fosse crashato, avrei vinto io la sfida» controbatte, aprendo anche lui MineCraft «Dài, creiamo un nuovo mondo.»
Luca sposta il cursore del mouse sul tasto "Crea nuovo mondo". Però si accorse di un fattore strano: in automatico, il mondo aveva preso il nome di "EternaLove Game of Life", senza un apparente motivo e senza il consenso dei videogiocatori, ed era impossibile cambiarlo.
«Ehi, Chiara, che mod hai messo per creare questo effetto?» le domandò, indicando la scritta sul monitor con l'indice. «Il mondo si chiama già "Eternalove Game of Life"... Cosa significa?»
Chiara guardò stupita lo schermo del suo fidanzato, cercando di capire il motivo per cui il nome era già inserito.
«Mmmh... Non so... Beh, comunque è un titolo carino, no? Tanto vale creare il mondo. Magari la seconda stagione del LovePack potremo chiamarla, invece di "LovePack 2", "LovePack Game of Life"» Propose. «Così non ci confonderemo con i mondi...» 
Luca annuì. «Sì, si può fare. Però sembra strano...» sussurrò pensieroso.
«Amore, attiva il Bonus Chest, per favore» le disse lei, cercando di cambiare argomento. 
Il ragazzo accanto a Chiara annuì, attivando il Bonus Chest. 
I personaggi del gioco entrarono nel nuovo mondo, comparendo in una pianura circondata da alberi, fiori e mobs innocui.
Prima di iniziare a registrare decisero di avvicinarsi al loro Bonus Chest, così da essere avvantaggiati, che si trovava proprio davanti a loro, circondato da tre torce accese. Mentre Luca preparava la registrazione, la compagna aprì il Bonus Chest, curiosa di sapere il contenuto.
«Allora, pronta amore? ...Chiara?»
«Luca... Guarda questo libro! Perché c'è questo anziché gli oggetti bonus?» gli chiese la fidanzata voltandosi verso di lui. «"Vogliamo giocare?"? Cosa significa? ...Ammettilo che mi stai facendo questo scherzo per spaventarmi! Prima il titolo che non può essere cambiato, e ora questo...! Stai facendo finta di niente, ma scommetto che stai architettando a mia insaputa un seguito della MIMI map!» esclamò Chiara, fulminando con lo sguardo Luca che la guardava confuso.
«Ti giuro di no! Questa volta non c'entro niente! Tu piuttosto... Mi stai addossando la colpa per non farmi dubitare di te, ma secondo me sei tu quella che sta pianificando il seguito della Birchy map!» ribatté Luca muovendo il cursore intorno allo strano libro già scritto e firmato.
«No... E se anche fosse, non avrei dato un nome così strano al mondo del seguito della Birchy map...» sussurrò Chiara tornando a muovere il suo personaggio a pixel per qualche blocco. Entrambi sospirarono pensierosi, il loro cuori iniziano ad accelerare senza un apparente motivo. 
Luca, in parte preoccupato e indeciso se leggere il libro o no, rivolse lo sguardo alla fidanzata. Lei alzò un sopracciglio, poi i suoi occhi incontrano quelli del compagno.
«In ogni caso, prima di iniziare a registrare diamo un'occhiata a questo libro» disse Chiara indicando lo schermo del ragazzo con un cenno della testa.
«D'accordo» approvò Luca annuendo, e mettendo il libro nel suo inventario.
Sospettoso, aprì il libro.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Game of Life

∞Capitolo 1∞



Sospettoso, aprì il libro.
In quell’istante, il computer di Luca iniziò a emanare una luce bianca dalle sfumature azzurre molto chiare; questa luce diventava sempre più intensa finché l’intera stanza non ne rimase avvolta. Era una luce accecante, e chiudere gli occhi diventò inevitabile. Luca e Chiara iniziarono a provare uno strano calore attorno ai loro corpi, seguito poi da un freddo glaciale. La loro stanza diventò preda del caos, dove il freddo e il caldo si alternavano nel giro di pochi secondi, con un continuo vento che avvolgeva i giovani tentando di separarli. Cercarono di afferrarsi la mano, terrorizzati da ciò che stava inspiegabilmente accadendo, e non appena si sfiorarono, riuscirono a saldarle insieme. Si strinsero a vicenda, sfuggendo al vento che, con rabbia, stava distruggendo la loro stanza.
Quando poi tutto sembrò essersi calmato, persero i sensi.
 
«Ouch…» sussurrò Chiara massaggiandosi la testa con gli occhi ancora chiusi, sedendosi. «Cosa diavolo è successo…?» aprì gli occhi, e le si gelò il sangue nelle vene alla vista che le si porse davanti: sbarrò gli occhi terrorizzata e si portò entrambe le mani alle labbra, osservando con inquietudine il panorama di cubi. Alzò la testa, e proprio come si aspettava, vide un sole quadrato. Una fitta la colpì al petto, e capì subito che si trattava di paura. Iniziò a tremare, indietreggiando, sperando di scappare dalla realtà che la circondava. «Non ci credo… Dev’essere un incubo!»
Voltò nuovamente la testa, il suo sguardo si posò sul ragazzo sdraiato a terra con ancora gli occhi chiusi e un libro affianco al suo corpo inerme.
«Luca!» gli si accucciò al fianco. «Luca, svegliati!» sentì gli occhi inumidirsi, mentre ripeteva il suo nome. «Luca!» chiamò ancora una volta, scuotendolo con poca grazia. In quel momento, aprì gli occhi.
«C-Chiara…?» mormorò il ragazzo fissando il volto della sua fidanzata, sopra il suo viso, cosparso di lacrime.
«Luca…!» singhiozzò confortata nel vedere che la sua metà stava bene. Chinata su di lui, lo strinse in un abbraccio soffocante, ancora scossa da tremiti e singhiozzi.
«Perché stai piangendo?» le chiese il ragazzo, ricambiando l’abbraccio di Chiara. «Sono qui, non c’è bisogno di agitarsi»
«T-ti sei guardato intorno…?» domandò Chiara, sciogliendo l’abbraccio, e tornando a poggiare il peso del corpo sulle sue ginocchia. Luca si sedette, dando finalmente un’occhiata al mondo che lo circondava. Spalancò gli occhi stupito; spostava costantemente l’attenzione, dai fiori agli alberi, al cielo, all’orizzonte.
«Cosa è successo…?» balbettò, sentendo una prima gocciolina di sudore sfiorargli la tempia. Concentrò di nuovo l’attenzione su Chiara, gli occhi ancora rossi che piansero un’ultima lacrima, i capelli leggermente mossi dal vento, la bocca semi aperta e le guance vermiglie; se la situazione non fosse stata drammatica, sarebbe stata una posa perfetta per un ritratto.
«Non lo so… Voglio… Voglio tornare a casa…» bisbigliò con voce flebile. Luca abbassò lo sguardo, sentendo una morsa al petto. Odiava vedere la persona che amava così abbattuta e spaventata. Doveva essere forte, per lei. Per questo quando tornò ad affrontarla, lo fece con un sorriso coraggioso.
«Torneremo indietro, te lo prometto» le strinse la mano, cercando di confortarla.
 
Quando entrambi si alzarono in piedi, focalizzarono finalmente l’attenzione su un libro particolare vicino a loro. Era bordeaux con dei ricami dorati, in copertina vi era scritto “Game of Life”. Luca lo raccolse curioso, e lo aprì.
In prima pagina, al centro, c’erano le stesse parole che avevano preso il nome del libro nell’inventario di Luca quando aveva accesso al nuovo mondo multiplayer: “Vogliamo Giocare?”
Voltò la pagina, e iniziò a leggere:
« “Introduzione: benvenuti, Eternalove, nel mondo di MineCraft. Come avrete forse notato, tutto introno a voi ha preso le sembianze del videogioco che tanto amate. Sappiate che non si stratta di una simulazione, né di un incubo: questa è la realtà. Adesso fate parte anche voi a questo gioco. In questo libro potrete trovare tutte le informazioni necessarie per capire come funziona il gioco. Il MineCraft in cui vi trovate adesso è leggermente diverso da quello a cui siete abituati, infatti i mob e i giocatori non avranno sembianze cubiche, e ci sono tante altre piccole differenze.” » fece una piccola pausa, tempo per scrutare Chiara, che guardava con espressione preoccupata l’orizzonte. « “Vi auguro buon divertimento, Hexevil e Kiriair.”» Luca sfogliò il libro un paio di volte, prima di trovare la pagina con “Regole e spiegazioni” scritto in alto.
« “La regola numero uno è la più importante: non dovrete infrangerla. Se i vostri punti vita dovessero arrivare a zero, otterrete il Game Over. Se doveste perdere tutti i cuori, sarete destinati a scomparire, non tornerete più né nel gioco né nella vita reale. L’altro giocatore potrà comunque tentare i tornare, ma non potrà riportare in vita il partner.” » nel frattempo che proseguiva con la lettura della prima regola, si rese conto che la sua voce diventava instabile. «… “Regola numero due: divertitevi.” » si morse il labbro. «Tsk, la fai facile…» sussurrò, frustrato, sperando di non essere sentito dalla sua ragazza.


Se vorrete tornare nel mondo reale dovrete completare tutti gli achievements. Nessuno escluso.
Per accedere al vostro inventario tenete aperta la vostra mano destra davanti a voi, nel giro di pochi secondi vi apparirà una schermata touch in cui potete trovare il vostro inventario principale, secondario e il vostro avatar. Per chiudere l’inventario, scorrete verso il basso la mano destra davanti alla schermata.
Ogni azione per modificare lo stato di un oggetto dovrà essere manuale (per esempio, se vorrete creare nuovi oggetti dovrete assemblarli sopra il tavolo da lavoro, o nel caso fossero piccoli oggetti vi basterà assemblarli tra le vostre mani o usare la schermata 4x4 nel vostro inventario)
Quando aprirete una cassa, il suo contenuto verrà mostrato attraverso una schermata simile al vostro inventario.
Ogni tre giorni, al sorgere del sole, otterrete un item bonus in uno dei vostri due inventari. Potrà essere utile – una spada, una pozione, un minerale –, come d’altra parte potrà non esserlo – un blocco di pietra, un ciocco di legno, un fiore…
Per quanto riguarda gli scambi con gli abitanti dei villaggi… Beh, quello lascio scoprirlo a voi.
Non c’è simulazione negli effetti: se vi ferirete il dolore sarà tale e quale a quello reale. La pioggia spegnerà i piccoli fuochi, le torce, ma non la lava. L’acqua (e quindi anche la pioggia) vi bagneranno, e se vorrete asciugarvi dovrete per forza aspettare, il fuoco può aiutarvi a velocizzare il processo, e in più potrà cuocere la carne o altri oggetti senza bisogno delle fornaci, anche se servirà più tempo. Il latte terminerà ogni effetto delle pozioni, esattamente come nel MineCraft Standard. Le torce potranno far luce anche se non piazzate, e via discorrendo.

I pericoli aumenteranno rispetto al MineCraft Standard. Oltre alla barra della vita e a quella della fame, dovrete pestare attenzione anche a quella della temperatura: il freddo o il caldo eccessivo ridurranno lentamente i vostri punti vita. In più avrete anche quella della sete: se questa dovesse arrivare a zero, la vostra vita inizierà a scendere.
Tutti i mob del MineCraft Standard esistono, e ve ne saranno di nuovi.
Se entrate in un letto vi addormenterete dopo sessanta secondi. Assicuratevi perciò di essere al sicuro per almeno un minuto. Vi sveglierete una volta che si sarà fatto giorno, durante la notte nessun mob potrà ferirvi se state dormendo. Tuttavia, anche se entrerete nel letto durante il giorno, se non è calata la notte non potrete dormire. Beh, potete sempre approfittarne però per riposarvi, poiché la vostra energia non è infinita, e lavorare da stanchi peggiora la situazione, non credete anche voi?

In questo libro vi saranno sei capitoli: Introduzione, Regole e Spiegazioni, Mob, Achievements, Status e Crafting. L’introduzione l’avrete sicuramente letta prima di passare a questo secondo capitolo; nel terzo, ovvero “Mob”, potete trovare le caratteristiche di ogni Mob, ostile e non, ma solo se scoperto (Per esempio, i dati del Creeper compariranno solo se uno di voi lo avrà avvistato). Nel capitolo “Achievements” troverete tutti gli obiettivi da completare e come completarli. Nel capitolo “Status” potrete vedere il vostro stato e quello del vostro partner che comprende punti vita, fame, effetti delle pozioni, inventario eccetera. Nel capitolo “Crafting” verranno segnati tutti i gli oggetti che si possono creare in MineCraft, ma si sbloccheranno solo dopo averli creati o tramite dei bonus ottenuti dagli achievements.
 
Chiara, ormai completamente immersa nel gioco, non smetteva di tremare. Continuava a guardarsi intorno, spaventata: nonostante avesse visto centinaia di volte il bioma della pianura, in MineCraft, per lei sembrava tutto nuovo, misterioso e confuso.
«Luca, amore…» sussurrò al fidanzato, ancora intento a leggere i vari achievements nel libro.
«Sì?» Luca le rivolse lo sguardo, mantenendo la calma e la serietà: dentro di lui, però, ardeva una curiosità immensa, che incredibilmente stava soffocando la sua paura iniziale. Incontrò gli occhi della fidanzata che, al contrario di lui, continuava ad essere spaventata.
«Luca, ecco…» balbettò Chiara, sudando freddo, e abbracciandosi le spalle tentando di calmarsi. Lui la guardò attentamente, socchiudendo le labbra. Il suo cuore si distrusse e la fiamma che ardeva in lui si spense, all’udire delle parole della fidanzata sotto shock: «Ho paura… Non voglio… Giocare in Hardcore…!»
Luca chiuse dunque il libro, poggiandolo a terra, e si avvicinò a Chiara, stringendola in un nuovo abbraccio. Non sapeva cosa dirle per confortarla, poteva solo mordersi la lingua per non dire qualcosa che non avrebbe dovuto o che avrebbe potuto spaventarla ancora di più. Le sussurrava solo parole dolci come “stai tranquilla”, “torneremo a casa”, “ti proteggerò”. Le diede poi un bacio affettuoso sulla guancia, prima di sorriderle.
«Dobbiamo almeno provarci, o non potremo mai tornare indietro» le disse, stringendole le mani, facendo incrociare le loro dita. Chiara deglutì. «Ehi, me lo fai un sorriso?» le chiese.
La ragazza fece un leggero cenno con la testa, fece un respiro profondo, e mostrò a Luca il miglio sorriso che in quel momento poteva regalargli. Lui allora le scompigliò con dolcezza i capelli. «Brava, Kiria»
L’uno al fianco dell’altra aprirono la mano destra all’altezza del petto, davanti ai loro occhi si formò nel giro di pochi secondi l’inventario di MineCraft, l’unica differenza si trovava nella zona del crafting: una piccola icona mostrava il volto dell’altro giocatore.
«E così questo è l’inventario? Beh, non è cambiato molto, per fortuna…» disse Chiara, poco più rilassata. Chiuse l’inventario come aveva spiegato il libro. «Adesso però… cosa facciamo?»
Luca chiuse a sua volta la schermata e si voltò verso la foresta. «Adesso… dobbiamo giocare». Il ragazzo mise il libro nel suo inventario e, presa per mano Chiara, si diresse verso la foresta.
 
Era tutto molto simile al MineCraft del computer, e non fu difficile per loro distinguere dove iniziava un blocco e dove finiva.
«Dovremo raccogliere la legna come prima cosa, giusto?» disse Chiara posizionandosi davanti a una quercia. Appoggiò una mano sulla corteccia, sperando di vedere dopo qualche secondo le crepe sul blocco, ma questo rimaneva sempre intatto. La ragazza fissava confusa il legno. «Come andrebbe presa?» si chiese. Ricordò quel che diceva il libro: ogni azione per modificare lo stato di un oggetto dovrà essere manuale. Portò quindi indietro il braccio e scagliò un primo pugno, sentendo solo in lontananza un leggero bruciore alle dita; sul legno vi era adesso una piccola crepa. «Mmmh…» sussurrò. Luca le fece un cenno con la testa, avvicinandosi a lei. Assieme iniziarono a tirare pugni ai blocchi di legno, finché questi non furono solo piccoli blocchi.
«Whew…» sospirò Chiara quando finirono di raccogliere il legno. «Teoricamente dovremmo aver già completato i primi due achievements: aprire l’inventario e raccogliere la legna» disse Chiara, aprendo l’inventario e trasformando il legno grezzo in legna lavorata.
Luca prese il libro e andò a controllare tra gli achievements, trovando in effetti un tick accanto ai primi due achievements. «Sì, in effetti sono… Ouch!» esclamò improvvisamente portandosi una mano alla testa. «Ma che diavolo…!?» guardò prima in alto, poi ai suoi piedi, e vide una mela. Sbarrò gli occhi sorpreso, ma poi sorrise. «Sì!» esclamò allegro, prendendo la mela. La ragazza gli sorrise.
«Beh, almeno per oggi anche con il cibo siamo a posto» scherzò, appoggiando un tavolo da lavoro che aveva da poco creato. «Ci facciamo un’ascia e un piccone? Così almeno iniziamo a raccogliere i materiali più importanti» propose, trasformando alcuni blocchi dal legno lavorato ai bastoncini, creando poi un’ascia e un piccone. «Cosa preferisci?» gli chiese, tenendo tra le mani i due arnesi. Luca prese il piccone. «Sai, vorrei evitare che tu perda il senso d’orientamento sotto terra» le disse trattenendo una risatina; la ragazza face una faccia offesa. «Pfff, scommettiamo invece che nel mentre che tu raccogli pietruzze varie, io avrò già fatto una scorta di mele?» lo sfidò, mettendosi in spalla l’ascia in legno. Luca accettò la sfida, imitando il gesto della ragazza con il piccone.
«Allora ci ritroviamo qui non appena avremo finito gli utensili?» propose lui. Chiara annuì, iniziando ad abbattere gli alberi più vicini. «Fai attenzione a non allontanarti troppo, però!» le esclamò, iniziando a scavare, prima a mani nude, poi con il suo piccone.
 
Quando entrambi ruppero i primi utensili, Luca tornò al tavolo da lavoro con sessanta pezzi di pietra, Chiara con sessanta blocchi di legno grezzo e cinque mele. Si sedettero l’uno accanto l’altra, mangiando una mela a testa. Il sole segnava quasi mezzogiorno.
«E così… stiamo davvero vivendo MineCraft in prima persona…» sussurrò Chiara, guardando i vari achievements nel libro. «E nulla dice che una volta completati gli achievements potremo tornare a casa»
«Non dire così!» esclamò Luca. «Oggi ne abbiamo già completati due nel giro di poco, e sono sicuro che troveremo il modo di tornare indietro» la confortò, alzandosi, e offrendole la mano, che Chiara non rifiutò. «Forza, perché non andiamo a cercare un villaggio? Così avremo già una casa assicurata» propose, mettendo il tavolo da lavoro nell’inventario, non prima di aver però creato due spade in pietra
Iniziarono a camminare, i loro occhi saltavano a destra e a sinistra, guardando con stupore e un po’ con inquietudine i cubetti colorati che li circondavano. Non avevano ancora incontrato un mob, e al momento l’unico cibo che avevano a disposizione erano quelle poche mele che Chiara aveva trovato.
«Credi dovremo camminare molto?» chiese Luca, grattandosi la nuca perplesso.
«Spero di no… Non vorrei ritrovarmi durante la notte senza una casa…» sussurrò Chiara, cercando di mantenere la calma: il sole stava procedendo lentamente verso ovest.
Cambiarono direzione diverse volte, finché non si ritrovarono davanti a un ruscello: l’acqua sembrava vera. A differenza dei materiali solidi, l’acqua non aveva le stesse sembianze del gioco. La ragazza si morse impercettibilmente il labbro.
«Pensi che si possa bere? Sai, solitamente in MineCraft l’acqua non cambia da bioma a bioma, ma visto che sembra diversa… non so…»
«Mmmh… beh, una cosa è sicura: nelle vicinanze dev’esserci un villaggio. Non penso che fattori come “sete” siano soltanto nostri, ma anche dei mob o degli NPC. Cerchiamo nei dintorni, forse potremo trovare anche una coltivazione…» propose saggiamente Luca, dopo aver sfiorato con le dita l’acqua.
Iniziarono a camminare seguendo il corso del fiumiciattolo, finché non iniziarono a vedere delle piccole case, ma prima ancora di vedere le case, un uomo abbastanza alto volto di spalle: indossava una mantella marrone scuro, e la sua testa era calva, i suoi piedi nudi.
«Non ci credo… Non può essere davvero… lui…» sussurrò scioccata Chiara, arrestandosi di colpo.
Con una lentezza estenuante, l’uomo si voltò verso di loro, e la prima cosa evidente del suo volto fu il naso più lungo del normale, e solo in seguito si concentrarono sui suoi occhi verdi.
«Tu sei…!» esclamò Luca, senza riuscire a finire la frase: l’uomo aveva abbassato lo sguardo, e con voce squillante parlò.
«Hihihihi…. Pieeeeedi!»

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Game of Life

∞Capitolo 2∞



«Tu sei…!» esclamò Luca, senza riuscire a finire la frase: l’uomo aveva abbassato lo sguardo, e con voce squillante parlò.
«Hihihihi…. Pieeeeedi!»
Chiara si nascose velocemente dietro la figura del fidanzato, guardando terrorizzata il testificate, che cercava di seguire con attenzione i movimenti dei piedi della ragazza. «Ma quello è un feticista per davvero!» esclamò inorridita, arretrando e trainandosi dietro Luca, che a stento tratteneva le risate premendo con insistenza la fila superiore della dentatura su una parte del labbro inferiore.
«E-ehi, aspetta!» le disse, prendendole la mano poggiata sulla sua spalla. «Se c’è… Giangingillo, il villaggio non dev’essere lontano» le spiegò, cercando di  infonderle coraggio.
«Ma… Ma ti senti quando parli!? Piuttosto che passare le notti con quei… cosi… preferisco fare una notte sulle chiome degli alberi» si lamentò, mentre indicava furiosamente il testificate.
Luca sospirò. «Ti ricordo che giochiamo in Hardcore, e che ogni notte passata sulle chiome degli alberi potrebbe per noi essere l’ultima» si rivolse alla sua fidanzata con sguardo serio. Lei si morse leggermente un labbro, prima di sospirare pesantemente.
«D’accordo, però ci parli tu» accettò, per poi gonfiare le guance: «Ma se inizia a fare qualcosa di osceno mi autorizzo da sola a prenderlo a schiaffi!»
«Come preferisci» disse accennando un sorriso. Si rivolse poi verso il testificate. «Uhm… Salve, io sono Luca, o…  beh, puoi anche chiamarmi El. Lei è la mia fidanzata Chiara, alias Kiria. Stiamo cercando un villaggio… Puoi portarci lì?» domandò cortesemente il ragazzo, cercando di mostrare un sorriso sincero.
«Uh? Un villaggio, sì, io vengo da un villaggio!» esclamò allegro. «Siamo tutti una grande famiglia, ci vogliamo tanto bene!»
«E questo non lo metto in dubbio, ma…» cercò di dire Luca, prima di essere interrotto dal testificate:
«E la cosa bella è che ci somigliamo molto!»
«Io NON vengo più!» esclamò Chiara impallidendo d’un tratto. Fece per tornare indietro, ma fu bloccata dal fidanzato, che con un semplice sguardo comprensivo cercò di tenerla al suo fianco. Chiara sbuffò un’altra volta.
«Puoi portarci al tuo villaggio, Giangingillo?» domandò Luca. Il testificate annuì, prima di fare un’espressione confusa.
«Certo, ma come sapete il mio nome?»
«Eugh… Lunga storia…» tagliò corto. Giangingillo alzò le spalle, per poi voltarsi.
«Seguitemi, vi porto a casa!» esclamò allegro. Iniziò a camminare a passo veloce, svoltando a destra e a sinistra ogni pochi secondi.
«Uhm… Sei sicuro che ci porterà al villaggio?» chiese Chiara, mentre guardava con aria perplessa il testificate.
«Beh, possiamo solo affidarci a lui per il momento» rispose Luca, stringendo la mano della compagna.

Seguirono Giangingillo per un tempo che sembrava infinito, il sole stava iniziando a tramontare.
«Ehm… Ehi tu, essere dalle dubbie provenienze, quanto manca per arrivare al tuo villaggio?» domandò Chiara, restando avvinghiata a Luca.
«Non molto, in effetti siamo proprio…» non finì la frase, che un urlo stridulo risuonò tutto intorno a loro.
«Ma che diamine…» sussurrò il ragazzo, mentre teneva le mani ancora sulle orecchie.
«Giangingillo, sei tornato!» Esclamò qualcuno nelle vicinanze. Contemporaneamente, Luca e Chiara alzarono lo sguardo: su una torretta, poco lontano da lì, vi era un altro uomo, con indosso una tunica simile a quella di Giangingillo, e sempre con un naso protuberante.
«Oddio… C’è pure… Giangistrillo!?» esclamò con orrore la ragazza. Si portò le mani al viso e osservò il nuovo testificate mentre urlava dietro di sé:
«Giangingillo è tornato! Giangingillo è tornato! Avete sentito gente? Giangingillo è tornato a casa!»
Non passò molto tempo che un’altra voce si aggiunse a quella di Giangistrillo.
«E smettila una buona volta di urlare come un pazzo! C’è gente che cerca di dormire qui, lo sai? Come pretendi che una persona possa dormire in pace con tutto questo baccano? Ho sonno!» Un altro uomo calvo si fece vedere: aveva indosso una vestaglia viola e sulla testa aveva un berretto da notte.
«Giandagoberto… Pure tu…» mormorò la ragazza demoralizzata.
«E’ tornato Giangingillo? Allora sarà bene che lo rifocilli come solo io so fare! Se solo qualcuno mi riportasse gli ingredienti…» una nuova voce si aggiunse al gruppo: un uomo poco più alto degli altri, vestito di bianco, con in testa un berretto da chef; accanto a lui si trovava un quinto uomo, dalla tunica nera e marrone. Entrambi avevano un naso esagerato.
«Non compro nulla!»
«Questo non significa che devi rubarmi gli ingredienti, Giansofonisbo!»
«Non li ho rubati! Mi sono saltati in mano per caso! NON COMPRO NULLA!»
Luca e Chiara stavano guardando la scena in silenzio, bianchi in volto.
«Non stiamo davvero per vivere con loro, vero?» bisbigliò chiara, con una mano davanti alle labbra, al suo fidanzato.
«Uhm…»
«Oh, abbiamo ospiti!» esclamò l’uomo vestito di bianco. «Piacere di conoscervi, mi chiamo Gianasdrubale, e sono il cuoco più esperto di questo villaggio. Questo tipo accanto a me è Giansofonisbo, e… beh, non compra nulla»
«NULLA!» sottolineò, incrociando le braccia al petto.
«L’uomo sulla torretta si chiama Giangistrillo, e credo possiate intuirne il motivo. Quello che ha rimproverato il povero Giangistrillo è Giandagoberto, ma non sentirete molto la sua presenza: dorme ventitré ore su ventiquattro. Mentre invece il tipo che vi ha condotti fin qui è Giangingillo… e ama i piedi» disse imbarazzato Gianasdrubale. «Manca ancora qualcuno all’appello, ma adesso sarete stanchi per il viaggio: perché non venite nel nostro villaggio?»
Con una bizzarra allegria, tutti i “Gian” si avviarono verso l’entrata del villaggio; Luca e Chiara li seguirono con molta più cautela, e mantenendo una certa distanza dai testificate.
Quando furono dentro, la porta delle mura del villaggio si chiuse alle loro spalle.
«Prego, prego, venite! Abbiamo una casetta che avanza: Gianbrufolo è scomparso da qualche giorno e non sappiamo dove sia finito…» sibilò Giangingillo con un tono triste, mentre dirigeva i due giovani in una casetta più distaccata dal centro del villaggio.
«Però, sono molto più organizzati qui rispetto che nei villaggini che troviamo su MineCraft noi…» ammise Luca, dando una veloce occhiata alla piazza al centro del villaggio, prima che i suoi occhi si spostassero su una casupola poco distante. «E’ quella la casa?» chiese, indicando la casetta con un cenno della mano.
«Sì, esattamente. Adesso però sarà meglio per voi rifugiarvi dentro: si sta facendo notte… e durante la notte succedono cose brutte…» il silenzio calò per qualche secondo. Mentre Chiara e Luca erano concentrati a osservare il tramonto in lontananza, Giangingillo si chinò ai piedi di chiara.
«Regalino da parte della signora?» domandò velocemente; ma prima che potesse annusarle i piedi, Chiara aveva già urlato e scagliato un calcio al volto del testificate. «Incantevole…» sussurrò massaggiandosi la guancia dove era stato colpito. «Spero di riceverne altri»
«C-ci puoi contare…» disse agghiacciata, nascondendosi dietro al fidanzato.
Giangingillo lasciò da soli i due ragazzi, tornando insieme agli altri testificate; Luca e Chiara entrarono nella casa.
«Però, almeno è abbastanza spaziosa… Un po’ diversa da quelle che “rubiamo” quando giochiamo» osservò Chiara, guardandosi intorno: c’erano alcune librerie, un tavolo con un paio di sedie, una fornace, una cassa e un tavolo da lavoro.
Luca sospirò: «Non c’è neanche un letto…»
«Vorrà dire che riposeremo sul pavimento» propose Chiara, sedendosi su una delle due sedie. «Mela?» La ragazza porse una mela al fidanzato, che lui accettò. Consumarono il cibo gustandosi ogni piccolo morso. «Ci sono rimaste solo altre due mele, dovremmo andare a cercare del cibo domani» disse la ragazza. «Hai già controllato cosa c’è nel chest?»
Luca scosse la testa, per poi dirigersi davanti la cassa; quando l’aprì, davanti ai suoi occhi si aprì la schermata classica del gioco.
«Uhm… ci sono quattro torce, due pezzettini di ferro e tre panini» disse il ragazzo, mettendo gli oggetti nell’inventario. Dopo pochi secondi, in casa iniziò a penetrare tramite la finestra una luce rossastra. «Il sole sta tramontando… per fortuna il villaggio è abbastanza illuminato, ma penso che bisognerebbe comunque fare attenzione» Luca prese una delle quattro torce e la sistemò al centro della stanza. «Con questa dovremmo essere a posto»
Chiara si sedette sul pavimento con la schiena appoggiata al muro. «Che follia… Ancora non riesco a crederci…» sussurrò abbracciandosi le gambe; appoggiò il mento sulle ginocchia, e iniziò a fissare l’unica fonte di luce: la torcia.
Luca si sedette al suo fianco, le cinse le spalle con il braccio destro. «Che siamo finiti nel gioco?»
«Mah, tralasciando questo…» Chiara alzò lo sguardo e fissò il ragazzo con espressione confusa. «Ancora non riesco a credere che esistano davvero quei testificate! Dovrò davvero convivere con un malato mentale che mi annusa i piedi!?» esclamò con sguardo disgustato. Luca scoppiò in una leggera risata, sotto gli occhi sbarrati della fidanzata, che voltò la testa offesa, gonfiando le guance.
«Tsk, se proprio ti diverti tanto, non vedo l’ora di vedere il tuo sorriso quando dormirai al fianco di un comodino di birch…» sorrise maliziosa. Luca, al pensiero delle betulle, fece una faccia disgustata.
«Non oserai…» sussurrò. «Altrimenti lo sai cosa potrebbe succedere… » un leggero ghigno prese posto sul volto del ragazzo.
«No…! Non ti azzardare a…!» non fece in tempo ad allontanarsi che Luca le era già saltato addosso, e aveva iniziato a torturarla con il caro, vecchio, solletico.
«F-fermo…! Ahahaha, smettila!» diceva tra una risata e l’altra. «A-abbi… Pietà…!»
Quando Luca si fermò, permettendo a Chiara di riprendere fiato, la strinse in un abbraccio. «Finalmente hai riso…» le sussurrò. La ragazza arrossì, ricambiando l’abbraccio, e nascondendo il volto sul suo petto.
«Però hai barato…»
«Ma hai riso comunque»
«Però…» prima che potesse parlare di nuovo, sulle sue labbra si posarono quelle di Luca.
«Lo sai che il sorriso ti dona?» disse poi, accarezzandole dolcemente la testa. «E… beh, se i testificate ti danno così fastidio, ammetto che non mi aspettavo di trovare proprio loro, domani possiamo iniziare a costruire una casetta tutta nostra» le disse confortandola.
«D’accordo…» sussurrò, accucciandosi tra le sue braccia. «Il villaggio è ben illuminato, dubito che qualcuno ci attaccherà… E poi c’è Giangistrillo che ci sveglierà nel caso in cui dovesse vedere degli zombie avvicinarsi»
Luca e Chiara si stesero sul pavimento, l’uno nelle braccia dell’altra, vicino alla torcia, che emanava un leggero calore in grado di proteggerli dal freddo che portava la notte.
«Allora… Buonanotte, amore» sussurrò Luca, chiudendo gli occhi.

«Buonanotte» bisbigliò quindi Chiara, dando un ultimo bacio a stampo al fidanzato, prima di addormentarsi.
La mattina seguente, a svegliare i due giovani era la luce del sole che penetrava dalle finestra.
«Sve…glia…» sussurrò Chiara interrompendo la parola da uno sbadiglio. Sciolse l’abbraccio e si stropicciò gli occhi. Luca mugolò, evidentemente con poca voglia di alzarsi, e si sedette accanto alla ragazza.
«Programma di oggi?» gli chiese Chiara.
«Possiamo fare un’escursione in caverna. Buongiorno, comunque» disse, posandole un bacino sulla guancia. «Volevo però dare anche un’occhiata agli achievements che propone il libro» disse, cercando l’oggetto nel suo inventario; lo prese e lo posò sulle sue gambe.
«Vediamo…» andò alla pagina degli achievements e iniziò a scrutarli, uno dopo l’altro, insieme a Chiara. «Mi sembrano quasi tutti quelli del gioco, ma ce ne sono alcuni nuovi. “Esplora ogni bioma esistente”, “Entra in ogni portale”, “Trova ogni materiale”… Sembrano quasi tutti così quelli nuovi. “Uccidi ogni tipo di mob”, “Colleziona ogni tipo di cibo”…»
«Uh, guarda! Questo è sulle pecore!» esclamò allegra Chiara, indicando la pagina con il libro.
Continuarono a studiare gli achievements, finché non sentirono bussare alla porta.
«El? Kiria?»
«Cielo, ti prego, no…» sussurrò demoralizzata Chiara.
«Stiamo servendo la colazione da Gianpancrazio, venite anche voi, vero?» disse Giangingillo da dietro la porta. Una leggera sensazione di nausea pervase i due ragazzi.
«Ehm, ehm… S-sì, arriviamo subito!» esclamò Luca, sotto gli occhi stupiti di Chiara.
«Davvero?» chiese agghiacciata. «Finiremo avvelenati se ci azzardiamo a toccare quello che cucina…!» esclamò.
«Abbiamo sempre due mele, al massimo rifiutiamo…»
La ragazza sbuffò e si alzò da terra. Aprì a Giangingillo mostrandogli un sorriso fin troppo tirato per sembrare sincero. «Arriviamo subito, sì»
Il testificate si voltò, con una risatina. «Perfetto, seguitemi!»
La ragazza sbuffò, chinando la testa per un attimo, finché non sentì una leggera pacca sulle spalle.
«Dài, andiamo» disse con un leggero sorriso Luca, uscendo dalla casa. Prese per mano Chiara e insieme si diressero da Gianpancrazio.
«Eh eh eh, buongiorno!» li salutò. «Siete giusto in tempo!» esclamò, tagliando due pezzi di torta.
«Un momento… torta?!» disse sorpresa Chiara fissando con occhi sgranati la torta di zucca davanti a lei. «Hai davvero preparato una torta di zucca?» domandò Luca, avvicinando un po’ riluttante il dolce alla bocca.
«Zucca? Ma certo che no!» prima che il ragazzo potesse dargli un morso, Gianpancrazio disse: «Ho usato farina di ossa di zombie, latte scaduto, e occhi di ragno per amalgamare bene» il cuoco incrociò le braccia al petto soddisfatto.
«Tu hai usato cosa?!» gridò Chiara schifata.
Gianpancrazio rise con gusto, prima di spiegare: «Sto scherzando! Certo che ho usato la zucca, non preoccupatevi»
Chiara tirò un sospiro di sollievo, prima di assaggiare restia. «Mmmh… Cavolo, è buona!» esclamò sorpresa, fissando prima Luca, poi Gianpancrazio. «Eppure credevo…»
«Probabilmente avete incontrato un altro Gianpancrazio, io non uso di certo le schifezze per cucinare» disse contento l’uomo.
«Beh, allora… Buon appetito» disse allegro Luca, iniziando a mangiare anche lui la torta di zucca.

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