La frustrazione che ti corrode dentro

di Ar1
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** i miei pensieri ***
Capitolo 2: *** In Ambulanza ***
Capitolo 3: *** All'ospedale ***
Capitolo 4: *** Finalmente a casa ***
Capitolo 5: *** Post svenimento ***
Capitolo 6: *** Muore Yunseo ***
Capitolo 7: *** Allucinazione ***
Capitolo 8: *** Rivelazione ***
Capitolo 9: *** L'odore del sangue ***
Capitolo 10: *** Non c'è speranza per lui ***
Capitolo 11: *** Suga paralizzato... ***
Capitolo 12: *** Jung... ***
Capitolo 13: *** ma allora, non sono io ***
Capitolo 14: *** Namjoon ***
Capitolo 15: *** Paura ***



Capitolo 1
*** i miei pensieri ***


Giorno prima del concerto.
camminavo per la strada con le mani nelle tasche guardando il marciapiede e pensando a quanto fosse diverso quel paese. Alle spalle avevo il mare che non guardavo minimamente. A me non fregava. Nonostante amassi l'acqua avevo nostalgia di casa, nostalgia della mia famiglia, paura per i miei amici che erano andati troppo oltre.
Mi ero fermato davanti a una locandina, cui vi era scritto:
 
CONCERTO DI KPOP DALLE ORE 15 in PIAZZA DI SPAGNA!
CONCERTO BTS (bangtan boys)
Gruppi spalla: Shinee, EXO e Block B
 
Sopra la locandina c'era un nastro, tipo quelli della polizia dove c'era una scritta enorme: "RIMANDATO"
 
Sapevo cosa era successo. Non ci volevo ripensare. L'ansia in quel momento mi è salita fino a bastonarmi la testa. Sapevamo tutti quando sarebbe stato meglio fermarsi. A parte Suga. Ma senza pensarci più ho continuato a camminare. Finché una parata di auto non mi catturò lo sguardo. La notizia si era sparsa, nonostante fosse successo la sera prima. Fan su fan in lacrime. Portavano festoni e cartelli di ogni tipo.
Mi ero accovacciato a terra. Ricordo di aver pianto e lì il mio ricordo si è spento.

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Capitolo 2
*** In Ambulanza ***


Mi risvegliai in ambulanza. Un dolore improvviso mi ha trafitto lo stomaco, un dolore che pulsava in tutto il corpo. Cercai di alzarmi per scoprire cosa fosse successo, ma un dottore mi abbassò dicendo che non mi dovevo sforzare, e che mi avrebbe fatto impressione. Da quanto avevo sentito mi avevano sparato. Accanto al lettino c'era una TV... 
 
"Ragazza impazzita spara al suo idolo"
 
Credevo di star morendo. La testa bruciava come quando stai in spiaggia troppo tempo e te la scotti. In testa avevo sempre le stesse immagini, da cui cercavo di ricavare delle informazioni su come fosse successo. Ma niente. Le immagini erano troppo confuse e mosse. Erano come i flashback in bianco e nero dei film. Abbassai la testa e mi addormentai. Aspetto impaziente la mia fine.

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Capitolo 3
*** All'ospedale ***


Mi risveglio in ospedale e confuso mi guardai a destra e sinistra. Avevo una flebo attaccata al braccio e non sentivo più alcun dolore. La sensazione era più o meno della sera prima, quella sensazione di adrenalina! Di salire su! Sempre più su... E su...ancora. Era così fino al momento dell'incidente certo. Alla mia destra c'era Suga, ancora in coma. Aveva fasciature ovunque e lividi viola e rossi persino sulla faccia. Era un miracolo che fosse sopravvissuto.
Sopra di me invece vedevo 7 piccole faccette. Erano Namjoon, Hoseok, Taehyung e Jung kook(con le loro ragazze) e Jin.
Mi guardavano e parlavano una lingua incomprensibile...stavano bisbigliando, ma a un tratto capii cosa stavano dicendo: si è risvegliato.../Jimin?/secondo voi come sta?
Ancora più su c'era un piccolo telecomando attaccato a un filo ricoperto da una pellicola di plastica. Cliccai il bottone che aveva disegnata una freccia che indicava verso l'alto. Il letto si alzò e, con ancora gli occhi socchiusi come se mi fossi appena svegliato, fissavo gli altri. I loro occhi preoccupati mi rattristavano. Jin andò in bagno e tornò con uno straccio bagnato. Intanto mi ero alzato, e dolorante mi avvicinai a Suga con il carrellino della flebo. Lo guardavo rattristato. Hara, la ragazza di Suga, era dall'altro lato del letto e piangendo lo accarezzava. Mi stesi di nuovo sul letto e accettai di farmi curare da Jin. Del resto era come se la mia testa andasse in fiamme, e non sarebbe stato male averci sopra qualcosa di fresco. 
 
L'anti dolorifico stava finendo e mi cominciava a prudere lo stomaco. Mi grattai senza pensare che ero pieno di punti. Il dolore si era fatto più acuto. Avevo cominciato a urlare... Urlare! Hoseok intanto chiamava l'infermiera che mi iniettò una dose di antidolorifico. Piano piano mi stavo riaddormentando... Forse non era solo antidolorifico...

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Capitolo 4
*** Finalmente a casa ***


Una volta risvegliato (la notte) mi tolsi la flebo e mi avviai verso la farmacia dell'ospedale. Avevo preso delle garze sterili, delle siringhe e qualche boccetta di antidolorifico. Poco dopo mi ero ritrovato fuori dall'edificio. Faceva freddo e mi misi il cappuccio. Con le mani in tasca e i denti che mi tremavano mi diressi verso l'hotel. Jin stava dormendo e perciò non si era accorto che ero rientrato. Mi riaggomitolai nel letto con le coperte fino al naso. Dal giorno dell'incidente avevo in mente le solite cose, le solite scene.... Sognavo sempre lo stesso disastro. L'adrenalina del concerto, la voglia quasi frenetica di far scena... E infine, Suga. L'immagine del suo corpo spiaccicato a terra mi rimugina in mente imperterrita. Quella notte non avevo dormito. Alle 6:00 stavo già mangiando latte e cereali in cucina. Stavo ancora cercando di dimenticare. Ma anche se la mente avesse escluso quell'immagine, sarebbe tornata presto in mente, poiché i telegiornali non fanno che parlare di quello. Il tour era semplice, la scaletta chiara: abbiamo solo voluto esagerare. Taehyung entrò in cucina. Non era stupito di vedermi. "Come va la ferita?" Chiese fregandosene che ero scappato da un ospedale nel cuore della notte. "Gli antidolorifici aiutano sai..." Risposi Fece un risolino seguito da uno scuotere di testa che poteva essere attribuito ad un "no". "Che hai da ridere?" Non mi aspettavo una risposta, in realtà volevo solo farlo stare zitto, e ci ero riuscito. "Come sta Suga?" "Lo chiedi a me? Eri tu quello accanto a lui fino a 8 ore fa." Per un momento non parlò, forse anche lui voleva sfidarmi, perché poi aggiunse: "Non si capisce, non peggiora... Ma non migliora nemmeno. Dobbiamo solo sperare nel meglio." Triste abbassai la testa e mi tornarono in mente le immagini di Suga spiaccicato sul terreno. Forse quella ragazza aveva avuto ragione a spararmi. Forse ero colpevole davvero, come dicono tutti, di quello che era successo a Suga. Jin entrò in cucina con delle brioche, sinceramente non sapevo cosa fossero "Un piatto tipico francese... È buonissimo!" Disse Jin sfoggiando un sorrisetto. Sentii una voce di risposta da Namjoon: "Tu cretino.... Cazzo prendi piatto tipici francesi in Italia...prendevi dei Krapfen!" "Parla lui" aveva risposto poi Jung kook: "i Krapfen sono tedeschi." [...] La conversazione aveva continuato per un po', e alla fine Jin tornò in pasticceria per prendere una crostata di prugne. I casi sono due: - le persone mi odiano - davvero gli altri non mi avevano notato? Jin si era avvicinato a me con una fetta di crostata:"mangia qualcosa, ti farà bene..." "Per te ogni cosa fa bene" gli risposi con un tono acido. Si tolse quel sorrisetto cretino dalla faccia, e mi guardò con tono serio e quasi arrabbiato. "Ascolta, non ho deciso io che tu ti trovassi in questa situazione... Ne ho scelto la situazione di Suga. Abbiamo sbagliato. Ma non bisogna rimuginare sul passato. Mangia qualcosa e vai a dormire, riposati." Stavo per sorridere quando qualcosa mi interruppe. Un dolore acuto mi sprofondò nello stomaco. Sapevo che stavo per svenire, così avvertii i miei amici di NON portarmi di nuovo all'ospedale. Non l'avrei sopportato. Mi addormentai quasi dolcemente per terra, sognai di nuovo Suga. Speravo ancora che quei pensieri, nonchè sensi di colpa svanissero

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Capitolo 5
*** Post svenimento ***


UN MOMENTO DI ATTENZIONE: mi dispiace non aver pubblicato per qualche giorno, ma eccoci qui ora con un nuovo capitolo vi lascio alla lettura!
"Abbiamo capito che ti serve compagnia" sentivo non so chi nella mia testa al risveglio.
 
"Ho voi..." Rispondevo io con un filo di voce. Appena aperti gli occhi notai che ero nella mia stanza. "Si!" Dissi tra me e me. "Non mi hanno portato in ospedale..."
 
Mi alzai di scatto guardando il letto. Poi guardai i miei amici
 
"No...." Mi aveva risposto Jung kook. "Ti serve... Una presenza femminile"
 
"Pre-presenza femminile?" Avevo risposto alzando la voce. La cosa mi irritava alquanto.
"Intanto non decidete voi cosa mi serve!"
Gli altri non mi degnavano di uno sguardo. Anzi spostavano la testa dalla parte opposta di dove li guardavo, rintanando le labbra in bocca e mordendosele con i denti. Erano preoccupati.
Taehyung mi sorrise e avvicinandosi a me disse: "tu non ti preoccupare, pensa solo che devi stare con qualcuno... Ok?"
 
"No. Non è ok" dissi andandomene e sbattendo la porta dietro di me. Nel corridoio avevo trovato una felpa e mettendomela girai il pomello della porta. 
Stavo per uscire quando avevo sentito delle voci. Senza farmi sentire mi avvicinai alla porta della mia stanza. La scena era solita: Jung kook che pomiciava con la sua ragazza e... Gli altri discutevano tristi? Origliai per un momento.
 
"Dovremmo seppellirlo a Kyoto con la madre, o a Seul dal padre?" disse triste Jin.
"Non preoccupatevi ragazzi ci...." Disse Taehyung prima che scappassi sdegnato fuori dalla porta.
 
Cosa era successo? Suga era morto? Cercai di entrare in ospedale senza farmi vedere per andare da Suga. Il suo corpo inanime mi faceva impressione. O quasi.

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Capitolo 6
*** Muore Yunseo ***


"Perché hai mollato proprio ora..." Dissi a voce alta senza pensare che ero solo. Sentii un "bip...bip...bip..." 
 
Una lacrima mi aveva rigato il volto, ma non mi tolse il lieve sorriso che avevo in viso. Lo abbracciai più che potevo tanto che i dottori si avvicinarono a me per allontanarmi. "Non sei morto!" Urlai mentre i dottori mi portavano via, "non sei morto Suga! Non ti ho uccuso!"
 
Pazzo: questa è la parola che ho sentito su di me. sono diventato completamente pazzo. La gente mi guarda male. Del resto è colpa mia, ho fatto IO del male a Suga.
Torno a casa coprendomi la faccia col cappuccio.
 
Sento delle urla provenire dalla stanza dell'hotel.
 
"CREDI CHE IO NON STIA SOFFRENDO?" Poi altre urla, che è meglio se non dico.
 
 Uno tonfo mi aveva trafitto le orecchie. Aprii la porta e trovai Taehyung in un angolo della stanza raggomitolato che piangeva, ricoperto di sangue e con li occhi sgranati che guardavano spaventati attraverso la porta. Il suo singhiozzare mi spaventava, pian piano mi avvicinai allo stipite della porta ove guardava e vidi una ragazza.
 
Era stesa a terra, ricoperta di sangue, che cercava di muoversi verso qualcosa che la potesse aiutare. Il sangue le sgorgava dalla bocca bagnandole i capelli. Muoveva i piedi come se dovesse scacciare qualcuno, o qualcosa. Tossì qualche volta sputando sangue.
 
Mi misi una mano alla bocca guardando Taehyung e singhiozzando gli chiesi: "che hai fatto?"
 
Taehyung si girò verso di me e quasi con un ghigno mi disse: "l'ho ... L'ho uccisa io"

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Capitolo 7
*** Allucinazione ***


Poi Taehyung scoppiò a piangere lo presi sulle spalle e lo feci sedere sulla poltrona. Gli dissi di stare tranquillo, e prendendo un lenzuolo, lo seguivo con la coda dell'occhio per augurarmi che non andasse dalla ragazza morta. Coprii la ragazza fino a sopra la testa e portai Taehyung nell'appartamento di Hoseok. L'avevamo fatto addormentare in camera di Hoseok.
 
Quando tornai in cucina notai che Hoseok stava parlando con degli agenti. Con loro c'era anche un dottore. Mi avvicinai a loro. Salutai con un inchino e mi girai verso Hoseok. Lo guardavo con gli occhi sgranati, inquadrando prima lui e poi i dottori intonando un "Grumble".
Hoseok mi guardò dispiaciuto e, dicendomi scusa, disse ai dottori: "È lui Park Jimin!".
Lo guardai con tono perplesso, poi i dottori mi presero per le spalle e mi portarono via, insieme a Taehyung.
 
Manicomio? Ero diventato forse così pazzo? Ero in una camera rivestita di gommapiuma colorata. Mi stesi a terra a dormire.
 
I giorni passavano con una lentezza intollerabile. Non facevo che pensare a Hoseok, che mi aveva tradito, aveva tradito anche Taehyung... Non facevo che pensare anche a Suga, non facevo che pensare a quello che avevano detto i miei amici, a quello che diceva il telegiornale, alle notizie furibonde dei giornali, che mi facevano apparire come un mostro. La mia vita era cambiata da un singolo evento che mi si ripercuoteva nella mente. Un solo "innocuo" incidente. Un incidente che se non fosse stato che era colpa mia, avrei già quasi completamente scordato. Di quei giorni di oscura sbobba che mi passavano dalla fessura della porta, di giornate passate a rotolare sulla gommapiuma fucsia ne ero stufo.
 
Mi svegliai. Era forse un sogno? Eppure sembrava così tremendamente reale. Ero steso sul letto di Namjoon , il letto ove accanto vi era quello in cui dormiva Taehyung. Uscendo dalla porta notai che inesorabilmente erano tutti presenti, dal primo all'ultimo. Da quello che sentivo avevano seppellito la ragazza, senza far sapere nulla a nessuno. Stropicciai gli occhi accompagnando un sonoro sbadiglio. Vestendomi guardai nuovamente Taehyung. Gli misi una coperta e decisi che più tardi avrei dovuto fargli un bagno, per toglierli il sangue che gli era rimasto addosso dall'assassinio. Forse però era meglio che lo facessi dormire ancora un po'... Non volevo che si alzasse col piede sbagliato. Nonostante ciò non avevo paura di lui. Sapevo che a me non avrebbe mai fatto male. Non volontariamente almeno. 
 
Andai al computer e cercai su YouTube "incidente in Francia BTS 2015". Ho pensato che nel rivedere la scena mi sarei un po' più tranquillizzato... Anche se era un'idea malsana ci dovevo provare!
 

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Capitolo 8
*** Rivelazione ***


 
Tra le tante miniature dei video scelsi quella a 360p, parecchio alta considerato che era fatta con un videofonino e che era stata zoommata. Come miniatura aveva Suga sull'ambulanza. Mi bastava un click per provare di nuovo quella brutta sensazione chiamata "senso di colpa"... Mi sentivo quasi masochista.
 
- il video inizia con tutti noi che dietro le quinte ci mettiamo le imbracature.
I cavi erano già fissati. Ricordo benissimo di aver rifatto il nodo di Suga... Forse era meglio se lasciavo il nodo che aveva fatto l'assistente, dato che abbiamo visto tutti cosa è successo. Saliamo e ci dondoliamo a mo' di altalena, salendo sempre più in alto. Al video avevano poi aggiunto una lente di ingrandimento e un cerchio rosso intorno alla corda di Suga. Il nodo si stava slacciando e con l'effetto a rallentatore che è stato aggiunto, vedo Suga che cade verso il terreno. Infine la sua scena del suo corpo informe e insanguinato a terra mi fa rigare il volto di lacrime e rigirare lo stomaco. Namjoon viene a consolarmi, quasi arrabbiato perché avevo rivisto la scena. Spense il computer e mi preparò una tisana. Mi sedetti poi sulla poltrona e fissai il nulla con occhi sgranati per parecchi minuti. Riflettevo.

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Capitolo 9
*** L'odore del sangue ***


Di colpo mi tolsi la coperta che avevo sulle spalle. Per un attimo sentii un brivido salirmi per la schiena. Era stato proprio un peccato togliersi quella coperta calda di dosso, da come faceva freddo. Andai da Taehyung e gli tolsi la coperta di scatto. Sgranò gli occhi per un momento. Mi guardò quasi arrabbiato e, raggomitolandosi nel letto, intonò un "lasciami stare". Gli diedi uno spintone. "Già hai ucciso una persona, che guarda caso era la tua ragazza, in più noi ti abbiamo coperto: nessun "grazie", ma era scontato che lo facessimo no? Beh, vuoi anche poltrire tutto il giorno? Non vuoi nemmeno toglierti quella vagonata di sangue che hai addosso?" 
Non rispose niente per un momento. Poi però si alzò, e con il broncio stampato sulla faccia si diresse nel bagno a farsi una doccia e a lavare i suoi vestiti. Tornò dopo un quarto d'ora bagnato fradicio e con l'accappatoio. "Peccato" cominciò a dirmi. "Mi piaceva l'odore di sangue altrui spalmato sul mio corpo". Rabbrividii, ma non aggiunsi una parola alla sua frase così penetrante.

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Capitolo 10
*** Non c'è speranza per lui ***


"Ne ho assaporati di vari tipi sai?"
 
"Cosa?" Risposi a Taehyung inarcando le sopracciglia.
 
"Non mi interrompere. Sai che lo odio." Cominciò a dire usando una voce oscura e cavernosa. " ho assaggiato anche il tuo sai? Non male. Ma preferisco quello delle persone cui ho fatto male io. E l'altra volta non ci sono riuscito..."
 
"Riuscito?" Domandai sorpreso. L'unica volta che ho rischiato la vita è quando mi ha sparato la ARMY impazzita... Ma forse è Taehyung quello pazzo. Si sbaglia. Non sta bene è chiaro.
 
"TI HO DETTO DI NON INTERROMPERMI, CAZZO!" Disse tirando fuori una pistola. Volevo dirgli di metterla via ma avevo paura 'di interromperlo'. 
 
Rimango un momento senza dire una parola, ero in iper ventilazione e le mani che avevo messo davanti quasi a tono di resa mi tremavano. 
Hoseok e Jung kook entrarono di scatto nella stanza e Taehyung si spaventò e girandosi sparò alla cieca. Beccò Hoseok. Continuava a ripetere che non era sua intenzione, che ero stato io a portarlo a questo. Hoseok non venne portato nemmeno all'ospedale. Il proiettile gli aveva trafitto la testa. Steso a terra ... Mi faceva ribrezzo il sangue che gli colava lentamente da un piccolo foro tra gli occhi. Il sangue gli era colato negli occhi che aveva colmato. La sua espressione sorpresa non si toglieva dal viso. Gli chiusi gli occhi con un semplice gesto della mano. Lo guardammo per un bel pezzo prima di scoppiare a piangere e renderci conto che era morto. Succede sempre così con le persone care, non ti rendi conto subito conto che sono morte. Lo strinsi forte e mi andai a lavare via il sangue. Dopo qualche ora chiamammo i famigliari. Dovevamo andare in Corea per il funerale. Ma Suga ci bloccava in Italia finché non sarebbe stato completamente guarito, o almeno in condizioni di attraversare metà mondo in aereo.
 
Non potevano mettere Taehyung in prigione. Avrà anche ucciso un 'fratello' però lo era anche lui. Così decidemmo di punirlo a modo nostro: lo rinchiudemmo a chiave nella sua stanza. Il rumore dei suoi pugni sulla porta e le sue lacrime diventavano sempre più agonizzanti fino a diventare un'ossessione. 

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Capitolo 11
*** Suga paralizzato... ***


Quel giorno era il turno di Jin di portare da mangiare a Taehyung. Intanto mi persi tra le foto di Hoseok e tra pianti interminabili. Tutti i bei momenti passati insieme... Perduti. Andai poi a trovare Suga, stava meglio. Riusciva persino ad alzarsi (anche se con fatica) e a parlare. Gli dissi di Hoseok e mi guardò con sguardo naturale. 

"È stato V? Cioè, Taehyung giusto?"
"Come fai a sapere..."confuso chiesi se era venuto qualcun altro a dirglielo, ma mi rispose di no. L'aveva semplicemente intuito perché quando era in coma, nonostante lo fosse, capiva quello che dicevamo e aveva sentito della morte della fidanzata di Taehyung. Gli scompigliai i capelli con la mano e me ne andai sorridendogli con la bocca. Ma i miei occhi avevano uno sguardo triste e malinconico. Tornai indietro con una cioccolata calda comprata al distributore. Mi cadde per terra per lo spavento. La cioccolata calda mi era andata a finire tra i piedi e i miei occhi sgranati non si azzardavano a chiudersi. Taehyung era lì che guardava Suga e gli parlava. Quando mi vide scappò via. Suga era come paralizzato. "Cos'hai amico?" Gli chiesi avvicinandomi. Intanto era arrivata un'infermiera che arrabbiata con me cominciò a pulire il macello che avevo combinato per terra. Suga non mi aveva degnato di uno sguardo. Fissava avanti a sè con gli occhi sgranati. Una lacrima gli rigò il volto e poco dopo vomitò fino a svuotarsi lo stomaco sulle coperte che aveva indosso. Arrivò un'infermiera che trascinò il suo letto a rotelle fino a un ascensore. Volevo seguirlo ma non potevo. Così tornai a casa a testa bassa. I ragazzi discutevano piangendo. Si sentivano già dal corridoio "Oh mio dio Jin!" Avevo sentito giungermi alle orecchie da non so chi. Mi tolsi il giubbino e raggiunsi la stanza da dove provenivano le voci. Erano tutti radunati in un punto. Con un "ehi ragazzi che succe....." Mi avvicinai a loro, ma mi bloccai quando vidi quella terrificante scena. C'era un motivo per cui Taehyung era riuscito a uscire dalla sua stanza. Scoppiammo in lacrime. Jin era come un padre per tutti noi. Già. "era".

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Capitolo 12
*** Jung... ***


Avevamo capito che era pericoloso. Tutto dipendeva da noi se non volevamo coinvolgere la polizia. Non c'erano molti posti dove Taehyung avrebbe potuto andare, dato che l'Italia non la conosceva. Così decidemmo di dividerci. Jung Kook ed io al bar dietro l'hotel mentre Namjoon dal benzinaio che c'era vicino all'edicola. Jung kook si avviò prendendo da sotto il letto una valigetta. Ci mettemmo a correre. Raggiungemmo un punto dove c'erano pochi lampioni, sul retro del locale. C'erano anche molti moscerini e insetti vari. Lì proprio dietro alla porta del retro c'erano un paio di enormi cassonetti. Entrammo di nascosto e mentre percorrevamo il corridoio chiesi a Jung kook:
"Che c'è dentro la valigetta?"
Stava piangendo. Si rifiutò di rispondermi e rintanò le labbra. Velocemente la aprì e mise il contenuto nella parte interna della giacca. Devo dire la verità. Cominciavo ad avere timore di questa situazione. Non sapevo come sarebbe potuta continuare e tutto ciò mi terrorizzava. Fermai Jung kook e gli chiesi se era effettivamente la cosa giusta da fare. Lui tirò fuori dalla tasca del giubbino metà mano e mi chiese se potevo andare con lui. Lo seguii fino a un piccolo sgabuzzino. D'inprovviso tirò fuori una pistola:
"Bastardo!!!"
"Ehi calmati, Jung!"
"No, non mi calmo! Se non uccidevi Suga tutto questo non sarebbe successo!"
"Suga non è morto, bro. E comunque mi dispiace tantissimo davvero tantissimo, giuro! Vuoi che questa situazione non mi spaventi? Sono spaventato quanto te, se non di più."
"Come faccio a sapere che non menti?" Aggiunse facendo tremare le labbra e scuotendo la pistola. Stava piangendo tantissimo e la faccia gli era diventata bordeaux.
"Non mento, Ciccio."
"L'hai fatto apposta"
"NO...
...non lo farei mai lo sai. Vi voglio un mondo di bene e non permetterei per nulla al mondo che vi succeda qualcosa."
Abbassò la pistola e ricominciò a piangere. Allargò le braccia e lo strinsi fra le mie. 
"Shshsh. Tranquillo. Si sistemerà tutto vedrai. Per sempre insieme forti, eh? Come due veri fratelli!"
Gli dissi per rassicurarlo. D'un tratto mi strinse più forte, ma solo con un braccio. L'altro se lo portò vicino alla testa e smise di abbracciarmi. Indietreggiò di qualche passo e mi sorrise. Si mise la pistola in bocca e sparò. 

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Capitolo 13
*** ma allora, non sono io ***


In quel piccolo sgabuzzino pezzi di Jung erano sparsi ovunque e il sangue che mi ricopriva la faccia e che mi entrò anche in bocca mi fece vomitare. Cominciai a piangere e ancora singhiozzando uscii dallo sgabuzzino. Appoggiandomi alle pareti mi allontanai e tornai all'hotel. Taehyung era lì. Che mi aspettava. Seduto al tavolo con due thè. Uno davanti a sè e uno davanti ad una sedia vuota. Mi sedetti e guardai il suo sguardo inanime. 
"Cosa vuoi?" Gli chiesi con tono irritato.
"Aiutami" disse senza mostrare un segno di emozione
"Cos'hai? Che cazzo vuoi?"
"Ho bisogno di aiuto."
Ha continuato a ripeterlo, e mentre lo diceva tirava fuori qualcosa da sotto il tavolo. 
Ad un certo punto vidi una mano biancastra spuntare da sotto. All'inizio pensavo fosse la sua, ma alzandolo ancora un po' mi resi conto che era un braccio umano, e che sanguinava ancora.
"OMIODIO di chi cazzo è quel braccio?"
"N..."
"Cosa dici?"
"Namjoon."
"L'hai ucciso! FIGLIO DI PUTTANA!"
"Suga non è morto, bro. E comunque mi dispiace tantissimo davvero tantissimo, giuro! Vuoi che questa situazione non mi spaventi? Sono spaventato quanto te, se non di più"
Quella frase... Mi era maledettamente famigliare. Se non sbaglio l'avevo detta a Jung Kook quando mi ha puntato la pistola... Vuol dire che... Lui era lì, era lì con noi.

"Come fai a sapere questa frase?"
"Niente di che... Un gioco da ragazzi."
"Ma Namjoon è morto?"
"Cosa?" Fece finta di non avermi ascoltato."ah,sì. Namjoon, Namjoon...ah, ok. No. Non è morto. È solo senza braccia e senza gambe."
"BASTARDO!"
"No calmati sennò finisci come Jung kook."
"Taehyung, come hai potuto? Perché?"
"Io non lo so, il sangue ha qualcosa di meraviglioso, affascinante..."
"Se malato. VATTENE"
"No, non me ne vado. Ho incominciato questa cosa e la devo finire."
"Cos'è che hai iniziato?"
"Lo sterminio." Deglutii e alzai le sopracciglia. Mi faceva paura..."chiunque mi abbia ostacolato deve pagare. All'inizio con Suga,..."
Il mio cuore per un momento di fermò. Bloccai il tempo con la mia mente e mi misi a riflettere. Suga? Cosa intende con Suga?
"Cosa intendi con Suga?"
"Mi aveva soffiato la ragazza..."
"Cosa?"
"Si, avevo visto che si frequentavano, che stavano bene insieme."
"Allora, ho deciso di eliminare Suga. Prima del concerto ho tagliato per metà la sua corda. Così che si rompesse mentre era in aria."
"BASTARDO! Come hai potuto!" Mi misi a piangere. Non riuscivo più a provare nulla nei suoi confronti. Se non odio e sensazione di smarrimento. Insomma, non era colpa mia. non ero stato io a fare del male a Suga... che peso liberato. ma come cazzo ha potuto fargli questo!
"La mia ragazza l'aveva capito. Così è venuta da me e mi ha lasciato. Così l'ho uccisa..."
"Non te ne frega niente, eh?"
"Sì che me ne frega. Ho pianto tantissimo per quello che avevo fatto. All'inizio non volevo farle del male giuro."
"Però glie l'hai fatto. È MORTA CAZZO! PER COLPA TUA."
"Io...mi dispiace... Cioè... All'inizio... Poi mi sono fatto prendere la mano..."
"Tu dici? Hai ucciso Jin, Hoseok, e Jung kook si è suicidato!"
"Io ero lì."
"Lo so. Mi vuoi spiegare che hai fatto?"
"Mi sono messo in un condotto per spiarvi dopo aver torturato Namjoon. Ero dietro di te. Dalla grata mi si vedeva e quando vi siete abbracciati Jung mi ha visto. Mi ha guardato triste e poi sai cosa è successo."
Lo guardai preoccupato e una goccia di sudore mi percorse il viso. Avevo paura.
Taehyung mi guardò e mi disse:
"Comunque, stavo dicendo. Lo sterminio. Oramai avete visto troppo. Tutti. Jimin. Ti voglio tanto bene. Ma..."
Una lacrima gli scese da un occhio. Stava piangendo.
"...ma ora tocca a te..."

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Capitolo 14
*** Namjoon ***


Mi alzai di colpo dalla sedia e mi misi a correre via più veloce che potevo. Tae prese un coltello per il pane dal cassetto della cucina e cominciò a correre. Avevo il cuore in gola e non sapevo dove andare. Non potevo correre per sempre. Nemmeno nascondermi sarebbe stata una buona tecnica. Per lo più se sarebbe dovuto durare per sempre. Spaesato mi diressi verso la stazione di servizio dove Tae aveva torturato Namjoon. Tae si era fermato. Intanto mi ero nascosto dietro alla porta della stazione e ho cercato Namjoon. Cercai dappertutto e dopo un'ora non l'avevo ancora trovato. Poi mi ricordai   di un film che avevo visto dove il morto era stato trovato nel soffitto. Così cercai in alto. Trovai una mattonella messa male. Nell'aprirla mi passò davanti agli occhi una goccia di sangue. Spaventato aprii la mattonella e ripescai il mio amico. Ero sconvolto. Credo fosse morto dissanguato. Anzi. Ne sono sicuro. 
 
Tae era fuori che piangeva accovacciato a terra. Sapevo che stava male e nonostante ciò non volevo degnarlo di un minimo sguardo. Cosa aveva, non lo sapremo mai. Ma quello che ha fatto rimarrà sempre con noi. E ci colmerà l'anima per sempre.

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Capitolo 15
*** Paura ***


Eccoci nell'ultimo capitolo! Volevo ringraziarvi per le moltissime persone che seguono la mia storia... Sta per finire il 2015 e ho deciso di pubblicare gli ultimi capitoli prima di mezzanotte! Spero che il finale sia di vostro gusto e..... Vi lascio al grandioso finale! Guardavo Tae dalla finestra che sgorgava lacrime. Questa storia doveva finire, e dopo lunghi attimi di riflessione capii cosa era giusto fare. È triste come finale della faccenda,certo. Ma non c'era altro modo. Taehyung, il mio migliore amico, oramai psicopatico e pluriomicida, doveva morire. Uscii ma Taehyung non c'era più. Sentii delle urla provenire da un isolato più avanti. Corsi più veloce che potevo. Non capivo cosa dicevano le urla, ma avvicinandomi di più capii cosa stava succedendo. Guardai in alto. Tae era in cima al palazzo. Cazzo. Voleva buttarsi. All'improvviso quel l'idea di doverlo uccidere mi rabbrividiva. Era un essere umano dopo tutto e non me la sentivo di compiere una cosa del genere. E poi, era mio fratello. Anzi lo è ancora. Corsi le scale il più velocemente possibile. Sulla terrazza del tetto cominciai a urlare il suo nome. "Kim! Kim! Tae dove sei?" "J-jimin?" "Ehi, Tae..." Dissi con il fiatone "Pensavo fossi scappato." "Perché avrei dovuto?" "Hai paura di me." Annuii sollevando le sopracciglia intonando un "eh" "ho ucciso molte persone." "Ehm, beh?" Cercavo di rassicurarlo senza sembrare turbato. "Beh. Ho paura anche io. Di finire in prigione, di essere odiato. Preferisco morire che passare la vita in una cella." "Tae...." "Pensavo di essere speciale per te." "Cosa intendi?" "Che pensavo mi avresti difeso. Invece sei scappato. Allora ho capito che se tu avevi paura la dovevo avere anche io. Jimin sono un mostro." "M-ma va, che-che ti salta in mente, mmm?" Continuai a distrarlo dal suicidio col cuore in gola. "Che ne dici di dimenticare tutta questa storia e di andare a prenderci un gelato, eh?" Taehyung fece un risolino, seguito da uno scuotere di testa. Conoscevo quella sua espressione. Un attimo dopo vidi una lacrima scendergli da un occhio. Chiuse gli occhi, sorrise. Si lasciò cadere dolcemente all'indietro. "Tae!!!!" Urlai. Intanto correvo in avanti con una mano tesa. Nonostante sapevo che non sarei riuscito a salvarlo. Taehyung morì il 31 dicembre del 2015. Con le lacrime agli occhi, il cappuccio tirato fino agli occhi e le mani nel tascone della felpa mi diressi verso l'ospedale, per dare la notizia a Suga. Quando entrai vidi Suga che guardava la TV, ancora devastato per la morte dei suoi amici. "Suga..." Dissi. Aveva già capito tutto. Cominciò a piangere guardando un punto fisso e senza muoversi. Il suo viso comincio ad arrossire e poco dopo cominciò a singhiozzare. Mi avvicinai a lui e lo abbracciai. Piangemmo insieme. Quella sera non la passammo bene. Non dicemmo una parola di quello che era successo. Continuammo a vivere con un peso sullo stomaco che batteva come un martello. La vita era diversa. La vita è diversa. Ogni giorno vado a trovare i miei amici al cimitero con Suga. Gli lasciamo un fiore ad ognuno è speriamo insieme che un giorno il rimorso possa svanire.

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