Happy new war!

di Drinny_forever
(/viewuser.php?uid=769748)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'arrivo a New York ***
Capitolo 2: *** I demoni ***
Capitolo 3: *** Hogwarts ***



Capitolo 1
*** L'arrivo a New York ***


L'arrivo a New York

Carrie si era alzata presto quella mattina, prima di tutti quanti. L’orfanotrofio a quell’ora era deserto e silenzioso, illuminato dalla pallida luce dell’alba che illuminava Detroit. Camminava il più silenziosamente possibile verso la stanza dell’area est, dove si sarebbe tenuta la festa di compleanno a sorpresa di Mia, voleva assicurarsi che fosse tutto pronto, inoltre aveva ancora alcuni festoni da appendere alle pareti visto che quegli scansafatiche di Liam e July erano troppo pigri per farlo. Però, mentre girava l’angolo, si imbattè in un Liam profondamente stanco e assonnato, che barcollava per il corridoio come un ubriaco.
-Liam!- esclamò sorpresa Carrie. Che diavolo ci faceva lì alle 5:00 del mattino? –Oh! Ciao Carrie, non ti avevo vista.- aveva ancora la voce impastata dal sonno, però per qualche strana legge della natura aveva i capelli perfettamente in ordine e la ragazza si chiese per quale assurdo motivo quella legge non funzionasse anche per i suoi indisciplinati boccoli ramati. Si lisciò i vestiti ricordandosi improvvisamente di indossare i jeans macchiati e il maglione con un buco sul gomito. – Perché sei qui?- domandò Carrie cercando di mantenere la voce calma. Non erano previsti ospiti per i preparativi della festa.-Sono venuto ad aiutarti, ieri July mi ha praticamente trascinato via- rispose Liam con uno dei suoi meravigliosi sorrisi.
Dio, quanto è bello quando sorride… ma cosa diavolo stava pensando? Doveva riprendersi, lei era Caroline Johnson e non si perdeva certo in cotte da scora letta. Si incamminò verso la stanza della festa superando il ragazzo e aprendo la porta con una spinta. La stanza che aveva scelto era una grande aula in disuso e le ci erano voluti giorni per ottenere il permesso di usarla. Legati alle pareti c’erano palloncini e striscioni, in un angolo c’era un tavolo con i regali di quasi tutto l’istituto e sotto si trovavano, abilmente nascosti, scatoloni di una sostanza illegale ed estremamente disapprovata (leggi: lattine di birra). In un angolo erano ancora sparpagliati i festoni rimasti, ne raccolse uno mentre Liam andava a recuperare una vecchia scala arrugginita in un ripostiglio lì accanto. La ragazza incominciò ad arrampicarsi. –Carrie non credi che questa scala sia un po’ instabile?- disse Liam preoccupato.-Non ti preoccupare, sono abbastanza agile.- rispose Carrie secca, pensando a quanto Liam non la conoscesse veramente.-Come vuoi Carrie.- sussurrò il ragazzo imbronciato. Lei lo ignorò.
-Credi che Mia sarà sorpresa?- chiese Liam tenendo ferma la scala.-Penso di si, anche se non mi stupirei se sospettasse già qualcosa- Carrie pensò alla mente analitica e geniale della sua migliore amica, la conosceva da quando ne aveva memoria. La ragazza arrivò all’ultimo gradino e si allungò per appendere quel dannato festone. Ma, proprio in quel momento, il gradino arrugginito si staccò e Carrie cadde all’indietro. Proprio tra le braccia di Liam, che la prese al volo impedendole di trasformarsi in una frittella al gusto di persona. (Bleah! Sai che schifezza?) Si guardarono negli occhi un istante di troppo. Gli occhi di Liam erano un verde cristallino, ci si poteva quasi perdere. Riflettevano quelli azzurri e luminosi, che sembravano quasi un mare in tempesta, di Carrie.
-Stai bene?- riuscì a dire finalmente Liam. Carrie borbottò qualcosa che somigliava a ‘Non ti preoccupare’ mentre scendeva dalle braccia del ragazzo.
Continuarono a lavorare in silenzio per un’ altra mezz’ora e per Carrie fu un sollievo uscire di lì per percorrere il familiare percorso che conduceva alla sua stanza. Quando entrò trovò Mia ancora addormentata, non che fosse una novità. Aveva i corti capelli biondi sparsi sul cuscino e appunti e compiti quasi completi sparpagliati sul letto e per terra. Carrie raccolse il compito di Biologia ed iniziò a scopiazzarlo, poi si fece una doccia ed indossò la divisa dell’istituto. Era grigia con la camicia bianca ed un cravattino rosso cupo che andava infilato nel golfino anch’esso grigio, che in alto a destra portava ricamato lo stemma dell’orfanotrofio. Carrie aveva deciso di indossare il modello con il pantalone, mentre Mia aveva tenuto quello con la gonna.
Quando uscì dalla stanza, trovò la sua amica sveglia con i capelli sparati in ogni direzione fisicamente concessa e gli occhi grigi sbavati del trucco della sera prima ed assonnati. Stava gettando libri e quaderni giù dalla sua disordinatissima scrivania, alla ricerca di quelli da infilare nello zaino. – Guarda che non cresce un albero.- disse Carrie indicando quella specie di semina di carta creata dalla sua amica. – Sarebbe un albero molto noioso.- commentò Mia. Scoppiarono a ridere insieme, mentre Mia si avviava verso il bagno. Una volta pronte andarono a fare colazione e, dopo aver bevuto una bella tazza di caffè, furono entrambe più ragionevoli. Si avviarono alle lezioni, che entrambe detestavano a morte. Erano terribili, ti risucchiavano l’anima e ti conducevano in uno stato di rincoglionimento acuto da cui solo il dolce melodioso suono della campanella poteva svegliarti.
Quando finalmente i professori finirono di
risucchiare il cervello dei poveri ragazzi, Carrie trascinò di prepotenza Mia nella loro stanza dove July le aspettava, armata di eyeliner e pennellini
vari. Riuscirono a truccarla con un grande sforzo e molti “lo stiamo facendo per te”, e a farle indossare il delizioso abito verde che July e suo fratello Liam le avevano regalato. Poi fra varie proteste e
lamentele, bendarono Mia e la portarono verso la stanza dell’ala est. Durante il tragitto Mia tempestò di domande le due povere ragazze, ma l’inconsapevole festeggiata non era famosa per essere paziente. No, lei era famosa per aver tirato il pranzo addosso al professore di matematica.
Arrivate a destinazione Carrie tolse la benda all’amica e ci fu un esplosione di “sorpresa” e “buon compleanno”. Mia aveva una faccia indescrivibile. -Auguri quattordicenne!- urlò Carrie porgendole un
pacchettino blu, mentre dallo stereo esplodevano le note di Na Na Na dei My Chemycal Romance. Nel pacchettino c’era una collanina d’argento a cui era
appeso un ciondolo a forma di mezzaluna. Non appena lo vide, Mia cominciò a
saltellare e ad abbracciare la sua migliore amica.-Grazie, grazie, grazie- disse su di giri.
La festa fu un successo, la musica era buona, la birra anche e tutti si stavano divertendo, ma ancora non sapevano quanto poco sarebbe durato tutto ciò.
Verso le quattro del mattino, le ragazze stavano tornando nella loro stanza quando la signorina Johnson (Carrie ha preso il cognome da lei, visto che è la direttrice, perché non si sa chi siano i veri genitori della ragazza.) venne incontro loro, scrutandole con gli occhi pesantemente truccati – Mia Starkweather e
Caroline Johnson, venite con me- tuonò la direttrice. Non fece commenti sui loro vestiti che violavano il regolamento, né sul fatto che puzzavano di
birra, quindi doveva essere grave, molto grave. Le due si scambiarono un’occhiata preoccupata e seguirono la direttrice nel suo ufficio. Ad aspettarle c’era una donna sulla quarantina, con dei capelli neri striati di grigio e dei brillanti occhi azzurri, c’era un qualcosa di triste quando sorrise alle ragazze. La direttrice si sedette alla sua scrivania e fece
cenno alle ragazze di sedersi, loro non riuscivano a staccare chi occhi dalla donna seduta lì vicino – Ragazze lei è Maryse Lightwood e vorrebbe
adottarvi-
Lo shock fu troppo grande all’inizio per parlare, Carrie e Mia erano entrambe paralizzate sulle loro sedie, tutte le volte che erano andate in
adozione non era mai andata bene, spesso gli adulti adottano solo per ricevere gli assegni di mantenimento, mentre quelli che prendono con se i ragazzi e li trattano bene sono talmente pochi, che a quasi nessuno quell’anno era toccato questo destino. Mia non faceva che ripetersi ‘Non è possibile, non è
possibile, non è possibile’. Ma i fatti dicevano il contrario e le due lo sapevano bene.
Rapporto per il conclave:
le due cacciatrici Caroline Johnson e Mia Starkweather (d’ora in avanti gli operativi) vengono informate del fatto che Maryse Lightwood vorrebbe
prenderle in adozione, gli operativi non sanno chi sia costei e inoltre non hanno la minima intenzione di seguirla, nemmeno quando fa uscire la direttrice dall’ufficio per “parlare in privato”. L’ operativo Johnson si pentiva di aver bevuto tutta quella birra alla festa, quando la direttrice fu sparita dietro la porta.

Maryse incominciò a parlare. – Bene ragazze- incominciò la donna.-Non credo ci sia un modo per farvi apparire la situazione un po’ meno assurda quindi credo di dover cominciare dall’inizio-la shadowhunter fece un profondo sospiro e cominciò a raccontare dell’angelo Raziel, della coppa mortale e dei poteri che avevano i cacciatori. E che quei strani tatuaggi che aveva sulle braccia si chiamavano rune antiche, queste le conferivano alcuni poteri. Carrie era sempre più scettica e iniziava a pianificare il modo di scappare alla prima occasione mentre Mia, che aveva un modo di prendersi gioco della gente tutto suo, continuava a incitarla ad
andare avanti. – Senta, signora Lightwood, se vuole adottarci lo faccia ma non ci rifili tutte queste stronzate okay?- sbotto Carrie a un certo punto,
non aveva mai sopportato l’idea che qualcuno la adottasse, tantomeno i folli. Maryse guardò Carrie con uno sguardo che nessuna delle due riuscì a
decifrare. – Caroline, tu sai cosa sono i tuoi genitori?- la domanda colpì la ragazza come uno schiaffo in faccia, trovò a malapena la forza di scuotere
la testa –E tu Mia?- nemmeno lei lo sapeva, ma sapeva che erano morti in una strana battaglia di cui nessuno le ha mai voluto dire niente, l’unica loro
traccia era un anello di famiglia lasciato nella culla e Mia non se ne separava mai.
– Conoscevo i tuoi genitori, gli Starkweather, mentre non sono sicura di conoscere i genitori di Caroline, ma so per certo che loro avrebbero voluto che
venisse con me a New York e…- Mia non le lasciò tempo di finire la frase.–Ci dia la prova che è vero, che questi Cacciatori esistono e che i nostri
genitori la conoscevano, se ci da una prova noi la seguiremo.- Carrie annuì, d’accordo con lei, pronta ad assistere a qualche ridicolo trucco magico o
qualcosa del genere. Ma non era quello che le attendeva. La donna sorrise, si aspettava una reazione del genere. Tolse da sotto la scrivania una
gabbietta che prima le ragazze non avevano notato, era di quelle che si usavano per i cani, soltanto che la cosa che c’era dentro non assomigliava
affatto a un cane. Era nera e viscida, senza occhi e con una bocca sproporzionatamente enorme piena di zanne e fetida bava verde. Mia urlò e Carrie schizzò sulla sedia facendola cadere – Cos’è quello?- chiese con un tono spaventato Carrie, mentre la creatura si contorceva nella gabbia troppo piccola – Un demone- rispose la donna alzando un sopracciglio – e anche
piuttosto piccolo, noi li uccidiamo per salvare i mondani- continuò poi guardando le ragazze. Il demone era stata un idea di Jace e probabilmente
non avrebbe dovuto dargli ascolto, ma era la cosa più diretta ed efficace. –Okay- la voce di Mia era sottile e sommessa, quasi irriconoscibile – La
seguiremo.-

TO BE CONTINUED... (Citazione ispirata ad una scrittrice che stimo molto 'BimbaBest99')
Nota d'autrice:
Salve a tutti popolo di Efp fanfiction!
Inizio con il dire che questa è la prima storia che scrivo, in collaborazione con mia cugina che purtroppo non ha un account suo sul sito e dobbiamo pubblicarla sul mio.
Quindi vi preghiamo di essere clementi, se ad esempio trovate degli ‘ORRORI’ grammaticali, oppure se le virgole non sono messe correttamente. Vi chiedo di farci notare ogni piccolissimo particolare grammaticale che non va bene, accettiamo anche le critiche purché siano costruttive.
Pubblicheremo ogni capitolo tutti i sabato la sera e cercheremo (noi ci proviamo eh ahahah >.<) di essere puntualissime. Spero che questo primo capitolo vi sia piaciuto e, se all’inizio la storia vi sembra un po’ confusa, man mano che proseguiremo con i capitoli inizierete a capire e a collegare tutti i fatti. Con questo vi mando un grosso bacio e.. Buona Lettura! ^.^ <3
-MarikaESabrina

 

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** I demoni ***


I demoni

Carrie e Mia erano già state adottate in passato, ma non era mai stata una cosa definitiva e facevano sempre in modo di ritornare all’orfanotrofio  esasperando le persone che le avevano portate via. Ma sapevano che questa volta era diverso.  Presero tutti i vestiti dall’armadio, Carrie aveva sempre detestato la divisa del orfanotrofio e non si aspettava che fosse così difficile non indossarla mai più. Misero  i vari libri disseminati nella stanza in un borsone,  sgombrarono la scrivania e tolsero foto e poster che stavano da così tanto tempo appesi al muro che rimase un alone nero sull’intonaco bianco, deboli tracce della loro presenza, niente di più. Una volta finito Mia si girò a guardare la loro camera che non sarebbe mai stata più la loro e le venne quasi da piangere, ma ora non era il momento.  Nel cortile trovarono Liam e July ad aspettarli, anche loro avevano capito che non sarebbero più tornate. Una serie di ricordi attraversò la mente di Carrie: Liam che spingeva Mia sul altalena quando avevano sette anni, lei e il ragazzo che facevano casini nel laboratorio di chimica, un giorno di primavera dove era sgattaiolata con tutti e tre fuori dall’ orfanotrofio per bighellonare in giro … erano bei ricordi, ma allora perche la stavano facendo sentire così triste? I quattro ragazzi si scambiarono una serie di abbracci infiniti, perdevano tempo e nessuno voleva andare verso la sua nuova vita. Un pick-up nero svoltò l’angolo e si fermò davanti al cancello, il momento degli addii era finito. Anche i due fratelli videro la macchina e Liam trascinò Carrie in un angolo coperto alla vista di tutti –  Che stai…?- la ragazza non fece in tempo a finire la frase che Liam provò a baciarla (eh si, la nostra Caroline fa conquiste) appoggiò le mani sulle spalle del ragazzo e lo spinse via. Lui la guardò con uno sguardo talmente ferito e confuso che Carrie si sentì male per quello che stava per fare – Liam, no, adesso non avrebbe senso, non ci rivedremo più e… non ha senso- lei si allontanò di un passo, Liam le piaceva, ma avrebbe dovuto darsi una mossa. – Mi dispiace- aggiunse, poi si voltò e corse verso Mia che già stava salendo nell’auto.  Sarebbe stata una lunga giornata.
                                                     ***
Al primo sguardo l’istituto di cui Maryse aveva parlato alle ragazze sembrava una vecchia chiesa abbandonata.  Riuscirono a vederlo per cosa era realmente  solo quando la signora Lightwood spiegò come rimuovere l’incantesimo. Appena ci riuscirono Carrie sfoderò una sfilza di irripetibili parolacce. Quando entrarono in quella chiesa presero l’ascensore e la scena che le accolse fu alquanto bizzarra. Un ragazzo dai capelli biondi stava inseguendo un altro ragazzo bruno, sembrava stessero litigando o meglio urlando. – Come hai osato?- strillava il biondo sventolando il poster che teneva in mano, raffigurava un anatra sulla riva di un laghetto – Mettere questa oscenità nella mia camera?- aggiunse poi con gli occhi di un impressionante colore  dorato che ardevano di rabbia. Il moro nel frattempo rideva a crepapelle. Maryse si schiarì la voce e i due smisero subito di rincorrersi – Jace, Simon, loro sono le nuove arrivate: Caroline Johnson e Mia Starkweather-  disse la signora Ligthwood – Mi aspetto che siate gentili e che le aiutiate a orientarsi nella loro nuova vita- aggiunse poi con un occhiata ammonitrice ai due ragazzi.  – Certo Maryse- rispose il moro con voce strozzata –Io… credo che... ecco… Izzy mi stia chiamando- e poi se la diede a gambe levate su per le scale, non potevano biasimarlo, la donna a volte faceva paura.  Jace rimase solo nella stanza con il poster che non era poi tanto osceno.  La signora Lightwood chiese, o meglio ordinò, al ragazzo di far fare il giro turistico del Istituto alle ragazze e, fatto ciò,  si ritirò nella sua stanza.  Jace le fece visitare tutto l’Istituto, che si rivelò molto meglio dell’ orfanotrofio di Detroit, lì sembrava tutto saltato fuori dal secolo scorso. Quando arrivarono alla palestra incontrarono due ragazze che si allenavano con due spade. – Qui vi allenerete per diventare cacciatrici.- disse il biondo. Con uno sguardo all’enorme palestra Carrie incominciò finalmente a vedere un lato positivo in tutta quella storia, era sempre stata portata per i combattimenti; invece Mia non ne era tanto entusiasta visto che non riusciva nemmeno a camminare sui tacchi senza cadere almeno due volte.
Rapporto per il conclave
Gli operativi vengono condotti nel istituto di New York dove abiteranno a tempo indeterminato e dove verranno sottoposte all’allenamento standard per diventare Shadowhunters. Iniziano alle ore 15 la loro prima sessione e finiscono alle 20. Gli operativi rimpiangono amaramente le lezioni succhia-cervello della loro precedente ubicazione. (anche se Jace Lightwood era decisamente sexy con la tenuta da cacciatore)
Carrie non riusciva a dormire nella sua nuova camera, un po’ perché le facevano male tutti i muscoli, un po’ perché le mancava la sua vecchia camera:  il suo letto, il perenne chiacchiericcio dei ragazzi più grandi che non dormivano e il borbottare incomprensibile di Mia che si rigirava nel letto accanto al suo. Evidentemente anche lei doveva sentire la mancanza di casa perché venne a bussare alla sua porta. – Ho disegnato una pianta approssimativa dell’ edificio, andiamo in esplorazione.- annunciò la ragazza.  Cinque minuti dopo erano nella biblioteca, a leggere i libri che gli avevano espressamente detto di non leggere e a frugare tra le carte della scrivania. – Hey Carrie, vieni a vedere.- disse Mia, teneva in mano una foto ingiallita. Carrie ripose sul suo scaffale “Negromanzia del sedicesimo secolo e simili” e raggiunse l’amica. – Questo tipo ti somiglia.-  aggiunse indicando un ragazzo ritratto nella foto. Carrie lo guardò per alcuni secondi poi scosse la testa, sapeva dove l’amica voleva andare a parare –Non essere ridicola.- rispose, anche se in effetti le somigliava davvero –Magari i miei genitori non erano neanche Americani.- concluse poi cercando di nascondere la tristezza nella voce. Rimisero la foto dove l’avevano trovata e passarono ad altro.
Le due ragazze passarono ben dieci giorni chiuse nel Istituto ad allenarsi ed imparare quanto più potevano sugli Shadowhunters. Carrie era riuscita a centrare il bersaglio con un coltello da lancio e Mia riusciva a fare l’esercizio per imparare a fare i salti mortali (quello dove ci si deve lanciare dalle travi del soffitto con un imbracatura) senza strozzarsi da sola con la corda elastica. La foto che avevano trovato in biblioteca finì presto nel dimenticatoio.  Nel frattempo le due ragazze avevano appreso che Isabelle Lightwood era mitica e che Clary Fray aveva scoperto di essere una cacciatrice quando aveva quindici anni e che quindi le capiva. Avevano anche appreso che Jace aveva paura delle anatre, e questa era la cosa decisamente più divertente. Si stavano abituando alla loro nuova situazione e Mia aveva fatto anche amicizia con il ragazzo di Alec Lightwood, Magnus Bane. Fra loro c’era intesa. Carrie invece stava incominciando a legare con Izzy. Purtroppo l’ennesima brutta notizia turbò la loro tranquillità. Quando Maryse dovette comunicare alla sua famiglia allargata la brutta notizia stavano cenando e c’era un gran baccano, guardò le due nuove arrivare. Mia somigliava in modo impressionante alla madre ma aveva preso il carattere del padre, era stato sconcertante sapere che Hodge aveva un fratello e che questo fratello aveva una figlia. Carrie invece somigliava a Michael Wayland ma c’erano davvero basse probabilità che fosse sua figlia, poteva essere una Lovelace, o forse una Pangborn…
 -Ragazzi ascoltatemi un minuto.- Maryse doveva quasi gridare per farsi sentire sopra il frastuono che facevano i ragazzi, ma quando parlò scese il silenzio. –Ho una brutta notizia da darvi: voi sapete che ci sono due tipi di streghe e stregoni, quelli provenienti dai demoni come Magnus e quelli provenienti da altri stregoni.- i ragazzi annuirono, lì il mondo invisibile sapeva di loro ma loro non sapevano del mondo invisibile (a parte qualche vampiro e lupo mannaro che si era infiltrato nella loro comunità) –Questi maghi vengono portati ad undici anni in una scuola di stregoneria dove vengono istruiti su come usare la magia. Una di queste scuola, la più potente di tutte, è stata attaccata da alcuni demoni.- continuò Maryse, sembrava soppesare le parole, come se non volesse dire qualcosa di troppo.– E vogliono che li difendiamo noi? Non è propriamente una brutta notizia.- chiese dubbioso Alec, era uno dei pochi giorni in cui si era fermato a cena. La donna seduta a capotavola sospirò e rispose con voce tremante. –A capo di quei demoni c’erano alcuni seguaci di Sebastian e Valentine, hanno lasciato un comunicato.-  e così dicendo estrasse un foglietto dalla tasca, sopra c’erano poche righe
Per il conclave e il ministero della magia:
Siamo riusciti a infiltrarci facilmente nelle forze della scuola di magia e stregoneria di Hogwarts  e questo è solo un assaggio di quello che possiamo fare. I nostri capi ci hanno lasciato la grande eredità di tutte le loro conoscenze. Ci saranno battaglie e verrà versato sangue, l’onore verrà restituito alla stella del mattino di un nuovo giorno. Preparatevi a tutto, vi auguriamo una “Felice nuova guerra”.
Clary  sembrava sul punto di vomitare e Jace ardeva di una furia a malapena controllata, Isabelle sembrava ancora più arrabbiata ed Alec era rigido e pallido sulla sedia. Mia e Carrie non sapevano casa pensare, sapevano chi erano Valentine e Sebastian, ma lo avevano letto solo nei libri che raccontavano della guerra e sembravano cose così lontane. Quella sera nessuno dormì, si prepararono piani e strategie (e Mia fu molto felice di rientrare nell’area di sua competenza), studiarono le mosse che avevano fatto l’esercito di demoni e le si mise a confronto con quelle usate dai Morgenster. Anche Magnus diede una mano. Alla fine crollarono tutti verso le sei del mattino, Clary era l’unica che non riusciva a dormire, scoprì che Mia parlava nel sonno e che Magnus sbavava un po’, Jace dormiva con la testa appoggiata alla sua spalla. Pensava a suo padre e a suo fratello e si chiese se avrebbero mai finito di perseguitarla. Un qualcosa simile a una scossa di terremoto fece tremare l’istituto svegliando tutti. Immediatamente una puzza tremenda riempì l’aria, come spazzatura marcia, puzza di demoni. Corsero tutti all’armeria e a infilarsi le tenute. I demoni stavano cercano di entrare dal portone principale sfondandolo e cercando di abbattere le pareti,  questo spiegava la scossa di terremoto. I cacciatori uscirono dalle finestre più alte cercando di non farsi vedere dai demoni e al contempo di non spiaccicarsi al suolo, l’effetto sorpresa funzionò e iniziò la prima battaglia. Avevano tutti provato a fermare Carrie e Mia ma era stato inutile, quella era anche la loro battaglia anche se era la prima. I demoni non erano poi così tanti e questo era alquanto strano, ma non era il momento per pensarci. Nonostante Carrie avesse ricevuto solo due lezioni di scherma era una furia, sembrava nata per infilzare e tagliare teste, Mia invece giocava più d’astuzia, passando sotto i demoni più grandi e sventrandoli. La battaglia durò poco e fu abbastanza facile sconfiggere tutti i demoni che non brillavano certo per intelligenza. Quando tutte quelle creature disgustose furono sparite non c’era dubbio che Carrie e Mia avrebbero imparato a fare qualche iratze. 

Alec aveva un taglio che correva lungo tutta la schiena e aveva bisogno decisamente di una runa di guarigione. Jace si portò la mano allo stivale dove di solito teneva il suo stilo ma era vuota, sbuffò –Vado a prendere lo stilo in camera mia- disse allontanadosi. Lungo il tragitto rimuginò su tutto quello che era successo, perché quegli idioti avevano mandato così pochi demoni a cercare di entrare nel istituto. Era stata una mossa stupida, ma quando passò per la biblioteca capì che non era affatto stupida. Sul pavimento erano sparsi pezzi di vetro, alcune vetrinette erano state rotte, una in particolare era completamente distrutta e il suo contenuto sparito, Jace sapeva cosa c’era dentro. I demoni all’ingresso erano solo un diversivo. E l’angelo meccanico era sparito

To be continued…


Eccociii di nuovo qua popolo di Efp fan fiction.
Come promesso un nuovo capitolo appena sfornato per voi ;) Ci abbiamo messo davvero pochissimo per scriverlo (anche se, lo ammetto, la maggior parte di questo capitolo è tutto frutto della mia adorabile cugina XD) Spero che vi sia piaciuto, soprattutto le parti in cui c’è il nostro Jace (ohw, lo amo troppo ^^)
Ci vediamo sabato prossimo per il terzo capitolo e, come vi ho già detto l’altra volta, cercheremo di essere puntualissime. Un bacio enorme a tutti quelli che seguono la storia. E, “Buona Lettura” ^^.

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Hogwarts ***


Egregia Sigr.Lightwood,
Ho appena finito di leggere la sua lettera e sono qui per darle una risposta. Volevo comunicarle che il mondo magico sa bene cosa significa il ritorno di un nemico. Hogwarts è disposta ad accudire i suoi ragazzi ed eventuali oggetti importanti. Molti dei miei studenti hanno affrontato la guerra magica e sono disposti a combattere per salvare le forze della nostra comunità.
I miei studenti Harry James Potter, Hermione Jean Granger e Ronald Bilius Weasley saranno felicissimi di aiutare i giovani Shadowhunters ad ambientarsi. Le assicuriamo che saranno al sicuro nei confini di Hogwarts.
                                                                                     Cordialmente sua
                                                                                Minerva Mcgrannit, ordine di Merlino,prima classe e supremo pezzo grosso del ministero della magia
-Felici professoressa?- chiese Ron con tono sconvolto, la sua voce rimbombò nel grande ufficio della preside. –Lei crede davvero che saremmo felici di affrontare un'altra guerra?- aggiunse poi vedendo che a nessuno sembrava un’ idea folle e infattibile. I tre ragazzi erano stati convocati prima dell’inizio della scuola per discutere della faccenda.  –Ronald! Non rispondere male alla professoressa!- lo rimproverò Hermione come era solita fare. La professoressa McGrannitt sospirò e si aggiustò gli occhiali – Signor Weasley, questa gente è in pericolo esattamente come lo eravamo noi quando Voldemort tornò per distruggerci, non lascerò che vengano sterminati per puro egoismo.- ribattè la preside. Aveva ragione ovviamente, ma nessuno era pronto a rievocare le terribili battaglie che avevano ucciso così tanti dei loro cari. –Ce la metteremo tutta, aiuteremo i cacciatori e proteggeremo la coppa mortale-  tentò di rassicurarla Harry che era stato in silenzio tutto il colloquio. La preside annuì e li congedò. –E mi raccomando- disse quando il trio era sulla soglia della porta – non una parola con nessuno- la versione che la professoressa aveva dato a tutta la scuola era che sarebbero arrivati questi cacciatori di demoni per imparare di più sulla cultura magica, in realtà quei ragazzi sarebbero venuti li per nascondersi. I seguaci di Valentine e Sebastian volevano morta Clarissa Morgenster per vendicarsi della morte dei loro padroni, e avrebbero ucciso tutti quelli a cui lei teneva se fosse stato necessario, avrebbero portato con loro anche la coppa mortale,perché se avevano l’angelo meccanico sicuramente architettavano qualcosa che la riguardava. Harry sorrise a quell’avvertimento: era quasi come ai vecchi tempi.
                                                  ***
 Il treno per Hogwarts sarebbe dovuto partire alle ore 11. Carrie, Mia, Jace e Clary avevano appena oltrepassato la barriera che conduceva al binario 9 e tre quarti grazie ai consigli della preside scritti in una lettera ricevuta qualche giorno prima. Carrie si era fatta prendere dal panico, il carrello col baule aveva slittato, lei era inciampata e si era praticamente tuffata nella barriera con un imbarazzante caduta e gli altri a furia di ridere, inciamparono anche loro. 
-    Che avete da ridere voi tre?- chiese scontrosa Carrie, con i capelli più spettinati del solito.
-    Pensa a camminare altrimenti perdiamo il treno.- rispose Mia in tono divertito. 
-    E vedi di non cadere.- aggiunse Jace sghignazzando. Carrie mise il broncio finchè non salirono a bordo dell’espresso.  
Erano tutti emozionati all’idea di frequentare un posto come Hogwarts e non avrebbero mai immaginato di studiare arti magiche. La stazione era affollata da genitori e ragazzi con bauli, animali e libri. Quei piccoli maghi non sembravano trovarlo strano quanto i cacciatori.
I giovani Shadowhunters salirono a bordo del treno appena in tempo, salutarono la signora Lightwood ed il treno partì con uno sbuffo. Andarono a cercare un posto, ma tutti gli scompartimenti erano pieni, ne trovarono soltanto uno occupato da una ragazza dai capelli biondi e dall’aria un po’ spiritata. 
-Sono occupati questi posti?- chiese Clary. La ragazza alzò lo sguardo dalla rivista che stava leggendo, indossava un paio di occhiali con la montatura dorata e con una strana forma, una lente era azzurra e l’altra rosa –Certo, ma non sedetevi sul sedile di fronte.-disse la sconosciuta, poi aggiunse in un sussurro, portandosi la mano alla bocca -è pieno di nargilli.
Carrie e Mia si guardarono perplesse, ma presero posto lo stesso. Jace invece esitò prima di andare a sedersi vicino alla ragazza. –Allora…- iniziò Clary- come ti chiami?- 
-Luna Lovegood- rispose con la sua vocina sottile. –Luna Lovegood? Che strano nome!- esclamò Carrie un po’ troppo ad alta voce. Mia le diede subito una gomitata nello stomaco a mo’ di rimprovero.-Ahia! Ma cosa ho fatto?!- reagì Carrie indignata. L’amica le lanciò uno sguardo fulminante. -Io sono Mia e lei è Carrie- si affrettò a dire - mentre loro sono Jace e Clary- continuò indicando i due ragazzi di fronte.
-Ma..ehm..cosa sono quelli?- chiese Jace confuso, indicando gli occhiali di Luna, lei non fece in tempo a rispondere che due ragazzi ed una ragazza aprirono lo sportello del loro scompartimento. Il più alto aveva dei capelli rosso fuoco, il naso lungo e le lentiggini sparse sul viso. L’altro era decisamente più basso ed aveva i capelli corvini in disordine, portava un paio di occhiali rotondi che coprivano due occhi verdi ed aveva una cicatrice a forma di saetta sulla fronte. La ragazza aveva dei capelli castani un po’ crespi, aveva già indosso la divisa scolastica e portava sotto braccio un paio di libri. Fu la prima a parlare. –Voi quattro dovete essere gli Shadowhunters venuti in visita. Io sono Hermione Granger e loro due sono Ronald Weasley ed Harry Potter. 
-Harry Potter! Ho letto tutto sull’argomento!- esclamò Mia entusiasta.- Tu sei stato il padrone della morte vero?- domandò ad Harry. Il ragazzo corvino per un momento pensò fosse stata Hermione a parlare. I cacciatori si presentarono uno ad uno e i tre maghi illustrarono loro il procedimento dello smistamento, poi Hermione e Ron andarono a fare il giro di controllo per il treno, visto che erano prefetti. Harry restò con i nuovi arrivati e Luna, chiacchierando per tutto il viaggio.
***
POV Carrie
Ero seduta al tavolo dei Grifondoro, quella casa iniziava già a piacermi anche se continuavo a tenere gli occhi fissi su Mia. Doveva ancora essere smistata e temevo che sarebbe finita in un'altra casa. Di fronte a me c’era il fantasma Sr. Nicholas, che mostrava la sua testa quasi mozzata ad un gruppo di matricole. Harry ci aveva raccontato la sua storia nel treno ed aveva ragione: faceva veramente venire il voltastomaco.
-Mia Starkweather- annunciò il minuscolo vice preside, il professor Vitious. Mia salì tremante sullo sgabello, il cappello parlante le scivolò sul capo coprendole gli occhi. Ci fu un minuto intero di silenzio. I bisbigli si iniziarono a diffondere per la sala e si spensero quando il cappello parlante gridò:- CORVONERO!- il tavolo dei Corvonero scoppiò in un
applauso. Mia mi lanciò uno sguardo disperato prima di dirigersi al suo tavolo vicino a Jace che era già stato sottoposto alla prova prima di me. Tutti ci aspettavamo che il ragazzo finisse nei Grifondoro per quel suo atteggiamento spavaldo e sbruffone. Invece nei Grifondoro c’eravamo
finite io e Clary. La preside diede inizio al banchetto con un piccolo discorso di benvenuto, che a mio parere fu davvero noioso. Ci avvisò delle regole del castello e quando accennò all’ala ovest dei sotterranei contaminati dai fumi velenosi delle piante della professoressa Sprite, io e Mia ci guardammo e mimammo con le labbra: “Coppa Mortale”. Del resto perché
crescere delle piante nel seminterrato?
La cena trascorse serenamente, i Grifondoro non erano male. Ron, il ragazzo che avevo conosciuto in treno, era molto simpatico anche se non la finiva mai di ingozzarsi. Hermione era spaventosamente simile a Mia, infatti per tutta la cena non fece altro che parlare di futuri compiti e testa sorpresa. Harry invece era silenzioso e anche un po’ lunatico, teneva gli
occhi fissi sulla più piccola dei Weasley, Ginevra. Era una ragazza dell’ultimo anno con i capelli rossi e scompigliati tipici della sua famiglia. Mi piaceva quella ragazza, era forte. Dopo cena vennero annunciati i caposcuola. 
-il caposcuola dei Grifondoro sarà Hermione Granger- il tavolo esplose in un boato di gioia e applausi, altrettanto fecero gli altri tavoli quando annunciarono i successivi tre caposcuola: Draco Malfoy per i serpeverde, Luna Lovegood per i Corvonero e Hanna non so cosa per i Tassorosso. Dopo ciò i prefetti ci accompagnarono nei rispettivi dormitori. Lanciai un ultimo
sguardo disperato a Mia e mi affrettai a raggiungere Clary.

Il pomeriggio seguente per i cacciatori si metteva male. Iniziavano le lezioni e loro erano più spaesati che mai.
Prima ora: pozioni.
Carrie ne era entusiasta, non vedeva l’ora di far esplodere qualcosa. Si diressero verso i sotterranei e si persero anche un paio di volte, per fortuna avevano la lezione in comune. L’insegnante era un uomo panciuto sulla cinquantina, si chiamava Horace Lumacorno. 
La lezione trascorse tranquilla, impararono a creare degli strani veleni ed i loro rispettivi antidoti. Sarebbe anche potuta essere una lezione normale se non fosse che Carrie fece scoppiare il suo calderone. Di proposito. Si girò verso Mia con i capelli dritti in testa e il viso nero di fuliggine, aveva uno sguardo folle e psicopatico quando disse: -Adoro la magia!- 
Mia sbattè la testa sul banco disperata. 
Il resto delle lezioni fu normale, per quanto potesse essere normale una giornata in una scuola di magia. La mano di Mia era quasi sempre alzata, mentre Carrie come al solito sonnecchiava sul banco.
-Come fai ad annoiarti in una scuola così dopo tanti anni di scuola mondana?- le chiese un giorno Mia. 
-Semplice- rispose Carrie –Ogni cosa che richieda uno sforzo intellettuale è noiosa.-
Durante i loro primi giorni scoprirono che la posta veniva consegnata via gufo e che i maghi volavano sulle scope, la loro lezione di volo incombeva. Quella scuola era fantastica!
***
Pov Mia
Ero nella sala Grande e aspettavo spazientita Carrie, era in ritardo, come al solito. Visto che non si sarebbe fatta vedere per almeno altri 20 minuti decisi di avviarmi verso l’aula di difesa contro le arti oscure. Salutai Luna e mi incamminai. Lungo la strada quasi mi scontrai con Ron, sembrava un po’ troppo sovrappensiero.
-Ehi Ronald- lo salutai io.
-Hem…Uhm….Mia- rispose lui in preda al panico. Era pallido, aveva la cravatta della divisa slacciata e la camicia sgualcita, aveva la fronte imperlata di sudore. 
- C-che ci fai tu qui?-  chiese lui a metà tra l’imbarazzato e lo spaventato. Aggrottai le sopracciglia confusa, perché diavolo era così nervoso e spaventato? Il suo orsacchiotto si era di nuovo trasformato in un ragno? Volevo chiederglielo, ma probabilmente mi avrebbe strangolato se ci avessi provato.
-Sto andando a lezione, Ron- dissi lentamente e sempre più confusa –Ti senti bene?- stava diventando sempre più pallido.
-Sisi sto bene, tranquilla- rispose frettoloso guardandosi intorno. –Ora è meglio che vada- e si dileguò nella direzione opposta.
-Ma.. Ron, aspetta!- tentai di richiamarlo, ma lui era troppo lontano per sentirmi. Il suo atteggiamento non mi convinceva, cosa poteva averlo turbato tanto? E perché era diventato così nervoso quando mi aveva visto? E allora feci l’unica cosa logica che potevo fare: andai da Jace.


    


Nota d’autrice:
Non uccideteci. Si è vero, avete ragione, siamo state via per quasi tre mesi. Abbiamo avuto alcuni inconvenienti e non siamo riuscite a completare i capitoli. Se trovate qualche obbrobbbbrio grammaticale o di sintassi non esitate a farcelo sapere. Diteci se la storia vi piace o fa cagare in una recensione.
Alla prossima e tanti auguri di buone feste!! :* 
p.s: ricordatevi che è la nostra prima storia, abbiate pietà! <3 



 
                              

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=3241805