Avengers - Age of the Dark

di Mary_Potter
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1° ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2° ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3° ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4° ***
Capitolo 6: *** avviso ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


- So che come primo capitolo è cortissimo, e fa anche piuttosto schifo, ma i prossimi capitoli saranno migliori, promesso - PROLOGO -Signori- cominciò Nicholas Nord -pazzo furioso di nome Pitch Black vuole conquistare Terra. La considera troppo gioiosa e vuole portare tenebre e paura.- -Non starai mica parlando di quel Pitch Black?-intervenne una donna/colibrì circondata da altre fatine più piccole -Mi spiace, Dentolina,- proseguì l'uomo -ma sto parlando proprio di quel Pitch Black. Noi non siamo più forti come l'ultima volta, e lui non ha paura di noi, è molto più potente di prima, e ha un esercito. Ha potere di controllare menti e farci vivere nostri incubi peggiori. Per sconfiggere lui abbiamo bisogno di una squadra di ragazzi più forti e più coraggiosi sia di noi che di Pitch. -Scusa, ma dove dovremmo trovare questi ragazzi che molto probabilmente non esistono?- domandò una specie di canguro con le orecchie lunghe. Un omino dorato fece comparire un punto esclamativo sopra la sua testa sorridendo, per poi fare una faccia pensierosa e creare un punto interrogativo. -Oh, andiamo, non viene in mente nessuno? Due li abbiamo già-disse Nord -Intendi Rapunzel Romanoff e Merida Barton?-chiese Dentolina -Proprio loro. Ma non bastano... Calmoniglio, va' da loro, di' a una di cercare e convincere Banner, altra Stark. -Cosa, perché io?- ribattè il canguro di prima. -Zitto e vai. Calmoniglio apri una galleria, imprecando che voleva combattere anche lui, e si infilò dentro. Nord continuò -Dentolina, tu andrai da gemelli Maximoff, li trovi a Sokovia, Russia, abbiamo bisogno anche di loro. -Va bene- rispose semplicemente la fata, cominciando già a volare via, seguita dalla sua schiera di fatine. -Sandy, devi trovare Rogers, capito? È a New York, ma ti avverto, non si lascerà convincere molto facilmente.- l'omino dorato annuì deciso. -Io vado a Asgard a cercare Astrid, è valorosa, forte e con volontà di ferro. Ci ritroviamo qui domani a sei di mattino- così l'uomo estrasse dalla tasca una palla con la neve e sussurrò qualcosa, poi la lanciò verso il muro. Invece di rompersi, la palla della neve creò un portale, e l'omone ci sparì dentro.

 


Note Autrice
Salve, popolo di EFP!!! è la mia prima fanfiction, so già che l'idea non piacerà a nessuno , ma io AMO gli Avengers e i Big Four, quindi... Alla fine è uscito fuori questo schifo. I personaggi conservano il loro nome ma prendono il cognome della persona a cui vengono associati. E ovviamente hanno i loro stessi poteri, o qualità. Ora passo a spiegare i protagonisti e il motivo dei vari abbinamenti:
• Jack= Iron Man/Tony Stark (era il più adatto-a mio parere)
• Hiro= Hulk/Bruce Banner (andiamo, sono entrambi dei geni!)
• Hiccup= Quicksilver/Pietro Maximoff (hanno lo stesso doppiatore-l'amore della mia vita, Flavio Aquilone <3)*
• Elsa= Scarlet Witch/Wanda Maximoff (i poteri si somigliano... più che altro il modo di muovere le mani... ma neanche)**
• Anna= Capitan America (è Capitan America in quasi tutte le immagini di Internet. E poi sono andata a esclusione, e non me la vedevo Anna come vedova nera...)
• Astrid= Thor (è una vichinga e mi serviva una persona bionda, forte, combattiva e nordica)
• Merida= Occhio di Falco (mi pare ovvio... tirano con l'arco entrambi!!)
• Rapunzel= Vedova Nera (sono andata a esclusione)
* per un dettaglio che verrà svelato più in là Hiccup ha perso entrambe le gambe
**Hiccup e Elsa sono gemelli!!! Wiiiiiiiiiiiiii!!!!!!
Bene spero che il capitolo vi sia piaciuto, i prossimi saranno dieci volte questo -spero- e ci vediamo al prossimo capitolo!!!!!!!!
Mary_Potter

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Capitolo 2
*** Capitolo 1° ***


CAPITOLO 1°

Ci aveva già provato, a distruggere la Terra, ma senza mai riuscirci a causa di quei maledetti quattro ficcanaso. Ma questa volta Pitch Black era certo che ce l’avrebbe fatta. Ormai lui era troppo forte per loro. Sarebbe salito al potere, e gli umani si sarebbero inchinati a lui, e avrebbe fatto sprofondare il mondo nell’oblio…

In un bosco scozzese…

Il silenzio del bosco. Era quella la cosa che a Merida piaceva di più, che la faceva stare meglio. Incocca l'ennesima freccia, prende bene la mira, con l'occhio sinistro rigorosamente chiuso, attenta a guardare il centro esatto del giallo, tende la corda,  gomito destro alto, freccia poco sotto l'occhio e... scocca. Centro perfetto. Dopo quindici anni di allenamento a tiro con l'arco, un centro perfetto era all'ordine del giorno. Prese l'ultima freccia rimasta e la incoccò, prese la mira e, pronta a scoccare, sentì un rumore alle sue spalle. Si voltò, allarmata, e vide un buco dietro un albero, dal quale uscì un coniglio alto un paio di metri.
-Calmoniglio, mi hai spaventata!- urlò la rossa, arrabbiata.
-Scusami, ma a un tizio è venuta la brillante idea di fare sua la terra, quindi tu, Rapunzel e qualche altro dovete salvarla. Questo tipo ha un esercito, secondo Nord noi quattro guardiani non siamo in grado di sconfiggerlo un altra volta, di conseguenza dovete pensarci voi.
Merida lo guarda come se fosse pazzo, per poi dire :-Primo, dopo mi devi spiegare tutto nei minimi dettagli perché io non ho capito un accidenti, secondo chi sarebbero questi altri?
-Allora, un tipo di nome Pitch Black ha deciso che la Terra è un posto orribile e se ne vuole impadronire per portare paura, buio e robe simili. Secondo Nord, noi quattro guardiani non siamo più all’altezza e voi, cioè tu, la Romanoff, Banner, una semidea di nome Astrid, i gemelli Maximoff, la Rogers e Stark, lo siete e lo dovete sconfiggere e rispedirlo a calci in..…nel fondoschiena  nel suo mondo. Fine. Ah, dimenticavo, alle sei di domani mattina dovete essere al Polo- rispose molto tranquillamente Calmoniglio.
-Quindi- disse Merida cominciando a innervosirsi -Mi stai dicendo che nella squadra ci sarà la persona più odiosa, fastidiosa, irritante e meno meritevole di rispetto esistente in questo mondo?!? VUOI SCHERZARE?!?! Se viene quel maiale di Jack Stark, sta pur certo che io non ci sarò. A meno che a guerra finita non mi permetti di scoccare una freccia nel suo bulbo oculare. E poi, mi dici come cavolo devo fare a tornare alla base alle sei del mattino? Sappi che tarderò. Comunque, che devo fare?
-Scegli, o Banner o Stark, chi dei due ti piacerebbe convincere?
Merida spalancò gli occhi. Doveva convincere o il mostro verde o la persona da lei più odiata?!?
Ci pensò bene prima di rispondere :-Meglio andare incontro a morte probabile che passare un minuto di troppo con Stark. Penso io al gigante.
-Non andrai incontro a morte probabile perché Hiro ci serve per farvi delle armature. È davvero molto intelligente. A meno che poi non si riveli utile per sconfiggere Pitch. Tu vai, lo trovi a ...
-...a San Fransokio, no?
-Sì, a San Fransokio. Io intanto chiamo Rapunzel, le dico di cercare Stark.
“Bene, devo solo arrivare dall'altra parte del mondo, convincere Hulk, tornare alla base e sopportare Stark per i prossimi giorni. Perfetto...”pensò Merida, arrabbiata, per poi riprendere le sue cose e avviarsi verso casa.
Prese il primo aereo disponibile per San Fransokio.
C’era un traffico indicibile in quella città. E anche un’enorme quantità di persone. Aveva l’indirizzo, ma si trovava dall’altra parte della metropoli, così prese una mappa. In giapponese. “Perfetto! Mi sono persa…”. Provò a chiedere indicazioni. Fortuna che qualcuno parlava inglese da quelle parti. Le dissero che doveva arrivare al bar di una certa Cass, e le indicarono la strada.
Ci andò di corsa, sia per non dimenticare le indicazioni, ma anche perché doveva sbrigarsi. Come faceva ad arrivare al Polo Nord per le sei del mattino? Certo che Nord aveva davvero delle abitudini strane.
Entrò nel negozio.
-Salve, sto cercando Hiro Banner. Mi è stato detto che lo avrei trovato qui.- chiese a una signora con i capelli corti castani e dei grandi occhi verdi.
-Chi è lei? Che cosa vuole da lui?- la donna era leggermente agitata.
-Mi dispiace, non posso dirle perché lo cerchiamo. Le posso solo dire che ci serve la sua intelligenza. Se il suo timore è che vengano fatti esperimenti o robe simili su di lui, può stare tranquilla. Io comunque, sono Merida.
La donna non si tranquillizzò del tutto, ma comunque rispose :-Hiro è di sopra, se vuoi lo vado a chiamare. Intanto, vuoi qualcosa?
-Prenderei un cappuccino, grazie.
La donna glielo preparò, poi andò a chiamare il ragazzo.
“Dio, com’è buono questo cappuccino…” pensò la rossa. Il the dell’aereo faceva pena.
Qualcuno si schiarì la gola, come a richiamare la sua attenzione. Lei si voltò e rimase a bocca aperta. Merida non riusciva a credere che “l’Incredibile Hulk” avesse sedici anni.
-Sei tu Hiro Banner, giusto?- gli chiese la rossa dopo essersi ripresa.
Il ragazzino annuì.
-C’è un posto in cui possiamo parlare in privato?
-Seguimi
La portò in un garage adibito a laboratorio, che la lasciò nuovamente stupita. Quel tipo era un mito. C’era perfino una stampante 3D.
Il ragazzo chiuse la saracinesca del garage.
-Cosa vuole da me? Se l’Altro deve venire fuori, non ci sto.
-Non si preoccupi, non ci sarà bisogno di questo. Servono delle armature, o oggetti che ci aiutino a essere più forti in battaglia. Un tizio mentalmente instabile ha deciso che le tenebre sono migliori della felicità, e ha preso l’iniziativa di appropriarsi proprio della Terra per eliminare tutta l’allegria. Io, l’agente Romanoff e, se non ricordo male, la Rogers, Stark, i gemelli Maximoff e una semidea di nome Astrid dovremmo teoricamente fermarlo.
-Quali sono i potenziamenti degli altri?
-La Romanoff è molto agile, e abile nel combattimento corpo a corpo e con le pistole, anche se una volta ha steso un ladro con una padella, poi so solo che Stark non ha bisogno di un’armatura e che il maschio dei gemelli Maximoff va molto più veloce di un proiettile. Non scherzando, l’ho visto, si lascia dietro una scia blu. Gli altri non li so.
“E il maschio dei gemelli Maximoff è anche carino” pensò la rossa, per poi dirsi di concentrarsi sulla sua missione.
- Potrei starci. Cosa potrei avere a disposizione per creare queste armature?
-Tutto ciò che le serve potrà chiederlo una volta arrivati alla base.
-Ma potrei essere un pericolo se l’Altro dovesse uscire.
-Non accadrà, se non si innervosisce per un nonnulla come me.
Il ragazzo le sorrise.
-D’accordo, ci sto.

Intanto, da qualche parte di New York…

Rapunzel Romanoff stava passeggiando tranquillamente tra i vari negozi della città. Stava contemplando un bellissimo vestito rosa con la gonna a fiori quando risuonò nella strada la sua suoneria con “No matter where you are”.
-Pronto?
Dall’altra parte c’era Calmoniglio. Come faceva un coniglio a usare un telefono?
 -Romanoff, trova Stark e digli di seguirti al Polo.
-Perché dovrei?
-Perché un idiota sta per distruggere la terra.
-Cosa? Puoi spiegarti meglio?
-Ti mando un sms con tutti i dettagli, vai da Stark e faglielo leggere. E leggilo pure tu. Ci vediamo alle sei di domani mattina al Polo.
Riagganciò, lasciando Rapunzel basita.
Così, si avviò verso la Stark Tower. Quel ragazzo era davvero egocentrico. Entrò.
-J.A.R.V.I.S., dov’è il signor Stark?- chiese la ragazza al maggiordomo robotico.
-Il signor Stark è al decimo piano, Signorina Romanoff. Sta guardando un programma televisivo.
-Grazie J.A.R.V.I.S.
-Di nulla, signorina Romanoff.
Si diresse verso l’ascensore, vi entrò e spinse il numero 10.
Mentre l’ascensore saliva, le arrivò un sms. Erano i dettagli di ciò che le aveva detto Calmoniglio.
Appena arrivò, trovo Jack a guardare “Ned: scuola di sopravvivenza”. Si avvicinò, spense la TV, gli andò vicino e gli mollò uno schiaffo in pieno viso.
-Questo è per la foto di me che dormo in mutande postata su Facebook.- poi gli tirò il cellulare addosso con il messaggio aperto.
-E questo è il motivo per cui mi devi seguire al polo con la tua adorata armatura.
-Nemmeno un buongiorno? Dove sei cresciuta?
-Sono la Vedova Nera. E muoviti a leggere.
Lui lo fece. Quella ragazza a volte gli metteva paura.
-Non ci credo, ci sarà anche Merida Barton? Andiamo, non vedo l’ora di cominciare a stuzzicarla!
La bionda si sbattè una mano sul viso, scuotendo la testa.
-Tu non stuzzicherai proprio nessuno. Continua a leggere, magari arrivi al dettaglio della freccia nel tuo occhio.
-Non lo farebbe mai.
-Ne sei proprio sicuro?
-Nord glielo impedirebbe.
-Lo farebbe all’insaputa di Nord. Accendi quei pochi neuroni che hai!
-Va bene, non la prenderò più in giro. Più o meno. Sai che non lo farò.  Allora, vogliamo andare?
-Bene. Prendi cappello, sciarpa, piumino e doposci, ti ricordo che stiamo andando al Polo Nord. Dopo passiamo da casa mia che mi attrezzo anch’io, poi prendiamo il tuo jet privato. Guido io.
-Prendo le cose da neve, ma il jet rimane qui.
-Vuoi prendere un aereo normale in mezzo a mille altre persone? Senza contare il costo del biglietto…
-Andiamo a prendere quel jet?

Sempre da qualche parte di New York…

Anna era seduta nella sua camera, contemplando il suo scudo. Si era persa troppe cose che erano successe. Quel... com’era che si chiamava? Ah, sì, computer, era l’unico aggeggio elettronico nuovo che più o meno sapeva usare. Ma neanche. Tutto per lei era un completo mistero.
Ricordava di essere svenuta in un mare ghiacciato e di essersi risvegliata settant’anni dopo, senza essere cambiata di una virgola, mentre tutto il resto era diverso.
Chissà che fine aveva fatto Kristoff… Dio, come le mancava…
Mentre era assorta in questi pensieri, si sentì picchiettare leggermente su una spalla, facendola sobbalzare e girare di scatto. La ragazza guardò l’omino dorato che aveva davanti con uno sguardo misto a spaventato e incuriosito.
-Cosa succede? Chi sei?
L’omino provò, a suo modo, a spiegarle la situazione. Alla fine, la ragazza aveva un punto interrogativo stampato in faccia.
-Io veramente…. Non ho capito un cavolo. Innanzitutto, chi sei?
Con la sabbia dorata le fece vedere la Fatina dei Dentini, Babbo natale e il Coniglietto di Pasqua, poi con una freccia s'indicò.
-Sei…sei l’Omino dei Sogni!-disse la ragazza, euforica.
Sandy le sorrise.
-Ora mi spieghi meglio cosa dovrei fare?
L’omino con la sabbia dorata creò l’immagine della Terra, per poi farla dissolvere nel nulla. Poi fece comparire otto ragazzi, tra i quali lei, che picchiavano qualcuno.
-Dovrei uccidere qualcuno insieme ad altri ragazzi?
Sandy scosse la testa, per poi far apparire quel qualcuno che prima stavano picchiando in manette che veniva rispedito sul suo pianeta.
-Dovrei sconfiggere qualcuno insieme ad altri ragazzi?
Sandy annuì, poi le porse un fascicolo con i dettagli su tutto ciò che era successo e cosa sarebbe dovuto succedere, e anche sugli altri ragazzi.
-Quanto tempo ho per decidere?
L’omino fece un due con le dita.
-Due giorni?
Scosse la testa.
-Due ore?
Di nuovo, dissentì.
-Due minuti ?!?
Annuì.
-Come faccio a decidere in due minuti?
L’omino alzò le spalle.
Anna lesse solo i dettagli sugli altri ragazzi, cosa fosse successo sì e no l’aveva capito. Non proprio, ma comunque aveva afferrato che la Terra era in pericolo.
-Va bene, verrò. Ma solo perché non voglio che la Terra venga distrutta. Non conosco nessuno, se non Stark che lo conoscono tutti, e non mi fa esattamente piacere lavorare con lui.
Sandy, poi, le fece segno si seguirlo, portandola su un piccolo elicottero dorato.

Intanto, da qualche parte di Sokovia…

Non capita tutti giorni di vedersi entrare una fata in casa che ti dice che devi salvare il mondo.
-Aspetta, aspetta, aspetta. Io e Hic dovremmo fare cosa?- Elsa era nervosa. Brutto, bruttissimo segno. Difatti, il bicchiere che aveva in mano esplose tra scintille rosse
-El, ti sei fatta male?- il fratello le si avvicinò. Le guardò le mani, poi corse in bagno e tornò nemmeno mezzo secondo dopo con amuchina e alcuni cerotti.
“Sono così teneri…” pensò Dentolina, guardandoli mentre Hiccup le disinfettava le mani e le metteva i cerotti.
-Mi scusi, può spiegarci meglio cosa dobbiamo fare?- le chiese il moro.
-Dovreste combattere al fianco di altri ragazzi, vi verranno fornite delle armature, o ciò che vi serve per sfruttare al meglio i vostri poteri. Noi quattro guardiani non possiamo sperare di farcela, e voi due sareste i componenti quasi più potenti. Ognuno è fondamentale per poter vincere la guerra ma voi lo siete in particolar modo.
-Chi sono gli altri ragazzi?- domandò Elsa.
-Rapunzel Romanoff, Merida Barton, Jack Stark, Anna Rogers, Hiro Banner, una semidea chiamata Astrid e voi due.
-Per me va bene. Non che mi vada proprio a genio Stark, ma verrò. El?
-Va bene, vengo anch’io.
La fata sorrise, poi disse :-Dobbiamo andare, il vostro aereo è fra mezz’ora.
-E a che serve l’aereo?- disse Hiccup, prendendo in braccio la sorella e cominciando a correre, con la solita scia blu elettrico.
La fata si chiedeva ancora come fosse possibile che un ragazzo senza gambe riuscisse a correre così. O anche un ragazzo in generale.
Li seguì, o meglio si diresse al Polo, erano già spariti, e da un pezzo.
 Non sapeva da dove le fosse venuta l’idea di farli sentire importanti per convincerli, ma, a quanto pare, aveva funzionato.

Intanto, ad Asgard…

-Signore, ho chiesto voi questa udienza perché nostro mondo è in grave pericolo. Un pazzo ha deciso di distruggerlo, e abbiamo bisogno di vostra guerriera più forte e più valorosa.
Nord era arrivato ad Asgard, e stava parlando con Odino.
-So cosa sta succedendo sul tuo mondo, e ho anche scelto la guerriera giusta per questo compito. Mia figlia Astrid. E forte e agile, ed è degna di impugnare il martello di Thor. Sarà lei a seguirvi.
Entrò nella stanza una ragazza bionda, dallo sguardo duro, con uno strano martello in mano.
-Sei pronta ad andare, Astrid?
-Sì, padre.
-Mi segua, allora.- le disse Nord
La bionda annuì, e lo seguì. L’uomo sussurrò qualcosa alla sua palla di vetro e la lanciò, aprendo un portale.
Nessuno saprà mai che la ragazza dallo sguardo duro, subito prima di entrare nel portale, voltò indietro la testa, sussurrando un “addio, padre”, mentre una lacrima si faceva strada sulla sua guancia.

 

Note Autrice
Salve gente!!!!!! Come va? Io sto dormendo in piedi. L’azione penso che comincerà fra un paio di capitoli, se non proprio il prossimo.
Qualche personaggio potrebbe risultare leggerissimamente OOC. Forse.
Allora, il tutto succede due anni dopo i fatti di Big Hero 6, solo che invece dell’esplosione nella quale muore Tadashi, il quale è vivo e vegeto, succede più o meno quello he accade in Hulk, cioè che Hiro si espone ha una dose massiccia di raggi gamma, li assorbe e diventa il mostro verde. L’idea che Astrid sia figlia di Odino mi è venuta scrivendo.
Cercherò di aggiornare ogni sabato, ma non credo sarà possibile con quelle beaches delle mie prof che caricano di compiti, quindi più probabilmente aggiornerò una volta ogni due sabati, o l’ultimo sabato del mese.
Bene, spero che il capitolo vi sia piaciuto e mi raccomando, recensite numerosi!!!
Mary_Potter

 

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Capitolo 3
*** Capitolo 2° ***


Capitolo 2°

Polo Nord, ore 6.00 A.M.

Un portale si aprì nel mezzo della stanza principale, lasciando entrare Nord e Astrid.
-Bene, siamo primi. Ha freddo, signorina?
-No, non si preoccupi. A Jötunheimr fa molto più freddo di qui.
-Accidenti, Punzie, potevi dirmi che qui facesse così freddo!-si sentì poco dopo.
-Cosa c’è, ti eri dimenticato che al Polo Nord c’è la neve?-rispose una voce femminile.
-No, ma non pensavo si potesse arrivare a temperature così gelide!
-Ciao Nord, siamo in ritardo?-tagliò corto Rapunzel.
L’uomo si voltò verso di lei.
-Oh, ciao, Rapunzel. Un giorno capirò motivo per cui tu non fa mai ritardo!
La ragazza sorrise, per poi avvicinarsi verso Astrid, porgendole la mano
-Piacere, io sono l’agente Rapunzel Romanoff, e quel cretino albino là dietro è Jack Stark.
-Hey, io non sono cretino, l’armatura me la sono costruita da solo, e  anche…
-Sì, so che cosa hai ideato, ma stupido è chi lo stupido fa, quindi…
-Piantatela, voi due!- a porre fine al loro battibecco fu Calmoniglio, arrivato in quel momento e appostatosi davanti al fuoco.
-Comunque sia, io sono felice di conoscervi, e mi chiamo Astrid.
-Da dove vieni?
-Da Asgard, il regno del padre degli Dei.
-Che gran figata!- commentò Jack.
-Jack, certe volte sembri un bambino…- commentò Rapunzel.
Un lampo blu apparve in mezzo alla stanza, per poi scomparire e lasciar posto a due ragazzi.
-Caspita, si gela qui fuori!- disse uno dei due.
-Hic, siamo al Polo Nord, lo credo bene che si geli! Anche se io non ho troppo freddo.-gli rispose la ragazza.
-Salve! Voi dovete essere gemelli Maximoff!- Nord si avvicinò ai due ragazzi stringendo loro la mano.
-Dov’è Dentolina?
-Credo stia arrivando, Sokovia non è molto lontana da qui- gli rispose, sempre la ragazza.
-Ciao ragazzi, io mi chiamo Rapunzel Romanoff, lui lo conoscete tutti e lei è Astrid, direttamente da Asgard.
-Salve, io sono Elsa e lui è mio fratello Hiccup.
-Aspetta, voi due siete fratelli?- Jack era incredulo.
-Veramente siamo gemelli- disse Hiccup, facendo spalancare solo di più gli occhi di Jack.
-O-ok, molto bene… non vi somigliate affatto, siete sicuri di essere proprio gemelli?
-Sì, io sono uguale a nostra madre e lei a nostro padre. Come colori, ovviamente, perché per i tratti del viso è il contrario.
-I vostri genitori sono di diversi Paesi?- chiese Rapunzel.
-Sì, nostro padre era russo, mentre nostra madre era inglese- le rispose Elsa.
In quel momento entrarono nella stanza Dentolina, Sandy e una ragazza fulva con in mano uno scudo tondo con una stella in mezzo.
-Salve ragazzi, per quanti di voi non mi conoscessero io sono Dentolina, mentre loro sono Sandy e Anna. Molti di voi la conosceranno come Captain America.
La ragazza sorrise.
-Ciao Anna, io sono Rapunzel, lui è Jack Stark, anche se credo lo sapessi già, lei è Astrid, e loro sono i gemelli Hiccup ed Elsa.
-Anna Rogers, è un onore conoscervi.
-Sapete dov’è Nord?-chiese la fata.
-Probabilmente si sarà chiuso nella sua stanza a fare chissà che con Calmoniglio.- le rispose Rapunzel.
I due si recarono dove indicato dalla bionda.
-OH MIO DIO NON CI CREDO SONO SOLO LE SEI E UN QUARTO!!!
Una ragazza con una chioma indefinita di capelli rossi alzò le braccia al cielo mentre urlava questa frase. Aveva accanto un ragazzino con i capelli neri molto scompigliati (ma mai quanto quelli di Hiccup…).
- Salve, io sono Merida Barton e lui è Hiro Banner.- si presentò la ragazza.
-Oh, ciao, Merrie, non hai ancora provato a seguire il mio consiglio di chiamare i pompieri per quei capelli?- cominciò a punzecchiarla Jack.
-Tu... tu devi stare solo zitto se non hai intenzione di morire entro due ore.- sibilò la rossa guardando l’albino con gli occhi ridotti a due fessure, pieni di odio.
Jack, vedendo che era molto seria e che molto probabilmente lo avrebbe mandato seriamente all’ospedale, possibilmente con qualche arto, dente o occhio mancante, si zittì, anche perché non ricordava di aver mai visto la rossa con tutta quella sicurezza.
-E non chiamarmi Merrie, mai più, per nessuna ragione al mondo. Per tutta la guerra, per te io sarò l’agente Barton, sono stata chiara?
-Sì, agente Barton.- rispose Jack, con astio.
-Vedo che cominci a capire in frette, chissà quanti sforzi fa il tuo povero cervellino…
-Va bene, so che vi odiate, ma per vincere la guerra dobbiamo collaborare, quindi potreste mettere da parte il vostro orgoglio almeno per due settimane?- Rapunzel li interruppe prima che passassero seriamente alle mani.
I due continuarono a guardarsi storto.
-Alla fine ammazzatevi, se volete, ma ora, a quanto ho capito, abbiamo bisogno di entrambi.- intervenne Hiro.
Dopo un ultimo sguardo, si allontanarono l’uno dall’altra.
C’era un silenzio di tomba, carico di tensione. Venne rotto da Anna, che chiese :-Bene… Che si fa?
-Proviamo a conoscerci meglio, no?- propose Elsa.
-Giochiamo a obbligo o verità?- chiese Rapunzel.
-Buona idea.- le sostenne Jack.
-Mi piace.
-È anche questo un modo per conoscersi meglio, no?-
-Sono d’accordo.
-Che cos’è obbligo o verità?-chiese Astrid. Venendo da un altro pianeta, non aveva idea di che cosa fosse.
-Allora… una persona chiede a un’altra che cosa sceglie tra obbligo o verità, appunto. Se sceglie obbligo, viene costretta a fare qualcosa, se sceglie verità deve rispondere ad un’altra domanda senza mentire. Ti piace?- le spiegò Merida.
-Proviamo.
Rapunzel prese una bottiglietta d’acqua vuota dalla sua borsa mentre gli altri si mettevano seduti per terra in cerchio.
Mise la bottiglietta al centro del cerchio e la girò. Il tappo puntò Jack, che girò di nuovo la bottiglia. Indicò Rapunzel.
-Allora, obbligo o verità?
-Verità.
-È vero che alle superiori quando eri in ansia ti consolavi con il biberon?
La bionda diventò bordò in viso.
-S-sì, è vero.
Tutti scoppiarono a ridere.
-Hey, non è divertente!-protestò la ragazza, arrossendo ancora di più.
-Dai, basta; allora, tocca a te- le disse Jack.
Rapunzel girò la bottiglia, che indicò Merida.
-Obbligo o verità?
-Obbligo.
-Mh… devi… vedere un video su una storia d’amore.
-Vuoi farmi morire di diabete?
-Forse.
Accesero il tablet di Rapunzel e cercarono su youtube “storie d’amore che fanno piangere”.
Merida era sul punto di vomitare, mentre Rapunzel ridacchiava.
-Io non vedrò mai più qualcosa del genere. MAI. Nemmeno morta- disse la rossa, ancora disgustata. Poi, girò la bottiglia, che puntò Hiccup.
-Obbligo o verità?
-Vediamo… obbligo.
-Devi dirci il segreto del quale ti vergogni di più a parlare in pubblico.
-Molto probabilmente lo sapete, Nord ve ne avrà parlato.
-Nord non ci ha detto niente di nessuno.
-Ok… tanto prima o poi avreste dovuto saperlo tutti… io… io ho perso le gambe. Me ne vergogno perché alle medie, quando non avevo ancora le protesi, tutti mi prendevano in giro. E se non lo facevano, mi guardavano insistentemente. Ero l’unico in quella scuola ad aver perso una parte del corpo. O in una scuola in generale.
Merida rimase di sasso. Non si aspettava di certo una risposta del genere.
-Mi… mi dispiace, i-io non…
-Non importa, dopo quasi dieci anni ci ho fatto l’abitudine, anche se preferisco tenerlo nascosto a chi non lo sa, e non mi piace molto parlarne. Non importa, davvero.
Lui le sorrise, e lei non poté fare a meno di ricambiare.
Il ragazzo girò la bottiglia, che puntò Astrid.
-Dunque, obbligo o verità?
-Obbligo.
Il ragazzo ci pensò un po’ su, non voleva essere crudele con quella ragazza di un altro mondo.
Sparì con un lampo blu, per poi ritornare pochi secondi dopo con un bicchiere in mano pieno di un liquido marroncino.
-Prova a berlo- disse ad Astrid.
-Ma che ci hai messo dentro?-chiese Jack.
-Latte, Schweppes, Coca-Cola, Fanta, succo di mirtilli, succo tropicale, spremuta d’arancia, Actimel ai frutti di bosco, birra e acqua. E anche maionese e ketchup, e senape.
Astrid lo prese e lo bevve. All’inizio aveva una faccia disgustata, ma poi compiaciuta.
-Mi piace questa roba- disse alla fine.
Tutti la guardarono storto.
-Molto bene, non mi aspettavo che potesse piacerti un miscuglio potenzialmente pericoloso. Comunque tocca a te.
La ragazza girò la bottiglia. Elsa.
-Obbligo o verità?
-Obbligo.
-Scegli un ragazzo che non sia tuo fratello e bacialo.
-Cooooooooooooooooooooosa? Nemmeno per sogno!
-Dai, almeno sulla guancia!- la incitò Anna.
-Va bene… Hiro. Penso che sia il meno pervertito, dal momento che Jack ha un passato da playboy.
La bionda si avvicinò a Hiro e gli stampò un bacio sulla guancia. Il ragazzo arrossì e sorrise imbarazzato.
Tornata al suo posto, girò la bottiglia. Anna.
-Obbligo o verità?
-Verità.
-È vero che prima di diventare Captain America eri una delle persone più sfigate del pianeta?
-Vero.
Anna fece girare la bottiglia. Hiro.
-Obbligo o verità?
-Verità.
-Come sei diventato Hulk?
-Ero al college, due anni fa, e c’è stata un’esplosione. Sono morti tutti, perché l’esplosione era carica di radiazioni gamma, che io ho assorbito, e da allora quando mi arrabbio, l’Altro viene fuori.
-Ok, adesso tocca a te.
La bottiglia puntò Jack.
-Obbligo o verità?
-Obbligo.
-Devi trovare qualcosa che piace sia a te sia a Merida e la dovete fare insieme.
-Ti piacciono i libri?- chiese l’albino alla rossa.
-No.
-I film gialli?
-No.
-Mangiare?
-Sì.
-Cosa?
-Mele. O i biscotti.
-Vada per le mele.
Il ragazzo andò in cucina e tornò con due grosse mele rosse in mano. Una la lanciò a Merida e le mangiarono.
Poi Jack girò la bottiglia. Hiccup.
-Obbligo o verità?
-Verità.
-Come hai perso le gambe?
A Jack arrivarono un pugno da Merida e uno schiaffo da Elsa. E un calcio da Rapunzel.
-Possibile che adesso che lo sapete debba ruotare tutto intorno a quello?-protestò Elsa.
-Chiedigli qualcos’altro, Jack!- gli disse Anna.
-No, no, ormai ha chiesto, quindi devo rispondere.- disse Hiccup.
-Dieci anni fa. Io e Elsa stavamo andando a scuola. Una macchina esplose e quella a fianco fu scaraventata contro il marciapiede, e mi ha preso in pieno. Mi sono risvegliato quasi una settimana dopo in ospedale, e non avevo più le gambe. Ero solo quando mi sono svegliato.
Poi girò la bottiglia. Merida.
-Obbligo o verità?
-Verità.
-È vero che una volta tu e Jack vi siete mandati in ospedale a vicenda, tu con diverse bruciature, un orecchio gonfio e tre ossa rotte, mentre Jack cinque ossa rotte, un occhio nero e una freccia nel braccio?
-Verissimo, e ne sono fiera. Ma come fai a saperlo?
-Facebook.
Merida stava per girare la bottiglia, quando arrivò Calmoniglio.
-Ragazzi, seguitemi, vi devo spiegare che cosa dovete fare.
-Dove andiamo?-chiese Anna.
-In una stanza dove verrete “testati”, per così dire. Abbiamo bisogno di capire qual è l’armatura più idonea a voi, no?
-Non ci saranno esperimenti o robe simili, vero?- domandò Elsa, un po’ spaventata.
-No, se è questo il vostro timore potete stare tranquilli.
Poi li condusse nella stanza di cui parlava.

 

 

 


Note Autrice
Bonjour!!! Mi scuso per l’abnorme ritardo, ma il mio modem aveva deciso di non funzionare, e scrivere questo capitolo mi è costato una fatica enorme.
Allora, ho mentito sul fatto dell’azione, comincerà forse nel prossimo capitolo. Forse. Molto forse.
L’idea di obbligo o verità mi è venuta pensando a quando in classe ci dicono “Beh, dai, oggi siete liberi di fare ciò che volete” (che per noi è “Scatenate l’inferno”), noi prendiamo le sedie, lasciamo in disparte chi ci sta antipatico e giochiamo a obbligo o verità. Un giorno una mia amica ha baciato sulle labbra il ragazzo che le piaceva. Per un obbligo.
Parlando del capitolo, fa veramente schifo, ma è la mia prima storia in assoluto, quindi penso sia normale.
Anyway, ringrazio infinitamente gingersnapped per tutti i consigli che mi da <3.
Ho una domanda per chi ha sostenuto gli esami di terza media: sono difficili, sono una cavolata o alcuni sono facili e altri no? Vi prego, datemi una risposta perché ho un’ansia alle stelle.
Mi raccomando, recensite numerosi e ci vediamo al prossimo capitolo!!!!
Mary_Potter

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Capitolo 4
*** Capitolo 3° ***


Capitolo 3°

Li portò tutti in una stanza completamente vuota. Al contrario di tutte le altre stanze del quartier generale, era tutta bianca, con una parete di vetro per vedere dall’altra parte. Non aveva quell’aria di festa di tutte le altre stanze, metteva addirittura un po’ di tristezza.
-Dunque- cominciò a spiegare Calmoniglio –Vi starete chiedendo che posto è questo. Allora, voi avete bisogno più che di armature, di oggetti utili, a meno che non li abbiate già. In questa stanza vi allenerete, ma prima dovete darmi una dimostrazione dei vostri potenziamenti. A coppie. Barton e Romanoff, i gemelli, Rogers e Astrid. Banner, devi vedere di cosa sono capaci questi ragazzi e capire cosa serve loro, cose del genere tute speciali, armi e robe varie. Stark, se hai bisogno di fare qualcosa la tua armatura, fai pure, abbiamo tutto ciò che potrebbe servirti.
-Io sono a posto così, grazie- rispose Jack.
-Adesso, Rapunzel, Merida, restate qui. Tutti gli altri, mi seguano.
Dall’altra parte c’era un computer su una scrivania.
-Che dobbiamo fare?-chiese Rapunzel a Calmoniglio.
-Cosa sapete fare?-rispose lui.
-Combattere, principalmente- disse Merida.
-Che aspettate, allora?
-Tra di noi?
-Prova a guardarti intorno, se ci fai caso ci sono due manichini.
-Dobbiamo picchiare dei manichini?
-Avete a disposizione anche arco, frecce e pistole.
-Io dovrei cambiarmi- disse Rapunzel uscendo dalla stanza e tornando poco dopo con una maglia aderente, un paio di leggings e i capelli raccolti in una treccia. Era più idoneo a combattere di quanto non lo fosse un vestito a fiori.
La bionda prese le pistole e sparò alcuni colpi contro il collo e la testa del manichino, poi con un calcio girato lo colpì sul petto, poi con le gambe gli prese il collo e lo buttò a terra, poi prese a pugni la faccia del manichino, e torse il collo come se lo uccidesse.
La rossa, invece, prese l’arco e una freccia e la scoccò su una spalla del manichino, poi gli diede una gomitata sul collo e ficcò un’altra freccia nel fianco. Poi con l’arco gliene lanciò una al centro esatto del collo.
-Però, sarebbe davvero una gran figata se le frecce potessero esplodere- commentò Merida.
-Molto bene. Togliete le frecce e rimettete i manichini a posto. Maximoff, tocca a voi.
Le due ragazze uscirono, lasciando entrare i gemelli.
-Potete usare le stesse cose che hanno usato loro- disse Calmoniglio.
-Non servono, solo i manichini- gli rispose Elsa.
La ragazza cominciò a muovere le dita, in maniera quasi nervosa. La luce che usciva le dalle mani era rossa, come anche gli occhi della bionda. Il manichino si sollevò di pochi centimetri. Poi,  incrociò le mani di scatto, e il manichino esplose dall’interno.
Hiccup, intanto, non si vedeva più. Circa due minuti dopo, ricomparve, ma con un fiatone spaventoso.
-Dov’eri?- gli chiese Merida.
-Io…ho…appena fatto…il giro…del… del mondo…
-Oh Dio- commentò Anna.
-Sai di essere arrivato alla velocità del suono?- gli disse Hiro, sbalordito.
-Come…come fai a saperlo?- domandò Hiccup.
-Ho posizionato un sensore per vedere quanto sei veloce, e quando ci sei passato vicino, me lo ha comunicato.
-Una specie di autovelox?
-Sì, una specie.
-Credetemi se vi dico che sono stupito quanto voi.
-Ogni telegiornale del pianeta parla di una saetta blu che ha fatto il giro di alcune città. Si chiedono che cosa possa essere- disse Jack, guardando il suo cellulare.
-Ehm, nel caso non ve ne foste accorti, ma c’è qualcuno che ha appena fatto esplodere letteralmente un manichino muovendo le dita- li interruppe Rapunzel, riferendosi a Elsa.
-Caspita, voi due siete davvero fortissimi- disse Astrid.
I due gemelli sorrisero.
-Io so anche leggere la mente delle persone- continuò Elsa.
-Allora dimmi a che cosa sto pensando- le disse Jack.
La ragazza chiuse gli occhi, concentrandosi.
-JACK!- esclamò poco dopo, mentre il ragazzo scoppiava a ridere.
-A che cosa ha pensato quell’idiota?- chiese Merida.
-Meglio non dirlo.
-Ha pensato a qualcosa di estremamente sconcio, vero?
-Oh, sì.
-Perfetto, adesso tocca ad Astrid e a Rogers- interruppe tutto Calmoniglio.
Le due ragazze entrarono.
C’era un altro manichino al posto di quello distrutto.
Astrid richiamò alcuni fulmini col suo martello, e li scatenò conto il manichino, che venne polverizzato, mentre Anna prese a pugni il manichino, e alla fine, con un pugno più forte degli altri, lo buttò a terra, rompendolo.
-Davvero niente male- commentò Calmoniglio alla fine -Adesso...
Non fece in tempo a finire la frase che il pavimento si riempì di polvere nera, che sembrava avere una vita propria. Poi si sentì una risata terrificante.
-Oh, che cosa carina, otto persone che non si erano mai incontrate prima riunite per fare degli stupidi giochetti…- disse la voce che aveva riso.
I ragazzi si guardarono tra loro.
-Ma vediamo chi c’è… No, c’è Jack Stark, il genio miliardario playboy filantropo di New York! Sono onorato di conoscerti. Poi c’è Rapunzel Romanoff, la ex-assassina russa. Beh, ovviamente c’è Merida Barton, Legolas dei giorni nostri. E non poteva mancare Hiro Banner, l’incredibile Hulk. Ma c’è anche la leggenda vivente Anna Rogers! Quel siero ha funzionato alla grande, devo dire. E i gemelli Maximoff! Siete molto cambiati dall’ultima volta che ci siamo visti, lo sapete? Quanto a te, biondina, sono desolato, ma non credo di averti mai vista.
-Chi sei?- lo interruppe Anna.
-Fatti vedere- continuò Elsa
Rise di nuovo. Dalla polvere che aveva inondato il pavimento uscì una figura nera, che pian piano andò trasformandosi in un uomo. La sua pelle era grigia e i capelli neri erano tirati all’indietro. Aveva un ghigno malevolo dipinto sul volto.
-Io sono Pitch Black, ma molti di voi mi conosceranno come l’Uomo Nero.
-Aspetta, tu sei quello che vuole distruggere la Terra?- chiese Hiccup.
-Sapete, il vostro patetico mondo ha bisogno di un po’ di distruzione. È vomitevolmente felice.
-Guarda che qui l’unica cosa vomitevole sei tu- disse Jack. Era fastidioso, certo, ma aveva coraggio da vendere, bisogna ammetterlo.
-Io? Prova a guardarti intorno. Ci sono cose che ai miei occhi risultano insopportabili, come il Natale, la Pasqua, il Capodanno, sono tutte occasioni troppo gioiose per essere anche soltanto viste!
-Le guerre, le epidemie, la povertà… Quelle sono cose vomitevoli, e la causa dell’infelicità di moltissime persone- intervenne Hiro. I suoi occhi avevano assunto una tonalità di verde che non gli apparteneva.
-Beh, queste sono piccole cose per cui varrebbe la pena risparmiare il vostro mondo.
-Certo che tu non sai cosa piace alla gente che abita questo mondo, vero?- continuò Astrid.
La discussione venne interrotta da un verso che sembrava quasi animalesco.
-Oh porca…
-Mer!
Hiro si era trasformato in Hulk. A quel punto, Jack richiamò la sua armatura, e Anna prese lo scudo, mentre Merida corse a prendere l’arco e delle frecce, mentre lanciò a Rapunzel le due pistole cariche. Calmoniglio tenne pronti i suoi boomerang.
-Oh, molto bene, adesso sì che si ragiona…- bisbigliò Pitch. Sempre dalla polvere nera, si sollevò un enorme branco di stalloni neri, scheletrici, con gli occhi gialli.
-Divertitevi con i mei Incubi.
Poi, se ne andò con una risata.
Hiccup sparì in un lampo blu. Ogni volta che passava vicino ad uno dei cavalli, questo si disintegrava. Intanto Elsa cominciò a sparare luce rossa verso gli incubi, che si sbriciolavano. Anna ogni volta che si avvicinava uno, lo bloccava con lo scudo, poi con un pugno lo rispediva nel letto nero. Astrid li fulminava (letteralmente) o li colpiva con il suo martello. Hiro, ormai Hulk, li prendeva a pugni, li spezzava. Jack sparava mini-missili a ogni cavallo che gli si parava davanti. Marida tirava frecce ad ogni cosa nera in movimento, mentre Rapunzel sparava a tutti gli stalloni.
Elsa vide che gli incubi stavano diventando troppi, così si concentrò al massimo e sprigionò tutti i suoi poteri. Tutti gli incubi si immobilizzarono. Come aveva fatto col manichino, incrociò le mani di scatto ed esplosero. Poi, la ragazza svenne. Il fratello arrivò appena in tempo per non farle sbattere la testa.
-Ok, ma ora come facciamo a calmare Hulk?- chiese Jack.
-Ho un’idea- disse Hiccup.
 Posò la testa della sorella su un giubbotto ripiegato come fosse un cuscino, si alzò e si avvicinò a Hulk. Tese una mano col palmo aperto verso di lui. La guardò con un’aria diffidente, ma poi avvicinò la sua a quella del ragazzo. Dopo cominciò a rimpicciolire, dimenandosi, ma ritornò Hiro.
-Scu-scusatemi, i-io non volevo che succedesse, ma n-non so…
-Hey, calmo- gli disse Jack –Sei stato di grande aiuto, davvero.
-Va… Va bene.
-Ragazzi, io vado a dire a Nord quello che è successo, Merida e Rapunzel, fate vedere le stanze agli altri- disse Calmoniglio, per poi dileguarsi tra i corridoi peni di polvere nera.

-Bene- disse Rapunzel quando arrivarono davanti a un corridoio con cinque porte per lato – le stanze sono doppie, quindi dobbiamo decidere con chi stare. Io proporrei: i gemelli, Hiro e Jack, io e Anna e Merida e Astrid. D’accordo?
-Per me va bene.
-Sì, ci può stare.
-Ok.
Così ognuno si avviò nella propria stanza per darsi una ripulita.

-Facciamo un riepilogo della situazione: siamo stati chiamati per sconfiggere un tipo che si chiama Nero Pece*, il quale vuole polverizzare la Terra, andiamo ad allenarci, il tipo ci attacca, Hiro diventa Hulk, lo sconfiggiamo, Elsa sviene e sono le sette del mattino. Nulla di tutto questo ha senso- disse più tardi Hiccup a colazione.
-Beh, nemmeno noi abbiamo senso. Una ragazza con una mira così assurda che anche bendata fa centro perfetto, un genio davvero stupido con una potentissima armatura, un ragazzo che se gli girano diventa enorme e verde, una semidea con un martello che richiama fulmini e che può impugnare solo lei, una ragazza che è rimasta in un blocco di ghiaccio per settant’anni, un’altra che con una luce rossa distrugge tutto e un ragazzo che va oltre la velocita del suono. Ti sembra che quadri qualcosa?- disse Rapunzel, per poi addentare una fetta di pane con philadelphia e marmellata.
-No. Ma perché proprio noi? Ci sono un sacco di altre persone potenziate nel mondo!- disse Merida, masticando un biscotto.
-C’è Reed Richards. Andavamo alle elementari insieme- disse Jack, con un bicchiere di latte in mano.
-Non importa perché siamo stati scelti noi. Importa cosa faremo da questo momento in poi- disse Elsa, che si era ripresa e aveva in mano una tazza di latte macchiato bollente.
-Ma se non fossimo all’altezza? E se la Terra venisse distrutta?- disse Hiro, che beveva una camomilla.
-Se non riusciremo a salvare questo mondo sta pur certo che lo vendicheremo- gli diede coraggio Astrid.
-E poi abbiamo resistito a molte cose. Io sono sopravvissuta per anni nel ghiaccio, tu a un’esposizione a delle radiazioni gamma, se non ricordo male i gemelli e Rapunzel alle bombe, Merida a Rapunzel e viceversa, Astrid a una guerra contro i giganti di ghiaccio, Jack ha delle schegge che vogliono conficcarsi nel suo cuore. Insomma, siamo forti! Ce la faremo!- dove Anna trovasse tutto quell’ottimismo era un mistero, ma lo trasmise anche agli altri.
-Bene… Dov’eravamo rimasti col gioco della bottiglia?

 

 

 

 


*significato italiano di Pitch Black

Note Autrice
One last time I need to be the one who takes you home
One more time I promise after thet I’ll let you go…

Ciao!!!! Sono tornata con un nuovo capitolo ancora più eccitante ed ancora più nonsocosadire  corto dell’altro! Però, sul serio, è davvero corto. Sorry...
È arrivato Pitch! Elsa è fortissima! Anna è troppo ottimista! Hiccup e Elsa sono dolciosi! Basta a fare queste frasette col punto esclamativo alla fine!
No, sul serio, basta. Sono mezza sclerata perché il mio Wi-Fi è andato in tilt. Non va più. Di nuovo.
Anyway, domani usciamo due ore prima! Niente musica! Wiiiii!
Ho sonno. Ma per scrivere qualcosa c’è sempre tempo.
Bene, ditemi in una recensioncina che cosa ne pensate di questo capitolo e quel è la canzone che ho scritto sopra! Vi prego RECENSITEEEEE!!!!!!!!!!!
Ci si vede al prossimo capitolo!
Mary_Potter

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Capitolo 5
*** Capitolo 4° ***


Capitolo 4°


-Nord… NORD!
Calmoniglio era molto affannato. Aveva corso per tutto il quartier generale, senza trovarlo. Chiese agli elfi, che però cominciarono a interrogarsi su cosa Calmoniglio avesse detto. Provò a domandare agli yeti, che gli risposero nella loro lingua strana. Dentolina e Sandy non c’erano.
-Cosa successo, perché tu ti agiti tanto?- finalmente Nord era arrivato.
-Pitch… Pitch è stato qui.
-Cosa? Perché tu non mi ha cercato subito?
Il coniglio alzò gli occhi al cielo.
-Cosa avete fatto?
Calmoniglio gli spiegò in breve che cosa fosse successo.
-Almeno sappiamo che i ragazzi che la fanno- disse Calmoniglio, una volta terminato il racconto.
-Dobbiamo scoprire base segreta di Pitch.
-Potrei provare a chiedere a…
-A tua squadra! Se riescono a bloccare Pitch, possono anche trovare Pitch!
 
-Ragazzi, in piedi!- urlò Calmoniglio, giunto davanti al corridoio delle stanze.
-Mhhh… io stavo dormendo!- disse una voce impastata dal sonno, per poi uscire e rivelarsi Rapunzel.
-Sveglia Merida. Ora.
-Va bene…
-Forza, a rapporto!- continuò Calmoniglio bussando alla porta di ognuno dei ragazzi.
-Dammi un minuto!
-Non puoi aspettare due secondi?
-Calmati, arrivo!
-Un momento!
Quando Merida uscì, arrossì violentemente perché Hiccup era a torso nudo. “Ma a cosa diavolo faccio caso?” si disse poi, scuotendo la testa.
Non sapeva, però, che Hiccup la stava guardando, e pensava che i suoi capelli fossero bellissimi, ma che i suoi occhi non erano paragonabili nemmeno a un diamante per quanto brillavano quando era felice. Ma anche lui si chiese a che cosa andava a pensare.
-Allora, abbiamo bisogno di sapere dov’è Pitch, andiamo a fare festa a casa sua, ce ne torniamo qui e facciamo le valige per tornare ognuno a casa propria. Tutto chiaro?
-No, per niente.
-Dobbiamo scoprire dove si trova Pitch.
-Ehm… come?- Elsa era un po’ perplessa.
-Non lo so.
-Si potrebbe provare a cercare su internet, magari con i documenti on-line dei vari Paesi- propose Hiro.
-Oppure potrei correre in giro per il mondo e ispezionarne ogni minimo dettaglio - disse Hiccup.
-Quanto ci metteresti?- chiese Calmoniglio a Hiccup.
-Mezz’ora, se tutto va bene.
-Dammi un giorno e una tua protesi e ce ne metterai dieci, di minuti- gli disse Hiro.
-Che intendi con “una tua protesi”?
-Se me ne dai una, te ne costruisco un paio che ti daranno una spinta maggiore e andrai oltre la velocità a cui sei abituato ad andare.
-Va bene, ma ti do una mano.
-Ci sto.
-A proposito, Banner, devi costruire quello che ritieni adatto a tutti i ragazzi.
-Ho già fatto qualcosa.
-Perfetto, adesso vestitevi. Non dico di tutto punto, ma almeno mettetevi qualcosa addosso- disse Calmoniglio, rivolto ad Hiccup, che si mise una mano dietro la nuca, imbarazzato.
-Dieci minuti, poi, in cucina.
-Perché?
-Dobbiamo organizzare un piano d’attacco.
 

-Io farei così: i gemelli lo distraggono, io, Anna, Astrid e Hiro gli diamo addosso, mentre Rapunzel e Merida… non lo so.
-Bene! Non abbiamo idea di cosa fare- Merida mise le mani sui fianchi.
-Siamo morti- ecco Astrid e il suo solito positivismo.
-No, dai, proponiamo!- Anna era molto ottimista, al contrario degli altri.
-Potremmo fare che Hic crea un tornado correndo in cerchio così gli incubi spariscono, poi gli alti provano ad aggredire Pitch.
-Evvai, tutti gli incubi addosso a me!
-Era solo un’idea!
-Ragazzi, facciamo che io e Elsa andiamo e, come diceva Jack, cominciamo a distrarlo, magari fingiamo di voler stare dalla sua parte, così diamo a voi il tempo di arrivare su un jet e fingete di essere arrabbiati con noi, e viceversa. Così si innervosirà, poco ma sicuro. Quindi, ci raduniamo e attacchiamo. Essendo confuso, forse, si distrarrà, quindi sarà più vulnerabile, poi ci occupiamo degli incubi. Di sicuro, Pitch non vuole che arriviamo a lui, e per questo ci farà aggredire dagli stalloni, ma il primo che arriva lo stordisce, a meno che lui non stordisce voi. Se riusciamo, lo rispediamo sul suo pianeta natale e ci assicuriamo che non torni più qui.
-E se non funzionasse? Se Pitch non vi credesse? È un pazzo, ma non è di certo stupido- Hiro non era totalmente certo.
-Come disse il vecchio saggio, “Io ho un piano: attacco”- rispose Hiccup, mentre Jack sorrideva.
-Quindi teoricamente abbiamo anche un piano b- Astrid si stava convincendo.
-Teoricamente. Se non funziona, faccio il tornado.
-L’idea mia piace- disse Calmoniglio – ma ora dovete andare a lavorare su quello che avete detto prima. Se non scopriamo dov’è Pitch, possiamo fare piani su piani, ma non concretizzeremmo niente.
Hiro e Hiccup annuirono.
-Hey, posso aiutarvi anch’io, qualunque cosa dobbiate fare?- propose Jack.
-Ok.

Quel pomeriggio…

-Ragazze… chi di voi non ha mai fatto una ceretta?- chiese Rapunzel alle altre. Mentre “gli uomini” lavoravano, si erano radunate in una delle camere.
-Una che?- Astrid non capiva che cosa fosse.
-Una ceretta.
-Anch’io non so cosa sia- disse Anna.
Rapunzel e Elsa si scambiarono uno sguardo eloquente, mentre Merida temeva quello che sarebbe successo dopo.
 

-Allora, sta scansionando… ora.
-Ripetimelo: perché dobbiamo scansionare la protesi di Hic?- chiese Jack a Hiro.
-Così il modello delle protesi sarà più o meno lo stesso, ma, apportando le dovute modifiche, Hiccup sarà ancora più veloce.
-Va bene, ma perché…
Jack non fece in tempo a finire la frase che si sentì un urlo provenire dal piano di sopra. l’albino corse al corridoio con le camere e, non trovando le ragazze, cominciò ad agitarsi. Le cercò ovunque, finché non passò davanti al bagno e vide Rapunzel con una striscia di stoffa in mano, Astrid aveva gli occhi spalancati e Anna stava piangendo. Dalla sua gamba mancava una striscia di peli. Merida si era coperta gli occhi con la mano, scuotendo la testa.
-Che cosa è successo?- chiese Jack, preoccupato.
-Alle due signore qui presenti è venuta la brillante idea di fare la ceretta ad Anna- disse Merida.
-Che… che cos’è una ceretta?- chiese Jack.
-Non è niente? NON È NIENTE?! A CONFRONTO UN COLPO DI PISTOLA È UNA CAREZZA!!
-Che diavolo è una ceretta?
-Captain America si fa male se le tolgono i peli?- chiesero Merida e Rapunzel, ridendo.
-Calmatevi…- provò a intervenire Elsa.
-Non è colpa mia se è doloroso!- protestò Anna.
-Lo so, ma non credevo che ti facessi male per qualcosa del genere!- Le disse Merida, continuando a ridere.
-Mi spiegate chi è che ha urlato e che cos’è una ceretta?- Jack non stava capendo un accidenti.
-Vi date una calmata?- Elsa si stava spazientendo, difatti una lampadina divenne rossa.
-Ha urlato Anna- rispose Merida a Jack, ignorando la bionda e la lampadina rossa.
-Perché ha urlato?- chiese Jack.
-Perché si è fatta la ceretta.
-Che cos’è?!
-Hey, il genio non sa cosa sia…
-Se ho capito bene è una cosa da donne, mi pare ovvio che non lo sappia!
-Ecco che ricominciano a punzecchiarsi…
-CALMATEVI, TUTTI!- urlò Elsa mentre la lampadina esplodeva -Uno alla volta. Anna, se ti fa così male smettiamo, Merida e Punzie, l’avete fatta la ceretta e sapete bene che la prima volta fa male, Jack, puoi tornare al laboratorio, se vuoi, non è successo niente. Astrid, vuoi provare?
-No, se fa male a lei.
Jack si voltò, scuotendo la testa, e si avviò verso il laboratorio mentre Rapunzel propose di sperimentare nuove pettinature. “Certo che le ragazze sono strane…” pensò Jack, chiudendo la porta del laboratorio.
-Tutto ok?- Hiccup era visibilmente preoccupato, soprattutto per Elsa.
-Sì, hanno deciso di farsi una cosa chiamata ceretta, e non ho capito cosa sia, ma sembrerebbe paragonabile ad uno strumento di tortura.
-Ah, sì. Ho accompagnato io Elsa quando l’ha fatta la prima volta.
-Mi spieghi che cos’è?- Jack voleva sapere a tutti i costi.
-Si mette della cera bollente su un pezzo di pelle, poi si poggia un pezzo di stoffa sulla cera e si strappa via in modo violento, e se ne vengono i peli appresso alla cera e al pezzo di stoffa.
Jack fece una smorfia di dolore.
-Sì, Elsa me l’ha fatta fare sulla schiena, una volta- disse Hiccup, ridendo.
-Parlando di altro, ha finito di scansionare- Hiro interruppe la conversazione “al femminile”.
-Esiste un sinonimo di scansionare? Così non usiamo sempre la stessa parola.
-I tuoi soliti problemi da cui dipende il destino del mondo…- commentò sarcasticamente Hiccup.
-Comunque credo che uno sia scannerizzare. Quindi, la macchina ha finito di scannerizzare- disse Hiro.
-Adesso che si fa?
-Facciamo le modifiche al computer e poi ne stampiamo due a specchio.
-Come dovrebbe fare Hiccup a…
-Con la stampante 3D, genio.
-Ahh, capito.

Un’ora dopo, le protesi per Hiccup erano pronte.
-Bene, ora le provi e vedi come ti trovi- disse Hiro a Hiccup, chiudendo il programma con cui le avevano realizzate.
Il ragazzo annuì e si mise le gambe finte, per poi alzarsi.
-Ok, non sono abituato a queste.
-Prova a correre.
Scomparve lasciandosi una scia blu alle spalle, per poi tornare mezzo minuto dopo con il fiatone
-Che cos’hai fatto?- chiese Jack.
-Il… il giro del… del mondo… di nuovo…
-Dunque, ti trovi bene?
-S… sì, penso di… di sì.
-Bene, fai una pausa e quando sei pronto, vai a cercare quel bastardo di Pitch- disse Calmoniglio, che era entrato in quel momento.
-Da dove sbuchi fuori, Coda di Cotone?- gli chiese Jack, che non voleva ammettere di essersi preso un colpo quando aveva sentito la sua voce.
-Ha-ha-ha, divertente. Sono entrato adesso, dal momento che una saetta blu mi ha travolto.
-Ok, sto bene. Ci vediamo tra… tra quanto?- chiese Hiccup a Hiro.
-Dieci, massimo venti minuti- gli rispose il giapponese.
Hiccup annuì e scomparve, lasciando Jack e Hiro con i capelli più scompigliati del normale.

-Ragazzi, ho trovato Pitch!- urlò Hiccup, di ritorno dal suo "giro"
-Ci hai messo esattamente otto minuti. Sicuro di aver fatto tutto?- chiese Hiro.
-Sì, ho ispezionato tutta l’Europa, è a Fulpmas, Austria, in mezzo alle Alpi. È in mezzo al nulla, un paesino minuscolo.
-Quindi sapresti indicarci la strada esatta?- domandò Anna. Le ragazze avevano smesso di autoinfliggersi delle torture cinesi e si erano radunate lì insieme agli altri.
-Certo.
-Molto bene. Ben fatto, saetta. Banner, hai fatto quello che ti avevo chiesto stamattina?- chiese Calmoniglio a Hiro.
-Sì. Un arco e delle frecce molto particolari per Merida, una tuta con degli appositi “contenitori”, per così dire, per le pistole o altri oggetti utili, ed ha anche dei cilindri incorporati che rilasciano una scarica elettrica, una nuova armatura per Anna, in cui lo scudo lo puoi richiamare anche se è a distanza e le protesi per Hiccup. Gli altri credo se la cavino senza avere bisogno di nulla, quindi si possono mettere qualcosa di comodo e usare i loro potenziamenti.
-Che intendi con “frecce speciali?”- chiese Merida.
-Puoi scegliere se usarle come arpione, freccia normale, freccia che rilascia un’onda sonica, freccia esplosiva…
-Freccia esplosiva?!- Merida sembrava una bambina a cui hanno appena regalato una nuova Barbie.
-Sì, ho sentito il tuo commento durante gli allenamenti.
-Sììì!!!-  la rossa saltellava da un piede all’altro.
-Ok, adesso preparatevi- affermò Jack, sicuro -Si va a salvare il mondo.

 

 

Note Autrice
Ok…. Vi imploro, perdonatemi per l’enorme ritardo, ma non avevo l’ispirazione, e i miei compiti sono tantissimi, quindi… scusate.
Parlando del capitolo, non so quanto sia lungo, ma spero che sia migliore di quello scorso.
L’idea della ceretta mi è venuta perché l’ho fatta ieri (alle ascelle e alle gambe... PANICO)
Oggi sono andata al corso di nuoto! Yayyyyyy! (ecco il motivo della tortura menzionata sopra)
Se interessa a qualcuno, ho deciso che cosa portare agli esami: le OLIMPIADI.
Spero di aggiornare presto, anche se non so se mi sarà possibile dati gli impegni e la quantità di compiti. :(
Ci vediamo al prossimo capitolo, che prima o poi arriverà! Bye!

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Capitolo 6
*** avviso ***


ciao a tutti! mi dispiace avervi illuso che questo sia un nuovo capitolo, ma ho deciso di rivedere la storia, magari anche cambiare la trama, perché stava diventando davvero, ma davvero banale. comunque non credo di aver deluso qualcuno con questo avviso, perché la storia così faceva davvero pena, non era abbastanza attiva e non somigliava a niente, faceva schifo. la nuova trama, però, mi piace! ma prima di pubblicarlavoglio finirla, così evito abnormi ritardi e posso rivederla tutte le volte che riterrò necessario. se la pensate come me, mi fa piacere. bene, ci rivedremo quando la fanfiction sarà decente! baci, Mary

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