Hikari to Kage no naka

di Mitsuki no Kaze
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The Duties of a General ***
Capitolo 2: *** Akita's Innocence ***
Capitolo 3: *** Communications ***
Capitolo 4: *** Encounter on Noah's manor ***
Capitolo 5: *** Welcome back home, Lavi ***
Capitolo 6: *** Let's work out! ***
Capitolo 7: *** What happened in Paris ***
Capitolo 8: *** Frozen Wood ***
Capitolo 9: *** Your heart is still beating? ***
Capitolo 10: *** Everyone deserves a second chance ***
Capitolo 11: *** Inside your head ***
Capitolo 12: *** Are these feelings wrong? ***
Capitolo 13: *** How we started here. ***
Capitolo 14: *** Can you hear me, Innocence? ***
Capitolo 15: *** I can see a way for you to come back ***
Capitolo 16: *** Home. ***
Capitolo 17: *** Just me and my weakness. ***
Capitolo 18: *** Inside you, inside me. ***
Capitolo 19: *** The answer is in your eyes. ***
Capitolo 20: *** Regrets. ***
Capitolo 21: *** Declaration of War. ***



Capitolo 1
*** The Duties of a General ***


Capitolo I - The Duties of a General



Kanda aveva accettato la carica di Generale soltanto nella speranza di poter continuare le proprie ricerche da solo, senza il controllo dei piani alti dell’Ordine. Allen Walker era già scappato dalla sua custodia una volta, inseguito da una strana creatura conosciuta come Apocryphos.
Dopo quel primo tentativo fallito, Tiedoll, lo aveva riportato all’Ordine, per far riconoscere la sua nuova carica.
I commenti degli altri Esorcisti a quella notizia furono tra i più disparati.
Lenalee cominciò con i suoi piagnistei, rinfacciandogli di non averle mai detto niente del fatto che avesse superato il 100% di sincronizzazione con Mugen.Chaoji non fece che complimentarsi , dicendo di voler migliorare sempre di più per poter un giorno essere un suo pari, mentre gli altri Generali non sembravano particolarmente entusiasti, appellandosi alla sua giovane età.
Alla fine però la carica fu concessa dai Cardinali e Yuu Kanda si ritrovò ad essere un Generale a tutti gli effetti.
Nemmeno i piani altri dell’Ordine erano molto propensi a conferirgli un ruolo tanto elevato, soprattutto dopo la fuga assieme a Jhonny Gill alla ricerca di Allen Walker, l’esorcista passato dalla parte dei Noah. Ma il fatto che il ragazzo fosse effettivamente un’entità critica e le pressioni esercitate da parte del Supervisore Komui Lee, Bak Chan capo della sezione Asiaca e di Enny Epstain della sezione Nord Americana  furono costretti ad accettare.
 
Kanda si trovava nel suo alloggio, quando Tiedoll gli fece visita.
Il giapponese non sopportava il suo maestro normalmente, ma quando quell’uomo si presentava con un particolare sorriso e gli occhi chiusi, quello era davvero il momento di odiarlo. Stava per fargli una proposta per lui assolutamente spiacevole.
Il Generale era rimasto sull’uscio, quasi a distanza di sicurezza da un fendente di Mugen, cominciò a parlare.
- Yuu-kun, sai quali sono i compiti di un Generale?-
- Ch.-
 Il ragazzo già si stava pentendo di aver accettato quella carica.
- Bhe è davvero una bella comodità esserlo, perché puoi muoverti autonomamente, ma ha pure dei doveri…- continuò Tiedoll – Per esempio devi farti carico di qualche giovane Esorcista: io per esempio ho avuto a carico te, Marie, Chaoji e Deisya…-
Kanda si voltò a fissarlo, sgranando gli occhi e preparandosi a sguainare Mugen.
- Cosa sta tentando di dirmi?!-
- Che… Ecco… ho un allievo per te. O meglio, un’allieva.-
- Chi è?-
- E’ una ragazza appena entrata nell’Ordine, a circa la tua età… E poi molto carina! Penso andrete d’accordo!-
- E chi se ne frega!- urlò Kanda – Mi vuole addossare un’incompetente?! Io ho accettato l’incarico per poter essere più libero di cercare il Moyashi! Non mio può attaccare una tale palla al piede!-
- Oh Yuu… Ti sbagli!- Questa ragazza è tutto ce una palla al piede! Sarà pure una novellina, ma sa il fatto suo. Lei è un’altra ragazza sono arrivate mentre ti credevamo morto. Poi quando sei tornato e scappato con il ragazzo della sezione scientifica alla ricerca di Walker, loro erano già in missione. Sono davvero brave, solo che… Akita… è un po’… particolare, sì… in qualche modo ti somiglia…-
 
Si trovavano su un treno diretti a Marsiglia, dove si erano verificati avvenimenti paranormali, probabilmente provocati dall’Innocence.
Kanda si era ritrovato più volte ad osservare di sottecchi quella ragazza, quando gliel’avevano presentata. Non l’aveva interessato particolarmente.
Altezza nella media, capelli castani e lunghi fino alla schiena.
Indossava una casacca rossa, smanicata e a collo alto, pantaloni neri e dei manicotti che le coprivano le braccia per metà, fino al polso, anch'essi rossi.
L’unica cosa che aveva attirato la sua attenzione, erano stati i suoi occhi. Le iridi erano di colori differenti: quella di sinistra verde chiaro, la destra di un azzurro limpido.
Erano già in viaggio da un paio d’ore, e fino a quel momento Akita, così gli era stata presentata da Tiedoll, non aveva profferito parola.
Non lo aveva degnato di uno sguardo, se ci rifletteva bene.
Non che gli importasse, solo che quel tragitto in treno sembrava non finire mai.
Non era più abituato al silenzio da quando partiva per le missioni accompagnato dal Moyashi e dal Baka Usagi.
Guardò fuori dal finestrino annoiato il paesaggio che pareva non volesse cambiare mai.
Fino a poco tempo prima avrebbe desiderato il silenzio e la tranquillità, ma ora quell’atmosfera sembrava irreale.
Decise allora di fare conversazione, almeno per togliersi qualche dubbio su quella ragazza.
- Allora da dove vieni?-
Lei sollevo lo sguardo.
- Non lo so.- rispose – il Supervisore Komui Lee non ti ha detto niente?-
Kanda sembrò pesarci un po’ su.
- Ora che ci penso, stava per dirmi qualcosa… ma in realtà non mi interessava, perciò non l’ho ascoltato.-
Akita non rispose, voltandosi questa volta lei a guardare fuori.
- Piuttosto… Perché ci siamo portati questo… cane?-
Un bel esemplare di Akita Inu dal manto rosso sul dorso e dal ventre bianco era stato seduto accanto al sedile della ragazza. Non che Kanda s’intendesse di  cani, certo. Ma quello aveva una strana… espressione.
Sembrava serio, vigile, attento a tutto ciò che lo circondava.
- Inu viaggia con me, non c’è posto in cui io vada senza di lui.-

 
Angolo Autrice


Io sono una pazza scriteriata ne sono consapevole :'D
Questa è la seconda longfiction che pubblico in questo fandom, nel giro di pochi giorni. E ho l'intezione di portarle avanti contemporaneamente. *Headshoot*
Maaa vabbèH. Spero davvero di riuscire a concluderle entrambe, nel più breve tempo possibile. *Sogna, Sel, sogna!*
Allora, questa... cos--- COFF... Storia... E' il frutto di una bella pensata mia e di KayaBookmanJr_ (è quasi sempre colpa sua! Prendeteva con lei! (?) ) E attualmente, ho scritto solo un altro mezzo capitolo :'D Ma non disperate! Il bello è che non ho idea di come andare avanti x°° So come si concluderà la storia... Ma non ho idea di cosa accada nel frattempo! *scappa*
Comunque, dopo queste premesse, vi ho assolutamente demoralizzati dal seguire questa fanfiction, me ne rendo conto x'D da parte mia ci sarà la buona volontà di mettere in moto il cervellino e di produrre una trama decente a breve. 
Vi chiedo di darmi un po' di fiducia çvç Per favore çAç *occhioni extralarge*
Dopo di ciò, mi dileguo!
Grazie a chi recensirà e chi lascerà una recensione x'D
*fiss- capitolo*
Ok, questo è davvero scritto maluccio D: Magari cancello tutto e ripubblico quando sarà decente e_e (?)
Basta, me ne vado davvero!
*Evapora*
Mitsuki 

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Capitolo 2
*** Akita's Innocence ***


Capitolo II - Akita’s Innocence
 


Kanda decise di non indagare più di tanto su quella ragazza e su quello strano cane.
 
Infondo non gli importava più di tanto, anzi non gliene sarebbe fregato niente, se Tiedoll non gli avesse insinuato un dubbio.
Quella ragazza era brava, a detta del suo Generale.
 
Più che un dubbio, era una certa curiosità. A prima vista sembrava una ragazza comune, senza particolari abilità, ma Tiedoll per AVER dato quel giudizio, doveva avere avuto le sue buone ragioni.
Il Generale era fastidiosamente sentimentale, ma sapeva riconoscere un talento quando lo vedeva.
 
Decise così di metterla alla prova.
L’unico problema sarebbe stato che, se la ragazza fosse stata invece una vera incapace, lui l’avrebbe dovuta salvare. La cosa gli dava parecchio sui nervi, ma non poteva nemmeno lasciar morire il suo primo allievo durante la sua prima lezione come Generale.
 
Il treno nel mentre si era fermato, loro erano scesi ed avevano incontrato il Finder che aveva scoperto il fenomeno, probabilmente causato dall’Innocence.
Insieme si erano in camminati verso il luogo in cui si avvertivano gli effetti del Cristallo di Dio.
 
-Onorevoli Esorcisti! Sembra che l’Innocence sia in un bosco! Affrettiamoci! Molti Akuma si sono raccolti in questa zona negli ultimi giorni. Il Conte sa di questo frammento!-
Il Finder aveva ragione, infatti quando arrivarono nella foresta, intorno ad un grande quercia trovarono quattro Akuma.
 
- L’Innocence sembra essere lì, a giudicare dal loro comportamento.- constatò Kanda, mentre erano nascosti dietro degli alberi.
- Generale, che facciamo?- chiese Akita osservando gli Akuma.
 
Kanda chiamò il Finder.
-Tu, vieni con me.-
E lo invitò a seguirlo sopra un albero, con un cenno del capo.
- Tu invece occupati di loro.- disse ad Akita.
 
- Ma Generale! Lei è entrata da poco nell’Ordine! Non è ancora capace ad affrontare così tanti Akuma contemporaneamente!-
- Sono solo dei livelli due: voglio vedere cosa sa fare.-
 
Akita non fece una piega.
- Posso andare?-
- Sei ancora qui?-
La ragazza si voltò ancora verso gli Akuma.
-Inu, ikou. Inu, andiamo.-
 
Il cane era stato con loro fino a quel momento, ma Kanda si era quasi dimenticato della sua presenza.
Fissò lo sguardo su di lui e subito si accorse che aveva qualcosa di strano.
Aveva cominciato quasi a tremare e il suo pelo era irto lungo la schiena. Ringhiava piano, mostrando i canini aguzzi, mentre la bava gli colava dalle fauci spalancate.
Il terreno sotto le sue zampe cedette leggermente, come sei il peso dell’animale fosse eccessivo sa sorreggere.
 
Kanda non ci potè credere. Ma quel cane stava crescendo a dismisura davanti ai sui occhi.
La bestia spiccò un salto, balzando fuori dal nascondiglio tra gli alberi, e poco dopo la ragazza lo seguì.
Il Generale e il Finder li videro avanzare verso gli Akuma che si preparavano allo scontro.
Uno di loro avanzò pronto ad affrontarli.
 
Inu, adesso almeno cinque volte più grande della sua taglia originale, ringhiava agli Akuma.
La sua padrona gli saltò in groppa senza troppe difficoltà, reggendosi al pelo del cane.
Uno degli Akuma finalmente attaccò.
Il cane balzò di lato e vitando un fendente inferto dai lunghi artigli dell’avversario, per poi piegarsi leggermente sulle zampe posteriori e spiccare un salto nella sua direzione.
 
Lo immobilizzò con le zampe anteriori affondando gli artigli nel corpo dell’Akuma per poi morderlo.
Non appena fu atterrato, l’arma del Conte del Millennio, si distrusse esplodendo.
Inu ebbe il tempo di allontanarsi per evitare lo scoppio e subito gli altri ne approfittarono per contrattaccare da diverse direzioni.
 
Ma il cane ne allontanò uno con una zampata e un altro lo abbatté con un colpo di coda, mentre azzannava il restante. Anche quello si distrusse pochi secondi dopo.
 
- E’ come combatte l’Onorevole Esorcista Aleister Crowley!- commentò il Finder incredulo.
Kanda si ritrovò d’accordo. Quel cane usava zanne e artigli come quel vampiro da strapazzo, che possedeva l’Innocence nei denti. Nel caso di Akita l’Innocence era proprio il suo cane. Inu era una bestia anti-Akuma.
 
Anche gli ultimi nemici vennero distrutti e Akita scese dalla groppa della sua cavalcatura, raggiungendo la quercia attorno alla quale prima gli Akuma si erano attorniati.
All’interno del tronco, in una cavità trovò un frammento di Innocence.
 
Era la prima volta che ne vedeva uno. Era formato da due meccanismi discoidali al centro dei quali si trovava quella che sembrava una pietra dorata. Emetteva un bagliore verde che illuminava l’interno del fusto.
 
Non appena lo estrasse la pianta cominciò a seccare e con lui, tutta al foresta. Kanda e il Finder dovettero scendere dall’albero sul quale si erano nascosti, perché anche quello stava incominciando a morire.
In pochi secondi, della foresta non rimase che sterpaglia e rami rinsecchiti.
 
- A quanto pare questa era un terra arida e che l’Innocence l’abbia resa fertile.-  osservò Kanda – Hai preso il frammento?-
Akita glielo porse e lui lo mise in una tasca di tessuto scuro.
 
- Complimenti Onorevole Esorcista! Ha fatto un ottimo lavoro!- si congratulò il Finder. – Non è ferita, vero?-
- Qua abbiamo finito. Torniamo all’Ordine. – Disse Kanda – Abbiamo perso fin troppo tempo.-
 
 

Angolo Autrice

 
Salve a tutti! Buona sera!
Se ieri ero sorpresa di dover già pubblicare ed ero tentare di posticipare, questo capitolo di Hikari to Kage no naka “esce” con ben due giorni di anticipo, rispetto ai miei piani!
Ho bisogno di tempo libero per il terzo capitolo di questa storia e per lavorare ad una one shot per un contest, perciò vedo di accorciare i tempi!
Cosa ne pensate di Inu? A parte quella di Cloud Nine non se ne vedono molte Beste Anti-Akuma,  e io le trovo parecchio interessanti, spero di aver reso bene questo tipo di Innocence.
Per chi non conoscesse il mio stile, a volte intercalo della frasi in giapponese, con le rispettive traduzioni, ovviamente! Spero vi facciano piacere :3
Ora i ringraziamenti: Grazie a KayaBookmanJr_, _Derek e Ya_mi   che hanno recensito il primo capitolo! E grazie a  Rubi_Chan che l’ha aggiunta alle preferite ed a Aryadaughter che l’ha inserita tra le seguite!
Grazie a tutte davvero *^* <3
Perdonate gli eventuali errori di ortografia çvç
Ora vado! Ci vediamo al prossimo capitolo ( spero che sia la prossima settimana!)!
Un bacione!
Mitsuki <3

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Capitolo 3
*** Communications ***


Capitolo III - Communications


- Come è andata la prima missione, Generale?- chiese allegro Komui, non appena tornarono all’Ordine, dando una pacca sulle spalle al ragazzo.
Kanda gli lanciò un’occhiata omicida, minacciando di sguainare la katana.
 
Il Supervisore si scansò, sollevando le mani in segno di resa e fece accomodare i suoi ospiti nel proprio ufficio, per poi sedersi alla scrivania ricoperta da scartoffie di vario genere e specie.
Si fece fare un resoconto della missione e poi tutti insieme andarono a consegnare il frammento di Innocence ad Hevlaska.
 
- Bene a questo punto puoi anche andare, Akita! – disse Komui alla ragazza.
Lei annuì e chinò leggermente il capo in direzione dei due uomini.
 Loro la videro allontanarsi, seguita da Inu.
 
- Allora… che mi dici di lei? E’ brava, no? Per aver perso la memoria è come se non avesse altro fatto che combattere Akuma durante la sua vita.-
- Perso la memoria?- chiese Kanda sorpreso.
- Non te lo avevo detto prima di partire?- domandò Komui di rimando con un’espressione seccata sul volto. - Akita non ricorda nulla di sé, neppure il suo nome. Hai fatto caso che «Akita» è il nome della razza del cane che l’accompagna?-
 
Kanda annuì lentamente con il capo.
- E come è arrivata all’Ordine ?-
- Da quanto ha raccontato, l’ha guidata Inu.-
- L’Innocence ha portato il compatibile dove sarebbe potuto essere utile. – osservò il Generale.
- Curioso, no?-
Kanda alzò le spalle.
 
- In ogni caso, il lavoro sporco lo fa fare al cane. Lei si limita a dare i comandi e l’Innocence obbedisce.-
- E’ comunque molto efficace.-
- Se non fosse per il cane sarebbe completamente indifesa, se le succedesse qualcosa potrebbe anche perdere il controllo.-
Komui annuì leggermente.
- Per questo ha bisogno che qualcuno la segua, saresti disposto a prenderla come allieva? Potrai allenarla tu, come vorrai.-
- E’ silenziosa… mi può andare bene.-
 
Komui si alzò dalla scrivania andandosi a versare del caffè.
- Questo me l’ha preparato Lenalee, prima di andare in missione! Non è adorabile la mia sorellina?- cominciò a cinguettare, iniziando a strofinare la tazza alla guancia e ad ancheggiare.
- Komui, datti una calmata.- disse allontanandolo da sé, spingendogli una mano sul volto. – Non è arrivata anche un’altra Esorcista?-
- Oh sì. Te l’ho a detto Tiedoll?- chiese il Supervisore, cominciando a cercare tra i documenti che soggiornavano sulla sua scrivania.
 
Finalmente trovò cosa cercava. Un dossier con tutti i dati dell’Esorcista.
Conteneva una foto, la descrizione dell’Innocence, dati anagrafici, ed un resoconto medico.
Kanda ricordò che quando era arrivato all’Ordine, Komui ne aveva compilato uno, ma probabilmente era chissà dove in quel delirio di carte.
Il documento gli venne passato a lui e cominciò a sfogliarlo.
 
Sulla prima pagina, spiccava la fotografia di un ragazza dai capelli color carota, tutta sorridente.
Kaya Doyle. Riportava il dossier.
- Unità Sokaro?- chiese Kanda sorpreso.
- Sì, inizialmente l’aveva presa Nyne, ma quando Sokaro l’ha vista combattere l’ha voluta in squadra con sé.-
Kanda continuò a leggere, interessato all’Innocence della ragazza.
 
- Un… pennino?-
- Incredibile, vero?- disse Komui. – Solo un genio come me poteva ideare un’arma anti-akuma come questa, no?-
- Come funziona?- chiese ignorando palesemente il Supervisore che si vantava.
- Basta scrivere degli ideogrammi per materializzare gli oggetti o quello che si desidera, come acqua o fiamme.-
 
- E Sokaro è rimasto colpito da questo?-
- Non solo da questo.-
Komui si avvicinò a Kanda, facendogli girare la pagina del dossier e indicandogli il resoconto medico.
Il ragazzo strabuzzò gli occhi.
 
- Un metro e quarantacinque centimetri?! Ma è minuscola!.-
- Non daresti un soldo ad una ragazza così piccola, eh? E invece possiede un potere inimmaginabile!-
Kanda scrollò le spalle.
- Bha, vedremo.-
Restò un po’ a guardarsi intorno, osservando distrattamente l’ufficio del Supervisore, mentre lui sorseggiava il caffè.
 
- Ha notizie di Walker? E’ stato avvistato?- chiese poi.
Komui negò con il capo.
- Nulla… Mi dispiace…-
- Quando potrò andare a cercarlo?-
- Non ancora Kanda. I piani alti ti tengono d’occhio, soprattutto ora che sei un generale. Lascia calmare un po’ le acque.- disse sedendosi accanto a lui e poggiandogli una mano sulla spalla.
Ma lui scattò in piedi.
 
- I Noah potrebbero prenderlo davvero! O al posto loro quell’Apocryphos! Dobbiamo agire subito!-
- Aspetta Kanda! Quando sei andato a cercarlo la prima volta hai rischiato di diventare un Caduto! Non puoi rischiare tanto!-
- E che dovrei fare?!-
- Allenare Akita, per esempio. E’ una tua allieva, ormai. E poi riprendere i tuoi doveri da Esorcista.-
Kanda cacciò un’imprecazione tra i denti.
- Me ne vado.-
 
 E si diresse verso la porta, ma questa venne aperta dall’altro lato.
- Supervisore Komui! Generale!- escalmò il Finder. – E’ arrivata una comunicazione da Kaya Doyle! Hanno trovato il nascondiglio dei Noah!-
 

Angolo Autrice
 

Salve a tutti! Eccoci con un nuovo aggiornamento! Bene bene, cos’abbiamo qui? Qualche notizia su Akita, la presentazione di un’altra Esorcista e Kanda preoccupata per Allen!
Bhe… non mi ritrovo con molto da dire, se non che i capitoli spero si allungheranno già dal prossimo! E ci sarà una bella apparizione nel capitolo quattro! U.U
Bene, smetto di dire idiozie e chiudo! Ma prima grazie a Ya_mi (non fare spoiler su quello che ti ho detto oggi, eh! xD) e KayaBookmanJr! Sei contenta, tesoro? Si parla di te, in questo capitolo! E dal prossimo, apparirai fisicamente! X°°
Ora mi congedo davvero! Grazie a tutti! Alla prossima settimana!
Mitsuki <3

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Capitolo 4
*** Encounter on Noah's manor ***


Capitolo VI - Encounter on Noah's Manor.


- Kaya! Tieni duro! I rinforzi stanno arrivando!-
La ragazza ringraziò e la conversazione di concluse.
Sospirò tentando di calmarsi e di riflettere sulla situazione.
 
In quel guaio si era trovata da sola e per colpa sua. Era inutile farsi prendere dal panico e dare di matto.
Nella sua testa si era concretizzata la bell’idea di gettarsi all’interno del Gate dell’Arca dei Noah, senza un valido motivo.
Perché lo avesse fatto, ancora se lo chiedeva.
 
Sentiva solo che fosse la cosa più giusta da fare.
Infondo però accanto all’ansia e alla paura, vi era anche una sorta di eccitazione.
Si sentiva carica e pronta a combattere, se ci fosse stato bisogno.
 
Dopo aver compiuto quel passo voleva fare una buona figura, se no avrebbe solo fatto la parte dell’esibizionista e lei non lo era.
Solo seguiva l’istinto che in quell’occasione le aveva indicato di andare verso il Gate, che stava permettendo la fuga ai pochi Akuma superstiti.
 
Il suo sesto senso le aveva anche consigliato di star ben ferma, immobile, una volta arrivata a destinazione. Aspettò che gli Akuma se ne fossero andati, per poi osservare dove si trovasse.
Era all’interno del giardino di una villa in stile vittoriano abbastanza imponente, soprattutto se vista di notte.
 
Aveva subito immaginato che potesse essere il nascondiglio del Conte, se non proprio la sua base.
Ma prima di mettersi in contatto con l’Ordine, voleva raccogliere informazione più dettagliate.
Dopo pochi minuti era apparsa una figura all’esterno della casa, un uomo con addosso una veste bianca. Non riuscì a vedere molto, ma poteva essere un Noah visto che gli Akuma lo avevano attorniato senza però attaccarlo, per poi allontanarsi dopo aver probabilmente ricevuto degli ordini.
 
Dopo di che aveva contattato l’Ordine.
Rimase accovacciata dietro un cespuglio, che grazie anche alle sue piccole dimensioni, le dava un perfetto nascondiglio, finché non vide un Gate aprirsi poco lontano da sé.
Era Sokaro, il suo Generale, accompagnato da Crowley.
I due si avvicinarono a lei e tentarono di nascondersi dietro allo stesso cespuglio, ma con scarsi risultati date le loro altezze.
 
- Dannazione microbo, un nascondiglio più piccolo per i lombrichi potevi trovartelo!-
- Scusi Generale, mi dispiace non dover dimostrare le mie abilità con la statura!- rispose la ragazza. - Che facciamo, attacchiamo?-
Sokaro scoppiò in una sonora risata e subito Crowley tentò di zittirlo, ma ricevette una manata in pieno volto.
- Hai sempre la mano pronta alle armi tu! È per questo che mi piaci! - e un altro colpo lo assestò addosso a Kaya. - Comunque no, aspettiamo gli altri. Se hai davvero ragione, ci sarà bisogno dell'artiglieria pesante...-
 
Restarono ad attendere l’arrivo degli altri Esorcisti: il Generale Cloud Nyne con Miranda e Tiedoll con Marie e Chaoji.
- Siamo tutti? – chiese Kaya non appena l’ultimo gruppo giunse.
- Sì, Timothy e Lenalee sono ancora in missione.- cominciò Nyne.
- E Yuu e Akita sono appena tornati alla base.- concluse Tiedoll.
- Non verranno?-
- No, per l’Ordine è meglio salvaguardare qualche Esorcista se qui dovesse finire male…-
Kaya annuì.
Infondo erano un bel numero e contavano anche su tre Generali. Erano pronti anche ad uno scontro molto duro.
 
- Vorrei attivare il Time Record su di voi, prima di iniziare l’attacco.- sussurrò Miranda.
Tutti gli altri annuirono e la giovane donna si mise all’opera.
- Crowley, è meglio che tu e Miranda restiate fuori. Lei deve essere fuori dal campo di battaglia. Se dovesse morire, tutti noi creperemmo all’istante e tu sei il più resistente all’attacco degli Akuma essendo un tipo Parassita.- disse Sokaro non appena Miranda ebbe finito.
Aleister annuì e con Miranda andarono a cercare un posto più sicuro per nascondersi.
- Penso che sia il momento di andare. – disse Tiedoll. – Tutti pronti?-
Gli Esorcisti annuirono.
- Bene, e che Dio ci aiuti.-
 
Fecero irruzione, distruggendo il portone d’ingresso ed irrompendo in una sala ingresso, dal quale si accedeva ad un ampia scalinata.
Restarono immobili, con le Innocence attivate, pronti a riceve un attacco da parte dei Noah. Ma non avvenne nulla.
 
Si mossero dopo pochi minuti, decidendo di dividersi, restando in piccoli gruppi: Sokaro con Kaya e Tiedoll con Marie, si diressero su per le scale, mentre Nyne e Chaoji imboccarono un corridoio secondario dall’ingresso.  Su per due rampe di scale il percorso si ramificava in i due corridoi, uno a destre e uno a sinistra.
 
I due gruppi dovettero dividersi.
Sokaro e Kaya procedettero verso destra. Seguirono il corridoio fino a trovarsi davanti ad una grande porta. Conduceva ad un ampio salone delle feste, poco illuminato come il resto della villa, se non per delle candele che davano una luce soffusa.
 
Due figure si fecero strada nell’ombra, mostrandosi al chiarore dei ceri.
Erano due uomini, indossavano due vesti chiare.
- A quanto pare abbiamo visite, Cheryl.- disse uno, il più giovane.
- Eravate voi a fare tutto quel baccano allora?- continuò l’altro visibilmente irritato.
Improvvisamente Kaya sentì il corpo irrigidirsi. Le braccia le si bloccarono lungo i fianchi, le gambe si immobilizzarono costringendola a stare come se fosse sull’attenti.
Non riuscì nemmeno a voltare la testa in direzione del suo Generale, solo lo poté osservare con la coda dell’occhio. Anche lui era nelle sue stesse condizioni.
 
- Bravi, state fermi e fate i bravi soldatini.- riprese il secondo uomo, quello che sembrava chiamarsi Cheryl.
Ad entrambi gli Esorcisti erano cadute di mano le Innocence.
Kaya sentì Sokaro imprecare, mentre tentava di divincolarsi, ma era tutto inutile.
 
- È meglio che mi occupi subito di voi, ce ne sono altri, non è vero?- La seconda voce si fece più vicina e la ragazza riuscì a vederlo in volto. Era un giovane di circa venticinque anni, dalla pelle scura, lunghi capelli neri e gli occhi dorati. Subito i propri occhi scattarono alla sua fronte e le vide: le stimmate.
Quello che aveva davanti era un Noah.
 
- Piacere, signorina. Non ci siamo mai visti prima d'ora. Lasci che mi presenti: sono Tyki Mikk. - Continuò quello avvicinandosi. - O almeno questo è nome della mia parte bianca, quella nera è nota con il nome di Joyd, il Noah del Piacere. E tu chi sei piccolina?-
 
La sua mano andò verso la giacca della divisa e ne staccò un bottone.
- "Kaya Doyle" - lesse - Bhe, mi dispiace, Kaya-chan, ma il nostro primo incontro è un addio.-
Spalancò il palmi e due enormi farfalle nere si materializzarono su di esse.
- Tease, è ora di cena.-
 
Con un enorme boato la porta del salone fu distrutta e Nyne  e Chaoji fecero il loro ingresso nel salone.
- Accidenti! Ne sono arrivati altri!- imprecò Cheryl. – Tyki se non ti fossi messo a fare il galantuomo a quest’ora due sarebbero andati all’altro mondo!-
 
Tyki era stato colpito da un pezzo della porta ed era finito gambe all’aria dall’altra parte della sala.
Si rimise in piedi e si grattò la nuca dolorante.
- Non ti lamentare e blocca anche quegli altri!-
- Lo sto facend…- non riuscì a concludere la frase che venne travolto da Sokaro. Brandendo la sua Madness lo bloccò contro una parete.
- Ti sei distratto, Noah. Quel microbo è riuscito a recuperare la sua Innocence e a liberarci. Per te è finita.- disse indicando Kaya che impugnava un pennino.
 
- Innocence: Attivazione. Holy Drawing.-
Traccio nell’aria un ideogramma: 木 “Albero “
La terra tremò. In pochi secondi dal pavimento emerse un enorme albero che con i suoi rami sfondò il tetto,ed intrappolò con i suoi tralci i Noah.
 
- Bel colpo, pulce!- esultò Sokaro.
Anche Tiedoll e Marie raggiunsero quello che restava del salone.
- Non vi muovete o per lui è finita!- disse Cheryl, avviluppato nei rami dell’albero.
- Di chi stai parlando?- esclamò Kaya
 
Da quel groviglio avanzò un ragazzo. Sembrava denutrito e anche ammalato.
Kaya lo riconobbe, ricordando i racconti di Crowley, Lenalee e degli altri Esorcisti. Capelli rossi, benda sull'occhio destro, una sciarpa arancione.
Era Lavi, Bookman Jr.
 
Anche gli altri sgranarono gli occhi, in un moto di sorpresa.
Il suo corpo si muoveva autonomamente, nonostante il ragazzo sembrasse privo di conoscenza.
- È stato infettato dal virus di Feedra. Se lui lo decide, il ragazzi muore all'istante!- esclamò Cheryl.
- Oppure lo uccido io, qui. Davanti a tutti voi.- Tyki apparve dal pavimento, alle spalle di Lavi, con in mano una di quelle mostruose farfalle.
 
- Non lo farete.- Un'altra voce si udì e non apparteneva nè hai Noah nè al gruppo degli Esorcisti. Un uomo anziano si avvicinò . Vestiva la divisa dell'Ordine Oscuro ed aveva un curioso ciuffo di capelli arricciato sulla testa.
- Chiama il Noah della Corrosione e fai guarire Lavi. Solo in questo caso vi darò le informazioni che volete sul Quattordicesimo.-
- Bookman!- esclamò Nyne.
- Queste sono le mie condizioni.- riprese il vecchio, alzando il tono della voce, sovrastando quella del Generale.
 
Tyki ritrasse le Tease.
- Dovremmo fare come dice, Cheryl...-
- Sta' zitto! Sarà una balla!-
- Sono Bookman, non dico «balle»-
Tyki esitò ancora.
- Cheryl se ammazziamo questo ora, gli altri ammazzeranno noi! Siamo troppo in svantaggio stanotte!-
 
Il maggiore imprecò.
Improvvisamente un Gate dell'Arca del Conte si aprì nel tetto ed un altro Noah ne uscì. Aveva una lunga coda e si avvicinò a Lavi. Semplicemente lo toccò, e sembrò che il ragazzo trasse un sospiro, aprendo leggermente gli occhi. Ma fu un attimo, riperse subito conoscenza, restando in quella posa innaturalmente eretta.
- Ho fatto come è stato richiesto da Bookman. - Disse l'ultimo Noah arrivato.
L'anziano si avvicinò a Tyki, per dimostrare di attenersi ai patti.
 
- Ora noi andremmo... se la signorina ritraesse questa pianta mostruosa!- esclamò Cheryl ancora imprigionato.
- Prima dateci Lavi!- ribatté Kaya.
Cheryl imprecò ancora, ma mosse le mani, le uniche parti del proprio corpo libere dai tralci e il corpo del giovane perse stabilità. Tyki lo afferrò e con mala grazia li spinse contro Kaya.
Lei tentò di sorreggerlo nonostante la sua piccola statura ed in suo soccorso giunse Sokaro.
 
- Generale davvero devo lasciarlo?-
- Solo se è pazzo tenterà di attaccarci.-
- Ma sono in tre ora. L'arrivo di quell'altro non va a nostro vantaggio.-
Il Generale annuì.
 
- Andiamo per prima via noi. - Gridò ai Noah. - Non appena saremo lontani, l'effetto dell'Innocence si annullerà.-
Gli Esorcisti fecero attivare un Gate e sparirono all'interno dell'Arca.
- Maledetti!- inveì Cheryl. - Avete vinto stanotte, ma la guerra è ancora lunga!-
 
 

Angolo Autrice

 
Salve a tutti! Come state? Io non mi lamento u.u
Allora, piaciuto il capitolo? Mi trovo in dovere di  fare delle precisazioni, per mio scrupolo personale:
  •   Mi sono inventata che gli Esorcisti siano in grado di attivare autonomamente dei nuovi Gate, utilizzando i golem, triangolando la propria posizione. Penso che sia abbastanza     verosimile, visto che le sezioni scientifiche hanno trovato il modo di sfruttare l’Arca anche senza Allen. Sperodinoaverdetto/scritto/fattoboiateH
  •   Non ho specificato che a bloccare i movimenti di Sokaro e Kaya sia stato Cheryl, ma mi sembrava piuttosto ovvio… Mi auguro non sia una grave mancanza.
  •   I Noah sono telepatici  (?!) … MABHO  :’D Condividono delle sensazioni, magari Fedora ha sentito che la sua presenza era richiesta (?)
 
Mi rendo conto che mi sto scavando la fossa da sola, perciò mi congedo! *fugge*
Grazie a KayBookmanJr_ che finalmente ha fatto la sua apparizione ufficiale, assieme allo zio Sokaro e con Innocence evocata! E grazie a Ya_mi, che mi ha offerto aiuto e sostegno nella fase di stesura del capitolo!
Anzi, ne approfitto per fare un po’ di pubblicità alle mie due lettrici u.u
Date un occhiata alla fic di Kaya sui BIGBANG, che trovate cliccando su questo link http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1747200&i=1 e passate dalla long su D.Gray  della Yami tramite quest’altro link http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=1612831&i=1, così magari si sblocca un po’ e ci dona il nuovo capitolo! xD
Grazie a tutti coloro che leggono e vi incito a farmi avere un vostro parere, per favore >.<
Un bacione!
̴ Mitsuki <3

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Capitolo 5
*** Welcome back home, Lavi ***


Capitolo V - Welcome back home, Lavi


- Sono stato salvato da una ragazza?- esclamò Lavi da un letto dell’infermeria.
Era stato medicato e a detta della capoinfermiera, stava bene, solo qualche ematoma, ferite e una lieve denutrizione. Niente che un pranzo di Jerry non potesse guarire.
- Sì, il merito è di una giovane Esorcista, entrata da poco nell’Ordine.- spiegò Komui. – Si è lanciata all’interno dell’Arca del Conte. Se non fosse stato per il suo coraggio, forse saresti ancora nelle mani dei Noah.-
- Deve essere sicuramente fighissima!- fantasticò il ragazzo. - Voglio conoscerla!-
- Le dirò di passare a trovarti, allora.- Komui sorrise e uscì dall’infermeria.
 
Lavi si distese meglio nel letto, tentando di immaginare come potesse essere la sua salvatrice.
“Deve essere una ragazza che sa il fatto suo! Con carattere e molto forte.”
Mentre era perso nella sue fantasie bussarono alla porta.
- Avanti.-
Nell'infermeria fece il suo ingresso una ragazza da i lunghi capelli castani, slanciata e dagli occhi di colori differenti.
- STRIKE!- esclamò il ragazzo, saltando seduto sul letto.
 
 La ragazza inarcò un sopracciglio perplessa, facendosi da parte per far entrare anche un'altra persona.
- Yuu!-
- Smettila di chiamarmi per nome, Baka Usagi!-
- Sei vivo! Stai bene!- Lavi sembrava davvero sorpreso ed emozionato.
- Sì, idiota! Non crepo così facilmente, dovresti saperlo.-
Il rosso tirò su con il naso asciugando una lacrimuccia dall'occhio sinistro.
 
Poi la sua attenzione tornò sulla ragazza.
- Ah! Devi essere tu che mi hai salvato dai Noah!- domando tutto contento.
- No, non sono io.- rispose secca Akita.
- Eeeh? E allora chi è?- si lamentò il rosso.
- Penso sia Kaya...- ipotizzò lei.
- Comunque io sono Lavi, piacere.-
- Akita.-
 
Il ragazzo fece scorrere lo sguardo dalla sua interlocutrice a Kanda, pensieroso.
- Yuu, ti sei fatto la ragazza?-
- Che cosa?! No, brutto idiota! È la mia allieva!- ululò lo spadaccino.
- Allieva?- domandò innocentemente con un indice sulle labbra.
- Il Generale, mi ha preso con sé.- tagliò corto Akita.
 
- Generale?- Lavi sgranò bene l'occhio e si sporse di più verso Kanda.
- Sì, Tiedoll mi ha chiesto di occupare il posto vuoto di Cross! Per poi consegnarmi questa qui!- sbottò Kanda piuttosto seccato da quella conversazione.
Fortunatamente per lui, bussarono ancora alla porta dell'infermeria ed entrò una ragazza dai capelli rosso-arancio.
 
- Lavi Bookman?- chiese. - Mi hanno detto che mi cercavi. Sono Kaya Doyle.-
- Sì sono io.- rispose lui. - Sei tu che mi hai salvato dai Noah?-
- S-Si...- balbettò la ragazza restando a fissare Lavi. Era rimasta colpita dal ragazzo non appena aveva poggiato lo sguardo su di lui.
I capelli rossi ricadevano sul viso leggermente scavato. Nonostante si vedesse che non era in piena forma, l'unico occhio verde che poteva scorgere era brillante e vivace. Aveva un'aria misteriosa, per via della benda sull'occhio destro, che lo rendeva molto affascinante.
- Bhe allora grazie! Credo di essere in debito con te!- Lavi le regalò un sorriso radioso, che la fece arrossire fino alla punta dei capelli.
- P-Prego...- balbettò con voce tremante.
 
- Allora tu devi essere l'altra novellina?- Kanda le poggiò una mano sulla testa. - Sei proprio bassa come dicono.-
Un nervo cominciò a pulsare sulla fronte di Kaya, che aveva perso tutto l'imbarazzo di prima.
Con un movimento fulmineo si voltò verso Kanda, assestandogli un calcio proprio fra le gambe.
Il ragazzo gemette sbiancando. Crollò a terra, portando la mano alla parte lesa e imprecando a mezza voce.
- Non mi dica mai piuttosto che sono bassa, Generale.- asserì lapidaria Kaya, scura in volto.
 
Lavi si nascose tra le lenzuola piagnucolando.
- Capoinfermiera!- pigolò dal suo rifugio. - Yuu è stato ferito!-
- Cosa è successo?!- la donna accorse e vedendo la scena, girò i tacchi, tornando da dove era venuta. - Passerà tra un po'. Signorina Doyle la smetta di castrare tutti gli uomini dell'Ordine!-
Kaya sbuffò e Lavi giurò di aver visto due nubi di fumo uscire dalle sue narici, come se nel corpo minuto di quella ragazza si nascondesse un enorme e pericolosissimo drago.
Alla fine era davvero una che sapeva il fatto suo.
 
La rossa si voltò verso di lui, che tremò come una foglia al solo sentire il suo sguardo su di sé. Ma l’attenzione di Kaya era destinata all’orologio posto sulla parete alla quale era addossato il letto.
- Oh accidenti… E’ tardi, il Generale mi starà aspettando per l’allenamento!- esclamò. – Ciao Lavi! Piacere di aver fatto la tua conoscenza!-
E uscì dall’infermeria saltellando.
 
Il ragazzo restò qualche secondo a fissare il vuoto, dove prima c’era la giovane Esorcista dai capelli rossi.
- Quella è tutta matta...-
- Lo penso pure io.- asserì atona Akita, mentre aiutava Kanda a tirarsi su. - Ma è brava, quanto fuori di testa. Ma se la conosci bene, impari ad apprezzarla.-
- Siete amiche?-
Akita puntò il suo sguardo variopinto su Lavi.
- Sì.-
 
 
Lavi trascorse due settimane nell’infermeria. Nonostante lui dicesse di sentirsi bene, la capoinfermiera gli impedì di mettere un piede fuori dal letto, se non per andare al bagno. Anche i pasti gli venivano offerti a domicilio, assieme alle visite degli amici.
Quando finalmente gli fu data la libera uscita, andò per prima cosa nella camera che divideva con Bookman. Non appena vide tutte le scartoffie e i libri che aveva letto con il maestro, una sensazione di rabbia mista a tristezza lo avvolse.
 
Rivide nella sua mente quella camera occupata da entrambi, le liti e tutte le volte in cui il Vecchio Panda lo rimetteva a posto per non si comportava da Bookman.
Lui lo aveva salvato dai Noah e ora era chissà dove, a subire forse le stesse torture che erano spettate a lui.
Non riuscì a sostenere la vista di quella camera, perciò richiuse la porta.
“I Bookman non hanno bisogno di un cuore.” Si ripetè in mente.
 
Decise di andare a mangiare qualcosa. Sicuramente sarebbe stato meglio.
Comminava per i corridoi dell’Ordine, ma stranamente non incrociò nessuno. Non ci fece troppo caso tanto preso dai suoi pensieri.
Raggiunse la mensa e spinse le ante della porta.
Non appena mise piede all’interno della sala, si alzò un urlo:
- BENTORNATO LAVI!-
Sgranò l’occhio incredulo.
Tutti gli Esorcisti, gli scienziati e i Finders erano lì, con bicchieri di spumante, dolci ed un enorme festone era appeso dal tetto, che riportava a grandi lettere la scritta “Bentornato” e un coniglietto rosso con una benda sull’occhio destro, a fargli da caricatura.
 
Tutti gli amici gli andarono in contro, salutandolo e abbracciandolo.
C’erano proprio tutti, Lenalee, Miranda con Marie, il piccolo Timothy, Crowley, i Generali… Sorse in fondo alla sala anche Akita e Kanda, seduti in un tavolo in disparte. A quanto pareva, neanche alla nuova arrivata piacevano le feste oppure faceva parte di un ordine di Kanda, da Generale.
Sorrise invidiandoli, non era proprio dell’umore adatto per darsi a i festeggiamenti.
Non appena gli fu possibile, sgusciò via dalla festa, uscendo in una terrazza della base.
Era calata la sera e fi poteva godere di una piacevo frescura.
 
Accovacciata in un angolo, trovò Kaya la ragazza bassina dai capelli arancioni.
Le si sedette accanto e notò che aveva un album da disegno in mano.
- Ehi che ci fai qui?-
Lei sollevò la testa dall’albo da disegno.
- Oh ciao!- lo salutò chiudendo l’album. – Cercavo un posto tranquillo per poter disegnare.-
- Anche io… Non sono molto in vena di festeggiare.-
- Posso provare a tirarti su il morale?- chiese sorridendo.
 
Anche lui sorrise. Sembrava diversa dalla prima volta che l’aveva vista. Non sembrava la stessa ragazza che aveva colpito Kanda.
- Come pensi di fare?-
- Potrei disegnarti qualcosa!- propose allegra.
Riaprì il blocco e cercò una pagina pulita e impugnò la matita. – Su! Dimmi cosa fare!-
Lui fissò il foglio bianco per qualche secondo.
- Un coniglio.-
- Che cosa?!- Kaya sgranò gli occhi divertita. – Perché proprio un coniglio?-
- No no lo so! E’ la prima cosa che mi è venuta in mete!- rispose lui ridendo e rendendosi conto della sua curiosa risposa. - Forse perché prima di uscire qui all’aperto ho visto Yuu e lui mi chiama sempre «Baka Usagi»!-
- Va bene! E coniglio sia!- esclamò Kaya, iniziando a fare qualche tratto guida abbozzando il disegno.
 
Lavi restò a fissarla, osservando i tratti che la matita lasciava sul foglio, e lo sguardo attento e concentrato della ragazza.
- Allora, come stai?- chiese lui mentre continuava la sua opera.
- Bene, ora.- rispose lui senza staccare gli occhi dal disegno.
- Che vuoi dire con «ora»?- chiese lei guardandolo di sottecchi.
- Ora che sono tornato a casa, qui all’Ordine.- disse lui poggiando la schiena contro il muro.
Kaya sorrise.
- Anche io comincerò a chiamare casa, questo posto…- sussurò mentre il sorriso diventava leggermente malinconico. -Ho conosciuto tante belle persone qua, nonostante sia arrivata da poco e ciò che unisce è un compito gravoso.
 Lavi annuì.
- Già…-
 
- Comunque per non sembri felice ora che sei tornato a casa?-
Lui sbuffò, guardando in alto. Osservò la volta celeste, tinta di un blu scuro e trapuntata da tante piccole stelle.
- Non lo so. Penso al vecchio, al mio maestro e sono contemporaneamente preoccupato ed arrabbiato!-
- Mi dispiace non aver potuto salvare pure lui…- disse lei mesta.
- Non dire sciocchezze, tu hai rischiato la tua vita, buttandoti nell’Arca senza sapere cosa ti sarebbe accaduto! Hai fatto molto di più di quanto ti è stato chiesto dall’intero Ordine Oscuro!-
Lei sorrise e riprese a disegnare, approfittando della distrazione di Lavi aggiunse qualche dettaglio allo schizzo.
 
- Come mai sei arrabbiato?-
- Perché lui si è consegnato volontariamente ai Noah!- sputò fuori con rabbia.
- Lo ha fatto per salvarti…-
- Lui è stato dalla loro parte, tempo fa… E a quello che ho sentito ha perso un altro allievo, prima di me!-
Kaya lo guardò con tanto d’occhi. Aveva alzato di molto il tono della voce senza accorgersene.
Si portò le mani alla bocca come per zittirsi.
- Scusa.- disse piano.
Lei negò con il capo.
-Non preoccuparti. Garda ho finito il disegno!- Disse voltando il blocco verso di lui.
 
Lavi vide il coniglietto concluso, con una benda sull’occhio destro fin troppo familiare.
Il ragazza scoppiò a ridere.
- Ma come ti è venuto in mente?- asciugo una lacrimuccia che sfuggì all’occhio destro.
- Hai detto che Kanda ti chiama coniglio, così ho pensato di trasformare il disegno in un ritratto!-
- Effettivamente mi somiglia!- disse prendendo il mano il blocco.
- Allora sono doppiamente felice!- disse contenta.
- Perché doppiamente?-
- Perché il disegno di piace e perché ti ho fatto sorridere.- rispose facendogli l’occhiolino.
- Grazie, non avrei dovuto rovinarti la serata…-
- Non avevo niente da fare… mi hai occupato la serata!- disse alzandosi. - Ti spiace se vada dentro un attimo? Vado a prendere qualcosa da bere.-
- No, vai tranquilla.- rispose lui.
 
Lei si allontanò e Lavi cominciò a sfogliare l’album di Kaya.
Vi trovo tantissimi disegni, schizzi e bozze. Paesaggi, animali, ritratti dei ragazzi della sezione scientifica , degli altri Esorcisti, il modello della sua divisa.
Nella pagina prima del coniglio, trovò un proprio ritratto.
Sembrava un primissimo piano, rappresentava solo il suo volto sorridente, con i capelli che gli ricadevano sul volto, arruffati e l'occhio sinistro chiuso.
Sorrise a quella vista.
Fu distratto dall'arrivo di Kaya che tornava con due bicchieri in mano.
- Ho preso qualcosa anche per te! Spero ti piaccia il succo d'arancia, non c'era altro...-
Non appena sollevò lo sguardo, vide Lavi con affiancato al volto il suo disegno, con la stessa espressione sorridente del ritratto.
 
- Ah! Non avresti dovuto vederlo!- Kaya arrossì e tentò di prendergli dalle mani il blocco da disegno, ma fu impedita da i due bicchieri. Lavi ne prese uno, porgendole l'albo.
- Perché non avrei dovuto vederlo? È bello!-
Lei osservò il disegno.
- Ma non è finito...-
- Quando lo finirai me lo fai vedere?- chiese sorridendo.
- Va bene...-
- Senti... ma non è che un po' io ti piaccio?- domandò Lavi con un sorriso sornione sul volto, avvicinandosi di più a lei.
 
Kaya arrossì ancora di più.
- Certo che no! O almeno, mi piace il tuo sorriso...- confessò gonfiando le guance.
- Sai che quando non scalci sei carina?-
- G-Grazie...- balbettò.
Questa volta fu Lavi ad alzarsi.
- Vado a letto.- disse stirandosi la schiena. - Buona notte Kaya, grazie ancora.-
E rientrò alla base, lasciando la ragazza a fissare il ritratto di Lavi nel suo blocco.
 

Angolo Autrice

 
Scusate il MOSTRUOSO ritardo, ma mi sono lasciata prendere la mano (?) :’D
Prometto che riprenderò il ritmo >.< 
Ma pensiamo a questo sudatissimo (?) capitolo! Conosciamo meglio Kaya e la sua labile sanità mentale (?) *si prepara ad essere picchiata* ma in fondo è una brava ragazza u.u E lo vedrete anche voi più avanti!
Comincio a pensare che questa storia sarà infinita… *headshot*
Non credo di avere nient’altro da dire! Perciò grazie a Kaya Bookman Jr_, Ya_mi  ed Elizabeth_la_strega per le recensioni al capitolo precedente!
A presto!
~Chu!
Mitsuki <3

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Capitolo 6
*** Let's work out! ***


Capitolo VI - Let's work out!


Akita era nel suo alloggio intenta a prepararsi per l’allenamento con il Generale.
Mentre stava finendo di calzare gli anfibi che portava sotto la di visa da Esorcista, bussarono alla porta.
Andò ad aprire e davanti a sé trovò un ragazzo della sezione scientifica che portava tra le braccia un fagotto.
- Buongiorno Akita-san!- la salutò il ragazzo. - Sono Johnny, ti ho portato un cambio d’abiti per allenarti.-
La ragazza prese i fagotto che le veniva dato.
- Grazie.- rispose aprendo la busta ed osservando il contenuto. - Non è che sapresti dove il Generale Kanda si allena?-
- Di solito sta fuori, puoi provare a cercarlo all’esterno.-
Akita calò la testa in segno di ringraziamento e Johnny la salutò prima di andarsene.
 
Lei rientrò in camera estraendo i vestiti dalla confezione che li conteneva. Erano un paio di pantaloni elasticizzati neri e una maglia smanicata con il collo leggermente rialzato del medesimo colore. Si tolse la divisa che aveva ancora indossava per vestirsi con i nuovi abiti.
Effettivamente era migliore per un allenamento, senza tutte le decorazioni d’argento che potevano rovinarsi e sostituirli sarebbe stato costoso e non vi era il bisogno di portare la Cross Rose al petto all’interno dell’Ordine, dove tutti conoscevano la loro identità di Esorcisti.
 
Non appena pronta, uscì dalla stanza dirigendosi verso l’esterno della base. Con Inu al suo fianco, cominciò a cercare il Generale nel giardino e lo trovarono intento ad allenarsi con Mugen, calando fendenti nell'aria.
- Generale.- lo chiamò.
Kanda si voltò, scoccandole un’occhiata infastidita.
- Che sei venuta a fare qui?-
- Il Supervisore Komui ha detto che mi devo allenare con lei, perciò sono venuta a cercarla.- spiegò.
- Sì, avevo acconsentito a prenderti come allieva. Vedo che ti è arrivato il cambio d’abiti.-
- Lo ha richiesto lei?-
- No, solo che quelli della sezione scientifica hanno chiesto se sapevo quale modello preferivi e io ho detto di basarsi sul mio, visto che non so che preferenze hai. E ne anche mi interessano.-
Akita restò un po’ a riflettere, poi rispose.
- Deve essere stato quando mi allenavo con Inu, ho spento il comunicatore per non essere disturbata.-
 
Kanda sollevò un sopracciglio sorpreso, anche lui faceva lo stesso durante i propri allenamenti.
- Non mi interessa. Piuttosto avevo detto di farti avere un laccio per capelli, l’hai trovato?-
- Intendi questo?- chiese lei tirando fuori un cordoncino da una tasca dei pantaloni.
Kanda annuì.
- Anche tu porti i capelli lunghi, conviene che li leghi o ti saranno d’intralcio.-
Akita si soffermò ad osservare il cordoncino tra le mani.
- Come dovrei usarlo?- chiese.
Kanda restò a fissarla con tanto d’occhi.
- Non credo di averne mai usato uno, o almeno non ne ho memoria.- continuò lei, spiegando.
Un grosso nervo cominciò a pulsare sulla fronte del Generale e le si avvicinò con passo minaccioso.
- Da’ qua!- disse strappandole di mano il laccio e legandole i capelli con mala grazia, in una coda alta. - Si usa così!-
La ragazza non rispose andando a tastare l’acconciatura sulla nuca.
- Oh. Credo di aver capito.-
- Lo spero bene.- ringhiò lui incrociando le braccia al petto.
 
- E ora? Come ci dobbiamo allenare?- chiese inginocchiandoci vicino al proprio cane, prendendogli la testa tra le mani e puntando gli occhi in quelli di Inu. - Anche lui non vede l’ora di cominciare.-
- No, l’animale non parteciperà. Ti allenerai senza il suo supporto. Sei troppo dipendente da lui, devi diventare autonoma per poterti difendere nel caso il tuo cane non possa combattere con te.-
A quelle parole Inu si voltò verso Kanda ringhiando sommessamente.
- A quanto pare non gli è piaciuto quello che ha detto.- osservò lei.
- Che vuole?-  chiese il Generale fissando torvo il cane che mostrava i canini.
- Chiedilo a lui.- Akita alzò le spalle.
Kanda fissò il cane che ringhiava con più forza.
- Che vuoi, bestiaccia?- ripeté iniziando a ringhiare a sua volta. - Smettila o ti prendo a calci!-
 
Inu non se le lo fece ripetere due volte, puntò alle sue caviglie, addentandogli lo stivale e cominciando ad arretrare, tirandolo verso di sé.
- Basta, lasciami andare! O ti faccio a fette!-
Akita restò a fissare quella scena, finchè Inu non le venne incontro con in bocca lo stivale di Kanda. La ragazza lo carezzò dietro le orecchie.
- Su da bravo, ora riportaglielo.-
Il cane ubbidì senza però trattenere un guaito di disapprovazione.
Kanda gli strappò lo stivale dal muso, rimettendoselo in fretta e furia.
Inu si andò a sedere lontano dai due Esorcisti, abbaiando sonoramente.
- Cosa vuoi ora?-
- Che ci alleniamo.- rispose lei.
 
 
Un pugno sfiorò il volto di Akita. La ragazza lo evitò per un soffio voltandosi appena di lato. Vide con la coda dell'occhio la gamba di Kanda piegarsi per sferrare un calcio, ed ebbe appena il tempo di arretrare di un passo per evitare anche quello.
Si ritrovò ad ansimare, già stanca mentre il Generale sembrava non essere nemmeno affaticato. La sua fronte grondava di sudore e sentì una goccia scivolare giù dalla tempia.
Approfittò della distanza tra loro per tentare un assalto, ma i suoi colpi vennero neutralizzati con facilità, finché le nocche del Generale si andarono a scontrare contro il suo zigomo.
Akita cadde a terra, con tutti i muscoli doloranti. Tentò di tirarsi su a sedere, quando sentì contro la pelle del collo la lama fredda di Mugen.
- Morta.- sibilò Kanda.
Lei sospirò rimettendosi in piedi a fatica.
- Mi faccia riprovare.-
Lui negò con la testa.
- Continueremo un'altra volta.-
Ed Akita non ribatté.
 
- Mi può dire dove sbaglio?-
- In tutto.- Kanda si voltò verso di lei. - Lasci un sacco di punti vitali scoperti, non ti preoccupi di osservare l'avversario, colpisci senza riflettere e hai una postura sbagliata.-
- Mi insegnerà?-
Kanda la osservò. Tutto quello che aveva appena detto era vero, ma aveva omesso alcune cose.
Akita era veloce, aveva dei buoni riflessi e una forza fisica non indifferente, soprattutto considerando che era una donna. Tra l'altro resisteva ben al dolore e alla fatica.
Sarebbe stato interessante ripetere lo scontro avendo a che fare con quella ragazza al pieno delle sue abilità.
- Va bene.-

- Yuu! Finalmente ti ho trovato!-
 Lavi gli andò incontro e i due si voltarono verso di lui. Il rosso restò bloccato sul posto, sgranando bene l'occhio sinistro.
- Accidenti! Siete identici!- esclamò.
Akita e Kanda si fissarono interrogativi, poi capirono.
Erano vestiti nello stesso modo, ed entrambi avevano i capelli legati in una coda alta che escludeva solo due ciocche che circondavo loro i visi.
Il Generale si voltò verso il ragazzo.
- Idiota!-
- Sei sempre più simpatico tu!- Lavi mise il broncio, ma ritorno subito sorridente. - Che stavate facendo?-
- Il Generale mi sta facendo allenare.- rispose Akita.
- Che?! Yuu! Non vorrai mica ucciderla!-
- No, non lo farò. Solo perché dovrei spiegare troppe cose a Komui e tutti quelli dell’Ordine.-
Alle sue spalle sentì un leggero ringhio e non appena si voltarono, trovarono Inu con i canini ben in vista. Il cane si addentò nuovamente il Generale, puntando ai pantaloni. Riprese a tirare il tessuto all’altezza dei polpacci, mentre Kanda  gli inveiva contro.
- Ahahah! Yuu non avresti dovuto minacciare la sua padrona!-
Inu sembrava non avesse intensione di mollare la presa e il rosso giudicò che Kanda avesse già abbastanza problemi.
- Beh, buon divertimento!-
 
 Lavi rientrò all’interno della Base e cominciò a girovagare per i corridoi, con le mani dietro la nuca, fischiettando.
Mentre passeggiava senza meta, udì un suono cupo da una delle stanze del corridoio. Ipotizzò che potesse provenire una delle sale per l’allenamento e incuriosito vi entrò.
All’interno vi trovò il Generale Sokaro e Kaya, intenti a darsi battaglia.
L’uomo si lanciò contro la ragazza, brandendo la sua Madness mentre Kaya tracciava nell’aria un ideogramma.
“岩石” - Ganseki! Roccia!-
Una parete rocciosa sorse dal terreno, ma venne facilmente distrutta da Sokaro e dalla sua Innocence, scaraventandola lontano.
 
Kaya fu pronta a rispondere e velocemente disegnò un nuovo ideogramma.
Evocò una balla di fieno che per attutire la caduta e non appena si rialzò, quella scomparve.
- Tutto qui, Generale?- sorrise la ragazza.
- Sei fatta più reattiva vedo! Ma non basta difenderti ed evitare i colpi! Su, attacca!-
La ragazza non se lo fece ripetere due volte.
“波”- Nami! Onda!-
Sokaro fu investito da un onda anomala, richiamata dal Holy Drawing della ragazza.
Questo non lo fermò e subito schizzò fuori dall’acqua pronto a contrattaccare.
- Vediamo cosa sai fare!- ululò verso di lei.
Kaya concentro l’acqua in un colonna, utilizzando l’opportuno ideogramma.
 
Lavi assisté alla scena con l’occhio verde sgranato e la bocca spalancata.
Aveva visto combattere poche volte il Generale, ma mai nessuno gli aveva tenuto testa in questo modo. Non era del tutto certo, comunque, che Sokaro stesse dando il meglio di sé, ma Kaya era di certo bava.
Il filo dei suoi pensieri fi interrotto da un nuovo attacco delle ragazza.
“雷” - Kaminari! Fulmine!-
Un fulmine scaturì dal tetto della sala richiamato dall’Innocence della ragazza, andando a colpire la colona d’acqua che imprigionava Sokaro.
- L’ha fritto!- esclamò tremante Lavi.
Kaya annullò il potere del suo Holy Drawing e il Generale apparve da un nuvolone di polvere prodotto dall’infrangersi del fulmine al suolo.
 
-Bravo microbo! Non sei stata affatto male oggi!- disse l’ uomo con la sua voce rude.
-Questo almeno deve averlo sentito!-
- Si un po’ di solletico devo ammetterlo di averlo sofferto!- ammise l’omaccione.
Kaya gonfiò le guance, offesa.
Poi si voltò e vide Lavi impietrito. Gli corse in contro sorridente.
-Lavi! Che ci fai qui?-
Il ragazzo scrollò un po’ la testa , riprendendosi.
- Ah.. niente facevo un giro e ho sentito dei rumori da qua dentro e sono venuto a dare un' occhiata!- ammise. Poi non riuscendo a trattenersi dalla curiosità, si piegò in avanti, raggiungendo il capo di Kaya per sussurrarle all’orecchio. - Ma quello è davvero umano?-
- Chi? Il Generale Sokaro?- chiese lei in un bisbiglio, ridacchiando.
Lavi annuì con il capo e lei allargò ancora di più il sorriso.
- Sisi, è umano! Ma ha la pellaccia dura!-
- Ci credo, accidenti! Lo hai fulminato e non ha fatto una piega!-
- Ohi microbo! Che stai facendo? Ho fame! Non voglio aspettare ancora!- tuonò Sokaro, facendo drizzare i capelli di Lavi.
- Sì sì, arrivo!- rispose lei seccata. - Come avrai capito stiamo andando in mensa, vuoi unirti?-
Il ragazzo accettò di buon grado e non appena gli si avvicinò, Sokaro non perse l’occasione di assestargli due sonore pacche sulle spalle.
- Junior! Come stai? Vedo che ti sei ripreso!-
Il rosso tossì un paio di volte dopo i colpi inferti dal Generale, mentre i tre si dirigevano verso la mensa.
 
Lavi individuò Akita e Kanda che pranzavano con Inu seduto al fianco della propria padrona, e propose a Kaya di sedersi con loro. La ragazza non appena vide l'amica scappò nella sua direzione, lasciando Lavi in piedi come un fesso in mezzo alla mensa.
- Akita-chaaan!-
Le saltò letteralmente addosso, cingendole il collo con le braccia da dietro.
- Buongiorno Kaya.- rispose pacata lei senza smettere di mangiare.
- Come stai? Lo sai che ho visto i Noah? Non ci vediamo da taaanto!- si lagnò la rossa dondolando, ancora appesa al collo dell'amica. - - - Kaya non ci vediamo da quando siamo andati a trovare Lavi Bookman Jr. in infermeria.- osservò Akita.
La più piccola si fermo dal dondolare e assunse un tono più serio.
- Perché? C'eri pure tu?-
Akita negò con il capo.
- Dove avevi la testa?-
Kaya incassò il colpo e mogia mogia si sedette tra Akita e Kanda, che fino a quel momento aveva tenuto difficilmente sotto controllo i nervi.
Non appena la rossa si accorse della sua presenza gli puntò contro un indice accusatore.
- Tu c'eri in infermeria quella volta! E hai pure detto che sono bassa!-
 
 Kaya stava iniziando ad infervorarsi, quando Lavi li raggiunse al tavolo.  
- Buongiorno Akita, Yuu!-
- Stupido coniglio! Non chiamarmi per nome!-
Lavi sorrise nella direzione di Kaya, mimando con le labbra un “vedi?” riferendosi alle parole di Kanda, ricordandole la sera in cui si era fatto disegnare il coniglio. La ragazza colse il collegamento e ridacchiò, per poi allungare una mano, rubando un po' di cibo dal piatto di Akita, che le scoccò un'occhiataccia. Lei sorrise innocente facendole gli occhi dolci e senza la minima intensione di renderle il bottino, che anzi, si affrettò a consumare.
Kanda sbuffò perdendo definitivamente la pazienza. Si alzò da tavola andando via.
-Yuu! Dove vai?!-
-Ad allenarmi! Visto che non riesco a mangiare in pace!-
Akita scattò in piedi.
-Generale aspetti, vengo pure io.-
-Akita-chaaan!- protestò Kaya. Si mise in piedi sulla panca, fermando Akita per un polso. - Dagliele di santa ragione, mi raccomando!- e le schioccò un bacio sulla guancia.
La castana corse dietro al Generale seguita a ruota da Inu.


Angolo autrice
 

Un mese... Un mese e 3 giorni =_= non aggiorno da taaantissimo *Pignucola* Scusatemi, ma sono stato un po' impegnata, intanto la fine di Come to me che mi ha rubato più tempo del previsto e poi coff--- vicende sentimentali mi hanno coinvolta portandomi via l'ispirazione... Cooomunque ora sono ritornata, spero di riprendere il ritmo, magari pubblicando il finesettimana. Comunque mi avvicino al periodo degli esami universitari e non assicuro aggiornamenti puntuali >.<
Bene dopo questi avvisi, dedichiamoci al capitolo.
Come ho trattato male Kanda, come x'D Ci tenevo a descrivere un po' il rapporto (?) con Inu, questo odiarsi reciprocramente xD Con Inu che ha la meglio! ... Fin ora x°° Tratto anche male la mia Akita, comunque, la scena del laccio per capelli la fa passare per un'emerita idiota, povera ragazza xD ma alla fine, se non ricorda che ci possiamo fare, eh? x'D
L'allenamento con Sokaro era una delle cose che volevo scrivere fin dall'inizio, spero come sempre di avere reso bene il Generale, visto che non ho avuto molta occasione di vederlo atteggiarsi nel manga... Ed è stata proprio questa scena a convincermi a sceglierlo come superiore di Kaya, il confronto tra la piccolezza di lei e l'enormità di Sokaro erano così in contrapposizione che volevo farle scontrare!
*Sel continuò a straparlare per ore e ore e ore...*
Ok, basta ci do un taglio.
Ringrazio come sempre tutti coloro che hanno letto e a Kaya Bookman Jr_ e Ya_mi che hanno lasciato una recensione al capitolo precedente!
Al prossimo capitolo! Sperando non arrivi troppo tardi! xD
Un bacione,
Mitsuki <3

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Capitolo 7
*** What happened in Paris ***


Capitolo VII - What happened in Paris


- Una missione?- chiese Lavi – con tutti loro?-
Komui annuì con un sorrisone sulle labbra.
Lavi si voltò ad osservare i suoi compagni per quella missione: Kaya, Akita e Kanda.
- Yuu! E’ fantastico! Saremo di nuovo in missione assieme!- esultò contento.
Kanda sbuffò, per niente entusiasta.
- Vediamo come va questa missione, perché se vi troverete bene insieme potrete fare coppia fissa, tu e Kaya.-
- Con me?- chiese la ragazza puntandosi un dito contro e arrossendo.
- Sì, se per voi va bene!- ripetè Komui.
- Sarebbe fantastico!- esultò Lavi, cingendole le spalle con un braccio.
- Oh, allora è deciso.- concluse il Supervisore. - Comunque ritornando a questa missione, andrete in Francia e vi incontrerete con Lenalee. Era già in zona per un’altra missione da quelle parti, perciò vi darà una mano.-
Gli Esorcisti annuirono e dopo qualche delucidazione si congedarono, per andare a preparare i bagagli prima di partire.
Lungo i corridoi Kanda si accostò ad Akita, che si dirigeva verso la propria camera con Inu al fianco.
- Per questa missione, approfitta del fatto che siamo in gruppo, non affidarti solo al tuo cane.-
E detto ciò, proseguì verso l’alloggio.
Akita sospirò, mentre Inu ringhiò sommessamente verso il Generale.
 
Poco dopo tutti e quattro si trovavano nel bel mezzo della vita urbana parigina. Decisero di dividersi, per trovare Lenalee: Akita andò con Kanda, mentre Lavi trascinò via Kaya.
- Vieni con me! In Francia non ci sei stata mai, vero? Devi assolutamente vedere la Tour Eiffel!-
I due rossi vennero inghiottiti dalla folla mentre Kanda si voltava verso la direzione opposta.
- Quei due ci faranno perdere un sacco di tempo.-
Akita non sembrò dargli torto e lo seguì, alla ricerca della sorella del Supervisore Komui.
 
La trovarono, dopo pochi minuti, in un piccolo negozio di souvenir. Non appena vide Kanda si affrettò ad andandogli incontro, salutandolo allegra.
- Kanda! Eccoti!-
- Lenalee, che ci fai qui? Abbiamo una missione da portare a termine!- la richiamò lui.
- Sì scusa, ma non vi vedevo arrivare, così ho fatto un giro! Volevo prendere qualcosa per mio fratello. Sai quanto ci tiene, no?- rispose lei con un bel sorriso sul volto.
Poi si voltò verso Akita, che era stata dietro al Generale, in perfetto silenzio.
- Oh tu devi essere una delle nuove arrivate! Non ci siamo ancora presentate bene, ci siamo viste una volta di sfuggita alla Home, ti ricordi?- chiese puntandole addosso i suoi grandi occhi.
Akita annuì con il capo, senza risponderle e sostenendo il suo sguardo.
Lenalee sembrava aspettarsi una qualche risposta, ma visto che la ragazza difronte a lei non sembrava avesse intenzione di spiccicare una parola, continuò a parlare.
- Comunque… Io sono Lenalee, piacere di conoscerti…!- disse incerta e leggermente in imbarazzo.
- Io sono Akita.- asserì la castana con voce piatta.
- Allora, voi due avete finito?- le riprese Kanda.
Akita si volto verso di lui.
- Possiamo andare Generale.-
E i tre uscirono dal negozio.
 
Lavi e Kaya erano giunti ai piedi della torre.
- Allora, ti piace?-
Kaya fissava la struttura con il naso all’insù e con gli occhi tondi tondi.
- E’… Incredibile…- riuscì solo a dire.
- Già…- confermò Lavi, alzando anche lui il capo. – Pensi di poterla disegnare?-
- Cosa?!- Kaya lo fissò sconvolta. – Stai scherzando, vero?-
- Dai almeno prova!-
- Non ci riuscirei mai!-
- Se non provi, non lo saprai mai!- insistette lui.
- Va bene…- si arrese.
Lavi sorrise contento e Kaya arrossì.
Velocemente prese il blocco da disegno e si sedette su una panca per poi osservare la torre e decidere da dove cominciare. Cominciò a tracciare la struttura di base, tentando di rispettare la prospettiva. Il ragazzo si sedette accanto a lei, osservandola mentre disegnava.
Passarono vari minuti, quando Kaya diede una gomitata a Lavi che si era appisolato sulla panchina.
- Eeeh… Che c’è?- borbottò lui nella dormiveglia.
- Guarda là… cosa vedi?- chiese la ragazza indicando una sagoma sulla cima della torre. Lavi socchiuse l’occhio tentando di mettere meglio a fuoco.
- Non ne ho idea, forse è meglio controllare.-
Kaya annuì, ripose il blocco e insieme si incamminarono verso la torre.

- Dovremmo salire in cima…- osservò Kaya, notando la calca di turisti che attorniava la torre.
- Lascia fare a me!- esclamò Lavi, sorridendo.
Il ragazzo estrasse da un alloggiamento cucito nei pantaloni all’altezza della coscia, un piccolo martello della testa cilindrica.
- Ōzuchi Kozuchi! Man, man, man! –
Il martello  crebbe di parecchio sotto gli occhi sgranati di Kaya. Lavi si mise a cavalcione del manico e le tese una mano. Lei si avvicinò incerta e lui si fece un po’ avanti facendole spazio. – Tieniti forte, ok?-
Lei annuì debolmente e prese posto dietro di lui.
- Allora vado! Shin!-
Il manico del martello si allungò, facendoli schizzare verso l’alto e Kaya si strinse a Lavi spaventata dallo sbalzo.
- Eheh… scusa se ti ho fatto spaventare…- ridacchiò lui non appena il manico del martello smise di crescere, sentendo le sue braccia attorno al proprio busto.
Kaya si accorse solo in quel momento del gesto involontario e subito ritrasse le mani, rossa in volto  tentando di appigliarsi all’arma del ragazzo per sorreggersi.
Lavi ridacchiò ancora, per poi diventare serio. Scese dal martello, aggrappandosi alla struttura della torre. Non appena si sentì in equilibrio tese una mano a Kaya per aiutarla a raggiungerlo.
La ragazza si assicurò alla costruzione e lui riprese il manico del martello che si rimpicciolì fino alla sua dimensione originale.
- Vedi niente?- gli chiese lei senza osare muoversi da quella posizione.
Lavi negò con la testa ma sempre tentando gli scorgere qualcosa o qualcuno. Restarono immobili, a guardarsi intorno per diversi minuti. Finchè non giudicarono che era stata solo un’impressione e che non vi fosse nulla sulla torre. Mentre Lavi riprendeva il martello per scendere, Kaya scorse un’ombra muoversi veloce.
- C’è qualcosa, fai attenzione.- disse piano per non farsi sentire da chi altri era con loro sulla torre.
Lui annuì e impugnò il martello per combattere, dopo averlo ingrandito,  mentre lei estraeva il pennino.
Un suono acuto e penetrante si diffuse nell’aria facendoli gemere di dolore e li costrinse a premere le mani sulle orecchie nel tentativo di attutire quel suono così fastidioso.
In quel momento un Akuma si mostrò a loro. Era basso e tarchiato e la maggior parte del corpo era occupata dalla sua stessa bocca, dalla quale apparivano solo quattro denti. Non appena chiuse le fauci quel suono penetrante si arrestò. I due Esorcisti restarono per pochi secondi ad osservarlo per poi attaccarlo contemporaneamente.
Lavi evocò il timbro del fuoco.
- Gouka Kijin! Hi Ban!-
Kaya lo imitò, tracciando nell’aria l’ideogramma del fuoco.
“火”- Hi! Fuoco!-
Due fiamme investirono il mostro che gemette di dolore, producendo ancora quel fischio acutissimo. Ma i due ragazzi resistettero all’istinto di coprirsi le orecchi per non interrompere l’attacco con l’Innocence.
Tra le lingue di fuoco da loro evocate, l’Akuma si distrusse.

Lavi si aggrappò alla struttura della torre, riprendendo fiato.
- Wow… avevo dimenticato come ci si sente in missione!-
Anche Kaya si resse per non perdere l’equilibrio.
- Preferivi non tornare, o tutto questo ti è mancato?-
- Assolutamente la seconda! Non posso lasciare a voi tutto il divertimento!- concluse lui ridendo.
Con l’aiuto del martello tornarono a terra. E proprio in quel momento videro arrivare Kanda, Akita e Lenalee.
 Alla vista della cinese, il rosso scappò nella sua direzione.
- Lenalee!-
- Lavi!-
I due si abbracciarono stretti e cominciarono a parlare concitati. Kaya osservò la scena contrariata.
- Chi è quella?- chiese a Kanda e ad Akita, non appena le furono vicini.
- Lenalee Lee, 17 anni, sorella del Supervisore Komui Lee. Innocence: Dark Boots, tipo cristallo.- rispose asettica e svelta Akita.
Kanda la osservò inarcando un sopracciglio.
- Sai a memoria la sua scheda personale?-
Lei annuì.
- Le ho studiate tutte. Una delle prime cose che mi hanno consigliato non appena sono arrivata all’Ordine Oscuro è stata quella di conoscere gli altri Esorcisti.-
- Non penso intendessero in questo modo….- osservò Kaya.
Lei scrollò le spalle.
- E’ il modo più veloce per ottenere informazioni corrette e complete.-
- Ma Akita-chan! Intendevano dire che dovresti fare amicizia con gli altri! Non imparare i loro dati!-
- Oh.- esclamò la castana sgranando un po’ gli occhi.
 
Kanda negò con il capo, seccato da tutta quell’inutile discussione.
- Diamoci una mossa! Smettetela di blaterare ed occupiamoci della missione! Allora, che Akuma era quello che avete affrontato?-
- Un livello due.- rispose Kaya.
- Uhm… il fascicolo  diceva che era stato avvistato un livello tre, dobbiamo trovarlo prima che riesca ad evolversi.-
Anche Lavi e Lenalee si erano avvicinati ed avevano ascoltato ciò che aveva detto.
- Oh Yuu… prendi proprio sul serio la tua nuova carica di Generale!- osservò Lavi, calcando bene l’ultima parola.
- Non mi interessa la carica, mi interessa solo concludere la missione.- concluse lui lapidario. – Perciò sbrighiamoci e troviamo quell’Akuma!-
In quel momento Inu cominciò ad abbaiare, puntando il tetto di un palazzo.
- Che ha quella bestiaccia?- ringhiò Kanda fissando infastidito il cane.
- Ha percepito qualcosa, ci sono degli Akuma qui vicino.- spiegò Akita osservando il cane.
- E come lo avrebbe capito?- insistette il Generale.
- Con il naso, Yuu!- rispose Lavi toccandosi il setto nasale – Non lo sai che i cani hanno un olfatto finissimo?-
Kanda scrollò le spalle e si limitò a guardarsi intorno cercando il nemico percepito dall'animale.
Poco dopo Inu iniziò a ringhiare ed ad abbaiare più forte.
- Si sta avvicinando?- ipotizzò Kaya.
Akita annuì e tutti si prepararono allo scontro attivando le proprie Innocence.
- Eccolo.- disse Kanda.
Un Akuma livello tre li fronteggiava. Il suo corpo era avvolto da un armatura dorata, dal cui elmo sfuggivano poche ciocche di capelli scuri.
- Cosa abbiamo qua? Un gruppo ben nutrito di Esorcisti!- esclamò il mostro , prima di lanciarsi all’attacco.  - Sarà un pasto davvero gustoso!-
 
Gli Esorcisti si separarono , sfuggendo all’attacco del nemico.
- Cosa fate? Fuggite? Siete proprio dei conigli!-  l’Akuma si lanciò al loro in seguimento, ma i cinque ragazzi risposero all’attacco.
Lavi ingrandì il suo martello, tentando di colpirlo più volte ma quello era più veloce.
Akita salì sulla groppa ad un gigantesco Inu, tentando di tener testa alla sua velocità. Non appena la bestia anti-Akuma raggiunse il proprio avversario, il corpo dell’arma si dissolse tra i suoi artigli.
- Un falso?- si chiese la ragazza guardandosi attorno.
- Attenta, alle tue spalle!- l’avvertimento di Kanda arrivò però troppo tardi e sia il cane che la sua compatibile vennero colpiti dal livello tre.
Furono sbalzati per diversi metri, prima di andare a finire contro un muro.
Inu guaì di dolore, mentre Akita si rimise in piedi a fatica, dolorante. Il Generale si frappose tra loro e l’Akuma, dandogli la possibilità di prendersi dall’attacco.
- Nigentou.- un’altra spada si plasmò nella sua mano libera, connessa all’elsa di Mugen da un filo d’energia. Si lanciò contro il suo avversario colpendolo con un gran numero di fendenti, ma ancora l’Akuma che stava fronteggiando si rivelò una copia.
- E’ lì!- gridò Lenalee e dopo aver attivato i Dark Boots, partì all’attacco.
- Enbu: Kirikaze!- Colpì l’Akuma con una raffica di vento, ma anche quello svanì. 
 
- Fermatevi!- gridò Lavi – L’abilità di quell’Akuma è creare delle copie! Se continuiamo a colpire alla cieca non lo batteremo mai!-
- E che dovremmo fare?- domandò Kanda innervosito.
- Dobbiamo trovare l’originale, così scompariranno pure i falsi.- concluse il rosso.
- E come lo distinguiamo dalle imitazioni?- intervenne Lenalee.
Lavi scosse il capo.
- Questo non lo so, mi sembrano assolutamente identici.- Disse facendo scorrere lo sguardo su tutte le copie che ormai li circondavano.
- Allora vorrà dire che combatteremo ad ampio raggio! Tentiamo di colpirne il più possibile con un solo attacco, in questo modo risparmieremo energie, no?- propose Kaya.
- Sì, mi sembra l’idea migliore.- convenne Lavi.
- Allora andiamo!-
Il Generale richiamo i suoi Insetti Infernali, mentre Lenalee creava raffiche di vento. Lavi e Kaya combinarono le loro Innocence per creare delle lingue di fuoco.
Akita restò ferma ad osservarli e capì quello che gli aveva detto Kanda riguardo all’inefficacia della sua Innocence. Inu in un combattimento a lunga distanza era quasi completamente inutile. Era necessario che si distaccasse dal supporto del suo cane, per poter combattere anche da sola. In quell’occasione, la sua presenza si stava rivelando pressoché superflua.
 
In breve tempo, le copie furono eliminate, ma non vi era traccia dell’originale.
- Accidenti! Deve essersi nascosto!- imprecò Kaya, guardandosi attorno.
- Waaah!-
Un urlo attirò la l’attenzione di tutti, che sollevarono lo sguardo ed in alto videro Lenalee, tenuta per una caviglia dall’Akuma.
- E’ l’originale! Attaccatelo!- gridò la ragazza tentando di divincolarsi. Nessuno però si mosse, temendo di poterla ferire.
Akita assistette alla scena da terra e lanciò un’occhiata ad Inu. Il cane abbaiò in segno di assenso, capendo ciò che la ragazza avesse in mente.
Mentre ancora gli altri tentavano di capire come salvare Lenalee, il sole venne oscurato per pochi istati da un’enorme zampa  che apparve dietro all’Akuma. Inu era cresciuto a dismisura, molto più delle volte precedenti, raggiungendo con quell’altezza la cima della Tour Eiffel. La zampa si abbatté addosso al nemico, che lasciò cadere il suo ostaggio.
In pochi istanti il cane ridusse le sue dimensioni, restando comunque ben più grande della sua taglia originale e dalla sua groppa, Akita prese al volo Lenalee fra le proprie braccia.
- Stai bene?- le chiese.
La cinese arrossì leggermente, notando solo in quel momento gli occhi di diverso colore.
- S-Sì… benissimo.-
Inu continuò a rimpicciolirsi e Akita spiccò un salto giù dalla sua cavalcatura, prima di diventare un peso gravoso.
Lavi e Kaya li raggiunsero poco dopo.
- Akita, tutto bene?- chiese la rossa preoccupata.
La castana annuì con il capo.
- Wow! Sei avvero forte per essere una ragazza! Non ti stanchi a tenerla ancora in braccio?- osservò Lavi, visto che Lenalee non era ancora scesa dalle braccia di Akita, tenuta a mo’ di sposina.
- E’ leggera.- spiegò lei sollevandola leggermente, come per saggiarne il peso.
Lenalee sentendosi agitata in quel modo si aggrappò meglio a lei, cingendole il collo con le braccia.
A quel gesto Akita si fermò.
- Ti fa male da qualche parte?- le chiese.
- N-no… E’ solo che ho avuto paura di cadere…-
Tutti restarono perplessi da quella risposta, considerando che lei era abituata ad altezze ben più vertiginose. Ma si astennero dal farglielo notare.
- Allora se stai bene, scendi per favore.-
La ragazza annuì.
 
Nel frattempo arrivò Kanda.
- Generale, che ne è stato dell’Akuma?- s’informò Akita.
- L’ho distrutto. La prossima volto che inizi un lavoro, concludilo!- sbraitò lui.
- Sì, Generale. Mi scusi.-
- Beh a quanto pare abbiamo finito qui!- valutò Lavi, incrociando le mani dietro la nuca.
Ma Inu drizzò le orecchie e abbaiò concitato.
- State giù!- esclamò Akita tentando di evitare dei proiettili di Akuma che erano iniziati a piovere dal cielo.
- Non erano gli unici Akuma, quelli! Accidenti!-
- Akita!- gridò Lenalee. – E’ stata colpita!-
Gli occhi della cinese si riempirono di lacrime, mentre vedeva la pelle della ragazza macchiarsi di pentagrammi neri.
- Merda…- imprecò Akita.
Con le poche forze che le restavano frugò nella tasca posteriore dei pantaloni, tirando fuori una siringa. Strappò il cappuccio protettivo con i denti per poi inserire l’ago nella propria coscia con un movimento secco e premette lo stantuffo.
Restò qualche secondo ad ansimare e poco dopo i pentagrammi svanirono.
- Cosa è successo?- chiese incredula Lenalee.
- Pensiamo agi Akuma ora…- rispose lei mettendosi in piedi a fatica.
- Non ci sono più Akuma, ce ne siamo occupati noi.- intervenne Kanda.
Kaya accorse al fianco di Akita per sorreggerla.
- Spiegaci cosa hai appena fatto.-
 

Angolo Autrice

 
Ed eccomi tornata! Ancora dopo più di un mese, ma con un esame in meno da fare :'D E vi avverto fin da ora, prima del 16 luglio non vedrete niente di nuovo, perché proprio quel giorno ho un altro esame x'D  In realtà questo capitolo avrebbe potuto vedere la luce anche una settimana fa… Se solo mia mamma non avesse accuratamente riposto il quaderno in cui scrivo a mano, per poi non ricordarsi dove lo avesse messo! :'D Comunque vi lascio con un bel dubbio eh? xD ma su, non vi voglio lasciare sulle spine perciò ve lo dico qua… Sì, Akita si droga u.u E’ assodato u.u Bene, oltre i lampi di genio della fanciulla, spendo qualche parola sugli Akuma. Il primo mi è stato ispirato mentre giocavo a Pokèmon Pinball e facevo evolvere un Whismur in Loudred, perciò l’Akuma livello due è un Loudred imbruttito e senza orecchie :'D Anche le abilità sono quelle di questa famiglia di Pokémon u.u Il livello tre invece, ha semplicemente imparato doppio team x°° Basta, mi censuro xD devo dire che i pokémon sono un’ottima fonte di materiale per gli Akuma u.u dal prossimo capitolo non vi dirò a quali mi sono ispirata, darò a voi il compito di scoprirlo u.u
Come sempre grazie a: KayaBookman Jr_, Ya_mi e Rubi_chan che hanno lasciato una recensione al capitolo precedente e a tutti coloro che leggono! :3
Un bacione e a presto! ^-^
Mitsuki <3

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Capitolo 8
*** Frozen Wood ***


Capitolo VIII - Frozen Wood

Akita si ritrovava accerchiata dai suoi compagni, che non avevano affatto un’espressione allegra in volto.
Kanda la fissava arrabbiato e severo, Kaya sembrava preoccupata, mentre Lavi era incuriosito, più di ogni altra cosa.
Accanto a lei stava seduto Reever. Il povero scienziato era stato agguantato dal Generale ed ora doveva dare delle spiegazioni in merito  a quella siringa usata da Akita durante l’ultima missione.
- Allora, sputa il rospo.- tuonò Kanda.
Reever deglutì rumorosamente, cominciando a sudare freddo.
Il Generale lo fulminò con lo sguardo, mentre estraeva Mugen dal fodero.
- Va ben, va bene! Parlo!- esclamò saltando dalla sedia. – Quello che Akita si è iniettata è un siero, prodotto da noi della scientifica!-
- Deve contenere Innocence, non è vero?- ipotizzò Kaya.
Reever annuì.
- Per essere precisi è l’Innocence contenuta nel corpo di Inu. Abbiamo sintetizzato quella sostanza , partendo dal suo sangue.-
Il cane sentendo quelle parole emise un suono come uno sbuffo e guardò torvo lo scienziato ricordando tutti i prelievi che aveva dovuto subire. E Reever tremò appena, mentre nella mente scorrevano gli innumerevoli morsi inflitti dal cane.
- Ora si spiega tutto…- commentò Lavi, battendo il pugno sul palmo dell’altra mano aperta. – Immagino che quel siero possa essere usato solo da compatibile dell’Innocence dal quale si estrae…-
- Esattamente. Ciò non toglie che somministrare Innocence ad un tipo Equipaggiamento possa essere pericoloso.-
- Akita! Potresti diventare un tipo Parassita!- esclamò Kaya, intuendo ciò che volesse dire il Capo della Sezione Scientifica.
La castana annuì.
- Sono a conoscenza dei rischi, per cui sto attenta a come uso la sostanza. Comunque per ora non risento di alcun effetto, dopo averla usata.-
- Meglio così. E’ ancora in fase di sperimentazione , non conosciamo le conseguenze che potrebbe avere.-  concluse Reever.
- Ch. Quando pensavi di dirlo?- sbottò Kanda.
- Non pensavo che fosse importante, Generale.- rispose lei.
- Sei sotto la mia responsabilità, devo sapere quello che combini!-
- Siamo anche tuoi amici…- intervenne Kaya.- Devi parlarci di queste cose!-
Akita annuì con il capo.
- Scusatemi, allora. Non volevo farvi preoccupare.-
 
Era passato qualche giorno dalla missione in Francia, quando ad Akita venne un’idea.
- Vuoi imparare ad usare delle armi?- le chiese Kanda mentre facevano una pausa dagli allenamenti.
- Pensavo a delle lame, da cospargere con il siero estratto da sangue di Inu.-
Il cane guaì, poco d’accordo, immaginando gli altri esami che avrebbe dovuto subire. Kanda ignorò le su lamentele e continuò.
- Hai qualche idea su che arma usare?-
Lei mosse il capo in segno di diniego.
- Non ricordo di averne mai usata una.-
Il Generale si diresse verso l’interno della base, e lei lo seguì.
- Vediamo cosa troviamo nell’armeria.-
 
Non fu semplice per Akita scegliere un’arma adatta a lei e che si potesse adattare all’utilizzo del siero in modo offensivo, così per alcune settimane la ragazza si allenò sotto la supervisione di Kanda e dello staff della Sezione Scientifica, per controllare le reazione della sostanza.
Un giorno però il Generale non si presentò all’allenamento quotidiano e lei lo cercò per la Base. Lo trovò vicino ad un Gate con in dosso la divisa dell’Ordine.
- Va in missione? Non sono stata informata di nulla.-
- Sto andando ad un incontro con gli altri Generali. Piuttosto vai da Komui, ti cercava.-
Lei annuì un po’ perplessa e fece come le era stato detto.
Nell’ufficio del Supervisore trovò anche Kaya, il Generale Cloude Nyne e il giovane Timothy Hearst.
- Oh Akita, ben arrivata!- la salutò il cinese.
- Il Generale Kanda mi ha detto di venire qui.- spiegò lei dopo aver salutato tutti i presenti con un cenno del capo.
- Sisì, volevo affidarti una missione con Kaya!-
La ragazza ne sembrò un po’ stupita.
- Ma tu non fai squadra con Lavi Bookman Jr.?-
La rossa sbuffò.
- Lo farei se quello scemo non si fosse ferito in missione!-
Akita annuì con il capo.
- E voi?- chiese agli altri due presenti.
- Siamo appena tornati da una missione!- esclamò Timothy contento.
- E siamo qui per fare rapporto.- rispose Cloude Nyne. – Mi sarebbe piaciuto venire in missione con voi, visto che siete entrambe mie allieve mancate, ma purtroppo devo prendere parte ad una riunione con gli altri Generali. Sono soprattutto molto curiosa di vederti combattere con Inu, Akita. Possediamo entrambe due bestie anti-Akuma, ma non abbiamo ancora avuto l’occasione di confrontarci.-
- Penso che io ed Inu avremmo molto da imparare da lei, Generale.- osservò lei mentre Lau Siuming, la scimmia anti-Akuma del Generale, si avvicinava ad Inu.
- E’ un gran peccato che Kanda sia diventato Generale proprio ora e si sia accaparrato il tuo apprendistato.-
- Con tutto i rispetto, Generale, non sto avendo problemi sotto il suo comando.- ribatté Akita.
Nyne restò sorpresa dalla risposta, ma sorrise.
- A quanto pare il giovane Generale ci sa fare. Ho un’idea! Timothy, vai in missione con loro!-
- Che?! Ma siamo appena tornati!- protestò il bambino.
- Silenzio, non ribattere! Questa è una delicatissima missione di spionaggio! Dovrai osservare Akita per poi farmi rapporto! Voglio davvero vedere quando sia bravo Kanda come generale e maestro!-
Nyne richiamò a se la scimmia, prima di lasciare lo studio del Supervisore.
 
E così Akita e Kaya partirono per la missione con l’insolita compagnia di Timothy. Il giovane Esorcista in realtà le seguiva da lontano, simulando un pedinamento. Più di una volta le due ragazze lo avevano invitato a desistere da quel comportamento, ma Timothy era troppo eccitato dal nuovo ruolo che gli era stato affidato e le due rinunciarono presto di richiamarlo.
 La castana fisso per un po’ la compagna.
- Stai bene?-
La rossa si riscosse dai suoi pensieri e sorrise all’amica.-
- Sisì, certo! Perché me lo  chiedi?-
- Sei silenziosa, e non mi sembri neanche in forma.-
Kaya abbassò il capo e sospirò.
- Sono un po’ in pensiero... Lavi è in infermeria e volevo passare a trovarlo prima di partire per la missione.-
- Come mai?-
- Mi sento in colpa, si è ferito a causa mia nell’ultima missione assieme…-
- Davvero? Eppure tu sei molto prudente.- osservò Akita conoscendo i buoni riflessi dell’amica.
- Ero momentaneamente scoperta, avevo appena usato l’Innocence e per tracciare un nuovo ideogramma devo far passare alcuni secondi… Lui temeva che fossi in pericolo e mi spinta via! Peccato abbia fatto un bel capitombolo…-
- Oh.- esclamò la castana.
- Già…- sospirò ancora Kaya. – Non  ce n’era bisogno, insomma. Avrei creato una barriera di pietra.-
Lasciarono cadere il discorso non appena il sentiero che stavano percorrendo le portò all’interno di una foresta di conifere.
Era stata registrata una strana attività di Akuma nelle foreste Canadesi e le due –più la compagnia inaspettata di Timothy- erano state mandate per indagare.
Si erano inoltrate nella boscaglia da poco, quando iniziò a nevicare.
- Guarda, la neve!- esclamò Kaya lasciando che qualche fiocco le cadesse sul palmo aperto.
- Siamo in piena estate, non nella stagione delle nevicate.- commentò Akita alzando gli occhi al cielo e notandolo grigio, nonostante poco tempo prima fosse azzurro e limpido.
- Ci aspetta una notte fredda, a quanto pare…-
- F-Freddo?- Akita sgranò gli occhi e restò immobile sul posto.
- Sì, perché?-
La ragazza scosse il capo e riprese a camminare.
- Non mi piace il freddo.-
 
Si accamparono non appena fece buio.
- Qui non si vede l’ombra di nessun Akuma! Mi sa che si tratti di un buco nell’acqua!- esclamò Kaya mentre si riscaldavano attorno al fuoco.
- Sì, mi sto annoiando pure io! Non ho nulla da osservare se non combattiamo!- protestò Timothy.
- Dovremmo metterci in contatto con la Base dell’Ordine per ulteriori indicazioni.-
- Spero ci dicano di rientrare.- commentò Akita.
- Magari lo faranno domani, dovremmo controllare bene la zona.-
- Spero solo non ci lascino morire di freddo.-
Solo in quel momento Kaya si voltò ad osservare Akita e la trovò avvolta in due coperte ed addossata al torace di un Inu almeno due volte la sua taglia originale, disteso su un fianco.
- Akita… sei davvero freddolosa, allora…-
- L’avevo detto che il freddo non mi piace.- rispose lei tremante.
I tre si misero a dormire, programmando di riprendere le ricerche l’indomani.
Akita però non riuscì a chiudere occhio, irrigidita dal freddo.
Mentre tentava di riscaldarsi vicino le braci sentì degli strani rumori provenienti dagli alberi. Restò in silenzio in attesa, con gli occhi spalancati e i sensi in allerta. Anche Inu percepì quei suoni e si svegliò, mettendosi in ascolto. Il cane fiutò l’aria, per poi abbaiare piano, come per avvertire la compatibile. Ma Akita aveva già capito. Poggiò un indice sulle labbra, facendo fare silenzio all’animale. Si sollevò lentamente dal suo giaciglio per andare a scuotere Kaya e svegliarla. Mimò con le labbra la parla ‘Akuma’ e anche a lei fece segno di non far rumore. Kaya fece un cenno di assenso e si occupò di svegliare Timothy.
Gli Esorcisti decisero di spostarsi su un albero, organizzando loro un assalto ai loro aggressori. Pochi minuti dopo un  livello uno si avvicinò al loro piccolo accampamento.
- Timothy, tu resta qui con Inu.- disse Akita mentre osservava l’Akuma sotto di loro.
- Perché? Io voglio combattere!-
- Devi controllarmi no? Degli Akuma ce ne occuperemo io e Kaya, tu porta a termine il compito che ti è stato affidato. Controlla i miei progressi.- poi i rivolse al cane. – Te lo affido.-
Akita saltò dal ramo, scagliando contro le armi del Conte dei piccoli coltelli da lancio. Non appena si conficcarono nella pelle coriacea dell’Akuma quello subito si distrusse.
Molti altri Akuma la raggiunse ed anche Kaya scese dall’albero attivando la sua Innocence. Erano tutti dei livelli uno, perciò le due ragazze non persero molto tempo a sbarazzarsene. Non appena ebbero finito, il cane ed il bambino le raggiunsero.
- Ma come hai fatto a combattere senza Innocence?!- esclamò stupito Timothy.
- Con questi.- rispose lei estraendo dalla tasca posteriore della divisa da Esorcista, un coltello da lancio.
Kaya e Timothy lo fissarono con tanto d’occhi. La lama risplendeva di una pallido bagliore verde.
- E’ Innocence questa?- chiese la rossa indicando il metallo.
Akita chinò il capo in segno di assenso.
- E’ lo stesso siero che mi rende immune dal veleno degli Akuma. E’ stato il Generale Kanda a consigliarmi di usare dei coltelli da lancio per poter sopperire alla mia difficoltà negli scontri a grande distanza.- spiegò.
L’attenzione della ragazza fu però richiamata da Inu che le tirò un lembo della divisa.
- Ce ne sono ancora?- chiese al cane e quello abbaiò in risposta.
Akita si piegò sulle ginocchia e raccolse un sasso per poi lanciarlo tra le fronde di un albero. Si udì un tonfo, poi un lamento e ancora un altro tonfo. Dalla boscaglia apparse un Akuma di livello due. Il suo corpo sembrava fatto completamente di legno e le braccia erano due rami, aveva degli occhi gialli ed un naso prominente ed appuntito.
- Voi maledetti Esorcisti!- Gracchiò. – Avevo detto alle loro Eccellenze Noah di farmi avere almeno dei livelli due!-
- Perché siete qui? Cosa state cercando?- gridò Kaya.
- Secondo te, stupida ragazzina? Se siete qui anche voi, stiamo puntando tutti alla stessa cosa, o sbaglio?-
- Innocence…- ipotizzò la ragazza. – Dicci dove la nascondete!-
- Fossi matto! Non ve lo dirò di certo!-
Kaya sorrise.
- A questo rimediamo noi.-
- Lasciate fare a me! Akita, posso andare con Inu?- chiese Timothy con gli occhi che brillavano. Lei scrollò le spalle.
- Se a va bene a lui…-
Il cane abbaiò e crebbe di due taglie, il bambino si arrampicò sulla sua groppa e puntò un dito contro l’Akuma.
- Caaaricaaa!-
Inu corse nella direzione indicata dal bambino.
- Fermi, fermi! Che state facendo?!- esclamò l’Akuma.
Non appena furono abbastanza vicini, Timothy saltò dalla groppa del cane lanciandosi addosso al nemico.
Caddero entrambi in un cespuglio e subito Akita e Kaya li raggiunsero.
- Timothy, tutto bene?-
L’Akuma si rimise in piedi, tenendo il corpo addormentato di Timothy tra le braccia frondose.
- Bene, direi! So dov’è l’Innocence!-
I tre si rimisero in cammino, con il bambino, dentro il corpo dell’Akuma che guidava le due ragazze.
- Quindi questo è l’effetto dello Tsukikami?- chiese Akita con una punta di curiosità nella voce.
- Sì!- rispose lui. – Non è un potere fighissimo?-
- Lo trovo molto utile.-
- Akita, non lo avevi mai visto?- chiese Kaya.
La castana negò con il capo.
- Non sapevo che potessi vedere i ricordi degli Akuma di cui prendi il controllo. Nella scheda personale non era scritto.-
- Ho scoperto di poterlo fare da poco.- rispose lui. – Siamo arrivati.-
La boscaglia cominciò a farsi più rada, finché non raggiunsero una radura completamente spoglia di alberi e ricoperta dalla neve.
Un enorme cristallo di ghiacci galleggiava a pochi metri da terra.
- Eccola!- esclamò Timothy correndo verso il cristallo.
- E’ bellissima…- Kaya lo guardava estasiata.- A Lavi sarebbe sicuramente piaciuto…- aggiunse con un po’ di tristezza.
- Timothy, ritorna ne tuo corpo e recupera l’Innocence.- disse Akita.
Ma la rossa lo fermò.
- Fermo, un momento! Fatemi… Fatemi fare un disegno!-
E subito tirò fuori dalla borsa tutto l’occorrente.
Akita sembrò piuttosto contrariata.
- E’ proprio necessario?-
- Faccio in un attimo!-
E la castano non poté fare altro che rassegnarsi, avvolgendosi in una terza coperta.


Angolo Autrice
 

Rieccoci su questi schermi! (?) O dovrei dire desktop? Boh vabbeh fate vobis u.u Questa volta non ho sforato il mese vero? °^° *ansiansiansia* La colpa è mia in parte, ho anche avuto problemi di connessione, e sto forzando computer e modem a darmi una connessione stabile per poter pubblicare :'D 
Voi che mi raccontate? Che sorpresa quella della siringa di Akita, eh! u.u Ci avevate creduto tutti che era davvero droga, no? X°° Ma, sssorvoliamo! Akituccia (?!) in questo capitolo è stranamente umana °^° me ne sono accorta mentre scrivevo... La sto rendendo meno fredda e apatica, mi sto evolvendo assieme al mio personaggio u.u E come lei, (o lei come me? o3o) soffro taaantissimo il freddo :'D Povera cara...
Kaya invece si mostra in tutta la su senZZZibilità <3 caruccia, vero? *^* Il prossimo capitolo vedrà protagonista lei e Lav--- STOP! SPOILER! *si tappa le mani con la bocc--- CHECOS---... La bocca con le mani! °-----°*

DIN DON DAAAN
Comunicazione di servizio, la Sel sta uscendo pazza. Non fateci caso.
DIN DON DAAAN

Bene, ma che bene! Male, molto male! Comunque sia, la chiudo qua prima di delirare ancora! Nota per voi (e per la mia sopravvivenza) non ho riletto una cippa, quindi il capitolo sarà pieno zeppo di errori. Ma dovevo cogliere l'attimo (s)fuggete per pubblicare! :'D Rileggerò e correggerò, quando avrò una connessione decente e stabile!
Un grazie ad Alba, Kaya Bookman Jr_ e Ya_mi che hanno recensito i capitolo precedente e mi sostengono nei miei scleri in fase di scrittura/copiatura eccetera eccetera! <3
Un bacione a tutti! <3

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Capitolo 9
*** Your heart is still beating? ***


Capitolo IX - Your heart is still beating?



Kanda rientrò all’ordine soddisfatto. L’incontro con gli altri Generali si era rivelato ben più utile di quanto si fosse immaginato ed aveva anche prodotto buoni risultati.
Finalmente gli avevano permesso di fare ricerche liberamente, come sarebbe dovuto essere per tutti gli altri Generali e, ovviamente, le sue ricerche si sarebbero concentrate su Allen Walker, le motivazioni della sua fuga, i Noah e Apocryphos, la creatura che gli stava dando la caccia. A proposito di Allen, Kanda aveva pure fatto richiesta di essere informato su tutte le notizie che lo riguardavano e soprattutto, se fosse stato avvistato e dove.
Si sorprese parecchio, quando anche gli altri Generali approvarono la sua richiesta senza troppi problemi.
Era dunque giunto il momento di muoversi e si sarebbe messo a lavoro immediatamente.
Stava giusto andando in biblioteca per fare qualche ricerca quando incontrò per i corridoi Akita, seguita come sempre dal suo cane.
- Generale è tornato.-
- Sì, solo da poco, ma per il momento sono impegnato con delle ricerche.-
- Se ha bisogno d’aiuto me lo dica. Non sono impegnata con qualche missione.-
-Komui non ha formato una squadra con cui mandarti?-
- No, semplicemente ho rifiutato l’ultima missione che mi ha assegnato.-
- Hai rifiutato una missione?- esclamò incredulo.
- Sì, sarei dovuta andare in Tibet e per ora ne ho avuto abbastanza di climi rigidi. Mentre lei non c’era siamo stati con Kaya e Timothy in Canada.- rispose lei con un’alzata di spalle.
- Ho saputo. A proposito, cos’è la storia che Timothy ti ha osservata per poi fare rapporto a Nine?-
-Ah quello… è una lunga storia, Generale… Lasci  che le spieghi.-
E si avviarono verso la biblioteca.
 
 
- Finalmente in missione assieme!- esultò Lavi non appena varcarono il Gate.
- Eh già, è passato un po’ di tempo… - sorrise Kaya leggermente imbarazzata.
- Cominciavo ad annoiarmi  in infermeria. È un periodo che ci vado troppo spesso! Ma c’erano i tuoi disegni che mi tiravano su il morale! Quello dell’Innocence dell’ultima volta era meraviglioso! Incredibile!-
Kaya arrossì leggermente.
- Dai non era niente di che! E poi dovresti più attenzione in missione!-
- Sì hai ragione, comunque quel disegno a me è piaciuto!-
I due si misero in cammino per il piccolo paese indiano di montagna, nel quale il Gate li aveva portati, il loro obiettivo era un santuario di monaci Tibetani, che custodiva un frammento di Innocence e a loro spettava recuperarlo.
Si fecero dare le indicazioni per raggiungere il monastero, e appresero che era situato tra le montagne. Si procurarono mappe e l’occorrente per una scalata e si misero in cammino.
-Meno male che ci sei tu Lavi! Io non sarei mai stata in grado di farmi capire da questa gente!-
- E’ il vantaggio di essere un Bookman! So parlare tantissime lingue!-
Il ragazzo le spiegò che avrebbero dovuto superare alcuni piccoli rilievi e camminare molto a piedi.
- Non sarà una semplice passeggiata in montagna… Sicura di sentirtela?-
Lei annuì.
-Sarà la buona occasione per imparare a fare alpinismo! E poi anche se non ne sono ancora stati avvisati, degli Akuma potrebbero trovarsi nei paraggi… Non posso lasciarti affrontare una simile minaccia.-
Ci vollero molte ore per raggiungere il santuario e i due si trovarono di fronte ad un’imponente struttura, dalle mura rosse e dai tetti dorati.
I grandi portoni si aprirono prima che loro potessero anche solo poggiarci mano. Un monaco si mostrò a loro, avvolto nelle tuniche gialle e porpora. Era rigorosamente calvo a scalzo.
Non disse una parola, solo si fece  da parte per farli entrare e richiuse l’ingresso. All’interno era un tripudio di statue buddiste che Kaya ammirò con occhi sgranati e la bocca aperta.
Quel luogo sembrava isolato dal mondo. Lì sull’alto piano su cui si ergeva, isolato anche dal tempo, inghiottito in quel silenzio e quelle nevi.
Il monaco li guidò nell’intrico della struttura, per corridoi su cui si affacciavano molte sale nelle quali si scorgevano altri monaci riuniti in preghiera, da o soli, in meditazione e altri che passeggiavano per la costruzione. Raggiunsero una grande sala circolare, accompagnati solo dal suono degli stivali dei due esorcisti che cozzavano contro il pavimento in pietra, rompendo quel silenzio quasi sacro. Il centro esatto dell’ambiente un frammento di Innocence era posto su un piccolo piedistallo adagiato su un elegante cuscino rosso.
La loro guida si fece da parte, indietreggiando dal mezzo della sala dando loro la possibilità di prendere il frammento. Lavi prese un sacchetto di stoffa scuro nel quale pose l’Innocence, per poi riporlo in una tasca della divisa.
Solo allora il monaco si rivolse a loro.
- Avete fatto molta strada per arrivare fin qui e svolgere il vostro compito, sarete stanchi. Venite, seguitemi.-
Lavi e Kaya fecero come gli era stato detto, e ripresero a lasciarsi guidare. fino ad una porta. Il monaco l’aprì, introducendoli in una camera piuttosto spartana, con una finestra sulla parete e per terra una stuoia, una coperta e dei cuscini.
-Questo è uno dei vostri alloggi, presto vi farò portare un pasto caldo. Se uno di voi mi vuole vi mostro l’altro alloggio.-
-Magari dopo cena, per favore!- intervenne Kaya. - Vorremmo parlare un po’ da soli, se è possibile…-         
L’uomo inarcò leggermente un sopracciglio, poi aggiunse
- Come preferite, allora vi farò portare il cibo per ora. Penso voi ricordiate che questo è un luogo sacro in cui si tenta di allontanare ogni tipo di tentazione terrena, giusto?.-
Gli lanciò un’occhiata eloquente, poi si voltò ed uscì dalla stanza.
- Ma cosa cavolo ha capito quello!- esclamò Kaya rossa in volto.
Lavi rideva divertito.
- A quanto pare ti ha preso per una birichina!- disse accarezzandole il capo.
- Non volevo intendere quello che ha capito lui!- continuò lei sulla difensiva.
-Beh allora peccato!- commentò il ragazzo, stirando le braccia verso l’alto.
-P-Peccato?- balbettò Kaya voltandosi e guardandolo con tanto d’occhi.
-Certo, non mi sarebbe dispiaciuto essere corteggiato da una ragazza carina!-
La ragazza non rispose e Lavi si concesse qualche secondo per ammirare la sua espressione confusa per poi scoppiare in una sonora risata.
- Kaya tranquilla! Sto solo scherzando!-
La ragazza assottigliò lo sguardo e gli tirò un cuscino
-Lavi sei un cretino!-
Il ragazzo si fece colpire, esagerando l’impatto, lasciandosi cadere di schiena sul pavimento, continuando a ridere e contagiando presto anche lei.
Kaya, quando si fu ripresa dalle risate, si guardò in torno, osservando quella stanza.
- E’ incredibile…- disse in un sussurro.
 -Cosa?- il rosso si voltò  su un fianco, per poterla osservare.
-Tutto, tutto quello che c’è qui… - continuò lei. - Sembra che questo posto sia avvolto da una magia… ho avuto questa sensazione non appena siamo arrivati… -
Lavi continuò ad osservarla, sorridendo, senza dire una parola.
-A te non ha dato quest’ impressione?-
Lui si ridistese e sospirò.
-No, devo dire che non mi ha fatto alcun effetto. Conosco la cultura tibetana, il monastero e le usanze di questo luogo. Ho studiato tutte queste cose. Sapevo già cosa avremmo visto e trovato.-
Kaya negò con il capo.
-Non voglio dire questo… Io parlo di come tu ti sia sentito... non di cosa hai visto… Non hai avuto quasi paura a fare rumore anche solo respirando? Oppure… non ti sei sentito comunque tranquillizzato, qui dentro?-
Questa volta fu lui a negare.
-No ,Kaya. Mi dispiace, io sono un Bookman, ho perso l’abitudine a sentire le cose, ho imparato a conoscerle e a studiarle, perché alla fine è questo il mio compito.-
In quel momento la porta si aprì e un monaco portò loro la cena. La ragazza si voltò verso di lui e  gli chiese se poteva indicare l’altra camera.
-Mi sento improvvisamente stanca voglio andare a riposare.-
Ma prima di varcare l’uscio della porta si voltò verso il ragazzo.
-Pensaci bene Lavi, se smetti di percepire il mondo che ti circonda con il cuore, con l’anima, allora non vivi neanche più. Che cosa saresti senza i tuoi sentimenti? Le tue emozioni? Penso solo un guscio vuoto… Questo è solo un mio pensiero, ma se è come dici tu, allora non è bello essere Bookman. Ti costringe a rinunciare a te stesso, a non vivere più. Dimmi, senti ancora il tuo cuore battere?-
 
 
L’indomani mattina ripartirono, i monaci si fecero trovare tutti in fila per i lunghi corridoi, in fila per salutare e ringraziare i due esorcisti.
- Sappiamo che il vostro compito non è semplice. E mettete in continuo rischio la vostra vita, perciò vogliamo ringraziarvi per il vostro impegno perpetuo e mai vacillante.- disse la loro guida del giorno precedente, prima di congedarli.
Lavi e Kaya si ritrovarono di nuovo immersi nella neve, il manto bianco crepitava sotto i loro piedi  e dopo poco tempo dalla loro partenza, la ragazza si voltò indietro, lanciando uno sguardo verso la costruzione rossa e oro. Ma non la vide abbagliata dalla candida distesa che so rifletteva in un cielo grigio.
-Sembra sparita… -commentò tra sè e sè.
Lavi la sollecitò di far presto e lei lo raggiunse accelerando il passo.
Erano circa a metà strada, quando il ragazzo le afferrò un braccio per fermarla.
-Che c’è?-
Lui le fece segno di far silenzio. Restarono una manciata di secondi guardarsi intorno, finché Lavi non la spinse giù contro la neve.
-Giù!-
Una pioggia di proiettili di sangue Akuma si abbatté su di loro.
Kaya si affrettò a combinare gli ideogrammi  di neve e scudo per proteggersi dall’attacco.
-Merda! Cos’è? Ci stavano aspettando?- imprecò Lavi.- Devi disattivare l’Innocence, io li attirerò con il timbro di fuoco, sperando di colpirne qualcuno e di guadagnare un po’ di tempo per contrattaccare. Sei pronta? Al mio tre… 1,2,3!-
Kaya fece come le era stato detto e la semi-sfera che li proteggeva sparì. Lavi sgusciò fuori rapidamente attivò il timbro del fuoco. Alcuni Akuma furono colpiti, ma ve ne erano tantissimi.
Sembrava un esercito: tre livelli tre guidavano altrettanti manipoli di livelli due e uno. Uno di quei <>  non diede il tempo a Lavi di rendersi conto della situazione e subito lo colpì con un fulmine.
Il ragazzo venne sbalzato via.
Kaya vide il suo martello volare lontano e subito accorse verso di lui. Un Akuma, però le si parò davanti.
- Dammi l’Innocence!-
La ragazza in tutta risposta evocò tramite il suo Holy Drawing una spada con la quale distrusse il nemico.
- Lavi!- chiamò, raggiungendolo.
- Kaya, va via! Riporta l’Innocence all’Ordine!- disse lui tentando di mettersi seduto e porgendole il sacchetto che conteneva il frammento.
- E tu? Non ti lascio solo!- esclamò lei
- Me la caverò! L’importante è che l’Innocence sia al sicuro!-
- Scordatelo!-
- Kaya! Non  fare la bambina!-
- Io non ti lascio qui!- insistette lei.
Un’altra scarica di proiettili li investì e la ragazza creò di nuovo lo scudo di neve.
- Sono troppi! Non ce la faremo mai noi due da soli! Vai all’ordine con l’Innocence!-
- Andiamo assieme! Perché io da sola?- chiese lei con le lacrime agli occhi.
- Perché ho perso il martello! All’Ordine non servo più! Però posso aiutarti a scappare distraendo quelli!-
Kaya negò con il capo.
- Li fermo io.- asserì con fermezza guardandolo negli occhi. -Tu resta qui e sta fermo!-
- Ma Kaya! Da sola non ce la puoi fare!-
- Sì invece!-
E gli lanciò uno sguardo al quale non seppe ribattere.
La ragazza lasciò il loro piccolo rifugio e subito su di lei si scaraventarono i livelli uno. Corse cercando una roccia o degli alberi che potessero farse da scudo, ma intorno a lei sembrava esserci soltanto neve.
Un colpo vicino ai piedi la fece cadere e si ritrovò lunga distesa in terra. Non appena aprì gli occhi vide il martello di Lavi conficcato nella neve dalla testa, il manico ancora ben visibile.
Si rialzò e corse verso l’arma del compagno e spiccò un salto evitando un’altra serie di colpi che le giungevano alle spalle.
Atterrò con la punta di uno stivale sul manico del martello. Stette lì, in precario equilibrio, ma per quello che avrebbe dovuto fare in quel momento, non poteva chiedere situazione migliore. Doveva concentrarsi e per farlo doveva stare perfettamente ferma, immobile, come la posizione in cui si trovava le dettava.
- Holy Drawing: Secondo livello, rilascio! “武器” Buki.- Il pennino si illuminò e alle sue spalle si materializzarono armi di tutti i tipi: coltelli, spade, frecce, pugnali, asce, lance e molte altre. – Speriamo di colpirli tutti.- augurò a se stessa.
Con un gesto della mano, spedì le armi contro i suoi inseguitori.
Da quel momento fu una sequela di esplosioni.
 
 
Quando tutto tacque, Lavi sentì la neve del suo rifugio cedere, segno che Kaya avesse annullato l’effetto della propria Innocence.
- Kaya, che è successo?- Ma non vide nessuno una volta fuori dal cumulo candido.
Si mise a cercare la compagna senza preoccuparsi di accertare all’assenza degli Akuma, ma mentre correva trovò vari pezzi delle armi del Conte distrutte e disseminate per quella distesa bianca.
Kaya era riuscita a sconfiggere  un numero impressionante di avversari da sola, il suo potenziale era incredibile. Ma allora dov’era finita?
In lontananza scorse una sagoma ed accelerò il passo.
La trovò in piedi sul manico del suo martello.
- Che ci fai lì sopra?-
Lei gli rivolse un sorriso tirato e Lavi vide i suoi occhi chiudersi e ed il suo corpo protendersi in a avanti. In uno scatto fu sotto il martello e la prese al volo.
- Cos’hai? Che hai combinato?-
- Ho usato il Secondo Livello dell’Innocence, ma non la controllo ancora bene… Ho esagerato a quanto pare…-
Lavi la portò vicino ad un albero e là si sedettero con le spalle contro il tronco, infischiandosene della neve che bagnava loro le vesti.
- Ti ha dato di volta il cervello?!- sbraitò Lavi, dopo qualche minuto, mostrandosi visibilmente irritato.
- Su non è successo niente...- rispose Kaya, tentando di tranquillizzarlo.
- Niente? Niente?! Potevi farti ammazzare!- esclamò lui.
- Sono solo un po’ stanca... non esagerare...-
- Kaya... non farlo mai più! - Si forzò di tranquillizzarsi.
- Dai! Non essere così teso! Non è da te!- disse lei sorridendo.
Ma Lavi non rise. La fissava con l'unico occhio verde e il suo viso sembrava terribilmente pallido.
- Promettimelo.-
- Cosa?-
- Che non farai mai più una follia come questa!-
Kaya sbuffò esasperata.
- Accidenti Lavi! Che mi sarebbe potuto succedere?!-
- Saresti potuta morire!- Lavi urlò e la prese per le spalle strattonandola. - Te ne rendi conto? Morire, Kaya! Non è uno scherzo!- e la sua voce rimbombò  fra i monti.
- È una cosa che può succedere agli Esorcisti...- disse lei in un soffio con gli occhi bassi.
- Io non potrei mai permetterlo!-
Lei sollevò lo sguardo, fissandolo in volto.
- Sei la mia partner... non potrei mai permettere che ti succeda qualcosa...-
- Lavi... che...-
- Kaya... Io starei molto male se tu... Io starei malissimo...-
- Ahahah! Dai, non dire queste cose!- esclamò lei per tentare di smorzare la tensione che si era venuta a creare.
- Kaya non sto scherzando... Io...-  Lavi si morse il labbro inferiore - Accidenti!-
La trasse a se e premette le proprie labbra contro le sue.
Che stava succedendo? Kaya aveva immaginato quella scena un sacco di volte, e non era del tutto certa che non fosse solo uno dei suoi sogni ad occhi aperti. Ma il calore sulle sue labbra le fece capire che era tutto vero. Reale. Lavi non aveva mai mostrato alcun interesse verso di lei. Non aveva mai fatto alcun apprezzamento, allora perché stava succedendo tutto questo?
Il ragazzo si staccò e lei si rese conto di non averlo ricambiato e di essere rimasta impietrita al suo posto.
Lui sorrise imbarazzato.
- Scusa non so che mi sia preso...-
Si alzò in piedi e si allontanò di qualche passo, ma Kaya gli prese un polso.
- No... non scusarti.-
 Lui si voltò e vide che la mano di Kaya tremava ma teneva ben stretta la stoffa della sua manica. Si avvicinò a lei e subito la ragazza si lanciò su di lui. Lo abbracciò stretto mentre qualche lacrima scappava dagli occhi. Lavi ricambiò l'abbraccio e le poggiò un bacio sulla fronte.
- Torniamo all’Ordine, forza…-
 
 

Extra! – Cosa è accaduto sulle montagne tibetane!
 
­
-Sarà la buona occasione per imparare a fare alpinismo!- Aveva detto con entusiasmo Kaya prima di ritrovarsi in quella spiacevole situazione.
- Allora lo hai trovato quel punto d’appoggio?- le chiese Lavi poco più giù rispetto a lei nella parete rocciosa.
- Sisì… solo non riesco a raggiungerlo!-
La vedeva bene quella sporgenza nella roccia, ben evidente e anche parecchio solida ad occhio. Ma non riusciva proprio a raggiungerla. Allungava il braccio allo stremo, ma niente da fare.
In fondo Lavi gliel’aveva detto, per scalare è importante la spinta delle gambe e per quanto doleva ammetterlo, le sue erano troppo corte per aiutarla.
Il rosso dovette capire i suoi problemi e le sue preoccupazioni, perciò intervenne.
- Kaya, perdonami davvero. Ma se non lo faccio da qui non ci muoviamo più! Scusami tanto.-
 E premette una mano contro il suo fondoschiena, per darle la spinta necessaria a raggiungere il punto d’appoggio e così avanzare nella scalata.
- Laaaviii!- ululò lei rossa in volto ed imbarazzatissima. – Dove metti le mani?!-
- Zitta, zitta! O ci farai venire addosso una valanga! Giuro che non sto approfittando della situazione per farti delle molestie! Non sono così disperato!- ridacchiò lui.
Kaya gonfiò le guance ancora rossa in volto, promettendo che non appena quella missione fosse finita, gliel’avrebbe fatta pagare.


 
Angolo Autrice
 
Mi sembra inutile scusarmi per il ritardo, davvero non ne ho il diritto :'D Perciò vi risparmio i miei piagnistei e spero solo che il capitolo vi sia piaciuto, e anche l'extra (che spero vi abbia addolcito dall'odio che provate nei miei confronti dopo questo aggiornamento in ritardissimissimo :''''D)
Non mi spreco nemmeno in spiegazioni sul momento lovelove LaviKaya, lascio tutto a voi e ai vostri pareri, anche se temo sarete un numero parecchio esiguo çvç
Basta, ringrazio Ya_mi e Alba che mi minacciano se non scrivo o copio e mi aiutano sempre <3

Al prossimo capitolo, che spero arrivi presto, al massimo verso la prima settimana di Novembre :3 *se non mi ammazzo prima, visto quello che DOVREI scrivere :'''D*
Un bacione e a presto! :3
Mitsuki 
~
 

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Capitolo 10
*** Everyone deserves a second chance ***


Capitolo X - Everyone deserves a second chance



Akita scorse Kanda che procedeva a passo svelto per i corridoi dell’Ordine, dirigendosi verso l’Arca. Lo raggiunse, seguita a ruota da Inu e non appena lo affiancò gli chiese:
- Generale va in missione?-
- Sì.- rispose lui brevemente.
- Non sono stata informata.-
- Tu non vieni.-
- Perché?-
Si fermarono proprio davanti al Gate aperto.
- Non ti riguarda.-
- Allen Walker?- E il tono della voce di Akita sembrava più quello di un’affermazione, che quello di una domanda.
- E anche se fosse?-
- Voglio venire con lei Generale. Sono la sua allieva e poi vorrei conoscere questa persona. Se ne parla tanto qui all’Ordine.-
Kanda sembrò pesarci un po’ su, poi le rispose.
- Vedete di non essermi d’intralcio tu ed il tuo cane.-
Akita annuì ed entrarono nel Gate.
 
Si ritrovarono nei sobborghi di Londra e non ebbero nemmeno il tempo di guardarsi intorno, che si imbatterono in una creatura umanoide dalla pelle chiara. Akita capì subito che non era un essere umano, ma Inu nemmeno reagì come in presenza di un Akuma.
- Apocryphos! Andiamo via!- esclamò Kanda scattando in avanti.
La ragazza lo seguì senza chiedere tante spiegazioni, fidandosi del Generale.
Kanda individuò un piccolo vicolo e lo imboccò, ma la creatura non li seguì continuando per la strada principale.
- Seguiamolo.-
- Generale, cos’è?-
- Si chiama Apocryphos e per qualche motivo che ancora non conosciamo insegue il Moyashi.- rispose lui seguendo a distanza l’umanoide.
- Walker?- chiese Akita incerta. – Ma se lo insegue e lo minaccia, perché non lo attacchiamo?-
- Perché è un tipo di Innocence e annulla l’effetto delle nostre. Le fa reagire contro il volere dei compatibili.-
La ragazza lanciò un’occhiata al suo cane, Inu come avrebbe potuto reagire?
- Perché l’Innocence dovrebbe fare del male ad un’Esorcista?-
- Non lo so.- ammise il Generale.
 
I due continuarono l’inseguimento, finché non giunsero ad una piazza gremita di gente intenta ad osservare un pierrot che si esibiva in giochi di prestigio.
- Il pagliaccio.- indicò Kanda e scattò verso l’artista di strada.
Anche Apocryphos sembrò puntare la stessa persona ed Akita seguì il Generale.
Inu crebbe di parecchie taglie e la ragazza si sedette sul suo dorso, invitando Kanda ad imitarla.
Nel mentre la folla si stava disperdendo, spaventata dalle enormi dimensioni assunte dal cane e il pierrot si voltò verso di loro.
Notando la mano tesa del Generale, l’afferrò salendo pure lui sulla groppa di Inu.
- E’ Innocence?- chiese riferendosi al cane. - Dovete disattivarla prima che Apocryphos ci trovi!-
- E’ già qua, Moyashi, non te sei accorto? Vediamo piuttosto di allontanarci il più velocemente possibile.-
Akita annuì facendo rimpicciolire un po’ Inu, in modo che potesse insinuarsi tra i vicoli più piccoli. Ma improvvisamente il cane si fermò ritornando alle sue dimensioni originali, costringendo i tre Esorcisti a scendere dalla sua groppa.
- Che gli prende?- esclamò Kanda.
- Non lo so… non ha mai fatto così.- rispose Akita osservando il cane che aveva iniziato a ringhiare ed a girare su se stesso. La ragazza gli si avvicinò tendendogli una mano, ma l’animale scattò verso di lei, come per morderla. Akita si ritrasse in tempo, sgranando gli occhi. Il Generale l’afferrò per un braccio tirandola indietro.
- Venite via!- gridò Allen – E’ l’effetto di Apocryphos!-
Inu lanciò un’ultima occhiata alla sua compatibile per poi scappare fuori dal vicolo.
Akita fu tirata via da Kanda e seguirono Allen per le strade della periferia londinese.
 
Arrivarono davanti ad un vecchio edificio e lo aggirarono fino a trovare un ingresso secondario che portava ai sotterranei.
- Venite.- disse il pierrot – Qui dovremmo essere al sicuro…-
Fece loro strada giù per le scale, trovandosi poi in una grande stanza poco illuminata.
- Shonen? Sei tornato?- Una sagoma si mosse nella penombra.
- Sì, ed ho portato degli amici…-
Kanda si voltò verso Allen, fulminandolo con lo sguardo.
- Moyashi… non ti sarai mica alleato con i Noah…?- chiese sconcertato, voltandosi verso quella figura indistinta.
Le sue preoccupazioni erano fondate, infatti in quel seminterrato c’era Tyki Mikk, il Noah del Piacere.
Il Generale sguainò la katana e si lanciò all’attacco.
- Tu!- urlò.
Ma Allen si frappose tra i due.
- Kanda! Fermo! Non è un nemico!-
- E’ un Noah!- ringhiò quello.
- Mi sta aiutando con Apocryphos!- insistette il ragazzo con i capelli bianchi.
Kanda non accennò a voler rinfoderare la spada.
- Ti stai alleando con loro?-
- Ti ho detto che mi sta aiutando a scappare!-
- Amico, davvero! Non sto tentando di corrompere il ragazzo! In questo momento ho ben altri guai visto che quell’altro vostro tipo di Innocence crea problemi pure a me.- intervenne Tyki.
Kanda assottigliò lo sguardo e rafforzò la prese sull’elsa di Mugen. Allen deglutì sapendo che quello era un pessimo segno e maledisse Tyki per avere parlato, non importava cosa avesse detto.
- Che cosa è successo ad Inu? E che cos’è quell’Apocryphos?-
La voce di Akita non era niente di più che un sussurro, ma in quel seminterrato rimbombò e distrasse i tre dalla loro contesa.
Allen spostò lo sguardo su di lei ed anche il Generale si voltò ad osservarla. I suoi occhi erano sgranati e respirava pesantemente, era visibilmente preoccupata.
- Apocryphos è un tipo particolare di Innocence…- spiegò il ragazzo dai capelli chiari. - E per qualche motivo che ancora non conosciamo mi segue.-
- E che cosa ha fatto ad Inu?- insistette lei.
- Non lo so esattamente, comunque di solito influenza le Innocence e le rende inutilizzabili ai compatibili.-
La ragazza tacque e si sedette a terra, raccogliendo le gambe al petto ed avvolgendole con le braccia.
Allen lanciò delle occhiate a Tyki ed a Kanda, intimandogli silenziosamente di collaborare e di non uccidersi a vicenda, per poi avvicinarsi ad Akita e piegarsi sulle ginocchia davanti a lei.
- Non ci siamo ancora presentati bene, io sono Allen Walker.- disse tendendole la mano.
Lei lo guardò per un attimo confusa, non prestando molta attenzione alle sue parole. Poi capì e gli strinse la mano.
- Sono Akita.-
Allen sorrise e si sedette al suo fianco.
- Sei entrata all’Ordine da poco, vero?-
La castana annuì con il capo.
- Poco dopo che il Generale assumesse la nuova carica.- specificò indicando Kanda con un cenno del capo.
- Generale?- chiese incuriosito il ragazzo voltandosi verso lo spadaccino.
Quello agitò la testa con fastidio ed Allen capì che era meglio rimandare l’argomento ad un’altra occasione.
- Comunque sta’ tranquilla, troveremo un modo per riprendere il tuo cane.- disse ritornando a rivolgersi ad Akita. Lei annuì debolmente con il capo ed il ragazzo si alzò raggiungendo Tyki ed iniziò a parlargli sommessamente.
- Dovremmo ospitarli almeno per la notte…-
- Shonen, lo sai che vorranno riportarti all’Ordine?-
- Sì, ma con Kanda ci parlo io. Non ti preoccupare…-
Il Noah alzò le spalle e portò indietro una ciocca di capelli neri con un gesto della mano.
- Come vuoi, ragazzino.- disse arruffandogli i capelli.
A Kanda non sfuggì quello strano comportamento e li osservò torvo. Si voltò poi verso Akita e la trovò ben diversa dal solito. Sembrava spaventata, il distacco da Inu l’aveva scossa parecchio.
Le si avvicinò e la chiamò. La ragazza sollevò lo sguardo su di lui e il Generale notò che aveva il volto tirato come se stesse per scoppiare a piangere da un momento all’altro. Ma Kanda sapeva che non l’avrebbe fatto, ne era sicuro.
- Riprenditi, non possiamo prenderci debolezze.- disse con durezza.
- Senza Innocence non sono più un Esorcista, no?- ribattè lei.
- Tu puoi combattere anche senza il cane, te lo sei dimenticato? Tutti quegli allenamenti a cui ti sei sottoposta servivano a prepararti ad una situazione simile.-
Lei abbasso lo sguardo.
- Ha ragione, Generale.-
- Riprenderemo quell’animale e lo riporteremo con noi alla Home.- disse prima di sedersi anche lui a terra e poggiare il capo contro la parete macchiata di umidità.
La ragazza lo guardò con gratitudine ma non disse nulla.
 
- Conviene che almeno fino a domani restiate qui. Questo posto dovrebbe essere sicuro…- disse Allen avvicinandosi nuovamente a loro. – Ora vediamo di mangiare qualcosa, anche se non abbiamo nulla
paragonabile alla cucina di Jerry!- concluse con un sorriso un po’ forzato.
Tornò poco dopo con due fette di pane nero e della carne essiccata.
- Non deve essere proprio il massimo mangiare questo, eh Moyashi?-
- Ormai ci ho fatto l’abitudine…- rispose lui con un’alzata di spalle. – Tanto non devo usare l’Innocence, risparmio molte energie!-
- Dobbiamo trovare il modo per battere Apocryphos. Non puoi continuare a scappare ed a nasconderti come un ratto nelle fogne.-
- Kanda, secondo te non ho provato a combatterlo? Ma sempre ho avuto la peggio… Non posso rischiare di farmi ammazzare tentando di sconfiggere qualcosa che non conosco.-
Il Generale fece schioccare la lingua infastidito.
- E il Noah?- riprese lanciando un’occhiata a Tyki.
- Mi sta aiutando!- ripetè Allen.
- E non vuole portarti dal Conte del Millennio?-
- No! Lui non può aprire portali, quell’abilità appartiene a Road! Se no l’avrebbe già fatto, non credi?-
Kanda non rispose, si alzò e gli voltò le spalle, avviandosi verso la scala che portava all’esterno.
- E ora dove stai andando?- lo richiamò Allen.
- Fuori voglio prende un po’ d’aria.-
- Fai attenzione! E attiva l’Innocence solo se è strettamente necessario! Non ti allontanare troppo, dobbiamo stare vicini!-
- Non sei la mia balia, Moyashi!-
Allen negò con il capo, non si sarebbe mai abituato al comportamento di Kanda.
 
Si sedette accanto ad Akita, con le spalle contro il muro.
- Come va?- le chiese.
Lei lo guardò incerta, perciò il ragazzo con i capelli chiari continuò.
- So cosa significa perdere la propria Innocence… ci sono passato pure io…-
- E come l’hai riottenuta?- chiese la ragazza con una punta di speranza nella voce.
- E’ stata la mia Innocence stessa a starmi vicino… pensa che era stata ridotta in briciole! Ma è rimasta vicino a me come una sorta di alone e quando ne ho avuto bisogno si è riunita a me permettendomi di salvare i miei amici!-
- Come hai fatto a far polverizzare la tua Innocence? Sei un tipo Parassita, no?-
- Beh sì… ho l’Innocence nel braccio… ed ecco… Me l’hanno proprio tolto…-
Akita sgranò gli occhi.
- Non c’erano questi dettagli nella tua scheda personale all’Ordine Oscuro! Chi ti ha fatto questo?-
Allen sembrò innervosirsi a quella domanda. Fece vagare lo sguardo per la stanza come se cercasse qualcosa.
- Sono stato io. – intervenne un’altra voce. – E il dettaglio più interessante è che gli ho anche fatto un buco nel cuore! Però l’Innocence gli ha cicatrizzato quella ferita… E’ davvero una sostanza strana!-
A parlare era stato Tyki, il Noah avevano trovato già nel seminterrato.
- Ah Tyki!- esclamò Allen colto di sorpresa.
- Shonen, perché tralasci le parti migliori dei racconti?-
- Volevo evitare che anche lei ti vedesse come un nemico! Ci basta già Kanda da convincere…-
Il Noah spostò il suo sguardo dorato sulla ragazza incrociando i suoi occhi verdi ed azzurri.
- E tu? Credi che sia un nemico?-
Akita batté le palpebre e rispose.
- Non hai fatto nulla contro di noi adesso… E quello che hai fatto in passato ora non ha importanza. Penso che abbiamo bisogno di lavorare assieme contro Apocryphos. Credo che l’importante sia riuscire a sconfiggere questo nemico comune.-
Tyki sgranò gli occhi.
- Bella risposta, ragazza! Allora tra le file dell’Ordine Oscuro qualcuno con il cervello c’è!-
- Non è questione di cervello. Io non so chi ero e potrei anche essere stata una delinquente… Ma a me è stata data la possibilità di ricominciare da zero, perciò credo che per il momento non sia il caso di metterci gli uni contro gli altri. E tu meriti almeno il beneficio del dubbio, se non la possibilità di riscattarti completamente delle tue azioni precedenti.-
Il Noah inclinò il capo di lato.
- Beh non credo di poter riscattare ciò che ho fatto. Sono pur sempre un Noah e voi degli Esorcisti, siamo nemici naturali. Questa è solo una situazione estrema.-
La ragazza cambiò espressione, facendosi più dura in viso.
- Allora se agirai contro di noi, ti tratterò come un nemico.-
Tyki sorrise, sotto lo sguardo preoccupato di Allen.
- Andrò a fermare una sigaretta fuori.- disse dirigendosi all’esterno.
- Tyki! Non attaccar briga con Kanda!- lo richiamò il pierrot, ma l’uomo si limitò a fargli un gesto con la mano per tranquillizzarlo.
Allen sospirò e rovesciò la testa all’indietro contro il muro.
- So che è difficile da credere, ma è una brava persona, infondo. Molto in fondo!-
- Ci credo…- rispose lei.
Stettero in silenzio per una manciata di minuti, durante i quali poterono udire gli schiamazzi di Kanda provenire dall’esterno, probabilmente provocato da Tyki.
Akita, però sembrava non averci fatto caso.
- Inu è la mia seconda possibilità.- riprese. – Quando ho perso la memoria, è stato la mia guida, è stato lui a portarmi all’Ordine e ha fatto di me un’Esorcista. Se non fosse per lui, non avrei niente ora. Devo liberarlo dall’effetto di Apocryphos.-
Allen la osservò e sorrise.
- Ci riuscirai.-
Il ragazzo si alzò.
- E’ meglio richiamare quei due! Si è fatto tardi ed è meglio riposarci!-
Andò fuori a chiamare Kanda e Tyki, e mentre il primo sembrava fuori di sé dalla rabbia, l’altro era invece parecchio divertito.
 
Si avvolsero con le coperte e nei mantelli da viaggio, e con quei giacigli di fortuna provarono a riposare un po’.
Allen però non riuscì a dormire bene. Il suo sonno fu disturbato dagli incubi: sagome oscure, parole confuse e grida sovrumane affollarono la sua mente.
Ed in mezzo a del caos, riuscì a cogliere solo una frase.
- Ciao, figlio di Mana. Ti ricordi di me? Sono Neah Walker.-


 
Angolo Autrice 
 
Salve a tutti! Rieccomi con un aggiornamento, dopo più di un mese :’’’D  Pensavo onestamente che fosse passato più tempo °^° Comunque eccomi qui! Voglio tranquillizzarvi (?), dicendo che questa storia non verrà MAI interrotta. Al massimo mi prenderò dei periodi di riflessione (?) come questi che ho avuto fin ora, ma la concluderò sicuramente. Ci tengo molto e ho anche un’idea abbastanza chiara delle trama, perciò non dovrei incappare in troppi problemi. Spero sempre di poter pubblicare almeno un capitolo al mese, o almeno ci proverò…
Comunque, volevo chiedere un parere generale a tutti voi lettori: credete che i miei Original Characters siano delle Mary Sue? Ve lo chiedo perché qualche tempo fa ho ricevuto una recensione negativa che mi segnalava questo errore. Ora, vorrei sapere se anche qualcun altro di voi ha avuto quest’impressione… Per favore contattatemi anche con un messaggio, non sentitevi obbligati a lasciare una recensione.
Bene detto questo ringrazio Ya_mi e Alba che mi aiutano sempre con i capitoli e con la scelta del titolo, oltre che per le recensioni e Kaya Bookman Jr_ e Kastel per aver recensito il capitolo precedente :3
Come sempre grazie per aver letto e spero vogliate lasciarmi un parere! Un bacione e a presto!
Mitsuki~
P.S.: Non so se a qualcuno può interessare, ma a breve pubblicherò anche una Oneshot e una Flashfiction nel fandom di “Free Iwatobi Swimming Club”! Se volete, dategli un’occhiata *^* Chissàseiopossofarequestospam---
Adesso ho finito davvero, al prossimo aggiornamento! :3

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Capitolo 11
*** Inside your head ***


Capitolo XI - Inside your head

Tyki fu svegliato da un colpo alla gamba assestatogli da Allen che dormiva accanto a lui.
- Accidenti Shonen! Hai i sogni agitati?- si lamentò mentre si massaggiava il punto colpito e dolorante.
Quando si voltò a guardare il ragazzo, lo trovò disteso in maniera scomposta, il volto tirato e sudato. Il Noah gli si avvicinò ed accese una candela per vederlo meglio in viso.
- Sono sogni parecchio agitati a quanto vedo… -
La luce riscosse Kanda che non appena vide Tyki vicino ad Allen subito si mosse nella sua direzione, sguainando Mugen.
- Stagli lontano. - sibilò puntandogli la lama contro.
Tyki indietreggiò un po’, ma guardò l’Esorcista con durezza.
- Non ti conviene agitarlo per ora. – disse quando vide che Kanda stava allungando una mano verso il ragazzo dai capelli bianchi. – Allen sta combattendo una battaglia interna e qualunque intromissione esterna rischierebbe di distrarlo e portarlo a perderla.-
Gli occhi neri di Kanda si assottigliarono, ma quelli dorati di Tyki sostennero il suo sguardo.
Quella conversazione svegliò Akita, che si avvicino ai due.
- E’ successo qualcosa? -
La sua attenzione fu però attratta da Allen che respirava a fatica e sembrava avere il sonno agitato. Ma la cosa che la preoccupò fu il colore della sua pelle: era stranamente scuro.
- Allen sta disputando una sfida con il Noah dentro di sé. Il palio c’è il controllo del suo corpo. -
 
Non era la prima volta che si trovava in quella situazione ed ormai aveva imparato come affrontarla.
Per prima cosa doveva prendere coscienza di sé, ricordarsi la sua identità perché in quella «condizione» tutto era annullato: la sua persona,  la sua memoria, se stesso svaniva in quella dimensione.
Richiamò alla mente nomi ed immagini, si sforzò di ricordare e a poco a poco i pezzi si andavano mettendo al loro posto. La sua infanzia al circo, la vita con Mana, l’apprendistato con il Generale Cross e l’ingresso nell'Ordine Oscuro.
Aprì gli occhi solo quando aveva ricostruito anche la propria identità.
Allen Walker, l’Esorcista che aveva deciso di dedicare la sua vita a salvare uomini ed Akuma, l’orfano cresciuto da un pagliaccio, il Distruttore del Tempo e colui che portava dentro di sé la memory del Quattordicesimo Noah.
- Ciao Allen.-
Il ragazzo lo scrutò. Lo osservava ogni volta che lo vedeva nella sua mente, come se tentasse di capirlo, di comprenderlo, solo guardando il suo aspetto.
Era un giovane uomo dai capelli neri e mossi, non molto lunghi che coprivano le stimmate sulla fronte. Come tutti gli altri Noah aveva occhi dalle iridi dorate e la pelle scura, e nel suo volto compariva un sorriso di sfida.
Neah Walker provava a prendere il controllo del suo corpo, soprattutto di sera quando il ragazzo dormiva e la sua mente era indifesa. Allen non era comunque vittima ogni volta che si assopiva della minaccia del Noah, il pierrot aveva infatti intuito che anche se viveva a sue spese, il Quattordicesimo spendeva le sue forze quando metteva in atto i propri tentativi e aveva quindi bisogno di momenti di riposo.
Ma il ragazzo non gli rendeva di certo il compito facile. Le prime volte era stato difficile per lui riprendere il controllo della propria mente, si era lasciato prendere dal panico e al Noah era mancato pochissimo per assoggettare la sua mente.
Allen si guardò intorno. Si trovava in un luogo indefinito, era solo un’enorme distesa bianca ed infinita.
Neah gli aveva una volta detto che quello spazio non era altro che la sua mente, ed avrebbe potuto renderla qualunque altra cosa se solo si fosse concentrato su ciò che li circondava. Ma lui non lo aveva mai fatto. Temeva che se avesse pensato ad altro che non fosse la sua identità si sarebbe perso ed avrebbe dato l’occasione che il Noah attendeva.
Il Quattordicesimo sorrise ed inclinò la testa un po’ di lato.
- Allora Allen, siamo taciturni oggi?-
L’Esorcista era solito fargli domande su di sé e sugli altri Noah, ma l’altro eludeva i suoi quesiti.
- Quando la smetterai con questi tentativi?-
Neah chiuse gli occhi ed alzò le spalle.
- Quando tu cederai, mi sembra ovvio.-
- Lo sai che non lo farò mai!- esclamò Allen con rabbia.
Neah aprì gli occhi e puntò le sue iridi dorate in quelle argentee del ragazzo.
- Ne sei sicuro?-
Allen non rispose, dando per scontata la risposta. Ma quando gli occhi del Quattordicesimo non si spostarono da lui continuando a fissarlo con insistenza e fermezza, un lieve brivido percorse la schiena dell’Esorcista.
Perché il Noah era così sicuro di vincere contro di lui? In quell’ultimo periodo i suoi tentativi erano falliti tutti uno dopo l’altro. Ormai era evidente che non avrebbe più ceduto.
Quell’ostinarsi era forse una tecnica per farlo preoccupare, per mettere in crisi le sue convinzioni e far vacillare la sua volontà? Oppure aveva un asso nella manica che lo avrebbe messo in ginocchio?
- Tu cederai perché io devo vivere, Allen. - riprese Neah con calma.
- E cosa ti fa credere che io te lo lascerò fare? - gridò lui.
- Non lascerai che un altro tuo familiare muoia, vero? -
- Io non sono un Noah! Voi non siete la mia famiglia! -
Neah sorrise.
- E chi ha parlato dei Noah? Intendevo me e Mana. Lui non era forse tuo padre? -
Allen rimase interdetto.
Cosa c’entrava adesso Mana? Perché tirava in ballo lui?
- Lo hai ucciso, Allen. E lui ti ha maledetto. Vuoi davvero uccidere suo fratello? Non pensi che Mana voglia che tu mi salvi la vita? Espieresti in questo modo il peccato che hai commesso.-
Allen sgranò gli occhi.
Era vero, lui aveva ucciso Mana ormai ridotto ad un Akuma e da quella volta aveva deciso di salvare le anime imprigionate nelle armi del Conte del Millennio, oltre che gli esseri umani.
Ma Mana cosa avrebbe voluto?
Non sapeva che rapporto ci fosse tra i due fratelli, non sapeva nemmeno dell’esistenza di Neah, fino a che non aveva scoperto di avere una memory nel corpo! Ma allora suo padre avrebbe voluto che lui si sacrificasse per salvare il suo unico fratello?
La testa cominciava a dolergli e non riusciva a ragionare come avrebbe vol uto.
Intorno a loro la distesa bianca divenne nera e buia ed Allen chiuse gli occhi tentando di calmarsi, ma il dolore era troppo forte, tanto da farlo gemere.
- No, Allen non resistermi o farà ancora più male. Se mi accetterai di tua volontà prometto che non distruggerò la tua coscienza. Mana mi aveva fatto promettere che non ti avrei fatto del male quando la mia memory si fosse svegliata in te e non intendo andare contro il suo volere…-
Allen gridò, la testa sembrava volersi spaccare in due e la voce del Noah era come un colpo assestato con violenza, che gli toglieva forza e volontà.
- Ecco ormai ci siamo! Le stimmate stanno per apparire… non puoi più fare niente ora, desisti… ormai è tutto inutile…-
- No!- urlò, tenendosi le tempie con le mani tentando così di attutire le stilettate di dolore. Provò ad aprire gli occhi e la superficie nera sulla quale si trovava rifletté la sua immagine ed Allen si vide con la pelle scura di un Noah, le stimmate che cominciavano ad apparire ai lati della fronte, facendolo sanguinare.
- Smettila!-
Il ragazzo cadde in ginocchio, non riuscendo più a reggersi sulle gambe. Il dolore si propagava per tutto il suo corpo, rendendogli anche difficile respirare.
- Lo so che questa è opera tua! Smettila con queste illusioni!- ringhiò tra gli ansiti.
- Opera mia?- chiese il Quattordicesimo stupito. – Allen siamo nella tua testa! Quello che vedi è opera tua!-
Allen lo guardò negli occhi e Neah vide le sue iridi venarsi d’oro.                        
L’esorcista sentì che le gambe gli venivano imprigionate e quando provò a muoversi il suo intero corpo non gli rispose.
Il pavimento su cui si era accasciato lo aveva imprigionato e ora lo stava quasi per risucchiare. Doveva uscirne, doveva farlo alla svelta. Provò a tendere una mano, ma i muscoli non risposero al comando.
Si sentiva stanco ed esausto, voleva riposare. Ogni cellula del suo corpo lo richiedeva e soprattutto la sua mente lo pretendeva. Gli occhi gli si chiusero, e non fu capace di risollevare le palpebre.
No! Doveva restare sveglio! Doveva mantenersi cosciente! Non doveva perdere di vista la propria identità. Ma in quel momento anche pensare, ricordare era una sofferenza. Concentrarsi era impossibile.
Fu vinto dall’oscurità e la sua coscienza cominciò a scemare.                                                                                             
Chi era? Cosa doveva fare? Perché combattere contro quel buio che lo attanagliava? Forse voleva proteggere qualcuno… Ma chi? E perché doveva farlo se era così stanco?
La sua mente si stava spegnendo, quando una voce risuonò in quella dimensione di nero lucente.
- Allen! Allen!-
Chi era che lo chiamava? E da dove lo stava facendo? Perché in quel luogo si trovavano solo lui e Neah, non c’era nessun altro.
L’esorcista aprì gli occhi.
Stavano chiamando lui. Riconobbe quel nome, anche se non sapeva il motivo ma dentro di se quel richiamo apparve come una certezza.
Alla prima voce, che gli suonò come quella di una donna, se ne aggiunse un’altra maschile.
- Moyashi! Non fare scherzi e svegliati!-
Sapeva di conoscere quelle voci e anche quel soprannome, ma non riusciva ad ordinare i pensieri. Nomi, volti, eventi e situazioni si mescolavano l’una con l’altra nella sua mente.
- Shonen, non mollare ora! Te lo vieto! Se no i tuoi amici qua mi ammazzano! Daranno la colpa a me e io non c’entro niente con quello che combina il Quattordicesimo! Vedi di lasciargli il controllo del tuo corpo un’altra volta!-
Si era aggiunta anche un’ altra voce e tutte assieme lo chiamavano, lo incitavano.
Ed Allen ritrovò la forza, la memoria e la volontà. Il mondo attorno a lui e Neah cominciò a rischiarire e lui riemerse dal pavimento vitreo.
- Mana non potrebbe mai volere che io ti lasci prendere il controllo su di me…- disse anche se con fatica. – Lui mi ha sempre detto di continuare a camminare… di continuare a vivere! E di non arrendermi mai! E non mi arrenderò neanche a te, perché equivarrebbe a morire!-
Si aggrappò con tutta la sua forza alla coscienza che riaffiorava e chiuse con forza gli occhi.
 
Quando li riaprì la luce di una candela gli ferì le pupille. Riabbassò le palpebre gemendo per il fastidio.
- Sembra che sia di nuovo tra noi… -
- Ehi Moyashi, ci sei?-
- Mi chiamo Allen…- protestò lui nonostante la voce flebile.
Il ragazzo sentì gli altri rilassarsi e sospirare sollevati.
Anche lui si sentiva molto più tranquillo ora che era riuscito a svegliarsi dall’incubo.
Era accaldato e sudato, sentiva la testa pesante ma non gli faceva male come prima.
Provò a mettersi seduto e sentì le braccia tremargli leggermente, ma alla fine ci riuscì. Guardò gli altri tre e disse:
- Io però avrei fame… -
Kanda sbuffò seccato, Tyki ridacchiò e Akita fisso gli altri due perplessa.
- Sei sempre il solito, Shonen!- gli disse il Noah del Piacere passandogli una fetta di pane e della carne essiccata. E per quella volta Kanda si ritrovò d’accordo.
 
Akita e Kanda poterono provare a tornare all’Ordine solo nel pomeriggio del giorno successivo. Avevano bisogno dell’aiuto di Allen e Tyki nel caso si fossero imbattuti in Apocryphos, ma per tutta la mattinata il pierrot era stato a riposare.
Mentre il Noah era rimasto per la maggior parte del tempo fuori dal seminterrato, Kanda e Akita restarono a controllare Allen.
- Hai avuto una buona idea… - le disse il Generale.
Akita lo guardò interrogativa, senza capire e lui riprese il concetto.
- A chiamare il Moyashi mentre il Quattordicesimo tentava di prendere il controllo su di lui. -
Lei annuì con il capo.
- Ho solo pensato che bisognava svegliarlo, richiamandolo dall’incubo… A volte ciò che avviene all’esterno influenza i nostri sogni… -
- Forse pure tu hai dovuto combattere contro qualcosa, prima di perdere la memoria … - ipotizzò lui.
La ragazza sospirò, ci aveva pensato anche lei.
- Può darsi… e se così è stato, io ho perso. Ma almeno la mia memoria è stata solo cancellata, nessuno ha preso il controllo di me.-
 
Uscirono tutti e quattro dal seminterrato e cominciarono a girare per i vicoli della città alla ricerca di Inu.
- Per ora troviamo il tuo cane, Akita!- disse Allen. – Dopo che l’avremo recuperato, io vi aprirò un Gate per l’Ordine Oscuro!-
Dovettero girare per i sobborghi di Londra per un paio d’ore, finché non si trovarono in un vicolo cieco.
Allen si grattò la nuca, imbarazzato.
- Ehm… Scusate ragazzi, credo di aver sbagliato strada… -
- Moyashi, non siamo qui per perdere tempo!-
- Kanda! Vi ho già chiesto scusa, non c’è bisogno di lamentarsi ancora! E poi ho fame, non mangio da colazione!- si lagnò il pierrot.
Il gruppetto fece dietrofront e proprio all’inizio della strada videro Inu.
Il cane abbaiò nella loro direzione ed Akita corse verso di lui.
- Akita, aspetta! Perché non viene da te? Prova a chiamarlo.- propose Kanda.
Lei si fermò e chiamò più volte il cane, ma Inu non accennò ad avvicinarsi.
- Questo è strano… - osservò il Generale. – Quella bestia le sta sempre attaccata, perché non si avvicina dopo che sono stati separati per quasi un giorno?-
Allen si voltò verso di lui.
- Non starai pensando che…-
Le sue parole furono interrotte dall’arrivo di qualcun’altro in quel vicolo: Apocryphos.
- Ha usato il cane per trovarci!- esclamò Allen.
- Dannazione! Come facciamo ad andarcene? Non abbiamo vie di fuga!- ringhiò Kanda.
- Posso provare a distrarlo per un po’, ma saranno solo pochi secondi.- propose Tyki.
Allen lo guardò negli occhi.
- Lo faresti davvero?-
- Sì e lasciamelo fare prima che ci ripensi, Shonen! E poi ricordati che mi servi intero!-
Il Noah evocò un’incredibile numero di farfalle nere e viola, e le scagliò contro Apocryphos. Mentre la creatura rispondeva all’attacco di Tyki, Allen e Kanda scattarono verso l’uscita del vicolo, ma Inu sbarrò loro la strada.
Questa volta Akita reagì e si mosse rapida, colpendo il cane con un calcio facendolo impattare contro un muro. L’animale ricadde al suolo con un guaito e i due ragazzi la guardarono con gli occhi sgranati. Mai si sarebbero aspettati che avrebbe colpito Inu.
- E’ controllato da Apocryphos per questo ci attacca. Per salvarlo devo portarlo all’Ordine e renderlo inoffensivo è la soluzione migliore per farlo.- rispose lei.
I due annuirono, poi Allen si rivolse a Kanda.
- Ora aprirò il Gate, abbiamo poco tempo. Dovrete essere svelti ad entrarvi!-
- Tu vieni con noi!- precisò il Generale.
- No, devo richiudere il Gate, appena voi passate. Se venissi con voi Apocryphos mi seguirebbe!-
- Allen, io devo pagare il mio debito nei tuoi confronti!- ringhiò Kanda.
Il pierrot negò con il capo.
- Non hai nessun debito con me, Kanda. Sei libero, non devi più vivere per qualcuno o per uno scopo! Non pensare più ai morti, per loro non puoi più fare nulla, pensa a chi è ancora in vita.- gli disse sorridendo.
Un Gate si aprì davanti a loro apparendo come un gruppo di cerchi concentrici. E Kanda chiamò Akita, dicendole di precederlo.
- Ma… Inu…- disse osservando il cane ancora a terra.
- Ora lo prendo io, vai!-
La ragazza annuì ed entrò.
- Tu sei ancora vivo, Moyashi. E io on ti lascerò morire.-
E detto ciò Il Generale si caricò tra le braccia il cane e oltrepassò il Gate.
 
Angolo Autrice

DaaaH °^° rieccomi! Sto riuscendo ad aggiornare a Gennaio e fino a qualche settimana fa non lo credevo possibile, tra esami e voglia zero di affrontare questo capitolo così introspettivo :’’’D
Alla fine l’ho scritto molto velocemente e senza problemi, anzi alla prima stesura ero molto soddisfatta.
Ma ora dopo le riletture per batterlo al pc e per le opportune correzioni&revisioni lo trovo… strano °^° E non so nemmeno perchè (?!) Cioè… è come se mancasse qualcosa, ma non so cosa (?) *Sel vai a casa, sei una capra---*
Comunque, ditemi voi che ne pensate perché davvero io ora non lo so più xD e per una volta non ho dovuto rompere alla Ya_mi per il titolo del capitolo! xD Yeeeh! *festeggia* (?!)
Ho riletto, ma gli errori ci saranno sempre, ormai ci ho fatto il callo (?) perciò non me ne vogliate, ma boh appaiono come margheritine in gruppi di ventordici in una frase quando ne correggo mezzo--- *Sel vai a casa, sei sempre una capra!* Nono, a parte lo scherzo… quando rileggo tante volte e spuntano ancora errori è davvero frustrante T^T
Ringrazio Ya_mi e Alba per le recensioni al capitolo scorso e a La Strega di Ilse per il parere che mi ha fatto avere come messaggio privato!
Ne approfitto per fare un chiarimento pubblico (?) riguardo al siero che usa Akita contro il veleno degli Akuma: NON è una trasfusione di sangue dal cane alla compatibile, bensì la produzione di una sostanza a partire dal sangue di Inu, che contiene Innocence e solo di questa parte si serve Akita! Spero che il concetto sia chiaro, io ho riletto i capitoli in questione e non mi sembra di avere usato il termine ‘trasfusione’, però ci tengo a specificarlo, visto che qualcuno è incappato nell’errore… Ma penso che ne parlerò ancora, proprio nel prossimo capitolo che spero di pubblicare a Febbraio!
Bene ho concluso! Un bacione a tutti e alla prossima :3
~Mitsuki <3

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Capitolo 12
*** Are these feelings wrong? ***


Capitolo XII - Are these feelings wrong?


Il Gate creato da Allen li portò direttamente all’interno dell’Ordine Oscuro cogliendo di sorpresa tutti gli uomini della Sezione Scientifica. Non appena li videro apparire Komui e Reever andarono loro incontro per chiedere spiegazioni.
- Come siete arrivati? Quello non era un Gate utilizzato dall’Ordine Oscuro!-
- No, non lo è infatti…- rispose Akita guardando Kanda, incerta nel raccontare l’accaduto.
- Lo ha aperto Allen Walker.- spiegò il Generale, senza notare lo sguardo della sua sottoposta. Non poteva nascondere niente ai suoi superiori, fare rapporto era uno dei suoi obblighi da Generale ed in particolare la condizione che gli permetteva di avere la libertà che gli era stata accordata.
- Avete incontrato Allen? E come sta, che fa?!- esclamò Komui.
- Sta bene… Fugge da Apocryphos. L’unico modo che abbiamo di riportarlo all’Ordine è fermare quella creatura.-
I due scienziati annuirono.
- Però ora potremmo occuparci di Inu?-  chiese Akita che teneva il cane tra le braccia. – E’ entrato in contatto con Apocryphos e ci ha attaccati…-
Il Supervisore cominciò a camminare per la Base, diretto al proprio laboratorio e gli altri lo seguirono.
- Che cosa è successo?-
- Inu ha cominciato a comportarsi in maniera strana, all’inizio è solo scappato e poi si è mostrato ostile. Allen Walker ha detto che è stato a causa di quel tipo di Innocence dalla forma umanoide…- raccontò la ragazza.
- Capisco… E’ capitato anche all’Innocence di Kanda, ma dopo un po’ di tempo è tornata normale.- spiegò il cinese.
- Quindi sarà lo stesso anche per Inu, no?- chiese lei speranzosa.
- Dovrebbe… ma Inu è un essere vivente, non sappiamo come Apocryphos lo abbia controllato. Potrebbe anche portare danni più gravi… non voglio farti paura, ma devi essere pronta ad ogni eventualità.-
Akita annuì ma non seppe nascondere la preoccupazione dal suo volto.
Una volta giunti al laboratorio di Komui sistemarono il cane su un tavolo e Reever gli fece subito un prelievo, consegnando dopo la provetta ad un assistente per farne analizzare il contenuto.
- Per ora aspettiamo che si svegli.- disse Reever poggiandole una mano sulla spalla. – Se ti riconosce e si comporta normalmente è un buon segno e a quel punto aspetteremo che le analisi confermino che sia tutto apposto.-
- Perché per adesso non andate a riposarvi? Magari mangiate qualcosa alla mensa! Akita dovresti anche andare da Kaya…- disse Komui.
- Sì, forse è meglio.- disse Kanda avvicinandosi alla ragazza. La prese per un braccio e la tirò fuori dal laboratorio.
- Ma io… Vorrei restare con Inu…- protestò lei puntando i piedi per terra per restare là.
- Vi chiameremo noi quando ci saranno dei cambiamenti, anche il più piccolo.- tentò di mediare Reever e lei sembrò convincersi.
Akita e Kanda percorsero i corridoi fino alla mensa in silenzio. Non appena la raggiunsero videro due teste rosse voltarsi nella loro direzione. Kaya si mise in piedi sulla panca sulla quale era seduta e incominciò ad agitare le braccia per farsi notare. Subito dopo Lavi seduto accanto a lui la imitò iniziando a chiamarli.
- Akita! Yuu! Di qua! Siamo qua!-
I due li raggiunsero al tavolo e subito Kaya corse incontro alla castana per abbracciarla.
- Akita-chan! Come stai? Non ci vediamo da un sacco di tempo? Ed Inu dov’è?-
La ragazza si scurì in volto.
- Diciamo che è rimasto ferito in missione, per ora è con gli uomini della sezione scientifica per delle analisi.- rispose
 Kanda al posto suo.
Kaya annuì.
- Mi dispiace… ma sono sicura che andrà tutto bene!-
Akita alzò le spalle non sapendo che risponderle. Si sedettero al tavolo e Lavi si rivolse a Kanda.
- Allora, hai visto Allen?-
Il Generale annuì con il capo.
- Sta bene, anche se si è alleato con un Noah.-
Il rosso sgranò l’occhio sinistro.
- Che significa?-
- E’ inseguito da Apocryphos e ha detto che il Noah lo sta aiutando…-
- Quindi è solo una situazione d’emergenza? Non si è schierato dalla parte nella famiglia Noah, vero?!-
- Questo mai, ma temo che una volta eliminata la minaccia di Apocryphos quelli possano costringerlo a passare dalla loro parte.-
- O peggio, potrebbero anche volerlo uccidere…- ipotizzò il rosso. – Per ottenere in questo modo la Memory del Quattordicesimo Noah…-
- Lavi! Non essere così pessimista!- esclamò Kaya inserendosi nel discorso. – Non è bello pensare queste brutte cose sui propri amici!-
Lui sorrise e le carezzò la testa.
- Hai ragione… ma dobbiamo pensare a tutti i possibili scenari per essere così pronti a tutte le eventualità. –
- Quindi dobbiamo anche pensare alla possibilità che Allen Walker muoia?- chiese Akita.
- Non voglio dire questo, penso piuttosto che dobbiamo essere pronti a tutto per salvare Allen. Sia da Apocryphos, sia dai Noah.-
Il gruppetto si mise a mangiare, raccontandosi le rispettive missioni.
Quando Akita chiese a Kaya come fosse andata la missione sull’Himalaya lei arrossì, diventando quasi del medesimo colore dei capelli di Lavi.
- Bene, bene! E’ andato tutto benissimo!-
Akita si accorse dello strano comportamento dell’amica e la guardò torva.
- Sicura?-
- Sisì, certo!-
- Veramente sembra che tu stia nascondendo qualcosa…- intervenne Kanda.
Lavi nel mentre rideva sommessamente vedendo la ragazza in imbarazzo davanti ai due amici. Kaya si voltò verso di lui chiedendogli sostegno con lo sguardo e lui le prese una mano sotto il tavolo.
- La missione non è stata molto semplice, ma Kaya se l’è cavata egregiamente utilizzando il secondo livello della sua Innocence!-
- Non sapevo che ne fossi già capace…- disse Kanda interessato.
- Era scritto nella sua scheda personale.- osservò Akita.
Lavi sorrise.
- La usa bene, però si stanca parecchio…- spiegò. – Poi alla fine della missione, ci siamo messi insieme! Volete sapere altro?-
Kaya squittì, diventando ancora più rossa e nascose il viso dietro le mani, Akita inarcò un sopracciglio e Kanda sgranò gli occhi.
- Cosa?-
Il giovane Bookman fece il finto tonto e ricambiò l’occhiata interrogativa.
- Cosa, cosa?-
- Cosa vuoi dire con quello che hai detto?!-
- Quello che ho detto!- esclamò il rosso prendendolo in giro.
Kanda ringhiò sommessamente ed allungò una mano verso la Mugen. Akita se ne accorse e preoccupata per l’incolumità del rosso, decise di intervenire.
- In che senso vi siete messi assieme?- chiese la ragazza.
- Nel senso che siamo fidanzati, siamo una coppia!-
- Ti rendi conto che questa è una stupidaggine, vero?!- sbottò il Generale.
- Perché Yuu? Noi ci vogliamo bene! Perché non dovremmo stare assieme?- si lagnò Lavi.
- L’Ordine Oscuro non è posto per relazioni sentimentali!-
- Ma pure qua nascono dei sentimenti. Dovremmo forse far finta che non esistano?- disse Kaya.
Aveva ancora il viso rosso dall’imbarazzo ma la sua voce era seria.
Kanda sostenne il suo sguardo.
- Questi sentimenti sono inutili, qui. Non servono al nostro compito e  spesso sono controproducenti. In missione bisogna essere concentrati, non si può avere il pensiero a quello che succede al proprio compagno! Si agirebbe d’istinto e non per logica!-
- Parli come se sapessi di cosa stiamo parlando. Ma dimmi Kanda, tu sei mai stato innamorato?-
A quella domanda il generale si alzò di scatto e guardò negli occhi la ragazza.
- Sei tu che non sai di cosa stiamo parlando. Tu non sai niente.-
Si allontanò dal tavolo e si diresse fuori dalla mensa .
Akita lo guardò andare via e si trattenne dal seguirlo e dal chiedergli spiegazioni.
- Non vai a parlargli?- le chiese Kaya come se le avesse letto nella mente.
- Non credo ce per ora voglia compagnia… e comunque non penso mi parlerebbe.-

 
Akita rimase per il resto della giornata con Kaya e Lavi, raccontò loro dell’incontro con Allen Walker, dello scontro con Apocryphos e della fuga di Inu. Insieme a loro andò nel pomeriggio nel laboratorio di Komui per vedere le condizioni del cane. Lo trovarono sveglio e seduto sul tavolo, sul quale quella mattina dormiva, che abbaiava agli scienziati.
Reever si sentì sollevato nel vedere Akita, il cane infatti saltò giù dal tavolo per andarle in contro e la ragazza si piegò sulle ginocchia per poterlo accarezzare dietro le orecchie.
- Akita! Meno male che sei arrivata! Era parecchio agitato…- le disse Reever.
- Vi ha fatto del male?- chiese lei.
- No, solo non si è fatto avvicinare o toccare, ma non ha provato a morderci o a ferirci.-
La ragazza annuì con il capo e continuò ad accarezzare Inu.
- Sembra tranquillo ora. Forse voleva solo vederti!- osservo il Capo della Sezione Scientifica.
Anche Kaya e Lavi si abbassarono per coccolare il cane, ora molto più calmo.
- Le analisi com’erano?- chiese Akita.
- Tutto nella norma, stai tranquilla.- rispose Reever.
- Allora se è tutto a posto, noi andiamo.-
I ragazzi si diressero verso la porta del laboratorio seguiti da Inu, che però fu aperta verso l’interno da Kanda seguito dal Generale Cloud Nyne.
- Generale! Yuu! Che ci fate qui?- chiese Lavi sorpreso.
- Volevo vedere le condizioni della bestia Anti-Akuma di Akita! Ho saputo che Inu era rimasto ferito in battaglia.- rispose la donna.
- Grazie dell’interessamento, Generale.- disse Akita chinando il capo. – Comunque Inu sta bene, non è successo nulla di grave.-
- Meglio così allora!- esclamò la bionda sorridendo.
Lau Siuming scese dalla spalla della sua compatibile e si appollaiò sul muso di Inu, mentre il cane lo guardava incuriosito.
- Oh Generale Nyne! Oggi l’avrei proprio chiamata!- esclamò Reever avvicinandosi alla donna. – Abbiamo finito quelle analisi…-
Gli sguardi degli altri presenti si concentrarono su loro due, finchè lo scienziato non si rivolse a loro.
- Non sono cose che vi riguardano! Potete andare!-
Ma Cloud Nyne li fermò.
- No, credo che questo possa interessare ad Akita e visto che voi ragazzi siete suoi amici, penso interessi pure a voi.- ipotizzò il Generale.
Kaya annuì vigorosamente con il capo.
- Certo che ci interessa!-
Kanda sbuffo.
- Io non sono suo amico.-
- Dai Yuu, è la tua prima allieva! Devi conoscere tutto ciò che la riguarda!- esclamò Lavi dandogli una pacca sulla spalla.
- Non chiamarmi per nome, stupido coniglio!- ringhiò lui mettendo la mano sull’elsa di Mugen.
Il rosso si allontanò un po’, ridendo con le mani alte in segno di resa.
Reever tossì, per richiamare l’attenzione.
- Allora, mi fate comunicare questi risultati?-
I ragazzi tacquero e lo scienziato continuò.
- Come ha già detto il Generale, il risultato di questi test riguarda pure Akita, in quanto essendo entrambe due Esorcisti con bestie Anti-Akuma pensavamo che il vostro tipo di Innocence fosse molto simile se non uguale… invece ci sbagliavamo. La differenza sta nella sincronizzazione: basta vedere Akita ed Inu, notate niente di strano?-
Gli Esorcisti si voltarono verso la ragazza e la osservarono attentamente, per poi spostare lo sguardo sul cane.
- Ah!- esclamò Kaya. – Gli occhi!-
- Esatto.- confermò lo scienziato. – Akita ed Inu presentano la stessa eterocromia dell’iride, ma invertita: lei ha l’occhio destro azzurro ed il sinistro verde, mentre il cane ha il sinistro azzurro e il destro verde. Curioso, no? Noi della scientifica abbiamo ipotizzato che in origine Akita dovesse avere entrambi gli occhi vedi o azzurri e la stessa cosa Inu, ma al momento della sincronizzazione deve essere successo qualcosa che ha causato l’eterocromia.-
- Modificazione genetica?- domandò Lavi.
- Qualcosa del genere… pensiamo che ci sia stato un piccolo scambio del materiale genetico: una piccola parte del DNA di Inu si è fuso con quello di Akita, e viceversa. Tutto ciò è stato possibile solo per mezzo dell’Innocence, ovviamente. Questa sostanza non smette mai di sorprenderci! Scopriamo ogni volta caratteristiche a noi sconosciute!-
- E che c’entrano i risultati dei miei esami con quelli di Akita?- chiese il Cloud Nyne.
- Tramite i suoi esami abbiamo scoperto che nel caso suo e di Lau, non c’è stato lo scambio genetico che è avvenuto tra Akita ed Inu. Per questo motivo lei, Generale, non può utilizzare il siero estratto dal sangue della sua Bestia Anti-Akuma, poiché non condividendo una parte di materiale genetico il suo corpo rigetterebbe l’Innocence che verrebbe iniettata.-
La donna annuì.
- Ho capito… quindi sarebbe troppo pericoloso per me utilizzare il siero?-
- Sì, esatto.-
Lei sospirò ed alzò le spalle.
- Poco male, continuerò a combattere come ho sempre fatto!- disse prima di avviarsi verso la porta.
- Generale, se avremo altre novità l’avvertiremo immediatamente!-
- Molto bene, allora. Lau, andiamo!-
La scimmietta, che fino a quel momento era stata sul dorso di Inu raggiunse la propria compatibile e saltò sulla sua spalla.
- Beh credo che a questo punto pure noi possiamo andare, no?- chiese Lavi.
Kaya ed Akita annuirono con il capo e Kanda si limitò a seguirli fuori dal laboratorio.
- Voi ora che farete?- chiese la rossa ad Akita e Kanda.
La castana alzò le spalle.
- Io non ho nulla da fare. Generale potremmo allenarci, no?-
Kanda negò con il capo.
- Io devo andare a sbrigare una cosa. Vai da sola.-
Akita aggrottò la fronte.
- Cosa deve fare? Posso…-
- No.- la interruppe lui. – Non puoi venire con me e non ti interessa cosa vado a fare.-
- Yuu! Non essere così cattivo!-
Lui la fece schioccare la lingua e non gli rispose. Girò sui tacchi e andò via.
Kaya gonfiò le guance.
- Che odioso! Non dovrebbe trattarti così male!-
- Non importa, alla fine davvero non sono affari miei.-
- Sì, ma potrebbe essere più gentile!- protestò lei.
Lavi l’abbracciò da dietro, cingendole i fianchi con le braccia e poggiò il mento sulla sua testa.
- Devi sapere che Yuu non sa nemmeno cosa sia la gentilezza! Non lo fa per cattiveria, è proprio fatto così!-
La ragazza non rispose, ma continuò a tenere il muso.
- Noi andiamo a fare una passeggiata nel parco dell’Ordine, vieni con noi?- riprese Lavi rivolgendosi ad Akita.
- No, penso che andrò ad allenarmi da sola… E poi non voglio disturbarvi…- rispose lei.
Richiamò Inu e si diresse verso una delle sale allenamento.
Kaya la vide allontanarsi e poi sollevò il viso verso Lavi.
- E’ stata una mia impressione o Akita ha sorriso?-
 
Kanda si diresse una delle uscite secondarie del castello, per poi inoltrarsi nel bosco. Fece molta attenzione a guardarsi le spalle per essere sicuro che nessuno l’avesse seguito – sospettava infatti che Akita e gli altri avessero pensato di pedinarlo, conoscendo la curiosità di Lavi e lo strano attaccamento che la sua allieva aveva sviluppato nei suoi confronti-.
Fortunatamente le sue previsioni si rivelarono errate e lui raggiunse la sua meta in breve tempo.
- Sono arrivato, fatti vedere.-
Un fruscio tra la vegetazione fu la risposta che ricevette, seguita da una voce.
- Sei solo, vero?-
- Sì, ho fatto in modo che nessuno mi seguisse.-
Un uomo era nascosto dietro il tronco di un albero e gli andò in contro, guardandosi intorno con circospezione. Era Howard Link uno dei Corvo al servizio di Llevielle, che in passato aveva avuto il compitoo di sorvegliare Allen, per via della presenza della Memory del Quattordicesimo nel suo corpo. Adesso per l’Ordine Oscuro era considerato morto, per questo dovevano tenere nascosto il loro il loro incontro.
- Allora, hai visto Walker?- gli chiese il biondo.
- Sì, sta bene… solo è in fuga da Apocryphos.- rispose seccato Kanda, infastidito dal dover ripetere l’ennesima volta le stesse cose.
- Sembra che Apocryphos voglia assorbire Allen, per eleminare la minaccia del Quattordicesimo.-
- Come fai a dirlo?-
- Apocryphos ha il compito di proteggere il Cuore e il Quattordicesimo è una minaccia per lui. In questo modo otterrebbe ciò che vuole.
Kanda lo guardò duramente.
- Queste informazione da dove provengono? Tu non dovresti ricordare nulla di quello che riguarda Apocryphos, no?  Ti avrebbe dovuto cancellare i ricordi…-
Il Corvo non rispose, non sapeva se poteva rivelargli determinate informazioni. Llevielle gli aveva ordinato di mantenere il segreto, ma Kanda aveva già scoperto che la sua morte era solo una copertura. Cosa aveva da perdere se gli raccontava anche il resto?
- Dopo essere stato ferito da Apocryphos sono stato curato tramite Atuuda, il Golem guaritore che prima apparteneva a Zu Mei Chan. Oltre a curare le mie ferite fisiche ha anche eliminato gli effetti di Apocryphos dalla mia mente.-
Kanda abbassò lo sguardo e a Link sembrò che la sua spiegazione fosse bastata.
- Dobbiamo trovare il modo di fermare Apocryphos.- riprese il Generale. – Il Moyashi si è pure alleato con un Noah per sfuggirgli!-
- E passato dalla parte del Conte del Millennio?!- esclamò il Corvo.
- Non esattamente… Non ha intenzione che il Quattordicesimo prenda il controllo su di sé.-
Link sembrò tranquillizzarsi. Poi sgranò gli occhi, come se avesse avuto un’idea.
- Forse ho trovato il modo per fermare Apocryphos.-

 
Angolo Autrice

Salve a tutti! Eccomi qua! Scusate l'assenza del mese scorso, ma sono stata impegnata con gli esami fino ai primi di Marzo! Comunque rieccomi u.u Capitoletto di passaggio, ma credo che sia utile per riprendere un po' le fila del discorso e chiarire qualche cosa u.u Abbiamo Kaya e Lavi che stanno assieme, qualche dettaglio in più su Inu e l'entrata in scena di Link *^* uno dei miei personaggi preferiti <3
Il titolo non mi entusiasma particolarmente, avei preferito qualcosa di più generale e meno particolare... ma dopo ore di riflessioni, non ho cavato un ragno dal buco e ho deciso lasciare questo T^T
Beh posso dirvi fin da ora che, propabilmente, anche il prossimo capitolo sarà di passaggio, per poi riprendere l'azione (?) nel capitolo 14.
Ora i ringraziamenti a Ya_mi e Rock_Black per le recenzioni allo scorso capitolo e a tutte quelle persone che hanno anche semplicemente messo 'Mi Piace' al capitolo!
Grazie ancora ed un bacione <3
~Mitsuki <3

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Capitolo 13
*** How we started here. ***


Capitolo XIII - How we started here.
 
Qualcuno bussò alle pesanti porte che chiudevano la sala allenamenti in cui Akita si era ritirata. La ragazza sospirò dando un’occhiata all’ingresso, poi rispose.
- Avanti.-
Uno dei due battenti si aprì cigolando, rivelando la sottile figura di Lenalee.
- Akita-san? Ti disturbo?-
La castana restò un po’ sorpresa, ma negò con il capo.
- Tranquilla, volevi dirmi qualcosa?-
La ragazza si avvicinò sorridendo e restò in piedi davanti a lei, che era seduta a terra con le gambe incrociate nella posizione del loto.
- No, nulla in particolare. Non ci conosciamo ancora tanto bene e volevo solo parlare un po’, se non ti dispiace…-
Akita alzò le spalle.
- Va bene. Tanto da sola non riesco ad allenarmi e non vogli nemmeno fare affaticare Inu, visto che nell’ultima missione è rimasto ferito. Stavo solo meditando, come mi ha insegnato il Generale.-
Lenalee annuì con il capo.
- Se hai molti pensieri in testa, può essere una buona soluzione per mettere in ordine le idee.-
La castana si limitò ad alzare le spalle.
Calò un silenzio un po’ imbarazzante visto che nessuna delle due riprese a parlare e intanto Inu che fino a quel momento era rimasto accucciato a sonnecchiare in un angolo della sala, si alzò e si avvicinò alla ragazza cinese. Le girò un po’ attorno annusandola e Lenalee si irrigidì un po’ sul posto.
- Sta’ tranquilla, non ti fa niente. Ti sta annusando solo per conoscerti.-
Inu dopo un po’ si allontanò, starnutì e si sedette accanto alla propria padrona che cominciò ad accarezzarlo.
L’altra li osservò un po’, per poi decidere di sedersi per terra anche lei, allisciando un po’ la gonna per sistemarla. Akita si voltò a guardarla, soffermandosi ad osservare le balze della gonna.
- Non potrei mai portare qualcosa del genere.- disse.
- Perché? Secondo me ti starebbe bene!- esclamò Lenalee.
- Penso che starei scomoda. Tu riesci a combatterci?-
- Sì, non mi da alcun problema…-
Scese ancora una volta il silenzio e la castana sbuffò.
- Vuoi chiedermi di Allen Walker, vero?- chiese senza guardarla in volto e dedicandosi a coccolare il pelo del proprio cane.
La cinese ebbe un piccolo sussulto.
- N-No! Come ti viene in mente una cosa simile?-
Akita si voltò a guardarla, inarcando un sopracciglio e la vide leggermente rossa in viso.
- Perché tutti gli altri me lo hanno chiesto come prima cosa e tu mi sembri una persona che tiene molto ai propri compagni.-
Lei annuì.
- Non volevo disturbarti, soprattutto dopo che ho saputo che Inu è stato coinvolto nello scontro…-
- Come vedi sta bene. Allora vuoi che ti racconti di Walker?-
- Sì, per favore!-
Akita raccontò tutto ciò che era successo per l’ennesima volta, visto che Lenalee sembrava davvero preoccupata. Quando finì, lei le sorrise.
- Grazie Akita-san! Sei stata davvero disponibile!-
La castana scrollò le spalle.
- Figurati.-
- Sono contenta di sapere che Allen stia bene…-
- Già, sembra una brava persona. Spero che si riesca a trovare un modo per contrastare Apocryphos ed aiutarlo.-
- Allen è molto gentile, forse anche troppo!-
Akita alzò lo sguardo verso il tetto.
- Mi ha aiutato quando sono stata separata da Inu, voglio fare qualcosa per lui. Glielo devo…-
Lenalee sorrise.
- Ti trovo più sciolta. Prima era molto più chiusa e diffidente!-
- Davvero?- chiese Akita interrogativa.
- Poco tempo fa non avremmo di certo fatto questa conversazione! Quando ti ho conosciuta parlavi davvero poco.-
La castana sembrò pensarci su.
- Ho impiegato un po’ di tempo ad abituarmi a voi dell’Ordine e poi Kaya dice che devo chiacchierare con gli altri…-
- Siete molto amiche voi due?-
Akita accennò un sorriso.
- E’ stata la mia prima amica. Se non fosse stata per lei le cose qui, per me sarebbero state molto diverse…-
 
Era una sera fredda. La pioggia scendeva fitta, ma lei quasi non sentiva nulla su di sé. Al suo fianco udì un guaito ed abbassando lo sguardo vide un cane dal pelo fulvo seduto accanto a sè, dal muso lungo e orecchie corte e dritte. Lei non si mosse, rimase sul posto ad osservare il castello che si stagliava di fronte.
Il cane abbaiò, si alzò e le tirò una manica della lunga maglia strappata in più punti. La ragazza non oppose resistenza al richiamo e seguì il cane che si era avviato verso la costruzione.
 
- UN INTRUUUSO!- urlò un’enorme faccia di pietra al portone d’ingresso del castello.
- Cosa sta succedendo?- esclamò il supervisore Komui.
- C’è un intruso qui fuori!- continuò quello.
- Custode, procedi all’analisi dell’intruso!-
Gli occhi del guardiano si illuminarono e da essi provennero due fasci di luce che si puntarono sulla figura estranea. Dopo un attimo di silenzio il Custode riprese a gridare.
- E’ INNOCEEENCE! E’ INNOCEEENCE!-
A quelle parole all’interno dell’Ordine Oscuro scoppiò il caos.
- Aprite il portone d’ingresso! Qualcuno vada là! C’è un compatibile là fuori!- gridò Komui.
Reever ed altri uomini della sezione scientifica si precipitarono all’esterno.
Trovarono una ragazza magra dai lunghi capelli castani arruffati e sporchi, che indossava vestiti sudici e strappati. Con lei c’era un cane che non appena li vide abbaiò loro contro, parandosi davanti alla ragazza come per difenderla.
- E’ il cane! Il cane!- piagnucolò il Custode che aveva iniziato a piangere.
- E’ un bestia Anti-Akuma…- osservò il Capo della Sezione Scientifica. – Sta’ buono, bello! Noi siamo amici!-
Il cane però non accennò a ritrarsi. Qualcuno provò ad avvicinarsi e l’animale scattò in avanti, pronto a mordere.
- Qualcuno chiami un Esorcista! Forse se percepisce dell’altra Innocence si tranquillizza…-
Qualche uomo rientrò di corsa, mentre Reever rimase fuori.
- Ehi! Come ti chiami?- chiese alla ragazza che il cane difendeva.- Puoi dire al tuo cane di stare tranquillo?-
Ma lei non rispose.
- Non vogliamo farti del male!- insistette lo scienziato.
Ma il cane gli ringhiò contro costringendolo ad arretrare.
La pioggia gli bagnava i capelli, schiacciandoli lori suoi volti creando dei piccoli rivoli.
Poco dopo gli uomini tornarono, questa volta in compagnia di un ragazzino dai capelli verdi che indossava una divisa nera con applicazioni rosse.
- Timothy! Presto, attiva l’Innocence!-
- Agli ordini!-
- Non lo spaventare, fagli soltanto capire che è al sicuro! E siamo dalla loro parte!-
Il bambino annuì e la sfera che aveva sulla fronte si illuminò e accanto a lui apparve la sagoma evanescente di un giovane uomo, somigliante a Timothy stesso, con il viso tracciato di verde.
La sagoma giovane si volse verso il cane che si avvicinò, seppur cautamente, e lo annusò. L’animale sembro calmarsi e tornò indietro mettendosi vicino alla ragazza. Timothy disattivò lo Tsukikami e Reever si avvicinò alla ragazza.
- Vieni con me. Siamo amici, ok?-
Lei sollevò la testa per incrociare il suo sguardo e i capelli, che le coprivano parte del viso, scivolarono rivelando un occhio azzurro, diverso dall’altro che era verde. Poi fece un passo verso lo scienziato che le poggiò piano una mano sulla spalla, accompagnandola all’interno del castello.
- Preparatele un bagno caldo!- disse non appena furono dentro. – Non c’è una ragazza che la possa accompagnare?-
La nuova arrivata si guardava in torno, non sembrava spaventata, semplicemente osservava ciò che la circondava, ma non dava neanche segno di alcun interesse: il suo sguardo era vacuo.
Miranda si fece trovare davanti i bagni e accompagnò l’accompagnò all’interno.
 
- Allora, com’è la nuova arrivata?- chiese Komui sorseggiando del caffè da una tazza con un coniglietto disegnato sopra.
Il Capo della Sezione Scientifica si grattò il capo con fare pensieroso.
- Non ne ho idea… non ha detto una parola.-
Il Supervisore restò sorpreso.
- Nemmeno il suo nome?-
- No… Forse Miranda avrà più fortuna…-
 
Dopo averla fatta lavare, diedero alla nuova arrivata un cambio d’abiti e una stanza.
- Hai proprio dei bei capelli!- le disse Miranda mentre li spazzolava.
La ragazza non rispose, solo guardava fisso lo specchio che si trovava davanti a lei e ritraeva le loro sagome.
In quel momento bussarono alla porta.
- Avanti.- rispose Miranda.
Reever entrò nella stanza e le salutò con un gesto della mano.
- Come va?- chiese lo scienziato.
- Bene, direi. La nostra amica è un po’ silenziosa, però…-
Il biondo si voltò verso di lei.
- Non vuoi dirci nemmeno il tuo nome?-
Lei negò con il capo.
Miranda sussultò.
- Con me ha comunicato nemmeno con un gesto!-
Reever sospirò e le scompigliò i capelli con una carezza.
- E’ un inizio.-
- Pensavo di tagliarglieli .- disse Miranda vedendo quel gesto.
- Va bene, ma solo quanto basta per darle una sistemata, non farglieli troppo corti. Ha vissuto troppi cambiamenti fin ora, non è il caso di esagerare.-
Lei annuì.
- Quando avrete finito, venite in mensa. Forse mettere qualcosa nello stomaco le farà venire voglia di parlare.
 Pochi minuti dopo camminavano per i corridoi dell’Ordine Oscuro. Passarono davanti ad uno degli uffici ed udirono una voce squillante.
- Kaya Doyle, diciassette anni! Vengo da Dublino, Irlanda. Sono qui perché credo ho trovato un frammento di Innocence, penso un tipo Equipaggiamento…-
Miranda sbirciò all’interno e tirò con se anche la castana. Videro una ragazza piuttosto bassa, dai capelli rossi, dritta sull’attenti davanti alla scrivania di Komui e parlava a ruota libera.
- Ah bene… molto bene…- disse Komui un po’ sorpreso dal modo di parlare della ragazza. Ti
ringrazio per averci portato l’Innocence… Faremo in modo ti trovare un compatibile e…-
- No!- Esclamò la ragazza interrompendolo. - Sono io la compatibile di questo frammento!-
- Ne sei sicura?-
- Credo di sì… ma in ogni caso… non potrei diventarlo? Io voglio essere un’Esorcista!-
Il Supervisore sorrise.
- Non basta volerlo… L’Innocence deve sceglierti…-
- E come si capisce se l’Innocence ha scelto un compatibile?- chiese la rossa con la voce tremante. - Ha reagito in qualche modo particolare quando lo to tocchi o gli stai vicino?-
Le ci pensò un po’ su, poi rovistò nella bisaccia che aveva a tracolla e tirò fuori un quadernetto e una matita.
- Guardi lei stesso.-
Aprì il quadernetto cominciò a disegnarci su. Komui si sporse in avanti e vide che la ragazza stava raffigurando un’altalena. Non appena il disegno fu completato il foglio si illuminò e nella stanza, poco distante da loro apparve un’altalena, che galleggiava nell’aria.
Il supervisore sgranò gli occhi.
- Succede anche se penso a intensamente a qualcosa… però queste copie che il quaderno materializza durano solo qualche secondo, al massimo un paio di minuti…-
- Credo che tu abbia ragione… Credo che questo frammento di Innocence si sia sincronizzata con te…- affermò il cinese, mentre il disegno scompariva dal foglio e contemporaneamente l’altalena si dissolveva. – Vieni con me per favore!-
Miranda, non appena vide i due avvicinarsi all’uscita, arretrò spaventata che la potessero vedere mentre origliava.
- E’ meglio andare ora!- disse prendendola per un braccio.
Arrivate alla mensa, la compatibile con il Time Record la presentò a Jerry, il cuoco.
- Ciao tesoro! Piacere di conoscerti! Allora cosa ti preparo?-
La ragazza non disse nulla, solo si limitò ad osservare Jerry.
- E’ di poche parole, vedo…-
- Non ha detto nulla da quando è arrivata…- spiegò la giovane donna.
- Vorrà dire che deciderò io cosa prepararti!- esclamò il cuoco sparendo in cucina.
Tornò poco dopo con vari piatti, contenenti le più diverse pietanze. Aiutò le due a portare tutto quel cibo ad un tavolo e poi si rivolse alla nuova arrivata.
- Assaggia tutto e dimmi per favore cosa hai preferito!- disse prima di tornare indietro.
Miranda si sedette al tavolo e la invitò a fare lo stesso, e la ragazza la imitò solo dopo aver osservato la panca.
Il cane che la accompagnava si sedette a terra, vicino a lei ed abbaiò un paio di volte, attirando l’attenzione di tutti gli uomini seduti al refettorio. La ragazza però non si scompose, tra i vari piatti che aveva davanti, ne scelse uno contenente della carne e lo poggio per terra. Il cane lo annusò un po’ e poi cominciò a mangiare. La ragazza osservò le altre portate, e Miranda penso che stesse scegliendo quale consumare. Le avvicinò un piatto fumante di minestra.
- Ti aiuterà a riscaldarti.-
La ragazza lasciò che glielo spingesse sotto il naso, per poi osservare le posate.
Ancora una volta la maggiore intervenne.
- Sai quale usare?- chiese indicando forchetta e cucchiaio.
La nuova arrivata annuì con il capo ed impugnò il cucchiaio in maniera un po’ rozza, ma riuscì comunque a raccogliere del brodo e a portarlo alle labbra.
Miranda le sorrise.
- Brava, finisci tutto!-
Quando la ragazza finì di mangiare, ritornarono nella sua camera. Prima di andare via la sua guida le indicò dov’era la sua stanza.
- Se hai bisogno di qualcosa, non esitare a chiamarmi!-
Lei annuì con il capo e la maggiore dopo quel segno, se ne andò più tranquilla.
 
Kaya si aggirava pensierosa per i corridoi dell’Ordine Oscuro con un libro preso dalla biblioteca. Era lì da qualche giorno ormai, ed era stata riconosciuta ufficialmente come Esorcista. La sua Innocence era stata modificata per rendere più semplice e le avevano trovato un nome: Holy Drawning.
Aveva preso un libro per distrarsi un po’ e magari rilassarsi, ma non c’era proprio riuscita. Nonostante diventare un’Esorcista fosse il suo più grande desiderio, si sentiva piuttosto spaesata e confusa.
Il Supervisore le aveva detto che era arrivata anche un’altra ragazza, sperava di poterla incontrare per poter così scambiare due chiacchiere e sentirsi un po’ meno sola.
Passò davanti ad una porta e dall’interno sentì abbaiare. A quel rumore, si avvicinò, ricordandosi che Komui le aveva anche raccontato che l’altra Esorcista aveva una bestia anti-Akuma.
Si accostò alla porta e bussò. Nessuno le rispose e lei rimase in attesa. Bussò ancora, ma di nuovo non ottenne risposta. Anche il cane all’interno aveva smesso di abbaiare, tanto che credette di essersi immaginata tutto. Proprio quando stava per andarsene, la porta si aprì dall’interno.
Kaya vide una ragazza più alta di lei, con lunghi capelli castani, che la scrutava con gli occhi di due colori differenti. Al suo fianco apparve un cane Kaya ebbe la conferma che era davvero la nuova Esorcista.
- Ciao!- la salutò con un gesto della mano.- Mi chiamo Kaya Doyle! Sono anch’io arrivata da poco all’Ordine Oscuro!-
La castana la guardò negli occhi senza però rispondere, poi rientrò in camera lasciando la porta aperta e la rossa sull’uscio. Le fece un cenno del capo indicandole il letto sul quale si stava sedendo e Kaya lo prese come un segno di ospitalità.
- Grazie.- disse entrando e chiudendo la porta. Le si sedette accanto a le chiese:
- Come ti chiami?-
Lei negò con il capo.
La rossa annuì di rimando.
- Ah già, il Supervisore Komui me lo aveva detto che non parlavi…-
Poco dopo il cane le si avvicinò, annusandola. Lei lo lasciò fare, poi gli tese una mano e dopo che ebbe annusato anche quella, provò ad allungarla per accarezzarlo. L’animale all’inizio si ritrasse, poi si lasciò coccolare.
- E’ proprio un bel cane!- esclamò Kaya. – Se non vuoi dire il tuo nome, te ne darò uno io! Non posso mica chiamarti “Ehi, tu!”.-
Lei restò a guardarla e la più piccola credette di leggere nei suoi occhi una certa curiosità.
- Io ti chiamerò Akita! Visto che il tuo cane è un Akita Inu!-
La castana sembrò pensarci un po’ su, poi si limitò ad alzare le spalle.
Kaya si distese sul letto dell’altra e poggiò il libro, che prima teneva sulle gambe, sul materasso.
- Tu non parli proprio, eh?-
“Akita” negò con il capo e lei sbuffò. La maggiore allungò la mano per prendere il libro.
La rossa se ne accorse e la guardò mentre lo sfogliava e si soffermava a leggere qualche pagina.
Improvvisamente scattò in piedi come una molla.
- Sai leggere, vero?-
La castana annuì con il capo, quasi con aria interrogativa.
- Quindi, sai anche scrivere?-
Ancora un altro cenno di assenso.
A quella risposta la ragazza corse fuori dalla stanza.
- Tu resta qua, mi è venuta un’idea!-
“Akita” rimase immobile, seduta sul letto, proprio come le era stato detto.
Kaya nel mentre correva diretta verso l’ufficio di Komui. Non appena arrivò, spalancò la porta.
- Supervisore!- esclamò facendolo spaventare.
- Che succede?!- chiese lui asciugando il caffè che aveva sputato per la paura.
- Akita, sa leggere! E sa anche scrivere!-
- Chi è Akita, scusa?- chiese il cinese perplesso.
- La nuova arrivata!-
- Si chiama così?-
- No… le ho dato io questo nome visto che non mi dice come si chiama!-
- Kaya! Non puoi dare nomi alle persone così!-
- Ma non è questo il punto! Se lei sa scrivere, può rispondere anche se non parla!-
Komui restò un attimo a bocca aperta.
- E’ giusto! Hai ragione!-
- Prenda carta e penna! Andiamo da lei!-
Il Supervisore cominciò ad aprire i cassetti della scrivania cercando il necessario, ma trovando solo scartoffie non meglio identificate si attardò, mentre Kaya era già in corridoio.
- Si sbrighi!- lo sollecitò la ragazza.
- Arrivo, arrivo!- disse lui trovando finalmente dei fogli, una penna e una boccetta d’inchiostro.
Entrarono insieme nella stanza della ragazza e Kaya le diede subito il necessario per scrivere.
- Puoi usare questi per parlarci?-
La castana annuì, anche se sembrava un po’ confusa. Il cane si avvicinò a loro ed iniziò a scrutarli, pronto ad intervenire, infastidito da quella confusione vicino alla sua padrona. Le rossa però non si lasciò intimorire.
- Perché non ci parli?-
“Akita” sistemò meglio i fogli sulle gambe e bagnò il pennino con l’inchiostro.
 
Non ricordo di averlo mai fatto.
 
Kaya fece vedere la risposto al Supervisore.
- Probabilmente è muta dalla nascita…- commentò lui.
- Come ti chiami?- riprese la ragazza.
L’altra restò a pensare un attimo, lanciò uno sguardo al cane e poi scrisse.
 
Non lo so.
 
La rossa sgranò gli occhi e Komui si sporse a leggere.
- E cosa ricordi?-
 
Che  con me c’era questo cane e non sapendo che fare, mi sono limitata a seguirlo. Lui mi ha portata qui.
 
- Ha perso la memoria…- dedusse Komui.
Kaya poggiò un dito sul mento, riflettendo.
- Hai detto che non ricordi di aver mai parlato?-
“Akita” annuì con il capo.
- Quindi forse sai farlo, ma da quando hai memoria non lo hai mai fatto…-
 
Forse.
 
- Puoi… provare?-
La castana poggiò la penna ed alzò lo sguardo su Kaya. Prese un respiro e provò ad aprire la bocca, ma non riuscì ad emettere alcun suono. Chiuse le labbra  e corrugò la fronte.
La rossa lo guardò con gli occhi colmi di aspettativa  e lei richiuse i suoi, prendendo un altro profondo respiro.
- N-non… so… C-che… D-dire…- balbettò.
Il viso della più giovane si aprì in un sorriso e spiccò una salto finendole addosso.
- Akita hai parlato! Sai farlo!-
Komui sorrise.
- Dovrà fare un po’ di pratica, ma quanto pare il più è fatto. Ottimo lavoro, Kaya!-
 
- E da quel momento Kaya è diventata mia amica.- spiegò Akita. – Mi ha aiutata a ricominciare qua, ad integrarmi, visto che stando per tanto tempo sola con Inu non avevo più idea di come si stava tra la gente…-
Lenalee la guardava sorridendo.
- Hai fatto davvero tanti progressi.-
La cinese si alzò.
- Bene, credo che ora sia il momento che io vada. Ti ho già rubato tanto tempo… mi piacerebbe, comunque, parlare di nuovo con te!-
Akita alzò le spalle.
- Se ci tieni…-
Lenalee sorrise ancora e si accostò alla porta.
- Ciao, Akita!-
Ed uscì dalla sala.
 
Angolo Autrice
 
Buonsalve gentaglia! (?) Anche questa volta ho praticamente saltato la pubblicazione del mese, considerando che sto pubblicando a Maggio e questo capitolo sarebbe dovuto essere quello di Aprile :’’’D  Perciò perdonatemi çvç
Ma torniamo alla storia! Come vi avevo preannunciato nel 12 , questo è stato un capitolo di passaggio, nel quale c'è un flashback che ha spiegato come si sono conosciute Akita e Kaya! Abbiamo anche scoperto come la prima ha preso il suo nome e di come le due siano arrivate all’Ordine Oscuro! :3
Come promesso, dal 14° capitolo riprenderà un po’ l’«azione», anche se non vi prometto aggiornamenti brevi, visto che nei prossimi mesi inizierà la sessione estiva degli esami universitari… Anzi saranno parecchio scostanti, visto che vorrei anche dedicarmi a qualche One Shot di altri fandom, che per ora ho evitato di scrivere per dedicarmi a HtKnn… Non penso comunque che a seguire questa storia siano molte persone e comunque non sarete di certo con il fiato sospeso xD
Bon in ogni caso, concludo… che la pedologia mi attende! Grazie come sempre a Ya_mi che ha recensito il capitolo precedente ed è sempre tanto disponibile, quando le chiedo aiuto :3 <3
Un bacione a tutti ed a presto!
~ Mitsuki <3

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Capitolo 14
*** Can you hear me, Innocence? ***


Capitolo XIV - Can you hear me, Innocence?

Akita si mise in cammino, sperando che Kanda non si fosse allontanato troppo. Komui li aveva mandati nella campagna inglese per recuperare un frammento di Innocence e la missione si era svolta senza intoppi. Avevano rintracciato il frammento il giorno prima ed avevano alloggiato in una locanda per poi tornare al Quartier Generale, ma quella mattina, quando era andata a cercare il Generale in camera, aveva saputo da una delle cameriere che aveva lasciato l’alloggio all’alba. Era partito senza avvertirla.
Camminava da mezz’ora almeno, il vento spirava forte ed avanzare era difficile. Inoltre sentiva freddo a causa dell’acquazzone che vi era stato di notte, e ben poco serviva stringersi nel mantello della divisa. Al suo fianco, Inu camminava anch’egli a fatica, gli occhi ridotti a due fessure per proteggersi dalle folate violente. Il cielo era ancora coperto da nuvole scure, che coprivano il sole e lasciavano immaginare che avrebbe ripreso a piovere a breve.
Camminarono per un'altra mezz’ora almeno, quando improvvisamente il paesaggio davanti a loro mutò. Molti alberi erano stati abbattuti, altri sradicati, altri ancora stavano bruciando. Il terreno non era compatto, e macchie rossastre si potevano scorgere sulla corteccia e sulle foglie delle piante abbattute. Akita assottigliò lo sguardo. Quello era il campo di una battaglia.
Anche Inu doveva aver percepito il pericolo. Aveva teso le orecchie e irrigidito i muscoli. Si poteva sentire il suo lieve ringhio in quel silenzio quasi surreale. Dopo essersi accertatati che lo scontro doveva essersi spostato più in là, ripresero il cammino, serrando il ritmo della marcia.
Non dovettero fare molta strada. Poco dopo intravidero le sagome di due Akuma, probabilmente dei livelli tre. Akita si accucciò con le spalle contro il tronco di un albero, iniziando a studiare i suoi nemici.
- Allora stupido Esorcista dimmi dov’è l’Innocence che hai trovato! So che l’hai presa! E’ da tempo che seguiamo te e la tua amichetta! –
- Scordatevelo. Non vi dirò proprio nulla!-
La ragazza riconobbe quella voce. Era senza alcun dubbio quella di Kanda. Probabilmente era stato attaccato di sorpresa, e forse era anche ferito.
- Allora sarebbe meglio andare a cercare quella ragazza con il cane!- Parlò l’altro Akuma – Forse è lei che ha l’Innocence!-
- Ch. Buona fortuna se riuscite a trovarla. Quell’incompetente si sarà sicuramente persa e ora starà assiderando da qualche parte.-
Akita rimase un po’ in attesa, tentando di studiare la situazione ed ideare una strategia da adottare. Quando un piano abbastanza semplice ed efficace si delineò nella sua mente, decise che era giunto il momento di muoversi.
- Inu, iku. Inu , andiamo.-
Il cane chinò il capo, in segno di assenso. Spiccò un salto dal loro nascondiglio e non appena toccò terra la sua mole si era almeno decuplicata. L’enorme bestia ringhiò e gli Akuma  dovettero arretrare prima di essere travolti dalla fanghiglia spostata da Inu nell’atterrare al suolo. Dal manto fulvo del collo fece capolino Akita che si era aggrappata al collare del cane prima che fosse cresciuto.
- L’incompetente vi ha fatto il favore di venire da sola.-
Gli Akuma non si lasciarono impressionare e subito furono addosso al cane. Inu se li scrollò di dosso con una zampata per poi scagliarsi su uno dei due, spalancando le fauci. Akita scivolò dal suo dorso e accorse in soccorso di Kanda. Gli prese un braccio e lo fece passare attorno alle proprie spalle, portandolo dove gli alberi non erano stati colpiti e la boscaglia era più fitta. Si appoggiarono contro un tronco e ripresero fiato.
Akita osservò Kanda. Ansimava e non per la fuga. Aveva agito d’istinto nel farlo sorreggere a sé, ma effettivamente non aveva notato se fosse realmente ferito. Eppure lo spadaccino non si era opposto al suo soccorso e adesso teneva una mano pressata sul fianco sinistro. Sudava e gli occhi erano lievemente cerchiati.
- Tolga quella mano dal fianco.- disse piegandosi sulle ginocchia e avvicinandosi al suo busto.
- E’ solo un graffiò…- minimizzò lui.
Lei lo ignorò, togliendogli la mano dall’anca e scoprendola insanguinata.
Cominciò a sbottonargli la divisa e gli sfilò la manica sinistra, provocando non poche stilettate di dolore al ragazzo che contrasse il volto. La ferita sembrava estendersi per una lunghezza di quattro dita, ma il torace dello spadaccino era sporco di sangue, perciò non riusciva a capire la vera entità del danno.
Aprì la sua bisaccia, vi rovistò un po’ all’interno tirandone fuori una borraccia.  Strappò con i denti una striscia del mantello e la imbevve con l’acqua della borraccia. Ripulì al meglio la ferita e restò ad osservarla.
Non era molto larga e non sembrava nemmeno troppo profonda.
- Sanguina ancora… E non so quanto sangue  ha perso fin ora, Generale…-
- Guarirà.- disse lui senza preoccupazione nella voce.
- Certo, tra qualche giorno, magari delle settimane…-
- Ch.-
- Forse dovrei cauterizzarla…-
- Non dire idiozie. Ti ho detto che guarirà.-
Scattò in piedi, ma subito una stilettata di dolore gli annebbiò la vista e lo costrinse ad appoggiarsi all’albero dietro di sé.
Kanda si rese conto che Akita aveva ragione. Sarebbe guarita con del tempo. Aveva perso la capacità di guarigione tempo prima, ma ancora non c’aveva fatto l’abitudine.
La ragazza  aveva nel mentre cominciato a strappare il mantello in lunghe strisce sottili.
- Almeno le faccio un bendaggio… Così evitiamo che si infetti e dovrebbe anche fermare l’emorragia…- disse, sorvolando sulla sua reazione.
Kanda si arrese, tornandosi a sedere a terra.
Lasciò che la ragazza lo medicasse, digrignando i denti quando lei strinse le bende di fortuna attorno alla ferita.
- Generale, sarebbe meglio che lei resti qui. Inu avrà finito con quegli Akuma, vado a controllare la situazione, poi torniamo alla locanda e chiamiamo l’Ordine Oscuro. Non può viaggiare con quella ferita.-
Lui non rispose, troppo ferito nell’orgoglio, ma abbastanza conscio della situazione da non obiettare.
La ragazza ritornò al campo di battaglia, affondando gli stivali nella terra umida e fece scorrere lo sguardo alla ricerca di Inu. Portò due dita alle labbra e fischiò per richiamare il cane, ma l’animale non tornava.
Akita portò una mano alle tasche posteriori della divisa, prendendo un coltello. L’assenza di Inu non era un buon segno, doveva essere successo qualcosa di grave.
Riprese a camminare con cautela, perlustrando con attenzione la zona in cui era avvenuto lo scontro. Gli Akuma erano stati distrutti, si vedevano chiaramente i resti dei loro corpi rimasti dopo l’esplosione. Cominciò ad ipotizzare che Inu avesse percepito la presenza di altri nemici e che si fosse allontanato per attaccarli, ma le sembrava strano che non rispondesse al richiamo nemmeno con un latrato.
Stava quasi per tornare in dietro per comunicare al Generale la situazione, quando un movimento alle sue spalle la fece restare immobile sul posto. Si concentrò sui suoni, tentando percepire qualunque rumore prodotto dalla presenza dietro di sé. Era un Akuma? Una persona comune? Scartò a priori la seconda possibilità, perché era comunque molto presto e quella zona era praticamente disabitata. Se fosse stato un nemico - e questa era decisamente l’ipotesi più probabile- allora si trovava nettamente in svantaggio dato che gli dava le spalle. Strinse con forza il pugnale e si preparò a girarsi rapidamente, affondando bene il piede destro a terra, usandolo come perno per voltarsi al lato opposto.
Quello che vide le fece sgranare gli occhi. Numerosi brividi le corsero lungo la schiena alla vista di Inu tenuto tra le braccia di una creatura umanoide dal corpo bianco. Il pelo del cane era chiazzato di sangue e la creatura che lo stringeva era inquietantemente somigliante ad un essere umano, ma con il corpo sproporzionato, stretto sul petto e gonfio all’addome. Aveva sopra il capo tre aureole e sulle spalle un paio d’ali. Un sorriso folle troneggiava sul suo viso, segnato da un pentagramma rovesciato sulla fronte.
Era senza dubbio un Akuma, un livello quattro da quello che ricordava dai documenti che aveva letto al quartier generale. La forma più potente e pericolosa di quelle armi.
- Stavi cercando lui?- chiese quello con voce quasi gentile, ma una luce di follia brillò nei suoi piccoli occhi.
Quelle parole riscossero Akita, che agì velocemente. Scagliò il coltello contro il nemico, colpendolo proprio sulla fronte.
Sapeva di non avere possibilità contro un livello quattro, ma non aveva altra scelta. Poteva darsi alla fuga, lasciando indietro sia Inu che il Generale ed avere qualche possibilità di riuscire a salvarsi. Ma si rese conto che non avrebbe mai potuto abbandonare nessuno dei due: doveva combattere, tentare di prendere tempo per poter riprendere il proprio cane, tornare dal Generale e tentare di salvarsi tutti insieme. Era impossibile, ne era cosciente. Pure il Generale gliel’avrebbe detto, ma non poteva lasciar morire due suoi compagni.
L’Akuma emise un grido straziante e acuto, lasciò andare il cane e le mani corsero al capo per sfilare l’arma.
- Maledetta Esorcista!- ruggì e si scagliò contro Akita colpendola al torace e spedendola parecchio distante dal punto dell’impatto.
La ragazza si tirò su a fatica, tossendo a causa del colpo subito. Immaginò di avere qualche costola incrinata, se non proprio rotta. Respirare era faticoso e doloroso, ma si rimise in piedi e afferrò altri due coltelli.
L’arma volò ancora contro di lei emettendo suoni rabbiosi e lei fu svelta nel lanciare le armi, colpendolo ad un braccio e di striscio sul tronco. Non appena le fu davanti però, frenò di colpo la sua corsa finendole quasi addosso. La guardò negli occhi e schiuse le labbra.
- Addio, Esorcista.-
Schioccò le dita e l’esiguo spazio tra di loro sembrò quasi esplodere.
Akita fu sbalzata via, tra le fronde degli alberi a parecchi metri da loro. Cadde dai rami e questi durante la sua discesa le stapparono gli abiti in più parti e le graffiarono la pelle, ma almeno ammortizzarono a sua discesa al suolo. Tentò di tirarsi su debolmente, ma gli occhi le si chiusero ed intorno a lei fu nero.
 
 
Non si era accorta che fosse calata la nebbia. Tutto intorno era offuscato da uno spesso strato di foschia, che lasciava intravedere le sagome degli alberi. Strinse gli occhi e tentò di vedere meglio ciò che la circondava. Una figura si stava avvicinando e i suoi contorni si facevano via via più definiti. La prima cosa che notò furono le dimensioni, troppo ridotte per essere quelle di una persona, poi la forma a punta delle orecchie e quella tondeggiante della coda pelosa, le fecero capire che si trattava di Inu. Sorrise e tese un braccio verso il cane, che le annusò la mano e si sedette accanto a lei, limitandosi a guardarla negli occhi. Akita ricambio il suo sguardo e sospirò.
- Devi dirmi qualcosa, vero?-
Lui si voltò sinistra e la ragazza lo imitò. Davanti a loro c’era un altro cane come Inu, riverso a terra. Immobile e sanguinante. Ad Akita le morì il respiro in gola. Chiuse con urgenza gli occhi, ritrovandosi a tremare a quella vista. Non appena li riaprì, la scena davanti ai suoi occhi era cambiata e adesso erano tra gli alberi sopravvissuti allo scontro tra Akuma ed Esorcisti. Ai piedi di uno di quelli vi era Akita stessa, distesa nel fango e ferita. Vedere la propria immagine in quelle condizioni dall’esterno la confuse e si voltò verso il cane.
- Perché? Perché mi fai vedere queste cose?!- gridò. - Lo so che non sono capace, che non posso battere quel livello quattro! Perché mi mostri la mia sconfitta?-
Il cane abbaiò e alla ragazza suonò come un rimprovero.
Si voltò verso se stessa e vide che l’Akuma suo avversario, si stava aggirando tra gli alberi. Akita sussultò, realizzando che lì vicino si trovava ancora il Generale Kanda. Non era in condizione di combattere, avrebbe avuto la peggio se il livello quattro avesse trovato.
- Devo aiutare il Generale!- esclamò.
Il cane tornò a guardarla con insistenza.
- Maio da sola non posso batterlo! Tu puoi combattere? Insieme potremmo riuscirci?-
Inu chiuse gli occhi e Akita lo interpretò come una negazione.
- Non posso permettere che muoia…- disse più a se stessa che al cane.
Quello piego il capo di lato, osservandola con curiosità. Poi si alzò e le si avvicinò.
- Hai trovato un modo?- chiese speranzosa e sembrò quasi che annuisse.
Il corpo del cane cominciò a risplendere di una luce verdognola, come quella che emettevano i frammenti di Innocence.
Akita si ritrasse leggermente, come se temesse di poter essere ferita da quel bagliore. Inu però si avvicinò ancora. La ragazza capì che non aveva altra scelta, doveva fare come le suggeriva l’animale. Allungò una mano verso di lui e la luce si propagò per il suo braccio, fluendo lungo il suo corpo. Le forze le vennero meno e l’unica cosa che vide prima di chiudere gli occhi fu lo sguardo di Inu: le sue iridi erano verdi.
 
Il boato assordante provocato dall’attacco del livello quattro aveva spinto Kanda a lasciare il luogo coperto tra gli alberi in cui si era nascosto, per andare alla ricerca della sua allieva. Quello che aveva udito non era il rumore di un Akuma che esplodeva quando veniva distrutto. Era stato un suono molto più potente, che aveva fatto tremare la terra.
Lo spadaccino si mosse lentamente, rallentato dalla ferita che, nonostante non sanguinasse più, continuava a dolere.
Mentre si aggirava tra gli alberi, udì un fruscio poco lontano da sé. Sguainò velocemente Mugen e si voltò verso la direzione del suono. Vicino a lui non c’era nulla, ma scorse la figura tarchiata di un livello quattro che avanzava verso la sua direzione. Il giovane si accostò al tronco di un albero, sperando di non essere visto. Non era un comportamento molto coraggioso, infatti si vergognò della propria vigliaccheria, ma in quelle condizioni non avrebbe avuto alcuna possibilità di battere quell’akuma evoluto. Cominciò a pensare che Akita poteva essere stata ferita gravemente, se non peggio, perciò trovarla e accertarsi delle sue condizioni divennero le sue priorità.
Non dovette allontanarsi molto, trovò la ragazza stesa ai piedi di un albero, priva di sensi. Si stava avvicinando a lei quando l’Akuma si parò tra loro.
- C’è un altro Esorcista da eliminare, allora.- disse, reclinando il capo.
Kanda digrignò i denti e strinse la presa sulla katana, pronto allo scontro. L’Akuma restò solo a fissarlo in silenzio, sorridendo in modo malsano.
- Dimmi… Esorcista. Vuoi che ti faccia saltare la testa di netto? Oppure prima un arto? Scegli tu!-
Gli occhi del Generale si ridussero a due fessure, ma subito si sgranarono non appena si accorse di un movimento alle spalle dell’Akuma.
- Akita?-
Non ricevette risposta, solo vide la ragazza tirarsi su a sedere. Anche il livello quattro si era accorto che si era ripresa e si voltò nella sua direzione.
- Uh? Credevo di averti uccisa! Hai la pellaccia dura!- gracchiò.
Akita sollevò lo sguardo e Kanda dovette trattenere il respiro. Prima ancora che il Generale si rendesse conto della situazione, lei aveva già spiccato un salto, addossandosi al nemico. Lo morse al collo e il giovane si accorse che i suoi canini erano più lunghi del normale. La pelle bianca dell’Akuma cominciò a sfrigolare mentre quello lanciava grida di dolore e si dimenava tentando di liberarsi, ma era tenuto sotto la presa ferrea della ragazza che lo inchiodava al suolo. Le unghie dell’Esorcista erano cresciute di un paio di centimetri ed in quel momento si erano conficcate nel corpo della creatura.
- Akita!- chiamò ancora Kanda, impressionato da quella trasformazione.
La ragazza sollevò il capo, percependo il richiamo e l’Akuma approfittò di quella distrazione per liberarsi spingendola via. Lei ruzzolò nella terra umida, ma si risollevò, puntandosi però sulle quattro zampe. Digrignò i denti, mostrando la dentatura improvvisamente affilata e ringhiò sommessamente. L’Akuma volò via e lei partì subito all’inseguimento, correndo carponi. Il Generale li seguì a ruota, l’immagine del viso di Akita impresso nella mente. I suoi occhi erano entrambi azzurri.
I due tornarono dove poco prima vi era stato lo scontro con i livelli tre e vide Akita che afferrò l’Akuma per un piede e lo atterò al suolo. Questi però spalancò la bocca e cacciò un grido acutissimo, che costrinse la ragazza a lasciare la presa ed allontanarsi. Cominciò a scuotere la testa, infastidita dal suono prodotto dal livello quattro e sembrò quasi che guaisse. Non appena l’Akuma si placò, l’Esorcista scattò nella sua direzione, ma il nemico contrattaccò rispedendola a terra. Sembrava che gli attacchi dell’arma evoluta non fossero molto efficaci su di lei.
Il livello quattro planò continuando a sferrare attacchi, Akita ne evitava la maggior parte anche se molti andavano a segno.
Nonostante la ragazza stesse resistendo bene, andando avanti di quel passo l’Akuma l’avrebbe sopraffatta. Kanda valutò di non essere nel pieno delle proprie capacità, ma doveva assolutamente aiutare la propria allieva, forse insieme sarebbero riusciti ad avere la meglio.
Evocò i suoi Insetti dell’Altro-mondo, attirando su di sé l’attenzione del livello quattro. Quello cedette immediatamente alla provocazione e si scagliò contro di lui. S’inoltrò nella boscaglia, tentando di posticipare il più possibile lo scontro, ma fu raggiunto in poco tempo. Si trovò senza altre alternative e dovette attivare il secondo livello dell’Innocence: la Lama della Seconda illusione prese posto tra le sue mani e lo spadaccino si preparò allo scontro.
L’Akuma lo colpì ad una spalla, ma lui incassò il colpo e contrattaccò immediatamente con numerosi affondi. Riuscì a mandare a segno numerosi assalti e il nemico non riuscì a tener testa a quella rapida offensiva.
Akita li raggiuse subito dopo e ferì il nemico alla schiena, strappandogli un grido lancinante. Questi si voltò verso la nuova assalitrice e Kanda ne approfittò per trafiggerlo con le due spade.
L’Akuma sembrò impazzire. Cominciò a girare su se stesso,  folle di rabbia e scagliò numerosi colpi alla cieca. Molti di questi colpirono i due Esorcisti che finirono contro i tronchi degli alberi. Doveva essere provato dai loro attacchi simultanei, sarebbe bastato poco per poter mettere fine allo scontro. Ma Kanda vide la seconda spada perdere consistenza tra le sue dita e capì di essere ormai allo stremo delle forze.
Vide Akita mettersi sulle quattro zampe e allontanarsi con passo mal fermo. Trovò rifugio arrampicandosi su un albero con un’agilità straordinaria, ma l’Akuma la seguì  e si insinuò tra il fogliame.
Lo spadaccino non riuscì più a vedere cosa stesse accadendo tra le fronde, poté solo udire il fruscio delle foglie e lo scricchiolio di un ramo che cedeva e cascava al suolo con un tonfo.
Poi tutto tacque.
- Akita!- chiamò.
 Dalle fronde apparse la sagoma del Livello quattro, che cadde rovinosamente nel fango e, dopo qualche spasmo, non si mosse più.
La ragazza scese dall’albero subito dopo, ferita e provata dalla battaglia. Questa volta camminava sulle gambe e seppur barcollando si avvicinò al Generale. A pochi passi da lui però cadde a terra, senza forze.
- Dannazione!- imprecò il giapponese tra i denti. Si mise in piedi a fatica e si avvicinò a lei, crollandole accanto. La prese per le spalle e la scosse. - Maledizione, non morire! O quelli dell’Ordine me la fanno pagare!-
La ragazza però non accennò a riprendere i sensi e lui non aveva le forze per riportare entrambi alla locanda.
Alzò gli occhi al cielo e vide minacciose nuvole scure addensarsi. Poco dopo le prime gocce di pioggia cominciarono a scendere.
Si tirò addosso il corpo della ragazza e tentò di trovare una soluzione. Di quel passo sarebbero morti o per le ferite, o per il freddo, senza contare che non avevano viveri. Con loro non c’era nemmeno il cane di Akita, che almeno avrebbe potuto chiedere aiuto o riscaldarli, crescendo di qualche taglia.
Proprio in quel momento, si udì un latrato in lontananza.
- Brutta bestiaccia, era ora che ti facessi vedere!-
Inu corse verso di lui e Kanda notò che anche lui era ferito.
- Dobbiamo aspettare che passi il temporale o la tua stupida padrona morirà di freddo, non appena la temperatura si abbasserà.-
Il cane sembrò capire la gravità della situazione e crebbe immediatamente di un paio di taglie, avvolgendo i due Esorcisti con il suo pelo.
Ora che la battaglia era finita e l’adrenalina in circolo stava nettamente scemando, il Generale percepì un certo torpore pervaderlo.
- Dobbiamo riposare, dopo penseremo a contattare l’Ordine…- disse più a se stesso che a qualcun altro e gli occhi gli si chiusero.
 
Akita aprì gli occhi e la prima cosa che vide fu il tetto bianco. Sentì sulla pelle la consistenza delle garze oltre al tessuto delle lenzuola, l’odore di disinfettante che le premeva nelle narici le lasciò immaginare di essere in un ospedale.
- Ti sei svegliata finalmente.-
Si voltò verso la provenienza di quella voce e vide il Generale, seduto in una sedia vicino al letto. Fece per mettersi a sedere, ma sentì il corpo dolere in più punti e la mano di Kanda premerle sulla spalla.
- Sta’ ferma, o farai riaprire le ferite!-
- Ma il Livello quattro?- protestò lei.
Lo spadaccino la guardò torvo.
- Non ricordi niente? L’hai sconfitto tu.-
Akita affondò nel cuscino e chiuse gli occhi.
- Io ricordo solo di essere stata colpita e di essere svenuta. Credevo che fosse stato lei a portarmi in salvo, Generale…-
Lui fece schioccare la lingua, infastidito.
- Piantala con questa storia del Generale. Chiamami Kanda come fanno tutti.-
A quelle parole Akita corrucciò la fronte, ma non rispose.
- Comunque tu hai combattuto con me contro il Livello quattro, poi è stato Inu a recuperare un golem con il quale ho contattato l’Ordine.-
- Siamo in infermeria?- domandò lei.
- Sì… vuoi raccontato cos’è successo, o preferisci riposare?-
- Nono, voglio sapere.-
Kanda sospirò e si poggiò allo schienale della sedia.
- Ho parlato con i cervelloni della scientifica e sembra che tu ti sia temporaneamente trasformata in una Bestia anti-Akuma.-
La ragazza continuò ad ascoltare in silenzio, allora Kanda riprese a parlare.
- Sembra che questo sia stato possibile per via della mutazione genetica che avete tu e quel cane e per la presenza di Innocence che hai nell’organismo. Visto che Inu non poteva combattere, l’Innocence si è attivata in te e ti ha fatto attaccare il livello quattro. Poi sei svenuta, non appena l’Akuma è stato distrutto, probabilmente perché l’effetto è svanito.-
Lei annuì con il capo.
- General…-
- Kanda, maledizione!- sbottò.
- Kanda…- si corresse lei. - Ora che mi succederà?-
- Ti riposerai, ti rimetterai in sesto e poi tornerai in missione.-
- Non mi faranno degli esami, dopo quello che è successo?-
- Il miglior esame è continuare a farti combattere. Se l’Innocence reagisce in modo strano o pericoloso, allora prenderanno dei provvedimenti.-
- Uccidermi, per esempio.-
Lo spadaccino si lasciò sfuggire una risata amara.
- No. Per l’Ordine Oscuro tu sei un’ottima arma al suo arsenale: un compatibile che oltre ad usare la propria Innocence è anche un tipo Parassita. Tu servi tantissimo a loro.-
- Capisco. L’importante per me è che posso ancora combattere con lei e con tutti gli altri.-
- Basta con questo «lei», sei noiosa. Non voglio rispetto solo per via della carica che rivesto. Non volevo nemmeno diventare Generale. L’ho fatto solo per poter…-
- … Cercare Allen Walker, lo so. Ed è per questo che ti ammiro, Kanda.- disse lei con un sorriso mentre si voltava a guardarlo.
Lui sbuffò.
- Grazie.- disse Akita richiudendo gli occhi e coprendosi meglio con le coperte.
- E di che?-
- Di avermi tratta in salvo e di considerarmi una tua pari.-
- Ch. Smettila di dire idiozie e riposa.-
Lei annuì e si voltò su un fianco.
Kanda si soffermò ad osservare la sua figura e sperò vivamente che l’Ordine non avesse davvero altri progetti per lei.

Angolo Autrice
 
Salve a tutti! Sono (finalmente) tornata! Non credevo possibile aggiornare entro questo mese, ma seppur al limite, ci sono riuscita :'D sono comunque passati sei mesi dal capitolo precedente, aiuto-
Il merito di questo aggiornamento è tutto di quella santa donna di Ya_mi, che mi ha spronata a scrivere questo capitolo e mi è stata vicina (?) durante tutta la stesura, per cui a lei vanno tutti i miei ringraziamenti.
Spero che i capitoli di questa fic si facciano attendere un po’ meno, ma non posso assicurarlo. Non so se qualcuno ancora segue ancora la storia o se i lettori l'hanno del tutto abbandonata, perciò ho intenzione di continuare per me stessa, principalmente. Non mi va di lasciare la storia incompleta, quindi la continuerò, anche se con ritmi più rilassati. Se vorrete sostenermi, ve ne sarò grata!
Non ho molto da dire sul capitolo. Questo power up (?) è una delle prime cose a cui ho pensato quando ho ideato il personaggio di Akita e la sua Innocence, perciò non vedevo l'ora di poterlo scrivere e presentarlo al pubblico. Spero vi sia piaciuto.
Devo anche ringraziare Mizuazu per l'aiuto che mi ha dato con il combattimento contro il livello quattro, che mi aveva messa in crisi.
Scusate gli eventuali errori, ho riletto il capitolo parecchie volte e d è pure stato betato, ma qualche cosa potrebbe essere rimasta >_>
Direi di aver concluso, vi do appuntamento al prossimo aggiornamento che sarà sicuramente all'anno nuovo, perciò se non ci si ribecca (?), vi anticipo gli auguri per Natale, Capodanno ed Epifania (?!) Vi lascio anche un piccolo avviso! Giorno 6 Dicembre pubblicherò una Flash Fiction sempre nel fandom di D.Gray, spero gli darete un'occhiata!
Grazie per l’attenzione!
Un bacione,
~ Mitsuki <3

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Capitolo 15
*** I can see a way for you to come back ***


Capitolo XV - I can see a way for you to come back


Inu fissava con insistenza la porta della camera di Akita. La sua compatibile era uscita di mattina presto per allenarsi con il Generale e, dato che gli era stato vietato di partecipare agli allenamenti, lui era rimasto a sonnecchiare nella stanza ai piedi del letto.
Si era svegliato pochi minuti prima, aveva sbadigliato, si era grattato il muso con una zampa, si era seduto e si era stiracchiato ben bene, stendendo prima le zampe anteriori, poi le posteriori ed infine il collo.
Aveva fatto scorrere lo sguardo per la stanza alla ricerca di una superfice contro cui grattarsi il dorso. Optò per il bordo del comodino, passandogli contro più di una volta, sia il fianco destro sia il sinistro. Poi starnutì e sbadigliò ancora.
Si rese improvvisamente conto di aver sete, perciò si diresse verso la porta. Era chiusa, ma sarebbe bastato spingerla con la testa  per aprirl…
 
TONF
 
Qualcosa non andava.
Riprovò ad andargli contro, questa volta mettendoci più vigore.
 
TONF
 
Niente, la porta non si apriva. E lui si era pure fatto male. Guaì e si grattò la testa con la zampa.
Quella era una cosa proprio strana, perché ogni volta che usciva con Akita, gli bastava spingerla con la testa o grattarla con la zampa per aprirla.
La zampa, certo. Doveva farlo con la zampa.
Si avvicinò una terza volta, questa volta con cautela, per evitare di farsi di nuovo male alla testa, e spinse la porta con la zampa destra.
Nulla.
Riprovò ancora, questa volta quasi grattando il legno dell’ uscio, ma quello non sembrava voler cedere.
Si sedette sconsolato davanti, pensando ad un modo per riuscire ad uscire, mentre la lingua gli penzolava di lato. La sete stava crescendo.
Infastidito cominciò ad ispezionare la zona vicino all’uscita. Fiutò tutto con attenzione e quando trovava qualcosa che forse l’avrebbe potuto aiutare, lo toccava con una zampa. Per sua sfortuna erano solo macchie nel pavimento in pietra o topini di polvere e il unico scopo era quello di farlo starnutire ancora, altro che aiutarlo ad aprire la porta! Niente meccanismi o trucchetti per terra, dunque.
Guaì ancora, per poi abbaiare frustato. Voleva uscire, accidenti! E voleva bere.
Saltò sulle zampe posteriori, poggiando le anteriori sul legno, tentando di fare ancora più pressione.
Fu in quel momento che la vide. La maniglia. Come aveva potuto non pensarci? Akita l’abbassava sempre per uscire dalla camera! Bastò avvicinarsi un po’ con il muso, aprire la bocca, prenderla con i denti ed abbassarla piano piano…
 
CLACK
 
La porta si aprì all’istante e lui corse fuori, prima che si potesse richiudere.
Si diresse velocemente verso le cucine. Molti finder lo salutarono come se fosse un umano e lui non resistette a ricevere qualche carezza. Raggiunse il bancone di Jerry e si affacciò ad esso. Abbaiò un paio di volte attirando l’attenzione del cuoco che si avvicinò sorridendogli.
- Buongiorno, Inu. Sei qui per la colazione?-
Il cane abbaiò ancora, lasciando penzolare ancora la lingua.
L’uomo ritornò nelle cucine, prendendo il necessario per il pasto della bestia anti-akuma, ritornando poco dopo con due scodelle d’acciaio. Una conteneva dell’acqua fresca e l’altra un preparato, studiato proprio da Jerry stesso per Inu.
L’animale si lanciò subito sulla scodella dell’acqua e bevve avidamente, mentre il cuoco lo osservava ridacchiando.
- Mi raccomando, mangia tutto! Io torno alle cucine, poi riporta le scodelle sul bancone!-
Il cane abbaiò, come se gli stesse rispondendo e Jerry girò sui tacchi e ritornò al proprio lavoro.
Dopo aver bevuto più di metà dell’acqua della ciotola, Inu si dedicò alla sua ‘pappa speciale’, come era solito definirla il suo creatore.
La mangiò tutta, scodinzolando, leccando bene tutto il metallo della scodella fino a che non fu praticamente lucido. Quando ebbe finito prese il contenitore tra i denti e lo portò al bancone, spingendolo con il muso, per non lasciarlo in bilico.
Tornò all’altra ciotola, finì di bere l’acqua rimasta e portò anche quella sul bancone. Abbaiò a Jerry, che giunse subito.
- Bravo cagnolone, sei proprio un tesoro!- esclamò l’uomo carezzandogli affettuosamente la testa. Lui gli leccò una mano, in segno di riconoscenza per avergli dato la colazione. Poi scese le zampe dalla superfice del bancone ed uscì dalla cucina.
Cominciò a gironzolare per i corridoi dell’ Ordine Oscuro, finché non incrociò Johnny che portava uno scatolone tra le braccia. Lo seguì fino ai laboratori della sezione scientifica e mentre il ragazzo poggiava il suo carico su uno dei tavoli, Inu attirò la sua attenzione tirandogli un lembo del camice con i denti.
- Oh! Inu sei tu!- esclamò il giovane scienziato non appena si accorse di lui. – Akita e Kanda sono ad allenarsi e non ti hanno permesso di unirti a loro?-
Il cane abbaiò, rispondendo affermativamente alla domanda.
- Mi dispiace. Sono convinto che ti stai annoiando.- continuò il ragazzo accarezzandogli il capo. – Puoi restare con me, se vuoi. Io però devo lavorare, perciò sta’ buono!-
Johnny aprì un cassetto e tirò fuori una pallina a forma di Akuma di primo livello e la diede al cane che la portò fino ad un angolo della stanza. Lì si accucciò per terra e cominciò a masticarla.
Lo scienziato lo osservò per un po’ da dietro le lenti spesse dei suoi occhiali, divertito dal suo comportamento. Non sembrava un’arma in quel momento, mentre scodinzolava ed addentava il giocattolo. Quello a volte gli sfuggiva e lui subito si alzava per andare a riprenderlo, poi si distendeva nuovamente nel suo angolino e riprendeva a mordicchiarlo.
Sembrava solo un cane con una pallina.
Sospirò, pesantemente e cominciò ad estrarre il contenuto dallo scatolo che aveva portato con sé. Erano le uniformi di Kanda ed Akita. Dopo l’ultimo scontro erano state danneggiate e lui le doveva sistemare. Prese il cappotto del generale dalle spalle e distese le braccia davanti a sé per poterla vedere nel complesso.
Aveva numerosi strappi sulle maniche e uno più ampio sul fianco. Decisamente non era recuperabile, doveva rifarlo da capo, ma almeno i pantaloni erano miracolosamente sani.
Andò a prendere delle stoffe per cominciare a lavorare, quando si sentì tirare per il camice. Inu aveva abbandonato il suo Akuma di gomma e richiamava ancora la sua attenzione.
- Per ora non posso giocare con te! Devo lavorare… vai a riprendere la pallina, su!- disse sfilandogli il tessuto dalla bocca e ritornando al suo tavolo da lavoro.
Ma la bestia  anti-Akuma non demorse.
Lo seguì fino al tavolo e questa volta si alzò sulle zampe posteriori, poggiando le anteriori sul tavolo e sulla stoffa. Abbaiò e batté più volte una zampa sul tavolo.
- No, Inu! Così la rovini!- esclamò il giovane mentre lo faceva scendere dal tavolo. – Che ti è preso? Non ti sei mai comportato così!-
Il cane continuò ad abbaiare e prese la stoffa tra i denti, tirandola verso terra.
- Ora basta! Lasciami lavorare!-
Johnny provò prendere il tessuto, ma il cane lo riacciuffò e si allontanò. Una volta essersi accertato che lo scienziato non lo stesse inseguendo, Inu si mise per terra e, sempre con il tessuto in bocca, si rotolò per terra. Lo scienziato per poco non gridò, ma si precipitò verso di lui, che prontamente si alzò. Aveva la stoffa avvolta su tutto il corpo e il ragazzo si avvicinò ancora per sfilargliela, ma la bestia anti-Akuma riprese ad abbaiare.
Fu in quel momento che Johnny capì…
- Inu… non è che vuoi un’uniforme pure tu?-
Il cane smise di latrare e si avvicinò finalmente a lui, scodinzolando.
Il ragazzo occhialuto si mise a ridere.
- Mi spiace averti rimproverato… Volevi solo farmi capire che ne volevi una pure tu!- disse mentre lo liberava dalla stoffa che ancora aveva addosso.
Inu gli leccò la faccia, per fargli capire che lo aveva perdonato.
- Allora a lavoro!-
 
 
Quando Kanda ed Akita arrivarono alla sezione scientifica, trovarono Inu in piedi sul tavolo e Johnny che gli girava intorno con degli spilli appuntati al camice.
- Che sta succedendo qui?- chiese il Generale vedendo che il cane aveva addosso quello che sembrava un cappottino nero.
- Inu voleva fatta un’uniforme, perciò gliene sto confezionando una!-
Kanda sgranò gli occhi.
- Il cane voleva un’uniforme?-
- Sì, esatto.- rispose lo scienziato, continuando a lavorare senza guardarlo in volto.
- E te lo ha detto lui?- chiese incredulo
- Me lo ha fatto capire!-
Il Generale aprì la bocca come per dire qualcosa, ma ci ripensò e la richiuse. Si voltò verso Akita che era rimasta impassibile a tutta quella conversazione.
- Tu non dici niente?- sbottò.
Lei lo guardò perplessa.
- Che dovrei dire?-
- Che non è possibile che il cane possa volere un’uniforme!-
- Perché non dovrebbe volerla? Anche Inu va in missione e corre dei rischi… Di recente ne abbiamo avuto la prova. Perciò credo sia giusto che anche lui abbia una protezione.- disse la castana con semplicità.
Kanda si portò una mano al viso, stringendo la radice del naso tra indice e pollice, come per concentrarsi e comprendere un concetto particolarmente difficile.
- Questo posso anche accettarlo… Ma davvero può aver chiesto a Johnny di farsi cucire un’uniforme?!-
Vide le teste della sua allieva e dello scienziato muoversi in sincrono, in un gesto affermativo.
- Perché non dovrebbe esserne capace?- chiese il ragazzo, non capendo il motivo di tanto stupore.
- Perché è un cane!- esclamò lui, guardando i suoi due interlocutori quasi con rabbia.
Proprio mentre la situazione stava degenerando, Reever entrò nel laboratorio.
- Oh, Kanda. Ti stavo proprio cercando. Quella cosa che ci hai consigliato di provare a costruire è pronta.-
Il Generale si fece improvvisamente serio.
- La Kekkai a base di Dark Matter?-
Lo scienziato annuì.
- Sembra che il prototipo sia funzionante. Lo abbiamo provato con Lau Jimin e sembra danneggiare l’Innocence solo se vengono colpite le pareti.-
- Di che si tratta?- chiese Akita.
- Kanda non ti ha detto niente?- chiese lo scienziato guardando prima lei, poi l’altro Esorcista. La castana si voltò verso il Generale, ma lui guardava altrove.
La ragazza alzò le spalle non chiedendo i motivi del silenzio di Kanda e rivolse la sua attenzione a Reever che iniziò a spiaegare.
- E’ un nuovo tipo di Kekkai che Kanda ci ha proposto di creare, da utilizzare contro Apocryphos. Si basa sullo stesso principio delle Kekkai da utilizzare contro gli Akuma, solo che questa è a basa di Dark Matter. Dato che Apocryphos è un particolare tipo di Innocence, se usiamo la sua sostanza antagonista dovremmo riuscire ad imprigionarlo almeno.-
- Capisco.- annuì Akita. – Generale, questa è un’idea sua?-
- Sì, perché?- chiese lui .
- Perché lei è un tipo più… fisico, diciamo… Non l’ho mai vista pensare a delle strategie, di solito si butta nel combattimento senza pensarci troppo.-
Lui sbuffò e chiuse gli occhi, voltandosi da un’altra parte.
- Effettivamente, siamo rimasti sorpresi pure noi della scientifica! Noi non abbiamo neanche pensato ad una simile idea, invece è stato proprio Kanda a proporlo! Che brutta figura...-
Il Generale si voltò, guardandoli entrambi male.
- Mi state dando dell’idiota, per caso?!-
- No, Generale. Assolutamente.- disse Akita, tentando di fare un’espressione più inespressiva possibile, mentre Reever stava visibilmente tremando, dato che l’Esorcista aveva perfettamente centrato il bersaglio.
 
Una volta che la Kekkai era pronta, fu creata una squadra di sette Esorcisti per andare a riprendere Allen Walker, ora che era possibile affrontare Apocryphos. Quella missione sarebbe valsa anche come test definitivo per la nuova arma, perché i dati di quel tentativo sarebbero usati come base per ulteriori modifiche e perfezionamenti.
Gli Esorcisti scelti per quella missione erano i tre Generali: Kanda, Sokaro e Tiedoll, accompagnati da Miranda, Lavi, Lenalee e Kaya. Erano stati scelti solo tipi Equipaggiamento, dato che i tipi Parassiti erano più vulnerabile al controllo di Apocryphos sulle loro Innocence.
Akita rimase ferma davanti alla scaletta del Gate, impaziente.
- Voglio venire lo stesso.- insistette.
Kanda sospirò.
- Non se ne parla. Anche se non portassi Inu con te, hai nel tuo corpo una piccola parte di Innocence, non possiamo correre il rischio che Apocryphos l’attivi a suo piacimento.-
Lei corrugò la fronte. Sapeva che aveva ragione, ma non poteva sopportare la sua inutilità. Si era allenata tanto per poter combattere da sola, senza il supporto della sua bestia anti-Akuma, ma adesso le veniva preclusa la possibilità di partecipare a quella missione importante.
Riconosceva però i suoi limiti e il rischio che lei stessa avrebbe corso in quella situazione. Rischio, che si sarebbe potuto estendere a tutti i suoi compagni, dato che non si potevano prevedere gli effetti del potere di Apocryphos su di lei.
- Faccia attenzione, Generale.- disse arrendendosi.
Si allontanò dall’Arca lasciando che la squadra potesse finalmente partire.
Lui la vide allontanarsi e sospirò.
- E’ Kanda.- la corresse, prima di salire la scaletta ed entrare nel Gate.
 
 
Non appena la squadra raggiunse Londra, gli Esorcisti concordarono il da farsi.
- Adesso ci dividiamo. Il nostro obbiettivo è cercare Allen Walker ed evitare in ogni modo lo scontro con Apocryphos.- mise in chiaro Tiedoll. – Comunicheremo tramite i nostri golem, perciò non spegneteli per nessun motivo. Se doveste avvistare o Walker o Apocryphos, mandate un messaggio con la vostra posizione. Convergeremo tutti nella zona più ampia nelle vicinanze per aprire un Gate o utilizzare la Kekkai per bloccare Apocryphos. Tutto chiaro?-
Gli altri Esorcisti annuirono, ma la preoccupazione negli occhi di Kaya e Miranda era palese. La prima perché non era ancora abituata a missioni a così alto rischio e la seconda perché sapeva che buona parte della riuscita della missione gravava su di lei, dato che se avessero incontrato Apocryphos, avrebbe dovuto tenerlo confinato nella Kekkai fino alla loro fuga, oppure riportare l’arma allo stato originale, se fosse stata distrutta.
Il vecchio Generale poggiò una mano sulle loro spalle.
- State tranquille, ragazze. Non sarete mai davvero sole. Se avrete un qualunque problema contattateci e accorreremo in vostro aiuto.- disse con un sorriso gentile e rassicurante.
- Yuu.- disse poi al proprio allievo. – Tu prova a ritrovare il rifugio in cui si nascondeva Allen Walker l’ultima volta che lo hai visto. Se era un luogo sicuro, probabilmente non si è spostato.-
Il giovane annuì con un cenno del capo.
Sokaro invece perse una bretella della Kekkai e gli fece passare in mezzo un braccio, poggiandola su una spalla.
- Niente in contrario se questa la prendo io?-
- Tu?- chiese Kanda inarcando un sopracciglio.
- Sei sicuro di volerti prendere questa responsabilità, Sokaro? Devi essere pronto a scappare se Apocryphos ti dovesse avvistare.-
L’altro Generale quasi rise.
- So bene quello che devo fare. Seppur mi dispiace non poter prendere a calci in culo quell’Apocryphos con la mia Madness, credo di essere il più indicato per questo compito. Riesco a restare lucido anche sotto pressione e a reagire in breve tempo e poi non ho difficoltà a trasportare la Kekkai senza affaticarmi.-
Tiedoll annuì.
- Non penso che nessuno abbia niente da obiettare, perciò va bene. Peso che adesso siamo pronti a muoverci. Su andiamo.-
Il gruppo si divise e Kanda provò ad orientarsi per la città, cercando di ricordare la strada percorsa quando era andato a cercare Allen con Akita tempo prima.
Ritrovò la piazza in cui avevano trovato il ragazzo ad esibirsi come pierrot e proprio lì veniva il difficile. Quando Apocryphos li aveva attaccati erano scappati velocemente e non era riuscito a memorizzare il percorso che avevano fatto.
Impiegò molto tempo per trovare la strada giusta e molte volte dovette tornare indietro, ma finalmente riuscì a raggiungere la sua meta.
Il vecchio edificio un po’ decadente nel quale si erano rifugiati quella volta s’imponeva in un piccolo vicolo, riducendo di parecchio la via che conduceva ad esso.
Il giovane Esorcista lo osservò attentamente, per accertarsi di non essersi sbagliato, poi lo aggirò alla ricerca dell’ingresso su retro, che effettivamente trovò.
Scese nei sotterranei e facendosi luce con una torcia che teneva nelle tasche posteriori della divisa, capì di aver raggiunto un vano molto ampio.
Nella semi oscurità notò un corpo disteso per terra e la sagoma di una persona seduta. Quest’ultima si voltò nella sua direzione non appena percepì che la luce lo stesse illuminando. Kanda ebbe appena il tempo di riconoscerlo, prima di venire attaccato.
Bloccò i suoi movimenti, afferrando le sue braccia e solo quando lo ebbe immobilizzato, gli pressò una mano sulla bocca per non fagli fare rumore.
- Moyashi! Datti una calmata! Sono io.-
Allen si rilassò immediatamente e lui lo lasciò andare.
- Kanda! Che ci fai qui?-
- Siamo venuti per portarti via. Abbiamo trovato un modo per fermare Apocryphos.-
Il ragazzo dai capelli bianchi sgranò gli occhi.
- Come?-
- La Sezione Scientifica ha creato una Kekkai a base di Dark Matter, dovrebbe riuscire ad intrappolare Apocryphos.-
Allen però non sembrava contento di quella notizia. Abbassò lo sguardo e poi voltò la testa verso la persona stesa a terra. Tyki Mikk stava sonnecchiando placidamente a pochi metri da loro.
Kanda osservò il Noah per un po’, poi si rivolse ad Allen.
- Andiamo via prima che si svegli. Tenterà di fermarci e di portarti da Conte del Millennio non appena avremo neutralizzato Apocryphos.-
- Sì, lo so…-
Il ragazzo diede un ultimo sguardo all’uomo disteso per terra, poi si voltò verso Kanda ed insieme si avviarono verso la scala che li avrebbe condotti fuori dal sotterraneo.
 
- Sono con Allen Walker, ci stiamo dirigendo in una zona abbastanza ampia per aprire un Gate dell’Arca.- disse Kanda al suo golem, il messaggio raggiunse tutti gli altri ed anche la sezione scientifica dell’Ordine Oscuro.
- Va bene, Kanda. Stiamo calcolando la tua posizione. Presto la manderemo agli altri Esorcisti.- rispose Reever, mentre lui ed altri scienziati lavoravano sulle tastiere, per poi contattare singolarmente gli altri membri del gruppo e dar loro le informazioni su come raggiungerli.
I due arrivarono alla piazza in cui si erano incontrati in precedenza e dopo aver comunicato la loro posizione alla Sezione Scientifica, rimasero in attesa dell’arrivo dei compagni.
- Non ci posso credere che tornerò a casa… Credevo che tornare alla Home sarebbe stato difficilissimo, invece sta accadendo tutto in un attimo! - disse Allen, con un timido sorriso sulle labbra.
- Non parlare troppo presto, Moyashi.- ribatté Kanda mentre si guardava attorno con attenzione.
- Su, Kanda… sii positivo! Non può andare sempre tutto male!-
Allen si dovette immediatamente ricredere. Dal tetto di un edificio era saltato giù Apocryphos.
- Maledizione! Te l’avevo detto di non parlare troppo presto!- esclamò il Generale. – Mandateci rinforzi e in fretta! Apocryphos ci ha raggiunti!-
Il particolare tipo di Innocence li attaccò senza perdere tempo e i due Esorcisti si ritrovarono a dover scappare per evitare uno scontro, dal quale non sarebbero mai usciti vincitori.
 - La Kekkai dovevo portarla io, accidenti!- Imprecò Kanda mentre correvano.
- Muovetevi in direzione Sud – Est!- disse loro la voce di Komui dal golem. – Vi avvicinerete a Sokaro!-
- Ricevuto!- esclamarono i due e fecero come gli era stato detto.
Dopo aver imboccato vari vicoli e stradine trovarono finalmente il Generale che correva nella direzione opposta. Non appena li vide, si fermò, per poggiare a terra la Kekkai ed indirizzarla verso Apocryphos. Il luogo non era adeguato per l’utilizzo dello strumento, dato che non era molto ampio, ma non potevano fare diversamente.
Non appena Allen e Kanda furono alle sue spalle, attivò l’arma.
Una luce scura si proiettò verso la creatura e non appena la raggiunse sembrò riflettersi su di essa, per poi avvolgere lo spazio circostante ed intrappolare Apocryphos in un cubo semitrasparente, che sembrava fatto di vetro annerito.
I due fuggitivi, che si erano lanciati per terra in modo da guadagnare qualche metro in breve tempo alla fine della corsa, si voltarono prima verso Apocryphos, poi verso Sokaro.
- Ha funzionato?- chiese Kanda ma non ricevette risposta.
Lui ed Allen si misero in piedi ed affiancarono l’altro Generale.
Apocryphos non si muoveva all’interno della Kekkai, rimaneva immobile.
- Che la Kekkai lo abbia reso inerte?- ipotizzò Sokaro.
- Non credo… la scimmia di Cloud Nine riusciva muoversi dentro la Kekkai… Apocryphos è in tipo di Innocence infinitamente superiore.-
- Allora cosa sta facendo?-
- La sta studiando.- disse Allen fissando la creatura. – Sta comprendendo cosa gli abbiamo usato contro e sta studiando un modo di uscire.-
- Speriamo che ci impieghi molto tempo a capirlo. Gli altri dove sono?- chiese Kanda.
- Eccoci!- Esclamarono Lenalee e Kaya. Entrambe provenivano dal una traversa alla loro sinistra. Da lì a poco giunsero anche Lavi e Miranda. Per ultimo, pochi attimi dopo, arrivò Tiedoll.
- Scusate, mi ero allontanato troppo…- si giustificò l’uomo.
- Ora che siamo tutti, lasciamo questo coso qua e noi vediamo di raggiungere un luogo adeguato per aprire un Gate, giusto?- chiese Sokaro.
Lavi alzò una mano.
- E se lo portassimo con noi?- chiese.
Gli sguardi di tutti si puntarono su di lui.
- Non possiamo rischiare! E’ fuori discussione.- rispose Kanda lapidario.
- Ma a quanto pare la Kekkai funziona! Potremmo portarlo con noi senza pericoli! E lì la Sezione Scientifica potrà studiarlo per scoprire finalmente dove si trova il Cuore!-
Gli altri Esorcisti si guardarono tra di loro, incerti.
- E’ una bella tentazione, certo… Sarebbe l’occasione per fare scacco matto al Conte del Millennio, estrapolando le informazioni da Apocryphos…- convenne Tiedoll.
Miranda avanzò udi qualche passo.
- Scusate… se non vi dispiace, io attiverei il mio Time Record sulla Kekkai, almeno finché siamo qui… Per essere tranquilli, fin quando non ce ne saremo andati… Spero presto.- disse rabbrividendo alla sola vista della creatura d’Innocence.
- Sì, Miranda! Hai avuto un’ottima idea! La prudenza non è mai troppa.- le sorrise incoraggiante Lenalee.
La castana annuì con il capo a quel complimento e cominciò ad attivare la sua Innocence.
Non appena il Time Record fu messo in funzione, gli occhi di Apocryphos che fino a quel momento erano rimasti chiusi, si aprirono.
- Stupidi Esorcisti… Aspettavo solo un vostro errore e voi ci siete caduti come immaginavo!-
La creatura parlò con voce cattiva che fece gelare il sangue nelle vene ai presenti.
Poggiò le mani su una delle facce del cubo e dai suoi palmi cominciarono ad uscire quelle che sembravano piume, che iniziarono a corrodere la Kekkai.
- Non mi ci vorrà molto ad aprire questa insulsa scatoletta! Non appena sarò fuori distruggerò il Quattordicesimo!-
Immediatamente Lavi e Kanda si schierarono davanti ad Allen, per proteggerlo.
- Non ci pensare nemmeno!- esclamò il primo.
- Prima dovrai vedertela con noi!- concluse il secondo.
- Ragazzi…- sussurrò l’Esorcista dai capelli bianchi. Aveva finalmente ritrovato i suoi amici.
Miranda intanto tentava di contrastare al tentativo di Apocryphos, accelerando il riavvolgimento del tempo il più velocemente possibile, sottoponendo il proprio corpo  ad uno sforzo fisico immane.
- Allen, apri un Gate!- gridò la donna. – Non resisterò a lungo!-
Il ragazzo ubbidì, non c’era tempo per cercare un luogo idoneo, dovevano andarsene alla svelta.
- E lui? Non ce lo portiamo?- chiese Lavi riferendosi ancora ad Apocryphos.
- No! Miranda non può tenere il Time Record ancora attivo!- ribatté Allen.
- Ma lui ti verrà ancora a cercare! Se non lo portiamo all’Ordine, continuerai ad essere in pericolo!- insistette lui.
Il ragazzo dai capelli bianchi digrignò i denti.
- Non importa!- disse, mentre apriva il Gate. - Tutti dentro.-
- Shonen, mi hai proprio deluso… Te ne vai senza neanche salutare?-
Proprio mentre tutti gli altri Esorcisti erano entrati nel Gate, Allen fu scaraventato a terra da Tyki. In Noah lo immobilizzò sotto il suo peso, bloccandogli entrambe le mani con le proprie.
- Te ne sei accorto solo ora? Sei tu ad avermi deluso, Tyki.- rispose a tono il ragazzo.
- Ti ho solo dato un vantaggio.-
Allen sollevò lo sguardo al Gate sopra di loro, era riuscito a non farlo chiudere nonostante la distrazione che gli gravava di sopra. Mancavano solo lui e Miranda.
- Non penserai che ti possa lasciare andare, vero?- riprese il Noah.
- Puoi sempre venire con me. Se mi aiuti, vivrai. Se mi ostacoli ci ritroveremo punto ed a capo. Fai la tua scelta.-
Lui scoppiò a ridere.
- Aiutarti?  Scappare con te? Stai scherzando, vero?-
- Non hai visto? Siamo riusciti ad immobilizzare Apocryphos. Se ci aiuti, anche voi Noah avrete una minaccia in meno, no?-
- E dovrei andare nella tana del lupoo? Non ci penso nemmeno!- sbottò Tyki.
- Nessuno ti farà del male! Anche io sono un Noah, fino a prova contraria.- insistette Allen, stava per cedere, lo vedeva chiaramente. Tyki non era totalmente votato alla famiglia Noah, conservava anche la sua parte umana e questa si stava visibilmente ribellandosi alla Memory che quel corpo ospitava.
Il Noah allentò la presa sul suo corpo, e l’Esorcista riuscì a toglierselo di dosso.
- Tyki… devi usare il tuo potere sulla Kekkai, rafforzala!-
L’uomo guardò Apocryphos che tentava di rompere quel cubo e l’Esorcista che controllava il tempo, che riavvolgeva ogni singolo istante nonostante fosse solo ad un respiro dallo svenimento.
Non appena vide che l’Innocence della donna riparò per l’ennesima volta la Kekkai, lui cominciò a far fluire il suoi potere dai palmi della mano. Un fiotto di energia scura avvolse il cubo, rendendolo ancora più opaco.
Allen si avvicinò a Miranda e le poggiò una mano sulla spalla, facendole capire che poteva disattivare la sua Innocence. Lei crollò esausta tra le sue braccia ed il ragazzo la prese in spalla.
Attivò la Crow Belt con la quale arpionò la Kekkai, ma non appena quella la toccò, iniziò a bruciacchiarsi. Era pur sempre Dark Matter quella. L’Esorcista non se ne curò, anzi rafforzò la stretta e cominciò ad avviarsi verso il Gate, trainandosi dietro l’arma.
Ad un passo dal Gate, si voltò verso Tyki.
- Su… Andiamo a casa.-
 
 
 
Angolo autrice
 
Sono passati cinque mesi dall’ultimo aggiornamento, vero? :’D Speravo di riuscire a postare questo capitolo prima, ma non ci sono riuscita >_<
Proverò ad accorciare i tempi (mi piacerebbe aggiornare tipo a Giugno, per esempio), ma non vi prometto nulla…
Una cosa posso assicurarvela però! Mi sono resa conto che mancano una decina di capitoli alla fine di questa fic! Di preciso ne ho contati ancora 8, ma potrei decidere di farne di più, perché alcune parti di storia, forse avranno bisogno di una trattazione più ampia… Comunque posso dire di vedere la luce e la fine di questa fanfiction che odio ed amo xD
Vorrei velocizzare gli aggiornamenti proprio per concludere il prima possibile, ma vedremo come andranno le cose un po’ per volta.
Bene, aspetto i vostri pareri in merito a questo capitolo! La prima parte sono convinta di averla scritta sotto l’effetto di stupefacenti, perché è… è… è… Non so definirla veramente xD E’ nato tutto da un’idea random, ossia ‘Voglio che anche Inu abbia l’uniforme!’ e da lì è venuto fuori il pezzo di Akita, Kanda, Inu e Johnny rispetto a questa fantomatica uniforme xD Poi ho deciso di iniziare il capitolo dal punto di vista dei Inu stesso… e da qui sono venute fuori le scenette della porta, della colazione e della pallina a forma di Akuma… Non so decidere se queste idee siano geniali o totalmente idiote xD Credo che il confine sia molto labile…
Per il resto… che ne pensate della nuova Kekkai? Io la trovo una soluzione abbastanza efficace ed anche abbastanza probabile, ma sono curiosa di sapere anche i vostri punti di vista.
Bene, credo di aver concluso!
Grazie come sempre a Ya_mi, per il supporto, il betaggio e la recensione al capitolo precedente! Grazie anche a Lady Red Moon che mi ha lasciato un parere al capitolo 14!
A presto!
Un bacione,
~ Mitsuki <3

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Capitolo 16
*** Home. ***


Capitolo XVI - Home.


 
- Sono a casa.-
Allen aveva appena messo piede all’Ordine Oscuro e quelle parole fluirono rapide e spontanee, assieme alle lacrime che gli rigarono il volto senza che lui stesso se ne rendesse conto.
Era tornato, era nella sua Home dopo tanto tempo tanto da non sembragli nemmeno vero.
Quello però non era il tempo per i sentimentalismi. Stava ancora trascinando Apokryphos con la Crown Belt e dovevano agire tempestivamente per renderlo inoffensivo, o sarebbe stato un disastro.
- Portatelo da Hevlaska! Immediatamente!- comandò Komui mentre gli correva incontro.
Allen non ci pensò due volte, si preoccupò solo di poggiare a terra Miranda, ancora priva di conoscenza tra le proprie braccia e procedette verso la zona dell’Ordine occupata dalla prima Esorcista, Custode del Cubo. Lei avrebbe sicuramente trovato un modo per placare Apokryphos.
Il loro cammino fu però interrotto da Chaoji.
- Un Noah! Allen Walker ha portato un nemico all’interno dell’ordine Oscuro!-
Nessuno si era praticamente accorto della presenza di Tyki, tutti erano troppo presi dalla missione  dall’arrivo improvviso degli Esorcisti tramite un Gate non dell’Arca dell’Ordine.
L’allarme dato da Chaoji aveva però mobilitato tutti gli Esorcisti, che si prepararono al combattimento in pochissimi secondi.
Allen imprecò a denti stretti. Tyki era arrivato proprio quando tutti gli altri erano già entrati nel Gate, solo Miranda sapeva che il Noah era strettamente fondamentale per controllare l’Innocence umanoide, ma lei in quel momento era ancora svenuta e non poteva aiutarlo a spiegare la situazione.
- Sì, l’ho portato con me perché il suo potere sta evitando che la Kekkai si rompa! Senza di lui Apokryphos si libererebbe e sarebbe un disastro!- provò a spiegare.
Cercò con lo sguardo appoggio in Lavi, Kanda e Lenalee, i quali disattivarono immediatamente le Innocence. Sorrise, colmo di gratitudine. Non si aspettava niente di diverso dai suoi migliori amici.
- Un disastro? Apokryphos è un tipo di Innocece estremamente vicina al Cuore, no?- riprese Chaoji. – Perché dovrebbe attaccare noi, Apostoli di Dio?-
Allen sollevò il volto verso il ragazzo cinese, senza rispondergli. Cosa poteva dirgli? Aveva ragione, Apokryphos proteggeva il Cuore e proprio per adempiere al suo compito avrebbe attaccato lui, portatore della Memory del Quattordicesimo, dato che è una minaccia per il Cuore stesso. Il disastro sarebbe accaduto e proprio perché i suoi amici avrebbero affrontato la creatura per difenderlo. Proprio mentre cercava una soluzione per scongiurare una simile tragedia, gli occhi di Chaoji si fecero più grandi.
- Apokryphos vuole te. Perché tu sei un Noah.- Aveva capito. – Quindi hai portato un tuo simile per farti aiutare.-
Aveva parlato con tono ostile e il bracciale attorno al suo posto aveva cominciato a brillare. Prima che riuscisse a reagire Lavi, Kanda e Lenalee si pararono davanti ad Allen, facendo scudo attorno al lui.
- Non hai capito niente, idiota.- sibilò Kanda sguainando Mugen.
- Se Allen ha portato qui il Noah è solo per farsi aiutare con Apokriphos! Lui non sta con il Conte del Millennio!- esclamò Lavi.
Presto anche Kaya ed Akita accorsero al fianco dei due ragazzi.
Prima che la situazione potesse degenerare, Komui si mise in mezzo.
- Per ora la nostra priorità è fermare Apokriphos. Il suo potere danneggerebbe anche le vostre Innocence, nonostante il suo obbiettivo è solo Allen.- si fermò un attimo ad osservare l’Esorcista dai capelli bianchi e il Noah a due passi dietro di lui. – Io mi fido di Allen e fino ad oggi non mi ha mai dato motivo di dubitare delle sue decisioni. Se ha portato qui questa persona, una ragione ci sarà, non facciamoci prendere dal panico.-
Chaoji non ribatté dopo l’intervento del Supervisore e il gruppo riprese ad avanzare.
Allen osservò Tyki di sottecchi, che fino a quel momento non aveva fatto nulla o detto una parola.
- Grazie.- gli disse semplicemente.
Il moro puntò i suoi occhi dorati nei suoi argentati, che lo guardavano con discrezione.
- Perché mi ringrazi, Shonen?-
- Perché non hai reagito a quelle provocazioni.-
- Se lo avessi fatto sarebbe finita male, no? E qua dentro da solo non avrei molte possibilità per farcela. Sarebbe stato stupido.-
Il ragazzo non rispose, riprese a guardare davanti a sé.
Non appena giunsero da Hevlaska, l’Esorcista allungò le sue dita, avvolgendo così la Kekka, che si frantumò immediatamente nonostante l’effetto rinforzante dato dal potere di Tyki. Solo quando la Custode del Cubo affermò che Apokryphos non era più un pericolo, gli Esorcisti e il Supervisore si rilassarono.
A quel punto Komui puntò la propria attenzione su Tyki.
- Adesso spiegami perché sei qui, non credo che tu ti sia introdotto nella nostra Base principale solo per aiutarci.-
Il Noah ricambiò lo sguardo del cinese per un lungo attimo.
- Komui! Sono stato io chiedere di aiutarci! Senza il potere di un Noah la Kekkai non avrebbe retto e il vostro tentativo sarebbe stato vano!- s’intromise Allen.
- Non parlavo con te.- lo riprese il Supervisore. – Voglio che mi risponda lui, Tyki Mikk se non erro.-
Il giovane dai capelli candidi rimase sorpreso dal tono che l’uomo aveva usato. Komui era molto serio, la sua preoccupazione era quasi palpabile.
Tyki, invece sorrise. Sembrava soddisfatto del tono che gli era stato riservato.
- Dice bene, sono Tyki Mikk. Mentre lei è Komui Lee, Supervisore del Ordine Oscuro.-
- Corretto. Allora?-
Il sorriso del Noah del Piacere si fece più ampio.
- E’ come ha detto il ragazzo. Mi ha quasi supplicato di essere aiutato! E poi Apokryphos è un problema anche per noi.-
- Dunque tu sei andato direttamente nel covo nemico, solo per eliminare una minaccia comune? Non è stata una mossa incauta? Qui ti potremmo eliminare immediatamente.-
Lui annuì con il capo.
- Ne sono consapevole. Il ragazzo mi ha però detto che voi sarete comprensivi con me, dato che non vi sto facendo alcun male. Sostiene che, come avete accettato lui, nonostante la sua Memory, accetterete anche me.-
Komui sospirò pesantemente. Spostò lo sguardo e vide gli occhi di Allen fissarlo con insistenza. Capì di non avere molta altra scelta.
 
Tyki fu chiuso in una cella ai piani più bassi della Sede Europea. Il Noah certo non si aspettava niente di diverso, anzi doveva ammettere di essere sorpreso. Pensava di avere messo seriamente a rischio la propria vita, seguendo Allen, invece si era sbagliato.
Certo non era stato ben accolto, era pur sempre un nemico e il semplice fatto di non essere stato ucciso seduta stante da tutti gli Esorcisti presenti, era già una piccola vittoria.
Un vittoria per cosa esattamente? Per essersi schierato con gli Esorcisti o per essere riuscito ad infiltrarsi nella tana del nemico, per poterlo colpire dall’interno?
Chiuse gli occhi e si lasciò cadere sulla branda.
Era un guaio che non lo sapesse nemmeno lui.
 
Dopo aver lasciato Tyki nella prigione dell’Ordine, Allen poté finalmente trarre un sospiro di liberazione e godersi il ritorno a casa. Lavi, Kanda, Lenalee e le due nuove Esorciste lo avevano preceduto al refettorio, mentre lui andava con Komui a rinchiudere il Noah nei sotterranei, quindi decise di raggiungerli.
Mentre camminava per i corridoi non poteva fare a meno di essere sollevato da come erano andate le cose. In particolare per come avevano reagito i propri compagni alla vista di Tyki. La reazione di Chaoji era più che giustificata, ma era comunque grato ai suoi amici di essersi fidato di lui e del suo giudizio.
Quei pensieri gli fecero compagnia fin quando non arrivò alla mensa.
Ritrovò tutti seduti ai tavoli, intenti a mangiare e a chiacchierare. Tutti gli Esorcisti erano all’Ordine Oscuro, Generali compresi, il che era un evento più unico che raro dato che solitamente molti erano in missione. Il ragazzo però capì che l’operazione che avevano appena portato a termine aveva mobilitato tutti. Allen si rese conto che catturare Apokryphos non serviva solo per riportare lui a casa, ma era un passo importante per acquisire informazioni sul Cuore, proprio come aveva detto Lavi a Londra. Scoprire dove si trovasse, sarebbe stata la mossa decisiva contro i Noah.
Lenalee fu la prima ad accorgersi di lui, non appena varcò la soglia del refettorio e subito lo chiamò a gran voce.
- Allen!-
Lui le sorrise e si avvicinò. La ragazza nel mentre si era alzata in piedi ed aveva lanciato le braccia attorno al suo collo, abbracciandolo con forza.
Cominciò a piangere sommessamente, mentre lui ricambiava la stretta e tutti gli altri si avvicinavano, dando affettuose pacche sulle spalle del giovane ed abbracciandolo discretamente, per quanto riuscissero dato che la ragazza cinese non accennava dallo staccarsi dall’amico.
Essere accolto da tutti i propri amici, fece tornare le lacrime agli occhi argentati di Allen che riprese a piangere, potendo finalmente sfogare i sentimenti che aveva dovuto trattenere non appena era arrivato all’Ordine Oscuro.
Non appena si fu calmato, salutò tutti i vecchi amici, anche altri di loro si erano commossi, Crowley e Miranda per esempio, e conobbe anche Kaya, con cui non aveva ancora avuto modo di parlare. Timothy si aggrappò al suo braccio iniziando a dondolare, imitando Lau Jimin, nel tentativo di attirare l’attenzione del ragazzo su quanto fosse cresciuto in quei mesi.
Giunsero anche gli scienziati e nemmeno Johnny riuscì a trattenere le lacrime, non appena lo rivide, facendo quasi saltare i nervi a Kanda che non ne poteva più di sentire gente piangere.
Gli raccontarono molte cose accadute durante la sua assenza. Del fidanzamento di Lavi e Kaya, di come Kanda stava allenando Akita, come sua allieva e tutte le missioni che avevano affrontato in quei mesi.
Allen si sentì come se avesse perso tanto, troppo delle vite dei suoi amici, ma loro fecero di tutto per tirargli su il morale e non fargli pesare la sua assenza. Kaya durante la lunga chiacchierata gli fece un disegno ed Inu richiese tante carezze, chiamandolo con una zampa, segno che la presenza del ragazzo gli facesse piacere.
Chaoji se ne stette in disparte. Lanciava qualche occhiata torva in direzione del gruppo che festeggiava, ma non s’intromise di nuovo.
Gli altri Esorcisti però non nascosero la loro preoccupazione rispetto la presenza di Tyki all’Ordine, ma Allen li rassicurò, appoggiato da Akita, la quale aveva avuto modo di conoscere il terzo figlio di Noè in occasione della prima missione a Londra a cui aveva partecipato con Kanda. Quella volta il Noah aveva detto che non avrebbe attaccato gli Esorcisti ed aveva mantenuto la parola, perciò lei non si aspettava diversamente in quell’occasione.
 
- Vieni con me.-
Kanda lo aveva fermato in un corridoio, prima che potesse entrare in quella che era la sua vecchia camera, quando era ormai sera.
Lo spadaccino non gli spiegò dove lo volesse portare, ma sembrava qualcosa di importante. Allen lo seguì in silenzio, notando che il giapponese faceva attenzione a non essere visto da finders, uomini della sezione scientifica o da altri Esorcisti, ma nemmeno per quello il ragazzo chiese spiegazioni. Avrebbe avuto le risposte che cercava non appena sarebbero giusti a destinazione.
Uscirono dal castello, da un ingresso secondario e poco agibile. Sembrava che Kanda lo conoscesse bene, il che fece insospettire ancora di più il giovane dai capelli candidi. Nascondeva qualcosa da qualche tempo e la stava condividendo proprio con lui.
Erano diretti al giardino e sotto un grande albero, abbastanza lontano dal castello da non essere visti da qualcuno affacciato a qualche finestra, una persona li aspettava.
Allen accelerò il passo, non appena ebbe capito chi fosse, superando Kanda in poche falcate.
- Link!- esclamò.
Il Corvo lo salutò con un mezzo sorriso e con un cenno del capo.
- Buonasera, Walker.-
- Pensavo fossi morto! Credevo che Apokryphos…-
Il biondo negò con il capo.
- Quando sono stato ferito, Zu Mei Chan mi ha salvato la vita, tramite Atuuda, il suo Golem guaritore.-
Il ragazzo annuì con il capo nel sentire quelle parole e constatare con i propri occhi che l’altro stesse davvero bene.
- Sono felice di vederti sano e salvo.- disse con la voce un po’ incrinata.
Kanda se ne accorse e non perse l’occasione per riprenderlo.
- Moyashi, non starai piangendo ancora?!-
Allen sobbalzò e si affrettò ad asciugare gli occhi umidi.
- Non sto piangendo! Sono solo un po’ emozionato per essere tornato qui e trovarvi tutti bene.-
Lo spadaccino fece schioccare la lingua.
- Secondo me ti sei rammollito.-
- In ogni caso…- intervenne l’Ispettore. – Non dire a nessuno che mi hai incontrato, nemmeno a Lvellie.-
- Perché? Nemmeno lui sa che sei vivo?- domandò il ragazzo.
- Non è questo, lui sa che sto bene. E’ che vuole che ti sorvegli, quindi tu dovresti credermi morto come tutti.- spiegò Link.
- Stai disobbedendo ad un ordine, quindi.- osservò l’Esorcista dai capelli bianchi.
- Diciamo che non appoggio del tutto le sue posizioni, in particolare quello che pensa su di te. Voglio proprio metterti in guardia contro di lui.-
- Tenterà di usarmi per arrivare alla Memory del Quattordicesimo?-
- E’ probabile. Tra l’altro, so che hai fatto entrare un Noah qui, all’Ordine Oscuro. Questo non ti metterà in buona luce ai suoi occhi.-
Allen annuì.
- Penserà che l’ho fatto entrare come mio complice per distruggere il quartier generale e che mi sia schierato con i Noah.-
- Esatto.- confermò il biondo. – Accertati che quel Noah non ti tradisca, Walker.-
Lui sorrise.
- Non temere. Mi fido di Tyki.-
- Speriamo che non tu non ti sia fatto abbindolare, Moyashi.- s’inserì Kanda.
- Smettila di chiamarmi così! Il mio nome è Allen!- sbottò lui, mentre il giapponese si voltava dall’altra parte, stizzito.
- A proposito, lui dov’è per ora?- riprese il ragazzo.
- Chi, Lvellie?- domandò Link.
All’annuire di Allen, Kanda rispose.
- E’ al Vaticano, doveva fare cose con non so chi.-
Il giovane inarcò un sopracciglio.
- Io sarò pure una mammoletta, ma tu sei proprio scemo.- lo punzecchiò.
- Come ti permetti, moccioso!- sbraitò l’altro.
- «Fare cose con non so chi» ti sembra qualcosa di intelligente da dire?- insistette il ragazzo, facendogli la linguaccia.
Link sbuffò a quei battibecchi, ma non intervenne.
- Non posso crederci che si stata tua l’idea di usa re la Dark Matter per le Kekkai!- esclamò Allen.
A quella frase il giapponese si placò, emettendo comunque un verso infastidito.
- Infatti non è un’idea mia. Ci ha pensato lui.- disse indicando il Corvo.
Il ragazzo dai capelli bianchi sposto lo sguardo dallo spadaccino all’Ispettore, confuso.
- Lo sapevo!- esclamò infine. – Non potevi essere così intelligente!-
- Maledetto!- imprecò Kanda a denti stretti incassando il colpo.
Il giovane si voltò poi verso il biondo.
- Allora credo di doverti ringraziare. Se non fosse stato per te non sarei potuto tornare alla Home.- disse sorridendo.
 
 
- Un Noah nelle segrete?!- gridò il Sovrintendente Lvellie, sgranando gli occhi.
Komui annuì, con il capo senza dire una parola, mantenendo il più possibile la compostezza.
L’inglese aprì con forza la porta del proprio ufficio, seguito poco dopo dal Supervisore della Sede Europea.
- Perché l’avete fatto entrare?!- urlò ancora quello.
Il cinese chiuse la porta e lo fissò da oltre le lenti.
- E’ arrivato con un Gate e stava tenendo ancora in funzione la Kekkai che imprigionava Apokryphos, era indispensabile per la riuscita della sua cattura.-
- Avete fatto usare ad un nemico la nostra Arca?!- ruggì.
L’uomo dai capelli neri chiuse per un attimo gli occhi e prese un respiro.
- Non era un nostro Gate.-
Non poteva nascondere la presenza di Allen, era stato un miracolo che il Sovrintendente non l’avesse scoperto da solo, semplicemente passando per i corridoi, dato che la notizia del ritorno del ragazzo si era diffusa i fretta.
- Walker!- esclamò infatti l’inglese. – Si è introdotto qui con altro Noah!-
- No, signore. Allen ha collaborato con la squadra di Esorcisti incaricata di riportarlo qui.- precisò il Supervisore.
Lvellie si sedette alla scrivania e poggiò il viso alle dita incrociate, i gomiti poggiati alla superfice in legno dello scrittoio.
 sembro pensarci un po’ su. Si sedette alla scrivania e poggiò il viso alle dita incrociate, i gomiti poggiati alla superfice in legno dello scrittoio.
- Ammettiamo che sia vero, perché il ragazzo potrebbe pure mentire, perché il Noah non è stato eliminato?-
- Perché non ha danneggiato nessuno di noi, anzi ha collaborato ad una nostra operazione.-
- E’ pur sempre un nemico!-
- Noi però non ci comportiamo ciecamente. Abbiamo un debito nei suoi confronti e dobbiamo renderglielo.- disse con fermezza Komui.
Il Supervisore aprì bocca per replicare, ma una strana vibrazione si diffuse per la stanza, facendo tremare gli oggetti sui mobili e dondolare i quadri appesi alle pareti.
I due uomini restarono immobili a guardarsi in torno, poi si scambiarono un’occhiata.
- Cosa sta succedendo…?- domandò a mezza voce il Sovrintendente.
Un boato assordante fu la risposta che ricevette.
 
Angolo Autrice
 
Lo so, lo so… avevo promesso che avrei aggiornato a Giugno, ma sono ritardo di una settimana. Vi chiedo scusa (come sempre-), ma ho delle buone motivazioni (?)
Sono nel bel mezzo della sessione estiva, e chiunque è all’università sa che non è proprio il periodo migliore della vita di uno studente :’D Tra l’altro si sono aggiunti problemi personali che non mi hanno di certo aiutata, quindi riuscire a pubblicare questo capitolo con solo una settimana di ritardo devo dire che è un successo.
Quest’aggiornamento non è proprio dei migliori, ma per le condizioni psicofisiche in cui l’ho scritto, posso giudicarmi soddisfatta, onestamente. E’ venuto breve, lo so, mi scuso anche per questo, ma è pur sempre un capitolo di passaggio e non potevano succedere molte altre cose. Spero di farmi perdonare con i capitoli successivi! A proposito, proverò a recuperare il ritardo di questo aggiornamento ad Agosto, sperando di non sforare anche in quel caso :’D C’è sempre la sessione di settembre, purtroppo.
In ogni caso, grazie per continuare a seguire la storia, ormai siamo entrati nella fase più o meno finale, aspettatevi cose, poi una piccola pausa e infine ci sarà il vero e proprio finale.
Mi sono espressa non tanto diversamente dal nostro caro Kanda, ma i miei neuroni chiedono pietà e non ho la forza per spiegarmi meglio x°° In realtà nemmeno voglio, veramente… Vi devo lasciare con la suspense (?) Posso anticiparvi che i prossimi due capitoli saranno pieni di roba, ecco.
… O almeno, dovrebbero-
Basta, la chiudo qui-
Ringrazio come sempre Ya_mi per la sua recensione al capitolo precedente e per avermi aiutata con questo <3
Un bacione e a presto!
~ Mitsuki <3
 

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Capitolo 17
*** Just me and my weakness. ***


Capitolo XVII – Just me and my weakness

 
Akita correva per i corridoi con Inu al seguito. L’esplosione era stata udita a tutti i piani del Quartier Generale, gli Esorcisti e i Finders si erano riversati per i corridoi e il via vai non faceva altro che accrescere il panico generale e la confusione.
Altre esplosioni fecero tremare tutta la struttura e dalle finestre si cominciarono a vedere spesse colonne di fumo nero provenire dai piani inferiori.
Non appena riuscì a riacquistare l’equilibrio, la ragazza riprese la propria corsa verso la sala di comando. Svoltò un corridoio e quasi si scontrò con Lenalee che avanzava in senso contrario.
- Akita!- esclamò la cinese.
- Sai cosa sta succedendo?- le chiese la castana.
L’altra ragazza negò con il capo, mentre riprendeva fiato.
- No, non è ho idea! Sto cercando mio fratello! Era andato nell’ufficio di Lvellie!-
- Io sto andando alla Sezione Scientifica per di scoprire cosa sta succedendo, tu accertati di come sta il Supervisore!-
Lenalee annuì con un cenno del capo, per poi avventurarsi nel corridoio. Akita la seguì per un po’ con lo sguardo, pensando di andare ad aiutarla ma l’abbaiare di Inu la riscosse. Le tirò un lembo della giacca che aveva indosso sopra la canotta nera con la quale stava dormendo, per farla procedere verso la loro meta.
La sua stessa idea l’ebbero anche Kaya e Lavi. La castana li vide pochi metri davanti a lei, precederla all’ingresso della Sezione Scientifica.
La scena che si presentò davanti ai loro occhi era sconvolgente. La grande sala che occupava l’Arca era quasi completamente distrutta, ma la cosa più terribile era la presenza dei Noah al suo interno.
Lavi imprecò a denti stretti.
- Come hanno fatto ad entrare?!-
- E’ stato il Noah che ha fatto entrare Walker, non ci sono dubbi!- esclamò Chaoji dal lato opposto della Sala di Comando.
Nessuno degli altri tre Esorcisti gli rispose, troppo occupati a pensare a come risolvere la situazione, che a trovare un colpevole.
La cosa più strana era che i sei dei Tredici Figli di Noè presenti all’ordine Oscuro sembravano non avere intenzione di attaccare gli Esorcisti che si erano presentati.
Wisley, Sheryl, Lulu Bell, Fiidora, Jasdero e Debitto erano comodamente seduti sui macchinari della sezione scientifica, incuranti dei danni che avevano causato alla struttura.
- Che siete venuti a fare qui?- gridò Kaya.
Sheryl le rivolse un’occhiata di puro disgusto.
- Siamo qui per distruggervi, sciocca ragazzina!-
La sede dell’Ordine Oscuro tremò ancora e numerose crepe si formarono nel pavimento. Con una nuova esplosione, il Conte del Millennio fece irruzione nella sala, provenendo dai piani inferiori. Portava con sé Tyki Mikki, o meglio, lo stava trascinando con sé dalla camicia.
- Avete osato rapire ed imprigionare uno di noi, non credevate davvero di passarla liscia?- rise il Primo Noah. – Consegnateci Allen Walker e prenderemo in considerazione la possibilità di lasciarvi in vita.-
In risposta gli Esorcisti attivarono le Innocence.
- Potete scordarvelo. Allen è un nostro amico e non vi lasceremo portarlo via!- ribatté Akita.
Il sorriso sul viso del Conte si fece più grande anche più inquietante.
- Allora morirete.-
I sei Noah si scagliarono contro gli Esorcisti dando inizio ad uno scontro che si prospettava distruttivo, mentre il Conte restava in disparte con Tyki.
- Questa volta l’ha fatta grossa, Tyki-pon. Dovrai darci delle spiegazioni.-
 
Gli altri Esorcisti giunsero in pochi minuti, prendendo parte alla battaglia, che presto si spostò anche nei vari corridoi. Tra di loro vi erano anche Kanda e Allen che provenivano dall’esterno, seguiti da qualcuno che nessuno si aspettava di vedere.
- Due Nei!- esclamò Lavi. – Ti sapevamo morto!-
Il corvo non si soffermò su soprannome.
- E’ una storia lunga, Bookman. Se sopravviviamo te la racconterò.- rispose estraendo le sue lame e lanciandosi nella battaglia.
Lavi lo vide allontanarsi e per la prima volta si rese conto di una cosa. Senza il Vecchio, lui sarebbe diventato il nuovo Bookman. Kaya combatteva poco lontano da lui contro Sheryl, disegnando ideogrammi a velocità impressionante. Il rosso si voltò dal lato opposto, trovandosi al fianco Fiidora.
Un sorriso che non aveva niente di felice si disegnò sul suo volto.
- Chi si rivede. – disse al Noah. - Facciamo un patto. Se ti sconfiggo, mi dirai come se la passa il Vecchio.-
Il Morbo piegò la testa di lato, aprendo la bocca e facendo uscire da essa la sua lingua putrida.
- Va bene, Esorcista.-
Lavi fece ingigantire il martello.
 
Akita fronteggiava Lulu Bell da interminabili minuti. La Noah non le aveva dato un attimo di tregua, mutando continuamente il proprio aspetto. Doveva essere sincera, se non fosse stato per Inu che l’aveva protetta numerose volte, facendole scudo con il suo corpo cresciuto di molte taglie, sarebbe stato molto semplice per Lulu Bell avere la meglio. I suoi pugnali impregnati d i Innocence non erano sufficienti per infliggere danni considerevoli. Era in una situazione di stallo e se non avesse trovato un modo per uscirne, lei e il suo cane se la sarebbero vista brutta.
Un’esplosione causata dai gemelli Jasdebi la sbalzò dalla groppa di Inu. Si rimise immediatamente in piedi, mentre la bestia anti-Akuma rimase distesa per terra, probabilmente tramortita dall’urto contro una parete, rendendola una preda facile per la Lussuria di Noè. La castana afferrò uno dei coltelli, pronta a difendersi.
Lulu Bell mutò un braccio in una lama e si preparò ad un assalto. Akita riuscì a tenerle testa con molta difficoltà e presto la Noah la disarmò.
- Un ultimo desiderio?-
La ragazza cercò con lo sguardo una via di fuga, ma non ne trovò. Alzò il capo e i suoi occhi dalle iridi di colori differenti, incrociarono il paio dorato della figlia di Noè. Sorrise, accettando la situazione disperata. Improvvisamente, però, Inu si frappose tra lei e la nemica. La sua taglia era ridotta ma ringhiava contro Lulu Bell mostrando i denti dai riflessi verdi di Innocence.
- Pensavo di averti neutralizzato.- commentò la bruna.
Il cane abbaiò più volte all’indirizzo della compatibile, voltando di poco la testa nella sua direzione.
- Mi stai dicendo di fuggire…?- sussurrò l’Esorcista.
La bestia anti-Akuma crebbe di due taglie e si scagliò contro il Noah della Lussuria.
Lulu Bell mutò il suo aspetto diventando una grossa pantera nera, dal mantello lucente. I due animali cominciarono a darsi battaglia, spostandosi per il corridoio, lasciando Akita inginocchiata a terra. Sola, con la sua debolezza.
 
Lenalee aveva raggiunto l’ufficio del fratello pochi attimi dopo essersi incrociata con Akita. Komui stava bene, era solo scosso dalle improvvise e violente esplosioni che avevano fatto tremare l’edificio. Immediatamente i due fratelli Lee avevano fatto dietro front, per raggiungere la sezione scientifica, dove sembrava che stesse avvenendo uno scontro. Inutili erano state le richieste di Lenalee al Supervisore, di mettersi in salvo ed evitare di essere coinvolto nel combattimento. La ragazza si era però dovuta arrendere alla volontà di Komui, spinto dai suoi doveri di responsabile della sede europea.
Per i corridoi i visibili i segni della lotta, fecero crescere nei due giovani la paura per quello che avrebbero trovato una volta raggiunta la sala di comando.
Fu poco vicino alla loro meta che trovarono Akita, inginocchiata per terra, che guardava dritto davanti a sé. Era ferita in più punti del corpo, ma non sembra essere in pericolo di vita. A fare più paura era il suo sguardo, praticamente assente.
Lenalee le toccò una spalla, per farle notare la propria presenza, ma l’altra Esorcista non reagì in alcun modo.
La cinese si voltò preoccupata verso il fratello e lesse nei suoi occhi lo stesso pensiero. Sembrava essere tornata la ragazza impassibile e apatica che era giunta tempo prima all’Ordine Oscuro, guidata dalla sua bestia anti-Akuma.
Lenalee insistette, scuotendola con più forza.
- Akita! Cosa è successo?-
Finalmente ottenne una reazione.
La castana si voltò verso di lei, lentamente.
- Inu…- disse in un sussurro. – E’ andato…- Allungò un braccio verso la fine del corridoio, come per indicarle la direzione verso cui doveva essersi spostato il cane. -… e io non ho saputo far niente per fermarlo.-
Abbassò il braccio e con esso anche il capo, andando a fissare il pavimento.
Lenalee seguì con lo sguardo la direzione da lei indicata e rimase per un attimo a fissare la fine del corridoio.
- Andato… dove?-
Komui si mosse verso quella parte, affacciandosi oltre il passaggio.
- Ci sono segni di lotta. E’ possibile che stia combattendo contro i nemici che ci hanno attaccato.- ipotizzò.
L’attenzione della ragazza cinese ritornò su Akita.
- Ci sono gli Akuma?-
La castana negò lentamente con il capo.
- I Noah.-
A quella risposta i due fratelli Lee sgranarono gli occhi. Il supervisore quasi si lanciò su Akita, afferrandola per le spalle e scuotendola con forza.
- Come i Noah?! Come sono arrivati?-
La ragazza non reagì, si lasciò agitare senza opporre resistenza.
- Akita, rispondi!- Lenalee le afferrò una mano e le tirò il braccio con forza.
A quel punto le si agitò, togliendoseli di dosso.
- Non lo so, non so niente!- gridò scattando in piedi. – Non sono come siano arrivati, né come fermarli!-
- Hai combattuto contro di loro?-
Akita annuì con il capo.
- Con uno di loro ed ho fallito.-
- E Inu? Hai detto che è andato via…- riprese Lenalee confusa.
- Lui ha continuato a combattere contro il Noah lasciandomi qui. Sono stata pressoché inutile.- rispose la castana abbassando mestamente il capo.
La cinese le rivolse uno sguardo duro. Si alzò da terra e le andò incontro.
- Tu ora vieni con me e andiamo a cercare il tuo cane!-
Akita sgranò gli occhi.
- No, non ce la faccio! Non ce la posso fare!-
- Sei ancora in piedi, no? Hai imparato a combattere anche da sola per non essere dipendente da Inu! Allora combatti! Non ti arrendere prima di essere stata sconfitta!-
Lei non rispose, continuando a fissare terra.
- Non so se sarò capace di farlo…-
- Sì, che lo sei! Io credo in te, Inu crede in te! E così tutti gli altri: Kaya, Allen e perfino Kanda! Tutti noi abbiamo bisogno di te. Abbiamo bisogno di tutti gli Esorcisti per riuscire a sconfiggere i Noah.-
La prese per un braccio e la trascinò con sé verso la Sala di Comando.
La sezione scientifica versava in condizioni disastrose. Tutti i macchinari erano distrutti, alcuni avevano anche preso fuoco. Molti pannelli alle pareti erano stati divelti e dal tetto pendevano numerosi cavi che emettevano pericolose scariche elettriche. Nella sala gli Esorcisti e Noah si davano battaglia, senza esclusione di colpi, ma di Inu non vi era traccia.
L’attenzione di Akita fu attirata dalla presenza del Generale Kanda, che fronteggiava il quinto Noah, Wisley. Non sembrava che stessero combattendo, non in quel momento almeno, dato che i vestiti dello spadaccino erano strappati in più punti, ma non sembrava avere riportato ferite serie. La ragazza rimase immobile, ad osservare i due avversari squadrarsi. Iniziarono a parlare, ma non li poteva sentire a quella distanza.
Lenalee la chiamò tirandole un braccio, ma lei la ignorò, troppo intenta ad osservare il Noah e l’Esorcista. Wisley sorrise ed Akita notò nei suoi occhi una strana luce. Solo in quel momento vide una strana presenza, fluttuare vicino alla Saggezza di Noè. Sembrava un piccola sfera di luce e anche Kanda si doveva essere acconto di essa solo in quel momento, perché sgranò gli occhi.
Fu un attimo, un solo singolo istante, ma bastò per far capire alla castana che il Generale era in pericolo. Scattò in avanti, verso di lui, dimenticando Inu, Lenalee e la sua inutilità durante lo scontro contro Lulu Bell.
Corse il più velocemente possibile e mentre percorreva la distanza che li separava, Wisley fluttuò in aria, andandosi ad sedere sulla cima di un macchinario. Akita colse con la coda dell’occhio un altro di quei sorrisi sinistri e un brivido le percorse la schiena. Spiccò un salto, per guadagnare qualche metro, finendo esattamente addosso al Generale. I due caddero per terra, ma non accennarono a muoversi.
- Ops.- disse Wisley.- Sembra che ne abbiamo presi due, eh Road?-
 
 
Akita aveva chiuso gli occhi prima di saltare verso il Generale e quando li riaprì si rese conto di non aver percepito l’impatto con il freddo pavimento in pietra dell’Ordine Oscuro. Si ritrovò in piedi, cosa strana per essersi appena gettata per terra, ma la cosa che la sorprese più di tutte era il luogo in cui si trovava. Decisamente non era la Sede Europea dell’Ordine Oscuro.
Era una sala circolare, nella quale aleggiava del vapore, circondata da un porticato, che sembrava permettere l’accesso ad altre parti della costruzione in cui si trovava.
Seduto in un gradino, davanti uno degli archi del porticato, vi era un ragazzino.
- Scusami.- lo chiamò. – Potresti dirmi dove siamo?-
Il ragazzo alzò il capo verso di lei e la guardò negli occhi.
- Chi sei tu?-
Akita sussultò, non tanto per la domanda che gli era stata posta, quanto per lo sguardo con cui l’aveva squadrata.
- Mi chiamo Akita. Tu come ti chiami?-
Il bambino voltò il capo dall’altra parte, interrompendo il contatto visivo che avevano instaurato.
Ciò permise alla ragazza di osservarlo con più attenzione. Aveva i capelli scuri, che gli incorniciavano il viso, indossava un’ampia casacca a maniche lunghe e dei pantaloni aderenti che gli arrivavano sopra il ginocchio. Sia le braccia che le gambe erano fasciate. L’Esorcista sospirò pesantemente, aveva una brutta sensazione, quel bambino le metteva una strana tensione addosso.
Non poteva però soffermarsi su quella sensazione, doveva sbrigarsi a scoprire dove si trovava per poter tornare indietro ed aiutare il Generale.
Avanzò verso di lui e lo superò, salendo il gradino sul quale era seduto. Proprio in quel momento, un’altra persona entrò nella sala di corsa, quasi finendo addosso ad Akita.
Era un altro ragazzino, che scusò con un inchino e con un sorriso, poi si rivolse all’altro bambino.
- Yuu!- esclamò.- Ecco dove eri finito.-
La ragazza sgranò gli occhi e si voltò verso i due bambini.
- Yuu…?-
 
Una villa. Doveva essere la casa di una famiglia di ricconi. Kanda la osservò con attenzione, era un’abitazione piuttosto ampia ed elegante, con un lungo viale alberato che dal cancello portava all’edifico. Il giardino era ben curato, con siepi rigogliose e aiuole fiorite.
L’Esorcista si avviò verso la casa. Come era giunto in quel luogo non lo sapeva. L’ultima cosa che ricordava era di aver combattuto con il Noah Wisley, prima che lui interrompesse lo scontro iniziando a blaterare qualcosa riguardo ai suoi poteri e al fatto che poteva utilizzarli per permettere a Road di combattere, anche se era ridotta ad un pallino luminescente.
Poi c’era stata la villa e nient’altro.
No, un’altra cosa c’era. Si era sentito chiamare da Akita. L’aveva vista correre verso di lui, ma la sua immagine era spartita lasciando posto alla raffinata abitazione.
Mentre avanzava per il giardino, udì un fruscio da uno dei cespugli abilmente potati. Lo spadaccino reagì immediatamente sguainando Mugen e puntandola verso l’origine del rumore. Dalla siepe sbucò una testolina castana. Era solo un ragazzino, che non appena vide la lama ad un palmo al naso, impallidì.
Kanda si aspettava che gridasse, ma non lo fece. Si limitò  a sgranare i grandi occhi verdi, per poi
sollevare lo sguardo e fissarlo con intensità.
Il giapponese abbassò l’arma e la rinfoderò, mentre il bambino usciva dalla siepe e si metteva in piedi, pulendosi i calzoncini sporchi di terra.
- Chi siete?- domandò ritornando a guardarlo.
- Sono un Esorcista, mi chiamo Kanda.- rispose lui. – Dove siamo?-
- Come fai a non sapere dove ti trovi? Sarai arrivato qui in qualche modo, no?- domandò il ragazzino stupito.
Allo sguardo torvo che ricevette, capì che doveva rispondere senza troppe storie.
- Questa è villa Cavendish.-
Kanda annuì con il capo.
- Siamo in Europa?-
Il ragazzino sgranò gli occhi, ancora più sorpreso, ma rispose subito.
- Sì, siamo in Inghilterra.-
L’Esorcista sembrò soddisfatto.
- E tu come ti chiami?-
- Chris.-
- E’ arrivato qualcun altro, oltre me? Magari una ragazza. Ha i capelli lunghi e gli occhi di due colori diversi.-
Il bambino negò con il capo.
- Di gente strana ho visto solo te.-
Kanda evitò di picchiarlo soltanto perché era un ragazzino e forse avrebbe potuto aiutarlo.
- Signor Kanda, io devo andare adesso.- disse Chris.
Si era già mosso verso l’abitazione.
- Vengo con te.-
Si avviarono insieme verso l’edificio. Il ragazzino osservava di sottecchi il giapponese e lui faceva finta di non notarlo.
Non appena raggiunsero la casa, l’abbaiare di un cane attirò la loro attenzione. Nella loro direzione correva un cane, un Akita Inu, dagli occhi azzurri.
 
Angolo Autrice
 
Sto riuscendo a pubblicare ad agosto, miracolo *^* Ho temuto di sforare, ma ci sono riuscita, yeah xD Ok, non dovrei festeggiare troppo dato che è praticamente settembre x°°
Duuunque questo capitolo l’ho dovuto modificare per quanto riguarda Road dato come l’abbiamo trovata nell’ultimo capitolo uscito… In questi mesi proverò ad adattare la mia storia alle novità dei capitoli che via via usciranno, ma non assicuro la totale fedeltà :’D dato che ormai sono partita per la tangente molti capitoli fa… E va beh- Quando ho iniziato questa storia non mi aspettavo che il manga continuasse, o almeno, speravo di aver già finito questa fic, prima che riprendesse la pubblicazione (?) Non ho avuto fortuna, peccato xD
Comunque, fatemi sapere cosa ne pensate del capitolo! Io non sono del tutto soddisfatta, ho fatto molta fatica a scriverlo, dato che sono stata tre settimane di pausa, e poteva sicuramente riuscire meglio >_>
In ogni caso grazie a Ya_mi, che mi ha aiutata con il capitolo, ha trovato il titolo e ha recensito il capitolo precedente! Grazie anche a perckson1219, che anche lei ha recensito il capitolo 16!
Credo di avere concluso, spero di pubblicare il capitolo 18 per Novembre!
Un bacione e a presto!
~ Mitsuki <3

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Capitolo 18
*** Inside you, inside me. ***


Capitolo XVIII – Inside me, inside you.

 
Kanda rimase a fissare il cane con gli occhi sgranati.
Chris era già entrato all’interno dell’abitazione, ad attenderlo vi era una donna vestita con un lungo abito scuro con sopra un ampio grembiule bianco. Doveva essere una cameriera.
L’attenzione dello spadaccino rimase però fissa sul cane che aveva osservato il ragazzino entrare in casa, per poi voltarsi verso di lui, scrutandolo attentamente. Nessuno dei due si mosse, come se entrambi aspettassero una mossa dell’altro. Infine quel gioco di sguardi si concluse, con l’animale che distolse il proprio per poi andarsene, sotto gli occhi attoniti del Generale. Poteva giurare di aver visto un bagliore verde nelle iridi azzurre del cane. Quello era Inu.
Kanda scosse la testa, riprendendosi da quella scoperta. Era assolutamente convito che quella fosse la bestia anti-Akuma di Akita, ma non presentava l’eterocromia. Sembrava quindi che la sincronizzazione non fosse mai avvenuta.
Cos’era quel posto? Sembrava quasi che fosse tornato indietro nel tempo, in un’epoca in cui Akita non era ancora un’Esorcista.
Come c’era arrivato? Doveva essere stata opera di Wisley. Non era la stessa cosa che era accaduta nella sede Nord Americana, quando il Noah aveva usato i suoi poteri per risvegliare Alma. Quella volta aveva rivisto i propri ricordi, come se stesse vedendo una pellicola. In quel caso però lui poteva muoversi attivamente e parlare con le persone.
Decise di approfittare di quel vantaggio. Probabilmente per tornare nel proprio tempo, avrebbe dovuto trovare Akita e farla sincronizzare con la sua Innocence.
Si avviò verso il casolare e bussò. Una delle domestiche gli aprì e lo osservò sorpresa, senza dire una parola.
- Sono un Generale dell’Ordine Oscuro, il mio nome è Kanda. Posso parlare con il padrone di casa?- disse senza tanti convenevoli.
La donna sussultò.
- Mi spiace, il signor Cavendish non è in casa. Ma si accomodi, l’annuncio alla signora.- e si fece da parte per farlo entrare.
Lui chinò il capo, in segno di ringraziamento e rimase ad aspettare nell’ingresso elegante dell’abitazione. C’era un appendiabiti, un piccolo mobile in legno sormontato da uno specchio e una cassapanca, coperta da un quadrato di stoffa finemente ricamato.
Da quello che poteva vedere la famiglia era piuttosto benestante, data l’argenteria esposta come suppellettile senza nessuna paura di furti, o qualcosa di simile.
Mentre il suo sguardo vagava per l’ambiente la sua attenzione fu catturata dallo specchio. Era ovale, dalla cornice dorata e raffinatamente intarsiata. Fu però sorpreso dal suo stesso riflesso: aveva uno zigomo tumefatto, un labbro spaccato e un taglio sulla fronte.
Aveva quasi dimenticato di essere stato nel bel mezzo di una battaglia, fino a pochi attimi prima.
In quel momento capì i motivi degli sguardi stupiti e allarmati del ragazzino, prima e della domestica, dopo. Si dovevano essere spaventati per via del suo aspetto e probabilmente si stavano chiedendo cosa avesse fatto per ridursi in quello stato. Certo non era il modo migliore per presentarsi a persone altolocate, ma la situazione non permetteva altre soluzioni.
Mentre rifletteva su quelle cose, la cameriera che lo aveva accolto ritornò all’ingresso.
- Signor Kanda.- disse a bassa voce. - Prego, mi segua. La signora l’attende nel suo studio.-
Lui annuì con un cenno del capo e si avviò al suo seguito.
Passarono per un lungo corridoio, ornato da carta da parati color panna e dai disegni dorati. Alle pareti vi erano lampade a due bracci in ottone e quadri che rappresentavano i soggetti più disparati: persone, paesaggi, cesti di frutta.
Per quanto all’Esorcista sfarzo ed eleganza non interessassero minimamente, nemmeno lui riuscì a negare che quella casa fosse stata arredata con gusto. In maniera assolutamente inutile e superflua, ma era sicuramente di buon gusto.
Giunsero ad una porta a due battenti, di legno scuro, alla quale la donna bussò due volte, per poi entrare e annunciare l’ospite.
- Signora Cavendish, ecco il Signor Kanda.-
Dietro una grande scrivania, ricoperta da carte, plichi, penne e boccette di china, nonché da una grande lampada, sedeva una donna dai lunghi capelli neri. Le ciocche più vicine al viso erano portate indietro e acconciate da un fermaglio, mentre gli altri scendevano ordinati e lisci giù per le spalle.
- Onorevole Esorcista, prego si accomodi.- disse lei alzandosi e indicando una sedia posta di fronte la scrivania, foderata di velluto rosso.
Lo spadaccino rimase un attimo interdetto, fermo sul suo posto.
Se non fosse stato per gli occhi entrambi verdi e i capelli corvini, quella donna sarebbe stata identica ad Akita.
Solo quando udì la porta chiudersi alle sue spalle si riprese e si sedette dove gli era stato indicato.
- Cosa posso fare per lei?- chiese la donna riprendendo posto.
- Sto cercando una persona.- rispose. – Credo sia una ragazza, dovrebbe avere i capelli castani e gli occhi verdi.-
Il giapponese non sapeva dare una descrizione dell’aspetto che Akita avrebbe dovuto avere a quel tempo, non essendo a conoscenza dell’anno in cui si trovava, né quando fosse avvenuta la sincronizzazione tra lei e il cane.
Gli occhi della donna si ridussero a due fessure non appena finì di parlare.
- Come mai cerca questa persona?-
Kanda intuì la preoccupazione della signora in quella domanda. Data la somiglianza, Akita sarebbe potuta essere sua figlia.
- Credo sia una compatibile con un frammento di Innocence. La devo portare all’Ordine Oscuro.- spiegò lui.
Era la procedura standard nel caso del ritrovamento di un compatibile. Non fece ovviamente riferimento al sui presunto viaggio temporale e al fatto che conoscesse la suddetta Esorcista.
- Quindi anche la ragazza in questione entrerebbe a far parte dell’Ordine Oscuro, immagino. Non vi fate scrupoli a strappare i figli alle loro famiglie.-
- Con tutto il rispetto, signora, io mi limito a portare a termine i compiti che mi vengono assegnati. Non è compito mio giudicare ciò che è giusto e ciò che è sbagliato. E poi io stesso sono diventato Esorcista da bambino. Adesso vorrei sapere se conoscete qualcuno che corrisponde alla descrizione che le ho dato.-
Diretto e conciso, forse era stato anche un po’ rude, ma non aveva tempo da perdere. Doveva trovare Akita.
- No, mi dispiace. L’unico bambino che c’è in questa casa è mio figlio Chris.-
- Capisco. La ringrazio per la sua disponibilità.- disse prima di prendere la porta. – Un’ultima cosa signora.- aggiunse mentre era sull’uscio. – Voi avete un Akita Inu?-
La donna si era alzata e lo stava accompagnando fuori.
- No.- disse non capendo il motivo di quella domanda. – Ma c’è un randagio che gira per la tenuta. Mio figlio ci gioca spesso.-
L’Esorcista annuì con un cenno del capo.
 
Decise a quel punto di cercare il cane. Se avesse seguito l’animale, quello lo avrebbe sicuramente portato da Akita.
Dovette girare tutta la proprietà che non era affatto piccola, infine si arrese a chiedere informazioni ai giardinieri e agli agricoltori. Le risposte che ricevette furono pressappoco le stesse: non sapevano dove fosse il cane, ma si sarebbe sicuramente fatto vedere per le cinque del pomeriggio, all’ora della merenda, quando il piccolo Chris usciva in giardino a giocare dopo lo studio.
Kanda si arrese all’attesa, sedendosi in un sedile di pietra bianca, non lontano dalla veranda in cui avrebbero servito la merenda.
Alle cinque in punto il cane fece la sua apparizione dal giardino. Si sedette composto all’ingresso della veranda e pochi minuti dopo, dal casolare uscì Chris seguito da alcune domestiche che portavano un vassoio di dolci, vasetti di marmellate e fette di pane imburrato e una teiera con tazze, zuccheriere, miele e un piccola brocca con del latte.
Il ragazzino coccolò affettuosamente la testa del cane, ma fu richiamato dalle cameriere. Prese velocemente una  fetta di pane ricoperta da una confettura rossa e si sedette sullo scalino che permetteva l’accesso alla piccola costruzione esterna. Con una mano reggeva il pane, con l’altra carezzava il cane.
All’osservare quella scena Kanda rivide nella sua mente un avvenimento simile. Ricordava di aver visto Akita fare la stessa cosa: carezzare Inu con una mano, mentre con l’altra reggeva una mela, alla quale dava dei morsi di tanto in tanto.
Agitò il capo, togliendosi dalla testa quell’immagine inutile. Doveva osservare l’animale, proprio per trovare Akita.
Chris fu costretto a bere una tazza di the – una tazza di the con molte zollette di zucchero e tanto latte -, prima di poter andare a giocare con il cane. I due cominciarono a rincorrersi nel giardino, tra grida e latrati. Uno degli uomini che lavorava nel campo diede loro una palla di pezza e Chris cominciò a lanciarla al cane, che la prendeva al volo. Un lancio però fu mancato dall’animale finì, proprio vicino a Kanda. I due arrivarono di corsa per riprendere il giocattolo, ma quando il ragazzino si accorse della presenza del giapponese, rimase sorpreso.
- Sei ancora qui?-
L’Esorcista inarcò un sopracciglio.
- Sì e allora?-
- Mi chiedevo cosa sei venuto a fare qui, dato che non sapevi nemmeno dove ti trovassi.- disse semplicemente e con innocenza.
- Cerco una persona.-
- Che persona?-
Kanda sospirò pesantemente, non voleva continuare quell’inutile conversazione con quel ragazzino. Si ricordò però della presenza di quello che sembrava Inu con Chris e a quel punto gli venne in mente che proprio lui potesse conosce Akita. Gli aveva già posto quella domanda, la prima volta che lo aveva visto, ma decise di riprovare, facendo riferimento al cane.
- Una ragazza. Credo che giochi anche lei con quel cane.-
- Ancora?- sbottò seccato mettendo le mani sui fianchi – Ti ho già detto che non conosco nessuna ragazza con gli occhi di colori diversi!-
- E se avesse entrambi gli occhi verdi?- insistette facendo appello a tutta la sua pazienza perché l’atteggiamento di quel moccioso gli dava sui nervi.
- No, non gioca nessun altro con noi.- confermò il bambino.
- Ne sei proprio sicuro? Magari qualche bambina che abita in una villa qui vicino.- chiese ipotizzando che Akita potesse essere più giovane in quell’epoca.
Lui sembrò pensarci su.
- Una bambina, dici?
- Sì, forse ha la tua età. E ti somiglia anche.-
Chris si voltò a destra e a sinistra, assicurandosi che nessuno li stesse osservando. Poi gli fece cenno di avvicinarsi. Kanda si piegò verso di lui, domandandosi il perché di tutta quella segretezza.
- Sai mantenere un segreto?-
Il giapponese annuì con un cenno della testa.
Il ragazzino arrossì e con gli occhi chiusi gli sussurrò all’orecchio:
- Io sono una bambina.-
L’Esorcista si scostò e rimase a fissare la piccola figura con gli occhi sgranati.
- Cosa?-
Chris annuì.
- Il mio nome è Christine, ma ufficialmente è il diminutivo di Christopher.-
Kanda la osservava attonito.
- Perché?-
La ragazzina alzò le spalle.
- Mio padre è il Conte di Cavendish e non voleva che il titolo passasse ad una donna. Dopo la mia nascita però mia mamma non ha più potuto avere figli, perciò mio padre ha deciso che io sarei diventata l’erede del titolo, ma solo se fossi stata conosciuta da tutti come un maschio.-
- Si vergogna di sua figlia?- domandò ancora scosso.
Lei si voltò verso il casolare.
- Diciamo che nella nostra società, una donna a capo di una famiglia ricca è praticamente una sventura. Il nostro nome perderebbe visibilità.-
Kanda osservò il suo profilo, mentre scrutava la propria casa. Sembrava molto più grande mentre faceva quel discorso. Quelle erano le parole di una bambina che era dovuta crescere troppo in fretta.
- Aspetta un attimo.- disse improvvisamente comprendendo solo in quel momento il peso di quella rivelazione. – Se tu sei una bambina e giochi con questo cane, allora…-
- Signorino, Signorino! Presto, è arrivato il signore! Deve farsi trovare in casa!-
L’Esorcista non riuscì a concludere la frase perché fu interrotto dall’arrivo di una domestica.
- Chris.- disse a voce alta, superando quella della donna. – Devi sapere che tu sei destinato ad essere un Esorcista. Devi sincronizzarti con l’Innocence presente in questo cane. E’ una Bestia anti-Akuma.-
- Cosa?- chiese lei voltandosi verso di lui, ma venne strattonata dalla cameriera che non aveva ascoltato nulla di quello che l’Esorcista aveva detto.
- Non c’è tempo da perdere! Guardati, sei tutto sporco! Devi andarti a preparare!-
Chris guardò un’ultima volta Kanda, prima di raggiungere l’abitazione e sparire al suo interno.
 
L’Esorcista aveva finalmente trovato l’Akita di quel tempo, ma non bastava. Senza la sincronizzazione non sarebbe potuto tornare indietro nel suo tempo.
Dovette restare lì, per vedere l’evolversi della situazione e tentare di mediare la connessione tra Innocence e compatibile.
Si ritirò in una stalla senza farsi vedere dagli stallieri e dal resto della servitù. La sua presenza alla villa dopo l’incontro della mattina con la signora Cavendish e senza aver ricevuto un invito sarebbe stata difficile da spiegare.
Era passato un giorno in quella tenuta e non poté fare a meno di chiedersi se era passato tanto tempo anche nella loro realtà e come stese procedendo lo scontro con i Noah.
Decise di provare a riposare tra la paglia, fulminando con uno sguardo un cavallo che aveva preso ad agitarsi nel suo box e gli impediva di prendere sonno. L’animale sotto la sua occhiata affilata, si placò immediatamente e l’Esorcista chiuse gli occhi soddisfatto.
Proprio quando credeva che avrebbe potuto riposare indisturbato, un grido riecheggiò nel silenzio della notte assieme al suono di vetri infranti.
Scattò subito in piedi e poi fuori, alla ricerca della causa di quel rumore.
Dovette fare quasi il giro dell’intera struttura, fino a trovare il luogo da cui provenivano le grida. Una porta a vetri era stata rotta e Chris era accucciata per terra, fuori dall’abitazione. Era scalza e aveva indosso i vestiti da notte, macchiati di sangue lungo un braccio. Piangeva e sopra di lei incombeva la figura di un uomo.
Kanda accorse e giunse proprio quando l’uomo la schiaffeggiò.
- Vuoi lasciare la villa? Per diventare un Esorcista?! Non dire sciocchezze!-
- Ehi, che diavolo stai facendo?!-
- Chi è? Che vuole?!- tuonò la voce dell’uomo che cercò la figura dell’Esorcista nel buio della notte.
- Lasci immediatamente stare Chris!- replicò lui.
- Se ne vada! Come educo mio figlio non è affar suo!-
- Sua figlia, vorrà dire!- insinuò mentre sguainava Mugen.
- Chi è lei?! Come fa ha sapere queste cose?- proruppe ancora l’uomo, la voce resa stridula dalla collera.
Chris approfittò del momento di distrazione per allontanarsi dal genitore, muovendosi carponi  sul prato umido della sera. Fu però afferrata per una caviglia e tirata indietro. Cominciò a scalciare e a dimenarsi nel tentativo di liberarsi, mentre Kanda si avvicinava con la katana sguainata. Non poteva però attaccare l’uomo, la ragazzina era troppo vicina e si agitava, rischiava di ferire lei.
Il Conte di Cavendish alzò ancora una volta la mano per colpire la figlia, quando si udì un lieve ringhiare. L’Akita Inu con cui Chris giocava, era a pochi metri da loro, il pelo irto sulla schiena e i denti ben in mostra. Spiccò un balzo, atterrando addosso al Conte che lasciò la presa sulla bambina e cadde all’indietro. Chris corse tra le braccia di Kanda e i due si allontanarono, mentre il cane mordeva l’uomo. Questi però riuscì a liberarsi, scalciando via l’animale, facendolo guaire. Il padre di Chris si voltò verso l’Esorcista e la figlia e si avventò su di loro come una furia, gridando ed estraendo da una tasca della giacca un coltello a serramanico. Kanda agì d’istinto, spingendo Chris per terra e accovacciandosi, stringendo Mugen con entrambe le mani. Udì solo un rantolo e solo quando sollevò lo sguardo, che aveva tenuto puntato in quello della bambina, capì che suo padre era rimasto trafitto dalla katana.
Il corpo dell’uomo gravava ricurvo sull’arma, ma prima che lo spadaccino sfilasse la lama, questo si mosse. Fece dei passi indietro, facendo uscire Mugen da dove era entrata e rimase dritto in piedi, in una posa innaturale con le braccia flosce e la testa piegata in avanti.
L’Esorcista si parò davanti alla bambina, pronto a proteggerla, impugnando meglio la katana. Anche il cane si era ripreso e stava in attesa, pronto a scattare in caso di necessità.
La testa del cadavere si mosse e da esso provenne una risata sinistra ed inquietante. Dalla bocca uscì un fumo bianco che rimase a galleggiare sopra l’uomo come una piccola nuvola, fino a condensarsi e prendere la forma di una pallina bianca, stranamente somigliante a Road, il Sogno di Noè.
- Complimenti Esorcista, bravo!- la voce della Noah risuonò nell’aria, ma quel globo fumoso con il suo aspetto non aveva bocca. - Hai risolto il Sogno, senza sapere le regole! Davvero notevole!-
- Di che stai parlando?!- gridò Kanda.
- Questo che hai appena vissuto era un gioco organizzato da me, con l’aiuto di mio fratello Wisley, dato che non posso contare su tutte le mie capacità in questa forma. Tu mi hai battuta e come premio puoi tornare alla tua realtà! Congratulazioni!- disse fluttuando verso di lui.
- E lei?- chiese indicando la bambina ancora accovacciata a terra dietro di lui.
- Sai chi è, no? Sei entrato nella sua mente, perché i vostri Sogni si sono incrociati. Lei sta vivendo il tuo.-
Kanda capiva, ma non del tutto. Chris era Akita, figlia del Conte di Cavendish e lui aveva scoperto tutto quello grazie ai poteri di Road e Wisley che avevano tratto loro un tranello, che però lui era riuscito a risolvere.
- Voglio andare da Akita.- disse.
- Non puoi. Tu hai vinto e ora devi andartene. Vedrai la tua compagna una volta che entrambi avrete finito il Sogno.-
- Akita non ha ancora finito?-
- Chi lo sa… Ora basta, abbiamo perso troppo tempo!-
- Un’ultima cosa!- esclamò voltandosi verso la ragazzina. – Chris, mi puoi dire quando fai il compleanno?-
 
 
 
Akita era rimasta immobile al suo posto, gli occhi dei due bambini la fissavano. Quello che era seduto sui gradini e con cui aveva parlato poco prima le rispose.
- Io sono Yuu, perché?-
Lei non seppe cosa rispondere a sua volta, confusa da quello che era accaduto. Poteva essere che quel ragazzino fosse il Generale Kanda?
- Chi sei?- insistette il bambino.
- Mi chiamo Akita, te l’ho detto prima.-
- E che ci fai qui?-
Sicuramente il carattere era lo stesso.
- Mi sono persa.- disse, infondo era vero. Non sapeva dove si trovasse e come fosse arrivata in quel luogo. – Che posto è questo?-
- Questa è la Sede Asia dell’Ordine Oscuro!- esclamò l’altro bambino, quello che le era quasi finito addosso.
Vestiva nello stesso modo di Yuu, ma aveva i capelli più corti sulla nuca, due ciocche più lunghe gli incorniciavano il volto e la fronte era coperta da una strana frangia a punta.
Aveva gli occhi chiari, che brillavano nel volto segnato da una cicatrice.
Akita assottigliò lo sguardo sulla sua figura, come per concentrarsi. Quel viso lo aveva già visto da qualche parte.
In quel momento Yuu aveva colpito l’altro ragazzino con un colpo alla nuca.
- Alma, sta’ zitto.-
La ragazza sgranò gli occhi.
- Alma Karma?- chiese.
Il bambino dagli occhi chiari e la cicatrice nel viso si voltò verso di lei stupito.
- Sono io.-
- Come fai a sapere i nostri nomi?- s’intromise Yuu.
- Perché sono un’Esorcista.- rispose lei tentando di prendere tempo. Doveva pensare velocemente per capire cosa era successo e mettere insieme delle idee per ritornare alla sede Europea, dove stavano combattendo contro i Noah.
Si trovava nella Sede Asiatica, con un giovanissimo Generale Kanda e l’Esorcista Alma Karma che era stato usato come matrice per la creazione degli Third Exorcist.
C’era da comprendere come mai si trovasse lì. Era ovviamente stata opera di Wisley, ma da quello che aveva letto nei rapporti, il potere di quel Noah permetteva di vedere i ricordi di un’altra persona, quasi di entrargli nella testa.
Lei però stava avendo un ruolo all’interno di quel ricordo del Generale, non era una semplice spettatrice.
Provò a riflettere su cosa avesse potuto causare quel cambiamento, ma per quello che sapevano all’Ordine Oscuro di Wisley, quella poteva essere semplicemente un’altra sua abilità.
Eppure quell’ipotesi non la convinceva del tutto. Era come se le sfuggisse qualcosa, come se conoscesse uno scenario simile a quello.
- Se sei un’Esorcista, allora ti dobbiamo portare da Edgar. Lui saprà sicuramente aiutarti.- disse il piccolo Kanda osservandola torvo. Sembrava piuttosto che non le credesse affatto e che volesse accertarsi di ciò che lei aveva raccontato.
Annuì e li seguì per un corridoio. Non poteva rifiutarsi, doveva escogitare un modo per evitare l’incontro con il responsabile della sede. Nessuno lì la conosceva e negli schedari dell’Ordine non ci sarebbero certo stati documenti su di lei, che certificassero il suo essere un Esorcista.
- Yuu.- iniziò, fermandosi in mezzo ad un corridoio fortunatamente deserto. – Sono venuta qui per portarti via.-
I due ragazzini si fermarono e la guardarono negli occhi.
- Portarmi dove?-
- In Europa. Mi è stato detto dal Generale Tiedoll di portati al Quartier Generale dell’Ordine Oscuro.-
Il ragazzino la osservò con sguardo indagatore.
- E perché mi voglio lì?-
- Perché sei un Esorcista, no?-
- Ma gli Esorcisti non devono essere sincronizzati con l’Innocence?- s’inserì Alma. – Noi non l’abbiamo ancora fatto!-
- Hanno trovato un frammento di Innocence compatibile con te, Yuu.- rispose lei senza però rivolgersi direttamente all’altro ragazzino.
- Se è così, allora andiamo da Edgar e Tui.- insistette il bambino dagli occhi scuri.
Akita si trovava in un vicolo cieco. Kanda era sempre stato sospettoso, fin da piccolo. Doveva forzare un po’ la mano o avrebbero scoperto che lei non apparteneva all’Ordine Oscuro, in quel mondo.
- Loro non lo devono sapere. Se sapessero che sono qui per portarti via, me lo impedirebbero! Direbbero che non sanno chi io sia, che non conoscono un’Esorcista con il mio nome e che non è arrivata nessuna comunicazione da parte della Sede Europea per il tuo trasferimento.-
- Edgar e Tui non lo farebbero mai!- esclamò Alma sconvolto.
- Sì, che lo farebbero.- Akita si voltò finalmente nella sua direzione. – Perché loro qui vi usano come cavie da laboratorio e siete troppo preziosi per permettervi di andarvene. Dimmi Yuu, tu non vorresti andare via?-
Lui la guardò negli occhi senza risponderle.
Akita sapeva che quel silenzio valeva più di mille parole. Quella proposta lo allettava, perché era certa che in quei laboratori i due ragazzini subissero test sull’Innocence paragonabili a torture, ma il suo carattere lo portava a non fidarsi, a dubitare di una  proposta fin troppo rosea. Non distolse lo sguardo, quello era il modo che il Generale usava per scoprire le intenzione del proprio interlocutore, era una sfida e lei non la poteva perdere.
Alma, però si mise in mezzo.
- Non puoi portare via Yuu! E’ il mio migliore amico! Se lui se ne va, io resterò solo!-
Akita sentì il dolore che quel bambino stava provando, ma non poteva lasciarsi intenerire.
Quella non era la realtà, era come un sogno, un’illusione della mente dalla quale doveva uscire.
Un sogno, certo.
Quello non era un semplice sogno. Era il Sogno del Generale Kanda. Aveva letto dei rapporti risalenti all’Arca dei Noah, nei quali si diceva che Road aveva intrappolato Lavi nelle sue memorie e le aveva usate contro di lui. Il ragazzo aveva dovuto combattere la Noah nella propria mente, mentre il suo corpo era stato manovrato contro la sua volontà, fino a combattere contro i proprio compagni.
Akita ebbe un fremito di paura, al solo pensiero che al difuori di quel luogo, i loro compagni stessero combattendo contro di loro.
In quel momento doveva pensare a come poter uscire dal Sogno, solo in quel modo avrebbe potuto evitare guai anche nel loro mondo.
- Mi dispiace, se potessi portare anche te lo farei.- disse sinceramente dispiaciuta.
Alma scosse la testa.
- Io non voglio andare via! Voglio restare qui con Yuu e tutti gli altri! Questa è casa nostra!-
La ragazza non poteva trovare una soluzione, quel ragazzo non era nemmeno reale, non doveva lasciarsi influenzare, nonostante il dolore che leggeva nei suoi occhi velati dalle lacrime sembrasse autentico.
Lo superò e prese il braccio di Kanda.
- Se vuoi andare via, mi devi indicare una strada sicura.-
Il ragazzino annuì e si voltò nella direzione opposta a quella che stavano percorrendo.
- Non ti lascerò portare via Yuu.-
La voce di Alma rimbombò nel corridoio. I due si voltarono e quello che Akita vide negli occhi del ragazzino era una luce sinistra e malvagia.
Nella mente della ragazza si realizzò il pensiero che proprio Alma potesse essere Road all’interno del Sogno, pensiero che divenne una certezza non appena vide che il corpo del bambino era mutato. Sulla schiena si dipartivano quelli che sembravano gli abbozzi di un paio d’ali e il suo il suo braccio destro si era trasformato in una lama affilata. Era riuscito a sincronizzarsi con l’Innocence.
- Se sei un’Esorcista dov’è la tua Innocence?- domandò la voce distorta di Alma, mentre si avvicinava a passi lenti.
Akita afferrò un braccio di Kanda e lo portò dietro di sé, per fargli da scudo, ma quelle parole le fecero improvvisamente realizzare che Inu non fosse lì con lei. Era completamente indifesa.
Yuu la spintonò e si mise tra lei e l’amico.
- Alma, smettila!-
- Lei sta mentendo! Non è davvero un’Esorcista, vuole portarti via! Non posso permetterlo!- esclamò agitando il capo. Le lacrime cominciarono a scendere copiose dai suoi occhi.
- Anche tu mi hai mentito! Hai detto che non ti eri sincronizzato!-
- Mi dispiace! Temevo che se te l’avessi detto ti saresti arrabbiato! Ora l’hai scoperto ed è tutta colpa sua!- puntò il suo sguardo azzurro su Akita e corse verso di lei, il braccio teso e pronto a ferirla.
La ragazza riuscì a schivare il fendente, ma più di quello non poteva fare. Doveva scappare, trovare un’arma per contrastare Alma e poi riprendere il giovane Kanda.
Iniziò a correre ritornando all’ambiente circolare in cui si era ritrovata all’inizio del Sogno. I due ragazzi la seguirono e Yuu gridava all’amico di fermarsi, ma l’altro non lo ascoltava.
Fortunatamente il porticato circondava tutta la zona e permetteva l’accesso ad altre aree interne dell’edificio principale. Imboccò il primo corridoio disponibile e accelerò la corsa per seminare il piccolo, ma pericoloso inseguitore. Notò una serie di porte che si affacciavano sul esso ne aprì una e s’infilò dentro, sperando che Alma continuasse a percorrere il passaggio.
Crollò seduta a terra e riprese fiato. Dal rumore di passi affrettati che sentì subito dopo sembrò che Alma avesse superato quella stanza e avesse proceduto oltre.
Alzò lo sguardo e capì di essere in una specie di infermeria. Nell’oscurità della stanza vide sulla destra un lettino, con accanto un piccolo carrello sul quale vi erano dei display, mentre difronte a lei vi erano alcuni mobili, in cui ipotizzò ci potessero essere medicinali e strumentazione medica.
Non appena il suo respiro si fece regolare, si alzò e cominciò a ispezionare l’ambiente alla ricerca di qualcosa che le potesse essere utile. Non trovò niente di più di qualche bisturi, ma dubitava di trovare altro. Ne prese uno e lo ripose in una tasca posteriore dell’uniforme.
Si accostò alla porta tentando di udire qualche altro suono.
L’aprì un piccolo spiraglio, quanto bastava per osservare l’esterno. Vide Kanda uscire da un’altra stanza vicina e sembrava indeciso su quale volesse entrare dopo. La stava cercando.
La sua attenzione fu però catturata da qualcosa che proveniva dall’inizio del corridoio e si voltò in quella direzione. Akita chiuse prontamente la porta e rimase in ascolto.
- Che ci fai tu qua?- esclamò, ma nessuno gli rispose. - Perché continui a farti vedere? Chi sei?!-
La voce del ragazzino le arrivava ovattata da oltre la porta. Sembrava che fosse arrivato qualcuno, ma Akita non era riuscita a vedere chi fosse.
- Ti vedo solo io! Quando parlo di te Tui ed Edgar fanno delle facce preoccupate! Rispondimi, chi sei?!- Kanda sembrava davvero spaventato. Il suo interlocutore però non rispondeva.
Il bambino emise un singulto, subito dopo si udì un tonfo, come se qualcosa venisse sbattuto contro il muro.
- Lasciami, mi fai male!- la voce di Yuu ora era sofferente, affaticata.
La ragazza socchiuse di nuovo la porta e poco più avanti a lei, una donna bionda con indosso un vestito nero, aveva inchiodato il ragazzino alla parete, stringendogli la gola.
Dall’altro lato del corridoio Alma accorse.
- Lascialo stare! Yuu!-
Akita poteva lasciare fare all’altro ragazzino ed evitare di mettersi in mezzo per poi dover scappare ancora o rischiare di ingaggiare un combattimento con Alma, ma non poteva lasciare il giovane Generale in pericolo.
Se quello fosse stato davvero il suo Sogno, se gli fosse successo qualcosa in quel luogo, probabilmente avrebbe avuto delle ripercussioni anche nel loro mondo.
Estrasse l’arma improvvisata dalla tasca dell’uniforme e uscì dalla stanza nella quale si era rifugiata.
Colpì la donna e quella lasciò andare Yuu. Immediatamente Alma fu accanto all’amico.
La ragazza scambiò un’occhiata con il ragazzo e tacitamente gli affidò Kanda.
La donna in nero si riscosse dopo il colpo subito e subito si scagliò contro Akita, ma lei fu più svelta a reagire e lanciò il bisturi, come se fosse stato un coltello da lancio.
La colpì al petto, con estrema precisione. L’avversaria barcollò sul posto per poi arrestarsi, rimanendo immobile.
Dalla sua bocca fuori uscì una nuvola bianca che presto prese la forma del globo luminescente che aveva visto vicino al Noah Wisley, all’Ordine Oscuro.
Quella sostanza galleggiò verso di lei e vedendola meglio, si accorse che ricordava Road e questo confermò all’Esorcista di essersi trovata davvero nel Sogno del Generale.
- Brava Esorcista! Hai visto il mio gioco, anche se per fortuna! Avevi capito che questo era un Sogno creato da me, ma hai sbagliato a giudicare chi avessi impersonato! C’è mancato poco che fallissi!-
- Portami al mio mondo!- la liquidò lei.
- Come siamo impazienti! Va bene, allora! Detto fatto!-
 
Kanda si trovava in uno spazio incolore e sconfinato. Accanto a lui c’era Chris, o meglio, la piccola Akita. Lei gli rivolse uno sguardo preoccupato e si aggrappò alla sua uniforme. Il Generale vide la sua piccola mano stretta contro la stoffa nera e la prese nel proprio palmo.
- Andiamo.- disse.
E insieme cominciarono a camminare verso quella distesa.
 
- Ehi! Che stai facendo?- la voce del giovane Generale distrasse Akita dal suo osservare quello che aveva intorno. Era tutto così candido e infinito, da farle provare contemporaneamente un senso di libertà e di soffocamento.
Annuì in direzione del bambino  e gli tese una mano. Lui l’afferrò, nonostante le stesse rivolgendo uno sguardo torvo.
 
Angolo Autrice
 
Avrei dovuto aggiornare entro ottobre, è vero- Ma ho sforato solo di un giorno e questo capitolo è venuto abnorme :’’’D Davvero, sembrava non volesse finire più :’D
Per fortuna ci sono riuscita, anche se con un piccolo ritardo >_>
Questo è uno dei capitoli che mi piacciono di più e a cui tengo particolarmente çvç Si scoprono davvero tante cose di Akita, per questo lo riterrei fondamentale!
Il prossimo capitolo sarà di svolta per tante cose, perciò preparatevi! Stiamo davvero finendo!
Devo capire bene come organizzare gli ultimi avvenimenti per vedere come gestirli nei capitoli e quindi quantificare quanti ne mancano. Arriveremo sicuramente a 20, non so però se saranno 21 o  22, dipende anche dal fatto se voglio fare un certo epilogo o meno… E se decido di farlo, bisogna vedere come lo farò (?)
La smetto con questi deliri e mi ritiro xD Grazie a Ya_mi (che mi aiuta sempre con i capitoli <3), a perckson1219, Arly e yeollie per le recensioni al capitolo precedente! Siete tanti çvç non ricevevo tante recensioni da un sacco di tempo çvvvç <3 Davvero, grazie mille çvç Spero di continuare a ricevere i vostri pareri! In questo momento in cui le cose si fanno difficili e serie mi spronano tantissimo! >_<
Un bacione e a presto (si spera a Dicembre!)
~ Mitsuki <3

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Capitolo 19
*** The answer is in your eyes. ***


Capitolo XIX - The answer is in your eyes


Quando Akita aprì gli occhi si trovò distesa dietro una barriera composta da un pannello d’acciaio e da alcuni grossi detriti della costruzione dell’Ordine.
Capì che il Generale aveva provato a metterla al sicuro dalla battaglia mentre era priva di sensi.
Si mise a sedere e rimase per qualche attimo stordita, i ricordi del Sogno di Road ancora vividi nella mente.
Vicino a lei i suoni della battaglia continuavano inarrestabili e ciò le fece riprendere i contatti con la realtà in breve tempo.
La sua preoccupazione maggiore era proprio il Generale Kanda. Anche lui probabilmente risentiva degli effetti del Sogno del Nono Noah, dunque non doveva essere nel pieno delle forze. Quella prova era stata parecchio debilitante e la ragazza immaginò che se lei aveva visto i suoi ricordi, probabilmente lui doveva aver conosciuto il suo passato. Forse avrebbe ottenuto le risposte che cercava da tempo, ma che aveva rinunciato a cercare.
Vagò senza una vera e propria meta per l’Ordine Oscuro, fino a ritrovarsi in uno dei laboratori della Sezione scientifica. Quella sala era miracolosamente intatta, sembrava che lo scontro tra Esorcisti e Noah l’avesse ignorata.
Ad Akita parve sospetta. Nella sua mente si materializzò l’idea che quella stanza perfettamente intatta fosse una trappola. Qualche Noah poteva essersi nascosto lì dentro per fare un agguato a qualche Esorcista ferito che aveva cercato rifugio là dentro, oppure uno dei nemici sarebbe potuto rimanere al suo interno fino alla fine della battaglia, per poi attaccare di sorpresa l’Ordine Oscuro completamente impreparato.
I suoi timori erano fondati.
Da dietro una parete attrezzata, piena di vari contenitori di vetro e strumentazioni degli scienziati, vide un Noah. Era altro, vestiva un abito bianco e aveva i capelli lunghi e ondulati.
Non le sembrava di averlo mai visto, ma la sua attenzione venne attirata da un’altra persona presente nella stanza. Stava immobile e in silenzio, per questo la ragazza non si era accorta subito della sua presenza.
Il Noah però gli rivolse la parola.
- Come ci si sente, Esorcista, ad essere uccisi dalla propria Innocence?-
Ancora nessuna voce rispose, ma Akia riuscì finalmente a vedere l’altro Esorcista. Era proprio il Generale Kanda. Stava in piedi ed impugnava Mugen, indirizzando la lama verso il suo stesso corpo. I suoi muscoli erano in tensione e il suo viso contratto dallo sforzo. Sembrava che stesse tentando di vincere una forza che proveniva da se stesso, come se avesse perso il controllo della propria persona.
Doveva essere il potere del Noah a provocare quell’effetto e Akita con quella deduzione, intuì chi fosse il Noah che si trovava davanti.
Era Cheryl, il Desiderio di Noè. Aveva letto del suo potere nel rapporto di Kaya quando si era introdotta nella villa dei Noah ed aveva tratto in salvo Lavi. Era anche citato in merito al risveglio di Alma Karma, nella Sede Nord Americana dell’Ordine Oscuro. Lì proprio con il suo potere aveva immobilizzato tutti gli Esorcisti e i membri della Sezione Scientifica presenti, utilizzando dei fili pressoché invisibili con i quali prendeva il controllo del corpo della vittima, muovendola come se fosse una marionetta, mentre Wisley risvegliava la matrice dei Third Exorcists e la faceva combattere contro il Generale Kanda.
Akita scosse violentemente la testa. Non era il caso di perdersi in quelle riflessioni. In quel momento Cheryl stava mettendo in atto uno dei suoi macabri spettacoli, costringendo il Generale a ferirsi con la sua stessa arma.
La ragazza doveva fare attenzione a non essere attaccata a sua volta dal Noah, se no si sarebbe trovata nelle stesse condizioni. Doveva agire velocemente, sfruttando l’effetto sorpresa, almeno per liberare il Generale.
Impugnò uno dei suoi coltelli e cercò un varco tra gli scaffali, ma non trovò uno spazio abbastanza grande dal quale avrebbe potuto attaccare, ma la situazione si stava facendo più grave, dato che la lama di Mugen stava cominciando a ad affondare nel torace del Generale e la forza dell’Esorcista non bastava più a combattere il potere del Noah.
Akita abbandonò il buon senso e agì d’istinto.
Spinse la scaffalatura contro il Noah, che gli si abbatté addosso facendo un gran rumore metallico. La presa del Generale sulla katana si allentò, fino a far cadere la lama a terra.
Cheryl però non sembrò aver subito troppi danni da quel diversivo e si accorse subito di Akita, ormai non più nascosta. Si avventò direttamente contro di lei, che ebbe appena il tempo di impugnare la lama corta. L’assalto fu comunque potente e la sbalzò fuori dal laboratorio, contro una parete del corridoio. Nell’attaccare la ragazza aveva però dato le spalle al Generale e Kanda non aveva perso tempo ad attaccarlo, attivando il secondo livello dell’Innocence.
Cheryl si voltò verso di lui e lo afferrò per il collo, inchiodandolo al muro.
- I vostri giochetti mi hanno stufato!-
Qualcosa però saltò letteralmente addosso al Noah, inchiodandolo a terra. Kanda cadde a terra e prima di perdere conoscenza riuscì a vedere la sagoma di Akita su Cheryl, il volto affondato nell’incavo del suo collo.
 
Allen tentava di tener testa ai Jasdebi per un tempo che sembrava non finire mai. I due gemelli non si erano uniti nell’unico Noah del Legame, ma lo attaccavano quasi contemporaneamente e quando il giovane riusciva a sbarazzarsi di uno dei due, giungeva l’altro ad attaccarlo e a coprire il fratello.
L’Esorcista era esausto, aveva perso molto sangue e sentiva di avere almeno qualche osso rotto. Quei mesi isolato a Londra, senza aver potuto usare l’Innocence avevano influito sul suo fisico e lo avevano indebolito parecchio, rendendolo meno reattivo e più sensibile agli attacchi dei nemici.
I Jasdevi erano notevolmente più forti dell’ultima volta che li aveva affrontati  nell’Arca, e la nuova forma del Crown Clown non bastava a infliggergli abbastanza danni. Per quanto tentava di tenere duro e giocare d’astuzia, per ridurre il divario tra i loro livelli, sembrava che il risultato di quello scontro fosse già stato scritto.
L’ennesimo colpo messo a segno da Debitto lo spedì dritto contro una parete e l’impatto fu così violento da danneggiare la superficie di pietra del muro. Crollò a terra e non riuscì a tirarsi su. Tutti i muscoli gli dolevano e le palpebre minacciavano di chiudersi per lo stordimento causato dal colpo appena ricevuto.
Rimase lì in terra e i due Noah si avvicinarono ridacchiando.
- Eeeh? Tutto qui?- chiese Jasdero pestandogli una mano con lo stivale.
- Noi volevamo giocare ancora con te!- continuò Debitto.
Gli sferrò un calcio allo stomaco che lo fece gemere di dolore e voltare sulla schiena. Ansimò pesantemente, cercando con la mano l’elsa della spada, ma il biondo la spinse via.
- Senza il tuo giocattolo non sai fare niente?-
Allen picchiò il pugno a terra, non riuscendo nemmeno a disattivare l’Innocence per far tornare il Crown Clown al suo braccio sinistro e poter così attare i due Noah con il Crown Edge.
- Ohi. Mi sa che abbiamo davvero finito.- riprese Debitto.
- Che peccato, mi volevo divertire di più!-
I due continuarono a lamentarsi ancora un po’, ma poi tesero le mani contro Allen e il terreno sotto il corpo del ragazzo tremò. Si riempì di crepe e il pavimento cedette.
Il giovane temette di cadere nel vuoto, molti piani più giù, ma non successe. Sotto di sé era apparsa una bara spalancata. Stava finendo proprio al suo interno e in un disperato tentativo di sfuggire a quella trappola, attivò la Crown Belt che si legò ad una colonna posta dietro i gemelli. I due però distrussero il laccio bianco con due colpi delle loro pistole ed Allen rimase prigioniero della strana bara che avevano evocato. Cominciò a picchiare il coperchio, ma quello non accennava a cedere e ad aprirsi, anzi la bara si mosse, mettendosi in posizione verticale.
- Bene!- esclamò Jusdero.
- Andiamo da Lord Millennio e diciamogli che abbiamo finito! Possiamo anche levare le tende!-
 
Quando Kanda si svegliò si ritrovò in infermeria.
Era steso in un lettino, la testa gli doleva e gli occhi faticavano a mettere a fuoco ciò che lo circondava. Si mise comunque a sedere, vincendo le vertigini che lo colsero.
Una mano si poggiò contro il suo petto, costringendolo a poggiare la schiena contro la testata del letto.
- Piano, piano.- lo ammonì la capo infermiera. – E’ stato privo di conoscenza per due giorni! E’ ancora debole, si riposi.-
- Due giorni?- disse debolmente. – La battaglia?-
La donna sospirò.
- E’ finita.-
Kanda aprì di nuovo gli occhi.
- Com’è andata?-
La Capo Infermiera scrollò le spalle e si avviò verso il letto di un altro paziente.
- Non ci sono state molte perdite, ma chi è sopravvissuto non sta troppo bene. Il castello è semi distrutto, ma siamo ancora in piedi.-
Lo spadaccino si abbandonò pesantemente contro un cuscino.
- Chi abbiamo perso?-
La donna rimase per un attimo immobile, dandogli le spalle, mentre preparava un vassoio con i medicinali da somministrare ai pazienti.
- Chaoji. Era stato contagiato dal Morbo di quel Noah e sintomi sono ritornati improvvisamente e tutte le cure sono state inutili.- disse con voce tremante.
Kanda la ascoltò osservando il soffitto. Quanti Esorcisti e Finders doveva aver visto morire quella donna? Quanti di loro aveva rimesso in piedi solo per rimandarli a combattere? Tutti tendevano a dimenticarsi di lei e al peso che portava sulle spalle. Si sentì sinceramente in colpa.
- E poi…- aggiunse dopo una pausa. – Hanno portato via Allen Walker.-
Il giapponese sgranò gli occhi e raddrizzò la schiena.
- Che cosa?-
Fece per alzarsi, ma la donna gli fu immediatamente davanti.
- Non può alzarsi! Non si è ancora rimesso! Non si sarebbe dovuto neanche svegliare in così poco tempo, date le ferite che ha riportato! Non posso permetterle di andare via!
- Devo parlare con Komui!-
- Glielo vado a chiamare io, ma resti al letto!-
Kanda si arrese e ritornò sul materasso.
La capo infermiera si sbrigò a concludere il giro di visite che le restavano, per poi togliere il grembiule e uscire dall’infermeria.
Tornò poco dopo accompagnata dal Supervisore Komui.
Il cinese aveva lo sguardo preoccupato, uno zigomo tumefatto e un braccio steccato.
Si avvicinò senza dire una parola e, solo quando fu seduto su una sedia accanto al letto di Kanda, parlò.
- So che vuoi andare a cercare Allen, ma non puoi. Non ora almeno.- disse con voce ferma.
- Ma più tempo perdiamo, più sarà difficile ritracciarlo!- proruppe lui.
- Per ora siamo troppo disorganizzati. Abbiamo pochissimi Esorcisti operativi, non possiamo mettere su una squadra.-
- Io sono operativo! E sono sciuro che anche Akita partirà con me!-
Komui non rispose, rimase in silenzio a guardarlo negli occhi. La sua espressione era cambiata, sembrava addolorata.
- Kanda, ho una cosa da dirti.- Era un brutto segno, un pessimo segno. - Akita non è tra gli operativi.-
- E’ ferita?- lo incalzò.
Il supervisore si prese un attimo di tempo per rispondere. Sembrava che stesse ponderando le parole da dire.
- Non esattamente. Fisicamente non ha grosse ferite, ma la sua mente è il problema.-
- La sua mente?-
- Crediamo che Akita abbia usato di nuovo il siero estratto dal sangue di Inu. Questa volta però ha perso il controllo. Non è più tornata in sé.-
 
Passarono altri due giorni. Solo quando la capo infermiera accettò di dimetterlo, Kanda ebbe la possibilità di vedere l’allieva.
Komui lo accompagnò nei sotterranei dell’ordine Oscuro e giunsero in una sala, il cui ingresso era controllato da due Finders. Il Supervisore fece un cenno alle due guardie, che si scostarono dalla pesante porta in ferro, e aprì uno spioncino.
- Non capisco se la tenete prigioniera o come un animale in gabbia.- disse il Generale prima di osservare l’interno della sala.
Era un semplice vano circolare di pietra liscia, illuminato da delle torce come tutto il resto dei sotterranei. Vi era una branda sfatta e inutilizzata, un vassoio con il cibo era stato abbandonato per terra e non poggiato sul piccolo tavolo posizionato contro una parete, come ci si sarebbe aspettato dalla ragazza. Proprio Akita era acciambellata per terra, tra le coperte che erano state tolte dal letto. Sembrava avesse i vestiti laceri e il suo corpo riportava varie ferite che non sembrava fossero state medicate.
- Fatemi entrare.- disse perentorio.
- Ha attaccato gli altri, Kanda. Non è la persona che conoscevi.- lo avvertì Komui.
- Non importa. Voglio entrare.- insistette.
- Va bene.- sospirò il Supervisore arrendendosi.
Fece cenno ai due Finders di aprire la porta e lui entrò. Quella specie di cella era più umida del resto dei sotterranei e Kanda si meravigliò di come Akita riuscisse a stare lì con indosso solo la casacca smanicata della sua uniforme e i pantaloni strappati in più punti, dato che soffriva molto il freddo. Tra le altre cose, era pure scalza.
Rimase un attimo fermo a fissarla, mentre la porta si chiudeva alle sue spalle, con un rumore metallico. Quel suono svegliò Akita  che drizzò la testa e scrutò la stanza. I suoi occhi erano entrambi azzurri e le sue orecchie si erano modificate, diventando più grandi e perlose, sbucando tra i capelli. Non reagì alla sua presenza, ma rimase vigile ad osservare le sue mosse.
Kanda osò muovere un passo per studiare le sua reazione. Lei si irrigidì e si mise seduta. Come quando aveva affrontato il Livello 4, le unghie delle sue mani si erano allungate, diventando degli artigli sottili ed affilati. La stessa cosa era avvenuta alle unghie dei piedi e il Generale non dubitò che anche i canini si fossero sviluppati.
- Akita.- la chiamò.
Lei si mise in posizione di attacco, piegando gli arti posteriori e distendendo gli anteriori, pronta a spiccare un balzo.
- Ha pure la coda.- osservò  con una risata nervosa.
La trasformazione era più avanzata rispetto a quella della volta precedente. Davvero rischiava di diventare non solo un tipo Parassita, ma una vera e propria bestia anti-Akuma.
- Akita.- la chiamò ancora e lei prese a ringhiare.
- Smettila con questa storia!- esclamò spazientito. – Allen è stato rapito dai Noah! Dobbiamo andare a riprenderlo!-
Akita non accennava a riacquistare la ragione. Kanda allora avanzò e questo la fece scattare. Gli saltò addosso affondando le unghie nella sua schiena. Lui digrignò i denti per il dolore e agì istintivamente, afferrando l’elsa di Mugen, pronto a sguainarla.
Si fermò in tempo, ricordandosi che quella era pur sempre la sua allieva.
Le afferrò le spalle e sua volta, nel tentativo di togliersela di dosso, ma lei reagì ancora, mordendolo ad una spalla. Il Generale emise un grido di dolore e cadde a terra. Non insistette più a spostarla, dato che più lui si muoveva, più lei affondava gli artigli e le zanne. Sospirò rassegnato e strinse i denti per il dolore. Sentiva il sangue colare per la schiena, impregnando la stoffa degli abiti.
Non sapeva come fare per farla ragionare, nemmeno la notizia del rapimento di Allen aveva avuto effetto.
- Akita.- la chiamò ancora. – Sono il Generale. Sono Kanda. Akita, torna in te dannazione!- la colpì con un pugno esasperato, ignorando le altre ferite che gli inferse dopo quel colpo.
- Non sono un Akuma, maledizione! Perché mi attacchi?- le gridò contro. – Sono io, accidenti!-
Continuò a colpirla, ma via via i suoi pugni persero forza, fino a ritrovarsi a stringerla in un goffo e insensato abbraccio.
- Riprenditi!- proruppe rafforzando la stretta.
La morsa sulla sua spalla si allentò e la ragazza emise un verso simile ad un guaito.
Kanda non la lasciò, neanche quando sentì il suo corpo fremere. Neanche quando sentì qualcosa di caldo lambirgli la pelle ferita tra la stoffa lacerata. Akita stava piangendo.
Chiuse gli occhi e poggiò il mento sul suo capo.
- Va tutto bene, è tutto finito.- le disse mentre sfregava una mano sulle sue spalle.
Il corpo della ragazza si fece più pensante e Kanda si sollevò in piedi, prendendola in bracco, solo quando fu certo che avesse perso conoscenza.
 
Akita si riprese completamente nel giro di qualche giorno. Non ricordava nulla dallo scontro con Cheryl. Ricordava solo che dopo l’attacco del Noah le era caduta, da una delle tasche dell’uniforme, l’ultima fiala del siero estratto dal sangue di Inu che la sezione scientifica le aveva dato.
Aveva fatto l’iniezione non vedendo nessun altra soluzione per sconfiggere il Noah. Al di là dei rischi che aveva corso, era riuscita a salvare il Generale Kanda e se stessa, quella scelta si era rivelata la migliore da prendere.
La Capo Infermiera le aveva dato la possibilità di fare una passeggiata di qualche minuto, per muoversi un po’. Era uscita dall’infermeria con Inu, le avevano detto che mentre lei era in quello stato inselvaggito, il cane era stato del tutto privo di conoscenza. Si era ripreso pure lui non appena lei aveva recuperato il controllo di se stessa. Aveva riportato delle ferite a causa dello scontro con Lulubell, ma niente di troppo grave.
Gironzolavano da qualche minuto quando  il Generale li aveva raggiunti e si era offerto di accompagnarla. Nessuno dei due parlò per molto tempo, finché non si trovarono in quel che restava della Sala Comando dell’Ordine Oscuro. Vi erano fori nel tetto, tanto che si poteva vedere il cielo.
Akita a quel punto sospirò.
- Mi può raccontare cosa ha visto nel sogno di Road?-
Kanda sapeva che quella domanda sarebbe arrivata prima o poi, anzi avevano posticipato a lungo quella conversazione.
Le raccontò di Chris, della bambina che aveva conosciuto, la figlia del Conte di Cavendish che doveva comportarsi da maschio per poter ereditare il titolo del padre.
- Tu sei Christine Cavendish, sei nata il 24 Aprile e ad oggi hai 20 anni.-
Lei annuì lentamente con il capo.
- Christine.- disse piano, pronunciando il proprio nome quasi con timore. – Non ricordo chi fossi quando portavo questo nome.- Puntò lo sguardo in quello del Generale. – Io non sono quella persona. Io sono Akita.-
Kanda sospirò e distolse lo sguardo dalle sue iridi di colore differente.
- Prima della sincronizzazione con Inu avevi entrambi gli occhi verdi. Avevi gli occhi di tua madre.-
- Com’era?- gli chiese.
- Come te, solo con i capelli neri. Le somigli tantissimo.-
Akita tacque. Inu le tirò un lembo della casacca che indossava. La ragazza si accorse che il cane le indicava Lavi e Kaya, che parlavano su una passerella rialzata, una delle poche sopravvissute all’attacco dei Noah.
Il rosso parlava piano e teneva lo sguardo basso, lei lo ascoltava torturandosi le mani. Alla fine Lavi se ne andò, lasciando Kaya da sola. Una lacrima le rigò una guancia, una soltanto. Poi si allontanò anche lei.
- L’ha lasciata.- dedusse Akita.
Kanda annuì.
- Lavi ha scoperto da Feedra che Bookman è morto. E’ lui il nuovo Bookman adesso.-
Akita annuì con un cenno della testa.
- Penso che Kaya abbia compreso le sue motivazioni.-
Il giapponese fece schioccare la lingua.
- Quella relazione era un fallimento fin dall’inizio. Era ovvio che non sarebbe durata.-
Akita non rispose subito. Si prese un attimo per riflettere su quello che stava per dire e per come lo stava per fare. Infine si voltò e cominciò a parlare, guardandolo in viso, non potendo raggiungere i suoi occhi, ancora fissi nel punto in cui un attimo prima vi erano Lavi e Kaya.
- Tu per me sei importate. Molte delle mie azioni, se non tutte, che ho fatto da quando sono qui e ti ho conosciuto le ho compiute in funzione tua. Per ricevere la tua approvazione, per aiutarti, per proteggerti.-
Non lo chiamò per cognome, non lo chiamò Generale. Gli stava dando del tu, come se non fosse sua allieva, ma come se fossero alla pari.
Si fermò un attimo per studiare la reazione dello spadaccino, ma lui non la guardava. Era rimasto immobile, ma la stava ascoltando.
- Se ti dovessi perdere, perderei uno dei miei punti di riferimento e, non ne ho molti, dato che ho solo i ricordi di circa un anno. Mi sentirei persa. Io ho bisogno di te.-
Si avvicinò a lui e lo costrinse a guardarla.
- Non credo che ci sia niente di fallimentare il questo. Capisci cosa voglio dire?-
Non ricevette alcuna risposta, ma lei di certo non si sarebbe aspettata niente di diverso.
Si alzò sulle mezze punte e poggiò le labbra su quelle del Generale. Fu solo una leggera pressione, poi lei ritornò con i talloni a terra e lo guardò ancora una volta negli occhi. Lui sostenne il suo sguardo.
Akita capì e si allontanò da lui, dirigendosi verso l’infermeria con Inu al seguito.

Angolo Autrice

Aggiorno al pelo, prima dell'anno nuovo :'D Intanto auguri a tutti, per tutte le feste x°°
Questo capitolo è prondo dai primi di dicembre, ma l'ho lasciato a decantare per un bel pezzo, per rivederla dopo qualche tempo e fare delle correzioni a mente lucida... Nonostante tutto non sono completamente soddisfatta, ma tra le revisioni mie e il beta reading di Ya_mi (che ringrazio sempre tantissimo-) non il risultato non è cambiato :'D E va beh, forse più di tanto non si poteva fare x°°
Non dirò assolutamente nulla sul capitolo, lascio a voi  commenti e i pareri :'''D
Scusate come sempre se sono sfuggiti errori >_<
Vi posso dire che siamo davvero alla fine, mancano circa 2-3 capitoli alla conclusione! Woooh non vedo l'ora di finire x'D
Ci rivediamo a Febbraio, allora u.u
Grazie a tutti per aver letto e grazie in particolare a Yeollie e a Ya_mi per le recensioni al capitolo precedente! <3
Un bacione e a presto!
~ Mitsuki <3

 

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Capitolo 20
*** Regrets. ***


Capitolo XX - Regrets.


Kanda giunse nella sala di controllo e la prima cosa che attirò la sua attenzione fu un capannello di gente riunita intorno al Gate dell'Arca.
Erano passate delle settimane dall'attacco dei Noah, ma l'Ordine Oscuro non poteva dirsi ancora operativo, perciò vedere tante persone riunite sulla passerella lo stupì. Si avvicinò e riconobbe immediatamente il Supervisore Komui che parlava al gruppo. Mentre il giapponese si stava avvicinando notò che lo scienziato aveva poggiato la mano sulla spalla di qualcuno e solo quando salì i gradini che conducevano alla piattaforma del Gate riuscì a scoprire di chi si trattasse.
Era Akita. Indossava la nuova uniforma cucita da Johnny in quegli ultimi giorni, dato che la precedente era rimasta strappata e non più utilizzabile. Il ragazzo occhialuto aveva ideato un nuovo modello per tutti gli Esorcisti che comprendeva una camicia bianca e smanicata, sulla quale veniva indossata una cravatta rossa, pantaloni scuri e stivali molto alti, che superavano il ginocchio. Akita aveva fatto personalizzare la propria aggiungendo un paio di manicotti chiari e modificando leggermente la camicia, in modo che avesse un colletto alto, alla coreana.
- Che succede?- chiese non appena li ebbe raggiunti.
- Oh ciao, Kanda.- lo salutò con un sorriso Komui. - Sto solo facendo le presentazioni tra Akita e il responsabile della Sede Asia, Bak Chang.-
Il giapponese scorse l'uomo biondo, al fianco della sua allieva.
- Come mai questa visita?- domandò senza nascondere il fastidio nella propria voce. Tutto ciò che riguardava la sede Asia lo irritava.
- Ho preferito venire di persona a prendere Akita e Inu, per accoglierli dato il loro trasferimento.-
Il Generale sgranò gli occhi e spostò lo sguardo da Bak, ad Akita, poi si voltò verso Komui ed infine ritornò sulla ragazza.
- Trasferimento?-
- Sì.- rispose la castana. Era la prima volta che parlava da quando era iniziata quella conversazione. Una delle poche volte in cui scambiavano qualche parola da quella sera. - Io e Inu verremo trasferiti in Cina per portare avanti degli studi sulla nostra Innocence.-
- Studi?- proruppe Kanda. - Vorrai dire esperimenti! Sono il suo Generale, lei è una mia allieva! Perché non sono stato informato?-
A quel punto Komui prese la parola.
- Non sei stato informato, perché non hai voce in capitolo Kanda.- disse con voce bassa. - E' stata una decisione presa dal Vaticano e nessuno può opporsi.-
- Sono un Generale! Com'è possibile che non abbia voce in capitolo?!- gridò l'Esorcista.
- Questo non cambia niente.- riprese Akita. - Anche se lei potesse esprimersi sulla questione, le cose non cambierebbero. Noi vogliamo andare in Asia.-
La ragazza abbassò lo sguardo incontrando quello del cane, seduto al suo fianco, come per esprimere la loro unanimità su quella decisione.
Anche l'animale indossava una specie di uniforme nera che gli avvolgeva il torace, e un collare rosso che richiamava la cravatta dell'uniforme della compatibile.
- Ma lo sai almeno cosa ti faranno là?!- esclamò il giapponese voltandosi direttamente verso di lei. - Verrai torturata! Verrete torturati! Come è successo a me e ad Alma!-
- Kanda, ora calmati per favore.- tentò di placarlo il Supervisore.
- Le cose sono cambiate da allora, Kanda.- intervenne Bak. - Non utilizzeremo quei metodi su Akita e Inu. Innanzitutto perché sono studi diversi e poi perché non possiamo permettere di fare del male a voi Esorcisti, siete preziosi.-
Kanda fece schioccare la lingua, in un verso di stizza.
- Non importa cosa dite, so bene quello che farete!-
- Kanda.- Akita lo chiamò per nome, con voce profonda e seria. Puntò i suoi occhi in quelli del Generale, sostenendo il suo sguardo. Non accadeva da giorni, evitava i suoi occhi da quella sera. - Non si tratta di te, di quello che ti è successo e di quello che vuoi che si faccia. Si tratta di me. E io voglio diventare più forte, voglio combattere con voi, proteggere i miei compagni e se andando nella Sede Asia potrò imparare ad usare l'Innocence in maniera cosciente, allora andrò lì e affronterò tutti i test a cui mi sottoporranno. Sono io a volerlo.-
Dette quelle parole si voltò verso Bak.
- Andiamo allora?-
Il Capo della Sede Asia salutò il collega e accennò un saluto verso Kanda con un cenno del Capo. Poi il Gate fu aperto e il due vi entrarono.
Akita non lo aveva salutato.
 
Kanda andò in mensa. Non potevano ricevere incarichi perciò non aveva la possibilità di distrarsi da quello che era appena accaduto. Aveva pure rinunciato alla possibilità di fare meditazione, sperava che mangiare qualcosa lo avrebbe potuto far star meglio.
... Perché doveva star meglio? Stava male? Doveva essere così, ma non ne capiva il motivo di quel malessere. Non si era mai preoccupato tanto per qualcuno da quando era all'Ordine Oscuro. Il Moyashi non faceva testo, perché si sentiva responsabile del risveglio della memory del Quattordicesimo, quindi nei suoi confronti aveva una sorta di debito.
Ma per Akita? Perché gli dava così fastidio che se ne fosse andata, ignorando le sue parole?
Il vuoto alla bocca dello stomaco gli fece capire che non era il caso di mangiare e che la situazione era anche peggiore del previsto. Lui era preoccupato. Non poteva negarlo, perché infondo aveva ancora una certa paura della Sede Asia e di tutto quello che era accaduto lì. Quel luogo era legato a ricordi dolorosi e sapere che una persona a cui teneva stava andando volontariamente in quel posto non poteva fare altro che agitarlo.
... Una persona a cui teneva...
- Hey, Yuu!- la voce di Lavi lo distolse dai suoi pensieri e lui gliene fu grato, perché non gli piaceva  che direzione avesse intrapreso il suo riflettere.
- Che vuoi?-
Il rosso lo osservò per un attimo, poi emise un lungo fischio prima di sedersi al suo fianco sulla panca che aveva occupato.
- Non mi hai insultato e non ti sei neanche arrabbiato perché ti ho chiamato per nome.- constatò. - C'è qualcosa che non va?-
Il giapponese lo ignorò guardando fisso davanti a sé.
- C'entra la partenza di Akita, vero?-
Centro.
Lavi lo capì da come lo spadaccino sgranò gli occhi, ma fu svelto a riprendersi. Il rosso ringraziò la sua capacità di cogliere anche il più minimo dei dettagli.
- Tu che ne sai?- sbottò il Generale.
- Me lo ha detto lei, qualche giorno fa.- spiegò il nuovo Bookman.
Delle piccole rughe incresparono la fronte del moro.
- Non te lo aveva detto?- insinuò.
Kanda non riuscì a trattenere uno sbuffo.
- L'ho saputo stamattina. L'ho vista prima che partisse.-
- Almeno vi siete salutati.- commentò Lavi, sempre squadrando l'altro con il suo occhio verde.
Il giapponese arricciò il naso, perché effettivamente non si erano salutati. L'immagine di Akita che spostava lo sguardo da lui a Bak e poi gli voltava le spalle, gli passò davanti agli occhi e lui dovette abbassare le palpebre per provare a non rivivere quegli attimi.
Il rosso lo scrutava, con la testa sorretta dal braccio poggiato al tavolo.
- Cosa è successo tra di voi?- chiese all'improvviso.
Kanda si voltò a guardarlo e non riuscì ad interpretare la sua espressione. Era neutra, ma riusciva a scorgere un po' di irritazione ed una certa curiosità.
- Niente, che deve essere successo?- rispose scostando ancora una volta lo sguardo.
- Non lo so.- rispose il Bookman. - Ma qualcosa è successo, dato che non ti ha detto che voleva essere trasferita.-
- Sono stati giorni pieni, date le riparazioni.-
- Lo ha detto a tutti, tranne a te che sei il suo Generale. E' strano.-
- Lo ha detto a tutti?- ripeté Kanda ritornando a guardare Lavi stupito.
- Sì lo sappiamo tutti. Io, Kaya, Lenalee, Timothy, Miranda, Marie, i Generali... Mi sembra anzi che avete parlato poco in questi giorni. A stento vi salutavate.-
- Siamo stati impegnati.- insistette lo spadaccino, ma il rosso non poté fare a meno di notare come il giapponese sembrasse dispiaciuto alla scoperta che tutti gli altri Esorcisti erano stati informati della partenza della ragazza.
- In ogni caso mancherà tutti.- gli disse provando a sviare il discorso per vedere come avrebbe reagito.
- Figurati! Il fatto che se ne sia andata non mi dispiace, una scocciatura in meno per me.- esclamò lui.
- Certo, tu non sei dispiaciuto per la sua partenza.- concordò il Bookman.
- Esatto.-
- Tu sei preoccupato, Yuu.-
Il moro sgranò gli occhi, ma quella volta non tentò di nasconderlo, anzi si voltò nella sua direzione.
- Che sciocchezze vai dicendo?-
Centro, parte due.
- Oh Yuu sei così preoccupato che non reagisci alle provocazioni! Ti ho chiamato per nome, di nuovo e non hai fatto una piega! Hai continuato a pensare ad Akita!-
Il giapponese sembrò arrendersi all'evidenza.
- E va bene.- ammise. - Sono preoccupato per lei.-
- Oooh! E che ci voleva ad ammetterlo?- lo canzonò il rosso. - Lo siamo tutti.-
- Ma non è da me.- disse il Kanda guardando il tavolo.
- Ma Akita non è una persona qualunque, lei è speciale.-
- Cosa stai insinuando, idiota?- esclamò scattando in piedi.
Lavi alzò le mani come per difendersi.
- Voglio dire è la tua allieva! E’ ovvio che tu abbia un senso di protezione nei suoi confronti.-
Kanda rimase sorpreso, pensava che il rosso volesse intendere altro.
- Tu cosa credevi volessi dire?- insinuò a quel punto.
Lo spadaccino si tese come una corda di violino.
- Che ne so! Pensavo volessi rifilarmi qualcosa di stupido, come i sentimenti!-
Lavi a quel puntò spalancò l’occhio.
- Si tratta di questo allora! Avete parlato di questo!- esclamò comprendendo finalmente tutto.
Kanda capì troppo tardi di essersi fregato con le sue stesse mani. Era giunto all’argomento che voleva evitare.
- No, non c’entra niente questo.- tentò di rimediare.- Ora vado nella mia stanza.-
- L’hai rifiutata, vero?- lo incalzò il rosso.
Il giapponese rimase in piedi, fermo, dando le spalle al Bookman.
- Perché lo hai fatto?- continuò senza aspettare una sua risposta che sapeva non sarebbe arrivata.- Dannazione, tu non hai alcun problema! Nessun obbligo verso nessuno! Perché non hai rinunciato alla possibilità di essere felice?-
- Chi te lo dice che sarei stato felice?- ribatté lui, senza voltarsi a guardarlo.
- Perché ti sei innamorato! E non provare a negarlo, lo sai benissimo anche tu!- Lavi a quel punto si alzò e si portò davanti a lui.- Avrei voluto essere io al tuo posto, avrei preferito non dover lasciare Kaya perché il vecchio è morto, avrei preferito non essere Bookman! Tu perché stai rinunciando a tutto questo?-
- Perché tutto questo non mi serve. Siamo in guerra, te lo sei dimenticato? Siamo in guerra e tutto questo è solo una distrazione. Tutto questo non mi salverà la vita.- rispose Kanda.
- Forse hai ragione. Ma chi ti garantisce che senza sentimenti, senza amore, riuscirai a sopravvivere? Accidenti, non dovrei farteli io questi discorsi! Sono un Bookman!- esclamò il rosso avvilito. - Io ho dovuto rinunciare al mio cuore per il dovere, ma tu non sei costretto. Probabilmente morirai in ogni caso, ma almeno non rimpiangerai di non essere stato felice.-
 
Dovettero passare ancora alcune settimane prima che l'Ordine Oscuro potesse riprendere le sue normali attività. Quando gli Esorcisti  furono autorizzati a riprendere le missioni, erano stati accumulati moltissimi incarichi. Data la partenza di Akita, la scomparsa di Chaoji e il rapimento di Allen gli operativi erano davvero pochi e i più esperti furono costretti a partire da soli, non in coppia come erano soliti fare. Era anche diventato difficile identificare gli incarichi che potevano riguardare frammenti di Innocence da semplici attacchi di Akuma, al semplice scopo di mietere vittime innocenti per aumentare il proprio livello. I Noah avevano approfittato della disorganizzazione dell'Ordine Oscuro per metterli ancora in più in difficoltà.
Le giornate scorrevano così, tra incarichi sempre più difficili e rischiosi, ritorni a casa quasi miracolosi, medicazioni, sangue e lacrime.
Le uniche gioie erano le lettere di Akita, che Kaya riceveva.
La ragazza aspettava che almeno la maggior parte degli Esorcisti fosse presente per leggerle a tutti.
Raccontavano gli studi e i test che stavano effettuando su lei ed Inu, nella sede Asia vi erano le migliori tecnologie scientifiche e la stessa Akita sembrava fiduciosa sull'ottenimento di risultati positivi.
Avevano scoperto il perché della sua mutazione in una creatura simile ad un cane, quando l'Innocence aveva preso il controllo di lei: era causato dalla presenza del frammento del DNA di Inu nel suo corredo genetico, provocato dalla sincronizzazione. La sostanza divina si basava su quello per indirizzare la mutazione della compatibile in caso di difficoltà, potenziando il suo corpo, rendendola una predatrice di Akuma.
Non era ancora stato spiegato se vi fosse una connessione tra la sua trasformazione e la perdita di conoscenza del cane, o se nelle due volte in cui ciò era avvenuto era stato solo un caso.
Stavano studiando un dosaggio minimo di Innocence da somministrare ad Akita per permetterle di trasformarsi in quella forma letale, senza però perdere coscienza di sé e del mondo che la circondava.
Era tutto però all'inizio, non era certo che ce l'avrebbero fatta.
 
Non tutte le lettere furono piacevoli. Non quella che arrivò a distanza di pochi giorni dalla ripresa delle missioni degli Esorcisti al Supervisore. Riunì tutti gli Esorcisti nel proprio ufficio, Generali compresi. Komui aveva un'espressione triste, quasi arrendevole. Teneva tra le mani un foglio bianco su cui erano scritte poche righe.
- Con la presente, informiamo la distruzione del Laboratorio di Ricerca 2 della Sede Asia da parte di un gruppo di Akuma, guidato da tre di livello 4. Non sono stati trovati superstiti.- lesse il cinese, con voce tremante.
Nessuno commentò quelle poche parole.
Solo Kanda se ne andò sbattendo la porta non appena comprese il significato di quella missiva. Il Laboratorio di Ricerca 2 era quello in cui stavano portando avanti le ricerche su Akita.
 
- Siamo certi che sia rimasta coinvolta?- chiese Lavi al Supervisore una volta che tutti se ne furono andati dal suo ufficio.
- Sembra che non ci siano dubbi.- rispose Komui con voce bassa, sedendosi nella sedia dietro la scrivania.
Era il terzo Esorcista che perdeva in circa due mesi. Era molto più che distrutto. Tolse gli occhiali e si portò le mani al viso, stropicciandosi gli occhi.
Il Bookman lo osservava in piedi, difronte al tavolo.
Il cinese gli avvicinò un paio di fogli tenuti insieme da una graffetta.
- E' il rapporto dell'incidente.- spiegò al ragazzo che lo stava già scrutando. - Dice che di turno quel giorno vi erano scienziati uomini, così anche come riporta il registro delle firme, qui allegato. L'unica donna era Akita, infatti hanno ritrovato sono un corpo femminile.-
Il rosso lesse velocemente il rapporto, in cui erano elencati i danni che l'edificio aveva riportato e le testimonianze degli scienziati di altri laboratori.
- E' stato un attacco mirato, volevano distruggere proprio quel laboratorio.- constatò.
- Probabilmente perché era il più grande, era stato costruito di recente.- ipotizzò Komui. - Forse pensavano di riportare abbastanza danni così.-
- Potrebbe essere.- convenne il più giovane.
Il suo occhio si focalizzò sulle firme degli scienziati presenti all'interno del laboratorio al momento dell'attacco. Connie Strauss, Viktor Laplace, John Evan, Samuel Elm... tutti uomini. L'unico nome femminile che spiccava, anche perché senza cognome era quello di Akita.
- Ed Inu?- domandò improvvisamente.
Il Supervisore sembrò ridestarsi da un momento di riflessione.
- No, lui non è stato ritrovato.-
- E non è strano?-
Komui alzò le spalle.
- Potrebbe essere fuggito non appena ha capito che la sua compatibile era... hai capito cosa voglio dire, no? Magari per trovare un nuovo Esorcista con cui sincronizzarsi.-
Lavi abbassò il capo.
- Sì, è possibile.-
- Non dovresti preoccuparti così tanto, lo sai?- gli domandò il cinese poggiando il mento sulle dita intrecciate delle mani.
- Era una mia amica.- ammise il rosso restituendogli i documenti. - E sono preoccupato per gli altri.-
- Non dovresti esserlo, dato che sei un Bookman, no?-
Lavi annuì con un cenno della testa.
- Allora io me ne vado.- si congedò e uscì dallo studio del Supervisore.
Il cinese lo vide allontanarsi e non poté fare a meno di preoccuparsi di come sarebbero andate le cose da quel momento in poi.
 
Bianco.
Iniziava sempre così.
Un'infinita distesa bianca, senza confini per le quattro direzioni.
Allen si era ormai abituato a quel paesaggio, quasi quasi gli piaceva anche. Rimase seduto per terra, una gamba distesa, l’altra piegata  le mani poggiate su quel ginocchio.
Era in attesa.
In attesa del Noah che presto avrebbe fatto la sua comparsa.
Ed ecco che la macchia scura cominciava a delinearsi in quella distesa candida. Allen sorrise nel vederlo, quegli incontri non lo spaventavano più, sapeva come affrontarli. Aveva anche una nuova idea e non vedeva l'ora di provarla.
La macchia nera, prese consistenza e mostrò l'aspetto di un giovane dalla pelle scura, i capelli neri e gli occhi dorati, la fronte coperta di stimmate.
Il Quattordicesimo si avvicinò ad Allen e si sedette difronte a lui imitando la sua posa.
- Non ti stanca mai questo gioco?- domandò il ragazzo dai capelli chiari e gli occhi argentei.
- No, non lo trovo affatto noioso.- rispose il moro con un sorriso. - Anzi è piuttosto divertente, anche perché sei un avversario molto interessante.-
Allen negò con un cenno del capo.
- Allora cambio domanda, non sei stanco di perdere?-
Neah fece schioccare la lingua.
- Una vittoria dà più soddisfazione se è sudata.-
- Non vedo per te molte speranze di successo.- lo contraddisse l’Esorcista.- Non riesci più a prende il sopravvento su di me come un tempo, ormai so come sconfiggerti.-
- Al massimo sai come controllarmi, ma ancora se molto lontano dal riuscire a sconfiggermi.-
Questa volta fu Allen a sorridere.
Il corpo di Neah fu presto avvolto da sottili filamenti bianchi, il Noah provò a strapparli con le mani ma non appena si liberava di alcuni, se ne formavano almeno il doppio.
Presto il corpo del Noah fu ricoperto dal quel filo bianco, ma riuscì a liberarsi a spiccare un balzo indietro arretrando. Nella sua mano destra comparve una spada, identica in tutto e per tutto alla Spada dell'Esorcismo di Allen, se non fosse stato per il colore nero della lama e la croce bianca disegnata in essa. I colori erano invertiti rispetto all'arma del ragazzo dai capelli chiari. Allen conosceva già quella lama, l'aveva vista in mano al Conte del Millennio in persona.
Anche l'Esorcista scattò in piedi e il suo braccio sinistro mutò nell'arma sorella a quella del Quattordicesimo.
- Immaginavo che la Crow Belt non sarebbe bastata.- ammise il ragazzo, mentre Neah si toglieva di dosso i restanti filamenti candidi. Quando alzò lo sguardo si accorse che Allen indossava una specie di capotto bianco, doveva essere fatto della stessa sostanza che aveva tentato di avvolgerlo.
- Questa è l'ultima sfida, lo sai Allen?- gli domandò il moro.
Lui annuì.
- O io perisco e tu prendi il mio corpo, o io vinco e tu sparisci.-
- Esattamente.-
- Non perdiamo altro tempo, allora!- gridò Allen correndo in direzione del Noah brandendo la spada con la sola mano destra.
Neah sorrise divaricando le gambe e preparandosi a difendersi.
- Aspettavo questo momento da tanto tempo!-
Il fendente dell'Esorcista arrivò dall’alto verso il basso e il Noah non faticò a pararlo. Rispose immediatamente all'assalto, sferrando un calcio al fianco del ragazzo che cadde a terra. Neah non perse tempo e si preparò a calare l'arma su di lui. Allen fu veloce a reagire e rotolò su un fianco riuscendo ad evitare l'affondo, recuperando al volo la spada che gli era scivolata di mano.
La distesa candida cominciava a tingersi di nero e il ragazzo digrignò i denti. Non poteva farsi sopraffare.
Il Quattordicesimo partì alla carica tentando un affondo. L'Esorcista gli afferrò il braccio teso e lo colpì con una testata. Neah gemette ed arretrò di un passo, portandosi la mano al capo. Quel colpo sembrava averlo stordito e quella dimensione risplendette di luce chiara.
Allen non perse l'occasione e con la Crownbelt afferrò il nemico. Mentre le braccia e le gambe venivano avvolti ancora una vota da i filamenti bianchi che provenivano dal braccio destro del ragazzo, Neah riprese conoscenza e con un singolo fendente della sua arma recise le corde che lo bloccavano.
- Complimenti Allen, sei proprio in gamba! Ma questo non basta!- Esclamò ritornando a fronteggiarlo.
Le lame cozzarono e per un po' sembrò che nessuno dei due avesse la meglio. Il luogo in cui si trovano era perfettamente diviso tra bianco e nero, tra luce ed ombra. Le loro forze erano in perfetto equilibrio.
Dopo un ultimo fendente che si scambiarono, le lame subirono una sorta di contraccolpo e i due sfidanti furono sbalzati via. Rimasero per terra ansimanti, le rispettive spade lontane.
Quando Allen si alzò a sedere, notò una cosa che lo fece rabbrividire. La sua mano destra stava diventando trasparente. Sollevò lo sguardo e vide che la stessa cosa stava succedendo a Neah e che anche lui stava osservando l'arto che perdeva consistenza.
- Che sta succedendo?!- esclamò.
Il Noah temporeggiò un po' prima di rispondergli.
- Credo che le nostre coscienze siano fin troppo forti. Ci stiamo distruggendo a vicenda.-
- Cosa significa?- proruppe Allen agitato.
- Significa che se continuiamo a combatterci scompariremo entrambi. Siamo due forze identiche, ma opposte, ci annulliamo a vicenda. Mi capisci?- chiese Neah fissando con i suoi occhi dorati quelli argentati di Allen.
- Sì, credo di sì.- annuì il ragazzo. - E cosa dobbiamo fare per impedire che questo accada?-
- Dobbiamo accettarci e coesistere, non penso abbiamo molta scelta.-
- Ma tu hai tentato per mesi di annullare la mia coscienza per prendere il controllo del mio corpo!- esclamò Allen.
- Lo so, non mi aspettavo una simile conclusione. Non mi sarei mai aspettato che tu fossi così forte, tanto da riuscire a tenermi testa.- lo sguardo di Neah si spostò sulla mano che stava svanendo.
- Non posso fidarmi di te.- asserì Allen alzandosi in piedi.
- Vuoi allora continuare a combattere? In questo modo scomparirai anche tu, assieme a me!-
Allen si voltò in direzione delle loro armi, identiche ma opposte. Anche quelle stavano scomparendo.
- Cos'altro potremmo fare?-
Neah si prese un altro attimo di riflessione.
- Tu vuoi sconfiggere il Conte del Millennio, giusto?-
L'Esorcista annuì con un cenno del capo.
- Io sono il Noah Traditore proprio perché ho tentato di eliminare Adam molti anni fa. Dunque in nostri obbiettivi coincidono, no?-
Allen sgranò gli occhi e Neah sorrise a quella reazione.
- Alleiamoci, giovane Allen Walker.-
 
Angolo Autrice
Shalalalalà, shalalalalà ̴
Ok, volevo creare una bella atmosfera, con una musica ad effetto, ma dubito sia venuta fuori una cosa intelligente (No, Sel non lo è affatto!)
Va beh concludo con i deliri, che già il capitolo è bello carico di per sé, non è necessario il mio intervento-
Ad essere sincera non ho molto da dire, se non che… Siamo alla fine! Ma stavolta sul serio *A* un capitolo e ci salutiamo! Forse sono fin troppo felice di aver concluso la Fic, ma davvero ragazzi, la soddisfazione è enorme e il senso di libertà che sento non è immaginabile xD
Va beh lasciamo stare i miei festeggiamenti! Aspetto i vostri pareri! E ringrazio come sempre Ya_mi per il sostegno che mi dà ogni volta e per la recensione al capitolo 19! Bene, ho concluso! Ci si vede ad Aprile!
Un bacione,
̴ Mitsuki <3

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Capitolo 21
*** Declaration of War. ***


Capitolo XXI - Declaration of War.


Era un’altra frenetica giornata all’Ordine Oscuro. Il via vai di Esorcisti per i Gate non si fermava mai, nel tentativo di far fronte a tutte le richieste di soccorso ricevute a causa degli attacchi di Akuma in varie parti del mondo. Non c’era un momento di pausa, non un solo attimo libero per poter pensare a quello che stava succedendo in quei giorni che si ripetevano identici ormai da mesi. Se nei primi tempi l’ansia e la preoccupazione del nuovo potere che avevano preso i Noah avevano occupato i cuori degli Esorcisti, con lo scorrere delle giornate quei sentimenti erano scivolati via, perché non c’era spazio per paura e disperazione, non c’era tempo da perdere.
Tempo per cosa? Molti si erano posti quella domanda e pressoché tutti si erano risposti nello stesso modo. Non c’era più tempo.
Sembrava ormai chiaro a tutti che la battaglia era giunta ad una svolta, si stava arrivando alla fine. E non era una conclusione positiva per l’Ordine Oscuro.
Sembrava fosse scontata la vittoria dei Noah in quella lotta secolare. L’ultimo attacco aveva creato spaccature troppo profonde, troppo difficili da riparare. Stavano venendo lentamente consumati da incarichi sempre più pericolosi e prima o poi tutti sarebbero caduti, e l’Ordine sarebbe rimasto senza Esorcisti, l’unica difesa contro quei nemici.
Non erano stati trovati nuovi frammenti di Innocence e anche se fossero arrivati dei nuovi Esorcisti, non avrebbero potuto addestrarli correttamente con un Generale, ma sarebbero dovuti andare in missione da soli e degli Esorcisti inesperti sarebbero stati solo una preda facile per gli Akuma e un’occasione per i Noah per distruggere dei frammenti.
Si trovavano davvero in un vicolo cieco. La situazione era così disperata, che anche i meno credenti si ritrovano a pregare per un miracolo.
Ma nessuno all’Ordine Oscuro sembrava volersi arrendere, tutti continuavano a svolgere i propri compiti senza lamentele, senza dubbi.
Era il loro compito, era la loro vita.
C’era una sorta di fiducia immotivata che spingeva tutti a resistere, a continuare ad andare avanti, come se aspettassero qualcosa. Qualcosa che nemmeno loro sapevano cosa fosse ma sapevano, sentivano che sarebbe arrivata. Sarebbe stata la svolta che avrebbe cambiato le carte in tavola, in quella partita a poker contro il Conte del Millennio.
Era solo una speranza, illusoria probabilmente, ma bastava a tutti loro per attraversare ogni volta un Gate.
Non lo sapevano ancora, ma quella speranza avrebbe salvato le loro vite.
 
Era un’altra frenetica giornata all’Ordine Oscuro, quando un Gate che non apparteneva all’Arca si aprì improvvisamente.
Fu immediatamente circondato dai finders e gli Esorcisti accorsero in breve tempo.
Quando il bagliore emesso dal Gate si dissolse, ebbero una grossa sorpresa. Allen Walker era tornato all’Ordine Oscuro, ma non era solo. La presenza di Road Kamelott e di Tyki Mikk smorzò la gioia che aveva ravvivato gli animi dei presenti.
- State tranquilli, non hanno cattive intenzioni.- si affrettò a dire il giovane Esorcista dai capelli candidi. – Sono qui per aiutarci, mi hanno aiutato a fuggire.-
- Chi ci garantisce che non sei il Quattordicesimo?- gridò Sokaro, uno degli Esorcisti in prima linea.
- Nessuno può farlo.- ammise il ragazzo. – Perché effettivamente sono Neah Walker, oltre a essere Allen Walker.-
Ricevette degli sguardi confusi come risposta e Tyki gli poggiò una mano sulla spalla.
- Credo che tu debba essere più preciso. Spiegalo meglio, non è facile da comprendere.-
Il ragazzo sospirò e dopo aver incrociato lo sguardo con il Noah, si voltò verso i propri compagni.
- Sapete tutti che nel mio corpo è presente la memory del Quattordicesimo, alcuni di voi sanno anche che la mia coscienza è sempre stata in conflitto con quella del Noah. Abbiamo combattuto per ottenere il controllo di questo corpo. Siamo però arrivati al punto di distruggerci a vicenda, perché le nostre coscienze sono legate e se scompare una delle due svanisce anche l’altra. L’unico modo che abbiamo per esistere, è coesistere. Non c’è Allen, senza Neah e non c’è Neah senza Allen. Può sembrare un’assurdità, ma vi assicuro che è così.-
Nessuno rispose. Stavano tutti meditando sulle sue parole. Il giovane emise un altro sospiro e continuò il suo racconto.
- Come vi ho detto prima, Road e Tyki sono qui perché mi hanno aiutato a fuggire dal luogo in cui i Noah mi tenevano prigioniero. Loro e Neah hanno lo stesso obbiettivo, cioè il nostro: distruggere il Conte del Millennio.-
A quelle parole tutti sussultarono, sgranando gli occhi. Due Noah, tre considerando Neah, cambiavano schieramento?
- Sembrerà folle, ma…- iniziò a giustificare quell’ultima affermazione, ma fu interrotto.
- Non è folle.- a parlare era stato Link.
Il corvo fissava Allan con sicurezza.
- Il Quattordicesimo voleva distruggere il Conte del Millennio, per questo è stato ucciso. E poi sembra che Road, il Sogno di Noè, sembrava essere molto legata a lui, quindi sembra plausibile che voglia vendicare la sua scomparsa.- fece una piccola pausa, vedendo il volto di Allen illuminarsi e un sorriso comparire sul suo volto. – Per quanto riguarda Tyki, Joyd, è sempre stato un po’ combattuto, diviso tra la sua parte bianca e quella nera. Il suo tradimento nei confronti dei Noah non mi sorprende.-
- Shonen! Credo che mi stia offendendo!- si lagnò Tyki, ma Allen lo zittì con un’occhiataccia.
- Potrebbe pure essere tutto un trucco del Quattordicesimo per fare infiltrare tre Noah nell’Ordine Oscuro?- chiese Tiedoll ignorando l’intervento del Noah e insinuando un ragionevole dubbio
- Che motivo avrebbe? Siamo in una situazione così disperata che non servono sotterfugi del genere.- intervenne Lavi, ricordando a tutti in che situazione disastrosa versavano.
Un mormorio si sollevò dalla folla ormai divisa nel dubbio.
Leenalee si fece strada a suon di spintoni pur di raggiungere Allen e parandosi davanti a lui a braccia spalancate.
- Io mi voglio fidare! Mi fiderò sempre di un mio compagno!-
Fu immediatamente raggiunta da Link, che si mise al suo fianco seguito subito dopo da Lavi. Crowley avanzò di un passo.
- Preferisco morire credendo ad un amico, che farlo dubitando di lui.- disse prima di schiarirsi con gli altri e fu immediatamente imitato da Miranda, Timothy ed Emilia. Kanda li raggiunse subito dopo senza motivare la sua scelta.
In poco tempo la maggior parte degli Esorcisti stava difendendo Allen e la sua strana compagnia, mettendo in seria difficoltà gli altri.
- Basta così.- la voce di Komui attirò l’attenzione di tutti e il Supervisore avanzò superando la folla, fino a fronteggiare i tre inattesi ospiti.
- Nonostante i dubbi e le paure siano piuttosto scontate di questi tempi, temo che non potremmo fare niente per intrappolarvi. Road sa aprire dei portali che portano ovunque lei desideri, Allen o Neah che sia può aprire i Gate e Tyki è capace di attraversare qualunque superficie. Sembra inoltre impossibile sconfiggervi dato che molti vogliono avere fiducia nelle parole che sono appena state pronunciate, quindi… Bentornato Allen.- concluse con un sorriso mesto.
- Non sembri molto contento di vedermi.- disse debolmente il ragazzo.
- Spero solo che sia tu e non una macchinazione del Conte del Millennio per distruggerci in modo ancor più crudele: per mano di chi crediamo nostro compagno.- disse con sincerità il cinese.
- Per dimostrare la nostra buona fede, abbiamo delle informazioni da darvi.- s’intromise Road che fino a quel momento era rimasta in silenzio.
- Il Conte del Millennio stava organizzando un attacco decisivo verso l’Ordine Oscuro. E’ pur vero che potrebbe cambiare piano non appena verrà a conoscenza del nostro tradimento, ma ho ragione di credere che non cambierà le carte in tavola. Al massimo farà una dichiarazione di guerra ufficiale.-
- Come fai ad esserne sicura?- chiese Sokaro avanzando verso di lei con i suoi passi pesanti. Il Noah dall’aspetto di una ragazzina non si scompose.
- Credo di aspettasse una situazione simile, penso sospettasse un tradimento da parte di Tyki, forse sarà sorpreso dal mio, ma non più di tanto.-
- Anche tu a dire che è facile dubitare di me?- protestò l’altro Noah sorpreso da quella rivelazione.
Road si voltò nella sua direzione e sorrise assottigliando lo sguardo.
- Sei sempre stato quello a cui faceva comodo e piaceva particolarmente avere una parte umana, ma non era un problema fino a poco tempo fa. Niente era tanto interessante da farti abbandonare la nostra famiglia. Non fino a quando non ha conosciuto il nostro Allen.- disse voltandosi verso l’Esorcista dai capelli candidi, che guardava confuso i due figli di Noè.
- Da quando hai conosciuto lui, il tuo atteggiamento  è cambiato e sei scivolato lentamente verso la sua parte. Non importa se lui avesse scelto i Noah o gli Esorcisti, tu avresti fatto in modo per stargli vicino. I tuoi sentimenti non sono sfuggiti né a me, né al Conte.-
Allen si voltò direttamente verso Tyki che non si azzardò a spostare lo sguardo su di lui, insistendo nel guardare Road con un’espressione che l’inglese non riuscì a decifrare. Era un misto di stupore, fastidio e amarezza.
- Quando dovrebbe avvenire questo attacco?- chiese Komui riportando la conversazione sul piano originale.
- Entro pochi giorni. Vi conviene organizzare un’evacuazione, per sicurezza.-
Il supervisore annuì con un cenno del capo.
- Avete sentito? Prepariamoci ad un evacuazione!-
E la folla cominciò a disperdersi, anche se alcuni rimasero a circondare Allen e i due Noah, ancora sospettosi.
- E se fosse un modo per conoscere le altre nostre basi?- chiese Tiedoll avvicinandosi a Komui con Sokaro.
- Ho pensato anche a questo.- ammise il Supervisore. – Ma cosa abbiamo da perdere?-
- A questo proposito potrei proporre una cosa.- intervenne Kanda affiancando gli altri Generali.
 
Il trasferimento fu rapido e nel giro di un paio di giorni fu ultimato. Dopo essere stato ospitato in una torre e in un castello, l’Ordine Oscuro occupò una villa abbandonata nella campagna inglese.
- Hai avuto una buona idea, Yuu.- commentò Tiedoll vedendo il luogo proposto dall’allievo.
- Come mai conosci questo posto?-
- Ci sono stato una volta.- disse brevemente il giapponese osservando quel che restava di Villa Cavendish.
Il giardino ben curato che aveva visto nei ricordi di Akita si era trasformato in un ammasso di erba informe, alta quasi quanto una persona. La struttura della casa era stata avviluppata dai rampicanti che si inerpicavano per le pareti, fino ad inoltrarsi all’interno dell’abitazione da finestre rotte.
La sezione scientifica cominciò a sistemare le apparecchiature nelle varie stanze polverose della casa, spostando le pesanti tende e aprendo le finestre, facendo entrare luce e aria fresca.
- Dovremmo essere operativi entro sera.- comunicò Reever a Komui.
- Bene, quanta autonomia abbiamo?- chiese il supervisore.
- Circa 36 ore. Poi dovremmo andare in un’altra sede a ricaricare gli alimentatori.- spiegò Johnny sistemando gli spessi occhiali sul naso.
- Chissà se vedremo la fine di queste 36 ore.- rispose il supervisore guardando il cielo, temendo di poter vedere volare frotte di Akuma nella loro direzione da un momento all’altro, sotto lo sguardo preoccupato di Reever.
 
Scese la notte, ma nessuno l’ordine Oscuro si era fermato un attimo. Continuavano ad organizzare quella sede provvisoria, che tutti ormai consideravano l’ultima che avrebbero occupato. Non sapevano se gioire di quella considerazione o se soffrirne, dato che il risultato dello scontro che si apprestavano a combattere poteva portare a solo due risultati: o la totale disfatta o una miracolosa vittoria.
Fu in quella notte, in cui nessuno dormiva, che la luna si spense, che il cielo si fece ancora più nero e il vento si levò alto e freddo. Folate crudeli e taglienti ululavano per la campagna e rimbombavano all’interno della villa.
Gli esorcisti si precipitarono fuori dall’abitazione e quello che trovarono fu per alcuni una scena già vista.
Oltre al cielo anche il suolo era diventato nero e lucente, come una scura lastra di vetro.
Una risata acuta risuonò e nessuno stentò a riconoscerla.
- Buona sera, Onorevoli Esorcisti.- pronunciò quella voce inquietantemente allegra. – E buona sera a voi, miei fratelli traditori.-
Nel cielo scuro si accesero due piccole luci e una più grande a forma di mezza luna. Erano gli occhi e il sorriso del Conte del Millennio. Tutti erano all’erta, gli Esorcisti erano pronti ad attivare le Innocence e anche Tyki e Road erano sulla difensiva.
- Immagino che a Road-pon e Tyki-pon abbiano fatto le spie e vi abbiano detto della sorpresina che avevo in serbo per voi.- riprese il Conte del Millennio. – Quindi dovrò cambiare i miei piani. Voglio darvi una possibilità per salvare le vostre vite, o perderle combattendo.-
Il silenzio si fece se possibile ancora più pesante, mentre aspettavano che il Conte del Millennio spiegasse la propria proposta.
- Vi voglio offrire una battaglia, lo scontro conclusivo. Tutti noi Noah, contro voi. Ci scontreremo tra sette giorni nella pianura e Nord-Est del bassopiano germanico, circoscritta tra i fiumi Elba, Havel, Oder e Neisse. Per il vostro Dio è bastato così poco tempo per creare il mondo, a voi basterà per prepararvi a questa battaglia?-
Detto ciò, il cielo risplendette di un bagliore bianco e i segni del volto del Primo Noah si spensero.
Gli Esorcisti rimasero immobili per un lungo attimo, scossi da quella dichiarazione di guerra.
Il terreno aveva perso quell’aspetto vetroso e la luna era tornata a brillare nel cielo notturno, ma dopo gli ultimi avvenimenti, la luce dei suoi raggi sembrava fredda e triste.
A poco a poco gli uomini dell’Ordine Oscuro si mossero, anche se a fatica e con gesti piuttosto rigidi, come se fossero stati colti da un sonno improvviso e si stessero lentamente riprendendo dal torpore.
Tornarono con passi lenti e pesanti all’interno della villa, ma nessuno parlò.
I pensieri di tutti erano facilmente immaginabili. La loro più intima speranza, nonché paura più viva si era avverata. Avrebbero combattuto la battaglia decisiva contro la famiglia Noah e finalmente quella guerra avrebbe avuto il suo epilogo.
Il Conte del Millennio aveva detto che sarebbe stata la loro possibilità per salvarsi, ma nessuno credeva davvero che quello scontro sarebbe stato ad armi pari. I Noah potevano contare su un vero e proprio esercito di Akuma, mentre gli Esorcisti erano in numero estremante ridotto e i Finders non avevano un vero ruolo offensivo.
Le possibilità di vittoria erano davvero esigue.
- Ci serve un piano.- esclamò Allen mettendosi al centro di una sala in cui tutti si erano radunati.
Sguardi infastiditi si levarono sul ragazzo, qualcuno continuava a non fidarsi di lui.
- Non funzionerà.- disse un finder. – Non abbiamo speranze di competere contro i Noah.-
- Questo è vero.- ammise il ragazzo. – Ma proprio perché le nostre sono speranze di vittoria sono minime cosa abbiamo da perdere? Forse moriremo comunque, ma almeno lo faremo combattendo, vendendo cara la pelle e facendo sudare al Conte del Millennio la sua vittoria.-
Qualche sguardo sembrò illuminarsi a quelle parole. La speranza non si era estinta, vi erano piccole fiammelle che combattevano per ritornare ad ardere.
- Ne va del nostro orgoglio, ne va della nostra missione. Non possiamo arrenderci senza aver fatto del nostro meglio!- continuò il giovane Esorcista. – Se così fosse, allora i Noah non otterranno la vittoria tra sette giorni, ma l’avevano già in tasca molto tempo fa. Io mio rifiuto di cedere così, mi rifiuto di fermarmi. Io continuo a camminare.-
- Cosa proponi allora?- chiese qualcuno.
- Un sopraluogo.- rispose Komui al posto di Allen. – Andremo nel luogo deciso per lo scontro e lo studieremo in modo da conoscere  vantaggi e svantaggi del campo di battaglia. Poi contatteremo tutte le altre sedi dell’ordine e chiederemo tutto l’aiuto possibile. Sono sicuro ci appoggeranno. Se dovessimo cadere noi, alla fine cadrà anche tutto il resto. E’ un loro interesse combattere con noi.-
- E poi vorrei proporre una cosa.- riprese Allen. – Vorrei vedere Apocryphos.-
Komui sgranò gli occhi.
- Come?-
- Cosa vuoi fare, Allen?- esclamò Lenalee accorrendo verso l’amico e il fratello.
- Voglio chiedergli di combattere con noi contro i Noah.- spiegò il ragazzo.
- Ma lui vuole ucciderti!- gli ricordò la ragazza.
- Lui vuole proteggere il Cuore. Gli voglio mostrare che la guerra con i Noah è un pericolo ben più imminente e reale del Quattordicesimo.-
- Vuoi davvero cogliere il rischio? Se dovesse andare male rischieremo di perderti. Perderemo un Esorcista in vista di questa battaglia.- si preoccupò Komui.
- Sarò cauto, si fidi di me. In ogni caso, anche se dovesse andare male, dopo aver eliminato me e il Quattordicesimo, Apocryphos si concentrerebbe a difendere l’Ordine Oscuro dai Noah. Il risultato sarebbe il medesimo.-
- Ma avremo un alleato in meno!- insistette Lenalee.
- No, ne avreste uno in più. Apocryphos è molto più potente di qualunque altro Esorcista. Potrebbe cambiare le sorti di questo scontro che sembra impossibile vincere.-
Komui non rispose. Si limitò a poggiargli una mano sulla spalla, come un tacito augurio.
- State tranquilli. Andrò io con lui.- a parlare era stato Tyki che si era avvicinato a loro. – Posso usare il mio potere da Noah per controllare Apocryphos.-
- Potrebbe essere pericoloso anche per te, soprattutto per te!- ribatté Allen.
- Siamo nella stessa situazione, Shonen. Fino a prova contraria anche tu sei un Noah.-
- Appunto per questo! Tu potresti combattere, è inutile che ti metti a rischio anche tu!- insistette il ragazzo dai capelli candidi.
- Ciò che è utile o inutile, lo decido io. Potremmo anche tornare insieme con Apocryphos, perché non tentare?-
- Non puoi seguirmi.- disse Allen con sguardo di sfida.
- Non posso, ma posso chiedere a Road di portarmi dove sei andato.- rispose serafico Tyki. – Non ti libererai così facilmente di me, Shonen.-
 
Allen fu costretto a farsi accompagnare da Tyki, nella sede dell’Ordine Oscuro che avevano dovuto sgomberare in poche ore. Lì era ancora rimasta Hebraska a custodire i frammenti di Innocence, con la speranza di tutti che fosse al sicuro, lontano dagli Esorcisti e quindi da possibili luoghi di scontri con Akuma e Noah.
Il due attraversarono in silenzio i corridoi dell’Ordine totalmente deserto. Era una vista abbastanza inquietante e lugubre, che fece venire i brividi ad Allen. Il ragazzo era tanto preso ad guardarsi intorno, preoccupato che qualcosa potesse apparire improvvisamente dall’ombra, tanto era desolato quel luogo, che quando Tyki provò a chiedergli come esattamente avrebbe voluto affrontare Apocryphos, fece un balzo colto di sorpresa.
- Non farlo mai più!- esclamò il ragazzo puntandogli contro la Crown Edge.
- Scusa Shonen, non volevo farti paura.- si scusò il Noah ghignando.
- Non ho paura!- sbottò il giovane Esorcista.
- Certo, certo. E’ solo una mia impressione o stai tremando come una foglia?- lo canzonò ancora il moro.
Quella battuta fece però rabbuiare Allen.
- E’ solo che vedere questo posto così abbandonato, mi fa pensare al peggio.-
Tyki non ripose, lo lasciò parlare, sapendo che doveva sfogare le sue ansie e preoccupazioni.
- So che è così vuoto perché ci siamo trasferiti, però… mi fa pensare che potrebbe davvero finire così.-
- Succederà infatti.- rispose senza troppi peli sulla lingua il maggiore. – Vincerete e poi lascerete questo posto, o quell’altro che avete occupato da poco.- concluse con un sorriso.
Allen rimase interdetto, con gli occhi sgranati e la bocca schiusa.
- Non avevi pensato a questa eventualità, vero Shonen?- disse e il suo sorriso si fece ancora più ampio.
- Sei fin troppo ottimista.-  rispose il ragazzo dai capelli chiari.
- O voi troppo pessimisti. Devo bilanciare le parti, non credi?- aggiunse il Noah. – E poi sono passato dalla vostra parte, sarebbe brutto morire dopo aver cambiato fazione, sperando di essere dal lato vincente, no?-
Allen si fermò e sollevò lo sguardo su di lui.
- Non sei passato dalla nostra parte solo per questo.- sentenziò.
- Non è una domanda.- osservò Tyki.
- Credo di conoscerti abbastanza bene, ormai.- disse l’Esorcista riprendendo a camminare. – Però non mi è ancora chiaro il perché. Insomma, sono sicuro che non sia una semplice convenienza strategica, la tua.-
- Diciamo che quello che ha detto Road è vero.- cominciò il Noah. – Sono sempre stato un cane randagio, che ha scelto il cesto dell’immondizia in cui trovava gli avanzi migliori. Però sono stato un cane ingordo e ho finito di volere di più. Un padrone, per così dire.-
- E sarei io il tuo padrone?- ridacchiò Allen.
- Se vorrai esserlo, Shonen.-
- Io vorrei un rapporto diverso, amici, per esempio. Non voglio averti come animale domestico!- propose il giovane dai capelli chiari.
- Giuro che non sporco in casa!- promise il Noah con il solito sorriso stampato nel volto.
- Ah vuoi pure vivere nella mia stessa casa?- chiese Allen ridendo ancora più forte.
Tyki a quel punto si fermò e lo guardò negli occhi. Quello sguardo fece perdere l’ilarità al ragazzo, che ricambiò quell’occhiata così intensa. Il maggiore si avvicinò di più a lui e l’Esorcista si fermò sul posto, lasciando che lo raggiungesse.
- A questo punto forse non saremmo solo amici, o sbaglio?- gli domandò poggiando una mano sul suo viso, notando la differenza della loro carnagione.
Diversi erano anche il colore dei loro occhi, i suoi d’argento, mentre i propri quasi d’oro fuso. Opposti erano i loro capelli, lisci quelli e bianchi quelli di Allen, mentre lui li aveva neri e ondulati. Potevano essere così diversi, ma provare qualcosa di simile, che li potesse unire? Era giusto anche solo provare a desiderare qualcosa del genere?
- Tyki… io…-
- Ah Shonen, stavo solo scherzando!- esclamò allontanandosi di colpo e rompendo quel contatto, che cominciava a sembrargli così sbagliato e pericoloso. – So bene che alla fine di tutta questa storia ti sposerai con la bella Lenalee e farete tanti bei bambini!- concluse con una sonora risata dando numerose pacche sulla spalla al ragazzo.
Allen dal canto suo divenne paonazzo e cominciò a straparlare.
- No! Lenalee è solo una mia amica! Le voglio bene, ma non in quel senso!- provò a difendersi agitando le braccia. – E suo fratello ucciderebbe chiunque tenterebbe di sposarla. Se dovessi sopravvivere alla guerra con i Noah, non vorrei morire a causa di un matrimonio!-
Tyki rise a quella reazione.
- Vedi che incominci ad essere positivo? Continua ad esserlo.-
Giunsero davanti alla sala in cui si trovava Hebraska e la prima Esorcista li accolse.
- Allen Walker, che sorpresa inaspettata.-
- Scusa l’improvvisa visita, ma avremmo bisogno del tuo aiuto.- spiegò il ragazzo.
- Vedo che sei in compagnia. In compagnia di un Noah.- osservò la creatura dall’aspetto di un serpente.
- E’ passato dalla nostra parte, garantisco io per lui.- si affrettò a chiarire.
La custode del Cubo, fece allungare i tentacoli che avvolgevano i suo corpo, circondando il braccio sinistro dell’Esorcista.
Dopo qualche attimo li ritrasse.
- La sincronizzazione con la tua Innocence non è variata, la tua fedeltà all’Ordine è immutata. Allora non posso fare altro che crederti.-
- Se sapevo che fosse stato così semplice dimostrare la mia buona fede mi sarei risparmiato molti problemi.- commentò l’Esorcista toccandosi il braccio.
- Hai voluto fidarti dei tuoi amici, questo forse ti rende anche più onore. Ma ora dimmi, di cosa mi volevi parlare?-
- Ti volevo chiedere di farmi vedere Apocryphos.- rispose il ragazzo.
Hebraska rimase per qualche attimo in silenzio.
- E’ un confronto rischioso per te.- disse infine.
- Ne sono consapevole, ma credo che possa essere determinate per la nostra battaglia.-
- Ho intenzione di proteggerlo.- s’inserì Tyki. – Non sarà solo.-
L’Esorcista si voltò verso di lui.
- Non ho modo di verificare la tua sincerità, Noah, ma se un Esorcista si fida così tanto di te, allora ci deve essere un buon motivo. Vi lascerò incontrare Apocryphos, fate attenzione.-
Hebraska liberò Apocryphos dalla cella nella quale lo aveva conservato dentro si sé.
Immediatamente l’Innocence dalla forma umanoide spalancò gli occhi e sembrò felicemente sorpreso di vedere davanti a sé proprio l’oggetto delle sue ricerche e uno dei Noah che aveva reso difficile il suo compito.
- Allen Walker.- disse. – Ti sei finalmente arreso e vuoi consegnare il corpo in cui è contenuta la memory del Quattordicesimo a me?-
- Sono qui per chiedere aiuto.- ribatté il giovane Esorcista.- I Noah ci hanno dichiarato guerra. Ci serve il tuo aiuto per questa battaglia.-
Apocryphos sembrò studiarlo per un attimo.
- Perché dovrei crederti?-
- Perché sono pronto ad offrire la mia vita in cambio del tuo aiuto ai miei compagni.-
- Shonen!- s’intromise Tyki, per nulla d’accordo su quella proposta, ma Allen lo fermò tendendo un braccio e il Noah non aggiunse altro.
- Se dovessi non credermi, allora molte Innocence verranno distrutte, e anche quelle custodite da Hebraska faranno la stessa fine, tra quelle potrebbe pure esserci il Cuore. Vuoi davvero correre un simile rischio?-
Improvvisamente il braccio sinistro di Allen fu avvolto da numerose piume e cominciarono a crescere per tutto il corpo del giovane, che si accasciò a terra, gemendo di dolore.
Apocryphos aveva fatto la sua scelta. Aveva deciso di accettare l’offerta del ragazzo.
- Allen!- gridò Tyki, inginocchiando accanto a lui e avvolgendolo con le braccia, tentando di strappare le ali che lo stavano inghiottendo.
- Non lo fare.- lo ammonì il ragazzo. – Va bene così, anche Neah era d’accordo.- gli disse con un sussurro, prima di digrignare i denti per il dolore. Il suo corpo tremava tra le braccia del Noah, che sollevò lo sguardo carico d’odio all’Innocence che li osservava con interesse.
- Promettimi che non farai del male a lui.- chiese Allen alla creatura e quella annuì impercettibilmente con il capo.
- Perché?- gli chiese Tyki riuscendo a scorgere con fatica i suoi occhi in quel vorticare di piume.
- Perché sei diventato importante per me non voglio che ti succeda niente di male.- confessò Allen con il sorriso sulle labbra.
Tyki serrò gli occhi e poggiò la fronte contro la sua.
- Basta così.- pronunciò la voce di Apocryphos.
All’improvviso come erano arrivate, le piume scomparvero, lasciando il corpo di Allen libero.
- Sei sincero, Esorcista. Il tuo animo non è corrotto dalla memory del Noah. Combatterò con voi.-
E con quelle ultime parole, sparì nel nulla.
- Sei pazzo!- esclamò Tyki agitandolo per il colletto della camicia. – Poteva ammazzarti sul serio!-
- Ma non lo ha fatto.- rispose Allen, tentando di fermarlo.
- Per un soffio! Hai una fortuna sfacciata!-
- Sei tu quello che diceva di dover essere positivi, o sbaglio?- lo derise il ragazzo.
Tyki sbuffò e non rispose.
- Eri davvero preoccupato per me?- riprese l’Esorcista.
Il Noah lo osservò per un attimo, per poi prendere il suo viso con le mani a coppa e attirarlo a sé.
Allen temette di ricevere una sonora testata, invece le sue labbra incontrarono quelle del moro. Dopo un attimo di incertezza si ritrovò a ricambiare quel bacio, senza sapere neanche il perché. Sapeva solo che era la cosa giusta da fare.
- Ecco perché combatto con te.- gli disse Tyki contro le sue labbra.
Allen poggiò le mani sulle sue guance.
- Dopo la guerra, mi va bene dividere la casa con te, infondo l’abbiamo già fatto quando scappavano da Apocryphos, no?-
Non aprirono subito il Gate, rimasero fermi l’uno stretto all’altro per un attimo che parve infinito, ma a loro non sembrò comunque abbastanza.
 
Angolo Autrice
Con vostra somma sorpresa (?) questa storia non si concluderà con questo capitolo, bensì ce ne sarà un altro! Mi spiace dove posticipare ancora la conclusione di questa fic, ma non posso forzare le cose solo perché mi voglio ‘sbrigare’-
Sono abbastanza contenta di questo capitolo, anche perché sono riuscita ad inserire la Poker Pair, come coppia! Avevo in mente di inserirla fin dall’inizio, ma non essendo i personaggi principali, non ho avuto modo di sviluppare il loro rapporto. Sono felice di aver potuto fare un piccolo zoom in (?) su loro due!
Non credo di avere molto altro da dire se non ringraziare Ya_mi per il betaggio, come sempre! Ci si vede a Giugno con l’ultima battaglia dei nostri eroi!
Un bacione a tutti e a presto ^_^
~ Mitsuki <3

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