Extraordinary Merry Christmas

di applestark
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The greatest gift ***
Capitolo 2: *** Dear Santa ***



Capitolo 1
*** The greatest gift ***


Extraordinary Merry Christmas
 


Ciao a tutti!
So che siamo ancora in estate –per poco-, so che Natale è decisamente lontano, ma è il mio periodo dell’anno preferito e quindi mi sembrava lo scenario perfetto per scrivere di questa coppia che mi piace tanto. Sono dolcissimi e carini, Neville è uno dei miei personaggi preferiti, e spero che a voi piacciano queste one shot.
Dovrebbero essere tre, ma per adesso ecco a voi la prima, al solito se leggete fatemi sapere cosa ne pensate.
 
Tanto amore,
 
_stargirl
 
 
 
Can't you see how this could be? The greatest gift of all! 
It's a very, very, merry, merry Christmas. 
 
 
  1. The greatest gift
 
 
Hannah camminava a passo svelto lungo le strade di Londra, illuminate dalle luci delle decorazioni natalizie. Un insistente profumo di zenzero e cannella, aromi tipici dei biscotti di quel periodo, le pizzicava le narici, provocandole una leggera nausea.
Significava forse quello, aspettare un bambino?  Avere le nausee per ogni cosa?
Era quello che le aveva raccontato Ginny Potter, quando un paio di settimane prima le aveva detto di essere incinta, e la rossa per poco non si metteva a piangere.
Hannah invece era stranamente agitata, probabilmente si trattava solo dell’adrenalina che le causava ogni volta il rientro di suo marito da Hogwarts, per le vacanze di Natale.
Non si vedevano da così tanto tempo, e a lei batteva forse il cuore, mentre procedeva svelta verso King’s Cross.
Come l’avrebbe presa, Neville? Era sicura che ne sarebbe stato felice, ma una parte di lei aspettava comunque con ansia una sua reazione reale, e non quella che si era figurata nella mente. Sarebbe stato dolcissimo, lui, come papà.
Quel pensiero la fece sorridere, tanto da sembrare un’ebete appena arrivata alla stazione. Si strinse nel cappottino di lana grigio, faceva molto freddo ed il vento gelido le aveva congelato la punta del naso, diventato di un rosso scarlatto. Prima di uscire, si era osservata minuziosamente allo specchio, per assicurarsi di essere carina, esfiorandosi la pancia dove di lì a pochi mesi sarebbe cresciuto il suo bambino; era un pensiero che la emozionava tantissimo, e spaventava, allo stesso tempo.
Prese un respiro, per calmarsi, e attraversò con fermezza il muro che divideva il binario nove dal dieci, per trovarsi a un luogo da lei tanto conosciuto e amato.
La nostalgia si impadronì di lei, come sempre quando andava a prendere il marito, da qualche anno professore di Erbologia alla scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts. Ripensava agli anni passati, alla magia di quel posto, alle persone che avevano reso quell’esperienza fantastica, e, purtroppo, anche al periodo oscuro  della Guerra. Quando avevano perso delle persone care, e con loro, era andata via anche una parte di sé stessi, che sempre sarebbe stata marchiata dalla paura del buio.
Si portò una ciocca di capelli bionda dietro l'orecchio, e iniziò a contare i minuti che la separavano dall’arrivo dell’Espresso, e quindi dal momento in cui avrebbe riabbracciato Neville. Gli mancava tanto, quando non c’era, con la sua sbadataggine e quei modi un po’ goffi, che per lei contribuivano a renderlo ancora più affascinante, e dolce.
Quando udì gli sbuffi del treno, il cuore prese a martellarle nel petto, come al loro primo appuntamento, come quando da ragazzina lo vedeva e non riusciva a rivolgergli la parola, come quando, anni indietro, l’aveva visto essere uno dei leader dell’E.S. in mancanza di Harry.
     E anche Neville, non appena la vide, sorrise felice ed agitò la mano libera dalla sua borsa da professore verso di lei, che ricambiò quello sguardo felice. Aumentarono entrambi il vigore del passo, per accorciare la breve distanza che li divideva, fino a che non finirono uno tra le braccia dell’altra.
-Neville!- esclamò la bionda, affondando la testa nell’incavo del collo del marito e respirando il suo odore così buono.
-Ehi, come stai? Mi sei mancata- le disse all’orecchio, stringendola forte nella sua stretta e lasciandole un piccolo bacio sulla testa.
-Sto bene, anzi benissimo. E tu invece?-
Sciolse l’abbraccio, solo per poterlo guardare negli occhi verdi*, e prendergli la mano tra le sue.
-Anche io, è bello rivederti-
-Sì, hai ragione…allora, andiamo?- disse Hannah, con una nota di agitazione che non sfuggì al marito.
-Sei sicura che sia tutto apposto?-
-Sicura- ripeté la bionda, iniziando a camminare con Neville al suo fianco.
Un bambino, snello e con una chioma ramata e spettinata alzò la mano verso quest’ultimo, sorridente.
-Buone feste, professor Longbottom!-
-A te, John!- rispose Neville, sorridendogli allegro.
Hannah ridacchiò a quella scena tanto carina, e guardò l’uomo al suo fianco con uno sguardo fiero.
Era un eroe, il suo eroe, ed era certa che Hogwarts non avesse mai avuto un insegnante migliore di lui.
-Allora, ci materializziamo?- le domandò, non appena furono usciti dalla stazione di King’s Cross.
-Oh, va bene- rispose Hannah, preparandosi mentalmente a dovergli dare quella notizia, di lì a poco.
Un groviglio di ansia le si formò al centro dello stomaco, come se uno stormo di falene le stesse svolazzando dentro.
Si aggrappò al braccio di Neville, e in un vortice si ritrovarono all’esterno della loro villetta a schiera alla periferia di Londra.
-Casa dolce casa- mormorò Neville, dando un’occhiata al loro giardino, che Hannah aveva cercato di tenere in buone condizioni.
-Sono stata brava?- gli chiese mentre sussurrava un “ Alohomora” alla porta d’entrata.
-Bravissima- si complimentò lui, andandole vicino e baciandole distrattamente le labbra.
Lei sorrise, un po’ tesa, e quando furono entrambi dentro, aiutò Neville a togliersi la giacca beige, che gli dava un’aria da professore trasandato che lei trovava dannatamente affascinante. Poi fece lo stesso con il suo cappottino grigio, che poggiò sul divano.
-C’è qualcosa che non va, Hannah?- chiese con apprensione, raggiungendola accanto al piano cottura, dove si era allontanata furtivamente come se avesse preoccupazione per qualcosa.
-No, no…cioè dovrei dirti una cosa- mormorò, spostandosi i boccoli biondi dietro le orecchie, in un gesto nervoso.
-Allora dimmi, ti ascolto-
Si era posizionato proprio di fronte a lei, le braccia conserte e un’aria indagatrice. Conosceva sua moglie, e sapeva che se si comportava in quel modo…allora qualche notizia importante, o pericolosa, stava per giungergli alle orecchie.
-Allora…noi…cioè io- iniziò, schiarendosi la voce con un colpo di tosse, e roteando lo sguardo intorno alla stanza, evitando gli occhi di Neville.
-Su- la incitò, posandole l’indice sul mento per fare in modo che lo guardasse. Erano tanto vicini, e il suo profumo muschiato le pizzicava le narici, facendole venire voglia di stringerlo, restare tra le sue braccia e basta.
Ma prima, prima doveva dargli quella bella notizia.
-Io sono incinta- disse un attimo dopo, con una semplicità disarmante, che tolse il respiro a Neville, lì davanti a lei.
-Come?- mormorò, con un’espressione strana negli occhi che fece ridacchiare Hannah. Che razza di domanda era, “come”?! Doveva saperlo benissimo, supponeva.
-Aspettiamo un bambino- ripeté, coinvolgendo anche lui in quella che sarebbe stata l’attesa più bella della sua vita.
-Non ci posso credere, io…io sono felicissimo. Oh Godric!- esclamò, questa volta con tono deciso, e si portò le mani sul viso come a tastare che non stesse sognando.
-Anche io lo sono-
-Hannah Abbott- continuò, guardandola nelle iridi azzurre e poi prendendole il volto tra le mani.
-Professor Longbottom- scherzò lei, prima che lui potesse posare le labbra sulle sue, per lasciarle un dolce bacio.
-Ti amo- le sussurrò, accarezzandole la guancia.
-E adesso sono ufficialmente l’uomo più fortunato del mondo- continuò, portando distrattamente la mano sul ventre ancora piatto della giovane donna, che istintivamente sorrise.
-Anche io ti amo- gli rispose, e posò una mano sulla sua nuca per avvicinarlo a sé, e schiudere appena le labbra, baciandolo piano.
-E’ il regalo di Natale migliore  che potessi ricevere- disse Neville, avvolgendo in un abbraccio la donna della sua vita, la sua Hannah, e sorridendo all’immagine di una famiglia felice, che gli era spuntata nella mente.
 
 
 
N o t e:
 
Il titolo di questa raccolta (“Extraordinary Merry Christmas”), è una canzone di Glee, non so se lo conoscete, ma è uno dei miei telefilm preferiti, quindi una frase della canzone starà all’inizio di ogni one shot.
 
*L’asterisco al colore degli occhi è perché in effetti non è definito il colore degli occhi di Neville, magari io mi sbaglio, ma c’è chi dice castani, chi ‘hazel’, chi verdi…  io ho scritto verdi, come quelli di Matthew Lewis, che adoro.

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Capitolo 2
*** Dear Santa ***


Ciao!
Ecco l’altra one shot, spero che vi piaccia.
Se vi stesse chiedendo perché ho aggiornato qui e non all’altra fanfic, quella a più capitoli, beh, perché sto ragionando un po’ sulla trama, e studiando per i test di ingresso… e vabè, buona lettura!
 
Baci,
 
_stargirl

 


 
  1. Dear Santa
 
 
“It came into my dreams last night, a great big man in red and white. 
He told me that it's gonna be a special year for you and me.”
 


-C’era una volta un mago sempre benevolo nei confronti dei propri vicini babbani, che morì improvvisamente lasciando in eredità al proprio figlio i suoi averi più preziosi. Questi però, era un giovanotto egoista e avaro…-
La voce di Neville, che leggeva la favola del “Calderone salterino” al piccolo Frank, arrivava chiara e limpida ad Hannah, ancora in cucina a sfornare dei biscotti di pan di zenzero da esporre il giorno seguente al Paiolo Magico.
Era stata una Vigilia di Natale piuttosto indaffarata, quell’anno, tanto che avevano dovuto rifiutare l’invito a cena a casa Weasley, a malincuore. Frank, che era capace di non prendersi mai nessun malanno, si era ammalato proprio in quei giorni, e gestire la sua vivacità con la febbre era stato più difficile del solito.
Per fortuna, grazie a dei rimedi naturali di Neville, il bambino sembrava essersi ripreso, ed aspettava con ansia che la notte passasse, per poter scartare i suoi regali.
Fuori la neve cadeva fitta dal cielo, era l’inverno più freddo che l’Inghilterra avesse mai conosciuto, e ad Hannah non dispiaceva, visto che adorava vedere il suo giardino imbiancato e i pupazzi di neve lungo la strada.
Estrasse dal forno l’ultima teglia di adorabili omini di pan di zenzero e sorrise soddisfatta: poteva finalmente gettarsi sul divano in salotto, e riposare. L’ideale sarebbe stato raggiungere il bagno, farsi una doccia e andare direttamente a dormire, ma pensava di non avere nemmeno le forze di compiere quei movimenti lì, allora rimase adagiata sul divano, la testa sul bracciolo e una gamba penzolante, con gli occhi appena socchiusi.
Intanto Neville, una volta conclusa la lettura della storia preferita di Frank, dal libro di Beda il Bardo, si spostò con delicatezza dal lettino, spense la luce da notte sul comodino e poi accarezzò la testa del bambino.
A volte, quando lo guardava, non poteva credere ai suoi occhi: erano davvero passati cinque anni?
Ricordava ancora tutte le paure che lo avevano intrappolato mentre il pancione di Hannah cresceva, e il momento si avvicinava, ed era sempre più nitido il pensiero di un bambino, uno vero, tra le sue braccia goffe.
Alla fine però, si era reso conto di come fosse semplice amarlo, Frank Longbottom, che portava il nome di suo padre, e che aveva già dato i suoi primi segni di magia.
Soddisfatto, gli sistemò le coperte e poi scese al piano di sotto, in salotto, dove trovò Hannah spaparanzata sul divano, con gli occhi chiusi ma in una posizione decisamente scomoda.
-Hannah, dormi?- domandò, camminando verso di lei e andando a sbattere, ovviamente, contro lo stipite della porta.
-Vivi in questa casa da tanti anni, e pure… continui ad andare a finire contro quella benedetta porta!- si lamentò la bionda, aprendo solo uno dei due occhi azzurri.
Neville sbuffò. –No, non stai dormendo. Anzi, dopo una giornata di lavoro…hai ancora le forze per rompermi le scatole.- ridacchiò, andandosi a sedere sul divano e sistemando le gambe della moglie sopra le sue.
-Sai chi mi ricordi quando fai così?- continuò, sorridendo.
-Credo di aver capito- fu la risposta della strega, che si mise a sedere con un cipiglio offeso.
-Tua nonna Augusta- borbottò.
Neville rideva, così tanto che gli lacrimavano gli occhi, e sapeva benissimo che doveva smettere subito, o si sarebbe ritrovato a dover fronteggiare una strega e una moglie decisamente arrabbiata.
-Vieni qui- le disse, mostrandole i suoi occhi grandi e verdi, certo che non gli avrebbe resistito. E infatti, così fu; prima si sistemò i capelli, legati sulla nuca con due piccole treccine, e poi si fece più vicina a lui, posando la testa sul suo petto e stringendolo forte.
-Come sta Frankie?-
-Sta bene, anche se…non faceva che parlarmi di un certo Babbo Natale, al quale ha scritto delle lettere- disse perplesso, e ricevette in risposta una risata di Hannah.
-Non conosci Babbo Natale? Voi maghi purosangue siete così…noiosi- scherzò, alzando appena lo sguardo per poterlo guardare.
Si ritrovò a pensare che fosse bello, con i capelli scompigliati e la barbetta incolta. Aveva perso tutti i tratti del ragazzino impacciato di Hogwarts, almeno fisicamente. I suoi modi, rimanevano così, e a lei piacevano.
-Raccontami di questo Babbo Natale, so solo che gli devi chiedere delle cose e…dopo ti dirò cosa ha chiesto Frank-
Non riuscì a trattenere un sorriso, pensando alla bizzarra richiesta del figlio. “Io vorrei una sorellina” aveva cantilenato, non facendo che ripeterlo.
-Allora- iniziò Hannah, spostandosi dalle braccia di Neville e portandosi le ginocchia al petto.
-Babbo Natale, secondo la leggenda, è un uomo altruista e generoso, un po’ grassoccio e sempre vestito di rosso. Vive in Lapponia, con folletti e renne, e durante il periodo Natalizio aspetta che i bambini, e gli adulti, gli scrivano delle lettere. In queste lettere, puoi chiedere dei giocattoli, o esprimere desideri…-
Mentre parlava, gesticolando e spostandosi i ciuffi disordinati dietro le orecchie, Neville la osservava con un mezzo sorriso sulle labbra, pensando che avrebbe voluto interromperla, solo per baciarla, stringerla a sé, assicurarsi che fosse reale.
-Allora lui, la notte della Vigilia, cioè stanotte, distribuisce i regali in tutto il mondo, volando con la sua slitta trainata da renne magiche!-
Gli occhi azzurri le brillavano, e ricordava con affetto quando sua madre le raccontava quella storiella.
-Non sono più comode delle scope?- scherzò Neville, sfiorandole la punta del naso con l’indice.
-Le renne sono più carine- rispose lei, facendo una smorfia e sorridendo all’attenzione del marito.
-Ora dimmi cosa desidera Frank, oltre al peluche che già è sotto l’albero-
Neville rise, circondandole le spalle con il braccio.
-Dai- lo incitò, beandosi del suo dolce profumo muschiato che le invadeva le narici.
-Lui vuole una sorellina-
Hannah spalancò gli occhi, e poi si coprì il volto con le mani, mentre rideva.
-Ma è adorabile!-
-Già- acconsentì il mago, posandole una mano sulla guancia, in un chiaro tentativo di baciarla.
-E noi potremmo rimediare- aggiunse, con voce roca, e Hannah posò le labbra sulle sue, che la baciò in fretta, percorrendo con la mano la sua schiena, fermandosi sul fianco.
-Ehi- mormorò la bionda con sorpresa, ma lasciò che lui continuasse a baciarla, e anzi, lo tirò a sé rendendo molto chiare quelle che erano anche le sue, di intenzioni.
La stanchezza sembrava improvvisamente essere sparita, e tutto ciò di cui aveva bisogno era Neville, con il suo bel sorriso, gli occhi verdi e la sbadataggine che, nemmeno in quelle circostanze, lo abbandonava.
Le piaceva quel particolare, perché non solo i loro momenti di intimità erano appassionati ed enfatici, ma anche divertenti.
-Dovresti chiedere a Babbo Natale un manuale per spogliare tua moglie, non credi?- scherzò lei, aiutandolo a sbarazzarsi del suo vestitino di lana color pesca.
-Sei crudele- mormorò in tutta risposta il marito, lasciandole un leggero morso nell’incavo del collo, come per “punirla”; gesto che, in realtà, la fece sorridere per il solletico.
 
 
Non era stata la notte più tranquilla della sua vita, ma non se ne dispiaceva. Anzi, quella era stata la Vigilia di Natale migliore del mondo.
Neville dormiva pacato al suo fianco, a pancia sotto e con un sorriso beato in volto. La somiglianza con suo figlio era eclatante, in quel frangente, ed infatti Hannah lo guardava innamorata.
Si era svegliata da pochi minuti, ed aveva constato che erano appena le otto e trentacinque. Tuttavia, era certa che Frank si sarebbe svegliato entro poco tempo, eccitato com’era dalla questione di Babbo Natale e dei regali.
Anche lei lo faceva, da piccola, e quindi non lo biasimava.
Si sporse con il braccio verso il comodino, per accendere la luce da notte, ma Neville, ancora nel sonno, la strinse a sé.
-Sei un bambinone- esclamò, accarezzandogli i capelli, ma lui mugugnò qualcosa di incomprensibile, che la fece ridere.
-Smettila di chiamarmi così- la ammonì, con la voce impastata dal sonno, ed aprendo a fatica gli occhi.
-Buongiorno, mio caro- scherzò, scompigliandogli i capelli.
-Non potremmo dormire un altro po’?- si lamentò, affondando con la testa nei capelli biondi e profumati di Hannah.
-Se Frankie è d’accordo- scherzò, accarezzando lievemente il braccio di Neville, che sbadigliò sonoramente.
-Comunque, buon Natale-
Lo guardò negli occhi, rimanendo qualche attimo in silenzio, e pensando che se avesse dovuto chiedere anche lei delle cose a Babbo Natale, sicuramente lo avrebbe pregato di non cambiare mai quel sentimento fortissimo che provava per Neville, e quell’amore incondizionato che riusciva a darle, che riuscivano a darsi.
-Buon Natale anche te-
Un attimo dopo, Frank fece irruzione nella loro camera, correndo come un fulmine e saltando sul letto dei suoi genitori.
-Dovete svegliarvi! E’ Natale!- esclamava, saltellando e sbattendo i piedini.
-Siamo svegli- gli rispose la mamma, scompigliandogli i capelli. –Buon Natale tesoro-
-Più o meno- borbottò Neville, stropicciandosi gli occhi come un bambino e poi tirando a sé Hanna e Frank, per abbracciarli.
Erano le persone più importanti al mondo, per lui, perché avevano dato un senso alla sua esistenza.
-Allora andiamo a vedere se Babbo Natale mi ha portato una sorellina!- continuò il bambino, parlando con la sua voce squillante.
Hannah e Neville si rivolsero uno sguardo complice, sorridendo.
-Per quello dovrai aspettare un po’, Frankie, ma sono certa…-
-Okay, okay! Allora andiamo a vedere per i regali- concluse, divincolandosi dalla stretta dei suoi genitori, per poter andare in salotto.
Hannah accennò un sorriso, mentre lo osservava, quello era un Natale straordinario.
 

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