I percorsi dell'amore

di Bab1974
(/viewuser.php?uid=181083)

Disclaimer: Questo testo proprietà del suo autore e degli aventi diritto. La stampa o il salvataggio del testo dà diritto ad un usufrutto personale a scopo di lettura ed esclude ogni forma di sfruttamento commerciale o altri usi improri.


Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo1- La confessione ***
Capitolo 3: *** Capitolo2- La verità ti fa male, se Ron se la prende... ***
Capitolo 4: *** Capitolo3- Un furetto per amico ***
Capitolo 5: *** Capitolo4 -Festa a casa Weasley ***
Capitolo 6: *** Capitolo5 -Partenza per Hogwarts ***
Capitolo 7: *** Capitolo6-Una difficile dichiarazione ***
Capitolo 8: *** Capitolo7- Vendetta, tremenda vendetta ***
Capitolo 9: *** Capitolo8 - Non tutto il male viene per nuocere ***
Capitolo 10: *** Capitolo9- Uno, due, tre, stella ***
Capitolo 11: *** Capitolo10- Disaster date ***
Capitolo 12: *** Capitolo11- Il momento della verità ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12- Chi è causa del suo mal, pianga se stesso ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


I percorsi dell'amore

Ciao, il mio nick è bab1974 e questo è il primo capitolo della mia prima (e speriamo non ultima) storia, che pubblico su EFP. Sarà una Drarry, da quando bazzico il sito, cica 5/6 mesi, ho letto quasi unicamente slash, a parte piccoli episodi. Perciò AVVERTENZA a chi leggerà, se non amate le storie con personaggi che abbiano certe inclinazioni, nessuno vi obbliga a leggere. Avvertitemi solo se mi devo trovare una beta, poiché per il momento faccio tutto me. Ringrazio Fairycleo per la risposta alla recensione, speriamo che arrivi a leggere fino in fondo senza che le venga il mal di pancia o si addormenti. Per ora il pov è Harry, poi cambierà e diventerà Draco, capirete poi il perché. Alla fine, per un po' di NDA.



Disclaimer: La seguente storia è di proprietà di J.K.Rrowling. Io non ci guadagno nulla, se non soddisfazione personale.





I percorsi dell'amore -Prologo-





La cicatrice non gli doleva più, gli incubi erano finiti e non temeva più che qualcuno a distanza frugasse i suoi pensieri più intimi per fare male a lui e alle persone cui teneva. Erano passati circa due mesi da quando aveva eliminato Voldemort e, per quanto la sua vita non potesse definirsi esattamente perfetta, Harry Potter non si era mai sentito più -tranquillo- in vita sua. Certe volte aveva cercato di definirsi -felice-, purtroppo la morte del Signore Oscuro non aveva solo portato gioia, ma lasciato un velo di pesante amarezza, che adombrava tutto e tutti.
Harry per primo si rendeva conto che era stato solo grazie al sacrificio di chi era morto per difendere lui e il sogno di un futuro migliore, se era riuscito nel suo compito. E se non aveva più incubi in compenso loro li sognava spesso ma, nonostante la tristezza che provava, era rincuorato nel vederli felici per l'impresa compiuta e, quando era sveglio, chiacchierava spesso con le loro immagini. Tanto spesso che perfino nel Mondo Magico, dove la cosa era piuttosto naturale, lo avrebbero preso per matto, se non si fosse saputa la causa di tutto. Era Sirius Black, l'unico vero padre che avesse mai conosciuto, il suo preferito. Non avevano chiacchierato così nemmeno quando era vivo, occupati com'erano con la guerra. A lui raccontava tutto, e chiedeva consigli su ogni cosa. Certe volte si chiedeva se l'immagine parlasse per puro riflesso o vi fosse realmente una parte di lui che gli rispondeva, ma alla fine non poteva non concedere che le reazioni a quello che diceva apparivano piuttosto veritiere. Così succedeva che lo vedeva allegro e divertito quando gli raccontava aneddotti sulla sua vita con la famiglia Weasley, con i quali era andato a vivere dopo la guerra, la vita caotica di una numerosa ma affettuosa famiglia. Lo sentiva attento e orgoglioso, quando gli raccontava della ricerca degli Horcrux, della fine della battaglia, della fine di Voldemort. Vedeva la rabbia montargli dentro e uscire dardeggiante dagli occhi quando gli sfuggiva di raccontargli i soprusi cui lo sottoponevano i Dursley: per fortuna loro era solo un ritratto. Raramente lo vedeva anche triste, e succedeva soprattutto quando gli parlavano di coloro che se ne erano andati prima e dopo di lui. Per fortuna questa poteva essere una scusa per una rimpatriata e spesso si finiva con un piccolo ritratto che conteneva tutti coloro che erano stati vicini in tempi diversi a Harry. James e Lily, Silente, Remus e Tonks, Fred, Moody, Edwige... persino Piton si vedeva, ma era solo, in un angolo, e sembrava che i suoi occhi fossero costantemente fissati su Lily. Sirius ogni tanto cercava di stuzzicarlo, lo chiamava Mocciosus, ma l'unica reazione dell'uomo era di andarsene. Non vedeva mai Dobby, ma solo perché da vivo nessuno aveva fatto al povero elfo foto o ritratti.
Comunque alla fine Sirius era l'unico che conosceva tutto di Harry, e fu il primo al quale il ragazzo raccontò di aver lasciato Ginny. L'uomo non ne fu particolarmente stupito. In quei mesi la ragazza era stato un argomento tabù, e tentava in ogni modo di evitare di parlarne.
"Ti piace un'altra?" chiese Sirius.
"Non proprio. Il fatto è che ho scoperto che non piace il genere di Ginny."
"Non è un problema se non ti piacciono le rosse lentigginose, esistono un sacco di tipi di ragazze nel mondo."
"Non è proprio così. Il genere che intendo è quello femminile."
Era stato piuttosto divertente vedere il ritratto sbiancare. Sirius sparì per un attimo dall'inquadratura.
"Ehm, Sirius, sei svenuto?" Se non fosse che l'uomo era già morto, si sarebbe preoccupato.
Quando lo vide tornare con il padre James e un'espressione ghignante tipo, -così impari a farmi venire dei colpi-, fu il turno di Harry di cambiar colore, ma alla fine le cose si risolsero per il meglio. In fondo il padre e il padrino e tutti coloro che lo avevano amato da vivo, desideravano per lui una vita serena e piena di soddisfazioni, non importava al fianco di chi.
Harry aveva fatto il primo passo, il più facile. In fondo anche se ti potevano rispondere erano pur sempre dei ritratti, al massimo potevano prenderti a male parole. Poi dopo superato l'imbarazzo e aver parlato col padre, anche se appeso a una parete, o chiuso dentro ad un album che problema poteva esserci a parlare con gli altri?
Doveva parlare a Ginny, che aveva lasciato senza troppe spiegazioni, poi dire tutto al resto della famiglia Weasley, che lo aveva sempre trattato come un figlio. Soprattutto era la reazione di Ron quella che temeva maggiormente. Lui era suo amico e di sicuro si sarebbe sentito tradito e si sarebbe erto come difensore dell'onore della sorella, che come unica femmina in mezzo a tanti maschi, era la più coccolata, contro la serpe in seno. Sperava che le cose si sarebbero sistemate il più velocemente possibile. L'amicizia di Ron era una delle cose cui teneva di più al mondo.
Il giorno seguente sarebbe arrivata anche Hermione, reduce da due mesi passati con la famiglia, a farsi  perdonare per averli oblivati, anche se per il loro bene. Era sicuro che lei come amica lo avrebbe aiutato a fare capire a Ron che era meglio soffrire un po' adesso, che tutta la vita. Poi avrebbe potuto prendere da parte le ragazze a chiedere loro consigli su come chiedere a un ragazzo molto carino che abitava non lontano da loro nella Londra Babbana, se potesse essere interessato a lui.
Il pensiero lo fece sorridere. E si addormentò, in mezzo ai maschi Weasley, con la certezza che qualsiasi cosa fosse successa l'indomani, sarebbe stata una giornata che non avrebbe mai dimenticato.

Fine 1° capitolo.



Angolo di bab
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto, altrimenti amen, se no poi somatizzo.
Battute copiate a parte volevo solo parlarvi un attimo di me. Per chi non l'avesse capito dal mio nick sono una vecchietta in confronto alla maggior parte delle autrici di EFP.
Ho quasi, ma non manca molto, 38 anni. E' da quando ho 15 anni che penso slash e credo di aver slasshato cose che non avete neppure mai sentito nominare, a parte che non abbiate sky, fox o similari e non vi piaccia fare archeologia. Io sono ancora indietro, ancora non ce l'ho, ma tanto se mi sono fatta il computer a questa veneranda età, c'è tempo per tutto.
Aggiungasi che non so usare, e a fatica lo leggo, il linguaggio SMS, quindi se qualcuno mi vuole mandare un vademecum per interpretarli ben venga. Pensate che non sono nemmeno riuscita a imparare ad usare il T9 *bab si fa piccola piccola per la vergogna*.Non che mi ci sia mai impegnata veramente. Scherzi a parte soffro di una grave forma di pigrizia, che unita agli altri impegni (compagno, figlio, lavoro fuori, lavori domestici), mi rendono difficoltoso dare una data precisa agli aggiornamenti. Comunque spero di riuscirci almeno una volta alla settimana. Il problema maggiore è il mio compagno. Non sa della mia passione per le storie gaie, anche se ha  avuto qualche sospetto, ma non sa di quali proporzioni sia.
Ho chiuso in una valigia con la combinazione tutte le storie originali o meno che la mia mente malata ha partorito. Sono già pronta a dirgli di essermi dimenticata il numero nel caso la volesse aprire.
 Non so neppure di quanti capitoli sarà composta, ma comunque non sarà lunghissima, meno di 10 quasi di sicuro, sempre che non mi faccia prendere la mano. Vorrebbe essere una specie di esperimento per imparare ad usare l'HTLM, prima di mettere le mani ad una storia a cui tengo moltissimo e che farà rivoltare  parecchie di voi contro la sottoscritta, (mi sto preparando in una trincea fatta di mobili IKEA) spero che nel farlo non abbia involontariamente scopiazzato qualcuno, cosa piuttosto facile con quasi 40.000 storie. Vi chiedo perdono in anticipo, è solo un mese che ho internet, poco tempo fisico per stare collegata, e col mio cellulare a fatica riuscivo a seguire gli aggiornamenti.
Sono una giovane (non ridete) donna, molto timida, in maniera quasi da studio psichiatrico, e giuro che se vinco al Superenalotto mi faccio curare, con pochi amici e un sacco di gente che mi ritiene antipatica perchè se ne sta sulle sue, e non abbastanza coraggio per dimostrare il contrario (ve l'ho detto, sarei da curare, ma ammetterlo è già qualcosa, no?). Soffro di senso di inferiorità  persino nei confronti del gatto della mia suocera, ma almeno al contrario suo (della suocera non del gatto), non mi sono fatta venire la depressione perchè non accontento a sufficienza gli altri (mi dovrei suicidare, io!). E' una specie di wonder woman (scusa Cleo se ti copio) verso cui anche le persone normali si sentirebbero inferiori, e prende antidepressivi per andare avanti. La vita è proprio ingiusta.
E dopo questo sfogo ammetto che il mio amore, anzi la mia ossessione per lo slash, non mi ha reso le cose più facili. Fino a ottobre 2011, quando ho scoperto questo sito pensavo di essere una pazza che non riusciva a togliersi certe cose dalla testa. Uff, lo penso ancora, ma almeno ho scoperto che non sono l'unica nell'universo. Ok, se siete arrivate integre alla fine di queste note vuole dire che avete veramente del coraggio e siete pronte a tutto.
Altra informazione su moi.  Io aborro nella maniera più assoluta le storie che parlano di pedofilia e incesto fine a se stessi. Se ne può parlare senza esaltarli, senza renderli rapporti normali perchè non lo sono, e senza stare a descrivere particolari che si possono evitare.
 Al prossimo capitolo, dove risponderò alle vostre recensione, se  ce ne saranno. Spero di aver scritto in un italiese decente, non credo di essere una scrittrice, spero che apprezzerete comunque lo sforzo.
Ciao a tutti

bab

Ritorna all'indice


Capitolo 2
*** Capitolo1- La confessione ***


Capitolo 1- La verità ti fa male, se Ron se la piglia
Ciao a chi mi segue e megasaluto a chi mi ha recensito. Cioè a Tatydanza E' solo una povera anima che ringrazio di tutto cuore per i complimenti che mi fa. Non so quanto siano meritati. Dopo aver riletto il capitolo che ho pubblicato, mi è sembrato un po' scarno. Spero che questo capitolo piaccia di più. Volevo cambiare la misura del carattere, ma non mi riesce di salvarlo, quindi mi toccherà tenerlo così.





La confessione



La notte era passata abbastanza tranquilla, nonostante la camera degli ospiti fosse piena degli uomini della famiglia Weasley. E avevano anche fatto un incantesimo per rendere la stanza più grande. Nella stessa stanza assieme ad Harry c'erano Ron e George, gli unici che stavano ancora stabilmente a casa coi genitori, e Bill, che era tornato assieme alla moglie Fleur per festeggiare in famiglia  il primo anniversario di matrimonio. Si era portato anche i suoceri e il signor Delacour che ronfava rumorosamente tenendo sveglio a turno almeno uno di loro. C'era anche Charlie, che con la scusa di un lieve, ma doloroso infortunio con i suoi amati draghi, se ne era approfittato per passare il periodo di malattia con i propri cari. E anche lui si era portato la fidanzata, facendo sospirare i genitori, che cominciavano a temere che non volesse mettere la testa a posto. Percey invece era stato da poco abbandonato dalla sua fidanzata e stava lì per leccarsi le ferite.  Persino Arthur era con loro.
Se ne stavano tutti ammassati, da veri cavalieri per lasciare che le donzelle potessero dormire comode. Molly dormiva con Andromeda Black e il piccolo Teddy Lupin, che a seconda di ciò che sognava, cambiava colore di capelli e la signora Delacour, che era una bella donna, ma non quanto la figlia, avendo ella preso la caratteristica di Veela dalla nonna paterna.  In un'altra stanza dormivano le ragazze. Ginny, Angelina Jonhson, da qualche settimana fidanzata con George, Fleur, in avanzato stato di gravidanza, Natasha Popova, la ragazza di Charlie, di origine moldava. Mancavano solo Hermione e la sorellina di Fleur, che era andata alla scuola magica estiva per diventare una signorina perfetta, oltre che una brava maga.
Ginny era davvero molto triste e non riusciva a dormire. Harry l'aveva lasciata quel pomeriggio dopo appena due mesi di alti e bassi, senza dirle neppure il perché. Non le pareva vero, era tutto così assurdo! L'uomo della sua vita, colui che amava da sempre, era stato suo troppo poco. Aveva promesso che le avrebbe spiegato come stavano le cose, ma non comprendeva cosa potesse essere cambiato nel giro di così poco tempo. Le altre volevano assolutamente sapere cosa era successo. Si vedeva lontano un miglio che soffriva, e a questa età l'unica sofferenza, poteva essere l'amore. Ginny cercò, gentilmente ma fermamente, di spiegare alla amiche che l'indomani avrebbero saputo tutto. Alla fine dovettero desistere, ma il giorno dopo con o senza spiegazione, avrebbero affatturato Harry, convinte com'erano che fosse colpa sua. La tristezza di una ragazza di 17 anni poteva essere solo l'amore. Per il resto della notte chiaccherarono del più e del meno, finché alla fine si assopirono.


La mattina seguente fu la voce squillante di Molly Weasley a svegliare l'intera casa.
"La colazione è pronta fra  20 minuti" gridò ai piedi delle scale. La sua voce era autoritaria, abitudine che non aveva perso avendo fare con tanti scatenati uomini.
Tutta la casa si svegliò all'istante. Non avevano particolarmente fretta, per almeno qualche giorno. Perfino Bill e Arthur avevano preso dei giorni di ferie per poter stare con la famiglia. Però nessuno osava discutere un ordine di Molly, quale che fosse.
Uno alla volta si diedero il cambio nei due bagni della casa, uno per le donne, l'altro per gli uomini. Mentre aspettava il suo turno Harry notò su di se lo sguardo insistente delle ragazze e capì che quella notte Ginny doveva aver detto loro qualcosa. Aspettava con ansia l'arrivo di Hermione. L'aveva pregata di essere lì a colazione quel giorno, che doveva fare una dichiarazione importante e aveva bisogno del suo sostegno. Sarebbe arrivata a minuti. Quando finalmente gli toccò l' uso del bagno, si buttò sotto il getto dell'acqua e rimase lì qualche minuto cercando di schiarirsi le idee. Non che ci fosse molto da fare. Doveva solo prendere coraggio. Uscì da sotto l'acqua si asciugò con un incantesimo, si vestì e uscì dal bagno più o meno pronto.
Hermione era già arrivata e stava chiaccherando in salotto con Fleur e Mrs Delacour. La ragazza ammirava  lo splendido pancione che le veniva mostrato con orgoglio dalla francesina.
Era all'incirca all'ottavo mese, la gravidanza procedeva che era una meraviglia e Fleur, se era possibile, era più bella del solito. Schiarì la voce poi diede il buongiorno a tutti e fece cenno a Herm di seguirla. La giovane si scusò e si allontanò da Fleur e si avvicinò ad Harry, abbracciandolo con vigore. In fondo erano due mesi che non si vedevano. Fleur notò il movimento e si portò una mano alla bocca. No, non era possibile. Harry ed Hermione. Appene i due si furono allontanati mandò la madre a chiamare le ragazze.  Doveva raccontare tutto alla povera Ginny. Non tradiva solo lei, ma anche il suo miglior amico, portandogli via la fidanzata.

 
Intanto, Harry ed Herm, del tutto ignari dell'equivoco che si era creato, si erano appartati in un angolo del giardino, dove a quell'ora non c'era anima viva.
"Allora Harry" lo apostrofò Herm curiosa come non mai, "cos'era quest'urgenza di vedermi. E' successo qualcosa di grave?"
"Temo proprio di si. Io e Ginny ci siamo lasciati. O meglio" specificò il moro "io ho lasciato lei, e senza neppure dirle il perché."
"Tu e Ginny... io... io non capisco. Formavate una così bella coppia. Sembravate così innamorati. Ma come è successo, cosa ti è successo."
"Herm, cara, è successo che dalla scomparsa di Voldemort, ho cominciato a guardare dentro me stesso, come non era mai accaduto, come non avevo mai potuto fare, per paura che Lui leggesse i miei pensieri e li potesse usare per ferire chi amavo. E ho scoperto una cosa di me, che non mi aveva mai sfiorato, ma che ora so, è la verità."
Harry si fermò prendendo un grosso respiro e qualche istante di tempo. Prese le mani ad Herm e la guardò intensamente. Tanto intensamente che alla fine pure lei intese fischi per fiaschi. Cercò di allontanarlo, convulsamente, arrossendo fino alla radice dei capelli.
"Harry... no... non è possibile, noi... non possiamo. Ron... Ginny...  oddio Ron cercherà di ucciderti, lo sai."
"Questo già lo sapevo... solo che credo tu abbia frainteso..." cercò di interromperla Harry. Inutilmente.
"Ho capito benissimo. Tu sei un caro amico per me, Harry. Lo sarai sempre. Ma non potrai essere di più. Io amo Ron e se tu insisterai su questa posizione non potremo più frequentarci." Guardò Harry speranzosa. Harry decise di prenderla un poco in giro.
"In questo caso, Herm, credo che sarò costretto a rinunciare e te." Le disse con voce dolce e triste, per finta, e fece per  andarsene. Si sentì tirare per un braccio.
"Un attimo, sei disposto a rinunciare a me, così, senza combattere." lo apostrofò, un poco offesa.
"Ma se un secondo fa mi imploravi di rinunciare, per non fare soffrire nessuno." Herm arrossì ancora.  "Certo che voi donne siete matte da  legare. Sarà per questo che mi piacciono gli uomini."
"Uomini, tu... tu... sei... gay?" Herm si portò entrambe le mani al volto. Che figuraccia aveva fatto. Pensare di piacere ad Harry. Vide l'amico sorridere ed annuire. "Mi dispiace Harry, non capisco come possa aver pensato una cosa del genere."
"Non preoccuparti, sono cose che possono succedere. Almeno adesso capirai perché mi serve il tuo aiuto. Conosci bene il tuo ragazzo e sai bene quanto sia possessivo con Ginny. Dobbiamo evitare che tenti di uccidermi, o fare qualsiasi altra cavolata, prima che abbia digerito la cosa e che abbia capito che saremmo stati una delle coppie più infelici della storia. Volevo parlarne anche con Ginny prima di colazione, ma credo che ormai ci aspettino tutti a tavola."
L'immancabile grido di Molly confermò la sua teoria. "E' pronto. A tavola."
"Sono pronta anch'io. Terrò la bacchetta a portata di mano, nel caso che un membro della Weasley cerchi di saltarti addosso." Harry l'abbracciò ancora.
"Sapevo che potevo contare su di te."


Raggiunsero la sala da pranzo, insieme, e ognuno raggiunse il proprio posto, Herm accanto a Ron, Harry accanto a Ginny. Ron rispose all'abbraccio di Herm con passione.
"Povero sioco" mormorò Fleur con il spiccato accento francese.
"Perché" le chiese Bill stupito.
"Lo vedrai, mon amour, lo vedrai."

Harry rivolse un sorriso a Ginny, che gli rispose con una smorfia.
"Ginny, mi dispiace per quello che è accaduto. Purtroppo a certe cose non c'è soluzione, ci si può solo adeguare, altrimenti si rischia di soffrire." Vide la ragazza sul punto di piangere. Ron che era ancora all'oscuro di tutto rizzò le orecchie.
"So tutto, Fleur vi ha visti."
"Di cosa stai parlando."
"Fleur, ha visto te ed Herm, che vi abbracciavate appassionatamente." gridò quasi Ginny.
Chi era all'oscuro di tutto, compresi i due interessati, rimasero senza parole, anzi quasi non fiatavano. Ginny aveva cominciato a singhiozzare, e Fleur, Angie e Nati, borbottavano parole malevole alla volta dei due  -amanti-.
-Le donne sono matte, confermo e sottoscrivo.-. pensò Harry. Herm stava stringendo convulsamente la bacchetta. Vedeva il volto di Ron livido. Era preoccupante.
"Ron tesoro, non ascoltare quello che dice Ginny, ha frainteso il gesto fra Harry e me."
"Vuoi dire che non vi siete abbracciati." La voce di Ron tratteneva rabbia, lo sentiva, lo conosceva fin bene. Già era brutto toccargli la sorella. Pensare che gli avessero toccato anche la ragazza era troppo.
"Erano due mesi che non ci vedavamo, ci siamo abbracciati si. Ma solo come amici." disse Herm
"L'amocisia fra uomo e dona non esoste, ma cherè" l'apostrofò altezzosa Fleur. Già a quel punto gli animi dei presenti si erano placati. Cosa poteva sapere una veela, abituata a essere circondata da uomini che sbavano al solo vederla e che desiderano solo possederla, dell'amicizia fra i sessi. Bill sorrise tenero.
"Perdonate la mia gattina. Di solito gli uomini che incontra, non cercano la sua amicizia."
"Ti perdono, Fleur." disse Ginny tentando di asciugarsi le lacrime.
"Bien, ma alora porché ti ha lasiata. Oh, parbleau." imprecò poco elegantemente Fleur. La madre la fulminò con lo sguardo e lei arrossendo sussurò un "Escusez-moi, maman."
"Tu hai veramente lasciato la mia bambina." intervenne Arthur. Harry notò una base di delusione e di tristezza, e si sentì un verme.
"Mi dispiace signori Weasley, voi mi avete sempre trattato come se fossi uno dei vostri figli e io alla prima occasione vi ho voltato le spalle. Ma vi giuro che fra me ed Herm non c'è nulla. Avevo bisogno del sostegno di un'amica per poter parlare a Ginny e a tutti voi di quello che mi è successo in questi due mesi." Abbassò lo sguardo un po' vergognoso.
"Oh mon dieu, credo di avore capito, ora." Bisbigliò qualcosa all'orecchio del marito, che ridacchiò.
"Povera Ginny, non c'è proprio soluzione, allora."
Harry sospirò.
"Sono gay." confessò finalmente.





bab's creek (mi è venuta un'idea se riesco, un nome diverso ogni capitolo, vedrò)

Rispondo alla recensione di Tatydanza. Sei troppo buona con me, spero che continuerai a seguire la storia e di non deludere le tue aspettative. Se ti piace il mio umorismo, non ti mancherà, mentre scrivevo mi sono accorta che non posso farne a meno. E, se non te lo avessi detto a sufficienza, te lo ripeto ancora. Scrivi se la cosa ti da soddisfazione, fai in modo di non avere rimpianti.

Allora eccoci alla fine di questo capitolo. Credo che sia un po' meglio del primo, nel quale le mie NDA erano più lunghe della storia. Certo che se va avanti così la storia prenderà una piega diversa. Avevo preventivato 10 cap., ma più va avanti la storia più particolari aggiungo. Volevo cominciare qualche altra storia, ma non credo che sarei in grado di seguirne troppe. E' già un po' che mi piacerebbe tentare una storia con un pairing che è stato solo sfiorato di sbieco, ma che io ho trovato sempre molto interessante. Non vi darò anticipazioni, basti sapere che non è la stessa di cui parlavo l'altra volta. La mia mente è piena di coppie slash, e alcune sono parecchio originali o poco sfruttate. Comunque non stupitevi se sono un'appassionata di Drarry. Nella maggior parte delle mie storie si innamorano il protagonista e la sua nemesi. In questo caso Harry e Draco. Alcuni potrebbero chiedere, "perchè non voldemort"  e io rispondo "Bleah", anche l'occhio vuole la sua parte. E poi ho pensato a loro come coppia a metà del terzo libro, dopo l'apparizione del gramo. Io mi sforzavo di concentrarmi sulla storia e come mio solito cercavo di evitare di slasshare, anche perchè i personaggi erano ancora piccoli, quando fui colta dalla visione. D/H innamorati. Potrei essere paragonata alla Cooman, infatti la mia visione non si è realizzata.
Comunque, benchè legga quasi tutte Drarry, preferisco scrivere quelle con loro un po' più grandicelli.

Ciao alla prossima


bab



P.S. Spero di non aver fatto un disastro col francese, in teoria l'ho studiato per 5 anni fra medie e superiori, ma dopo ventanni che non lo parlo non mi ricordo granchè. E spero di aver reso benino la pronuncia di Fleur. Soprattutto spero di non aver dimenticato nessun personaggio della famiglia Weasley. (A proposito, Fleur li aveva i genitori, vero?)

Ritorna all'indice


Capitolo 3
*** Capitolo2- La verità ti fa male, se Ron se la prende... ***


La verità ti fa male, se Ron se la prende... Ciao a tutte, buona giornata, saluto chi mi segue (ben cique) e di queste un bacio a chi mi recensisce. Siamo saliti a due. Oltre alla cara Tatydanza, che mi ha dato un barlume di speranza, si è aggiunta Nemidra. Speriamo che questo capitolo non vi deluda troppo. L'ho riempito di troppe cose. Bah, vedremo.
Avverto che ho fatto qualche piccola modifica ai capitoli precedenti. Nel primo ho aggiunto il Disclaimer che mi ero dimenticata,(lo devo mettere in tutti i capitoli), nel secondo invece ho aggiunto i famigliari che avevo scordato. Ieri, mentre con il primo volume alla mano, scopiazzavo la lettera ricevuta da Harry, mi è balzato alla vista il nome di Percy e ho pensato "Porcaccia, me lo ero proprio dimenticato", e poi mentre passavo l'aspirapolvere mi sono ricordata che Fleur aveva una sorellina...





Capitolo 2 -La verità ti fa male, se Ron se la prende...




Per un tempo interminabile dopo che Harry aveva pronunciato le fatidiche parole, il nulla assoluto sembrava essersi preso l'anima della chiassosa famiglia. Erano rimasti tutti imbambolati a fissare il povero ragazzo-che-era-sopravvissuto al signore oscuro e ora rischiava di morire di vergogna, nell'attesa che gli fosse detto qualcosa, qualsiasi cosa.
Erano bloccati nella posizione del momento in cui aveva fatto la dichiarazione e la maggior parte erano piuttosto comiche. Chi aveva già avuto la porzione di uova strapazzate se le stava portando alla bocca, Molly era rimasta con il cucchiaio di portata sospeso a mezz'aria sopra il piatto di Ron che glielo stava porgendo. Gli altri erano semplicemente a bocca aperta.
L'unico rumore che si sentiva era quello della vocina di Teddy i cui capelli, tanto per fare pandant con la maggior parte della famiglia, erano rossi. Il primo a scuotersi fu George che cominciò a ridacchiare convulsamente e, alzò lo sguardo al cielo.
"Fred, che cosa ti stai perdendo." disse, poi si gettò sul piatto, per fortuna ancora vuoto, e cominciò a ridere sguaiatamente.
A quel punto anche Molly si riscosse. Finì di riempire il piatto di Ron.
"Ron, comincia a mangiare, altrimenti si fredda tutto. E anche voi. Spero che sia tutto di vostro gradimento." Mentre parlava aveva finito di distribuire le uova, e aveva preso il vassoio delle salsicce.
"Chi ne vuole?" chiese. George l'unico che dopo la colossale risata aveva cominciato a mangiare, alzò la mano, bofonchiando qualcosa che si poteva solo immaginare e facendo segno due con le dita. Molly lo fulminò, ma non le sembrava il caso, visto come era tesa la situazione di rimproverarlo di stare mangiando come un maiale. Lo accontentò, poi visto che nessuno diceva nulla, prese l'iniziativa e ne mise una in ogni piatto. Allora anche Fleur, che aveva una fame tremenda, cominciò a portarsi il cibo alla bocca, in maniera elegante e impeccabile.

Herm studiava con attenzione Ron. Questo continuava a fissare il proprio piatto, senza dire nulla e senza fare alcun movimento, ma la sua fidanzata lo conosceva bene. Era sul punto di esplodere. La ragazza teneva la mano saldamente sulla bacchetta. Sarebbe bastato un nonnulla, per farlo scattare.  
"Allora ragazzi , se non mangiate la cuoca," disse Molly indicando se stessa, "si offenderà a morte." Sperava così di smuovere la situazione. E lo fece, ma non come sperava. Mentre quasi tutti cominciavano a mangiare silenziosamente, Ron alzò lo sguardo dal piatto alla madre.
"Come posso mangiare mentre questo infame offende tutta la nostra famiglia e soprattutto la mia sorellina." portò istintivamente la mano alla bacchetta, come per prepararsi a colpire. Herm notò il movimento e impugnò la sua pronta a fermarlo.
"Harry, ma sei sicuro di quello che dici. Fino a questo momento non avevi mai dimostrato di avere... certe tendenze." La voce di Ginny era incerta, come se non riuscisse a credere che qualcuno si potesse cambiare in così poco tempo.
"Dì la verità, è solo una scusa per lasciare mia sorella, ma io ti ucciderò prima che tu lo faccia. Avad.." Ron voleva lanciargli la maledizione finale.
"Expelliarmus....." gridò Herm al suo fianco. La bacchetta di Ron volò dall'altra parte della stanza. Tutti i presenti tirarono un sospiro di sollievo. Ron non si arrese e tentò di volare attraverso la tavola per colpire quello che nel giro di pochi attimi da miglior amico si era trasformato nel peggior nemico. Per fortuna Charlie al suo fianco, riuscì a trattenerlo, ma cacciò un tale grido di dolore che Ron frenò un istante la sua furia omicida, dando tempo anche a Bill, Arthur e George, di raggiungerlo per bloccarlo. Ron vide la ferita del fratello tornare a sanguinare e si voltò verso Harry.
"E' tutta colpa tua, Harry James Potter, ma mi pagherai anche questa." sibilò.
Herm gli fece un incantesimo perchè fosse bloccato alla sedia.
"Allora Harry, noi siamo tutt'orecchi" La voce di Arthur era molto composta, ma sempre triste." Abbiamo il diritto di sapere come sono andate le cose. O meglio, Ginny ha il diritto di saperlo." Aggiunse alla fine.
"Lo so, il fatto è che io stesso non ne avevo idea, fino a che non ho sconfitto Voldemort. Ho nascosto talmente bene i miei pensieri perché lui non li vedesse, che ho finito per nasconderli anche a me stesso. Io credo che questi sentimenti fossero lì,  attendendo che avessi il tempo di scoprirli."
"Sai, io ti credo Harry, ti conosco fin troppo bene. Hai combattuto contro il signore oscuro con tale coraggio, che non credo che inventeresti una scusa così per liberarti di Ginny." disse Arthur
"Io invece non gli credo" gridò Ron.
"Silencio." Herm fece un altro incantesimo al  suo ragazzo che la guardò furente.
Ginny, nonostante fosse ancora molto scossa, fu costretta a portarsi una mano alla bocca per trattenere una risata. E non solo lei. Lo spettacolo di Ron che si muoveva come un ossesso, ringhiando perchè non riusciva a parlare, tentando inutilmente di  liberarsi di corde invisibili, era uno spettacolo troppo divertente perché i presenti, non si sganasciassero dalle risa. Solo Harry cercava di trattenersi, Ron era già piuttosto arrabbiato con lui.
"Ron non fare il bambino." Lo rimproverò amorevolmente la madre. "Sono cose , che succedono. Io stessa mi stupisco che con tanti figli, nessuno di loro abbia certe tendenze."
"Qualche dubbio lo ha avuto su di me, finché non ti ha conosciuta." Disse Charlie alla sua ragazza. Entrambi risero, come se fosse stata una cosa molto divertente.
"E se fosse stato non ci avrei trovato nulla di  male." Intervenne solennemente Molly. "L'importante è essere felici con chi si ha accanto. E io ringrazio tanto Harry per il coraggio che ha avuto oggi. Se avesse continuato a nascondersi, magari a sposare Ginny non amandola, sarebbero stati entrambi infelici." Poi si rivolse alla figlia. "Lo so che ora sei triste, piccola mia, ma un giorno ringrazierai Harry per tutto questo. E lo farai anche tu Ron. E ora su su, mangiate tutto" Disse alfine.
La signora confessò al marito che era contenta che la figlia più piccola non assistesse a quella sceneggiata. Il marito fu d'accordo.

Tutti iniziarono a gustare l'abbondante colazione. Ron che finalmente si era calmato guardava gli altri con ingordigia. Il suo stomaco brontolava, ma nonostante tutto ogni tanto lanciava occhiate sdegnose ad Harry. Alla fine Herm impietosita gli sbloccò solo le braccia, ma non prima di essersi assicurata che la bacchetta fosse lontana dal suo proprietario. Non che Ron fosse granchè con gli incantesimi non vocali, ma la rabbia, a volte, tira fuori il meglio e il peggio da noi.
Ron cominciò allora a divorare la sua colazione come se fosse l'ultima della sua vita. Quando si fu pieno si sentì finalmente in pace con il mondo. Vedendo il suo volto finalmente rilassato Harry capì finalmente l'errore che aveva fatto.
-Non dare a Ron notizie sconvolgenti prima che abbia lo stomaco pieno- annotò mentalmente, continuando a mangiare in silenzio. Alla fine Herm si decise e restituì a Ron anche la voce, che gli rispose con un grugnito, come se fosse ancora muto.

La loro attenzione fu  attratta da alcuni gufi che entravano dalla finestra. Lasciarono le loro pergamene sul tavolo e se ne andarono.
Le buste erano indirizzate a  Harry, Herm, e Ron presso I signori Weasley nella via vattelapesca, Londra.*
E dicevano:
SCUOLA DI MAGIA E STREGONERIA DI HOGWARTS
                           Direttore:Minerva McgGrannit

Caro signor Potter
 Siamo lieti di informarla, che dopo un lungo consulto fra i dirigenti
scolastici e il ministero della Magia, abbiamo deciso di farle frequentare un
settimo anno aggiuntivo, per poter così conseguire i Mago, che non è riuscito a prendere
il precedente anno, causa la guerra. Qui accluso troverà l'elenco di tutti i libri
di testo e delle attrezzature necessarie.
  I corsi avranno inizio il 1° settembre. Restiamo in attesa della sua risposta via gufo entro
e non oltre il 31 luglio p.v.
Ci scusiamo per i tempi ristretti, ma le consultazioni con il ministero sono andate per le lunghe.
       


                                                                              con ossequi
                                                                              Filius Vitious
                                                                              Vicedirettore
   


Le lettere di Ron ed Herm erano la fotocopia din quella di Harry. Ron sembrava aver infine dimenticato la questione con Harry. Ora aveva altri problemi per la testa.
"Mi dispiace mamma, papà." disse rivolto alla genitrice.
"E di cosa caro."gli chiese Molly, stupita.
"Sarete costretti a spendere soldi per un altro anno. Siamo già in ristrettezze." disse Ron triste.
La madre ridacchiò.
"Su Ron non siamo messi poi così male. Ci siete solo tu e Ginny a scuola. Quando eravate quattro alla volta forse  ce la siamo vista brutta, ma ora siamo a cavallo. I tuoi fratelli maggiori sono tutti indipendenti,
e tu mio caro hai assolutamente bisogno di prendere i MAGO se vuoi trovare un buon impiego. Oltretutto avremo una stipendio in più in casa."
"Ah si e chi lavorerà, di grazia." chise Ron stupito
"Io mio caro."
"Uao, mamma e che farai."
La madre sorrise in maniera ambigua. A Ron e Ginny non piacque affatto quel sorriso. Era sintomo di cattive notizie, almeno per loro.
"Sarò la nuova insegnante di Babbanologia a Hogwarts."
"Oddio, ma questo significa che..."
"Volente o nolente, sarò costretta a starvi molto vicino a scuola. E controllerò se è vero che a Harry piacciono i ragazzi, o era solo una scusa."
"Ma tu... conosci la materia?"  chiese Ginny.
"Era la mia preferita a scuola. E' lì che io tuo padre ci siamo innamorati. E mi sono mantenuta informata in questi anni. E poi la proffes... volevo dire la preside McGrannit ha insistito così tanto, che non sono riuscita a dire di no. I più qualificati, ora che la povera professoressa  Barbridge non c'è più,  eravamo io e tuo padre, ma visto che tuo padre un lavoro già ce l'ha..." non concluse la frase, trovandolo inutile.
"Il mio migliore amico lascia la mia sorellina perchè e gay, e mia madre mi starà alla costole tutto l'anno scolastico. Questa giornata è veramente la peggiore della mia vita. Ma come farai con la casa, le faccende"
"Ormai a casa d'inverno c'è solo George e non mangia quasi mai a casa. E le ore di Babbanologia non sono moltissime, mi daranno il tempo di tornare a casa, fare da mangiare a vostro padre e pulire la casa."
"Ma ti stancherai?"
"Non più che avere otto persone da accudire nello stesso momento. L'ho fatto più che volentieri, e ora... mi annoio a stare in questa casa vuota."
Ginny vide la madre intristirsi e capì che aveva bisogno della possibilità di tenersi occupata come lo era stata tutta la vita.
"Mamma sono contenta che sei con noi, talmente contenta che potrei iscrivermi anch'io a babbanologia quest'anno." La madre le sorrise benevolmente, e osservò la sua famiglia. Il suo annuncio aveva stemperato lo stupore per la confessione di Harry. Non poteva andare meglio.
Ron osservò la lista delle cose da portare.
"La maggior parte dei libri li ho già, ma così non potrò darli a Ginny." annunciò Ron
"Ma faremo la stessa classe non preoccuparti, ci riusciremo." gli ricordò la sorella.
"Già è vero, saremo compagni."
"Sarà meglio, allora, rispondere al gufo" intervenne Herm "siamo già abbastanza  nei limiti con i tempi."
"Hai ragione Herm, e poi tutti a Diagon Alley. A fare spese." disse Molly entusiasta.



Il mio posto segreto (o quasi)
Alloooora.... rispondo alle recensioni. Sto capitolo più che ridere fa piangere. E' una sciocchezza quella di Molly insegnante ad Hogwarts?  Mi è venuto in mente sempre mentre facevo le pulizie. Non penso proprio a nientaltro.
Tatydanza:  Non so come chiederti scusa per questa cosa. Il mio problema sono le conclusioni. Non so mai come chiudere le storie. Già ho dei problemi con un capitolo. Spero di farmi perdonare con il prossimo. Ha già in mente qualche ideuzza e forse (ancora lo devo cominciare, non so) la prima entrata in scena di Draco. Vedremo.
Nemidra:  Spero che continui a ritenere la storia carina dopo questo. Comunque ribadisco che ho intenzione di finire la storia. Non posso vedere quante storie interrotte ci sono su questo sito. Mi passa persino la voglia di leggerle perchè sai che ti lascerà l'amaro in bocca. E quindi, problemi vari e connessione precaria a parte, ci vediamo al traguardo, prima o poi.
Spero di non aver dimenticato nulla, al prossimo cap.


Bab

Ritorna all'indice


Capitolo 4
*** Capitolo3- Un furetto per amico ***


Capitolo 3 - Un furetto per amico
Ciao ragazze, ben tornate, stavolta comincio subito, non voglio che mi si rimproveri che perdo troppo tempo all'inizio. A dopo.




Capitolo3 -Un furetto per amico




Appena finita la colazione, la maggior parte della tribù si ritrovò a Diagon Alley. A casa erano rimasti i signori Delacour, che non abituati ad una famiglia così grande, avevano bisogno di stare un po' da soli, in santa pace. Charlie, che aveva bisogno che la sua ragazza lo curasse.  Gli altri chi per un motivo, chi per un altro, si erano aggiunti ai ragazzi.
Arthur e Bill, sempre impegnati con il lavoro, non avevano mai occasione di visitare i negozi. Fleur aveva voglia (e le voglie si sa, vanno assecondate), di comprare qualcosa di carino per se e per la creatura che doveva nascere.
Percy invece voleva far vedere di essere nuovamente sul mercato. George, che aveva chiuso il suo negozio per qualche giorno, lo prendeva in giro, mentre teneva Angie sottobraccio. La ragazza un po' lo rimproverava per come si comportava con il fratello, e un po' sghignazzava. Non riusciva a stancarsi mai del suo ragazzo malandrino. Era anche merito suo se era tornato ad essere così vivace, ma la maggior parte faceva del suo carattere.
Ginny parlottava con Herm, mentre Ron ed Harry stavano l'uno a destra e l'altro a sinistra di Molly.
Ogni tanto Ron tirava un'occhiataccia ad Harry. E Molly a sua volta fulminava il figlio. Doveva capire di smetterla, non erano affari suoi se Harry per qualsiasi motivo, non era più il suo futuro cognato.

Il primo posto in cui si dovettero fermare era la Gringott. I folletti li guardavano sottecchi. Qualche mese prima Harry, Ron ed Herm, erano entrati di nascosto nella banca, avevano scassinato una camera di sicurezza e causati danni ingenti. Il ministero si era offerto si ripagare i danni, visto che tutto ciò aveva contribuito alla sconfitta di Voldemort. Perciò i folletti non avrebbero avuto nulla di che lamentarsi. Ma i folletti, che erano per loro natura orgogliosi e malfidenti, e già odiavano fare affari con gli esseri umani, non potevano dimenticare. Avevano le mani legate, non potevano fare del male al Golden Boy, colui che aveva eliminato il Signore Oscuro, ma ciò non significava che non potevano detestarlo.
"Non capisco signora Weasley, ma è possibile che non possa esistere un altro posto in cui tenere il denaro. Questi mi odiano." Si lamentò Harry
"Forse hai ragione, però nel loro piccolo sono onesti, anche se non ti sopportano, ti puoi fidare che non toccheranno mai il tuo denaro. Non puoi dire lo stesso di molte altre persone." lo consolò Molly.  Harry ed Herm entrarono ognuno nella propria camera di sicurezza, ormai erano maggiorenni. Ron dovette entrare con Ginny e la madre, poiché non aveva un conto suo come Herm i cui genitori le avevano aperto un conto, per non avere problemi con il mondo magico, o come Harry, che nella vita lo aveva colto una sfiga incredibile, ma aveva tanti di quei soldi da poter campare senza lavorare un solo giorno, se solo avesse voluto.
Uscirono dalla banca con un bel gruzzolo ognuno. Molly aveva deciso, che essendo l'ultimo anno di scuola, e avendo uno stipendo in più, poteva permettersi qualcosa di meglio del solito. E poi essendo un'insegnante doveva avere un certo contegno. Doveva comprarsi un sacco di cose che non aveva, magari di seconda mano, poi doveva procurarsi un bel po' di manufatti babbani da presentare alla lezioni. Avrebbe potuto farsi aiutare da Herm o Harry.
Si voltò verso i ragazzi e vide Ron molto più tranquillo. Il pensiero dello shopping lo aveva reso più malleabile. Il suo Ron, era facile alla rabbia, ma per fortuna era facile anche a calmarsi.
"Allora ragazzi, avete deciso dove entrare per primo."
"Io ho bisogno di vestiti nuovi, le uniformi dello scorso anno mi stanno corte." disse Herm. Anche Harry ammise che le uniformi vecchie non gli stavano più e visto che pure Molly ne aveva bisogno, si dirissero alla volta del negozio di MADAMA MCCLAN: ABITI PER TUTTE LE OCCASIONI.
Appena entrati colsero uno stralcio di conversazione della proprietaria con una cliente.
"...bisognerebbe che il ragazzo venisse a provarli direttamente."
"Lo so, ma mio figlio si rifiuta, stamattina quando ha ricevuto il gufo, ha detto che non voleva tornare a scuola. Teme il confronto con gli altri." disse una voce che Harry riconobbe subito. La signora Malfoy abbassò lo sguardo triste.
"Cissy, siamo sempre state amiche, e voglio darti un consiglio. Lascia perdere. Draco ormai è maggiorenne, non puoi obbligarlo. Devi aspettare che sia pronto."
"Sono certa che se ne pentirà. E se il prossimo anno il ministero non desse più la possibilità di recuperare l'anno? Quest'anno sono stati costretti, perchè anche chi ha frequentato, non ha praticamente avuto nulla. Allora sarebbe costretto ad andare a Durmstrang, dove lo accoglierebbero a braccia aperte, ma checchè ne dicesse mio marito, ho sempre pensato che non fosse adatto a quella scuola. Fondamentalmente è un ragazzo buono..."
"Seee, quando dorme." mormorò Ron al suo gruppo.
La signora Malfoy, avvertita una presenza alle spalle, si voltò. Harry vide che aveva gli occhi lucidi. Cercava di trattenere le lacrime, ma l'unico risultato che otteneva era di avere gli occhi gonfi. Lei e Molly si salutarono piuttosto cordiamente.
"Allora siete in spese per la scuola., ragazzi." chiese ai ragazzi.
"Già" buttò lì Ron.
"Allora Draco non verrà." chiese Harry diretto.
"Vedo che non hai peli sulla lingua." ammise con tono triste Narcissa "No, se fosse per lui, non verrebbe più. Quasi tutti gli altri serpeverde torneranno a scuola. Solo Tyger e Goyle si rifiutano di tornare senza lui." 
"Uao, in un colpo solo ci liberiamo di tre piaghe mortali." commentò Ron, con un tatto di elefante. La madre lo colpì con poca grazia braccio.
"Mi hai fatto male." si lamentò Ron
"Se non ti scusi subito con la signora Malfoy, ti comincio a sculacciare davanti a tutti." Lo rimproverò Molly.
"D'accordo, non te la prendere. Scusi se sono stato scortese." si sbrigò di dire Ron
"Molly, spero che non sculaccerai anche i tuoi futuri allievi. La vedo grama per loro." disse la signora Malfoy riuscendo a sorridere nonostante la tristezza.
"Per fortuna non è un corso obbligatorio. Se non piacerò, al massimo tornerò a fare quello che facevo. Certo sarebbe un peccato per i soldi che sprecherò in tal caso."
"Ma nessuno ha provato a convincere Draco che è un peccato non finire la scuola. Manca così poco." S'intromise ancora Harry.
"Ci abbiamo provato tutti. Io e i suoi compagni sapevamo già da tempo che il ministero stava ancora decidendo se fare o no questo anno in più. Molti dei genitori dei suoi compagni lavorano proprio là. E un po' alla volta o anche in blocco, hanno tentato di convincerlo, ma non c'è stato verso."
"Perchè noi lo abbiamo saputo solo stamattina." chiese Ron offeso.
"Sapevo che con voi non avrei avuto problemi." poi rivolgendosi ancora a Narcissa. "Fammelo sapere se hai bisogno di qualcosa."
"Grazie."

"Molly" chiese Harry "Ti dispiace se dopo essere stati qui  andiamo a fare un giro. Tanto per le altre cose non avete bisogno di noi." Il tono di Harry non ammetteva discussioni. Aveva lo sguardo che diceva, devo fare una cosa, ma non chiedermi spiegazioni, non te le darò. Molly, che aveva una fiducia smisurata in chi aveva sconfitto l'Oscuro, acconsentì. Sapeva che Harry non avrebbe mai fatto qualcosa di male.
"Solo un attimo, non vuoi comprarti un gufo o una civetta. Credo che sia meglio che lo scelga tu."
Harry rabbrividì al pensiero della sua Edwige. Non era sicuro di volere un altro animale al suo posto.
"Per ora non prenderò un animale. Se dovessi averne voglia, lo farò più avanti."
I ragazzi si fecero prendere le misure, poi corsero via. Sia Ron, che Herm, che Ginny erano curiosi di sapere quali erano le intenzioni.
Appena fuori dalle orecchie di Molly....
"Harry, cosa vuoi fare?"
"La signora Malfoy, mi ha aiutato quando ne ho avuto bisogno. Ora è lei ad avere bisogno di aiuto."
"Quindi tu avresti intenzione di convincere Draco a frequentare l'ultimo anno. E come, se non c'è riuscita sua madre e neppure i suoi amici.?" domandò curiosa Herm.
"Io credo che abbia bisogno di uno stimolo, una sfida. Dobbiamo provocarlo, magari anche offenderlo nell'orgoglio, in maniera che abbia voglia di tornare, per rispondere."
Erano usciti da Diagon Alley ed erano entrati nelle Londra babbana. Harry era entrato in una cartoleria e presi un block notes e una biro si era seduto su di una panchina, cominciando a scrivere. Ron e Ginny erano affascinati. La penna era molto meno ingombrante di una piuma, più maneggevole. E il blocco? Tanti fogli in un piccolo spazio.
"I babbani sono davvero molto ingegnosi." disse Ron ammirato. E si guardava in giro come se fosse finito nel paese delle meraviglie. Le auto , i semafori, le cabine telefoniche, le insegne luminose dei locali. Tutto era nuovo per lui.
"Devono esserlo, non avendo poteri magici." commentò Herm
Harry nel frattempo aveva finito di scrivere e consegnò il tutto a Herm, per farglielo leggere.
"Dimmi cosa ne pensi."
Herm prese il blocco e lesse. Era perplessa.
"Harry, è proprio necessario offendere sua madre, per farti ascoltare da lui.?!"
"Non l'ho offesa."
"No? La chiami patetica donna."
"Uff, perché non la scrivi te la lettera."
"L'idea è stata tua. E trovo che non sia male. Ma non puoi fargli offese che poi quando ti vedrà vorrà solo strozzarti."
"Ascolta questo, allora. L'ho un po' allegerita." disse Harry, dopo un minuto passato sul blocco
"Abbiamo incontrato tua madre che piangeva perchè non vuoi proseguire gli studi.
Sei davvero un figlio ingrato, ma forse è meglio così, senza di te passeremo un anno decente,
vinceremo ancora la coppa di Quiddich (non che la tua presenza avrebbe cambiato molto, visto che
sein una schiappa), e non dovremo vedere la tua orribile faccia passare nei corridoi e durante le lezioni che
per disgrazia siamo costretti a passare insieme a voi Stupidi Serpeverde.
Perchè non convinci anche i tuoi stupidi amici a rimanere a casa?
Così non saremo costretti a subire la loro stupida presenza.

                                                                            Non ti sopporto proprio
                                                                                                  Harry James Potter."
"Tu credi veramente che Draco cadrà in questo tranello. Puoi pensare tutto di lui, ma non che sia davvero uno stupido."
"Senti, secondo quello che ha detto la signora Malfoy, lui vorrebbe tornare, ma non ne avrebbe il coraggio." disse Harry
"Se fossi al suo posto, anch'io non ne avrei il coraggio." commentò Ron.
"Ron!!!" esclamarono in gruppo Herm e Ginny.
"Ma che ho detto!" si difese Ron.
"Ti devo ricordare, che è anche merito suo se siamo ancora qui. Al Malfoy Manor ci ha aiutato, se lui avesse detto a sua zia, -Si questo è Potter- , non ne saremmo usciti vivi." gli ricordò Herm
"Se lo dite voi." ribattè poco convinto.
"Quindi secondo voi, può andare?"  Harry li guardò speranzoso.
"Tanto vale provare, ma fossi in te aspetterei qualche settimana, rischiamo di ritrovarcelo sotto casa a lanciarti maledizioni." Herm guardava Harry più che convinta di quello che diceva.
"Forse dovremmo avvisare la signora Malfoy" intervenne Ginny. Gli altri la guardarono.
"Non è una cattiva idea.  Appena finito qui, spediamo il gufo e poi lo diciamo alla signora." Harry era contento di aver trovato una maniera così semplice per sdebitarsi. Non che fosse sufficiente, quello non era nulla in confronto alla vita. "Tanto non abbiamo nulla da fare qui." concluse
"Ah no? Mi sembrava che dovessi farci vedere un ragazzo molto carino che ti avrebbe fatto intedere qualcosa." gli ricordò Herm. Harry ricordò vagamente di aver accennato la cosa all'amica, poi l'aveva dimenticato.
"Di cosa parli?" chiese Ron.
"Cose da donne" rispose Herm ridendo, mentre Harry cambiava colore.
"Cose da...? Oh al diavolo" eclamò Ron una volta capito.

Ci volevano 10' da dove erano, appena fuori Diagon Alley, per arrivare al pub dove lavorava il ragazzo. Per andarci passarono davanti ad un negozio di animali. Appena davanti alla porta, qualcuno ne uscì di botto travolgendoli tutti e quattro. Si scusò con loro e chiese se si erano fatti male. Avuta risposta negativa si rivolse al padrone del negozio.
"Anche questa mi paghi. Tornerò con la polizia e vediamo se non sopprimono quella bestiaccia." Poi se ne andò.
I ragazzi guardarono interdetti l'uscio che andava  chiudendosi piano. Dentro un uomo con la faccia triste e con una gabbia in mano, scuoteva la testa sconsolato.
Herm entrò.
"Mi scusi se mi intrometto, che cosa è accaduto?"
Il negoziante si scosse.
"Oh nulla di grave. Il figlio di quel signore è stato morso da questo furetto. E ora vuole farlo sopprimere dalle autorità. Poverino, anch'io avrei morso quel bambino, se mi avesse trattato così."
"E' un vero peccato, se non avessi già un animale, lo prenderei io." disse Herm veramente dispiaciuta.
"Io non ho un animale. Edvige è morta, e non prenderei un altro volatile, mi ricorderebbe lei. Prendo io il furetto." disse Harry all'improvviso.
"Harry sei sicuro." gli chiese Herm "Non sei costretto."
"Si. Credi che ci siano problemi con le regole della scuola?" il moro sembrava proprio convinto.
"Se io ho potuto portare uno squallido topo...  lasciando perdere che era un infame... non dovrebbero essercene." disse Ron.
"D'accordo allora lo prendo io, prima che torni quell'antipatico con la polizia."
L'uomo pareva contento.  Gli regalò anche anche il guinzaglio e un prontuario per la sua cura e cibo per qualche giorno. Uscirono contenti.
"Allora come lo chiamerai., Harry."
"E' un furetto, che ne dici di Draco Jr?"
I suoi amici scoppiarono a ridere.
"Benissimo, così se il vero Draco non ti uccide per la lettera, ti ucciderà per questo." disse Ron, senza riuscire a smettere di ridere.
"E chisenne. Sentite si sta facendo tardi, credo che sia il caso di tornare da vostra madre. E poi dobbiamo trascrivere il messaggio in una pergamena e poi se la troviamo dire tutto alla signora Malfoy. Se non c'è più, spero che capisca che è stato fatto apposta."
Tornarono a Diagon Alley. Molly aveva finito quasi tutte le commissioni. Adorò Draco Jr, e fu contenta che lo avessero salvato, ma non capiva il motivo del nome. Allora Ron ridendo, glielo spiegò.
"Fortuna che Draco non torna a scuola, altrimenti si sarebbe arrabbiato. Non deve essere un  bel ricordo per lui." commentò Molly
I ragazzi corsero verso la guferia pubblica, spedirono la pergamena al Malfoy Manor, poi si guardarono attorno alla ricerca di Narcissa. Non c'era più da nessuna parte. Sembrava strano che avesse già finito le commissioni, ma forse si era arresa.
"Io credo che capirà che lo abbiamo fatto per aiutarla, vero Draco Jr." Il furetto che si era accomodato sul collo di Harry, alzò il musetto e lo strofinò contro la guancia del suo padrone."Visto, risponde di già"
"Lo confermo, Draco ti ucciderà." sentenziò Herm.




Il buco in cui mi sono chiusa


Alloooooora! Alzi la mano chi ha pensato che il furetto di cui parlavo fosse Draco, l'originale.
Vi giuro non ho messo il titolo apposta per fregarvi, ma è l'unica cosa che mi è venuta in mente.  Presa direttamente, nella mia mente bacata, da "Una donna per amico" di Battisti. E' venuto un po' lunghino, eh?
Rispondo alle recensioni del capitolo precedente,
Tatydanza: Spero che ti piaccia anche questo, come il resto dei capitoli è frutto della pazzia del momento, secondo la mia idea iniziale a quest'ora Harry doveva essere a metà anno.
Vabbè quando l'ispirazione chiama è meglio rispondere, perchè se poi se ne va, chi la ripiglia più.
Nemidra: Capolavoro bellissimo? Credo che tu abbia un tantino esagerato, ho sempre paura di deludere. Comunque dal prossimo capitolo si  parte per Hogwarts. E fra due capitoli circa comincerà il pov di Draco.
A parte questo non voglio anticiparvi nulla, fate solo gli scongiuri che riesca a districarmi in tutte le sciocchezze che ho creato.
Ringrazio anche chi mi ha messo fra le seguite, chi mi segue nonostante tutto e addirittura chi mi ha messo fra le preferite. Grazie di cuore.


Bab



Ritorna all'indice


Capitolo 5
*** Capitolo4 -Festa a casa Weasley ***


Capitolo4- Festa in casa Weasley Capitolo 4 -Festa in casa Waesley




Tornarono a casa che era quasi ora di pranzo. Molly si impegnò come non mai per preparare in poco tempo il più gustoso dei pranzetti, ma allo stesso tempo in più leggero. Alle sei di sera sarebbero arrivati gli ospiti per festeggiare il primo anno di matrimonio di Bill e Fleur e a mezzanotte il compleanno di Harry, che compiva 18 anni. Volevano rifarsi per la festa guastata dello scorso anno. C'erano ancora mangiamorte in giro, ma erano in piccoli gruppi e nessuno di loro avrebbe osato attaccare una comitiva così grande di maghi e streghe. I partecipanti erano praticamente gli stessi dell'anno passato, esclusi alcuni, come Fred, che purtoppo non ce la avevano fatta. C'era anche una novità. Luna invece che con suo padre ballava con Neville che era il suo ragazzo. Harry non aveva mai visto nessuno più contento. Neville sembrava meno imbranato, Luna meno... lunatica. Cominciava a pensare che l'influenza di suo padre fosse nefasta per la ragazza.
Herm e Ron erano sempre appicicati e Harry ne approfittò per parlare finalmente da solo con Ginny. Fu contento di vedere che era molto serena.
"Sai, se mi avessi lasciata per un'altra credo che me la sarei presa molto di più." gli disse sorridendo.
"Non ti avrei mai lasciata, per nessun altro motivo. Sei una ragazza così dolce, così bella... sono sicuro che tra non molto incontrerai l'uomo che saprà renderti felice. Io ti avrei reso la vita un'inferno."
"Lo so, ti ringrazio per il coraggio che hai avuto. E sono sicuro che anche tu troverai qualcuno che ti vorrà bene quanto meriti." Si abbracciarono  felici di essersi spiegati.
Li interruppe Molly.
"Ragazzi, vi volevo avvertire che ho mandato un gufo alla signora Malfoy, perchè venisse alla festa con il figlio. Mi ha risposto che stranamente Draco sembrava essere molto eccitato all'idea quindi a momenti saranno qui. Draco porterà la sua futura moglie Astoria Greengrass. Ho pensato che forse potevate fare qualcosa per convincerlo a tornare a scuola."
I ragazzi ascoltarono il discorso senza respirare. Draco sarebbe arrivato lì fra poco, di certo per uccidere Harry, e ancora non sapeva del furetto!
"Molly devo nascondermi." intimò Harry
"Ragazzo ma cosa ti succede." disse Molly allarmata per il tono conciso di Harry.
"Io oggi ho già fatto un tentativo per convincere Draco, ma non credevo di incontrarlo prima della partenza per Hogwart."
"Oddio, ma che gli hai detto di così terribile."
"Visto che con le buone non ottenevano nulla, ho puntato sugli insulti. Gli ho mandato un gufo. Temo che sia ansioso di venire a vendicarsi."
"Sei proprio pazzo. Se almeno me lo avessi detto, non li avrei invitati. Ormai la frittata è fatta, non posso rimangiarmi l'invito. Senti facciamo così. Tu vai a prendere il mantello dell'invisibilità, ti siedi buono in un angolo e cerchi di non farti notare troppo. " gli indicò un lato della stanza.
"Sei un genio Molly, anche se mi annoierò a morte. Accio mantello dell'invisibilità." pronunciò alzando la bacchetta. Nel giro di un istante si trovò fra le mani il suo mantello. Prese una sedia, si mise seduto e Molly  con un colpo di bacchetta fece sparire la candela sopra la sua testa, in maniera che il buio non fosse attraente.
Draco, Astoria e Narcissa tardarono qualche minuto ad arrivare. Apparì prima Narcissa. Era molto elegante. Poi fu la volta di Astoria. Era puittosto graziosa, anche se non si poteva dire bellissima. Alla fine fu il turno di Draco. Era completamente vestito di pelle nera, che facevano un gran risalto con la pelle pallida e i capelli quasi bianchi, e un'espressione alquanto imbronciata. Mentre la madre e la fidanzata facevano i complimenti a Molly per come aveva sistemato l'ambiente, l'unica cosa che uscì dalle labbra di Draco fu:
"Dov'è Potter?" La sua voce era tirata per lo sforzo di mantenerla calma, ma non ci riusciva benissimo. Dietro quella frase c'era tanto astio che perfino sua madre colse qualcosa che non andava. Stava per chiedere delucidazioni al figlio, quando si sentì tirare per un braccio. Era Molly che voleva spiegarle come stavano le cose.
"Hei Malfoy, non sei ancora arrivato e già cerchi Harry? Non sapevo foste così intimi." lo prese in giro George. Chi sapeva delle tendenze di Harry scoppiò a ridere.
"Non c'è nulla ridere. Ho una questione in sospeso con quell'essere ignobile e voi..." ringhiò alla volta di Herm e Ron, "voi di sicuro sapete di cosa si tratta. Potter non si soffia neppure il naso senza aver chiesto il vostro permesso." I due, che stavano tranquillamente pomiciando su una panchina, non si erano neppure accorti della presenza di Draco.
"Granger, Weasley, parlo con voi."
Alla parola Granger Herm sussultò, a quella Weasley quasi metà dei partecipanti si voltarono. Draco si portò una mano al volto. Non aveva scelta.
"Sto parlando con te Ronald Bilius Weasley, dov'è quell'idiota del tuo amico." disse puntandogli contro l'indice.
"Ma che vuoi ho da fare." Herm, che all'improvviso si sentiva gli occhi di tutti addosso, si discostò un poco in imbarazzo.
"Sono sicuro che voi siete al corrente di ciò che ha fatto Potter." disse il biondo irritato.
"Noi non sappiamo niente di nessuna pergamena." disse Ron
"E chi ha parlato di una pergamena." ghignò il biondo.
"Ooops" fece Ron. Herm scosse la testa sconsolata.


Da una parte la signora Malfoy ascoltava quello che Molly aveva da dirle.
"Ha fatto davvero questo?" disse commossa.
"Si sente in debito per quello che hai fatto per lui e pensava di aiutarti. Se me lo avesse detto prima avrei evitato quest'incontro, per quanto sia felicissima della vostra presenza."
"Ma cos'ha scritto nella pergamena." chiese curiosa Narcissa.
"Non ha avuto il tempo di dirmelo, ma  è stato a suo dire alquanto... irriverente e... offensivo. Spero solo che non lo trovi." Molly pareva davvero preoccupata, visto anche il volto scuro di Draco.
"Ma dov'è?" domandò la donna
"In giro" disse Molly vaga, "nascosto sotto il suo mantello dell'invisibilità:"
"Harry Potter sa come pagare i suoi debiti." commentò con un sorriso soddisfatto Narcissa, poi prese le mani di Molly. "Ci penso io. Troverò una scusa per andarcene, anche se mi dispiace. Negli ultimi tempi non abbiamo ricevuto molti inviti."
"Mi dispiace." sussurrò Molly
"Non devi. La colpa è stata mia e di Lucius. Non voglio che Draco paghi per qualcosa che abbiamo fatto noi. Me lo sentivo che salvare la vita di Harry avrebbe portato fortuna almeno a lui. Spero che tu non mi ritenga troppo veniale."
"No, non mi importa quali sono stati i motivi.  Nessuno ti potrà mai ringraziare a sufficienza per quello che hai fatto."
Si abbracciarono, non servivano altre parole.



Astoria che era rimasta da solo venne raggiunta da  Percy.
"Il tuo ragazzo ti ha abbandonata per andare in cerca di Potter. Non ti dispiace."
"E perchè dovrebbe? Era molto arrabbiato con lui, gli ha mandato una pergamena molto cattiva." disse la ragazza cercando di stare sulle sue.
"E non ha ancora visto il furetto."
"Il cosa?!?"
"Ooops" i membri della famiglia Weasley farebbero meglio a collegare il cervello prima di parlare.
"Di cosa stai parlando?"
"Di nulla. A proposito, sono Percy Weasley, mandami un gufo se con Malfoy non dovesse andare. Trovo che tu sia bellissima." Si sa, i gusti sono gusti.



"Vi decidete a dirmi dove si trova Potter." Malfoy stava perdendo la pazienza. Aveva una gran voglia di portare la mano alla bacchetta e usarla contro quegli esseri inferiori, ma aveva promesso alla madre di non fare danni. Camminando avanti e indietro  finì con il fermarsi proprio ad un palmo dal naso di Harry, che cercava di trattenere il respiro. Ebbe l'occasione di osservare da vicino il viso di Draco. Non aveva mai notato quanto fosse attraente. Certo prima non guardava i ragazzi con l'intento di trovarsi un fidanzato, e in più per l'intero sesto anno aveva seguito il serpeverde come uno stalker ma con pensieri tutt'altro che erotici. Mai avrebbe pensato che potesse piacergli. Più lo guardava, ora, più lo trovava sexy.
"Accidenti, sono proprio gay fino al midollo, se mi piace lui." alla fine non riuscì più a trattenere il respiro e buttò l'aria direttamente sulla faccia di Draco, il quale si passò la mano sul collo, come se un fastidioso spiffero lo avesse raffreddato. Visto che Draco non sembrava essersi accorto di nulla, inspirò profondamente il suo profumo. Non ci capiva molto, sentiva solo che era molto fine, buono. Ma quello che gli piacque di più fu il profumo speziato della sua pelle, un odore di maschio che si sentiva nonostante tutto. Sentì qualcosa smuoversi dentro e fuori di se. La sua mente e il suo corpo stavano reagendo alla presenza di un ragazzo che fino a qualche mese prima  detestava senza remore e che ora, anche per colpa sua, lo odiava più di prima. E ancora non gli aveva presentato Draco Jr, che era chiuso nella sua gabbia perché non si perdesse dopo solo qualche ora.  Almeno ormai era sicuro di rivederlo a scuola.
"Senti Draco, non so dove sia Harry. L'ho visto parlare con mia madre e un attimo dopo non c'era più. Chiedi a lei, di sicuro sa dove sta." disse Ron sperando di liberarsi di lui.
"Ora vado da lei, ma torno." fece per andarsene, ma fu preso sottobraccio dalla madre.
"Draco, tesoro, ho dimenticato un appuntamento importante a cui non posso assolutamente mancare. Ti dispiace se ce ne andiamo subito. L'ho gia detto a Molly. Andiamo a recuperare Astoria e andiamocene."
"Ma io... devo parlare con Potter. Quando andrà a Hogwarts, non ne avrò l'occasione per un bel po'."
"Mi dispiace che invece lui non voglia parlare con te. Non si è fatto vedere. Forse non ti ritiene degno della sua presenza." rincarò Narcissa, cercando di forzare il figlio alla decisione.
"Sai madre forse hai ragione tu. Questo anno ad Howarts s'ha da fare." E ancora arrabbiato, andò a prendere Astoria che stava parlando ancora con Percy e se andò.



Dopo un attimo riapparve Harry che si era levato il mantello. Aveva l'aria sognante. Guardava il vuoto con una faccia imbambolata e felice.
"Ehm Harry non vorrei disturbarti, ma sono almeno cinque minuti che fissi il vuoto" cercò di scuoterlo Ron "Che ti sta succedendo."
"Nulla, credo solo di essermi innamorato."
"E di chi così all'improvviso."
"Di Draco" disse prima di rendersi contro di quello che diceva. Sapeva che se qualcuno mal sopportava il biondo, più di quanto lo avesse fatto lui in passato, era proprio Ron.
"Spero che tu intenda Draco jr, il tuo furetto."  Quello di Ron era un tono accusatorio.
"Sei impazzito." disse Harry, facendo un verso disgustato.
"No, tu sei pazzo. Ancora non sono riuscito a digerire il fatto che sei gay, non puoi venirmi a dire che sei innamorato di un serpeverde,di quel serpeverde." Ron era ancora più arrabbiato di quanto gli aveva detto  che era gay.
"Mi dispiace, ma al cuore non si comanda." fece Harry, ancora fissando il vuoto.
"Lui ti odia troverà il modo per vendicarsi e se scoprirà che ti sei preso una sbandata per lui, sarai fritto." Ron pronunciò la frase come se fosse una verità assoluta.
"Temo che Ron una volta tanto abbia ragione." disse Herm.
"Una volta tanto?" ripetè Ron offeso. Herm stava per ribattere, quando intervenne Molly.
"Ho detto tutto a Narcissa. Ha trovato la tua idea geniale e ti ringrazia di cuore. E' convinta che questo porterà Draco a scuola. Mi ha assicurato di che dirà tutto alla Parkinson e a Zabini. Sono sempre lì per cercare di convincerlo. Ora punteranno tutto sulla tua pergamena. Perciò aspettati un Malfoy incavolato come una iena."
"Ehm, sei sicuro di volerti portare dietro Draco Jr. Sarebbe meno pericoloso che se ti ricoprissi di miele e ti ritrovassi davanti ad un orso."
"Te lo terrei io, non c'è alcun problema." assicurò Molly.
"Non posso lasciarlo, mi si è già affezionato."
"Ce l'hai solo da qualche ora. Non dire sciocchezze. Potresti almeno cambiargli nome." suggerì Herm.
"No, è un nome così... armonioso." Harry aveva ricominciato a fissare il vuoto e a sospirare.
"Si è preso una brutta sbandata. E ti pareva, se ora che Tu Sai Chi è stato sconfitto, non potevamo stare un anno senza problemi." sospirò Ron, sconsolato.
"Su avanti, dopo quello che ci è successo gli anni passati, se fosse stato un anno troppo tranquillo, ci saremmo annoiati." lo consolò Herm. Insieme tornarono a divertirsi alla festa.




A mezzanotte si aggiunse la torta per Harry.
 Ron ed Herm tirarono fuori il loro regalo. Un libro. Harry sospettava che Ron c'entrasse poco con la scelta, ma si aspettava un regalo del genere. Pareva che Herm fosse convinta che se continuava a comprargli del libri prima o poi sarebbe diventato uno studioso come lei. Non che fosse un completo somaro, aveva sempre studiato con piacere,  ma ad arrivare al suo livello era un altro affare.
Ginny gli regalò un ciondolo. Si poteva aprire e dentro c'era già la sua foto. Una parte era vuota e Harry si chiese se fino al giorno prima ci fosse stata la foto della rossa.
Molly gli regalò, a nome di tutta la famiglia Weasley, uno degli immancabili maglioni con l'H ricamata sopra.
Ci furono altri regali e alla fine Harry aveva ringraziatato e abbracciato tutti.
Era felice. Era il primo, vero, sereno compleanno che avesse mai festeggiato.






Il mio paradiso

Eccomi alla fine del 4° capitolo. Chi voleva un'apparizione di Draco è stato accontentato. A chi si aspettava, come avevo preannunciato, il ritorno ad Hogwarts chiedo venia. Mi è tornato in mente che tutti si erano ritrovati per un motivo e ho descritto la festa, bene o male.
Risposta alla recensioni
Ali Black: Scusami se ti ho spiazzata con la storia del furetto, ma sono contenta che ti piaccia la ff. Cercherò di fare meno confusione possibile.

Synystergates: Direi che Draco è piuttosto arrabbiato e ancora non sa del furetto. Ne succederenno delle belle vedrai.

Tatydanza: Sei carina come al solito. Sono contenta che ti sia divertita alla storia del furetto (una delle mie solite follie). Per quanto riguarda Molly, spero di non fare confusione con le sue lezioni.

Bellatrix29: Sono contenta che ti piaccia la storia e scusami ancora per gli errori, cercherò di migliorare. I complimenti da chi ha letto tante Drarry fanno molto piacere.

Saluto anche chi mi segue, chi mi ricorda, chi mi preferisce e anche chi mi legge in silenzio (che sono davvero tanti),

E dopo il falso allarme la prossima volta si parte davvero per Hogwarts.
Ciao.

Bab


Ritorna all'indice


Capitolo 6
*** Capitolo5 -Partenza per Hogwarts ***


Capitolo 5 - Partenza per Hogwarts Eccomi con un nuovo capitolo. Finalmente si parte.



Capitolo5 - Partenza per Hogwarts


 
Harry, Herm, Ginny e Ron avevano finito di riempire i bauli da portare a scuola. E mentre tutti scendevano a fare colazione, Herm si era trattenuta in stanza per controllare che il suo ragazzo e il suo miglior amico non avessero dimenticato nulla. Con Ron era normale, lo faceva tutti gli anni. Al contrario di solito Harry era molto più attento. Nell'ultimo mese era stato parecchio con la testa fra le nuvole. Dalla sera in cui aveva visto Draco Malfoy e aveva rivelato di essersi innamorato di lui, camminava a volte a un metro da terra, delle altre un metro sotto. Era un continuo di euforia e di depressione che aveva come causa la sicurezza che Draco lo odiasse ancora più di prima.



Aveva smesso di parlare con gli antenati, ora passava il tempo con Draco Jr. Gli parlava del suo amore per l'omonimo, sospirava, cercava di addestrarlo. Ron aveva fatto di tutto per distrarlo dal pensiero del serpeverde. Aveva perfino convinto Ginny ed Herm, stupite che un'idea del genere fosse venuta a lui, a portarlo al pub dove lavorava il famoso ragazzo. Il giovane Brian era davvero molto carino e per tutta la serata ci aveva provato disperatamente con Harry, che però non pareva più essere interessato a fare colpo su di lui. Alla fine si era arreso e aveva cominciato a fare gli occhi dolci a Ron. Prima che il rosso potesse mandarlo a quel paese, ci aveva pensato la sua ragazza. Herm lo aveva fulminato con lo sguardo, poi con fare poco elegante lo aveva apostrofato di andare in certo posto. Nessuno poteva toccare il suo Ron.
"Ho capito, non c'è speranza per me stasera." Aveva commentato con un suo collega Brian "Però mi dispiace. L'altra sera il moretto sembrava più disponibile. Oggi non riesco ad avere una conversazione intelligente con lui."
"Mio caro, non hai visto l'occhio da pesce lesso, è già innamorato e non di te direi." Rise alle spalle del povero Brian, che si dovette arrendere.



Ron aveva cercato altri modi per tenerlo occupato. Partite di Quiddich, giri a Diagon Alley, nulla pareva distoglierlo dal suo pensiero fisso. Alla fine aveva optato per un mesetto di lavoro presso il negozio di George. Avevano aiutato il fratello, ed essendo un negozio molto frequentato, era stato l'unico modo per tenere la sua mente occupata, almeno di giorno. La notte non c'era verso di controllarlo. Era certo che sia che dormisse o no,  i suoi sogni o i suoi pensieri erano sempre rivolti a lui. Durante uno dei giorni in cui lavoravano Ron era certo di aver visto Malfoy soffermarsi sulla vetrina, poi scuotere la testa e proseguire. Lo aveva visto anche Harry, che benchè fosse tentato di uscire e gettargli le braccia al collo, aveva preferito nascondersi dietro il balcone, per non rovinare i progetti fatti per farlo tornare a scuola.
"Per fortuna che non è entrato." disse Harry sospirando di sollievo.
"Di sicuro cercava qualche tiro da farti durante l'anno, questo è uno dei migliori negozi di scherzi del mondo magico e George è un vero genio nel campo." gli disse Ron " Ma sa che è mio fratello e che se fosse entrato qui lo saremmo venuti a sapere noi e ci avrebbe messo in allarme."
"Il che significa che dal prossimo mese ci possiamo aspettare di tutto. "Harry sospirò, non faceva altro ultimamente.
"George ci ripagherà regalandoci i suoi migliori scherzi. Aveva un bisogno disperato di aiuto, Malfoy non è l'unico che fa incetta di scherzi prima della partenza.. Spero che nessuna di queste porcherie tocchi a me." ma Ron non era per nulla convinto.
"Ma io non voglio fare scherzi a Draco. Appena ci saremo sistemati gli rivelerò i miei sentimenti per lui. Se mi rifiuterà, almeno mi sarò tolto il pensiero e potrò pensare a qualcos'altro. O meglio qualcun'altro." Non che volesse realmente pensare ad altro, ma sapeva che non avrebbe avuto scelta.



Herm sospirò. Dopo aver controllato per l'ennesima volta che ci fosse tutto (aveva dovuto fare più di un'aggiunta nei due bauli), si preparò a scendere a sua volta a colazione. L'aria era abbastanza serena nonostante tutto. Stavano per partire per una guerra e ancora una volta dovevano essere sicuri che il golden boy non si facesse male. Solo che questa volta Harry aveva una cotta fuori controllo per il nemico. Doveva ammettere che Draco Malfoy, benchè fosse sempre stato uno stronzetto di prima categoria, si poteva definire un bel ragazzo e al sesto anno erano molte le ragazze, Griffondoro comprese, che smaniavano per lui. Si sedette a tavola e cominciò a mangiare in silenzio. Molly era sicuramente la più tesa di tutti.  Era stata presa dal panico. Cominciava a pensare di aver fatto un'enorme cavolata ad accettare il  lavoro. Temeva di non essere all'altezza, nonostante le rassicurazioni di marito, figli e amici. Il fatto che non dovesse fare molte ore, essendo babbanologia non molto frequentata e la possibilità che gli avevano dato di fare la spola casa-lavoro, la rendevano meno insicura, ma avere a che fare con persone che volevano imparare qualcosa le metteva il panico.
"Mia cara, se qualcuno ti dirà che non vai bene , non ti preoccupare, non puoi certo accontentare tutti. E poi non è obbligatorio, sono invitati a partecipare solo gli interessati. Sono certo che sarai bravissima." la incitò Arthur.
"Solo una cosa non capisco, come è possibile che tu riesca a fare il viaggio tutti i giorni, pensavo che le protezioni di Hogwarts fossero impenetrabili." chiese Herm.
"Beh ecco " iniziò Molly in imbarazzo con la ragazza "mi dispiace dirtelo, ma dovrò fare uso di alcuni elfi domestici del castello."
"Molly, non ci credo, non me lo aspettavo da te." disse Herm scandalizzata. Non pensava che una donna come Molly, che l'aveva sempre sostenuta nella sua causa per la liberazione degli elfi domestici, la sua associazione senza scopo di lucro CREPA,  potesse usare quei poveretti a suo vantaggio.
"Mi dispiace cara, ma è l'unica soluzione. Solo alcuni elfi che devono andare a fare la spesa hanno la possibilità di uscire dal castello e visto che mi ero impuntata che volevo essere a casa per cena, mi hanno dato questa possibilità." Il tono di Molly era autoritario e allo stesso tempo triste. Non voleva ferirla, sapeva delle battaglie che aveva fatto per la liberazione degli elfi e il fatto che proprio lei ne approfittasse, l'aveva delusa molto. Ma non poteva fare altrimenti. Herm tenne il muso lungo a Molly per un bel po'.



Appena finita la colazione, cominciarono a rimpicciolire e a caricare i bauli negli appositi carrelli, si presero per mano e Arthur con un colpo di bacchetta usò la polvere volante e trasportò tutta la tribù al binario 9 3/4.  Molly invece attese un po' che arrivasse l'elfo domestico, che la trasportò direttamente ad Hogwarts. Doveva accogliere i ragazzi al loro arrivo. Si ritrovò nelle cucine. L'elfo da lì l'accompagnò al cospetto della professoressa McGrannit.
"Preside, sono davvero contenta di essere qui."
"Anch'io sono molto contenta, ma ormai fai parte del corpo insegnanti, chiamami pure Minerva." le disse.
"Come vuoi, Minerva" la assecondò Molly, sentendosi molto strana. Chiamare per nome chi era stata la propria insegnante metteva in imbarazzo.
La McGrannit rise. "Ti ci abituerai mia cara, è sempre così per tutti. Lo sai che la tua idea di farti portare da un elfo domestico ci ha resi quasi invidiosi. Siamo stati prigionieri di queste mure per un millennio pensando che non ci fosse maniera per -evadere-, e arrivi tu e trovi la soluzione. Forse avrei una vita sociale fuori da questa scuola, se avessi avuto quest'idea qunado ero giovane."
"La necessità aguzza l'ingegno." sentenziò Molly.
"Eh? Una frase d'effetto, l'hai inventata tu?" chiese la preside.
"No, Minerva. E' un proverbio babbano. Nel mio programma pensavo di metterci anche lo studio dei motti babbani, sono davvero molto istruttivi." Molly parlava seria e professionale e il suo tono deciso piacque alla McGrannit.
"La trovo davvero un'idea interessante. Già penso ai puristi del nostro sangue, quando da qui usciranno ragazzi che faranno battute con i parametri babbani. Ci sarà da divertirsi. Vieni con me in Sala Grande, aspettavamo solo te. Ti presento i tuoi colleghi."
Arrivati Molly incontrò gli altri professori. Erano quasi gli stessi escluso alcuni. La McGrannit avrebbe continuato almeno per quell'anno a insegnare Trasfigurazioni. Aveva intenzioni di chiedere aiuto come assistenti a qualcuno del settimo anno aggiunto, tipo la Granger, che era avanti più degli altri. Per Difesa contro le Arti Oscure c'era un giovane che aveva 28 anni, l'età minima per insegnare. Si chiamava Geremiah Stubledon, era già molto esperto (per questo era stato scelto tra gli altri candidati) ed era carino da morire, (motivo per cui la McGrannit temeva che facesse strage di cuori femminili e maschili, perchè a quanto pare il ragazzo era piuttosto ambiguo). Era da tener d'occhio insomma, ma era bravo nel suo lavoro. E forse quest'anno, vista la dipartita del Signore Oscuro, non gli sarebbe successo nulla di male. Per pozioni era rimasto ancora Lumacorno che era diventato anche il nuovo capocasa dei Serpeverde. Sibilla Cooman era la nuova -capocasa dei Griffondoro.
"A proposito Minerva a giorni potrei avere bisogno del permesso che ti ho chiesto, per Fleur sai. Sta per partorire."
"Il tuo primo nipote. Devi essere contenta."
"Lo sono. Non vedevo l'ora."



Intanto alla stazione di Londra...
"Allora ragazzi, sapete già cosa fare. Prima le signore,  Herm, Ginny, poi tu Harry, Ron e poi vi seguo io." Arthur faceva le veci di Molly in maniera impeccabile. Passarono attraverso il muro.
Ad attenderli trovarono un gruppo di Serpeverde, capeggiati da Zabini e la Parkinson. Si avvicinarono a Harry e senza parlare Blaise lo abbracciò, seguito da Pansy.
"Potter, sei davvero un genio." disse Blaise. "Se non fosse per te Draco sarebbe ancora a piangersi addosso."
"Si, meriti un premio" aggiunse Pansy, e gli infilò senza complimenti la lingua in bocca. Ron, Herm e Ginny scoppiarono a ridere, mentre Harry boccheggiava e chiedeva aiuto con lo sguardo.
"Pansy, Pansy, ora basta" Blaise la tirò indietro. "scusala Potter, ma Draco sai è ufficialmente fidanzato con Astoria Greengrass, e da  allora  ci prova con  chiunque abbia un gingillo fra le gambe. Non ci fare caso."
"Uff, chepalle, io sono libera! Posso fare ciò che mi pare con chi mi pare." si lamentò Pansy.
"Siamo pieni di problemi noi Serpeverde. Cerchiamo di darci manforte l'un l'altro, ma è difficile. Ti ringrazio ancora di aver risolto quello di Draco, per il momento preferiamo non dirgli niente, spero che capirai. Non vorremmo che cambiasse idea."
"Si sono d'accordo."
"Bene ci allontaniamo. Ma i tuoi amici stanno ridendo ancora? Non mi sembrava così divertente che Pansy ti baciasse."Infatti Herm e Ginny ancora ridacchiavano, mentre Ron si era addirittura appoggiato ai suoi bauli per sorreggersi.
"Non ci fare caso, non stanno bene."
"Ehi Harry, Draco Jr ha fatto i suoi bisognini." intervenne Arthur.
Blaise e Pansy lo osservavano stupiti.
"Hai veramente chiamato il tuo furetto Draco Jr." Ridacchiarono sorpresi, mentre Harry con un colpo di bacchetta puliva l'animale e la gabbia "Non ci tieni proprio alla tua incolumità." Si allontanarono.



Ron, Harry, Herm e Ginny, si rinchiusero in un reparto del treno, in attesa della partenza. Prima di sentire il treno partire arrivò loro all'orecchio la voce irritata di Malfoy, che apriva tutti gli scompartimenti, di certo per cercare Harry. Blaise e Pansy lo aiutarono. Dicevano qui non c'è. Dissero lo stesso quando aprirono la porta dove c'era lui. Blaise fece loro l'occhiolino.
"Ehi, Harry, perché non hai chiesto a Blaise di ringraziarti come ha fatto Pansy." lo canzonò Ron.
"Non dire cavolate." disse Harry arrossendo. Magari, pensò poi. Blaise era davvero un bel giovanotto. Se non si fosse fissato con Draco... Vabbè che di speranze ne aveva poche. Qualora lo avesse umiliato, ed era certo che sarebbe successo, si sarebbe potuto mettere l'anima in pace e cercarsi un vero fidanzato.
Da fuori si sentivano le voci concitate dei Serpeverde.
"Uff, non è possibile che non si trovi. Si deve essere nascosto sotto il suo stupido mantello, per non farsi trovare. Quello stronzo! Ma non mi potrà fuggire per tutto l'anno. Appena lo becco, lo rivolto come un vecchio calzino." La voce di Draco era furiosa. Sembrava che volesse trovare Harry prima della partenza del treno, così da non essere costretto a partire.




"Io vado un attimo al bagno." Ginny aprì la porta.  Draco Jr, che Harry aveva tenuto con se in braccio, fece uno scatto e fuggì attraverso la porta aperta. Senza pensare a ciò che stava facendo, Harry gli corse dietro e cominciò a chiamarlo.
"Draco, Draco, fa il bravo vieni qui da papà." Stava cercando in ogni angolo. Non trovandolo cominciò ad aprire le porte degli scompartimenti. a tutti chiedeva: "Sto cercando un furetto, lo avete visto per caso" e tutti gli rispondevano con un cenno di diniego.
Aprì una delle ultime porte. "Sto cercando un... ops, Malfoy, ho sentito che mi stavi cercando, volevi qualcosa?" disse preso alla sprovvista, vedendo il serpeverde e i suoi amici. Blaise e Pansy non credevano ai propri occhi. Avevano fatto i salti mortali per evitare che il loro amico lo trovasse e ora Potter piombava in mezzo a loro fra le braccia di un Draco ancora incavolato nero, ma almeno rassegnato ad arrivare ad Hogwarts prima di incontrare l'avversario. Astoria Greengrass, al suo fianco trattenne il fiato, anche lei era stata avvertita da Narcissa e temeva che il piano saltasse.
"Potter, mi stai prendendo per il culo. E' un mese che mi eviti, ho rivoltato l'intero treno per cercarti e tu ti presenti qui tranquillamente a chiedermi cosa cazzo voglio?" alla fine Draco aveva urlato.  Fu allora che entrò in scena il suo omonimo, che gli si piazzò comodamente in grembo. Pansy e Blaise avevano cominciato a sghignazzare come due deficenti. Anche Harry non potè trattenere un sorriso.
"Vedo che tra simili vi capite, Malfuretto." lo prese in giro.
"Da dove accidenti è scappata questa bestiaccia." Draco lo aveva sollevato e stava per lanciarlo lontano, ma l'animale si difese nell'unico modo che conosceva. Lo morse con forza e scappò dalle sue grinfie per tornare in braccio al suo padrone.
"Hai visto cosa succede a scappare, fai dei brutti incontri." E lo baciò sul muso.
"Potter, il tuo animaletto mi ha appena morso. Hai proprio deciso di farti uccidere."
"E' colpa tua, non dovevi maltrattarlo, voleva solo un po' di coccole. Vero, Draco Jr." E lo bacio ancora, questa volta sulla testa.
"Tu... tu... tu...." balbettò il biondo, incredulo.
"La linea è occupata?"
"Che significa sta battuta" Chiese Pansy. Blaise fece spallucce. Nessuno di loro aveva mai visto un telefono.
"Tu lurido mezzosangue...." Blaise lo trattenne.  "Ha offeso la mia famiglia, i miei amici,  la mia casa, ed ha chiamato un furetto con il mio nome. Dammi una scusa per non ucciderlo all'istante."
"Lo ha fatto apposta." Intervenne Astoria, per evitare che passasse dalla teoria ai fatti. Draco la guardò interrogativo.
 "Lo ha fatto per convincerti a tornare a scuola. Ed è riuscito dove noi abbiamo fallito."  ammise alla fine Blaise. "Avremmo preferito dirtelo una volta al castello, ma questo guastafeste ha rovinato tutto."
"Potter perchè l'hai fatto?" Draco era ancora fuori di se, ma si era calmato un pochino.
"Tua madre ci teneva molto che prendessi i MAGO. E' merito suo se sono ancora qui, mi sembrava una buona idea." spiegò semplicemente Harry.
"E il furetto?" lo apostrofò il serpeverde.
"Era il mio piano di scorta, ma a quanto pare non è servito. Ora noi togliamo il disturbo, lasciamoli a spiegarsi da soli. Fai ciao con la zampetta." E si eclissò.



 Tornò dai suoi compagni ai quali raccontò quello che  era successo.
"Il grosso è stato fatto. Tu credi che rinuncerà alla vendetta." gli disse Herm.
"Non so, è possibile che voglia prendersi lo stesso la rivincita. E poi, non è ancora finita. Devo ancora rivelargli i miei sentimenti. Non so come la prenderà." Comunque si sentiva il cuore più leggero. "Spero comunque che non se la prenda con Draco Jr, lui non c'entra proprio niente." Sollevò il furetto all'altezza del viso e ne guardò gli occhietti espressivi.
"Ci deve essere rimasto malissimo. I suoi compagni in combutta contro lui con Harry Potter. Se me lo avessero detto qualche mese fa, non ci avrei creduto neppure io." disse Ginny.
"Ci sono cose che è difficile prevedere." Herm alzò la testa dal libro che stava leggendo. "Chissà se la Cooman lo avrebbe indovinato." risero.
"Quest'anno è la nostra capocasa." si lamentò Ron  "Saremo costretti ad avere a che fare con lei più di quello che mi piacerebbe. Mi sarebbe piaciuto molto più Hagrid."
"Per quanto Hagrid mi stia simpatico, non me lo vedo come nostro capo." disse Herm "Non ha molte credenziali."
"Non mi dire che la Cooman ti ispira." Ron si oppeneva, scuotendo la testa  "Quella donna ha le rotelle fuori posto. Ci darà solo grane."
"Allora non ci resta che pregare."



Draco Malfoy ci era rimasto davvero molto, molto male.
"Io ancora non posso crederci. Voi in combutta con lo Sfregiato contro di me." scuoteva la testa, sconvolto. "Potevate trovare un'alternativa. Almeno per non sentirvi in debito con i Grifoni."
"Credi che non ci abbiamo provato? Eri irremovibile. Se non fosse intervenuto Potter, non avremmo combinato nulla. Ci dispiace per quello che abbiamo fatto, ma avrei fatto un patto col diavolo per averti qui quest'anno. In fondo poteva essere peggio." disse Blaise in tono rassegnato.
"Non ne sono affatto convinto. E ditemi lo avete già ringraziato a dovere." Il biondo lo aveva fulminato con lo sguardo.
"A questo ci ha pensato Pansy, alla sua solta maniera." Draco la guardò con disgusto "Com'è stato baciare il Golden Boy?" chiese Blaise.
"Mah... così!" rispose la ragazza vaga.
"Non ti è piaciuto baciare Potter? Pensavo che chi ha ucciso Tu-Sai-Chi dovesse baciare per forza bene." scherzò il moro.
"Senti Blaise, se mi avesse baciato con metà della passione con cui baciava quel furetto, sarebbe stato dieci volte meglio."
Tutto lo scompartimento scoppiò a ridere. Anche Draco che voleva tenere un certo contegno, fu costretto a piegarsi in due.
"Allora Draco" chiese Blaise appena si fu ripreso. "prenderai i barconi con noi o tornerai indietro?"
"Se credi che dopo questa spiegazione non ce l'abbia ancora con Potter ti sbagli. Verrò al castello e troverò la maniera per fargliela pagare per avermi preso in giro. Anche se forse non avrò più la scusa per ucciderlo."
"Sono sicuro che ti aspetta al varco. Anni e anni con il Signore Oscuro l'hanno reso sospettoso... e spesso a ragione."
"Lo so, lui è l'unico che durante il sesto anno aveva capito che tramavo qualcosa. Oltre a Silente." Sospirò. Era solo per miracolo che non aveva ucciso nessuno durante la guerra.
"Noi ti aiuteremo, per quanto possibile. Quest'anno dobbiamo fare i bravi bambini e colpire Potter non è che ci farebbe guadagnare punti."
"Non vi voglio coinvolgere. Potter è solo mio."




La mai stanza (con le pareti imbottite come quelle dei matti)

Ce l'ho fatta! Ho avuto poco tempo e in più non riuscivo a smettere di scrivere. Ancora uno o due capitoli in cui ci sarà il pov Harry, poi passeremo a Draco, e spero di non fa re casini con i Serpeverde (sempre che non ne abbia già fatti in questo capitolo).
Qualcuno noterà un linguaggio appena più scurrile, ma a tutti capita parlare più controllato a casa e meno con i propri amici.
Spero di non aver fatto troppo confusione, non più del solito comunque. Ho dato una veloce lettura  ai miei libri e  mi sono accorta di qualche inesattezza per quanto riguarda la famiglia Weasley  (ancora!), e vedrò di correggerli in un futuro non troppo lontano.
Ladydarkeness: grazie tante. Non so ancora quanti capitoli saranno di preciso, ma voglio finirla. Comunque un po' più di dieci, non sarà lunghissima.
Tatydanza: Se passassi più tempo a fare sport forse starei meglio, ma non scriverei la storia. E' una buona scusa per non farne? Ciao Grazie.
Synystergates. Non preoccuparti, Draco avrà ancora occasione di tirare un brutto scherzo ad Harry... Grazie
Bellatrix29: Mi dispiace per continuare a fare errori. Sono contenta che la storia ti piaccia. Ho provato a richiedere i tuoi "servigi" come beta, ma non sono riuscita a fare il login. Sono una capra con il compu. Ciao.
Nemidra:  Ciao e grazie per i complimenti. Speriamo bene per il futuro.

Ringrazio tutti coloro che mi seguono. Anche in silenzio. Fa piacere vedere quanti contatti ha questa storia.

Al prossimo cap
bab

Ritorna all'indice


Capitolo 7
*** Capitolo6-Una difficile dichiarazione ***


Capitolo6 -Nella Sala Grande Capitolo6 - Una difficile dichiarazione





Anche Draco sapeva bene che non poteva colpire il Golden Boy senza che l'intera scuola si rivoltasse. Però non se la sentiva di perdonare Harry Potter per quello che aveva fatto. Era un delitto voler passare del tempo a piangersi addosso, mentre il mondo magico, anche se per il momento gli aveva dato la possibilità di rifarsi una vita, in realtà stava decidendo per il suo futuro? La madre lo negava, ma lui sapeva bene che se non fosse stato per l'intervento di Potter (ancora lui!), che aveva testimoniato che la signora Narcissa Black in Malfoy e il signor Draco Lucius Malfoy, lo avevano aiutato in diverse occasioni, ora sarebbe ad Azkaban a fare compagnia al padre, per il quale nessuno aveva mosso un dito. E ora per compiacere chi gli aveva dato una seconda possibilità, lo costringeva a tornare a scuola. Maledetti Grifondoro, e maledetta la loro smania di fare gli eroi a tutti i costi. Hai ucciso il Signore Oscuro Potter? Tanto di cappello, ma chi ti ha chiesto di venire a salvare me?
Più o meno erano questi i pensieri di Draco mentre attraversava con i barconi il braccio di mare che li separava dall'ultimo anno di scuola. Si sentiva arrabbiato, ma allo stesso tempo in debito con Colui-Che-lo-Aveva-Salvato dal baratro della disperazione. In fondo non ci aveva mai creduto che potesse esprimersi in quella maniera. Non che i Grifoni fossero tutti bravi  e buoni, ma San Potter era l'incarnazione del perfetto, coraggioso, altrista e  chi più ne ha più ne metta, eroe. Era il bene fatto persona. Non era come i serpeverde, che facevano solo quello che interessava loro. Se quell'anno i suoi compagni avrebbero fatto i buoni come dicevano era perchè ne traevano vantaggio. Erano furbi, in pratica. Che ci aveva guadagnato Potter nell'aiutarlo, se non il suo odio imperituro. Lo osservava torvo, mentre scherzava con i compagni. Lo vedeva diverso dal solito, più solare, mentre una volta si guardava sempre le spalle, come se l'uomo nero fosse in agguato (e in effetti era così). Ogni tanto gli sembrava che anche lui lo guardasse, ma il suo sguardo era talmente da deficente che non lo preoccupava.
"Ma troverò un pertugio nella tua barriera, mi vendicherò, te lo assicuro."



Mentre Draco osservava Harry con istinti omicidi, Harry guardava Draco con aria sognante (cioè da deficente). Cercava di concentrarsi su altro ma appena si distendeva un attimo, si ritrovava a fissare il volto pallido e affilato del Serpeverde, che lo osservava truce.
-"Accidenti è fuori di se. Beh, almeno quando gli rivelerò che sono pazzzamente innamorato di lui si farà una risata. Ne avrebbe bisogno in questo momento."- Pensava sempre a lui, non riusciva a farne a meno.
"Un penny per i tuoi pensieri" interruppe Herm.
"Non mi sembra il caso che tu sprechi il tuo denaro, tanto sai già a cosa penso." disse Harry triste.
"Non vedo l'ora che parli con la Serpe. Così almeno avrai altro a cui pensare."  Herm pensava allo studio, ne era convinto Harry.
"Appena finita la cerimonia. Credi che sarei troppo sfacciato se faccio come la Parkinson e lo bacio senza avvertirlo."
"Forse un pochino. Non è che sia tanto naturale essere baciati da un altro ragazzo."                                                                                                                                                                                                                


Appena messo piede nella terra ferma fu il turno delle carrozze che li portarono direttamente al castello. Furono convocati in Sala Grande. La preside McGrannit fece il discorso di apertura e presentò gli insegnanti. Alla presentazione di Molly Weasley, ci fu un applauso da Parte del tavolo de Griffondoro, mentre i Serpeverde, non si fecero sentire, ma si capiva che la prendevano in giro. Harry dovette trattenere Ron da andare a spaccare la faccia  a qualsiasi di loro.
La seconda novità era l'insegnante di Difesa Contro le Arti oscure. Geremiah Stubledon, era bello come un dio greco, capelli mori, occhi azzurri maliziosi e un sorriso da capogiro. Nel giro di venti secondi tutte le donne di tutte le classi comprese quelle appena undicedenni erano innamorate cotte di lui. Persino Molly aveva fatto qualche pensiero audace appena lo aveva visto. Se non fosse stata sposata e se lui non fosse stato di un'altra parrocchia (espressione questa usata dai babbani) ci sarebbero stati problemi grossi. Eh si perché le dicerie erano state confermate dallo stesso ragazzo, che si era dichiarato gay apertamente, lasciando alla preside la decisione se tenerlo o no. La McGrannit aveva infine deciso che se quell'anno fosse andato bene e non fosse morto, cosa che non si escludeva nonostante la dipartita di Tu-Sai-Chi, lo avrebbe tenuto al castello.
Molly sogghignava vedendo la bava colare da un lato della bocca di Harry. Certo non sapeva di avere più possibilità lui di tutte quelle ragazze che lo guardavano sognanti.



Ron guardò Herm sospirare alla volta del nuovo prof.
"La situazione assomiglia tanto a quella del secondo anno, con Allock. Ti ricordi com'è finita quella volta?" domandò rivolto a Harry. Quando si accorse che anche lui era perso in quei incredbili occhi blu, capì che la loro amicizia aveva raggiunto altri livelli, solo che ancora non li aveva raggiunti. Si era persino dimenticato di Malfoy in quel momento. La serpe invece non si era dimenticata di lui. Non capiva cosa trovasse di interessante nel nuovo prof tanto da non staccargli gli occhi di dosso. Era più irritato del solito. Il fatto che Potter lo ignorasse del tutto lo infastidiva. Pochi seguirono il discorso, la poesia e lo smistamento, a fatica i primini che dovevano andare nella propria casa. La maggior parte era persa nei pensieri. Solo quando si diede via al banchetto la fame ebbe il sopravvento e la concentrazione passò a qualcosa che non fosse di personale. Finalmente Ron ebbe la possibilità di avere una conversazione con l'amico. E cercò in ogni modo di parlare di qualsiasi argomento in cui non potesse inserire la passione per Malfoy o per il nuovo insegnante.
"Hei Ron, che ne dici di una partita a scacchi prima di andare a letto?" propose Harry.
"Hai voglia di perdere?" ghignò Ron
"Speravo che mi facessi vincere, sarò piuttosto abbattuto stasera."
"Quindi hai deciso di buttarti subito. Come farai?" chiese Ron
"Lo intercetterò nel percorso verso i sotterranei."
"Come farai a non farti beccare, dovremmo essere in Sala Comune dopo cena. E' contro le regole." disse Ron. Poi scoppiarono a ridere. In sette anni  avevano infrante tante volte i regolamenti della scuola che ne avevano perso il conto. La voce della battuta fece il giro del tavolo dei griffondoro e nel giro di poco tutti quelli dal secondo anno in poi, si stavano sganasciando. I primini, che non sapevano, ridevano  per inerzia.
La prima a smettere fu Herm.
"E' molto divertente Harry, ma quest'anno se ti beccano, che scusa avrai. Hai sempre trovato utile tirare fuori Tu-Sai-Chi, ma quest'anno non hai nessun capro espiatorio." Herm aveva più che ragione
"Accidenti, porti più sfiga dalla Cooman."  disse iRon facendo gli scongiuri.
"Si, ma ha ragione. Se mi dovessi fare scoprire ne rimetterebbe tutta la casa. E poi perchè, per i miei problemi di cuore." Il moro era abbattuto, forse perchè sapeva che era una guerra persa in partenza.
"Ma tu non stavi con Ginny?" intervenne Neville. Tutti lo guardarono, annuirono poi fissarono alternativamente Harry e Ginny, in attesa che qualcuno parlasse.
"Non stiamo più insieme." disse Ginny, coraggiosamente. "Ci siamo lasciati perchè ci siamo accorti che non provavamo nulla l'uno per l'altra, in realtà." Harry ringraziò con lo sguardo la ragazza per non aver rivelato la verità, non era ancora ora che tutti sappessero delle sue tendenze sessuali. La maggior parte dei presenti furono contrariati. Loro erano, o almeno pareva agli occhi degli spettatori, la coppia perfetta. Chi era contento, se magari avevano delle mire su uno dei due, invece si sfregava le mani per la possibilità ottenuta.
"Allora aveva ragione Luna, lo diceva che eravate molto distanti il giorno della festa. Ha sempre ragione, e io la adoro... anche se in questo momento si sta divorando con gli occhi quel tipo. Spero che sia un impostore come Allock, così ce ne libereremo subito." Neville fissò con sguardo assassino il nuovo prof.
"L'ultima volta che gli ho visto una espressione così, è stata durante la battaglia finale contro Tu-Sai-Chi." sussurrò Ron all'orecchio di Harry, che ridacchiò.
"Non ci pensare Neville, dopo quest'anno non vedremo nessun genere di professore, nè bello, nè brutto." cerco di consolarlo Ron
"Sinceramente la prof Sprite aveva detto che in un fututo non molto lontano avrei potuto prendere il suo posto in erbologia. Sono molto migliorato negli anni, e nonostante continui ad essere soggetto ad incidenti piuttosto... singolari, ho una passione che non molti hanno per la materia." ammise Neville, quasi imbarazzato
"Quindi saresti destinato a diventare un prof. Professor Paciok, suona bene."  disse il rosso sillabando bene il nome.
"Grazie se non mi stai prendendo in giro." Ron si voltò dalla sua parte e lo guardò bene in volto.
"Perchè dovrei?" lo apostrofò
"Non so, questa è la conversazione più lunga che abbiamo avuto in sette anni. Eri sempre occupato con Harry, ma suppongo che fossi invisibile al suo confronto. Che ne è stato della vostra amicizia."
"E' ancora lì sta aspettando che Harry faccia le sue scelte. E' in un periodo difficile per lui. Dopo la morte di Tu-Sai-Chi, ha dovuto fare i conti con se stesso come non aveva mai fatto, e ora sta cercando di ritrovare il capo matassa per andare avanti." la spiegazione di Ron voleva dire tutto e niente, ma fu sufficiente.
"Non è l'unico. La Sua morte ha cambiato la vita di tutti e non sempre in meglio. Luna per esempio ha scoperto che suo padre ha tradito tutti gli amici per lei. Lo capisce, ma c'è rimasta molto male."
"E' così, la guerra tira fuori il peggio dalla persone."
"A proposito, non mi hai ancora detto chi è la prescelta di Harry."
"Per ora è un segreto, ma temo che si scoprirà presto." disse Ron



Verso la fine del banchetto Harry mostrò a Ron il mantello dell'invisibilità. Si era preparato di tutto punto per prendere Malfoy alla sprovvista. Diede all'amico pane da portare a Draco Jr, che attendeva in camera. Poi appena la folla di studenti cominciò ad aggregarsi per seguire i Prefetti (Ginny coadiuvata da Herm), si buttò il mantello sulle spalle, e si avvicinò al gruppo dei Serpeverde. Camminava con le ginocchia un poco piegate per evitare, come era già successo, che Draco vedesse i suoi piedi spuntare da sotto il mantello. Era una posizione piuttosto scomoda e arrivare nei sotteranei senza perdere la fila e sgranchendosi ogni tanto senza dare nell'occhio non fu compito facile. Poi udire Draco sparlare di lui con i suoi compagni, spiegargli quello che avrebbe voluto fargli, non era molto entusiasmante. Non erano le medesime cose che lui avrebbe voluto fare alla Serpe, ma di sicuro non gli era indifferente. Non sapeva cosa ne sarebbe stata della sua vita dopo il suo rifiuto, di sicuro non poteva nascondersi per sempre. Non era tipo da vivere nella menzogna, lo aveva già dimostrato il fatto di aver lasciato Ginny appena fatta luce sui suoi sentimenti.
Ci volle un'infinità di tempo ad arrivare. Sentì più di una volta imprecare i Serpeverde per via delle scale che si spostavano nella direzione opposta a quella che dovevano andare, costringendoli a deviare spesso il percorso. Dopo quella che pareva una vita, si ritrovarono nel corridoio che conduceva al ritratto di Pincopallino, (e chi si ricorda!), e davanti a lui?!? Malfoy e la Greengrass Prefetti dissero la parola chiave per entrare.
"Potter fa schifo." mormorò Astoria, imbarazzata. I serpeverde risero a crepapelle.
"Draco, vuoi farci cacciare tutti, dovevamo tenere un profilo basso, ricordi?" fece Theo, soffocando a fatica le risa. Draco fece spallucce.
"La cambieremo in futuro. Avevo bisogno di sfogarmi." disse "Ora le ragazze seguano Astoria, i ragazzi me, mostriamo le stanze a quelli del primo anno. Poi io farò il primo giro di ronda." Ed entrò
"Che fortuna, credo che lo aspetterò qui." pensò Harry e si preparò all'attesa.



Intanto, nella sala comune di Griffondoro...
"Dove si è cacciato Harry Potter." chiesero i primini. Lo volevano conoscere di persona, e il fatto che fosse scomparso nel nulla li rattristava.
"Avevo promesso a mia madre che le avrei portato il suo autografo."
"Io mi volevo fare una foto con lui."
"Gli volevo stringere la mano."
Ad ogni frase c'era un coro di "Anch'io, anch'io." che faceva impressione. Il Golden Boy, aveva sempre riscosso molto successo tra i giovani maghi, ma mai come quell'anno, dopo che aveva eliminato l'Oscura Minaccia e portato il Mondo Magico, verso un periodo di sicura pace.
"Sentite Harry in questo momento non è qui è... è..." Ron decise che doveva inventarsi qualcosa per dare il tempo all'amico di fare quello che doveva "è stato urgentemente chiamato nell'uffico della professoressa Sibilla Cooman, la nuova capocasa dei Griffondoro, perchè ...  perchè ha avuto una visione che riguarda il futuro di Harry, molto funesta a suo dire, e ne voleva parlare com lui."
"Che gli può accadere di brutto dopo aver sconfitto Tu-Sai-Chi."
Pensò all'amico tra le grinfie di Malfoy.
"Nella vita le sorprese belle o brutte, non finiscono mai."



Dopo circa venti minuti Draco uscì. Harry lo seguì e al primo anfratto buio lo spinse.
"Hei, ma cosa..." quando non vide l'aggressore, capì "Potter, a cosa devo questo agguato, non pensavo che avessi altro da dirmi dopo oggi."
Harry si levò il mantello e lo guardò serio.
"Ho alcune cose da chiari re e prima lo faccio meglio è." disse cercando nella penombra il viso del biondo.
"E io che cosa c'entro?" Draco incrociò le braccia. Non sapeva cosa attendersi, ma pareva serio.
"E' successo che... da quando ti ho visto alla festa dai Weasley..."
"Ancora quel maledetto mantello." bofonchiò irato Draco.
"...io... mi.... sono innamorato di te."
"Cos...a? Mi stai prendendo in giro, vero?" disse Draco cercando di riderci sopra.
"Avevo già capito di essere gay, ma non aveva ancora trovato un ragazzo che mi piacesse."
"Ci conosciamo già da tempo, perchè così all'improvviso?" chiese Draco sulle spine.
"Prima, quando c'era Voldemort, che frugava i miei pensieri, non avevo tempo di capire quello che provavo. Ora invece è tutto più chiaro."
"Senti Potter, non vorrei offenderti, ma non credo di provare le stesse cose per te."
"Lo immaginavo, ma sentivo il bisogno di dirtelo. Non preoccuparti se non ricambi, ma non me lo aspettavo. Ora sarà meglio che me ne torni al mio dormitorio, sicuramente mi staranno cercando." Harry fece per andarsene. Draco all'improvviso fu colto da un'idea. Potter gli aveva servito su di un piatto d'argento la vendetta che tanto agognava.
"Senti, tu domani hai la selezione della squadra della squadra di Quiddich, vero?"
"Si, perchè?"
"Che ne dici se ne riparliamo domani negli spogliatoi." Sorrrise accondiscendente. Harry accettò, stupito. Poi si rimise il mantello e sparì nella notte. Draco dal canto suo, mentre continuava a fare la ronda, metteva a punto nei particolari, il suo piano per vendicarsi di Harry James Potter.





Il mio porto sicuro
Sono arrivata alla fine del capitolo! Alleluia.
Come qualcuno avrà notato ho cambiato la intro e ho aggiunto Nuovo personaggio. (accidenti, lo volevo fare, ma non ci sono ancora riuscita, spero di trovare la maniera)
Si entra nel cuore della storia, come l'avevo pensata.
Draco deciderà di vendicarsi crudelmente di Harry...  e poi...
Synystergates: Finalmente è arrivata la dichiarazione. Spero che non sia deludente. In questo capitolo non c'è stato molto spazio per Draco Jr, vedrò per i prossimi cap. Comunque dal precedente ho creato un nuovo personaggio che darà del filo da torcere. Ciao
Tatydanza: Spero che a questo punto tu sia guarita. Ho corretto la frase che era rimasta tronca (grazie tante ancora). Al prossimo capitolo se mi riesce la prima lezione di Molly, prima che si prenda l'aspettativa per il parto di Fleur.
Vi ringrazio ancora per recensirmi, seguirmi, leggermi, preferirmi. Non voglio anticipare troppo, ma fra un po' Draco avrà una bruttissima sorpresa.
Ciao

bab

Ritorna all'indice


Capitolo 8
*** Capitolo7- Vendetta, tremenda vendetta ***


Capitolo7 -Vendetta, tremenda vendetta Capitolo7 - Vendetta, tremenda vendetta



Harry arrivò, non sapeva neppure lui come, davanti al ritratto della Signora Grassa. Era in uno stato catatonico, la risposta di Draco gli aveva messo addosso un'ansia, se non proprio un'aspettativa. Gli aveva detto di non essere interessato, ma gli aveva detto di volergli riparlare il giorno seguente. Chissà cosa aveva da dirgli. Al campo di  Quiddich. La professoressa Cooman aveva prenotato il campo per loro, per fare le selezioni il giorno seguente, immediatamente dopo i Serpeverde. Non ce la vedeva ad avere a che fare con le cose terrene, o era meno ultraterrena di quanto pensava,  o c'era lo zampino della McGrannit, che essendo la preside non si poteva esporre di prima persona.
Si sedette per terra.
"Harry, non vuoi entrare" lo chiamò la Signora Grassa.
"Non ho la parola d'ordine."
"Ho capito, e come mai non eri qui a sentire la parola."
"Dovevo fare una cosa urgente."
"E di che genere?"
"Cose... personali."
"Uhuh, ti piace una ragazza di un'altra casa. Dimmi chi è"
"Uhm, non posso."
"Su dai se me lo dici ti faccio entrare senza parola d'ordine."
"Non pensavo che si facesse corrompere con così poco. O mi sta mentendo, io glielo dico e poi non mi fa entrare lo stesso."
"Ti faccio entrare promesso."
"Pansy Parkinson." provò Harry
"Una serpeverde, non ci credo."
"So anche la parola d'ordine."
"Ah si e qual'è."
"Potter fa schifo"
"Umph, serpi. E come è andata?
"Non molto bene."
"Va bene, entra e fatti dire la parola d'ordine. La prossima volta niente sconti."
Il quadro si aprì e lasciò entrare Harry.



Harry  entrò nella sala comune e fu sommerso da un'orda di bambini che  gli chiedevano l'autografo, volevano vedere la cicatrice, chiedergli se Tu-Sai-Chi era brutto come si diceva etc. etc. Quando qualcuno gli chiese cosa gli aveva predetto la Cooman, guardò verso interrogativo verso Ron.
"Qualcosa mi dovevo inventare." mimò il rosso.
"No nulla di grave, mi voleva solo ricordare che domani pomeriggio dopo le lezioni iniziano le selezioni per la squadra di Quiddich."
"Oh" fecero delusi "quindi non ha predetto nessuna disgrazia." Ci erano rimasti male sul serio.
"Ehm... no." fece Harry, interdetto. Il fascino della Cooman non l'aveva mai colpito e non lo capiva.
Ron corse in suo aiuto. Lo strappò letteralmente dalle braccia dei primini. Gli fece vedere il suo letto, dove c'era il suo baule e le sue cose che lo aspettavano. Poi fece la domanda fatidica.
"Allora com'è andata?"
"Non ne sono sicuro"
"Che vuol dire"
"Mi ha detto che non è interessato, ma che mi vuole riparlare domani. Secondo te che cosa significa?"
"Grossi guai."
"Non esagerare. L'ho solo sconvolto un pochino." Rise ripensando alla faccia di Draco. "Forse più che un pochino. Ma è normale. Credo che anch'io ci rimarrei male."
"Ok, ma aspettati di tutto."
"Se domani succede qualcosa di grave lo dirò alla Cooman. Ti richiederà come suo assistente a tutte le sue lezioni." lo minacciò Harry. Ron gli mostrò la lingua.
" A proposito, qual'è la nuova parola d'ordine."
"Non la sai, ma come hai fatto ad entrare senza."
"La signora grassa mi ha fatto entrare. In cambio voleva sapere con chi mi ero dichiarato."
"E tu glielo hai detto." Harry scosse la testa.
"Ho mentito. Gli ho detto che era la Parkinson e che mi aveva dato picche."
"Ahahah. E ti ha creduto?"
"Perchè non avrebbe dovuto? In fondo non ho scritto in fronte sono gay. Ehi, vuoi sapere la nuova parola per entrare nella sala comune dei Serpeverde"
Ron lo guardò interrogativo.
"-Potter fa schifo.- " l'amico storse il naso "E  dimmi la nuova parola d'ordine, se no la signora grassa la prossima volta mi lascia fuori."
"La parola è -futuro radioso-"
"Uao, e chi l'ha avuta questa idea."
"Herm. Le avevano chiesto una parola che rispecchiasse la sensazione che abbiamo ora che è stato sconfitto Colui-Che-Non-Deve-Essere-Nominato."
"Vuoi dire... VOL-DE MORT." scandì bene Harry.
"Ehm... si lui."disse Ron a disagio
"E' possibile che abbiate ancora paura a chiamarlo per nome."
"Più che paura è ... è... non lo so, ma mi sento più a mio agio a chiamarlo così."
"Vabbè andiamo a dormire, domani ci aspetta una lunga giornata" disse -Almeno per me- pensò poi Harry, mentre cercava di addormentarsi.



La mattina seguente le prime due ore di lezioni furono Pozioni con Serpeverde. Harry evitò accuratamente di fissare Draco, il quale da parte sua aveva una pessima cera. Aveva passsato l'intera notte a pensare al suo piano e l'aveva messo a punto nei particolari. Quel pomeriggio Harry Potter si sarebbe pentito di non essersi fatto gli affari suoi. Ogni tanto gli lanciava un'occhiata, e quando Astoria gli chiese cosa stava succedendo non le volle dire nulla. Non voleva che i suoi compagni e la sua fidanzata fossero coinvolti. Blaise, Pansy e Astoria capirono che era arrivato il momento.
"La vedo buia per Potter, noi Serpeverde siamo piuttosto fantasiosi nelle nostre rivendicazioni. E spesso siamo furbi, non ci facciamo beccare. Peccato che a Draco non importi molto essere espulso." Blaise si stava già abituando al pensiero che Draco non sarebbe stato con loro ancora per molto. Colpire il Golden Boy, in qualsiasi maniera lo avesse voluto fare, lo avrebbe messo nei guai.
Nonostante Harry cercasse in tutti i modi di concentrarsi sulla pozione che stava facendo, i risultati non erano dei migliori. Il fatto che il colore fosse rosso scuro invece che azzurrino, era già indice che qualcosa non andava per il verso giusto, ma quando cominciò a sobbollire in maniera strana, capì che aveva di sicuro sbagliato qualcosa.
Draco scuoteva la testa. Quell'imbecille rischiava di far slittare la sua vendetta, facendo esplodereannuta e buttò nel suo calderone qualcosa che fece smettere il bollore.
"Harry, sei un disastro, cosa è successo, anche se pozioni non è la tua materia preferita, non hai mai rischiato di far saltare tutto. Dove hai la testa? Se vuoi diventare un auror devi avere un O nei MAGO, devi concentrarti di più"
"Lo so Herm, ti prometto che quest'anno studierò molto. Ora non ho più motivo di distrazioni." E diceva sul serio. Gli anni passati il pensiero di Voldemort lo aveva spesso distratto dagli studi. Erano più le ore che passava a studiare come sconfiggere lui o evitare che leggesse i suoi pensieri, che quelle che passava sui libri. Pensare a un ragazzo che ti piace, non poteva essere paragonabile col cercare di salvarsi la vita da un mago oscuro. Certo che se non la smetteva di pensare a lui, non poteva concentrarsi troppo.  Finalmente finì la tortura di pozioni e cominciò la lezione di McGrannit supportata da Herm. Ron dovette ammettere che la sua ragazza era veramente Oltre ogni previsione.
Altra lezione con la nuova Capocasa. Sibilla Cooman invitò ognuno di loro a fare una previsione per quella giornata. se si fosse avverata, avrebbe dato 100 punti allla casa, sempre che gli eventi non fossero stati creati ad oc per rubare punti.
Quando fu il turno di Ron...
"Durante le selezioni di Quiddich ad Harry Potter accadrà qualcosa di veramente brutto."
"Dove lo hai letto, Ron. Fondi di caffè, tè, mano."
"Se sapesse ciò che so io, lo penserebbe anche lei."
"Quindi hai letto tra le righe degli eventi. Interessante. Ok, il prossimo."
Alla fine della lezione...
"Perchè hai detto quelle cose alla Cooman."
"Io penso sul serio che Malfoy ti voglia fare qualche brutto tiro."
"E se fosse?"
"Bè... avrei almeno vinto 100 punti per Griffondoro."



Arrivò il momento che Harry aspettava. Lui era stato ordinato capitano. Non era sicuro di voler giocare, per ora avrebbe scelto i vari componenti e si sarebbe riservato il posto di cercatore di riserva. Lui e i suoi compagni stavano aspettando che i serpeverde  finissero la loro selezione. Ron temeva che li facessero aspettare, ma furono più puntuali di quanto pensasse, anzi quasi in anticipo. I compagni di Draco che avevano capito che era arrivato il momento si cambiarono in un lampo. I griffondoro, che erano già pronti stavano uscendo, quando si sentì tirare per un braccio.
"Dobbiamo parlare." gli disse Draco. Non si era ancora cambiato. aveva i lunghi capelli biondi raccolti in una coda, per impedire che lo infastidissero durante la partita. Goccioline di sudore imperlavano la fronte e Harry si perse nel guardare le sue labbra socchiuse e secche per il vento che avevano preso in volo, e fu preso dal desiderio di inumidirle. Quasi senza accorgersene si avvicinò fino ad essere ad un soffio dal sfiorargliele e fu la voce di Malfoy a riscuoterlo.
"Potter, ma che fai?" la voce del biondo risuonò nella sua testa violentemente, svegliandolo dalla trans in cui lo avevano gettato quelle sue dolci labbra.
"Scusami, io... io.... stavo... stavo...., scusami" ripetè arrossendo imbarazzato.
"Non importa. Tu lo sai perchè ti ho voluto vedere oggi."
"Di preciso no. Spero che non abbia ragione Ron."
"E che cosa ti avrebbe detto Lenticchia?"
"Se ha ragione lo vedrai, è la sua previsione per la Cooman, e farebbe guadagnare 100 punti  Griffondoro."
"Lo sai stanotte ho pensato a quello che mi hai detto, e mi sembra davvero strano che tu ti sia innamorato di me e non di Lenticchia o uno dei tanti fratelli."
"Dicono che l'amore nei migliori dei casi è cieco."
"Direi che hanno proprio ragione. Non credo che potrò mai ricambiare i tuoi sentimenti, ma ammetto che mi sento lusingato. Avrò l'invidia di tutte le ragazze della scuola."
"Non credo di essere così quotato. Senti, se era tutto qui quello che mi volevi dire è meglio che vada mi staranno aspettando."
"Si vai, Potter." Se Harry si accorse del sorriso malizioso di Draco, non lo prese per una cosa negativa. Appena si voltò il Serpeverde impugnò la sua bacchetta e mormorò alcune parole alla volta del Grifone. Finì con un "Evanesco", nel momento stesso in cui Harry metteva piede in campo.


Harry cominciò a sentire freddo, ma non si preoccupò almeno fino a che, arrivato al centro del campo, scopa in mano, non sentì, i numerosi che stavano sugli spalti scoppiare a ridere, o urlare alla sua volta. Allora, solo allora si guardò, e si accorse di essere completamente nudo. Nudo con la scopa in mano. Corse ai ripari come poteva, gettando la scopa a terra e coprendosi il basso ventre con le mani. Il suo corpo si stava pure riempendo di scritte. Quella sulla schiena, che non poteva vedere, diceva a caratteri cubitali  "Io sono gay" e più giù un  "Fuck it"  che non ha bisogno di traduzioni con una freccia puntata verso il basso. Più tante altre scritte più o meno offensive su tutto il corpo. Cominciò a sentire anche un formicolio lungo le scritte, che si trasformò in un dolore non forte, ma continuo.  Dopo un attimo che sembrò durare in eterno, in cui tutti ebbero la possibilità di vedere la prestanza di Harry e le scritte, qualcuno dei suoi compagni si riscosse e gli gettò un mantello addosso, coprendolo. Poi lo accompagnò negli spogliatoi. Ron lo seguì.
"Non sono mai stato meno contento di aver vinto dei punti. Ma non dire che non ti avevo avvertito."
"In fondo lo sapevo, ma forse era l'unica maniera per togliermelo dalla testa."
"Lo odi a morte, vero?"
"No, non lo odio, però credo di non amarlo più. Io non sopporto quando gli altri mi guardano adorante, perchè ho ucciso Voldemort. E non credo che mi piacerà di essere additato come il nudista gay o qualsiasi altro soprannome vorranno darmi dopo questo."
"Per me non se n'è neppure accorto nessuno."
"Stai scherzando! C'era mezza scuola alle selezioni e qualcuno mi ha pure fatto delle foto. Me le immagino già. La Gazzetta del Profeta di domani sarà piena delle mie immagini. Quel giornale del cavolo non può farsi  scappare un'occasione tanto ghiotta." Harry era abbattuto. L'idea di quanti lo avevano visto in quella situazione lo imbarazzava da morire. Sugli spalti c'erano tutti prof. Molly, oddio anche lei. Si mise il volto tra le mani e cercò di fare mente locale su quello che avrebbe dovuto fare.
"Ron" gridò quasi con urgenza. L'amico si mise al suo fianco preoccupato.
"Harry sono qui, non ti lascio."
"Invece devi. Le selezioni sono molto importanti. D'ora in avanti sarai tu il capitano. Mi raccomando fai una buona squadra." Ron cercò di rifiutare, ma Harry fu irremovibile. In quel momento fuori, benchè stravolti dalla faccenda, c'erano i ragazzi pronti alla selezioni. Alla fine Ron si lasciò convincere, ma non se ne andò finchè non arrivò Madama Chips. Poi uscì.
"Harry mi ha lasciato il posto di capitano e il compito di formare la squadra. Ho tentato di rifiutare, ma... è stato irremovibile." I compagni lo guardarono tristi. "fate del vostro meglio anche per lui. Cominciamo."
I ragazzi si impegnarono per quello che potevano. Alla fine della giornata Ron aveva messo da parte una squadra decente.



Nel frattempo Harry, che tratteneva a stento le lacrime, dopo un primo esame superficiale, fu accompagnato da Madama Chips in infermeria. Il ragazzo chiese uno specchi e la donna riluttante glielo diede. -Accidenti-, pensò Harry - adesso ce l'ho scritto in fronte GAY.-  Madama Chips gli chiese se provava dolore ed Harry riluttante gli disse che lungo tutto il corso delle scrittte sentiva un forte fastidio o un dolore leggero. Bruciava un poco insomma. La donna cominciò a mormorare degli incantesimi di monitoraggio. Fu raggiunto dalla preside McGrannit, dalla capocasa Cooman, (che esaltava le doti di veggente di Ron Weasley e proclamava i 100 punti a Griffondoro), e da Molly, che era accompagnata da Gerry, come voleva essere chiamato il nuovo prof. Gli aveva detto dell'omosessualità del ragazzo e pensava che potesse aiutarlo parlare con qualcuno che ci era già passato.
"Harry, ti ho portato il prof Stub... Gerry, perchè può aiutarti... con il tuo problema."
"Prof... anche lei è successo di essere umiliato e denigrato da un centinaio di persone in un luogo pubblico.?" Il prof non potè fare a meno di ridacchiare.
"No Harry, il problema a cui si riferiva Molly era un altro. Anche io ho avuto problemi a scuola, un po' meno gravi però. Perchè, come te, sono omosessuale."
Harry lo guardò stupito. Un bell'uomo come quello, che bastava che schioccasse le dita per avere qualsiasi ragazza ai suoi piedi, era gay.
"Gliel'ho detto io. Spero che non ti dispiaccia, ma credo che potrà aiutarti a superare qualsiasi trauma." disse Molly. Harry annuì lo sguardo fisso sul bel volto di Stubledon.
"Harry, mi ascolti." Solo allora il ragazzo si accorse di essersi perso a fissare il prof.
"Oh, mi scusi." disse abbassando il capo e arrossendo violentemente.
"Non ti preoccupare, ci sono abituato. Ormai non ci faccio più caso." Gerry alzò le spalle "Qualcuno pensa che la mia madre abbia fatto le corna a mio padre con un uomo che avesse sangue Veela nelle vene, perchè nella mia famiglia sono tutti piuttosto bruttarelli. Ora però mi sembra il caso di parlare di te. Sai chi può averti fatto uno scherzo del genere."
Harry scosse la testa. Non voleva mettere nei guai Draco, Sperava che fosse soddisfatto a sufficienza di ciò che aveva fatto e che lo lasciasse in pace per il resto dell'anno. Anzi no, per il resto della vita.
"Ne sei sicuro. La Prof Cooman ha appena aggiudicato dei punti alla tua casa perchè Ron Weasley ha predetto che ti sarebbe successo qualcosa di brutto durante l'allenamento."
"E' stato un caso, ha tirato ad indovinare."
"E' stato di sicuro un Serpeverde." disse la Cooman.
"Hai usato i tuoi poteri Sibilla." chiese Gerry.
"No, ma ho visto un lampo uscire dallo spogliatoio verso Harry. Ero molto concentrata su di lui per vedere se si realizzava la previsione di Weasley. E nello spogliatoio in quel momento c'erano solo Serpeverde."
"Molto bene Sibilla. Ti ringrazio per il tuo occhio arguto. Ci vorrà poco a capire chi è stato."
"Non si può lasciare perdere?" chiese timadamente Harry.
"E' un incidente troppo grave" intervenne la preside "qualcuno deve pagare. Non possiamo fare come se non fosse successo nulla."
"E se punissimo tutti i Serpeverde, o almeno quelli che hanno partecipato alla selezioni."
"E come Molly?"
"Stavo pensando che farli partecipare in massa alle mie lezioni, potrebbe essere un punizione... alternativa."
"Sei sicura di volerlo fare?"
"Diciamo che potrei fare questo sacrificio. Fino a Natale. Se durante questo periodo salta fuori il nome del colpevole, magari una spiata da parte di un compagno non troppo fedele, puniremo solo lui. Altrimenti arriveranno che avranno la nausea delle mie lezioni."
Tutti risero. Costringere un Serpeverde a studiare Babbanologia era come prendere un gatto e gettarlo in un secchio di acqua.
"Spero che non debba pentirtene."
"Starò attenta."



Nel Nulla (accidenti è più difficile di quello che pensavo)
Eccomi alla fine del capitolo.
Lo scherzo di Draco è stato tremendo, anche se ho avuto una sensazione di dejà vu, mentre lo scrivevo.Speriamo che nessuno si lamenti che ho copiato, perchè non saprei che altro inventare.
Sono arrivata al centro della storia. Era questa la mia intenzione, uno scherzo perfido e assolutamente imbarazzante. Ora se tutto va come ho previsto, il pov diventerà Draco.Non anticipo più nulla, anche perchè in corso di svolgimento cambio continuamente le carte in tavola e non sono neppure io sicura dello svolgimento della storia, a parte qualche punto fermo.
Synystergates: Spero che ti sia piaciuto anche questo. Più mi addentro nella storia, più trovo difficile scrivere. Forse è perchè mi piace scrivere cose più divertenti, purtroppo ci voleva anche questo per proseguire nella storia.
Nemidra: Non ti spaventare se Harry per il momento non è più interessato a Draco. Comprendilo, ha appena subito un grosso trauma. E ha un dio greco davanti alla faccia.
Bellatrix29. Ti piace l'idea dalla gara della Cooman? Sai, mi è venuta in mente rispondendo alla tua recensione, e l'ho subito messa su pc. Ti ringrazio per accettato di essere la mia beta.  E ti chiedo scusa se ho postato il cap prima di farlo leggere a te. Avevo la smania, mi sembra una vita che non pubblico, invece nel giro di meno di un mese ho già scritto 7 capitoli ( e tutti da zero). Comunque appena capisco come funzione ti mando l'e-mail.
Tatydanza: Hai ragione quando uno merita... piacerebbe a me un ragazzo come quello che ho in mente io. Spero di non incontrarlo mai per la strada, altrimenti ci salto addosso davanti a compagno e figlio. Ciao.

Al prossimo capitolo
bab


Ritorna all'indice


Capitolo 9
*** Capitolo8 - Non tutto il male viene per nuocere ***


Capitolo 8 -Non tutto il male viene pernuocere Capitolo 8- Non tutto il male viene per nuocere



"Ahahahahahahahah... oddio non riesco a smettere di ridere." Blaise Zabini si stava letteralmente rotolando per terra. L'immagine di Harry Potter nudo in mezzo al campo che buttata la scopa si copriva le intimità, lo tormentava. "Oddio Draco, sei stato veramente perfido. Quel poveretto avrà gli incubi per tutta la vita."
"Eppure lo dovresti sapere, quando faccio una cosa, la faccio bene."
Anche tutti gli altri si complimentarono con lui. Erano nella loro Sala Comune e stavano festeggiando lo scherzo a suon di Firewiskies per i maggiorenni e burrorirra per i minorenni. I primini osservavano estasiati il loro caposcuola. Tiger e Goyle erano contenti di vedere il loro capo finalmente ridere dopo tanto tempo.
"Ma" intervenne Pansy "come ti è venuto in mente di dare del gay a Potter?"
"La sera prima mentre facevo il giro di ronda, si è dichiarato." disse solenne.
"A chi?" Chiese Theo, curioso.
"Come a chi? A me"
"Un attimo, mi vuoi dire che Potter è veramente GAY?" chiese Theo arrossendo, e cominciando a fare pensieri poco casti alla volta di Harry e del suo bel fondoschiena (perchè lo aveva visto e doveva ammettere che non era male), mentre gli altri suoi compagni si complimentavano con Draco.
"Sei il vero erede dei Serpeverde, lo stesso Salazar sarebbe fiero di te. Hai approfittato subito della situazione, hai affondato il coltello nella piaga e lo hai rigirato senza pietà. Sei stato divino." Draco si crogiolava dei complimenti dei compagni, senza pensare alle conseguenze. La verità era che non gli importava nulla di quello che sarebbe potuto succedere a lui. Il massimo che potevano fargli era espellerlo. Almeno la McG, non poteva fare altro. Se poi il Ministero della Magia la avessero trovata una buona scusa per processarlo era diverso, ma non poteva lo stesso mettere in mezzo i compagni.
Astoria era al suo fianco e lo guardava triste.
"Io non voglio che te ne vai."  gli disse
"Non posso far punire i miei compagni per quello che ho fatto io."
"Non possono punire tutti per uno scherzo un po' pesante, ma che comunque non ha avuto conseguenze gravi."
"E' l'eroe del momento, se non salterà fuori un colpevole, e se Potter non fa il mio nome, troveranno una maniera per farcela pagare."
"Sanno già che è stato uno di noi. Più di uno ha visto la scia della magia uscire dalla spogliatoio e in quel momento c'eravamo solo noi, dentro."
"E poi ci sentiamo quasi in colpa verso Potter. Noi sapevamo che quella lettera era fasulla, ma non te lo abbiamo detto perchè è l'unico che sia riuscito a smuoverti, Non saresti qui se non fosse per lui. E noi siamo contenti che tu ci sia." Il discorso di Astoria fermò i festeggiamenti. "Perciò non ti lasceremo andare tanto facilmente. Prima di farlo potremmo vedere che punizione ci vogliono appioppare. Se fosse qualcosa di impossibile da accettare, ti darò io il permasso di consegnarti, ma in altro caso, non se ne parla. Ok?"
Draco annuì. Forse aveva ragione lei. Non potevano espellere tutti quanti. Era curioso di sapere quale punizione avrebbero dato loro.



"Davvero, hanno intenzione di costringere i Serpeverde a seguire i corsi di mia madre. Oddio, mi devo iscrivere anch'io. Voglio vedere le loro facce. Devi venire anche tu." Ron era su di giri. "Credo che neanche l'espulsione potrebbe essere peggio per Malfoy e compagni."
"Non mi va di essere fissato da una marea di serpi arrabbiate."  Harry era appena reduce da un lungo colloquio con Gerry. Se non si perdeva a fissare quei magnifici occhi blu, doveva ammettere che era un uomo veramente a posto. Gli aveva fatto capire che già per il fatto di essere gay sarebbe stato addittato. Lo scherzo a cui era stato sottoposto avrebbe aumentato a dismisura le chiacchere, le battute, le illazioni etc.
"E' solo colpa di una serpe. Tu li hai aiutati a farlo tornare a scuola e loro ne erano al corrente. Dovrebbero scusarsi."
"Ron per una volta tanto ha ragione." disse Herm "Abbiamo fatto rientrare noi quel figlio di Salazar."
"Guarda che per lui non è un'offesa. E' quello che è."
"Già, spero solo che tua madre, Ron, li usi come straccio per i pavimenti."
"Oh, sono sicuro che lo farà, si pentiranno di tutto."



Draco Malfoy e Astoria Greengrass, come caposcuola e rappresentanti dei Serpeverde, furono chiamati in ufficio dalla McGrannit. Sapevano già cosa li aspettava. O fare la spia o essere puniti tutti quanti. Sempre che Potter non avesse fatto il nome di Draco, ma visto che era stata chiamata anche Astoria, si sentiva tranquillo. San Potter non aveva fatto il suo nome. Erano già passati 3 giorni dallo scherzo e il Griffondoro, quando erano stati costretti a stare insieme alle lezioni, lo aveva ignorato. Avrebbe preferito che lo offendesse, lo picchiasse, che avesse fatto la spia. Non sopportava che si comportasse come se fosse invisibile. Quello stupido aveva trovato la maniera di vendicarsi di lui, magari senza volerlo, ma Draco era veramente infastidito dalla mancanza di interesse che Harry gli dimostrava.
Assieme alla preside c'era il loro capocasa, Lumacorno, che li salutò a fatica
"Signori, come sapete siamo qui per decidere la punizione da dare ai Serpeverde, a tutti, sempre che non abbiate deciso di dirmi chi è stato a fare lo scherzo a Potter. Scherzo peraltro ben poco divertente. Ci vorranno almeno 6 mesi di cure di Madama Chips perchè spariscano le tracce delle scritte completamente, per non parlare dell'umiliazione e del... dolore fisico."
"Dolore fisico?" Mormorò Astoria stupita. Si sforzò di non guardare Draco con aria truce.
"Già, è stata usata una leggera maledizione, oltretutto molto difficile da eseguire, quindi se non fossi alquanto irritata con la persona che ha combinato la cosa, direi che è un ottimo mago o strega. Per fortuna  nel giro di qualche settimana almeno il dolore passarà. Allora cosa mi dite, avete deciso di collaborare o volete farvi punire tutti per solo una sola persona."
"Beh, prima di decidere vorremmo sapere quale sarà la punizione che ci toccherà nel caso non collaborassimo?" Astoria era molto cauta con le parole, cercava di essere diplomatica.
"Il consiglio degli insegnanti ha deciso all'unanimità... un giorno intero di torture fisiche ad ognuno." disse la preside, cercando di rimanere seria.
"Coosa!?" esclamarono all'unisono Draco e Astoria. poi la ragazza fece cenno al fidanzato di stare calmo "E' uno scherzo vero? La tortura agli studenti è vietata da molti decenni."
"Purtroppo è così. Sono sicura che il signor Gazza sarebbe stato molto lieto di eseguire la sentenza. e non posso neppure espellere tutti, quindi abbiamo deciso per una pena alternativa. Fino a Natale sarete costretti a seguire per almeno  3  giorni a settimana le lezioni di babbanologia della professoressa Weasley." Astoria sospirò più tranquilla, Draco divenne più pallido. "E non ammetto assenze" continuò la McG "che non siano più che giustificate. Nel caso chi non ubbidirà sarà espulso... su due piedi... e senza possibilità di revoca."
"E, se per caso facessimo il nome della persona? Che gli succederebbe?" chiese Draco.
"Sarebbe espulsa solo la ... persona. E gli altri non avrebbero conseguenze."
"Lei vuole costringerci a fare la spia." l'accusò Astoria.
"Ma che dici, non mi sembra una punizione così tremenda."
"Per me era meglio il giorno di tortura." intervenne Draco, sarcastico.
"Molto spiritoso Malfoy. Avete tempo un giorno per decidere. O il nome o la punizione." li liquidò. Li fece uscire e Lumacorno li seguì.


"Professore, non ci è stato molto di aiuto là dentro." Draco sapeva che l'accusa non l'avrebbe scalfitto. Il prof aveva sempre avuto un debole per Potter.
"Mi dispiace, ma non sapevo proprio come giustificare ciò che è stato fatto a quel povero ragazzo."
"Cosa possiamo fare per migliorare la situazione senza fare nomi."
"Accettare in silenzio la punizione e magari mandare qualcuno a chiedere scusa a Potter per quello che gli è stato fatto. Anche se ha già ripreso le lezioni non sta molto bene, Madama Chip lo sta riempendo di pozioni contro il dolore. E il peggio arriverà dopo."
"Che c'è di peggio?" Astoria era esasperata, al ritorno al dormitorio Draco l'avrebbe sentita.
"Una volta passato il dolore, che dura poche settimane, mentre le ferite guariscono, prudono in maniera insopportabile. E non ci sono pozioni  che tengano soprattutto all'inizio che è più intenso.  E visto che le scritte sono su tutte il corpo, vi potete immaginare quanto fastidio dia. Quindi consiglio a chiunque sia stato di stare lontano da Potter il più possibile per almeno due mesi, perchè le sue reazioni potrebbero essere... fuori misura."
"La ringrazio dell'avvertimento e troveremo la persona migliore per chiedere scusa a Potter." Astoria e Draco tornarono al dormitorio. Dovevano portare le  novità ai compagni.



"Poteva andare peggio." disse qualcuno
"Non dite idiozie, meglio l'espulsione." ribattè qualcun'altro.
"Che cavolo è babbanologia?" chiesero i primini.
"Chi chiederà scusa a Potter?" chiese Zabini.
"Una cosa alla volta. Prima devo fare una cosa."
"Che cosa, cara."
"UCCIDERE DRACO."
"Astoria, ma che fai?" Il biondo la guardò spaventato.
"COSA FACCIO?!? QUELLO CHE AVREI VOLUTO FARE DA QUANDO SONO ENTRATA IN PRESIDENZA. SEI UN MALEDETTO IMBECILLE, MA CHE TI HA FATTO QUEL DISGRAZIATO PER MERITARSI TUTTO QUESTO. SEI UN MOSTRO!" poi scoppiò a piangere. Le ragazze corsero a consolarla.
"Se la pensi così andrò dalla McGrannigt e le dirò la verità. Io non volevo neppure essere qui quest'anno e sarei a casa mia se quell'impiccione si fosse fatto i cazzi suoi. E quando mi avranno espulso potrò finalmente fare... fare... quel cavolo che... che mi pare."
Draco sembrò rendersi finalmente conto che non avrebbe avuto nulla di cui occuparsi a casa, se non piangersi addosso e pentirsi della scelta che aveva fatto. Si lasciò cadere su una delle poltrone della sala comune, completamente estraniato da tutti. Non seppe quanto tempo se ne stette così, prima che Astoria lo riscuotesse.
"Draco, mi dispiace per come ho reagito, ma io mi sento in colpa. Avrei dovuto fermarti, non è stato giusto che Potter abbia pagato per qualcosa che volevamo noi. Abbiamo aprofittato di lui e abbiamo lasciato che tu scaricassi tutta la tua ira su qualcuno che ci ha aiutati... ed è giusto che paghiamo tutti. Estrarremo a sorte chi chiederà scusa a Potter. Logicamente tu Draco sarai escluso, non vorremmo che Potter entrasse nella fase omicida." Gli altri Serpeverde sghignazzarono.
"Sei sicura di quello che dici. E se le lezioni della Weasley fossero tremende?"
"Ti prego, che sarà mai. E poi saremo costretti a essere presenti alle lezioni, non a studiare o stare attenti."
"Ti ricordo che può cavare punti alla casa e credo sospetti che sono io l'autore dello scherzo."
"Meglio, così tartasserà solo te." gli si accomodò sulle gambe e gli stampò un bacio sulle labbra. "E dimmi, ti sei pentito dello scherzo che hai fatto."
"Uhm... forse... un pochino."
"Bene. Spero che non ti dispiaccia che quando andremo a chiedere scusa a Potter gli diremo che sei tanto, tanto dispiaciuto."
"Non sono sicuro che ci crederà, ma se volete provare."
"Bene caro. Abbiamo preparato le pergamene. Pansy fai tu l'estrazione?"
"Va bene." Pansy prese la bacchetta mormorò un incantesimo e una pergamena le saltò in mano. La aprì.
"Theodor Nott. Mi dispiace tocca a te."
"Mi sacrifico per una buona causa."disse Theo, cercando di nascondere un sorriso compiaciuto.
"Allora domani la McGrannit vuole una risposta. Gli diremo che accettiamo la punizione e che Theo si è proposto di sua volontà di chiedergli scusa."
"Certo, come no." disse ridendo Pansy e scuotendo la cesta in cui stavano le pergamene.



Il giorno seguente dopo le lezioni della mattina e prima del pranzo Astoria e Draco furono riconvocati nell'ufficio della preside.
"Avete deciso?"
"Accettiamo la punizione."
"Non è la risposta che mi aspettavo. Preferivo punire uno piuttosto che tutti. Comunque avevo preparato un'orario nel caso che decideste così. Dalla prossima settimana, seguendo i vostri orari liberi, una classe alla volta, giusto per non oberare la prof Weasley che è al suo primo anno e non è ancora abituata a trattare con gli alunni."
"Ok. Il nostro capocasa ci ha consigliato di mandare qualcuno a chiedere scusa a Potter. E Theodor Nott si è offerto volontario."
"Volontario?" Chiese la Mcg incredula.
"In realtà lo abbiamo estratto a sorte, ma non sembrava dispiaciuto. Anzi, è contento di... parlare con Potter." disse Astoria. E non era una bugia.
"Si, in effetti pensavo che facesse un verso disgustato e così non è stato. Credo che lui sia perfetto." rincarò Draco
"Ma  suppongo perciò che non sia Nott la persona che ha fatto il danno. La persona... si è pentita, eh Malfoy, che mi dici."
-Non mi piace il suo tono, sospetta qualcosa- pensò Draco.
"Forse sta cominciando a comprendere... che ha fatto del male a una persona e messo nei guai tutti i suoi compagni."
"Meglio così, spero che questa punizione possa servire a evitare problemi futuri. Ecco i vostri turni. E ricordatevi che se volete una media alta e non volete perdere punti dovrete essere studenti modello."
"Lo temevamo." dissero in coro Astoria e Draco. La McGrannit non riuscì a trattenere un sorriso.
"Siete una bella coppia davvero, avete gli stessi ritmi. Ah, mi raccomando voi due farete l'ultima lezione di ogni settimana. Appena fuori dall'aula avrete appuntamento con me, non dimenticatevi. Per fare il punto della situazione."



Il sabato era veramente una brutta giornata e gli studenti  sconsolati, cercavano di passare il loro tempo cercando di annoiarsi il meno possibile. Chi giocava a scacchi, chi leggeva tarocchi, chi studiava per le lezioni della settimana seguente. Harry stava studiando con Herm e allo stesso tempo giocava a scacchi con Ron. Tanto con lui perdeva anche quando si concentrava, non valeva lo sforzo. Astoria, che aveva preso in mano la situazione, essendo Draco parte in causa, aveva deciso che quello era il giorno giusto per chiedere scusa a Potter. Aveva istruito Theo su quello che doveva dire e fare senza aggiungere nulla di testa sua. Theo promise, non prima di aver incrociato le dita dietro schiena. Il discorso di Astoria lo aveva imparato a menadito e lo avrebbe ripetuto senza sbagliare una virgola, ma ci avrebbe aggiunto qualcosa di suo. La ragazza gli sistemò la cravatta, guardò la piega dei pantaloni, e Theo fece pazientemente una sfilatina fra le risatine e gli appluasi dei compagni.
"Insomma Astoria la vuoi piantare, deve chiedere perdono a Potter, mica fare colpo su una ragazza."
"E allora, a Potter piacciono i ragazzi, no? Quindi se a chiedergli scusa è un bel giovanotto, garbato e ben vestito, tanto meglio."
"Ah povero Theo" lo consolò Pansy "Sei costretto a fare il ruffiano di quello stupido grifone." Poi come faceva sempre per consolare, ringraziare, arruffianare e qualsiasi altra cosa dovesse fare ad un ragazzo, lo baciò. Fu un bacio lento, lungo, profondo... orrendo.
-Avanti Theo, non fare una faccia troppo schifata,- pensò il ragazzo. Quando Pansy si staccò...
"Cristo, baci persino peggio di Potter, non sarai gay anche tu?" poi  scoppiò a ridere della sua battuta.


.
Era quasi ora di pranzo. L'ora giusta per fare una scena pubblica a cui quasi nessuno mancava. Con un cenno fecero capire alla preside che erano pronti. Astoria diede le ultime indicazioni a Theo.
"E se non funziona" s'intromise Pansy "infilagli la lingua in bocca."
"Pansy la smetti di dare consigli sbagliati." Astoria era sotto stress. Era convinta che se avessero fatto le cose per bene la situazione, che era piuttosto tesa, si sarebbe rilassata un pochino, giusto perchè  i serpeverde potessero girare per i corridoi senza che qualcuno tentasse di affatturarli.
"E perchè, non è sbagliato. E' gay. Potrebbe fargli piacere che un bel ragazzo lo baci.."
"Grazie Pansy ne terrò conto in caso che le scuse non lo tocchino."



Theo si avvicinò lentamente. Stava per chiedere scusa a Harry Potter da parte l'intera casa dei Serpeverde, ma non solo. Ed era in ansia. Più era vicino al tavolo, meno confusione c'era in tutta la sala. Quando arrivò accanto ad Harry non volava una mosca. Tutti erano in attesa di qualcosa, anche se nessuno a parte la preside e Lumacorno sapevano della loro manovra.
Potter, che aveva sempre mangiato col viso rivolto verso il tavolo dei serpeverde, dallo scherzo aveva deciso di cambiare posto e ora, per non dover sempre vedere Malfoy, dava loro le spalle. Stava mangiando con il suo furetto sulle ginocchia, al quale di tanto in tanto dava qualche pezzettino, che l'animaletto divorava voracemente. Si schiarì la voce, per attirare l'attenzione di Harry. Questo si voltò verso di lui e lui potè vedere ilsuo viso deturpato da vicino. GAY scritto in fronte e disegni senza senso sulle guance. Per un attimo gli mancò il respiro. Poi...
"Potter posso parlarti un attimo."
"D'accordo" acconsentì Harry.
Theo sciorinò senza sbagliare una sillaba il discorso scritto da Astoria. Più andava avanti, più il tavolo dei Griffondoro si moltiplicavano i sorrisini e le battutine, la maggior parte negative, contro i serpeverde. Quando ebbe finito fece un profondo respiro e attese la risposta di Harry.
"E' stato molto gentile da parte dei serpeverde chiedermi scusa e non fare caso ai miei compagni, non hanno avuto molto di cui ridere in questo periodo. Bel discorso. Chi l'ha scritto?"
"E' stata Astoria. Ha organizzato tutto lei nei particolari. Abbiamo fatto un'estrazione per chi doveva fare il discorso."
"Mi dispiace che ti sia toccata questa incombenza."
"Nessun problema, anzi... ho dovuto barare per venirti a parlare con te."
"Hai barato? E come mai?"
"Avevo bisogno di parlarti di persona."
"E di cosa?"
"Volevo sapere se ti andava di passare un po' di tempo insieme. Insomma ti andrebbe di provare di essere... fidanzati." concluse Theo, imbarazzato e in attesa. Dal Tavolo dei Serpeverde Astoria capì che c'era qualcosa che non andava come nei suoi piani. A quest'ora Theo avrebbe dovuto fare dietrofront e tornare a raccontarle cosa gli aveva detto Potter. Invece era ancora lì imbambolato.
"Mi stai prendendo in giro Nott. Ti avverto che non sono in vena di altri scherzi."
"Non lo è, e te lo dimostrerò. Alzati un attimo." lo invitò Theo. Harry curioso lo assecondò. Theo gli si piazzò davanti si sporse verso di lui e gli posò le labbra in bacio delicato. Harry senza sapere cosa stava facendo
rispose al bacio e un attimo dopo erano avvinghiati in Sala Grande. Il silenzio fu sostituito da ogni tipo di rumori. Stoviglie e bicchieri che cozzavano, applausi, fischi e le vici concitate degli insegnanti che cercavano di calmare gli animi. Harry si separò da Theo.
"Ok, credo che si possa provare." Si misero d'accordo per passare insieme il giorno seguente, che era domenica e nessuno dei due aveva particolari impegni. Poi Theo tornò baldanzoso al suo tavolo.
"Grazie Pansy, il tuo suggerimento mi è stato utile." disse Theo alla volta della ragazza.
Astoria era realmente sconvolta.
"L'hai baciato perchè non voleva accettare le nostre scuse, vero?"
"No, l'ho fatto perchè non voleva credere che volessi davvero uscire con lui."
"Avevi programmato tutto. Ma come hai fatto per l'estrazione?"
"Ho preparato io le pergamene. Se qualcuno si fosse preso la briga di controllare  avrebbe notato che in tutte c'era il mio nome."
"Sei stato astuto, complimenti." la voce di Malfoy era colpita, ma malferma. La scena che aveva visto lo aveva disgustato al punto che gli si era passato l'appetito. Si alzò e decise di tornare alle sue stanze toccare altro cibo.
Prima di andarsene gettò un'occhiata al tavolo color oro. Potter sembrava sulle nuvole, mentre i suoi compagni lo prendevano in giro.  E una sensazione che non capiva lo prese allo stomaco.



Bab al mare (almeno col pensiero)

Allooora! Che ne dite di questo capitolo. La storia comincia o no, ad avere un senso. Draco con il suo scherzetto ha aperto il vaso di Pandora e adesso vallo a chiudere, eheh.
Come temevo ho fatto un po' di casini colle serpi. Ma forse è normale. Qualcuno ha adorato lo scherzo, qualcuno no. Non sto farneticando, sto solo cercando di arrampicarmi sugli specchi.
Vabbè, ditemi voi che ne pensate intanto rispondo alle recensioni.
Amrty:  Draco è stato cattivissssimo. Però ora le cose si sono complicate molto. e se non mi riesce di sbrogliarle potrei sempre decidere di creare una  Therry. Ahahah. Comunque grazie per i complimenti, spero che la storia continui ad appassionarti. Ciao.
synystergates:  Ora arrivano i guai per Draco. E se li è creati tutti da solo. Il prossimo cap si intitolerà  "Chi è causa del suo mal pianga se stesso", altro proverbio, che riassume tutto. Ah, i proverbi babbani! In due parole riassumono tutto. Ciao.
Nemidra: Mia cara sto Gerry sarà l'ultimo dei problemi di Draco, come hai notato. E se non bastasse ce ne potrebbero essere pure altri. Ciao.
Bellatrix29: Se per Harry è stato una specie di colpo di fulmine, per Draco non è stato così. Ma sta cominciando a sentire i primi sintomi. Vedremo quanto ci metterà a capire la verità.  E non ti preoccupare per Harry non starà male per molto. E giuro quando riesco a capire come fare ti spedisco tutto il malloppo. Ciao
Tatydanza: Draco la pagherà, più a livello dei sentimenti che altro. E nei prossimi  cap, prima appuntamento di Harry  e Theo, poi prima lezione delle serpi con Molly. Non so ancora se sarà un solo cap o due. Devo ancora cominciere il prossimo. Ciao.

Ringrazio ancora chi mi segue, chi mi preferisce, e chi mi legge semplicemente. Va bene anche così. Ciao e al prossimo.
bab

Ritorna all'indice


Capitolo 10
*** Capitolo9- Uno, due, tre, stella ***


Capitolo 9 - Chi è causa del suo mal pianga se stesso Capitolo9- Uno, due, tre, stella



Draco si buttò sul proprio letto. Aveva lo stomaco in subbuglio e la testa che gli doleva. Lo spettacolo che avevano fatto Nott e Potter era di quanto più disgustoso avesse mai visto in vita sua. Ancora non riusciva a credere che uno dei suoi compagni avesse davvero fatto ciò. Era già brutto baciare un Grifondoro, di sesso maschile, ma San Potter con quella aria da eroe di sta tunica... era al limite del ribrezzo. Poteva capire che non fosse facile per un mago omosessuale trovare l'anima gemella, ma DOVEVA essere proibito da qualche legge buttarsi sul primo che capita solo perchè ha i tuoi gusti sessuali. Quando fosse tornato nel dormitorio lo avrebbe sentito.
Passò quasi un'ora prima che sentisse qualcosa muoversi nella Sala Comune. Si era addormentato e aveva sognato il bacio. Per Merlino, non poteva ammalarsi per questo. Sperava che col tempo si sarebbe abituato o rischiava sul serio di perdere la ragione. Certo sarebbe stato meglio se si fosse messo con chiunque altro, e c'era ancora speranza che a parte il fatto che a entrambi piacesse l'uccello, non avessero altro in comune.
"Speriamo." borbottò, poi si sistemò un attimo gli abiti, visto che si era addormentato vestito, si lavò viso e si pettinò, giusto per essere presentabile. Non voleva che gli altri capissero quanto lo infastidisse quello che era successo. Chissà quante gliene avevano dette dietro, solo per il fatto di essersi allontanato in quella maniera. Doveva giustificarsi e allo stesso tempo indagare sui sentimenti di Theo per Potter. Era sicuro che non fossero fortissimi e che perciò non si sarebbe sforzato troppo per abbatterli. Si sarebbe concentrato per separarli, fosse l'ultima cosa che avesse fatto in vita sua. Gli sarebbe bene andato chiunque. Se non avesse trovato l'uomo della sua vita fra le serpi andava bene anche un tasso o un corvo. Persino un grifone, ma non poteva vedere uno della propria casa con Potter. Sembrava contronatura più di quanto non fosse già.



Entrò nella Sala Comune serio e notò subito la mancanza di Astoria.
"Dove si trova la mia fidanzata?" disse, fingendosi più interessato di quanto fosse in realtà. Benchè trovasse la ragazza carina e la sua compagnia piacevole, il pensiero di doverla sposare in un futuro non molto lontano per il volere di suo padre, non lo attirava più di tanto. Non sapeva perchè dopo la scomparsa del Signore Oscuro suo padre e il signor Greengrass avevano deciso quest'unione in fretta e furia, ma supponeva che fosse per costringerli a entrare al più presto nella comunità del mondo magico, con un impiego, dei figli, una vita fintamente serena in attesa di un altro Signore Oscuro.
- Mah, lo potrei diventare io. Mi darei un nome senza senso ma che faccia paura, crucerei a destra e a manca, finchè al solo vedermi la gente se la faccia addosso dalla paura e così non sarei costretto a sposarmi una di cui alla fine non me ne frega un cazzo. Come se a lei importasse di me! Quando ci siamo visti la prima volta sembrava che stesse per essere Avadakedrizzata. E' molto brava a nascondere i suoi sentimenti. Ma so che di me non le importa nulla.- mentre questi pensieri affollavano la sua testa qualcuno aveva risposto alla sua domanda.
"E' andata a spedire un gufo ai suoi genitori." era stata Pansy a parlare.
"Un'altro, ma non ne ha spedito uno anche ieri sera, cosa avrà da dire ai suoi, ogni mezza giornata."
"E quello che ha ricevuto stamattina? Sono sicura che non fosse il gufo di famiglia e non ha senso che i suoi ne usino un altro."
"E' davvero una cosa molto strana. Starei attento fossi in te Draco. Ho sentito dire che Astoria fosse fidanzata con un ragazzo più grande di lei e che è stata costretta a lasciarlo per stare con te. Per me lo sente ancora." disse Blaise. Draco fu pensieroso un attimo, poi prese l'amico sotto braccio e lo portò in un angolo dove nessuno poteva sentirli.
"Draco, che c'è? Hai la stessa faccia di quando volevi fare lo scherzo a Potter. Credi, per quest'anno ne abbiamo a sufficienza di punizioni."
"Non sarà nulla di così cruento, e spero che non ci dia problemi." Blaise lo guardò, poco convinto, ma lasciò continuare l'amico.
"Prima cosa, l'idea che un mio compagno stia con quello scemo di Potter non lo sopporto. Non voglio fargli scherzi crudeli, perchè sono certo che la prossima volta ci espellerebbero in massa. Ma dobbiamo fare capire a quei due che non sono adatti a stare insieme. Tanto sono sicuro che prima o poi lo scoprirebbero lo stesso, perciò meglio accelerare i tempi."
"Potrei essere d'accordo, ma come fare." chiese Blaise.
"A questo penseremo. Abbiamo tutto il pomeriggio. Per seconda cosa , ma non meno importante, dobbiamo intercettare un gufo di Astoria e scoprire a chi scrive. Anche io non sono molto soddisfatto del mio rapporto con lei, però voglio trovare una scusa per lasciarla, dando la colpa a lei."
"Sei furbo come Persegon la Volpe, il mago più geniale di tutti i tempi. E' riuscito a fregare un sacco di gente, e nessuno lo avrebbe mai saputo se prima di morire non avesse scritto le sue memorie." si complimentò Blaise. "e questo come hai intenzione di farlo?"
"Tu hai visto il gufo che ha portato la lettera? Sapresti riconoscerlo?" chiese Draco
"Si, era un gufo piuttosto strano, aveva delle striature che non è facile trovare."  rispose Blaise annuendo
"Domani, tu mi devi fare una cortesia. Devi aspettare nei giardini della scuola e bloccarlo prima che possa entrare. Così vedremo cosa scrive questo tipo, se esiste." Il piano si stava formando piano nella mente della serpe.
"E la colazione? A quell'ora di solito mangio nella Sala Grande assieme a voi."obbiettò il moro.
"Non ti preoccupare ti terrò da parte qualcosa..." Blaise lo guardava poco convinto"...e ti farò un compito di trasfigurazione." concluse il biondo.
"Per un compito di trasfigurazione ci potrei pensare. E la colazione, mi raccomando." puntualizzò Blaise.
"E la colazione. E dopo che l'avrai consumata, seguiremo Theo e Potter, e trovaremo la maniera per farli litigare. Sono pur sempre un Serpeverde e un Griffondoro, non dovrebbe essere difficile." disse Draco convinto.
"Ci sto. 'Sta storia di fare il bravo ragazzo, mi stava rammollendo lo spirito. Possiamo coinvolgere anche Pansy?" chiese Blaise
"Meno gente sa di questa storia meglio è."
"Si ma Pansy è motivata." gli ricordò Blaise.
"Appunto, non vorrei che si illudesse che una volta mollata Astoria mi potrei rimettere con lei. Non voglio che si faccia idee sbagliate."
"Quindi non ti interessa più?" chiese Blaise con tono strano.
"No." Rispose seccamente Draco.
"E quindi se io ci provassi con lei, tu non ci rimarresti male." La voce di Blaise era piena di speranza.
"Tu e Pansy? Ti piace davvero? E perchè non me lo hai mai detto?" chiese Draco stupito
"tu sei il mio migliore amico e pensavo che ti piacesse ancora. E poi non l'ho neooure mai baciata." disse sconsolato Blaise
"Ma se ha baciato anche chi incontrava per la strada, in questi ultimi due mesi." rise Draco, rivedendo con la mente alcune delle scene piùesilaranti a cui aveva assistito.
"Lo so è frustrante, io sono l'unico che lo voleva, ma lei si è sempre comportata come un'amica." Il moro era veramente giù.
"Forse è il caso che tu le dica la verità, prima che succeda l'irreparabile e qualcuno non se ne approfitti. Stanno cominciando a sparlare di lei, giusto un po'." disse Draco ironico. Ormai gli unici con cui non aveva limonato erano quelli delle prime tre classi. Di ogni casa.
"Tu mi darai una mano?" chiese Blaise
"Bè, ormai siamo in ballo, aggiungiamo un punto al piano." concluse  Draco.



Si riunirono agli altri nella Sala Comune. Presero da parte Pansy e le parlarono dei primi punti del piano, tralasciando il terzo. Blaise stava più vicino possibile alla ragazza. Così Draco sperava che almeno quel punto fosse facile da eliminare dalla lista.
"Quindi voi credete che Astoria abbia una tresca. In effetti ultimamente sta ricevendo un sacco di gufi, anche più di uno al giorno. Passa più tempo alla guferia che a farsi i capelli. E con quel cespuglio che si ritrova ce ne vuole per potare i rami." la risposta di Pansy fece sorridere i compagni.
"Sei perfida" disse Draco ridendo "Non sono poi così tremendi."
"Capisco che l'amore sia cieco, mio caro. Ma un minimo senso estetico. Io mi ucciderei se avessi dei capelli così. E poi se ti vuoi liberare di lei, non ti piacciono poi così tanto. Dimmi ti piace un'altra?" chiese, speranzosa.
"Si " mentì Draco, per non farla  illudere "e non una della nostra casa."
"Oh, io speravo che..."disse Pansy lasciando la frase in sospeso.
"Pansy guardati attorno e cerca di capire chi può essere adatto a te, prima di aggredirlo sessualmente. Sono sicuro che troverai qualcuno che ti piace e che vuole stare con te, e che ti ami." Draco le aveva parlato tranquillo e sereno, ma deciso. Il suo ex ragazzo le aveva fatto una specie di paternale, o meglio fraternale. Ormai erano solo amici, ora se ne rendeva conto. E tutto quel tempo perso a sbaciucchiare chi gli capitava a tiro, era stato sprecato.
"Ti ringrazio per avermi rifiutato in maniera così carina. Allora che si fa." chiese. Stava piuttosto bene, nonostante tutto.
"Io e Blaise abbiamo deciso di intercettare il gufo che riceverà domani mattina Astoria. Anche se non ci sarà scritto il nome dell'amante, si capirà se è stata spedita o no dai genitori. A seconda di quello che scopriremo domani poi decideremo che fare. Per quanto riguarda Theo e Voi-Sapete-Chi" disse Draco, facendo ridere i due compagni. "Oggi staremo alle costole di Theo  e gli metteremo la pulce nell'orecchio. Dobbiamo fargli capire che non è adatto a lui. Le nostre case sono troppo diverse per andare d'accordo."
I compagni erano dalla sua parte. Blaise, supportato da Draco, stava più vicino possibile a Pansy. Le cingeva la vita mentre le stava praticamente sopra, per poter parlare il più possibile piano. Non volevano che altri li sentissero. Osservavano di nascosto Theo, che pur avendo aperto un libro, non sembrava interessato allo scritto, ma più alle crepe del soffitto, che osservava rapito.
"Guarda che espressione, sembra che abbia visto una fata." disse Blaise
"Ti prego, non paragonare Potter ad una fata, o se mi capita di vederne una potrei ucciderla." Draco aveva la faccia disgustata
"Su dai, concentriamoci sulla maniera di separare i piccioncini." disse Pansy
Si concentrarono, mentre fingevano di  studiare. Dovevano trovare una maniera per irritare Potter. Per loro era molto più facile far sfigurare Theo, che il contrario. Per esempio Blaise era molto bravo ad imitare le calligrafie.
"Potremmo scrivere un gufo, come se fosse scritto da parte di Theo, con delle offese per lui e tutti i suoi amici."  propose Draco.
"E' la stessa idea che ha avuto lui con te. Credi che ci cascherà in qualcosa in cui lui ti ha anticipato." obbiettò Blaise
"Umph, pensiamo ad altro intanto."
"E se rapissimo il furetto, ne facessimo una pelliccia e ne foderassimo la giacca di Theo?" propose Pansy
"Dobbiamo evitare che si mettano insieme, non causare una guerra. Anche se..." Draco ci pensò un secondo su "Teniamolo in forse, nel caso che non troviamo di meglio."
"E se chiedessimo aiuto ad Astoria? Sono certa che ci aiuterà a trovare una soluzione." vedendo la faccia perplessa di Draco e Blaise Pansy aggiunse "o dai, basta non parlarle del primo punto del piano."
"Quindi noi dovremmo farci aiutare, e poi sbatterle in faccia un eventuale tradimento." riassunse Draco
"Detta così sembra una cattiveria, comunque... si." I suoi compagni non erano convinti, ma alla fine fece loro cambiare idea.
"Tanto peggio di così" disse Draco "Già ho la sensazione che mi sopporti a fatica dopo che ho rischiato di far subire gravi puzioni alla casa. Appena rientra le parleremo."



Mentre attendevano il rientro di Astoria si concentrarono un attimo sullo studio e i compiti. Avevano un sacco da studiare e il pensiero che a tutto quello dalla prossima settimana si sarebbe aggiunto anche babbanologia li sconfortava parecchio. Ogni tanto Draco pensava che non sarebbe stato poi male se invece di finire l'anno a Hogwarts si fosse riposato un po' e se ne fosse andato quello seguente a Durmstang. Era sicuro che lì tutti o quasi avrebbero trovato lo scherzo al Golden Boy esilarante. Avrebbe avuto un sacco di ammiratrici, non come lì, che già alla partenza del treno lo guardavano storto. Certo che la maniera in cui cercava Potter in quel momento. .. Era incavolato nero, e di sicuro erano molti a sospettare che fosse stato lui. La McGrannit lo guardava male, sperando che confessasse, ne era più che sicuro. Lei non aveva lo sguardo bonario e allo stesso tempo divertito di Silente. Ogni tanto rimpiangeva il vecchio preside. Era venuto a sapere che aveva fatto di tutto per evitare che lui fosse direttamente coinvolto nella guerra. Aveva ordinato al professor Piton, di ucciderlo in sua vece. Certo Piton sapeva di stare per uccidere un uomo morto, comunque doveva essere stato dura per lui uccidere l'unico che gli aveva dato una possibilità dopo la prima guerra. E Silente, nonostante fosse un uomo che pensava a tutto e a tutti, pur di eliminare l'oscura minaccia, non aveva lesinato di farsi aiutare da chi a sua volta aveva salvato, o che erano dalla sua parte. Piton per questo era stato costretto a fare il doppio gioco per lui, l'unico che sapeva che se faceva combutta con Tu-Sai-Chi, rischiando che tutti lo additassero come traditore, era per un bene maggiore. E anche Potterino era stato una della sue pedine. Allo stesso tempo protetto e messo in pericolo.
Erano questi i suoi pensieri prima che Blaise lo riscuotesse. Astoria era appena rientrata. Era passata quasi un'ora.



"Astoria che cosa ti è accaduto? Ci hanno detto che eri andata a spedire un gufo ai tuoi... quasi un'ora fa."
La ragazza si buttò su una poltrona, stremata. Buttò la testa all'indietro e fece qualche verso indistinguibile, lasciando i compagni interdetti. Certo che quella prima settimana era stata molto dura per lei.
"Sei proprio distrutta, tesoro."disse Pansy
"La McGrannit mi ha fatto il terzo grado, per il bacio che quell'imbecille di Theo ha dato a Potter. Mi voleva far dire che era parte del piano per fare pace. Mi ci è voluta una vita a convincerla che è stata una sua iniziativa. Pensate che voleva persino chiamarlo nel suo ufficio per chiedere spiegazioni. Per fortuna che le ho fatto capire che era meglio che le cose prendessero il loro corso. Se Potter è gay non può costringerlo a non esserlo."
"Sei davvero molto brava a convincere le persone." si complimentò Draco.
"Vuoi qualcosa vero?" Non era facile fargliela sotto il naso. "Su dimmi, di cosa si tratta." Si era ripresa, in un secondo, ed era pronta ad ascoltare.
"Vogliamo che l'appuntamento di domani di Theo con Potter sia un fiasco. Non sopporterei che QUEL griffondoro giri libero per i nostri dormitori... e vederlo ancora a baciarsi con... bah, è disgustoso." la faccia schifata di Draco diceva più di mille parole.
"Ho notato quanto quel bacio ti abbia sconvolto. Sei scappato senza neppure mangiare. Non hai fame, Draco?" lo derise Astoria.
D'un tratto Draco si accorse del buco nello stomaco. Arrossì, mentre un rombo sommesso proveniva dall'interno del suo corpo, come fosse stato un ringhio di un animale feroce. Si scusò con i compagni, e fece di tutto per calmare lo stomaco, ma la fame aveva ormai preso il sopravvento. Con un sorriso Astoria tirò fuori un piccolo borsellino che fece tornare alla sue reali dimensioni mormorando un incantesim. Dalla borsa tirò fuori dei panini e qualche salsiccia. E anche una fetta di dolce e un paio di frutti.
"Non sono riuscita a prendere nientaltro." si scusò la ragazza "La preside guardava il nostro tavolo  in continuazione, se non era occupata a guardare quello sfigato di Potter. Non volevo che mi accusassse anche di sottrazione di cibo, oltre al resto. Comunque dovrebbe bastarti per arrivare al prossimo pasto, vista l'ora." Porse il malloppo a Draco, che lo guardò stupito e sentendosi quasi in colpa per quello che voleva fare. Se non fosse stato sicuro che lei non era innamorata neanche un po', avrebbe avuto dei dubbi in quel momento.
"Sei stata davvero gentile, pensi davvero a tutto tu." Draco era commosso.
"E' il mio compito di caposcuola che mi obbliga a stare attenta ai bisogni dei miei compagni. In più sei il mio fidanzato, che lo vogliamo o no, quindi sono doppiamente motivata."
-Ha detto che lo vogliamo o no. Chissà se si è resa conto di quello che ha detto. Per ora lasciamo perdere. Vediamo quello che scopriamo domani.- pensò Draco con un sospiro.
"Grazie" disse invece. E consumò in silenzio e velocemente, il suo pasto di metà pomeriggio. Poi tornarono al piano.
"Allora, hai qualche idea."
"Ci parlerò io. Ho anche la scusa per farlo. Per prima cosa gli devo dire che il suo spettacolino non è piaciuto per nulla alla McGrannit. Ed è vero quindi va informato. E visto che sono lì, cercherò di convincerlo che non staranno mai bene insieme, che serpi e grifoni uniti possono creare solo mostri e problemi. Che prima o poi si lasceranno e quando succederà di chiunque sarà la colpa additteranno sempre e solo noi, perchè San Potter non si tocca. Che potrebbe rovonargli la media scolastica, che  se dovesse scegliere fra i suoi amici e lui, sarebbe sempre una seconda scelta. E giù di questo tono. Gli metterò paura, insomma. Quando arriverà all'appuntamento domani con Potter sarà così nervoso e ansioso, che di sicurò combinerà un disastro. E riavremo il caro Nott nelle nostre mani, piuttosto che sotto gli artigli del grifone." concluse Astoria.
I suoi compagni avevano ascoltato l'esposizione della ragazza rapiti. Era brava davvero con le parole.
"Se non ci riesci tu... Sono sicuro che riuscirai a imbambolarlo a parole. Ti vedo bene in politica. Potresti essere la prima Primo Ministro donna del mondo magico." si complimentò Draco.
"Addirittura non esagerare. Anche se noi Greengrass abbiamo grandi abilità manipolatrici in generale. Dalla nostra unione nasceranno dei figli spettacolari Draco."
"Lo prendo per un complimento." disse il biondo
"Ed è quello che è. Mio padre ha avuto l'occhio lungo quando ha scelto te come mio futuro sposo. Di certo non ha agito a caso. Non sei certo come quel rammollito del mio ex. Era una vera schiappa. Mi ero fidanzata con lui solo per fare dispetto ai miei."
"Non pensavo che fossi così... reazionaria."
"Non sapevo di esserlo. Quando mi misi con lui pensavo di amarlo sul serio. Poi ho scoperto che non sarebbe mai stato il mio tipo. Tu sei molto più adatto per me." La conclusione di Astoria lo lasciò senza parole. Anche lei, da un punto di vista di coppia, era la sua gemella. Determinata, purosangue, serpeverde, manipolatrice, ricca etc. era di sicuro la donna adatta a lui. Però altrettanto sembrava... non giusto, come se sapesse che c'era altro ad aspettarlo fuori, e che per colpa dei loro genitori e della sua stirpe perfetta, rischiava di perdere. Sapeva che se si fosse sposato con Astoria, non avrebbe avuto modo di conoscere il vero amore, e la vera felicità. FELICITA'. Se suo padre lo avesse sentito nominare quella parola, lo avrebbe cruciato. Sua madre forse no, ma nonostante si sentisse molto più libera da quando il padre era in carcere, non lo era ancora del tutto, e non se la era sentita di ingaggiare una guerra contro i Greengrass. Era sicuro che preferiva che se la cavassero da soli. E lui si sarebbe arrangiato, questo era certo.



Astoria, dopo essersi rilassata qualche altro minuto, si preparò alla battaglia. Doveva avvicinarsi a Nott per avvertirlo della discussione avuta con la preside. Doveva avvertirlo di essere sotto osservazione, e come da piano doveva abbattere la sua autostima, mettere in dubbio i sentimenti di  Potter e dargli un'ansia da far accaponare la pelle. I suoi compagni vedevano l'espressione e il colore del volto di Theo cambiare di minuto in minuto. Quando Astoria ebbe finito con lui, aveva disegnato sulla faccia pura disperazione, in un volto nero come la pece e l'aria più abbattuta di un cane bastonato. La dominatrice delle serpi, tornò al tavolo con un ghigno malvagio.
"Missione compiuta. Domani sarà talmente agitato, che non spiccicherà parola. Se avessi voluto, l'avrei ridotto al punto di rinunciare di presentarsi all'appuntamento, ma ormai, visto che tutti l'aspettano è meglio che ci sia. Allora, ragazzi, vi sono piaciuta?" chiese alla fine.
"Sei stata... spaventosa. Spero che tu non ti arrabbi mai con me, ho paura di quello che potresti fare." La voce di Blaise tremava mentre pronunciava queste parole. Gli altri preferirono non commentare. La ragazza rise di cuore.
"Su ragazzi, non mi guardate così. L'importante è che non mi diate l'occasione di essere arrabbiata con voi, vero?" Il suo tono era divertito e la sua risata sembrava quella di Domitilla, la strega più cattiva del mondo, favola per spaventare i bambini più piccoli. Insomma, una specie di uomo nero in gonnella.
Draco sperò di averci visto giusto. Se Astoria non aveva realmente una tresca, temeva la sua ira. Che sarebbe stata tremenda, ne era certo.




Nel centro del mio universo (dal prossimo cap sarà fisso Bab's creek, aveva preventivato 10 cap e ora che ci sono arrivata sono a corto di idee)

Ciao ragazze e ragazzi (nel caso ci fosse qualche maschietto che mi segue), avrete notato, se qualcuno ha fatto caso alle risposte alle recensioni, che ho cambiato il titolo. Non è ancora venuto per Draco il momento di piangere, ma verrà, non vi preoccupate. Lo so 'sto titolo non ha molto senso, richiama unicamente il numero dei piani. Draco e Blaise ne hanno atttivi tre, Pansy due, Astoria solo uno. E' un po' scemo, ma questo mi è venuto in mente e questo vi ciapate.
Capitolo interamente dedicato alle trame di Draco e Co. Non so perchè, secondo la mia idea, i Serpeverde passano la giornata a studiare e a tramare. Deve essere l'influenza della Row, che dipinge gli appartenenti alla suddetta casa, come persone manipolatrici, interessati alle arti oscure, e chi più ne ha più ne metta (mi piace tanto questa frase).
Bah, sarà meglio rispondere alle rensioni, che per questo capitolo sono salite a 6.
Tatydanza:  E allora che ne dici di ciò. Ho lanciato un sacco di imput, sono sicura che mi perderò per la strada.  Fammi gli scongiuri, di ritrovare il filo della matassa che mi diverto ad aggrovigliare sempre di più. Ciao e grazie di tutto.
skigiu: Draco e il suo nodo allo stomaco dovranno aspettare un attimo. Come avrai notato non ho fretta di concludere la storia, anche se secondo i miei calcoli questo doveva essere l'ultimo cap. Ci sto prendendo gusto a inventare situazioni bizzarre, che mi dilungano un po'. Spero che non ti spiaccia e che la storia continui ad appassionarti. Ciao e grazie per i complimenti.
synystergates: titolo cambiato. Sono una banderuola. Vado dove tira il vento. Ma il titolo è solo rimandato.  Spero che ti piaccia anche questo. Per il momento Draco crede che gli dia fastidio vedere un proprio compagno baciare Harry. E farà il possibile che non stiano insieme.  Ci sentiamo al prossimo. Grazie di tutto.
Nemidra: Allora, hai capito chi potrebbe essere il nuovo amore di Astoria. E' di sicuro un'altro che i suoi non approverebbero, ahah. E Harry sta cercando alternative a Draco, visto ciò che è successo. quando Draco capirà che ricambia i sentimenti, ne avrà di problemi da risolvere ciao. Grazie e al prossimo cap.
Bellatrix29: Come avrai notato, Draco ha già pensato di fare del bene a Nott, e di rovinare il suo appuntamento con Harry. Almeno questo è quello che si ripete. Quanto ad Harry in 'sto momento non lo calcola per niente Draco. Pensa che sia una storia chiusa. Ed è da capire.  Draco si accorgerà presto che il nodo allo stomaco non gli passerà facilmente e quando capirà il motivo... saranno cavoli suoi. Non sarà Harry a dover conquistare Draco, ma l'esatto contrario.  Per ora cercherò di risolvere anche il problema Astoria.   Non è particolarmente difficile capire chi potrebbe essere il suo lui. Comunque grazie per i complimenti e per le tue megarecensioni. A volte mi danno lo spunto per proseguire nelle storia. Ciao.
severib: Sarà dura, si! Ma per Draco riconquistare il cuore di Harry, quando si renderà finalmente conto di ricambiare i suoi sentimenti.  E non mancheranno gli ostacoli.  Spero che la storia continui a piacerti. Si è un po'  dilungata. Non so come ho fatto a pensare di stare entro i dieci capitoli. Grazie dei complimenti. Ciao.
Mi era quasi venuto in mente di fare un sondaggio per vedere se avete capito chi è il lui di Astoria, ma è tanto facile che non ne vale la pena. Però cmq farò un saluto speciale al prossimo capitolo alla prima recensione che mi farà il nome (mi raccomando, non fate a botte eheh).
Ringrazio chi mi segue, che sono diventati 31 a pari con le recensioni (potrei giocarlo al lotto!), i tre che mi preferiscono  e 1 che  ricorda la storia e 1 che mi preferisce come autrice. Grazie a tutti di cuore, veramente. Grazie anche a chi mi legge in silenzio.
Ci sentiamo al prossimo capitolo.
bab



Ritorna all'indice


Capitolo 11
*** Capitolo10- Disaster date ***


Capitolo10- Disaster Date Comincio con un saluto Bellatrix29. Ha cominciato a betare il mio lavoro, l'inizio di questo capitolo è stato corretto da lei. Purtroppo, visto che avevo problemi con la mail, in un momento di sclero totale le ho spedito solo il principio, quindi il resto sarà corretto il prima possibile. E lo stesso vale per i capitoli precedenti. Appena me ne avrà corretto uno, glielo accrediterò subito dopo il titolo, tanto per non sbagliare.
Nessuno ha raccolto la sfida, Indovina chi è l'ammmmmore di Astoria quindi rimando alle recensioni. (o è davvero una cosa incapibile o a nessuno gliene frega niente), e saluto tutti quelli che mi seguono.






Capitolo10- Disaster Date
Beta: Belllatrix29, merci ma chere.





La giornata di sabato proseguì senza molte altre novità. Ogni tanto Astoria tastava lo stato di depressione di Theo, per vedere se c'era ancora bisogno del suo intervento. Blaise cercava in ogni maniera di far notare a Pansy che lui era lì per lei. Ma pareva che la ragazza non lo notasse proprio come maschio, lo considerava amico fino al punto, che dopo una manata sul sedere, lei era scoppiata e ridere, pensando ad un adorabile scherzo. Il ragazzo era sul punto di rinunciare. Se lei ci teneva  tanto a rimanere sua amica, doveva bastargli, rischiava di perdere tutto. Draco lo convinse a lasciare perdere per qualche giorno. si sarebbero concentrati sugli altri piani. A essere sinceri cominciava a pensare che l'unica maniera per fare capire a Pansy la verità, fosse di dirgliela in faccia senza troppi giri di parole. Ci avrebbe pensato lui, il lunedì, dopo che gli altri piani  erano più o meno avviati.



A pomeriggio inoltrato, Astoria aveva messo giù una bozza per il pedinamento, durante tutta la giornata, della coppietta. Dovevano tenerli sotto controllo e se le cose si fossero fatte troppo intime, intervenire. Ognuno doveva monitorare una zona del castello e del parco, per evitare di doverli seguire e di tradirsi. Si era accorta che erano pochini per quel lavoro.
"Abbiamo bisogno di aiuto. Devi chiedere a Tiger e Goyle." lo apostrofò Astoria, come se fosse un ordine.
"Ehi, cara, ti devo ricordare che per colpa tua, non sono più tanto amico di loro." l'accusò Draco.
"Uh, quante storie. Lo so che non sono mai stati amici per te. Erano due animaletti, che sei riuscito ad addestrare, che ti facevano sembrare meno stupido. Sono sicura che basteranno due paroline dette bene per farvi tornare come prima."
"Non so... dopo che li ho cacciati in quella maniera."
"Vuoi dire che preferivi stare con loro piuttosto che con la tua fidanzata? O volevi formare un quartetto? Saremmo stati  quattro deficenti additati a vista. E lo sai cosa avrebbero detto di me? Che mi dividevo tra tutti e tre. Eppure lo sai bene come funziona la testa delle persone. Quando possono pensare male lo fanno. E poi sono sicura che hanno capito che avevi bisogno di passare un po' di tempo con la tua futura moglie. Scommetto che sono meno stupidi di quello che si pensa." Il tono di Astoria era perentorio, e non ammetteva repliche. Draco non ne poteva più di essere comandato a bacchetta da quella serpe. Davanti agli altri teneva un profilo basso, come una buona futura moglie, ma in privato aveva messo in chiaro chi portava la tunica da uomo, e non era lui. Per il momento far saltare l'appuntamento di Theo era al primo posto, ma doveva trovare la maniera di liberarsi anche di lei.



Seguendo le indicazioni (o meglio ordini) di Astoria, Draco andò alla ricerca dei suoi ex affiliati. Erano isolati dal resto dei gruppi e stavano studiando. Non li aveva mai visti tanto concentrati su di un libro. Forse la lontananza da lui non aveva avuto solo effetti negativi, anche se dimostrava che non avevano altre amicizie. Attese un attimo pensando a cosa dire per palesare la sua presenza. Era dall'annuncio del fidanzamento che non stava in loro compagnia. Si schiarì la voce per attirare al loro attenzione e questi alzarono lo sguardo per fermarlo su di lui.
"Capo, la tua fidanzata ha allentato il guinzaglio?" domandò Goyle, ironico. Draco sentì le guance avvampare. O davvero quei due non erano stupidi come dimostravano, o la cosa era tanto lampante che anche il più deficente dei deficenti se ne sarebbe accorto. Cercò di riprendere il controllo della situazione, ma non potè fare a meno di fare una specie di ghigno.
"E' tanto evidente?" chiese
"Non tantissimo, è brava a fare la fidanzatina perfetta, ma il modo in cui ci hai liquidato dopo che si è messa con te, ha parlato per tutto. Non dico che dovevi passare tutto il tuo  tempo con noi come facevi prima, ma non vale la pena annullarsi per nessuno." la risposta di Goyle allarmò Draco. Cominciò a temere di essere preso in giro da chiunque. E sentire  il compagno, con la sua voce cavernosa e un po' goffa, fare un discorso serio e che avesse un senso logico, lo spaventò. Non senza sforzo si ricordò che quelle giornate erano dedicate a Theo e al suo appuntamento con Potter. Avrebbe lasciato o ucciso Astoria un'altra volta. Anche se non aveva la scusa della tresca. Cominciava ad averne le tasche piene di lei. Si era approfittata dello stato depressivo in cui era caduto dopo la guerra e ne aveva fatto un bamboccio. Doveva roderle molto di non essere stata lei a convincerlo a tornare ad Hogwarts. Forse era per questo che, nonostante lo avesse rimproverato dello scherzo a Potter, ora faceva carte false per fargli un dispetto qualsiasi. Se non fosse stato che la cosa infistidiva anche lui, li avrebbe fatti sposare per vederla verde di rabbia.
-Calmati, ci pensi dopo, una cosa alla volta, per fortuna non te la devi sposare domani.- pensò, poi si rivolse ai due energumeni.
"Abbiamo bisogno del vostro aiuto, ma non siete obbligati se non volete." aveva deciso per un approccio soft, non voleva dare l'impressione di comandarli a bacchetta, per non spaventarli.
"Io ci sto" disse Goyle
"Anche io" disse Tiger
"Ma non vi ho ancora detto di cosa si tratta."
"Non importa, è sempre meglio dello studio." Si alzarono e lo seguirono.



Fecero una riunione, durante la quale decisero i ruoli. Se fosse stata un brutta giornata i ragazzi sarebbero stati costretti a stare dentro, e  si sarebbero divisi per la scuola in maniera di seguire i loro movimenti. Dovevano vedersi dopo colazione, perciò da lì avrebbero coperto punti strategici, per non perdeli mai di vista. Se fosse stata una bella giornata le cose si sarebbero complicate un po' di più. Potevano scegliere se andare fuori o stare dentro e a seconda di dove si fossero diretti coprire l'esterno o l'interno. Tutti seguirono l'esposizione di Astoria. In un paio d'ore (non era ancora ora di cena), aveva buttato giù il piano nei minimi particolari tenendo conto di tutte le possibili varianti e le eventualità. Draco era indeciso se ammirarla o avere paura di lei.
Lui invece aveva cercato una scusa per quando si fossero accorti che la mattina seguente mancava Blaise, occupato a intercettare il gufo di Astoria. Aveva aspettato che lei e Pansy si allontanassero, occupate a parlare di cose da donne, poi aveva preso da parte l'amico.
"Dobbiamo metterci d'accordo per domani mattina. Noteranno che manchi, inventeremo una scusa." disse Draco.
"Anche tu hai passato il pomeriggio a tramare. E allora dimmi, qual'è il risultato delle tue elucubrazioni?" chiese il moro.
"Dirò che sei stato male e che ti sei chiuso in bagno." rivelò Draco ad uno stupefatto Blaise.
"Un attimo,  vuoi che finga di vomitare  o di avere un attacco di diarrea." Blaise non riusciva a crederci.
"O entrambe se preferisci, ma non mi sembra il caso di esagerare. Devi stare male, ma non fino al punto di non poter partecipare al piano contro la coppia  del secolo." Draco era sul punto di ridere, ma si trattenne. Non gli andava che Blaise si offendesse al punto da non aiutarlo più.
"E come la metti con il terzo piano. Credi che Pansy mi troverà più attrente se mi viene da cagare?"
"Non mi sembra il caso di essere così volgare. E poi lei sa del secondo piano. La avvertiremo che è solo una finta."
"Oh, hai ragione. Anche lei fa parte del  piano. Con tutti questi piani, mi sto incasinando." Blaise sospirò, sollevato.
"Ti ha preso una brutta cotta, entri nel panico per nulla."
"Vorrei vedere te al mio posto. Pansy non mi calcola per niente." La tristezza nella voce di Blaise era lampante.
"Non ti preoccupare, appena questa storia di Potter sarà finita penserò ad una maniera per fare interessare Pansy a te." Gli mise una mano su una spalla. Ora avevano altro a cui pensare.



Era ormai quasi ora di cena. Draco si preparò mentalmente a qualsiasi cosa avesse visto.  Pensò di esserci riuscito, ma vedere Theo e Potter in un angolo che parlavano ad un soffio dalle labbra l'uno dall'altro, lo sconvolse. Accidenti, non poteva farsi condizionare la vita e tutti i pasti da quei due deficienti. Però si bloccò, a guardare, pallido più del solito, con la faccia sconvolta. Alcuni suoi compagni gli sbatterono addosso quando si fermò di botto. Astoria si preoccupò di controllare cosa fosse successo. Quando vide i due piccioncini e il suo fidanzato che li fissava bianco come un morto, prese in mano la situazione. si avvicinò alla coppietta e trascinò Theo per un braccio.
"E' ora di andare a mangiare, anche tu Potter." ordinò la ragazza.
"Ma Astoria... io..." si lamentò Theo
"Vi prego, sono stata un'ora chiusa in compagnia della preside che mi ha fatto il terzo grado. Sono stata nella presidenza più in questa settimana che i precedenti anni e comincio ad averne a sufficienza. Perciò se non venite subito in Sala Grande, la prossima volta che ci andrò sarà per duplice omicidio." ringhiò Astoria, fuori di se.
"Ehm, forse è meglio che vada. Ci vediamo domani, dopo colazione." propose Theo.
"Si, a domani." e lo salutò, mentre guardava il suo probabile futuro ragazzo, venire trascinato via. Si allontanò anche lui, camminando ad una spanna dal pavimento.
Blaise pensò invece a spintonare Draco, che camminava  come uno che avesse una Firebolt infilata dove non batte il sole.
"Draco, hai una faccia, forse è meglio se domani lo fai tu quello che non sta molto bene. Sarebbe più credibile." lo canzonò l'amico. Il biondo stava per ribattere, quando si rese conto che Blaise aveva ragione. Era stato male a pranzo e ora anche a cena non stava molto bene. Se avesse detto che non se la sentiva di scendere a colazione la mattina seguente non sarebbe stato strano. Anche Astoria ci sarebbe caduta. Così  ci sarebbero stati e meno problemi e Blaise non si sarebbe dovuto vergognare con Pansy per il piano.



 Raggiunsero i compagni al tavolo dei serpeverde. Theo stava facendo dei cenni a Harry, che era tornato al suo posto, di fronte al loro tavolo. Harry rispondeva con altri cenni, tra le risate appena trattenute dei suoi compagni Grifondoro. Pareva che questi si divertissero molto, non l'avevano presa sul personale come facevano loro. Astoria pareva scocciata. Tutto il terrore che aveva creato in Theo quel pomeriggio sembrava volatilizzato.
"Se un attimo tra le braccia di Potter gli ha fatto questo effetto, che gli succederà domani, a starci tutto il giorno." Chiese Pansy, stupita.
"Troveremo una soluzione. Poi sono certa che è solo una posa. Dentro deve essere distrutto, ma non lo vuole fare vedere." Blaise cercava di consolare la prefetto, visto che il suo ragazzo sembrava in preda di qualche malattia allo stomaco. Non riusciva a ingerire nulla. Cercava di evitare di guardare i due scambiarsi tenerezze da lontano, ma alla fine il suo sguardo cadeva sempre su di loro. non ci faceva caso nessuno per fortuna. Non era l'unico occupato ad osservare la coppia che poteva nascere. Era però l'unico a cui era passato l'appetito. Astoria, prevedendo che avrebbe avuto fame in seguito, cominciò nuovamente a riempire il suo borsellino, come aveva fatto per il pranzo. Non riusciva a capire la reazione di Draco. Credeva fosse esagerata. Cominciò a pensare che stesse male sul serio, e che vedere i due tubare accentuasse i sintomi. Forse si sentiva in colpa. In fondo era colpa sua e dello scherzo che aveva fatto a Potter, se ora i due stavano quasi assieme. Alla fine lo vide sforzarsi di mangiare qualcosa.
Draco a malapena si accorgeva di ciò che aveva nel piatto. Sentiva di aver fame, lo stomaco richiedeva cibo, ma allo stesso tempo lo rifutava. Doveva assolutamente far saltare quell'appuntamento. O rischiava di morire di fame. Quando si accorse che i suoi compagni lo guardavano preoccupati, compresa Astoria, cominciò a mangiare qualcosina. L'idea di Blaise, buttata lì per caso, per fare una battuta non era per nulla male. Il mattino seguente si sarebbe rifiutato di scendere a colazione, e avrebbe chiesto ai compagni di portargli qualcosa da mangiare. E mentre loro facevano colazione, sarebbe stato lui a intercettare il gufo strano che portava le pergamene ad Astoria. La previsione che forse entro poco avrebbe saputo la verità , lo aiutò a non pensare alla coppia gaia e gli fece tornare la voglia di mangiare. Cercò di non abbuffarsi lo stesso. La ragazza doveva pensare che non stava bene, così non si sarebbe stupita se la mattina fosse rimasto in camera. La sera prima di andare a dormire avvisò Blaise del cambiamento di piano.
"E il compito di trasfigurazione?" chiese Blaise "Ne stavo già tenendo conto."
"Te lo farò ugualmente. Tanto sono sicuro che troverò la maniera per fartela ripagare."



Il mattino seguente Draco era pieno di energie, ma finse un mal di pancia. Si rifiutò di lasciare il letto e chiese agli amici di portargli qualcosa di leggero da mangiare. Astoria, che aveva trovato strano che il giorno precedente il fidanzato fosse stato male solo per vedere Theo baciare Potter, sembrò credere al fatto che il male fosse reale. Gli promise che sarebbe tornata il prima possibile con la colazione. Draco la ringraziò di cuore e nel frattempo pensava che doveva fare tutto di corsa. Almeno era sicuro che se aspettava un gufo con tanta ansia, non si sarebbe allontanata prima di riceverlo. Ma, tanto per esserne sicuri...
"Ti dispiace aspettare i gufi. Mia madre non mi ancora scritto da quando sono qui, potrebbe arrivare proprio oggi una sua pergamena. Posso aspettare fino ad allora." le disse con voce il più possibile tranquilla.
"Ok. Sei sicuro di riuscire a seguire il piano oggi? Non vorrei che ti strapazzassi troppo." si preoccupò la ragazza.
"Starò bene. Altrimenti avrei una buona scusa per evitare la prima lezione di babbanologia." Ghignò Draco. Astoria rise a sua volta, poi lo baciò sulla fronte, trovandola fresca e tranquillizandosi. Si allontanò dal letto.
"Vuoi che dica a Madama Chips di venire a vedere come stai." chiese.
"No, non voglio che mi chiuda in infermeria. Ho bisogno solo di stare un po' più nel letto. Fra un'oretta sarò pronto per far saltare l'appuntamento di Potter." Astoria uscì e Draco fece un incantesimo per bloccare la porta e un altro silenziante. Se Astoria fosse tornata indietro, le avrebbe detto che non voleva che qualcuno lo disturbasse. si vestì velocemente, prese la scopa, si sporse dalla finestra e prese il volo finomalla finestra da cui di solito passavano i gufi. Correva il rischio che qualcuno lo vedesse, ma non aveva altre possibilità. Maledetto Potter, perchè solo lui poteva avere un  mantello dell'invisibilità. Stava acora maledicendo il grifone quando notò un nuvolone di uccelli avvicinarsi. Erano velocissimi, perciò anche lui doveva esserlo. Vide subito il gufo striato, gli lanciò un incantesimo bloccante e questo cominciò a cadere a peso morto, verso terra. Era stato davvero molto bravo. era riuscito a bloccare solo l'uccello che voleva. Ora gli lanciò un incantesimo Wingardium Leviosa, per evitare che si schiantasse al suolo. Lo depisitò dolcemente in terra. Corse a prendere la pergamena, ne fece una copia con un altro incantesimo, poi la risistemò sul gufo, lo sbloccò e questo tornò per fare quello che doveva, cioè consegnare la pergamena ad Astoria. Il tutto non era durato più di un paio di minuti. Montò di nuovo sulla sua scopa e rientrò dalla finestra da cui era uscito. Si spogliò e si sistemò nel letto, subito dopo aver nascosto in un posto sicuro la pergamena. non volle correre il rischio di leggerla subito. Astoria poteva tardare, come poteva arrivare subito.



Astoria tardò un pochino. Quando entrò Draco si era già lavato e vestito ed era pronto per seguire il piano.
"Stai meglio a quanto vedo." disse porgendogli la colazione, comprensiva di succo alla zucca.
"Si, mi ha fatto bene riposarmi." Cominciò a mangiare con voracità. "Ho una fame tremenda. speriamo che sia un buon segno."
"Credo che lo sia. Accidenti hai già finito?" si stupì la ragazza.
"Si, non voglio tardare."
"Non preoccuparti. I ragazzi li stanno tenendo d'occhio. Un attimo fa stavano ancora mangiando tranquillamente, se così si può dire. Theo era teso al massimo. Basterà poco per fargli saltare i nervi." Le informazioni di Astoria erano dettagliate. Draco, appena fu pronto...
"Possiamo andare, è meglio non rischiare che se ne vadano prima che arriviamo noi. E' una bella giornata, quasi sicuramente se ne andranno a fare una passeggiata fuori." Draco uscì con Astoria e raggiunse gli altri. Stavano uscendo dalla Sala Grande. Pansy e Blaise stavano un passo dietro a Theo. Quest'ultimo si fermò in un angolo dove attese che Harry uscisse, poi si misero a chiaccherare. Blaise fece la prima mossa. Passò accanto ad Harry e finse di prenderlo per errore, facendolo sbattere contro Theo.
"Scusa Potter, non ti aveva visto." disse il moro. Harry accettò le scuse, anche se con tutto lo spazio che c'era gli sembrava strano che fosse andato a sbattere contro di lui. Theo ne approfittò per abbracciarlo, quindi Harry sorrise e fece finta di nulla. Quando però fu spintonato a ruota da Pansy, Tyger e Goyle i suoi sospetti cominciarono a diventare certezze. Passi per la ragazza che lo aveva appena sfiorato, ma i due giganti lo avevano lasciato un secondo senza fiato.
"Scusa sfregiato" aveva detto Pansy.
"Scuse accettate, carlino." Blaise fu costretto a trascinarla perchè  Pansy pareva intenzionata a picchiare il ragazzo.
"Blaise, lasciami, mi ha dato del carlino." si lamentò la serpe cercando di divincolarsi.
"Tu lo hai chiamato sfregiato, che pretendevi che ti ringraziasse?" chiese Blaise, stupito dal modo di ragionare della ragazza.
"Poteva comportarsi da gentiluomo."
"E' gay, non è più obbligato a comportarsi uomo normale." Pansy lo fulminò con lo sguardo, ma non disse più nulla.

Quando venne colpito dai due giganti, che gli chiesero scusa, non ebbe il fiato di rispondere.

In tutto questo, Theo, imbarazzatissimo per quello che volevano fare i compagni, aveva a malapena detto due parole di scuse. Cominciava a temere che volessero sabotare il suo appuntamento. Capì che tutto ciò che gli aveva  detto Astoria il giorno prima era un tentativo, per altro molto ben riuscito, di farlo innervosire all'incontro con Harry. Non che si sentisse meglio ora che lo aveva scoperto. Avere contro la propria casa, soprattutto quella di Serpeverde, era tutto fuorchè uno scherzo.
"Potevi dire qualcosa a quegli stronzi dei tuoi compagni." si lamentò Harry. Ecco, primo danno già fatto.
"Mi dispiace, ho la netta sensazione che non approvino una eventuale storia tra di noi. E temo che siamo solo all'inizio." Theo era convinto di quello che diceva.  "Ieri Astoria mi ha rotto le scatole per tutto il giorno, ha cerca di convincermi che non siamo adatti a stare insieme, che non abbiamo nulla in comune. Mi ha terrorizzato."
"Uffa" fece Harry sbuffando " Ho passato i sette anni precedenti a difendermi da Voldemort, e ora che lui non c'è più, non ho pace lo stesso. Non posso continuare a vivere guardandomi le spalle. Se poi mi devo difendere da dei dementi che non mi accettano come tuo compagno..."
"Non sono cattivi, pensano solo di fare il mio bene." disse Theo comprensivo " solo che a volte esagerano un tantinello. Perchè non andiamo a fare una passeggiata lungo il lago nero e continuiamo a discuterne senza testimoni?"
Harry sorrise e accettò. "E' un ottima idea." La sua mente pensava a qualcosa di un bel po' meno casto che parlare, ma c'era tempo, avevano tutto il giorno per starsene in pace senza che nessuno rompesse loro le scatole. Uscirono.



"Allora, avete sentito ragazzi? Andranno al Lago Nero, seguiamo il piano. Voi tutti vi appostate in zone limitrofe, cercando di essere il più naturali possibile. Draco e io," disse Astoria indicando se stessa e il fidanzato "ci piazzaremo dove li possiamo vedere. Se ci beccano possiamo dire che eravamo lì a fare una passeggiata romantica."
"Ci cascherebbero secondo te?" chiese Pansy.
"Perchè non dovrebbero, noi siamo fidanzati. Certo tu e Blaise non avreste una scusa migliore della nostra. Voi con Tyger e Goyle dovrete appostarvi nei dintorni nel caso si allontanino. Non dobbiamo perderli di vista neanche per un istante e dobbiamo evitare qualsiasi contatto intimo. Nel caso che si avvicinino per baciarsi potremmo passare alla maniere forti, ma non dobbiamo colpire lo Sfregiato mi raccomando. A lui non possiamo torcere un capello, altrimenti saremmo in guai seri."  Astoria pareva un condottiero pronto alla battaglia.
"Ma cara," l'interruppe Pansy "sei sicura che non ci crei problemi colpire Theo. Non credo che ci sia permesso fare tutto ciò che vogliamo con lui, anche se è un nostro compagno. Rischieremmo comunque."
"Non come a colpire di -nuovo- il Golden boy. Certo, dobbiamo fare attenzione, ma sono sicura che riusciremo nel nostro scopo." Tutti annuirono e presero le posizioni, il più celermente possibile.



"Tu credi, che noi due si possa andare d'accordo?"  stava chiedendo Theo a Harry, seduto accanto a lui sulla riva del Lago.
"Non lo so, non posso assicurarti nulla. Ma niente ci impedisce di provare. Io credo che se non ci mettiamo in testa di guardare aldilà dalle apparenze, non saremo mai felici." Harry parlava tranquillamente. Non era agitato quanto Theo. Sì, i suoi compagni lo avevano preso in giro, ma in maniera divertita, non rognosa come avevano fatto i serpeverde.
"Sai,  il tuo entusiasmo mi sta contagiando." disse Theo prendendo il viso di Harry fra le mani. Sorridevano entrambi, sapevano cosa sarebbe successo da lì a un attimo. Le loro labbra si avvicanarono, lentamente, ma senza fermarsi. Si bloccarono quando sentirono ridere. Voltarono lo sguardo e videro i  prefetti serpeverde avvicinarsi. 
"Due interruzioni nel giro di  pochi minuti,  mi paiono già tante, non credi?"  chiese Harry, senza in realtà aspettarsi una vera risposta. Theo annuì, vedendo Draco ed Astoria avvicinarsi, guardandosi negli occhi., senza dare l'impressione di averli visti.
"Sembrano così presi l'una dall'altro." fu il commento di Theo.
"Tu pensi realmente che siano qui per caso." disse Harry. Il suo sesto senso, che lo aveva aiutato più di una volta durante la guerra, stava per attivarsi.
"Per me sei  un po' troppo sospettoso. " commentò Theo. Lo sguardo penetrante di Harry lo trapassò da parte a parte.
"Spesso sono nel giusto. Molto più di quanto mi piaccia ricordare. Dopo una guerra che ti ha rovinato l'adolescenza non è facile abbassare la guardia. E, purtroppo per i tuoi amici, le loro manovre sono alquanto grezze e evidenti. Si vede che nella fretta non sono riusciti a inventare di meglio." La voce di Harry era diventata improvvisamente irritata. Non c'era nulla da fare. Per i serpeverde, anche per quelli più cauti come Theo, era solo un deficente che aveva combattuto una guerra che poteva evitare, contro una persona che poteva solo migliorare il mondo magico.
Quando Draco quasi inciampò in loro, si scusò.
"Anche voi qui per l'incontro romantico. Come sta andando?" s'informò Astoria, con un sorriso fasullo sulle labbra. Il modo in cui Harry li fissò, come se volesse fulminarli, parlava da se.
"Va molto bene. Come mai anche voi qui?" chiese Theo stringendo a se Harry e trovandolo rigido.
"Facevamo una passeggiata e stavamo parlando del nostro futuro. Abbiamo pensato che fosse molto bello il Lago Nero per una coppietta, non trovate?" La voce di Draco era sensuale. Uno stronzo molto sexy, pensò Harry cercando di mascherare i propri sentimenti. Era indeciso se saltagli addosso per baciarlo o per strangolarlo. Supponeva che in entrambi i casi la sua fidanzata lo avrebbe fatto nero. Aveva ancora evidenti i segni della sua maledizione, anche se il dolore era praticamente sparito. Cominciava a sentire i primi sintomi di prurito, anche se non era forte come gli avevano detto sarebbe diventato. Sperava che avessero esagerato. Se ciò era vero, entro una settimana avrebbe raggiunto un tale grado di intensità, che il dolore che aveva provato fino a quel momento, non era paragonabile. Hermione era già pronta ad ogni evenienza. Si era fatta una scorta, aiutata da Madama Chips, per produrre vari tipi di rimedi, sia da bere che da spalmare sul corpo, che lo aiutassero a calmare il prurito che dava la guarigione delle ferite. In più, coadiuvata in questo con tutti i Grifondoro, aveva eliminato dalla Sala Comune e dalla camera da letto, tutto ciò che poteva usare per grattarsi. Ormai non c'erano più soprammobili, libri o qualsialsi altra cosa che fosse anche lievemente contundente. Erano tutti sotto chiave e Harry era l'unico a non averne l'accesso. Se voleva qualcosa, doveva chiedere a qualcuno dei compagni. Aveva provato a fare opposizione, ma Herm era stata irremovibile. Ne andava della sua sicurezza. Era quasi certo che se fosse stato in uno di quei momenti non avrebbe avuto dubbi. Gli sarebbe saltato al collo.



Per fortuna di Draco, Harry non era ancora nella modalità  uccido-chi-mi-ha-ridotto-così. Era semplicemente scocciato per il continuo intromettersi delle serpi in quell'appuntamento. Aveva la sensazione che se pure si fossero spostati da un'altra parte, avrebbero trovato qualcuno a interroperli.
Vedeva che anche Theo era piuttosto scocciato di quell'intervento indesiderato, e questo deponeva a suo favore. Purtroppo era troppo intimorito dalla presenza dei suoi capicasa, che oltre ad essere i dirigenti dei serpeverde, avevano anche un gran carattere. Soprattutto, capì, lei doveva essere una tosta. Non doveva essere facile tenere testa a una così, e si chiese se Draco ne fosse in grado. Mah, non erano fatti suoi, di certo, dopo aver combattuto e vinto contro Voldemort, non si sarebbe fatto mettere i piedi in testa da una qualsiasi. Dopo quel primo bacio che si erano scambiati in Sala Grande, non erano riusciti a stare un secondo da soli, senza essere disturbati. Decise di sbattersene della presenza di quelli, prese Theo per le spalle e gli coprì le labbra con le proprie. Socchiuse per approfondire il bacio, ma Theo non accolse l'evidente richiesta. Aveva troppa paura della presenza dei due capicasa per lasciarsi andare. Tenne le labbra serrate e cominciò a tremare come una foglia. Sarebbe successo qualcosa ora, e qualsiasi fosse stata sapeva che sarebbe stata negativa. Era convinto che Harry lo avrebbe lasciato lì come un deficente, come si sentiva, per essersi lasciato convincere, e sarebbe stato stupito se andandosene, non gli avesse dato uno schiaffo. Quando sentì una potente onda d'urto farlo volare via, non capì più nulla e quando sentì l'acqua gelida del Lago Nero  coprirlo l'unico pensiero lucido che riuscì a formulare fu -Cazzo, non so nuotare.-



Sia Harry, sia Astoria, fissarono stupiti il punto in cui Theo era sparito, e un secondo dopo guardarono Draco, lo sguardo livido dalla rabbia nel volto sempre più pallido, che impugnava la bacchetta che aveva appena usato. Uno schiaffo lo riscosse.
"Ma sei impazzito?!?  Theo non sa nuotare. Vuoi proprio uccidere qualcuno prima che finisca l'anno!" lo apostrofò Astoria, gridandogli contro. Theo nel frattempo era riemerso e si agitava come un indemoniato e chiedeva aiuto a pieni polmoni. Ogni tanto tornava giù con la testa e si stava sempre più allontanando dalla riva.
Harry, senza pensarci su due volte, si tolse le scarpe e si gettò nell'acqua fredda e oscura e si diresse nel punto in cui Theo era andato a fondo l'ultima volta. Non lo vedeva più. Allora s'immerse. Tornò su tre volte a riprendere fiato a mani vuote. Alla quarta finalmente aveva agganciato il ragazzo, semisvenuto, e lo trascinò, non senza fatica verso la riva. Qui ad attenderli per aiutarlo Draco e Astoria. Mentre issava Theo sulla riva Draco cercò di capire cosa gli era accaduto. Vedere quei due baciarsi gli faceva perdere la ragione. Un attimo prima le loro labbra erano appoggiate, quello dopo aveva la bacchetta in mano e Theo era volato in acqua. Dopo aver preso su Theo, aiutarono Harry a risalire.  Il grifone si buttò sull'erba per riprendere fiato. Intanto Draco e Astoria stavano cercando di far rinvenire Theo. La ragazza mormorò qualche incantesimo e subito dopo Theo cominciò a sputare l'acqua che aveva nei polmoni. Quando finì ricominciò a respirare.



"Che è successo?" chiese Theo, appena fu in grado di pronunciare parole di senso compiuto.
"Sei scivolato nel lago" disse Draco, poi fulminato dallo sguardo di Astoria "Beh, io ti ho gettato nel Lago con un incantesimo."
"Perchè?" Era una domanda abbastanza scontata. Cosa poteva rispondere Draco, visto che non lo sapeva neppure lui. Cercò di improvvisare.
"Volevamo far saltare il tuo l'appuntamento con Potter, ma non potevamo colpire lui." disse a mo' di scusa
"E dove è Harry?" Altra domanda scontata.
"Se n'è andato. Ma prima ti ha salvato la vita."
"Uao. Io lo avrei lasciato morire se avesse rifiutato di baciarmi."
"Non credo che lo avresti fatto sul serio. Comunque non sarebbe stato molto grifondoro, poi lui non è uno qualunque.  E' san Potter. Su torniamo alla nostra casa." disse Astoria comprensiva.
Draco e Astoria  lo aiutarono ad alzarsi. Pansy, Blaise, Tyger e Goyle si erano avvicinati.
"Non c'era bisogno del nostro aiuto, in fondo." disse Tyger.
"Già, nei miei innumerevoli piani, non avevo tenuto conto di tentare di uccidere Theo." E diede un'altra svettola a Draco, che si lamentò, anche se sapeva di meritarlo.



Quando Ron ed Herm videro Harry tornare da solo dopo neanche mezz'ora, capirono che qualcosa era andato storto. Aspettarono che fosse lui a dire qualcosa, ma lui si era messo a giocara con Draco jr e non aveva pronunciato parola. Alla fine fra tutti e due erano riusciti, parola dopo parola, a tiragli fuori quello che era successo.
"Non ci posso credere, a Malfoy dovrebbero requisire la bacchetta. Ma, a proposito, non ce l'avevi tu la sua?" gli ricordò Ron.
"Si, me lo ero quasi dimenticato. Probalilmente ne avrà comprata un'altra."
"Io al suo posto non sarei andato da Olivander. Almeno non dopo quello che gli hanno fatto i suoi colleghi Mangiamorte." disse Herm "Chissà dove può averla presa.?"
"Non sono affari nostri. Gli avrei potevo restituire la sua se mi fossi ricordato di averla. Anche se non poteva più usarla dopo che lo avevo disarmato."
"Ho notato che non ha bisogno della sua. Con quella che ha riesce fare danni come se avesse la vecchia. Forse anche di più." disse Ron e gli amici risero.
"A proposito, come mai voi siete chiusi qui?" chiese Harry, rendendosi conto che Herm e Ron erano esattamente dove li aveva lasciati un'ora proma.
"Eravamo qui, pronti a consolarti, nel caso che le cose non fossero andate per il verso giusto." ammise Herm, quasi imbarazzata.
"Se non fossero intervenuti quei deficenti, poteva andare benino." Harry era un po' offeso, lo trattavano come un bambino. "E poi, non potete attendermi al varco per ogni appuntamento che prenderò."
"Si, lo sappiamo. Si fosse trattato di qualcuno della nostra casa, o Tassorosso, o Corvonero, avremmo ragionato in  maniera diversa. Ma trattandosi di Serpeverde ci siamo preparati al peggio."
"Quindi anche voi pensate che le nostre case siano incompatibili." l'accusò Harry.
"Ora più che mai. Ti assicuro che nel mio peggio, non era assolutamente compreso quello che poi è successo. Questo superava i limiti della mia immaginazione." Herm parlava convinta.
"Anche tu Ron lo pensi." chiese all'amico.
"Harry, io non la faccio complicata come Herm" gli rispose il rosso  "Serpeverde + Grifondoro = guai assicurati. Da quando ti sei messo in testa di aiutare quella piattola di Malfoy, non hai avuto tregua. E tutto per colpa loro. Ti chiedo solo questo. Il prossimo ragazzo con cui uscirai scegliolo fra le altre case, e se avrai altri problemi, mi rimangio tutto quello che ho detto pubblicamente."
"Sei disposto a fare un voto infrangibile?" Harry rideva. Ron gli fece una smorfia. "Ok, tanto vale provare, sempre che trovi un altro ragazzo che sia disposto a fare una prova."
"Sono sicuro che lo troverai." gli confermò Ron.
"Se lo dice il re delle previsioni, allora accadrà di sicuro." Harry ed Herm si sganasciarono dalle risate, mentre Ron cambiava colore. Gli tornò in mente che ora era diventato il cocco della Cooman. Temeva che il gramo lo avrebbe trovato. O forse era meglio che lo avesse trovato lui,  che essere il preferito della prof di una materia di cui non gli importava nulla.





Bab's creek
Allooora! Che dire di questo capitolo.  Il titolo, qualcuno lo avrà notato, è preso da un programma di Mtv, quelli americani coi sottotitoli. Io avrò visto due puntate in croce, perchè dopo dieci minuti che ti sforzi di leggere e seguire le immagini nello stesso tempo, mi sono già scassata i cosidetti. Però mi sembrava azzeccato.
Per quanto riguarda Astoria, l'ho fatta veramente rompiscatole e tirannica. Se non fosse che forse Draco è di un'altra parrocchia, l'avrebbe mollata comunque.
'Sto capitolo non riusciva partire, per fortuna alla fine ho trovato l'ispirazione.
Rispondo alla recensioni:

Mitsuki91: Contenta che ti piaccia la storia. Ho anche fatto delle correzioni, spero che la storia sia più comprensibile, ora. In effetti col senno di poi, ammetto che bisognerebbe essere nella mia testa per sapere chi dice cosa. Grazie . Al prossimo capitolo Ciao.
Harry Potterish: Mi lusinga che la mia storia ti piaccia al punto da essere una delle tue prime Drarry. Ho cercato anche di migliorare la punteggiatura  e spero di avere corretto tutte le McG e cmq.  Se c'è qualche altro appunto che mi vuoi fare ben venga, non mi offendo. Posso solo migliorare. Ho corretto anche il cognome di Astoria e lasciato così il nome (come nella lista dei personaggi di EFP).  Al prossimo capitolo la prima lezione di Babbanologia della classe di Draco & co. Spero di non fare confusione. Ciao e grazie.
synystergates: per cominciare, sei l'unica che pare si sia sforzata di capire chi è l'altro LUI di  Astoria. Agli altri non è fregato nulla. Astoria non la calconano neppure di striscio. Se non ti piaceva prima che mi durai adesso. L'appuntamento è saltato, ma ancora Draco non si rende conto, anche se comincia a trovare strano il proprio comportamento...  be' alla prossima per il resto. Ciao e Grazie.
Bellatrix29: Un piano è arrivato a compimento, bene o male. Per gli altri ci sarà tempo.  E Draco avrà da pedalare se vuole conquistare Harry. Sta già cominciando a sospettare che ci sia qualcosa di strano nel proprio comportamento. Quando capirà cosa... Grazie per la correzione, appena mi avrai corretto il resto del capitolo, lo modificherò. Ciao, alla prossima.
Tatydanza: Grazie per aver avuto il tempo di scrivere, nonostante tutto. Mi sarebbe mancato il tuo commento. E mi raccomando, continua a recensirmi. Ciao.


Ringrazio tutti coloro che mi seguono. Spero di continuare a divertirvi, come mi diverto io a scrivere, (se non mi divertissi non sarei qui). Ciao e alla prossima.
bab

Ritorna all'indice


Capitolo 12
*** Capitolo11- Il momento della verità ***


Capitolo 11- Lezioni di babbanologia Capitolo11- Il momento della verità
Beta: Bellatrix29





A pranzo tutti già sapevano quello che era successo all'appuntamento del secolo. Nessuno si mostrò molto stupito. Mettere insieme una serpe e un gifone era un pericolo, come spegnere un incendio con olio per lanterne. Harry ci era rimasto male, non immaginava che anche le altre case fossero così fataliste. Che a nessuno fosse venuto in mente di travalicare la frontiera che divideva le due case, era strano.  Tutti parlavano alle sue spalle, e molti gli radacchiavano dietro. Per non parlare di quello che dicevano delle serpi! Il comportamento di Draco, che pure aveva colpitto il suo stesso compagno, non era piaciuto molto a nessuno. E per fortuna, che visto che nessun appartenente alle altre case si era fatto male, e che Theo non aveva posto denuncia, la preside non li aveva chiamati nel suo ufficio.
 Astoria era terrorizzata all'idea di poter essere richiamata. Anche se questa volta tutti sapevano che la colpa era di Draco. Il suddetto, pareva aver finalmente ritrovato l'appetito. Era da almeno due anni che non lo vedeva ingozzarsi in quella maniera. Al sesto anno quando era stato marchiato dal Signore Oscuro doveva trovare una maniera per fare entrare i Mangiamorte ad Hogwarts e eliminare Silente. Era riuscito a metà, e non aveva dimostrato di avere cattivo cuore. E l'anno successivo temeva che quello che era accaduto, o meglio non accaduto, ricadesse sulla sua famiglia. Dopo la guerra e l'arresto del padre, nonostante non fosse stato immediatamente processato come lui, aveva paura per se stesso e la madre. E il cibo in quel periodo era sempre stato l'ultimo dei suoi pensieri. Ora che aveva fatto saltare l'appuntamento fra Theo e Potter, sembrava che finalmente si fosse ricordato di avere una pancia da riempire. Capiva che ultimamente il Grifondoro nel bene e nel male, era stato una costante nelle sua vita, ed era solo grazie alla testimonianza sua e dei suoi scagnozzi se  era a piede libero con la madre, ma questa storia degli scherzi infantili doveva finire. Sperava che si sentisse soddisfatto e dava l'impressione di esserlo almeno per il momento.
"Speriamo che duri. Altrimenti alla prossima lo cacciano." pensò sospirando profondamente. Doveva rassegnarsi, era lui l'uomo che avrebbe dovuto sposare. Che ci poteva fare se si innamorava dei personaggi più improbabili. Poteva continuare all'infinito lo scambio di pergamene con chi poteva dargli felicità. Nessuno glielo avrebbe mai permesso. Non era libera e non lo sarebbe mai stato neppure Draco. Erano legati per l'eternità dal filo dell'ipocrisia. Sospirò ancora e senza accorgersene sorrise mentre pensava al contenuto dell'ultima pergamena ricevuta.



"Draco, hai visto che sguardo ha la tua fidanzata. Non credo proprio che stia pansando a te." lo canzonò Blaise, sussurandogli all'orecchio. Draco, che si sentiva pieno, e aveva diminuito l'attacco al cibo, e stava osservando pure lui lo sguardo rapito di Astoria.
"Me lo auguro, sarà meno doloroso per tutti quando la lascerò." disse cercando anche lui di mantenere i toni bassi  "Certo che si deve essere presa proprio una bella cotta. Capisco che il soffitto della Sala Grande sia bello, ma non ci serebbe motivo di osservarlo in quella maniera, dopo 7 anni."
"A proposito, sei riuscito a dare un'occhiata alla pergamena.?" chiese Pansy, intromettendosi e parlando troppo forte, rischiando di farsi sentire.
"Sssh, vuoi che ci senta." la apostrofò, urlando a bassa voce " No, non volevo che mi scoprisse. E oggi, mi è stata attaccata come una sanguisuga."
"Avrà paura che combini altri casini." commentò Blaise. Draco lo fulminò con lo sguardo e lui si ritirò, impaurito. In quel periodo l'amico aveva la bacchetta facile, era meglio non provocarlo troppo. "Scusa continua."
"Dicevo" proseguì il biondo "che non sono riuscito a stare da solo un attimo, perciò non ho avuto modo. Abbiamo tre alternative. O riuscite a tenermela lontana una mezzoretta, in maniera che riesca a leggerla in pace,  o mi allontano io e la leggete voi per me e poi me la riferite a memoria."
"Hai detto tre. L'altra?" chise Pansy
"Potrei aspettare stanotte, quando sarò nella mia stanza da solo. Allora nessuno mi disturberà. Ma se era possibile volevo leggerla prima. Voglio sapere cosa mi posso aspettare e studiare le mosse successive."
"E se fosse realmente la lettera di uno spasimante? Che farai poi?" chiese Blaise, che nonostante la paura delle punizioni, non si stufava mai di tramare, anche alla spalle dei suoi compagni..
"A quel punto dovremmo fare la stessa cosa ma al contrario. Dobbiamo intercettare la risposta di Astoria, e vedere se lei ricambia il sentimento. E se anche nella pergamena che le è arrivata non ci fosse scritto il nome di chi l'ha spedita, cosa che dubito, nella risposta ci deve essere per forza il destinatario, o almeno il luogo dove va spedita. Avremmo almeno una vaga idea di chi potrebbe essere."
"Draco, sei un genio del male. Astoria con tutta la sua pignoleria e suoi piani non raggiungerà mai i tuoi livelli." si complimentò Blaise.
"Ti ringrazio, non credo che un serpeverde possa ricevere un complimento migliore. Tramare, qualsiasi cosa, fa parte della nostra natura." Draco aveva sorriso, soddisfatto. "allora Pansy, credi di riuscire a togliermela  dalle scatole per un po'. Fate le vostre chiacchere da donna. Magari potresti chiederle come fa ad avere dei capelli così belli." la canzonò. Blaise rise, Pansy si mise un dito in bocca, fingendo il vomito. "Ok, a te la scelta dell'argomento, ma ho bisogno di almeno mezzora, ma più la trattieni meglio è." Pansy annuì e continuarono il pranzo.



"Hei, c'è movimento, fra grifoni. Cos'è tutta quella confusione?" chiese Blaise, tornando a voce alta.
Tutte le serpi si misero ad osservare il tavolo opposto al loro. Anche Theo, nonostante l'aria abbacchiata. Come al  solito al colpa di tutto era di Potter. Qualsiasi cosa facesse lo Sfregiato riusciva ad attirare l'attenzione. In quel momento c'erano una dozzina di ragazzi attorno a lui, appartenenti alle varie case, escludendo serpeverde, e tutti parevano discutere animatamente. Harry cercava di fare da tramite, ma non gli riusciva molto bene. Per fortuna intervenne la Preside, che invitò tutti a tornare ai propri posti, minacciando di cavare punti alle case che non avessero ubbidito. Videro chiaramente Harry tornare a  respirare con regolarità. Gli rimase la curiosità di sapere cosa fosse successo.
Pansy prese un pezzo di pane e centrò, con quello, la testa di Luna.
"Hei, ma che vi prende, siete matti?" si lamentò Luna.
"Scusami cara" disse Pansy, con la voce più gentile che le riusciva " ma non abbiamo capito cosa sia appena successo, e volevo sapere se tu eri informata, visto che c'erano anche dei tuoi compagni."
"Oh, se è solo per questo. Stavano facendo la corte a Potter, e stavano litigando per chi doveva essere il prossimo che doveva uscire con lui."  disse Luna, come se fosse la cosa più naturale del mondo.
"Tutti quelli? Non pensavo che ci fossero tante checche ad Hogwarts." disse Blaise, stupito.
"Accidenti, lo Sfregiato ha più ammiratori di me." commentò Pansy, indecisa se mettersi a ridere o a piangere.
"Be', Draco, forse lo scherzo che hai fatto non ha portato così male a Potterino. Da solo non avrebbe mai raggiunto questa popolarità." aggiunse Astoria, rincarando la dose. Draco era rimasto senza parole. aveva contato quattro griffondoro, quattro corvonero e ben cinque tassorosso. Tutti del sesto, settimo, e settimo annno aggiunto. Tredici ragazzi che facevano la fila per uscire con Harry Potter! Draco non riusciva a crederci! Faceva uno scherzo a uno, e questo diventava una star!  Come non gli fosse bastato essere l'eroe del mondo magico, colui che aveva ucciso Tu-Sai-Chi e che aveva reso libero il mondo magico da un centinaio di Mangiamorte a piede libero.  Stava diventando una specie di eroe anche fra i gay di Hogwarts e sicuramente una volta saputolo anche dell'intero Mondo Magico. Una settimana prima, tanto tempo era passato dalla scherzo di Draco, qualcuno aveva pubblicato sulla Gazzetta del Profeta delle foto compromettenti con  un punto interrogativo. Potter sarà veramente gay? Ora ne avrebbero avuto la conferma, ma sarebbe stata una cosa positiva alla fine. Se solo qui, c'erano 13 ragazzi gay, senza contare Nott e altri tre o quattro serpeverde che alla notizia parevano fossi stati presi dai calori, ma che non avevano avuto il coraggio di raggiungere gli altri, chissà quanti erano in tutta l'Inghilterra magica o in tutto il mondo. Cavolo, gli era parso che pure Goyle cominciasse a guardare più spesso verso i tavoli adiacenti, come a tentare di ricordare chi si fosse alzato per fare il filo a Potter, per poterlo poi tampinare. Per fortuna che aveva già mangiato, o gli si sarebbe bloccato ancora l'appetito. O era meglio se avesse mangiato di meno. Sperò di non stare male sul serio a vedere tutti quei ragazzi in movimento.



Verso la fine del pranzo Pansy prenotò Astoria con una scusa banale, ma che richiedeva un intervento prettamente femminile. Draco la ringraziò con lo sguardo e appena si furono allontanate, stava per andarsene di filato in camera a leggere quella benedetta pergamena, quando vide che Theo stava aspettando all'uscita della Sala Grande. Di sicuro voleva parlare con Potter. Rimase un attimo indietro, chiese a Tyger e Goyle di fargli da copertura e spiò attraverso una fessura tra i loro mastodontici corpi. Appena Potter uscì Theo attirò la sua attenzione.
"Posso parlarti un attimo Harry" chiese al grifone, che certo pensava pure lui che ci fosse bisogno di un chiarimento, poichè annuì subito. Si misero un attimo di lato, ma non si allontanarono, dando modo a Draco di seguire il loro dialogo.
"Mi dispiace per come sono andate le cose." cominciò theo
"Anche a me. Soprattutto per te. Malfoy ti ha quasi affogato. Spero che ce l'abbia solo con me e non con i gay in genere, altrimenti sono guai," risero entrambi, mentre Draco stava portando ancora la mano alla bacchetta.
"Pareva stesse meglio dopo essersi liberato di te. Sai, non credo che avrebbe mai funzionato fra noi." disse infine Theo, prendendo le mani di Harry.
"Lo credo anch'io. Avrei preferito scoprirlo per conto mio, ma ormai il danno è fatto." Harry riusciva a trovare il lato positivo in tutto.
"Ti ammiro per il tuo temperamento. A me sta storia mi ha buttato giù." ammise il moro. "E dimmi, come farai con tanti spasimanti? Come farai a scegliere con cui uscire?" gli chiese ridendo.
"Non ricordarmelo!  Ho pensato che il mondo fosse impazzito. Non pensavo di fare tanto furore. Forse dovrei estrarre un nome a sorte e provare. Potrebbe anche andarmi bene alla prima botta." Theo era felice di vedere Harry così rilassato.
"Volevo chiederti un'altra cosa. Cosa ne dici se ci provo con un paio dei ragazzi che ho visto oggi attorno a te."
"Mh, si. Dimmi chi sono, almeno non rischieremo di intralciarci."
Theo gli fece due nomi, un Tassorosso e un Corvonero.
"Ok. Spero solo che il prossimo che sceglirai piaccia ai ptuoi amici, altrimenti sono guai per te." Harry rise ancora e lasciò Theo con il cuore più leggero.
Draco si allontanò con pensieri poco piacevoli. In questi si immaginava Harry stretto a uno o più dei ragazzi che lo corteggiavano. Cazzo, doveva smetterla di pensare  a lui. Ora non avrebbe più rischiato di trovarselo a zonzo per la loro Sala Comune




Appena arrivato nella propria stanza, Draco si fiondò dove aveva messo la copia della pergamena e si accinse a leggerla. Come aveva immaginato non c'era il mittente e nessun indizio valido di chi potreva essere.
"Mia cara colomba
non riesco a fare a meno di pensarti, in questi giorni.
Penso in continuazione ai tuoi profondi occhi nocciola,
e immagino come sia morbida la tua bocca rossa e turgida.
Vorrei averti lasciato almeno un bacio quella volta che ci siamo
incontrato, e che l'amore ha fatto capolino improvviso dopo che 
credevo che il mio cuore si fosse inaridito e non potesse provarne più.
Vorrei dirti di lasciare perdere il tuo fidanzato e di correre da me,
ma so che ti è impossibile, almeno per il momento, finchè sarai relegata
in quella scuola.
Ma ti avverto, appena avrai preso i MAGO e sarai libera di trovarti un impiego
non ti lascerò perdere. Ti voglio mia ad ogni costo. E non mi importa cosa possano
dire i tuoi genitori sull'indegnità del mio nome, o i miei del fatto che sei serpeverde.
All'amore non puoi comandare, e io gli ubbidirò fino alla morte, mia stella.
Non ti libererai facilmente di me."





"Uao, è  molto profonda. Il tizio pare davvero innamorato." commentò alla fine della lettura Blaise.
"Già, da parte sua non ci sono problemi. Ora dobbiamo scoprire se Astoria ricambia." disse Draco. "Domani mattina, dobbiamo controllare il gufo che spedirà Astoria. Se anche lei è innamorata il gioco era fatto. "
"Però non capisco. Se non sei innamorato di nessuna, cos'è questa fretta di liberarti di lei. Succederà un casino quando i Greengrass scopriranno che hai lasciato la loro figliola." Blaise lo guardava con aria interrogativa. E Draco, nonostante fosse più che sicuro di quello che stava facendo, della sensazione che sposare Astoria fosse l'errore peggiore che potesse fare, non sapeva come spiegarlo al suo amico.
"Posso solo dirti che mi sento sempre meno felice in sua presenza.." si lamentò.
"Beh,  si è dimostrata una tosta. A volte fa persino paura. Bisogna avere un certo carattere per poterla sopportare. E tu in questo momento sei un po' sottotono."
"Anche questo è un problema, ma ti assicuro che non è il principale. Per la maggior parte è colpa mia. E mi sto attaccando a questa faccenda dell'ammiratore segreto, per sentirmi meno in colpa. Così forse non soffrirà."
"O forse tu non rischierai che lei o suo padre attentino alla tua vita. Ok, proseguiamo nel piano. Come farai domani ad intercettare il gufo che spedirà Astoria?"
"Non lo so, dovrei controllarla e rubarle la pergamena con la risposta, prima che la spedisca. Deve pensare di averla persa."
"E se usasse l'Accio."
"Significa che devo leggerla prima che si accorga della sua mancanza. Credo che Pansy sia molto brava nel distrarla.  Però significa che non ne posso fare una copia altrimenti corro il rischio che le richiami entrambe. Decideremo al momento la soluzione migliore."
Astoria tornò poco dopo con Pansy.  Blaise si mise subito accanto a lei e cercò di parlarle in maniera seria dei suoi sentimenti. Ma non era facile. Gli si legava la lingua e cominciava a sudare come se fosse in pieno sole. Astoria notò la manovra.
"Hei, Draco, ho la sensazione che a Blaise piaccia Pansy." disse al biondo.
"Lo so, me lo ha confessato. Certo che se va avanti così non ha molte possibilità."
"Perchè non me lo hai mai detto? Potevo darti una mano." disse lei offesa, per essere stata esclusa.
"Scusami, ma anche io non mi ci ero impegnato molto. Ero troppo impegnato con Potter. Però visto che ci tieni,  potresti metterle tu  la pulce nell'orecchio. Io non saprei da che parte cominciare." ammise Draco.
"Ti perdono. E ok, ci penso io a far capire  a quella tonta che Blaise è stracotto di lei. Certo che deve essere proprio cieca. Si vede che pende dalle sue labbra."
Si accordarono per la mattina seguente in una ora buca. Lei avrebbe preso sotto braccio Pansy per farle un discorsino. Fino a quel momento non l'avrebbe lasciata sola un attimo, tanto per essere sicuro che non avesse tempo di spedire un gufo senza che se ne accorgesse. Era quasi certo che a quell'ora avrebbe già scritto la risposta. Draco si sfregava le mani. Non pensava di risolvere così facilmente e lei stessa gli aveva dato la soluzione. Corse da Blaise e gli diede la notizia.




"Accidenti, sarà una rompiballe, ma potrebbe essere davvero utile. Forse ci voleva una mano femminile in questo caso. Noi siamo troppo imbranati in queste faccende." disse Blaise
"Tu sarai imbranato io sono solo ... indeciso. Non so che farne di me stesso." si lamentò Draco.
"Sai, io e Pansy, da amici, stavamo proprio discutendo della tua situazione. E siamo giunti ad una certa conclusione." gli disse l'amico con un sorriso sornione e furbetto.
"E quale?" chiese Draco colto alla sprovvista. Era una settimana che tramava alle spalle di tutti, ma non si era reso conto di essere a sua volta sotto la visione di qualcuno, men che meno di Blaise
"Mh, prima di azzardare vorremmo esserne sicuri, credo che te ne riparleremo dopo la prima lezione di punizione. Almeno Pansy e io ci potremmo fare una bella risata a vedere la tua faccia." vedendo la faccia contrariata di Draco aggiunse "Non è solo Pansy la cieca."
Draco provò in ogni maniera a fare parlare Blaise o Pansy, ma non ci fu nulla da fare. Che cosa potevano aver capito loro, che lui non aveva ancora afferrato. Sentiva che c'era qualcosa in lui, ma non riusciva ad arrivarci da solo. Forse aveva bisogno di aiuto anche lui, come Pansy. Alla fine si arrese ed era quasi ora di cena. Pareva che fosse sempre ora dei pasti e quasi tutti , negli ultimi giorni, gli erano stati rovinati da Potter e dai suoi amichetti. Quella sera finalmente sperava di cenare tranquillamente.



Intanto fra i Grifondoro...
"Allora Harry, hai deciso con chi uscirai la prossima volta." chiese Neville
"Anche tu ti interessi dei miei appuntamenti? Pensavo che gli addetti fossero Ron ed Herm. Non fanno altro che discutere chi sia il meglio tra quelli che mi hanno accerchiato a pranzo. " disse Harry pensieroso.  Era stato troppo preoccupato a  calmare gli animi per rendersi conto di quello che stava succedendo. Tredici ragazzi gli facevano la corte. Herm aveva tenuto il conto per lui. Come faceva a scegliere. Pensò di chiedere consiglio a Gerry, lui era abituato ad essere sotto i riflettori.
"Scusami se mi sono permesso" continuò Neville "ma i tuoi ammiratori corvonero stanno torturando Luna, visto che è la mia ragazza, perchè interceda per loro. Ti chiede perdono e spera che non le mandi i Dramilli a solleticarle i piedi stanotte." Gli consegnò un pacco di pergamene con le dichiarazioni d'amore dei compagni di Luna. Harry sorrise. Non sapeva cosa fossero questi Dramilli, ma dovevano essere dispettosi.
"Rassicura Luna che non ce l'ho con lei. Leggere queste sarà un principio per scegliere qualcuno con cui mi possa divertire un po'. Da quando sono arrivato a scuola, dovendo per forza stare fermo, non ho fatto altro che studiare, per la gioia di Herm, ma sono stufo di stare sui libri."
"Già stufo? E' poco più di una settimana che siamo a scuola" disse Neville ridendo " Ah, un'ultima cosa, poi ti lascio ai tuoi pensieri. Luna mi ha detto di dare un'occhiata alla prima pergamena. Lo conosce bene, e dice che è un bravo ragazzo. Ma non lo dire a nessuno. Se sapessero che ha dato la preferenza a uno, gli alrti si arrabbierebbero molto. Io torno dalla mia ragazza. ci vediamo a cena. Ciao."
"Ciao a dopo." disse salutando Neville che se ne andò. Appena non lo vide più si gettò sulle pergamene. E lesse la prima.

"Ciao, sono Terry Boot e ho la tua stessa età.
Ho capito due anni fa di essere gay e ammetto che
mi sei sempre piaciuto. Mi fa strano pensare che lo
sei anche tu e di avere la possibilità di provare a essere
qualcosa per te. Non so se sceglierai me fra tutti,
ma in questo caso ne sarei molto contento.
Ci vediamo in giro, in ogni caso.
(Devo chiedere perdono a Luna, l'abbiamo
davvero oppressata per avere la possibilità
di essere i primi a farti  leggere queste)
Ciao."

L'aggiunta finale fece sorridere Harry.  Diede una scorsa veloce alle altre pergamene, ma decise di fidarsi del consiglio di Luna. Avrebbe invitato Terry Boots.



Prima di cena...
Prima di entrare Harry prese da parte Luna e gli consegnò una pergamena da dare a Terry.
"Hai deciso di seguire il mio consiglio, allora!" disse Luna con la sua voce sognante.
"Si, non  avevo molti appigli per scegliere, sono sicuro che se dici che è un bravo ragazzo, lo è per davvero." le disse contento.
"Hai davvero una faccia giuliva Harry. Ti ha fatto bene uccidere Voldemort. Eri così cupo, prima."
"Luna ti adoro. Sei l'unica che lo chiama per nome oltre a me. Se non fossi gay, farei a botte con Neville per essere il tuo ragazzo."
"Un ammiratore ipotetico? Chissà quante donne possono vantarsi di averne uno. Terry sarà molto contento di ricevere questa." lo assicurò Luna.
"Magari potresti dargliela dopo, in Sala Comune." le consigliò Harry
"Non capisco perchè"
"Non vorrei che succedesse un putiferio durante la cena."
"Non preoccuparti, sono sicura che Terry terrà un profilo basso."
"Mah, se lo dici tu, mi fido. Grazie." Si salutarono e andarono ognuno a sedersi al tavolo della propria casa.



Durante la cena...
Draco, nonostante la promessa di non farsi influenzare dalla presenza di Harry, guardava di continuo verso di lui, che non lo calcolava minimamente, perchè a sua volta fissava qualcuno al tavolo dei corvonero. Ad un certo punto aveva sentito un grido. Era stato Terry Boots.
"Harry uscirà con me, Harry uscirà con me, trallallà lallà." stupendo Luna che lo conosceva come molto posato, guardando il compagno, che aveva improvvisato un balletto sul posto.
"Per fortuna che doveva tenere un profilo basso." commentò Harry fra l'imbarazzato e il divertito.
"E' stato il vincitore del premio, sarà contento." disse Herm.
"Ora capisco come si sentono le donne, quando sono contese.  Gioe e dolori."



Blaise e Pansy osservarono attentamente la reazione di Draco. Cambiava colore ogni 10 secondi, passava dal bianco più pallido ad un preoccupante color ciliegia, innaturale per lui.
"Allora Blaise, che ti dicevo. E' cotto come una zucca di Halloween." disse Pansy, sussurrando all'orecchio dell'amico.
"Già, ma come faremo?"chiese Blaise sconsolato  " Ci vorrà poco a farlo capire a Draco. Ma Potter credo che in questo momento non sopporti neppure la sua vista. E quando verrà il periodo in cui soffrirà di prurito allo stadio massimo, sarebbe più sicuro tenerli a distanza. Boot potrebbe avere l'occasione di diventare il suo fidanzato. Mi dispiace per Draco, ma con quello scherzo ha perso la sua occasione. io al posto di Potter avrei fatto di peggio. lui al momento si sta limitando ad ignorarlo."
"Io credo che a Potter Draco piaccia ancora" s'intestadì la ragazza.
"Non ne dubito, ma una cosa è piacere, un'altra è essere innamorati. E in questo momento Potter non è innamorato di Draco." poi aggiunse "a proposito, domani devi tenere ancora a bada  Astoria. Verrà lei da te, cerca di tenerla occupata il più possibile, dobbiamo cercare fra le sue cose la risposta che deve spedire, senza che se ne accorga."
"Ma con quale scusa ?" chiese Pansy curiosa
"Non ha importanza tu cerca di tenerla lontana."
"Ok" accettò Pansy.



Più passava il tempo più temevano che Draco esplodesse. Blaise si chiese come era possibile che non si fosse ancora reso conto che si era innamorato del Grifondoro, ma come succede spesso, l'interessato è sempre l'ultimo a rendersi dei proprio sentimenti. Soprattutto quando si tratta di sentimenti anomali e non facilmente accettabili da se stesso e gli altri. Avrebbe fatto di sicuro qualche sciocchezza se nessuno gli avesse fatto capire quali erano le origini del suo malessere. Forse neppure si rendeva conto che in quel momento stava osservando il tavolo dei corvonero, in particolare un certo ragazzo giulivo, con aria assassina.
"Pansy, se non facciamo qualcosa farà del male a qualcuno o a se stesso."



Dopo cena...
Blaise e Pansy videro Draco alzarsi di scatto e dirigersi decisamente verso Terry ed Harry (adesso che li nomino insieme mi sembra un gioco di parole, nda), e dovettero essere molto veloci per bloccarlo.
"Draco, cosa stai facendo? Dove vuoi andare?" chiese il moro, senza fiato per la fatica fatta.
"Da nessuna parte." disse Draco fingendo innocenza.
"Ti prego, non puoi andare là a spintonare, picchiare, schiantare o qualsiasi altra cosa volessi fare a Boot." gli disse Blaise, trattenendolo " E' un corvonero, non sarà comprensivo come Theo, e neanche miracolosamente eroico come Potter, che forse non ha voluto sprecare lo sforzo che ha fatto per farti tornare, facendoti espellere dopo quello scherzo idiota. Se lo tocchi, ti becchi di sicuro una punizione, in solitario. Non sono passate neanche due settimane dall'inizio dell'anno e ne hai già fatte di ogni tipo."
"Uff, che ci posso fare se mi infastidiscono queste manifestazioni... gaie."
"Draco..." intervenne Pansy " sei sicuro che sia questo a darti fastidio? Non ti pare strano che ogni volta che vedi Potter fare le fusa ad un ragazzo ti comporti in questa maniera."
"Non è certo colpa mia se lui è l'unico che fa queste cosa in pubblico." contestò Draco.
"Ok. Allora facciamo un esperimento. Voltati verso destra e guarda. Dimmi cosa provi." gli propose Pansy. Draco curioso obbedì. Alla sua destra c'era Theo con uno dei Tassorosso che si baciavano su una guancia. Draco fu pronto ad accogliere la nausea che lo aveva preso prima, ma... non accadde nulla.
-Ma cosa...?- pensò. Tornò a guardare Terry ed Harry, nausea. Theo, nulla. Nausea, nulla, nausea, nulla, nausea, nulla. Dopo un po' di volte che aveva fatto questo movimento... capì. Sbiancò e senza aggiungere altre parole e neppure guardare i suoi amici, si allontanò e si diresse verso la Sala Comune. Da lì raggiunse il suo letto e vi si buttò vestito com'era.  Pansy e Blaise lo trovarono al buio che rifletteva e borbottava fra se cose incomprensibili.  



"Draco, come ti senti?" gli chiese Blaise una volta raggiunto il compagno nella stanza.
"Come vuoi che mi senta. Uno schifo, una merda." gli disse Draco, spuntando fuori da una coperta che si era tirato fino alla testa "Ho appena capito che mi piace un ragazzo. E non basta scoprire di essere gay, così all'improvviso. Mi sono andato ad innamorare di uno che mi detesta a morte... e a ragione. Dopo lo scherzo non fa che starmi lontano, ed ora, dopo aver rovinato il suo appuntamento con Theo mi eviterà come la peste. Sempre che non venga preso dalla smania e non venga a cercarmi per uccidermi. Cosa posso fare? Di questo passo morirò di fame, o ucciderò Terry Boot  o qualsiasi altro ragazzo si metterà con lui, e finirò ad Azkaban. Ho evitato per un  pelo l'accusa di essere un malvagio mangiamorte, ed ora rischio la prigione... per questo. La vita è ingiusta." E tornò a coprirsi la testa. Blaise lo scoprì nuovamente.
"Ti aiuteremo io e Pansy. Cercheremo di bloccarti se cercherai di fare qualche sciocchezza e anche di tenerti Potter il più lontano possibile. E poi, una volta che avrai scoperto di chi è innamorata Astoria, potresti mandarla a quel paese e cercare di riconquistarlo. In fondo era innamorato di te e sono sicuro che sotto sotto, prova ancora qualcosa. Altrimenti, alla faccia dell'animo nobile dei Grifondoro, ma non si spiega perché non ti abbia denunciato all'istante. Appena starà un po' meglio e saranno lontani i ricordi dello scherzo tornerai all'attacco." Blaise aveva cercato di consolarlo, ma lui non era convinto.
"E se nel frattempo lui e Boot si scoprono innamorati?" obiettò Draco
"Umh, hai ragione. Potresti provarci subito, ma dopo tutto questo potrebbe pensare che lo stai prendendo in giro... ancora. Non so se la prenderebbe bene. Conviene dormirci sopra. Non vedo l'ora di fare la prima lezione di babbanoiologia, " disse Blaise strappando un sorriso a Draco, "che ti ricordo, ci hai procurati tu, sempre per causa di Potter. Spero che almeno la smetti di cacciarci nei guai per colpa sua. Ora mettiti il pigiama e dormici su."
Draco, senza forze e senza sapere che altro fare, fece quello che gli aveva suggerito Blaise. Dormì poco, e quando ci riuscì, sognò che le cose fossero andate diversamente. Che avesse accolto le labbra di Harry, invece di respingerlo. Che non gli avesse fatto quello scherzo idiota che gli precludeva ora un qualsiasi progetto di avvicinarsi a lui.  Ciò se non aveva incubi tremendi, in cui Harry in preda all'ira lo cruciava.  Questa era la punizione per tutto ciò che aveva fatto di male in vita sua. Accidenti, forse sarebbe stato meglio che fosse finito ad Azkaban insieme a suo padre. Scommetteva che non si stava così male ora che non c'erano più dissennatori!
Fine capitolo.




Bab's creek
Eccomi qua, alla fine di questo parto. Volevo pure metterci la lezione di babbanologia, ma poi ho pensato che il capitolo fosse sufficientemente lungo e articolato e ci ho rinunciato.  Ma ci sarà proma o poi.
In questo cap alla fine Draco scopre i suoi sentimenti per Harry e capisce di essere nella   "bip"  fino al collo. Harry c'ha uno stuolo di ammiratori  che hanno preso coraggio proprio grazie allo scherzo di Draco. Ed Harry anche se un po' spaventato dall'improvvisa carica di ragazzi, ne approfitta e si trova un altro ragazzo con cui provare ad uscire, Terry Boot. (Nome scopiazzato dallo smistamento del primo volume).
Il resto lo scopriremo solo vivendo. I nodi stanno venendo al pettine. E sono un po' duretti da sciogliere.
Rispondo alle recensioni.
synystergates: Finalmente Draco ha capito, ed è disperato. I problemi ora si moltiplicano. Pensava che bastasse allontanarlo dalla casa dei serpeverde, per liberarsi dellla sua ossessione. Povero cocco!
Quanto ad Astoria, non so se si capisce chi è il suo lui, al prossimo cap non il nome, ma un altro indizio. Grazie per i complimenti , ciao.
Mitsuki91: Grazie per i complimenti. Questo capitolo è pure betato per quanto riguarda la grammatica. Per il concorso non preoccuparti, tanto non l'ha calcolato nessuno, o quasi.
In questo momento Draco geloso è alquanto depresso, poi... chissà. Forse al prossimo riesco a fare babbanologia. Non riesco a dare a Draco jr lo spazio che merita, ho troppe cose da risolvere, e poi visto che per un bel po' il pov è stato Draco e di conseguenza Serpeverde.
Ah, l'innamorato di Astoria deve essere per forza qualcuno che non è a scuola, altrimenti non servirebbero i gufi. Ciao, ci risentiamo.
Tatydanza: Draco ha capito, alla fine. Quanto al moro bè non si immagina al momento dei sentimenti dell'altro. Pensa che faccia tutto per dispetto. E poi con la sfilza di ragazzi che gli fanno la corte non ha tempo di pensare ad altro.  Speriamo che qualcuno tiri fuori le bip e si dia da fare (lo dico come se si scrivesse da sola, ahah). Grazie per i complimenti, spero di migliorare sempre più. Ciao alla prossima.


Ringrazio anche Bellatrix29 che ha betato questo capitolo, quando la capra dell'autrice è riuscita a spedire la mail. Ringrazio chi mi segue e chi mi legge. Grazie di cuore.
Ci sentiamo al prossimo capitolo.
bab

Ritorna all'indice


Capitolo 13
*** Capitolo 12- Chi è causa del suo mal, pianga se stesso ***


Capitolo 12-Chi è causa del suo mal pianga se stesso Salve salvino, gente! Chi non muore si rivede, potrebbe essere la giusta frase per questa mio nuovo capitolo della fic dopo tanto tempo. Vi avverto che in questo capitolo rivelerò il nome dell'amato di Astoria. Pensavo di tenerlo segreto un altro po', ma dopo tre anni di blocco, in cui questo capitolo è rimasto a metà, l'unica idea che mi è venuta per continuare è stata appunto questa. Vi rimando alla fine del capitolo e a eventuali note.


Capitolo12 - Chi è causa del suo mal, pianga se stesso



La mattina seguente, le prime due ore dopo la colazione, i Serpeverde avevano una noiosissima lezione di storia della magia. Sapevano che non ci sarebbe stata fine a quella tortura. Se il professor Ruf non era stato fermato dalla morte, nulla poteva farlo.
Draco, che si era svegliato con un gran mal di testa, decise di scendere a fare colazione, solo per controllare i movimenti di Astoria. Non che importasse molto se era innamorata o no di qualcun altro. Ma ormai era veramente curioso di sapere chi poteva averle rapito il cuore.  La maggior parte delle volte era completamente lucida, ma avvertiva dei momenti in cui la sua mente era altrove, e dal suo sguardo si capiva che amava. Ogni tanto lanciava un'occhiata verso il tavolo dei Grifondoro. Harry, se non era occupato a grattarsi (Eh sì, stava cominciando la fase critica), lanciava messaggi a Terry Boot, il quale rispondeva. Capì che avevano entrambi la stessa ora buca e che si sarebbero incontrati. Draco fremeva, ma non poteva fare nulla al momento. Cercò di concentrarsi su Astoria. All'arrivò dei gufi il suo viso si illuminò. Poi quando il gufo striato lasciò il suo pacchetto, gli parve euforica. Nascose la pergamena senza leggerla. 
Seguirono le due ore di lezione di storia della magia, durante le quali Draco si era addormentato, dopo aver preso una pozione per il mal di testa. Nessuno ci faceva caso, men che meno il prof. Capitava spesso che qualcuno si addormentasse alle sue lezioni. Succedeva anche quando era vivo: la sua voce aveva un che di soporifero.
Draco uscì dalla lezione rinfrescato. Dopo avrebbero avuto due ore vuote, ma si era ridotta ad una poiché la seconda era occupata dalla prima lezione di Babbanologia.
Durante quella che sarebbe dovuto essere una sessione di studio, nella biblioteca della scuola, Draco notò che Astoria scriveva su una pergamena. Poi la ripiegava, scriveva l'indirizzo e l'infilava in borsa. Era arrivato il momento giusto.
"Astoria, non credi che sia venuto il momento di parlare con Pansy? Prima è, meglio è." le consigliò Draco.
La ragazza gli dette ragione e si alzò in cerca di Pansy, lasciando al biondo modo di agire. Appena vide le ragazze allontanarsi sottobraccio, si buttò sulla borsa di Astoria e le rubò la pergamena. Non ebbe voglia di fare un altro incantesimo duplicante. La prese e la nascose. Voleva vedere come reagiva Astoria nel temere di averla persa. Poi cominciò a studiare. Era da un po' che non si concentrava tanto sullo studio. Cercava di non pensare alla pergamena che aveva nascosto sotto la divisa scolastica, a Harry fra le braccia di quel demente di Terry Boot. -Non ci pensare, non ci pensare, non ci pensare- ripeteva in continuazione come un mantra.
Blaise cercava di distrarlo. A sua volta cercava di non pensare che Astoria stava dicendo a Pansy che era innamorato di lei. In pratica tentavano di supportarsi a vicenda.
Passarono almeno una ventina di minuti. Dopo questo periodo di tempo le ragazze tornarono. Astoria fece l'occhiolino a Blaise, mentre Pansy si sedette seria, senza proferire parola. Né Draco, né Blaise capirono cosa era successo, ma con lo sguardo Astoria li assicurò. Fece poi segno a Draco di seguirlo.  Questo capì che era il momento per i due di chiarirsi. Prese le sue cose con una scusa e si allontanò con quella che era ancora la sua fidanzata.
"Tutto fatto. Ci è rimasta male, perché Blaise non ha avuto le palle di dirglielo lui stesso, ma credo che la cosa non le dispiaccia. Anzi, forse sperava in qualcosa del genere." Disse Astoria.
"Quindi non lo ha mai baciato perché...  ci teneva?" chiese Draco, stupito.
"Già. Noi donne siamo complicate, soprattutto nelle questioni di cuore." Dichiarò Astoria, come se fosse una verità.
"E tu? Non sei complicata?" Chiese Draco.
"Né più, né meno di qualsiasi altra donna. Solo che io ho già trovato l'amore." lo baciò con tenerezza sulle labbra, poi come colta da un improvviso pensiero frugò nella borsa. Non trovò più la lettera che aveva scritto. Frugava con le mani che le tremavano e Draco ebbe la sensazione che stesse per piangere.
"Astoria, hai perso qualcosa?" chiese il biondo, fingendosi preoccupato per lei.
"Non... non trovo più la lettera che dovevo spedire ai miei. Mi... mi deve essere caduta, da qualche parte." Pareva questione di vita o di morte.
"Non c'è bisogno di agitarti in questa maniera. Al massimo la riscriverai. Vuoi che intanto ti aiuti a cercarla?" si propose Draco.
"No, no, non serve. Tu torna pure in sala comune, io do un'occhiata in giro. E se non la trovo farò come mi hai detto tu e la riscriverò. Scusami se ho reagito in maniera esagerata, ma non ho mai perso nulla in vita mia, non ci sono abituata. Tu vai, ti raggiungo prima che arrivi l'ora di Babbanologia." Non vedeva l'ora di liberarsi di lui e visto che la cosa era reciproca...
"Allora ci vediamo dopo." E la lasciò andare. Pensò di correre nella sua stanza per leggerla con calma, poi capì che doveva restituirgliela, se voleva poi richiamarla senza problemi. La aprì e la lesse, per poi copiarla alla meno peggio a mano. La ripiegò con calma e ritornò in biblioteca anche lui.



Nel frattempo in biblioteca...
Blaise era più taciturno che mai. La reazione di Pansy era ... strana. O meglio, poteva capire che ce l'avesse con lui, ma preferiva che reagisse in qualche maniera piuttosto che fare finta niente. Capì che, per una volta, doveva essere lui a prendere il coraggio e parlare dei suoi sentimenti.
"Mi dispiace." esordì dopo un profondo sospiro "Lo so che avrei dovuto parlartene prima, ma pensavo che fossi ancora innamorata di Draco e che non mi avessi mai baciato perché mi ritenevi un amico e nient'altro." Sperò che come scusa bastasse per come si era comportato in quel momento.
"Quindi anch'io sono entrata a fare parte di uno dei piani?" chiese seria "E dimmi? A che numero siamo arrivati?" s'informò la ragazza.
Blaise si scoprì a ridere e scosse la testa.
"Non lo so, ho perso il conto. Che ne dici, vorresti essere la mia ragazza? Scommetto che bacio meglio di Theo e Potter."
Pansy cominciò a sogghignare.
"Blaise, se baciassi peggio di loro due, saresti davvero penoso, per usare un eufemismo." Si toccarono le mani attraverso il tavolo. Pansy non era, come al solito, assatanata e ansiosa di saltargli addosso e lui pensò che fosse un buon segno.
Furono interrotti da Astoria, che tornava per frugare in ogni luogo per cercare qualcosa.
"Scusate se vi disturbo, fate finta che non esista."
"Hai perso qualcosa?" chiese Pansy con voce dolce. Astoria la fissò in voltò: non l'aveva mai vista così... stranita. All'improvviso si chiese se anche lei aveva quella faccia quando pensava al suo innamorato. Sperò che Draco pensasse che fosse per lui che la sua mente ogni tanto si estraniava. Doveva trovare quella pergamena a ogni costo. Anche se era stata cauta, pensando a ogni evenienza, e non aveva scritto il nome a cui la doveva spedire, le parole che vi erano scritte non davano adito a dubbi.
"Allora, l'hai trovata?" chiese la voce di Draco, appoggiandosi alla sedia in cui era seduta Pansy, che era la stessa in cui prima stava Astoria, facendo scivolare la pergamena dietro la schiena della ragazza. Astoria scosse la testa, sentendo il colore andarsene dalla faccia.
"E voi, piccioncini?" continuò, fingendo che la pergamena non fosse nulla d'importante.
"Non male, anche se mi scoccia che venire a sapere di fare parte di uno dei piani." Spinse la voce sull'ultima parola, sapendo di averne un'altro in atto in quello stesso momento. Stringeva ancora la mano a Blaise che da parte sua era al settimo cielo.
"Ehi, piuttosto che tubare, alzatevi, abbiamo la prima lezione di Babbanologia. Credete che una pozione per tirare su il morale possa essere un espediente ignobile?" Tutti risero di cuore, anche Astoria accennò a un sorriso.
Pansy si alzò e Astoria vide la pergamena sulla sedia .
"Oddio, eccola qui." Ci si buttò sopra come se fosse un'assetata nel deserto, poi osservò come un'assatanata verso i suoi compagni "Faccio ancora in tempo a spedirla, senza tardare?"
"Se corri."
La ragazza non se lo fece ripetere due volte e corse, rischiando di scivolare, verso la guferia della scuola che era più vicina della sua stanza e della sua gufetta Lussy.
"Ti aspettiamo davanti all'aula di Babbanologia." le gridò dietro Draco.
"Non so se ho mai visto uno scatto del genere." commentò Blaise "Hai letto la pergamena?"
"Di più, l'ho ricopiata." e gliela sbatté addosso. Il moro la prese, la lesse e poi la porse a Pansy.
"Wow, se è innamorata. Sarei proprio curiosa di sapere chi ispira sentimenti tanto profondi in quella sanguisuga." commentò lei.
"Fra poco lo sapremo. Spero che non abbia messo un luogo senza specificarne il nome."
"Uhm, non credo, anche se sono sempre stati attenti a non mettere un mittente, sono certa che non avranno mai pensato che qualcuno potesse controllare l'indirizzo dei gufi in uscita."
"Fra poco lo vedremo." Draco si avviò e corse anche lui per piazzarsi fuori dal luogo in cui i gufi stavano per uscire. Appena vide l'animale uscire, usò Accio e richiamò la pergamena che arrivò sana e salva fra le sue mani. Lesse l'indirizzo e il nome ed ebbe un moto di disgusto.
"Oh, Merlino, uccidimi." borbottò "Come può preferire quello a me!"
Non aveva tempo per altro e raggiunse di corsa Pansy e Blaise che lo attendevano davanti all'aula. Aveva il fiatone e non sapeva come rispondere alle domande dei due amici.
"Almeno ci puoi dire se hai scoperto chi è l'innamorato di Astoria?" Annuì e anche se il fiato gli era appena tornato non poté aggiungere altro. La sua fidanzata, almeno per il momento, era allegra per essere riuscita nell'intento.
"Sono arrivata in tempo? Fiuu, non avrei fatto una bella figura con la professoressa Weasley. se avessi tardato."
"Già, e tu ci tieni molto a fare bella figura con lei, vero?" chiese sarcastico Draco.
"Per Morgana, la smetti di remare contro? Non capisco perché TU non ci tieni per nulla alla tua Casa!"
Fece un giro su se stessa e entrò a testa alta nell'aula, pronta alla sua prima lezione di una cosa di cui non le sarebbe importato una cippa, se non fosse che ne era costretta e se non fosse che... uff, meglio se non ci pensava.
"Sei stato davvero stronzo. Da quando usi un tono così irriverente con lei? Deve essere col del fatto che ti sei scoperto gay." lo rimproverò Pansy.
"No, ho solo scoperto di chi si è innamorata e si è abbassata di colpo la mia stima per lei."
"E chi sarà mai? Ti ricordo che tu hai una cotta per il Golden Boy, che detto tra noi di dorato ha davvero poco." lo sfidò ancora la ragazza "Il peggio che gli può capitare è di avere una cotta per Lenticchia, ma non può essere lui, essendo a Hogwarts."
"Però ci è molto vicino." sorrise Draco, senza aggiungere altro. Lasciò i suoi amici con un palmo di naso a rimuginare su quelle parole e raggiunse Astoria.



L'aula era molto animata. L'idea che i Serpeverde facessero lezione di Babbanologia, aveva attirato un sacco di curiosi e Molly non era sicura di facerla a tenere a bada tanti ragazzi, anche dopo l'esperienza con i suoi figli. Appena entrata in sala si fece silenzio e, a parte qualche risatina nervosa,  non ci fu un movimento da parte dei Serpeverde.
"Buongiorno a tutti." La classe rispose prontamente al saluto "Da oggi è partita la prima lezione di punizione per i Serpeverde, o almeno per una parte di essi. Gli altri li vedrò nelle prossime ore e nei prossimi giorni. Spero che la lezione vi appaia meno noiosa, stupida e inutile di ciò che pensate. Detto questo passiamo al proverbio di oggi. Chi è causa del sul mal, pianga se stesso. Qualcuno di voi mi può spiegare il suo significato?"
Astoria alzò un braccio, da brava studentessa.
"Greengrass, mi dica la sua interpretazione." accondiscese Molly.
"Per la mia idea è molto semplice. Ciascuno deve essere cosciente delle proprie azione, perciò se da ciò che uno fa ne riceve danno, non può incolparne gli altri."
"Sembra creato apposta per te." sussurrò Blaise a Draco che gli mostrò la lingua.
"Esatto, cinque punti a Serpeverde. Sono contenta di vedere che vi applicate. Ora continuiamo. Oggi parleremo del telefono. Un oggetto che i Babbani usano per comunicare tra di loro. Questo è uno dei più antichi strumenti di contatto a distanza. Prima c'era il Codice Morse, ma non tutti erano in grado di comprenderlo. Qualcuno di voi si vorrebbe presentare come volontario per un piccolo esperimento?"
Nessuno alzava la mano, perciò Molly cominciò a studiare i volti per chiamare qualcuno lei. La voce di Astoria si fece sentire ancora, fra lo stupore degli appartenenti della sua Casa, o almeno alcuni.
"Potrei venire io?" propose timidamente.
"Con piacere signorina. Lei vuole proprio tenere alto il buon nome della sua Casa, complimenti."
"Faccio quello che posso."
Si sedette in un tavolinetto accanto a un aggeggio strano che non aveva mai visto e attese istruzioni.
"Quello è il telefono. Appena trillerà, lei dovrà prendere in mano la cornetta, quell'affare appoggiato sopra e dire Pronto. Crede di riuscire a farcela?"
"Ci provo." disse alzando le spalle.
"Brava questo è lo spirito giusto. La mia assistente, nella stanza attigua, lo farà suonare, così sentirà la sua voce senza averla vicina e senza bisogno di strillare."
L'esperimento proseguì, ma Pansy non era in vena di seguire la lezione tacendo.
"Come è ossequiosa. Sembra che voglia diventare la cocca della prof." commentò malignamente.
"Vuole solo fare colpo su quella che potrebbe essere la sua futura suocera"
"Allora è sicuro che sia uno dei rossi Weasley, il suo innamorato? L'unico single era Charlie, lo studioso dei draghi, ma penso che sia un po' troppo grande per lei."
"No, alla festa alla Tana, nome adatto per casa Weasley, poiché assomigliano a qualche specie di animali, ho visto che si è fidanzato pure lui,. Ora che mi ricordo l'unico che non era accompagnato da nessuno e che ha parlato tutto il tempo con Astoria è Percy Weasley." e mostrò agli amici la pergamena con il suo nome.
"Quello con gli occhiali di corno? Bleah, credo che si sia scelto il peggiore della covata." La smorfia di Pansy fece ridere i due compagni. "Ma come mai l'ha spedita al Ministero della Magia?"
"Suppongo che non volesse che la sua famiglia scoprisse la tresca." fu il pensiero di Draco. "Con il fatto che è il Primo Ministro della Magia, fintanto che non ne sceglieranno uno definitivo, potrebbe avere la possibilità di riceve la posta senza dare spiegazioni."
Intanto osservavano mentre Astoria ridacchiava innervosita con quella cosa in mano e parlava al qualcuno che non era presente. O meglio strillava. Più di una volta, bonariamente, la prof le aveva rammentato che non doveva farlo, ma sembrava istintivo. Alla fine sembrò aver capito e cominciò a parlare con tono normale.
"Questo telefono è davvero straordinario." fu il suo commento alla fine dell'esercizio "I Babbani sono davvero ingegnosi."
"Sei stata davvero brava e disponibile, complimenti. Altri venti punti a Serpeverde."



Astoria tornò al suo posto baldanzosa.
"Allora, come sono andata?" chiese a Draco con un sorriso.
"Bene... credo. Suppongo che i punti che hai fatto vincere alla nostra Casa dimostrino che la prof ha apprezzato il tuo sforzo." fu il commento di Draco.
"Di questo passo diventerai la sua allieva preferita, anche se di una Casa che non gli è consona. Ho sentito dire che era una Tassorosso." Pansy fece una smorfia, come per dire Che schifo.
"Pansy." disse seria, richiamando la compagna e mettendo una mano sulla spalla di Draco "Abbiamo già chi rema contro, non ti ci mettere anche tu, o finisce che riammetteranno le torture fisiche solo per noi."
La ragazza impallidì e tacque: Astoria era davvero tremenda quando si trattava di terrorizzare le persone.
"Seguiamo la lezione in silenzio. Devo ammettere che è stato divertente, anche se mi sta fischiando un orecchio e Hermione Granger non ha fatto che parlarmi male di te, caro tesoro, dall'altra parte della cornetta. " commentò rivolgendosi a Draco.  Il ragazzo stringeva i denti e solo per poco non le rinfacciò la scoperta del suo pessimo gusto in fatto di uomini. "A quanto pare la prof la sta usando come assistente, poiché, nonostante abbia perso l'intero anno scolastico, è molto più avanti di chiunque in questa scuola. Mi chiedo se sarebbe così coccolata, se non fosse fidanzata con suo figlio."
"Sei invidiosa, forse?" le chiese Draco, lasciandola un attimo in sospeso. La vide irrigidirsi e tendere l'orecchio in una frase che le facesse sperare che nessuno avesse capito di chi era innamorata "Non preoccuparti" aggiunse il suo ragazzo, che non aveva fretta di smascherarla "di questo passo lo diventerai tu."
Astoria sospirò rassicurata e si mise sull'attenti.
"Dovresti ringraziarmi per gli sforzi che faccio per mantenere alto il nome della nostra Casa e smettere di trovare occasioni per affondarlo definitivamente. A parte questo, se lo desidero, posso dare il meglio di me in qualunque campo."
Draco non aggiunse altro e pensò come l'avrebbe presa se nei giorni seguenti, quando il suo amore le avrebbe detto di non aver mai ricevuto quel gufo. Pensava ciò, mentre la preside McGranit spalancò la porta dell'aula senza farsi annunciare.
"Lezione sospesa, potete lasciare la stanza e fare ciò che più vi aggrada. Molly!" esclamò verso la prof "Hanno spedito un gufo speciale. Fleur sta per partorire, puoi andare da lei. L'Elfo Domestico ti sta già aspettando."
Molly si scusò, salutò gli allievi e corse via, dopo averli salutati frettolosamente. La preside, che al momento dell'avviso era impegnata in una lezione di Trasfigurazione, lasciò liberi i ragazzi, ricordando però, chi era interessato, che al ritorno della professoressa Weasley ci sarebbe stata una cerimonia di commemorazione per la compianta professoressa Charity Burbage. Osservò un attimo la zona dei Serpeverde, soprattutto Draco Malfoy. Sapeva che era stato lui il primo a raccontare, dopo la morte di Voldemort, la fine della donna, uccisa dal Mago Oscuro e poi data in pasto a Nagini. Per questo era contenta che il ragazzo fosse tornato a Hogwarts e si era stupita del suo comportamento. Perciò, nonostante fosse certa della sua colpevolezza, aveva ammirato il contegno con cui tutti gli appartenenti alla Casa verde argento si erano presi la punizione per lui. Il suo sorriso tranquillo trasfigurò in una smorfia di orrore quando vide il ragazzo scivolare sotto il banco, dopo aver vomitato l'anima.



Aveva vomitato anche quella volta, Draco, mentre era davanti a coloro che erano giunti a interrogarlo e aveva raccontato ciò che sapeva sul Signore Oscuro. Per tutto l'interrogatorio era rimasto triste e dimesso, ma non aveva battuto ciglio. Rammentare l'episodio ancora fresco della morte di un'insegnante che a mala pena  ricordava durante gli anni passati a Hogwarts, lo aveva scosso fino in fondo all'anima e, mentre raccontava tutto nei particolari, l'ultimo pasto era finito sul pavimento.
Lo stesso era accaduto in quel momento. La colazione di Draco sul pavimento e lui che ci finiva sopra, mezzo svenuto. Tutti lo soccorsero, compresa la preside e, nel momento concitato, nessuno si accorse di una pergamena che era rimasta a terra. Lo portarono nell'infermeria.
Hermione Granger, uscendo dallo stanzino in cui si era rinchiuso per eseguire l'esperimento con il telefono, messa al corrente di ciò che era successo, pensò bene di mettersi a pulire. Fu così che trovò la pergamena diretta a Percy e, incuriosita, la mise in una tasca della divisa scolastica. L'avrebbe letta assieme a Ron e a Harry, sperando che fosse una maniera per fargli passare il tempo senza pensare al prurito, che peggiorava di mano che guarivano le ferite.




Bab's creek
Ok, commentino, ino, ino.
Come avrete già capito, questo capitolo è stato un parto durato tre anni. Mi dispiace aver lasciato questa fic incompiuta per tanto tempo, io per prima odio le cose lasciate a metà, ma, ogni volta che tentavo di rimetterci mano, il vuoto era l'unico mio compagno. Non aggiornerò tanto spesso come facevo una volta, che in due mesi ho postato 12 capitoli, scrivendoli tutti exnovo, poiché sono impegnata in alcuni contest con il forum di EFP, ma cercherò di impegnarmi per non interrompere ancora così a lungo.
Non commento le recensioni di tre anni fa, spero solo che chi seguiva lo faccia ancora. Come avrete capito nessuno ha indovinato chi fosse l'AMMore di Astoria. Chiedo anche perdono, non sapevo ci fosse un divieto per queste specie di concorsi, che posso istigare recensioni senza merito. Starò più attenta d'ora in poi (oltretutto non è che abbia ricevuto una marea di risposte, quindi nulla di fatto).
Spero che la coppia non vi sembri troppo assurda, l'ho usata anche in altre fic, giusto per appioppare Astoria a qualcuno (e visto che non mi ricordavo il nome della moglie di Percy ne ho approfittato).  Dovrei anche prendere in considerazione l'idea di revisionare i capitoli precedenti, giusto per eliminare qualche errore di distrazione che ho notato rileggendo la fic e qualche altro di concordanza con la storia, tipo che ho fatto diventare Percy Ministro della Magia Provvisorio e non l'ho neppure accennato nei capitoli passati. Nei prossimi capitoli quasi certamente il pov tornerà dei Grifoni, ormai ho esaurito l'argomento Serpi e i piani sono stati tutti risolti, in una maniera o nell'altra.
Detto questo ringrazio semplicemente chi mi lasciò le recensioni all'ultimo capitolo. Grazie a Vane xx, Haidee, Tatydanza (che fine ha fatto la tua Drarry!?! )e JulyenneDark.
Ciao e al prossimo capitolo (giuro che ci sarà!).

Ritorna all'indice


Questa storia è archiviata su: EFP

/viewstory.php?sid=1028493