Una luce dal passato

di RanmaSaotome
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 01-Ricordi e Ritorni dal Passato ***
Capitolo 2: *** 02-Chi sei ***
Capitolo 3: *** 03-Il viaggio ha inizio ***
Capitolo 4: *** 04-L'orrore della guerra ***
Capitolo 5: *** 05-Cambio di programma ***
Capitolo 6: *** 06-Pericoli in territorio nemico ***



Capitolo 1
*** 01-Ricordi e Ritorni dal Passato ***


Questa è la mia prima fanfiction, quindi non pretendo che sia bella e interessante, ma mi farebbe piacere ricevere dei commenti, anche negativi, aiutano a migliorare....grazie e buona lettura a tutti.... LEGENDA: "conversazioni" *pensieri*

Un piccolo salto indietro...

Oda Nobunaga era sul punto di unificare la nazione quando venne assassinato nel 1582. Toyotomi Hideyoshi succedette a Nobunaga e unificò la nazione nel 1590.
Dopo la morte di Hideyoshi, il suo generale più fidato prese il suo posto, successivamente un conflitto sorto con il clan Toyotomi, per ottenere il supporto di diversi signori della guerra, spaccarono il Giappone in due, la parte che andava dalla moderna regione di Hokkaido, passando per la regione di Tohoku e parte del Chubu andarono al generale di Hideyoshi, la restante parte del Giappone venne conquistata da Toyotomi Hideyori (il figlio di Hideyoshi), entrambe si contendevano la regione di Kanto dove risedeva Edo, la moderna Tokio...
storicamente questo periodo viene chiamato Periodo Edo, ma dalle popolazioni che erano soggette al potere dei due clan questa guerra venne definita "La Guerra Dei 2 Soli":

Nel 1600 le forze del generale di Hideyoshi venivano surclassate da quelle di Hideyori e del suo generale Fukushima Masanori nella battaglia Sekigahara, le armate del generale erano allo stremo, bambini e vecchi impugnarono le armi per difendere il proprio shogun:

--------------------SOGNO DI ????? 1^PARTE--------------------
Battaglia di Sekigahara, 1600, un piccolo esercito male armato e mal corrazzato, ma con un ottimo addestramento veniva definitivamente sconfitto dalle armate di Hideyori, una sola immagine rimase, un uomo in tenuta da combattimento con affianco un bambino di età non superiore ai 5 anni:

"Papà, stai bene?" domandò un bambino visibilmente spaventato....al quale rispose un padre affaticato e ferito a morte

"Non voglio mentirti"

"Te ne stai andando anche tu?" fu l'altra domanda del bambino, ormai completamente terrorizzato da pensiero di poter perder il proprio padre il quale voleva rispondergli di no, voleva dirgli che sarebbe andato tutto bene e che sarebbero tornati a casa loro, ma Fukushima lo uccise ancora prima che potesse proferire parola....

"P..a..Pà???" non seppe dire altro con davanti agli occhi l'immagine del padre che crollava a terra definitivamente, senza vita..

Tanta forza c'era in quel bambino, tanto coraggio per avere appena 5 anni, si scagliò sul assassino di suo padre, ma non tenne conto che quel mostro non avrebbe avuto pietà, nemmeno di un bambino...e proprio quando Fukushima stava per dargli il colpo di grazia...

"Fermati Fukushima!" una voce fermò l'attacco finale di quell'uomo che non stava mostrando pietà neppure per un bambino...

"Mio signore, è un nemico, DEVE morire" le parole erano chiare e anche il modo in cui teneva la sua spada puntata verso il collo del bambino, l'unico superstite, voleva ucciderlo...ma il suo shogun non era dello stesso parere...

"Non qui, e non ora"

"Non è ancora la tua ora ragazzino, torna dal tuo presunto shogun e digli che ben presto anche lui farà la stessa fine dei suoi soldati, VATTENE" disse rivolgendosi al bambino, dopo aver ricevuto l'ordine inequivocabile del suo shogun...

"Sta tranquillo Fukushima, avrò la mia VENDETTA, pagherai caro il giorno in cui hai ucciso mio padre!!" *E sta tranquillo Soun shogun del clan Tendo che toccherà anche a te, lo giuro sul mio onore e su quello del mio defunto padre*
Tuttavia quel bambino non ritornò mai al palazzo dello shogun, ma come nessuno aveva mai fatto si addentrò nella foresta di Niigata, al confine tra i territori dei clan Tendo e Toyotomi, direzione "casa"....mentre rabbia, disperazione, tristezza e desiderio di vendetta tormentavano l'animo di un bambino di appena 6 anni....
----------------------FINE SOGNO DI ????? 1^PARTE---------------------
Anno 1611, nel presente
----------------------SOGNO DI ????? 2^PARTE----------------------------
"Papà?" fu la domanda di un ragazzo, alto, con una muscolatura ben definita, con capelli neri non troppo lunghi raccolti in un codino.... che ottenne la risposta lontana di un uomo, all'apparenza sui quarant'anni con una bandana in testa che ricopriva interamente la zona in cui avrebbe dovuto avere i capelli....

"Figliolo, come sei cresciuto"

"Questo deve essere un sogno, tu sei morto" non era uno stupido quel ragazzo e infatti se ne accorse subito, anche se gli faceva una certa impressione avere sua padre li davanti....

"Hai proprio ragione, io sono morto, ma tu devi vivere, torna al mondo reale, c'è gente che ha bisogno di te e hai una missione"
furono le parole del padre, che non sembrava neanche lui....da come parlava...

"Quella gente non ha bisogno di uno come me" fu il verdetto del ragazzo, non gli importava niente delle persone...desiderava solo portare a compimento un giorno o l'altro la sua vendetta...

"Perchè? Io ti ho addestrato per questo, per essere il migliore" era una domanda, tuttavia con un verdetto ben preciso, lui aveva addestrato, per quanto aveva potuto, quel ragazzo per diventare ed ESSERE il migliore....

"E' proprio questo il problema, io sono solo questo e nient'altro, in mezzo agli altri io non so chi sono"

"Un giorno lo scoprirai"

"Dimmelo tu!! Che cosa sono io??? Mi hai creato tu" aveva bisogno di una risposta, sapeva qual'era ora la sua missione, ma di tutto il resto lui non sapeva niente....e il padre gli rispose con una tonalità di voce alta....

"Sei una fottuta macchina da guerra che non ha portato a termine la sua promessa, sul suo onore, di vendicarmi, e ora è finita"

"NON E' FINITO NIENTE!!!!" rispose urlando il ragazzo prima di risvegliarsi di soprassalto

--------------------FINE SOGNO DI ????? 2^PARTE-------------------

"Tutto bene Ranma??" un altro ragazzo raggiunse la stanza dove riposava quel ragazzo di nome Ranma....anch'esso era alto, capelli corti, sul nero, come lui, ma senza codino....non aveva la stessa stazza muscolare di Ranma, ma si poteva immaginare che anch'esso era stato addestrato, se non nelle arti marziali, almeno in qualcos'altro....

"Si, ti ringrazio Kasumoto, era solo un incubo"

"Ultimamente si sono fatti sempre più frequenti, sarà il segno di qualcosa?" quel ragazzo di nome Kasumoto si presentò anche abbastanza superstizioso, credeva nei presagi, nel destino....ma c'era chi non era dello stesso parere....

"Non ho mai creduto nei presagi" si fermò un attimo per poi riprendere a parlare....

"Secondo te ho tradito l'onore di mio padre non vendicandolo subito?" ma la risposta di Kasumoto fu subito chiara e convincente...

"No non credo, se aveste affrontato subito lo shogun sareste morto anche voi, ma perchè non lasciate perdere? Sono passati 11 anni ormai"

"L'ho promesso, prima Tendo, poi Fukushima" erano passati 11 anni, ma ancora ricordava la promessa che fece, e quanto è vero che si chiamava Ranma Saotome l'avrebbe portata a termine....

Intanto fuori dalla finestra si sentivano i tuoni della tempesta che imperversava tra quegli alberi...

"Brutto tempo stanotte, cattivi presagi" disse osservando i lampi che illuminavano la stanza attraverso la luce che proveniva dalla finestra di questa....e Ranma gli ripetette un'altra volta...

"Ti ho già detto che non credo nei presagi e soprattutto un vantaggio della foresta di Niigata è che per tutti è luogo maledetto e infestato da banditi, inaccessibile a chiunque"

"Sarà come dite" non ci credeva fino in fondo, ma aveva fiducia di quel ragazzo e se tutto fosse rimasto così era ancora meglio...

Nello stesso momento lontani dal palazzo reale dello shogun Tendo e abbastanza vicini alla foresta di Niigata...

"Forza principessa, non possiamo fermarci, ci sono ancora addosso" furono le parole di un uomo che correva nella tempesta con poco dietro una ragazza dai capelli corti....

"Non ce la faremo a seminarli vero Omura?" Omura, era il nome dell'uomo che accompagnava nella fuga quella ragazza, di bassa statura, muscoli pochi, ma non era nemmeno molto gracile, per quanto riguarda i capelli, beh, regnava il deserto più assoluto...

"Non lo so principessa, ma ho giurato a vostro padre di difendervi al costo della vita, ed è ciò che farò" una promessa degna di un samurai, che era ciò che era Omura...

"Grazie" gli rispose la principessa sorridendo, ancora in corsa....prima del verdetto finale di Omura...

"Stanno arrivando"

Ma in quel momento la principessa non molto lontano da li vide quella che poteva essere la salvezza....

"Omura guarda! Una foresta, potremo far predere le nostre tracce"

Ma già dalla semplice vista di questa si vedeva che doveva essere un luogo tetro, testimonianza ne era il fatto che anche Omura ne aveva timore....

*La foresta di Niigata, luogo maledetto evitato da tutti, tutti quelli che vi sono entrati non sono mai tornati indietro, anche se arrivati a questo punto, tra i nemici e la foresta maledetta* "Proviamoci principessa, rifugiamoci nella foresta!" *E speriamo bene*

Detto, fatto, cominciarono a correre nella foresta, la principessa con la speranza di seminare gli inseguitori, Omura nella paura di incontrare qualcosa di peggio dei soldati nemici e tra rumori che incutevano terrore e sagome che mettevano più paura della morte stessa, in lontananza intravidero un'abitazione....con la successiva proposta della principessa....

"Guardi Omura, un'abitazione, rifugiamoci li"

"PRINCIPESSA!" Disse quasi urlando facendo fermare la corsa della principessa, che non capiva il perchè l'avesse fatta fermare considerato il fatto che probabilmente avevano i nemici ancora dietro di loro....

"Non c'è tempo da perdere" e Omura spiegò il perchè l'avesse fermata e perchè aveva tanto timore di quel posto....

"Non so quanto possa convenirci, su questa foresta girano leggende strane e terribili, chiunque si sia addentrato in essa non ne è mai uscito vivo, gode di cattiva fama...come quella casa....dicono che li risieda il guardiano della foresta, un essere terribile che non ha alcuna pietà, per nessuno e fuori da quella casa, tra banditi e assassini in fuga dalla giustizia non c'è certo da star tranquilli"

"E allora?" era una domanda quella della principessa come per dire "e ora che facciamo?", detta anche con il fiatone per la corsa e la paura per le parole precedenti di Omura....

"Non lo so, a questo punto tornare indietro equivale a morte certa, quindi tantovale entrare" e con un pò di timore si avviò verso quella che era la porta di quella cupa abitazione nel cuore della foresta, definita da tutti "la foresta maledetta"...nel frattempo, i comportamenti di Omura, che prima sembrava non volesse entrare nell'abitazione poi è il primo ad avvicinarcisi, poi un momento prima tremava di paura, il momento dopo sembrava il più coraggioso dei samurai....portarono la principessa a un simpatico pensiero....

*Strano come samurai Omura* mentre Omura la incitava a avvicinarsi e a non rimanere troppo nel bel mezzo della foresta che era temuta da tutti.....

"Forza principessa"

Insieme varcarono la porta di quella casa e si ritrovarono dinnanzi a uno spettacolo incredibile....

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Capitolo 2
*** 02-Chi sei ***


Un ringraziamento a Tiger eyes, laurastella e fmi89 per aver commentato e per i loro consigli, questo capitolo è una piccola rielaborazione di quello inziale che si trova su manganet.it, come il primo capitolo della storia, è una revisione anche quello, in ogni caso sono contento che abbiate commentato, anche le critiche servono, aiutano a migliorare, non pretendo che sia una delle migliori che abbiate letto ma spero almeno che continuerete a seguirla, grazie ancora, buona lettura e al prossimo capitolo

Insieme varcarono la porta di quella casa e si ritrovarono dinnanzi a uno spettacolo incredibile, non era grande come casa, ne da fuori si direbbe che fosse messa bene dentro, non era di certo il palazzo reale, ma sicuramente era una casa incredibile, strutturalmente messa bene, non molto arredata, quel poco che basta, era illuminata poco, l'unica illuminazione erano 2 piccoli candelabri e qualche candela, ma le cose che si notavano di più erano le centinaia di attrezzature per la guerra e per l'allenamento che erano presenti in quella stanza...e una semplice tenuta da allenamento, di quelle normali, ma molto malridotta, con segni di ricucitura in diversi punti e strappi in tanti altri, sembrava che fosse stata indossata in molte battaglie e era possibile vederla perchè si trovava, forse per scelta, nella parte più illuminata della stanza, quella illuminata dai due candelabri....mentre ammiravano la stanza, un rumore colse la loro attenzione...

"Co...Cos'era?" chiese la principessa e si poteva notare dall'espressione che aveva in volto che era alquanto impaurita

"Non ne ho idea principessa, forse abbiamo fatto un errore ad entrare qui" rispose un Omura anch'esso spaventato e lo si poteva notare solo dalla voce perchè essendo un guerriero era stato addestrato a non far trapelare alcuna emozione sul suo volto...
si guadò per un attimo intorno per vedere se si riusciva a intravedere qualsiasi cosa nonostante la scarsa illuminazione di quella stanza, infine afferrò la principessa per un braccio e cominciarono a indietreggiare in direzione della porta

Proprio mentre si stavano voltando per andarsene una figura li bloccò

"Vi siete intrufolati in casa mia senza permesso" dalla poca luce presente nella stanza non era possibile vedere chiaramente il volto di quella persona, ma si poteva notare che era un ragazzo, con non più di 16 anni

"Ci dispiace, ce ne stiamo andando subito" disse la principessa nella quale la paura stava ancora crescendo

"Io non credo, nessuno esce vivo dalla foresta, dovreste saperlo" la voce con cui rispose il ragazzo era fredda e dal suo volto, per quel poco che si poteva notare, non trapelava alcuna espressione era quasi come una statua di ghiaccio e non solo per il fatto che metteva i brividi

"La principessa ha detto che gli dispiace, quindi ora ce ne andiamo!" detto ciò Omura, con finta freddezza, afferrò la principessa per un braccio e cercò di schivare il ragazzo che avevano di fronte per poter uscire da quella casa degli incubi, ma ancora una volta quell' individuo gli si parò davanti, sembrava intenzionato a non farli uscire

"Non ti conviene rivolgerti a me in quel modo" nonostante la risposta, che poteva sembrare data da una persona che si sentiva offessa da quelle parole, dal viso di quel ragazzo non si riusciva a capire se era arrabbiato o altro, era un ragazzo indecifrabile

"Ora basta!!! Togliti dalla porta o giuro che ci penserò io con le cattive" ormai non ce la faceva più, paura, tensione e in parte rabbia esplosero in Omura che dopo aver urlato contro il ragazzo lo attaccò cercando di farsi strada verso la porta dell'abitazione, tuttavia, il ragazzo che avevano di fronte però sembrava non aver prestato attenzione alle parole di Omura, e non sembrava nemmeno che gli attacchi di quest'ultimo lo mettessero in difficoltà, schivò abilmente una discreta quantità di colpi e dopo l'ultimo calcio, schivato anch'esso e con un Omura a corto di fiato, il ragazzo si avvicinò a lui

"Sai? Io combattevo così all'età di 5 anni, sono caduti così in bassi i metodi di addestramento del clan Tendo?"

*COSA???* pensarono all'unisono la principessa e Omura, che il clan dei Tendo fosse conosciuto lo sapevano, non c'era da sturpirsi, ma come poteva sapere, quel ragazzo che viveva in un posto così isolato e distaccato dal resto del mondo, quali fossero i vecchi metodi di addestramento del clan Tendo, a meno che

"Eh si" disse, sorprendendoli e forse dando vita alla prima espressione da quando gli si era parato davanti, semplicemente alzò le sopracciglia

Nel frattempo la tempesta non accennava a fermarsi fuori, il ragazzo, osservando il temporale e quei due individui bagnati come pulcini, tremanti dal freddo e dalla "paura" decise di dare ospitalità per la prima volta a qualcuno, dopo Kasumoto

"Andrò contro i miei principi, per stanotte potete rimanere, domattina all'alba ve ne andrete volenti o nolenti" poche frasi, dette freddamente per poi allontanarsi da loro e avvicinarsi alla finestra della parete sinistra della stanza

"S..Si, comunque il mio nome è Akane....Akane " prima che potesse finire la frase con il suo cognome la finì lui per lei

"Tendo....vero?"

"Oooo, ti sei accorto che è la figlia dello shogun Tendo allora, quindi saprai anche che.." Omura stava per dirgli che in quanto principessa lui avrebbe dovuto tenere un comportamento più rispettoso nei suoi riguardi ma...

"SILENZIO!!!" urlò semplicemente, ma non arrabbiato, quell'urlo aveva il solo scopo di ottenere il silenzio da parte di Omura per poter ascoltare qualcosa che aveva udito provenire dalla foresta, qualcosa di diverso rispetto ai normali rumori degli animali e al fracasso che facevano i malviventi che trovavano rifugio nella foresta, questo era un suono diverso, quasi impercettibile per chi non fosse allenato nello sviluppo di tutti i sensi

"MA COME TI..." cercò di controbbattere quest'ultimo ormai visibilmente alterato

"Sta ZITTO!! Sono qui, vi hanno seguiti" continuando a guardare fuori dalla finestra alla ricerca di un immagine per capire chi fossero quelle persone che si stavano avvicinando

"Non è possibile, hanno tutti paura di questa foresta è luogo maledetto" ormai più che la rabbia, di nuovo la paura si impadronì di Omura

"Non gli immortali a quanto sembra" disse il ragazzo continuando a guardare fuori dalla finestra, ma tra il buio della notte e la fitta rete di alberi della foresta si riuscivano a malapena a distinguere il debole rumore dei passi di qualcuno che si avvicinava

"I chi??" domandò incuriosita la principessa

"Sono..." Omura iniziò a dargli la risposta ma venne interrotto dal ragazzo che finì per lui

"Guerrieri addestrati dal generale Fukushima in persona, addestrati a non avere paura a muoversi più rapidamente di un lampo a uccidere senza essere visti o sentiti, vengono definiti immortali perchè se ne uccidi uno ne hai sempre un altro alle spalle che ti taglierà la gola, merito appunto della loro grande velocità nello spostarsi e la loro grande bravura nell'uccidere e incassare colpi senza dare spazio al dolore, sono i migliori"

"Sai molto su di loro, chi mi dice che non sei uno di loro anche tu" disse con aria di sospetto Omura, che non si fidava di quel ragazzo, di cui d'altronde non conoscevano nemmeno ancora il nome

"Se lo fossi vi avrei ucciso appena entrati in casa mia"

Entrambi erano sbalorditi e allo stesso tempo spaventati da quello strano ragazzo...ma non avevano tempo per farsi cogliere dal panico e farsi paralizzare dalla paura, quei guerrieri che si stavano aggirando intorno alla casa potevano essere veramente così forti come diceva quel ragazzo e la dimostrazione della loro velocità la ebbero quando con forza, rompendo una finestra, un gruppo di quei guerrieri riuscirono a entrare nella casa con l'obiettivo di uccidere o catturare la principessa, avevano un abito da battaglia sul nero, che gli permetteva di mimetizzarsi con l'oscurità, e il volto era coperto da una specie di passamontagna, avevano un equipaggiamento leggero, infatti non potevano portarsi dietro cose pesanti o ingombranti se dovevano muoversi velocemente, Omura in nome della promessa fatta al padre della Principessa cercò di difenderla dall'attacco di questi, ma non era così abile da resistere a guerrieri addestrati dal generale Fukushima il persona e con alle spalle anni di omicidi e razzie....e Omura se ne rese conto ben presto

*Incredibile quanto io sia piccolo a confronto con questi guerrieri, speravo che la foresta ci portasse in salvo dall'attacco dei soldati di Toyotoma ma a quanto pare mi sbagliavo*

mentre ormai Omura era finito praticamente in ginocchio, surclassato dalla forza di quei guerrieri a lui si avvicinò quel ragazzo, che fino ad allora era rimasto in un angolo a osservare e mentre si avvicinava cominciò a parlargli

"Ora conosci i tuoi limiti, come ci si sente....a non poter fare nulla per difendere qualcuno"

nel frattempo quei guerrieri che erano ancora intorno a Omura si girarono verso il ragazzo e cominciarono a fissarlo, mentre Omura ammetteva di aver perso, ma non parlò, solo nella sua mente lo ammise

"......" *Odio ammatterlo ma ha ragione*

"La Principessa del clan dei Tendo deve essere qui dentro, prendete le torce e date fuoco a questa topaia, MUOVETEVI!!" sono le parole che si udirono fuori dalla casa, forse del generale di quel piccolo gruppo di guerrieri....tra i presenti solo il ragazzo riconobbe a chi apparteneva quella voce...

*Fukushima* una sensazione d'odio e di rabbia lo prese, che fosse il giorno della sua vendetta?

Tentò di uscire dalla casa per vedere in faccia se quell'uomo, di cui ha udito la voce, fosse veramente quello che stava cercando, ma a quanto pare quei guerrieri, che prima erano entrati nella casa, non avevano intenzione di farlo uscire, nemmeno a lui....

"Toglietevi di mezzo, non vi conviene farmi arrabbiare" cercò di intimorirli affinchè lo lasciassero passare, voleva sbrigarsi, voleva vedere in faccia l'uomo a cui apparteneva quella voce

"Il ragazzino mi minaccia, dimmi, hai fretta di morire? Prendetelo ragazzi!" furono le parole di uno dei guerrieri, probabilmente di quello a cui era stato affidato il comando di quel gruppetto, poi gli altri partirono all'attacco

In 4 si avventarono su quel ragazzo, ma a quanto pare lo sottovalutarono, per un pò attaccarono non riuscendo a colpirlo, poi quando si incominciarono a vedere le fiamme che invadevano la casa e il tetto che cominciava a cedere sopra di loro, furono loro stessi ad abbandonare l'abitazione, seguiti dal ragazzo

Quando uscì si ritrovò davanti a un piccolo gruppetto formato da non più di 20 guerrieri e un pò più in là, il suo bersaglio, l'uomo che gli portò via tutto

"TU!" disse il ragazzo, ormai non aveva dubbi, era lui, l'uomo che gli portò via tutto ciò che conosceva, era l'ora della prima parte della sua vendetta

"Tò guarda chi si rivede dopo così tanto tempo, il moccioso coraggioso.....ragazzi, ho cambiato idea, ammazzate prima lui, FORZA!" parole pronunciate con un senso di scherno verso il ragazzo e un ordine di attacco, per poi sparire nell'oscurità della foresta

Parte di quei soldati si avventarono sul ragazzo, che tuttavia dimostrò una notevole abilità e tenne testa agli uomini di Fukushima, ben presto anche i restanti guerrieri lo attaccarono....era incredibile come un ragazzo riuscisse a tenere testa agli uomini addestrati da Fukushima in persona

"Voi avete violato la casa di mio padre, questo luogo sarà la vostra tomba!!" ormai era arrabbiato....quelle persone l'avevano attaccato e in più avevano dato fuoco alla casa che suo padre aveva costruito con le sue stesse mani

Lo scontro ricominciò, nella confusione più totale, ognuno di quei guerrieri cercava di colpirlo senza un ordine preciso, senza coordinazione e nessuno di questi, presi singolarmente, sembravano all'altezza di quel ragazzo, ma nonostante fosse un attacco disordinato erano comunque troppi, contro uno solo e infatti finì che uno di quei guerrieri riuscì a ferire il ragazzo a un braccio, finendo poi contro un albero, in seguito a un calcio molto potente di quest' ultimo, che tuttavia non poteva permettersi il lusso di fermarsi, quei guerrieri in fatto di uccidere sapevano il fatto loro e continuavano ad attaccarlo senza sosta

Sistemati gli immortali mancava solo Fukushima, infatti iniziò a correre nella direzione in cui prima era sparito, ma non si aspettò di ritrovarselo davanti, come comparso dal nulla, come un fantasma che compare e scompare, doveva essere estremamente potente, affrontarlo poteva significare "morte"

"Ti consiglio di sbrigarti, sembra che la tua casa sia messa piuttosto male, la principessa potrebbe perdere la vita li dentro" disse quasi sorridendo, prima di sparire di nuovo

*DANNAZIONE* pensò arrabbiato per l'occasione sprecata

Corse verso la casa che ormai era insalvabile e si regeva ancora i piedi per miracolo, entrò e si sbrigò a incitare gli altri ad uscire

"Cosa ci fate ancora qui!? Fuori qui sta per crollare tutto ormai! KASUMOTO!! FUORI DI QUI PRESTO!!"

Fecero appena in tempo a uscire dalla casa prima che il tetto di questa crollasse portandosi dietro parte delle mura....tutto ciò che rimase di questa ora non era nient'altro che mattoni e cemento

*Tutto ciò che rimaneva di mio padre, hanno distrutto anche questo* non era dispiaciuto, da tempo non provava più quella sensazione, da quando aveva 5 anni, era solo frustrato, arrabbiato per la perdita di tutto ciò che rimaneva dei ricordi di suo padre

"Tuo padre non ti ha lasciato solo mura e cemento" furono le prime parole di Kasumoto

"Andiamocene, non c'è più niente qui" poche parole dette tra il silenzio della notte e i rumori della foresta

"Destinazione?" chiese Kasumoto

"Il palazzo imperiale, si torna al mondo reale" *con le sue ombre e tutto quello che odio* rispose Ranma, pensando poi a come sarebbe stato il suo ritorno alla realtà della civiltà

"Mi dispiace per la tua casa" furono invece le uniche parole che uscirono dalla bocca della principessa

"Non ce n'è bisogno, come mio padre è crollata anch'essa" forse si poteva avvertire una sottile linea di dispiacere nella voce di quel ragazzo nel dare quella risposta

"Insomma si può sapere TU chi SEI?!?" furono queste invece le parole di Omura, non gli importava niente della casa, dopo quello che era successo, voleva solo sapere chi avevano di fronte

"Omura! Ti pare il modo di..." lo rimproverò la principessa, mentre il ragazzo rispondeva alla domanda di Omura

"Ranma...e lui è Kasumoto" indicando il suo amico

*Ranma* "e? nient'altro?" il nome ora lo sapeva, ma Omura voleva conoscere anche il cognome di quel ragazzo

"Per ora accontentatevi di sapere questo, non vi dirò altro ora.....MUOVIAMOCI...destinazione Sendai regione di Tohoku nella prefettura di Miyagi, si va al palazzo reale"

"Se teniamo un ritmo sostenuto dovremmo farcela in più o meno 4 giorni" proferì Omura

*Ottimo, tra 5 giorni potrò avere la mia vendetta, preparati Tendo, sto arrivando*

CONTINUA.....

P.S. avrei voluto inserire anche un link con le mappe delle prefetture e delle regioni dell'antico giappone ma dal regolamento non ho ben capito se si può fare

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Capitolo 3
*** 03-Il viaggio ha inizio ***


Signore e signori lettori ecco il terzo capitolo, ringrazio tutti coloro che finora hanno commentato, aggiorno così presto perchè sono capitoli già preparati in precedenza per manganet che ho leggermente modificato, sperando di averli migliorati, ho cercato di rendere la storia il più interessante possibile, anche se il capitolo 3 devo dire che per me è più un capitolo di introduzione ai prossimi. Buona lettura

L'inizio del viaggio

In un modo o nell'altro Ranma era riuscito a respingere il primo attacco dei soldati guidati da Fukushima e si ritrovò per un attimo faccia a faccia con il suo primo obiettivo, che poco dopo sparì dopo che la casa era andata distrutta insieme a tutti i ricordi del padre di Ranma, il quale si voltò un attimo per dare un ultimo sguardo, forse, a quella che era stata la casa di suo padre, ora non restava altro che intraprendere il viaggio...ma dovevano sbrigarsi, gli immortali avevano l'ordine di catturare la principessa e poco ma sicuro li avevano ancora addosso e li avrebbero avuti addosso sempre

"Muoviamoci, gli immortali non si fermeranno finchè non avranno catturato Akane" disse il ragazzo, tornato freddo come quando l'avevano incontrato

ora l'unica cosa importante era proseguire il viaggio, senza perdere tempo e senza soffermarsi ulteriormente col rischio di essere nuovamente attaccati, senza perdere tempo inziarono a camminare e tra gli alberi di quella fitta foresta erano parzialmente al sicuro, nel senso che gli spazi da dove poter essere attaccati erano limitati ed erano perciò limitate anche le zone da comprire, tuttavia non dovevano preoccuparsi solo degli immortali, anche fior di banditi e assassini di ogni genere si avventuravano per quella foresta in cerca di qualche malcapitato, mentre camminavano, Akane si avvicinò a quel ragazzo che finora era apparso tanto freddo e tanto misterioso

"Dimmi, come sei arrivato qui?" domandò un Akane che voleva instaurare una specie di conversazione con quel ragazzo che, in un modo o nell'altro, li aveva e li stava aiutando

"E' una storia lunga" rispose, freddo come al solito continuando a camminare prestando molta attenzione a tutto ciò che lo circondava, non ci si poteva permettere il lusso della disattenzione

"Non so se se ne è accorto ma abbiamo davanti 5 giorni di viaggio" cercò di rompere la tensione con un battuta ironica, ma non sortì l'effetto desiderato, anche se non ne era sicura, troppo misterioso e troppo freddo era il volto di quel ragazzo, dal quale non traspariva alcun tipo di emozione

*Insistente la ragazzina* "Mi trovo qui dal 1600, dopo la battaglia di Sekighara mi rifugiai in questa foresta, aspettando e allenandomi, 2 anni dopo in una cittadina vicina incontrai Kasumoto, aveva un anno in più di me, aveva perso tutto e tutti, fu l'unica persona che invitai a venire con me, col tempo siamo diventati amici, ed è lui che ogni tanto va in città a comprare viveri e altre cose" rispose sapendo che quella ragazza che si trovava accanto non avrebbe ceduto tanto facilmente, l'aveva incontrata da poco e già gli appariva incredibilmente insistente

"Hai perso tuo padre nella guerra?" forse non era la domanda giusta da fare alla loro prima conversazione, ma d'altronde cosa poteva chiedergli, da parte sua Ranma attese un attimo, e poi gli diede la risposta che voleva.

"Si"

A questo punto aveva dato avvio a quell'argomento nella conversazione, quindi apparve quasi logico che la prossima domanda di Akane sarebbe stata

"E i tuoi restanti familiari?"

"Venni strappato da mia madre quando ero molto piccolo, per intraprendere la strada dell'artista marziale, molti miei "amici" dei tempi dell'addestramento sono morti in quella battaglia, altri scomparsi, altri passati al nemico, altri ancora al servizio dello shogun" sembrava che la conversazione a questo punto tra i due fosse ormai iniziata e forse anche nel modo giusto, ma Omura li fermò

"Principessa! Venga qui" disse con tono quasi ammonitorio, richiamando la principessa a se, era probabile che non voleva che stesse troppo vicino a quel tipo

"Con permesso" disse Akane rivolgendosi a Ranma, e poi si allontanò dirigendosi verso Omura, che si trovava a pochi passi indietro rispetto a lui, quando Akane si allontanò da Ranma fu Kasumoto ad avvicinarsi a lui

"Cos'è che ti interessa tanto in quella ragazza è pur sempre una della famiglia Tendo"

"Non mi interessa la ragazza, lei è il biglietto di entrata per il palazzo imperiale, altrimenti li avrei già ammazzati tutti e due" Kasumoto non si sorprese della parole di Ranma, da tempo sapeva che Ranma cercava la vendetta e tante volte Ranma gli aveva parlato del giorno in cui l'avrebbe portata a termine...nel frattempo il viaggio per la foresta era terminato, fortunatamente e stranamente senza interruzioni, appena usciti dalla foresta la cosa che li attrasse di più fu un piccolo villaggio che videro, si fermarono poco, appena per guardare quel posto, un altro spettacolo da dimenticare

"Un'altra città devastata dalla guerra" furono le uniche parole di Ranma, mentre osservava un altra città devastata, con ancora case in fiamme, altre distrutte, altre messe molto male e i campi di coltivazione non erano messi meglio, le poche persone che si trovavano nel villaggio apparivano più come anime depresse, d'altronde di che cosa uno doveva essere contento? Bastava guardarsi attorno per avvertire quel senso di tristezza che ormai apparteneva a qualsiasi persona che si trovava a vivere in quei tempi cupi, inoltre proprio in quel momento stava sorgendo il sole, l'alba del primo giorno di viaggio, che dava al paesaggio un'aria ancora più di desolazione e malinconia

"Mio Dio" fu l'unica esclamazione di Akane di fronte a quell' orribile spettacolo

"Non è stato Dio a fare questo, ma noi." fu questa la spiegazione che diede Ranma ad Akane, e non si sapeva se era arrabbiato, dispiaciuto o semplicemente dopo tutto quello che aveva già visto quello spettacolo non sortiva in lui alcun tipo di effetto, era un ragazzo indecifrabile

"Principessa voi siete abituata alla vita del palazzo imperiale, questo è il mondo, quella parte più toccata dalla guerra di qualsiasi altra, la guerra ha trasformato posti come questi in un inferno" intervenì anche Omura cercando di sfoggiare una perla di saggezza, ma Ranma non era d'accordo con la sua affermazione

"Tu chiami inferno questo Omura? Tutto questo è una nostra creazione e nulla di più, questo l'abbiamo fatto noi. L'inferno è svegliarsi la mattina e non sapere perché esisti." gli rispose Ranma a voce bassa come di tristezza e con un senso di angoscia addosso

Detto questo li superò riprendendo a camminare, mentre Kasumoto si avvicinava a Omura e Akane

"Perdonatelo, ha visto tante cose che l'hanno segnato e l'hanno portato a quello che è oggi" spiegò Kasumoto ai due guardando Ranma che intanto continuava a camminare e che ormai non faceva più caso a loro.

Dopo questa breve conversazione anche il resto del gruppo riprese a camminare avvicinandosi a Ranma e quando mancava qualche passo per raggiungerlo, Kasumoto si rivolse per l'ultima volta ad Akane e soprattutto a Omura

"Approposito Omura, un'ultima informazione, quello che lei chiama "inferno", lui lo chiama "casa" " furono le ultime parole di Kasumoto a Omura prima di ricominciare a camminare anche lui e con quelle parole lasciò tutti a bocca aperta, rimasero imbambolati per un instante prima di riprendere a camminare, raggiungendo Ranma e proseguendo per la loro meta, che era ancora troppo lontana e ancora troppe cose e troppe interruzioni potevano fermare il loro viaggio

CONTINUA...

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Capitolo 4
*** 04-L'orrore della guerra ***


Tardo pomeriggio del 1°giorno

Ormai camminavano da un giorno intero, la notte precedente non si erano fermati a riposare nella fretta di lasciare la foresta e accompagnati anche dalla fortuna, Akane e i suoi compagni sono riusciti ad arrivare nella parte nord di Niigata, in una delle poche zone toccate minimamente dalla guerra e dove ancora regnava una provvisoria pace. Nel frattempo già si potevano intravedere nel cielo i colori del tramonto che donavano a quel paesaggio, ancora di più, quel non so che di quiete, inoltre le case ancora erano per la maggior parte intere e regnava una certa tranquillità tra la gente del luogo, c'era chi girava tranquillamente per la città, chi si occupava della coltivazione dei campi e c'erano persone che semplicemente parlavano tra di loro e sui loro volti qualche volta si vedeva nascere un sorriso. Certo la tensione si avvertiva, ma era un ambiente diverso, più calmo, più bello, quasi di pace assoluta, in effetti agli occhi di Ranma e degli altri apparve come un altro mondo rispetto a quello che avevano visto precedentemente, fermatisi ad osservare quel paesino la prima a parlare fu proprio Akane.

"Qui sembra migliore la situazione rispetto alle altre città che abbiamo attraversato" notando il paesaggio più tranquillo.

"Già, ma chissà per quanto ancora" disse Ranma, osservando uno di quei posti che era tanto raro incontrare in tempi così bui dominati dalla guerra e dalla paura. Osservando il paesaggio e la gente un piccolo pensiero lo prese *Regna un' insolita pace qui e anche un' insolita tranquillità, non sono tutti samurai o guerrieri ma c'è molta disciplina e rispetto tra questa gente, cosa rara in questi tempi di caos e terrore. C'è qualcosa di diverso qui, non sono mai stato una persona dedita alla spiritualità o alla preghiera e quello che ho visto sui campi di battaglia mi ha spinto ad interrogarmi sui disegni di Dio. Ma c'è indubbiamente qualcosa di, spirituale, in questo luogo, forse potrebbe veramente essere uno di quei luoghi destinati a rimanere così per sempre.* Ranma ormai era assorto nei suoi pensieri, erano rare le volte in cui aveva visto un posto dove regnava tale calma, anche se nessuno di quei posti erano rimasto così a lungo, era come se la pace chiamasse la guerra o la guerra cercasse i luoghi di pace, un dubbio che era, è e probabilmente continuerà a rimanere irrisolto, sembrava potesse rimanere lì fermo a pensare e a osservare il paesaggio per ore, ma fu Akane a interrompere la corrente dei suoi pensieri con una domanda.

"Facciamo una visita?" propose.

"Non c'è tempo" rispose freddo Ranma, voleva arrivare a destinazione al più presto, ma Akane non aveva intenzione di abbandonare il suo proposito di visitare il primo villaggio tranquillo che hanno incontrato e inoltre lei, che era quasi sempre rimasta rinchiusa a palazzo, ha sempre sognato di girare per il mondo, conoscere gente nuova, culture e città nuove.

"E perchè mai !?" era sicuramente la domanda di una persona arrabbiata.

"Dobbiamo sbrigarci, muoviti e non fare domande" rispose stavolta più scontroso riprendendo a camminare, non dando l'occasione ad Akane di controbattere.

*E' odioso* fu il pensiero di quest'ultima, mentre rimase ferma a guardarlo allontanarsi, con il tramonto che intanto aveva già avuto inizio, poco dopo fu Kasumoto ad avvicinarsi a Ranma con l'intenzione di parlarci.

"Forse non dovresti trattarla così, è pur sempre una principessa" cercò di fargli notare.

"E da quando me ne importerebbe qualcosa?" Ranma sembrava cominciare a essere seccato da quella situazione, stavano perdendo troppo tempo e poi rimanere con le mani in mano non era esattamente quello che preferiva e non vedeva cose o situazioni interessanti che lo potevano portare a visitare quel posto.

"Andiamo, cosa ti costa farla contenta" guardandolo e sollevando le sopracciglia.

Ranma sospirò, sembrava che ormai tutti si fossero coalizzati per fargli cambiare idea ad ogni occasione "20 minuti non di più, poi si riparte senza fare storie." Kasumoto fece cenno di aver capito e dopo averlo salutato si avvicinò ad Akane e gli riferì che Ranma aveva acconsentito a fermarsi, solo per 20 minuti, poi fu lei stessa ad avvicinarsi in seguito al ragazzo sussurrando un "Grazie" prima di partire insieme ad Omura e cominciare a vagare per quella cittadina.

Era un paesino non molto grande, ma per una persona come Akane quel luogo, tra gente "normale", gli parve del tutto nuovo, come un mondo nel mondo e mentre lei e Omura giravano per la città, per quei piccoli negozietti che erano li presenti. Ranma e Kasumoto si trovavano in un negozio di armamenti per samurai, su idea di Kasumoto, era piccolino ma ben fornito, da quello che potevano vedere e il negoziante che si trovava lì era una persona anziana che lasciava pensare fosse un uomo di grande esperienza. Mentre osservava un'armatura da battaglia nera che aveva i Sode con intarsi d'argento, le "intagliature" del Do in oro e con sfumature rosse sulle restanti parti dell'armatura, Kasumoto ritornò su un avvenimento successo la notte poco prima dell'incontro con Akane e col samurai.

"Ricordi, ti dissi che quell'incubo che ritornava era un segno, credi ancora che i presagi non esistano?" rivolgendosi a Ranma.

"Esatto, in fin dei conti tutti i soldati hanno degli incubi" rispose sempre con aria seccata, d'altronde non voleva fermarsi e soprattutto non voleva trovarsi in quel negozio, voleva cancellare la guerra dai suoi ricordi, anche se sapeva fin troppo bene che non era possibile, almeno non completamente, a parlare a questo punto fu il negoziante che senza volerlo aveva prestato ascolto alle parole di Ranma.

"Solo chi ha vergogna per quello che ha fatto ragazzo" intervenne.

"Tu non hai idea di quello che ho fatto" disse Ranma a voce bassa, come se non volesse fargli ascoltare quello che aveva detto, in fondo c'erano molte cose di cui si vergognava, anche se era solo un bambino era stato costretto già a uccidere per il "suo" paese.

"Tu hai visto molte cose, anche se sei molto giovane, ma non temi la morte, ho ragione?" gli ripose il negoziante che aveva sentito e anche bene le parole di Ranma e rimase sorpreso di come un ragazzo così giovane possa conoscere così bene l'orrore della guerra.

"Non ne ho paura se è questo che vuoi sapere, prima o poi tutti dobbiamo morire" affermò.

"Hai perfettamente ragione ragazzo" rispose il negoziante abbassando lo sguardo, come se in mente gli stessero ritornando vecchie immagini di cose che non avrebbe voluto mai più ricordare, fortunatamente o sfortunatamente un rumore che conosceva molto bene colse la sua attenzione e lo distolse dai suoi pensieri, quella di Ranma e di Kasumoto.

"La guerra sta arrivando anche qui, andatevene, mettetevi in salvo." continuò, udendo quel rumore e alzando lo sguardo, sembrava intenzionato a combattere alla sua età, uscì dal negozio e cominciò a suonare la campanella fuori di esso, come per avvisare le persone della cittadina del pericolo che si avvicinava, le quali cominciarono a correre per allontanarsi dal villaggio o per rifugiarsi nelle case, ancora una volta il panico. Molti altri invece presero mano alla spada nel tentativo di difendere quel regno di "pace", Ranma e Kasumoto intanto avevano seguito il saggio consiglio dell'anziano e correndo in mezzo alla confusione del villaggio raggiunsero Akane e Omura, che nel frattempo avevano già raggiunto il confine del paesino, sicuramente avevano sentito anche loro il segnale di allarme e giustamente avevano pensato che la cosa migliore da fare fosse allontanarsi dal villaggio.

"Andiamocene prima di essere travolti dalla battaglia" propose Omura facendo notare che aveva piuttosto fretta.

"Sono d'accordo, non possiamo permetterci di essere fermati dalla battaglia" fu Kasumoto ad appoggiare la sua decisione, che sembrava essere l'unico a essersi ben integrato col gruppo.

Cominciarono a correre mentre la battaglia era ormai in pieno svolgimento alle loro spalle, quando a un certo punto Ranma si fermò, voltandosi per guardare ancora una volta quei soldati che uccidevano donne, vecchi e bambini senza alcuna pietà, che davano fuoco a case e coltivazioni, che non risparmiavano nemmeno gli animali. Ancora una volta la stessa scena, un villaggio in fiamme, gente che correva, urlava, moriva e uomini coraggiosi, anche con nessuna esperienza in battaglia, prendere in mano un'arma per difendere ciò che amano, spinti dal solo coraggio, dall'onore, ma che alla fine morivano anch'essi sotto i colpi di persone che non conoscevano il significato della parola "pietà", un'altro ricordo che non sarebbe mai più scomparso.

"Questa è la guerra Omura, ciò che io ho visto fin dall'età di cinque anni, anche se ero molto piccolo, già conoscevo il mio dovere, sapevo qual'era il mio posto, anche se può sembrare strano" disse rivolgendosi appunto ad Omura che si era fermato insieme agli altri seguendo l'esempio di Ranma.

"Questi sono barbari, uccidono senza pietà, andiamocene ora, un giorno tutto questo finirà, torneranno i tempi di pace e serenità per tutti, fidati" disse Omura sperando che Ranma lo seguisse, ma ottenne un'altra risposta enigmatica da quest'ultimo.

"Ho sentito tante volte quella frase che ormai non ci credo quasi più che tutto questo possa finire." si fermò un attimo per poi riprendere a parlare.
"Un' ultima informazione, impara una cosa su di me Omura. Mi fido solo di due persone; una di quelle sono io, l'altra non sei tu."

Dopo di ciò cominciò a correre verso la battaglia, con la speranza di scacciare i ricordi che erano tornati a tormentarlo e con la speranza di incontrare colui che cercava. Ma non aveva molto tempo, il sole stava tramontando, era vicino a sparire dietro l'orizzonte e con il buio della notte era difficile schivare le spade e le frecce, ben presto si accorse di un errore che aveva fatto, quella non si poteva definire "battaglia" o guerra, in una battaglia si confrontano due eserciti, lì le uniche vittime erano donne e bambini e per quanto volesse fare qualcosa i soldati sembravano non prestare attenzione a lui, tranne quelli che attaccava, sul campo di battaglia tra le fiamme e le spade riincontrò una vecchia conoscenza.

"Ragazzo, ti avevo detto di andartene, tu morirai qui in mezzo" disse quasi urlando a Ranma, continuando a maneggiare abilmente una spada.

E nonostante fosse una persona anziana, un vecchietto che all'apparenza sembrava reggersi in piedi per miracolo, sicuramente sapeva il fatto suo, sicuramente quell'uomo era un samurai, lo si poteva capire dal modo in cui combatteva, e da come usava la katana e la wakizashi che aveva con se, d'altronde si sapeva anche che i samurai portavano due spade: una lunga, e l'altra corta.
La spada lunga (daito - katana) superava i 60 cm, quella corta (shoto - wakizashi) misurava tra i 30 ed i 60 cm e spesso i samurai davano anche un nome alla propria spada e credevano che fosse la fonte del loro valore in battaglia. Insieme a quell'uomo Ranma cercò di resistere alla razzia degli uomini di Toyotomi.
Quando il sole tramontò completamente l'esercito che aveva attaccato il villaggio se ne andò, a quanto pare non avevano intenzione di combattere al buio nemmeno loro e comunque il più del lavoro era stato fatto, il villaggio ormai era quasi completamente distrutto e in fiamme e per i suoi campi e per le sue stradine erano sparsi i corpi delle molte persone che avevano perso la vita e mentre Ranma e il negoziante osservavano ciò che rimaneva del villaggio seduti su una trave di legno crollata da chissà quale casa, il primo a parlare fu appunto l'energico vecchietto.

"Tante battaglia hai visto e hai combattuto, e sei ancora qui a raccontarlo, come me" si poteva sentire la tristezza nella sua voce.

"Si vede che non era ancora la nostra ora" ripose serio Ranma.

"Eppure" si fermò un attimo, il vecchietto, sospirando "io continuo a credere che in ogni guerra dovrebbe esserci onore, dov'è l'onore qui, dov'è l'onore nell'uccidere senza pietà donne e bambini" disse il vecchietto abbassando lo sguardo, si vedeva che era rimasto rattristato da quello che era successo e anche se non passerà mai, la vita deve continuare nella speranza che le parole di Ranma divenissero realtà, in futuro.

"Non può piovere per sempre. " un'unica frase disse Ranma prima di alzarsi e incominciare ad andarsene, forse senza neanche credere fino in fondo alle parole che lui stesso aveva pronunciato.

"Grazie di tutto, se hai bisogno di un posto in cui passare la notte, potete rimanere qui, non penso che si facciano rivedere" gli disse il negoziante osservando Ranma, che da parte sua fece un cenno di assenso e si avviò camminando verso il resto della comitiva che ancora si trovava al confine del villaggio e alla quale espose la proposta che gli era stata fatta dal vecchietto.

"Sembra che il peggio sia passato e ci hanno offerto un tetto per la notte" fermarsi e riposarsi poteva essere solo un bene, ma c'era chi non era d'accordo.

"Sei impazzito, fermarsi in un villaggio che è appena stato attaccato, per di più con una principessa!" Omura non si fidava e quello che era appena successo nel villaggio lo portava a temere un nuovo attacco durante la notte.

"E dove proponi di riposarti per riprendere il viaggio domattina? Se non te ne sei accorto è l'unico posto alla nostra portata e poi hanno già fatto ciò che volevano, non c'è senso che attacchino di nuovo" il ragionamento di Ranma in effetti non faceva una grinza.

"Ok, Ok, speriamo che sia veramente come dici tu" continuando però a essere sospettoso e timoroso di quel ragazzo e di quel luogo, ma infondo avevano già camminato tutta la notte e per un giorno intero, non erano in condizione di continuare il viaggio senza riposo e alla fine decise che quella di fermarsi era forse la scelta più saggia.

Insieme si avviarono dal vecchietto che gli indicò una casa disabitata da tempo, dove poter riposare. La casa si trovava a nord del villaggio, e non era una delle case messe peggio, ma non ci si poteva fidare troppo, tra il tetto in equilibrio molto instabile e le varie crepe nelle pareti non c'era l'assoluta certezza che rimanesse ancora in piedi, ma il vecchio negoziante gli aveva assicurato che era robusta e comunque era l'unico posto dove poter passare la notte, mentre si stavano accingendo a varcare la porta di quell'abitazione, tra i presenti sembrò che solo Akane si fosse accorta di una cosa in particolare.

"Ehi, sapete dov'è Kasumoto? Dall' inizio della battaglia non l'ho più visto"

"Per quello che ne so era con voi" rispose Ranma, in effetti si era accorto che Kasumoto era sparito, ma non se ne era sorpreso, è il tipo che sparisce e riappare dopo un pò, ma Akane lo informò di una cosa.

"Veramente all'inizio del combattimento è venuto verso di voi a darvi una mano, poi quando tutto si è calmato non l'ho più visto."

E in effetti Ranma all'interno della battaglia non aveva notato che Kasumoto fosse lì in mezzo insieme a loro e fu sempre Akane a porre la domanda, che forse era anche l'ipotesi più azzeccata.

"Che sia stato catturato durante la battaglia?"

"Doveva rimanere con voi, non gli ho chiesto io di buttarsi nel bel mezzo della battaglia, è stata una sua decisione" non c'era rabbia o tristezza nelle sue parole, era tornato a essere il ragazzo freddo e all'apparenza insensibile di prima.

"Ma come, è tuo amico, non vai a liberarlo?" Akane era sorpresa dal comportamento di Ranma, come faceva quel ragazzo a essere proprio così insensibile, di certo non se lo spiegava ancora.

"Quando ci si butta nel bel mezzo di una battaglia si conoscono i rischi, lui ha preso la sua decisione, non possiamo permetterci di perdere tempo domani per andare a liberarlo e ora tutti a dormire forza!" più che una richiesta, quella di Ranma risuonò come un ordine e ormai arresisi alla rigida decisione di Ranma, Akane e Omura entrarono nella casa, era buia, piccola e con 2 futon ditesi sul pavimento e altri due arrotolati in un angolo della stanza, ormai non si poteva fare altro, era notte fonda e erano molto stanchi, ognuno occupò un posto e si addormentarono, troppe cose in un solo giorno li avevano messi alla prova, ora era il momento di riposarsi e riprendere le forze.

Verso le quattro di notte, dopo sole tre ore di riposo, il primo ad alzarsi fu Ranma, erano ormai anni che non riusciva più a dormire una notte intera, dopo al massimo quattro ore o a volte cinque di sonno si svegliava senza più riuscire a riaddormentarsi, la notte era il periodo che forse odiava di più, la mattina e il pomeriggio tra gli addestramenti da solo e i combattimenti con Kasumoto passavano, ma la notte sembrava interminabile e il suo silenzio portava i ricordi e i pensieri a riaprirsi uno spazio nella mente. Come ogni sera, quando si posizionava sul tetto per osservare quel poco di cielo a volte stellato che si intravedeva dagli alberi della foresta, cercò una casa messa non troppo male rispetto alle altre, l'unica che parve la più sana era quella intorno alla quale si radunò la resistenza del villaggio, ne approfittò, salì sul tetto e lasciò libero spazio ai ricordi e ai pensieri.

*E' passato un solo giorno dal mio ritorno nel mondo reale e già sono successe un' infinità di cose, ho rivisto tante cose che in fondo ero già abituato a vedere, ma ho avvertito comunque una sensazione strana, che non provavo da tempo, quasi di tristezza. Forse Kasumoto aveva ragione, forse gli incubi che ritornavano erano veramente un presagio per tutto questo, ma continuo a essere diffidente su tutto ciò, non ho mai creduto nel destino, che tutto fosse già scritto, ho sempre pensato che un uomo il suo futuro se lo costruisce con le sue mani e che se fa degli errori deve essere pronto a pagarne le conseguenze, proprio come Tendo.*
I suoi pensieri si fermarono solo per un attimo, per poi ripartire.
*Ecco lo sapevo, di nuovo mi tornano in mente i due diretti responsabili della morte di mio padre, Kasumoto spesso mi ha detto di dimenticare, di provare a ricostruirmi un' esistenza, ma come si può dimenticare tutto quello che è successo. Già, Kasumoto, saresti dovuto rimanere accanto a Omura e ad Akane, ora io ho una missione da portare a termine, anche se vorrei venirti a liberare, ci sono tante cose da fare e tante incognite ancora da scoprire, hai voluto combattere e sei stato catturato, proprio come quando ti incontrai la prima volta, ero appena un ragazzino e già avevo salvato la vita di qualcun altro dalla spada di due soldati senza scrupoli. E ora non so che fare, non so se sei vivo o morto, non so nemmeno dove ti hanno portato. Non sono completamente insensibile come qualcuno può pensare, cose come queste ancora mi fanno un certo effetto, ma di fronte a così tante incertezze verrebbe naturale per chiunque proseguire per la sua strada, o no? Ragazzi quant'è difficile prendere una decisione, in guerra io e altre persone come mio padre avevamo ordini precisi, se avete dei dubbi UCCIDETE, ci dicevano, ed è ciò che facevamo, ma quando non si hanno ordini da seguire è tutta un' altra cosa. Avevi proprio ragione papà, nessuno colpisce duro come la vita.*

Dopo questo ultimo pensiero "lucido" si lasciò andare a vari ricordi di persone che aveva incontrato anche solo una volta, ma che avevano qualcosa in comune con lui, anche loro avevano l'ordine di uccidere, anche loro erano tartassati da ricordi che avrebbero voluto cancellare. Incontrò anche tante altre persone, che seppur contrarie alla guerra, erano state costrette ad addestrare soldati ad uccidere, per le loro conoscenze approfondite sulle tecniche di combattimento e di ignorazione del dolore. Forse era vero, forse davvero un uomo fa quello che capita anche se vorrebbe diversamente. Ma se esiste un Dio, quel Dio ci ha dato anche il libero arbitrio e la possibilità di decidere della nostra vita. Poi guardando il cielo stellato si chiese cosa gliene sarebbe importato a Dio di persone come lui, di gente così. Niente. Dio è felice. Lui ha le stelle e mentre si lasciava andare a una serie di ricordi e di immagini di esperienze passate, diede un'ultima occhiata al cielo, a quel cielo stellato così raro, unica cosa positiva della notte per lui e poi ripensando alla frase di prima che ancora gli frullava in testa, con un ultima osservazione concluse quella nottata, ancora guardando il cielo...

"certo che però sono bellissime"

...mentre la luce di una piccola stella, più luminosa delle altre, illuminava la sua notte di pensieri.

CONTINUA

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Capitolo 5
*** 05-Cambio di programma ***


Ringrazio moltissimo maryku, laurastella, Laila e fmi89 per aver commentato il precedente capitolo.
Chiedo scusa per il ritardo nella pubblicazione del quinto ma aspettavo che il beta reader che avevo contattato mi rispondesse, ma a quanto pare o non gli interessava e se ne è dimenticato, infine mi sono deciso a rileggerlo e a pubblicarlo.
In ultimo, sto passando a un nuovo gestore telefonico quindi potrei rimanere senza internet per un pò, il prossimo capitolo verrà inserito appena ristabilita completamente la connessione.
BUONA LETTURA!!


2°Giorno

La mattina seguente, Akane e Omura si alzarono e trovarono Ranma ad aspettarli inpaziente di ripartire, avevano perso già troppo tempo, che andava recuperato. Però prima di riprendere il viaggio passarono a salutare quel vecchio negoziante che li aveva invitati a rimanere, dopo essersi scambiati dei cordiali saluti uscirono dal negozio e presero a camminare verso la loro meta. Mentre camminavano si voltarono per un attimo a osservare ciò che rimaneva di quel posto, lì Akane aveva visto dal vivo la sua prima battaglia, Ranma aveva provato sulla sua pelle, ancora una volta, la guerra perdendo un amico. Omura capì che dovevano sbrigarsi, capì che ogni giorno che passava erano sempre più in pericolo e quello che era successo il giorno prima ne era la dimostrazione. Dopo si voltarono di nuovo e ripresero a camminare, lasciando quel posto di cui ora rimaneva solo case distrutte, campi bruciati, cadaveri e tanta tristezza. Il villaggio che avevano lasciato non era molto lontano dal confine con Yamagata, continuando a camminare senza fermarsi avrebbero potuto raggiungere la prossima prefettura per il primo pomeriggio, a scanso di interruzioni ovviamente, ma durante il cammino due persone ebbero ancora la possibilità di parlare.

"Ecco fatto, abbiamo perso un giorno di cammino" disse il ragazzo quasi seccato da fatto, in risposta ottenne un' arrabbiatura di Akane.

"E ti preoccupi di questo?! E il tuo amico, non vai a liberarlo!?" non riusciva a credere che quel tipo che aveva di fronte pensasse più al fatto di aver perso un giorno di cammino che a quello di aver perso un compagno, un amico col quale aveva vissuto per tanto tempo.

"Il mio compito ora è riportarti al palazzo, poi penserò anche a lui" *Probabilmente sarà già morto, Fukushima non è tipo che fà prigionieri. Ti metterò in conto anche questo contaci* la sua voce apparve ferma e fredda, ma i suoi pensieri non lo erano altrettanto.

"Potrebbe essere troppo tardi!" replicò ancora un Akane piuttosto alterata da quel suo comportamento, da quel ragazzo che voleva apparire a tutti i costi ostinato e insensibile.

"Questo lo vedremo poi." da parte sua invece Ranma continuò a essere freddo e distaccato, sembrava non aver intezione di andare a salvare il suo amico, nonostante i pensieri della notte precedente.

"Come fai ad essere così insensibile, lui ha rischiato la vita in quella battaglia insieme a te, ora è tuo dovere aiutarlo!" stavolta non era solo "alterata", era arrabbiata sul serio e stava gridando di santa ragione a quel ragazzo che gli camminava accanto.

"Senti, se io avessi voluto che lui mi seguisse in quella battaglia, gliel'avrei chiesto io stesso, come ti ho già detto è stata una sua decisione, conosceva anche lui i rischi." disse fermandosi un secondo guardando Akane, che cercò di convincerlo con una frase che pensava facesse effetto.

"E così lo lasci morire?"

"Tutti dobbiamo morire." freddo come al solito, poi riprendendo a camminare tagliando il discorso.

"Se volete seguirmi io vado avanti, non possiamo permetterci il lusso di fermarci." sembrava che le parole di Akane non lo avessero nemmeno sfiorato.

*Stupido insensibile e scontroso* pensò arrabbiata riprendendo anch'essa a camminare per quella stradina sterrata che li avrebbe condotti, passando per altre cittadine, alla loro meta.

Nel frattempo a Kasumoto le cose andavano peggio, era stato legato con le braccia dietro la schiena dal nemico e con gli occhi bendati riuscì solo a capire di aver sceso delle scale e aver camminato a lungo sottoterra considerando che non aveva avvertito il vento o il calore del sole, arrivati a destinazione lo sbendarono e Kasumoto ebbe modo di dare un' occhiata al posto in cui si trovava che per lo più assomigliava a una cantina o a un seminterrato di chissà quale abitazione. Quel posto era quasi completamente vuoto apparte tre barili posti vicino a una porta in legno che doveva portare al corridoio che aveva appena superato, una sedia al centro alla quale era stato legato per essere interrogato e una lampadina proprio sopra di lui che illuminava, in maniera minima, quella stanza, nella quale si trovavano anche due individui in piedi agli angoli della stanza.
Ma cosa più importante era l'uomo che aveva di fronte che cominciò a parlare nel momento in cui Kasumoto posò lo sguardo su di lui.

"Dunque ragazzo, ti rifaccio la domanda, so dove sono diretti la principessa e gli altri, ma io voglio che tu mi dica la strada esatta che seguiranno." più che una domanda era una richiesta, detta mentre quell'uomo fissava negli occhi l'interrogato, poi cominciando a girare nervosamente intorno alla sedia, era un tipo di statura un pò più alto di Ranma e più anziano, capelli lunghi sul nero, occhi sbarrati quasi da pazzo, con iridi marroni, ma quello che si notava di più era una cicatrice sulla guancia destra, per il resto il corpo era coperto da un mantello nero, doveva essere un tipo che amava la teatralità, Kasumoto lo riconobbe quasi subito, troppe volte Ranma gli aveva parlato di quell'uomo.

"Fottiti" benchè fosse saldamente legato ad una sedia, inerme, non aveva intenzione di dare alcun tipo di informazione a quell'uomo, anche se ciò gli dovesse costare la vita.

"Non so se sei orgoglioso o semplicemente stupido, nessuno verrà a liberarti, siamo solo io e te. Allora, dimmi Ranma che strada sta facendo, voglio saperlo!" a giudicare dal tono che aveva usato non doveva essere un tipo molto paziente, inoltre smise di girare intorno alla sedia, tornando a fissare Kasumoto direttamente negli occhi, dai quali ora traspariva la rabbia.

"Non c'è bisogno che tu lo cerchi, ti troverà lui e non avrà pietà quando ti troverà." non sperava che Ranma tornasse a salvarlo, lo conosceva troppo bene, ma voleva intimorire il più possibile quell'uomo che aveva davanti, in quei casi a volte tentare di incutere terrore in chi ti sta davanti è l'unica strategia che rimane da usare.

In risposta alle sue parole Fukushima abbassò un attimo la testa sorridendo lievemente, per poi tornare a fissare l'interrogato con lo stesso sguardo di pochi attimi prima.

"Ti trovi in un semplice sotterraneo che usiamo come punto d'appoggio, ma ti informo che solo al piano di sopra ci sono circa una cinquantina di uomini addestrati da me in persona, nemmeno Ranma potrebbe farcela a intrufolarsi qui dentro e a uscirne vivo, per quanto forte possa essere. E anche se uscisse dal sotterraneo, ipotizzando con te vivo, si ritroverebbe quasi subito circondato dagli uomini che pattugliano il villaggio." con quelle parole Fukushima voleva abbattere ogni speranza di Kasumoto e convincerlo a parlare, ma allo stesso tempo aveva anche dato importanti informazioni a Kasumoto, il quale rimase fedele alla sua strategia di tentare di spaventare Fukushima.

"Tu non sai con chi hai a che fare, Ranma si è allenato giorno e notte in attesa del momento in cui te la farà pagare per quello che hai fatto. Non sottovalutarlo, è più potente di quanto immagini." disse guardando dritto negli occhi l'uomo che aveva di fronte.

"Sta tranquillo che non mi impressioni con le tue parole, per quanto Ranma possa allenarsi io rimango sempre un gradino sopra di lui e sai perchè? Te lo dico io, perchè tra me e lui c'è una differenza incredibile, io ho qualcosa che lui non ha o per meglio dire, io NON ho qualcosa che invece lui ha e che lo rende debole." erano parole dette a bassa voce, quasi sussurrate, mentre guardava fisso negli occhi Kasumoto, che da parte sua non capì bene cosa stessero a significare le parole di Fukushima, il quale se ne accorse vedendo l'espressione interrogativa che si era formata sul volto dell'interrogato.

"Non hai capito? Eppure è abbastanza semplice. IO, NON HO PIETA' PER NESSUNO. Cosa che al contrario ha Ranma e che lo condiziona nelle sue azioni, lui non ucciderebbe mai per il semplice gusto di farlo, se ha ucciso in battaglia è per semplice sopravvivenza. A differenza di me, che ad esempio ora non esiterei un solo minuto a ucciderti se non mi servissero le informazioni che ti ho chiesto." mentre pronunciava tali parole era assolutamente freddo e fissava ancora negli occhi Kasumoto.

"Forse hai ragione, la pietà condiziona le azioni dei guerrieri, ma sono proprio queste le fattezze che distinguono un essere umano da un mostro. E io invece sono sicuro di un' altra cosa, sono assolutamente certo che quando vi incontrerete, lui non avrà alcuna pietà PER TE." sembrava una gara a chi si fosse dimostrato più freddo e caparbio dei due, ma in ogni caso le parole di Kasumoto suscitarono un qualche genere di effetto in Fukushima.

"Ora sono stanco di questa conversazione. PARLA O MUORI! Scegli!" una frase urlata, che imponeva due tipi di scelta, alla quale Kasumoto ripose con un silenzio totale, anche se sapeva a cosa avrebbe portato questa sua scelta. Da parte sua invece Fukushima era visibilmente arrabbiato tanto che racchiuse la mani a pugno le quali cominciarono a tremare.

"PORTATELO VIA!!! Ora mi hai stancato, se non vuoi parlare allora non mi servi, domani, al tramonto, tramonterà anche la tua vita. Dovresti essere contento, ti do un pò di tempo per pensarci su." detto questo Fukushima si voltò aprì la porta dietro di se e la richiuse sbattendola, mentre due dei suoi uomini si erano avvicinati a Kasumoto che era ancora legato a quella sedia.

Tornando a Ranma.

Nello stesso momento il resto della compagnia continuava a camminare, con in testa Ranma e Akane e dietro di loro Omura che teneva d'occhio il ragazzo. Mentre camminavano per il sentiero che li avrebbe condotti a palazzo Akane continuava a insistere su Ranma per convincerlo ad andare ad aiutare il suo amico.

"Allora sei proprio deciso a non andare ad aiutarlo?" non poteva accettare che lasciasse in balia del nemico il suo amico.

"Ma quanto sei insistente,comunque si, sono sempre deciso verso la mia strada." cominciava a essere seccato dall'insistenza di quella ragazza dai capelli corvini che aveva affianco.

"E io torno a dirti che è tuo dovere aiutarlo!" si era di nuovo arrabbiata, ma Ranma non aveva intenzione di continuare ancora quella conversazione e quindi allungò il passo allontanandosi un pò da Akane.

"Non pensare di farla franca, la conversazione non finisce qui!" dopo di ciò allungò anche lei il passo per raggiungerlo, mentre Omura dietro di loro si chiedeva quando quel viaggio finirà.

Ad un certo punto Ranma si fermò all'improvviso e Akane andò a sbattere addosso a lui.

"MA CHE DIAVOLO FAI!? Perchè ti sei fermato così all'improvviso!?"

"Shhh, silenzio." disse a bassa voce, poi si abbassò appoggiandosi a una gamba per osservare, nel sentiero sotto di loro, un gruppo di soldati di Fukushima che stavano procedendo nella loro stessa direzione.

"Dannazione, questo complica un pò le cose" osservando il battaglione di soldati che stava camminando poco sotto di loro "non possiamo affrontarli, sono troppi anche per me."

"Pensi che vadano ad attaccare il palazzo?" chiese Akane, che nel frattempo aveva seguito Ranma accucciandosi come lui.

"Non lo so. Senti Omura, quella strada ha altri sbocchi o porta direttamente a palazzo?" rivolgendosi a Omura che si trovava dietro di loro nella stessa posizione di Ranma e Akane.

"Queste sono due strade parallele, il percorso qui sotto veniva utilizzato solo dai carri merci, fanno entrambe la stessa strada e si ricongiungono al prossimo villaggio." tutti parlavano sottovoce, non dovevano far notare la loro presenza al battaglione del quale rimaneva solo la retroguardia che passasse.

*Siamo fortunati come al solito, maledizione.* "A questo punto non possiamo fare altro che cambiare strada e raggiungere il palazzo passando per la prefettura di Fukushima."

"Sei impazzito, la prefettura di Fukushima è territorio occupato dal nemico, tanto vale allora affrontare quel battaglione" Omura aveva ragione, d' altronde intraprendere la strada proposta da Ranma significata gettarsi nelle fauci del lupo, cosa che lo terrorizzava alquanto, non tanto per lui, ma più che altro per le sorti della principessa.

"Senti so benissimo cosa significa passare per quella strada, ma rimane il fatto che se riuscissimo a farci notare il meno possibile potremmo farcela ad attraversare senza problemi la prefettura e a quel punto ci ritroveremo direttamente in quella di Miyagi, in territorio 'amico'. Se invece rimaniamo sulla nostra strada c'è il rischio di scontrarci con l'esercito nemico al congiungimento delle due strade o di essere coinvolti nel loro prossimo attacco." ancora una volta Ranma aveva espresso l' ipotesi più probabile, anche se era la più infelice.

"Non ne sono assolutamente convinto, passare per territorio nemico con la principessa è pura follia." rispose Omura, mettendosi poi a pensare ad altre possibili alternative.

"Non ne sei convinto? Quell'esercito attaccherà prima o poi un villaggio o direttamente il palazzo e sta sicuro che finiremo coinvolti anche noi se proseguiamo per questa strada, finora tutte le ipotesi che ho dato si sono avverate e ogni mia decisione si è rivelata esatta, perchè dovrei sbagliare proprio ora?!" non era arrabbiato perchè Omura aveva ancora dei sospetti, in fondo sapeva che era difficile per la gente avere fiducia in lui, era alterato dal fatto che piuttosto che dargli ragione voleva intraprendere una strada che li avrebbe portati ad uno scontro con quel battaglione, il quale intanto era passato completamente.

"Senti Omura, infondo ha ragione, finora non ha mai sbagliato nessuna previsione, perchè dovrebbe sbagliare proprio adesso?" Akane sembrava intenzionata a seguire l'idea di Ranma, condizionata dal fatto che finora quest'ultimo li ha sempre o quasi sempre portati sulla strada giusta.

"E va bene, se la principessa ha fiducia in te e vuole seguirti la seguirò anch'io. Ma sta attento, se succede qualcosa ti riterrò responsabile." *E speriamo che vada tutto bene.* non ne era del tutto convinto ancora, ma lui aveva il compito di proteggere la principessa e l'avrebbe dovuta seguire in qualsiasi posto essa andasse.

"Bene, muoviamoci." disse Ranma, per poi alzarsi deciso a riprendere il cammino per la strada da lui indicata.

"Approposito, hai pensato dove passare la notte?" Omura aveva ragione, omai era molto tardi e partire adesso significava mettersi in viaggio senza riposo.

"Credo che questa notte dovremo passarla all' addiaccio." detto ciò Ranma cominciò a guardarsi intorno alla ricerca di qualcosa con cui accendere un fuoco, con un pò di fortuna trovò abbastanza materiale per far nascere un bel fuocherello. Una volta accesso si sdraiarono in prossimità di esso sperando che li avrebbe tenuti caldi per un pò data la scarsità di legname con cui alimentarlo, dopo un pò tutti si addormentarono accompagnati dal leggero tepore del fuocherello che avevano acceso. Ma come la sera precedente Ranma si svegliò e in mancanza di posti isolati in cui rintanarsi per pensare in pace decise di rimanere dove si trovava.

*Questo viaggio sta diventando più lungo e tortuoso di quanto previsto, domani dovremo attraversare un luogo nemico e dovremo stare molto attenti, non ci sarà posto per gli errori stavolta. Ci è andata già fin troppo bene in quel villaggio.* Poi osservando il cielo stellato di quella sera, i suoi pensieri mutarono in tutt'altra direzione. *Chissà, forse mio padre aveva ragione, forse davvero i nostri avi ci proteggono da lassù, vegliano su di noi, ci aprono la strada e ci indicano la direzione giusta da seguire, chi lo sa.* come ogni volta, quella di Ranma era un' altra notte di pensieri e forse lo era anche di qualcun altro.

"Non riesci a dormire?" anche Akane era sveglia quella notte, che fosse semplicemente una coincidenza o un segno del destino nessuno poteva saperlo, ma ormai erano lì, perchè non scambiare qualche parola.

"E' come ogni altra notte, mi sveglio e addio sonno. Piuttosto, tu cosa ci fai sveglia?" problemi di sonno anche lei era difficile che ne avesse.

"Ogni tanto mi capita di svegliarmi la notte, come tutti immagino." voltandosi verso Ranma, mentre il fuocherello che inizialmente li riscaldava si era spento da chissà quanto.

"...." Ranma avrebbe voluto dirgli che non è una cosa del tutto normale, ma poi si rese conto che forse in realtà lo era, ma giusto qualche volta. Quindi rimase in silenzio osservando le stelle.

"Fissi spesso le stelle?" se ne era accorta e infatti questa domanda gliela fece con un sorrisetto.

"Qualche volta, forse sono l'unica cosa positiva della notte." da parte sua Ranma rimaneva fisso a guardare il cielo senza dare sfogo ad alcuna espressione sul suo volto.

"Sai, c'è gente che crede che i nostri antenati possano guardarci da lassù, che in qualche modo ci guidano." voltandosi anch'essa ad osservare le stelle.

"E tu ci credi?" gli chiese poi Ranma guardandola, la quale aveva lo sguardo fisso rivolto verso il cielo, catturato da quel cielo stellato così raro.

"Non lo so. Forse ognuna di quelle sono veramente persone che non ci sono più, ma che continuano a stare vicine ai loro cari. O forse sono semplicemente corpi celesti che brillano di luce propria illuminando la notte." e mentre guardava il cielo gli tornò in mente una domanda che avrebbe voluto fargli da tempo, ma che non aveva mai avuto l'occasione di porgli.

"Perchè ci aiuti? Perchè fai tutto questo per noi?"

"Ho i miei buoni motivi e poi la casa di mio padre è andata distrutta, non c'era ragione che rimanessi lì." *Speriamo che ci caschi.* quella domanda mandò in crisi Ranma, se Akane si fosse accorta dei veri motivi che lo avevano spinto a intraprendere quel viaggio ciò avrebbe fatto saltare tutti i suoi piani.

"Quali buoni motivi?" insistette Akane che ancora non si spiegava il perchè quel ragazzo all'apparenza così freddo e solitario li stesse aiutando.

"Te l'ho detto, la casa di mio padre è crollata ormai, non c'era motivo che rimanessi in quella foresta." Ranma voleva prendere tempo, ma sapeva che quello che aveva detto non aveva ancora convinto Akane, doveva inventarsi qualcosa e al più presto anche. "E poi, devo dire che ci sono alcune persone che vorrei rincontrare."

"Chi?" domandò curiosa Akane smettendo di guardare il cielo e spostando lo sguardo su Ranma.

"Beh, ad esempio, c'era un vecchietto arzillo allora, che contribuì in quei pochi anni al mio allenamento insieme a mio padre. Poi c'era anche un medico molto simpatico che molte volte mi ha curato le ferite che mi facevo allenandomi. Si c'è un pò di gente che potrei reincontrare." non sapeva più cosa inventare, a questo punto poteva solo sperare che Akane avesse creduto alla sua spiegazione, in questo frangente lo aiutò molto il suo essere freddo e distaccato, in questo modo non si poteva capire dalle espressione del suo volto se stesse mentendo o no.

"Hai parlato di un vecchietto, ma erano dieci anni fa, non credi che possa essere morto?"

Sembrava che Ranma fosse riuscito a sviare il discorso verso un' altra direzione.

"Mmmm, non credo, era talmente pieno di energie che penso sia ancora vivo. Era peggio della dinamite." Quelle parole fecero sorridere Akane, al contrario di Ranma che invece rimase freddo come al solito.

"Hai mai reincontrato qualcuno dopo." Si fermò un attimo a parlare Akane, pensando se fosse il caso ritirare in ballo l'argomento, ma poi si decise a continuare. "Dopo la battaglia di Sekighara?"

"No, nessuno. Mi allontanai il più possibile da tutti quelli che conoscevo dirigendomi verso la casa che costruì mio padre. La casa nella foresta. Ero piccolo ma sapevo già cavarmela quindi non incontrai grossi problemi e alla fine mi abituai alla vita da 'lupo solitario', anche se non ero completamente solo, insieme a me c'era anche Kasumoto." Poi si fermò un attimo dando uno sguardo al cielo e uno ad Akane, la quale sembrava molto assonnata. "Beh, a questo punto direi che dovresti metterti a dormire, domani sarà una giornata dura e se la sera saremo ancora in territorio nemico non ci sarà occasione di riposarsi."

Akane da parte sua però scosse la testa in cenno di disapprovamento "Mi sentirei in colpa a lasciarti sveglio da solo tutta la notte in compagnia solo dei tuoi pensieri."

"E' come ogni altra notte, non ha quasi niente di diverso dalle altre, non ha senso rimanere svegli in due, io non riuscirei a dormire comunque neanche volendo e tu sei stanca e non ha senso che rimani sveglia. Forza, dormi."

"Va bene, forse hai ragione, buonanotte Ranma." dopo di ciò si girò di lato e chiuse gli occhi lasciando spazio al sonno.

" 'Notte." gli rispose Ranma per poi riprendere il suo posto sdraiato a pancia in su con le mani congiunte dietro la testa, tornando a guardare le stelle.
*Ragazzi che notte, ho rischiato di vedere i miei piani sfumare, anche se almeno ho parlato con qualcuno.* Poi si fermò un attimo. *Da quando ho bisogno di parlare con qualcuno? Bah. Comunque sia una buona parte della notte se ne è andata e questa già è una cosa positiva, comunque bisogna ammetterlo, Akane è diversa da tutte le persone che ho avuto occasione di incontrare, sembra più tranquilla e più 'innocente', ma forte e testarda allo stesso tempo, forse anche troppo.
E poi, parlare con me? E perchè? Probabilmente lo fa per condizione morale e quando arriveremo al palazzo si dimenticherà presto di questo periodo. Bah, poco importa, per stanotte, buonanotte Akane e per la prima volta dopo tanto tempo.
Grazie.*

Dopo quest'ultimo pensiero di nuovo gli stessi ricordi di ogni notte prendevano posto nella mente di Ranma, ricordi di vecchi amici, vecchie persone che aveva conosciuto, di vecchie battaglie, mentre di nuovo una piccola stella, più luminosa delle altre, che aveva accompagnato le sue notti fin dall'arrivo di Akane e compagni, faceva lui compagnia, illuminando i suoi pensieri e quella notte, che aveva visto la prima vera conversazione tra Ranma e Akane. E forse anche il cambiamento e la nascita di qualcosa, ma questo ancora nessuno può dirlo con certezza.

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Capitolo 6
*** 06-Pericoli in territorio nemico ***


Finalmente dopo tanto tempo riesco a aggiornare la mia fanfiction, purtroppo il cambio di gestore telefonico e l'imminente arrivo degli esami di stato mi hanno tolto parecchio tempo per la fanfiction :)

In ogni caso eccomi qui con un nuovo capitolo e ne approfitto per ringraziare tutti coloro che hanno commentato il precedente capitolo:
laurastella: Ti ringrazio per aver commentato il precendente capitolo, mi fa piacere che la storia ti piaccia e spero che questo capitolo sia altrettanto fatto bene :)

fmi89: Un enorme ringraziamento anche a te per i tuoi commenti, fanno sempre piacere, spero che anche questo capitolo di piaccia :)

Infine grazie ancora ad entrambe vi auguro una BUONA LETTURA :)
P.S. E spero di non essere costretto a farvi aspettare così tanto per il prossimo capitolo. Faro del mio meglio per aggiornare al più presto possibile, promesso :)


3°giorno

Dopo una notte all'addiaccio che aveva visto la conversazione tra Ranma e Akane, diversa da quelle che finora avevano instaurato, i primi raggi del sole fecero destare dal sonno la ragazza dai capelli corvini. Al suo risveglio si guardò un pò attorno, notando Omura che ancora dormiva della grossa accanto a lei e dall'altra parte, dove doveva esserci Ranma, non c'era nessuno. Incuriosita cominciò a guardarsi ancora attorno, finchè un pò più lontano da loro vide il ragazzo in canotta bianca, che tanto li stava aiutando eseguire dei kata. Si alzò e senza un motivo particolare si avvicinò a Ranma.

"Buongiorno" fu la prima cosa che venne in mente ad Akane, finendo con un sorrisetto rivolto a Ranma.

" 'Giorno" fu la risposta di quest'ultimo, che concentrato nei suoi esercizi non si voltò verso Akane, ma proseguì comunque a parlare.

"Come mai così mattiniera? L'alba non è passata da molto." mentre continuava perfettamente a eseguire le sue tecniche e spostamenti.

"Il sorgere del sole mi ha svegliato e sono venuta qui, ti da fastidio?" inclinando la testa di lato e sorridendo, in attesa di una risposta.

"No" rispose e dopo sferrò un calcio alto.

Poi ci fu un attimo di silenzio, nel quale Ranma continuava a essere estremamente concentrato e Akane era incantata ad osservare quei movimenti così agili e eleganti, tanto da rivolgere una domanda a Ranma.

"Esegui spesso i kata?"

"Almeno una volta al giorno, se capita l'occasione anche più. Approposito, tu conosci le arti marziali giusto?" disse, mentre aveva raggiunto la fase finale dei kata, che riguardava lo stato di guardia e dopo il saluto per poi tornare a rilassarsi.

"Abbastanza, essendo figlia di un imperatore devo conoscerle e sapermi difendere, anche se in genere sono altri a difendere i membri di famiglia reale." intanto Ranma si era fermato e rispose fissando Akane.

"Bene, allora prima o poi mi mostrerai come te la cavi. Ok?"

"Va bene, anche se non credo sarà un grande incontro, il tuo addestramento è stato ben diverso dal mio e probabilmente sei molto più abile di me." furono le parole di Akane, con sulle labbra il sorrisetto di poco prima.

"Di metodi di allenamento ne esistono a centinaia, l'importante è la costanza, la concentrazione e il cuore che ci metti, sia durante un allenamento che durante uno scontro. Soprattutto durante una guerra." disse ad Akane, mentre raccoglieva la parte superiore del suo vestito per rimettersela, inoltre in quel momento anche qualcun altro era giunto a fare loro compagnia.

"La guerra non è un argomento che una principessa dovrebbe conoscere così a fondo. Avrà occasione di apprendere ciò che è la guerra quando succederà a suo padre, controllando territori ed eserciti." Furono le parole di Omura, che si era avvicinato ai due, mentre Ranma si accingeva a riprendere il viaggio, rispondendo.

"L'impero sotto la guida di Akane avrà un futuro diverso della guerra." lasciando Omura senza parole, fermo a guardare quell'ancora misterioso ragazzo che si allontanava.

"Vi consiglio di muovervi, stasera non vorrei essere ancora in territorio nemico." Poi si fermò un attimo, rivolgendo lo sguardo verso Omura "Ti consiglio di smetterla di chiamare Akane 'principessa', in territorio nemico potrebbe esservi fatale rivelare la sua vera identità, già è tanto se non la riconosceranno." poi riprese a camminare, allo stesso modo fecero gli altri due avvicinandosi a Ranma e sperando di cavarsela al meglio in un territorio a loro ostile.

Cominciarono così a percorrere il sentiero che li avrebbe portati nella prefettura di Fukushima, una strada di pianura, completamente sterrata, costeggiata da una serie di alberi che se necessario avrebbero apportato un pò di copertura, semmai ce ne sarebbe stato bisogno. Tuttavia il percorso fu abbastanza tranquillo e solitario, incrociarono un paio di carri che viaggiavano nella loro opposta direzione, ma nulla di più.
Inoltre il sentiero per raggiungere il prossimo villaggio non era molto lungo e in non troppo tempo arrivarono al confine con il territorio nemico.

"Da qui discrezione assoluta, cerchiamo di dare poco nell'occhio e forse ne usciremo senza bisogno di scontri o altro." Quelle di Ranma furono le uniche parole pronunciate in quel momento, Omura e Akane si limitarono ad annuire, per poi riprendere a camminare.

Ma prima di raggiungere Sendai, la fine del loro viaggio, dovranno attraversare tre province del territorio nemico: Tomioka, Haranomachi e Fukushima (il centro della prefettura).
Il sentiero che percorsero fino al primo villaggio fu calmo, poche persone ormai battevano quella strada e quelle poche che incontrarono non gli rivolsero nemmeno una parola, in breve tempo percorsero quel sentiero sterrato costeggiato da pochi alberi e massi, fino ad arrivare al loro primo traguardo.

3° Giorno - Prefettura di Fukushima - Tomioka

Arrivati al primo villaggio lo spettacolo che si ritrovarono di fronte non fu nulla di più di quanto avessero visto finora, case ridotte allo stremo, forse la maggior parte anche disabitate, la maggior parte con tetti o mura che minacciavano di crollare da un momento all'altro, sembrava un posto molto desolato, ma la scena cambiò quando si avventurarono al suo interno.
La parte "esterna" del villaggio era quella sicuramente più colpita, ma la parte interna era molto meglio, forse perchè in quel punto del villaggio si radunava ciò che era la "resistenza" del villaggio, infatti in questa zona era molto più popolata, ma il rischio era di fermarsi troppo, questo posto era pericoloso e correvano il rischio che qualcuno notasse anche troppo la loro presenza.

"Affrettiamo il passo, non mi piace questo posto." affermò infatti sussurrando Omura, il quale voleva lasciare quel luogo il più velocemente possibile.

"Ricorda che dovremo attraversare come minimo un altro posto come questo, quindi mantieni la calma, da poco nell'occhio e allunga il passo" ricevette in risposta da Ranma, il quale sembrava piuttosto tranquillo se qualcuno avesse osservato il suo volto mentre allungava il passo, seguito da Omura che lo teneva sempre d'occhio e da un' Akane a disagio con la paura che qualcuno potesse riconoscerla.

In non troppo tempo arrivarono alla porta del villaggio, sempre più ansiosi di lasciarlo, ma qualcuno li fermò.

"Ehi ragazzi, ve ne andate senza aver dato un occhiata al villaggio?" colui che stava parlando ai tre era una persona di mezza età, capelli corti, barba non troppo folta ma visibile, vestito come una persona normale, maglia bianca con un taglio sulla spalla, forse il segno di una spada e un pantalone grigio scuro altrettanto malridotto.

"Abbiamo dato un'occhiata veloce ma abbiamo molta fretta purtroppo." cercò così Omura di tagliare il discorso, era rischioso fermarsi a parlare troppo con uno sconosciuto, per di più molto probabilmente nemico.

"E' un peccato, sapete una volta era diverso questo villaggio." sembrava che quel tipo volesse attaccar proprio discorso.

"Tutti i villaggi erano diversi prima della guerra, ora questo non è poi tanto diverso dagli altri." stavolta a parlare fu Ranma, il quale sembrava aver sortito l'effetto migliore con le sue parole, infatti la persona che gli stava di fronte si allontanò ridendo, con un' ultima affermazione.

"Hai proprio ragione ragazzo."

Dopo aver assistito a quella scena, Ranma, Omura e Akane ripresero il viaggio sollevati per non essere incappati in qualche brutto guaio.

3° Giorno - Prefettura di Fukushima - Fuori Tomioka

Presero così la strada che li avrebbe portati alla loro seconda tappa, la strada che si parò di fronte ai tre era praticamente identica alla precedente, forse con l'unica variante che c'erano molti più alberi e che mentre camminavano incontrarono un uomo su un carro che cominciò a parlare con loro.

"Ehi ragazzi, siete diretti a Fukushima?" anch'esso era un uomo di mezza età, capigliatura corta ma disordinata, barba più folta della precedente persona che avevano incontrato, con indosso un vestito che assomigliava a uno yukata rosso, con la differenza che le maniche arrivavano fino ai polsi, in risposta alla domanda i tre non fecero altro che annuire.

"Brutto affare, lì le cose ultimamente si sono fatte molto agitate da quando una piccola parte dell'esercito del generale Fukushima si è spostata in quel posto." furono le ultime parole di quell'uomo mentre si allontanava da Ranma e gli altri, a bordo del suo carro vuoto trasportato da due cavalli.

Chiusa la parentesi dell'uomo sul carro il gruppo riprese a camminare lungo il sentiero, consapevole che ormai non si poteva più tornare indietro e che qualunque cosa li aspettasse ormai doveva essere affrontata.
Alla base di ciò proseguirono e in più o meno un' ora arrivarono alla loro seconda tappa.

3° Giorno - Prefettura di Fukushima - Haranomachi

Arrivati all'entrata del villaggio notarono subito che questo era leggermente diverso dal precedente, la zona esterna era la più vivace, dove c'era più gente, quando passarono per la parte interna notarono un ambiente diverso, le case innanzitutto erano messe molto male e la zona era poco frequentata, in lontananza rispetto alla loro posizione si poteva notare una chiesa, il tetto di questa era in parte crollato, le porte sembravano fossero state abbattute pur di entrarci e le mura non erano in condizioni migliori, sembrava che l'obiettivo che avessero voluto colpire fosse stato principalmente quella chiesa, questo spiegherebbe anche il fatto che la zona interna del villaggio è quella più colpita.
Anche in questa occasione comunque, Ranma e tutti gli altri si limitarono a un' occhiata fugace per poi allungare il passo in direzione dell'uscita dal villaggio, ma anche qui qualcuno li fermò.

"Ehi ragazzi, l'avete data un occhiata alla nostra chiesa?" era un tipo completamente diverso dagli altri che avevano incontrato finora, capelli lungi e disordinati, così come la barba e lo yukata che portava indosso, inoltre si notava che barcollava parecchio, segno che doveva anche aver bevuto parecchio.

"Si, è ridotta molto male." rispose ancora una volta Omura.

"Già, quei soldati non hanno rispetto di nulla, nemmeno di un luogo sacro." Poi si fermò un attimo a fissare i tre, per poi riprendere a parlare. "Approposito, non vi ho mai visti da queste parti, siete nuovi di qui?"

La domanda di quell'uomo mise un pò a disagio tutti quanti del gruppo, Akane sgranò gli occhi nella paura che li avesse scoperti, Ranma era freddo come al solito e Omura si affrettò a rispondere.

"Siamo solo di passaggio, diretti verso la provincia di Fukushima."

"Brutto affare, da quanto ho sentito li le cose sono peggiori di qui, siete delle persone strane, perchè ci volete andare?" anche quest'uomo gli aveva detto la stessa cosa del precedente, con l'aggiunta di una domanda che mise in crisi tutti quanti, ma...

"Ehi Kazutoshi, vieni un pò qui." fortunatamente qualcuno lo stava chiamando e quest'ultimo rispose.

"Arrivo!" Poi rivolgendosi a Omura. "Scusami ragazzo mi stanno chiamando, ci vediamo eh." Disse, per poi allontanandosi verso la persona che lo aveva chiamato.

Omura e gli altri a questo punto tirarono un sospiro di sollievo e si affrettarono ad allontanarsi, ma a distanza si potevano ancora udire le voci dei due che parlavano.

"Vecchia spugna, con chi stavi parlando?" chiese a quell'uomo sorridendo, il cui nome doveva essere Kazutoshi, in tono amichevole e quest'ultimo gli rispose.

"Con dei ragazzi che ho incontrato, molto simpatici ma un pò strani." disse per poi mettersi seduto su una sedia lì vicino, a questo punto il gruppo si era già allontanato troppo per distinguere cosa dicessero i due.
Aiutati dalla fortuna in quell'occasione, a passo svelto uscirono dal villaggio, verso la terza e ultima tappa prima di Sendai, Fukushima.

3° Giorno - Prefettura di Fukushima - Fuori Haranomachi

Iniziarono così a percorrere il sentiero, un percorso totalmente diverso dai precedenti apparte la solita strada sterrata, infatti nei dintorni non c'erano alberi, ma solo enormi massi alla loro sinistra e un rivolo d'acqua alla loro destra che scorreva in direzione della loro prossima meta, come se volesse accompagnare il gruppo nel loro viaggio.

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