Quella volpe di Nabiki

di Amaguriken_Duo
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Parte prima ***
Capitolo 2: *** Parte seconda ***
Capitolo 3: *** Parte terza ***
Capitolo 4: *** Parte quarta ***



Capitolo 1
*** Parte prima ***


Prima di lasciarvi alla scoperta di questa fanfiction a quattro mani, includiamo alcuni avvisi:
- Questa one-shot ha partecipato al contest di Topmanga, basato sulla serie di Ranma, e ha vinto.

Non c'erano limiti di lunghezza per la one-shot, così ci siamo potuti sbizzarrire: ma, ritenendo la ff abbastanza lunga, abbiamo deciso di facilitarne la lettura frammentandola in più cap, postandola per correttezza e trasparenza tutta in un blocco. L' Amaguriken_Duo (Kuno e Laila) vi augura una Buona Lettura!




QUELLA VOLPE DI NABIKI

I vapori avevano invaso l’ambiente circostante, mentre il caratteristico effluvio delle pietanze fritte non aveva tardato ad intasare ogni poro dell’angusto locale.

Produttiva come dieci uomini, la vecchia Obaba era affaccendata a bollire degli spaghettini cinesi in un pentolone all’apparenza più massiccio della sua figura minuta.

L’amazzone non mostrava il minimo segno di fatica e, in ogni caso, sapeva che non avrebbe avuto tempo per la più breve delle soste: l’ora di pranzo era imminente, così come l’arrivo dei clienti del ristorante. Non che fosse in difficoltà, precisò tra sé, tuttavia… un po’ di aiuto sarebbe comunque stato gradito, specie da parte di certi sfaccendati che, come di consueto, non alzavano un dito nel momento del bisogno.

- Mousse, si può sapere dove ti sei cacciato? Ti ho chiesto di portarmi quelle spezie almeno cinque minuti fa!

Come in risposta alle proteste della vecchia, il chiamato in causa fece capolino nella stanza. Sarebbe stato impossibile non accorgersene, dato che la figura del mandarino, vestito di tutto punto con tanto di cravattino al collo, stonava in maniera impressionante con ogni singolo elemento della cucina del Nekohanten.

- Prendi, Obaba! E ora vedi di lasciarmi stare! - disse con fare seccato. Poi sfilò dalla tasca due biglietti, questa volta mostrando una compiaciuta soddisfazione.

- Oggi è il mio grande giorno. Quando Shampoo tornerà dal giro di consegne e vedrà questi inviti per la ‘dodicesima mostra internazionale delle statue di cera funeree dal gusto pacchiano’, si renderà finalmente conto della mia innata classe. E così non potrà non cadere ai miei piedi… ah ah ah… AAAH!

Il disgraziato era appena inciampato contro un ostacolo, crollando rovinosamente di fianco allo sgabello su cui si poggiava Obaba.

- E’ questo che combini, invece di lavorare? Comunque faresti bene a metterti gli occhiali: per adesso, sembra che sia tu ad essere caduto ai miei piedi. Ma ci vorranno cent’anni prima che possa uscire con una bella donna come la sottoscritta. - commentò l’amazzone.

- C’è poco da scherzare, vecchia! Nemmeno tu puoi lottare contro il destino, ed io sento che sarà Shampoo, inesorabilmente, a venire da me.

Una presenza fece il suo ingresso nella sala principale.

- Salve, c’è nessuno? Sono venuto per…

- Shampoo! Lo sapevo che saresti venuta da me! Finalmente hai accettato il mio amore!

Mousse accorse dalla cucina, stabilendo il nuovo primato dei cento metri, e si fiondò ad abbracciare il malcapitato.

- Cosa aspettiamo, ancora? Sposiamoci!

- Mi dispiace, ma ho già moglie e figli! - replicò nauseato il fattorino. - Come stavo dicendo, sono venuto per consegnare questo pacco.

Detto ciò, lasciò cadere l’involucro sui piedi del mandarino, il quale, dolorante, si decise ad allentare la presa. L’uomo non si lasciò sfuggire quell’occasione e scappò in ritirata.

Obaba si affacciò con aria impaziente.

- Non gingillarti, Mousse! Cos’è quella roba?

- Uh… credo una consegna per te. Ma non mi sembra una cassa di cibo.

L’anziana amazzone socchiuse le palpebre. La sua ordinazione speciale era arrivata, una buona volta. Un lieve ghigno le disegnò il volto increspato.

- Non impicciarti e porta subito qua! - ordinò drastica al subordinato.


Mousse afferrò il pacco con ambo le mani e si affrettò a consegnarlo alla vecchia, intuendo che non era il caso di spazientirla ulteriormente. Trovandosi ancora privo di occhiali, non poté leggere che l’indicazione del mittente portava scritto ‘Guida di Zhou Chuan Xiang, Cina’. Non fu nemmeno in grado di accorgersi che il pacco, nella caduta, si era bucato, lasciando a terra una gran quantità di polistirolo e qualcos’altro.


-@@@-


Qualche istante più tardi nella sala, ormai di nuovo deserta, fece il proprio ingresso Nabiki Tendo.

- Buongiorno a tutti… oh, vedo che sono la prima cliente: penso di essermi guadagnata il diritto ad un buono sconto, non credete? - Attese una risposta che non arrivò.

Schioccò le dita, frustrata: se fossero arrivate altre persone, lei come avrebbe potuto fare qualche affare con le due cinesi? Spazientita, si guardò attorno fin quando la sua attenzione fu calamitata dalla roba che giaceva ai suoi piedi.

In particolare, risaltava una minuscola boccetta colma di liquido trasparente.

- Noto che il servizio lascia alquanto a desiderare… offrire boccette di profumo gratis ai visitatori non vi basterà, per farvi perdonare, ma lo accetterò come un buon inizio. - Lesta, si spruzzò il contenuto sul viso e sulle mani.

*Che cosa… non è profumo, ma semplice acqua! Questo scherzetto costerà molto caro.* rifletté, mentre la sua mente calcolatrice già provvedeva a quantificare i danni materiali e morali.

Nel frattempo, era entrato Ranma assieme agli inseparabili Hiroshi e Daisuke.

- Ho proprio voglia di un bel piatto di ramen caldo…

- Come sei fortunato, Ranma, con tutte le tue spasimanti! Scommetto che Shampoo non ti farà pagare niente…

- A proposito, non vedo né lei né la vecchia mummia. Com’è che nessuno serve ai tavoli?

Una bicicletta sbucò alle spalle del trio, colpendo in pieno il ragazzo col codino.

- Shampoo è tolnata!… Aiya, Lanma! Stale aspettando Shampoo? Come sono felice! - Senza dare al disgraziato il tempo di rialzarsi, gli si gettò sopra, avvinghiandoglisi con forza in una posizione molto equivoca.

- Sha… Shampoo… buon… giorno anche a te… - biascicò Ranma, con evidenti difficoltà di respirazione.

Hiroshi e Daisuke borbottarono qualche parola d'invidia nei confronti del loro compagno di classe, prima di salutare la senpai Nabiki, la quale dal canto suo aveva riacquistato tutto il suo buon umore gustando la graziosa scenetta.

*E’ un vero peccato non avere la macchina fotografica a portata di mano, per immortalare il momento… chissà la mia sorellina come la prenderebbe!*

Improvvisamente, Ranma guardò verso di lei, e il volto del ragazzo assunse un’espressione di terrore puro.

- A… Akane! Aspetta, n-non è come può sembrare!! – gesticolò, come morso da una tarantola.

Nabiki si voltò, ma dietro di sé non scorse anima viva.

- Akane? Ma dove la vedi? Non sarai diventato orbo come Mousse, spero?!

Il giovane Saotome riuscì a sottrarsi dalla presa di Shampoo e si rizzò in piedi. *Sta farneticando! Stavolta dev’essere fuori di sé.* considerò. Mentre lui non era proprio in vena di sostenere la furia della fidanzata.

- E poi cos’hai da fissarmi tanto? - sbottò Nabiki, avanzando verso di lui. – Ho il viso sporco?

Ranma indietreggiò cautamente.

- Vuoi… vuoi combattere? - balbettò, assumendo la posizione di difesa.


Nabiki non comprendeva. *Un momento, crede che io sia Akane! Quelle due cinesi devono averlo drogato per l’ennesima volta… anche se situazioni come questa si verificano, di solito, dopo che ha mangiato qui!*

Si accinse a farlo tornare in sé, quando si specchiò casualmente nel vetro adiacente.
L’immagine riflessa era quella di Akane.

Nabiki strabuzzò gli occhi, guardandosi incredula. *Cavolo, sono diventata mia sorella! Ma come sarà potuto succedere, come…* interruppe il suo pensiero. Prima di ogni altra cosa, doveva risolvere in qualche modo l’equivoco con Ranma.

Così, ridusse ulteriormente la distanza che la separava dall’adolescente con il codino.

- Adesso ascolta bene ciò che ho da dirti, Ranma! Se proprio vuoi che non ti picchi…

Lui deglutì nervosamente. Shampoo, Hiroshi, Daisuke e i clienti sopraggiunti attesero in religioso silenzio.

- … dammi tremila yen!

Tutti caddero gambe all’aria.
Ranma sborsò, troppo sbigottito per opporsi e con la chiara impressione di non capirci più niente. Quella serpe di Nabiki stava diventando contagiosa?


La falsa Akane, dal canto suo, era altrettanto incredula. Ranma l’aveva pagata senza fiatare, credeva che fosse sua sorella a tal punto da non insospettirsi nemmeno per via dell’anomalo comportamento tenuto. Corse via dal locale, aveva bisogno di pensare un poco da sola.

Si ricordò di avere uno specchietto in tasca. Lo tirò fuori e riflesse, ancora una volta, la propria immagine. Come aveva fatto a trasformarsi? Cos’aveva fatto di particolare negli ultimi minuti?

*Diamine, come faccio ora a tornare me stessa?*

Istantaneamente, Nabiki riacquisì le proprie sembianze.

*Cosa… ora ho capito! Mi è bastato concentrarmi sul pensiero di riavere il mio aspetto. E prima, sono diventata Akane immaginando la faccia che avrebbe fatto la mia sorellina… Davvero un potere molto, molto interessante.*

Accennò a rimettere lo specchietto in tasca, ma così facendo si accorse che era già occupata.

*E questa cos’è?* Estrasse una sfera, perfettamente rotonda e con sopra inciso il disegno di una stella. Un altro mistero, dato che era sicura di non averla mai vista prima.


-@@@-


Frattanto, al Nekohanten, Cologne era tutta intenta a frugare, invano, nel pacco.

- Ehi, Mousse! Non hai sentito delle voci? Mi sa che di là è arrivato qualcuno, va’ a vedere!

Il quattrocchi, che in tutto quel tempo aveva ripreso a fantasticare sul suo momento magico con Shampoo, ritornò alla realtà fissando stranito la strana figura della vecchia: questa, data la sua statura, era praticamente sommersa dall’imballaggio, tanto da poter essere presa come parte integrante del contenuto.

- Uhm? Guarda un po’. Si vede che quelli della mostra mi hanno spedito un campione omaggio… Però questa bambola funebre di cera a forma di scimmia è davvero troppo brutta, perfino per i miei gusti!

Detto ciò, Mousse si diresse senza esitazione alcuna verso Obaba, la afferrò e si accinse a buttarla nella pattumiera.

- Cosa stai facendo, idiota? Sono io! - L’amazzone lo picchiò in testa col bastone.

- AAH! Questa bambola mostruosa… parla e si muove! Dev’essere sicuramente maledetta!

- Smettila di dire una fesseria dietro l’altra! - Con una nuova mazzata, Cologne spedì definitivamente il mandarino nel mondo dei sogni. *Non capisco, ma dov’è finita quella dannata boccetta?!*




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Capitolo 2
*** Parte seconda ***



Parte seconda.

Yuka adorava fare shopping e finalmente aveva ricevuto l'agognata paghetta dai suoi vecchi.
Si trovava nel negozio “dolci sogni” inglobato nel centro commerciale della zona più trafficata di Tokyo, in compagnia di Sayuri, quando vide Nabiki attraversare la porta a vetri automatica. 

La ragazza, dopo un breve giro d'ispezione, fece scorrere sei o sette grucce di corredi intimi all'ultima moda e, cosa più unica che rara, li prese tutti! Fece una seconda sosta alla vetrina delle giarrettiere, indicandone una in particolare alla commessa, poi, presa da un atto di estrema generosità, le indicò anche un cerchietto da diavoletta.
Una volta imbustata la gran quantità di capi e ornamenti, la commessa, una biondina dall'aria trasognata, attese paziente le direttive di Nabiki. 

Questa tirò fuori dalla borsetta il portafoglio griffato, dal quale estrasse una golden-card!
Non aveva mai visto una carta di credito tanto bella e scintillante, le altre carte, paragonate a quella, scomparivano!
Sayuri gettò un'occhiata in tralice all'amica, che stava trattenendo il respiro, mentre la commessa passava la carta sul bancomat.
- Respira Yuka! - la incitò stringendole le dita gelide della mano.
Eppure nemmeno Sayuri credeva ai suoi occhi! Le due studentesse, al segnale di ricezione, sospirarono all'unisono, incantate.
Dal macchinario fuoriuscì, arricciandosi, lo scontrino fiscale.


Nabiki Tendo, la ragazza più parsimoniosa del Giappone, era impazzita, non c'erano altre spiegazioni! Le amiche di Akane non potevano lontanamente afferrare che, per la senpai, quello fosse solo un investimento...

-@@@-

Il mattino seguente, l'autunno cedette il passo ad un freddo più brusco, anticipando di un paio di settimane la stagione invernale. Il fiume gorgogliava piano da sotto il ponte.
Lungo il viale, poche foglie imbrunite sopportavano ancora le raffiche di vento che si insinuavano tra i rami degli aceri.
Ranma e Akane, una volta raggiunto il cortile del Furinkan, rallentarono repentinamente la loro corsa. Una cinquantina di ragazzi, studenti di età e classi miste, erano accalcati davanti ad una bancarella allestita da niente popò di meno che Nabiki!
Perché il preside non c'era mai quando serviva il suo intervento e la sua ossessione per l'ordine? 
Sembrava che la venditrice abusiva stesse facendo grossi affari, prima del loro arrivo. 

Privo di esitazione alcuna, Ranma afferrò Akane per un polso e si gettò nella mischia facendosi largo a spallate. Vedendolo spuntare, Daisuke gli dette una gomitata leggera sul fianco, commentando: 

- Quanta abbondanza! Beato te! 
Il ragazzo col codino non gli badò e proseguì verso il suo obbiettivo principale. 

- 2.500! - urlò Gosunkugi, nascosto fra la marmaglia intervenuta. 

Allora Kuno alzò un braccio, ribattendo all'offerta con l'esorbitante somma di: - 3.000 yen! 

- Nessuno offre di più? - commentò Nabiki mostrando di nuovo la fotografia, oggetto dell'asta, facendola vedere bene da ogni angolazione ai compagni allupati. 

- Che... che significa! - esclamò Akane sconcertata, strappandole la foto con rapacia.

A quel punto anche Ranma, fattosi curioso, dette una sbirciatina da sopra la sua spalla!
La ragazza raffigurata nell'istantanea era Akane, sebbene in vesti assai diverse dal solito.
Indossava della biancheria di pelle lucida, color cremisi, atteggiandosi a top-model, con un cerchietto in testa, su cui spuntavano due piccole corna glitterate... da diavolessa!
La posa plastica e persuasiva, con le mani sulle ginocchia strette e gli avambracci a sorreggere il decolté generoso, non lasciava molto spazio all'immaginazione... 

Il giovane Saotome sentì improvvisamente caldo.
A differenza sua, Akane non si perse d'animo ed affrontò la sorella di petto:
- Nabiki! Esigo subito una spiegazione! 

- Senti? 

La minore inclinò la testa da un lato: - Cosa dovrei sentire? 

- La campanella è già suonata, com'è tardi! Devo proprio scappare! - mentì l'affarista portandosi fuori mira.
Prese con sé alcune foto, ed entrò seguita dalla corte di possibili compratori. 

Kuno strinse l'amata Tendo al torace: - Perdonami Akane! Devo proprio andare! 

- E allora cosa stai aspettando! - lo colpirono entrambi i fidanzati. 

Tornata la calma, Akane frugò sopra al banco. Raccolse numerosi scatti rimasti di Ran-chan in intimo, ed altri ancora, di una ragazza che le somigliava perfettamente, eccetto che nel senso del pudore.
Anche Ranma li osservava tutti con minuzia, auto-convincendosi che non fossero semplici fotomontaggi! *Non conoscevo questo lato di Akane* scosse la testa a quel pensiero, che tuttavia non si fece da parte – Che donna scostumata! - sibilò perdendo il senno. 

Sollevando un sopracciglio la fidanzata rimbeccò:
- Adesso mi hai promosso? Prima ero un maschiaccio, ora una donnaccia! Non capisci che sono dei falsi creati da mia sorella? 

- Dici? Guarda questa qui! Si vedono proprio bene la tua vita larga e il seno piatto! 

Un pugno lo colpì sopra la testa. - Scemo! Mi credi davvero così frivola? 

Ranma non reagì come credeva, ma la guardò con occhi compassionevoli.
- Perché lo stai facendo? - sussurrò con tono protettivo. 

- Eh? 

- Prima mi chiedi tremila yen, ora posi per queste foto! Akane tu hai bisogno di soldi, di' la verità! E' per via di un debito che hai con Nabiki, forse? Guarda che posso aiutarti... 

La fidanzata strinse i pugni, avanzando di un passo verso il coetaneo. 

- Ma che diavolo stai blaterando! Ti ho detto in mille modi, che quella NON SONO IO! 

Effettivamente Ranma non la credeva capace di arrivare a tanto! Però le prove parlavano chiaro, il soggetto delle foto era decisamente Akane, la sua fidanzata, il suo maschiaccio! E tutti i ragazzi della scuola l'avevano vista come a lui solo era permesso di vederla. Lo infastidiva sapere che non gli rimaneva altro da fare, che ingoiare la bile, in silenzio? *No! No! Assolutamente no!* 

- Mi stai prendendo in giro? Si vede lontano un miglio che sei tu! - brontolò esagitato. 

- Io non metterei mai un reggiseno di pelle! - replicò seccamente l'altra, suo malgrado arrossendo.
Ora che ci pensava, mentre la rabbia sfumava lasciando il posto ad un barlume di lucidità, Ranma ricontrollò le foto che aveva con sé. 

- Hai ragione – annuì consultando gli scatti della ragazza col codino. - Anche quando mi trasformo in ragazza, porto sempre i boxer, mentre qui invece... 

Akane sospirò. - Finalmente ci sei arrivato! Dobbiamo mettere mia sorella con le spalle al muro! Sono sicura che è opera sua! - si ritrovarono improvvisamente sulla stessa lunghezza d'onda. 

- Non so cosa stia architettando, ma non mi piace...
Il suono precipitoso della campanella interruppe i loro discorsi sobillatori, sancendo l'inizio delle lezioni.
Alla prima ora, avevano lezione con Hinako Ninomiya.
Infatti quella che credevano fosse la minuta insegnante d'inglese fece il suo ingresso cinque minuti dopo le 8,00. Si mise seduta sulla cattedra, accavallando le gambe con cura. 

- Qualcuno di voi può gentilmente ricordarmi dove andiamo quest'anno in gita? Mi hanno informata che verrete accompagnati da me e dal professor Arata... 

Hiroshi alzò la mano, e si fece portavoce della classe:
- A Shizuoka, staremo via una settimana – annunciò preciso. 

Appresa la notizia, la sosia della tutrice annuì interessata e prese a sfogliare il registro. 

- Benissimo bambini! Ora farò l'appello e, uno alla volta, ognuno di voi mi consegnerà il suo contributo di 6.000 yen per la gita... sapete le spese del pullman, l'albergo, i musei... 

- Ma, professoressa... – provò ad impietosirla Yuka – Abbiamo ancora due mesi per poter consegnare i soldi, molti di noi non... 

La maestra, che in realtà altri non era che Nabiki, calatasi nella parte, la guardò malevola, facendola ammutolire.
– Sono sicura che tra di voi ci sono dei bravi bambini, pronti a pagare anche per i compagni, non vorrete correre il rischio di far saltare la vostra preziosa gita? 

A quell'insinuazione Ranma decise d'intervenire e balzò in piedi. 

- Se vuole il denaro, ci deve obbligare! Coraggio, tiri fuori la sua monetina portafortuna da cinque yen! La sfido! - la esortò, mettendosi in mostra. 

Quella scosse il capo - Saotome, non vuoi andare in gita con gli altri?! - e cominciò a chiamare:
- Atame Hiroji, tu che fai? Partecipi o segui il cattivo esempio di Saotome? 

Il ragazzo si avvicinò a spalle basse alla cattedra e consegnò la sua parte.
- Anju Ame – continuò la maestrina. 

Dal fondo della classe, la seconda della lista si accinse ad accontentarla, come aveva fatto poco prima Hiroji.
Stava contando i soldi ricevuti, quando d'improvviso le spuntarono due soffici orecchie appuntite sulla testa, mentre una vaporosa coda ramata le scodinzolò da dietro. 

Nello stesso momento la vera Hinako comparve in classe, portando con sé un cartone pieno di micini.


- Scusate il ritardo! Ho trovato questi gattini in sala insegnanti, carini vero? - poi voltandosi verso la cattedra incrociò lo sguardo della falsa sé. 

- E tu chi sei? 

Scoperta, Nabiki tentò la fuga, riuscendo a superare la soglia, aiutata dal fatto che Ranma, alla vista dei minuscoli felini, fosse andato letteralmente in tilt. 

*Che mi sta succedendo?* s'interrogò guardandosi riflessa nei vetri delle finestre della scuola, arrossendo.

*Sembro volpizzata! A meno che questo non sia un effetto collaterale, forse c'è un limite di tempo massimo, alle trasformazioni* decise.
Infine, mettendosi l'anima in pace, si focalizzò sul suo aspetto naturale e ritornò in sé.





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Capitolo 3
*** Parte terza ***


Parte terza

Akane sospirò, frustrata. Aveva cercato per un’ora buona in ogni angolo dell’istituto, trascinando per il codino un Ranma ancora traumatizzato dalla vista delle fameliche bestiacce, eppure della falsa Hinako non vi era alcuna traccia. Come aveva fatto a dileguarsi così rapidamente?


- Non ci capisco più niente: prima gli assurdi fotomontaggi di Nabiki, adesso abbiamo un nuovo scambio di persona, che coinvolge persino la professoressa Hinako cosa sta succedendo oggi?!

- Per me c’è dietro la stessa mano! - ragionò il fidanzato, ormai ripresosi. - Qualcuno si sta prendendo gioco di noi… ma gliela faremo pagare!

Akane annuì debolmente, in realtà sovrappensiero. In particolare, non riusciva a togliersi dalla mente l’immagine delle orecchie e della coda ramate del loro misterioso avversario.

- Se non fosse impossibile, giurerei che siamo finiti dentro ad uno di quegli antichi racconti popolari… sai, quelli dove le volpi dispettose ingannano qualche persona ingenua e credulona.
Ranma scosse le spalle.

- Tsé, non dire sciocchezze! Queste cose non avvengono nella realtà, cretina!

- Cretino tu! - s’infervorò la fidanzata. - Perché allora non trovi un’altra spiegazione, visto che ti ritieni tanto esperto?!

- Beh, è ovvio che… cioè, insomma… - incespicò sulle parole lui. - Comunque, mi sembra chiaro che c’è sotto qualche trucco!
Il volto di Akane s’illuminò.
- Se è così… forse conosco chi è in grado di svelarcelo!

-@@@-

La vecchia, in equilibrio sul solito bastone, scosse il capo con fare comprensivo.
- Un misterioso mutaforma? Mi dispiace, futuro marito, ma non ho proprio idea di come potrei aiutarvi.
Akane, a quelle parole, non nascose un moto di delusione.
- Ah… eppure credevo potessi darci qualche informazione utile, dato che sai di tutto.
- In effetti, sorprendi anche me, Obaba. - osservò il ragazzo con il codino.

- Ti ho sempre considerato un “mostro” infinito di conoscenza… in tutti i sensi, dato il tuo aspetto.

- Ranma! - la fidanzata lo richiamò con una gomitata.

L’anziana amazzone non mostrò, sorprendentemente, di essersi offesa.
Tacque, senza battere ciglio.

Obaba cercava di non darlo a vedere, ma ogni secondo che passava si sentiva sempre più a disagio.

In realtà la situazione le era chiara, ma questo i suoi interlocutori non avrebbero dovuto scoprirlo. Aveva commesso un errore molto grossolano, tuttavia ammetterlo sarebbe stato ancora più disonorevole dello sbaglio stesso. Semplicemente, quanto accaduto non era degno del valore di un’amazzone di Joketsuzoku.

- Cercherò tra i miei libri. - disse infine. - Forse uno di essi parla di queste volpi. Ma non posso garantirlo.
Quando i suoi ospiti si furono accomiatati ed ebbero lasciato il Nekohanten, la nipote uscì allo scoperto.

- Aiya, bisnonna! Pelché non hai pelmesso a Shampoo di vedele Lanma? Salemmo potuti uscile insieme!

- Questo non è il momento, bambina. - la rimproverò Obaba. - Ci sono cose più serie, ora.
Shampoo fissò l’anziana parente con fare confuso.

L’altra proseguì: - Ricordi la boccetta che sto cercando senza sosta da ieri? Ebbene, l’ho trovata pochi minuti fa, all’ingresso del ristorante. Ma è vuota.

- Oh! - accennò l’amazzone più giovane. - Quella che hai fatto mandale pel posta? Shampoo ha semple detto che non è bene fidalsi delle poste giapponesi.

- Penso che le cose siano andate diversamente. - disse gravemente Obaba. - Gli strani fenomeni che mi ha raccontato il futuro marito mi fanno pensare che qualcuno si sia impadronito del suo contenuto, ed ora stia gettando la città in preda al caos.

- Come? Dopo avele lubato un poco d’acqua?

- Non è semplice acqua. Quella che avevo ordinato proveniva dalla Kitsunenichuan. - mormorò la vecchia, a voce più bassa. - Si tratta di una delle sorgenti maledette di Jusenkyo: per la precisione, la fonte in cui, secondo la tragica leggenda, duemiladuecento anni or sono annegò una giovane kitsune.

- Una che?

- Le kitsune sono le volpi giapponesi: creature sovrannaturali dai grandi poteri magici, il principale dei quali consiste nel mutare aspetto a loro piacimento.

- Aiya! Questo vuol dile che…

- Che chiunque venga a contatto dell’acqua incantata si trasforma in una kitsune, assumendo i suoi poteri…
Poteri che avrebbero fatto molto comodo al villaggio amazzone. Sarebbe stato facilissimo incastrare il futuro marito e convincerlo finalmente a sposare Shampoo, magari sciogliendo l’altro fidanzamento nei panni di Soun Tendo, o perfino “scaricandolo” dopo aver assunto le sembianze di Akane. Ma Obaba tenne questi pensieri per sé, preferendo mandare la nipote all’inseguimento.

- Ora va’, bambina! Bisogna neutralizzare l’ignoto ladro a qualunque costo!
- Subito, bisnonna!

Shampoo corse fuori dal locale, salvo rientrare qualche secondo più tardi per fronteggiare nuovamente l’interlocutrice.

- Uhm… una domanda. Se fulfante cambia aspetto come vuole, Shampoo come fa a tlovallo?
- Osservazione più che legittima. - annuì Obaba. - Ma so come risolvere questo problema. Ascoltami bene: per cominciare, ti recherai immediatamente al più vicino negozio di animali e…

-@@@-

Avevano cercato in lungo e in largo per mezza Nerima, ma ancora non avevano trovato il benché minimo indizio.
Akane sbuffava continuamente, anche se non sembrava volerne sapere di arrendersi.
Ranma non era altrettanto seccato, lui riusciva a vedere il lato buono della medaglia: almeno, quel giorno, avevano eluso le lezioni.
La stanchezza, tuttavia, si faceva sentire per entrambi. Quando furono sul punto di muovere i loro passi verso casa, i due fidanzati scorsero però una figura ben nota. In effetti, era impossibile non scorgerla, visto quanto dava nell’occhio.

- Quella è… Shampoo? - si domandò Akane.

La ragazza era indubbiamente Shampoo. Ma il posto del consueto completino cinese era preso da un abbigliamento ben strano, che comprendeva un paio di pantaloni bianchi, dei tozzi stivali e una giacchetta rossa.
Come se questo non fosse di per sé sufficiente ad attirare l’attenzione dei numerosi passanti, l’amazzone stava portando al guinzaglio un cane: meglio, era il bracchetto a trascinare lei, come se stesse fiutando una pista.


- Ma cosa sta facendo? - la fissò perplesso Ranma.

- Qui gatta ci cov… - Akane si interruppe, avvertendo la tensione del fidanzato, e decise di cambiare espressione.
- C’è qualcosa di molto strano. Sembra assurdo, ma direi che Shampoo si è attrezzata per una caccia alla volpe.


- Hai detto volpe? - scattò Ranma. - Un momento! Anche Obaba aveva parlato di volpi, ma noi non gliene avevamo fatto alcun cenno… Quelle due cinesi ci stanno nascondendo qualcosa!

- Presto, non dobbiamo perdere di vista Shampoo! - intimò Akane.

I due fidanzati tallonarono a distanza la cinesina, fino ad entrare nel parco pubblico.
Qui, il bracchetto seguì un sentiero, fino ad arrestarsi e a puntare deciso in direzione di una coppietta poco lontana.

Trovandosi a debita distanza per non farsi vedere, non riuscivano a distinguere le due figure: eppure, tanto Akane che Ranma avvertirono un brivido dietro la schiena, come se fossero sul punto di scoprire qualcosa di spiacevole.
Aggirando Shampoo, e nascostisi dietro un albero, furono finalmente abbastanza vicini da identificare i due pedinati.
All’inattesa rivelazione, rimasero entrambi a bocca aperta per un paio di minuti.

-@@@-

Quella mattina, aveva rischiato grosso. Nabiki lo sapeva bene, come sapeva che non era il caso di sfidare ulteriormente la sorte: cos’avrebbe fatto se, durante una trasformazione, avesse assunto permanentemente l’aspetto di una volpe?
Tutte considerazioni ragionevoli, che non facevano una grinza, e che si era ripetuta più volte mentre faceva ritorno nella sua classe.
Non aveva fatto in tempo, tuttavia, a varcare la porta dell’aula, che ne era uscito uno smanioso Tatewaki Kuno. Il compagno si era mosso proprio alla sua ricerca, impaziente di dare attuazione a una certa trattativa.
Nabiki, da parte sua, aveva annuito sorridente.
Al diavolo ogni prudenza, non poteva certo mandare all’aria l’affare del secolo.

*Questo è il giorno più felice della mia vita!* sospirò trasognante il senpai, tra le copiose lacrime di commozione. *Mi è costato un patrimonio, ma alfine Nabiki Tendo è riuscita a procurarmi l’appuntamento che agognavo da così tanto tempo.*
Accanto all’adolescente in tenuta da kendoka, Akane gli teneva affettuosamente il braccio, mentre con l’altra mano gustava un delizioso cono gelato.
Stavano percorrendo il “viale dell’amore” e, a dispetto della fredda stagione, nella testa di Kuno gli alberi erano in fiore e gli uccellini parevano cantare la loro felicità.

- Dolce Akane Tendo, è tutto così perfetto. - disse Tatewaki. - Tuttavia, c’è qualcosa che mi sfugge… dov’è finita l’avvenente ragazza col codino?

La falsa Akane si staccò dall’abbraccio e indicò lesta verso l’alto.

- Guarda, senpai! Un asino che vola!

Kuno si voltò, mentre l’accompagnatrice assumeva le sembianze di Ranma ragazza.

- Che sciocchina che sei, Akane. Non è possibile vedere gli asini che volano… oggi il cielo è troppo nuvoloso! - spiegò pieno di comprensione. - Oh, ragazza col codino, eccoti qua! Dove ti trovavi?

- Eh, eh, eh! Giocavo a nascondino. - improvvisò quella.

- Birichina come sempre… ma ora non vedo più Akane Tendo!

- Osserva, senpai! Il cielo si è rischiarato!

- Oh! Forse sarò in grado di avvistare il bizzarro somaro alato, questa volta! - Tatewaki alzò nuovamente lo sguardo.

Nabiki si ritrasformò in un baleno, prima che Kuno tornasse a guardarla.
- Akane! - esclamò lui, pieno di gioia.

La secondogenita di casa Tendo sospirò, stanca ma felice.
*Tutte queste trasformazioni sono sfiancanti, ma quest’appuntamento “a tre” mi sta rendendo una fortuna!*
Istintivamente, infilò la mano libera nella tasca della divisa scolastica. La misteriosa sfera stava ancora al suo posto.

Non capiva ancora come, ma Nabiki avvertiva che era legata in qualche modo ai suoi nuovi poteri.
Il suo istinto pratico le raccomandava di non perderla di vista.
E l’istinto di Nabiki non sbagliava mai.

-@@@-

- Finalmente il “signor Volpe” è a portata di mano! - Ranma scrocchiò le nocche.
- Non essere impulsivo. - lo ammonì Akane. - Dobbiamo essere sicuri che non ci sfugga di nuovo, per questo bisogna coglierlo di sorpresa. Attaccheremo insieme al mio tre. Uno… due…

- Aaaah! Che cavolo fai, cane pulcioso?!

Il bracchetto era partito improvvisamente a spron battuto, trascinando con sé Shampoo, per poi arrestarsi ai piedi dell’albero dove si stavano nascondendo i due fidanzati, e quindi alzare la zampina: sempre ai piedi, ma di Ranma.
- Maledetto cagnaccio, questa me la paghi!

- Ranma, sei uno stupido!! Abbassa la voce, così ci sentono tutti!

- Perché tu invece stai bisbigliando, vero?!

- Aiya! Shampoo è sbigottita! Volete dilmi cosa ci fate voi due qua?

- Questo siamo noi che dovremmo chiederlo a te!

Kuno e la compagna, ovviamente, avvertirono il frastuono e si voltarono in direzione del trio.
- Che cosa?! Ci sono due Akane Tendo! - esclamò colpito il senpai, per poi fissare quella falsa. - Ma allora forse non vorrai…

- Accidenti, sono stata scoperta! - Nabiki perse il controllo della trasformazione, tornando all’istante se stessa ma assumendo, nel frattempo, le orecchie e la coda di volpe.

- Che delusione, sei solo Nabiki. - commentò Kuno. - E io che stavo per offrire alle due Akane un secondo cono gelato!

- Nabiki?! Ora si spiega tutto! - la chiamò in causa Akane.
- Ti sei trasformata in me e ti sei scattata quelle foto vergognose da sola, e giusto per soldi… come sei potuta arrivare a tanto?! - esclamò indignata.


- La colpa è dello spilito della volpe che l’ha posseduta! - spiegò Shampoo.

Ranma si lanciò contro la media delle Tendo. - Spirito o non spirito, questa volta non avrò riguardo nemmeno per te!
La sua offensiva fu tuttavia arrestata dal volto minaccioso di Soun, che gli si parò davanti.
- Coooome?! Non vorrai forse fare del male alla mia bambina, veeeeero?!

- Aaaaah! Perdonami, Tendo! Non volevo, giuro che non volevo! - gesticolò terrorizzato il ragazzo.
- Ci sei cascato, ci sei cascato! - lo canzonò Nabiki, riprendendo il proprio aspetto e rovesciando un secchio d’acqua addosso al disgraziato.

- Maledetta! - ringhiò Ranma-chan. - Pensi forse di potermi fermare trasformandomi in ragazza?
- Io no. Sarà lui a farlo…

- Giocavi di nuovo a nascondino, eh? Tana per la ragazza col codino! - esclamò Kuno, cingendo il petto della sua adorata.

- Levami le mani di dosso, idiota!

- Non ho ancora capito molto bene come stanno le cose, ma secondo me è stata piuttosto mia sorella a possedere lo spirito della volpe… - commentò Akane.

- Ah, gualdate! - fece Shampoo. - Nabiki Tendo ha applofittato della confusione pel scappale!

- Lei può aspettare. In quanto a te… - Akane la fissò in cagnesco. - Sarebbe ora di spiegarci qualcosa, penso.
- Akane ha ragione! - rincarò la ragazza con la treccia. - Da quand’è che Nabiki ha questi poteri?

- Basta parlare, dobbiamo riprendere il nostro appuntamento! - osservò Kuno, abbracciando insieme Akane e Ranma-chan.

- Sparisci, tu!

Dopo che Tatewaki Kuno fu mandato in orbita, la cinesina raccontò ogni cosa.
- Così, dobbiamo fermare Nabiki prima che perda il controllo dei suoi poteri. - constatò Akane, una volta che Shampoo ebbe terminato di esporre. - Ma immagino che bagnare mia sorella con l’acqua calda non sarà affatto semplice!

Shampoo annuì severamente.
- La bisnonna ha spiegato a Shampoo che esiste un altlo metodo, pel neutlalizzale gli effetti della fonte Kitsunenichuan. Dovlemo impadlonilci della “sfela della stella”: la Hoshi no Tama




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Capitolo 4
*** Parte quarta ***



Parte quarta

Dietro all'angolo di un'abitazione non lontana dal parco, Nabiki ascoltava in silenzio.
Infilò una mano nella tasca, tenendo salda la piccola sfera rilucente, tra le dita.
*La Hoshi no Tama... ora è tutto chiaro!* dischiuse le labbra in un sorriso ammiccante, stringendola nel pugno.

Shampoo stava ancora spifferando a Ranma e sua sorella che la forza insita nella sfera adunava a sé tutto il potere di un kitsune.
Nel caso, remoto, in cui il futuro cognato e le ragazze fossero riusciti ad appropriarsene, Nabiki sarebbe stata schiavizzata. Avrebbe perso ogni controllo sui poteri, subendo ogni genere di sberleffo dal nuovo padrone della biglia di cristallo. Rabbrividì al solo pensiero!

Ma questa era la migliore delle ipotesi... se davvero fossero riusciti a impossessarsi della sua sfera della stella, c'era la possibilità che quegli sciagurati volessero distruggerla, una volta per tutte!
Depositò con cura il prezioso oggetto nella tasca della giacca, sfregandola come un portafortuna.
*Che razza di gente senza cuore! Ma io non permetterò che ci separino...*

-@@@-

Un quarto d'ora dopo, i suoi inseguitori furono guidati dal fiuto del fedele bracchetto, per le vie del centro.

Il cane non faceva che fermarsi sulle zampe posteriori, grattando le vetrine, ora del macellaio, ora del pasticcere, si era perfino fiondato sull'uomo del banco delle caldarroste!

- Stupido cane! - piagnucolò Shampoo mordendo il guinzaglio, impedendogli di rovesciare le appetitose castagne dal tavolo.

Ranma si grattò la cima della frangetta - Stiamo girando in tondo da una vita, così non arriveremo a niente! Nabiki potrebbe essere dovunque!

Riflettendo su quanto detto, Akane scosse la testa – Non è esatto! Mia sorella si troverà dovunque possa spillar soldi!

- Giusto! Dobbiamo controllare tutte le persone sospette!

Shampoo prese in parola Ranma e agguantando per il collo il venditore delle caldarroste, lo minacciò:
- Basta coi giochetti! Tlasfolmati subito, lazza di aguzzina!

Ma quello era troppo spaventato persino per gridare che il cane della cinese si stava leccando i baffi coi frutti del suo lavoro.
- Non è lui! - lo lasciò andare a peso morto quella, una volta compreso l'errore.

Intanto Ranma si era diretto verso una cartomante, che aveva una lunga fila di clienti.
Akane aveva scelto un maneggiatore di palloncini per bambini, come preda.

Passarono in rassegna tutti gli artisti di strada, spaventandoli a morte, ma nessuno fece al caso loro, finché Akane non s'imbatté in Ryoga. Il quale la salutò timidamente.

- A-Akane! Sei qui?
- Ryoga! Quanto tempo! Sei tornato da uno dei tuoi viaggi?

Il ragazzo ebbe un attimo di esitazione, poi rispose.

- Sì, sono stato a Nagoya nemmeno tre giorni fa e non credevo proprio...

- Hai visto Nabiki nei paraggi? - lo interruppe disinteressato Ranma.

Hibiki stese il braccio a destra – E' andata da quella parte... perché?

Nessuno gli rispose, Akane, Ranma e Shampoo erano partiti in quarta.
*Che sciocchi!* sorrise divertito il ragazzo, riprendendo le sembianze della secondogenita dei Tendo.

-@@@-

Niente.
Erano andati fuoripista.

Avevano fallito, ma prima o poi Nabiki avrebbe rincasato e allora l'avrebbero sistemata.
Ranma e le coetanee erano pronti ad attenderla sulla soglia, anche se non proprio a braccia aperte...
Non si aspettavano però di vederla sopraggiungere nella sua forma naturale, tenendo fra le mani un barattolo pieno di biglie!

La rabbia fagocitò Ranma.
Era davvero troppo! A costo di contare le innumerevoli biglie per il resto della sua giovinezza, avrebbe trovato la Hoshi no Tama!
Nabiki alzò un sopracciglio – Volevate darmi il benvenuto?

- Tu non sai quanto! - sputò tra i denti il giovane Saotome.

La ricercata nascose il barattolo dietro la schiena, assumendo un'espressione ragionevole, mentre le crescevano le orecchie e la coda da volpe.

- D'accordo, potrete diventare miei soci, vi va bene il 10%?

- C'hai provato sorellina, accontentati di questa giornata fortunata...

Ranma bloccò l'uscita, Akane la immobilizzò per le spalle, Shampoo le saltò dietro, ma lei scodinzolando lasciò cadere in mille pezzi il contenitore di vetro.
Le biglie rotolarono come pioggia sul parquet.
Con la Hoshi no Tama nella sua tasca sorrise, mentre quei tre pasticcioni si preoccupavano di ritrovarla, tra le centinaia sparse sul pavimento di legno.

Un piano magnifico, che forse, se non avesse assaporato quella scena, concentrandosi su dove metteva i piedi per svignarsela, avrebbe funzionato a puntino!
Peccato dunque, che le fosse toccato in sorte di scivolare all'indietro.
Mentre Nabiki cadeva spalancando la bocca in un urlo attonito, la sfera della stella sgusciava dalla tasca della giacca, rimbalzava sul pavimento per finirle poi, dritta, dritta in gola.

Fu tuttoquanto rapido e terribile.
Si mise seduta, cercando di risputarla, senza ottenere il risultato sperato, ma forse era meglio così.
Ora nessuno poteva rubargliela, soprattutto nessuno poteva più fermarla!
- Stai bene sorellina? - le chiese premurosa Kasumi, una volta che le fu vicina.

Gli altri, meno premurosi, erano in evidente stato di shock.

- Siamo tutti condannati al caos, come aveva detto la bisnonna! - esclamò Shampoo.

- Non oso pensare al regno del terrore a cui Nabiki ci condannerà! - biascicò la sorella minore.

- Credo che partirò seduta stante per un viaggio di allenamento… - mormorò il ragazzo con il codino.


EPILOGO.


La mattina successiva, il mondo si preparò tremante ad accogliere le nuove gesta dell’implacabile kitsune.
Tuttavia, un’ultima sorpresa era ancora in agguato.

- Come sarebbe a dire che hai perso i tuoi poteri?! - domandò incredulo Ranma.

- Non è un altro scherzo, vero, Nabiki? - chiese titubante Akane.

- No, vi assicuro che dico sul serio. - fece quella, uscendo dal bagno.

- Oh beh, tanto ho fatto in tempo a guadagnarci una piccola fortuna. Quello che non capisco è cosa mai sia successo…

Fu così che ebbe termine il brevissimo regno del terrore di Nabiki Tendo.

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