Merry X'mas

di Shinji Kakaroth
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Capitolo 01 ***
Capitolo 2: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 3 ***



Capitolo 1
*** Capitolo 01 ***


 

Era seduto alla sedia, sfinito.
"Ora posso togliermi questa maschera?" chiese Lelouch, un po' spazientito.
"Ceeeeeeeeerto!" rispose Milly, sogghignando sotto i baffi.
"Presidente, devo solo farti notare che il costume è troppo grande per me." iniziò a sfilarsi di dosso la barba e il cappello rosso di velluto a triangolo, con un pon pon bianco cucito alla punta "E lo sai che non amo queste pagliacciate e mettermi in mostra."
"Ma sarai un'altra persona! Come potrebbero riconoscerti con la parrucca bianca e la barba?" si avvicinò, prendendo delicatamente i pezzi del vestiario che si stava sfilando di dosso "Per la grandezza rimedieremo con delle imbottiture." continuò con la sua vena persuasiva. Indossava la divisa
"Chiederò a Rivalz di prepararsi per indossare questo costume, non c'e' verso che mi metta in ridicolo a questo modo." disse con aria scocciata, fissando la ragazza negli occhi.
"Come vuoi." fece finta d'essere rassegnata "E' un peccato davvero... a Nunnally farebbe davvero piacere."
"Non dire assurdità. I tuoi non sono argomenti abbastanza convincenti." si tolse le larghe brache tenute su da un paio di bretelle, nascoste dalla giacca rossa che s'era appena finito di sfilare.
"Come vuoi tu." disse dispiaciuta, capendo di non poter proprio fare breccia nelle difese del ragazzo questa volta.
"Ho sentito che Suzaku passerà il Natale alla base." fece lui irritato.
"Che spreco. Abbiamo organizzato una magnifica festa in queste settimane. Lui ha partecipato come tutti i membri del Consiglio Studentesco negli addobbi e nella preparazione e ordini di tutto e non potrà neppure godersi quel che ha costruito assieme a noi con tanta fatica."
"Questo perché è uno stupido." l'irritazione cresceva man mano che continuava a parlare "Non ha neppure pensato di chiedere una breve licenza per un solo giorno."
"O forse preferisce festeggiare il Natale con la gente della base piuttosto che con noi." aggiunse Milly "E' una cosa che mi rattrista un po'! Credevo avesse fatto progressi qui."

TUD

Si girarono entrambi verso la sorgente del rumore.
Una scatola vuota piena di festoni era caduta e sulla pila di scatolame c'era Arthur, con le orecchie basse. Probabilmente non voleva farsi vedere e non era riuscito nel suo intento.
"S'e' fatto tardi." disse Lelouch.
"Vai pure. Ci vediamo domattina." disse la bionda, prendendo in braccio il gattino e accarezzandolo, mentre appagato faceva le fusa, con le zampine posate elegantemente, secondo i suoi canoni, sull'avambraccio della ragazza.
Le porte automatiche s'aprirono non appena i sensori individuarono il corpo in avvicinamento.
"Buona serata, Presidente." disse Lelouch uscendo.
"Buona serata anche a te." rispose con una nota di contentezza "Ah, potresti appendere quei volantini nelle bacheche degli altri edifici scolastici? Ti ci vorrà neppure mezz'ora."
"Perché non lo fai tu?" chiese, prendendo però i fogli dalla scrivania lì accanto.
"Perché è buio e girare per i complessi mi fa un po' di soggezione."
L'atmosfera natalizia la metteva decisamente di buonumore e si notava, al contrario tutta quell'aria di festa deprimeva ancor di più il giovane principe britanno esiliato.

Uscì dalla club house diretto alle bacheche poste nei vari istituti, per appendere gli avvisi sugli orari del party che quel Presidente del Consiglio Studentesco, quella ragazza così festaiola, aveva fatto stampare con grande cura da Nina quella mattina. La festa si sarebbe tenuta proprio nella club house, come quasi tutti i grandi eventi che tenevano di frequente.
Continuò a camminare, col volto illuminato dalle piccole chiazze luminose emanate dall'alto albero di Natale piazzato al centro della piazza e ricoperto di file e file di lucine e carico di festoni e pupazzetti natalizi a forma di renna, giocattoli, angeli, stelle comete e babbi natale.
Avevano impiegato due giorni solo per riuscire ad addobbarlo come si doveva, ma adesso ne andavano più che fieri visto che lo si potevano ammirare tutti, anche fuori dall'istituto tanto era alto.
Continuò a camminare, chiudendo meglio la giacca.
Il suo respiro si condensava in piccole nuvolette di vapore, che gli accarezzavano il viso, man mano che continuava il suo percorso.
Arrivato di fronte al primo complesso notò qualcosa.
Qualcuno stava cercando di scardinare la serratura.
Si avvicinò lentamente senza farsi notare alla figura inginocchiata sulla porta.
Riuscì nel suo intento andando abbastanza avvicino da metterle una mano sulla spalla "Che stai facendo?" chiese con un tono inquisitorio.
"UHAAAAAAAAAAA!" strillò la ragazza, spaventata dall'improvvisa apparizione di qualcuno, senza che se l'aspettasse minimamente.
"Kallen?" disse stupito, osservando il volto ancora trasfigurato della ragazza.
"MA CHE TI PRENDE?" chiese con foga "Volevi farmi venire un infarto per caso?"
"Che stavi facendo?" tagliò corto.
"Ho dimenticato una cosa sotto il mio banco, alle lezioni di questa mattina." disse lievemente irritata dal dover rendere conto a Lelouch delle sue azioni "E' il mio cellulare e non posso farne davvero a meno."
"Se è così importante, dovevi evitare di dimenticartene." fece con quell'aria saccente che la ragazza tanto detestava in quel ragazzo. Nonostante fosse intelligente e avesse un bell'aspetto, Lelouch per i suoi canoni era troppo spocchioso e aveva troppa puzza sotto al naso. Sembrava il tipico figlio di Conte o Duca, che se la tira per via del suo titolo. Eppure non sapeva molto dei suoi genitori, lo stesso Lelouch non aveva mai menzionato prima in una conversazione i suoi parenti.
'Probabilmente anche lui avrà i suoi problemi con i suoi genitori.' si disse Karen tempo prima, pensando anche alla sua stessa condizione 'Proprio come me, che non amo parlare dei miei.'

"Comunque ti darò una mano, se ci tieni tanto." disse, sfilandosi dalla tasca un piccolo mazzo di chiavi con cui aprì la porta dell'istituto superiore "Vai pure in classe a riprenderti il cellulare, io devo appendere dei manifesti nelle bacheche dell'istituto." ed entrando calmo nel complesso scolastico, si diresse verso la bacheca del piano terra, accendendo una torcia.
"Scusa, ma perchè hai una torcia?" chiese, seguendo il ragazzo per il corridoio.
"Le luci sono tutte automatiche, quindi se non viene programmato sui terminali generali, non si possono accendere né per i corridoi né all'interno delle aule." rispose col suo solito tono distaccato.
"Cavoli!" esclamò la rossa "Credevo ci fossero degli interruttori." aveva un'aria afflitta.
Lelouch sbuffò una grossa nuvoletta all'ingresso della scuola, col freddo pungente che entrava grazie a un vento gelido "Vieni con me allora. Prima attacchiamo gli avvisi alle bacheche e poi andiamo in classe."
La ragazza non sapeva bene se dover essere grata per il favore che le stava facendo o seccata per il tono che stava usando, come a dire 'Non c'è niente da fare con gli incompetenti, ti darò una mano io.'
"Ok." disse soltanto.
I due camminarono alla luce della torcia nel corridoio silenzioso della scuola.
Senza fiatare, senza dire una parola.
Arrivati alla prima bacheca lasciarono appuntato il primo manifesto e si diressero verso le scale.
L'atmosfera della scuola al buio era sorprendentemente tetra e il freddo non faceva che aumentare i brividi della ragazza.
Arrivati alla bacheca del primo piano con le puntine affissero anche il secondo foglio e si diressero verso la loro classe.
"Forza, fai presto." le fece Lelouch, facendole strada, illuminando il banco della rossa.
"Eccolo! Lo sapevo che doveva essere per forza qui." lo prese e lo infilò in tasca.
"Molto bene, ora andiamo. Devo ancora andare ad affiggere questi manifesti nelle bacheche dell'istituto delle medie."
"Sei proprio diligente per certe cose." fece con un tono di encomio Karen, posandogli una mano sulla spalla.
"Se uno prende un impegno..." le disse fissandola negli occhi al buio con quel suo sguardo intenso "...deve avere il coraggio di portarlo a termine."
Forse era il buio che gli annebbiava la vista, ma per un attimo Karen ebbe la sensazione di avere dinnanzi Zero, il suo comandante e leader. L'uomo che con il suo carisma l'aveva stregata e stava portando una ventata di giustizia nel Giappone ormai corrotto e dominato da Britannia.
Durò un solo attimo quella sensazione.
"Ora sbrighiamoci ad uscire. Potrebbe cominciare a piovere da un momento all'altro." e come per risposta fuori cominciò uno scroscio di pioggia seguito dal rombo di un fulmine.
"Lo immaginavo." disse Lelouch rassegnato "Qui da qualche parte dovrebbe esserci qualche ombrello." e si mise a rovistare nel piccolo sgabbuzzino vicino all'ingresso.
"Non sarebbe di certo divertente starsene qui dentro al freddo, aspettando che spiova." la ragazza fissava l'acquazzone che stava bagnando tutto, facendo sudare persino l'albero di natale.
"Ce n'e' solo uno." fece Lelouch, mostrando un vecchio ombrello di tela nera, quasi sembrava fatto di membrana di pipistrello tanto era vecchio.
"Meglio uno che nessuno." disse la rossa, aprendolo davanti all'entrata, mentre Lelouch chiudeva la porta dell'istituto a chiave.
"Torniamo alla club house." fece Lelouch "Con questo tempo non ho proprio voglia di andare in giro per l'istituto." e si chiuse la giacca, mettendo all'interno della stessa i fogli rimasti.
"Ma io..." cercò di mettere le mani avanti.
"L'impianto di termoregolazione è sempre in funzione a quest'ora e potrai aspettare che qualcuno ti venga a prendere." poi ci pensò su "Se non sbaglio non hai una stanza nell'ala femminile, vero?"
"Infatti, perché torno sempre a casa." rispose tranquilla, pensando a quanto fosse positiva la cosa, visto che in tal modo poteva sgattaiolare nel ghetto appena veniva contattata e la sua salute cagionevole era un ottima scusa per lunghe assenze.
"Poi se vuoi ci sono tante stanze libere. Potresti pure restare a dormire, nessuno ti dirà nulla." e le mise un braccio attorno alla vita "Sei pronta?"
La ragazza venne presa un po' alla sprovvista da quell'abbraccio e non riuscì a rispondere subito.
"Allora, andiamo!" e con l'ombrello aperto nell'altra mano i due corsero nell'acquazzone verso l'entrata della club house.

"Come mai ci hai messo così tanto?" la ragazza era supina sul suo letto a leggere una rivista di manga, con le gambe che andavano su e giù ad alternanza.
"Ho avuto un po' da fare." rispose, togliendosi la giacca e strofinandosi le mani.
"Fa così freddo là fuori?" chiese disinteressata.
"Direi di sì, ma nulla di preoccupante." osservò fuori dalla finestra il buio rischiarato unicamente dall'albero che troneggiava di fronte alla struttura.
"Ho fame." disse seccata.
"Allora ordina la solita pizza." rispose Lelouch con aria altrettanto seccata.
"Il negozio è chiuso per le feste." lasciò il giornale oltre il cuscino e si mise a sedere sul letto con le gambe incrociate. Indosso aveva un pigiama bianco di pile con delle immagini tipiche natalizie come agrifogli e slitte tirate da renne e piene di regali.
"Allora vai nel frigo e vedi che c'è." accese il terminale alla sua scrivania.
"Tu non hai fame?" chiese sorridendo.
"No." ma venne contraddetto da un rumore emesso dal suo stomaco "Gh..."
"Il corpo non mente." sogghignò, portando con un gesto del polso i lunghi capelli smeraldo dietro al capo "Vedo se ci sono ancora un paio di pizze surgelate nel freezer."
Il ragazzo non disse una parola, continuò a fissare il monitor e a ideare una strategia per contrastare i rapidi movimenti del Lancelot.

Karen stava camminando nei corridoi bui della club house.
Alla fine aveva deciso di restare per la notte, visto che Ougi l'aveva contattata e non sembrava esserci alcun raduno in programma.
Pensò a Zero, a dove si trovasse e cosa stesse pensando.
Se conduceva un'esistenza normale una volta tolta la maschera e il mantello, come un uomo normale.
Se avesse moglie, figli o fratelli. Se avrebbe passato quel natale da solo, in famiglia o con l'amante.
A quel pensiero le venne in mente l'immagine di quella donna, la ragazza dal lungo crine smeraldo.
S'incontrarono nel corridoio.
Si fissarono, si squadrarono e rimasero stupite entrambe della presenza dell'altra.
"E tu che ci fai qui?" si chiesero in coro.
"Io?" risposero in coro.
"Stop!" disse C.C. stendendo il braccio verso di lei col palmo aperto "Parliamo una per volta."
"Mi va bene." disse l'altra, lievemente irritata dalla presenza di quella ragazza nell'istituto "Che ci fai qui?" le chiese senza perdere tempo.
"Sono una studentessa di questo istituto, non mi hai mai vista in giro per il campus?" fece con quella sua tipica aria da presa in giro.
"Davvero? Da non credere!" rispose la rossa, fissando il pigiama dell'altra.
"E tu? Non dovresti essere al quartier generale o a casa tua?" chiese con aria indagatrice.
"Piove troppo, quindi ho deciso di restare a dormire in una delle stanze del dormitorio della club house, tanto sono tutte libere." poi trattenne una risata "Bel pigiama."
"Grazie." rispose soltanto, entrando in bagno, seguita da Karen che trovava la presenza della ragazza estremamente sospetta.
Uscita dal bagno, si diresse ancora nel corridoio, verso la cucina, seguita da Karen con aria sospettosa.
"Sono pronte!" disse sfilando le due pizze dal micro-onde e posandole su due grossi piatti "Su, dammi una mano! Se mi dovesse cadere un piatto sarebbe uno spreco." la ragazza senza sapere il perché prese d'istinto un piatto e la seguì per il corridoio, verso la stanza di Lelouch.
"Sei tornata?" chiese il ragazzo con lo sguardo fisso sul monitor, mentre le due stavano posando i piatti sui tavoli.
"Certo e ho trovato compagnia." al sentirla Lelouch chiuse immediatamente tutte le finestre che aveva aperte e si voltò. Rimase un po' scioccato dal vedersi di fronte Karen che sembrò subire la medesima reazione.
"Sembra che oggi sia la serata delle sorprese." disse C.C. ridacchiando e prendendo un pezzo di pizza fumante, con la mozzarella fondente olive e acciughe.
"Kallen?" con quella parola quasi voleva chiederle 'che diavolo ci fai qui?' ma la ragazza non recepì il messaggio.
Lelouch pensò dieci motivi diversi per cui la rossa si trovava adesso nella sua stanza, portata da C.C., quella stupida. Ora avrebbe potuto nutrire dei sospetti sulla sua identità.
"E tu che ci fai qui?" gli chiese.
"Questa è la mia stanza." poi si rivolse verso C.C. "Conosci Claudia?" le chiese a bruciapelo, prima che avesse modo di fargli qualche domanda strana.
"Claudia?" chiese la rossa, fissando la ragazza che si stava rimpilzando di pizza.
"Claudia." ripeté lei, mentre masticava.
"E' una studentessa dell'istituto." le sorrise e prese un pezzo di pizza dal tavolo.
"Non sapevo che ti chiamassi Claudia." disse stupita, mentre C.C. assaporava la sua fetta di pizza "E che ci fa in camera tua?"
"Sono la sua fidanzata." disse C.C. a bruciapelo, mentre sotto la pizza si formava una risatina.
"Sta scherzando." disse Lelouch, cercando di non perdere il contegno "Visto che siamo pochi a vivere nella club house, spesso ci diamo una mano a vicenda. Avevo ancora delle cose da sbrigare e quindi è andata a preparare da mangiare anche per me."
"Ma in realtà sono la sua fidanzata." fece C.C., mostrando uno spiccato senso dell'umorismo.
"Piantala," disse Lelouch irritato "o getto via tutte le pizze!"
"No! Spietato! Non farlo!" stringeva in mano un pezzo di pizza con intensità.
"Vedo che siete una bella coppia." sorrise Karen "Però, sai, magari questa donna ti sta ingannando."
"Che vuoi dire?" chiese Lelouch.
"Sta sempre in giro con un altro uomo fantastico." disse la rossa, mentre C.C. le pestava il piede.
"Ehi! Non ne parlare." le fece in tono minaccioso.
"Scusa!" disse irritata l'altra d'aver preso un pestone dalla ragazza in pigiama.
"Non mi interessano i vostri pettegolezzi. Domani sarà una giornata pesante. Finito di mangiare andate nelle vostre stanze. Ho ancora parecchio da pianificare per la festa di Natale."
"Sìsìsì!" disse C.C. a presa in giro.
L'atmosfera di quella stanza ricordava un po' le stanze di Zero nel trailer, attualmente base dell'Ordine dei Cavalieri Neri. Forse era la presenza della donna?

Per quella sera accantonò l'idea e si abbandonò al sonno ristoratore.
Domani avrebbe pensato al resto.

Continua...

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Capitolo 2
*** Capitolo 2 ***


**Dashing through the snow on a one-horse open sleigh,
Over the fields we go, laughing all the way
Bells on bob-tail ring, making spirits bright
What fun it is to ride and sing a sleighing song tonight.**

"Che diavolo!" Karen s'alzò dal letto controvoglia, mentre la canzone risuonava gioiosa nella sua camera e nei corridoi attraverso gli altoparlanti dell'interfono scolastico.
Prese il cellulare dal comodino che segnava solo le 6:50 e uscì strillando in corridoio le peggiori maledizioni di questo mondo.
Camminò irritata fino alla porta della stanza di Lelouch e lui era lì, addormentato sotto le coperte.
Era così dolce quando non apriva bocca, facendo fuoriuscire tutta la sua arroganza di britanno dal corpo verso tutte le direzioni. Era odioso per buona parte della giornata, ma era certa che anche lui sapeva essere amorevole quando lo voleva. Con sua sorella lo era sempre troppo. Per lei aveva sempre quel sorriso dolce che non riservava a nessuno dei membri del consiglio studentesco.

**Jingle bells, jingle bells, jingle all the way!
O what fun it is to ride in a one-horse open sleigh! Oh!**

La musica continuava a tutto volume e l'espressione beata di Lelouch le fece venire qualche dubbio.
"Lelouch?" disse.
Nessuna reazione.
"LELOUCH, CHE DIAVOLO VUOL DIRE QUESTO?" strillò con tutto il fiato che aveva in corpo mentre il ritornello continuava come se niente fosse.

**Jingle bells, jingle bells, jingle all the way!
O what fun it is to ride in a one-horse open sleigh! Oh!**

Lelouch sembrava in coma attraverso la poca luce che filtrava dalle persiane abbassate.
Karen gli si avvicinò e dopo avergli sfiorato la fronte, scostando i capelli, notò qualcosa.
"BASTARDO!" gli sfilò i tappi dagli orecchie e disse "Lelouch che diavolo è tutto questo fracasso?"
Il ragazzo appena gli venne tolto il tappo dall'orecchio sinistro, si scosse ed aprì gli occhi "Che c'é?" fissò Karen "Che ore sono?"
"Appena le sette. Che diavolo vuol dire questo?" e indicò gli altoparlanti dell'interfono scolastico.

**A day or two ago I thought I'd take a ride
And soon Miss Fanny Bright Was seated by my side;
The horse was lean and lank Misfortune seemed his lot,
We ran into a drifted bank And there we got upsot.**

"Oh, mi hai svegliato solo per questo?" le prese il tappo di mano, se lo rimise nell'orecchio e si girò nel letto, coprendosi la testa.
"Ehi! VOGLIO UNA SPIEGAZIONE!" e prese a scuoterlo tanto forte che alla fine gli finì addosso, quasi abbracciandolo.
La porta automatica si aprì ed apparve C.C. con Cheese-kun sotto il braccio "Lelouch, che diavolo è questa canzo..." fissò i due e rimase sbalordita "stai cercando di rubarmi il fidanzato?" prese in giro la rossa.
"IO?" notò che era abbracciata a Lelouch, ancora intontito nel letto "NO! Ma che diavolo stai dicendo!"
"Allora? Che ci fai in camera sua a quest'ora e vestita a quel modo?" indicò il pigiama mezzo sbottonato e aperto.
"E tu allora?" replicò arrossendo "Anche tu che ci fai qui a quest'ora?" ribattè.
"Be'... non posso entrare nella camera del mio ragazzo a quest'ora?" le chiese con aria dubbiosa.

**Jingle bells, jingle bells, jingle all the way!
O what fun it is to ride in a one-horse open sleigh! Oh!**

"No! Non intendevo questo!" quella canzone a tutto volume la irritava, quella ragazza la irritava e il comportamento menefreghista di Lelouch la irritava più di qualunque altra cosa quella mattina.
"Diavolo, ti vuoi svegliare?" strillò, strappandogli la coperta e fissandolo, mentre si voltava verso di loro con una evidente erezione mattutina.
"Ma che fai, sporcacciona! Coprilo!" e alla provocazione della ragazza dai capelli smeraldo, gettò subito la coperta addosso a Lelouch, coprendolo dalla testa ai piedi.
"CHE DIAVOLO VOLETE A QUEST'ORA? Avete intenzione di tenere un meeting proprio qui?" rispose irritato, fissando le due e togliendosi la coperta dal volto.
"Ehm... è per questa musica..." si scusò Karen.

**A day or two ago The story I must tell
I went out on the snow And on my back I fell;
A gent was riding by In a one-horse open sleigh
He laughed at me as I there sprawling laid But quickly drove away.**

La pazienza del ragazzo stava diminuendo a vista d'occhio "Non hai letto gli avvisi che ho attaccato ieri nelle bacheche?" notò uno sguardo interrogativo e continuò "Per festeggiare le feste natalizie in tutto l'istituto verrà data una sveglia anticipata con canzoni natalizie." si tolse l'altro tappo e li posò sul comodino "E tu?" chiese rivolto a C.C..
"Ehm..." cercò di trovare una scusa "Pizza Time!"
Lelouch le lanciò il cuscino in faccia "Non esiste nessun Pizza Time!" era sveglio e di pessimo umore ma non ci poteva fare niente "Andiamo." disse alle altre due, dirigendosi verso la cucina.
Prese una caffettiera, ci mise dentro dell'acqua, del caffé in polvere, chiuse la macchinetta e la mise sul fornello più piccolo della cucina, uscendo subito dopo dalla stanza per sbrigare le prime necessità mattutine in bagno. Le persiane lievemente alzate facevano intravedere l'azzurro del cielo e filtravano la fioca luce del sole invernale sulla tavola attorno a cui erano sedute le due.

**Jingle bells, jingle bells, jingle all the way!
O what fun it is to ride in a one-horse open sleigh! Oh!**

"Ma quando diavolo la pianta?" fece Karen proprio quando la canzone s'interruppe.
"Oh, finalmente." disse C.C. massaggiandosi la testa.
"Allora, buon giorno, Claudia." le sogghignò Karen.
"Buon giorno, Kallen!" disse l'altra in risposta.
"Dormito bene?" le chiese con finta aria cordiale.
"Benissimo!" rispose, scostando i lunghi capelli dietro alla spalliera della sedia di legno. Era seduta con le braccia attorno alle ginocchia e i piedi che sporgevano dalla sedia.
Karen invece era seduta con la gamba destra orizzontale e la caviglia appoggiata nell'incavo del ginocchio.
Il silenzio tra loro era imbarazzante.
"Non dire niente a Lelouch dei Cavalieri..." dissero ancora una volta assieme.
"Va bene non dirò niente..." ancora una volta in sincronia.
"Aspetta!" disse Karen portandosi una mano alla fronte con i capelli che iniziavano a fare strane pieghe "Inizio io. Cerca di non far trapelare notizie sull'Ordine o te ne potresti pentire."
"E che vuoi fare? Sculacciarmi?" la prese in giro.
"Chiamerò Zero e farò la spia!" ghignò cattiva.
"Zero sa già tutto." le sorrise, anticipando le mosse della rossa.
"Che studi qui?" fece lei stupita.
"A-ah!" rispose C.C. ebbra di quel piacere che si aveva quando si stava dalla parte della ragione.
"E che sei fidanzata con Lelouch?" continuò.
Mentre l'altra stava per dirle di sì chinando il capo, rientrò Lelouch "Nessuno è fidanzato con nessuno."
"Sembra un amore non corrisposto." la prese in giro Karen.
"Smettila Kallen. Questa donna è davvero ostinata se si mette una cosa in testa." sogghignò, avvicinandosi alla caffettiera per controllare a che punto stesse "L'unico metodo efficace con lei è ignorare i suoi giochetti."
"Non ti preoccupare, non ha ancora fischiato." disse Kallen.
"Questa non è una teiera." fece Lelouch irritato dalla mezza-britanna.
"E' una caffettiera, lo sanno tutti." la prese in giro C.C..
Karen sentì la rabbia salire assieme alla vergogna "Ma c-certo... è una caffettiera, ma a causa della mia salute precaria non ho mai fatto le faccende domestiche." *coff*coff* finse un attacco di tosse.
"C...." stava per dire e si corresse "Claudia, potresti passarmi le tazze? Fra poco sarà fatto."
La ragazza un po' infastidita dal tono cordiale così finto dell'altro, andò al cassetto nel cui si trovavano le stoviglie e prese tre tazzine.
"Come mai così piccole?" chiese stupita.
"Il caffé non va preso in larghe dosi." le spiegò Lelouch "O avrebbe effetti collaterali."
A un certo punto cominciò un gorgoglio dalla macchinetta e il caffè cominciò a salire espandendo la calda fragranza all'interno della cucina.
"Prima agli ospiti." disse riempiendo una tazzina e passandola a Karen, poi la seconda per C.C. e la terza per se stesso "Ho proprio bisogno di un caffé." prese un cucchiaino di zucchero, girò il liquido scuro e poi portò lentamente alla bocca la tazzina. Karen lo imitò e notò che quel caffé era migliore di quanto sembrasse.
Aveva bevuto caffé nei migliori bar britanni e nei peggiori bar del ghetto, eppure non ne aveva mai bevuto uno così buono. Rimase stupita dall'indipendenza del ragazzo che aveva appena preparato la colazione per tutti e tre.

"Ci vediamo a lezione." disse semplicemente congedandosi dalla rossa.
"Perché? Dove vai?" gli chiese senza pensarci su.
"Devo andare ad affiggere gli avvisi per la festa di domani sera." disse dirrigendosi verso il bagno.
C.C. svanì e Karen rimase da sola in cucina, in compagnia dell'odore forte e caldo del caffé.
Quando tornò in camera prese la sua divisa e la sbatté un po', per far sparire un po' di pieghe, dopo di che si diresse al bagno femminile per lavarsi quando squillò il suo cellulare. Sul display scuro le chiare lettere luminose dicevano "From Zero".

TUUUUUUUN

"Pronto?" rispose subito, senza far attendere il suo leader e il padrone del suo cuore.
"Karen? Sono Zero." era proprio la voce camuffata del Comandante dell'Ordine dei Cavalieri Neri "Sembra che la Britannia non abbia nulla in programma, tranne i soliti festeggiamenti e balli di corte nel palazzo del governo, ma è ancora troppo presto per mirare così in alto."
"Sì, capisco." disse annuendo. Dalla loro parte oltre al Guren Mk-II avevano erano da poco entrati anche Toudou e le quattro spade sacre con i Gekka, dei nuovi Knightmare di ultima generazione forniti da Kyoto. Sapeva che unendo le forze, molto presto sarebbero riusciti a sconfiggere Britannia, costringendo i suoi messi alla ritirata in madrepatria, ma Zero aveva ancora molte mosse da pianificare prima di un attacco totale e anche il suo animo era turbato dalla scoperta che il pilota dell'armatura bianca che aveva ostacolato fin'ora i loro piani era proprio quel ragazzo tanto gentile suo compagno di classe e membro del consiglio studentesco. Kururugi Suzaku.
La sua esistenza era un fastidio per i Cavalieri, lei aveva cercato di porre fine alla sua vita, nonostante Zero disapprovasse un viscido assassinio simile.
"Se ci saranno novità ti contatterò..." fece una pausa "...se non ci dovessimo sentire per allora ti auguro di passare un buon Natale."
Le venne un salto al cuore.
Zero, il calcolatore e il freddo capo mascherato dell'Ordine dei Cavalieri Neri, il cinico stratega che pianificava e pensava ai mezzi e ai numeri per ottenere la vittoria, proprio lui le stava facendo gli auguri di buon natale?
"G-grazie..." disse stupefatta, mentre il colore iniziò a imporporarle il viso.
"Bene. Allora..." stava per chiudere la conversazione, lei lo sapeva.
"A-aspetta!" disse all'improvviso la ragazza.
"Che c'è?" le chiese la voce dell'uomo mascherato appena 3 stanze più in là della sua.
"Sai... volevo farti anch'io gli auguri di buon Natale." sorrise imbarazzata come una bambina che ha appena rivelato un segreto importante alla migliore amica.
"Ah. Grazie." disse soltanto chiudendo in tal modo la conversazione, mentre lei si buttò sul letto, portandosi il cellulare al petto.
"Zero..." disse malinconica "Come vorrei che succedesse qualcosa così da poterti vedere e farti gli auguri di persona." e poi le venne immediatamente un'altra idea "Come vorrei poter vedere sotto..." si fermò, mentre continuava a parlare ad alta voce "Stupida! Non devi pensare a queste cose!" e si diresse verso i bagni, per fare una doccia rilassante.

Dopo aver telefonato, Lelouch uscì dalla stanza e si diresse verso le bacheche degli altri istituti, applicando i manifesti per la festa di Natale.
Era ancora presto quando tornò nelle sue stanze.
Aveva fatto traslocare C.C. e i suoi pupazzetti in una stanza limitrofa per non dare nell'occhio a Karen. Se avesse sparso certe informazioni sul suo conto, soprattutto se ne avesse parlato con Milly, sarebbe finito che tutto l'istituto sarebbe venuto a conoscenza dell'esistenza di C.C. e della sua imbarazzante presidio nella stanza del ragazzo.
Già giravano strane voci sul rapporto tra Zero e C.C., se fossero girate anche su Lelouch e C.C. Karen si sarebbe insospettita di certo.
In quel momento doveva trovare il modo di far spostare l'attenzione della ragazza verso qualcos'altro.
I suoi pensieri ballavano a quella maniera, l'uno tuffandosi nell'altro, cercando di dimenticare la solitudine.
Ora era solo, visto che Nunnally era in ospedale per un checkup prima delle feste e non sarebbe tornata che per sera, assieme a sayoko-san.
Avrebbe trovato un metodo per risolvere la faccenda.
Durante il pomeriggio l'avrebbe portata da qualche parte a fare un giro, magari giocando con lei a fare la coppietta e la cosa l'avrebbe distolta da C.C..
Le lezioni furono brevi e stringate per dare inizio alle feste natalizie.
Tutto sarebbe andato nella maniera che aveva pianificato...
...se C.C. non si fosse autoinvitata al loro appuntamento.

Continua...

PS: spero che i vostri commenti mi spronino a continuare e terminare questa fic! ^^

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Capitolo 3
*** Capitolo 3 ***


 

Non erano neppure le dieci di mattina quando le lezioni conclusero la giornata, dando il via alle tante agognate vacanze natalizie.
Diversi studenti prepararono i bagagli diretti alle proprie abitazioni negli insediamenti, i più fortunati e ricchi si dirigevano all'aeroporto per fare ritorno in madrepatria e riabbracciare le famiglie da cui vivevano separati per mesi e mesi.
Altri, come Rivalz, non volendo tornare a casa per questioni personali, preferivano passare il Natale all'Istituto, magari con gli amici del posto oppure con la propria fidanzata.
La ragazza in questione però, risultava davvero introvabile per il povero sfortunato del consiglio studentesco.
Sin da quand'era entrato a farne parte era rimasto ammaliato dalla bellezza, dalla presenza di spirito e dll'allegria innata del bel Presidente del Consiglio Studentesco, Milly Ashford.
Il suo sorriso tendea a rischiarare la mattinata più cupa e la sua voce allegra a rasserenarlo.
Il suo era un'amore a senso unico purtroppo.
La ragazza sembrava già innamorata di qualcuno inoltre era già fidanzata e promessa sposa di un bislacco nobile britanno. Ogni volta che provava a dichiararsi e farle capire quel che provava, lei ingenuamente malinterpretava le sue parole o le sue azioni. Era davvero di coccio, in poche parole, ma a lui piaceva anche quel lato di lei.
Era completamente andato e il suo migliore amico, Lelouch lo sapeva bene e più volte gli aveva raccomandato di dichiararsi in maniera schietta e diretta, in modo di non dare adito a dubbi.
Purtroppo ogni volta che ci provava succedeva qualcosa, un cottrattempo, un'emergenza.
Insomma, se la fortuna e cieca, la sfortuna ci vedeva benissimo e sembrava avere un occhio di riguardo verso di lui, il suo prescelto.
Anche quel giorno s'era presentato in classe con un regalo nella cartella, un braccialetto d'oro bianco e argento con dei gattini a ciondolo racchiuso in un pacchettino rosso, ma purtroppo, allo scoccare della fine delle lezioni, dopo essersi fiondato nella classe del Presidente, finì col solito pugno di mosche, visto che Milly aveva già lasciato l'aula, per quel che gli aveva raccontato un senpai suo compagno di classe.
La scena che vide una volta tornato in classe lo lasciò sbalordito.
Lelouch che s'avvicinava alla fragile Kallen e le chiedeva d'uscire.
Non credeva ai suoi occhi!
La scena gli diede nuovo ardore, tanto che cominciò a correre per tutti i corridoi strillando "PRESIDENTEEEEEEEEEEEEEEEEEEEE!"
Purtroppo il suo grido sarebbe rimasto inascoltato, visto che Milly era nella sala del Consiglio Studentesco a fare le ultime ordinazioni per la festa di natale che sarebbe avvenuta il giorno dopo, per tutti gli studenti rimasti nel campus e per quelli degli insediamenti che avessero voluto passare il proprio Natale circondati dai propri compagni.

"Dovrei sbrigare delle faccende agli insediamenti per la festa di domani. Mi potresti dare una mano?" chiese Lelouch con garbo tale da non sembrare neppure se stesso agli occhi della rossa.
"Perché lo chiedi proprio a me?" chiese al ragazzo, con la sua finta espressione di calma, di fronte a tutti gli altri compagni di classe. Anche se ormai al Consiglio Studentesco avevano tutti capito che tipo fosse, in classe voleva almeno mantenere una parvenza di ragazza fragile e delicata.
"Shirley è tornata a casa a festeggiare il Natale con sua madre," fece con uno sguardo un po' triste "Nina prepara i bagagli per tornare in Britannia e Rivalz..." si voltò sentendo lo strillo del ragazzo nel corridoio "Be', è afflitto da altri problemi di cuore più urgenti e Suzaku è ancora alla base."
Il ragionamento del ragazzo filava, nonn c'era proprio nulla da ridire, ma continuava a domandarsi il motivo di un tale invito alla vigilia di Natale.
"Io non posso portare pesi o..." cominciò mettendo le mani avanti.
"Non preoccuparti, dobbiamo solo decidere alcune pietanze e bevande per il catering." si alzò dal banco, dov'era poggiato "Ho bisogno di un parere femminile per un regalo."
Qualcosa sembrò muoversi nel suo petto, un sussulto imprevisto.
"V-Va bene..." disse senza pensarci.
"Allora andiamo." gli fece Lelouch, tendendole la mano per aiutarla ad alzarsi dal suo posto.
Karen prese gentilmente la mano del ragazzo e si alzò, seguendo il ragazzo nel corridoio fino alla club house.

"Io vado in camera a cambiarmi, vedi se trovi qualche vestito adatto a te nel vestibolo del Presidente." le fece, mentre si dirigeva verso la sua stanza.
Il vestibolo del Presidente era un'enorme stanza dedicata unicamente ai vestiti, di ogni genere e fattura, praticamente una stanza adibita ad armadio. E non c'erano solo vestiti, ma anche scarpe e altre suppellettili da usare o abbinare, come cappelli, spille, borse, clip e nastri, insomma, qualsiasi cosa si indossasse.
Era stato proprio lì che l'altra sera la ragazza aveva recuperato un pigiama per quella notte "fuori casa" ed ora vi faceva ritorno per prendre dei vestiti per uscire.
Quella proposta da parte di Lelouch l'aveva lasciata un po' sconcertata, ma alla fine dei conti era solo un servizio per il Consiglio Studentesco, di certo non si trattava di un appuntamento romantico.
Lelouch non aveva mai dimostrato un attaccameno particolare nei suoi confronti, nulla più che amicizia spensierata, anhe se la sua alterigia e la sua superbia finivano sempre per farla irritare più che mai.
Stava camminando tra gli scaffali, verso i lunghi espositori in metallo su cui erano appesi ordinatamente gli abiti.
Le sezioni erano principalmente tre.
La prima, quella più esigua, comprendeva le divise scolastiche di varia taglia e sezione, da quelle per l'asilo a quelle delle superiori. La seconda era quella che interessava a lei, vestiti casual e non per la vita di tutti i giorni, maschili e femminili di varie taglie, compresi pigiami per la notte e grembiuli da cucina. La terza era quella che occupava più spazio e dove preferiva passare il meno possibile.
La temutissima sezione cosplay, ricca di costumi e divise per ogni genere di preferenza, dagli animali alle divise da cameriere, dai costumi da gothic lolita a quelli più indecenti che facevano arrossire anche le ragazze più esuberanti.
Era l'apoteosi dell'eccentricità, comprendendo al suo interno anche capi per il crossdressing, che ogni tanto veniva organizzato per la gioia del Presidente all'interno dell'istituto, soprattutto verso le ricorrenze di San Valentino e del White Day.
Evitò di passarci vicino, visto che quella zona sembrava farle venire il mal di testa semplicemente con uno sguardo.
Entrò nelle prime file e scelse alcuni capi di vestiario.
Un maglione rosso e un jeans scuro un po' largo. Scelse una cintura per non farselo scivolare di dosso e inforcò le sue scarpe, dopo aver preso una giacca di pelle, per poi tornare nella stanza che aveva occupato la sera prima, per lasciare la sua divisa ben piegata.
Purtroppo nel corridoio incontrò lei.
"Dov'è che vai, così bene agghindata?" le lanciò una frecciatina, mentre Karen le veniva incontro verso la sua stanza. Indossava la divisa scolastica femminile. Non ricordava d'averla mai vista in giro per il campus, ma quello di certo non era la sua preoccupazione principale. Il campus era grande ed era normale che non si potesse conoscere tutti.
Eppure la sua presenza proprio lì era così strana.
Forse si trattava di un piano di Zero? Voleva tenerla d'occhio per provare la sua fedeltà nei suoi confronti?
Oppure era proprio a Lelouch che stava mirando? In fondo lei non sapeva niente delle origini del ragazzo.
Dai modi altezzosi e la puzza sotto al naso sembrava certamente figlio di un nobile.
Probabilmente durante quella giornata avrebbe potuto approfondire la cosa, cercando di scoprire qualcosa al suo riguardo.
"Sono per caso affari tuoi?" rispose indispettita.
"No. Hai ragione..." rispose C.C., lasciando Karen sbigottita da quel tono arrendevole, ma dopo averla sorpassata ed aver aperto la porta della sua camera, le giunse all'orecchio il resto della sentenza "...sempre che tu non stia mirando al mio ragazzo."
La rossa si voltò di colpo, fissando C.C. con sguardo irato.
"Andiamo a fare dei piccoli servizi." rispose alla ragazza dai lunghi capelli.
"Davvero? Che bello!" le rispose fingendo entusiasmo "Un attimo che mi preparo e si fiondò verso la sua stanza provvisoria, dove Lelouch l'aveva costretta l'altra sera a spostare tutte le sue cose.
"A-Aspetta, non intendevo io e t..." ma l'altra era già sparita a preparsi, dopo aver carpito un invito con l'inganno "Che stupida che sono!" derelitta abbassò il capo, fissandosi le punte delle scarpe.

Quando Lelouch uscì dalla sua stanza vide entrambe le ragazze pronte.
C.C. indossava una camicia bianca con delle sfarfallature sui polsi e un laccetto rosso legato mo di cravatta e su di essa un piumino rosso. Una gonna a scacchi le copriva le gambe avvolte da collant scuri e ai piedi indossava dei lunghi stivaletti marroncino chiaro.
Portava degli orecchini di diamante molto semplici e particolarmente morigerati, rispetto al suo solito modo di vestire e sulle labbra si poteva facilmente notare un filo di rossetto rosa confetto, appena percettibile per un occhio non altrettanto attento ai particolari come quello di Lelou.
Aveva qualcosa in mente e solo vederla fuori ad aspettarlo gli fece correre un brivido lungo la schiena.
Lui indossava una giacca lunga di renna sopra a una camicia blu e un semplice pantalone scuro.
"La compagnia s'è forse allargata?" chiese col solito tono sprezzante, diretto più a C.C. che non a Karen, ma la rossa non sembrò intuirlo e pensò che fose proprio rivolto a lei.
"Ha detto che..." dissero in coro, provando a spiegarsi, per poi finire a guardarsi storto l'un l'altra.
"Lei mi ha invitato." fece C.C. indicando la rossa.
"Io..." fece imbarazzata di fronte all'accusa "Sai, come dice sempre il Presidente, più si è, meglio è." cercò di coprire con quella scusetta la gaffe che aveva fatto qualche minuto prima.
"Giusto!" disse C.C. mettendole il braccio attorno alle spalle e posando la mano sulla spalla della rossa, con una punta di divertimento acido sul viso.
"Bene, allora andiamo." fece sbrigativo.

C'era una strana atmosfera in quel gruppetto.
L'antagonismo tra le due era proverbiale, cercando di svettare sull'altra nell'attirare l'attenzione di Lelouch. Se una indicava un certo tipo di vino, l'altra adocchiava a un piatto francese e così via, tanto che le commissioni delle ordinazioni per il ricevimento risultarono essere una pesante ordalia per i nervi del giovane principe britanno in esilio.
Aveva invitato Karen per distoglierla da possibili sospetti, eppure non aveva tenuto conto che C.C. si unisse al gruppo per rompere, con così tanta solerzia, le uova nel paniere.
Fissò l'orologio che segnava ormai le 12:50 "Dove volete mangiare?" espettorando uno sbuffo di stanchezza.
"Fastfood!" - "Pizzeria!" dissero in coro. Si fissarono male ancora una volta
"Ramen!" - "Pizza!" ancora una volta all'unisono.
"Io vado a prendere qualcosa da bere, voi intanto mettetevi d'accordo dove andare." fece rassegnato, allontanandosi in direzione di un distributore automatico.
"Se parliamo di pranzo parliamo di pizza, è ovvio." cominciò C.C., senza aspettare tanto.
"A pranzo si deve mangiare qualcosa di consistente, la pizza è qualcosa da mangiare la sera!" si ostinava ad opporsi Karen.
"Allora che ne dici di andare in un posto dove si mangi la pizza e anche altro?" propose l'altra.
"Sai che non è male come idea? E dove sarebbe questo posto?"
"E che vuoi che ne sappia? Io ho solo proposto l'idea, mica so come metterla in pratica." si bullò C.C. prendendola in giro.
Quel comportamento dell'altra la faceva davvero arrabbiare, trattandola come una qualsiasi stupida con la testa per aria.
"Piuttosto sto conducendo un'interessante missione segreta per conto di Zero." la sbaragliò con quell'affermazione "Sembra che i genitori di quel ragazzo siano persone molto influenti, ma lui non ama parlarne perché detesta venire adulato solo per la posizione dei propri genitori e non per le sue stesse abilità. Vuole farsi un nome da solo."
"E' proprio da Lelouch." fece un segno d'assenso col capo "a dire il vero un po' lo sospettavo, non è il tipo che avanza nella vita sfruttando le raccomandazioni e il nome dei propri genitori." una folata di vento freddo la fece rabbrividire per un attimo "Quindi è una specie di missione ricognitiva?" chiese alla ragazza dal crine smeraldino.
"Una specie. Devo cercare di ingraziarmi i suoi favori e cercare di arrivare ai genitori, ma è un ragazzo difficile da trattare." fece un sorrisetto stupido "Non so se mi spiego."
"Hai ragione." dovette annuire nuovamente.
"Un po' come te." scagliò l'ennesima frecciatina.
"Senti, tu..." stava per prenderla per il bavero del piumino, quando vide arrivare Lelouch e fece finta di niente.
"Allora? Vi siete messe d'accordo?" chiese porgendo due caffé caldi in lattina.
"A dire il vero..." cominciò Karen.
"Un posto dove si mangi la pizza ma anche roba giapponese." rispose subito C.C. attirandosi l'astio dell'altra, per quella sua uscita così furba ma che non portava a niente, visto che non sapevano se un posto simile ci fosse.
"Va bene." disse Lelouch girandosi.
"D-Dove stai andando?" gli chiese la rossa, fissandolo mentre s'allontanava.
"E me lo chiedi? In un posto che faccia sia la pizza che cucina tradizionale." rispose di botto, senza neppure girarsi.

Continua...

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