Questi
personaggi non mi appartengono, ma sono proprietà
di sir A.C.Doyle, Moffatt Gatiss BBC ecc.; questa storia è
stata
scritta senza alcuno scopo di lucro per il mio puro divertimento
Prologo
John era seduto su una panchina, con il suo bicchiere
starbucks fumante
in mano. L'aria frizzante dell'autunno aveva sostituito il caldo di una
delle più torride estati degli ultimi anni.
Seduto al suo fianco, il collega Mike Stamford,
era intento a leggere il giornale. I due stavano trascorrendo la loro
pausa pranzo in silenzio, lontano dalla piccola clinica Londinese dove
lavoravano.
John non era mai riuscito ad abituarsi a quel tipo di vita, dopo il
periodo militare in Afghanistan non aveva trovato nulla che lo
soddisfacesse e il lavoro di medico era solo una pezza in una vita
piuttosto piatta.
- Quando mi hai detto che ti trasferisci? - chiese Mike
distrattamente.
- Mi sono già trasferito. Oggi abbiamo
appuntamento con l'arredatrice della casa per le ultime modifiche -
rispose John, continuando a soffiare sul suo caffè bollente.
- Mary sarà contenta no? Aveva sempre voluto
abitare in periferia -
- Già - rispose con una leggera punta di
malinconia il dottore.
- Con la posta come fai? -
- Ho lasciato nella cassetta delle lettere del mio vecchio appartamento
una comunicazione per il nuovo inquilino. Spero sia così
gentile da inoltrarmi l'eventuale posta indirizzata a me -
***** ******
25 settembre 2010
Gentile nuovo inquilino
del 221b,
Le sarei grato
se mi facesse la cortesia di inoltrare la posta a me indirizzata al mio
nuovo indirizzo indicato sul frontespizio della busta.
Spero si
troverà bene in Baker St., io l'ho trovata una zona molto
tranquilla e piacevole.
Cordiali saluti,
Dr. John Watson
ps in soffitta ci sono
degli scatoloni con provette e altra attrezzatura scientifica, erano
lì già da prima che mi trasferissi. Anche le
impronte di cane sul tappeto del soggiorno erano già
presenti.
Sherlock Holmes guardò più volte la
lettera, non riusciva davvero a capirne il significato. La cosa era
assurda, non sembrava avesse a che fare con un pazzo o un mitomane ma
il senso della lettera era inspiegabile. La rilesse più
volte, controllando il tipo di carta, la calligrafia e l'inchiostro
usato.
Questo Dr. Watson, che sosteneva di abitare prima di lui al 221b di
Baker Street, prima cosa assurda, asseriva inoltre che sul tappeto
c'erano delle impronte di cane, che in realtà non erano
presenti e degli scatoloni in soffitta. Peccato che nella soffitta
della signora Hudson non vi fossero nemmeno i ragni.
Non aveva però tempo di soffermarsi su quella
lettera, per quanto strana gli sembrasse, per cui la
appoggiò sopra le bollette e uscì in direzione
Scotland Yard, l'Ispettore Lestrade l'aveva chiamato per un nuovo caso.
Qualche giorno dopo, il detective era
più annoiato che mai. Aveva risolto velocemente il caso e
non c'erano nuovi clienti all'orizzonte. Si trovò seduto sul
divano, circondato da scatoloni.
Si era trasferito da poco in Baker St. e la casa era ancora
sottosopra. Essendo stufo di sentire le lamentele della signora Hudson
decise che quel pomeriggio avrebbe fatto ordine e tutto quello che
risultava superfluo, l'avrebbe buttato o sistemato da qualche altra
parte.
Togliendo le varie boccette e le altre attrezzature
scientifiche dagli scatoloni, si rese conto che aveva portato troppe
cose con sé e, a meno di non occupare ogni superficie della
cucina con i suoi esperimenti, pavimento compreso, non sarebbe mai
riuscito a utilizzarle tutte. Per cui parte dell'attrezzatura
ritornò negli scatoloni che successivamente avrebbe
trasportato in soffitta.
Continuò il trasloco pigramente, quando qualcuno
bussò alla porta.
Sherlock andò ad aprire quando venne
letteralmente travolto da un cane di grossa taglia. Dietro di lui il
proprietario, un cliente che aveva bisogno dell'unico consulente
investigativo al mondo, che subito si scusò dell'accaduto.
Quando il cliente, peraltro molto noioso, andò
via Sherlock rimase a fissare il tappeto. Erano rimaste le impronte
delle zampe sporche del cane. Sbatté più volte le
palpebre e poi si girò a guardare le scatole che aveva
ammucchiato e che avrebbe portato in soffitta.
La cosa stava diventando troppo strana, quello che lo
sconosciuto aveva scritto nella lettera si era avverato; incuriosito a
quel punto riprese in mano lettera del dr. Watson e decise di
rispondere.
1 ottobre 2008
Caro dr. Watson,
non capisco davvero a
cosa faccia riferimento. La signora Hudon mi ha informato che
l'appartamento è vuoto da anni.
Quello che più
mi stupisce è come facesse a sapere degli scatoloni e delle
impronte del cane sul tappeto.
All'inizio leggendo la lettera credevo lei avesse un disturbo post
traumatico, che ancora non escludo. Ma la successiva presenza delle
impronte e degli scatoloni mi ha alquanto confuso. Odio non sapere,
pertanto La prego di riscontrare questa mia.
Cordialmente,
Sherlock Holmes
ps Dovrebbe guardare il
calendario ogni tanto, siamo nel 2008, non nel 2010.
Angolo autrice:
Eccomi qui, di nuovo,
con l'aria frizzante dell'autunno.
Spero vi piaccia
l'idea ispirata dal film "La casa sul lago del tempo", al prossimo
aggiornamento, un bacione!
|