Thinking out loud

di chanmin
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 Do you remember? ***
Capitolo 2: *** 2 After the love is gone ***
Capitolo 3: *** 3 Forgive me ***
Capitolo 4: *** 4 Come back ***



Capitolo 1
*** 1 Do you remember? ***


 
 
Will your mouth still remember 
The taste of my
love...

 


 


1.1 Do you remember?

 


 

Before I grow older,

can you hold

onto me?


 

Le mattine non sono più le stesse, sempre grigie, tra mattina e sera non vedo gran che di differenza.


 

Cosa è rimasto di noi ? Proprio niente. Forse.

Corro. Corro. Ma dove posso andare?


 

A dire i vero il problema non è mai stato dove andare. Sono scappato da tanti posti per trovare rifugio in altrettanti posti ancora. Il mio problema è sempre e solo stato uno: dove rimanere.


 

Te ne sei andato, senza dire niente. Devo farmene una convinzione: tu non esisti più.

Tu e tutte le tue carezze, i tuoi “per sempre”. Non ci sono più. Sei come morto per me.


 

Ma se solo potessi non pensare a quell'amore che veniva accompagnato da gesti e brividi, se solo potessi non più pensare a quando facevamo l'amore, quando macchiammo le lenzuola per la prima volta.


 

Quante cose vorrei dimenticare per ricominciare. Ma non temere io dimenticherò quel “noi” che fino a due mesi fa era indelebile, riuscirò a farlo lentamente sbiadire. Sparirai. Rimarrano solo le ceneri che il tempo penserà a disperdere.


 

Fa freddo fuori. Ti ricordi le lunghe passeggiate che facevamo. Quando correvamo di mattina presto e tu mi chiedevi sempre di fare a gara a chi arrivava prima, io col fiato corto non riuscivo a starti sempre dietro, ma poi ti voltavi e tornavi indietro a chiedermi come stavo e subito dopo mi abbracciavi, e tutto intorno a noi spariva.

Vedo ancora le nostre sagome correre, passeggiare e abbracciarsi davanti a me. Ma sto solo vagando nell'immaginazione, sto ancora galleggiando in un “per sempre finito”.


 

Ora mi trovo seduto su una panchina, una di quelle umide. l'aria mattutina è fresca e pura. Mi fa pensare stranamente a te, perchè mi ricordo quanto ti piaceva sederti qui e trovare quella pace che solo di prima mattina riuscivi a trovare. Mi ricordo anche com'ero innamorato di te. Un amore che non proverò mai più.


 

Quel fottuto giorno in cui ti ho baciato, continua a rimbombarmi in testa. Quel giorno mi resi davvero felice. Finalmente tra più di sette miliardi di persone al mondo, finalmente avevo trovato il mio amore. Io ti avevo scelto, non volevo altro che te. Invece ora voglio tutti meno che te, la sola idea di rivederti mi nausea.


 

Ho fatto in modo che tu non mi trovassi più, perché qualunque cosa tu abbia da dirmi non mi interessa, qualunque cosa, non perdonerà mai il fatto che tu sia scappato da me, ed è stato un caso che io sono venuto a saperlo, per puro caso! Solo grazie a Kibum! Lui lo sapeva e io no. Eppure, non so perché conservo ancora il tuo numero di telefono.

Per quale assurdo motivo lo faccio?

Lo cancellerò ? Non ne ho il coraggio.


 

I miei pensieri vengono interrotti dallo squillo improvviso del telefono, sblocco il cellulare: è Kibum.


 

io e Kibum ci conosciamo da sempre, è come un fratello maggiore per me. Sempre così premuroso e attento. Lui sa tutto, conosce Minho ed è a conoscenza di quello che è successo. Lui è l'unica mia speranza di salvezza l' unica persona al mondo che mi può capire, e a me basta questo: essere capito.

 

« Pronto Kibum Hyung»

« Pronto, Minnie come stai? »

 

Suona strano sentirsi dire "come stai" dopo quello che è successo. Dopo tutte quelle notti e quiei giorni passati a farsi domande come: Perché l'hai fatto? Ora cosa starai facendo? Avrai trovato qualcunaltro? Ma perché non mi hai detto dove te ne andavi e che te ne andavi? Perché sei sparito nel nulla? Perché?

 

Ma nonostante ciò rispondo.

 

« Be', credo di stare bene. »

« Taemin, vedrai che andrà tutto bene, ci sono io. Di qualunque cosa tu abbia bisogno tu dì e io lo farò »

« Ma non ti preoccupare io sto bene. Passerà Kibum... Passerà »

« Be', volevo sentire la tua voce, assicurami che va tutto bene. Ricorda che io ci sono, ora devo proprio scappare. Chiamami, più tardi ci possiamo vedere »

 

Non sono in vena di vedere molta gente ultimamente, ma se voglio affrontare la cosa devo almeno provarci.

 

« O-Okay Kibum, ti chiamerò. »

« Minnie, fai un sorriso »

« Okay lo faccio » Mento.

« Bravo, allora a dopo...»

Così dicendo chiusi la chiamata.

 

Starò meglio, Passerà.

 



 

 

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Capitolo 2
*** 2 After the love is gone ***


2.2  After the love is gone

 

 



... Starò meglio. Passerà.


Ora sei lontano da tutto e da tutti, lontano da me. Sento che è successo qualcosa, probabilmente qualcosa di grave, talmente grave da teneremi allo scuro.
Avevi detto che ci dovevamo dire tutto. Ma hai preferito andartene, senza avvisare.




Non passa più di un'oretta che mi sento nuovamente al telefono con Kibum, gli dico di incontrarci a un bar non molto distante da dove sono.




Lo aspetto, ed eccolo là. Mi viene in contro con un sorriso stampato sulle labbra.


«Taemin come stai? » Mi abbraccia


Ma come vuoi che stia? Gli vorrei rispondere, mi sembra un po' inutile chiederlo, però è una di quelle domande essenziali per iniziare una conversazione. Lo comprendo.




«Kibum te l'ho detto: bene » Mento di nuovo. So che è preoccupato per me, ma non dovrebbe esserlo.
vedo sotto i miei occhi Kibum sfoderare uno di quei sorrisi che trasmette sicurezza.


« Be' sì, me lo avevi detto ma non in faccia »
Che sia in faccia o al telefono per me non c'è differenza. Rimarrà sempre un : Sto bene non ti preoccupare, falso.


« Andiamo a prendere qualcosa » cambia discorso lui.
Non rispondo. mi lascio trasportare dalla sua mano che stringe a sua volta la mia.




Seduti a un tavolino ordiniamo da mangiare. Kibum ordina il solito: cappuccino e cornetto, un pasto non troppo pesante. Io invece, decido di prendere solo una tazza di latte, solo per riempire il vuoto. Ultimamente ho perso l'appetito, e si vede.




« Quando ti rivedrò mangiare come si deve? »


Io faccio finta di non sentirlo, prendendo un sorso dalla tazza di latte e distogliendo lo sguardo. Ma lui continua a guardarmi.


« Come scusa? » non sapevo proprio che dire.
« Va be' non ti preoccupare ma vacci piano, non vorrai strozzarti » Ride lui.
Stranamente quella risata fu contagiosa e mi venne spontaneo sorridere.




«Hey, vedrai andrà tutto bene. » Così dicendo mi prese la mano e col pollice me l'accarezzò. Io mi limitai a un mezzo sorriso.


Non ce la facevo a fare un falso sorriso, a trattenere le lacrime e allo stesso tempo a credere che sarebbe andato tutto bene. No, non ce la facevo proprio.


Passammo l'intera mattina insieme, poi Kibum dovette proprio andare, ma prima di andarsene mi assicurò che per qualunque cosa avessi bisogno, lui ci sarebbe stato. Sempre e comunque.




Non potrai continuare a piangerti addosso, è stata una sua scelta abbandonarti, aveva di meglio da fare. Non sei tu che devi tenere i sensi di colpa.


Però, quante illusioni, quanti film mentali sul nostro futuro. Su quello che saremo potuti diventare e che non diventeremo.


BASTA! So che non è da un giorno all'altro che ti posso dimenticare, neanche in due mesi. Ma almeno ci devo provare.


Non so se piangere o ridere. Ti ricordi i sogni, e ancora di più gli incubi? E quando ti svegliavi per controllare che andasse tutto bene?


Me ne ricordo uno di sogno: le nostre teste erano alla stessa altezza e si guardavano attraverso il vetro. Non ricordo come finì, se non vidi più niente o se fosti tu ad andartene. Nella mia testa ancora ora non è mai finita, siamo ancora lì a guardarci, lì ad appannare il vetro con il nostro respiro.


Sono arrabbiatissimo con te, e non puoi biasimarmi. Ma alla fine continuo ad amarti e ad aspettarti, magari tornerai o magari no. La vita è fatta di sorprese, e nel fra tempo vivo.




Ma se dovessi rivederti? Che farò? Ti farei così tante domande...




Sono passate due settimane, e non le ho passate male. Kibum mi ha portato a fare spese, a mangiare fuori. Non mi ha fatto mai sentire solo. Meno male che c'è lui. Mi sento un po' più libero, chissà forse un giorno starò davvero meglio.


Dopo aver passato un po' di tempo fuori decido di tornare a casa. Non sto pensando a te. Strano.


Ho il mazzo di chiavi in mano, accidenti a quante chiavi ho!
Ah, ecco! credo di averla trovata.


Alzo lo sguardo: si sta per mettere a piovere, cerco di trovare le chiavi il prima possibile. Ma per quanto possa essere, il tempo non lo comanda nessuno. Inizia a piovere, si percepiscono goccioline fini ma ci mise poco a peggiorare.


Sono bagnato, e mi sento stranamente osservato, forse è l'ansia di cercare le chiavi per evitare di bagnarmi ancora di più. Ma per sicurezza mi giro in torno... Vedo una sagoma, probabilmente una persona.


... N-No, non ci voglio credere...


Ed è a quel punto che le chiavi mi caddero per terra. Sulla strada bagnata.


Sto per svenire, non è possibile... Non sono sicuro di riuscire a vedere bene. Piove troppo e la mia vista si offusca facilmente.
Sei davvero tu?



Inizio a tremare come un foglia, non ricordo di aver mai avuto così tanta paura. Non ricordo di averne avuta di te.



Sono quasi certo che quella sagoma che si sta avvicinando, con i vestiti fradici e i ciuffi di capelli bagnati che cadono sugli occhi, sia tu. Quasi non ho dubbi.



Raccolgo le chiavi da terra e cerco furiosamente di trovare quella per aprire la porta. Ma la pioggia è sempre più forte e la stanchezza inizia a farsi sentire.



Non ce la faccio più. Perdo i sensi e cado per terra.
Ora la pioggia mi sta rigando il viso, e inizia a scendere rapidamente sui miei vestiti. Non può essere.



Sento il salato delle lacrime in bocca, chiudo gli occhi. Non so più che fare. Non c'è niente da fere, stento a trovare un finale dopo questo.


 

If the sky that we look upon 
Should tumble and fall 
And the mountains should crumble to the sea 
I won't cry, I won't cry, no I won't shed a tear

 


 

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Capitolo 3
*** 3 Forgive me ***


 

3.3 Forgive me

 

Remember those walls I built 
Well baby they're tumbling down 
And they didn't even put up a fight 
They didn't even make a sound 


 

 

Sento il salato delle lacrime in bocca, chiudo gli occhi. Non so più che fare. Non c'è niente da fare, stento a trovare un finale dopo questo...


 

Pov's Minho

 

« Dai Minho fermati! Non correre così velocemente, non sono veloce come te!»

 

La tua voce continua a rimbombarmi in testa, come ho potuto abbandonarti?

 

 

Sono dovuto andare in America il prima possibile con mio padre, per le cure di mia madre. Le hanno diagnosticato una cisti poplitea, essendo molto grande e dolorosa le hanno raccomandato un intervento chirurgico per rimuoverla e riparare la cartilagine, dopo di che avrebbe dovuto tenere le stampelle per un po'. Così le siamo rimati accanto, durante la riabilitazione.

 

Ci sono voluti due mesi. Due lunghi mesi. Ma ora sta molto meglio, questa settimana le toglieranno definitivamente le stampelle.

 

Ma in tutto questo tempo mi sono sentito in colpa, perché non sono riuscito a dirti che me ne sarei andato per un po', ti ho scritto una lettera che ti ho lasciato sulla scrivania, prima di partire. A quanto pare, non l'hai mai letta.

Ieri ho incontrato Kibum, mentre stavo tornando al nostro appartamento. Era furioso con me, quasi mi voleva picchiare. Sono riuscito a fermarlo e a raccontargli la situazione così come stava. lo vidi sgranare gli occhi incredulo. E mi consigliò di correre velocemente da te spiegandomi che quella lettera non l'avevi mai aperta.

Fu a quel punto che entrai nel panico. Mi salì un enorme senso di colpa.

Cosa avresti pensato ora di me?

 

Quando sono arrivato all'appartamento, tu eri lì come al solito, a cercare la chiave giusta per aprire la porta. Proprio in quell'istante ti giri, e si mette a piovere.
Avevo paura.

Io? Io avevo paura? Io che avrei dovuto proteggerti da tutto e da tutti... Io avevo paura. Me ne vergogno. Tu non te lo meriti, io non ti merito.

La pioggia rendeva la vista più difficile. A quel punto mentre cercavo di avanzare verso di te.Tu svieni. Cadi.

Mi sono precipitato il prima possibile a soccorrerti, ma tu continuavi a rimanere immobile. Io stringevo il tuo corpo caldo, percependo il contrasto dell'acqua fredda e gelida che ti scorreva sul viso pallido.

Ora sono in ospedale, ho passato tutta la notte ad aspettare notizie di te. Sto tremando. Non ce la faccio ad aspettare. Se ora sei qui è solamente colpa mia.

 

« Minho!! » Sento gridare. Mi giro, è Kibum.

« Kibum! » Mi dirigo velocemente da lui.

« Be', hai avuto notizie? » Mi chiede.

« No, ancora no » Gli rispondo

« Ma guarda un po' cosa doveva capitare...»

Abbasso lo sguardo e lui mi prende la mano.

« Minho non è colpa tua »

Io lo guardo con gli occhi iniettati di lacrime.

« Non potevi sapere che sarebbe successo » continuò lui.

« Kibum, una cosa so: ora Taemin è in ospedale, e lo è solo a causa mia »


 

Kibum fa per rispondere ma il dottore ci interrompe.

« Scusate se vi interrompo, voi conoscete Lee Taemin. Giusto?»

« Sì, come sta? » Mi alzo di scatto.

« Be' ha riportato diversi danni, ma non troppo gravi »

Tiro un sospiro di sollievo.

« Però c'è un problema ... »

Cosa? Un problema?

Nel momento in cui il dottore ha pronunciato la parola "problema", quella speranza che mi si è accesa negli occhi, sparisce.

Di cosa si tratterà?


 

« Minho, se dovessi cadere tu ti gireresti a vedere come sto o lasceresti che me la cavi da solo? »

« Taemin, io non ti lascerò mai, mi volterò sempre per te. Ti curerò e ti proteggerò dal male che per tua natura attirerai. »


 

Ancora mi ricordo quando te lo dissi, quando ti risposi a quella tua domanda. Era la verità e lo è ancora.


 

« Be', Ecco...» continuò il dottore.

I miei occhi e quelli di Kibum aspettano una risposta.

« In tutto questo tempo Taemin è rimasto in coma...»

 

Non rispondo. Il salato delle lacrime inizia a farsi sentire. In coma ?

 

« Si è svegliato ora fortunatamente. Purtroppo ha avuto dei piccoli danni celebrali quindi è ancora un po' disorientato »

« Possiamo fargli visita? » Chiedo.

« Si, ma non per tanto. Deve riposare, è meglio non stressarlo »

« Capisco... »


 

Così dicendo ci rechiamo nella stanza di Taemin.

Vedo entrare prima Kibum. Ti sta accarezzando la fronte.

« Vai tu Minho » Esclama Kibum prima di uscire dalla stanza.


 

Non ci ripenso due volte e entro subito.


 

Ti vedo disteso sul lettino, la vista mi si appanna dalle lacrime che scivolano velocemente sulle mie guance. Mi siedo vicino a te.

Ti prendo una mano e la stringo forte, cercando di trattenere le lacrime ma invano. Una di queste cade sulle lenzuola, e viene immediatmente assorbita.

« M-Mi dispiace, non avrei mai dovuto lasciarti così, perdonami per favore. Perdonami » Dico a bassa voce.

« Sono andato in America per le cure di mia madre, e ti ho lasciato una lettera. Non l'hai mia aperta. Ogni giorno, ogni ora, ogni secondo, ogni istante, non facevo che pensare a te. E ora guarda dove sei, è solo colpa mia »

Sto piangendo. Ti ho distrutto.

« È tutta colpa mia...» continuavo a ripetere.

Una lacrima scende dai tuoi occhi chiusi, la asciugo con il pollice. È calda.

« T-Taemin... Io ti amo, non me ne andrò mai più. Mai »

Ti stampo un bacio sulle labbra morbide. Cerco di godermelo, probabilmente è l'ultimo che ti darò...

Ti sto facendo piangere, non ci credo. Vorrei che smettessi, non voglio che tu pianga a causa mia. Ma lo stai facendo.

Probabilmente vorresti parlare ma non ne hai le forze, con difficoltà esco dalla stanza lasciandoti riposare. Non potevo fare altro.


Il medico ci ha detto che già da domani potrai essere dimesso. Immagino che non vorrai più vedermi. Mi odierai, sarà tutto più difficile.

 

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Capitolo 4
*** 4 Come back ***


NOTE DELL'AUTORE:

Ci ho messo molto a finire questa storia per svariati motivi, ringrazio dunque chi ha avuto tutta la pazienza di aspettare e ha continuato a seguirla fino a quest'ultimo capitolo, ringrazio inoltre chi mi ha dato motivo di continuarla e finirla, in definitiva spero che questa fine sia di gradimento. Grazie ancora. Ci vediamo alla fine del capitolo!

 

4.4 Come back

 
Head down, as I watch my feet take turns hitting the ground
Eyes shut, I find myself in love racing the earth
And I'm soaked in your love
And love was right in my path, in my grasp
And me and you belong

 



Non riesco a starti lontano a lungo che subito vengo a controllare come stai. Non è cambiato nulla dalle ultime tre ore, tu sei ancora lì e io ancora qui. Mi avvicino cautamente, scorgo una sedia alla fine della stanza, la prendo e mi siedo accanto a te. Hai il respiro leggero, il viso pallido e tranquillo. Stringo la tua mano fredda. Continui a tenere gli occhi chiusi, non credo tu abbia voglia di aprirli, ma non importa.

Rimango accanto a te tutta la sera e tutta la notte.

Senza luce, l'ospedale sembra più grande e più spaventoso, e so quanto tu tema il buio. Me lo hai sempre detto, e io mi trovo qui apposta per non lasciarti in balia di tutto ciò. Immagino che in questo momento questo è secondario. Quello da cui vuoi tenerti alla larga non sono che io. E come biasimarti?

 

So che sei sveglio, ma non hai le forze per reagire. Ti ho tolto anche le forze per piangere. Un semplice "Mi dispiace " non basta, non può bastare. Sarebbe banale.

So che non vorrai vedermi mai più, ed è per questo che voglio godermi un ultimo istante insieme a te, dopo di che se tu vorrai sparirò. Ma ora non voglio disturbarti.

So che non potrò tacere per sempre, non mi sembra giusto neanche questo. Io devo dirlo, devo parlarti comunque, anche se non ne ho il diritto.

Prendo il respiro. Fallisco. Riprendo nuovamente fiato e fallisco di nuovo.

 

Ultimo tentativo Minho... Ultimo tentativo.

Okay...Ci sono... Calma, devi parlargli, perché anche se tu non ne hai il diritto lui al contrario ha il diritto di sapere, e se non vorrà ascoltare non importa, nessuno glielo imporrà, nessuno.

Così inizio nei migliori dei modi. Ti racconterò una storia, una che esiste per davvero, e che mi è piaciuta.

 

« C'era una volta... Un posto inventato per due, diciamo anche che era un luogo segreto dove in ogni tramonto il Sole incontrava la Luna lontano dallo sguardo invidioso del Vento. C'era il mare, era calmo, e vestito di tanti colori, l'aria profumava di alghe ed era insaporita dal sale marino, la sabbia calda, La fiamma del desiderio acceso giorno e notte... come la luce di un faro solitario, una calda notte tanto tempo fa, ci sono arrivato anch’ io in quell’isola segreta   seguendo il tuo richiamo, parole fervide... ebrezza di desiderio.

Son rimaste le tue impronte nella sabbia del mio cuore è diventato memoria ciò che è stato, memoria vestita di nostalgia che profuma di baci, sapora di lacrime »

Mi blocco. Tutto si ferma, come se anche il tempo avesse bisogno di tempo...

Questa storia l'hai già sentita, me la raccontavi tu ogni sera prima di andare a dormire... ti assopivi sul mio petto e io giocavo con i tuoi capelli. sto tremando, mi pizzicano gli occhi, Inizio a vedere un po' sfocato, ma ora non ho intenzione di piangere, quella strana sensazione di "lacrime" riesco a trattenerla.
 

« Imparerò ad andare avanti, ma non chiedermi di dimenticarti, sarebbe come chiedere ad un cieco di dipingere il cielo. Credo che la cosa più bella che esista sia dormire accanto a te. Come in questo momento. »

Ho riconosciuto la felicità dal rumore che ha fatto andandosene. Sarà dura farla ritornare, nel tuo sorriso, nei tuoi occhi, tra le tue labbra...

Non voglio stressarti più di tanto, ora voglio solo stare vicino a te.

Ma voglio provarti a dire un'ultima cosa, a cui non sei costretto a rispondere:

« Se domani finisse il mondo, da chi correresti? Se davvero fosse l’ultimo giorno della nostra vita, della vita di tutti, da chi andresti?
Se non ci fossero più primavere, se non cadesse più la neve, se tutto sparisse, se non potessi più baciare, se non potessi più dire "ciao".
Se non potessi più sorridere, con chi sorrideresti per l’ultima volta?
»

Era da tanto che volevo chiedertelo, e non so se questo sia il momento giusto, ma ora è fatta l'ho detto e mi sento bene.


 

Pov's Taemin

 

Ho ascoltato tutto. Ho assimilato ogni tua singola parola, pausa, respiro...

Ma ora non voglio affrontare la cosa, se dovessi aprire gli occhi sverrei all'istante e perderei le forze per fare qualunque cosa.

Devo pensare, pensare tanto, pensare perbene.

Sono completamente arrabbiato, dispiaciuto, a pezzi e in ospedale tra l'altro; questa situazione la potevamo evitare, ma non ti sei curato troppo di informarmi bene su quello che stava succedendo, e ora sei qui a scusarti per chiarire la situazione perché sai di aver sbagliato.

Ho avuto paura che non ci fossero speranze, e tu avresti preferito non tornare più, eppure ora sei qui ai miei piedi pentito che chiedi perdono. Continuo a pensare alla rabbia e alla delusione e a come andrà domani, ma seppure questi pensieri siano così forti, non oscurano il fatto che alla fine la verità è solo una: io ti amo. E non posso farci niente.
 

La mattina seguente...

 

Quella notte atroce che pareva un incubo mischiato a un accumulo di troppi pensieri, finisce finalmente.

La luce che entra nella stanza è fioca e non ho ancora intenzione di aprire gli occhi, poi di un tratto qualcuno scorge completamente le tende e quest'ultima che sembrava debole, entra violenta percorrendo la stanza e pizzicando i miei occhi, realizzando così che è ora di svegliarsi , qualcuno era entrato e aveva aperto completamente le tende.

Se ora apro gli occhi chi mi troverò davanti?

Dai ce la puoi fare, primo o poi dovrai svegliarti no? Allora meglio affrontare subito questa cosa.

Conto fino a tre e apro gli occhi lentamente. La luce continua a darmi fastidio e a primo impatto non vedo nulla di nitido, ma piano piano riprendo a mettere a fuoco tutto ciò che ho intorno a me.

Mi giro in direzione della finestra e delle tende scostate, e lì vedo una sagoma di qualcuno con un'espressione gentile e sorridente: era Kibum;

ricambiai presto il sorriso, era un sollievo che al mio risveglio ci fosse lui.

« Ti sei svegliato finalmente! Hai dormito bene? »

Mi giro intorno: riconosco solo Kibum. Poi un flashback improvviso assale la mia mente, che con calma ricongiunge tutti i pezzi.

Mi raddrizzo sul lettino con un certo mal di testa e inizio a parlare.

« Credo di si ... Ma la mia mente non è del tutto lucida »

Per un'istante si ferma anche lui e inizia a guardarmi attentamente.

« Sei pallido sai? Prima che ti svegliassi ti ho tolto la flebo. Comunque... Ti ho portato qualcosa! »

Lo seguo con lo sguardo e sotto i miei occhi fa spuntare un bananamilk e qualche biscotto, poi riprende a parlare...

« Vedi ti ho portato dei biscotti fatti da me. Ho capito finalmente come si fanno, ma se non ti dovessero andare ho anche una mela. Devi riprendere le energie! » dice lui con tono euforico e rassicurante.

per un momento sforzo un mezzo sorriso, che fa a sua volta sorridere anche lui.

« Ti ringrazio Kibum, cercherò di stare meglio ora»

inizio a mangiare prendendoci gusto e finendo anche i biscotti.

« Vai piano, so che hai fame ma non vorrei che ti risentissi male » ride divertito lui.

« Sto meglio, davvero ti ringrazio »

« Sai che oggi potrai uscire da qui? Dovrai fare ancora qualche altro piccolo controllo, ma l'importante e che potrai uscire » mi sorride e mi accarezza i capelli, sistemando qualche ciuffo.

« Ne sono contento, è veramente orribile stare qui.»

Mi blocco per un secondo...

«Kibum... »

« Si dimmi » Si avvicina lui.

« Lui è qui? » abbasso gli occhi.

« Si. Poco prima che ti svegliassi era ancora qui. »

Rimango imperturbabile, lui è rimasto qui tutta la notte fino ad ora?

« Non voleva che ti succedesse nulla »

Inizio a giocare con le dita. Non voglio dire nulla.

«Vedi lui sapeva che se si fosse presentato oggi di mattina davanti ai tuoi occhi, ti saresti sentito solo peggio. »

Non aveva tutti i torti. Il fatto che Kibum ci sia è un gran sollievo.

« E ora dov'è? »

« Ora è fuori, aspetta solo che tu ti riprenda »

Una cosa di Minho che non è mai cambiata è il suo rispetto e il dimostrarmi che lui mi aspetterà sempre su qualunque decisione io prende. Mi ha sempre dimostrato che per quanto lui necessiti una scelta o una risposta, mi aspetterà sempre e seguirà i miei tempi.

« Va bene grazie Kibum »

So quanta paura e dispiacere provi Minho, ma vedi sono contento che ora tu possa capire solo in parte quanta ne abbia avuta io. Ora la mia scelta l'ho presa.

« Oddio si sta facendo tardi, Taemin devo proprio andare, seppure preferisco stare qui con te, sai quanto lavoro c'è da fare in questo ospedale» Fa una smorfia.

Annuisco e faccio un respiro profondo.

« Passerò dopo tranquillo » Mi sorride nuovamente.

 

La porta rimane socchiusa ... Kibum si è dimenticato di chiuderla perbene, mi farà bene qualche passo, ora che finalmente mi è stato rimosso la flebo posso muovermi un pochino.

I miei piedi sono scalzi e sfiorano il pavimento freddo, a quel contatto iniziano a tremare, mi sento ancora un po' debole e appena alzato inizio a barcollare con un lieve mal di testa che presto svanisce, e finalmente risento il controllo del corpo. percorro lentamente il tragitto dal lettino alla porta, ma appena arrivo alla porta per chiuderla, il cuore inizia a battermi come se volesse uscire dal petto... alzo lo sguardo e ci sei tu.

Un brivido incontrollabile mi percorre la schiena, mi sento in uno stato di confusione. No, non voglio riperdere le forze nuovamente.

Tiro un respiro profondo, stringo le mani in un pugno.

« Sei qui » inizia lui.

Fisso il pavimento trattenendo le lacrime, era più semplice ascoltarti ad occhi chiusi.

« Sono venuto a salutarti »

è venuto a salutarmi? Perché? Se ne va di nuovo?

« Tranquillo farò di tutto perché non ti succeda nulla di male, non voglio più farti soffrire...»

Non riesco a guardarlo in faccia. Mi mordo il labbro per trattenere tutto.

« La verità è che io ti amo troppo per vederti in questo stato, e non voglio essere causa di sofferenza per te proprio perché ti amo così tanto. Io ti amerò sempre »

Le lacrime mi rigano il viso. Tu non scappi mai da nessuna situazione, ci tieni così tanto da affrontarmi.
 

Se ne sta per andare quando io lo afferro per il braccio tremando, non so perché lo abbia fatto ma è stato di istinto.

« Ero sveglio » dico con voce tremolante, asciugandomi le lacrime e alzando il capo.

« Sì, ero sveglio e ho ascoltato tutto. Ora tu devi ascoltare me » Finalmente vedo il suo volto, mai visto volto più bello, è addirittura più bello di quanto ricordassi.

« Tu mi hai fatto molto male, avevo paura che non tornassi. Sono arrabbiato con te non c'è dubbio su questo... mi hai spezzato, e ora tutto ciò ti si è rivolto contro. Ma so anche che non lo hai fatto apposta, è per questo che sono stato male ... Perché non capivo. Mi sentivo solo e basta senza capire nulla, una verità crudele non trovi? » mollo la presa del suo braccio. Respiro profondamente, lo fisso negli occhi e continuo.

« Sei stato superficiale con me, poche cose mi rendevano ancora felice. Non mi hai mai voluto abbandonare vero? La tua è stata tutta superficialità e paura di dirmi che te ne saresti andato per un po' di tempo. Ma ora hai compreso come mi sentivo... » Lo guardo fisso negli occhi.

« Minho » nominare il suo nome dopo tanto , mi fa senso.

Lo vedo che si avvicina di più.

«Minho, io ti amo. Si ti amo e non posso fare a meno di te, e tutta questa situazione lo ha dimostrato. Non lo farai mai più vero? »

Ti avvicini sempre di più a me, il cuore mi inizia a battere come la prima volta che mi hai baciato. Mi prendi il volto tra le mani e mi inizi a baciare con movimenti delle labbra morbidi e dolci.

« Ti basta come risposta? »

Annuisco sorridendo e continuando a ricambiare il bacio.

« Promettimi solo che mi proteggerai e non mi lascerai più»

«Io te lo prometto, Taemin davvero mi dispi- »

Lo interrompo prima che finisca la frase.

« Non è successo nulla non era tua intenzione, non scusarti più »

così dicendo mi fai sedere sul lettino e va a chiude la porta.

Lo so che non lo farai più, perché mi hai dimostrato quanto veramente ci tieni. In fondo amore vuol dire anche perdersi per poi ritrovarsi.


 

NOTE FINALI:

Ed ecco finito anche l'ultimo capitolo. Non avevo mai scritto una storia triste a lieto fine, spero che non sia andata così male :)

Fatemi sapere se vi è piaciuta! Alla prossima!
 




 

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