Una regione al giorno toglie il geografo di torno

di Giallo4ver
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** IL NORD: Valle d'Aosta e Aosta ***
Capitolo 2: *** Piemonte e Torino ***



Capitolo 1
*** IL NORD: Valle d'Aosta e Aosta ***


val d'aosta Valle d'Aosta era un ragazzetto di quindici anni, almeno in apparenza.       
Occhi così chiari da risultare di un grigio biancastro cangiante e capelli scuri e ricciuti, passava il tempo tra i suoi monti.                                                   
 Era sempre stato un territorio ristretto e poco popolato, ma estremamente autonomo ed efficiente, parlava diverse lingue e sapeva il fatto suo.          
Sua sorella Aosta, la Roma delle Alpi, il suo capoluogo, era tutta diversa da lui, preferiva la città alla natura ed era sempre impegnata politicamente e socialmente, somigliava a Giulia Romana Vargas, ovvero Roma, soltanto che aveva i capelli biondi e gli occhi scuri, la pelle nivea e la statura leggermente inferiore, le sue gote erano più rosse ed era più paffutella, ma in fatto di parlantina erano allo stesso livello, più o meno.                                                          
 Marilde e Piero Trèves, questi i loro nomi umani, erano sempre andati più o meno d'accordo con Svizzera, Piemonte e  Francia, anche se preferivano starsene per i fatti loro, anche con Feliciano, il capo, erano un po' più freddi rispetto alle altre regioni, però ci andavano d'accordo, soprattutto da quando l'aveva piantata col fascismo e le ostilità ai francesi.  
- Bonjour ragazzi, come va?- li salutò Francis, passava spesso le vacanze in Italia, anche se non voleva dirlo a Lovino e Feliciano, e loro due facevano finta di non sapere niente delle sue mete turistiche alternative, anche se Veneziano era costantemente preoccupato, il fatto che suo cugino d'oltralpe nollegiasse una villetta adiacente a quella delle incarnazioni dei suoi territori, gli dava la sensazione di avere sempre il suo fiato sul collo, cosa per nulla gradevole.
- Molto bene, grazie.- replicarono in coro, automaticamente, in tono piuttosto impersonale, squadrandolo biecamente.
Francis corrugò la fronte e si morse il labbro inferiore, a disagio, quegli sguardi incolore lo riportarono al 1943 e agli ultimi anni di guerra, in particolare alla resistenza e al momento cruciale, quando senza aspettare i rinforzi esterni, a furia di bastonate e proiettili, i fratelli Trèves e i loro partigiani, costrinsero alla resa il commando tedesco.
Francia aveva tentato di annetterli, dopo la guerra, e loro gli avevano rifilato un bel due di picche: Marilde lo aveva schiaffeggiato così forte, da fargli sanguinare entrambe le narici del naso, mentre Piero aveva sbadigliato annoiato un: 'Ti destabilizziamo la faccia, biondino zafferano', e da quel momento non ci aveva più provato.
Si guardò intorno: il deserto, se quei due avessero deciso di punto in bianco di saltare la siepe che divideva le loro abitazioni e pestarlo, nessuno sarebbe corso ad aiutarlo, del resto, era presto, le famiglie dormivano.
Marilde sorbì rumorosamente il té verde e gelido dal suo bicchiere con ghiaccio e cannuccia viola, riportandolo così alla realtà.-Vuoi che ti porti a visitare il Monte Bianco e i suoi crepacci, Francia?- più che una domanda sembrò una condanna a morte, Piero voltò la testa dal lato opposto, mentre innaffiava il giardino, per evitare che la nazione scorgesse il sogghigno divertito.
-Non, grazie comunque.- replicò subito l'altro, nascondendo l'ansia.- Credo che farò un giro in città, più tardi, buona giornata!- si congedò, sparendo oltre il muro di siepe e tornando in casa.- Più sono piccoli, più sono cattivi.- borbottò tra sè.

Angolo giallo:
Salve a tutti, gente, è da un bel po' che non scrivo su questo fandom, quindi questa è la prima ''raccolta'' che pubblico dopo tanto tempo, una sorta di nuovo esordio.
Ho scelto soggetti piuttosto difficili, le regioni italiane sono veramente molto diverse tra loro, tante piccole realtà, nella maggior parte dei casi con storie diverse ed anche antiche rivalità, che cercano di convivere in nome della tanto comune, quanto alle volte dimenticata, comune origine.
Io non ho visitato ogni regione italiana (purtroppo), perciò scrivo in base alla documentazione, i nomi dei personaggi saranno ispirati a personaltà storiche ed il loro aspetto dipenderà dai tratti fisici tipici degli abitanti, o dalla conformazione naturale e geologica del loro territorio, i rapporti di parentela o amicizia tra regioni e capoluoghi sono a mia discrezione, lo ammetto.
Le short sono scritte a tempo libero e certe volte di getto, è una raccolta disimpegnata socialmente e moralmente, quindi riferimenti a fatti e persone sono casuali, è solo un modo per dare voce alle semi- autonomie locali italiane, una sorta di omaggio.
Grazie a tutti per aver letto, scusate valdostani se non vi aspettavate esattamente questo, è una libera interpretazione, i suggerimenti (gentili, ovviamente), sono sempre ben accetti!

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Capitolo 2
*** Piemonte e Torino ***


n A differenza dei piccoli e silenziosi vicini, Piemonte e Torino erano molto più affezionati a Feliciano, un po' più astiosi verso Francia e interessati a Svizzera nella misura in cui poteva arricchirli o offrire loro una bella baita in cui andare in vacanza.                            
Piemonte era un tipo dinamico, intraprendente, attento a qualunque cosa riguardasse il suo vasto territorio e la sua gente, aveva una contesa aperta con parecchie regioni, ma soprattutto con Lazio, lo accusava di aver rubato alla sua Torino il ruolo di capitale, e di conseguenza a lui stesso il ruolo di regione centrale, che gli spettava di diritto, dato che l'Italia si era fatta grazie a lui, Lazio rispondeva che doveva piantarla di tentare di piemontizzare anche chi piemontese non era, e scoppiava sempre una rissa. 
A Camilla Olivetti, alias Torino, una giovane donna sulla ventina dai capelli sottili, neri e lucidi, taglio scalato alla moda e vestita sempre ordinatamente, quella storia seccava molto, lei capitale non voleva esserlo mai più in vita sua, nel periodo del brigantaggio, subito dopo l'unificazione, non era riuscita a tenere sotto controllo Feliciano, per non parlare di Lovino, al posto suo aveva dato ordini Piemonte, e la situazione era degenerata in maniera improponibile, assumendo i tratti di una guerra civile, non si era mai sentita così in colpa in vita sua, avrebbe dovuto evitarlo, era suo compito, ma non ci era riuscita, Feliciano era inconsolabile e Lovino non la capiva neppure, quando gli parlava, i suoi occhi color cioccolato si erano riempiti troppe volte di lacrime di rabbia e frustrazione, e lei non aveva intenzione di ripetere l'esperienza, c'era una sola città in grado di mettere in riga quelle due calamità naturali dei Vargas, e quella città era Roma, checché Piemonte ne pensasse.                                                       
Emanuele Benso, dal canto suo, non poteva tollerare di aver dato tanto e di aver ricevuto tanto poco, era rimasto deluso dal risultato dell'unificazione, Lovino li aveva avversati fino alla fine del processo, schierato dalla parte di sua moglie*, e dopo si era vendicato col brigantaggio, quando la situazione si era più o meno pacificata, aveva messo in testa al fratello, già sognatore di suo, di riconquistare Roma ad ogni costo, e Feliciano non ci aveva messo molto a piantarlo in asso e a trasferirsi a Firenze, più centrale rispetto a Torino, e poi a fare accordi con il prussiano per distrarre Francia e riprendere Roma, i Savoia si erano spostati al seguito, anche se Torino rimaneva il loro punto di riferimento preferito.                                            
Piemonte, nel suo corpo da venticinquenne dai capelli bruni acconciati in un sobrio taglio militare, era silenzioso, i tratti del volto un po' spigolosi gli donavano un'austerità che lo invecchiava, le labbra sottili sorridevano di rado ed il suo carattere calcolatore ed analitico lo rendeva schivo e discreto, molto riservato, difficilmente si sarebbero potuti capire i suoi pensieri guardandolo negli occhi blu scuro, intensi e sfuggenti.                                        

-Camilla, che impegni abbiamo oggi?- le domandò, prima di salire al piano superiore per la riunione.
-Il solito.- rispose lei, scrollando le spalle, gli occhiali scuri a mosca le coprivano gran parte del volto pallido, creando un contrasto crudele con il rossetto rosso che le adornava le labbra.
-Niente fuoriprogramma?- specificò lui, mentre si toglieva i guanti di pelle, faceva già freddo, per i suoi gusti.
-Niente, a meno che tu non voglia invitarmi a cena.- Camilla non attese risposta, ma si tolse gli occhiali ed entrò in ascensore.
Piemonte osservò in silenzio il bel volto di Torino svanire dietro le sbarre del vecchio ascensore del periodo Liberty, il suo sorriso rosso e divertito lo mise di buon umore, alla fine non importava che i Vargas avessero scelto Roma come capitale, Torino restava comunque al centro del suo cuore.

Angolo giallo:
Salve, scusate il ritardo, impegni con la nuova vita universitaria.
Questa volta dovrei scusarmi con i piemontesi, casomai il capitolo non risultasse tanto gradito, il fatto è che non sono mai stata in Piemonte, anche se è dalla terza elementare che sogno di visitare Torino e soprattutto il museo egizio...comunque, penso che i nomi e cognomi dei protagonisti siano piuttosto noti (Camillo Benso conte di Cavour, Camillo Olivetti l'imprenditore, Emanuele come svariati re Savoia, tipo Vittorio Emanuele II).
Si fa ovviamente riferimento alla storia Risorgimentale italiana, della quale il Piemonte è uno dei protagonisti indiscussi, riguaro alla rivalità con il Lazio, è una mia idea, insomma, credo che le rappresentanze abbiano anche una vita propria e dei pensieri propri, non sono semplici specchi.
*La moglie di Lovino è Anna Maria Fernandez y Carriedo, ovvero il Regno di Napoli, poiché alleanze e trattati si traducono in matrimoni e affini, ho immaginato che questo fosse il risultato di una vera e propria unione proficua e longeva, non solo politica ma culturale, lei ovviamente è un mio OC, e ne riparleremo a tempo debito.
Grazie per aver letto,
Giallo4ver.

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