Dancing electricity

di Winry977
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Preparazione ***
Capitolo 2: *** Caduta dal cielo ***
Capitolo 3: *** Benvenuta ***
Capitolo 4: *** In missione ***
Capitolo 5: *** Primo lavoro e nuove conoscenze ***
Capitolo 6: *** Laxus. ***
Capitolo 7: *** Rischi ***



Capitolo 1
*** Preparazione ***


Vivien si ritrovò a sorridere senza motivo. Si stava di nuovo dedicando alle sue pozioni, aggiungendo qua e là dei composti chimici solo a lei noti. Il motivo per cui sorrideva le era del tutto estraneo. Era da qualche giorno che, nella sua piccola dimora nel cielo, sorrideva. Senza motivo.

Viveva da sola con i suoi animali e non aveva famiglia. La cosa non la turbava più di tanto,a quanto pareva.

Alzò lo sguardo al di là della finestra. Chissà cosa stava sorvolando la sua piccola isoletta. Tra quei pochi ricordi che aveva, ricordava di essere portata su quell'isoletta volante da un drago, l'unico essere che l'aveva cresciuta e addestrata a diventare... questo non riusciva a ricordarlo. Era come se avesse battuto la testa.

Uscì di casa e si mise a sedere sulle ultime rocce sporgenti dell'isolotto. Non scendeva a terra ormai da molto tempo, e le sarebbe piaciuto poter conoscere qualcuno, ma dopo l'ultima disastrosa volta, aveva capito che non era cosa che la riguardasse, la gente.

Lei rivoleva solo il suo drago. Era nero, completamente, le sue scaglie quasi brillavano alla luce del sole; i suoi occhi era di un verde particolare, un verde indimenticabile. Il suo nome era Storm. Lui le aveva insegnato la magia dell'elettricità e da quel momento si era esercitata ogni giorno per poter migliorare le sue abilità, così da poterlo rendere orgoglioso.

Si guardò il palmo della mano, facendo fuoriuscire dai suoi polpastrelli delle piccole ramificazioni elettriche. Non mancava molto al prossimo temporale, pensò osservando le nuvole, sempre più compatte. Il suo prossimo allenamento era vicino. “Bene” si alzò, dirigendosi verso la sua piccola dimora. Tolse la lunga tunica nera che era solita portare quando si dedicava alle pozioni, e sciogliendo la coda di dreadlock e treccine verde acqua e nere, facendoli ricadere sulle spalle. Era il momento di mettersi comoda per l'allenamento, e scelse una canotta nera stretta e dei pantaloni larghissimi a fantasia verde dal cavallo basso fino alle caviglie.

Uscì di nuovo fuori, camminando a piedi scalzi sull'erbetta davanti l'uscio di casa. Sul bordo dello strapiombo che sporgeva sul cielo, aprì le braccia e cominciò a respirare profondamente, concentrandosi sull'atmosfera circostante e sulla composizione dell'aria. Si concentrò sulle nuvole affinché si raggruppassero tutte attorno alla sua isoletta, e rimase immobile. Storm le aveva insegnato che doveva concentrarsi a tal punto da dover quasi divenire parte del cielo, e successivamente della tempesta che lei stessa avrebbe dovuto scatenare. Doveva solo attendere il momento propizio. Doveva diventare brava a tal punto da fare arrivare un fulmine dove e quando lei lo desiderava.

 

 

-Guarda Lucy, le nuvole si stanno muovendo in fretta.- Natsu si era appoggiato allo stipite della porta, vicino la finestra e osservava il cielo ingrigirsi velocemente.

Lei alzò di poco lo sguardo dallo stivale che stava allacciando. Come al solito, era spuntato a casa sua senza preavviso con Happy, il suo gatto azzurro, il quale non aveva perso tempo e si era fiondato verso il frigo, dove Lucy teneva una piccola scorta di pesce proprio per quelle occasioni.

-Speriamo di arrivare in tempo alla Gilda, prima che scoppi un temporale. Non mi va di arrivarci completamente fradicia.- si alzò in piedi. Ormai Happy aveva finito di mangiare. -Andiamo? Oggi non mi dispiacerebbe cominciare a cercare qualche lavoretto.

-Aye!- scattò il gatto saltando sulla spalla di Natsu.

Lui sorrise. -Andiamo!

Il tempo di arrivare alla Gilda, e già aveva cominciato a piovere. Era una pioggia pesante, e il vento cominciava già a ululare contro le mura. A Fairy Tail l'atmosfera era strana.

Ad uno dei tavoli del piccolo bar di Mirajane erano seduti Gray, Juvia, Gajeel, Wendy e Charle. Appena varcata la soglia, Happy avvistò da lontano la gatta dal manto chiaro, e si fiondò a salutarla. -Aye Charle!- e come al solito lei lo salutò col suo solito sguardo severo. Lucy e Natsu si avvicinarono al tavolo, e già Juvia aveva cominciato a borbottare ripetutamente qualcosa contro Lucy. -Rivale in amore, rivale in amore, rivale in amore...- e si era avvinghiata a Gray.

-Ehi, ghiacciolo- lo provocò Natsu sogghignando -strana pioggia, oggi, eh?

-Oi, ghiacciolo a chi?- il mago del ghiaccio si mise in piedi e già si era tolto la camicia. -Mi stai sfid...

-Non è colpa di Juvia!- la maga della pioggia si affrettò a giustificarsi, mettendosi tra i due. -Juvia è felice con Gray, non è colpa sua!

I due si erano fermati sul momento, Juvia guardava Gray con gli occhioni blu supplicanti, ma lui era già partito in quarta verso Natsu.

-Tranquilla, Juvia, non è colpa tua- era intervenuta Lucy mentre i due maghi avevano già iniziato a malmenarsi coinvolgendo mezza Gilda.

-No, infatti.- Laxus era apparso dal nulla, l'enorme giacca svolazzante e fradicia. Guardò serio le due ragazze. -Questa non è una normale tempesta.

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Capitolo 2
*** Caduta dal cielo ***


Stava succedendo di nuovo. Stava perdendo di nuovo il controllo della sua magia. Ora nel cielo si stava andando a formare una delle più grandi tempeste che lei avesse mai potuto scatenare. Una folata di vento le fece perdere l'equilibrio, facendola finire sull'erba. Vivien si guardò attorno agitata. Doveva fare qualcosa o chi stava a terra ne avrebbe risentito, e lei non voleva fare del male a nessuno.

Si mise in piedi, di nuovo sul ciglio dello strapiombo. Si concentrò, e cadde il primo fulmine a pochi passi da lei. L'elettricità attraversò il terreno fin dentro le sue ossa, ma per lei era come un nutrimento. La sua potenza aumentò, attirando un altro fulmine a pochi centimetri dalla sua schiena. “Più energia” si incoraggiò, finché non riuscì a far dissipare le nuvole ormai nere, lasciandone solo alcune ancora grandi e grigie, ma il danno era fatto. Mentre le nuvole si allontanavano lentamente riuscì a vedere i danni provocati dai suoi fulmini. Alcune case della città che stava sorvolando erano state colpite dai suoi fulmini, che in quel momento dovevano aver avuto un voltaggio piuttosto alto, altrove solo alcuni alberi avevano preso fuoco e sembrava che qualcuno se ne stesse già occupando.

L'unica cosa che sperava era di non aver fatto del male a nessuno.

Si mise in ginocchio sull'erba umida, gli avambracci immersi in essa. Strinse i pugni. “Doveva essere dove e quando volevo io. Perché è così difficile?” Era frustrante, avere un potere del genere e non saperlo gestire. Vivien si mise a sedere con le gambe penzolanti nel vuoto. “Che io abbia bisogno di aiuto?” pensò tristemente. “Ma solo Storm sarebbe in grado di aiutarmi. Posso credere che ci sia qualche mago in grado di saper gestire questo potere?”

Mentre si intristiva davanti a quel terribile spettacolo, qualcosa di morbido le si accovacciò in grembo. Era uno dei suoi animali, una volpe selvatica, che durante la tempesta si era rifugiato in casa, ma ora era uscito. “E se scendessi?” accarezzò il manto arancione della volpe. “Potrei sempre tornare.” si voltò a guardare la sua casa. Dopo averla fissata a lungo decise che doveva farlo. Doveva cercare aiuto e magari riparare qualche danno che aveva arrecato agli abitanti.

Si alzò con uno scatto, entrò in casa a prendere le sue cose, infilandole in una borsa incantata, capace di contenere più di quanto concedessero le sue dimensioni; fece un incantesimo sull'isolotto, in modo che restasse fermo in quella postazione nel cielo, dopodiché, indossate un paio di scarpe, uscì di nuovo.

La piccola volpe la seguì, e Vivien si chinò a salutarla. Era la sua custode e si occupava di tenere al sicuro gli altri animali. -Fai un buon lavoro- le sussurrò dolcemente. Poi si affacciò sullo strapiombo. Un brivido le percorse la schiena. “Speriamo non sia un'altra caduta rovinosa” ma mentre pronunciava l'incantesimo per farla scendere a terra, il terreno le crollò sotto i piedi.

 

 

-Ragazzi!- Erza era intervenuta nella rissa e vi aveva posto fine. -Avete combattuto per tutto questo tempo? Guardate che disordine che c'è!- Gray e Natsu, che avevano dato inizio a tutto, si guardarono attorno. Tavoli e sedie erano ribaltati, Laxus si era dovuto spostare sulla cima delle scale per non restare coinvolto in quello che lui definiva “uno stupido litigio tra mocciosi”.

-Non si sono nemmeno accorti che ha smesso di piovere.- disse lui seccato, mentre Erza concordava seria annuendo. -E' stato sin troppo veloce.

-Già, veloce, ma con risultati catastrofici.- Mirajane si era sporta da una finestra. -Un sacco di case e altre strutture ne hanno risentito. Persino gli alberi intorno alla Gilda vanno a fuoco. Juvia, potresti spegnere quel fuoco?- chiese gentilmente la ragazza.

-Subito.- si era già avviata, quando Natsu la superò.

-Non c'è problema! Mangio io le fiamme!- ma una volta fuori gli cadde qualcosa in testa, procurandogli un bernoccolo. -Ahio!- esclamò tenendosi la testa tra le mani. Si guardò attorno, ma l'unica cosa che c'era vicino a lui era un sasso grande quando tutta la sua mano. -Ma da dove viene?- si stava già agitando, mentre gli altri si avvicinavano. Natsu alzò lo sguardo verso il cielo. Da dove poteva arrivare? Poi, vide lontano nel cielo una figura che diventava sempre più visibile.

-Ehi... qualcosa sta cadendo dal cielo.- osservò perplesso col muso all'insù. Anche gli altri alzarono lo sguardo.

-Ehi, ma... è una ragazza, quella che sta cadendo!- esclamò Gajeel, che fino a quel momento era stato in disparte.

-Ma sei sicuro?- si fece avanti Levy, aguzzando lo sguardo. Poi mise a fuoco. -Ehi, è davvero una ragazza!- puntò il dito verso di lei.

Cadeva sempre più velocemente. Vivien stava urlando i suoi incantesimi per rallentare la velocità di caduta da quando la terra le era franata sotto i piedi, ma ancora nulla aveva fatto effetto.

-Oi, non si ferma.- si accigliò Gajeel. Ancora nessuno si era mosso. Erano tutti intenti a osservare la ragazza che precipitava giù dal cielo.

-Aye- annuì Happy.

-Forse dovresti volare e prenderla prima che si spiattelli sul terreno, tu che dici, Happy?- Lucy si era accucciata davanti a lui e gli sorrideva.

-Lucy sei inquietante.- ribatté il micio.

-Si ma vai a prenderla, gatto!- intimò Gajeel.

-Aye sir!- spalancò le ali e partì in volo.

Ormai mancavano pochi metri dal terreno. Ormai Vivien stava ancora urlando i suoi incantesimi, quando un essere azzurrino le passò accanto e la afferrò dalle spalle. -Non preoccuparti, ragazza volante, ora ti aiuto io!- ma stavano ancora precipitando.

-Si, ma chiunque tu sia, non funziona!- strillò la maga.

Da terra intanto era comparso Panther Lily, che aveva preso la sua forma antropomorfa ed era partito in volo a recuperarli entrambi. Vivien si trovò tra delle braccia muscolose e morbide come il pelo di un gatto, e finalmente toccarono a terra.

Lily la poggiò a terra e si avvicinò a Gajeel, battendo il suo pugno con quello dell'amico; mentre Happy tornava da Natsu, che fissava la nuova arrivata con curiosità.

Vivien si sistemò i vestiti, e prese la borsa finita per terra, mettendosela in spalla. Poi alzò lo sguardo. -Ehm, grazie per avermi salvata, anche se non vi conosco, mi scuso per il disturbo.- e si abbassò in un profondo inchino di scuse.

Altre persone si erano avvicinate. -Ehi, non devi scusarti. Da dove vieni? Ti abbiamo vista cadere dal cielo.- si avvicinò Mirajane, toccandole la spalla.

Vivien si alzò quasi di scatto. -Io... ecco, io... si, tipo dal cielo, tipo.- si sentì avvampare la faccia. -Beh, io, ecco... pensò che andrò... anche se non so dove.- mormorò.

-Se non sai dove andare, perché non resti con noi?- propose Natsu pensoso.

-Cosa?

-Si! Dai, ti portiamo dal nonnetto, e vediamo cosa si può fare!- sorrise.

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Capitolo 3
*** Benvenuta ***


Vivien cercò di non farsi sfuggire la borsa dalla spalla mentre il ragazzo dai capelli rosa la trascinava all'interno della Gilda.

-A proposito, come ti chiami?- si girò di punto in bianco lui, facendola fermare giusto in tempo per non finirgli addosso.

-Ehm, Vivien.- arrossì un po'. Era la prima volta che aveva a che fare con qualcuno senza che lui la additasse come strana, pericolosa o troppo diversa.

-Bene!- riprese a camminare, fino ad arrivare al bancone di Mirajane, sul quale sedeva un mago anziano e di bassa statura. -Nonnetto, ho una nuova recluta!

-Recluta?- Vivien fece un passo indietro.

-Si,- riprese lui entusiasta. - si chiama Vivien, è tipo caduta dal cielo, e non ha dove andare, quindi ho pensato che potrebbe fermarsi qui, e dormire a Fairy Hills con le altre ragazze. Che dici può restare? Eh, nonnetto?

Il mago spostò lo sguardo serio da Natsu a Vivien, fermandosi su di lei. Arricciò un angolo della bocca e poi sorrise. -Ma certo, benvenuta a Fairy Tail, Vivien!- si alzò un boato di benvenuto da parte di tutti i componenti della Gilda.

-Oh, ma...- si girò a guardare il Master. -Io... non vorrei essere di disturbo... cioè, in fondo non mi conoscete... io..

Il Master la guardò di nuovo serio. -Mi fido del giudizio della mia famiglia, perciò, fa come se fossi a casa tua. Mirajane ti spiegherà come funziona se non sei mai stata in una Gilda.- lei annuì. -Oh, ci ho azzeccato?- ridacchiò lui. -A te, il tatuaggio della nostra Gilda.- e sul suo polso si andò a stampare il tatuaggio che identificava Fairy Tail. Nero, dai contorni verde acqua.

-Grazie.- fece un inchino. -Grazie di tutto.- e sorrise per la prima volta da quando era scesa a terra.

Il Master, dopo essersi presentato come Makarov, si alzò in piedi sul tavolo. -Diamo una festa di benvenuto a Vivien!

-Aye sir!- saltarono Natsu ed Happy. E fu come se le danze avessero preso il via. Vivien era sia sorpresa che emozionata, non sapeva dove guardare né dove andare. Ma era davvero felice. L'atmosfera attorno a lei era davvero familiare, come se tutti volessero riscaldarle il cuore, anche se l'avevano conosciuta da pochissimo.

Una ragazza alta dai capelli rossi, le si avvicinò. -Piacere, io sono Erza.- sorrise allungando una mano. -Benvenuta.

Vivien le strinse la mano, notando che indossava un'armatura. -Piacere mio, Erza.- sorrise timidamente.

-Vieni ti presento alla Gilda.- la prese per mano con una certa energia. Per quanto sembrasse seria, probabilmente dentro di sé era davvero felice di avere un nuovo componente a Fairy Tail.

Si sedette ad un tavolo, mentre Erza radunava gente per farle conoscere tutti. “Si sarà fatta prendere la mano” si disse divertita la nuova arrivata. Macao, che si era presentato da poco, si sedette al tavolo. -Siamo un po' chiassosi, eh.- ridacchiò. -Che tipo di magia usi?- Wendy e la gatta che si era presentata come Charle, si sedettero accanto a lei curiose.

-Mmm, diciamo che padroneggio bene l'elettricità.- fece partire una piccola scintilla dall'indice. -Ma devo migliorarmi.- guardò fuori dalla finestra un albero mezzo bruciato.

-Ehi, Vivien- la chiamò Gajeel. -Qualcosa cerca di uscire dalla tua borsa.- fece cenno col mento.

Vivien alzò un sopracciglio e si accucciò a controllare. Una volta aperta, ne sbucò il musetto della sua volpe, e le saltò sulla spalla. Era più piccola del normale, e non pesava nulla.

-E tu che ci fai qui?- Vivien si mise in piedi e la prese tra le braccia.

-Che carina!- Lucy si era fatta strada per vedere meglio. -Posso accarezzarla?- Levy si era avvicinata incuriosita.

-Si, certo.- la volpe annusò per un po' la mano tatuata di Lucy e poi vi strusciò il muso.

-Awww- fecero eco le ragazze.

-Ragazze, visto che si avvicina la sera, che ne dite di scortare Vivien a Fairy Hills?- si fece avanti Erza, guardando attraverso la finestra il cielo che andava scurendosi.

-Ce ne occupiamo noi!- si fecero avanti Wendy e Juvia. -Così Gray noterà il mio impegno.- disse la maga dell'acqua già sognante.

-Gray è quello senza maglietta?- sussurrò Vivien a Wendy.

-Ehm... magari strada facendo ti spiego un pochino come funziona.- ridacchiò.

Così mentre si allontanavano con la volpe che le seguiva, Erza, Lucy e Levy restarono sull'uscio della Gilda ad osservarle.

-Che giornata.- si stiracchiò Lucy contenta.

-Già, una nuova recluta. Chissà cosa ci aspetta, eh, Lu-chan?

-Chissà.- sospirarono Erza e Lucy sorridendo all'idea di una nuova avventura. Poi Erza si illuminò, -Vi va un po' di torta?

-A cena?!

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Capitolo 4
*** In missione ***


Il mattino dopo, Vivien si svegliò con una strana sensazione addosso. Dormire fuori dalla sua isoletta volante le faceva uno strano effetto, ma probabilmente era così perché non era abituata a stare in un posto con così tante persone. La sera prima non aveva nemmeno svuotato la borsa, per l'eccitazione e la stanchezza era crollata sul letto vestita.

Si stiracchiò e si guardò attorno. La stanza era spaziosa e aveva un bagno altrettanto grande. Dall'enorme finestra vicino il suo letto trapelava la luce del sole e le riscaldava il ventre e le gambe. In un angolino del letto si era accucciata la sua piccola volpe e ancora dormiva. Le carezzò dolcemente la testolina e si diresse verso il bagno.

Mentre si preparava per andare alla Gilda, pensò che forse sarebbe stato il caso di svuotare il borsone, almeno temporaneamente, o comunque finché fosse rimasta. Anche se l'unico problema era tirare fuori tutto quello che ci aveva messo dentro.

Decise che avrebbe legato i dreadlock e le treccine in uno chignon, anche se alcune ciocche le sfuggirono dall'elastico, e indossò uno dei suoi vestiti neri dalle maniche larghe e lunghe sulle braccia. Mentre si guardava allo specchio, indecisa se fosse il caso di indossare il solito nero, qualcuno bussò alla porta.

-Vivien? Sono Levy, noi stiamo andando alla Gilda, vieni con noi?

“Poco importa per la borsa, andrò così.”

-Si, arrivo subito!

La piccola volpe scattò in piedi e si sistemò sulla spalla della sua padrona. Vivien sorrise dolcemente e aprì la porta. Sull'uscio, ad attenderla c'erano Levy, Erza e Wendy. Sembrava un trio insolito, per quel poco che conosceva delle loro personalità.

-Dormito bene?- chiese Erza, mentre Vivien si accingeva a chiudersi la porta alle spalle.

-Si, grazie.- sorrise e si avviarono alla Gilda.

-Dimmi, Vivien, come si chiama la tua volpe?- fece capolino Levy quando ormai erano a metà strada e c'era stato un attimo di silenzio.

La maga si fermò un attimo. -Ora che ci penso, non le ho mai dato un nome...- sembrò incupirsi un po', anche solo per non averci mai pensato, quindi le altre tre maghe si affrettarono a tirarla su.

-Dai, vedrai che le troverai un nome!- Erza le mise una mano sulla schiena, mentre le altre due annuivano con energia. Vivien si stupì del loro vigore e le venne un po' da ridere, così che anche le altre ragazze si rilassassero.

Arrivate alla Gilda, le tre si avvicinarono alla bacheca dove erano affisse le richieste di lavoro. La sera prima, Mirajane le aveva spiegato cosa doveva fare per avere una fonte di guadagno e allo stesso tempo, per fare onore alla Gilda, per così dire. “Probabilmente, qualche volta dovrai combattere con qualcuno, dipende dal lavoro che scegli” Vivien si era un po' agitata solo all'idea di poter distruggere ancora qualcosa che le stava attorno o di poter fare del male a qualcuno. “Non preoccuparti, se vuoi puoi allenarti con gli altri ragazzi, anche se loro passano il tempo più che altro a fare risse.” E a modo suo l'aveva rassicurata.

-Ehi, buon giorno!- Lucy era arrivata da poco con Natsu e Happy e si era subito diretta alla ricerca di un lavoro. -Oggi sento che riuscirò a far lavorare i ragazzi.- si incoraggiò stringendo un pugno verso l'alto, speranzosa.

-Perché? Chi non lavora?- chiese Vivien.

-Natsu e Happy.- Lucy appoggiò la testa sconsolata contro la bacheca. -Se non faccio qualcosa non so come potrei pagare l'affitto di questo mese. E dato che siamo una squadra, anche loro devono dare una mano.

-Ehm... se vuoi per oggi ti do una mano.- mormorò imbarazzata Vivien. -Visto che sono nuova e ancora non ho molta dimestichezza, magari potrei cominciare con qualcuno che ha più esperienza di me.

-In effetti ha ragione.- Erza soppesò la sua proposta.

-Già, quando sono arrivata io, ho fatto la stessa cosa.- si era fatta avanti Wendy.

A Lucy già brillavano gli occhi. -Si, si, ti prego aiutami anche tu.- a momenti si sarebbe persino messa a piangere dalla felicità.

-O-okay- era un po' imbarazzata di tutte quelle attenzioni, ma la cosa, alla fin fine, non le dispiaceva affatto. Persino la piccola volpe sbatteva la coda. Quindi avevano rivolto di nuovo l'attenzione alle richieste di lavoro. -Ehm, che ne dici di cominciare da questa?- Vivien aveva indicato una richiesta che subito aveva attirato la sua attenzione. Si trattava di dare una mano nel riparare i danni causati dalla recente tempesta ad una casa con villa. Già Vivien si era sentita in colpa.

-Cinquecentomila Jewels?! Da dividere tra di noi?!- Lucy si girò a guardarla. -Approvato!- e l'aveva abbracciata.

-Ma dai per così poco?- la ragazza le aveva messo una mano sulla schiena per ricambiare.

-Si! Più tardi capirai...- le sussurrò Lucy, guardando Natsu intento a divorare un prosciutto intero. -Intanto andiamo. A presto ragazze!- salutò Erza, Wendy e Levy.

-Aspetta, Lucy, vengo anch'io.- si fece avanti Erza.

-Anche noi- Gray e Juvia erano spuntati dal nulla.

-Rivale in amore...- Juvia già guardava male Lucy.

-Ehm... si, andiamo, eh... Natsu!- gli si era avvicinato e lo stava trascinando via, prosciutto e tutto.

-Lucy, dove andiamo?- disse tra un morso e l'altro, mentre Happy gli svolazzava attorno.

Mentre Vivien rovistava nella borsa prima di avviarsi anche lei, Mirajane le si avvicinò. -Fate attenzione, i ragazzi sono un po' scalmanati, anche se forse con Erza nelle vicinanze dovrebbero stare un po' più quieti.- le aveva sorriso dolcemente, mentre si era chinata ad accarezzare la volpe. -Quindi è questo il vostro prossimo lavoro?- aveva notato la pergamena che avevano lasciato sul tavolo. -Portala con te, è possibile che si perdano, conosco questo posto e senza le indicazioni non ci arriverete facilmente.

-Oh grazie, allora.- l'aveva presa e infilata nella borsa. -Allora io vado.- sorrise e raggiunse gli altri, già in strada.

Il Master si era avvicinato a Mirajane, reggendo il suo bastone in una mano. -Lo hai notato anche tu, Mira?

-Si- disse seria. -Ha un enorme potere, lo si avverte solo standole vicini. Forse dovremmo chiederle qualcosa di più.

 

 

-Ragazzi... ma dove dobbiamo andare di preciso?- si erano fermati in mezzo alla piazza principale di Magnolia. Era già la terza volta che ci finivano di nuovo. -Lucy, sicura che sia questa la strada?- Gray si era accigliato.

-Ma si, ma si, ci sono già stata una volta.- fece un momento di silenzio. -Ma non capisco perché non lo sto trovando!- Juvia stava già ridacchiando.

-Mmm, facciamo che controllo la richiesta, così vediamo se c'è qualche indizio su come arrivarci- Vivien si era ricordata della locandina solo in quel momento. -Natsu, mi reggi la borsa?

-Eh? Certo.- porse la mano, ma una volta che la tracolla ci si appoggiò, il suo braccio crollò e dovette fare forza affinché potesse sorreggerla. -Ma... ma che ci hai messo qui dentro?

Vivien si accigliò. -Perché? Pesa?- intanto ci stava già frugando dentro alla ricerca del foglio. -E' una borsa particolare. Può contenere più di quanto ci si aspetti dalle sue dimensioni. E' molto comoda.

-Uh, risolverebbe il mio problema per ogni volta che partiamo in missione!- Erza si illuminò.

-In effetti.- ridacchiò Happy.

-Trovata!- quasi tutto il braccio era immerso nella borsa, ma quando uscì, almeno aveva trovato la pergamena. Gray ed Erza si erano avvicinati per sbirciarci su.

-Non ci siamo mai stati.- osservò il primo.

-Lucy, guarda che non è al centro della città, è nella periferia. Come ci siamo arrivati qui?- Alzò il sopracciglio la seconda.

-Gray... guarda che ci siamo stati.- Juvia aveva osservato bene la piccola mappa disegnata sotto la richiesta. -E' la sede di Sabertooth.

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Capitolo 5
*** Primo lavoro e nuove conoscenze ***


Arrivati alla Gilda di Sabertooth, apparentemente sconosciuta a Vivien, quest'ultima si rese conto di averla già vista, non appena vide la bandiera. -Ma io la conosco!- si lasciò sfuggire. L'aveva vista dall'alto qualche altra volta che l'aveva sorvolata. Tutti si girarono a fissarla. -Beh, si, qualche volta sono passata da queste parti...- si affrettò a giustificarsi. Quindi i danni da lei arrecati erano giunti fin lì. Non vedeva l'ora di mettersi all'opera.

Due gatti simili a Charle ed Happy li accolsero. -Aye, che ci fa Fairy Tail nella nostra Gilda?- si fece avanti il primo di colore marroncino con una casacca sulle spalle. L'altro era verde, e indossava una specie di costume da rana rosa con qualche macchietta nera.

-Ehilà!- salutò Gray. -Ragazzi, vi presento la nostra nuova recluta, Vivien. Vivien, loro sono Lector e Frosh.- li indicò rispettivamente.

-Aye!- fece il primo.

-Anche Frosh la pensa così!- disse l'altro spalancando la bocca in un sorriso.

Vivien si accucciò di fronte a loro e gli strinse le zampette sorridendo, mentre la sua volpe le era sbucata da sotto una manica e aveva cominciato ad annusarli. -Ragazzi, siamo qui per la richiesta di aiuto a riparare la Gilda, ci guidate così ci diamo subito da fare?- chiese amichevolmente.

-Certo, seguiteci.

Mentre percorrevano il corridoio dell'ingresso sino alla sala più grande, incrociarono due maghi. -Ehi, Dragon Slayer.- un tipo biondo e alto si avvicinò a Natsu per salutarlo.

-Oi, Sting, quando combattiamo?- fecero pugno contro pugno.

-Magari non oggi,- intervenne il ragazzo moro con una cicatrice sul naso dietro di lui. -la Gilda crolla a pezzi, dopo l'ultima tempesta. Voi ne avete risentito?- chiese preoccupato.

-No, da noi solo qualche alberello bruciato.- rispose Erza, guardandosi attorno.

-Meno male.- sospirò l'altro. Poi quando vide Vivien rimase a fissarla. -Sei nuova?- le teneva gli occhi addosso. Lei annuì, visibilmente imbarazzata. -Io sono Rogue, lui è Sting, mio migliore amico e il nostro nuovo Master dai Grandi Giochi di Magia.

-Piacere.- disse Sting non appena la notò. Anche lui rimase a fissarla per un po'. Ormai Vivien era rossa come un peperone. “Ma che ho di tanto interessante?”

-Beh, mi sembra che Frosh e Lector vi stiano facendo strada.- riprese Rogue. -Diciamo che sarete in compagnia, oggi- sogghignò mentre riprendevano il loro percorso.

-In che senso?- fece capolino Lucy.

-Che ci sono anche i Blue Pegasus qui.- rispose Sting già lontano, scuotendo la mano in segno di saluto.

-Co-cosa...?- Erza sbiancò.

-Cos'hai, Erza?- si avvicinò Vivien preoccupata.

Lucy ebbe un brivido. -N-nulla, quando vedrai capirai...

Entrarono nella sala grande, e videro un gruppetto di persone in fondo alla stanza che discutevano. Ad un tratto, uno di loro, il più basso di tutti e un po' in sovrappeso, si girò verso di loro. -Erza! Ho sentito il tuo PARFUM fin qui!- e si mise a correre verso di lei. La rossa si mise subito in difensiva e con un calcio riuscì a pararlo e a spedirlo in orbita, prima che la abbracciasse. Già ansimava.

-Meeeeeeeeeen...!

-Lucy...- si girò Vivien -Credo di non aver capito.

-Ehm... non so se riesco a spiegartelo.- guardò l'amica con uno sguardo colmo di comprensione. -Diciamo che Ichiya, quello di prima, è un tipo particolare.- fece su e giù col palmo della mano.

Gli altri tre che stavano parlando con lui si avvicinarono per salutare. Dopo le presentazioni di Eve, Hibiki e Ren, Ichiya si rifece vivo.

-Men, una nuova arrivata.- prese la mano di Vivien e le baciò il dorso. -Hai un ottimo PARFUM, mia cara...

-Vivien.

-... mia cara Vivien.- all'ometto brillavano gli occhi.

-Bene.- intervenne Juvia, tirandosi via Vivien ancora perplessa. -Credo che dovremmo metterci al lavoro, giusto, Gray?- lui annuì distrattamente. Il suo sguardo era per lo più rivolto al soffitto, dove si era creato un enorme buco. Probabilmente il grosso del lavoro sarebbe stato riparare quello.

Dopo una breve discussione su come dividersi i lavori e su cosa dover aggiustare, i due gruppi si misero all'opera. Lucy e Vivien si sarebbero occupate del giardino e dalla Gilda, mentre Juvia ed Erza degli interni; mentre i ragazzi si sarebbero dedicati al buco nel soffitto, e poi si sarebbero dati da fare con le ragazze.

Una volta in giardino, Lucy evocò uno dei suoi Spiriti Stellari. -Tauros!

-Muuooooo, in cosa posso esserti utile, Lucy?- sembrava una mucca antropomorfa, pensò Vivien incantata a guardarlo. I danni provocati dalla tempesta avevano quasi distrutto degli alberi che erano crollati a terra e per terra era pieno di mattoni caduti dal tetto e di fogliame. Mentre Vivien si dava da fare con gli attrezzi da giardino, Tauros spostava i rami e gli alberi crollati e Lucy dava direttive; dopodiché cominciarono a pulire il giardino e a spostare i mattoni e le tegole caduti. Dopo un po' Gray, Natsu ed Erza li raggiunsero.

-E Juvia?

-Lei se la cava molto meglio con i ragazzi.- rispose Erza. -A lei interessa solo Gray, quindi non ci sono rischi che gli altri le facciano troppe moine davanti.- sogghignò guardando il mago del ghiaccio.

-Si, si, mettiamoci all'opera che ancora manca la piscina all'interno.- ribadì lui scocciato.

-Se ne sta occupando proprio Juvia.- ghignò Natsu. All'espressione esasperata di Gray tutti scoppiarono a ridere.

Vivien, che aveva lavorato fino a quel momento a mani nude e aveva spostato un bel po' di mattoni e fogliame, si sedette per la stanchezza e rimase a guardarli per un po', finché la sua volpe non iniziò a tirargli la veste. Si accigliò e cominciò a seguirla. In un angolino del giardino, un volpino del deserto si era ferito ad una zampa con uno dei mattoni caduti. “Che ci fa qui un Fennec?” lo sollevò dalle macerie, e carezzò la sua volpe come ringraziamento per averlo trovato. “A quanto pare, grandi e piccini risentono della mia magia...” pensò tristemente.

-Ehi, Vivien, che hai trovato?- il mago del fuoco si era avvicinato curioso. -Un'altra volpe?

Vivien si mise in piedi. -Si, del deserto, anche se non so come ci sia arrivata qui.- prese il suo borsone e cominciò a frugarci dentro per qualche minuto.

-Cosa cerchi?

-Un unguento, per far rimarginare prima la ferita. E delle bende.

-Uh, porti anche queste cose nella tua borsa?- si avvicinarono gli altri.

-Beh, dato che ci entra tutto, ci ho messo un bel po' di cose. Volendo potrei estrarne anche un calderone.- finalmente trovò ciò che stava cercando. L'unguento era contenuto in una piccola ampolla, e una volta versato sulla zampetta, il volpino già si sentiva meglio, e appena la fasciatura era stata portata a compimento, guizzò via. Vivien sorrise soddisfatta.

-Sei proprio brava.- osservarono le ragazze stupite. -Potresti aiutare Wendy quando torniamo dai vari combattimenti.- continuò Erza.

-Eh, chissà.- rispose senza pensarci troppo Vivien. Cominciava davvero a sentirsi parte di qualcosa. Qualcosa come una famiglia.

Finito il lavoro in giardino, si spostarono all'interno, dove ormai tutti avevano finito. Sting e Rogue si erano rifatti vivi e avevano consegnato il compenso a ciascun gruppo. Dalle sue rare occasioni a terra, Vivien aveva appreso che i jewels erano una fonte di ricchezza per le persone. Lei, che si era sempre nutrita dei prodotti del suo orticello, non aveva idea di cosa farsene.

Sulla strada del ritorno verso Fairy Hills, Lucy, Natsu e Happy si erano divisi dal gruppo per andare a casa di Lucy, nonostante il suo disappunto, ed erano rimaste solo lei Erza e Juvia, mentre Gray si era diretto verso il suo appartamento.

-Insomma...- Vivien attaccò discorso. -Ti piace Gray, Juvia?

Lei arrossì di colpo, però annuì decisa. -Si, molto.- rispose sognante, poi la guardò seria. -Non sarai anche tu una rivale in amore?

-No, no. Io non conosco ancora nessuno, e, tranquilla, non sono interessata a Gray.- giustificò subito la sua domanda, conoscendo gli sguardi di fuoco che rivolgeva a Lucy. -E tu, Erza? Ichiya ti da tante attenzioni, ho notato.

-Si... ma...- cominciò lei piuttosto disgustata dall'idea di quell'ometto e del suo “PARFUM”. -... io ho altri interessi.- e alzò lo sguardo apparentemente malinconico sul cielo ormai stellato. Juvia fermò Vivien dal farle un'altra domanda, e così finirono per cambiare argomento.

Quando ormai ognuna era nella sua stanza e si erano augurate la buona notte, Vivien si buttò sul letto e rimase a fissare il soffitto. Di sicuro non avrebbe più usato la sua magia. Prima doveva trovare qualcuno che la aiutasse a utilizzarla come si doveva. Non avrebbe più causato alcun danno a nessuno. Era una promessa.

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Capitolo 6
*** Laxus. ***


-Comunque, ancora non mi sono spiegato come tu abbia fatto a cadere dal cielo.- Gajeel addentò un pezzo di carne, seduto al tavolo con Erza, Lucy, Natsu e Vivien. Stavano pranzando tutti insieme, anche se qualche membro della Gilda mancava. Laxus era al bancone di Mirajane con il Master a borbottare sottovoce.

Vivien alzò lo sguardo dal suo pranzo, il cui odore invitante aleggiava tra di loro. -Eh, a dire il vero non so come spiegarlo. Sarebbe più facile mostrarvelo, ma impiegherei molta magia, quindi... mi serve un momento propizio.

-Tipo?- Natsu aveva sgranato gli occhi, curioso.

Vivien si fece pensierosa. -Probabilmente dopo un lungo allenamento.

-Di che genere?- insistette lui, avvicinandosi a lei con la sedia.

-Ehm... vi ho detto che padroneggio più o meno bene l'elettricità...- iniziò imbarazzata. -...diciamo che vorrei imparare a gestirla, specialmente in caso di tempesta... ma... non è così facile domarne una.

-Cioè? Hai provato a domarne una?- Erza era sorpresa, e gli altri non erano da meno. Vivien si limitò ad annuire, ma non voleva assolutamente ammettere davanti a loro che i danni subiti da Fairy Tail e anche da Sabertooth fossero opera sua e abbassò subito lo sguardo sul suo piatto, giocherellando con la forchetta.

-Ma almeno ce l'hai fatta?- Gajeel alzò un sopracciglio, serio.

-No.- sospirò la maga. -Non è affatto facile. Anzi...- ma non finì la frase, rabbuiandosi.

Ci fu un momento di silenzio. Lucy, che aveva ascoltato fino a quel momento in silenzio si guardò attorno. Oltre Laxus, Mirajane ed il Master, non c'erano molte persone, anzi, la Gilda era praticamente vuota. Era un periodo piuttosto intenso per tutti. Persino Wendy e Charle erano in missione. Riportò lo sguardo sulla nuova arrivata, per poi spostarlo su Laxus, e dopo averlo fissato a lungo, al punto di farlo girare verso di loro, le venne un'idea. -Ehi, perché non ti alleni con Laxus?- si era alzata sbattendo una mano sul tavolo, entusiasta.

-Che?!- il mago biondo si alzò di scatto verso di loro. -Che stai farneticando? Io non alleno nessuno.- incrociò le braccia al petto, severo. Lucy si era seduta per lo spavento causato dalla sua reazione, ma ormai aveva attirato la completa attenzione di Vivien.

-Perché? Che tipo di magia usi?- si era alzata in piedi, abbandonando il cibo, alle attenzioni di Natsu, che, concluso il suo pasto era rimasto affamato.

-Quella del fulmine.- rispose squadrandola da testa a piedi, per poi distogliere lo sguardo.

Lo sguardo di Vivien si illuminò. -Ti prego, prendimi come tua allieva.- puntò i piedi, decisa, sul pavimento. Era la sua occasione.

-No.- aveva capitolato Laxus, e fece per andarsene, ma la maga lo trattenne dalla giacca di pelle.

-Ho bisogno del tuo aiuto. E non ti lascio stare finché non mi dici di si.- il suo sguardo carico di entusiasmo si tramutò in uno sguardo così serio e cupo che avrebbe fatto venire i brividi a chiunque, ma Laxus non rientrava tra quel tipo di persone. La osservò da sopra la sua spalla, stringendo le palpebre fino a creare solo delle fessure.

L'atmosfera si era fatta piuttosto tesa. Se i membri della Gilda avevano conosciuto il lato timido della nuova arrivata, amante degli animali e premurosa con tutti, ora si trovavano davanti una persona del tutto diversa, decisa a conseguire i propri obiettivi a costo di scontrarsi con chiunque.

Il mago del fulmine diede uno strattone alla giacca. -Fammi vedere cosa sai fare.- e si avviò verso il portone d'ingresso, la giacca svolazzante come al solito.

Sul viso di Vivien si disegnò un sorriso di soddisfazione e lo seguì con la borsa in spalla, facendo un cenno di saluto ai ragazzi, che rimasero a fissarli ancora sbalorditi dalla scena appena avveratasi.

-Wow.- fu la prima cosa che Lucy riuscì a spiccicare.

-Chi l'avrebbe mai detto che quella tipetta mingherlina sarebbe stata in grado di tener testa a mago del fulmine?- fischiò Gajeel, ricominciando a mangiare.

-Ehi, nonnetto, ma va bene che si allontanino da soli?- Natsu si era sporto dal tavolo, trovando il Master ancora perplesso dalla scena a cui aveva assistito.

-Eh, me lo auguro.- si grattò lui la testa, osservando le due figure rimpicciolirsi sempre di più. -Speriamo che lei sia in grado di far emergere un po' di gentilezza in quel ragazzo.

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Capitolo 7
*** Rischi ***


Avevano camminato molto a lungo. Laxus aveva fatto attraversare a Vivien tutta la città, passando per la maggior parte da vicoli poco noti a Vivien, stretti e spesso e volentieri bui. Sembrava che le sue intenzioni fossero ben diverse dal portarla in un luogo isolato in cui allenarsi, ma il senso d'orientamento della maga non era da sottovalutare: stava memorizzando ogni stradina e ogni svincolo possibile, e dato che la sua volpina si era unita a loro, ritrovare la Gilda o Fairy Hills non sarebbe stato comunque difficile.

Il mago continuava a fare strada senza mai voltarsi indietro o proferire parola. Ad un tratto si ritrovarono del tutto fuori dalla città, ai piedi di una montagna. Se la sua intenzione era quella di scalarla, a lei stava più che bene, pensò Vivien, “Anche perché conosco metodi più efficaci e veloci per raggiungere la cima, ma magari è meglio sgranchirsi un po' le gambe”.

Dopo un paio di ore, trascorse nella concentrazione di non sprecare troppo fiato, alla fine riuscirono a giungere in cima, dove un venticello fresco li accolse. Vivien non poté fare a meno di restare sbalordita dallo spettacolo che le si presentò davanti agli occhi: Magnolia era stupenda vista dall'alto, si potevano intravedere la Gilda, la piazza principale con i ciliegi in fiore, e il ruscello che sfociava nel mare scintillante sotto la luce del sole. Gli occhi le si inumidirono per via del vento. Dalla sua isoletta volante lo spettacolo sarebbe stato lo stesso, ma più monotono non potendo entrare a contatto con nulla di tutto quello.

-Beh, ti sei commossa?- Laxus interruppe i suoi pensieri.

Lei si stropicciò gli occhi e si voltò verso di lui. -No.- ribatté decisa -Cominciamo, dimmi cosa fare.

 

 

Mentre le ore passavano e di Laxus e Vivien non c'erano notizie, a Fairy Tail la gente aveva cominciato a riunirsi, e la voce che la giovane maga avesse risposto a nipote cocciuto del Master si era ormai diffusa.

-Noi c'eravamo!- Natsu era saltato sul tavolo con entusiasmo. -Ho sfidato mille volte Laxus, e chiunque abbia mai risposto ai suoi modi di fare, non era mai stato così convincente! Vero, Erza?- si era girato verso la maga scarlatta che era appostata alla bacheca delle richieste di lavoro con Lucy.

-Si, non è che ci sia stato un grande dialogo...- aveva iniziato Lucy.

-Però...- continuò Erza -E' come se lo sguardo focoso di lei e gli occhi gelidi di lui avessero stabilito un contatto.- si portò una mano al mento ricordando di nuovo il cambiamento che c'era stato nel viso della nuova arrivata.

-Ha sconvolto un po' tutti.- concluse Happy facendo spalline e volando sopra la bacheca.

-Ma se tu neanche c'eri?- ribatté Lucy.

-Shh, Lucy, io sono ovunque.- ghignò il gatto azzurro poggiandosi sulla sua testa. -Perché sono un gatto.- concluse con aria convinta.

Ad un tratto la luce del sole cominciò a spegnersi velocemente, come se scomparisse. Mirajane si avvicinò alla finestra insieme al Master, e guardarono preoccupati il cielo incupirsi, coprendosi tutto di nuvole grigie. Viaggiavano fin troppo veloci spinte dal vento.

-Che siano loro?- la maga dai capelli bianchi aveva incrociato le braccia con evidente inquietudine.

-Più che loro...- disse Makarov con un certo cipiglio -Lei.- Le nuvole si muovevano ad una velocità fuori dal normale, e si concentravano tutte attorno ad un dei picchi che circondavano Magnolia. -Allora era stata lei la causa di tutti quei danni in città...- sussurrò in modo impercettibile agli altri membri.

-Dice che Laxus sarà in grado di fermarla in tempo? Sembra che stia perdendo il controllo...- rabbrividì Mirajane. -Non solo quei nuvoloni si stanno concentrando attorno quel monte, ma si stanno diffondendo anche su Magnolia.

-Se è un uomo, riuscirà a placarla!- aveva esclamato Elfman dall'altro capo della stanza, anche lui affacciato alla finestra.

 

 

All'inizio si era solo trattato di qualche scintilla, ma ovviamente questo non aveva smosso nemmeno di un centimetro Laxus. Ma quello era “riscaldamento”, per Vivien. Presto passò a creare vasti campi di elettricità attorno a loro, fino a librarsi in aria con essi, le ramificazioni elettriche attorno a lei.

La piccola volpina si era rifugiata dietro le gambe di Luxas che l'aveva del tutto ignorata, preso dal vedere fin dove potesse spingersi la giovane maga.

Mentre stava sospesa a mezz'aria, Vivien aveva iniziato a mormorare quella litania che conosceva a memoria, ma, sapeva bene di non poter gestire. “Ma, se lui è così potente come sembra, allora sarà in grado di guidarmi, no?” pensò lei.

Da lontano, dietro i monti e da al di là del mare, grossi nuvoloni andarono creandosi attorno alla cima della montagna, raggruppandosi attorno ai due. Luxas aveva alzato lo sguardo verso il cielo, e finalmente cambiò espressione. Aveva già visto quelle nubi, lo stesso giorno in cui Vivien era praticamente caduta dal cielo. Spostò lo sguardo su di lei, arcuando le sopracciglia e cominciando ad agitarsi.

-Allora? Finalmente ho attirato la tua attenzione?!- aveva urlato Vivien del centro del campo magnetico.

-Si, e pure troppo!- si era fatto avanti lui, abbandonando la giacca sul suolo ormai bagnato. -Fermati! O i danni saranno incalcolabili!

-Speravo che tu potessi guidarmi in questo, è piuttosto difficile!

-Che cosa?!- ma la maga non rispose, era troppo presa dal cercare di fermare la tempesta che stava creando. Laxus osservò attentamente il cielo, partendo da lei, fino ad arrivare a Magnolia. Bisognava prevenire ogni possibile, singolo danno.

Si mise sul ciglio dello strapiombo sotto di loro, e alzò le braccia verso il cielo. Sentiva le cariche elettriche nell'aria umida. Doveva catalizzare tutti i fulmini possibili verso di sé. -Sta a guardare, ragazzina!- Vivien ormai era stremata, e finalmente riscesa a terra, puntò lo sguardo verso di lui.

Il mago avvertì la prima scossa elettrica e la fece spostare dalla piazza principale della città verso di lui. Il fulmine lo prese in pieno, ma lui vi era immune, e restando concentrato, continuò il medesimo procedimento fin quando la tempesta non cominciò a placarsi, e fu sostituita da una leggera pioggerella. Esausto, si voltò verso Vivien, la quale era in lacrime.

-Ma che ti è saltato in testa?- sbottò lui avvicinandosi velocemente. -Hai idea di cosa sarebbe potuto succedere se non fossi intervenuto?!- le urlò praticamente contro.

Vivien teneva basso lo sguardo, le lacrime le scendevano giù per le guance. Ma non erano lacrime di tristezza. -Certo che lo so.- rispose rabbiosa. -So perfettamente cosa è capace di fare la mia magia! Ecco perché ho bisogno del tuo aiuto!- lo fissò con decisione e rabbia allo stesso tempo. -Perché chi mi ha insegnato questa magia non mi ha detto come gestirla! E non so nemmeno se è completa o meno!

-E quindi ritieni che sia opportuno usarla?! Pur sapendo che puoi mettere a rischio un'intera città se non oltre?- ormai stavano litigando.

-Se magari tu non ti dessi tutte quelle arie e ti decidessi ad aiutarmi, magari potremmo evitare che succeda di nuovo!

-O potresti evitare di usarla del tutto, non credi?!

Vivien si zittì. Ci aveva pensato a lungo. Lo aveva fatto in precedenza. Ma era stato come se le avessero tappato le ali. Era parte di sé, non poteva impedirsi di manifestarla. “E tra l'altro... sarebbe come deludere Storm... di nuovo.” si alzò in piedi con questo ultimo pensiero. -No. Non posso. Fine della storia. E ora mi sono stancata, hai intenzione di istruirmi a usare questa magia o preferisci continuare a fare da catalizzatore quando succede? Perché puoi star certo che continuerò ad allenarmi, anche da sola.

Era una sfida. Una sfida, che il “grande” Laxus non poteva rifiutare. Con un cenno ancora scocciato annuì. -Si. Non posso permettere che tu distrugga la mia città. Affare fatto.

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