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Lista capitoli: Capitolo 1: *** Prologo *** Capitolo 2: *** Incontrarsi - Parte Prima *** Capitolo 3: *** Capirsi - Parte Seconda ***
Warning!:Prima di iniziare, vi dico che
questa ff è una AU, che Ed e Al non sono
fratelli né si sono mai incontrati. Winry, invece, è la sorella
di Al, e come il suo fratellino, non ha mai incontrato Edward. Cercherò
di attenermi ai caratteri dei personaggi il più possibile, ma potrete constatare con i vostri occhi quanto i caratteri delle
persone possano cambiare ritrovandosi coinvolti in circostanze sfortunate.
I personaggi di FullMetalAlchemist non mi appartengono, e questa FF non ha
fine di lucro. I credits vanno adHiromuArakawa, ideatrice
del manga da cui nasce questa FF.
<< Sei troppo lento, Al, se
non corri più veloce non mi prenderai mai!
>> rise Winry, correndo con la testa rivolta al fratellino alle sue
spalle, che ansimava e incespicava nel tentativo di rispondere e raggiungerla.
<< A... aspet...aspettami, Sorellona! >>
ansimò Alphonse, cercando di riuscire a starle dietro nonostante il
piccolo ma significante dolore che sentiva al petto. Winry aumentò la
velocità fino araggiungere il salice piangente
che faceva sempre da meta delle loro corse. Posò la piccola mano contro
il tronco rugoso e, riprendendo fiato, attese che il fratellino la raggiungesse.
Alphonse arrivò al tronco e si lasciò letteralmente cadere
sull'erba corta, troppo stanco per restare in piedi.
Adesso lo sguardo di Winry lo guardava apprensivo: << Stai male, Al?
>>
****
La porta dell'ufficio del preside si
aprì con un leggerissimo sibilo, che le orecchie di Edward Elric, il
migliore studente dell'AlchemicAccademy,
colsero a malapena. A dir la verità, era
preoccupato: non era mai stato chiamato nell'ufficio del preside, e nonostante
fosse sicuro di non aver fatto niente di male, aveva paura che quell'incontro
avesse potuto segnargli la perfetta carriera scolastica. Lui, poi, che fra
tanti studenti probabilmente era l'unico che non aveva proprio mai visto il
preside... In una frazione di secondo, si ritrovò in un ufficio che era
molto più grande di quanto appariva
dall'esterno. Iniziò a sentire caldo, apparentemente senza motivo.
L'ufficio era vasto: ai muri erano affiancati numerosi scaffali pieni di libri
di tutti i generi e dimensioni; se non fosse stato così preoccupato,
probabilmente si sarebbe soffermato a guardarli. Alla fiine
dell'ufficio vi erano due scrivanie, una posta proprio davanti alla finestra, e
un altra messa di traverso a un metro di distanza
dalla prima. In quel momento, si udì lo scroscio delle rotelle di una
tipica sedia girevole da ufficio. Edward deglutì,
mentre degli occhi incredibilmente scuri - per non dire completamente neri - lo
fissavano. Nuovamente, si ritrovò a pensare che se fosse stato
appena poco meno in pena per il proprio destino, si sarebbe stupito della
giovane età del Preside. Sembrava appena uscito da un liceo, tanto era
giovane: aveva capelli neri e ribelli che sembravano non vedere un pettine da
molte settimane, occhi neri, vispi e attenti, che avevano la spiacevole
caratteristica di pietrificare la persona che avevano davanti con il solo
sguardo, una carnagione stranamente abbronzata per quel periodo prettamente
invernale e, per finire in bellezza, la camicia bianca sbottonata sotto il
mento e una cravatta allentata che penzolava pigramente verso
destra. L'uomo sembrò soppesarlo con lo sguardo per qualche
istante poi,lasciandosi
andare ad un sorriso che aveva un che di canzonatorio, rise: << E
così tu saresti Edward Elric, il motivo per cui la A2 [N.d.A. --->> modo
carino e veloce di dire AlchemicAccademy]
ha avuto il privilegio di partecipare alla gara di cervelloni per eccellenza.
>> dichiarò il Preside, dando a Edward la strana impressione che lo stesse insultando. In genere, il termine 'Gara-di-Cervelloni-per-Eccellenza' era il modo in cui gli
alunni con la media del 6 chiamavano il Contest Schools, ovvero la sfida attraverso la quale si cimentavano
la maggior parte degli istituti superiori con alunni idonei - o sgobboni -e che aveva per traguardo finale una
Borsa di Studio che sarebbe bastata per far cessare la fame nel mondo. E Edward
avrebbe avuto quella borsa di studio, ovviamente; era da quando aveva sei anni
che progettava di arrivare al punto in cui si trovava
in quel momento, con la fedina penale pulitissima e con il massimo dei voti in
tutte le materie - eccetto Ed. Fisica, che proprio odiava e in cui al massimo e
con molto dolore riusciva a strappare un 6. Era l'unico modo per abbandonare Amestris e poter finalmente andare a Xing,
per studiare medicina... << Sono Roy Mustang. Oh, e lo dico perchè
non hai l'aspetto di uno che scende spesso nel mondo dei comuni mortali...
>> disse, alludendo all'aria spaesata e ancora spaventata che sembrava
avere. << So chi siete. >> replicò Edward, tagliente, regolando
il tono della voce in modo che non suonasse troppo diretto e maleducato. Roy
parve soddisfatto: << Bene, ok, adesso basta con i preliminari. >>
annunciò Roy, ricordando a Edward il bandito mascherato di un film
western visto da bambino. << Ho... ho fatto qualcosa di male, per caso?
>> chiese, a voce sorprendentemente roca. Roy parve un po' sorpreso da
quelle parole.
<< Fatto qualcosa? Tu?
Beh, io di certo non lo so. Quindi ti rigiro la
domanda: hai fatto qualcosa? >> lo sguardo di Roy lo
trapassò da parte a parte, e Edward iniziò a capire il motivo per
cui i suoi compagni che erano 'passati' da
quell'ufficio avevano detto che parlare con il preside ti faceva sentire come
un malvivente messo sotto torchio dallo sceriffo del posto. << No!
>> esclamò quindi, più sicuro, ma con troppa veemenza. Roy
sorrise ancora, tranquillo come se non fosse successo niente. << Il
motivo per cui sei stato chiamato qui sono le ripetute molestie sessuali che
avanzi nei confronti delle ragazze della tua classe. >>
Per poco Edward non svenne:<<
Che cosa?! >> urlò, sconvolto. Roy
lasciò la testa all'indietro scoppiando a ridere: sembrava che non si
fosse mai divertito tanto in vita sua. << Non è
affatto divertente... >> mugugnò Edward contrito, mentre il
'Preside' si asciugava le lacrime agli angoli degli occhi ancora prima di farle
cadere. Roy riacquistò compostezza in meno di un secondo, sorprendendo
il sedicenne.
<< Salto subito al dunque,
Edward, perchè purtroppo per me non ho
più altro tempo da perdere. Sei stato convocato qui per una ragione ben
precisa. >> Roy fece una pausa, fissando intensamente lo studente. Edward
cercò di sostenere lo sguardo, ma alla fine si rassegnò e lo
abbassò, non riuscendo a sopportare la tensione che quell'uomo gli
provocava anche con il solo sguardo. Questa volta, però, l'espressione
di Roy si fece seria per davvero: << Personalmente, ho giocato finora
perchè non credo che tu possa essere d'aiuto, ma
Riza Hawkeye, la tua professoressa di lettere nonché vice-preside, mi ha
consigliato di coinvolgere anche te. >>
Questo era troppo: ma quando
l'avrebbe finita di girarci intorno? Insomma, quanto ci metteva ad arrivare al vero
motivo per cui era stato convocato?
<< Come ben sai, quest'anno,
in via del tutto eccezionale, i soldi per la gita scolastica sono stati
raccolti ancora prima di decidere la meta. Ovviamente, questo solo per gli
studenti di quinto, che si suppone debbano meritarsi questo traguardo...
>> la voce di Roy si fece scettica, e Edward non poté fare a meno di annuire a quella frase, avendo ben presenti
gli standard massimi di studio degli studenti di quinto. << Ad ogni modo,
questi soldi sono scomparsi, il ché è un
bel problema visto che si tratterebbe di 150 euro a persona per una classe di
22 alunni... In totale dovrebbe essere... >> Roy fece una pausa per fare
il conto del totale misteriosamente scomparso, ma Edward, che vantava un 10
pienamente meritato in matematica, preferì alleggerirgli il compito:
<< 3300 euro. >> disse infatti, precedendo
il Preside e rispecchiandosi nei suoi occhi neri e sconcertati con un aria falsamente
innocente. Roy fece un teatrale applauso, sinceramente ammirato. << Beh,
sì. E, ovviamente, non contando le altre due sezioni.
>>
Edward attese che l'uomo
continuasse, ma, nuovamente, sembrava troppo shoccato per farlo. <<
Allora? >> chiese, impedendosi di rivolgersi a lui in
una maniera più cortese. Roy parve cadere dalle nuvole. <<
Oh, già, sì, ecco... Mmh.
I soldi della gita sono stati rubati. >> annunciò, inarcando le
sopracciglia ancora un po' pensieroso.
Edward iniziava ad
irritarsi, però. << Si può sapere che c'entro io con tutto
questo? >> chiese infatti, scontroso. Roy
sorrise: << Ho raccolto delle informazioni che fanno intuire che i soldi
siano stati rubati tra le 10.00 e le 10.15, Al momento del furto, si trovavano nel terzo cassetto della scrivania della tua
classe, Edward, e, viste le tue notevoli capacità intellettive, ho
deciso di affidare a te il compito di ritrovarli. >>
Adesso Edward era letteralmente
senza parole: ma stava scherzando, forse? << Per quale motivo dovrei fare
una cosa del genere? >> chiese, infatti, con tono quasi offeso.
Il sorriso di Roy Mustang si
trasformò, diventando un sorriso quasi da complice: <<
Perchè credo che se tu ritrovi quei soldi, il tuo voto in Educazione
Fisica potrebbe magicamente alzarsi. Sai, ho sentito che per vincere la borsa
di studio per andare a Xing ci sia bisogno del
massimo dei voti in tutte le materie....
>>
Sinceramente, Edward non si riteneva
un 'venduto'. No, sul serio. Lui aveva semplicemente
sfruttato una possibilità. Questo non voleva dire aver venduto l'anima
al diavolo;... anche se il Preside, Edward ne era
certo, doveva avere di sicuro qualche grado di parentela con quell'angelo
dannato...
Tuttavia, alle 3.20 del pomeriggio
si era fermato a scuola lasciando che gli studenti se ne andassero, così
da poter avere libero accesso a tutte le informazioni che gli servivano. La
prima cosa che fece, fu quella di controllare i curriculum di tutti gli
studenti della sua classe, quelli che fra 15 classi
comprese in 5 anni e 3 sezioni avevano avuto maggiore possibilità di
rubare quei soldi durante la ricreazione. Nessuno aveva precedenti come atti di
vandalismo o cose del genere. Dopo il dodicesimo curriculum si fermò,
annoiato, e quasi per caso fece scorrere lo sguardo sulla lista dei nomi dei
suoi compagni di classe. Ad
ogni nome scritto su carta la sua mente allegava l'immagine di un suo compagno
o di una sua compagna. Sgranò gli occhi all'improvviso, quando i suoi
occhi andarono a posarsi sull'unico nome che non conosceva: 'Winry
Rockbell'. Possibile che non si ricordasse di lei? Eppure
la sua memoria era pressoché infallibile...
Un lampo di consapevolezza
balenò nei suoi occhi dorati. Immediatamente, aprì il registro
alla pagina delle assenze e, se possibile, la sua espressione si fece ancora
più sorpresa: accanto al nome di Winry Rockbell
vi erano una sfilza infinita di 'assente', che
andavano dall'inizio della scuola, fino al giorno prima. Quello, stando a
quanto riportato sul registro, era stato ufficialmente il suo primo giorno di
scuola.
Nuovamente, la consapevolezza di
quello che aveva appena scoperto lo colpì all'improvviso: si dette dello
stupido, come aveva fatto a non guardare subito sul registro? La soluzione era
sempre stata lì...
Ok, calma. Non è detto che
sia stata questa... uhm, 'Winry Rockbell',
a rubare i soldi. Non devo lasciarmi prendere troppo la mano, infondo non la
conosco nemmeno, si
disse Edward, cercando di sedare l'emozione che aveva colto impreparato al
pensiero che se riusciva a riavere quei soldi il suo sogno si sarebbe
realizzato e avrebbe finalmente lasciato Amestris.
Con la mano tremante dall'emozione afferrò il curriculum di Winry Rockbell sperando inconsciamente di trovarvi scritto
'pluriomicida ricercata', ma restando fortemente deluso un solo secondo dopo.
Il curriculum era completamente vuoto, tranne che per i dati della ragazza -
nome, cognome, data di nascita, telefono su cui rintracciare i genitori e
indirizzo di casa - e una sfilza infinita di 'insufficenzadi informazioni' ad ogni voce, come a 'comportamento'
o a 'rendimento scolastico' e via dicendo.
Edward sbuffò, seccato:
possibile che non ci fosse nessuna informazione degna di nota su quella
ragazza? Eppure, lei era l'unica che avrebbe potuto prendere
i soldi... Nella sua classe, i suoi compagni avevano la pessima abitudine di
uscire dalla classe durante la ricreazione, per incontrare gli amici sparsi per
le altre classi o sezioni; ovviamente, per fortuna, questa volta la colpa
ricadeva solo e unicamente sul Professore che aveva lasciato i soldi
incustoditi in un cassetto della scrivania in una aula vuota. E, ovviamente,
non pochi soldi, come 20 o 50 euro, no... 3300 euro,
senza contare i soldi delle altre due classi quinte...
Che cosa doveva fare? Ora mai era
certo che il ladro si trovava all'interno della sua classe, ma conosceva
abbastanza bene i suoi compagni da poter dire che non erano stati loro...
Più che altro, aveva controllato i loro curriculum solo per poter tastare con mano la propria netta supremazia
scolastica su tutti... la sua indole presuntuosa e vanesia aveva preso il
sopravvento.
Però, non era quello il punto. Il punto
era che se non trovava il ladro avrebbe dovuto dire addio al suo voto in Ed.
Fisica, e se avesse dovuto dire addio al suo voto in Ed. Fisica, avrebbe dovuto
anche lasciar perdere i suoi piani di evasione da
quella Nazione vasta e babbiona che era Amestris...
La sua voglia di abbandonare per
sempre la Nazione
si mise a fare a pugno con la sua morale: incolpare una ragazza che non aveva
mai visto in vita sua e che non gli aveva mai fatto nulla di male, oppure
mandare a benedire il viaggio che progettava fin dall'infanzia? Cercò di
smetterla di ragionare in quel modo, ma proprio non riusciva a non farlo. Si
trattava di mettere se stesso di frontea qualcun’altro; lo facevano tutti, e
tutti l'avevano fatto con lui. Ma allora perchè ci stava pensando così tanto? Perchè non agiva?!
In ogni caso, le probabilità
erano contro di lei. Winry Rockbell era stata l'unica
ad avere la possibiltà di entrare a scuola -
perchè non c'era dubbio che i soldi si trovassero nelle mani di uno
studente, recintata da spuntoni di ferro com'era la A2 -,
restare da sola in classe, intascarsi i soldi e poi uscire dalla scuola
indisturbata. Inoltre, non sapeva niente di utile su di lei.
Ma sapeva il suo indirizzo. Forse, in
fondo, c'era un modo per alleggerirsi la coscienza e fare in modo di non
rimetterci la faccia.
*********************************
Ok, ok. E così apro la mia
prima long-fic in questa sezione. Sinceramente, non
mi aspettavo che avrei pubblicato sul serio stasera questo capitolo, anche
perchè, come avrete sicuramente notato, è incompleto. Ma mi sono sentita ispirata, vedendo su YouTube
un video accompagnato da una canzone che aveva come titolo il nome della FanFic, e così ho deciso di pubblicare il capitolo
così, incompleto e improvvisato. Perchè, ovviamente, l'idea
iniziale non era così. Ma è uscito così e così vi
tocca leggerlo, visto che ripasso raramente due volte sullo stesso capitoloo XD Mi spiace, ma sono
sincera XD
In questo primo capitolo Ed si
comporta un po' come Veronica Mars, personaggio che
personalmente adoro tantissimo. Per Roy Mustang mi
sono ispirata all'indole bastarda di Logan Ecchols,
perchè secondo me un po' si assomigliano^^
Questa, a differenza di come
può apparire, è una FanFic in cui
metterò il cuore - e ricordatevi queste parole in particolare,
perchè arriverà il momento in cui assumeranno tutt'altro
significato.
Come già detto sopra,
è una long-fic, ma soprattutto è molto
Long XD La coppia principale è la EdWin,
come visto dall'introduzione, e forse, - e dico forse - ci saranno delle
coppie di sfondo, come il RoyAi - ma specifico il forse,
visto che non ho mai scritto una RoyAi. Tenete ben
presente anche il flash-back di inizio capitolo in cui
sono presenti Al e Winry, perchè ha molto a che fare con le parole dette
sopra ---->> 'in cui metterò il cuore'. Anche per questo
fatto, dico subito che questa sarà una death-fic,
per cui a un certo punto un personaggio tirerà le cuoia, bastardamente parlando. Ma non
temete, in ogni caso è un avvenimento lontano e che accadrà al
52%. Come vedete, ci sono il 48% delle possibilità che questo non accada
- ma ancora devo decidere seriamente, e soprattutto, devo
decidere chi.
Purtroppo per voi, mi piacerebbe
ricevere un minimo di quattro commenti per questo capitolo, quindi, sforzate lavostra tastiera e motivatemi a
continuare a scrivere.
<< Come, prego? >>
chiese Roy, cortesemente, credendo di aver capito male. Riza batté le
mani sulla sua scrivania, nel gesto più umano che le aveva visto fare in
sei mesi di lavoro assieme. << Le ho chiesto di non denunciare il furto
alla polizia! >> esclamò ancora la donna, determinata. Roy
inarcò un sopracciglio, confuso: << Perchè no? Sai chi
è stato? >> chiese, attento alla sua reazione: la vide serrare la
mascella e deglutire in silenzio. Spinto da uno strano sesto senso, decise di
assecondarla: << In ogni caso devo riavere quei soldi. >>
obbiettò debolmente, non riuscendo a capire in quale altro modo sarebbe
riuscito a riaverli.Riza
annuì, sicura: << Li riavrà indietro, deve fare solo quello
che le dirò. >> dichiarò, già più tranquilla.
<< Devo prendere ordini da una donna? >> chiese a bassa voce, sbuffando
leggermente e ricevendo un'occhiata raggelante da parte della vice-preside.
Una donna davvero, davvero strana.
Rientrò in ufficio
sorseggiando con calma il suo caffè caldo, raggiungendo la sua scrivania
e sprofondando con pigrizia sulla morbida poltrona girevole in pelle nera. Per
stuzzicare Riza, pose i piedi sulla scrivania e chiuse gli occhi, sorridendo
sornione. Quando il rimprovero mancò ad arrivare, lanciò un'occhiata
quasi delusa verso la scrivania della sua collega: Riza, nella sua solita
postura rigida e con l'espressione sempre seria e concentrata, stava battendo
silenziosamente e ripetutamente sulla tastiera del computer. Roy inarcò
un sopracciglio: << Stai chattando? >> chiese, sospettoso, provando
una punta di irritazione senza nome alla bocca dello stomaco. << Non
userei di certo il computer dell'ufficio per una cosa tanto personale. >>
commentò Riza, sovrappensiero, per poi aggiungere, corrucciandosi:
<< E comunque io non faccio queste cose. >> Roy si chiese se per
caso non l'avesse offesa, ma Riza sembrava intenzionata a non aprir più
bocca; allora, imbronciato, si alzò dalla scrivania per andare alle
spalle della collega, per vedere che cosa stava facendo di così
importante al computer da trascurare lui, il più bell'uomo nel raggio di
miglia. Aguzzò lo sguardo sorpreso, notando che Riza stava operando su un
progetto di curriculum scolastico. Riza finì finalmente di tartassare la
tastiera e fece scorrere il mouse fino a premere l'icona di stampa. La
stampante entrò subito in funzione, riproducendo su carta l'immagine che
occupava tutto il desktop del computer. Riza, incurante del fatto che il
proprio superiore le stava alle spalle e spiava ogni sua mossa, afferrò
il nuovo curriculum e inserì i dati:
Foto:--------->>
Nome: Winry
Cognome: Rockbell
Data di Nascita: 03/06/1993
Numero di Telefono:*************
Indirizzo: Viale dei Ciliegi N.12
Voto di Condotta:
Informazioni non Sufficienti
Rendimento Scolastico:
Informazioni non Sufficienti
Richiami Disciplinari:
Informazioni non Sufficienti
Firma del Dirigente Scolastico:
Roy Mustang
Roy batté più volte le
palpebre, come se temesse di essere stato tradito dai suoi stessi occhi. Ma non
c'era dubbio, aveva visto la mano candida e altrettanto letale di Riza muoversi
velocemente e elegantemente su quel foglio. Prese fiato, tornando a sedersi
sulla sua poltrona e fissando la sua collega, sconcertato. << Sai che
falsificare firme o documenti ufficiali, qui a Central City è
considerato un reato federale? >> chiese, quindi, con voce
sorprendentemente calma. Riza, che stava sostituendo il curriculum appena stampato
con un ricco d'informazioni e appunti, alzò lo sguardo a incontrare gli
occhi del Preside: << Anche falsificare gli orari di entrata sul registro
d'ufficio è un reato federale, ma solo perchè lei lo fa non vuol
dire che io debba andare a denunciarla. >> La donna lo fissò per
un attimo, socchiudendo lievemente gli occhi: << Lei ha intenzione di
sporgere denuncia, per caso? >> chiese, incuriosita. Roy sgranò
gli occhi e si affrettò a scuotere la testa, troppo scosso per
aggiungere qualcosa di sensato. Passarono pochi secondi, in cui Riza non distolse gli occhi dai
suoi nemmeno per un momento, poi, infine, parlò: << Tu sei Riza
Hawkeye. Riza Hawkeye. E hai appena falsificato un curriculum scolastico
firmando con il nome del Preside proprio sotto al mio naso. >> Roy
continuava a guardarla impressionato, ma Riza ancora non riusciva a capire dove
volesse arrivare, con quel discorso. << Ha intenzione di prendere
provvedimenti nei miei confronti? >> chiese ancora, sebbene fosse certa
che il suo collega non l'avrebbe fatto. Infatti: << Assolutamente no.
Più che altro, vorrei stringerle la mano. >> disse, serio. Questo
Riza non se lo aspettava: << Eh? >> Roy sorrise, tendendo la mano
destra verso di lei: << Coraggio! >> La donna, ancora un po'
incerta, lasciò cadere i documenti sul ripiano della scrivania e
restituì la stretta. << Ah, e comunque, non trovi che sia un po'
strano non avere informazioni sulla ragazza ma avere una sua gigantografia a
portata di mano? >> chiese, lasciando di stucco la donna che ancora
stringeva la sua mano, confusa.
Ovviamente, però, non aveva voluto
sprecare fiato per spiegargli anche il motivo per cui aveva architettato quel
complesso stratagemma. E che motivo aveva avuto, in seguito, di chiedergli di
affidare a quel fagiolino una ricerca tanto importante?
<< E lui dovrebbe aiutarci a
riprendere i soldi? >> chiese, scettico, osservando la foto presente nel curriculum
di Edward Elric. Riza annuì, porgendogli anche il curriculum del primo
anno del ragazzo: << Lo so, non sembra molto... 'in gamba'... ma le
assicuro che è davvero furbo e ingegnoso, riuscirà
sicuramentea riportare indietro
quei soldi. >> lo rassicurò, osservandolo mentre criticava con lo
sguardo ogni dettagli di quel ragazzo. << E se non dovesse farcela?
>> chiese Roy all'improvviso, cogliendo di sorpresa persino Riza. Lei
chinò un attimo il capo, aggrottando le sopracciglia e assumendo un'aria
pensierosa, come se stesse calcolando le probabilità che il suo scopo
non potesse essere raggiunto. << Ce la farà. >> annunciò,
qualche secondo dopo, con le labbra distese in un sorriso appena accennato,
provocato da chissà quale pensiero. Roy alzò gli occhi al cielo,
con scetticismo: << Se lo dice lei, Hawkeye. >>.
****
La porta di casa si aprì con
un tonfo che rimbombò per tutta la casa, e questa volta era Winry ad
avere il fiatone per la corsa: << Mamma! Mamma, vieni! Al sta male!
Stavamo giocando e all'improvviso si è addormentato! Non riesco a
svegliarlo! >> La donna accorse alla porta, rispecchiandosi sul volto
rigato di lacrime della piccola. << Winry! Dov'è Alphonse? >>
chiese, non riuscendo a dare un significato alle parole di Winry. Lei
singhiozzò e cercò di calmarsi, inutilmente: perchè
perdeva tempo? Perchè non la seguiva e basta? Non capiva che Al stava
male?!
Si sfilò con delicatezza la
maglietta della divisa scolastica della A2, una marinaresca a caratteri bianchi
e neri, e la ripiegò con maestria, senza lasciare nemmeno una piega
sulla stoffa bianca. Se ci pensava, le veniva da ridere. Aveva veramente indossato
quella divisa. E dire che quando Riza gliel'aveva mostrata la prima volta, tre
mesi prima, aveva detto che avrebbe preferito strapparsi il cuore dal petto,
piuttosto che indossare una cosa del genere. Alphonse le aveva lanciato un'occhiataccia,
per niente divertito dalla metafora, e lei era stata costretta ad abbassare lo
sguardo, mortificata, perchè ancora una volta era stata indelicata con
lui. Storse il naso: doveva essere l'aria che tirava a Central City a farle
apparire tutto marcio e decadente. E a farla sentire così fredda,
così dura, come se fosse la sua vita a essere appesa a un filo,
invece che quella di Alphonse. Si sfilò anche la gonna e sfiorò
la stoffa di raso rosso scuro, sorprendendosi di quanto fosse lucente
nonostante fosse stata chiusa nel suo armadio fin da quando le era stata
presentata la prima volta. Era praticamente nuova. Estrasse un vestito
dall'armadio, lungo finoal
ginocchio, bianco e fin troppo leggero per la stagione corrente; un pensiero
increscioso le salì alla mente: Abbiamo bisogno di vestiti nuovi, Al
è cresciuto ancora... e anche a me farebbe piacere un rinnovamento del
guardaroba... Ma...
Già, 'Ma...'. Ma i
soldi non bastavano, non bastavano mai. E di certo non poteva chiederli
a Riza. Lei faceva già così tanto per lei e Alphonse, facendole
la spesa e comprando al ragazzo vari tipi di videogiochi, in modo che non si
annoiasse a stare da solo in casa quando lei usciva... E, ovviamente, la
aiutava anche con le ricerche. Già, soprattutto, la aiutava con
le ricerche.
L'unica persona che poteva porre
fine ai guai di Winry, era il padre di Alphonse. Lei, purtroppo, non ricordava
nulla di lui, nemmeno l'aspetto; e Alphonse, che era ancora più piccolo
di lei quando lui li lasciò, a malapena riusciva a ricordarne il nome.
In poche parole, non avevano nessuna speranza di ritrovarlo. Quel bastardo
ha fatto le cose per bene, ma non importa, perchè tanto lo
troverò. E quando me lo ritroverò davanti, pagherà per
tutto quello che ci ha fatto... Lo odiava, lo odiava con tutta se stessa. Lo
odiava per aver liquidato la malattia di sua madre come un semplice asma, lo
odiava per non essere intervenuto per salvare la vita di Alphonse quando ne
aveva avuto l'occasione... Lo odiava perchè nonostante tutto quello che
gli aveva fatto, Alphonse credeva ancora che Winry lo stesse cercando
perché tornasse a occuparsi di loro...
Stronzate. Winry non voleva
assolutamente che quell'uomo si avvicinasse ad Alphonse, al suo Alphonse.
Voleva solo che soffrisse, che implorasse pietà, che passasse i suoi ultimi
minuti con la stessa agonia che aveva accompagnato quelli di sua madre. Lo
voleva morto. Morto per Alphonse, per salvarlo.
Ancora, lo sguardo corse al cassetto in cui era custodita la
sua calibro 9. Ironicamente, era l'unico oggetto che il padre di Alphonse e
Winry si era lasciato alle spalle, a Resembool.
E pagherai anche per questo errore, si disse Winry, distogliendo lo
sguardo dal cassetto con lentezza e circospezione, per poi posarlo sulla porta:
era chiusa, e prima di chiuderla aveva fatto scattare la serratura. Anche se
avesse voluto, Alphonse non sarebbe potuto entrare. Winry avanzò di
qualche passo verso il comodino: aprì il cassetto e spostò le
canottiere che ne occupavano la parte superiore.
Trattenendo il respiro, chiuse la
mano intorno all'impugnatura della pistola. La estrasse lentamente, facendo
scivolare lo sguardo sulla perfezione con cui la sua mano si adattava
perfettamente all'impugnatura: sembrava che lei fosse nata per farlo.
Che il suo unico scopo nella vita fosse proteggere Alphonse da suo padre.
Si portò davanti allo
specchio, alzando la pistola al proprio riflesso: vide una ragazza con i
capelli biondi tagliati in un caschetto, con lo sguardo azzurro ghiaccio e
vuoto, che un tempo doveva essere stato brillante e pieno di vita, con un
vestitino bianco che in quell'immagine aveva un significato simbolico, la
purezza. Poteva, un'immagine tanto pura e dolce, essere al contempo vuota e
letale? La voce di Alphonse la fece sobbalzare, e la mano che impugnava la
pistola tremò fino a farla cadere per terra. Winry restò a
guardarla cadere sorpendendosi del pesante tonfo che aveva provocato battendo
per terra. Con una pedata la spedì sotto al letto, ripromettendosi di
andare a ripescarla una volta sicura che Alphonse non fosse nei paraggi.
<< Sorellona, c'è un
ragazzo dall'altro lato della strada, che sta per suonare alla porta! >>
****
Non era mai stato nel quartiere a
est di Central City, ma ne aveva sentito parlare parecchie volte a scuola. Nei
corridoi si mormorava che fosse il classico quartiere povero e che chi
viveva lì o aveva avuto problemi con la droga, o non era ancora uscito
dal giro. Ad ogni modo, era un quartiere molto attivo criminologicamente
parlando. Ma Edward dovette rendersi conto che tra il parlare di un
luogo tanto orribile e il trovarsi lì c'era veramente poca
differenza. Quell'angolino di Central City che era formato dal quartiere a est,
era un insieme di casette piccole e ammuffite disposte in fila su ambo i lati
della strada; tutto, a partire dai tetti polverosi per andare a finire sui muri
macchiati dalle intemperie e sulla terra rugosa e incolta, era marcio. E
completamente oscurato dai grattaceli della città. Il sole, in poche
parole, non arrivava lì.
Edward, sedicenne fatto e finito, si
ritrovò a deglutire: come poteva, una ragazza, vivere in quel quartiere?
I suoi genitori si trovavano in una situazione economica tanto disagiata?
Questo, però, avrebbe
senso... si
ritrovò a pensare il biondino, che da quella mattina cercava di capire
il motivo che avrebbe potuto spingere qualcuno al furto di una simile somma,
camminando sul marciapiede ma guardando attentamente il numero civico di ogni
casa che superava. Winry Rockbell, stando a quanto riportato sul suo spoglio curriculum,
abitava al numero 12, e lui era ancora al 5. Era ancora in tempo per lasciar
perdere tutto e andarsene. Insomma, anche se fosse andato a bussare alla casa
della ragazza non sarebbe cambiato niente, no? Ogni passo in più serviva
a convincerlo di aver colto in pieno la questione, e che era stata sul serio
quella ragazza a rubare i soldi.
Per la millesima volta in quella
giornata - anche se veramente aveva perso il conto quando era arrivato alla
999esima volta - si ritrovò a maledire Roy Mustang, il Preside. Insomma,
perchè diamine aveva assegnato a un sedicenne il compito di ritrovare i
soldi rubati? Central City non vantava, forse, l'esercito più corposo e
addestrato di tutta Amestris? Che cosa gli costava denunciare l'accaduto?
A meno che... Edward sgranò gli occhi
all'improvviso, colpito da un lampo di consapevolezza: e se Mustang gli avesse
tenuto nascosto qualcosa? Anche questo avrebbe senso...
Ma perchè quella giornata era
così dannatamente lunga? E dire che per tutti i soldi che aveva speso
per arrivare lì con il pullman avrebbe potuto risarcire tutte e tre le
quinte derubate.... Si, ma in fondo per me è un gioco da ragazzi, no?
Mi serve quel dannatissimo 10
in Ed. Fisica, per poter partecipare al Contests
Schools. Adesso è quella la mia priorità. Ambasciator non porta
pena, e chi è responsabile del proprio male non deve piangere che se
stesso. Se quella ragazza ha veramente rubato i soldi - e sono sicuro che l'ha
fatto -, non ha nessuno da incolpare se non se stessa. Armato di queste
convinzioni, Edward si fermò davanti alla casa con il numero civico 12:
come le altre, era una casa che doveva essere stata originariamente bianca, ma
che ora, sia per via del tempo che per qualsiasi altro problema, era mezza
mangiata dalla muffa, ingiallita e ricoperta di muschio in tutti gli angoli.
Edward storse il naso: ma era igienico, vivere in una casa come quella?
Attraversò il vialetto su cui aveva iniziato a crescere erbaccia, fino
ad arrivare alla porta, l'unica cosa che conservava un colorito coloro panna, -
che originariamente doveva essere stato bianco.
Fece per suonare il campanello, ma
la porta si aprì all'improvviso, facendogli provare una sensazione di
tetra sorpresa. Si ritrovò davanti una ragazza: era di pochi centimetri
più alta di lui, aveva capelli biondi molto chiari e a caschetto,
carnagione bianca che metteva in risalto due grandi occhi azzurri che lo
stavano guardando inquisitori. Si ritrovò a corto di saliva, mentre un
brutto presentimento iniziava a farsi strada in lui.
<< Ci conosciamo? >>
chiese quella che doveva essere Winry, senza troppe cerimonie. Edward
annuì d'impulso, poi scosse la testa, poi fece per parlare ma gli si
bloccò la voce all'improvviso; inutile dire che più passavano i
secondi, più Winry lo guardava come se fosse pazzo. << N-no... >>
riuscì infine a rispondere, cercando disperatamente di recuperare un po'
di dignità.
*******************************
Ok, e anche
questo è fatto. Ovviamente, ho scritto questo nell’ultima ora in
calcio d’angolo, per soddisfare il mio desiderio di augurare a tutti un
buon San Valentino! Ho anche dovuto spezzarlo a metà, spero non vi
dispiaccia XD Comunque credo che l’avrei fatto lo stesso, perché nel
progetto originale in questo capitolo sarebbero successe troppe cose su cui
sarebbe meglio soffermarsi volta per volta, per poterle capire bene.
Ah, nel
caso qualcuno non lo avesse capito, il pezzetto in corsivo che precede l’entrata
in scena di Winry è la continuazione del pezzetto del capitolo
precedente, che fra l’altro verrà ripreso
anche nel prossimo capitolo.
Per l’immagine
nel curriculum di Winry… ho provato a cercarne una un po’
più tetra… ma c’era solo questa! E’ stato terribile,
un pomeriggio intero a cercare un immagine al
computer! A cena avevo gli occhi fuori dalle orbite per averli tenuto letteralmente premuti contro il deskstop!
Alla fine, ho trovato quella… che cronologicamente parlando –
perché vorrei fare la persona seria, in un contesto
come quello spiegato in una fanfic del genere –
dovrebbe essere stata scattata come minimo tre anni prima all’arrivo di
Winry a Central City… A proposito, è tutto chiaro in questo
capitolo? Per chi non avesse capito qualcosa io sono
sempre qui impaziente di parlarvene e spiegare tutti i retroscena delle vicende
XD
Una cosa
che l’ultima volta mi era sfuggita di scrivere, è stato il modo in cui è nata questa fan fiction. Da un po’ di tempo, nel web non
riuscivo a trovare altro che storie in cui il personaggio maschile dell’anime o del manga del momento è un emo depresso la cui unica aspirazione è uccidersi
prima del giorno della sua morte… e, ovviamente, in una maniera strana e
divertente – dipende dai punti di vista, poi, perché in genere il
personaggio maschile non ci fa bella figura -, compare la ragazza protagonista,
che è la classica alunna modello che lo farà innamorare di se e
rappresenterà il motivo per cui la smetterà di tagliuzzarsi le
vene…
Poi, mia
cugina – inseparabile, quando si parla delle mie
FF - : “ T’immagini se fosse Ed lo studente modello e Winry quella
che vuole tagliarsi le vene?”. Sul momento sono scoppiata a ridere, ma
appena tornata a casa ho cominciato a scrivere *.* E questo è il
risultato. Se non si è capito, qui Ed è lo studente modello, quello bravo-bello- e-di-sani-principi,
che all’improvviso si ritrova davanti una ragazza che è il suo
esatto opposto: ribelle, tendente-emo-depressa e
trasgressiva… Un po’ banale? Beh, ma come vedete,
le cose in questa fan fiction non sono così semplici. Ci saranno un
milione di avvenimenti e situazioni che ho già in mente che riusciranno
a farvi seriamente dubitare della mia sanità mentale, e, ovviamente, al
classico ‘Happy Ending’.
E’ per non farvi snobbarela FanFic
come qualcosa di già visto e rivisto, che ho inventato questa vicenda ed
effettuato lo scambio di ruoli^^ Come vi sembra il risultato? E questo
capitolo?
Ora
rispondo ai vostri commenti, che sono anche più numerosi di quanto mi
aspettassi^^:
linkarella: Anche a me è piaciuto molto scrivere di un Ed in stile Veronica
Mars^^ Spero di aver reso bene le intuizioni di Ed e la connessione logica di
ogni pensiero – sempre che ci sia, una logica XD Ti ringrazio per il
commento, e spero di leggerne un altro anche per questo capitolo^^
black_soul: Sono contenta che la Fic
ti piaccia, ma come vedi in questo capitolo, la nota scherzosa è un po’
assente e abilmente camuffata – se ‘scherzosa’ si può
definire, poi. E grazie per i complimenti, ero sempre
stata convinta che il mio modo di scrivere risultasse troppo pesante e
descrittivo^^ Spero di leggere un tuo nuovo commento^^
MellyVegeta:Grazie del commento^^ Sono felice che la trama ti
piaccia^^ Dal prossimo capitolo sarà molto complessa e intrigata, spero
che continuerai a seguirla^^
Celiane:
Davvero la leggi nonostante non ti piacciano le AU? Per
me è un onore^^ Personalmente adoro quel tipo di FanFic,
a patto che siano scritte bene e che abbiano una trama interessante XD Secondo
me Winry e Al sono carinissimi come fratello e sorella, ma
Ed è sempre Ed, e io sono dell’idea che separarli sarebbe un
crimine che dovrebbe essere punito con l’ergastolo! E’ per questo
che non mi piace né il finale dell’anime,
né quello del film – nonostante alla fine si ritrovano si lasciano
alle spalle Winry, e così non è giusto! Come ti è sembrato
questo nuovo capitolo? Spero di leggere un tuo nuovo commento^^
aer_alchemist: Finalmente una recensione che tiene cono dei miei avvertimenti^^ E le tue
deduzioni sono veramente interessanti *ç*
Chissà se… Eh, no XD Niente spoiler, mi spiace XD Ti ringrazio
molto del commento, ed esprimo tutta la mia solidarietà per quanto
riguarda l’educazione fisica, visto che anch’io faccio pena in
quella materia T^T Per quanto riguarda Roy, invece,
dovrai vedere quante volte sarà Riza a mandarlo al diavolo XD Spero di
leggere un tuo nuovo commento^^
Siyah: Credo di avere dei
piani abbastanza precisi per la death-fic, ci ho riflettuto
su con un amica nuova sia nel fandom
che nella vita reale, e sono riuscita a delineare bene il futuro di questi
poveri e sfortunati personaggi XD Perché come mi ha fatto notare la
nuova amica, ad Al succede sempre qualcosa XD Povero cucciolo XD Anch’io
credo che le EdWin scarseggino in maniera scandalosa
in questa sezione, ed in parte è anche per questo che ho deciso di
mettere su carta – e su computer XD – questa mia nuova idea^^ E
sì, Ed che prende 6 in
Ed. Fisica è qualcosa di scandaloso e inconcepibile anche per me, ma se
non fosse così non sarebbe uno sgobbone che si rispetti, no? XD Grazie
per il commento, spero di leggerne un altro anche per questo capitolo^^
E con questo passo e chiudo fino alla prossima
settimana… ovviamente, se troverò come minimo cinque recensioni^^
XD Mano a mano che si va avanti il numero aumenta XD E
questo capitolo è particolarmente lungo, quindi, a voi l’ardua
sentenza : continuare la fanfic o non continuare la fanfic? E’ per questo che voglio
leggere le vostre 5 recensioni^^
<<
Che cosa hai fatto, Winry? >>. La voce calma del
padre risuonava fin troppo arrabbiata anche per le orecchie della bambina.
'Niente' avrebbe voluto rispondere, ma le mancava fiato, e non riusciva a
trovare il coraggio di guardarlo in faccia. << Che cosa hai fatto?
>> le chiese nuovamente, attendendo una risposta. << N... n-non volevo... non s-sapevo che Al stava male... l-lui n-non me
lo ha dett-tto... >> provò a scusarsi, mentre le lacrime
iniziavano già a scorrerle giù dalle guance. Aveva la vista
offuscata, e i suoi stessi singhiozzi le riempivano le orecchie; si accorse che
l'uomo si era alzato solo quando la sua mano grande urtò con forza la
sua guancia. Cadde a terra, singhiozzando. << Che cosa hai fatto, Winry?! >>
Winry lo
fece entrare e gli indicò la sedia su cui sedersi, facendo altrettanto.
Stranamente, quel ragazzo le era familiare, e qualcosa
nel suo istinto le diceva che si erano già incontrati più di una
volta, o che per lo meno lei conosceva. Lo vide guardarsi intorno
un po' spaesato, mentre si sedeva rigidamente sulla sedia che gli aveva
indicato.
Per la
prima volta da più di due anni, Winry ebbe il tempo di soffermare lo
sguardo su di un ragazzo abbastanza da poterlo definire 'carino', e quel
ragazzo che adesso sedeva di fronte a lei lo era davvero: aveva capelli biondo
miele, corti, e occhi color ambra imbrunita, che
ancora sembravano fare di tutto per sfuggire al suo sguardo. Non aveva mai
visto occhi di quel colore.
Doveva
essere poco più basso di lei, visto che adesso,
entrambi seduti, le sembrava di essere in grado di guardarlo comunque
dall'alto: quando erano in piedi non lo aveva notato. Un altro particolare
saltò subito ai suoi occhi azzurrini: << Frequenti la A2.
>> Non era una domanda, e Winry conosceva comunque la risposta.
Edward
alzò gli occhi quel tanto che bastava per
poterla guardare senza soffermarsi troppo sui suoi magnetici occhi azzurri, che
in qualche strano modo riuscivano ad inquietarlo. Annuì, mentre lo
sguardo gli tornava automaticamente alle mattonelle a quadrettoni rossi del
pavimento; sembravano un enorme tovaglia.
Winry
sbuffò, spazientita; si protese sul tavolo fino a portare la mano sotto
il mento del ragazzo e costringerlo ad alzare lo sguardo. Imbarazzata, si rese
conto che l'aveva fatto più per poter osservare
meglio i suoi occhi che per altro. << Insomma, vieni a casa mia, entri,
non mi dici il tuo nome e non mi guardi negli occhi. Devo aggiungere
il fatto che non ti conosco? >> chiese retoricamente, osservando
le guance del ragazzo tingersi di rosso. Ritirò la mano di scatto, come
se si fosse scottata. Edward, costretto a rispecchiarsi in quello sguardo
cobalto chiaro, ebbe lo strano desiderio di sfiorarle la mano, come per tastare
con mano propria l'esistenza di quella ragazza. Lui si
schiarì la gola, e per un attimo Winry ebbe l'impressione che per lui
quelle domande equivalessero a un terzo grado.
<<
... Mi chiamo Edward. >> mormorò, con
voce imbarazzata. << Io sono Winry. >> disse quindi, avendo
nuovamente la sensazione che ci fosse qualcosa di stonato in quella
conversazione. Eppure, non poteva fare a meno che
sentire una sorta di affetto ingiustificato per quel ragazzo appena
conosciuto... Edward...
Winry si
portò un dito sulle labbra, fissando il ragazzo con aria pensosa:
<< Edward è un nome troppo lungo e troppo fuori moda. Ti
chiamerò Ed. >> decretò, senza aspettare una risposta da
parte del ragazzo. Edward non ebbe neanche il tempo di annuire controvoglia.
<< Allora, Ed, mi vuoi dire perchè sei venuto? >>. Eccolo,
il momento della verità.
Edward
deglutì, e inspirò forte: << ... Hanno
rubato dei soldi, oggi, a scuola. >> Nuovamente, si ritrovò
incapace di fissarla negli occhi e fu costretto ad abbassare lo sguardo al
pavimento. Continuò, sebbene ormai non fosse più del tutto
convinto di quelle che erano state le sue idee solo
cinque minuti prima. << Erano i soldi per la gita di quelli del quinto
anno. >> Indugiò per un ultimo istante sul pavimento, prima di concludere: << ... E io mi stavo chiedendo se per caso
tu non ne sapessi qualcosa. >>
Winry
sgranò gli occhi, il suo cuore prese a palpitare con forza e l'angoscia
le attorcigliò lo stomaco: aveva paura. Un sentimento che aveva sperato
di non provare più per il resto della sua vita, ma che puntuale tornava
a farsi sentire. Fece un ragionamento veloce, correndo con la mente al luogo in
cui aveva nascosto i soldi: una tasca interna del giubbotto che aveva indossato
nel tragitto casa-scuola. Si dette della stupida: come aveva fatto a
dimenticare di toglierli da lì? Se la polizia... La
verità la colpì con forza, come uno schiaffo: non c'era la
polizia, ma solo Edward. Perchè c'era solo Edward? Winry non credeva che
l'allarme della scomparsa dei soldi sarebbe stato dato il giorno stesso del
furto, per quello aveva esitato nel nasconderli e nell'usarli. Le tornarono
alla mente le parole della madre, che la rimproverava quando la piccola diceva
che avrebbe pulito la sua camera il giorno dopo:'Mai
rimandare a domani quello che puoi fare oggi'.Come aveva fatto a compiere un errore
simile?
Ringraziò
mentalmente il fatto che Edward non la stesse
guardando negli occhi, e velocemente riprese la sua normale compostezza.
<<
Perchè dovrei saperne qualcosa? >> chiese, quindi, corrucciandosi.
Edward la guardò di sottecchi, ancora più imbarazzato, e
sentì lo strano bisogno di scusarsi con lei: << Non lo so! Io...
scusami, mi dispiace davvero tanto! Non so nemmeno perchè... >> Si interruppe, poiché il suo sguardo era stato
attirato da un foglio di metà quaderno che portava come titolo la
traccia di un tema che lui aveva consegnato a scuola la settimana prima. La sua
indole competitiva tornò a galla all'improvviso, quando Edward si chiese
come faceva Winry, una ragazza che aveva frequentato la A2 solo
per una giornata, avere scritto il tema della traccia che era stata consegnata
nella sua classe una settimana prima. Si sentì stupido nel passare tanto
velocemente da un argomento all'altro, ma non se ne curò, troppo preso
da questo nuovo e strano mistero. Dopotutto, si disse, una ragazza come Winry
non poteva di certo essere l'autrice di un furto. Era meglio distogliere la sua
attenzione anche per non fare una figura peggiore di quella che probabilmente
aveva anche già fatto. << Che cos'è quello?
>> chiese quindi, indicando il tema alle spalle della ragazza, posato sul
piano libero della cucina. Winry seguì lo sguardo del ragazzo, e quando
intercettò che cosa aveva attirato la sua attenzione sospirò di
sollievo: sembrava che stessero cambiando discorso. Sembrò più
che felice mentre si alzava dalla sedia per prendere il tema e tenderlo a
Edward. Lui afferrò il foglio voltandolo immediatamente, per vedere il
voto: 10 ++. Se avessero potuto, le braccia gli
sarebbero cadute. Lui a quel tema aveva preso 10+. Non sapeva neanche che
esistesse il voto 10++! Insomma... All'improvviso una
nuova domanda lo colse impreparato: Winry aveva fatto quel testo e aveva ricevuto
un voto. Come diavolo aveva fatto se non era mai stata a scuola?
Winry,
nuovamente seduta, cercava di decifrare l'espressione di Edward per capire se
sarebbe tornato sull'argomento di prima o se avesse completamente cambiato polo
di attenzione. Nonostante tutto, non riusciva a non chiedersi il motivo della
presenza di Edward in casa sua. Sorridendo lievemente, si rese conto che Edward
era il primo effettivo ospite che entrava in casa loro. In un modo o
nell'altro, sentiva che quel ragazzo era speciale, come Al.
<<
Winry, io non ti ho mai vista a scuola. >>
affermò Edward un attimo dopo, posando sul tavolo il tema più-che-perfetto della ragazza. Winry annuì
con naturalezza, e scosse la testa facendo danzare dolcemente le ciocche di
capelli biondi sulle guance; Edward si sorprese a fissarla come imbambolato.
<< Io frequento da casa. Studio per conto mio e svolgo le verifiche che
si fanno in classe via posta. >> spiegò, intrecciando le dita di
entrambe le mani sotto il mento, con i gomiti sulla superficie liscia del
tavolo. Edward la guardò incuriosito: << Perdona la domanda... ma
perchè non frequenti come tutti gli altri alunni? >>
Winry
sorrise leggermente: << Perchè io non sono come tutti gli altri
alunni.... >> mormorò, lasciandolo
basito. Edward si costrinse ad abbassare nuovamente lo sguardo, temendo che
quella sua insistenza nel guardarla avesse potuto farle pensare male di lui.
Eppure sembrava così facile guardarla...
Proprio
in quel momento si udì un rumore forte e ripetitivo, come di qualcosa
che rotolava sul pavimento. Edward si girò leggermente lungo la fonte
del rumore, e Winry fece altrettanto, allarmata: non
voleva che qualcuno vedesse Alphonse. << E' il mio gatto. E' sempre così sbadato e giocherellone, sarà
caduto dentro uno scatolone... >> si scusò fin troppo in fretta,
prendendo Edward in contro piede.
Edward la
guardò nuovamente, interessato: << E' da molto che ti sei
trasferita qui? >> chiese, quindi. Winry corrugò appena le
sopracciglia: non le piaceva la piega che stava prendendo la conversazione e
non voleva che Edward si interessasse troppo a lei.
<< Dall'inizio dell'anno scolastico >> rispose, secca. Non
avrà intenzione di restare qui tutto il giorno, spero!, si ritrovò a pensare
Winry, seccata e affascinata al tempo stesso: il modo in cui quel ragazzo
sviava abilmente il suo sguardo le ricordava suo fratello Alphonse in un modo
assurdo.
All'improvviso, Edward si alzò dalla sedia: lo fece
con tanta violenza e così improvvisamente che Winry sobbalzò,
confusa: << Qualcosa non va? >> azzardò, vagamente preoccupata per lui: il
volto di Ed era cambiato, sembrava arrabbiato, adirato.
****
Quando
Roy venne malamente svegliato dal campanello di casa,
alle cinque in punto di pomeriggio, pensò che avrebbe incenerito
volentieri chiunque avesse ritrovato sulla soglia; ovviamente, però, non
aveva fatto i conti col fato. Non vedeva Maes Hughes da più di sei mesi
per via del suo trasferimento in altra sede, eppure lo riconobbe subito: poco
più basso di lui, con i capelli castano scuro più corti di come
li portava a sei mesi prima, gli occhi di color ambra imbrunita, decisamente molto più adulti di sei mesi prima, e un
sorriso leggermente sarcastico, probabilmente in riferimento a qualche buffa
osservazione sul suo conto che si stava tenendo per sé. Nonostante non
si fosse ancora visto allo specchio, Roy non poteva dargli torto: doveva avere
i capelli color pece tutti arruffati, gli occhi ancora semichiusi dal sonno e
la camicia bianca sbottonata – lo capiva dal modo in cui il freddo
invernale gli stuzzicava la pelle scoperta. Maes tirò su la mano destra
e gli fece un curioso sorriso militare, senza abbandonare quella specie di
ghigno dalla faccia: << Colonnello Mustang, spero che le apparenze
ingannino! >> esclamò, lasciando Roy immobile a guardarlo prima di
sgranare gli occhi e capire a che cosa si riferisse. In effetti, il suo
abbigliamento e il suo aspetto in quel momento faceva
intuire di essere in compagnia – o di esserlo stato. Fece per parlare, ma
una vocina più acuta e femminile lo precedette: << Papà,
che vuol dire ‘apparenze’? >>
A parlare
era stata una bambina di quattro o cinque anni che se ne stava
aggrappata ermeticamente con le braccia alla gamba sinistra del padre, con il
volto completamente alzato verso di lui nella speranza di attirare finalmente
la sua attenzione. … << ‘Papà’?!
>> ripeté Roy, una volta aver assimilato le parole della bimba e
accettato anche solo parzialmente la sua presenza lì.
Fissò
il suo migliore amico, letteralmente senza parole: << Hai una figlia?!
>>
Il sorriso
dell’uomo si allargò.
****
Winry
osservò la schiena di Edward allontanarsi secondo dopo secondo, mentre ancora cercava di capire che cosa era
successo. Senza alcun preavviso, Edward si era alzato e aveva detto che era
terribilmente in ritardo per ‘qualcosa’
– il ragazzo aveva farfugliato quelle parole così in fretta che
era già un miracolo che Winry fosse riuscita a comprendere le prime.
Storse il naso e lasciò che la tenda tornasse a nascondere la finestra
della cucina dagli occhi indiscreti dei vicini impiccioni. Non poteva impedirsi
di sorridere: era andata bene.
Certo,
non aveva ancora capito come mai
Edward fosse stato indirizzato proprio verso di lei per via
del furto dei soldi a scuola, però…
Però Edward le piaceva. Le aveva fatto una strana impressione,
certo… ma le stava simpatico, tutto sommato.
Sì, era un ragazzo decisamente buffo.
Il ronzio
oleato della sedia a rotelle la costrinse a girarsi: Alphonse la osservava
alquanto accigliato, sulla soglia dell’arco della cucina. Gli sorrise, ma lui non ricambiò: <<
Perché tu puoi vedere amici e io no? >> le chiese,guardandola con
sguardo accusatorio. Lo sguardo di Winry si incupì,
ma il sorriso non abbandonò le sue labbra: avrebbe sorriso sempre per
Al, lo aveva promesso.
<<
Quello non era un mio amico. Diciamo… che è passato di qui per
caso. >> divagò Winry, cercando inutilmente di eludere domande
scomode che – ne era certa – sarebbero arrivate da un momento
all’altro.
Alphonse
spostò in avanti la manopola della sedia a rotelle, avanzando verso di
lei e torreggiandola – se non fisicamente – con lo sguardo. Winry
si spostò automaticamente, arretrando verso il tavolo.
<<
Di cos’è che stavate parlando? >> chiese allora Alphonse,
con un sopracciglio inarcato e gli occhi azzurri sogghignanti. << Di
scuola. >> affermò Winry, guardandolo sospettosa. Alphonse
piegò la testa da un lato e socchiuse gli occhi: << Perché
menti? >> mormorò, con voce lamentosa. Winry sgranò gli
occhi: << Che stai dicendo? Non
è affatto vero! >> esclamò contrariata, sebbene
fosse ben cosciente di affermare il falso.
Alphonse
la guardò accusatorio: << La mamma diceva sempre che non si doveva
né rubare né dire bugie. >>
sibilò velenoso, inchiodandola con uno sguardo fin troppo severo per la
sua età. Winry abbassò lo sguardo, annegando il senso di
colpevolezza nella ragione della propria vita. << La mamma è
morta, Al. >> disse lentamente, con voce fredda. Alphonse non si fece
intimorire dall’astio presente nella voce della sorella, ma
continuò imperterrito: << La mamma aveva ben chiaro quello che
potevamo e non potevamo fare. Che cosa credi che
direbbe se venisse a sapere che ti sono bastati pochi anni per dimenticarti di
tutto quello che ci ha insegnato? >>. La voce di Alphonse era così
dura, così… diversa…
da come Winry la ricordava. Così cambiata.
<<
Non parlarmi così, Al! Sono più grande
di te, e se non sbaglio la mamma ci aveva insegnato
anche a portare rispetto a quelli più grandi di noi! >>
esclamò Winry, rialzando lo sguardo leggermente lucido di lacrime.
Alphonse la guardò sorpreso, ma non commentò. Quando
riaprì bocca, Winry capì che la tempesta era passata. <<
Non voglio che tu vada in prigione per colpa mia. >> mormorò,
abbassando lo sguardo. Winry chiuse gli occhi brucianti di lacrime che non
sarebbero mai realmente nate e gli si avvicinò, abbassandosi fino a lui
e posandogli un bacio sulla fronte. Alphonse la abbracciò,
allontanandosi dallo schienale della sedia per tendersi verso di lei, chiudendo
le braccia intorno alla sua vita. << Sciocco, non ti lascio. >>
mormorò Winry, spettinandogli i capelli con la mano. Alphonse
affondò il volto nel vestito di Winry, mentre lei gli accarezzava
lentamente il capo. << Riporta i soldi a quel ragazzo. >> disse,
poi, trattenendo i singhiozzi che minacciavano di farsi sentire da un momento
all’altro. Per la prima volta Winry non se ne accorse quando si
separò da lui guardandolo con quell’espressione adulta che
Alphonse odiava tanto: << Non posso. Devo
pensare anche a noi. Quei soldi ci servono. >> Lo disse con voce piatta,
come se se lo fosse ripetuto così tante volte
da rendere la risposta immediata e automatica. Alphonse la lasciò
andare, arretrando con la sedia a rotelle. La fissò negli occhi, e
questa volta una lacrima gli scivolò giù per la guancia. <<
Quei soldi non mi daranno un cuore nuovo. >> replicò, con voce
instabile. Lo stomaco di Winry si contorse dalla ribellione che quelle parole
avevano provocato in lei. << Non lo sai, Al.
>> disse lei, a denti stretti.
Alphonse
restò nuovamente sorpreso: si era aspettato che Winry gli rispondesse ‘Guarirai presto’oppure ‘L’ospedale ci
chiamerà presto per il tuo cuore, vedrai, è solo questione di
tempo’ per poi smentire il giorno dopo ‘Hanno solo perso nostro numero. Oggi
vado a darglielo di nuovo’. Winry, per la prima volta da quando
avevano scoperto la sua malattia, lo stava trattando da adulto. Aveva ammesso
che lui aveva quel problema e aveva provato – forse inutilmente o forse
no – a trovare una soluzione. Solo, lo aveva fatto nel modo sbagliato.
Alphonse
provò lo strano impulso di alzarsi da quella sedia a rotelle e scappare
via, lontano dalla consapevolezza di essere veramente giunto al termine della
propria infanzia.
****
Si chiuse
la porta alle spalle scrutando nervoso quell’esserino
alto poco più di un metro che si stava guardando intorno interessata,
già intenzionata a trovare qualcosa da fare.
La figlia di Hughes, si ripeté,
ancora incredulo, questa
‘cosa’ è la figlia di Maes Hughes. Roy la fissò
ancora per qualche secondo, poi, quando ebbe la sicurezza che non si sarebbe
mossa da lì per i prossimi cinque minuti corse al telefono, a chiamare
l’unica persona che avrebbe potuto aiutarlo in una situazione simile.
Compose
il numero frettolosamente: << Hawkeye? … Sì, sono io.
>>
**********************************
Mi scuso
con tutti i lettori per il terribile ritardo, ma purtroppo queste due settimane
sono state le più travagliate da quando
è ricominciata la scuola: interrogazioni, verifiche, litigi…
E’ stato emotivamente pesante.
Sinceramente
non credevo nemmeno di pubblicare oggi, perché – tanto per
cambiare – ho ricevuto una brutta batosta a scuola ed ero – e sono
ancora – terribilmente depressa. Deve essere stata questa depressione a
convincermi a finire questo capitolo – di cui mi reputo anche abbastanza
soddisfatta.
Per
rispondere all’unica cosa che ho riscontrato in quasi tutte le
recensioni, sì, Winry è arrabbiata col padre, e dal pezzettino in
corsivo spero che si capisca anche il perché. L’uomo attribuisce a
Winry una colpa non sua, perché se lui si fosse accorto prima della
malattia della moglie – che è morta di cuore dopo che lui
l’aveva abbandonata insieme a Win e Al come fa Hoheneimnel manga, e che è una
malattia ereditaria - forse lei non
ne sarebbe morta e sicuramente Al non sarebbe arrivato al punto di aver bisogno
di un trapianto di cuore.
E
così, si può dire che il primo mistero è svelato. Alphonse
è malato di cuore e necessita di un trapianto
il prima possibile… Non so se da questo capitolo era chiaro, ma Winry
aveva rubato i soldi con l’intenzione di usarli per pagare sottobanco
affinché il nome di Al venisse messo sulla lista di quelli che aspettano
il trapianto con urgenza. Uff… in effetti,
avrei dovuto scrivere nello scorso capito che era stata Winry a prendere i soldi, ma la storia della pistola e di lei che
immaginava di puntarla contro il padre è stata così coinvolgente
da farmene dimenticare -.-“ Sì, lo so, sono
proprio un caso disperato. Un'altra cosa che mi sta facendo dannare, in
questa fan fiction, sono i titoli: ogni volta non so che titolo
scegliere -.-‘’ uff…
Stranamente,
nella mia mente contorta sto progettando anche un angolino non indifferente da
riservare al RoyAi in questa storia, il che è
fantastico visto che in genere mi concentro solo sui personaggi principali
quando scrivo una long-fic. Ah, un'altra cosa che mi
piacerebbe spiegare è il titolo della fan fiction: HowtoSave a Life vuol dire
‘Come Salvare una Vita’ – e la mia passione per le lettere
maiuscole si fa sentire anche qui. Ovviamente, il titolo spinge a pensare che
la vita da salvare sia quella di Al, ma come vi accorgerete di capitolo in
capitolo c’è anche chi se la passa molto
peggio del piccolino di casa… Si può dire che il personaggio di
Alphonse sia ufficialmente entrato in scena in questo capitolo, e ci tengo a
farvi notare per i capitoli successivi, che Winry è alquanto restia a
condividere il suo fratellino con il mondo esterno, basta vedere che quando
c’era Ed lo ha fatto salire al piano di sopra affinché lui non
potesse vederlo…
Ah,
un'altra cosa che può essere sembrata oltremodo strana è il fatto che Roy non sappia che Maes ha una figlia:
aspettate il prossimo capitolo e – probabilmente – vi sarà
chiaro.
Come vi
accorgerete prossimamente, in questa fan fiction nulla accade per
caso. XD
Bene, e
adesso passo ai ringraziamenti:
Siyah: So
anch’io che la mia ‘richiesta’ di commenti somiglia tanto
all’elemosina che si fa per strada, ma bisogna anche rendersi conto che
non è molto giusto che su 200 persone che leggono un
capitolo solamente 5 recensiscano. So che hai ragione tu e che io sono
nel torto, ma in questo periodo ho veramente bisogno di sostegno e se chiedo commenti lo faccio anche perché le persone che
seguono la fanfic e la commentano possano vedere come
va avanti capitolo per capitolo. So che può suonare come una scusa,
però è così. Per quanto riguarda i capelli di Winry…
non so, per il profilo psicologico della Winry che ho in mente io farle
mantenere i suoi capelli lunghi le dava un aria troppo
matura, mentre io voglio che si abbia l’impressione che sia una bambina
cresciuta troppo in fretta che cerca in tutti i modi di comportarsi da adulta e
compiere scelte giuste – nonostante però sia evidente che non
sempre ci riesce e che infondo certi lati della sua infanzia non vissuta
riemergano spesso. So che adesso potrebbe non sembrare, ma più avanti te ne renderai conto anche tu da certi suoi
comportamenti. XD Mi rendo conto che come hai detto tu un Ed poco atletico e
una Win senza la chioma bionda possa mettere un
po’ sulla difensiva, ma come ho detto fin dal
primo capitolo questa è una AU XD Se nello scorso capitolo la storia era
pesante in questo deve aver bucato il terreno XD Per capire che cosa nasconde
Riza temo che ci vorrà ancora un po’ di tempo, e per quanto
riguarda il ‘trio dei miracoli XD’… Si può dire che in
un certo senso Ed sia già entrato nelle grazie di Winry, ma questo
particolare si rinsalderà sempre di più con il passare dei
capitoli, anche perché per adesso Winry si limiterà a negare e a
tenere Ed lontano dai fatti suoi… Ma Ed è così impiccione a
volte… XD Ora basta, altrimenti finisco per spoilerare
XD
Grazie per
la recensione, spero che commenterai anche questo capitolo^^
Black_Soul:
Eh già, Winry è davvero, davvero, davvero arrabbiata con il
padre, e il suo atteggiamento è identico
a quello di Ed nel manga, perché in un certo senso è da
lì che mi sono ispirata per questa ‘rabbia. Anche se come si
è capito dal capitolo scorso – o spero che si sia capito – Winry lo odia perché se lui
non avesse liquidato la malattia della madre di Al come un semplice asma magari
avrebbero potuto curarla o comunque prendere in tempo
Al prima che il morbo si sviluppasse tanto da rendere necessario un trapianto
di cuore. (Un'altra cosa che non se si sia capita
è che la malattia di Alphonse è ereditaria e che è per
questo che se si fossero accolti che anche la madre ne soffriva forse avrebbero
potuto salvare almeno lui prima che diventasse tanto grave) Mi scuso per i
tempi di aggiornamento, ma come ho già detto sopra è stato un
periodo estenuante… Spero di leggere un tuo nuovo commento^^
Linkarella:
Mia cugina ringrazia di cuore XD Le EdWin sono tutte così, e per quanto mi
dispiaccia dirlo, sono così anche le mie one-shotEdWin…
sembra che sia un virus diffuso in tutto il web O.O E
poi mi piace davvero tanto l’idea di una Winry forte e
trasgressiva… Grazie per la recensione, spero di leggerne una anche per
questo capitolo^^
Aer_Alchemist: Hai ragione, per quel che riguarda Riza XD Nell’anime se ci fai caso è praticamente lei che manda
avanti l’ufficio, l’unica cosa che fa Roy è firmare le carte
– e pulire i vetri, giocare con BlackHayate, poltrire… XD – Ho solo una domanda per
te: che cosa intendi con ‘un immagine alla Train,
il protagonista di BlackCat’?
Che cosa succede lì? Comunque sì, Winry ha i capelli a caschetto.
Come ho già spiegato a Siyah, ho voluto
farglieli a caschetto perché stavano meglio con il profilo psicologico
che avevo in mente per lei: praticamente farle avere i
capelli lunghi la faceva sembrare troppo matura e anche troppo attenta
all’estetica – cosa di cui lei non ha neanche il tempo, visto il
problema di Al – mentre io volevo ottenere un effetto di bambina
cresciuta prima del tempo che cerca in tutti i modi di comportarsi da adulta e
fare le scelte giuste per sé e soprattutto per Al. Per quel che riguarda
l’Ed. Fisica, invece T^T da noi non
c’è la teorica ma solo la pratica… anche se ci fa fare degli
esercizi davvero strani O.O
Oggi per esempio ci ha fatto fare una serie di passi e saltelli da fare in
sequenza per tre volte in gruppi di sei T^T E’
stato terribile, lei ci voleva coordinate come delle majorettes
mentre noi eravamo sgraziate come un gruppo di elefanti in una stanza piena di
cristalli T^T Per quel che hai detto a proposito del
fatto che quando Winry parla del padre sembra che il padre sia soltanto di Al,
posso solo dirti che in questa fanfic nulla è
lasciato al caso e che se io ho scritto così vuol dire che
c’è sul serio qualcosa
sotto. Però mi voglio congratulare con te: non
ti sfugge proprio niente, sembri capace di trovare persino l’ago disperso
nel pagliaio! Complimenti, davvero, rispondere ai tuoi commenti è sempre
una gioia perché mi fa capire che qualcuno fa attenzione anche a certi
particolari che non sempre si riesce a notare – ma che io cerco di mettere in evidenza i tutti i modi XD
Spero di
leggere un tuo nuovo commento^^
MellyVegeta:
Eh si, Winry lo odia letteralmente a morte. Ma infondo
la capisco perché è colpa sua se Al necessita
di un trapianto di cuore: se il padre avesse portato la madre da un
medico e avessero scoperto il suo problema al cuore – che è
appunto ereditario e che l’ha portata alla morte – avrebbero potuto
prendere la malattia del piccolo di casa in tempo e guarirlo, anziché
liquidare la cosa come un asma, far morire la donna e praticamente condannare
il povero Al. T^T Poverino, come lo tratto male in
questa fanficT^T
Nell’anime perde il corpo e qui è malato di cuore…. E’
proprio sfortunato, non c’è che dire XD T^T
*piange e ride contemporaneamente* Anche tu, quando hai detto che quando Winry
ha puntato la pistola alla sua immagine nello specchio temevi che facesse una
cosa all’EikichiOnizuka
che cosa intendevi?
Davvero ti
piace Roy in veste di preside? *W* Ne sono contenta, anche perché non
ero molto sicura dell’efficacia del suo ruolo XD Grazie per il commento,
spero di leggere nuovamente una tua recensione^^
Questa volta mi impegnerò
a rispettare i tempi d’aggiornamento, ma voi impegnatevi a recensire,
d’accordo? Più recensioni ottengo prima aggiorno!