Perfettamente azzuro

di Crisi morena
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il primo incontro ***
Capitolo 2: *** Perfettamente grigio ***
Capitolo 3: *** Perfettamente verde ***
Capitolo 4: *** imperfettamente azzuro ***
Capitolo 5: *** Nick ***
Capitolo 6: *** Thomas ***



Capitolo 1
*** Il primo incontro ***


                          presentazione jenny
Alle 6.20 la sveglia suonò ma  questa volta non fu il chiassoso allarme a svegliare jenny ma dei passi provenienti dalla cucina che si avvicinavano alla porta della sua camera, la maniglia si mosse e si sentì un lieve cigolio.
"tesoro sei sveglia?" chiese la voce avvicinandosi al letto, jenny si giro verso suo padre: un uomo sorridente di 53 anni rigorosamente in giacca e cravatta. 
"Si, dimmi.."
"Piccola sto partendo"
"Quando torni papà?" 
"Tra una o due settimane massimo! Per tutto quello di cui hai bisogno chiedi a greta"
"Va bene" la ragazza sfoggiò uno dei suoi sorrisi piú falsi. Il padre si alzo dal letto e si dirisse verso la porta 
"non hai nient'altro da dirmi?" chiese la figlia
 "no, perchè?"  
"Amore il taxy è arrivato, se non ti muovi perdi il volo" urlo greta interrompendo la conversazione
Il padre di jenny scese le scale mentre in lei salì l'angoscia.
Si alzo dal letto trattenendo le lacrime, non era il momento di piangere ,aveva un discorso da fare davanti a tutta la scuola.
Era stata  nominata presidente del consiglio studentesco tre mesi fa per la felicità di suo padre che vedeva in lei il futuro della sua azienda di cibi bío.
Dopo essersi messa l'uniforme scese per fare colazione e approfittò del silenzio per ripetere il discorso un ultima volta. 
Casa sua era vuota, ma questa non era una novità ,suo padre non era il tipo che portava gli amici a casa  e jenny di amici non ne aveva proprio.
Prese i soldi del taxi lasciati da Greta per andare a scuola ma prima d'uscire fisso il muro davanti alla porta :la foto di sua madre non c'era piú.
Ogni 5 novembre Jenny veniva inghiottita in una nube grigia di cui nessuno conosceva l'esistenza, prima ne usciva con suo padre che era l'unico a capire l'importanza di quel giorno per lei, ma adesso anche lui faceva parte di quelli che non la capivano.
"Siamo arrivati signorina" fece notare il taxista
La ragazza scese lentamente dal taxi.
 un senso d'angoscia le percosse la schiena; Le venne in mente il muro vuoto davanti alla porta che un tempo custodiva la sua felicità.
Mille pensieri le passavano in mente ma erano in bianco e nero, sgualciti, la visione divenne sempre più opaca fino a perdersi del tutto...
 Si mise a correre, Voleva scappare da questa vita che pretendeva senza ridarle niente indietro, le sue gambe e il suo cervello erano fuori controllo a tal punto da non accorgersi del ragazzo che le veniva incontro. 
Lo scontro fu doloroso per entrambi ma liberatorio per jenny che scoppiò in un sonoro pianto.
"Ehi stai bene?" chiese il ragazzo avvicinando il suo viso a quello della ragazza in lacrime.
Jenny alzo la testa, erano uno davanti all'altro e nella sua mente risuanava una parola sola "azzurro"
 
                                presentazione nicholas
Nicholas non ho ancora finito di parlarti!" urlò il signor Benson mentre il suo interlocutore sbatteva la porta di casa.
"Cosa dobbiamo fare con il nostro bambino?" chiese la moglie
"Non é più un bambino Theresa... Io alla sua eta..."
Nick sposto l'orecchio dalla porta, non voleva riascoltarsi ancora una volta le storie fitizzie di suo padre sul duro lavoro.
 Scese le scale in tutta fretta, si tolse la giacca e allentò la cravatta : odiava quela stupida  uniforme!
"HEI  non pensi di dimenticarti qualcosa?" urlo suo padre dal balcone
"Eh si, ho dimenticato le sigarette" disse a bassa voce
"Come vai a scuola senza zaino? " continuò la voce dall'alto
Neanche il tempo di rispondere che si ritrovò lo zaino scaraventato ai suoi piedi.
"Vedi d'andarci a scuola! Sai quanto costa mandarti ad una privata?"
E ancora una volta il signor Benson finì per parlare da solo.
Nick sapeva che suo padre non era una cattiva persona.. solo che.. non lo capiva!
Tutto qua non si capivano! Per nick vivere ogni giorno la stessa vita monotona era peggio di una vita negli inferi mentre suo padre chiamava lo spirito rivoluzionario di nicholas "controproducente" e "veramente stupido"
Il ragazzo si mise le cuffie, si accese una sigaretta trovata nello zaino mentre pensava a cosa fare invece che andare a scuola. Ormai erano passati tre mesi dall'inizio dell'anno scolastico e lui c' era andato un paio di volte al massimo.
Immerso nei suoi pensieri non si rese conto di percorrere la strada verso il liceo e neanche che una ragazza gli stesse arrivando adosso .
L'impatto fu doloroso ma sopportabile, cerco di rialzarsi in cerca della sigarette perduta dimenticandosi della ragazza che in tanto era in lacrime.

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Capitolo 2
*** Perfettamente grigio ***


l giardino era pieno di bambini sorridenti e mamme apprensive. 
Il ragazzo tornò con una bottiglietta d'acqua ed una lattina  di birra.
"Stai meglio adesso?" disse porgendogli la bottiglietta
Jenny non riusciva a parlare, era sempre stata una ragazza timida e non sopportava che le persone la vedessero piangere.
Era il tipo di persona che si teneva tutto dentro fino a farsi del male, fino a perdere se stessa.
"Ti dispiace se fumo?" chiese nick con la sigaretta già accesa.
Non rispose , era troppo  impegnata a  guardare una signora che giocava con la figlia e senza volerlo cominciò a piangere.
"No.. Non piangere, se ti da fastidio non fumo" 
"Non piango per quello.. Comunque se continui a fumare così ti verrà un tumore ai polmoni!"
"Perché secondo te non lo so?" 
"Preferisco farmi del male che amettere di sbagliare"
 rispose nick dopo aver emanato una piccola nube grigia.
Jenni penso alla scuola che non le piaceva , a greta che aveva spostato la foto di sua madre, e a  suo padre che aveva deciso di partire proprio il 5 novembre!
"Oggi sono 4 anni che mia madre è morta" Disse fra i singhiozzi. Nick l'abbracció  e lei si sentì a casa. 
 quel posto di pace che cercava da 16 anni l'aveva finalmente trovato fra le braccia dell moro con gli occhi azzurro cielo.
 
"Ma quindi vai a quella scuola di ricchi pure tu?" disse Nicholas guardando lo stemma nella maglietta di Jenny.
"Si.." fece la ragazza pulendosi le lacrime "ma non ti ho mai visto"
"Io in verità sono iscritto ma vado solo quando é periodo d'esami"
"Perché non frequenti le lezioni?"
"No! Pensa che il primo giorno che sono stato lì eleggevano il presidente scolastico! Eh c'era una tipa che chiedeva ai professori di dare più compiti a casa e meno a scuola."
Jenni non sapeva cosa fare: amettere di essere la tipa presa in questione e dirgliene quattro oppure far finta di niente.
Si decise, non poteva passare tutta la sua vita a censurarsi per paura di ferire gli altri, mentre tutto il mondo non si faceva scrupoli a farle del male.
"Guarda che era un ottima idea, per chi durante il giorno ha troppi corsi... Ma tu non lo sai perché a scuola non ci vai mai!" le guance le erano diventate rosse dall' imbarazzo; si pentì subito di ciò che aveva detto, non era abituata a dire ciò che pensava.
Il ragazzo si alzo, guardando jenni dritto negli occhi e inaspettatamente sorrise
"Sapevo che eri tu, mi ricordo di quegli occhioni. Volevo solo capire fino a che punto ti lasciarvi sopraffare." prese la sua roba e si incamminò verso il marciapiede. 
Jenni lo guardava andare, seduta e scombussolata accennò un timido sorriso.
"Vieni o no?" 
"Dove?" chiese Jennifer 
"A vivere la giornata più strana della tua vita"

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Capitolo 3
*** Perfettamente verde ***


La stazione era più affollata del solito, il lunedì era caotico e bizzarro proprio come le idee di nick.
"Non ti é mai capitato di voler vivere la vita di qualcun'altro?" 
"Ogni giorno!" rispose jenni
"Questo é quello che faremo oggi.. Prenderemo uno sconosciuto e lo seguiremo senza che se ne accorga"
"Ma scherzi?? Eh se ci vede ?"
" Scappiamo!" 
Jennifer era colpita dalla semplicità con la quale nick affrontava i problemi.. Mentre lei aveva paura di tutto.
"Visto che sono buono ti lascio scegliere chi dobbiamo seguire"
La ragazza si giro intorno , troppe persone,troppe faccie, non poteva scegliere chiunque doveva essere qualcuno che le dasse sicurezza.
Chi  da più sicurezza di una allegra famogliola ?
"Ho deciso" urlo "seguiamo loro" disse indicando una coppia di sposi con due figli.
"Allora muoviamoci che stanno scappando!!"
Si fecero strada fra le gente in  cerca della famiglia da stalkerizzare fino al vagone di un treno.
"Che facciamo... Saliamo?" chiese jenni preoccupata
"Hai paura?"
"Si!"
"Allora fallo!!" nick scomparve all'interno del treno
La ragazza si fece coraggio ed entrò nel vagone, ma si rese presto conto di aver perso il suo amico di cui non conosceva il nome.
Si sentì invadere dallo sconforto: cosa stava facendo? Erano le 11 e lei invece di essere a scuola a fare il discorso pre-sessioni d'esami era dentro a un treno in cerca d'un ragazzo senza nome.
Volle scendere ma  ormai il treno era in moto verso una destinazione sconosciuta.
"Vieni con me" si sentí dire prima che il ragazzo senza nome la prendesse per la mano conducendela nei bagni.
Ci fu un attimo di silenzio imbarazzato.
"Che ci facciamo quí?" chiese jenni immaginandosi il peggio
"Non fare l' inocentina.." si avvicinò alla ragazza
"Davvero non sai perché siamo chiusi nel bagno di un treno?"
Jenni si ricordò di   tutti i film che aveva visto sulla TV che parlavano di donne violentate nei treni da sconosciuti, rabbrividi.
"Hai mai sentito parlare dei contollori?? Non dirmi che ti compri sempre il biglietto!"
La ragazza sospirò, la sua immaginazione le giocava brutti scherzi.
"Ma  come ti chiami?" chiese bruscamente
"Nicholas, per gli amici Nick! Tu?.. Fammi indovinare ...hai la faccia da Teresa!"
"In verità mi chiamo jennifer!"
"E per gli amici?"
"Non ho amici" ammise timidamente
"Jennifer é troppo lungo! Ti chiamerò ... Jen!" 
Sorrisero entrambi , passarono 20 min seduti uno sul lavandino e l'altra nell water a parlare della scuola, dei genitori e della vita in generale.
"Secondo me.." spiego nick " lasci troppo che gli altri controllino la tua vita."
" forse perché io non sono in grado... " rifletté Jennifer
" tutti siamo in grado di comandare sulla nostra vita, quella che senti é solo paura!"
Il treno si fermo e i due ragazzi furono sbalorditi dal panorama con cui si imbatterono.
Una vasta valle di colline, tappezzata da fiori di diverso tipo. C'era un lago che  dava verso il sole e una casina modesta.
Si sdraiarono sul prato  che luccicava  riflettendo ogni raggio del sole.  Volevano rimanere li per sempre.
"Benvenuti a Tronto verde" diceva l'insegna davanti alla stazione ma purtroppo era ormai arrivato il momento di tornare  a casa.
Erano anni che jenni non si divertiva così tanto e una sensazione piacevole le percorreva il corpo; ma presto l'incantesimo si ruppe. Erano tornati nella loro città quel posto che non gli apparteneva dove entrambi erano estranei.
Ancora una volta jenni fu presa dalla paura, non voleva che il moro con gli occhi azzuri sparisse dalla sua vita . era l'unica nota di colore in questo mondo grigio.
Nick sembrò captare la negativita  di jenni E come se nulla fosse la porto con forza verso il suo torace.  La  ragazza si lascio Trasportare dalle sue emozioni fino a piangere , lui la capiva senza bisogno di parlare.
 
"HEI non é mica un addio!.. É una promessa .non ti liberi così facilmente di me Jen!"
 
 

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Capitolo 4
*** imperfettamente azzuro ***


La sveglia era suonata da 20 min ma jenni era ancora sotto le coperte, non aveva le forze per affrontare un'altra giornata grigia.
 
Si lavò la faccia e si sciolse le trecce liberando i lunghi ricci ribelli e arruffati.
 
"Cosa ti é successo?" chiese greta vedendola arrivare in cucina
 
Jenni non voleva ignorarla ma fu proprio quello che fece.
 
"Tesoro sembri un leoncino" disse suo padre sorridendo
 
Da quando era tornato non faceva altro , al contrario della figlia che era sempre piú distacata.
 
"Ho parlato con il preside e ha detto che forse e meglio che tu faccia dei corsi extra"
 
"Stai scherzando? Perché?"
 
"Devo ricordarti della tua assenza ingiustificata di due settimane fa? Dovevi fare il discorso e non ti sei presentata"
 
Jenni si ricordava perfettamente di quel giorno dove tutto aveva senso, e lei non aveva paura di niente.
 
Ma quel ragazzo che le aveva fatto provare quel senso di sicurezza non aveva mantenuto la promessa.
 
"Meglio che ti concentri adesso.. Quest'anno devi essere la prima della classifica studenti.. Ti servono quei punti extra.."
 
Il padre di jenni parlava a raffica incoraggiato da Greta ma nessuno l'ascoltava. La mente della ragazzina
 
viaggiava tra stazioni, bagni e famiglie felici.
 
La scuola Ross élite era il liceo piú costoso del paese, lí andavano i figli delle piú importanti figure
 
politiche e econoniche anche detti ' i figli di papà' ma quella era solo una piccola fetta degli studenti.
 
C'erano i figli degli artisti, i figli di piccoli imprenditori e quelli con la borsa di studio.
 
Jenni cercava dannatamente di capire in quale gruppo poteva collocare Nick, ma purtroppo non aveva indizi.
 
"Forse é un borsista.." disse a bassa voce
 
"Ma che fai.. Parli da sola?" chiese charlotte scuotendo Jennifer
 
"Muoviti che oggi sei piena d'impegni!"
 
Jenni non aveva ancora varcato il portone della scuola e già era sovrastata Dai doveri.
 
Charlotte era quello che più si avvicinava ad un'amica; era arrivata seconda all'elezione quindi faceva da
 
vice e assistente. Di certo jenni non le aveva parlato di nick, nessuno doveva sapere! Nick era il suo segreto!
 
"Il direttore ti aspetta tra 10 min per parlarti dei corsi extra"
 
Jenni sospirò non voleva un altra ramanzina ma suo padre si aspettava molto da lei dopo averla coperta  con la scuola.
 
Charlotte e jenni si guardarono a lungo, le urla provenienti dall' ufficio del preside non mentivano:
 
qualcuno si era messo veramente nei guai!
 
"Questa scuola non é casa tua!! Non puoi venire e andare quando ti va!!"
 
Ci fu un silenzio improvviso, la porta si aprì, e una voce dal nulla urlo
 
"Jen!!"
 
Nick sorrideva come se non avesse Passato gli ultimi 10 min ad essere sgridato,
 
"Signorina brown entri " disse il direttore perplesso
 
"Signorina brown l'aspetto fuori.." scherzò Nick
 
In quei 15 min il preside avrebbe potuto parlare di qualsiasi cosa e lei avrebbe annuito persa nei suoi pensieri azzurri.
 
Jenni usci di corsa e si catapultò fuori dalla stanza ma c'era solo Charlotte con una lista di cose da fare e
 
una pila di domande su come jenni avesse conosciuto il ribelle.
 
"Dov'è andato Nick?" chiese con un lieve tono triste
 
"Quando sono uscita, non c'era già più!" rispose Charlotte
 
"Ma questo Nick... Dove l'hai conosciuto?"
 
Jenni non rispose si limitò a gesticolare e sviare il discorso; era frustrata.
 
Il cortile era più affollato del solito, sembrava che tutti si fossero messi d'accordo per ostacolarle la ricerca.
 
"Stai cercando Nick?" chiese charlotte
 
"No, voglio solo prendere aria prima della prossima lezione."
 
"Se.. Se.. Comunque cosa ti ha detto il direttore?"
 
Jenni non ebbe il tempo di rispondere la sua mano era stata afferrata e qualcuno la stava tirando.
 
"Scusa, ma devo rubartela.." disse nick a charlotte
 
"non puoi andartene jennifer abbiamo lezione adesso"
 
"vuoi rimanere?" chiese a bassa voce nick.
"no..."
"allora non farlo.."
 

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Capitolo 5
*** Nick ***


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"Jen tu non hai mai pensato di fare tutto male?"

"Dobbiamo parlarne propri adesso?" chiese Jennifer appoggiandosi al lavandino.

"Questo é l'unico momento libero che ho nella giornata e volevo parlarti.."

Jenni sorrise "ma proprio nel bagno del 4° piano dobbiamo parlare?"

"Senti.. Jen é l'unico posto che conosco dove non viene mai nessuno!"

"Tu hai un problema con i bagni lo sai?" sorrisero entrambi.

"Di cosa volevi parlarmi?" chiese

"In pratica la mia media grazie agli esami é buona ma non ottima perché non ho frequentato le lezioni.. E il direttore mi costringe a frequentare delle attività extra."

"Pensa che costringe anche me! Non saprei come aiutarti."

"Uff ma quali sono sti corsi?" domandò Nick appoggiandosi al muro

"Puoi scegliere tra sport o gruppi organizzati..tipo laboratori artistici, ma dev'essere sempre in gruppo"

"Io odio le persone!"

"Si ,ma non odi me?" queste parole non finirono di uscire dalla bocca di Jennifer che lei se n'era già pentita. Ancora una volta sarebbe passata per la ragazzina insicura.

"Ovvio che no! Te ormai sei come una sorellina" la frase suonò amara ma dolce, il tipo di frase che prima ti uccide e poi ti resuscita.Per Nick lei era una sorrellina, forse perché piangeva sempre? o perché portava una seconda scarsa?

"Devo andare in classe, ci vediamo dopo" disse jenni all'improvviso.

Nel secondo intervallo andarono insieme ad iscriversi nei corsi, jennifer a scrittura creativa e nick a calcio.

Il corso di scrittura era divertente ma per quanto volesse sfozzarsi jenni continuava a pensare alla sua situazione con Nick. Non era abituata ad essere felice e adesso tutto crollava nella friendzone.

All'uscita da scuola Nick era sommerso dai nuovi compagni di scuadra, affascinati dal ragazzo senza peli sulla lingua. Nonostante lui odiasse le persone, Le persone non odiavano lui.

Greta busso alla porta della camera ma nessuno rispose

"Jennifer, hai una visita" urlo agitando le mani. La ragazza si catapultò fuori dal letto sperando che fosse Nick.

"Charlotte, che ci fai qui?" era la prima volta che si vedevano senza uniforme e non potevano essere più opposte: la prima bionda e formosa curava il suo stile nel minimo dettaglio, la seconda mora e riccioluta rigorosamente in pigiama.

"Sono venuta a fare delle chiacchiere fra amiche" disse sedendosi sul letto

In una giornata sola Jenni aveva ottenuto un'amica e un fratello indesiderato.

"Tu cosa ne pensi?" chiese jenni alla sua nuova amica dopo averle raccontato l'incontro con Nick in modo vago e impreciso.

"Capiamoci... O questo ha una cotta per te o é uno psicopatico, cioè io non Prendo la prima ragazzina che incontro e me la porto in collina!" raccontata da Charlotte sembrava così surreale che pure jenni fu presa dal dubbio.

"Adesso però cosa siete? Amici? fidanzati? Scopamici?"

"Oggi mi ha detto che sono sua sorella.."

Charlotte si distese nel letto e con voce preoccupata disse "amica mia, sei fottuta!"

La Scusate per la lunghezza ma sto facendo un altro capitolo più lungo e non volevo perdere il ritmo della storia. Ma vi prometto che il prossimo sarà più lungo e più curato.

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Capitolo 6
*** Thomas ***


>La famiglia brown si era trasferirà in città da 4 anni per farsi una nuova vita " lontano dai ricordi" diceva il padre di jennifer, ma come si può chiedere ad una figlia di dimenticare la propria madre? Il signor brown ci riuscì con lezioni di portamento, viaggi, vestiti, cavalli tutto quello di cui sua figlia aveva bisogno.

Ogni regalo doveva servire come tappabuchi all'assenza della madre, ma ogni 5 novembre tutto tornava a galla e il dolore risaliva.

Nick era stato l'unico a capirla senza giudicarla, a consolare i suoi pianti e per nulla al mondo avrebbe lasciato che tutto si sfumasse. Doveva reagire senza paura come lui le aveva insegnato.

Quegli occhioni azzuri erano solo di jen!



Quella mattina fu terrificante a jenni bruciavano gli occhi, aveva le mani sudate e la lingua impagliata. Viveva nell'ansia.

Charlotte le aveva consigliato di affrontare la situazione come una persona matura.

"Parla con lui e digli quello che provi!" suggerí

Era davanti al portone della scuola con una centinaia di studenti ma quello che cercava lei non si trovava da nessuna parte. Cominciò a perdere il coraggio.

"Tu sei Jennifer no?" chiese una voce

"Si.. Perché?"

"Piacere sono Thomas, So che sei brava in matematica e volevo chiederti una mano"

Lei conosceva già Thomas, ma a quanto pare lui non conosceva lei.

"Scusa... Ma tra i corsi extra e l'incarico da rappresentante non so più dove sbattere la testa!"

Thomas aveva l'aria affranta ma ad un certo punto si illuminò come se avesse avuto in idea!

"Facciamo cosi, se tu mi aiuti, io posso farti entrare in gruppo sportivo ma senza l'obbligo di frequenza.. Così il preside é contento e tu pure!" sorrise con gli occhi di chi in quella scuola poteva fare quello che voleva, ed era così.

Thomas era figlio di un l'agricoltore che aveva fatto la sua fortuna con la sua terra a tal punto da convertire un attività agricola in una industriale. Il figlio era iscritto a tutti i club sportivi, amato dalle ragazzine e invidiato dai ragazzi.

"Allora ci vediamo alla fine delle lezioni?" scomparve nel nulla trasportato dalla valanga di gente che si dirigeva verso le classi. La campanella era suonata.

Parlare con Nick divenne sempre più difficile, la squadra di calcio portava più fama del dovuto e lui era sempre più distante, gli unici momenti in cui si rivolgevano la parola era nell'intervallo e anche in quel caso erano pochi minuti.

Jenni cominciò a credere di essersi immaginata tutto, che in quella panchina lei non ci fosse mai stata, che quelli abbracci sanatori non fossero mai arrivati.

"Casa mia o casa tua? " chiese il ragazzo con lo zaino in una mano e una palla nell'altra

"Oddio Thomas mi hai spaventato!"

"Mi dispiace, non sapevo di essere così brutto!" sorrise

Thomas era tutto tranne che brutto, aveva la corporatura muscolosa, i capelli corti e un sorriso malizioso perenne.

"Comunque dove andiamo a studiare, da me o da te?"

"Non é meglio una biblioteca?" chiese jenni imbarazzata

"Mi mettono ansia le biblioteche! Facciamo così andiamo a casa tua così sei piu tranquilla.."

Jenni si rese conto che tutta la scuola li stava fissando, e un gruppo di ragazzi si stava avvicinando, era la squadra di calcio.

"Thomas, vieni a bere qualcosa?" chiese il portiere

"No, grazie vado a casa con Jennifer" disse stringendola a se.

Jenni volle morire, non le interessavano gli occhi maliziosi di tutti,ma quelli accusatori di Nick che in mezzo al gruppo spiccavano.

"Andiamo?" chiese Thomas dirigendosi verso la moto

Il tragitto verso casa fu stranissimo, jenni ebbe la sensazione che Thomas sapesse esattamente dove andare ma forse era solo un impressione.

Casa brown era vuota 'stranamente' e jennifer non se la sentí di portare il ragazzo nella sua camera quindi occuparono la cucina tra biscotti e libri di matematica.

"Giuro che non ce la faccio più!" disse Thomas poggiando la testa sul tavolo

" allora facciamo una pausa" sorrise

"Parlami un pò di te.., della tua famiglia..." chiese il ragazzo prima d'ingiottire una patatina

"Bhe.. Vivo con mio padre e la sua fidanzata.."

"E tuo padre cosa fa?"

"Ha una ditta di cibi bío e dietetici"

Thomas sembrava veramente interessato a ciò che usciva dalla bocca di jennifer la fissava negli occhi intensamente a tal punto da metterla a disagio.

"Scusa se ti metto a disagio, ma hai degli occhi bellissimi."

Lei sorrise, e sposto lo sguardo

Thomas era sempre più vicino, a tal punto che jenni riusciva a sentire chiaramente il suo respiro mentre La sua mano accarezzava lentamente i capelli ribelli.

Thomas stava per baciarla quando la porta della cucina si aprì e il signor brown entro nella stanza; i due ragazzi si allontanarono di colpo mentre il disagio penetrava nell'aria!

"Buonasera.." disse Greta spezzando il silenzio

"Tu sei, un suo compagno di classe?" continuò

"No, io sono di un'altra sezione, siamo amici" spiegò Thomas

"Lei é il signor brown?" chiese

"Si.. Sono io"

"Sa, io e mio padre siamo dei grandi fan del suo lavoro!"

"Ah si? Chi é tuo padre?" chiese incuriosito

"Ha presente martin middle?"

"Si, si so chi é!" disse con un falso sorriso

Jennifer voleva morire, era il momento più imbarazzante della sua vita. Ma che per fortuna fini in fretta con la decisione di Thomas di tornare a casa.

"Grazie per la serata, devo sdebitarmi per averti svuotato il frigo " disse sulla soglia della porta

"Tranquillo, non ti preoccupare!"

" facciamo così, domani ti vengo a prendere così andiamo a scuola insieme" Thomas era il tipo di persona a cui non si poteva dire di no e jenni lo sapeva!

"Questo sorriso era un si?" chiese

"Va bene, alle 7.40 qui" sorrise

"Ai suoi ordini signora!"

Nessuno dei due aveva nominato il bacio inesistente , ma entrambi sapevano che prima o poi avrebbero dovuto affrontare il discorso.

Jenni aveva una sensazione strana che le percorreva il corpo un misto di felicita e paura.

Salì le scale, e noto che aveva 7 chiamate perse da Charlotte e un messaggio: "Jenn dobbiamo parlare!"

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