>La famiglia brown
si era trasferirà in città da 4 anni per farsi una nuova vita "
lontano dai ricordi" diceva il padre di jennifer, ma come si può
chiedere ad una figlia di dimenticare la propria madre? Il signor
brown ci riuscì con lezioni di portamento, viaggi, vestiti, cavalli
tutto quello di cui sua figlia aveva bisogno.
Ogni regalo doveva
servire come tappabuchi all'assenza della madre, ma ogni 5 novembre
tutto tornava a galla e il dolore risaliva.
Nick era stato
l'unico a capirla senza giudicarla, a consolare i suoi pianti e per
nulla al mondo avrebbe lasciato che tutto si sfumasse. Doveva reagire
senza paura come lui le aveva insegnato.
Quegli occhioni
azzuri erano solo di jen!
Quella mattina fu
terrificante a jenni bruciavano gli occhi, aveva le mani sudate e la
lingua impagliata. Viveva nell'ansia.
Charlotte le aveva
consigliato di affrontare la situazione come una persona matura.
"Parla con lui
e digli quello che provi!" suggerí
Era davanti al
portone della scuola con una centinaia di studenti ma quello che
cercava lei non si trovava da nessuna parte. Cominciò a perdere il
coraggio.
"Tu sei
Jennifer no?" chiese una voce
"Si.. Perché?"
"Piacere sono
Thomas, So che sei brava in matematica e volevo chiederti una mano"
Lei conosceva già
Thomas, ma a quanto pare lui non conosceva lei.
"Scusa... Ma
tra i corsi extra e l'incarico da rappresentante non so più dove
sbattere la testa!"
Thomas aveva l'aria
affranta ma ad un certo punto si illuminò come se avesse avuto in
idea!
"Facciamo cosi,
se tu mi aiuti, io posso farti entrare in gruppo sportivo ma senza
l'obbligo di frequenza.. Così il preside é contento e tu pure!"
sorrise con gli occhi di chi in quella scuola poteva fare quello che
voleva, ed era così.
Thomas era figlio di
un l'agricoltore che aveva fatto la sua fortuna con la sua terra a
tal punto da convertire un attività agricola in una industriale. Il
figlio era iscritto a tutti i club sportivi, amato dalle ragazzine e
invidiato dai ragazzi.
"Allora ci
vediamo alla fine delle lezioni?" scomparve nel nulla
trasportato dalla valanga di gente che si dirigeva verso le classi.
La campanella era suonata.
Parlare con Nick
divenne sempre più difficile, la squadra di calcio portava più fama
del dovuto e lui era sempre più distante, gli unici momenti in cui
si rivolgevano la parola era nell'intervallo e anche in quel caso
erano pochi minuti.
Jenni cominciò a
credere di essersi immaginata tutto, che in quella panchina lei non
ci fosse mai stata, che quelli abbracci sanatori non fossero mai
arrivati.
"Casa mia o
casa tua? " chiese il ragazzo con lo zaino in una mano e una
palla nell'altra
"Oddio Thomas
mi hai spaventato!"
"Mi dispiace,
non sapevo di essere così brutto!" sorrise
Thomas era tutto
tranne che brutto, aveva la corporatura muscolosa, i capelli corti e
un sorriso malizioso perenne.
"Comunque dove
andiamo a studiare, da me o da te?"
"Non é meglio
una biblioteca?" chiese jenni imbarazzata
"Mi mettono
ansia le biblioteche! Facciamo così andiamo a casa tua così sei piu
tranquilla.."
Jenni si rese conto
che tutta la scuola li stava fissando, e un gruppo di ragazzi si
stava avvicinando, era la squadra di calcio.
"Thomas, vieni
a bere qualcosa?" chiese il portiere
"No, grazie
vado a casa con Jennifer" disse stringendola a se.
Jenni volle morire,
non le interessavano gli occhi maliziosi di tutti,ma quelli
accusatori di Nick che in mezzo al gruppo spiccavano.
"Andiamo?"
chiese Thomas dirigendosi verso la moto
Il tragitto verso
casa fu stranissimo, jenni ebbe la sensazione che Thomas sapesse
esattamente dove andare ma forse era solo un impressione.
Casa brown era vuota
'stranamente' e jennifer non se la sentí di portare il ragazzo nella
sua camera quindi occuparono la cucina tra biscotti e libri di
matematica.
"Giuro che non
ce la faccio più!" disse Thomas poggiando la testa sul tavolo
" allora
facciamo una pausa" sorrise
"Parlami un pò
di te.., della tua famiglia..." chiese il ragazzo prima
d'ingiottire una patatina
"Bhe.. Vivo con
mio padre e la sua fidanzata.."
"E tuo padre
cosa fa?"
"Ha una ditta
di cibi bío e dietetici"
Thomas sembrava
veramente interessato a ciò che usciva dalla bocca di jennifer la
fissava negli occhi intensamente a tal punto da metterla a disagio.
"Scusa se ti
metto a disagio, ma hai degli occhi bellissimi."
Lei sorrise, e
sposto lo sguardo
Thomas era sempre
più vicino, a tal punto che jenni riusciva a sentire chiaramente il
suo respiro mentre La sua mano accarezzava lentamente i capelli
ribelli.
Thomas stava per
baciarla quando la porta della cucina si aprì e il signor brown
entro nella stanza; i due ragazzi si allontanarono di colpo mentre il
disagio penetrava nell'aria!
"Buonasera.."
disse Greta spezzando il silenzio
"Tu sei, un suo
compagno di classe?" continuò
"No, io sono di
un'altra sezione, siamo amici" spiegò Thomas
"Lei é il
signor brown?" chiese
"Si.. Sono io"
"Sa, io e mio
padre siamo dei grandi fan del suo lavoro!"
"Ah si? Chi é
tuo padre?" chiese incuriosito
"Ha presente
martin middle?"
"Si, si so chi
é!" disse con un falso sorriso
Jennifer voleva
morire, era il momento più imbarazzante della sua vita. Ma che per
fortuna fini in fretta con la decisione di Thomas di tornare a casa.
"Grazie per la
serata, devo sdebitarmi per averti svuotato il frigo " disse
sulla soglia della porta
"Tranquillo,
non ti preoccupare!"
" facciamo
così, domani ti vengo a prendere così andiamo a scuola insieme"
Thomas era il tipo di persona a cui non si poteva dire di no e jenni
lo sapeva!
"Questo sorriso
era un si?" chiese
"Va bene, alle
7.40 qui" sorrise
"Ai suoi ordini
signora!"
Nessuno dei due
aveva nominato il bacio inesistente , ma entrambi sapevano che prima
o poi avrebbero dovuto affrontare il discorso.
Jenni aveva una
sensazione strana che le percorreva il corpo un misto di felicita e
paura.
Salì le scale, e
noto che aveva 7 chiamate perse da Charlotte e un messaggio: "Jenn
dobbiamo parlare!"
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