Iniziò tutto un po' per caso

di Kya_Smiler
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Forse era destino ***
Capitolo 2: *** Forse era destino/Pt. 2 ***
Capitolo 3: *** Mai giudicare un libro dalla copertina ***



Capitolo 1
*** Forse era destino ***


Cap. I - Forse era destino/Pt. 1


"We only have one Sun, one Moon, one me, one you. 
And we only have a little time to show how much we love:
 the Sun, the Moon; how much I really love you."

Miley Cyrus - "1 sun"

-Ben PoV


Ho sempre odiato i matrimoni, e fino a poco tempo fa anche Patrick li odiava, ma tutto cambiò quando conobbe Katheryn.                                                              
Non sembrava neanche più lui; era passato da schernire le coppiette trovandole melense, a farne parte. Katheryn è senza dubbio una brava ragazza, ma ha completamente stravolto Patrick, l'ha folgorato e stregato a tal punto da riuscire a strappargli di bocca una proposta di matrimonio. Conosco Patrick da 15 anni, e in 15 anni ha sempre detto che non avrebbe mai voluto sistemarsi, che voleva divertirsi, godersi la vita finchè poteva, e adesso invece? Si ritrovava a soli 21 anni a sposarsi con una donna, che indubbiamente  amava, ma che conosceva da neanche un anno. Patrick è da sempre stato un tipo folle, divertente e sfacciato, ma dopo l'incontro con Katheryn era diventato noioso e le poche volte che ci vedevamo, ogni suo pensiero e ogni suo discorso, cadeva sempre su di lei. Può essere vero che l'amore cambi le persone, e magari un giorno cambierò anche io, forse un giorno anche io cambierò idea sui matrimoni, ma al momento mi ritrovavo ad un matrimonio a tema anni '50, vestito come un idiota, e come se non bastasse, facevo anche da testimone e come tutti ero ansioso che la sposa varcasse la navata per porre fine il prima possibile a quella assurdità.                                        
Nel frattempo osservavo Patrick: indossava giacca e pantaloni neri, camicia bianca, papillon a fantasia quadrettata, una fascia rossa che gli circondava la vita, scarpe in stile anni '50 e per finire aveva il ciuffo talmente cotonato da fare invida ad Elvis Presley.                                                                                          
A primo impatto sembrava un emerito imbecille, e ancora mi chiedo come abbia fatto Katheryn a convincerlo, perchè se c'è una cosa peggiore dei matrimoni in generale, sono proprio i matrimoni a tema, e Patrick era il più grande sostenitore di questa teoria.                                                                            
Appena videro Katheryn apparire all'entrata, tutti guizzarono in piedi; indossava un vestito bianco di pizzo lungo fino al ginocchio legato in vita da un grande fiocco, aveva scarpe bianche alte con pois neri, capelli raccolti in un gigantesco beehive e teneva in mano un bouquet di orchidee bianche. Ad accompagnarla all'altare era suo padre, che come tutti i presenti nella sala aveva un aspetto ridicolo, e in volto aveva un'espressione impercettibile, quasi confusa e tesa, molto simile a quella di Patrick che a malapena era riuscito ad ostentare un sorriso tirato.                                                            
Katheryn finalmente raggiunse l'altare e da quel momento in poi scollegai il cervello, la cerimonia era così noiosa e pacchiana che mi apparve come un grande blackout.
A cerimonia finita ci recammo tutti in un emorme tendone nei pressi della cappella, ricordava molto un classico locale anni '50 con tanto di juke-box e luci al neon colorate, ma anche tutta quella vivacità di colori mi metteva tristezza. Finii nel tavolo con Aaron, fratello di Patrick, i suoi genitori e altra gente sconosciuta che parlava di che bella coppia fossero Patrick e Katheryn. Ad inizio cena lo sposo richiamò l'attenzione degli invitati picchiettando con una forchetta su un bicchiere, ed esordì con il suo discorso: "Oggi è il giorno più importante della mia vita, il giorno in cui posso dire finalmente di essere il marito di Katheryn Susanne Tipton" fece una pausa e si voltò a guardarla sognante, mi salì un conato di vomito. Poi riprese: "Ricordo come fosse adesso la prima volta che la vidi seduta sotto il pesco del campus intenta a leggere un libro, era bellissima" mi salì un altro conato. Lei lo guardava con un grande sorriso, sembrava così soddisfatta di averlo incastrato!                      
"E chi se lo aspettava che appena 10 mesi dopo sarebbe diventata mia moglie?" si levarono risolini qua e là per il tendone. "In ogni caso, sono felice di condividere il mio amore per lei con tutti voi oggi, e ci tengo a ringraziare la mia famiglia e in particolare Ben..." diventai paonazzo in volto e sfoggai il sorriso più finto che potessi mai fare "...che nonostante sia tuttora un po' contrario alla nostra frettolosa unione mi ha sostenuto, come un vero amico sa fare, ti voglio bene fratello!" a quel punto sollevò in alto il bicchiere e brindò a me. Mi sentivo in imbarazzo, metà tendone mi fissava, ma io mi limitai a sorridere.                            "In conclusione, vorrei dire che ti amo da morire Katheryn, hai cambiato la mia vita, sei tutto per me!" Patrick si avvicinò a lei e la baciò, e a ruota partì un fragoroso applauso; finalmente l'attenzione era nuovamente ricaduta su di loro. "E adesso godetevi la cena!" Aspettavo quella frase da tutto il pomeriggio e per mia fortuna il cibo era buonissimo, in un certo senso addolciva il gusto amaro della tristezza che provavo; so che sarei dovuto essere contento per lui, perchè lui era felice, ma questo giorno per me non era il giorno il cui Patrick sposava la sua anima gemella, ma era il giorno in cui io perdevo il mio migliore amico.                                                                                  
Dopo cena si aprirono le danze e Katheryn e Patrick ballavano un lento sulle note di "At Last" di Etta James, e di conseguenza anche gli altri invitati iniziarono a ballare e anche lì mi sentii inevitabilmente fuori luogo. Non ce la facevo più a stare lì, era tutto così triste e noioso, forse l'unica via di uscita era fingere di sentirmi male, Patrick non si sarebbe mai arrabbiato con me se me ne fossi andato per una tale ragione, o forse avevo semplicemente bisogno di una bella botta, di qualcosa che mi tirasse un po' su, così mi avvicinai al bancone del minibar per bere qualcosa, quando a un tratto la vidi.                    
Capelli rosso fuoco mossi, raccolti da una fascia di colore bianco, occhi verdissimi e sconsolati; indossava un vestito rosso attillato a pois bianchi che si apriva in un ampia gonna che arrivava al ginocchio, e scarpe alte nere. Sembrava una dea. Era lì, seduta al bancone del minibar a bere un whisky e cola; sembrava assente, afflitta, ma non potei fare a meno di avvicinarmi, perciò presi il mio drink e mi sedetti proprio accanto a lei.
 
CONTINUA...



Nota dell'autrice:
Ciao a tutti! Io sono Kya_Smiler e questa è la seconda fanfic che pubblico, sono ancora alle prime armi, ma spero davvero che vi piaccia. Ho dovuto dividere questo primo capitolo in due parti perchè stava diventado davvero lunghissimo, ma non temete (?), posterò la seconda parte a breve, e se mai qualcuno dovesse mai leggere questa mia "storia" gradirei una recensione, positiva o negativa che sia, è molto importante per me. *-* 

Un bacio- Kya_Smiler :*

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Capitolo 2
*** Forse era destino/Pt. 2 ***


Cap. II - Forse era destino/Pt. 2

 
"You rock my world, 
You know you did.
And everything I own I get"
Michael Jackson- "You Rock My World"

-Ben PoV


Nonostante mi fossi seduto proprio nello sgabello accanto, la bella ragazza sembrò neanche notare la mia presenza, e continuava impereterrita a fissare il suo bicchiere semivuoto. Io la guardavo, non riuscivo a schiodarle gli occhi di dosso, era talmente splendida da sembrare surreale e alla fine, presi il coraggio a due mani e finalmente aprii bocca: "Della sposa o dello sposo?"  

"Sposa." rispose frettolosamente senza neanche degnarmi di uno sguardo.                                                  

 "Ci avrei scommesso. Festa noiosa non trovi?"                                                                                                

Fece spallucce e ripose: "Tutti i matrimoni sono noiosi, ma quelli a tema sono i peggiori. Tutti si ostinano a trovare un tema originale per rendere le nozze indimenticabili, ma questa moda si sta spargendo a tal punto che si cade nel ridicolo. Solo quest'anno ho partecipato a due matrimoni a tema Harry Potter, tre a tema Star Treck e uno a tema marino, e alla fine chi tenta di essere originale cade nel banale e non lascia niente di memorabile a chi vi ha partecipato, e il tutto si aggiunge semplicemente alla lista dei tanti matrimoni noiosi." Le sue parole erano accompagnate da un  tono acido e i suoi occhi non si scollarono mai dal suo bicchiere, dal quale, a discorso terminato, bevve un gran sorso.                                                                        

Io rimasi stupito dalla freddezza delle sue parole, e mi limitai a guardarla in silenzio. Poi le chiesi: "Noto un pizzico di acidità nelle tue parole, che ti è successo? Perchè sei qui seduta a bere whisky invece di unirti alle danze?"

Lei sospirò, poggiò il bicchiere sul bancone e si girò di scatto verso di me, piantandomi per la prima volta i suoi emormi occhioni verdi in pieno viso.                                                                                
"Questi non mi sembrano essere affari tuoi, non hai niente di meglio da fare? Di certo non vado a raccontare i miei problemi ad un tizio del quale non conosco neanche il nome, e in ogni caso potrei farti la stessa domanda!" i suoi occhi mi trafiggevano l'anima e quelle parole erano state sputate con una rabbia immane, ma non volevo mostrarmi intimorito perciò le dissi: "Okay allora. Io mi chiamo Ben, e sono qui seduto a bere uno scotch liscio perchè lo sposo è il mio migliore amico, e la tua amichetta gli sta rubando gli anni migliori, e proprio per questa ragione non mi sento tanto in vena di festeggiare. Ora va meglio?" queste parole mi uscirono dalla bocca con fin troppo astio, e me ne pentii subito.                                                  

Lei mi fissava senza lasciar trapelare alcuna emozione, poi abbassò lo sguardo e disse in tono decisamente più dolce: "Beh, neanche io non mi sento tanto in vena di festeggiare... il motivo? Sono delusa dalle persone. Le persone deludono sempre, e la cosa peggiore è che sono prevedibili. Questa sera sarei dovuta venire accompagnata dal mio ragazzo, che però mi ha abbandonata per starsene con i suoi amici, sebbene me lo avesse promesso. Sinceramente penso che il matrimonio sia una presa per il culo. Sono certa che nè Patrick nè Katheryn siano sicuri ed entusiasti al 100% della situazione in cui sono andati a cacciarsi oggi. Si conoscono da poco più di 10 mesi e la vera ragione per cui si sono sposati non è l'amore, ma è la paura. La paura di resatare soli, la paura di arrivare troppo in là con gli anni senza nessuno, la paura di non trovare niente di meglio e di conseguenza accontentarsi della prima persona che crediamo di amare. Nel giro di due anni stai sicuro che tutti i tuoi amici saranno sposati, come se a 21 anni ci fosse una specie di scadenza. Sono tutti alla ricerca disperata dell'anima gemella, tutti alla ricerca del vero amore, ma che assurdità!           Io al contrario penso che non ci sia niente di male nell'essere soli, infondo nasciamo e moriamo soli, certo è più bello vivere in compagnia di chi amiamo, ma di certo non è obbligatorio, l'importante è... è vivere!" Fece una breve pausa e aggiunse: "Ah, comunque mi chiamo Gwen." Sorrise.                                   Ricambiai volentieri il sorriso.                                                                                                                            

Ero rimasto piacevolmente sorpreso di quanto fosse saggia, era una delle ragazze più interessanti che avessi mai conosciuto; rimasi deluso del fatto che avesse un ragazzo, ma se ero fortunato, delusa da lui com'era, l'avrebbe lasciato a breve. Ero sul punto di dirle quanto la trovassi fantastica e che mi sarebbe piaciuto sapere di più sul suo conto, quando ad un tratto arrivò un tizio che le bisbigliò qualcosa all'orecchio. Lei annuì alzandosi, e mi fece cenno di aspettare.                                                                                              

Due minuti dopo la vidi apparire al centro di un mini-palco. "Salve a tutti, per chi non mi conoscesse sono Gwen, e io e la mia band questa sera vi offriremo un po' di musica, visto che non abbiamo niente da fare. Il primo pezzo che eseguiremo si chiama 'When I Look At You' e lo dedichiamo a Pat e Katy, auguri!"           Poco prima di iniziare, il chitarrista le passò uno shottino che Gwen prosciugò in un secondo, per poi  gettare il bicchierino di vetro volutamente in terra, come una vera rockstar. La canzone iniziò, e nonostante Gwen fosse decisamente un po' su di giri, la sua voce uscì perfetta.                                                                  

 
'When I look at you / I see forgiveness, /I see the truth /You love me for who I am / like the stars hold the moon'  
 
Ho sempre amato la musica, ma devo ammettere che Gwen me la fece amare ancora di più. Emanava un suono così angelico e pulito che non potei non restarne rapito; non riuscivo a trovare neanche un difetto in quella ragazza, avrei tanto voluto che fosse mia.                                                                                                

Tre canzoni e tre bicchierini rotti dopo, Gwen finalmente scese dal palco, decisamente ubriaca.                   Io ero lì in piedi, a pochi passi da lei, che la aspettavo, e appena mi vide con mia grande sorpresa mi gettò le braccia al collo e abbandonò il peso del suo corpo su di me; mangiandosi un po' le parole per via dell'alcol, mi bisbigliò all'orecchio: "Ti sono piaciuta, Ben?"  Risi. "Altrochè se mi sei piaciuta! Sei stata fantastica." Si coprì la bocca per nascondere un sorriso, poi aggiunse: "Sei davvero carino, sai? E sei anche dolce. Scusa se prima ti ho urlato addosso, ma ero così arrabbiata con quell'idiota di Kevin! Sei arrabbiato con me?"        

Sì. Era ubriaca fradicia. Il suo tono di voce ricordava molto quello di una bambina, e ciò la rendeva irresistibilmente adorabile.                                                                                                                        

"Certo che no Gwen, va tutto bene!" con un gesto spontaneo le scostai delicatamente i capelli sfiorandole il viso. Lei sussultò al mio tocco, ma poi chiuse gli occhi e lasciò premere il suo viso contro la mia mano. Mi sembrava di sognare; quella giornata del cazzo, che era iniziata come un incubo, si era come per magia trasformata in uno dei giorni più belli di sempre.                                                                                          

"Ti va di ballare, Ben?" mi chiese Gwen in tono ammiccante. Le sue gambe stavano per cedere da un momento all'altro, non sembrava in condizione di poter ballare, era davvero troppo sbronza!                

"Perchè non ci sediamo invece? Hai l'aria stanca."                                                                                          

"Dai Ben! Sto bene! Concedimi un solo ballo, non fare il prezioso con me." disse ridendo.                            

E come potevo rifiutare? Accettai, e ballammo una sottospecie di lento. Lei non faceva altro che pestarmi i piedi, ma non mi importava. Era così bello averla vicina. Mi stringeva forte, come se avesse paura che la lasciassi andare. Poi dal nulla disse: "Hai notato quanto ridicolamente facciano rima i nostri nomi? Ben-Gwen, Gwen-Ben, Ben-Gwen, Gwen-Ben, mio Dio!" Scoppiò a ridere. La sua era una delle risate più belle e  contagiose che avessi mai sentito.                                                                                                                

Poi improvvisamente smise di ridere. Mi guardò negli occhi e disse: "Ho bisogno di sedermi, vieni con me."

Le sue gambe cedettero poco prima di raggiungere la sedia, ma fortunatamente la sostenni impedendole così di cadere.                                                                                                                                                        

"Mi prendi in braccio?"                                                                                                                                

Ogni sua frase o richiesta mi lasciava sempre piacevolmente perplesso.                                                        La presi in braccio e, una volta raggiunta la sedia, ci sedemmo. Lei era seduta sulle mie gambe con lo sguardo assente, ma sorrideva. Chissà a che pensava in quel momento.                                                          

"La festa sta per finire, e non credo che tu sia in grado di guidare fino a casa. Vuoi che ti accompagni?"          
"Non accetto passaggi dagli sconosciuti! Potresti essere un malintenzionato, per quanto ne so." Rispose ridendo.                                                                                                                                                          

"Beh a meno che tu non voglia restare qui tutta la notte..." risi "...non penso che tu abbia grandi alternative"

"Se non ho altra scelta, allora mi accontenterò di te."                                                                      Scoppiammo entrambi a ridere.                                                                   

Ci alzammo, e uscimmo dal tendone senza neanche salutare Patrick e Katheryn. Arrivati alla macchina, mi diede le indicazioni per casa sua, e durante il viaggio non fece altro che cantare a squarcia gola la sigla di 'Hamtaro', era davvero esilarante.                                                                                                                

Quando arrivammo a destinazione, ero inevitabilmente triste. Non volevo che quella sera finisse, non volevo che Gwen se ne andasse. Avrei tanto voluto baciarla, ma non volevo approfittarmi di una ragazza fuori di sè, perciò mi limitai a dirle: "E' stato davvero un piacere incontrarti, grazie per avermi fatto compagnia stasera."

Lei sembrò non avermi neanche sentito, era troppo impegnata a rovistare impacciatamente nella sua borsa alla ricerca chissà cosa. Un attimo dopo tirò fuori una penna. Mi afferrò il braccio e ci scrisse sopra il suo numero di telefono. La mia felicità era alle stelle.                                  

"Chiamami, se hai voglia!"                                                                                                                            

"Certo, lo farò di sicuro, ma che ne è del tuo ragazzo?"                                                                                    

Fece spallucce. "Kevin non è un problema per me, non più almeno."                                                                

Mi sembrava davvero di sognare, era assurdo! Troppo bello per essere vero!                                              

"Ti chiami Ben, giusto?" Io annuii un po' confuso. Con la stessa penna usata sul mio braccio, Gwen stava scrivendo sul suo, il mio nome.                                                                                                                  

"Domattina almeno mi ricorderò di te, e questa scritta mi aiuterà a capire che tutto questo non è stato solo un sogno, ma la realtà."                                                                                                                              

Avvicinò il suo viso al mio e mi baciò in un angolo della bocca, poi uscì dall'auto senza aggiungere altro.   Non ero del tutto sicuro che l'avrei rivista, ma di certo non l'avrei mai dimenticata.




Nota dell'autrice:
Ciao a tutti! Ecco qua la seconda parte del primo capitolo, spero vi piaccia!
Gradirei lasciaste una recensione, positiva o negativa che sia!
Aggiornerò il prima possibile, un bacio: 
Kya_Smiler :*

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Capitolo 3
*** Mai giudicare un libro dalla copertina ***


Cap.3 - Mai giudicare un libro dalla copertina


 
"Heaven is a place on earth with you."
Lana Del Rey - "Video Games"



-Gwen PoV





Non mi prendevo una sbronza del genere da tempo. Avevo la testa che scoppiava, un dolore lancinante che mi permetteva a malapena di pensare, ma la prima cosa che vidi appena aprii gli occhi fu il suo nome scritto sul mio braccio, 'BEN'.                                  
Non mi ricordavo molto di quello che era successo quella sera, avevo la memoria confusa e offuscata, ma ogni singolo ricordo era collegato a lui.                                  
A pensarci bene, io non sapevo quasi niente di Ben, praticamente era un perfetto estraneo, però il mio cuore non lo considerava tale, il mio cuore mi suggeriva che lui era molto di più. Che cosa era successo esattamente? Perchè mi ritrovavo a pensare così intensamente ad uno sconosciuto?                      
 Avevo bisogno di vederlo.                                              
Afferrai il telefono con la speranza di trovare una sua telefonata, ma al contrario ne trovai ben 37 da parte di Kevin. Erano le 16:42, e nell'arco di circa 9 ore Kevin aveva insistentemente cercato di contattarmi, ma al contrario io non avevo alcun interesse nel chiarirmi con lui, ero furiosa! Mi alzai faticosamente dal letto inciampando più volte prima di raggiungere il bagno. La mia immagine riflessa allo specchio era un disastro! Capelli arruffatissimi, trucco sbavato, occhiaie e, ciliegina sulla torta, come sfogo dello stress causatomi da Kevin mi si era formato un gigantesco brufolo sul mento. Mio Dio! Se qualcuno vi avesse vista in quello stato se ne sarebbe andato via correndo a più non posso, e nel caso Ben vi avesse contattata per vederci non mi sarei mai potuta presentare con un essere sovrannaturale sul mento, così, dopo essermi tolta dalla faccia l'eyeliner che ormai era ovunque tranne che sugli occhi, frugai in ogni cassetto e sportello alla disperata ricerca di qualche crema anti-brufoli e quel poco che trovai me lo spalmai su tutto il viso; ero ancora più spaventosa di quando mi ero alzata e ad un tratto suonarono alla porta. Mi assalì il panico. Ero in condizioni pietose.                                                        

E se fosse Ben?                                                                    

Un attimo... ma che stavo dicendo? Perchè ero così preoccupata che questo 'Ben', del quale ricordavo a malapena il bel faccino, mi vedesse in quelle condizioni? Perchè mi stavo facendo bella per qualcuno che probabilmente non avrei rivisto?                
Ero confusa. Che diavolo era successo?                        
Dopo essermi persa nei miei pensieri per alcuni secondi, venni riportata alla realtà dal rumore del campanello suonato con insistenza, mi avvicinai alla porta per aprirla, quando mi resi conto di indossare ancora il vestito a pois. Mi affrettai a sfilarlo, afferrai dal cassetto una larghissima t-shirt grigia e mi precipitai ad apripre. Kevin era sulla soglia con un espressione confusa che aleggiava tra la preoccupazione e la rabbia, e nel vedermi sussultò cacciando conseguentemente un sospiro di sollievo.                      
"Oh, cazzo Gwen! Ma dov'eri finita? E' tutto il giorno che ti chiamo." disse entrando irriverentemente in casa.                                                                                          
Era arrabbiato con me. Ma dico, scherziamo? Mi aveva lasciata sola ad un fottuto e noiosissimo matrimonio per andarsene in giro per locali con quei rincoglioniti che difinisce amici e si sentiva pure in diritto di essere arrabbiato con me? Avrei voluto picchiarlo. La rabbia della sera prima non se n'era andata del tutto e sentivo che sarei esplosa da un momento all'altro, ma decisi di mantenere la calma. Infondo il nostro rapporto è sempre stato così. Ci frequentavamo da due mesi, ma fin dall'inizio sapevo che non sarebbe potuta durare dato che lui non aveva mai mostrato reale interesse nei miei confronti, ma cosa potevo aspettarmi da un tipo come lui? Era il classico bellone sempre a caccia di nuove prede, e io alla fine non ero che una delle tante, niente di più niente di meno. Tutto ciò era durato anche troppo. Chiusi la porta alle mie spalle e con un cenno gli indicai di sedersi sul divano. Kevin aprì la bocca per ribattere ma lo zittii con un gesto stizzito che riuscì a ricacciargli le parole giù per la gola, e si lasciò cadere con riluttanza sul divano.                                                    
Presi un bel respiro e incominciai:                                          
"Beh, caro il mio Kevin, se forse tu avessi mantenuto la tua promessa di farmi da accompagnatore al matrimonio ti saresti risparmiato la fatica di cercarmi! Ma ovviamente tu hai sempre di meglio da fare, metti al primo posto gli amici, e io, che sono la tua ragazza, non conto un cazzo tanto per cambiare! Voglio essere sincera con te... non ho mai creduto in questa relazione che è basata sul niente, forse stavamo insieme solo per abitudine, ed è da un po' che questo pensiero mi balena nella testa, ma con ieri il vaso ha  traboccato e questa ipotesi si è consolidata. Sei la persona più egoista che abbia mai conosciuto e non posso stare con una persona che è in grado di amare solo sè stessa, perciò voglio che ti levi dalle palle e che non ti faccia mai più sentire."                                    
L'intenzione era quella di discutere con calma, ma la rabbia repressa ebbe la meglio e prese il sopravvento. Kevin mi guardava sbigottito, era la prima volta che veniva lasciato da una ragazza e il suo orgoglio di macho era stato ucciso dalle mie parole. D'un tratto la sua espressione divenne accigliata, si alzò dal divano e venne verso di me con irriverenza e mi afferrò un braccio. "E questo 'Ben' chi sarebbe?" sbraitò picchiettando insistentemente il suo indice contro la scritta. A quella domanda non sapevo esattamente cosa rispondere, lo ricordavo a malapena... l'unica cosa che sapevo era che il solo pensiero di lui mi rassicurava.                                                                            
"Uno che ho conosciuto al matrimonio, e di certo se tu fossi venuto con me non si sarebbe nemmeno avvicinato, quindi ancora una volta è tutta colpa tua e smettila di fingere gelosia perchè lo sappiamo bene entrambi che di me ti frega ben poco!"                                    
Mi divincolai dalla sua presa sul braccio, mi avvicinai alla porta e la aprii; con un cenno lo invitai ad uscire. Apriva e chiudeva la bocca in continuazione come se stesse per aggiungere qualcosa da un momento all'altro, ma infine si rassegnò e uscì rabbiosamente di casa con il senso di colpa dipinto in volto.                       Quando chiusi la porta fui pervasa da un enorme sollievo! Mi ero finalmente liberata di lui, che di certo non mi meritava, e adesso potevo finalmente concentrarmi su Ben.                                                             

Ma che mi è preso?
 
Perchè sono così ossessionata da Ben?
                          
Erano ormai le sette e mezzo di sera, ed erano passate 24 ore dal nostro primo incontro, ma lui non si era ancora fatto vivo. Di lui non c'era traccia. Per quel che mi ricordavo, apparentemente sembrava realmente interessato a me, ma soprattutto mi era sembrato dolce e disponibile, ma a qunto pare mi sbagliavo.                                                                              
Mai giudicare un libro dalla copertina.                                            

Era solamente uno dei tanti che abborda ragazze tristi alle feste? O gli piacevo davvero?                                     Questo pensiero mi martellò la mente quasi tutto il tempo finchè suonò il cellulare. Lo afferrai con fremito, ma quando diedi un'occhiata al display mi accorsi che non era la chiamata che aspettavo. Era Alycia, una delle mie migliori amiche, che mi invitava ad andare con lei, Jules, Meg, Debby e Hellen in un nuovo locale dove si sarebbe tenuto un concerto di una band esordiente. Ero così frustrata dal fatto che Ben non mi avesse chiamata che ero tentata di declinare l'invito, ma avevo decisamente bisogno di svagarmi, così mi feci una doccia e mi dedicai al restauro: mi truccai con fondotinta (concentrandomi per coprire quel brufolo sul mento), eyeliner, matita, mascara e rossetto, piastrai i miei lunghi capelli rossi, mi infilai in un vestito nero al ginocchio con maniche a tre quarti in pizzo e uscii di casa con il pensiero rivolto sempre e solo a Ben.                                                        
Mentre guidavo verso il locale, guardandomi distrattamente intorno mi accorsi che la doccia non aveva cancellato il suo nome dal mio braccio. Era come se quelle tre lettere fossero state assorbite dalla mia pelle. Mi era praticamente impossibile non pensare a lui!                                                                      
Arrivata a destinazione venni sommersa da un'atmosfera festosa che per un momento mi fece dimenticare di lui. Il locale era accogliente, ma piccolo, forse troppo piccolo, e al suo interno vi era molta gente, forse troppa gente... mi sembrava di soffocare ma preferivo di gran lunga annegare tra la folla anzichè starmene sul letto a fissare il soffito pensando a quell'estraneo così stranamente importante per me.
Sgomitando qua e là riuscimmo a farci spazio tra la folla così da essere proprio sotto il palco, per goderci un vista migliore. La band entrò in scena e infuse una grande energia nel pubblico. Meg, Debby e Jules erano decisamente le più scatenate e forse se mi fossi scatenata anche io avrei scacciato una volta per tutte quel maledetto pensiero, così mi misi a ballare come non avevo fatto mai.
Erano passate ore, ma il locale stava per chiudere di lì a poco, e la band suonava ancora; il batterista aveva un non so che di familiare, ma dato che avevo un misto di alcol e adrenalina in corpo, decisi di non farci caso. Stavo bene. Il pensiero di Ben non mi sfiorava più, erano ore ormai che non pensavo a lui. 
La serata era finita, la band stava per congedarsi, ormai eravamo quasi tutte andate e proprio quando stavamo per uscire dal locale mi sentii afferrare per il polso.

"Gwen!"




CONTINUA...



Nota dell'autrice: Ciao a tutti cari lettori! Mi scuso per averci messo così tanto a pubblicare ma non trovavo le parole giuste e beh... spero che questo capitolo vi piaccia! Posterò il prossimo il prima possibile, promesso :3
Vi chiedo perfavore di lasciare una recensione, positiva o negativa che sia, è molto importante per me, soprattutto per capire se e cosa vi piace *-* 

Un bacio
- Kya_Smiler :*

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