Welcome to Hogwarts

di Arya Rossa
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Capitolo 1 ***
Capitolo 3: *** Capitolo 2 ***
Capitolo 4: *** Capitolo 3 ***
Capitolo 5: *** Capitolo 4 ***
Capitolo 6: *** Capitolo 5 ***
Capitolo 7: *** Capitolo 6 ***
Capitolo 8: *** Capitolo 7 ***
Capitolo 9: *** Capitolo 8 ***
Capitolo 10: *** Capitolo 9 ***
Capitolo 11: *** Capitolo 10 ***
Capitolo 12: *** Capitolo 11 ***
Capitolo 13: *** Capitolo 12 ***
Capitolo 14: *** Capitolo 13 ***
Capitolo 15: *** Capitolo 14 ***
Capitolo 16: *** Capitolo 15 ***
Capitolo 17: *** Capitolo 16 ***
Capitolo 18: *** Capitolo 17 ***
Capitolo 19: *** Capitolo 18 ***
Capitolo 20: *** Capitolo 19 ***
Capitolo 21: *** Capitolo 20 ***
Capitolo 22: *** Capitolo 21 ***
Capitolo 23: *** Capitolo 22 ***
Capitolo 24: *** Capitolo 23 ***
Capitolo 25: *** Capitolo 24 ***
Capitolo 26: *** Capitolo 25 ***
Capitolo 27: *** Capitolo 26 ***
Capitolo 28: *** Capitolo 27 ***
Capitolo 29: *** Capitolo 28 ***
Capitolo 30: *** Capitolo 29 ***
Capitolo 31: *** Capitolo 30 ***
Capitolo 32: *** Capitolo 31 ***
Capitolo 33: *** Capitolo 32 ***
Capitolo 34: *** Epilogo ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Arya si gettò sul sedile di uno dei vari vagoni del treno, stremata. Tutta la famiglia la circondava e fecero esattamente la stessa cosa. “Salvi per un soffio, come l’anno scorso e non voglio riferirmi a nessuno in particolare, Sansa” esclamò per poi fissare sorella, che si stava arricciando nervosamente i chilometrici capelli rossi, con fare accusativo, mentre lei tentava, per la prima volta i vita sua, di distogliere l’attenzione da se stessa. Invano. “Non è colpa mia, siete voi che non mi avete svegliata presto stamattina” iniziò a far ruotare lo sguardo un po’ ovunque per la cabina, ma senza incrociare gli occhi di nessuno dei familiari.
Arya sospirò e appoggiò la testa al finestrino alla sua destra. “Già, dovevamo svegliarti prima per darti il tempo di  imbottire il reggipetto per nascondere che sembri una dodicenne anche se ormai hai quindici anni. Il tuo egoismo mi stupisce, come diamine ci sei finita in tassorosso?”
Bran, seduto accanto ad Arya, si mise a ridere. “Probabilmente perché le mancano sia coraggio sia Intelligenza per entrare nelle altre case. Considerando che ha una cotta per quel piccolo serpeverde di Joffrey”
Calò un silenzio imbarazzante quando iniziarono a parlare di quella casa. Nella famiglia non avevano mai accettato che Arya fosse finita nella casa dei… ‘cattivi’. Lei sapeva bene il motivo, ma non lo aveva detto a nessuno e fingeva che fosse stato un caso. Gli Stark accettavano ogni casa, ma non serpeverde.
Eddard era finito in grifondoro, Catelyn in corvonero e il figlio maggiore, Robb, nella stessa del padre, finchè…
“Bran, dove credi che finirai?” Jon interruppe quel silenzio riferendosi all’undicenne.
“E chi lo sa, per me è indifferente, ma credo che mi piacerebbe grifondoro, manca solo quello in famiglia caro il mio corvo” lo sfotté ricevendo in risposta una smorfia.
Jon era chiamato corvo perché tra i corvonero persino lui sembrava più intelligente di molti altri. Il cappello parlante era parecchio indeciso tra quella casa e grifondoro, ma Jon aveva preferito l’intelligenza al coraggio, nessuno sapeva perché: non lo aveva detto. Era una famiglia piena di segreti.
Arya sospettava c’entrasse quella piccola rossa, Ygritte, finita in quella casa poco prima di lui, ma non aveva certezze, specialmente perché nonostante tutto il tempo passato i due avevano scambiato si e no due parole.
“E Rickon dove lo sistemi?” continuò.
Arya sorrise. “Questo è l’ultimo anno per te fratellone, se l’anno prossimo il piccolo finisse in corvonero tornerebbe tutto normale, anche se non de lo vedo”
“E comunque” ricominciò Sansa. “a me non piace Joffrey”
“Me lo auguro, quello è meschino, prepotente e una grandissima testa di…”
Qualcuno aprì lo scompartimento. “Qualcosa dal carrello?” affermò la donna con un sorriso.
“No grazie” la porta si richiuse. “testa di cazzo” continuò Arya più a bassa voce.
“E tu che ne sai?” esclamò indignata la più grande.
“Ehm… io sono serpeverde come lui! Lo sento mentre parla nel nostro dormitorio e alla nostra tavola
“Arya, è un purosangue! Lui è nobile, gentile…”
“Hai detto solo due aggettivi e già ho capito che non parli di lui”
Sansa rimase in silenzio, come faceva sempre quando era Jon a parlare.
Un giorno Eddard era partito e quando era tornato c’era un bambino con lui, si sapeva solo che il suo vero cognome era Snow. L’uomo non aveva tradito Cat, non lo avrebbe mai fatto, l’amava davvero, ma nessuno sapeva quali fossero le vere origini di Jon e, siccome non era un vero Stark, Sansa e Cat non lo avevano accettato. A differenza degli altri che invece lo adoravano, soprattutto Arya.
Il loro rapporto era davvero indescrivibile.
“Arya” continuò Bran. “mi racconti un po’ di Hogwarts?”
“Che vuoi che ti dica? Sansa è nella casa più sottovalutata e contribuisce da cinque anni a renderla tale con il suo meraviglioso carattere”
“Non voglio sapere delle case, ho letto i libri, le conosco” sbuffò il piccolo.
Arya sorrise. “Si, ma io volevo insultare Sansa”
“Parlami del Quidditch, come si diventa cercatori? Mi piacerebbe entrare nella squadra”
“Io lo sono diventata al secondo anno, cioè l’anno scorso, devi solo impegnarti. E farti notare naturalmente” si accovacciò accanto al baule per prendere qualcosa da mangiare.
“In grifondoro chi lo è?”
Arya strinse il panino appena cacciato. “Quel brutto bastardo”
“Chi?”
Jon si mise a ridere. “Ce l’hai ancora con Waters sorellina?”
Lei sgranò gli occhi ed alzò il tono della voce. “Mi ha fatto un incantesimo incollandomi le scarpe per terra prima della lezione di pozioni! Pozioni! La professoressa Lannister si è incazzata a morte, spera di non vederla mai incazzata, credo anche che ce l’abbia con me”
Sansa sospirò. “Lei è una purosangue, non la dovreste insultare. A differenza di quel Gendry, mez…”
“SANSA!” Arya la bloccò. “Io posso insultare Gendry perché ci detestiamo e perché lui insulta sempre me, ma tu non puoi fare lo stesso. Specialmente non per il fatto che uno dei suoi parenti non era un mago, come se cambiasse qualcosa poi. Molti purosangue sono dei coglioni e tu sei un esempio se lo insulti per questo”
Bran si mise a ridere. “Mi spieghi come sei passata dall’insultarlo al difenderlo?”
“L’incantesimo che mi ha fatto alle scarpe era efficace, non posso negare che sia un bravo mago, specialmente se paragonato a Sansa”
La ragazza sbuffò. “Non ricominciare”
“Lui ha due anni in più di me, ergo è al quinto anno come te e nonostante questo ti supera praticamente in tutto”
Jon sorrise. “Quindi ammetti che è più bravo di te?”
“Solo negli incantesimi perché è più grande. Nel volo lo batto senza alcun problema”
Silenzio imbarazzante, di nuovo, e Jon si ritrovò ad interromperlo, di nuovo. “Comunque che Cersei è una stronza lo sanno tutti. Ma tu avevi barato ad una partita di Quidditch o sbaglio? Per questo ti aveva fatto quell’incantesimo, vendetta”
“Sono una serpeverde, barare è il mio ruolo”
Stava scherzando mentre lo diceva, era ovvio, ma Sansa iniziò a guardare fuori dal finestrino pensierosa. “Spero solo che il nome della tua casa non ti autorizzi a passare dalla Sua parte, ricordati bene quello che ci ha fatto, a tutti noi Arya”
Il sorriso scomparve improvvisamente dalla bocca dei fratelli, che furono costretti a rimanere in silenzio fino all’arrivo a scuola.
Sembrava quasi che Sansa si divertisse a rovinare le giornate altrui.

Arya era seduta al tavolo con tutta la sua casa serpeverde a parlare con Daenerys Targaryen. Era un anno più grande di lei e non sembrava affatto così cattiva da dover entrare in serpeverde. Ma quando qualcuno la faceva arrabbiare si poteva davvero dire che l’inferno arrivava sulla terra, quando si arrabbiava si divertiva parecchio a fare incantesimi che comprendevano il fuoco e a quel punto...
A scuola andava abbastanza bene, ma nel quidditch faceva veramente pena, cosa strana considerando che a volare era particolarmente brava. Non quanto Arya, ma brava. Le stava raccontando di ciò che aveva sentito sul nuovo insegnante di rune antiche: Tyrion Lannister. Come se tutti i Lannister in quella scola non bastassero: Jaime come insegnante di difesa contro le arti oscure non era questa meraviglia.
Dopo qualche minuto entrò la professoressa McGranitt con una sfilza di ragazzini del primo anno. Arya vide subito il fratellino, ma siccome il suo cognome era ‘Stark’ sarebbe stato uno degli ultimi ad essere smistatati. Prima vennero divisi circa i tre quarti dei ragazzi. Un ragazzino colse l’attenzione di Arya: Tommen Baratheon, il fratellino di Joffrey, ma fu smistato in tasso rosso. Si vedeva che non era cattivo, aveva uno sguardo troppo innocente.
A differenza del più grande che stava prendendo in giro con i suoi amici idioti quelli più piccoli, anche quelli della sua stessa casa. Troppo codardo per insultare quelli in grado di difendersi, infatti era molto raro che prendesse di mira Arya o che facesse scherzi a qualcuno quando lei era nelle vicinanze. Aveva una brutta esperienza da quel punto di vista.
Una volta la ragazza gli aveva lasciato una brutta cicatrice.
Quando arrivò il turno di Bran ad Arya salì il cuore in gola. Lui aveva detto che era indifferente dove sarebbe stato smistato, ma non era vero: quando lei era finita in serpeverde tutti avevano iniziato a… guardarla male.
La piccola Stark, figlia di generazioni di grifondoro, tassorosso e corvonero, case buone e oneste, era finita nella casa che era praticamente l’opposto di tutte quelle caratteristiche.
Solamente Jon non gliel’aveva fatto pesare, scherzandoci sopra e prendendola in giro invece di trattarlo come un argomento da prendere con le pinze.
Gli altri invece… non voleva che a Bran succedesse lo stesso insomma.
Lo vide avanzare incerto e iniziare a tremolare quando il cappello iniziò a muoversi sulla sua testa. Ci mise solo pochi secondi prima di pronunciare la parola “grifondoro”.
Un coro di applausi si levò dalla tavola rosso-oro e anche Arya non riuscì a fare a meno di sorridere e unirsi battendo le mani.
La ragazza incontrò prima lo sguardo del fratellino e poi quello del fratellastro, continuando a sorridere fiera, poi si girò ricominciando a parlare con Daenerys.

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Capitolo 2
*** Capitolo 1 ***


Arya passò tutto il primo giorno con il fratellastro a farsi aiutare a recuperare i compiti non fatti durante le vacanze, a cominciare dal tema di pozioni, per finire con quello di erbologia.
Poi Sansa osava dire che non era una persona seria, aveva passato tutta la giornata senza volare!
La scopa che aveva la usava da quando era diventata cercatore, gliel’aveva regalata il padre. Era malandata e spesso le persone la prendevano in giro, ma aveva una velocità ed una resistenza incredibile.
Con quei pensieri che le ronzavano per la testa la sera invece di cenare aveva deciso di prendere quella scopa ed andare a volare, a casa non poteva e il campo da quidditch a quell’ora era libero.
Fece un semplice incantesimo ad una pallina delle dimensioni di un boccino in modo che volasse autonomamente e poi iniziò ad inseguirla.
Passò almeno una decina di minuti a divertirsi, finché non vide… lui.
Non indossava la divisa di grifondoro, ma semplicissimi pantaloni con una maglietta a maniche corte, si era anche levato quel filo di barba e si era tagliato un po’ i capelli neri dell’anno scorso. Arya alzò gli occhi al cielo. “Gendry, che diamine ci fai qui?”
“Ma come siamo acide, non mi saluti neppure? Non ci vediamo da tre mesi” sorrise, come solo lui sapeva fare.
La ragazza sbuffò. “Chiedo umilmente perdono, ora mi rispondi?”
“Non avevo fame semplicemente”
“Gendry, mi fai giocare?”
“Giri ancora su quella scopa?”
“Con questa scopa ti ho battuto a parecchie partite ti vorrei ricordare. È più veloce”
Dopo un minuto Gendry la fissò e si mise a sghignazzare. “Ti ho mai detto quanto sei bella quando ti conci così?”
Arya abbassò un secondo lo sguardo sui suoi pantaloni malandati, sugli stivali sporchi e sulla maglietta da uomo. Aveva anche i capelli tagliati male e molto scompigliati. Era uno spettacolo. “Cambi argomento perché sai che ho ragione?”
“No, cambio argomento perché sei davvero bellissima”
“Vaffanculo” iniziò a volare con la scopa per raggiungerlo e lui iniziò a scappare ridendo. Finché Arya non lo raggiunse almeno. Lui era a pochi metri da terra e lei era saltata giù dalla scopa colpendolo e facendo cadere anche lui e facendo finire le scope chissà dove. Lui ci mise un po’ di tempo ad alzarsi, poi iniziò a massaggiarsi la testa appena sbattuta per terra. “Sai, sembri davvero una piccola lady, ma non hai dimenticato qualcosa?”
Arya invece iniziò a massaggiarsi la coscia, a volte era un po’ istintiva e si faceva sempre male. “Cosa? Vantarmi per il fatto che ti ho steso?”
Gendry alzò la pallina che lei stava usando per giocare. “L’incantesimo non era niente male, ma potevo fare di meglio”
“Mi fa male la gamba, non mi va di riprendere quella cosa, quindi te la regalo. Comunque, non sai fare di meglio solo perché sei più grande vero?”
“Solo di un paio d’anni, ti diverti a rinfacciarmelo serpeverde?”
“Parecchio grifondoro” incrociò le braccia tornando seria. “avete già deciso chi reclutare per sostituire gli ultimi battitori?”
“Non te lo rivelerò di certo, tu invece hai deciso come evitare tutti quei votacci?”
“Non prendo votacci, solo che non prendo neanche tutte E, comunque non mi servono bei voti per giocare a Quidditch”
“Beh, se la McGranitt vedesse che vai male però ti toglierebbe il posto, io comunque torno nella mia torre, tu tornatene nei sotterranei”
“Vedi di caderci da quella torre coglione”
“Non te lo posso promettere milady” Arya non riuscì neppure a rendersi conto del modo in cui l’aveva chiamata che era già volato via, così anche lei decise di andarsene a dormire.


La mattina dopo si sveglio per colpa del cucciolo di cane che le leccava il viso. Le piaceva essere una serpeverde: aveva una camera che divideva con una ragazza che neppure considerava un’amica, inoltre la famiglia era a metri e metri di distanza, quindi era un po’ come essere indipendente.
Si alzò distrattamente e controllò l’orario. Merda. Pozioni. Ed era in ritardo.
Si mise i soliti vestiti da ragazzo e si legò i capelli in una coda alta, per poi uscire e correre nell’aula senza neppure il tempo di fare colazione. Riuscì ad arrivare in tempo per miracolo, poi prese il libro ed andò ad una delle postazioni.
La professoressa arrivò, come al solito, con un diavolo per capello. “Allora, noto che siete stati tutti promossi, beh, non ho intenzione di insegnarvi pozioni nuove il primo giorno, quindi preparatemi una occhiopallato, come revisione per le vacanze”
Si levò un coro di sbuffi, ma per fortuna Arya era molto brava in quella pozione, le era servita spesso a casa mentre giocava con i fratelli e, per fortuna, riuscì a prendere dieci punti per la sua casa ed un accettabile che, con quella prof, era pari ad un eccellente. Ma poco importava, non faceva molto caso ai voti.
Alla seconda ora invece aveva difesa contro le arti oscure. Fecero un ripasso degli incantesimi dell’anno prima e la ragazza si sentì particolarmente estasiata nel tirar fuori la bacchetta. Quando Jon gliel’aveva fatta fare non credeva che Ollivander facesse un lavoro così perfetto. Legno di frassino, dieci pollici e mezzo e nucleo di corda di cuore di drago. Come bacchetta era particolarmente sottile, Jon l’aveva fatta fare così perché sapeva che se fosse stata troppo ingombrante la ragazza l’avrebbe gettata via per il fastidio, così si era ritrovata con un oggetto sottile come un ago, da allora lo chiamava così. Era l’unica ad aver dato un nome alla bacchetta per quanto ne sapesse, ma nessuno la prendeva in giro siccome li aveva menati quando l’avevano fatto.
Il professor Lannister in quella mattina ebbe un’idea folle, davvero. Affermò che, siccome erano tutti serpeverde, dovevano essere in grado di combattere anche con delle difficoltà, così (IL PRIMO GIORNO!) decise di farli combattere con dei ragazzi più grandi. L’unico amico del suo anno, chiamato da tutti Frittella, finì contro Daenerys che in pochi secondi lo mise al tappeto e lei finì contro Jeoffrey.
Coincidenza? Senza dubbio no, ma poco importava. Il biondo partì subito all’attacco commettendo il suo primo errore, infatti Arya iniziò a scagliare una serie di protego, finchè uno non fece tornare l’incantesimo indietro facendo tra l’altro finire Joffrey al tappeto. Si mise a ridere e pensò a quello per il resto della giornata.
A pranzo iniziò ad ingozzarsi come non mai finché il fratellastro, fregandosene degli sguardi altrui, non la raggiunse. “Sorellina, il tuo amichetto Joffrey ha un occhio nero, c’entri qualcosa?”
“Giuro sulla mia vita di non aver attaccato nessuno oggi, tu che hai fatto?”
“Niente di che, in nuovo insegnante di rune antiche però non è male”
“Anche se è un Lannister? Spero di conoscerlo presto allora. Passando a cose serie, questo è il tuo ultimo anno, quando parlerai con Ygritte?”
“Di che parli?”
“Tutta la scuola sa che hai una cotta per lei da anni, tranne lei naturalmente. Anche Bran lo sa, gliel’ho detto io” sorrise come un’idiota.
“Sta zitta Arya, girano anche molte voci su te e Waters al mio tavolo e a tassorosso”
“Perché non avete pettegolezzi vostri? Comunque, davvero, me e quello? Mai nella vita, ieri l’ho visto e non è cambiato di una virgola”
“Ti conosce come se fosse il tuo migliore amico, l’hai notato?”
“Si, anche io lo conosco benissimo, solo che… no, non cambiare argomento Jon, la inviterai ad Hogsmeade in queste settimane? Oppure aspetterai fino al ballo di Natale? La odio quella festa”
Lui sbuffò. “Ciao Arya, io me ne torno al mio tavolo”
Si alzò ma lei lo bloccò. “No dai, un’ultima domanda, a Sansa e Bran com’è andato il primo giorno? Non voglio imbarazzarli andando alle loro tavole, o meglio, non voglio imbarazzare il mio fantastico fratellino andando a grifondoro e non voglio imbarazzare me andando a tassorosso, quindi dimmelo tu”
“Beh, Bran dice che non è il migliore ma nemmeno il più imbranato per ora e Sansa continua a parlare solo di cosa deve aver passato il suo eroe Joffrey per farsi un occhio nero”
“Ma come fa a disprezzarmi tanto per essere in serpeverde e poi amare tanto uno della mia stessa casa? L’hai sentita sul treno ieri? Crede che io possa…”
“L’ho sentita, comunque per me devi solo lasciarla perdere, la conosci, è fatta così. Arriva la tua amica, io scappo prima che mi incenerisca con lo sguardo solo perché sono al vostro tavolo, ciao” le scompigliò i capelli ed andò via.
Arya si girò e fece un po’ di posto alla ragazza. “Ciao Dany, sai che visto che hai steso quel poveretto di Frittella, non è neppure venuto a mangiare?”
“Era un comunissimo schiantesimo, ci sono andata piano, se lui faceva schifo che c’entro? Comunque cos’era quel libro sotto il tuo letto?”
Arya rischiò di soffocare. “Cosa?”
“Oggi avevo un’ora libera e quando mi sono svegliata avevo paura che tu fossi ancora a dormire, così sono venuta a controllare ed ho visto che c’era quel librone sotto il letto, sembrava interessante, anche se non molto da te”
“Dany, ti prego promettimi che non ne farai parola con nessuno”
“Perché? Che c’è di tanto segreto?”
“Tu promettilo, ti prego”
“Va bene, come ti pare. Certo che sei strana oggi”
“Capita anche hai migliori, non è colpa mia” sorrise e ricominciò  ad ingozzarsi.


*Angolo me*
okay, non so che cosa diamine sia successo ma ho ricevuto 4 recensioni solo per il prologo! probabilmente eravate tutti drogati e il prologo sembrava interessante, ma vi perdono. se il capitolo vi fa schifo però non vi perdonerò :'(
naaah fa niente, ma non esagerate.
comunque, ringrazio quelle ~~drogate care persone che hanno recensito e inserito tra le seguite, davvero, vi adoro. beh... ho finito di rompere u.u
byby CasaStark

p.s. so che in Harry Potter non si dovrebbero portare cani ad Hogwarts. ma nella lettera dicevano 'gufo, gatto, rospo' e Ron arriva con un topo! così anche io ho aggiunto un animale u.u

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Capitolo 3
*** Capitolo 2 ***


Nel giro di un paio di giorni a scuola tutto tornò come se gli Stark non fossero mai andati via. Beh, Bran naturalmente era parecchio impacciato ed ancora non si abituava all’idea di essere ad Hogwarts, ma non se la cavava affatto male. Jon aveva ricominciato a studiare come un corvo, ma passava anche il suo tempo con Arya sulla scopa ad aiutarla ad andare più veloce, mentre quest’ultima non faceva praticamente nulla, se non scherzi ed incantesimi a Gendry (che rispondeva) e alla sorella, che si disperava. Proprio in quella mattinata Sansa si era svegliata con i capelli verdi ed aveva deciso di darsi malata pur di non farsi vedere in giro con quei cosi.
“Arya, io ti ammazzo” urlò per l’ennesima volta guardandosi allo specchio.
La ragazza entrò improvvisamente nella stanza e si gettò sul letto mettendo anche i soliti stivali da maschio sul cuscino fregandosene delle lamentele che le entravano in un orecchio e le usci… no, non entravano nemmeno, non le sentiva semplicemente. “Mi hai chiamato sorellona?”
Lei la fissò abbastanza sconcertata. “Come diamine sai la parola d’ordine dei tassorosso?”
“Ho delle conoscenze, so anche quella di corvonero e grifondoro in effetti se tu volessi andare a trovare i nostri fratelli”
“Sei qui da due giorni”
“Davvero? Mi era sfuggito. Comunque, quei capelli si intonano con i tuoi occhi sai?”
“Va al diavolo e levati dal mio letto! Fammi anche tornare normale, sto perdendo le lezioni!”
“Quanti ordini! Comunque che cosa triste che vuoi andare a scuola, io ho un’ora libera invece, carino è? Non so perché ma oggi salto incantesimi, si dice anche che la Lannister non ci sia. Bho”
“Forse è andata a trovare il marito. Fammi tornare i capelli rossi Arya!”
“Quel ciccione di Robert? Povera donna, ma non dirò che non se lo merita. Che mi dai in cambio se ti accontento?”
“Tu cosa vuoi?”
Arya sapeva benissimo cosa voleva: la mappa del malandrino. L’aveva un tassorosso, ma non sapeva chi e di sicuro non poteva chiedergliela, Sansa non sapeva affatto mantenere i segreti. Doveva trovarla da sola. “Voglio che tu mi dica tutte le parole d’ordine di tassorosso da oggi alla fine dell’anno”
“Non avevi detto di avere delle conoscenze?”
“Si, ma è uno che ho salvato una volta dal tuo amore che lo voleva menare, il debito lo ha saldato con un codice, non me ne dirà altri”
“Come ti pare, ma tu fammi tornare normale, ho la prima ora con Joffrey!”
Arya alzò gli occhi al cielo e fece l’incantesimo per poi vederla sparire dietro la porta della camera. Aveva circa un ora per trovare quella mappa.
Voleva usare l’incantesimo di appello, ma se non conosceva il luogo in cui era l’oggetto non poteva, quindi le toccò fare alla vecchia maniera: mettendo tutto sottosopra ed usando la magia solamente per mettere poi tutto apposto.
Alla fine dell’ora non aveva trovato assolutamente nulla ed aveva la lezione di rune antiche con un nuovo professore, quindi non doveva fare tardi.
Corse fuori particolarmente amareggiata e raggiunse l’aula del professor Lannister (doveva assolutamente trovare un metodo per distinguerli) che, a differenza degli altri, era puntuale. Arya si ritrovò a scusarsi con quello che scoprì essere un nano molto diverso dai fratelli e i sedette accanto al suo compagno tassorosso, quello che aveva difeso da Joffrey. “Hai trovato quello che cercavi?” le chiese subito.
“No purtroppo ed è indispensabile”
“Sono tassorosso, se mi dici cosa cercavi posso aiutarti”
“Non posso”
“So mantenere i segreti”
Arya sorrise furba, era una serpeverde no? “Beh, è una mappa, una un po’ particolare”
“Come fa una mappa ad essere particolare? Comunque ogni tanto vedo Parker  che prima di dormire osserva con particolarità una pergamena, ne sembra ossessionata, se la porta sempre in giro da un anno a questa parte”
“Perfetto, ti chiedo scusa per questo” cacciò la bacchetta da sotto il tavolo e lanciò un incantesimo “Oblivion” era parecchio difficile, ma Jon gliel’aveva insegnato ed impegnandosi l’anno prima l’aveva imparato.
Il professore alzò lo sguardo fissandola. “Che succede li?”
“Nulla professore” esclamò, poi lui riprese la lezione ed anche Arya riuscì a seguire, più o meno.
Appena fuori dall’aula tentò di raggiungere la ragazza, Parker, ma i serpeverde che raggiungevano la nuova lezione di rune antiche la bloccarono. Compresi Joffrey, con i suoi scagnozzi naturalmente, che… giocava con dei novellini. Arya non poté fare a meno di avvicinarsi per farlo smettere. “Baratheon? Cosa ci fai accanto l’aula di rune antiche? È una materia facoltativa e, piccolo dettaglio, serve un cervello per frequentarla”
Lui si girò, ancora con un occhio nero. “Stark, perché non torni dai tuoi amichetti mezzo…”
Arya cacciò la bacchetta e la avvicinò pericolosamente all’occhio sano.”Vuoi che ti faccia nero anche quello? No? allora non finire quella frase!”
“Non mi attaccherai senza motivo”
“Lo pensavi anche quando il mio cane ti ha azzannato due anni fa, ricordi?”
“Andiamocene ragazzi. Sappi che questo lo dirò alla professoressa Lannister!”
“Joffrey, tutti sanno che è tua madre, ma non è una tua insegnante e non ha giurisdizione su di te”
“Lo vedremo” andò via e lei guardò il piccolo grifondoro che, per fortuna, non era Bran. Dopo di che iniziò a guardarsi intorno, ma ormai aveva perso la Parker.
Passò il resto della giornata a deprimersi e lo stesso accadde durante il pranzo. “Che brutta cera Arya, ci hai fatto perdere punti per caso?”
“No, niente del genere, senti, tu hai qualche informazione sulla mappa del malandrino Dany?”
“La che?”
“Mappa del malandrino”
“Beh, no, direi di no, mai sentita, chiedi a tuo fratello, è un corvo no? poi perché ti interessa? Cos’ha di speciale?”
“Niente di che” sospirò. Anche se l’avesse presa inoltre non sapeva come aprirla, ne come richiuderla.
“Fammi indovinare, non puoi parlarne. Siamo qui da nemmeno una settimana e già sei piena di segreti”
“Sono una tipa misteriosa, che ci vuoi fare? Io vado da mio fratello”
“A tavola non l’ho visto, dove lo cercherai?”
“Sarà in camera a scervellarsi su quella ragazza”
“Ygritte?”
“Lo sai anche tu?”
“Come il resto della scuola”
Arya si mise a ridere e corse al dormitorio corvonero. Appena arrivata vide che Jon era l’unico li dentro, seduto sul divano in sala comune a provare degli incantesimi su un pezzo di carta. “Arya? come sei entrata? No, non voglio saperlo, che vuoi?”
“Ti cercavo, mi servono delle informazioni”
“Per chi e su cosa?”
“Per… Daenerys, sulla mappa del malandrino?”
“Beh… so solo la storia, non è in nessun libro, ma so che è stata creata da quattro ragazzi, i malandrini, ma che poi Gazza l’ha confiscata, dovrebbe averla ancora lui, Daenerys come la conosce?”
“Non ne ho idea, comunque mi ha detto che non sa di preciso come si apre, tu lo sai?”
“Serve una parola d’ordine sia per aprirla sia per chiuderla, non so qual è però”
Lei strinse i denti. “Va bene, grazie”
Jon si alzò e la fissò incrociando le braccia.
Arya incrociò lo sguardo. Merda, sapeva che stava dicendo un mucchio di fesserie. “Arya, non so perché Daenerys voglia informazioni su quella mappa, ma sai, considerando che è stata creata dai grifondoro credo che dovresti… cioè, che dovrebbe, chiedere informazioni a loro”
“Beh, glielo riferirò, molte grazie”
“Già, poverina, sarà costretta a parlare con uno di loro” si risedette mentre Arya cacciava la bacchetta, ma lui, senza staccare gli occhi dal libro, la fermò. “Arya, sono caposcuola e con gli incantesimi non sono affatto male, fossi in te non lo farei”
“Va al diavolo”
Corse fuori e decise di tornare al dormitorio dei tassorosso, finché non incontrò la sua compagna di stanza: Susan. Cavolo, quanto la odiava, soprattutto perché era la capitana della squadra di quidditch, nonché battitore, ed all’inizio non la voleva accettare come cercatrice. Arya fu costretta però a tirare un sorriso. “Ciao Susan, che vuoi?”
“Solo avvisarti che domani ricominciamo gli allenamenti, ci vediamo alle tre al campo”
“La prima partita contro chi sarà?”
“Tra tre settimane contro… grifondoro”
“Oddio, mi prendi in giro vero?”
“Affatto”
“Certo, dimenticavo che tu non scherzi mai, io però ora devo andare, ciao” si avviò di nuovo verso il dormitorio di tassorosso sperando di non vedere più nessuno e continuando a riflettere su quella stupida mappa. Doveva davvero chiedere ad un grifondoro per sapere la parola d’ordine e, naturalmente, doveva chiedere a Waters.
Se c’era qualcuno che lo sapeva era lui, inoltre credeva di potersi fidare, più o meno.
Diede un calcio alle scale che stava percorrendo, isterica. “Devo scoprire quella stupida parola d’ordine e devo anche trovare la mappa, devo!”

*Angolo me*
Allora, inizio subito dicendo una cosa: Alyss01, io te lo avevo detto che ti rubavo la citazione. Non uccidermi! *si protegge con una padella*
Poi, so che al momento non sembra che ci sia una vera e propria trama nella storia, ma se avete pazienza prometto che ci arriveremo, direi che (stranamente) oggi non ho così tante cose da dire. Vi auguro, in ritardo, una buona Pasqua, vi ringrazio perché seguite la mia storia (già dieci persone! Vi adoro) e… spero di sentirvi nelle recensioni, altrimenti direi che ci sentiamo al prossimo capitolo :*
Byby CasaStark

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Capitolo 4
*** Capitolo 3 ***


Arya passò tutto il resto della giornata a cercare un modo per fregare la mappa alla tassorosso, poi realizzò che sarebbero bastati un paio di incantesimi elementari ed iniziò a preoccuparsi delle parole d’ordine che servivano per aprirla e così, durante la cena, raggiunse Gendry al tavolo grifondoro. Ne rimasero tutti abbastanza stupiti, specialmente lui che si ritrovò a fissarla. “Che ci fai qui milady?”
Lei ricambiò quello sguardo. “Miche? No, non mi importa, limitati a non chiamarmi così mai più. Vieni un attimo con me? Devo parlarti”
“Sto mangiando, non lo vedi?”
Lei sorrise e si avvicinò al suo orecchio. “O muovi il culo o fidati di me non sarò più io la lady qui in mezzo. Posso tagliarti gli attributi in più di dieci modi”
Lui era abbastanza… terrorizzato, come chiunque quando si parlava di Arya, ma sorrise facendo finta di niente. “Ti eserciti per caso?”
“Puoi scommetterci e se non ti muovi diventerai il mio prossimo bersaglio di allenamento. Alzati Waters” si girò ed uscì dalla sala Grande consapevole del fatto che lui la stava seguendo, poi si girò e lo guardò negli occhi  azzurri. “Allora, cosa sai della mappa del malandrino?”
Improvvisamente Arya aveva catturato la sua attenzione: Gendry la guardò interessato. “Molte cose in effetti, una serpe come te invece coma la conosce?”
“Ho parenti in ogni casa ricordi? Comunque voglio sapere i codici, conosci anche quelli?”
“Per aprirla e chiuderla? A che diamine ti ser… aspetta un secondo, non dirmi che sai dove si trova”
“Voglio solo sapere i codici Gendry e qualcosa mi dice che tu li conosci, da bravo grifondoro quale sei”
“Intanto dimmi a che ti servono”
Arya abbassò lo sguardo, poi lo guardò e sorrise. “Vendetta”
Lui rise, anche se non era il tipo di vendetta che si aspettava. “Già, capisco. Cosa ottengo in cambio?”
“Ci avrei scommesso, tu cosa vuoi?”
“Sappiamo entrambi che non puoi farmi i compiti, quindi non lo so. Ci penserò su”
“Ti faccio vincere un paio di partite a quidditch”
“Cosa? Tanto che ci tieni? Tu odi essere sconfitta”
“Gendry, dimmi il codice!”
“Sai che facciamo, io te lo dico e tu in cambio me fai usare la mappa quando voglio”
Arya sbuffò. “Come ti pare, come la apro?”
“Che diamine hai?”
“Niente, sto benissimo”
“A mentire sei incredibilmente brava, ma con tutti gli scherzi che ci siamo fatti so riconoscerlo, non mi freghi neppure per un secondo”
“Come ti pare, ripeto, ora mi dici il codice?”
“Per aprirla? ‘giuro solennemente di non avere buone intenzioni’”
“E per chiuderla?”
“Un solo favore un solo codice”
“Cosa? Ti farò già vedere la mappa in cambio, sarà un solo favore ma non è che sia così minuscolo”
Gendry incrociò le braccia. “Due codici due richieste, non contratto”
“Va al diavolo”
“Quindi accetti?”
“Si se mi dai i codici!”
“Bene. ‘giuro solennemente di non avere buone intenzioni’ per aprirla, ‘ fatto il misfatto’ per chiuderla, devi ance appoggiarci sopra la bacchetta naturalmente”
“Grazie, ora fammi preparare psicologicamente al fatto che ho un debito verso un coglione di prima categoria”
“Hai bisogno di prepararti psicologicamente a me? Io dovrò venire a parlarti per dirti cosa voglio, ti sembra poco?”
“Guarda che se vuoi chiedermi qualcosa di imbarazzante ti rovino l’esistenza”
“Mi hai dato una buona idea”
“Sicuro di volerti mettere contro di me? Ti ricordo che sono quella che ti rovina l’esistenza più o meno dal primo anno”
“Beh, io ero al terzo ed ero il più grande, tecnicamente sono io che ho rovinato la vita a te”
“No, non è vero, tu facevi l’imbecille con una tassorosso: cercavi di rimorchiarla, io ti ho visto e ho deciso di divertirmi facendoti apparire un serpente nella maglietta, ho iniziato io, lo ricordo”
Gendry la fissò con furia omicida. “Aspetta un secondo Arya, mi stai dicendo che sei stata tu?”
“Cosa? Non sapevi che ero io? Quindi non mi hai fatto quell’altro scherzo per vendetta?”
“Affatto, anch’io volevo divertirmi e come se non con una piccola serpeverde del primo anno? Che tra l’altro sembrava un piccolo serpeverde?” calcò molto le parole… maschili della frase sapendo quanto alla ragazza desse fastidio essere scambiata per un maschio.
Infatti lei subito si girò. “Io me ne vado, ciao grifondoro”
“Ricorda il nostro accordo, voglio vedere quella mappa serpeverde!”
Lei ringhio furiosa tra se e se, specialmente per il verso derisorio usato dal ragazzo, e poi se ne andò in camera a dormire.
La mattina dopo aveva nuovamente lezione con tassorosso e doveva assolutamente prendere quella… stava diventando un ossessione, però quando la vide mentre chiacchierava amabilmente con la sorella ebbe un’idea migliore. La raggiunse e si avvicinò al suo viso mentre lei invece si faceva indietro. “Arya, che stai facendo?”
“Volevo dare un bacio alla mia sorell… no, era una bugia, non riesco neppure a dirlo ti rendi conto? Strano perché di solito le bugie le dico bene” si sedette tra la sorella e la Parker, spostando la mano destra sulla spalla di Sansa e quella sinistra sotto il tavolo ed iniziando a maneggiare lo zaino di quest’ultima cercando quella mappa senza farsi notare.
La sorella fissò Arya e spostò la sua mano dalla spalla come se fosse un insetto disgustoso. “Mi dici cosa vuoi?”
“Volevo dirti… per caso hai preso i miei stivali? Non li trovo”
“Perché? Hai altre scarpe oltre quelle vecchie ed orrende che hai addosso ora?”
“Ehm… si anche se in effetti sono quasi uguali. Quindi non li hai visti?”
“Perché dovrei prendere quei cosi? Sono…”
“Orrendi lo so, anche se sta di fatto che quando li metto sono più veloce di te e ti do certi calci che ti uccidono, però non dovresti parlare di stile quando per te acconciarsi i capelli vuol dire fare quello che hai fatto”
“Cos’hai contro i miei capelli?”
“Sono orridi e un po’ troppo alti”
“Non accetto consigli da te”
“Lo so, i miei consigli li accettano solo le persone intelligenti”
“Inoltre” Sansa continuò a parlare come se non l’avesse ascoltata. “hai notato che metti sempre gli stessi vestiti?”
“No, non è vero”
“Si invece”
“Sono tutti pantaloni e magliette di colori simili, ma sono diversi”
“È una cosa orrida, perché ho una serpe come sorella?”
Arya sapeva che era seria, ma fece finta di niente. “Hai una cotta per un serpeverde da un primo anno vorrei farti notare”
“Lui è capitato li per una casualità, il cappello parlante può sbagliare”
“Non da quello che dice, me ne vado, ci si vede in classe Parker, spero di non vederti mai più Sansa, davvero lo spero e lo dico con molto affe… no, non ci riesco ancora”
La ragazza salutò, a differenza di Sansa, ed Arya tornò nella sua stanza dopo un veloce saluto a Bran e Jon.
La ragazza decise di saltare la lezione, si mise nella sua stanza ed usò un incantesimo per sigillare la porta. Era abbastanza spaventata dall’idea che quella ragazza se ne accorgesse, cosa parecchio improbabile considerando che ne esisteva solamente una al mondo, la possedeva solamente lei ed era stata Arya ad avvicinarsi per la prima volta in vita sua al tavolo dei tassorosso, quindi doveva assolutamente trovare un buon nascondiglio. Optò per un incantesimo per rimpicciolire fino s renderla piccola come una gomma da masticare e poi la infilò in tasca, ci stava perfettamente, ma siccome era ancora ansiosa aggiunse anche un altro incantesimo, in modo che, qualsiasi cosa succedesse, tornasse sempre in tasca.
Okay, forse andare ad Hogwarts non era stata una cosa così inutile.
Dopo aver controllato che gli incantesimi funzionassero si decise ad utilizzare la mappa, la fece tornare alle sue dimensioni normali, puntò nuovamente la bacchetta e disse la frase ‘giuro solennemente di non avere buone intenzioni’. Vide subito la mappa che si apriva, rivelando tutto il castello e tutte le persone al suo interno, ma lei subito iniziò a cercare dei nomi precisi: Joffrey, Cersei e Jaime.
 

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Capitolo 5
*** Capitolo 4 ***


Quella sera l’amica di Sansa raggiunse Arya al suo tavolo durante la cena, parecchio infuriata ed aggressiva, soprattutto quando sbatté violentemente le mani sul tavolo. Non ci volle molto a capire il motivo, ma la ragazza fece finta di niente e sorrise alla Targaryen accanto a lei, con un fiso a metà tra il finto stupito e il finto irritato. “Una tassorosso al tavolo delle serpeverdi? Daenerys, ti ho detto che quando vuoi lanciare un confundus devi prima chiamarmi, sono brava in incantesimi, specie quando sono dispettosi”
La bionda ride e la Parker si avvicinò ancora di più, limitando la voce ad un sussurro. “Dov’è finita?”
“Puoi alzare un po’ a voce? Oppure sono diventata sorda?”
“Dimmi dov’è finita!” okay, il tono l’aveva alzato in effetti.
“Di che parli tesoro?”
“Mi hai derubata ieri, avevo una cosuccia molto simile ad una pergamena nella borsa e tu per la prima volta in tre anni sei venuta al ostro tavolo, a parlare con una ragazza che tra l’altro odi di un argomento di cui non parleresti mai. Che casualità”
“Oh, ora che mi ci fai pensare si, ora ricordo. Ora ti spiego, era una pergamena, io l’ho presa, sono andata in camera mia e l‘ho rimpicciolita per infilarla in tasca. Vuoi controllare? Però non te ne approfittare, ho solo tasche posteriori”
“Ti diverti a prendermi in giro razza di idiota?”
“Guarda che ero serissima, specialmente sulla seconda frase, guarda che anche se metto solo pantaloni larghi il mio lato B è tutto da invidiare” la Parker scappò via furiosa ed Arya scoppiò a ridere, mentre invece Daenerys lo fissava. “Che hai combinato?”
“Niente, tu continua a mangiare, piuttosto, hai visto mio fratello? Prima l‘ho cercato e mi hanno detto che è stato chiamato dalla vicepreside”
“Non ne ho idea, comunque non ingozzarti, dopo abbiamo gli allenamenti. Mi spieghi che problemi ha quella stronza di Susan per mettere gli allenamenti dopo cena? Così rischiamo pure di vomitare”
“Dice che così nessuno può guardare i nostri schemi”
“Allora mi sa che è meglio andare, se poi si incazza poi non mi fa giocare”
Si alzarono e cominciarono a camminare verso il campo. “Non ti scocci a fare la battitrice?”
“Sfogo la rabbia repressa verso mio fratello, schiacciare una palla immaginandoti la persona che odi di più al mondo è un ottimo antistress, perché la gente va dagli strizzacervelli?”
“E che ne so, tuo fratello sta a Durmstrang vero? Non parli mai di lui”
“Si, perché è uno stronzo. Se n’è andato in Bulgaria per un anno lasciandomi da sola e poi si è anche messo a studiare li. Se non mi fosse arrivata la mia lettera chissà che fine avrei fatto”
Arya decise di lasciar cadere lì l’argomento, sapeva quanto l’amica odiasse parlarne, così si diressero in silenzio al campo di quidditch.
L’allenamento durò circa due ore: provarono dieci schemi diversi, Arya afferrò tre boccini, i cacciatori infilarono più di dieci pluffe nonostante il portiere ne avesse parate almeno il doppio e i battitori… erano stati parecchio violenti, quindi eccellenti. Poi la giovane Stark si scocciò e, fregandosene di Susan, afferrò Daenerys e se ne andò, seguita dal resto della squadra.
Ci vollero pochi minuti per posare le scope, poi le due amiche ritornarono nel castello, iniziando a girare per i corridoi quasi totalmente deserti. “Ma quello non è l’amico grifondoro di Gendry?” Daenerys indicò il ragazzo cicciottello che si dirigeva verso il suo dormitorio. Arya sorrise ed abbassò la voce. “Si, Frittella si fa chiamare e, naturalmente, l’amico del mio nemico è mio nemico… o, qualcosa del genere. Che scherzo gli faccio?” cacciò la bacchetta da dentro lo stivale con un sorriso sul viso.
“Non dovevi andare da tuo fratello?”
Arya strozzò gli occhi, triste. “Cavolo, è vero, muoviamoci” corsero al dormitorio dei corvonero e si fermarono davanti al quadro. “Ungaro spinato” affermò Arya ed a Daenerys si illuminarono gli occhi nonostante l’amica avesse solo detto una parola d’ordine. “Il nome di un drago, cavolo, lo sapevi che lo spinato…”
“Si si, lo so, ormai so ogni più piccola cosa sui draghi. Parli solo di draghi te ne sei resa conto?”
“Voglio andare in Romania a studiarli, ovvio che ne parlo sempre”
“Come ti pare, entriamo” Arya la tirò dentro e, tra le lamentele di tutti per il fatto che conosceva il codice individuò una massa di capelli rossi, si avvicinò e lanciò qualche scintilla dalla bacchetta per ristabilire il silenzio in sala comune. “Hei, Ygritte, sai dov’è mio fratello?”
Lei inarcò le sopracciglia. “In camera sua, come sai il mio nome?”
“Tutti quelli che conoscono mio fratello conoscono anche il tuo nome, è solo un codardo quel ragazzo”
“Cosa?”
“Grazie per l’informazione” Daenerys la bloccò prima che spifferasse qualcosa di troppo e la trascinò verso le camere da letto, trovando quasi subito quella del fratello . Che… al momento era senza la maglietta e parlava tranquillamente con Bran. “Cazzo Arya, che ci fai qui? Ed ora inviti anche gli ospiti?”
Daenerys sigillò gli occhi invece la ragazza lo guardò senza farsi problemi. “Fai palestra Jon?”
Lui si rivestì e le tirò addosso un cuscino, strappandolo da sotto il muso di Spettro. “Che vuoi?”
Daenerys rigettò il cuscino sul letto colpendo in pieno il più piccolo. “Jon, ma sul serio ancora non hai invitato la rossa ad uscire?”
“Sta zitta pure tu. Ti butterei fuori se non fosse che sei amica di mia sorella”
“Suscettibile il corvo”
Arya le diede una gomitata trattenendo le risate. “Perché oggi ti ha chiamato la McGranitt?”
“Non mi dire? Per la prima volta da tre anni sei venuta nel mio dormitorio solo per sapere come stavo?”
Stavolta fu Bran a sghignazzare. “Quindi dovrò aspettare tre anni prima di ricevere una tua visita?”
“Da Sansa ancora non ci sono andata quindi tre anni a confronto sono pochi”
“Lei dov’è?”
“Credo con una delle sue amiche, lo sai che è stupida, non mi interessa cosa combina”
Jon si gettò sul letto e le ragazze lo imitarono, ma su un paio di poltrone. “Allora perché ti ha chiamato la vicepreside?”
“Beh, conoscete il torneo tre maghi?”
Daenerys alzò di scatto la testa. “Ma… è stato abolito anni fa, parecchi direi”
“Si, ma pensano di ristabilirlo, ma prima hanno deciso di invitare i presidi delle scuole di Beauxbatons e Durmstrang più un paio di alunni, per vedere se riescono ad integrarsi e per capire come se la cavano”
Bran inarcò le sopracciglia. “Se non sbaglio nei libri sta scritto che i due presidi sono fratelli e si odiano anche”
“Si, sono due Clegane, il più grande ha fatto esplodere un pozione sul viso del più piccolo che è ancora tutto ostionato, ci sono ancora dei dubbi sul movente, c’è chi dice che sia stato un incidente ma per me l’ha fatto apposta”
“Perché?”
“Come si fa a far esplodere per sbaglio una pozione proprio sulla faccia del fratelo? Se io rischio di fare qualche guaio mica permetto a Rickon di avvicinarsi”
“Jon, gli alunni sai già chi sono?”
“No, ma sono un ragazzo ed una ragazza da ogni scuola”
“Perché non lo hanno annunciato all’inizio dell’anno?”
“Le scuole ancora non avevano risposto”
Arya vide subito l’amica incupirsi, così decise di cambiare argomento. “Sapete, tra poco ricominciano le partite di quidditch”
“Ah si? Le partite quali sono?” chiese Bran.
“Beh, la prima è corvonero contro tassorosso, poi noi contro grifondoro”
Jon trattenne le risate. “Il primo di molti scontri tra i due cercatori migliori presumo”
“Io e Gendry non siamo i migliori” affermò Arya. “Sono io la migliore. Lo batto sempre”
“Una volta su due” disse Daenerys.
“Tu fai il tuo dovere di battitrice, al boccino ci penso io. Piuttosto, me ne vado a dormire. Domani ho storia della magia alla prima, il professore è una noia”
“Così come la materia”
Bran si alzò. “Esco con voi allora”
“Muoviamoci, ho sonno” accarezzò il muso di Spettro ed uscì, seguita dagli altri.
“Estate dov’è?” chiese Daenerys.
“A dormire, tu non hai nessun animale?”
“Progetto di adottare un paio di draghi. Domani vado da Hagrid, mi sta insegnando cose molto interessanti”
Arya sbuffò. “Tu sei fissata, ripeto”
“Lo so. Buonanotte Bran” il ragazzo cambiò direzione e le ragazze continuarono a camminare verso il sotterraneo. Ad un certo punto Daenerys si mise a ridere. “Arya, si vede lontano un miglio che sei ansiosa, calmati, chiedi quello che vuoi”
Lei non se lo fece ripetere due volte. “Hai paura che possa venire tuo fratello da Durmstrang?”
“No, non credo. Ci sono migliaia di alunni in quella scuola, dubito che chiamino lui, se ancora non è stato espulso tra l’altro”
“Già, hai ragione, non abbiamo chiesto a Jon tra quanto arriveranno inoltre”
“Beh, suppongo che prima lo annunceranno al resto della scuola, lo sapremo presto”
“Si, hai ragione”
“Cosa cercava quella ragazza prima? La Parker”
“Ah non lo so, quella è matta ti rendi conto che è amica di mia sorella?”
“Ti rendi conto che Sansa è tua sorella?”
Arya le diede una gomitata e, in risposta, Daenerys si mise a ridere.
 

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Capitolo 6
*** Capitolo 5 ***


Il preside annunciò la decisione presa stesso il giorno dopo, più precisamente durante il pranzo.
Non nominò affatto il torneo tremaghi, si limitò ad una molto più sana bugia, affermando che per una semplice visita sarebbero arrivati entro una settimana alcuni alunni di altre scuole, più precisamente Durmstrang e Beauxbatox per circa sette giorni.
Arya era una dei 4 alunni che sapevano la verità, cioè che, se tutto fosse andato bene, entro la fine dell’anno qualcuno sarebbe andato via con il trofeo del torneo. Inoltre, secondo i suoi calcoli, gli ospiti sarebbero arrivati proprio nei giorni in cui si sarebbe tenuta la prima partita di quidditch dell’anno.
Daenerys era più agitata rispetto alla sera prima. Probabilmente sentirsi dire una cosa da un caposcuola, un alunno, era diverso dal sentirlo annunciare dal preside. Arya le toccò il braccio con fare affettuoso. “Hei, stai bene? Non hai toccato cibo”
“Si, tutto bene, semplicemente non ho molta fame. Sai, due ore di pozioni stancano parecchio”
“Già, pensa che io ho appena finito la lezione di storia della magia con Varys”
“Sai che è stato lui a raccomandare Tyrion Lannister?”
“Lo sospettavo, ma sai bene che quando qualcosa la dice tutta la scuola non c’è garanzia che sia la verità”
“Se non sai chi ha messo in giro la voce è normale che non ci credi”
“Specialmente se consideri che la maggior parte delle volte a mettere in giro le voci è mia sorella” Daenerys si mise a ridere ed Arya fece lo stesso.
“Si, hai ragione”
“Sai, quello li… Varys non me la racconta giusta, è sempre a sussurrare ed a parlottare chissà cosa con Tyrion, ed è più sveglio di quanto non faccia credere. Dubito che insegnare storia della magia sia il suo scopo, così come non credo che Lannister sia venuto qui per rune antiche… c’è qualcosa che veramente non mi torna”
“Tu vedi complotti ovunque da quando…” si bloccò all’improvviso.
Arya non poté far altro che abbassare lo sguardo. “Sai, non è una parolaccia, dillo pure”
“Da quando… tuo fratello e i tuoi genitori sono morti”
“Sono stati uccisi Dany. È ben diverso”
“Ripeto, vedi complotti ovunque, gli insegnanti di Hogwarts sono controllati da Silente, siamo perfettamente al sicuro. O dubiti anche di lui?”
“Non ho detto questo, cambiamo argomento?”
“Come vuoi, hai visto che oggi c’è la torta al cioccolato?”
Arya si sentì costretta a tirare un sorriso, ora era lei quella depressa, ma almeno aveva distratto Daenerys dal pensiero del fratello.
Dopo le lezioni pomeridiane Arya decise di andare a riposare nel dormitorio, facendo probabilmente arrabbiare Susan siccome aveva un altro allenamento, ma poco importava.
Una volta scesa nei sotterranei, incontrò Gendry. La ragazza alzò gli occhi al cielo, abbastanza stupita, e poi incrociò le braccia, abbastanza irritata. “Che ci fai qui?”
“Ciao anche a te, sei dolcissima oggi milady, hai mangiato pane e zucchero?”
Perché continuava a chiamarla in quel modo idiota? Forse perché lei si ostinava a vestirsi da uomo… “Si vede è? Puoi rispondere alla mia domanda?”
“Si dice per favore” continuò con una faccia imbecille.
“Non rompere!”
“Diciamo solo che mi serve la mappa”
“Di già? È passato più o meno un giorno da quando ti ho chiesto i codici o sbaglio? Perché?”
“Il solito motivo”
“Dispetti ai serpeverde?”
“No, stavolta ai corvonero”
“Come ti pare” prese la bacchetta e gli fece un incantesimo, facendolo diventare sordo per qualche secondo. Giusto il tempo di dire la parola d’ordine e trascinarlo dentro. Lui naturalmente poi iniziò ad urlare. “Ti dovrei ammazzare Arya, tu lo conosci il nostro codice! Perché io non posso sapere il tuo?”
“Io ho i miei informatori, procurati i tuoi”
“Come ti pare, comunque, tu che ne pensi del torneo tremaghi?”
La ragazza si sarebbe strozzata se avesse avuto qualcosa in bocca. “Cosa? E tu che diamine ne sai?”
“Ho i miei informatori”
“Ma che spiritoso, inventati le battute tue. Comunque, fammi pensare. Lo sapevamo solo io, Jon, Dany, Bran e i professori. Il mio fratellino non dovrebbe averlo detto a qualcuno, sa mantenere i segreti con tutti tranne che con la famiglia, di conseguenza l’avrà detto a Sansa e se lo sa Sansa… al momento lo sa tutta la scuola vero?”
“Sei davvero sveglia. Tua sorella non sa tenere la bocca chiusa”
“Per questo non le dico mai niente”
“Allora? Che ne pensi del torneo?”
“Penso che l’ultima volta è stato un disastro, parecchie mutilazioni. Se lo faranno, e dico solo se, suppongo che Silente non vorrà rischiare, modificherà le regole”
“È un tipo sveglio, ma dubito che gli altri due presidi accetteranno compromessi, non me la raccontano giusta quei due. Poi sai che si odiano a morte? Perché accettare di vedersi?”
“Non ne ho idea, ma poi perché ristabilire il torneo? Vorrei sapere di chi è stata quest’idea”
“Piacerebbe anche a me” ogni volta che quei due si vedevano c’erano due alternative: o litigavano e si facevano dispetti, o iniziavano a ragionare su qualcosa.
Arya prese la mappa dalla tasca e l’aprì davanti a lui. “Chi stai cercando? No aspetta, fammi indovinare. Hai preso un brutto voto con la Lannister e vuoi fare un dispetto alla figlia Myrcella, a me sta simpatica quella ragazzina, inoltre mio fratello la conosce visto che è una corvonero, non farle dispetti, finirai ancora peggio”
“No, ti sbagli. Non cerco lei”
“Se me lo dici ti aiuto a trovarlo e facciamo prima, non farò la spia, rilassati”
“Bene, Samwell Tarly”
“Sam? È il migliore amico di mio fratello”
“Lo so”
“Perché lo cerchi?”
“Ha rivelato uno scherzo che volevo fare al mio amico Frittella, devo vendicarmi”
“Sensata come cosa, comunque cercalo in biblioteca, adora leggere”
“Giusto” dopo circa cinque minuti lo trovarono, ma non in quella stanza: ancora in sala comune. Si erano scordati che quel giorno la biblioteca era chiusa. Così Gendry fece per uscire sussurrando un “Grazie milady”
Arya in risposta appellò una mela e la usò per tirargliela in testa.
Appena dopo l’uscita del ragazzo lei iniziò a fissare la mappa del malandrino, quando, girando le varie ‘pagine’ vide il la biblioteca interamente vuota, come doveva essere, tranne che per una stanza in cui erano presenti i gemelli Lannister. La ragazza si alzò e corse fuori dal dormitorio rincontrando subito Gendry. “Hei, guarda qui”
“I gemelli stanno insieme, sono fratelli, qual è il problema?”
“Quanto sei idiota! Guarda bene dove sono” si fermò un attimo. “Sbaglio o sono nel reparto proibito?”
“Hai ragione, credevo che oggi neppure i professori potessero entrare. Stanno trasportando delle informazioni”
“Informazioni sugli insegnanti e sugli alunni parecchio importanti, il punto non è questo. Cosa ci fanno quei due nel reparto proibito?”
“Non chiederlo a me, in questa scuola ci sono un po’ troppe persone con un po’ troppi segreti”
“Odio doverti dare ragione”
Arya fece una corsa verso la sala comune dei tassorosso con la mappa al sicuro nella sua tasca posteriore dei jeans. Una volta dentro vide subito la sorella che chiacchierava con le sue amiche mentre si intrecciava i capelli. “Sansa, ti devo parlare”
“Non vedi che sono impegnata?” rispose senza neppure guardarla.
“Va bene, allora signorine tassorosso, volete che vi giochi qualche tiro dei tipi che so fare io? L’ultima volta se non mi sbaglio ho fatto apparire un topo nel letto di qualcuno del secondo anno. Non ricordo chi, sapete com’è, faccio queste cose molto spesso” sorrise, uno di quegli incredibili sorrisi diabolici che avrebbero fatto scappare davvero chiunque, animale persona o cosa.
Tutte e tre le amichette di Sansa colsero il messaggio e se ne andarono. Poi la sorella si alzò e si avvicinò. “Che diamine vuoi?”
“Sansa, tu sai che cosa cazzo vuol dire il termine segreto?” urlò. “Se non lo sai dimmelo, te lo spiego, o magari ti lancio direttamente un dizionario in testa!”
“Di che parli?”
“Il torneo tremaghi! Nessun doveva saperlo!”
“L’ho detto solo ad un paio di amici”
“Naturalmente” cacciò la bacchette e le fece un… piccolo incantesimo. Sapendo quanto la sorella ci tenesse all’aspetto fisico. “Spero che questo ti aiuti a ricordarlo”
“Che hai fatto?” Sansa appellò uno specchio e si guardò, osservando il sopracciglio che le mancava. Poi iniziò ad urlare. “Arya! fammelo riapparire!”
“Ciao ciao”
Scappò via prima che la sorella riuscisse a colpirla con quello specchio.

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Capitolo 7
*** Capitolo 6 ***


La partita tra corvonero e tassorosso non tardò ad arrivare, dopo un ora circa di pluffe e bolidi lanciati da ogni parte del campo finalmente il boccino si era deciso ad apparire, così, in seguito ad altri terribili dieci minuti di *non succede nulla decidetevi o vi uccido* da parte di Arya, finalmente un cercatore lo aveva afferrato e la partita si era conclusa con una schiacciante vittoria dei corvonero, come previsto da tutti per 210 a 60, e, quella sera stessa, arrivarono gli ospiti.
Arya non faceva che stringere la mano di Daenerys sotto il loro tavolo senza sfiorare l’acqua li davanti mentre passavano tra i tavoli i due presidi. La scuola, Hogwarts, sembrava abbastanza... tranquilla, sia gli alunni che i professori, anche se questi ultimi un po’ di meno. Beh, loro la verità la sapevano.
Gregor per Beauxbatox e Sandor per Durmstrang raggiunsero il resto degli insegnanti. Si tenevano a debita distanza, come se tutte le voci su di loro e sull’odio che li divorava fossero vere. Ed in’effetti il più piccolo aveva ancora metà viso ostionato. Doveva informarsi un po’ sui presidi e sulle scuole, la incuriosivano. Sandor faceva davvero impressione.
Dopo la presentazione Silente fece entrare le due alunne di Beauxbatox.
Arya credeva che sarebbero stati un maschio ed una femmina, ma invece non era così: arrivarono prima una ragazzina più o meno della sua età di nome Jeyne Poole, imbacuccata in un vestito e in un’acconciatura peggiore di quella di Sansa e poi un’altra più grande. Con un sorriso caloroso ma anche furbo sul viso che venne presentata come Margaery Tyrell, osservava tutti gli alunni con allegria, come se volesse piacere a tutti quanti, non sembrava male, più o meno. Dopo di che iniziarono a camminare gli allievi di Durmstrang. Arya sentì la presa dell’amica farsi sempre più forte, finchè non vennero presentati Daaryo Naarys e Theon Greygioy. Dany all’improvviso lasciò la presa ed iniziò a trangugiare un bicchiere d’acqua dietro l’altro e, dopo qualche minuto, riuscì persino a riprendere a respirare, anche se con parecchia difficoltà.
I presidi non dissero nulla, ma tutti i ragazzi iniziarono a parlare di quanto erano entusiasti di essere li e… bla bla bla. Le solite cacchiate. Arya, annoiata, lanciò un aereoplanino di carta al fratello implorando aiuto con un disegnino imbecille e lui subito si alzò fregandosene delle belle parole degli alunni siccome la sorellina veniva prima di tutti ed accorse alla tavola dei serpeverde. “Che ne pensi Jon? Gli alunni sono tutti un po’ strani, tranne quella ragazzetta Jayne, ma mi sta già antipatica”
“Anche a te ricorda Sansa per caso?”
“Anche a te perché?”
“Assolutamente si. Comunque qualcosa non quadra”
Daenerys iniziò a mangiare, più rilassata. “Certo che voi Stark… Snow o come vi pare non fate che sospettere. In che senso qualcosa non quadra?”
“Ho saputo chi ha organizzato il torneo”
“E chi scusa?”
“Cersei Lannister”
Arya quasi si strozzò. “Cosa? Cersei? Perché? Non ha alcun senso! Cosa ci dovrebbe guadagnare da un torneo che non fa che procurare morti?”
“Secondo te dovrei saperlo? Ma è stata una sua idea, questo è sicuro. Comunque credo che i ragazzi delle due scuole ne sappiano quanto noi o poco più, al massimo sono a conoscenza del torneo, ma dubito che sappiano che c’è un complotto”
“Un che? Di che parli?”
“Sono del tutto convinto che ci sia qualcosa sotto, ma come lo so io credo che non lo sappiano loro. A meno che non abbiano qualcosa da nascondere anche loro”
Daenerys sbuffò. “Okay, adesso basta. Nel caso non lo sappiate mi è appena passato un quasi infarto. Comportiamoci come dovremmo: secondo la scuola noi sappiamo solo che sono venuti a visitarci degli alunni, quindi non c’è ancora nulla di concreto. Fingiamo per un minuto per favore che in realtà ci sia solo questo perché finche Silente non annuncerà quel torneo il torneo non si farà, chiaro? Inoltre secondo le regole del torneo tremaghi non c’è l’obbligo di partecipare quindi possiamo tutti rilassarci”
Arya tirò un sorriso. “Si, credo che abbia ragione. cambiamo argomento, va bene? Cosa dovranno fare adesso gli alunni… ‘nuovi’?”
“Beh, suppongo che conosceranno i professori, faranno amicizia con qualche alunno, vedranno le partite di quidditch e parteciperanno alle lezioni. Come dei veri alunni, insomma, solo che non verranno ne promossi ne tantomeno bocciati”
“Quindi senza le interrogazioni? Fortunati loro”
“Già, a proposito sorellina, come vanno i tuoi voti?”
Arya abbassò lo sguardo. “Beh… diciamo che per ora non rischio la bocciatura. Per ora”
“Ci credo ‘per ora’ la scuola è iniziata da a malapena un mese. Hai fatto perdere punti alla tua casa?”
“No! cioè… si, ma poi li ho riguadagnati”
“Beh guarda che per me è meglio così. La vinceremmo noi la coppa delle case quest’anno”
“Aspetta e spera imbecille”
Jon sorrise e prese un chicco d’uva appena apparso sulla tavolo, per poi alzarsi. “Bene, io torno dai corvonero. Sam mi aspetta”
Arya si alzò al contrario senza toccare cibo: non aveva fame, era scesa solamente per non lasciare sola l’amica. “Io invece me ne vado a dormire, sono stanca. Dany, ci vediamo più tardi”
“Io vado in biblioteca dopo il pranzo, quindi non cercarmi al dormitorio”
“Come ti pare”

Prima di fare ciò che si era promessa però, Arya si diresse nel dormitorio dei professori, più precisamente in quello della Lannister per far apparire uno o due piccoli ragnetti nel suo letto. Un piccolo dispetto per aver punito Bran solo perché aveva sbagliato una pozione nonostante il suo compito sarebbe stato quello di far capire l’errore.
Dopo di che corse via più veloce della luce e si diresse al suo dormitorio.
Mentre faceva le scale verso i sotterranei, di corsa per evitare che cambiassero, incontrò chi non si sarebbe mai aspettata.
Doveva imparare a farci l’abitudine, incontrava sempre qualcuno mentre camminava per il castello. “Margaery Tyrell? Che ci fai qui?”
La ragazza si girò ed assunse un’aria… mortificata. “Oh, scusami, sono terribilmente imbarazzata, pare che tu sappia che sono ma non che io sappia chi sei tu”
Arya inarcò le sopracciglia. Aveva capito più o meno una parola su tre di quelle pronunciate dalla donna. “Beh, più o meno tutta la scuola sa chi sei, stai cercando qualcosa o… qualcuno?”
“Continui a non dirmi chi sei?”
“E tu continui a non rispondermi a quanto pare”
“Stavo cercando il dormitorio dei serpeverde, ogni ragazzo è stato assegnato ad uno di questi, io ai serpeverde, Daario ai grifondoro, Theon ai corvonero e Jaine ai tassorosso. Si chiamano così le case vero? Faccio ancora confusione nonostante abbiamo studiato la storia di Hogwarts prima di venire qui”
“Posso chiederti perché siete stati scelti proprio voi?”
“Beh, puoi farlo, ma non avrai una risposta soddisfacente. È stata una scelta del tutto casuale”
“Capisco, vieni con me, anche io devo andare al dormitorio serpeverde” iniziò a camminare. “Siete qui solo per… diciamo osservare la scuola?”
“Beh… si, perché? Non ve l’hanno detto?”
“Si, ce l’hanno detto, ma non ho pranzato ieri e non ho sentito il preside che faceva l’annuncio, inoltre non l’ho chiesto a nessuno semplicemente”
“Capisco, quindi sei una abbastanza solitaria?”
“Si, diciamo di si. Com’è Beauxbatox?”
“Beh… diversa. Ci sono pochissimi ragazzi e sembra a tutti gli effetti una scuola femminile, come per Durmstrang direi, ma al contrario. Conosci qualcuno nella mia scuola?”
“No, direi di no, tu conoscevi qualcuno della nostra?”
“Beh, alcuni professori, tipo Cersei Lannister, anche se effettivamente credo di starle antipatica, anche se ci ha invitate lei”
“Allora perché vi avrebbe invitate?”
“Non ne ho la minima idea e di sicuro non andrò a chiederglielo. Se posso evitarle in tutta franchezza la evito”
Arya rimase abbastanza stupita da quelle parole. “Capisco. Senti, il dormitorio è qui, vai sempre dritto oppure chiama il barone sanguinario, ti aiuterà lui, conosci la parola d’ordine? Bene, io devo andare, scusa” si girò ed iniziò a camminare, di nuovo, verso le scale.

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Capitolo 8
*** Capitolo 7 ***


La lezione di incantesimi con Ditocorto era da abolire.
Specialmente alla prima ora di lunedì mattina. E specialmente se era assieme ai grifondoro. Arya non li odiava, per niente, ma al momento era accanto all’amico di Gendry: frittella, della sua età che non riusciva ad eseguire quello stupido incantesimo per far apparire dell’acqua dalla bacchetta. Arya lo conosceva più o meno da un anno, le era servito in varie occasioni per spegnere gli incendi che aveva procurato. Per sbaglio, si intende.
La mappa era come al solito al sicuro nella sua tasca posteriore, ma lei quasi istintivamente ogni due secondi ci portava la mano per assicurarsene.
Al contrario dei grifondoro la ragazza poteva dire senza alcuna difficoltà di odiare il professore. Non si chiamava Ditocorto, ma era nominato così da tutti ed aveva un’ossessione maniacale per Sansa da troppo tempo. le ronzava sempre intorno e le dava consigli per ogni più piccola cosa. Irritante era il minimo.
Comunque dopo aver eseguito l’incantesimo Arya era corsa via: Susan le aveva fatto ottenere un permesso per saltare le lezioni in veste della prima partita di quidditch e, di conseguenza, lei era corsa sul campo pronta ad allenarsi.
Aveva sempre trovato senza senso il doversi allenare il giorno prima della partita: e se qualcuno si fosse fatto male rompendosi qualcosa? E se si fossero tutti stancati troppo e non riuscissero a giocare al massimo delle forze? E se qualcuno avesse spiato le loro strategie e i loro schemi? E se Arya per lo stress avesse ucciso Susan e tutto il resto della squadra?
Beh… ci sarebbero stati parecchi problemi, questo è poco ma sicuro.
L’allenamento durò per pressappoco tre ore. Avevano provato schemi di ogni genere, prese, parate, colpi dei  battitori che chissà come diamine si chiamano e, stranamente, Arya si era impegnata parecchio: voleva battere l’altra squadra ad ogni costo.
Non solo perché Gendry era in quella squadra, lo giuro io e lo giura anche lei.
Il suddetto ragazzo le aveva preso la mappa il giorno prima e progettava di ridargliela a pranzo, quindi nel momento in cui finirono quelle tre ore Arya spedì la scopa nella sua camera con un incantesimo, che probabilmente aveva ucciso qualche alunno, e corse a pranzo. Iniziò a mangiare rischiando un paio di volte di strozzarsi per la fame che aveva e poco dopo arrivò il ragazzo e le mise la mappa davanti. Lei subito la nascose in tasca. “Ma che ti dice il cervello? Un po’ di discrezione no?”
“Perché? Chi vuoi che ti guardi mente ti ingozzi peggio dei Clegane?”
Arya gli fece il verso e poi lo fissò. “Insultami pure per i miei modi ma domani saranno quelli a batterti a quidditch”
Gendry tirò un sorriso e prese a guardarsi intorno. “Ti piace crederlo eh?”
“Sembri agitato grifondoro, a che ti serviva la mappa?”
“Sicura di volerlo sapere?”
“Spara” continuò Arya iniziando ad agitarsi.
“Beh… ho notato che i presidi di tutte le scuole si sono incontrati e sono andato a spiarli, volevo capire cosa succedeva”
“Novità sul torneo quindi?”
“Beh, in un certo senso. Silente sclerava perché non vuole ma gli altri due sembrano convinti. Lui sta prendendo tempo considerando che gli altri alunni sono arrivati da poco, ma se continua così mi sa che il torneo si farà, con qualche modifica, ma si farà”
“Sei preoccupato per caso?”
“Beh… diciamo che non vorrei morire”
“Comunque nel torneo tremaghi non partecipano tutti ma solo chi si offre, quindi puoi rilassarti. Non ti facevo così fifone” sorrise come un’imbecille.
“Hei, ora non esagerare, tu vuoi dire che ci vorresti partecipare?”
“Mai detto questo”
Daenerys arrivò e si sedette accanto ad Arya iniziando a parlare a raffica. “Di che parlate? Siete vicini e non vi uccidete, che diamine succede qui? Fatemi indovinare…”
“Il torneo” la interruppe Gendry.
“Avevo detto che volevo indovinare”
“Certo, comunque probabilmente si farà”
Arya addentò un muffin al cioccolato. “Tu vorresti partecipare Dany?”
“Beh… al ballo del ceppo volentieri, ma al torneo no”
“Ballo del che?” chiesero contemporaneamente Arya e Gendry.
“Del ceppo”
Arya sbuffò. “Come se il ballo di Natale non bastasse”
“Quello lo annullano se fanno il torneo” commentò Gendry. “Beh ragazze io vado, ciao Dany, ciao milady”
Appena andò via la Targaryen inarcò le sopracciglia. “Perché ti ha chiamato così?”
“Perché sono più uomo di lui probabilmente”
L’amica rise. “Che ne pensi di quelli nuovi?”
“Beh… Margaery è strana, Jayne è come Sansa, Theon non me la dice giusta e Daario... dammi tu un parere su di lui. Ieri ti ha accompagnato in camera o è stata una mia impressione?”
Daenerys arrossì leggermente. “Beh… non c’è assolutamente niente, ma è simpatico. Anzi, strano, particolare, forse anche…”
“Okay, ho afferrato. Comunque non saprei, diciamo che se non ci fossero starei bene ma ora che ci sono mi va bene comunque, inoltre me ne vado anch’io. Mio fratello è nella sua stanza e voglio andare a trovarlo. Ci vediamo dopo al dormitorio, ciao”
Se ne andò e si avviò dai corvonero, ma poi le venne un’idea. Gendry aveva spiato il preside? Beh, anche lei voleva fare una cosa del genere. Notando che nel corridoio non c’era nessuno prese la mappa del malandrino e l’aprì, cercando Cersei e Jaime Lannister. Notò che erano vicinissimi, in un aula. Così fece quei duecento metri e appoggiò l’orecchio alla porta. Non si capiva molto, ma riuscì a sentire entrambe le voci, la prima era quella di Cersei. “Ormai è fatta, i Clagane ci riusciranno”
“Già, ma modificheranno e regole” Jaime sembrava amareggiato.
“Non importa, ciò che conta e che siano pescati i nomi che vogliamo noi”
“Hai già fatto l’incantesimo?”
“Si, il calice è pronto”
“Bene, ora andiamocene, potrebbero notare la nostra assenza”
Arya iniziò a correre… a scappare e alla fine riuscì a raggiungere il dormitorio del fratello. Spalancò la porta della sua stanza e cacciò via i suoi amici abbastanza sconvolta. “Che hai Arya?”
“Jon, credo che i Lannister progettino un omicidio”
“COSA?!”
Arya riassunse quello che aveva sentito in quell’aula e quello che le aveva detto Gendry. “Però non ho idea di chi stessero parlando. Credo che vogliano estrarre nomi precisi e che abbiano fatto venire qui le altre scuole solo per questo motivo” concluse.
Jon rimase in silenzio. “Dobbiamo informare Silente se credi questo”
“Cosa? Scherzi?”
“Se qualcuno è in pericolo lo deve sapere”
“Silente non ci ascolterà mai, gli altri sono professori e noi non abbiamo prove. Cosa vuoi dirgli? Professore vuole un sorbetto al limone? Oh, visto che ci siamo vuole anche licenziare i professori con manie omicide?”
“Arya non è il momento di scherzare, Silente è intelligente, ci crederà”
“Come no, oppure possiamo aspettare, vedere se si farà il torneo e, se si farà, vedremo chi verrà pescato, poi decideremo”
“Questa mi sembra la versione malandata di un piano. No, non è vero, non è un piano!”
“Jon… voglio capire cos’hanno in mente quei due, va bene? Ti prego”
Il ragazzo distolse lo sguardo, sapeva che incrociando i tenerissimi (solo a volte) occhi grigi della sorellina si sarebbe convinto e non voleva. Alla fine però si arrese. “Arya, se non farai più niente io interverrò, non voglio discussioni. Sono pur sempre caposcuola”
“Grazie” gli saltò addosso. “Vado a dire ai tuoi amici che possono venire qui senza morire”
“Non sei stata carina prima”
“In che senso?”
“Nel senso che dire a qualcuno ‘apri la bocca e sarai meno uomo di un eonuco’ non è affatto una cosa bella”
“Come sei esagerato, la mia era una metafora!”
“Metafora?”
“Si! Volevo dire che gli avrei fatto male castrandolo vivo, metaforicamente parlando. Beh, anche un po’ letteralmente”
“Hai bevuto?”
“Solo della burrobirra, lo giuro”
“Vattene a dormire per favore”
“Promesso” uscì, questa volta veramente diretta nei sotterranei.
Voleva assolutamente riposarsi: era stanchissima, così nell’istante in cui mise la testa sul cuscino chiuse gli occhi e si addormentò.
 

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Capitolo 9
*** Capitolo 8 ***


C’erano solamente tre tipi di giornate ad Hogwarts per Arya.
La prima era una normalissima giornata di scuola, con compiti, votacci, cibo e punti per la casa. In quelle la ragazza la mattina lanciava la sveglia aggiustata la sera prima verso qualche spigolo per distruggerla e, generalmente, era per quello che arrivava in ritardo in classe. Nella seconda tipologia c’erano i giorni festivi in cui poteva dormire fino a tardi, non fare niente e… ‘giocare’ con Sansa, Gendry e Joffrey. Infine, nella terza categoria c’erano i giorni in cui appena suonava la sveglia Arya si alzava di scatto, la spegneva senza distruggerla, correva in sala grande, faceva una leggera colazione per l’ansia e si dirigeva in circa un paio di secondi fuori dalla scuola: erano le giornate in cui c’erano le partite di Quidditch.
E quel giorno in particolare c’era una partita contro grifondoro.
Afferrò la scopa e corse sul campo raggiungendo il caposquadra e poi aspettarono tutti gli altri compagni, per Arya sembrava impossibile rimanere ferma, ma non era colpa sua se era iperattiva! Ci volle pochissimo tempo prima che gli spalti iniziarono a riempirsi, di tifosi, poi tutti salirono sulle proprie scope ed iniziarono a volare ovunque finchè non videro l’insegnante che raggiungeva il centro del campo. I giocatori si avvicinarono, la coach fece i soliti avvertimenti e la partita iniziò.
Il gioco era abbastanza pulito: dopo venti minuti ci fu solamente una caduta da una scopa di un grifondoro da parte di un serpeverde. Arya non aveva potuto fare a meno di sorridere e, quando incrociò lo sguardo di Gendry sorrise beffarda ed in modo aperto e lui distolse lo sguardo infuriato. Il problema era che boccino non si faceva ancora vedere. Non importava quanti grifondoro si facessero male: Arya doveva prenderlo subito o la partita sarebbe durata in eterno e, per quanto la cosa la tentasse, era meglio sbrigarsi.
Dopo altri dieci minuti circa, la partita continuava in perfetta parità: settanta a settanta, ma Arya vide subito Gendry iniziare a volare, seguendo il suo sguardo individuò il boccino e si lanciò anche lei all’inseguimento.
Arrivò perfettamente accanto al suo avversario. “La mia scopa è più veloce ed io sono più leggera, arrenditi” urlò. Non sapeva neppure se il suo avversario l’avesse sentita, ma quando lo vide non rispose ma tirare un sorriso ebbe la risposta. Arya fece per allungare la mano per prendere il boccino ma, proprio mentre continuava ad avvicinarsi, accadde l’inaspettato.
Qualcuno gridò un “FERMI!” e tutti quanti, compresi quei due si paralizzarono sul colpo per la voce appena sentita, sembrava che qualcuno avesse cliccato il tasto ‘pausa’ da come erano stati rapidi. Poi si girarono tuti e videro Silente in piedi tra gli spalti, accanto gli altri professori che sembravano sbigottiti quanto loro, tranne naturalmente certi gemelli biondi...
“Ma che ci fa qui?” le sussurrò Gendry.
“Ho paura di saperlo”
Silente continuò: “LA PARTITA È ANNULLATA. SIETE TUTTI PREGATI DI RECARVI VELOCEMENTE IN SALA GRANDE” era incredibile come sembrasse calmo anche mentre urlava, con quel viso rilassato mentre si toccava la barba lunga.
Arya capì che voleva sembrare rilassato ma era più agitato di lei.
Scese dalla scopa e poi corse verso l’amico/avversario che aveva fatto lo stesso. “Gendry, so che per te sarà imbarazzante, ma io, Jon e Dany ci sediamo tutti al nostro tavolo per parlare del torneo perché sappiamo entrambi che Silente parlerà di quello, visto che già sai tutto se ti vuoi unire un parere in più ci fa comodo”
“Come sai che parlerà dei quello?”
“Non arrampicarti sugli specchi, lo sai bene anche tu. Inoltre quando c’è il torneo tre maghi il quidditch viene annullato” corse via per posare la divisa ed andare in sala grande.
Arrivata li si sedette accanto all’amica. Lei subito tirò un sorriso. “Io comunque dico che vincevi tu se non vi interrompevano”
“Non è il momento Dany!”
In un secondo arrivò anche Jon. “Non credo ci siano buone nuove, quando c’è il torneo…”
Gendry si sedette e fece subito per ribattere. “Annullano il quidditch, si, qualcuno me lo ha accennato”
Arya tirò un sorriso ma lo mascherò con un colpo di tosse ed abbassando lo sguardo. Voleva dire qualcosa anche lei, ma Silente intimò il silenzio ed iniziò a parlare con il suo solito tono di voce. Infondeva sicurezza. “Suppongo che tutti voi vogliate sapere perché ho interrotto la partita di oggi. Beh, non ho la minima intenzione di girarci intorno ragazzi. Io e gli altri presidi abbiamo deciso di provare a ristabilire il torneo tremaghi…” iniziò a parlare di cos’era il torneo e i ragazzi si distrassero.
“Silente non lo voleva, è stato costretto dagli altri due” iniziò Daenerys.
“Questo è ovvio” commentò Jon. “adesso però dobbiamo decidere cosa fare”
Gendry tirò un sorriso. “Finché non sappiamo chi verrà estratto non cambia molto”
Si rigirarono per ascoltare il preside che non stava più dettando le regole. “A breve verranno gli alunni delle scuole che per ora sono venuti solo a visitare. Quando arriveranno detteremo tutte le informazioni che vi servirà sapere. Adesso siete tutti pregati di tornare nei vostri dormitori”
Arya si alzò e camminò con gli altri, ma ad un certo punto si separarono (anche Dany cambiò strada per andare a parlare con Daario… capitela).
Andò avanti finché non sentì un braccio che l’afferrava, istintivamente tirò una gomitata indietro e poi si girò per vedere l’aggressore. “Arya che diamine! Mi hai fatto male”
“Gendry! Anzi no, imbecille direi! Che ci fai qui?”
“La mappa del malandrino”
“Cosa?”
“Aprila” Arya fece come gli era stato detto alzando gli occhi al cielo e Gendry indicò l’ufficio di Silente. “Guarda, è con gli altri presidi”
Lei alzò lo sguardo. “Staranno stabilendo le nuove regole!”
“Muoviti” iniziarono a correre per raggiungere l’ufficio, poi Gendry fece un incantesimo per avere l’udito di un pipistrello e riuscirono senza problemi a sentire la conversazione. “Sappi che lo sapevo fare snch’io se ero al quinto anno!” sussurrò Arya.
“… dovere! Quello che state dicendo è una cosa assurda!” iniziò Silente.
“Non se ne parla. Nel torneo tre maghi ci sono tre maghi e tre sfide mortali, nient’altro” continuò Sandor.
“L’ultima volta sono quasi tutti morti, dobbiamo assolutamente cambiare qualche regola o qualcuno farà la stessa fine!”
Arya riuscì quasi a sentire Gregor che sorrideva. “Non è un nostro problema se i tuoi alunni non sono abbastanza in gamba da sopravvivere Albus”
“Oh, si invece. I tuoi alunni rischiano la vita quanto i miei”
“Cosa vuoi cambiare?”
“Voglio istituire delle squadre. Ogni scuola avrà due concorrenti, un maschio ed una femmina, che si aiuteranno nelle sfide. Alla fine ci saranno due vincitori”
Sandor si mise a ridere. “Ci conti davvero? Moriranno solo il doppio degli studenti”
“Oppure ne moriranno la metà. Non potete pretendere che io non prenda precauzioni”
“Bene, io ho un’idea. Squadre doppie, ma miste e di ogni età. Inoltre non ci saranno volontari, saranno scelti da tutte le scuole”
“Cosa vuoi dire?”
“Che anche due alunni che non appartengono alla stessa casa potranno partecipare. Dal primo all’ultimo anno”
“Questo è assurdo! I ragazzini di undici anni non possono superare le prove!”
“Bene, allora dal secondo”
Gregor continuò. “Possiamo anche arrivare al terzo”
“Io… ci devo riflettere. Comunque non possiamo costringere degli studenti mediocri a partecipare. Rischierebbero molto più di quelli bravi”
“Allora li prenderemo anche in base al talento”
“Lasciatemi da solo, ci penserò”
“Facci sapere Silente, ma ricorda che se non accetti rimarranno le regole di base”
Arya sentì il rumore dei passi dei presidi e tirò il braccio di Gendry per correre via. Poi si fermarono accanto ad un quadro. “Siamo fritti”
“Non esagerare adesso”
“Gendry, non capisci. Loro sanno già chi verrà estratto! Stanno manipolando Silente per far si che le regole combacino con quella persona. Ora sappiamo bene che l’alunno che vogliono morto deve essere dal terzo anno in su”
Gendry deglutì. “Arya, tu… tu sei al terzo anno”
“Cosa? No, non ci contare. Perché dovrebbero volermi morta? Inoltre non hanno detto serpeverde, ma tutte le case  ed anche tu sei a rischio, ricordalo”
“Cosa possiamo fare?”
“Niente, dobbiamo solo stare al gioco. Informeremo solamente i ragazzi che verranno estratti, dobbiamo ancora aspettare”
“Sembra che aspettare ti piaccia molto”
“Non mi sembra che abbiamo molta scelta. Almeno adesso so che il mio fratellino è al sicuro” passarono vari secondi di silenzio, finchè Arya non sospirò. “Okay, adesso basta, perchè dobbiamo essere così pessimisti? Magari verrà estratto Joffrey e i nostri problemi finiranno con lui che schiatta in modo terribile lento e doloroso. Magari terribilmente lento e doloroso!” sorrise come se ci credesse.
Anche Gendry tirò un sorriso. “Credo sia la prima volta in cui sono d’accordo con te”
“Forza, vieni con me nel dormitorio. Ti offro una tregua e una cioccorana”
Iniziarono a camminare e ad un certo punto Gendry si fermò. “Arya”
“Che hai?”
“Comunque a quidditch ti stavo stracciando”
“Questa… sai una cosa? Al diavolo la cioccorana. Ti sfido a quidditch” iniziò a correre verso il campo con rabbia e divertimento e il ragazzo, scoppiando in una risata, iniziò ad inseguirla.

*Angolo me*
bonjour a tutti! allora, inizio col dire che ringrazio tutti quelli che hanno inserito la storia tra le preferite/seguite/da ricordare. non mi aspettavo che sareste diventati così tanto, specialmente non dopo così poco tempo, quindi penso che farò una statua a qualcuno prima o poi... vi farò sapere.
poi, continuo col dire che ho cambiato nickname da "CasaStark" a "Arya Rossa". lasciando sempre un omaggio ad Arya e a game of thrones che ormai è la mia ragione di vita, ma aggiungendo un omaggio ai miei capelli rossi... okay, la smetto di dire fesserie. in realtà una mia amica mi chiama così ma sempre per questi motivi, lo giuro! inoltre lei è su efp quindi vi consiglio vivamente di andare a leggere le sue storie. sono un pò tetre... ma niente male u.u
il suo nick è "L0g1c1ta", ve la consiglio davvero...
beh, ho finito. ci sentiamo presto eh u.u
byby Arya Rossa.

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Capitolo 10
*** Capitolo 9 ***


Non c’era stato vincitore in quella sfida, all’inizio aveva Arya aveva stracciato di brutto l’avversario, ma nella rivincita era stata decisamente schiacciata da Gendry e, visto che era tardi e che c’erano le lezioni pomeridiane, non avevano potuto fare due su tre. In ogni caso Arya non aveva fatto che dire che era la prima partita quella che contava quindi, da questo punto di vista, aveva vinto lei.
Le lezioni erano state mortalmente noiose, al solito. Un’ora di pozioni ed anche due di incantesimi, passando dalla Lannister a quel cretino di Ditocorto. Ma almeno poi si era rilassata con Olenna Tyrell ad erbologia, solo in quel momento aveva fatto il collegamento secondo cui era la nonna di Margaery, perché non erano andate nella stessa scuola non aveva senso, ma sembravano molto legate.
Appena dopo le lezioni Arya non fece che annoiarsi, annoiarsi ed annoiarsi, aveva deciso così di prendere un passaggio segreto per Hogsmeade insieme al suo cane ed insieme a Bran, non passava più molto tempo con il fratellino ed aveva deciso così. “Come vanno le lezioni?” gli chiese mentre camminavano sulla neve.
“Normali, mi piacciono quelle di rune antiche con Lannister”
“Ti piace un professore e deve essere un Lannister?”
“Beh, in effetti gli altri li odio ma lui… Estate! Smettila!” il suo cane stava spalando la neve facendola arrivare addosso a tutti i passanti.
“Te lo concedo, non è cosi odioso lui”
All’improvviso Bran si fece… preoccupato. “Credi che ci metteremo nei guai? Io non dovrei di certo essere qui”
“Non importa, dobbiamo incontrare Jon e lui ci aiuterebbe, è il favorito dei professori”
“Lui dice sempre che non dovremmo disobbedire, se è diventato caposcuola ci sarà un motivo”
“Si, ma non devi sempre ascoltarlo, inoltre la scelta era o qui con me e Jon o a scuola con Sansa”
“In effetti è meglio, ma poi possiamo almeno andare a Mielandia? Devo fare scorte”
“Nessun problema, ma prima ai tre manici di scopa” lo trascinò fino al locale più popolare di Hogsmeade, che però era vuoto considerata l’ora, così incontrarono all’istante il fratello. “Jon, tu perchè hai il permesso di essere qui?” si gettarono entrambi sulle sedie accanto al fratello.
“Perché io sono maggiorenne e quando finiscono le ore di lezioni posso andarmene dove voglio”
“Naturalmente” commentò lei.
“Stamattina non ti ho più vista, dov’eri finita?”
“Con Gendry, quell’idiota”
“Credo che a cena annunceranno…”
“Per favore, possiamo evitare di parlare di questo?” si intromise Bran.
Arya passò un braccio sulla spalla del fratellino. “Già parliamo della tua compagna di incantesimi, la tassorosso, com’è che si chiama?”
“Si chiama Meera e vorrei sottolineare che siamo amici e nulla più, inoltre non puoi accusare gli altri di avere cotte per qualcuno senza prima ammettere di averne una per Waters”
Arya gli diede uno schiaffo sulla testa e Jon si mise a ridere battendogli il pugno. “Mi se che ci hai preso”
“State zitti che è meglio. Jon quindi non si faranno più partite di quidditch?”
“Direi che è escluso, comunque, hai fatto qualche scherzo a Sansa di recente?”
“Beh, diciamo che potrebbe svegliarsi in un modo un po’ diverso domani”
“Che hai combinato?”
Arya si limitò ad alzarsi per andare ad ordinare delle burrobirre.

Come previsto quella stessa sera in mezzo alla sala grande c’era uno stupido calice di fuoco. Tutti lo fissavano disorientati ma Silente si avvicinò ed intimò, per l’ennesima volta, il silenzio. “Allora, suppongo che tutti quanti conoscano le regole del torneo tre maghi, ma quest’anno sono tate leggermente modificate. Non si farà il torneo con soli tre maghi, bensì con il doppio, ci saranno delle squadre. I nomi verranno estratti da questo calice, ci sono tutti gli alunni delle scuole dal terzo anno in su, ma visto che generalmente il torneo si fa con dei volontari se qualcuno volesse offrirsi potrà farlo appena dopo l’estrazione. Inizieremo subito con gli alunni di Beauxbatox” appena pronunciò quel nome la sala grande si aprì presentando tutto il resto degli alunni della scuola che non erano arrivati prima. Si avvicinarono alla tavola dei professori e poi il preside si avvicinò al calice.
Un solo foglietto volò fuori, ma c’erano scritti due nomi sopra: Margaery Tyrell ed un ragazzino di nome Lommy. Nessuno si offrì al posto loro, ma non ne sembravano affatto tristi, anzi, entrambi parevano più che entusiasti all’idea di onorare la loro scuola rischiando la vita.
Vennero mandati in un’altra stanza chissà dove e poi il preside estrasse i nomi di Durmstrang. Arya avrebbe voluto morire sentendo quei nomi, il primo non le cambiava molto le cosa: Gilly, sembrava apposto, probabilmente era all’ultimo anno o giù di li, inoltre aveva i capelli leggermente scompigliati, come se non se li fosse pettinati quella mattina. Il secondo nome, quello maschile, le causò vari problemi: Viserys Targaryen.
Daenerys le strinse la mano al punto di farla diventare bianca e mise l’altra sul viso come per coprirsi alla vista del fratello o come… per nascondersi. Arya la fissò. “Hei, rilassati, non devi stare con lui, probabilmente neppure vi vedrete, inoltre nel torneo rischia anche di farsi parecchio male quindi direi che è perfetto no?”
Generalmente una frase così imbecille l’avrebbe fatta ridere, invece in quell’occasione ottenne semplicemente che l’amica rischiò di strozzarsi a furia di bicchieri d’acqua.
Quando anche lui venne mandato via si rilassò, anche se poco.
Alla fine toccò alla scuola di Hogwarts. Ad Arya venne un infarto, non tanto per lei quanto per la possibilità che venissero estratti i suoi fratelli o anche Sansa, invece non fu estratto nessuno di loro.
“La squadra che gareggerà rappresentando la scuola di Hogwarts è composta da… Daenerys Targaryen e Gendry Waters” esclamò Silente.
L’amica di Arya improvvisamente parve sul punto di svenire, ma lei invece di guardarla spostò subito lo sguardo sul tavolo dei grifondoro e ci mise un secondo ad incontrare quello del ragazzo.
Le venne l’impulso di raggiungerlo per prenderlo a schiaffi ed impedirgli di alzarsi, ma invece poi incontrò lo sguardo disperato di Dany mentre faceva per alzarsi e, quasi istintivamente, si alzò lei.
Mentre camminava tra i vari tavoli verso il professore tentava di mostrarsi decisa, invece di sentirsi come Katniss mentre prendeva il posto della sorelline in Hunger games., doveva rileggerlo quel libro magari trovava qualche trucchetto per non morire… no, non era il momento. Tentò di concentrarsi sul fatto che stava sabotando i piani dei Lannister. “Sono Arya Stark, serpeverde, prendo il posto della mia compagna di casa Daenerys Targaryen”
Tutti la fissavano in un modo… strano, specialmente i suoi fratelli e Sansa, ma lei tentò di ignorarli e raggiunse gli altri campioni con Gendry che, appena si chiuse la porta dietro il tavolo dei professori, le afferrò le spalle e la sbatté contro un muro. “Ma che diamine ti dice il cervello Arya? Hai istinti suicidi o ti sei semplicemente rincitrullita?”
Lei si staccò e si allontanò un po’ dalla furia di Gendry. “Daenerys aveva uno sguardo terrorizzato, non potevo permettere che vedesse il fratello”
“Si, ho sentito che aveva dei problemi, ma hai davvero esagerato a prendere il suo posto. C’è anche la tua vita in ballo te ne rendi conto!” iniziò ad urlare fregandosene degli altri campioni.
“Gendry, calmati, prima di tutto forse ho distrutto i piani di quei due, inoltre con Daenerys non avresti fatto una buona squadra, solo io ti sopporto qui”
Gendry stava per ribattere, o forse stava per ucciderla, doveva ancora decidere, ma non ci riuscì perché entrarono i vari presidi.
Dopo un secolo almeno di discussioni su cose che Arya non aveva neppure ascoltato furono liberi di andare, nessuno disse una parola per il corridoio, ma poi successe una cosa: Arya stava tornando nel suo dormitorio da sola quando sentì una strana presenza. Intorno a lei non c’era nessuno così alzò gli occhi al cielo. “Barone Sanguinario non è il momento adatto! Vattene o dico a Pix di infastidirti per il prossimo secolo”
“Quest’uomo non è il barone sanguinario”
Arya si girò incrociando un fantasma, sembrava strano, naturalmente fisicamente era come tutti gli altri fantasmi: trasparente, ma le sembrava comunque… strano. Era ‘appoggiato’ ad una parete con uno sguardo di totale relax. “Tu non sei un uomo, sei un fantasma”
“Superare il confine tra la vita e la morte non ha reso quest’uomo diverso”
“Non credo di averti mai visto nella scuola”
“Non sono uno che si fa vedere molto spesso”
Arya all’improvviso capì. “Aspetta un secondo, tu sei Jaquen H’gar vero? Devo aver visto un quadro o una foto da qualche parte”
“La ragazza è sveglia e dovrebbe sentirsi onorata, sono molti anni che quest’uomo non si fa vedere”
“Già, allora perché all’improvviso hai cambiato idea?”
“Periodi oscuri richiedono interventi immediati, anche da persone che non amano uscire allo scoperto Arya Stark”
Lei non fu sorpresa di sentire il suo nome, doveva aver passato molto tempo a prendere informazioni o si sarebbe annoiato a morte (passatemi il gioco di parole) per tutti quegli anni. “Che vuoi dire?”
“Credi davvero di aver distrutto i piani della famiglia Lannister? Sono molto più subdoli di quanto immagini”
“Sapevo che volevano estrarre Daenerys, prendendo il suo posto ho…”
Il fantasma si mise quasi ad urlare, mantenendo però il suo tono calmo. “La ragazza non ha fatto niente. La ragazza gira sempre con la piccola Daenerys Targarie, è l’unica amica che hai, chiunque qui sapeva che avresti preso il suo posto!”
“Cosa stai tentando di dirmi? Ero forse io il bersaglio?”
“Sei davvero sveglia allora”
“Ma perchè? Non hanno motivo di volermi morta”
“Quest’uomo non può sapere tutto”
“E Gendry?”
“Tutti qui sanno anche che rischieresti la tua vita per lui, quest’uomo ti consiglia di stare attenta”
“Cos’altro sai?”
“Quando lo saprò ti dirò, al momento ti informo solo che se vuoi distruggere i piani della Lannister devi solamente sopravvivere”
“Perchè mi vuole morta?”
“Conto di rivederti Arya Stark, è da un po’ che ti osservo, forse ce la farai, forse”
Si dissolse all’improvviso e ad Arya venne un’unica persona in mente. “Gendry! Ma perchè quando mi servi non ci sei mai!”

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Capitolo 11
*** Capitolo 10 ***


Arya aveva cercato inutilmente l’amico fino allo sfinimento, fallendo come sempre, così si era ritrovata ad aspettare fuori dal dormitorio dei grifondoro, sperando che si facesse vedere prima o poi. Ad un certo punto aveva perfino incontrato il fratellino, ma nulla di più.
Verso le undici di sera, finalmente, si degnò di presentarsi lì davanti e la fissò abbastanza sbigottito. “Arya? che ci fai qui?”
Arya era seduta per terra, ma si alzò subito avvicinandosi e puntandogli un dito contro. “Dove diamine eri finito razza di… ogni insulto mi sembra banale al momento da quanto sono incazzata!”
“Ero in biblioteca con Frittella, ho anche visto tuo fratello e pure quel ragazzino… Lommy, quello del torneo. È smilzo, ma sembra intelligente, credo che mi stesse osservando. Sai, tipo ‘conosci il tuo nemico’ o qualcosa del genere. Comunque che ci fai qui?”
“Certo, comunque ti stavo cercando”
“Questo l’avevo intuito”
Arya sbuffò. “Ma come sei intelligente. Ti devo parlare”
“Avevo intuito anche questo” continuò con saccenza. “Senti, ho lasciato una pergamena sul tavolo in biblioteca, mi accompagni a prenderla?”
Arya lo fissò. “C’è il coprifuoco, lo sai vero?” lei era abituata ad infrangere le regole se necessario, anche Gendry lo faceva, ma di meno rispetto a lei.
“Tremo tutto, dai andiamo”
“Come vuoi” si incamminarono e dopo qualche minuto Arya iniziò a parlare. “Comunque, ho incontrato un fantasma Jaqen H’gar…”
Gendry si fermò all’improvviso. “Jaqen… scherzi? Quando l’hai visto? Sono anni che non si fa vivo! Okay, pessimo gioco di parole ma…”
“Mi è apparso ed ho scoperto da lui che dobbiamo rimanere vivi” fece un riassunto più che breve, per evitare orecchie indiscrete.
“Tutto qui?”
“Secondo te perché preferivo parlare nel dormitorio?”
“Tu non lo hai mai detto Arya”
Una nuova voce si intromise. “Cosa odono le mie orecchie. Disguidi nella squadra di Hogwarts? Oltre il coprifuoco tra l’altro, forse dovrei andare ad avvisare il professor Silente” Viserys Targarien apparve all’improvviso da dietro un corridoio.
Ad Arya salì l’istinto di ammazzarlo solo per la paura che leggeva perennemente nello sguardo di Daenerys, ma non era il momento adatto, così sbuffò ed incrociò le braccia al petto, con rabbia. “Sparisci imbecille, qui sei ospite, non dovresti rompere a chi ci vive”
Il ragazzo sembrava sul punto di un attacco d’ira. “Come osi? Io sono un alunno di Durmstrang! Mio padre era uno dei più importanti auror della storia ed io seguirò presto…”
“Tuo padre?” Gendry scoppiò a ridere. “Aemon Targaryen? Sì, Dani me ne ha parlato. Era definito un auror folle o sbaglio? Vedeva mangia morte ovunque ed ha ucciso decine e decine di innocenti. Ci tieni davvero a seguire le sue orme? Magari possiamo iniziare a definire folle anche te”
“Come osi?”
Arya imitò Gendry ridendo. “Sai dire solo queste due parole?”
Viserys fissò il ragazzo. “Hai nominato Daenerys? Hai visto mia sorella? Dov’è? Non la vedo da un pezzo”
“Che tristezza”
“Io adoro mia sorella. È nei serpeverde vero? Vado subito”
Arya non riuscì a trattenersi e gli saltò addosso mandandolo al tappeto. “Prova a toccare Dany con un solo dito ed io ti spezzo ogni osso del tuo corpo! Poi ti porto in infermeria, ti faccio guarire e ti spezzo di nuovo ogni cosa e continuo finché non schiatti!” si stavano dimenando talmente tanto che neppure Gendry riusciva a capire come fermarli. Fu una fortuna che Albus Silente si trovasse nei paraggi.
“Fermi” fu appena un sussurrò, ma Arya smise di prendere quel bastardo a pugni anche se, comunque, lo teneva al tappeto tenendogli un ginocchio sul collo. “Arya Stark e Gendry Waters, cosa state facendo qui? Dopo il coprifuoco inoltre. Non dovreste girare per i corridoi”
“Mi stanno attaccando preside” iniziò Viserys. “stavo andando nel mio dormitorio e mi hanno attaccato!”
Arya gli appoggiò anche il gomito sulla gola. “Apri di nuovo la bocca e ti strappo la lingua, poi te la faccio ingoiare e ti ci faccio anche strozzare”
Silente si avvicinò. “Non puoi minacciare gli altri studenti. Signorina Stark, venga con me nel mio uffico e lo stesso vale per te signor Water, vi aspetta una bella punizione”
“Ma io che ho fatto?” iniziò Gendry,
Arya si alzò, gli diede una gomitata e lo costrinse ad incamminarsi. Per arrivare nell’ufficio si Silente bisognava dire quella cosa assurda: sorbetto al limone; era divertente, ma non in quel momento.
Si sedettero tutti e due di fronte al preside, circondati dai quadri di quelli che l’avevano preceduto che sussurravano chissà cosa. “Allora…”
“Professor Silente, Gendry non c’entra. Ho provocato io quell’imbecille di Viserys ed io l’ho attaccato. Questo idiota ha anche tentato di fermarmi”
“Veramente signorina Stark volevo farle i miei complimenti, avrei voluto attaccarlo io il Targaryen, mi irrita in un modo che non potete capire dal momento il cui è arrivato, inoltre devo ammettere che nelle minacce è stata particolarmente divertente” iniziò a ridacchiare e Gendry lo fissò.
“Quindi… verremmo comunque puniti?”
All’improvviso si fece serio. “Oh, signor Waters, assolutamente no. Dovevo solamente parlarvi, ma mi serviva una scusa per portarvi qui e quella mi è sembrata perfetta”
“Scherza?”
“Affatto”
Arya incrociò le braccia al petto. “Di cosa voleva parlarci?”
“Del torneo tremaghi, volevo prima di tutto avvisarvi di stare in guardia. Gli altri presidi progettano di annunciare presto la prima prova”
“Di cosa si tratterà?”
“Questo mi è impossibile dirlo, mi spiace”
“Professore. C’è qualcuno nella scuola che ci vuole morti! Il torneo non è stato istituito per caso e quei presidi non mi piacciono per niente”
“Temo di essere d’accordo con te Arya, il problema è che non so come annullarlo. Gli altri presidi sono in due ed insieme hanno più potere di me, anche senza il mio consenso i giochi continuerebbero”
“Quindi sta dicendo che… siamo morti, sepolti e posso iniziare a farmi costruire una bara?” iniziò Gendry ottimista come al solito.
“Non partire così prevenuto Gendry, potreste benissimo vincere”
“E allora cosa ci sta’ dicendo?”
“Voglio avvertirvi. Non fidatevi delle altre squadre, faranno di tutto per battervi, inoltre credo che i presidi li inciteranno ad uccidervi se necessario”
“Ma noi naturalmente dobbiamo fare i bravi samaritani, vero?” commentò sarcastica Arya.
“Sopravvivere è il vostro scopo, nulla di più, anche se perdeste basterà sopravvivere”
“Non potreste darci almeno un piccolo indizio sulla prima sfida?”
“Beh, una cosa posso dirvela: fidatevi dei vivi”
Dopo un lungo periodo di silenzio Gendry quasi scoppiò in una risata isterica al pensiero del suo preside pazzo. Invece riuscì a trattenersi e si portò una mano all’attaccatura del naso. “Cosa diamine vorrebbe dire ‘fidatevi dei vivi’? Se non sbaglio anche quelli dell’altra squadra sono vivi, dovremmo forse fidarci di loro?”
“Capirete tutto quando sarà il momento. Or però siete pregati di tornare nei vostri dormitori, senza attaccare nessuno signorina Stark”
I ragazzi si alzarono ed uscirono, per rimboccare quei corridoi che sembravano tutti uguali. “Arya? Tu lo sai vero che quello lì è matto da legare”
“Si, lo so, odio quando parla in modo così criptico”
“Già, beh, almeno adesso sappiamo che uccidere è contro le regole”
“Contro le regole di Silente vorrai dire” ci tenne a sottolineare la ragazza.
“Mi fai paura quando fai… beh, quando ti comporti da te”
“Doveva essere un insulto? A me non sembra francamente”
Lui sviò il discorso sollevando una mano e continuarono a camminare, rimanendo in silenzio però.
Arya stava riflettendo, cosa potevano voler dire le parole del preside? Non era uno stupido, un po’ fuori di testa, quello sì, ma non stupido. Se aveva detto quelle cose c’era senz’altro un motivo, ma quale?
Doveva andare a riposare per decidersi, poi magari avrebbe spiato un po’ Joffrey. La mammina non era in grado di mantenere un segreto con il suo… piccolo tesoro.
Fu costretta a reprimere un conato di vomito al pensiero.
 

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Capitolo 12
*** Capitolo 11 ***


Una settimana dopo ancora non era successo niente. Lo stesso valeva per la settimana seguente e per quella dopo ancora. Ventuno lunghissimi giorni in cui non successe letteralmente niente.
Arya si incontrava con Jon e Daenerys ogni giorno per estrapolare qualcosa dalle parole di Silente senza alcun successo e allo stesso modo si vedeva con Gendry per esercitarsi nel… com’è che si chiama? Ah sì, lavoro di squadra. Arya non era affatto brava in quest’ultimo punto ma se la cavava almeno.
La mattina del ventiduesimo giorno ancora non succedeva niente, ma, come al solito, i quattro ragazzi si videro al tavolo dei grifondoro per il pranzo. Ad ogni pasto un tavolo diverso, quindi per la cena sarebbe toccato ai corvonero.
“Dov’è mio fratello?” chiese subito Arya non vedendolo.
Gendry alzò lo sguardo dal piatto che aveva davanti. “E perché dovrei saperlo? Probabilmente è ancora a fare quella ricerca che gli hai chiesto”
“Può essere” la ragazza iniziò nervosamente a battere le dita sul tavolo.
“Che hai?”
Arya lo fissò. “Perché non succede ancora niente? Siamo a novembre ormai! La prima prova dovrebbe già essere iniziata”
“Non possiamo farci niente, calmati” le disse Daenerys mettendole una mano sulla spalla.
“Non è colpa mia, sono agitata”
“E non l’aveva capito nessuno”
Dopo altri cinque minuti Jon si decise ad arrivare e Gendry gli fece un po’ di spazio. “Scoperto qualcosa?”
“Sì, in effetti sì, confermo la teoria di Arya” si mise un panino in bocca come se stesse letteralmente morendo di fame.
“Davvero? Ma non ha alcun senso”
Gendry la guardò. “Perché non dovrebbe avere senso? Non è mai successo nei tornei passati ma se Jon non ha trovato regole che lo vietino è perfettamente plausibile”
Daenerys abbassò il tono della voce. “So che non è una cosa buona, ma adesso abbiamo almeno un vantaggio sulle altre squadre. Sappiamo che nella sfida ci saranno dei fantasmi”
Arya sbuffò. “E sappiamo anche che non bisogna fidarsi di loro. Ma a me sembra troppo facile, inoltre non sappiamo neppure quel’è l’obbiettivo della prova. L’indizio di Silente non serve a niente”
“Dubito che gli indizi di Silente non servano a niente. Che ne sai? Magari l’istinto nella sfida ti avrebbe portato a fidarti di un morto. In fondo nella scuola ci fidiamo sempre di loro”
“Non sappiamo nemmeno in cosa consiste quella stupida sfida”
“Non dovevi offrirti al posto mio Arya” sussurrò Daenerys.
“Stai zitta Dany. Non avrei mai permesso a Viserys di avvicinarsi a te, inoltre mi serviva qualcosa che mi distraesse da quello che è successo quest’estate”
“Oggi dovrebbe arrivare la zia” iniziò Jon per cambiare argomento, più o meno.
“Cosa?” continuò Gendry.
“Lysa fa la giornalista per la gazzetta del profeta, forse manderanno lei ad intervistare i campioni del torneo”
“Sembri parecchio informata Dany”
“Si fa quel che si può”
Arya sospirò e prese anche lei un panino. “Comunque la zia è una stronza di prima categoria ed è innamorata da anni del professore Ditocorto che prima aveva una cotta per nostra madre e che adesso si comporta da pedofilo con Sansa e…”
“Cosa vuoi dire? Puoi riassumere per favore?” commentò Gendry.
“Se verrà qui ci tratterà uno schifo, peggio di quell’altra giornalista… Rita Skeeter o come cavolo si chiama. Potrebbe modificare ogni singola parola che diremmo a suo vantaggio”
“Se lo dici tu, ma non dovrebbe volerti bene?”
“No, onora la famiglia ma odia sia me sia Sansa. Voleva bene solo a sua sorella e a suo figlio, ma so che lui non è neppure in questa scuola quindi…”
“Capisco. Beh, in tal caso facciamo una cosa. Gendry, se arriverà io e te parleremo il meno possibile”
“Come vuoi, comunque io vado: devo finire un tema di pozioni per la Lannister”
“Io invece devo andare da un certo biondino”
Arya si alzò ed andò nel bagno più vicino per aprire la mappa del malandrino. Seguiva Joffrey da più di una settimana ormai, ma non riusciva a scoprire nulla. Cersei non gli aveva detto assolutamente niente, ma la piccola Stark odiava starsene con le mani in mano.
Il ragazzino era nella sala comune con quegli imbecilli dei suoi amici, Arya avrebbe colto l’occasione anche per prenderlo a pugni magari.
Mentre camminava per i corridoi la ragazza percepì un brivido freddo lungo la schiena ed alzò gli occhi al cielo. “Davvero? Due volte nello stesso mese? Mi sento davvero lusingata” si girò.
“Quest’uomo aspettava che la ragazza capisse il messaggo di Silente, credevo ci avresti messo di meno considerando quanto era banale”
“Non credevo che ci potessero essere dei fantasmi nelle sfide, per questo è stato più difficile. Perché tu vuoi aiutarmi?”
“Non aiuto te, aiuto Hogwarts, casa mia cioè. Quest’uomo aiuta se stesso in pratica”
“Quindi hai scoperto qualcos’altro?” Arya incrociò le braccia al petto, scocciata.
“Quest’uomo sa molto più di quanto la ragazza immagini”
“Quest’uomo può smettere di essere così criptico ed iniziare a parlare?”
“La ragazza è impaziente”
“La ragazza è stufa, scocciata e parecchio incazzata con il mondo!”
“Bene. Quest’uomo ha scoperto lo scopo della prima prova”
“Cioè?”
“Ogni squadra deve trovare due oggetti che condurranno ad una passaporta, la passaporta vi riporterà ad Hogwarts”
Arya rimase in silenzio per qualche secondo. “Non è una grande informazione”
“Ma è un informazione in più”
“Quindi… la prova non si svolgerà qui?”
Jaquen accennò un sorriso. “No, si terrà in un posto che vi farà diventare… pazzi”
“Potremmo usare la magia però”
“Si, attenti a non perdere le bacchette magiche”
Sparì all’improvviso ed Arya batté un piede per tetta. “Ma perché devono essere sempre tutti così criptici? Cosa ci trovano di divertente?”
La ragazza ricominciò a camminare ma all’improvviso sentì altri rumori, reali questa volta, provenire da dietro un corridoio. “Dany? Che ci fai qui?”
“Sono venuta a cercarti, i presidi… la sfida stà per cominciare!”
“Cosa?” sgranò gli occhi.
Daenerys aveva il fiatone. “Cioè, non sta per cominciare, ma la stanno annunciando, credo che inizierà stasera, ma visto quanto sono malati quei presidi potrebbe benissimo iniziare tra cinque secondi”
“Gendry?”
“Jon è andato a cercarlo”
“Va bene, andiamo”
“Vai avanti tu, io sono troppo stanca, devo respirare”
“Va bene”
“Arya, non so quando inizierà ma… buona fortuna”
“Non preoccuparti, andrà tutto bene” la ragazza iniziò a correre verso la sala grande, voleva andare al suo tavolo, ma quando vide la squadra di Durmstrang seduta lì preferì andare dal suo compagno di squadra. “Che hanno detto?”
“Che la sfida avrà inizio all’istante” sussurrò Gendry leggermente spaventato.
“COSA?”
“Esatto. Hai la bacchetta?”
“Certo”
“La mappa del malandrino?”
“Anche, ma dubito che ci servirà. La sfida non si terrà qui”
“Cosa? Come lo sai?”
“Ti spiego dopo”
Si fecero tutti zitti per ascoltare il preside, che stava finendo il suo discorso con una frase parecchio confortante. “La sfida è molto rischiosa, il vostro obbiettivo è semplicemente sopravvivere. I campioni si avvicinino”
I quattro ragazzi delle altre squadre si alzarono ed Arya e Gendry li imitarono. Si sistemarono di fronte alla tavola dei professori ed i tre presidi, con un incantesimo, fecero sollevare davanti ai campioni dei piccolissimi calici con dentro un liquido azzurro chiaro. Silente li incitò a prenderli. “Vi risveglierete in un luogo molto grande, in sei luoghi diversi, il vostro compito è trovare il membro della vostra stessa squadra e trovare un metodo per uscire, i primi che arriveranno saranno anche i primi classificati, poi i secondi ed infine gli ultimi. Avrete sei ore di tempo per tornare, sentirete un orologio battere ad ogni ora passata”
Margary Tyrell alzò lo sguardo verso il proprio preside. “E se non ce la facessimo in tempo?”
“Sarete bloccati lì. Inoltre vorrei sottolineare che solo la squadra intera può tornare, non un solo membro”
Arya si avvicinò a Gendry e, nascondendo una mano dietro di lui, cacciò la bacchetta dalla tasca posteriore del pantalone. Poi la avvicinò all’amico e gli fece un taglio abbastanza profondo sul polso. Gendry voleva ritrarre la mano e prenderla a schiaffi ma si trattenne per non dare nell’occhio. “Che cazzo stai combinando Arya?” sussurrò.
“Mi serve qualcosa di tuo per un incantesimo di localizzazione. Quando saremo lì rimani fermo, ti troverò io con il tuo sangue”
I presidi dissero ai ragazzi di bere dai calici ed Arya fu costretta ad obbedire.
Quando finì quel liquido leggermente frizzante si sentì strana e non ci volle molto prima che si dissolvesse.

Si risvegliò dopo chissà quanto tempo in una stanza buia, illuminata solo da una debole luce proveniente da una finestra abbastanza piccola.
Arya si alzò vedendo che era una specie di piccola camera da letto, con un unico materasso al centro e nessuna decorazione sulle pareti grigie. In più c’era una porta di metallo chiusa. Sembrava una prigione. La ragazza notò che il materasso era… gonfoi. Si avvicinò per sollevarlo e poi si rese conto che non avrebbe dovuto farlo.
Li sotto c’era il cadavere di una donna.
Arya fece un balzo all’indietro e si trattenne dall’urlare. Dove diamine era finita?

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Capitolo 13
*** Capitolo 12 ***


Okay, Arya doveva solo mantenere la calma. C’era solo un cadavere mezzo putrefatto in camera con lei, giusto? Si vedeva tutti i giorni no?
La ragazza voleva uscire, ma così facendo rischiava di incontrare altri allievi, quindi doveva rimanere lì dentro ed eseguire in fretta un incantesimo di localizzazione. Non aveva una mappa di quel posto con se, quindi si limitò ad usare il sangue sulla punta della bacchetta come… GPS. Quelle piccole gocce rosse si sollevarono ed iniziarono a muoversi per condurla da Gendry.
Dopo un eternità passata a camminare in quel posto orrendo, fatto solamente da corridoi grigi e qualche cadavere in giro le gocce di sangue si bloccarono davanti una porta. Lei la aprì ed incontrò subito l’amico, che almeno all’inizio, parve intenzionato ad attaccarla. “Che diamine ti prende Gendry?” gli urlò lei.
“Scusa Arya, prima ho visto un fantasma e… ha tentato di uccidermi”
“Come ha fatto a tentare di ucciderti? Non possono toccare niente. Non hai mai visto i fantasmi ad Hogwarts?”
Lui alzò le spalle e sorrise con fare da idiota. “Dillo a lui quando lo rincontriamo. Silente ci aveva avvisato, i fantasmi tenteranno di ucciderci e dico letteralmente”
“Già e le persone vive dovrebbero aiutarci a trovare… ci che dobbiamo trovare, ma io non ho viso molte persone vive nei dintorni” dovette trattenere un conato di vomito.
“In ch senso? Ti ricordo che mi avevi detto di non muovermi ed io non mi sono mosso. Sono rimasto qui ad aspettarti”
“Beh, ci sono vari cadaveri qui in giro”
“Scherzi?”
“Affatto, ma almeno sono utili”
“Cosa intendi?” affermò abbastanza… terrorizzato.
La ragazza cacciò un coltello da uno degli stivali. “Questo era vicino ad una tizia, credo sia stato usato per ucciderla, non fare domande, grazie”
“Come vuoi. in fondo adoro quando ti comporti da maniaca. Hai idea di dove siamo?”
Arya non riuscì a trattenere un sorriso. “Beh, un’ideuzza l’avrei ma non posso esserne sicura”
“Parla, per favore, siamo una squadra fino a prova contraria”
“Credo… che siamo in un manicomio. Spiegherebbe perché i corridoi sono tutti uguali ed anche perché sono tutti morti, devono essersi uccisi a vicenda, come brave persone pazze. Inoltre alcuni di quelli che ho trovato avevano camice di forza”
“Allora perché dovremmo fidarci dei vivi? Insomma… se sono malati di mente!”
“Non credo neppure che ci siano persone vive! È tutto uno stupido incantesimo, le alternative sono due: o siamo tornati indietro nel tempo o ci sono semplicemente fantasmi che si sono reicarnati”
“Non cambia molto. Hai un piano o qualcosa del genere?” si illuse.
“Sì, usciamo, mantieni la bacchetta in mano, rimaniamo vivi, se vedi qualcuno dell’altra squadra colpiscilo senza pietà e cerchiamo qualcuno di vivo che ci aiuti. Dobbiamo trovare due oggetti e chissà cos’altro”
“Non mi sembra un ottimo piano, ma credo sia meglio arrangiarsi. Anche perché sono pronto a scommettere che se criticassi il tuo piano tu diresti qualcosa del tipo ‘tu hai un’idea migliore?’”
“Tu dici?”
No. Appunto mentale per Arya: non era il momento giusto per il sarcasmo.
Uscirono da quella porta iniziando a camminare per tutti quei corridoi, ogni volta che svoltavano l’angolo sembrava di essere di nuovo al punto di partenza e quando vedevano un corpo per terra pensavano che sarebbe stato meglio essere al punto di partenza, ma le alternative non erano molte. Ad un certo punto incontrarono Gilly, la donna che sembrava una bruta e sembrava intenzionata a seguire una persona, li ignorò total,ente ma Gendry rimase particolarmente perplesso. “Non ha senso”
“Che vuoi dire? Non è il momento”
“Il fantasma di prima, quando doveva attaccarmi sembrava in carne ed ossa ed ora quella tipa stava seguendo una persona in carne ed ossa. Come possiamo distinguere i fantasmi se possono assumere sembianze umane?”
Arya sgranò gli occhi e rimase zitta per vari minuti. “Scherzi vero? Questo quel bastardo di Jaquen poteva anche dirmelo!”
“Hai rivisto Jaquen?”
“Sì, ma non è il… attento!” gli diede una spinta facendolo cadere a terra e si gettò addosso a lui, alzando poi la bacchetta. “Stupeficium!”
Gendry ebbe appena il tempo di alzarsi prima di vedere di fronte a lui Viserys, che aveva appena schivato l’incantesimo della compagna di quadra. Almeno non aveva ancora trovato nessuno della sua stessa squadra e da solo non poteva vincere.
Sia chiaro, non poteva perché aveva dimenticato il cervello nell’utero della madre, non perché si poteva tornare indietro solo se la squadra era al completo.
Gendry all’improvviso sorrise. “Quanto desideravo schiantarti razza di… stupeficium!”
Viserys schivò di nuovo e poi alzò la bacchetta mirando ad Arya. “Avada kedavra”
Gendry la spinse via facendola cadere e poi colpì violentemente il corpo di Viserys. “Expelliarmus”
Arya si alzò nonostante sentisse un forte dolore al braccio e poi si avvicinò leggermente all’avversario, con la bacchetta pronta nell’altra mano. “Hai tentato di uccidermi per vincere una stupida sfida?”
“Non solo per quello. È un peccato che tu non possa dimostrarlo però” il codardo afferrò la bacchetta e scappò via.
Arya rimise la propria nello stivale. “Tutto bene?”
“Sì, direi di sì, tu?”
“Un braccio rotto. Non importa, posso andare avanti, muoviamoci” fece per andarsene ma il ragazzo la bloccò.
“Aspetta, dammi il braccio. Ti ricordo che sono al quinto anno”
“Se pensi a quell’incantesimo ricordati solo che se lo esegui male mi fai sparire l’osso”
“Rilassati. Brachium emendo” dopo pochi secondi il dolore sparì del tutto.
Arya abbassò lo sguardo. “Grazie”
“Siamo compagni di squadra no? Funzioniamo meglio di quanto mi aspettassi”
“A chi lo dici… comunque. Dobbiamo andare, prima troviamo gli oggetti prima ce ne andiamo” si sentì uno strano rumore in lontananza.
Gendry sgranò gli occhi. “Oh, cazzo. È già passata un ora, muoviamoci”
 
Dopo un’altra ora passata nello stesso identico modo: a correre per i corridoi, i due capirono che dovevano cambiare tattica. “Arya, ragioniamo okay? Devono averlo nascosto, ma i… morti non devono trovare nulla quindi deve essere protetto magicamente”
“Il punto è che cosa è stato protetto? Non sappiamo che cosa cercare!” urlò lei.
Gendry all’improvviso ebbe l’illuminazione e sorrise. “Lo so io invece! Andiamo ed abbassa la voce”
”Cioè?” il ragazzo si mise di nuovo a correre e lei non poté far altro che seguirlo. Dopo cinque minuti incontrarono due persone che litigavano, come delle matte. “Ecco”
“Che diamine vuoi fare? Dobbiamo andarcene Gendry, adesso”
“Silente ha detto di fidarci dei vivi, potrebbero aiutarci”
“Credi che sia così semplice?”
“Dobbiamo provare”
I due si avvicinarono alle donne e videro subito che erano gemelle. Avevano una camicia bianca che arrivava fino alle ginocchia, era totalmente sgualcita ed i capelli castani erano peggio di quelli di Arya.
Appena le due videro i maghi si avvicinarono. “La squadra di Hogwarts!” iniziò la prima. “Venite con me, so dove dovete andare”
“No” continuò la seconda. “Tu sei un fantasma, non si devono fidare di te. Venite con me”
“Io? Un fantasma? Ma se ti ho tranciato di netto la gola”
“E allora dov’è la cicatrice?”
Le due iniziarono a litigare e Gendry ed Arya sentirono il terzo rintocco. La ragazza fece un paio di passi indietro. “Gendry? Come capiamo chi è il fantasma?”
“Mi dispiace ma questo non me lo hanno insegnato a scuola!”
Lei lo fissò. “Ma tu non eri al quinto anno?”
“Infatti ti batto ogni volta che facciamo una gara di magia”
“No, non è vero! A volte vinco io!”
“Perché te lo permetto”
“Che stronzata!”
“Cos’è? Ti da fastidio essere all’ombra di qualcuno di più grande?”
“Io non sono all’ombra di nessu… aspetta, che hai detto?” Arya si piazzò davanti a lui fissarlo.
“Che sono migliore di te” esclamò con ovvietà.
“No, non questo. Ripeti l’ultima frase che hai pronunciato”
“Stai uscendo di testa Arya”
“No, non avevi detto questo” rimase in silenzio per un paio di secondi. “Gendry, guarda i loro piedi”
“Cosa?”
“Guarda i piedi delle ragazze”
“Perché?”
Arya abbassò la voce. “Perché non riesci a ragionare? Gendry, quella a destra non ha l’ombra”
Il ragazzo sembrò rifletterci. “Quindi non è un corpo vero e di conseguenza… è un fantasma”
“Già. Bombarda!” il corpo di quella… ‘persona’ in un secondo esplose, per fortuna però non ci fu alcuno schizzo di sangue. “Ora che abbiamo appurato che ci aiuterai che ne pensi di aiutarci?” chiese all’altra donna.
Lei non sembrava affatto spaventata. Iniziò a correre conducendoli per i vari corridoi.
Ogni volta che incontravano il membro di un’altra squadra si nascondevano, evitando di attaccare e dopo circa dieci minuti entrarono in una porta. Gendry la sigillò subito con un incantesimo. “Allora?”
“Devi prenderlo, è qui, sotto il materasso”
“Cosa è li?”
“L’oggetto che state cercando”
Arya fissò l’amico. “Alzalo tu, io ho una brutta esperienza”
Lui fu costretto ad avvicinarsi a letto e da sotto il materasso cacciò un cofanetto. Tentò un incantesimo per aprirlo ma non ci riuscì. “Che vuol dire?”
La donna iniziò nervosamente ad attorcigliarsi i capelli, anche se era impossibile renderli peggiori. “Dovete usare il vostro sangue, serve a fare in modo che ogni squadra prenda solo gli oggetti che vi appartengono”
“Okay, ho capito” Arya cacciò il coltello dall’altro stivale, dove non teneva la bacchetta. Si fece un piccolo taglio e poi fece lo stesso a lui, che rimase abbastanza scioccato. “Sì, in effetti avevi ragione. Può esserci utile quell’arma" Arya tirò un sorriso e bagnò il lucchetto della scatola con il sangue sul coltellino.
Dentro non c’era niente di che. Era una piccola chiave, rossa ed oro. “Gendry, mi sa che questa è della tua casa. Si vede che è per la squadra di Hogwarts”
“Una chiave? Carino. Ed ora?”
Arya lo guardò e sorrise apertamente. “Ora dobbiamo solo cercare la porta verde e argento che apre”

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Capitolo 14
*** Capitolo 13 ***


Gendry ed Arya avevano corso ininterrottamente per un’altra ora nella speranza di riuscire a trovare l’uscita o magari un altro ‘vivo’ disposto ad aiutarli, ma era totalmente inutile.
I corridoi erano tutti uguali e i due non riuscivano a capire quante volte avevano controllato lo stesso, ma non avevano molte alternative. Le altre squadre si erano tutte riunite e tentavano ogni volta che li incontravano di ucciderli o comunque di attaccarli, anche se Arya aveva notato che Margaery non era più in quel luogo: era da molto che non la vedeva, doveva aver trovato l’uscita e se c’era qualcuno in grado di farlo era lei: era molto intelligente, ma come aveva fatto? Il problema era quello.
Passato altro tempo nello stesso modo Gendry si fermò e si sedette per terra come se fosse la cosa più normale da fare in quel momento, però Arya lo fissò con sguardo omicida. “Imbecille, dobbiamo trovare quella porta, non abbiamo il tempo di riposare, alzati”
“Milady non so se l’hai notato ma ogni singola volta che corriamo non riusciamo a trovare niente! Dobbiamo ragionare, prima in questo modo ci abbiamo messo cinque minuti a trovare la soluzione e, di conseguenza, questa stupida chiave”
Lei si avvicinò furiosa. “Abbiamo due ore di tempo, altrimenti rimarremo qui per il resto delle nostre vite e non è un’alternativa allettante!”
“Ce la faremo se ti calmi Arya!”
Lei tirò cinque o seimila respiri e poi si sedette a terra di fronte a lui. “Scusa”
“Mi spieghi che hai? Non è da te reagire così”
“Come lo sai? Solo perché reagisco bene quando mi fai i tuoi stupidi scherzi?”
“E quando avresti reagito bene scusa? Comunque volevo solo aiutarti”
Lei alzò gli occhi al cielo. “Pensavo ai miei fratelli e a quella stronza della Lannister”
“Ti rendi conto del fatto che potrebbe aver deciso volontariamente di ostacolarci? È da quando siamo arrivati qui che ci penso”
“Già, ma noi non possiamo saperlo e non abbiamo le prove, ovviamente” iniziò a ridere istericamente. “Perché i ragazzi secondo la logica degli altri hanno sempre torto?”
Lui anche tirò un sorriso. “Non me lo chiedere, però almeno se fai degli scherzi ai tuoi fratellini avrai sempre ragione tu no?”
“Sì, ma Sansa è più grande ed io mi diverto a fare scherzi a lei”
“Ed a me, non dimenticarti di me milady”
“Come potrei? Sei il mio preferito”
Sorrisero entrambi per spezzare quell’aria di depressione, ma non ci mise molto a tornare.
Nel momento in cui si sentì di nuovo il rumore che indicava che mancava solamente un’ora i cuori di entrambi iniziarono a battere parecchio velocemente.
“Arya, ragioniamo per favore, okay? Allora, i morti e i vivi sono spariti, quindi è qualcosa a cui possiamo arrivare da soli” iniziò Gendry.
“Deve essere qualcosa di logico, altrimenti non avrebbe avuto alcun senso darci tutto questo tempo per superare la sfida, l’inizio era più facile” continuò lei.
“I vivi ci sono serviti per trovare una chiave, alquanto strana inoltre”
“Che vuoi dire?”
“Beh” la cacciò dalla tasca. “Guardala, l’estremità che non va nella serratura e tutta di linee sconnesse, mi si è incastrata quattro volte nella tasca”
“Dammi qua”
Gendry gliela lanciò ed Arya iniziò ad osservarla. Era una banalissima chiave colorata di rosso e d’oro, all’estremità tutto il metallo che la componeva però formava un qualcosa simile ad un labirinto.
Ad un certo punto riuscì a notare una cosa. Sgranò gli occhi e continuò a fissarla, come se volesse evitare che sparisse. “Hei, vieni un attimo qui Gendry”
Lui si alzò e si risedette accanto a lei. “Che hai? Spero che tu abbia avuto una delle tue tante illuminazioni, farebbe davvero comodo”
“Forse si. Guarda” indicò un punto in cui il metallo era colorato di verde.
“E allora?”
“E allora? Dubito che gli ideatori del gioco per sbaglio facciano cadere della vernice su un oggetto così importante! Ragiona, deve significare qualcosa, deve!”
“Ma cosa?”
“Questo non lo so neppure io”
“Io si però” una terza voce si unì alla loro e i due girandosi riuscirono a vedere Gilly, aveva una striscia di sangue sulla guancia ed era da sola. Cosa strana visto che circa venti minuti prima era insieme a quell’ *inserire insulto a piacere* del suo compagno.
Entrambi si alzarono e cacciarono la bacchetta. Arya anche il coltello puntandoglielo contro. “Che ci fai qui? Non sei in squadra con Viserys?”
“Mi ha fatto del male sono perché è inciampato: ha dato la colpa a me e se n’è andato affermando di poter completare la sfida da solo, mi ha abbandonato qui. Il nostro preside ha detto che anche se torniamo in tempi diversi l’importante è aver trovato gli oggetti che ci servivano, quindi tecnicamente la sfida l’abbiamo superata, devo solo tornare indietro. Vi propongo un patto, io vi dico come raggiungere l’uscita e voi la fate usare anche a me”
“Puoi farlo anche se l’uscita non è la tua?”
“Sì e non voglio rimanere qui”
Gendry fissò Arya. “Che ne dici?”
“L’importante è rimanere vivi giusto?”
Si vide costretto a darle ragione. “Bene, ci stiamo, ma passiamo prima noi, non voglio scherzi”
“Come vi pare, finché lasciate la chiave nella serratura io la posso usare”
“Allora? Come troviamo la porta? Manca poco ormai”
“Con la vostra chiave, sopra c’è disegnata la mappa di questo posto, dovete raggiungere quel punto verde, è la porta”
Gendry ed Arya si fissarono. “Sì, è geniale!” iniziò il primo.
“Ma adesso noi dove siamo?” continuò la seconda
“Perché devi sempre essere pessimista?”
Gilly si avvicinò e puntò la chiave con una bacchetta, appena dopo si vide lì sopra un puntino luminoso. “Incantesimo silenzioso ed avanzato di localizzazione, muoviamoci”
Iniziò a correre e i due fecero lo stesso, ci misero circa mezz’ora ad arrivare nel punto indicato che si rivelò essere semplicemente un muro. Lì Gilly fece un altro incantesimo in modo da creare un passaggio e così riuscirono a trovare la porta tanto desiderata.
Era tutta verde, con delle parti argentate che si abbattevano lì sopra come schizzi di vernice.
Arya si avvicinò ed inserì la chiave nella serratura, quando la aprì riuscì a vedere dall’altro lato il giardino di Hogwarts. Senza pensarci due volte fissò Gilly ed afferrò la mano di Gendry, imbarazzata, per poi saltare dall’altro lato.
Atterrò esattamente nel giardino, ma attorno a lei riuscì a vedere tutti gli studenti della scuola, presidi inclusi. Stavano borbottando qualcosa e c’era anche chi applaudiva, ma a lei non importava e subito si ritrovò tra le braccia dei fratelli e persino tra quelle della sorella, anche se lei si staccò quasi subito. Arya però dovette ‘scusarla’ considerando che era puzzava di cadaveri, aveva i capelli sporchi di tutte le ragnatele che avevano trovato ed aveva anche un paio di chiazze di sangue sui vestiti.
Tutti le chiedevano come stava, cosa diamine era successo li dentro e se, cosa sicura, era stata lei a rompere il naso a quell’imbecille di Viserys e lei tentò di rispondere a tutti, ma mantenne un’espressione seria, come se si fosse appena risvegliata da uno stranissimo sogno e non fosse sicura di aver davvero aperto gli occhi.
Dopo qualche secondo però decise di staccarsi per correre ad abbracciare Gendry, nonostante anche lui fosse circondato dagli amici, ancora con quella stessa espressione e rimase in quella posizione per un secolo, per assicurarsi che fosse in carne ed ossa e lui dopo un secondo di titubanza si decise a ricambiare con altrettanta forza. “Ce l’abbiamo fatta, siamo tornati in tempo!” a quel punto riuscì a farsi spuntare un leggero sorriso.
“Già milady, a quanto pare servi a qualcosa visto?” ricambiò il sorriso.
Lei subito si staccò, offesa. “COSA? Scherzi? Senza di me saresti bello che morto!”
“Io direi solo bello”
Lei stava per rispondere ma Silente, come al solito, si mise ad urlare di fare silenzio. “La sfida è terminata. Al primo posto si è classificata la squadra di Beauxbatox, al secondo si dovrebbe classificare quella di Durmstrang ma, visto che solamente un componente è arrivato all’inizio la squadra è stata punita, di conseguenza si piazza al terzo posto, esattamente dopo la squadra di Hogwarts”
Gendry ed Arya si misero a ridere più istericamente. Poi lei si fece di nuovo seria. “Non so tu, ma io ho bisogno di un po’ di cibo, possibilmente composto da cioccolata”
“Mi vedo costretto a darti totalmente ragione, andiamo, ti cedo l’incredibile onore di sederti al tavolo grifondoro” si incamminò facendosi spazio tra tutta quella gente e lei lo seguiva.
“Come se non lo facessi tutti i giorni per parlare con il mio fratellino”
“Sì, comunque se lo vuoi sapere stasera c’è una festa al mio dormitorio in nostro onore, anche se sei di serpeverde quindi suppongo che tu sia invitata”
“Sei appena tornato! Chi l’ha organizzato?”
“Amici che confidavano in me”
“Va bene, vedrò se venire”
“Oh, milady, sei pregata di vestirti in modo decente” le strizzò l’occhio e poi lei lo schiaffeggiò.
Era bello essere tornati.

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Capitolo 15
*** Capitolo 14 ***


Ma che diamine voleva dire vestirsi in modo decente?
Arya si vestiva sempre in modo… beh, in base ai suoi standard era sempre decente! Doveva andare nel dormitorio grifondoro precisamente a mezzanotte, quindi dopo il coprifuoco, ma poco le cambiava disobbedire, inoltre era convinta che se avesse incontrato Silente lui avrebbe barattato il suo silenzio in cambio di un sorbetto al limone.
Appena davanti la signora grassa disse la parola d’ordine ed entrò.
Dentro sembrava davvero una festa babbana: burrobirra e whisky incendiario ovunque. Inoltre sembravano tutti ubriachi e non sembravano intenzionati a smettere di bere. Dovevano aver fatto un incantesimo perché quando qualcuno si versava un bicchiere e lo finiva quello si riempiva di nuovo.
Lei si vide costretta a sbuffare e si prese un bicchiere di burrobirra, giusto per non isolarsi del tutto come faceva di solito.
Dopo qualche minuto vide il fratello subito gli andò incontro. “Brann! Tu non dovresti essere qui!”
“Almeno io sono un grifondoro Arya”
“Sì, ma la festa per quelli dal terzo anno in su, anzi, ci sono solo io del terzo anno e solo perché io sono uno dei campioni”
“Non fare la noiosa per favore!”
“Sono la tua sorella maggiore e… no, aspetta, non voglio fare la noiosa come Sansa. Sai una cosa? Divertiti, ma non ubriacarti, grazie” gli passò il suo bicchiere mezzo vuoto e sorrise. “Mi auguro di essere la tua sorellona preferita almeno”
“Questo è ovvio” sorrise anche lui e l’assaggiò. “Ma è orrendo! Fa schifo!”
“Nessuno la beve per il sapore, non lo sai?”
“Certo, chi te lo ha detto questo? Uno dei tuoi amici strambi? No, aspetta, non dirmelo: non lo voglio sapere”
“Bene, perché la risposta non ti piacerebbe. Hai visto qualcun altro che conosciamo?”
Lei tentò di bere un altro sorso, ma fece un’altra faccia disgustata. “Solo Daenerys”
“Davvero?”
“Sì, Gendry l’ha invitata”
“Vado a cercarla. Ripeto, divertiti ma non ubriacarti. Sei incredibilmente minorenne”
Arya si allontanò velocemente ed iniziò a muoversi tra tutta quella gente e si rese conto che, stranamente, non era una festa così noiosa: se avesse incontrato qualche amico probabilmente si sarebbe divertita di più ed almeno Sansa non c’era.
Però le persone sembravano un po’ troppo ubriache, non potè fare a meno di chiedersi se la mattina dopo avrebbero usato un incantesimo per riuscire a far passare il mal di testa post sbronza.
Ci volle poco però prima che Daenerys si avvicinasse a lei. “Arya, questa festa è fantastica, mi sto divertendo molto e quel ragazzo, Daario, è qui e credo di piacergli” sorrise e finì il suo bicchiere di whisky e quello subito si riempì di nuovo. Arya fu abbastanza saggia da levarglielo di mano.
“Tu sei pazza!”
“Dovresti divertirti! Non c’è nessuno che possa piacerti qui?”
“No e comunque non parlo di queste cose con te, né con mia sorella né con nessun altro. Un appunto: tu non divertirti troppo”
La ragazza sorrise. “Nah, figurati”
“Senti, qui c’è troppo chiasso, io mi rifugio in camera del mio fratellino”
“Non c’è lui?”
“Lui è qui a drogarsi!”
“Hei! Qui siamo tutti molto seri, non girano droghe” commentò un grifondoro particolarmente… non sobrio.
“Sembra una festa per babbani imbecilli, ma almeno c’è bella compagnia” commentò Daenerys.
Arya sospirò e fece le scale, per poi sedersi sul letto di Brann. Era li da quanto? 5 minuti? E già non ne poteva più.
Lei sapeva divertirsi, su questo non c’era alcun dubbio, però così era esagerato e senza dubbio non era quello il suo concetto di divertimento. Si scolò quel bicchiere, contenta del fatto che la sua capacità di reggere l’alcool fosse così alta, e poi si stese sul letto.
Odiava quella stanza, troppo… rossa ed oro. Non erano i suoi colori, per niente, ma c’erano molti dei suoi amici in quella torre e, in quella stanza ed in quel preciso letto, c’era stato suo fratello maggiore. Prima… dell’”incidente”.
Spostò le mani dietro la testa e chiuse gli occhi.
Rimase ferma per almeno venti minuti a pensare in quella posizione, finché qualcuno non arrivò e non iniziò a farle il solletico ai fianchi. La ragazza saltò e Gendry scoppiò a ridere. “Credevo fosse impossibile riuscire a cogliere di sorpresa la grande Arya Stark”
“Ma che ci fai qui?”
“Avevo bisogno d’aria”
“Sei ubriaco?”
Lui si esibì in una smorfia. “No, volevo solo farti uno scherzo, non credere che per avere questo coraggio serva essere ubriachi”
“Già, ma tu sei esperto di follie quindi…”
“Arya, che hai?” la interruppe bruscamente.
Lei si ristese a fissare il soffitto e sbuffò. “Oddio, non ricominciare a farmi la psicoanalisi per favore! Ti odio quando lo fai!”
“Non ti faccio la psicoanalisi! Gli psicologi vengono pagati, ricordalo. Comunque, perché hai gli occhi rossi? sembra che tu stessi…”
Arya gli schiaffò in faccia la prima cosa che trovò ed iniziò a fissarlo. “Non ci provare a dire quelle parole, io non piango, mai!”
“Va bene, allora ti è entrato qualcosa negli occhi?”
“Ecco bravo” si stese, per la terza volta, e dopo un secondo Gendry la raggiunse.
“Milady, sono serio, che hai?”
“Tu serio? Addirittura?”
“Non fare l’imbecille”
“Io lo faccio e tu lo sei, che squadra”
“Okay, questa era divertente te lo concedo, un punto per te.”
“Che generosità” commentò divertita.
“Va bene” cacciò la bacchetta e sigillò la porta. “facciamo che rimarremo qui finché non parlerai, okay?”
“Questa è la camera di mio fratello, se volesse entrare?”
“Ha anche un altro parente in corvonero, può andare da lui o anche nella mia stanza” si rilassò.
“Ti odio”
“Tu mi adori”
“Certo, come no”
“Arya! non fartelo tirare fuori!”
“Va bene. Stavo semplicemente pensando a mio fratello. Lui stava in questa stanza. Guarda lì, sopra il letto. La lettera lì incisa è una V, in onore del suo cane Vento Grigio. Mettere la sua iniziale sarebbe stato troppo sgamabile, quindi ha preferito questo”
“Davvero? Sai che io ero qui il primo anno? Mi sono sempre chiesto che significasse. Tuo fratello ora dov’è? È diventato auror vero? Robb se non sbaglio”
“Beh, stava per diventarlo. È morto questa estate. Lui, mia madre e mio padre”
Gendry deglutì ed iniziò a cercare qualcosa da dire. “Mi dispiace, non lo sapevo. Com’è successo?”
“Dicono sia stato un incidente, ma io credo siano stati tutti uccisi. Non so perché né so chi è stato, anche se ho dei sospetti in realtà. Ma poi perché te lo sto dicendo?”
“Perché sono il tuo migliore amico, semplice” sorrise.
“Che? Cosa te lo fa pensare?”
“Il fatto che, riflettendoci, ogni volta che mi serve aiuto vengo da te e ti conosco meglio di chiunque altro, cosa ricambiata”
Arya iniziò a riflettere. “Già, mi sa che hai ragione”
“Chi sarebbero questi sospetti?”
“Secondo te? Cersei Lannister, Jaime Lannister ed anche quell’imbecille del figlio non me la racconta giusta”
“Scherzi? Perché avrebbero dovuto?”
“Non lo so. So che da quando sono tornata qui mi girano intorno, che volevano che io e te partecipassero al torneo ed anche che sarebbero pronti ad uccidere senza farsi problemi pur di raggiungere i loro scopi”
“Sì, questo è vero, ma perché avrebbero dovuto?”
“Credo che i miei avessero scoperto qualcosa. Io sto cercando di capire cosa ma è impossibile. Inoltre sono l’unica convinta che sia stato un omicidio quindi non mi aiuterà nessuno”
“Per questo volevi la mappa del malandrino?”
“Esatto. Però non riesco a scoprire niente, è come se quelli avessero un linguaggio in codice o… si incontrassero con qualcuno fuori dalla scuola perché quando si incontrano non ci capisco niente e sembra che siano dei santi e… non ho la minima intenzione di crederlo perché quelli sono tutto ma non santi”
“Già, lo sai che vanno a letto insieme? L’ho scoperto qualche settimana fa”
“Scherzi? Sono fratelli. È una cosa…” represse un conato di vomito.
Gendry rimase in silenzio per qualche minuto. “Va bene milady, qui c’è una festa e ci stiamo deprimendo troppo, prometto che da domani ti aiuto a ricercare quello che vuoi, ma in cambio voglio che scendiamo a bere ed anche che mi giuri che al ballo del ceppo non mi farai fare una figura di merda”
Arya rischiò di strozzarsi, ma poi quella specie di spavento le passò. “Il ballo del ceppo? Io non ci vado, non preoccuparti”
“Ehm… sei uno dei campioni, devi. Quasi sicuramente con me. E questo ci riporta al mio concetto del ‘non farmi fare figure di merda’”
“Okay, a questo ci penseremo più tardi, ora ho assoluto bisogno di altro whisky” gli afferrò il braccio e lo riportò al piano di sotto, scolandosi, come promesso, un altro bicchiere ed iniziando finalmente a divertirsi.
Per miracolo senza ubriacarsi.

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Capitolo 16
*** Capitolo 15 ***


“Questa te la farò pagare! Aspetta che mia madre lo venga a sapere ed avrò la tua testa su una picca”
“Bla bla bla. La mia testa su una picca, ammazzerai il mio cane e farai soffrire tutta la mia famiglia. Sì Joffrey, lo so, me lo ripeti ogni volta che ti faccio uno scherzo. Dovresti aggiornare il tuo repertorio di insulti”
“Questa volta…”
Arya iniziò a scimmiottare la sua voce mentre un coro di risate iniziava a circondarli. “Questa volta hai superato il limite Stark! Ti farò espellere”
“Stark…”
“Joffrey cari… no, non riesco a dirlo. Joffrey. Rilassati, ti ho solo fatto sparire un testicolo… o forse due!” Trattenne con gran difficoltà le risate mettendosi una mano davanti alla bocca e stringendosi le labbra in maniera un po’ troppo evidente. “ma sai, qui si dice che i tuoi attributi non siano così... imponenti, quindi forse a te riappariranno presto, di solito ci vogliono un paio di giorni ma tu potresti anche mettercene uno solo” Si mise a ridere apertamente a quel punto: non ce la faceva più.
Lui si fece rosso fino alla punta dei capelli, sia per la rabbia che per l’imbarazzo. “Io ti ammazzo…”
“Oh, andiamo. Tanto ti sta bene, te lo meritavi!”
“Perché?” ringhiò.
“Perché… beh… a dire il vero non lo so, è da un po’ che non fili nessuno che conosco. Ma dubito che da quando è iniziato il torneo tu ti sia comportato da santarellino quindi… ti sta bene comunque. Ora scusa, ma non mi va di sentire le tue minacce quindi vado, dovrebbe esserci il budino al cioccolato per cena” iniziò a correre, consapevole del fatto che quell’imbecille stava per cacciare la bacchetta.
Ci voleva un po’ di normalità in quelle giornate. Anche se l’attesa non faceva che alzare l’ansia di tutte le squadre fino al soffitto. Erano arrivati al primo di dicembre! Ed ancora niente.
Prima di andare a mangiare Arya passò nel suo dormitorio per cambiarsi e per aggiungere alla lista di scherzi che sapeva fare quello appena eseguito su Joffrey.
Più precisamente all’ottava pagina, giusto sotto ‘test’in giù’, che consisteva in un semplice incantesimo che impediva alle persone di camminare sulle gambe, ma solo sule mani. Lo aveva fatto a Lommy, quel ragazzino del torneo, ed era stato particolarmente divertente.
Appena entrò nel dormitorio vide Nymeria stesa sul letto, la cosa strana era che Margaery era lì ad accarezzarla. Quando però vide l’effettiva padrona la Tyrell si alzò e fece per andarsene. “Scusami tanto, non è la ma stanza questa”
“Non preoccuparti, puoi rimanere ed al mio cane stai simpatica, inoltre non ho intenzione di farti scherzi, sono solo per i ragazzi, con qualche eccezione tipo Sansa naturalmente, ma tu mi stai simpatica per ora quindi puoi rilassarti, mi sembravi abbastanza spaventata quella volta che hai assistito ad uno dei miei scherzi”
“Ah sì? Perché fai scherzi a tua sorella? Sembra simpatica” si risedette ed Arya si appoggiò al comodino.
“Sa parlare solo di ragazzi, tu hai più o meno la sua età quindi va bene, ma per me è mortalmente noioso come argomento”
“E perché invece io ti sto simpatica?”
“Sei sveglia a differenza sua, inoltre mi fido di Nymeria”
Margaery rise. “Quindi la mia vita era nelle mani di un cane?”
“No, nelle zampe di un cane, su Nymeria sono molto puntigliosa”
“Capisco, senti… sai qualcosa riguardo la prossima prova?”
Arya rise. “Ah, non sei venuta qui solo per salutarmi quindi. Comunque so che si terrà a gennaio: il ballo del ceppo si farà questo mese visto che serve a sostituire quello di natale e dubito fortemente che faranno una sfida poco prima o poco dopo”
“Capisco, e non sai in cosa consisterà?”
“No, e anche se così fosse non te lo direi, così come tu non lo diresti a me, in fondo vogliamo vincere entrambe” sorrise furba.
“Certamente, ammetto che sono molto ambiziosa”
“Certo, comunque io ho fame ma prima di mangiare vorrei cambiarmi, quindi…”
“Capisco, me ne vado, ma avrei un’ultima cosa da dirti”
“Cioè?”
Margaery iniziò a comportarsi in modo strano, come se avesse paura di ciò che stava per dire. “Ho delle informazioni che potrebbero servirti, sui Lannister, so che pensi che siano assassini e…”
“E tu come diamine… giusto, parli con mia sorella. Sappi che di solito la gente non ascolta ciò che dice, la maggior parte dei pettegolezzi che mette in giro sono cacchiate”
“Sì, ma il punto è questo, il mio preside è perennemente ubriaco ed io lo sento parlare di ogni singola cosa, compresi i professori Lannister…”
Arya la fissò e la interruppe, di nuovo. “E in cambio di queste informazioni tu cosa vorresti?”
“Mi serve unire le nostre squadre durante il torneo”
“Cosa? Scherzi?”
Si alzò e fece un passo per avvicinarsi. “Sono serissima Arya, ascoltami. In questo torneo tutti noi rischiamo la morte, io mi reputo coraggiosa, ma il mio coraggio non mi rende più astuta e non mi eviterà la morte. Tu sei intelligente, ma io conosco il modo di agire dei presidi. Se ci uniamo senza alcun dubbio abbiamo molte più possibilità di sopravvivere e, nel caso tu non l’avessi capito, questo non è un torneo! È un modo per uccidere! Guarda caso ideato da quei malati dei tuoi professori”
“Sì, e la vuoi sapere una cosa? I Lannister molto probabilmente vogliono uccidere me, quindi senza dubbio saresti molto più al sicuro lontana”
“Arya, ascoltami attentamente, la mia offerta è che uniamo le squadre ed in cambio ti darò delle informazioni, pensaci”
Se ne andò velocemente ed Arya afferrò delle scarpe per gettarle violentemente sul muro, poi Nymeria si avvicinò ed iniziò a leccarle la mano. “Hai visto cucciola? Prima giocavamo ai piccoli detective ed ora mi sono pure trovata l’assistente. All’improvviso non mi sta più simpatica quella”.
 
A cena le cose non migliorarono, Arya era particolarmente sovrappensiero: voleva accettare quell’offerta, ma senza il consenso di Gendry non poteva e… non voleva chiederglielo.
Dalla prima prova le cose tra quei due non facevano che cambiare, senza dubbio erano molto più intimi, si facevano meno scherzi ed Arya cominciava a sentirsi abbastanza strana in sua presenza.
Meglio quindi starsene a distanza, anche se non poteva, finché non ritrovava la stabilità mentale.
Mentre non faceva ch riflettere Daenerys si unì a lei. “Senti, eri in ritardo quindi mi ero spostata dagli altri, comunque Joffrey ti guarda ancora con sguardo omicida e Silente ha annunciato quella festa”
“Il coso del ceppo? Bene, fantastico” sbuffò e gettò il pane nel piatto.
“Il sarcasmo non ti si addice”
“Si chiama ironia”
“C’è differenza?”
“L’ironia è degli intelligenti, il sarcasmo degli stupidi. Oddio, passo troppo tempo con Jon. Comunque, sai già con chi andrai?”
“Arya, sono i ragazzi che invitano le ragazze. Inoltre vorrei sottolineare che lo ha annunciato dieci minuti fa”
“Cioè speri con Daario, ho capito. Quando si farà?”
“Tra una settimana, prima delle vacanze per quelli che tornano a casa, tu suppongo ci andrai con Gendry”
“Già”
“Che succede tra voi due? Mi sembrate strani ultimamente”
“Lascia stare che è meglio”
Daenerys fece come le era stato chiesto. “Tu lo sai vero che Sansa farà di tutto per trovarti e farti vestire in modo decente?”
“La picchierò, fidati, mi starà lontana”
“Bene, sappi che la vicepreside ci deve insegnare a ballare quindi dopo…”
“Dopo io non ci vengo e mi fingo morta. Lo sapevo che dovevo prendermi un anno sabatico”
“Sapevo che l’avresti detto, comunque non puoi, le squadre aprono le danze quindi”
“Sì, ho afferrato il concetto. Oh, guarda, Gendry se ne sta andando, gli devo parlare e mi è passata la fame. Fammi gli auguri perché vorrei evitare”
“Dopo parliamo di questa storia. Oh, Arya”
Lei si era già avviata ma si girò. “Sì?”
“Non vedo l’ora di vederti vestita bene”
Lei le lanciò uno sguardo di fuoco e corse via.
Appena fuori vide che Gendry si stava dirigendo verso il campo di quidditch, ma lo chiamò e si avvicinò. Iniziò subito a sentirsi a disagio, non sapeva che diamine stesse succedendo, ma per sua fortuna sapeva nascondere bene praticamente tutto. “Oh, ciao milady, vieni a giocare?” chiese lui col suo solito tono.
“Assolutamente sì, non tocco la mia nimbus da troppo tempo”
“Bene, andiamo”
“Sì, però ti devo prima parlare”
“Okay, che c’è?”
“Ehm... volevo sapere se Margaery per caso è venuta a parlarti?”
“No, perché?”
“Beh, me la sono ritrovata in camera, voleva che unissimo le forze” abbassò lo sguardo. “In cambio di alcune informazioni sui Lannister” sussurrò, ma lui la sentì. Ovviamente.
“Cosa? E tu cos’hai detto?”
“Ho detto di no, rilassati, non voglio unirmi alla squadra di Beauxbatox”
Gendry sgranò gli occhi e le afferrò le spalle. “Arya ma che problemi hai?”
Lo fissò. “Cosa? Okay, questa non me l’aspettavo”
“Arya, sono mesi che ti stai scervellando per i Lannister ed ora che hai l’occasione rifiuti?”
“Decisamente non me l’aspettavo”
“Arya, accetta questa stupida offerta, lo so che per te è importante, inoltre non è stupida, magari ci farà comodo in squadra.
Lei non sapeva come reagire, nessuno la conosceva così bene. Così decise di premiarlo r fece un salto gettandogli le braccia al collo, cosa molto rara salvo occasioni speciali (leggere r’rischiata morte’ o ‘foto di famiglia con genitori psicopatici’) lui, dopo un paio di secondi di stranezza, ridacchiò e ricambiò l’abbraccio.
Arya si staccò solo quando le cose iniziarono a farsi strane.

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Capitolo 17
*** Capitolo 16 ***


La sera del ballo del ceppo era finalmente arrivata. Tutte le ragazze del castello, dal terzo anno in su, erano più che entusiaste e praticamente tutte erano sul punto di impazzire. Arya invece… beh, aveva creato un nuovo scherzo e stava andando dalla sorella per testarlo.
Disse la parola d’ordine dei tassorosso ed iniziò a camminare verso la stanza di Sansa. Il problema però fu che la sorella, dopo averla vista, invece di mandarla via a calci la trascinò dentro e la fece sedere sul letto. “Io lo sapevo che saresti venuta. Ti servono dei vestiti decenti ed un aiuto a domare i capelli che ti ritrovi visto che stasera c’è il ballo vero? Beh, ho esattamente ciò che fa per te. Puoi levare quei pantaloni? O almeno alzati dal mio letto, me lo stai infettando”
“È già infettato dalla tua stupidità. Aspetta che hai detto? No, no no no, hai frainteso. Io sono venuta qui per renderti orticanti i vestiti in modo da farti fare una figuraccia stasera, non mi serve aiuto” fece per alzarsi ma venne spinta di nuovo sul letto. “E che diamine mi hai appena chiesto di alzarmi! Che mi spingi a fare?”
Sansa invece di mettersi ad urlare sospirò e fece un incantesimo alla sorella, rendendole i capelli meno crespi e i vestiti un po’ più decenti. “Senti, lo so benissimo che non te ne frega niente della festa, sarebbe assurdo il contrario, però non vuoi far fare una buona figura ad Hogwarts? Siamo nelle tue mani tutti quanti visto che i campioni aprono le danze. Inoltre vorrei farti notare che se ti mettessi un po’ più in risalto potresti anche far colpo su Ge…”
“TIRA IL FRENO! Io non voglio far colpo su nessuno. Primo, anche se volessi Gendry non si prenderebbe mai una cotta per me perché io sono io e lui è lui, noi ci odiamo, ricordi? Secondo, a me lui non piace quindi perché dovrei mettermi in tiro?”
Sansa la guardò con un’aria… intenerita? “Oh, poverina. Ti piace da quando vi siete visti la prima volta e neppure te lo ricordi?”
“La prima volta che ci siamo visti gli ho fatto uno scherzo”
“No, quella è stata la seconda, la prima volta è stato alla cerimonia dello smistamento, lui era accanto a me perché stava parlando con un amico tassorosso e non ti levava gli occhi di dosso. È stato in quel momento che ho capito che soffriva di miopia”
“Gendry non è miope”
“Già, quando ho capito questo ho capito che forse non saresti rimasta zitella a vita”
“Okay, ora stai esagerando, qui sono io quella minore che insulta ricordi? Aspetta che prendo la bacchetta…” si accovacciò cacciandola dagli stivali.
“Arya, il punto è che dovrai comunque ballare davanti a tutta la scuola e preferirei che tu non lo facessi conciata in quel modo. Guarda qui” aprì l’armadio e cacciò un vestito, poi prese ad esaminarlo. “Argento, senza spalline, gonna a palloncino, busto stretto ed arriva fino al ginocchio o poco più in alto. L’ho preso anni fa quindi dovrebbe starti bene e metterà in risalto i tuoi occhi dello stesso colore”
Arya la fissò. “Sì, io ho solo capito che il vestito è grigio e se l’ho capito è per il semplice fatto che hai detto che è uguale ai miei occhi. Comunque sogna che io me lo metta”
“Ah, ma ancora non hai visto il meglio! Ci lavoro da quando ho saputo del ballo del ceppo proprio per te, sotto la gonna c’è un pantalone corto, nessuno lo vedrà ma tu ti sentirai a tuo agio e mi sono fatta spedire dalla zia delle ballerine, così non metterai i tacchi. Sono o no la sorella migliore del mondo?”
“Lo hai fatto solo per egoismo, inoltre tu ti rendi conto che ti sei preoccupata di questo più tu che me? ho paura di sapere che hai combinato per far colpo su Joffrey. Gli vai ancora dietro vero?”
“Non voglio parlare di questo e comunque voglio che tu faccia bella figura. Ricorda che una tua figuraccia influenzerà negativamente anche me”
“Certo, comunque non lo metto. Io ho una reputazione da difendere”
“Sapevo che l’avresti detto, ma ho trovato il modo di ricattarti”
“Addirittura?”
“Sì, ieri sera ho trovato una pagina del tuo diario” cacciò un foglio di carta scritto e firmato da Arya.
Lei rise. “Non è un diario. È una pagina della mia lista di scherzi, l’ho firmata perché nessuno potesse copiarli e… oh merda”
“Esatto. Tu mi fai fare bella figura usando un pettine per la prima volta in vita tua ed io in cambio la rimetto dove l’ho trovata, facendo finta di non averla mai vista”
Arya invece di rispondere si alzò e strappò con estrema violenza il vestito dalle mani della sorella e si costrinse a metterlo. Valutò un paio di volte l’idea di strapparlo ‘per sbaglio’ ma alla fine decise che era meglio non rischiare.
 
Per sua fortuna prima di avere la possibilità di essere trascinata nella sala grande la vicepreside trascinò tutti i campioni via per il loro grande ingresso.
Era una cosa insopportabile: Arya credeva di essersi salvata da una gigantesca umiliazione, ma invece scoprì che sarebbe stata costretta insieme agli altri a fare un grande ingresso e tutti si sarebbero messi a fissarli, ma per sua fortuna la sua squadra era l’ultima a dover entrare, dopo quelle di Beauxbatox e Durmstrang, ma non poté fare a meno di sentirsi strana.
E Gendry che non la smetteva di fissarla con gli occhi sgranati non aiutava. “Ti prego smettila, mi sento già abbastanza imbecille” gli sussurrò camminando nervosamente.
Lui sorrise. “Ora sembri davvero una lady lo sai?”
“Noiosa come Sansa?”
“Stai benissimo Arya, smettila di agitarti, se ti fissano è solo perché non sembri il genere che se si mette qualcosa di femminile ci sta così bene” lei iniziò a fissarlo in modo strano e lui riaprì subito la bocca, come per salvarsi la reputazione. “spero che tu mi abbia sentito perché non mi ripeterò”
Arya voleva insultarlo ma poi sorrise anche lei. “Grazie”
“l vestito lo hai trovato nascosto ed appallottolato nei meandri del tuo armadio?”
“Credi davvero che se avessi un coso del genere lo conserverei nel mio armadio invece che in un camino? E tu? Dove lo hai trovato lo smoking?”
“Nei meandri del mio armadio” sorrise. Appena arrivati al centro della pista un sacco di persone si unirono a loro ed iniziarono a ballare, come d’obbligo. Era imbarazzante: era un lento ed Arya era costretta a tenere le mani attorno al collo del ragazzo. “Milady, non è che mi pesterai i piedi tutta la sera vero?”
Arya si trattenne dal dargli uno schiaffo. “Smettila con questo nomignolo, sei irritante”
“Ti rispecchia, almeno oggi che sei vestita così”
“Non ti risponderò. Comunque per tua informazione so ballare benissimo. Mia madre ha fatto prendere delle lezioni a mia sorella e sono praticamente stata costretta ad unirmi, ci teneva anche per me. Credo che Sansa prima o poi avrebbe voluto partecipare al ballo delle debuttanti o… cose del genere”
“Almeno è servito a qualcosa no?”
“Già, per la cronaca anche tu non stai male” alzò gli occhi al cielo davanti quell’ammissione.
“Era un complimento per caso?”
“Assolutamente no, era una constatazione”
“Ci devo credere?”
“Stai zitto per favore”
“Ti imbarazza eh? Va bene, ti accontento. Comunque la canzone d’apertura è finita, ci allontaniamo?”
Lei si staccò istintivamente. “Sì, prima o poi i piedi te li pesterò e… oh mio Dio”
“Che hai”
Arya sorrise guardando dritto davanti a sé. “Vieni con me”
Fece un paio di passi solamente per avvicinarsi al fratello, che appena la vide entrò nel panico. “Jon Snow con due bicchieri invece che con uno! Hai invitato qualcuno per caso?”
“Stai zitta sorellina. È stata Sansa a convincerti?” la squadrò alludendo al vestito ed ai capelli non… beh, non da lei.
“Ovvio. Mi fai vedere dov’è la tua amica?”
“Manco morto, perché non te ne torni a ballare con il tuo cavaliere?”
Arya assunse un’espressione dolorante. “Non mi va e le scarpe mi fanno male”
“Non sono alte però”
“Sì ma io sono abituata alle mie tutte rovinate e comodissime”
“Certo, c’è altro cara?”
“No, non preoccuparti, ti lascio correre dalla tua dama, ciao Jon”
Si allontanò ed iniziò a correre fuori dalla stanza con Gendry ce la seguiva finché non arrivarono in un corridoio deserto. Lì Arya si mise a ridacchiare e si appoggiò ad un muro. “Non è mai esistita una festa più breve”
“Poco ma sicuro, non vedevo l’ora di andarmene ed almeno non abbiamo incontrato nessuno che conoscevamo”
“Cos’è? Ti vergogni di me per caso?” voleva fingersi offesa, ma non riuscì a nascondere un sorriso beffardo.
Gendry fece lo stesso sorriso e la guardò, avvicinandosi di qualche centimetro. “A dire il vero sono convinto che qualcuno potesse metterti gli occhi addosso e non mi va bene, oggi sei la mia dama, ricordi?”
“Vorrei poter dire lo stesso ma hai visto come ti guardavano le ragazze? Credo non si aspettassero che con uno smoking riuscissi ad essere così… beh, così non-brutto”
“Siamo a due complimenti nell’arco di quanto? Dieci minuti? Devo preoccuparmi milady?”
“Probabile”
Gendry sorrise come solo lui sapeva fare.
Una piccola premessa (?) per chiunque stia leggendo questa storia malata. Cari lettori, dovete capire che io sono una ragazza particolarmente odiosa, per questo dovreste capire che nel momento in cui, plagiando chissà quanti film americani, i due iniziarono ad avvicinarsi un po’ troppo e stavano per fare ciò che chiunque può capire, un rumore in lontananza ed una strana luce li investì per un secondo, sembrava un flash o qualcosa del genere. Non era qualcosa di particolarmente fastidioso, ma i due istintivamente si staccarono.
Arya e Gendry guardarono lungo il corridoio da cui era arrivato quel suono e poi il secondo inarcò le sopracciglia. “Cos’è stato?”
“Non ne ho la minima idea” commentò lei.

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Capitolo 18
*** Capitolo 17 ***


“Io ti dovrei veramente uccidere Arya” Daenerys si sedette accanto a lei iniziando a fissarla e facendola quasi strozzare con il suo cornetto al cioccolato.
“Il buongiorno si vede dal mattino eh?” rispose lei continuando a masticare.
“Hai intenzione di darmi qualche spiegazione?”
“In merito a cosa scusa?”
La Targaryen la fissò in modo strano. “Mi prendi per il culo?”
“Dany, non so di cosa stai parlando, te lo giuro”
“Stammi a sentire…”
Si interruppe vedendo Jon, più incazzato che mai, che camminava più che infuriato per poi sedersi alla tavolata, trascinando per un orecchio anche quel poveretto di Gendry che però se ne stava zitto, ma prima che potesse aprire la bocca Arya gettò la colazione nel piatto. “Okay, mi spiegate perché ogni volta che mi siedo da qualche parte alla mia tavola ci sono sempre abbastanza posti nei dintorni da farvi sedere tutti quanti?”
“Sorellina, non è il momento e vorrei qualche spiegazione anche io prima che castri vivo questo qui”
Waters levò la mano di Jon, ancora incollata all’orecchio, da dosso. “Smettila idiota, guarda che nessuno stava stuprando nessuno”
“Io ti ammazzo…”
Arya si schiarì la voce. “Qualcuno vuole spiegare anche a me?”
“Ma tu non li leggi i giornali? Oggi non hai preso la gazzetta del profeta?” commentò Dany.
La ragazza prese un po’ di panna montata con il cucchiaino e la tirò addosso ad una del tavolo accanto. “No, dicono solo stronzate. Sapete, è da stamattina che la gente non fa che fissarmi in modo strano, devono piantarla o mi incazzo davvero”
“Se tu avessi letto il giornale sapresti perché”
“Cosa?”
Jon né strappò uno da un tizio seduto lì vicino e glielo schiaffò davanti. Arya rischiò di nuovo di strozzarsi. “Cos’è questa roba?!”
Davanti a lei, alla prima pagina del giornale, c’era una foto di Arya e Gendry della sera prima, una di quelle foto che si muoveva e che mostrava chiaro e tondo il ragazzo sul punto di baciarla. Lui sospirò. “Ora improvvisamente ho capito quel flash”
“Merda”
Jon la fissò. “Allora? Devi darci qualche spiegazione?”
Arya respirò profondamente e mise il giornale sotto il piatto. “No, non direi considerando che non ho più quattro anni”
“Bene, allora me la dai tu qualche spiegazione Gendry?”
“Non direi, anche io non ho quattro anni e sono al quinto anno per tua informazione. Arya, hai visto la parte peggiore?”
“C’è di peggio perché?”
“Guarda la firma” Daenerys si versò un bicchiere di the.
“Oh merda! L’ha scattata la zia Lysa!”
“Già” continuò Gendry. “Ed oggi intervisterà tutti i partecipanti del torneo. A noi più o meno verso le tre del pomeriggio. Una cosa, non leggere l’articolo è meglio, ti faccio un riassunto: crede che siamo sul punto di sposarci in segreto, per poi andare i viaggio di nozze nel mondo babbano”
Arya spostò il piatto. “Io me ne vado, qualcuno dica ai professori che sono malata, cosa più o meno vera visto il mal di testa che sta per venirmi. Ciao”
 
Stava beatamente dormendo quando Gendry irruppe in camera sua. Venne scaraventata giù dal lettoper colpa di Nymeria che, stranamente, non l’aveva azzannato. “Ma che problemi hai imbecille?” esclamò appena riuscì ad aprire gli occhi.
“Semplice, sono le tre meno dieci e se arriviamo in ritardo penseranno che stiamo amoreggiando”
Arya stava per farsi rossa dall’imbarazzo. “Già, è un bel guaio. Quando mia zia farà così tanto la stronza da chiederci che diamine succede cose le diremo?”
“Io proporrei un bel silenzio imbarazzante”
“Per me va bene, ti do un consiglio: per ogni domanda che ti fa a cui non sai rispondere o stai zitto o dici qualcosa in modo sarcastico”
“Perché? Così non lo pubblicano?”
“No, perché così almeno possiamo prenderla in giro”
Lui trattenne una risata. “Perfetto, andiamo?”
“Un attimo”
“Che hai adesso?”
Neppure un secondo dopo Gendry appoggiò le sue labbra su quelle della ragazza, Arya si fece subito rossa come un peperone, ma lui sembrava perfettamente a suo agio e, quando si staccò, sorrise. “Sì, esattamente come me lo aspettavo” fece per andarsene.
Arya sollevò una mano. “Fermo un attimo, con questo cosa vorresti dire?”
“Andiamo milady, siamo in ritardo”
“Almeno sai dove dobbiamo andare?”
“Sì, stai attenta che arriveremo in un secondo”
Effettivamente un secondo dopo si ritrovarono in una stanza dell’ultimo piano. “Come hai fatto?”
“Si chiama materializzazione”
“Lo so come si chiama ma… come hai fatto? Non si può fare una cosa del genere siamo minorenni! E nella scuola non ha effett…”
“Ehi, ho i miei trucchi, non sei tu quella che infrange sempre le regole poi?”
Lei si esibì in una smorfia ed un secondo dopo Lysa entrò nella stanza. Indossava perennemente un mantello ed un taccuino la stava seguendo magicamente, inoltre gli occhi quasi sempre sgranati la rendevano una perenne psicopatica. “Bene, siete già qui”
Non avrebbe mai salutato Arya. Non aveva accettato che fosse andata ad Hogwarts visto che lì c’erano i Lannister e lei li odiava tutti, perfino Tyrion. “Ciao anche a te zia”
“Sbrighiamoci” si sedette e la penna iniziò subito a scrivere. “Allora, cosa pensate della foto vista questa mattina? La vostra relazione segreta è finalmente uscita fuori, cosa ne pensate?” silenzio di tomba. “Partiamo da qualcosa di più semplice, come vi siete conosciti?”
“Non dovresti fare domande sul torneo zia?”
“Direi di no, rispondete”
Gendry passò una mano sulle spalle della sua pseudo – fidanzata. “Beh, la prima volta che mi ha visto mi ha fatto uno scherzo, ma ci siamo presentati solo quando mi ha messo al tappeto”
Arya trattenne un sorriso ricordando quel giorno. “Ti sei vendicato però, credevo fossero api frizzole quelle che mi regalasti”
“Perché avrei dovuto farti un regalo?”
Lei sorrise. “Ottima osservazione”
La penna continuava a scrivere e Lysa continuò senza accennare un’espressione. “Bene, è stato facile quindi collaborare nella prima prova?”
“Assolutamente” risposero contemporaneamente.
“Avete paura per la seconda?”
“No” di nuovo contemporaneamente.
“Gendry, non hai paura di perdere la vita?”
“Dubito che succederà” okay, le cose si facevano inquietanti.
“Giusto, tu sei al quinto anno e sei in grado di difenderti, ma tu Arya, i tuoi genitori e tuo fratello maggiore sono da poco morti, non hai il terrore di raggiungerli?”
La ragazza sgranò gli occhi. Cosa aveva detto?
Rimase paralizzata per circa mezz’ora, poi Gendry si alzò e le afferrò un braccio, facendole fare lo stesso. “Ma come diamine può essere così stronza? Le ricordo che è morta anche sua sorella”
“Non è il momento, questo non fa parte dell’intervista”
“Arya, andiamocene, questa è davvero malata di testa”
La ragazza fece per seguirlo come in stato di trance, ma poi tornò in se e si girò. “Zia” quando la donna si girò le diede un pugno in pieno viso, poi iniziò nervosamente a scuotere la mano dolorante. “Sogno di fare questo da quando hai dato a mia sorella della zoccola razza di…”
“Milady, andiamocene prima che ci raggiunga qualcuno, almeno non potranno accusarci” la trascinò fino all’ingresso della sala comune, nei sotterranei. Nonostante si fosse ripresa aveva ancora gli occhi sgranati. Gendry le alzò il viso fino a guardarla nelle iridi grigie. “Stai bene?”
“Sì, tutto bene”
“Quella è solo una stronza, ignorala. Però è stato davvero un gran bel gancio”
Arya rise. “Grazie, però mi sono fatta davvero male sai?”
“Già, ne so qualcosa, una volta ho menato uno della tua casa e mi è scappato un pugno, dovresti metterci del ghiaccio”
“Arya che diamine!” Daenerys uscì dalla sala comune e la fissò. “ti stavo aspettando, credevo che fossi qui!”
“Avevo quella… quella stupida intervista. Che c’è?”
“Seconda prova, adesso! Corri nella sala grande”
“Cosa? Tu non vieni? Perché diamine zoppichi?”
“Vorrei venire, ma mentre correvo per cercarti mi sono slogata la caviglia”
“Va bene, non importa”
“Arya, buona fortuna e ricordati bene ‘sovetys’”
“Cosa?”
“Ricorda questo termine, ti salverà la vita probabilmente! Silente mi ha proibito di dire altro quindi ricordatelo”
Arya non capì, ma Gendry le afferrò il braccio e la trascinò via.

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Capitolo 19
*** Capitolo 18 ***


Stranamente per la seconda prova le varie squadre non vennero divise. Vennero trasportati tutti insieme. I luoghi d’arrivo erano certamente diversi, ma ce n’erano solamente tre, secondo ciò che avevano detto i presidi in tre luoghi ai poli opposti dell’arrivo.
Cosa strana considerando che la seconda prova era praticamente identica alla prima: dovevano trovare un modo per scappare dal luogo in cui sarebbero stati mandati cercando prima un oggetto che sarebbe servito per la prova successiva.
Arya si sentiva avvantaggiata in quanto la sua migliore amica era Daenerys Targaryen e le aveva conferito un netto vantaggio.
Quando i ragazzi aprirono gli occhi si resero subito conto di essere su un prato, durante una notte.
La ragazza si sedette e fissò subito il compagno. “Gendry, questa volta dove siamo finiti?”
Lui si alzò e si guardò intorno. “Alzati forza, tentiamo di camminare un po’ e capiamolo”
“Va bene”
Mentre si incamminavano chissà dove a Gendry venne un dubbio.  “Senti, credi che Viserys…”
“Sia avvantaggiato in quanto Targarien? No, è un coglione, non importa che la sua famiglia li abbia sempre venerati, non ne sa abbastanza da rappresentare una minaccia. Dobbiamo solo stare attenti ai suoi attacchi”
“Già, credo anch’io che tenterà di nuovo di ucciderci, tieni la bacchetta a portata di mano”
Arya alzò un dito per interromperlo. “Fermo un secondo, senti questo rumore?” rimasero in silenzio e sentirono una specie di canzoncina in lontananza. Era leggera e… amichevole. Sembrava una di quelle che usano i camioncini dei gelati per attirare bambini. “Cos’è?”
“Non lo so, ma non voglio scoprirlo. Hai notato che negli horror la gente muore sempre perché vanno a vedere cos’è ‘lo strano rumore qui fuori’?” tirò un sorriso per sdrammatizzare la situaazione.
“In realtà muoiono soprattutto perché dicono sempre dividiamoci… ma non è questo il punto e comunque credo che siamo un po’ più svegli si quegli idioti. Dobbiamo trovare Margaery Tyrell, possiamo allearci con lei… se sei ancora d’accordo”
“Certo che sì, andiamo”
Camminarono per un po’, volevano capire dov’erano finiti ma era abbastanza impossibile come cosa visto il buio che c’era. Andarono avanti finché non raggiunsero una strada vera, ma comunque circondata da alberi. Non esistevano candele, fari o cose del genere, riuscivano a farsi luce solamente con le bacchette e ad un certo punto Gendry si fermò. “Arya, lì sopra c’è un manifesto” indicò verso una di quelle piante a cui era appeso un filo.
“Che? Io non lo vedo mica”
“Aspetta un attimo” si avvicinò all’ albero e si mise la bacchetta in bocca per riuscire ad arrampicarsi. Quando ci riuscì illuminò uno striscione che c’era appeso. “Riesci a leggere?” chiese.
“Sì, dice che è un… un circo degli orrori?” affermò più che incredula. “ma un po’ di fantasia quelli che hanno inventato questo gioco non ce l’hanno? Insomma, prima un manicomio e poi un circo? La prossima volta sarà una casa maledetta o un circolo di streghe?”
Lui scese abilmente con un salto e rialzò la bacchetta. “Che diamine stai dicendo?”
“Non hai mai visto american horror story?”
“Cosa sarebbe scusa?”
“Direi che ti serve una televisione. Comunque non è il momento; dobbiamo trovare l’altra squadra, con loro sarà molto più facile”
“Credi che poi riusciremo ad uscire?”
“Direi di occuparci di una cosa alla volta. Bisogna prima portare a termine la sfida e trovare un uovo di drago, il problema non sarà quello, Dany mi ha detto che sono molto grandi visto che li studia da sempre, più che altro dubito che la mamma li lasci da soli”
“Bene, grandi draghi feroci che ci attaccheranno quasi certamente, altro?”
“In effetti sì: visto che siamo in un circo di mostri sono del tutto convinta che tutti quelli che vedremo vorranno attaccarci, ma non posso esserne sicurissima. In fondo nella serie i mostri erano dolcissimi, ce ne stava una in particolare che…”
“Sì, ho capito, mi segno di guardarmi quella roba” si mise a ridacchiare ed Arya fece lo stesso.
“Va bene, possiamo andare a cercare la squadra di Margaery e Lommy adesso?”
“Assolutamente”
Ricominciarono a camminare tentando di farsi luce con la bacchetta anche se continuava ad essere poca. Inoltre visto che il buio non faceva che aumentare era molto probabile che non fosse ancora notte fonda.
In effetti però era meglio così visto che dovevano portare a termine la prova entro l’alba.
Dopo almeno mezz’ora riuscirono a trovare delle traccie. O meglio Gendry riuscì a trovare delle tracce. In quella prova si stava rivelando molto più utile del solito… e non era passata neppure un’ora.
Ricominciarono a camminare nel bosco, seguendo dei ramoscelli spezzati. “Dove hai imparato queste cose?” chiese Arya.
“Non ricordo ad essere sincero, ma lo so fare da quando ero piccolo”
“Beh, prima o poi me lo insegnerai”
“Tu sei cresciuta con gli Stark. Sei una milady purosangue, dubito che queste cose ti possano servire”
“Cavolo, ora ti metti pure a fare lo stronzo?”
“Credi che possiamo essere insultati solo noi mezzosangue?” chiese ridacchiando.
“Ad essere sincera ti difendevo sempre da mia sorella quando rompeva su queste cacchiate, ma se ci tieni non lo farò più”
“Tu mi difendevi? Perché?” sorrise, ma fortunatamente Arya era dietro di lui e non poteva vederla.
“Non so, mi dava fastidio che ti insultasse per una cosa del genere. Inoltre ricordati che solo io posso insultarti”
“Giusto, l’avevo scordato. Aspetta un attimo. Sento qualcosa”
Lei sospirò. Ma perché non riuscivano a godersi cinque minuti di tranquillità? Manco a farla apposta dopo circa tre secondi qualcuno le mise una mano sulla spalla. Quando si voltò e puntò la bacchetta vide una… una corteccia? Ma che diamine…
“Arya! sono io, Margaery” la ragazza si passò una mano sul viso ripulendosi da quella roba marrone.
“Ma come hai…?”
Dal buio spuntò anche il compagno di squadra. “Mi chiamavano Lommy maniverdi. Sono particolarmente bravo nelle mimetizzazioni e prima abbiamo sentito Viserys. Quello non si fa scrupoli ad uccidere e noi non siamo assassini. Abbiamo pensato di salvarci così”
“Furbo” disse Gendry.
Margaery poi riprese la parola. “Quindi… da quello che ho capito ci stavate cercando. Deduco che tu abbia accettato la mia offerta Arya?”
“Sì, esatto. Appena usciremo da qui io e te ci faremo una bella chiacchierata”
“Come vuoi, ma come facciamo ad uscire da qui?”
“Beh, si da il caso che la mia migliore amica sia una Targaryen, famiglia che venera i draghi. Li studia da sempre e mi ha raccontato un paio di cose. Sarà piuttosto facile… evitati i mostri, si intende”
“Quindi sai come addomesticare quelle creature?”
“Cosa? No! Primo, i draghi sono creature libere, secondo, la maggior parte delle volte in cui Daenerys parla di draghi io non l’ascolto. Però credo di sapere dove depongono le uova”
“Cioè?”
Lei sospirò tentando di ricordare. “Posti caldi, si possono schiudere solo ad alte temperature. Durante la notte l’unico modo che hanno di mantenersi caldi è accendere un fuoco, su cui depongono le uova. Il fuoco si spegne in modo automatico quando ci si stendono sopra, ma dovremmo comunque vedere il fumo di ciò che hanno incenerito”
“Bene, ma poi come potremo andarcene? Sappiate che io e Margaery ci siamo svegliati accanto a delle mura che circondano ogni cosa qui” commentò Lommy.
“Ci penseremo dopo, ora cerchiamo le uova che è meglio” Appena disse questa frase Gendry iniziò, di nuovo, ad arrampicarsi su un albero, nella speranza di individuare il fumo.

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Capitolo 20
*** Capitolo 19 ***


“Ti sei fatto male?” Arya si avvicinò a Gendry, appena caduto a terra da quell’albero, nel giro di tre secondi.
“Sto bene, Viserys ha una mira di merda ed ha colpito un ramo, non me”
“Sì, quello a cui eri appoggiato però!”
“Arya, entro un minuto la loro squadra sarà qui! La mia salute è l’ultima cosa di cui dovresti preoccuparti al momento” il ragazzo si rialzò in piedi senza farsi alcun problema e si limitò a stringere i denti per la storta appena presa.
Dopo di che cacciò la bacchetta e i tre che lo circondavano fecero lo stesso. “Con lui ci dovrebbe essere anche la ragazza, Gilly” iniziò Margaery. “io non ho intenzione di colpirla, non è affatto malvagia”
“E se ci attaccasse?” chiese il suo compagno.
“Mai sentito parlare degli incantesimi di difesa?”
Arya sbuffò. “Non è il momento per i litigi sapere? Gendry, per caso hai visto qualcosa lì sopra? Il fumo che cercavamo magari?”
“Con questo buio è stato praticamente impossibile, hai qualche altra brillante idea?”
“Una sì, ma è a dir poco folle”
“Parla, abbiamo letteralmente le ore contate”
“Beh, ho pensato ad un incantesimo di localizzazione…”
Lommy alzò gli occhi al cielo. “A meno che non hai un uovo di drago nei pantaloni Stark dubito che sia una cosa possibile!”
“Mi fai finire? Ho pensato che potremmo usare il sangue di Viserys. Si vanta sempre del legame della sua famiglia con i draghi ed anche Dani me ne ha parlato quindi… e non guardarmi così Gendry! Te l’avevo detto che era un’idea folle!”
“Folle è davvero un eufemismo Arya e credo che tu ti sia davvero bevuta il cervello, ma direi che vale la pena tentare no?”
La ragazza non ebbe neppure il tempo di rispondergli/insultarlo prima che Margaery la spingesse, evitandole chissà quale incantesimo degli avversari che colpì solamente il terreno.
Arya la fissò in modo parecchio strano e… anche riconoscente, e poi alzò la bacchetta, pronta ad un nuovo attacco.
Iniziarono a combattere ma gli incantesimi non andavano a segno. Viserys aveva una mira a dir poco obrida e quindi non riusciva a colpire niente e, se ci stava riuscendo, comunque tutti riuscivano in qualche modo a difendersi.
Il problema vero stava nel fatto che quando Gendry tentò di colpirlo, piantandola con la difesa, allora Gilly apparve difendendolo. Arya l’aveva fissata sbigottita. “Porca miseria ma ti sei dimenticata che lui ti ha mollata la scorsa volta?”
“Ti chiedo scusa Arya, ma siamo nella stessa squadra e non abbiamo scelta”
La ragazza aveva passato lo sguardo da lei a Gendry. “Senti, ti ricordi di quando l’anno scorso hai deviato la traiettoria di un mio scherzo e…”
“Non ho deviato la traiettoria dello scherzo, ma quella del…” all’improvviso sembrò avere una specie di illuminazione e sgranò gli occhi, mentre Viserys parlava di chissà cosa. “Okay, ho capito. Che devo fare?”
“La stessa cosa che facesti allora” appena disse queste parole lanciò un altro incantesimo di disarmo diretto a Viserys ma, appena Gilly lanciò l’incantesimo di protezione Gendry si intromise e provocò una leggera esplosione accanto alla ragazza.
Lei improvvisamente venne catapultata un po’ più a sinistra, più precisamente nella traiettoria del colpo di Arya. La sorpresa di quel gesto fece si che non avesse il tempo di proteggersi.
In pratica a venire colpita fu lei ed in pieno petto, così da essere poi scaraventata contro un albero.
Margaery a quel punto riuscì, finalmente, a colpire anche il Targaryen. “Perché l’avete colpita? Lei non stava attaccando noi!”
Gendry battè il pugno ad Arya. “Grande idea”
Lei sorrise. “Il lavoro di squadra da i suoi frutti… a volte. Tyrell, ha detto che lei non aveva scelta e, indovina un po’, la cosa è reciproca se non vuoi morire qui”
“Perché non usare questa strategia su di lui direttamente?”
“Davvero ci stai criticando? Renditi utile e procurati un po’ di sangue che è meglio. Anzi… qualcuno ha delle provette per caso?”
Lommy la fissò. “Io, mi servono per le mimetizzazioni, ma a te a cosa serve? Sono entrambi svenuti, possiamo prendere il suo sangue ed usarlo sena problemi”
“La cosa non ti riguarda, dammi qua”
Il ragazzo sembrò piuttosto intimidito e subito fece come gli era stato detto. aveva quattro provette ma Arya ne prese solamente tre, in una ci mise una ciocca di capelli del ragazzo, in un’altra la sua saliva (meglio non commentare) e nell’ultima il suo sangue.
Dopo di che ne prese un’altra goccia dal coltellino appena usato e fece l’incantesimo. “Gendry, aiutami”
“Perché?”
“Non so se funzionerà, ma se mi aiuti ci sono più possibilità”
“Okay” cacciò la bacchetta e pronunciò anche lui la formula. “Sai vero che non funzionerà?”
“Vale la pena tentare no?”
“Tu dici sempre così”
“Ed alla fine i miei piani funzionano sempre, ascoltami e basta per una volta okay?”
“Chiedo scusa milady”
“Questo soprannome te lo devi ficcare dritto su per il…”
“LA SMETTETE?” si intromise Margaery. “Abbiamo il tempo contato quindi muovetevi e basta, non abbiamo tempo per i vostri flirt”
“Vaffanculo” commentarono simultaneamente.
I ragazzi però furono costretti a darle ragione e quindi continuarono a ripetere l’incantesimo. Vedendo che non funzionava Arya ebbe un’idea e prese un ciondolo da una catenina, nascosta sotto la maglietta. Quando la aprì dentro c’era una sostanza rossa che lei gettò per terra.
A Margaery salì il vomito. “Arya, collezioni il sangue della gente o…”
“No, è di Dany ed è una storia parecchio lunga, ma anche lei ha il mio quindi tutto apposto. Il suo forse funzionerà meglio, Viserys si vanta ma è lei il sangue di drago, non lui”
“Che diamine stai dicendo?”
“Fidati”
“Perché nel tuo ciondolo c’era…?”
“Lunga storia ho detto, ti conviene non chiedere”
Era ancora una cosa impossibile, ma stranamente funzionò. Proprio come durante la prima sfida quella sostanza si sollevo ed iniziò a mostrare un percorso da seguire.
Iniziarono a camminare, per due ore almeno, non fecero altro e poi raggiunsero un punto particolare: una specie di grotta. Era umida, ma calda ed abbastanza gigantesca perché ci entrasse un drago a deporre le uova.
Dentro in effetti poteva esserci anche uno di quegli esseri, così furono costretti a fermarsi all’entrata.
Inoltre non c’era neppure un po’ di luce e questo li portava ad usare le bacchette per crearne. “Cosa facciamo adesso?” chiese Lommy.
“E noi dovremmo saperlo? Se la madre di quei piccoli ci vede siamo fritti. Letteralmente” commentò Gendry. “Tu hai qualche idea Arya?”
“No. affatto”
Margaery sospirò. “Quelli sono draghi ammaestrati, crescono in Romania. Magari non ci faranno niente”
“Non se prendiamo le loro uo… aspetta, cosa hai detto?”
“Ehm… crescono in Romania?”
Gendry vide un sorriso apparire sul volto di Arya. “Milady, ti imploro dimmi che hai avuto una delle tue idee geniali che probabilmente ci farà morire ma che invece ci salverà la vita”
“Sì, ho avuto una di quelle idee, ma è…”
“Rischiosa? Le mie preferite. Allora?” sorrise come un’idiota e lei alzò gli occhi al cielo.
“Beh, i comandi che insegnano ai draghi sono sempre gli stessi, quindi forse potrei provare a calmarlo con ciò che mi ha insegnato Dany. Posso mantenerlo fermo, prendere l’uovo e tornare qui senza problemi. Non ho mai amato così tanto quella ragazza sai?”
“Primo, voglio chiarire che verrò con te perché da sola tu non fai neppure un passo, secondo, poi come faremmo ad andarcene?”
“Ma perché cercate problemi per le mie soluzioni? Insomma, stiamo facendo tutto io e Gendry, perché non pensate anche voi a qualcosa?” indicò Margaery e Lommy e la prima sbuffò.
“Le mura che circondano questo posto sono impossibili da superare, non possiamo scavalcarle e senza dubbio neppure passarvi sotto, se devi prendere le uova e farci inseguire dai draghi mi sa che almeno dovremmo avere una strategia di fuga”
Arya le fece il verso. “Qualche idea geniale non l’avete? Inoltre vi vorrei ricordare che prima o poi Viserys e Gilly arriveranno e quindi dobbiamo sbrigarci”
Lommy sospirò. “Arya, non esiste un comando o qualcosa del genere per cavalcare il drago?”
“COSA? Vuoi cavalcare un drago? Questa è in assoluto l’idea più assolutamente geniale che io abbia mai sentito, però non so alcun comando per fare una cosa del genere” il suo tono aveva subito sei-settemila cambiamenti mentre pronunciava quella frase.
Gendry sorrise. “Ma io sì”
“Scherzi?”
“Affatto, andiamo solo io e te. Voi rimanete qui e state attenti a Viserys, arriverà presto”

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Capitolo 21
*** Capitolo 20 ***


La grotta si stava presentando un po’ più profonda del previsto, nonché fin troppo lunga. Inoltre era parecchio umida e buia e le bacchette non aiutavano poi così tanto.
Quando i ragazzi cominciarono a credere di aver sbagliato strada però iniziarono a sentire un gran caldo… segno che effettivamente erano nel posto giusto. Camminarono ininterrottamente per vari chilometri e varie volte notarono rocce cadute, probabilmente per un attacco di quel drago.
Doveva essere a dir poco gigantesco.
Arya iniziò a guardarsi nervosamente intorno ad ogni rumore sospetto che sentiva, anche se alla fine si rivelava semplicemente un sasso o… qualcosa del genere. “Gendry. Tu sei sicuro di riuscire a fare… quello che intendi fare?”
“Sì, se i draghi sono veramente ammaestrati ci attaccheranno, ma se Daenerys ti ha detto l’ordine con cui fermarli allora non dovremo avere problemi neppure a cavalcarli”
“E se non fosse così?”
“In tal caso passerai il resto della tua vita con me, ti infastidisce l’idea milady?”
La ragazza raccolse un sassolino da terra e lo colpì dritto sulla nuca. “La devi veramente piantare di fare l’idiota. Inoltre sì, mi dispiacerebbe parecchio non rivedere Nimerya”
Gendry si mise a ridere. “Invece di pensare a tuo fratello pensi al tuo cane? Fai sul serio o mi prendi in giro?”
“Piantala. Comunque, mi spieghi quale sarebbe il comando per far volare un drago?”
“Lo scoprirai dopo”
“Come ti pare, basta che non lo scord… fermo, mi sa che ci siamo. Guarda lì” indicò davanti a se e vide del fumo. C’era una specie di fossa in un punto della grotta, come se qualcuno ci avesse scavato per creare un nido.
E naturalmente all’interno di un nido si trovano le uova.
“Arya, abbiamo un problema: dov’è il drago?”
La ragazza alzò gli occhi al cielo, però preferirebbe non averlo fatto. “Gendry, fossi in te guarderei in alto” dritto in alto e davanti a loro, dove ci sarebbe dovuta essere la fine della grotta, c’era una specie di apertura e lì dentro si poteva vedere la coda di quella specie di animale, per fortuna però era ferma.
Il ragazzo iniziò a respirare il più silenziosamente possibile. “Okay” bisbigliò. “adesso in silenzio prendiamo due uova”
“Okay” Arya fece per entrare in quel nido, ma lui la bloccò mettendole un braccio davanti il petto. “Adesso che ti prende idiota?”
“Vado io. Fammi levitare fino a lì dentro e se il drago attacca riuscirai a vederlo e tentare di bloccarlo meglio da qui”
“Come vuoi, meglio sbrigarsi comunque. Gli altri potrebbero già aver incontrato Viserys e Gilly”
“Va bene. Oh, milady, un’ultima cosa. Se i tuoi comandi non funzionassero usa un incantesimo di protezione e scappa, okay?”
Lo disse con una grande… naturalezza. Come se le avesse chiesto di portargli un panino, ma lei non ci cascò. “Dovresti sapere benissimo che non ti mollerò qui, prova a muovere il culo così magari non ti attacca, va bene?”
Lui sbuffò. “Inutile tentare di farti cambiare idea” commentò poi.
Arya eseguì un semplice incantesimo ed il ragazzo riuscì ad atterrare accanto alle uova con grande semplicità. Eseguiva ogni movimento con lentezza, sapendo che un solo singolo rumore gli avrebbe portato fin troppi problemi, così se la prendeva comoda.
Le uova erano molto grandi e quindi era difficile reggerne due contemporaneamente, ma Gendry non era poi così gracile e quindi ci riuscì.
Nel giro di dieci minuti la missione poteva ritenersi completa e così Arya lo fece tornare accanto a lei, ma a quel punto accadde qualcosa di assolutamente inaspettato (Ceeerto).
Sull’ultimo uovo, quello rimasto nel nido, si creò una specie di piccola crepa. Fu un rumore assolutamente impercettibile quello dell’uovo che iniziava a schiudersi. Ma per un drago e, soprattutto, in quel silenzio, parve più simile ad un terremoto in un negozio di cristalli.
Arya fissò la coda del drago che iniziò a muoversi. “Oh ma dai, prendi per il culo?”
Gendry le passò l’uovo di colore nero e prese di nuovo la bacchetta. “Arya, credo sia il momento di vedere se davvero ricordi quel comando”
Il drago iniziò a… ringhiare ed aprì le fauci, pronto ad attaccare. Arya però era pronta. “Nakho!” urlò.
Il drago chiuse all’istante la bocca, ma poi prese a volargli intorno, come se si stesse preparando ad un nuovo attacco.
Gendry fissò la compagna. “Ora che diamine succede?”
“Merda, aspetta un attimo… ehm… il mio comando serve a fermare un attacco e nulla di più, Dany mi aveva detto un altro termine per sottometterlo in un certo senso… fammi pensare”
“Non c’è tempo Arya!”
“Aspetta un attimo allora. Ricordo che per… ricordarlo univo anno e la protagonista di hunger games… quindi dovrebbe essere una cosa tipo… annokhat? No, annakhat” era fin troppo titubante, ma il drago si fermò e si avvicinò.
Gendry trattenne il respiro. “Non ci attaccherà più quindi?”
“Non lo so, ma ti consiglio di trattare le uova come se fossero la cosa più importante dell’universo… cosa vera al momento”
“Bene, allora suppongo che dobbiamo solo salirci sopra…”
“Tu sei fuori”
“Muoviti” il ragazzo si avvicinò con estrema cautela e senza guardare quell’essere negli occhi. Quando si sedette sul drago ad Arya venne quasi un infarto, ma lui si mise a ridacchiare. “Beh, ancora non sono morto, ti unisci a me milady?”
“No, non fai ridere per niente” si avvicinò anche lei ed afferrò la mano di Gendry per salire. Più precisamente si mise dietro di lui, in fin dei conti anche se lei lo batteva sulla scopa era lui a conoscere il comando per muoversi.
“Sei pronta?”
“Muoviti” si strinse a lui senza esitare anche se aveva l’uovo che li divideva, ma poté quasi vedere il ghigno sul suo volto.
“Bene. Sovetys
Il drago senza esitazione si sollevò e si diresse fuori.
“Sovetys? Ma non è…”
“Sì, il termine che ci ha detto la tua amica Dany”
“Io la sposo a quella donna!”
Arrivarono davanti alla caverna in meno di cinque secondi e videro i loro… soci (?) che lottavano contro quelli che dovevano essere i mostri del circo degli orrori. Sembravano distrutti, nonche a corto di magia, ma Arya tirò un sorriso. “Ragazzi, proteggetevi!”
I due la fissarono ma poi capirono ed eseguirono un incantesimo di protezione. Abbastanza in tempo per evitare il fuoco del drago.
In seguito Arya li aiutò tutti a salire. Margaery aveva tutti i vestiti bruciacchiati. “Chi diamine vi ha insegnato a fare questa cosa”
“Talento naturale” risposero i due contemporaneamente. Dopo di che Arya passò il suo uovo alla ragazza. “suppongo questo sia vostro di diritto”
“Molte grazie, inoltre io e te suppongo che dobbiamo parlare”
“Puoi scommetterci”
Gendry ricominciò a far volare quel drago. “Ragazze, le chiacchiere rimandatele a più tardi chiaro?”
 

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Capitolo 22
*** Capitolo 21 ***


“Ce l’avete fatta, siete vivi di nuovo!” Brann quasi strozzò la sorella a furia di stringerla.
Lei se lo levò di dosso con uno spintone. “Grazie mille per la fiducia! Com’è la classifica?”
Jon la aiutò a rialzarsi. “Siete caduti dal drago insieme all’altra squadra quindi bisogna deciderlo, ma credo comunque che abbiate vinto voi, in fin dei conti era il tuo compagno di squadra a… ‘guidare’, giusto?”
“Sì. Viserys e Gilly invece che fine hanno fatto?”
“Ancora non ci sono”
“Daenerys?”
“In camera, ricordi che si è fatta male?”
“Certo”
Gendry si rialzò da terra solo in quel momento: essendo davanti agli altri una volta superato il passaggio aveva preso una botta in testa più forte degli altri. “Ce l’abbiamo fatta?”
Arya si mise a ridacchiare in modo abbastanza isterico. “Sì, forse siamo i primi”
“Ma chi se ne frega, mi basta che siamo vivi”
“Sì infatti ed io avrei anche una gran fame, che ore sono?”
Jon alzò gli occhi al cielo. “Più o meno le cinque del mattino, mancano ancora un paio d’ore per la colazione”
“Fa niente, Dany ha una riserva di cioccolata nell’armadio. Chi ha fame mi segua”
Tutti si alzarono e Gendry si avvicinò a lei. “Ti do un consiglio milady: assicurati che ci sia anche Margaery”
“Giusto” Arya fece un paio di passi verso la ragazza che stava parlando con il suo preside. Incuteva un gran timore, ma lei non si fece alcun problema a fissarlo, anche mentre parlava. “Noi andiamo a mangiare qualcosa, tu e Lommy vi unite a noi?”
“Certo, ma prima vorrei cambiarmi”
“Non c’è problema, andiamo al dormitorio serpeverde a rifocillarci quindi potrai anche farti una doccia”
La ragazza fissò il suo preside e poi si incamminò assieme ad Arya, che però poi si spostò davanti, accanto al fratello. “Sansa dov’è?”
“A dormire”
Lei sospirò. “Ah, in effetti mi aspettavo che non s’importasse neppure di sapere se sono viva”
“Beh, quando sei partita ha iniziato ad urlare a tutta la scuola che tanto avresti vinto e che avresti fatto il culo a tutti e… ora che ci penso aveva anche detto di non dirtelo. Comunque confidava in te”
“Bene, non so dire se ne sono felice o no. Comunque la settimana prossima la maggior parte di coloro  che sono a scuola se ne andranno per le vacanze di Natale e così avremo almeno un po’ di pace”
Jon si mise a ridacchiare. “Non vedi l’ora eh?”
“Già… ma poi come faremo?”
“Che vuoi dire?”
Arya all’improvviso si fermò e gli afferrò un braccio. “Jon non sono stupida come mia sorella. Lei crede che andrà tutto bene, ma la verità è che quando finirà la scuola in estate dovremmo tornare da quella stronza di Lysa! Lei ci odia ed io non voglio…”
“Arya, non preoccuparti di questo, quest’anno finirò la scuola e poi mi impegnerò per diventare un Auror, proprio come Ned” sorrise e la sorella fece il possibile per ricambiare.
Arrivati nel dormitorio tutti quanti si gettarono sul divano mentre la ragazza si gettò addosso a Daenerys. “Tu sei un diavolo di genio! Se non ci fossi stata tu probabilmente saremmo morti! Ti giuro sulla mia vita che non ti prenderò più in giro per il fatto che adori i draghi e… tutta quella roba, sei assolutamente fenomenale e ti prego continua a studiarli per il resto della tua vita! E ti prego anche di passare questa vita insieme a me”
Daenerys si mise a ridere. “Deduco che avete vinto voi eh?”
“Sì, ma ora ti prego dammi un po’ di cioccolata, ho un bisogno fisico di cibo”
Jon si avvicinò e le passò una barretta rivestita d’alluminio. “Al latte, la tua preferita”
“Come farei se tu non ci fossi?”
“Non faresti, semplice”
Arya gli fece una smorfia e poi iniziò a cercare Margaery con lo sguardo. Quasi subito si ricordò che aveva detto di volersi cambiare e così iniziò a camminare verso la sua stanza.
Non si premurò di bussare e quando aprì la porta notò che stava ancora finendo di indossare uno stupido vestito particolarmente lungo, scomodo e scollato. Quando vide chi era stato ad aprire la porta finì di coprirsi e fissò Arya irritata. “Ma non potresti bussare?”
“Mmm... no. Tu invece non potresti mettere un pantalone? Fai piuttosto ribrezzo con quei vestiti e poi non stai scomoda?”
“Alla mia scuola è piuttosto abitudinario che le ragazze si vestano così quindi direi di no. Comunque suppongo che tu non sia qui per questo, vero? Potresti chiudere la porta a chiave?”
Arya fece come le era stato detto ed eseguì anche un incantesimo di insonorizzazione. “Beh, io ho fatto la mia parte nella seconda prova, ora tocca a te rispettare il patto”
Margaery si sedette sul letto con tutta la tranquillità del mondo. “Accomodati. Da dove devo cominciare?”
“Dall’inizio?”
“Perfetto, allora, come ben sai la maggior parte delle informazioni le ho per colpa del mio preside alcolizzato quindi non posso essere certa di niente però… beh, allora, conosci Robert Baratheon?”
“Certo che sì, l’ex marito di Cersei, nonché ex preside di Hogwarts prima che morisse”
“Beh, il punto è che se è morto non è stato per una casualità”
Arya sgranò gli occhi. “Scherzi?”
“Affatto, per fartela breve pare che, almeno secondo ciò che dice il mio preside, in realtà è stato un omicidio deciso da Ditocorto e dai tuoi professori. Speravano che così facendo non so chi prendesse il suo posto, magari Cersei stessa, ma per colpa dei tuoi genitori e tuo fratello che si sono messi a lottare ed a fare il loro lavoro hanno fallito. Credo sia per questo che i tuoi sono…”
“Fermo un secondo, mi stai dicendo che secondo te i miei sono stati uccisi per un motivo del genere? Non avrebbe senso. Perché i Lannister avrebbero dovuto compiere un omicidio per questo?”
“Il preside di Hogwarts ha un potere immenso, a te sembra una cosa totalmente imbecille ma non è affatto vero. C’è un motivo se ogni generazione ce n’è solamente uno, inoltre…”
“Sì, non m’interessa tanto visto che non ho quest’ambizione. Comunque davvero i Lannister sarebbero delle persone così disgustose? Insomma, immaginavo ogni cosa però…”
Margaery si mise quasi a ridere. “Lo sai che in realtà i loro figli sono nati da un incesto con Jaime? Sono disgustosi e basta, una volta ho incontrato tutta la loro famiglia fuori dalla scuola e quando Joffrey ci ha provato credo che la madre avesse seriamente pensato di avvelenarmi”
“Ma… il torneo?”
“Su quello sarai felice di sapere ho delle informazioni, ma le ho prese magicamente dalla tua amatissima professoressa, quindi sono sicure”
“Potresti arrivare al punto? Vorrei tornare da Jon, Dany… ed anche da Gendry”
“Beh, prima che iniziasse l’anno scolastico Cersei si è presentata alla nostra scuola per parlare con il preside, io ero lì per motivi personali e spiandoli ho sentito che il torneo lo hanno istituito per uccidere determinate persone”
“Ma i presidi cosa ci guadagnano?”
“I Lannister hanno molto più potere di quanto puoi immaginare, c’è chi dice che siano le persone più ricche del mondo”
Arya sospirò. “E chi vorrebbero uccidere?”
“Davvero? Mi fai davvero una domanda così stupida? Arya vogliono morta te! Il torneo è solo un pretesto” esclamò piuttosto irritata.
“Ma perché?”
“Sei abbastanza intelligente da trovare il collegamento tra i Lannister e l’omicidio dei tuoi, inoltre sospetti da molto di loro, sono spaventati dall’idea che tu riesca ad incastrarti”
“Ci sono ancora dei punti senza senso, dopo tanto tempo senza fare niente perché all’improvviso avrebbero deciso di commettere un omicidio?”
“Pluriomicidio, inoltre potrei risponderti ma ci sono buone probabilità che ti spaventeresti”
“Ne dubito”
“Beh, sono dell’idea che lavorino per tu-sai-chi”
“Mangiamorte? Scherzi?”
“Io ti avevo avvisata, ma comunque non posso esserne certa”
Arya si alzò dal letto, pronta ad essere colta da una crisi di panico. “Perché non hai mai detto questo a nessuno?”
“Io ho sedici anni. Chi mai mi avrebbe creduto?”

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Capitolo 23
*** Capitolo 22 ***


L’avrebbe picchiata prima o poi.
Amava la sua sorellina da sempre, del resto era stato lui stesso ad insegnarle a volare e non solo era la sua ‘preferita’, Arya era anche quella che lo accettava di più e che gli voleva più bene… ma comunque l’avrebbe picchiata.
Come le era saltato in mente?
All’improvviso, in piena notte e senza alcun motivo apparente, era andata da lui e si era pericolosamente avvicinata dicendogli… o meglio urlandogli: “Jon, mi serve il tuo aiuto. Devi andare in biblioteca a cercarmi ogni singola informazione sulla morte di Robert Baratheon, anche sapere in quale bagno della scuola è andato prima di crepare può essermi utile e, se è scritto da qualche parte, me lo devi portare, chiaro?”
Lui l’aveva guardata in modo strano. “Ehm… perché? Vacci tu a cercare quelle scartoffie no? Inoltre a cosa ti servono?”
“Beh, non posso dirtelo e tu sei stato lì molto più tempo di me… ti prego Jon! Mi serve il tuo aiuto!”
“Ho altro da fare Arya”
Lei invece di arrendersi aveva sorriso. Un sorriso da cucciolo. “Ti prego! È molto importante, ti prometto che ti levo Sansa dai piedi per due settimane in cambio”
“Perché dovrei volere che Sansa…”
“Voglio solo dimostrarti a cosa sono disposta!” urlò.
“Okay, ho capito, ma potresti spiegarmi il perché?”
“Dopo, però al momento è la priorità quindi devi andare adesso!”
E così lui si era ritrovato a vagabondare tra i corridoi della biblioteca, nella zona dov’erano documentate le più grandi azioni dei presidi. Sperava di trovare lì le notizie in quanto, secondo gli altri professori e gli altri allievi, il preside era morto ‘in battaglia’. Magari ci sarebbe riuscito facilmente, no?
Per precauzione però aveva preso anche tutte le altre informazioni e così si era ritrovato pieno di roba in mano e poi era praticamente corso ad appoggiarla su un tavolo.
In seguito si era anche diretto verso il reparto proibito (non a lui) per cercare qualcos’altro di utile; la biblioteca era vuota quindi poco cambiava anche se lasciava i libri appena presi incustoditi.
Però mentre era lì e cercava ciò che gli serviva sentì un rumore. Era sera tardi quindi, teoricamente, non ci sarebbe dovuto essere assolutamente nessuno, però non se la sentì di far finta di niente e così si mise a girare per controllare.
Non ci mise molto a distinguere una massa di capelli rossi ed indomabili. “Ygritte? Cosa ci fai tu qui?”
Ad una persona normale sarebbe venuto un infarto, ma lei si limitò a girarsi all’improvviso. “Jon? Potrei farti la stessa domanda lo sai?”
“Sì, ma io sono caposcuola quindi posso rimane qui dentro quanto voglio, qual è la tua scusa?”
“Semplicemente devo fare delle ricerche e mi servivano dei libri”
“Nel reparto proibito?”
“Come sei esagerato! Mi dispiaceva che prendessero la polvere e sono venuta qui! Se nessuno usa questa zona a che serve averla?”
Jon non poté fare a meno di mettersi a ridacchiare. “La tua motivazione sembra più che intelligente”
“Lo so. Ancora non mi hai detto perché sei qui”
“Beh… visto che, come ti diverti a sottolineare, io non so niente… sono venuto qui a farmi una cultura”
“Anche se sei caposcuola?”
“Certo”
Lei si appoggiò ad uno scaffale. “In realtà non ti ci ho mai visto come corvonero, sembri molto più un grifondoro per il tuo carattere… perché hai scelto questa casa qui?”
Jon alzò le spalle. “Magari per mettermi alla prova”
“Magari? Cavolo, se non sai neppure questo Jon Snow…”
“Tu perché sei qui?”
“Io ero una testurbante tra corvonero e tassorosso, ma non mi sono mai definita così tanto leale ed alla fine il cappello mi ha spedita qui. Però mi piace il fatto che vengo definita intelligente sai?”
“Perché non grifondoro?”
Lei alzò le spalle e ridacchiò. “Beh, non credo che mi manchi il coraggio, ma forse sono troppo presuntuosa. Mi fai tornare alle mie ricerche ora?” prese dallo scaffale un gigantesco libro sulle creature fantastiche.
“Va bene, ma ti consiglio di venire a sederti vicino a me, se Gazza facesse la ronda e ti trovasse da sola avresti grossi problemi”
Ygritte ridacchiò. “Per me va bene, ma non ti sentiresti a disagio?”
“Perché dovrei?”
“Beh, più o meno perché da quando mi hai invitata al ballo del ceppo ti comporti in modo strano con me e quasi non riesci più a rivolgermi la parola, sembri imbarazzato”
“Non è vero, sono solo preoccupato per la mia sorellina”
“Ogni tanto vedo lei e gli scherzi che fa, una volta me ne ha perfino venduto uno che mi ha salvato la vita quindi direi che se la caverà. Per questo sono qui”
“Che vuoi dire?”
“Beh, in cambio di quello scherzo mi ha chiesto di fare delle ricerche sulle creature sovrannaturali, non so a cosa le possano servire ma ha detto che entro domani le servivano. Il bello è che me lo ha detto circa mezz’ora fa”
‘Insomma ti ha spedita in biblioteca come ha fatto con me è? Non me ne dimenticherò e la picchierò più forte solo per questo’ pensò. “Ma non mi dire, che casualità. Sicuramente le servono per la prova”
“Beh, comunque poteva aspettare fino a dopodomani o almeno dirmelo un po’ prima”
Jon alzò gli occhi al cielo. “Mia sorella è pur sempre mia sorella” le fece strada verso il tavolo dove aveva appoggiato i libri e lei si sedette.
“Wow, certo che sei un corvo in piena regola” affermò fissandolo e ridendo.
“Sì… beh, mi informo sul preside Robert Baratheon”
“Perché?”
“Interesse personale sulla sua morte”
“Ah, anche io una volta feci una cosa del genere”
“Cioè? Hai scoperto qualcosa?” Chiese quasi urlando.
“Solo che è stato drogato, le mie doti di detective si fermano lì”
“Ma… ma comunque hai scoperto qualcosa, credi di potermi dare una mano?” chiese piuttosto sicuro di se.
“Posso provarci”
 
Arya si gettò sul divano della sala comune grifondoro mettendo anche i piedi lì sopra senza farsi troppi problemi. Gendry glieli spinse via prendendo il loro posto. “Si può sapere perché mi hai chiamato qui?”
“A dire il vero qui ci devo passare la nottata e sul divano non riesco a prendere sonno facilmente”
“Non capisco, perché devi dormire nella nostra sala comune?” iniziò ad accarezzare Nymeria che reclamava attenzione leccandogli il polso.
“Beh, diciamo che ho combinato un appuntamento a mio fratello e quindi sono convinta che quando questo sarà finito verrà nella mia stanza per rompermi e non mi va” disse ridendo.
“Cos’hai fatto? E poi lui come conosce la parola d’ordine?”
“Gliel’ho detta io perché, di solito, mi piace la sua presenza”
“E perché mi hai chiamato? Io riesco a dormire benissimo e mi piacerebbe anche, abbiamo appena finito una sfida, ricordi? Sono stremato!”
“Sì, lo so, ma mi annoiavo e sei l’unico grifondoro che non odio”
“Diciamo pure che sono io l’unico che non odia te”
“Dipende dai punti di vista”
“Certo, comunque sia se proprio devo rimanere qui fammi posto”
“Cosa?”
“Sì, se mi manterrai qui voglio tendermi, almeno potrò addormentarmi”
Senza importarsene molto costrinse Arya a stringersi allo schienale del divano e si mise dal lato opposto… passandole anche un braccio attorno alla spalle… costringendola anche ad appoggiarsi a lui… (Lo fecero solo per stare più comodi, ovvio).
 
*Angolo me*
Okay, allora, mi sa che mi devo scusare per tutto il tempo che è passato… ma dal nulla è addirittura apparsa una vita sociale! Sono piuttosto sconvolta da questo ed è stato difficile abituar mici…
Inoltre mi sono stati spediti dei manga e… va beh, comunque direi di passare al sodo.
Allora, nel capitolo ho fatto prevalere la Jon/Ygritte perché al momento mi servono u.u e poi perché sono troppo carini  (provate a darmi torto *-*)
e… beh… direi che non c’è altro da aggiungere, ringrazio tutte le persone che seguono la storia, in particolare chi mi lascia una recensione e… al prossimo capitolo!
Ciaoo
Arya Rossa

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Capitolo 24
*** Capitolo 23 ***


Imbarazzo. Tanto, tanto, tanto imbarazzo. Jon riusciva a percepire solo quello.
Erano in biblioteca da ore ormai e non riuscivano a scambiare neppure una parola. Ygritte non sembrava a disagio, era concentrata sui libri, illusa che davvero ad Arya servissero quelle ricerche; ma ogni tanto anche lei alzava lo sguardo dai fogli, incrociava gli occhi del corvo e, ridacchiando, lo riabbassava e riprendeva a concentrarsi.
Aveva una matita che le teneva alzati i capelli, ma per prendere appunti se l’era sfilata e questi le erano ricaduti sulle spalle. Era davvero bellissima.
Jon sapeva da molto tempo ormai che quella ragazza anche con un sacco della spazzatura lo sarebbe stata, ma del resto era baciata dal fuoco, in quanti potevano dire lo stesso?
Il ragazzo al contrario non riusciva affatto a concentrarsi, era assolutamente impossibile. Che diamine! Era caposcuola e per colpa di quella ragazza non riusciva a concentrarsi? Era malato. Va bene che Ygritte era davvero strabiliante, però…
Okay, quanti complimenti le aveva fatto nel giro di cinque secondi?
“Ti senti bene?” Gli chiese ad un certo punto lei.
“Cosa? Sì, perché?”
“Sei da venti minuti sulla stessa pagina, neppure i miei amici leggono così lentamente e sembrano dei bruti quelli” affermò iniziando a ridere apertamente.
“Ero distratto, lo ammetto. Come te ne sei accorta? Tu sembri molto concentrata”
“Sì, ma sono una che sta attenta ai dettagli. Diciamo che è quasi un istinto di sopravvivenza: i miei sensi sono molto acuti”
“Continuo a non capire”
Lei rise di nuovo. “Non è ciò che ho notato è ciò che non ho notato. Non sentivo più il rumore delle pagine ed in questo silenzio è stato facile da notare”
Jon sgranò gli occhi. “Io non ce l’avrei mai fatta, comunque non succederà più: mi devo assolutamente concentrare, ne va della mia vita in base a quello che mi hanno detto”
“Beh, smettila di distrarti allora, quando ho finito vorrei la scorta del caposcuola fino alla nostra sala e se tu dovessi rimanere qui fino a domani rischierei di addormentarmi sul tavolo, anzi è sicuro. Sono una che si addormenta ovunque se è stanca”
“A che punto sei con la tua ricerca?”
“Io ho finito, posso aiutare te in qualche modo?” Chiese iniziando a fare ordine tra le pergamene.
“Non saprei, conosci il veleno che è stato usato per uccidere Robert?”
“Beh, no, però so che gli era stato somministrato del latte di papavero per una ferita e…”
“COSA?”
“Che hai?”
Jon continuò ad urlare mantenendo gli occhi particolarmente aperti. “Latte di papavero hai detto?”
“Sì, è un sedativo molto comune”
Il ragazzo si alzò in piedi ed agitò la bacchetta mandando al loro posto tutti i libri. “Ygritte, sei un fottutissimo genio che non puoi nemmeno immaginare!”
“Ehm… imprecare non mi fa sentire lusingata sai? Che hai scoperto?” Non fece in tempo a finire quella frase che Jon le afferrò la mano per poi iniziare a correre fuori.
Mentre la trascinava lei rideva e lui continuava a farle domande. “Dopo quanto è morto da quando gliel’hanno somministrato?” Chiese in un sussurro per non disturbare i quadri.
“Poco, al massimo mezz’ora, ma probabilmente meno”
‘Arya, ho finalmente capito dove vuoi andare a parare’ pensò. “La moglie è andata a trovarlo?”
“Cersei? Certo… poco prima che gli venisse dato”
“E Jaime e Joffrey?”
“Non si sono fatti vedere da quello che so, ma che diamine succede, me lo spieghi?”
“Capirai tutto dopo, dobbiamo andare alla torre grifondoro”
“Cosa? Come conosci la parola d’ordine? E poi perché?”
“Devo parlare con mia sorella che sicuramente è lì, la conosco bene e la parola la so perché sono caposcuola, sono io a deciderle”
Un quadro di una sposa si lamentò per il casino formato dai passi e dalle risate di Ygritte, ma loro li ignorarono andando avanti.
 
Arya era perfettamente addormentata. Per chi lo volesse sapere Gendry era praticamente una stufa: era caldissimo e si stava molto bene fra le sue braccia (no, non l’avrebbe mai ammesso).
Si stava benissimo comunque, però quando sentì qualcuno che si schiariva la voce esattamente di fronte a lei non riuscì a mantenere gli occhi chiusi.
Il fratello era davanti a lei e la fissava in modo… strano. “Cosa. Stai. Facendo?” affermò in tono da… fratello maggiore.
Arya ignorandolo appoggiò di nuovo la testa sul petto di Gendry e si rannicchiò ancora di più addosso a lui, abbassando di nuovo le palpebre. “Al diavolo, stavo dormendo. Voi come state? Noto che siete insieme”
Anche Gendry si svegliò e Jon gli fece cenno di allontanarsi, lui non lo fece visto che Arya glielo impediva.
Il corvo rimase immobile e continuò a fissarlo. “Già, ci siamo incontrati in biblioteca, che caso è?”
“Incredibile coincidenza” commentò Gendry sedendosi e stiracchiandosi.
Arya sbadigliò. “Comunque, se siete qui suppongo che abbiate scoperto qualcosa, vero? Direi che Gendry ed Ygritte possono rimanere senza problemi, mi fido”
“Arya, tu credi che i Lannister abbiano ucciso Robert, vero?”
Lei sorrise. “Sapevo che ci saresti arrivato fratellone. Credo che Cersei abbia creato un veleno, è insegnante di pozioni no? E poi mentre era con il marito Jaime ed il loro figlio bastardo hanno trovato il metodo di metterlo nel latte di papavero, quel filtro copre il sapore di ogni cosa e visto che si è addormentato poi quella strega ha fatto in modo che tutti lo lasciassero da solo”
“Arya, è una pazzia! Inoltre se già sapevi tutte queste cose perché mi hai mandato in biblioteca a fare quelle ricerche?”
Arya passò lo sguardo da lui a Ygritte ed inarcò le sopracciglia. “Non è tutto, da quello che ho capito ha anche ammazzato i nostri genitori e nostro fratello Robb! Non ho le prove, ma credo anche che voglia uccidere me nel torneo”
Gendry quasi si strozzò da solo.
Quando chiesero spiegazioni Arya si ritrovò a riassumere tutte le informazioni ottenute da Margaery, evitando però di nominarla. Il ragazzo accanto a lei doveva averlo capito comunque visto come la guardava. “Stai dicendo che ti vogliono morta perché…”
“Hanno visto la mia ossessione verso la morte dei miei, credevano che potessi trovare un collegamento”
Ygritte, rimasta in silenzio fino ad ora, si intromise. “Esattamente come hai fatto. Se ciò che dici è vero sicuramente la prossima prova che dovrete affrontare sarà decisiva”
Gendry li fissò, con lo sguardo di chi aveva avuto un’illuminazione. “Sì, ma noi possiamo contare anche su un’altra squadra, questo Cersei non se l’aspetta di sicuro, non credete? Inoltre io ed Arya come squadra funzioniamo alla grande, ci proteggeremo a vicenda”
La ragazza lo guardò e sorrise. Jon invece si avvicinò e le prese le mani. ”Arya, no, non puoi chiedermi di stare a guardare mentre rischi la vita. Sei la mia sorellina, non lo farò e basta. Inoltre dubito che tu voglia oltre la tua anche la morte del tuo… compagno di squadra”
Gendry alzò lo sguardo. “Cosa? Scherzi? A me va benissimo invece. So bene quanto Arya ci tenga a scoprire la verità sui vostri genitori, potremmo trovare le prove”
La ragazza lo guardò sgranando gli occhi. “Scherzi? Davvero stai dicendo che…”
“Non mi piace ripetermi, hai capito benissimo. Inoltre, come già detto, non sei da sola. La nostra squadra potrà vincere, non ci sono dubbi”
Ygritte sgranò gli occhi. “Scherzate? Davvero state mettendo questo davanti la vostra stessa vita? Capisco che sia importante per voi fare giustizia ma… dobbiamo avvisare il preside, è intelligente, ci crederà”
“Ma senza le prove non potrà fare nulla! Cersei è in combutta con gli altri presidi che gli impediranno di annullare il torneo! È impossibile!” Sbottò Arya. “Jon, ascoltami, non abbiamo alternativa. Senti, domani incontriamoci ed insegnaci gli incantesimi di difesa più potenti che conosci d’accordo? al resto ci pensiamo noi”
“Arya…”
Gendry le mise una mano sulla spalla. “Ha ragione, non abbiamo alternativa. Inoltre io proporrei che venisse anche Ygritte, conosce ottimi incantesimi di attacco ed anche nel corpo a corpo non è male. Con il vostro aiuto sarà molto più facile”
Lei annuì. “Sì, è un ottima idea”
 
*Angolo me*
Okay, anche stavolta in effetti avrei una scusa per il ritardo, ma suonerebbe davvero esagerata quindi non la dirò e mi limiterò a chiedere perdono, sia per questo che per gli errori che sono più che sicura ci saranno XD
Cooomunque, per farmi perdonare ho deciso di lasciarvi un link con qualche spiler sulla sesta stagione di GoT che tutti stiamo aspettando. In particolare si parla di Dany e di Jon! Cavolo, quanto si può amare quest’uomo? *-*
http://www.televisionando.it/articolo/game-of-thrones-6-stagione-cast-spoiler-e-trailer-jon-snow-ritorna-parla-emilia-clarke/118971/
ci sentiamo al prossimo capitolo, ciaoo
Arya Rossa

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Capitolo 25
*** Capitolo 24 ***


La mattina dopo i ragazzi avrebbero voluto saltare le lezioni ma non fu possibile a nessuno di loro visto che era già successo troppe volte negli ultimi giorni...
Alla prima ora Arya aveva la lezione di pozioni e quindi per lei fu piuttosto difficile concentrarsi: ad ogni singola parola della professoressa lei rischiava di impazzire e quando la guardava la piccola Stark non riusciva a non vedere un lampo omicida nei suoi occhi.
Molto probabilmente se li inventava, ma comunque non poteva essere più felice una volta uscita da lì. Le altre lezioni si rivelarono mortalmente noiose e lei ne fu particolarmente contenta. La felicità si trovava anche in cose così banali, chi l’avrebbe mai detto?
A pranzo decise di andare a sedersi con Daenerys invece che con il fratello per godersi un po’ di tranquillità, l’amica si stava ingozzando mentre leggeva un libro. “Petardo cinese?” chiese leggendo quelle parole da una pagina.
“Un tipo di drago” le disse senza neppure alzare lo sguardo. “da quando la mia cultura su di loro vi ha salvato la vita so bene che non potete più lamentarvi di questo e quindi non faccio che leggere. Inoltre mi piace molto questa specie. Tuo fratello e il tuo ragazzo?”
“Il mio che?”
“Non freghi nessuno con quell’aria da finta tonta, sono pronta a scommettere che già vi siete ammoccati per bene”
“COSA?”
“E con questo mi hai risposto”
“A quale domanda?”
“Passiamo avanti, dov’è?”
Arya nascose un sospiro di sollievo. “Non lo so. Dany, mi devo incazzare? Insomma… volevo chiacchierare un po’ con la mia migliore amica e lei mi chiede di quei due!”
“Di cos’altro dovremmo parlare? Ho visto Jon entrare in sala grande con Ygritte, ne deduco che il tuo piano abbia funzionato vero?”
“Sì, a mio fratello serviva solamente una spinta. Dany, hai visto Viserys per caso da quando siamo qui?”
La ragazza chiuse il libro e si guardò intorno, come spaventata dall’idea che fosse lì. “No. Me ne sto sempre chiusa nel nostro dormitorio e quando esco non sono mai da sola, così lo evito”
“Okay, ascoltami. Ciò che sto per dirti probabilmente ti sembrerà una cosa crudele ma lo devo fare. Credo che tu debba affrontarlo”
“COSA?”
“Daenerys, sei la mia migliore amica, non voglio che tu viva in eterno nella paura di ritrovartelo dietro l’angolo. Inoltre, anche se è tuo fratello maggiore, io so bene che riusciresti a metterlo al tappeto in meno di un secondo se solo ci provassi. È un imbecille, presuntuoso e particolarmente debole”
“Sì, ma no. Io vado in camera ch domani ho un test importante, okay? Ci vediamo dopo” si alzò senza dare ad Arya la possibilità di ribattere e così lei si ritrovò a mangiare da sola.
Appena ebbe finito notò che il fratello non era più al suo tavolo e quindi si alzò per uscire sapendo che, probabilmente, era già fuori con gli altri.
Raggiunse uno dei giardini con gran facilità e venne quasi subito colpita da un incantesimo di attacco di Ygritte. Si gettò a terra schivandolo. “Ma che diamine combini? Mi vuoi morta per caso?”
“Scusa, non ti avevo visto però” affermò piuttosto imbarazzata.
“Dillo al mio cadavere!”
“Non essere così esagerata milady” commentò Gendry tentando di imitare i movimenti della ragazza.
Jon lo fissò. “Come hai chiamato mia sorella?”
Lui rise ed Arya si rialzò. “Lascia stare, dubito che intenda smettere”
“Infatti no, mi diverto troppo milady
“Fanculo Gendry”
“Hei, non parlare così davanti i più piccoli” continuò più per la soddisfazione di ribattere che per altro.
“Cosa? Ma se la più piccola qui sono io!”
Una nuova voce si unì alle loro ma veniva… dall’alto. “Contento di sapere che non mi hai notato sorellina!”
Arya alzò lo sguardo e vide Bran su una delle colonne del castello e, istintivamente, si mise a ridacchiare. “Come potevo vederti?”
“Non bisogna mai abbassare lo sguardo, milady” disse l’ultima parola ridendo in un modo particolarmente… stupido.
Arya lo fissò ed arrossì… ma solo un pochino. Doveva inoltre ricordarsi di parlare con Gendry di una certa cosa… “Bran! Se ti prendo!” iniziò ad arrampicarsi, ma quando riusciva a raggiungerlo lui scappava, intanto gli altri li guardavano ridendo.
Jon in modo particolare. “Sorellina, sappiamo tutti qui che Bran è più bravo di te ad arrampicarsi”
“Chi ha inventato questo sport è peggiore di Bran! Praticamente vive sui muri! E comunque io lo batto al tiro con l’arco, fammi causa!” quanto odiava quando qualcuno le ricordava le sue debolezze!
Ygritte scoppiò a ridere più di prima e si avvicinò a Jon. “Voi siete tutti strani, lo sai?”
“Già, scommetto che ti piaccio per questo”
Lei lo fissò in modo abbastanza… stupito. “Tu non sai niente Jon Snow” si limitò a dire con un sorrisetto imbecille sul viso.
 
Rimasero lì ad allenarsi ed a divertirsi fino all’ora di cena, poi tutti decisero di saltare il pasto (gli effetti della stanchezza) ed andarsene a fare i compiti o anche a saltare pure quelli per dormire. Arya voleva comunque passare prima nella sala grande per trovare Daenerys, ma quando mise piede lì dentro incontrò chi veramente non si aspettava: la sorella che usciva con… il professor Tyrion Lannister? Cosa?
“Arya, dove vai?” le chiese Sansa.
“Ehm… da Daenerys, ma solo per un minuto, poi torno da Jon o da Gendry”
Si vide un ombra di disappunto nello sguardo della sorella, stava pensando una cosa del tipo ‘fratellastro e mezzosangue? Che orrore!’, ma per fortuna rimase zitta.
“Scusami signorina Stark, posso parlare un secondo da solo con tua sorella?” chiese il professore.
Arya sgranò gli occhi ma Sansa, lecchina come sempre, sorrise e si fece da parte.
“Cosa stava facendo con mia sorella?”
“Niente di che, mi ha chiesto alcune informazioni sulle mie lezioni e ne stavamo parlando. Comunque volevo congratularmi con te per le tue vittorie, sei stata molto brava nelle prime due prove”
Lei inarcò le sopracciglia, non si fidava di lui. Le stava simpatico, ma era un Lannister. “Non ce l’avrei mai fatta da sola”
“Già, il signor Waters ed anche la tua amica Targaryen hanno contribuito”
“Come… come diamine fa a sapere di Daenerys?” esclamò piuttosto stranita. E se avesse saputo di più?
“Scusami ma chi credi che le abbia dato le informazioni sui draghi? Come credi che sapesse che ci sarebbero stati?”
“Il professor Silente… non è stato lui?”
“Vieni con me” iniziò ad incamminarsi sulle sue gambette storte ed Arya non potè far altro che seguirlo.
Probabilmente in un film horror sarebbe stata la prima a morire.
Si sentiva al centro di qualcosa: prima il preside, poi il fantasma ed ora il piccolo Lannister. Non sapeva se fidarsi, ma perché tutte quelle persone la volevano aiutare?
Nello stanzino delle scope Tyrion eseguì un incantesimo silenziatore e quasi istintivamente Arya controllò di avere la bacchetta a portata di mano. “Cosa vuole?”
“Allora Arya, smettiamola di prenderci per il culo va bene?”
Un insegnante poteva rivolgersi così ad uno studente? “Non capisco”
“Sì invece. Ti ho osservata a lungo, so che hai nella tasca posteriore la mappa del malandrino, so che la usi per spiare i miei fratelli, so che molte persone ti passano informazioni e so che sai molte più cose su questo torneo di quanto tu voglia far credere”
‘ora mi ammazza’ pensò lei. “Ha bevuto per caso?” si aggrappò alla possibilità di non parlare.
“Sì, ma ciò non cambia che sono serio. Ho delle persone che mi informano su ciò che succede qui dentro, ma non preoccuparti, io ci tengo a questa scuola quindi tifo per te”
‘Varys, chi altri sennò’. “E dimmi, tu come potresti aiutarmi?”
“Ricordati che quei due sono miei fratelli”
“E tu li tradiresti per aiutare una studentessa che neppure conosci? Mi sa tanto di trappola”
“No, sono uno che dice sempre la verità, puoi non credermi se vuoi, però so come aiutarti in effetti” sorrise. Bello non era, ma Arya voleva fidarsi… no, non poteva rischiare, doveva avere informazioni senza però cederne.
“Parla”
“Ti racconto una bella storia piccola Stark. Mia sorella vuole questa scuola, è sempre stata una ragazza particolarmente egoista oltre che bella e riesce a manipolare tutti con quest’ultimo dettaglio”
‘No, così non va, se mi devo fidare devo farlo completamente’. “Ascoltami Lannister. Alcune cose io già le so. So che Cersei mi vuole morta anche se non capisco il perché, so che i miei e mio fratello sono morti anche per colpa sua e so che vuole il controllo della scuola. Ma perché è in combutta con gli altri presidi? Loro cosa ci guadagnano? Non mi serve sapere cosa vuole, mi serve conoscere i suoi motivi. Se li hai bene, altrimenti me ne posso anche andare”
Tyrion annuì. “Sì, mi avevano detto che sei una che va dritto al punto, credo che ti accontenterò. Allora credo che sarò costretto a rispondere a queste domande”
 
*Angolo me*
Buonsalve! Allora, inizio come sempre (la monotonia non vi crea problemi vero?) ringraziando tuuutti quanti, le persone che mi seguono aumentano sempre ed anche le recensioni non sono male e mi fanno apparire uno di quei sorrisi a 4834235 sulla faccia *-*
Ciancio alle bande (scusa francypix, ti pagherò i diritti), vorrei avvisarvi che non aggiornerò per poco più di una settimana in quanto, finalmente, me ne vado al mare. Il bello è che parto oggi ma dovevo assolutamente aggiornare…
Ho finito, me ne vado a fare la valigia XD
Spero di riuscire a rispondere alle vostre recensioni anche dal mare se ce ne saranno e…
Beh, a presto!
Arya Rossa

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Capitolo 26
*** Capitolo 25 ***


Era in ritardo, in un terribile ritardo, ma poteva giurare che non era assolutamente colpa sua.
Bran aveva perso un po’ di tempo ad arrampicarsi e… beh, aveva perso anche la cognizione del tempo stesso.
Ma non era davvero colpa sua! Quella specie di sport era come una droga, era riuscito ad arrivare fino alla finestra più alta della torre grifondoro (con la scopa sempre accanto a lui per ogni impossibile evenienza) e quando era entrato ed aveva visto tutti lì dentro si era reso conto che l’ora di cena era passata da un pezzo e lui non aveva messo nulla sotto i denti.
Si era ritrovato a correre a perdifiato, con Estate sempre accanto a lui, per raggiungere la sala grande nella speranza di trovare ancora qualcosa sulla tavola.
Dopo un po’ di tempo la raggiunse e, nonostante ormai ci fossero pochissime persone, riuscì a sedersi ed a riempirsi il piatto. “Sembra che tu abbia fatto la guerra, lo sai?” commento un ragazzo, suo amico, di un paio d’anni più grande di lui.
“Qualcosa del genere Jojen, senza dubbio sono stremato. Tu perché sei ancora qui?”
“Mia sorella mi ha trattenuto e sono arrivato in ritardo, mi limito a dirti questo” aveva smesso di mangiare, ma non sembrava intenzionato a lasciarlo lì da solo. Afferrò un altro pezzo di carne e lo gettò sotto il tavolo per l’animale di Bran.
“Capisco”
“Tu eri ad arrampicarti?”
“Sì, come al solito”
“Sai… stavo pensando che magari questo talento lo potresti usare per qualcosa di utile piuttosto che come un semplice passatempo”
“Che vuoi dire?”
Come se non l’avesse sentito Jojen cambiò argomento. “Ultimamente ho notato che ti comporti in modo strano Bran, è successo qualcosa?”
“Non lo so, ma ammetto che mi sento anche io un po’ strano, credo di essere semplicemente molto stanco. La notte non dormo molto bene”
“Io torno alla nostra torre, è tardi. Bran, fammi un favore, domani presentati durante l’ora della colazione in giardino, io e Meera dobbiamo dirti una cosa piuttosto importante” gli sorrise ed andò via senza aggiungere una sola parola.
Il piccolo Stark nel frattempo ingoiò un pezzo di pollo troppo grande iniziò a pensare all’eventualità di intraprendere il famosissimo sport del ‘tentiamo di capire perché la gente parla per indovinelli’.
 
Sansa era seduta per terra, accanto l’ingresso del dormitorio serpeverde e si torturava le unghie perfettamente laccate di rosa. Era lì ferma da dieci minuti ormai ed aspettava che qualcuno uscisse in modo da poter entrare lei in quanto non sapeva come fare. Visto quanto era tardi le sue speranze non erano molte,ma tanto valeva provare.
Ci volle un po’ di tempo ma alla fine il muro di pietra iniziò a scorrere di lato ed una figura femminile uscì. “Sansa Stark?” chiese. “che ci fai tu qui?”
La rossa si alzò da terra riassumendo il suo solito aspetto incredibilmente regale. “Ciao, tu sei l’amica di Arya vero?” si riconosceva soprattutto perché i pantaloni che indossava quasi sicuramente non erano suoi.
“Sì, Daenerys. Stavi cercando Joffrey?”
Sansa alzò gli occhi al cielo. “No, a dire il vero stavo cercando mia sorella. Ci siamo incontrate in sala grande ma poi…”
“Non la vedo dall’ora di pranzo a dire il vero comunque non è qui. Puoi dire a me se vuoi, stavo giusto andando a cercarla, ma se non la trovassi riferirei al suo ritorno”
Sansa sembrava piuttosto titubante, da quando sapeva mantenere un segreto però? Inoltre Arya si fidava di lei… “Okay, ascoltami. Da quando è iniziato il torneo ammetto che sono piuttosto in ansia per Arya. insomma, è mia sorella, non posso fingere di non volerle bene solo perché non andiamo affatto d’accordo”
“Okay, vuoi dirle che le vuoi bene quindi?” Daenerys si sforzò di non mettersi a ridacchiare vedendo lo sguardo serio di Sansa. Da come la descriveva Arya era un’ingenua, ma in quel momento sembrava piuttosto decisa.
“No, io… ultimamente ho parlato molto con il professor Tyrion Lannister, con quello che voi chiamate Ditocorto, con Margaery e… con molte altre persone e credo di aver scoperto qualcosa che potrebbe aiutarla”
‘Aspetta che?’ Penso Daenerys. Qui ci serviva una bella lista delle persone loro alleate e dei loro nemici… e magari anche una di tutto ciò che sapevano perché senza in quel luogo non si capiva assolutamente nulla.
La bionda stava per risponderle ma sentì qualcosa di caldo nella tasca del pantalone ed afferrò il pezzo di carta, rischiando anche di scottarsi la mano.
“Cos’è?” chiese Sansa.
Stavolta fu Daenerys a titubare. “Tu non li sai tenere i segreti e lo sappiamo entrambe”
“Mia sorella è in pericolo ed io sono una tassorosso. Non sono così sleale come credete voi”
La bionda si morse il labbro e poi sbuffò. “E va bene. Jon ha dato a ma, Arya, Gendry, Ygritte e Bran un pezzo di questa pergamena. Quando si surriscalda vuol dire che dobbiamo incontrarci. Adesso è apparsa una scritta sopra che dice di vederci nella sala di pozioni e la scritta è in verde quindi… è da parte di Arya. muoviti, vieni con me”
Si incamminò e Sansa subito le corse dietro. “Da quando in qua lavorate tutti insieme?”
“Credi di essere l’unica preoccupata per Arya da quando è iniziato il torneo?”
“E Gendry ed Ygritte che c’entrano? Se non mi sbaglio quest’ultima a malapena la conosce!”
“Cavolo… come si vede che non sei del gruppo, devi aggiornarti un po’ mi sa” ridacchiò.
“Non hai risposto alla domanda”
“Ygritte sta con Jon ed Arya sta con Gendry… non ufficialmente ma si sa che è così”
“La mia sorellina si è trovata un ragazzo prima di me?” sbottò Sansa, fregandosene delle altre parole pronunciate da Daenerys. “Non posso crederci! Non sembra neppure una ragazza!”
“Ma che strano, Arya dice lo stesso di te” sorrise.
Sansa voleva farle una smorfia, ma non sarebbe stata una cosa appropriata per lei quindi si limitò ad alzare gli occhi al cielo.
Per arrivare nella stanza decisa da Arya bisognava camminare ininterrottamente per più di dieci minuti. Le ragazze rimasero in un silenzio totale e ad un certo punto dovettero anche fermarsi visto che alle scale piaceva cambiare, ma poi finalmente raggiunsero il piano giusto e dovettero solo continuare a percorrere tutti quei corridoi, deserti a causa del coprifuoco. Poco importava però: la ronda ancora non era iniziata.
Ad un certo punto, svoltando un angolo, Daenerys andò a sbattere contro qualcuno; non cadde per terra, però quando vide chi c’era davanti a lui fece istintivamente un balzo all’indietro e sgranò gli occhi.
“Oh, mia dolce sorella, era da tempo che speravo di vederti” Viserys sorrise.
La ragazza era come paralizzata. “Che ci fai qui? C’è il coprifuoco” la sua voce voleva tremare, ma tentò comunque di mantenerla ferma.
“Stavo giusto andando a dormire, ma anche tu sei fuori dopo il coprifuoco, forse sarebbe il caso di portarti dal preside” si avvicinò.
Daenerys abbassò lo sguardo, ma poi strinse i pugni. “Sansa, per favore avviati”
“Ma…”
“Avviati ho detto, ti raggiungo subito”
Sansa fece come le era stato richiesto e Daenerys riuscì finalmente ad alzare lo sguardo verso il fratello che sembrava sul punto di scoppiare a riderle in faccia. “Ma guardati dolce sorella, senza di me tutto ciò che riesci a fare è dare un ordine ad una ragazzina neppure tanto grande”
La Targaryen deglutì. “E tu invece? Picchi ancora le ragazze più piccole di te? Con me lo facevi sempre, anche quando avevo sei anni”
“Mi facevi arrabbiare, sapevi bene che non dovevi risvegliare il drago”
“I draghi sono creature nobili, tu non dovresti paragonarti a loro” sapeva che lo stava facendo arrabbiare, ma erano in una scuola, cosa mai avrebbe potuto farle? Inoltre l’idea di comportarsi da bambina sottomessa nonostante ormai fosse una sedicenne non le andava affatto.
“Cosa hai detto? io ti consiglio vivamente di chiedere perdono” il ragazzo sgranò gli occhi di fronte l’insolenza di Daenerys.
“Ed io ti consiglio di farmi passare, questa è la mia scuola Viserys, non la tua” sentiva la bacchetta che premeva dalla voglia di lanciare un incantesimo; la teneva stretta nella mano, ma nascosta alla vista del fratello.
Al contrario Viserys non si fece troppi problemi a lanciarle un incantesimo d’attacco. Daenerys se lo aspettava e si protesse. “Grande sbaglio, forse non lo sai, ma alle lezioni di incantesimi sono la più brava del mio anno” anche lei eseguì un potente incantesimo, lui tentò di difendersi ma non ci riuscì e venne colpito in pieno andando a sbattere contro il muro.
La ragazza si sentì particolarmente libera in quel momento, ma invece di avvicinarsi a lui si limitò a guardarlo dall’alto in basso, con pietà, per poi andare verso il luogo dell’appuntamento.
Arrivata davanti all’aula vide Arya che la aspettava con un sorrisetto sul viso: Sansa sicuramente le aveva parlato del loro incontro.
“Io l’avevo detto”
“Che avrei sconfitto facilmente mio fratello?”
Arya assunse un espressione che voleva dire ‘che?’ “No” esclamò. “che i miei pantaloni ti stanno una meraviglia”
Daenerys si mise a ridere e le diede un colpetto sulla fronte prima di entrare.
 
*Angolo me*
Eccomi tornata, fresca fresca di una vacanza in cui per prenderti un gelato devi farti venti minuti di bicicletta! Vabbè, almeno il mare era bello…
Sto divagando, chiedo perdono. Allora, come promesso ho scritto il capitolo in un giorno solamente per aggiornare in fretta quindi chiedo perdono anche per eventuali errori. Qui ho dato spazio a Bran (ma che cucciolo!) e a Daenerys perché se questa crista non si vendicava del fratello giuro che la picchiavo.
Inoltre oggi, oltre a ringraziare come sempre tutti coloro che mi seguono, voglio in particolare ringraziare (oggi vado forte con le ripetizioni) Guilmon98 che mi ha aiutato parecchio dandomi delle idee fantastiche e… basta.
Ho fullmetal alchemist da recuperare quindi me ne vado subito :P
Ciaoo
Arya Rossa

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Capitolo 27
*** Capitolo 26 ***


“Dany, mi spieghi perché hai portato qui mia sorella? Ha tentato di spiegarmelo ma sai bene che non l’ascolto quindi preferisco saperlo da te” Arya aveva appena chiuso la porta dell’aula di pozioni e si era girata verso l’amica ignorando completamente il diretto interessato.
La Targaryen si sedette su uno dei banchi che la circondavano con totale nonchalance. “Non abbiamo cose più importanti di cui parlare?” chiese scocciata.
“Sì, ma prima dobbiamo aspettare Jon e non sono sicura di volermi fidare di lei. Inoltre abbiamo già una rossa nel nostro gruppo”
Sansa assunse un’espressione di silenziosa offesa ed Ygritte non poté fare a meno di mettersi ridacchiare un po’ meno in silenzio. “E lui tra quanto dovrebbe arrivare?”
“Poco, prima era con me ma ha detto che doveva fare fare qualcosa prima di venire…” affermò Bran muovendo una mano per sviare il discorso.
“Sì, facciamo un po’ come vi pare ma Daenerys ancora non mi ha risposto. Perché hai portato qui la mia carissima sorella? Credeva di trovarci Joffrey?”
Daenerys sbuffò e, mentre iniziava a parlare con la sua migliore amica, Sansa rimaneva in disparte a fissare il gruppo di Arya.
Era formato, più o meno, da un paio di suoi fratelli, il suo fratellastro bastardo, un mezzosangue, una purosangue con un fratello maniaco ed una nata babbana dai capelli rossi. Com’era possibile che persone così diverse dagli Stark, nel senso gerarchico del termine, fossero così amici? Persino lei, che frequentava solamente purosangue, sapeva che tutti i suoi amici in realtà non avrebbero fatto praticamente nulla per lei se ci fossero stati dei rischi. Era piuttosto sicura che per le persone che aveva davanti non fosse così.
Sembravano uniti in una maniera sconcertante e lei in quel momento non poteva che esserne invidiosa.
“Arya, posso parlarti un minuto in privato?” le chiese sforzandosi di mostrarsi sicura.
“In privato? Guarda che per i presenti io non ho segreti”
“Per favore”
Arya sbuffò e cacciò la mappa del malandrino dalla tasca. Iniziò ad esaminarla e poi guardò gli occhi azzurri di Sansa. “Jon sta arrivando. Se le scale collaboreranno sarà qui tra tre minuti, è il tempo che ti concedo”
Lei annuì e, dopo un'altra occhiata di Arya alla mappa, uscirono dall’aula. “Che vuoi?” le chiese in modo piuttosto freddo. Non adatto a due sorelle legate ma perfettamente adatto al loro rapporto.
“Prima di tutto voglio che la smetti di dire che mi piace Joffrey. È da Natale che non penso più a lui, sappilo”
“Fammi indovinare, ti sei innamorata di qualche altro ragazzo effemminato? Magari uno di Beaux… come diamine si chiama quella scuola lì”
“Arya, non sono qui per parlare di questo”
“È l’unica cosa di cui sai parlare!” lei si limitava ad attaccare, quando parlava con Sansa faceva solo così.
“Senti, ho due minuti e mezzo, permettimi quindi di aprire la bocca almeno. Io non sono qui per disturbare Arya, voglio aiutarti. So che stai rischiando la vita e…”
“Chi te lo avrebbe detto? Ditocorto non è vero? Non ci si può fidare di lui…”
“Ma ha ragione! Ti prego, permettimi di comportarmi da sorella almeno per una volta nella mia vita. Siamo della stessa famiglia”
Arya strinse i pugni. “Dopo anni passati ad insultare me e le persone che mi circondavano senza nessun motivo te lo ricordi?”
“È adesso che sei in pericolo di vita no?”
“Già, ma tu sai anche che, se vorrai aiutarmi, dovrai passare del tempo con persone che tu definisci inferiori nonostante in realtà siano mille volte più intelligenti, leali e fantastici della gente che conosci tu?” Commento Arya incrociando le braccia.
Sansa alzò gli occhi al cielo. “Voglio aiutarti. Ditoco… il mio insegnante mi ha detto che…”
“Non mi interessa, non mi fido di ciò che dice e quindi preferisco non ascoltare. Potrei solamente confondermi e non mi va. Sansa, se vuoi ‘unirti a noi’ a me va benissimo, ma sappi che non puoi parlarne con nessuno, ciò che pensi lo devi dire ed ogni volta che ti cerchiamo devi scattare. Il gruppo viene prima di tutti. Io e Gendry rischiamo di brutto e se vuoi prendere questo torneo come uno stupido gioco allora torna a giocare con le bambole”
Sansa incrociò le braccia a sua volta. “Jon dovrebbe essere arrivato no? Meglio tornare lì”
“Oh, giusto, un’ultima cosa. Prova ad insultare Jon, Ygritte o Gendry per le loro radici e ti cancelleremo la memoria, poi ti rispediremo al dormitorio ed io ti prenderò a schiaffi tanto da farti diventare tutta la faccia talmente rossa che non avrai più bisogno del fard per tutta la tua esistenza, chiaro?”
“Va bene, come vuoi” affermò con decisione.
Tornarono nell’aula di pozioni e Jon subito sorrise ad Arya scuotendole i capelli. “Scusa il ritardo sorellina, stavo giusto dicendo agli altri che avevo degli impegni da caposcuola”
Lei non poté fare a meno di sorridere. “Va bene, poco importa. Il punto è che devo parlarvi dei Lannister…”
“Ancora?” sbottò un Bran piuttosto irritato. “Se ci hai chiamato solo per questo credo che io me ne andrò a dormire, anche perché domani avrò una giornata piuttosto impegnativa”
“Sì, sì, lo so. Devi vedere quei due fratelli del secondo anno. Ma devo parlarvi di Tyrion Lannister. L’unico uscito bene della famiglia… almeno psicologicamente parlando, si intende”
“Quindi dobbiamo aggiungerlo alla lista degli alleati? Dobbiamo davvero farci un elenco lo sai?” commentò Gendry. “Che ti ha detto? Anzi, prima di sapere questo vorrei chiederti: come sappiamo che possiamo fidarci?”
“Lui è apposto, si capisce” si intromise Daenerys. “insomma, non parla mai con la sua famiglia, si vede che i suoi rapporti con loro non sono del tutto pacifici quindi è improbabile che sia dalla loro parte”
“A proposito della loro famiglia, avete notato che ultimamente Cersei non si fa vedere fuori dalle lezioni? A malapena mangia. Adesso dov’è?”
Arya guardò, di nuovo, la mappa. Cosa avrebbero fatto senza? “Come al solito, con il fratello… o amante… come lo volete definire non m’importa, ma so che è una cosa disgustosa. È nella torre di astronomia, come al solito”
Sansa assunse una faccia strana e Bran improvvisamente si fece… ‘curioso”. “Ci passa molto tempo lì?”
“Sì, fin troppo, o con gli altri presidi o con Jaime”
Ygritte sospirò rumorosamente. “Possiamo passare dritti al sodo? Perché ci hai fatto venire qui?”
“Oh, giusto. Beh, diciamo che mi ha dato altre informazioni su quella malata della sorella”
“Qualcosa che non sappiamo?”
“Allora, un paio di cose nuove ci sono… Sansa, se non capirai, cosa piuttosto probabile, sappi che più tardi ti aggiorneremo. Il padre, Tywin, ha bisogno di qualcosa, non ho la minima idea di cosa sia, ma possono ottenerla solamente se avranno un controllo totale della scuola quindi suppongo che o ciò che cercano sia qui o che per averlo serve il titolo di preside. Per ottenerlo hanno organizzato l’omicidio di Robert, ma i nostri genitori l’hanno scoperto ed hanno fatto in modo che a prendere il potere non fosse nessuno della loro famiglia ma Silente. Non avevano le prove di nulla e quindi i Lannister non sono stati condannati né nulla del genere. Comunque, hanno deciso di allearsi con gli altri presidi per organizzare il torneo, ammazzare qualcuno, possibilmente me e Gendry e poi dare la colpa a Silente. Lui verrà licenziato dal ministero e loro avranno tutto ciò che volevano. Questo è più o meno il riassunto”
Il silenzio che seguì la diceva lunga, ma alla fine fu Jon a farsi avanti. “Cosa ci sarebbe nella scuola che vogliono? Tyrion non l’ha detto?”
“No, non lo sa”
Gendry sorrise. “Beh… Arya, ti ricordi perché hai preso la mappa del malandrino all’inizio dell’anno? Credo che potremmo ricominciare ad utilizzarla con quello scopo”
La ragazza sorrise. “Sì, l’idea mi piace e non poco. Mi sa che se non scopriamo i dettagli direttamente da Cersei non otterremo assolutamente niente”
Anche Bran si intromise. “Per questo credo di potervi aiutare io”
“Che vuoi dire?”
“Niente, tutto dipende da come mi andrà la mattinata di domani”
Ygritte sbadigliò. “Bene, adesso vi va se ci rintaniamo tutti nelle nostre camere a dormire? Ci penseremo domani a piani e complotti, io ho molto da fare”
Jon le sorrise. “Io sono perfettamente d’accordo, andiamo” si incamminarono insieme ed Arya fu costretta a reprimere la sua voglia di prendere a pugni qualcosa nel momento in cui li vide prendersi per mano.
Daenerys naturalmente non poté fare a meno di notarlo e le sorrise mettendosi una mano sul cuore. “Crescono così in fretta vero?”
La Stark le diede una forte gomitata nello stomaco. “Ma va a pomiciare con quell’idiota di Durmstrang!”
“E tu va pomiciare con Gendry!”
Naturalmente il ragazzo l’aveva sentita, ma si limitò a passare lo sguardo sui presenti a disagio ed Arya si limitò a schiaffarsi una mano sulla fronte.

*Angolo me*
Sono le tre di notte ma io non ho niente da fare e quindi aggiorno! No dai, non è vero, sto anche guardando i vecchi episodi di Naruto… mi sto scavando la fossa da sola vero?
Beh, passando oltre, diciamo che sono, di nuovo, in ritardo per i miei standard. Avrei di nuovo una scusa, ma poi sembrerei peggio di Obito/kakashi (devo smetterla con quest’anime va bene?) quindi mi starò zitta.
Allora... oltre alla monotonia delle scuse ho anche la monotonia dei ringraziamenti quindi un grande grazie a chi recensiste in particolare, ma anche a chi legge in silenzio.
Ci sentiamo al prossimo capitolo nella vana speranza che io possa diventare puntuale.
ciaoo
Arya Rossa

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Capitolo 28
*** Capitolo 27 ***


Bran era a dir poco stremato. Non solo si trovava in giardino da più di un’ora, ma non aveva neppure fatto colazione e la sera prima per cena aveva mangiato molto poco.
Il sole era alto nel cielo e faceva sembrare quella giornata invernale molto più calda di quanto non sarebbe dovuta essere, o forse erano semplicemente gli effetti della stanchezza a farlo sentire così. Era seduto per terra da pochissimi istanti ma senza alcun dubbio non voleva alzarsi: gli piaceva starsene lì fermo e, soprattutto, non gli andava di andare a lezione di storia della magia, sarebbe stato troppo brutto per davvero con il professore che si ritrovava...
Jojen e Meera Reed stavano litigando proprio come facevano le sue sorelle o come aveva sempre fatto lui con Rickon e, non poteva negare, che si divertiva a vederli così.
“Alzati, devi riprovarci” affermò Jojen avvicinandosi a lui. Dal punto in cui si trovava sembrava molto più grande della sua età.
“Sono stanco, non ne posso più” rispose lui con un orgoglio degno di qualunque grifondoro.
“Non m’importa, devi riprovare. Lo so che consuma molte energie ma devi”
A Bran dava fastidio quel tono da so-tutto-io. “Primo, io non devo fare niente. Secondo, come fai a sapere che ne sono davvero in grado? Insomma, magari ti sbagli. Se fossi ciò che dici tu non credi che avrei dovuto scoprirlo prima?”
“Fidati, sono uno che certe cose semplicemente le sente”
Meera si avvicinò. “Non ha mai sbagliato Bran. È una specie di dono il suo. Per favore ascoltalo”
Aveva un tono molto più dolce rispetto a quello del fratello. Il piccolo Stark decise che con lei avrebbe parlato molto più volentieri e si alzò. “Sì, ma continuo a non capire. Mettiamo pure che voi abbiate ragione, perché volete aiutarmi a sviluppare questo potere? Non riesco a capire!”
“Ed a noi non va di spiegare. È una cosa che dobbiamo fare, chiamalo compito, dovere o anche istinto che ci spinge, ma dobbiamo. E tu devi provarci. Ce la puoi fare, concentrati!”
Il ragazzo sospirò. “Concentrarmi su cosa? Non ho mai fatto una cosa del genere, non so a cosa dovrei pensare! Perché si crede che concentrarsi sia una cosa semplice? Guarda che non lo è per niente! Inoltre voi come fate a sapere come devo fare? Da quello che ho capito non avete questa capacità che sostenete abbia io”
Jojen si passò le mani tra i capelli e fissò la sorella. “Siamo qui da un’ora, considerando il suo atteggiamento sono pronto a scommettere che non si è neppure impegnato”
“Mi sono impegnato! Fidati, altrimenti non sarei così a pezzi!”
Meera sorrise. “Questo è vero” affermò con un’aria un po’ impossibile da descrivere.
“Allora c’è qualcos’altro che sta sbagliando perché dovrebbe esserci riuscito da un pezzo. Dovrebbe essere parte di lui, non capisco perché lo consideri così complicato”
La sorella gli mise le mani sulle spalle tentando di calmare quell’agitazione che, a dire il vero, Bran non capiva. “Jojen, respira. Sai, ti fa bene ogni tanto, o almeno fa bene ai tuoi polmoni. Ci penso io va bene? Tu limitati a rilassarti un po’”
“Sai che sono io l’esperto in queste cose, tu…”
“Ti guardo da molto tempo, so bene cosa devo fare e, non prenderla male, ma credo che urlando così non farai rilassare il nostro amichetto né tantomeno lo aiuterai”
Jojen passò lo sguardo dalla sorella al ragazzino lì accanto e decise di tirare un sospiro ed un sorriso. “Ti concedo un tentativo, altrimenti quando andremo a Mielandia dovrai offrire tu”
Anche Meera ridacchiò. “Offro sempre io e lo sai”
Dopo di che si avvicinò a Bran. Lui era ancora piuttosto scettico e che non avesse fiducia in ciò che doveva fare era piuttosto palese, ma Meera sapeva come risolvere questo punto. “Bran, ascoltami bene. Tu lo sai con precisione cos’è un animagus?”
“Qualcuno in grado di trasformarsi in animale”
“Bene, devi anche sapere che questo potere può essere acquisito e per farlo ci vogliono anni ed una capacità a dir poco immensa”
“E tu credi che io abbia questa capacità?”
“Poco ma sicuro ma, anche se non avessi questo potere immenso, a te non serve! Tu ce l’hai nel sangue. Puoi trasformarti se lo vuoi, in qualunque momento”
“Non ci riesco Meera! È difficile! Non credo affatto di esserne capace”
La ragazza abbassò improvvisamente la voce. “Davvero? Mio fratello sostiene che una notte nel letto ti a visto trasformato per metà però”
“Cosa?”
“Non è vero che non puoi e non è vero che è difficile. Non siamo riusciti a capire qual è il tuo animale, ma una cosa assolutamente certa è che ciò in cui ti trasformi rispecchia la tua personalità quindi se non sai su cosa concentrarti allora concentrati su te stesso. Sai, l’altra volta mentre andavo nell’aula di pozioni ti ho visto fuori da una finestra. Ti stavi arrampicando ed eri almeno a cinquecento metri d’altezza e non sembravi per niente intenzionato a fermarti! Sono rimasta a fissarti per non so quanto tempo non sapendo se chiamare un professore o direttamente il san Mungo, ma una cosa che so è che ad un certo punto la finestra dove mi trovavo mi impediva di guardare più in alto e ti ho totalmente perso di vista”
Si fermò qualche istante per vedere la reazione del ragazzino e sembrò piacergli perché subito riprese il discorso. “Pensa a questo. Chiudi gli occhi, concentrati su un’altezza che non sei mai riuscito a raggiungere ma che vorresti, pensa di farlo sotto forma di animale. Inoltre ricordati che ci sei già riuscito. Durante la notte e mentre eri privo di coscienza, questo è vero, ma sei stato comunque tu”
Meera aveva fatto un immenso discorso in cui, effettivamente, l’aveva solo incoraggiato, ma Bran si sentiva effettivamente molto più sicuro. Inoltre sapere che si era già trasformato…
Doveva assolutamente riuscirci. Iniziò a fare come aveva detto la ragazza e chiuse gli occhi, estraniandosi da tutto ciò che accadeva attorno a lui pensò solamente alle sue arrampicate.
Adorava salire sulle torri. I muretti bassi non erano per lui perché, quando arrivava in cima, non riusciva a vedere nulla: era ancora circondato da muri più alti, da case, dai palazzi… così cercava sempre posti più alti dove andare, in modo da vedere un panorama migliore di quello cittadino.
Più superava i suoi record e più aveva la sensazione di toccare il cielo con un dito. Chi lo sa… magari se fosse riuscito a raggiungere la vetta più alta del mondo ci sarebbe anche riuscito. Inoltre adorava percepire il vento. Più arrivava in alto e più riusciva a sentirlo, bastava quella sensazione a convincerlo ad andare avanti ogni volta.
Non si mise a cronometrare il tempo che passava, ma sta di fatto che quando aprì gli occhi non era più nel suo corpo. Era… un uccello, un corvo più precisamente. Era in alto, stava sbattendo le ali come se da questo dipendesse la sua stessa vita ma, nonostante questo, gli sembrava di star compiendo il movimento più comune del mondo. Come se fosse nato sotto quell’aspetto ed in realtà fosse l’essere umano la sua trasformazione.
Fece molti giri intorno alle varie torri e ad un certo punto si vide costretto a fermarsi per la stanchezza. Entrò in una torre generalmente vuota e si appoggiò ad un mobile vecchio di legno che probabilmente era un vecchio tavolo. Stava per ritrasformarsi in umano quando vide delle persone entrare.
Alla vista dei gemelli Lannister il suo primo istinto fu quello di nascondersi ma poi ricordò che loro non si sarebbero accorti di lui e così rimase fermo. “Quegli imbecilli stanno sempre in mezzo! Sono dei luridi idioti, alcuni addirittura mezzosangue e credono di potermi sconfiggere!” Urlò Cersei prima di scaraventare un libro contro il muro dietro Bran che si vide costretto a cambiare posizione.
Jaime le afferrò le spalle. “Piantala, la maggior parte di loro sono solamente dei ragazzini che si credono più intelligenti di quanto non siano, non ci succederà niente”
“Lo sai vero che dobbiamo avere il controllo della scuola? Senza non riusciremo ad ottenere…”
“Lo so, non voglio neppure immaginare cosa direbbe nostra padre se fallissimo”
“Se fallissimo di nuovo vorrai dire! Devo ricordarti cos’è successo l’ultima volta?”
“No, non devi ricordarmelo…”
“Abbiamo commesso degli omicidi, abbiamo quasi raggiunto il nostro obbiettivo ed alla fine siamo quasi stati scoperti! Chi l’avrebbe detto che quegli auror della famiglia Stark si sarebbero dati tanto da fare per la morte di quello stolto di mio marito?”
“Già, non posso darti torto. Ora che ci penso forse è proprio per questo che sarebbe meglio non sottovalutare la famiglia Stark. Gli altri sono più piccoli rispetto a Robb, Eddard e Cat, ma comunque sono di più, hanno più alleati e… lo so che per te sono solo ragazzini idioti e lo sono anche per me ma sono degli Stark, con tanto di una Targaryen e quei due mezzosangue che disprezzi tanto li hanno aiutati. Meglio sopravvalutarli che fare il contrario”
“Hai detto solamente un attimo fa che non ci succederà niente!” urlò Cersei, come se non si preoccupasse minimamente che qualcuno potesse sentirla.
“Ascoltami, sono riuscito a spiarli durante un incontro e sanno molte più cose di quante tu possa immaginare. Dobbiamo stare attenti”
“Cosa programmi di fare?”
“Dimmelo tu, sei tu qui che da gli ordini” Affermò un Jaime più che scocciato, stanco di doversi sempre sottomettere a ciò che dicevano il padre e Cersei. Per un attimo incrociò gli occhi di Bran, ma anche se il ragazzino perse un battito il professore di difesa contro le arti oscure non ci fece minimamente caso.
“Ucciderli, no? Faremo a pezzi tutti coloro che rappresentano una minaccia e non uno di meno”
“Cosa? Come fai a dire una cosa del genere con tutta questa calma? E che ne dici di nostro fratello Tyrion?”
“Lui non è diventato un nostro alleato e quindi lo considero un nostro nemico”
“Cersei dimmi che stai scherzando!”
“Affatto. Dividi e conquista Jaime. I nostri primi obbiettivi sono quelli principali, uccideremo la piccola Arya Stark e quel mezzosangue di Waters durante il torneo. Dopo aver fatto questo sappiamo benissimo che gli altri saranno distrutti ed a quel punto uccideremo anche loro. Faremo a pezzi il loro piccolo esercito pezzo dopo pezzo. Compresi quei due piccolini… Brandon e Rickon. Non voglio rischiare come l’ultima volta”
“Cosa vuol dire?”
“Che la mela non cade mai troppo lontana dall’albero”
“STAI ESAGERANDO CERSEI! Vuoi uccidere i più piccoli solo per il rischio che un giorno potrebbero scoprirci?”
Lei si scoprì la manica destra dell’abito che indossava mostrando un segno che fece rabbrividire Bran, poi fece lo stesso con la maglietta di Jaime. “Abbiamo un compito, ricordati chi serviamo perché io non ho intenzione di mollare tutto quanto, chiaro?”
Bran aveva sentitò abbastanza e si calò giù dalla torre raggiungendo Meera e Jojen. I due lo guardarono ritornare al suo aspetto normale e poi gli corsero incontro iniziando a riempirlo di complimenti per la sua performance. Bran si concesse un minuto di vera allegria e, quando Meera si allontanò per la seconda ora, prese da parte Jojen. “Perché non mi hai detto che mi hai già visto trasformarmi?” gli chiese
“Cosa?”
“Meera mi ha detto che…”
“Non ti ho mai visto trasformarti”
 Bran rimase in silenzio per vari secondi. “Ma…”
“Mi sa che mia sorella ti ha un po’ preso per il culo lo sai? Beh, almeno ci sei riuscito no?”
 
Arya fissava la scacchiera che aveva davanti come se fosse la cosa più importante della sua vita. Molti pezzi erano alla sua destra, distrutti come in una partita seria agli scacchi dei maghi, ma ce n’erano molti anche davanti a lei e questo voleva dire che mancavano ormai poche mosse alla fine. Dopo altri minuti di titubanza sorrise. “Cavallo in F6. Scacco”
Gendry, davanti a lei, sorrise a sua volta e si rilassò sullo schienale del divano. “Torre in H4. Scacco matto. Vuoi la rivincita milady?”
“Merda!” il sorriso sparì improvvisamente dalla faccia di Arya. “Facciamo due su tre?”
“Ti diverti così tanto ad essere umiliata?”
“Tu inizia a riparare i pezzi che è meglio. È la nostra prima partita a scacchi ed anche nella nostra prima partita quidditch mi hai battuto ricordi? Mi credevi un’impedita ma poi direi che ho recuperato alla grande!”
Gendry sbuffò come se la ragazza gli avesse ripetuto quella frase mille e mille volte. “Come vuoi, come vuoi, però non ho intenzione di rimanere qui finché non vinci quindi facciamo solo due su tre”
A metà della terza partita Jon arrivò nella sala comune grifondoro ed iniziò a fissarli a braccia incrociate. “Non dovreste essere a lezione?”
Gendry alzò un dito per zittirlo. “Un minuto corvo, è la bella e tocca a me”
Arya invece si girò e sorrise al fratello. “Ne va della sua dignità visto che prima lo ho battuto. Comunque tu sei caposcuola, non dovresti esserci tu a lezione?”
“Io infatti sono stato mandato a cercarvi, allora? Perché siete qui?” Jon si avvicinò e si accomodò accanto alla sorella.
“Non mi andava di andare a lezione ed ho invitato il milord qui presente ad una partita a scacchi. Dici che l’ho picchiato se vuoi, così non dobbiamo venire a lezione ed abbiamo una scusa”
Il fratello sospirò e le passò una mano tra i capelli. “Quando ti metti in testa qualcosa non ti farà cambiare idea nulla, non è vero sorellina?”
“Ma che bravo”
Gendry sorrise e poi mosse un alfiere. “Noto che tua sorella ti mette i piedi in testa una meraviglia è?”
“Che cavolata”
“Ma sta zitto, sennò ci manda a trasfigurazione ed io sono negata in quella materia” commentò Arya lanciandogli addosso un pezzo di torre distrutta.
Jon si sedette accanto a lei. “Sentite, io me ne devo andare ma prima devo darvi una cosa importante” dalla tasca del pantalone cacciò un paio di fialette contenenti un liquido blu chiaro e leggermente denso. Disgustoso. “Io l’ho già presa e tra le varie lezioni sono riuscita a darla anche agli altri, tranne che a Bran che non riesco a trovare da nessuna parte… comunque, dovete berla”
Arya l’aprì e l’annusò richiando di vomitare ed intimando a Gendry di non imitarla. “Ma che cos’è?”
“Ogni cosa a suo tempo, intanto prendetela”
I ragazzi si fissarono tra loro ed intanto fissavano Jon, ma poi fecero come gli era stato chiesto e fecero scendere tutto il contenuto della fialetta giù per la gola.
 
*Angolo me*
Altro ritardo, altra scusa pietosa che stavolta, per chi lo volesse sapere, è: “libro nuovo”. Fangirl, voi potete capirmi vero?
Passando oltre! Allora, prima di tutto devo chiarire una cosa che non ho detto nello corso capitolo: ho messo i fratelli Reed allo stesso anno e cioè al secondo. So che in realtà hanno età differente tra loro e so che sono molto più grandi di Bran, ma questa differenza d’età mi dava fastidioe quindi l’ho cambiata *schiva un pomodoro marcio*
Comunque bella gente! Le mie vacanze sono ufficialmente finite, voi in questi tre mesi dove siete stati? Mi piace fare l’impicciona quindi ditemelo u.u
Non prometto niente ma tenterò di aggiornare presto la prossimo volta.
A presto!
Arya Rossa

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Capitolo 29
*** Capitolo 28 ***


Era una delle cose migliori che le fossero mai potute capitare. Poteva sembrare una cosa banale, magari un po’ triste, ma era la pura e semplice verità; dopo una settimana orrenda in un mese ancora peggiore… cosa poteva esserci di meglio di un budino al cioccolato per la cena? Era uno di quelli marroni che fnno sbavare solo a guardarli e che si possono tagliare con un grissino con un semplice cucchiaino…
Arya e Daenerys si stavano ingozzando. Per tutta la durata della cena avevano mangiato solamente quello ed erano almeno alla terza porzione; le ragazze delle altre tavole le guardavano con disgusto. Guardvano Daenerys perché non riusciva a mettere su neppure un chilo nonostante si ingozzasse come un maiale e guardavano Arya… perché effettivamente si stava ingozzando peggio di un maiale.
Lo faceva apposta e solamente perché Sansa stava per raggiungerla e lei adorava le sue facce a metà tra il ‘non-voglio-andare-lì-perché-ho-una-sorella-troppo-obrida’ e il ‘cazzarola-devo-andarci-per-forza-o-ricomincia-a-ignorarmi-e-non-posso-permettermelo-in-questo-momento’, ma comunque era un dato di fatto che Arya avesse del cioccolato sul mento che la faceva sembrare un imbecille e la ragazza non poteva sentirsi offesa. Non era nella sua natura.
Però decise di darsi un contegno quando vide arrivare anche tutto il resto del gruppo e così fece anche Daenerys. Bran aveva una faccia strana e sembrava sul punto di vomitare e Gendry subito sorrise alla sua lady. “Anche lui ha preso quella pozione che ci ha dato Jon. Io ho scommesso con Ygritte che non resiste neppure tre minuti senza vomitare”
La rossa si sedette alla destra di Bran appoggiandogli una mano sulla spalla per dargli man forte. “Io ho puntato sul fatto che ci riesce invece, ci state anche voi due?”
Daenerys afferrò la mano della ragazza. “Io sto sui tre minuti però, circondato da odori di cibo non può non vomitare”
Arya annuì. “Io invece dico che resiste. Mio fratello si arrampica sempre dopo mangiato e non ha mai vomitato niente, non sarà quella pozione a farlo desistere. Jon, aziona il timer”
“Già fatto, siamo a un minuto e 33 secondi” affermò dopo aver controllato il suo orologio.
“Ti senti bene?” gli chiese Sansa iniziando anche a guardare la sua tavola alla ricerca delle sue amiche che, fortunatamente, non c’erano.
Il ragazzo annuì. “Sì, anche perché devo dirvi delle cose piuttosto importanti e non mi va di aspettare fino a domani… mi serve solo un minuto per farmi passare questo mal di pancia. Nel frattempo Jon mi puoi dire a che diamine serviva quella pozione? Fa più schifo della polisucco!”
“Ogni cosa a suo tempo, ve lo dirò quando vorrò”
Daenerys si scolò una brocca intera d’acqua. “Molto meglio, quel budino era davvero pesante. Bran, ma tu quando avresti bevuto la polisucco?”
Arya alzò una mano. “Colpa mia. Non sapevo se l’avevo fatta bene quindi… dovevo testarla”
Sansa la fissò. “Oddio, quindi fosti tu a rifilarmela all’inizio dell’anno scorso!”
“Sì… ma quella volta mi aiutò Gendry!” indicò il ragazzo facendo a scarica barile e guardandolo come ad implorare perdono.
“Hei!”
“Adesso non fare il finto tonto!”
“Avevi detto che non glielo dicevi!”
“Possiamo passare a cose più serie?” si intromise Ygritte distruggendo quell’atmosfera, per una volta allegra, che si era creata.
Jon annuì. “Sì, mi sembra un’ottima idea. Dunque, credo di poter garantire che, ora che siamo all’inizio del mese di gennaio, presto si farà l’ultima prova. Vogliono finire presto questa storia”
Bran alzò lo sguardo. “Non potete assolutamente partecipare va bene? Ieri ho sentito Cersei Lannister che parlava con il fratello…”
Sansa quasi sputò la tortina al limone che stava mangiando. “Cosa? E come diamine avresti fatto a spiarla? Lei è… Cersei Lannister!”
“Beh, per farla breve ho scoperto che sono in grado di trasformarmi in corvo…”
“Cosa? Sei un animagus? Dobbiamo dirlo ai professori, devi registrarti e…”
“SANSA!” urlarono tutti contemporaneamente. Lei abbassò lo sguardo imbarazzata e contando mentalmente le persone che avevano iniziato a fissarla. La sua reputazione era andata a farsi benedire in quell’ultimo secondo.
“Dicevo, ho scoperto che programmano di uccidervi nell’ultima prova. Dopo di che vogliono fare lo stesso con tutti noi” il ragazzo dopo un altro secondo prese un bicchiere vuoto e ci vomitò dentro sotto gli sguardi disgustati degli altri. Arya poi lo afferrò e se lo mise accanto senza neppure farsi venire la voglia di andare in bagno a sputare tutto quel budino. “Joffrey si siede sempre qui” spiegò. “Inoltre abbiamo vinto la scommessa Ygritte, mio fratello ha uno stomaco d’acciaio, sapevo che ci sarebbe riuscito e qualcuno al momento mi deve venti galeoni…”
“Arya” la interruppe Daenerys. “ti prego smettila di far finta di niente. È dalla prima prova che ti comporti come se tu fossi immortale e la vuoi sapere una cosa? Non lo sei! Rischi la vita in questo torneo e hai molte probabilità di morire visto che il tuo decesso è letteralmente programmato! Perché continui a far finta di niente? Inoltre ti vorrei ricordare che anche Gendry è implicato ed anche se tu te lo sei scordato io ricordo perfettamente che ti sei sacrificata per me e questo vuol dire che se morirai passerò il resto della vita a sentirmi in colpa e la cosa non mi va per niente!”
Tutti si stupirono del tono usato dalla bionda, lei compresa. La sua migliore amica si morse il labbro inferiore imbarazzata. “Scusami. È solo che preferisco ignorare l’argomento, come se così facendo l’ultima prova si allontanasse sempre di più. Non mi va di pensare che potremmo fare una fine del genere, non mi va per niente” deglutì e, per colmare il silenzio che si era creato, continuò. “Bran, perché questa prova dovrebbe essere diversa dalle altre? In tutte abbiamo rischiato la morte”
“Sì, ma in questa i Lannister vogliono essere sicuri che voi moriate. Non so cosa abbiano in mente però credo che sarà diverso dalle altre volte, anche perché noi non conosciamo tutti i dettagli della prima e della seconda...”
Jon appoggiò le mani sul tavolo davanti a lui. “Ragazzi, io un’idea la avrei. Se dobbiamo ragionare come un Lannister io direi che il modo migliore è parlare con un Lannister”
Bran scosse la testa. “A Tyrion non dicono nulla, sarebbero pronti anche ad ucciderlo se servisse e quindi non credo che serva parlare con lui”
“Sì, ma lui è molto intelligente ed ha occhi e orecchie dappertutto. Tentar non nuoce no?”
“Va bene, meglio non andare tutti insieme però. Forse sarebbe meglio mandare solo Arya” commentò Daenerys.
Mentre Sansa si stupiva di vedere come quel gruppo (in cui c’era un undicenne) riuscisse a ragionare in un modo del genere ed a discutere di omicidi, Gendry iniziò a scuotere la testa. “Stai scherzando vero?”
“Beh, lui già le ha parlato una volta! Non obbietterà se lei gli chiederà aiuto no? e se quel fantasma che hai visto l’altra volta non si decide a rispuntare credo che Tyrion sia la nostra ultima speranza”
Arya si alzò dalla tavola. “Va bene, io lo vado a cercare allora. Jon, tu tenta di parlare con il professor Silente, magari ti dirà qualcosa sull’ultima sfida; tu Bran vai a vedere se trasformato in corvo riesci ad ottenere qualche altra informazione che non si sa mai. A voi altri… vi lascio la serata libera. Se volete fare qualche ricerca che possa aiutarci va sempre bene ma per ora non vedo cos’altro dirvi. Quando ho ottenuto qualche informazione vi chiamo con la moneta, fate lo stesso in caso di novità. Sansa, tu vieni con me” tutti la guardarono male per quest’ultima affermazione, compresa la destinataria del messaggio.
“Cosa? Perché? Puoi ordinare quello che vuoi ai tuoi amichetti ma non a me”
“Io non ordino nulla, gli altri sono liberi di ribattere se vogliono e se non lo fanno è perché si fidano di me, dovresti provare qualche volta sai?”
“Ma sta zitta”
“Tornando all’altra domanda… Primo, perché devo tenerti sotto controllo; secondo, perché Tyrion ha una simpatia per te; terzo, perché sappiamo benissimo che appena ti alzerai andrai dalle tue amichette che mi stanno particolarmente antipatiche e che stanno parlando male di tutti noi in questo preciso istante e la cosa non mi va per niente”
Sansa non poteva dire di no se voleva guadagnarsi la fiducia di tutti e quindi fu costretta ad annuire. “Come vuoi”
“Gendry, vieni anche tu?”
Il ragazzo la guardò. Alla faccia dell’ ‘Arya va da sola’. “Perché scusa?”
“Perche mi piace la tua faccia e mi serve avere qualcuno vicino che non mi stia antipatico”
Sansa colse la frecciatina come sempre e, quando anche Gendry si fu alzato, si diressero tutti fuori dalla sala grande. Non prima di aver visto Joffrey che andava a sedersi esattamente dove aveva precisato Arya, ovviamente.
 
Jon ci mise circa cinque secondi a raggiungere lo studio di Silente. Ci sarebbe andato anche se Arya non gliel’avesse chiesto, poco ma sicuro, ma già sapeva che in realtà non avrebbe ottenuto nessuna informazione. Il professore era, come sempre, seduto sulla sua sedia, intento a fissare i quadri dei vari presidi che lo avevano preceduto. Quando Jon entrò lui neppure si mosse; il ragazzo fece qualche passo avanti e si sedette di fronte a lui per poi chiarirsi la voce. “Professor Silente, io…”
“Hai dato loro la pozione?”
“Io… sì, sì gliel’ho data ma… non sono più convinto. Piuttosto che salvare Waters e la mia sorellina mi sembra di star mettendo in pericolo mio fratello più piccolo, la migliore amica di Arya, la ragazza di cui probabilmente sono innamorato da anni e anni e, come se questo non bastasse, adesso anche Sansa si mette in mezzo”
“Anche l’altra tua sorella vuole aiutare adesso? Beh, non ci vedo nulla di male” affermò con una calma che lasciava sempre sconcertato il caposcuola.
“Sorellastra. Odia essere definita mia sorella, non lo è. Comunque il fatto che voglia aiutare non implica necessariamente che possa farlo”
“Non credo di capire Jon” Solamente in quel momento il preside si girò e guardò l’alunno negli occhi.
“Lei… lei non è in grado di difendersi da sola! Semplicemente non lo è. Non è forte come Arya, non ha le capacità di Bran, a proposito, aveva ragione a dire che era un metamorfo…”
“Non per niente lo ho affidato ai fratelli Reed. Due ragazzi molto particolari, davvero molto. Comunque mi risulta che la signorina Stark sia molto portata per incantesimi, ed è anche piuttosto intelligente”
“Sì, ma comunque io so per certo che anche in caso di pericolo non ci riuscirebbe ad usare la magia per difendersi, non se questo implicasse ferire qualcun altro. Poco importa che quella persona stia tentando di ucciderla”
“Magari però si dar da fare per proteggere la sua famiglia. Non puoi saperlo con certezza… anche se ammetto che rispetto a tutti gli altri del tuo piccolo gruppo Sansa è quella meno… decisa, diciamo così”
“Lei è davvero sicuro che…”
“No, non c’è alternativa, devi aver fiducia nei tuoi compagni. Sai benissimo cosa succederà alla fine del torneo”
“Sì, me lo ha ripetuto molte volte. Appena finito il torneo la colpa di tutti i morti ricadrà su di lei. Verrà licenziato o anche rinchiuso ad Azkaban per aver obbligato dei ragazzi a tutto questo e Cersei prenderà il potere. Avrà abbastanza controllo da riuscire a…”
“Questo è meglio non dirlo ad alta voce. Qui i quadri hanno le orecchie ma anche i muri non scherzano” ridacchiò.
Jon invece deglutì. “Professor Silente. Cosa succederebbe se qualcuno morisse comunque?”
“A questa domanda non so rispondere. È sicuro però che tutti i nostri piani andrebbero in frantumi e quindi sappiamo che non possiamo permettercelo. Mi fido di te però, so che non lo permetterai. Non faresti mai sì che a qualcuno che ami succeda qualcosa. Ormai ti conosco”
Jon non poté assolutamente ribattere.

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Capitolo 30
*** Capitolo 29 ***


Quando Cersei Lannister si svegliò quella mattina si rese conto di non potersi sentire più felice. Tutto stava andando secondo i suoi piani, anche se delle persone sospettavano di lei nessuno poteva fare nulla ed il nuovo piano che aveva ideato avrebbe risolto tutti quanti i suoi problemi. Doveva solamente avere un po’ di pazienza.
Anzi… in realtà sarebbero bastate poche ore perché tutto si risolvesse.
Dopo essersi alzata si mise uno dei suoi soliti lunghissimi vestiti, le cui maniche arrivavano quasi fino alle dita, ma poco importava visto il freddo che faceva. Dopo la colazione sarebbe dovuta andare a fare lezione, ma per fortuna almeno la prima ora l’aveva con so figlio e quindi poteva iniziare bene la giornata.
Beh, più o meno.
Quando mise piede nella sala grande vide che non c’erano molte persone. Il suo sguardo si spostò al tavolo dei serpeverde, come ogni mattina, e vide solamente Daenerys Targaryen che parlava con un ragazzo di Durmstrang parecchio strano. Nulla di così sconvolgente.
Invece i professori e quello stupido preside erano già tutti sistemati e l’unica sedia vuota era quello accanto a Tyrion. Alzò gli occhi al cielo e prese posto tentando di mascherare il disgusto verso quel nanetto che aveva iniziato a fare danni nell’esatto momento in cui era venuto al mondo.
Stava tranquillamente chiacchierando con Varys, ma appena lei si sedette si interruppe. Cersei ebbe la sensazione che stesse complottando qualcosa ma si costrinse a far finta di nulla.
“Buongiorno sorella cara, spero che tu abbia fatto sogni d’oro” affermò con il suo solito tono.
“D’oro e d’argento Tyrion, oggi è una meravigliosa giornata” no, non ce la faceva a fare l’indifferente. Era così raro che si sentisse felice che quando succedeva lo mostrava letteralmente a tutti.
Tyrion fissò Varys per un secondo e poi riportò l’attenzione sulla sorella. “È successo qualcosa?”
“Affatto, torna pure a confabulare col tuo amichetto, io vorrei mangiare senza poi dare di stomaco”
“Cersei, sorvolando il tuo commento, che hai combinato? Tu non sei mai felice e visto da che parte sei e visto che mi odi temo che la tua felicità possa farmi succedere qualcosa di brutto”
“Da che parte siamo intendevi, non è vero Tyrion?”
“Naturalmente” sorrise, provocando alla sorella l’ennesima voglia di strappargli la faccia. Chi lo sa, magari senza naso sarebbe stato più carino.
 
Sansa quella mattina aveva saltato la colazione: si era svegliata tardi e quindi era stata costretta a dirigersi nell’aula di difesa contro le arti oscure con lo stomaco completamente vuoto.
Mentre camminava non poté fare a meno di notare Margaery Tyrell che aveva una ciocca di capelli verde vomito che si stava lentamente espandendo verso la sua testa. Le stava molto simpatica, ma non poteva andare da lei e dirglielo o avrebbe sospettato di uno scherzo stupido della sorella. Cosa totalmente assurda visto che era stato Gendry: i due avevano un accordo piuttosto particolare: lei prendeva di mira solo i ragazzi e lui solo le ragazze.
Certe cose non cambiavano mai, poco importava cosa stesse succedendo a scuola.
Il professor Jaime Lannister in quella giornata era particolarmente stressato e questo voleva dire che non prestava attenzione a nessuno ed i ragazzi seduti ai tavoli infondo potevano fare praticamente ciò che volevano senza essere beccati.
In quel caso Sansa stava parlando con la sua migliore amica Jayne Poole.
La ragazza era piuttosto distratta, ma ad un certo punto non poté fare a meno di sentire l’amica che nominava Jon, a quel punto si girò e la fissò con i suoi occhi azzurri. “Scusa, cos’hai detto su mio…”
“Sul tuo fratellastro? Beh, niente, commentavo il fatto che passi moltissimo tempo con lui ultimamente, con lui e con tutta quella combriccola” ridacchiò.
“Combriccola? Forse non te ne sei accorta ma ci sono i miei parenti in quel gruppo”
“Parenti che odi, ricordi?” Jayne si comportava come se la ragazza che aveva davanti fosse una sconosciuta. “Ma che hai? Sei strana, io dico che è la loro influenza negativa, ci serve un weekend ad Hogsmeade lo sai? Ci sono dei nuovi vestiti in quel negozio che ti piaceva e…”
“Jayne, piantala”
“Scusami?”
“È solo che… non mi piace che insulti la mia famiglia” Sansa la stava praticamente offendendo con la sua solita delicatezza, come faceva?
“E da quando sono la tua famiglia scusa? Li hai sempre odiati”
“Forse da quando ma sorella rischia la morte? Senti, limitati a cambiare argomento”
“Li hai sempre insultati!”
“PIANTALA! Io lo faccio sì, ma comunque so che voglio bene a tutti quindi se li insulto io va bene ma tu non ti devi più permettere!” urlò, stressata.
“Calmati però, sei davvero strana, in fin dei conti Arya è…”
“Mia sorella! Non c’è assolutamente nient’altro da aggiungere” fece per andarsene, fregandosene dell’insegnante, ma poi si girò e si mise praticamente ad urlare “e prova di nuovo a chiamarla Arya faccia-da-cavallo e racconterò a tutti cos’hai combinato al terzo anno nell’aula di incantesimi!”
A quel punto se ne andò sul serio e quando si ritrovò fuori iniziò a maledirsi mentalmente ed a morire per l’imbarazzo, del resto non aveva assolutamente mai infranto le regole ed ora lo aveva fatto ed aveva ‘insultato’ la sua migliore amica nello stesso giorno! Ed anche volontariamente! Stava succedendo qualcosa di strano e non andava bene.
Comunque, sapeva bene che Jaime non se ne sarebbe fregato visto che era stressato… ma dove poteva andarsene? Arya e Bran avevano già saltato le lezioni il giorno prima e quindi probabilmente Jon gliel’aveva impedito e lo stesso valeva per Gendry… ora che ci pensava i professori non se ne fregavano molto.
Alla fine decise di andare al campo di quidditch: se non ricordava male Bran aveva due ore di volo e almeno avrebbe potuto guardarlo.
Non si aspettava che sugli spalti facesse freddo, ma non si preoccupò ed eseguì un semplicissimo incantesimo per scaldarsi e poi andò a sedersi. Quello che non si aspettava era che,seduto lì, c’era anche Jon. Visto il loro rapporto non sapeva se avvicinarsi o no ma poi il fratellastro si girò tirò un sorriso, a quel punto si sentì quasi costretta ad avvicinarsi.
Okay, iniziò a pensare, doveva assolutamente smettere di trattarlo come una malattia vivente.
“Ciao” gli disse sedendosi.
“Ciao” gli rispose lui senza distogliere lo sguardo dal campo.
“Che ci fai qui?”
“Volevo vedere Bran, mi ha detto che vorrebbe entrare nella squadra di quidditch l’anno prossimo e mi ha chiesto dei consigli ieri. Ha detto che avrebbe voluto vedermi qui ed io gli ho fatto una sorpresa”
Sansa si morse il labbro inferiore di fronte quel gesto così… fraterno.
“Tu invece?” continuò.
La ragazza osservò Bran lanciare la pluffa ad un compagno, quell’esercizio se lo ricordava: serviva a migliorare la velocità e la direzione della scopa. “Ho litigato con Jayne ed ho deciso di venire a vedere Bran giocare”
“Con Jayne? Ma non era la tua migliore amica?”
“E tu come lo sai?”
“Ehm… ti ascolto quando parli” ridacchiò. “cos’è successo?”
Okay, se voleva farla sentire in colpa senza dubbio ci stava riuscendo… lei di certo non lo ascoltava mai e non si interessava di quello che gli succedeva. “Beh… ha insultato Arya e mi sono arrabbiata”
Jon assunse un’espressione a metà tra lo stranito e l’incazzato. “L’ha insultata? Di nuovo? Sono contento che tu l’abbia difesa ma aspetta che glielo dica”
“Perché dovresti dirglielo? Non cambierà niente”
“Non ho segreti con lei e così potrà vendicarsi… o almeno dirlo a Gendry. Lo sai che lei fa scherzi solo a…”
“Ai ragazzi, sì”
Bran tirò la pluffa all’insegnante visto che era finita l’ora e poi si avviò verso gli spalti, lì sorrise a Jon. “Che ne pensi? Ho qualche speranza come cercatore?”
Jon ridacchiò. “Direi che potresti anche batterci se continui così, fortuna che non ci sarò più a scuola quando corvonero verrà sconfitta”
Bran sorrise anche alla sorella e poi se ne andò per posare la scopa.
Sansa e Jon si ritrovarono da soli e rimasero in silenzio per un po’, alla fine la ragazza si costrinse a vincere il suo imbarazzo ed abbassò lo sguardo. “Jon… non sei male come… come fratello. Si vede che Bran ti vuole bene”
Il ragazzo rimase piuttosto stupito. Voleva rispondere ma sentì qualcosa nella tasca e cacciò la sua moneta, inarcando le sopracciglia. “È Daenerys, ha detto che ci dobbiamo vedere in sala grande”
“Cosa? Me era a storia della magia ed è appena finita l’ora… che può essere successo?”
“Non lo so ma non ho un bel presentimento, muoviamoci”
Sansa fece come le era stato detto ed iniziarono a correre, per quanto fosse possibile visto quanti ragazzi c’erano per i corridoi. Rincontrarono anche il fratellino che probabilmente aveva gettato il suo manico di scopa per terra senza farsi troppi problemi.
Quando finalmente riuscirono ad entrare videro tutti i campioni al posto del tavolo dei professori.
Margaery aveva ancora i capelli di quel meraviglioso colore.
“Oh no” iniziò Bran
Jon deglutì. “Cazzo, l’ultima prova non ci voleva per niente, non adesso”
Silente iniziò a spiegare in cosa consisteva mentre i ragazzi raggiunsero Ygritte e Daenerys al tavolo dei corvonero. Arya si mostrava forte, ma non ingannava il suo fratellone.
C’erano tre coppe tremaghi false davanti le varie coppie di campioni (portate dai professori) che conducevano nello stesso luogo, chi avesse trovato per primo la coppa vera sarebbe tornato indietro ed avrebbe vinto, facile no?
Jon riuscì a vedere Gendry ed Arya che si guardavano come per darsi forza a vicenda e poi si avvicinarono al trofeo davanti a loro.
Sansa iniziò a sentirsi male e nel momento in cui la sorella tocco la passaporta perse del tutto i sensi.
Però non fu l’unica.
A poco a poco successe lo stesso anche a Daenerys, poi a Bran, Ygritte ed infine anche allo stesso Jon.
Lui se lo aspettava visto la pozione… ma perché Silente aveva avuto quell’idea??
 
*Angolo me*
Sì, sì, lo so, sono di nuovo in ritardo. Ma ormai sono sempre in ritardo quindi tecnicamente sono puntuale! È ovvio no?
Comunque! So che il capitolo è un po’ morto… ma dovevo introdurre l’ultima prova e volevo dare un po’ di spazio a Sansa…
Inizio a dire che nel libro la odio, è davvero insopportabile, ma dopo tutto ciò che le succede inizia ad apprezzare di più la sua famiglia (Jon compreso) e poi anche io ho una sorella che adoro e quindi non ce la facevo a renderla così insopportabile.
Diciamo che ho voluto renderla una sorella vera e come iniziare se non difendendo Arya faccia-da-cavallo e “facendo pace” col fratellastro che ha sempre odiato?
Piccolo spoiler, nel prossimo capitolo finalmente si capirà a che diamine serviva la pozione, come sempre ringrazio tutti e… ci sentiamo presto! (più o meno… più meno che più XD)
Arya Rossa

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Capitolo 31
*** Capitolo 30 ***


Arya si svegliò con il solito mal di testa.
In un certo senso si sentiva fortunata considerando che era l’ultima prova, ma dall’altro lato… beh, era l’ultima prova, aveva un 99% di possibilità di morire se non di più e… non si era mai sentita così sola.
Insomma, sapeva che con lei c’era Gendry e senza dubbio questo la faceva sentire mille volte meglio, ma sta di fatto che avrebbe fatto qualsiasi cosa per avere con se anche Jon, lui sì che le infondeva sicurezza, o la sua migliore amica o… perché no? Si sarebbe accontentata perfino di Sansa e questo bastava a far capire la sua attuale disperazione.
Gendry era accanto a lei ed anche lui si stava riprendendo, Arya si avvicinò e gli mise una mano sulla spalla. “Stai bene?” chiese.
“Abbastanza... e direi che chiederlo anche a te sarebbe superfluo, hai già capito dove siamo?”
“No, è troppo buio” dopo essersi assicurata che il ragazzo stesse bene Arya si alzò e tentò di capire qualcosa.
Il buio in effetti era incredibilmente fitto, ma dall’odore riusciva a capire che erano all’aria aperta, anche guardando in alto non riusciva a vedere nulla, ma qualcosa le diceva che c’era il cielo: di solito distingueva bene la differenza tra chiuso ed aperto, anche se Bran sarebbe stato molto più bravo. Facendo un paio di passi in avanti si sentì il rumore di rami secchi che si spezzavano.
Solamente dopo aver confermato la sua teoria si decise a cacciare la bacchetta.
Gendry la fermò. “Aspetta” affermò alzandosi.
“Che c’è?”
“Con la luce qualcuno potrebbe rintracciarci”
“Sì, ma non mi sembra che abbiamo molta scelta. Lumos
La bacchetta emanò una luce abbastanza potente da confermare, di nuovo, la teoria della ragazza: erano all’aperto, in un labirinto più precisamente.
“Arya?”
La ragazza sgranò gli occhi e deglutì. “Gendry? Sbaglio o non era la tua voce?”
“No, non sbagli” le rispose lui.
Arya si girò velocemente ed alle sue spalle vide… Daenerys? “Dany, che ci fai qui?”
“Non… io non lo so davvero. Dove siamo?” chiese scandalizzata. Anche lei doveva essersi svegliata l’ perché aveva tutti i capelli scompigliati e gli occhi arrossati.
“Come facciamo a sapere che sei tu?”
“Scherzi vero?”
“Beh, Cersei è una stronza”
“Beh, dubito che Cersei sappia che hai il tatuaggio di un metalupo sul fondoschiena!”
Arya arrossì fino alla punta dei capelli ed evitò accuratamente lo sguardo del ragazzo accanto a lei “Sì, sei tu. La vera Daenerys in effetti i segreti non li sa mantenere!”
Dany le fece la linguaccia, ma poi si coprì le braccia infreddolite con le mani e assunse di nuovo uno sguardo disperato. “Comunque io ancora non ho capito come sono finita qui”
“Posso spiegartelo io”
Stavolta fu Gendry a puntare la bacchetta. “Jon? Scherziamo? Sansa, Ygritte e Bran li avete lasciati a…”
“No, ci siamo anche noi” commentò la rossa, con lo stesso aspetto orrendo di Daenerys.
Arya stava considerando l’idea di abbracciare tutti quanti per poi prenderli a schiaffi, ma invece rimase in silenzio per aspettare la spiegazione di Jon. Il ragazzo si guardò intorno ed alla debole luce lì presente aggiunse anche quella della sua bacchetta. “La pozione che vi ho dato un po’ di giorni fa… beh, serviva a tenerci tutti collegati. L’ha creata un amico di Silente appositamente e me l’ha data per la terza prova, nel momento in cui Arya e Gendry si sono smaterializzati noi li abbiamo seguiti e quindi siamo finiti qui anche noi… solo qualche secondo dopo di voi. È stata un’idea per darvi una mano, non potevate affrontare i Lannister da soli”
“Jon… io non voglio neppure immaginare la fine che potreste fare… ciò che so però è che ora tornare indietro è ancora più importante, come facciamo?”
Sansa si intromise e si levò qualche ciocca rossa dal viso. “Beh, dobbiamo trovare quella stupida coppa no? Da dove vogliamo iniziare?”
“Dal rimanere vivi?” continuò Ygritte. “prima regola, non separiamoci, mai. Non facciamo come quegli imbecilli dei film horror che piacciono tanto a te” indicò Jon.
Bran continuò a guardarsi intorno. “Ci serve anche qualcosa per tracciare il cammino, qualcosa di un po’ meglio del filo di Arianna però che qui non riusciremmo neppure a vederlo”
Daenerys sorrise. “Ci penso io, posso lasciare una scia di bruciato. Una chiazza nera sul terreno in pratica”
“Ehm… non credo che il un incantesimo di fuoco possa aiutarci, potrebbe vederci chiunque e metti che appicchi un incendio…” commento Gendry.
“Mi hai preso per una sprovveduta? Non c’entra il fuoco, me lo ha insegnato…”
Arya alzò un dito. “Fammi indovinare, le tue lezioni sui draghi?”
“Può darsi. Il punto è che i draghi sentono il calore ma non si bruciano, quindi con questo incantesimo è come se tu gli facessi vedere chi comanda, si fa sui cuccioli. Hagrid me lo ha detto praticamente la prima volta che ci siamo visti. In generale non si impara perché non è un incantesimo utile, ma sono convinta che possa aiutarci”
Gendry alzò le mani, come in un gesto di arrendevolezza. “A quanto pare siamo nelle tue mani”
La Targaryen sorrise. Da quando aveva rimosso suo fratello dalla sua vita in modo definitivo si sentiva molto più forte. “Allora incamminiamoci”
Jon tentò di piazzarsi davanti al gruppo ma Arya lo spinse via e, insieme a Gendry, si mise in testa per guidarli. Del resto era la loro prova e gli altri erano… qualcosa in più. Di certo non dovevano essere lì.
 
Continuarono a camminare ininterrottamente senza mai trovare nulla.
Le ore passavano lentamente e nel più totale silenzio, ma visto che il sole non sorgeva o il tempo si era fermato, o semplicemente… beh, opera della magia. Di certo il sole non si spegneva così, da un momento all’altro.
Bran continuava a toccare i ‘muri’ di piante, sperava di trovare qualche ramo abbastanza alto da arrampicarsi in quanto usare i suoi poteri di animagus lo privava di un incredibile quantità di energia.
Daenerys nel frattempo era dietro con Sansa, continuava a tracciare il percorso e nel frattempo tentavano di farsi venire qualche idea confrontandosi, inutilmente, inutile dirlo. Jon era poco più avanti a parlare con Ygritte, che tentava di non farlo sentire in colpa per averli trascinati tutti lì e Gendry ed Arya erano più avanti e chiacchieravano come se nulla fosse.
Sapevano… almeno più degli altri, a cosa andavano incontro e quindi erano un po’ più rilassati e conversavano come se nulla fosse della possibilità che Bran soffiasse a Gendry il ruolo di cercatore. Arya non lo diceva ma le sarebbe dispiaciuto dire addio al suo rivale numero uno.
Dopo un po’ di tempo Bran sbuffò. “Stiamo perdendo tempo, mi conviene trasformarmi, magari dall’alto vedrò qualcosa”
“Sì, ma poi riuscirai a malapena a muoverti. Ti stancherai troppo” commentò Daenerys sbuffando ed interrompendo la magia visto che si erano fermati.
“E camminando a vuoto non mi stanco? Ma state zitti” come avrebbero fatto Ygritte ed Arya, il ragazzino se ne fregò degli altri e si trasformò. Dall’alto era come guardare un’immensa distesa di buio che si confondeva con il cielo.
Il labirinto era scuro e quindi non vedeva neppure quello, ma sapeva che la coppa era di un colore più chiaro e quindi, anche se non brillava o cose del genere, dovrebbe essere stato facile vederla.
Ed infatti eccola lì, ed era a pochissimi metri da loro! Al massimo un centinaio, anche se oltre due muri di siepe. Scese velocemente giù, andando anche a sbattere per terra, ma quando si ritrasformò stava bene, anche se la bacchetta gli scivolò violentemente via del mantello.
Arya la raccolse mettendola accanto alla sua e Sansa si avvicinò al fratellino. “Tutto bene?”
“Sì, perfettamente, dobbiamo andare avanti” si rialzò levandosi qualche ramo secco dai pantaloni.
“Avanti c’è la siepe, genio” commentò Gendry. “dubito che la magia funzioni su di essa”
“Arrangiamoci e facciamo il giro allora”
Gli altri annuirono, nonostante il dolore alle gambe, ed alla fine riuscirono ad arrivare.
La coppa era su una specie di piedistallo di pietra, sembrava una fonte di luce in mezzo a tutto quel buio, ma nessuno riuscì a tirare un sospiro di sollievo.
Alla fine Sansa si decise a dire ciò che tutti stavano pensando. “Anche a voi sembra che ci sia qualcosa che non va?”
Ygritte si avvicinò a Jon ancora di più. “Perché il professor Silente ti ha chiesto di trascinarci tutti qui se non c’erano rischi? Non abbiamo neppure incontrato le altre squadre, cosa strana”
“Già, è stato incredibilmente facile”
Bran sospirò tentando di trovare una possibile spiegazione. “Magari Silente li ha fermati… no è? Un po’ impossibile”
Gendry si passò una mano tra i capelli. “Sta di fatto che non possiamo rimanere qui: nessuno verrà mai a prenderci. Andiamo?”
Arya cacciò la bacchetta. “Mi sa che non abbiamo alternativa” afferrò la mano del ragazzo e lui afferrò la coppa tremaghi.
 
Anche quella naturalmente si rivelò una passaporta. Arya e Gendry si ritrovarono a sbattere per terra come se fossero arrivati dal cielo; la coppa era volata chissà dove, ma i due se ne fregarono e subito si rimisero in piedi. Gendry sfilò la bacchetta ma un secondo dopo se la vide volare via di mano e lo stesso fu per Arya.
I due si girarono e videro tutti i loro… ‘compagni di squadra’ fare la stessa fine. Di certo non ebbero alcuna possibilità di difendersi visto com’erano conciati.
Erano in un luogo aperto, ma più luminoso rispetto al labirinto e senza dubbio molto più decorato: c’erano statue praticamente ovunque.
Forse fu proprio a causa di quella luce che per tutti loro fu possibile rendersi conto di quanto erano a pezzi.
Li circondavano moltissime persone, ma erano tutte mascherate. Naturalmente tutte tranne Cersei e Jaime Lannister. Gli altri si sorpresero non poco di vedere… o meglio, di non vedere Joffrey, ma non fu difficile individuare anche le figure incredibilmente massicce dei fratelli Clegane.
Arya proprio non ce la fece a rimanere zitta e subito fissò la bionda, che per una volta non indossava le maniche lunghe e faceva vedere quello stupido tatuaggio. “Ti senti così importante e forte a disarmare dei ragazzi che non sono in grado di difendersi?” era la prima volta che le dava del tu. Si sentiva incredibilmente bene.
“Piccola stupida che non sei altro, tale e quale ai mezzosangue che frequenta” affermò lei.
Jon si avvicinò protettiva alla sorellina. “Arya, calmati”
“Devo ammettere” continuò la donna. “che non mi aspettavo di vedervi tutti insieme, ma è meglio così, sarà più facile il nostro lavoro”
Bran notò che Jaime se n’era rimasto zitto per tutto il tempo, titubante come l’ultima volta che l’aveva visto, e non accennava a voler parlare. Considerò l’idea di ritrasformarsi, ma a cosa sarebbe servito? “Ed ora?” sussurrò a Daenerys, la più vicina.
“Troveremo una soluzione, calmati”
Cersei, naturalmente, l’aveva sentita. “Continua ad illuderti. Mi spiace un po’ per Sansa, la credevo abbastanza ingenua da non intromettersi, ma a quanto pare farà la vostra stessa fine. Comunque non preoccupatevi, sarà una cosa veloce e ci tengo che sappiate che non è affatto egoismo, abbiamo bisogno di una cosetta”
Ygritte sospirò. “Sì, una cosetta che potete ottenere solo diventando presidi, lo sappiamo, è l’ennesima volta che sentiamo questa storia” che la ragazza fosse coraggiosa era poco ma sicuro, ma che non avesse neppure paura di fare una brutta fine era una vera novità.
“Piccola…”
“Cosa dovreste prendere una volta diventati presidi?”
“Non ci riuscite ad arrivare? E tu Jaime che li definivi intelligenti”
L’uomo la ignorò senza farsi alcun problema e lei continuò. “Semplice. L’accesso alla Gringott”
Gendry inarcò le sopracciglia. “Non mi sembra che i Lannister se la passino tanto male in quanto ai soldi”
Bran sgranò gli occhi. “Siete mangiamorte, servite colui-che-non-deve-essere-nominato… volete l’accesso alla camera blindata con la pietra filosofale!”
Cersei sorrise. “Ma che bravo. Abbiamo già fallito qualche anno fa per colpa di quell’auror… Eddard, ma questa volta non ci faremo fregare da voi. Il signore oscuro ha già un piano di riserva con quell’idiota che si finge balbuziente, ma per ora si affida a noi. Dobbiamo procurargliela e non possiamo permetterci che voi ci rendiate le cose difficili, ci capite vero?”
Sansa mise una mano sulla spalla del fratellino. “E tu come hai fato a capirlo?”
“La camera blindata con la mia parte dell’eredità è accanto ad una a cui possono accedere solo i presidi, li ho visti mentre ci portavano un sacchetto e non è stato difficile fare due più due”
Cersei, stanca di quelle chiacchiere, sorrise di nuovo e con un movimento della bacchetta tutti i ragazzi si ritrovarono imprigionati dalle statue che li circondavano.
I ragazzi si ritrovarono stretti da una morsa durissima sotto il petto ed anche al collo, era impossibile anche muovere le braccia e tutto ciò che potevano fare era spostare lo sguardo per fissarsi tra di loro, ma avevano tutti lo stesso sguardo disperato.
Erano praticamente spacciati.
 
*Angolo me*
Incredibile è? Cioè, finiscono le vacanze estive ed io, anche se ho mille mila cose da fare, sono puntuale! Oddeo, è una cosa a dir poco incredibile!
Comunque, non volevo dividere in due il capitolo, ma sarebbe stato a dir poco gigantorme, almeno per i miei standard, e poi volevo, come l’ultima volta, creare suspance (e ci sono senza dubbio di nuovo riuscita è?)
Non mi dilungo perché, come già detto, ho mille mila cose da fare, quindi ci sentiamo al prossimo capitolo!
Byebye
Arya Rossa

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Capitolo 32
*** Capitolo 31 ***


Cacchio cacchio cacchio cacchio!
Okay, bisognava ragionare. Cersei non faceva che blaterare cose probabilmente prive di senso alla sua allegra combriccola e quindi di tempo ne avevano, ma a che serviva il tempo senza soluzioni?
Jon stava fissando ad uno ad uno i membri della sua famiglia, anche se non di sangue. Ognuno di loro tentava inutilmente di muoversi, speravano di riuscire chissà come a spostare le braccia delle statue che li circondavano ma era una cosa totalmente inutile. Probabilmente anche loro lo sapevano, ma poco importava.
Senza dubbio non era il caso di rimanere fermi a far niente aspettando la morte.
Persino Bran non riusciva a fare nulla, con le sue abilità probabilmente sarebbe dovuto riuscire a scappare via, ma probabilmente o aveva consumato troppa energia prima o Cersei sapeva anche di questa abilità perché sembrava che non ci riuscisse.
Mentre quella donna era distratta anche gli altri suoi… seguaci (?) non sembravano prestare attenzione ai ‘prigionieri’ e quindi questi ultimi, in linea del tutto teorica, avrebbero potuto parlare, ma secondo la linea pratica erano troppo distanti tra loro.
Jon osservò le bacchette magiche. Quelle invece erano vicinissime, ma anche sembravano comunque a distanza di anni luce visto che non poteva prenderle.
Passò lo sguardo su tutti i suoi compagni e notò che avevano tutti la stessa espressione… no, un attimo, perché Arya sembrava sorpresa? Adesso cosa stava combinando?
Solitamente sarebbe stato contrario ad ogni sua stupidaggine, ma in quel momento ogni prospettiva andava considerata, per quanto spaventosa visto chi la stava avendo.
La sorellina stava allungando la mano verso lo stivale, riusciva a piegarsi, più o meno, ma incontrava parecchia difficoltà. Alla fine ci riuscì e nel suo sguardo c’era qualcos’altro oltre la sorprese: speranza. Passò lo sguardo su Cersei e quando notò che era ancora distratta iniziò a sollevare la mano e… una bacchetta? Ma dove diamine…
Ma certo! Era quella di Bran! Quando si era trasformato e l’aveva fatta cadere era stata Arya a riprenderla; probabilmente anche lei se n’era dimenticata.
Jon continuò a fissarla, implorandola con lo sguardo di fare l’eroina della situazione per quella volta.
 
Ora che aveva un’arma doveva pensare a come agire, ma in realtà l’elemento sorpresa era fondamentale e quindi meglio agire d’istinto.
Usò un semplicissimo incantesimo per distruggere le braccia della statua in modo che non potessero più riacciuffarla e, prima che Cersei riuscisse ad accorgersene, fece lo stesso con Bran.
Il ragazzo subito si trasformò e volò a prendere le altre bacchette e poi passò pian piano su ogni statua per passarle a tutti gli altri, poco importava se non erano le loro.
Incantesimi di attacco iniziarono presto ad alternarsi a quelli di protezione ed alla fine successe qualcosa di strano: all’improvviso tutti gli esseri mascherati lì presenti smisero di attaccare, i ragazzi di hogwarts non ci fecero caso e quindi li colpirono, ma quando si fermarono videro Jaime Lannister che puntava la bacchetta contro la sorella, disarmata.
Jon fece qualche passo in avanti per mettersi davanti tutti gli altri, come per proteggerli, ma Arya si posizionò esattamente al suo fianco, così come tutti gli altri dopo di lei. “Cosa diamine stai facendo?” sibilò Cersei al fratello.
Jaime deglutì, come se anche lui stesse riflettendo sulla sua decisione. “La tua pazzia è andata troppo oltre. Credi che non ti abbia sentita? Mentre gli altri pronunciavano incantesimi di disarmo o al massimo schiantesimi tu pronunciavi anatemi che uccidono, non puoi pretendere che io ti lasci uccidere un ragazzino di undici anni. Persino i Clagane non lo stanno facendo!”
“Era quello il nostro compito quando li abbiamo trascinati qui! Abbiamo corrotto noi due la coppa perché arrivassero in questo luogo, cosa ti aspettavi che facessimo?”
“Forse mi illudevo che la tua follia si fermasse, così come si è fermata la mia del resto”
Gli altri li fissavano, ma Ygritte era riuscita a passare un messaggio a tutti gli altri.
In quanto a strategia era davvero brava e nel momento in cui avesse dato un segnale tutti insieme avrebbero disarmato i loro nemici. Di nuovo, l’elemento sorpresa era essenziale.
“Jaime, non possiamo fallire di nuovo! Pensa a nostro padre, a Joffrey! Alla nostra famiglia!”
“Ci penso alla nostra famiglia, penso a Tyrion, un fratello che tu sei disposta ad uccidere senza farti alcun problema” affermò con un po’ di decisione in più nella voce.
Ygritte diede il segnale ed in un colpo solo tutti, Jaime compreso, si ritrovarono disarmati. Dopo qualche istante di silenzio e stupore da parte di tutti Daenerys prese la parola. “Hai veramente tentato di ucciderci?”
Cersei rimase zitta, consapevole della sua posizione, e fu Gendry a continuare con un sorriso. “Io lo prendo come un sì. Ragazzi, se ha usato quell’incantesimo sicuramente gli auror ci troveranno, hanno un metodo per rintracciarli”
Jon abbassò la bacchetta, mantenendosi sempre all’erta. “In pratica dovremmo rimanere qui ed aspettare?”
“Esatto”
Bran tirò un sospiro, l’idea di rimanere fermo con quegli assassini non gli piaceva per niente, ma almeno sarebbero sopravvissuti, giusto? “Daenerys… che stai facendo?”
Tutti si girarono vedendo la bionda, era l’unica con la bacchetta ancora alzata e puntata verso Jaime. Arya fece un passo avanti per avvicinarsi alla sua migliore amica e vide che aveva lo sguardo a metà tra il deciso e il terrorizzato. “Dany? Che hai? Li abbiamo disarmati adesso, puoi abbassare la bacchetta”
“No invece, non posso”
“Che? E perché? Sappi che inizi a farci paura” esclamò Sansa.
E non aveva torto, la furia che in quel momento c’era nei suoi occhi fece sembrare ad Arya che il motto della sua famiglia, fuoco e sangue, fosse stranamente appropriato. “Quelli meritano di morire Arya! Lo sai benissimo anche tu!” esclamò limitandosi a fissare la sua amica. “non fingere che tu non desideri vederli morti tanto quanto me! Sono Lannister!”
La piccola Stark si morse il labbro inferiore e tentò di evitare la domanda. “Perché li vuoi morti?”
“Arya, io so benissimo che mio padre era pazzo ma non per questo quel bastardo di un Lannister avrebbe dovuto ammazzarlo! Solo per egoismo inoltre! Lui ha ammazzato mio padre e con lui anche metà della tua famiglia! Non fingere di non star lottando con te stessa per non cacciare quella bacchetta e farli fuori con tanto di incantesimi di tortura per contorno!”
Jaime per un secondo tentennò, ma poi riuscì a calmarsi. Anche lui era spaventato in quel momento.
Arya invece strinse anche i pugni insieme ai denti. “Non ucciderò delle persone davanti al mio fratellino, specialmente perché so che se lo facessi nessuno qui riuscirebbe a guardarmi più in faccia, incluso Jon, incluso Gendry ed inclusa tu. Io mi arrangio sapendo che ci penseranno i dissennatori e di certo non ho voglia di passare il resto dei miei giorni ad azkaban. Tu vuoi?”
“Voglio vendicare mio padre, se a te sta bene che il tuo sia semplicemente morto è un problema tuo”
Jon fece un passo avanti. “Daenerys non tentare di farle il lavaggio del cervello, mia sorella non è un’assassina”
Daenerys guardò Jon. “No, lei non lo è. Così come Jaime non sembra essere un bastardo, ma Cersei non merita per niente di vivere. Un Lannistter ha ammazzato un Targaryen, ora tocca ad una Targaryen uccidere una Lannister”
Stava per lanciare un incantesimo di morte, Arya lo sapeva, ne era più che sicura. Gli altri erano titubanti e probabilmente credevano che non l’avrebbe mai fatto ma lei era la sua migliore amica, la ragazza su cui Daenerys si era sfogata per anni dopo la morte dei genitori che avrebbe voluto conoscere meglio ed era sempre stata accecata dalla vendetta, questo lo sapeva.
Non ci pensò due volte. Probabilmente Arya avrebbe potuto disarmarla, schiantarla, spostare il bersaglio in qualche modo, ma non voleva. Dentro di sé anche lei sapeva che aveva ragione: Cersei meritava la morte e lei non si sarebbe di certo sentita male a concedergliela.
Alzò la bacchetta e, come se fosse un incantesimo di quelli che faceva per fare semplici dispetti, pronunciò quelle parole contro la Lannister. A quanto pare Jon, per una volta nella sua vita, si sbagliava: era un’assassina.
E la cosa triste era che, quando vide quella donna schiantarsi contro una statua alle sue spalle, troppo sorpresa per fare qualunque cosa, non si sentì per niente in colpa.
Daenerys la fissò per quella che sembrò un’eternità ed Arya abbassò lo sguardo per lo stesso tempo. Sapeva che con la bacchetta in mano gli altri avrebbero avuto paura di lei, ma di certo circondata da mangiamorte non poteva posarla. La bionda al contrario lasciò che la bacchetta le cadesse dalle mani, troppo sconcertata per dire qualcosa. “Arya… perché l’hai fatto?”
“Dany non potevo permetterti di diventare come tuo fratello, tra di noi sei tu che non sei un’assassina. Sono sempre stata dell’idea che volendo avresti potuto comandare una nazione, ma credo che non sopporteresti il senso di colpa dell’uccidere a mani nude”
Rimasero tutti fermi, in silenzio, a fissarsi. I mangiamorte che li circondavano sembravano in un altro mondo, quasi come Cersei.
Ad un certo punto Gendry fece un passo avanti, si avvicinò a lei e, come se fosse la cosa più normale del mondo, le afferrò la bacchetta per lanciare un expelliarmus su una statua di fronte a lui. “Così quando gli auror vedranno il tuo ultimo incantesimo sarà la prova del tatto che non hai ucciso nessuno. In realtà è stato fuoco amico, è stato un mangia morte, non sappiamo chi ed anche se loro affermassero qualcos’altro non gli crederebbero. Mi sono spiegato?”
All’inizio tutti rimasero in silenzio e poi fu Ygritte a prendere la parola, non sembrava spaventata, più che altro… intimidita. “Ciò che è successo nei giochi resta nei giochi. Non sei un’assassina, era legittima difesa e niente di più”
Arya sollevò le sopracciglia facendole arrivare quasi fino ai capelli. “State… state scherzando vero?”
Jon scosse la testa. “Hanno ragione, di certo non ti manderemo in prigione”
“Adesso azkaban è una semplice prigione?” commentò Sansa tentando di stemprare la tensione.
Bran si avvicinò, stava per dirle qualcosa anche lui ma si sentì uno strano rumore che seguì la materializzazione di una specie di esercito.
Tutti notarono i mangiamorte attorno al cadavere di Cersei, in preda al panico, e mentre gli auror si occupavano di loro una si avvicinò. “Il mio nome è Brienne di Tarth, sono il capo di questa squadra di auror. Voi non sembrate parte del loro gruppo, chi siete?”
Fu Sansa a rispondere. “Veniamo dalla scuola di magia e stregoneria di Hogwarts. Senta… sono ore che ci troviamo qui. Sappiamo che avete delle domande, ma per favore fateci tornare lì prima. Stiamo morendo di fame e senza dubbio siamo stremati, possiamo rispondere a tutto domani dopo una nottata di sonno? La prego”
Per la prima volta tutti guardarono la rossa con ammirazione. Come attrice non era male, affatto, gli occhi le stavano anche diventando lucidi!
Brienne sembrò capire, o cascarci… dipende dai punti di vista, perché mosse una mano facendoli improvvisamente apparire nell’ufficio di Silente.
Lui non era sorpreso di vederli, o almeno così sembrava perché per una frazione di secondo tutti loro videro il sollievo nel suo sguardo. Appena questo momento finì si alzò in piedi, mostrando la barba incredibilmente attorcigliata per il nervosismo e si avvicinò. “Credo che abbiate moltissime cose da dirmi ragazzi”
 
*Angolo me*
Il ritardo dei ritardi! Ragazzi non potete immaginare! Non solo mi stanno già riempiendo di compiti, ho un casino di serie tv arretrate che sto guardando in questo esatto momento e mia sorella sta per partire abbandonandomi (non potete capire quanto ci stia di merda…) ma ho anche ritrovato la vecchia schedina di Pokemon verde foglia! Non faccio altro che giocarci e giocarci e giocarci. Del resto ho anche un mal di testa che mi uccide per colpa del nintendo e quindi al computer ci sono stata ancora di meno XD
Voi? Tutto bene? L’inizio della scuola/università/inverno per voi è stato traumatico?
Fatemi sapere!
Ciaoo
Arya Rossa

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Capitolo 33
*** Capitolo 32 ***


Il silenzio nell’aula del preside era tale che si sentivano i battiti accelerati del cuore di tutti i presenti. Gendry teneva stretta la mano di Arya per infonderle sicurezza visto quello che era successo; Bran, nonostante fosse coraggioso si stava nascondendo dietro Sansa, ma più che altro era lì perché aveva degli ottimi riflessi ed era pronto a schiaffeggiarla se per caso avesse osato aprir bocca vista la sua… immensa capacità nel mantenere i segreti; Daenerys si stava contemporaneamente tormentando unghie e labbra e Jon ed Ygritte, essendo i più grandi, stavano cercando di trovare il coraggio di parlare facendo da scudo a tutti gli altri.Silente nel frattempo continuava a starsene zitto, probabilmente anche lui stava tentando di capire come comportarsi.
Alla fine Jon si decise finalmente ad aprire la bocca. “La… professoressa Lannister è morta” affermò con quanta più neutralità possibile.
Nonostante Silente sapesse sempre tutto questa notizia gli fece spalancare gli occhi. “Capisco”. Come ogni volta sorprese tutti senza chiedere come fosse successo come avrebbe fatto qualunque persona normale. “almeno vedo che voi state tutti bene”
Bran, da piccolo grifondoro qual’era, si spostò da dietro la sorella ed alzò la voce. “Bene? Stiamo bene??? Che diamine le è saltato in mente mandando tutti con mia sorella e con Gendry? Va bene che abbiamo aiutato ma lei non poteva esserne sicuro! Abbiamo tutti rischiato la morte! Lei può essere intelligente quanto vuole ma sta di fatto che non era sicuro che saremmo sopravvissuti!”
“Piccolo Stark… non voglio assolutamente fare a scaricabarile ma tuo fratello era d’accordo e… s dire il vero non è stata una mia idea, ma dei tuoi piccoli amici Reed”
“Chi?” commentò Sansa.
Bran però la ignorò. “Scherza? Quindi oltre ad essere in combutta con Jon lo era anche con loro? Perché l’avrebbero fatto poi?”
“Diciamo che Jojen ha un piccolo dono che lo rende incredibilmente simpatico alla professoressa di divinazione. Mi ha detto che sarebbe presto successo qualcosa nella scuola e poco dopo sono arrivati i presidi delle altre scuole, poi ha scoperto le tue doti di metamorfo e quindi ho capito che forse aveva davvero… ‘l’occhio interiore’ come afferma l’insegnante e ci siamo anche resi conto che probabilmente saresti stato utile alla tua famiglia. Inoltre l’unione fa la forza, senza offesa ma solamente Arya e Gendry non avrebbero avuto possibilità e Jon appena gli avete rivelato ciò che sapevate sul torneo è corso da me a chiedere aiuto”
Arya, rimasta zitta fino ad allora, si incazzò abbastanza da aprire la bocca. “Credevo fossimo d’accordo sul fatto che non avremmo dovuto dirglielo! Jon!”
“Non è il momento sorellina”
Cavolo… quando la chiamava così imbrogliava! “Però ne riparleremo è!” Arya lo indicò con fare minaccioso, ma probabilmente non avrebbero mai ripreso la conversazione…
Ygritte fece un passo avanti piazzandosi in mezzo a quei due. “Silente… cosa dobbiamo dire agli auror? Ci faranno delle domande e se dicessimo la verità, ovvero che ci ha messi tutti in pericolo, i nostri sforzi sarebbero stati del tutto inutili visto che verrebbe licenziato”
“Ragazzi, è molto tardi e voi avete bisogno di riposo. Domani mattina non date retta a nessuno, venite appena svegli qui e ne discuteremo, va bene? Farò portare qui anche la vostra colazione”
Tutti annuirono e fecero per uscire ma poi il professore affermò. “Arya Stark, Waters, voi no, dovrei ancora parlarvi di una cosa”
I due si bloccarono sul posto e fecero un cenno agli altri per indicare che andava tutto bene. Daenerys strinse la mano dell’amica prima di andarsene, in segno di muto ringraziamento e sostegno, ma poi seguì gli altri.
Gendry ed Arya si sedettero di fronte al professore, che poi fece lo stesso ma dietro una scrivania. Prima che lui potesse aprire la bocca però Arya incrociò le braccia al petto. “Perché ha mentito? Lei non ha mai mentito in tutta la sua vita… o almeno non a noi e allora perché l’ha fatto?”
“Come? Non capisco...”
“Professore, lei è un bugiardo eccezionale, ma sappia che la nostra testa ci costringe a dire la verità e visto quante volte io e Gendry siamo stati nel suo ufficio ho imparato a capirlo. Di solito quando si sconvolge del fatto che io e lui ci siamo menati per l’ennesima volta lei distoglie lo sguardo e si arriccia la barba. Questa volta quando le abbiamo detto che la Lannister è morta si è arricciato la barba ma mi fissava, come se volesse controllare che io le credessi. Sa benissimo cos’è successo nella prova, ma ha fatto finta che non fosse vero”
Gendry guardò la ragazza alla sua destra sorpreso… veramente. “Dove hai imparato a distinguere così bene le bugie dalla verità?”
“Mi piace osservare… e poi c’è anche il fatto che io sono una bugiarda patologica e quindi…” rispose lei con un sorriso, che però sparì quando poi Gendry si rigirò verso Silente.
Anche lui aveva accennato un piccolo sorriso, come fiero di avere tra i suoi studenti una ragazzina così sveglia. “Mi sa che sono costretto ad ammetterlo signorina Stark. Ho i miei assi nella manica ed ho trovato un incantesimo per osservare cosa stava succedendo”
Gendry sgranò gli occhi. “E non è intervenuto?”
“Beh… quando le statue vi hanno intrappolato ero pronto alla smaterializzazione, ma poi ho notato anche che avete risolto la situazione e quindi mi sono preoccupato di andare a chiamare gli auror”
“Credevo che fossero arrivati perché quella ha tentato di ucciderci” commentò Arya.
“Infatti, ma ho preferito fare qualcosa piuttosto che starmene con le mani in mano”
Dopo qualche istante di silenzio Gendry continuò. “Quindi cosa intende fare?”
“Come ho già detto volevo solo assicurarmi che steste bene. Ciò che hai fatto dovrebbe lasciarti il segno”
Arya scrollò le spalle ma se ne pentì subito. Probabilmente sarebbe sembrata una sociopatica agli occhi dei due. “Uccidere è solamente una parola e poi l’ho fatto per un motivo. Dany prima o poi sarebbe tornata in sé rendendosi conto di aver ucciso qualcuno a sangue freddo”
“Esatto, anche tu però prima o poi potresti ritornare in te e rendertene conto”
“Io sto bene, ho vendicato la mia famiglia in un solo colpo ed ho impedito a tante altre persone di fare una brutta fine. Preferisco vederla in questo modo”
Gendry, vedendo la freddezza di Arya, sospirò. “Professore, possiamo andare nelle nostre camere per favore? Stiamo bene, davvero”
Silente non era soddisfatto, per niente, ma si sentì costretto ad annuire. “Mi raccomando però, non dovete dire a nessuno ciò che è successo: è più che segreto”
Arya sorrise per la prima volta. “Con questa frase ha appena firmato una condanna: adesso lo verrà a sapere tutta la scuola”
 
La mattina dopo a causa della… prematura scomparsa di due professori Arya si trovò quasi tutta la mattinata libera e decise di trascorrere la prima ora con il fratellino, che ‘saltò’ pozioni. Erano infatti nella sala Grande a giocare a scacchi magici; Bran non era molto bravo e quindi Arya pensò che, finalmente, sarebbe riuscita a battere qualcuno (Gendry le aveva rivelato di farla vincere, ma lei in cambio gli aveva rivelato di farlo sempre vincere allo Spara Schiocco…).
Mangiò il suo alfiere e tirò un sorriso. “Oggi hai intenzione di andare ad allenarti nella trasformazione con i fratelli Reed?”
“Beh… diciamo che è complicato da quando ho saputo che ci hanno quasi messi a morte” anche lui tirò un sorriso piuttosto idiota.
“Sì, ma non credo che fosse loro intenzione”
“Già, come dire che non è colpa tua se mi fai lo sgambetto ed io cado da un precipizio” le mangiò in modo impassibile un semplice pedone.
“Credevo di essere io quella sarcastica qui in mezzo”
Bran le fece una smorfia. “Comunque, all’ora di pranzo lo sai che ci fisseranno tutti?”
“Probabile, come credi che ti comporterai?”
“Mi atterrò alla versione di Silente suppongo”
“Quindi dobbiamo comportarci come se a causa dello shock avessimo quasi perso la memoria e quindi ci ricordiamo solo di aver visto una gigantesca luce verde per poi osservare il corpo esanime di Cersei ed ancora più tardi abbiamo semplicemente visto gli auror che per fortuna ci hanno salvato la vita? Geniale! Di solito Silente mi sembra molto più intelligente. Mi sa che anche lui è molto stressato da questa storia”
“Beh, detta in questo modo è molto stupido come piano, ma se ci aggiungi un po’ di passione magari convinciamo qualcuno” ridacchiò.
“Come la metti con Sansa? I segreti non li sa mantenere!”
“Ripeti sempre la stessa cosa lo sai?”
Arya rise. “Più o meno, ho una battuta fissa per ognuno di voi sai? In pratica quando non ho niente da dire la metto in mezzo. La campanella dovrebbe suonare a momenti”
“Già, devo andare all’aula di trasfigurazione. Tu invece?”
“No, io avevo due ore di difesa contro le arti oscure e quindi ho un’altra ora libera. Forse me ne vado a giocare un po’ a quidditch. Non salgo su una scopa da mesi ormai, mi manca”
“Capito. Allora mi avvio, va bene?”
“Come vuoi”
Bran si alzò, ma subito dopo si girò verso la tavola e le sorrise. “Ah, scacco matto”
Arya osservò il cavallo che prendeva il suo re a sbuffò. “Faccio davvero così pena a scacchi?”
“Molto, se ti ho battuto io! però continua ad allenarti ed un giorno batterai Rickon”
“Sì, beh io vinco sempre a dama, siamo pari!” gli urlò quando lui uscì dalla sala Grande.
A quel punto non aveva assolutamente niente da fare e quindi decise di rimanere fedele a se stessa: si avviò verso il campo da quidditch ed usò un incantesimo per appellare la scopa.
Dopo tutto quel tempo fu bello ritornare su una scopa. Visto che lo sport era stato annullato erano mesi che non si allenava e così decide di unire l’utile al dilettevole ed iniziò a prendere velocità, sfiorare il terreno ed andare contro gli spalti solo per sterzare all’ultimo minuto, come solo un cercatore avrebbe potuto fare.
Stava giusto per scendere in picchiata per l’ennesima volta quando una terribile voce che sembrava dire qualcosa come “così ti farai male milady” la interruppe; si distrasse, ma per fortuna riuscì a sterzare in tempo, evitando di rompersi tutti i denti.
Appena il battito del suo cuore tornò normale arrivò a circa venti metri da terra, raggiungendo l’idiota e la sua nimbus ’98. “Sei completamente uscito di testa?”
“E ciao anche a te!”
“Stavo per rimetterci le ossa! Perché non sei a lezione? E come sapevi che ero qui?” urlò.
“Una cosa per volta! Avevo due ore di pozioni… sai, non cedo sia sensato avere un solo insegnante per ogni materia, e mentre andavo nella sala comune ho incontrato Bran che cercava i suoi libri e mi ha detto che eri qui. Inoltre mi sa che dovrei andare a studiare perché dopo ho un esame con Tyrion, credo che ci voglia mettere sotto per non pensare ai... beh, ai lutti in famiglia; però non mi va per niente” Conoscendo bene la ragazza Gendry sapeva che non doveva assolutamente usare giri di parole, quindi era molto diretto anche quando parlava dell’omicidio.
“Sì, non dirmelo, ho dovuto fare quel test anch’io. mi sa che questo è l’anno in cui mi bocciano”
“Probabile, l’hanno capito che sei una nullafacente ormai! Quest’anno non c’eri quasi mai a lezione”
“Hei! Un amico non dovrebbe dirle queste cose!”
“E chi ha mai detto che io sono tuo amico milady?”
Ahia, frecciatina.
Arya si girò impedendo al suo sangue di fluire alle guancie °(modo un po’ meno sdolcinato di dire che si impedì di arrossire) e nascose anche un sorriso. “Beh, milord, io direi che è meglio giocare. L’anno prossimo viene anche Rickon a scuola e non posso permettere che mi veda sconfitta al campionato!”


*Angolo me*
SONO VIVAAAA *si alza tipo mushu*.
vi eravate illusi che me ne fossi andata vero? beh, no, mi spiace (no, non è vero, perché dovrebbe dispiacermi?)
comunque, per chi se ne fregasse qualcosa vi dico che ho iniziato a leggere il signore degli anelli, sono iniziate le mie serie e, Alyss01, anche io ho ricominciato Harry Potter! quindi capitemi, sono stata particolarmente impegnata... no, la scuola non c'entra niente stavolta XD
Ci sentiamo presto! stavolta davvero visto che mi manca solo... solo l'epilogo... strano, davvero.
Ciaoo
Arya Rossa

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Capitolo 34
*** Epilogo ***


Dopo tutto ciò che era successo in quei pochi mesi iniziali di scuola gli altri passarono con una velocità disarmante.  Gennaio volò via, per febbraio fu lo stesso e in men che non si dica gli studenti si ritrovarono a metà marzo.
Ogni giorno che passava per Jon si avvicinavano i M.A.G.O e, considerando che lui era un corvonero, era praticamente un obbligo ottenere il massimo in ogni materia, poco importava quanto dovesse studiare (anche se in realtà già sapeva fare praticamente ogni cosa…).
Passava la maggior parte del suo tempo in biblioteca, in modo che i suoi fratelli non gli dessero fastidio… ma comunque, fortunatamente o sfortunatamente, non era mai veramente da solo: Ygritte era nella stessa situazione.
Il problema vero stava nel fatto che studiare con la propria ragazza non si poteva davvero definire studiare! Inoltre diciamocelo, se hai diciassette anni e sei con una ragazza baciata dal fuoco… trasfigurazione diventa a dir poco l’ultimo dei tuoi problemi.
Jon era giusto sul punto di allungarsi sul banco per baciare (di nuovo) la ragazza lì seduta quando lei alzò il libro… il mattone, tra di loro. Faceva sempre così: ti tentava e poi ti lasciava a bocca asciutta. “Non ci contare Snow. Non sai assolutamente niente e quindi è meglio se inizi a studiare seriamente”
“Dubito che all’esame chiederanno perché non si dovrebbe mai trasfigurare un oggetto in un’animale vivente ma al massimo il contrario: è roba del quarto anno”
“Tu intanto rispondi e magari dopo potrò anche ricompensarti” gli sorrise maliziosa, di nuovo. Questa volta però Jon non si fece fregare. Prima rispose alla domanda e poi si spostò vicino a lei per iniziare a fare ciò che non si dovrebbe in una biblioteca.
Neppure un attimo dopo sentirono un flash ed entrambi strinsero di denti ed aprirono gli occhi. “Daenerys!” sbottarono insieme.
Lei sorrise e riguardò la foto che si muoveva. “Siete così carini! Non potevo non catturare questo momento! Aspetta che la faccia vedere ad Arya”
Ygritte sbuffò. “Sono settimane che giri intorno a noi, perché non vai dalla tua amichetta?”
“Beh… ultimamente è sempre con Gendry. Jon, dovresti mettere un po’ di distanza tra di loro, non riesco più a stare con lei! E comunque aspetto una persona”
Jon strinse ancora di più i denti. “Già, devo parlare con la mia sorellina. Chi stai aspettando?”
“Daario Naaris, altra scuola. Lunga storia… comunque non credo che dovreste pomiciare in libreria sapete? Nella foto sembra che vi stiate…”
“Guarda che studiavamo”
“E si vede!”
“Guarda che ho un esame domani!” commentò Jon a metà tra il divertito e l’incazzato
Daenerys assunse un’aria perfettamente innocente. “Linguistica?”
Ygritte le lanciò addosso un libro che per fortuna la signora che controllava la biblioteca non vide. Daenerys a quanto pare recepì il messaggio e si allontanò ridendo.
 
Nel frattempo anche Bran stava ripassando incantesimi, però era in giardino a differenza dei fratelli; così da poter capire ciò che leggeva ed allo stesso tempo godersi un po’ d’aria fresca di inizio primavera. Visto che marzo era arrivato aveva smesso di mettersi maglioni pesanti, sciarpe e guanti per indossare cose un po’ più leggere e, di conseguenza, era una bella sensazione starsene seduti sotto un faggio… a distanza dal platano picchiatore.
E visto che nessuno aveva avuto la sua stessa idea poteva anche godersi un po’ di solitudine e, al massimo, il suono degli uccelli che volavano sopra di lui.
Verso le due circa sentì qualcuno sedersi accanto a lui e si sorprese non poco nel vedere Meera visto quanto l’aveva ignorata in quei giorni. “Che ci fai qui?” le chiese con una tranquillità che sorprese anche lui.
“Non ti ho visto a pranzo e mi sono preoccupata, tutto qui”
“E come sapevi dov’ero?”
Meera tentava di incrociare il suo sguardo: Bran sentiva i suoi occhi perforargli la schiena, ma si concentrò sugli appunti di incantesimi che gli aveva passato un compagno di corso. “Beh, non è difficile capirlo! Mi spiace ma sei piuttosto prevedibile”
“E tuo fratello dove l’hai lasciato? Siete sempre incollati”
“Beh, lui ha un po’ di problemi di salute che ogni tanto ha degli attacchi ed io devo aiutarlo; ma ora è con il preside, non so perché, e quindi non c’è problema. Mi spieghi perché ci stai evitando? credevo in una cosa passeggera ma invece non ci parli da settimane!”
Bran girò all’improvviso il volto per poterla fissare. “Scherzi, vero? Ho capito che non sei corvonero ma dovresti averlo capito ormai…”
“Beh, diciamo che in effetti l’avevo intuito. Senti, mi dispiace; dispiace sia a me che a mio fratello ma non volevamo fare niente di male, davvero”
“Mi avete quasi ammazzato!” Un paio di ragazzi che camminavano si giravano sentendolo urlare, ma Bran li ignorò.
“Oppure abbiamo salvato tanta altra gente! Bran, mi spiace veramente, ma non volevamo ferire nessuno e comunque ti abbiamo prima insegnato a trasformarti in corvo e quindi era scontato che saresti sopravvissuto”
Bran rimase in silenzio qualche istante e poi riuscì a far apparire un leggero sorriso. “Sta di fatto che non avevate il mio permesso e non mi hai neppure chiesto scusa. Inoltre solamente una volta mi sono trasformato in corvo!”
Meera gli diede una gomitata. “Ci vediamo più tardi nella sala comune”
Si rialzò sapendo di aver risolto la situazione, ma il ragazzo riuscì a trovare un po’ di coraggio grifondoro (ed un po’ di stupidità anche visto che lui l’aveva quasi condannato a morte) e le parlò ancora: “Hei, Meera”
Lei si rigirò. “Che c’è?”
“Nel prossimo finesettimana ci vieni con me ad Hogsmeade?” Aspetta che? L’aveva davvero detto con così tanta facilità? Beh, tanto meglio…
Meera si morse il labbro inferiore per trattenere un sorriso. “Non abbiamo l’età per andarci…”
“A questo penserò io, non preoccuparti”
“In questo caso certo, va bene” stavolta sorrise veramente.
Bran si ritrovò a pensare che per undici anni aveva voluto andare ad Hogwarts, ma quell’estate probabilmente avrebbe sentito l’attesa molto di più.
 
Arya era nella sua camera da letto, stesa sul letto, anche lei a (nessuno è obbligato a crederci) fare i compiti di storia della magia. Più che altro imprecava contro quello stupido insegnante, ma pian piano riusciva ad aggiungere parole sulla pergamena per il tema sulla quarta lotta tra nani e gmoni (i nani gli hanno fato il culo).
Beh… in effetti la piccola Stark stava anche pregando perché qualcuno entrasse all’improvviso dandole una scusa per smetterla di ‘studiare’, ed a quanto pare qualcuno tra i sette dei le voleva bene perché alla fine sentì qualcuno aprire la porta e lei, senza neppure sapere chi fosse, afferrò pergamena e piuma e le gettò giù dal letto. “Sì?”
“Arya, mi serve la mappa del malandrino. Ci sono tutti i passaggi segreti vero?”
“Sì, certo. A che ti serve Bran?”
Lui si mise a perquisire la stanza con lo sguardo, rispondendole solo per educazione. “Lunga storia, ma ora puoi darmi la mappa? Vorrei usarla subito così da perdere tempo per non pensare”
“A cosa non devi pensare?”
“Lunga storia, ripeto, ma mi serve per arrivare ad Hogsmeade, se te ne parlo però ci penso quindi… oh, eccola qui. Grazie mille, comunque c’è Gendry nella tua sala comune, è lui che mi ha detto come entrare e quindi credo che dovresti scendere, ciao”
Arya alzò le spalle vedendolo sparire senza aver ricevuto le dovute spiegazioni, ma almeno aveva ottenuto una scusa per perdere un po’ di tempo. Fece velocemente le scale e vide subito il ragazzo.
Non sembrava molto a suo agio in mezzo a tutti quei serpeverde ma poco importava. “Hei, mi cercavi?”
Lui sorrise e si avvicinò. “Te ne sei di nuovo dimenticata?”
“Di che cosa?”
Gendry alzò gli occhi al cielo, ma Arya non si sentì in colpa: non era nella sua natura. Il ragazzo si avvicinò ancora di più ed abbassò il tono della voce. “Ho eseguito il nostro piano, questo vuol dire che le minibombe stanno per esplodere nella sala grande…”
“Giusto! Il che vuol dire che la maggior parte degli alunni, noi no ma forse Sansa sì, si ritroveranno in men che non si dica senza nasi o con troppe orecchie se le hai piazzate nelle dosi giuste…”
“Mi credi un principiante? Comunque direi che possiamo senza problemi andarcene alla Stamberga Strillante. Sai, non credevo che saresti riuscita fare tutto questo solo per annullare le lezioni pomeridiane e concedermi un pomeriggio in tua compagnia”
“Adesso è colpa mia se quest’anno hai i G.U.F.O. ed io non ho qualcuno con cui passare il tempo? è puro egoismo, sappilo”
Lui si mise a ridere. “Comunque io ho avvisato Dany e Bran, a Jon ci hai pensato tu, vero?”
“Certo”
“Secondo i miei calcoli la sala dovrebbe ‘esplodere’ tra circa dieci minuti. Visto che sospetteranno subito di noi è meglio scappare subito”
“Sì, mi sa che hai ragione”
A quel punto Gendry si esibì in un ridicolo inchino e le porse il braccio. “Andiamo milady?”
Arya si trattenne dal ridere e fece una riverenza per cui Sansa l’avrebbe amata. “Ma certo milord” afferrò il suo braccio, ma lui capendo che lo stava prendendo in giro tentò di farle il solletico.
Arya scappò via ed in un attimo si ritrovarono entrambi a correre in giro per il castello come se fosse la cosa più naturale del mondo tra gli sguardi straniti di tutti coloro che incontravano.
 
Nonostante tutto, l’anno sembrava essere stato davvero il migliore di tutti quanti.
 
*Angolo me*
Da notare che ho scritto che era l’anno migliore di tutti ma per Bran è il primo… ma vabbè.
Allora, mi scuso per il ritardo. So bene che avevo detto che sarei stata puntuale ma ho avuto dei problemi familiari e la voglia di scrivere, nonostante mancasse solamente un capitolo, era passata del tutto.
Passando a qualcosa di buono! allora, con questo la storia p finita. Prometto che non stresserò più per tanto… taaanto tempo con GoT, anche perché ho finito gli argomenti e prima o poi i fan di Sansa mi uccideranno quindi…
Lei non l’ho messa nell’epilogo, lo so. Chi mi segue sa che cosa provo per lei quindi ho preferito parlare solamente dei personaggi principali.
Beh, oltre questo davvero non so cosa dire. Come al solito ringrazio tutti coloro che mi hanno seguito, i lettori silenziosi naturalmente che sono tantissimi, ma soprattutto quelli che lasciavano un commento ed ancora più in particolare Alyss01 e Guilmon98, la cui opinione per me è diventata a dir poco fondamentale.
Cos’altro posso dire?
A presto spero!
Arya Rossa

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