Severus Piton il Principe Mezzosangue, il Mangiamorte, la Spia

di LadyVaderFrancy
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** La candida neve incontra gli occhi color ossidiana ***
Capitolo 2: *** Solitudine e speranza ***
Capitolo 3: *** Emozioni ***
Capitolo 4: *** Voglio diventare un grande mago! ***
Capitolo 5: *** E da oggi conosco la verità ***
Capitolo 6: *** Risentimento e speranze vane ***
Capitolo 7: *** Un amico si vede nel momento del bisogno ***



Capitolo 1
*** La candida neve incontra gli occhi color ossidiana ***


Ciao a Tutti
eccomi di nuovo quì ad imperversare nel web con un altra FF incentrata totalmente sulla vita di Severus....questa volta voglio raccontarvi una serie di episodi che hanno portato Severus a diventare l'uomo che è....
Questo primo capitolo, è in realtà solo un piccolo scorcio per darvi una vaga idea di quello che ho in mente. Mi soffermerò su tre diverse parti come avrete intuito dal titolo.... una parte in cui Severus cresce e diventa il Principe Mezzosangue.... una parte in cui sarà il Mangiamorte...e una parte che conosciamo la Spia...(per quanto riguarda l'ultima non ho idea di dove si concluderà.... vedrò dove mi porterà il mio cuore....
Beh a questo punto non mi resta che augurarvi buona lettura e vi chiedo una cortesia.... COMMENTATE!!!
Ciao Lady V
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La donna dai capelli corvini sospirò, mentre osservava la neve cadere fuori dalla finestra di quella angusta stanzetta. Suo marito era seduto su una sedia proprio accanto a lei, che la fissava con uno sguardo torvo in assoluto silenzio. Tobias avrebbe dovuto gioire in un momento simile, invece aveva un’espressione cupa e spenta, come se quel giorno fosse un giorno da maledire invece che da festeggiare.

Lei ancora affaticata dalle interminabili ore di travaglio, guardò con attenzione la piccola meraviglia che stringeva felicemente tra le braccia, a suo avviso era un bambino splendido. Aveva la carnagione chiara, le labbra sottili e rosee erano davvero adorabili, per non parlare delle piccole manine affusolate. Poi lo vide aprire gli occhi per la prima volta e rimase senza fiato, erano scuri e scintillanti come due perle nere, proprio come i suoi, proprio come quelli di suo padre.

Accarezzò la fronte del suo piccolo pensando a quanto avrebbe voluto condividere quel momento speciale con i suoi genitori, era sicura che sua madre gli avrebbe intimato di mettere il bambino nella sua culla per non viziarlo troppo già dal primo giorno. Ma nonostante i suoi rimproveri la donna gli avrebbe riservato la camera che era appartenuta a lei da bambina, quella che dava sul giardino interno del Manor: la più bella, la più solare, sarebbe stata arredata con i suoi colori preferiti il verde e l’argento. Avrebbe avuto vestiti eleganti, giochi magici, e gli elfi lo avrebbero servito e riverito con tutta la devozione e la fedeltà di cui le creature erano capaci, invece suo figlio era nato in un piccola e squallida casa in un quartiere babbano poco rispettabile.

Il suo illustre padre avrebbe informato ogni purosangue della Gran Bretagna, avrebbe dato un grande ricevimento vantandosi di avere finalmente un erede maschio in famiglia, sarebbe stato così orgoglioso. Gli avrebbe insegnato le tradizioni e i segreti della famiglia Prince, gli avrebbe tramandato il suo amore per la lettura, gli avrebbe comprato la sua prima bacchetta come era consuetudine lo stesso giorno gli avrebbe insegnato a lanciare il suo primo incantesimo nell’enorme studio che era proprio accanto alla biblioteca. Ad Eileen si strinse il cuore, agli occhi di suo padre lei ormai era una figlia indegna, che non aveva sposato un purosangue come si conveniva ad una donna del suo rango, era fuggita di casa sposando un lurido babbano, disonorando la sua casa, la sua famiglia, i suoi antenati. I suoi genitori avevano sempre desiderato un erede, e ora che ne avevano uno lo avrebbero rinnegato, lo avrebbero ignorato, solo perché era un mezzosangue. Suo figlio non avrebbe mai portato il nome dei Prince, non avrebbe mai soggiornato in quel magnifico maniero che gli spettava di diritto, non avrebbe mai ottenuto lo stemma di famiglia appuntato sopra le vesti da mago, una fitta di dolore la colpì al pensiero di quanto gli era costato diventare Eileen Piton.

La giovane donna prese la manina del piccolo Severus gli diede un affettuoso bacio, in quel preciso istante sentì la magia crepitare intorno al bambino. ((Un giorno diventerai un grande mago: potente, rispettato e avrai tutto ciò che ti è stato negato figlio mio)). Lei non aveva mai dato molta importanza alle sue origini, non aveva mai fatto distinzione tra purosangue e nati babbani, e ora ne era certa più che mai perché sapeva che il suo bambino era speciale ed era destinato a compiere grandi cose. Lei gli avrebbe dato tutto il suo amore, e gli avrebbe insegnato tutto ciò che sapeva sperando che suo figlio avrebbe avuto una vita lunga e felice. La donna dai capelli neri sperava tante cose mentre guardava la sua creaturina ((Amore mio sono sicura che tuo padre alla fine ti accetterà e ti amerà. E’ un uomo che per ora non capisce il nostro mondo, che ha paura della magia, ma sono sicura che con il tempo riuscirai a conquistare il suo cuore. Sei così innocente come potrebbe non amarti? In questo momento è ancora arrabbiato e scosso a causa mia, sai ha scoperto da poco che sono una strega, ma con il tempo si abituerà all’idea e tutto sarà come ho sempre desiderato. Spero tanto che un domani i tuoi nonni possano perdonarmi, e allora vorranno conoscerti e tu sarai il loro piccolo principe e tutto sarà come avrebbe sempre dovuto essere)….
9 gennaio 1960

SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS

Era una mattina come tante Severus era rimasto seduto all’ombra del salice a leggere uno dei libri che sua madre gli aveva dato di nascosto quando era più piccolo “Storia di Hogwarts”. Nonostante lo avesse letto già innumerevoli volte era sempre un immenso piacere per il bambino leggere di quel posto incantato che sperava con tutto se stesso di poter frequentare tra soli 4 anni.

Era talmente immerso nei suoi pensieri che non si rese nemmeno conto dello scorrere del tempo, finchè guardando distrattamente l’ ombra dell’albero vide che era quasi del tutto sparita, così capì che era in forte ritardo per il pranzo e si affrettò a rientrare a casa, non voleva far arrabbiare sua madre perchè quel pomeriggio la donna aveva promesso di insegnargli una nuova pozione. Corse tutto eccitato in cucina ma non c’era nessuno, un’espressione di delusione attraverso il volto del bambino ma subito dopo si ricordò che la strega gli aveva detto che sarebbe andata a Diagon Alley a prendere alcuni ingredienti mancanti. Decise così di aspettarla nella sua camera, avrebbe impiegato l’attesa ripassando la preparazione degli ingredienti e il procedimento, voleva che anche stavolta la pozione risultasse impeccabile. Stava salendo le scale quando sentì la voce di Tobias dal corridoio “Marmocchio dov’è tua madre!”

Severus trasalì al tono dell’uomo ma cercò di non darlo a vedere, poi si voltò e rispose “Non lo so signore”

“Vieni qui” ringhiò furioso l’uomo

Il bambino scese lentamente gli scalini tenendo la testa bassa, e mentre si avvicinava alla figura in fondo alle scale, poteva sentire la paura crescere in lui. Severus aveva avvertito subito l’odore disgustoso che l’uomo emanava, un misto di alcol e sporcizia, e quando suo padre era in quello stato c’era un solo motivo per cui lo voleva vicino a se e il bambino dai capelli corvini lo sapeva.

“Non mentirmi piccolo ingrato” disse afferrando il bambino per il braccio “Tu sai sempre dov’è tua madre”
Severus portò istintivamente il braccio libero davanti al viso e rispose balbettando “Non-non lo so… dico davvero signore”. Il ragazzino era consapevole che qualunque risposta avrebbe dato al suo aguzzino non avrebbe fatto alcuna differenza, ma in ogni caso non avrebbe mai confessato che sua madre era andata a Diagon Alley per comprare degli ingredienti per preparare delle pozioni, perché avrebbe scatenato ulteriormente l’ira dell’uomo.
Tobias allora lo afferrò per entrambe le spalle e lo scosse con violenza urlando “Non sei altro che uno spreco di spazio!! Un parassita!! Possibile che non sei utile nemmeno per rispondere ad una semplice domanda?! Ahh ma io sono sicuro che tu sai dov’è…solo non vuoi dirmelo vero? E’ andata in uno di quei posti dove vi incontrate voi mostri!!” Poi lo lanciò a terra, e mentre osservava i suoi piccoli occhi pieni di terrore, si tolse la cintura dai passanti dei pantaloni logori “Ti insegnerò io un po’ di rispetto per tuo padre”.

Severus si coprì la testa con le braccia e poi sentì la prima sferzata colpirlo sul fianco sinistro che era il più esposto. Subito dopo ne seguirono altri, sulla schiena sulle gambe, il bambino dagli occhi color ossidiana rimase fermo immobile, con le lacrime agli occhi che ben presto divennero un vero e proprio pianto silenzioso, cercò di chiudere la sua mente, di non pensare a quello che stava succedendo mentre ripeteva a se stesso… ((Non piangere, non devi piangere lui lo detesta…. e peggiorerà solo le cose…presto si fermerà)). Poi con gli occhi pieni di lacrime si voltò per guardare la faccia dell’uomo che avrebbe dovuto amarlo e proteggerlo e che invece lo odiava e lo considerava un essere orribile e spregevole.

Tobias detestava quando il marmocchio lo fissava con quello sguardo intenso, così continuò a colpirlo ancora più infuriato finché esausto gli lanciò addosso al cintura con disprezzo e poi disse ringhiando “Non sei altro che una femminuccia, dovresti vergognarti di te stesso. Tu mi disgusti” Poi lo afferrò malamente per il colletto e lo trascinò su per le scale, una volta giunto davanti la porta della sua camera la aprì e lo lanciò senza troppi riguardi sul pavimento “Non osare farti vedere in giro fino a domani se non vuoi un'altra lezione”

Una volta che l’uomo chiuse la porta sbattendola con forza, il piccolo Severus si lasciò andare alla disperazione. Ora che era da solo e che nessuno poteva ne vederlo ne sentirlo, poteva smettere di fingere che le parole di quell’uomo non lo ferivano, poteva smettere di fingere che percosse ricevute non facevano male. Si sentiva così vulnerabile, indifeso e ferito nell’orgoglio, ogni parte del suo piccolo corpo e della sua anima faceva male. Così incrociò le braccia sul pavimento e pianse liberamente, e ben presto si ritrovò a singhiozzare disperatamente e in quel preciso istante giurò a se stesso che un giorno quell’orribile babbano l’avrebbe pagata cara, e che quando sarebbe cresciuto non gli avrebbe mai più permesso di posare un solo dito su lui o su sua madre. Poi improvvisamente si ritrovò a pensare a quando avrebbe camminato per i corridoi del castello di Hogwarts, a quando avrebbe non solo potuto pronunciare la parola magia, ma avrebbe potuto praticarla liberamente, così lentamente si calmò ed esausto si addormentò a terra troppo stanco e dolorante per potersi anche solo spostare sul suo letto.

10 febbraio 1967
 

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Capitolo 2
*** Solitudine e speranza ***


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Solitudine e speranza

Era uscito di casa correndo senza nemmeno chiudersi la porta alle spalle, voleva solo allontanarsi da dalle urla e dal dolore. Corse a perdifiato finché finalmente lo vide, quel piccolo angolino di mondo che lo faceva sentire al sicuro, lontano da tutto, lontano da tutti, e soprattutto lontano da quel babbano orribile che a volte era costretto a definire padre. Poggiò i palmi sulla corteccia ruvida del salice, inspirò profondamente un paio di volte per riprendersi dallo sforzo, ma soprattutto per cercare di sedare la grande rabbia che sentiva dentro di se, così lentamente si mise seduto a terra fissando i rami di quel meraviglioso albero che si tendevano verso le acque del fiumiciattolo, e si perse nei suoi pensieri osservano il riverbero e le sfumature che il riflesso delle foglie verdi producevano nell’ acqua cristallina.

Gli ci volle più di mezz’ora per calmarsi, continuava a sentire la voce di Eileen che sibilava “Vai Severus, va fuori… fa come ti dico” mentre suo padre alzava la mano per schiaffeggiarla l’ennesima volta. Avrebbe voluto scagliarsi contro di lui per difenderla, avrebbe voluto essere in grado di controllare la sua magia per schiantarlo in modo da porre fine una volta per tutte a quell’assurdità. Come osava un rozzo babbano come lui porre le sue mani sudice su una strega, su sua madre. Severus era un bambino molto intelligente e sveglio per la sua giovane età, sapeva valutare le situazioni e sapeva vedere oltre le apparenze, quindi non aveva bisogno di indugiare su fantasiose spiegazioni o inventarsi false speranze, la realtà nuda e cruda era che se quel pomeriggio fosse rimasto in quella casa subito dopo sarebbe toccato a lui, avrebbe dovuto ascoltare per l’ennesima volta gli insulti, avrebbe sentito le sferzate della cinghia sul suo esile corpo, e avrebbe dovuto leggere sul volto di Tobias il disprezzo e il disgusto di avere un figlio anormale e indegno come lui.

In quei momenti per quanto fosse consapevole della sua intelligenza e del fatto che era un mago, non poteva fare altro che subire e assistere impotente a ciò che accadeva intorno a lui, perché nonostante tutto restava sempre un ragazzino di quasi 9 anni.
Mentre era immerso nei suoi pensieri sentì delle voci, si alzò di scattò infastidito. ((Chi sarà? Nessuno viene mai qui. Spero non siano i figli di quei babbani che vivono acconto a noi, non li sopporto, e loro … mi detestano, non li voglio qui, questo posto è mio, mio soltanto)). Ma la curiosità era sempre stata una delle caratteristiche del bambino, così si sporse leggermente e con cautela da dietro il tronco del salice per guardare chi osava profanare il suo posto speciale. Erano due ragazzine che non aveva mai visto prima nel quartiere, una un po’ più alta sembrava la più grande, aveva i capelli ricci e castani e una voce fastidiosa, era bruttina e sembrava davvero antipatica. Poi i suoi occhi di ossidiana, si soffermarono estasiati e incuriositi sull’altra bambina, il suo viso era roseo, aveva i capelli rossi come il fuoco, la sentiva ridere nel silenzio di quel prato in fiore. La osservò come ammaliato, il suono della sua voce era come una dolce melodia, poi vide i suoi occhi erano del suo colore preferito, verdi e scintillanti sembravano due pietre preziose. Severus rimase nascosto in disparte non riuscendo a distogliere gli occhi dalla bambina dai capelli rossi, la vedeva correre felice mentre sfiorava i fiori di campo con i palmi delle mani, era un movimento quasi ipnotico. Per tutto il tempo che le ragazzine rimasero al fiume, il piccolo mago riuscì a dimenticare il motivo per cui era andato nel suo posto speciale, dimenticò i litigi dei suoi genitori, dimenticò che era un bambino solo ed emarginato, nulla aveva più importanza voleva solo guardare la bambina dai capelli rossi come il fuoco.

Da quel pomeriggio Severus tornò al fiume ogni singolo giorno, aveva rivisto le due ragazzine diverse volte restando sempre nascosto per non farsi vedere, aveva scoperto che erano due sorelle e che la bambina dagli occhi verdi era proprio come lui, ma aveva anche capito che probabilmente lei non aveva idea di quanto fosse speciale. Avrebbe voluto avvicinarsi per parlarle, ma aveva paura di essere rifiutato, lei era così bella e dolce e piena di vita, e lui invece era un piccolo mostriciattolo, che indossava dei vestiti logori e fuori misura, e poi non era mai piaciuto agli altri bambini, anzi non era mai piaciuto a nessuno a parte sua madre perché era brutto e strano.

Un pomeriggio come tanti altri, Severus era al fiume. Suo padre era tornato a casa ubriaco come al solito e lo aveva accusato di essere la causa della sua rovina, gli aveva dato un paio di ceffoni, ma lui era stato più veloce ed era riuscito a scappare stavolta. Era seduto sotto il salice mentre disegnava distrattamente con le dita sulla terra argillosa delle rune, immerso totalmente nei suoi pensieri ((Mancano solo 3 anni… poi me ne andrò da questo posto orribile, pieno di babbani inutili. Andrò ad Hogwarts la scuola di magia e stregoneria migliore del mondo, e la mia vita sarà diversa… devo solo resistere ancora tre anni)) e mentre lanciava con rabbia dei sassi nell’acqua sentì in lontananza una voce che ormai gli era molto familiare. La bambina dai capelli castani stava urlando contro sua sorella “Mostro sei un mostro! Lo dirò alla mamma”

Severus si alzò velocemente e guardando dritto di fronte a lui, vide la sorella maggiore colpire con disprezzo il palmo della mano della bambina dai capelli rossi facendo cadere un fiore che teneva in mano e lasciando sul volto della piccola un’espressione ferita e delusa. “Smettila!! Questo non è giusto” sputò con rabbia la ragazza più grande, poi infastidita afferrò la sorellina per una spalla scuotendola “Come fai? Dimmi come fai Lily!!”

“Non lo so Tunia, io…”

A quel punto Severus non poteva più tacere, vedere l’orribile babbana maltrattare la bimbina dai capelli rossi non gli piaceva, sentì una grande rabbia invaderlo così senza pensare un secondo a quello che stava per fare sbucò da dietro l’albero “E ovvio no? “

Petunia urlò per lo spavento, ma Lily rimase ferma a guardare lo strano bambino e poi disse “Cosa è ovvio?”

“Quello che sei… io so cosa sei” rispose imbarazzato e intimidito ((Non dovevo espormi, avrei fatto meglio a non intromettermi))

“Io ti conosco tu sei il figlio di quei Piton vero? Vattene pezzente nessuno ti ha chiesto niente” sputò con disgusto Petunia.

La bambina dagli occhi verdi invece lo fissò incuriosita “E cosa sarei secondo te?”

“Non parlargli Lily!! Sai cosa dicono di lui…che è strano ed è molto antipatico”

Severus strinse i pugni sentendo le accuse dell’orribile ragazzina, ma poi si concentrò sulla sorellina e rispose timidamente “Tu- tu sei una strega”

L’espressione sul volto della bambina dai capelli rossi si fece cupa “Non è una bella cosa da dire! Dovresti vergognarti” e poi si voltò per andarsene con la sorella “Andiamo Tuny, forse avevi ragione…è un maleducato”

Severus si sentì orribile non voleva assolutamente offenderla, tutt’altro con quelle poche semplici parole sperava di farle capire quanto fosse speciale, ma la sua timidezza e la sua poca interazione con le altre persone non lo aveva aiutato. Ma qualcosa dentro di lui gli diceva che doveva correrle dietro, che non poteva lasciarla andare via così, non sapeva perché era così importante che la bambina capisse che non l’aveva insultata, ma lo era così urlò disperato “No - no aspetta! Non hai capito, io- io non volevo… offenderti. E’ vero, è quello che sei, ma non è una cosa brutta, anche mia mamma lo è, e io- io sono un mago!!” ((Ti prego fa che mi creda, pe favore ))

La rossa si voltò e guardò il bambino che aveva di fronte, era molto pallido, eppure le sue guance erano arrossate era molto imbarazzato, ma i suoi occhi neri brillavano enormemente “Davvero sei un mago? ”

“Si davvero” rispose con orgoglio

“Allora la magia esiste davvero?”

“Certo che esiste!” urlò “Se-se vuoi posso farti vedere” aggiunse sussurrando, poi strappò una manciata di fili d’erba, subito dopo averli tenuti in mano presero la forma di alcune libellule, che un attimo dopo volarono verso di lei.

“Ohh ma questo è fantastico!! Tu sei speciale” disse tutta eccitata Lily guardando le libellule volare intorno a lei.

Severus arrossì ulteriormente, nessuno a parte sua madre aveva mai detto una cosa così bella su di lui, nessuno. Poi vide la bambina fare un passo verso di lui e per tendergli una mano “Piacere io sono Lily, Lily Evans”

“Piacere io sono Severus Piton” rispose sorridendo

I due bambini non si erano nemmeno accorti che Petunia si era allontanata, la sentirono urlare indignata che era ora di andare a casa.

“Scusa ma ora devo andare, ci vediamo domani?”

Gli occhi di Severus brillarono come perle preziose “Certo Lily, ogni volta che vuoi. Ci vediamo domani”

Lily corse verso sua sorella, e quando la raggiunse si voltò un ultima volta per salutare con gioia il suo nuovo amico con la mano. Severus la seguì con lo sguardo fino a che non la vide sparire in lontananza, sentiva il cuore battere forte, non si era mai sentito così, emozionato, così felice in tutta la sa vita. Aveva osservato la bambina ogni volta che era venuta al fiume, aveva voluto parlarle dal primo momento in cui l’aveva vista, lei era bella, era gioiosa, era speciale e ora era sua amica, la sua prima amica.

15 luglio 1968


Ciao a tutti,
e questo è il secondo One Shot, quello in cui Sev e Lily si conoscono ovviamente ho cambiato delle cose... spero sia di vostro gradimento... mi piacerebbe molto sapere cosa ne pensate...quindi recensite per favore...
A presto
Lady V  

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Capitolo 3
*** Emozioni ***


~~Ciao a tutti,
sarà la primavera, sarà che oggi mi sono svegliata di buon umore, non lo so ma avevo una grande voglia di condividere...  Così a pranzo mi sono messa a pensare a Severus e ho ripercorso un piccolo avvenimento della sua infanzia evidenziando le emozioni e i pensieri del nostro piccolo Pozionista.
Ringrazio vivamente le persone che hanno lasciato un commento, non avete idea di quanto tengo a questi One Shot, quindi se vi sono piaciuti almeno un pò, fatelo per me lasciate un commento...  e se non volete farlo per me fatelo per Severus... ((Oh si, sto spingendo sula vostra coscienza...tutto pur di farvi recensire)).
Ah c'è una novità a partire da oggi noterete che i miei testi saranno molto più corretti del solito, e per questo ringrazio infinitamente la mia Beta...Charlotte.
Bene credo di avervi annoiato abbastanza... ora passiamo alle cose importanti buona lettura, ahhhh e recensite recensite recensite!!!
A presto Lady V

Emozioni

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Severus si alzò dal suo letto, si mise seduto un attimo in attesa di sentire i passi al piano di sotto, ma nessun rumore giunse al suo orecchio, così si alzò senza esitare e scese in cucina. Prese un tozzo di pane e un bicchiere di latte. Poi guardando l’ora si rese conto che doveva affrettarsi: detestava essere in ritardo. ((Devo sbrigarmi; Lily sta per arrivare, non voglio farla aspettare nemmeno un secondo)). Così, con la solita trepidazione che aveva nel cuore ogni volta che sapeva di doverla incontrare, corse verso il fiume per raggiungere la sua migliore amica. Già in lontananza vide una massa di capelli rosso scuro librarsi nell’aria, poi sentì le risate della bambina che riuscivano a strappargli un sorriso anche nelle giornate peggiori.

“Lily” sussurrò guardandola estasiato.

 La bambina si voltò raggiante “Severus, sei arrivato finalmente, ti stavo aspettando”

Il bambino dagli occhi color ossidiana sorrise, ogni volta che la bambina pronunciava il suo nome, il suo cuore sussultava, lei riusciva a rendere qualsiasi cosa bella ((Lei stava aspettando me… me. Oh Lily non hai idea di quanto tu sia… speciale)).

La bambina si distese sotto l’ombra del salice, e lui prese posto timidamente accanto a lei.
“Severus raccontami ancora di Hogwarts e del mondo magico” chiese con gli occhi che le brillavano al solo pensiero di sentire nuovamente le meraviglie che l’aspettavano in futuro.

 Il bambino si illuminò ulteriormente, adorava parlare con lei di qualsiasi cosa, ma il mondo magico che presto lo avrebbe accolto, anzi, che li avrebbe accolti insieme, era il suo argomento preferito. Così di nuovo le raccontò del cappello parlante, delle quattro case esprimendo il suo parere su ognuna, sulle materie che avrebbero studiato, e di quanto sarebbe stato meraviglioso poter usare la magia a scuola per tutto il tempo “… dopo fuori della scuola non sarà più possibile, il Ministero può punirti se fai magie fuori da li”

La bambina si alzò di scatto preoccupata “Ma- ma io le ho fatte! Allora sono nei guai!”

 “No Lily, noi siamo a posto, non abbiamo ancora la bacchetta. Fino a quando sei un bambino non puoi controllare la tua magia, ma quando hai undici anni e inizi la tua istruzione è da lì in poi che devi seguire le regole e stare attento” disse solennemente.

 Lily tirò un sospiro di sollievo “Non mi stai prendendo in giro? Voglio dire Hogwarts e tutte le altre cose che mi hai detto sono vere?” chiese speranzosa “Sai, Tunia dice che mi stai prendendo in giro, che vuoi solo essere cattivo con me, dice che non arriverà un gufo a casa mia”.

Severus si accigliò, non riusciva a comprendere come Lily poteva essere così meravigliosa mentre sua sorella era orribile, in tutto e per tutto. ((Quella stupida cerca sempre di mettermi in cattiva luce, io la detesto!!)). Vedendo che il suo amico non aveva risposto, la bambina dai occhi di smeraldo gli mise una mano sul braccio. “Severus, mi stai ascoltando?”

Il bambino dai capelli corvini sussultò, non gli piaceva essere toccato, specialmente se colto di sorpresa, così si irrigidì visibilmente. Lily tolse velocemente la mano dandogli uno sguardo triste.
“Io non dico bugie” disse seriamente il bambino “E’ tutto vero… almeno per noi. I babbani non sanno del nostro mondo quindi per loro non è una cosa reale. In quanto a ricevere la posta via gufo, sì di solito è così che funziona, ma i tuoi genitori sono babbani, quindi credo che qualcuno verrà dalla scuola a spiegargli le cose.”

“E’ diverso se si è figli di babbani? Forse io non sarò abbastanza… e non potrò venire” e la frase le morì tra le labbra, lasciandole un’espressione ansiosa.

 Il bambino dagli occhi di ossidiana la guardò intensamente come se volesse leggere i suoi pensieri, e dopo un lungo momento di silenzio sentenziò con autorità “NO. Non è diverso.” Poi incurvò le labbra verso l’alto “Tu hai un sacco di magia, io lo so, ti guardavo sempre… sai prima di conoscerti” sussurrò timidamente mentre arrossiva. ((Oh Lily come puoi pensare che non sei abbastanza… tu sei perfetta)).

 Lei gli fece un sorriso simpatico, poi prese dei sassi e li lanciò sullo specchio d’acqua, quando Severus fece lo stesso, Lily vide una macchia scura spuntare dal suo braccio destro “Severus… il tuo braccio”.

Severus si affrettò a coprire il segno, indurì lo sguardo e rispose freddamente “Sono caduto, non è niente”

Lei gli si avvicinò e guardandolo dritto in quelle iridi scure “Le cose vanno così male a casa tua?”. Lui distolse lo sguardo velocemente, non voleva parlare di questo con lei, non voleva che lo vedesse debole e indifeso. Le aveva accennato alcune volte che a casa sua c’erano dei grossi problemi tra i suoi genitori, anche perché non era un segreto per nessuno nel quartiere. Inoltre quell’impicciona di Petunia le aveva detto che suo padre era un poco di buono, ma lui odiava l’idea che Lily potesse compatirlo.

“Vanno come sempre. Ma presto me ne andrò… e sarà tutto diverso” sentenziò cupamente. Poi si rese conto che la bambina continuava a fissarlo con un’espressione afflitta, e lui non poteva sopportare di vedere la tristezza nei suoi occhi, così raccolse delle foglie da terra le lanciò in aria. Immediatamente iniziarono a vorticare e poi presero a volteggiare aggraziatamente come se fossero delle farfalle tutto intorno a loro, la bambina dai capelli rossi allora gioì immediatamente e il cuore di Severus si alleggerì, non voleva che quei pensieri portassero malumore quando erano insieme, lui voleva vederla sempre felice.

 2 giugno 1970

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Capitolo 4
*** Voglio diventare un grande mago! ***


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~~Voglio diventare un grande mago!

 Era disteso sull’erba in una giornata di mezza estate all’ombra del salice, perso nei suoi pensieri ((Oggi doveva essere un giorno speciale e invece… ha rovinato tutto. Perché deve sempre fare così?)) Poi si mise a sedere tirando le ginocchia al petto con aria afflitta, continuando ad osservare lo scorrere dell’acqua del fiume. Dopo un po’ in lontananza sentì gridare il suo nome “Severus”. Si alzò in fretta e vide la dolce Lily corrergli incontro raggiante più che mai. Una volta raggiunto il suo amico, la bambina si piegò leggermente in avanti con le mani sui fianchi per riprendere fiato, poi alzò il viso e i suoi luminosi occhi verdi brillarono “Sono … sono venuti Sev! Volevo fossi il primo a saperlo”.

Severus sorrise felice “Te lo avevo detto che non dovevi preoccuparti” ((Lei è corsa fino a qui per-per dirlo a me… a me!))

 Lily si avvicinò ridendo e saltellando vicino a lui rispose “Sì, lo avevi detto” poi da una tasca tirò fuori tutta orgogliosa la sua lettera “Vuoi vederla?”

 “Ma certo Lily”, prese la pergamena dalle mani della piccola e lesse il contenuto.

 La bambina dai capelli rossi osservava il suo amico leggere la lettera di Hogwarts. Il suo viso era molto concentrato e forse gli appariva un po’ triste. “Che c’è Sev?” chiese dolcemente, ma il bambino dai capelli corvini non rispose, lei si mise un dito sulle labbra e alzò gli occhi al cielo, era una cosa che faceva spesso quando si concentrava “NO! Non dirmi che la tua non è ancora arrivata!”

Severus piegò la testa da un lato “Certo che è arrivata! Oggi come la tua”

 “Allora perché non stai saltellando come me per tutto il prato?”

Era una bella domanda, e purtroppo c’era una risposta. Quella mattina poco dopo aver ricevuto la lettera da Hogwarts, sua madre era stata costretta a quel punto ad informare suo marito che a settembre Severus sarebbe partito per la scuola. Suo padre aveva urlato contro di lei, dicendo che non avrebbe mai permesso a quel orribile marmocchio di diventare ancora più strano di quello che era. Poi era salito in camera sua e aveva provveduto a schiaffeggiarlo e spintonarlo per la stanza, rovinando un giorno che aspettava da anni. ((Merlino continua a fissarmi in quel modo… devo dire qualcosa, non smetterà di chiedermelo finché non le do una spiegazione… È così testarda a volte)). Poi sospirò “Mio padre lo ha saputo… non ne era contento”.

“Capisco, mi dispiace. Ma Sev, mancano poche settimane… e poi tuo padre non c’è adesso” Lily si allontanò di un passo aprì le braccia e iniziò a volteggiare intorno a lui “Sev… dai fallo anche tu”.

Il bambino dagli occhi ossidiana guardò la sua amica volteggiargli intorno. Ancora una volta era riuscita a fargli dimenticare quanto la sua vita fosse difficile e brutta.
 

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Due settimane dopo l’arrivo delle lettere, Severus entrò in cucina “Mamma sono pronto, possiamo andare adesso”.

La donna dai capelli scuri guardò il bambino che aveva di fronte, a vederlo dall’esterno sembrava calmo e tranquillo, ma lei lo conosceva bene: dentro stava fremendo per l’emozione. “Severus, abbi un po’ di pazienza” rispose seriamente sua madre dandogli un occhiata severa.

 Severus fece una smorfia, aveva tante qualità ma la pazienza non era uno dei suoi talenti. Infatti non voleva aspettare nemmeno un secondo di più. Così sospirò cercando di calmarsi, di certo non desiderava essere rimproverato da sua madre proprio quel giorno. Poi sapeva perfettamente quale era il motivo del loro ritardo, dovevano attendere che quell’inutile babbano di suo padre uscisse di casa per primo per andare ad ubriacarsi in chissà quale infima bettola del quartiere. Se li avesse visti uscire per primi, avrebbe sicuramente chiesto dove stavano andando, e la risposta non gli sarebbe piaciuta affatto e tutto sarebbe stato complicato, doloroso e orribile.

 Dopo solo alcuni minuti finalmente Tobias uscì da casa, senza salutare la sua famiglia, senza dire a che ora sarebbe rientrato, sbattendosi per giunta la porta alle sue spalle. Circa mezz’ora dopo anche Eileen e il figlio lasciarono la loro abitazione per dirigersi a Diagon Alley.

 Severus adorava immensamente quella parte di Londra: le vetrine esponevano oggetti magici di ogni genere, la libreria era ricolma di testi che bramava di poter leggere un giorno, il farmacista aveva ingredienti per pozioni rari e preziosi, le strade erano piene di maghi e streghe che praticavano liberamente la magia anche solo per spolverare le loro vesti o per raccogliere qualcosa che gli era sfuggito dalle mani. In quel mondo era tutto stimolante e meraviglioso, ricco di opportunità, e lui desiderava farne parte più di qualunque cosa.

 Sua madre in alcune rare occasioni lo aveva portato con se, specialmente quando era più piccolo, se aveva da sbrigare delle commissioni, ma soprattutto per non lasciarlo da solo in balia di Tobias. Ma questa visita era diversa da tutte le altre, stavolta erano lì espressamente per lui, per comprare la sua bacchetta.

 Eileen si fermò davanti al negozio del fabbricante di bacchette, poi aprì la porta di legno scuro. Un leggero scampanellio avvisò il proprietario della loro presenza, e dal retro bottega udirono una voce “Solo un attimo per cortesia, sarò subito da voi”

Dopo qualche istante Severus vide un signore con i capelli grigi, che gli fece un morbido sorriso, mentre stringeva alcune scatole tra le braccia. “Oh Miss Prince buongiorno, immagino che questo giovanotto sia suo figlio”

 “Buongiorno Sig. Olivander, si lui è mio figlio, Severus Piton” disse la donna con profondo orgoglio.

 Allora il bambino dai capelli corvini fece un passo avanti in maniera molto composta e con tono serio disse “Buongiorno Signore”

L’uomo fece un’espressione simpatica “Bene allora giovanotto, vediamo di trovarti una bacchetta”, poi si voltò verso gli scaffali di sinistra e prese una delle infinite scatole che ricoprivano i muri del negozio. “Ecco, prendila e agitala dolcemente”

Severus prese la bacchetta di colore chiaro e la agitò con grazia, facendo saltare in aria diverse scatole che erano appoggiate sul bancone. Il suo viso si oscurò subito “Mi dispiace signore”

 “Oh e perché giovanotto? Non c’è nulla di cui dispiacersi semplicemente questa bacchetta non fa per te… decisamente non finirai in Tassorosso” disse ridacchiando, poi si voltò scegliendo un'altra scatola “Uhmmm direi che forse… prova questa” e gli porse una stecca di color cioccolato con il manico di un legno più chiaro.

 Il bambino ripete l’oscillazione, ma questa volta non successe assolutamente nulla, la delusione era palese sul giovane volto di Severus. “Madre…” ((E se nessuna bacchetta volesse appartenere a me? Allora non potrò essere un mago)).

 Eileen gli diede un occhiata rassicurante e gli poggiò delicatamente una mano sulla spalla, poi vide il negoziante aprire una scatolina di legno scuro “Su, su, non devi preoccuparti, sono sicuro che questa è la bacchetta giusta”

Severus la prese era di un legno molto scuro, praticamente nero, era liscia e levigata e aveva un impugnatura tutta intarsiata: era a dir poco magnifica. ((Oh mi piacerebbe tanto che fosse questa è così elegante, e poi è nera! Uno dei miei colori preferiti!!)). Poco convinto la agitò e in quel preciso istante sentì un calore invaderlo: era partito dal centro nel petto fino a raggiungere la punta delle dita, e nello stesso istante che il tepore raggiunse la mano, vide una moltitudine di scintille dorate uscire dalla punta della stecca. Fece un timido sorriso compiaciuto. ((E’ lei…è davvero lei, proprio quella che volevo!))

“Oh questo dice molto su di lei Sig. Piton”

Il bambino lo osservò incuriosito e in maniera molto educata chiese “Potrei sapere cosa è interessante Sig. Olivander? Se non è di troppo disturbo”.

“Oh ma certamente. Forse è a conoscenza del fatto che non è il mago a scegliere la bacchetta?”

Il bambino annuì con sicurezza per rispondere al quesito dell’uomo. “Uhm Molto interessante, è una cosa che pochi giovani maghi sanno. Ma questo conferma solo la mia ipotesi. Beh, la sua stecca è in Legno di betulla, e piuttosto lunga: 12" e ½. La sua Anima è di crine di Unicorno.”

Severus era come rapito mentre ascoltava l’uomo parlare, e Olivander, guardando la sua espressione aggiunse ”Immagino che vorrà altre informazioni vero?” così il piccolo mago annuì vigorosamente desideroso di apprendere tutto ciò che poteva, i suoi occhi in quell’istante brillavano come perle preziose.
“Molto bene… Il legno che la compone ha delle caratteristiche davvero particolari, e l’abbinamento con l’anima è molto insolito, anzi direi alquanto raro, è una bacchetta molto potente”.

Severus strinse la bacchetta con sicurezza e ammirazione ((Magnifico!! Con questa diventerò un grande mago!)), poi guardò il negoziante sperando che gli avrebbe dato ancora qualche informazione. Ma quando vide l’uomo voltarsi per riporre le altre stecche che aveva portato dal retro bottega, rimase un po’ deluso, ma lo ringraziò ugualmente. ((Peccato avrei voluto sapere di più, spero che ma mamma abbia dei libri sulle bacchette a casa, però non credo, io non ne ho mai visti)).

 Eileen si avvicinò all’uomo e chiese il conto, Olivander gli disse che la bacchetta era un po’ più costosa del previsto, data la sua composizione. La donna non disse nulla, prese il denaro e pagò la somma richiesta.

 Mentre stavano uscendo, l’uomo richiamò il bambino “Sig. Piton, forse le farebbe piacere leggere questo”.

Il ragazzo guardò sua madre e quando lei annuì per dare il suo assenso, il bambino prese la pergamena. Erano delle informazioni sul cuore e sul legno che componevano la sua bacchetta. Severus fissò l’uomo sorpreso e poi disse “Grazie molte Sig. Olivander”

 “Prego, fa sempre piacere incontrare dei giovani così desiderosi di conoscenza”

Eileen fece un cenno con la testa in segno di ringraziamento e poi a sua volta salutò l’uomo e infine uscirono dal negozio. La strega allora prese il pacchetto contenente il loro acquisto e lo infilò nella tasca, poi si fermarono al negozio di Madama Malkin per prendere delle vesti per la scuola. Purtroppo a causa della spesa imprevista per la bacchetta Eileen fu costretta con suo grande dispiacere a prendere degli indumenti di seconda mano per il figlio. Una volta terminati gli ultimi acquisti rientrarono a casa.

 Severus corse nella sua stanza per riporre le sue cose. Poi prese la pergamena che Olivander gli aveva donato e la aprì: c’era una descrizione molto dettagliata delle caratteristiche della sua bacchetta.

 Severus Piton
 Legno: betulla
 Lunghezza: 12" e ½ - rigida
 Anima: crine di Unicorno
 La lunghezza della bacchetta in genere è proporzionata all'altezza del Mago o della Strega, ma è un metro approssimativo che non tiene conto di altre importanti considerazioni; infatti, se le bacchette più lunghe possono andare bene per Maghi alti, sono però attratte da persone con spiccata personalità e da chi pratica uno stile di magia grandioso e drammatico, così come bacchette più corte scelgono chi ha una qualche carenza di personalità piuttosto che chi è di altezza inferiore alla media. Bacchette ben proporzionate favoriscono invece incantesimi eleganti e raffinati.
 La flessibilità e la rigidità: denotano il grado di adattamento e la predisposizione ai cambiamenti coppia/proprietario. Ma anche questo aspetto va considerato unitamente agli altri già citati e con l'esperienza e lo stile di magia del proprietario poichè è l'unione di tutti questi elementi che rende una bacchetta unica.
 Nucleo: Il crine di unicorno produce una magia costante e poco incline a oscillazioni. Di solito queste bacchette sono le più difficili da convertire alle Arti Oscure. Sono fedeli e abitualmente restano unite al loro proprietario a prescindere dal fatto se siano o meno un Mago o una Strega esperti.
 Legno: Betulla / Beth. E’ stato il primo albero a comparire sulla terra dopo lo scioglimento dei ghiacci e per questo ha assunto il significato simbolico "rinascita dopo la morte". La Betulla è un albero snello, aggraziato, e molto resistente, per i celti era un simbolo di saggezza. Gli sciamani gli attribuivano la funzione di albero cosmico, infatti ne incidevano il tronco argenteo come scala per raggiungere altri piani di esistenza: i cieli e gli inferi. E’ associato al sole e alla Luna, racchiude quindi entrambi i due elementi, maschile e femminile, l’ombra e la luce.
 Il legno di betulla ha dei grandi poteri curativi. La sua corteccia è simbolo di protezione, purezza e chiarezza. Possedere una bacchetta con un legno così spirituale sottolinea la necessità di lasciar andare tutto ciò che è servito ad uno scopo, e che rischia di ostacolare i nuovi progressi. La betulla è un grande alleato per non perdere la strada dell’anima, aiuta il mago a sbarazzarsi di ciò che ostacola la propria evoluzione, insegna che la fine di qualcosa è un elemento indispensabile del processo di crescita e ci spinge ad accettare le sfide rappresentate dal nuovo.
 Mio nonno mi ha raccontato una curiosità su questi alberi, diceva che gli abitanti dei paesi nordici piantavano due betulle nei pressi delle loro abitazioni: una serviva per proteggere la casa dalle negatività, e l’altra serviva per fare compagnia alla prima, in quanto si pensava che le betulle soffrissero di solitudine. Se una delle due piante moriva, l’altra o ne condivideva il destino oppure se aveva la forza di restare in vita perdeva la lucentezza argentea del suo tronco.

 Una volta terminata la lettura il piccolo Severus era estasiato da ciò che aveva appreso, la sua era davvero una bacchetta potente, fedele e lo avrebbe aiutato nella sua più grande aspirazione: diventare un grande mago. Questo non era stato un giorno come tanti, era stato un giorno speciale, il giorno in cui per la prima volta si era sentito un mago fino al midollo.

 25 agosto 1970

 (Nota della autore: Tutta la descrizione delle parti che compongono la bacchetta fino al legno sono tratte da Potterpedia, quindi sono più o meno reali ho tolto solo qualche frase che stonava con la personalità di Severus. Per quanto riguarda il legno ho fatto molte ricerche ecco perché ho tardato un pochino nella pubblicazione, ma né la scrittrice né il sito sopra citato menzionavano le qualità della betulla. Volevo fare solo dei chiarimenti, la betulla sembra essere davvero il legno che compone la bacchetta di Severus anche se originariamente è bianco (mentre come tutti sappiamo la stecca di Sev è nera).
 Per le tradizioni celtiche questo albero è associato ai nati nel mese di Gennaio, mese invernale (che rappresenta simbolicamente la morte). Il fatto che è uno dei primi a germogliare è anche un simbolo di vita, quindi i due grandi opposti. Potenzialmente la sua bacchetta sarebbe destinata a compiere solamente del bene, il fatto che il suo cuore non sarà in grado di lasciar andare i suoi dolori, i suoi rancori in futuro, lo porterà a sviluppare incantesimi di arti oscure, perché la betulla ha in se anche un lato Oscuro, o almeno io l'ho interpretato così).
Bene questo è tutto per ora, fatemi sapere se questa scena dell'acquisto della bacchetta vi è piaciuta.
a presto Lady V.
 

 
 

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Capitolo 5
*** E da oggi conosco la verità ***


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E da oggi conosco la verità

 Severus bussò timidamente alla porta di legno bianco, in attesa di vedere la carta da parati color crema con i fiorellini rosa; sentì l’invito ad entrare e salutò timidamente la sua amica. Rimase molto sorpreso quando udì la voce molto arrabbiata della bambina dagli occhi di smeraldo “Severus Piton!! Lo sai che non è carino far aspettare una signora? Dov’eri finito?”

 “E-ecco io… io “ balbettò con aria afflitta il bambino dai capelli corvini, ma non riuscì a dire nulla di più. Odiava vederla triste o arrabbiata, e sapere che lui ne era la causa lo faceva sentire orribile. A quel punto Lily iniziò a ridacchiare mentre si avvicinava al suo amico “Sev, non ce l’ho davvero con te… era solo uno scherzo!”.

Il bambino allora incrociò le braccia al petto “Non sei affatto divertente, Lily” disse risentito ((Non hai idea di quanto sia stato difficile uscire da casa senza che LUI mi vedesse. Poi arrivo qui e tu… ahhh non importa… ora sono qui,… con te)).

“Dai! non stare lì impalato, aiutami a controllare se ho preso tutto per la scuola” disse facendogli cenno di avvicinarsi al baule che aveva ai piedi del letto.

 Il bambino allora sgranò gli occhi ”Cosa? Hai aspettato l’ultimo giorno per preparare il tuo baule? Ma avevi la lista da settimane! Ah, lascia perdere! Dammi l’elenco e una penna” ordinò seriamente, come se invece di preparare un semplice bagaglio, stava per intraprendere un esame scolastico.

 Lily sorrise, gli porse la pergamena e insieme controllarono che la bambina avesse preso tutte le sue forniture per la scuola. Un volta terminato il compito, rimasero in camera a chiacchierare a lungo di quanto erano emozionati e felici, fino a che la Sig.ra Evans, una bellissima donna dai capelli ramati molto simili a quelli di Lily entrò portando del tè con i biscotti. Dopo aver scambiato qualche parola con i ragazzi, mentre stava per uscire sentì la figlia chiederle: “Mamma, sai dov’è il mio maglione verde? Sai, quello con i fiorellini bianchi intorno al collo. E’ il mio preferito e vorrei portarlo con me”.

“Certo Lily! È nell’armadio di Petunia, non c’era più posto nel tuo; vai pure a prenderlo, ma non toccare le cose di tua sorella”

 “Ok Mamma, grazie.” La bambina allora si voltò verso il suo amico “Andiamo?”

Severus non si mosse e facendo una smorfia rispose “Non credo sia il caso, sai che non piaccio a tua sorella” e tralasciò il resto della frase che stava pensando ((E io la detesto più di quanto non faccia lei, non ci tengo davvero a vedere la sua orribile faccia da cavallo anche oggi)).

“Tunia non c’è: è fuori con i suoi amici. Dai! Puoi rimanere fuori in corridoio se non vuoi entrare, così se arriva puoi avvisarmi. Mia sorella non vuole che vada in camera sua senza permesso… Ci metto solo due minuti. Ti prego SEV” piagnucolò la bambina con le mani giunte.

 Come poteva dire di no ai suoi occhi smeraldini? Avrebbe preso lui stesso il maglione e affrontato sua sorella se solo lei glielo avesse chiesto, così annuì e poi la seguì in corridoio.

 La bambina entrò nella stanza di Petunia lasciando la porta aperta. Severus osservò l’interno: era molto diversa da quella sbarazzina e fresca di Lily. C’era una carta da parati a righe azzurre e tende dello stesso colore, cuscini bianchi ricamati e dei mobili in legno di ciliegio; sembrava tutto così pomposo e costruito. “Uhmm vediamo… Qui non c’è! qui nemmeno! Ma dove sarà?! Uffa!” borbottò la rossa mentre controllava nell’armadio “Ahhh eccolo! Ma è sul ripiano più in alto… Sev, mi aiuti?”

Il bambino allora entrò e si avvicinò all’armadio. Era più alto di lei ma neanche lui arrivava agevolmente all’ultimo ripiano, così si alzò sulle punte e riuscì ad afferrare un angolino di stoffa e poi tirò verso il basso. Insieme al maglione di Lily cadde una pila di altri indumenti: alcuni finirono sulla scrivania, mentre altri sulla testa della sua amica.

“SEV, stai attento! Bastava solo il maglione verde, non tutto il guardaroba di Tunia. Aiutami a rimettere a posto le sue cose, per favore”.

Severus afferrò con non curanza gli indumenti dalla scrivania e Lily quello che le era finito sulla testa e quelle sparse a terra, finché non sentì la voce incredula del suo amico “Non posso crederci! E’ impossibile!”

 “Cosa c’è Sev?”

 “Lily, guarda questa” e le porse una lettera con lo stemma di Hogwarts. La bambina dai capelli rossi girò la busta e notò che era indirizzata a sua sorella.

“Pensi che anche lei…” chiese speranzosa la bambina.

“NO! Lei non è che una semplice babbana, e a loro non è permesso frequentare Hogwarts” sentenziò Severus ((NO, non può essere, sono sicuro che lei non ha la magia… E poi è troppo vecchia… Ma allora perché ha ricevuto questa? E arriva direttamente da Albus Silente il Preside… Vorrei tanto sapere che c’è scritto)).

 Lily fece uno sguardo triste “Allora cosa può essere?”

 “Potremmo dare una occhiata veloce, tanto per essere sicuri” sussurrò il bambino.

“No, se Tunia lo scopre si arrabbierà con me” rispose dubbiosa Lily, che però voleva conoscerne il contenuto almeno quanto il suo amico.

 Ma Severus ormai stava fremendo all’idea di sapere cosa conteneva la lettera “Ma è già aperta, guarda... E poi era in bella vista sulla scrivania. Se voleva tenerla segreta non l’avrebbe lasciata di certo qui dove chiunque poteva prenderla, giusto?”

Così incoraggiata dalle parole di Severus, la rossa aprì la busta e iniziò a leggere ad alta voce.

Mia Cara Sig.na Evans,

 La informo che ho ricevuto la Sua accorata richiesta. Devo dirLe che sono rimasto molto sorpreso e che ho apprezzato ogni argomento che ha utilizzato nel tentativo di perorare la sua causa.

 E’ per questo motivo che provo un profondo dispiacere, nel doverLe annunciare che la Sua richiesta non può essere accolta. Per quanto Lei possa impegnarsi, non vi è modo alcuno di poter praticare la magia non essendo una strega di nascita.

L’unica cosa che posso fare per rinfrancarLa è invitare Lei e la sua famiglia a visitare il castello durante il termine estivo oppure se preferisce per la pausa natalizia. Spero sinceramente che non rimarrà troppo delusa, immagino che una giovane fanciulla dotata come Lei avrà di sicuro molte altre opportunità.

 Le auguro una vita felice e piena di soddisfazioni.

 Albus Percival Wulfric Brian Silente
 Preside della Scuola di Magia e Stregoneria di Hogwarts.


 

“Santo cielo!” esclamò Lily portandosi una mano alla bocca.

 Severus fece un ghigno divertito: avrebbe davvero voluto vedere la faccia di quella smorfiosa di Petunia mentre leggeva il rifiuto della sua “accorata richiesta”. ((Non riesco a credere che sia riuscita a spedire una lettera ad un mago, e non uno qualsiasi… È riuscita ad inviarla nientedimeno che al grande Albus Silente il Preside di Hogwarts!))

“Vieni Sev, usciamo immediatamente. Non voglio che Tunia ci trovi qui” sussurrò con un tono molto sconsolato, pensando al dispiacere che avrebbe provato sua sorella se avesse scoperto che avevano letto il contenuto della busta. Severus invece, almeno per una volta avrebbe voluto incontrarla, così avrebbe potuto vendicarsi per tutte le volte che Petunia lo aveva deriso e umiliato chiedendogli con insistenza se indossasse i vestiti di sua madre, dicendogli che fosse un pezzente e che suo padre fosse un poco di buono.
 Beh, non che avesse torto sull’ultimo punto, ma la ragazzina non perdeva occasione per ricordarglielo. Severus era sicuro che prima o poi avrebbe trovato un occasione per utilizzare quello che aveva appreso, magari non oggi, e forse nemmeno domani, ma di sicuro sarebbe capitato e lui avrebbe atteso quel momento consapevole che lei aveva un motivo per invidiarlo.

Ciao a tutti scusate la lunga assenza... rimedierò in futuro, ho un sacco di impegni fuori dal web, ma state pur certi che questa serie di One Shot arriverà alla fine, ci tengo troppo a descrivere ogni istante della vita di Severus.
Bene ora vi lascio buona lettura e lasciate un commento
Ciao
Lady V

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Capitolo 6
*** Risentimento e speranze vane ***


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Risentimento e speranze vane

Era mattina, e non una mattina come tante, ma la più importante della sua vita! Finalmente il grande giorno era arrivato, il giorno in cui sarebbe partito per Hogwarts, il giorno in cui avrebbe iniziato la sua istruzione, il giorno in cui avrebbe fatto parte del mondo che tanto ammirava, insieme alla sua Lily. Dopo aver fatto colazione, lui e sua madre uscirono di casa e si recarono alla stazione di King's Cross: l’atmosfera era un vero delirio, c’erano studenti di ogni età che sfrecciavano in ogni direzione con i loro bagagli, accompagnati dai propri genitori che sembravano tutti abbastanza provati. Eileen era in piedi davanti a suo figlio. “Forza Sev, è ora! Sali sul treno”.
 
Il bambino la osservò: aveva gli occhi stanchi e l’espressione cupa. L’ultima settimana era stata molto difficile, sua madre e il babbano non avevano fatto altro che litigare per la sua imminente partenza. Severus, nonostante fosse dispiaciuto per sua madre, era anche perfettamente consapevole che la sua presenza in casa non avrebbe aiutato la donna in alcun modo; così rispose “Sì mamma, ti scriverò ogni volta che posso”. La donna annuì, lo salutò e infine si allontanò senza ulteriori indugi.
 
Il bambino dai capelli corvini stava per voltarsi e salire sul convoglio quando sentì una voce sgradevole e fin troppo familiare che urlava “Non toccarmi, Mostro!”. Dunque si voltò e vide Lily con le lacrime agli occhi che cercava di parlare con sua sorella, mentre quest’ultima la spingeva via con disprezzo.
“Tuny per favore, lasciami spiegare… Io non volevo… è stato solo un caso… cercavo solo il mio maglione… Ma-ma forse, potrei aiutarti ora che lo so… potrei chiedere al professor Silente se…”

“Sta zitta! Non voglio mai più sentire una sola parola uscire dalle tue labbra!” urlò sprezzante Petunia.
“Ma Tuny, siamo sorelle! Ti prego, perdonami… Tuny… Tuny” sussurrò la bambina dai capelli rossi mentre piangeva.

Severus allora fece un paio di passi in direzione delle due ragazze pronto a prendere a pugni quell'orribile babbana, se necessario. Come osava maltrattare Lily in quel modo? Lei che era sempre così buona e dolce con tutti.
La bambina dai capelli rossi a quel punto si accorse della presenza del suo amico e con la voce tremante sussurrò “Sev…”

“Lily… vieni, faremo tardi” disse freddamente il bambino ignorando del tutto Petunia. Non sopporto di vederla così … Se potessi maledirei quello sporco muso di cavallo che si ritrova.

“Ahh eccolo il piccolo obbrobrio… mancavi giusto tu! Ma sì Lily vai pure con lui, in quella scuola di mostri. È giusto che le persone anormali come voi siano rinchiuse tutte insieme in un unico posto, dovete essere separati dalla gente normale e perbene! Potreste infettarci con le vostre stramberie”.

Severus allora ghignò e con tono sprezzante sbottò “Non la pensavi così… quando hai scritto al Preside della scuola di mostri per supplicarlo di ammetterti”.

Gli occhi della riccia divennero di colpo torvi, si voltò verso sua sorella e urlò “Glielo hai detto?! Come hai potuto?”
“Nooo Tuny! Te lo giuro, non l’ho detto a nessuno! Lui… l’ha trovata lui… la lettera… Cercavamo solo il mio maglione, credimi, e….”

“Tu hai osato far entrare un mostro simile in camera mia? IN CAMERA MIA?! Ha- ha toccato le mie cose con quelle sue mani sudicie… Che schifo! Ti odio Lily… Vi odio entrambi!”. Poi si voltò e dandogli la schiena urlò “Vorrei che non tornassi… vorrei che non fossi mia sorella… Anzi, sai che ti dico? Da oggi non ho più una sorella” e poi si allontanò andando verso i suoi genitori, senza voltarsi più indietro.

Lily allora corse sul treno con le mani che le coprivano il volto, entrò in uno scompartimento a caso e si rannicchiò in un angolo, mentre cercava di dimenticare le parole velenose di sua sorella.

Severus dopo aver assistito all’intera scena salì a sua volta sulla carrozza in cerca della sua amica; non l’aveva mai vista così sconvolta. Dopo averla cercata invano su un paio di vagoni, vide una massa di capelli rossi rannicchiata in un angolino; aprì lo scompartimento ed entrò, prese posto accanto a lei e le sussurrò “Lily…”

La bambina si voltò con gli occhi pieni di lacrime e urlò “Te l'avevo detto che non dovevamo leggerla! Ora Tunia mi odia… Perché ti sei intromesso prima? Hai peggiorato solo le cose! Ora Tunia mi odia ed è tutta colpa tua! Vattene Sev, voglio stare da sola…”

Il bambino dai capelli corvini si sentì come se fosse stato schiaffeggiato con forza. Quelle parole lo avevano profondamente ferito. No Lily! Ti prego… io … non è stata colpa mia…. Volevo solo farla smettere… Lily. Allora si leccò le labbra secche mentre cercava le parole giuste da dirle “ Lily, per favore… Dai, finalmente ci stiamo andando! Sono anni che sogniamo questo momento… anni che immaginiamo quanto sarebbe stato bello… e ora io e te ci stiamo andando…ad Hogwarts… Li-Lily”.

Sentendo il tono supplichevole del bambino Lily si voltò e fissò gli occhi neri e profondi del suo amico: un’espressione preoccupata gli solcava il viso, poi lo vide fare l’accenno di un piccolo sorriso e lo sentì sussurrare “Io e te ci stiamo andando…”, così, nonostante tutto, si asciugò gli occhi e si costrinse a sorridere a sua volta. Severus fece un sospiro di sollievo; non avrebbe sopportato di vederla così arrabbiata e affranta. “Chissà come sarà lo smistamento? Non vedo l’ora di arrivare… Speriamo di finire tutti e due in Serpeverde!”

“Serpeverde?! Ma chi mai vorrebbe finire in quella casa di viscidi serpenti?” disse un bambino dai capelli corvini che nel frattempo si era seduto di fronte a loro.

Severus assottigliò lo sguardo e osservò il ragazzo che aveva di fronte: era vestito di tutto punto dalla testa ai piedi, aveva un costoso libro tra le mani e sfoggiava un’espressione estremamente irritante. “Allora, sentiamo quale casa preferiresti” sbottò Severus irritato.

“Oh, di certo Grifondoro! La culla dei coraggiosi, come tutto il resto della mia famiglia!” sentenziò il ragazzo pieno di orgoglio.

“Ahhhh, se preferisci i muscoli al cervello” ribatté con disprezzo Severus.

“E tu che non possiedi né l’uno né l’altro dove speri di finire? Potresti fare l’apprendista del custode Gazza, visto che sei vestito in quel modo” lo derise un bambino con una criniera leonina ed un’espressione da furbetto.

“Ben detto amico… Come ti chiami?”

“Io sono Sirius Black… piacere di conoscerti”.

“Black! Ohhh, allora anche tu finirai in Serpeverde” rispose deluso il ragazzo con gli occhiali. “E io che pensavo fossi un tipo a posto… peccato, mi eri simpatico”.

“Io sarò di sicuro l’eccezione della mia famiglia, stanne certo” ridacchiò il bambino, e poi si scambiarono un occhiata divertita mentre osservavano Severus.

Il bambino dai capelli corvini era infastidito: quei due ragazzini erano orribili. “Vieni Lily… andiamo, cerchiamo un altro posto…”

“Oh, perché non siamo abbastanza viscidi per i tuoi gusti Mocciosus?” lo schernì James.

“Volete smetterla voi due? Siete due veri cretini!” sbottò Lily infastidita dal comportamento che i due ragazzi avevano riservato al suo amico. “Hai ragione Sev, meglio trovare un altro posto”.

“Sì sì, andate piccioncini… e tu divertiti Mocciosus!” li canzonò Sirius.

Una volta che Lily e Severus abbandonarono lo scompartimento James guardò l’altro ragazzo. “Sei stato grande! Io sono James Potter”. Però, che temperamento la rossa… peccato che sia amica di un tale idiota.

Il resto del viaggio era stato tranquillo, Severus e Lily avevano passato tutto il tempo a fantasticare sul castello e sul tipo di vita che li aspettava. Quando arrivarono alla stazione di Hogsmeade, un enorme gigante li raggruppò e li accompagnò sulle rive del Lago Nero, salirono su delle barchette e seguirono Hagrid fino al castello. Una volta entrati all’interno furono accolti dalla professoressa Mc Granitt, la Vice Preside: era una strega di una certa età, vestita in maniera elegante, con un'aria molto severa. 

“Bene, ora verrete smistati in quella che per tutto il resto della vostra permanenza in questa scuola potrete considerare un po’ come la vostra famiglia. Vi prego di fare un attimo di silenzio, vi chiamerò uno alla volta”.

Severus osservava affascinato come uno dopo l’altro i bambini venivano assegnati alle varie case.
 
“Potter James”. Il cappello non aveva avuto nessun dubbio e aveva urlato Grifondoro, come era stato per l’altro odioso ragazzo Sirius Black. Ovviamente… A conferma del fatto che quei due non hanno un minimo di cervello.

Poi sentì chiamare il suo nome. “Severus Piton”. Il ragazzo dai capelli corvini si avvicinò allo sgabello, guardò in direzione della sua amica e poi indugiò sullo stemma della casa di Salazar Serpeverde.

Uhm, vediamo cosa abbiamo qui… una gran voglia di mettersi alla prova, grande intelligenza e furbizia… e molta ambizione… determinazione quanto basta… Direi che non ci sono dubbi. SERPEVERDE!”.

Severus si alzò dallo sgabello e un gagliardetto verde e argento comparve sul lato sinistro della sua tunica, fece un piccolo sorriso guardandolo con orgoglio e poi si unì ai suoi compagni di casa. Un ragazzo più grande con i capelli lunghi, quasi bianchi, gli fece segno di prendere posto accanto a lui.

Il resto dello Smistamento passò quasi inosservato per il ragazzino dai capelli corvini, finchè non sentì il nome della sua amica. “Lily Evans”. Serpeverde… fa che sia Serpeverde. Il bambino trattenne il fiato finchè sentì l’ unica parola che non avrebbe mai voluto ascoltare: “GRIFONDORO!”. La rossa guardò un attimo nella sua direzione, diede un'alzata di spalle e poi corse sorridendo tra i membri della sua casa, sedendosi proprio accanto a quell’odioso marmocchio di James Potter.

Severus rimase pietrificato. Aveva la nausea: sapeva perfettamente che Serpeverde e Grifondoro erano due case rivali e quindi la sua amicizia con Lily era appena stata distrutta da uno stupido cappello parlante. Nooo Li-Lily… Tu eri la mia unica amica… io… non voglio che noi...

“Lucius, di grazia potresti dirmi perché quel marmocchio sudicio è seduto vicino a te?” sputò velenosamente una ragazza più grande con gli occhi scuri e una massa di capelli ricci informi.

“Bella, che maniere” rispose in tono altezzoso il Prefetto.

La ragazza filiforme si avvicinò a lui e ringhiò “Spostati sporco Mezzosangue!”

“Bella smettila! Non vedi che è solo un ragazzino? Perdona mia sorella; come hai detto che ti chiami?” rispose una bellissima ragazza dai capelli biondi con un dolce sorriso.

“Severus Piton” rispose il bambino mentre si spostava per fare posto a quella detestabile ragazza.

“Non penserai davvero che io, una Black, mi sieda vicino a te! Muoviti!, trovati un altro posto!” ringhiò la mora.

“Bella… il Preside… ci sta guardando” sibilò il prefetto con gli occhi di ghiaccio. “Mettiti accanto a tua sorella”.

“Lucius, se pensi di potermi dire cosa fare solo perché un giorno speri di diventare mio cognato, allora…”

Ma tutti i vari discorsi furono interrotti dal Preside che richiedeva l’attenzione dell’intero corpo studentesco per dare un caldo benvenuto. Per tutto il tempo in cui rimase seduto lì, i pensieri di Severus erano diretti ad una sola ed unica persona, la sua ex migliore amica Lily Evans. Non posso crederci… Lily è finita in Grifondoro… Perché lei è così intelligente… Guardala, sembra si stia divertendo con i suoi nuovi amici… Cosa? Perché, perché sta parlando con quel tipo? Ora che ricordo anche lui ha detto che il suo cognome era Black… proprio come questa tizia… Devono essere parenti: hanno la stessa aria strafottente.

Un paio di ore dopo, Severus si ritrovò in quello che sarebbe stato il suo dormitorio per ben sette anni, disteso nel suo letto con le tende tirate e lo sguardo fisso nel vuoto. La sua grande felicità era durata ben poco dopo lo Smistamento: vedere la sua Lily seduta al tavolo dei Grifondoro gli aveva lasciato l’amaro in bocca e il cuore pieno di inquietudine, si sentiva di nuovo infinitamente solo.
 
 
Angolino dello scribacchino

Ciao a tutti,

mi scuso enormemente per la mia prolungata assenza, ma sono stata davvero molto impegnata fuori dal web, e così in quel poco tempo che avevo ho preferito terminare la mia prima Long FF. Ma tranquilli ora pubblicherò con molta più frequenza… perché ho tantissime cose da dire e raccontare.
Ma passiamo al capito, volevo fare una piccola precisazione, questa storia è dedicata principalmente ai missing moment o a vedere e approfondire dei momenti della vita di Severus (con i suoi occhi e i suoi pensieri principalmente). Ovviamente per esigenze di trama a volte cambierò un po’ le cose, come in questo capitolo. Bellatrix è 9 anni più grande di Sev, quindi teoricamente non è mai stata ad Hogwarts con lui. Come la mia fantastica beta mi ha fatto notare forse in realtà in pochi sapevano che Sev non era un purosangue. Io onestamente questa informazione non la ricordo, però immagino che Piton non era un cognome che rientrava tra le famiglie privilegiate. Quindi per l’evoluzione della storia preferisco che invece si sappia che lui era un mezzosangue.
Bene ora basta con tutto questo ciarlare, spero che il capitolo vi sia piaciuto, lasciate un commento perché vorrei davvero capire se questi piccoli scorci sono di vostro gradimento.

Un saluto
Lady Vader

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Capitolo 7
*** Un amico si vede nel momento del bisogno ***


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Un amico si vede nel momento del bisogno

Erano passati solo un paio di giorni da quando Severus era arrivato al Castello, e la prima cosa che aveva imparato, a sue spese, era che le parole pronunciate dalla professoressa Mc Granitt erano una bugia: la casa Serpeverde non era affatto una famiglia, anzi, per essere più precisi nel suo caso specifico purtroppo era proprio come essere a casa con quel babbano riluttante di suo padre. L’unica differenza era che ad Hogwarts veniva accusato di essere un Mezzosangue invece di un mostro. Nella casa verdeargento, la quasi totalità degli studenti era costituita da giovani maghi e streghe purosangue: tradotto in parole povere, degli snob schifosamente ricchi e viziati che non facevano altro che decantare le loro nobili origini e disprezzavano chiunque fosse un Mezzosangue o peggio ancora un Sanguesporco. 

Severus si stava dirigendo verso l’aula di Pozioni, la prima lezione dell’anno. 
Non vedo l’ora di iniziare… Ho sentito dire che il professor Lumacorno è uno dei migliori pozionisti in circolazione. Spero di imparare grandi cose da lui, allora tutti dovranno per forza ricredersi, io non sono meno di loro … per via di mio padre.
Quando entrò in classe rimase sorpreso nel vedere dei Grifondoro seduti ai tavoli. Divideremo la classe con i Grifondoro…? Questo vuol dire che allora ci sarà anche… Lily. 


Era dal giorno dello Smistamento che non aveva avuto occasione di parlare con la bambina, l’aveva a malapena intravista durante i pasti ed ogni volta che aveva intenzione di avvicinarsi non era mai da sola, sempre in compagnia di qualche compagno di casa.

Mentre rimuginava su Lily, prese posto in prima fila accanto ad un ragazzo piuttosto grassoccio con lo sguardo da allocco. “Ehi tu Mezzosangue… spostati, quello è il mio posto!” disse un ragazzo un po’ più alto con i capelli mossi, con fare prepotente.

Severus li fissò entrambi con sguardo truce e sibilò “Tiger giusto? Non credo che nel vostro caso faccia alcuna differenza se siete al primo o all’ultimo posto… Vi manca la qualità più importante per riuscire bene in pozioni: l’intelletto”.

“Come hai detto?” ringhiò il ragazzo.

“Mettiamoci in fondo Vincent, a me non importa granché delle Pozioni, lì potremo sonnecchiare meglio” rispose Goyle e si alzò lasciando Severus da solo. Che idioti senza cervello!

Man mano che gli studenti entravano in aula, i posti a sedere si riempivano uno ad uno, ma nessuno si era ancora accomodato accanto al bambino dai capelli corvini. Infine arrivò il professor Lumacorno: un uomo grassottello con la voce cantilenante, che dopo essersi presentato chiese a tutti gli studenti di aprire il loro libro a pagina 24. Mentre l’insegnate stava spigando alla classe come accendere il fuoco e regolare la temperatura sotto i calderoni, entrò una giovane strega ritardataria.

“Ohhh, lei deve essere la sig.na Evans”.

“Mi dispiace molto professore, mi sono… persa” rispose arrossendo.

“Oh può succedere; i sotterranei sembrano un po’ complicati da girare le prime volte, ma poi ci si fa l’abitudine. Coraggio, vieni avanti su su”. Poi l’uomo grassottello guardò tra le fila e vide che l’unico posto libero rimasto era accanto ad uno dei suoi Serpeverde. “Prenda posto qui, accanto al Signor Piton”.
 Sapendo che la convivenza tra due membri di case rivali era difficoltosa aggiunse “Mi aspetto un comportamento civile e responsabile da entrambi dato che sarete compagni di banco per il resto dell’anno”; poi riprese a spiegare le istruzioni basilari per preparare una pozione scacciabrufoli.

Lily prese posto accanto al suo amico e una volta seduta gli fece un enorme sorriso. “Che bello Sev, hai sentito? Saremo compagni di laboratorio per tutto l’anno, proprio come avevamo sperato, sono così felice”.

Severus si perse in quelle pozze color smeraldo e poi ricambiò con un piccolo sorriso. Allora vuole essere ancora mia amica, nonostante siamo in case rivali… io ho pensato che lei… per fortuna mi sbagliavo. Il bambino era talmente felice che dimenticò immediatamente tutto quello che era successo nei due giorni precedenti.

Il professor Lumacorno passò tra i banchi dei suoi studenti elogiando chi aveva fatto bene, dando consigli per migliorare le pozioni che non sembravano fatte con cura, ma quando passò accanto a Severus e Lily rimase sorpreso. “Oh, molto bene ragazzi miei, molto bene. Non credo di aver mai visto una pozione scacciabrufoli migliore di questa. Dieci punti ad entrambi per la pozione, più cinque punti per l’ottima collaborazione, davvero molto bravi”.

La bambina dai capelli rossi fece un sorriso “Grazie professore, ma il merito è principalmente di Severus”.

“Oh non sia modesta Sig.na Evans, vi ho osservati parecchie volte durante la lezione: siete entrambi molto dotati” e poi si allontanò compiaciuto.

“Hai sentito Sev?!”

“Ha ragione Lily, sei molto brava” rispose il bambino imbarazzato, non era abituato a ricevere dei complimenti né a farne.

“Se non ci fossi stato tu a dirmi cosa fare, avrei fatto un pasticcio” rispose sorridendo.

“Ne dubito”, e poi il bambino prese una fiala e imbottigliò la pozione “Vuoi portarla tu al professore?”

“SÌ” rispose con entusiasmo Lily. Severus la osservò mentre si dirigeva alla scrivania di Lumacorno. Pozioni era stata la lezione più bella da quando la scuola era iniziata.

Una volta terminate le due ore di pozioni, tutti gli studenti uscirono dall’aula correndo diretti verso la Sala Grande per il pranzo, mentre i due amici camminavano tranquillamente uno a fianco all’altra.

“Sev, io nel pomeriggio ho un paio di ore libere dopo Trasfigurazione, che ne dici se andiamo al Lago Nero? Ho sentito dire che è molto bello, tu ci sei già stato?”.

Gli occhi color ossidiana del bambino dai capelli corvini brillarono di una luce intensa. “Non ci sono stato ancora. Certo che ci vengo” Verrei ovunque con te… Lily.  

“Sev, è bellissimo qui!” strillò la rossa guardando l’immensità del Lago Nero.

Severus si avvicinò ad un grande albero che era proprio a pochi passi dalla riva. “Questo posto mi ricorda il fiume, mi piace”.

“E’ vero assomiglia molto al nostro posto speciale e ora ne abbiamo uno anche qui!”

Il cuore del bambino dai capelli corvini perse un battito al suono di quelle parole… Il nostro posto speciale…

La bambina si avvicinò al suo amico e guardandolo dritta negli occhi gli poggiò delicatamente una mano sul braccio. “Sev, anche se siamo in Case diverse, tu sei il mio migliore amico. Non è cambiato niente tra di noi anche se sono una Grifondoro, vero?” chiese speranzosa la rossa mentre si mordicchiava il labbro inferiore.

“Certo che non è cambiato niente! Io sarò il tuo migliore amico per sempre”.

La bambina gli sorrise e si accomodarono al tronco dell’albero mentre si raccontavano a vicenda come erano andati i primi giorni di scuola.

SSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS

I giorni passarono in fretta, aprile era ormai alle porte. Lily si era perfettamente integrata con i ragazzini della sua Casa, fatta eccezione per un piccolo gruppo composto da quattro ragazzi esagitati, boriosi e prepotenti. Severus invece ormai aveva accettato il fatto che anche ad Hogwarts non piaceva praticamente a nessuno, fatta eccezione per la sua amica di sempre, ma alla fine non gli importava. L’unica cosa che veramente contava per il bambino era imparare tutto quello che poteva sulla magia e stare con Lily.
 
Un sabato pomeriggio lui e Lily erano di ritorno dalla biblioteca quando sentì una forte spinta alle spalle, del tutto preso alla sprovvista cadde a terra insieme ai libri che teneva in mano.

“Oh oh Mocciosus! Sempre a fare il topo di biblioteca, non ti farebbe male un po’ di sole, sembri un vampiro!” lo schernì il ragazzino dagli occhi grigi.

Severus si rimise in piedi e ringhiando estrasse subito la bacchetta puntandola in direzione dell’odiato ragazzino e infine urlò con rabbia “Petrificus Totalus!”
 
“Sev no!” gridò Lily mentre gli abbassava il braccio, deviando il colpo.

“Bastardo viscido serpente! Questa me la paghi” urlò di rimando Sirius Black mentre puntava a sua volta la stecca contro il Serpeverde.

“Avanti! fatti sotto Black, o adesso che sei da solo non hai il coraggio di batterti?”

“Smettetela!” urlò la bambina dai capelli rossi.

Nel frattempo si erano uniti alla lite anche gli amici di Black, e cioè James Potter, Remus Lupin e Peter Minus, che non facevano altro che sfottere e minacciare Severus per dare manforte al loro compagno di casa.

In fondo al corridoio la scena non passò inosservata, un impeccabile e infuriato Lucius Malfoy si avvicinò al gruppetto di primini. “Che sta succedendo qui?”I quattro ragazzini fecero una smorfia vedendo il ragazzo più grande.

“Allora?” li esortò alzando un sopracciglio, poi fissò il bambino dagli occhi neri: aveva sentito molto parlare di lui in questi mesi. ”Cinque punti in meno a Grifondoro, per lottare nei corridoi”
.
“Ehi Malfoy, non è giusto, ha iniziato lui!” sputò con rabbia Sirius che conosceva Lucius in quanto fidanzato di sua cugina Narcissa.

“Silenzio! Vi consiglio di tornare nella vostra Sala Comune se non volete perdere altri punti, o forse dovrei informare la professoressa Mc Granitt di quanto accaduto oggi? Sono sicuro che lo troverà interessante, non trovi Black?”

Sirius ringhiò, dopo l’ultima lite con Severus la donna li aveva portati entrambi nel suo ufficio e aveva fatto un lunga ramanzina e infine li aveva minacciati di assegnar loro un intero mese di detenzione se li avesse sorpresi nuovamente a combattere nei corridoi della scuola.

“Sirius andiamo. Non ne vale la pena per uno come lui” gli sussurrò nell’orecchio James e poi facendo un ghigno aggiunse “Ci rifaremo la prossima volta, ho già in mente un bello scherzetto”. E così i quattro Grifondoro si diressero verso la torre.

“Vale anche per te Evans” sibilò Lucius profondamente disgustato mentre guardava la ragazzina dai capelli rossi.

“Ci vediamo domani Sev” disse Lily e poi si allontanò.

“Se non fossi intervenuto, ci avresti fatto perdere dei punti preziosi e Serpeverde non può permettersi di lasciarsi sfuggire la Coppa delle Case ora che siamo in vantaggio”.

Severus strinse i pugni, Lucius Malfoy era uno degli studenti più in vista dell’intera scuola. Tutti i Serpeverde lo ammiravano e la sua parola era legge all’interno della loro casa, quindi scelse di restare in silenzio.

“Non capisco davvero perché ti abbassi a livello di quei quattro idioti? Da quello che so sul tuo conto, sei un ragazzo molto dotato, vedi di non sprecare il tuo intelletto per fini poco produttivi”
.
Severus rimase sorpreso dalle parole del ragazzo più grande. Lucius Malfoy mi ha fatto un complimento? A me?

Per un solo attimo Lucius vide il bambino sgranare gli occhi per poi mascherare subito la sua espressione sorpresa con una più seria.  Oh, ora sì che ho la sua attenzione.

“Il professor Lumacorno mi ha informato di non aver mai avuto uno studente migliore di te in Pozioni e questo è un grande vantaggio per la nostra Casa, dato che hai fatto guadagnare molti punti. Dimmi, come ti trovi a Serpeverde?”

“Bene”.  Cosa dovrei dire? Che tutti mi detestano e mi considerano inferiore perchè a causa di quell’idiota di Thobias Piton non sono un Purosangue come te?

Il biondo alzò un sopracciglio, sapeva benissimo che i suoi coetanei lo snobbavano perché era un Mezzosangue, eppure lui vedeva qualcosa in quel bambino, qualcosa di interessante. Nell’ultimo mese lo aveva osservato con attenzione: era uno dei migliori studenti della scuola, aveva ottimi voti in qualsiasi materia, lo aveva sentito lanciare degli incantesimi contro Potter e i suoi amichetti che nemmeno alcuni suoi compagni di classe erano in grado di produrre; peccato che la superiorità numerica dei suoi avversari gli faceva avere sempre la peggio.

“Forza, torniamo alla Sala Comune” ordinò il biondo. “E, Piton, se proprio ci tieni a combattere con Potter e la sua banda, cerca di non farti beccare”.

Severus osservava il ragazzo più grande che gli camminava davanti. 
Ci credo che tutti lo ammirano, Malfoy ha tutto quello che chiunque possa desiderare: è ricco, è Purosangue, è un bravo mago… Vorrei essere come lui.

Una volta entrati nella Sala Comune tutti gli occhi erano puntati sul biondo come di consuetudine.
“Lucius, ma dove diavolo eri sparito? Cissy ti ha cercato ovunque!”.

“Doveri di Prefetto” rispose con indifferenza il ragazzo.

“Che ci fa uno come lui con te?” sibilò Bellatrix.

“Bella, adesso basta! Ti ho già detto che devi lasciarlo in pace. Severus fa parte della nostra Casa, quindi è uno di noi” disse mettendo particolare enfasi sull’ultima parte della frase. A chiunque fosse presente a quella discussione il messaggio era arrivato forte e chiaro: Lucius Malfoy aveva messo il Mezzosangue sotto la sua protezione e dunque nessuno poteva toccarlo, da quel momento in poi avrebbero dovuto trattarlo in maniera quantomeno civile.

Bellatrix sgranò gli occhi e guardando il ragazzino con disprezzò ringhiò “D’accordo, sia come vuoi Lucius, anche se non capisco il perché!”.

Severus osservò Lucius Malfoy del tutto allibito che ghignava soddisfatto: lo aveva difeso davanti alla sorella della sua fidanzata.

Questo di certo avrebbe cambiato le cose.
 
Buona sera a tutti,
Come promesso ecco un nuovo scorcio della vita del nostro piccolo e adorabile Serpeverde. Spero davvero che sia di vostro gradimento, anche se dubito che potrò scoprirlo visto che a parte le mie fedelissime nessuno si è fatto sentire. Ora mi rendo conto che la mia assenza è stata davvero prolungata per quanto riguarda questa FF, ma un piccolo incoraggiamento tiene il morale alto della scribacchina che si è sentita davvero avvilita dopo l’ultima pubblicazione. (faccina molto molto triste).
Ps Comunicazione di servizio
Dallo scorso capitolo ho scoperto come incollare i pensieri in corsivo, quindi da ora in poi li trovare finalmente scritti in maniera corretta. Beh Meglio tardi che mai... ahahah
Bene vi aspetto alla prossima.
Un abbraccio
Lady V
 

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