Miscellanea

di Triz
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Brothers ***
Capitolo 2: *** Il ballo della scuola ***



Capitolo 1
*** Brothers ***


Brothers
Prompt: Alan & Male!Joan, Era il fratello che non aveva mai avuto.

Alan Turing non amava molto la compagnia di coloro con cui era costretto a lavorare.
Il suo amico John Clarke, però, rappresentava l'unica eccezione: la stima professionale era nata sin dal giorno dell'esame di ammissione al progetto di Bletchley Park, quando aveva sbaragliato ogni più rosea previsione di Alan risolvendo il rebus assegnato prima degli altri.
La stima personale non era stata così istantanea: John, infatti, era il primo ad affermare che Alan non era altrettanto bravo con le relazioni personali come nella matematica, ma la complicità che si creò tra loro nei mesi e negli anni della guerra non gli fece minimamente rimpiangere il tempo passato con lui a discutere di strategie contro Enigma - quando Alan era preso troppo dal lavoro - oppure di partite di scacchi - quando John voleva lasciarsi il lavoro alle spalle almeno nella pausa pranzo.
E poi c'era la faccenda dell'omosessualità di Alan: quando John scoprì per caso che al suo migliore amico piacevano gli uomini, Turing rimase semplicemente di sasso quando il crittoanalista scrollò le spalle e gli rispose che a lui andava bene così.
«John, n-non credo che tu abbia capito».
«Ho capito benissimo, invece».
«M-ma parlo di uomini, n-non di donne».
«E allora?».
Alan amò John Clarke in quel momento: non lo amava come Christopher e non lo avrebbe mai amato come lui, ma lo amò come un fratello che non aveva mai avuto e questo bastò a entrambi.

 
(239 parole)

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Capitolo 2
*** Il ballo della scuola ***


Il ballo della scuola
Prompt: Modern!AU, Avere un amico gay è la gioia e il desiderio di ogni ragazza: vestiti, trucchi, uomini e la scarsa possibilità di entrare in competizione. Joan ha un amico gay inutile, si veste come fosse uscito dagli anni quaranta, i trucchi li considera volgari e di uomini non ne capisce una beata cippa. Inoltre sono sempre, sempre in competizione "Troppo cervello in una stanza" dice sua madre.

Se Alan fosse stato bravo nelle relazioni umane come lo era in matematica e in informatica, probabilmente sarebbe stato il ragazzo più popolare della scuola.
Joan Clarke si ripeteva questa perla ogni mattina quando, entrando a scuola, salutava il suo migliore amico Alan Turing davanti agli armadietti: di solito lo sorprendeva mentre alzava gli occhi dai compiti, o mentre rifletteva sulle modifiche da fare a un programma del computer. Il giorno in cui lo avrebbe visto amoreggiare insieme a un ragazzo o in cui avrebbero chiacchierato allegramente di ragazzi sarebbe stato da segnare sul calendario.
«Tu n-non capisci, Joan» le rispondeva Alan ogni volta che Joan toccava questo argomento: «Io n-non posso perdere tempo con queste sciocchezze».
Sciocchezze, così lui chiamava qualunque cosa lo distraesse dalla sua matematica e dai suoi computer: parlare di ragazzi, di vestiti, discutere su chi avrebbe accompagnato chi al ballo, avere degli amici. Joan era un'eccezione, dal momento che poteva parlare con lei di programmazione senza essere preso per pazzo e che era l'unica con cui avesse parlato della sua omosessualità, anche in questo caso senza che Joan gli desse del malato.
«Non hai risposto alla mia domanda» aveva detto Joan quel pomeriggio: erano entrambi a casa di lei ufficialmente per studiare, ma poi Alan si era fissato con un problema svolto in classe dal professor Denniston e che, a suo dire, era stato spiegato male e la sua testa non era occupata da nient'altro.
«Quale domanda?».
«Con chi andrai al ballo venerdì prossimo?» ripeté Joan sospirando per la terza volta.
«Io n-non andrò al ballo, Joan».
«Non ci andrai? Ma Alan, questo è il nostro ultimo anno di liceo!» protestò Joan: «Trovo semplicemente assurdo che tu sia l'unico del nostro anno a non essere al ballo!».
«Sono cose che n-non m-mi interessano, lo sai».
Joan sbuffò e tamburellò con le dita sulla scrivania, mentre Alan si concentrava di nuovo sul problema: all'improvviso, il volto della ragazza si illuminò.
«Alan, ho avuto un'idea».
«Ottimo, perché in questo problema c'è un punto che non è particolarmente chiaro».
«Non parlavo del problema» disse Joan ridacchiando e Alan alzò un sopracciglio: «Perché non andiamo insieme, io e te?».
«Dove?».
«Al ballo della scuola».
«Joan, ti ho già detto che...».
«Ma insomma, Alan» lo interruppe Joan esasperata: «So che non ti interessa, ma si tratta solo di una serata. Che cosa ti costa?».
Alan tacque: andare al ballo della scuola? In mezzo a tutte quelle persone che non apprezzava? E ballare davanti a tutti? No, assolutamente no.
«Fallo per me» aggiunse la ragazza, arrivando a mettersi a mani giunte davanti a lui.
Ma forse, per Joan, Alan avrebbe fatto un'eccezione.

 
(441 parole)

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