L'Accademia dei Campioni di Malefica5 (/viewuser.php?uid=138315)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Villains ***
Capitolo 2: *** AB+ ***
Capitolo 1 *** Villains ***
-Ehi, dove
credi di andare?!-
Un energumeno poco rassicurante mi si para davanti, bloccandomi il
passaggio.
Ha delle spalle talmente larghe che lo fanno sembrare un armadio ed
è fin troppo
muscoloso per la sua età. Mi guarda e il suo volto
è contratto in una smorfia
strafottente ed iraconda.
Curioso che il bullo della scuola ce l’abbia proprio con me
da sempre, eppure
io conosco bene il motivo per cui mi ha preso di mira, sebbene sia
estremamente
stupido.
Agita la sua mazza da baseball
(alla cui estremità, per qualche motivo, è
attaccata un’ascia bipenne dal gusto
decisamente rozzo) e non mi stacca gli occhi di dosso.
Ovviamente non mi lascio
intimorire.
Mi sfugge un sospiro infastidito.
-Farai meglio ad attaccar briga
con qualcun altro, Darius… Lo sai, non ho tempo da perdere
con un plebeo zero
positivo.-
Faccio un passo avanti per
provare a superarlo, ma lui non ha preso bene la provocazione.
-CHE CAZZO HAI DETTO, SCHIFOSO
FIGLIO DI PAPÀ?!- Senza preavviso, si scaglia contro di me
brandendo l’ascia –TI
FACCIO SCOMPARIRE QUELL’ESPRESSIONE SPOCCHIOSA DALLA FACCIA
IN UN
MILLISECONDO!-
Il colpo giunge dall’alto e, se
non riesco a schivarlo, probabilmente mi taglierà in due. Ma
non c’è la più
remota possibilità che questo succeda.
In un istante scompongo tutti gli
atomi che costituiscono il mio corpo e persino i vestiti. Li riassemblo
subito,
modificandoli a mio piacere. Tutto quello che mi riguardava fino a poco
prima si
converte in un unico elemento: sangue.
In quella forma liquida e
impalpabile allo stesso tempo, attraverso il corpo di Darius assorbendo
un po’
della sua linfa vitale.
Amo prosciugare le persone delle
loro energie senza che possano opporsi.
Mi fa sentire potente.
Invincibile.
Ma, d’altra parte, questa
sensazione…
Mi
rimaterializzo dietro di lui.
L’ascia ha mancato il bersaglio e
si è conficcata nel pavimento del corridoio
dell’Accademia, ma i miei poteri
sono ancora attivi. Scie nebulose composte da gocce simili a piccoli
rubini si
distaccano dalla pelle del bullo da punti diversi del suo corpo e
confluiscono
in un globo rosso vivo che ribolle sul palmo della mia mano.
Quando sono soddisfatto, interrompo
i miei poteri e ostento una smorfia delusa.
-Che sangue scadente!-
Faccio volatilizzare la sfera
cremisi e mi incammino verso la mia classe. Sembra che sia ancora in
tempo,
posso raggiungerla prima del suono della campanella.
Sento dietro di me il tonfo sordo
tipico dei palloni gonfiati che cadono a terra svenuti dopo essere stati umiliati dalle loro stesse
vittime.
È impressionante quanto poco sangue si debba prelevare dal
corpo di un uomo per
fargli perdere i sensi.
Degli urli impauriti sono le
ultime cose che sento prima di svoltare l’angolo: tanto
rumore per nulla,
Darius non rimarrà incosciente a lungo.
Mi guardo il palmo della mano, lo
stesso che teneva la sfera di sangue.
Odio quel noxiano imbecille.
Ma, soprattutto, odio il modo in cui mi costringe a usare i miei poteri.
Eccoci
qui!
Beh, Vladimir è uno dei miei personaggi di LOL preferiti e,
chi mi conosce, lo
sa bene.
Penso che questa raccolta di flashfic avrà prevalentemente
lui come personaggio
centrale, ma vi avviso adesso: andrò parecchio ooc. Il motivo è che scrivo questa
storia per divertirmi, ma anche perché mi piacerebbe vedere
un personaggio
descritto come uno spietato assassino sin dalla più tenera
età (cosa che mi
affascina tantissimo, non fraintendete), acquisire una sfaccettatura
più
complessa e verosimilmente umana.
Detto
questo spero vi divertiate a leggere!
Cya nerds!
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Capitolo 2 *** AB+ ***
Arrivo
di fronte alla porta della classe senza avere
troppi altri fastidi (cosa molto strana per gli standard
dell’Accademia) ma,
proprio quando sto per posare le dita sulla maniglia, mi accorgo che
qualcosa
non va. Mi guardo intorno e capisco di essere all’interno di
una strana cupola
opaca poco rassicurante.
Impreco a bassa voce e sento un «PISTAAAAAAAA!» Che
si avvicina pericolosamente.
Non ho tempo per reagire: una forza invisibile mi
immobilizza e un’ombra mi si avventa contro gettandomi a
terra con una botta
terribile.
Quando mi riprendo, mi rendo conto di essere steso
sul pavimento; la cartella è caduta e tutti i libri sono
sparsi per il
corridoio. Mi afferro il braccio dolorante e una risatina fastidiosa mi
costringe a guardare nella direzione da cui proviene. Appoggiato allo
stipite
della porta della classe, con fare strafottente, un ragazzo dalla pelle
scura
sta ridendo di me, assieme al suo strano clone azzurrognolo ed
evanescente.
«Wow Vladdy, non sapevo che volessi imparare a
volare, ma mi sembra che tu debba perfezionare la tecnica!» E
si mette a ridere
ancora più forte.
Che razza di figura! La rabbia che mi sta montando
dentro è molto difficile da contenere,
ma non gli darò soddisfazione. Stringo i denti:
dannato ragazzino di
Zaun…
«Molto, molto divertente, Ekko.» Comincio a
raccogliere i libri e penso già alla mia vendetta:
“Me la pagherai, prima o
poi, eccome se me la pagherai…”
Proprio in quell’istante mi raggiungono alcune
risate femminili e sento dei passi che si avvicinano. Tre delle ragazze
più
belle dell’Accademia stanno passando per il corridoio proprio
nel momento in
cui sono intento a raccogliere i fogli sparsi degli appunti di
“Strategia
militare nella Landa” del professor Xin Zhao. Che cosa
terribilmente disdicevole…
Con vergogna noto che si sono fermate di fronte alla
mia classe, da quel punto non posso sperare di passare inosservato,
così decido
di sbirciare cosa stanno facendo per capire se si sono accorte di me.
Miss
Fortune fa scoppiare il suo chewing gum e mi rivolge
un’occhiata disgustata in
quello stesso secondo. Katarina ravviva i suoi capelli rossi e continua
a
ignorarmi.
Deglutisco.
Ahri si sta controllando il trucco con il suo specchietto
tascabile. Forse non mi noterà.
Non finisco neppure di formulare quel pensiero che i
suoi splendidi occhi da volpe si alzano e si posano proprio su di me.
Arrossisco
e abbasso il capo, ricominciando a raccogliere le mie cose.
Quell’Ekko e i suoi occhialetti rotondi devono
sparire dalla faccia di Runeterra: nessuno può permettersi
di umiliarmi così.
Mentre architetto il mio piano, delle dita affusolate dalle unghie
perfettamente curate si posano sul dorso della mia mano, che aveva
appena
raggiunto la copertina di un libro.
Non
ho dubbi su chi sia la proprietaria di quelle piccole opere
d’arte.
Ahri mi sta sorridendo.
«Vladimir, cos’è successo? Si tratta di
uno scherzo
di Ekko, vero? Dai, ti aiuto a sistemare!»
Il mio cuore perde un colpo per essermela ritrovata
tanto vicina.
«No, non ho bisogno dell’aiuto di una
ragazza.»
Oh no.
L’ho fatto di nuovo.
Ahri… Beh, lei è uno splendido AB positivo e ho
una
fissa per lei sin dal primo anno ma, ogni volta che le parlo, finisce
sempre
così: la offendo involontariamente. Eppure ho sempre le
migliori intenzioni.
Questa volta, per esempio, volevo solo evitarle di disturbarsi per me.
Ma lei non capisce.
Gonfia le guance, contrariata «Se è
così, allora
addio!», si alza e raggiunge le sue amiche che adesso mi
guardano con la più
schifata delle loro espressioni. Le bisbigliano qualcosa, sicuramente
offese
rivolte al sottoscritto, poi la salutano e si allontanano mentre lei
entra in
classe.
La campanella suona: devo sbrigarmi.
Finisco di raccogliere in fretta le ultime cose e
attraverso anch’io quella maledetta porta.
Stamattina non avrei dovuto alzarmi dal letto.
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