Non ti lascerò più sola

di Loki_Shuu
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Mattino all'Akatsuki ***
Capitolo 3: *** In missione ufficiale! ***
Capitolo 4: *** Danna si ritira! -Il fatale errore di Deidara- ***
Capitolo 5: *** Il giorno in cui Deidara si pentì del male fatto a Danna ***
Capitolo 6: *** Dopo quattro anni... ***
Capitolo 7: *** Rincontrarsi ***
Capitolo 8: *** Ayame vs Deidara! & L'(in)utilità della statuetta d'oro ***
Capitolo 9: *** Prigioniera? ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


 

Prologo

 

-Deidara!-

 

Una voce.

 

-Dove stai andando?! Aspetta!-

 

Sento una voce che mi chiama.

 

-Deidara!-

 

Ma io la conosco, questa voce.”

 

-Ayame... ?-

Starò impazzendo, ma giuro di aver sentito la sua voce.

Mi alzo a sedere sul letto.

L'ho sognata di nuovo.

E' già la terza volta, questa settimana.

 

Già, Ayame, quanti ricordi... .

 

Piove.

Sto correndo verso casa mia, quando, con la coda dell'occhio, scorgo qualcuno

accovacciato sotto una piccola tettoia.

Mi fermo.

-Ehi? Stai bene?-

Lei alza lo sguardo e io la vedo in viso: è molto carina, ha gli occhi verdi e i capelli

corti, violacei e lisci.

-Perché stai qui, tutta sola? Non vedi come piove? Vai casa!-

-No!-

La sua risposta mi colpisce: chi non vorrebbe tornare a casa?

-Perché?-chiedo cauto.

-Papà... mamma... cattivi!-

Ci rimango di sasso: oh, allora sono i suoi genitori che non vuole vedere.

Io non so cosa darei per rivedere i miei!

Ha la voce rotta dal pianto, nonostante le sue lacrime si confondano facilmente con

la pioggia.

-Oh... .-l'unica cosa che riesco a dire.

-Senti, io... potrei chiedere al vecchio Oonoki di ospitarti per 'sta notte, se vuoi.-

Lei smette di piangere e mi guarda.

-Grazie.-”

 

Da allora sono passati quasi quattro anni.

Ayame, chissà come stai, in questo momento?

 

-Deidara-san! Andiamo ad allenarci?-

-Eeeeh? Ma io non ne ho voglia! Fa troppo caldo!-

-Mmm... Deidara-saaaan!-comincia con le sue, adorabili, moine.

-Uff! E va bene!- cedo io.”

 

-Ayame-chan, come stanno i tuoi genitori?-

-Non lo so.- è la sua risposta, piena di malinconia.

Tra di noi si è creato un silenzio tombale, rotto soltanto dal ticchettio della pioggia

sui vetri della stanza.

Nessuno di noi due vuole essere il primo a spezzarlo.

Così, per distrarmi, tiro fuori l'argilla e comincio a modellarla, con calma.

Si tratta di semplice argilla.

Grazie alle strane bocche presenti sui palmi delle mie mani, creare sculture è un

gioco da ragazzi!

La finisco e gliela mostro.

Lei splanca gli occhi: è affascinata, lo vedo.

D'altronde, come si può non esserlo davanti ad un'opera d'arte di così alta

qualità?

-Deidara-san, è... è belissimo!-

-Ti piace? E' un iris; se vuoi, poi lo puoi colorare con l'inchiostro colorato! Attenta

a non sporcarti le mani, però!-

Lei annuisce.

-E' per me?-

-Sì, anche il tuo nome significa “iris”, quindi è perfetto!- esclamo con un sorrisone

sul viso.

Anche lei è contenta, lo so: lo vedo dalla sua espressione felice.”

 

Kami!

 

Perché devo sognarla proprio adesso?!

 

E' passato cosi' tanto tempo dall'ultima volta che l'ho vista!

 

I ricordi che ho di lei sono sbiaditi e lontani.

Sicuramente sarà cambiata tanto da quando me ne sono andato.

 

Sarei curioso di vederla!

 

-Però... a pensarci bene... ma chissene frega!-esclamo rimettendomi di scatto sotto le coperte.

 

Ma che mi prende, 'sta notte?!

 

Sono impazzito?!

 

Sono malato?!

 

Sono...

 

-Naaaaaah! E' impossibile! Io? Che stupidaggini!-esclamo di nuovo, ridendo, nel buio della mia stanza.

 

-Oh, Deidara, fa poco casino che ho sonno! E poi piantala di ridere come una checca isterica che mi fai senso!-

 

-Ops... .-

 

I'm sorry!

Mi ero dimenticato di Sasori no Danna: questa è anche la sua camera!

 

Ma... un attimo!

 

-EHI! CHI SAREBBE LA CHECCA ISTERICA?!-grido imbestialito.

-In questo momento Akasuna no Sasori sta dormendo, siete pregati di lasciare un messaggio dopo il segnale acustico: biiiiiiiip... !-

-Bastardo... -

 

***

I miei capelli ondeggiano alla brezza notturna, l'iris annodato fra di essi si agita, ma non si scioglie.

E' un bel fiore, ed è perfetto: non ha nemmeno un petalo fuori posto, è viola al punto giusto e non presenta imperfezioni di nessun tipo sulla corolla.

Quanto sarebbe bello se non appassisse mai... .

 

-Ayame-chan! Che ci fai qui fuori a quest'ora?-

-Kurotsuchi-chan... .-dico senza troppo entusiasmo.

-Ullallà! Evviva l'allegria!-mi prende in giro lei.

-Che simpatica... !-mugugno infastidita.

-Dai! Perché sei così mogia 'sta sera? Non sei l'Ayame che conosco io: lei era una ragazza divertente, simpatica... -

-Perché “era”? Mica sono morta!-

-Mmm... chissà? Comunque, sul serio, perché stai qui, tutta sola?-

 

All'ultima parte della frase ho un capogiro.

 

... perché stai qui, tutta sola? ...”

 

“Perché te ne sei andato, idiota!”

Mi passo la mano sulla fronte.

 

Kami!

Sembrava proprio lui!

 

Ovviamente, non è che Kurotsuchi-chan gli somigli fisicamente, ma il modo in cui l'ha detto... era uguale.

 

-Perché mi va! Tu torna pure dentro, io arrivo.-

-Ok, come vuoi... .-

 

Sento i suoi passi sulle tegole del tetto.

 

Mi sento divisa a metà: da una parte vorrei rivederlo, ma dall'altra... ho paura... .

 

E se lo trovassi cambiato?

Se non fosse più il ragazzo gentile e affettuoso di quattro anni fa?

Non voglio che i bei ricordi che ho di lui si guastino: ne uscirei distrutta, altrimenti.

Invece di alzarmi, mi distendo sul tetto e mi metto ad osservare il cielo stellato.

E' estate; nonostante Iwa si trovi sulle montagne, fa caldo.

Sarà una lunga notte, lo so.

Con un dito, sfioro le leggere occhiaie violacee che, ormai, sono diventate parte integrante della mia vita: passo quasi tutte le notti a piangere di disperazione, è normale, a questo punto, che l'insonnia abbia avuto qualche conseguenza.

Piango, nonostante abbia persino dimenticato le ultime parole che mi ha rivolto.

Solo un'immagine si è impressa nella mia memoria, impossibile da cancellare.

 

Vedo la sua schiena allontanarsi, per seguire chissà quali ideali.

A questo punto, sento chiaramente il mio cuore andare in frantumi.

E io che credevo che lui sarebbe stato l'unico a non lasciarmi mai... !”

 

Le cose cambiano, e così le persone.

Io pensavo che avrei passato la mia vita al suo fianco, ma il “per sempre” non esiste.

 

-No, non esiste... .- è la mia conclusione.

 

 

NOTA DELL'AUTRICE:

Allooora, siete contenti di vedermi ancora qui??

No?

Peccato!

Comunque, che ne pensate?

Ci ho pensato almeno dieci volte prima di pubblicarlo: non so perché, ma non mi convince per niente.

So già che Deidara è OOCissimo, ma che cosa volete farci? A me piace troppo così!

Bacioni!

 

By Noemina2001

 

P.S.: Per quanto riguarda le altre long. che sto scrivendo, non vi preoccupate: non ho intenzione di abbandonarle miseramente, solo che in questo periodo ho davvero poca ispirazione!

Scusate!

 

P.P.S: Il titolo non mi convince un gran che, perciò i suggerimenti sono ben accetti! (Quello che, in origine, avevo scelto era "Non ti lascerò mai più andare", ma mi convinceva ancora meno di questo! >.<)

 

 

 

 

 

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Capitolo 2
*** Mattino all'Akatsuki ***


Capitolo 1: Mattino all'Akatsuki

 

[Covo dell'Akatsuki; ore 05:15 AM]

 

Cavoli, che sonno!

Sono rimasto sveglio tutta la notte per capire cosa mi stia succedendo, e adesso...

-Awwwwh... forse ci ho... awwwh... pensato troppo!-sbadiglio sonoramente, accoccolandomi nel letto e non vedendo l'ora di prendere sonno.

 

Fortuna che è abbastanza presto: nessuno sarà sveglio a quest'ora, quindi io posso dormire in pac...

 

-EHI! RIDAMMI QUEI SOLDI, FOTTUTO JASHINISTA DEL CAVOLO!-

-DOVRESTI RINGRAZIARMI, TIRCHIACCIO DA DUE SACRIFICI: STO CERCANDO DI SALVARTI DALLA MALVAGITA' DEL DENARO!-

-NON SONO AFFARI CHE TI RIGUARDANO, DANNATO BASTARDO!-

 

Come non detto... .

Con la stessa velocità di un bradipo col mal di schiena, mi alzo dal letto, prendo l'argilla esplosiva, la modello, esco dalla stanza e mi paro d'avanti a Hidan e Kakuzu.

-E tu che cosa vuoi, barbie ossigenata?! Levati dalle palle! Devo passare!-strepita il jashinista.

-No, fermo lì! Prova a muoverti e ti pentirai di essere nato! Devo prendere questo maledetto ladro di banconote!-protesta il nostro tesoriere.

-Voi... VOLETE PIANTARLA DI FARE CASINO?! 'STA NOTTE NON HO CHIUSO OCCHIO E ADESSO HO UN SONNO TREMENDO! QUINDI, SE ANCHE UNO SOLO DI VOI DUE PROVERA' AD URLARE O A FARE QUALSIASI ALTRA COSA CHE PROVOCHI UN RUMORE SUPERIORE AI DIECI DECIBEL, VI GARANTISCO CHE SI PENTIRA' DI ESSERE IMMORTALE!-grido, con una vena di stanchezza, rabbia e irritazione che mi pulsa sulla fronte.

I due mi guardano terrorizzati.

-S-Sì... tutto c-chiaro. S-Scusaci!- e, detto ciò, si ritirarono nella propria stanza.

Sorridendo soddisfatto, rientro in camera mia e faccio per rimettermi a dormire.

 

-Però... che cosa hai fatto di così divertente da aver passato la notte in bianco, Deidara?-

 

Io alzo gli occhi al cielo.

-Oh, no! Ti prego, Danna! Tu te ne freghi sempre di tutto e di tutti, stai sempre sulle tue! Perché proprio quando voglio dormire io, tu cominci a parlare a raffica?!-sbuffo esasperato.

-Chissà? Forse, perché voglio darti fastidio... !-ridacchia lui.

-Danna... -

-Sì?-

 

Io mi volto dalla sua parte e, con un sorriso, scandisco bene le seguenti parole:

 

- ...vaffanculo!-

***

[Iwa; ore 05: 30 AM]

 

-Ayame-chan! Che ci fai ancora qui?! Ieri sera non ti avevo detto di venire dentro?!-

-Mmm... oh, Ku... Kurotsuchi-chan, io... scusa, devo essermi addormentata qui fuori... .-

Schiudo gli occhi al suono della voce della mia amica kunoichi.

-Cosa?! Ma sei impazzita?! Sarà anche estate, ma a tarda notte fa comunque freddo qui! Siamo a Iwa, ricordi?! Iwa! Villaggio della Roccia, sperduto in mezzo alle montagne!-mi rimprovera.

-Sì, hai ragione, scusa.-mi arrendo subito io.

-Uff! “Scusa”?! Non devi mica chiedere scusa a me se ti prendi l'influenza!-

Io non rispondo, così lei rassegna e cambia argomento.

-Comunque, il nonno vuole che lo raggiungiamo nel suo ufficio: dice che ha una missione da affidarci!-

Io sollevo lo sguardo, incuriosita: una missione?

Interessante... .

-Davvero? Meno male: ci voleva proprio qualcosa che mi distraesse!-esclamo rincuorata: almeno, con una missione da portare a termine, non avrò tempo di pensare a... la persona a cui non voglio pensare!

 

Tempo un paio di minuti, e siamo nell'ufficio dello Tsuchikage.

 

-Allora, nonno, perché ci hai chiamate?-chiede Kurotsuchi.

-Sembra che alcuni banditi abbiano rubato un importante scultura d'oro nei pressi di un villaggio vicino al nostro. Il vostro compito sarà recuperarla, senza però danneggiarla!-

-D'accordo, quando si parte?-chiede la mia compagna.

-Domani all'alba.-

-Perfetto! Avevo giusto bisogno di un po' di allenamento!-

Io non proferisco parola.

Facciamo per andarcene, ma il capo villaggio ci ferma.

-Oh, un'ultima cosa, è molto importante che non la facciate cadere!-dice con aria seria.

Noi due ci guardiamo, mentre un grosso punto interrogativo volteggia sulle nostre teste.

-Be', d'accordo, staremo attente, nonno.-

E ce ne andiamo, ancora piuttosto confuse.

 

***

[Covo dell'Akatsuki; ore 06:00 AM]

 

-Al diavolo! Hidan, Kakuzu... !-

-Su su, Deidara, avrai altro tempo per riposarti!-

Mi fermo.

-... E vai al diavolo anche tu, Danna! Uhn!- concludo stizzito.

Lui rimane del tutto indifferente, così, insieme, ci dirigiamo verso la sala da pranzo per fare colazione: tanto, ormai, sono sicuro che si siano svegliati tutti, con questo casino!

Lungo il tragitto, però, incrociamo colui che odio di più al mondo... in una situazione piuttosto complicata.

 

-Ehm... Itachi, vuoi che ti diamo una mano?-

-Tsk! Non ne ho bisogno!-dice superbo, voltandosi verso la finestra.

-Scusa, Uchiha, ma non credo che dovresti andare da quella parte, uhn... .-provo a spiegargli, ma decido di restare sul vago: infondo, lui è pur sempre il mio peggior nemico!

-Ah, e perché no?-chiede lui, perplesso.

-Naaaah! Niente, continua pure per la tua strada!-sogghigno con un sorrisetto soddisfatto sulla faccia.

-Oh, d'accordo!- e, detto questo, procede, passo dopo passo.

 

Meno cinque...

 

… quattro...

 

Il mio sorriso si allarga...

 

… tre...

 

… due...

 

Il sorriso diventa una risatina...

 

… uno... !

 

 

-KIIIIIIIIIHAAAAAAAAAAAAAA!-

 

-Eh eh! Dovresti guardare dove metti i piedi, Uchiha!- lo sfotto io.

 

Dal giardino, proprio sotto di noi, arriva un urlo di rabbia.

 

-BASTARDOOOOO! VENDEEEEEEEETTAAAAAAA!-

 

-Eh eh!- ridacchiando, il mio sguardo cade su Danna, che mi guarda scuotendo la testa.

-Deidara?-

-Sì?-

 

Attende un attimo prima di rispondere.

 

-... Sei malefico... .- conclude.

 

A questo punto, non posso più trattenermi.

 

-MUAH AH AH AH! LO SO! MUAH AH AH AH!-

 

-Ehi, volete sbrigarvi a venire a fare colazione, voi due idioti?!-

-Sì, Konan, scusa! Arriviamo subito!-

 

Ci dirigiamo verso la cucina, dove è riunita quasi tutta l'Akatsuki (l'Uchiha bastardo è ancora fuori in giardino a sbattere contro pali e rocce saltate fuori dal nulla apposta per lui).

Improvvisamente, sedendomi, noto un particolare pressocché agghiacciante.

 

-Ma... ma... capo! Ragazzi! Non posso credere ai miei occhi!-

 

Infatti, sul tavolo, si trova una scatola di Nesquik e un mega barattolo di Nutella, insieme ad un pacchetto maxi di Gocciole di Cioccolato e dieci tazze di latte scremato.

 

Ah, no, aspettate! Konan beve solo latte di riso o di soia, perché è vegetariana!

 

-Gnam gnam... cosa c'è... gnam... Deidara? Per caso non ti piace... gnam... il Nesquik?-chiede Kisame, finendo di mangiare un panino con la cioccolata.

-Non è questo! Ma... ma vi rendete conto che, se si sparge la voce che l'Akatsuki fa colazione con questa roba, tutta la fatica che abbiamo fatto per farci una reputazione decentemente pessima andrà allegramente a puttane?!- sbotto con le lacrime agli occhi al solo pensiero di tutta quella fatica sprecata.

-Be'? Che problema c'è? Basta che nessuno vada a spifferarlo in giro! E poi, finché avremo l'approvazione di Jashin-sama, nulla di male ci potrà accadere! No problem!-

dice Hidan, per poi bere un sorso di ACE all'ananas.

 

-Ma... ma... Kakazu! Vuoi forse farmi credere che tu non sei contrario a tale aberrazion... ?!-sto per dire, ma mi blocco alla vista del nostro tesoriere baciare un bel mazzetto di banconote.

 

-Non me lo dire: ti sei davvero fatto comprare dai tuoi stessi compagni?!-mormoro, con un gocciolone di sudore che mi scende dalla tempia.

Lui mi guarda malissimo, per poi tornare al suo denaro.

A questo punto io mi volto verso Danna, ma, con stupore, mi accorgo che è sparito.

Torno a guardare il tavolo, dove anche lui è seduto tranquillamente e, sempre tranquillamente, sta bevendo il suo latte, non prima di averci aggiunto un po' di caffè, ovviamente!

 

Così, sospirando esasperato, mi siedo anch'io e comincio a fare colazione.

 

 

DALL' AUTRICE:

 

Hola! Scusate se vi ho fatto aspettare, ma mamma mi ha limitato le ore da passare al computer
(causa = interrogazione di geometria andata non troppo bene; conseguenza = 4 ore di computer si sono ridotte ad 1 scarsa! T-T)

Che dire?

La fic. dovrebbe essere una demenziale, ma non vi garantisco nulla perché in questo genere faccio leggermente schifo! ^-^”

Grazie a LexiBlacklee e a Miss Fantasy per la recensione: sono davvero molto contenta che la storia vi sia piaciuta già dal primo cappy!

Bacioni!

 

By Noemina2001

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** In missione ufficiale! ***


Capitolo 2: In missione ufficiale!

 

[Covo dell'Aka.; ore 07:00 AM]

 

-Ohi, Deidara, per caso hai visto in giro Itachi-sama?- mi chiede Kisame, appoggiando il suo bicchiere di succo sul tavolo.

-Oh, non dirmi che non hai sentito l'urlo... !- mi anticipa Sasori, poco più che indifferente.

L'uomo-pesce mi rivolge uno sguardo interrogativo, al quale io rispondo con un ghigno perfido.

Nel frattempo, dal cortile arrivano grida come: “DANNATO BASTARDO!” oppure “MALEDETTO DEIDARA! TI AMMAZZERO'!” o ancora “ARTISTA DA STRAPAZZO, VIENI QUI, SE HAI IL CORAGGIO, E VEDI CHE TI FACCIO!” eccetera eccetera... .

Kisame mi fissa, sconvolto.

-Tu... maledetto, cosa hai fatto a Itachi-sama?!- esclama, spalancando gli occhietti rotondi.

-Eh eh... ! Un bel voletto all'ingiù dalla finestra, sai, così avrebbe potuto farsi meglio un'idea di quanto è alto il terrazzo!- ridacchio, appoggiandomi le mani dietro la testa e cominciando a dondolare avanti e indietro con la sedia.

-NUUUOOOOOOOO! COME HAI POTUTO?! ITACHI-SAMA! TI SALVO IOOOO!- e si getta alla ricerca dell'Uchiha.

Quest'ultimo arriva, dopo pochi minuti, in compagnia dell'Hoshigaki, che lo ha fornito di bastone per non vedenti e si accinge a fargli cambiare, di volta in volta, direzione, evitando di far sbattere nuovamente da qualche parte la sua “fighissima fronte di Uchiha”, già strapiena di bernoccoli.

-'Fanculo a te, Deidara! E 'fanculo a quelle maledette rocce spuntate fuori dal nulla neanche fosse opera di un ninjutsu! Oh, e 'fanculo anche a me per aver creduto alle tue indicazioni del cavolo!- impreca, sedendosi.

-Ben ti sta, stronzo d'un Uchiha! Così impari a fare il gradasso solo perché il tuo è un clan famoso! Pardon, era!- lo sfotto io, mostrandogli il palmo della mano, così che la mia bocca possa fargli la lingua.

-Tsk! Bastardo... !- mi insulta ancora lui, per poi ordinare malamente a Kisame di imboccarlo.

Io faccio finta di niente, mi alzo e vado a vestirmi.

***

[Iwa; ore 07:15]

 

-Ecco fatto! Adesso lo zaino è pronto!- esulto, chiudendo la borsa.

Dentro non c'è tanta roba, in realtà: solo pochi medicinali, più che altro sieri anti-vipera (non si sa mai!), qualche arma e delle provviste.

Tanto, suppongo che non staremo via molto: la missione si preannuncia piuttosto facile.

Mi dirigo verso l'armadio e prendo la mia tenuta per le missioni: un top nero che si ferma poco sopra l'ombelico e dei guanti dello stesso colore senza dita, mentre, dalla vita in giù, una gonna stretta, anche questa nera e degli stivali senza punta grigi con un accenno di tacco squadrato.

Come cintura utilizzo il mio copri fronte, che brilla lucidissimo.

Mi lego una parte dei capelli in un piccolo chignon, mentre lascio che gli altri mi ricadano sulla schiena.

Dopo di che, mi sistemo il mio iris “portafortuna” in mezzo alle ciocche davanti.

-Benissimo! Sono pronta!-

Prendo lo zaino, apro la finestra e spicco un balzo fuori.

Poi vado ad aspettare Kurotsuchi, davanti al portone del villaggio.

Sono appena arrivata, che la vedo corrermi incontro, tutta trafelata.

-Ayame-chaaaaan! Scusa, è... molto... che aspetti?- ansima, col fiato corto.

-No, sono appena arrivata anch'io!- sorrido, e ci incamminiamo verso il villaggio.

La strada è lunga, ma dovremmo riuscire ad arrivare prima del tramonto.

***

[Covo Aka; ore 07:45]

 

-Deidara, posso entrare o stai facendo... cose... con le tue mani disgustose?-

-Danna, perché non te ne vai a quel paese?- ringhio, rigirandomi nel letto.

-Volentieri, purtroppo non ho tempo: il Boss ci ha chiamato!- mi risponde lui, atono.

 

Uff! Lo odio quando ha la risposta pronta -ovvero sempre, ma tralasciamo questo insignificante dettaglio- !

 

-Umpf! Arrivo!- e mi alzo, di malavoglia, s'intende!

Apro la porta e mi ritrovo davanti il Danna che mi fissa con un'espressione a metà fra l'indifferente e il divertito.

-Be'? Che c'è?- chiedo, mettendo il broncio.

-C'è che, forse, dovresti riconsiderare il tuo abbigliamento per le missioni che, onestamente, mi sembra molto più adatto a dormire e/o fare colazione.- ridacchia lui.

Inizialmente gli rivolgo un'occhiata interrogativa, ma, abbassando lo sguardo lo sguardo sui miei vestiti, mi accorgo che, effettivamente, non ha tutti i torti.

-Oh... ehm... torno subito!- e rientro in camera veloce come un fulmine.

Sì, perché, non mi ero accorto si stare ancora indossando il mio... ehm... “pigiama”: un paio di boxer corti, neri, e una canottiera bianca, senza maniche.

In fretta e furia, indosso la mia divisa dell'Akatsuki, cappa compresa, ed esco di nuovo.

'Sta volta lui mi fa cenno di seguirlo.

Insieme, ci dirigiamo nell'ufficio di Pain.

Arrivati, bussiamo.

-Entrate.- dice una voce autoritaria.

Obbediamo e, vedendo il capo seduto dietro la sua scrivania stile “capo di una banda di mafiosi” (a pensarci bene, mancavano solo il cappello e il sigaro acceso in bocca) con Konan al suo fianco, capiamo che ci deve essere sotto qualcosa di serio.

-Allora, Pain?- chiede Danna indifferente come al solito.

-Umpf! Intanto non chiamarmi “Pain”, perché è troppo confidenziale: chiamatemi “Boss” oppure “Capo”!- dichiara l'altro, dandosi arie d'importanza.

-Uff! Diamoci una smossa, Pain, voglio tornare il prima possibile a perfezionare le mie marionette!- sbuffa Sasori, nervosamente.

-Sigh! Konan, non mi obbediscono! Perché non mi obbediscono?! Perché?! Konan, come nascono i bambini?- chiede Pain poi, spalancando gli occhi come un moccioso.

Lo squadro sgranando gli occhi, poi ricordo: quando s'innervosisce, il capo parte completamente con la testa e fa domande che non centrano un tubo con l'argomento in questione, il che è davvero... patetico!

-Uff! Pain, non è di bambini che stiamo parlando, ma della missione che devi affidare al terrorista pazzo (Deidara: EHI!) e al nostro personalissimo Pinocchio (Sasori: COME OSI?!)!- sbuffa la streg... ehm... Konan.

Pain sembra riscuotersi.

-Oh, sì, hai ragione! A proposito, poi me lo dici quale macchina li fa, i bambini?-

-Ti prego, affida a 'sti due deficenti questa dannata missione!- sospira la donna, con aria affranta.

-Ah, okay! Dunque, cari esseri inferiori, io, come vostro Dio supremo, creatore di tutte le cose... -

-Adesso non montarti la testa!- sbuffo, annoiato.

-COME STAVO DICENDO, PRIMA CHE UNO DEI NOVE DEMENTI M'INTERROMPESSE, IO, IL VOSTRO DIO SUPREMO, HO UNA MISSIONE MOLTO IMPORTANTE DA AFFIDARVI!- esclama Pain, incavolato come una bestia.

-E cioè?- chiediamo io e Danna in coro.

-Mmm, dovete sapere che, proprio ieri, è stata rubata una statua d'oro che si trovava nascosta in un piccolo villaggio. Il vostro compito sarà recuperarla!-

-Ah, sì? E noi che ce ne facciamo di una statua d'oro?- chiede Sasori.

-Ehi! Per conquistare il mondo c'è bisogno di fondi, sai?! E ora, via, smammate!- esclama, rinsentito il capo.

-Ehm, a dire il vero non ci hai detto dove... - inizio io.

-Nei pressi di Iwa!- mi ferma, prima che possa concludere la frase.

Rimango a bocca aperta: è davvero l'ultimo posto dove mi sarei aspettato di andare!

 

Solo il Capo e Danna sanno quanto lo odio!

 

Il posto dove sono nato, il posto da cui sono fuggito.

 

Se rimpiango la mia scelta, è solo per una delle tante persone che abitavano laggiù: lei... lei mi perseguita ogni notte, in sogno, e adesso, addirittura tornare nel posto dove vive -o viveva, non so se è ancora viva-... !

E' inconcepibile!

 

Ma sono gli ordini, pertanto non si discutono.

Anche perché, per quanto il Capo sia scemo, è pur sempre... il Capo!

“E va rispettato!”, testuali parole di Danna.

Quindi, d'accordo!

Partiamo pure per questa missione!

 

DALL'AUTRICE:

PERDONOOOO!!!!

No, davvero, scusatemi per il ritardo colossale, ma mi hanno tolto il computer!

Non è colpa mia!

Cioè, sì, magari forse un pochino... ! ^-^”

Comunque un bacio galattico a Reika, che mi hai recensito, e a tutti quelli che seguono la fic.!

Grazie mille!

 

By Noemina2001

 

 

 

 

 

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Capitolo 4
*** Danna si ritira! -Il fatale errore di Deidara- ***


Capitolo 3: Danna si ritira -Il fatale errore di Deidara-

 

Entrambe le squadre hanno compiuto due giorni di viaggio.

Grazie all'uccello gigante creato da Deidara, lui e Sasori sono giunti in prossimità

del Paese della Terra molto velocemente, e stanno per giungere al villaggio dov'è custodita la statuetta d'oro; Kurotsuchi e Ayame, invece, si trovano

nella pericolosa Foresta delle Illusioni, al confine con il tanto agognato villaggio,

meta della missione di entrambi i team.

 

[Foresta delle Illusioni; ore 22:30]

 

-Ayame-chan, tu pensi che ci capiterà qualcosa se attraversiamo la Foresta?-

-Spero proprio di no, non sono dell'umore adatto per... - mi fermo, senza avere il coraggio di dirlo ad alta voce: no, non ho il coraggio di dire che non sono dell'umore adatto per rivedere... lui... pur sapendo che si tratta di una semplice illusione.

-Per... cosa?-

Mi mordo il labbro, incapace di ammetterlo.

-No, niente.-

Kurotsuchi alza un sopracciglio, ma non aggiunge altro.

Procediamo in silenzio per un tratto di strada.

Avevo previsto che saremmo arrivate prima del tramonto, ma non avevo calcolato questa foresta: che seccatura!

Mi guardo attorno.

All'apparenza, questa sembra una foresta come tante altre, con alberi, foglie e qualche animaletto.

Certo, magari da una parte può essere così, ma ogni cosa ha il suo lato oscuro, qualcosa di malvagio, da cui tutti noi vorremmo proteggerci.

La stessa cosa vale per me.

Sì, nonostante i miei poteri, le mie abilità, nonostante tutto quello che abbia passato, ho paura della mia stessa ombra.

Naturalmente, non l'ombra nel vero senso della parola: parlo di quella parte oscura che so trovarsi in me, come in tutte le persone, e che spariva solo quando lo vedevo e gli parlavo.

Però, quando se ne andava, l'aura negativa tornava; allora io desideravo soltanto stare vicino a lui per sempre.

Potrete quindi immaginarvi gli effetti che il suo abbandono hanno avuto su di me: ormai, non sorrido più come facevo un tempo, non ci riesco.

 

Penso questo, quando sento Kurotsuchi urlare.

 

-A... A... Ayame-chan!-

-Cosa?!-

 

Non vedendola al mio fianco, mi volto e vedo che è rimasta indietro.

Sta osservando qualcosa, ha gli occhi sgranati.

 

-Ayame-chan, allontanati da lì!-

 

Non ho il tempo di capire le sue parole, quando sento una presenza alle mie spalle.

Prima che possa muovere un muscolo, percepisco due braccia abbracciarmi da dietro.

 

-Cos... ?!-

 

-Mi sei mancata, Ayame-chan.-

 

Il mio cuore fa un balzo.

Questa... è la sua voce.

Le braccia mi lasciano, io mi volto lentamente.

 

E lo vedo.

 

Per poco non scoppio a piangere.

Ma, sia chiaro, non un pianto di gioia, e nemmeno di commozione: la mia è solo amarezza e delusione.

Perché il suo aspetto è uguale a quello dei miei ricordi: i lunghi capelli biondi legati in una coda bassa, dietro la schiena, e un ciuffo che copre un occhio color del cielo;

la stessa identica veste che indossava quattro anni fa, verde, fasciata in vita da un nastro nero.

E' per questo che non può essere lui: perché in questi anni sarà sicuramente cresciuto, tanto che ora dovrebbe avere circa diciannove anni, mentre l'essere davanti a me è ancora un quindicenne.

 

Ricaccio indietro le lacrime e assumo un'espressione indifferente.

Poi unisco le mani e fermo il mio flusso di chakra.

Com'era ovvio, il ragazzino biondo dei miei ricordi scompare nel nulla.

 

-Kurutsuchi, perché fai quella faccia? Era solo un'illusione, dopotutto.- dico, vedendola con gli occhi spalancati.

-Niente, è solo che... la calma... con cui l'hai guardato... era... devastante... .-

 

“Non è altro che apparenza”, è questo che vorrei dirle, ma preferisco rimanere in silenzio, e farle credere che fossi davvero la personificazione dell'indifferenza: è molto meglio così.

Dopotutto, che cosa fareste voi se vi rendeste conto che la vostra compagna di missioni è emotivamente instabile?

Ve lo dico io: la rispedireste subito al villaggio, mentre una missione è proprio ciò che mi ci vuole, ora.

 

Riprendiamo il cammino.

A proposito, visto che sono riuscita a rimanere impassibile davanti a quell'illusione, forse questo vuol dire che ho superato il mio trauma!

Sarebbe fantastico, se così fosse!

***

[Iwa (territori rocciosi e desolati); ore 23:00)]

 

-Awwwwh... ! Danna, possiamo scendere a riposare?-

-Pff! Io non ho bisogno di dormire: ho un corpo di legno, ricordi?-

-Va bene, ma il mio invece è fatto di carne e ossa, e sono stanco! Ho urgentemente bisogno di dormire, prima che mi venga un attacco isterico!-

-Non sarebbe certo una novità... . Va bene, comunque, fermiamoci pure.-

-Oh, Amaterasu, Dio, Buddha, Allah, chiunque ci sia lassù, grazie!- sospiro di sollievo, ordinando alla mia meravigliosa creazione di scendere, e per rendere la cosa un po' più divertente, decido di fargli eseguire una picchiata.

Lui prende il mio ordine alla lettera, già, forse troppo.

Il vento ci sferza il viso, mentre i nostri capelli sono ritti come il pelo di un gatto arrabbiato.

-D-Deidaraaaa... ! Ferma questo cosoooo!-

-Ehi, questo non è un “coso”: è la più grande forma d'arte che possa esistere in questo mondoooooo!-

-Fa' silenzio, artista da strapazzoooo!-

Inaspettatamente, mi afferra per le spalle.

-Ehi, tu! Che diavolo stai facendo?!- grido scocciato.

-Cerco di evitare di far volare via entrambi, no?!-

-Preferisco schiantarmi a terra piuttosto che farmi abbracciare da un uomo!-

-Non fare l'idiota, Deidar... AAAAAH! CADO CADO CADOOOO!-

Improvvisamente, Sasori perde l'equilibrio e, per tentare di non cadere -anche se, secondo me, vuole solo farmi crepare con lui-, si aggrappa ancora di più a me: risultato?

Finiamo entrambi giù dalla scultura d'argilla e precipitiamo a tutta velocità verso il bosco sotto di noi.

-AAAAAAAAH!- gridiamo entrambi, prima che io finisca in un cespuglio di spine (AHI! DOLOREEEE!).

Mi rialzo con fare dolorante.

-Dannaaaa! Dove sei? Dannaaaa!- lo chiamo, non vedendolo in giro.

-D-Deidara... -

-Mmm? Danna, sei tu? Dove sei? Non ti vedo!-

-Deidara, sono qui... aiutami, ti prego!- lo sento implorarmi.

-Ti aiuterei, se sapessi dove ti trovi!-

-Grrr... DEIDARA, CAZZO, SONO QUI!- grida allora, incavolato come una belva.

Mi volto e...

 

-Oh. Miei. Kami. Danna, ti si è in... in... TI SI E' INCASTRATA LA TESTA IN UNA TANA DI CASTORI?!-

-VAFFANCULO DEIDARA, DAMMI UNA MANO, CAZZO!-

-Ah... ah... AHAHAHAHAHAH! IN UNA TANA DI CASTORI! SFIGATO!-

-FOTTITI DEIDARA! AH, NO, EHI! FOTTEVI ANCHE VOI, DANNATI CASTORI! NO, FERMI, QUELLO E' IL MIO NASO! EHI! DEIDARAAAAA!-

 

Io rido così tanto che mi vengono le lacrime agli occhi.

-Sì, sì, Danna, adesso arrivo!-

Ridacchiando, mi levo le scarpe, tiro su i pantaloni ed entro nel fiume.

Afferrò Sasori per le braccia e tirò con tutte le mie forze finché...

 

Clack... !

 

-Ehm... ops!-

-DEIDARAAAAAA! CHE CAZZO HAI COMBINATO, COGLIONE?! DOVEVI FARE PIU' PIANOOOOOO!-

-Ehm... dai, Danna, che vuoi che sia? In fondo, ti ho solo... ehm... staccato la testa... !-

-AAAAAAARGH! TIRAMI FUORI DI QUIIII! MI STANNO STACCANDO LE ORECCHIEEEE!-

-Sì, subito!-

 

Alla fine, riesco a strappare la testa di Sasori dalle grinfie di quei castori malvagi.

Poi prendo su anche il corpo e butto tutto sull'erba.

-Aho! Fa più piano, demente!-

-Embé? Tanto non senti mica dolore!-

Sasori si afferra la testa con entrambe le mani e se la riposiziona sul collo... al contrario.

-Ehm... Danna, hai sballato di 180° gradi... !-

-LO SO!-

La testa fa un giro di altri 180° gradi e si posiziona correttamente.

-Ok, se non fossi abituato a questo genere di cose, direi che è piuttosto inquietante.-

-Taci! E' colpa tua in ogni caso: primo, hai ordinato alla tua “creazione” di fare quella stupida picchiata, sono caduto con la testa in quella cazzo di tana e quei cazzo di castori mi hanno graffiato tutta la faccia; secondo, mi hai staccato la testa!- esclama, rinsentito.

-Uffa, quanto la fai lunga, Danna!-

-Dannazione, non posso continuare la missione conciato in questo modo!-

-Eh? Che vuoi dire?-

-Che ti saluto, deficente! Quei castori mi hanno graffiato gli occhi e adesso non ci vedo un tubo! Inoltre, ho tutti gli ingranaggi che regolano il movimento della mia testa... ehm... insgranaggiati ! Devi mandare un messaggio al capo e dirgli di sostituirmi con qualcun'altro, capito?-

-Se se, capito... .-

Spero solo che non mi capiti qualcuno che odio con tutto il cuore, ad esempio Tob... NO! Non devo nemmeno solo pensarlo, il suo nome!

 

Kami, creatori di tutte le cose, io credo in voi con tutto me stesso, quindi, per favore, fate in modo che debba continuare la missione da solo... Amen!

 

Ecco, ho pregato... ma che non vi azzardiate a pensare che sono religioso, eh!

Io credo solo nelle mie capacità e nelle mie esplosion... ops!

 

Ehm... scusate, Kami... !

 

 

DALL'AUTRICE:

A dire il vero, non sono tanto sicura di questo capitolo.

Voi che dite?

Avrei potuto strutturarlo un po' meglio, vero?

Be', pazienza!

Anche perché mi son detta che non potevo farvi aspettare ancora, così mi sono decisa a postare!

Grazie a chi recensisce, a chi mette nelle ricordate, seguite o, addirittura (XD) nelle preferite, e anche a chi legge silenziosamente.

Un bacio!

 

Noemina2001

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Capitolo 5
*** Il giorno in cui Deidara si pentì del male fatto a Danna ***


Capitolo 4: Il giorno in cui Deidara si pentì del male fatto a Danna

 

Mentre Sasori e Deidara sono bloccati, Ayame e Kurotsuchi si avvicinano sempre di più al villaggio meta della missione.

Nel frattempo, al covo dell'Aka è arrivato il messaggio di Sasori e Pain ha subito provveduto a spedire qualcun altro ad aiutare il bombarolo.

Chi sarà mai costui?

 

[Foresta delle Illusioni; ore 20:45]

 

-Uffa! Ormai sono due giorni che sto aspettando!- sbuffo annoiato.

Dopo aver mandato Danna al covo in groppa a una mia creazione, sono rimasto da solo, in attesa di un nuovo compagno.

Mi va bene chiunque, escluso l'Uchiha bastardo e T... ehm... l'innominabile!

Ah, e non dimentichiamoci di Hidan: quel pazzo maniaco della religione potrebbe sacrificarmi al suo sommo Ja-coso mentre dormo!

Però non mi fido neanche di Kakuzu e dei suoi raptus omicidi... .

Zetsu sinceramente mi inquieta parecchio, e Kisame e la sua dentatura mi preoccupano.

Quindi chi rimane?

Pain non scomoderà mai il suo “divino” sedere per venire da me, e nemmeno manderebbe Konan: troppo avaro per condividerla con noi comuni mortali!

Perciò, ripensandoci... ehm... .

Non avrei mai pensato di dirlo, ma...

 

… mi manca Danna!

 

Sospiro.

Uffa, mi annoio!

 

Chissà che cosa sta facendo lei, in questo momento?

 

Mmm... EHI!

Aspetta, no!

Non mi interessa!

Per niente!

Chissene importa di Aya... ehm... di lei?!

Bah!

Sicuramente sono stanco!

Magari schiaccio un pisolino!

Così magari la pianto di pensare a cose inutili e poco creative!

 

-Deidara-san, guarda cosa ho fatto!-

-Mmm... ?-

Una ragazzina dai capelli viola, sui dodici anni, mi corre incontro con un oggetto in mano.

Poi inciampa in un sasso.

Cade.

-WAAAAAAH! DOLOREEEEE!- grida tenendosi un ginocchio sanguinante.

L'oggettino è caduto per terra, si è frantumato: probabilmente era fatto di ceramica.

-Uff! Sei sempre la solita!- sbuffo avvicinandomi e allungandole una mano.

-Mmm... mi dispiace... .- fa, afferrandola e rialzandosi.

Rivolgo la mia attenzione a quello che, fino a un minuto fa, è stato una creazione artistica.

-Mmm... peccato! Volevo regalartelo! Be', pazienza, vorrà dire che ne farò un altro!-

-Ecco, brava, così ti tieni occupata!- la prendo in giro io.

Lei ride.

-A proposito, cos'era?- chiedo poi, curioso.

Lei subito sembra arrossire.

-Ehm... no, n-niente, non ti p-preoccupare!- farfuglia.

Sembra agitata.

Cioè, più del solito.

Non capisco perché, cosa ho detto di male?

Mah!

Io le donne non riuscirò mai a capirle!

-Qualunque cosa fosse, sono sicuro che era bellissima.- butto lì, sperando di tirarle un po' su il morale, anche perché sembra davvero abbattuta.

I suoi occhi si illuminano.

-Lo pensi davvero?-

-Sì, certo.-

In realtà non ne ho idea, ma non voglio che ce l'abbia con me.

Il suo viso si distende in un grande sorriso.

-Grazie, Deidara-san.- dice sincera, guardandomi negli occhi.

Un momento, che succede?

Qualcosa, dentro di me, si è come... sciolto.”

 

Non so come questo ricordo mi sia tornato in mente.

Però, ora che ci penso, lei era una persona davvero creativa.

Amava disegnare e modellare l'argilla, se non ricordo male.

Comunque, anche lei amava l'arte, di questo sono certissimo.

 

Però...

 

alla fine, quell'oggetto non me l'hai più dato... .

 

Mi sarebbe piaciuto vedere il tuo lavoro, Ayame.

 

Faccio un lungo sospiro.

Ormai è inutile stare qui a ricordare, tanto probabilmente non la rivedrò mai più.

E se anche accadesse, comunque, non credo che lei ne sarebbe felice, figuriamoci!

Dopo tutto quello che le ho fatto passare sicuramente mi detesterà!

E obbiettivamente me lo merito.

 

-Sì, decisamente... .- concludo, appoggiandomi a un tronco d'albero.

 

***

[Foresta delle Illusioni; ore 20:45]

 

-Ci siamo quasi, Kurotsuchi-chan!-

-Ah, meno male! Non ne posso più!-

-Per adesso riposiamoci, tanto siamo vicine!- propongo.

-Come vuoi. Comunque, il nonno ha detto che la statuetta è stata rubata da alcuni banditi. Pensi che siano ancora qui intorno?- chiede, sedendosi a terra.

-Non saprei, sono passati la bellezza di quattro giorni da quando siamo partite, per cui... .- mormoro, pensosa.

-Hai ragione: per quanto ne sappiamo, potrebbero essere già lontani chilometri! Che facciamo?-

-Be', direi che possiamo solo essere ottimiste! Se, per grazia divina, loro fossero ancora da queste parti, scommetterei che si sono fermati e stanno ancora facendo baldoria per la buona riuscita del furto! Si sa che i banditi di questo genere non sono mai troppo furbi.- considero, cercando di sperare in meglio.

-Se lo dici tu... .- mormora lei poco convinta.

Sorrido.

-Coraggio! Sono sicura che ce la faremo anche 'sta volta! Dobbiamo solo avere fiducia in noi stesse, Kuro-chan!- esclamo, nel tentativo di tirarle su il morale.

-Mmm... sì! Hai ragione!- risponde lei, convinta.

-Bene! Allora, domani arriveremo al villaggio e chiederemo ai custodi della statuina di descriverci esattamente quando, dove e come è avvenuto il furto. Poi chiederemo, se possibile, di darci la descrizione fisica, anche minima, dei banditi! Vedrai che qualcosa riusciremo a tirar fuori!-

-Giusto! Ora però riposiamoci, io sono distrutta!-

Rido.

-Sì sì, d'accordo!-

-Buonanotte, Aya-chan... .-

-'Notte... .-

 

Passano alcuni minuti.

 

Io non riesco a dormire.

Mi giro e rigiro sul terreno duro, cercando di prendere sonno.

Non ci riesco.

Sospiro impercettibilmente: la mia insonnia non è migliorata affatto.

Sono stanca, ma di buon umore.

Quell'illusione mi ha lasciato una strana sensazione... .

Sento qualcosa agitarsi nel petto.

Qualcosa di caldo e confortevole, come una sorta tepore.

Non so perché, ma sento che fra poco accadrà qualcosa di bello.

Qualcosa di bello... legato a lui... .

E' solo un presentimento, ma... è così forte che non può essere ignorato.

Non so se augurarmi di avere ragione o di sbagliare.

In fondo lui è pur sempre un nukenin: sarà moralmente giusto, nei confronti del mio villaggio, sperare di rivederlo?

Non so più cosa pensare.

Inizio a credere... che ciò che provavo per lui non fosse semplice affezione dovuta al fatto che mi ha salvata... .

 

Forse, il motivo per cui, quando se n'è andato, ho sentito così tanto male...

 

… è che...

… io ...

 

-Aya-chan... -

-Sì?-

-Non riesci a dormire?-

-Nemmeno tu, a quanto vedo... .-

-Sei preoccupata?-

 

Attendo un po', prima di rispondere.

 

- … Non lo so... - sussurro poi.

 

- … Capisco... .- dice lei.

Restiamo in silenzio per un po'.

 

-Ayame, smettiamola di girarci intorno: dimmi la verità. Si tratta di lui, vero? Si tratta di... Deidara... ?-

 

Sobbalzo.

Questa è la prima volta che sento il suo nome da quando se n'è andato.

Gli occhi iniziano a inumidirsi di lacrime represse.

Il groppo in gola si fa insopportabile.

Deglutisco, cercando di ricacciarlo indietro.

 

- … Sì … - sussurro.

 

Non risponde, sospira.

 

-Cosa devo fare?- chiedo, implorante.

-Non lo so... - risponde lei, sincera.

 

Subito, le lacrime minacciano di cominciare a scendere.

Non devo piangere.

No, non devo...

non voglio... .

 

Kurotsuchi non deve vedermi in questo stato.

Ma come posso impedirlo, se ormai sono sull'orlo di una crisi di pianto?

 

Improvvisamente due gocce d'acqua cadono dal cielo e mi bagnano il viso, solcando le mie gote come lacrime.

 

Pioggia.

 

Nascondendo un sorriso, ringrazio i Kami.

Ottimo tempismo, davvero.

 

-Piove.- mormoro, segretamente sollevata.

 

Ora posso piangere quanto voglio.

Lascio che le lacrime mi solchino il viso, mischiandosi ad una pioggia fine e leggera.

Caldo e freddo insieme.

Una sensazione di umido e bagnato sul viso, ora un po' rosso.

Ma non si vede nulla.

Le lacrime del cielo celano quelle del mio cuore.

 

Kurotsuchi chiude gli occhi e si fa cullare dal suono dell'acqua scrosciante.

Si addormenta.

E' rilassante vederla dormire.

Ora mi sento molto meglio.

Lentamente, la pioggia cessa, in sincronia con le mie emozioni.

Non sono stati i Kami.

Avevo momentaneamente dimenticato di possedere questo tipo di potere.

Ridacchio.

Faccio fatica a controllarlo, perché va a seconda di ciò che provo.

 

Sole per allegria.

Nuvole grigie per malinconia.

Cielo coperto da nuvolette bianche per calma.

Pioggia per tristezza.

Temporale per rabbia.

Nebbia per confusione.

E molte altre.

 

Questo è uno dei motivi per cui devo stare attenta a non sbilanciarmi troppo con le emozioni.

Troppa felicità o troppa rabbia possono avere effetti devastanti sull'ecosistema.

Questa è una delle mie abilità speciali, ce l'ho fin dalla nascita.

Credo sia ereditaria.

Ma non so se sia appartenuta a mio padre o a mia madre.

Non so nemmeno che faccia avessero, i miei genitori.

Non penso di non averli mai visti, solo che non li ricordo.

Per essere precisi, non ho alcun ricordo dei miei primi sei anni di vita.

Per due anni ho vissuto a casa di quelli che, allora, credevo essere i miei genitori.

Non mi hanno mai trattata con affetto.

Per loro sembravo essere solo un peso, qualcosa di cui libersi al più presto.

E l'occasione si è presentata in una giornata di pioggia, quando seduta sotto una tettoia con il viso nascosto in mezzo alle gambe, ho incontrato Deidara.

Quando gli ho detto dei miei “genitori”, lui mi ha proposto di passare la notte da lui, nella magione dello Tsuchikage.

Ho risposto subito di sì.

Non è stato troppo difficile convincere i miei, che acconsentirono con evidente sollievo.

Quando mi ha vista arrivare il capo villaggio mi ha guardato sorpreso.

Spiegata la situazione, mi ha permesso di restare.

Col passare del tempo, poi, ho finito per trasferirmi lì completamente.

Ho conosciuto Kurotsuchi, siamo diventate subito amiche.

Ma la maggior parte del mio tempo la passavo in compagnia di Deidara.

Poi sono cresciuta e mi sono finalmente resa conto che i miei ricordi partivano da momento in cui ho messo piede i casa dei miei “genitori”.

Senza pensarci due volte, ho chiesto loro delle spiegazioni.

Si sono rifiutati di parlarne, e l'unica cosa che mi hanno rivelato è stato il fatto che loro non fossero i miei cosiddetti “mamma e papà”, ma degli amici che erano stati pregati dai miei parenti di prendersi cura di me.

Nonostante i miei sforzi, non sono mai riuscita a scoprire altro.

 

Sospirando pesantemente, chiudo gli occhi e, esausta, mi lascio andare al rassicurante abbraccio dell'incoscienza.

 

***

 

[Foresta delle Illusioni; ore 06:20]

 

Deidara-senpaiiiii... ”

 

Mmm... che succede?

 

Deidara-senpaiiiii... “

 

Sento... una voce orribilmente acuta e terribilmente familiare che mi chiama.

 

 

Oh, finalmente un po' di silenzio!

 

...

 

 

-SENPAIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIIII!-

 

Spalanco gli occhi, terrorizzato, e mi ritrovo un pallone da basket davanti alla faccia.

 

-KIIIIIIIIIIIIIIIIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!-

 

Faccio un salto di almeno tre metri dallo spavento.

 

-Uh uh! Anch'io sono felice di vederla, Deidara-senpai! Perché Tobi is a good boy!-

 

-AAAAAAAAAAAAAAAAARGH! IL MIO PEGGIORE INCUBO SI E' REALIZZATO! NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!- grido, con una faccia all' “Urlo di Munch”.

-Ih ih! Il senpai ha sempre voglia di scherzare, ma io lo so che anche lui è contento di vedermi!- gongola la mia nemesi, mettendosi a saltellare come un deficente.

 

Improvvisamente, un orrendo dubbio si fa strada nella mia mente.

 

-T-Tobi... non sarai mica tu il mio prossimo c-compagno di missione, v-vero?- balbetto, spaventato dalla sola idea.

 

-Ma certo, senpai! Tobi si è offerto volontario apposta per stare vicino a lei!-

 

 

 

- NOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOOO!-

 

 

DALL' AUTRICE:

Ehilà! Come state?

Io benone, scusate se vi ho fatto aspettare!

Ma oggi mi sono messa di impegno e mi sono fatta venire l'ispirazione a forza!

Così ho sfornato il capitolo tutto in una volta sola, scrivendo come una macchinetta!

Il ricordo di Daidara e il pezzo sui sentimenti di Ayame-chan li ho scritti ascolando Lullaby, la colonna sonora che si sente durante i momenti romantici fra Inuyasha e Kagome, dell'anime Inuyasha della Takahashi-sensei.

E comunque... sì, sono così perfida che ho deciso che sarà Tobi il nuovo compagno di Deidi!

Inoltre oggi abbiamo scoperto un po' del passato di Ayame!

Grazie a chi ha recensito lo scorso capitolo!

Mi eclisso!

Kissoli! <3

 

By Noemina2001

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Capitolo 6
*** Dopo quattro anni... ***


Capitolo 5: Dopo quattro anni...

 

 

[Foresta delle Illusioni; ore 07:00]

 

No, vi prego, ditemi che è solo un orrendo incubo!

 

-Ih ih! Che bello! Sono così contento di andare in missione con il Senpai! Beacuse Tobi is a good boy!- esclama la mia nemesi, scoppiando in un'allegra risata.

 

Grrr... Kami!

Quanto lo detesto!

Ma non posso farci niente: lui il Capo mi ha mandato, e lui mi tengo!

Sospiro pesantemente.

 

-Forza, Tobi: è ora di andar... ma... che... che cavolo stai facendo?!-

 

-La bella lavanderina

che lava i fazzoletti

per i poveretti della città!

Fai un salto, - e lì inizia a saltellare -

fanne un altro,

fai una giravolta, - gira come una trottola -

falla un'altra volta!

Guarda in su,

guarda in giù... - esegue tassativamente le parole dell'orrida canzone -

 

Ah, qual'era l'ultima parte?

Ripeto mentalmente a memoria le parole.

Poi ricordo l'ultimo verso.

 

Sbianco.

 

No, impossibile... non lo farà davvero, giusto?!

E' una cavolata, non è possibile che quello lì sia scemo fino a questo punto!

 

- … dai un bacio a chi vuoi tu! <3 - termina con la sua vocetta stridula, poi si volta verso di me.

 

-Senpaiiiiiiii... !- cinguetta, avvicinandosi pericolosamente.

 

Sgrano gli occhi, e divento color lenzuolo.

 

-NO! IO... IO NON TE LO PERMETTERO'! STA LONTANO DA ME, BASTARDO! GUARDA CHE SONO ARMATO! PROVACI E TI FACCIO SALTARE IN ARIA!- grido terrorizzato.

-Ooooooh, suvvia, Senpai! E' solo un bacetto! E poi lo dice la canzone, e quel che dice lei è legge!- dice, facendosi ancora più vicino.

Poi sussulta, e inizia a gridare.

 

-Uuuuuuh! Senpai, un'esplosione! Un'esplosione!-

-Cosa?! Dove?! Dove?!-

-Proprio a 90° alla sua sinistra!-

Io subito mi volto come mi ha detto: grosso errore.

Tempo di girarmi e...

 

SMACK... ! <3

 

-Ih ih! Ecco fatto! Non c'è voluto molto, vero?-

 

Solo qualche secondo dopo, mi rendo conto di quel che è successo.

Una vena comincia a pulsare insistentemente sulla mia fronte, mentre intorno a me inizia a formarsi un'aura omicida.

Dalla mia bocca esce un ringhio.

 

- … Tobi, comincia a scappare... .-

 

Lui non se lo fa ripetere due volte.

 

- … KHIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAH!-

 

***

 

KAAAAAAABOOOOOOOOOOOOOOOOOM!

 

- UUUAAAAAAAAAAAAAAAAH! BUT TOBI IS A GOOD BOYYYYYYY!-

 

Spalanco gli occhi, spaventata, e salto in piedi.

Vedo Kurotsuchi fare lo stesso.

Ci staranno attaccando?!

Sarà... ma io non vedo nessuno qui...

- Che strano... eppure quella era chiaramente un'esplosione, e poi mi è sembrato anche di sentire l'urlo di qualcuno... - fa la mia compagna, pensierosa. - Lo penso anch'io... l'esplosione c'è stata di sicuro, dell'urlo non sono sicura: c'era troppa confusione... .-

-Pensi che sia opera di quei banditi?-

-E' molto probabile, anche perché non credo possano esserci altre persone oltre a noi e loro in questo posto.-

-Sì, però... non so... non sono convinta... -

Sospiro.

-Nemmeno io, a dire il vero... . E' da quando siamo partite che ho una strana sensazione, come se stia per accadere qualcosa... - mormoro, pensosa.

-Be', anche se fosse, che potremmo farci? Noi non prevediamo certo il futuro, e non possiamo essere pronte a tutto. Non credi?-

-Mmm... -

Annuisco col capo.

-Io penso che sia meglio controllare, comunque.- considero poi.

-Sì, hai ragione. Andiamo!-

-Sarà meglio dividerci, però: in questo modo copriremo una zona maggiore.-

-D'accordo! Ci rivediamo qui tra due ore!-

-Bene!-

Detto questo, spicco un salto su un ramo e mi dirigo verso il luogo dove ho sentito

la strana esplosione: ho uno strano presentimento.

E' come una sorta di campanello che cerca di avvertirmi di qualcosa.

Chissà, forse sto andando incontro alla morte, ma, se non lo faccio, non lo saprò mai.

E poi sono un ninja: devo essere pronta a morire per il mio paese.

Avvicinandomi, inizio a sentire delle voci.

 

-Ma come ti è saltato in mente, razza di idiota?!-

-Ma... ma... Toby is a good boy!-

-Che cazzo me ne frega se sei un bravo ragazzo?! Non provarci mai più, demente!-

-Ma... Senpai... -

-TACI!-

 

Ah, sembra che qualcuno stia litigando...

Mi fermo a qualche metro di distanza dai due e, nascosta tra le fronde, inizio a studiarli.

Sono due ragazzi, entrambi alti e magri, credo, sotto le loro cappe nere a nuvole rosse... piuttosto familiari, ma non riesco a ricordare dove ne ho sentito parlare... .

Uno è biondo con gli occhi azzurri, mentre l'altro è moro e una maschera arancione gli copre il volto.

Con un sussulto, mi rendo conto: gli stessi capelli che sembrano tessuti con i raggi del sole, gli stessi occhi color cielo...

No, non può essere...

Che lui sia davvero... ?

Trattengo il respiro.

D'accordo, c'è un solo modo per esserne sicuri: le bocche.

Se sulle sue mani vedrò delle bocche, allora sarà davvero lui.

E per vederle bene, senza rischiare di sbagliare...

 

***

 

-Tobi, idiota, prova a starmi a più di tre metri di distanza e vedrai le stelle... da molto vicino!-

-Sìììììììì! Che bello! Tobi adora le stelle, perché Tobi is a good boy!-

-Ehm... guarda che era una minaccia... -

-Ah, mi scusi, Senpai, Tobi è stato maleducato. Volevo dire: noooooo! La prego, le stelle noooooo! Risparmi Tobi: è un così bravo ragazzo!- esclama il cretino, cadendo in ginocchio.

-Ora va meglio!-

Muhahahahah!

Ora sì che mi sento onnipotente!

 

-Ehi, tu!- mi sento chiamare da dietro.

Mi volto.

Davanti a me, una ragazza dai lunghi capelli viola e gli occhi verdi mi fissa.

Ha un iris tra le ciocche.

-Io?- chiedo, stranito: ma che vuole questa, ora?

-Combatti con me!-

-Eh? Perché?-

-Perché lo dico io!-

 

Cosa cosa cosa?!

Come osa questa mocciosa parlarmi con quel tono?!

-Ehi, bellezza, forse non sai con chi hai a che fare... .- dico, soghignando.

-Chi lo sa? Forse sì, forse no!-

-Ma sentitela! E va bene, ragazzina, se lo desideri tanto, vedrai la vera arte!-

La vedo sussultare.

Be', poco importa: se l'è cercata!

 

***

 

Arte, ha detto.

Possibile che sia davvero lui?

In fondo, sono molto simili, e anche il modo di parlare è lo stesso.

Forse...

 

-Prendi questo, mocciosa!-

 

Non mi dà nemmeno il tempo di formulare il pensiero, mi attacca direttamente, proprio come avrebbe fatto lui.

Mi lancia contro una strana statua bianca, sembra un uccello, ed è enorme.

-Ma cosa... ?- non ho il tempo di dire altro.

 

Una fragorosa esplosione, violentissima, così tanto che non posso fare a meno di essere sbalzata via.

Senza nemmeno rendermene conto, inizio a gridare così forte che credo di perdere la voce.

Dopo qualche secondo, sono in caduta libera da... forse... venti metri di altezza?

Il mio corpo non risponde più.

Di sicuro il contraccolpo mi ha rotto qualche osso.

Come faccio adesso?

Ho gli occhi socchiusi, non riesco a vedere bene su cosa sto precipitando, anche perché sono girata verso il cielo.

Non so nemmeno se riuscirò a sopravvivere all'impatto.

Dalla mia gola non esce più neanche un gemito: l'aria che mi penetra in velocità nei polmoni mi impedisce persino di urlare.

Nonostante ciò, non sto provando paura.

No, in effetti, non sto provando niente.

Le grida sono solo un riflesso involontario.

In questo momento, vorrei accertarmi dell'identità di quel ragazzo dai capelli biondi.

Non sono riuscita a vedere le sue mani in tempo.

So solo che non voglio morire con il dubbio.

Anzi, io non voglio proprio morire!

Non prima di aver salutato tutte le persone che mi hanno aiutata, tutti i miei amici...

Ah, e poi c'è un'altra persona che vorrei salutare, ma non è Deidara-san.

 

-Kaito-kun... - riesco a sussurrare, prima di sentire i rami degli alberi frustarmi la schiena.

Sento i miei abiti, già bruciacchiati dall'esplosione, lacerarsi ulteriormente.

 

Poi... il buio.

 

***

-Deidara-senpai, non pensate di aver esagerato un po'?-

-Tsk... taci, idiota! E' stata lei ha provocarmi!-

 

Anche se non l'ho detto al demente, mi sono alzato in volo con una mia creazione apposta per cercarla.

Non so perché, ma ho la sensazione di conoscere quella ragazza.

I suoi capelli viola sono così familiari... per non parlare dei suoi occhi color dell'erba!

E quell'iris mi ricorda qualcosa... .

 

Sto giusto cercando di capire perché quel fiore mi fosse tanto familiare, quando vedo una persona stesa scompostamente a terra, in un punto indefinito della foresta.

Sembra che Tobi non l'abbia notata.

 

-Ehi, io scendo a dare un'occhiata laggiù, tu torna subito alla radura dove eravamo prima, capito?-

-Signorsì signore! Ehm... Senpai!-

Ignorandolo completamente, salto giù dall'uccello, che subito cambia direzione e torna indietro.

Dopo essere atterrato su uno dei rami più alti, scendo saltando qua e là fra le fronde fino ad arrivare a terra.

Lei è stesa poco lontano da me.

Mi avvicino lentamente e, dopo averla raggiunta, la guardo con attenzione.

Ha gli occhi chiusi e le labbra socchiuse, i capelli sparsi sul terreno ed è girata su un fianco.

Dire che i suoi vestiti sono rovinati sarebbe un eufemismo: del top e della gonna è rimasto ben poco!

Non posso fare a meno di ridacchiare.

Ops!

Colpa del mio piccolo fuoco d'artificio.

Forse ho un po' esagerato?

Mi chino su di lei e la scuoto per le spalle.

-Ehi! Ehi! Sei viva?- chiedo alzando il tono della voce.

Dapprima, lei sembra mugugnare qualcosa, poi socchiude lentamente gli occhi.

Mi guarda con uno sguardo debole e stanco.

Sembra sussultare per un momento, poi sussurra parole in modo così fioco che mi devo avvicinare ulteriormente per sentirla.

 

-Lo sapevo... che eri tu... avevo ragione... - dice, tossendo leggermente.

 

Ma di cosa parla?

La fisso con aria interrogativa.

 

-Ancora... non mi riconosci... Deidara… san?

 

Al che io sussulto.

C'era solo una persona che mi chiamava così, alla Roccia.

Rivolgo uno sguardo al suo copri fronte, che le fa da cintura.

E lì, anche se coperto di fuliggine, si riesce comunque a intravvedere un segno.

 

Iwa.

 

Solo ora, finalmente, capisco.

Non è possibile.

Tutto avrei immaginato, meno che questo.

Non dopo quattro lunghi anni... .

Il mio volto stupito si distende in un sorriso.

 

-Sei davvero l'ultima persona che mi sarei aspettato di incontrare... Ayame-chan... -

 

 

DALL'AUTRICE:

Et voilà!

DeiDei e Aya-chan si sono incontrati!

FINALMENTE, mi viene da dire!

Oh, e a proposito di dire... non ne ho idea!

A pensarci bene, lo spazio autrice è completamente inutile! Sigh! T.T

Vabbuo, pazienza!

Scusate se ho aggiornato solo ora!

Sapete com'è: poca ispirazione + poca voglia + poco tempo = che ho sfornato il capitolo solo ora! -.-

Be', direi che è ora per me di eclissarsi!

Ciao ciao!

Ci vediamo al prossimo capitolo!

 

By Noemina2001

 

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Capitolo 7
*** Rincontrarsi ***


 

Capitolo 6: Rincontrarsi

 

[Foresta delle Illusioni; ore 08:30]

 

-Sei davvero l'ultima persona che mi sarei aspettato di incontrare... Ayame-chan... -

Lei mi sorride.

-La stessa cosa vale per me, Deidara-san.-

Ricambio, ma poi il mio volto si fa duro.

-Perché sei venuta qui? Questo posto è pericoloso, lo sai.-

Lei tossisce un paio di volte.

- ... missione... - mormora lievemente, fa fatica a parlare.

Solo ora, in effetti, mi rendo conto di tutte le ferite presenti sul suo corpo dovute alla mia esplosione, e sono parecchie, senza contare tutte le ossa che deve essersi rotta candendo da un'altezza simile.

Serro i pugni.

Maledizione, Ayame sta provando chissà quali dolori, e tutto perché io non l'ho riconosciuta subito!

Sono stato troppo impulsivo!

-Ayame, mi dispiace. L'esplosione... -

-Prima non eri così gentile... - dice, con un risolino soffocato.

-Ma prima non sapevo chi fossi!- protesto, seccato.

Senza lasciarle il tempo di replicare, la prendo in braccio.

-Uh? D-Deidara-san... ?!- farfuglia lei, e mi sembra quasi di vederla arrossire, sotto lo strato di terra mischiata a sangue secco che ha sul viso.

-Poche storie! Se ti lascio qui, so già che me ne pentirò per il resto dei miei giorni, perciò sta zitta e non osare contraddire quello che faccio!-

-Ma... Kurotsuchi-chan... -

Mi volto a guardarla, incredulo.

-Che?! Non dirmi che il vecchio ti ha mandato in missione con quella pazza!-

-Senti chi parla!- ribatte lei, punta sul vivo.

Non posso fare a meno di sorridere, non è cambiata affatto: anche quando era bambina, non riusciva a sentire delle offese ai suoi amici senza ribattere.

Era, ed è, davvero... come dire? ... tenera... .

 

Eh?

 

Aspetta, tenera?!

Come sarebbe a dire?!

Io, il grande Deidara, che penso alla mia amica d'infanzia come tenera?!

Non esiste!

Che poi... come cavolo l'avevo chiamata qualche minuto fa?

 

-Ehi, bellezza, forse non sai con chi hai a che fare... .-”

 

Bellezza...

Bellezza?

Bellezza?!

 

Ma che cavolo mi è saltato in mente?!

Aaaaah!

Avrà pensato che sono diventato un pervertito donnaiolo!

Che figuraccia!

 

Ma... aspetta, sto parlando come una ragazzina alla sua prima cotta!

No, cioè... STO PARLANDO COME UNA RAGAZZINA ALLA SUA PRIMA COTTA?!

 

-Ehm... Deidara-san, come mai ti stai innervosendo?- chiede Ayame, notando i miei muscoli facciali tendersi notevolmente.

-NON MI STO INNERVOSENDO!- le grido contro, senza pensarci.

Lei mi fissa, perplessa.

-V-Va bene... -

Riprendo a camminare.

-Deidara-san, Kurotsuchi-chan mi sta aspett... -

-Chissene frega.-

-Ma... -

-Ho detto che non ha importanza.-

Lei sospira, poi appoggia la testa sul mio petto.

Non so perché, ma al contatto mi irrigidisco.

Sembra che mi faccia un certo effetto avere Ayame fra le braccia.

La guardo, mentre lei ha chiuso gli occhi, e si sta facendo cullare dalla mia andatura.

-Sei stanca?- le domando, cercando di sembrare distaccato.

-No, in realtà. Sono solo felice.-

La sua frase mi sorprende.

Felice?

Perché dovrebbe essere felice?

Lei riprende.

-Il fatto è che... - la frase viene interrotta da un'altra voce.

 

-SEEEEEEENPAIIIIIII! OH, ECCO COSA STAVATE FACENDO! IH IH, ORA CAPISCO PERCHE' NON AVETE VOLUTO CHE VI ACCOMPAGNASSI!-

 

Alzo la testa solo per vedere quel demente di Tobi fissarci dall'alto del mio C2.

Kami, perché proprio ora?!

-Tsk, sparisci, idiota!-

-EEEEEEH?! SENPAI, PARLI PIU' FORTE! NON RIESCO A SENTIRLA DA QUASSU'!-

-TORNA IMMEDIATAMENTE AL COVO, IDIOTA DI UN TOBI, O GIURO CHE TI FACCIO ESPLODERE!- grido, spazientito.

-KHIAAAAAAAH! NO! LA PREGO, TOBI IS A GOOD BOYYYY!- strilla lui, senza farselo ripetere due volte e sparendo fra le nubi.

Improvvisamente si sente un'altra voce.

 

***

-Waaaaaah! Ayame-chan, finalmente ti ho trovata! Ero davvero preoccupat... ma... che ci fai con uno di Akatsuki?! E perché gli sei in braccio?!-

Improvvisamente, dalle fronde vedo spuntare Kurotsuchi, che mi fissa con aria interrogativa.

Io guardo prima lei, poi Deidara-san, e non posso fare a meno di arrossire: sicuramente ha frainteso la situazione!

-E-Ecco, io... -

-No, non serve spiegare: ho capito perfettamente cosa è successo! Tu, maledetto, volevi rapire Ayame-chan, non è vero?! Ma non ci riuscirai, perché ora ci sono io!-

sbraita lei, puntando il dito contro Deidara-san, che la fissa stranito.

Poi lo guarda meglio.

-Mmm... aspetta un po', la tua brutta (BRUTTA?!:Deidara) faccia non mi è nuova... sono sicura di averti già visto da qualche parte... ma dove?- si domanda Kurotsuchi, puntandosi un dito sulla fronte, cercando di ricordare.

Deidara-san la fissa con gli occhi fuori dalle orbite.

- … ! Sono senza parole... - mormora, battendosi una mano sulla fronte.

Poi si riprende.

-Comunque non avevo alcuna intenzione di rapire la tua cara amica.- dice, poggiandomi a terra, con velata delicatezza.

Nascondo un sorriso.

-Grazie.- gli sussurro.

Lui non risponde, ma sono sicura che mi abbia sentito.

Mi allontano, sotto gli occhi attoniti di Kurotsuchi.

-Ma cosa... ?!-

Io scuoto la testa: non voglio parlarne.

Voltandomi, sto per accennare un saluto, ma delle grida mi bloccano.

Improvvisamente, dal nulla sbucano fuori un numero imprecisato di uomini.

Che cosa sta succedendo?

Quello che sembra il capo si fa avanti.

-Ehi, voi, dateci tutto quello che avete, inclusa la ragazza con i capelli viola, immediatamente!-

 

Ah, capisco: sono solo dei banditi che, oltretutto, vogliono rapirmi.

Poveri idioti... .

Ah, ma aspetta!

Non saranno per caso loro i famosi ladri della statuina?!

-Sì, certo, contaci!- esclama Kurotsuchi, incrociando le braccia.

-Vi conviene sparire, se tenete alla pelle.- interviene Deidara-san, assottigliando gli occhi.

Vedo alcuni banditi sussultare.

-Capo, quello fa parte di Akatsuki! Ha visto la cappa?!-

-Faremmo meglio a lasciar perdere, almeno per questa volta!-

-Hanno ragione, capo: con quelli di Akatsuki non si scherza, e poi abbiamo già preso quello che volevamo, la statuina... -

-Tacete, rammolliti! Prima voglio la ragazza, poi ce ne andremo!-

Poi si rivolge a Deidara-san.

-Ehi, tu, so chi sei, ma non so cosa la tua organizzazione possa farsene di una ragazza tanto carina. Che ne dici di consegnarla a noi? Possiamo pagare qualsiasi cifra.-

 

Che cosa?!

Guardo Deidara-san.

Non mi venderà mica a questi qui, vero?!

 

-Tsk, mi avete preso per Kakuzu? Piantatela, branco di idioti, la ragazza non è in vendita. Piuttosto, cos'è che avete con voi? Ho capito bene? La statuina dorata dello Tsukikage?- chiede, piuttosto interessato.

-Eh eh, esattamente! Il nostro ultimo “acquisto”! Ma non pensare che te la cederemo così facilmente.- sogghigna l'uomo.

 

D'accordo, ora non ne posso più.

-Ah, davvero?-

 

Deidara-san si gira a fissarmi, sorpreso, mentre io guardo i banditi con aria di sfida.

-Taci, ragazzina, con chi credi di avere a che fare?-

-Con degli uomini grandi, grossi e stupidi.- rispondo a tono.

E' ora di mostrare a Deidara-san quanto sono diventata forte in questi anni.

Sono... eccitata!

Alcune nuvolette iniziano a coprire il sole.

Conto i banditi con lo sguardo.

Sono un gruppo abbastanza numeroso.

 

Uno...

 

due...

 

tre...

 

… sono quaranta, in tutto.

 

-Preparatevi a cedermi la statuetta!- esclamo, mettendomi in posizione d'attacco.

 

-Aspetta un momento.- mi ferma Deidara-san.

Io mi volto a guardarlo, sorpresa: non ditemi che vuole partecipare allo scontro!

-Quella stuetta serve a me, perciò, spiacente, ma non posso lasciare che la prenda tu, Ayame-chan!-

Cosa?!

Non ci posso credere!

Ma non ho intenzione di lasciarglia solo perché siamo amici d'infanzia!

A questo punto, non rimane che una cosa da fare.

-Molto bene, Deidara-san, allora questa è una sfida. Chi ne stende di più, vince.-

-Come vuoi tu, preparati a perdere!- mi sorride lui, con aria di scherno.

-Questo lo vedremo! Sei pronto?-

-Ehi, piccoletta! Io sono nato pronto!-

-Bene, allora! Tre... -

 

- … due... -

 

- … uno... -

 

Poi, nello stesso, istante scattiamo entrambi.

 

-SI COMINCIA!-

 

 

 

DALL'AUTRICE:

Lo so! Lo so!

Mi state odiando, vero?

Chiedo venia per il ritardo, ma questo è davvero un brutto periodo per me!

Nel prossimo capitolo, finalmente, scopriremo perché lo Tsukikage aveva tanta paura che la statuetta finisse in mani sbagliate.

Grazie mille a chi recensisce e anche a chi legge silenziosamente!

Al prossimo capitolo!

 

By Noemina2001

 



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Capitolo 8
*** Ayame vs Deidara! & L'(in)utilità della statuetta d'oro ***


Capitolo 7: Ayame vs Deidara! & L'(in)utilità della statuetta d'oro


 

-Bene, allora! Tre... -


 

- … due... -


 

- … uno... -


 

Poi, nello stesso, istante scattiamo entrambi.


 

-SI COMINCIA!-


 

Faccio per slanciarmi in avanti, ma una fitta al torace mi frena.

Cavolo, ma cosa mi è saltato in mente?!

Mi ero momentaneamente dimenticata delle ferite provocate dall'esplosione, sicuramente ho anche un paio di costole rotte.

Sono in netto svantaggio, praticamente ho parso ancora prima di cominciare!

Oh, no!

E adesso cosa faccio?!

Agitata, mi accorgo che Deidara-san ha già steso tre di quei tipi in... tre secondi?!

Mi mordo il labbro, presa dall'ansia: non ce la farò mai, e lui avrà la statuetta!

Ma soprattutto... io avrò perso per l'ennesima volta contro di lui!

No, non posso permetterlo!

Ignorando il dolore, mi slancio in avanti e mi getto in mezzo a due dei banditi, una spaccata in aria e sono fuori gioco.

Sento un dolore lanciante alla parte interna della coscia: perfetto, mi sono anche stirata un muscolo!

Deidara-san, nel frattempo, ha steso il decimo.

Non senza fatica, mi rimetto in piedi e riesco a battere altri quattro uomini.

Ormai sento dolore in ogni singola parte del corpo.

Altri sei uomini per terra a causa di Deidara-san.

E' strano, ma... ormai mi fa così male che non sento nemmeno più dolore.

Almeno, ora che mi sto muovendo velocemente mi sembra che sia così, ma so che, non appena mi fermerò, potrò solamente crollare per terra.

Destri, sinistri... altri dieci uomini fuori combattimento.

Deidara-san ne stende ancora tre.

Ne rimangono cinque.

Mi metto a correre nella loro direzione, con la schiena a pezzi.

Lui mi imita, ed è molto più vicino di me.

No, non posso permetterglielo!

Freno di colpo, e tento il tutto per tutto.

Unisco velocemente le mani per comporre i segni.

-Arte della terra! Barriera di roccia!-

Punto le mani sul terreno e immediatamente questo si solleva, formando un muro invalicabile che va a separare Deidara-san e i cinque banditi.

-Ma che diamine... ?! Ehi, Ayame! Così non vale!- mi grida lui, seccato.

Gli rivolgo un sorriso furbo.

Ovviamente questo non lo fermerà per molto, ma mi darà il tempo di guadagnare terreno e passare in vantaggio!

Riprendo a correre verso i miei obbiettivi, che nel frattempo cercano di darsela a gambe.

Fra di loro c'è il capo.

Ecco, ci sono quasi!

Deidara-san con un'esplosione distrugge la mia barriera...

Io stendo tre dei banditi, e ora siamo pari...

Ancora due.

Ne colpisco uno.

Sto per menare un pugno all'ultimo, quando un sibilo, come di qualcosa che ti passa sopra a tutta velocità, mi frena.


 

Questo basta.


 

Un'ombra enorme, appartenente senza dubbio a qualcosa di gigantesco, mi passa poco sopra la testa.

Poi tutto si fa confuso.

Un dolore improvviso alla nuca, lancinante, mi fa crollare per terra.

Stesa a pancia in giù, con gli occhi serrati a causa del dolore ai muscoli che ha ricominciato a farsi sentire, posso solo udire i rumori di ciò che accade intorno a me.

Sono suoni attutiti dal dolore.


 

Il sibilo di pugno che fende l'aria.

Il rumore sordo che fa colpendo l'obbiettivo.

Il tonfo di qualcosa che cade per terra con la stessa leggerezza di un sacco di patate.


 

E allora capisco l'amara verità: ho perso.

Ho fallito la missione.

Da terra, sollevo lo sguardo e vedo l'immagine sfocata di Deidara-san sovrastarmi, non riesco a vedere la sua espressione.

Poi il dolore del colpo alla nuca e in tutto il corpo prende il sopravvento e tutto diventa nero.

***

[Foresta delle Illusioni; durante la battaglia di Ayame e Deidara]


 

Ayame-chan, resisti!

Per favore, scusami se ti ho lasciato lì a combattere con quell'effeminato e me ne sono andata!

Però voglio almeno provare a cercare aiuto.

Ho visto le tue ferite, ma io non conosco le arti mediche, e non so cosa fare per curarti.

Oh, se solo ci fosse qualcuno qua intorno... !


 

***

[Ritorniamo a Dei e Ayame]


 

Onestamente, mi sento un autentico verme per quello che le ho fatto.

Mi rigiro convulsamente la statuetta fra le mani, senza sapere cosa fare.

Quella cretina di Kuroshitsuchi è sparita, mi chiedo dove sia andata... .

Dato che non c'è, non posso nemmeno lasciare qui Ayame e aspettare che sia curata da quelli del suo villaggio.

Se non ricordo male, Iwa è ad almeno due o tre giorni di cammino da qui.

Mi volto a guardarla.

E' stesa per terra, svenuta, con i capelli sparpagliati ovunque e la schiena che si alza e si abbassa impercettibilmente, a ritmo del suo respiro.

Mi mordo il labbro inferiore, mentre sento i sensi di colpa attorcigliarmi di nuovo lo stomaco.

No, non posso lasciarla qui.

E' contro i miei principi!


 


 

No, cioè... ma io ho davvero dei principi?!

Sono stupito di me stesso!

Va bene, ora non mi resta che una cosa da fare!


 

***

[Pochi minuti dopo]

-Ayame-chaaaaaaan! Eccomi, ho trovato i soccoooooorsiiii!- grido euforica, tornando nella radura dove poco fa la mia amica e l'effeminato stavano combattendo.

-Eh? Ma che cavolo... ?!- faccio, notando che qui non c'è più nemmeno un cane.

-Wof! Wof!-

Mi volto, sorpresa.

Un cagnolino nero sta seduto sulle zampe posteriori e mi fissa.

No, okay, a quanto pare, il cane c'è.

Ma quei due sono spariti!

Oddio, quel bastardo avrà rapito Ayame-chan!

In fondo, lei è così carina che quel pervertito non avrà resistito!


 

-Mi scusi, signorina... ma ha bisogno del mio aiuto sì o no?- dice il vecchietto dietro di me, portandosi dietro il bastone.

D'un tratto, inizia a lamentarsi.

-Aaaah, la mia povera schiena! Sono troppo vecchio per queste gite nella foresta!-

Ho paura che Ayame-chan sia perduta...

***

Mentre il mio C2 sorvola la foresta, mi volto a guardare Ayame, che è ancora svenuta.

Questa volta l'ho fatta grossa.

Il capo mi ammazzerà!

Deglutisco, pensando all'aura di fuoco che lo circonda quando è incazzato nero.

Poi guardo la statuetta al mio fianco.

Be', forse almeno questa lo calmerà un po'... .

Faccio per prenderla in mano.

Il tutto succede in appena tre secondi.

Il mio C2 fa una virata torcibudella.

Io mi sbilancio e finisco per spingere con il dorso della mano l'oggetto.

Quest'ultimo cade.

La mia faccia è tipo quella dell'urlo di Much.


 

- ... NOOOOOOOOOOOOOO!-


 

Dopo pochi secondi...


 


 

KAAAAAAABOOOOOOOOOOOOOOOOOM


 


 

Al contatto con un ramo, non si sa come e non si sa perché, la statuetta esplode.

Il frastuono sveglia Ayame, che si guarda attorno spaventata.

-Che succede?!-

Io mi volto a guardarla.


 

- ... Succede che sono fottuto.-


 

***

[Nello stesso istante; Iwa]


 

Oonoki (nella vasca da bagno): Mmm... forse avrei dovuto dire ad Ayame che, in caso di caduta, la statuetta sarebbe esplosa, dato che non volevo finisse in mani sbagliate... (riflette seriamente) Vabbé, e chissene frega! (torna al suo bagno, leggendo “Il Paradiso della Pomiciata”)


 


 

DALL'AUTRICE:

Lo so, lo so: questo capitolo fa davvero schifo, ma l'ho progettato nella mia testa giuro che sembrava divertente!

Forse perché scritto non rende bene come renderebbe se fosse un anime?

Pazienza...

Comunque, sono davvero dispiaciuta per il ritardo colossale con cui ho pubblicato.
Volevo farlo ieri, ma avevo una connessione di M e non me lo faceva fare! >__<

Il punto è che, almeno secondo me, quando scrivere qualcosa diventa una tortura, è il momento giusto per fare una pausa! ^-^

Così non ho scritto una riga per giorni, in attesa che l'ispirazione tornasse.

Gomen! >.<

Grazie a chi avrà la pazienza di continuare a leggere questa storia!

Bacioni!


 

Loki_Shuu

 

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Capitolo 9
*** Prigioniera? ***


Capitolo 8: Prigioniera?

 

[Covo dell'Akatsuki; ore 08:30 AM]

 

-CHE COSA HAI DETTO?!-

 

-C-Capo... davvero, mi dispiace, ma... -

 

-TACI, INCAPACE! AH, POSSIBILE CHE SIATE TUTTI DEI BUONI A NULLA, QUA DENTRO?!-

 

-Ma... le giuro che l'avevo presa, la statuetta! Poi, però... è caduta ed è esplosa! Lo giuro!-

 

-CREDI DAVVERO CHE SIA COSI' SCEMO?!-

 

-Ehm... sì... - tento, sfoderando il mio miglior sorriso.

 

-DEIDARAAAAAAAAAAAAAAAA!-

 

***

 

-DEIDARAAAAAAAAAAAAAAAA!-

 

Mi tappo le orecchie per l'ennesima volta.

Wow, certo che quell'uomo urla parecchio!

Povero Deidara-san, è tutta colpa mia se ora si trova in questa situazione...

Sono appoggiata alla parete della stanza dove ora si trovano il mio senpai e il capo di Akatsuki, che sta urlando da più di un quarto d'ora.

Dalla stanza arrivano ancora altre urla.

 

-VA BENE, METTIAMO PURE DA PARTE IL FATTO CHE HAI PERSO LA STUATUETTA E FALLITO LA MISSIONE, MA QUELLA RAGAZZA CHI DIAMINE E'?! SI PUO' SAPERE PERCHE' TE LA SEI PORTATA DIETRO?!-

 

Il mio cuore perde un battito.

Kami, stanno parlando di me!

Che cosa mi succederà?

 

Non sento la risposta di Deidara-san, perché parla a voce davvero bassissima.

 

-COOOOOSA?! E DA QUANDO IN QUA NOI CI PREOCCUPIAMO DELLA GENTE CHE FERIAMO?! HAI PRESO IL NOSTRO COVO PER UN OSPEDALE, PER CASO?!-

 

Poi tutto tace per un paio di minuti.

L'uomo non grida più come prima, e non riesco a capire bene cosa dice.

Dopo un po', vedo uscire dalla porta una donna con un origami a forma di rosa tra i capelli che mi lancia uno sguardo.

-Vieni, ti mostro la tua stanza.-

Io la fisso sorpresa.

-Cosa? Vuoi dire che posso rimanere qui?-

-Solo fino alla tua completa guarigione, poi verrai accompagnata al tuo villaggio.-

-Oh, capisco... be', grazie... -

-Seguimi e basta.-

Annuisco e mi avvio con lei lungo un corridoio poco illuminato con una decina di porte.

Lei si ferma davanti ad una in particolare e la apre.

Dentro, vedo un letto, una scrivania e un armadio.

E piuttosto spoglia, a dire il vero.

-Questa è la tua stanza. Ogni giorno, Deidara verrà qui per prendersi cura delle tue ferite e starti vicino. Ricorda che potrebbe entrare in qualunque momento, dato che lui ha la chiave, perciò... be', attenta, quando devi cambiarti i vestiti.-

Al che, io arrossisco.

-Come? Non potresti aiutarmi tu con le ferite?-

-Mi spiace, ma è stato Deidara a portarti qui, perciò sarà lui a prendersi cura di te, che tu lo voglia o no. E' la condizione che ha posto lui stesso per convincere Pain a farti rimanere.- spiega lei.

-Ho capito... - borbotto, ancora rossa.

L'idea che sia il senpai a curarmi... mi agita terribilmente!

Ma perché poi?!

-Comunque... - aggiunge la ragazza - … visto che saremo coinquiline per un po', credo sia il caso di presentarsi: io mi chiamo Konan.-

Mi porge una mano pallida, le cui dita lunghe e delicate terminano con delle unghie curate dipinte di un arancione cangiante.

-Oh, ehm... io sono Ayame... - farfuglio incerta, stringendogliela.

-Piacere, Ayame. Ora, vorrei che rimanessi qui ad aspettare Deidara, non dovrebbe metterci ancora molto.-

Annuisco sorridendo.

Lei, per la prima volta, ricambia il mio sorriso.

-Mi raccomando, ti aspetto a colazione, così conoscerai tutti gli altri dell'organizzazione.-

-Ma certo! Allora a dopo!-

Lei si volta e sparisce lungo il corridoio.

Io entro nella stanza, richiudendomi la porta alle spalle.

Tiro un grosso sospiro e mi siedo sul letto.

Cavolo, quante cose sono successe, in così poche ore...

Ho rivisto il senpai, l'ho sfidato, ho fallito la mia missione, la statuetta è esplosa, ed infine io mi ritrovo nel covo dell'Akatsuki.

Mi dirigo verso la piccola finestra, da cui entra la poca luce che illumina la stanza.

Qui, ripenso a poche ore fa, quando ero in viaggio con Deidara-san.

 

 

Dopo l'esplosione, Deidara-san e io eravamo rimasti in silenzio per un po', apparentemente ognuno pensava ai fatti suoi.

Ma non era così, almeno non per me.

Io ero agitata e confusa, non riuscivo a realizzare di essere davvero con il mio senpai.

La persona che mi aveva aiutato.

La persona che poi mi aveva abbandonato.

Mi sembrava così strano, così impossibile...

Quante notti passate a singhiozzare?

Tante.

Quanta tristezza?

Tanta.

Allora mi giravo e lo guardavo di nascosto mentre aveva la testa fra le nuvole, pensando a chissà cosa.

E il mio cuore batteva un po' più forte.

D'improvviso, lui si è schiarito la voce.

-Ehm... Ayame, ora non ti spaventare, ma... -

Nel parlare, si è voltato verso di me, mentre io ho inclinato un po' la testa, prestandogli tutta la mia attenzione.

Lui ha continuato.

- … Ora sono costretto a portarti in un posto... -

-E' il covo di Akatsuki, non è vero?- ho chiesto, precedendolo.

Deidara-san mi ha rivolto un'occhiata sorpresa, stupito dal mio tono tranquillo.

Io però non rispondo più e torno a fissare il cielo e il panorama che si vedono da quassù, sulla creazione del senpai.

E' tutto così bello... si vedono foreste e campi desolati, talvolta anche piccoli villaggi.

L'aria mi fa ondeggiare un po' i capelli.

Il mio iris è volato via già da un pezzo.

Be', pazienza...

Durante il resto del viaggio, nessuno di noi due ha spiccicato parola.”

 

Sospiro pesantemente.

Tutto quello che mi sta succedendo è semplicemente assurdo.

Ma perché proprio a me?!

Ora che finalmente stavo tentando di riprendermi dall'abbandono di Deidara-san...

Ora che stavo iniziando a provare qualcosa per Kaito-san...

 

Già, Kaito-san...

 

E' stato lui a sostenermi, in questi quattro anni.

Mi ha consolata, mi ha voluto bene come una sorellina.

E poi... pochi giorni fa...

 

-Ayame-chan, non dimenticare mai... che sono innamorato di te.-

L'ho guardato attonita.

Mi ci è voluto qualche secondo per realizzare le sue parole.

Kaito-san mi amava.

E io sono rimasta lì, a fissarlo, come un'idiota.

-Comunque... - ha ripreso lui, schiarendosi la voce – non importa se per il momento non mi ricambi, Ayame-chan. Capisco i tuoi sentimenti per... quella persona. Io posso aspettare, davvero. In ogni caso, sappi che ci sarò sempre per te.-

-K-Kaito-san, io... -”

 

Ho rifiutato i suoi sentimenti, quella volta.

Ma lui mi ha sorriso dicendo che avrebbe comunque continuato ad amarmi, che non avrebbe mai smesso di farlo, perché per lui ero unica.

Mi stringo una mano al petto, mentre il cuore inizia a velocizzare i battiti.

Devo rilassarmi.

Ora non è il momento di pensare a lui.

Ho un problema più urgente di cui occuparmi.

Sono stata trascinata nel covo dell'organizzazione criminale più pericolosa che esista, e sono anche ferita.

In pratica, sono... una prigioniera?

Kurotsuchi avrà già avvertito lo Tsuchikage che mi trovo qui?

Improbabile, visto che ci vogliono almeno tre o quattro giorni di viaggio per arrivare a Iwa dalla Foresta delle Illusioni.

E poi, una volta che lo sapranno, che cosa succederà?

Mi cercheranno?

Verranno a salvarmi?

 

 

-Cosa? Vuoi dire che posso rimanere qui?-

-Solo fino alla tua completa guarigione, poi verrai accompagnata al tuo villaggio.-

-Oh, capisco... be', grazie... -”

 

Uhm... forse, dopotutto, non ho poi tanto bisogno di essere salvata...

Konan ha detto che dopo la mia guarigione mi riporteranno al villaggio, ma sarà vero?

Dovrei fidarmi di un'organizzazione criminale?

Però... Deidara-san mi direbbe una bugia?

Mi è sembrato così gentile quando ci siamo rivisti, non può volermi mentire!

Almeno è quello che spero...

 

Sono persa nei miei pensieri, quando sento la porta aprirsi.

Deidara-san mi rivolge un'occhiata nervosa.

-Ciao... -

Restituisco lo sguardo, timida.

-Ciao... -

Lui accenna un sorriso.

-Be', credo sia il caso di medicare le tue ferite.-

Non rispondo, mi limito a rimanere immobile, mentre il senpai prende la garza, una pomata e dei cerotti.

Per quasi mezz'ora, mi disinfetta le ferite e mi riempie di bende.

Mi fascia la schiena, un braccio e una caviglia, mentre mi attacca un cerotto sulla guancia e sui vari tagli che ho addosso.

Tutto questo in un assoluto silenzio, rotto solo dai miei piccoli gemiti di dolore occasionali.

E' così imbarazzante... ma la pomata brucia, accidenti!

Alla fine, Deidara-san posa le bende e si asciuga il sudore dalla fronte.

-Spero di non averti fatto troppo male, Ayame.- mormora, incerto.

-No, no... sto bene, davvero.- rispondo piano, mentre le mie guance diventano ancora più rosse.

Dopo un po' di tempo passato in silenzio, lui decide di rompere il ghiaccio.

-Immagino che avremo molte cose da raccontarci, Ayame... -

-Lo credo anch'io, senpai.-

-Bene, allora... che cosa hai fatto durante tutto questo tempo?- mi domanda, gentile.

Sto per rispondere, quando vengo interrotta da un rumore molto conosciuto.

 

Groarr!”

 

Avvampo immediatamente, ponendomi una mano sullo stomaco, mentre il senpai scoppia in una sonora risata.

-Hai ragione, scusa! Direi che è ora di farti mangiare qualcosa! Parleremo dopo di cosa ci è successo.-

Poi si alza e mi fa cenno di imitarlo.

-Vieni, andiamo a fare colazione! E poi... credo sia il caso di presentarti gli altri. Ti chiedo solo una cosa: per favore, non spaventarti!- dice, ridendo.

 

La sua risata... oh, quanto mi è mancata...

 

Lo seguo fuori dalla mia stanza, e tiro un grosso sospiro.

E' arrivato il momento di vedere chi saranno i miei coinquilini.

Ma... che cosa intedeva esattamente il senpai, quando mi ha chiesto di non spaventarmi?

Devo preoccuparmi?

 

 

DALL' AUTRICE:

Lo so, sono in ritardo, perdono! >.<

*si nasconde per evitare i pomodori, i pesci e lattine*

Ma almeno ho postato prima dell'inizio della scuola (ç.ç), siete felici? :D

Ora vi spiego: il problema è che in questo periodo mi sono iscritta a Wattpad, e ovviamente ho avuto la brillante idea di pubblicare una storia pure lì.

Fantastico, ma che genialate che ho, vero? -.-

Ecco spiegato perché in questo periodo mi sono concentrata più su quella storia che sulle altre.

Scusateeeee! T-T

Comunque, ecco finalmente spiegato chi è Kaito!

La nostra Ayame ha uno spasimante, eh? ;)

Vi aspetto al prossimo capitolo! ^^

 

Loki_Shuu

 

P.S.: La mia storia su Wattpad riguarda Jeff the Killer (creepypasta). Per chi fosse interessato, mi chiamo Loki_Shuu anche lì! ^^

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