A metà tra finzione e realtà

di Red_and_blue96
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** Incidenti di percorso ***
Capitolo 3: *** Il realizzatore di sogni ***
Capitolo 4: *** La prima prova ***
Capitolo 5: *** Verona è qui ***
Capitolo 6: *** Ma per due re, posto non c'è. Così combattono anche tra sè ***
Capitolo 7: *** Incomprensioni, scelte e...sorprese! ***
Capitolo 8: *** Buona la prima! ***
Capitolo 9: *** Come il mare, qui dentro il cuore ***
Capitolo 10: *** Tournée sto arrivando! ***
Capitolo 11: *** Lucchetti e lacrime ***
Capitolo 12: *** Eravamo il nostro male ma anche il nostro bene ***
Capitolo 13: *** Temo che l’assedio al cuore suo consumi invano il mio ***
Capitolo 14: *** Ritorno all'origine ***
Capitolo 15: *** Vacanze ***
Capitolo 16: *** Un Della Scala tra i Capuleti ***
Capitolo 17: *** Io tornerò qui per te ***
Capitolo 18: *** Nuovo Romeo e nuovo Davide ***
Capitolo 19: *** Promesse e ricatti ***
Capitolo 20: *** E guerra sia ***
Capitolo 21: *** Il mio miglior nemico ***
Capitolo 22: *** La "Festa delle feste" ***
Capitolo 23: *** Sarà difficile... ***
Capitolo 24: *** Somiglianze ingannevoli ***
Capitolo 25: *** Fino alla tappa di Verona ***
Capitolo 26: *** Quella notte ***
Capitolo 27: *** Romeo e Giulietta...ops! Davide e Martina ***



Capitolo 1
*** Prologo ***






Il sipario cala sulla scena, dietro di esso riesco a percepire gli applausi e le urla eccitate del pubblico, del MIO pubblico! Un’emozione mi trapassa il cuore e raggiunge i miei occhi, trasformandosi in una lacrima che mi riga la guancia destra… Il sipario si riapre scoprendomi alle centinaia di persone che affollano il teatro…si alzano…urlano il mio nome…non so come ringraziarli…ma a un tratto un rumore fastidioso si fa spazio nella mia testa: quella stramaledetta sveglia impostata la sera prima inizia a disturbare il mio meraviglioso sogno! Quanto vorrei sbatterla al muro, ma conoscendomi prima o poi lo farò…Apro lentamente gli occhi, spengo la sveglia ancora assonnata e stacco il cellulare dal caricabatteria per poi dirigermi in bagno.
Mi presento: sono Martina, 18 anni e vivo in un piccolo paesino sperduto della meravigliosa Calabria, frequento l’ ultimo anno di liceo scienze umane…ma il mio sogno è quello di prendere parte ai più famosi spettacoli teatrali, per ora mi accontento degli spettacoli organizzati dalla parrocchia, dove ormai ho un posto fisso tra i personaggi! Questa mattina non sarà molto dura a scuola, abbiamo lezione fino alle 10:00 poi ci recheremo nel teatro del paese a guardare uno spettacolo organizzato dall’altra scuola, la cosa interessante di tutto questo è la scritta in basso a destra che si trova sul manifesto dello spettacolo: “…al termine incontro con l’ospite a sorpresa!” La domanda sorge spontanea: chi sarà mai?
Mentre penso a tutte queste cose, mi sono già preparata e  mi faccio accompagnare a scuola dove mi aspettano le solite tre rampe di scale che mi accompagnano dal primo giorno che ho messo piede in questo liceo. Entrata in classe, sistemo lo zaino e inizio a parlare con la mia migliore amica Gioia dello spettacolo che ci attende: “Buongiorno Gioia della mia vita! Ansiosa per lo spettacolo e per la sorpresa finale???” “Buongiorno! Direi abbastanza…specie per la sorpresa! Spero sia un ragazzo che per bellezza farebbe invidia alle migliori statue greche!”, sempre la solita! La giornata vola e si fanno le 10:00…siamo già seduti sulle poltroncine delle prime file, lo spettacolo inizia…
Al termine, gli applausi fanno capire il grande successo che ha riscosso tra gli alunni! Nel mentre sale sul palco il direttore dell’istituto: “ Cari ragazzi sono entusiasta del fatto che vi sia piaciuto, ma adesso vi attende la sorpresa che, di sicuro, sarà ancora più gradita…facciamo un applauso a Luca Giacomelli Ferrarini!”. Tempo di finire la frase e sul palco appare un ragazzo biondo con i capelli ricci, occhi color miele e un filo di barba, vestito in modo elegante ma  non troppo… Io e Gioia ci guardiamo con la bocca spalancata, aveva proprio ragione: la bellezza di questo ragazzo farebbe invidia anche a Mr. Universo!
“ Ma è Luca, il Mercuzio del musical Romeo & Giulietta- Ama e cambia il mondo, figlio d’arte poichè figlio della famosissima Alida Ferrar…” da esperta in materia e presa dall’emozione, inizio a parlare a raffica e mi accorgo che Gioia mi guarda ridendo come una pazza! Capisco la situazione imbarazzante e mi zittisco immediatamente…
Il direttore riprende la parola: “Luca si trova qui per raccontarci della sua passione per il teatro e per il musical, e anche per invitare tutte le ragazze a sostenere un provino per sostituire l’infortunata Giulia Luzi, sua collega e interprete di Giulietta nel musical Romeo & Giulietta- Ama e cambia il mondo, di cui egli stesso fa parte!”
NON.POSSO.CREDERCI. Ho l’occasione di dare sfogo alla mia passione…sento che è la mia volta, sento che ho la possibilità di dimostrare a tutti ciò di cui sono capace…Luca inizia a raccontare la sua storia ma il mio pensiero va al provino e all’immensa voglia di buttarmi in questa nuova avventura, vicina alla realtà dei sogni ma non ancora a quella dei fatti.
 

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Capitolo 2
*** Incidenti di percorso ***






Luca era stato chiaro: tutte coloro che avrebbero voluto fare il provino si sarebbero dovute presentare il 2 ottobre a Roma presso il Gran Teatro. L’unica cosa che dovevo fare era parlare con i miei genitori e convincerli a farmi partecipare. Non sarebbe stato per niente facile, i miei genitori sono molto scettici su questo genere di cose e sognano un mio futuro ben diverso da  quello che sogno io, ma tentar non nuoce…Mi dirigo in cucina dove mia madre prepara la cena e mio padre sta guardando la tv. Chiamo entrambi e l’invito a sedersi perché gli devo parlare. “Mamma papà, oggi mi si è presentata una grande occasione per realizzare il mio sogno, sapete che fin da piccola la mia unica passione è stata il teatro e il 2 ottobre ho la possibilità di diventare Giulietta grazie al musical Romeo & Giulietta- Ama e cambia il mondo…per favore portatemi a Roma!!!”- dissi con tono calmo e convinto-“ Ci tengo tantissimo a fare il provino…so bene quello che avete sognato per me ma io voglio provare a realizzare questo mio sogno…provare non costa nulla, vero papà?”. Mi rivolsi a lui poiché mi ha sempre ripetuto questa frase, in qualsiasi situazione mi ha sempre incoraggiata a provare. I miei si guardarono per un tempo che mi sembro eterno, infine mio padre aprì bocca e disse “Se ti fa felice…”. Non credevo alle mie orecchie e dissi a mio padre se poteva ripetere, lui si mise a ridere e disse “Se fa felice te fa felice anche noi, sei l’unica figlia che abbiamo e non desideriamo altro che vederti felice!”. Mia madre annuì alle parole del marito. Mi alzai di scatto e corsi dall’altra parte del tavolo per abbracciarli con le lacrime agli occhi.
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1 ottobre 2014
Esco dal portone di casa con l’ultimo borsone da caricare in auto, mio padre mi accompagnerà a Roma, dove alloggeremo dai miei zii. Con me verrà anche Gioia, era talmente contenta per me che ho deciso di portarla in veste di porta-fortuna! A proposito, prendo il cellulare per avvisarla con un messaggio che sto andando a prenderla…Arrivati all’aeroporto, facciamo tutte le procedure per l’imbarco. Una volta sull’aereo, metto le cuffie per ascoltare per l’ennesima volta il brano “ Ama e cambia il mondo”, è quello che preferisco in assoluto…ma la canzone non arriva nemmeno a metà che cado in un sonno profondo.
Sento una mano toccarmi il braccio e piano apro gli occhi, “Ehi dormigliona, siamo arrivati!”- disse Gioia- “Oh mio Dio non ci credo…”- le rispondo spalancando occhi e bocca. Scendiamo dall’aereo e subito noto mio zio che è venuto a prenderci, ci salutiamo velocemente e entriamo nella sua macchina. Arrivati a casa sua, sistemiamo le nostre cose, ma né io né Gioia abbiamo voglia di rilassarci, siamo così eccitate che in meno di un’ora abbiamo entrambe fatto la doccia e siamo già pronte per uscire alla scoperta di Roma e dei suoi antichi tesori!
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Roma è indescrivibile: c’è tranquillità nell’aria e la giornata soleggiata appena passata ci sta regalando un magnifico tramonto. Arrivati nel centro della città eterna ci fiondiamo alla ricerca del Colosseo, scattiamo più o meno 30 selfie per poi postare i più belli su Facebook e Instagram. Passeggiando per il corso, sento il mio stomaco brontolare: non avevo toccato cibo per tutto il viaggio e arrivata a casa sono subito uscita. Così, io e Gioia                                                                       entriamo in un bar per prendere un gelato… Gioia è rimasta indietro per sistemare il portafogli in borsa allora mi giro per darle una mano, sto per uscire dalla porta quando mi scontro con qualcuno, rovesciando il mio cono sulla sua maglia! Alzo gli occhi e allo stesso tempo vorrei sprofondare per la vergogna: nonostante indossi occhiali da sole e cappello riconosco il ragazzo che si nasconde sotto di essi. Davide Merlini, spalanca la bocca guardando la sua t-shirt macchiata di gelato alla nocciola… alza lo sguardo su di me, io sono completamente paralizzata e non riesco nemmeno a dire un semplice “Scusa”.
Notando il mio imbarazzo, Davide prese la parola: “Tranquilla non è successo nulla, è solo una macchia, a questa ci pensa la lavatrice!”- sfodera così un sorriso perfetto che finisce con una risatina. Finalmente mi sblocco e rispondo “No, cioè, si…insomma…ti chiedo ugualmente scusa…”. Finisco di parlare e ancora sotto shock mi sposto da dove mi trovavo per continuare a passeggiare, o meglio, quella che doveva essere una passeggiata è diventata una maratona olimpionica per allontanarmi il più possibile da lui. Gioia è sconvolta quasi quanto me, quando si riprende mi dice “Bel modo di conoscere il tuo futuro collega…”, ridendo a squarciagola pensando alla pessima figura che ho fatto poco prima. “ Ma stai zitta!” le rispondo infastidita più per quello che è successo che per quello che mi ha detto.

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Capitolo 3
*** Il realizzatore di sogni ***


Spazio Autrice
Salve ragazze, non ho scritto prima perché volevo vedere se la storia era seguita e specialmente gradita. Questa è la mia prima ff in assoluto! Sono terribilmente ansiosa di sapere se vi piace perciò date il via libera ai vostri pensieri e recensite! Un saluto e un bacio!!!
 
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Sono appena rientrata a casa, questa giornata è finalmente terminata, troppe emozioni forti tutte in una volta non fanno per niente bene! Prima il volo, poi Roma, il Colosseo…e lui. Non avrei mai pensato di incontrarlo subito e di certo non avrei mai pensato di incontrarlo in quel modo (imbarazzante a mio avviso). Ma non pensiamoci, devo cercare di rilassarmi e riposare per domani. Voglio essere determinata al massimo, devo dare il massimo, devo conquistarli! Quella parte sta diventando una questione vitale, come se solo avendola io potrei continuare a vivere…non capisco bene perché io ne sia ossessionata o perché  mi venga così naturale comprendere le vicende narrate nel musical, qualsiasi elemento si celi nella battuta più superflua, io riesco a coglierlo e a dargli un mio significato. Sono sotto le coperte e penso e ripenso a quel musical, chiudo gli occhi per cercare di dormire ma vedo solo scene tratte da esso: la coreografia di Verona, i Re del mondo, La felicità nell’amore e così via…Mi rassegno al fatto che dovrò essere cullata da questi pensieri e dopo un po’ mi addormento.
La sveglia suona per l’ennesima volta sul comodino, ma questa volta posso affermare di non aver mai sentito un suono più bello di questo! Mi alzo dal letto e velocemente faccio colazione e mi preparo: ho scelto di mettere un vestitino blu con la gonna ampia che arriva a metà coscia, ai piedi stivaletti neri e di sopra una giacca di pelle dello stesso colore degli stivaletti. Ho lasciato i capelli ricci e castani liberi con solo una forcina a tenermi il ciuffo, quando devo fare qualcosa, odio terribilmente avere i capelli davanti agli occhi! Ho truccato gli occhi con un filo di matita nera e mascara e ho messo un po’ di blush rosa scuro. Sono pronta…Dio sono le 8:30, sono in gran ritardo! Ma come è possibile, non me lo spiego proprio…Trascino mio padre e Gioia in auto e subito partiamo per raggiungere il Gran Teatro. Dopo più di mezz’ora non siamo ancora arrivati a destinazione e il panico e l’ansia si fanno spazio dentro me:
“Papi ma ci vuole molto? Forse ci siamo persi…” dico a voce bassa.
“No siamo quasi arrivati, stai calma.” risponde.
 “Stai calma”. Come se fosse semplice! L’ occasione più importante della mia vita e sono in ritardo di un’ ora, per di più questo Gran Teatro sembra essersi nascosto ai nostri occhi…Gioia, seduta dietro di me, mi accarezza la spalla per rassicurarmi. Alzo gli occhi e subito lo vedo: il Gran Teatro è proprio difronte a noi! Papà parcheggia l’auto e io e Gioia siamo già all’entrata, attraversiamo tutto il corridoio correndo, solo dopo qualche passo mi rendo conto di come esso sia stranamente vuoto, forse è davvero troppo tardi… In fondo al corridoio c’è la porta che collega il corridoio al teatro e di fronte a essa una signorina che poteva avere poco più di 25 anni. Mi avvicino a lei:
“Salve sono qui per il provino...” inizio a dire.
“Spiacente ma i provini sono terminati 5 minuti fa, mi dispiace”  mi interrompe prontamente.
“Ma la prego sono solo 5 minuti! Non sono del posto e ci ho messo un po’ a raggiungere il teatro, mi faccia passare per favore!” le dico con tono di supplica, ma sembra non voler sentire ragioni.
Inizio a discutere con lei e ad ogni frase che dico il mio tono di voce si alza… Nel frattempo in teatro, una ragazza bionda si sta presentando a Giuliano Peparini e al resto del gruppo, ma si sentono delle voci provenire da fuori e disturbare il provino della ragazza. Giuliano si volta verso la porta e chiede a Davide, che si trovava seduto dietro di lui, di andare a controllare cosa stesse succedendo là fuori. Davide si alzò con fare annoiato e si diresse verso la porta…
Gioia aveva iniziato anche lei a prendere parte alla discussione tra me e la signorina, quando vedo aprire la porta: oddio! L’ennesima figura del cavolo con lui… Davide guarda tutte e tre velocemente e si rivolge alla signorina:
“Giuliano chiede di fare silenzio perché le vostre urla si sentono fino al palco…ehi ma tu sei la ragazza del gelato!”.
Ok, voglio morire…si è ricordato di me e della mia figuraccia…ah che giornata perfetta!
“Si sono io…”ammetto un po’ imbarazzata…
“Cosa ci fai qui?” dice lui.
“Sono venuta per il provino…ma a quanto pare è troppo tardi…” mi volto e sto per andarmene, quando sento una forza opposta alla mia che mi trattiene…La mano di Davide mi circonda il braccio. Lo guardo interrogativa e lui mi risponde con un occhiolino. Potrei morire all’istante se lo rifacesse ma le circostanze non mi permettono di fare scenate simili…Mi trascina dentro il teatro sotto lo sguardo incredulo della signorina che stava alla porta e quello divertito di Gioia, che vedo incrociare le dita per me. Davide aspettò che la ragazza finisse la canzone e poi mi portò di fronte a Giuliano, Clemente e David Zard che lo fissavano confusi e curiosi.
“Questa ragazza è qui per il provino e credo che ascoltarne una in più non faccia la differenza.” Affermò sicuro di sé Davide.
Giuliano e David si guardarono e il primo prese la parola:
“Oh…Va bene Davide…tu ti chiami?” disse rivolgendosi a me.
“Salve sono Martina e ho 18 anni…” dissi io cercando di farmi coraggio.
David mi indicò il palco, mentre salivo la piccola scaletta, Davide si sistemò al suo posto pronto ad ascoltarmi.
“Ho preparato il brano “Ama e cambia il mondo” ” continuai a dire mentre raggiungevo il centro del palco e il microfono. Mi sistemai e iniziò la base con sopra incisa solo la voce di Davide, faceva uno strano effetto vederlo immobile e sentire la sua voce uscire dalle casse. La mia prima strofa arrivò e io chiusi gli occhi per concentrarmi ed eseguire tutta la canzone al meglio.  Intorno a me non c’era più il teatro, ogni cosa era svanita, c’era solo il buio e io al centro di esso, cercai di immedesimarmi in Giulietta e di stare recitando i voti del matrimonio con Romeo, che è la scena della canzone che stavo cantando. Alla fine della canzone, Giuliano si alzò squadrandomi dalla testa ai piedi e finalmente esclamò:
“Presto! Avvisate tutti i teatri dove faremo gli spettacoli e confermate le date!... Complimenti Martina! Sei tu la nostra Giulietta!”
No, non era il sogno di ogni notte, questa era la realtà, avevo conquistato il ruolo tanto desiderato, inaspettatamente le lacrime mi rigarono il volto per la felicità e ancora più inaspettata fu la reazione del cast, che subito salì sul palco per abbracciarmi e congratularsi con me. Capì in quel momento che grande famiglia fosse quella, una famiglia di cui anche io avrei fatto parte con immenso piacere…Lentamente, per via delle stampelle, anche Giulia Luzi venne a congratularsi con me, incoraggiandomi a dare sempre il meglio. Giuliano mi diede un foglio con gli orari e i giorni delle prove e con i vari recapiti telefonici. “Martina” disse “mi raccomando sii puntuale ad ogni incontro, presto ti chiamerò per aggiornarti sul da fare”.
“Certo Giuliano, non ti deluderò!” esclamai ancora in preda alla felicità…
In un angolo del palco se ne stava Davide, mi fissava e aveva un mezzo sorriso stampato in faccia, come se volesse dire che il merito era il suo, accidenti lo era davvero…mi staccai dal gruppo per raggiungerlo.
“Non so come ringraziarti, è solo merito tuo se sto realizzando il mio sogno.” dissi.
“Non devi ringraziare me, ma la tua stupenda voce. Hai fatto emozionare tutti qui dentro. Io ho ancora la pelle d’oca!” cercò di sdrammatizzare Davide.
Salutai il cast e mi diressi da Gioia, che era entrata per vedere il provino. Le saltai addosso e lei mi riempì di baci: sembravamo due bambine che non si vedevano da un’eternità! Presto raggiunsi anche mio padre per dargli la notizia. Immediatamente chiamò mio zio, voleva al più presto trovarmi un appartamento per sistemarmi nel periodo delle prove, non potevo stare per tutto il tempo da mio zio! Arrivata a casa chiamai mia mamma, che mi riempì di parole dolci e di raccomandazioni: l’idea di stare lontano da casa non le piaceva neanche un po’ ma non si poteva fare nulla. Finalmente mi sentì completa, il vuoto che c’era dentro me era stato colmato da questo grande evento, sapevo già quello che mi aspettava, stress, ansia, stanchezza, ma non mi importava nulla, erano tutti sacrifici che ero disposta a fare pur di realizzare il mio sogno.

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Capitolo 4
*** La prima prova ***






Per festeggiare la notizia, mio padre, aiutato dai miei zii, organizzò una serata in una pizzeria di Roma centro. Gioia era completamente euforica e insistette nel prepararmi perché diceva che mi sarei dovuta abituare ad avere addosso le mani della make-up artist e della parrucchiera che preparavano gli attori del musical! Con aria da esperta, iniziò ad applicarmi l’ombretto rosa pesca, in tinta con l’abito che avevo precedentemente scelto per la serata; non era troppo elegante: era un vestitino corto fino metà coscia, con le maniche che arrivavano a metà braccio e un’ampia scollatura che andava da una spalla all’altra, la parte superiore era decorata con qualche strass e paillettes mentre la gonna, leggermente ampia, cadeva liscia e riprendeva i decori del corpetto. Gioia finì di prepararmi e con la mia famiglia ci dirigemmo in pizzeria.
La serata passò in fretta e la notte arrivò con la velocità di un battito di ciglia. Sapevo che l’indomani mi sarei dovuto svegliare presto per andare a vedere la casa che mio padre mi aveva comprato, poi sarei dovuta andare a fare la spesa per riempire il frigo e la dispensa, non avrei comprato molto perché di li a poco sarebbero iniziate le prove quindi avrei mangiato alla mensa. Mentre pensavo alla giornata di domani, lo schermò del mio telefono si illuminò facendo luce in tutta la stanza. Lo presi per vedere chi fosse: era un messaggio di Luca Giacomelli Ferrarini! Non riuscivo a spiegarmi come avesse fatto ad avere il mio numero. Il messaggio diceva: “Sono Luca Giacomelli Ferrarini…Finalmente mi sono ricordato dove è che ti ho vista! Era da tutto il giorno che ci ragionavo su… complimenti collega, sei riuscita ad emozionarmi… ci si vede presto! ;)”. Si era ricordato di me, dopo tutte le ragazze viste durante gli incontri organizzati dalle varie scuole italiane si era ricordato di me, una ragazza come tante… La cosa mi colpì parecchio e con questo pensiero mi addormentai per la stanchezza della giornata appena trascorsa.
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Una settimana dopo…
Oggi è il primo giorno di prove e io sono emozionatissima! Il borsone era pronto già dalla sera prima e la macchina aspettava solo me per partire. Arrivati alla scuola scelta per provare, salutai mio padre e Gioia ed entrai sospirando per darmi la carica. Nella grande palestra c’erano già Davide, Luca, Riccardo e i ballerini che provavano “I re del mondo”, di fronte a loro, dall’altra parte della palestra, c’era il resto del cast e Giuliano con la sorella, che era la coreografa, che seguiva ogni passo dei ragazzi. Una volta finita la canzone, avanzai verso Giuliano e lo salutai con un abbraccio.
“Ecco la nostra new entry! Forza vai nella seconda aula a destra, li ti aspettano le sarte per misurare il vestito che indossava in scena Giulia” disse sorridendo. Subito corsi nel corridoio e trovai l’aula indicatami prima. Entrai salutando le sarte e subito misurai i vestiti di scena: mi sentivo una principessa con addosso quei veli e quelle stoffe pregiate! Fortunatamente, i vestiti andavano bene poiché erano larghi, solo quello della scena del ballo andava allargato in vita. Tornai in palestra e Giuliano mi diede il copione aprendolo alla pagina dove c’era la mia prima entrata in scena: il duetto con Davide con la canzone “Quando”.
“Giuliano la canzone la so a memoria, per ora il copione non mi serve…”dissi rivolta a lui. Seguendo le sue indicazioni mi sistemai sulla panca, alla mia destra, poco più in là, Davide mi sorrise. La base partì e iniziammo a cantare, quando ci fu la parte dove mi sarei dovuta appoggiare alla parete che ci separava, Giuliano suggerì di appoggiarmi alla schiena di Davide per facilitarmi la scena. Invece di facilitarla me la rese più difficile perché ero imbarazzata, ma pensai che prima o poi avrei dovuto iniziare a prendermi di confidenza con il mio partner di scena. Così accarezzai la schiena di Davide e mi ci appoggiai delicatamente: sulle mie braccia si poteva notare la pelle d’oca e il suo profumo mi arrivò dentro le narici nel momento in cui mi girai di schiena…Giuliano ci guardava senza battere ciglio, sembrava cercasse di trapassarci con lo sguardo per vedere se dentro noi, specialmente dentro di me, c’era passione nel fare la scena. Provammo tutte le scene in ordine fino ad arrivare alla scena del ballo. Dopo la canzone, ripresi il copione per recitare le battute, dopo lo appoggiai a terra perché c’era la parte del bacio: quando Davide mi abbracciò da dietro divenni più rossa dei vestiti di scena dei Capuleti! In cuor mio sperai di non fare brutte figure…al momento dello strattone per riavvicinarmi a Davide, Giuliano disse: “Va bene così per ora, forza andiamo a pranzare…”. Tirai un sospiro di sollievo, non che mi dispiacesse baciare Davide ma ero ancora al primo giorno di prove, non lo conoscevo ancora. Davide si allontanò per andare a bere, poi si avvicinò a me, che nel frattempo stavo raccogliendo le mie cose.
“Allora, come ti sembra il primo giorno di prove?” mi chiese.
“Sono molto agitata, sai, non sono abituata ad avere molti occhi puntati addosso!”
“Dai non preoccuparti, se hai bisogno di aiuto ci sono io…”
“Grazie…allora mi dici tu dove si trova l’aula mensa?”
“Ma certo signorina! Venga con me…” disse appoggiando un braccio sulle mie spalle. In risposta, gli sorrisi e ci avviammo verso la mensa. Mentre mangiavo, pensai all’interruzione di Giuliano: forse ha fermato la scena perché vuole che io mi abitui a Davide prima di iniziare a provare il bacio… I miei pensieri si realizzarono nei giorni a venire, quando provavamo tutte le scene e saltavamo i baci. Il quarto giorno, Giuliano decise di organizzare una giornata di relax in giro per Verona, aveva pensato che la città ci avrebbe aiutato a immedesimarci meglio nei nostri personaggi e fu per questo che organizzò il viaggio solo per gli attori.
Nel frattempo, papà e Gioia erano tornati in Calabria, già mi mancavano ma ci sentivamo ogni volta che potevo. Il giorno della partenza arrivò: Giuliano aveva prenotato i biglietti aerei e noleggiato un pulmino che ci attendeva all’aeroporto. Una volta saliti in aereo stavo per sedermi con “ la mia nutrice” cioè Silvia, ma subito Giuliano mi trattenne per le spalle e disse:
 “Cara mia Giulietta, il tuo posto è vicino a Davide! Dovete trascorrere più tempo insieme altrimenti non entrerete mai in sintonia”.
A quelle parole spalancai gli occhi e subito eseguì gli ordini. Sedutami al suo fianco gli dissi:
“ Bene Romeo, direi di iniziare a conoscerci meglio se vogliamo entrare in confidenza” e terminai con una risata.
“Oh dolce Giulietta, sognai ogni notte questo momento!” e si mise a ridere anche lui.
“Dimmi Davide, che hobby hai? Oltre il canto si intende…” chiesi io per iniziare il discorso.
“Non ho un altro hobby sinceramente…anzi si! Mi piace togliere le macchie di gelato dalle mie maglie!” disse lui alludendosi al piccolo incidente che ci aveva fatti incontrare.
“Ti prego…non mi ricordare certe cose…” dissi io fingendomi sconfortata.
Il volo continuò tra chiacchere e risate, mi trovavo bene con lui, mi faceva sentire a mio agio. Anche gli altri erano dolci e premurosi nei miei confronti: Luca mi faceva scherzi di continuo; Riccardo e Gianluca, ormai, mi consideravano come una sorella, si erano affezionati subito a me e perciò mi riempivano di abbracci e baci; Silvia, Roberta e Barbara mi accudivano, invece come una figlia, infatti ero la più piccola fra tutti! Arrivati all’aeroporto, ci recammo a ritirare i bagagli: la mia valigia venne assalita da Davide e Luca e nessuno dei due si decideva a lasciarla!
“Ragazzi, non c’è bisogno, è leggera la prendo io…” cercavo di dire.
“Non preoccuparti, sono certo che il signorino…” disse Luca guardando Davide “…si deciderà di lasciarla a me!”
“Non credo proprio caro, la valigia la prendo io!” rispose Davide impossessandosi della mia valigia.
Vidi Luca guardare Davide un po’ irritato dal suo comportamento, Davide mi si avvicinò portando le nostre valigie verso l’uscita. Ma che razza di reazione era quella!? Non capì perché i due si erano scontrati, ma c’era sotto qualcosa e io dovevo scoprirlo al più presto. Arrivati in hotel, la receptionist ci consegnò le chiavi delle stanze: la mia si trovava al centro del corridoio e intorno e difronte c’erano le altre. Giuliano ci disse che ci aspettava mezz’ora più tardi nella hall così saremmo andati a visitare la città. Mi feci una doccia e indossai una maglia velata rossa con sotto un jeans scuro, lasciai i capelli liberi e misi un filo di matita nera agli occhi. Uscì dalla stanza e nello stesso momento anche Luca aprì la porta: indossava una camicia bianca semi aperta che lasciava intravedere una collana con una croce e dei jeans scuri.
“Martina sei…molto carina…ti dona il rosso…” ammise abbassando lo sguardo.
“Ti ringrazio, anche tu lo sei…” risposi diventando rossa “Scendiamo su!” continuai per rompere l’imbarazzo. Lui alzò gli occhi, fissando i miei e mi sorrise dolcemente.

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Capitolo 5
*** Verona è qui ***






Ci ritrovammo tutti nella hall dell’albergo, mentre scendevo le scale accompagnata da Luca, vidi Davide guardare prima me, con sguardo ammaliato e poi lui, con occhi che facevano intravedere qualcosa simile alla gelosia. Passammo oltre il gruppo e ci dirigemmo al nostro tavolo. Il pranzo fu squisito e, dopo aver preso il caffè, uscimmo per visitare la città intorno alla quale ruotava il nostro spettacolo. Subito Luca mi si avvicinò:
“Potrei avere il piacere di passeggiare con te?” disse.
“Certamente!” risposi tutta contenta. Luca camminò per un po’ senza dire nulla, poi mi prese per mano: sarei potuta svenire da un momento all’altro! Mi guardò con la coda dell’occhio e notò il mio viso sconvolto, gli scappò una leggera risata e subito disse quasi compiaciuto:
“Guarda che non c’è bisogno che ti emozioni per così poco…”
“Ah puoi stare tranquillo Giacomelli, non mi sono emozionata per niente!”. Certo come no! Chi mi avrebbe mai creduto…per mio carattere, quando vengo messa alle strette tendo a diventare piuttosto antipatica e cerco in tutti i modi di negare l’evidenza. Arrivammo in Via Cappello e subito notammo il cartello che ci annunciava che ci trovavamo di fronte alla casa di Giulietta. Gli edifici medievali e rinascimentali li ho sempre adorati per via delle numerose e dettagliate decorazioni, poi il famoso balcone mi suscitava una forte emozione e mi faceva immaginare Giulietta che parlava con il suo Romeo, fu così che mi persi nella sua bellezza antica, approfittando del fatto che Luca si era allontanato per raggiungere Riccardo, che lo invitò a farsi una foto…Dietro di me sentì una presenza ma non mi voltai, era familiare e l’avevo riconosciuto…Davide mi cinse i fianchi con le mani, si avvicinò al mio orecchio e disse con voce bassa: “A quale stella, a quale Dio, devo il tuo immenso splendore?”. Restai immobilizzata all’udire quelle parole. Mi girai lentamente per guardarlo negli occhi; brillavano di una strana luce…poi spostai lo sguardo sul suo viso, era leggermente arrossato e le labbra erano semi aperte e colorate di un rosso intenso. Guardandomi ancora negli occhi, si avvicinò di più, abbassò la testa fino a far sfiorare la sua fronte con la mia e la stessa fine stavano per fare le nostre labbra…mancava così poco, ma gli altri ci raggiunsero interrompendo quel magico momento. Silvia insistette nel scattarmi una foto con il balcone come sfondo, la voleva aggiungere ai vari siti del musical per presentare la nuova Giulietta ai fans. Davide, nel frattempo, aveva raggiunto i ragazzi ma ogni tanto mi lanciava sguardi davvero profondi accompagnati da lievi sorrisi. Stavo per avvicinarmi a lui ma Riccardo e Luca mi trascinarono con loro per altre foto e per passeggiare…Ci dirigemmo verso l’arena, dove tutti iniziarono a ricordare la sera del debutto. In quel momento mi sentì un’estranea, io purtroppo non avevo condiviso quel momento con loro e non potevo nemmeno immaginare la grande emozione che ritornava nei loro cuori pensando a quel ricordo… Luca si accorse di me e mi abbracciò:
“So che stai pensando che non puoi sentire la nostra emozione, ma ti assicuro che anche il tuo debutto a Roma sarà come è stato il nostro qui” mi disse sorridendomi.
“Grazie Luca, ne avevo bisogno” dissi stringendomi al suo petto, che sotto il mio tocco risultava essere bollente. Con la mano scivolai distrattamente sul suo cuore e lo sentì andare a mille. Spalancai gli occhi e feci per allontanarmi, ma Luca mi trattenne appoggiando una mano sulla mia schiena e con l’altra mi spostò una ciocca di capelli dal viso per poi sollevarmi il mento: in quell’istante mi persi nei suoi occhi colore oro e ci avvicinammo l’uno all’altra. Le nostre labbra si sfiorarono pericolosamente e Luca eliminò la distanza lasciandomi un bacio a fior di labbra. Si staccò lentamente da me sorridendomi debolmente, io ricambiai il sorriso e lo guardai, incantata dalle sue fattezze d’angelo. Per il resto della giornata non fui in grado di sostenere una conversazione poiché sentivo ma non ascoltavo, vedevo le bellezze di Verona ma non la osservavo come dovevo, quel piccolo e dolce tocco mi aveva stravolta.
Tornati in albergo, corsi subito in camera mia… decisi che la cosa migliore da fare era buttarmi in doccia per rilassarmi un po’. Avevo appena iniziato a godermi il momento di relax regalatomi dall’acqua calda quando mi resi conto che dovevo scegliere cosa mettere per cena: ed ecco che andai su di giri, non riuscivo a trovare nulla che mi piacesse in quella valigia, ma poi notai un lembo nero uscire dal fondo di essa. Tirai fuori il vestitino e lo indossai, dopo finì di prepararmi e scesi per cenare. Sedutami al tavolo decisi di stare alla larga da Luca e da Davide, volevo solo rilassarmi con le altre donne…mi divertì un sacco con Silvia e le altre ma non potevo fare a meno di notare gli sguardi dei due ragazzi. Mi girai nella loro direzione e notai la differenza che c’era tra i due: Davide aveva un’ espressione dolce e guardava ogni lembo della mia pelle che era rimasta scoperta dal vestito, Luca aveva uno sguardo profondo e lo puntava sul mio viso, lo pizzicai proprio nel momento in cui si morse di poco le sue labbra mentre fissava le mie. Finita la cena, augurai a tutti la buonanotte e salì in camera mia. Mi cambiai e uscì sul balcone per prendere una boccata d’aria fresca. D’ un tratto sentì bussare alla porta, non curandomi di chi fosse, invitai la persona dietro la mia porta ad entrare. Davide mi raggiunse in balcone e si appoggiò con la schiena alla ringhiera.
“Non guardi il panorama?” chiesi io.
“Oh ma ne sto ammirando uno più bello…” rispose fissandomi dalla testa ai piedi.
“Ma dai smettila…” dissi ridendo e spingendolo di poco. In risposta, Davide mi guardò male e mi prese in braccio come un sacco di patate per poi buttarmi sul letto. Avevo smesso di ridere già da un po’ vista la strana situazione, lui mi si avvicinò stendendosi di fianco a me e cominciò ad accarezzarmi la guancia.
“Sai...” iniziò Davide “…vorrei chiederti se posso provare a conoscerti meglio, mi hai incuriosito fin dal nostro primo incontro e giorno dopo giorno la mia curiosità si è trasformata in interesse. Vorrei poterti stare accanto, in ogni momento, e capire se tra di noi può nascere qualcosa…e inolt…”
“Davide?” lo interruppi
“Si?” disse fissandomi e aspettando impaurito una mia reazione.
“Mi stai chiedendo il permesso di corteggiarmi?” chiesi sicura della risposta.
“Si…è la mia intenzione, volevo chiedertelo per evitare malintesi.” ammise abbassando lo sguardo.
“Certo che puoi…” gli diedi il permesso. Mi girai sul fianco e lo abbracciai, mi faceva tanta tenerezza…mi diede un bacio sulla fronte augurandomi la buonanotte, si alzò dal letto e scomparve dietro la porta.
La mattina seguente, un odore insolito riempiva la stanza, aprì gli occhi e trovai sul comodino un vassoio con la colazione, una rosa bianca e un biglietto. Addentando un cornetto, aprì il biglietto: “Buongiorno a chi mi riscalda il cuore con la sua presenza, sorriso dopo sorriso. Giorno dopo giorno. Buongiorno al raggio di luce che mi è venuto a trovare nei sogni staccandosi dal sole…tuo M.”
Il cuore mi batteva talmente forte che sembrava potesse uscirmi dal petto, rilessi il biglietto, ma qualcosa non mi quadrava…cosa significava la M? Non poteva essere un nome, qui nessuno, apparte me, ha questa iniziale nel nome; per essere il cognome c’erano troppe possibilità: Merlini, Maccaferri, Merolli e così via… come fare per scoprirlo? Pensando a qualche ragionamento valido finì la colazione e scesi sotto per prendere il pulmino che ci avrebbe portati all’aeroporto. Appena scesi le scale, Gianluca mi invitò a fare colazione con lui, ma rifiutai visto che già l’avevo fatta…dunque era fuori dai possibili indiziati:
Merolli  cancellato dalla lista.
 Dall’altra parte della sala, Davide mi stava rivolgendo un sorriso smagliante che ricambiai. Luca, nel frattempo, mi si era avvicinato e mi diede un bacio sulla guancia dopo avermi abbracciata.
“Luca, buongiorno anche a te…” dissi io presa alla sprovvista. Stava per prendermi per mano ma notò che tenevo la rosa che avevo trovato al mio risveglio. Mi guardò per un secondo:
“Lo è davvero fidati!” rispose tutto contento, e si allontanò per sistemare il bagaglio. Che potesse centrare con la sorpresa? Ma non c’era nulla che lo ricollegava ad essa. Salita sull’aereo, misi le cuffie e premetti play sullo schermo del telefono…dopo qualche istante, qualcuno mi chiuse gli occhi con le mani! Le toccai centimetro per centimetro ma niente, non sapevo riconoscerle…allora la persona dietro di me, appoggiò il mento sulla mia testa: riconobbi all’istante quel profumo…
“Davide!” esclamai togliendo le sue mani dai miei occhi.
“Buongiorno splendore” disse sedendosi accanto a me e baciandomi la fronte.
“Come stai? Hai dormito bene?” chiesi premurosamente.
“Avrei potuto dormire meglio se qualcuno…” disse pizzicandomi leggermente la guancia “…non si fosse intromessa nei miei sogni!” concluse accarezzandomi la parte che prima aveva pizzicato.
“Non era mia intenzione disturbarti, Merlini…” affermai ridendo. Dalla sua frase ipotizzai che poteva essere lui l’artefice della sorpresa…Poco dopo ci addormentammo entrambi…
Al mio risveglio, mi trovai appoggiata alla spalla di Davide! Alzai lo sguardo verso di lui: un sorriso angelico gli decorava il volto rilassato e i capelli quasi gli coprivano gli occhi. Capì che eravamo arrivati e decisi di svegliarlo in modo particolare: con le dita gli spostai il ciuffo e accarezzando le sue labbra iniziai a chiamarlo…Continuava a dormire, io insistevo ma nulla…così decisi di fare una mossa azzardata. Misi la mia mano sulla sua guancia e mi avvicinai a lui, lasciandogli un piccolo bacio all’angolo della bocca. Piano piano aprì gli occhi e sorridendomi disse: “ Questo si che è un buongiorno…” dopodiché mi accarezzò delicatamente la guancia e mi fece l’occhiolino.
 
 
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Salve a tutti! Questo capitolo l’ ho pubblicato subito rispetto agli altri perché lo  voglio dedicare alla fantastica caillac, che dal primo capitolo mi ha sempre recensito! Non so come ringraziarti per le tue parole che mi incoraggiano a proseguire la storia. Ringrazio anche i miei lettori silenziosi, so che ci siete e siete tanti e anche se non commentate mi fate ugualmente felice. Vi mando a tutti un forte abbraccio e vi aspetto al prossimo capitolo!!!

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Capitolo 6
*** Ma per due re, posto non c'è. Così combattono anche tra sè ***






ATTENZIONE: contiene descrizione di atti sessuali…
Tra il provino e il viaggio a Verona il tempo era volato...era già finito ottobre.  La mia vita procedeva tra prove, telefonate ai miei, a Gioia e uscite serali con il gruppo. I rapporti con i ragazzi si erano fatti ancora più intensi, soprattutto con Luca e Davide: ogni giorno mi ricoprivano di attenzioni gareggiando l’uno contro l’altro per vedere chi riusciva a conquistarmi per primo! Inizialmente, non mi dispiaceva ricevere tutte quelle attenzioni e complimenti ma dopo un po’ avevo iniziato a odiare questo loro comportamento; non erano più gli stessi, non si concentravano nelle prove perché uno controllava le mosse dell’altro nei miei confronti e quando la situazione si faceva più ardua era impossibile evitare che i due si battibeccassero. Erano al limite della sopportazione e anche io stavo per esplodere!
Un giorno, Giuliano annunciò soddisfatto che io e Davide eravamo riusciti a entrare in sintonia e che l’unica cosa che rimaneva da provare erano le scene più intime, come i baci e “Il canto dell’allodola”. Iniziammo così a provare lo spettacolo per intero, arrivati alla scena del ballo, Giuliano disse: “Davide dirigi la scena, sai cosa devi fare. Martina stai al suo gioco e lasciati trasportare da lui…”, questa frase sembrava quasi un consiglio rivolto a me, vista la situazione generale. Così Davide iniziò:
“Se io profano con la mia mano indegna questa reliquia sacra, le mie labbra sono pronte a rendere più molle, con un tenero bacio, il ruvido tocco.” Per poi baciarmi la mano.
“Buon pellegrino, voi fate troppo torto alla vostra mano che ha mostrato in ciò la devozione che si conviene.” Recitai io come da copione.
“Dunque, lascia che le labbra facciano quello che fanno le mani, se non vuoi che la fede cambi in tormento!” disse lui avvicinandosi a me e unendo le nostre mani. Non mi ero ancora abituata a quel tocco, ogni volta era sempre una nuova emozione e il cuore mi arrivava in gola. Seguendo le indicazioni di Giuliano, provai a scappare, le sue forti braccia mi trattennero da dietro e portarono il mio corpo fino al suo petto: le mie spalle si incastravano alla perfezione con i suoi pettorali leggermente scolpiti e messi in risalto dalla maglia stretta.
“Ferma!” recitò lui “Ferma, non muoverti intanto che io raccolgo il frutto della mia preghiera.” Era arrivato il momento, il tanto agognato bacio stava per nascere sulle nostre labbra. La scena prevedeva che Davide mi avrebbe dovuta strattonare e bloccare con un bacio ma lui la cambiò completamente, sotto gli occhi spalancati di Giuliano: mi girò lentamente, portò le sue mani sulle mie guance alzandomi il viso, incatenò i suoi occhi ai miei che, nel frattempo, brillavano per l’emozione, si avvicinò sfiorandomi le labbra e finalmente le adagiò sulle mie con estrema dolcezza. Ricambiai il bacio, stringendo tra le mie mani il colletto della sua camicia, subito Giuliano disse alzando la voce di poco:
“Che stai facendo? Fermati Davide”, non era solito urlare ma si poteva percepire nella sua voce una punta di rabbia.
Aprì gli occhi e lo allontanai mentre lo fissavo interrogativa, Davide si voltò verso Giuliano disse:
“Scusami, ho provato a farla giusta ma non ci sono riuscito” e subito girò la testa da un’altra parte. Ecco un nuovo suo aspetto da aggiungere ai miei appunti: Davide Merlini quando mentiva distoglieva lo sguardo dalla persona a cui aveva mentito. Lo si poteva notare da un chilometro e, ovviamente la cosa non sfuggì a Luca, che dal fondo della palestra, osservava la scena e fissava Davide con l’aria di chi avrebbe fatto a pugni di li a poco.
“Rifacciamola…” disse Giuliano con rassegnazione.
Davide mi guardò e mi disse sottovoce “Scusa, poi ti spiegherò”. Riprovammo la scena da capo e stavolta seguì il copione. Fu così per i successivi baci…ora c’era da provare “Il canto dell’allodola”, che equivale a “Momento imbarazzante”.
“Allora Martina, togli questo vestito e indossa la vesta da notte, Davide tu togli tutto e resta con gli slip e la camiciola”. Rassegnata all’idea delle mie guance in fiamme per la vergogna, andai nel camerino a cambiarmi. Quando tornai ebbi una visione: Davide era semi nudo, la camiciola aperta, sottilissima e trasparente non lasciava nulla alla fantasia. Restai immobile a fissarlo e la sua reazione fu uguale alla mia poiché anche la mia vesta era trasparente e mostrava a tutti il mio intimo color carne. Lo vidi avvampare e voltarsi di scattò verso Giuliano che mi spiegava la scena.
Ci sdraiammo sulla pedana ricoperta dalle lenzuola bianche, circondai la vita di Davide con un braccio e lui mi prese la mano portandola al suo petto. Giuliano, nel frattempo, mi sistemò la gamba su quella di Davide, e ci fece avvicinare ancora di più; praticamente eravamo intrecciati. Giuliano parlava ancora descrivendo le mosse che avrei dovuto fare, io lo ascoltavo attentamente cercando di non fare caso al meraviglioso ragazzo al mio fianco, Davide, che non si era mosso dalla sua posizione, si godeva quell’attimo di relax con un’ espressione soddisfatta oserei dire. Iniziammo a cantare le nostre strofe, io infilavo le mani tremanti per l’agitazione sotto la sua camicia, sfiorando a malapena la sua pelle, arrivai fino alle spalle aprendo di più la camicia e lui la lasciò cadere, scoprendo definitivamente il suo corpo. Era tutto un susseguirsi di carezze e abbracci passionali, si stava da Dio tra le sue braccia; il tutto fu incorniciato da un tenero bacio. Quella piacevole tortura era purtroppo finita, ma sapevo che si sarebbe ripetuta molte altre volte. Finita la scena, Giuliano manifestò la sua soddisfazione abbracciando entrambi; si rivolse a me e disse:
“So che ti chiedo molto, ma cerca di accarezzarlo di più, appoggia le tue mani su di lui, toccalo senza esitare, altrimenti non fa effetto la scena”
“Ti prometto che lo farò, voglio dare il massimo” dissi con determinazione.
Ci recammo tutti verso la mensa e Davide mi si avvicinò:
“Ti chiedo scusa per prima ma…il nostro primo bacio non doveva essere confuso con quello di Romeo e Giulietta…” disse accarezzandomi il viso e lasciandomi un tenero bacio sulla fronte.
“Stai tranquillo, non mi è dispiaciuto affatto, però non lo rifare più… non vorrei che si insospettissero. Puoi corteggiarmi al di fuori delle prove!” dissi facendogli l’occhiolino e dirigendomi verso la mensa. Poco dopo venni raggiunta da Luca:
“Ciao piccola” mi salutò lasciandomi un bacio vicino l’angolo della bocca.
“Ciao…come va?”
“Potrebbe andare meglio se non ti vedessi tra le braccia di Romeo” disse indicandolo con la testa.
“Non c’è Romeo senza Giulietta” dissi cercando di farlo ragionare “ E’ solo uno spettacolo…” quasi mi dispiaceva ammetterlo.
“Me lo auguro…per  stasera non prendere impegni, tu esci con me, tieniti pronta per le 20:30” disse Luca velocemente
“Ma io…” tentai di replicare
“Non voglio sentire scuse, stasera esci con me!” mi sorrise e nello stesso istante mi convinsi all’idea di passare la serata in sua compagnia.
“Va bene accetto” e gli sorrisi di rimando.
Se ne andò lasciandomi un bacio sulla fronte e facendomi l’ occhiolino.
La giornata venne interamente occupata dalle prove. Erano le 19:30, mancava un’ora al mio appuntamento e ancora non avevo scelto cosa indossare! Ero in crisi e cercai di calmarmi un attimo, mi buttai sul letto e la mia mano finì sul cellulare; un lampo di genio mi attraversò, lo presi e chiamai Gioia, lei mi avrebbe aiutata
“Oh la mia Giulietta preferita si è ricordata della sua amica!” Disse scherzando
“Ciao bellezza, ho bisogno velocemente di aiuto. Ho un appuntamento e…”
“Cosa sentono le mie orecchie?!? Non ci credo con chi? Quando? Dove?” Ecco, l’avevo persa
“Giò calmati, poi ti spiego, ho fretta perché è già tardi…hai suggerimenti?”
“Allora vediamo…si!” Esclamò per poi spiegarmi la sua idea. Mi aveva risolto interamente il problema, mi consigliò il vestito, scarpe, acconciatura, trucco ecc.
Una volta pronta, scrissi un messaggio a Luca che non tardò ad arrivare con la sua auto sotto casa mia. Scese dalla macchina e sbarrò gli occhi aprendo leggermente la bocca, lo avevo stupito.
“Sei s-splendida…sono esterrefatto! Wow…” Non riusciva nemmeno a parlare e mi scappò una risatina.
“Buona sera anche a te! Allora…nemmeno tu sei messo male…” dissi notando come si era preparato: indossava una camicia blu scura con sopra la giacca bianca, jeans azzurri chiari e scarpe blu; i capelli erano attaccati in un codino…la cosa non mi convinse allora mi avvicinai e tolsi l’elastico dai suoi ricci dorati che subito ricaddero ai lati del suo viso. Inclinai la testa, sotto il suo sguardo che scrutava ogni mia mossa, e sorrisi sussurrando “Ora va meglio…” Mi sorrise e insieme ci recammo in un ristorante poco lontano e assai costoso, secondo ciò che si diceva in giro. Era ovvio che voleva portarsi avanti nella sua guerra contro Davide e con me. Gentilmente mi aprì la portiera dell’auto e mi porse il braccio per accompagnarmi all’interno, mi spostò la sedia e infine, dopo essersi fatto portare i menù, si rilassò sulla sua sedia.
“Non c’è bisogno di tutte queste attenzioni” gli feci notare.
“Questo è nulla in confronto a ciò che meriti” iniziò a dire “Sei stupenda e molto dolce, è un vero piacere passare del tempo con te.” Concluse.
“Ti ringrazio, anche tu sei una piacevole compagnia”
“Allora piccola, cosa prendi?” cambiò discorso…
La cena fu ottima e il servizio impeccabile, dopo aver pagato il conto mi porse la sua mano e la afferrai per poi uscire dal locale. Passeggiammo moltissimo e parlavamo del più e del meno, poi una domanda si fece spazio dentro me e mi uscì inconsapevolmente dalla bocca:
“Luca, perché tu e Davide siete così ostili e combattivi?”
“Vedi, quando si presenta un’occasione imperdibile come te, è difficile non avere rivali; come ho sempre detto, sei davvero una ragazza d’oro e non sono l’unico a pensarlo a quanto pare. Io cerco di agire correttamente nei tuoi confronti e non voglio assolutamente che tu ti senta pressata da me e da lui. Martina mi piaci tanto, sia fisicamente che caratterialmente, hai due occhi tanto profondi quanto scuri, delle guance morbidissime, le labbra delicate come i petali di una rosa bianca, sei simpatica, dolce e altruista…e tutto questo messo insieme mi fa impazzire!” disse tutto d’un fiato. Mi meravigliai di quelle parole così dirette e dolci…
“Sono senza parole, credimi. Mai nessuno mi aveva detto queste cose… toglimi una curiosità: sei stato tu a portarmi la colazione a letto quando eravamo a Verona?”
“Ebbene si, mi hai scoperto. La M stava per Mercuzio…non volevo essere diretto firmandomi con il mio nome, volevo che tu ci pensassi su un bel po’…come l’ hai capito?”
“Ho visto come eri contento quando hai notato che avevo in mano la tua rosa…” dissi soddisfatta.
“Ah così ti compiaci di te stessa?” disse lui per prendermi in giro.
“Si nota tanto? Forse lo spavaldo Mercuzio non è ai miei livelli?” lo provocai io.
“Giulietta cara, io sono il re del mondo, posso fare di tutto e nessuno mi eguaglia…mi comporto come mi pare…” si stava immedesimando nel suo personaggio e adoro assolutamente la sua interpretazione, quasi la preferisco al lato dolce.
“E vediamo cosa sai fare” lo punzecchiai
“Ottengo tutto ciò che voglio, conquisto ogni cosa, anche te se solo volessi…” disse maliziosamente.
“Ma io sono certa che lo vuoi, e come se lo vuoi…” mi avvicinai a lui.
“Non mi tentare, so essere molto pericoloso…” rispose con voce roca.
Poggiai una mano dietro il suo collo e l’altra sul suo petto, mi avvicinai al suo orecchio e dissi in un sussurro “Amo il pericolo…”
Luca non resistette più, mi strinse a sé e mi baciò con passione. Le nostre labbra si toccavano e si allontanavano di continuo, la sua lingua premeva sulle mie labbra cercando di entrare, lo accontentai e subito strinsi con la mano i suoi bellissimi ricci. Le sue mani, invece, esploravano la mia schiena, salivano alle guance e poi scendevano sui fianchi con fare prepotente. Ci staccammo dopo un po’ per prendere fiato, ma la voglia reciproca era ancora tanta. Mi sorrise mettendo un braccio sulle mie spalle e ci dirigemmo alla macchina; mi portò a casa.
Scesa dall’auto gli chiesi se voleva salire, così gli avrei fatto vedere la casa.
Accettò. Lo feci entrare e gli mostrai la casa, faceva domande su tutto quello che vedeva, sembrava un bambino.
“…E questa è la mia camera!” dissi entrando nell’ultima stanza. Luca la guardò angolo per angolo, si soffermò sulla cassettiera sopra la quale c’erano delle foto incorniciate…
“Quelli sono i miei genitori…e l’altra ragazza è la mia migliore amica…mi mancano molto” dissi rattristandomi.
Luca venne da me per abbracciarmi e mi rassicurò dicendo “So come ci si sente, è difficile stare lontano dalle persone a noi care, dai non pensarci, non roviniamo questa bellissima serata!”
“Hai ragione, scusa” dissi lasciando un bacio sulla sua guancia. In risposta, mi cinse i fianchi con le mani e mi baciò sulle labbra. Non riuscivo a resistere a quel contatto, mi faceva impazzire. Gli accarezzai la leggera barba, scesi con le mani sul collo e gli tolsi la giacca, lasciandola cadere a terra. Non contenta, iniziai a sbottonare la sua camicia, che scoprì il suo fisico statuario, oltre una catenina lunga e sottile con appesa una crocetta. Si meravigliò di questo mio gesto e anche lui iniziò ad aprire la zip del vestito molto lentamente. Con le sue labbra infuocate scese sul mio collo, facendomi venire i brividi, mentre con le mani abbassava le spalline del vestito; seguì la scia lasciata dalle sue dita sulla mia spalla con le labbra, lasciando dei piccoli baci. Stavo impazzendo…all’improvviso mi prese in braccio per adagiarmi sul letto, si stese su di me e cominciò a scendere sul petto baciandomi la pelle.
“Questo è di troppo mi sa…”disse sollevandomi la schiena e sganciandomi il reggiseno. Ero rossa come un peperone…ma non mi importava. Scoprì lentamente la mia pelle e per non farmi imbarazzare mi guardò negli occhi riprendendosi le mie labbra. Una sua mano, intanto, accarezzava il mio seno delicatamente facendomi provare un piacere immenso…poi spostò le labbra su di esso, facendomi perdere la testa. Gli accarezzavo le spalle larghe e la schiena e di tanto intanto lo graffiavo con le unghie, questo gli provocava la pelle d’oca e anche dei leggeri gemiti di piacere. Dalla schiena passai al bordo dei pantaloni che ancora indossava, iniziai a sbottonarli e prontamente se li tolse restando in intimo. Potevo sentire su di me quanto gli piaceva la situazione, così decisi di liberarlo da quella tortura. Tirò un sospiro di sollievo e riprese a baciarmi, con le mani era arrivato al mio intimo e decise di copiare la mia precedente mossa…poco dopo si fermò, alzò lo sguardo puntandolo nei miei occhi per chiedermi il permesso di entrare in me. Io sollevai la testa e lo baciai dolcemente; allora si sistemò fra le mie gambe e lentamente entrò dentro di me, causando un mio gemito che bloccai con un bacio sulla sua spalla. Si mosse lentamente mentre mi stringeva fra le sue braccia e, di tanto in tanto, si mordeva il labbro; io ero aggrappata a lui, nascondevo il mio viso nell’incavo della sua spalla ed emettevo dei piccoli gemiti. Dopo un po’, finalmente arrivò al piacere estremo seguito da me, infine si accasciò al mio fianco per poi accogliermi fra le sue braccia. Quella notte dormimmo così.


Questo è il vestito: 

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Capitolo 7
*** Incomprensioni, scelte e...sorprese! ***


Posto il nuovo capitolo ringraziando tutti voi che mi seguite, ora rispondo ai recensori:
-MissD99 sei incredibile! Una tifosa sfegatata!!! voglio dirti che per scrivere una storia devi essere motivata al 100%...a me sembrava una pazzia all'inizio e avevo paura di non ricevere recensioni o semplice visualizzazioni, eppure mi ritrovo con moltissime persone che hanno letto la storia...quindi forza dai...
-Anto301 a te dico solo "Mai farsi ingannare dalle apparenze..."
-Jee ti confesso che per le scene delle prove e per i comportamenti di Davide e Luca mi sono ispirata al musicale ai personaggi di Mercuzio e Romeo, non conoscendo il vero carattere dei due giovani
-Caillac tu mi commuovi! addirittura trasmetto emozioni! Cosa vedono i miei occhi!!! 
Adesso vi lascio al nuovo capitolo!





La luce del pallido sole d’inverno entrava dal piccolo spazio che separava le due tende e illuminava di poco la mia camera. I suoi raggi delicati si posavano sulla figura che giaceva al mio fianco, creavano un chiaroscuro sulle coperte per poi donare una maggiore lucentezza ai riccioli biondo oro che ricoprivano il cuscino e ricadevano sulla sua fronte. Il suo viso era rilassato e vi era dipinto sopra un magnifico sorriso. Mi girai per osservarlo ancora un po’, beandomi di quell’angelica creatura…Un'altra luce aveva illuminato la parte rimasta buia della mia camera, era il mio cellulare, era arrivato un sms:
“Buongiorno splendore, preparati che tra poco passo a prenderti per andare alle prove, ma prima andiamo a fare colazione! Un bacio, Davide”
Lessi l’ultima parola e spalancai gli occhi: dovevo sbrigarmi e fare andare via Luca. Accarezzai il suo viso mentre lo chiamavo per svegliarlo, mugugnò qualcosa e aprì quei due topazi che si ritrova per occhi; mi si avvicinò lasciandomi un piccolo bacio a fior di labbra e disse:
“Buongiorno piccola mia, hai riposato bene?”
“Buongiorno anche a te, si tutto bene…Dai alzati che oggi abbiamo le prove…”
“Bene, allora ci andiamo insieme!”
“NO!” esclamai di scatto. Luca inarcò un sopracciglio non capendo la mia reazione.
“Cioè, non posso…ecco vedi…Silvia! Si, si lei… avevo appuntamento con lei prima…e quindi non posso venire con te! Scusami tanto…” mi salvai in calcio d’angolo.
“Mhh, va bene dai!” e mi lasciò un bacio sulla guancia, per poi rivestirsi. Mi preparai anche io e lo accompagnai alla porta, dove mi baciò con passione. Quello si che era un risveglio coi fiocchi. Mi sistemai il ciuffo e notai al polso un elastico nero: era di Luca, mi ero dimenticata di restituirglielo!
Luca girò l’angolo della strada nel preciso istante in cui Davide svoltava verso casa mia…che tempismo quei due! Chiusi la porta di casa e Davide parcheggiò. Abbassò il finestrino e mi sorrise:
“Di nuovo buongiorno…allora andiamo?”
“Si andiamo” salì in macchina dove ci salutammo con due baci sulle guance.
“Come stai?” mi chiese
“Mi sento distrutta…”
“Come mai?”
Non potevo dirgli che avevo passato la notte con Luca, ora che faccio?
“Ehm, per le prove credo…Giuliano mi sta opprimendo! Ahahaah”…forse l’ho convinto.
“Si hai ragione…ok siamo arrivati!”
Eravamo di fronte al bar, mi prese per mano ed entrammo…Ci sedemmo al tavolino vicino alla finestra e ordinammo la colazione. Mentre mangiavo il cornetto, Davide mi guardava e rideva sotto i baffi…non ci feci caso e continuai a mangiare…ma Davide continuava a ridere di nascosto, alla fine dissi piuttosto irritata:
“Scusa mi vorresti dire che cavolo hai da ridere?”
“Perdonami ma…sei sporca qui!” disse indicando il punto sul suo viso.
“Ah…” mi vergognavo da morire e subito provai a pulirmi, ma così facendo ingrandì la macchia! Davide ora rideva come un matto, poi disse:
“Lascia che ti aiuti…” si avvicinò appoggiando i gomiti al tavolo e con delicatezza mi resse il viso e mi pulì con un tovagliolo l’angolo della bocca. Mentre mi puliva, i suoi occhi scattavano dalla mia bocca ai miei occhi e viceversa, le sue guance iniziarono a colorarsi di un leggero rossore: era così carino quando gli succedeva.
“Ecco fatto!” disse posando il tovagliolo.
“Grazie mille…” risposi un po’ imbarazzata.
Pagò la colazione e ci dirigemmo al teatro per fare le prove. Mi stava tenendo per mano ma prima di entrare lo bloccai:
“Davide non voglio entrare mano nella mano…non è per te, ma gli altri potrebbero pensare…”
“Va bene tranquilla”
Stavo per entrare ma, trattenendomi per un braccio, mi tirò a sé per baciarmi l’angolo della bocca. Rimasi immobile e infine gli sorrisi accarezzandogli il viso.
Tra me e Davide c’era ancora un po’ di imbarazzo, ma quando eravamo Romeo e Giulietta non c’era coppia più affiatata di noi: tutti i baci, le carezze e anche i semplici sguardi erano scambiati con vero amore e passione. Quella mattina Davide non mi lasciò un attimo da sola, stavamo iniziando a scioglierci un po’… alla fine della mattinata; Giuliano ci annunciò che eravamo pronti e che finalmente ero diventata Giulietta al 100%! Ero contentissima, buttai le braccia al collo di Davide che mi sollevò da terra facendomi girare, si congratulò con me e mi diede un bacio sulla fronte tenendomi dalle guance.
Luca, intanto, era furioso: tutte quelle attenzioni non gli piacevano e avrebbe voluto picchiare Davide… finalmente trovai un attimo per andare a salutarlo:
“Ciao Luca!” dissi baciandogli la guancia
“E buongiorno!” disse irritato
“Qualcosa non va?”
“Finalmente mi hai degnato di uno sguardo! E’ tutta la mattina che parli con quello e a me neanche un sorriso…dopo di ieri sera non mi aspettavo una cosa simile!!!” sbottò lui su tutte le furie.
“Mi dispiace tanto, ma Davide…” iniziai io
“Si sempre lui!...ma stavolta è anche colpa tua…se davvero ci tenevi potevi staccarti da lui anche per un secondo, anche solo per dirmi ciao…”
Luca mi passò accanto per andarsene. Lo avevo ferito e mi sentivo terribilmente in colpa per questo.
“Luca aspetta…”
“Non rivolgermi la parola, Martina! Finora sono stato perfetto per te, non ti ho mancato mai di rispetto. Io ci tengo troppo a te, maledizione, e non avrei mai voluto che questo accadesse, io non lo merito, non lo merito affatto. Ora lasciami in pace e corri da lui” disse indicandolo.
Mi sentì un’ ingrata…aveva perfettamente ragione! Mentre pensavo ai momenti passati con lui, una lacrima mi bagnò la maglietta e fu subito seguita da altre. Corsi immediatamente nel mio camerino, mi gettai sulla sedia e cominciai a piangere appoggiata al tavolino. Stavo troppo male e lui stava male per colpa mia… Qualcuno entrò nella stanza…
“Vattene via, voglio stare sola…”
“No, io non ti lascio sola!” rispose con fermezza Davide “Ma che è successo?” mi raggiunse tirandomi verso di lui per abbracciarmi
“Luca…io non mi sono comportata bene con lui e si è offeso”. Davide sospirò.
“Per quanto io non lo sopporti, voglio aiutarti. Cerca di chiarire con lui, spiegagli bene la situazione senza mentire, vedrai che capirà…”
“No, lui non capisce. Ci ho già provato. Davide aiutami!”
“Ascoltami” disse alzandomi il viso e guardandomi negli occhi “Luca non riesce a rimanere arrabbiato a lungo, è un bravo ragazzo e se tu sarai sincera con lui ti perdonerà” e mi asciugò una lacrima con il pollice.
“Asciuga queste lacrime e fammi un sorriso. Mi si spezza il cuore a vederti così…” concluse abbracciandomi più stretta. Ricambiai l’abbraccio, lo ringraziai e corsi a cercare Luca.
Lo trovai nel suo camerino, era seduto sulla poltrona e stava guardando qualcosa al cellulare. Bussai ed entrai poco dopo…
“Luca…so che non servirà a nulla chiederti scusa, è una semplice parola, non può rimarginare una ferita. Ti ho ferito profondamente senza fare nulla e non oso immaginare quanto ti ferirei se facessi qualcosa contro di te. Odio l’idea di litigare con te, non mi piace affatto che tu mi tenga il broncio e non sopporto il fatto che non posso parlare con te! Vedi, mi è impossibile esserti indifferente, lo detesto! Io non posso stare senza di te, perciò perdonami!” conclusi e una lacrima sigillò il mio discorso. Luca, che mi aveva ascoltato senza guardarmi, spostò il suo sguardo su di me, si alzò e mi abbracciò dolcemente. Lo sentì sospirare e allora mi aggrappai alla sua schiena, mi asciugò la lacrima e mi baciò. Era un bacio strano, né passionale, né dolce, né freddo…era il bacio del perdono: un bacio che accoglie le labbra e le purifica dalla colpa che risiede nella persona a cui appartengono. Si staccò poco dopo, mi sorrise:
“Sei perdonata…”
Intanto, Davide era andato da Riccardo e Gianluca: voleva cambiare le cose, voleva sorprendere Martina, non voleva che lei scegliesse Luca!
“Ciao ragazzi, ho bisogno di aiuto”
“Quale tristezza allunga le ore di Romeo?” disse Riccardo citando la sua battuta. L’amico rise e disse:
“Devo fare colpo sulla MIA Giulietta, deve innamorarsi di me…”
“Ma quanta determinazione…” Disse Gianluca “ok ti aiuteremo, cosa hai intenzione di fare?” continuò
“Devo stupirla con qualcosa, una sorpresa pensavo…”
“Portala a cena” consigliò Riccardo
“Nah troppo banale”
“Cinema?” disse l’altro
“Non va…qualcosa di romantico?”
I due ragazzi si guardarono per un attimo, poi Gianluca si illuminò
“Ho trovato!” e spiegò la sua idea a Davide.
(Martina)
Ero appena rientrata a casa, anche per oggi le prove erano finite, mancava 1 settimana esatta al mio debutto. Andai a farmi la doccia e mentre ero in bagno, sentì il mio telefono suonare, era arrivato un sms… uscita dalla doccia mi cambiai e lessi il messaggio:
“Mia adorata, spero tanto di vederti di nuovo…ma basta che tu esca sul balcone così che io possa ammirarti in tutta la tua bellezza…” questo messaggio di Davide era strano, ma decisi di fare come diceva. Mi avvicinai alla finestra per aprirla e mi affacciai alla ringhiera: trovai uno striscione con su scritto “Ti ho guardato in mille modi e ti ho amato in ognuno di loro” circondato da tante candele che ricordavano un cielo stellato! Poco più distante, Davide mi guardava sorridente e con una rosa in mano… mi portai le mani sulla bocca per l’emozione e inizia a ridere. Rise anche lui e poi mi fece cenno di scendere. Corsi sotto da lui senza indossare il cappotto, spalancai il portone e gli saltai addosso stringendolo forte a me e iniziai a riempirlo di baci su tutto il viso. Lui era incredulo e non reagiva in nessun modo!
“Sono contento di essere riuscito a strapparti un sorriso”
“Sei così dolce, Davide… vieni dentro che qua fuori si congela!”
Mi aiutò a raccogliere lo striscione e salimmo sopra, lui posò la rosa sul tavolo e si tolse il cappotto e la sciarpa. Poi lo invitai a cena e mi aiutò a preparare la carbonara tra uno scherzetto e l’altro…la cena proseguì tra chiacchere e risate, poi mi alzai un attimo dal tavolo per andare in bagno. Al mio ritorno, al posto del piatto trovai una confezione regalo. Sgranai gli occhi e lo guardai stupefatta, Davide mi disse di aprirlo. Al suo interno c’era un bracciale meraviglioso ( https://lecreazionidiegle.files.wordpress.com/2013/11/bp20.jpg )…me lo mise subito al polso e senza dire nulla mi baciò lievemente le labbra. Una volta staccati, mi poggiò una mano sulla guancia e disse:
“ Questo bracciale simboleggia la mia presenza sempre al tuo fianco, se non fisicamente lo sarò con il pensiero. Ci tengo molto a te, ormai lo sai, e vorrei che tu considerassi la possibilità che hai di scegliere. Non esiste solo Luca, rifletti sul fatto che ci sono anche io, che sono pronto a proteggerti e ad amarti…” mi prese una mano e la poggiò sul suo cuore “…senti come batte, sono tutte le emozioni che provo per te che lo fanno andare così; potrei stare qui a parlarti, accarezzarti e baciarti per ore, ma questo non avrebbe senso se tu non lo volessi. Martina mi sono spogliato di ogni imbarazzo perché non potevo correre il rischio di perderti; dovevo fare qualcosa, almeno provarci.” Le sue parole mi arrivarono addosso come un secchio di acqua gelida e mi avevano provocato lo stesso effetto: ero stordita, confusa; era vero, c’era anche lui; forse avevo corso troppo con Luca ma, in fondo, dovevo frequentarli entrambi, capire chi mi piaceva e chi invece amavo.
“Davide, terrò sempre a mente le parole che hai appena detto. Voglio darti una possibilità, voglio vedere che emozioni mi sai dare, ma non voglio che sia una gara con Luca: io non sono un premio da vincere!”. Davide era super contento, si alzò dal tavolo e mi sollevò dalla sedia prendendomi in braccio come una sposa e facendomi volteggiare. Poi si fermò: i nostri occhi si erano appena trovati e ci specchiavamo l’uno nell’altra. Gli accarezzai i capelli sulla nuca e mi avvicinai a lui per baciarlo: un fuoco mi scaldò l’anima e il cuore era fuori controllo. Mi portò sul divano e mi fece sedere su di lui, ancora uniti; mi accarezzò i capelli, la schiena, poi mi cinse i fianchi con le mani mentre le mie vagavano sul suo petto in cerca di un appiglio. Spostò le sue mani sotto la mia maglia: il contatto con la sua pelle fredda mi fece rabbrividire, Davide ne approfittò per mordermi il labbro inferiore con delicatezza. Dio, mi faceva toccare il cielo! Allora lo buttai sul divano, io ero sopra di lui tra le sue forti braccia: approfondì il bacio con il mio consenso e le sue mani erano irrequiete. Poco dopo mi staccai appoggiando la testa sul suo cuore, che aveva quadruplicato i battiti. Mi accarezzava i capelli e mi sussurrava frasi dolci come “Mi rendi felice” o “Sei tutto per me”. Io mi limitavo a sorridergli… dopo un paio di minuti, Davide disse:
“Sarà meglio che vada, è tardi. Grazie di tutto”
“Grazie a te per la magnifica sorpresa e specialmente per il regalo”
Si alzò, si mise il cappotto e si avviò verso la porta.
“Buonanotte dolcezza…” mi sussurrò con voce roca
“Buonanotte a te, Davide” risposi lasciandogli un piccolo bacio sulla guancia.
L’indomani mattina mi svegliai contenta, pensando alla bellissima serata passata con Davide: avevo sistemato lo striscione in camera mia, avevo messo la rosa in un piccolo vaso con acqua e indossai il bracciale al polso, dove c’era ancora l’elastico di Luca; li sentivo vicini avendo quei due oggetti con me! Stavo per uscire per andare a fare le prove quando notai, appesa all’ appendi cappotti, la sciarpa di Davide…che sbadato che era! Decisi di indossarla così gliel’ avrei consegnata alle prove, il suo profumo mi circondò e rimasi per un attimo ad annusare la sciarpa. All’ improvviso suonò il campanello, mi spaventai per l’inatteso suono e andai ad aprire…trovai Luca con in mano un mazzo di fiori!
“Buongiorno piccola mia!” disse sorridendo e baciandomi la fronte
“Buongiorno! Ma questi fiori stupendi sono per me?”
“Certo, sono un piccolo regalo per via di quello che è successo ieri”
“Oh ma non dovevi, ma grazie comunque! Vado a sistemarli e andiamo alle prove ok?”
“Vai pure ti aspetto sotto.”
Presi un vaso più grande e dentro sistemai sia i fiori di Luca che la rosa di Davide.
Quel giorno le prove erano piuttosto leggere, o forse mi ci ero abituata così tanto che sembrava tutto naturale. Avevo salutato Davide appena arrivata, anche lui aveva il mio stesso sorriso e provare con lui fu un immenso piacere.
Finite le prove, controllai il cellulare per vedere l’orario e notai un sms:
“Giulietta, vieni fuori!” era di Gioia! Corsi subito fuori e la trovai appoggiata alla porta: le saltai addosso e ci abbracciammo strettissime! La portai dentro e per ricambiare la sorpresa, le presentai tutto il cast. Quando arrivò il turno di Gianluca, li vidi entrambi esitare e salutarsi un po’ impacciati: era un colpo di fulmine? Lo avrei scoperto dopo le prove. Il pomeriggio provammo e Gioia era rimasta ad assistere, non capivo se era rimasta per me o per Gianluca, dato che non gli staccava gli occhi di dosso! Dopo le prove, mi si avvicinò Gianluca:
“Martina, mi faresti un favore?”
“Dimmi pure…” avevo già intuito cosa volesse
“Non è che mi potresti dare il numero di Gioia?”. Bingo! Lo sapevo…
“Certo tieni…” sono sicura che nascerà una bella storia…
Una volta tornata a casa, pensai di chiedere a Gioia cosa ne pensasse del cast…
“Allora, come ti sono sembrati i miei colleghi?”
“Sono fantastici Marty, sono uno più simpatico dell’altro…”
“E cosa ne pensi di Gianluca?”. Lei sbarrò gli occhi appena udì quel nome e subito diventò rossa in viso.
“Avanti l’ho capito che ti piace!”
“Si è vero, è davvero bello…” ammise sorridendo.
“Sai, credo che ricambi le tue attenzioni…oggi mi ha chiesto il tuo numero!”
“COSA!?” urlò sconvolta- “Gliel’hai dato vero?”
“Ovviamente…aspettati, quindi, una chiamata o un messaggio…” Non ebbi tempo di finire la frase che le squillò il cellulare. Lei rimase immobile fissando quel numero:
“E’ lui?” mi chiese spaventata
“Rispondi e vedrai”. Aprì la chiamata e mise il vivavoce così che potessi sentire anche io…
“Gioia ciao, sono Gianluca, il collega di Martina…” disse.
“Ah ciao…come mai mi hai chiamata?” rispose Gioia con voce tremante.
“Volevo sapere se stasera hai impegni…magari potevamo andare al cinema…se ti vergogni potresti far venire anche Martina e qualcun altro, non ho problemi…” chiese imbarazzato Gianluca.
“Sono libera stasera, ma verrà anche Martina!”
“Perfetto, passo io alle 18.45, ci vediamo dopo!” esclamò tutto contento.
“O-ok a d-dopo…” Gioia chiuse la telefonata, tremava per l’emozione. Era contentissima… vista l’occasione dell’uscita, decisi che dovevo aggiornare Gioia del triangolo amoroso di cui facevo parte, avrei dovuto scegliere chi portare al cinema… così iniziai a raccontarle tutto: lei mi ascoltava senza interrompermi e alla fine disse che era giusto dare un’ opportunità a entrambi. Ora bisognava scegliere: Luca o Davide?

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Capitolo 8
*** Buona la prima! ***






Alla fine decisi di chiedere a Luca, dopo il nostro litigio avevo passato poco tempo con lui. Lo chiamai e lui accettò senza pensarci due volte, si sarebbe messo d’accordo con Gianluca per venirci a prendere. Io e Gioia iniziammo a prepararci: lei voleva fare colpo ma allo stesso tempo non voleva apparire volgare, così optò per un pantalone elegante e un top con sopra il cappottino corto. Io, invece, decisi di indossare una gonna lunga con sopra un maglioncino che arrivava fino al bordo della gonna. I nostri cavalieri arrivarono poco dopo, l’imbarazzo tra Gioia e Gianluca era visibile anche agli occhi dei ciechi e quindi si salutarono con dei baci sulla guancia, Luca, invece, mi raggiunse abbracciandomi e baciandomi la guancia:
“Sei particolarmente stupenda stasera…”
“Anche tu non sei da meno…”. Ci avviamo verso il cinema, i ragazzi pagarono i biglietti anche per noi e prendemmo posto. Alla fine del primo tempo, Gioia andò in bagno, dopo neanche due minuti Gianluca uscì con la scusa dei pop corn. Mi avvicinai a Luca e dissi:
“Quei due non me la raccontano giusta, per tutto il film hanno parlato e lui cercava sempre un contatto con le sue mani!
“Si vede molto che stanno bene insieme…secondo me si sono messi d’accordo per stare da soli.”
“Andiamo a controllare?” chiesi facendo l’occhiolino
“Andiamo, chiameremo questa missione “Doppia G” disse con fare da agente segreto.
“Sei ridicolo” commentai ridendo seguita da lui. Così ci alzammo e ci nascondemmo dietro una pianta: notammo subito Gioia e Gianluca che parlavano molto vicini, lui la teneva per mano, poi si avvicinò e le lasciò un piccolo bacio sulle labbra!
“Ecco lo sapevo!” dissi a Luca tutta contenta
“S’innamora già…sta danzando giàààà…” iniziò a cantare lui imitando la parte della nutrice. Scoppiai a ridere e tornammo ai nostri posti facendo finta di niente. Poco dopo ci raggiunse anche la nuova coppia… una volta finito il film, decidemmo di tornare a casa poiché era già tardi, ma la mia amica decise di stare ancora con Gianluca per conoscersi meglio. Allora mi portarono a casa e Luca scese dalla macchina dicendo che aveva sete… così salimmo a casa mia: non feci in tempo a chiudere la porta che Luca mi saltò addosso baciandomi con foga:
“Mi sei mancata da morire…” disse tra un bacio e l’altro. Buttai la borsa a terra e portai le mani tra i suoi ricci, lasciandomi trasportare da tutta quella passione. Luca mi intrappolò al muro poggiando le braccia sulla parete e le mie mani scorrevano sul suo corpo vogliose di sentirne il calore; allora mi prese in braccio e mi portò in camera mia: mi spogliò con estrema lentezza tra un bacio e l’altro, poi si tolse anche lui i vestiti…ci distendemmo sul letto e si mise sopra di me per potermi baciare il corpo e lasciare delle piccole scie con la lingua, gemevo ad ogni suo tocco e rimanevo immobile poiché ero paralizzata dal piacere che provavo. Poi toccò a me: capovolsi le posizioni e ripresi quello che lui aveva fatto poco prima a me, ma alla fine tornavo sempre sulle sue labbra delicate e sottili… quando fu pronto entrò in me dolcemente e io non potei fare altro che aggrapparmi alle sue spalle e perdermi nei suoi occhi. Ad ogni spinta seguiva un nostro sospiro, che aumentava d’intensità all’aumentare dei suoi movimenti; poi decise che avrei dovuto continuare io, così mi sistemai su di lui e iniziai a muovermi… vedevo Luca che, ad occhi chiusi, si gustava quel momento mordendosi di tanto in tanto il labbro inferiore, poi li riapriva e mi guardava ammirando ogni parte del mio corpo:
“Sei bellissima…”sospirò.
Mi chinai su di lui e lo baciai sul collo facendogli venire la pelle d’oca…dopo non so quanto tempo, raggiungemmo il piacere emettendo un gemito più acuto degli altri. Allora mi distesi su di lui, mi abbracciò:
“Martina?”
“Si…” dissi cercando di prendere fiato.
“Ti amo da impazzire” sospirò a mezzo centimetro dalle mie labbra. Sollevai di scatto la testa per guardarlo.
“Dico davvero…”continuò per convincermi.
“Oh Luca…” dissi con le lacrime agli occhi per l’emozione- “…ma ecco io…”
“Lo so, devi cercare di capire cosa provi e poi c’è anche Davide…lo so…aspetterò!” e mi baciò la fronte.
“Potremmo provare a stare insieme, che ne dici?” chiesi mentre disegnavo con il dito forme astratte sul suo petto.
“Vuoi davvero?” chiese di rimando.
“Si lo voglio!” e lo baciai…poi fummo entrambi catturati dalla Regina Mab.
La mattina seguente, io e Luca ci recammo insieme alle prove; entrammo a teatro mano nella mano e il cast capì immediatamente cosa era successo e si avvicinò per farci gli auguri! Solo una persona reagì diversamente: Davide, ci guardò apatico, poi guardò solo me e notai una lacrima rigargli la guancia, solo quando gli arrivò alla fine del viso l’asciugò con la manica della maglia e subito corse via verso il suo camerino…
(Davide)
Perché? Perché prendermi in giro? Aveva detto che mi avrebbe dato una possibilità e dopo due giorni la vedo fra le sue braccia…ma non riesco a odiarla, è essenziale per me, non riuscirei mai…mentre pensavo a questo le lacrime cadevano senza sosta. Continuai a piangere per svariati minuti, poi alzai la testa guardandomi allo specchio: occhi gonfi e rossi, viso sconvolto dalle lacrime, labbra secche per via dei numerosi sospiri, il corpo che tremava ad ogni singhiozzo…non ero più io! Decisi così che non mi sarei fatto da parte, non era nella mia natura, avrei provato a conquistarla comunque…mi diedi una sistemata, misi qualche goccia di collirio per cercare di nascondere il rossore e andai a provare.
(Martina)
Vidi Davide tornare sul palco e iniziare a cantare "Io tremo"...quella canzone sembrava la volesse dedicare a me, alla nostra situazione, in fondo parla di un amore non corrisposto: ma è davvero così? A questa domanda non sapevo ancora rispondere...le prove erano, dunque, riprese come se tutto fosse normale, o meglio, tutto poteva essere normale se Davide non fosse stato distaccato... e per quanto si sforzasse di mascherare la cosa, lo si notava comunque semplicemente guardandolo negli occhi. La giornata fu uno strazio: Davide era di ghiaccio e recitava meccanicamente, io cercavo di essere spontanea ma mi veniva complicato, i ballerini erano scoordinati, gli attori dimenticavano le parti...solo Luca era perfetto! La condizione di Davide sembrava aver influenzato l'intero musical, Luca soltanto ne era immune.
Anche l'ultima settimana di prove volò via ed era arrivata la sera della prima: per l'occasione i miei genitori e Gioia avevano lasciato i loro impegni ed erano venuti a sostenermi. Ero in camerino a canticchiare alcune parti, bussarono alla porta e vidi entrare un Mercuzio in forma smagliante: i ricci erano stati ravvivati dal gel e dalla lacca, gli occhi erano contornati da una spessa linea di matita nera che li rendevano più profondi, la camicia era semi aperta e lasciava esposta la collana con i numerosi ciondoli, il gilet gli stringeva la vita e i pantaloni facevano risaltare le sue gambe muscolose...era perfetto...
"Che Dio ti dia la buonasera, bella...Giulietta..." aveva iniziato la battuta con il tono arrogante di Mercuzio ma quando mi guardò le parole gli morirono in gola lasciando il permesso di uscire solo al nome "Giulietta" che pareva più un sospiro di stupore.
"Buonasera messere!"
"Fatti un po' vedere" mi prese per mano facendomi fare una giravolta, la gonna del vestito si allargò per poi stringersi sulle mie gambe: adoravo la leggerezza di quell'abito! Anche i capelli erano stati piastrati e acconciati con una treccia a forma di cerchietto...         
"Sei magnifica!" Disse infine.
"Lo sei anche tu sai?" Dissi abbracciandolo. Mi poggiò le mani sui gomiti e mi lasciò un bacio appassionato sulle labbra. 
"Buona fortuna per la prima..."
"Grazie"
Lo spettacolo iniziò e, quel giorno, vidi Davide per la prima volta direttamente sul palco, quando c'era la scena del ballo: magari anche il nostro primo incontro fosse stato così delicato come quella scena...pensando all'incidente che ci fece incontrare, sorrisi naturalmente durante la canzone "La felicità dell'amore"...poi ci fu il bacio: questa volta era molto simile al bacio che ci siamo dati alle prove la prima volta, capì che quel bacio non veniva da Romeo ma da Davide e quando si staccò lo sentì sorridere sulle mie labbra; l'applauso del pubblico ci riportò alla realtà, anzi, alla finzione...lo spettacolo procedette alla perfezione. Al momento dell'uscita finale, mentre aspettavo il mio momento, Davide mi prese per mano e mi tirò a se:
"Congratulazioni splendore!" e mi baciò la fronte
"Merito di un Romeo perfetto come te..."ammisi stringendomi a lui...fu la nostra volta di inchinarci al pubblico che si alzò dalle poltrone e iniziò un applauso infinito! Mi commossi e subito Silvia mi raggiunse per abbracciarmi, seguita da Riccardo e Gianluca, poi arrivò anche Luca che stette al mio fianco fino ai saluti finali. In quel momento non sentivo alcun suono, vedevo solo la gente che mi guardava sorridente e a qualcuno era scappata la lacrima, avevo regalato emozioni e credetemi, non c'è sensazione più gratificante!
I miei genitori mi raggiunsero in camerino, mi stritolarono in un abbraccio di famiglia e mi salutarono dicendo che purtroppo dovevano partire la sera stessa perché avevano solo quel volo a disposizione per arrivare in tempo per gli impegni del giorno dopo. Gioia arrivò poco dopo, prima era andata a salutare come si deve il suo Tebaldo, come lei stessa lo definiva...Giuliano Peparini entrò nel mio camerino abbracciandomi calorosamente seguito da Giulia Luzi, che era venuta a vedermi, lei stessa, disse, non avrebbe saputo fare di meglio e poi mi confessò che era strano vedermi vestita e acconciata come lo era stata prima lei! 
Tutto il cast decise di festeggiare in discoteca: andai subito a casa a cambiarmi e raggiunsi la discoteca grazie a Luca, che era venuto a prendermi...Il locale era stato chiuso al pubblico ed era diviso in zona cena e pista da ballo. Giuliano, una volta seduti, prese la parola:
"Voglio ringraziarvi per l'immenso impegno che avete messo nel realizzare questo spettacolo ma soprattutto voglio ringraziare particolarmente la nostra Giulietta per l'impeccabile rappresentazione". In quel momento partì un applauso per me; mentre ringraziavo, Luca mi si parò davanti con un enorme fascio di rose rosse e blu avvolte con una carta che riprendeva le sfumature del logo del musical:
"Da parte mia e del cast..." e li sistemò sul tavolo di fronte a me. Come se non bastasse, avevano ordinato anche la torta; era a 3 piani: alla base c'erano gli stemmi dei due casati, al centro la scritta "Romeo & Giulietta" contornata di candeline e sopra c'era la mia miniatura vestita con uno degli abiti di scena che faceva il simbolo della vittoria con la mano! Era incredibile quella torta e il gusto non era da meno...
Dopo la cena, ci scatenammo in pista tra un cocktail e l'altro, io però non esagerai, non adoro ubriacarmi! In tutto questo, Davide se ne stava da parte, seduto ad una poltroncina a fissare il telefono...mi dispiaceva così tanto vederlo così...di colpo lo vidi alzarsi e venire verso di me, arrivato vicino a me gridò al mio orecchio "Vieni un attimo fuori?" Feci cenno di si e lo seguì nel giardinetto del locale. Ci sedemmo su una panchina e fissando il cielo stellato iniziò a dire:
"Io non mi arrendo. Non smetterò mai di lottare per te, sono fermamente convinto che tu sia quella giusta e non ti lascio scappare" e sorrise al cielo. La luce bianca della luna gli illuminava il volto rendendolo ancora più candido di quanto già non fosse...
"Davide ormai non credo si possa fare molto..."
"Si invece..." era determinato
"Beh io..." cercavo le parole giuste ma lui continuò al posto mio.
"Martina, io sono innamorato di te, provo una forte emozione nello stare accanto a te, il cuore mi potrebbe scoppiare da un momento all'altro..." mi prese il viso tra le mani e guardandomi negli occhi disse "Ti amo splendore" poi chiuse gli occhi e unì le nostre labbra in un bacio che era più dolce del miele e dello zucchero messi insieme e allo stesso tempo passionale. Mi staccai col fiato corto e dissi:
"Davide non posso io ora sto con Luca...mi dispiace da morire" e mi rifugiai in discoteca lasciandolo con la luna e le stelle. Entrata dentro, raggiunsi Luca: "Ehi Giacomelli"
"Ehilà guarda che bomba sexy che abbiamo qui...sai per quanto mi arrapi sarei capace di prenderti qui davanti a tutti! Ahahahaah". Ma che diavolo stava dicendo?! Sentì subito un forte odore di alcool, quel folle si era ubriacato! "Luca, io uscirei un attimo a prendere aria..."
"Eh no bambolina! Che fai? Non mi dai nemmeno un bacio? Avanti su..." mi fermò lui strattonandomi per un braccio.
"Non mi sembra il caso, sei messo male..." mi liberai dalla presa, corsi a cercare Riccardo e Gianluca e li supplicai di portare a casa Luca perché non poteva guidare in quello stato. Poi scappai fuori per riprendermi dal forte senso di nausea e disgusto che mi aveva provocato l'odore dell' alcool e vederlo in quello stato. Davide, che era ancora fuori, mi si avvicinò vedendomi uscire di corsa dal locale:
"Che hai?" Mi guardò in viso e lo vidi preoccuparsi. "Sei pallidissima e respiri affannata...stai male?" Continuò.
"Non mi sento bene, sono nauseata da Luca, era ubriaco tosto e voleva approfittarsi di me..." confessai. Davide sospirò per l'ennesima volta, odiava vedermi così per colpa di Luca.
"Non è che mi porteresti a casa? Voglio andarmene da qui..." gli chiesi.
"Oh certo vieni...". Arrivati a casa, mi accompagnò fin dentro all'appartamento, voleva accertarsi che io stessi bene, mi preparò un bicchiere di acqua e zucchero per farmi riprendere e rimase per qualche minuto a farmi compagnia. Stava per andarsene ma lo bloccai: non volevo dormire sola, non mi sentivo tranquilla...Davide mi accontentò.
"Marty posso togliermi questi vestiti di dosso? Non sono affatto comodi per dormire..."
"Certo che puoi". Mentre eravamo in camera mia, io ero davanti la specchiera intenta a togliermi il trucco e dallo specchio vedevo Davide: si tolse la giacca e la lanciò sulla poltrona, si slacciò la cintura e tolse i pantaloni; poi sbottonò lentamente la camicia bianca e i polsini ma non la tolse. Alzò lo sguardo verso di me e subito mi rimisi a togliere il trucco. Poi andai in bagno a cambiarmi e indossai una maglia larga che mi copriva fino a metà coscia. Mi stesi sul letto e notai che Davide cercava di stare il più lontano possibile da me.
"Non mordo sai?"
"Scusa e che non sapevo come fare..."
"Vieni qui" e mi avvicinai. "Non ti da fastidio la camicia? O forse ti sei abituato per via della scena del musical?" Dissi ridendo.
"Hai ragione...meglio toglierla" disse sfilandosi la camicia e rimanendo in intimo: notai per la prima volta le sue fattezze,  il suo corpo era ben definito e muscoloso. Lo guardai incantata e poi lo vidi salire sul letto avvicinandosi a me con fare provocatorio. Mi strinsi nelle coperte fissandolo, si fermò ad un soffio da me:
"Buonanotte piccola" e mi lasciò un bacio all'angolo della bocca; si allontanò lentamente e si distese al mio fianco dandomi le spalle. Ripresi a respirare e stranita dal suo comportamento mi sistemai meglio per dormire.
Aprì gli occhi e mi trovai con l'abito bianco di Giulietta, era nel letto e al mio fianco c'era Davide che dormiva. Di colpo si spalancò la porta ed entrò Luca, anzi, Mercuzio, che si gettò su Davide che nel frattempo si era svegliato. I due iniziarono a lottare senza sosta e io non riuscivo a muovermi, ero in grado solo di parlare: "No fermi! Siete impazziti! Vi farete male! Nooooo!". Mi sentì scuotere da qualcosa poi, finalmente, aprì davvero gli occhi: al mio fianco, Davide mi teneva fra le braccia e mi guardava spaventato:
"Che succede?"
"Stavi facendo un incubo! Urlavi nel sonno...ma ora è tutto finito." Mi rassicurò, cullandomi fra le sue braccia, poi mi addormentai nuovamente... 

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Capitolo 9
*** Come il mare, qui dentro il cuore ***






Il giorno dopo era giorno di riposo, mi svegliai abbracciata a Davide: le fronti unite, la sua mano, tra i nostri visi, stringeva la mia appoggiata sul cuscino, l'altra sua mano sul mio fianco, l'altro mio braccio gli circondava il fianco e arrivava fino alla schiena e le nostre gambe erano intrecciate. Il suo viso era rilassato e allo stesso tempo preoccupato, come se non stesse riposando bene per paura che potesse succedere qualcosa; i capelli erano leggermente arruffati e gli ricadevano sugli occhi, le labbra erano schiuse di poco. Lentamente lo vidi muoversi per poi aprire un occhio, successivamente li sbattè entrambi più volte e infine mi sorrise dolcemente. Ricambiai il sorriso mentre portava alle labbra la mia mano per baciarla; risalì con la mano la sua schiena e gli accarezzai i capelli spostandoli dai suoi occhi per poi scendere sulla sua guancia. Si alzò su un gomito, mi mise una ciocca dietro l'orecchio e mi alzò il mento con due dita, fece sfiorare il suo naso con il mio per poi baciarlo sulla punta; risi leggermente a quel tocco.
“Buongiorno splendore?” sussurrò.
“Buongiorno a te”…mi alzai dal letto “Vestiti e scendi sotto…” e mi recai in bagno. Dopo 10 minuti lo trovai sotto che esplorava ogni mobiletto della cucina in cerca di qualcosa per preparare la colazione.
“Davide aspetta, la preparo io! Cosa vuoi mangiare?”
“Per me va bene tutto!” mi disse chiudendo un’anta del mobile. Così si mise a sedere al tavolo mentre io iniziavo a fare il caffè e il latte… Mentre bevevo un sorso di latte, decisi di ringraziarlo per avermi fatto compagnia durante la notte. “E’ stato un piacere, nessun disturbo!” aveva semplicemente detto mentre osservava il mio polso dove c’era il bracciale che mi aveva regalato e l’elastico di Luca… Stavamo parlando, ma squillò il mio cellulare: era Luca…
“Pronto?”
“Martina, credevo non mi avresti più parlato dopo di ieri…”
“L’idea era quella…mi hai umiliata in tutto il locale…”
“Lo so bene quello che ho fatto, ho parlato con Riccardo e mi ha spiegato tutto…mi dispiace tanto ma ero sotto l’effetto dell’alcool, non era mia intenzione offenderti! Non so come farmi perdonare, credimi!” disse Luca con tono colpevole
“Va bene, ma solo per questa volta, ma non ti aspettare chissà cosa da parte mia! Sono molto delusa e mi ci vorrà tempo…”
“Lo capisco perfettamente, a presto…grazie piccola!” mi salutò e chiusi la telefonata.
Davide aveva ascoltato tutta la conversazione con gli occhi fissi sul suo caffè, poi mi guardò:
“Cosa farai adesso?”
“Non lo so, ma non sarò in vena di sorridergli o di uscire con lui per i prossimi giorni…”
“Capisco…”
“Bene.” Dissi seccata dalla situazione con Luca.
“Usciresti con me?” chiese Davide tutto a un tratto.
“Ehm si, quando?”
“Fra mezz’ora?!” disse guardando l’orologio appeso alla parete della cucina.
“COSA!?” urlai sorpresa.
“Dai sbrigati, non farmi aspettare molto!” si alzò e mi trascinò per un polso fino la mia camera. Se pensava che una donna fosse in grado di prepararsi in mezz’ora voleva dire che era completamente fuori di testa… Mi cambiai più in fretta possibile e scesi sotto, dove Davide mi aspettava già in macchina.
Arrivati a metà strada si fermò davanti un ristorante…
“Davide, non è presto per pranzare?”
“Ma io non ti sto portando a pranzo, aspetta qui!” mi fece l’occhiolino e scese dall’auto. Ritornò dopo 2 minuti con in mano due grandi buste, che posò sui sedili posteriori. Mi limitai a guardarlo con aria interrogativa, lui rise e riprese a guidare…Quel pazzo mi aveva portato a Ostia Lido: attraversammo tutto il lungomare con l’auto, scelse un posto isolato e parcheggiò; mi aprì la portiera tendendomi la mano, poi andò a recuperare le buste…Mi fece strada scendendo in spiaggia, trovò uno scoglio adatto per sederci e sistemare la roba da mangiare. In quelle buste c’era praticamente tutto il ristorante: una tovaglia, bicchieri, tovaglioli, posate, pasta, carne, frutta e perfino il dolce! Ero stupefatta della sua rapidità nell’organizzare le cose, mi avvicinai a lui abbracciandolo e ringraziandolo. Facemmo un escursione sugli scogli, fino ad arrivare a quello più alto, lì Davide mi abbracciò da dietro e mi baciò la guancia, restammo per minuti in quella posizione, ammirando le onde del mare d’inverno e respirando l’ aria pura; le onde mi ricordavano il trambusto che in quei giorni si era creato dentro me: come l’onda che arriva da lontano e si abbatte poi a riva frantumandosi e facendo rumore, così quei due ragazzi erano entrati nella mia vita e si erano impossessati di me lasciandomi con il cuore e l’anima sottosopra… Poco dopo, tornammo al nostro scoglio per mangiare; fu più un gioco che un pranzo perché Davide mi imboccava facendomi provare ogni cosa a me nuova, non essendo abituata ai piatti tipici romani! Passammo tutto il pomeriggio a parlare di ogni cosa: genitori, amici, avvenimenti importanti per noi, come per esempio la sua esperienza a X Factor. Arrivata una certa ora, iniziai a sentire freddo e decidemmo di andare via…pensavo che la giornata era finita ma Davide insistette nell’invitarmi a fare una passeggiata dopo cena; non riuscì a dire di no e ci salutammo con un profondo bacio. Una volta dentro casa, aprì whatsapp, che iniziò a squillare all’infinito: 3 messaggi di Gioia, 2 di mamma e 1 di Luca… Lessi per primo il suo:
“Piccola mia, per farmi perdonare vorrei avere il piacere di invitarti a cena stasera, che fai ci vieni?”
Come mi ero ripromessa, decisi di stare lontano da lui per il resto della giornata e perciò negai l’invito. Luca visualizzò ma non rispose. Non ero arrabbiata ma volevo fargli capire come mi ero sentita…
Le 22:00 arrivarono immediatamente, Davide sarebbe arrivato di li a poco. Per uscire avevo indossato un completino poco impegnativo, mentre stavo indossando gli orecchini, un clacson suonò sotto casa mia. Scesi subito e salì in macchina, salutai Davide con un bacio sulla guancia e partimmo. Mi portò in giro per tutta Roma, che di notte era ancora più suggestiva; quella sera Davide si era superato, non era elegante ma stava benissimo così . Passeggiammo mano nella mano sotto il Colosseo, scattammo centinai di foto di cui una la mandai a Gioia che rispose con “Siete così carini e zuccherosiiiii!!!!” scatenando una nostra risata. Poi Davide disse:
“Ha proprio ragione, sei meravigliosa!” mi cinse i fianchi appoggiando la sua fronte alla mia; poggiai le mie mani sul suo petto, mi strinse a sé sospirando e io mi lasciai cullare dal battito del suo cuore. Poi mi alzò il viso, prese il telefono, lo puntò verso di noi e baciandomi vicino la bocca, scattò una foto…
“E questa?”
“La voglio per ricordo di questa magnifica giornata, che porterò sempre nel mio cuore!” disse facendo un occhiolino e baciandomi la fronte…Quella sera passeggiammo abbracciati per tutta Roma e ogni coppia che passava per la strada ci guardava invidiosi!
La mattina seguente, Giuliano aveva chiamato per avvisarmi che domani saremmo partiti per il tour e di farmi trovare alle 10:30 al teatro per una riunione generale. Approfittai della giornata libera per uscire a fare un po’ di shopping, poiché in caso d’incontri con i fans e interviste non avevo praticamente nulla di decente da indossare! Girai per tutta Roma in cerca di vestiti, scarpe, accessori e una valigia bella capiente… mi fermai a pranzare al McDonald e tornai a casa sfinita! Sotto casa mia trovai Luca appoggiato al cancello…
“Luca? Che ci fai qui?”
“Volevo vederti…perché ieri non sei voluta venire a cena con me?”
“Non ne avevo voglia e poi ero stanca…comunque vieni dentro…”.
Entrammo in casa, posai le buste e misi sul fornello la macchinetta del caffè, in attesa che fosse pronto, mi sedetti al tavolo a parlare con Luca:
“Luca, non sono arrabbiata con te, non ci riuscirei pur volendo, solo che devo riacquistare fiducia in te. Chiaro?” Luca si rattristò …
“Ok…allora vuoi passare un po’ di tempo con me oggi?” chiese forzando un sorriso.
“Dove mi porti?” chiesi curiosa mentre versavo il caffè nelle tazze.
“Veramente dovrei fare le valige e non ho la più pallida idea di cosa metterci dentro! Mi serve l’aiuto di una donna…e qui entri in gioco tu!” confessò.
“Per me va bene, a patto che prima faccio le mie e poi vengo ad aiutare te!”
“Perfetto, non c’è problema…allora come ti sbrighi chiamami e ti passo a prendere!”. Ci salutammo con dei baci sulle guance e iniziai a mettere a posto.
Passai il resto del pomeriggio a preparare le valige, finì che erano le 20 passate da un po’…Chiamai Luca per avvisarlo che mi ero appena sbrigata e mi disse che tra mezz’ora si faceva trovare sotto casa. Pensai che avendo mezz’ora a disposizione avrei potuto preparare un dolce per ringraziarlo per la cena che, di sicuro, mi avrebbe offerto… così impastai la torta e la infornai; mezz’ora più tardi il profumo di cacao inondava la casa! Sistemai il dolce in un vassoio e scesi sotto per aspettare Luca, che non tardò ad arrivare… Casa sua era immensa: era divisa in due piani come la mia, aperta la porta ci si ritrovava in un maestoso salone in stile rustico, la parete di fondo era decorata al centro da un enorme caminetto e ai suoi lati c’erano delle vetrate, sulla destra si trovava l’entrata che conduceva alla cucina anch’essa rustica con al centro un grande tavolo; salita la scala ci ritrovammo in un lungo corridoio, a destra la camera sua, a fianco la camera degli ospiti, a sinistra il bagno e un ripostiglio.
Sulla parete di fondo vi erano appese due tende rosse spostate ai lati; Luca mi prese per mano e disse:
“Questo è il pezzo forte della casa, chiudi gli occhi…”. Seguì le sue parole e mi porto al di là delle tende: aprì gli occhi e mi ritrovai in una terrazza adibita a giardino, con tanto di altalena a panchina e fontanella… era meraviglioso quel posto.
“Bella vero?”
“Di più… è incantevole!” e subito corsi a sedermi sulla panchina, poi mi alzai per affacciarmi alla ringhiera di mattoni per ammirare il cielo che iniziava a riempirsi di stelle. Mi si avvicinò cingendomi i fianchi con le braccia e appoggiando le mani alla ringhiera:
“Puoi venire ogni volta che vuoi…” mi sussurrò lentamente all’orecchio.
“Ti ringrazio”.
Mi voltai verso di lui e lo trovai a mezzo centimetro dal mio viso: ancora una volta mi persi nei suoi occhi color miele. Luca ne approfittò per accarezzarmi la guancia, poi si avvicinò ancora e mi lasciò un bacio a fior di labbra che ricordava il nostro primo bacio davanti l’Arena di Verona. Guardò l’orologio e decise di entrare per preparare la cena, non volle nemmeno una mano di aiuto e per ingannare il tempo, decisi di arricchire il mio dolce con nutella e fragole che trovai nella sua dispensa. Devo ammettere che è un bravissimo cuoco ma nemmeno io scherzavo con la pasticceria! Lo aiutai a lavare i piatti e poi andammo in camera sua a fare le valige, o meglio, io prendevo il necessario e lo sistemavo, lui si limitava a guardarmi. Finì che era tardissimo, ero stanca morta e quindi mi buttai sul letto, Luca mi guardò dolcemente per poi appoggiarsi su un gomito al mio fianco.
“Grazie mille e scusa se per colpa mia sei sfinita, ma mi hai salvato il tour!” e mi baciò la fronte.
“Di nulla, Luca” sospirai; mi alzai dal letto decisa a scendere sotto, dove avrei preso il mio cappotto per poi farmi accompagnare a casa. Ma Luca scattò dal letto e mi si parò davanti:
“Dove vai?”
“Stavo andando a prendere il cappotto…”
“Ma no, è troppo tardi, puoi restare a dormire qui!”
“No Luca…”
“Nella stanza degli ospiti” si affrettò a dire. Alzai lo sguardo sulla sveglia che aveva sul comodino: 23:50. Era davvero tardi…sospirai e annuì. Lo vidi rilassare le spalle e disse “Vado a prenderti qualcosa per la notte”. Nel frattempo scesi sotto a prendere la borsa, salì di nuovo sopra e mi recai nella camera dove avrei passato la notte; presi il cellulare e mentre inserivo il carica batteria nella presa controllavo se qualcuno mi aveva scritto. Come previsto, avevo un messaggio di Davide: “Stavo guardando il cielo, ho visto una stella splendere più di tutte…ma non splendeva neanche la metà della luce che ho negli occhi quando ti vedo! Buonanotte splendore!”. La dolcezza di quel ragazzo era incredibile…risposi “Sei sempre dolcissimo…Buonanotte anche a te”. Luca bussò alla porta:
“Avanti…”
“Ho trovato questa mia felpa ma non ho nulla per le gambe…” disse dispiaciuto.
“Va bene la felpa, è abbastanza grande da coprirmi bene! Mi svegli tu domani? Ti ricordo che abbiamo la riunione…”
“Si certo…allora buonanotte piccola!” e mi baciò la guancia; io ricambiai con un altro bacio e andai a dormire.
 

Il completo di Martina


Il completo di Davide

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Capitolo 10
*** Tournée sto arrivando! ***


Salve ragazzi! Sono contenta del fatto che la storia sia seguita, non è facile trovare il tempo di mettersi a leggere una storia visto che ora sono riprese tutte le attività come la scuola ecc. come sempre, nuove emozioni e colpi di scena vi aspettano, così come io aspetto un vostro commento (positivo o negativo) sotto il capitolo! Buona lettura… RandB96
 
 




(Luca)
Mi ero appena svegliato per via del suono della sveglia, mi trascinai dal letto ancora stanco, ieri sera siamo andati a dormire tardi…a proposito, dovevo svegliare Martina; ma prima pensai che avrebbe gradito la colazione a letto, quando gliela feci trovare a Verona era contenta…già Verona, era iniziato tutto là, la passeggiata, il bacio, la colazione… sorrisi a questi ricordi mentre sistemavo la brioche sul vassoio. Raggiunsi la sua camera e riuscì ad aprire la porta senza difficoltà: la trovai avvolta dalle coperte, girata verso la porta; i capelli lunghi e ricci raccolti in una coda, le ciglia lunghe che le sfioravano gli zigomi, le labbra sigillate… si era addormentata con il cellulare in mano! Poggiai il vassoio sul comodino e delicatamente le sfilai il cellulare dalla mano, spinto dalla tentazione, accesi il display; era aperta la schermata di whatsapp e c’era un messaggio di Davide che non aveva letto, “Ti adoro stellina!” lessi senza aprirlo…Quel ragazzo mi ostacolava in ogni modo, ma Martina era stata chiara, voleva frequentare entrambi quindi tutto era lecito! Prima che si potesse svegliare, posai il suo cellulare e accarezzandole la guancia iniziai a chiamarla…Accidenti che dormigliona! La dovetti scuotere prima che si svegliasse:
“Altri 5 minuti…”
“Dai pigrona alzati! O la colazione si raffredda…”. Aprì finalmente quegli occhi scuri che tanto adoravo e mi rivolse un semplice sorriso mettendosi a sedere:
“Buongiorno…” disse dopo uno sbadiglio “…e grazie per l’ennesima colazione!” e rise: quella risata pura e spontanea era una dolce melodia che mi faceva stare bene! Le lasciai un bacio sulla fronte e andai a prepararmi…dopo quasi un’ora scese anche lei e insieme passammo a casa sua per prendere le valige, per poi recarci al teatro. Entrammo dentro e lei corse ad abbracciare i ragazzi, Riccardo la prese in braccio e la fece volteggiare, poi toccò all’altro “fratello adottivo” ovvero Gianluca, che la baciò per alcuni istanti in fronte per poi abbracciarla teneramente, in tutto questo lei rideva spensierata, quasi senza pensare che c’erano due poveri ragazzi alle prese per farla innamorare…Davide arrivò poco dopo, quando lei lo notò la vidi sorridergli quasi imbarazzata come se lo avesse conosciuto da un giorno, per poi andargli incontro; lui sorrise con dolcezza, la portò fra le sue braccia e accarezzandole i capelli, la cullò per qualche secondo. Giuliano salì sul palco e iniziò a farci delle raccomandazioni per il tour…
La riunione durò un’ora, subito dopo, ognuno prese le sue macchine e ci dirigemmo all’aeroporto. Martina si fece accompagnare da Riccardo e arrivò dopo di me… Salimmo sull’aereo e si sedette con Gianluca. Per tutto il volo verso Milano, non mi rivolse né uno sguardo né una parola, era ancora arrabbiata ma me lo meritavo, ero stato un idiota a trattarla in quel modo, non avrei dovuto eccedere con l’alcool; avrei dovuto riconquistare la sua fiducia! Nonostante avessi le cuffie con la musica non molto bassa, la sentivo ridere e scherzare con Gianluca: non mi piaceva affatto la situazione… forse ero geloso anche di lui? Ma non poteva essere, lui aveva occhi solo per Gioia... ma restava il fatto che avrei voluto essere io al suo posto. Finalmente eravamo arrivati a Milano; ci recammo in hotel per sistemare le nostre cose: avremmo trascorso 5 giorni lì per poi spostarci a Firenze. Il resto della giornata era, ovviamente, libera da impegni, così decisi di invitare Martina a fare un giro per Milano. Raggiunsi la sua camera e bussai…
(Martina)
Stavo sistemando i vestiti nell’armadio, quando qualcuno bussò alla porta:
“Avanti” dissi posando l’ultima maglia sulla mensola dell’armadio.
“Ciao piccola…” era Luca.
“Ehi…” volevo dimostrarmi ancora distaccata…
“Ascolta, ancora non ho avuto modo di rimediare come si deve, quindi, mi stavo chiedendo se vuoi visitare Milano con me?” chiese speranzoso. Credo che questa tortura possa bastare, sta cercando in tutti i modi di farsi perdonare e lo apprezzo molto…
“Va bene…” dissi sorridendo. Lo vidi aprire la bocca incredulo per poi lasciare spazio a un mega sorriso.
“Ci vediamo tra mezz’ora ok?”
“Ok Luca!”. Mi abbracciò calorosamente e mi lasciò sola per prepararmi. Mi diressi all’armadio rimasto aperto e iniziai a guardare uno per uno i vestiti che avevo comprato a Roma…alla fine trovai quello che poteva sembrare più adatto. Passata la mezz’ora e qualcosa in più, Luca bussò nuovamente alla mia porta… aprì e mi ritrovai un Luca sorridente e pieno di vita, era ritornato al suo modo di essere prima che succedesse tutto quel casino! Indossava una camicia nera con sopra un cardigan di lana grigio, un paio di jeans scuri e le converse bordeaux; aveva tre anelli alle dita e una collana che era nascosta dal cardigan…i suoi capelli erano ravvivati dal gel e la poca barba era stata appena sistemata.
“Piccola sei stupenda!” esclamò baciando la guancia.
“Anche tu! Allora, andiamo?”
Non vedevo l’ora di visitare Milano e i suoi negozi, ovviamente! Camminammo tantissimo e finalmente raggiungemmo Piazza Duomo: scattammo la solita foto con il Duomo come sfondo e la postammo sulla sua pagina Facebook e sul mio Instagram. Mano nella mano ci recammo alla Galleria Vittorio Emanuele II, ogni vetrina mi incantava e furono innumerevoli i negozi che visitammo! Poi una vetrina di un atelier conquistò la mia attenzione: vi era esposto un abito meraviglioso che costava un occhio della testa. Luca se ne accorse e raggiungendomi disse:
“Ti piace?”
“Da morire…” risposi ancora incantata. “Ma costa troppo…”
“Prima o poi lo potrai comprare!” cercò di incoraggiarmi…Mi allontanai da quella visione per andare a pranzare. Dopo pranzo tornammo in hotel a sistemare le cose che avevamo comprato. Approfittai del tempo libero a mia disposizione per chiamare mia madre, mi mancava tantissimo…parlai con lei per un quarto d’ora! Non avendo di nuovo nulla da fare, feci un giro dell’hotel: mi fermai a parlare con tutto il cast, visitai il ristorante, poi scesi in giardino e mentre ammiravo le piante che erano riuscita a sopravvivere al freddo, mi sentì osservata. Allora decisi di salire sulla terrazza dove mi accolse un magnifico tramonto...all’improvviso due mani mi chiusero gli occhi e sentì il suo respiro avvicinarsi alla mia guancia per poi trasformarsi in un bacio. Appena mi voltai, trovai di fronte a me Davide:
“Mi stavi seguendo?”
“Non avevo nulla da fare…” si giustificò.
“Mi poteva prendere un colpo lo sai?” chiesi tranquilla.
“Ma non è successo!” disse ridendo… “Davvero una bella vista eh?”
“Oh ma ne sto ammirando uno più bello!” dissi imitando la sua voce, quella frase me l’aveva detta a Verona…
“Ah ah ah, simpatica!” disse sarcastico “E’ ora di cena, scendiamo” concluse porgendomi una mano. La afferrai e scendemmo le scale fino ad arrivare in sala, dove Riccardo ci accolse con un “Ecco Romeo e Giulietta! Eravate per caso andati a sposarvi di nascosto!?” che scatenò le risate del gruppo. Mi sedetti al tavolo all’unico posto rimasto, quello tra Gianluca e Silvia, di fronte a me avevo Luca e Davide. Per la prima volta li vidi parlare e scherzare, forse erano entrati in una specie di sana competizione, allontanando gelosie e rancori…così sembrò fino a quando entrambi mi chiesero nello stesso istante “Vieni fuori con me?”: li fissai spaventata e già nella mia testa li vedevo litigare, loro due si guardarono senza dire nulla e posarono i loro occhi su di me.
“Allora? Con chi vieni?” chiese Luca sicuro di sé e certo della risposta. Guardai prima lui e poi Davide…e ora che si fa?
“Io…” iniziai a dire e mi accorsi che tutto il cast ci stava guardando; mi sentì ancora più piccola di quanto già non fossi e le mie guance andarono a fuoco.
“La signorina viene con me!” esordì Gianluca prendendomi sotto braccio e allontanandomi da tutti quegli sguardi…
“Sei il mio eroe!” sospirai contenta.
“No sono tuo cugino nello spettacolo e tuo fratello adottivo nella vita!” precisò.
“Ahahahaha dai, ti ringrazio davvero. Un altro minuto e sarei scappata di sopra come una stupida…tutti quegli occhi su di me mi mettevano ansia e già lo ero e non poco! Ma hai visto quei due…?” avevo iniziato il mio piccolo sfogo. Non potendo parlare sempre con Gioia, avevo bisogno di qualcuno che mi ascoltasse e consigliasse, Gianluca era l’ideale: non aveva dei rapporti stretti né con Davide né con Luca, al contrario di Riccardo, che sentendo i miei pensieri li avrebbe detti subito a Davide!
“Li ho visti…ma tu che ne pensi?”
“Luca è premuroso e gentile, mi fa stare bene e ci tiene davvero a me…Davide è più romantico, dolce e mi riempie di attenzioni…come puoi notare è difficile scegliere! Ha qualche consiglio?”
“Guarda, frequentali entrambi…è l’unico rimedio per capire. Però non tutti e due insieme altrimenti sarai ancora più confusa. Prova prima con Luca: ti vedo più affiatata con lui!”
“Si è vero, con lui sono più legata e non provo imbarazzo. Non ci avevo pensato…grazie mille!” dissi abbracciandolo.
“Ora mi devi aiutare tu! Che devo fare con Gioia…è ovvio che mi piace…ma cosa faccio per conquistarla? Ora siamo anche lontani, io ci tengo a lei e non vorrei che lei si dimenticasse di me…”
“Allora…” riflettei un attimo “…potresti mandarle un mazzo di fiori oppure le scrivi una lettera e la spedisci; una lettera è meglio di una chiamata o di un messaggio, fa capire che ci tieni molto, è più impegnativa!”
“Si! Mi piace l’idea…grazie mille!”
“Per qualunque cosa chiedi pure a me…poi ti darò l’indirizzo di casa sua!”
Gianluca mi abbracciò di nuovo e rientrammo dentro. Avevo già finito di mangiare e non c’era nessuno nella sala… tornai, dunque, in camera mia a riflettere per un po’: dovevo frequentare ancora di più Luca, Davide per il momento lo avrei messo da parte, però avrei continuato a parlargli ovviamente! Ok, iniziamo ad andare da Luca a dirgli che ho preso questa decisione… uscì dalla stanza e attraversai il corridoio, arrivai davanti alla porta 206 e bussai…niente, nessuna voce…provai ancora, ma non avvertivo nessun suono; provai ad abbassare la maniglia e la porta era aperta. Entrai lentamente e sentì il rumore dell’acqua: Luca era sotto la doccia. Stavo per tornare in camera mia, quando inciampai con le sue scarpe e arrivai sul pavimento! Luca, avvertito dal rumore della mia caduta, uscì dalla porta del bagno e corse ad aiutarmi:
“Ti sei fatta male?” chiese abbassandosi. Alzai gli occhi su di lui e restai imbambolata: era coperto solo da un asciugamano allacciato in vita, era ancora bagnato e i capelli lasciavano cadere alcune gocce d’acqua sulle sue spalle.
“Eh?” chiesi a mia volta perché non avevo sentito una sola parola che aveva detto, ero troppo presa da quella visione…
“Ho detto se ti sei fatta male?” ripeté sorridendo.
“No no tutto apposto…” risposi alzandomi “…ero venuta a dirti una cosa ma sei occupato ora quindi passo più tardi.”
“No non serve, ho quasi finito…aspettami qui!” e rientrò in bagno per asciugarsi e cambiarsi. Dopo 5 minuti era di nuovo con me:
“Cosa volevi dirmi?” chiese sedendosi sul letto accanto a me.
“Io ho preso una decisione: voglio frequentare prima te, voglio vedere se le cose tra di noi possono funzionare…in caso contrario inizierò ad approfondire la situazione con Davide. Va bene come ragionamento?”
“Assolutamente si! Sono felicissimo che tu abbia scelto prima me!” mi buttò le braccia al collo e mi strinse calorosamente. Sorrisi affondando il mio viso sul suo collo, dove un odore buonissimo, un misto tra bagno schiuma e profumo, mi riempì le narici… si staccò da me e tenendomi per le spalle disse:
“Dobbiamo festeggiare! Lascia fare a me…tu aspettami in camera tua!” detto questo si dileguò dalla stanza. Con un sorriso stampato in viso tornai in camera mia e mi sedetti ad aspettarlo… tornò con in mano un vassoio: aveva portato una piccola cheesecake con una bottiglia di spumante!
“Ma ne valeva proprio la pena?” chiesi ridendo.
“Le cose importanti richiedono un trattamento importante!” disse baciandomi il dorso della mano. Arrossì violentemente a quel tocco e iniziai a tagliare la torta, poi brindammo a noi due, a “un nuovo inizio”, così disse Luca.


L’abito visto da Martina:

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Capitolo 11
*** Lucchetti e lacrime ***






Il tempo trascorreva velocemente e quasi non mi ero resa conto che mancavano pochissimi giorni al mio compleanno! La tappa a Milano era andata nel migliore dei modi, piena di spettacoli, repliche fino a 3 volte al giorno, incontri con i fans e interviste che vedevano come protagonisti, per lo più, me e Davide. Ma ci fu un intervista che mi colpì particolarmente, quella fatta per Radio Kiss Kiss…
(Flashback)
La speaker ci accolse nella sala e ci sistemammo per iniziare l’intervista.
“Come promesso, qui in studio abbiamo i protagonisti del musical più famoso e romantico che sta calcando, in questo periodo, i palchi più importanti d’ Italia. Direttamente da “Romeo & Giulietta- Ama e cambia il mondo”, Davide e Martina!”
“Ciao a tutti!” salutai e Davide mi seguì nei saluti.
“Cominciamo subito con l’intervista. Dovete sapere che le domande sono state formulate dalle vostre fans che le hanno mandate al nostro sito…iniziamo con la prima, che è per Davide: ti mancano i giorni passati ad X-Factor?”
“Si un po’ si…ho imparato molto in quei giorni e ho vissuto esperienze indimenticabili…”
“Bene la seconda è per Martina: non sappiamo praticamente nulla di te e la nostra amica ti chiede di raccontare qualcosa della tua vita per capire che tipo sei!”
“Va bene…innanzitutto comincio con il dire che sono calabrese, vengo direttamente dalla punta dello stivale! Poi…ho studiato al liceo ma per via del musical non ho finito l’anno, da sempre sono appassionata di musical e di canto! Il mio colore preferito è il blu e tutte le sue sfumature e mi piace tutto ciò che è vintage!”
“Benissimo, la domanda è stata soddisfatta; adesso ne abbiamo una alla quale dovrete rispondere entrambi. Ci chiedono: siete fidanzati con qualcuno?”
Io e Davide ci guardammo ridendo…poi iniziò a parlare:
“Lo ero prima di diventare Romeo, poi la mia ragazza non ha retto la distanza e ha deciso di finire la nostra storia…” Davide non mi aveva mai detto che era fidanzato…poi toccò a me:
“Io no, non lo sono…”
“La domanda non finisce qua ragazzi, ci scrivono: c’è qualcuno che attira la vostra attenzione tra il cast?” Ecco la domanda che mi aspettavo…
“Sono molto legata a tutto il cast ma in modo particolare a Luca Giacomelli Ferrarini e a Davide…” rimasi sul vago nel rispondere, non mi piaceva spifferare i miei sentimenti.
“Si c’è una ragazza che mi piace moltissimo, ma non lo posso dire perché sono molto riservato sugli affari d’amore!” disse Davide facendomi un occhiolino velocemente in modo che la speaker non se ne accorgesse…
“Ok ragazzi, fermiamoci un po’…amici ascoltatori vi aspettiamo dopo la canzone per continuare la nostra intervista con Romeo e Giulietta del musical”. Durante la pausa io e Davide parlammo con la speaker, che ci informò su cosa dovevamo fare dopo: cantare un pezzo di una delle nostre canzoni. La scelta ricadde su “Ama e cambia il mondo”…
“Ben ritrovati amici ascoltatori, vi ricordo che qui con noi in studio abbiamo Davide e Martina, i protagonisti del musical “Romeo & giulietta- Ama e cambia il mondo”. Abbiamo già rivolto alcune domande e adesso è il momento di far sentire a tutti quanto sono bravi: ci faranno ascoltare un pezzo del brano “Ama e cambia il mondo” tratto dal loro musical. Davide, Martina, a voi i microfoni.”
“Ama e cambia il mondo
Ama fino al delirio
Grida la tua presenza
Ama e cambia il mondo
Ama non c’è peccato
Ama con le tue mani
Brucia nel desiderio
Ama e cambia il mondo” cantammo a cappella io e Davide, guardandoci negli occhi come quando eravamo in scena. Il suo sguardo sembrava volesse convincermi a seguire le parole che stavamo cantando; era una canzone d’amore ovviamente, ma feci finta di non capire e continuai a cantare come se nulla fosse.
(Fine Flashback)
Davide stava ancora lottando per me, ogni occasione era quella buona per fare qualcosa per me. Mi dispiaceva vederlo lottare ma, per il momento, il mio posto era affianco a Luca: volevo conoscerlo meglio e chissà, magari sarebbe scoppiato l’amore!
Immersa nei miei pensieri, l’aereo iniziò ad atterrare sulla pista; scendemmo e uscimmo dall’aeroporto per recarci in hotel: eravamo arrivati a Firenze.
Ci sistemammo nelle camere e subito mi buttai in doccia: pomeriggio sarei dovuta uscire con Luca per visitare la città. Finalmente pronta, andai nella hall per attenderlo, ma dalle scale scese Davide che, quando mi vide, mi si avvicinò:
“Dove vai tutta elegante?”
“Se questo ti sembra elegante…” dissi indicando il mio jeans e il cappotto che mi ricopriva. “…comunque devo uscire con Luca per visitare la città”. Lo vidi rattristarsi per un attimo, poi gli tornò il sorriso.
“Ah bene, divertiti! Io invece ero sceso giù così…non avevo nulla da fare in camera…” mi sorrise.
“Capisco…” c’era imbarazzo tra di noi, quasi come le prime volte che iniziavamo a parlarci!
“Senti, dopo cena, ti andrebbe di…andare a…prenderci una cioccolata calda?”
“Ma possiamo ordinarla benissimo qui…” dissi io.
“Silvia mi ha consigliato un bar dove è praticamente la specialità: la guarniscono in tantissimi modi diversi…”
“Ok va bene…” alla fine accettai, era solo una semplice passeggiata. Nel frattempo arrivò Luca:
“Ciao piccola!” disse baciandomi la guancia “ ciao anche a te…” disse a Davide.
“Va bene, vi lascio alla vostra uscita” e con un espressione di ghiaccio si recò verso le scale.
“Che voleva?” mi chiese serio Luca
“Nulla, abbiamo scambiato due parole”. Vista la sua serietà, preferì non parlargli dell’appuntamento con Davide, se così si poteva definire.
Firenze era incredibile! Piazza della Signoria, Santa Maria del Fiore, Santa Croce…era tutto un susseguirsi di grandi opere d’arte! E poi, dici Firenze e subito pensi a Ponte Vecchio: il ponte che attraversa l’Arno e che sembra essere la continuazione della strada per via delle numerose botteghe artigiane! Io e Luca lo attraversammo all’ora del tramonto e notammo i lucchetti sulla ringhiera…
“Sai, c’è una suggestiva leggenda a Firenze che ha incoraggiato negli anni la comparsa di un numero sempre maggiore di lucchetti…La leggenda vuole che, se una coppia incatena un lucchetto su qualsiasi superficie di Ponte Vecchio e poi getta la chiave nell’Arno, il suo amore durerà in eterno.” Mi spiegò Luca, tenendomi per mano. Mentre mi appoggiavo alla ringhiera per ammirare l’ incantevole atmosfera che regalava il tramonto sui tetti del centro storico, dissi:
“Tu ci credi alle leggende?”
“Io credo a tutto: ai sogni, ai miti, alle leggende, alle tradizioni… io credo in tutto ciò che affascina e che intriga, nei sentimenti e nel silenzio degli sguardi…” mi spiegò raggiungendomi. “…ed è per questo che ho comprato un lucchetto: così il nostro legame, affetto o amore che sia, non si scioglierà mai.” Detto questo, tirò fuori dal cappotto un lucchetto chiuso, una chiave e un pennarello rosso, che mi porse sorridendo. Presi il pennarello, lui tenne il lucchetto tra le mani e iniziai a scrivere le nostri iniziali. “ L & M”, solo questo, niente + , niente cuori…solo le iniziali: non era amore e non potevo scrivere quei segni…Luca aprì il lucchetto, mi prese per mano e lo agganciò al ponte. Si girò dando la schiena alla ringhiera, mi mise in mano la chiave e insieme la lanciammo in acqua. Poco dopo si voltò verso di me, mi prese il viso tra le mani e mi baciò dolcemente: il suo caldo tocco sulle mie labbra mi scaldò il cuore e il calore si espanse per tutto il corpo, piccole scosse risalivano la mia schiena e il cuore batteva all’impazzata; le mie mani si mossero desiderose di trovare rifugio tra i ricci colore oro di Luca, di conseguenza, una sua mano scese sul mio fianco per poi avvolgermi in una tenera stretta che faceva aderire il mio corpo al suo…se questo era un sogno, non avrei mai voluto svegliarmi e se invece era il paradiso, sarei stata felice di essere morta.
(Luca)
Una volta lanciata la chiave, decisi che era il momento perfetto per baciarla: posai le mie mani sulle sue guance e la tirai verso di me. Quelle labbra tanto desiderate erano mie, molte volte le avevo assaporate e gustate ma ogni volta avevano un nuovo gusto che mi coinvolgeva tutti i sensi…il suo profumo contribuiva a mandarmi in estasi e sentire le sue mani tra i miei capelli, mi mandò al settimo cielo! Così la strinsi tra le mie braccia, per sentirla mia, per farla sentire amata, protetta e desiderata. Mi staccai a malincuore, avevo il fiato corto ma pur di non staccarmi da lei, sarei rimasto volentieri senza fiato, a costo di morire; almeno sarei morto contento! Le accarezzai i capelli e posizionai il braccio sulle sue spalle, lei ricambiò il semi-abbraccio e ci incamminammo verso l’hotel. Era già ora di cena quando rientrammo e avevo a disposizione solo il tempo di tornare in camera e sistemarmi per la cena. Una volta raggiunto il tavolo, vidi Martina che parlava con Riccardo, poi la vidi iniziare un fitto discorso con Gianluca e passargli un biglietto: di sicuro parlavano di Gioia e lei gli aveva dato il suo indirizzo…ma dopo la consegna del biglietto, continuò a parlare per tutta la cena, quasi non toccò cibo, la vidi arrossire e i suoi occhi erano lucidi mentre parlava. Gianluca, invece, la ascoltava attentamente, senza perdersi una virgola del suo discorso! Quei due erano diventati degli ottimi amici…
(Davide)
Mi era mancata per tutta la giornata e quando finalmente la vidi entrare nella hall, il mio cuore riprese a battere nella norma e la vita si impossesso nuovamente di me che, fino ad allora, sembravo solo uno spettro che vagava nell’hotel. L’ho detto non so quante volte che per me è essenziale! Sorrideva tranquilla mentre parlava con Luca, era felice…ma anche io sarei in grado di farla sentire così, solo che non me ne da occasione. Scomparì dalla mia vista dopo che salì le scale e dopo 10 minuti la rividi, mentre prendeva posto tra Riccardo e Gianluca. Per tutta la cena non fece altro che parlare, il suo discorso con Gianluca era infinito! Era agitata, gli occhi le brillavano, era rossa in viso e rideva di continuo; non riuscivo a percepire nemmeno una parola poiché parlavano a bassa voce, ma di sicuro si trattava di Luca; e vedendola così, il mio cuore rallentò di nuovo…
(Martina)
Dopo la cena, corsi subito in camera mia per mettermi qualcosa di adatto per uscire. Poi raggiunsi la camera di Davide e bussai… Davide aprì la porta e mi fece entrare:
“Signorina è pronta?”
“Certo, andiamo?”
Detto questo uscimmo per recarci al bar poco distante dall’hotel. Una volta seduti ordinammo le nostre tazze di cioccolata con panna e guarnizioni varie, che non tardarono ad arrivare…
“Come è andata la passeggiata?” chiese Davide. Ma davvero gli interessava? O era una scusa per iniziare a parlare?
“Bene, abbiamo girato mezza Firenze…”
“Ah…e sei stata bene con lui?”
“Si si, non mi fa mancare nulla!”
“Sono felice per te”
“Davvero?” chiesi stranita da quella affermazione.
“Si, meriti di ricevere attenzioni e Luca non te ne fa mancare…” disse giocherellando con un ciondolo del mio bracciale, quello regalatomi da lui. Posai la mia mano sulla sua, sospirai e dissi:
“Non c’è bisogno di mentirmi…so che non stai bene…e non sono l’unica ad essermene accorta…sei freddo, distratto e non esci mai quando sei libero. Non devi buttarti giù Davide! Ci sono almeno 20 ballerine che sono una più bella dell’altra…fai nuove amicizie e costruisci rapporti con loro; non voglio che tu stia così per causa mia…”. Abbassò lo sguardo sulla sua tazza e afferrando l’altra mia mano disse sussurrando:
“Ma io voglio costruire un rapporto solo con te…e sinceramente, sto perdendo la speranza.” Intravidi una lacrima uscire dal suo occhio e fermarsi poco più sotto; rapidamente l’asciugò.
“Andiamo a fare un giro” disse serio, alzandosi e pagando il conto. Io ero rimasta al tavolino con lo sguardo perso nel vuoto, non sapevo più cosa dirgli. Mi accorsi che mi stava aspettando fuori e mi alzai velocemente per raggiungerlo; mi misi al suo fianco e iniziammo a camminare per le strade di Firenze. Arrivammo ad un parco, Davide vi entrò e lo seguì fino ad una panchina dove ci sedemmo…passarono i minuti e nessuno dei due osava dire una parola. La situazione era delicata e senza via d’uscita… Mi squillò il telefono facendomi sobbalzare per lo spavento: era Luca. Oh Santo Dio! E ora che gli dico…
“Rispondi” quasi me l’ ordinò.
“P-pronto?”
“Ma dove diavolo sei finita? Ti sto cercando per tutto l’hotel!” mi ringhiò contro Luca.
“Sono uscita a fare una passeggiata”
“Sola? Ma sei matta?”
“No no…c’è…Davide…con…me…” avevo paura a dirglielo…
“Ah ecco…lo immaginavo!” disse irritato. “Vedi di rientrare al più presto…”
“Lo farò…” e chiusi la telefonata.
“Cosa c’è? Riccioli d’oro non si fida della sua ragazza?” chiese con voce mista tra sarcastico e irritato Davide. Non era da lui parlare così…
“Non sapeva che ero uscita…”
“Oh poverino…”  si alzò parandosi di fronte “…Vai! Non farlo attendere, prima vai e prima indagherà su questa uscita facendoti il terzo grado!!!” mi sputò quelle parole in faccia urlando.
“Davide ma che ti prende?” chiesi quasi impaurita.
“Che mi prende?” mi sussurrò piegandosi sulle ginocchia “Che mi prende? Mi prende che mi sto incazzando…non lo vedi come si comporta? Non si fida, ha paura che tu lo possa tradire, non ha un briciolo di coraggio, è tutto parole e regali e niente fatti! E la cosa che mi manda in bestia ancora di più è che TU non te rendi conto! Non sei in un romanzo, Martina, inizia ad aprire gli occhi!”
Quelle parole mi lasciarono di sasso: non poteva essere come diceva lui, quelle parole erano solo frutto della rabbia e della frustrazione…
“Davide…non sei autorizzato a dirmi cosa devo fare. Io e Luca stiamo bene così come stiamo e a me non da fastidio questo suo comportamento…se fa così vuol dire che ci tiene a me. L’unico su cui devo aprire gli occhi sei tu: pensavo fossi un ragazzo dolce e dai modi gentili ma ti stai rivelando per quello che davvero sei, un egoista che pensa solo al suo benessere, non curandosi di ciò che realmente vuole la gente. Sei un folle se pensi ancora di avere qualche possibilità con me, perché dopo di stasera tu per me esisterai solo quando saremo sul palco a recitare! Sei stato cancellato dalla mia vita e, mi dispiace ammetterlo, anche da quella piccola parte di cuore che avevi già conquistato! Hai rovinato tutto, tutto…spero che ora tu ne sia contento.” Dissi tutto d’un fiato mentre le lacrime mi scendevano e bagnavano il mio viso. Giusto il tempo di vederlo spalancare gli occhi che iniziai a correre a perdi fiato verso l’hotel. Arrivata, mi lancia sulle scale diretta alla mia camera, entrai e mi buttai sul letto lasciando uscire i singhiozzi che fino ad allora avevo tenuto dentro. Mi faceva male il cuore, non avrei mai voluto litigare con Davide, anche lui era importante per me! Ma da idiota qual è ha rovinato ogni cosa…
In preda ai singhiozzi che mi scuotevano, riuscì ad addormentarmi in lacrime.

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Capitolo 12
*** Eravamo il nostro male ma anche il nostro bene ***






Mi alzai dal letto e subito una fitta allucinante mi colpì la testa…passai davanti la specchiera, avevo ancora il cappotto addosso. Alzai lo sguardo e ritrovai il mio riflesso, la mia brutta copia: trucco sbavato, labbra secche, occhi rossi e gonfi e sguardo vuoto. Mi levai i vesti e mi diressi in doccia…dovevo fare in fretta, avremmo avuto una matinée fra circa un’ora. Mi preparai e sgattaiolai fuori dalla camera, gli altri erano già sotto ma aspettai che finissero per andare a fare colazione, non volevo che mi vedessero in quello stato. Una volta finita la colazione uscì fuori indossando gli occhiali da sole per coprirmi quelle due palline rosse che avevo al posto degli occhi; Luca mi avvistò e mi raggiunse:
“Buongiorno bambolina…come stai?”
Male. Distrutta. Oggi odio tutti e non ho voglia di parlare.
“Bene, tutto apposto e tu?” risposi distrattamente.
“Si tutto ok. Sono pronto a incantare il nostro pubblico!” disse con energia. Riccardo lo trascinò via da me e io ritrovai la pace, ma non mi sentivo sicura. Era tutta colpa sua, dei suoi occhi che mi fissavano…Davide se ne stava appoggiato al muro e mi guardava di tanto in tanto. Una volta arrivati in teatro, mi fiondai verso il mio camerino e li restai per tutto il tempo…arrivò la truccatrice e mi trovò appoggiata alla sedia con lo sguardo perso:
“Martina!?”
“Mh?” dissi continuando a fissare gli abiti di scena appesi alla parete di fronte.
“Forza cara, vestiti! Lascia che ti aiuti…”. Mi alzai senza alcuna voglia e meccanicamente mi cambiai aiutata dalla truccatrice…poi mi sedetti davanti la specchiera per farmi truccare.
“Oddio e questi occhi?! E come li nascondiamo ora?” era spaventata, come se avesse visto un mostro.
“Fa niente…non se ne accorgeranno…” dissi rassegnata. Dopo il trucco, mi diressi vicino al palco, Giuliano spiegava alcune novità a Luca… Davide comparve dall’altra parte e restava a testa bassa. Dopo mezz’ora, il sipario si aprì per dare inizio allo spettacolo e alla mia tortura…quando arrivò la scena del risveglio di Giulietta, piansi davvero…era un modo per sfogare la tensione accumulata in quasi 2 ore di musical. Ai saluti finali rivolsi al pubblico un sorriso tirato a stento e subito mi dileguai nel camerino; avrei deluso molti fans ma proprio non ce la facevo, non era bastata quella piccola scena per sfogarmi. Mi accasciai sulla toeletta e ripresi a piangere…sentì la porta aprirsi e dei passi venire verso di me, qualcuno si appoggiò al muro e si fece scivolare fino a sedersi a terra…lo sentì singhiozzare come un bambino.
“Perdonami…” diceva tra un singhiozzo e l’altro. Era così sensibile, ricordava me stessa… solo allora alzai di poco la testa per vederlo: era seduto a terra, i gomiti  sulle ginocchia, la testa fra le mani…non si era nemmeno cambiato. Mi alzai e lo raggiunsi a terra, sedendomi e incrociando le gambe sotto la lunga gonna. Le lacrime scorrevano di continuo e tentare di fermarle era inutile...i singhiozzi arrivarono anche per me e fecero sì che Davide alzasse lo sguardo su di me: somigliava al riflesso del mio specchio che avevo visto poche ore fa. Stessi occhi, stesse labbra, stessa espressione vuota…ci fissammo a lungo. Spinta da non so cosa, mi buttai su di lui per abbracciarlo, lui allargò le gambe e mi accolse a braccia aperte; le nostre lacrime aumentarono e i singhiozzi erano più forti, eravamo stretti l’uno all’altra in un abbraccio scomposto. Eravamo il nostro male ma anche il nostro bene, perché dopo qualche istante avevamo smesso di piangere. Solo allora Davide alzò lo sguardo su di me, poi prese il mio viso fra le sue mani e disse:
“Perdonami per il male che ti ho fatto. Ero arrabbiato e non sono riuscito a controllare le parole. Ma ti prego, non rimanere un minuto di più arrabbiata con me, perché proprio non ce la faccio senza di te; non sai quanto ho sofferto in queste 2 ore di spettacolo! Anche se non vuoi tornare a parlarmi, almeno guardami ogni tanto o sorridimi…il tuo ignorarmi mi uccide!” e un'altra lacrima compì il percorso delle precedenti.
“Davide, ti prometto che tutto tornerà come prima, nemmeno io riesco ad andare avanti sapendo che tutto è cambiato. Sei importante per me e starti lontano mi distrugge, anche se credevo che mi potesse schiarire ancora di più le idee…ma la distanza non fa per me…”
“Non fa per NOI” mi corresse. Mi strinse più forte a sé e mi baciò la fronte per poi accarezzarmi i capelli. Dopo che ci riprendemmo, ci alzammo da quell’angolo di pavimento e asciugandoci le guance, ci salutammo con un sorriso.
(Davide)
Avevo ripreso a vivere dopo quel momento passato insieme. Era un misto tra il suo odio, il mio pentimento e la consolazione reciproca…mi sentivo come rinato, più deciso di prima a conquistarla, avevo ritrovato la speranza! Mi diressi nel mio camerino e per strada mi incontrò Luca:
“Ehi…che brutta faccia…”
“Grazie per il complimento!” dissi scontroso.
“No sul serio…che ti è successo?” chiese Luca
“Nulla è la stanchezza…va da lei adesso…ne ha bisogno…” mi feci scappare dalla bocca
“Lei?...che le hai fatto?” mi ringhiò in faccia stringendo tra le mani la camicia.
“Nulla sta tranquillo…ha solo bisogno anche di me. Non esisti solo tu per lei, rassegnati. Io sono importante per lei quanto lo sei tu!” dissi tenendogli testa e staccandomi dalla sua presa. Lo lasciai lì e andai a cambiarmi.
(Luca)
Che le aveva fatto quel dannato di un ragazzino? Se credeva potesse competere con me si sbagliava e non di poco…corsi subito da Martina e la trovai che si rivestiva. Il sangue mi arrivò alla testa: Davide e Martina avevano…? No, non ci credo…
“Che è successo qui?” chiesi impassibile
“Nulla…mi sto cambiando. Avevo ancora l’abito di scena.” Rispose tranquilla
“Tanto lo so che c’era Davide qui…” alzai di poco la voce.
“Non penserai mica…?” mi chiese lei sconvolta. Allora non era successo nulla…
“Che ne posso sapere io? Lo vedo uscire tutto sconvolto, entro qui e ti trovo a vestirti! Permetti che pensi a male?”
“Hai ragione…ma non è come sembra!”
“Ti credo…su sbrigati così ce ne andiamo”. Tornai così a riprendere le mie cose e l’aspettai davanti la porta che portava il suo nome.
(Martina)
Che sfiduciato che era! Forse aveva ragione Davide quando disse che non si fidava di me e che aveva paura di essere tradito… scossi la testa per togliere quei pensieri e uscì dal camerino ritrovandomelo davanti. Prese il mio borsone, mi baciò una guancia e cingendomi le spalle con un braccio, ci avviammo verso il pulmino che ci avrebbe portato in hotel. Una volta seduta, Luca appoggiò la sua testa sulla mia spalla e mi circondò la pancia con un braccio; gli accarezzai una guancia e notai che fissava il mio polso…
“Ma quell’elastico…”
“Si è tuo…lo tengo sempre al polso…” dissi ridendo. Gli si illuminarono gli occhi ma d’ un tratto si oscurarono, aveva visto il bracciale:
“E questo?” disse toccandolo mentre si sedeva composto sul sedile.
“Questo è un regalo di Davide…” ammisi. Non volevo dirgli una bugia…
“E quando te l’ha fatto?” continuò.
“Un mese fa, più o meno…”
“Perché?”
“Luca basta! Cos’è un interrogatorio? Voleva farmi un regalo ed eccolo qui!” dissi irritata alzando il polso per farglielo vedere. Luca mi guardò sorpreso, poi abbassò gli occhi e non mi rivolse più la parola per il resto del viaggio…
Erano passati già 3 giorni, dopo l’ennesimo serale ero finalmente pronta per infilarmi sotto le coperte quando qualcuno bussò alla porta. Il tempo di mettermi la vestaglia e le pantofole e corsi ad aprire: il vuoto. Mi affacciai per controllare il corridoio ma non c’era nessuno, stavo per chiudere di nuovo la porta e a terra notai una lettera. La presi, chiusi la porta mentre la rigiravo tra la mani e sedendomi sul letto l’aprì:
Mia luce, con questa lettera voglio chiederti ancora scusa…perdonami per aver alzato la voce con te, per aver detto che devi aprire gli occhi…ognuno ha il diritto di vivere i suoi sogni e se questo è il tuo, non sta a me svegliarti! Perdonami se qualche volta sono stato invadente, se qualche volta ti ho mandato in confusione il cuore… vorrei poter rimediare con qualcosa di migliore di una semplice lettera, ma non ne sono capace…da aggiusta caldaie e novello cantante che sono, la mia unica arma è la parola: so usare solo quella! Ma a volte è un’ arma che ferisce più di una lama o di una pallottola…Infine, dico solo, citando Shakespeare, o meglio, una frase di Romeo e Giulietta: “Perdonami, perdonami di amarti e di avertelo lasciato capire.”
Solamente tuo, Davide

Quelle parole mi fecero sorridere, era davvero un ragazzo dolce e sensibile…lasciai la lettera sul letto e uscì dalla mia camera senza farmi sentire, diretta da lui. Bussai alla sua porta che non tardò ad aprirsi… i miei occhi ritrovarono i suoi, così scuri e profondi; gli misi le braccia al collo e mi strinsi a lui, che ricambiò l’abbraccio affondando la testa sulla mia spalla. Chiusa la porta, mi tirò nuovamente a sé:
“Vorrei non staccarmi mai dalle tue braccia…” mi disse
“Allora non farlo…” dissi guardandolo negli occhi, mentre il mio cuore iniziò ad accelerare i battiti.
“Martina io non posso…” si staccò da me tenendomi per le braccia. “…e nemmeno tu, ora ti stai conoscendo con Luca e io ti confonderei di più…lascia che tutto vada come deve andare…sarà il tempo a decidere!” disse per poi poggiare le sue calde labbra sulla mia fronte…quasi mi sentivo rifiutata da lui, ma aveva ragione. Io dovevo per ora frequentare Luca, eravamo rimasti così.
“Ok. Buonanotte Davide…” mi avvicinai a testa bassa.
“Buonanotte e sogni d’oro a te…” mi alzò di poco il viso con le dita e appoggiò la sua fronte alla mia, chiuse gli occhi e inspirò profondamente “…splendore” e mi sfiorò le labbra con il pollice. Mi allontanai per tornare in camera mia e notai le sue guance rosse…Ma come avrei potuto mai sognare? Non riuscivo a dormire, figuriamoci a sognare! Non appena chiudevo gli occhi, lo rivedevo, più bello che mai… con l’aria di chi sa già come andrà a finire, come chi sa di avere la situazione in pugno; così i miei pensieri dipingevano quel ragazzo umile e sensibile che era. Voltandomi di fianco, strinsi a me l’altro cuscino, poi chiusi gli occhi e mi feci cullare da quella visione…
Questa mattina mi ero svegliata con il sorriso stampato sul volto. Mi alzai dal letto, indossai una felpa sopra il pigiama e uscì sul balcone per vedere la bellissima Firenze che si faceva illuminare dal freddo sole di dicembre. Respirai a pieni polmoni l’aria gelida che aveva portato la notte appena trascorsa; rientrai dentro e mi preparai per andare a fare colazione: indossai un maglione bianco con una scollatura che lasciava libere le spalle e i bordi delle maniche arricciate, un paio di jeans strettissimi e le converse rosse. Scesi sotto e controllai la situazione da dietro il muro, il cast al completo stava gustando la colazione…guardai tutte le sedie e finalmente trovai il mio posto: chissà perché era quello capotavola… facendo finta di essere appena scesa, feci il mio ingresso nella sala salutando tutti con un allegro buongiorno e un sorriso gentile. Il mio saluto venne ricambiato e presi posto, alla mia destra c’era Luca e a sinistra Riccardo, affiancato da Gianluca che chiacchierava con Davide seduto al suo altro fianco. Continuarono a mangiare come se nulla fosse, solo Luca mi salutò con il solito “Buongiorno bambolina!” e il solito bacio in fronte. Davvero non si ricordavano del mio compleanno? Ma se è stata la prima cosa che mi hanno chiesto perché dovevano appuntarlo sul “calendario delle ricorrenze”! Va bene, avrei continuato la mia giornata normalmente…ci recammo al teatro per la matinée e portammo sul palco l’ennesima replica. Rientrata nel camerino trovai un post-it attaccato allo specchio:
“Non ci siamo dimenticati del tuo 19° compleanno…volevamo farti una piccola caccia al tesoro a tema Romeo & Giulietta!
Indovina di chi si tratta: è tuo parente e ti ama segretamente, se il prossimo indizio vuoi, recarti da lui dovrai!”
Si erano ricordati! Che simpaticoni! Allora, parente…mi ama ma io non lo so…si! Uscì dal camerino e corsi verso quello di Gianluca: sul cartello con il suo nome trovai un altro post-it:
“Giulietta è molto sveglia ma questo si sapeva, corri dal pretendente che tanto ti voleva!”. Senza pensarci due volte, corsi fino al camerino di Niccolò e trovai il biglietto:
“Ci sei quasi, adesso vai da chi da te sta a due passi!”. Ok ora non sapevo che fare…a due passi da me…o meglio a due passi dal mio camerino c’è quello di Silvia!...ed ecco l’ultimo biglietto:
“Sei la protagonista della scena ma solo per stavolta goditi la recita…”. Per vedere la recita bisogna sedersi nella platea…feci il giro dall’uscita secondaria per entrare nel teatro; arrivata alle poltrone mi sedetti in prima fila al centro: di colpo si spensero le luci, poi si accese un occhio di bue color celeste e puntò lo sfondo del palco dove c’era uno striscione, iniziai a leggere e la mia voce risuonò nel teatro: non avevo ancora tolto il microfono e me lo avevano lasciato acceso apposta! Lo striscione diceva: “Con il tuo sorriso hai migliorato le nostre giornate, adesso noi vogliamo migliorare il tuo giorno! Buon compleanno! Il Cast”. Subito si aprirono le luci e sul palco c’erano tutti i ragazzi che applaudivano…salì sul palco come un fulmine e li abbracciai uno per uno ringraziandoli.
“Ehi principessa!” Mi richiamò Riccardo “Guarda lassù!”. Un altro striscione recitava “Stasera festa nella discoteca dell’hotel!”.
“Noooo!!!” iniziai a urlare contentissima. Saltai sul mio Ricky e lo strinsi a me mentre mi faceva volteggiare…era una sorpresa indimenticabile e la giornata era appena iniziata!!!
Passai tutto il pomeriggio a rispondere al telefono e al pc, i miei genitori purtroppo non erano potuti venire a trovarmi e così parlammo per quasi 2 ore su Skype. Gioia mi tenne al cellulare per un’altra ora…il tempo era volato e mi accorsi che era ora di prepararmi per la festa; nell’esatto momento in cui apri l’anta dell’armadio, Silvia spalancò la mia porta dicendomi che dovevo correre in camera sua a vedere un articolo rilasciato su un blog che parlava di musical…andai da lei e lessi l’articolo tutto d’un fiato, poi tornai in camera e sul letto trovai una scatola enorme con una rosa rossa e un biglietto:
“Con tanto amore, direttamente da Milano, solo per una bellezza rara come te… Tuo Luca”. Vi prego ditemi che non era quello che stavo pensando io…
 

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Capitolo 13
*** Temo che l’assedio al cuore suo consumi invano il mio ***


Buongiorno! ho deciso di mettere il capitolo in anticipo per augurarvi un buon inizio di settimana! vi ringrazio per le recensioni e sono felice di emozionarvi! a presto :*






Lentamente tolsi il nastro che teneva chiusa la scatola, la aprì e vidi il fantastico abito che avevo visto a Milano e di cui mi ero innamorata! Con le lacrime di gioia agli occhi, lo tirai fuori e corsi davanti allo specchio per vedere come mi stava. Luca non poteva farmi un regalo più bello, a proposito dovevo correre da lui per ringraziarlo! Tempo di pensarlo e già ero in camera sua, che lo stringevo fra le mie braccia e lo riempivo di baci per ringraziarlo…si staccò dalla prese e mi sorrise:
“Ne ero sicuro che l’avresti gradito! E vedi che lo devi indossare stasera eh…”
“Certo che lo indosso stasera!!!” e tornai a stringerlo a me. Mi alzò il viso con le dita e mi rubò un bacio a stampo che poi divenne qualcosa di più di un semplice contatto tra le nostre labbra. Le sue mani racchiusero con forza il mio viso per poi finire sul mio collo, vennero seguite dalle labbra che tracciarono una scia di baci che partiva dalla mia bocca e finiva sulla mia spalla: non era rimasto un solo centimetro di pelle scoperto dal suo morbido tocco. Scese, poi, a toccare le mie cosce, che strinse voglioso portandosele con uno strattone attorno al suo bacino; mi appoggiò alla parete e il suo viso sprofondò nell’incavo del mio collo dove aveva deciso di lasciare il suo marchio. Non ancora soddisfatto, mi gettò sul letto e lo vidi imponente mentre si inginocchiava difronte a me per poi avvicinarsi felinamente…non era il solito Luca che conoscevo, quasi si poteva pensare che Mercuzio era diventato il suo alter-ego e che adesso era riemerso dalle profondità del suo inconscio per dare libero sfogo alle sue perverse e folli fantasie. Non ne ero affatto dispiaciuta, il suo modo di interpretare il nobile Della Scala mi faceva impazzire ogni volta e adesso, ritrovarlo qui solo per me, era una splendida occasione! Nascose le sue mani sotto il mio maglione e con sguardo malizioso mi accarezzava il corpo, mi sollevò il maglione per poi toglierlo e si lanciò sulla mia pelle per assaporarla con baci e avide leccate. La stessa fine del maglione toccò al resto dei nostri vestiti e, ritrovandoci nudi, cominciammo a scoprire l’uno il corpo dell’altra; come un gioco, toccavamo e stimolavamo alcuni punti per vedere se riuscivamo a dare piacere al compagno. Luca sembrava un povero digiuno che non toccava cibo da anni e il suo cibo preferito ero io: leccava e lasciava piccoli morsi dappertutto! Da parte mia, non mancarono altrettanti baci e carezze sparsi qua e là sulle sue spalle, sul collo, sulla schiena, sul petto, sull’addome e così via. Non era la prima volta che mi nutrivo del suo corpo ma era sempre una nuova scoperta, un nuovo sapore e io ne andavo matta. Mi sollevò facendomi sedere sulle sue gambe e reggendomi dal fondoschiena, mi baciava intensamente e con foga, poi toccò al mio seno, che venne torturato da quelle labbra sottili e invitanti mentre affondavo le mie mani in quella chioma setosa. La sua bollente erezione era messa a contatto con la mia pancia e quasi la sentivo pulsare: Luca non si sarebbe trattenuto ancora per molto…e infatti, tenendomi tra le sue braccia mi distese sul letto e con un movimento lento ma deciso, si fece spazio dentro di me. Dio solo sa quante urla trattenevo per non farmi sentire, vedermi in preda al piacere soddisfaceva Luca, che mi guardava sorridente mentre invocavo il suo nome. Ad ogni mio sospiro, aumentava le spinte e mi stringeva per i fianchi con fare di chi ha paura che l’altro possa scappare; lo sentivo ansimare e sospirare per via degli sforzi e ben presto il suo corpo perfetto iniziò a imperlarsi di un lieve strato di sudore. I suoi occhi si chiudevano ad ogni affondo per poi riaprirsi quando diminuiva il ritmo per permettergli di guardarmi…
(Luca)
Ero quasi stremato, ma ogni volta che vedevo quella piccola creatura tra le mie braccia, riprendevo il ritmo e continuavo inesorabilmente. Vederla godere e invocare il mio nome mi faceva perdere la testa ancora di più, perché a perderla ne ero capace anche solo se la sfioravo con lo sguardo e lei non se ne accorgeva! Quanto è bella Martina e in queste situazioni lo è ancora di più: i capelli ricci e sempre in ordine si spargevano a caso su tutto il cuscino, gli occhi scuri e profondi davano spazio ad uno sguardo perso chissà dove per poi chiudersi lentamente sovrastati dal piacere, le labbra carnose che ricordavano i fiori di ciliegio erano diventate dello stesso colore del frutto che nasceva da quei fiori…era una dea ed era mia… fui riportato alla realtà da un suo piccolo gemito che a stento riuscì a trattenere, la guardai avvicinandomi e le baciai le labbra delicatamente come mai prima d’ora!
“Ci sono…quasi…” sussurrai al suo orecchio per poi appoggiare la testa sui suoi capelli che emanavano un forte profumo di vaniglia. In risposta, mi abbracciò stringendomi di poco e mi lasciò un bacio sulla spalla…all’improvviso sentì un forte calore esplodere in me per poi diventare un urlo di piacere che bloccai con il cuscino, poco dopo la sentì tremare a causa dell’immenso piacere che aveva invaso anche lei.
Alzai la testa per guardarla e la trovai ad occhi chiusi mentre respirava affannata, mi mossi di poco e le bacia la guancia e subito puntò gli occhi su di me per poi sorridermi. Si girò su un fianco e adagiò la testa sul mio petto seguita dal braccio, iniziai ad accarezzarle i capelli e quasi subito si addormentò. Quando dormiva era ancora più bella! Girai la testa verso la sveglia per vedere l’ora e vidi che erano le 20 passate: avevamo saltato la cena…senza disturbarla, mi alzai dal letto per andare a fare una doccia; mi dovevo preparare perché fra poche ore c’era la sua festa e io dovevo accompagnarla dopo l’arrivo di tutti in discoteca, doveva essere l’ultima ad arrivare! Per un occasione così importante, decisi di indossare: camicia bianca, cravatta nera, jeans scuro, felpa/giubbotto a collo alto, scarpe eleganti nere. Mentre sistemavo i capelli, la vidi muoversi e alzarsi sui gomiti:
“Ben svegliata! Sai, dovresti prepararti tesoro, fra 2 ore c’è la tua festa…”. Scattò giù dal letto e immediatamente si vestì per correre in camera sua a prepararsi! Iniziai a ridere come un matto…
(Martina)
Ma che cavolo si ride!? Due ore non sono molte se si è la festeggiata! Corsi subito a chiedere aiuto alla parrucchiera e alla truccatrice del cast per prepararmi, poi indossai velocemente il vestito e mi sedetti davanti lo specchio per farmi bella…quelle due, quando combinavano le loro capacità erano incredibili! Luca entrò in camera mia e guardandomi a bocca aperta riuscì a dire:
“Sei meravigliosa…” e rimase impassibile a guardarmi dalla testa ai piedi.
“Andiamo?” chiesi leggermente imbarazzata. Annuì mentre ancora mi fissava e mi porse la mano sorridendo di poco. Scese le scale, finalmente arrivai davanti la porta della discoteca, stavo per entrare ma Luca mi bloccò tenendomi per un braccio:
“Martina, per quanto riguarda la tua uscita con Davide dell’altra sera ho voluto sorvolare, ma se vuoi stare con me credo che un po’ di sincerità e fiducia reciproca debbano essere alla base del nostro rapporto…poi ho notato che stavi male, non credere che non me ne sia accorto, ma cercavo di distrarti. Tu e lui proprio non vi capite, non andrete mai d’accordo fino in fondo!”
“Hai ragione, ti chiedo scusa ma avevo paura di una tua reazione…” mi giustificai.
“Se me l’avessi detto, io non ti avrei urlato per telefono!” disse inarcando un sopracciglio.
“…Giusto” conclusi per poi entrare nella sala, dove tutti mi aspettavano per poi venirmi incontro per salutarmi e farmi i complimenti…quando toccò a Davide, arrossì vedendomi e lasciandomi un piccolo bacio sulla fronte sussurrò: “Buon compleanno splendore…” per poi dedicarmi un sorriso di quelli che ti fermano i battiti del cuore…e l’effetto non tardò a verificarsi. La serata passò allegramente tra buffet, balli e risate… arrivò il momento di giocare: mi fecero sedere e mi bendarono gli occhi, poi ci fu il silenzio. Una mano strinse la mia e un bacio venne lasciato sulla mia guancia, mi era stato chiesto di indovinare chi fosse ma era difficile…così mi tolsi la benda e mi ritrovai Gioia difronte che tratteneva le risate!
“Oddio Giò! Che ci fai qui?” chiesi euforica.
“Non potevo non venire per festeggiare la mia migliore amica!” e mi si buttò addosso, in un abbraccio fraterno…quando tutti si scatenarono in pista da ballo, mi allontanai un attimo per riposarmi e andai verso il chiostro dell’hotel. Mi appoggiai al pozzo che troneggiava al centro e mi persi nei miei pensieri…qualcuno mi cinse i fianchi con le mani facendomi sussultare.
“Ehi, sono io, tranquilla” disse Davide.
“Ero sovrappensiero…” mi giustificai…
“Io non ti ho ancora dato il mio regalo…ma devi venire con me in terrazza!”. Lo seguì in terrazza dove mi sedetti su una panchina; da dietro una pianta, Davide tirò fuori un mazzo di rose, 19 precisamente, e un pacco regalo. Posai i fiori accanto a me e scartai il regalo: una cornice con dentro la nostra foto scattata davanti al Colosseo!
“Davide è davvero carina! Grazie” e lo abbracciai lasciandogli un bacio sulla guancia. Lui mi strinse a sé e restammo per qualche istante in quella posizione a guardare il panorama…
“Non voglio rovinare il momento ma…” avvicinò il suo volto, insicuro, mentre mi accarezzava il mio.
“Davide io…forse è meglio…” dissi abbassando lo sguardo e allontanandomi da lui.
“Forse è meglio che torni dai ragazzi, si staranno chiedendo dove è la festeggiata!” presi i fiori e la cornice e scesi sotto, prima passai in camera per posarli.
(Davide)
Da quando aveva scelto di stare con Luca, a stento mi saluta;  credo che se non fosse stato per l’affiatamento che dobbiamo avere per lo spettacolo non mi avrebbe più degnato di uno sguardo! E io stupido che ancora mi ostino a correrle dietro…ora basta mi sono stufato, adesso si cambia la situazione. Non posso andare avanti così o finirò per distruggermi il fegato, e anche il cuore…da ora in poi conoscerà un nuovo Davide, che si dimentichi di quel ragazzo timido, dolce e gentile…non esisterà più perché lei lo ha distrutto…Mentre pensavo a tutto questo, non mi accorsi che una lacrima mi stava rigando il viso per poi cadere sopra la mia gamba…asciugai la guancia e tornai in camera mia: la mia serata finiva così.
(Martina)
Perché doveva sempre complicare le cose? Già era abbastanza difficile stargli lontano, poi si mette a fare certe cose e io a stento mi trattengo! Mi fa innervosire…ma in fondo non è colpa sua, lui ci prova lo stesso ad acquistare la mia fiducia e il mio interesse, ma adesso non si può, sto bene con Luca e le mie attenzioni sono tutte per lui…forse. Perché c’era quel “forse”? perché era tutto a metà? perché non trovavo una soluzione o una conclusione?…quel forse poteva indicare molte cose: forse stavo sbagliando tutto, forse Luca non mi completava, forse provavo solo attrazione per Luca, forse il mio cuore batteva anche per Davide, forse non volevo rinunciare a Davide, forse mi stavo innamorando di Davide, e se fosse così, forse avrei rovinato il mio rapporto con Luca, perdendolo per sempre, cosa che non volevo!
E adesso? Cosa dovevo fare? Lasciare tutto così come è o mandare tutto all’aria?
Infuriata con Davide, tornai in discoteca, dove venni raggiunta da Gioia:
“Tesoro cosa c’è? Sei strana…”
“No non è niente, mi sento un po’ stanca…ma tu non mi devi dire nulla?” mi stavo riferendo a come andassero le cose con Gianluca…
“Bè…mi manca molto ora che siete in giro, ma lui si fa sempre sentire…pensa che l’altro giorno mi ha fatto trovare un mazzo di fiori a casa! È davvero adorabile!!!” e mi abbracciò tutta contenta
“Quindi state insieme?”
“Siiii!” esultò.
“Ecco le mie ragazze preferite!” disse Gianluca mentre ci raggiungeva. Gioia lo guardò male per quella frase e lui si abbassò fino al suo orecchio e le sussurrò: “Lei è come una sorella, per me esisti solo tu!” e le baciò lo zigomo. Io osservavo la scena sorridendo, erano perfetti ed ero molto felice perché sapevo che erano entrambi dei ragazzi affidabili!
“Già, ma è una relazione seria?” gli chiesi per assicurarmi che la mia amica non avrebbe mai sofferto per causa sua.
“Certamente…a proposito…” si allontanò per raggiungere il dj, si fece dare un microfono e richiamò l’attenzione di tutti:
“Ascoltate tutti, sto per fare una cosa importante e voglio che questa numerosa famiglia ne sia testimone: Gioia, vieni qui al centro per favore…” Gianluca si spostò al centro e tese la mano verso la mia amica, poi stringendole la mano e guardandola  negli occhi disse:
“Io ti amo Gioia, con tutto me stesso e non voglio correre il rischio di perderti, quindi…” infilò la mano nella giacca mentre si inginocchiava e tolse una scatolina, la aprì e mostrandole l’anello concluse dicendo: “Vuoi essere ufficialmente la mia fidanzata?” Gioia era sbalordita e contenta lo fece alzare e gli si buttò tra le braccia, poi lo baciò con passione.
“E’ un si?” chiese retorico Gianluca.
“Certamente!”. Lui posò il microfono e tra gli applausi le infilò l’anello al dito per poi baciarla…riprendemmo a festeggiare e la serata finì che era mezzanotte inoltrata…
Dopo un’intera notte passata a riflettere, decisi che era meglio tacere e vedere come andavano le cose. Anche oggi ci toccava replicare per 3 volte il musical, per domani c’era programmata un’ intervista a 4 in un programma tv pomeridiano per annunciare l’aggiunta di nuove tappe. Finita la terza replica ero sfinita! Tolsi l’abito e il trucco e insieme al cast tornai in albergo; per tutto il giorno io e Luca avevamo scambiato giusto qualche parola durante il pranzo e la cena, non abbiamo avuto molto tempo per parlare; con Davide non c’era stata né una parola né uno sguardo… dopo aver cenato, salì in camera mia per andare a dormire. Sulla cassettiera c’era il vaso con le rose, la cornice e la scatola del vestito…guardando attentamente le rose, notai nascosta tra le foglie una bustina, la tirai fuori e mi misi a sedere sul letto mentre l’aprivo, dentro c’era un biglietto con scritto un link. Presi il mio tablet dalla borsa e digitai l’indirizzo nella barra di ricerca, era un video di youtube:“Davide - 100000 parole d'amore”. Con il cuore che batteva forte, cercai le cuffie nella borsa per poi guardare il video...
“L'amore non è uno schema 
che memorizzi e poi sai giocare…
…L'amore non è un problema 
tu non aspettare semplicemente 
l'amore accade 
cerca solo di farti trovare…
…Ti giuro che ho 100.000 parole d'amore 
perché non te ne farò mancare 
ogni momento ogni attimo 
Solo per te ho 100.000 parole d'amore 
così non potrai mai dimenticare 
continuerò a sussurrartelo 
ogni momento ogni attimo…

E una lacrima mi scese sul viso…
L'amore non è una guerra 
Non ci sono trofei da conquistare 
non è sfida o gioco di potere 
non esiste orgoglio che lo può fermare…”

A queste parole ripensai ai giorni in cui Davide e Luca si scontravano per me, quella canzone rispecchiava la nostra situazione e parlava dei suoi sentimenti per me. Mai mi furono dette parole più belle di queste! Mi alzai e lasciai tutto sul letto per correre da lui. Senza fare troppo rumore, bussai alla sua porta e aspettai. 

L'abbigliamento di Luca

il trucco e i capelli di Martina

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Capitolo 14
*** Ritorno all'origine ***






(Davide)
Aprì la porta e me la ritrovai davanti, più bella che mai, con un sorriso che le illuminava il volto e gli occhi lucidi…ma mi ero ripromesso di non sciogliermi, con lei sarei stato, d’ora in poi, diverso.
“Si?” le chiesi indifferente.
“Ho appena trovato il biglietto con il link tra i fiori, ho ascoltato la canzone e…eccomi qui a ringraziarti!” disse tutta contenta abbracciandomi. Io però, non ricambiai.
“Ah ok. Altro?”
“Cosa? Ma… io sono venuta a ringraziarti e tu non dici nulla?”
“Che dovrei dire? Mi hai ringraziato, ne sono felice, tutto qui.” Sapevo che ci stava rimanendo male e faceva male anche a me, ma dovevo farlo o non ne sarei uscito più!
“Ma io…va bene, allora…buonanotte” disse abbassando lo sguardo.
“Notte” le risposi e chiusi la porta. Mi appoggiai a quella superfice bianca e mi lasciai scivolare a terra: il mio cuore non sopportava di vederla così. Avrei tanto voluto chiederle cosa ne pensasse della mia canzone, se le aveva suscitato nuove emozione, se era cambiato qualcosa tra noi, ma non potevo e tutto perché lei non si lasciava trasportare dai suoi sentimenti, dai suoi VERI sentimenti e non da quelli che credeva più giusti! Lo so che lei vuole me, ma non riesce ad ammetterlo a se stessa. Sono sicuro, però, che prima o poi lo capirà, per ora dovrà subire la mia indifferenza…

(Martina)
Ero sconvolta. Niente meno e niente più. Davide che è impassibile e che mi chiude la porta in faccia: non ci avrei creduto neanche se me lo avessero detto giurando! Eppure è successo…ma che gli ho fatto ora! Quel ragazzo è più lunatico di una donna durante il suo periodo…per caso era un dispetto organizzato per farmi sentire in colpa? Bè io non ci casco e non mi faccio mettere i piedi in testa da nessuno!...però non sopporto l’idea della sua indifferenza, non digerisco il fatto che non mi calcoli nemmeno, perché ho capito che sarà così!
Arrabbiata con lui, andai a dormire…
Le valige erano pronte dalla sera prima, oggi saremmo partiti per andare a Torino…al solito scesi sotto per fare colazione e andai a prendere le valige per caricarle sul pulmino. Come sempre con me c’era Luca, che si prendeva cura di me e non lasciava nulla al caso! Il viaggio in aereo lo passai dormendo abbracciata a Luca, la notte avevo dormito poco perché mi svegliavo di colpo pensando al “nuovo” Davide…una volta arrivati, Luca mi svegliò con un bacio dolcissimo, ormai non ci preoccupavamo più di chi ci potesse vedere, la nostra relazione era nota a tutti: ma si poteva definire una relazione? Non gli ho mai detto un “ti amo” e lui non mi ha chiesto di essere la sua ragazza. Comunque io e Luca ci comportavamo come una coppia fissa!
“Piccola mia, hai dormito tutto il tempo! Non hai riposato stanotte?” mi chiese con premura.
“Non molto Luca, mi svegliavo di colpo e poi non riuscivo a riprendere sonno…”
“Non mi piace questa cosa…tu da oggi starai in camera con me, a Giuliano lo spiego io!”
“Grazie ma non credo sia necessario…”
“Invece si! Non mi piace che tu non riposi, devi essere in piene forze per affrontare la tournée altrimenti ti causerai stress e malori connessi!”. Aveva ragione, se continuavo così non avrei potuto reggere a una sola tappa del tour, un po’ di sorveglianza e di tranquillità mi avrebbe fatto solo bene…
E fu così che mi ritrovai in camera con Luca. Iniziai a sistemare le mie cose e per ricambiare le sue attenzioni, mi presi la libertà di sistemare anche i suoi vestiti…mentre posavo una giacca, mi scivolò dalla stampella e cadendo, saltò fuori dalla tasca interna una piccola scatolina dorata. Approfittai dell’assenza di Luca per aprirla e dentro c’era un anello stupendo, somigliava a uno di quelli usati per…il fidanzamento…feci due più due e mi lasciai cadere sul letto: voleva che io diventassi la sua ragazza! Non ci posso credere…
“Che stai combinando tesoro?” mi chiese entrando in camera. Nascosi la scatola tra le mani e dissi:
“Stavo sistemando i tuoi vestiti! Per ringraziarti…” velocemente riposi la scatola al suo posto e misi la giacca nell’armadio.
“Allora andiamo a fare il nostro solito giro turistico?” chiesi per distoglierlo.
“Ovviamente piccola. Forza preparati!”
“Ehm…dovrei cambiarmi…”dissi imbarazzata.
“Ma come? Ti ho vista molte volte nuda e ora ti vergogni?” chiese perplesso.
“Vabbè ho capito. Me ne vado in bagno a fare la doccia e a cambiarmi!” dissi correndo in bagno…era vero, mi aveva già vista nuda ma mi vergognavo lo stesso, spogliarmi sotto i suoi occhi è diverso dallo stare nuda tra le sue braccia…Finì di fare la doccia e indossai un jeans stretto con un maglioncino blu, ai piedi gli stivaletti neri e scelsi la tracolla abbinata. Dopo aver passato la matita e il blush e aver sistemato i capelli in una cosa alta, uscì dal bagno per prendere il giubbotto e la borsa; tutto questo mentre Luca mi osservava girovagare per la stanza.
“Sono pronta!” annunciai piazzandomi di fronte a lui.
“Mmm, manca qualcosa sai?” disse guardandomi negli occhi. Subito pensai che stava cercando un modo per regalarmi l’anello e lo guardai con finta aria confusa. Mi prese per i fianchi e mi baciò intensamente.
“Ecco qui! Ti mancava un po’ di colore sulle labbra!” disse ridendo. Tirai un sospiro di sollievo nella mia mente e prendendolo per mano spazientita, lo trascinai fuori dalla nostra camera.
Passeggiando per Torino e scattando foto, il pomeriggio era volato via…il tempo era bruttissimo, stava per scoppiare un temporale di li a poco. Dopo nemmeno 5 minuti, un fortissimo tuono mi fece sobbalzare e mi rifugiai tra le braccia di Luca: aveva iniziato a piovere! Corremmo sotto un balcone di una casa per ripararci e tutti e due ci mettemmo a guardare il cielo e le pozzanghere che si stavano formando sulla strada…
“Hai mai sognato di dare un bacio sotto la pioggia?” mi chiese.
“Sinceramente no, sarebbe romantico ma mi bagnerei completamente! Specie se piove così forte come ora!” dissi con sincerità.
“Beh…io si!” e mi strattonò sotto la pioggia per poi baciarmi con passione. Le sue braccia mi tenevano stretta a sé per evitare che scappassi e le mani mi coprivano quasi interamente la schiena. Cercai di non pensare alla pioggia e mi lasciai trasportare dal bacio, stringendo così, tra le mie mani, il collo del suo giubbotto. Staccatosi, mi riportò sotto il balcone e fradici dalla testa ai piedi, aspettammo che finisse di piovere, stretti in un tenero abbraccio e senza proferire parola. Per tutto il tempo riflettei su come la mia vita era cambiata: una giornata di scuola, Luca che annuncia l’apertura delle selezioni, il provino e l’ammissione al cast, il rapporto con Davide, le prove, il debutto, il rapporto con Luca…troppi avvenimenti, troppi sentimenti ed emozioni che mi avevano trascinato in un vortice di confusione. Ne sarei mai uscita? E se si, ne sarei rimasta illesa? Era forse giunto il momento di iniziare a fare chiarezza, capire i miei sentimenti per Luca…e per Davide.
“Luca, come ti sembro quando sto con te?” chiesi all’improvviso.
“Che domande fai? Io ti vedo spontanea e felice oserei dire…”
“Tutto qui?”
“Si per ora, forse ancora non riesci a scioglierti con me perché sei confusa…”
“Pensi che io mi possa innamorare di te?”
“Certo! C’è un’alta probabilità che succeda, insomma, ne abbiamo passate tante insieme e siamo molto intimi…tu con me, invece, ti trovi bene?”
“Sto benissimo con te, non mi fai mancare nulla, però…io sto bene anche con Davide e la differenza tra voi è poca! È molto difficile avere le idee chiare su di voi…” ammisi sconfortata.
“Senti, so che non dovrei dirlo perché è mio rivale ma parla anche con Davide, fagli la stessa domanda che hai fatto a me…e poniti la domanda che ti ho fatto io: come ti trovi con lui?”. Dovevo fare così…mentre parlavamo, la pioggia aveva smesso di riempire la strada e così potemmo rientrare in hotel per prepararci e recarci in teatro.
Assicuratami che anche Davide era pronto per andare in scena, lo raggiunsi in camerino. Lì c’erano anche Riccardo e Luca. Quest’ultimo appena mi vide, trascinò fuori dalla stanza con una scusa Riccardo…eravamo io, lui e la verità.
“Davide devo parlarti…” iniziai a dire.
“Io no, non ho nulla da dire” rispose freddo come il ghiaccio.
“Bè allora stai zitto e senza interrompermi ascolti!” gli urlai per poi calmarmi di nuovo. Davide sbuffò e si sedette sulla poltrona; mi misi davanti a lui e chiesi:
“Davide, come ti sembro quando sto con te?”. Quella domanda lo fece alzare gli occhi di scatto su di me, mi scrutava come se dovesse trovare un dettaglio fuori posto…poi abbassò gli occhi sulle sue mani che giocavano con i lacci della giacca blu:
“Quando sei con me sei imbarazzata, quasi come se io per te fossi un estraneo, cerchi di sviare le situazioni che si presentano e non reagisci mai di tua volontà…quando sei con me è come se io fossi solo.” Rispose con tono triste e deluso. Rimasi incredula sentendo quelle parole…ero davvero così?
“E poi…” riprese “…non mi dai mai la possibilità di starti accanto, di parlarti o di provarci. Hai cambiato versione minimo 50 volte: mi puoi corteggiare, voglio provare con Luca, poi ti lasci andare e poi ritorni fissa su Luca. Hai per caso intenzione di farmi diventare matto? Io non sarò qui per sempre se tu continui ad ignorarmi, prima o poi mi stancherò di rincorrere una persona per la quale io non esisto!”
“Tu per me esisti invece! E sei anche importante…”
“Ma come fai a dirlo se non passiamo mai del tempo insieme? Se ti stai basando su quelle ore che passiamo tra prove e spettacolo, allora sappi che per te è importante Romeo Montecchi e non Davide Merlini…”
“Allora adesso spiegami una cosa. Spiegami cosa pensi di me! Lascia da parte la rabbia e dimmi quali sono i tuoi sentimenti…” dissi fissandolo e aspettando una risposta.
“Io…”iniziò arrabbiato “…io…io ti amo Martina, come non ho mai amato nessun altra. Tu sei per me la vita, l’aria che respiro, il battito del mio cuore…” continuò abbassando il tono “…nella mia vita nessuno è mai stato così essenziale per me come ora lo sei tu: se ti succedesse qualcosa, io sarei triste, perso…senza di te io non esisto. Hai condizionato la mia vita e non si può tornare indietro…dipendo da te ormai, e se non ci sei al mio fianco non avrò altre ragioni per andare avanti, vivrò la mia vita senza occuparmi di me…ti basta come spiegazione?” concluse sospirando. Restai meravigliata dalla bellezza e dalla purezza di quelle parole dette con le lacrime agli occhi…
“Davide io non immaginavo fossi così importante per te…io sono esterrefatta!”. Si alzò dalla poltrona e mi si avvicinò tanto da far sfiorare i nostri abiti, mi alzò il viso mettendo le dita sotto il mio mento e cantò:
“Desiderate Dio, io desidero lei, il suo respiro è il mio, gli occhi suoi sono i miei…” mi sorrise leggermente poco dopo. In quel momento, ripensai a Verona, a quando eravamo di fronte al balcone e abbracciandomi mi aveva cantato “A quale stella, a quale Dio? Devo il tuo immenso splendore?”…era iniziato tutto così: con le parole di una coppia di amanti, i nostri amanti, i nostri Romeo e Giulietta, con parole messeci in bocca dagli autori e che adesso tornavano utili per esternare i sentimenti della realtà dei fatti. Davide mi guardò interrogativo e allora gli dissi:
“Stavo pensando a come tutto era iniziato… la frase cantata sotto il balcone di Giulietta a Verona, è iniziato tutto così!” e risi leggermente.
“Lo so bene, e potrei dedicarti tutte le canzoni d’amore del musical e non solo, ma non sarebbe sufficiente a farti capire quanto ti amo!”.
“Ragazzi si inizia!” urlò una ballerina aprendo la porta per poi scomparire subito.
“Ne parliamo dopo?”
“A dopo …” e gli baciai la guancia.

(Davide)
Avevo messo da parte la durezza, con lei non si può essere duri, specialmente se la amavo…dire la verità era stata la scelta migliore, così finalmente avrebbe avuto le idee chiare e forse avrebbe scelto; ma particolarmente, si sarebbe messa il cuore in pace: questa storia tra me, lei e Luca, le stava portando via troppe giornate, passate a pensare e a rimuginare su di noi e sui sentimenti. Quella sera, ogni canzone d’amore la cantavo con il cuore e con il sorriso, lei lo aveva capito e sorrideva… in modo speciale quando ci fu la scena del balcone, alla frase che le avevo dedicato mi aveva guardato e sorriso come se volesse ricambiare la frase. Ero contentissimo… lo spettacolo era finito e subito corsi nel camerino del mio splendore per parlare ancora con lei:
“Disturbo?” chiesi retorico entrando. Lei si stava sciogliendo i capelli seduta davanti la toeletta.
“No vieni, siediti qui.” E mi indicò la sedia al suo fianco.
“Stavamo parlando di noi. Ma non mi hai detto cosa provi tu per me…” dissi curioso di saperlo.
“Io…ci tengo molto a te…”
“Questo lo so…io voglio sapere i tuoi sentimenti, se ti piaccio o no, o se addirittura sei innamorata di me!” la interruppi.
“Si Davide, mi piaci, mi fai stare bene, sei dolce, gentile e tutte queste altre cose ma…mi piace anche Luca” disse rattristandosi.
“Perché lo dici così?”
“Perché non mi piace che sia così, ho sempre odiato dal primo istante questa situazione! Perché devo sempre essere indecisa, perché non riesco a fare chiarezza…perché tu e lui siete così perfetti ai miei occhi tanto da non riuscire a trovare qualcosa per farmi cambiare idea su uno dei due!?” disse con gli occhi lucidi.
“Martina…” dissi prendendole le mani tra le mie “…devi solo provare a non pensare alle conseguenza, se sei con me o con lui sii rilassata e non frenare i tuoi istinti: se vuoi abbracciarmi, fallo! Non pensare a cosa potrebbe pensare Luca; se vuoi baciarlo fallo! Non pensare a me…nessuno dei due ci arrabbieremo perché ormai abbiamo capito la situazione!”. Sentendo quelle parole, si rincuorò e alzandosi mi abbracciò, mi alzai per ricambiare l’abbraccio e in quel preciso istante, Luca entrò nel camerino…

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Capitolo 15
*** Vacanze ***






(Luca)
Lo spettacolo era finito e stavo andando da Martina per sapere cosa si erano detti lei e Davide prima. Aprì la porta e la ritrovai tra le braccia di lui, inutile dire che stavo provando un immenso fastidio!
“Allora? Avete parlato?” chiesi irritato a Martina
“Si Luca…e io ho preso una decisione”. Davide e io la guardammo stupiti e ci sedemmo sulle sedie, Martina chiuse la porta e ci si appoggiò guardando entrambi. Poi prese un respiro e disse:
“Davide, sei importante per me e mi fai provare forti emozioni…” sul viso del mio rivale nacque un sorriso, “…ma…” quel sorriso si spense all’udire quella parola, “…è con Luca che voglio stare.” Disse Martina. La guardai meravigliato e avvicinandosi mi disse:
“Luca, solo con te riesco a essere naturale e non mi preoccupo di nulla, purtroppo con te, Davide, non riesco a essere me stessa e sai benissimo che non dovrebbe essere così…mi dispiace per te, ma ti prego solo di non essere arrabbiato con me. Ti voglio un bene dell’anima Davide…” e andò verso di lui per abbracciarlo, lui si alzò con l’aria di chi si è appena perso e ricambiò lentamente l’abbraccio.
“Allora, vi lascio soli…ci si vede” riuscì a dire e se ne andò via, lasciando un ultimo sguardo a Martina. Subito mi alzai per abbracciarla:
“Finalmente sei mia!” e le lasciai un bacio sulle labbra. La vidi sorridere e per la prima volta aveva un’ aria rilassata…
Insieme, una volta cambiati, rientrammo in hotel, e dormire abbracciato a lei, fu una gioia indescrivibile…

(Martina)
Ero contenta della scelta che avevo fatto: avevo messo fine alle mie pene e adesso potevo finalmente rilassarmi. Certo mi dispiaceva da morire per Davide, ma con lui proprio non riuscivo a stare, ero insicura, non mi sentivo a mio agio e io non volevo questo. Io volevo stare tranquilla e spensierata, proprio come lo sono con Luca, quindi il perché della scelta mi sembra ovvio.
La notte la passai tranquilla, tra le braccia di Luca…la sveglia suonò rompendo quella pace che si era creata nella camera d’albergo: il tour si fermava per le vacanze natalizie e tutto il cast era libero fino al 5 gennaio. Aprì gli occhi e mi misi sopra di Luca svegliandolo:
“Buongiorno…” gli sussurrai appoggiando il mento sul suo petto.
“Buongiorno a te piccola mia!” disse sedendosi e prendendomi in braccio per poi baciarmi la fronte.
“Dai…andiamo a fare colazione, ci aspetta una giornata di viaggio verso il sud, mio caro!”
“Come verso il sud?” mi guardò stranito
“Non vuoi vedere la mia terra?” dissi io sorridendo.
“Verrò con te?” chiese più a sé stesso che a me. Mi avvicinai e lasciandogli un bacio sulle labbra dissi:
“Forza preparati…”. Lo lasciai di sopra e mi recai in sala da pranzo, iniziando a riempire il piatto con brioche e crema alle nocciole; di colpo sentì due mani accarezzarmi i fianchi e tirarmi indietro, finché la mia schiena aderì al suo petto, poi le sue labbra si posarono sulla mia guancia.
“Mmm Luca…” mormorai
“Si?” mi chiese con voce roca.
“Dobbiamo sbrigarci!” e mi divincolai dalla sua presa per sedermi a tavola. Luca mi guardò con aria sognante e si mise a mangiare.
Il volo non era stato molto lungo, o forse non lo era stato per me perché non vedevo l’ora di riabbracciare i miei! All’aeroporto vennero entrambi i miei genitori: appena li vidi lasciai a Luca le valige e gli saltai tra le braccia.
“Mamma, papà quanto mi siete mancati!!!” e li strinsi a me lasciandogli un bacio.
“Anche tu tantissimo…” disse mia madre. Nel frattempo Luca si era avvicinato e mia madre non tardò ad accorgersi di lui:
“Tu non sei quello che recita con Martina?”
“Si signora sono io, piacere Luca!” disse sorridendo e porgendo la mano a mia madre, lo stesso fece con mio padre, che gli chiese:
“Come mai sei sceso qui in Calabria per le vacanze?”
“Martina mi ha convinto a visitare la vostra terra e…eccomi qua!” disse ridendo.
“Mamma, papà Luca starà da noi, se non c’è problema…”
“Certo che no! Abbiamo una stanza disponibile per lui!” disse tutta allegra mia madre, di sicuro gli stava simpatico! Tirai un sospiro di sollievo e guardai Luca, che era contento quanto me…
Arrivati a casa, spiegai la divisione delle stanze a Luca e lo aiutai a sistemare le sue cose in camera sua, separata da un muro sottile dalla mia. I miei genitori non  sapevano nulla di me e lui e per ora, decisi che era meglio nasconderglielo, sotto approvazione di Luca. Era tardo pomeriggio e pensai di portare Luca in giro per il mio paese: è un paese piccolo, dove tutti conoscono tutti e caratterizzato da alcune opere d’arte…Luca non era abituato all’aria di paese, era nato e cresciuto in una grande città come Villafranca di Verona, quindi era un po’ disorientato, ma alla fine si divertì molto…lo portai in un posto particolare dove si può vedere tutto il vasto territorio che circonda il mio paese, il mare e perfino il vulcano Stromboli! Rimase incantato dai colori che dipingevano il cielo all’ora del tramonto e scattò un paio di foto…poi ci sedemmo su una panchina e mi disse:
“Sai, mi piace molto il tuo paese…ma aspetta di vedere il mio!” e mi fece l’occhiolino.
“Vedremo…intanto a Villafranca te lo sogni un paesaggio così!” dissi indicando davanti a me e facendogli la linguaccia.
“Ehi! Non mi provocare sai!” disse stringendomi le guance con le mani e fissandomi come un folle…Mercuzio stava riemergendo!
“Oh no…non lo farei mai, io vi temo messere Mercuzio!”
“Fate bene cara Giulietta, fate bene…” mi sussurrò per poi baciarmi di colpo. Poco più tardi eravamo a casa mia a cenare: mia madre aveva cucinato per un esercito, si sa, le donne calabresi cucinano molto! Luca aveva il piatto sempre pieno per via di mia madre che lo caricava di cibo continuamente, gli stava per scoppiare lo stomaco al poveretto e io e mio padre ci guardavamo ridendo! Dopo aver aiutato mamma a pulire e a mettere in ordine la cucina, io e Luca uscimmo di nuovo…non faceva molto freddo quindi si stava bene per le strade del paese. Lo portai a un parco, così potevamo stare un po’ soli…
“Non resisto molto senza baciarti…usciremo molto spesso finché saremo qui!” disse lui con convinzione.
“Si lo so, ma ancora è presto per dirlo ai miei…”
“Non per molto…”
“Che intendi?”
“Vedrai…” disse giocando con una ciocca dei miei capelli…cosa stava architettando quel folle?
“Martina?” mi richiamò voltandosi verso di me.
“Dimmi”
“Io ti amo e tu?” chiese alzando lo sguardo appena finita la frase. Finora non gli avevo mai detto “ti amo” ma adesso che stavamo insieme era arrivato il momento di dirglielo…così lo abbracciai, gli diedi un piccolo bacio e appoggiando la testa sulla sua spalla, gli sussurrai:
“Ti amo anche io”. Mi spostai da quella posizione per vedere la sua reazione: un sorriso compiaciuto si accennava sul suo volto e gli occhi fissavano la pavimentazione del parco. Si girò verso di me, mi prese il viso tra le mani e iniziò a baciarmi, lentamente e con delicatezza per poi aumentare la passione e la voglia…trascorsero minuti e noi eravamo ancora intenti a baciarci. La sensazione che provavo era indescrivibile, le sue labbra erano morbide e ogni loro movimento sulle mie, faceva nascere un brivido sul mio corpo, che mi attraversava da cima a fondo; le sue mani erano ferme sulle mie guance, solo i pollici, ogni tanto, si muovevano per accarezzarmi gli zigomi…finalmente ci staccammo per riprendere fiato, Luca appoggiò la sua fronte sulla mia e teneva ancora gli occhi chiusi...

(Luca)
Finalmente l’aveva detto, l’aveva ammesso a sé stessa: lei mi amava e ora ne era consapevole! Non potete immaginare che gioia che provavo dentro di me, ero convinto di aver trovato la ragazza perfetta, la ragazza che era sempre presente nei miei sogni e che adesso aveva un nome: Martina. Era la mia anima gemella, il mio angelo custode, la mia ancora, la mia unica ricchezza, il mio respiro, era tutto quello che avevo di più caro a questo mondo! Pensai che fosse il momento adatto per darle l’anello, ma decisi di aspettare ancora un po’, i suoi genitori non sapevano nulla e doveva essere lei a dirglielo, non volevo fargli questa “sorpresa” inaspettata, dovevo prima capire se gli andavo a genio! Io e Martina passeggiammo per il parco e tornammo a casa tardi. I suoi genitori già dormivano e io ne approfittai per fare una piccola grande follia…
“Piccola, i tuoi stanno dormendo, che ne dici se dormo con te stanotte?” dissi malizioso.
“Luca non dirai sul serio…e se ci scoprono domani mattina?” chiese preoccupata.
“Mi sveglierò prima e andrò in camera mia!” dissi ovvio.
“Non credo sia un..” la interruppi mettendogli una mano sulla bocca, lei spalancò gli occhi e cercò di togliere la mia mano; iniziai a baciargli il collo, a leccarlo e a morderlo: avevo troppa voglia di lei. La presi in braccio e la portai in camera sua, la misi sul letto e mi misi sopra di lei bloccandole le braccia ai lati della sua testa, ripresi a baciarla con foga e ogni tanto aprivo gli occhi per vederla: ormai si era rassegnata e aveva ceduto. Così le liberai i polsi e posai le mani sui suoi fianchi, per poi alzare la maglia e infine toglierla: aveva i brividi. Iniziai a baciare ogni millimetro della sua candida pelle, scendendo verso il basso e risalendo sulle sue labbra; le sue mani, intanto, si perdevano tra i miei capelli per poi comparire sul mio collo o sul mio viso. Mi staccai per togliere il maglione e la vidi guardarmi, anzi ammirarmi, sorrisi compiaciuto e prendendola per i polsi la strattonai verso di me: mi guardò impaurita e io godetti nel vederla così indifesa.
“Cosa stavi guardando?” dissi in un sussurro
“N-niente” rispose intimorita, risi nel vederla così e poi tornai serio di colpo:
“Ne sei così sicura? Perché… a me sembra che tu abbia visto questo!” e le portai una mano sul mio petto e la feci scivolare sul mio corpo fino al bordo di jeans. A quel contatto, chiuse gli occhi e disse:
“Si è vero”. Quanto mi piaceva quando ammetteva di aver fatto qualcosa!
“Vorresti toccarmi ancora? O baciarmi?” dissi sfidandola.
“Si…” disse guardandomi nuovamente. La afferrai per i capelli e le tirai indietro la testa, in modo che potessi vederla in viso: aveva di nuovo lo sguardo impaurito…
“No mia cara, non lo farai…” e la scaraventai sul letto, le scesi i pantaloni e poi mi tolsi anche io i jeans, rimanendo con gli slip. Notai che mi stava guardando e saltai su di lei, afferrandole il collo:
“Ti ho appena detto che non puoi guardarmi!” le ricordai con voce decisa.
“Va bene…” cercò di dire con il poco fiato che aveva in gola. Mi avvicinai al suo orecchio e sussurrai:
“Non ti bendo solo perché voglio vedere il tuo viso contorcersi per il piacere che ti darò…” e le baciai il lobo. Inspirai sollevandomi da lei, le accarezzai le gambe e controllai i suoi occhi, che guardavano il mio volto ma non osavano scendere sul mio corpo, ripresi ad accarezzarla e lasciai dei piccoli baci sul basso ventre, scendendo sull’inguine per poi proseguire sull’interno coscia; con le dita sfiorai la sua intimità da sopra il tessuto degli slip e subito sussultò, dimenandosi di poco. A quella reazione, risposi con dei baci e i miei occhi erano fissi su di lei: aveva iniziato a provare piacere. Di colpo, mi allontanai da lei, mi distesi al suo fianco e, prendendola per i fianchi, la avvicinai a me per tenerla fra le mie braccia. Era rimasta di sasso, forse pensava che avremmo fatto l’amore, ma se lei non voleva non mi sarei mai permesso, è molto più piccola di me ma la rispetto comunque! Si girò per guardarmi confusa, poi scoppiò a ridere e subito si portò una mano alla bocca per non farsi sentire dai suoi. La strinsi a me e sollevai le coperte per coprirci, le lasciai un bacio sulle labbra e ci sistemammo per dormire. Appena si addormentò, a malincuore mi alzai per andare in camera mia…

(Martina)
I raggi del sole filtrati attraverso le persiane toccavano il pavimento e raggiungevano il mio letto, io ero ancora mezza addormentata, e me ne stavo beata fra le bianche lenzuola di quel letto così grande. Finalmente aprì gli occhi un po’ infastidita dalla luce solare e girai la testa dall’altra parte, trascinandomi dietro la folta chioma di ricci indomabili! Ero sicura che avrei trovato il mio Luca accanto a me, ma quello che trovai era solo una ammasso di coperte…poi mi ricordai di essere a casa mia e che Luca, coscienziosamente, aveva passato la notte in camera sua, per evitare di destare sospetti e non solo… pensando a lui, tornai di buon umore e mi recai in cucina per preparargli la colazione. Dopo 10 minuti comparì in cucina, in casa eravamo soli, i miei non erano ancora in vacanza…
“Buongiorno principessina!” mi salutò con un bacio in fronte
“Buongiorno amore…” e gli baciai la guancia
“Come mi hai chiamato?” chiese perplesso. E’ vero, non mi ero mai rivolta a lui in questo modo, esitavo nel farmi coinvolgere da questo genere di cose. Risi un po’ e ripetei:
“Amore, ti ho chiamato “amore”” per poi sorridergli. Lui ricambiò il sorriso e si mise a sedere aspettando la solita tazza di thè. Io ero più un tipo classico: solita tazza di latte con i soliti cereali o biscotti, lui no, lui era diverso dagli altri in ogni cosa, dalla colazione ai vestiti, dai modi di fare e di essere al pensiero…Luca non aveva nulla a che vedere con gli altri ragazzi, anzi uomini, della sua età. Già, Luca non era più un ragazzo, era un uomo, a 32 anni si è uomini ormai, ma il suo aspetto e quello sguardo vispo sembravano rinnegare il suo vero essere, lo si poteva paragonare a Peter Pan…ripensando all’uomo che avevo davanti, mi soffermai su di me: una ragazzina di 19 anni dall’aspetto fanciullesco, in confronto a lui ero davvero piccola…tra noi c’erano ben 13 anni di differenza! Come poteva un uomo stare con una ragazzina? Non credo proprio che io possa essere alla sua altezza…non riesco a spiegarmelo…e se un giorno mi riterrà infantile e mi lasciasse? E se deciderà di voler al suo fianco una donna sua coetanea? Io non lo potrei biasimare…

(Luca)
Stavo sorseggiando il mio solito thè quando, alzando gli occhi, vidi Martina che mescolava senza sosta il latte che aveva versato poco prima nella sua tazza blu. Il suo sguardo era fisso sulla confezioni di biscotti di fronte a lei ma sono più che convinto che non stia leggendo la tabella dei valori nutrizionali! Gli occhi sono persi nel vuoto, non batte ciglio, come se avesse visto qualcosa che l’ha impaurita così tanto da farla restare immobile…o forse sta pensando a qualcosa del genere.
“Marty?” la richiamai. Non rispose.
“Martina?”…niente. Allungai il braccio per toccare il suo e appena poggiai la mano sul suo polso, saltò sulla sedia spaventata. La guardai confuso per via di quella stranissima reazione:
“Tutto bene?” provai a dire.
“Mh mh…si…mangiamo ora!” sembrò risvegliarsi dalle profondità di chissà quale terrificante pensiero.
“Che si fa oggi?” chiesi per riportarla alla normalità.
“Oggi si va a comprare i regali!” disse tutta contenta come una bambina. Perché lei infondo era questo: era una bambina un po’ cresciuta, ma non nel senso che era infantile, ma nel senso che era una piccola creatura che doveva essere accudita e protetta nel migliore dei modi e io mi ero ripromesso che sarebbe stato così, perché sarei stato io stesso che mi sarei preso cura di lei e l’avrei cresciuta!

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Capitolo 16
*** Un Della Scala tra i Capuleti ***






(Luca)
Per tutta la mattina, Martina mi trascinò nei negozi del suo paese, per fortuna che non era una grande città altrimenti non ne sarei uscito vivo; non che non mi piacesse girare per i negozi, ma dopo un po’ mi viene il mal di testa, specialmente se sono affollati come in questo periodo dell’anno: il Natale era alle porte e io mi stavo preparando per fare a Martina una sorpresa indimenticabile!
“Luca, pensi che piacerà a mio padre?” chiese mostrandomi un maglione bordeaux.
“Credo di si, ma forse è meglio se lo prendi blu scuro…gli si addice di più!”
avevamo già preso un profumo per sua madre, dei pensierini per i cugini e adesso era la volta del padre…
“Ecco fatto! Ci sono tutti!” esclamò guardando le buste che teneva in mano.
“Ehm ehm!!!” -feci finta di tossire- “E il mio?”
“Ovviamente lo comprerò senza di te!” e mi baciò velocemente.
“Piccola canaglia che non sei altro…e cosa mi regali?”
“Vedrai, vedrai, vedrai…”si allontanò canticchiando. Subito la raggiunsi e ci avviammo verso l’uscita quando…
“Ehi tu!” urlò una ragazza alle mie spalle
“Si?” chiesi. Si avvicinò squadrandomi dalla testa ai piedi e a bassa voce disse:
“Ma tu non sei Mercuzio? Romeo e Giulietta, il musical…”
“Veramente si…sono io!” dissi sorridendo.
“Oddio! Non ci credo…tu, qui…ma che ci fai qui? E’ impossibile…sto sognando” iniziò a dire a raffica. Martina la guardava e rideva divertita…
“Sono qui con Giulietta…volevo vedere la Calabria” mi giustificai.
“Posso avere un autografo con foto?” chiese speranzosa.
“Certo!” e così scattammo la foto con la ragazza e le feci l’autografo. La salutammo, tornammo alla macchina e chiesi a Martina:
“Ma qui da te non sanno che tu fai Giulietta?”
“Qui non sanno nemmeno cosa è un musical a momenti, per questo finora nessuno ti ha riconosciuto…”
“Ma il paese è piccolo, doveva almeno sapere di te, una loro compaesana…”
“Te l’ho detto: qui non esiste il musical o il teatro come lo intendi tu…qui per teatro intendiamo le recite scolastiche e quelle in dialetto calabrese!” disse dispiaciuta. Eravamo arrivati a casa, non avevamo impegni e così pensammo di fare l’albero di Natale! Ci impiegammo tutto il pomeriggio ma il risultato era eccellente: un enorme albero decorato in oro e rosso occupava un angolo del salone, accanto al caminetto acceso! Mancava solo il puntale:
“Mi prendi in braccio? Non ci arrivo fin lassù!” chiese
“Vieni qui!” le afferrai le cosce e la sollevai, mise il puntale e disse:
“Ecco fatto…ora mettimi giù”
“Non ci penso nemmeno!” dissi ridendo, allora iniziò a dimenarsi e a spingere le mie braccia per cercare di aprirle; camminai fino al divano e ce la buttai sopra, le bloccai i polsi con una mano e le gambe con le mie e iniziai a farle il  solletico! Rideva a più non posso, mi implorava di lasciarla andare!
“Luca…Luca ti prego, mi fanno male i fianchi! Per favore…” diceva tra una risata e l’altra.
“Devi dire la parola magica…”
“E qual è?” chiese esasperata. Mi fermai e abbassandomi su si lei dissi in un sussurro:
“Dimmi che mi ami, dimmi che vuoi solo me…”. Si fece seria e fissandomi negli occhi disse:
“Ti amo…e tanto…voglio te!” e mi baciò. Sentimmo la porta aprirsi e scattammo dal divano e iniziammo a fare finta di sistemare le palline dell’albero, sua madre entrò in sala e si congratulò per l’albero che, a suo dire esprimeva il concetto di Natale al meglio.
L’aria natalizia si respirava a pieni polmoni in quella casa piccola e accogliente! L’indomani sarebbe stata la Vigilia di Natale e io e Martina avevamo pensato di mandare al cast un video messaggio per augurare a tutti un buon Natale…lo inviammo a tutti ma non a Davide: “Non mi sembra corretto” aveva detto Martina …Dopo cena, io e lei andammo in camera sua per stare un po’ insieme, ai suoi avevamo detto che andavamo a riposare per conto nostro. Una volta in camera sua, si buttò a pancia in giù sul suo letto, nascondendo il viso tra le braccia:
“Che succede tesoro?” chiesi sedendomi vicino a lei, alzò il viso e mi guardò dispiaciuta
“Stavo pensando a Davide…mi dispiace per lui, non se la starà passando bene scommetto”. Ancora? Stava ancora a pensare al ragazzino?
“Su non ci pensare, vedrai che si starà distraendo con gli amici!”

(Martina)
Non credo proprio che sia come dice Luca: Davide è un ragazzo fragile, non si sarà rassegnato e ci sto un po’ male a pensare che queste vacanze saranno terribili per lui…vorrei tanto fare qualcosa, ma cosa? E se lo chiamassi? Di sicuro non risponderebbe…un messaggio su whatsapp è la cosa migliora: così posso sapere se lo legge!
Passai la serata a parlare con Luca e a farmi coccolare da lui, ma pensavo a cosa scrivere a Davide…verso mezzanotte, Luca mi augurò la buonanotte con un bacio e andò a dormire. Appena chiuse la porta, scattai verso la scrivania e presi il cellulare, iniziai a scrivere il messaggio e lo cancellai almeno 20 volte...non avevo ancora trovato le parole giuste, poi mi illuminai e iniziai a digitare:
“Ciao Davide, volevo sapere come stavi passando queste vacanze e ti ho scritto…per favore rispondimi, non fare il bambino eh! Ahahah a presto”
e lo inviai…passarono 25 minuti ma niente, aveva visualizzato ma non rispondeva…stavo per chiudere la connessione a internet ma apparve la scritta “sta scrivendo…”. Il cuore iniziò a battere forte, senza motivo, e aspettai:
“Ciao Martina, è tutto ok qui a Bassano…tu?” un po’ freddino, devo dire, ma non lo biasimo…
“Io tutto ok…qui da me non fa molto freddo…cosa stai facendo? Ti ho disturbato?”
“No no…sono in giro per il paese…con Luca?” rimasi colpita da quella domanda…
“Con lui tutto bene, è qua con me per Natale, poi andremo a Villafranca…”
“Va bene…ci sentiamo, buonanotte” e si disconnesse. Ora che l’avevo sentito ero più tranquilla e così andai a dormire.
Stamattina mi ero svegliata prima che suonasse la sveglia, così non avrei sentito quel rumore fastidioso! Mi cambiai e andai a svegliare Luca...aperta la porta, trovai il letto vuoto e messo in ordine…Scesi sotto, dove mia madre era intenta a preparare da mangiare…
“Buongiorno!” e la abbracciai.
“Giorno, vuoi fare la colazione?”
“No no, è un po’ tardi altrimenti poi non mangio a pranzo…papà?”
“E’ uscito a comprare delle cose che mi mancavano per la cena di stasera…ti ricordo che vengono gli zii e i nonni…”
“Si lo so…e Luca? L’hai visto?”
“Si, è uscito anche lui, ha detto che voleva fare due passi…” disse mia madre alzando le spalle.
“Mamma, cosa diremo al resto della famiglia?”
“Che è un tuo amico, la verità…”
“Non ci crederanno mai…” dissi prendendo un succo di frutta dal frigo “…sai già che vedendolo penseranno che sia il mio ragazzo! Oppure faranno battutine…”
“E tu lasciali perdere…”. Finita la frase, la porta d’ingresso si aprì e comparvero mio padre e Luca che ridevano…
“Buongiorno!” esclamarono entrambi
“Ciao” dissi agitando la mano. Luca si avvicinò per baciarmi la guancia e notai che mia madre rideva sotto i baffi…l’aveva capito, non era mica scema!
“Tutto bene?” chiese Luca
“Sisi tu? Come mai sei uscito presto?”
“Volevo fare due passi…” e mi fece l’occhiolino. Lo guardai insospettita e nel frattempo mio padre lo chiamò dal garage…lui scomparve pizzicandomi di poco la guancia e io tornai ad aiutare mia madre.
La sera era arrivata e io avevo solo voglia di andare a dormire: ero sfinita, avevo aiutato mamma in cucina e a sistemare la casa, ma adesso dovevo prepararmi per la cena…mi feci una doccia, lavai i capelli e indossai qualcosa di carino: mi piaceva ricevere i complimenti dalla mia famiglia poiché ero l’unica nipote femmina!

(Luca)
Stasera avrei conosciuto la famiglia di Martina e avevo un solo obiettivo: dare una buona impressione. Cominciai dai vestiti: camicia bianca, gilet bordeaux, pantalone e scarpe beige; i miei immancabili anelli e i capelli liberi, come piacciono a Martina…chissà cosa sta facendo…uscì dalla mia stanza per andare nella sua e la trovai davanti allo specchio che si truccava, mi appoggiai alla porta senza farmi sentire e l’osservai: indossava una camicia di seta nera con una gonna dalla tonalità rosa salmone, ampia e a vita alta…scesi con lo sguardo sulle gambe racchiuse nei collant neri e notai i tacchi vertiginosi nero lucido; i capelli ricci li aveva lasciati liberi e le ricoprivano quasi tutta la schiena; era già truccata e stava completando il tutto con il rossetto del colore delle sue labbra. Era praticamente incantevole! Feci un finto colpo di tosse per richiamare la sua attenzione, si voltò mentre richiudeva il rossetto e venne ad abbracciarmi:
“Ti aspetta un luuuungo interrogatorio lo sai?”
“Correrò il rischio di essere scoperto…”
“Oh ma lo sei già stato…da mia madre!” e iniziò a ridere. Oh cavolo, ma davvero? Vabbè pazienza…le baciai delicatamente le labbra e scendemmo sotto. Nel salone c’erano già i suoi zii, mancavano solo i nonni: aveva inizio la “tortura”…
“Martina tesoro, ma quanto sei cresciuta!!!” esordì una signora bionda sulla cinquantina
“Zia Maria ciao, e si sono grande eh!”
“E questo bel giovanotto chi è?” chiese ammiccando alla nipote
“Salve, sono Luca, il…”
“Il fidanzato?!” mi interruppe
“No, il collega…recito con lei…” chiarì subito.
“Si zia, ti avevo raccontato del musical in cui mi hanno presa…” intervenne Martina raccontando tutta la storia di come mi aveva conosciuto…anche con gli altri parenti i discorsi erano simili, tutti a chiedere se ero il fidanzato di Martina, avrei tanto voluto ammetterlo, ma Martina non voleva…poi mi presentò la nonna: un’arzilla signora!
“Bel giovanotto eh cara?!” disse alla nipote dandole una gomitata
“Nonna!” la richiamò “E’ un mio collega…”
“Si si, dite tutti così…piacere caro, sono Rosa la nonna materna di Martina, sai la mia nipotina è libera al momento, capisci cosa voglio dire?!” e mi fece l’occhiolino per poi scoppiare a ridere…
“Ssssi capisco, comunque io sono Luca, molto piacere…” e le feci il baciamano deciso a entrare nelle sue grazie!
“Ohh già mi stai simpatico, Martina che ne pensi?” chiese alla nipote che si gustava la scena
“Nonna, lascialo stare…” la supplicò allontanandola
“Tu ti siedi vicino a me!” mi urlò la nonna
“Certo signora!” le risposi…e così fu: a tavola ero seduto al centro tra Martina e la nonna, che più di una volta mi sgridò dicendo di non chiamarla signora ma semplicemente Rosa, mi stava troppo simpatica! Di fronte a me sedeva la mamma di Martina, affiancata dal marito e dal fratello, a capo tavola il marito di Rosa e per il resto del tavolo gli altri zii…mi sentivo a mio agio, stranamente. Avevamo trascorso una serata bellissima, il cibo era ottimo come sempre, i parenti di Martina non furono poi così invadenti e lei ne era sollevata…a mezzanotte ci scambiammo gli auguri e mangiammo il pandoro; Martina si era imbrattata una guancia con lo zucchero a velo e subito corsi a pulirla!
“Piccola…” le sussurrai “…ti sei sporcata, fatti pulire!” e le pulì la guancia con un tovagliolo mentre tutti ci fissavano, specie la nonna che aveva un’aria sognante…
“Grazie mille…”disse Martina accennando un sorriso timido…dopo qualche ora, i parenti ritornarono alle proprie case e tutti noi iniziammo a sistemare la casa:
“Luca non c’è bisogno che ci aiuti, facciamo noi!” disse Carla, la madre di Martina
“Carla è il minimo che possa fare per ringraziarvi dell’ospitalità…” replicai mentre portavo fuori la spazzatura.

(Martina)
Luca si era fatto amare da tutta la famiglia e la nonna già lo adorava! Forse era il momento di dirlo anche ai miei…
“Mamma…papà…io devo dirvi una cosa!” i miei mollarono ciò che stavano facendo e mi raggiunsero.
“Io e Luca…ecco noi…” provai a dire…
“Io e lei stiamo insieme!” esordì Luca che era rientrato e subito mi affiancò cingendomi la vita con un braccio, questa sera non avevo bisogno di alzare il viso per guardarlo, ci pensavano i tacchi altissimi!
“Io lo sapevo…” disse fiera mia madre
“Ah bene, Luca sei fortunato, mi stai simpatico ragazzo! Ma attento a quello che fai!” raccomandò mio padre.
“Oh certo signore, stia tranquillo” lo rassicurò. Come i miei si allontanarono, abbracciai Luca…ero finalmente libera di manifestare i miei sentimenti…
“Tesoro mio…” sospirai sul suo petto. Iniziò ad accarezzarmi i capelli e disse:
“Piccola andiamo a dormire che è tardissimo!” e mi trascinò verso le scale dopo aver dato la buonanotte ai miei…
Entrati in camera mia, iniziammo a baciarci con passione…gli slacciai il gilet e sbottonai la camicia per poterlo accarezzare meglio, anche lui sbottonò la mia camicia ma non tutta, solo quel tanto che bastava per potermi baciare meglio il collo e la spalla…
“Fosse per me…” disse “…stanotte dormirei qui con te!”
“Sai che non si può…”
“Facciamo come l’altra sera, dai!” mi supplicò facendo il visino dolce…come potevo resistergli…
“ok…dai togliti questi vestiti!” e gli tolsi la camicia accarezzandogli il petto e scendendo sull’addome scolpito…
“Aspetta…vado a prendere qualcosa da mettere per la notte, altrimenti congelo!”
Dopo 5 minuti, tornò con addosso una canottiera nera e un pantalone di tuta grigio, io nel frattempo mi ero tolta i vestiti e mi ero messa una canotta larga e dei leggins…ci sistemammo nel letto e dopo poco si addormentò. Io non riuscivo a prendere sonno, sentivo che c’era qualcosa che non andava, avvertivo un senso di vuoto dentro…poi un’idea mi balenò per la testa: dovevo mandare gli auguri a Davide! Allora, cercando di non svegliare Luca, mi alzai per prendere il cellulare e mi diressi verso la finestra, di tanto in tanto mi giravo per controllare che Luca stesse ancora dormendo e poi mi rimettevo a scrivere, infine lo inviai…
Pensavo che non riuscivo a dormire per questo ma ugualmente non riuscì a prendere sonno: in me sentivo ancora quella strana sensazione, avevo il cuore a mille ed ero agitata…sbuffando, mi alzai e andai in cucina per prepararmi una tazza di camomilla, forse mi avrebbe aiutato a rilassarmi! Sorseggiavo la bevanda e controllavo il cellulare per vedere se Davide mi avesse risposto ma nulla…chissà cosa stava facendo…
 

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Capitolo 17
*** Io tornerò qui per te ***






(Martina)
Il risveglio fu una tragedia: dopo la camomilla ero tornata a letto, abbracciai Luca e mi addormentai, ma il mio sonno era disturbato da sogni strani, quasi incubi, che non mi facevano riposare come si deve! Aprì gli occhi quando suonò la sveglia e nel letto c’ero solo io…mi alzai e ad occhi socchiusi iniziai a cambiarmi; andai a svegliare Luca che tutto sorridente, scattò dal letto: magari avessi avuto io tutta quella energia! In cucina, i miei avevano iniziato a fare colazione, mio padre stava guardando il telegiornale e mia madre si versava il latte, anche io e Luca prendemmo posto a tavola…
E ora, una tragedia natalizia ha avuto luogo nei pressi di Bassano del Grappa: poco dopo la mezzanotte, un gruppo di ragazzi si è schiantato con un’altra vettura sulla statale: erano in 4 in auto, tutti solamente feriti tranne il conducente che è stato operato d’urgenza a causa delle gravi ferite e adesso è in coma…più tardi avremo notizie dal nostro inviato
Appena sentì il nome del paese, scattai a guardare la giornalista in televisione che dava la notizia, spalancai la bocca e subito pensai a Davide…
“Martina, stai bene?” chiese Luca poggiando la sua mano sulla mia
“Ho sentito bene?” dissi con voce tremante
“Ma dai, non può essere lui…” cercò di sdrammatizzare.
Il mio stomaco si chiuse e lasciai la colazione sul tavolo, mi alzai e corsi a cercare notizie su internet e trovai un articolo che mi fece gelare il sangue nelle vene:
Incidente stradale per la stella del musical “Romeo e Giulietta”: Davide Merlini è in coma”… Già solo il titolo mi fece riempire gli occhi di lacrime, presi coraggio e cliccai sull’articolo:
“Nella notte di Natale, il giovane Merlini, insieme ad altri tre amici tra cui il fratello, stava rientrando a casa, quando si è scontrato frontalmente con un’ altra auto che viaggiava contromano a velocità sostenuta. La macchina del Merlini è uscita fuori dalla carreggiata schiantandosi successivamente su un albero poco lontano dalla statale. Tutti i passeggeri sono rimasti gravemente feriti ma le condizioni più critiche le ha riportate proprio Davide, che era alla guida: dopo l’intervento dell’ambulanza, è stato operato d’urgenza ma purtroppo è entrato in coma.”
In preda alla disperazione, mi alzai di scattò buttando la sedia a terra e iniziai a urlare e a piangere a dirotto, buttandomi sul letto. Sentendo le urla, corsero tutti in camera mia:
“Martina che succede???” urlò Luca afferrandomi per le spalle e facendomi voltare
“E’ lui…è in coma…” singhiozzai sul suo petto “Perché? Perché proprio lui…no, noooo!!!!” urlai prendendolo a pugni per poi crollare sulle sue gambe.
“Ma chi?” chiese mia madre
“Davide, il ragazzo che fa Romeo nello spettacolo…” spiegò senza trapelare emozioni. Subito mi alzai dalle sue gambe:
“Dobbiamo partire, devo andare da lui, non posso lasciarlo solo!” ripetevo come una pazza. Aprì l’armadio e presi la valigia, buttai dentro qualche vestito e recuperavo oggetti andando avanti e dietro per la camera, sotto lo sguardo schockato dei miei.
“Martina calmati! Calmati!!!” mi ordinò Luca tenendomi ferma
“No! Ha bisogno di me, devo andare da lui…”
“Se ti calmi partiamo subito! Carla, per favore, andreste a prenotare il volo? Io sto con lei e prepariamo le valige…”
“Si certo, corriamo!” e si dileguarono dalla stanza.
Io continuavo nella mia folle corsa per tutta la stanza, raccattando quanta più roba possibile da mettere in valigia, Luca preparò la sua e mi raggiunse in camera poco dopo, quando io avevo finito di sistemare tutto. Mi trovò seduta sul letto, con la cornice che mi aveva regalato Davide tra le mani, a piangere silenziosamente e ad accarezzare il vetro freddo che racchiudeva la foto…ero ancora incredula, non avevo ancora digerito la notizia; l’unica cosa che potevo fare era raggiungerlo e stargli vicino, non poteva stare in coma, non poteva morire…
“Piccola…” disse Luca abbassandosi di fronte a me “Come ti senti?”
“A pezzi…ecco perché stanotte non riuscivo a dormire: io me lo sentivo! Ero agitata e il cuore era irrequieto…dentro di me sapevo che stava succedendo qualcosa” dissi spiegandomi il perché della mia insonnia
“Mi dispiace tantissimo per lui…ma lui è forte, ce la farà!” mi rincuorò
“Deve farcela…” lo corressi e mi protesi verso le sue braccia, stringendo al mio petto la cornice.
I miei genitori tornarono con i biglietti e ci recammo all’aeroporto; il volo sarebbe stato tra mezz’ora e per tutto il tempo d’attesa, ascoltai le canzoni del musical: volevo sentire la sua voce, sentire la forza che aveva dentro quando cantava! Solo così mi sembrava che non fosse successo nulla… io e Luca salimmo sull’aereo, nessuno dei due parlava; io ero rivolta verso il finestrino e ogni tanto asciugavo qualche lacrima e Luca mi teneva la mano e guardava fisso davanti a sé…dopo qualche ora eravamo finalmente atterrati a Treviso, noleggiamo un auto e partimmo nuovamente verso l’ospedale di Bassano…
Una volta arrivati, ci fiondammo verso l’entrata per sapere in che reparto fosse ricoverato…nessuno ce lo poteva dire, visto che non eravamo parenti, allora chiesi a un altro infermiere affermando di essere la sua fidanzata: Luca mi guardò infastidito ma solo così ottenni l’informazione che cercavo…salì le scale a due a due e arrivai di fronte alla porta aperta del reparto: in fondo al corridoio c’era una coppia di signori che si sostenevano a vicenda…mi avvicinai a loro e chiesi:
“Scusate, voi siete i genitori di Davide?”
“Si…” rispose il padre
“Come sta?” tentai
“Guarda tu stessa…” mi disse indicando la vetrata di fronte, mi voltai e il mio cuore rallentò: Davide era steso sul letto, era pallidissimo e ricoperto di bende e tubi…faceva troppa impressione…mi avvicinai al vetro e poggiai una mano sopra di essa e iniziai a piangere…vederlo così mi aveva distrutta talmente tanto che mi sentì mancare e infatti poco dopo vidi tutto buio…
 
(Luca)
Maledizione! Sapevo che non avrebbe retto: è fragile e per giunta non ha toccato cibo…prontamente ero riuscito ad afferrarla e a stenderla sulla panchina del corridoio, la madre di Davide corse a chiamare aiuto, mentre il padre le teneva le gambe alzate…
Subito il medico corse da noi e la fece riprendere, aperti gli occhi la sua preoccupazione fu nuovamente vedere Davide ma il medico la bloccò:
“Signorina, soffre di qualche malattia o ha altri problemi?”
“No no” risposi al posto suo “ Semplicemente non ha mangiato ed è stressata…”
“Allora le conviene mangiare subito se non vuole ritrovarsi ricoverata…” detto questo tornò nella sua stanza.
“Martina vieni, andiamo al bar a mangiare”
“No! Io non mi muovo di qua se prima non apre gli occhi!” disse alterata, i coniugi Merlini la fissarono per poi chiederle:
“Ma dove è che l’abbiamo già vista…?”
“Io, anzi noi, recitiamo con Davide: io sarei Giulietta e lui, Luca, fa la parte di Mercuzio…siamo molto amici di Davide e appena ho appreso la notizia siamo corsi qui!” spiegò mentre alcune lacrime scappavano dai suoi occhi “Comunque piacere, Martina” si presentò tendendo la mano
“Io sono Mauro e lei è Elisabetta, i genitori di Davide…” disse Mauro prendendola per mano.
“Notizie degli altri?” chiesi io ricordandomi degli altri ragazzi coinvolti nell’incidente.
“Stanno tutti bene, hanno solo qualche frattura o taglio…” spiegò Elisabetta. Poi tornammo a fissare Davide…
“Qualche miglioramento?” chiese Martina speranzosa
“Nulla…è là, immobile, pallido e non da segni di vita…” sospirò Mauro mentre accarezzava la spalla della moglie.
“Posso entrare?” chiese Martina fissando Davide
“Devi chiedere il permesso ai medici…” disse sempre Mauro. Aveva appena finito la frase e già Martina era andata a parlare con il medico che teneva in cura Davide. Tornò dopo 10 minuti e indossava camice e cuffia, poi la fecero entrare e chiusero la tendina della stanza…
 
(Martina)
“Davide…” sussurrai sedendomi al suo fianco e sfiorandogli il braccio con le dita “…sono qui! Sono tornata da te…” e una lacrima mi rigò il viso per poi cadere sulla sua mano. Passai le mie dita dalla sua mano fino alla spalla, accarezzando la sua fredda pelle, poi, facendo attenzione ai tubicini che lo facevano respirare, accarezzai la sua guancia, i capelli e poi le labbra, che toccai tremando…Dio mio come era ridotto: labbro spaccato, una benda nascondeva i 4 punti di sutura del ciglio, un'altra benda gli circondava la fronte, l’altro zigomo era viola, la spalla era bendata e la fasciature gli ricopriva il petto…più sotto non sapevo cosa aveva per via delle coperte che lo ricoprivano. I macchinari indicavano sempre gli stessi valori e il suono era costante, segno che i battiti del suo cuore erano stabili.
“Davide, so di averti deluso ma so anche che ci tieni a me e che mi vuoi bene, e se io sono qui significa che te ne voglio anche io. Solo io so quello che sto provando adesso, vederti qui, inerme su questo letto, sapendo che la tua vita dipende da quanto riesci a essere forte e a combattere. Già, la tua vita sembra essere tutta una lotta: prima lotti per avermi e adesso lotti per vivere. Ma io non mi posso paragonare alla tua vita, hai ancora molto da vedere e da imparare, devi diventare un grande artista, devi conoscere la persona giusta per te e devi avere una famiglia, devi essere felice e anche triste. Devi vivere con intensità! Devi andare aventi, superare gli ostacoli e far vedere a tutti quanto sei forte. Perché tu sei forte, Davide, anche se non sembra, anche se per tutti sei il ragazzo timido e dolce…ma tu per me sei forte, sei un combattente e ti stimo per la grande volontà e per l’attenzione che metti nel fare le cose! Adesso per favore te lo chiedo, svegliati, apri gli occhi e torna da noi…torna da me…” e poi non riuscì a continuare a parlare perché ero scoppiata in lacrime.
“Signorina deve uscire” mi avvertì un infermiere aprendo la tendina. Lasciai una carezza e un piccolo bacio sulla guancia di Davide e uscì fuori dalla camera. Mi tolsi il camice e la cuffia e subito Luca venne ad abbracciarmi e ad asciugarmi il viso.
“Ragazzi, noi andiamo a casa a pranzare, venite con noi!” disse con fermezza Maurizio
“Non vorremmo disturbare...” disse Luca
“Al contrario, un po’ di compagnia ci fa bene e poi non avete dove andare immagino!” esordì Elisabetta. Io e Luca ci guardammo e decidemmo di seguire la coppia.
La casa di Davide era grande e arredata in arte povera: aperta la porta ci si ritrovava in un grande salone, alla destra la cucina e alla sinistra il corridoio che portava alle camere da letto e al bagno, sopra c’erano altre due camere e la terrazza. Ci sistemammo nelle camere di sopra e dopo una bella doccia, scesi sotto per aiutare Elisabetta in cucina:
“Ci tieni a Davide eh…?” mi chiese mentre preparava il sugo
“Si molto, lo devo a lui se Giuliano mi ha preso nel cast e sempre a lui se sono riuscita a interpretare il mio ruolo, mi ha aiutato molto…” dissi apparecchiando la tavola.
“Mi ha sempre parlato di te…” ammise guardandomi. Io rimasi stupita:
“Davvero?”
“Si, tutte le volte che ci sentivamo mi parlava di quanto tu fossi stata brava e di quanto lo facevi sentire a suo agio, specie in alcune scene…” disse facendo intendere le scene dei baci. Mi sentì arrossire e replicai:
“Anche lui è molto bravo e non mi posso lamentare del suo modo di fare in scena, è davvero un Romeo!” dissi ridacchiando e riuscendo a strappare un sorriso a Elisabetta.
“Lo è sempre stato in cuor suo, anche con la ex era un vero romanticone! Gli mandava fiori, lettere, la portava a cena, organizzava gite…davvero un ragazzo d’oro, non per vantarmi!” disse rimettendosi ai fornelli.
“Già…lo so…” sussurrai sistemando le posate.
Per tutto il pranzo parlammo di me e della mia famiglia, di Luca e di Davide, di come era prima di X-Factor e del musical…poi tornammo tutti in ospedale.
“Notizie di Davide?” chiese speranzosa Elisabetta al dottore
“Non chissà che, abbiamo riscontrato un’ accelerazione dei battiti cardiaci dopo che ve ne siete andati…strano!” chiarì il dottore. Luca mi guardò, poi spostò lo sguardo sul medico e sui genitori di Davide, poggiò le dita sulle labbra con fare di chi sta pensando e andò a sedersi.
“A cosa pensi?” chiesi.
“Davide ha avuto un accelerazione dei battiti dopo che ce ne siamo andati, o più correttamente, dopo che TU gli hai parlato…lui ti sente, lui reagisce sapendo che sei qui…devi stare con lui e parlargli sempre!” spiegò Luca illuminandosi per l’idea avuta. Subito corse a spiegarla a Maurizio e a Elisabetta che ne fecero parola con il dottore; lui stesso venne da me e mi disse:
“Signorina, il suo amico ha avuto un ottima idea: spesso noi medici consigliamo di parlare ai pazienti che si trovano in queste situazioni, lo chiediamo alle persone a cui il paziente ci tiene particolarmente, un fratello, un amico, una fidanzata… sentire la sua voce può stimolarlo a risvegliarsi e se così non fosse, la situazione non si aggraverebbe; per cui io consiglio di provare a parlargli.”
“Va bene, ci proverò…posso andare da lui?” chiesi
“Si, venga a prepararsi, ma stavolta entro anche io: così controllo Davide in caso di reazioni” decise il dottore. Quando fui pronta, entrai nella camera e presi posto sulla sedia vicino al letto…
“Ora faccia come ha fatto prima: se l’ha toccato, lo tocchi e se gli ha parlato, gli parli…” mi spiegò. Io annuì e presi la gelida mano di Davide tra le mie per poi lasciargli un bacio sulla guancia:
“Eccomi qui, ero andata a mangiare qualcosa…sai, tua madre cucina veramente bene!” dissi accarezzandogli la testa, il medico intanto fissava i macchinari e prendeva appunti.
“Davide, lo sai che sono qui per te…quindi per favore, riprenditi! Voglio rivederti sul palco, al mio fianco, voglio rivedere il tuo meraviglioso sorriso quando cantavamo insieme, voglio di nuovo i tuoi abbracci e le tue carezze…Dio quanto mi mancano…voglio riaverti indietro. Sai, la notte dell’incidente io non ho chiuso occhi: avvertivo dentro di me che c’era qualcosa che non andava…era come se io già lo sapessi! Evidentemente, siamo connessi mio caro…”. Mentre stavo parlando, mi squillò il telefono e dopo le prime parole della suoneria, il dottore notò un’accelerazione dei battiti; il mio cuore, al contrario, si fermò: la mia suoneria era “Ama e cambia il mondo”. Lessi sul display il nome di Gioia, ma non risposi; Davide aveva reagito alla canzone e continuava ad avere i battiti veloci, il dottore mi guardava stupito!
“Che canzone è?” chiese quando il cellulare smise di suonare.
“E’ un duetto mio e di Davide, sa, siamo i protagonisti del musical “Romeo e Giulietta”…” dissi guardando Davide che non si muoveva.
“Facciamo così: io esco, lei inizia a cantare quella canzone e se nota qualcosa mi manda a chiamare!” e così uscì, lasciandomi con lui.
“Allora reagisci se senti le nostre canzoni eh…” chiesi quasi come se volessi sfidarlo!
“Bene…vediamo quale ti piace di più!” e iniziai a cantare “Quando”, ma Davide era stabile. Passai a “L’amore felice” e gli fece aumentare i battiti di poco così come “Il balcone”, ma mai quanto “Ama e cambia il mondo”! Con quella canzone, Davide addirittura trovò la forza di stringermi la mano per un secondo! Immediatamente, attirai l’attenzione di Luca che corse dal dottore che spalancò la porta avvicinandosi:
“Canti!” mi ordinò, e ripresi a cantare:
Ama e cambia il mondo
Ama fino al delirio…

Davide mi strinse la mano…
…Grida la tua presenza
Ama e cambia il mondo…

Mosse di scatto le sopracciglia, come se stesse lottando per aprire gli occhi…
…Ama non c’è peccato
Ama con le tue mani…

Le sue labbra si schiusero e cercò di sorridere…intanto io piangevo sotto gli occhi spalancati e il fiato sospeso dei presenti…

…Brucia nel desiderio
Ama e cambia il mondo!”

Finì di cantare e, in preda ai singhiozzi, mi accasciai sul letto di Davide…
“Oddio mio! Davide!” esclamò Elisabetta, allora alzai la testa e trovai un paio di occhi scuri che mi guardavano e delle labbra con dipinto un leggero sorriso:
“Davide!” sussurrai per poi baciargli la mano mentre continuavo a piangere, ma stavolta di gioia…
“C-ciao…splendore…” riuscì a sussurrare per poi alzare gli occhi verso i suoi genitori, che si avvicinarono per salutarlo. Il dottore iniziò a chiamare gli infermieri, che subito si adoperarono per somministrargli alcune medicine. Mi alzai per lasciare il posto a Elisabetta e mi rifugia da Luca, anch’egli contento per Davide.
 

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Capitolo 18
*** Nuovo Romeo e nuovo Davide ***






(Luca)
Passammo una settimana tra ospedale e casa Merlini, quelle persone erano diventate come una seconda famiglia per me e Martina. Nei giorni successivi al risveglio, Davide si era ripreso sotto le cure del medico e le attenzione della madre e di Martina: lei non gli faceva mancare niente ma lui continuava a essere distaccato, fino a che un giorno Martina non ne poté più:
 
(Due giorni prima…)
(Martina)
“Buongiorno! Ti ho preso la colazione…” dissi entrando nella stanza di Davide insieme a Luca.
“Mh” mugugnò, io rimasi stranita perché non aveva alzato neanche gli occhi dal suo cellulare per guardarmi, nel mentre gli sistemai la colazione sul vassoio per poi passarlo a Elisabetta, che era seduta vicino al figlio.
“Buongiorno cara!” mi aveva risposto lei.
“Come stai?” chiesi sedendomi sul bordo del letto
“Bene” disse freddo, Elisabetta guardò il figlio confusa e poi si voltò verso di me facendo spallucce. Davide continuava a scorrere la pagina sul cellulare e notai che Luca iniziava a infastidirsi per quel comportamento…Posò finalmente il telefono e iniziò a bere il cappuccino che gli avevo portato.
“Ti piace?” gli chiesi
“Si, ora vorrei riposare quindi puoi anche andartene…” disse lui.
“Cosa?” sussurrai sotto lo sguardo incredulo di Elisabetta e Luca.
“Hai sentito bene” ribadì riprendendo il cellulare…
“Luca, Elisabetta…potreste lasciarmi un attimo con Davide? Voglio parlargli!” dissi duramente.
“Martina, Davide è ancora debole…”iniziò a dire la signora
“Oh non si preoccupi…” e detto questo uscirono; ma Luca si appoggiò alla vetrata per vedere cosa succedeva.
“Mi spieghi il perché sei freddo con me? E’ vero: ho scelto Luca ma se non me ne sarebbe fregato nulla di te, non sarei corsa qui per passare il giorno di Natale tra lacrime e ospedale!” iniziai a dire alzando di poco la voce.
“Nessuno te l’ha chiesto!” rispose mentre scriveva qualcosa al cellulare.
“Io non voglio detto grazie, ma vorrei almeno che tu mi parlassi! Non puoi incazzarti perché non ho scelto te!”
“Io non sono incazzato, solo non mi va di parlarti!” e sorrise guardando lo schermo.
“Puoi posare questo cazzo di telefono!?” quasi urlai togliendoglielo dalle mani e sbattendolo sul comodino, solo allora Davide alzò lo sguardo su di me.
“Adesso mi guardi e mi dici che cosa ti prende, Davide!” e gli presi le braccia e lo fissai.
“Mi hai ferito e ci vorrà tempo per guarire…pensavo che, dopo tutto quello che ho fatto per te e con te, alla fine mi avresti scelto! Ma così non è stato. Ora ho bisogno di stare per conto mio…” mi spiegò
“Va bene, ti capisco, però almeno considerami un po’ adesso che sono qui…sai, ti voglio bene ugualmente IO!” dissi accentuando l’ultima parola
“Io non ho detto che non ti voglio bene!” sbottò lui per poi rendersi conto di quello che aveva detto e finì con abbassare la testa
“Bene, ne sono contenta! Adesso bevi che si raffredda!” sorrisi soddisfatta passandogli il cappuccino.
“Mmm maledetta…” sussurrò per poi sorridermi.
“Facciamo pace?” chiesi abbassando lo sguardo, lui mi prese per mano e disse:
“E pace sia!” e sorrise nuovamente…dall’altra parte del vetro, vidi Luca sospirare rilassato.
(Fine flashback)
 
(Luca)
Adesso era tutto tornato alla normalità: Martina e Davide erano nuovamente amici e finalmente lui venne dimesso, però aveva ancora le fasciature e non camminava bene. Non sapevamo se ce l’avrebbe fatta a riprendersi per completare il tour: era già la vigilia di Capodanno e tra meno di una settimana avremmo avuto la tappa di Napoli…
Per tutta la settimana, il cast lo aveva chiamato per accertarsi delle sue condizioni e qualcuno venne anche a trovarlo; Davide tornò a casa il 30 Dicembre…allora decisi che io e Martina potevamo ripartire per trascorrere il Capodanno a Villafranca:
“Martina” dissi mentre eravamo in macchina per andare a casa di Davide.
“Si?”
“Che ne pensi se passiamo il Capodanno a Villafranca? Qui ormai è tutto apposto, sarebbe inutile restare…”
“Ah…si è vero…” disse lei guardando il vuoto.
“Allora? Andiamo a salutare Davide e i suoi genitori?”
“Si…” non era molto entusiasta della notizia, lo avevo capito.
Dopo 10 minuti, stavamo attraversando il vialetto di casa Merlini e Martina suonò al campanello tutta sorridente.
“Cara ciao!!!” disse Maurizio abbracciandola “Wé ciao Luca! Forza entrate che si gela” e mi diede una pacca sulle spalle.
“Salve!” salutai Davide, il fratello e la madre, Martina corse ad abbracciare Elisabetta e poi andò da Davide:
“Come va Romeo?” disse baciandolo sulla guancia, lui gli mise una mano sulla schiena e gli disse che stava bene poi aggiunse:
“Perché non vi fermate a pranzo? Vero mamma?!”. Martina stava per accettare ma, avvicinandomi a lei dissi:
“Veramente…io e Martina siamo venuti per salutarvi: in serata partiremo per Villafranca, passeremo là il Capodanno!”. Vidi i sorrisi di Davide e Martina spegnersi…
“Ah che peccato…ma là vi aspetta qualcuno?” chiese Elisabetta
“No…” rispose Martina
“E allora potreste rimanere qui, così passiamo la festa in compagnia eh!?” esordì il marito spalancando le braccia.
“Per me va benissimo!” esclamò Martina andando ad abbracciare marito e moglie, sotto lo sguardo divertito di Davide che adesso stava fissando me con le braccia incrociate; anzi, tutti mi stavano fissando.
“Eh ok…” dissi sorridendo, se Martina era contenta lo sarei stato anche io.
 
(Martina)
Dopo aver pranzato e aiutato Elisabetta con le faccende, chiamai i miei per informarli che andava tutto bene e che avremmo festeggiato il Capodanno a Bassano con la famiglia di Davide. Erano troppo simpatici e mi ci ero affezionata moltissimo e anche loro mi volevano bene…con Davide era tutto come prima: mi parlava, scherzava con me, mi abbracciava… sembrava aver messo il rancore da parte; invece Luca non era più lo stesso da quando eravamo qui, era diventato rigido con me e alcune volte lo vedevo infastidito, inutile spiegare il perché…ecco che lo vidi arrivare sorridente e sedersi al mio fianco sul divano:
“Piccola, sei contenta?”
“Si molto, almeno non saremo soli…”
“Già…non lo siamo mai” disse a bassa voce
“Ti ho sentito sai?” dissi ironica
“Volevo stare solo con te, passare le feste senza essere legato agli altri: solo io e te…decidere noi cosa volevamo fare e non fare, e invece…devo ancora dipendere da qualcuno…non mi dispiace stare con loro ma…” iniziò a dire
“Ma ti dispiace stare nel campo dell’avversario…ma non lo capisci che io voglio te?” e girandomi notai che Elisabetta ci guardava…
“Andiamo fuori…” e presi Luca per mano
“Stavo per dirti che devi smetterla di avere paura di perdermi, se ho scelto te avrò i miei motivi e non sono pazza, quindi non cambierò idea su di te finché non me ne darai una ragione! Chiaro?”
“Si Martina, ma io sono così…le persone a me care non ci sono più, ed essendo tu l’unica che mi è rimasta ho paura…” disse preoccupato
“Luca, ti ho scelto per la tua determinatezza…non farmi cambiare idea…stai tranquillo!”. Detto questo rientrai in casa…
 
(Davide)
Stavo scendendo le scale come potevo e vidi Martina entrare in casa con aria arrabbiata, così la raggiunsi in soggiorno:
“Ehi cosa c’è?”
“Lascia perdere…”disse dura
“Martinaaaa…” la richiamai
“Ok: Luca ha paura di perdermi!” ammise “E non dire che me l’avevi detto!” aggiunse alzando un dito verso di me per poi tornare con le braccia incrociate sul petto.
“Ok non lo dirò…ma perché fa così?”
“Sono l’unica a cui tiene, per questo…ma io sono sicura dei miei sentimenti, perché non ha fiducia!?” mi spiegò. Alzai gli occhi per guardarla: le gambe erano distese e incrociate, le braccia le si stringevano attorno, i suoi occhi erano fissi sulle sue scarpe…sembrava volesse difendersi!
“Marty, stai tranquilla, non dargli motivo per sospettare di te e tutto si risolverà…” dissi mettendo una mano sulla sua spalla. Lei mi guardò con un’espressione speranzosa e mi abbracciò. In quel momento, un forte calore mi investì da dentro e mi fece affondare la testa sulla sua spalla perché mi aveva causato i brividi. Quel contatto mi mandava in paradiso! A rovinare il momento fu l’arrivo di Luca, si diresse verso di noi e disse:
“Ragazzi, usciamo?”. Ci distaccammo per guardarlo, poi Martina si girò verso di me e chiese:
“Che ne dici?”
“Beh… come faccio a camminare?” dissi indicando la gamba avvolta dal tutore.
“Facciamo un giro in auto, guido io!” propose Luca e dopo 5 minuti eravamo già in auto. Io ,ovviamente, ero seduto dietro…
“Martina, ma tu non avevi il contratto solo per quest’anno con la produzione del musical?” chiesi
“Si, ma Giulia mi ha ceduto il posto perché parteciperà ad un programma tv…quindi sarò ancora Giulietta…e tu come farai per la tappa a Napoli e forse per le successive?”
“Non lo so, dovrei chiamare Giuliano…”
“Chiamalo ora, visto che non abbiamo nulla da fare” propose Luca. Presi il cellulare e composi il numero…uno squillo…due squilli…
“Pronto Davide?”
“Ciao Giuliano, come va?”
“Dovrei chiederlo io, ma va tutto bene e tu?”
“Un po’ ammaccato, avevo chiamato proprio per questo: non credo che ce la farò a riprendermi per Napoli e le altre…che si fa?”
“Avevo pensato al Romeo del secondo cast…”
“E chi è?” chiese Martina
“Ah ciao cara, ci sei pure tu!” disse Giuliano
“E anche io!” aggiunse Luca
“Ma cos’è una riunione?!” ironizzò “Dicevo, lui è Federico Marignetti…ha un po’ di esperienza alle spalle...ti sostituirà finché sarà necessario…” chiarì il regista.
“Va bene, ma io posso venire lo stesso con voi?”
“Si certo, sei il benvenuto…scusa ma ora devo andare, a presto belli!” salutò Giuliano
“Ciao Giuliano!” salutammo in coro.
“Cerchiamo notizie su questo Federico?” chiese Martina. Luca ed io iniziammo a cercare su internet e trovammo articoli che riportavano frasi come “Uno straordinario giovane artista, di grandissimo talento e bellezza…” oppure “Entra subito a far parte del cast di “Spring Awakening Italia” nel ruolo del protagonista”…insomma è già conosciuto!
“Posso vedere una foto?” chiese ancora. Luca le passò il telefono e notammo la sua espressione: era rimasta colpita trovandosi sotto agli occhi un 26enne dall’aria misteriosa: capelli ricci e neri, occhi del medesimo colore e sguardo magnetico, labbra sottilissime…
“Martina?” la richiamai
“Eh?” chiese fissando la foto
“Guarda che lo consumi!” disse ironico Luca.
“E si…no! Cioè…non nego che è un bel ragazzo…” ammise in preda alla vergogna, era tutta rossa in viso!
“Ehi! Vedi che puoi fare sai!!!” disse Luca sgridandola.
“No no…tranquillo!” lo rassicurò sbuffando.
“Certo che me ne passa di punti…” dissi “E’ pure più grande di me ma ha più esperienza, io prima d’ora non avevo mai fatto un musical, lui sarà di sicuro migliore…” conclusi. Ero certo che con lui al mio posto, avrei perso le persone che mi seguivano e che mi apprezzavano.
“Ma dai, io sono sicura che i nostri fans si erano affezionati a te e per loro sarà un po’ dura accettare il nuovo Romeo!” cercò di rassicurarmi Martina.
“Vedremo…” dissi rassegnato. Erano circa le 20 e decidemmo di fermarci in un bar per un aperitivo; una volta seduti al tavolino, circa una decina di ragazze ci circondarono: chiedevano dell’incidente e volevano foto e autografi. Io ero super-contento perché notavo quanto erano affezionate a noi, quel Federico non rapirà subito il cuore dei fans! Accontentammo tutte le ragazze e poi tornammo a casa per la cena.
“Finalmente! Stavo morendo di fame…” borbottò mio fratello.
“Ma smettila, siamo stati circondati da fans…” spiegai ai miei genitori, poi ci sedemmo a tavola.
“Ragazzi che organizziamo per domani?” chiese mio padre.
“Potremmo andare in montagna…magari sull’altopiano di Asiago!” proposi. Adoravo quel posto, così tranquillo e rilassante e il paesaggio era incantevole!
“Per ma va bene qualsiasi cosa” disse Martina e anche Luca annuì con la testa.
“E’ deciso allora: domani mattina andremo in montagna, in pomeriggio visitiamo qualche centro commerciale e poi ci prepariamo al veglione, dato che dopo cena si va tutti in piazza a festeggiare!” concluse mio padre. Domani avremmo avuto una giornata pesante quindi era meglio andare a dormire presto. Stavo salendo le scale aiutato da Luca, i miei erano in camera loro a dormire, mio fratello era uscito e Martina era sotto la doccia, potevo chiedere aiuto solo a lui…Luca mi si avvicinò per poi tenermi per le spalle e io misi un braccio sulle sue per aggrapparmi, così iniziammo a salire.
“Allora? Come l’hai presa? Non abbiamo parlato per niente di questo…” mi chiese interrompendo il silenzio.
“Come vuoi che l’abbia presa, male ovviamente! Io le voglio un gran bene e scegliendo te mi ha ferito…evidentemente non ero abbastanza per lei, forse potrò essere niente più che un suo amico.” Dissi rassegnato.
“Beh mi dispiace per te, ma non l’hai saputa prendere! Con lei ci vuole determinazione, dolcezza ma non eccessiva! E ogni tanto bisogna anche provocarla…non gli piacciono le cose sdolcinate!!!” mi confidò.
“Perché mi stai dicendo queste cose?” chiesi serio una volta seduto sul mio letto. Luca mi guardò e disse:
“Perché se continui a comportarti in modo sdolcinato e romantico non prenderai nessun pesce!” e una risata derisoria uscì dalla sua bocca, poi scomparì dietro la porta. Se non fosse per le mie condizioni precarie l’avrei preso a pugni in quel visino delicato che si ritrova! Ma perché mi deve provocare, io non voglio sapere cosa e come fa con Martina, mi viene il disgusto al solo pensiero di quell’angelo tra le sue braccia…dovrebbe stare tra le mie, ma forse aveva ragione lui: ero troppo indeciso, sdolcinato…dovrei essere più sicuro e dovrei anche essere più duro, poco romantico! Lo sono stato sempre e mi sono sempre ritrovato solo…i buoni ragazzi non vanno mai da nessuna parte, sono sempre i più sfrontati ad avere fortuna. Da oggi si cambia, cambio me stesso! 

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Capitolo 19
*** Promesse e ricatti ***






(Martina)
Già alla buon’ ora eravamo in macchina per recarci sull’altopiano di Asiago…Davide e la sua famiglia in un auto e io e Luca nell’altra. La sveglia suonò alle 5:30 quella mattina e le nostre facce erano stravolte per la stanchezza! Preparammo subito i cestini per il pranzo e ci incamminammo verso la montagna.
“Piccola mia tutto bene?” chiese Luca mentre guidava.
“Si si e tu?”
“Diciamo…con Davide intorno non sto tranquillo!”. Mi voltai verso di lui per guardarlo con aria scocciata e subito disse:
“Dai, era una battuta!”
“Sei un pessimo comico…” osservai incrociando le braccia, presi il cellulare e indossai le cuffie, volevo rilassarmi…
Delle labbra si poggiarono sulle mie e una mano mi accarezzava la guancia, aprì gli occhi e mi ritrovai davanti quelli dorati di Luca:
“Siamo arrivati…” mi annunciò. Ma quanto avevo dormito? Mentre cercavo di risvegliarmi completamente, vidi più in là la macchina della famiglia Merlini, poi vidi anche Elisabetta e Maurizio che scaricavano i cestini e le sedie pieghevoli aiutati da Ivan, Davide, invece, era appoggiato allo sportello dell’auto e guardava verso di me. Mi alzai e anche io andai ad aiutare Luca a scaricare le sedie da sistemare sul prato innevato…
Guidati da Maurizio, camminammo per qualche minuto e raggiungemmo una piccola casa in legno, adibita a tavola calda. Li, lasciammo le chiavi delle auto e le borse e prenotammo un tavolo da poter utilizzare a pranzo, poi ci spostammo verso una zona recintata da uno steccato e ci stabilimmo sotto un grande albero spoglio e ricoperto di neve! Luca ne approfitto per scattare qualche foto sia al paesaggio che a noi, diciamo che era il fotografo ufficiale del gruppo! Una volta sistemate le sedie, Ivan propose di fare una gara: dovevamo fare il più bel pupazzo di neve, Elisabetta e Davide sarebbero stati i giudici e chi vinceva decideva cosa fare dopo. Eravamo tutti d’accordo e ci dividemmo in due squadre: io e Luca contro Maurizio e Ivan. Al via di Elisabetta cominciammo a creare delle montagne di neve per poi dargli la tipica forma a palla, Luca tirò due rami dall’albero per fare le braccia mentre io cercavo di scolpire il viso del nostro pupazzo…alla fine della gara i pupazzi erano davvero ridicoli: quello di Maurizio e Ivan era enorme e indossava una sciarpa e il nostro era più magro e con un cono di neve sulla testa, una mia idea per simulare un cappello! Elisabetta e Davide non riuscivano a mettersi subito d’accordo, ma alla fine decisero che il pupazzo mio e di Luca era il più bello!
“Bene avete vinto, quindi sta a voi decidere cosa fare adesso!” disse Ivan.
“Battaglia di neve?” proposi.
“Battaglia di neve!” confermò Luca. Allora ci dividemmo in gruppi da due (Io e Luca, i due fratelli e marito e moglie) e ci sistemammo a una certa distanza, cominciammo a creare dei muretti di neve per ripararci dagli “attacchi” e a fare le palle di neve. Vinceva chi riusciva a colpire entrambi i membri dei gruppi, tutta questione di mira e velocità! La battaglia ebbe inizio e fui quasi subito colpita da una palla sulla spalla: era stato Davide che se la rideva con suo fratello, immediatamente mi vendicai per poi lanciare una raffica di palline contro Maurizio ed Elisabetta, Luca rideva come un bambino e schivava ogni pallina…a vincere la battaglia furono Davide e Ivan. Tra un gioco e l’altro il tempo era volato ed era già ora di pranzo…tornammo al rifugio ridendo e scherzando e, preso posto a tavola, io e Elisabetta iniziammo a sistemare i contenitori con il cibo preparato a casa. Io ero seduta con Luca, di fronte a me Elisabetta e Ivan e ai due capotavola Maurizio e Davide, che era vicino a me. Dopo aver mangiato stavamo aspettando il caffè, io non ne bevo e quindi decisi di alzarmi per prendere una boccata d’aria e chiamare Gioia, che dal giorno dell’incidente di Davide non avevo più sentito. La aggiornai su come stava e su cosa stavo facendo e lei mi raccontò di come Gianluca le aveva organizzato un viaggio per andare da lui e passare insieme le vacanze, era la dolcezza fatta persona quel ragazzo! Chiusi la telefonata e andai verso lo steccato che contornava la baita, posta su un dirupo, e mi ci appoggiai ammirando la chiazza di case coperte dalla neve che stava a un paio di metri più in là da dove mi trovavo io.
“Che ne pensi di questo posto?” chiese Davide che nel frattempo si era trascinato fin da me, dicendo agli altri che andava in bagno.
“E’ mozzafiato, sembra una cartolina!” dissi sorridendo. Davide mi scrutava con lo sguardo…
“Sei diversa…” disse dopo qualche secondo. Io lo guardai confusa.
“Sembri più grande, sembri più matura…sembri più tranquilla e rilassata…” approfondì.
“Io sono sempre la stessa!” dissi.
“No, no…non sei la Martina che ho conosciuto mesi fa a Roma. Non c’è più ansia e agitazione…sei realmente tu adesso!” spiegò ancora.
“E sei ancora più bella…” si lasciò scappare per poi chiudere gli occhi accortosi di quel che aveva detto. Abbassai lo sguardò e mi sentì arrossire…ma forse era l’aria fredda!
“Non so che dire…grazie?” gli risposi.
“Ai tuoi l’hai detto di te e Luca?” chiese appoggiandosi alla staccionata.
“Si lo sanno e ne sono contenti, credo…non ho avuto tempo di chiederglielo!” dissi riflettendo.
“Bene…chissà cosa avrebbero pensato di me?!” disse ridendo.
“E tu ora che centri?” chiesi perplessa.
“Come che centro? Io potevo essere al posto suo…e avrebbero espresso un giudizio su di me!” disse ovvio.
“Sssi infatti…” tagliai corto. Non mi piaceva riprendere quel discorso ora che era tutto apposto.
“Rientriamo?” proposi mentre già mi stavo avviando verso la baita.
“Mi aiuti?” chiese. Tornai indietro di qualche passo e lui si appoggiò a me.
“Ma finora camminavi bene!” esclamai.
“Si lo so, volevo solo abbracciarti!” e mi fece l’occhiolino. Incredibile! Mi aveva ingannata…rientrammo dentro e già gli altri avevano raccolto le cose per rimetterle in macchina, così ci dirigemmo verso le auto per ripartire verso il centro commerciale della zona. Avrei comprato mooolte cose, me lo sentivo!
“Di che avete parlato?” chiese Luca mentre guidava.
“Chi?” chiesi a mia volta facendo finta di nulla.
“Tu e Davide, l’ho capito che eravate insieme fuori…”
“Mi ha raggiunto lui…”
“Non mi importa! Ho chiesto un’altra cosa…” disse alzando la voce di poco. Non mi piaceva quando si alterava…quasi ne ero spaventata.
“Mi ha solo chiesto cosa ne pensavo del paesaggio!” dissi sottolineando la parola “solo” per tranquillizzarlo. Lui annuì rassicurato …
“Luca perché mi fai sempre queste domande? Non fidarsi di me è diverso che avere paura di perdermi sai?” sbottai.
“Non lo sopporto ok? Io ho fiducia in te.. ” iniziò a dire.
“No non è così!” lo interruppi.
“Sai meglio di me che non ti fidi o forse sei troppo geloso…se è così, io non ce la faccio: non posso avere il timore di parlare con un ragazzo perché devo pensare alla tua forte gelosia! Credi che non abbia notato che sei geloso anche di Ivan? Credi che non mi sia accorta di come fulmini con gli occhi Riccardo e Gianluca anche solo se stanno parlando con me? L’ho notato da un pezzo e questo non mi piace…” gli sbattei in faccia la verità; era da un po’ che andava avanti così e non ne potevo più: potevo capire le gelosia nei confronti di Davide ma non nei confronti degli altri!
“Io…io…” tentò di dire.
“Vedi? Ti ho forse scoperto? Non voglio stare con un ragazzo possessivo e geloso anche dell’aria che respiro…o cambi o finirà presto tra noi due!” ero esasperata e non c’era altra via d’uscita. L’unico modo per eliminare la sua gelosia era minacciarlo, altrimenti l’avrei perso per sempre. Luca, non sapendo che dire, tacque.
Arrivati al centro commerciale, scesi dall’auto sbattendo la portiera e attirando l’attenzione di tutti, che si voltarono verso di me; ma li ignorai e iniziai ad entrare nel centro commerciale.

(Luca)
“Che è successo alla piccola?” chiese Maurizio.
“No nulla, abbia avuto una piccola discussione ma nulla di cui preoccuparsi!” spiegai. Mentre gli altri raggiunsero Martina, io stavo chiudendo l’auto e venni raggiunto da Davide che mi prese per il collo del giubbotto e mi ringhiò contro dicendo:
“Che le hai fatto?”
“Sta calmo ragazzino!” dissi togliendomi le sue mani di dosso.
“Abbiamo solo parlato di cose che non ti riguardano…” e feci per andarmene, ma mi ritrovai la sua mano attorno al mio braccio.
“Se so che l’hai ferita giuro che ti picchio, intesi?” mi minacciò.
“Ma smettila…” e lo lasciai nel parcheggio.
Raggiunsi il resto del gruppo che nel frattempo era entrato in una profumeria, Davide saltellò verso Martina e iniziò a dirle qualcosa…

(Martina)
Ero infuriata con Luca e non avevo voglia di parlargli per il resto della giornata. Mentre ero in profumeria a scegliere un profumo, Davide mi si avvicinò:
“Questo qui è più buono!” e mi porse una bottiglietta.
“Oh bene, Gioia ne sarà felice: non l’ho vista a Natale e volevo farle un regalo anche se in ritardo!” spiegai. Davide sorrise.
“Ascolta…non sei obbligata a stare con lui. Lui è troppo duro con te…” iniziò a dire.
“Ti sbagli: lui è perfetto!” mentì. Non volevo che si intromettesse.
“No, io so che ha fatto qualcosa…fammi indovinare? E’ troppo geloso e possessivo vero?” indovinò.
“Non ti riguarda” risposi mentre cambiavo scaffale ma lui mi seguì.
“Ho indovinato vedo…non provare  lasciarmi fuori da questa storia perché io voglio stare dalla tua parte” mi sgridò.
“E’ una questione tra me e lui!” chiarì e andai alla cassa a pagare. Mentre la commessa confezionava il profumo, Davide mi si avvicinò nuovamente:
“Tu non sei sua e qui nessuno è cieco, lo vediamo come si comporta quando tu sei con un ragazzo…non va bene questo Martina…siamo tutti preoccupati nel cast credimi! Sappiamo come è fatto e finora ha dimostrato solo il meglio di sé, nascondendoti, però, la sua vera identità!”
“Smettila di dire idiozie Davide. Qui quello geloso sei solo tu…” e lo lasciai nel negozio. Mi diressi verso Elisabetta e per distrarmi l’aiutai a fare la spesa per il cenone di stasera…visitammo altri negozi, successivamente, e poi rientrammo a Bassano.
Nel viaggio di ritorno, Luca continuò a stare in silenzio e io non ero da meno: mi aveva delusa e non gli avrei parlato finché non si sarebbe scusato! Arrivati a casa, mi misi dietro i fornelli con Elisabetta e iniziammo a cucinare mentre gli uomini erano seduti nel salotto ognuno per conto proprio. Il menu del cenone comprendeva una serie di piatti tipici del posto e le porzioni erano enormi…quando finimmo di cucinare, io e Elisabetta andammo a farci una doccia e a prepararci per cenare. Decisi di indossare un abito corto bordeaux con le decolté nere, mi truccai e sistemai i capelli con un cerchietto; anche Elisabetta si preparò al meglio e i maschi non furono da meno, tutti eleganti ma Davide e Luca erano i migliori: il primo indossava una camicia nera con una giacca blu scuro e jeans aderenti, non portava il tutore ma si aiutava a camminare con le stampelle, con mia sorpresa, il ciuffo piastrato come il resto dei capelli aveva lasciato il posto a dei ricci spettinati, proprio come li preferivo io! Mentre Luca indossava un maglione aderentissimo verde scuro e i pantaloni neri e aveva legato i ciuffi laterali che gli coprivano parte del viso. Ci accomodammo a tavola e gustammo ogni piatto e i complementi non tardarono ad arrivare mentre io e Elisabetta ci davamo il cinque! Verso le 22:00 ci recammo nella piazza del paese, dove era stato allestito un grande palco che avrebbe ospitato cantanti e ballerini per il resto della serata: anche Davide avrebbe cantato! Assistemmo a tutti gli spettacoli e finalmente cantò anche Davide, era da tanto che non lo sentivo cantare… era quasi mezzanotte e il sindaco tenne un discorso ai suoi cittadini sull’anno passato e su quello che verrà, poi passò la parola al conduttore della serata che ricordò a tutte le coppie di fidanzati e di sposi che allo scoccare della mezzanotte si sarebbero dovuti scambiare un bacio…mentre parlava aveva iniziato a nevicare debolmente! Subito Maurizio disse:
“Cara, il nostro bacio sarà il più bello di tutti!” e baciò a stampo la moglie
“Mauro!” lo riprese “Risparmiati per la mezzanotte!” e tutti scoppiammo a ridere, tranne Ivan che fingeva di vomitare!
“Mi bacerai a mezzanotte?” chiese Luca
“Ti ricordo che sono arrabbiata con te…” risposi acida.
“E se io ti chiedessi scusa? E ci aggiungessi una promessa?” disse prendendomi per mano.
“Avanti, parla!” quasi gli ordinai.
“Sono uno sciocco: ho rischiato di perderti per un mio capriccio! Ma da ora tutto cambierà, con l’anno appena trascorso se ne andrà via anche il vecchio Luca e lascerà spazio ad uno nuovo: dolce, determinato e protettivo…da non confondere con possessivo!” disse convinto.
“Le tue sono solo parole…” resistetti.
“Infatti adesso ti farò una promessa…”. Frugò tra le tasche e sotto gli occhi di tutti, tirò fuori una scatolina familiare, poi riprese a dire:
“Con questo anello…” e aprì la scatola “ …io ti prometto che sarò diverso, che ogni cosa cambierà e che non dovrai più arrabbiarti con me perché non te ne darò motivo!” e mi infilò l’anello al dito, mi prese il viso tra le sue mani e mi lasciò un piccolo bacio sulle labbra. Marito, moglie e figlio erano sbalorditi ma mai quanto me...
“Luca…voglio crederti ma anche io ti faccio una promessa: se non rispetterai la promessa che mi hai appena fatto, io non esisterò più per te!” dissi seria.
“Certo lo capisco…ti piace?” chiese baciandomi la mano destra dove aveva messo l’anello.
“Si è stupendo…” e lo abbracciai. Nel frattempo, arrivò Davide che aveva finito di cantare 5 minuti prima e cercava di farsi spazio tra la folla per raggiungerci.
“Avete fatto pace?” chiese fissando Luca.
“Diciamo un accordo…sigillato con questo!” dissi io mostrando l’anello a Davide. Lo vidi sbiancare più di quanto già non fosse…
“Bene…” disse riprendendosi.
“VENTI SECONDI ALLA MEZZANOTTE!!!” urlò il conduttore e subito la folla iniziò ad agitarsi e a preparare le bottiglie di spumante da stappare. Anche noi preparammo la bottiglia e iniziammo il conto alla rovescia:
“Dieci…nove…otto…” iniziarono a gridare tutti.
“Martina, ti devo parlare!” esordì Davide al mio orecchio.
“Dopo…” risposi continuando a contare alla rovescia.
“Quattro…tre…due…uno…BUON ANNO!” urlarono tutti e subito si sentì un rumore di bottiglie che si aprivano, seguiti da quello dei fuochi d’artificio che  illuminavano la piazza. Luca mi trascinò verso di sé e mi baciò passionalmente, ricambiai accarezzandogli le spalle, anche i coniugi Merlini si scambiarono un tenero bacio e i figli li guardavano sorridenti, poi Davide mi si avvicinò e io e Luca ci staccammo:
“Auguri Martina!” e mi abbracciò lasciandomi un bacio sulla guancia.
“Anche a te!” dissi stringendolo tra le mie braccia, da lì, tutti quanti iniziammo a scambiarci gli auguri…ancora in cielo brillavano i fuochi d’artificio e io, come tutti, li stavo ammirando; una mano strinse la mia ma mi accorsi che non era la sinistra, dove c’era Luca, bensì la destra…abbassai lo sguardo e notai la mano che stringeva la mia, alzai gli occhi e scoprì il proprietario: Davide stavo guardando in cielo ma quando si accorse di essere osservato, si girò verso di me e sorrise. Si abbassò fino al mio orecchio e disse:
“Vieni con me…” e insieme ci allontanammo dalla folla.

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Capitolo 20
*** E guerra sia ***






(Martina)
Era da circa 5 minuti che camminavamo e ancora non sapevo dove mi stava portando, così glielo chiesi: “Al sicuro da occhi e orecchi indiscreti” era stata la sua risposta, la meta? Casa sua.
“Qui?” chiesi incredula quando aprì il cancelletto della sua abitazione.
“Qui nessuno si aspetta di trovarci…” disse facendomi entrare in casa sua.
“Mi spieghi cosa vuoi dirmi di così segreto per nasconderci a casa tua?” chiesi. Si richiuse la porta alle spalle e appoggiandosi disse:
“Devo dirti una cosa che finora non ti ho mai detto…ma prima, devo sapere una cosa da te!” disse alzando il suo sguardo su di me.
“Dimmi cosa?” chiesi avvicinandomi a lui.
“Tu lo ami?” chiese a sua volta abbassando gli occhi.
“Certo, che razza di doman…”
“Martina!” urlò spaventandomi.
“Lo ami davvero?” ripeté.
“Ti ho già detto di si…”dissi esasperata.
“Martina!” mi richiamò per la seconda volta.
“Lo ami come ami me?” chiese afferrandomi il viso e piantando i suoi occhi nei miei. Io rimasi a bocca aperta…
“Io…io…” non sapevo che dire ma ad un tratto un'altra cosa mi preoccupò: le labbra di Davide sulle mie. Era delicato, muoveva dolcemente le sue labbra e lasciava tanti piccoli baci sulle mie, quando anche io mi abbandonai alla sua presa, l’intensità cambiò e diventò un unico bacio: un bacio esasperato e ricco di voglia…le mie mani si poggiarono al suo petto e lo allontanai lentamente:
“Che non succeda mai più, mai più!” dissi tenendo ancora gli occhi chiusi per poi riaprirli. Dopo li riaprì anche lui e mi guardò serio, lo spostai dalla porta e uscì da quella casa. Spalancò la porta e saltellò fuori nella veranda:
“Ferma!” urlò. Mi fermai di scatto ma non mi voltai, lo sentivo avvicinarsi per via del rumore dei suoi passi sulla ghiaia del piccolo sentiero che conduceva verso l’entrata di casa sua, mi si parò davanti:
“Io ti amo, dannazione!” disse esasperato guardandomi negli occhi. Io scossi la testa e me ne andai mentre gli occhi avevano iniziato a bruciarmi: mascara e lacrime portano a questo!
Riuscì a ritrovare la strada e tornai da Luca, che mi chiese dove ero finita, risposi che ero andata in un bar perché dovevo andare in bagno…dopo un po’ di tempo, ricomparve anche Davide che si mise a parlare con i suoi amici. Circa un’ora dopo, rientrammo a casa. Mi tolsi il trucco e il vestito e misi il pigiama per poi sprofondare nel letto e nei miei sogni.
I rintocchi sulla porta della camera mi svegliarono dal mio sonno. Mi alzai scocciata da quel rumore e andai ad aprire: Luca.
“Piccola, buongiorno…posso stare con te? Ieri mi sei mancata visto che non ci parlavamo…” chiese con aria da cucciolo.
“Ma certo entra” dissi sorridendo. Lui mi faceva sempre tornare il sorriso. Entrò in camera e subito iniziò a baciarmi, si staccò e mi disse:
“Piccola mia, quell’anello l’avevo comprato con un’altra intenzione ma credo che la promessa che ti ho fatto valga più di ogni altra intenzione”
“Qual era la vera intenzione?” chiesi curiosa.
“Sarebbe stato il regalo di Natale ma poi è successo quel che è successo e non te l’ho dato prima…”.
Quell’anello era un semplice regalo di Natale? Io credevo fosse un anello di fidanzamento…rimasi sconcertata e quindi alzai un sopracciglio guardando il vuoto davanti a me.
“Qualcosa non va?” chiese lui accorgendosi della mia reazione.
“No…pensavo…che non ti ho fatto il regalo di Natale nemmeno io…e quello che mi dispiace è che è rimasto in Calabria! Come farò a dartelo?” chiesi preoccupata.
“Non importa…il più bel regalo sei tu!” disse sorridendomi e baciandomi la fronte. Stavo per baciarlo ma qualcun altro bussò alla porta…
“L’orario di visite è scaduto!” urlai
“Apriresti? per favore…” era… Ivan? Io e Luca ci guardammo insospettiti poi andai ad aprire.
“Buongiorno…scusa il disturbo” disse imbarazzato “Vorrei parlarti”.
Luca mi salutò e scese sotto e io feci entrare Ivan in camera.
“Volevo parlarti di mio fratello…”
“E dirmi cosa?”
“Lui ha perso la testa per una ragazza…” ci risiamo, pensai.
“E lo vieni a dire a me?”
“Sei tu, ovvio” disse sorridendo
“E quindi?”
“Sta soffrendo e vorrei farlo distrarre. Tu ormai sei impegnata con Mr. Ricciolone e quindi la vedo dura per mio fratello, quindi…avevo pensato di fare una festa per lui con la scusa del ritorno a casa dopo il coma! E inviteremo un sacco di ragazzi e ragazze ovviamente…forse riuscirà a trovare qualcuna!” spiegò.
“Ok ma non sono la persona indicata per questo, non credi?” chiesi.
“Senti: lo so che ti vuoi levare di torno Davide e lo capisco, sei impegnata! Quindi se vuoi una mano devi prima aiutarmi con la festa…voi donne le sapete organizzare bene!”. Mi stava proponendo un affare, in pratica: la festa in cambio della mia pace.
“Ok ci sto” dissi spavalda.
“Bene…pomeriggio farò uscire Davide con una scusa e noi ci organizzeremo!” disse per poi lasciarmi sola.
Dopo essermi cambiata, scesi sotto a fare colazione e cinque sorrisi mi accolsero a tavola. Iniziai a bere il latte e Davide disse:
“Che si fa pomeriggio?”
“Io e tua madre andremo a trovare i nonni, inutile chiederti se vuoi venire!” disse Maurizio.
“Si infatti, non lascerò gli ospiti da soli!” rispose  guardandomi.
“Già, non abbiamo dubbi!” disse acido Luca.
“Buono questo cornetto!” dissi io per sbollentare la situazione.
“E’ del forno all’angolo della strada!” precisò Elisabetta, per poi alzarsi e iniziare a fare qualche faccenda. Anche io mi sentivo in vena di pulizie e dopo la colazione, iniziai a pulire la mia camera e a lavare i vestiti del giorno prima. Luca mi raggiunse nel balcone mentre stendevo i panni miei e suoi e disse:
“Io vado a comprare i biglietti per Villafranca, e stavolta non si discute!”
“Luca, Ivan e io dobbiamo organizzare una festa per il ritorno di Davide a casa, sarà domani sera…” confessai. Lo vidi rattristarsi e infuriarsi subito dopo.
“Ma dillo che non vuoi stare sola con me…” disse allargando le braccia.
“Non è questo…sono in debito con Ivan…devo farlo…” dissi calma continuando a stendere i panni. Luca si voltò e mi lasciò sola…
Era già pomeriggio e come previsto, il telefono di Davide squillò. Poco dopo, ci annunciò che sarebbe uscito con i suoi amici, io e Ivan ci guardammo e quando la porta si chiuse, sapevamo già che fare.
“Punto primo: fare una lista degli invitati” dissi prendendo posto al tavolo.
“Fatta questa mattina” disse consegnandomi un foglio con sopra scritti i nomi e sedendosi di fronte a me.
“Punto secondo: manda il messaggio a tutti con luogo e ora. Terzo, dobbiamo chiamare un dj…credo possa bastare!” conclusi.
“Si…iniziamo a mandare i messaggi”. Erano circa 40 persone, più donne che uomini...dopo un’ora avevamo invitato tutti.
“Adesso, andiamo a parlare con il proprietario del locale” dissi riflettendo sul da farsi.
“E chi ci porta?” chiese.
“Guido io…ho la patente! Tu sarai il mio navigatore…” detto questo, presi le chiavi della macchina e uscimmo fuori.
Il locale era stato prenotato, con tanto di servizio bar e stuzzichini: una festa degna di essere chiamata tale. Tornammo a casa, ma trovammo Davide rientrato da un po’:
“Che ci fate insieme voi due?” chiese fissando il fratello.
“Calma fratellone…doveva comprare una cosa e le ho fatto strada!” ci giustificò Ivan, per poi andare di sopra. Davide mi guardava:
“Che hai comprato, splendore?” chiese con naturalezza.
“Io non ci parlo con te…” mi avvicinai e sussurrai “…dopo ieri sera!” e poi mi allontanai da lui. Con la coda dell’occhio lo vidi sorridere …stava diventando un po’ pericoloso per i miei gusti! Decisi di rifugiarmi da Luca, che nel frattempo era uscito e lo chiamai…
“Amore!” dissi alzando la voce così da farmi sentire da Davide.
“Dove sei?” continuai
“Arrivo piccola, sono di ritorno!”
“Oh bene, sai avevo voglia di te…” dissi sempre facendomi sentire da Davide, che nel frattempo si era appoggiato allo stipite della porta per ascoltare la conversazione.
“Beh…mi trovi impreparato, ma anche io! Arrivo…” disse tutto contento Luca chiudendo la telefonata. Guardai compiaciuta Davide che non aveva smesso di fissarmi e dissi:
“Vado a prepararmi come si deve…” e lo lasciai con quel patetico sorriso che si era stampato sul viso.


(Davide)
Se credeva di farmi ingelosire si sbagliava. Quello che provava gelosia era il vecchio Davide…quello nuovo, invece, se ne fregava altamente di quello che lei avrebbe fatto con Mr. Ricciolone, come lo chiama Ivan. Però, decisi di seguirla comunque…arrivato davanti alla sua porta, la aprì lentamente e di poco, quel tanto che bastava per sbirciare: Martina era davanti allo specchio e poggiava sul suo corpo prima un completino intimo e poi un altro, brutta bestia l’indecisione!
“Io preferisco quello viola!” dissi entrando in camera sua. Lei si girò di scatto e mi fulminò con lo sguardo:
“Vattene via o inizio a urlare!” mi minacciò.
“Ti ricordo che siamo soli, sarebbe inutile…” quanto era diventata ridicola con quella affermazione…
“Chiamo Luca allora!” disse afferrando il telefono, che subito le strappai dalle mani.
“Dicevi?” chiesi provocandola.
“Davide…esci. fuori. dalla. stanza. Ora!” ringhiò a denti stretti per poi urlare l’ultima parola. Allora feci per andarmene e senza voltarmi dissi:
“Indossa quello viola, si intona con i tuoi capelli! Ahahahahah!” e mi chiusi la porta alle spalle.
 
(Martina)
Ok. Era chiaro: odiavo il nuovo Davide. Dico nuovo perché si è capito che non è più lo stesso, il nuovo anno ha portato anche un nuovo Davide. Ma il signorino aveva trovato pane per i suoi denti; lui non sa ancora quanto so essere bastarda io! Decisi di indossare il completo viola, ma non perché me l’aveva consigliato lui, e aspettai il ritorno del mio ragazzo, del mio uomo, che non tardò a bussare alla mia porta:
“Piccola, cos’è tutta questa voglia?” chiese spalancando gli occhi vedendomi con quel completo intimo. Mi avvicinai con fare provocatorio e dissi:
“Sai…siamo soli a casa…e pensavo di approfittarne per…insomma hai capito…” e gli lasciai un bacio vicino al lobo. Con uno scatto, mi prese per le cosce e mi poggiò sul letto, prese a togliersi il maglione e nel farlo si scompigliò i capelli: quando gli ricadevano sul viso mi faceva andare gli ormoni a duemila! Presa dalla voglia, mi avventai sui suoi jeans e inizia ad abbassare la zip. Luca godeva nel vedermi così disinibita e io avevo vogli di sfogarmi, perché il bacio di Davide mi aveva fatta sentire come quando si riceve un’offesa, come quando sai fare una cosa alla perfezione e ti dicono che l’hai fatta da schifo, volevo dimostrare che invece si sbagliava, ma forse lo stavo dimostrando alla persona sbagliata…dopo neanche due minuti di preliminari, Luca stava già affondando in me. Sarà stata colpa dell’astinenza forzata ma questa volta non riuscivo a soffocare i gemiti…e perché non utilizzare questa cosa a mio vantaggio? Iniziai così ad ansimare, prima piano poi sempre più forte fino ad urlare…sapevo che mi avrebbe sentita.
(Davide)
E così sai essere vendicativa? Beh, sappi che non verrò mai a dirti quanto mi mandi in bestia saperti tra le sue braccia… Per non sentirla urlare come una forsennata, presi il mio ipod e lo accesi, il volume era al massimo ma la sentivo comunque! Dio che nervoso! Basta, era meglio uscire da quella casa o sarei impazzito…
(Martina)
Tra un urlo e l’altro, Luca sorrideva e mi baciava, poi si bloccò quando udì un tonfo. Il portone di casa era stato appena sbattuto…
“Ma c’era qualcuno allora?” chiese.
“Può darsi…” dissi io ammiccando. Lui rise e continuò a muoversi…
L’avevo detto che so essere una bastarda!
I genitori di Davide rientrarono dopo due ore, giusto in tempo per la cena; tutto quel movimento mi aveva messo una fame terribile! Io e Luca, che eravamo rimasti a letto per tutto il tempo a coccolarci, ci rivestimmo e scendemmo in cucina per preparare la cena. A tavola si parlò per lo più della visita ai nonni, del fatto che rimaneva ancora qualche giorno di vacanza per tutti e dei “buoni propositi per l’anno nuovo”:
“Io…” iniziò Ivan “…voglio finire la scuola senza materie rimandate! Così poi quest’estate me ne vado in vacanza con gli amici!” disse soddisfatto.
“Vedremo se ci riuscirai…” disse titubante sua madre.
“Io ho intenzione di ricominciare a fare qualche serata nei locali, un po’ mi manca cantare…” confessò Maurizio.
“Basto io che canto, non credi?” domandò Davide e la famiglia rise.
“E tu?” chiese la donna rivolgendosi a me e tutti mi fissarono incuriositi.
“Io non lo so ancora…sicuramente, finirò il tour di Romeo & Giulietta, poi sarà già estate e quindi andrò in vacanza…per l’inverno si vedrà cosa mi avrà riservato il futuro!” dissi sorridendo. Tutti sorrisero a loro volta e ripresero a mangiare, solo Davide continuò a guardarmi per poi infilzare un pezzo di cotoletta con la forchetta…-Quanto sei odioso!- pensai- Ma te la farò pagare, vedrai…
Più tardi i suoi genitori andarono a dormire perché l’indomani avrebbero ripreso a lavorare, Ivan era uscito e a casa eravamo solo noi tre. Decisi, vista la serata fredda, di preparare una bella camomilla e nell’esatto momento in cui versai il contenuto della bustina nel pentolino, mi venne un’idea geniale…
“Luca, Davide ho fatto la camomilla!” chiamai i due ragazzi che subito si precipitarono in cucina. Si sedettero al tavolo e io, di spalle, chiesi:
“Davide, quanto zucchero?”
“Due…”rispose e versai due cucchiai abbondanti nella tazza.
“Tesoro e tu?”
“Una e mezza…” disse Luca. Presi il vassoio con le tazze e mi misi a sedere di fronte a Davide: volevo proprio gustarmela la scena. Iniziai a mescolare lo zucchero nella mia tazza e bevvi un sorso. Davide soffiò sulla tazza e la avvicinò alle labbra, io non gli scollavo gli occhi di dosso…la sua faccia disgustata fu stupenda!
“Ma che cazzo ci hai messo dentro?” chiese infuriato posando la tazza sul tavolo. Io feci la finta tonta e con fare preoccupato chiesi:
“Perché? Non ti piace?”
“Scherzi! E’ salata!!!” urlò. Luca disse:
“Ragazzino che dici? Ha messo lo zucchero sotto i tuoi occhi e poi la mia è dolce…”
“Sicuramente sei tu che sei aspro!” dissi ghignando.
“Maledetta! Me la fai apposta eh?” ribatté Davide.
“Ehi! Non parlare così alla mia ragazza!” si intromise Luca.
“No lascialo stare, Luca…buonanotte Romeooo!” dissi salendo le scale e ridendo a crepapelle. Credo di essere diventata una specie di Tebaldo: mi faccio beffe di lui, lo insulto e lo schernisco…ma è il prezzo che deve pagare per quello che ha fatto e per come si è comportato!


Salve a tutti! so di non essere sempre presente con dei commenti e ringraziamenti, ma sappiate che vi ringrazio sempre, sia i recensori che i soli lettori. vi adoro! purtroppo, devo annunciarvi che per vari motivi non sarò molto presente con l'aggiornamento, ma vi giuro che appena avrò l'occasione pubblicherò! baci da RaB96

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Capitolo 21
*** Il mio miglior nemico ***






(Davide)
Aveva iniziato a giocare sporco eh? La cosa mi stuzzica…giuro che non gli avrei reso la vita facile, dovevo solo trovare un modo. Questa mattina sono uscito presto con mio padre, dovevo andare a fare la visita di controllo in ospedale: i graffi e i tagli erano spariti ma ci volevano ancora due settimane di tutore…quando tornai a casa, trovai mia madre intenta nelle faccende di casa, Martina al suo seguito e Mr. Ricciolone che parlava al telefono... Ivan a casa ci stava solo per mangiare e dormire!
“Tesoro allora? Novità?” chiese mia madre venendo verso di me.
“Devo tenerlo per altre due settimane…”dissi guardando verso il tutore.
“Porta pazienza figlio mio…” e lasciatami una carezza tornò a spazzare la cucina. Mi recai in camera mia e aprì il pc: volevo avvertire le mie fans delle mie condizioni; dopo l’incidente avevo scritto solo una volta e so quanto loro stiano in pensiero per me…non come Martina: è corsa da me quando serviva e adesso che sono apposto non mi calcola più, anzi mi fa i dispetti! E poi per cosa? Un bacio rubato! Neanche l’avessi violentata o che so io…
Forse Google mi avrebbe fornito ciò che cercavo, così digitai “come farla pagare alla mia ex”. Ovviamente, lei non era la mia ex…un momento! La mia ex!!! È perfetta per fargliela pagare…vedrà cosa si prova a vedere la persona che ti interessa stare tra le braccia di un'altra.
“We fratellone!” mi salutò Ivan entrando in camera nostra.
“Ciao…”
“Va che stasera si esce eh! Non mi va di vederti sempre arrabbiato per “quella”…” disse.
“Quella” ha un nome…” precisai.
“Comunque, vestiti bene per stasera eh…si va a caccia!” e se ne andò facendomi l’occhiolino. Mio fratello? Un rubacuori…
Per tutta la giornata non si degnò nemmeno di guardarmi, faceva la dura la signorina…la vedevo andare in giro per la casa, senza fermarsi: qualcosa non andava…
(Martina)
Organizzare questa festa mi stava stancando, per giunta la stavo organizzando a un cogl…scusate! Però, ne andava della mia libertà, quindi mi stavo dando da fare: ero appena uscita con Ivan e Luca per andare a ordinare la torta, poi saremmo passati dal locale per le ultime cose e infine mi sono fatta accompagnare per comprarmi qualcosa da mettere, perché io ero partita per Bassano con quattro stracci e per miracolo avevo messo in valigia l’abito di Capodanno, ma non potevo rimettere quello! Tornammo a casa che erano già le 19:15, giusto in tempo per prepararci. Ivan era pronto per attuare il piano e si precipitò in camera sua e del fratello…
(Davide)
Ero sul letto a guardare un film e la porta si spalancò di colpo…
“Bussare non si usa più?” chiesi e mio fratello.
“Ancora così stai? vatti a cambiare, anzi…lascia che ti scelgo io i vestiti. Ti voglio tirato a lucido sennò mi fai fare brutta figura!” disse aprendo le ante dell’armadio e tirando fuori i vestiti: camicia, giacca…
“Stiamo andando a una serata di gala, per caso?” chiesi notando l’abbigliamento.
“Non fare domande e vatti a fare una doccia!” mi ordinò. Non l’avevo mai visto così determinato…
Dopo la doccia, mi cambiai e scesi sotto. Stranamente, la casa era vuota!
“Ivan? Dove sono tutti?” chiesi.
“Ah mi son dimenticato di dirti che mamma e papà cenavano con dei colleghi di papà, Luca e Martina cenano pure fuori…” spiegò “Andiamo?”
Uscì fuori e davanti casa mia trovai un nostro amico che era venuto a prenderci e dopo i saluti partimmo per andare a mangiare qualcosa. Ci portò in un locale che già conoscevo e dove si mangiava bene ma notai che le luci erano spente…
“Sicuri sia aperto?” chiesi
“Magari siamo in anticipo…”rispose il mio amico.
Provammo ad aprire la porta e la trovammo aperta, entrammo dentro e le luci si aprirono all’improvviso e non credetti ai miei occhi: tutti i miei amici erano lì e applaudivano. Guardai tutta la sala e vidi uno striscione “Bentornato Dado!” e qualche palloncino sparso qua e là…
“Ma nooo!” dissi sorridendo e abbracciando Ivan
“Non l’abbiamo fatta prima perché c’erano le feste natalizie…” disse ricambiando il mio abbraccio.
“Allora…grazie a tutti per la presenza e per l’affetto…vogliamo cominciare?” chiesi euforico.
(Martina)
Non si era nemmeno accorto dalla mia presenza, era intento a parlare con i ragazzi e con quelle quattro ochette delle sue amiche…ma perché me la prendevo tanto? Ma insomma che me ne può fregar…cosaaaaaa? Vedo bene? Nooo non ci credo: Davide e una stangona dai capelli lunghi e lisci si stanno baciando! …Dio, giuro che potrei vomitare, cioè, lei gli sta facendo la pulizia alle corde vocali, in pratica! Il disgusto si sta impossessando di me e decido di dimenticare questa scena con un mojito…
“Martina!” mi sento chiamare: Dio ce l’hai con me?
“Ehiii ciaooo!” esclamo con finta allegria a Davide che si è trascinato dietro quella.
“Ci tenevo a presentarti lei: Isabella lei è Martina, la mia collega!” disse con un sorrisino. La vidi guardarmi con aria di superiorità e tendermi la mano, o meglio un pezzo di carne e ossa decorato con 5 coltellini svizzeri al posto delle unghie! Le strinsi la mano inarcando un sopracciglio e dissi:
“Piacere…”
“E’ tutto mio…tesoro andiamo?” chiese a Davide e io a momenti non mi strozzavo con il cocktail. Ha detto tesoro?
“Daaavide aspetta!” lo fermai per un braccio.
“Ma non mi hai detto che stavi con qualcuna!” dissi indicandola con tutta la stronzaggine che possiedo in corpo!
“Si lei era la mia fidanzata e abbiamo appena fatto pace…” chiarì lui baciandola per poi fissarmi e sorridere beffardo.
“Scusa ma non posso stare tutta la serata qui a parlare…” e si allontanò. Molto bravo, davvero molto maturo da parte sua…farmi ingelosire non cambierà le cose! Presi un altro mojito e andai verso il mio ragazzo:
“Tesoro mio, usciamo fuori? Mi manca l’aria!” urlai al suo orecchio per via della musica alta. Mi prese per mano e in un attimo eravamo nel balcone del locale, dove c’era qualche panchina e una specie di privè con le poltroncine e un tavolino. Ci sedemmo sulle poltrone e mi disse:
“Carina la ragazza di Davide…” e subito lo fulminai con lo sguardo.
“Non provare mai più a dire che quella stangona dalle lunghe extension e con i coltellini svizzeri al posto delle unghie è carina!” gli sbraitai contro. Iniziò a ridere e disse:
“Uuuhh vedo che ti sta simpatica…a me non sembra antipatica!” disse riflettendo.
“La vuoi piantare?” lo rimproverai.
“Ma che ti ha fatto?” chiese ingenuamente.
“Che mi ha fatto? Mi ha trattata come se lei fosse superiore a me solo perché si atteggia come una prostituta! Anzi nemmeno come una di loro perché se mi sentissero si offenderebbero pure!” dissi con voce alterata.
“Oh piccola mia, sei centomila volte meglio!” e si avvicinò per baciarmi ma una voce stridula peggio del gracchiare di un corvo ci interruppe.
“Isabella, che gioia vederti!” dissi sarcasticamente.
“Già carina lo puoi dire…” sussurrò. Feci finta di non sentire per evitare una lite…senza che nessuno li invitasse, si sedettero e ordinarono da bere per tutti e quattro.
“Luca come stai?! da quanto tempo non ti vedo!” disse lei al mio ragazzo. Si conoscono già?
“Si Isa è vero…dall’ultima tournée...” disse lui.
“Su dai aggiornami un pò!” lo incitò lei, sedendosi al suo fianco sul divanetto. Io guardai Davide e gli sussurrai all’orecchio:
“Tienitela stretta altrimenti la rivolto dentro fuori!”
“Lasciala stare sta solo parlando. Non morde mica!” la giustificò.
“Lei no, ma io potrei…” dissi mettendomi una mano sugli occhi. La mia salvezza arrivava da lontano: il vassoio con le bevande! Stasera, l’alcool era la mia unica consolazione… mentre bevevo l’ennesimo cocktail, la cornacchia chiese a Luca:
“Da quando stai con lei?” e mi indicò. Dove vuole arrivare?
“Da poco, l’ho conosciuta ai provini per Giulietta!”
“Ah perché sai recitare e cantare?” chiese a me meravigliata.
“Certo, altrimenti non sarei Giulietta” risposi a tono.
“Non pensavo ne fossi capace…e comunque vacci piano con le scene dei baci, altrimenti mi sciupi il mio Davide” disse con voce di raccomandazione. I miei pugni si erano già stretti…
“Si infatti, però non so cosa ti sia rimasto da baciare…dopo tutte le repliche dello spettacolo!” la stuzzicai.
“Almeno Giulia Luzi era più brava e non gli aspirava le labbra!” ribatté. Ma come osa?
“Mai quanto te, carissima!” dissi sorridendole. La vidi alzarsi e avvicinarsi.
“Che vuoi dire?” disse infuriata
“Dico solo che Davide è una persona, non un ghiacciolo da leccare e succhiare!” dissi per poi girare i tacchi, sennò le avrei tirato quelle extension…
“Martina!” mi richiamò Davide.
“Cerca scusa a Isa!” mi ordinò.
“Come scusa?” chiesi io girandomi.
“Chiedile scusa…” ripeté.
“Oh poverina…la verità ti fa male lo so!” canticchiai per poi andarmene dalla festa accompagnata da Luca, non sarei rimasta un secondo in più o tutti i quotidiani della zona avrebbero avuto la notizia per la prima pagina: “Ragazza trovata impiccata ad un lampione. Indagata una coetanea”.
(Luca)
Ci dirigemmo in macchina e una volta seduta le chiesi:
“Ce l’ hai anche con me vero?”
“Quando pensavi di dirmi che già la conosci a quella sgualdrina?” chiesi a sua volta arrabbiata.
“Pensavo che non era rilevante !” mi scusai.
“Non era rilevante? Perfetto…lei mi sta antipatica e voi due siete amici!” e mise una mano sulla tempia per appoggiarsi allo sportello con il gomito.
“Lasciamo perdere…ti ricordo che domani, dopo pranzo, si parte!” dissi io.
“Non vedo l’ora aggiunse…”
Arrivati a Casa Merlini, scesi dalla macchina e andai ad aprire lo sportello a Martina: si era addormentata e non potevo nemmeno aprire lo sportello! Così feci il giro e la presi in braccio…con fatica aprì il portone e salì fino la sua camera. La adagiai sul letto e le sfilai il vestitino, la misi sotto le coperte e la guardai dormire. Era da qualche giorno che era strana, agitata e nervosa; stare vicino a Davide la faceva diventare così, specie se lui non la lasciava in pace. Domani mi sente quel ragazzino! Lasciai un bacio alla mia piccola e andai a dormire.
(Martina)
Inutile dire in che condizioni era ridotta la mia testa: fitte e capogiri ne erano i padroni. Cavolo, sei mojito hanno quest’effetto… cercai di alzarmi lentamente dal letto e barcollando, mi trascinai in bagno, mi serviva una doccia! Quando mi svegliai del tutto, decisi di scendere in cucina per salutare l’allegra famigliola: Elisabetta ai fornelli, Ivan e Davide alla play, Maurizio era andato a lavorare e Luca stava bevendo un caffè.
“Salve!” salutai per poi sedermi su una sedia.
“Martina stai bene?” chiese Elisabetta preoccupata.
“Si…”dissi io, ma la cosa non convinse nessuno.
“Tesoro mio, hai dormito un bel po’ eh!” disse Luca per poi darmi un piccolo bacio. Lo guardai interrogativa e mi voltai verso l’orologio appeso alla parete: 12:45. Wow, mai dormito così tanto in vita mia…a questo punto era inutile fare colazione, sarei passata direttamente al pranzo…
“Martina, Luca avete già preparato i bagagli?” chiese Maurizio. I bagagli? Oddio avevamo l’aereo tra poco…
“Veramente no…adesso corro subito!” dissi io, volevo andarmene il prima possibile, non per Mauro o Elisabetta, anzi i due mi stavano a cuore ormai! Ma per lui, Davide: non riuscivo più a stare tranquilla da quando era cambiato, ero costantemente nervosa e meno l’avrei visto e più sarei stata bene… mi alzai dal tavolo e corsi di sopra mentre sentivo Elisabetta che diceva “E la frutta non la mangi?”. Arrivata in camera, presi la valigia e la misi sul letto, aprì l’armadio e iniziai a piegare tutti i vestiti in maniera frettolosa:
“Se continui così in aeroporto non ci arrivi!” scherzò Luca.
“Fatti aiutare…” continuò per poi prendere un maglione e piegarlo.
“Grazie amore” e gli sorrisi.
“Sai, ho capito che non riesci più a stare qui…Bassano e i suoi abitanti ti stanno stretti!”
“No, i bassanesi sono tutti simpatici ma c’è sempre l’eccezione…” lo corressi.
“Ho parlato con Davide stamattina” confessò.
“E cosa gli hai detto?” chiesi curiosa sedendomi sul letto al suo fianco.
“Che non deve trattarti male e che Isa deve stare al suo posto, lui ha iniziato a dire che non mi devo intromettere e io l’ho minacciato: stai alla larga da Martina altrimenti ti rovino il bel faccino che ti ritrovi. Dici che avrà capito?”
“Ti ringrazio ma sarà inutile perché adesso partiamo e poi non riprenderà il tour, ricorda adesso ci sarà Federico al suo posto…” lo rassicurai.
“Ecco, ora vediamo se pure quest’ altro darà problemi…” scherzò per poi abbracciarmi. Risi insieme a lui e dissi:
“Vai a preparare la tua valigia…”
Passata un’ora, eravamo già in aeroporto e ci stavamo salutando con la famiglia Merlini, che tanto aveva insistito nell’accompagnarci fin lì:
“Mi mancherai tantissimo Martina, sei stata di grande aiuto in questo periodo di tempo e senza di te lui non sarebbe a casa!” disse tra le lacrime Elisabetta per poi guardare Davide, lo guardai anche io ma lui teneva la testa bassa: è così che mi ringrazia per averlo strappato via dal coma! La donna mi abbracciò calorosamente e a mia volta la ringraziai per l’ospitalità. Poi passai a Maurizio, anche lui era dispiaciuto per la partenza, si era affezionato! Ivan mi abbracciò e mi sollevò da terra, ormai eravamo complici noi due ed era diventato ufficialmente il mio terzo fratello, dopo Riccardo e Gianluca…ed eccoci di fronte a lui:
“Allora ci vedremo presto” disse atono.
“Per la mia salute spero di no” sentenziai. Fece un passo e mi abbracciò: anche un iceberg sarebbe stato più caloroso… certo, poteva nascondere le emozioni ma non il battito del suo cuore che sembrava prendermi a pugni la spalla…
“Davide” gli sussurrai ancora abbracciata a lui.
“Cosa?”
“Sei il mio miglior nemico…” e gli baciai la guancia. Si staccò da me e mi sorrise: ma non un sorriso maligno, era uno dei suoi soliti sorrisi sinceri.
Finalmente ci avviammo verso l’imbarco ma d’istinto mi voltai indietro: trovai gli occhi di Davide su di me mentre la sua famiglia era già di spalle e si stava allontanando. Titubante alzai una mano per salutarlo e lui ricambiò, poi raggiunse i suoi… d’un tratto ero diventata triste, la malinconia si era impadronita di me e sicuramente non mi avrebbe lasciato presto…
L’aereo si sollevò da terra e per distrarmi dalla vista di quella terra e dei ricordi che mi aveva lasciato, chiusi la tendina della finestra e mi voltai verso Luca, lui già si era sistemato per dormire mentre io avevo iniziato a piangere silenziosamente… ancora non mi ero sfogata da tutte quelle emozioni che mi avevano oppressa in quei due giorni. Ripensai a Davide in ospedale, al suo risveglio, ai momenti di intesa, al bacio e alla dichiarazione di Capodanno, al peggioramento della situazione, a quell’oca di Isabella e all’abbraccio prima della partenza: sembra poco per due settimane vero? Vi assicuro che non lo è…

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Capitolo 22
*** La "Festa delle feste" ***





  L’aereo atterrò sulla pista e l’hostess ci informò che eravamo arrivati a Villafranca di Verona. Io non avevo chiuso occhio per tutto il volo al contrario di Luca che dormiva beatamente al mio fianco. Lo guardai mentre era ancora nel mondo dei sogni e pensai che da ora in poi dovevo dedicarmi a lui, non dovevo pensare più a niente se non a lui e al lavoro; lo avevo trascurato in questa settimana…tutta colpa di Davide!
“Amore mio” dissi accarezzandogli una guancia, poi lo bacia e aprì gli occhi.
“Siamo arrivati?” chiese dopo aver sbadigliato.
“Si si…scendiamo dai!” dissi io alzandomi dal posto. Una volta ritirate le valige, prendemmo un taxi che ci portò a casa sua. Era grande, arredata in stile moderno, i colori prevalenti erano il bianco e il nero con qualcosa di argento: appena entrati c’era un piccolo corridoio che portava alla cucina ben attrezzata con ogni sorta di elettrodomestico, accanto il salotto con un enorme divano nero e un televisore gigante appeso alla parte di fondo, alla parete di destra c’era il caminetto e nell’angolo c’era un arco che conduceva alle camere da letto e ai due bagni. Una camera era matrimoniale e l’altra era singola, inutile dire che Luca portò la mia valigia nella matrimoniale…
“Piccola, sistemi tu i vestiti nell’armadio? Io ho bisogno di un bagno caldo…” disse.
“Se mi aspetti vengo con te…” risposi senza farmi problemi. Mi si avvicinò e baciandomi il collo disse con voce roca:
“Vado a preparare l’acqua allora…” e scomparì dietro la porta. Sistemai tutti i nostri vestiti e dopo mi recai in bagno…
“Eccoti…” disse per poi iniziare a baciarmi con passione- “Questi giorni lontano da te sono stati una tortura…” confessò.
“E’ vero…mi sei mancato anche tu: i tuoi baci, le tue mani, il tuo corpo…ogni cosa!” dissi accarezzandogli il volto. Iniziò a scendere la zip della mia felpa che sfilò, tolsi la sua maglia e cominciai ad accarezzarlo e a ricoprirlo di baci, le sue mani scivolarono sui miei pantaloni che presto fecero compagnia al mucchio creato dalle nostre maglie…una volta nudi, mi prese in braccio e mi immerse in quell’acqua calda che riempiva la vasca. Con movimenti lenti iniziò a insaponarmi la schiena, a seguire il petto e si soffermò sul seno, che massaggiò delicatamente…mi girai verso di lui, presi un po’ di bagnoschiuma in mano e cominciai a spargerlo sulle sue spalle, mi tirò per un polso e mi baciò con dolcezza…ci rilassammo in vasca, tra coccole e schiuma, per almeno 20 minuti, poi l’acqua cominciò a raffreddarsi e uscimmo. Continuò a prendersi cura del mio corpo asciugandolo con un morbidissimo telo bianco e, dopo averlo stretto intorno al mio corpo, ne prese un altro, si asciugò e si cinse i fianchi con lo stesso. Nuovamente mi prese in braccio e mi portò sul letto, aprì il telo e iniziò a lasciare baci e carezze sul mio corpo, presto ricambiai anche io e infine ci ritrovammo a fare l’amore, questa volta non c’era niente di erotico, era solo un gesto d’amore e di passione…
“Amore vado a preparare la cena, cosa vuoi mangiare?” chiesi una volta rivestita.
“No no, cucino io…” protestò Luca mentre si infilava i pantaloni.
“Non iniziare…allora prepariamo insieme!” proposi.
“D’accordo piccola” e mi lasciò l’ennesimo bacio sulla fronte.
“Che si mangia?” chiesi vedendo che aveva già una padella in mano.
“Carne…ti faccio provare una mia specialità…” e mi fece l’occhiolino. Dio, era una bomba quel piatto, talmente buono che feci il bis! Dopo aver messo in ordine, andammo entrambi a dormire stanchi della giornata…
Avevamo a disposizione solo due giorni di vacanza e Luca aveva già pensato a come sfruttarli: mi avrebbe fatto visitare ogni angolo della città senza lasciare da parte nulla…e poi mi aveva detto che la sera del 5 gennaio mi avrebbe fatto una sorpresa, già stavo morendo dalla curiosità!
Stamattina mi aveva tirata giù dal letto di buon’ora, volevo strozzarlo ma come avrei fatto senza di lui! Mi ordinò di cambiarmi con il sorriso stampato in volto: la sua terra gli faceva quest’effetto o forse era l’idea del “finalmente soli”? Per la nostra passeggiata indossai un maxi pull con sotto i collant, gli stivaletti e una giacca pesante. Acconciai i capelli in una treccia e mi truccai leggermente…
“Sono pronta amore!” urlai mentre mi avvicinavo a lui dal fondo della casa. Quella mattina non pioveva e Luca suggerì di uscire a piedi: visitammo ogni monumento ed edificio e ogni dettaglio mi veniva spiegato da lui…cammina che ti cammina, arrivammo davanti al Castello Scaligero; dopo aver scattato la foto mi avviai verso la fortezza per visitarla ma Luca mi trattenne:
“No cara, quello lo visiteremo domani…”
“Ma io lo volevo vedere ora!” piagnucolai come una bambina, lui rise e mi disse che mi avrebbe portata a pranzo in un bellissimo locale. Passeggiare per Villafranca e visitare i suoi negozi mi avevano rilassata e distratta dai miei pensieri, successivamente Luca decise di portarmi sul lago di Garda dove passammo un pomeriggio di vero relax tra foto e coccole…
“Domani sera avrai la tua sorpresa” mi ricordò.
“Io sono già curiosa però…non puoi darmi qualche indizio?”
“Ok…vediamo…è una cosa insolita organizzata dal città”
“Qualche ricorrenza di anniversario?” ipotizzai.
“Vedrai…io non aggiungo altro”
Ritornati a casa, cenammo e decidemmo di guardare un film, anzi un classico Disney: Frozen, il mio preferito! Dopo un’ora o poco più, mi accorsi che Luca stava dormendo, allora spensi il pc e lo svegliai; ancora mezzo addormentato si trascinò in camera da letto e andammo a dormire.
Questa mattina mi sono ritrovata da sola nel letto: al posto di Luca c’era un biglietto sul cuscino: “Sono uscito per andare a salutare i miei parenti, torno per il pranzo. Ti amo!” perfetto, e io adesso che avrei fatto per tutta la mattina? Vabbè iniziamo da fare colazione che sto morendo di fame va… dopodiché, mi diedi da fare in casa: spolverai, feci il bucato e preparai il pranzo…Dio, mi sentivo una moglie!
Alle 12:30, Luca rientrò in casa con due enormi scatoloni:
“Martina, aiutami!” mi urlò.
“Eccomi…ma che cavolo sono?” chiesi osservando gli scatoloni
“Stai ferma lì o ne prendi uno?” chiese sarcastico, poi mi resi conto che mi aveva chiamato per aiutarlo e presi uno scatolo dalle sue braccia e, secondo sue indicazioni, lo portai in camera da letto e lo adagiai sul letto…
“Mi spieghi cosa c’è dentro?”
“La sorpresa di stasera…anzi una parte…” disse baciandomi, poi aprì il giubbotto e da dentro la tasca interna tirò fuori un invito in stile antico, con tanto di timbro fatto con la cera rossa. Me lo porse, lo aprì e iniziai a leggere:
“Al signor Luca Giacomelli Ferrarini, sono lieto di invitare la S.V. alla tradizionale “Festa delle feste” che avrà luogo presso il Castello Scaligero della città, il 5 Gennaio alle ore 21:00.”
“E’ questa la sorpresa? Una festa?!” chiesi.
“Non è una semplice festa, perché per andarci…” iniziò a dire aprendo uno scatolone “…bisogna indossare questi!” e tirò fuori il suo maestoso abito, in stile settecentesco. Lo guardai e lo accarezzai meravigliata…
“E il mio?”
“E’ nell’ altra scatola, ma l’ aprirai stasera…non vorrai rovinarti la sorpresa!” e così dicendo prese il pacco e lo chiuse a chiave in una stanza delle tante.
“Ma non è giusto! E se non mi va?” chiesi cercando di fargli cambiare idea.
“Impossibile…l’hanno cucito le sarte del musical e loro hanno le tue misure!” disse incrociando le braccia al petto.
“Sei scorretto!” dissi chiudendo gli occhi per evitare di prenderlo a botte.
“No, ho solo fatto le cose alla perfezione…che c’è per pranzo!?” cambiò argomento recandosi in cucina. Scossi la testa e lo seguì per pranzare… nel pomeriggio, Luca mi trascinò dal suo parrucchiere perché “ Dovevo avere un’ acconciatura degna della “Festa delle feste””: ma quanto era fanatico? Credo che la parrucchiera ci impiegò circa 2 ore (ho molti capelli io) per farmi un’acconciatura che non potevo nemmeno vedere perché Luca chiese alla parrucchiera di farmi sedere con le spalle allo specchio…mi stava facendo innervosire  tutto quel mistero! Tornammo a casa che erano le 20:30, avevo solo il tempo di truccarmi… Luca aprì la porta della stanza che custodiva il mio vestito e portò lo scatolone in camera da letto, lo aprì e tirò fuori un enorme abito rosso e rosa!
“Oddio! È stupendo…” glielo tirai dalle mani e lo avvicinai a me per poi pararmi di fronte allo specchio, dove notai anche i miei capelli, altrettanto meravigliosi. Luca mi guardava contento ma venne subito mandato fuori dalla stanza perché dovevo cambiarmi e truccarmi e il tempo era poco! Indossai l’abito con estrema attenzioni, misi i tacchi neri non molto alti e truccai gli occhi e il viso…ero pronta! Uscita dalla camera trovai Luca in salone, già vestito  e con i capelli legati in una coda bassa: era bellissimo…restò a bocca aperta quando mi misi di fronte a lui e feci un inchino. Poi sorrise e disse:
“Milady andiamo?” chiese porgendomi il braccio, mi appoggiai con delicatezza ed eleganza e ci avviammo verso la macchina. Arrivati al Castello, affidammo la macchina nelle mani del parcheggiatore e percorremmo il piccolo sentiero illuminato da lanterne, la sagoma del castello era stata contornata dalle luci bianche e l’arco del portale era decorato con dei rampicanti e al centro c’era una decorazione floreale fatta con degli addobbi natalizi; una volta dentro, la sala era decorata come il portale e appesi al soffitto c’erano tantissime palline ricoperte di brillantini oro e rosso. Le persone vestivano ricchi abiti curati nel dettaglio: sembrava di essere tornati indietro nel tempo! Il sindaco ci notò e ci venne incontro:
“Signor Giacomelli Ferrarini, per noi è sempre un onore avervi qui!”
“La ringrazio sindaco, vorrei presentarvi la mia fidanzata, Martina”
“Piacere!” dissi allungando la mano che venne stretta dal sindaco.
“Davvero complimenti, è stupenda!” disse il sindaco a entrambi.
“La ringrazio…” dissi arrossendo.
“Adesso possiamo aprire la festa!” e se ne andò per raggiungere il piccolo palco, da dove aveva aperto la festa…dopo il buffet c’era il “Ballo conclusivo”: un ballo di gruppo con musica settecentesca. Luca mi trascinò al centro della pista…
“Luca, io non so i passi!”
“Tu fatti trasportare dalla musica e segui me, è semplice…somiglia a un valzer!”
“Ma io non so ballare il valzer!” mi lamentai. Luca poggiò l’indice sulle mie labbra, mise una mano sul mio fianco e con l’altra portò la mia sulla sua spalla, le altre due mani si unirono in un tocco delicato. Si avvicinò a testa bassa a me e poi alzò solo gli occhi che posò sui miei: ero sicuramente rossa in viso…la musica partì e piano piano tutte le coppie iniziarono a volteggiare in sala, Luca fece un passo in dietro e io lo seguì, poi a destra, a sinistra e di nuovo avanti. Il ritmo era veloce quindi non era difficile andare a tempo. Tra un passo e l’altro mi sussurrava le mosse da fare all’orecchio, poi disse “giravolta!” e mi staccò da lui per farmi girare lentamente, infine ritornammo nella posizione iniziale!
“Non è poi così difficile, vero?” disse baciandomi la guancia.
“No affatto…meglio così!”
Ballammo per tutta la sera…era quasi mezzanotte quando tutti gli invitati ci spostammo nel cortile per vedere i fuochi d’artificio, ma prima venne consegnata una lanterna cinese che al via della madrina della festa, avremmo dovuto far volare in cielo: la magia creata da quella moltitudine di punti luminosi era indescrivibile. Luca e io liberammo la nostra lanterna, che rapida volò in alto accompagnata dallo sguardo lucido di Luca: stava pensando ai suoi genitori. Mi avvicinai e accarezzandogli il viso lo abbracciai a me, ricambiò l’abbraccio e sospirò…subito dopo, iniziò lo spettacolo pirotecnico.
“Vieni…” mi sussurrò e mi prese per mano. Mi portò dentro il castello, in una delle stanze, forse la più lussuosa…chiuse la porta dietro di noi e stringendomi al muro prese a baciarmi con passione e voglia. Portai le mie mani ai suoi capelli, imprigionati dall’elastico…lo tolsi liberando quella morbida chioma dorata che strinsi tra le dita. Mi prese in braccio e mi adagiò sul letto che era in stanza e lentamente scese sul collo e sulla scollatura, gli tolsi la giacca e gli slacciai il colletto per poi aprire i bottoncini della camicia, mi avvicinai al suo collo e cominciai a baciarlo lasciando qualche morso, mi abbassò una spallina dell’abito e poi mi alzò la gonna per accarezzarmi le gambe. Mentre eravamo presi a baciarci, da fuori arrivava la voce del sindaco che avvisava la conclusione della festa; fermai Luca e gli dissi che era meglio andare via…ci ricomponemmo e senza farci vedere, sgattaiolammo fuori dalla stanza per poi comparire all’improvviso tra la folla della sala…dopo aver salutato il sindaco, rientrammo a casa con l’intenzione di continuare quello che avevamo lasciato in sospeso ma il sonno ebbe la meglio su di noi e ci ritrovammo senza vestiti e abbracciati tra le coperte.

Costume Luca


Costume Martina

Ciao ragazzi! dovete sapere che non sto avendo molto tempo da dedicare alla storia, ma vi assicuro che qualche spazio riesco a ritagliarlo sempre. Vi comunico che è in arrivo una sorpresa che verrà svelata la settimana prossima con la pubblicazione del cap.23...intanto nelle recensioni potreste tirare a indovinare di cosa si tratta! ci sentiamo la prossima settimana...grazie ancora del supporto! un bacio

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Capitolo 23
*** Sarà difficile... ***





  Per l’ennesima volta la sveglia ci ricordò che era ora di alzarsi dal letto, fortunatamente Luca l’ aveva impostata un quarto d’ora prima, altrimenti avremmo fatto un enorme ritardo. Ed eccoci qui alla mattina del 6 gennaio, si riprende il tour e la tappa di inizio è Napoli…questa volta avremmo avuto un nuovo Romeo, per via delle fratture di Davide che lo costringevano a non fare sforzi, ed io ero impaziente di conoscerlo! Spero solo che mi stia simpatico perché di bellezza non mi lamento affatto… caricate le valige nel taxi, io e Luca andammo in aeroporto per volare verso Napoli, dove già si trovava parte del cast… lo sapevo perché in macchina avevo chiamato Silvia per avere notizie del cast, ovviamente le chiesi un parere su Federico: “E’ bravissimo e anche un po’ simpatico…ma ancora deve sciogliersi!” aveva detto parlando di lui. In attesa del check-in, ci fermammo al bar per fare colazione…stranamente Luca non aveva aperto bocca se non solo per dire “buongiorno”…
“Amo tutto apposto?”
“Mh? Si si…” disse distrattamente.
“Ma sicuro?”
“Certo…”
“Sai, non sembra…c’è qualcosa che ti passa per la testa vero?”
“Si dai, non posso nasconderti nulla…io sono preoccupato” disse serio alzando lo sguardo dalla tazzina di caffè.
“Cosa ti preoccupa?”
“Il nuovo Romeo, quel Federico…”
“Ci risiamo? Ma è solo lavoro…”
“Si ma mi da fastidio che ti baci con questo e con quello e che ti mettano le mani addosso!”
“E’ tutta finzione tanto…” risposi addentando il cornetto.
“Ma tu sei mia e un pizzico di fastidio lo sento…adesso andiamo!”. Quando Luca si fissava su qualcosa, non c’era niente che gli avrebbe fatto cambiare idea…
Dopo il lungo volo, arrivammo a Napoli nel primo pomeriggio, giusto il tempo di passare per l’hotel e poi corremmo in teatro per le prove…ero un po’ arrugginita, è da molto che non canto… mentre ero in camerino a riscaldarmi e a fare qualche esercizio vocale, bussarono alla mia porta:
“Martina! Come sono andate le vacanze?” chiese Giuliano.
“Potevano andare meglio…sai, Davide…io sono corsa immediatamente da lui il giorno stesso di Natale…” dissi abbassando lo sguardo.
“Si lo so, povero…mi ha detto che presto ci raggiungerà a sorpresa!”
“Oh bene! Dimmi volevi qualcosa?”
“Solo presentarti Federico…” disse facendo cenno al ragazzo di entrare.
“Lei è Martina, o meglio la tua Giulietta”
“Piacere, Federico” disse accennando un sorriso.
“Martina!” gli porsi la mano che lui strinse.
“Ragazzi fate un po’ di conoscenza che io c’ho da fare eh!” disse Giuliano lasciandoci soli.
“Quindi tu sei il nuovo Romeo!” dissi per rompere il ghiaccio.
“Si Giulietta, sono io…immagino che devo raccontarti qualcosa di me!” disse sedendosi sullo sgabello vicino a quello mio.
“Già…poi anche io ti dirò qualcosa…” dissi sedendomi.
“Allora: ho 26 anni, sono nato a Roma ma vivo a Montepulciano…so suonare diversi tipi di chitarra e avevo una rock band!”
“Addirittura…sei un tutto fare allora! Io invece sono calabrese, ho 19 anni e mi piace molto disegnare…anzi ora che ci penso è da tanto che non disegno qualcosa!” dissi portandomi un dito sul mento. Lui rise del mio atteggiamento e poi mi propose di iniziare a provare qualcosa, giusto per entrare in confidenza… ci recammo sul palco, dove i ballerini e il resto del cast si stavano riscaldando e dopo qualche minuto iniziammo a provare, ormai le scene dei baci e delle carezze varie non mi spaventavano più, diciamo che mi ci ero abituata, ma con Federico tutto era diverso: muoveva le sue mani su di me con una tale passione e mi dava certi baci che non avevano niente a che vedere con quelli di Davide o, a volte, di Luca…quasi come se io fossi la sua fidanzata, a proposito, chissà se lo era? Finite le prove, Giuliano chiese a entrambi un parere sull’altro: Federico disse che con me si trovava benissimo e che non aveva alcuna timidezza, io dissi che era molto bravo e che aveva dato al personaggio di Romeo un’impronta diversa da quella che gli aveva dato Davide e che sicuramente il pubblico l’avrebbe gradita. Quando tutti raccogliemmo le cose per andare in hotel, io ero ancora con Federico a discutere di alcune scene e ci raggiunse Luca, che mi diede un bacio sulla guancia e poi fissò Federico con aria sicura di sé…
“Tu sei…Luca! Ricordo bene?” chiese Federico.
“Benissimo…come ti trovi con questo gruppo di folli?” chiese a sua volta Luca mentre appoggiò un braccio sulle mie spalle.
“Si si, siete tutti simpatici e alla mano…”
“Perfetto, forza andiamo!” e mi lasciò l’ennesimo bacio stavolta sulle labbra, per poi andarsene. Federico lo seguì con lo sguardo e poi chiese:
“Ma state insieme?”
“Si da poco…”
“Ah…che peccato…” e mi fece l’occhiolino mentre si avviava verso gli altri. Rimasi un attimo perplessa da quella frase poi scossi la testa come se volessi togliere quel pensiero e anche io raggiunsi i ragazzi, in particolare, mi tuffai tra le braccia dei miei “fratelloni”…mi erano mancati un sacco!!!
Arrivata in hotel , la prima a sedermi a tavola fui io e i posti intorno a me vennero occupati da Luca, Riccardo, Gianluca e Federico: dire che mi sentivo in imbarazzo sarebbe riduttivo! Io, una piccola ragazzina, in mezzo in mezzo a quegli uomini! Mi guardai intorno confusa ma appena il piatto fumante di carbonara fu poggiato sotto il mio naso dimenticai tutto, avevo troppa fame! Durante la cena, Luca e Federico si riempirono di domande a vicenda, sembrava un interrogatorio! Infatti, anche Gianluca e Ricky se ne accorsero e il primo mi disse sottovoce:
“Però, vedo che vanno d’accordo!”
“Luca è fissato…gli sembra che mi possano portare via da lui…”
“Ma che sciocco…finora gli sei sempre stata fedele, poi chissà…” aggiunse Ricky; guadagnandosi un’occhiataccia da parte mia e di Gianluca.
“Grazie per la fiducia, riccio!” gli dissi sarcastica.
Luca e Federico mi avevano fatto venire un gran mal di testa…avevano parlato per tutto il tempo: a tavola si sentivano solo le loro voci. Ma non dovevano conservarle per lo spettacolo? Mi feci portare un’aspirina nel camerino ma il mal di testa non cessava…l’unica cosa da fare era pensare allo spettacolo, altrimenti non ne sarei uscita! Tra una scena e l’altra, mi ritrovavo sempre sola, ognuno cercava di non perdere la concentrazione, tutti tranne Leonardo: con lui non si può essere seri! Scattava foto senza senso e faceva video divertentissimi, faceva lo stupido e così riusciva ad allentare la tensione; è il migliore! Quando ci fu la scena del “Canto dell’allodola” non potete immaginare cosa successe: Federico allungava le mani su di me e le metteva ovunque, sempre con delicatezza…ogni suo gesto era fatto con devozione ed emanava passione, sfiorava la mia pelle per poi afferrarla di scatto provocandomi brividi per tutta la canzone. Tutta quella passione sfociò poi in un bacio che non mi aveva mai dato nelle prove…nell’attimo in cui tornai dietro le quinte per poi cambiarmi e rientrare in scena, vidi Luca che dava di matto, sbraitando paroloni contro Federico; a trattenerlo c’era tutto il corpo di ballo e i ragazzi cercavano di farlo calmare…Federico, dal canto suo, era in un angolino del camerino e non degnava nessuno di uno sguardo, intento com’era a rivestirsi per la scena successiva. Tra una pausa e l’altra, ringrazia il cielo che i ragazzi tenessero impegnato Luca e che fosse già passata la scena del duello, altrimenti l’avrebbe scaraventato a terra senza fingere di spingerlo! Finito lo spettacolo decisi di parlare subito con Luca.
“Luca!” lo chiamai entrando nel camerino.
“Amore…”
“Amore un corno! Tu l’ avevi promesso: sarò diverso, ogni cosa cambierà e non dovrai più arrabbiarti con me perché non te ne darò motivo! Ma invece non è cambiato nulla… sei sempre il solito geloso, possessivo ed egoista di un tempo e io mi sono veramente stancata adesso! Ma ti rendi conto che ti stai arrabbiando per una scena di finzione? Non cambierai mai e io non ho voglia di stare dietro a uno come te. Riprenditi il tuo anello…tra noi è finita.” Dissi lasciando l’anello sul tavolino.
“Martina no aspetta, io ho sbagliato lo ammetto, ti chiedo scusa…sai che è più forte di me, non lo faccio per farti arrabbiare…perdonami!”
“E’ inutile ormai…basta così.” Detto questo aprì la porta e me ne andai. Nel corridoio del backstage trovai tutti i ballerini e il resto del cast che mi guardavano: i loro sembravano sguardi comprensivi. Quando vidi Riccardo, si staccò dal gruppo per abbracciarmi:
“Vieni…andiamo in hotel.”
(Luca)
Complimenti! Ci sono riuscito: l’unica persona a me cara è scappata via per il mio stupido essere di merda! Ho sempre cercato di controllarmi ma ero davvero al limite! Adesso è tardi, ho già avuto la mia opportunità e l’ho sprecata, Martina non mi perdonerà più…posso solo sperare di esserle amico. Neanche ci provo a rimediare… già è successo e anche lei aveva fatto una promessa e le promesse si devono mantenere, non come ho fatto io. Non mi darò mai pace per questo…spero solo che tornerà a parlarmi un giorno.
(Federico)
Cavolo che sfuriata gli ha fatto! Mai sentita una donna essere così diretta verso il suo ragazzo…giuro che in questa storia, però, sono completamente innocente: se ho agito in quel modo era perché al pubblico sarebbe piaciuto ulteriormente e a testimoniarlo è stato il lungo applauso alla fine della scena. L’ho fatto solo per la buona riuscita dello spettacolo e sono sincero. Forse è meglio dirlo anche a Martina…
“Martina?” la chiamai bussando alla porta della sua camera.
“Chi è?”
“Federico, aprimi perfavore…”
“Voglio stare sola…”
“Devo chiarire alcune cose e poi me ne andrò”.
“Entra…”
Aperta la porta la trovai seduta sul letto a leggere.
“Cosa vuoi?”
“Chiarire il perché del mio atteggiamento durante lo spettacolo…”
“A proposito, guarda che è un musical non un film porno!” mi gridò in faccia.
“Ma che dici? Non sono stato così esagerato…e quello che ho fatto l’ho fatto solo per rendere più realistica la scena, l’ho fatto per colpire di più il pubblico…”
“Quanto devo crederti?” chiese incrociando le braccia al petto.
“Non mi credere affatto se vuoi ma almeno sai la mia versione dei fatti…” dissi spazientito allargando le braccia.
“Senti un po’ ricciolino, chi mi dice che tu non ci stavi provando con me?”
“Addirittura…beh te lo dice questa!” dissi sfilando da sotto il maglione una collana con un mezzo cuore per ciondolo.
“Sai cosa significa vero?” chiesi.
“Si…che la tua lei ha l’altra parte del ciondolo…scusami, ma i tuoi atteggiamenti, anche quelli delle prove mi hanno fatto pensare questo…scusa ancora” disse calmandosi e tendendo la sua mano verso me. Io scossi la testa sorridendo, gli strinsi la mano e la strattonai per abbracciarla, sapevo che ne aveva bisogno.
“Scusa se lo chiedo, ma adesso che fai con Luca?”. Alzò la testa dal mio petto per guardarmi e disse:
“Niente, quello li non merita niente da parte mia…io non lo voglio più…sarà difficile andare avanti senza di lui, ma credo che ci sia di meglio per me…”
“D’accordo, ti lascio riposare…buonanotte bellissima!” e le diedi un bacio sulla guancia.
“Buonanotte…amico mio…” disse lei abbracciandomi ancora per poi lasciarmi andare.

Salve a tutti! come promesso vi svelerò la sorpresa: sto scrivendo una nuova storia su Romeo e Giulietta, è in fase di progettazione, spero di riuscirla a completare tra le mille cose che ho da fare!!! come sempre vi ringrazio per le visualizzazioni e le recensioni. inoltre ho un bella notizia: finalmente anche io avrò la possibilità di vedere il musical!!! non vedo l'ora che sia febbraio...al prossimo capitolo RandB96
 

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Capitolo 24
*** Somiglianze ingannevoli ***





  (Luca)
La notte sembrava non volesse mai passare…quando provavo a chiudere gli occhi mi ritornava in mente lei, bella come sempre o forse di più adesso che sapevo di averla persa. Con Martina c’era poco da fare: o ti amava o ti odiava; non esistevano le mezze misure…e faceva bene: oscillare tra bene e male non porta a niente, nella vita bisogna essere decisi e lei, la sua decisione l’aveva fatta…era sempre un colpo al cuore vederla e non poterla abbracciare, ma il mio cuore si sgretolava quando accennava anche solo un mezzo sorriso: aveva forse dimenticato già tutto?
(Martina)
Cercai di farmi forza quella mattina, perché il fatto che l’abbia lasciato io non vuol dire che l’abbia fatto volentieri…anzi! Vederlo imbambolato, mentre mi fissa con lo sguardo pieno di amarezza e speranza non era uno spettacolo gradevole ai miei occhi, cercavo di reprimere le lacrime ma a volte dovevo letteralmente scappare per nascondermi dagli altri e piangere un po’: solo così riuscivo a sfogarmi. Tutto questo andò avanti per tutta la tappa di Napoli, 5 giorni, ma al momento della partenza verso Bari, mentre ero in camera a fare la valigia, Federico, Gianluca e Ricky invasero la mia camera e mi fissarono con le braccia incrociate; io rimasi stordita da quella loro azione…
“Tu devi fare qualcosa…”iniziò Fede
“Seriamente Marty, non ci va di vederti così…guarda come ti sei ridotta!” mi rinfacciò Gian
“Perché come sono ridotta?”
“Vieni!” disse Ricky portandomi di fronte allo specchio, dietro di noi si misero anche gli altri due.
“Sei dimagrita, hai la pelle pallida e gli occhi gonfi e rossi…sembri un cadavere che cammina!” continuò Ricky indicando le parti del mio corpo mentre le nominava. Gli altri annuivano.
“Sto bene…” dissi spostandomi da loro e lasciandoli difronte allo specchio.
“Non è vero…tu devi sfogarti…puoi farlo con noi lo sai!” disse Gian
“Ragazzi vi ringrazio moltissimo ma davvero…sto bene!” ringraziai avviandomi con la valigia verso la porta. Fede mi sbarrò il passò e si gettò sulla porta dandole le spalle e urlò:
“No cazzo! Da qui non esci se non prima parli con noi e ti sfoghi…e non provare a dire che stai bene!”…non l’avevo mai visto così finora. Mi voltai verso i miei “fratelli” e anche loro erano d’accordo con lui…lasciai la mia valigia e andai a sedermi in mezzo al letto, intorno a me si sistemarono anche loro e iniziai a dire:
“Non piango perché mi manca, no…piango perché dopo tutto quello che abbiamo passato insieme, gli appuntamenti, i baci, le notti a letto, gioie e dolori…non mi sarei mai aspettata questa fine. Ho passato i mesi più belli della mia vita perché avevo realizzato il mio sogno, con lui accanto e adesso li ha rovinati con la sua gelosia morbosa…non voglio più avere niente a che fare con lui!” dissi iniziando a piangere silenziosamente e subito Ricky mi strinse tra le sue braccia, mentre Gian mi accarezzava le spalle e Fede era perso nei suoi pensieri…dopo qualche istante, Ricky mi sollevò il viso per asciugarmi le lacrime e disse:
“Adesso bisogna essere forti, non dico di farlo per noi, ma fallo per tutto questo: era il tuo sogno fare un musical no? E allora perché rovinarlo? Fatti forza piccola, noi ti aiuteremo…siamo una famiglia no?” disse fissandomi con quegli occhioni blu per poi darmi un bacio sulla fronte.
“Fallo per la tua nuova famiglia…” disse Gian abbracciandomi.
“Cos’è un abbraccio di gruppo?” chiese ironico Fede mentre ci racchiudeva tra le sue braccia.
“Adesso posso andare o sono ancora sotto sequestro?” chiesi scatenando le risate dei miei tre angeli custodi. Ci alzammo dal letto e mi aiutarono con le due enormi valige e il borsone…una volta sotto nella hall, lo vidi ma stavolta fui distratta dai ragazzi che cercarono di catturare la mia attenzione con la scusa di un selfie per i nostri fans…anche durante il viaggio fui scortata da loro e in aereo presi posto affianco a Fede, volevo conoscerlo meglio.
“E’ libero?” chiesi indicando il posto al suo fianco
“Certo” disse togliendo la tracolla.
“Allora…come si chiama?” domandai alludendo alla sua ragazza.
“Emma…si chiama Emma” disse toccando la collana appesa al suo collo.
“Da quanto state insieme?”
“Solo qualche mese…mi manca molto…sai, le somigli!” disse guardandomi.
“E cosa ho uguale a lei?” chiesi ridendo.
“Allora: stessi occhi leggermente a mandorla…” disse tracciando i contorni dei miei occhi con un dito.
“…stesse guance tonde tonde!” e spostò il dito su una di esse.
“…e stesse labbra carnose…queste sono identiche alle sue…” concluse fissandole e accarezzandole con il pollice; i suoi occhi scattavano dai miei alle mie labbra, sembrava come incantato…
“Ehm Fede…” dissi togliendo piano la sua mano dal mio viso.
“Si?” disse scuotendo la testa e distogliendo lo sguardo da me.
“Tutto bene?” chiesi.
“Certo…scusa per prima…è che sei così maledettamente identica a lei!”…era diventato rosso e si sistemava i riccioli per nascondere l’imbarazzo.
“Tranquillo Marignetti!”. Detto questo, misi le mie immancabili cuffie e ascoltai un po’ di musica…Fede, intanto, si era messo a leggere un libro.
Quando atterrammo a Bari, il cellulare mi vibrò in tasca: un messaggio vocale di Davide! Misi le cuffie e premetti play…
“Ciao…da quando sei partita non mi hai chiamato una volta! È cosi che si fa tra amici? Sappi che non ti parlerò più…”. In risposta digitai:
“Sappi che me ne frego di te e che se non ci parliamo mi fai un favore…vai a parlare con Isa!”. Tempo di uscire dall’aeroporto che mi rispose:
“Allora ti parlerò ancora…e anche presto si pensa…cos’è sei gelosa?”. Dio, quel ragazzo mi fa saltare i nervi…
“No non lo sono…”
“Si e basta!...a proposito, ho saputo di te e Luca…”
“Sarai felice immagino!”
“Al contrario: mi dispiace per te… potrei essere felice se ancora provassi qualcosa per te…”. Avevo letto bene? Non mi amava più? Bene, si era stancato di starmi dietro quindi…non ha tutti i torti…decisi di non rispondergli. Nel viaggio verso l’hotel, ero seduta con Ricky:
“Marty devo dirti una cosa”
“Spara”
“Luca vorrebbe parlarti ma ha paura che tu lo possa respingere…” confessò.
“Fa bene ad avere paura della mia reazione, perché sarà quella che riceverà se non la smette con tutte queste insicurezze! Digli testuali parole, anche adesso se vuoi…” dissi tutto d’un fiato incoraggiandolo ad alzarsi dal posto per andare da Luca. E così fece, nascosta da dietro il sedile li vedevo parlare, Luca era triste in volto e Riccardo cercava di spiegare…poco dopo tornò da me:
“Che dice?” chiesi.
“Dice che farà il possibile, non pretende di essere di nuovo il tuo ragazzo ma almeno un tuo amico…” disse Ricky alzando le spalle…
“Dagli una possibilità…” continuò.
“Se la deve guadagnare…anche perché l’ha già avuta la seconda…” dissi per poi alzarmi dal posto, visto che eravamo arrivati all’hotel.
(Federico)
Mi resi conto di quanto mi mancava Emma quando per poco non stavo per baciare Martina! La bacio sempre in scena, ma lì è diverso, stavolta invece stavo cedendo alla sua immagine che tanto mi ricorda quella della mia ragazza…avrò fatto la figura dello scemo di sicuro! Dovevo assolutamente rimediare, così decisi di invitarla per una passeggiata per le strade di Bari quella sera stessa, anche perché era l’unica sera libera! Andai fino alla sua camera e bussai però non ricevetti nessuna risposta. Allora pensai di aprire ed entrare: in camera non c’era nessuno ma sentivo il rumore della doccia…avevo decisamente sbagliato il momento per entrare. Tempo di pensarlo che me la ritrovai davanti in accappatoio e con i capelli bagnati:
“Federico Marignetti chi ti ha dato il permesso di entrare!?” urlò mentre si stringeva nella stoffa dell’accappatoio. Io ero imbarazzato al massimo e a stento riuscì a balbettare un “Scusa non volevo…” poi corsi fuori dalla camera, chiusi la porta e mi ci appoggiai contro cercando di riprendermi. Di colpo la porta abbandonò la mia schiena e io mi ritrovai a camminare all’indietro per non perdere l’equilibrio, arrivato al bordo del letto, caddi su di esso e così riuscì a fermarmi. Martina mi guardava a braccia incrociate:
“Che facevi in camera mia?”
“Ero venuto per invitarti…” dissi a viso basso per la vergogna. Si sedette vicino a me e l’accappatoio volteggiò fino a scoprirle le gambe…
“Un invito?” chiese perplessa.
“Si…stasera ti va di uscire per una passeggiata?” chiesi alzando gli occhi per la prima volta, i capelli bagnati erano appoggiati tutti da un lato, l’accappatoio lasciava le sue spalle e le sue gambe scoperte…era bellissima.
“A che ora?” domandò sorridendomi.
“Dopo cena…a dopo!” risposi contento e poi mi avvicinai piano per lasciarle un bacio sulla guancia. Uscito da camera sua, corsi nella mia per rilassarmi un po’…ma prima avrei chiamato la mia Emma…
(Luca)
Cosa fare per riconquistare la sua fiducia? Una cena? Una passeggiata? Forse è meglio parlarle…la vidi scendere per la cena: maglioncino nero, jeans aderenti…tacchi e trucco pesante? Doveva andare da qualche parte forse??? Subito mi avvicinai a lei:
“Ciao…”
“Ciao Luca…”
“Devo parlarti…”
“Lo so…”
“Voglio tornare a essere almeno tuo amico! Non sto bene senza di te e per quanto io possa essere un coglione, perché è questo che sono, cerco di non perderti per sempre…fammi parlare di nuovo con te, per favore io ho bisogno di te!” dissi con gli occhi lucidi.
“Non mi incanti con gli occhi lucidi e con parole smielate…”
“Sono assolutamente sincero…”
“Proviamo…” disse sospirando. La accompagnai al tavolo e cercai di iniziare un discorso:
“Esci stasera?”
“Da che si nota?” chiese.
“Hai messo i tacchi e ti sei truccata più del solito…”
“Ma quanto guardi i particolari…sempre lo stesso sei!” e finalmente la vidi sorridermi dopo un tempo lungo non so quanto. Ero felicissimo…
“Mangiamo?” chiesi indicando la cotoletta e le patatine. Per tutta la cena ridemmo e scherzammo come se nulla fosse mai successo, avevo finalmente ritrovato la mia Martina e anche se non era poi così mia, io ero felice lo stesso di averla accanto!
“Marty andiamo?” chiede Fede avvicinandosi. Guardai stranito il ragazzo al mio fianco e poi posai lo sguardo su Martina per sentire la sua risposta…
“Certo Fede…Luca ci si vede domani!” e mi diede un bacio sulla guancia e prendendo sotto braccio Federico si avviò verso la porta dell’albergo. Rimasi li impalato a fissarli, con un sopracciglio inarcato cercando di capirci qualcosa…si avvicinò Riccardo e mi disse:
“Cos’è? Ti brucia dentro? Ahahahah”
“Che cazzo ti ridi? Mi lascia per una mia scenata con lui e adesso ci esce pure? Devo sospettare qualcosa allora!” gli urlai in faccia.
“Ma no…Fede è già impegnato, escono così tanto per farsi un giro!” mi chiarì lui cercando di calmarmi.
“E’ impegnato? Io non lo sapevo…” dissi stupito.
“Vedi? Sei troppo impulsivo e subito cerchi una conclusione, sbagliata tra l’altro”. Mentre mi stava parlando io guardavo verso i due ragazzi aldilà della porta di vetro, parlavano e ridevano mentre lui aiutava lei a cercare qualcosa nella borsa: c’era troppa complicità nell’aria!
 
(Martina)
“Oddio il cellulare! Devo chiamare mia madre!!!” dissi allarmata perché non trovavo il cellulare nella borsa.
“Lascia che ti aiuti!” intervenne Fede in mio aiuto, mentre prendeva la mia borsa e me la teneva aperta. Infilai le mani dentro di essa e cominciai la mia ricerca…lo trovai subito e lasciando la borsa a Fede, composi il numero di mia madre. Dopo una breve chiacchierata, rimisi il cellulare al suo posto nella borsa che per tutto il tempo della telefonata e della passeggiata era rimasta nelle mani di Fede:
“Novità dalla Calabria?” chiese.
“No… era la solita telefonata giornaliera…allora dove andiamo?”
“Non so, meglio fare un giro così per la città…giusto per camminare!” e mi sorrise, cavolo che sorriso!
“Martina, io vorrei scusarmi per quello che stavo per fare in aereo…la tua somiglianza con Emma è impressionante e la mancanza mi stava portando a…ecco…”
“A baciarmi…” dissi io tranquillamente.
“Si esatto…ti chiedo immensamente scusa!” disse grattandosi i ricci per la vergogna. Quant’era tenero quando era imbarazzato!!!
“Accettate. Ma non c’ era bisogno di scusarsi…la distanza porta a fare queste cose!” dissi sdrammatizzando la situazione. Accennò un sorrise e mi guardò negli occhi per un attimo, poi si avvicinò e mi strinse a sé con un caloroso abbraccio. Quel ragazzo era un davvero sensibile, non l’avrei mai detto prima… ricambia l’abbraccio e gli accarezzai i capelli. Quando sollevò il viso dalla mia spalla, mi guardò e disse:
“Ti devo ringraziare. Sei l’unica vera amica che ho trovato in questo gruppo ed è grazie a te se riesco un po’ a distrarmi dai miei pensieri…”
“Di nulla Federico!” e gli lasciai un bacio sulla guancia.


(Luca)
Sapevo che era sbagliato quello che stavo facendo, ma proprio non mi andava giù di sapere che Martina era uscita con Federico…così decisi di seguirli a distanza. Li trovai in un parco, fermi a parlare, lui sembrava impacciato mentre Martina era tranquilla. Di colpo si abbracciarono: quello non era un semplice abbraccio, non mi sembrava affatto un gesto formale. Poi Martina lo accarezzò e dentro me, il mio stomaco stava andando a fuoco…strinsi i pugni per non pensarci. Lui alzò la testa e a pochi centimetri dal suo viso le disse qualcosa. Lei sorrise e si avvicinò a lui...no, per favore Martina dimmi che non stai per fare quello che penso. Quando vidi le sue labbra appoggiarsi sulla guancia di lui, tirai un sospiro di sollievo, e un po’ più sollevato tornai in albergo.

 

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Capitolo 25
*** Fino alla tappa di Verona ***


(Martina)

La serata  con Fede era andata nel migliore dei modi, alla fine mi aveva pure offerto il gelato! Questa mattina ci aspettava la prima in città e come sempre il teatro era sovraffollato…stavo guardando la platea da dietro la tenda del sipario, quando una mano si poggiò sul mio fianco. Sobbalzai e girandomi incontrai i neri occhi di Federico:
“Agitata?” chiese con il suo solito sorriso.
“No…guardavo tutte le persone che sono venute per vederci!”
“Già…sono tantissime…andiamo su!” mi prese per mano e mi trascinò nei camerini. Durante lo spettacolo, purtroppo una ballerina scivolò facendosi male: frattura del braccio. Poverina, non ci voleva…lo spettacolo continuò con una ballerina in meno e una volta finito tutto Giuliano e Veronica indissero una riunione in un camerino per vedere cosa fare:
“Ragazzi ovviamente ci serve una sostituta, ma il tempo è poco e ormai ci rimane solo una tappa, la più importante…suggerimenti?” chiese Giuliano. Tutti iniziarono a parlottare tra di loro ma nessuno aveva una soluzione, Veronica aveva già chiamato tutte le ballerine che conosceva ma avevano già i loro impegni. Pensai anche io se tra le persone che conoscevo c’era una ballerina…
“Giuliano l’ho trovata!” esordì e subito mi ritrovai gli occhi dell’intero cast addosso.
“E chi?” chiese speranzoso.
“Una mia amica ha fatto danza per 15 anni, ha seguito sempre lo spettacolo e sa tutte le coreografie…la chiamo subito?” chiesi.
“Certo! Vai a chiamarla…”
E con il sorriso in faccia, corsi in camerino e chiamai la mia amica: parlo di Gioia ovviamente. Lei ha fatto danza fin da quando ha mosso i primi passi e anche se sono passati 3 anni dal suo ritiro dalla scuola, a casa si esercitava comunque e poi andando in palestra i muscoli le sono rimasti in attività, se così si può dire!
“Giò tesoro che fai?” chiesi.
“Marty bella mia, ero sul divano a vedere un film, il tour procede bene?”
“Si ma una ballerina si è fatta male e a noi serve una sostituta per la tappa di Verona, non possiamo andare in scena con una ballerina in meno…”
“Ah che peccato…e l’avete già trovata?”
“Signorina Gioia, saremmo onorati della sua presenza all’interno del cast di Romeo & Giulietta- Ama e cambia il mondo, per la tappa di Bari e per la più importante in assoluto: Arena di Verona.” Dissi io come se stessi leggendo un invito.
“Ma che dici? No non ci credo…io non saprei…” disse insicura.
“Gioia alza il culo dal divano e prepara le valige, domani ci devi raggiungere a Bari il prima possibile. Vado a dire a Giuliano che sei dei nostri ciaooooo!” e chiusi il telefono senza lasciarle il tempo di replicare. Corsi fuori dalla stanza e raggiunsi gli altri con il fiatone. Arrivata, mi appoggiai al muro per prendere fiato, tutti mi vennero incontro e Giuliano, allarmato, chiese se la mia amica avesse accettato. Ebbi la forza solo di muovere la testa per dire “si”…tutti esultarono e mi chiesero chi fosse…
“Gianluca, sai benissimo di chi parlo vero?” il ragazzo mi guardò e poi intuì e mi chiese:
“Davvero lei…io non lo sapevo!” disse tutto sorridente, al pensiero che avrebbe rivisto la sua ragazza, e subito andò a chiamarla. Giuliano mi prese in disparte e mi portò in camerino:
“Quanto mi puoi assicurare che la tua amica sia brava?”
“Al 100%. È sempre stata la protagonista di ogni saggio di danza, è uscita dalla sua scuola con il massimo dei voti…non c’è nessuno bravo come lei…” dissi rassicurandolo.
“Ok…però deve fare una sorta di provino, la voglio vedere in azione prima…”
“Ok si, certo”.
L’indomani, sulla tarda mattinata, Gioia era arrivata a Bari e io e Gian andammo all’aeroporto per prenderla. Quando i due innamorati si incontrarono, si abbracciarono stretti stretti e si diedero un bacio lunghissimo: erano stupendi insieme. Poi la mia amica mi salutò sempre abbracciandomi e durante il viaggio le chiesi come andava la vita giù dalle nostre parti. Arrivati a teatro, Giuliano e Veronica ci stavano aspettando…Gioia si presentò ai due e subito corse a cambiarsi per fare un “provino”. Le chiesero di ballare “Il ballo” la più complessa delle coreografie, e con lei c’erano anche alcuni ballerini…la musica partì e danzarono per metà coreografia perché Giuliano decise che aveva visto abbastanza per decidere.
“Gioia sei bravissima, ma manca qualcosa…forse il fatto che sei rimasta ferma per molto tempo…”
“Giuliano no perfavore!” implorai io.
“Martina decid…”
“Falle provare un’altra!” dissi interrompendolo. Veronica mi appoggiò chiedendo al fratello di darle un’ altra possibilità.
“Facciamo “Oggi o mai”” propose Gianluca salendo sul palco…

(Gianluca)

Dovevo fare qualcosa, la mia Gioia era in difficoltà e dovevo aiutarla. Così per rassicurarla proposi il pezzo di “Oggi o mai” e salì  sul palco per raggiungerla.
“Tesoro mio va tutto bene, ora ci sono io qui…tu rilassati e balla come meglio sai fare!” dissi baciandola senza farmi vedere. Gioia annuì e prese un respiro profondo…nel frattempo Giuliano era stato convinto dalla sorella per farla provare di nuovo. La canzone partì e quando iniziò il pezzo delle donne mi ritrovai Gioia tra le mie braccia, e accarezzarla in quel modo così sensuale mi fece impazzire! Ma lei non si fece intimidire dal mio tocco e continuò a ballare più seducente che mai…inutile dire che Giuliano cambiò subito opinione e Gioia entrò nel cast!

 

(Martina)

Gioia era stata scelta e subito mi corse incontro per abbracciarmi e per ringraziarmi della possibilità che le avevo dato. Ma se non fosse stato per Gianluca, Giuliano non avrebbe mai cambiato idea! Così, abbracciò stretto anche il suo ragazzo e lo ringraziò all’infinito…subito dopo, si recò nei camerini per provare alcuni abiti di scena e io tornai in albergo. Quando arrivai nel corridoio dove c’era la mia camera notai che la stanza accanto alla mia aveva la porta socchiusa: era stata occupata. Entrata in camera, decisi di cambiarmi e di andare a fare shopping in centro…una volta raggiunta la hall, vidi il receptionist che parlava con un ragazzo, quest’ultimo era di spalle ma aveva un’aria leggermente familiare…rimasi a scrutarlo da dietro gli occhiali da sole e quando finalmente si girò per lasciare l’hotel, il mio cuore si fermò di colpo e un sospiro di stupore e incredulità uscì dalla mia bocca: Davide era qui. Rimasi immobile per non so quanto tempo a rimuginare su quello che avevo appena visto, poi decisi di uscire per prendere un po’ d’aria. Arrivata in centro grazie a un taxi,  non riuscì a concentrarmi sui vestiti, avevo perso tutta la voglia e l’entusiasmo…dovevo parlare con qualcuno. Chiamai quindi Federico, che in 10 minuti mi raggiunse al tavolino del bar dove avevo ordinato un caffè:
“Carina ragazza che succede?” chiese sedendosi.
“Ho bisogno di parlare con qualcuno…oggi in albergo ho visto Davide, il precedente Romeo eh…vedi tra me e lui c’è sempre stato qualcosa in più della semplice amicizia, ma io ho scelto Luca  e i rapporti con lui non sono stati dei migliori ultimamente…” e finì con il raccontargli tutta la nostra storia. Federico mi ascoltò pazientemente e alla fine disse che la cosa migliore era parlarci di nuovo, vedere se era cambiato e che intenzioni aveva; alla fine tornammo in albergo per prepararci per il serale.
Anche questa replica andò nei migliori dei modi e Gioia fu davvero bravissima, io la vidi solo da dietro le quinte ma aspetto che qualche fan posti delle foto su facebook o instagram… nel momento dei saluti finali, mentre ci stavamo scatenando al ritmo de “I re del mondo”, tra la folla notai Davide, che ci guardava sorridente e con aria di chi sapesse cosa si provava in quel momento. Finito tutto, me lo ritrovai nel backstage a parlare con Giuliano: era completamente sano apparte il tutore…stavo indietreggiando per andarmene in modo che non mi vedesse ma lui si accorse di me e urlò:
“E’ fuori moda salutare, Giulietta?”
“No Romeo, non ti avevo visto…” dissi spavalda mentre lui salutava Giuliano e mi veniva incontro.
“Come va la vita?”
“Finchè non c’eri andava piuttosto bene…e a te come va?”
“Diciamo che va…sono venuto a parlare con Giuliano delle mie condizioni fisiche, per Verona dovrei farcela a tornare in scena…”
“Ma che meraviglia…” commentai sarcastica “…vado a togliermi il vestito di scena…ci si vede Davide, anzi meglio di no!” girai i tacchi e mi diressi in camerino. Quello sbruffone mi aveva innervosita, per quanto mi riguarda poteva benissimo tornarsene a Bassano. Arrivata in camerino, stavo per chiudere la porta quando venne spalancata da Davide che entrò dentro e si richiuse la porta alle spalle, a chiave.
“Ma cosa fai? Sei impazzito?” urlai contro di lui ma in risposta mi ritrovai il viso tra le sue mani e le sue labbra si impossessarono delle mie. Staccandomi con difficoltà gli dissi:
“Davide sei fidanzato non complicare le cose…”
“Martina non è vero nulla: Isa mi ha solo retto il gioco per farti ingelosire…è te che voglio e che finalmente posso avere, se tu vorrai…” disse guardandomi negli occhi e stringendomi le mani.
“Davide io…sono confusa adesso, non saprei che dire…”
“Dì di si!” disse sicuro di sé, e si abbassò nuovamente per baciarmi con più delicatezza rispetto a prima. Non lo respinsi questa volta.
“Non rispondere subito, hai tempo fino alla tappa di Verona. Quella sera mi comunicherai la tua decisione, a presto Martina.” E se ne andò lasciandomi con un quesito che mi avrebbe logorato la mente per 15 giorni!

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Capitolo 26
*** Quella notte ***





  Giorno 1/15
Avevo deciso che questi 15 giorni sarebbero diventati una sorta di diario personale, così facendo il tempo sarebbe passato più in fretta…forse.
Solo 15 giorni per prendere una decisione che mi avrebbe cambiato la vita, perché se lo avessi scelto, il mio futuro non sarebbe stato più lo stesso: dovrei iniziare a pensare non solo a me e alle mie occasioni ma anche alle sue, alla vita di coppia, cercando di incastrare tra uno spettacolo e l’altro (se ce ne saranno…) anche un po’ di vita privata insieme a lui; poi il tempo passerà e nasceranno nuove esigenze come la convivenza o addirittura il matrimonio! Ok, forse sto correndo un po’ troppo…affrontiamo la cosa giorno per giorno, partendo da oggi. Bari. Ultimi due spettacoli nella città pugliese, da fare in due giorni. E’ mattina presto, ovviamente ho riposato poco dopo ieri sera…ma non importa mi sto abituando anche a non riposare bene. Esco dall’hotel in tenuta sportiva, ho voglia di correre e di ascoltare musica…e finita la prima traccia, parte la seconda…una traccia più azzeccata per il momento non poteva esserci: “100000 parole d’amore- Davide Merlini”. Appena le prime note arrivarono alle mie orecchie, un sorriso mi nacque spontaneamente sul viso e iniziai a correre più veloce. Ascoltai parola per parola con estrema attenzione, era una canzone romanticissima e che ogni ragazza vorrebbe che il proprio fidanzato le dedicasse…io sono già un passo avanti in questo!
*** Sulla cassettiera c’era il vaso con le rose, la cornice e la scatola del vestito…guardando attentamente le rose, notai nascosta tra le foglie una bustina, la tirai fuori e mi misi a sedere sul letto mentre l’aprivo, dentro c’era un biglietto con scritto un link. Presi il mio tablet dalla borsa e digitai l’indirizzo nella barra di ricerca, era un video di youtube:“Davide - 100000 parole d'amore”. Con il cuore che batteva forte, cercai le cuffie nella borsa per poi guardare il video...
“L'amore non è uno schema 
che memorizzi e poi sai giocare…
…L'amore non è un problema 
tu non aspettare semplicemente 
l'amore accade 
cerca solo di farti trovare…
…Ti giuro che ho 100.000 parole d'amore 
perché non te ne farò mancare 
ogni momento ogni attimo 
Solo per te ho 100.000 parole d'amore 
così non potrai mai dimenticare 
continuerò a sussurrartelo 
ogni momento ogni attimo…”***

Ripensai al mio compleanno, al biglietto tra i fiori e alla canzone, ma anche alla reazione fredda di Davide, quella sera c’ero rimasta malissimo e mi ero infuriata, ma orgogliosa come sempre avevo promesso di non lasciarmi condizionare dal quel suo nuovo modo di fare. Ma ora tutto è cambiato, ancora, per l’ennesima volta, la situazione è stravolta: Luca non era più il mio fidanzato, Davide non era nei paraggi, avevo Federico come nuovo amico e io ero sola, abbandonata a me stessa e al musical…poi ha fatto ritorno Davide, in mezz’ora si è rimesso in gioco e adesso tocca a me fare la mossa finale, quella che chiuderà la partita. Tornai in albergo che erano le 9:00, ricordai che oggi era il giorno di pausa e che potevo fare quello che volevo…iniziai dalla colazione, poiché il mio stomaco si era risvegliato e mi piegava in due per la fame. Salì in camera mia, feci una doccia, indossai un vestitino a fiori, presi la borsa e gli occhiali da sole. Nel corridoio incontrai Gioia, non ricordavo che ormai lei era parte del cast e decisi di coinvolgerla nella mia uscita:
“Bella mia buongiorno!” dissi abbracciandola.
“Ciao Marty, dove stai andando?”
“Pensavo di fare un giro per il centro, mi accompagni?”
“Vorrei ma Gianluca mi aveva chiesto già ieri sera di passare la giornata insieme, è l’unico giorno libero…” cercò di giustificarsi con un po’ di imbarazzo.
“Tranquilla Giò, non c’è problema… buona giornata!” e mi avviai verso le scale.
“Chiedi a Fede di accompagnarti no?!” mi suggerì e mi bloccai al primo scalino.
“Giusto, vado a svegliarlo!” e corsi verso la stanza del ragazzo che stranamente, non era chiusa a chiave.
Aprì la porta lentamente e trovai Federico avvolto nel lenzuolo bianco e con il viso sul cuscino. Chiusi la porta dietro di me e mi sedetti sul letto. Lo guardai dormire e mi sembrò un angelo: capelli arruffati, espressione rilassata, corporatura perfetta che fuoriusciva tra le lenzuola. Presi ad accarezzargli i capelli e si svegliò quasi subito:
“Martina…” disse con un filo di voce.
“Buongiorno…” dissi io allo stesso modo.
“Che ci fai in camera mia?” chiese stiracchiandosi e appoggiando i gomiti sul letto, nel farlo il lenzuolo era scivolato e aveva lasciato il suo corpo nudo scoperto fino al basso ventre, quasi si vedeva tutto…imbarazzata, distolsi lo sguardo da lui e guardando i miei stivaletti neri risposi:
“Era venuta a svegliarti e a proporti di andare a fare un giro in centro…”
“Si va bene, dammi solo qualche minuto…” si spostò verso di me e mi baciò la guancia rossa, vedendola di quel colore si rese conto della situazione che mi aveva imbarazzato e, tirato il lenzuolo dal letto, se lo avvolse intorno alla vita.
“Scusami…” disse ridendo e si chiuse in bagno. Da parte mia, iniziai a ridere pure io come una stupida. Ahhh l’amicizia tra uomo e donna!
Quando fu pronto, prendemmo il taxi e arrivammo in centro. Dopo un caffè e un pasticcino al bar, offerti come sempre da lui, iniziammo il nostro “giro dei negozi”, e tra un parere su una maglia e un acquisto di un pantalone, decisi di parlargli di nuovo di Davide.
“Fede ieri sera c’era Davide, l’hai visto?” iniziai il discorso.
“Si si, ho visto come si divertiva a fine spettacolo…”
“Si è divertito pure dopo, se è per questo…”
“Che vuoi dire?” disse abbassando un jeans che stava osservando per guardarmi in faccia.
“Voglio dire che ieri mi ha baciata e mi ha detto che ho 15 giorni, fino alla sera della tappa a Verona, per dirgli se voglio stare con lui…” dissi distrattamente, Fede rispose con un semplice “Oh!”
“Già…” aggiunsi io.
“E me lo stai dicendo perchèèè….” Disse lui per farmi concludere il discorso.
“Perché non so che fare e ho bisogno di sentire il parere di qualcuno…” dissi sospirando e uscendo dal negozio. Venni subito raggiunta e insieme andammo a sederci su una panchina che Federico mi aveva indicato.
“Allora, tu cosa senti dentro di te quando lo vedi? Esprimiti senza vergogna…”
“Il cuore va a duemila e mi viene l’ansia…” dissi insicura.
“Ok, e quando gli parli…”
“Ho paura di dire qualcosa di sbagliato, che lo possa ferire, insomma, lui non lo merita e poi è così sensibile!” lo interruppi.
“Bene ho finito!” disse sistemandosi più comodamente sulla panchina di legno.
“Come finito? Abbiamo appena iniziato…” lo rimproverai.
“Ma hai già detto tutto quello che serve per capire se lo ami…”. Mi fermai a ripensare alle parole appena dette e mi resi conto che aveva ragione.
“Si, giusto” dissi e abbracciai Federico.
“Scusa per prima…e grazie per adesso!” dissi.
“Figurati, era il mio dovere!” disse accarezzandomi i capelli “andiamo a comprare quei bellissimi e fighissimi jeans di prima?” chiese supplichevole.
“Ahahah si si andiamo prima che li compri qualcun altro!”
La sera arrivò velocemente, il primo giorno era già passato e io avevo raccolto già dei dati da elaborare per ottenere la mia risposta per Davide. Presi un foglio e una penna e appuntai le parole dette a Federico questa mattina su Davide. Sotto quel rigo, scrissi “Giorno 2”. Posai il foglio nella borsa e andai a dormire, ma il telefono vibrò.
Meno 14, buonanotte splendore!”
Sapete già chi era il mittente…
 
Giorno 2-3-4-5/15
I quattro giorni seguenti furono estremamente noiosi, avevamo finito la tappa di Bari, ci eravamo salutati e tutti se ne erano andati via per conto proprio, nessuno aveva organizzato qualcosa per svagarci tutti insieme o per fare festa! Rassegnata all’idea che non avrei avuto nulla da fare per i prossimi 10 giorni, feci i bagagli e scesi in Calabria, a casa. Ai miei genitori non dissi nulla, gli volevo fare una sorpresa, e con l’aiuto di un mio amico che mi venne a prendere alla stazione ferroviaria, piombai a casa mia nel bel mezzo della cena.
“Mamma papà sono a casa!!!” urlai nel corridoio. Mia madre affacciò dalla porta della cucina e subito le spuntò un sorrisone sul viso, le corsi incontro per abbracciarla e andai a salutare mio padre…una volta sistemata tutta la roba, gli raccontai di tutto quello che era successo da Natale fino a oggi, parlai anche della rottura con Luca…mia madre si disse dispiaciuta, lei si affeziona subito ai miei amici…mio padre non si pronunciò. Quella notte decisi che avrei passato tutto il tempo che mi separava da Verona a casa mia, nulla è meglio dell’ambiente familiare per riflettere, e sempre quella notte decisi anche di mandare un messaggio a Davide con le testuali parole:
-Sei crudele…
-Perché?
-Perché sto impazzendo per trovare la risposta…
-Non è colpa mia, tutto questo si poteva evitare se solo tu avessi scelto me fin dall’inizio
-Davide non complicare le cose…
-Martina, non voglio influenzarti, è meglio se la conversazione finisce qui…buonanotte.
-Buonanotte Davide…
Temo proprio che non avrei resistito fino a Verona, quel ragazzo iniziava a mancarmi, volevo essere con lui…quella notte, desiderai di trovarmi tra le sue braccia…

 

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Capitolo 27
*** Romeo e Giulietta...ops! Davide e Martina ***


Per farmi perdonare per la lunga astinenza da capitoli ho deciso di pubblicare sia il 25 che il 26, nonchè ultimo capitolo! Siamo arrivati alla fine di questa storia, che spero vi abbia fatto provare le stesse emozioni che ho provato io mentre la scrivevo e mentre ripensavo alle scene del nostro adorato musical! Ringrazio sia i recensori che i lettori, che mi hanno incoraggiata a continuare la storia...buon finale e ci si rivede alla prossima!


  Nei giorni a seguire non mancarono le riflessioni, ma anche lo svago: grazie ad altre mie amiche e a Gioia, che nel frattempo era tornata anche lei in Calabria per trovare i suoi genitori, riuscì a distrarmi da quel meraviglioso pensiero fisso chiamato Davide.
“Mettiti con lui e fatela finita!” mi supplicò esasperata Gioia per l’ennesima volta.
“Non è così semplice Giò! C’è tutto un percorso intricato dietro…” replicai andando avanti e dietro ai piedi del suo letto, dove lei era seduta e mi fissava.
“Ma ti rendi conto che è proprio per questo che dovete stare insieme? È la storia che c’è stata dietro di voi che vi obbliga a stare insieme: litigi, baci, regali e incomprensioni fanno parte di voi!” disse sdraiandosi sul cuscino. Io la raggiunsi con fare di un cane bastonato.
“Gioia io…non resisto più senza vederlo…ma allo stesso tempo non vorrei mai che arrivasse la tappa di Verona…sono divisa a metà!” conclusi coprendomi il volto con le mani.
“Marti vedi di finirla adesso! Forza, scendi dal letto e andiamo a prenderci un gelato…così smetti di delirare per il caldo!”
Ho sempre pensato che il gelato fosse la cura di tutto, ma il vero miracolo risiede nel gusto: la zuppa inglese è imbattibile in certe questioni!
“Ma tu e Gian? Come vanno le cose? Parliamo sempre di me ma di voi due…”
“Andiamo alla grande, mi chiama spesso e appena può manda sms…è dolcissimo lo sai…” disse arrossendo.
“Sono contenta per voi, almeno tu stai bene!!!” e ridemmo divertite.
“Ma Luca? L’hai più sentito?”
“No…poverino, ha cercato di essere mio amico, ma non è semplice: ha sempre il modo di fare di un fidanzato ed è troppo opprimente per me…mi dispiace per lui, ma non ce la fa proprio a starmi lontano!”
“Un po’ è anche colpa sua se sei in questo casino, perché se lui si sarebbe controllato…”
“Basta! Ormai è andata come è andata…” sbottai. Non volevo ripensare a lui adesso…
“Marti…domani partiremo per raggiungere Verona, e fra due giorni avremo la prima all’Arena… hai le idee mezze chiare almeno?”
“Si…non preoccuparti…”
 
Verona. La città in cui è iniziato tutto: è grazie a questa città se io ricopro il ruolo di una sua cittadina, Giulietta, se è esistito Romeo e di conseguenza tutta la vicenda che ha ispirato Shakespeare. È sempre grazie a lei se è scoccata la scintilla tra me e Davide…visto che Gioia non aveva visitato la città , pensammo di fare un giro per le sue strade, e gira che ti rigira arrivammo al palazzo di Giulietta e i ricordi si accesero in me…
***Dietro di me sentì una presenza ma non mi voltai, era familiare e l’avevo riconosciuto…Davide mi cinse i fianchi con le mani, si avvicinò al mio orecchio e disse con voce bassa: “A quale stella, a quale Dio, devo il tuo immenso splendore?”. Restai immobilizzata all’udire quelle parole. Mi girai lentamente per guardarlo negli occhi; brillavano di una strana luce…poi spostai lo sguardo sul suo viso, era leggermente arrossato e le labbra erano semi aperte e colorate di un rosso intenso. Guardandomi ancora negli occhi, si avvicinò di più, abbassò la testa fino a far sfiorare la sua fronte con la mia e la stessa fine stavano per fare le nostre labbra…mancava così poco, ma gli altri ci raggiunsero interrompendo quel magico momento.***
C’era mancato poco quella volta, e ripensandoci mi venne un sorriso che non passò inosservato agli occhi di Gioia, che però non disse nulla. Alzai gli occhi sulla statua di Giulietta e corsi verso il palazzo:
“Dove vai Marti?” mi urlò Gioia.
“Devo fare una cosa, ci metterò poco…”
Dopo circa 5 minuti ritornai da lei, che spazientita decise di tornare in albergo…


Ed eccoci alla sera tanto attesa, l’Arena già è illuminata dai riflettori e il pubblico è più accogliente che mai; i ragazzi del cast sono tutti felici, non stanno nella pelle…Riccardo sta guardando il pubblico nascosto dietro una delle tante strutture, Gianluca si sta rilassando ad occhi chiusi in corridoio, Luca si guarda allo specchio pensieroso, le tre donne, Silvia, Barbara e Roberta, parlano tra loro cercando di coprire l’emozione…si respira un’aria diversa dal solito questa sera. Sono tutti qui, ma non trovo ancora Davide…ma ormai non ho più il tempo per cercarlo perché mancano solo 2 minuti alle 21!
“Nel cuore di Verona, teatro della storia…” …è già iniziato lo spettacolo. Arrivò il momento di cantare “Quando” e non avevo ancora trovato Davide, ma appena partita la base, sentita la sua voce mi calmai subito: era li, a un pannello da me! Ed ecco che mi tornò in mente la prima prova fatta con lui e il nostro imbarazzo… ma appena me lo ritrovai davanti fu come svegliarsi da un lungo sonno e assistere alla creatura più bella sulla faccia della terra. Davide era più robusto, probabilmente aveva fatto palestra per via della riabilitazione dei muscoli delle gambe e delle braccia, aveva cambiato taglio di capelli e adesso li portava ricci, la barba non era stata tagliata questa volta, ma era lo stesso cortissima, quasi invisibile. L’espressione che aveva dipinta sul volto andava oltre la semplice felicità e quando le nostre labbra si unirono per dare inizio alla storia d’amore di Romeo e Giulietta, un applauso ci investì e staccandoci ci sorridemmo a vicenda…alla fine del primo atto, quando ebbi un po’ di tempo per me, ripensai alle parole di Gioia: “È la storia che c’è stata dietro di voi che vi obbliga a stare insieme”. Alla fine dello spettacolo, ci ritrovammo soli dietro le quinte per il momento dei saluti e dell’uscita finale:
“Ciao Giulietta!” disse sorridendomi.
“Ciao Romeo!” dissi io prendendogli la mano e subito uscimmo da dietro le quinte e corremmo verso il pubblico. Stremati da tutte quelle emozioni, facemmo ritorno in albergo ma io non potevo permettermi di andare a dormire, avevo un conto in sospeso con Davide:
“Posso entrare?” chiesi davanti alla sua porta aperta.
“Ti stavo aspettando!” esordì lui chiudendo la porta dietro di me.
“Bene, siamo al 15esimo giorno, e io ti devo una risposta…Davide , io voglio stare con te…” dissi sottovoce ridendo di me stessa perché non mi ero mai sentita in imbarazzo come quella volta!
“Come scusa non ho sentito bene!” disse lui stuzzicandomi.
“Davide Merlini ti ho detto che voglio stare con te!” gli urlai buttando le braccia intorno al suo collo e baciandolo. Fui accolta tra le sue braccia forti e muscolose, che mi sollevarono da terra per adagiarmi sul suo letto. Stavo per ribattere ma venni zittita dalle sue labbra che prepotenti avevano rapito le mie. Fu un bacio casto e delicato, che servì a farmi sentire al sicuro con lui al mio fianco... Scese con le dita sul mio collo per arrivare alla spalla lasciata scoperta dall'ampia scollatura della maglia, mi circondò la spalla con la mano e mi baciò l'incavo tra il collo e la spalla. A quel contatto bollente, un sospiro scappò dalla mia bocca e indusse Davide a lasciarmi una scia di baci che raggiunse la spalla; con un movimento rapido si spostò imprigionandomi sotto di lui: i suoi gomiti lo reggevano sopra di me e le sue gambe mi tenevano stretta. Mi guardava come un leone guarda la sua preda, pronto all'attacco per conquistarla. Mi si avvicinò ad occhi chiusi e iniziò a baciarmi lentamente, stuzzicava le mie labbra con la lingua e quando stavo per accoglierla, la spostava mordendomi il labbro; alzai le mani per accarezzargli i capelli ma le prese sbattendole ai lati del cuscino, imprigionandomi i polsi fra le sue mani: mi stava torturando. Non avrei mai pensato che fosse così, giuro ero rimasta di sasso! Si staccò dalle mie labbra e scese sul collo e sulla spalla...si sollevò da me tenendomi stretta tra le sue gambe, mi tirò dai polsi verso di lui, li racchiuse entrambi con una mano e con l'altra si sbarazzò della mia maglia, lasciandomi in intimo. Poi mi ributtò sul letto e continuò a baciarmi da dove era rimasto, scese al centro del mio seno e baciò ogni centimetro disponibile. Passò le labbra sul pizzo che teneva unito al centro il reggiseno e ricominciò a baciare la mia pelle appena la ritrovò; scese ancora fino al mio fianco e lo morse leggermente nel punto in cui era più stretto.
Mi lasciò un polso e posizionò le sue dita sul bordo dei miei slip, accarezzò il contorno di esso per poi salire con la mano aperta fino alla mia guancia. Mi baciò a stampo e mi guardò alzando un sopracciglio: mi stava invitando a fare qualcosa. Adesso toccava a me: lo spinsi sul letto e lo bloccai tra le mie gambe, mi appoggiai al suo corpo e iniziai a baciarlo, scesi con le labbra sul suo mento, poi il contorno della mascella fino al lobo dell'orecchio, baciai la parte sottostante e lo vidi chiudere gli occhi e leccarsi le labbra; continuai a scendere fino al collo, arrivata all'incavo, lo morsi piano e iniziai a succhiargli quel lembo di pelle: lo avrei torturato così. Al mio gesto, reagì portando una mano tra i miei capelli e con l'altra stringeva il lenzuolo in preda al piacere; mi staccai poco dopo, soddisfatta dal segno che gli avevo lasciato. Istintivamente, si portò la mano sul punto in questione e mi guardò con un mezzo sorrisetto. Sorrisi di rimando e ricominciai a baciargli il petto, mi soffermai sul suo tatuaggio, percorrendo con la lingua le sue linee per poi arrivare al capezzolo, che baciai e morsi delicatamente. Davide aprì la bocca di poco e lasciò che ne uscisse un gemito, oh era musica per le mie orecchie! Baciai ogni solco che evidenziava i suoi addominali e arrivata al basso ventre mi fermai: vedevo l'effetto che gli avevo provocato a stento trattenersi sotto la stoffa dei boxer neri...con le labbra sulla sue pelle, alzai lo sguardo per vedere la sua espressione: mi guardava con occhi di fuoco, cercando di capire cosa avrei fatto. Mi fermai a pensare: era giusto lasciarmi andare? Davide è così dolce, mi ha sempre fatto stare bene in precedenza e mi fa sentire al sicuro... Notando la mia esitazione, Davide si mise a sedere, mi alzò il viso e disse:
"Se non te la senti io non ti forzo, devi volerlo tu, io non farò mai nulla contro la tua volontà, non sarai mai costretta a fare cose che non vuoi...aspetterò se necessario, l'attesa non cambierà i miei sentimenti per te". Quella frase mi fece capire cosa dovevo fare: così gettai le mie braccia al suo collo e lo baciai con foga, mi prese i fianchi tra le sue morbide e bollenti mani, gli strinsi i capelli stringendolo a me. Ci stendemmo nuovamente sul letto, mi accarezzò la schiena lentamente fino ad arrivare al gancio del reggiseno, allora si staccò dalle mie labbra e mi guardò come quando un bambino chiede il permesso di fare qualcosa alla mamma; annuì con la testa e sentì il reggiseno aprirsi, lo allontanò lentamente dalla mia schiena, abbassò una spallina, poi l'altra e infine lo tolse, gettandolo a terra...mi abbracciò e cambiò la posizione: accarezzò il mio seno mentre mi baciava, poi scese a baciare anch'esso. Dei gemiti di piacere mi salivano dalla schiena fino alla bocca...Davide fece scendere le sue mani sui miei slip, ne afferrò il bordo e, guardandomi negli occhi, li tolse. Si mise in ginocchio sul letto e con sguardo ammiratore mi disse: "Sei la perfezione fatta donna". Distolsi lo sguardo dal suo diventando rossa...si stese al mio fianco e mi passò una mano dal fianco fino alla coscia, che tirò verso di sé. Lo liberai, poco dopo, dai boxer e sentì sul mio basso ventre il calore che emanava... lentamente mi aprì le gambe accarezzandole, si sistemò tra di esse e, lanciandomi un ultimo sguardo, iniziò poco a poco a entrare dentro di me. Quando entrò completamente, lo vidi inarcare la schiena e reclinare la testa all'indietro sospirando: era una visione celestiale quella... cominciò a muoversi con spinte al limite della lentezza, piano piano scese su di me e mi accarezzò il viso. Sospiravo ad ogni affondo e i sospiri si trasformarono in gemiti quando aumentò il ritmo delle spinte... le nostre mani erano intrecciate e le altre ci sostenevano a vicenda dalle braccia. Goccioline di sudore iniziavano a bagnare la fronte di Davide; anche il mio viso era imperlato di sudore...Eravamo quasi arrivati al piacere, così decise di andare ancora più veloce e di dare colpi secchi; ora non stavo più gemendo ma cacciavo dei piccoli urletti mentre Davide chiudeva gli occhi e contorceva il viso in un espressione di godimento estremo...
"M-Martinaaa..."sussurrò
"Davide...." sospirai
"Ti amo!!!" Quasi urlò dando le ultime spinte e raggiungendo il piacere, per poi gemere soddisfatto. Lo seguì anche io e cercai di riprendere fiato...si buttò sfinito al mio fianco e voltò la testa per cercare i miei occhi, li trovò e mi fece un enorme sorriso. Era felice, glielo si leggeva in faccia, io ero stremata ma contenta...aprì le braccia per stringermi a sé, mi appoggiai al suo petto e gli accarezzai il viso, si voltò verso di me e mi baciò i capelli, stringendomi le spalle con il braccio.
"È stata la volta più speciale della mia vita, credimi" disse spezzando il silenzio. "Mi sono sentita tranquilla e protetta tra le tue braccia...mi hai fatto provare delle bellissime sensazioni..."
"Andrei a fare una doccia, posso vero?"
"Certo che si!”
Così si alzò per recarsi in bagno; sentivo il rumore dell’acqua scorrere mentre mettevo in ordine la stanza e cercavo i miei vestiti. Mi raggiunse dopo qualche minuto: i capelli erano bagnati e ricci e aveva un asciugamano legato intorno alla vita, gocce d’ acqua gli ricoprivano il corpo e scendevano accarezzandolo. “Perché sei qui? Vai a vestirti no!”
“Volevo assicurarmi che tu stessi bene…” Stava per andare in bagno ma lo fermai…
“Davide?” si voltò.
“I capelli…asciugali al naturale, li preferisco così…”. Mi sorrise abbassando il viso e si richiuse in bagno per cambiarsi. Io nel frattempo ero tornata in camera mia per farmi anche io una doccia… uscita dal bagno, trovai Davide seduto sul mio letto.
“Splendore vieni qui!” e mi abbracciò “Sogno da una vita questo momento e adesso me lo voglio solo godere…”
“Davide vuoi dormire con me stanotte?”
“Certo bambolina…”
La mattina successiva, mi svegliai prima di Davide, che riposava beato tra le lenzuola bianche del mio letto. Uscì fuori sul balcone per prendere un po’ d’aria e per pensare a quante cose mi erano successe in questi mesi…
“Buongiorno amore mio…” disse Davide assonnato, circondandomi la vita  con le mani e baciandomi la guancia destra.
“Buongiorno a te…” risposi voltandomi verso di lui e baciandolo sulla fronte.
“Scendiamo a fare colazione?”
“No, andiamo a farla in centro, voglio farti vedere una cosa…” e così ci vestimmo e andammo al bar a fare colazione con un bel frappè!
“Che mi devi far vedere?” chiese curioso.
“Dobbiamo andare dove è iniziato tutto…a Palazzo Capuleti!”
“Guarda che forse ti stai confondendo Marti…” disse Davide non capendo…
“Seguimi e basta!” e lo trascinai fino alla statua di Giulietta.
“Guardala bene!” dissi sorridendo.
“Ma io ho già la mia Giulietta, perché guardarne un'altra!” disse baciandomi.
“Ti ringrazio ma vorrei che ci facessimo un foto con la statua…mettiti qui!” e lo portai alla destra di Giulietta.
“Ma che cos…”esclamò notando che la statua indossava il bracciale che mi aveva regalato lui tempo fa.
“Voglio che lo tenga lei, così proteggerà il nostro amore, nato grazie alla sua storia…”
“Non potrei essere più d’accordo con te, ti amo Martina”
“Anche io Davide…”
 

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