The chronicles of the mysterous world

di Salvo1122
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Mark e la verità ***
Capitolo 3: *** Il combattimento ***
Capitolo 4: *** Il sogno ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


Il sole sorgeva ed inondava la pianura. L'erba sbatteva forte contro le mura della città come l'acqua sbatte in una scogliera. Nella terrazza di una torre, della città di West Town, nella terra del Fuoco, Mark, un ragazzo dai capelli blu mare e dalle orecchie a punta, si godeva il vento mattutino. Era disteso con lo sguardo rivolto alle nuvole, che sembravano correre, la spada di legno al suo fianco, e rifletteva in silenzio. Pensava al perché esistesse l'odio, perché il tiranno cercava di conquistare il mondo e perché tutti i ragazzi lo prendevano in giro e cercavano di picchiarlo. La sua riflessione venne interrotta da un rumore proveniente da dietro la porta della terrazza, scattò subito in piedi, afferrò la sua spada, si mise in posizione d'attacco, strinse l'elsa ed attese. La porta si aprì di botto, uscirono una decina di ragazzi, alcuni avevano dei bastoni, altri invece delle spade di legno come quella di Mark, e si gettarono addosso a lui. Mark li osservò, sorrise e pensò Eccoli di nuovo. Corse verso di loro, saltò in aria e con un abile gesto disarmò tre di loro. A quel punto si trovò accerchiato, si guardò intorno cercando la soluzione migliore, niente era chiuso, doveva per forza battersi contro di loro. Il primo scatto verso di lui, Mark si abbasso e lo colpì alla pancia facendolo cadere senza fiato. Li guardo negli occhi, sorrise, i ragazzi iniziarono ad urlare e scapparono giù per le scale. Iniziò a correre dietro di loro, appena varcò la porta vide che tre di loro erano scivolati, passandogli accanto li calpestò. Arrivato all'ultimo gradino si guardò intorno, vide gente ovunque, era giunto al mercato della città, pensò che li aveva persi ma all'improvviso vide uno di loro correre fra la gente

-Fermati! Codardo!-

Gridò, ma il ragazzo non si fermò, continuava a scappare, allora lo decise di inseguirlo. Corse più veloce che poté, facendosi largo fra la gente, fece cadere due casse di mele ed una signora, non gli importava nulla, lo doveva prendere. Durante la corsa si accorse che il ragazzo si fermò, aspettò un attimo e saltò giù dalla finestra,situata fra le mura che racchiudono la città. Appena arrivò alla finestra, si fermò ed osservò cosa ci fosse al di sotto della finestra. Vide che c'erano dei carri e un mucchio di paglia, poi vide anche una stalla, dove al suo interno c'erano dei cavalli, e anche un bosco oltre il fiume. Decise di saltare giù. L'atterraggio fu attutito dalla paglia, sentì un crack e non capì da dove provenisse, si alzò e si guardò intorno, nessuna traccia del ragazzo, andò nella stalla ma non lo trovò, si erano perse le sue traccie. Pensò che fosse andato a rifugiarsi nel bosco. Durante la strada di ritorno a casa si accorse che la sua spada si era rotta, pensò che fosse successo al momento dell'atterraggio, ecco cos'era quel rumore. Adesso era nei guai, se sua madre venisse a sapere che si fosse azzuffato si sarebbe infuriata, era meglio che trovasse una scusa al più presto. 

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Capitolo 2
*** Mark e la verità ***


Al rientro sua madre era nella stalla ad allenarsi con la sua Katana, spada sottile e molto tagliente, allora senza far rumore entrò silenziosamente e si sedette su uno sgabello, di fianco la porta d'entrata, ad osservarla. Si muoveva in un modo straordinario, mentre volteggiava su se stessa sembrava che danzasse, era un tutt'uno con la sua spada. Quando si accorse di lui sussultò. Sorrise, aveva un sorriso splendido, assomigliava alla dea della bellezza, forse per i suoi splendidi e lunghissimi capelli castani oppure per i suoi occhi, sembrava che dentro di essi si trovasse il mare.

-Mark non mi aspettavo che fossi qui! Non eri ad allenarti?-

Mark restò in silenzio, non sapeva che dire, non poteva di certo dirle che era stato su quella terrazza a riflettere e che poi si fosse azzuffato con quei ragazzi. La prima cosa che disse fu

-Mi hanno attaccato dei ragazzini, erano in 10 e si è spezzata la spada.-

Si maledisse, come aveva potuto dirle la verità sapendo che si sarebbe infuriata.

-Come è successo? Voglio la verità figliolo.-

La guardò seriamente, si decise a farle una domanda alla quale ogni volta rispondeva "Un giorno capirai", capì che quello era il momento adatto.

-Perché sono diverso da tutti? Perché ho queste orecchie? Perché tutti i ragazzi mi prendono in giro?-

La madre sospirò, lo guardò dolcemente, si sedette accanto a lui, lo baciò sulla fronte e gli strinse la mano.

-Bene figliolo. Come tu sai nel mondo esistono numerose razze: Elfi, Uomini, Mezz'elfi, Angeli e tante altre creature. Le varie razze si distinguono per varie caratteristiche. Gli Umani e gli Elfi si assomigliano molto, le uniche cose che li distinguono sono le orecchie a punta e la magia degli Elfi e l'abilità nel lottare degli Umani. Gli Angeli, invece, non si vedono mai, si mostrano solamente in caso di aiuto, ma per venire in tuo aiuto devi possedere un cuore puro. Adesso, come già sai, io sono un'Umana però devi sapere che tuo padre era un Elfo. L'Elfo più coraggioso che io abbia mai conosciuto. Dalla nostra unione sei nato tu. Un Mezz'elfo, mezzo Umano e mezzo Elfo. Hai ereditato la mia abilità nei movimenti, la mia forza e la mia intelligenza però hai ereditato i lineamenti del viso di tuo padre, in te rivedo lui. Penso che sia giunto anche il momento che ti racconti come morì tuo padre.-

Non appena pronunciò quelle parole Mark restò immobile, finalmente avrebbe saputo la verità sulla morte di suo padre.

-Come già sai tutte le terre del mondo sono in guerra per opera del tiranno che vuole conquistare tutto il mondo e fare schiavi tutte le razze di questo mondo. Le terre in suo possesso sono 3: Terra dei Fulmini, Terra del Buio e la Terra della Roccia. La Terra delle Cascate, La Terra del Fuoco e la Terra del Tornado, invece, si sono alleate per fronteggiarlo. Una sera, mentre stavamo cenando, tu eri ancora piccolo, un Goblin ( mostro dalla pelle verde con orecchie molto lunghe ed occhi grandi e neri, sono molto abili nel combattimento ) entrò in casa nostra. Si precipitò per ucciderti ma tuo padre lo fermò, lo portò in un posto lontano e ci diede il tempo di scappare. Due giorno dopo mi arrivò una lettera con scritto che tuo padre era morto durante lo scontro. Ancora non so chi sia stato ad inviarmi quella lettera. Quindi tu sei l'unico, in tutto il mondo selvaggio, ad essere un Mezz'Elfo e ne devi andare fiero!-

Mark restò fermo, non sapeva che dire, avrebbe voluto dire tantissime cose ma l'unica cosa che riuscì a dire fu

-Perché! Perché tutto questo!?-

Iniziò a piangere e corse via. Non sapeva dove andava, voleva solo continuare a correre. Dopo che rimase senza fiato si fermò. Attorno a lui c'era solo erba, era uscito dalla città. Si sdraiò per terra ad osservare il cielo, le lacrime bagnavano la sua faccia, ripensò a tutto quello che la madre gli disse, era l'ultimo della sua specie, e tutto per cosa? Non aveva una risposta. Iniziò a pensare che tutto era colpa del tiranno ed iniziò ad odiarlo, adesso capiva perché esisteva l'odio, finché c'era quel tiranno l'odio non poteva sparire. Prese la decisione di partire per diventare un vero guerriero e vendicare la morte di suo padre e del suo popolo, e liberare il mondo dall'odio.

Restò lì per tutta la giornata. 

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Capitolo 3
*** Il combattimento ***


Arrivata la sera vide tantissime stelle sparse per tutto il cielo. Pensò a come sarebbe stato bello se avesse avuto un padre, avrebbe potuto giocare con lui, tirare di spada e tantissime altre cose, invece si trovava lì, tutto solo, senza un padre. Sentì un rumore e scattò in piedi, vide sua madre che si avvicinava guardandolo dolcemente. Le corse incontro e la strinse forte forte a se. Si sdraiarono ad osservare le stelle, per qualche minuto restarono in silenzio. Fu Mark a rompere quel silenzio fastidioso

-Mamma ho preso una decisione .- La madre lo guardò.

-Ti ascolto figliolo.-

-Ho deciso di partire. Voglio andare in nuovi villaggi, in nuove terre, scoprire tantissime cose, imparare ad usare la spada ed altre armi. Voglio diventare un forte guerriero per poter sconfiggere il tiranno che ha portato tantissima sofferenza a questo mondo.-

Gli scese una lacrima. Restarono in silenzio , si fissarono, lei aveva, come sempre, quello splendido sorriso sul volto, lui invece aveva un'espressione decisa, pronto a partire.

-Come vuoi tu figliolo, ti manderò da mio fratello Artur. Gli chiederò se ti potrà addestrare. Ritorniamo a casa adesso che è tardi.-

Appena tornati a casa sua madre inviò un uccello viaggiatore per informare il fratello che suo figlio voleva essere addestrato.

-Hai detto che volevi diventare un guerriero giusto?.-

Mark fece una smorfia, non capiva perché gli fece quella domanda -Si perché?- 

-Vediamo cosa sai fare,andiamo ad allenarci.-

Mentre la madre usciva dalla stanza, Mark restò fermo, non poteva andarci senza una spada, sua madre se ne accorse e  si voltò.

-Perché non ti muovi? Cosa ti prende?-

-Mi si è spezzata la spada non ricordi?-

La madre gli sorrise, aprì un cassetto dall'armadio e ne estrasse un oggetto, lungo e sottile, avvolto in una coperta.

-Penso che sia giunto il momento. Prendila, apparteneva a tuo padre, adesso è tua, fanne buon uso.-

Mark prese l'oggetto, non capiva cosa fosse, ed iniziò ad aprirlo. Era una spada ad una mano, con l'elsa grigio scuro e la lama dentata. Nella lama c'era incisa una frase “Un vero Elfo è in grado di usarla”. Che senso aveva quella frase? Gli scese una lacrima, finalmente aveva in suo possesso qualcosa che fosse appartenuta a suo padre. Decise di chiamarla Mifrit, cioè Mezz'elfo. Andò insieme alla madre nella stalla ad allenarsi, lei con la sua Katana, lui con la sua Mifrit. Si misero uno di fronte all'altra, fecero un inchino, fu la madre ad iniziare il duello. Mark iniziò a pararsi, restò sulla difensiva, parava e indietreggiava finché si ritrovò con le spalle al muro. Cercò di contrattaccare ma la madre era troppo abile e veloce nei movimenti. Lo fece cadere quattro volte ma lui si rialzava e continuava a pararsi. Ad un certo punto sua madre si fermò sorridendo, Mark si prese di coraggio e le corse incontro. Saltò in aria, girò su se steso e sferrò un calcio. La madre afferrò il piede e lanciò Mark versò il muro, atterrò con la faccia per terra. Si rialzò, cerchò di contrattacare ma la difesa di sua madre era qualcosa di increbile. E poi tutto successe in un attimo, senza rendersene conto, sua madre l'atterrò con la punta della sua Katana poggiata sul suo collo con un filo di sangue che sgorgava da essa . Sua madre era troppo forte per lui.

-Devi ancora migliorare figliolo, scusami per il graffio che ti ho procurato. Penso che con l'addestramento di mio fratello tu possa superami, non mollare mai. Adesso andiamo a letto, domani è un altro giorno.-

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Capitolo 4
*** Il sogno ***


Quella sera Mark fece dei sogni strani. Si ritrovò in una città in rovina, non c'era anima viva, il cielo era tutto arancione e pieno di fumo. Tutt'ad un tratto sentì un boato provenire dai confini di quella città. Si arrampicò sopra una casa, arrivando sul tetto quello che vide lo lasciò senza fiato. Vide un intero esercito avanzare verso la città, la foresta, che costeggiava la città, ormai era tutta infuocata. Vide anche dei draghi enormi al di sopra dell'esercito. Scese più veloce che poté da quella casa ed iniziò a correre dalla parte opposta. Passando accanto ad una chiesa vide con la coda dell'occhio una bambina che piangeva, e le si avvicinò.

-Piccola perché piangi?-

Ma la bambina non parlava, continuava a piangere. Pensò che non c'era tempo per i discorsi, l'esercito era troppo vicino per restare ancora lì, prese in braccio la bambina e continuò a correre in cerca di un riparo, ma ovunque guardasse non c'era neanche l'ombra di un riparo. Mentre correva, sempre con la bambina in braccio, una palla di fuoco lo sfiorò facendolo cadere. Quando si rialzò, con una ferita sulla guancia, non trovò più la bambina, si era dispersa. Cercò chi l'avesse colpito, ma ciò che vide fu solo un ombra gigante sopra la sua testa avvolta nel fumo, causato dall'incendio. Restò immobile, non riusciva a muovere un singolo muscolo, sudava freddo. All'improvviso tuonò una risata malefica lungo la città, ormai totalmente distrutta. Mark cadde a terra, in ginocchio, con le lacrime agli occhi.

-Non posso morire adesso! Non posso!!- gridò.

Tutto ad un tratto il drago che volava sopra la sua testa si fermò davanti a lui. Non poteva vederlo per via del fumo, ma sentiva che era abbastanza vicino. L'uomo sopra il drago iniziò a parlare.

-Non è giunta la tua ora, mezz'elfo. Sei troppo debole per farti morire adesso, non ne vale la pena. Quando sarai diventato molto più forte mi affronterai di presenza, e lì non avrò pietà nei tuoi confronti. Il mio nome è Rasco. Avrai sentito parlare di me suppongo, sono il tiranno.-

Mark si svegliò urlando. Era tutto sudato, tremava. Era tutto un sogno, che spavento! pensò, ma non appena si toccò la faccia, notò che la ferita c'era! Com'era possibile che la ferita che si era procurato nel sogno era rimasta? Qualcosa non quadrava, doveva capire al più presto cosa fosse successo.

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