La storia di Ludovica.

di Lellaofgreengables
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prima puntata. ***
Capitolo 2: *** Seconda puntata ***



Capitolo 1
*** Prima puntata. ***


Prima Puntata.



Il destino di una persona può essere racchiuso in un nome?
Nel mio vi era l’amore per le piante. Mi chiamo Ludovica come l’orchidea rara e preziosa che tutti conoscevano per la sua tenacia; era tenace come il grande amore dei miei genitori che simboleggiava. Sembrava debole ma racchiudeva tanta forza. Per ora da mia madre avevo ereditato la passione per le piante, lei era una fioraia ed io un’esperta di botanica, i suoi grandi occhi azzurri, il suo sorriso delicato, i capelli biondi e come ripeteva sempre mio padre, l’intelligenza.
Speravo un giorno di avere la sua stessa fortuna ed incontrare l’uomo della mia vita.
In verità io sapevo di averlo incontrato sin dai miei primi anni se non mesi di vita. Lui si chiamava Fabien ed era il figlio degli amici più cari dei miei genitori. Ma per lui ero sempre stata la bambina che correva fra i monti come una novella Heidi, che cadeva e si sbucciava le ginocchia, che giocava con le bambole, i fiorellini e l’altalena. Per lui ero un piccolo maschiaccio … Era di sei anni più grande, e se io a tredici anni abbandonavo le Barbie, Fabien correva dietro alle ragazze, anzi alla ragazza, a lei … Mia cugina Hannah.
Hannah … La mia cugina più grande di ben sette anni, figlia della sorella di mia madre, la zia Laura e di Alexander Saalfeld, suo marito.
Durante la nostra infanzia, io e Valentina, la figlia dello zio Robert, eravamo piene di ammirazione e adorazione per lei e volevamo imitarla indossando i tacchi, truccandoci. Facevamo a gara per ottenere le sue attenzioni. Poi purtroppo l’avevo persa di vista. Hannah era in Belgio con i suoi genitori ed io nella Repubblica Ceca con mamma e papà, Sandra e Lukas Zastrow. Qui i miei gestivano un eco hotel e si occupavano con amore di me e dei miei fratelli.
Anche Fabien era uscito dalla mia vita da anni. Per un ragazzo che diventava un uomo era impensabile trascorrere le vacanze sui Monti dei Giganti con i genitori che a turno con i compagni venivano a trovarci. Sapevo che era un musicista straordinario e che si era laureato in medicina come il padre. Fabien, anche solo pensare il suo nome senza pronunciarlo mi faceva battere forte il cuore.
Mia madre non conosceva il dolore di un amore non corrisposto ma la zia Emma, che viveva in Canada con Felix, il suo grande amore, sapeva bene quanto potesse essere straziante. Lei fu la mia confidente durante l’adolescenza. Mi fece capire che non bisognava mai perdere la speranza e smettere di credere nelle favole.
Ma Fabien era il fidanzato storico di mia cugina, era assente da anni ed io stavo crescendo. Dovevo abbandonare i sogni e concentrarmi sulla realtà Mi laureai con il massimo dei voti e mi trovai dei ragazzi in carne ed ossa che non avevano nulla in comune con il mio principe azzurro dei sogni. Mio padre li osservava e scuoteva la testa. Era gelosissimo di me e della mamma.
Da una persona non mi ero mai separata: mia cugina Valentina. Lei condivideva la mia passione per le piante e i fiori, la passione di sua madre, la zia Miriam, che morì nel darla alla luce. Lei abitava in Italia , a Verona con lo zio Robert, la sua seconda moglie, la fantastica e materna Eva e i suoi fratelli minori.
Noi amavamo i fiori, le piante, le farfalle ed eravamo laureate in Botanica. La distanza geografica non ci aveva mai spaventate ma ora potevamo realizzare qualcosa insieme. Avevamo una società e volevamo creare profumi, prodotti per il corpo, elisir naturali con gli estratti delle nostre piante e la creatività e la fantasia che aveva caratterizzato le nostre mamme. Gran parte del capitale proveniva da mia cugina, che aveva ereditato il patrimonio immenso della madre, che creava profumi.
Di una cosa eravamo certe, nessun uomo ci avrebbe mai divise e qualsiasi cosa l’avremmo affrontata sostenendoci a vicenda.
Ora ormai grandi avevamo uno scopo: iniziare la nostra nuova vita proprio al Furstenhof dove i nostri genitori si erano innamorati e dove Valentina aveva trascorso il suo primo anno di vita. L ‘hotel apparteneva alla nostra famiglia e noi …
Noi amavamo un posto sopra ogni altro … La serra… Il regno delle nostre mamme: Sandra e Miriam.
Valentina aveva accompagnato suo fratello Werner Jr in cucina, dove avrebbe iniziato la sua carriera di chef per il momento in seconda mentre io mi diressi direttamente nella serra, ripercorrendo la storia d’amore che aveva legato i miei genitori (qui). Chissà quante volte la mamma era stata lì con il mio papà, aveva sospirato e sofferto per lui. Li dentro avevano pianto il mio fratellino perduto prima di nascere.



Proprio mentre pensavo a tutto questo e sognavo ad occhi aperti notai qualcuno che si stava avvicinando pericolosamente alla Ludovica e voleva… Voleva coglierla …
Proprio come aveva fatto mia madre anni prima con mio padre che aveva la medesima intenzione (in quella occasione si erano scambiati il primo bacio) urlai.
“No la prego, non colga quel fiore”
E mi trovai davanti ad un uomo alto e biondo con gli occhi più celesti che avessi mai visto…
“Fabien” pensai …
Uno strano segno del destino… Proprio lì nella serra, davanti alla Ludovica madreperlacea che molto aveva significato tanti anni prima per una giovane coppia di innamorati, ritrovai il mio primo grande amore e lui sembrava fissarmi rapito come non lo avevo mai scorto … Nemmeno con Hannah.
Proprio allora una voce femminile ruppe l’incantesimo che si era creato.
“Fabien vuoi sbrigarti. Quanto ti ci vuole a cogliere una stupida orchidea.”

Fine prima Puntata.

 

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Capitolo 2
*** Seconda puntata ***


Seconda Puntata

Avete presente quel momento magico, quello in cui il vostro cuore batte forte e vorreste che il tempo si fermasse … Beh io ne stavo vivendo uno in piena regola, come un’eroina di quei romanzetti d’amore, che mio fratello derideva con foga. Ma come sempre l’incantesimo si era spezzato.
Fabien ed io ci stavamo ancora fissando rapiti.
La voce si spazientì. “Fabien, allora. Ti sei imbambolato.”
“Mi scusi, ma l’orchidea che vuole distruggere è una specie rarissima. Non può essere assolutamente colta.” Affermai.
Due occhi gelidi si posarono su di me.
Britta : “ Ma lei chi è? Una cliente dell’hotel?”.

Ludovica : “Sono la nuova esperta di botanica, Ludovica Zastrow e questa serra ormai è sotto la direzione mia e di mia cugina, come da precedenti accordi con la direzione. “
Fabien sembrava incredulo. Non riusciva a riconoscere in me la ragazzina dalle ginocchia sbucciate.

Fabien: “Ludovica, ma sei proprio tu? Come sei cresciuta!!! Sei diventata una donna. Non ti avevo riconosciuta, anche se pensandoci sei il ritratto di tua madre.”

Britta: “Io invece sono Britta Müller , la direttrice amministrativa. E così lei è la figlia di uno degli azionisti dell’hotel. La nuova botanica. Beh conosco benissimo il contratto, anche se non ero affatto favorevole al vostro arrivo. Fabien, lascia perdere la pianta e andiamo. Ho bisogno del tuo aiuto per una questione importante. “ Detto questo si avvicinò al giovane e lo baciò.
L’oggetto del mio amore di bambina aveva un quoziente intellettivo al di sopra della media ma si lasciava comandare a bacchetta da quella vipera taglia 38. Dovevo ammettere però che era molto elegante e anche raffinata e che io al suo confronto ero una rozza provincialotta, cresciuta sui Monti dei Giganti, immersa tra le montagne e i fiori.
Fabien in effetti pur guardandomi con insistenza non si oppose agli ordini della sua fidanzata e…

Fabien : “Mi sarebbe piaciuto rimanere un po’ con te, a parlare dei vecchi tempi ma Britta si sta trasferendo nel mio appartamento ed io devo darle una mano con il trasloco. Ma recupereremo. Una sera dovrai venire assolutamente a cena da noi, con Valentina. “
Lo sguardo che gli lanciò Britta non prometteva nulla di buono e lui, dopo avermi salutata per l’ennesima volta, la seguì come un cagnolino.
Tirai fuori il mio cellulare dalla tasca e …
Valentina era nella cucina dell’hotel insieme al fratello, Werner che aveva ventiquattro anni , un ciuffo ribelle di capelli neri, gli occhi scuri e seri. Il carattere invece era quello di Robert.

Werner: “Fuori dalla mia cucina.”

Valentina lo guardò con i suoi profondi occhi celesti ed iniziò a ridere.
Werner però si indispettì.

Werner: “Cosa c’è da ridere. Qui l’ingresso è vietato agli estranei ed io non sono più un bimbo di quinta elementare. So affrontare da solo il mio primo giorno di lavoro. Avrei dovuto fare come mia cugina Rose, e partire per lavorare su di una nave da crociera, invece di stare qui con mia sorella che mi fa da balia.”

Rose Zastrow era mia sorella ed era una cuoca ventiduenne, un po’ paffuta che aveva deciso, per riempire ancor di più di preoccupazioni mio padre, di imbarcarsi per cucinare girando il mondo.
A nulla servirono le opposizioni di papà che le spiegò che del mondo avrebbe visto solo l’angusto spazio di una cucina.
Ma in quel momento, al nostro Werner la scelta di mia sorella sembrò meravigliosa.
Valentina intanto non riusciva a smettere di ridere.

Valentina: “Sei la fotocopia del papà. Hai bisogno di una donna che ti sistemi il caratteraccio. Poi questa non è la tua cucina, non credo che il capo cuoco sarà disposto a cederti lo scettro. Inoltre ricordi ciò che ti hanno detto il papà ed Eva? Devi occuparti di me e Ludovica, viziarci con i tuoi manicaretti e cercare di addolcire il tuo carattere. “

Uno sguardo torvo la raggiunse ed una voce tuonò: “Fuori dalla mia cucina”.
Valentina regalò al fratello un sorriso meraviglioso e raggiunse la porta con un: “Ok, me ne vado. Ma se continuerai così non incontrerai mai una donna disposta a sopportarti …”
Con la sua sapienza da sorella maggiore, uscì dalla cucina lasciando suo fratello insieme ai suoi manicaretti.
Quanto a me ero sconvolta e volevo parlare con qualcuno.
Una voce mi raggiunse.
“Se pensi di chiamare tua madre o mia sorella Emma, sbagli tattica, mia cara. Fabien avrà anche un quoziente intellettivo al di sopra della norma, ma è pur sempre un uomo. E Sandra ed Emma di uomini capiscono pochino”
“Zia Rosalie, ma cosa ci fai tu qui?” Ci abbracciammo. Infondo la conoscevo bene. Era venuta spesso a trovarci nel nostro eco hotel ed era stata la prima moglie di mio padre. Se per questo era stata anche la rivale di mia madre e aveva tentato anche di farla fuori per ben due volte, ma se lei e la zia Emma l’avevano perdonata perché non dovevo farlo anche io? Infondo era simpatica. Era stata lei a regalarmi la mia prima trousse e ad insegnarmi a truccarmi. A mia sorella Rose era andata assai peggio perché Rosalie le aveva regalato un libro con le cento diete più efficaci, cosa che fece infuriare parecchio i miei genitori.
“Sai, stenterai a crederlo ma anche io ho un istinto materno e sentivo la nostalgia di mio figlio. Vedrai quante volte tuo padre verrà qui a controllarti, scommetto che ti starà già sommergendo la segreteria telefonica con i suoi messaggi. Il mio Benjamin è il direttore amministrativo e volevo vedere come se la cavava. Vive in hotel sai, proprio con il tuo Fabien ed è il collega della taglia 38, che voleva estirpare la Ludovica. Ci provai anche io a far fuori quella piantina, ma è proprio tenace, come tua madre, devo ammetterlo.”
Benjamin Dumont aveva la mia stessa età ed era nato e cresciuto a Nizza, dove la zia Rosalie si era trasferita dopo le nozze con un ricco francese, il padre del giovane. La Francia era la sua patria come la serra era il regno della mamma.
Quel pomeriggio, nella serra la prima moglie di mio padre mi insegnò alcuni trucchetti per sedurre un uomo (ma visti i risultati ottenuti con papà e lo zio Felix decisi di non ascoltarli) ma soprattutto mi spiegò che non dovevo abbattermi e che dovevo imparare a godermi la vita mentre attendevo di conquistare Fabien.
Mi consigliò di uscire qualche volta con Banjamin che conosceva tutti i locali più esclusivi di Monaco e sapeva divertirsi. Mi spiegò che avrei sofferto meno nel vedere Miss taglia 38 e il dottorino insieme se mi fossi divertita e non commiserata accanto ai fiorellini, come aveva fatto la mia mamma.
Poi cosa che sarebbe stata inconcepibile per la vecchia Rosalie Engel, mi abbracciò e mi diede un bacio sulla guancia.
“Assomigli tanto a Sandra, e devo ammettere che era proprio graziosa per essere una fioraia un po’ provinciale” Lo disse con un sorriso e poi mi lasciò per andare a Monaco a fare delle compere

Quel pomeriggio Britta partì per un viaggio di affari a Zurigo, proprio nel giorno del suo trasloco e toccò a Fabien sistemare le ultime cose. La stanza da letto era sommersa di scatoloni.
Benjamin, il figlio di Rosalie e il coinquilino del giovane medico bussò alla porta.
“Mamma mia, amico mio, questa stanza è veramente irriconoscibile. Sembra sia stata arredata da mia madre. Britta ha lasciato il segno. Un gusto e uno stile parigino. Ma cosa ci fai con quel vecchio album di foto? “ affermò entrando.
“Un tuffo nei ricordi … Non ci crederai mai ma oggi , proprio oggi che mia sorella Debbie mi assillava di telefonate per predirmi un cambiamento che mi avrebbe sconvolto la vita…”
Benjamin lo guardò con commiserazione e interrupe l’amico: “Beh in effetti, il cambiamento epocale c’è stato. La mia cara collega ti ha stravolto la casa… Ma sono le vecchie foto delle vacanze sui Monti dei Giganti” il giovane afferrò l’album e si soffermò proprio su una mia foto. “Fabien ma questa è una foto di Ludovica Zastrow … Sai che è appena arrivata in hotel, mia madre …”
Fabien perse la pazienza : “ Se per una volta mi lasciassi finire di parlare sapresti che è qui, ed è diventata una meraviglia … E’ alta, ha uno sguardo così dolce, i capelli lunghi, biondi. E’ una donna, non più la bambina che ho conosciuto. Non riesco a dimenticare il suo sorriso … Tra l’altro senza volere stavo proprio per cogliere la preziosa Luidovica di sua madre.”
“Fabien, Ludovica è sempre stata un tesoro. L’ultima volta che l’ho vista, cinque anni fa’ era una meraviglia, peccato che fosse già impegnata con un tipo di cui non le importava nulla. Mia madre mi spiegò che probabilmente stava cercando di dimenticare qualcuno. Comunque eravamo alla sua festa di compleanno e fu uno spasso, sai quanto adoro le feste. Avrei corteggiato io stesso Ludovica, se non mi fossi reso conto che lei era una ragazza che desiderava un rapporto serio e sai benissimo che la serietà non fa per me. Poi lo zio Lukas, non me lo avrebbe mai perdonato. E’ gelosissimo. Ti rendi conto, vero che nemmeno tu potrai giocare con i suoi sentimenti? Voglio dire, conosci i suoi, i tuoi genitori sono i loro migliori amici e sei fidanzato. Era la bambina con la quale facevi le escursioni in montagna, vedila in questo modo. La cuginetta della tua Hannah, niente di più.”
“Diciamo che quando penso a lei non mi viene in mente la ragazzina dalle ginocchia sbucciate ma la donna che è diventata e comunque penso di aver fatto una pessima figura con lei. Sono certo di averla offesa. Non mi sono scusato per il suo fiore e non ho nemmeno chiesto notizie dei suoi genitori. Penso che questa sera dovrò rimediare. Inoltre non mi dispiacerebbe rivedere Valentina” affermò Fabien sistemando una preziosa scultura di Britta in un angolo della stanza.
Benjamin si sdraiò sul letto ma poi si alzò di scatto, dopo aver guardato l’orologio.
“Cavolo, ma è tardissimo. Mia madre diventerà una furia. Le ho promesso di accompagnarla a Monaco per cenare in un nuovo ristorante. Io scappo, ma tu non commettere errori di cui potresti pentirti, soprattutto se in tutto questo sono coinvolti i sentimenti di una ragazza che conosci da una vita.”
Fabien annuì e rimase assorto nei suoi pensieri.
Giunse la sera e nel vecchio appartamento dei nostri nonni , ormai restaurato e privo di ogni legame con il passato, io e Valentina ascoltammo la segreteria. I nostri padri ci avevano sommerso di messaggi così la mamma ed Eva avevano provveduto a scusarsi per i consorti. Non erano riuscite a frenarli. Nelle speranze di Robert e Lukas, Werner ci avrebbe protette da ogni malintenzionato ma purtroppo lo chef era rintanato nel suo regno da ore e manteneva la distanza di sicurezza da noi, che ci tenevamo alla larga dalla sua cucina per un puro istinto di sopravvivenza.
Poco dopo sentii le note di una canzone provenire dalla stanza di Valentina. Your song, la canzone dello zio Robert e della zia Miriam.
Bussai ed entrai nella sua camera.
Era sommersa dagli scatoloni e aveva tirato fuori il lettore dvd. Stava vendendo il video di nozze dei genitori. Mi accoccolai accanto a lei sul suo letto e ci abbracciammo.
“Oggi quando sei arrivata al Furstenhof, hai pensato ai nostri genitori, vero. Voglio dire per loro è iniziato tutto qui, in questo hotel … Hanno trovato il grande amore. Papà addirittura due volte. Magari porterà fortuna anche a noi. Chissà se ne troveremo uno grandissimo.” Mi chiese.
“Valentina, come siamo romantiche oggi … Si, ho pensato a loro e sì mi sono chiesta la stessa cosa ma poi ho incontrato Fabien …” Risposi.
Mi fissò stupita: “Fabien è qui … Ma dai … Sarà rimasto folgorato … L’ultima volta che ti ha vista avevi quelle stupide trecce che ti faceva tua madre ed eri vestita come un maschiaccio. Ed ora guardati … Ho saputo che con Hannah è tutto finito quindi, invece di commiserarti accanto a me perché non agisci, esci e vallo a cercare.”
“ E’ fidanzato con la direttrice amministrativa, Britta Müller e lei si è trasferita da lui, vivono proprio qui in hotel, nel vecchio appartamento di mio padre e di Michael. Con lui non riesco mai a azzeccare il momento giusto, sarà il destino.” Mormorai giocando con una mia ciocca di capelli.
“ E’ fidanzato con quella tanto magra quanto acida … ? Bel problema, ha l’aria furba che non promette nulla di buono. Mi ha guardato come se fossi un insetto fastidioso.” Mi consolò lei.
“ E voleva che Fabien cogliesse la Ludovica. Sono riuscita a salvarla per miracolo …” rivelai
“Beh, si estirpare la Ludovica potrebbe diventare la sua missione e non mi riferisco solo alla pianta, perché se la Müller scopre che a te piace il suo fidanzato … Puoi star pur certa che renderà il tuo soggiorno qui un vero inferno.” Sentenziò-
In quel momento suonò il campanello. Pensammo che fosse Werner che come al solito aveva dimenticato le chiavi.
Ed invece era Fabien.
“Posso entrare?” mi chiese fissandomi con i suoi meravigliosi occhi celesti.

Fine seconda puntata.

 

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