A.A.A. sicario cercasi

di cioccolatoprego
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Rinnegati ***
Capitolo 3: *** Lo sbroccato con la brocca ***
Capitolo 4: *** Cascata delle fate ***



Capitolo 1
*** prologo ***


fiori questa fan-fiction è scritta con Akuby_ge!


prologo - fiorellini!

Ero in camera mia, e stavo cercando le scarpe alte, quando il disgraziato apparve. All'inizio, non feci caso allo strano uomo con lunghi capelli biondi che si era introdotto in camera, pensando che fosse uno degli amici di mio fratello con il vestito per la festa, ma poi, quando parlò, iniziai a preoccuparmi.
- Nobile dama, sono lieto di annunciarvi che voi siete la prescelta.
Lo guardai orripilata, mentre una serie di oscuri presentimenti sulla moralità degli amici di mio fratello iniziava a farsi strada nella mia testa. E anche sulla loro sanità mentale.
- Sparisci, deficiente - latrai, senza preoccuparmi della sua espressione incredula. 
- Come dite, nobile dama?
Sospirando, gli tirai una scarpa. 
- NOBILE DAMA!
Stavo per urlare qualcosa, quando mi accorsi che faceva strani gesti, e non feci in tempo a protestare, che mi ritrovai avvolta in una nuvola di fiorellini.

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Capitolo 2
*** Rinnegati ***


Rinnegati

Era una giornata piena di sole, e la strada era affollata; uomini e donne alti, biondi e spaventosamente belli, camminavano con eleganza, parlando con voci cristalline; a parte cose strane come queste, la sola cosa strana in quel posto ero io. Nel senso: che ci facevo, io? Fino a qualche istante prima ero nella mia camera...
Davanti a me, l'amico di mio fratello mi guardava con aria pietosa, e domandò: - Nobile dama, non avevate mai visto niente di così bello, vero?
Lo fissai, chiedendomi se qualcuno avrebbe protestato se l'avessi strozzato, e non risposi.
- Nobile dama, lasciate che vi presenti la Compagnia dei Rinnegati.
Uno squillo di tromba coprì le ultime parole, e una nube di fiorellini oscurò la mia vista per un attimo; poi, tutto normale, a parte che qualche fiorellino si era attaccato ai miei capelli.
- Chi, scusa?- chiesi, sicura di aver sentito male. Nessuno degli amici di mio fratello avrebbe potuto avere un'idea così idiota.
All'improvviso, quattro loschi figuri mi si pararono davanti: tre erano altissimi e bellissimi - come tutti - mentre l'ultimo era più basso, e aveva i capelli neri, contrariamente agli altri.
- Sono Lyannen, capo dei Rinnegati. - disse il tappetto.
Lo guardai schifata. - Dei cosa?
- Dei Rinnegati, nobile dama. - ripeté uno dei biondi, guardandomi incerto - Dobbiamo salvare la Stella di Dardamen.
- Io non faccio astronomia, chiedete a qualcun altro.
Silenzio. La folla si fermò, e tutti mi guardarono increduli.
L'amico di mio fratello sorrise. - Voi siete la prescelta, dovete andare con i Rinnegati.
- Dobbiamo salvare Eileen, la figlia del re degli elfi, Stella di Dardamen... - spiegò Lyannen.
Io feci un salto, e lo guardai sconvolta. - Del re dei cosa?
Triste, il tappo abbassò la testa. - Si, lo so che  il mio amore è impossibile...
L'amico di mio fratello gli diede una pacca sulla schiena e gli disse: - Piccolo mio, asciugati quelle lacrime e comportati da uomo.
Io li guardai perplessa. - Piccolo mio?
- Non lo sapete? E' mio figlio! Io sono Vandriyan del Giglio Nero, e lui è mio figlio Lyannen il Mezzomortale.
Il ragazzo lo guardò offeso e scoppiò a piangere.
- Drymm, figlio dell'alto Consigliere. - si presentò uno degli altri tre.
- Validen  Cioccadoro - disse un altro - nipote del re.
- Elfhall di Nuna, figlio di un eroe nazionale.
Qualcosa non mi quadrava. Consigliere? Re? Eroe nazionale? Ma non erano dei Rinnegati?
- Scusate - iniziai - ma come fate a dire che siete la Compagnia dei...
I tre si scambiarono uno sguardo, e Lyannen disse asciugandosi le lacrime: - Suonava più beeello!
Gli altri sospirarono.
- Va bene, ma che c'entro io?- chiesi, irritata.
- Ecco - cominciò Validen - mio zio temeva che saremmo morti di fame, senza una cuoca.
Pensai che stesse scherzando, ma gli altri annuirono e Lyannen fece una specie di balletto.
- Mi dispiace, ma credo che vi convenga andare in rosticceria, e poi chi vi credete di essere, a rapire una studentessa della Cattolica e a dirle che deve seguire quattro esaltati per salvare una belloccia rapita? In un altro mondo, poi!
Lyannen divenne viola. - Non è belloccia, è bellissima!
Vandriyan, male interpretando la mia espressione, disse gentilmente: - Lo so che sei molto bassa, non hai i nostri splendidi capelli dorati, né nostri luminosi occhi azzurri, ma nessuno di noi ti prenderà in giro per la tua bruttezza, o per il lardo che s'intravede tra le pieghe di quell'indecente straccio nero...
Questo era troppo. Poteva dirmi che non avevo capelli biondi né occhi azzurri, che ero bassa, che non ero magra, ma mai insultare il mio splendido, costoso, scollato e super-seducente abito da sera...
- MA TI CREDI BELLO TU, CON QUEI CAPELLI DA HYPPIE? E TI SEMBRA NORMALE GIRARTENE CON UN GROSSO FIORELLONE TRA I CAPELLI?
Vandriyan mi guardò preoccupato: - Povera ragazza, non solo brutta, ma anche tocca.
Urlai.
Lyannen mi si mise davanti, s'infilò una mano sotto la camicia, ne estrasse un medaglione molto, molto imbarazzante - una stella di plastica - me l'agitò sotto gli occhi e, incredibilmente, svenni.
Piuttosto ovvio, in effetti: me l'aveva sbattuta in faccia.
Quando mi risvegliai, sopra di me c'erano alberi.
E, tra l'altro, mi resi conto di non avere più il mio vestito nero. Tolsi la coperta che mi avvolgeva, e mi accorsi di avere uan sorta di lungo abito rosa pieno di merletti, miracolosamente stirato nonostante la coperta, e con delle orribili scarpette rosa. Sconvolta, mi passai una mano tra i capelli, e la ritrovai coperta di fiori. Si, mi avevano messo i fiori tra i capelli...
Mi misi a sedere, e scoprii di essere in una sottospecie di accampamento, una cosa vergognosa che avrebbe fatto espellere qualsiasi boyscout dal suo gruppo: cinque sacchi a pelo sparsi per uno spiazzo senz'alberi, e qualche zaino solitario. Solo uno dei sacchi era pieno, e in esso c'era il tappo che russava; gli altri erano in piedi, e parlavano con voci argentine tra di loro.
- Oh, buongiorno, nobile dama. - disse Validen, guardandomi con aria sollevata.
- Buongiorno. - feci io.
- Meno male che vi siete svegliata: è ora di colazione. Allora, cosa ci farete gustare oggi?
- Sia chiaro una volta per tutte: non lo faccio! So a malapena scaldare le cose nel forno! E comunque esigo che mi riportiate a casa mia, il rapimento è un reato, dovreste saperlo!
Il più stangone di tutti, Elfhall, rispose: - Ma nobile dama, è un grande onore cucinare per degli eroi! E ormai non potete più tornare indietro.
- Cosa?- urlai, e Lyannen smise di russare.
- Solo Vandriyan può riportarvi a casa, e lui è rimasto a Dardamen.
- A Dardamen?
I tre sorrisero.
- Vado. - decisi, e mi girai, ma inciampai in uno scoiattolo che si era fermato, incantato dalle voci dei biondini.
Nessuno mi aiutò a rialzarmi.
- Non vorrete attravesare la foresta da sola, vero?
- Va bene, va bene. ma non cucinerò per voi!
Un minuto dopo, sotto la minaccia della spada di Elfhall, stavo preparando la colazione.
Mangiarono voracemente, e mentre li guardavo mi accorsi che il tappo era ancora a dormire. Eppure era tardi, e sembrava dovessero andare in missione...
- Le troppe emozioni lo hanno distrutto. - rispose Drymm alla mai domanda silenziosa - Dobbiamo lasciarlo stare.
Scossi la testa.
- Non vorrete svegliarlo. - disse Validen ansioso.
Sorrisi.
Loro si girarono a consultare una mappa. Non appena mi volsero le spalle, mi avvicinai al tappo e gli diedi un calcio.
Sobbalzò. - Il nemico di attacca! Si salvi chi...
- Oh, Lyannen, ti sei svegliato! - disse Elfhall - Ora faremo tappa a Mymar.
- Posso mangiare, prima?
- Eh no, mi spiace - sibilai - se volete davvero salvare quella Cometa di...
- Stella!
- ... Stella di Dardamen, dovete muovervi!
Lyannen sospirò. - Per salvare Eileen, sopporterò anche di essere deriso da una mortale. Avanti!



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Capitolo 3
*** Lo sbroccato con la brocca ***


rinnegati- c2 Lo sbroccato con la brocca

E marciammo.
Lyannen si lamentava che aveva male ai piedi, gli altri facevano finta di nulla, e io mi sforzavo di resistere all'impulso di strangolarlo: il tappo aveva gli stivali. Io, seta.
Tirammo avanti tutto il giorno, con una sola sosta per mangiare - con la scusa di essere troppo stanca, li convinsi a prendere qualcuna delle loro provviste senza cuocerle - e senza avvenimenti notevoli. Si, insomma, a parte il fatto che, impietositi dal mio stato, iniziarono a chiedermi in continuazione di portarmi in braccio, al che mi costrinsero a iniziare un lungo discorso sul mantenimento delle distanze, sulla gelosia del mio fidanzato - si, magari - e sulle differenze di rango.
A sera, improvvisamente Elfhall cominciò a emettere versi spiacevoli. Pensai che stesse avendo un qualche attacco, ma gli sguardi ammirati degli altri mi convinsero che era roba normale; e, nel giro di pochi minuti, simili disdicevoli rumori echeggiarono dagli alberi.
E poi, silenzio.
Elfhall sorrise - era ancora vivo! - e disse con gioia: - Benvenuti a Mymar.
Arrivammo a una fontanella di pietra, una cosetta elegante, certo, ma un po' fuori luogo fra tutti quegli alberi chiassosi; e, sulla fontanella, era appoggiato qualcuno.
Sobbalzai.
Era vestito di bianco, con un lungo strascico che circondava la base della fontanella, e una brocca di porcellana in testa; alto, capelli grigi pettinati in maniera atta a sorreggere la brocca, e viso nobile, con occhi viola.
Nel complesso, forse più affascinante di quei cosi biondi - per non parlare del tappo - ma, per qualche strana ragione, mi sembrava peggio.
Senza parlare, abbracciò Elfhall.
Io lo guardai preoccupata. Non aveva intenzione di abbracciare anche me, vero?
- Da quanto tempo, cugino. - disse Elfhall.
- Non cugino - fece il misterioso uomo con la brocca - Fratello.
Sospirai. La tribù delle stanghe era rimasta agli anni settanta. - Fratello?
- Oh - disse l'uomo, guardandomi incredulo - una nobile dama!
Ringhiai. - Nobile cuoca.
Lyannen tossicchiò, mentre l'uomo guardava meravigliato e indignato i miei compagni.
- Lui è mio cugino. - disse Elfhall, per cambiare discorso - Dalman.
- Piacere. - dissero tutti in coro.
- Piacere. - fece Dalman - Cosa fate da queste parti?
- Dobbiamo compiere una missione segreta. - disse Lyannen, guardandosi attorno con aria epica.
Io sospirai. Va bene, ero stata trasportata per magia in un mondo parallelo, costretta a fare la cuoca a quattro esaltati, costretta a girare con scarpe di seta e fiori tra i capelli, ma non potevo sopportare una simile follia.
Fu per questo, quindi, che scivolai in ginocchio, e cadendo diede una gomitata a Lyannen, dritto dritto dove meno se l'aspettava.
Il tappo gemette, ma tutti lo ignorarono, troppo presi a raccogliere la dama caduta, così dovetti lottare per riuscire, nonostante tutti i loro sforzi di portarmi in braccio - o in testa, se ripenso alla brocca - a rimettermi in piedi.
- Ci fermiamo per la notte. - annunciò Validen.
- Siete miei ospiti. - disse Dalman allegro.
Dagli alberi iniziarono a uscire alcune persone che salutarono Dalman e mi guardarono stupiti. Dalman ci disse di seguirlo, e andammo avanti per qualche minuto, quando ci fermammo a fissare un albero. Io pensavo che Dalman si fosse perso, ma invece lui iniziò a rantolare, come se stesse soffocando, e, impietosito, l'albero si aprì.
Dalman ci si infilò dentro, smettendo di sibilare, e c'invitò a seguirlo.
- Questa è casa mia. Sono queste le case a Mymar - spiegò, in risposta ai nostri sguardi increduli - viviamo in completa sintonia con gli alberi.
Osservammo la sua "casa": c'erano un tavolo, delle sedie e degli scaffali. Sarebbe anche potuta passare per normale, se non fosse stata dentro un albero.
In un albero...
Quanti insetti ci potevano essere? Rimasi a contemplare le pareti, schifata, e non mi unii agli altri, che invece iniziarono ad adularlo.
- Che nobile modo di vivere!
- Che giusta filosofia!
- Degno di un vero Eterno!
Dalman sorrise, e preparò la cena. Mangiai con gusto, per la prima volta da due giorni, mentre loro chiacchieravano.
- Qui a Mymar aspettiamo la disfatta da un momento all'altro, ma io mi rifiuto di credere che sia finita. Vorrei andare a combattere al fronte, ma non mi lasciano partire: vogliono che rimanga gente a difendere la città in caso di attacco.
Si scostò la veste da un fianco e mostrò una spada.
- Questa era la spada di mio padre. Da quando è morto la porto io, e non vedo l'ora di provarla sui nostri nemici. - Dalman sbarrò gli occhi, con aria assolutamente folle, e proseguì gesticolando animatamente - A volte di notte la sento agitarsi al mio fianco, reclamando il suo tributo di sangue...
Lo fissai, orripilata. Neanche i miei rapitori avevano la testa a posto, ma questo li batteva tutti.
- Sangue? - chiesi, e gli altri mi guardarono stupiti come se si fossero ricordati solo allora che c'ero.
- Oh! - fece Dalman - Non vi avevo vista, mia nobile...
- Scusateci, nobile dama. - implorò Lyannen - Non dovevamo spaventare il vostro dolce cuore di fanciulla umana...
- Volete che vi accompagni da un medico? - chiese Drymm.
- No, no, ora vado dal fioraio... - annunciò Validen.
- O preferite che vi canti una serenata? - domandò Elfhall.
Sospirai.


Prima di tutto, ci scusiamo tantissimo per il terribile ritardo nell'aggiornamento: il prossimo capitolo lo pubblicheremo prima.
SkAnNeRiZzAtA: grazie per aver commentato e per averci inserito tra i preferiti! il nome della ragazza non viene detto, ma nel prossimo capitolo - accidentalmente - gliene verrà affibbiato uno ^^. Slyman - il tuo personaggio preferito - apparirà fra un pò. Riguardo alle altre cose... si, ci saranno, non temere, e in particolare il signor Occhi Conturbanti ^^
alla prossima da cioccolatoprego e akuby_ge 

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Capitolo 4
*** Cascata delle fate ***


rinnegati c3 Cascata delle Fate

Il mattino dopo mi svegliarono duettando con gli uccellini e nel giro di pochi minuti si partì. Scoprii purtroppo che lo psicopatico biancovestito veniva con noi.
Stavo litigando con Lyannen, quando Dalman si avvicinò. Il suo sguardo bastò perchè Lyannen smettesse subito di parlare. Dalman si rivolse a me: - Nobile dama, sppero che il mio amico non vi abbia turbata, con le sue poco gentili parole. Capisco come vi dovete sentire intimorita, in mezzo a tutti questi valorosi Eterni: Lyannen, che è un mezzomortale, si sente così inadeguato...
- Ehi!!!
-... in effetti, vi somigliate, nel fisico...
- Lei non ha i miei splendidi occhi azzurri, e neanche...
-... vi somigliate anche nel carattere: da come litigate, sembrate fratelli! Per cui credo che Lyannen vi debba aiutare a migliorare il vostro portamento invece di prendervi in giro. Soprattutto se si pensa che siete così lontana dal vostro regno... a proposito, dov'è il vostro regno?
- Il mio regno, di cui sono signora e padrona si trova lontanissimo da qui. - risposi, improvvisando. - Tanto che non ho avuto neanche il sospetto della vostra esistenza finchè non sono stata rapita.
Sottolineai bene l'ultima parola, ed ottenni l'effetto sperato: Dalman guardò Lyannen con aria indignata.
Il tappo tossicchiò: - Era necessario che venisse. Ne andava del destino della Compagnia, di Eileen, del mondo!
Dalman si addolcì: - Nobile dama, dovete essere fiera che proprio voi, fra tutti, siate stata scelta per una missione così importante! Anche se mi chiedo che ne sarà del vostro regno, senza di voi.
- Oh, secondo me starà benissimo, anzi starà meglio! - intervenne Lyannen - Se governate bene come cucinate...
Gli assestai una gomitata e dissi: - Il mio povero Paese sarà piombato nel caos, dopo la mia scomparsa!
Il tappo, piegato in due, mormorò: - Probabilmente regnava il disordine anche prima.
Gli tirai un calcio e continuai: - Quindi vi imploro di farmi tornare a casa!
Lyannen, da terra: - Ora capisco perchè i popoli dei mondi paralleli sono detti barbari...
Dalman stava per rispondermi, quando all'improvviso Drymm gridò: - Un nemico!
Lyannen si rialzò immediatamente: - Un nemico! Grande! Voglio dire, che disdetta! Ma non vi preoccupate, lasciatelo a me!
Io guardai il tizio incappucciato e incrociai le dita. Uccidi Lyannen, ti prego, uccidi Lyannen...
Purtroppo, le mie speranze non furono esaudite.
Mentre combattevano, il tizio si abbassò il cappuccio, e Lyannen si bloccò. Si abbracciarono, e tutti li guardammo increduli.
- Cosa cavolo fai? - urlò Drymm.
- Mio fratello. - disse Lyannen, allegro.
- Tuo cosa?
- Mio fratello Ventel Biancamano!
Sbattei le palpebre, pensando di essermi confusa: bianca mano? No, non poteva essere...
- Biancamano! - fece Validen - Piacere, sono Validen Cioccadoro.
A quel punto iniziai a barcollare, e fu solo grazie all'intervento di Drymm che non caddi per terra, ma mi risvegliai tra capelli biondi.
Preoccupata, ci misi parecchi secondi per capire che ero seduta per terra, tenuta da un biondino tra i cui capelli stavo affogando.
- Agghh.
Il biondino si rese conto che ero cosciente, e mi lasciò. Era Drymm.
- Nobile dama - disse Ventel, in piedi con il fratello - volete continuare su Ardir?
Mi chiesi chi fosse Ardir, e per un attimo credetti che volesse portarmi in braccio, ma poi un cavallo emerse tra gli alberi. Era nero, con una stella bianca sul muso: un giovane Black Beauty, venuto direttamente dagli scaffali di casa mia...
- Nobile dama?
- No.
- Volete che vi porti io? - chiese Dalman, con un'aria troppo innocente per essere credibile.
- No, no! - urlai, e senza accorgermene artigliai la spalla di Drymm.
- Nobile dama - disse lui, gentilmente - se volete accettarli, vi offro i miei servigi.
- No, no... - guardai Dalman. Almeno, Drymm non aveva i capelli grigi. - Si!
Dalman, leggermente offeso, mi si inginocchiò davanti e, guardando Drymm, ruggì: - Giuro di difendervi da ogni sventurato che decida di approfittare della vostra debolezza.
- Molto cortese.
- Non c'è bisogno. - sbuffò Drymm.
Si guardarono, e per un attimo pensai che si sarebbero presi a pugni, ma qualcosa di nero si mise in mezzo, e mi trovai a pochi centimetri dal cavallo.
- Basta. - disse Ventel - O sul cavallo o in braccio a mio fratello.
-NO! - urlò Drymm.
- NON IN BRACCIO A LUI! - fece Dalman.
- MAI! - esclamò Lyannen.
- So camminare. - dissi, ma non servì. Non andai in groppa al cavallo, né in braccio al tappo: mi ritrovai a camminare depressa al braccio di Biancamano, ascoltando la storia della sua fidanzata.
- E quando tornerai da lei?
- Quando salveremo la...
- Si, la Fiorellino di Dardamen.
- La Stella! - urlò qualcuno, ma evitai di guardarlo.

Fu una cosa molto noiosa.
Alberi che camminavano, fatine sopra: insomma, potevano anche essere più carini e inventarsi qualcos'altro, ma... Le fate ci condussero a un cancelletto, e lì Ventel disse "apri il passo agli amici dell'alba", e il cancello si aprì. Che tristezza.
Una fatina ci venne incontro, e abbracciò Ventel. Cioè, qualche centimetro della sua epidermide: com'è giusto, era troppo piccola per far di più.
- Saluti a voi, amici di Ventel, sono Krystal. Benvenuti nel nostro paese! Come posso chiamarvi?
Il tappo e gli altri fecero grossi sorrisi e dissero i nomi, mentre io la guardai perplessa tutto il tempo, e quando mi fissò, chiesi: - Trilli?
Fu così che tutti decisero che mi chiamavo Trilli.
Krystal abbracciava Ventel, e Lyannen la guardava come se volesse pestarla; io la guardavo allegra e Dalman guardava allegro me: la cosa iniziava a essere preoccupante. Nonostante ciò, arrivammo in buone condizioni a una cascata - piccola, banale e rosa - sotto un cielo stellato, e molte fate iniziarono a dire cose sdolcinate spandendo fiori.
Ovviamente, gli altri erano felici.
Io? Mm...
Ventel e Lyannen si misero seduti e Ventel gli raccontò una storia; io inciampai, e Drymm decise che era ora di chiedermi se volevo sposarlo. Validen e Dalman si scambiarono uno sguardo e, mentre le fatine giocavano, si lanciarono su Drymm e iniziarono una rissa.
Fu una lunga notte. Molto lunga.
Andammo anche dalla regina: la fata aveva capelli lunghissimi e ricci, neri. Ci disse di farle una domanda a testa: Lyannen le chiese qualcosa sulla guerra - ricordo solo che era scortese - Dalman se avrebbe visto la battaglia, Validen se la Stella era viva, Drymm se Dardamen sarebbe stata presa, Elfhall se si sarebbe combattuto lì, e Ventel rimase in silenzio.
Io chiesi se sarei mai tornata a casa, e la regina disse che la mia casa era dov'era il mio cuore.
Dovetti faticare a non ucciderla.

ringraziamenti:
SkAnNeRiZzAtA: siamo contente che ti è piaciuto il cap^^ e speriamo che anche questo sia di tuo gradimento!! grazie per continuare a commentare!!
akuby_ge ne approfitta per dire che è ancora viva e aggiornerà presto

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