Quattro contro Sarah

di Serena95
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1.0 ***
Capitolo 2: *** 2.0 ***
Capitolo 3: *** 3.0 ***
Capitolo 4: *** 4.0 ***



Capitolo 1
*** 1.0 ***


JAG HEADQUARTERS 
 
Victoria, Madison, Lara e Sam, quattro tenenti della Marina degli Stati Uniti erano riunite nella cucina del Jag durante la pausa pranzo. Si erano trasferite lì da poco, tre mesi pressappoco e si erano subito ambientate. Due di loro: Victoria Renaldi e Lara Granger erano state affidate alle cure del colonnello Mackenzie, affinché, guidate dalla sua professionalità e seguendone l'esempio, potessero farsi un'idea di cosa volesse dire essere un avvocato della procura militare. Le altre due ragazze invece Madison Square e Sam Jackson erano capitate la prima al Comandante Rabb, la seconda a Strugis, anche lui trasferito da poco alla sede di Falls Church, ma decisamente più esperto delle giovani. Le quattro, amiche di infanzia, in quel pomeriggio di gennaio, quando il cielo non voleva saperne di smettere di far cadere neve, si erano riunite per una cioccolata calda e per un paio di chiacchiere. 
 
- Stare dietro a tutto quello che dice il colonnello è quasi impossibile!- disse, dopo aver sorseggiato la bevanda, Vicky. 
- Ti sta così antipatica?- le fece eco Maddy che invece non si poteva lamentare. 
- Non mi sta antipatica, solo se la tira troppo!-
Le altre sorrisero all'espressione dell'amica e si scambiarono un'occhiata molto eloquente. 
- Il comandante Turner è molto gentile, un po' rigido ma gentile...-
- Certo Sam, non dice altro che: tenente porti la cartellina a Roberts, tenente faccia la fotocopia dell'elenco dei testimoni...- le ragazze scoppiarono letteralmente dalle risate all'imitazione che Lara fece dell'ufficiale.
- Io credo...- finì poi il tenente Granger -...che il comandante Rabb sia sprecato!-
- Già...-
- Concordo!-
- Ben detto, socia!- le fecero eco le altre. 
- Voglio dire, avete mai visto un fondoschiena più bello di quello?- affermò Victoria, con le mani sulla tazza e con lo sguardo perso nel vuoto, come se si stesse immaginando Harm proprio davanti a lei. Le quattro amiche rimasero un secondo in contemplazione del vuoto, quando Sarah entrò in cucina e scattarono tutte sull'attenti. 
- Riposo, signorine...-
- Buon pomeriggio, colonnello!- Fecero le sue due assistenti. 
Sarah non sembrò fare molto caso alla loro presenza e si preparò con tutta calma un caffè, di quelli neri e bollenti. Ne aveva bisogno, la giornata si stava prospettando sempre più impegnativa, soprattutto con il meeting che l'ammiraglio aveva indetto per il primo pomeriggio. Constatando che le giovani erano rimaste ferme e mute a fissarsi l'un l'altra, Mac domandò:
- Ho interrotto qualcosa, Renaldi?-
- Ehm, no signora!- le rispose subito il tenente. 
- Molto bene- disse quando notò che il suo caffè fosse pronto - Vi aspetto puntuali alle 2:30 in sala riunioni- 
- Sì, signora!- Aspettarono che fosse uscita prima di tirare un sospiro di sollievo e ridacchiare sommessamente. 
- È piuttosto sopravvalutata -
- Decisamente sopravvalutata-
- E dire che la trovano tutti così carina!- 
- Io non ci vedo nulla di speciale...-
- Molto normale a dire il vero-
Finita la pausa-pettegolezzi, tutte poggiarono le tazze nel lavandino, presero le loro cartellette e dopo essere passate in bagno per rinfrescarsi si diressero in sala riunioni. 
- Cosa pensi di fare?- 
- Propongo il solito patteggiamento: non scendo a meno...-
Le voci di Harm e Mac le raggiunsero non appena entrarono nella stanza.
- Siete ancora in ballo con il caso?- chiese Sturgis avvicinandosi ai due amici. 
- Se mister "non voglio cedere" non viene incontro al cliente io non ci posso fare nulla!-
- Senti chi parla...- la interruppe il comandante, con le braccia incrociate sul petto.
- Non sono io che rischio di perdere la causa, pilota!-
- Come no? Ti ricordo che sei tu la difesa, Mac!-
- Ehi ehi ehi, conservate gli artigli per quando sarete in aula!- pregò quasi il comandante Turner, poggiano una mano sulla spalla di entrambi. 
- Scusa Stu, ma il tuo migliore amico è testardo come un mulo!- 
- Ha parlato lei!- Strugis alzò gli occhi al cielo e ridendo prese posto. Inutile, quei due erano nati per litigare e non c'era nulla che si potesse fare per farli smettere. Le quattro ragazze, ancora in piedi davanti alla porta si guardarono e decisero che da quel momento avrebbero messo in atto il loro piano. L'obiettivo? Uscire con un bellissimo avvocato della procura militare degli Stati Uniti d'America: Harmon Rabb. 
 
 
 
 
 

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Capitolo 2
*** 2.0 ***


JAG HEADQUARTERS 
 
Mercoledì mattina. La bufera che imperversava su Washington non sarebbe scomparsa prima del lunedì successivo. Sconsolata, Sarah chiuse bene il bavero della giacca e dopo una veloce controllata allo specchietto della macchina prese la sua valigetta e uscì. Erano le sette e mezza. Non si aspettava di trovare molte persone in ufficio a quell'ora. Salì le scale, non volendo prendere l'ascensore, e sperò così di scaldarsi un pochino. Entrò in ufficio e Jennifer le sorrise come sempre. Quella ragazza era fenomenale, mai un giorno che l'avesse vista arrabbiata o nervosa. Si diresse in ufficio e diede inizio a quella lunga giornata. 
Erano le otto quando alla sua porta bussarono le due assistenti. 
- Avanti...-
- Buongiorno, signora- dissero Victoria e Lara. A segnale di Mac si misero sedute e ascoltarono gli ordini del loro superiore. 
- Oggi, come sapete ho l'udienza con il comandante Rabb...- disse Sarah incrociando le mani sopra la scrivania e le gambe sotto il tavolo. Parlava decisa e chiara. Non voleva trovarsi costretta a ripetere le cose due volte. 
- Voi seguirete il processo dietro di me... Prendete appunti, ascoltate, fate quello che trovate più appropriato, ci troveremo poi dopo pranzo per discutere del caso e chiederò le vostre opinioni. Vi consiglio quindi di prestare molta attenzione...-
- Sì, signora!- le ragazze si diressero verso la porta, scontrandosi con Harm che proprio in quel momento stava entrando nell'ufficio della collega. 
- Oh, perdonatemi signorine!- disse loro sorridendo vistosamente e spostandosi da parte per farle passare. Le due non tardarono a passare oltre e ridacchiando lo ringraziarono. Naturalmente gli sguardi del tenente Renaldi e del tenente Granger non passarono inosservati agli occhi di Mac, che subito si preoccupò di far entrare l'amico, lanciare un'occhiataccia alle bambine in divisa e chiudere poi la porta. 
- Dimmi tutto, Harm!- Sarah ringraziò il cielo che il suo collega, essendo un uomo, non si fosse accorto assolutamente di nulla, anzi era rimasto fisso sulla foto che aveva sulla scrivania. 
- Non mi ricordo che Harriet ci avesse fatto una foto!- disse ridendo, mentre sollevava la cornice. 
- Già, beh mi piaceva e...- 
- Tranquilla, Mac! È bellissima...- le disse poggiandole una mano sulla spalla. Lei a quel tocco portò gli occhi ai suoi e per qualche istante rimasero in silenzio.
- In cosa posso esserti utile, avversario?- gli disse per stuzzicarlo e per togliersi da quella situazione di imbarazzo. 
- Mi chiedevo se la mia miglior rivale volesse pranzare con me oggi, nel mio fantastico studio, in compagnia del miglior pilota e avvocato, mangiando il miglior cibo cinese della città!-  Sarah lo guardò alzando un sopracciglio, ma all'espressione idiota del suo collega non poté che accettare. Si salutarono con la promessa di distruggersi in aula. 
 
AULA 2, 
TRIBUNALE DEL JAG 
 
Il giudice Shepard era allibita. No, non allibita, sconsolata. Neanche sconsolata, rassegnata. Si mise comoda: testa appoggiata su un gomito, martelletto nell'altra mano. Lo show Mackenzie-Rabb era iniziato, di nuovo. 
 
- Ridicolo!- era stato il comandante ad alzarsi. 
- Come, prego?- Mac gli si avvicinò fino ad essere ad un palmo dal suo naso.
- Il tenente Wang è colpevole. Ha picchiato un suo superiore-
- Nessuno ha visto l'accaduto quindi fino a prova contraria si suppone che sia successo...-
- Vostro onore posso fare un piccolo esperimento?- chiese Harm, mantenendo il contatto con gli occhi di Mac.
- Proceda, comandante, basta che non tiri fuori un fucile automatico e inizi a sparare!-
- Non succederà, giudice- 
- Vai in fondo alla stanza, per favore...- Mac stupita fece quello che il suo collega le disse. Giunta alla porta dell'aula si voltò, incrociando al petto le braccia. 
Harm recuperò dal tavolo la sua penna. 
- Vede questa biro, Colonnello?-
- Sì, comandante...-
- Dov'è la penna, adesso?- le disse con tono quasi canzonatorio, dopo aver lasciato cadere la penna sul pavimento.
- Per terra, dietro il tavolo...- rispose piccata Mac. Diamine Harm era stato bravo, dannazione aveva centrato in pieno il bersaglio. 
- Ma, colonnello, lei non può vedere la penna; può solo supporre che sia lì, perché il suo sesto senso, che mi sembra decisamente ottimo le ha suggerito la posizione dell'oggetto...-
- E con questo? Vostro onore sta farneticando!- rispose quasi seccata Mac sbattendo le braccia lungo i fianchi mentre si riportava al centro dell'aula. 
- Comandante, arrivi al punto!- 
- Nessuno ha visto il tenente colpire il capitano Dawson, però dopo essersi incontrati il capitano presentava uno zigomo tagliato da quello che il medico ha dichiarato come "un bel gancio destro"...- finì Harm facendo ridacchiare alcuni degli ufficiali presenti. 
- Nessuno ha visto nulla, ma andiamo, signori, come il mio sciocco esperimento ha dimostrato tutti siamo dotati di buon senso... - Sarah si era seduta. Cavolo, quando il suo migliore amico giocava la carta del " ti faccio fregare con le tue stesse mani" lo odiava. Raccolse le carte del processo. Aveva perso la causa e questo lo sapeva. Ora doveva solo cercare di ottenere il meglio per il suo cliente. Voleva dire una sola cosa: patteggiare con l'uomo che non scendeva mai a compromessi. 
Harm uscì subito chiamato da un paio di capitani che volevano avere un suo parere riguardo una faccenda legale. Mac dopo aver riordinato le sue cose partì spedita per l'ufficio. Erano le undici. Avevano ancora un'ora prima del pranzo. Qualche pratica avrebbe potuto archiviarla.  
Intanto le quattro comari si erano ritrovate in biblioteca, mentre stavano sistemando un paio di libri.
- Allora, come è andata?- Sam la più piccola delle quattro, che seguiva il comandante Turner non aveva potuto partecipare all'udienza ed era curiosa. 
- Uno spettacolo!- disse Vicky senza contenere l'entusiasmo.
- L'ha letteralmente spiazzata...- continuò Lara, ridendo con gli occhi. 
- Se n'è andata arrabbiata!- terminò la terza. 
- Dovevi vedere la faccia del colonnello, Rabb ha praticamente smontato ogni sua frase, mi chiedo ancora perché non abbia già patteggiato!-
- Mac non patteggia mai!- tutte e quattro si voltarono verso la fonte della voce. Harm le stava osservando, con la cartellette sotto il braccio. 
- Signore!- 
- Riposo...- 
- Complimenti, per il processo-
- Non è ancora stato emesso il verdetto, Square...-
- Sì, ma è piuttosto palese: lei vincerà il processo, signore-
- Beh ti ringrazio per la fiducia, ma il colonnello è un osso duro e non si arrenderà facilmente, sappiatelo- Appoggiò un codice sul ripiano, cosa che diede tempo alle quattro di osservare il suo fisico ricoperto da quella bellissima divisa blu. 
- Con permesso...- disse appena finito di sistemare.
 
PAUSA PRANZO 
 
- Toc, toc!-
- Ehi, marinaio!-
- Sono passato a prendere il pranzo!- le disse con un sorriso spettacolare e sollevando la borsa della spesa. 
- Arrivo!- rispose, alzandosi di scatto dalla sedia e rubandogli le buste con il cibo, prima di fiondarsi nel suo ufficio e occupare la sua poltrona. 
- Ehi!-
- Per favore...- gli chiese supplicandolo con lo sguardo. 
- E va bene, ma solo perché ti ho sconfitto!-
- Mi hai umiliata è peggio!-
- Non potrei umiliarti Mac...- le disse prima di tirare fuori spaghetti di soia e riso. 
- Attento hai un nemico pericoloso in giro!-
- Nah! Tu non sembri molto pericolosa...-
- Non parlavo di me, ma di quelle quattro ochette che girano qui al JAG-
- Perchè?- lei scosse la testa, ma possibile che lui non si fosse accorto di quanto quelle gli sbavassero dietro. Avrebbero notato tutti come se lo mangiavano con gli occhi in aula e beh poi lei aveva anche origliato qualcosina riguardo un fondoschiena perfetto, ma evitò di tirare fuori quella parte, o avrebbe dovuto dare altre spiegazioni scomode. 
- Gli piaci!-
- Mac, tranquilla, sono sono proprio il mio tipo!- disse con noncuranza, addentando un boccone di riso. Lei arrotolò un paio di spaghetti e se li portò alla bocca. 
- E chi è il tuo tipo?- ok, era fatta, la domanda era stata fatta. Tirarsi indietro: non poteva. Scappare dall'ufficio come un'adolescente: si beh quella era un'ipotesi ma diamine, lei era un colonnello dei Marines, e i Marines non si nascondono... Massimo si mettono al coperto, pensò terrorizzata! 
- Beh...- suonò il telefono. Sarah lo maledisse con la mente, ma allo stesso tempo gli era anche grato. 
- Rabb... Va bene... Grazie, Jennifer-
- Problemi?- chiese continuando a mangiare. 
- Voleva avvisarmi che... ehm ha trovato dei fogli che le avevo chiesto...-
Credette poco a quella scusa, ma decise fosse meglio non indagare. 

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Capitolo 3
*** 3.0 ***


 
JAG HEADQUARTERS 
 
Sei e mezza di sera. Poteva anche andare a casa. Aveva finito tutti i suoi compiti, per la prima volta nella vita. Prese il cappotto e il suo cappello e si portò in corridoio. 
- Comandante!- le quattro ragazze lo fermarono davanti all'ascensore. 
- Tenenti...- disse accennando un saluto con il capo. 
- Signore ci chiedevamo se avesse voluto venire a bere qualcosa con noi?- 
- Ci saranno anche dei ragazzi dell'ufficio e ci farebbe piacere se si unisse...-
Stava per rifiutare, ma un'idea gli balenò per la testa.
- Molto volentieri...- disse. Sarah, che era dietro di loro e che aveva ascoltato tutto il discorso alzò lo sguardo, allibita. 
- Però solo se il colonnello si aggiunge a noi!- terminò subito Harm. Sarah dentro di sé stava morendo dalla gioia. Le facce di quelle quattro erano spettacolari. Ci pensò un attimo. Che cosa diamine aveva da pensare! Certo che ci voleva andare, doveva difendere il suo pilota. 
- Certamente, grazie...-
- Perfetto!- disse Harm, innocentemente.
- La aspettiamo da McMurphy per le nove, signore?- domandò Madison, quasi scocciata. 
- Ci saremo! Prego, prendete voi l'ascensore, io e il colonnello andiamo a piedi- la prese sottobraccio e iniziarono a scendere le scale. 
- Poi un giorno mi spiegherai perché l'hai fatto!- disse la donna, aggrappandosi al braccio dell'uomo. 
- Fatto cosa?- le risorse con un sorriso nascosto all'angolo della bocca.
 
 
- Lo ha fatto apposta...- disse Vicky, arrabbiata. 
- Chi, Rabb?- 
- Ne sono sicura, Lara. Il modo in cui l'ha guardata, l'ha fatto apposta-
- Beh, questa sera il comandante non potrà negarci un po' di tempo, non davanti ai suoi colleghi!- 
- Dipende, potrebbe anche passare del tempo con quella!-
- Dubito che la si possa solamente paragonare a n...-
- Paragonare o meno, quella ci sta fregando il comandante, coraggio, andiamo a prepararci!-
 
APPARTAMENTO DI MAC
 
Mac era appena uscita dalla doccia. Una di quelle calde e lunghe docce per lavare via la pesante giornata. Adorava il suo lavoro, ma a volte diventava così stressante che non riusciva a stare in ufficio. Quel giorno poi erano successe davvero troppe cose: si poteva iniziare dal discorso poco carino che quelle quattro avevano fatto su di lei. Ci poteva passare sopra, in fondo erano da sole in cucina ed era stata lei ad origliare, un po' se l'era cercata. C'era stato poi il processo. Un fallimento su tutta la linea. Più che altro si era fregata con le sue stesse mani. Ciliegina sulla torta: quattro giovani, belle e decise ragazze che ci stavano spudoratamente provando con Harm. Cavolo, era estremamente gelosa! Ora si sarebbe anche dovuta sorbire quelle tenenti per la serata alla quale il suo migliore amico l'aveva invitata. Pensò che in fondo era stato lui ad invitarla. Certo per non essere da solo nella gabbia dei leoni, ma le aveva pur sempre chiesto di ... uscire? Scosse la testa, dicendosi che mai quell'uomo le avrebbe potuto chiedere di uscire. Avrebbe potuto i parare a pilotare un tomcat prima che potesse accadere una cosa del genere. Considerando che non era nulla di speciale e che ci sarebbero stati due gradi a dir tanto, prese dal cassettone un maglione, di quelli un po' larghi, e un paio di jeans molto stretti. Non poteva mai rinunciare a quelli. Recuperò un paio di stivali con il tacco dalla scarpiera e dopo essersi sistemata il trucco, presa la sua borsa e la giacca uscì. 
- Ehi!- 
- Ti sono venuto a prendere, ma a quanto pare sei già pronta...- aveva appena chiuso la porta quando per poco non era andata a sbattere contro Harm. 
- Beh visto che sei già qui...- si avviò quindi con lui. Niente macchina, solo il miglior autista della città. 
 
MCMURPHY BAR 
 
C'era già qualcuno, Sturgis ad esempio era stato invitato e adesso chiacchierava con il capitano Haley, in città per qualche settimana. Le quattro ragazze, intente a spettegolare con qualche giovanotto del JAG non si accorsero subito dell'arrivo di Sarah e del pilota.
- Ehi, finalmente siete riusciti ad arrivare!- disse Stu alzando le braccia al cielo.
- Con Mac è impossibile arrivare troppo tardi!- fece eco il comandante all'amico. 
Le quattro allo scambio di battute si accorsero della presenza del loro obiettivo. Harm stava passando dell'acqua tonica a Mac quando Lara e Madison lo raggiunsero. 
- Buona sera comandante...-
- Per favore, non siamo in servizio adesso, potete chiamarmi Harm!-
A questa frase le reazioni furono decisamente differenti. Sarah per poco non si strozzò con la bevanda, le due invece sorrisero vistosamente, decisamente contente della reazione del colonnello. 
- Ehm, Harm, più tardi metteranno della musica, e beh...- iniziò Vicky che le aveva raggiunte in quel momento. 
- Metteranno della musica,  hai sentito Sarah? Dobbiamo far valere le nostre abilità da ballerini...- finì quasi subito il comandante, guardando la collega ferma con il drink a mezz'aria. 
- Certo!- disse lei velocemente, prima di bere l'ultimo sorso di acqua tonica nel bicchiere. Le assistenti si allontanarono quindi piccate. 
- Perché l'hai fatto, Victoria ti stava per chiedere di ballare!-
- Io non voglio ballare con lei, voglio stare con te...- non che gliel'avesse detto con tono particolare, ma quelle semplici parole l'aveva colpita dritta al cuore. Una sensazione di caldo la pervase immediatamente e sapeva che non era merito dei caloriferi del locale. Si scusò con gli uomini presenti e si diresse in bagno. 
 
 
- Maledizione -
- Ogni volta che c'è il comandante, lei è a pochi passi da lui-
- Ho sentito dire che si sarebbe dovuta sposare...-
- Quando?- 
- Non lo so, con un marinaio dell'Australia, tanto anche lui l'ha mollata-
- Forse è per questo che va dietro al comandante...-
- Perché nessuno la vuole?- le quattro vipere erano in bagno a rifarsi il trucco e intanto ne avevano approfittato per commentare, finendo con il ridere di gusto all'ultima battuta. Fu quando Maddy si voltò per asciugarsi le mani che vide la porta del bagno aprirsi e qualcuno uscire velocemente. Si affrettò a raggiungere il corridoio e vide il colonnello allontanarsi velocemente. Rientrò dalle sue amiche, la faccia bianca come un lenzuolo.
- Mad, hai la febbre?-
- Stai male?- chiesero preoccupate le altre, vedendola rientrare in quello stato. 
Lei non si era sentita mai tanto cattiva come in quel momento. In fondo il colonnello non le aveva fatto nulla. Loro invece non avevano fatto altro che trattarla male. 
- Era qui...-
- Chi? Il comandante? È il bagno delle donne ...-
- No, non il comandante, il colonnello Mackenzie!- disse guardando le sue amiche preoccupata.
- Vedrai che non ha sentito nulla, torniamo di là...- disse Lara, poco convinta. 
Se il colonnello avesse dovuto sentire qualcosa per loro sarebbe stata la fine. 
 
 
Non ci aveva pensato due volte. Va bene essere considerata antipatica, ma farsi prendere in giro da quattro ragazzine era troppo. Era troppo. Uscì dal bagno e si diresse agli attaccapanni. Prese il suo cappotto e senza salutare uscì dal locale. 
Voleva solo andare a casa, andare a casa, da sola, al buio e al silenzio. 
Dentro intanto le tenenti erano rientrate in sala e si erano avvicinate al bancone del bar, dove Harm, impegnato a parlare con Stu non si era accorto della scomparsa dell'amica. 
- Ragazze, ma questa sera sparite tutte voi donne?- chiese sorridendo.
- Eravamo in bagno, signore...- disse Mad. 
- Avete visto il colonnello, è un po' che è via...-
- No, assolutamente no signore!- si affrettò a dire Sam, e Vicky fece segno poi alle altre di allontanarsi. 
- Non ti preoccupare, amico, la tua ragazza sta bene!- disse il comandante Turner, strizzando l'occhio. 
- Non è la mia ragazza... Ancora...- finì la frase sottovoce. 
- Comandante...- Harm si girò e si trovò di nuovo faccia a faccia con Madison la sua assistente. 
- Il colonnello Mackenzie credo se ne sia andata- A quelle parole balzò in piedi e le chiese velocemente spiegazioni. 
- Eravamo in bagno e stavamo parlando di lei ...-
- Dunque...-
- Beh non erano belle parole e credo ci abbia sentite...- 
- Ne parleremo domani in ufficio tenente, sono estremamente deluso, da tutte voi- detto questo corse a prendere il cappotto e senza dare spiegazioni a Sturgis che si era voltato allibito uscì in strada. 
- Ma qui se ne vanno tutti!- disse Turner, prima di voltarsi e riprendere il discorso con il capitano.

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Capitolo 4
*** 4.0 ***


- Sarah!- uscì appena in tempo per vederla salire su un taxi. 
- Harm, vado a casa, sono stanca!- 
- No, aspetta...- la fece scendere e scusandosi con il tassista lo fece ripartire, senza passeggero. Si beccò qualche insulto ma ci sarebbe passato sopra. 
- Harm che cosa vuoi?-
- Dimmi perché  te ne stavi andando- le disse avvicinandosela maggiormente. Sarah era in trappola: per prima cosa, lo aveva guardato negli occhi, secondo le aveva fatto quella domanda con una voce e con un tono che mai gli aveva sentito prima. Cercò di trattenere le lacrime. Era un marine, no?
- Ti sembrerà sciocco lo so, ma...-
Lui le prese una mano, per invitarla a proseguire. 
- Tu, ora dovresti essere lì dentro, a divertirti con quelle quattro ragazze che hanno organizzato tutta la serata per te...- disse indicando con il dito l'ingresso del bar. 
- Sai, ne sono molto lusingato davvero, ma sarò costretto a declinare l'offerta!- le sussurrò quasi ridendo. 
- Voglio stare con te...- terminò subito dopo. 
- No, tu non vuoi stare con me. Ti senti costretto, per senso del dovere perché sono una tua amica, ma non vuoi. Nessuno vuole, neanche Mic, infatti se n'è andato- 
Harm capì forse su quali argomenti fossero incentrate le cattiverie delle nuove assistenti. 
- È per quello che hanno detto loro?-
- Come fai...-
- Madison mi è venuta a raccontare tutto, o quasi...- le disse prima di recuperare una lacrima solitaria sulla guancia della collega. 
- Io, cocciuto marine, non voglio stare con te perché devo...- incominciò Harm. 
- Harm, avevano ragione, fidati, Mic...-
- Vuoi smettere di parlare, sei quasi peggio di Coates!- Lei abbassò lo sguardo e quando lo rialzò Harm stava sorridendo. 
- Punto primo, avvocato: quelle sono troppo giovani per me. Punto secondo: non sono neanche minimamente paragonabili alla tua classe e bellezza. Punto terzo: Mic ha fatto la sua scelta e a mio parere quella sbagliata. Io sarei rimasto fino a quando non ti avrei portata via con me...- Sarah stava per aprire bocca, ma lo sguardo del suo migliore amico le disse di non farlo. 
- Adesso io e te andiamo a casa, ti fai una bella dormita e domani mattina chiacchieriamo, come ai vecchi tempi, tu e io, Harm e Mac...-
- Harm...- sussurrò lei, quasi scuotendo la testa. - Non puoi, non puoi voler davvero...-
- Cocciuto non è neanche lontanamente paragonabile a quello che sei, Sarah...- 
- Pensaci, se per sette anni quello che ho vissuto non sono state altro che storie basate sul ... niente! Non puoi...- fu zittita per la terza volta. Fu zittita da Harm, per la terza volta. Solo che questa volta la stava baciando. Non che non si fossero mai baciati, ma mai così. Chiuse in automatico le mani sulle spalle dell'uomo e lui ne approfittò per abbracciarla dietro la vita. 
"Wow..." pensò "il comandante Rabb mi sta baciando!". 
Si allontanarono di poco, giusto per guardarsi negli occhi. 
- Ti ho convinta, marine?- 
- Mm, puoi fare di meglio!- gli rispose accarezzandogli una guancia. 
La prese per mano e si avviarono verso la macchina. 
Dentro Madison era ancora ferma al bancone quando le tre la raggiunsero. 
- Beh che cosa ci fai, qui?- le chiese Lara. 
- Dov'è il comandante, Mad?- la rossa pensò se dire loro la verità, e quindi dare il tempo alle amiche di inventarsi una scusa che sapeva sarebbe stata plausibile, oppure stare zitta e prendersi quello che si erano meritate. 
- È andato via, mi ha detto di avvisarvi e di scusarsi e ci ringrazia per la bellissima serata...- 
- Beh almeno è servita a qualcosa, ci siamo liberate del colonnello!- e risero tutte, tranne lei. In fondo Mac non era così male come aveva creduto. E sicuramente era perfetta per il comandante. Si sedette e ordinò da bere. Sì, una punizione sarebbe stata più che giusta.
 
 
JAG HEADQUARTERS 
 
Era già arrivata. Sapeva che di lì a poco anche Harm l'avrebbe raggiunta. La sera prima l'aveva riaccompagnata a casa, ma non si era fermato. Le aveva solo detto di non prendere impegni per il weekend e dopo aver insistito parecchio era riuscita a scoprire che quella telefonata di Jennifer durante la pausa pranzo, altri non erano che due biglietti aerei per La Jolla. In poche parole, senza chiederle nulla, l'aveva invitata al mare. A quanto pareva anche lui aveva dei sentimenti irrisolti nei suoi confronti e sperava davvero di convincerla a ripensare al loro rapporto offrendole una vacanza in California.  Beh ci sarebbe andata, ma soprattutto ci sarebbe andata non più da amica e questo, come inizio, a lei bastava. Dopo sette anni e mezzo finalmente era giunto il momento di fare un passo avanti. Stava scrivendo a computer quando sentì la porta aprirsi. Era lui. 
- Buongiorno...- le disse sgattaiolando dentro all'ufficio e abbassandosi per darle un bacio veloce. 
- Ti trovo attivo, comandante!- 
- Sai domani sera partirò per il mare con un bellissimo colonnello dei Marines. Tutti sarebbero attivi al mio posto!- le sussurrò prima di baciarla di nuovo. 
- Pranziamo insieme?-
- Certo, non so dove sarò, magari chiedi a Coates...- 
- D'accordo. Ho un'udienza nel primo pomeriggio ma ...-
- Ah parlando di udienze...- 
- Comandante, discuteremo della faccenda più tardi!- gli rispose cacciandolo fuori con un gesto della mano e l'aria altezzosa. 
- Ti aspetto in archivio...- Si chiuse la porta alle spalle, scuotendo la testa. Perché non aveva provato a fare l'attrice, sarebbe già stata candidata all'Oscar. 
Appoggiò la cartelletta sul tavolo e si diresse dall'ammiraglio dove sapeva che avrebbe trovato chi stava cercando. 
 
- Avanti! Oh, comandante Rabb!-
- Signore, se mi permette vorrei dopo poter scambiare due parole con le tenenti!-
- Certamente, le mando in sala riunioni?-
- Sì, la ringrazio, buona giornata, ammiraglio...- 
 
Ah quanto avrebbero rimpianto l'aver trattato male la sua Sarah. Era seduto sulla poltrona libera e ne aveva approfittato per dare un'occhiata a quel paio di libri, meglio quella biblioteca, che Harriet aveva da poco aggiunto all'archivio. Lui odiava le cause civili, ma prima o poi avrebbe dovuto fare quel corso di aggiornamento. Passarono venti minuti, prima di sentire un vociferare alla porta. 
- Riposo, tenenti. Prego, sedetevi...- disse loro senza alzare lo sguardo dalle pagine che stava attentamente sfogliando. 
- Signore, ci voleva vedere?- 
- Sì, sapete ho avuto modo di osservarvi in questi tre mesi e devo dire di essere rimasto colpito... -
- Grazie, comandante!- 
- Oh, io riderei poco Jackson...- si alzò in piedi, chiudendo di scatto il libro e facendo sobbalzare le ragazze. Diede loro le spalle e si mise alla finestra. 
- Spero di ricordare esattamente le parole: "È piuttosto sopravvalutata, decisamente sopravvalutata..." Correggetemi se sbaglio...- si voltò solo per vedere il sorriso gelato sulle facce delle giovani. Sì, le aveva sentite parlare. Per una volta il suo ritardo gli aveva concesso di non perdere quella conversazione avvenuta nella cucina del JAG, poco prima della riunione. 
- Signore...- cercò di intervenire Sam. 
- Le ho detto di tenere la bocca chiusa, tenente. Non mi costringa ad un richiamo formale. Anche se sarebbe in questo caso meglio, considerando la mancanza di rispetto che avete mostrato nei confronti del colonnello Mackenzie!- finì arrivando ad appoggiarsi al tavolo con i pugni. 
- Non solo fuori, ma anche con addosso quelle divise. Il problema è che avete sbagliato bersaglio, signorine.  Mi sembra che il colonnello Mackenzie non abbia fatto altro che aiutarvi in questo periodo. Il minimo che possiate fare credo sia quello di portarle rispetto. Rispetto: non so se riuscite a capire di cosa sto parlando. Sappiate che l'ammiraglio sarà messo al corrente di tutto e...- Disse ancora prima di fulminarle con lo sguardo e terminare:
- ...esigo sulla mia scrivania per questo pomeriggio quattro lettere di scusa ufficiali indirizzate al colonnello e se solo noto che una ed una sola parola sui vostri fogli è uguale vi spedisco a servire in Alaska, sono stato chiaro?- 
- Sì, signore...- dissero tutte in coro. 
- Potete andare!- le quattro si alzarono e impettite si diressero verso la porta. 
- Ah! Per favore...- le ragazze si guardarono e Victoria parlò
- Signore...-
- Lasciate la porta aperta, Sarah dovrebbe raggiungermi a momenti...- 
Victoria, Madison, Lara e Sam uscirono una dietro l'altra, in silenzio. 
- Buongiorno, tenenti!- 
- Colonnello!- 
- Il comandante non è già scappato, vero?-
- No, signora, la sta aspettando...- disse Madison, più leggera, sorridendole. 
Mac le sorpassò e raggiunse Harm in sala riunioni. Sarebbe venuta a capo di quel patteggiamento. Quell'uomo ora avrebbe dovuto resistere alle sue armi di seduzione se  avesse voluto vincere il processo. 
 
- È lei, vero? È sempre stata lei!- 
- E noi che ci siamo fatte intortare da un paio di occhi azzurri!-
Le amiche stavano già iniziando a dire cattiverie quando Maddy le interruppe. 
- Ce lo siamo meritate, punto e basta!- 
- Tu lo sapevi, vero? Sembra quasi che la cosa ti piaccia...- e ripresero a sparlare male, mentre si dirigevano alle loro scrivanie per scontare il castigo. Il tenente Square tutto sommato sorrise. Prima di tutto avrebbe dovuto ringraziare il comandante: non aveva fatto la spia, non aveva detto che era stata lei ad avvisarlo. Sì, si erano prese un bel castigo, ma se lo erano anche cercate. Lei in fondo lo aveva sempre saputo. Da quando aveva visto la foto sulla scrivania di Harm con Sarah e quello che scoprì essere il piccolo Aj, figlio del tenente Roberts. Se solo le sue amiche avessero osservato più attentamente. La risposta era sempre da qualche parte, nei dettagli. 
 
 
 
 
 
Appunti di S
 
Questo primo capitolo si è concluso. Grazie per tutti quelli che mi hanno accolto in questa sezione, siete stati gentilissimi. Un grazie a chi ha letto, a chi ha sbirciato e a chi ha recensito. 
 
Ora che ho cliccato il tasto "completa" non mi resta altro da fare che aspettare l'ispirazione e forse, al momento giusto, scrivere un'altra avventura. 
 
A te, B, dedico questa storia. Tu che sei una delle mie più care amiche, tu che come Madison hai sempre saputo cosa fosse giusto fare, anche quando significava ammettere i propri errori. 
 
S.

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