A.A.A. sicario cercasi di cioccolatoprego (/viewuser.php?uid=59340)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** prologo ***
Capitolo 2: *** Rinnegati ***
Capitolo 3: *** Lo sbroccato con la brocca ***
Capitolo 4: *** Cascata delle fate ***
Capitolo 1 *** prologo ***
fiori
questa fan-fiction è scritta con Akuby_ge!
prologo - fiorellini!
Ero in camera mia, e stavo cercando le scarpe alte, quando il
disgraziato apparve. All'inizio, non feci caso allo strano uomo con
lunghi capelli biondi che si era introdotto in camera, pensando che
fosse uno degli amici di mio fratello con il vestito per la festa, ma
poi, quando parlò, iniziai a preoccuparmi.
- Nobile dama, sono lieto di annunciarvi che voi siete la prescelta.
Lo guardai orripilata, mentre una serie di oscuri presentimenti sulla
moralità degli amici di mio fratello iniziava a farsi strada
nella mia testa. E anche sulla loro sanità mentale.
- Sparisci, deficiente - latrai, senza preoccuparmi della sua
espressione incredula.
- Come dite, nobile dama?
Sospirando, gli tirai una scarpa.
- NOBILE DAMA!
Stavo per urlare qualcosa, quando mi accorsi che faceva strani gesti, e
non feci in tempo a protestare, che mi ritrovai avvolta in una nuvola
di fiorellini.
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Capitolo 2 *** Rinnegati ***
Rinnegati
Era una giornata piena di sole, e la strada era affollata; uomini e
donne alti, biondi e spaventosamente belli, camminavano con eleganza,
parlando con voci cristalline; a parte cose strane come queste, la sola
cosa strana in quel posto ero io. Nel senso: che ci facevo, io? Fino a
qualche istante prima ero nella mia camera...
Davanti a me, l'amico di mio fratello mi guardava con aria pietosa, e
domandò: - Nobile dama, non avevate mai visto niente di
così bello, vero?
Lo fissai, chiedendomi se qualcuno avrebbe protestato se l'avessi
strozzato, e non risposi.
- Nobile dama, lasciate che vi presenti la Compagnia dei Rinnegati.
Uno squillo di tromba coprì le ultime parole, e una nube di
fiorellini oscurò la mia vista per un attimo; poi, tutto
normale, a parte che qualche fiorellino si era attaccato ai miei
capelli.
- Chi, scusa?- chiesi, sicura di aver sentito male. Nessuno degli amici
di mio fratello avrebbe potuto avere un'idea così idiota.
All'improvviso, quattro loschi figuri mi si pararono davanti: tre erano
altissimi e bellissimi - come tutti - mentre l'ultimo era
più basso, e aveva i capelli neri, contrariamente agli altri.
- Sono Lyannen, capo dei Rinnegati. - disse il tappetto.
Lo guardai schifata. - Dei cosa?
- Dei Rinnegati, nobile dama. - ripeté uno dei biondi,
guardandomi incerto - Dobbiamo salvare la Stella di Dardamen.
- Io non faccio astronomia, chiedete a qualcun altro.
Silenzio. La folla si fermò, e tutti mi guardarono
increduli.
L'amico di mio fratello sorrise. - Voi siete la prescelta, dovete
andare con i Rinnegati.
- Dobbiamo salvare Eileen, la figlia del re degli elfi, Stella di
Dardamen... - spiegò Lyannen.
Io feci un salto, e lo guardai sconvolta. - Del re dei cosa?
Triste, il tappo abbassò la testa. - Si, lo so che
il mio amore è impossibile...
L'amico di mio fratello gli diede una pacca sulla schiena e gli disse:
- Piccolo mio, asciugati quelle lacrime e comportati da uomo.
Io li guardai perplessa. - Piccolo mio?
- Non lo sapete? E' mio figlio! Io sono Vandriyan del Giglio Nero, e
lui è mio figlio Lyannen il Mezzomortale.
Il ragazzo lo guardò offeso e scoppiò a piangere.
- Drymm, figlio dell'alto Consigliere. - si presentò uno
degli altri tre.
- Validen Cioccadoro - disse un altro - nipote del re.
- Elfhall di Nuna, figlio di un eroe nazionale.
Qualcosa non mi quadrava. Consigliere? Re? Eroe nazionale? Ma non erano
dei Rinnegati?
- Scusate - iniziai - ma come fate a dire che siete la Compagnia dei...
I tre si scambiarono uno sguardo, e Lyannen disse asciugandosi le
lacrime: - Suonava più beeello!
Gli altri sospirarono.
- Va bene, ma che c'entro io?- chiesi, irritata.
- Ecco - cominciò Validen - mio zio temeva che saremmo morti
di fame, senza una cuoca.
Pensai che stesse scherzando, ma gli altri annuirono e Lyannen fece una
specie di balletto.
- Mi dispiace, ma credo che vi convenga andare in rosticceria, e poi
chi vi credete di essere, a rapire una studentessa della Cattolica e a
dirle che deve seguire quattro esaltati per salvare una belloccia
rapita? In un altro mondo, poi!
Lyannen divenne viola. - Non è belloccia, è
bellissima!
Vandriyan, male interpretando la mia espressione, disse gentilmente: -
Lo so che sei molto bassa, non hai i nostri splendidi capelli dorati,
né nostri luminosi occhi azzurri, ma nessuno di noi ti
prenderà in giro per la tua bruttezza, o per il lardo che
s'intravede tra le pieghe di quell'indecente straccio nero...
Questo era troppo. Poteva dirmi che non avevo capelli biondi
né occhi azzurri, che ero bassa, che non ero magra, ma mai
insultare il mio splendido, costoso, scollato e super-seducente abito
da sera...
- MA TI CREDI BELLO TU, CON QUEI CAPELLI DA HYPPIE? E TI SEMBRA NORMALE
GIRARTENE CON UN GROSSO FIORELLONE TRA I CAPELLI?
Vandriyan mi guardò preoccupato: - Povera ragazza, non solo
brutta, ma anche tocca.
Urlai.
Lyannen mi si mise davanti, s'infilò una mano sotto la
camicia, ne estrasse un medaglione molto, molto imbarazzante - una
stella di plastica - me l'agitò sotto gli occhi e,
incredibilmente, svenni.
Piuttosto ovvio, in effetti: me l'aveva sbattuta in faccia.
Quando mi risvegliai, sopra di me c'erano alberi.
E, tra l'altro, mi resi conto di non avere più il mio
vestito nero. Tolsi la coperta che mi avvolgeva, e mi accorsi di avere
uan sorta di lungo abito rosa pieno di merletti, miracolosamente
stirato nonostante la coperta, e con delle orribili scarpette rosa.
Sconvolta, mi passai una mano tra i capelli, e la ritrovai coperta di
fiori. Si, mi avevano messo i fiori tra i capelli...
Mi misi a sedere, e scoprii di essere in una sottospecie di
accampamento, una cosa vergognosa che avrebbe fatto espellere qualsiasi
boyscout dal suo gruppo: cinque sacchi a pelo sparsi per uno spiazzo
senz'alberi, e qualche zaino solitario. Solo uno dei sacchi era pieno,
e in esso c'era il tappo che russava; gli altri erano in piedi, e
parlavano con voci argentine tra di loro.
- Oh, buongiorno, nobile dama. - disse Validen, guardandomi con aria
sollevata.
- Buongiorno. - feci io.
- Meno male che vi siete svegliata: è ora di colazione.
Allora, cosa ci farete gustare oggi?
- Sia chiaro una volta per tutte: non lo faccio! So a malapena scaldare
le cose nel forno! E comunque esigo che mi riportiate a casa mia, il
rapimento è un reato, dovreste saperlo!
Il più stangone di tutti, Elfhall, rispose: - Ma nobile
dama, è un grande onore cucinare per degli eroi! E ormai non
potete più tornare indietro.
- Cosa?- urlai, e Lyannen smise di russare.
- Solo Vandriyan può riportarvi a casa, e lui è
rimasto a Dardamen.
- A Dardamen?
I tre sorrisero.
- Vado. - decisi, e mi girai, ma inciampai in uno scoiattolo che si era
fermato, incantato dalle voci dei biondini.
Nessuno mi aiutò a rialzarmi.
- Non vorrete attravesare la foresta da sola, vero?
- Va bene, va bene. ma non cucinerò per voi!
Un minuto dopo, sotto la minaccia della spada di Elfhall, stavo
preparando la colazione.
Mangiarono voracemente, e mentre li guardavo mi accorsi che il tappo
era ancora a dormire. Eppure era tardi, e sembrava dovessero andare in
missione...
- Le troppe emozioni lo hanno distrutto. - rispose Drymm alla mai
domanda silenziosa - Dobbiamo lasciarlo stare.
Scossi la testa.
- Non vorrete svegliarlo. - disse Validen ansioso.
Sorrisi.
Loro si girarono a consultare una mappa. Non appena mi volsero le
spalle, mi avvicinai al tappo e gli diedi un calcio.
Sobbalzò. - Il nemico di attacca! Si salvi chi...
- Oh, Lyannen, ti sei svegliato! - disse Elfhall - Ora faremo tappa a
Mymar.
- Posso mangiare, prima?
- Eh no, mi spiace - sibilai - se volete davvero salvare quella Cometa
di...
- Stella!
- ... Stella di Dardamen, dovete muovervi!
Lyannen sospirò. - Per salvare Eileen, sopporterò
anche di essere deriso da una mortale. Avanti!
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Capitolo 3 *** Lo sbroccato con la brocca ***
rinnegati- c2
Lo sbroccato con la brocca
E marciammo.
Lyannen si lamentava che aveva male ai piedi, gli altri facevano finta
di nulla, e io mi sforzavo di resistere all'impulso di strangolarlo: il
tappo aveva gli stivali. Io,
seta.
Tirammo avanti tutto il giorno, con una sola sosta per mangiare - con
la scusa di essere troppo stanca, li convinsi a prendere qualcuna delle
loro provviste senza cuocerle - e senza avvenimenti notevoli. Si,
insomma, a parte il fatto che, impietositi dal mio stato, iniziarono a
chiedermi in continuazione di portarmi in braccio, al che mi
costrinsero a iniziare un lungo discorso sul mantenimento delle
distanze, sulla gelosia del mio fidanzato - si, magari - e sulle
differenze di rango.
A sera, improvvisamente Elfhall cominciò a emettere versi
spiacevoli. Pensai che stesse avendo un qualche attacco, ma gli sguardi
ammirati degli altri mi convinsero che era roba normale; e, nel giro di
pochi minuti, simili disdicevoli rumori echeggiarono dagli alberi.
E poi, silenzio.
Elfhall sorrise - era ancora vivo! - e disse con gioia: - Benvenuti a
Mymar.
Arrivammo a una fontanella di pietra, una cosetta elegante, certo, ma
un po' fuori luogo fra tutti quegli alberi chiassosi; e, sulla
fontanella, era appoggiato qualcuno.
Sobbalzai.
Era vestito di bianco, con un lungo strascico che circondava la base
della fontanella, e una brocca di porcellana in testa; alto, capelli
grigi pettinati in maniera atta a sorreggere la brocca, e viso nobile,
con occhi viola.
Nel complesso, forse più affascinante di quei cosi biondi -
per
non parlare del tappo - ma, per qualche strana ragione, mi sembrava
peggio.
Senza parlare, abbracciò Elfhall.
Io lo guardai preoccupata. Non aveva intenzione di abbracciare anche
me, vero?
- Da quanto tempo, cugino. - disse Elfhall.
- Non cugino - fece il misterioso uomo con la brocca - Fratello.
Sospirai. La tribù delle stanghe era rimasta agli anni
settanta. - Fratello?
- Oh - disse l'uomo, guardandomi incredulo - una nobile dama!
Ringhiai. - Nobile cuoca.
Lyannen tossicchiò, mentre l'uomo guardava meravigliato e
indignato i miei compagni.
- Lui è mio cugino. - disse Elfhall, per cambiare discorso -
Dalman.
- Piacere. - dissero tutti in coro.
- Piacere. - fece Dalman - Cosa fate da queste parti?
- Dobbiamo compiere una missione segreta. - disse Lyannen, guardandosi
attorno con aria epica.
Io sospirai. Va bene, ero stata trasportata per magia in un mondo
parallelo, costretta a fare la cuoca a quattro esaltati, costretta a
girare con scarpe di seta e fiori tra i capelli, ma non potevo
sopportare una simile follia.
Fu per questo, quindi, che scivolai in ginocchio, e cadendo diede una
gomitata a Lyannen, dritto dritto dove meno se l'aspettava.
Il tappo gemette, ma tutti lo ignorarono, troppo presi a raccogliere la
dama caduta, così dovetti lottare per riuscire, nonostante
tutti
i loro sforzi di portarmi in braccio - o in testa, se ripenso alla
brocca - a rimettermi in piedi.
- Ci fermiamo per la notte. - annunciò Validen.
- Siete miei ospiti. - disse Dalman allegro.
Dagli alberi iniziarono a uscire alcune persone che salutarono Dalman e
mi guardarono stupiti. Dalman ci disse di seguirlo, e andammo avanti
per qualche minuto, quando ci fermammo a fissare un albero. Io pensavo
che Dalman si fosse perso, ma invece lui iniziò a rantolare,
come se stesse soffocando, e, impietosito, l'albero si aprì.
Dalman ci si infilò dentro, smettendo di sibilare, e
c'invitò a seguirlo.
- Questa è casa mia. Sono queste le case a Mymar -
spiegò, in risposta ai nostri sguardi increduli - viviamo in
completa sintonia con gli alberi.
Osservammo la sua "casa": c'erano un tavolo, delle sedie e degli
scaffali. Sarebbe anche potuta passare per normale, se non fosse stata
dentro un albero.
In un albero...
Quanti insetti ci potevano essere? Rimasi a contemplare le pareti,
schifata, e non mi unii agli altri, che invece iniziarono ad adularlo.
- Che nobile modo di vivere!
- Che giusta filosofia!
- Degno di un vero Eterno!
Dalman sorrise, e preparò la cena. Mangiai con gusto, per la
prima volta da due giorni, mentre loro chiacchieravano.
- Qui a Mymar aspettiamo la disfatta da un momento all'altro, ma io mi
rifiuto di credere che sia finita. Vorrei andare a combattere al
fronte, ma non mi lasciano partire: vogliono che rimanga gente a
difendere la città in caso di attacco.
Si scostò la veste da un fianco e mostrò una
spada.
- Questa era la spada di mio padre. Da quando è morto la
porto
io, e non vedo l'ora di provarla sui nostri nemici. - Dalman
sbarrò gli occhi, con aria assolutamente folle, e
proseguì gesticolando animatamente - A volte di notte la
sento
agitarsi al mio fianco, reclamando il suo tributo di sangue...
Lo fissai, orripilata. Neanche i miei rapitori avevano la testa a
posto, ma questo li batteva tutti.
- Sangue? - chiesi, e gli altri mi guardarono stupiti come se si
fossero ricordati solo allora che c'ero.
- Oh! - fece Dalman - Non vi avevo vista, mia nobile...
- Scusateci, nobile dama. - implorò Lyannen - Non dovevamo
spaventare il vostro dolce cuore di fanciulla umana...
- Volete che vi accompagni da un medico? - chiese Drymm.
- No, no, ora vado dal fioraio... - annunciò Validen.
- O preferite che vi canti una serenata? - domandò Elfhall.
Sospirai.
Prima di tutto, ci scusiamo tantissimo per il terribile ritardo
nell'aggiornamento: il prossimo capitolo lo pubblicheremo prima.
SkAnNeRiZzAtA: grazie per aver commentato e per averci inserito tra i
preferiti! il nome della ragazza non viene detto, ma nel prossimo
capitolo - accidentalmente - gliene verrà affibbiato uno ^^.
Slyman - il tuo personaggio preferito - apparirà fra un
pò. Riguardo alle altre cose... si, ci saranno, non temere,
e in particolare il signor Occhi Conturbanti ^^
alla prossima da cioccolatoprego e akuby_ge
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Capitolo 4 *** Cascata delle fate ***
rinnegati c3
Cascata delle Fate
Il mattino dopo mi svegliarono duettando con gli uccellini e nel giro
di pochi minuti si partì. Scoprii purtroppo che lo
psicopatico
biancovestito veniva con noi.
Stavo litigando con Lyannen, quando Dalman si avvicinò. Il
suo
sguardo bastò perchè Lyannen smettesse subito di
parlare.
Dalman si rivolse a me: - Nobile dama, sppero che il mio amico non vi
abbia turbata, con le sue poco gentili parole. Capisco come vi dovete
sentire intimorita, in mezzo a tutti questi valorosi Eterni: Lyannen,
che è un mezzomortale, si sente così inadeguato...
- Ehi!!!
-... in effetti, vi somigliate, nel fisico...
- Lei non ha i miei splendidi occhi azzurri, e neanche...
-... vi somigliate anche nel carattere: da come litigate, sembrate
fratelli! Per cui credo che Lyannen vi debba aiutare a migliorare il
vostro portamento invece di prendervi in giro. Soprattutto se si pensa
che siete così lontana dal vostro regno... a proposito,
dov'è il vostro regno?
- Il mio regno, di cui sono signora e padrona si trova lontanissimo da
qui. - risposi, improvvisando. - Tanto che non ho avuto neanche il
sospetto della vostra esistenza finchè non sono stata rapita.
Sottolineai bene l'ultima parola, ed ottenni l'effetto sperato: Dalman
guardò Lyannen con aria indignata.
Il tappo tossicchiò: - Era necessario che venisse. Ne andava
del destino della Compagnia, di Eileen, del mondo!
Dalman si addolcì: - Nobile dama, dovete essere fiera che
proprio voi, fra tutti, siate stata scelta per una missione
così
importante! Anche se mi chiedo che ne sarà del vostro regno,
senza di voi.
- Oh, secondo me starà benissimo, anzi starà
meglio! - intervenne Lyannen - Se governate bene come cucinate...
Gli assestai una gomitata e dissi: - Il mio povero Paese
sarà piombato nel caos, dopo la mia scomparsa!
Il tappo, piegato in due, mormorò: - Probabilmente regnava
il disordine anche prima.
Gli tirai un calcio e continuai: - Quindi vi imploro di farmi tornare a
casa!
Lyannen, da terra: - Ora capisco perchè i popoli dei mondi
paralleli sono detti barbari...
Dalman stava per rispondermi, quando all'improvviso Drymm
gridò: - Un nemico!
Lyannen si rialzò immediatamente: - Un nemico! Grande!
Voglio dire, che disdetta! Ma non vi preoccupate, lasciatelo a me!
Io guardai il tizio incappucciato e incrociai le dita. Uccidi Lyannen, ti prego, uccidi
Lyannen...
Purtroppo, le mie speranze non furono esaudite.
Mentre combattevano, il tizio si abbassò il cappuccio, e
Lyannen
si bloccò. Si abbracciarono, e tutti li guardammo increduli.
- Cosa cavolo fai? - urlò Drymm.
- Mio fratello. - disse Lyannen, allegro.
- Tuo cosa?
- Mio fratello Ventel Biancamano!
Sbattei le palpebre, pensando di essermi confusa: bianca mano? No, non
poteva essere...
- Biancamano! - fece Validen - Piacere, sono Validen Cioccadoro.
A quel punto iniziai a barcollare, e fu solo grazie all'intervento di
Drymm che non caddi per terra, ma mi risvegliai tra capelli biondi.
Preoccupata, ci misi parecchi secondi per capire che ero seduta per
terra, tenuta da un biondino tra i cui capelli stavo affogando.
- Agghh.
Il biondino si rese conto che ero cosciente, e mi lasciò.
Era Drymm.
- Nobile dama - disse Ventel, in piedi con il fratello - volete
continuare su Ardir?
Mi chiesi chi fosse Ardir, e per un attimo credetti che volesse
portarmi in braccio, ma poi un cavallo emerse tra gli alberi. Era nero,
con una stella bianca sul muso: un giovane Black Beauty, venuto
direttamente dagli scaffali di casa mia...
- Nobile dama?
- No.
- Volete che vi porti io? - chiese Dalman, con un'aria troppo innocente
per essere credibile.
- No, no! - urlai, e senza accorgermene artigliai la spalla di Drymm.
- Nobile dama - disse lui, gentilmente - se volete accettarli, vi offro
i miei servigi.
- No, no... - guardai Dalman. Almeno, Drymm non aveva i capelli grigi.
- Si!
Dalman, leggermente offeso, mi si inginocchiò davanti e,
guardando Drymm, ruggì: - Giuro di difendervi da ogni
sventurato
che decida di approfittare della vostra debolezza.
- Molto cortese.
- Non c'è bisogno. - sbuffò Drymm.
Si guardarono, e per un attimo pensai che si sarebbero presi a pugni,
ma qualcosa di nero si mise in mezzo, e mi trovai a pochi centimetri
dal cavallo.
- Basta. - disse Ventel - O sul cavallo o in braccio a mio fratello.
-NO! - urlò Drymm.
- NON IN BRACCIO A LUI! - fece Dalman.
- MAI! - esclamò Lyannen.
- So camminare. - dissi, ma non servì. Non andai in groppa
al
cavallo, né in braccio al tappo: mi ritrovai a camminare
depressa al braccio di Biancamano, ascoltando la storia della sua
fidanzata.
- E quando tornerai da lei?
- Quando salveremo la...
- Si, la Fiorellino di Dardamen.
- La Stella! - urlò qualcuno, ma evitai di guardarlo.
Fu una cosa molto noiosa.
Alberi che camminavano, fatine sopra: insomma, potevano anche essere
più carini e inventarsi qualcos'altro, ma... Le fate ci
condussero a un cancelletto, e lì Ventel disse "apri il
passo
agli amici dell'alba", e il cancello si aprì. Che tristezza.
Una fatina ci venne incontro, e abbracciò Ventel.
Cioè,
qualche centimetro della sua epidermide: com'è giusto, era
troppo piccola per far di più.
- Saluti a voi, amici di Ventel, sono Krystal. Benvenuti nel nostro
paese! Come posso chiamarvi?
Il tappo e gli altri fecero grossi sorrisi e dissero i nomi, mentre io
la guardai perplessa tutto il tempo, e quando mi fissò,
chiesi:
- Trilli?
Fu così che tutti decisero che mi chiamavo Trilli.
Krystal abbracciava Ventel, e Lyannen la guardava come se volesse
pestarla; io la guardavo allegra e Dalman guardava allegro me: la cosa
iniziava a essere preoccupante. Nonostante ciò, arrivammo in
buone condizioni a una cascata - piccola, banale e rosa - sotto un
cielo stellato, e molte fate iniziarono a dire cose sdolcinate
spandendo fiori.
Ovviamente, gli altri erano felici.
Io? Mm...
Ventel e Lyannen si misero seduti e Ventel gli raccontò una
storia; io inciampai, e Drymm decise che era ora di chiedermi se volevo
sposarlo. Validen e Dalman si scambiarono uno sguardo e, mentre le
fatine giocavano, si lanciarono su Drymm e iniziarono una rissa.
Fu una lunga notte. Molto lunga.
Andammo anche dalla regina: la fata aveva capelli lunghissimi e ricci,
neri. Ci disse di farle una domanda a testa: Lyannen le chiese qualcosa
sulla guerra - ricordo solo che era scortese - Dalman se avrebbe visto
la battaglia,
Validen se la Stella era viva, Drymm se Dardamen sarebbe stata presa,
Elfhall se si sarebbe combattuto lì, e Ventel rimase in
silenzio.
Io chiesi se sarei mai tornata a casa, e la regina disse che la mia
casa era dov'era il mio cuore.
Dovetti faticare a non ucciderla.
ringraziamenti:
SkAnNeRiZzAtA: siamo contente che ti è piaciuto il cap^^ e
speriamo che anche questo sia di tuo gradimento!! grazie per continuare
a commentare!!
akuby_ge ne approfitta per dire che è ancora viva e
aggiornerà presto
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