Qualcosa che non tutti sanno...

di AmyLynnLee
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Gelosia... ***
Capitolo 2: *** Troppo. ***



Capitolo 1
*** Gelosia... ***


Ciao a tutti! Lo so che ho un'altra storia da completare e vi prometto che il nuovo capitolo arriverà presto... nel frattempo che aspettate perché non date uno sguardo a questa raccolta di one-shot che mi è venuta in mente oggi?
Penso che in tutto i "capitoli" saranno tre... uno dedicato a Beck, uno per la nostra Jade e l'ultimo dedicato ad entrambi come coppia e tutti avranno come immagine quella di un animale (adoro gli animali
*-*) che mi è sembrata più adatta per i personaggi...
La vostra affezionata
SpumaDiMare.



Gelosia...
 


-Hey Moose! Dov'eri finito ti sei perso lo spettacolo!- il mio amico mi sorride venendomi in contro e mi da una grande pacca sulla spalla facendomi quasi cadere. Mi chiedo quale sia la causa di tutto questo suo entusiasmo...

“Già scusami amico, ma ne è valsa la pena...” La sua espressione ebete mi fa sospettare il peggio... sorrido a mia volta scuotendo teatralmente il capo e insieme ci dirigiamo verso la mia auto mentre qualche ragazza tutta emozionata mi fa ancora i complimenti per la “colletta” che abbiamo organizzato Robbie, Andrè e io.

Dal rumore temo che mi abbia smontato l'auto.

-Moose! Per poco non la staccavi quella povera portiera! Ti dispiacerebbe spiegarmi cosa ti ha fatto quest'effetto?- Giro la chiave nel quadro e il motore ronfa come il gatto di mia zia in Canada quando è di buon'umore.

-Io non credo che ti farebbe piacere saperlo amico...- guardo la strada mentre lo sento ridere. La mia curiosità cresce sempre di più.

-Okay così mi fai preoccupare...- apre il finestrino sporgendo un gomito fuori. L'aria fresca della sera schiaffeggia il mio viso come per sbeffeggiarmi. Che meraviglia ora mi riduco a farmi mettere i piedi in testa anche da qualche filo di vento!

-Beh, Beck promettimi che poi non ti arrabbi... io ci tengo alla tua amicizia e se pensi di non poter reggere una cosa del genere non me la sento di parlartene...-

-Cos'è successo?- Cambio marcia. La sua frase mi ha un po' offeso, è come se non mi ritenesse all'altezza.

-Ehm... hai presente quelle tre pazze che mi stavano sempre appiccicate?-

Mi viene da sorridere. Se sapessero che lui le ritiene tre malate di mente...

-Certo!-

Come potrei dimenticarle poi se una di loro è sempre la coprotagonista insieme a me per gli spettacoli organizzati dai professori, la seconda è Cat Valentine e la terza... beh la terza è la mia ex senza contare il fatto poi che frequentiamo tutti la stessa classe?

-Ecco appunto...- Risponde lui riportandomi alla realtà. Questo ragazzo non è mai stato così enigmatico... cosa significa ecco appunto?

-Parla....-

Si schiarisce la voce.

-Questa sera non sono arrivato in tempo...- involontariamente sorride.

-Oh al diavolo!- Sbotta.

-Lei è fantastica Beck!-

-Chi?- Rido. Lo sapevo che almeno una di loro non avrebbe rinunciato...

Aspettate un momento. Lei è... fantastica? Ma se...

-Chi è questa lei Moose?- Cerco di mantenere il tono gioviale di prima.

-okay allora, stavamo venendo al Karaoki doki quando lei all'improvviso ha svoltato strada... io le ho chiesto cosa stesse facendo e lei in risposta ha spento il motore dicendo che la benzina era terminata...-

-Si ma tu è chi!- Già chi se Cat e Tori erano con noi e nessuna di loro due guida?

Parcheggio l'auto e scendiamo. Lui mi fissa in cerca di non so quale segno. Prende un bel respiro deciso.

-Jade. Ci siamo baciati Beck... cioè lei mi ha baciato! È stato così travolgente e bello! Ci proverei per davvero con quella ragazza se non fosse la tua vecchia fiamma e che sto per tornare i Canada...-

Moose. Jade. Baciati. Il mio cervello è andato in tilt.

Jade, dopo che ci siamo lasciati da neanche un paio di settimane, si è già data da fare con un altro?! Un calore sconosciuto e insopportabile mi pervade, la pressione aumenta e mi sembra veramente di stare per esplodere come una bottiglia di Coca Cola in preda alla reazione chimica causata da una m

Mentos affogata nel liquido scuro che contiene.

Anche se lui è più alto di me di qualche spanna lo spingo violentemente contro la parete esterna della mia roulotte provocando un suono metallico. Sento le mie mani tremare per la rabbia.

Ma che sto facendo?

Mollo la presa sulla sua maglia e vado a sedermi su una delle mie poltrone da esterno portando una mano a premere sulla tempia mentre l'altra passa le dita tra i capelli.

-Scusa amico non so cosa mi sia preso...-

Lui si siede al mio fianco.

-A te Jade piace ancora vero?-

-Ma che domande certo che no!- Esclamo. E allora come mai non sono tanto sicuro di questa risposta che ho dato?

Non lo so. Non lo so e non ho voglia di pensarci.

Però forse un po' io mi manca.

Si, mi manca molto la mia piccola Dark questo è certo...

Già, la mia piccola Dark che non è più poi così tanto mia...

Sospiro. Che mi prende? Non penso a Jade da così tanto tempo che ho scordato cosa significhi rivedere nella memoria come un ologramma il suo viso pallido, i suoi occhi intensi che spaventano molti ma che in me provocano soltanto... che cosa? So solo che adesso vorrei averla tra le braccia, vorrei passare di nuovo la notte ad osservare i suoi capelli sotto il riflesso della luna, mi manca il contatto con la sua pelle morbida e profumata, mi manca tutto di lei.

Mi sento così amareggiato all'idea che sia riuscita a dimenticarmi così in fretta... veramente non avevo minimamente calcolato il fatto che lei potesse smettere di pensarmi. Può sembrare un pensiero un po' narcisista ma è così, non ho mai provato a figurarmi lei con un altro. E questa visone mi manda... ai pazzi!

Mi alzo con l'intenzione di andarmi ad infilare sotto le coperte.

-Beck sei arrabbiato?- La voce preoccupata del mio amico mi fa esitare sulla maniglia. Rispondo sinceramente.

-No Moose, certo che no... sono solo confuso.- Entro sfilandomi la maglietta e mettendomi di fronte allo specchio. La mia immagine sembra il riflesso di un altro diciassettenne... copro lo specchio sbuffando e lanciandovi i miei indumenti sopra, mi allungo restando immobile e con gli occhi chiusi. Neanche io sono più lo stesso Beck da quando la mia piccola non è più con me...

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Capitolo 2
*** Troppo. ***


Troppo.

         
          




Solitamente adoro quando il tempo fuori è così... in questi ultimi giorni d'autunno spesso grossi nuvoloni grigi coprono il cielo rendendo cupa ogni cosa, dal giardino grigiastro alle mura esterne della casa in cui abito con mia zia. Osservo da dietro il vetro della finestra della mia camera le goccioline che s'infrangono sul davanzale. Sospiro.

Da tre mesi... tre mesi che qualunque cosa provi a fare provoca in me solo tristezza e malinconia, tre mesi di apatia, tre mesi durante i quali il temperamento burrascoso del mio carattere si è acceso ancora di più.

Tre mesi di giornate no, tre mesi di reclusione eremitica volontaria.

Tre mesi, già tre mesi sono passati da quel giorno costituito solo da avvenimenti del tutto insensati.

Poggio la mano sul vetro gelato facendo lo stesso poi anche con la fronte. Chiudo gli occhi sentendomi pesante più del solito.

Non lo ammetterei mai davanti a nessuno Beck oltre che te. Non sarei mai in grado di confidare a nessuno che è da esattamente 86 giorni e 2 ore che mi manchi.

Si, mi manchi da morire. So che non t'importa però.

Come faccio ad esserne così sicura?

Lo capirai in seguito.

Mi manca il modo in cui mi facevi sentire, mi mancano i tuoi baci, il tuo braccio attorno alle mie spalle, le carezze... mi manca tutto Beck.

Mi manchi tu, mi manca noi...

Dal riflesso evanescente del mio viso nel cristallo mi rendo conto di una lacrima solitaria che ne riga la pelle smunta.

La asciugo subito schiarendomi la voce perché so che se lasciassi correre adesso l'acquazzone, oltre tutto ciò che è rimasto fuori, bagnerebbe anche la federa bianca del cuscino che giace in un angolo sul pavimento. Torno ad abbassare le palpebre.

Il mio cuore scandisce un ritmo lento e flebile, un canto, un lamento drammatico che mi distrugge i timpani e l'anima straziata che vaga, vaga apparentemente senza meta. Solo in apparenza però perché una meta ce l'ha eccome anche se è irraggiungibile ormai. Cerca te Beck e io la lascio fare, cullata dalla dolcezza dell'illusione nella quale cerco rifugio nei momenti più critici.

Nella mia mente lo so che questa ricerca è vana e che mi faccio più male che bene. Eppure non riesco a farne a meno. L'unico modo per attenuare il dolore che mi avvolge ogni giorno è camminare, camminare tra gli intrighi dei sentimenti che provo che formano una sorta di labirinto dal quale, una volta entrati, è molto difficile riuscire ad evadere.

Perché c'è ancora qualcosa dentro me che mi fa ignorare la spossatezza continuando a sperare che un giorno tornerò seriamente a ridere con te. Ed è in netto contrasto con quel qualcos'altro di più razionale che è costretto a portare sulle spalle il peso schiacciante di tutta questa situazione e cerca di ribellarsi.

È una lotta perenne che mi sta consumando lentamente quella che vede schierati su un fronte la speranza mentre sull'altro l'abisso infinito della disperazione. La prima si impegna per trovare un posticino sicuro, riesce con amore e dedizione a dare alla luce il suo piccolo uovo dai toni delicati e poi è pronta a battersi fino alla morte contro la sua avversaria una volta scoperta. Muore la speranza ma mai il frutto della sua perseveranza che cresce, cresce fino a raggiungere l'età esatta per generare nuova vita e il ciclo si ripete di continuo; ogni battaglia diventa sempre più cruenta finché … Poof. Un giorno si annulleranno a vicenda mettendo fine insieme alla loro, anche alla mia esistenza. È una sorta di gioco perverso alle quali regole solamente una come me potrebbe stare. Per farsi male perché mi piace soffrire.

Abbattuta dalla verità delle mie stesse parole poggio il capo sul marmo freddo e un brivido fa sentire più viva la mia debolezza.

Mi faccio pena.

Che ne è stato della vecchia, tosta Jade? Non c'è più, è morta. Si risveglierà solo nel momento in cui... nel momento il cui niente perché non accadrà mai, l'hai portata via con te come fa il vento con una busta di plastica abbandonata sul marciapiede. Sola, sporca e stanca. É così che mi sento ogni volta che realizzo che te ne sei andato e questa volta per sempre. Nulla è per sempre già... lo diceva sempre mia nonna. Beh, si sbagliava di grosso.

Mi stringo nel maglione di lana. Ancora mi vengono le lacrime se ci ripenso.

Due mesi sono passati e sembra che per te siano stati abbastanza per dimenticarmi.

Perché io so che hai provato a farlo. Lo so che hai tentato di baciare Tori. Quando vi ho visti uscire insieme ho detto che non m'importa assolutamente di chi frequentassi. Sappi che ho mentito spudoratamente. E poi no, non sto affatto bene come ti ho fatto credere. Ogni volta che mi accorgo che guardi un'altra, ogni volta che sento dire che sei di nuovo in gioco, ogni volta che mi ignori come se non ci conoscessimo. Fa male perché ti amo. Ti amo ancora come all'inizio. Pensare che è stata quella gallina a preoccuparsi per me, a dirti di no perché avrei sofferto se lo avessi saputo. Quello invece mi manda al manicomio.

Tori Vega che ho sempre deriso, Tori Vega che ho sempre umiliato davanti agli altri, Tori Vega ha dimostrato di tenere più lei che tu a me.

Forse è così che deve andare... tu con lei io con nessuno. Lei evidentemente è più giusta per te... è dolce, carina, simpatica. Tutto il contrario di come sono io. Lei è perfetta. Io sono un disastro.

Questa è la dura verità e devo accettarla, devo riuscire a mandare giù questo boccone per quanto amaro e spinoso che sia. Lo devo fare. Devo lasciarti andare. Lasciarti vivere la tua felicità senza farti sentire in colpa perché ti voglio bene nonostante tutto e non farei mai niente per ferirti come non lo faresti neanche tu. Tu stai solo andando avanti, cosa che dovrei fare anche io, non posso fartene una colpa. Stai solamente vivendo la tua vita, lasciandoti alle spalle ciò che non vuoi più.

Tu non mi vuoi più...

La realtà ripiomba pesante più di prima sulla mia schiena come un colpo di frusta. Ti ho perso. Adesso ti ho perso veramente. Tutta colpa del carattere schifoso che mi ritrovo! Se solo non fossi così aggressiva, così gelosa, così... AAAAAH!

Serro i pugni.

Vorrei distruggere tutto, ridurre a pezzetti ogni minuscola parte di questa stupida casa ma non posso. L'unica cosa che posso fare è sfogarmi piangendo finché mi sentirò sfinita.

Da sola non posso farcela ad affrontare tutto questo che è più grande di me. È troppo più grande di me.

Singhiozzo. Singhiozzo come una bambina, non posso farne a meno. Ne ho bisogno. Ho bisogno di piangere anche se poi mi viene mal di testa e mi si chiude il naso.

Tutte le scene mi tornano alla mente. Io che me ne vado, tu che ci provi con Tori e poi con Meredith.

È troppo da sopportare per una sola persona, troppo...

“Jade...”

Non mi fermo. Ormai non m'importa più di niente. Ormai quella ragazza che non si mostrava debole davanti a nessuno è fuggita dopo avermi sputato addosso. La mia armatura, la mia corazza non c'è più. Chiunque potrebbe staccare un pezzo della mia carne adesso e portarlo a casa come trofeo, come testimonianza che finalmente Jade è stata sconfitta.

Qualche passo si muove verso di me poi una manina piccola e soffice si poggia sulla mia testa.

“Hey... ehm, siamo venute a trovarti...” Dice la voce Tori.

Forse ho sbagliato a valutarla come una di quelle ragazzine che impazziscono se incontrano il loro idolo o che mangiano quintali di cioccolata piangendo davanti ad un episodio di una qualche soap opera sdolcinata...

“Già...” Concorda solo Cat.

Rimaniamo un minuto così, in silenzio finché mi tiro su e mi ritrovo puntati addosso i loro sguardi preoccupati. Allora sono davvero qui, non me lo sono immaginata!

Una nuova ondata di lacrime sommerge i miei occhi e mi ritrovo tra le braccia della mora senza neanche accorgermene. Un altro corpo, quello della rossa presumo, mi copre da dietro mentre l'altra avvicina il suo capo al mio.

“Jade... mi dispiace per-” prova sussurrare nel mio orecchio ma non le do il tempo di terminare. Non la voglio sentire. Adesso non voglio parlare più di quel quasi bacio.

“S-si-l-en-zio...” singhiozzo e nessuna delle due parla più.

Mi sento rassicurata. Si ma non è come quando mi abbracciavi tu. Il petto di Vega non è accogliente come il tuo. Il loro respiro non è così caldo e, nonostante fuori mi senta protetta e sostenuta, dentro è come se avessi il polo nord durante una bufera.

Loro non sono te Beck. Mi manchi. Mi manchi troppo.


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Hey!!  Eccolo finalmente questo nuovo capitolo... devo dire che mi ha fatto sudare non poco per venire come piaceva a me per questo spero che sia anche di vostro gradimento:*
SpumaDiMare.

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