Amare un affascinante Nukenin

di Helen24
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** L'inizio ***
Capitolo 2: *** Dubbi e gelosia ***
Capitolo 3: *** Addio ***
Capitolo 4: *** Il passato torna a galla ***
Capitolo 5: *** Scontro ***
Capitolo 6: *** Ritrovarsi ***
Capitolo 7: *** Dimmi chi sei realmente ***
Capitolo 8: *** Finalmente la verità ***
Capitolo 9: *** una nuova amicizia ***
Capitolo 10: *** Scontro tra fratelli ***
Capitolo 11: *** tornare a vivere ***



Capitolo 1
*** L'inizio ***


 
 
 
Ciao a tutti!! Sono una lettrice di EFP da diversi anni, ma ho finalmente deciso di scrivere anche io! Ho voluto dedicare la mia prima fan fiction al personaggio che più amo: Itachi Uchiha. Lo trovo decisamente bello e mi piace l'idea di immaginare che a Konoha non lasciò solo il fratellino, ma anche qualcun'altro: un personaggio da me inventato. 
Buona lettura e fatemi sapere cosa ne pensate, accetto volentieri anche consigli! 
Un bacio, Helen24 

Capitolo 1 - L'inizio

 

Finalmente Seiko quel giorno avrebbe cominciato l’accademia ninja. Era una ragazza dai lunghi capelli rossi con brillanti occhi verdi. Fu facile per lei trovare subito qualcuno con cui passare la giornata, notò in particolare tra i suoi compagni uno di nome Itachi. Nonostante la sua sfacciata bellezza rimaneva in disparte e non cercava di mettersi in mostra.

 

Col passare dei giorni fu chiaro che il fascino di Itachi non aveva colpito solo lei. Era sempre circondato da ogni tipo di ragazza alcune anche decisamente belle. Così il suo interesse verso di lui piano piano scemò, non le andava l’idea di essere attratta da uno che con uno schiocco di dita poteva avere qualunque ragazza ai suoi piedi. Lei sarebbe stata diversa.

 

Il fascino di Itachi non era l’unica cosa a renderlo popolare, ben presto diventò il migliore dell’accademia, era incredibile con quanta facilità imparava tutto ciò che gli venisse insegnato.

 

Una cosa la stupì, lui non dava retta a nessuna di quelle ragazze, senza dubbio avrebbe potuto portarsele a letto una dopo l’altra, ma non sembrava considerare questa opportunità. Le ragazze rimanevano sempre deluse, alcune tra loro non erano mai state rifiutate e provarono ad accattivarselo con più insistenza.

 

Un giorno mentre una di loro gli accarezzava i capelli si alzò di scatto dicendo “mi hai stufato” e se ne andò. Perché questo comportamento? Insomma era pur sempre un ragazzo. Doveva essere un tipo duro e senza sentimenti. Non parlava molto, l’unica cosa che sembrava interessarlo era lo studio e l’allenamento. Più volte lo vide che si allenava da solo nei campi che l’accademia metteva a disposizione.

 

Quando un giorno lo vide per strada non credeva ai suoi occhi, quella che si presentava era una persona completamente diversa rispetto a quella che conosceva. Portava in groppa quello che probabilmente era il suo fratellino, era sorridente e sembrava prendersi molta cura di lui.

Quando la vide però riprese il suo atteggiamento serio che manteneva sempre in accademia salutandola formalmente “buongiorno Seiko”, lei rispose con altrettanta formalità però aggiunse con un sorriso “è il tuo fratellino?”. Itachi inizialmente rimase sorpreso le altre compagne non avrebbero neanche notato la presenza del bambino e si sarebbero limitate a provarci come ormai facevano sempre, infondo forse Seiko era diversa dalle altre. “Si chiama Sasuke”. Seiko cominciò a parlare con il bambino dimostrando di essere una persona sensibile e decisamente diversa dalle altre ragazze che conosceva e che non facevano altro che infastidirlo.

Quando si salutarono Itachi le rivolse uno sorriso per la prima volta e notò un vero cambiamento, non era semplicemente affascinante era davvero bello.

 

In accademia la situazione era sempre quella, Itachi circondato da ragazze con la sua tipica espressione seria e imperturbabile.

 

Ultimamente Seiko aveva preso l’abitudine di fermarsi al campo per allenarsi. Voleva migliorare il tiro dei suoi kunai, di giorno in giorno diventava sempre più brava.

Un giorno mentre si allenava arrivò qualcun' altro al campo. 
“Anche tu qui?”
“Itachi! Ultimamente vengo spesso.”
“Fammi vedere cosa sai fare” la sfidò. Così la ragazza gli diede dimostrazione di quello che aveva imparato.
“Adesso è il tuo turno” gli disse, così il ragazzo si alzò in aria e con un lancio colpì con 6 kunai 6 bersagli perfettamente in centro. 
“Dovrai fare di meglio se vuoi battermi” le disse Itachi in tono di sfida.
“lo farò, ci puoi scommettere” rispose lei.

 

Da quel giorno andò sempre più spesso al campo, a volte incontrava Itachi che le dava qualche suggerimento, nel giro di 2 mesi aveva raggiunto il suo livello.

“Ti sfido in un corpo a corpo” gli disse, lui accettò certo che fosse una vittoria semplice e sicura. Notò il miglioramento di Seiko, mai nessuno era riuscito a tenergli testa e seppure Itachi si trovasse in netto vantaggio, lei se la stava cavando egregiamente. Per Itachi non era così semplice colpirla, schivava i suoi colpi ed inoltre aveva una mira impeccabile con le armi. Quando finalmente lei riuscì a colpirlo con un pugno allo stomaco in un attimo, i ruoli furono invertiti e si ritrovò con le mani tenute strette dietro la schiena da una mano di Itachi che le era dietro e con un kunai puntato alla gola.

“Sembra che io abbia vinto” le sussurrò all’orecchio. Per un attimo il suo cuore perse un colpo, era così intensa la sua voce, e stare così vicina a Itachi la metteva a disagio, inoltre si sentiva inebriata dal suo profumo. “Già ma la prossima volta non sarà così facile, te lo garantisco” gli rispose.

 

Da quel giorno si diedero molti appuntamenti, se così possiamo chiamarli. Lottavano l’uno contro l’altro senza tregua. Itachi non sembrava farsi molti problemi sul fatto che il suo rivale fosse una donna, anche perché lei era una degna avversaria e i suoi colpi non erano certo deboli.

 

All’inizio vinceva solo Itachi, poi cominciò ad avere qualche difficoltà finchè un giorno con un inganno lei riuscì ad atterrarlo. Sdraiata su di lui e puntandogli il kunai alla sua gola gli disse “questa volta ho vinto io” e lui “non ci giurerei” con un abile mossa riuscì a invertire i ruoli, le fu sopra e la guardò negli occhi. Non si era mai accorto di quanto fossero belli, avevano mille sfumature di verde, un verde brillante. Così come lui, anche lei si perse nel profondo dei suoi occhi così neri, così paurosi e al tempo stesso così rassicuranti.

 

Un bacio era inevitabile. Fece per abbassarsi ma in quel momento un rumore li distrasse, finì l’incantesimo e ripresero coscienza. Itachi si alzò e le disse “domani non ti andrà così bene” e mentre se ne andava la salutò con un gesto della mano.

 

L’indomani durante le lezioni si comportarono come se nulla fosse successo, poi il pomeriggio ripresero con il loro solito duello. Terminò con la vittoria di Itachi che riuscì a bloccarla contro un albero, puntando l’arma alla gola e tenendole ferme le mani con una delle sue. Anzi che la solita frase che decretava la sua vittoria le disse “questa volta non mi scappi”. Con un rapido movimento inclinò il collo e posò le labbra sulle sue. Un bacio tenero, delicato. Un altro e un altro ancora. Poi la sua lingua chiese il permesso di entrare. Cominciò a roteare lenta, passionevole.

 

Lasciò cadere l’arma e le liberò i polsi per andare a posare una mano dietro la nuca di lei e l’altra sul suo fianco. Il bacio si fece più intenso e Seiko rispose con piacere andando a mettere entrambe le braccia intorno alla sua vita. Diventò un gioco di lingue che si scontravano, si perdevano e si ritrovavano. Il cuore non aveva smesso un attimo di battere.

 

Quando si staccarono Itachi si avvicino al suo orecchio e con voce bassissima ma che nascondeva un filo di malizia le disse “se lo vuoi questo potrebbe essere solo l’inizio Piccola”. Per tutta risposta lei gli sorrise e gli posò un casto bacio sulle labbra.

 
 

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Capitolo 2
*** Dubbi e gelosia ***


Capitolo 2 - Dubbi e gelosia

Seiko per tutta la notte non fece che pensare a lui, a quello che era successo. Solo a pensarci un sorriso spuntava sulle sue labbra. Poi cominciò a pensare… Forse Itachi si mostrava schivo e indifferente davanti agli altri compagni ma quando si trovava da solo con una ragazza, si comportava come aveva fatto con lei.
In effetti non aveva mai ritenuto possibile che il più bello della scuola non fosse interessato a tutte le moine delle numerose ammiratrici.
Numerosi dubbi cominciarono a prendere vita nella sua testa.

In accademia i dubbi si palesarono fondati. L’aveva salutata come se nulla fosse successo. Era chiaro, si comportava così anche con le altre e per questo lei non aveva mai pensato che in realtà potesse rispondere alle avance delle compagne.

Ripensò alla frase che le aveva detto “se lo vuoi questo potrebbe essere solo l’inizio Piccola”. Adesso assumeva un altro significato. Credeva che volesse dire che Itachi volesse una relazione, ma ripensandoci forse la sua intenzione era solo quella di portarla a letto.

Una strana sensazione la tormentò quando all’intervallo una ragazza più grande avanzò verso di lui. Era decisamente bella e Itachi la guardò intensamente. Seiko li vide parlare insieme e quando la gelosia la prese con più insistenza decise di uscire dall’aula.

Passò qualche minuto quando sentì qualcuno prenderla alle spalle. “Gelosa Piccola?” riconobbe la voce di Itachi. Aveva già capito tutto.
“No… Io...” Seiko cercò di farfugliare qualcosa, l’aveva presa alla sprovvista.
“Vieni con me” Itachi la prese per mano e la trascinò in un luogo più appartato.

“Ti faccio vedere cosa non faccio con le altre” dopo aver detto queste parole Itachi la bloccò contro il muro facendo pressione con i fianchi e spingendo palmo contro palmo le sue mani. In un attimo fu sulle sue labbra. La baciò intensamente, guidava le lingue con forza schiacciandola sempre di più contro la parete.
Itachi si staccò per andare a lambire la morbida pelle del suo collo. Baciò e succhiò quella pelle a cui anelava dal momento in cui l’aveva vista arrivare quella mattina. Si lasciò inebriare dal profumo di lei, dalla sua delicatezza. Poter assaggiare quella pelle gli provocò forti emozioni.
Anche Seiko fu travolta da un turbine di emozioni. Poteva percepire i possenti muscoli di Itachi premerla contro la parete, la morbidezza delle sue labbra che ghermivano ogni punto del suo collo con fervore.

Il suono della campanella li riportò alla realtà. “Vieni Seiko dobbiamo tornare”. La prese per mano e la condusse fino all’aula, una volta entrati riprese il suo atteggiamento schivo, le lasciò la mano e tutto fu, di nuovo, come se nulla fosse accaduto.

Per un attimo era stata in paradiso e ora si ritrovava nell’incertezza di prima. Perché questo comportamento? Perché fingere che non ci fosse niente tra loro? Quale era il suo reale interesse?
Senza che se ne accorgesse la lezione era già terminata e Itachi si avvicinò a lei e le disse “io oggi vado al campo, ti aspetto”.

Quando si trovarono era ancora tutto come prima. Iniziarono con l’esercitarsi con le armi, poi passarono al combattimento. Seiko sentiva di volerlo battere, di volerlo punire per questo suo comportamento che non riusciva a comprendere. Così per Itachi questa volta fu più difficile parare i suoi colpi. Un pugno allo stomaco, un taglio sul braccio, un calcio alle gambe. Itachi sentiva di meritarsi tutto questo.
Poi non resistette più la voglia di baciarla lo prese, così pose una mano sul suo viso e la travolse in un gioco di lingue.

“Itachi perché fai finta di niente davanti agli altri?” gli disse con tristezza.
“Un ninja non può permettere che altri sappiano delle sue relazioni, perché i nemici potrebbero usarle a loro vantaggio”.
Sì, questa era la verità di fondo, ma in realtà Itachi sapeva già che il suo destino era diventare un nukenin. Se avesse permesso agli altri di sapere di lei, di sicuro il futuro di Seiko sarebbe stato compromesso.

Per questo aveva tardato a fare iniziare la loro relazione, lei non doveva neanche esserci. Aveva provato a reprimere i suoi sentimenti, ma quando stava con lei e quando la baciava tutto perdeva importanza e si sentiva bene. Forse questa piccola grande felicità che provava con lei gli permetteva di andare avanti. Sapeva di avere qualcuno, oltre il fratellino, da proteggere. Qualcuno che però un giorno, come tutti, lo avrebbe odiato.

Lo sguardo incerto di Seiko fece capire a Itachi che quella spiegazione non era sufficiente, infatti tutti i ninja di Konoha non avevano mai tenute nascoste le loro relazioni. Così decise di inventare una scusa più valida.
"Ascolta Seiko. Una volta, in missione, un mio compagno è stato rapito; questo perché io avevo un prezioso oggetto che i banditi della Roccia desideravano. Non ci hanno messo molto a capire che i miei compagni erano il mio punto debole. Non voglio più, per quanto possibile, che questo accada."
Non si sorprese di sé stesso, in quanto a menzogne Itachi era il numero uno. Ecco cos'era la sua: una vita di bugie e inganni verso chiunque gli donasse un po' d'affetto.

“Va bene, ti capisco, allora lo sapremo solo noi” era stata la risposta di Seiko.

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Ringrazio tutti coloro che attraverso le recensioni mi hanno permesso di rivedere alcuni punti della storia in modo da rendere migliore la fan fiction. Spero continuerete a seguirmi!
Un bacio, Helen24

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Capitolo 3
*** Addio ***


 

Capitolo 3 - Addio

“Che cosa sto facendo?” si ritrovò a pensare Itachi sdraiato sul suo letto mentre non riusciva a prendere sonno. Si rese conto di essere stato imprudente. Come aveva potuto lasciarsi andare a quello che provava per Seiko? Che poi, cosa avrebbe potuto provare? Infondo non la conosceva neanche. Però solo il pensarla gli dava un senso di pace.

Una piccola luce in mezzo a quella che sarebbe stata la sua vita di lì a poco. No lui non avrebbe avuto alcuna luce, la sua vita era la sua missione e Seiko sarebbe stata solo d’ostacolo.

Poi si ritrovò a pensare a quello che avrebbe fatto, uccidere tutti i suoi parenti, i suoi genitori, lasciare Sasuke, tutto per un fine più grande: evitare la guerra. Ma lui avrebbe pagato il prezzo peggiore, una vita nell’odio e nella solitudine.

 

Si sentì invadere dalla tristezza e decise di uscire. Si ritrovò nei pressi della casa di Seiko, decise di arrampicarsi su un albero e fermarsi ad osservarla. Chissà cosa avrebbe fatto lei al suo posto, gli sarebbe piaciuto chiederglielo, ma sapeva che quello era un peso che spettava a lui solo.

 

Seiko si sentiva felice, i momenti passati con Itachi le donavano un senso di gioia, si chiedeva se per loro poteva esserci un futuro. Non lo conosceva davvero, non sapeva che tipo di persona era, ma sentiva di voler continuare a trascorrere momenti con lui.

 

Itachi la vide studiare, era già tarda sera e lei era ancora china sui libri, doveva prendere molto seriamente l’accademia.

Quella sera Seiko non riusciva a capire una parola di quel dannato libro, Itachi le offuscava la mente e non riusciva a pensare ad altro. Doveva però continuare a studiare se voleva realizzare i suoi ideali. Un giorno sarebbe diventata un grande ninja medico, da quando aveva visto amici e parenti morire in battaglia non poteva tollerare che altre vite si sarebbero sprecate inutilmente. Avrebbe combattuto chiunque minacciasse il villaggio pur di non far spegnere altre vite innocenti e avrebbe salvato i feriti che poteva salvare.  

 

Itachi si era ripromesso di non farsi vedere, ma a un certo punto non resistette più e salto sulla sua finestra. Bussò e con stupore Seiko lo fece entrare. “Itachi cosa ci facevi qui?!” colto in fallo lui rispose “mi annoiavo e ho pensato di venire a trovarti, ma vedo che stai ancora studiando”. Cominciarono a parlare e Seiko finì con il raccontarle il suo sogno. Anche Itachi si aprì, le raccontò di Sasuke e di come i suoi genitori fossero severi, ma le disse anche che sapeva che in realtà gli volevano molto bene. Ovviamente non le disse nulla riguardo alla sua missione.

Dopo la chiacchierata Itachi si sentiva meglio e decise di tornare a casa e senza neanche darle un baciò si allontanò.

 

Cominciò a capire di non provare solo attrazione fisica per quella ragazza, gli piaceva. Gli piacevano i suoi modi di fare un po’ buffi, come arrossiva facilmente, la determinazione con la quale voleva raggiungere il suo ideale... Sorrise amaramente, lei voleva combattere chi minacciava la Foglia come un giorno avrebbe fatto lui.

Forse avrebbe fatto meglio a lasciarla prima che fosse troppo tardi, prima di farla soffrire troppo.

 

Seiko era rimasta molto sorpresa della visita di Itachi. Le era piaciuto scoprire qualcosa di più sul suo conto, ancora non sapeva bene quali fossero i reali sentimenti che provava, sentiva solo di stare bene insieme a lui. Si chiedeva però come mai non le avesse dato neanche un piccolo bacio.

 

Il giorno seguente, finite le lezioni Itachi si propose di accompagnarla a casa. L’avrebbe lasciata perché non poteva farla soffrire per un suo stupido capriccio. “Perdonami Seiko, io non posso continuare questa relazione, non chiedermi perché, ti prego di accettarlo e basta”. Seiko era spiazzata, tutto si aspettava tranne questo. Si sentì invadere da una profonda malinconia lo salutò e salì in casa.

Quanto male aveva fatto a Itachi dirle quelle parole, aveva visto i suoi occhi brillanti spegnersi in un attimo. Ma lo sapeva, non avrebbe potuto fare altrimenti.

 

 

Arrivò la fatidica sera in cui Itachi avrebbe detto addio alla sua felicità per sempre. Si impose di non pensare, di agire solamente. Ci riuscì, ma quando si trovò di fronte ai suoi genitori, tutto il peso di ciò che aveva fatto gli cadde addosso. Non c’era modo di fare forza sulla katana. Dopo aver compiuto l’atto e salutato per l’ultima volta il fratello in lacrime si preparò ad andarsene.

 

Una cosa voleva fare prima di partire, vedere attraverso la finestra Seiko. Vide che stava già dormendo così entrò nella camera per osservarla meglio. “Addio piccola mia” disse prima di posarle un bacio sulle labbra. Seiko si svegliò. “Itachi! Cosa…” non finì la frase che Itachi prese a baciarla. Non aveva resistito, voleva sentire quelle labbra per l’ultima volta.

 

Senza più pensare, Itachi portò la mano alla base della sua maglietta e gliela sfilò. Prese a baciare ogni suo lembo di pelle. La passione cominciò a infuocare entrambi, Seiko buttò a terra le armi di Itachi senza chiedersi perché le avesse, gli tolse a sua volta la maglietta e prese a baciarlo con desiderio. Le era mancato in quei giorni e finalmente si sentiva bene. Non sapeva perché fosse tornato, ma in quel momento non importava. C’erano solo lei, lui, e i loro corpi che anelavano al piacere. Presto si ritrovarono entrambi nudi a gemere per quello che, lo sapevano, non era solo sesso ma qualcosa che andava ben oltre. Sentire la pelle dell'altro sulla propria era una sensazione mai provata prima, niente era mai stato così magnifico. Quando raggiunsero l'apice soffiarono i lori nomi ognuno sul volto dell'altro. 

 

Itachi attese che Seiko si addormentasse, per poi lasciarla per sempre. Le volse un ultimo sguardo, una lacrima gli rigò il viso, e si incamminò verso il suo destino.

 

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Lo so, lo so questo capitolo è triste. Ma che cos’è la felicità, se non si è provata la sofferenza? Non sconfortatevi, alla fine il vero amore trionfa sempre!

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Capitolo 4
*** Il passato torna a galla ***


Capitolo 4 – Il passato torna a galla

Si svegliò certa di trovare Itachi nel suo letto. Quando non lo vide pensò di aver sognato tutto, poi realizzò di non essere vestita e capì che era tutto accaduto realmente.
Poi cominciò a riflette. La sera precedente il cervello si era sconnesso e aveva lasciato prendere le decisioni al proprio corpo. Piano a piano i dettagli le tornarono in mente. Con non curanza aveva gettato a terra le armi di Itachi, ma perché le aveva? Non era certo il solito equipaggiamento ninja… Cercò una risposta a lungo, ma non le veniva in mente nulla di sensato.
“Ma certo! Sicuramente stava andando in missione, ieri sera è passato per salutarmi, poi beh… è successo quel che è successo, e quando è dovuto partire per non svegliarmi è andato via senza salutare!”.

Così senza più preoccuparsi Seiko si preparò per uscire. Si diresse all’accademia, ma c’era qualcosa di strano. Strade vuote, negozi chiusi, silenzio ovunque. Cosa stava succedendo? Arrivata all’accademia lesse la scritta “oggi le lezioni saranno sospese”. Tutto sembrava tranquillo, ma niente era normale. Girò per il villaggio senza una meta precisa in cerca di risposte. Cominciò a insinuarsi in lei il timore che la scomparsa di Itachi era collegata alla stranezza del villaggio. Se prima era solo una piccola ipotesi, dopo poco cominciò a diventare nella sua mente un’inspiegabile coincidenza. Così si diresse verso casa di Itachi, chissà forse lì ci sarebbero state delle risposte.

Si ritrovò a correre, finché la peggiore delle ipotesi si palesò fondata. La gente del villaggio si concentrava tutta in quel punto. “Cosa è successo a Itachi?” fu il suo primo pensiero. Vide che la casa era sbarrata. Si avvicinò. Rimase inorridita alla vista dei cadaveri. Poi sentì un bambino piangere. Lo riconobbe, era Sasuke.

“Sasuke! Che cosa è successo?”
“Lui, è stato lui!” disse tra i singhiozzi.
“Lui chi, Sasuke?”
“Li ha uccisi tutti! Sono solo!” Seiko non riusciva a capire. Una squadra ANBU portò via il piccolo.
Cercò di capire meglio cosa era successo, ma non c’era niente che la portasse a comprendere. Poi sentì due uomini parlare tra loro a bassa voce “Dicono che Itachi Uchiha questa notte abbia sterminato tutto il suo clan, tranne il fratello minore.”

Tutto aveva un senso. Ecco perché le armi. Ecco perché era scomparso.

Come aveva osato Itachi? Come aveva potuto usarla in questo modo? Lui, lui che sapeva del suo sogno! Sapeva che lei voleva sconfiggere chiunque portasse morte. E lui era l’artefice di tutto questo.
Come aveva potuto illudersi che Itachi la amasse? La sua testa si annebbiò con domande di ogni tipo. Il mondo le era improvvisamente caduto addosso.

Passarono diversi giorni. Si chiuse in camera senza voler vedere nessuno. E di fatto nessuno poteva capirla, perché nessuno era a conoscenza della sua relazione. Dannato Itachi. L’aveva presa in giro e poi lasciata sola. A poco a poco il sentimento di tristezza mutò in una forte rabbia. Una rabbia che all’improvviso esplose facendole accumulare chakra nella mano, per poi rilasciare un pugno che distrusse in mille pezzi il tavolo.
Ebbe una reazione di sorpresa. In accademia non era mai riuscita a tirare un pugno così potente. Ci aveva provato ma non capiva come trattenere tutto il potere nella sua mano. Incredibile! Finalmente ci era arrivata. Ottimo. Saper regolare il chakra è di fondamentale importanza per diventare un ninja medico. Decise di mettersi subito all’opera, si sarebbe allenata, avrebbe imparato, sarebbe diventata più forte, avrebbe protetto la Foglia e realizzato il suo sogno. Se Itachi fosse tornato avrebbe sconfitto anche lui. Per farlo, lo sapeva, si sarebbe dovuta allenare giorno e notte. Così avrebbe fatto. Se qualcuno l’avesse vista in quel momento, avrebbe letto la determinazione nei suoi occhi.

Gli anni passarono. Come aveva promesso a se stessa Seiko si allenò duramente. Nel frattempo il Terzo era morto e al suo posto c’era Tsunade. Nessuno gestiva il chakra meglio di lei. Una mattina irruppe nel suo ufficio. “Hokage-sama! Mi alleni, la prego!”. L’hokage aveva accettato. Seiko venne posta ad allenamenti durissimi, ma come risultato se si trovava alla giusta distanza dal nemico sapeva di poterlo mettere k.o. in un colpo.
In missione sfruttò questa sua nuova abilità e visti i risultati vennero attribuite alla squadra missioni di livello sempre più alto.

Presto però si accorse che ci voleva qualcosa di nuovo, perché in questo modo poteva attaccare solo da vicino. Scoprì di possedere il chakra dell’acqua. Da sola non riuscì a gestirlo, ma non volle rinunciare. Dopo aver ricevuto i consigli di vari maestri decise di metterli in pratica.
Fu molto difficile ma infine riuscì a padroneggiare l’acqua.

Dopo essere diventata jonin, diventò membro degli ANBU.
Un giorno con la tipica maschera, si recò nell’ufficio dell’Hokage.
“Seiko, devo affidarti una missione di livello S.”
“Certo signora. Di cosa si tratta?”
“Dell’Akatsuki. Dobbiamo saperne di più. Delle fonti mi hanno rivelato che Itachi Uchiha e Kisame Hoshigaki si trovano nei pressi della Nebbia. Seiko, non vorrei mandarti è una missione altamente rischiosa. Ma ho fiducia in te e so che puoi farcela. Ad ogni modo ti prego della massima attenzione. Non interagire con il nemico, tieniti sempre a distanza.”
“Certo signora.”
Inutile dire quale effetto sortì quel nome nel cuore di Seiko. Il passato tornava a galla.

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Cosa ne dite? Troppo drammatico? Tranquilli! Il peggio è passato. Seiko ha saputo superare l'abbandono ed è diventata uno degli ANBU. Cosa comporterà questa missione? Si rivedranno o Seiko si limiterà a spiare senza far si che Itachi si accorga di lei? Ovviamente in missione porterà la maschera... A presto! ;)

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Capitolo 5
*** Scontro ***


Capitolo 5 - Scontro

Legò i capelli, indossò la maschera da ANBU e senza perdere inutile tempo Seiko si mise in marcia. Vestita in quel modo non poteva essere riconosciuta, non si poteva nemmeno capire che fosse una donna.
Erano passati un bel po’ di anni dall’ultima volta che aveva visto Itachi. Si sorprese a pensare che probabilmente lui sarebbe stato ancora più bello prima. Del resto anche lei era cambiata, i capelli rossi erano più lunghi, più morbidi e avevano assunto un colore più vivo, il seno le si era ingrossato e i lineamenti del viso erano più fini. Gli occhi, i suoi brillanti occhi verdi erano rimasti gli stessi, solo vi era una luce diversa: erano più determinati ma nascondevano un po’ di delusione.

Sì, aveva raggiunto il suo obiettivo di diventare un forte ninja a servizio della Foglia, ma sentiva di non aver raggiunto la felicità. Sentiva che la colpa di tutto questo era Itachi. In fondo era colpa sua se non riusciva veramente a credere nel buon animo delle persone. Per questo il suo sogno aveva perso un po’ del suo valore, perché proteggere gli uomini se poi nei loro cuori c’era solo odio ed egoismo? In oltre per colpa sua non era riuscita ad amare nessun uomo. Era troppa la paura di scoprire che tutto era finto, come era stato con lui.
Sapeva che rivederlo non sarebbe stato facile. Ma si impose di svolgere la missione al massimo delle sue possibilità, senza indugiare troppo sui pensieri.

Arrivò al confine con la Nebbia. Diversi giorni si mise alla ricerca dei Nukenin senza risultato. Decise di riposarsi qualche ora, si nascose su un albero e si addormentò. A svegliarla fu una voce, una voce che conosceva bene.
“Kisame fermiamoci qui, riprenderemo il viaggio all’alba. Inizierò io il turno di guardia.”.

Era lui. Dopo tutti questi anni era lì a portata di kunai. Istintiva la mano si mosse all’arma, poi le tornarono in mente le parole dell’Hokage “non interagire con il nemico, tieniti sempre a distanza.”.
In effetti Seiko aveva avuto modo di leggere dai rapporti che Itachi non era certo un tipo sprovveduto, avrebbe sicuramente deviato il colpo. Così allentò la presa e stette ad osservare. Quanto le aveva fatto male quell’ uomo. Se ne stava lì tranquillo, completamente ignaro di chi lo stava guardando. Stava lì seduto fissando il cielo, pensando a chissà cosa. Forse a chi altro uccidere, a chi altro illudere e a chi altro portarsi a letto. Lo immaginò ridere di lei mentre scappava dalla sua finestra.
All’improvviso la rabbia prese il sopravvento su di lei, la mano si mosse rapida e il colpo andò a segno. Quel che vide fu il kunai conficcato nella schiena di quell’uomo che aveva tanto amato e tanto odiato. Il suo corpo cadde a terra. Seiko provò sentimenti contrastanti. Gioia, tristezza, soddisfazione, rancore, odio, amore, un turbine di emozioni la avvolse. Forse, dopo tutto, non voleva davvero ucciderlo.

“Chi sei? E cosa vuoi?” quel che sentì fu la pressione della lama sul suo collo e la calda, profonda voce di Itachi parlarle all’orecchio. Guardò verso il punto in cui aveva colpito, ma quel che vide fu solo un gruppo di corvi che presero il volo e se ne andarono.
Dannazione! Come aveva potuto essere così avventata! Era tutto sbagliato! Doveva seguire i consigli dell’Hokage, invece aveva dato retta all’istinto. Ormai si era accorto di lei e non l’avrebbe certo lasciata andare.
“Avanti rispondi!” le intimò lui.

Velocemente compose dei segni con le mani e il kunai si trasformò in acqua. Non perse tempo e gli tirò un deciso calcio sulla pancia. Itachi preso alla sprovvista incassò il colpo e fu scaraventato su un albero. Non che questo lo avesse minimamente scalfito.
Itachi rispose con una gigantesca palla di fuoco. Seiko si trovò costretta ad usare già una delle carte più forti che aveva, con un drago acquatico respinse l’attacco.

“Bene devo ammettere che te la sai cavare, ma non ti basterà. Vedi non ti ho ancora eliminato perché voglio sapere cosa vuoi. Non crederai che solo perché possiedi il chakra dell’acqua potrai vincere contro il mio fuoco.” Queste furono le parole atone di Itachi prima di avventarsi in un frontale contro l’ANBU.

Entrambi si colpirono con un pugno, ma la superiorità di Itachi era palese. Seiko cadde rovinosamente a terra, Itachi sembrò non accusare il colpo. Non si diede per vinta e con la forza della disperazione caricò la mano di chakra e sferrò un fortissimo pugno nel centro dello stomaco di Itachi. Ancora quei maledettissimi corvi. Non fece in tempo a girarsi che fu afferrata e stretta con forza da una mano gigantesca. Itachi aveva evocato il Susanoo.

“Non hai vie di scampo. Se non vuoi dirmi chi sei lo scoprirò da solo.”
La avvicinò a sé e allungò una mano per sfilarle la maschera. Itachi puntò i suoi occhi rossi su di lei. Non si era sbagliata. Itachi, come aveva immaginato, era diventato più bello. Incredibile dopo tutto quello che le aveva fatto, anche in punto di morte, lo trovava affascinante.
Itachi afferrò la maschera e la strappò con decisione. Lunghe ciocche rosse caddero sul suo viso.
“Se… Seiko” disse Itachi con voce rotta dalla sorpresa.
Il susanoo si dissolse e Seiko cadde a terra priva di sensi.

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Capitolo 6
*** Ritrovarsi ***


Capitolo 6 - Ritrovarsi

Itachi si diresse da Kisame, gli disse che avrebbe dovuto sbrigare una faccenda e che si sarebbero incontrati direttamente al confine con la Foglia dopo 2 giorni. Kisame non si sorprese del suo comportamento schivo e misterioso e con un cenno lo salutò.
Itachi prese Seiko, ancora svenuta, se la caricò sulle spalle e si allontanò dal compagno. Cercò un luogo nel bosco dove non potesse arrivare nessuno. Una volta trovato, appoggiò delicatamente Seiko ad un albero, prese una corda e la legò. Quali che fossero i suoi sentimenti era pur sempre una nemica pronta ad ucciderlo.

Si sedette di fianco a lei e guardando il cielo cominciò a pensare. Era una situazione spiacevole. Nessuno doveva venire a sapere il suo segreto e lasciare viva Seiko sarebbe stato troppo sospetto da parte di un Nukenin. Ma non avrebbe mai potuto ucciderla. Itachi aveva sempre saputo che lei era uguale a lui. Lei sarebbe stata pronta a tutto per conseguire i suoi ideali di pace. Esattamente come lui. Adesso però si trovavano su due fronti di guerra opposti.
Nonostante questo ogni sera quando si coricava il suo pensiero volava a lei. Pensare che c’era qualcuno nel mondo per cui valeva la pena di fare quella vita, lo aiutava ad andare avanti. Non importava che questo qualcuno lo odiasse, perché lui la amava. Pensare che con il suo gesto eroico l’aveva salvata dalla guerra lo faceva sentire in pace con se stesso.

Si voltò a guardarla. Come era cambiata. Era così bella. Chissà quanto aveva sofferto, lasciarla in quel modo, illuderla in quel modo… Sentiva male al petto a pensare al dolore che aveva sicuramente provato per colpa sua. Ma quella sera di tanti anni prima era stata allo stesso tempo la più terribile e la più bella della sua vita. Se non fosse andato da lei, forse non ce l’avrebbe fatta a resistere tutti questi anni.

Seiko riprese conoscenza, senza capire cosa fosse successo. Vide una figura davanti a lei, ma era tutto sfuocato. Poi cominciò a distinguere un mantello nero con delle nuvole rosse. Capelli scuri, lunghi, legati in una coda. Smalto nero sulle unghie di mani e piedi. Una collana e un anello. Questo era il nuovo Itachi, tutto in lui parlava del tradimento alla Foglia e della fedeltà all’Akatsuki. Ma perché non l’aveva uccisa? Ah certo… voleva sapere cosa cercava. Ma lei non glielo avrebbe detto, sarebbe almeno morta con onore. Era sicura che Itachi non avrebbe avuto risentimenti nel toglierle la vita.

“Ti sei svegliata.” constatò Itachi.
“Cosa diavolo vuoi?” gli sputò in faccia tutta la cattiveria che possedeva.
“È questo il modo di salutare un vecchio amico?”
“Amico? AMICO? Non ti vergogni a definirti un amico? Non sei altro che un lurido, schifoso egoista. Tu non sai cosa sia l’amicizia. E non venire a farmi le prediche. Se c’è qualcuno che non può permettersi di farlo, quello sei proprio tu.”

“Allora, Seiko, perché mi stavi spiando? –cambiò argomento- Chi ti manda?”. Il suo nome pronunciato lentamente da quelle labbra per un secondo placò la sua rabbia, poi di nuovo ostentò un tono di voce pieno di rancore.
“Non sono affari tuoi.”
“Andiamo Seiko! Dovresti sapere che con lo Sharingan posso leggerti la mente, non serve a niente fare l’eroe.”
“Non osare chiamarmi per nome. Io per te sono solo un ninja. Tu non mi conosci” in realtà non voleva che la chiamasse perchè aveva paura che sentendosi chiamare di nuovo in quel modo, avrebbe dimenticato l’odio e si sarebbe fatta ingannare di nuovo.
“Mi odi, Seiko?”
“Che domande sono. Certo che ti odio. Tu mi hai rovinato la vita. Hai calpestato i miei sentimenti. Io credevo davvero in te –fece una pausa- e in noi. Poi mi hai lasciata senza dirmi una parola. Non valevo neanche un addio. –disse più a se stessa- E adesso sparisci dalla mia vista, non voglio vederti mai più.”

Senza lasciarsi intimorire da quello che gli stava dicendo, Itachi si avvicinò piano a lei. Un passo dopo l’altro.
“Stammi lontano, bastardo!”
Un altro passo.
“Ti ho detto di starmi lontano!”
Un altro ancora.
Seiko non sapeva cosa fare. Itachi allungò la mano. La avvicinò al suo viso e con il pollice raccolse la lacrima che stava per scendere dagli occhi di lei.
“Mi dispiace, Piccola” disse a voce bassa, profonda, dolce, sincera.

Il mondo si fermò per un attimo. Cosa voleva dire quella frase? Detta da lui non aveva senso. La stava prendendo in giro per l’ennesima volta? No, era sicura fosse la verità. Ma perché gli dispiaceva averle causato dolore? E poi, perché diavolo non l’aveva ancora uccisa?

Si trovò all’improvviso le labbra di lui sulle sue a lasciarle un piccolo, casto bacio a fior di labbra.
Non ci capiva più niente. Non solo era dispiaciuto, ma le dava anche un bacio di quel genere. Un bacio così non può appagare nessun tipo di desiderio sessuale, perché glielo aveva dato?
Tutto quello che riuscì a dire fu “Itachi…”. Aveva pronunciato quella parola con amore come se lui non se ne fosse mai andato, come se lo amasse ancora. In quella parola aveva messo la disperata richiesta di essere amata. Ora capiva. Non era mai riuscita a stare con un uomo non perché avesse paura, ma perché non desiderava altri che non fossero il suo Itachi.

Il Nukenin non resistette a quel richiamo. Portò nuovamente le labbra sulle sue e la baciò con passione. Subito la lingua chiese il permesso di entrare, permesso che non tardò ad arrivare. Di nuovo come tanti anni prima, non fu la mente a guidare le azioni, ma il corpo. Itachi portò le mani ai suoi capelli. Quanto le era mancata. Sentirla così vicino era come tornare a essere vivo. Niente lo avrebbe fermato in quel momento. Se fosse scoppiata la terza grande guerra ninja, in quel momento non sarebbe stato importante.
Baciarla non gli bastò più. Prese il kunai e tagliò le corde che la tenevano ancora legata.

Seiko poteva provare a scappare, ma non lo fece. Anzi portò le mani sulle sue spalle e delicatamente sfilò il mantello che cadde a terra. Le sue mani cominciarono a muoversi curiose sul petto di lui. Percepiva i forti muscoli, gli addominali ben delineati, i bicipiti duri che la stringevano.
Poi la ragione riprese il possesso di lei, era un’occasione unica. Prese il kunai e lo sferrò contro il suo petto. Itachi bloccò il colpo prendendola per mano dove teneva l’arma. Gliela sottrasse e la scaraventò lontano.
“Ti prego, Seiko, questa sera dimentica il tuo odio, solo questa sera” era così umana la sua voce, così supplichevole, la stava davvero pregando di dimenticare chi era per quel piccolo squarcio di vita. Le sembrò che se in quel momento non l’avesse avuta, sarebbe crollato. Decise di lasciarsi andare, infondo era quello che desiderava follemente anche lei.

Le mani di lui si mossero per accarezzarle la schiena, finché scivolarono sulla gamba e poi sfilarono la tenuta da ANBU. Ora poteva vedere il suo seno, non era più quello che ricordava, era grosso e tondeggiante. Decise di baciarlo. Lasciò delicati baci su tutta la superficie.
Poi fu il turno Seiko, sfilò ad uno ad uno tutti gli indumenti che portava e finalmente poté vedere quel meraviglioso fisico che aveva percepito con il tatto. Infine volle togliergli la coda, lasciò che capelli scuri di lui si muovessero liberi tra i loro corpi. Era una visione divina.

Itachi la fece sdraiare sul suo mantello e si posizionò sopra di lei. Quanto l’aveva desiderata! Si tuffò sulla sua bocca e prese a baciarla con vigore, le mani di lei si mossero con forza sulla sua schiena. Di nuovo tornò quel piacere del passato. Un piacere che toglieva importanza a tutto il resto. Ognuno poteva percepire il forte desiderio dell’altro. I loro occhi erano supplichevoli di poter raggiungere il folle piacere del passato. L’emozione era fortissima. Sentire Itachi dentro di lei, la riempiva dentro l’anima. Vedere Seiko ansimare per lui, gli toglieva il respiro.
Finalmente, dopo tanti anni passati inconsapevolmente a desiderarsi, fecero l’amore.

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Capitolo 7
*** Dimmi chi sei realmente ***


Capitolo 7 - Dimmi chi sei realmente

Itachi fu il primo a svegliarsi. Si ritrovò il corpo nudo di Seiko su di lui. Poggiava la testa tra il suo collo e la sua spalla e i morbidi capelli rossi cadevano in parte sul suo petto e in parte a terra. Posava una mano sulla sua pancia e il resto del corpo aderiva al suo lato destro.
Ripensò alla bellissima notte che aveva trascorso, ora però doveva pagarne le conseguenze. Mentre i suoi pensieri volavano alla ricerca di un compromesso, la sua mano destra si mosse quasi senza che se ne accorgesse ad accarezzare il corpo di Seiko. Lenti, delicati movimenti su tutto il suo corpo la svegliarono. Si sentiva così bene tra le braccia di Itachi. Ancora faticava a capire cosa era successo.

Itachi arrivò alla sua conclusione: di nuovo l’ avrebbe lasciata, se ne sarebbe andato senza lasciare traccia, senza dirle una parola, e da quel momento in avanti avrebbe prestato attenzione a non incontrarla mai più, per non ripetere l’errore. Troppo tardi. Seiko era già sveglia e si era voltata per guardarlo dritto negli occhi. Anche la mano di Seiko cominciò a muoversi delicata sul petto di lui. Tutti i pensieri di poco prima persero di significato, come poteva non vederla più?

Dovette raccogliere tutta la sua forza di volontà per non fare di nuovo l’amore con lei.
“Io non posso ucciderti Seiko. Ti lascerò andare e faremo finta che questo non sia mai successo. Nessuno dovrà saperlo. Non ne parlerai con nessuno. Io ucciderò chiunque venga a saperlo.”
“Dimmi perché. Perché non puoi uccidermi? Tu non hai legami e non hai pietà, non l’hai avuta neanche per i tuoi genitori. O almeno questo è quello che vuoi farmi credere.”
“Non farti tante illusioni. Non voglio eliminarti perché mi piace scopare con te.” mentì lui.
“Puoi dirmi quello che vuoi Itachi, ma ti ho capito. Tu non sei quello che mi vuoi far credere. L’ho capito ieri sera quando mi hai baciata. C’è sicuramente qualcosa che mi nascondi”
“Puoi continuare a illuderti se vuoi. Io non ho nessuna moralità, se una cosa mi va la faccio senza pormi scrupoli. E se ti bacio è solo per portarti a letto. Hai già avuto modo di scoprirlo.”

Inizialmente quelle parole la turbarono, ma ormai si era convinta. Ripensando ai gesti e alle parole di Itachi, c’era qualcosa che non tornava. Lui stava fingendo, le sue parole non coincidevano con i suoi gesti, non coincidevano con il linguaggio del suo corpo. In quel bacio della sera prima aveva percepito la dolcezza che ci aveva messo. Inoltre ricordava l’espressione fin troppo sorpresa che aveva assunto quando le aveva tolto la maschera. Poi la notte appena trascorsa era stata una chiara prova. In quella notte si era sentita amata e desiderata. Itachi poteva anche mentire al mondo, ma il suo corpo e le sue azioni lo tradivano.

“Ad ogni modo non possiamo fare come dici tu. -disse lei- Ero in missione per scoprire qualcosa su di te e l’Akatsuki, sarebbe sospetto tornare senza niente da dire.”
Itachi si alzò per rivestirsi e lei fece lo stesso poi le rispose:
“Dirai che tra due giorni io e Kisame verremo alla Foglia. Non hai scoperto altro perché sei tornata indietro con la massima urgenza.”
“E tu riveleresti una notizia così importante solo per ‘scopare’?” disse imitando con disprezzo le sue parole.
“Fai troppe domande. Attenta, potrei cambiare idea” l’ultima frase la disse avvicinandosi pericolosamente a lei, sussurrandogliela all’orecchio.
Lei tirò fuori un sorriso di sfida che indicava che non era per nulla intimorita dalla minaccia di Itachi.

Senza salutarlo si girò e si incamminò per tornare al villaggio.
“Seiko” si sentì chiamare “quando verrò stanne fuori, questa volta non ti risparmierò”
“Hai paura che ti batta Itachi?” detto questo senza aspettare una risposta incominciò a saltare di ramo in ramo.
“No, ho paura di perderti.” Disse a bassa voce quando lei era ormai lontana.

Appena tornata al villaggio Seiko fece rapporto e tutti i ninja di Konoha furono radunati ed informati. “Ottimo lavoro Seiko” le disse l’Hokage “grazie a te non ci faremo trovare impreparati”.

Per quanto fossero state dure le parole di Itachi lei non poteva non essere attratta da lui. Per quanto questo fosse sbagliato, folle, insensato lei sentiva di amarlo. Certo, serbava ancora una buona dose di rancore per come l’aveva trattata, ma questa volta non avrebbe più potuto ucciderlo se ne avesse avuta l’occasione.
Cosa avrebbe dovuto fare? Itachi le aveva intimato di starne fuori, era vero, questa volta non avrebbe potuto lasciarla in vita. Ma lei non poteva abbandonare il suo villaggio, decise di combattere e ignorare il consiglio di Itachi.

Il giorno seguente il villaggio era in movimento, i bambini venivano trasferiti in un luogo più sicuro, i negozi chiudevano, i ninja si preparavano. Sasuke era stato mandato in missione senza che sapesse niente nell’imminente arrivo del fratello, sapevano che sarebbe intervenuto in modo negativo.

Arrivò il giorno dello scontro. I ninja erano stati posizionati in modo da poter bloccare l’ attacco da qualsiasi fronte arrivasse. Seiko era stata posizionata all’interno del villaggio in modo da poter fermare un eventuale attacco diretto all’ Hokage se le difese esterne non fossero bastate. In questo modo probabilmente non avrebbe dovuto affrontarlo.

L’attacco cominciò, Itachi fu contento di non vedere Seiko tra le prime file.
“Kisame dividiamoci, io a destra tu a sinistra.”
Così Itachi rimase da solo ad affrontare venti ninja valorosi che l’Hokage aveva disposto a proteggere l’ingresso. Attivò lo sharingan, in pochi secondi cinque ninja caddero a terra, inermi di fronte al grande potere dell’Uchiha. Non li stava davvero uccidendo, ma sarebbero stati fuori gioco per almeno una settimana. Arrivò subito rapporto all’Hokage e la situazione divenne grave. Seiko fu informata che l’Uchiha avrebbe abbattuto le linee di difesa e sarebbe arrivato all’interno.

Non resistette. Non poteva aspettare che i suoi compagni morissero. Decise di infrangere gli ordini e si diresse verso Itachi. Mentre correva verso di lui formò quattro copie d’acqua. Quando arrivò lo vide circondato dai corpi a terra dei suoi compagni, era arrivata troppo tardi.
Di fronte a quella scena dimenticò tutti i pensieri d’amore del giorno prima e fece largo all’odio, che si impadronì di lei.
“Levati di mezzo Seiko, mi sembrava di essere stato chiaro” disse lui.
“Sei un bastardo! Non so come hai fatto ad illudermi un’altra volta!”
Lei e le sue copie lo circondarono e cominciarono a formare dei segni con le mani. Cinque draghi d’acqua puntarono su Itachi. Quello era un attacco difficile da respingere anche per lui. Saltò in aria evocò il Susanoo, questo basto a bloccare in parte l’attacco, ma fu colpito a una spalla, non avrebbe potuto usare il braccio per un po’. Il Susanoo si distrusse e lui si ritrovò a terra. Seiko non perse l’occasione, caricò il pugno e si diresse su di lui. Lo guardò negli occhi per l’ultima volta prima di dargli il colpo fatale. Grande errore. Il suo pugno si arrestò, Itachi si alzò e lei rimase immobile.

“Cosa mi hai fatto maledetto? Perché non riesco a muovermi?”
“Sei nella mia illusione. Ti avevo detto di starne fuori. Perché sei venuta?”
“Avrei dovuto lasciarti uccidere tutti i miei compagni? Anche se ora mi uccidi ti ho ferito alla spalla, non puoi fare i segni, forse sono riuscita a bloccarti.”
“Il tuo è stato un intervento inutile, finché avrò i miei occhi vincerò sempre. Comunque non nego che il tuo fosse l’ attacco di un degno rivale. Meriti un premio.” Dopo aver pronunciato l’ultima frase con malizia, si avvicinò a lei, le mise una mano tra i capelli e la baciò.

“Cosa fai? Non avevi detto che nessuno doveva sapere di noi?”
“Te l’ho detto, siamo nella mia illusione. Qui esistiamo solo tu ed io.” Improvvisamente il villaggio sparì e rimase solo il nero.
“Lasciami andare, io ti odio” gridò lei ripensando alla scena di poco prima.
“Calmati. Non li ho uccisi i tuoi compagni.”
“Cosa?” disse lei incredula “Che cosa significa?”
“Che avevi ragione. Non sono quello che voglio farti credere.” La baciò di nuovo.
“Piantala di baciarmi. Sono stufa di essere usata per appagare i tuoi desideri sessuali. Spiegami cosa significa quello che hai detto e dimmi chi sei realmente.”

Nell’ illusione, entrambi tornarono ragazzi, quando il dolore non appesantiva i loro cuori.
“Io sono questo Seiko, non sono cambiato. Quello che voglio è quello che volevo allora, quello che vuoi tu adesso.”
Itachi ragazzo tese la mano per prendere quella di lei.
“Mi fa male il tuo odio. Posso accettare quello di tutti, ma non il tuo.” Itachi non aveva resistito, era stanco di condurre quella vita, adesso che aveva provato sulla sua pelle cosa voleva dire amare, non era più disposto a tornare indietro, almeno non senza di lei.

Seiko non capiva più niente. Itachi come suo solito era stato enigmatico, le sue parole le avevano formato più dubbi di quanti ne avesse prima. Ma si sentiva attratta da lui come non mai. Questa volta fu lei a baciarlo. Sentì il sorriso sulle labbra di Itachi.

Quando si staccarono erano di nuovo adulti, Itachi le disse semplicemente “grazie”. Era una parola piena di significato, perché Seiko in quel bacio gli aveva detto che nonostante tutto lei lo amava e lo accettava per quello che era. Con quel grazie Itachi le aveva fatto capire che si poteva fidare di lui, che davvero nascondeva qualche segreto e che non era quell’ uomo malvagio che voleva apparire.

Itachi fece terminare l’illusione. Lui era disteso a terra, lei era lì vicino con un pugno carico di chakra e stava per colpirlo. Riuscì a deviare il colpo all’ultimo secondo, quando si trovava a pochi centimetri da lui, cadde a terra distruggendo il suolo nel raggio di cento metri. Lo guardò negli occhi, tornati neri, e disse “E adesso?”

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Capitolo 8
*** Finalmente la verità ***


Capitolo 8 – Finalmente la verità

Erano ancora a terra quando arrivarono altri cinque ninja della Foglia.
“Seiko tutto bene?” le disse uno di quelli.
“Sì” rispose poi guardò Itachi con uno sguardo eloquente che esprimeva una richiesta d’aiuto, Seiko era in panico non sapeva come comportarsi, non poteva più essere nemica di Itachi, ma non poteva dimostrarlo davanti ai suoi compagni.
Itachi la guardò e sottovoce le disse “Lascia fare a me. Fidati.” Ormai si fidava di lui, sapeva che qualunque cosa facesse aveva valutato bene le possibilità e aveva scelto la soluzione migliore, così lo lasciò fare.

Itachi non lo aveva voluto mostrare, ma era gravemente ferito, il colpo di Seiko oltre a causargli un gran dolore gli impediva di combattere al meglio. Ma se non fosse intervenuto, lei sarebbe diventata una traditrice come lui, e questo non lo avrebbe permesso. Ucciderli non sarebbe comunque stato difficile, ma Seiko non lo avrebbe perdonato, le cose erano davvero complicate. Lanciò shuriken con la mano che poteva usare, ma era difficile parare i colpi.
Riuscì ad atterrare due di quelli, ma riportò nuove ferite. Non poteva continuare così, doveva usare qualche tecnica più forte. Imprigionò uno dopo l’altro i tre ninja rimanenti in un’illusione. Questo riuscì a metterli fuori gioco, ma Itachi era sfinito e cadde a terra privo di forze.

Seiko corse subito da lui, lo voltò e vide che perdeva molto sangue da più punti. La guardava e sorrideva, era così dolce in quel momento. Seiko estrasse i kunai e gli shuriken che lo avevano colpito e cercò di fermare il sangue.
“Adesso ti prendi cura di me anzi che cercare di uccidermi?”
“Stai zitto idiota, non dovevi rischiare così tanto.” Disse lei dolcemente con falso rimprovero.
“L’ho fatto per te.”
Sentirono delle voci, stava arrivando qualcuno. “Dobbiamo andarcene-disse Seiko- so dove portarti”
“Non farlo, se ti scoprono non potrai tornare indietro, diventerai per sempre una traditrice come me.” Incurante delle parole che Itachi le aveva rivolto Seiko se lo caricò in spalla e si avviò verso i confini del paese. Entrò nel bosco e dopo una decina di minuti arrivarono in una specie di rifugio che aveva usato in una delle tante missioni.

Lo sdraiò a terra e praticò il jutsu medico.
“Non sapevo che fossi anche medico. Quante cose hai imparato in questi anni? La tua tecnica di prima mi ha preso alla sprovvista, non sai quanto fa male”. Faceva male, ma non gli importava, non c’era male che non avrebbe sopportato pur di stare da solo con Seiko che lo guardava in quel modo. Attraverso lo sguardo esprimeva tutta la preoccupazione che aveva per lui, e si prendeva cura di lui come se niente altro al mondo avesse valore. Quanto gli era mancato ricevere le attenzioni di chi ti ama. Itachi si sentiva così felice in quel momento che non sapeva accettare l’idea di tornare alla solitudine. Vedere Seiko, sapere che il suo odio era sparito gli donava una gioia immensa e averla al suo fianco così dedita a curarlo gli fece sentire di essere finalmente tornato a vivere.

“Ti amo Seiko” disse lui con noncuranza, come se fosse una cosa evidente, scontata. Seiko si interruppe lo guardò con stupore, poi riprese il suo lavoro.
“Ma cosa dici Itachi… non stai morendo, non c’è bisogno di dire certe cose”
“Anche se morissi non mi importerebbe perché sono con te” di nuovo lei si interruppe.
“Itachi stai delirando. Le ferite devono essere più gravi di quel che pensavo. Hai bisogno di riposarti, non parlare”
“No, mi devi ascoltare. Io quella sera ero in missione. –cominciò a raccontare tra i gemiti di dolore- li ho uccisi perché mi è stato detto di farlo. Ti ho lasciata perché non potevo rimanere.”
“Di che diavolo stai parlando?” chiese Seiko confusa.
“Dello sterminio del mio clan. Volevano riprendere il potere, ma se avessero fatto quello che volevano sarebbe scoppiata la guerra. Così mi hanno detto di ucciderli tutti, anche Sas’ke. Ma io non potevo ucciderlo, io amo mio fratello. Così Danzo mi propose di lasciare in vita solo lui, per poi vivere per sempre una vita da nukenin. E io lo feci. Mi sono anche unito all’Akatsuki per poterli controllare da vicino. Ma c’è una cosa che nessuno, neanche io, avevo considerato. Quella cosa sei tu Seiko.”

Seiko era allibita da quanto aveva appena scoperto. Tutto aveva un senso, però non poteva ancora crederci. Così riuscì a dire solo “E cosa c’entro io?”.
“Ti ho sempre amata, da quando ti ho conosciuta. Ero riuscito ad allontanarmi da te, a non pensarti più. Ma dopo essere stato di nuovo insieme a te non sono più disposto a portare avanti la mia missione. Vorrei essere un normale ninja del villaggio proprio come te. Voglio essere libero di amarti, libero di starti accanto. Ma ormai non posso e per questo rimpiango la mia scelta.”

Seiko non sapeva cosa dire, non sapeva come comportarsi, non sapeva cosa pensare. Lasciò fare al suo corpo, lo abbracciò con forza e dolcezza e cominciò a piangere sulle sue spalle.
“Lo sapevo. Sapevo che tu non mi avevi mai tradito”
Itachi rispose all’abbraccio con l’unico braccio che poteva usare e in quel momento dopo tanto, troppo tempo si sentì pieno, Seiko aveva colmato il grande vuoto che si era formato in lui.
“Mi dispiace Itachi. –disse tra le lacrime- io sono stata solo in grado di odiarti e oggi sono stata io a ferirti. Ho sopportato tanto dolore, ma non è niente se paragonato al tuo.”
“Non importa Piccola, non potevi saperlo.”

Ancora in lacrime Seiko avvicinò le sue labbra a quelle di Itachi. Voleva stringerlo a sé, alleviare il suo dolore, renderlo felice. Si lasciò andare ad un lungo, lento bacio passionale. Le loro lingue si incontrarono e cominciarono a roteare felici. Era un bacio diverso dalle volte precedenti, questa volta non solo i loro corpi si erano incontrati, ma anche le loro anime. Itachi non doveva più fingere di volere solo sesso, poteva lasciarsi andare e dimostrare a Seiko quanto era grande il suo amore. 

Lentamente cominciò a spogliarla. Una volta tolta la casacca superiore della divisa cominciò ad accarezzare la morbida pelle di lei con le sue mani forti, ruvide per le tante battaglie che avevano passato. Tolse poi anche la parte inferiore della divisa. Le sue mani si mossero vogliose sui glutei di lei, la desiderava come non mai.
Così anche lei cominciò una lenta danza, lo privò del mantello, e di tutto il resto. Anche le sue mani ardevano dalla voglia di toccare tutta la pelle di lui.
Poi la bocca di Itachi scese sul collo di lei provocandole dei piccoli gemiti e le sue mani la privarono degli ultimi vestiti che le rimanevano. Voleva assaporare tutto di lei e cominciò a baciarla ovunque.

Seiko era in estasi, sentiva il profumo di lui e quella danza la faceva impazzire. Si sdraiò su di lui cercando il più possibile di non fargli male visto lo stato in cui si trovava. Fecero combaciare le loro intimità e la loro danza assunse un nuovo ritmo. Quanto era bello Itachi, i capelli gli ricadevano ribelli sul viso, i suoi occhi esprimevano amore, la sua bocca era così rossa e irresistibile, il suo fisico perfetto, sembrava scolpito.

Itachi finalmente aveva trovato il suo posto nel mondo. Ora capiva che qualsiasi luogo sarebbe andato bene, purché con lui vi fosse Seiko. Lei che in quel momento era così premurosa di non farli male, ma si muoveva in un modo decisamente sensuale. Le emozioni che gli provocava lei, nessuno era in grado di dargliele. La sua pelle era così morbida, gli occhi brillanti, il viso così angelico eppure aveva visto di cosa era capace in battaglia, il dolore alla spalla glielo ricordava. Questo pensiero lo fece sorridere.
Itachi sorrideva, per Seiko nulla valeva di più al mondo.
Fu così che per la prima volta davvero, coronarono il loro amore.

Si ritrovarono sdraiati a terra, l’uno di fronte all’altra a sorridere per ciò che avevano appena fatto. Poi Seiko pose fine a quel mondo perfetto con una domanda: “Itachi cosa dobbiamo fare?”
“Ci ho pensato, e ho trovato questa soluzione, anche se non è delle migliori permetterà a entrambi di continuare a condurre la propria vita. Ci vedremo qui tra un mese esatto, e ogni mese faremo così. Staremo attenti a non farci scoprire.”
“Ma Itachi io voglio stare con te, voglio..”
“Per ora non possiamo, ti prego accetta la mia proposta” la interruppe lui.
“Va bene”

Seiko finì di curare Itachi, praticò il jutsu medico e fasciò la spalla. Poi fu pronta per tornare al villaggio. Si avvicinò a lui e lo abbracciò con quanta forza aveva.
“Itachi… anche io ti amo.”
Dopo questa frase Itachi la abbracciò ancora più forte e disse solo “a presto Piccola.” Ed entrambi partirono per le rispettive strade.


Finalmente Itachi ha rivelato la verità alla dolce Seiko. La loro storia ha preso una nuova svolta, ma il loro è ancora un amore difficile. Riusciranno a continuare la loro storia? E come la mettiamo con Sasuke? Lui ancora non conosce la verità e non ha dimenticato l’odio per il fratello. Itachi è cambiato dopo l’incontro con Seiko, ma per gli altri è rimasto un nukenin. Riusciranno infine i due a trovare la felicità?
Aspetto vostri commenti nelle recensioni!!

Helen24

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Capitolo 9
*** una nuova amicizia ***


Capitolo 9 – Una nuova amicizia

 
Tornata al villaggio Seiko vide il caos che regnava nella Foglia. Case distrutte, vite perdute. Tutto colpa di Kisame. Per fortuna era intervenuto un eroe biondo, il suo nome era Naruto e dicevano che fosse stato per tutti una sorpresa scoprire la sua vera forza. Era stata davvero fortuna, perché se non ci fosse stato l’eroe biondo, il villaggio sarebbe crollato perché lei non c’era.
Si sentiva in colpa, ma del resto era stato il giorno migliore della sua vita. Lo sbaglio migliore che avesse mai fatto. Quanto amava Itachi… se ne rendeva conto solo adesso. Non aveva mai smesso di amarlo, e adesso sapere che in qualche modo avevano una storia gli donava una grande gioia.
Ma un mese era troppo, il suo Nukenin le mancava già.
 
Un giorno mentre camminava per il villaggio vide il ragazzo biondo. Per qualche motivo si sentiva legata a lui perché aveva salvato il villaggio quando lei lo aveva abbandonato. Voleva conoscere quell’ eroe. Fece apposta ad inciampare su di lui.
“Cavolooo! Scusamiii è colpa mia! Ti sei fatta male??” chiese lui con la sua tipica esuberanza e spensieratezza.
 
Una cosa tira l’altra e in breve i due divennero amici. Inutile descrivere la sorpresa di Naruto quando scoprì di parlare con la famosa ragazza-ANBU-medico di Konoha. I due legarono molto e si raccontarono di tutto, ovviamente lei non gli raccontò mai di Itachi.
 
Finalmente il primo mese trascorse, Seiko si diresse al luogo prestabilito ma Itachi non c’era. La sua mente vagò nelle più disparate ipotesi quali è morto, non mi ama, non si ricorda, ha sbagliato posto, ho sbagliato posto, …
Mentre era persa in questi pensieri una mano la afferrò da dietro e la fece voltare. Senza che avesse il tempo di capire fu baciata con passione. Il tocco era unico, l’avrebbe riconosciuto in mezzo a mille. Itachi. 
“Mi sei mancata da morire” disse lui sorridendole, poi riprese a baciarla senza aspettare una risposta. Le infilò una mano nei capelli e la fece scorrere fino alla fine. Amava la morbidezza dei suoi capelli, e amava muoverglieli perché così ne poteva sentire il profumo.
“Ti hanno seguito?” chiese lei preoccupata per lui.
“No, è stato difficile ma non ho lasciato tracce. E poi non sono un pivellino alle prime armi. Dovresti saperlo!” ironizzò lui ricordando le lotte con lei.
“Già! Potevi distruggere il villaggio l’ultima volta!”
Era così strano riuscivano a ridere di una situazione che era invece difficile. Questo accadeva perché insieme sentivano di poter superare tutto.
Per un po’ parlarono del più e del meno, assolutamente incuranti di essere un Nukenin e un ANBU. Poi Itachi la guardò e si fece improvvisamente serio.
“Ti amo Seiko”
“Ti amo anche io Itachi”
 
Come è facile immaginare l’atmosfera si riscaldò. Le mani di Itachi andarono ad accarezzare la guancia di Seiko. In breve tempo si ritrovarono entrambi nudi, entrambi con gli occhi pieni di desiderio. Le carezze divennero tocchi più decisi e i loro corpi presero a muoversi con ritmo. Le loro bocche ricercavano ogni lembo di pelle dell’altro. Quando Itachi fu in lei, la riempì nell’anima come solo lui sapeva fare. Seiko si era accorta che la sua vita senza Itachi era stata un po’ vuota, come se ne mancasse il senso. Ora invece si sentiva viva come non mai. Itachi invece aveva completamente perso il senso della sua vita, ma ora lei in poco tempo era stata in grado di ridargli un’identità, qualcosa per cui valesse ancora la pena vivere. Fu questo che pensarono quando entrambi raggiunsero l’apice.
Arrivò il momento di salutarsi, ma sapevano di riversi il mese successivo. Si abbracciarono ricercando di nuovo quel contatto che li faceva stare così bene, poi ripresero entrambi le loro strade.
 
Ogni mese si incontravano, e ogni mese si riscoprivano vivi. Era ovviamente il giorno più bello dell’intero mese. Seiko aveva scuse sempre nuove per allontanarsi dal villaggio, tutte credibili, nessuno si era mai accorto di niente. Itachi però ultimamente sembrava preoccupato. Naturalmente Seiko se ne era accorta e gli aveva chiesto spiegazioni, lui però non aveva mai veramente risposto alla sua domanda. Di fatti Seiko ci aveva visto giusto. Itachi sapeva che nella loro relazione c’era un grosso problema di nome Sasuke. Questo perché lui aveva già da anni deciso che un giorno il fratellino avrebbe preso la sua vita. Quel giorno non era molto lontano, ma ora, di fronte a Seiko non sembrava più essere una scelta sensata. Questo lo faceva soffrire, si sentiva strappato a metà, come se il passato lo tirasse a destra, e il presente a sinistra: a destra Sasuke e a sinistra Seiko.
Itachi preferì tenersi tutto dentro e non condividere il suo problema con Seiko. Così quando si lasciarono Itachi guardò Seiko allontanarsi e si fermò per un attimo a pensare.
 
 
Così come ultimamente faceva spesso, Seiko si incontrò con Naruto. Lui preso dal bisogno di parlare con qualcuno, le raccontò del suo amico Sasuke. Le disse come si sentisse impotente nei suoi riguardi, ma che voleva farlo tornare a casa a tutti i costi. Sapendo dell’importanza che Sasuke aveva per Itachi, Seiko chiese a Naruto di raccontagli di lui.
“Vedi io non ho avuto un’infanzia facile. Sono sempre stato solo. Ma lui… lui era solo come me. Lui non mi giudicava, lui mi evitava perché faceva così con tutti gli altri. È stato il primo a considerarmi come una persona normale. È stato il mio primo vero amico. Vorrei che tornasse a casa, ma lui riesce a pensare solo a quel dannato Itachi.”
Seiko per un momento spalancò gli occhi per la sopresa.
“In che senso?”
“Nel senso che non riesce a darsi pace. Riesce a pensare solo a uccidere suo fratello. Solo alla sua vendetta.”
Naruto non aveva idea di quello che le sue parole stavano causando nella sua amica. Un misto di rabbia verso Sasuke che voleva portarle via il suo amore, ma anche per Itachi che non gliene aveva mai parlato, provava tristezza al solo pensiero della sua morte, ma sapeva che Itachi era imbattibile, per cui cercò di non preoccuparsi più del necessario. Ripensò però a come era stato strano le ultime volte, era sempre pensieroso, sembrava sempre sul punto di dirle qualcosa, ma poi non era mai uscita nessuna rivelazione dalle sue labbra. Che le sue preoccupazioni riguardassero il fratello? Lui sapeva già che Sasuke lo stava cercando?
 
“Non ha fatto altro che allenarsi per tre anni, è andato sotto le grinfie di Orochimaru solo per poterlo sconfiggere e non ha altro per la testa. Sembra che sia diventato fortissimo e inarrestabile.”
Questo era decisamente troppo. Seiko doveva vedere Itachi. Subito.
 

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Capitolo 10
*** Scontro tra fratelli ***


Capitolo 10 – Scontro tra fratelli
 
“Dove diavolo sei finito Itachi?”
Seiko lo stava cercando da ormai tre giorni, giorni in cui correva come una disperata sotto la pioggia, con la sua divisa da ANBU, nella vana speranza di poter trovare traccia del suo amore. Già, Itachi era stato bravo a nascondersi ma lei doveva assolutamente trovarlo. Sempre più si era fatta largo in lei la convinzione che Itachi avrebbe potuto perdere la sua vita per il fratello. Impossibile che, con tutti i suoi informatori, non sapesse che Sasuke lo stava cercando. Eppure non gliene aveva mai parlato. E poi c’era quella sua strana preoccupazione, che dimostrava nei loro incontri senza mai darne una spiegazione.
 
Si accampò su un albero per la notte. Quando l’alba la svegliò riprese la sua ricerca ma di Itachi neanche l’ombra. Girò per tutti i paesi, tutti i boschi, ma non riuscì a trovarlo. Quando il sole calò di nuovo salì su un albero e lì trascorse la notte. Questa volta non fu l’alba a svegliarla, ma una mano premuta sulla bocca e un kunai puntato sulla schiena.
“Chi sei e cosa cerchi?” la voce era fin troppo familiare.
La ragazza cercò di dire qualcosa ma la mano del suo aggressore le impediva di parlare.
“Potrai parlare quando saremo in un luogo più sicuro”
L’aggressore la portò in quello che doveva essere il suo rifugio e dopo aver legato le sue mani la lasciò libera di parlare, o meglio urlare.
 
“ITACHI! È MAI POSSIBILE CHE TU NON RIESCA MAI A RICONOSCERMI CON LA DIVISA??”
Quello che fino a qualche secondo prima sembrava il più terribile dei nemici divenne un docile agnellino riconoscendo la sua amata.
“Seiko…cosa ci fai qui?”
Seiko invece era su tutte le furie.
“Sono venuta a cercare te! Dobbiamo parlare! Cosa mi dici di Sasuke?”
Lo sguardo del moro si rabbuiò, i dubbi di Seiko erano fondati.
“Itachi rispondimi, ho bisogno di sapere la verità”
Dopo una lunga pausa Itachi iniziò il suo racconto.
 
“La notte in cui sterminai il mio clan, come sai, lasciai vivo solo lui. Dovevo dargli un motivo per continuare a vivere, dovevo ridare uno scopo alla sua esistenza. E così l’ ho spinto ad odiarmi, in modo che il suo scopo fosse quello di uccidermi. E io al momento giusto, glielo avrei permesso.”
Una prima lacrima solcò il viso di Seiko. Seguita poi da altre. I suoi dubbi erano fondati. Itachi l’avrebbe lasciata di nuovo. Per sempre.
“Tutto questo lo pensavo prima di ritrovarti. Ora non so più cosa devo fare. Non voglio lasciarti. Tu hai ridato un senso alla mia vita”  aggiunse lui.
 
“Io non ti permetterò di morire Itachi.” Affermò lei con decisione.
 
--
 
Finalmente il giorno della tanto ambita vendetta di Sasuke arrivò. Quando vide Itachi i suoi occhi si infiammarono di odio. Ecco proprio di fronte a lui il suo nemico giurato, colui che era responsabile delle profonde tenebre che abitavano il suo cuore. Quel giorno avrebbe avuto la possibilità di rifarsi di tutto il male che aveva dovuto subire, Itachi avrebbe pagato delle sue azioni. A Sasuke poi non sarebbe rimasto molto, ormai non aveva più un villaggio, non aveva più amici, non aveva più famiglia, ma nulla lo avrebbe fermato dall’uccidere l’unico piccolo pezzo di famiglia che gli rimaneva.
 
“Ciao fratellino” una voce inconfondibile.
“Itachi!” Sasuke sputò con odio quel nome.
“A cosa devo l’onore?” era palese l’ironia nelle parole del maggiore.
“Sono venuto a pendermi la tua vita, fratellone” derisione in quest’ultima parola.
Itachi fulmineo prese Sasuke alle spalle, bloccò i suoi polsi in una salda stretta dietro alla schiena, avvicinò le labbra al suo orecchio e sussurrò: “E come pensi di fare?”
Con un movimento fulmineo Sasuke riuscì a liberarsi dalla presa e così iniziò lo scontro.
 
Incredibile come i due fratelli sapevano gestire le arti ninja, uno scontro tra due enormi potenze in grado di richiamare tanto chakra da causare l’invidia di qualunque ninja.
Itachi dovette contro il suo volere sferrare potenti attacchi contro il più piccolo in modo da farlo giungere al limite delle sue forze per poi poterlo liberare per sempre dal peso di Orochimaru. Dopo aver compiuto quest’ultimo gesto d’amore verso il fratello, si abbandonò alle mani assassine del minore, che non esitò a colpire.
Itachi cadde di fianco al fratello che fu assalito da innumerevoli sensazioni contrastanti: una vittoria che sapeva di sconfitta.
Sasuke aveva raggiunto il suo scopo, ma ora la sua vita aveva perso ogni significato. Proprio mentre stava per abbandonarsi alla stanchezza del suo corpo e della sua anima intravide una figura che si avvicinò. Non aveva più la forza di tenere gli occhi aperti ma fece in tempo a riconoscere dei lunghi capelli rossi e il corpo di Itachi portato via.
 
Al suo risveglio Itachi non c’era più. Gli venne spiegata da uno strano ninja con la maschera la tragica storia di Itachi e di come lui avesse appena ucciso l’unica persona che lo aveva veramente amato. Il dolore che lo avvolse fu terribile.
 
--
 
Seiko aveva preso il corpo di Itachi e velocemente lo aveva portato in un rifugio che aveva precedentemente preparato. Velocemente spogliò Itachi, lo stese a terra e compose dei segni con le mani. Degli stani simboli comparsero sul petto del moro, Seiko ripeté più volte l’azione finché il petto non fu completamente ricoperto da simboli luminosi. Quello che si era formato era un antico sigillo che permetteva di simulare la morte per un breve periodo, quando Seiko lo rilasciò Itachi si riebbe e prese un profondo respiro, come se avesse trattenuto il fiato per tutto quel tempo.
“Seiko! Pensavo davvero di essere morto.”
“Te l’ho detto che non lo avrei mai permesso”
Itachi la avvolse in un caldo abbraccio che voleva esprimere tutta la sua gratitudine, Seiko aveva trovato il modo per poter restare insieme e dare a Sasuke la vendetta che tanto agognava. Un sigillo che gli permettesse di morire solo per poco tempo.
La avvicinò a sé e le disse “e adesso sarò per sempre solo tuo” poi avvicinò le sue labbra a quelle di lei e la baciò con passione.
“Itachi, niente potrà più dividerci non è vero?”
“Niente”
La sua bocca si spostò sul suo collo e iniziò a baciare, succhiare, mordere provocando il piacere del suo dolce salvatore. Le sue mani cominciarono a muoversi leggere sul corpo di lei, le accarezzarono i capelli e infine le sfilarono i vestiti. Seiko fece altrettanto, esplorò con la bocca ogni centimetro di pelle del suo amato, la paura di perderlo era stata troppa per non godere adesso della sua presenza. I due si desideravano e con tocchi sempre più intensi arrivarono al puro atto carnale, in cui le loro anime si unirono per sempre.
 
 
 
Care lettrici, vogliate scusare la mia lunga assenza! La nostra storia è ripresa e sta per arrivare alla sua conclusione.
Abbiamo lasciato un Sasuke pieno di sconforto perché la gravita del suo gesto gli è piombata addosso. Seiko però grazie ai suoi studi ha trovato il modo di tenere in vita il nostro Itachi. Cosa decideranno di fare? Riveleranno che Itachi è ancora vivo? Si ritroveranno i due fratelli? O Seiko e Itachi sceglieranno la strada più facile e scapperanno insieme?
Helen24

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Capitolo 11
*** tornare a vivere ***


Capitolo 11 – tornare a vivere
 
Sasuke se ne stava in una stanza, da solo, fissando una parete vuota, come vuota era la sua vita. All’improvviso qualcosa si mosse, percepì chiaramente che qualcuno era vicino. Un’ANBU entrò della finestra. Sasuke non si mosse, non gli interessava nemmeno che qualcuno fosse venuto per ucciderlo o qualsiasi altra cosa.
Quando l’ANBU si tolse la maschera caddero i rossi capelli di una ragazza che aveva conosciuto tanti anni prima. Seiko. Lei era stata amica di Itachi. Lei c’era stata la notte che Itachi aveva ucciso i suoi genitori. Lei quella sera era scossa tanto quanto lui. Sasuke capì, era stata lei a portare via il corpo di Itachi.
“Dove lo hai portato?” disse con cattiveria “voglio il corpo di mio fratello, tu non hai il diritto di prendertelo.”
“L’ho portato al sicuro.” Disse lei con semplicità scatenando l’ira dell’Uchiha.
“Dimmi, hai saputo la verità su tuo fratello?”
“Sì, dimmi dove lo hai messo.”
“Come hai potuto ucciderlo? Lui ha dedicato tutta la sua vita a te!” finse rabbia lei.
“Chi sei tu per giudicarmi? La sua ragazza forse? Sappi che non mi interessa niente di te. Itachi non c’è più e non c’è niente che lo farà tornare indietro, puoi anche uccidermi se vuoi ma non ti ridarà il tuo fidanzato e ti ritroveresti con una vita vuota come la mia.” Gli occhi di Sasuke si fecero lucidi.
“Dunque il piccolo Uchiha si è pentito di ciò che ha fatto.”
“Se tu avessi un solo modo per farlo tornare in vita, non c’è prezzo che non pagherei. Ma non credo più alle favole, non c’è niente che puoi fare per cui vattene e lasciami solo.”
“E così, non c’è prezzo che non pagheresti per farmi tornare in vita, fratellino?” Itachi fece la sua teatrale comparsa.
“I-Itachi” balbettò confuso Sasuke. “Co-cosa sta succedendo? Sono in un’ illusione? Sei venuto a tormentarmi?” le lacrime cominciarono a solcare il volto di Sasuke.
“Sta tranquillo fratellino, tu non mi hai ucciso”.
Sasuke perse un battito e il respiro si bloccò per un attimo. Se quello che stava accadendo era reale la sua vita non sarebbe stata più vuota, il suo pentimento avrebbe smesso di tormentarlo, non sarebbe stato più solo, non avrebbe mai ucciso l’unica persona che lo aveva amato, e avrebbe potuto in qualche modo ricambiargli il favore.
“Vedi la mia fidanzata, come la chiami tu, mi ha applicato un sigillo e sono morto solo per un’ora.” Le lacrime di Sasuke si fecero più intense, ma erano lacrime di gioia questa volta.
“Itachi mi dispiace, perdonami ti prego” urlò Sasuke.
“Sta tranquillo, non sono arrabbiato con te, sono io che ti ho spinto a farlo.” Sasuke spinto da un moto di affetto che per anni non aveva attraversato il suo cuore, si avvicinò al fratello e lo abbracciò.
“Sasuke mi spiace, ma questo è un addio.” Ed ecco che la felicità di nuovo aveva preso il primo treno e se ne era andata.
“Perché?” chiese il più piccolo con disperazione.
“Io e Seiko ormai siamo nukenin, abbiamo deciso di andarcene, tanto ormai io sono morto no?”
“Fatemi venire con voi vi prego, io non ho nessuno!”
“Questo non è vero.” Intervenì Seiko che finora aveva solo osservato la scena, poi proseguì “Naruto non ha mai smesso di aspettarti”.
Sasuke rispose “sono un traditore anche io non ve lo ricordate?”
“Sì ma vedrai che Naruto saprà trovare una soluzione per te, e se un giorno diventerà Hokage come dice forse potremo tornare anche noi, faremo in modo che tu sappia sempre dove siamo.” Disse Seiko.
Itachi aggiunse “contiamo su di te!”
Non vi deluderò urlò Sasuke fuori dalla finestra da cui i due erano misteriosamente spariti.
 
--
 
Così come i due avevano previsto Sasuke fu accettato dal villaggio grazie all’ insistenza di Naruto, si fece passaparola tra i cittadini della vera storia di Itachi Uchiha. Ovviamente Naruto aveva insistito a lungo perché i due potessero ritornare, voleva molto bene a Seiko, e sapeva quanto Itachi era importante per Sasuke. Ci vollero tre anni di proteste e lamentele sostenute da Naruto e da tutto il villaggio, ma infine l’Hokage si convinse e i due furono riammessi al villaggio. Quando arrivarono furono accolti come eroi. Sasuke aveva ritrovato ciò che gli era più caro, e Itachi e Seiko poterono finalmente vivere insieme senza dover continuamente scappare come traditori.
Anni dopo Naruto diventò Hokage, inutile dire chi sarebbero diventati i suoi più fidati aiutanti.
 
 
 
Ed eccoci qui, siamo giunti al termine di questa storia!! Spero davvero che l’abbiate gradita! Vi ringrazio per avermi seguito e per aver lasciato delle belle recensioni!!
Un grazie di cuore a tutti voi, spero di risentirvi nelle prossime fan fiction che scriverò!
A pesto!
Helen24 

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