Il ragazzo del futuro

di panssj17
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** I ***
Capitolo 2: *** II ***
Capitolo 3: *** III ***



Capitolo 1
*** I ***


Mi portai una mano davanti alla bocca spalancata. I miei occhi neri dovevano essere il ritratto della disperazione e della vergogna. Ok, lui era Trunks, ma non di certo il Trunks che mi aveva vista nascere, che mi aveva vista crescere. Il Trunks con il quale ero fuggita nello spazio alla ricerca delle sfere del drago. Lui era un Trunks proveniente da un universo parallelo. Mio padre e nonno Goku mi avevano parlato di lui, ma era la prima volta che lo vedevo e che avevo a che fare con lui. Sicuramente dopo quello che avevo appena combinato ci avrebbe pensato 100 volte prima di rimettersi dentro la macchina del tempo e viaggiare, insieme a sua madre, fino a noi per trascorrere in compagnia una domenica d’estate.
Lo vidi chiudere il libro che fino a qualche secondo fa stava leggendo. Era completamente zuppo d’acqua. Come fradicio era lui stesso.
Dopo essersi alzato in piedi e passato una mano sul viso bagnato, si voltò verso di me. I suoi occhi di ghiaccio si incatenarono ai miei.
Deglutii il nulla, mentre quello stronzo di mio zio, poco distante da noi, se la sghignazzava alle mie spalle. Era lui il mio bersaglio. Doveva essere indirizzato a lui il mio gavettone. E invece, aveva preceduto la mia mossa. Nel momento in cui io mi ero avvicinata con il secchio di acqua, Goten aveva capito che ero a pochi passi da lui e, nell’istante in cui avevo gettato l’acqua ghiacciata, lui si era spostato e il liquido aveva colpito in pieno Trunks.
 - I-i-io… s-sono mo-mortificata. – balbettai sicuramente con il viso dello stesso colore del fuoco. Dio, se ero imbarazzata! Sarei voluta sparire in quel preciso momento. Avrei voluto che una voragine mi risucchiasse nel giardino dei Brief.
- N-non v-volevo colpire te. – cercai di giustificarmi: - è stato un errore.
Lo vidi sollevare un sopracciglio. Sul suo viso si dipinse un ghigno che mai, mai avevo visto rivolgere verso di me dalla sua controparte del presente. Sembrava così maledettamente identico a suo padre in quel momento.
Si avvicinò pericolosamente a me. Gli occhi dei presenti erano puntati tutti su di noi.
- Ah si è trattato di un errore? – domandò retoricamente con un tono che non mi piaceva per niente.
- S-si. I-io volevo colpire Goten.
Senza dire più niente si avventò su di me. Provai a scappare, ma senza troppo successo, in un attimo mi sbarrò la strada.
- Adesso la pagherai lo sai, vero? – disse continuando ad avere quel tono minaccioso.
Senza capire neanche come, mi ritrovai appoggiata sulla sua spalla destra. Il fondoschiena, coperto da quel misero pezzo di tessuto, era praticamente all’altezza del suo viso. Mi vergognami ulteriormente, mentre cominciavo a scalciare contro il suo petto e a tiragli pugni sulla schiena. Iniziò a camminare continuando a sorreggermi senza troppe difficoltà.
- Sei impazzito?? Che stai facendo?? – iniziai ad urlare. – mettimi giù immediatamente, razza di…
- Razza di? – mi rimbeccò lui con una punta di malizia (?).
- Razza di… - serrai i pugni in preda alla rabbia. Odiavo non avere il controllo sul mio corpo. – non dovresti avere qualcosa come 2000 anni tu??
- 2000 anni addirittura? Mi fai così vecchio??
Provai a guardarmi intorno per cercare di capire dove, quello sciagurato, mi stesse portando. Intorno a noi le nostre famiglie avevano iniziato a ridere. Ridevano tutti, anche il mio Trunks.
- Che hai da ridere anche tu? – urlai anche contro il mio amico mostrandogli un pugno chiuso in segno di minaccia.
- Non ti conviene minacciarmi bambina! – rispose lui al mio gesto.
- NON SONO UNA BAMBINA! E tu sbrigati a mettermi giù se non vuoi passare dei guai! – tornai a sbraitare contro il ragazzo che, inesorabilmente, continuava a camminare.
- Ti conviene tenere la bocca chiusa se non vuoi annegare.
- Annegare? Che vuol dire? Che stai facendo? Dove mi stai portando? Mettimi subit-
Niente, non riuscii neppure a terminare la frase. Ancora stretta a Trunks mi ritrovai immersa nell’enorme piscina di casa Brief.
Il ragazzo del futuro me l’aveva fatta pagare.






ANGOLO DELL’AUTRICE: Buon pomeriggio a tutti, miei cari! :D Sì è vero, sono di una banalità mostruosa, ancora la solita fan fiction con Pan e Trunks protagonisti, ma che ci posso fare? Li amo. L’idea è quella di creare una piccola raccolta, ma ancora non se sono certa, quindi per il momento la pubblico come storia completa. Fatemi sapere cosa ne pensate. Un bacio e a presto :)
 
 
 

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Capitolo 2
*** II ***


Lo aveva evitato per tutto il resto della giornata.
Dopo il loro incontro ravvicinato nella piscina di casa Brief lei aveva preso ancora più le distanze da lui. A cena si era addirittura seduta dalla parte opposta rispetto alla sua e ora, con gli auricolari infilati nelle orecchie, ascoltava musica ad un volume decisamente assordante, lasciandosi cullare dal dolce movimento dell’amaca sulla quale era distesa.
Trunks, invece, seduto in disparte la osservava da lontano.
Se ne stava là, seduto ancora sotto l’enorme gazebo dove era stata allestita la tavola per la cena,  ad osservare la giovane sayan, figlia di Gohan, crogiolarsi nei suoi pensieri.
Ad un tratto fu distratto dall’oggetto delle sue attenzioni da due esili braccia che si appoggiarono sulle sue spalle in un insolito, ma affettuoso, abbraccio.
- La consumerai tutta a furia di guardarla, lo sai vero? – chiese, con una punta di malizia, una voce femminile.
- E tu che ne sai di chi o cosa sto guardando? – rispose lui con una fermezza nella voce che non era per niente paragonabile a quella della sua controparte del presente.
- Perché, anche se non viviamo nello stesso tempo, sono tua sorella… - rispose Bra facendo una leggera pressione con il mento sul capo del ragazzo.
- Perché se ne sta là? Tutta sola? Immersa nei suoi pensieri? Non è da lei… - constatò il giovane.
La turchina sciolse l’abbraccio e si sedette accanto al fratello. Dopo aver accavallato le gambe e incrociato le braccia, posò anche lei lo sguardo sulla sua amica.
Aveva le gambe accavallate e faceva ondeggiare il piede della gamba sollevata a ritmo di musica, sicuramente stava ascoltando qualcuna delle sue canzoni rock. Ancora la Brief, a distanza di anni, non era riuscita a capire come fossero diventate amiche. Come fossero diventate MIGLIORI amiche, per la precisione. Non avevano proprio un bel niente in comune, se non le loro origini aliene.
- Sta pensando ancora a quello che è successo nel pomeriggio… - rispose la ragazza facendo spallucce come ad indicare che la risposta alla domanda che le era stata appena posta fosse scontata e banale.
- Stai parlando del gavettone? – domandò il fratello un po’ confuso.
- Il gavettone? Nah! Quella è stata una sciocchezza! Non era indirizzato a te, è stato un errore! – mi spiegò ancora: - sta pensando a quello che c’è stato dopo… al tuo modo simpatico, e decisamente poco ortodosso, di vendicarti…
- Il tuffo? il mio gesto l’ha turbata fino a quel punto?
- Oh fratellino, Pan è semplicemente cotta di te!
- C-c-cotta di me? – chiese sbigottito Trunks spalancando gli occhi e voltandosi prima verso la sorella e poi verso la moretta che, incurante di essere osservata, aveva iniziato anche a canticchiare.
- Mm mm. – disse solamente Bra: - cioè, nel senso, non proprio di te fratellino del futuro. È cotta di te in quanto Trunks. È cotta di tutti i miei fratelli sparsi per i diversi mondi paralleli.
Distolse gli occhi dall’amica per osservare che ora indicassero le lancette dell’orologio che teneva al polso.
- Perché non la porti a fare un giro in moto? – propose la turchina.
- Pensi sia una buona idea? – replicò lui un po’ scettico.
- Male non le farà di certo. A Pan piace la velocità e almeno la smetterà di torturare quelle povere orecchie con quella musica discutibile. – ironizzò.
Dieci minuti dopo Mirai Trunks con addosso un giubbotto di pelle preso in prestito dal guardaroba della sua controparte del presente e un altro in mano per Pan, si avvicinò alla ragazza.
Facendo attenzione a non spaventarla le sfilo delicatamente gli auricolari dalle orecchie.
- Ehi! Che diavolo succede? – domandò lei aprendo gli occhi e facendo ondeggiare pericolosamente il telo sul quale era sdraiata.
- Puoi smetterla di fare la scontrosa con me? Una volta tanto… per favore? – chiese dolcemente sorridendole e appoggiando gli auricolari accanto a lei.
- Se no che fai? Mi ributti in piscina? – ribattè lei acidamente.
- Non accetterò la tua provocazione solo perché sono più grande di te e quindi più saggio! Coraggio alzati, ti porto a fare un giro! – continuò a parlare utilizzando sempre lo stesso tono di voce e allungandole il casco che teneva nell’altra mano.
- In moto? – chiese lei sorpresa dalla proposta.
- E sotterriamo l’ascia di guerra? Se ti va, ovviamente. – propose ancora.
Pochi istanti più tardi, Pan, stringendo le braccia intorno alla vita del ragazzo del futuro, si allontanava con lui a tutta velocità.

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Capitolo 3
*** III ***


 

Era stata un’ottima idea quella suggeritagli dalla sua sorellina, doveva ammetterlo: quando si impegnava, sapeva tirare fuori qualcosa di buono da quella sua testolina quasi sempre troppo impegnata a pensare al trucco e agli abiti firmati.
Era stata una splendida serata quella che aveva appena trascorso con Pan. LEI, era splendida, si ritrovò a pensare.
Così dannatamente cocciuta, determinata e sfrontata, come una vera sayan, riusciva anche ad essere altrettanto dolce e sensibile, proprio com’era nella sua indole terrestre, anche se non mostrava questo aspetto di sé a chiunque.
La lunga corsa in moto era terminata in riva al mare e la giovane Son non aveva esitato un solo istante a balzare giù dalla sellino per correre a pieni nudi sulla sabbia fresca della sera, spogliarsi degli abiti che aveva addosso e gettarsi in acqua.

- Eddai Trunks! Non fare il noioso! – brontolò quando l’uomo le disse categoricamente che non l’avrebbe seguita.
- Non pensi che, alla veneranda età di 2000 anni, possa essere ormai troppo vecchio per i bagni di mezza notte? – urlò dalla riva prendendola in giro per la supposizione che aveva fatto quello stesso pomeriggio quando l’aveva trascinata di peso in piscina.
- Oh piantala! – sbuffò: - Sei ancora in formissima! – tentò di convincerlo mentre abbandonava la sua postazione per avvicinarsi alla riva.
Per avvicinarsi a lui.
Solo allora, Trunks, si rese conto di quanto fosse stupenda.
Solo allora, mentre aggraziata si muoveva nell’acqua per raggiungerlo, si accorse di quanto potesse essere bella quella, fin troppo giovane, donna.
Le lunghe ed esili gambe, la sinuosa curva dei suoi fianchi, il ventre piatto, i seni piccoli ma così meravigliosamente perfetti su di lei… per un attimo immaginò di poterli mass-
- E comunque non credo che un po’ d’acqua possa ucciderti, mio Principe… -  sussurrò lei scherzosamente quando fu abbastanza vicina, risvegliandolo dai suoi pensieri.
Scosse lievemente la testa, cosa diavolo gli veniva in mente? Pan era decisamente troppo, TROPPO giovane per lui. Quanti anni potevano avere di differenza? 20? Forse anche di più.
- Va tutto bene? – chiese lei leggermente preoccupata: - Ho detto qualcosa di sbagliato?
Sorrise divertito, allontanando definitivamente quei pensieri impuri dalla propria testa: - quindi sarei un principe secondo te? – le domandò sollevando il sopracciglio destro.
- Beh non è quello che penso io. È quello che tuo padre ci ripete ogni santissimo giorno, quindi immagino che anche tu lo sia. Tecnicamente Vegeta ora dovrebbe essere re, anche se lui dice sempre che, non essendoci mai stata una vera cerimonia a causa della distruzione del nostro pianeta d’origine, non potrebbe essere considerato tale. Io invece non sono della sua stessa opinione, quindi se lui è il re dei Sayan, tu, di conseguenza dovresti essere il nostro principe. – espose la sua teoria tutta d’un fiato facendo scoppiare a ridere nuovamente il Brief.
- Che c’è? Perché stai ridendo? – domandò confusa la moretta: - Stai forse ridendo di me?
Trunks, in risposta, si limitò a scuotere la testa e appoggiando delicatamente la mano sul volto, le accarezzò la guancia candida con il pollice: - Nient’affatto. Sicuramente non sono lo stesso ragazzo con cui sei cresciuta e con il quale sei abituata ad avere a che fare… Abbiamo avuto due percorsi di vita completamente diversi. Indubbiamente io sono stato maggiormente segnato dagli eventi che hanno caratterizzato la mia esistenza, ma non mi permetterei mai di ridere di una ragazza. Mai. – affermò guardandola intensamente negli occhi: - Non lo farebbe lui e non lo farei in alcun modo neppure io... – sussurrò dolcemente.
- Oh… - bisbigliò solamente la giovane abbassando lo sguardo.
- Che ne dici se tornassimo indietro? – chiese l’uomo appoggiandole due dita sotto il mento per costringerla a guardarlo: - tu non hai né il sangue reale, né la stessa quantità di sangue Sayan che ho io… non vorrei che Gohan e Videl mi ritengano il responsabile di un tuo possibile raffreddore. – scherzò teneramente.
- Effettivamente hai ragione. In più mio padre, decisamente, non è il tipo che conviene far arrabbiare.
- Mi trovi perfettamente d’accordo. – rispose lui prima di aiutarla a raccattare i suoi abiti e riportarla a casa in sella alla moto.






ANGOLO DELL’AUTRICE: So che dovrei scrivere altro, non fucilatemi vi prego, ma mi è venuta così questa cosa. Spero che non siate troppo delusi. Un bacio e buona serata! ;)

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