10 ragazze molto speciali... (INTERATTIVA)

di Suicide Crown
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Lista capitoli:
Capitolo 2: *** presentazione OOC ***
Capitolo 3: *** Zoe x Kou: prima parte... ***
Capitolo 3: *** Zoe x Kou fine... ***
Capitolo 4: *** Kurumi x Ruki... ***
Capitolo 5: *** Avviso... ***
Capitolo 6: *** Kurumi x Ruki fine... ***
Capitolo 7: *** Haruka x Azusa... ***
Capitolo 8: *** Haruka x Azusa fine... ***
Capitolo 9: *** Kotori x Ayato inizio... ***



Capitolo 2
*** presentazione OOC ***


Ciaoooooo a tutte ragazze,come state? Questa storia è un OOC,per cui ognuno di voi dovrà compilare questa scheda e mandarla tramite recensione XD

 E per la gioia di tutti ho aggiunto anche i nostri vampiretti Mukami XD
quindi saranno sia Mukami che Sakamaki!! Mi piace moltissimo fare gli OOC perchè mi baso su quello che i lettori vorrebbero nella mia storia, e questo mi rende felicissima XD

bene,la scheda è questa XD :


Nome:

Cognome:

Nazionalità:

Segno zodiacale:

Compleanno:

Descrizione fisica:

Carattere:

Hobby:

Paure:

Vampiro:


Bene!!! Diamo avvio alle iscrizioni!!! <3 <3 <3

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Capitolo 3
*** Zoe x Kou: prima parte... ***


Zoe x Kou...

 

 

Era passata un' ora da quando Zoe Matteow, la ragazza dai capelli color cioccolato e occhi color ambra, stava seduta sul sedile dell'auto nera, canticchiando una melodia dolce e soave. Poi guardò al di fuori del finestrino, sorridendo.

-che belli quei fiori !! - esclamò. Si intravidero dei fiori in lontananza, di un blu cobalto, e la cosa che Zoe amava erano i colori sgargianti e luminosi. Come il suo animo, d'altronde. Poi, diede un'occhiata all'autista che aveva uno sguardo piuttosto impietrito, come se avesse paura di qualcosa.

-autista, c'è qualcosa che non va??- chiese, curiosa.

Silenzio.

Niente di niente.

L'autista ritornò a vivere solo quando Zoe gli diede una sonora pacca sulla spalla, facendolo sobbalzare.

-e dai! Su con la vita!!- disse ridendo sotto i baffi. In tutta risposta, l'autista si girò di scatto verso Zoe, facendola sorprendere. La figura che si trovò davanti era un'uomo di mezza età, con occhi neri e capelli del medesimo colore, dove si intravedeva qualche filino grigio. La guardava triste, sentimento che lei non capiva dato il suo animo sempre positivo e allegro.

-ma perchè una ragazzina come te è venuta in questo posto?- chiese, sconvolto.

Avrebbe tanto voluto saperlo, quella domanda che la tormentava per tutto il tempo.I suoi genitori, inspiegabilmente, la spinsero dentro l'auto con un volto triste. Avrebbe tanto voluto chiedere spiegazioni, ma se ne stette zitta,immobile come una statua, mentre il veicolo partiva a tutta velocità.

 

Dopo un po' il veicolo si fermò, e l'autista aprì la portiera alla ragazza. Sbadata come sempre, Zoe stava per cadere quando lui la afferrò per un braccio.

-ahahah! Grazie mille, ormai ci sono abituata!-disse, sprizzando gioia da tutti i pori. L'autista, però, si limitò a fare un solo cenno del capo. Poi la ragazza rivolse lo sguardo alla casa che si ritrovò davanti : era un'enorme villa imponente e spettrale,dalle pareti esterne in marmo lucido e nero, e le finestre grandi con le rifiniture in argento.

Inquietante...

-fantastico!!- disse Zoe con un sorriso a trentadue denti, facendo ingoiare un groppo in gola all'autista. XD

Cominciò a trotterellare felice attorno alla distesa di prati e si fermò solo quando arrivò davanti al portone della villa,anch'esso in marmo. Zoe si girò per salutare l'autista prima di entrare nella villa, ma lui non c'era.

-che sbruffone...-sbuffò, mentre i capelli color cioccolato di lei volteggiavano in aria, liberi.

Poi bussò alla porta in modo euforico. Subito dopo ci fu una raffica di vento fortissimo dove lei entrò nella “modalità congelamento”. Era ovvio che aveva freddo , indossava solo una gonna rosa che lasciava coperto solo il necesssario, un top bianco ad incrocio, e gli autoreggenti neri. I suoi capelli erano liscisssimi, e i suoi occhi grandi e bellissimi: sembrava un angelo caduto dal cielo.

Riprovò a bussare non ottenendo alcuna risposta.

Ma niente di niente. Era giorno inoltrato, e il sole splendeva di vitalità, e c'era un cielo limpido come l'acqua.

Ormai rassegnata, fece per andarsene, ma uno scricchiolio proveniente dalla porta la fece sobbalzare. Questa si aprì lentamente, le tonalità di buio proveniente dallo spiraglio della porta che si apriva,erano in contrasto con la luce del sole di quel giorno splendente. Zoe rimase estasiata dalla vista di una figura assonnata attaccata alla porta.

Era un ragazzo, un suo coetaneo: capelli biondi come il sole, corportaura perfetta, e un paio di occhi grandi e lucenti di due colori differenti. Uno era di un blu zaffiro splendente,e l'altro si intravedeva a malapena dato che era nascosto dal suo ciuffo , di un colore rosso fuoco. Sembrava che con quest' ultimo scrutasse l'animo a chiunque gli stia intorno. La ragazza lo guardò in viso : aveva gli occhi gonfi, forse non aveva dormito quella notte, o forse lo aveva semplicemente svegliato. Poi vide il biondo fissare qualcosa alle sue spalle, con gli occhi spalancati.

-ah! Una gattina!- esclamò raggiante di gioia. Zoe, essendo che adorava i gatti, si girò di scatto nel punto dove stava guardando il biondo,tutta eccitata.

-Dove,dove?? -rispose, saltellando di qua' e di la'.

Ma lì non c'era nessun gatto. Si girò verso il ragazzo per chiedergli spiegazioni ma, neanche il tempo di guardarlo nei suoi occhi lucenti, che lui la afferrò per la vita e la trascinò dentro quella villa,chiudendo la porta alle loro spalle.

Zoe si ritrovò attaccata al muro e il biondo che la bloccava con le sue mani forti e fredde.

-quanto sei ingenua, Koneko-chan. Non ti sei minimamente immaginata che la gattina che stavo nominando fossi proprio tu?- chiese con voce suadente, facendo percorrere le sue dita gelide al contorno delle labbra rosee di lei. La risposta che arrivò dalla bocca della ragazza fu alquanto bizzarra, cosa che fece sorprendere il biondo. Zoe si girò verso di lui con un sorriso dolce stampato sulla faccia.

-bhè... amo così tanto i gatti che non ragionavo più e mi sono girata per guardare-rispose innocentemente. Il ragazzo rimase molto sorpreso da tanta innocenza e purezza che si sentì quasi a disagio.

-...sei così carina che come ricompensa per avermi spiazzato alla grande ti farò

vedere un posto! Vieni, Koneko-chaan, seguimi-disse, togliendo le dita dalle labbra di lei e avvicinandosi all'ultima porta in fondo all' enorme salone dalle pareti di un lilla magnetico.

 

Dopo un po', arrivarono in un giardino magnifico e ben curato. Entrarono in un labirinto di rose rosse e bianche, che sembrava interminabile. Dopo aver percorso il lungo labirinto, si trovarono nel paradiso: un ruscello splendente percorreva tutta la zona circostante. Si attraversava con un piccolo ponticello in legno solido,cosicchè il ponte non marcisse. Sorpassato questo ponticello, si arrivava in un prato ricoperto di fiori di campo, e un bungalow fatto in vimini circondato da edera luccicante. Al centro del bungalow vi era un tavolo di cristallo con delle sedie sel medesimo materiale, dove vi erano delle tazzine di thè ancora fumanti e un cesto pieno di frutta tropicale.

Ancora, però, non conosceva nulla di quell'angelo pieno di mistero...

 

 

 

Ciaoooooo a tutteeeeee <3

Questa è stata la prima parte del capitolo Zoe x Kou !

Complimenti a G_saske per aver descritto un personaggio così dolce e pieno di vita <3

E' solo grazie a te sse sono riuscita a scrivere un capitolo così bello!!! ^^

Bene,spero che la prima parte del capitolo Zoe x Yui vi sia piaciuto, e spero che i miei capitoli saranno all'altezza dei personaggi che avete creato <3

un bacioooooo,

rin-chaaan

p.s.mi raccomando,recensiteeeee >.<

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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Capitolo 3
*** Zoe x Kou fine... ***


Zoe x Kou

 

L'ambiente circostante era attraversato dal profumo di ciliegio in fiore.

Mentre attraversava quel posto, pensò una cosa alquanto bizzarra che non potè non soffocare una risatina allegra : pensò che l'acqua del ruscello fosse cioccolato al latte denso e delizioso, che i fiori di campo che circondavano tutta la zona sottostante fossero di marzapane, che il bungalow in vimini in realtà fosse fatto di cioccolato croccante.

Solo lei poteva pensare queste cose buffe e bizzarre, lei era l'allegria in persona , e il ragazzo se ne accorse subito. Mentre il profumo inebriante di ciliegio li accompagnava al tavolo dove si sarebbero seduti, Zoe e il biondo si scambiarono occhiate allegre.

Quando si furono accomodati, rimasero in silenzio. Poi fu lui a parlare per primo.

-li senti?- disse, rilassato. Zoe, però, non sentiva nulla.

-che cosa?-chiese dolcemente. Lui, in tutta risposta, si avvicinò a Zoe,provocandole un batticuore, e gli coprì gli occhi con delicatezza.

Poi sussurrò: - ora ascolta...- dopo un po' Zoe sentì un cinguettio allegro di uccellini, il profumo della frutta tropicale posta sul tavolo in cristallo, accompagnata dal profumo di giliegi, il sole caldo che investì l'animo di lei...era tutto magnifico, un sogno ( che,appunto,sarebbe diventato...).

 

 

Poi...

 

-neh,neko-chan...che ne dici di...- Zoe non sentì più nulla, una raffica di vento gelido la percorse da capo a piedi mentre Kou la spinse sul prato.

 

Zoe non sapeva come fare, aveva il biondo che era a cavalcioni su di lei. La sua vista divenne sempre più assente, si sentiva debole e indifesa davanti il ragazzo che ora sembrava ...diverso.

 

Si avvicinò all'orecchio di lei, mordendone il lobo soffice e delicato. Zoe emise uno squittìo che fece eccitare ancora di più il biondo.

 

Il giardino attorno a loro stava cambiando radicalmente: le rose appassirono, i fiori di campo scomparvero da sotto di lei, il bungalow in vimini scomparve , il ruscello che prima splendeva di acqua cristallina, ora era melmosa e putrida, il cesto della frutta emetteva un'odore pestinenziale che inquinò tutto il giardino che vi era un minuto fa'.

 

Zoe non riusciva a spiegarselo.

 

Magia?

 

O era semplicemente un'illusione?

 

-M-neko-chan,comunque io sono...Kou- Zoe non riuscì a trattenere un gridolino di spavento davanti la vista dei suoi canini appuntiti, desiderosi di sangue umano. Neanche il tempo di respirare, di vedere per l'ultima volta quel viso da angelo puro e innocente, che affondo i canini nella sua carne. Il viso di quell'angelo era sparito nel nulla, al suo posto c'era...un vampiro.

Poi...il buio.

 

Zoe si ritrovò distesa su un letto a due piazze,completamente sola. La finestra che vi era all'interno della camera era aperta,e le tende svolazzavano al vento. Cos'era successo? Perchè si trovava in quella brutta situazione?

-M-neko-chaaaaan- la voce canzonatoria di Kou arrivò alle orecchie della ragazza, infastidendola. Non voleva vederlo, non dopo quello che era successo.

- Ciao! - esclamò, apparendo vicino al letto della ragazza che indietreggiò instintivamente.

- C-cosa c'è adesso?- chiese con voce tremante. Non riusciva a guardarlo negli occhi, il suo sorriso era più falso del viso di Zoe quando era arrabbiata.

-volevo vedere come stai, ero molto preoccupato- disse sorridendo. Zoe non ci credeva neanche un po'.

- vattene, ora non voglio vederti!- le sue labbra si incurvarono in un sorriso quasi inpercettibile, e i suoi occhi erano accattivanti, non come l'angelo che aveva avuto il piacere di conoscere.

- perchè, M-neko-chaaaan? Io mi sono già affezionato a te, lo sai??-disse, avicinandosi a lei e accarezzandole i capelli.

- non toccarmi! - la sua voce era piena di spavento, cosa che arrivò al biondo come l'odore di ciliegio in fiore di poco prima.

- perchè? Hai paura forse?- il suo sguardo era gelido, e aveva un tono di voce malizioso, forse anche troppo.

- io non ho paura di te- disse Zoe con voce sorprendentemente cauta. Le pareti nere di quella stanza erano in contrasto con gli occhi blu zaffiro del biondo.

- oh, dovresti averne invece- rapido e imperccettibile,Kou si mise a cavalcioni su di lei. Si avvicinava sempre di più al suo viso, questa volta con delicatezza e innocenza. La baciò , come la rugiada mattutina che si posa sui petali di un fiore, come il sole timido del mattino che cerca di aprirsi.

Rimase sorpresa da quel gesto, sotto il suo viso da angelo bugiardo, batteva un cuore...anche se era già morto.

- sei il mio sole,Zoe- quella frase, quella parola: la colpirono al cuore come una pistola che sparava amore.

Non riusciva a comprendere il suo modo d'amare, puro e contorto, gelido e caldo. Era confusa, non riusciva a focallizzare il suo viso, ma sapeva che era pieno di lacrime che gli sgorgavano sul volto. Non sapeva il perchè.

 

Ma lei sì. Per quanto fosse stato crudele nel morderla, sapeva perchè stava piangendo: non riuscivano a comprenderlo, era evidente che soffriva, ma Zoe non sapeva per cosa. Le calde braccia del biondo la abbracciarono, e cominciò a sussurrare cose che potrebbero colpire al cuore chiunque, anche una roccia solitaria, dimenticata da anni sotto la sabbia calda.

- perchè...piangi?-disse la dolce Zoe, cullata dalle sue sue braccia che infondevano sicurezza.

- niente d-di speciale...- ecco. Quello era un angelo, ha rivisto il volto del suo migliore amico che ora non c'era più, le lacrime le sgorgavano in viso, unite a quelle di lui.

-puoi parlare...- Kou era come ammaliato dall'istinto materno della ragazza, le infondeva sicurezza, lo faceva sentire protetto.

-sai...i miei genitori mi abbandonarono dentro le fognature, e lì vissi per lunghi e inerminabili mesi...l'unica cosa che volevo, era vedere il cielo che splendeva, il sole che tramontava, le nuvole che si muovevano... e il calore che mi rassodava la pelle. Volevo vedere la luna, che con il suo candore,infonde sicurezza...- Zoe non credette alle parole del biondo,così piene di rammarico,rancore,tristezza...e solitudine immensa.

- e poi?- chiese Zoe con dolcezza. Voleva tranquillizzarlo con tutti i mezzi possibili... ma ora anche lei stava piangendo.

- poi rividi la luce... ma se non fosse stato per i miei fratelli, sarei ancora lì... a sperare che un giorno il sole mi venisse incontro... e quel sole sei tu, M-neko-chan...- la luce. La luce si intravedeva negli occhi di loro, legati per l'etenità...

 

“ Mi sbagliavo. Persino in un vampiro può esistere il cuore...e può essere più puro di quello degli umani. I vampiri sanno amare... ormai questo lo so...”

 

-Ti amo...- quella dolce parola arrivò al cuore di Zoe come il vento che trasporta i fiori di ciliegio.

 

-Ti amo...- le loro labbra si unirono in un dolce bacio... insieme al loro amore, più forte di qualsiasi cosa...

 

Ciaoooooooooooo a tuttiiiiiiiiiiiii XD
Come state?? Io benissimo <3
Scusate per l'immenso ritardo ( colpa dei compiti >.< ) ma alla fine ho fatto!!! ( finalmente fiù! )
Len: veramente non ha fatto nessun compito, ho dovuto subire io la matematica >.<
rin: eh sì ^^ dovete sapere che sono una schiappa in matematica eheheh!! <3
Len: concordo! ^^
rin: tu stai zitto!! *si rincorrono con dei coltelli in mano*
Bene ragazzi,un saluto e tanti bacissimi dalla vostra rin-chaaaaaaaan XD

p.s.ringraziamo ancora G_saske per aver creato un personaggio così meraviglioso,e spero che la mia storia sia stata all'altezza delle vostre aspettative ^^

Ciauuuuuuuuuuuuuuu XD

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Capitolo 4
*** Kurumi x Ruki... ***


Kurumi x Ruki...

 

 

Il taxi partì con un rombo assordante, portandola per sempre via dalla casa in cui era nata, vuota e buia. Kurumi Tsubaki, era così il nome della ragazza, guardava fuori dal finestrino con sguardo indecifrabile.

- sei sicura di voler trasferirti lì, piccola? - gli chiese il tassista con aria interrogativa. Kurumi non rispose neanche, stava pensando a cose più importanti: perchè quegli uomini vestiti di nero la scaraventarono dentro il taxi senza alcuna spiegazione? Dov'era diretta? Mentre vagava tra i suoi pensieri il tassista parlava del più e del meno per metterla a proprio agio, senza ottenere alcuna risposta. Poi la fece riscuotere con un argomento ben preciso.

- senti...mi dispiace. Non so neanch' io perchè quegli uomini ti abbiano cacciata via da casa tua, ma ora pensa ad altro e rasserenati. Ti prego – lei allora, per farlo contento, si mise gli auricolari alle orecchie e cominciò ad ascoltare della musica: il suono di un piano molto dolce e soave, le note erano accompagnate dal tintinnio dell'arpa.

Quando il tassista la portò a destinazione, scese dall' auto sbattendo la portiera, mentre esso ripartì verso la strada opposta. Kurumi era bellissima: un corpo mozzafiato, suoi occhi rossi con delle pagliuzze dorate al centro le davano un aspetto magnetico e innaturale, e i suoi capelli neri e splendenti le arrivavano fino al sedere. Aveva un viso molto dolce e fresco, anche se gli occhi avevano sempre un' espressione indifferente e dura. Prima di volgere uno sguardo alla villa che si insidiava davanti ai suoi occhi, diede un' occhiata ai suoi vestiti sgualciti: indossava una gonna corta e nera dove, sull' orlo, si intravedeva una strisca di stoffa di seta bianca, un top ad incrocio rosso cremisi e degli autoreggenti neri. I suoi lunghi capelli erano legati in due code alte e sistemate, legate da due fiocchi neri e sottili. Amava vestirsi così, la faceva sentire a proprio agio. Con un sospiro di rassegnazione, Kurumi cominciò ad incamminarsi verso il portone centrale, al centro della villa spettrale e maestosa. Esitò prima di suonare il campanello. Poi lo fece, e un lampo squarciò il cielo pieno di nuvole nere e insidiose. Kurumi aspettò a lungo, ma nessuna risposta. Riprovò di nuovo, ma invano. Ormai stufa d'aspettare sfiorò la maniglia in argento, e la porta si aprì con uno scricchiolio. La ragazza rimase immobile per un' istante, poi cominciò a oltrepassare il portone. Si ritrovò davanti tutto in marmo nero e lucido e due ampie scalinate che circonferenziavano il grande salone. I lampadari erano in cristallo fragile e prezioso. Era tutto decorato in modo impeccabile e raffinato, Kurumi rimase a bocca aperta non appena aprì la porta. Era tutto silenzioso, si sentiva solo il ticchettio dell'orologio a pendolo che vi era sopra il soppalco situato alla fine della scalinata. Le sue scarpette , rigorosamente nere, ticchettavano sul pavimento in marmo pregiato. Kurumi, non vedendo nessuno, cominciò a farsi avanti.

- mi chiamo Kurumi Tsubaki, e da oggi vivrò qui se non reco alcun disturbo - disse, indifferente e calma. La ragazza si guardò attorno, ma non vi era nessuno in quella distesa maestosa.

- tch. E tu che vuoi!? - una voce brusca e graffiante da dietro le sue spalle la fece sobbalzare, girandosi di colpo con fare interrogativo. Ma lì non vi era nessuno.

- Dove stai guardando? Sono qui, umana! - esclamò quella voce. Kurumi, allora, si rigirò nuovamente e vide, appoggiato alla ringhiera del sopppalco, un ragazzo: le sue iridi ambra la catturarono subito, come anche i suoi capelli medio-lunghi e castani. Il suo viso era contratto in una smorfia annoiata. Kurumi non seppe cosa dire, ma fu lui a riparlare nuovamente.

- ti ho fatto una domanda: come mai sei entrata qui!? - gridò, sbattendo un pugno sulla ringhiera che cominciò a oscillare. Allora, stufo di non ottenere alcuna risposta, cominciò a scendere la scalinata in marmo e ad avvicinarsi a lei con passo felino.

- hey, umana! - con un salto arrivò vicinissimo a lei, strattonandola e scaraventandola sul pavimento. Dopo di che si mise a cavalcioni su di lei, facendola arrossire.

- levati di dosso - disse Kurumi con sguardo gelido e puntiglioso. Il ragazzo, divertito dalla gelidità delle parole della ragazza, scoppiò in una fragorosa risata che echeggiò in tutto il salone.

- Sei proprio divertente, umana! Qual'è il tuo nome? - Kurumi, decisamente irritata dalla reazione del castano, sbuffò sonoramente.

- Tsubaki Kurumi...- disse, piuttosto imbarazzata. Cominciò a dimenarsi, ma non ci riuscì. Era schiacciata dal suo peso, e questo le impediva anche di non respirare regolarmente.

- bene, ragazzina. Ma non lo sai che... hai un' odore piuttosto invitante?- Kurumi cacciò un urlo non appena il ragazzo mise in bella mostra i suoi canini appuntiti e minacciosi. Il ragazzo, perfettamente consapevole del perchè la ragazza si sia spaventata, scoppiò nuovamente in una fragorosa risata, facendola spaventare ancor più di prima. Con un gesto rapido delle mani, bloccò le mani di Kurumi, e cominciò ad inspirare il buon profumo del suo sangue afrodisiaco.

- che sciocca. Dovevi capirlo un po' prima. Ma ora è troppo tardi per scappare - stava per affondare i canini affilati nel suo collo, quando qualcun'altro lo fermò , scaraventandolo contro il muro. Kurumi, che dapprima aveva serrato gli occhi per lo spavento, cominciò ad aprirli lentamente. La figura che si stagliava imponente davanti a lei era un ragazzo, anch'esso bellissimo: capelli neri come la notte che, alle punte, sfumavano sul bianco puro, gli occhi blu come il ghiaccio e uno sguardo che faceva sentire Kurumi inferiore a lui. Indossava una maglia nera con scollo a “ v” e dei jens strappati e bianchi. Anche lui era un vampiro. Mi guardava con inferiorità, i suoi occhi di ghiaccio la scrutavano da capo a piedi. Poi fu lui a parlare per primo.

- alzati, umana - la sua voce risuonava nella mente di Kurumi come un' ordine chiaro e conciso, e lei non potè non obbedirgli. Si alzò da terra più in fretta che poteva e cominciò a toccarsi il collo, sperando che non era stato già perforato

- seguimi – il ragazzo fece cenno a Kurumi di seguirlo, seguito dal castano che si massaggiava la testa dolorante.

Arrivarono in un altro salotto dove, al centro, vi era un enorme piscina illuminata dai led ad acqua. Un po' più distante vi era un tavolo in cristallo e, riposte ordinatamente sotto il tavolo, vi erano delle sedie del medesimo materiale. Il ragazzo dagli occhi blu come il ghiaccio fece cenno a Kurumi di sedersi a capo tavola, e lei acconsentì di malavoglia. Odiava essere al centro dell'attenzione, la irritava molto. Dopo che Kurumi si sedette, cominciarono a sedersi accanto a lei anche il castano e il ragazzo dai capelli neri .

- Io sono Ruki Mukami, il primogenito, e lui è mio fratello Yuma, il secondogenito - disse quest'ultimo che sembrava di chiamasse Ruki. Esso, con un gesto elegante, indicò il ragazzo castano, Yuma, che le rivolse un occhiataccia annoiata.

- la prossima volta non mi scapperai, ragazzina – disse con la sua solita voce graffiante e arrogante. Dopo poco arrivarono i camerieri che servirono il thè agendo silenziosi e indisturbati.

- ora dimmi: perchè un umana come te viene ad abitare in questa villa? Non sai chi siamo noi?- Ruki la guardava con malizia negli occhi, e il suo sorriso lascivo la fece irritare.

- mi hanno imposto di venire ad abitare in questa villa per via dei miei genitori che sono morti entrambi in un terremoto in America. Non ho deciso io, sono stati degli uomini incappucciati e vestiti di nero a scaraventarmi dentro il taxi violentemente. Questo spiega anche il perchè dei miei vestiti sgualciti. E sì: lo so che siete dei vampiri. Ho avuto un' attimo fa la dimostrazione del vostro essere dal tuo fratellino qui presente - Kurumi rivolse a Yuma una voce cantilenante, e Yuma ricambiò ringhiandole contro.

-Yuma, finiscila. Non ho tempo di farti vedere ora la casa, la vedrai attentamente domani. Inoltre, momentaneamente dormirai con me, nella mia stanza. Non ce ne sono altre libere - Kurumi fece una smorfia di disapprovazione, arricciando il naso in segno di resa.

- non se ne parla neanche. Io non dormo con te - disse Kurumi, indignata. Ruki allora, con un sorriso lascivo e irritante, aggiunse:

- allora dormirai dentro la piscina, umana - detto questo, Ruki e Yuma si alzarono contemporaneamente e lasciarono sul tavolo di cristallo una cartina della villa. Kurumi, decisamente irata e annoiata, sbuffò e li seguì. Ruki portò Kurumi nella stanza che avrebbe condiviso con lei, e poi cominciò a parlarle con tono severo.

- puoi disfare i bagagli in quell'armadio vicino alla finestra. Io tornerò per informarti che la cena sarà pronta a breve. Vedi di non fare tardi, altrimenti ti toccherà una punizione che deciderà il sottoscritto - detto questo, se ne andò sbattendo la porta. Kurumi si guardò attorno. La camera era davvero ben sistemata ed elegante, e le pareti lilla scuro si abbinavano perfettamente al marmo nero e lucido dei mobili. La cosa che preoccupò e indignò Kurumi era il fatto che ci fosse solo un letto, anch'esso bellissimo, nella stanza. Cercando di non pensarci, cominciò a disfare i bagagli con le poche cose che aveva portato, e cominciò a sistemare i suoi vestiti dentro l'armadio datogli da Ruki per la sua permanenza in quella villa piena di mistero. Dopo che ebbe finito di sistemare i vestiti dentro l'armadio, intravide dentro la valigia una foto. Incuriosita, la prese in mano e cominciò ad esaminarla: raffigurava lei, i suoi genitori e la sua sorellina che morì quando Kurumi aveva solo dieci anni. Si stringevano in un caloroso abbraccio, seduti su un prato pieno di fiori di campo. Il sole era alto nel cielo, e non vi era nessuna nuvola. Kurumi, vedendo quella foto, cominciò a piangere, li rivoleva qui, mentre li stringeva in un abbraccio pieno d'amore come nella foto. Poi cercò una risposta ad una sola domanda: chi era stato a mettere questa foto dentro la valigia?

Ciauuuuuuuuu a tuttiiiiiiiiiii <3
Scusate per l'immenso ritardo <3 sono stata piuttosto impegnata <3
Cosa mi raccontate? ^^
Bene, spero che questo capitolo vi sia piaciuto, e la vostra scocciatrice vi lascia con delle immagini riguardanti il capitolooooooo <3 <3 <3 <3 <3 XD
Bacioni dalla vostra Rin-chaaaaaaaaaan XD vi voglio bene <3


Ecco qui il nostro Ruki <3Ecco qui il nostro Ruki, soprattutto di Kurumi X3

Ecco qui la nostra fantastica Kurumi X3Ecco qui la nostra fantastica Kurumi-chaaaaan <3

  Kurumi-kurumi-kurumi-chaaaaaaaaaan <3


Ok, sono pazza XD Ciauuuuuuuuuuuuuu, vi voglio beneeeeeeeee XD

 

 

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Capitolo 5
*** Avviso... ***


Ciao a tutte!! <3
Come vedete ho tolto l' ultimo capitolo che ho scritto perchè non ho riscontrato molti successi <3 Mi scuso immensamente, so bene che è un periodo che non scrivo molto bene, il problema è che ho un problema, e sono parecchio triste per questo >.< scusatemi, ho anche visto che per colpa mia molti non mi stanno seguendo più, e questo mi dipiace tantissimo!! >.<
Mi dispiace, ma mi sentivo in dovere di scusarmi. Vi ringrazio per l' attenzione <3 vi voglio bene <3
Rin-chan <3

P.s. scusatemi anche per questo " capitolo", lo so che è vietato, ma mi sentivo in dovere di scusarmi, come ho appena detto <3

Cercherò in tutti i modi di scrivere meglio e di rendervi felici, mi si spezza il cuore quando vedo persone che non mi seguono più >.< <3

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Capitolo 6
*** Kurumi x Ruki fine... ***


Kurumi x Ruki fine...

 

Kurumi continuava a fissare intensamente quella foto, le sue lacrime che bagnavano essa. Odiava piangere nuovamente per queste cose. Gli anni erano passati, e lei era diventata più forte... o almeno così credeva. Distolse lo sguardo da quel maledetto pezzo di carta, scaraventandolo rabbiamente contro il muro. Si alzò da terra barcollando, e si diresse verso lo specchio. Si guardò: gli occhi erano rossi dal pianto, mentre i vestiti erano tutti scarmigliati. Decise di mettersi qualcos' altro per apparire più presentabile per cena. Così cominciò a cercare dentro l' armadio lussuoso: alla fine indossò una gonna nera a balze, un top rosso cremisi ad incrocio e delle scarpette con il tacco, rigorosamente nere. Si sciolse i lunghi e lisci capelli neri per poi acconciarli in una treccia di lato ben sistemata. Diede un ultimo sguardo alla fotografia, prima di uscire dalla stanza sbattendo la porta. Varcò il lungo corridoio: quella villa era un labirinto, ogni imbocco portava in tante stanze diverse. Era da ore che camminava, e ancora non aveva trovato la sala da pranzo. Ormai sfinita, si accasciò a terra ansimando. Già si aspettava una ramanzina da Ruki per non aver memorizzato la cartina che le avevano dato lui e Yuma, il vampiro dagli occhi ambra.

- oh ma guarda che abbiamo qui: un gattino sperduto? - quella voce, così canzonatoria e maliziosa, la fece sussultare. Kurumi si girò di scatto verso la voce, e vide un ragazzo alto e slanciato che le sorrideva. Esso aveva dei capelli biondo chiaro raccolti in un codino, e due lucenti occhi azzurri come il cielo. Il viso era delicato e la carnagione chiara e curata, mentre gli occhi erano bordati da ciglia corte e arcuate, nere come carboni. Indossava una maglietta nera con lo scollo a “ v ” che lasciava intravedere il petto villoso, e dei pantaloni che teneva arrotolati sopra il polpaccio. Kurumi allora, andandogli incontro, gli chiese:

- scusami, sai dove posso trovare la sala da pranzo? Sono apppena arrivata e non riesco ad orientarmi benissimo - gli rivolse un sorriso calmo e docile, i capelli neri che risplendevano alla luce della luna. Il vampiro la guardò per un attimo, i canini che sfoggiavano mentre sorrideva malizioso.

- mh? Ti sei persa? Seguimi.- disse, ridacchiando sottovoce. Kurumi lo seguì, senza rivolgergli la parola.

Appena arrivarono, la tavola al centro del salone era imbandita e ben ordinata. I bicchieri erano in cristallo finissimo, e luccicavano ai suoi occhi, mentre i piatti erano costosi e del medesimo materiale. La luce era soffusa, dando un aspetto più affascinante al tutto. Kurumi notò che Ruki e Yuma si erano già seduti ai propri posti. Quest'ultimo stava seduto più in modo scomposto, mentre l' altro stava diritto con la schiena, i suoi occhi illuminati dal bagliore argenteo. A capo tavola vi era un' altro ragazzo anch'esso bellissimo, molto probabilmente era il quarto fratello della casata. Esso aveva dei capelli neri e un po' più lunghi, dove alle punte sfumavano sul bianco, e le pupille di un verde acqua profondo. Infine aveva una garza bianca che gli fasciava il collo dalla carnagione chiara e delicata. Appena Kurumi e il biondo entrarono, Ruki le rivolse un cenno di disapprovazione, mentre Yuma le ringhiava contro, evidentemente ancora infastidito dal fatto che non l' aveva morsa. Il biondo si mise a sedere vicino a Yuma, ridacchiando dal gesto di Ruki nei confronti della ragazza, mentre l' altro vampiro dagli occhi color verde acqua la fissava senza distogliere lo sguardo, facendola sentire a disagio. Dopo di che, con l' approvazione di Ruki, Kurumi si sedette di fronte a lui. Subito dopo arrivarono diversi camerieri, Kurumi non riusciva ad intravedere i loro volti poiché erano nascosti dal cappuccio della veste rossa che ognuno di essi indoossava. Portarono diverse pietanze dall' aria invitante, peccato che Kurumi non avesse fame, infatti lasciò tutto dentro il piatto, fissandolo con aria assente. Sentiva tutti gli occhi dei vampiri puntati su di lei, era parecchio a disagio, inoltre si sentiva quasi svenire. Così, ormai al limite, decise di tornare dentro la stanza per stendersi sul letto e riposarsi dopo quella lunga giornata asfissiante.

- Scusatemi.- riuscì solo a dire, prima di svanire dentro il corridoio, sotto gli occhi sorpresi di tutti.

Kurumi, mentre correva, riuscì solo a sentire la risata giocosa del biondo e il ringhio di Yuma diffondersi. Per fortuna, dopo solo due minuti, riuscì a trovare la stanza di Ruki. La aprì velocemente, chiudendola debolmente e buttandosi sfinita sul letto a due piazze, ordinato ed impeccabile. Amava sentire la seta lilla sotto i polpastrelli pallidi, le davano un leggero piacere. Volse lo sguardo oltre la finestra: la luna stava svanendo tra le nuvole, fra un po' tutto sarebbe sprofondato nel buio. Chiuse gli occhi, lasciandosi cullare dall' aria che entrava dalla finestra aperta. Subito dopo un rumore di passi la fece sobbalzare. Il cuore le martellava in petto. Fissò allarmata la porta, sperando che quella era solo la sua immaginazione. Ma non era così perchè, dopo poco, essa si aprì con decisione, e Ruki irruppe nella stanza. Varcò la porta, chiudendola con la schiena. Mi fissava con disapprovazione, cosa che la fece rabbrividire. Di sicuro le avrebbe fattto una bella ramanzina.

- allora? Esigo delle spiegazioni. Come può un' umana essere così fastidiosa e priva di buone maniere? - la fissò intensamente, i suoi occhi gelidi la scrutavano curiosi. Kurumi si alzò lentamente, avendo paura della sua reazione. Ma, neanche il tempo di allontanarsi, che lui era già lì che le aveva afferrato il braccio. La sua presa era salda, tanto che le fece male e le proovocò un rossore ben evidente sulla sua pelle. Gemette, sibilando un “ lasciami andare ”.

- non puoi decidere tu quando devo lasciarti andare. Io sono del tutto superiore a te, per cui decido io quando o se lasciarti, umana - lei odiava il tono di superiorità con cui le parlava, come anche i suoi occhi gelidi e privi di emozioni.

- ho detto lasciami, non vorrei ripetertelo un' altra volta -la sua voce risuonò stranamente ferma e decisa, cosa che le dava vantaggio.

- non usare quel tono con me, Eva- cosa? Chi era Eva? Lei non riusciva a capire, ormai tutto le sembrava confuso.
- Eva? - Kurumi lo guardò con aria interrogativa, ma lui non la ascoltò. La trascinò sul balcone e la chiuse fuori. Lei lo guardò sconvolta, mentre Ruki la guardava con superiorità e maliziosità negli occhi.

- ascoltami, Eva: se ammetterai di essere completamente inferiore a me ti lascerò rientrare. Altrimenti... potrai rimanere lì per l' eternita, a morire dal freddo- effettivamente fuori si stava gelando, Kurumi sentiva la pelle d' oca salirle. Ma non voleva dargliela vinta, sarebbe stato troppo umiliante per lei. Così, estraendo gli auricolari dalla tasca, cominciò ad ascoltarsi un po' di musica. Lei amava essa, soprattutto i brani suonati solo dal pianoforte, anche se essi erano sempre tristi e malinconici... come i suoi ricordi daltronde. Si strinse nelle braccia, cercando di trovare un po' di calore. Ma niente, le sue dita erano intirizzite, quindi non ebbe l' effetto desiderato. Cercava di fare la dura e di non far vedere a Ruki che in realtà stava morendo dal freddo... ma cominciava ad offuscarsi la vista e a non reggersi più in piedi. Non sapeva per quanti minuti avrebbe ancora resisitito lì fuori. Volse lo sguardo verso Ruki che la guardava sorridendo sooddisfatto. Odiava quel sorriso, avrebbe volutoo ucciderlo in quel momento. Ma, anche se volesse... era un vampiro, sarebbe stato solo tempo sprecato. Lui allora, notando la reazione della ragazza, aprì con uno scatto la porta, fissandola intensamente.

- Hai visto, Eva? Io sono e sarò sempre superiore a te, ricordalo. Un umana non potrà mai battere un vampiro, soprattutto se quel vampiro sono io. Tu appartieni ad un ceto molto più basso - lei lo guardava debolmente, mentre il vampiro la prese in braccio e la trasportò agilmente sul letto. Lei allora, cercando si scaldarsi, si raggomitolò su se stessa. Sperava di trovare un po' di calore, ma invano. Ormai sull'orlo delle lacrime, ad un tratto senti qualcosa di caldo e piacevole appoggiarsi sul suo corpo. Alzò gli occhi forzatamente e vide Ruki che, arrossendo lievemente, le appoggiava sul corpo una coperta di lana.

- siine grata, Eva. Non vorrei sentire il sapore del tuo sangue diverso dopo che avrò affondato i canini sul tuo collo. Non lo sai che se arrivi ad una temperatura gelida del corpo, il tuo sangue si inasprisce? Dovresti stare attenta a queste cose, altrimenti il sottoscritto si infastidirà e potrà anche ucciderti - Kurumi rimase sorpresa dalla reazione del vampiro, seppur le sue parole fossero fredde come il ghiaccio.

Kurumi ha sempre pensato che i vampiri non avessero un cuore...ma si sbagliava. Perchè tutti hanno un cuore, non importa se Ruki è un vampiro.

Poi un bacio.

Delle soffici e calde labbra le sfiorarono la fronte. Udì solo un susssuro, una piccola carezza sussurrata:

“ Dormi bene, mia piccola umana...”

 

E il buio calò nella stanza.

 

“ Quelle parole, sussurrate da lui... mi uccisero di gioia..."


E ciao a tutte!!! <3 Sì, mi sono ripresa più veloce del previsto! :D Purtroppo questo capitolo non è lunghissimissimo, mi scuso molto per questo! >.<
Alluora, ringraziamo immensamente la nostra KurumiTokisaki 02 che ci ha regalato questo personaggio così meraviglioso!! Sappi che ti vorrò sempre bene!! :D
Spero che questo capitolo abbia soddisfatto le tue aspettative!! <3
Un bacione a tutte quante e spero che questo capitolo vi sia piaciuto!! :D
Un bacione anche ai lettori silenziosi <3
Vi voglio bene, e ringrazio tutte perchè mi avete spronata ad andare avanti!! <3
La vostra Rin-chaaaaaaaaaan <3 ( o Moon-chan! XD )

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Capitolo 7
*** Haruka x Azusa... ***


Haruka x Azusa...



Il taxi partì con un rombo assordante. All'interno di esso siedeva sul sedile in pelle una ragazza: il suo nome era Haruka, Haruka Mikaze. Essa era bellissima: era magra e slanciata, le curve abbastanza pronunciate potevano far invidia a chiunque. Possedeva dei morbidi capelli viola e lunghi fino alle caviglie con delle ciocche nere, che teneva legati in due code laterali alte e sistemate. Le sue iridi erano nere e profonde, mentre gli occhi erano bordati da pesanti ciglia lunghe e arcuate, nere come carboni. La carnagione era diafana e vellutata, anche se le guance erano sempre colorate di un rosso tenue. Indossava un corsetto nero in pizzo e una gonna nera a balze, anch'essa dello stesso materiale del corsetto. Quest'ultimo veniva chiuso da dei laccetti neri dietro la schiena, dove lasciava intravedere le curve affascinanti e provocanti. Dentro l'auto dominava il silenzio, Haruka canticchiava sottovoce con gli auricolari alle orecchie, mentre l'autista fissava la strada con gli occhi sgranati. La ragazza, incuriosita dalla sua reazione, gli mise una mano sulla spalla cercando di rassicurarlo.

- si rilassi, non stiamo mica percorrendo la Casa degli Orrori - ma niente. Esso sembrava come ipnotizzato e terrorizzato, una specie di mummia per la precisione.

Così Haruka, cercando di non far caso alla mummia davanti a lei, ricominciò a canticchiare fino a quando l' auto non si fermò facendo quasi del tutto accappottare la ragazza.

- Hey! - disse lei, sbuffando. L' autista stava cominciando a darle sui nervi, ma cercò di ricomporsi dandosi un minimo di contegno. Scese subito dopo, sbattendo la portiera, poi si incamminò verso il grande portone in ferro battuto. Haruka sentì l' auto sfrecciare a tutta velocità per andarsene. Non ne capiva il motivo, insomma: era una casa come tutte le altre, non c'era motivo di... si sbagliava. Era una villa maestosa, ma profondamente inquietante: le vetrate, grandi e ottocentesche davano un tocco di mistero al tutto. I vetri rispecchiavano la luna che illuminava anche il pozzo circolare che vi era in mezzo ad un roseto ben cuurato. Esso era composto da rose bianche e rosse, erano bellissime. Si fermò per un' attimo, rimanendo ad osservarle per un po'. Dopo alcuni minuti ritornò ad incamminarsi verso il portone, che come maniglia possedeva un battente. Appena arrivò, bussò alla porta: il rumore di esso rimbombò in tutta la zona circostante. Non si sentiva alcun rumore, tutto era buio e silenzioso. Aspettando che qualcuno le aprisse, volse lo sguardo al cielo: fantastico, di lì a poco sarebbe sceso giù un bel temporale. Rabbrividì solo al pensiero, stringendosi nelle spalle. Aspettò per lunghi istanti, ma niente. Non rispondeva nessuno, era come se in quel momento i residenti non ci fossero. Riprovò ancora molte volte, non ottenendo alcun risultato. Si stava scocciando di quella situazione, in più cominciavano già a scendere le prime goccie di pioggia che cadevano sull' asfalto con un rumore secco. Stava per riprovare un' ultima volta, quando il portone si aprì davanti a lei scricchiolando.

Haruka rimase per un' attimo immobile, chiedendosi come faceva ad aprirsi un portone da solo. Poi però cominciò a varcare essa, rivelando al suo interno un salone ben arredato e raffinato. Le tende che ricoprivano i lati delle vetrate erano di un rosso spento, annodate da un sottile nastrino nero. Al centro della sala erano disposte ordinatamente quattro poltrone dal tessuto rosso, mentre davanti ad esse vi era un tavolino in marmo. Sopra di esso vi era appoggiato un vaso in cristallo contenente due rose ben curate: una rossa e una bianca. Haruka pensò che probabilmente erano quelle del giardino che aveva intravisto poco fa. Si guardò attorno: quel posto le dava una sensazione di inquietudine, in più non vi era anima viva. Si sentivano solo lo sbattere delle ali dei pipistrelli che andavano incontro alla luna, illuminati dal bagliore argenteo. Così, rassegnata, si lasciò andare su una delle quattro poltrone al centro del salone. Era così stanca, era successo tutto così all' improvviso. I suoi genitori l' avevano sbattuta fuori di casa perchè non potevano mantenerla, ecco perchè ora si trovava in quella situazione. Dopo alcuni minuti, si alzò dalla poltrona sbuffando. Dopo di che cominciò a gridare per sperare di attirare l' attenzione di qualcuno.

- ohi, c'è qualcuno qui!? - niente. Haruka allora stava cominciando a pensare veramente che quella villa fosse disabitata, anche se le condizioni di essa erano perfette.

- chi sei?- una voce bassa e profonda riecheggiò nel salone. Quella voce era bellissima e calda, rimase perfino incantata. Lentamente si girò verso di essa, e vide un ragazzo dai lineamenti delicati appoggiato sulla ringhiera in ferro, sopra il soppalco che vi si poteva accedere grazie ad una scala in marmo. Esso era bellissimo: i capelli neri e boccolati sfumavano alle punte sul bianco, la frangia ricadeva sull'occhio destro. Possedeva un colorito pallido, con una cicatrice evidente sul naso. Indossava una giacca nera con lo stemma di una scuola, e sotto di essa vi era una camicia bianca. Il colletto era attorniato da una cravatta sciatta e grigia, mentre attorno al collo vi era un nastrino bluastro che formava un fiocco sottile ed elegante. I pantaloni invece erano di un grigio scuro, dando un tocco di classe al tutto. Rimase ad osservarlo per qualche istante, poi la sua attenzione si concentrò sui suoi occhi: erano grigi, ma se li guardavi attentamente diventavano di un colore ambrato molto profondo. Haruka rimase incantata, non aveva mai visto una cosa del genere. Subito dopo si riscosse, sentendo il giovane rifare la stessa domanda di prima.

- Chi sei tu, vorrei saperlo - fissava Haruka con i suoi occhi intensi, sembrava che con questi potesse sentire ogni suo minimo pensiero e preoccupazione. La ragazza non sapeva cosa dirgli, forse l' unica cosa da fare era dire il perchè era venuta qui.

- ecco...- Haruka si fermò. Il tremore nella sua voce era ben evidente, chiunque se ne sarebbe accorto . Provò a controllarla, schiarendosi la voce.

- da oggi vivrò qui, pensavo che qualcuno vi avesse avvertiti - disse, distogliendo lo sguardo da lui per poi rivolgerlo sul vaso di rose. Non va bene. Stava cominciando ad arrosssire, guardarlo le faceva questo effetto. Era strano, lo sapeva, però non riusciva a smettere. Quando era piccola, Haruka si mostrava sempre dura e menefreghista agli occhi degli altri bambini, per cui non aveva avuto mai un amico in vita sua. E questo spiegava il fatto che non avesse una parlantina eccessiva, ecco perchè ogni volta che parlava si ritrovava sempre a balbettare ed arrossire di continuo. Il ragazzo si portò una mano nei capelli, passandoci le dita attraverso. Haruka rimase lì ad osservare il gesto ragazzo. Era strano, i suoi movimenti erano lenti ma allo stesso tempo felini. Il ragazzo sembrò pensarci un pochino su, prima di riguardarla, posando i suoi occhi su di lei.

- mi dispiace, non sapevo de tuo arrivo. Come ti chiami?- il ragazzo volse uno sguardo alla luna: nonostante la pioggia fitta che era scesa, si riusciva ancora a vedere quel bagliore argenteo. I suoi occhi riflettevano essa, era come se tutto fosse avvolto in una nota di calma malinconia che ti attirava al primo sguardo.

- Haruka Mikaze. E...tu?- la sua voce era come sempre tremolante. Odiava essere così timida, non aveva mai mostrato a nessuno quella sua parte. Ridacchiò sommessamente, prima di rivolgerle lo sguardo nuovamente.

- io sono Azusa, Azusa Mukami. - le rivolse un accenno di sorriso, prima di cominciarla a fissare intensamente.

- spero che non scapperai appena saprai la mia natura. Sai, qui sono sempre solo: i miei fratelli si sono già sposati con alcune delle Spose Sacrificali che sono venute ad abitare per un certo periodo in questa villa- aspetta. Spose Sacrificali? Haruka non sapeva di cosa stesse parlando, così cercò di chiederglielo cercando di farsi un minimo di coraggio.

-Spose... Sacrificali? Mi dispiace, ma non so di cosa tu stia parlando- Haruka scosse la testa lentamente, prima di guardarlo triste. In realtà sapeva come ci si sentiva ad essere soli. Lei lo aveva provato tante volte, come poteva biasimarlo. Da piccola i suoi genitori erano sempre via a spendere il proprio denaro in sciocchezze, e lei doveva rimanere a casa per svolgere alcuni lavoretti che prima di andar via le commissionavano. Dopo alcuni mesi però, il denaro scarseggiò, e fu lei a dover sloggiare. Daltronde non era una grande perdita per lei: non era in buoni rapporti con i genitori, in più amici non ne aveva. Poteva benissimo andarsene, ma la rabbia per averle infisso così tante malinconie e freddezze rimaneva, ghiacciando la sua anima. Azusa la riscosse subito, cominciando a spiegargli.

- le Spose Sacrificali non sono nient' altro che spose, coloro che rimarrano insieme ai vampiri per l' eternità - cosa? Aveva proprio detto vampiri? Haruka indietreggiò, sobbalzando davanti la vista di due canini affilati che sporgevano dalle labbra di Azusa. Però era strano: quella cosa chiaramente la spaventava, però non emetteva alcun grido, ne tantomeno suono. Era come se non avesse poi tutta quella paura che pensava di avere. Forse, se non si trattava di Azusa avrebbe avuto seriamente paura, ma lui la rilassava. Quello sguardo, coosì magnetico e caotico... la facevano stare bene. Ma cosa nasconderà Azusa? Sarà così innocente come la nostra eroina pensa?

To be continued <3

 

 

 

 

 

Angolo autrice <3

 

Oahyo a tutte!! <3 Come state? <3 Spero di non avervi fatte attendere molto, anche se so che questo capitolo è un po' cortino <3 vi assicuro che saprò rifarmi nel prossimo capitolo per quanto riguarda la lunhezza ;)

 

Ah, ecco: sta arrivando Kanato con Teddy <3

 

Rin: * gli va incontro * heilà Kanato-kun! ^^

Kanato: non dirmi “ heilà “ come se nulla fosse -.- perchè stai scrivendo una ff su Azusa? Eppure lo sai che lo odio profondamente, umana!

Rin: Kanatino, non puoi dire così > w < Azusa è buono e dolce! ^^

Kanato: AH!!!!!?

Rin: scherzavo ^^'

Kanato: ah, ecco -.- faresti meglio a non scherzare più con me, altrimenti potrei anche ucciderti.

Rin: che hai detto!? Nessuno può ucciderti, perchè IO sono immortale!!! > w <

Kanato: veramente qui io sono l' unico ad essere immortale -.-

Rin: e chi te lo dice!?

Kanato: …. sorvoliamo, è meglio -.-

Rin: hey, però non puoi trattarmi così > w <

Kanato: e chi me lo impedisce!? Tu me lo impedisci!? Tu non sei niente, sei solo una stupida umana, umana!!!!!

Rin: certe volte ha scatti di isteria ben visibili ( certe volte? XD )

 

Vabbè, questa volta sorvolo io!! <3 Grazie mille alle perssone che mi seguono sempre, un bacione enorme!! <3 Vi voglio tutti bene <3 Bene, spero che anche questo capitolo vi sia piaciuto e... mi raccomando, recensite! XD Questo meraviglioso personaggio è di Mamoru, le voglio un mondo di bene!! <3

 

 

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Capitolo 8
*** Haruka x Azusa fine... ***


- C- cosa? - riuscì solo a dire, balbettando per lo stupore. Chi se lo sarebbe mai immaginato che quel ragazzo dai lineamenti delicati potesse essere in realtà un vampiro assetato di sangue? Azusa la scrutò, con una nota di preoccupazione nello sguardo. Aggrottò le sopracciglia, avanzando lentamente verso di lei per non spaventarla. Appena furono abbastanza vicini, Azusa le sfiorò una guancia: sussultò non appena sentì la pelle di questa divenire molto calda, sembrava che le sue guance ardessero. Haruka allora, sentendo il tocco gelido ma dolce della sua mano, arrossì leggermente, distogliendo imbarazzata lo sguardo dal suo, goffamente. Dopo di che ebbe un giramento di testa, costringendola a barcollare. Azusa allora, scrutandola più e più volte negli occhi profondi di lei, la sorresse cingendole la vita con un braccio e avvicinandola maggiormente a se.

- hey...stai bene? -chiese, la sua voce era poco più di un sussurro, e Haruka non riusciva a sentirlo poiché le orecchie cominciarono a fischiarle fastidiosamente. Bofonchiò debolmente un “ sì “, sperando che quella risposta si adattasse alla domanda che le aveva posto. Lo fissò per un attimo: non importava quante volte lo guardasse, i suoi occhi la rapivano sempre, mentre quello sguardo così tenero ai suoi occhi le dava una voglia di stringerlo a se e coccolarlo per sempre. Ma non poteva, non avrebbe mai potuto farlo, perchè altrimenti la corazza e il muro impassibile che si era costruita fino ad oggi...si sarebbe rotta in mille pezzi, e avrebbe fatto scorgere la ragazza timida, dolce e comprendiava che era dentro di lei, sepolta da freddezza e distacco. Dopo di che, ormai allo svenimento, sentì delle braccia trasportarla, per poi adagiarla su un letto comodo. Non riusciva a scorgere niente, quel posto era buio ma confortevole. Così, dopo che si ebbe rannicchiata per bene nella posizione più comoda, si abbandonò tra le braccia di Morfeo.

 

Sangue.

Tanto sangue.

Le pareti che rivestivano la stanza erano bianche come il niente, mentre tutto era circondato dal vuoto.

Solo al centro vi era un piccolo e rotondo tavolino in legno d' acero.

Sopra vi era una lettera, che era racchiusa dalla ceralacca rossa.

Lì regnava il silenzio più profondo, non vi erano finestre ne porte.

Si avvicinò con passo tremante per prendere la misteriosa lettera, le mani le tremavano.

Stava per afferrarla, quando il tavolino si ricoprì di sangue, un sangue cremisi e denso.

Indietreggiò dallo spavento, sussultando.

Subito dopo, il sangue scomparse e si intravide di nuovo la lettera.

Stavolta, senza esitazioni, la afferrò velocemente, evidentemente confusa e stralunata.

La aprì con fare tremante, e dentro di essa vi era una fotografia.

Raffigurava una donna: era magra e slanciata, le curve pronunciate al punto giusto. La carnagione rosea e delicata le conferivano un aspetto più giovane, mentre i capelli neri e lisci le arrivavano fino al sedere. Le pupille erano di un viola scuro,mentre gli occhi erano bordati da ciglia lunghe e arcuate. Le guance erano colorate di un rosso tenue, e sorrideva. Un sorriso luminoso e pieno di vita. L' uomo accanto a lei era anch' esso bellissimo: era poco più altro della donna e magro. La carnagione era diafana e bellissima, e anche lui sembrava più giovane della sua età. I capelli erano neri come la pece e poco più lunghi del normale, mentre le pupille possedevano due colori differenti: il sinistro era ambrrato, mentre il nestro di un nero profondo. Lui aveva un sorriso che sembrava più malizioso in confronto a quello ingenuo della donna. Entrambi si abbracciavano, felici di stare insieme e per sempre.

Haruka smise di guardare la foto, gli occhi sbarrati per lo spavento: quelli erano proprio i suoi genitori, coloro che l' abbandonarono per non averla più tra i piedi. Si portò entrambe le mani intorno alla testa, scuotendo il capo come impazzita. Dopo di che cade a terra in ginocchio.

Sul pavimento cominciava a vedere del sengue. Tanto sangue, infatti le mattonelle bianche che ricoprivano questo non si vedevano più.

Le pareti erano rosse, mentre scorreva e aumentava dappertutto quel liquido rosso.

Cercò di soffocare i conati di vomito, ma poi...tutto sprofondò nel buio.

 

Haruka si svegliò di soprassalto, spaventata. Ansimava, mentre delle goccioline di sudore le percorrevano il viso candido e velato di tristezza. Si portò una mano tremante sulla fronte, cercando in tutti i modi di tranquillizzarsi. Si guardò attorno: la stanza di Azusa era ben ordinata, le tende di seta lilla erano snch' esse legate da un nastrino nero e sottile. Il letto in cui era sdraiata era comodo e caldo, mentre il lenzuolo che la ricopriva era nero, anch' esso di seta. Alla sinistra del letto vi era una grande vetrata, dove vi si poteva scorgere al di fuori la luna, candida e argentea. Un odore di sangue la incuriosì, riempiendole le narici e provocandole un conato di vomito. All' angolo della stanza, vicino uno la vetrata, vi era un armadio piccolino e in marmo. Esso era aperto, non vi erano ante per chiuderlo. Haruka si soffermò però in cosa vi era all' interno di esso: era pieno di diversi pugnali, ognuno con una lama diversa. Subito si alzò dal letto barcollando, e si diresse verso l' armadio. L' odore del sangue la investi nuovamente, infatti, avvicinandosi di più ad ognuno dei pugnali, noto che tutti erano intrisi di sangue. Si ritrasse indietro spaventata, portandosi una mano alla bocca per non urlare. Cadde all' indietro, continuando ad osservare spaventata quei pugnali. Decise di fingere di dormire, facendo finta di niente e aspettando che arrivasse Azusa, fino a quando intravide che la custodia di un pugnale era aperta. Subito le venne l' istinto di prendere ed esaminare la custodia ma, per colpa di un piccolo cofanetto che era depositato per terra, cadde con un tonfo. Haruka sussultò, massaggiandosi il punto dolorante. Dopo di che si affrettò ad alzarsi e a dirigersi nuovamente verso il letto.

-Yui-san? - la voce bassa e dolce di Azusa la fece sussultare, girandosi a guardarlo con gli occhi sgranati. Azusa la fissò preoccupato, mentre si dirigeva verso di lei.

- ehm...ecco...s-stavo venendo a cercarti, dato che ho sentito odore di sangue. M-mi sono preoccupata, avevo paura che ti fossi ferito - ci fu un lungo silenzio, dopo di che Azusa cominciò a ridacchiare sommessamente. Haruka gonfiò le guance, sbuffando per la reazione del vampiro.

- non c'è niente di divertente, io mi sono preoccupata - bofonchiò lei, sbuffando nuovamente. La luna intanto si era nascosta tra le nuvole, lasciando spazio al buio più profondo. Haruka faceva fatica ad intravedere la zona circostante, infatti non si muoveva per paura di cadere in un altro oggetto riposto ordinatamente per terra. Azusa, ridacchiando nuovamente, si avvicinò velocemente a lei, poggiando la fronte sulla sua, dolcemente.

- davvero ti sei preoccupata per me? Ti ringrazio davvero tanto, Yui-san - le sussurrò dolcemente. Haruka allora, notando la distanza quasi nulla tra i loro corpi, arrossì leggermente, distogliendo lo sguardo dal suo e cominciando a sorridere.

- non c' è bisogno...che mi ringrazi, Azusa-kun - disse, rivolgendogli un dolce sorriso. Lui allora, con un gesto minimo della mano, fece cenno di seguirlo, e lei obbedì. Cominciarono a camminare per il corridoio freddo e buio della magione, vi erano solo lei e Azusa. Haruka si strinse nelle spalle, sperando di trovare del calore. Ma niente, il suo corpo era tutto intirizzito dal freddo, persino le dita. Dopo di che Azusa si fermò di colpo, facendo sbattere Haruka contro la sua schiena. Vide Azusa aprire con la mano una porta in marmo lucido e farle cenno di entrare. Lei ubbidì, varcandola con passo incerto, Azusa le venne subito dietro. Dopo di che cominciò a scrutare la ragazza che guardava con aria di stupefacenza l' interno. Essa era bellissima: era una stanza enorme e circolare dove, al centro, vi era una grande piscina ben curata. Dopo che ebbe finito di osservarla esterrefatta, rivolse uno sguardo ad Azusa, sorridendogli dolcemente.

- t-ti ringrazio per avermi mostrato la piscina... - bofonchiò, dopo di che ritornò ad essere la dura di sempre. Azusa le mostrò diverse stanze, tutte lussuose e decorate e arredate impeccabilmente.

Dopo vari minuti, passarono davanti una porta semi-socchiusa, la luce della lampadina al suo interno era accesa. Azusa passò velocemente alla porta successiva, ma Haruka si soffermò su quella. L' odore del sangue si faceva più accentuato in quel punto, cosa che le provocò un' altro conato di vomito. Inconsapevole del suo interno, Haruka aprì lentamente la porta. Al suo interno rivelò il bagno della magione, molto raffinato e anch' esso in marmo. Poi i suoi occhi si soffermarono sul pavimento: al centro della stanza giaceva a terra un coltello intriso di sangue ancora fresco, e tanto di quel liquido scarlatto sparso attorno. Haruka allora, portò una mano alla bocca per non cacciare un urlo, indietreggiando fino ad andare a sfiorare con la schiena il freddo muro della parete iin marmo. Azusa allora, non sentendo più i passi dietro di lui, si volto in direzione della ragazza. Le si avvicinò lentamente, capendo quel che aveva visto, e si tolse lentamente la giacca della divisa, facendola depositare delicatamente per terra. Dopo di che si tirò su le maniche della camicia bianca che indossava e le mostrò delle garze che gli ricoprivano gran parte delle braccia. Haruka, intimorita, cercò in tutti i modi di provare a dire frasi di senso compiuto, ma invano.

- A-azusa-kun, ma cosa...-

- stai a vedere...- si tolse delicatamente le bende e mostrò diversi tagli e graffi profondi. Haruka allora, visibilmente spaventata da quelle ferite, lo abbracciò dolcemente, stringendolo per rassicurarlo.

- A-azusa-kun...m-ma perchè lo hai fatto!?- chiese, mentre le lacrime le bagnavano il volto pieno di terrore.

- Haruka-san...tu non capiresti... - la sua voce pareva più bassa del solito, tanto che era appena udibile.

- io...voglio capire...voglio aiutarti a rivolvere questo problema. - la sua voce divenne in quel momento autoritaria e decisa ad andare avanti. Lui allora, sentendo le parole della giovane, la afferrò per il polso e la riportò in camera sua, facendola stendere delicatamente sul letto. Dopo di che, con un salto, si sdraiò accanto a lei, circondandole le vita con un braccio e costringendola a girarsi. La distanza tra loro due era diventata nulla, mentre lui continuava a scrutarla sorridendogli dolcemente. Lei allora, evidentemente imbarazzata ma ancora terrorizzata dal fatto accaduto precedentemente, abbozzò un lieve sorriso.

- ora capisci? - chiese, continuando a sorriderle, mentre portava una sua ciocca di capelli dietro l' orecchio, provocandole un lieve solletico. Haruka, non capendo ancora quale fosse il suo problema, fece una faccia evidentemente perplessa.

- n-no, ancora non capisco...- il viso del vampiro divenne velato da una profonda tristezza, ma Haruka non riusciva a capire perchè.

- sono sempre solo in questa villa...te l' avevo già detto appena ci siamo incontrati.- le labbra di Haruka si incurvarono in un sorriso, dopo di che cominciò a fissarlo intensamente.

-sì, ma perchè ti fai del male?- il vampiro abbozzò un sorriso malizioso, scrutandola con i suoi occhi.

- bhè...forse penso che abbia bisogno di qualcuno che...mi stia accanto...- la nota di malinconia nella sua voce era ben evidente, tanto che anche Haruka si incupì.

- bhè...ma io ora sono qui - sorrise di rimando, un sorriso dolce e sincero. Il vampiro la scrutò, come se cercasse di capire se stesse dicendo la verità o meno.

Poi delle labbra.

Le sue labbra, calde e dolci, sfiorarono le sue in un impercettibile bacio...

E, lentamente, si innamorarono...un' amore dolce e pericoloso.

Ormai non si sarebbero più separati.

 

Hello, minna-san!! <3 Come state? ^^

Spero che anche questo chappy vi sia piaciuto, a me personalmente è sembrato un po' meno...non so, io spero in meglio!! ^^ <3

Bene, mando un bacione a tutte le personcine che mi seguono e che saranno per sempre nel mio cuore, e ringraziamo e mandiamo tanti bacini alla nostra Mamoru <3 le voglio tanto tantissimo bene <3 Spero che questo capitolo non sia stato deludente :'( <3

Prima di lasciarvi, vi lascio delle immagini riguardanti il chappy <3

 

 

Madre di Haruka <3

Padre di Haruka <3

Spero che le immagini vi piacciano <3
Un bacione grande grande <3

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Capitolo 9
*** Kotori x Ayato inizio... ***


Kotori x Ayato...

 

- e ora? - Kotori Matsumoto era rimasta davanti al portone d'ingresso della Villa Sakamaki da più di cinque minuti, e ancora non le avevano aperto la porta. Sbuffò scocciata, massaggiandosi le tempie e divaricando le gambe. Essa era bellissima: la pelle pallida sembrava quasi trasparente, i capelli erano neri e lunghi fino al fondo schiena, mentre gli occhi erano grandi e verdi, con ciglia lunghe e arcuate che le conferivano uno sguardo e un aspetto magnetico.

Sbuffò nuovamente: era stanca di aspettare, anche perchè il vestitino nero che indossava era perennemente estivo. Si strinse nelle spalle nude, sbattendo un piede per terra e aggrottando le sopracciglia, arrabbiata. Le sue guance erano anch'esse pallide, ma si riusciva ad intravedere un leggero rossore partendo dagli zigomi. Si girò verso il cancello dietro cui vi era parcheggiato due minuti fa il taxi che l'aveva portata in questa magione. Alzò le spalle in segno di resa, guardando la luna che faceva risplendere la catenina che la ragazza portava al collo. Essa possedeva un ciondolo a forma di croce, piuttosto sottile, con incastonato, al centro, una pietra nera e luminosa.

Parve risplendere davanti il bagliore di luce fioca che proveniva dalla luna, oscurata di poco da nuvole passeggere. Si sfregò le labbra all'ingiù, lucidate da un piccolo strato di lucida-labbra trasparente. Roteò gli occhi e si rigirò verso il portone, che ancora non aveva intenzione di aprirsi.

Così, a grandi passi, si avvicinò maggiormente e bussò freneticamente al portone. Dopo di che, incrociando le dita e sperando che qualcuno aprisse la porta, aspettò “ pazientemente “ con il fiato sospeso.

Con sua grande fortuna, il portone si aprì lentamente con uno scricchiolio che le fece accapponare la pelle. Entrò a passi decisi dentro la magione e la porta si chiuse velocemente alle sue spalle, facendola sussultare. Ma non ci fece troppo caso.

L'ambiente circostante era maestoso, ma profondamente inquietante: davanti a lei, disposte a semicerchio, vi erano sei poltrone ricoperte da un tessuto di seta rosso scuro, mentre le tende pesanti che ricoprivano i lati delle grandi vetrate ottocentesche intorno all'ingresso erano del medesimo colore, tenute ferme da un cordoncino dorato. Davanti le poltrone, vi erano un tavolino da thè in marmo lucido ed elegante, mentre un grande lampadario in cristallo illuminava di una gialla luce fioca l'ambiente circostante.

 

Kotori si guardò intorno, girando lentamente e con cautela su se stessa. Poi si fermò, incrociando le braccia al petto e assumendo un espressione contrariata.

-chi abita qui è davvero scortese- sussurrò fra se' e se', con un ghigno sprezzante. Si strinse di più nelle spalle, percependo un brivido salirle lungo la schiena, come delle dita che sfioravano la sua pelle diafana. Si girò di scatto dietro di lei, sussultando. Che strano...le era parso veramente che qualcuno l'avesse toccata. Si raddrizzò e alzo di poco le spalle, aggrottando le sopracciglia e scuotendo la testa. Poi affermò:-qui c'è qualcosa che non quadra.

 

Un vento freddo le fece venire i brividi, costringendola a serrare i denti. Incrociò nuovamente le braccia al petto, rimanendo in attesa e sperando che un residente di quella magione di accorgesse di lei.

 

- come hai osato disturbare il sonno di oree-sama!? - aggrontando le sopracciglia, la ragazza si girò verso la voce, e vide un ragazzo appoggiato allo stipite della porta. Per qualche incomprensibile ragione, Kotori rimase a fissarlo per un bel po' di tempo, senza dire alcuna parola: i suoi capelli erano rossi, mentre le punte erano leggermente screziate di bianco. Gli occhi erano di un colore verde smeraldo che ti trafiggevano non appena i tuoi occhi si specchiavano sei suoi. Ma Kotori era diversa, sarebbe sopravvissuta di sicuro davanti a qul ragazzo che lei considerava solo un buffone. Gli zigomi erano pronunciati al punto giusto, mentre la pelle era pallida, quasi cadaverica. Tutto l'insieme gli conferiva un aspetto deciso.

 

La squadrò da capo a piedi, soffermandosi di più sui solchi dei seni della ragazza, emettendo un ghigno sprezzante e facendo un lieve sbadiglio.

-beh, almeno non sei Chichinashi- le sussurrò, in tono scherzoso. Poi ridivenne improvvisamente serio, accigliando lo sguardo e incrociando le braccia al petto.

-comunque, che vuoi?-le disse, scoccandole un occhiata di disapprovo e sbattendo un piede per terra. La ragazza, dal canto suo, lo trafisse con uno sguardo gelido.

-lo sai quanto ho dovuto aspettare perchè si aprisse il portone per entrare, buffone?- gli disse di rimando, incrociando le braccia al petto e sbuffando. Il ragazzo, squadrandola nuovamente, alzò lo sguardo e cominciò a guardarla dall'alto in basso.

-non mi importa. Dovrei fartela pagare per aver spezzato il mio sonno!-esclamò, con un ghigno sprezzante. Aggrottò le sopracciglia, aspettando la risposta dell'altra.

-uuh, che paura. - esclamò, sarcastica. Ma qualcosa nel viso del ragazzo la fece sussultare. Lo guardò, portandosi una mano dietro la nuca e fissandolo duramente. Si irrigidì per qualche incomprensibile ragione. Poi scrutò i suoi occhi: il colore verde smeraldo delle iridi sembrò diventare più brillante, come se fossero diventate fosforescenti. Si avvicinò a lei con passi felpati e decisi e le prese la mano, tirandola all'indietro e bloccandola contro il muro. Kotori, leggermente rossa in volto, lo scrutò nei suoi occhi, percependo un senso di paura annidarsi dentro di lei.

- lasciami, ora! - sbottò con un ghigno sprezzante. D'un tratto si accorse che il suo corpo iniziava a tremare per la paura, ma non volle darlo a vedere, soprattutto “ non davanti a questo buffone che si crede chi sa chi “, pensò. Kotori sussultò non appena il ragazzo scoppiò in una risata agghiacciante, mentre continuava a guardarla con condiscendenza.

- credi davvero che Ayato Sakamaki, oree-sama in persona, potesse lasciarti andare così facilmente? - esclamò, continuando a ghignare e stringendole i polsi per farle male. Con uno scatto, si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò, il tono di voce era appena udibile:-che umana debole- Kotori, sentendo quelle parole, non ebbe neanche il tempo di dimenarsi che il Ayato sporse dalle labbra dei lunghi canini affilati.

La ragazza si irrigidì, mordendosi il labbro e serrando i denti per sperare in tutti i modi di non urlare . Ayato, notando il gesto della ragazza, sorrise divertito. Amava mettere le proprie prede all'angole e farle morire dalla paura, mangiandole pian piano. Così, leccandosi le labbra voracemente, posò le labbra sul suo collo e affondò i canini in profondità. Kotori cacciò degli urli di dolore. Il punto in cui la stava mordendo, le doleva profondamente, e sperava che finisse al più presto.

- lasciami, buffone! - gli gridò contro, furiosa. Nessuno si era mai permesso di metterle le mani addosso, men che meno un buffone vampiresco come lui. Provò a dimenarsi, ma invano. Le forze le venivano sempre meno, mentre la vista cominciò ad offuscarle.

Ayato, notando quel gesto di debolezza, sorrise divertito e portò una mano dietro la sua schiena per sorreggerla. Continuò a succhiare quel sangue, così dolce e caldo. Era come una droga, non riusciva a smettere anche se sapeva che continuando a nutrirsi di lei, l'avrebbe uccisa.

 

Poi...tutto cadde nel buio.

 

Sentì delle braccia forti che la prendevano in braccio e la trasportavano, e un rivolo di sangue che le scendeva dalla ferita.

- che stupida umana - udì solamente, prima di svenire per la troppa debolezza.

 

 

 

Angolo Autrice:

 

Ciao a tutte quante!! <3

Come state? Spero bene ^^

Ed eccomi qui con il primo capitolo della coppia Kotori x Ayato <3

Spero davvero tanto che la storia vi sia piaciuta e, mi raccomando, RECENSITE! <3

La OC di Kotori Matsumoto è stata creata da shiro_neko18!! <3

Spero che la storia sia stata all'altezza delle tue aspettative :D lo so, non è un granchè >.<

 

Ciao a tutte!! <3 <3

Yui komori <3

ecco Kotori-chan! <3

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