Antoher day in paradise

di Capricornina
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** The travel_____ ***
Capitolo 2: *** Arrival____ ***
Capitolo 3: *** Deep Sea_____ ***
Capitolo 4: *** The lie_____ ***
Capitolo 5: *** thoughts of two_____ ***
Capitolo 6: *** love cake_____ ***
Capitolo 7: *** confusion and romance ***
Capitolo 8: *** kiss and fall______ ***
Capitolo 9: *** the truth ***
Capitolo 10: *** moonlight shadow ***
Capitolo 11: *** smiling surprise_____ ***
Capitolo 12: *** fight!_____ ***
Capitolo 13: *** breakfast_____ ***
Capitolo 14: *** always..._____ ***



Capitolo 1
*** The travel_____ ***


CAP 1 (the travel) Il ragazzo dai capelli corvini osservava il paesaggio fuori dal finestrino scorrere velocissimo, quasi incatturabile dai suoi occhi attenti a causa della velocità sostenuta del pullman. Era mattina e da qualche minuto un pallido sole appena sveglio si affacciava all’orizzonte, nascendo e rischiarando l’ambiente circostante ancora per metà avvolto nei residui di oscurità lasciati dalla notte. “Cribbio, che sonno!! Ma Gorillone, non potevamo partire un po’ più tardi? A quest’ora si svegliano le galline!!” tuonò la voce carica di disappunto del rossino, seduto scompostamente accanto a lui. “E di che ti lamenti tu, gallinaccio dalla cresta rossa? Magari ti trovi una fidanzata nel pollaio!” rispose seccata la voce di Mitsui, proveniente dai posti infondo. “Grrrr, tu sta’ zitto o ti faccio sputare la dentiera!!” “Dai, ragazzi, calmatevi….infondo siamo in vacanza…!” “Nanetto, tu non intrometterti!” E via dicendo, fintantoché il Gory non fu costretto ad alzarsi e distribuire cazzottoni in testa a tutti, (per democrazia anche a chi non c’entrava nulla, come Rukawa). “PIANTATELA, DEFICENTI!!! CI RIMANGONO ALTRE TRE ORE E MEZZA DI VIAGGIO, E SE CONTINUATE COSì GIURO CHE VI BUTTO FUORI DAL FINESTRINO A CALCI!!!” In pochi secondi si ristabilì la pace e il silenzio, e Akagi poté tornare a sedersi ai posti anteriori con Ayako e Kogure. Hanamichi,però, non sembrava intenzionato a voler trascorrere un viaggio tranquillo e sereno. Si era infatti voltato dalla parte del numero 11 dello Shohoku e lo fissava intensamente in cagnesco. Dopo una buona mezz’oretta a Rukawa incominciarono a prudere le mani per il fastidio, ma sapeva che se si fosse girato sarebbero stati guai: una rissa sul pullman significava certamente sfidare i già tesissimi nervi del Gorilla, il quale li avrebbe seriamente lanciati come coriandoli fuori dal finestrino, conoscendolo… Quindi si ripromise di ignorarlo, alzando il volume del walkman, che ormai si sentiva distintamente in tutto l’auto. “Dì un po’, volpaccia, vuoi diventare sordo per caso?!” “hn….” “Bè si dà il caso che la tua squallida musica dia fastidio al sottoscritto, quindi abbassa quell’affare!” “no.” “Eeeeh??Baka-kitsune, osi contraddire il genio del basket!!” Ma il litigio fu stroncato sul nascere dalla voce possente di Takenori Akagi: “ALLORA, VOI DUE!! SE NON IMPARATE A STARE TRANQUILLI QUANDO SIETE VICINI VI METTO IN CAMERA INSIEME!!” Silenzio di tomba. Ma obbligare il logorroico Sakuragi a stare zitto e buono per tre ore è cosa impossibile e inaudita. Passata un’altra mezz’ora, il rossino incominciò in effetti ad agitarsi e a sbuffare, riempiendo Rukawa di gomitate con la sua grazia da elefante. “Ahio!...do’aho, smettila!” “Grrrrr, per te, volpe asociale, è normale vegetare in stato di catalessi ma per me no!!! Quindi non rompere!!” “Sei tu che stai rompendo, con i tuoi movimenti da orso!” “Eeeeh???Orso a me??! Stupida volpe hai fretta di morire??!! Ti squarto vivo e con la tua sporca pellaccia ci faccio una pelliccia!!!” “KOGURE, SCRIVI: HANAMICHI SAKURAGI E KAEDE RUKAWA IN STANZA INSIEME. AH,DIMENTICAVO:NATURALMENTE LA LORO STANZA SARà DA 2.” “Cheeeeeeeee???????Gorillaaaa,non puuuuooooiiii!!!!!” strillò Hanamichi smascellandosi,mentre Rukawa si toglieva le cuffiette e sgranava gli occhi. “Oh sì che posso, razza di mentecatti! Vi ho messi vicini apposta per farvi fare amicizia, per il bene della squadra, ma voi vi ostinate a fare i cretini!! Specialmente tu, Sakuragi!! Dovete imparare a convivere, sia in campo che nella vita reale o non vinceremo mai il campionato. Perciò vi conviene stare buoni o mi costringerete a prendere altri provvedimenti..!!” Hanamichi Sakuragi era ormai della stessa tonalità dei suoi capelli per la rabbia, e delle nuvolette di fumo gli fuoriuscivano minacciose dal naso e dalle orecchie, come un ordigno che sta per esplodere. Invece Rukawa, dopo i primi minuti di sconcertamento si era ripreso, e con un semplice “tsk!” aveva rimesso le cuffiette e si era addormentato. Ciò contribuì a scatenare ancora una volta l’ira funesta di Hanamichi, che però non disse nulla, si limitò a pensare -Come può dormire così tranquillamente dopo questa terribile notizia??! In camera con la volpe artica…per sette giorni di fila, senza poterlo pistare di botte…..!!Aaaarghhh, non voglio, non può essere!Dannato Gorillone, questa me la segno…me la pagherai cara!!!Altro che vacanze, e io che pensavo di divertirmi….pensavo che il Gory mi avrebbe messo in stanza col Nanetto e con Micchy…e invece….con questo surgelatore vivente, e per di più in 2!!!...Calmati Hanamichi,calmati….non si sa mai, meglio non rischiare col Gorilla psichedelico… cercherò di andarci piano….ecco…con un bel respiro…..- Il rossino convocò su di sé tutte le sue energie spirituali per restare calmo e impassibile, e con uno sforzo enorme, chiuse gli occhi e tentò di addormentarsi anche lui. -Ma certo, per stare calmo mi basterà pensare ad Harukina cara….- E in breve tempo i suoi lineamenti incominciarono a distendersi e a rilassarsi, mentre davanti a lui appariva in sogno uno splendido luogo fitto di vegetazione e di fiori, con delle cascate, delle statue splendide e un sole raggiante che illuminava il tutto. “oooh, com’è bello…..la mia forma del paradiso….” Improvvisamente vide qualcosa muoversi tra le siepi e sentì una voce morbida e dolce chiamare il suo nome…. Sicuramente era la voce di Harukina, dunque Hanamichi si catapultò tra le piante per abbracciarla ma si ritrovò davanti il viso inespressivo di Rukawa. “Aaaaargh!! Rukawaaaaaa!!!” La visione scomparve in men che non si dica, e si ritrovò attorniato dal resto della squadra che lo fissava come se fosse una bestia strana. Hanamichi,ancora sotto shock, si era spiattellato contro il sedile, aspettando che dicessero qualcosa. Come risposta il resto della squadra scoppiò a ridere,e Miyagi, per vendicarsi del “nanetto”, lo incalzò: “Hey, ma che ti stavi sognando, mister carotone? La forma del paradiso….?Rukawa….?” E un’altra risata collettiva. Improvvisamente una lampadina si accese nella sua testa e si accorse della figuraccia equivocabile che aveva appena fatto. “No…1Non è come pensi, io stavo sognando Harukina cara e se adesso sono sveglio è tutta colpa di questo frig….” Ma si interruppe nel notare che la kitsune, forse a causa degli sballottamenti del pullman, stava dormendo con la testa appoggiata alla sua spalla. Improvvisamente sbiancò e comprese il perché di tutte quelle risate….ci mancava solo che il volpino aggravasse la situazione dormendo appoggiato a lui!! -Dannazioneeee!!E non posso neanche svegliarlo a suon di botte…!!!Grrrr!!!!- Aveva una gran voglia di picchiarlo e fargli sbattere la testa al vetro, ma non poteva, almeno, non quando nel pullman c’era il Gorilla. Quindi si ricompose e decise di ignorare l’accaduto. “Hey,nel caso tu e la tua bella addormentata non ve ne foste accorti, siamo arrivati.” Disse malizioso Mitsui afferrando il suo zaino e dirigendosi verso le porte centrali, seguito a ruota dagli altri. “Brutto teppistone sdentato!!Rimangiati subito quello che hai detto!!! E tu, stupidissima volpe, vuoi svegliarti si o no?!!” Ma la volpe non reagiva, dunque Hanamichi incominciò a prenderlo a pizze. Dopo un po’ ottenne cenni di vita “hn…ahio!! Do’aho, come osi disturbare il mio sonno!!!” “Svegliati e scendi, siamo arrivati.” Concluse secco e irritato Hanamichi, allontanandosi con la sua sacca alla velocità della luce. Poi si fermò un attimo prima degli scalini e lo fissò con odio, apostrofandolo: “E non osare mai più addormentarti addosso al sottoscritto, o la prossima volta ti risveglierò a capocciate!” Rukawa rimase un attimo allibito e sconcertato da solo nell’autobus “a…addormentato addosso…a lui??!..” Ma non ebbe tempo per pensare dato che ormai erano scesi già tutti, e velocemente si preparò e scese anche lui.

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Capitolo 2
*** Arrival____ ***


CAP2 (arrival) L’hotel che avrebbe dovuto ospitarli per una settimana intera era a dir poco incantevole: Una grande hall spaziosa e piena di sofà rivestiti elegantemente di rosso, il bancone della reception interamente in legno, e poi delle scalette che conducevano al bar, anche questo davvero invitante e molto assortito. Alla destra del bar si intravedeva attraverso le ampie porte a vetri la piscina contornata da ombrelloni, sdraio e qualche albero. Tutta la squadra ne rimase estasiata, persino il glaciale volpino si lasciò sfuggire un’espressione di stupore, per poi ovviamente ricomporsi subito. Solo uno sembrava disorientato, incredulo e quasi allucinato: Hanamichi Sakuragi, naturalmente! Dopo una breve perlustrazione visiva della zona, si decise a parlare: “Ma Gorilla….dove sarebbero le camere? Nel sotterraneo?” A quelle parole una giovane ragazza della reception si lasciò sfuggire una risatina, rispondendo allo spaesatissimo rossino. “Le vostre stanze sono in dei bungalow a forma di cupola, sono molto carini però forse poco spaziosi….li trovate dopo la piscina, in fondo a destra.” “DEI BUNGALOW A FORMA DI CUPOLAA??!” esplose tutta la squadra in preda all’estasi. “Ma è fantastico, grande Akagi!!” esultò Mitsui dando una pacca sulla possente spalla del Gorillone, mentre Miyagi saltellava tenendo per le mani la sua Aya e una scintilla compariva di riflesso sugli occhiali di Kogure. Rukawa,inutile specificarlo, rimase impassibile, mentre a Hanamichi qualcosa non quadrava. Dei bungalow? Il Gorillone che prende dei bungalow??....strano…. “Bè, sapete….costavano di meno,e allora…..” fu la timida rivelazione di Akagi che divenne viola. “Ah,ecco! Mi pareva….” Concluse Hanamichi, andando a stuzzicare il can che dorme, e rimediandosi un bernoccolo in testa. “Vedi di fare meno il rompiscatole e mi raccomando voi due…. Vi avverto che se troverò qualcosa di rotto in stanza vostra sarò io a rompere voi, questa volta! E poi vi rimando a casa, chiaro?!!FICCATEVELO BENE IN TESTA: N-O-N V-O-G-L-I-O S-E-C-C-A-T-U-R-E.” Hanamichi abbassò lo sguardo fumando d’indignazione e di istinto omicida represso, mentre Rukawa si limitava ad annuire con espressione annoiata. “E tu, Rukawa…ti affido la chiave, vedi di tenerla sempre con te se ci tieni a rientrare.” “grrrr….!Gorillone ma che cos’hai contro di me, si può sapere?!!” “Niente, sono solo obbiettivo. E adesso filate in camera a sistemare i bagagli, march!” I due obbedirono e uscirono costeggiando la piscina, grande, pulita e accogliente…. Hanamichi la fissava interessato pensando tra sé e sé di farci un salto il prima possibile. Aveva sentito dire che dovevano esserci numerosi campetti per svariate attività sportive, e mise in conto anche quello. Lui e il kitsune si inoltrarono nella stradina immersa dal verde che conduceva alle cupolette: in un praticello verde contornato da alberi rigogliosi sorgevano quelle splendide costruzioni, davvero carine a vedersi. Rukawa infilò al volo la chiave nella serratura, girò e spalancò la porta, posando il bagaglio ai piedi del letto che aveva deciso essere suo. Hanamichi contemplò meravigliato l’interno della cupola, notando le pareti tondeggianti e le piccole, graziose finestrelle che illuminavano rispettivamente i due letti. Fece per entrare ma…SBONK! “Ahio!!!!Dannazione, com’è basso questo soffitto del cavolo! Ora ho capito perché le ha pagate di meno….” Si disse tra sé e sé, massaggiandosi la testa e trascinandosi dietro la valigia. Appena fu dentro notò una spiacevolissima cosa: i due letti erano troppo appiccicati per i suoi gusti, ma non si poteva fare nulla per allontanarli data la sfericità dell’edificio. Tra l’altro i pochi mobili che c’erano, impedivano qualunque possibile tentativo di allontanamento. “Cavolo!! Devo pure dormire a distanza ravvicinata con te, stupida volpe! Come se non fosse già abbastanza scomodo così!” “Hn, do’aho, se vuoi puoi sempre accomodarti fuori.” “Checcosa???! Baka-kitsune, se c’è qualcuno che deve andare fuori quello sei tu, nel tuo ambiente naturale!” “Tsk, che diavolo strilli do’aho! Non vedi che rimbomba tutto?!” “E chissenefrega!!! Tanto il gorillone non può sentirci perché ho chiuso la porta!” A quelle parole Rukawa parve un po’ scosso, forse stava per considerare seriamente l’idea di essere rinchiuso in un così piccolo spazio col do’aho petulante e strepitante … Ad Hanamichi non sfuggì il breve ma evidente cambiamento del compagno, e pensando di aver fatto centro, decise di continuare malignamente sull’argomento. Avanzò di qualche passo nella sua direzione con sguardo assassino, sfregandosi le mani aggiunse: “Heheheh, stupidissima volpe…se volessi ucciderti nessuno se ne accorgerebbe!” Ma il gelido Rukawa non si scompose e rispose con aria sufficiente: “Tsè, sempre che tu riesca anche solo a sfiorarmi, idiota.” “Ma come osi? Il mitico Tensai eccelle in tutte le arti e in tutte le discipline…anche nell’omicidio!! Ne vuoi una dimostrazione??!” E così dicendo tentò di acciuffare il volpino che però schivava i colpi e si divincolava in stile uomo ragno rasentando le strette pareti. In effetti era molto difficile per lui sfuggire a Sakuragi in un luogo di dimensioni così ridotte, ma di certo non si sarebbe lasciato acciuffare senza opporre la minima resistenza. Purtroppo per lui, però, le cose andarono di male in peggio quando incespicò sulla valigia del rossino, finendo a terra. Hanamichi senza perdere tempo gli saltò addosso pronto a colpirlo ma diede un’ulteriore craniata al soffitto ricadendo accanto al compagno in malo modo. Dopo qualche mugugno e lamento, si voltarono a guardarsi e Hanamichi ebbe una brillante idea: “Ehi volpaccia, questo non è certo il luogo ideale per sfidarsi. Perché invece non facciamo una gara di nuoto?” “Hm? Ma sei impazzito do’aho?” “E non chiamarmi così, stupido ghiacciolo!! Si hai capito bene: una gara di nuoto in mare aperto. Vediamo chi arriva prima agli scogli. Hai paura, per caso?” “Paura io..?E di chi?...comunque ci sto.” “Bene allora non perdiamo tempo, mettiti il costume e raggiungimi in spiaggia.” -Naturalmente io, il mitico tensai, il costume ce l’ho già sotto,hehehe!-

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Capitolo 3
*** Deep Sea_____ ***


CAP 3 (deep sea) Il rossino afferrò sbrigativamente un asciugamano dalla sua borsa e se lo portò in spalla, dopodiché chiuse la porta dietro di sé e si incamminò verso la spiaggia pregustandosi la sua presunta vittoria. “Hahahaha, stupidissima volpe! Tu non sai che il sottoscritto ha praticato il nuoto per tre anni di fila, alle medie! Mentre tu non sai fare altro che tirare a canestro! Hahahaha! Questa volta sarò io a vincere e a decretare per sempre la mia superiorità in quanto tensai!” Intanto nella cupoletta, Rukawa si stava preparando: aveva appena indossato uno splendido costume a calzoncino nero ,per giunta attillato! Da far strage di ragazzine sbaveggianti!! Di sicuro doveva stare molto attento o se lo sarebbero violentato tra le frasche!! La sola idea gli rievocò la consueta sensazione di nausea che avvertiva in quei momenti disgraziati…. Chissà che avrebbe dato il do’aho per trovarsi al posto suo…sarebbe di certo stato l’uomo più felice del mondo…. Mentre invece lui proprio non lo sopportava quello sciame di gallinacce assatanate. Il perché non se l’era mai spiegato, gli dava fastidio e basta. Erano in molti a dirgli che era strano, asociale o pazzo, ma lui era fatto così: si divertiva di gran lunga di più a giocare a basket che a uscire con una di quelle. Anche adesso, sapeva che la sfida lanciatagli dall’idiota sarebbe stata mille volte più entusiasmante di qualunque altra cosa….anche di giocare a basket… “Ehi, ma che cosa sto pensando?!.... Anche di giocare a basket?!!!!!! Devo essere impazzito, o dev’essere il caldo…sì, certo, è la stanchezza…” Si corresse immediatamente, eliminando subito quello stupido pensiero che gli era balenato nella testa senza un perché. Agguantato anche lui il suo asciugamano, aprì la porta e la richiuse, dirigendosi verso la distesa azzurra che si poteva scorgere dietro la chioma di qualche alberello. Nel tragitto si ricordò di essere stato sempre molto bravo in quasi tutti gli sport, anche nel nuoto, ma sin da piccolo aveva sempre guardato con diffidenza l’acqua in generale, sia della piscina che del mare. Lui era nato per la terra ferma, dove riusciva ad esprimersi al meglio… in mare non si sentiva propriamente a suo agio, però certo non poteva darlo a vedere, lui, l’impassibile uomo di ghiaccio. Appena arrivato trovò Hanamichi a riscaldarsi sul bagnasciuga, e depositando sulla sabbia le sue cose, lo raggiunse e incominciò a fare stretching anche lui. “Ehi, volpastro! Sei arrivato finalm….” Le parole gli morirono in bocca mentre si voltava e notava il costumino da urlo del compagno di stanza…. Metteva in risalto tutta la sua magnificenza, la perfezione del suo corpo scolpito come una statua del periodo classico, e inoltre, così attillato, non lasciava spazio all’immaginazione…!!! Improvvisamente il rossino si sentì un po’ a disagio, e preferì voltarsi verso il mare, non capendo bene perché fosse rimasto così pietrificato dalla visione. -Ma che cavolo gli prende? Cos’era quella faccia assurda?- si chiese timoroso Rukawa, che poi si ricordò con chi aveva a che fare e incluse l’evento nell’ archivio “ordinaria amministrazione, sezione idioti”. Hanamichi si era però ammutolito, continuava a fare gli esercizi di distensione muscolare ma quello strano silenzio non era certo da lui. “Do’aho.” “Eh…? Aegh! Come ti permetti, kitsune malefica, guarda che ti affogo prima di subito!” -Aaah, ecco, è tornato normale…- si disse Rukawa tranquillizzandosi e incominciando ad entrare in acqua, seguito a ruota dal rumorosissimo rossino. Il moretto osservò il fondo: fortunatamente l’acqua era talmente limpida e cristallina che si poteva distinguere chiaramente il fondale, e per giunta con tutto quel caldo era anche bella fresca, un sollievo insomma. “Allora, vogliamo cominciare?” propose euforico Hanamichi, iniziando a schizzare la volpe intirizzita dall’improvviso contatto freddo con l’acqua. “Idiota, piantala immediatamente!!” “E dai volpe glaciale, più freddo di così non puoi essere, che vuoi che siano due schizzetti!!” “tsk!” “Allora, sei pronto? Al mio tre partiamo: arriviamo fino a quegli scogli laggiù,eh volpe?” “hn” “Lo prendo per un sì. Ok, allora non perdiamo tempo: Uno…..due…..tre….viiiaaa!!!” Sollevando un’enorme quantità d’acqua il tensai iniziò a nuotare a delfino per esibire la sua bravura, mentre Rukawa si limitava a procedere in stile libero. -Hehehe, non hai speranze volpaccia, ti straccerò!Guarda guarda, sta già rimanendo indietro!- -Hn, dannazione sono in lieve svantaggio, devo recuperare…- Con una forza sovraumana il volpino aumentò il ritmo delle bracciate fino a raggiungere Hanamichi: adesso erano uno accanto all’altro, perfettamente in parità. Gli scogli si avvicinavano sempre di più, e quasi li stavano per raggiungere, senonché Rukawa avvertì una fortissima fitta al piede destro: tentò di proseguire lo stesso ma faceva troppo male e per lo sforzo avvertì il dolore triplicarsi. A quel punto non si trattenne più e quasi urlò, istintivamente portandosi una mano alla caviglia. Intanto Hanamichi, che era qualche metro più avanti, aveva sentito l’urlo e si era voltato a guardarlo esterrefatto: Rukawa, non riuscendo a nuotare né a tenersi a galla, stava lentamente andando giù, un’espressione allucinata dipinta sul suo volto di solito inespressivo. In una frazione di secondo il genio comprese che doveva esserci qualcosa che non andava e con tre bracciate fulminee lo raggiunse, sorreggendolo con un braccio attorno alla schiena. “Ma che cacchio fai, do’aho? Lasciami!” “Tsè, stupida volpe furastica! Si vede lontano un miglio che ti sei fatto male!” “…..” “Che cos’hai? Un crampo?” “non lo so….” “Ti fa molto male? Ti brucia?” “hn…sì…b…brucia tantissimo…” questa frase la disse con una nota di dolore difficilmente nascosta, che non sfuggì all’orecchio attento del tensai. “Ho capito, dev’essere una medusa. E’ meglio che ci allontaniamo prima che punga anche me. Ti porterò fino agli scogli, non temere, reggiti a me.” Rukawa rimase a guardarlo allibito. Possibile che quelle parole fossero state pronunciate proprio dal do’aho?.... Possibile che si stesse preoccupando per lui, e che lo stesse portando in salvo?.... -Strano, non è da lui…ha sempre gridato ai quattro venti di odiarmi e che sono il suo peggior nemico…in una situazione come questa dovrebbe lasciarmi annegare gioendo…- Sakuragi notò la perplessità del suo nemico e decise di tranquillizzarlo: “Ehi,stupida volpe!Non fare quella faccia, ti do una mano solo perché il grande genio ha un cuore nobile e puro, inoltre prima che tu muoia devo ancora sconfiggerti e umiliarti!” Ah, ecco… quello sì che era l’Hanamichi che conosceva lui. Dunque si rilassò e si lasciò trasportare fino agli scogli, un po’ amareggiato per non aver continuato la sfida, che era certo, avrebbe vinto in un modo o nell’altro. Sentiva il braccio del suo nemico giurato forte intorno alla sua vita, come se avesse paura che allentando la presa sarebbe stato inghiottito dalle acque marine… Ma ovviamente, si disse, non doveva farlo apposta… Avrebbe agito così con chiunque, mica lo faceva per lui….eppure, quello sguardo così teso e la tenacia con cui lo teneva attaccato a sé….gli facevano uno strano effetto. -Non avevo mai visto il do’aho sotto questa luce…sembra tutt’altra persona…- Un pensiero si affacciò audace alla sua mente -forse allora non mi odia come dice lui…-“Kitsune….?Hey, Kitsune?? Ti sei imbambolato??Ma ci sei??” “……” “Stupida volpe, che cos’hai? Perché mi guardi così??” “….hn?...che…?” “tsk! Baka-kitsune rimbambita! Ti avrò chiamato si e no 10 volte da quando siamo arrivati!” “……..” “oggi sei proprio strano, più strano del solito! Ma lasciamo perdere, ecco, ce la fai a sederti lì?” Seguì con lo sguardo il dito del Do’aho che indicava uno scoglio abbastanza piatto a pochi centimetri da lui. Senza dire nulla il volpino si aggrappò alla superficie scivolosa e fece pressione con le braccia tirandosi su, ma quando andò a poggiare il piede sulla roccia la fitta si fece risentire in tutta la sua magnificenza, e perse l’equilibrio rischiando di cadere all’indietro. Prontamente intervenne Sakuragi che, vedendo la sua testardaggine ottusa si era preparato all’ovvia conseguenza. Ma forse la mente geniale del tensai aveva calcolato male le distanze e, nel tentativo di sorreggere l’altro, gli affibbiò una bella manata sulle chiappe. Rukawa a quel contatto saltò su come una molla, per poi girarsi a guardarlo sconvolto. “Ah….ehm….s…s...ssscusa!!! N…n…non volevo, è…… che stavi cadendo, e io…..non p…pensavo….” Dire che Hanamichi era fiammeggiante per la vergogna è dire poco. Il volpino lo vide e comprese le sue intenzioni innocenti, ma a vederlo così agitato non poté trattenere un risolino divertito. Al ché, ovviamente, Hanamichi andò su tutte le furie. “Dannata volpaccia! Io mi scuso e tu mi ridi in faccia?E poi da quando in quai ridi?!!” “Do’aho.” “Aaargh!!! Avrei dovuto lasciarti annegare, stupida stupida stupida volpe!!” “E perché non l’hai fatto?” la domanda seriosa del ragazzo dagli occhi di zaffiro lo spiazzò completamente. Cercò il suo sguardo per capire che cosa gli passasse per la testa, e lo vide più serio che mai fissarlo col suo sguardo penetrante, ma che non lasciava trasparire nulla. “Bè…che domanda…..sei pur sempre il mio rivale….” “E con questo?” “te l’ho già detto, non puoi morire prima che io ti sconfigga!” “tsk….non è da te, do’aho.” “Come?E tu che ne sai che cos’è da me o no!” “Be’, ti conosco da quasi un anno. E non è da te essere gentile con me.” Hanamichi parve molto colpito da quella frase. Del resto non ci aveva mai pensato, eppure con le loro liti e le loro scazzottate avevano imparato a conoscersi molto più di quanto immaginasse…. “Dannata volpe artica….l’acqua ti ha fatto sciogliere la linguaccia?!Se è per questo non è neanche da te parlare così tanto!!!” “hn……” “A proposito, come va la puntura?Fa’ vedere…” Il rossino sollevò una gamba a Rukawa e iniziò ad esaminare la caviglia gonfia e arrossata. A giudicare dalle dimensioni del gonfiore doveva fargli un male cane, eppure se ne stava lì indifferente senza manifestare la minima espressione. Possibile che davvero non provasse niente?Che fosse frigido come una lastra di ghiaccio? No, non ci credeva…. E poi, prima gli era sembrato di sentirlo urlare in acqua…ma era comunque un grido soffocato, tenuto a stento. -Si, è senz’altro così: il volpino si trattiene perché non vuole manifestare emozioni in generale, si nasconde dietro una maschera di impassibilità….ormai ne sono quasi certo, anche adesso sta fingendo. Ma allora, se è così….perché mai lo fa? Mi piacerebbe tanto saperlo, questa stupida volpe mi sta facendo uscire pazzo!- “Ti fa male…?” disse con finto disinteresse esaminando la caviglia che teneva tra le mani. “Hn…..” “Si o no?” “E a te che cosa importa,do’aho?!” “Stupida volpe artica, io mi preoccupo e tu rispondi male?!!!Quasi quasi ti lascio qui e me ne vado!!” -Calmati hanamichi, calmati…. Prima di tutto non posso lasciarlo qui o il gorilla mi fa la pelle, secondo, devo scoprire se la mia teoria è esatta o no, terzo….forse dovrei cercare un modo per alleviargli il dolore, o ci faremo notte!- “Nonostante tu ti ostini a fingere lo so benissimo che senti parecchio dolore, e che per questo non riesci a nuotare. Dunque il genio per oggi sarà misericordioso e gentile con te, in via del tutto eccezionale. Sai per caso come si fa ad alleviare il dolore?” Rukawa continuava a non capire perché il do’aho fosse così premuroso nei suoi confronti….era solo perché temeva la vendetta nefasta del gorilla? No, c’era dell’altro…si vedeva chiaramente. Stava macchinando qualcosa con quella sua stupida testolina fritta panata! “No, non lo so….” “Neanche io….siamo nei guai, kitsune…..se tu non guarisci ci facciamo notte sugli scogli, e….presumo che con l’alta marea saremo nei guai. Ma non posso neanche andare a chiedere aiuto o il gorilla mi scuoierà vivo!Hmmm......fammi pensare…..mente geniale, mettiti a lavoro!...” “Idiota decerebrato!” “A….aspetta, volpaccia spelacchiata che non sei altro! Il genio ha avuto un lampo di genio!!Hehehehe, tu non muoverti, aspettami qui che torno subito!” Vide il ragazzo dai capelli di fuoco gettarsi in acqua con un tuffo perfetto, e nuotare velocemente verso la riva…. che lo stesse abbandonando lì? Forse aveva fatto male a rispondergli in quel modo, del resto il do’aho si stava sforzando di essere gentile…se lo sarebbe anche meritato di essere lasciato solo in balia delle onde, ma….anche questo non lo convinceva… “Uff….ci rinuncio a cercare di capire quello scimmione psicolabile….hn!” lo vide arrivare a riva e uscire dall’acqua, poi si voltò verso di lui e gli fece cenno di aspettare con la mano. “Che…che cavolo ha in mente?” Il do’aho stava adesso trafficando con una canoa sulla spiaggia, e, afferrati anche i remi, si precipitò in mare montandoci sopra senza esitare. “No…non ci credo…” Kaede Rukawa veramente non credeva ai suoi occhi, quello non poteva essere Hanamichi…forse aveva mangiato qualcosa che gli aveva fatto male o il sole gli aveva dato in testa. Fatto stà che si stava avvicinando in canoa apposta per lui, con un sorriso trionfante dipinto sulle labbra. Quando lo raggiunse non poté evitare di autolodarsi “hahahaha, visto, volpaccia? Sono o non sono un tensai?!Monta su che ti porto io!” “……” “Bè, allora? Vuoi salire o no?” Il volpino non se lo fece ripetere tre volte e montò su, ancora titubante… Nel bel mezzo della traversata però, Sakuragi ebbe una pensata fantastica: “Ricordati che sei in debito con me, Rukawa! Mi devi un favore.” “…..che ti serve?” “Ancora non lo so di preciso, ci penserò…” “….hn…..” Arrivarono a riva sani e salvi, mentre Hanamichi proclamava di essere stremato e di necessitare di una doccia rigenerante e un posto dove riposarsi. Mentre camminava però si rese conto di non essere seguito da Rukawa, che si era accasciato su sé stesso, massaggiandosi il punto dolente. “Ah…quasi dimenticavo…..” si rimproverò dandosi una pacca sulla fronte. Senza il minimo preavviso si accostò al compagno e lo sollevò in braccio, come se fosse un peso piuma, iniziando a incamminarsi verso il loro cupolotto. “…!!!....Ma che cazzo fai, idiota! Lasciami subito!!” “No che non ti lascio, non ho tempo da perdere ad aspettarti mentre zoppichi!” “Ce la faccio anche da solo, e chi ti dice di aspettarmi?!” “Baka-kitsune la chiave ce l’hai tu! E poi non potresti essere più gentile di tanto in tanto?!!” “…..” mentre litigavano animatamente non si accorsero di Mitsui e Ryota che erano rimasti bloccati sull’uscio a guardarli. “Ma….ma…ma…..” provò a dire Ryota con gli occhi a palla. “Quelli sono…Hanamichi e Rukawa???!!” concluse per lui Mitsui, smascellandosi. Era vero, ultimamente ne aveva fatte di battutine cattive su loro due, ma non avrebbe mai immaginato che potesse essere vero… “Adesso ho capito…..” si illuminò d’un tratto. “Quei due….stanno insieme!!!” “CHEEEEE????” la mascella di Miyagi toccò per terra mentre iniziava a sudare freddo e a sentirsi poco bene. “E’ ovvio, Ryota! Ti ricordi anche quello che è successo sull’autobus?....” “Già….adesso che ci penso….” “Amor non è bello se non è litigarello, giusto?” “….può darsi! In effetti vedere hanamichi che porta in braccio Rukawa non è cosa da tutti i giorni….ma perché non ce l’hanno detto?” “Forse si vergognano…. Ma noi abbiamo il dovere di metterli a proprio agio, dobbiamo fargli capire che non abbiamo pregiudizi, chissà che così non migliori anche il rendimento della squadra!”

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Capitolo 4
*** The lie_____ ***


CAP 4 ( the lie) La porta venne spalancata con violenza e richiusa con altrettanta “grazia”. Appena dentro Hanamichi distese accuratamente sul letto la sua nemesi, e iniziò a frugare nella borsa, dalla quale estrasse una piccola borsetta termica. “Hn…?” Rukawa osservava perplesso ogni suo movimento, per capire cosa stesse macchinando. Tutto gli fu più chiaro quando il rosso estrasse dalla borsa il contenitore del ghiaccio, e glielo andò a poggiare con delicatezza sulla caviglia, che a quel contatto gli bruciò come non mai, ma non doveva assolutamente darlo a vedere…. Hanamichi glielo tenne premuto contro per un po’, poi disse: “Senti volpe, reggilo un attimo tu…” e ricominciò a frugare nevroticamente nel suo bagaglio. “Eppure, dev’essere qui…..” “…..cosa?....” “La crema contro le punture, mi sto ricordando adesso che mamma me l’ha messa in valigia poco prima di partire! Santa donna…” “…......” “ah,eccola! Togli il ghiaccio, e lascia fare a me.” Hanamichi prese un po’ di crema sul dito e iniziò a spalmarla sulla caviglia della kitsune, che si stava già sgonfiando. “Ecco fatto, con questa dovresti stare bene già entro sera….” Il volpino non riusciva proprio a capacitarsene, e tutto ciò che poté esprimere fu un “g…grazie” mormorato sottovoce ma che il genio colse ridendo soddisfatto. “Bè, io adesso vado a farmi una doccia.” Concluse appropinquandosi verso la porta del bagno, e lasciandolo solo sul letto ancora un po’ incredulo. TOC TOC “Si…?Chi è?” “Rukawa,sono Akagi, va tutto bene lì dentro?” “Hn…..sì” “Posso entrare un attimo?” Hanamichi che aveva sentito la voce pericolosa del Gorilla si era precipitato fuori con solo un asciugamano intorno alla vita, il fiato corto e gli occhi sgranati. Rukawa sarebbe rimasto relativamente calmo se non fosse stato per tutta la fatica che Hanamichi aveva impiegato nel portarlo lì….se il gorilla fosse entrato e avesse visto la sua caviglia, sarebbero stati guai per lui. E infondo….quel do’aho per una volta che faceva qualcosa di utile, non meritava di essere punito come sempre. Senza pensarci due volte, Hanamichi, sull’orlo di una crisi di nervi, prese un lembo di coperta e coprì Rukawa fino al ginocchio. Poi aprì, cercando di riprendersi. Davanti a lui non c’era solo il Gorillone, ma anche Mitsui e Ryota sogghignanti. “E’ vera questa storia o vi siete messi d’accordo per prendermi in giro e farmi buttare tempo con le vostre solite idiozie?” tuonò il Gorilla dubbioso, e con una punta di irritazione nelle pupille. Hanamichi non capiva. Deglutì cambiando colore, sperando con tutto il cuore che non fosse quello che pensava lui. “Quale storia?” “Non fare il finto tonto, idiota! Miyagi e Mitsui vi hanno visto chiaramente, prima.” Ecco, lo sapeva che ci avrebbe rimesso, se lo sentiva! Eppure era stato attento a non farsi scoprire… “Ma di che parli…?Non capisco….!” -Se è venuto a sapere dell’incidente di Rukawa… allora sono nei guai seri!- A quel punto intervenne Hisashi: “Dai, Hanamichi…vogliamo solo sapere se è vero che tu e Rukawa….” E Miyagi: “Si, insomma…vi abbiamo visti prima, mentre lo portavi in braccio, e…..” Mentre Hanamichi pensava al peggio e cercava una scusa per divincolarsi, facendo appello a tutti i santi, non capendo l’equivoco, spuntò Rukawa sulla soglia che, afferrata al volo la situazione, pensò di restituire il favore ad Hanamichi. Almeno quegli scocciatori se ne sarebbero anche andati. “Si, è vero.” Sakuragi si girò fulminandolo e incenerendolo con gli occhi. Come poteva alzarsi apposta per dire che era vero che si era fatto male, così lo avrebbero corcato di botte e rispedito a casa? Dopo tutto quello che aveva fatto per lui?! Stava per salirgli il sangue al cervello e strinse i pugni per non massacrarlo, mentre si mordeva il labbro inferiore. Non doveva perdere il controllo, doveva pensare a come giustificarsi, tanto ormai era nella merda. Intanto era calato un silenzio lapidario attorno ai due. “E’ vero. Stiamo insieme.” A quelle parole il rossino cessò di mordersi il labbro e si voltò di scatto, l’unico tra tanti che ancora non riusciva a capire un tubo. Stiamo insieme?? Che voleva dire con quella frase il volpino?E poi che c’entrava? Akagi tirò un sospiro di sollievo. “Ah, se è così….vi lasciamo in pace subito. Sai, quando questi due idioti me l’hanno detto ho pensato che doveva esserci qualcosa che non andava….si, insomma, mi sembrava strano che tu e Hanamichi poteste essere fidanzati, e automaticamente ho creduto che magari questo zuccone ti avesse aggredito…” “No, è tutto ok.” La risposta secca di Rukawa, che andò a cercare la mano del compagno di stanza, stringendola nella sua. Al ché Hanamichi divenne violaceo, capiva che forse si era creato una specie di equivoco e che doveva stare al gioco, ma non sapeva come comportarsi! E la stupida volpe?Come poteva recitare così bene? -Bè…forse lui c’è abituato a recitare…- constatò, rimanendo a fissarlo perso nei suoi ragionamenti. “Hey, Hanamichi, lo stai mangiando con lo sguardo!Contieniti!” intervenne Ryota sarcastico, al ché il rossino si ricompose, suo malgrado. “Ehm…ok, allora noi andiamo…..buon proseguimento….” Continuò Mitsui, mentre Akagi si scusava arrossendo e voltava le spalle assieme agli altri due.

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Capitolo 5
*** thoughts of two_____ ***


CAP 5 (thoughts of two) Kaede Rukawa rimase a seguirli con lo sguardo per un po’, poi richiuse lievemente la porta e si gettò di peso sul letto, evidentemente la ferita aveva dovuto procurargli un gran fastidio. Hanamichi ancora non capiva un passaggio… “Ma….Rukawa….?” “hn…” “Perché gli hai detto che…..” “Idiota. Ti dovevo un favore,no?” Hanamichi sbiancò “Ma quale favore, adesso tutti credono che noi….che noi….!!” “Avresti preferito che dicessi la verità?” Ci fu un momento di silenzio. Bella domanda: essere massacrato dal Gorillone e dover rinunciare alla vacanza, o fingere di stare insieme al suo acerrimo nemico? La risposta fu automatica: “Non lo so…..” Ci fu ancora un momento di grandissima tensione, dove non si sentì volare una mosca. “Bè, io l’ho fatto per te.” Disse freddamente Rukawa voltandosi sull’altro fianco. Hanamichi da una parte apprezzava la gentilezza del ghiacciolo, che sapeva, doveva essergli costata moltissimo, però….adesso era in un bel pasticcio! “G…grazie, comunque….è solo che….adesso come facciamo?” Rukawa rimase zitto, evidentemente neanche lui sapeva come comportarsi. Hanamichi sembrava esasperato dalla situazione, e si andò a sedere sul suo letto, con le mani sulle tempie per cercare una soluzione. La kitsune artica l’aveva fatto per lui, per evitargli la scarica di legnate che gli sarebbe arrivata dal Gorilla…. Si era anche alzato in piedi sopportando il dolore, e l’aveva persino preso per mano, sfidando il giudizio di ben 3 compagni di squadra. -Cavolo….io non so se ci sarei riuscito….- si disse Hanamichi, apprezzando il gesto di colui che adesso dormiva come un angelo, o per lo meno così sembrava. -Certo che pure lui mica si fa tanti problemi, l’ha fatto e basta. E adesso dorme pure, come se niente fosse…- Si erano sempre comportati come cane e gatto, picchiandosi e respingendosi a vicenda, mentre invece adesso… Si scambiavano addirittura i favori??! A dire la verità si era un po’ ricreduto su Rukawa durante una sola giornata: aveva sempre detto di odiarlo per tanti motivi, per gelosia, invidia, ma principalmente perché non riusciva a capirlo e questo gli procurava non poco fastidio. Adesso che però incominciava a comprendere piano piano una parte del vero modo di essere del numero 11 dello Shohoku, non sentiva più la necessità di picchiarlo ogni due secondi… Però le incomprensioni e l’enorme divario tra di loro bruciavano ancora, facendo ogni tanto riaccendere quel sentimento di reazione violenta che aveva chiamato “odio” solo perché non riusciva a spiegarselo. -Si,adesso che ci penso….la cosa che mi spinge a odiarlo è il suo atteggiamento distaccato e noncurante degli altri….ma se lui in verità non fosse esattamente così?...Oggi mi è sembrato del tutto differente da come si sforza di apparire….- Intanto il soggetto in questione si era rilassato e aveva chiuso gli occhi, passando in rassegna mentalmente gli avvenimenti di quel giorno, ed era giunto ad una conclusione: Litigare con Hanamichi in fondo era divertente, anche se a volte avrebbe voluto prenderlo a mazzate in testa per il suo modo di essere totalmente opposto a lui… Però, e questo lo aveva capito parecchio prima, il do’aho non era così idiota come cercava di mostrarsi, c’era anche un suo lato nascosto molto dolce e fragile… Infondo erano simili, entrambi cercavano di fare i duri e gli insensibili per poi sapere benissimo che infondo infondo erano teneri come due agnellini. Due perfetti imbecilli, si disse. Hanamichi aveva sempre detto di odiarlo, però lui in compenso non l’aveva mai detto… Perché infondo non lo odiava affatto, anzi, gli stava quasi simpatico… Con la sua allegria e il suo comportamento idiota rischiarava le sue tetre giornate di solitudine, e quando facevano a botte poteva sentirlo più vicino: ogni pugno in faccia era un tentativo di comunicare con lui, a modo suo… Adesso che rifletteva, il do’aho era anche un grande incentivo a dare il meglio di sé in campo. Forse, se non ci fosse stato lui…. -ugh, ma che sto pensando?!...- si disse riscuotendosi dal torpore in cui era caduto e girandosi dall’altra parte. Vide Hanamichi seduto in silenzio, completamente assorto nei suoi pensieri, gli occhi color nocciola assenti fissi in un punto indefinito… Non sapeva bene quanto tempo era trascorso, forse un’ora, o due…. -Chissà a che stà pensando….probabilmente sta rimuginando su come fare per uscire da questa situazione scomoda….forse dovrei farlo anch’io ma….perché non ne ho la minima voglia?...- Rukawa si mise a sedere, poi si alzò e si diresse verso la doccia, tanto aveva capito che il rossino era in stato confusionario e non se la sarebbe fatta. Fortunatamente il dolore si era alleviato parecchio, e adesso riusciva a camminare anche se ogni tanto doveva fermarsi. Comunque raggiunse il bagno, e aprì il getto d’acqua calda, crogiolandosi e godendosi un meritato relax. Passarono circa cinque minuti, quando finalmente il cervello di Hanamichi si riconnesse al mondo reale. “Uh….eh? Ma…dov’è finito il volpino?” sotto al letto non c’era, neanche dentro l’armadio. Aprì la porta e guardò fuori per vedere se fosse lì ma incrociò con lo sguardo Kogure che stava passando in quel mentre. “Ciao Hanamichi!” “Ah…ciao Quattrocchi…hai visto Rukawa?” “Ehm…no, non l’ho visto da nessuna parte….ma tu sei ancora così? Dovreste sbrigarvi, è già pronto il pranzo…” Hanamichi si illuminò all’improvviso “Giusto! Il pranzo…e io,…devo ancora farmi la docciaa!!!Oooooh, scusa quattrocchi ci vediamo dopo ho fretta!!!” E sbattendo la porta si precipitò al bagno, senza pensarci due volte. Rukawa si stava gustando il tepore dell’acqua calda sulla pelle quando venne investito da una saetta rossa che gli finì inevitabilmente addosso. “Do’aho, checcavolo credi di fare?! Non vedi che ci sono io?!” E con un cazzotto ridusse di dieci centimetri la loro distanza. Hanamichi lo guardò come se avesse visto Satana e urlò fragorosamente. “Ma sei impazzito, per caso?” chiese Rukawa lanciandogli il barattolo dello shampo in fronte. “Stuuuuuupidaaa vooooolpeeee!!! C’ero prima io a fare la doccia, spostati, anzi, vattene!” “Assolutamente no.” “Come osi???!!Aspetta il tuo turno, maledetto!” “C’è scritto da qualche parte che devi farla prima tu, do’aho?” “ADESSO TI AMMAZZOOOO!!!” TOC TOC TOC!!!!!!! “RAZZA DI IDIOTI, CHE SUCCEDE QUI?? SI SENTONO LE VOSTRE URLA DA DIECI METRI DI DISTANZA, LA VOLETE SMETTERE??!!E SE TRA DUE MINUTI NON SIETE FUORI BUTTO GIU’ LA PORTA!” Il do’aho tentò di rimediare: “Gorilla, aspetta ci stiamo facendo la doccia!” “Non mi interessano le vostre porcate!!! Finitela in fretta e uscite: noi abbiamo fame!!” Il volpino lo congelò con una sola occhiata: “Bravo! Adesso la figuraccia è davvero al completo!” “Dannazione….credono che ci stiamo facendo la doccia insieme?!!” “Ce la stiamo facendo insieme, idiota!” “Dannata volpe è tutta colpa tua!!!” “hn. Non credo ci sia altra scelta”

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Capitolo 6
*** love cake_____ ***


CAP 6 (love cake) Mentre il gorilla faceva il conto alla rovescia degli ultimi secondi rimasti, Hanamichi si gettò alla porta e aprì: lui e Rukawa si erano vestiti alla svelta mettendosi i primi panni che avevano trovato e in effetti….se li erano scambiati! Hanamichi era ora vestito in nero con una maglietta a collo alto sbracciata, e dei jeans dello stesso colore. Rukawa invece si ritrovava ad indossare una maglietta arancione abbastanza larga del do’aho, che gli calava leggermente sulle spalle. Però il tessuto era morbido e lasciava trasparire l’aria. Inoltre indossava i jeans celesti un po’ sfilacciati alla fine, di Hanamichi. La squadra li stava scannerizzando con lo sguardo. “Ma ragazzi…come vi siete vestiti…?” chiese Kogure sistemandosi gli occhiali, e dando il via a una serie di altri commentucci: “Hanamichi, con quei vestiti sembri una persona seria!” “E tu, Rukawa….non ti si addice quello stile così trasandato…” “Oooh, non siate così indiscreti” li zittì prontamente Micchy “Queste cose si fanno tra fidanzati, vero?” I due si guardarono e capirono di essersi scambiati i vestiti: Hanamichi iniziò a tremare per la rabbia, mentre Rukawa si limitava a congedarsi con uno “tsk”. Tutto il tragitto con la squadra che commentava fu infernale, ma le vette dell’inferno Hanamichi le sfiorò nonappena si sedettero a tavola. Ovviamente gli toccò il posto accanto al volpino, e quando cercò di protestare gli risposero per le rime, sottolineando che quello era il suo ragazzo. “Dai, Hanamichi…non dirci che ti senti in imbarazzo…!” cercò di rimediare Mitsui, versandogli della coca cola nel bicchiere. Silenzio. “Ma dai, guardalo: è diventato rosso! Che carino!” rise Ayako sventagliandosi. Hanamichi fremeva dalla rabbia e stava per agguantare il coltello e lanciarlo contro il prossimo interlocutore, ma la mano di Rukawa gli bloccò il polso impedendogli di farlo. “Ma che vuoi, stupida volpe!Ti ricordo che se adesso siamo nella merda fino al collo è solo colpa tua!” “Tsk…do’aho! Dovresti ringraziarmi invece!” “Ah, sì? Evidentemente tu ci hai preso gusto ma io no, e la sola idea di starti appiccicato tutto il giorno mi manda in bestia!” “Bè, se ti dà tanto fastidio posso sempre dire tutto al Gorilla…” “NOOOOOOOO!!!!!” si ritrovò a urlare Hanamichi, facendo rigirare verso di lui l’intero ristorante. “Possibile che dobbiate comportarvi da imbecilli anche da fidanzati?!! Mentecatti!!” esplose Akagi, battezzandoli col suo Gorilla-Punch. In silenzio allora tutti incominciarono a mangiare con gusto le numerose vivande che gli erano state servite da una gentile cameriera,alla quale Mitchy stava facendo gli occhi dolci. Alla fine del pasto Hanamichi fece per andarsene ma il Gorilla come un’ombra minacciosa gli apparve alle spalle e lo mise a sedere con un: “Resta giù, non abbiamo ancora finito!” Prima che potesse domandarsi che cavolo gli era preso intervenne la cameriera: “Ehm….scusate…è questo il tavolo che ha richiesto la torta?” “Si grazie….la metta pure sul mio conto” si pavoneggiò Micchy passandosi una mano trai capelli e facendole l’occhiolino. “Imbecille!!!” SDENG! Un pugno in testa da parte del Gory… “E’ in omaggio, altro che la metta sul mio conto!!! Razza di stupido! Lo scusi, è un minorato mentale…” “oooh…di niente…^_^’…..allora arriva subito” Poco dopo si ripresentò con un vassoio enorme sul quale c’era una torta a forma di cuore ricoperta di panna, decisamente molto invitante. “Waaaaaoooo!fantastico, che si festeggia??” chiese Sakuragi sfregandosi le mani con l’acquolina in bocca. “E ce lo chiedi, anche?” disse Miyagi dandogli una pacca sulla spalla. “Si festeggia il vostro fidanzamento!!” A Hanamichi quasi venne un infarto e per consolarsi si attaccò alla bottiglia di birra, scolandosela tutta d’un sorso. Rukawa non parve più di tanto sorpreso, anzi, era normalissimo. Quando la torta toccò il tavolo Hanamichi poté distinguere chiaramente due scritte fatte di cioccolato: Sakuragi + Rukawa = love. “Aaaarghhh!! Altro che love!!! Dovevate scriverci ‘hate’!!!” E così dicendo afferrò con fare scimmiesco la scritta love, e se la mise in bocca incominciando a masticare velocemente secondo il ragionamento ‘prima sparisce e meglio è’. Rukawa lo fissò storto, apostrofandolo con la solita parola: “do’aho!” Ma questo per Hanamichi era veramente troppo, chi cavolo era stato quel coglione che l’aveva ordinata?? “Chi l’ha ordinata?!” chiese burrascoso, interrompendo gli applausi che si erano scatenati quando aveva mangiato la scritta (era evidente che nessuno avesse compreso il vero significato del gesto). “L’ho ordinata io, razza di idiota!”disse il gorillone “Era in omaggio per gli eventi speciali: compleanni, onomastici, anniversari,matrimoni…FIDANZAMENTI…..” “Perché…non dirmi che non è di tuo gradimento…?” chiese Ayako che non si spiegava la sua espressione cupa e rabbiosa. “ah…o…non è quello, è che….” “Avanti, non fare complimenti e mangia!! Tieni, ti do la parte in cui c’è scritto Rukawa!” Sorrise Ayako riempiendogli il piatto e mettendoglielo in mano. A Rukawa toccò il pezzo con la scritta Sakuragi, ovviamente. Si fissarono un attimo in cagnesco, poi istintivamente iniziarono a mangiare, lasciando da parte la scritta. Hanamichi, per infierire, prese il coltello e ridusse in pezzetti il nome della sua nemesi,al ché Rukawa prese la scritta e la stritolò nel palmo della mano. Dopodiché si alzarono all’unisono e si diressero verso l’uscita lasciando tutti esterrefatti. Hanamichi camminava furasticamente in direzione del cupolotto, probabilmente con tutte le intenzioni di togliersi quei vestiti di dosso, subito. Rukawa lo ignorò alla grande, andandosi a sdraiare su una sdraio in riva alla piscina. Si rilassò e decise di non pensare più a quello che gli stava accadendo, o non si sarebbe goduto la vacanza. La fresca brezza proveniente dal mare gli scompigliava i morbidi e sottilissimi capelli neri, ancora un po’ umidi, e accarezzava dolcemente la sua pelle ambrata. Le sue ciglia si abbassarono fintanto ché il sonno lo rapì, come sempre, e finalmente si sentì meglio. Inutile specificare che in pochi attimi fu attorniato da ragazzine con gli occhi a cuore, tutte con le sdraio appiccicate alla sua. Ma lui dormiva e non poteva accorgersene, un’espressione innocente dipinta sul volto rilassato, a peggiorare l’affluire di galline. Dopo qualche attimo Sakuragi fu di ritorno, sempre più nervoso. “Dove cavolo ti sei cacciato, stupido volpino!! Dammi la chiave!!” Solo che quando si affacciò in piscina e vide la situazione che si era creata smise di fare chiasso e rimase immobile sul vialetto di ghiaia. Rukawa se ne stava beato in mezzo a quello stormo di ragazzine petulanti, e una di queste si stava pericolosamente avvicinando al volto del bello addormentato…. Senza riflettere sentì il sangue ribollirgli nelle vene e dalle narici incominciò a espirare fumo, come un toro che sta per prendere la carica… Poi scattò in avanti a tutta velocità urlando come un pazzo e traumatizzando buona parte delle ragazze presenti, le quali vedendolo arrivare in quel modo si fiondarono tutte in acqua senza pensarci due volte. La kitsune era stata probabilmente svegliata dal suo urlo disumano e si stava guardando intorno confuso, per capire la situazione, ma Hanamichi furibondo lo afferrò di peso per un braccio e lo trascinò via correndo.

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Capitolo 7
*** confusion and romance ***


CAP 7 ( confusion and romance) Dove stavano andando? Era quello che si chiedeva Rukawa, ma anche Hanamichi, che aveva agito in preda all’istinto puro e adesso, nel tragitto, incominciava a rendersi conto delle sue azioni… Dove cavolo stava trascinando il volpino? Ma soprattutto, perché? Perché prima si era sentito esplodere dalla rabbia e dalla frustrazione…?Probabilmente perché era invidioso…invidioso del successo che Rukawa riscuoteva tra le ragazze. Eppure questa spiegazione non gli tornava…. No, non era per quello, ma allora cos’era…? Si fermò bruscamente quando ebbe percorso un consistente tratto di spiaggia, completamente disabitata. Fu allora che si degnò di mollare la presa su Rukawa che, stremato per la corsa assurda, tentava di ridare un filo logico agli eventi. Hanamichi non capiva affatto cosa gli fosse preso così all’improvviso, e non riusciva neanche a trovare una risposta per sé, figuriamoci per la volpe… “Non chiedermi niente” proclamò, sedendosi sulla sabbia a guardare il mare. Ma Rukawa, contro ogni sua aspettativa, chiese: “Posso sapere che diavolo ti è preso o devo chiamare lo psicanalista?” Hanamichi stette un attimo a rimuginare, poi si portò una mano alla fronte e disse: “Forse sì….misà proprio che dovresti chiamarlo, sai kitsune?” “non avevo dubbi, Do’aho.” Stranamente però, la risposta del rossino non venne. A quel punto Rukawa iniziò a preoccuparsi seriamente. “almeno posso andarmene in camera?” chiese sbuffando e guardandolo storto mentre si perdeva nei suoi pensieri e gli faceva segno di sì con la mano. Passò il resto della giornata a guardare le onde, e il riflesso del sole scintillare sull’acqua, finchè il riflesso non divenne rossiccio alla luce del tramonto. E in tutto quel lasso di tempo, non fu capace di trovare una risposta alle sue innumerevoli domande. -Sto impazzendo, non c’è altra scelta…. Sto dando i numeri alla grande…- Sempre più strano e frustrato, si rincamminò verso la cupola, ma beccò Mitsui, fortunatamente solo, nel tragitto. Anche se non proferiva parola, la sua espressione parlava da sola, e Micchy la interpretò come un disperato bisogno d’aiuto. Sembrava un cucciolo sperduto che cerca la mamma. “Hanamichi…..è successo qualcosa…?” “Bè….no,…..ecco…” “Ah, ho capito…è successo qualcosa con Rukawa.!” Silenzio. Aveva fatto centro. “Sai, è da un po’ che vi osservo, e….questa faccenda del fidanzamento mi puzza un po’….sai, va bene che amor non è bello se non è litigarello ma voi…sembrate ancora così lontani e impacciati…” “Hai ragione Micchy, perché io e Rukawa non stiamo affatto insieme….!!Era tutta una scusa per coprire il fatto che la volpe è stata punta da una medusa durante una gara che gli ho proposto di fare io….” “Lo sapevoooo!! Lo sapevo, che eravate ancora a questo punto! Che imbranati….!” “Hey, ma di che parli, ficcatelo bene in testa: IO ODIO RUKAWA e qualsiasi cosa scandalosa tu stia pensando, hai torto!” Mitchy rise come se quello che avesse ascoltato non fosse che una battuta o una barzelletta. “Sì,sì, ho capito genio…..ma lascia fare a me, ok?” “Eh….?Che vorresti fare,scusa..?” “Hehehe, poi vedrai. Ah, quasi dimenticavo di dirti che prima ho visto il tuo volpino dirigersi verso il campo di basket…sai, aveva un’espressione molto turbata….fossi in te lo raggiungerei alla svelta.” “E a me che me ne importa, scusa?! Fatti suoi!” concluse il rossino voltandogli le spalle e camminando velocemente lungo il sentiero di ghiaia bianca. Di certo non l’avrebbe seguito, quel frigo bar deficiente! Che se ne stesse pure da solo come aveva sempre fatto, asociale e scontroso! -Bè, però devo ammettere che anche io non mi sono comportato bene…trascinarlo fin lì senza un motivo…..chissà che mi è preso, poi….- Sakuragi sembrava davvero un fantasma, gli occhi socchiusi e persi in mondi lontani, l’andatura lenta e inquietante, e un’espressione troppo seria per lui. Senza accorgersene camminò finchè non raggiunse il campo da Basket dove la kitsune stava eseguendo degli splendidi tiri da 3 punti. Si riscosse dal sonno dogmatico in cui era sprofondato e iniziò a fissare i movimenti fluidi e perfetti dell’altro giocatore, che adesso si esibiva in un salto elegante e schiacciava la palla nel cesto. -Ma che faccio…adesso lo sto anche spiando??!- si diede dell’idiota per questo e con rabbia cambiò tragitto, digrignando i denti. Sul suo tragitto si imbatterono altri campi: da pallavolo, da tennis, da rugby…. Poi vide una pista di pattinaggio sul ghiaccio. “Hey…non ci avevo mai fatto caso…” osservò, avvicinandosi interessato. Dei pattini per ghiaccio erano depositati ai lati della pista, e non sembrava esserci nessuno, dunque Hanamichi se ne allacciò ai piedi un paio e provò ad entrare. Era da tanto che non lo faceva, quindi finì a chiappe per terra più di una volta. Poi capì che per riuscire a pattinare come una volta doveva rilassarsi, e usare bene le gambe…come nel basket. Pensando questo si rialzò in piedi e iniziò a sfrecciare tranquillamente, riuscendo a non finire per terra. “hahahahaha! Sono un genio!!!” urlava ai quattro venti, felice di constatare che non aveva dimenticato la tecnica. Dopo qualche minuto provò a fare addirittura una piroetta, che gli riuscì. “Fantastico, fantastico!! Ore wa tensai!!” Mentre esultava si accorse che, probabilmente dalla piscina, arrivava distintamente una musica con molto ritmo: l’aveva sicuramente già sentita da qualche parte…. Tese l’orecchio e la riconobbe: era ‘the power’ del film Una Settimana da Dio!! Certo non si fece scappare l’occasione e iniziò ad andare a ritmo coi movimenti mentre pattinava, scoprendo che così era molto più divertente. “hahahah, questa canzone mi si addice a pennello!!I’ve got the power!” Incredibile…faceva lo sbruffone anche quand’era da solo, o almeno credeva di esserlo, descrivendo un cerchio sul ghiaccio e indicando un punto indefinito nel cielo, come Jim Carrey nel film…. Bè, se la canzone diceva che aveva ‘il potere’, perché non provare a fare un salto? Magari con piroetta…. La stava eseguendo perfettamente, rapito da quella musica così buffa ma incoraggiante, che non si accorse della presenza di Akagi, Miyagi e Kogure nascosti dietro la staccionata. In breve tempo sopraggiunsero anche Mitsui e Rukawa, avvisati da Ayako. “Ma….quello…non può essere Sakuragi!” si disse il Gorillone sbalordito. “Oooh, è proprio bravissimo a pattinare, non trovate?” commentò Kogure ammirandolo. Mitsui si voltò verso Rukawa: non fiatava ma neppure distoglieva lo sguardo dalla danza ipnotica del numero 10. Micchy sorrise tra sé e sé, e si allontanò un attimo. Fu di ritorno in breve tempo, ma nessuno si era accorto della sua assenza, perché tutti fissavano i movimenti eleganti e energetici del rossino. A un certo punto la canzone terminò, e Hanamichi, con suo rammarico, si fermò un attimo a riprendere fiato. Chissà cosa avrebbero messo dopo… Con grande sorpresa di tutti, dopo una canzone del genere attaccarono a suonare le dolci note di una melodia romantica: Another Day in Paradise. Hanamichi rimase un attimo perplesso, poi si disse: “Bè, dovrò accontentarmi….dopotutto il genio sa ballare qualsiasi cosa!” Adesso sì che era sensuale! Pensò ghignando Mitsui, vedendo come si muoveva più rilassato e sexy Hanamichi….ma sempre con la sua solita grinta, che lo contraddistingueva. Sussurrò qualcosa all’orecchio del Gorillone, che sorridendo fece cenno di sì con la testa e si voltò verso Rukawa. Il volpino non si accorse di niente, gli occhi puntati in un’unica direzione. Ma quando venne sollevato da terra e lanciato nella pista, iniziò ad accorgersi che stava per accadere qualcosa di terribile. Sakuragi, infatti, smise subito di ballare e lo fissò scivolare seduto sul ghiaccio, mentre cercava vanamente di rialzarsi. “Hahahaha! Stupida kitsune! Ma che cerchi di fare? Per pattinare ti servono questi…” rise il do’aho, andandogli a prendere un paio di pattini della sua misura. “Hn….” “Avanti, mettiteli…vediamo se sei in grado di competere col genio!” Rukawa lo fissò con aria di sfida e non se lo fece ripetere due volte, poi si alzò in piedi barcollando e rischiando di finire rovinosamente a terra, se non fosse stato per Hanamichi che lo afferrò al volo. “Ok, volpe testona… segui i movimenti del genio e piega le ginocchia, ecco bravo, così….” Mitsui che li spiava da dietro la recinzione stava ora esultando. Hanamichi non disse nulla, semplicemente si limitò a ricominciare a ballare. Ma Rukawa, anche se aveva imparato a tenersi in equilibrio, rimase fermo impalato. “Devo intervenire!” si disse Micchy scavalcando la recensione e agguantando Ryota per un braccio. I due si misero alla svelta i pattini e si fiondarono in pista, mentre Miyagi cercava ancora di capire cosa avesse in mente l’amico. Mitsui iniziò a ballare il lento con Ryota, passandogli un braccio intorno alla schiena, mentre il poveretto in questione diventava un tizzone ardente. “Hey, voi….non ditemi che non sapete ballare i lenti come Dio comanda….” Se ne uscì a un certo punto il numero 14 ammiccando a Sakuragi. “Cheee? Il genio sa ballare tutto, ma proprio tutto, hai capito sdentato?!” “Bè allora perché non ce lo dimostri?” intervenne Miyagi che iniziava a capire. Senza farsi troppi problemi Hanamichi afferrò bruscamente il volpino e gli passò un braccio attorno alla vita, dicendo “Tu, stupida volpe…fai quello che fa il tensai.” Rukawa era ancora shockato dall’improvviso contatto con l’altro, ma decise di darsi un contegno e di fare come diceva lui… In breve Micchy e Ryota si ritirarono, lasciando la pista tutta per loro, che sinceramente neppure li calcolarono. Avevano iniziato a pattinare come si deve, e sulle note di quella canzone romantica, si muovevano fluidi e leggiadri, ma soprattutto, molto vicini… I capelli corvini di Rukawa si muovevano disordinatamente sulla sua fronte, mentre i suoi occhi di cristallo fissavano attenti i movimenti del rossino sul ghiaccio. Sakuragi, in compenso, si stava divertendo un mondo, anche perché secondo lui quella era la prova tangibile della sua superiorità: stava infatti insegnando a ballare al volpino! “Non devi guardare in basso, volpaccia, devi guardare me….” Disse semplicemente, ricordandosi delle parole del suo maestro, ma quella frase suonò del tutto diversa alle orecchie dell’altro… Forse aveva capito male…che cosa intendeva con questo Hanamichi? A fatica distolse lo sguardo dai pattini e lo portò sul suo viso, sul quale notò un completo abbandono…. I lunghi capelli rossi ribelli, che ogni tanto gli ricadevano sulla fronte, rendendolo ancora più selvaggio e stranamente….attraente….e quegli occhi nocciola così espressivi e vivaci…tutto il contrario dei suoi….lasciavano intravedere quel mondo interiore colmo di emozioni e colori, che era Hanamichi Sakuragi. Il volpino si riscosse e si morse la lingua esterrefatto da quelle assurde farneticazioni, ma così facendo perse l’equilibrio e gli finì addosso. Hanamichi se lo ritrovò improvvisamente tra le braccia. Non riusciva a capire se fosse scivolato o se l’avesse abbracciato di proposito quindi si fermò e rimase un attimo come uno stoccafisso. Rukawa si rese conto della figura canina appena realizzata, arrossì violentemente e fece per andarsene, ma venne trattenuto per un braccio da Hanamichi: “Hey…ma che ti prende, kitsune? Stavamo ballando così bene…” “……”

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Capitolo 8
*** kiss and fall______ ***


CAP 8 (kiss and fall) Intanto il deejay pagato da Mitsui, aveva messo su il famoso singolo “Kiss me” e adesso tutti i giocatori dello shohoku si erano alzati in piedi e applaudendo, proclamavano “Bacio!Bacio!Bacio!” A Hanamichi il sangue cessò di defluire nelle vene, e quasi non gli venne un infarto…mentre Rukawa si guardava intorno congelandoli con lo sguardo e tentando di fuggire dalla presa del compagno. Miyagi, d’accordo con Mitsui, si mise a gridare: “Allora, arriva questo bacio o no??!” Ovviamente a quelle parole il rossino finalmente reagì: “Ma…ma…ma CHECCACCHIO DICI, NANO?!!” “Bè…non stavate insieme,scusa?Non dirmi che facevate finta….” A quel punto il chiasso cessò tutto d’un colpo e Hanamichi deglutì. Andò a cercare con lo sguardo spaesato Rukawa, che però si ostinava a non volerlo guardare in faccia. “Ehi…Rukawa, e adesso che facciamo?....” chiese aggrottando le sopracciglia, pregustandosi tutta l’ira del Gorilla. “Fai come vuoi.” La risposta secca della kitsune. Come? Aveva davvero detto di fare come voleva?Cioè…. Questo includeva un assenso a…. Hanamichi si tese come una corda, avvampando. “Kitsune, ma…..sei sicuro di quello che dici….?” “Hn…per me è indifferente…” Altro shock. E va bene che è abituato a fingere e tutto il resto, ma…davvero può arrivare fino a questi punti? A quel punto Hanamichi si incaparbì. “E no, volpe! Adesso tu mi spieghi che cosa ci guadagni!” “…niente…” “…..e allora perché … insomma….accetteresti di….” “….” “Rispondi, baka kitsune!” Ma la kitsune si limitò a sollevare uno sguardo deciso verso quegli occhi nocciola in preda al panico e all’indecisione, e, riducendo tutto d’un colpo la distanza che li separava, andò a sfiorare le sue labbra in un soffice bacio casto e innocente. A quel punto Micchy si mise a urlare “Sìììì!!!! Sìììììì!!! Evvaaaiiii!!!” e stappò prontamente una bottiglia di spumante, euforico. Il suo piano stava dando i primi frutti, andavano coltivati per benino ancora un po’ e poi non ci sarebbero stati più problemi. Tutti gli altri intorno esplosero in un applausone, fischiando e schiamazzando… sembrava uno stadio durante le semifinali dei mondiali …. Hanamichi era sconcertato per la sorpresa, quasi tremava, e non riusciva a muoversi. Sentiva il cuore tamburellargli a ritmi mai provati prima nel petto, un brivido gli percorse poi la schiena facendolo sudare freddo. Voleva resistere e non darlo a vedere ma si sentì mancare, e avvertì una fitta alla bocca dello stomaco, una sensazione strana e terribile, mai provata prima… Fece in tempo a vedere il volpino staccarsi da lui e osservarlo stranamente… Poi più nulla, i suoni lentamente si attutirono fino a scomparire, e così tutto il resto, venne risucchiato nell’oscurità senza rumori in cui era appena affogato il resto del mondo circostante. Silenzio. Sentiva solo il rumore ovattato di un orologio che ticchettava, poi nient’altro. La testa gli faceva un po’ male, ma sentiva che stava passando, e respirò profondamente. Con lentezza aprì gli occhi, stropicciandoseli e mettendo lentamente a fuoco il soffitto bianco e sferico sopra di lui. Un breve flashback gli passò di fronte: lui sulla pista da pattinaggio, lui che ballava, lui e la kitsune….. A quel punto si ricordò dell’ultimo avvenimento che l’aveva tanto sconvolto, e sbarrò gli occhi mettendosi a sedere di scatto, come una molla. Ricordava ancora distintamente la sensazione del contatto con quelle labbra morbide, e la sensazione che l’aveva attraversato dopo… Non aveva mai baciato nessuno prima, aveva dato il suo primo bacio alla kitsune artica e spelacchiata!!!! Decise di calmarsi e di respirare regolarmente, quindi smise di stringere le lenzuola e si portò una mano alla fronte sudata. -Non è stata colpa mia, è stato lui….- si disse tranquillizzandosi e espirando profondamente come se potesse servire a togliergli quel peso sulla coscienza. “Ben svegliato, do’aho.” La voce fredda della kitsune lo fece trasalire e istintivamente si voltò nella direzione da cui era arrivata. Lo vide seduto sull’altro letto a guardarlo, un’espressione indecifrabile sul viso. Per un attimo le parole gli morirono in gola….non sapeva assolutamente cosa dirgli…si sentiva terribilmente in imbarazzo per quello che era successo, ma un attimo…perché adesso era a letto? Si guardò attorno sorpreso, notando che era praticamente tutto buio e pochi raggi di luce del lampione filtravano da sotto la porta, permettendogli appena di distinguere gli oggetti presenti nella stanza. Poi spostò di nuovo l’attenzione sulla volpe, che parve leggergli nel pensiero. “Sei svenuto, do’aho” “….che….?” “Come una pera cotta” “Ma come ti permetti, volpaccia della malora!!” “tsk…” Fortunatamente era buio e poteva dunque nascondere le sue gote dipinte di rosso scarlatto. “Ma che ore sono…?” “Le due di notte.” “Eeeeh???Le due di notte…..!!!” lo stomaco di Hanamichi parlò per lui, brontolando sonoramente. A quel punto la volpe si alzò dal letto e andò a frugare in una busta sulla scrivania, per poi tornare con un panino ripieno al pollo,insalata,e maionese e una lattina di aranciata. “Ma…cosa….?” Chiese sbalordito il rossino. “…se non hai fame li mangio io.” Rispose la volpe lanciandogli entrambe le vivande e tornando a sedersi sul letto. C’era qualcosa che non quadrava… Ora che si era ripreso, si stava accorgendo che parecchie cose non quadravano, a prescindere del bacio di quella sera. Perché mai la volpe era sveglia alle due di notte?Non gli sembrava di aver gridato o russato, quindi…. -E poi il volpino quando va in letargo ha il sonno pesante…che stesse aspettando il mio risveglio?....Non ci credo….- Ma soprattutto, gli aveva conservato qualcosa da mangiare…! “Volpaccia, scusa un attimo, ti devo parlare!” concluse Hanamichi posando i viveri sul comodino. Ma Kaede Rukawa si sdraiò dall’altra parte, augurandogli la buonanotte. Questa fu la goccia che fece traboccare il vaso, e le coperte del letto del rosso volteggiarono in aria ricadendo sul pavimento. “E no, baka-kitsune!! Tu devi spiegarmi un bel po’ di cose!!” senza dargli il tempo di replicare si lanciò sul suo letto e lo afferrò stringendogli i polsi e obbligandolo a guardarlo in faccia. Poteva sentire il cuore della volpe artica battere forte, forse per lo spavento…

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Capitolo 9
*** the truth ***


CAP9 (the truth) Rukawa non fiatava, e dopo i primi tentativi di divincolarsi si era rassegnato: adesso aveva rivolto lo sguardo sul do’aho che lo teneva imprigionato sotto di lui. Non sembrava per nulla intenzionato a lasciarlo andare. -….merda….non mi va di fare a botte a quest’ora….- pensò Kaede espirando profondamente. “Sei in trappola, volpaccia!” “hn…” “Adesso tu, con calma, magari mi dai una spiegazione per tutto quello che hai combinato!” “….” “E non ignorarmi, o ti spezzo le braccine!!” “…do’aho!” “Grrrr!! Ma allora vuoi le botte, eh?” Stava per affondare un pugno sulla sua guancia quando si ricordò del calore di quel bacio a fior di labbra e la mano si fermò a tre centimetri dal suo volto, incominciando a tremare. Rukawa lo guardò sorpreso, aspettandosi di ricevere chissà quante legnate che invece non arrivavano. Al posto delle legnate, infatti, gli arrivò tutta d’un fiato la fatidica domanda che avrebbe voluto evitare di sentirsi chiedere: “Perché mi hai baciato?” silenzio. E come avrebbe potuto spiegarglielo? Neanche lui lo sapeva, l’aveva fatto e basta. “Rispondi, Rukawa!” “…….” la stretta di Hanamichi si fece più forte e il volpino si decise a rispondere “non lo so.” Sakuragi sospirò e gli lasciò i polsi, sedendosi a cavalcioni su di lui. “come sarebbe a dire che non lo sai…” “….” “e poi perché hai aspettato sveglio che mi riprendessi?Non eravamo nemici una volta?Cosa sei, una volpe da guardia…?” “non ti ho affatto aspettato, idiota! Semplicemente non riuscivo a dormire.” “Ah si? E come la metti col cibo che mi hai conservato?” “……” “Ha-ha! Lo vedi volpe, il tensai non sbaglia mai! E fa pure rima, hahahaha!!” Poi tornò serio, notando che Rukawa non gli rispondeva per le rime, ma anzi, sembrava addirittura in imbarazzo, forse si sbagliava ma riusciva a percepire una nota di tristezza in quegli occhi algidi. “Che cosa ti succede, volpino?Non stai bene?” chiese Hanamichi un po’ preoccupato, infondo poteva essere che Rukawa l’avesse baciato per evitargli la furia del Gorillone che sentendosi preso in giro li avrebbe senz’altro rimandati a casa…. Questa sembrava una spiegazione plausibile, perché in questo caso il volpino avrebbe agito anche, se non solo, per sé stesso. Sì, poteva anche andare….ma come la metteva col suo comportamento di poco prima? “Hn….no che non sto bene: pesi do’aho!” “Insomma…non cambiare discorso! Avrò pur diritto ad un minimo di spiegazione dopo tutto, no?” Eh già, quel sacrosanto diritto ce l’aveva eccome…e questo Rukawa lo sapeva benissimo. L’aveva osservato a lungo mentre dormiva inerme, abbandonato su quel letto… ne aveva tracciato con lo sguardo i contorni della sagoma in controluce più e più volte. Si era domandato il perché delle sue stesse azioni, inutilmente. Sapeva soltanto che quel terremoto vivente aveva fatto ormai troppa irruzione nel suo mondo isolato, ormai non avrebbe più potuto continuare come prima… Doveva ammetterlo, l’idea di restare ancora solo gli faceva male come uno spillo nel cuore…aveva passato in rassegna tutti i momenti trascorsi in solitudine al campetto, ostinatamente immerso nel basket rifiutando ogni tipo di relazione sociale… Poi aveva rivisto tutti i ricordi che aveva col do’aho, le sue urla, il suo atteggiamento esuberante, le loro liti e le scazzottate, le occhiatacce di sottecchi in campo, e gli ultimi avvenimenti. La messa in scena che avevano tirato su con quella storia del fidanzamento, e il bacio a fior di labbra. No, non poteva certo ignorarlo e comportarsi come se nulla fosse accaduto, come se fosse stato tutto un raptus di follia! Ormai lui c’era, il rossino era parte della sua vita, escluderlo o cercare ancora di fingere che non esistesse era impensabile. Ma non sapendo come districarsi in un discorso così complicato, forse anche troppo difficile da seguire per la mente del do’aho, rispose con un’altra domanda. “Perché? Non ti è piaciuto?” SHOCK SHOCK SHOCK Shock totale. Questo apparve sul volto di Hanamichi che sgranò gli occhi di cioccolato,incredulo. “co….cos’hai detto, volpe…?” “Ti ho chiesto se ti è piaciuto o no. Idiota.” Allora aveva capito bene, non era solo frutto della sua mente ormai davvero provata dagli eventi…. Rukawa era relativamente gentile con lui, poi lo baciava, poi lo vegliava, poi gli conservava il cibo…e poi…Gli chiedeva anche se gli era piaciuto?!!! “Stupida volpe come puoi farmi una simile domanda?!!!” Notando lo sguardo perforante del compagno, Rukawa si sentì un attimo in soggezione, pensando che non era il caso di approfondire quel discorso, e tagliò bruscamente la conversazione mentendo: “Tsk….stavo scherzando, imbecille! Sai quanto me ne frega di te e di quel bacio del cavolo? Tanto così…” Gli occhi di fuoco si andarono a posare sui polpastrelli separati da circa un centimetro di spazio della kitsune, che aggiunse non contento: “Non l’avrai mica preso sul serio?E se lo vuoi sapere mi viene la nausea al solo pensiero…” Senza rendersene conto, Rukawa stava gettando legna sul fuoco a palate e Hanamichi stava davvero per esplodere come un incendio indomabile e selvaggio. Quello che aveva sentito era abbastanza,anzi, era decisamente troppo: una sensazione di amaro in bocca e una morsa terribile allo stomaco fecero il resto. Senza l’ombra di una minima esitazione colpì al volto la kitsune con un pugno potentissimo, facendolo ricadere all’indietro sul cuscino, un rigagnolo di sangue che gli fuoriusciva dal labbro inferiore spaccato. Con un possente scatto di reni fu poi in piedi ai bordi del letto: si soffermò a fissarlo con sprezzo e risentimento per una frazione di secondo che però al volpino parve un’eternità, per poi girare i tacchi e correre via sbattendo la porta. (NdKamiya: prima o poi se la giocano ‘sta porta se continuano a sbatterla. NdRukawa:Infatti, bisognerebbe sbattere qualcos’altro, anzi, qualcun altro….NdKamiya: ma…ma…maaaa!! I personaggi stanno prendendo una brutta piega,sarà meglio provvedere a domarli scatenandogli contro la mia arma segreta. NdHana:e chi sarebbe? Ndkamiya:hehehe, arriva tra poco….XDDD)

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Capitolo 10
*** moonlight shadow ***


CAP 10 (moonlight shadow) Hanamichi corse, catapultandosi fuori dalla tana della volpe, corse disperatamente sfrecciando nell’aria pungente e fresca della notte. Non avrebbe mai più rimesso piede in quella dannata cupola, si disse, non avrebbe mai più rivolto la parola a quel bastardo, si sarebbe trasferito in stanza con qualcun altro…sì, qualcuno che non lo prendesse per il culo,almeno! Non sapeva perché ma quello che aveva detto Rukawa gli bruciava terribilmente dentro, perché per un attimo si era illuso che tutto ciò che gli stava accadendo fosse vero, ma quelle parole inaspettate che erano uscite come coltelli dalla sua bocca rosea e candida avevano distrutto tutte le sue speranze, mandandole in fumo alla grande. Ci ripensò un attimo sempre continuando la sua corsa disperata: lo aveva preso in giro sin dall’inizio, e voleva sapere se gli era piaciuto per poi prendersi gioco di lui! Non si era nemmeno risparmiato di dirgli del suo senso di nausea, e del fatto che non gliene fregava un tubo di tutto ciò. Avvertì qualcosa di caldo rigargli le guance agli angoli degli occhi, probabilmente stava piangendo ma era troppo sconvolto per poterci fare caso. -E’ vero, sono proprio un idiota! Come ho potuto anche lontanamente pensare che….. brutto stronzo, Rukawa, sei solo uno stronzo!!! Non ci voleva tanto a capire che…che….ma che doveva capire, cosa diavolo sto pensando?! E poi perché mi fa così tanto male il petto?!” Col respiro affannato e la vista appannata dalle lacrime che gli scendevano a fiotti lungo il viso spossato e sconvolto dagli eventi, Hanamichi decise di mettere fine alla corsa da forsennato per sedersi su un muretto e fare finalmente chiarezza dentro di sé. Era inutile continuare a ignorare quel sentimento che reclamava vendetta in un angolino buio del suo cuore, bisognava dargli voce e starlo a sentire senza interrompere, almeno una volta nella vita, senza far intervenire l’orgoglio e l’autocontrollo. Andò a cercare con lo sguardo da cucciolo bastonato la luna, che si offriva a lui in tutta la sua interezza. Quella splendida sfera perlata rischiarava l’ambiente circostante rendendolo magico e spettrale, ma soprattutto, rendendolo adatto ai pensieri di quel genere… Furono soltanto il cielo blu e la luna piena i silenziosi testimoni delle confessioni che Hanamichi dovette fare a sé stesso quella sera, immerso nell’oscurità amica e nel silenzio complice della notte. -L’ho negato categoricamente, mi sono anche chiesto come un simile pensiero potesse balenarmi per la testa, mi sono dato del deficiente per questo e ho deciso di ignorare la questione…. Ma a quanto sembra non è così che si risolvono i problemi, non scappando e facendo finta che non ci siano. Non avrei mai immaginato di ritrovarmi qui, a quest’ora, in questo stato a guardare la luna per capire se è vero, se è come penso io…. No, non può essere un caso che io mi senta così….così a pezzi…. Mi sento svuotato, è una sensazione bruttissima mi sembra quasi di essere morto. Sono stato rifiutato da ben 50 donne ma mai ero stato così male, mai avrei desiderato così intensamente che tutto questo non fosse vero, mai ho provato una tale rabbia nel sentirmi sputare addosso quelle parole fredde e crudeli da un individuo, che, ho sempre proclamato di odiare. Sì, di odiare….. non so come questo sia possibile ma è ormai evidente che io non mi limito ad odiarlo, lo amo anche. Altre spiegazioni plausibili non ce ne sono, è così per forza, ma come ho potuto innamorarmi di quel dannatissimo ghiacciolo?! Quando penso a lui una rabbia accecante non mi fa capire più niente, ma è così accecante perché infondo la persona a cui tengo di più, alla quale sono ormai legato inesorabilmente è lui. Dio santo, aiutami tu! Me ne accorgo adesso che mi ha spezzato il cuore, proprio ora che sono stato spietatamente rifiutato mi ritrovo a comprendere quello che non volevo neanche immaginare…..- Era stata dura per lui ammetterlo con sé stesso, ma alla fine ce l’aveva fatta e il risultato era che adesso stava da schifo e piuttosto che ritornare in stanza avrebbe preferito dormire all’aperto. Scese dal muretto con movimenti lenti e a testa bassa per poi lasciarsi cadere di peso nel prato. Non gli importava dove fosse, avrebbe dormito lì e chissenefrega se l’indomani il gorilla l’avrebbe svegliato a suon di calci nelle costole, tanto il dolore fisico non poteva essere nulla in confronto a ciò che gli divorava l’anima quella sera. Chiuse gli occhi gonfi e arrossati dal pianto imponendosi di dormire cascasse il mondo, nessuno il giorno dopo avrebbe dovuto sapere che aveva pianto! Fu così che cadde tra le braccia di Morfeo, stanco e provato dall’inferno che aveva appena attraversato, piombando di sasso in un sonno senza sogni. Intanto qualcun altro dall’altra parte del villaggio turistico si era affacciato e nella notte si era messo a rimuginare sugli avvenimenti di quella fatidica giornata: Kaede Rukawa. Non riusciva ancora a capacitarsi dell’inaspettata reazione del rossino: poteva ancora vedere la furia nei suoi occhi e a testimonianza della sua ira funesta, il suo labbro sanguinante e quel sapore acre di sangue nella bocca. Perché mai quella reazione esagerata? Non era certo la prima volta che si insultavano o si scambiavano parole cattive e offensive…e allora che cos’era stato a scatenare le ire del rossino? Aveva escluso a priori che la ragione di tutto fosse stato quel bacio, però dovette ricredersi non trovando altra soluzione. Hanamichi che prendeva sul serio il bacio che si erano scambiati? All’inizio non ci credeva ma alla fine una lampadina gli si era accesa nella mente: forse quello era stato il suo primo bacio in assoluto. Allora in tal caso,le cose prendevano una svolta del tutto diversa. Certo, poteva avergli dato fastidio che il suo prezioso primo bacio l’avesse dato a un uomo, più precisamente al suo peggior nemico. In effetti mica poteva illudersi di pensare che Sakuragi avesse preso tutto sul serio: per prima cosa non era da lui, inoltre per prendere tutto sul serio come minimo doveva provare qualcosa nei suoi confronti, e questa, lo sapeva, era una stupida utopia. -Hanamichi mi odiava già da prima, adesso il suo odio si sarà triplicato.- concluse, sospirando. Che cosa avrebbe pensato di lui il rossino se avesse scoperto che la sua nemesi, dopo tutto il casino che era successo, provava simpatia per lui, e anzi, ultimamente si era accorto di provare anche qualcos’altro? Come minimo l’avrebbe fucilato e appeso come un trofeo in cantina, pensò. Però lui, flemmatico e calcolatore com’era, non aveva fatto alcuna fatica a distinguere il calore che sentiva infiammarglisi nel petto ogni volta che aveva a che fare con Sakuragi… ed era anche riuscito ad accettarlo, a dispetto dell’altro che era caduto nel caos più totale e avrebbe sbattuto mille volte la testa al muro prima di rendersene conto. -Io, Kaede Rukawa, promessa del basket, uomo scontroso e di poche parole…. Mi sono innamorato dell’idiota più casinista e rompi palle della prefettura.- Constatò, giustificandosi con il famoso detto ‘gli opposti si attraggono’. Pensando che in un modo o nell’altro sarebbe riuscito a conquistarlo, Kaede rientrò in stanza chiudendo la porta e si accoccolò tra le coperte gustandosi il suo meritato e agognato riposino

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Capitolo 11
*** smiling surprise_____ ***


CAP11 (smiling surprise) Il sole stava nascendo, e i primi impavidi raggi di luce andarono ad accarezzare una figura morbidamente rannicchiata a terra, i fili d’erba che si intrecciavano e si confondevano con i morbidi capelli rossi sparsi sulla sua fronte e sul manto erboso. Un’espressione dolce e al contempo triste sul viso dormiente, e i giochi di chiaroscuro sui muscoli perfetti del corpo scolpito che la maglietta generosamente attillata lasciava intravedere in tutte le sue fattezze. Questo vide Akira Sendoh, le chiavi in mano, la borsa dimenticata sul prato e un’espressione estasiata. “Un angelo….” Commentò a bassa voce per non risvegliare la magnifica creatura che riposava selvatica nella natura a pochi passi da quella che fortunatamente era la sua sistemazione. Senza dire altro si accovacciò accanto a lui, accarezzandolo con lo sguardo e passandogli una mano trai capelli. (ndKamiya: mi chiedo come mai in quasi tutte le fanfics Sendoh appare sempre nei momenti in cui Hana e Ru litigano o si lasciano…sembra un avvoltoio che aspetta il momento giusto per attaccare… NdRukawa: semplice, perché sta sul cazzo a tutti. NdHana: secondo me perché fa comodo che appaia per farci tornare insieme, ma poi diventa una figura del tutto inutile. NdSendoh: cattivi, bastardi! Ma come osate, se non ci fossi io qua sarebbe una palla immensa! NdKamiya: bè in effetti ti ci ho messo appunto per questo. NdSendoh: ……Ndkamiya: che faccio? Lo faccio rimanere o lo liquido alla prima occasione? NDHanaRu:liquidalo NdSendoh: noooooo!!!!) Intanto Rukawa era stato bruscamente svegliato dalla tempesta di pugni sulla porta, che, aveva scoperto, doveva essere la sveglia intesa alla maniera di Takenori Akagi. Di malavoglia si era trascinato fino in bagno dove si era subito gettato sotto il rinfrescante getto della doccia, ancora a occhi chiusi e con metà della sua parte razionale radicata nel mondo dei sogni. Trascorse qualche minuto a concedersi un risveglio lento e rilassato, mentre l’acqua gli scivolava sui capelli corvini che gli ricadevano a ciocche sugli occhi, rendendolo ancora più bello, se possibile. Poi i ricordi si riaffacciarono tutti insieme alla mente ancora confusa della kitsune, che trasalendo rivide gli occhi offesi e iracondi di Hanamichi e la sua fuga. Giusto, quel do’aho non era ancora tornato! (O almeno non l’aveva visto nel letto accanto al suo). Aveva dormito di fuori con tutto il venticello che tirava? Roba da pazzi…e tutto perché quello era il suo primo bacio. “Potevo capire se fosse stato innamorato di me….” Disse mentre si cospargeva in fretta di Badedas “ma non lo è, e quella scenata se la poteva risparmiare!!” concluse adirato, e amareggiato per la consapevolezza di non interessare all’oggetto dei suoi pensieri. Giusto il tempo di asciugarsi, lavarsi i denti e rivestirsi, e poi la stella dello shohoku si fiondò fuori inconsapevolmente accelerando il passo per capire dove diavolo fosse l’idiota. Del resto erano ancora le sette e un quarto, e il Gory non aveva neanche finito di fare il giro per la sveglia: Sakuragi doveva sicuramente essere da qualche parte, appisolato. Stava ora correndo dappertutto, setacciando ogni angolo della zona sulle tracce di quell’uragano rosso causa della sua inquietudine. Lo splendido angelo adagiato a terra al contatto con le dita dal tocco così delicato e rassicurante, stava ora mugugnando e lentamente aveva spostato la testa in direzione di quella morbida carezza. Rimase ancora più abbagliato nel vedere che le ciglia del rossino si stavano lentamente sollevando, rivelandogli quegli occhi dal taglio deciso, che al tempo stesso lasciavano trasparire ogni singola emozione del ragazzo dolce e insicuro che si nascondeva dietro l’immagine del teppista spavaldo. Gli occhi benevoli e affascinati di Sendoh si rispecchiarono in quei pozzi profondi, che adesso erano rivolti verso di lui, nel visibile tentativo di metterlo a fuoco. Sakuragi finalmente si svegliò e si accorse della presenza del porcospino, quindi si ricompose balzando a sedere. “Sendoh!! Come mai sei qui!” Chiese allarmato ma con la voce ancora teneramente impastata dal sonno. Il ragazzo dai capelli a punta sorrise, e disse con voce suadente: “Mah…camminavo da queste parti e mi sono imbattuto in un angelo che riposava davanti alla mia cupola…” Hanamichi, che stava sbadigliando, quasi si strozzò nell’udire quelle parole. Cercò conferme di ciò che aveva appena sentito puntando lo sguardo sul porcospino, che non si ritrasse e sorrise dolce e comprensivo. Cosa voleva dire con quelle parole Sendoh? Siamo sicuri che si riferisse proprio a lui? Beh, di altra gente che dormiva per terra non ne vedeva, e poi se non sbagliava gli era sembrato di aver sentito un tocco gentile accarezzargli i capelli nel dormiveglia. Irrimediabilmente la sua mente vagò indietro alla sera prima e al comportamento imperdonabilmente algido che aveva avuto la kitsune, facendo sparire ogni traccia di espressione solare dal suo volto. Si ritrovò a pensare a quanto sarebbe stato bello se quel tocco amorevole gli fosse stato rivolto dal suo Rukawa, se tutta quella gentilezza e quei sorrisi fossero stati concessi solo a lui dal ragazzo che gli era entrato così profondamente nell’anima. Notando l’improvviso cambiamento e distinguendo chiaramente il turbine di emozioni negative che poteva decifrare dai suoi occhi nocciola, Sendoh si rese conto che qualcosa non andava in Hanamichi Sakuragi. Ebbe l’impressione che si fosse ricordato tutto d’un fiato di qualche terribile peso che doveva sopportare: la luce accecante dei suoi occhi si era spenta tutta di un botto e quel viso pieno di vitalità era ricaduto nelle tenebre più oscure. Sendoh seguì attentamente tutta la metamorfosi della figura celestiale che aveva davanti, che adesso sembrava addirittura essersi dimenticata della sua presenza. Allora con un braccio andò a posare una pacca sulla spalla del povero ragazzo affranto, che però continuava a non dare cenni di vita. “Hanamichi...” lo chiamò quasi sussurrando, per non irrompere troppo violentemente nei pensieri dolorosi che avevano preso possesso di lui. Sentendosi chiamare per nome con una voce tanto calda, il rossino sussultò e si ritrovò a constatare che una maledetta lacrima gli era sfuggita al controllo e si esibiva in tutto il suo splendore scivolando fino all’angolo della bocca. Il porcospino che si era avvicinato e teneva una mano sulla sua spalla, nel vederlo sgranò gli occhi e si fece serio. Vi fu un momento di stallo, in cui entrambi non seppero cosa dire, Hanamichi troppo stravolto dal dolore lacerante e Sendoh visibilmente sconcertato da ciò a cui stava assistendo. Poi senza alcun preavviso Hanamichi si ritrovò circondato da un abbraccio paterno, rassicurante, affettuoso e con l’effetto di un calmante per il suo animo tormentato. Senza pensarci due volte rispose timidamente all’abbraccio, poggiando la testa nell’incavo della spalla del giocatore del Ryonan: espirò tutta l’aria che tratteneva nei polmoni sentendosi un po’ meglio a quel contatto estraneo, che per un attimo l’aveva aiutato, portandolo via dalla realtà e dai brutti pensieri che facevano irruzione nella sua mente.

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Capitolo 12
*** fight!_____ ***


CAP12 (fight!) Il numero 11 dello shohoku era stremato per la corsa: si era fatto tutto il villaggio in pochissimi minuti, gli mancava solo una parte, dove era sicuro, avrebbe trovato Hanamichi. Senza neanche riprendere fiato si gettò alla rincorsa del suo do’aho, scavalcando al volo un muretto che era improvvisamente apparso sulla sua strada e riatterrando….accanto a due persone abbracciate sull’erba. I due, accortisi dell’arrivo del volpino, si voltarono di scatto staccandosi l’uno dall’altro e incredulo, Rukawa si ritrovò davanti Akira Sendoh e il do’aho. Tutto si svolse alla velocità della luce: dopo i primi attimi di paralisi facciale una marea di pensieri nefasti si affacciarono alla mente del moretto, che si era ora alzato e fissava con quanto più odio possibile il porcospino. Per tutta risposta, Hanamichi si era interposto tra di loro, alzandosi a sua volta e sfoderando uno dei suoi sguardi più minacciosi possibili. “Spostati” disse freddo Rukawa, cercando di scansarlo, ma Hanamichi non si mosse e rispose con voce bassa e inquietante “Cazzo vuoi?” Il volpino lo scavalcò con lo sguardo fulminando sul posto Sendoh che si era appena alzato, e assisteva incredulo alla scena, non capendo un carciofo di quello che accadeva. Ignorando Sakuragi fece per dirigersi verso il suo rivale in amore, ma il tensai lo afferrò bruscamente gettandolo a terra con una forza spaventosa. “Stronzo, prova a toccarlo e ti ammazzo.” Disse sibilando, una voce da far accapponare la pelle e i muscoli delle braccia possenti in tensione. Intanto il porcospino che osservava la scena con gli occhi a palla, pensò di intervenire. “Ma…Hanamichi, cosa..” A quel punto fu Rukawa a scattare per la rabbia, e urlando come un forsennato “NON CHIAMARLO HANAMICHI, PEZZO DI MERDA!” gli fu al collo, e stava per picchiarlo quando fu fermato prontamente da Hanamichi che lo tirò via da dietro, facendolo ricadere nuovamente a terra. Questa volta il rossino non si astenne e saltò addosso a Rukawa con tutta la furia che lo contraddistingueva in battaglia, prendendo a pugni la volpe inerme sotto di lui, che nemmeno tentava di difendersi. Sendoh, nonostante lo shock, si era reso conto che Rukawa lo stava lasciando fare di proposito…. E che se Hanamichi avesse continuato a malmenarlo l’avrebbe mandato di sicuro all’ospedale, quindi si immischiò, fermando il rossino per i polsi e implorandogli di smetterla. “Ehi, voi due! Datevi entrambi una bella calmata e ragioniamo!” Disse imperioso Sendoh, rimettendoli a sedere con uno strattone al collo della maglietta. “Adesso mi spiegate che sta succedendo qui!” Rukawa lo incenerì con uno sguardo che avrebbe ucciso, ma tacque. Hanamichi, sempre impegnandosi a non guardare in faccia il volpino, rispose tutto d’un fiato: “Succede che questo qua è veramente stronzo, non gli basta avermi umiliato e avermi preso per i fondelli, adesso si immischia pure in fattacci che non lo riguardano.” La kitsune, guardando dritto davanti a sé, rispose gelidamente: “E invece mi riguardano, idiota!” Ma Hanamichi era furente, pensava che l’altro ce la stesse mettendo tutta nel tentativo di rovinargli l’esistenza , dunque questa fu la sua risposta acida: “Ti diverti tanto a infastidirmi, eh bastardo? Come puoi presentarti qui dopo quello che mi hai detto ieri sera, guarda che l’ho capito benissimo che mi hai preso per il culo fin ora!! Forse ti da fastidio che io sia felice, ma non puoi giocare così con i sentimenti delle altre persone, quindi vaffanculo lontano da me!” Akira stava iniziando a capire… con suo grande rammarico,in quegli occhi castani aveva visto guizzare il sentimento che l’aveva ridotto a quel modo: l’amore per Rukawa. Mentre l’altro ragazzo era verde dalla gelosia, avendoli visti abbracciati chissà quali immagini fittizie popolavano la sua mente in quel momento. “Ma che cazzo dici, do’aho! Tutto sto casino per uno stupido bacio!” “Bè sarà stupido per te, ma per me è importante, anzi importantissimo!! E tu ti ostini a non capire, non capisci niente! E come potresti capire, sei un pezzo di ghiaccio senza cuore, bastardo nell’anima!!” “Tsk! Non vedo qual è il problema.” “Il problema, dici??! Il problema è che io ci avevo creduto, ci avevo sperato, anche se me ne sono accorto solo ieri sera…. Pensavo che quel bacio me l’avessi dato perché lo volevi ma mi sono illuso!! Per te non conta niente, anzi, se non sbaglio ‘ti fa venire la nausea’! Fingevi anche quando mi hai vegliato e mi hai conservato il panino, vero?! Adesso lo vedi qual è il problema?!!!” Silenzio. Sendoh adesso aveva le idee più chiare, e seguiva attentamente il battibecco senza osare interferire in nessun modo. “io…io non fingevo….do’aho…” fu il sussurro di uno shockatissimo Rukawa, al quale Hanamichi aveva sbattuto in faccia la verità senza accorgersene… Il re dei rimbalzi a quelle parole si rese conto di essersi praticamente scoperto alla grande, ma a zittirlo fu lo sguardo basso e colpevole di Rukawa, il suo tono triste e tentennante, e quella frase che avrebbe voluto sentire e risentire più e più volte. Continuò a sondarlo con lo sguardo per capire se stesse mentendo, ma ogni secondo che passava notava sempre di più un’espressione indecifrabile su quel volto che ancora riportava i segni della scazzottata della sera precedente: solo adesso infatti notava che la ferita sul labbro inferiore della kitsune si era riaperta e sanguinava vistosamente. -Già…la scazzottata…- come un fulmine a ciel sereno, le immagini di quel trattamento glaciale la sera prima lo riscossero dalla quiete momentanea in cui era caduto, e si disse che non gliel’avrebbe fatta passare liscia tanto facilmente, che quel sussurro fosse veritiero o no. Dunque si alzò in piedi scrollandosi di dosso le foglie e i fili d’erba che lo ricoprivano, come se nulla fosse, e con voce appositamente calma e gentile, si rivolse a Sendoh: “Aki-chan, vieni a fare colazione con me? Mi è venuta fame” Il ragazzo dai capelli a punta sbiancò percependo la forza maligna che per tutta risposta si sprigionava dal silenzioso ragazzo seduto a pochi metri da lui. Ma il rossino gli aveva teso una mano sorridente, come se nulla fosse, e lo stava incoraggiando a seguirlo. Vedendo la sua indecisione esistenziale, Sakuragi tagliò corto e afferratolo per un polso se lo portò via a grandi passi, sotto lo sguardo pungente e devastante del numero 11. -Dannazione… maledetto porcospino, adesso ci mancava solo lui!! Come se il do’aho non fosse già abbastanza stupido così! Idiota, eppure gliel’ho detto che non stavo fingendo. Come al solito ha tirato giù il finimondo, e se non sto attento quel bastardo di Sendoh me lo soffia alla prima occasione! Non glielo permetterò mai, dopo tutto il mazzo che mi sto facendo per conquistare quel demente, arriva lui e senza la minima fatica se lo abbraccia!! Io lo scotenno!! Gli spezzo quelle stalattiti che si ritrova in testa e gliele faccio mangiare!!! Dannato porcospino, ma proprio oggi doveva arrivare?!!Della serie ‘eccomi qui con furore apposta per rovinarvi la vita’!!- Nel frattempo, assorto nelle sue maledizioni e malefici vari rivolti al povero Akira, Rukawa si era alzato e camminava distrattamente senza una meta precisa. Non era dell’umore adatto per far nulla, tantomeno per mangiare. Gli si era infatti chiuso inesorabilmente lo stomaco, e poi era troppo impegnato ad architettare qualcosa per vendicarsi personalmente del giocatore del Ryonan. Lo odiava a morte. Adesso poteva comprendere chiaramente l’immensa differenza che c’era tra ‘l’odio’ che condivideva con Hanamichi, e l’ODIO in questo caso, inteso come desiderio di sopprimere a tutti i costi quel bastardo. In fin dei conti il suo rapporto, nei limiti del quotidiano, con il rosso, era più simile ad un litigio continuo come tra fratelli,….o come due fidanzatini….. Deglutì e strinse i pugni ripensando alle parole del do’aho: ci aveva sperato, ci aveva creduto….. Si fermò all’improvviso. L’odio accecante per Sendoh l’aveva telecomandato e per qualche tempo non aveva tenuto in considerazione la cosa più importante: POTEVA SERIAMENTE ESSERE CHE HANAMICHI AVESSE PRESO TUTTO SUL SERIO. ”Merda!” Esclamò rabbioso calpestando un fiorellino accanto al suo piede. “Merda….ci sono buone probabilità che Hanamichi stesse iniziando a ricambiarmi e che cosa succede? Arriva lui….! Merda secca!!!” Si voltò nevrastenico nell’altra direzione, incamminandosi verso la sala da pranzo, ma incrociò due occhi sbarrati e una bocca spalancata da ebete sulla sua strada. “Mi…Mitsui…” disse Rukawa inizialmente prendendosi un mezzo infarto… Probabile che avesse sentito il suo monologo, e avesse assistito alla scena di frustrazione del volpino. Hisashi riassunse un’espressione normale, e sospirando si avvicinò alla kitsune. “Ehm…non intendevo spiarti, ma mentre passavo ti ho sentito sclerare,e….” Rukawa abbassò lo sguardo. “E’ successo qualcosa con Hanamichi?” Silenzio di tomba. “Beh…chi tace acconsente….” Concluse la guardia, che non aveva alcun dubbio in proposito. “Senti, non so se Hanamichi te l’abbia detto o no, ma io sono a conoscenza del fatto che voi due non state insieme, e che era tutta una farsa….” L’attenzione del volpino si distolse dal manto erboso e si concentrò sul ragazzo che aveva davanti, incredulo. “Però io credo che lui, infondo, sia innamorato di te….ma è troppo animalesco e scimmione per poterlo ammettere. E ci metterei la mano sul fuoco che avete litigato perché non riuscite a capirvi.” “….hn….” “Rukawa, vuoi dirmi cos’è successo…. Nel caso, potrei aiutarti. Lo so che sei stracotto, anzi, direi abbrustolito, di quella scimmia rossa. Puoi anche continuare a fingere, ma non ti aiuterà….” Ascoltando tutto ciò il moretto scrutò attentamente il ragazzo che aveva davanti: Mitsui, una persona con la quale forse si poteva cercare di ragionare…. Non che lo considerasse ‘un amico’, anche perché non ne aveva…ma quando voleva poteva essere quasi accettabile. Fece cenno di sì col capo, un barlume di sicurezza nello sguardo poco prima spento. “Bene! Allora raccontami tutto nei minimi dettagli, vedrò di inventarmi qualcosa….” Esultò Mitsui con un sorriso soddisfatto stampato sulle labbra. Adorava intromettersi negli affaracci degli altri, specialmente nelle questioni di cuore…. Notando questo Rukawa lo apostrofò: “Adesso mi ci mancava anche cupido….” “Perché, non sei contento? Eeeeh, se non ci fossi io…!” concluse sospirando maliziosamente e passando un braccio attorno alle spalle di Ru che prontamente lo congelò con lo sguardo, ma questi non se ne accorse nemmeno, e gli fece cenno di iniziare a parlare dell’accaduto.

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Capitolo 13
*** breakfast_____ ***


CAP 13 (breakfast) La mano destra di hanamichi, frenetica, afferrò la brioche e se la portò alla bocca, forse era la quinta o la sesta che il rossino mandava giù come se fosse un misero bruscolino …. Inoltre con l’altra mano teneva la tazza di cappuccino che ogni tanto si portava alle labbra per sorseggiarne un po’ tra un boccone e l’altro. Inutile dire che tutto il ristorante si era voltato verso quell’animale che mangiava con una voracità inaudita, agguantando tutto ciò che gli capitava a tiro e facendolo sparire nell’arco di pochi secondi. Sendoh, che inizialmente faceva i salti di gioia all’idea di fare colazione col suo angelo rosso, aveva del tutto cambiato espressione nonappena questi aveva iniziato a strafogarsi, e ora lo osservava allibito, la tazza di thé ormai freddo tenuta sospesa a mezz’aria…. “Non hai fame?” Domandò il rossino con la bocca piena masticando con gusto il settimo cornetto alla crema che gli aveva pure lasciato un velo di zucchero sulle labbra, a completare il quadro. Il porcospino si riscosse sentendosi chiamato in causa e rispose: “….bè…..non più….” “Sacrilegio…” commentò lui, versandosi dell’altro cappuccino nella tazza, completamente ignaro degli sguardi esterrefatti di tutti quanti. “hey….ma quello non è Sakuragi?” chiese a un certo punto Ryota, indicando la figura curva sul tavolino intenta a riempirsi la bocca di cibo. Erano arrivati da poco, eppure l’avevano notato subito, a causa dei terribili versi e dei rumori disgustosi che emetteva nell’abbuffarsi. “Sì…e come ti puoi sbagliare….bestia immonda e senza ritegno!” aggiunse il Gorilla. “Ma…quello davanti a lui non è Rukawa….è….è….è Sendoh!!!” Urlò Kogure strabuzzando gli occhi da dietro le lenti dei suoi occhiali. A quel punto tutto lo shohoku rimase in silenzio, un pensiero nefasto in comune ad annebbiare le loro menti. Poi si ripresero, accorgendosi dei loro stomaci che mugolavano. “Vuoi vedere che hanno litigato….?” Disse tra sé e sé Miyagi, iniziando a spalmare della marmellata su una fetta di pane. “Probabile. Però adesso dov’è Rukawa?” chiese Ayako versandosi del succo di frutta in un bicchiere. “Spero per lui che non gli abbia torto un capello o è la volta buona che lo ammazzo” la risposta secca di Akagi che aveva addentato un cornetto al cioccolato con rabbia. “Possiamo sederci qui?” istintivamente tutti si girarono in contemporanea nella direzione da dove proveniva quella voce e rimasero di sasso: Miyagi sputò il pane e marmellata che stava mangiando, Ayako si rovesciò addosso il succo e Akagi quasi si strozzò con il cornetto. Davanti a loro stavano Mitsui e Rukawa, avvinghiati in un abbraccio inequivocabile, la guardia con la mano trai capelli corvini del compagno e il volpino che lo fissava con sguardo perso, lasciando ricadere sensualmente la testa nell’incavo della spalla del numero 14. Vi fu un attimo di silenzio totale, dato che tutto il ristorante, assistendo alla nuova scena, si era praticamente svuotato. Questo facilitò i piani organizzati dalla mente diabolica di Mitsui, che fu felice di notare con la coda dell’occhio che Sendoh e, soprattutto, Sakuragi, si erano voltati nella loro direzione e li fissavano senza favellare. Ne approfittò per esibirsi nel tocco di classe della macchinazione che avevano fatto i due poco tempo prima: depositò un tenero bacio sulla fronte di Rukawa, sussurrandogli parole dolci all’orecchio, mentre questo gli passava un braccio dietro la schiena accarezzandogliela. Avevano previsto una reazione catastrofica da parte del rossino, ma mai si sarebbero immaginati di vedere ciò che si presentò al loro sguardo: Hanamichi aveva infatti rovesciato il tavolino dalla rabbia, imbufalito, e adesso si avvicinava a loro minaccioso. Poi però si arrestò a metà percorso, trattenuto da un provvidenziale Sendoh. In preda alla gelosia più abbagliante e all’irrazionalità, si voltò di scatto e afferrato il porcospino per le braccia, lo baciò violentemente tra la sorpresa generale e la rabbia incontenibile di Rukawa, che fu però tenuto a bada da Mitsui. Sendoh fu preso totalmente alla sprovvista e quando si ritrovò a baciare il rossino in quel contatto a dir poco avventato, rimase sotto shock per diversi minuti. Si sentiva al settimo cielo poiché, senza fare nulla, il suo più grande desiderio si stava realizzando, e pensando ciò contraccambiò il bacio di Hanamichi senza aspettare altro tempo. Mitchy intanto stringeva con tutte le sue forze Kaede che, altrimenti, si sarebbe librato in aria e sarebbe riatterrato su Mr Sorriso con un calcio volante, a sgranargli i denti come una pannocchia. “Stai calmo….fermati!! Non vedi che quell’idiota lo sta facendo apposta?!” lo rassicurò la guardia, ottenendo un lieve miglioramento delle condizioni isteriche del compagno. “Il fatto che abbia reagito così, non ti fa pensare…?” Aggiunse poi con un mezzo ghigno, al ché il volpino si tranquillizzò e si voltò a guardarlo lasciando perdere la pessima scenetta che gli si prospettava davanti. “Hai ragione….” Disse, sospirando come se con un semplice respiro avesse rigettato fuori tutto il malessere che aveva accumulato. “Il piano sta funzionando, fidati. A Hanamichi non interessa Sendoh, ci posso scommettere la mia maglia di Jordan appena comprata. Tu intanto continua a ignorarlo e fai finta di essere cotto perso del sottoscritto e poi vedrai che le cose si aggiusteranno da sole.” Gli sussurrò in un orecchio, moltiplicando le ire del rosso che aveva smesso di baciare Sendoh e si era girato a incenerirli. “Hn…ma tu, cosa ci guadagni?” rispose con una vena di diffidenza Rukawa. “Bè, credi che sia divertente vedervi litigare ogni santo giorno perché non riuscite a dichiararvi? Se vi metteste insieme sono sicuro che vinceremo il campionato nazionale, come minimo…. E poi….e poi….. bé, in effetti c’è dell’altro…” Il moretto deglutì e inarcò un sopracciglio. “Ecco, io….. sono innamorato di una persona e forse se mi vede insieme a te…che so, dico così per dire, potrebbe ingelosirsi….almeno spero…” Notando la tristezza che aveva ora velato quegli occhi di solito carichi di grinta e sicurezza, Rukawa si accorse che era nelle sue stesse condizioni anche se non lo dava a vedere e provò un senso di compassione per il povero Micchy. “Posso sapere….” Iniziò a formulare la domanda, ma lui lo interruppe, come se già sapesse che cosa gli stesse chiedendo il ghiacciolo, che poi, tanto ghiacciolo in fin dei conti non era. “E’ Miyagi.” Un sussurro a bassa voce nell’orecchio, onde evitare che qualcuno potesse sentirlo. Anche perché il diretto interessato era ancora seduto a tavola a squadrarli da capo a piedi, mentre Aya gli passava una mano davanti agli occhi ma senza nessun effetto. “So bene che non mi corrisponde, anche perché lui dice di amare Ayako…. Però….però io devo almeno provarci, o starò ancora peggio.” A Rukawa tornò in mente la stessa storia sotto una diversa luce: Il rossino che sbavava per quella gallina della Akagi, e la Akagi che sbavava per lui, e lui che alla fine li folgorava entrambi con lo sguardo. L’idea di non contare niente per Hanamichi che dichiarava di essere cotto perso di Haruko tornò a balenare nei suoi ricordi, e sentendo lo stesso senso di amarezza in Hisashi lo abbracciò spontaneamente con un gesto talmente dolce e affettuoso che Sakuragi iniziò a scazzottare Sendoh senza motivo, e Ryota a quel punto si alzò da tavola dichiarando di non sentirsi tanto bene. Intanto i due si crogiolavano nella stretta, in un’aura di infelicità che solo loro potevano intendere. Però furono bruscamente divisi da qualcosa che colpì alla nuca la guardia. “Ahio!!” urlò massaggiandosi la testa e osservando la sedia che gli era stata scagliata contro da un gigante con gli occhi di bracia e i capelli dello stesso colore. “ADESSO BASTAAA!!!” Tuonò Hanamichi avanzando a grandi passi verso di loro. Però stavolta fu Rukawa a frapporsi trai due, con sguardo gelido. “Che cosa vuoi ancora? Mi è sembrato che stessi insieme a Sendoh, perché non torni da lui?” “ASSOLUTAMENTE NO!!ALMENO FINCHE’ VOI CONTINUERETE A FARE GLI STRONZI APPOSTA PER FARMI SCLERARE!!” silenzio nel locale. Tutto lo shohoku si era dileguato al volo, anche i camerieri e gli inservienti se è per questo, terrorizzati dall’idea di un litigio tra due coppie di quel genere. “Scusa Hanamichi, ma non vedo perché tu debba sentirti così infastidito se non te ne frega niente di Rukawa.” Intervenne Mitchy mentre Sendoh ancora dolorante si avvicinava quatto quatto. “E chi ha mai detto una cosa simile?!!” Urlò fuori di sé il rossino, continuando a lanciare saette con gli occhi. Silenzio. La kitsune sgranò gli occhi spiazzata. “E poi da te non me lo sarei mai aspettato, Micchy, ti ritenevo un amico!! Mi ero fidato di te quando avevi deciso di aiutarmi, ma avrei dovuto immaginarmelo!! Anche tu mi complotti contro!!” Fece per voltarsi e andarsene ma Hisashi lo trattenne per un braccio. “Tsk…Hanamichi credi davvero che io e Rukawa stessimo insieme?Non pensi invece che l’avessimo fatto apposta come te e Sendoh…” Sendoh intanto rosicava perché lui, in tutto quel casino, era l’unico che provava realmente qualcosa per il finto partner, e se la sarebbe sicuramente presa in quel posto alla fine. Sakuragi esitò fissando negli occhi la guardia, che non era per nulla teso e aveva tutta l’aria di stare dicendo la verità. “L’abbiamo fatto per vedere se te ne importasse qualcosa di Rukawa, e datti una calmata perché posso garantirti che a me non interessa in quel senso.” Rukawa abbassò lo sguardo sempre inespressivo, ma dentro di lui in quel momento si scatenava un turbine di emozioni indomabile. Il rossino stava ora guardandolo, un’espressione mista tra rabbia e gioia dipinta sul viso. Era ora di intervenire, adesso doveva sbrigarsela da solo, e chiarire una volta per tutte i suoi sentimenti faccia a faccia col suo do’aho. Quindi prese la mano di Hanamichi sfiorandola delicatamente, poi senza dire nulla si incamminò con passo tranquillo verso l’uscita portandolo con sé. Micchy e Sendoh rimasero soli. “tanto l’avevo capito che era troppo bello per essere vero….quella testa calda appartiene a Rukawa, non c’è nulla da fare…” concluse con un sorriso il porcospino, portandosi le mani in tasca e incamminandosi anche lui fuori. Micchy si scusò, spiegando che non poteva lasciare Rukawa in quelle condizioni e Sendoh annuì con un altro sorriso, specificando che non era affatto arrabbiato, solo rassegnato. Poi più nulla. Il numero 14 prese una sedia e si sedette nell’immenso salone deserto. Ripensò a tutto l’accaduto, e ai sentimenti di Rukawa per Sakuragi. Erano dannatamente simili ai suoi per Ryo-chan, che però dubitava fortemente se ne fosse accorto. Il suo sospiro pesante rimbombò per tutto l’edificio svuotato. Dopo tutta la fatica che aveva fatto, poteva dire di essere contento dei risultati ottenuti: di lì a poco Hana e Ru si sarebbero chiariti, e poi chissà… l’importante era che quello stupido equivoco non proseguisse oltre. Sendoh aveva capito che non tirava aria adatta a lui e si era messo l’anima in pace. Per ultimo, poi, c’era lui, il macchinista della strategia, quello che si era spremuto le meningi per risolvere tutto, che come al solito si ritrovava solo. “Ryo-chan…..scusami….forse non avrei dovuto dare spettacolo così…..chissà cosa penserai adesso…eppure…eppure io l’ho fatto anche per te…perché ti voglio bene…” Un altro sospiro ancora più sentito del precedente. L’immagine del suo compagno di stanza che si strozzava col pane e marmellata era stampata a fuoco nella sua memoria, ma si era imposto di non pensarci, che tanto non sarebbe servito a nulla. Fece per alzarsi e andarsene ma una figura immobile accanto al tavolo lo fece trasalire. Inizialmente aveva creduto che potesse essere Sendoh, ma si era subito ricreduto nel notare la sua altezza. Già, la sua altezza…(NdMiyagi: bè? Vogliamo continuare per molto a sottolineare sta frase?? NdKamiya: Non è colpa mia se sei nano NdMiyagi: Ma come osi, ti pisto!!!NdGory:Basta! Finitela!! Stonk!Stonk!) Non poteva che essere lui, di giocatori della sua statura non ce n’erano molti in giro. Socchiuse gli occhi per vederlo meglio e notò che la figura in controluce era effettivamente Ryota. Si guardarono senza proferire parola. Mitsui si diede mille volte dello stupido per essersi messo a parlare da solo: l’aveva sentito. Adesso sì che era nella cacca fino al mento. Altro che i problemi che si faceva prima, ora veniva la parte peggiore: Miyagi aveva scoperto tutto nel peggior modo possibile. Stavano anche in camera insieme, come pensava di giustificarsi al suo sguardo indagatore? Come pensava di dormire tranquillo la notte, sapendo che probabilmente il suo amico provava ora un grande ribrezzo nei suoi confronti? Non voleva vedere. L’espressione sul suo viso, non la voleva sapere. Strinse dunque gli occhi e abbassò la testa, preparandosi al peggio. “Mi….Mitsui…tu…” provò a dire Ryota, schiarendosi la voce ancora incredulo per ciò che aveva appena sentito. Non trovava le parole per chiedere conferme, come avrebbe potuto chiederglielo? Si vergognava troppo…. E poi l’altro in fin dei conti aveva solo detto di volergli bene… Ma che c’entrava che l’aveva fatto anche per lui? Questo non riusciva a spiegarselo, e avrebbe tanto voluto sapere che cosa intendesse il compagno di stanza, solo che non ne aveva il coraggio. Inoltre Mitchy non sembrava al massimo della forma, anzi….sembrava a pezzi. Fortunatamente era tornato indietro (non aveva la chiave della stanza) durante la discussione delle due coppiette, e aveva scoperto che in realtà Rukawa e Mitsui non stavano affatto insieme. In quel momento si era sentito alleggerire un peso, non sapeva bene perché… Forse perché Ru non era il tipo adatto a lui, o solo per il fatto che non se lo aspettava dal suo compagno di stanza… Si era ritrovato a pensare al tipo che faceva per Mitsui, dicendosi che gli sarebbe servita una persona più grintosa e allegra, con la quale potesse sentirsi pienamente a proprio agio, una persona come lui, insomma. Deglutì sonoramente rammentandosene, mentre il compagno fissava ancora il pavimento. Non è che quel senso di fastidio nel vederli insieme fosse dovuto a…. Non è che forse Micchy, stava iniziando a piacergli? Osservò in silenzio la figura sconsolata che aveva davanti: non aveva il coraggio di muovere un ciglio, chissà a che cosa pensava. Eppure era dannatamente carino con quei capelli sbarazzini sparati in tutte le direzioni, che mettevano in risalto i suoi occhi con quel taglio deciso, sempre molto espressivi e che esprimevano una grande sicurezza di sé . Con un solo sguardo, Micchy aveva il potere di tranquillizzarlo e infondergli fiducia, anche e soprattutto in campo…. Nonostante tutto ciò che aveva passato per via del ginocchio, ai suoi occhi sembrava così convinto di farcela, raramente aveva visto la sua espressione titubante o rassegnata…. Invece ora….. Era addirittura abbattuto, non lo riconosceva più. Si sentì stringere il cuore quando Hisashi fece un passo indietro e si scusò con voce flebile, per poi tentare di voltarsi e andarsene, quindi senza pensarci lo chiamò. “Hisashi….” Non aveva mai osato chiamarlo per nome, eppure quel nome gli piaceva tantissimo, suonava dolce e etereo alle sue orecchie e nel pronunciarlo un brivido gli attraversò la schiena. Mitsui si era bloccato, ma gli dava ancora le spalle… poi disse con tono colpevole: “Scusami Ryo-chan….. sono uno stupido…..io,…non volevo che tu sapessi che….che….” fece una pausa e prese fiato,per continuare “Adesso ti faccio schifo, non è vero? Se non te la senti più di stare in camera con me posso capirti benissimo, sei liberissimo di….” “Piantala di dire scemenze!!” Lo interruppe Miyagi avanzando verso di lui. Poi lo afferrò per un braccio facendolo rigirare su sé stesso in modo da potersi specchiare in quegli occhi che a lui piaceva tanto contemplare, poiché lo facevano sentire in qualche modo protetto e al sicuro. “Tu non mi fai affatto schifo, e non ho nessunissima intenzione di cambiare stanza. Sto bene così, mi piace la tua compagnia e per nulla al mondo la cambierei con qualcun altro.” Più Ryota esternava i suoi sentimenti, più si rendeva conto che ciò che cercava infondo alle sue pupille nerissime era la certezza di essere amati da quel ragazzo così particolare e intrigante. Sorrise nel veder riaffiorare la luce che stava cercando, e si sentì avvampare di calore nel petto. Mitchy quasi si squagliò vedendo il viso del piccolo Ryota illuminarsi completamente…quanto amava quel sorriso così tenero, quella personalità fantasiosa e esuberante, quel ragazzo che esprimeva vitalità in ogni gesto, anche quando picchiava qualcuno non era mai rozzo, c’era sempre un ché di dolce in tutti i suoi movimenti. Non ragionò più, e mandando al diavolo le conseguenze lo attirò a sé in un abbraccio sincero, dal quale Ryota non poteva e non voleva tirarsi indietro. La guardia sussultò nel sentire la guancia del playmaker appoggiarsi delicatamente al suo petto, mentre due piccole braccia gli circondavano la vita. (ndKamiya: giusto la vita, perché più su non ci arriva NdMiyagi: ok, la ammazzo. NdMitsui: non ci provare, tu adesso hai cose più importanti da fare con me! NdKamiya: *___* e io dovrei raccontarle, giusto? NdMiyagieMitsui:GIUSTO!!!)

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Capitolo 14
*** always..._____ ***


CAP 14 (always) Hanamichi fissò interrogativo e un po’ incuriosito il volpino, che l’aveva portato di nuovo alla pista di pattinaggio, e adesso l’aveva fatto sedere sulla panca accanto a lui. “Hana, ricordi quando abbiamo ballato insieme?....” Chiese la kitsune con voce profonda, quasi spaventando l’altro che non l’aveva mai sentito parlare con un tono del genere. La risposta fu un “S-sì” detto a fatica. “Sono stato benissimo tra le tue braccia, per questo ti ho baciato.” Sakuragi lo fissò incredulo. “D….davvero…?” “Ti sembra che stia scherzando,do’aho?” “N-no…baka kitsune!....ma allora tu…già da allora…” Silenzio per un attimo in cui il volpino prese tra le mani il viso dell’altro, obbligandolo a guardarlo dritto in faccia. “Io ti ho sempre amato,do’aho.” Detto ciò annullò la distanza che li separava accarezzando per la seconda volta quelle labbra così invitanti che gli inebriavano i sensi e riuscivano a sciogliere completamente il ghiaccio del suo cuore. Hanamichi a quel punto si rese conto dei veri sentimenti di colui che non avrebbe mai pensato potesse ricambiarlo. Gli sembrava di sognare, quando Rukawa si era avvicinato regalandogli il suo secondo, splendido bacio. (NdKamiya: quello di Sendoh non conta NdSendoh. Ma uffa, ma porca vacca, che ti ho fatto di male?! NdKamiya: non lo so, mi stai antipatico NdSendoh: cattiva!!) In quel momento magico non solo le loro labbra si erano sfiorate, ma anche le loro anime: adesso poteva sentire il kitsune vicinissimo a sé, sentire il battito accelerato del suo cuore contro il petto, semplicemente poteva finalmente sentirlo suo. Una sensazione di calore gli esplose dentro, mentre afferrava Rukawa per il mento deciso ad approfondire quel timido bacio simile a una carezza. Notò con piacere lo stupore negli occhi del suo amato, e circondandogli la vita lo attirò ancora di più a sé, senza mai staccarsi da quella bocca che oramai l’aveva stregato. Dopo qualche minuto si staccarono ansimanti a riprendere fiato. Hanamichi aveva l’espressione di chi ha trovato finalmente la gioia eterna stampata in faccia, e Rukawa assaporava ancora il suo sapore, assorto nella magia della cosa più bella che potesse accadergli. Si fissarono un attimo con intensità, poi il rossino gli disse con voce suadente: “Scusami per essermi comportato come un….” “…idiota” concluse la frase la kitsune, abbozzando un leggero sorrisetto che shockò Hana. “Hey, tu, stupidissima volpe! Ritira subito quello che hai detto o…o….” “o..? O cosa, do’aho…?” “o ti faccio soffocare in un bacio lungo mezz’ora!” “do’aho,do’aho,do’aho,do’aho” “Aaaargh, allora vuoi proprio che lo faccia?” Hanamichi gli saltò addosso, facendolo ricadere sdraiato sotto di lui e riprese a baciarlo con più foga, mentre il volpino gli passava una mano frai capelli, con tanta dolcezza che la carezza di Sendoh in confronto era uno schiaffo (NdSendoh: ok, Miyagi, organizziamoci per farla fuori, questo è troppo NdMiyagi: Va bene, appena ho finito con Mitsui la aspettiamo fuori e gli spacchiamo il setto nasale NdKamiya: e per fortuna che esprime dolcezza anche quando picchia qualcuno…. NdMitsui: forse dovrei ricredermi….) Passarono un bel po’ di tempo a scambiarsi effusioni amorose di quel genere, quando improvvisamente il rossino si staccò da lui, e lo tirò su a sedere con fare improvvisamente serio. “Senti, volpaccia… riguardo a Micchy….” Rukawa sbuffò con espressione delusa e annoiata. “Ancora con questa storia? Non c’è niente fra noi due” “Lo so.” Rispose prontamente Hana, continuando il discorso “lo so, mi fido di te…. Anche di lui, dopotutto. E’ stato lui ad aiutarmi per ben due volte, e io gli ho lanciato pure una sedia contro…..” “il solito bestione” “Baka-kitsune chiudi il becco e ascolta quello che sto dicendo!! Dico che sarebbe il caso di scusarsi con lui, se adesso sto con te il merito è suo, dobbiamo fare qualcosa per lui.” Rukawa annuì poggiando la testa sulla spalla del rossino, apprezzando le sue parole e il suo animo buono. “Si… io una mezza idea ce l’ho.” “Eh? Che hai in mente, volpaccia?” Micchy stringeva con cautela il suo Ryo-chan tra le braccia, non azzardandosi a stringerlo di più a sé per paura che scomparisse o che se ne andasse…. Ok, erano abbracciati e da quanto aveva capito anche Ryota doveva volergli molto bene ma…. Lui non si limitava a volergli bene, lo amava. E doveva capire se l’altro lo ricambiasse o meno. Dunque gli sollevò il viso in modo da poterlo accarezzare con lo sguardo, al ché Ryota si sentì impazzire. “Ryo-chan…devo parlarti….” A quel punto il playmaker sgranò gli occhi preoccupato da tanta serietà. Giusto, si era gettato tra le sue braccia come un cagnolino ma non era mica certo che Mitsui provasse qualcosa per lui!! Arrossì violentemente, considerando la situazione. Poi incrociò le dita, dicendosi che avrebbe accettato qualsiasi cosa gli avrebbe detto, anche un eventuale rifiuto, perché voleva troppo bene all’amico e niente al mondo l’avrebbe separato da lui. Il sentimento che lo divorava andava oltre l’amicizia, oltre l’attrazione che provava per Aya, era…..era decisamente amore. Però se fosse stato necessario si sarebbe dato un contegno, e avrebbe accettato le cose così come stavano. “Senti,Ryota….non so se tu te ne sia accorto ma….” Un attimo di stallo, e la tensione a mille. “ma…..io sono innamorato di te.” Sparò tutto d’un fiato Micchy avvampando e diventando viola, ma sostenendo lo sguardo sorpreso e…. estasiato, di Miyagi, che si espresse in un altro magnifico sorriso a 34 denti. “Anch’io ti amo, Hisashi!” esplose il ragazzo al settimo cielo, buttandogli le braccia al collo e avvinghiandoglisi letteralmente contro. (NdKamiya: è salito su una sedia per arrivare al collo NdMiyagi: stronza!!) Micchy rimase un attimo di sasso, non aspettandosi una simile reazione, poi esplose di gioia sollevando in aria Ryota e facendolo volteggiare, tra le urla del poveretto che si vide decollare ad altezze a lui sconosciute. (NdMiyagi: ok, Sendoh, chiameremo anche quelli dell’armata per quella cosuccia NdSendoh: ma stanne certo, tutti che si fidanzano felici e contenti dentro a ‘sta fic, e l’unico zitellone sono rimasto io!! NdKamiya: se vuoi avanza sempre il gorilla NdSendoh: Ryota, mi raccomando, fornisciti di spranga, io porto la mazza da baseball. NdKamiya:….aiuto, ho paura!) “Senti tu, se non vuoi morire metti immediatamente quel cd nell’impianto stereo!” Minacciò Hanamichi che aveva fatto un agguato al dee jay, irrompendo nella sua cabina. Questi saltò in aria terrorizzato, diventando tutt’uno con la parete. “a…a…qu…qu…qualeee??” chiese allucinato. “Quello dell’altra volta!” Il dee jay deglutì in preda al panico, poi si ricordò del ragazzo più o meno alto come lui che l’aveva pagato per mettere quella canzone ed ebbe un’illuminazione. “aaaah! Ma certo, ti riferisci a Another day in paradise!! Arriva subito, arriva subito!” E con abile mossa inserì il cd nel lettore, alzando al massimo le casse sotto lo sguardo imperioso del rossino con le braccia incrociate. Le dolci note della canzone si propagarono in un attimo per l’intero villaggio, raggiungendo anche i due ragazzi nella grande sala da pranzo. Per la felicità di Miyagi, Mitchy lo mise giù nonappena udì quella canzone, rimanendo a bocca aperta. “Hey ma che ti è preso?!” chiese Ryota con la testa che gli girava da matti, come un ragazzino appena sceso dalle giostre. Mitchy rimase in ascolto, e chiuse gli occhi attirando Ryota a sé e cominciando a ballare con movimenti lenti ed eleganti. A quel punto anche Ryo-chan si ricordò del fatto che quella stessa canzone l’avevano ballata Hana e Ru la sera prima e sorrise. “Ma come hanno fatto a….” si disse Mitchy sorridendo, poi trascinò letteralmente fuori l’amico, finchè non raggiunsero la pista di pattinaggio dove si esibivano il rossino e il moretto. Incrociò lo sguardo di Sakuragi che gli ammiccò, poi guardò Rukawa che per tutta risposta abbozzò un lieve sorriso agli angoli della bocca, facendogli cenno con la mano di raggiungerli. La guardia si voltò verso Ryota che acconsentì con un cenno del capo. Silenziosamente indossarono i pattini e raggiunsero gli altri due, danzando con eleganza e classe sulla superficie ghiacciata, Mitsui sempre intento a far volteggiare il povero Ryo-chan. Hanamichi si strinse di più a Rukawa, decisamente soddisfatto, depositandogli un bacio sul collo. “Domani che giorno è,Kaede?” chiese mordendogli il lobo dell’orecchio e provocandogli un brivido lungo l’intero asse del corpo. “Il secondo giorno che stiamo insieme” rispose abbandonando la testa nell’incavo della sua spalla. Sakuragi andò a cercare il suo sguardo e con un sorriso tenero sussurrò: “Sarà un altro giorno in paradiso….” E si unirono in un bacio romantico, sulle note di quella melodia, seguiti a ruota da Mitsui e Miyagi. “Sì….un altro giorno in paradiso….” Sorrise Ryota che aveva ascoltato il discorso degli altri due, mentre si abbandonava completamente anima e corpo al suo Hisashi, che giocherellava coi suoi riccioletti. “ e tu sei il mio angelo….” Concluse Mitchy sigillando l’affermazione in un bacio sulla fronte del playmaker che si sentì irritato dal gesto, pensando che fosse un affronto a sottolineare la sua bassezza. Dunque iniziarono a discutere mentre Ryota, offeso nell’orgoglio, faceva allusioni sui denti dell’ex teppista, accompagnato dal sottofondo di Rukawa e Hanamichi che stavano litigando animatamente poiché il rossino aveva inavvertitamente inciampato nei piedi dell’altro, e convinto che l’avesse fatto apposta aveva ricominciato con la tiritera del “come osi fare questo al genio sublime stupida volpe!”. Lo shohoku che passava di lì per andare al campetto da basket si fermò allibito ad osservare quei battibecchi da piccioncini. “Oh, finalmente le cose girano nel verso giusto” osservò Akagi ri-incamminandosi subitodopo. “Già….era evidente che le coppie di prima non andavano affatto bene” sorrise kogure contento di notare che anche Micchy e Ryota si davano da fare. “hn…. Ma se non la smettono di fare tutto questo chiasso gliela do io la benedizione!!” disse irritato il numero 4 che non ci teneva a vedere oltre, ma quando fu colpito alla tempia da una scarpa lanciatagli dal luogo dove era appena scoppiata una mini-rissa, non ci vide più e come una furia ristabilì l’ordine a suon di cazzotti, lasciando le coppiette stese a terra con un bernoccolo. “non riescono neanche a finire un ballo romantico, idioti! E non tardate agli allenamenti!!” A quel punto il tensai si rialzò sui gomiti confabulando con kaede “tsk…altro che paradiso, il gorilla isterico ci farà vedere l’inferno…” “Hn…aspetta che arrivi in camera e cambierai idea” rispose maliziosamente Rukawa ottenendo l’effetto doping sul rossino che scattò in piedi volando verso il campo da basket impaziente ed esuberante come al solito… “aspettami do’aho!” Si rialzò da terra rincorrendolo e cingendogli le spalle in un abbraccio. “Sei sempre il solito idiota…” “Ma come ti permetti, baka kitsune!” “Ma è per questo che mi piaci….” I due si guardarono un attimo perplessi poi si strinsero ancora di più godendosi l’arietta fresca del mattino. Nessuno dei due avrebbe voluto staccarsi dall’altro, sentivano di potersi completare a vicenda e di poter condividere molte cose, seppure i loro caratteri fossero così diversi. Non avrebbero mai più commesso l’errore di mascherare i propri sentimenti ottenendo l’effetto contrario di ciò che desideravano sull’altro, questa volta erano pronti ad affrontare una nuova vita insieme, un altro giorno in paradiso, e un altro ancora, per sempre…. Ndkamiya: chiedo scusa a tutte le fan di Sendoh per averlo trattato come una pezza da piedi, ma come ho già detto, non è che mi stia proprio simpatico. Invece la coppia Mitsui-Miyagi mi piace un sacco, anche perché nonostante tutto Ryotino è troppo simpatico! NdMiyagi: ah sì, adesso la metti così! NdSendoh: solo perché ha paura che la aspettiamo fuori con la spranga. Ndkamiya: ehm ehm! Inoltre, se non si fosse capito, sono dell’idea che Hanamichi sia solo ed esclusivamente di Rukawa e viceversa, anche se Ru non stava male con Micchy…però il do’aho e la kitsune sono fatti l’uno per l’altro, non c’è nulla da fare. Penso che continuerò all’infinito con le hanaru, ma da oggi inizierò anche le Mits/Ryo.^^ NdMicchy:grazie, finalmente mi tieni in considerazione! NdSendoh: basta, la investo con il mio furgoncino! NdKamiya:da quando hai un furgoncino,tu? NdSendoh:da quando lavoro nella mafia NdKamiya:…..la mafia….giusto! Ottimo spunto, nella prossima fic lavorerai per la mafia! Aggiudicato! NdSendoh: NOOOOOOOO!!! NdMicchyeRyota: ti sei messo nella cacca da solo ndHana: ehi, vi siete dimenticati del mito vivente? NdRu: zitto idiota, o questa qua ci fa finire male! NdHana:uups… NdKamiya;…vabbè vi lascio stare…ma ciò non toglie che la prossima sarà peggio!!*___*

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