Love Songs

di Silly_Symphony
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** 1 ***
Capitolo 2: *** 2 ***



Capitolo 1
*** 1 ***





Love Songs

-Capitolo 1-





Min Yoongi, lo sapevano tutti, odiava un sacco di cose e ne amava appena qualche manciata.

Odiava sentirsi stanco, detestava le folle, la confusione, la gente stupida, le domande indiscrete, gli insetti, il profumo della lavanda, il sole troppo splendente e la pioggia... La lista sarebbe potuta continuare pressoché all'infinito.

Quasi a compensare, amava veramente poche cose: scattare foto, giocare a basket, vestire di bianco, dormire e, più importante di tutte, la musica. Le era talmente dedito che, da sempre, l'aveva considerata il suo unico vero amore, certo che nient'altro avrebbe mai potuto superarla e nemmeno sperare di eguagliarla. Si sbagliava.

Min Yoongi, fra le tante cose, odiava i dolci. Si chiedeva allora come proprio lui, fra tutti, avesse potuto innamorarsi della persona più dolce sulla faccia della Terra.
Perché non c'era dubbio che Jimin fosse fuori scala. Insopportabilmente dolce. Sempre lì a ballare, gironzolare o saltellare come una molla impazzita. Sempre a sorridere con quegli occhi a mezzaluna, o a ridere a crepapelle con quella voce vagamente infantile. Sempre a far rumore, a parlare, a cantare. Sempre, sempre, sempre. Senza mai sembrare stanco. Sempre ad essere così gentile e disponibile con tutti senza mai offendersi, neppure quando ne avrebbe avuto ogni diritto.

Probabilmente c'erano tonnellate di cose che Jimin amava e nemmeno una che odiava. Era fatto così: incredibilmente ingenuo e insopportabilmente dolce.

Tutto il contrario di Yoongi.

Come era potuto succedere, dunque? Perché proprio lui? Più Yoongi ci pensava, meno ne veniva a capo. Fissava il computer dello studio quasi questo potesse fornirgli le risposte.

Non sapeva neppure quando fosse successo e lui detestava non sapere le cose.

- Suga-hyung.

Yoongi saltò sulla sedia come colpito da una scarica elettrica.

- Tu... Jimin! Cazzo!

Quasi il pensarlo tanto intensamente l'avesse evocato, Jimin era apparso sulla soglia dello studio ed ora lo fissava con la testa inclinata da un lato.

Dopo un'iniziale confusione gli rivolse un sorrisino gongolante. - Non è che per caso ti ho spaventato?

Yoongi lo contemplò domandosi se anche gli altri esseri umani provassero la tentazione di prendere a calci il proprio amato. Poi baciarlo. Poi strangolarlo. Poi baciarlo di nuovo. Poi colpirlo con un corpo contundente e nasconderne il cadavere. Decise, per il momento, di sorvolare sull'argomento. - Che ci fai qui?

- Rap Monster mi ha chiesto di portarti questa.

Gli porse una chiavetta USB che probabilmente conteneva delle tracce musicali o alcune rime.

Rap Monster avrà pure avuto un QI di 150, ma ciò non lo esulava dall'essere un completo imbecille.

Yoongi prese la chiavetta tra indice e pollice, lanciandole uno sguardo vagamente seccato.

- La posta elettronica non esiste più?

Jimin parve colto alla sprovvista. - Beh... Certo, potevamo usare quella, ma ho pensato che non avessi ancora cenato e quindi, già che c'ero, ti ho portato anche qualcosa da mangiare.

Yoongi afferrò il sacchetto che Jimin aveva tirato fuori da dietro la schiena. Avvertì una specie di calore crescergli al centro del petto pensando a quanto premuroso fosse stato il più giovane. Calore che si dissipò non appena il rapper analizzò il contenuto della busta. C'era forse una cena comunque lì dentro? Certo che no. Dolci. Ovviamente.

- Ho preso tutti i miei preferiti - confidò Jimin con un sorriso a trentadue denti. Yoongi non riuscì proprio a dirgli che i dolci gli facevano schifo. Anche se l'altro avrebbe dovuto saperlo dopo tutti quegli anni di convivenza, no? Stupido Jimin, con le sue cene e i suoi sorrisi diabetici. Si sentiva così impotente da far schifo.

- Grazie - pronunciò lapidario afferrando l'eccesso di zuccheri e girando la sedia per dare le spalle a Jimin, sicuro che questi avrebbe capito l'antifona e levato le tende. In quel momento più che mai, voleva essere lasciato solo con le proprie crisi esistenziali.

- Stai scrivendo una canzone?

Ecco, appunto. Mai confidare nel buon senso delle altre persone.

- Posso leggere?

- Non ho ancora scritto nient...

Yoongi non fece in tempo a completare la frase. Proprio in quel momento abbassò lo sguardo sul suo fedele block notes, quello dove buttava giù le rime, accorgendosi con raccapriccio che due intere facciate, chissà come e chissà quando, si erano coperte della sua calligrafia. La sua calligrafia che, bianco su nero, costellava la carta con un solo nome, ripetuto centinaia di volte: "Jimin".

Quando allungò la mano era già troppo tardi. Jimin aveva afferrato il block notes con uno scatto e se lo stava portando agli occhi.

Guidato da puro istinto, Yoongi fece l'unica cosa che gli rimaneva da fare: si buttò a testa bassa contro al proprio dongsaeng sbilanciando entrambi e finendo per farli ruzzolare sul pavimento.

Con gli occhi socchiusi per il dolore, il rapper individuò il block notes, caduto a pochi centimetri dalla testa dell'altro. Lo afferrò con una mano e lo chiuse di scatto. Era salvo.

- Aish! Che male - mugugnò Jimin sotto di lui.

Yoongi, in tutta risposta, gli sbatté il block notes sulla testa.

- Così impari a spiare il lavoro degli altri senza permesso.

Si alzò rassettandosi i vestiti e contemplando Jimin, ancora steso a terra mentre si massaggiava il capo con un'espressione di dolore.

Yoongi sospirò pesantemente. Alzò gli occhi al cielo. Schioccò la lingua. Maledì per la seconda volta quel deficiente di Rap Monster. Alla fine, sentendosi infinitamente misericordioso, porse una mano a Jimin per farlo alzare.

- Sei cattivo, hyung.

Lo guardava come un cucciolo bastonato, nonostante fosse chiaramente tutta colpa sua e Yoongi lo stesse addirittura aiutando. Ma la faccia da cucciolo non se ne andava e il rapper avvertì una fitta di... Qualcuno avrebbe detto senso di colpa, ma lui propendeva più per la nausea.

Afferrò con uno sbuffo la mano di Jimin e lo trasse in piedi; quindi frugò nel sacchetto coi dolci per estrarne uno particolarmente zuccheroso e porgerlo al più piccolo.

- Ceniamo insieme - ordinò atono.

Jimin vantava la stessa sete di vendetta che avrebbe potuto avere un coniglietto puccioso. Quindi, gli bastarono un dolcetto e cinque secondi per accantonare l'accaduto, perdonare il suo hyung e tornare quello di sempre.

Yoongi non sapeva se sentirsi affascinato, grato o piuttosto raccapricciato da tale, mirabolante, capacità di passare sopra gli abusi altrui. Non che lui avesse fatto niente di male, sia chiaro.

Mentre Jimin mangiava beato, Yoongi continuava a lanciargli sguardi furtivi, studiando il suo volto in cerca di rabbia, pur sapendo che non ne avrebbe trovata. Il ragazzo si limitava a mangiare il proprio dolce cospargendosi faccia e vestiti di zucchero a velo, sorridendo come un ebete. Ondeggiava leggermente, seguendo il ritmo di una musica che solo lui sentiva e lo guardava con occhi luminosi che, dannazione, lo scombussolavano.

- A cosa pensi, huyng?

- Niente.

Il ragazzo finì l'ultimo boccone di dolce e si leccò lo zucchero a velo dalle labbra, facendo deglutire rumorosamente Yoongi. - Huyng, a dire il vero sono venuto per parlare con te a proposito di una questione.

Jimin interpretò l'assenza di reazioni dell'altro come un "oh mio Dio, non sto più nella pelle! Raccontami tutto fin nei minimi particolari!" quindi continuò avvicinando una mano al lato della bocca e abbassando la voce come stesse rivelando un segreto. - Voglio scrivere una canzone d'amore.

Yoongi alzò un sopracciglio, massimo cenno di sconcerto che si permetteva quando non era davanti alle telecamere.

Una canzone d'amore? Per chi? Cosa gli prendeva, tutto d'un tratto, per voler scrivere una canzone d'amore? Stupido Jimin.

- Ah.

- Mi aiuterai, hyung?

Col cavolo! Aveva un sacco di lavoro da fare, lui. Mica poteva star dietro a una simile stupidaggine. Per chi era la canzone? Ancora non gliel'aveva detto. A che pro intendeva scriverla? Una confessione? Una ragazza? Magari quella cameriera del bar di fronte allo studio, oppure la costumista. Aspetta, no, quella era sposata. Tradimento? Non era un po' grande per lui?

- Uhm...

- Ti prego, è veramente importante!

Addirittura "importante". Quella costumista... Aveva un figlio, maledizione! Anche se, effettivamente, Jimin sarebbe stato magnifico con un bambino. O con una bimba. Meglio una bambina. L'avrebbe viziata morire, poco ma sicuro. Avrebbero giocato e fatto gli scemi tutto il giorno. Lui le avrebbe insegnato a ballare. In effetti, non sarebbe cambiato proprio nulla dal comportamento che teneva di solito. Solo che avrebbe plagiato un'altra piccola mente, come se non fosse bastato il loro maknae.

- Ho da fare.

Jimin, in quel momento, fece l'ultima cosa che avrebbe mai dovuto fare o l'unica, dipendeva dai punti di vista. Gli afferrò una mano e la strinse tra le sue, ancora impiastricciate di zucchero. Avvicinò il viso, troppo, buttando un po' fuori le labbra. E per fortuna che non sapeva fare l'aegyo.- Huyng, tu sei l'unico che possa aiutarmi, sul serio, non te lo chiederei se non fossi disperato! Non ti domanderò mai più nulla, ma la persona per cui voglio scriverla... Desidero veramente raggiungere il suo cuore.

Yoongi avvertì il proprio, di cuore, accelerare come impazzito a quel contatto e, alle parole di Jimin, fermarsi causandogli uno spiacevolissimo dolore al petto.

- Il tuo alito puzza di caramello, che schifo - brontolò liberando la mano e spostandosi indietro. Afferrò una salvietta e iniziò a ripulirsi dallo zucchero.

Yoongi detestava non sapere le cose. Alcune, però, detestava saperle. Ad esempio, sapeva che, per quanto profondamente fosse innamorato di Jimin, stare insieme a lui, sviluppare una relazione, era impossibile.

Jimin lo fissava speranzoso, in attesa di una risposta. In fondo, pensò Yoongi, era meglio per tutti che le cose andassero in questo modo. - Va bene, per questa volta ti aiuterò.

Il sorriso che Jimin gli rivolse avrebbe potuto illuminare uno stadio, tanto era raggiante. - Sei lo hyung migliore del mondo!

-Ovvio. Ora lasciami solo, inizieremo domani.

Jimin cercò di abbracciarlo, ma lui lo tenne lontano con un braccio. Sul serio, lo voleva fuori da quella stanza. Subito.

- Vai, ho da fare.

- Ok, ti lascio tutti i dolci come ringraziamento.

- Quale gioia.

Jimin saltò in piedi e si diresse ballando verso la porta. Possibile che si muovesse sempre ballando?

All'ultimo, però, si giro verso Yoongi. - Grazie davvero, significa molto per me.

- Te ne vuoi andare o ti devo picchiare?

Jimin chiuse la porta dello studio con una risata.

Yoongi tornò a fissare il computer con occhi spenti. - Stupido - mormorò, e non sapeva nemmeno lui se si stesse rivolgendo a Jimin o se stesso.

 





Angolo dell'autrice: Ero partita dicendo "voglio scrivere una fanfic sui BTS, ma non userò la Yoonmin e non userò il POV di Suga" quindi, naturalmente, ho finito per scrivere una Yoonmin dal POV di Suga. La mia coerenza mi stupisce ogni giorno di più.

Tralasciando i miei evidenti problemi logici, spero che il primo capitolo vi sia piaciuto. Sarà una storia piuttosto breve, in gran parte ho già finito di scriverla, quindi spero (ma non prometto) di aggiornare abbastanza rapidamente.

Ringrazio tantissimo Bubbles_ : senza il suo aiuto e il suo sostegno continuo (e quando scrivo "continuo" intendo proprio "continuo"! Penso di aver quasi fatto impazzire quella povera donna...) questa fic sarebbe rimasta l'orrido abominio che era. Adesso, invece, è solo un mostriciattolo puccioso e un po' deforme. XD

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Capitolo 2
*** 2 ***


Love Songs

-Capitolo due-

Yoongi aveva passato la notte insonne. Non che questa fosse una novità, la stranezza risiedeva nel fatto che non riusciva a prendere sonno nemmeno ora che, seduto comodamente nel camerino, aspettava il proprio turno per essere truccato.

Continuava a torturarsi le mani, chiedendosi con rabbia quando cavolo gli avessero impiantato gli ormoni di una ragazzina quindicenne alla prima cotta.

L'atmosfera intorno a lui doveva essere piuttosto cupa, perché nessuno osava passargli accanto.
Poco prima Hoseok, incontrando il suo sguardo, aveva addirittura emesso uno squittio ed era fuggito da qualche parte, presumibilmente in bagno. V e Jungkook se ne rimanevano in un angolo della stanza a parlottare facendo meno rumore possibile, mentre Rap Monster... Beh, lui era troppo preso a ronfare su un divanetto per accorgersi di altro.
Per quanto riguardava la fonte di tutte le sue sciagure, Jimin se ne stava beatamente a farsi truccare, ignaro delle occhiate a volte acide, a volte tristi, che Suga gli lanciava. Non riusciva a non fissarlo. Per quanto ci provasse, i suoi occhi tornavano sempre a lui, come posseduti da una volontà propria. Forse, perché il profilo di Jimin era una delle cose che gli piacevano di più, per via della mascella, così sottile e delle labbra piene.

Jimin, proprio in quel momento, si girò appena incrociando il suo sguardo. Sembrò sorpreso per un istante, ma gli regalò subito un sorriso.

Yoongi, preso alla sprovvista, sgranò gli occhi e rivolse la propria attenzione all'altro lato della stanza.

Invece di passare il tempo a tormentarsi contemplando Jimin, sarebbe dovuto andare là e porgli la domanda che l'ossessionava dalla sera precedente: per chi era la canzone?

Non era da lui essere così titubante. Solo che... Non era convinto di voler conoscere la risposta. Una sua parte meno razionale, quella, per intenderci, innamorata di Jimin, pretendeva di sapere. Tuttavia, pensandoci a mente fredda, dubitava che sapere l'identità del destinatario avrebbe migliorato le cose. Anzi, probabilmente avrebbe contribuito a peggiorarle.

- Hyung.

Yoongi sobbalzò, facendo ridacchiare Jimin. - Ultimamente, ogni volta che mi avvicino ti spaventi - il ragazzo, ora completamente truccato, sedette sul tavolo vicino alla sedia di Yoongi. - Ti faccio paura? Somiglio ad un fantasma? - Chiese alzando le mani davanti al viso e muovendo le dita.

- No, sei solo molto brutto.

- Aish! Hyung! Possibile che tu non possa mai essere un po' dolce?

- Neanche per idea.

- Perché?

- Odio le cose dolci.

Jimin mise su una faccia scioccata. - Ma hyung... Tu lo sai qual è il tuo nome d'arte? È Suga. S-u-g-a. Come puoi dire di non amare le cose dolci? Ti chiami come la cosa dolce per antonomasia.

Yoongi scrollò le spalle.

- Ieri hai mangiato i dolci che ti ho portato.

- Non mi sembrava il caso di sprecare del cibo, tutto qui.

Jimin fece una smorfia, grattandosi la testa. - Quindi cosa ti piace, hyung?

"Tu."

- Nulla in particolare.

Avrebbe dovuto cambiare discorso. Quello era il momento buono per domandargli chi fosse la destinataria della canzone. Aprì la bocca per chiederglielo, ma si bloccò.

Non ce la faceva.

La voce era come incastrata in gola.

Jimin lo squadrò. - Stai bene?

Non ci riusciva, maledizione. Lo guardava e tutta la sua determinazione svaniva come neve al sole.

Si limitò ad annuire, abbassando il capo.

Avvertì una mano fresca poggiarglisi sulla sua fronte. - Che stai facendo? - chiese allontanandola con uno schiaffo.

- Non hai la febbre. Eppure sei così strano... A dire il vero lo sei da un po', ma oggi in particolare. Non stai dormendo e irradi ondate d'istinto omicida. Tanto che J-Hope, V e Kookie non s'azzardano nemmeno a venirti vicino. Si può sapere che succede?

Yoongi lo guardò rimanendo in silenzio, ma qualcosa dovette trapelare dai tratti del suo viso, perché Jimin parve preoccuparsi. Gli si avvicinò un poco, abbassando la voce. - A me puoi dirlo, hyung. Giuro che non ti prenderò in giro, anche se dovesse essere qualcosa d'imbarazzante. E non lo dirò agli altri.

Se anche avesse voluto rivelargli tutta la verità, quale senso avrebbe avuto? Tanto per cominciare, erano entrambi uomini. Non che a lui importasse, ma il suo paese non era esattamente aperto a certe cose.

In altre circostanze se ne sarebbe fregato, perché lui era Min Yoongi e l'opinione del mondo poteva tranquillamente andare a farsi fottere. Non poteva ignorare, però, che la loro carriera dipendeva moltissimo dall'opinione pubblica. Sarebbero bastati una parola di troppo o una foto per annullare anni ed anni di sforzi. Come poteva mostrarsi tanto egoista e meschino da mettere a rischio non solo il proprio futuro, ma anche quello di Jimin e dei suoi più cari amici?

E per cosa poi? Molto probabilmente, anche se si fosse confessato a Jimin, questo l'avrebbe respinto perché era già innamorato di qualcuno. A quel punto la loro relazione sarebbe diventata strana e imbarazzante.

Yoongi sapeva tutte queste cose, se le era ripetute incessantemente nelle ultime settimane, tutte le sere, compresa quella chiuso nel suo studio. Contemplando con sguardo vuoto il computer e sentendosi impotente come mai in vita sua.

La cosa più logica era restare perfettamente zitto, trattare Jimin come sempre e portarsi il segreto nella tomba.

- Sono solo in un momento di blocco - ammise, ed era la pura verità. Era completamente bloccato. Sentiva i suoi sentimenti per Jimin crescere ogni giorno sempre più forti, senza poter far nulla per fermarli, senza poter far passi avanti e non riuscendo a fare passi indietro. Come se ciò non fosse bastato, era bloccato anche per quanto riguardava la composizione di nuove canzoni perché, ogni volta che provava a concentrarsi per scrivere un testo o comporre una melodia, tutto quello che vedeva era Jimin.

Il colpevole sospirò, grattandosi il mento pensieroso. - Beh, non posso dire che sia il mio campo, ma credo che se hai un blocco creativo non abbia senso che tu ti intestardisca. Devi solo rilassarti e lasciar passare il brutto momento.

- Dovrei lasciar perdere?

Jimin annuì. - Vedrai che quando meno te lo aspetterai l'ispirazione tornerà - sorrise fiducioso, dandogli una pacca sulla spalla. - Chissà, magari aiutandomi con la mia canzone potrebbero anche venirti buone idee. Mi piacerebbe darti una mano, hyung.

Yoongi annuì.

- Ti andrebbe di iniziare stasera? Sempre se non hai da fare.

Lasciar andare. Era una buona idea. Di sicuro, l'idea più sensata.

- Stasera va bene.

***

 

Quella sera arrivò sin troppo presto. Jimin era già ad attenderlo nello studio quando Yoongi lo raggiunse.

- Cos'è quel coso enorme - domandò squadrando sospettoso il mastodontico zaino giallo col quale Jimin stava trafficando.

- Siccome mi aiuterai, ho pensato di portare la cena per entrambi.

- Hai rapinato una pasticceria?

Jimin scosse il capo, rovistando all'interno dell'oggetto, ma stando attendo a non rivelarne il contenuto a Yoongi. - Hai detto che non ti piacciono le cose dolci, quindi ho cambiato menù.

Tirò fuori un contenitore blu di metallo, passandoglielo davanti agli occhi come fosse un cofanetto di gioielli.

- Questo... - rivelò aprendo il coperchio con un gesto elegante. - ...è sushi!

Poggiò il contenitore sul tavolo, alzando una mano per prevenire qualunque parola di Yoongi.

- Ma non è finita qui, hyung! Questo... - pronunciò estraendo una seconda scatolina, stavolta gialla. - …è bibimbap*!

Estrasse una terza e una quarta scatola. - Qui ci sono del kimchi* e qui del bulgogi*.

Yoongi lo fissava a occhi spalancati - Quanta roba hai portato?

- Nel caso non avessi voglia di cibo giapponese o coreano, qui c'è della pizza e qui patatine fritte, ho portato anche degli hamburger.

Non soddisfatto, iniziò ad estrarre varie bevande, avendo cura di elencarle una ad una. - Succo, acqua, the verde, the nero, latte...

- Mi hai preso per Jin-hyung?

- Il cervello ha bisogno di zuccheri per funzionare a dovere - si giustificò Jimin con l'aria di chi la sapeva lunga.

- Quindi, fammi capire: pensi che mangiare tutta questa roba ti aiuterà a diventare un genio della composizione?

- Beh, vale la pena tentare.

Yoongi lo fissò sperando che scherzasse.

Jimin, sotto al suo sguardo, si mosse nervoso sulla sedia. - Volevo solo essere certo che ci fosse qualcosa che ti sarebbe piaciuto mangiare, visto che ieri ho fallito. È il mio modo per ringraziarti, hyung. Non fare quella faccia!

- Potevi semplicemente chiedermi cosa volevo.

- Te l'ho chiesto, e tu hai risposto "nulla in particolare", con la faccia più impassibile di sempre - gli rivolse uno sguardo a metà tra il preoccupato ed il frustrato. - Sul serio, sei troppo impenetrabile, hyung. Dovresti prenderti più cura dei tuoi sentimenti ed esprimerli ogni tanto, o le persone finiranno per ferirti senza volerlo, solo perché tu te ne stai zitto e non sanno cosa pensi.

Yoongi sentì la bocca seccarsi. Stavano sul serio ancora parlando di cibo?

- Sono il primo a far sapere quando qualcosa non mi va bene.

- Ieri non l'hai fatto.

- Perché non era una cosa importante.

- Ok, ma... Seriamente, hyung. Non parli mai di ciò che ti piace. Viviamo praticamente appiccicati insieme ventiquattr'ore su ventiquattro eppure non ricordo neanche l'ultima volta che ti ho sentito fare un apprezzamento su qualcosa, escludendo la musica.

- Quindi?

- Quindi trovo che sia molto triste – ammise, sembrando davvero preoccupato. - Sul serio non c'è nient'altro che ti piace?

"Tu."

- Non capisco perché la cosa t'interessi.

- Forse è per questo che hai un blocco.

- Uh?

- Ascolta il mio ragionamento. La musica è sentimento, giusto? Bene, allora come puoi pensare di creare qualcosa basato sul sentimento se sei emotivamente stitico?

- Emotivamente stit... Ma ti ascolti?

Jimin, ormai, era infervorato. Balzò in piedi brandendo una bottiglietta di succo davanti al naso di Yoongi.

- Suga-hyung, ho deciso!

- Ti rivolgerai a uno psichiatra?

- No, entro domani voglio che tu mi dica almeno dieci cose che ami in questo studio. Cose che ti piacciono veramente.

Yoongi incrociò le braccia. Se non le avesse incrociate, probabilmente i Bangtan Boys sarebbero scesi a sei. - Perché dovrei farlo?

- Perché guarirà sicuramente il tuo blocco.

- Ne dubito.

- Se lo farai, ti dirò per chi è la canzone.

Yoongi, suo malgrado, drizzò le orecchie. - Non mi interessa saperlo.

Cavolo se voleva saperlo. Stupido Jimin.

- Sono solo dieci cose. Che ti costa?

Yoongi si morse l'interno della bocca. In effetti provare non gli sarebbe costato niente. La faccenda delle canzoni stava diventando un vero problema. Ogni volta che andava in studio non riusciva a far altro che fissare lo schermo vuoto, privo di qualsiasi idea o energia. Pensava a Jimin e tutto ciò che riusciva a fare era stare immobile o scarabocchiare il suo nome.

Quella situazione continuava da quando aveva realizzato i propri sentimenti, appena due settimane prima. L'ironia stava nel fatto che era successo proprio mentre scriveva una canzone d'amore.

Sin da quando aveva iniziato a comporre, le canzoni d'amore erano state il suo punto debole e anche volta non aveva fatto eccezione. Scrutava il foglio bianco senza sapere che pesci pigliare quando, senza preavviso, gli era venuto in mente Jimin. Non era stato intenzionale e nemmeno se n'era pienamente reso conto. Alla fine aveva scoperto, con estrema meraviglia, d'aver composto una canzone d'amore tutto da solo, per la prima volta nella propria vita. Ed era pure una bella canzone! Di quelle che trasudano sentimento e ti fanno desiderare di vivere un amore del genere. La migliore canzone che avesse mai creato.

Gli ci era voluto fino al sorgere del sole per venire a patti con ciò che era accaduto. Ma non era potuto fuggire all'evidenza dei fatti: si era innamorato.

- Detesto le persone insistenti.

Jimin sorrise. - Dalla tua faccia, però, si direbbe che accetti.

Yoongi scrollò le spalle. - Tanto peggio di così non può andare.

 

 ***

 

 

Yoongi detestava sbagliarsi.

Poteva andare sempre peggio. Molto peggio.

Per la precisione, poteva andare in modo che Jimin quasi gli facesse esplodere il computer mentre tentava di comporre la melodia per la canzone. Poteva succedere che Yoongi si inacidisse, giusto un pochino, e che lo sbattesse fuori. Poteva succedere che, poco dopo, sentisse affiorare dei sensi di colpa, andasse a recuperare Jimin e lo aiutasse a finire la melodia. La melodia per una canzone d'amore che avrebbe aiutato la persona che amava a confessarsi a qualcun'altro.

- Penso che sia venuta proprio bene - gongolò Jimin rimettendo da capo la traccia. - Anzi, credo sia un vero e proprio capolavoro! Non lo pensi anche tu, hyung?

La traccia, effettivamente, era venuta molto bene, Yoongi quasi rimpiangeva di non poterla usare per il loro album. - Adesso non montarti la testa.

Jimin, a quelle parole, perse la propria baldanza. - Non ti piace?

- Non ho detto questo.

Da zero a mille in un secondo. Jimin ritrovò immediatamente tutto l'entusiasmo, scoppiando a ridere battendo le mani. Per chi, poi? Per la canzone? Per sé stesso? Yoongi proprio non capiva le persone iperattive.

- Allora ti piace! È bella! Anzi, bellissima!

- Per forza è venuta bene, ti ho aiutato io.

- Ehi, guarda che ho dato una mano anche io.

- Non ricordarmelo, ti prego. Potrei sbatterti di nuovo fuori per quello che hai fatto al mio computer, e ti andrebbe anche bene. Ho ucciso gente per molto meno.

Sentendo nominare il proprio "piccolo" disastro Jimin arrossì. Era terribilmente carino quando arrossiva. Istintivamente, Yoongi gli accarezzò il capo per poi raggelare.

Che stava facendo?

Si distraeva un secondo e il suo corpo agiva da solo. Aveva ancora la mano immobilizzata tra i capelli morbidi, troppo morbidi, di Jimin. Sperando che l'altro non avesse notato il suo momento di panico, la ritirò in fretta e tossicchiò. - Ora manca il testo. Hai buttato giù qualche riga?

- Uhm... - Jimin si mosse a disagio. - A dire il vero ci ho provato, ma non ne è uscito granché. Ad essere onesti, non so neanche da dove iniziare.

Ecco, Yoongi aveva temuto questo momento. Lui non era mai stato in grado di scrivere canzoni d'amore. A meno che queste non fossero dedicate a Jimin, a quanto pareva. I consigli che poteva offrire erano pochi banali. - Dovresti scrivere cosa ti piace di questa persona, i suoi pregi, i sentimenti che provi quando la guardi... cose così.

Jimin lo fissò come se fosse pazzo. - Ma ci sono troppe cose, hyung, finirei per scrivere un'enciclopedia!

Suo malgrado, Yoongi non poté non provare una fitta di rabbia mista a gelosia. Un'enciclopedia? Chi cazzo era questa fantomatica persona tanto perfetta da riempire un'enciclopedia con i propri pregi? - Avrà anche difetti, no?

Jimin alzò gli occhi al cielo e sbuffò. - Ovvio! E ti dirò di più: alcuni sono veramente insopportabili.

A quelle parole non riuscì a trattenersi. - Allora perché ti piace?

Seguì una pausa di qualche secondo, in cui Jimin si fissò intensamente le scarpe. Sembrava incerto se poter parlare o meno. Si grattò la testa, guardando timidamente Yoongi. - Ti sembrerò idiota.

- Tranquillo, so già che sei un imbecille.

Jimin emise un suono a metà tra un sospiro e una risata. Alzò appena lo sguardo e si decise a parlare: - Hyung, vedi, io non ho avuto molte relazioni, non posso vantare grandi esperienze però, se dovessi azzardare una mia teoria sull'amore, allora direi che... Beh... Che credo ci s'innamori dei difetti di una persona - fece un gesto vago con la mano. - Voglio dire: la perfezione è noiosa, è omologata... E non esiste. Va bene per le cotte adolescenziali e la letteratura scadente. Sai di essere innamorato, veramente innamorato, quando ti ritrovi ad amare quei difetti che rendono unica la persona. Quando proprio quei difetti diventano la perfezione.

Yoongi ricambiò sconvolto lo sguardo di Jimin.

- Aish! Non fissarmi, hyung... è già abbastanza imbarazzante - Jimin si coprì il volto con le mani. - Non so perché l'ho detto.

Il rapper deglutì e si allungò afferrando i polsi di Jimin per scoprirgli gentilmente il viso. - Allora scrivi i suoi difetti.

L'altro lo guardò timoroso. -Eh?

- Scrivi tutti i difetti di cui ti sei innamorato. Se... Se trascrivi quello che mi hai appena detto e poi elenchi le imperfezioni che ami, io credo che diventerà una bellissima canzone.

- Non so se sia la migliore strategia confessarsi elencando i difetti ad una persona. Come minimo mi tirerà un pugno!

Gli strinse appena i polsi. - Fidati di me.

- Ne sei sicuro?

- Chi è il compositore qui dentro?

- Tu... - Jimin arrischiò un piccolo sorriso. - Ok, se per te è una buona idea. Proverò a fare come dici.

- Entro domani sera scrivi almeno dieci difetti di questo tizio, va bene? Basandoci su quelli, ti aiuterò col testo della canzone

Jimin annuì e si alzò stiracchiandosi. - Guarda che roba, è già mattina. Ma come diavolo fai a mantenere questi ritmi tutti i giorni? - ruotò le spalle facendo una smorfia. - Andiamo verso il dormitorio, che ne dici? Dovremmo fare in tempo per la colazione.

- Jimin.

- Uh?

Yoongi si concesse di studiare il volto dell'atro per qualche istante. Avrebbe voluto alzarsi, stringere Jimin a sé e ordinargli di non scrivere nessuna canzone d'amore, di non dichiararsi, di rimanere così, per sempre. Perché lui non sapeva se avrebbe sopportato di vederlo insieme a qualcun altro e aveva paura di non saper nascondere ancora i suoi sentimenti. Perché le sue parole l'avevano colpito più di quanto avrebbe mai potuto immaginare e probabilmente ora iniziava a capire perché si fosse innamorato proprio di lui.

Voleva veramente dirgli tutto questo. Invece incrociò le braccia, lanciandogli un'occhiataccia. - Detesto le persone insicure, la prossima volta che hai un pensiero esprimilo e basta, senza tanto tergiversare - schioccò la lingua. - Guarda V: quel fesso parla a vanvera tutto il giorno, tu... Potresti essere un pelo più intelligente di lui.

Jimin gli sorrise. - Hyung, stai cercando di dirmi che devo avere più fiducia in me stesso.

- No, sto cercando di dirti che sei un coglione un po' meno coglione di Taehyung, ma tu interpreta come meglio credi.

Jimin gli offrì la mano esattamente come aveva fatto lui quando, la sera prima, erano caduti.

Yoongi non avrebbe dovuto accettarla, lo sapeva, ma la prossima sarebbe stata l'ultima sera insieme nello studio e l'ultima sera prima che Jimin si confessasse. Quindi afferrò la sua mano e la strinse leggermente, tenendola più del necessario. E si concesse di immagazzinare quel momento nella memoria mentre lasciava la stanza insieme a Jimin.

 

 

 

 

 Angolo dell'autrice: rieccomi qui con il secondo (e presumibilmente penultimo) capitolo. Che dire? Come sempre, ci terrei a ringraziare quella santa donna che risponde al nickname di Bubbles_: la mia personalissima Jhope, che m'infonde speranza e buonumore ogni giorno (senza contare che beta da Dio). X°D
Vorrei anche ringraziare Chanby, pioggiacida e Bubbles_ (di nuovo) che mi hanno lasciato una recensione lo scorso capitolo e non mi dimentico nemmeno tutte le persone che hanno inserito la storia tra le seguite, le preferite o le ricordate. Grazie davvero a tutti! *^*

 

 

 *Kimchi, Bibimbap, ecc...: sono alcuni piatti tipici coreani, trovate le descrizioni qui. Non so voi, a me personalmente fanno venire l'acquilina in bocca.

 

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