Don't love me

di MRPrd
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Il villaggio dell'illusione ***
Capitolo 2: *** Sulla linea dell’orizzonte ***
Capitolo 3: *** Woke Up ***
Capitolo 4: *** Sister ***
Capitolo 5: *** Over the light ***
Capitolo 6: *** It’s Coming ***
Capitolo 7: *** Tonight, and the rest of my life ***
Capitolo 8: *** Il buio rinchiuso nel cuore ***
Capitolo 9: *** All is full of love ***
Capitolo 10: *** Sotto terra ***
Capitolo 11: *** Se anche questa vita non avesse significato.. ***
Capitolo 12: *** Reflex ***
Capitolo 13: *** Dolce illusione ***
Capitolo 14: *** Per diventare forti ***
Capitolo 15: *** Murderer ***
Capitolo 16: *** Dark & Light ***
Capitolo 17: *** La trappola (Parte 1) ***
Capitolo 18: *** La Trappola (Parte 2) ***
Capitolo 19: *** Erroris... ***
Capitolo 20: *** The first day of my life ***
Capitolo 21: *** Dentro di me ***
Capitolo 22: *** Sono i sentimenti ***
Capitolo 23: *** Going under ***
Capitolo 24: *** Mentre la notte va. ***
Capitolo 25: *** All my life ***
Capitolo 26: *** Broken ***
Capitolo 27: *** Senza te ***
Capitolo 28: *** Everything Burns ***
Capitolo 29: *** Capitolo Extra: Avventure napoletane. ***
Capitolo 30: *** Remain Together ***
Capitolo 31: *** Il “Signor freddo” ***
Capitolo 32: *** I Want tomorrow ***
Capitolo 33: *** Male che fa male ***
Capitolo 34: *** Water shows the hidden heart ***



Capitolo 1
*** Il villaggio dell'illusione ***


Piccola premessa: questa ff è nata da un'idea di due poveri menti malate, ovvero noi Raffy-chan e Marty. 
Indicazioni per l’uso, agitare bene e non leggerla dopo i pasti, qualsiasi effetto collaterale non rivolgevi a noi, perché saremo già lontane per evitare ogni tipo di lamentela......XD
Nooooooo scherziamo, qualsiasi commento sarà ben accetto. ^_^ 

Speriamo vivamente che questa ff scritta da noi possa piacervi.

Vi auguriamo una buona lettura.

BACI

Raffy-chan & Marty


Capitolo 1
Il villaggio dell'illusione


Ciò che si presentava ai suoi occhi era la scena più incredibili che le sue iridi azzurre avessero mai visto.
Era snella, dal viso pacifico, i lunghi capelli ormai avevano perso persino l’idea di essere morbidi, la sua figura aveva intorno a se quelle specie di decorazioni, dei sigilli che le impedivano di uscire, ma forse non sarebbe potuta uscire.
L’unica cosa che esprimeva adesso era…freddo…
Un sensazione di freddo che attanagliava quella figura, sotto di lei, sotto quella alta colonna di pietra, in cui imprigionata c’era…quell’essere…quel demone…quella donna…
Quella madre…
Una madre…
I suoi occhi azzurri erano come incantati di fronte a quella figura, mentre le mani lentamente ristringevano  pugno, come a voler trattenere qualcosa, qualcosa che doveva restare nascosto, segreto.
Un segreto…
 
“…Questo è il nostro piccolo segreto…”
 
Il loro piccolo segreto…
Abbassò lentamente gli occhi poi la testa, mentre le mani lentamente si lasciavano andare, il semibuio della stanza in parte lasciava scorrere della luce d illuminare il profilo, mentre restava in attesa.
Attendeva che qualcosa la facesse uscire da quel silenzio, da quell’atmosfera fredda e silenziosa, ogni suo respiro era un eco che si propagava, ed era fastidioso, perché il suo respiro scappava via.
Secco, che non si sarebbe fatto catturare.
Ansia.
Forse la sua era ansa, un’ansia che aveva attanagliato ogni suo muscolo, mentre l’attesa sembrava congelare il tempo.
Freddo, sembrava essere sempre più freddo.
Lentamente anche il respiro calava.
Ora anche il respiro calava, in modo che le sue orecchie fischiassero.
Orecchie appuntite, la pelle appariva liscia e chiara, mentre i capelli erano tenuti stretti da una bandana nera.
Silenzio…segreto…
 
“Silenzio…questo è il nostro piccolo segreto…”
 
Odio.
L’ansia scompariva dietro una scia di odio, qualcosa di sottile che mano a mano che penetrava sempre di più si espandeva, una scia sempre più larga, sempre più…
-Rio!-
le iridi azzurre, richiamate, si spostarono da quell’immagine etera che andava ad ingrigire dai ricordi e da quella sensazione che sapeva di benzina.
Il ragazzo si voltò, la penombra mascherava in parte il viso del ragazzo, alcuni ciuffi castani scappavano al suo controllo da sotto la bandana, e la larga maglietta a maniche corte in parte nascondeva i corti pantaloni e i Sai appesi ai fianchi.
Strinse l’occhio alla luce della stanza, riconoscendo un’alta figura che si avvicinava a lui, imponendogli di inginocchiarsi, mano sul cuore.
-Principe Kougaiji…-
-Alzati Rio, ho una missione da affidarti-
Rio alzò lo sguardo verso il volto dalla carnagione scura di Kougaiji, osservandolo attentamente.
Preoccupato.
Vedeva chiaramente piccole rughe delinearsi sulla fronte del principe, come segno della sua ansia e della sua preoccupazione.
Conosceva a sufficienza la storia del suo principe, e francamente non gli era mai interessato tanto.
Ora che lo vedeva, constatava che le tante voci era veritiere.
Era giovane, ma possedeva un certo carisma, e una certa apprensione.
In fondo, però , non poteva dargli torto, molto sangue era stato sparso.
A causa di un gruppo di viaggiatori.
Ora però non gli veniva in mente il nome, mentre il suo sguardo era fisso su quello del suo principe, la sala buia conferiva a Kougaiji un aspetto tra l’austero, il freddo e qualcosa che gli dava forza.
Ma anche…un lato triste, che però venne nascosto dalle parole che uscirono.
-Rio, ascoltami attentamente, questa missione è molto importante, e se la porterai a termine ti verrà dato ciò che tu più desideri-
il ragazzo annuì, anche se per un micro secondo aveva spalancato gli occhi, e un lampo trapassò le sue iridi, un desiderio così forte che se avesse urlato lo avrebbero sentito nei confini più lontani del mondo.
Qualsiasi cosa…qualsiasi cosa…
 
“…non piangere…”
 
Rabbia
Quello gli venne in mente.
Una rabbia, una vendetta che forse l’avrebbe liberato.
Avvertì una mano sulla spalla, un peso in più che per un secondo sembrò volerlo schiacciare, lo sguardo del principe era…preoccupato? Arrabbiato? Ansioso?
Forse tutto questo…e lo stava passando a lui…
Ora avvertiva il cuore accelerare, una sensazione di freddo raggiungeva le dita.
-Sappi però che se fallirai…ti converrà fuggire via…-
…in altre parole, poteva morire?
…morte, vita…
Forse sarebbe scappato.
Si, sarebbe scappato, come un vigliacco, perché voleva vivere…
Annuì di nuovo, mentre Kougaiji abbandonava a fatica la mano dalla spalla esile del ragazzo.
-Bene. La tua missione sarà rubare il sutra a Genjo Sanzo Hoshi-
“Per questo mi hai detto di fuggire, nel caso fallissi? Da quando qualcuno si preoccupa della mia incolumità?
Provi dei sensi di colpa nei nostri confronti, principe Kougaiji?
Noi ti abbiamo sempre seguito fedelmente, non angustiarti per quelli che sono morti.
Ne per quelli che sono ancora vivi”
Rio annuì ancora.
-Partirò immediatamente, mio principe-
Kougaiji poté solo vederlo fare un piccolo inchino  allontanarsi vi, le scarpe da ginnastica faceva un rumore che infrangeva il silenzio, mentre il demone, dopo aver osservato il ragazzo allontanarsi, torno con lo sguardo verso il centro di tutti i suoi desideri.
“Madre…”
 
-Mamma mia che faaame!!-
-Stupida scimmia, smettila di agitarti, sei fastidioso-
-E tu smettila di fumarmi in faccia, idiota di un Kappa-
Sanzo si limitò a tirare un lungo respiro, cercando di reprimere un attacco d’ira, Hakkay intanto sorrideva divertito, evitando ancora uno sperone di roccia.
Il grande deserto roccioso che stavano attraversavano aveva svariati punti negativi e positivi nel suo essere.
Innanzitutto non si poteva attraversare con sistemi di locomozione troppo grandi, e quella jeep gia era un miracolo che riuscisse a passare attraverso gli ostacoli naturali come buche profonde, speroni di roccia e strettoie, oltre al pericolo di valanghe di ciottoli e massi che cadevano dai fianchi delle due montagne che stavano attraversando.
Oltre per questo motivo era un valico ideale per le imboscate, anche se per ora la situazione sembrava tranquilla, a poca distanza da loro li avrebbe aspettati un villaggio.
Questo valico, oltre per le imboscate era perfetto per nascondersi.
Anche se in quel momento lei li stava osservando tranquillamente appollaiata su un piatta roccia, in cima ad una specie di torre formata dai detriti, la terra rossa scura stava sporcando i pantaloni verde militare e il guanto nero senza dita a cui era appoggiata, l’altra mano era impegnata a reggere sulla spalla il fucile.
Un sopracciglio biondo fece un’elegante curva sopra l’occhio, mentre sul io era tirato n sorriso sbilenco.
Divertita, era divertita da quella scenetta così “allegra”
Degli stupidi…
Fece spallucce, alzandosi da quella piatta pietra, spolverandosi alla ben e meglio i pantaloni in stoffa verde militare, con varie tasche, lei frugò in quella più bassa sul polpaccio, stringendo poi l mano a pugno, voltandosi e scivolando giù.
Bene, li avrebbe incontrati al villaggio.
…il villaggio fantasma…
Chissà se sapevano che la popolazione aveva abbandonato quella zona perché troppo vicina ad un covo di demoni che adesso, pare, siano tutti morti.
Sospirò, mentre sentiva come un riecheggiare, sistemandosi il fucile dietro le spalle.
-RAZZA DI DEFICIENTI DATECI UN TAGLIO!-
Sanzo sparò in aria, l’eco si propagò per tutta la piccola vallata, e Hakkay pregò mentalmente che non venisse giù qualche valanga.
Nel frattempo la ragazza aveva raggiunto un cavità, dove ad attenderla c’era una moto nera, e si sedette sul sedile, socchiudendo gli occhi.
“Li ho trovati…”
“…brava, adesso seguili e porta a termine la tua missione…”
“Si”
montò sulla moto, accendendo e facendo rombare il motore, per poi uscire dalla cavità e iniziando uno slalom in stretti cunicoli in cui la moto e lei ci entravano perfettamente.
Intanto si poteva dire che il villaggio aveva accolto i quattro viaggiatori con un silenzio, gelido e polveroso benvenuto.
Gojio si fece avanti, tenendosi fra i denti la sigaretta, aveva infatti il butto vizio di mordere il filtro, al contrario del bonzo che se lo stava reggendo tra le dita.
-Adesso qualcuno mi può spigare cosa succede qui?-
-Probabilmente è stato abbandonato da qualche tempo-
Hakkay si avvicinò agl’altri due, mentre Goku si era staccato guardandosi intorno, alcune verande svelavano dei resti di tessuto strappato pieni di polvere che s’agitavano al vento, producendo un rumore fastidioso, il vento tra le fessure degl’edifici più decadenti provocava dei sinistri fischi.
Goku sentì un brivido attraversargli la schiena…
Sinistro…c’era un’aurea sinistra in quel luogo…
Si guardò ancora intorno, avanzando lungo la città, guardo si volto verso un vicolo.
Un paio di occhi lo stavano fissando assetati di sangue…per poi scomparire…
Goku si lasciò scappare un’imprecazione, attirando l’attenzione degl’altri, che poi si misero sull’attenti.
Come trascinati dal vento, un vespaio di demoni sghignazzanti e armati li stavano osservando leccandosi soddisfatti le labbra.
-Ma come hanno fatto?-
-Stiamo in guardia!-
Gojio e Goku si armarono, pronti  sferrare il primo attacco, quando uno dei demoni corse verso di loro, brandendo una pesante ascia, lanciandosi con la bocca spalancata verso Hakkay, che si tenne pronto a controbattere, anche se rimase colpito dal fatto che il demone tenesse la bocca spalancata ma…
…non usciva alcun suono dalle sue labbra…
Hakkay stava per scagliare il Ki, quando avvertì un gelido brivido trapassargli il corpo, e si voltò, osservando che dietro di lui un secondo demone lo stava infilzando con una spada.
Eppure…non sentiva nulla, solo un brivido gelido…
E poi l’ascia dell’altro demone sembrò tagliargli la spalla…ma non sentì ancora niente…
…!!
-QUESTI DEMONI NON SONO VIVI!!-
-Che hai detto?-
Gojio schivò un colpo, e la sua alabarda sembrò tranciare il corpo di due demoni.
Invece quelli stavano ancora attaccando, armi alle mani, sotto lo guardo sconvolto di Gojio, che impreparato affrontò con il bastone della sua arma un pugnale…
Ma questi passò attraversò il metallo…e la sua carne…
Niente…ne sangue…ne dolore…
Gojio realizzò le parole di Hakkay, mentre anche Sanzo si fermava dallo sparare.
Goku invece continuava ad aizzarsi contro i demoni, alcuni lo stavano ignorando.
-Insomma, ma che sta succedendo qui??-
all’improvviso si sentì un risata infrangere l’aria di tensione che Goku si era creato intorno a se, una risata che sembrò spazzare via tutti i demoni, che con un colpo d’aria che traversò la città li fece sparire come polvere…
Sopra le loro teste una figura li stava osservando da un tetto che rischiava di cadere come tutto l’edificio del resto.
La figura al sole era un ragazzo, che una capriola scese dal tetto, atterrando in mezzo a dei demoni che erano misteriosamente ricomparsi.
Ghignando ancora per lo spettacolo di prima, il ragazzo mosse una mano, agitandola nel corpo dei demoni che scomparivano come nebbia, il ragazzo ci passò addirittura attraverso, le iridi azzurre brillavano di divertimento allo stupore generale del quartetto.
-Ciò che voi vedete sono i ricordi di questo villaggio-
-I suoi ricordi?-
-Questo villaggio è vivo, in quanto al suo interno scorrevano grosse quantità di magia provocata dai demoni che abitavano da queste parti. Tale magia ha fatto in modo che il villaggio potesse dare vita a delle immagini che erano legate ai ricordi di quando è stato attaccato e abbandonato…-
-E perché veniamo solo demoni?-
il ragazzo si tolse dalla cinta dei jeans due Sai, mentre Goku e gli altri si mettevano in posizione di difesa.
-Beh, il villaggio aveva un specie di radar, e captava  segnali magici di ogni singola creatura. Dato che gli umani erano privi di qualsiasi potere magico, il villaggio non li ha avvertiti-
il ragazzo partì all’attacco, alcuni ciuffetti marroni sfuggirono al controllo della bandana nera, Goku parò il colpo senza troppi problemi, e tra i due avversari partì un gioco di resistenza, mentre Gojio si preparò a dare man forte al compagno.
-Io, al contrario di questi poveri ricordi, mi divertirò a sconfiggervi tutti-
-Lo vedremo…-
il ragazzo con un sorriso si allontanò, armeggiando con i due Sai, mentre Gojio, mancava il bersaglio.
Dandosi una spinta il ragazzo ripartì all’tacco, uno dei due Sai bloccò gli affondi del bastone, e il secondo era pronto a infilzare il ragazzo, quando la catena della lama afferrò il Sai, bloccando il movimento, il ragazzo digrignò i denti infastidito, ora era una situazione di stallo.
-E’ maleducato non presentarsi-
-Rio, il mio è Rio…-
il ragazzo avvertì il Ki di Hakkay avvicinarsi pericolosamente a lui, e con un movimento abbandonò il Sai bloccato e spinse via Goku, per poi rivelare un terzo Sai, che scagliò contro Hakkay, che lo schivò per un pelo, mentre Rio con una capriola riprese in mano il Sai che aveva abbandonato, e ripartì all’attacco.
Nel frattempo la figura che li aveva tenuti sotto controllo fino a quel momento si stava godendo lo spettacolo, addentando una mela dalla sacca che aveva lasciato sulla moto.
Nel frattempo Rio stava lottando come un leone, schivando sia l’alabarda di Gojio che i Ki di Hakkay, e concentrandosi a ferire o a colpire Goku o Sanzo, che però si limitava a schivare e a sparare colpi a vuoto.
“E’ velocissimo! Fantastico!”
Goku era elettrizzato dall’idea di questo avversario, e si stava scatenando, divertendosi, mentre Rio parava un altro affondo, cercando di colpire l’avversario, un pugno volò dritto in faccia a Goku, facendolo cadere a terra, il ragazzo dagl’occhi d’oro si pulì la bocca, rimettendosi subito in piedi, mentre Rio prendeva fiato.
“Non resisterò a lungo…”
si guardò intorno, il terzo Sai non era troppo distante, e optò per una ruota, lanciando prima un Sai verso Hakkay che lo schivò prontamente, mentre il ragazzo con una ruota afferrava con la mano libera l’arma, pronto ad attaccare…
Quando l’alabarda di Gojio lo colpì di striscio sul petto, strappandogli un brandello di maglietta.
“OH NO!”
Rio si coprì istintivamente il petto, mentre vedeva Goku partire all’attacco, il demone scimmia cercò di colpirlo in tutti i modi, ma il ragazzo agilmente si era messo sulla difensiva, cercando di allontanarsi dall’avversario.
-Che fai ora? Scappi?!-
Goku tentò ancor di colpirlo, ma Rio sembrava troppo veloce per lui.
“Non posso continuare a schivarlo, devo attaccare!!
Ma come faccio?
!!”
distraendosi un attimo non aveva notato che il bastone di Goku si era mosso ancora, e abbassò di scatto la testa.
Il bastone colpì la bandana…
Il tessuto nero…scivolò via dal capo di Rio…
Lunghi e fluenti capelli castani accarezzavano ora il viso…della ragazza
Goku si paralizzò, aveva l’aria un po’ sconvolta.
-U-Una ragazza?-
“E’ il momento!”
-Yaaah!!-
la ragazza partì all’attacco, colpendo in pieno il ragazzo e facendolo cadere a terra, per poi dirigersi verso Sanzo, scoprendo così il petto, sotto la maglietta larga portava una fascia bianca che le appiattiva il seno.
Stava per colpirlo, era vicinissima, vicinissima alla meta.
 
“Silenzio, sorellina mia…questo è il nostro piccolo segreto…”
 
…pochi centimetri…
PAM!
Uno sparo squarciò l’aria, costringendo la ragazza demone a fermarsi, alzando lo sguardo verso la sorgente dello sparo e di una voce.
-No, ti consiglio di non farlo bellezza, se non vuoi avere un buco in testa…-
una seconda figura scese dal tetto di un edificio pericolante, stavolta si mostrò come una ragazza, in mano reggeva un fucile che stava mirando dritto dritto alla testa del demone ragazza, che digrignò i denti, abbassando le mani.
La ragazza con fucile aveva capelli di un biondo chiarissimo, ossigenato, i suoi occhi ambrati erano fissi sulla sua “preda”, mentre si avvicinava i ragazzi.
-Per fortuna mi sono preoccupata di caricare il fucile…-
-Tsk-
la ragazza ignorò il commento del bonzo, chiamando gli altri ragazzi.
-Voi tre, spicciatevi a riprendervi, non ho intenzione di sporcarmi le mani per voi-
Hakkay fu il primo a riprendersi, e velocemente afferrò la ragazza demone per i polsi, che fu costretta ad abbandonare a terra i Sai, rivolgendo un’occhiataccia alla straniera.
-Non vuoi che colpisca lui ma non vuoi nemmeno sporcarti le mani, sorella?-
-Primo: non sono tua sorella.
Secondo: non mi sporco le mani con qualcuno che non c’è la con me.
Terzo: ho una missione, e tu non mi metterai i bastoni fra le ruote, sorella-
Sorrise con fare ironica, tenendo sempre il fucile mirato alla testa del demone, che si limitò a ringhiare, mentre Gojio prendeva il posto di Hakkay, trascinandola via verso la jeep, mentre Goku si discostava da lei, nel vederla il ragazzo non poté fare a meno di arrossire.
Il demone sorrise senza volerlo di fronte a quell’imbarazzo, nonostante tutto il ragazzo era simpatico, oltre che ad essere forte.
Molto forte…
Intanto l’altra ragazza bionda si mise il fucile sulle spalle, sospirando rumorosamente, mentre Sanzo si allontanava da lei, accendendosi una sigaretta.
-Aspetta, Genjo Sanzo Hoshi!-
tutti quanti si fermarono, mentre il bonzo continuava a fumare, fermandosi al richiamo della bionda, che gli lanciava un’occhiata incuriosita.
Lui si voltò, rivolgendole un’occhiata gelida.
-Che vuoi, mocciosa?-
la ragazza congelò il suo sguardo, e tra di loro sembrò scoppiare una guerra psicologica, tutti quanti arretrarono, nemmeno Hakkay o la ragazza potevano fare qualcosa di fronte a quelle due auree.
-Non chiamarmi mocciosa, bonzo dei miei stivali.
Anzi, mi domando come tu faccia ad essere un bonzo, visto le tue “Buone abitudini”.
Comunque, mi chiamo Meiko, ed ho un messaggio per te-
Sanzo osservò la ragazza, che spostò il fucile da una spalla all’altra, tenendo lo sguardo incollato a quello di lui.
Ambra.
I suoi occhi erano del colore dell’ambra arancio-rossastra.
Spiccavano sul volto leggermente pallido.
 
“Leggermente pallida…quel colorito quella mattina…
L’ultima mattina di sole…l’ultimo ricordo…
…prima che lui scomparisse, e la sua mente ricordasse solo il suo volto in lacrime…

-…NON MI LASCIARE…-“
 
-…non m’interessa-
Meiko sbatté un attimo le palpebre.
-Co…Cosa?-
Sanzo le diede le spalle, allontanandosi verso i compagni e la prigioniera, mentre la ragazza stringeva le mani sul fucile sopra le spalle, avvertendo ammontargli la rabbia.
-Ehi, stronzo di un bonzo!
Non ho fatto tanta strada per niente!
Mi hai sentito, MALEDETTO?!-
troppo rumore…
-C’è troppo rumore qui…-
Goku guardò il demone, che sulla jeep era seduta affianco a lui.
-Cosa?-
all’improvviso, sotto i piedi di tutti, si sentì un temendo rombare, sopra il villaggio, dalla montagna, qualcosa stava provocando un’immensa nube di polvere.
Tutti restarono per qualche secondo a fissare la scena, come ipnotizzati, poi il demone urlò.
-VIA DA QUI!!-
-Oh merda!-
Meiko scappò via, fuggendo attraverso i vicoli, il fucile l’aveva riposto nell’imbragatura dietro la schiena.
E mentre i ragazzi e la prigioniera montavano sulla jeep, Meiko balzò sulla sua moto, e con una sgommata partì, facendo slalom tra gli speroni, inseguita dal gruppo dietro, mentre una massa di rocce rotolava giù per il fianco della montagna, distruggendo ciò che restava del villaggio fantasma.
La ragazza bionda si fermò solo con la certezza che la valanga o l’immensa nube di polvere non l’avrebbe investita, copiata da Hakkay.
Goku e il demone accanto a lui osservarono con la bionda lo spettacolo della valanga che ricopriva l’intero villaggio che “ricordava”.
Meiko si sistemò meglio, mentre la nube di polvere come un manto si stendeva sul villaggio distrutto e su buona parte della vallata, le rocce spianavano e al tempo stesso occupavano la strada.
Hakkay si passò una mano tra i capelli.
-E adesso come facciamo ad andare avanti?-
Meiko lo guardò di sbieco, il ragazzo stava osservando un mappa.
-Ehi, non mi dire che avete tutta questa strada con quell’anticaglia?-
il ragazzo dagl’occhi verdi annuì, e Meiko si sbatté una mano in faccia.
-Mamma mia, che branco d’idioti, non ti risparmi nemmeno tu!
Guarda che da quando il villaggio è stato abbandonato, anche la strada dietro di questo è stata bloccata da una precedente valanga.
Non potevate superare il valico in ogni caso-
-E solo adesso c’è lo dici?-
-Senti, roscio, non ti scaldare con me, io non c’entro niente con la vostra gita in campagna.
Prenditela con il tuo compare e la sua cartina vecchi di cinquant’anni.
Solo gli dei lassù sanno come avete fatto ad andare avanti fino ad ora-
il demone ragazza stava in silenzio, ma aveva gia notato che da dopo la valanga il ragazzo accanto a lei tendeva a cercare di trovare una distanza.
Doveva essere ancora imbarazzato per la storia di prima.
Sbuffò, mentre Meiko continuava a discutere, il bonzo si teneva lontano dalla discussione.
Hakkay chiese con cortesia.
-Per caso conosci un altro modo per andare dall’altra parte di questa valicata?-
la bionda si passò una mano tra i capelli, rimettendosi in una posizione consona sulla moto.
-Beh, ci sarebbe un villaggio non troppo distante da qui dove passare la nottata.
Poi vi toccherà girare la montagna per andare dall’altra parte, questa è l’unica via.
Vi faccio da guida-
la ragazza fece partire la moto, scaldando il motore.
-Ehi, se volete posso portare uno di voi sulla moto, mi sembrate un po’ stretti li dietro, o sbaglio?-
Goku subito balzò giù dalla jeep, montando in sella sulla moto, Meiko fece rombare ancora il motore.
-Reggiti!-
partirono a tutto gas dato che la strada prima della vallata era spianata e in discesa, anche se ad un certo punto la ragazza fece una brusca curva che rischiò di far cadere giù il ragazzo.
Nel frattempo la ragazza demone osservava la vallata sparire dietro la salita con aria quasi malinconica.
Aveva lasciato li la bandana…
“E comunque che bugiarda quella tipa! Di sicuro sa delle gallerie sotto la vallata!”

 
Fine 1° capitolo


(Uhelà, salve gente! Qui Marty in collegamento! N.d.Marty)(Vorrei ricordarvi che ci sono anch’io n.d.raffy)(Ah, si… n.d.Marty)(Raffy da una botta in testa a Marty)(Vabbeh, dopo questa dimostrazione D’AFFETTO…siamo qui a pubblicizzare il nuovo capitolo n.d.Marty)(Il nuovo? Il primo della nostra storia n.d.raffy)(Sorella, sempre attaccata al presente, io sto parlando del secondo, quello che forse scriveremo! N.d.Marty)(Uno: non sono tua sorella Due: il secondo capitolo lo dobbiamo ancora scrivere e Tre: cominciamo a parlare della nostra nuova creazione n.d.raffy)(Ehi, non mi fregare le battute! Comunque che possiamo dire di questa ff? n.d.Marty)(Beh, come mai ci è venuto in mente di scriverla? N.d.raffy)(E a me me lo chiedi? E’ tua questa idea n.d.Marty)(Veramente è uscita da tre menti malate questa idea: la mia e quella di due mie amiche. Poi sei arrivata tu n.d.Raffy)(Eh certo, mi hai praticamente telefonato chiedendomi aiuto perché non sapevi come fare con i personaggi n.d.Marty)(Non è che non lo sapevo, solo che molte ff seguono uno scherma simile al nostro, ovvero quattro ragazze per i quattro ragazzi, e mi sembrava monotono. E allora chiacchierando ci sono uscite delle ideuzze molto carine n.d.raffy)(Alt! Ferma! Che vuoi togliere la soddisfazione di scoprire il resto? N.d.Marty)(per carità, per il momento non diciamo nulla n.d.raffy)(Allora chiudiamo qui il discorso, no? N.d.Marty)(Non abbiamo spiegato granché, ma si, chiudiamo qui il discorso. Teniamo i lettori con la curiosità n.d.raffy)(Pst, raffa, credi davvero che ci saranno dei lettori? N.d.Marty che bisbiglia a raffy)(Ma sei sempre così pessimista? Intanto pubblichiamo, poi si saprà n.d.raffy)(Ok, allora cari lettori ALLA PROSSIMA! N.d.Marty)(CIAO n.d.raffy)

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Capitolo 2
*** Sulla linea dell’orizzonte ***


Capitolo 2 
Sulla linea dell’orizzonte 


Il villaggio era situato in una zona strategica sul fianco della montagna, e l’unico modo per raggiungerlo era una ripida strada in salita, poi una scalinata verso le prime case.
Su quelle scalinate si aveva una vista incredibile, da quel lato della montagna si poteva vedere una distesa verde di una foresta vergine, poi più in la si vedevano macchie bianche su distese scure, e piccole colline.
Un paesaggio mozzafiato, coperto dalla cupola azzurra del cielo.
Il cielo…
In quel punto della montagna il vento soffiava con forza, e in quel momento stava nervosamente agitando le ciocche castane della ragazza demone, che si era fermata ad ammirare il panorama, alcune ciocche offuscavano la vista, ma lei sembrava troppo presa dall’ammirare il paesaggio, era come essere in cima al mondo.
Gli venne una voglia matta di allargare le braccia e di spiccare il volo, mentre prendeva un profondo respiro, e si copriva le braccia nude con le mani, in modo anche di coprire la fascia bianca sotto quel brandello di stoffa della maglietta, l’aria entrava da li facendola gelare.
Immenso…
Una sensazione strana…come se ad ogni respiro…qualcosa uscisse fuori dal corpo…
Leggerezza…si sentiva leggera…
Una ventata le oscurò con la vista e fu costretta ad uscire da quello stato di catalessi, spostando con una mano parte della capigliatura castana, tenendo però gli occhi fissi in un punto preciso.
La linea d’orizzonte…
Terra e cielo si uniscono in quella linea…una linea immaginaria, che non esiste…
Non esiste…
-Bello?-
il demone si voltò, accanto a se la figura bionda di Meiko, con il fucile dietro la schiena e le mani nelle tasche più alte dei pantaloni, anche lei rivolta verso il panorama, solo che aveva lo sguardo più rivolto verso l’azzurro del cielo che verso la terra.
Il demone non gli rispose, limitandosi a tenere lo sguardo fisso sulla linea dell’orizzonte, mentre l’altra ragazza sorrideva.
-…sei una bugiarda…-
Meiko lanciò un’occhiata alla ragazza accanto se, che però non la degnava neanche di un’occhiata.
Lei sorrise, divertita.
-Si, lo so-
chiuse il discorso li, mentre Gojio spingeva la ragazza demone, imponendogli così di salire la scalinata, Goku ormai era quasi in cima, mentre la bionda stava per incamminarsi, quando rivolse ancora lo sguardo al cielo, scendendo poi verso la terra.
Il cielo…azzurro…la terra nera…

I suoi occhi si socchiusero, mentre ignorò completamente la vista, riprendendo la salita verso il villaggio, affiancando il bonzo, che però sembrava non notarla nemmeno.
Meiko gli lanciò un’occhiata infastidita e innervosita.
-Ehi, bonzo, non potrai ignorarmi per sempre!-
-…-
-Tsk, ma tu guada che razza di bonzo doveva capitarmi!!-
Meiko si passò una mano tra i capelli,spettinandoli, mentre Sanzo si fumava la sigaretta.
Un’idea passò come un lampo negl’occhi di lei.
Velocemente salì qualche gradino e strappò di mano al bonzo la sigaretta, sorridendo con aria innocente.
-Non lo sai che fa male fumare? Ma che bonzo strano che sei-
Sanzo le lanciò un’occhiata omicida, mentre Meiko faceva un tiro con la sigaretta, formando dei cerchi di fumo sulla faccia del bonzo, che stava perdendo la pazienza.
-Hai voglia di morire, mocciosa-
-Mi chiamo Meiko, e se per parlarti sono costretta a morire, allora così sia, non ho paura-
gli occhi viola di Sanzo s’impiantarono in quelle rossicce di lei, che sorrise con aria divertita.
Occhi tranquilli.

“Aveva occhi tranquilli…
Anche se non si ricordava di che colore…
Non si ricordava nemmeno il viso.
Ricordava solo il suo sguardo tranquillo…
Gli piaceva quello sguardo.
Però…
-…NON LASCIARMI!!-“


Sanzo osservò Meiko che i tenne la sigaretta tra le labbra in segno di sfida, per poi gettarla a terra e pestarla.
-Maledetto mocciosa…-
-Maledetta Meiko, vorrai dire…-
sembrò che tra i due ci fosse una bufera di neve, mentre gli altri si allontanavano tenendo più alla loro incolumità, poi Meiko sbuffò stufa della situazione, mettendosi le mani dietro la schiena avviandosi verso il villaggio, raggiungendo con balzi di due gradini Hakkay, mentre Sanzo restava in coda.
Il villaggio era in parte scavato nella roccia, e i tetti erano coperti oltre che con mattoni in argilla anche con della paglia.
Alla soglia del villaggio Meiko si alzò il cappuccio della maglietta nera, lanciando qualche occhiata preoccupata, affiancando i ragazzi e mettendosi le mani nelle tasche dietro, mentre la ragazza demone dopo un attimo bloccò il gruppo.
-Sentite, non so voi, ma io comincio sentire freddo ridotta in questo modo. E comunque non mi sembra educato lasciare una ragazza a seno scoperto e vestita della sola pelle-
all’ultime parole Goku diventò rosso come un pomodoro, e Meiko si trattenne a stento una risata con Gojio che le faceva compagnia, mentre Hakkay annuiva all’evidenza, infatti la ragazza demone aveva scoperto il punto dove la lama di Gojio aveva squarciato la maglietta larga, sotto portava una fascia bianca che appiattiva il seno, ma nonostante tutto era praticamente nuda sotto.
-Credo che voi abbiate ragione, signorina…-
-…Rika…-
un senso di soddisfazione raggiunse Goku, che sembrò memorizzare quel nome e quel volto, mentre la ragazza veniva affiancata dalla bionda.
-D’accordo, allora io e lei facciamo spese. Ci vediamo alla locanda-
“Anche perché è l’unica nel villaggio…”
Meiko e Rika si allontanarono, con la bionda che la portava verso un piccolo negozi di vestiti, mentre i ragazzi si avviavano verso la locanda, Gojio si fermò un attimo a riflettere.
“…ancora non ho capito come abbiamo fatto ad avere al seguito quelle due…”
-Va bene che io sono loro prigioniera, ma tu che c’entri?-
-? Riguardo a cosa?-
Meiko sbucò da un mucchio di vestiti piegati alla destra di Rika, che stava controllando una maglietta con scollatura.
-Non fare la finta tonta. Tu che vuoi da loro?-
Meiko si avvicinò alla ragazza, che rimise a posto la maglietta, tirandogliene fuori una rossa.
-Potrei rigirarti la domanda, che vuoi da loro?-
Rika scosse la testa, e la bionda piegò la maglietta, aiutandola a cercarne una decente.
-Lo sai che non si risponde ad una domanda con un’altra domanda?-
-Mii, quanto sei rompiscatole!! Non te la mi detto nessuno?-
Rika distolse lo sguardo dalla maglietta che aveva deciso di provare verso gli occhi di Meiko, che era davanti a lei.
-In effetti si, ce ne sono stati tanti, ma a me non è mai interessato-
-Oh, capisco…-
Rika entrò dentro una piccolissima e angustia stanza, menomale che non soffriva di claustrofobia, e si tolse la maglietta rovinata, osservando lo strappo.
“Quel bastardo…”
la lanciò dall’altra parte, dove anche Meiko constatò il danno.
-…mi sa che te ne devi prendere un’altra nuova di questa taglia…non si può più raggiustare-
-Per farci che? Ormai sanno che in realtà Rio è Rika-
Meiko era appoggiata con la schiena al muro vicino ala stanzina, con sul braccio la maglietta rovinata, il piede appoggiato la muro.
-Toglimi una curiosità…Rika: perché ti travesti da maschio? Non avrai qualche problema sessuale di tipo psicologico?-
-Eh?-
Rika uscì dalla stanzetta sistemandosi i capelli e lanciando un’occhiata scioccata a Meiko, che ridacchiava.
-Scusa…-
-Evita domande idiote, umana-
-Ah, come fai adesso? Sei ancora demone se non te ne sei accorta, e i capelli non potranno nasconderti per sempre quelle orecchie…e inoltre le tue unghie saltano agl’occhi…-
Rika si guardò le mano, in effetti le unghie affilate di demone avrebbero attirato lo sguardo, e le orecchie prima o poi si sarebbero andate a scoprire…
Demone…era un demone…

“Sorellina mia…”

Rika chiuse gli occhi, prendendo un profondo respiro, mettendosi poi una mano sulla spalla sinistra, e stringendola.
Sotto gli occhi tranquilli di Meiko, lentamente Rika acquistava sembianze più umane, le unghie da demone si accorciavano, così come le orecchie diventavano più rotonde sotto i capelli.
Quando Rika aprì gli occhi e tolse la mano, sulla spalla sinistra era apparso un tatuaggio a bracciale, una sorta di filo spinato che avvolgeva quel punto della pelle.
Meiko lo guardò meglio.
-E’ la prima volta che vedo un sistema di controllo del potere maligno così-
Rika non chiese ne disse nulla, voltandosi verso lo specchio che fino a quel momento aveva riflesso le sue spalle.
La maglietta che stava indossando mostrava l’ombelico e la carnagione chiara, ed era sbracciato con un elegante colletto alto, i colori erano azzurro e viola sui bordi.
Inoltre possedeva delle maniche staccate dalla maglietta, in modo da vedere le spalle, e coprivano in parte le mani, si vedevano solo le dita e un po’ di palmo.
Meiko annuì.
-Ok, è andata. Pago io, immagino che tu non abbia soldi…-
-Non aspettare che ti ringrazi-
-Figurati, non lo mai desiderato. E’ che non mi piaceva l’idea di lasciare morire di freddo una “sorella”-
sorrise ironica, andando verso la padrona del negozio per pagare, mentre Rika che si era voltata verso Meiko, si guardò di nuovo allo specchio, I lunghi capelli castani accarezzavano la schiena, un lembo di pelle scoperto dalla maglietta.
“Sono…umana?”
si voltò verso le specchio, guardandosi le mani, per poi, incerta, spostarsi un ciuffo di capelli.
Un piccolo e rotondo orecchio sotto la chioma.
Umana…era umana…
Rika non poté fare a meno di sospirare, quasi togliendosi un peso, guardandosi ancora una volta, la sua immagine riflessa era magra ma forse un pochino bassa.
S’immerse nei suoi occhi azzurri, che in quel momento apparivano…vitrei (capito la battuta? N.d.Meiko)(Dobbiamo ridere? E non rovinare il momento magico!!! N.d.raffy)


“Sorellina mia, come puoi lontanamente pensare di essere ancora…umana?”

“Gia…io non sono umana…non lo sono più…”
con un gesto sconfitto, Rika chiuse gli occhi, voltandosi in modo da dare le spalle allo specchio, dirigendosi poi verso Meiko che l’attendeva.
-Non eri convinta del tuo acquisto?-
la castana non parlò, affiancando la bionda e uscendo con lei dal negozietto, incappando di nuovo nell’aria fredda del vento che veniva dalla montagna.
Freddo…
Quel villaggio aveva il bruttissimo difetto di essere freddo!
Meiko si tirò il cappuccio nero della maglietta su, dato che l’aveva lasciato scivolare dentro il negozio, e alzò lo sguardo, la montagna in qualche modo sembrava reggere sulla punta, in bilico il sole.
…in bilico…
Meiko sbuffò, strofinando una mano guantata sul braccio scoperto, l’altro aveva la manica lunga della maglia nera che lo copriva.
-Forza, la locanda è proprio davanti a noi-
non c’erano turisti, non c’é n’erano mai stati, e pare che di viandanti in quella stagione on passassero, anche per la storia della valanga della vallata, tutti aveva preferito aspettare.
I ragazzi si dividevano due stanze, mentre le due ragazze si erano installate in una terza al piano di sopra, la finestra dava un vista sul cielo, dietro alla casa davanti c’era una macchi scura e verde.
Rika stava per rientrare nella stanza, quando Goku la bloccò all’ultimo secondo, il ragazzo si era precipitato da lei, sembrava avere fretta.
-Aspetta Rika!-
-Che vuoi?-
era arrossito di nuovo.
“Devo fargli un brutto effetto a sto povero ragazzo…”
-…E-Ecco vo-volevo chiederti s-scusa…-
-?-
Rika si girò completamente verso di lui, anche se con una mano teneva saldamente il pomello della porta.
Goku stava lentamente diventando imbranato, e faticava a parlare.
-Si…insomma…per quello che è successo al villaggio…-
-Volevi chiedermi scusa per avermi colpito?-
Fastidio…
-In effetti si…-
-Risparmiati le scuse, e poi io e te siamo nemici, non dovresti trattarmi con così tanta gentilezza, potrei approfittarne…-
le iridi azzurre di Rika si assottigliarono in una nota di fastidio, mentre Goku sembrava stupito di quella reazione.
La ragazza stava per entrare, quando Goku la fermò ancora.
-Senti, posso sapere perché ti travesti da maschio?-
Rika era…non sconvolta, diciamo stupita.
Sto ragazzo era un tantino tonto…
-Beh, per il semplice fatto che così posso combattere senza subire trattamenti speciali o stronzate di questo genere.
Io so combattere, e voglio combattere!-
-Infatti sei molto forte, mi sono divertito molto a combattere contro di te-
un sorriso…
Un sorriso tra l’allegro e l’infantile sul volto di quel ragazzo dagl’occhi d’oro.
Rika si stupì.
La prima volta…
-Sai, sei il primo che mi dici una cosa del genere…-
Goku la guardò stupito, adesso era lei che sorrideva tra lo stupito e il soddisfatto.
…blush!
Le guance di Goku sfumarono in un rosso ardente, e il ragazzo tornò a balbettare intimidito più che mai.
-A, va bene. A-Allora a dopo…-
e così dicendo si allontanò, rientrando in camera, dove lo aspettava un divertito Gojio che ridacchiava.
-Ooh, la stupida scimmia fa conquiste, eh?-
-Sta zitto KAPPA PERVERTITO!!-
Rika ridacchiò, divertita da quello strano ragazzo, ed entrò in camera, osservando la schiena nuda di Meiko, sotto la maglietta la ragazza aveva scoperto un gigantesco tribale, come due grandi ali nere che avvolgevano le spalle e la schiena della ragazza, delle grandi ali tribali, e in mezzo queste a caratteri grandi una scritta, un parola.

Erròris

Illusione.
Era un tatuaggio che toccava quasi il sedere, e rendeva la schiena più piccola ed esile.
Vide una mano di Meiko accarezzare una delle ali, e per un attimo Rika ebbe l’impressione che quelle ali si aprissero, e quel tatuaggio diventasse fuoco, che bruciava la carne chiara della schiena.
Meiko si voltò verso Rika, e sorrise.
-Che c’è? Pensi sia troppo appariscente?-
Rika guardò gli occhi rossicci-arancioni di Meiko, che sorrise, mentre si puliva un po’ la maglia dalla polvere della vallata.
Il demone non aveva di che pensare, quella domando stranamente l’aveva lasciata spiazzata, oltre al tono di voce usato.
Era tranquillo, molto tranquillo…e forse un po’…rassegnato…
-No…anzi…lo trovo…carino…-
Meiko rise, non poteva farne a meno.
Rika a quella risposta si avvicinò al suo letto tirando fuori i suoi Sai in modo da sedersi comoda.
Si, li aveva tutti e tre, inaspettatamente Meiko gli aveva ridato il terzo.
Togliendosi le scarpe da ginnastica, Rika si appoggiò al muro, le braccia che tenevano le gambe, i pinocchietti mostravano i calzini bianchi e le caviglie della ragazza, mentre Meiko prendeva dalla sacca che si era portata presso un maglione, a cui tirò le maniche.
-Scusami per la risata, ma la tua è stata la risposta più esilarante a tutte quelle che mi hanno dato-
-Davvero? Perché di solito come rispondono?-
Meiko si fermò da riordinare gli oggetti.
Gia, come le rispondevano…
…sorrise, amara.
-Di solito non mi rispondono. Sai…diciamo che dalle mie parti ho la mia fama…-
-Come quella di essere una bugiarda?-
Meiko alzò la testa sbuffando.
-Oooh, ma ho detto solo una piccola bugia…-
-Quindi sapevi delle gallerie sotto la montana…-
-Certo, ma sapevo che ospitavano i tuoi compari, “sorella”-
-Ma guarda, ti lasci spaventare da qualche demone?-
come a rispondere, Meiko caricò il fucile, bossolo tintinnò sul pavimento.
-Di me non mi preoccupo. Come ho gi detto, non ho paura di restarci secca-
“Anzi…”
-Ma mi preoccupo per gli altri-
con un cenno della testa indicò il muro, dall’altra parte c’erano le stanze dei ragazzi.
-Come siamo altruisti-
-Ah, questa è buon sorellina! Altruista io?-
Rika ricordò gli ultimi avvenimenti nel villaggio fantasma prima della valanga.
-E allora perché mi hai impedito di colpire il bonzo?-
-Perché io ho bisogno del bonzo vivo per compiere la mia missione, non mi va l’idea di aver fatto tanta strada per parlare con un morto!-
“Anche perché poi come avrei fatto a cavarmela…?”
(Argh! Cosa dovevo dire poi io? N.d.raffy)(Se non lo sai tu non so come aiutarti “sorellina” n.d.Meiko)(E SMETTILA! N.d.raffy)
(Ora ricordo! N.d.raffy)
-Che strano, mi era sembrato che tu ci tenessi quel bonzo…-
-Che strano, mi era parso che tu facessi gli occhi dolci con quel ragazzo…-
-Quale ragazzo?-
(Quale ragazzo?n.d. raffy)(SDOIN! N.d. Meiko che crolla come in Ranma)
Meiko la guardò, con uno sguardo tra lo stupito e il dire “Oh no, ha contagiato anche te…”
-Ma come chi? Ma il balbuziente e perennemente rosso Goku. Ah, i giovani d’oggi…-
-Ehi, guarda che sono più grande di te!-
-Di un anno, io ho sedici anni, ma scommetto che tu ne hai diciassette-
-E allora dov’è il problema?-
-Io non vedo alcun problema, sorella…-
Meiko si voltò con il capo verso Rika, che era immobile in quella posizione di riposo.
-…anche per il tuo alter ego maschio. Come si dice? Viva l’amore libero!-
…ci furono cinque secondi di silenzio…
Rika afferrò uno dei Sai, puntandolo verso Meiko, che al tempo stesso afferrò il fucile carico e puntandolo sulla pancia di Rika.
Rimasero così, una puntava alla testa o al collo e l’altra alla pancia.
-Vediamo se sono più veloce di te e ti faccio un buco in pancia?-
-Provaci e io stacco la testa dal collo-
-Permalose?-
-Bugiarda?-
Meiko sorrise, poi rise, cominciò a ridere mentre toglieva quella pallottola in carica, abbandonando il fucile ma tenendolo saldo in mano, e Rika sbuffando infastidita tornava al suo posto.
-…sai, sei la prima che riesce a farmi divertire così tanto!-
-E ti aspetti che io sia felice di questo?-
Meiko, lentamente, fece morire la risata, continuando a sorridere, volgendo però la schiena Rika.
-…io non mi aspetto mi nulla dalla vita…dato che la vita non mi ha mai dato nulla…-
-Beh, almeno su una cosa siamo d’accordo…-
Rika osservò la schiena di Meiko, cercando di ricollegare l posizione del tatuaggio, mentre Meiko faceva scomparire il sorriso.
“D’accordo su questo?
Sorella, non siamo mai state più agl’antipodi di così…”
-Comunque, io quel ragazzo potrei ucciderlo in qualunque momento, se ci tieni a saperlo-
-Vuoi avere sempre l’ultima parola, eh?-
Meiko la guardò si sbilenco, sorridendo con fare ironico.
-Io mica ti ho chiesto cosa vuoi fare con lui, ho solo espresso le mie idee sul rapporto tra te e Goku, niente di più…-
-Ma quale rapporto? Io e lui siamo nemici! Aspetto solo l’occasione giusta per ammazzarlo e compiere la mi missione-
-Ah, capisco…-
Meiko imitò un’aria pensosa.
-Quindi lo ammazzerai stanotte?
Allora è il caso di salutarci fin da ora-
Meiko fece un cenno di saluto con la mano, prima di uscire fuori dalla stanza per la cena e sedare li il discorso.
Rika guardò la figura di Meiko uscire dalla stanza, poi fissò la porta chiusa.
Ucciderlo quella notte…tornare a casa…compiere la missione…

Si alzò dal letto, uscendo anche lei dalla stanza.

“Non sono riuscita ancora a parlarci…”
“Non importa, basta che tu l’abbia raggiunto…hai ancora abbastanza tempo…”
“Si…”
“Qualcosa non va, Meiko?”
“…”
“Temi non mantenga la promessa? Fai male pensare così.
Ricordati chi sono.
Io manterrò la promessa…”
“Grazie…”
“Non ringraziarmi, almeno…non per ora…”
“Si”

Meiko aprì gli occhi, doveva essere notte fonda.
Non aveva dormito neanche per un momento.
E nemmeno Rika sembrava dormire…
Meiko era accanto alla finestra, e ne approfittò per dare un’occhiata fuori.
Il cielo…era sereno, incredibilmente sereno, pieno di stele, di luce…
Illuminava…
Eppure…
“Eppure mi sento così…oscura…mi sento circondata dal buio…
Non posso fare a meno di…continuare a pensarci…a pensare al patto, alla promessa…
E…sto male…
Il mondo è così bello…
Eppure…non mi ha accolto…la vita non ha accolto a braccia aperte…
…troppe cose…sono accadute troppe cose…ormai è inutile tentare di risalire…
Voglio…voglio sprofondare in quest’oscurità…che mi è tanto cara…
Credo…che sia l’unica soluzione…

…ah…”
Meiko si mise una mano sul cuore, restando seduta, in parte appoggiata al muro e al freddo vetro della finestra, la su ombra si stagliava verso il letto di Rika, dove la ragazza, girata verso il muro, osservava il profilo di Meiko.
Un profilo…
Il profilo di una persona…
Un persona che lei conosce…
Strinse in un pugno il lenzuolo…
“…ti odio…
Ho fallito la mia missione, e adesso dovrei scappare…
Eppure…penso ancora a te, e al fatto che ti odio…
Che mi hai ucciso, che mi hai abbandonata, che mi hai dimenticata…
Sei solo una sconosciuta, non voglio più vederti…
Se avessi portato a termine questa missione, poi mi sarei vendicata…
Mi hai strappato alla mia vera vita, a ciò che ero…
Te ne sei fregata di me, poi per la coscienza sporca…mi hai liberato…
Mi fai schifo…
Ti disprezzo…
Voglio…voglio che tu scompaia…
Sparisci…non voglio che tu mi guardi anche nei ricordi…
Scompari, incubo…
Svanisci, ricordi.
Vai via.
Vai via.
VAI VIAAA!!”
Rika strinse ancora di più il lembo di lenzuolo, tenendo gli occhi socchiusi, e cercando di dormire, mentre Meiko si preparava a passare la notte in bianco.


Fine 2° capitolo

(Ok, è andata n.d.Raffy)(Mart si stiracchia)(Stanca? n.d.Raffy)(Beh, tu stai sbadigliando, perciò i rigiro la domanda. Io sono solo indolenzita n.d.Marty)(E certo che sbadiglio, ho passato tutta la notte a pensare a quello che dovevamo scrivere n.d.Raffy)(Fai male passare le notti così, a me è venuto tutto di getto n.d Marty)(A me viene di pensarci la notte n.d.Raffy)(Comunque non credo che questo interessa a quei lettori che forse sono riusciti ad arrivare fino a qui! N.d.Marty)(Poverini, come li biasimo n.d.Raffy)
(Salutiamo i lettori ra? N.d.Marty)(Meglio, l’unica cosa buona che hai scritto fin’ora n.d.Raffy)(Marty da un sonora botta in test a Raffy)
(E con queste dimostrazioni d’affetto reciproco vi salutiamo!! N.d.Marty)(Quanto ci vogliamo bene n.d.Raffy)

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Capitolo 3
*** Woke Up ***


Salve gente, siamo la MeR Production ….Ok Siamo quelle matte di Raffy-chan e Marty pronte ad aggiornare la nostra FF.
Ringraziamo in primis WhiteLie per averla messa tra i preferiti e tutte le persone che semplicemente leggono la nostra storia o che più semplicemente ci fanno un pensierino.
Godetevi il terzo capitolo
Passo e chiudo



Capitolo 3
Woke up


La linea del battito cardiaco segnalava una respirazione lenta e tranquilla.
Dormiva.
Ni Je Ni alzò lo sguardo, il riflesso della lampada che illuminava la capsula era riflessa dalle lenti degl’occhiali, nascondendo in parte lo sguardo dello scienziato, che stava fumacchiando una sigaretta.
-Bene, la bimba riposa tranquilla…-
la voce dello strano vecchietto li accanto ruppe il momento di totale ammirazione verso la ragazza, che in quel momento dormiva dentro quella capsula in vetro, sulla testa e sul petto.
Ni annuì, il coniglio che di solito aveva con se era seduto sulla sedia accanto al nonnino.
(Che poi vorrei sapere chi è ‘sto nonno n.d.Meiko)(Beh, sappiamo che è un demone e che ha tanti fili in testa! N.d.raffy)
Sembrava che i grossi e tondi occhi neri di bottone del pupazzo stessero osservando con aria affascinata il viso tranquillo e freddo della ragazza, era un po’ abbassato, come se si fosse addormentata in quella posizione.
Addosso portava una semplice canotta e pantaloncini, mentre Ni metteva un mano sul vetro, sorridendo con aria soddisfatta.
-Beh, non è tanto bimba, visto che ha diciannove anni!-
-Beh, ma il suo cervello è quello di un bimba-
la conversazione fu interrotta dall’arrivo della dottoressa Fan, tra le braccia portava una cartellina clinica, mentre il suo sguardo appena entrò nella stanza fu catalizzato sulla figura della ragazza nella capsula in vetro.
Un’espressione di soddisfazione si dipinse sul suo volto, mentre si avvicinava al centro dell’attenzione di tutti.
-…bellissima…-
-Gia, pare che ho fatto un ottimo lavoro-
-“Ho fatto”?-
un’occhiata di fastidio fu diretta al dottor Ni, che li accanto sorrideva alla reazione della collega.
-Oh, è vero, mi scusi dottoressa, dovrei dire che “ho fatto tutto da solo”, visto che lei non era prevista nel progetto-
-Ma sono stata io dare corpo al vostro progetto!-
-Forse, ma di sicuro io l’avrei resa molto più carina di così…-
il dottore si era voltato verso Fan, sorridendogli con aria furbesca, mentre la donna si tratteneva dal lanciargli un bel ceffone, mentre il vecchietto ridacchiava divertito, tenendosi però fuori dalla discussione.
La dottoressa cercò di darsi un contegno.
-Comunque non può non dire che è stata una fortuna che trovassi gli organi più importanti per darle la vita-
-Si, forse su questo punto devo farle i miei complimenti…ma…-
-Ma?-
attesa…
…troppo rumore…
…troppo freddo…
…fa freddo qui dentro…
-Ma è stato solo un colpo di fortuna, dato che lei se li era dimenticati e per non subire l’ire di Gyokumenkoshu (dategli un diminutivo a questa! N.d.raffy)(Zia Gyo! N.d.Meiko)(-_-;; n.d.raffy)
ha dovuto prendere la prima cosa che le capitava sottomano-
-Ma come si permette di accusarmi così?-
-Oh, ma io non la sto accusando, mi congratulo con lei.
O per caso ha la coda di paglia, dottoressa Fan?-
una mano partì di colpo, solo che mancò il bersaglio, il dottor Ni velocemente era arretrato di un passo, mentre il vecchietto ridacchiava ancora con fare divertito.
La dottoressa stava leggermente tremando di rabbia, nonostante fosse uno dei più grandi scienziati del mondo, Ni Je Ni era incredibilmente INSOPPORTABILE!!
La dottoressa optò per una ritirata strategica, mentre Ni veniva richiamato da Gyokumenkoshu (Zia Gyo per gli amici n.d.Meiko)
-Ni, voglio che tu venga immediatamente insieme all’essere artificiale!-
-Kira maestà…si chima Kira-
nome…un nome…
Kira…
Non voleva aprire gli occhi, c’era troppo luce, faceva troppo male…
Kira…
Io ho un nome, ho un corpo, io mi muovo, io vivo.
Kira…
Fatta di carne, pelle e ossa…
Kira…
Io non sono nata, e in quanto non sono nata…non morirò.
Kira…

Aprì la finestra di scatto, facendola sbattere contro il muro esterno dell’edificio.
Da fuori proveniva un’aria fredda che le alzava i ciuffi più fastidiosi dei capelli.
Guardò la linea dell’orizzonte, l’edificio davanti non era abbastanza alto da nasconderla ai suoi occhi.
Sopra il cielo, sotto la terra.
Sentì i brividi di freddo sulle braccia e sul viso, mentre i capelli erano diciamo così “pettinati” dall’aria di quella mattina.
Meiko si era svegliata presto ed era gia uscita fuori.
Svegliata, praticamente non aveva dormito.
Come lei.
Lei aveva passato la notte insonne.
Aspettando il momento adatto.
Ma chissà perché, quella notte gli era sembrata troppo corta, e il momento era come scappato via.
Le sue gambe era rimaste rigide, e non era riuscita ad alzarsi.
Ora…non riusciva a scendere giù da quella finestra e andarsene da li.
Non era troppo alto, lei era abituata ad altezze molto più grandi.
E non era nemmeno la paura di tornare.
Semplicemente non sarebbe tornata.

“Se fallirai…ti conviene fuggire via…”

Non aveva voglia di morire solo perché non aveva ammazzato qualcuno.
Lei non era come…quella…
Strinse la mano su una pietra fredda del muro, sporgendosi un po’ di più verso l’esterno, il vento ora agitava qualche altro ciuffo di capelli.
Saltare…andarsene via da quel villaggio…dall’inizio di quella strana nuova giornata che sapeva di fresco…sapeva di…strano
Come se qualcosa fosse uscito da lei, dandole un senso di leggerezza.
Una ventata alzò i suoi capelli, i suoi occhi azzurri spaziarono, mentre indugiava ancora nel suo piano di fuga.
Perché…non riusciva ad andarsene?
Cosa la spingeva a restare?
Era prigioniera di quei tizi…e per di più aveva fallito la sua missione.
…però…se restava…aveva un’altra possibilità…
Poteva ancora farcela…
Forse…non li avrebbe uccisi.
NO!
Dovevano morire, tutti, non voleva avere grane.
Morire…perché doveva ucciderli?
Se non era necessario, perché doveva ammazzarli?
Lei non era un’assassina.
Non era come l’altra…
L’altra ammazzava anche solo per divertimento.
Lei odiava uccidere.
Era inutile…
Però doveva compiere la sua missione.
Ma non poteva restare…
Intanto qualcuno entrò nella stanza, mettendola in allarme, tirando fuori un Sai da dietro i pinocchietti.
Meiko, che alzò le mani in segno di resa.
-Ehi sorellina, calmati! Sono io!-
non seppe perché, ma sapere che non era uno dei ragazzi…la fece distendere, mentre riponeva a posto l’arma, Meiko la guardò cambiare posizione e mettersi davanti a lei.
-Che vuoi?-
-Beh, se volevi fuggire potevi approfittarne, io mica ti fermo-
-E chi ti dice che volevo fuggire? Non sono una vigliacca!-
-Vigliacca non lo sei, ma poco furba si, dato che ti ho beccato-
-Senti ,non sono qui per farmi insultare da te. Che vuoi?-
Meiko allungò una corda, mentre Rika inarcava un sopracciglio non capendo il significato del gesto.
-I ragazzi stanno per partire, e tu sei loro prigioniera.
In qualche modo li ho convinti a mandare me a farti legare, dato che tu forse ti stavi cambiando o preparavi un piano che consistesse nell’ucciderli e poi dartela a gambe-
Rika sospirò, mentre Meiko faceva spallucce.
Rika offrì i polsi, e la bionda la guardò con una punta di scetticismo.
-Così? Senza combattere?-
-Perché dovrei combattere contro di te?-
Meiko sorrise.
-Beh, per movimentare un po’. Sai, non ho ancora fatto ginnastica-
-Beh, ti accontento subito!-
Rika si gettò contro Meiko, che la evitò all’ultimo soffio, Rika sguainò le sue armi, mentre Meiko tirava fuori il fucile, tenendolo per la canna.
Dato che la stanza era piccola, optarono per il corpo a corpo, i Sai di Rika contro la canna di fucile erano uno stridio assordante, mentre le due evitavano a vicenda i colpi dell’altra, Meiko optava più per dei sani cazzotti, mentre Rika sembrava fare una specie di balletto
“Combatto…sto combattendo…concentrazione…movimenti…”
Ma una volta…non era stato così…

“-Ti arrendi così? Senza fare resistenza?-
la piccola guardò il demone, ringhiando, per poi saltargli addosso con rabbia, ma lui con un pugno la mise KO ridendo come non mai”


Qualcosa l’aveva distratta, facendola inciampare, e ritrovandosi con la canna di fucile di Meiko sulla fronte.
-Ti sei distratta…-
Rika accettò l’aiuto di Meiko, che l’alzò, per poi metterle la corda ai polsi.

“Ci misero una corda ai polsi, dopo la magra figura che ebbi fatto.
E la strinsero, in modo che mi facesse male mi venissero le vesciche, e anche per impedirmi di slegarmi in qualche modo, dato che qualsiasi movimento facessi, la corda ruvida si strofinava alla pelle, graffiandola e rovinandola”


Per un attimo mostrò dei polsi pieni di cicatrici e segni di graffi, cosa che Meiko che sembrò ignorare, legandola saldamente ma senza farle male.
-Dai, andiamo-
Rika la seguì in silenzio, mentre Meiko si tirava su il cappuccio della maglia nera che indossava.
Ad attenderle fuori i ragazzi, Goku guardò con aria stupita il silenzio di Rika, che lo ignorò, mentre Meiko si metteva d’accordo con Hakkay.
-La porto con me sulla moto-
-Sicura? E se ti aggredisce?-
-No, non lo farà…-
Meiko si avviò in test agl’altri, scendendo le scale, mentre Rika tentava in tutti i modi di tenersi a bada i capelli, il vento era sempre alto in quel punto sulla scalinata in pietra, anche se il paesaggio davanti ai suoi occhi le dava di nuovo quella sensazione di leggerezza.
La bionda e il demone osservarono la linea dell’orizzonte, poi una guardò il cielo e l’altra la terra, mentre si avviavano verso la moto di Meiko, che fece da Cicerone, portandoli verso la strada che affiancava la montagna.
Francamente era una strada stretta e dissestata, che andava per salite e discese per il primo tratto, cosa che faceva venire il mal di mare.
Rika si teneva saldamente a Meiko, che le aveva slegato i polsi, la bionda tendeva a tenere una velocità alta, rischiando nel caso di frenata di farsi un bel volo verso il fiume accanto loro.
Nessun di loro sembrava intenzionata a dare il via ad una discussione, ma Rika non poté fare a meno di sottolineare durante le ultime salite e discese.
-Meglio le caverne…almeno il movimento non mi avrebbe fatto venire la nausea!-
-Si, ma da che parte ti saresti messa?-
-Che domande, dalla mia!-
-Bella risposta!-
stavano raggiungendo un tratto tranquillo, tutta spianata, che ad alta velocità li avrebbe portati dall’altra parte della montagna in una giornata e la notte.
Tutto sembrava andare per il verso giusto.
Sembrava…
Un’esplosione, proprio a poca distanza dalle due ragazze.
-O porca vacca!!-
Meiko sterzò di colpo, facendo strisciare di lato la moto, lei e Rika subirono il “delicato” trattamento della strada polverosa e piena di sassi, mentre la moto frenava, il fianco della montagna era esploso di botto, sorprendendo anche i ragazzi, Hakkay fu costretto ad una brusca frenata, che fece rovesciare Gojio e Goku a terra, la scimmia lanciò un lamento tenendosi la testa.
-Che male!-
-Ci credo scimmia, dato che non c’è niente il dolore rimbalza nella tu scatola cranica-
-Zitto cretino di un Kappa!!-
Meiko afferrò il fucile dietro la schiena, caricandolo, mentre Rika si ripuliva dalla polvere.
-Bello scherzetto sorellina-
-Ti sbagli-
Rika tirò fuori i Sai.
-Io non c’entro-
-Beh, dovrai spiegarlo agl’altri-
Meiko si alzò dalla moto, imprecando per come si era ridotto il lato che aveva strisciato sulla strada, dal fumo sbucarono un gruppo di demoni armati e dipinti su tutto il corpo.
Rika li guardò con aria assorta.
Poi si voltò verso i ragazzi, Goku era gia pronto a menare.
Il fumo dell’esplosione e della polvere veniva sollevato dal vento.
Una giornata che sapeva di strano…sapeva di nuovo…
…non era riuscita a scappare, ne ad ucciderli…
Le sue mani si congelarono mentre teneva saldamente i due Sai, le dita non le sentiva più.
“Che cosa faccio?”
…cominciò a diventare tutto più lento..
Dal fumo, i demoni…i ragazzi…Meiko…
Diventava tutto lento…sembrava volersi fermare…
Le immagini scorrevano davanti ai suoi occhi, ignorandola, come uno spettatore osservava ciò che succedeva.
I ragazzi attaccavano i demoni…Meiko sparava…Hakkay con il suo Ki ne aveva colpiti due…Sanzo schivava un colpo, sferrando prima un cazzotto, poi uno sparo…Gojio con l’alabarda sembrava sorridere, non si riusciva a vederlo in faccia in mezzo al fumo.
Ma Goku di certo si stava divertendo…
Come quel sorriso che aveva visto su quel viso la prima volta, quando si erano affrontati…
Si era divertito…glielo aveva anche detto…

“…sei molto forte, mi sono divertito molto a combattere contro di te…”

Divertito…era forte…
Qualcuno gli aveva detto che era forte…
I Sai erano tenuti saldamente nelle mani, il terzo dietro luccicava tenuto dietro la cintura dei jeans.
Era indecisa.
Indecisa?
Perché indecisa?
Lei aveva una missione!
Doveva ucciderli, prendere il sutra e tornare indietro…
No…non riusciva a muoversi…
Ancora uno sparo, Meiko ne aveva colpito uno, poi ne aveva colpito con la canna un altro, finendolo con un cazzotto.
Gojio adesso l’affiancava.
Cosa si stavano dicendo?
Tutti i rumori erano morti…
Scomparsi…
Svaniti…

-Una missione per me?-
il silenzio era svanito al suono di quella domanda, mentre Kogaiji le passava accanto,facendole voltare il capo, i capelli neri scivolavano sciolti da una spalla, accarezzando la pelle della maglia.
Le braccia incrociate erano coperte dalle lunghe maniche che raggiungevano con un taglio a V il medio.
La pelle sembrava infonderle un senso di protezione.
La ragazza socchiuse gli occhi neri con fare sospettoso, di quel principe non si era mai fidata.
Intanto lui scompariva e appariva alle luci che entravano nella stanza semibuia, di solito era proibito per chiunque entrare li.
Ma per lei era un’eccezione…
-Vedi…avevo mandato Rika a rubare il sutra del cielo demoniaco al gruppo di Sanzo…
Però…non ricevo notizie da lei da due giorni…-
-Beh, per due soli giorni è poco, mio principe-
ironia.
Un sorriso ironico sul volto di lei che fece indurire quello serio e preoccupato di lui…

Preoccupata…
Perché era confusa…
Troppo confusa, non doveva esserlo.
Lucida, fredda, forte.
Eppure adesso…
Quando…quando era cominciato tutto questo?
Si tastò la spalla con il tatuaggio.
“Non sono più umana…non sono più umana…”
-Rika! Attenta!!-
la ragazza alzò lo sguardo.
Lento…
Un demone correva verso di lei…

-Due giorni sono più che sufficienti, considerando il gruppo di Sanzo-
-Ma perché mandare proprio Rika?-
Kougaiji si era voltato, dandole le spalle, ma ora offriva parte del suo viso alla luce, in modo che la ragazza osservasse la carnagione scura e i capelli rossi, parte del bavero della giacca nascondeva le labbra, mentre la ragazza rimaneva al suo posto sotto la luce, quasi a volerla sfidare.
Illuminala, dato che lei è l’oscurità.
Tutta in pelle nera, solo questa che riluceva alla luce del sole esterno.
-Perché…lei è molto forte…-
la ragazza si sistemò i capelli neri dietro la spalla, accarezzandoli con una mano.
-E io che c’entro?-
-Devi andare a dare un’occhiata, nel caso sia viva, continuerà la missione.
Ma se è morta per mano loro, puoi prendere il suo posto-
-Quindi posso uccidere il gruppo di Sanzo e prendere il sutra?-
-Non ho detto di ucciderli…-

Ucciderli…
No…
La sua missione…non era ucciderli…
Il demone intanto aveva sollevato l’ascia, pronta a tagliarla in due.
“Non devo ucciderli…”
il demone stava per colpirla, quando un bastone rosso trapassò il corpo del demone, risvegliando Rika da quella specie d’incantesimo, il rumore tornò a stordirla, le immagini accelerarono, mentre due occhi dorati la stavano guardando preoccupati.
-Rika, tutto posto?-
la ragazza sentì la mano di Goku sulla spalla.
“Non devo ucciderli”
la ragazza annuì, riprendendo anche a respirare normalmente.
-Si, grazie Goku-
il ragazzo sorrise, tornando a combattere, mentre Rika stringeva i Sai, affiancando Goku.
-Lasciane qualcuno per me!!-

Kougaiji ora teneva le mani dietro la schiena, mentre la ragazza si era voltata, ora invece del profilo tutta la figura era rivolta al principe.
-Ho dato il compito a Rika di rubare il sutra.
Ucciderli è compito mio-
e non avrebbe permesso a nessuno di farlo al suo posto.
La ragazza intuì l’ultima parte della frase osservando gl’occhi del ragazzo poco distante da lei.
Fece un inchino con la testa.
-Allora ai vostri ordini, principe Kougaiji…-
la ragazza si avviò, mentre Yaone era rimasta tutto il tempo nascosta nel buio, in attesa.
-A presto, Selene-
la ragazza le rivolse un’occhiata fredda con le iridi nere e profonde, uscendo dalla stanza, mentre Yaone osservava preoccupata il principe rivolgere le sue attenzioni a quella statua nella colonna.

Fine 3° capitolo


(Olè!!! Abbiamo fatto anche il terzo!! N.d.Raffy)(Marty e Raffy fanno un balletto dalla gioia, facendo poi il trenino con i ragazzi)(Pepepepepepepepepe)(Speriamo che non arrivi Barbara, se no prendo e la sparo n.d.Marty)(Dai, caccia all’anatra! N.d.Raffy)
(Arrivate tutte quante! N.d.Raffy)(Spetta a cantar vittoria, mo dobbiamo fare il quarto capitolo n.d.Marty)(Il quarto? Bisognerà farne tanti altri! N.d.Raffy)(Il quarto capitolo è sempre più difficile! Nella carriera di un’artista! N.d.Marty copia Caparezza)(Mai sentita sta canzone!n.d.raffy)
(Vabbeh, chiudiamo qui, credo che a nessuno interessi queste seghe mentali! N.d.Marty)(Suppongo di si n.d.Raffy)(Marty e Raffy sembrano Trevor ed Hamish)
(Qui dalla M&R Production CIAO!)

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Capitolo 4
*** Sister ***


Capitolo 4 
Sister


(Punto morto ! n.d.Marty)(Parliamo gia all’inizio ? n.d.Raffy)(Mi sembra ovvio, riunione straordinaria, che scriviamo? Selene è partita…n.d.Marty)(Va in campagna? N.d.Raffy)(Marty prende la goccia che le era scivolata dalla testa e la sbatte SULLA testa di Raffy)


“Le immagini sono veloci, i ricordi mi stanno sfuggendo…
Le mie mani…sto fissando le mie mani…
Bianco e nero, non vedo altro…
E’ troppo veloce, mi allontano…
AH!
Piango!
Sto piangendo!!
Cosa succede?
Demoni!!
No! Non voglio ricordare!
Lasciatemi! LASCIATEMI!
Aiuto! 
AIUTAMI! AIUTAMI!!
DOVE SEI?
AIUTO!!
NO NO!!
LASCIATEMI!
LASCIATEMII!!
NON VOGLIOOO!!!”

-AH!-
si rizzò di scatto sul letto, stava sudando copiosamente.
Merda!
-Brutto sogno?-
Rika si voltò, accecandosi alla luce della finestra dalle tapparelle semi aperte, doveva essere giorno fatto.
E lei era riuscita a dormire…
Rika si coprì con una mano gli occhi, la figura di Meiko era in controluce, mentre sistemava la sacca.
Era confusa, Rika si asciugò il sudore, con aria smarrita.
-Ho…ho urlato?-
Meiko la guardò, sistemando il fucile.
-No, ti agitavi molto, ma dalla tua bocca non è uscito nulla-
“Per fortuna…”
“Santo cielo, ha davvero ragione! Prima o poi qualcuno mi strapperà la lingua per tutte le volte che ho mentito!”
Rika si alzò, sistemandosi velocemente, doveva sbrigarsi, nonostante dormisse in un stanza a parte con Meiko era pur sempre la prigioniera di quei tizi, mentre la biondina usciva, in quel momento Sanzo stava passando per andare di sotto.
Rika aveva notato la figura del bonzo, e chissà perché si fermo dal suo spogliarsi, rimanendo in reggiseno, mentre tendeva l’orecchio verso la porta dove fuori c’erano le due figure.
Era incuriosita…
-Aspetta!-
niente, non la cagava.
-Bonzo corrotto!-
Sanzo si fermò.
“Alleluia”
-Senti, io non ho intenzione di seguire la tua compagnia per sempre, perciò ti dispiacerebbe starmi a sentire?
Ho solo un messaggio da darti, mica ti uccido!-
Sanzo si voltò mostrando il profilo, fissando poi gli occhi rossicci della bionda, che constatò ancora una volta che nonostante tutto il bonzo aveva degl’occhi davvero belli, rari!
Intanto Sanzo stava fissando il volto rilassato, che tendeva a sorridere, anche se per ora c’era un’espressione soddisfatta.

“Tendeva a sorridere, soprattutto quando stava con lui.
Si appoggiava alla sua spalla e sorrideva, come se stesse facendo un bel sogno…
Un bel sogno…
Adesso quell’immagine era sfuocata, come se dei lembi fossero stati strappati…
Solo il ricordo di due occhi…rossicci…
Che poi diventavano rossi…
Un rosso cupo…sangue…
Scende del sangue da quelle immagini…
-…NON LASCIARMI!-
lo stesso pensiero…
Mentre un’ombra lo ripara…
Ed è sangue…
Mentre capisce…
…lui ha fallito…”


Sanzo si allontanò, mentre Meiko lo guardava stupefatta, sentendo però la frustrazione salirgli al cervello.
-EH NO BONZO DEI MIEI STIVALI!-
Meiko balzò giù, fermando Sanzo sulle scale e afferrandolo per la tunica.
-Non puoi comportarti così con me!
Mi devi stare sentire!-
-Lasciami immediatamente…-
Meiko si stupì
Un tono profondo, rauco, come se provenisse dal punto più profondo della sua anima…
E non la stava guardando in faccia.
Lei scosse la testa decisa più che mai.
-No che non ti lascio! Sono stanca di essere trattata come spazzatura da quelli come te!!
Ora mi devi ascoltare!!-
-Ti ho detto di lasciarmi!-
Sanzo la guardò, la sua occhiata per qualche istante congelò il sangue a Meiko, che fu afferrata per un polso e allontanata, il bonzo scese le scale, per poi accendersi una sigaretta.
La bionda lo guardò stupita, avvertendo poi la collera montargli in corpo.
-SEI SOLO UNO STRONZO EGOCENTRICO!! CREPA MALEDETTO BONZO!!!-
Meiko si alzò, salendo a due gli scalini, spintonando Rika che era uscita dalla stanza.
Aveva avvertito l’aria caricarsi di tensione, e in qualche modo era andata vedere che nessuno si fosse fatto male.
Senti la mano di Meiko pesante spingerla via, quasi con stanchezza, come se fosse stanca di tutto quello che stava passando.
Intanto la ragazza era entrata nella stanza, afferrando la sacca e il fucile, legando stretta l’imbracatura con cui reggeva l’arma.
“…hai intenzione di mollare?”
-Mi dispiace, non sopporto più tutto questo!-
“NON VOGLIO ESSERE TRATTATA COME MERDA!”
“…si, comprendo il tuo dolore”
-Ah, ma davvero?-
avvertì la rabbia salirgli agl’occhi, ma scosse la testa, mentre avvertiva qualcosa avvolgerla…
“Si, davvero. Ma ti prego, ti supplico non ti arrendere…”
Meiko prese dei profondi respiri, cercando di sedare quella sensazione nera e bruciante come fiamme che avvolgeva tutto il suo corpo il suo cuore, le mani che prima prudevano stavano lentamente andando a calmarsi.
Quella sensazione lentamente la stava abbandonando…
“Ricordati…che noi abbiamo un patto…porta a termine il tuo compito…ed esaudirò il tuo desiderio…”
Meiko alzò lo sguardo verso il muro, colpita da quelle parole dette con dolcezza mista a minaccia.
Velocemente si diresse nel bagno, alzando lo sguardo verso lo specchio.
Il riflesso di una ragazza dai capelli biondi gli occhi…rossi…ambrati…
Ma rossi…
“Si, hai capito. Io esaudirò il tuo desiderio.
Ma tu devi fare in modo di esaudire il mio…”
La bionda si osservò ancora allo specchio, appoggiando un mano sul suo riflesso come in un gesto disperato, chinando poi la testa all’evidenza.
-E va bene…va bene…-
-Meiko?-
la ragazza si alzò, Rika era entrata nella stanza, osservandola.
-Va tutto bene?-
la bionda alzò di scatto la testa, riprendendo la sua solita espressione tranquilla e sorridendo con aria triste alla compagna di stanza.
-Si, scusa. Ero solo un po’ nervosa-
-Ci credo. Nemmeno un dio sopporterebbe quel tizio…-
Meiko annuì, anche se con poca convinzione.
“Un dio? Non credo proprio…”

“Erroris, illusione…
Non ci sono speranze, non credo in nulla, ne spero in nulla.
Dalla vita non mi aspetto nulla, e nulla mi verrà dato.
Perché io sono chi sono…
E per questo, non ho vita…”

Rika afferrò il polso di Meiko, che era rimasta incantata con lo sguardo basso, e le sorrise con aria gentile.
-Forza, scendiamo, gli altri aspettano sia me che te-
sia me che te…
Sia me che te…
Anche me…
Meiko la guardò stupita, sorridendo poi con aria divertita.
-Di la verità, non vedi l’ora di andare dal tuo salvatore dagl’occhi dorati?-
-Che cosa?!-
-Non fare la faccia innocente con me! Ti ho visto ieri mentre Goku ti tirava fuori dai guai con quel demone.
Sapessi che sguardo dolce dolce che vi davate tu e quell’altro!!-
-Senti, anche se mi ha salvato la vita non cambia nulla, siamo nemici io e lui!
-Ehi, guarda che scherzavo!-
Meiko mise le mani i gesto di arresa, mentre Rika le abbandonava il polso, sbuffando come un locomotiva.
-Ed io che volevo essere gentile!-
Meiko ridacchiò.
Poi Rika si fermò, stupita.
“Cosa…”
Meiko adesso l’affiancava, e sorrideva con aria furba.
-Allora, scendiamo prigioniera?-
Rika poté solo annuire, seguendola.
Una parola sospesa in aria.


grazie



Si stava gustando un lecca lecca alla cola, tenendo fisso lo sguardo verso la locanda, mentre con un mano sistemava i capelli neri, aveva preferito una vista dal basso anche perché così risarebbe divertita di più.
L’aveva scoperta in quattro giorni, trovandola in quel villaggio distante dalla montagna dove era andata ad accoglierli.
E li aveva scoperto sorridendo divertita della sorprendente novità.
Bene, si sarebbe divertita il doppio…
Restò appoggiata a quel muro, attirando un po’ l’attenzione anche per l’abbigliamento “Dark” che indossava.
Si guardò intorno, ogni movimento veniva notato dalle iridi nere, la pupilla sembrava solo un’ombra in quel mare nero.
Attesa.
L’attesa si dive estenuante…
Eppure può dare più adrenalina dell’azione stessa.
Basta imparare ad aspettare.
Ed ogni istante, anche se diventa sempre più lento.
È catturato e ricordato.
Per sempre…
I suoi denti ruppero il lecca lecca, mentre i suoi occhi guardarono la porta della locanda aprirsi, un uomo biondo era affiancato da un rosso e un ragazzino.
E accanto ad un moro.
Bingo…
La ragazza gettò a terra la stecca del lecca lecca, leccandosi le labbra mentre si avvicinava al gruppetto, la bionda del gruppo era pronta a salire su una bella moto nera.
No.
Lei non gliel’avrebbe permesso.
Le avrebbe preso il fucile.
E le avrebbe fatto un bel buco in testa.
Ma prima.
-Rika!-
la mora, sentendosi chiamare, si voltò verso la figura che si avvicinava.
E sbiancò.
“…no…”
fu come se, di colpo, tornasse piccola, e una valanga di ricordi le tornarono in mente.
Come uno Tsunami.
La travolgeva.
E si sentì perdere le forze, mentre tremava, i ragazzi guardarono prima la straniera, poi la compagna di viaggio, era impallidita, gli occhi azzurri spalancati in un’espressione di puro terrore..
Goku le si avvicinò.
-Rika, la conosci? Ehi, Rika, ma che hai?-
-A…-
-Ah, scusatemi, evidentemente Rika non immaginava di vedermi, perciò mi presento…-
Meiko intanto aveva gia messo mano sul fucile.
La ragazza dai capelli neri si passò una mano sull’ombelico, dove ad adornarlo c’era una rosa, avvolta in un tribale.
Quando la mano della ragazza scoprì di nuovo l’ombelico, il tatuaggio era scomparso…
-Il mio nome è Selene…-
la ragazza alzò i palmi al cielo, e apparvero delle bolle blu attraversate da scariche elettriche, con sotto le unghie del demone, le orecchie sbucavano dalla capigliatura nera.
-…e sono qui per ordine di Kougaiji-
Rika sembrò ridestarsi, mentre Selene stava per scagliare le bolle di energia.
E la sua prima vittima sarebbe stata Goku.
-ATTENTO!!-
la ragazza si mise davanti al ragazzo, mettendosi una mano sulla spalla a coprire il tatuaggio, mentre gli altri si riparavano, una sfera mancò Gojio e Sanzo, andando contro un edificio, che crollò, mentre la gente terrorizzava iniziava ad urlare e a scappare.
La seconda sembrò colpire la ragazza, facendo centinaia di scintille blu.
Invece Rika, che si era ritrasformata, l’aveva riparata con uno dei suoi Sai, dietro c’era Goku, che la osservava.
Un demone…
I capelli di Rika volteggiavano per l’energia della sfera, mentre Selene rideva divertita.
-Sorellina, che fai, perdi colpi? O hai perso il senno?-
-NGH!-
Rika restituì al mittente la bolla, Selene la riacchiappò con una mano, facendola poi esplodere chiudendo la mano.
Rika intanto si voltava verso il ragazzo.
-Tutto bene?-
-Si…-
Rika, rabbiosa, si voltò verso la figura della sorella, che la guardava con fare superiore.
-Rika, che cosa pensi di fare?-
-Selene, vattene via…-
-Mi dispiace…Kougaiji mi ha dato degl’ordini…-
Selene mosse le mani, mentre dei cerchi di fuoco si formavano, e cominciavano a divorare il terreno, mentre Rika partiva all’attacco, con i due Sai alla mano.
Meiko intanto sparò una serie di colpi, ma Selene parò una mano, e li bloccò.
-Stupida-
uno dei cerchi rotolò verso la bionda, che lo evitò all’ultimo secondo, buttandosi di lato, mentre Rika distruggeva l’altro, cercando di colpire la sorella.
Inutile, una barriera invisibile, trasparente era tra le due, e Selene sorrideva divertita.
-Poverina, non riesci a colpirmi?-
-Sta zitta stronza-
Selene sembrò arrabbiarsi, il suo viso da divertito si fece serio, e con una manata alzò un forte vento che spazzò via Rika, afferrata in tempo da Hakkay.
-E’ magia!-
Gojio e Goku intanto si erano velocemente avvicinati a lei, ma la barriera c’era ancora a parare i colpi, e la ragazza aspettò con braccia conserte che la sorella si rialzasse, prima di parlarle.
-Mi deludi profondamente…
Rika, tu sei stata mandata dal principe Kougaiji per prendere il sutra.
Invece…ti sei unita a questi assassini!-
-Non dire stronzate!-
Rika era furente, mentre Selene alzava le mani al cielo, un cerchio di fuoco per terra la proteggeva, mentre allungava la mano ad un muro di un edificio, sgretolandolo con la forza del pensiero, i conci volteggiavano in aria.
Con una mano li spedì ai ragazzi, Meiko e Hakkay si gettarono ai lati, Sanzo compreso, mentre Rika e Gojio li ricevevano in faccia, sbalzando via, goku riuscì a pararne uno.
La ragazza dai capelli castani si rialzò subito.
-Tu li chiami assassini, proprio TU!-
-Io sarò anche un’assassina, ma io non uccido i miei simili-
-Ma fai in modo di uccidere tua sorella!-
-BASTA!-
Selene lanciò un’altra ventata, ma stavolta Rika balzò in aria, cercando di colpire Selene, che colta impreparata la parò con una mano.
-Sei una traditrice!-
-No! Perché, al contrario di te, aspetto…io ruberò il sutra a Sanzo, è il mio compito, la mia missione!-
-E allora perché non lo hai gia fatto?-
…perché non l’ho gia fatto?
Rika ricevette un colpo in pancia, tossendo con forza, sentendo lo stomaco ribellarsi un attimo alla su volontà, mentre Selene la guardava con aria di disprezzo.
-Mi sfiguri sorella, metterti dalla parte di questi…esseri!-
Sanzo e Meiko spararono ancora, ma Selene alzò le mani, bloccando ancora una volta le pallottole.
Rika si riprese.
-Sorella, è la mia battaglia, tu non c’entri niente, perciò VATTENE!-
Selene osservò con la coda dell’occhio la sorella, che ruggì all’ultima parola, con rabbia.

“VATTENE, VATTENE VIA ASSASSINA!
VATTENE, STA LONTANA DA ME!!
STA…LONTANA…LONTANA DA MEEE!!”


-Io ho il compito di prendere il sutra, e io lo porterò a termine.
IO IO IO-
Selene la osservò, mentre gli altri si erano fermati.
Era inginocchiata accanto a lei.
…sorrise…
L’afferrò con due dita sotto il mento e la sollevò abbastanza per sussurrarle all’orecchio.
-E sia sorellina…ma ti prometto…che verrò a vedere come vanno le cose…e se fallirai…ti ucciderò…
Perciò scappa…scappa ancora sorellina…tanto io ti acchiappo…
E adesso…piangi pure…
Ti voglio bene…-
Selene baciò la fronte di una paralizzata Rika, facendo poi un inchino agl’altri ragazzi, e scomparendo via, saltando su di un tetto, mentre Rika rimaneva in quella posizione.
Era come congelata, gli occhi azzurri trasparenti…
Poi…si riempirono di lacrime, che scivolarono dalle guance sporche.
Piangeva…
E si nascose il viso, accucciandosi in ginocchio, mentre continuava a piangere, singhiozzando con forza, disperata, mentre gli altri rimasero a guardare la scena.
Inutile…
Si sentiva inutile.
Si sentiva distrutta.
Si sentiva triste…
Si sentiva sola, tanto sola.
Come se il cielo fosse la sua solitudine…
Avvertì un mano appoggiarsi alla sua spalla, e per un attimo scoprì il viso, prima di coprirlo di nuovo.
Non voleva sapere chi fosse.
Non lo avrebbe ringraziato.
Non lo avrebbe guardato.
Ora voleva solo piangere…
Voleva vivere quella solitudine…
Ancora, ancora una volta, come una punizione…
E poi ricominciare…

“Ti voglio bene”

Era in piedi davanti ad una donna, un donna sorridente e divertita (piena di rughe e con un certo gusto per il perversione n.d.Meiko)(ZIA GYO! N.d.raffy)
Gyokumenkoshu (Tann’accirer’ n.d.raffy)(Nome del cazzo! N.d.Meiko) l’afferrò per il mento, sollevandolo in modo da vedere meglio il collo e la linea del viso, gli occhi chiusi.
-Davvero bella…-
Ni Je Ni sorrise, mentre il demone girava attorno alla figura vestita di Kira, la ragazza sembrava dormire in piedi.
Il demone donna si accarezzò il mento con la mano, guardandola dall’alto in basso, fermandosi un attimo al profilo e poi a guardarla in volto.
-Aprì gli occhi-
la ragazza obbedì, aprendoli pian piano, tenendo lo sguardo basso, per poi alzarlo verso il demone, che la guardò sorridendo ancora più cattiva.
Occhi di un blu elettronico, non erano e non sembravano umani.
-Davvero fatta molto bene…ma ora voglio vederla all’opera-
Gyokumenkoshu si allontanò seguita da Ni Je Ni, mentre la ragazza rimaneva immobile in attesa di istruzioni.
Dal nulla sbucarono un gruppetto di demoni, armati e pronti saltare addosso alla ragazza, che socchiuse gli occhi.
Ni Je Ni ebbe l’onore di dare l’ordine
-Kira…
Uccidili-
La ragazza allungò una mano, puntando il palmo verso l’alto.
Di colpo, la mano iniziò a sanguinare, parte del sangue cominciò a compattare, mentre alto fuoriusciva dalla mano e macchiava il pavimento.
Filamenti di pelle iniziarono poi srotolarsi come gomitoli, avvolgendosi intorno a parte del sangue che compattava, fino a che una lama lucente non apparve agl’occhi divertiti di Gyokumenkoshu. (Zia Gyo, sei UNA DISGRAZIA, ma tua madre era ubriaca quando ti ha dato ‘sto nome? N.d.Meiko)
Kira afferrò il manico della SUA pelle, e si guardò intorno, la lama abbassata, in attesa della prima mossa.

“Respiro…respiro…respiro…”

Un demone, li affianco, si azzardò, urlando e correndo verso la ragazza, anche lui aveva un spada, pronta ad infilzarla.
Kira si voltò ,i suoi occhi blu videro la figura vicinissima a lei.

“Respiro…respiro…respiro…”

Il demone sputò sangue, Kira si era piegata a terra, infilandolo, la lama aveva trapassato il corpo, macchiandosi di sangue, che ora colava giù, mentre il demone cadeva in avanti, bloccandola ragazza, che lo spinse via con freddezza, la lama lubrificata scivolò velocemente, mentre gli altri demoni indietreggiavano, per poi assaltarla tutti allo stesso momento.

“Respiro…respiro…respiro…”

La ragazza patì con una serie di calci e pugni, evitando agilmente alcuni colpi, la lama affilata di un pugnale la ferì ad un braccio, mentre un pugno c’entrava in pieno la mascella, pugno che però la ragazza non avvertì, afferrando il collo del demone con una mano, e stringendolo, spezzandogli l’osso come se nulla fosse, gettandolo poi via, mentre un altro demone l’attaccava da dietro.

“Il battito cardiaco aumenta…respiro che si fa sempre più affannato…
Non è stanchezza…
Questo…è…altro…”

I suoi occhi si spalancarono ancora di più, mentre la lama con un rumore soffocato formava una curva, tagliando poi in parte il demone, infilandosi poi su una spalla, ferendolo a morte, il sangue colava giù e macchiò in parte la mano della ragazza.

“Questo sangue non mi appartiene…
…respiro…respiro…respiro…respiro affannoso, troppo veloce il cuore…
Il cuore…”

I suoi movimenti si fecero sempre più veloci, mentre con uno schiocco di dita Gyokumenkoshu chiamava altri demoni armati, ormai la sala si stava riempiendo di cadaveri e sangue.
La ragazza or si era fata infilzare ad una gamba.

“Ferma…respira…
Mi hanno colpito…e non provo dolore…
…non provo nulla…”

La lama della spada velocemente trapassò il corpo di colui che l’aveva colpito, mentre lei si toglieva il pugnale della gamba, lanciandolo verso un demone che correva verso di lei, colpendolo in testa.

“Nervosa…adrenalina in aumento…
Basta…basta così…siete troppi…
Statemi lontani!!”

La ragazza si guardò intorno, per poi partire ancora, bloccando un colpo con la spada che fece un rumore metallico che sembrò incuriosire e distrarre un attimo Kira, che sentì una pressione alla schiena, un altro pugnale…
La ragazza con uno schiaffo allontanò da se il demone, per poi con la spada fare un’altra curva colpendone due di seguito.

“Respiro affannoso, eccesso di movimento…stanchezza…
Confusione…troppa confusione…
No…no…”

Ni Je Ni si sporse, adesso la sua espressione cominciava a mutare, cosa che attirò l’attenzione della donna demone.
-Che succede Ni?-
-Maestà…credo che assisteremo presto ai fuochi d’artificio…-
Kira colpì altri demoni, prima di guardarsi attorno.
Tanti cadaveri, e altri demoni.
La mano tremava, la spada sembrava in procinto di cadere, il sangue ancora liquido scivolava dalla lama, la mano che teneva il manico era sporca di sangue, il viso aveva un livido, ed era ferita.
Guardò la gamba, poi avvertì il pugnale dietro la schiena.

“Tutto questo…tutto questo…perché?
…è troppo…”

“FAMMI USCIRE!!!”

Kira crollò a terra, mentre sulla gamba non ferita un tatuaggio sembrò venire cancellato, mentre la ragazza respirava, lentamente la spada ri-penetrava nella sua mano.
Gyokumenkoshu s’accigliò.
-Che succede?-
A risponderle fu il corpo di Kira, che brillò, divenne talmente luminoso da essere accecante, e la ragazza tenne gli occhi spalancati, il blu delle iridi era l’unica cosa insieme ai capelli neri che si vedeva in tutta quella luce.
Ed esplose.
Una nova, che inglobò tutta la sala, i cadaveri, i demoni vivi, mentre Gyokumenkoshu e Ni si erano allontanati, avvertendo soltanto l’ondata di vuoto d’aria che l’investì, facendo vibrare il palazzo.

“Sono orfana…non ho i genitori…
Ho vissuto in un’orfanotrofio…
E li…ho conosciuto qualcuno…”


Quando il demone donna e lo scienziato tornarono, Kira era scomparsa…
Era scappata…

Fine 4° capitolo

(ALEEEE OOOO ALEEE OOO n.d.Marty)

Ringraziamo di tutto cuore WhiteLie per la sua commovente devozione a questa nostra storia. Questo capitolo è tutto per te. GRAZIEEEE!!!!

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Capitolo 5
*** Over the light ***


Capitolo 5
Over the light
 

A fare da cornice, le montagne, che sembravano voler toccare il sole che si stava avvicinando alla postazione di mezzogiorno.
La terra formava uno sottile strato di polvere, che le copriva gli stivali, mentre una delle due gambe zoppicava, il sangue ormai incrostato formava una specie di tatuaggio rosso che raggiungeva il ginocchio, mentre le mani erano abbandonate.
Barcollava, era stanca, il respiro affannato.
Respiro…respiro…respiro…
I capelli neri erano in parte appiccicati al volto in parte rovinato, un livido bluastro adornava una delle due guance, mentre la bocca aperta prendeva e tirava fuori aria.
Respiro…respiro…respiro…
Dietro la schiena, un altro buco, sia sul top che sulla maglietta a rete che indossava, il sangue colorava di rosso ciò che era nero.
Ancora un altro respiro…e un altro ancora…
Sotto i suoi piedi la terra era sempre uguale, sembrava restare ferma nello stesso punto mentre camminava, mentre il vento che soffiava ogni tanto era caldo e soffocante, sopra di lei il cielo azzurro veniva oscurato da nuvole grigio scuro che minacciavano, con tuoni profondi e rauchi come il rotolare di sassi, di piovere.
Un altro soffio di vento, forte, che sollevò la polvere, andando sugl’occhi blu socchiusi.
Un forte bruciore, una mano che si muove, mentre il piede viene messo male a terra.
Perdita dell’equilibrio.
Kira cascò, subendo un forte colpo alla schiena e alla spalla, mentre la bocca veniva riempita di polvere, che sputò via a fatica, tossendo, mentre la spalla veniva afferrata da una mano.
Stanchezza, una cosa che provava…che forse provava sempre…
Dalla posizione a pancia in giù andò supina, i capelli si sporcarono di terra, mentre quelli appiccicati al volto rimasero fermi, bagnati in parte dal sudore che scivolava giù dal viso.
Respiro…respiro più lento…ancora un altro respiro…respiro…
Stanca…
Una gamba tremava, le cellule nervose dei suoi muscoli e della sua pelle pulsavano febbrilmente, spedendole nel cervello la sensazione che la gamba stesse esplodendo dal dolore.
Quando si era voltata per terra, la schiena aveva fatto la stessa cosa.
Calma…calma…
La gamba che pulsava dal dolore sembrava in procinto di ricominciare a sanguinare, ma il tappo in qualche modo evitava questo, mentre Kira teneva gli occhi al cielo, socchiusi, arrossati per la polvere.
Il cielo era in procinto di piovere, sentì chiaramente una fredda goccia caderle sulla fronte sporca di terra, e da li scivolare di lato con estrema lentezza, quasi a fatica, pulendola in parte dallo sporco.
Il suo cuore sembrava aver rallentato la sua corsa, mentre oltre il cielo si vedevano le montagne…
…oltre quelle montagne era nata…
Oltre quelle montagne era scappata…
Oltre…oltre…
Respiro profondamente, afferrando l’aria che adesso sapeva di umido, di freddo.
Un’altra goccia le andò sulla gamba dolorante, e per un secondo provò una strana sensazione di leggerezza.
Un’altra goccia, un’altra ancora…
 
“…ricordo che mi è sempre piaciuta la pioggia…”
 
-La pioggia…-
Le labbra secche si mossero, mentre la voce dalla bocca per la prima volta usciva rauca e debole, mentre la mano con la stigmate si alzava verso l’alto, il palmo riceveva le gocce di pioggia dall’alto, una sensazione di fresco, mentre le gocce aumentavano, la pioggia si faceva sempre più forte, iniziando a bagnarla tutta.
I capelli…il volto…il petto…la pancia…le gambe…le mani…
Bagnata…ed una sensazione di fresco…
Lentamente si mise seduta, facendosi forza con le mani, che si sporcarono di terra bagnata, mentre il suo sguardo si spostava ancora, dopo le nuvole da cui scendeva la pioggia era tornata a fissare le montagne…
Le guardò con aria stupita…
…no…
Non voleva tornarci…
Voleva respirare ancora…
Il suo cervello e il suo cuore dissero quel no contemporaneamente, mentre lei stessa se ne stupiva…
Mentre quella luce l’aveva inglobata, mentre lei era diventata una stella, una piccola nova, aveva avvertito…
…come una brezza, come un’onda sulla pelle dei piedi…
Un ricordo, che poi era scivolato via…allontanandosi…ma lasciando quella sensazione di fresco sulla sua pelle…
Ancora…voleva avvertire ancora quella sensazione…
Lentamente si mise a carponi, la gamba era tornata a pulsare e vibrare così come la schiena.
A fatica, facendo leva con le mani e la gamba sana, si rimise in piedi, dando le spalle alle montagne.
Barcollò ancora, prima di prendere un respiro profondo, e rimettersi in cammino, mentre la pioggia continuava a battere.
Aveva gia fatto un po’ di strada, barcollando, quando qualcosa la raggiunse, fermandosi accanto a lei.
Un carro…
-Santo cielo ragazzi mia!-
Una donna, una grossa donna la stava osservando stupefatta, mentre Kira aveva alzato lo sguardo, stupita.
La donna le allungò una mano.
-Presto, sali immediatamente. Ma guarda come sei conciata! Dove pensi di andare ridotta così?-
Kira osservò stupita quella mano, prima di afferrarla con la mano con il guanto senza dita, facendo così sollevare dalla forza della donna, che la spedì dentro il carro, facendo poi ripartire i cavalli, che correvano sotto la pioggia, mentre Kira si trovò distesa su qualcosa di meno duro della terra, da cui proveniva un caldo non soffocante…e uno strano profumo di buono…
Lentamente, socchiuse gli occhi, prima di chiuderli, bagnata fradicia, dentro quel carro.
 
“Ricordo che mi piaceva la pioggia…
La guardavo fuori da quel vetro…
E, stranamente, pensavo a lui…
Ed ogni volta…sentivo che dentro di me…c’era luce…e calore…”
 
 
Era andato a cercarla, si era allontanata dal gruppo.
Aveva chiesto di essere lasciata sola, forse non a parole, ma lo aveva supplicato.
Semplicemente, quando era smontata dalla moto con Meiko, aveva guardato la bionda alla ricerca di uno sguardo complice, e l’altra aveva annuito, lasciandola smarrirsi nella macchia verde della foresta dove si era fermati, a metà pomeriggio, lontani ormai da quella montagna, da quel villaggio.
Forse era per il ricordo di quel villaggio, forse per quelle lacrime, che si era messo a cercarla, scomparendo come lei dal gruppo.
Notato da tutti.
Gojio si era anche risparmiato le sue battute cretine.
Meiko aveva ignorato tutto, continuando a badare alle sue cose, così come fece il Sanzo, certe volte i due si assomigliavano in una maniera spaventosa.
Invece era l’uno l’opposto dell’altro.
Intanto, i passi di Goku erano soffocati dall’erba fresca di quella piccola foresta, gli alberi coprivano la vista di un cielo macchiato di soffici nuvole bianche che parevano cotone.
Si stava guardando intorno con aria preoccupata.
Dopo quello che era successo quel giorno, si era allontanato da Rika.
Aveva paura che la ragazza respingesse qualsiasi tentativo di chiacchierare.
Non che il ragazzo fosse così bravo a fare conversazione.
Però…aveva avvertito, da quella scena, uno strano senso di buio avvolgere la ragazza.
Quando quella Selene le aveva sussurrato qualcosa, che l’aveva fatta scoppiare a piangere senza pudore, senza vergogna.
Solo un profondo senso di tristezza.
Che in qualche modo aveva intaccato anche l’anima del ragazzo.
Aveva visto quell’oscurità avvolgere la ragazza fin da quel momento.
E si era spaventato.
Perché anche lui aveva provato quella stessa esperienza di buio che ti avvolge.
Ed una sensazione di freddo.
Mentre allungava ogni volta la mano verso una luce che lo abbandonava nella notte.
È tristezza…
È solitudine…
La solitudine…porta alla tristezza….ad avvertire i pensieri che si fanno di carne, prendono corpo…e ti parlano…
La solitudine porta al silenzio…
Un silenzio che non si può intaccare, per quanto tu ti sforzi di aprire la bocca, di parlare, urlare, alzare la voce sempre di più.
Quando non hai più voce, ne parole da dire, ci sarà sempre quel masso, che ti schiaccerà, obbligandoti ad assecondarlo.
Non c’è vita nel silenzio, ne tranquillità.
Irrequieto, il silenzio rende irrequieto.
Perché sei portato ad ascoltare ogni minimo rumore, fino a non capire che non c’è niente.
La solitudine porta a questo.
E lui l’aveva capito.
Perdendo il desiderio di parlare, solo con una domanda in testa, mentre il tramonto preannunciava che la luce sarebbe scomparsa, lasciandolo ancora al buio.
 
“Perché?...”
 
Cosa aveva fatto?
Qual’era la sua colpa?
Perché non ricordava nulla?
Che cosa aveva fatto di tanto grave?
Non lo sapeva.
Sapeva solo che era solo…
E che lentamente stava morendo dentro di se, mentre il suo corpo non sarebbe mai invecchiato…
E sarebbe diventato un corpo vuoto…
Fino a quando il sole gli apparve…
E lo tirò…
Una luce che spense quel buio, quel silenzio…
Portandolo via…
Ed era stato come fare un bagno di luce.
Una luce calda e soffusa, che lo faceva sorridere.
La luce di un sole…
E adesso…voleva trasmettere quella luce…
Si guardò intorno, con aria ansiosa.
Non la trovava, era preoccupato.
Doveva trovarla, doveva trovarla, voleva dargli quella luce che lui sentiva dentro di se…
Una luce che spenga il buio di lei…
Fargli sentire che non sarebbe vissuta nella solitudine.
Che quel silenzio sarebbe morto.
I suoi passi accelerarono, quando avvertì un rumore.
Partì a correre, la sua ansia muoveva il suo cuore e le sue gambe.
Mentre una brezza accarezzava l’erba sulla quale lui passava.
Fino a rallentare…fino a fermarsi…
Mentre il suo respiro affannoso velocemente scompariva in quella brezza, che accarezzò i suoi vestiti.
 
-…sembra strano ma non ti trovo…
…non nel cuore…non nell’odio…
…e io qui mi sento…sola…
…cerco una luce che…spenga il buio…
…spenga il buio…-
 
Era appoggiata a quel tronco, l’albero sembrava avvolgerla in una tranquillità che lei congelava.
Con quello sguardo perso nel verde e nell’azzurro sopra di lei, lo stesso azzurro che adornava i suoi occhi.
Mentre la brezza accarezzava i suoi capelli.
Era seduta e stava cantando, a bassa voce, quasi a voler entrare, essere inglobata in quell’atmosfera, e scomparire…
La sua voce era chiara e bassa, mentre il suo corpo sembrava diventato di pietra, le gambe piegate e appoggiate sull’erba, le braccia abbandonate in grembo, strette insieme.
Gli occhi rivolti verso l’alto, i capelli che scivolavano in parte da una spalla, leggermente spettinati, le labbra si muovevano, ma a stento Goku riusciva a sentire le parole di quella canzone.
Ecco…ecco la tristezza, come uno scialle che l’avvolgeva…
La solitudine è come una mano sulla spalla…
E presto il silenzio l’avrebbe svuotata.
Come lui per pochi istanti provava quel senso di vuoto, mentre la sua bocca era come sigillata, mentre allungava una mano verso il sole, un sole che crudele lo lasciava nel buio della notte.
E al freddo dell’inverno, il vento dell’autunno…
Goku scosse la testa, alzando lo sguardo prima verso Rika, e poi verso quello squarcio, dove i raggi di luce penetravano in macchie sull’erba, illuminando a tratti, mentre Rika era nascosta nel buio, e mormorava quella canzone…
Gli occhi dorati di Goku per un attimo persero lucentezza, mentre Rika abbassava la testa, una lacrima le era scivolata dalla guancia.
La ragazza si guardò intorno, mentre i ricordi cambiavano le scene, ora non c’era più la foresta, ma solo la figura nera di Selene, che l’afferrava…
 
“Se fallirai…ti ucciderò…
Perciò scappa…scappa ancora sorellina…tanto io ti acchiappo…
E adesso…piangi pure…
Ti voglio bene…”
 
Sola, nessuno l’avrebbe aiutata.
-Mamma…Papà…-
Nemmeno loro esistevano più.
Ma solo quella sensazione vischiosa tra i capelli, e le lacrime, e le grida.
Fa freddo…tremava…
Goku aveva ascoltato quel richiamo.
E per la prima volta, si chiese cosa stesse provando Rika.
Lui che di genitori non ne aveva mai avuti.
Lui che si era svegliato solo, rinchiuso, svuotato di ricordi.
Solo la sensazione che…avesse fatto qualcosa…di terribile…
E la paura di doverlo ricordare…
Goku chiuse gli occhi, stringendo il pugno…
“Se fossi vissuto nel punto più profondo della terra, forse non avrei desiderato il sole…
Invece…l’ho desideravo, perché lo vedevo…
Lo vedevo ogni giorno illuminarmi…scaldarmi…per poi scomparire troppo in fretta…
E avrei voluto averlo con me, per illuminare questa mia solitudine, questo mio silenzio…
E un giorno…lui venne da me…il sole…il mio sole…
Adesso…questa grande luce che mi avvolge…
…vorrei donarla…a qualcuno…che come me ha provato…il buio…e lo ha toccato…”
Deciso, Goku osservò Rika non alzare un dito ad asciugare la lacrima, ma fissarlo, notare la sua presenza.
Goku le si avvicinò, chinandosi davanti a lei, e sorridendogli.
-Rika, ti andrebbe di combattere contro di me?-
Combattere….lottare…
E vivere…
 
“…Piangi!Arrabbiati!Ridi!...
…Vivi!Vivi!Vivi!...”
 
“…Vivi…”
 
Rika alzò gli occhi verso quelli di Goku.
E fu avvolta da un’aura dorata…
Oro…c’era tanto oro attorno a lei…
I suoi occhi erano dorati…ed erano luminosi…
Luce…luce…luce!
La ragazza mosse una mano, allungando verso gli occhi di Goku, che la guardò stupita, per poi vedere la mano allontanarsi, senza neanche aver sfiorato il ragazzo.
Gli occhi azzurri di Rika si spalancarono, mentre la ragazza, sbatteva le palpebre un paio di volte.
Svuotata…di ogni buio…ora era illuminata da un’aura dorata…
E vedeva il verde…e la luce che filtrava tra i rami e le foglie…
E sentiva il peso scomparire…le energie fluire e correre alle mani, alle gambe…
…sorridere…
Sorrise, mentre il ragazzo si allontanava, lasciandola alzarsi da terra…
-Si…-
Rika si pulì i pinocchietti e si sistemò i capelli, prima di sorridere allegra e di annuire…
-Si che mi va!-
Goku allora fece apparire il Nyoibo, mentre Rika sfoderava i Sai.
E partivano a lottare, sotto una luce dorata del sole.
Meiko alzò la testa con Hakkay, quest’ultimo sorrise.
-Beh, sembra che ce l’ha fatta!-
-E chi se lo aspettava da quella scimmia?-
Meiko si mise le mani sui fianchi, ridacchiando, mentre Gojio si accendeva una sigaretta con l’accendino del bonzo, anche lui più tranquillo.
 
 
(Ho voglia di dormire! N.d.Marty)(Ti canto la ninna nanna? N.d.Raffy)(ARGH!! NOO!!! N.d.Marty versione “Urlo”) ( Be tu vai a dormire io intanto lascio qui un pensierino....http://raffy-chan.deviantart.com/art/Rika-Ryo-201521883. Questo è uno schizzo di Rika/Ryo , giusto per darvi un idea su come noi autrici la immaginiamo ^^ N.d.Raffy) (Come TU la immagini, guarda che strafiga! N.d. Marty) (Chiamami scema XP N.d.Raffy) 

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Capitolo 6
*** It’s Coming ***


Ebbene si, ci sentiamo particolarmente generose in questo periodo quindi beccatevi già da adesso il sesto capito. Speriamo vivamente che vi piaccia, qualsiasi commento o critica sono ben accetti. N.d. M&R Production ^_^

Capitolo 6
 It’s  Coming

 
Ciò che non le piaceva in quel momento…era la monotonia con la quale quegl’umani trascorrevano le loro giornate.
Ognuno di loro sembrava seguire uno schema preciso, come se la loro vita fosse fatta di quei soli gesti e basta, tutto il resto sembrava contasse poco.
Forse per questo odiavano i demoni.
Il diverso significava cambiare i loro programmi, essere pronti all’imprevisto.
La loro vita era basta sul fatto che ogni giornata era uguale a quella prima.
Le solite emozioni, i soliti sentimenti e pensieri.
Bambole.
Tzé
Orribile…
E questo lei lo odiava…
Si guardò intorno, sorridendo notando come alcune persone si soffermassero a guardare il suo aspetto, il suo fisico, il suo volto.
Bambole, era circondata da tante, tantissime bambole.
E lei ci poteva giocare come voleva…
Era lei la più potente, lei aveva il potere.
Solo lei…e lei poteva decidere della loro vita.
Se sarebbe continuata così come loro volevano.
O se sarebbe terminata così come lei lo voleva.
 
“VATTENE ASSASSINA!”
 
Assassina…si, forse lo era…
Era un’assassina, era una persona che giocava con la vita degli altri.
Una persona che si sporcava ogni giorno le mani con il sangue di un’altra persona.
Quella voce risuonò come se rimbalzasse su vetro e metallo.
E procurava un fischio, uno stridio fastidioso.
Si allontanò da quell’angolo da cui osservava la gente, e senza farsi vedere balzò su un tetto.
Monotono…
Il paesaggio era vasto e monotono…
I soliti colori…il solito cielo…
Il solito…
Una volta, forse, sarebbe stata spinta dall’entusiasmo di due grandi occhi azzurri, e lo avrebbe apprezzato.
Ma ora non gli sapeva di nulla.
Lo trovava semplicemente noioso.
Anche se lo stava a guardare per ore ed ore, lo trovava noioso.
Non c’era nulla di divertente, neanche in quello che i suoi occhi avevano osservato fino a quel momento.
Le cose piccole e semplici non le davano soddisfazione, dato che non erano sue.
E , in quanto tali, erano stupide e noiose.
Noia.
Noia.
Noia
Basta, non c’è la faceva più.
Si stava crogiolando nel suo brodo giornaliero, attendendo il momento buono in cui le venisse l’ispirazione.
E mentre questo momento sembrava tardare, sorrise, ricordando come si era divertita a prendere in giro la sorella.
Che stupida ragazza.
Un’illusa.
Una sciocca.
Una perdente.
Avrebbe potuto fare tranquillamente una lista, ma qualcosa attirò il suo sguardo, qualcosa che sembrò stuzzicare la sua immaginazione.
Una palla rossa, che rimbalzava sulla strada.
Ed a inseguirla…
Due bambini…
Fratelli, di sicuro…
Due fratelli…
Sorrise, mentre le tornava in mente le parole che aveva detto alla sorella.
“Ma come sono stata cattiva!”
Sorrise divertita, mentre teneva lo sguardo nero fisso su quei due bambini che giocavano con la palla, ridendo come non mai.
Il paesaggio non era riuscito a fare il suo incantesimo su di lei, che adesso si sistemava i capelli su una spalla, in modo da non averceli in faccia se fosse passato il vento.
Voleva avere gli occhi fissi su quei due bimbi, seguendoli per i tetti.
Prima o poi doveva anche tornare a fare visita alla sorella.
Ma tanto, quella stupida non sarebbe riuscita a compiere la sua missione.
Che stupida sorella che aveva…
Ecco, l’odore…
Lo sentiva fin da subito, come se quei bimbi ne fossero stati immersi.
Un’odore ferroso provocato dalla sua immaginazione.
Balzò su di un altro tetto, seguendo quei due esseri.
Bene, piccoli e carnosi.
Ancora più divertente del previsto
 
“ASSASSINA, ASSASSINA!!”
 
Storse il naso, quella voce cominciava a diventare fastidiosa.
Forse si stava pentendo di aver salvato quell’ingrata dalle braccia di quel demone, portandosela con se.
…ma chi se ne fregava.
D’altronde lo aveva fatto solo per i suoi genitori.
No, nemmeno.
Odiava…odiava le sue origini…
Le disprezzava con tutto il cuore.
Ed ogni volta che vedeva quel suo tatuaggio sulla pancia, provava un tale ribrezzo da vomitare.
Umani…
Li odiava, odiava tutto di loro!
Eccola…
Ferocia…
Era un desiderio che ora faceva brillare i suoi occhi, che non perdevano nemmeno per un istante i movimenti dei due bambini, che seguivano quella palla rossa.
Bambini…umani…
La sua bocca si storse, le labbra mostrarono dei canini affilati, mentre il tatuaggio sulla pancia era scomparso fin da quando era salita sul tetto.
Odiava portarlo, perché lo aveva creato?
A cosa le serviva?

 
“Due grandi occhi di cielo…ed una margherita gialla…”
 
Prese un profondo respiro, mentre si fermava, i bambini avevano raggiunto una donna che li abbracciava con fare amorevole.
Niente…non era più ispirata…
Colpa di quella sua metà d’anima che la dannava e la faceva star male.
Ma ormai quell’anima stava affogando nel sangue delle vittime che uccideva.
E un giorno…quella bambina dagl’occhi neri…
…sarebbe diventata un cadavere mangiato dai vermi…
Balzò giù dal tetto, allontanandosi da quella città, in attesa di nuova ispirazione…
 
 
Ispirato…non era ispirato quella notte…
Merda!!
A furia di litigare con quella scimmia ed avere intorno solo delle mocciose si trovava privo d’ispirazione.
Aveva giocato a poker (ovviamente vincendo), ma adesso non aveva voglia di nessun tipo di compagnia.
Anzi, tutte le donne che gli passavano accanto gli sembravano incredibilmente…brutte!
Troppo trucco, troppo profumo, troppo scollato…troppo!
Eppure di solito non ci faceva mai caso a questi dettagli.
Anche se si affermava come un tipo esigente in fatto di donne.
Eppure questa volta voleva solo una che gli scaldasse il letto!
Merda. Merda. Merda!
Era proprio una di quelle serate da berci sopra!
S’intrufolò in un bar abbastanza affollato, sedendosi sul bancone e ordinando.
E mentre sorseggiava il suo alcol si guardava intorno.
Niente, non c’aveva proprio voglia…
Di sicuro colpa di quelle due mocciose!
A starci intorno ti toglievano la voglia di sesso!
Meiko soprattutto.
Con quel comportamento da bonzo e le sue sfuriate con lui…
Poi Rika.
NAH!
Ormai Goku c’aveva messo gl’occhi sopra, anche se la scimmia negava.
Che risate.
Ridacchiò a quel pensiero, mentre si bevevo il suo alcol, accendendosi una sigaretta.
Che serata del cazzo!
Una noia mortale che lo avvolgeva, che gli faceva calare la voglia sempre di più.
Nessuna donna lo gustava…
…o forse…
Uno strano odore lo spinse a voltarsi, verso la figura nera accanto a lui, che si stava finendo un bicchierino di fuoco puro.
Aveva uno strano odore…sapeva di rose, ma al tempo stesso di qualcosa di ferro…
Qualcosa di molto interessante, finalmente un modo per farci passare la noia…
Chissà perché, però, gli sembrava familiare…
Fa nulla!
-Ehi bellezza, ti va di divertirti con me? Hai l’aria annoiata…-
La ragazza in questione si passò una mano tra i capelli, mostrando l’orecchio piccolo e grazioso, e un sorriso divertito, mentre si voltava verso Gojio, che per un secondo sembrò sul punto di svenire.
Ma quella…
-Ehi, guarda chi c’è!-
Selene…
Oddio, cosa cazzo ci faceva li quella pazza furiosa?
La “pazza furiosa” in questione, intanto, si era girata del tutto verso il rosso, osservandolo.
Niente male…peccato che…
Fosse uno schifoso mezzo demone…
La ragazza usò una mano per appoggiarci la testa.
-Ah, che giornata del cavolo! Prima la voglia di ammazzare che mi manca, ed ora un mezzo demone che mi fa la corte!
Non è proprio la mia giornata fortunata-
Al tono di disprezzo di Selene, Gojio fece una faccia infastidita, mentre si fumava la sigaretta.
-Non credere che io sia più entusiasta di te carina! Rivederti è come un pugno nell’occhio-
Selene lo osservò, divertita, aveva pure il fegato di parlarle così.
-Dopo quello che è successo quel giorno, hai ancora il fegato di parlarmi così?
Sei proprio pazzo-
-La pazza tra noi due sei tu-
Selene inarcò un sopracciglio.
-Non mi diverti-
Gojio la guardò con aria di chi voleva scaricare al più presto un peso, uno sguardo tra il freddo e l’infastidito.
-E tu non diverti me-
Gojio uscì dal bar, prendendo una boccata d’aria.
Che bella serata! Ci mancava solo la sorella di Rika a rompere le palle!
Sorelle…
TZE!
Gojio pestò con forza il mozzicone di sigaretta, la punta del piede strofinò accuratamente per terra, mentre sembrava voler pestare anche quel paragone che per un attimo gli era balzato in mente.
E non aveva nemmeno voglia di tornare alla locanda.
Si mise le mani in tasca, guardandosi intorno, per poi avviarsi verso una delle vie illuminate della città.
Per un attimo aveva provato a pensare la fratello.
Pessima idea, gia il suo morale basso aveva raggiunto i massimi storici.
Aveva voglia di picchiare, oppure di violentare la prima donna che gli capitasse a tiro.
Ecco, quella è la sensazione feroce di impotenza che ogni volta gli veniva se pensava a suo fratello  o a sua madre.
 
“…ed ora un mezzo demone che mi fa la corte!...”
 
Detestava i tipi così.
Ovvero doveva dire che detestava tutti.
Ogni santa volta qualcuno che commentava i suoi capelli, o i suoi occhi, oppure quello che era.
Uno scherzo.
A terra, si sentiva decisamente a terra.
Come se in quel momento piovesse fango e sporco.
Decisamente non era di buon umore.
Domani sarebbero ripartiti, e questa era la sua unica consolazione.
Meiko e Rika li avrebbero seguiti in moto, mentre si avviavano per un altro villaggio, un altro posto.
Non si chiama missione, ne destino…nemmeno spostamento…
C’era solo una parola a quel viaggio, a quell’assurda avventura che li aveva collegati insieme…
Che ora, però, non gli veniva in mente…mentre una figura nera lo stava osservando verso l’uscio di un vicolo…una figura nera, dai capelli lunghi e gl’occhi brillanti.
Ancora lei…
-Che vuoi ancora?-
-E così che parli alle donne che ti scaldano il letto e ti fanno divertire?-
Gojio sorrise con fare freddo, non la sopportava, aveva quell’aria di saccente che gli faceva venirgli voglia distaccargli la faccia…
-No, di solito sono più educato…perché? Vorresti scaldare il mio letto?-
-Se è divertente…-
Selene si mostrò alla luce offuscata di un’insegna poco lontana da loro, le braccia incrociate, una mano delle due faceva colare giù del sangue.
Sangue…Gojio storse la bocca…in un sorriso sbilenco…
-Ti piacciono i giochi violenti?-
Selene si guardò la mano, lanciando poi un’occhiata di conferma da parte del rosso, per poi leccarsi in sangue e pulirsi la bocca.
-…A me piace…tutto qui…-
Crudele…
La ragazza si avvicinò al rosso, allungandogli la mano pulita e accarezzandogli il volto, per poi spingerlo verso il vicolo li davanti buio, dove non ci passava nessuno.
Gojio, prontamente, gli bloccò la mano sanguinante, facendo una faccia schifata mente il sangue gli colava giù dalle dita.
Lei invece sorrideva con aria divertita.
-Ti fa impressione il sangue?-
-Se non è il mio no. Ma diciamo che mi da fastidio sporcarmi-
-Peccato. A me piace…mi fa sentire viva…e potente-
Selene lo spinse contro il muro, mentre univa e sfregava il suo bacino contro quello del mezzo demone, che si limitò a sorridere con fare da “Casanova”.
La ragazza iniziò a leccargli il collo, succhiando poi un po’ della saliva e quasi drogandosi con quel sapore di alcol misto a fumo che aveva il corpo di lui, che si limitò ad accarezzarle la schiena.
La bocca di lui cercò il contatto, assaporando una guancia di lei e scendendo giù, mentre una mano faceva scivolare giù la maglietta in modo da vedere le spalle candide, e baciandone una.
Ecco, quell’odore era fortissimo.
Rose…e sangue…
L’odore ferroso era quello del sangue di quella mano, ancora bloccata da quella del ragazzo.
Selene piegò indietro il capo in modo che lui tastasse quel lato del collo e scendesse giù verso il seno, mentre lei socchiudeva gli occhi.
Beh, almeno quella serata si era preannunciata divertente.
Dopo aver ucciso quei due bambini…
I bambini a quell’ora non doveva uscire di casa…
Altrimenti incontravano…la donna demone nera…
Che con una mano li aveva trapassati tutti e due con un colpo solo, avvertendo con piacere il loro terrore e il loro dolore.
Aveva leccato via le loro lacrime, con perfidia, per poi ammirare mentre lentamente morivano, la loro voce ormai era spezzata, non potevano più urlare, mentre il sangue si spargeva a macchia, uno sopra l’altro, a morire dissanguati, e lei che stava guardare.
Si, decisamente si era divertita…la morte era sempre stata un bello spettacolo, il suo preferito.
E dopo…
Gemette, quel tizio era davvero bravo, mentre si divertiva a stuzzicare le orecchie a punta della ragazza, quel punto era particolarmente sensibile a quel tipo di contatti.
Ormai il seno di lei si strusciava sulla casacca di lui, che ammise nonostante fosse un demone sanguinario e decisamente pericoloso, che aveva un bel fisico!
Velocemente Gojio tornò sul viso, e come da copione insinuò la sua lingua tra le labbra di lei, che sapevano di sangue.
Se lo era anche bevuto…una depravata…
Ma gli piaceva quel tipo di contatto.
Lei fece un po’ di resistenza, poi aprì la bocca, assaporando le labbra di lui, la nicotina e l’alcol era una miscela esplosiva…
La mano libera accarezzò le spalle, raggiungendo il collo…e i capelli…
Lei tastò i capelli…lunghi…e rossi…
Rossi…rossi…
Di colpo, Selene spalancò gli occhi, mentre vedeva quei capelli sciogliersi e diventare sangue, che le avvolse il polso.
Merda!!
Con violenza, la ragazza si staccò da Gojio, che prese fiato, per tutto il tempo era rimasto lucido, aspettando quel momento.
Sputò via della saliva, mentre sulla sua mano si formò la sua alabarda, e la lama sfiorò a pochi centimetri il collo del demone, che si bloccò sul muro, il corpo del mezzo demone la bloccava.
-Ti sei stancata di giocare puttana?-
-Bada alle parole, schifoso mezzo demone!-
La ragazza tirò uno sonoro schiaffone, che però fece spuntare un sorriso sulle labbra di Gojio, che avvicinò ancora di più la lama al collo di lei.
-Ti faccio così tanto schifo da voler fare sesso con me…-
-Basta! Stammi lontano!!-
Selene cercò di divincolarsi, ferendosi al collo, e lo spinse via con una ventata, il rosso sbatté contro il muro li davanti, mentre Selene si tastava il collo.
Quello era il suo sangue!
IL SUO SANGUE!
La ragazza balzò via, con aria sconvolta, per poi voltarsi verso il mezzo demone, che la fissò.
…mezzo demone…
poi scomparve, ingoiata dalla notte, mentre Gojio tirava un sospiro e si accendeva la sigaretta.
-E poi dicevo che sembrava una serata noiosa!-
 
Rika aprì gli occhi, mentre Meiko si voltava verso di lei, sorridendogli.
-Buongiorno, sei qui per vedere l’alba?-
-L’alba?-
Rika guardò stupita Meiko, che le indicò con la testa le sfumature arancio rosa dell’alba, il sole in quel momento stava sorgendo.
La ragazza dai capelli castani cercò di sistemarseli mentre si muoveva verso la bionda, che era rimasta seduta sul letto con una gamba piegata con cui si reggeva la testa, guardando la finestra.
Rika aprì la finestra, avvertendo l’aria fredda della sera scomparire lasciando al suo posto la tiepida calura della prima mattina.
Il sole era a metà della sua uscita dalla linea dell’orizzonte, attorno a lui un’aura rossa, viola, arancione e rosa, e poi il cielo di un azzurro chiaro e fine, che sembrava polvere, così come le nuvole bianche che erano rivolte verso le ultime chiazze scure della notte sembravano batuffoli giganti di bianco cotone morbido.
Rika sorrise, annusando l’aria.
-Davvero bellissima…-
-Beh, mi fa piacere che ti piace. Nella foresta ti sei ripresa…ho visto…-
Rika annuì, voltandosi con una strana allegria in volto.
-Goku mi ha aiutato. Combattere contro di lui mi ha aiutato moltissimo-
-Beh, la scimmia allora si rivela utile in qualche caso-
-E non chiamarlo scimmia!-
-Perché, per caso non lo è? O per caso lo stiamo difendendo, cara sorellina?-
-Che cosa vorresti insinuare?-
Meiko alzò come al solito le mani in segno di resa.
-…Niente…-
-Bugiarda, come al solito-
-E tu hai la coda di paglia-
Le due si guardarono in faccia, poi Rika ridacchiò, divertita, mentre Meiko sbuffava sorridendo sbilenca e alzandosi per andare per prima a sistemarsi.
-Ma che quadrettino tenero tenero...quasi vi invidio…umane-
Le due ragazze si voltarono, stupite da quella voce, per poi vedere un sacco di fumo entrare nella stanza, Meiko e Rika contemporaneamente si misero in guardia, la bionda afferrò il fucile appoggiato accanto al letto, mentre Rika afferrò i Sai, mentre un’ombra era coperta dal fumo.
-Ma guarda, due umane armate…non sai che ci si rischia di ferire con quelle?-
Qualcosa cercò di afferrare la gamba di Meiko che indietreggiò, scivolando a terra e sbattendo con forza culo e schiena sul pavimento.
-Cazzo!-
-Meiko!-
-Sto bene, mi fanno solo male le chiappe e vedo le stelle!-
Rika evitò all’ultimo secondo un altro colpo, ferendosi però leggermente alla guancia, mentre Meiko si guardava intorno.
-Rika, dobbiamo uscire dalla finestra!-
Annuendo, la ragazza-demone corse con la bionda, infrangendo la finestra, per fortuna erano solo al primo piano, e tutte e due si trovarono in piedi fuori dalla locanda, ma circondate da un gruppetto di demoni divertiti dalle due umane armate.
-Scagnozzi di Kogaiji?-
-No, sono troppo pochi. Devono essere dei demoni briganti-
-Allora li posso uccidere senza che tu ti offenda, vero?-
Rika gli lanciò un’occhiata come per dire “E quando mai mi sarei offesa?”
-Fa come vuoi-
-WOW! FANTASTICO!!-
Meiko cominciò a sparare a destra e a manca, colpendo alcuni demoni, mentre Rika iniziava l’assalto, eseguendo una delle sue danze, mentre i ragazzi venivano svegliati anche loro da degl’altri demoni che assaltarono le loro stanze.
Il fumo li costrinse ad uscire velocemente e lasciando la roba alla locanda, e Gojio si permise un commento mentre vedeva le due ragazze combattere.
-Però, vorrei svegliarmi così tutti i giorni!-
In effetti a parte le scarpe, le due avevano una canotta con un pantalone in stoffa che usavano per dormire, e per il rosso la vista si presentava niente male.
Rika intanto osservò i ragazzi, facendosi però colpire da una frusta, che la ferì ad una spalla.
-STRONZO!-
La ragazza lanciò il terzo Sai, colpendolo dritto in fronte, il Sai aveva trapassato la scatola cranica, mentre anche i ragazzi si mettevano in movimento, Sanzo sembrava di malumore.
Meiko intanto con un balzo superò un demone, ricaricando velocemente il fucile, per poi colpirne due di fila, era come il tiro a bersaglio.
Velocemente i demoni sembravano diminuire.
“Abbiamo quasi finito, voglio farmi una doccia!” questa era Meiko.
Altri demoni però sbucarono da dei tetti, ma ne erano veramente pochi, anche se le due ragazze cominciavano a sentire la fatica, Rika perché si tratteneva con il suo dispositivo.
I demoni stavano per balzargli addosso, quando qualcosa li affettarono in tanti minuscoli pezzettini, mentre una pioggia di sangue colpì in pieno la bionda.
-BLEACH!! MA CHE CAZZO!!-
Meiko si voltò verso la fonte di quella strage, mentre Rika e gli altri prendevano fiato.
Sul tetto c’era la figura di una ragazza, con una spada in mano, che aveva osservato la scena in silenzio.
Un demone tra quelli vivi balzò sul tetto, con una frusta, che iniziò a maneggiare, mentre la ragazza dai capelli neri evitava sapientemente i colpi, facendo anche una capriola indietro, salendo in cima alla cappa del camino dell’edificio.
I ragazzi stettero ad osservare la scena, la ragazza dai capelli neri osservò con uno sguardo spento la frusta del demone, che partì schioccando, cercando di colpirla ai piedi.
La ragazza fece una capriola al volo, tornando nella posizione di prima, tenendo in equilibrio sul tetto, mentre la spada cambiava posizione, era gia sporca di sangue.
Il demone tirò ancora la frusta più volte, e la ragazza la evitò un paio di volte, facendosi colpire al volto, graffiandosi, e alla mano libera.
Nel frattempo Rika osservò con aria sbalordita la ragazza.
-Ma quella…-
-Rika, la conosci?-
-…Non proprio…l’ho vista una volta…-
“E anche allora…ne ho avuto paura…”
Intanto la ragazza dai capelli neri saltò ancora evitando la frusta, per poi afferrarla con la mano, anche se per un attimo sembrò perdere l’equilibrio.
Sembrò partire una sorta di tiro alla fune, poi il demone tirò fuori un pugnale, lanciandolo contro la ragazza, che lo evitò per un soffio, alcuni capelli furono colpiti.
La ragazza ripeté lo stesso gesto, però lanciando la spada, che trapassò il demone, che cadde con la spada che trapassava dalla bocca tutta la faccia.
La ragazza dai capelli neri prese un profondo respiro, per poi avvertire un grido.
-ATTENTA!-
Si voltò, ed evitò all’ultimo soffiò un pugnale, facendosi infilzare la mano guantata, mentre lei con una sola mano faceva l’ennesima capriola all’indietro, tirando fuori la spada sporca dalla bocca dell’altro demone, e con essa attaccare il suo assalitore, trafiggendolo.
Un altro corpo che cadeva sulla strada, solo che all’ultimo secondo l’afferrò alla caviglia, trascinandola con se.
La ragazza era pronta a subire il pesante impatto, quando avvertì due braccia afferrarla al volo.
-Ti ho presa. Tutto bene signorina?-
La ragazza aprì gli occhi.
 
“Ricordo che aveva gli occhi verdi…”
 
-Occhi…verdi…-
La ragazza osservò stupita il volto di Hakkay, per poi farsi aiutare a mettersi in piedi, guardandosi intorno.
-Morti tutti?-
-Si, pare che il villaggio è salvo, ma dobbiamo allontanarci da qui…-
-Hakkay ha ragione!-
Meiko, mentre tutti erano troppo impegnati a guardare la ragazza combattere, era salita nella sua stanza, con i rimasugli del fumo, ed aveva preso i suoi vestiti e quelli di Rika, passandoli alla ragazza.
-Non possiamo restare, la gente potrebbe avere strani pensieri…-
La ragazza dai capelli neri la fissò, per poi annuire, mentre Rika le si avvicinava, guardandola meglio.
-…AH!-
-Dio Rika, così mi fai morire!-
-Scusa, ma mi sono appena ricordata di lei-
Puntò il dito contro la ragazza che reggeva in mano la spada.
-Se non mi sbaglio ti chiami Kira vero?-
L’altra annuì, mentre Rika sembrava contenta della sua scoperta per poi avvicinarsi a lei.
-Perché sei qua?-
Le sussurrava ad un orecchio, non volendosi far sentire dagl’altri, mentre Kira per un attimo sembrava non rispondere.
-…Scappata…-
-? Sei scappata?-
Rika la guardò stupita, per poi limitarsi a guardare gli altri.
-Lei si unisce a noi!-
-Cosa?-
-Avanti bonzo, a te tanto che te frega?-
Sanzo fu tentato di azzittire la bionda accanto a lui, mentre Hakkay sorrideva.
-Beh, più siamo più sarà divertente-
-Se Rika vuole portarla con noi sono d’accordo-
-Sempre d’accordo con la tua fidanzatina scimmia?-
-ZITTO KAPPA MALATO!-
*SDENG!*
-Fidanzatina a chi, pezzo di cretino?-
-Beh, almeno sul picchiarmi andate d’accordo, eh?-
-Tu te lo cerchi, Gojio…-
Kira li guardò stupita, per poi guardare la spada.
E sotto lo sguardo di tutti, la spada si srotolò come se fosse fatta di filo, lentamente la lama scomparve, lasciando solo l’interno del manico che era fatto di sangue, che venne risucchiato dalla stigmate, mentre Kira sembrava concentrarsi in quella operazione.
Alla fine, Kira si avvicinò a Meiko, mentre Gojio si avvicinò a Rika.
-Ci potremmo fidare di lei?-
-…Boh…-
-Bene, Kira sale in moto con me e Rika si mette in jeep con voi. D’accordo?-
Gli altri annuirono, mentre Meiko faceva montare Kira, partendo per prima tutte gas, raggiunte poi dagl’altri…
 
Fine 6° capitolo
 
(Così è arrivata anche Kira! N.d.Marty)(Evvai! Il gruppo è completo! N.d.Raffy)(Speriamo in bene…n.d.Marty)(Un grazie infinito come sempre a WhiteLie ^^)

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Capitolo 7
*** Tonight, and the rest of my life ***


Capitolo 7
Tonight, and the rest of my life

 
200 km nella direzione sbagliata…
 
-Abbiamo sbagliato direzione, lo sapevo che non dovevamo fidarci di quella mappa-
-Ma fino ad ora non ci ha mai portati verso la direzione sbagliata-
-Di un po’, non sarai mica tu che ci stai portando appositamente fuori strada?-
-Ti ricordo che andiamo tutti nella stessa direzione anche se per motivi diversi, e comunque non so nemmeno io dove stiamo perciò, come potrei portarvi fuori strada?-
-Secondo me non è il caso di arrabbiarsi in questo modo, presto calerà la sera, sarà il caso di accamparci e poi vedere domani la situazione-
-Sono d’accordo con Rika!-
-Tu sei sempre d’accordo con lei, stupida scimmia, visto che è la tua fidanzata!-
-FIDANZATA/O DI CHI?-
*PAM!*
-WOW! Gojio si è fatto un volo…-
-Tanto quello nemmeno le cannonate lo uccidono.Comunque Rika ha ragione, accampiamoci, è la cosa migliore-
-E va bene-
-Tu che ne pensi bonzo?-
-Tsk, l’idea di accamparmi non mi va per niente-
-Wow! Non ha detto “ti ammazzo”, allora sei davvero intelligente!-
*SDONG!*
-Cretina, la prossima volta ti uccido-
-Attendo con ansia quel momento, stronzo!-
Kira aveva assistito alla scena in totale silenzio, lasciandosi coccolare dal vento che passava lungo quella regione pianeggiante,i capelli neri si muovevano leggeri, mentre lei era appoggiata al cofano della jeep, che era stato il teatro di tutti i viaggiatori che in quel momento si erano messi a discutere sulla mappa, gli occhi blu elettrico della ragazza si erano soffermati sul tramonto che ormai era andato a morire.
-Beh, almeno sappiamo che dobbiamo andare in quella direzione!-
-Ben magra consolazione! Se non vi dispiace io vorrei seguire una strada-
-Gia, soprattutto per Hakuryu, poveretto-
-Kyu!-
Hakkay accarezzò il cofano della jeep, che emise quel lamento, sembrava stanco il loro mezzo di trasporto, mentre Meiko parcheggiava tranquillamente la moto, Goku e Rika si stavano guardando intorno con aria incuriosita.
-Noi andiamo a farci un giro!-
-Attenti a non imboscarvi!-
-INSOMMA SMETTETELA!!-
-Chi nega ammette!-
-Bel proverbio Hakkay, questo lo devo scrivere-
-Non ti ci mettere anche tu!-
Goku e Rika si allontanarono, lui imbarazzatissimo, lei mezza incazzata, mentre Meiko dava una mano a Gojio ed Hakkay a montare le tende, Sanzo si era allontanato a raccogliere legna.
Hakkay osservò allibito il comportamento di Sanzo, per poi rivolgersi a Meiko.
-Come lo hai convinto?-
-L’ho minacciato-
-Quello non basta-
-Oh ,ma la mia è stata una minaccia che convincerebbe chiunque-
-Cioè?-
lei sorrise
-Segreto!-
intanto Kira era rimasta sopra quella collinetta, con Hakuryu sulla spalla che si puliva le ali.
Meiko alzò lo sguardo verso la ragazza che era rimasta in silenzio durante il viaggio e durante i cinque giorni che erano gia passati.
-Che strana ragazza!-
-Ragazza? Quella non è nemmeno umana!-
-Senti, può anche non essere umana, ma di sicuro non è ne demone ne altro!-
-Ci scaldiamo?-
-Si-
Meiko sistemò l’ultimo cavo per la seconda tenda, quella delle ragazze, mentre Kira osservava il lavoro della ragazza, con fare incuriosito.
Il suo sguardo sembrò analizzare tutti componenti del gruppo, Sanzo era tornato imbracciando della legna, con la soddisfazione in faccia della biondina, che fu premiata con un’occhiataccia che sembrava gelare tutto lo spiazzo dove avevano deciso di passare la notte.
Kira sentì ancora il vento passarle tra i capelli e la schiena, la maglia a rete non copriva molto, e il top scaldava solo il petto, non era decisamente vestita pesante, ma sembrava non risentirne, mentre seguiva un attimo la sguardo di Meiko, che puntò in alto gli occhi.
Sopra di loro, un mare di stelle.
Era una nottata particolarmente adatta per guardare le stelle, e Kira si distese, mentre Hakuryu gli svolazzava intorno, prima di mettersi comodo accanto a lei, sull’erba della collinetta.
Tante stelle…come tante piccole isole…sparse in un mare scuro…
 
“Una volta ho tentato di contare le stelle…
…quando sono arrivata a cento, non riuscivo più a continuare…
…per la stanchezza!”
 
Una risata…
Chiuse gli occhi, inspirando l’aria, prima di riaprirli, osservando di nuovo la scia argentata che catturava alcune stelle, sembrava trascinarle come la corrente di un fiume.
Kira rimase impassibile a catturare le stelle con i suoi occhi, le braccia spalancate come in procinto di abbracciarle, sdraiata sull’erba morbida.
Avvertì un rumore, qualcuno si stava avvicinando a lei.
-Non vieni? Goku e Rika sono tornati, aspettiamo solo te-
la ragazza si alzò di scatto mettendosi seduta, osservando con aria pensierosa gli occhi verdi di Hakkay e il suo sorriso tranquillo.
 
“Quando l’ho conosciuto…non sorrideva mai…
Ma poi…ha cominciato a sorridermi…ed io…
…ero felice di quel sorriso…perché era per me…”
 
Kira lo guardò ancora, prima di alzarsi e guardarlo dritto negl’occhi.
-Perché mi stai sorridendo?-
Hakkay la guardò sbalordito, era la prima volta che qualcuno gli faceva una domanda simile.
E si trovò impreparato nel dare la risposta, non sapeva cosa dire.
Si limitò a fissare gli occhi di Kira, erano di uno strano blu, un blu elettrico che sembravano mostrare niente.
Non sembravano avere vita, come il suo occhio artificiale.
Gia, l’occhio vero se lo era cavato, troppo triste…
Disperato forse era la parola migliore…
Ma adesso…
Adesso…
Sorrise di nuovo.
-Sorrido perché sei mia amica-
Kira lo fissò a lungo, per poi sembrare contenta di quella risposta, mentre con Hakkay si avvicinava al falò dove gli altri stavano arrostendo della carne e delle verdure…
-Uffa, non mi sazierò-
-Scimmia, la tua pancia è un buco nero, non potrai mai saziarti-
-Zitto Kappa-
-Mamma mia come sono bambini questi due…-
-A me divertono-
-…vabbeh, contenta tu-
-Com’è che non hai detto nulla tra me e Goku?-
Meiko sorrise.
-Non c’è ne bisogno, fate tutto voi due-
-Che intendi dire?-
Meiko ridacchiò, mentre Goku prendeva uno dei grandi spiedini, passandolo a Rika.
-Tieni, questo è pronto-
-Grazie-
-Ma che carini che siete…-
Meiko rise divertita, mentre Rika e Goku erano pronti a fare la pelle al Kappa.
-E io che ho detto? Fanno tutto loro…-
“Peccato che non possano fare la mia missione…”
Kira osservò la scenetta, mentre Hakkay le porgeva uno spiedino.
-Tieni, è ben cotto-
Lei lo guardò, prima di afferrare lo spiedino e mangiarlo con poca convinzione, sotto lo sguardo attento di quasi tutti, Meiko e Rika sembravano le uniche a non farci caso a quello che per Gojio, Hakkay e Goku era uno “strano fenomeno”
 
“-Senti, può anche non essere umana, ma di sicuro non è ne demone ne altro!-
-Ci scaldiamo?-
-Si-“
 
“Se mi scaldo…è solo per difendermi…ciò che pensano gli altri…mi terrorizza…”
 
“-Lei si unisce a noi!-
-Beh, più siamo più sarà divertente-“
 
“La solitudine…qualcosa che ti avvolge…e ancora adesso…è dentro la pelle…e non mi abbandonerà…”
 
Stranamente era calato un profondo silenzio durante il pasto, un silenzio tranquillo e ponderato, persino Goku se ne stava buono, mentre fumava di fila tre spiedini, tanto che Sanzo lo fermò sbattendogli sonoramente l’harisen in testa.
-Smettila scimmia senza fondo-
-Ma Sanzo ho fame, e questi non riempiono!-
-Però intanto, scimmia, te li sei mangiati tutti tu!-
-Non chiamarmi scimmia, Kappa!-
-Non cominciate, pensiamo piuttosto ad andare a dormire-
-Forse è il caso che monti di guardia. Non vorrei che arrivassero amici tuoi-
-Non sei divertente, “sorella”-
Calcò con ironia quell’ultima frase, mentre Meiko imbracciava il fucile, e Hakkay spegneva il fuoco, gli alti intanto si stavano avviando alla loro tenda, solo Kira stava ammirando la morte delle ultime braci, per poi guardare la luna sopra di loro, era una notte così serena che le stelle sembravano voler fare giorno, non c’era la luna quella notte.
Kira tenne lo sguardo verso il cielo, i capelli che accarezzavano la schiena, alcuni scivolavano da una spalla, mentre Meiko si metteva comoda.
-Belle le stelle, vero?-
-Le stelle…-
Kira non staccò lo sguardo, gli occhi blu elettrico brillavano come non mai, immerse nella luce delle stelle, che sembravano scivolare sull’acqua delle iridi, illuminandole.
-Sono…tante…-
Meiko la guardò, alzando poi anche lei lo sguardo verso il cielo, e sorridendo triste.
-Si…sono davvero tante…-
il sorriso morì velocemente, mentre Kira si metteva seduta li vicino, per poi sdraiarsi, i capelli formavano un’aurea nera, mentre Meiko la guardava, non disturbata dalla compagnia.
Nel frattempo, nella tenda, Hakkay stava cercando di acquistare un po’ di sonno, ma stranamente quella sera era agitato.
Osservò la notte particolarmente luminosa dietro il tessuto della tenda, per poi alzare le mani quasi in un gesto simbolico notando qualche piccolo resto della linea nera fatta a pennarello con cui Goku gli aveva allungato la linea della vita.
Le sue mani…
Le sue mani…
 
“Adoro le tue mani, Gono…
…hanno le dita lunghe, sono bellissime…”
 
Kanan…
Si era ripromesso, in qualche modo, che con le sue mani non sarebbe più riuscito a stringere qualcuno…
Aveva sempre avuto costante l’idea di non essere più in grado di difendere qualcuno che non fosse se stesso…
E dire…che mentre quel giorno di pioggia il suo corpo si svuotava di sangue…aveva desiderato morire…
Con tutta la sua forza aveva urlato nella sua mente che qualcuno lo uccidesse, qualcuno lo strappasse via da quell’incubo, da quella realtà che con violenza lo stava distruggendo.
Cho Gono quel giorno moriva, moriva con dietro una scia di cadaveri, moriva con dietro di se il corpo di una donna che aveva amato e che disperatamente aveva cercato di salvare…
…ma lui…era arrivato troppo tardi…
Troppo tardi per riuscire ad impedire che lei…se ne andasse…
Lo aveva dovuto capire gia da quando non era riuscito a proteggerla quando era stata rapita…
Aveva dovuto capirlo quando lei gli aveva detto addio…
Eppure, dentro di lui, Cho Gono aveva sempre nutrito la speranza di salvarla…
Quella speranza era scomparsa, così come Cho Gono era morto con l’accusa di omicidio…
Al suo posto era nato Cho Hakkay…che viveva negl’incubi di non essere stato in grado di salvarla…
Kanan…
Un nome dolce, occhi caldi, una voce gentile…le sue parole…
 
“Gono…siamo felici, vero?...”
 
Incubi…
Aveva gl’incubi…viveva negl’incubi di non essere riuscito a difenderla…
Solo incubi…
Eppure…per un istante…aveva sognato…
Come in quell’istante, mentre chiudeva gli occhi, con ancora fisse le sue mani…
Sognava…
Aveva afferrato tra le braccia una sconosciuta che gli aveva fatto una domanda che lo aveva lasciato sorpreso, incapace di rispondere…
 
-Perché mi stai sorridendo?-
 
Gli sorrideva perché era sua amica…
Sua amica…
Hakkay abbassò le mani, chiudendo gli occhi e prendendo un profondo respiro…la notte era così luminosa che non gli permetteva di dormire…
Sopra di lui la tenda rivelava un cielo azzurro intenso, e sotto questo cielo due figure sull’erba…mentre Hakkay prendeva lentamente sonno.
Meiko in quell’istante alzò lo sguardo verso un punto impreciso davanti a se, mentre Kira rimaneva comoda sdraiata a terra, gli occhi socchiusi a guardare il manto di stelle.
-Sono dieci-
-…i soliti seccatori…ci penso io, tu resta qua-
Kira puntellò i gomiti per tirarsi su, mentre Meiko si era alzata e, tenendo il fucile appoggiato al fianco per una mano, si avviava verso la macchia scura di alberi davanti a se.
 
You don’t have to put up a fight
You don’t have to always be right
Let me some of the punches
For you tonight
 
Il viso era inespressivo, gli occhi guardavano in basso, verso il terreno scuro che assumeva tinte azzurre in quella notte così luminosa.
Camminava a passo lento, tranquillo, non aveva fretta ne di andare, ne di tornare.
Intorno a lei c’era il silenzio, la pace, mentre nella sua mente c’era baccano, confusione.
Una sensazione amara che le entrava nel cuore, per poi invadere la mente, fino a raggiungere i suoi occhi, che di colpo si alzarono verso uno spazio più luminoso, tra le fronde degl’alberi, nel cielo si erano raggruppate in quel punto quattro-cinque stelle.
Le osservò con aria interessata e triste, per poi abbassare lo sguardo, la mano che teneva al fucile era morbida, il fucile era lasciato dondolare in modo che sbattesse leggermente contro il fianco.
L’altra mano in quel momento cercò di alzare qualche ciuffo biondo della ragazza, per poi mettersi in tasca.
 
“Ho perso molte cose…eppure faccio sempre il solito maledetto errore…”
 
Avvertì un leggero fruscio alla sua sinistra, gli occhi socchiusi si mossero fulminanti in quella direzione, nel buio riusciva a distinguere a malapena un’ombra scomparire dietro un albero.
 
“Il solito stupido errore…”
 
Meiko spostò il fucile nell’altra mano, e sparò un colpo, il proiettile colpì in pieno la testa di un demone che la stava tenendo d’occhio e che si era spostato.
-Idiota…fai troppo rumore…-
 
Listen to me now
I need to let you know
You don’t have to got it alone
 
Dai cespugli li intorno sbucarono nove demoni, sembravano il solito gruppetto che avrebbe derubato e ucciso i ragazzi, magari li avrebbe anche mangiati.
Tipico dei demoni.
Uno di questi cominciò a correre dietro la bionda, che si voltò in modo che lui vedesse il profilo di lei.
Il naso piccolo, l’occhio socchiuso, la pelle pallida, le labbra serrate.
Il fucile s’infilò nella bocca del demone, che cominciò a soffocare e a bagnare la canna del fucile con la sua saliva.
Meiko non osservò il viso del demone, che adesso faceva un sacco di smorfie con quel fucile ben ficcato in bocca.
Semplicemente la ragazza premette il grilletto, avvertendo il sangue della testa del demone schizzare fin alla sua mano, qualche goccia le bagnò la pelle.
E non poté fare a meno di dipingere sul viso una smorfia infastidita, per poi di nuovo apparire tranquilla e indifferente.
Altri tre demoni la assaltarono, le dita abbellite dalle lunghe unghie affilate.
 
And it’s you when I look in the mirror
And it’s you when I don’t pick up the phone
Sometimes you can’t make it on your own
 
Meiko si piegò a terra, spostandosi con la spinta dei piedi, in modo da schivare l’assalto e ritrovarsi ad un minimo di distanza dai tre demoni, colpendone due, il terzo schivò il proiettile.
Velocemente la ragazza infilò nel fucile altri proiettili, evitando altri attacchi dagl’ultimi sette demoni, che l’assaltavano tutti insieme.
Fece qualche balzo all’indietro, colpendo con il calcio una delle teste dei demoni, facendo poi fare una ruota all’arma e sparando ad uno che si era avvicinato troppo.
Poi fece di nuovo ruotare il fucile e sparò al demone che prima aveva colpito, saltandolo per evitare un altro attacco.
Cinque ne erano rimasti.
Si fece graffiare ad una guancia, e sparò a distanza ravvicinata a due demoni che si erano scontrati, un po’ di sangue le schizzò sul braccio.
…sangue…
…orrendo…
Fece una smorfia, ricevendo poi un cazzotto da un demone li vicino.
-Bastardo…-
Meiko si rialzò, sparando precisa un colpo sulla testa del demone che la stava osservando ridente.
Due soli…
I due cominciarono a muoversi intorno a lei a velocità sempre maggiore, ridendo.
Lei restò ferma, poi come fece con il primo sparo in bocca ad uno dei due demoni.
-Siete fastidiosi, crepate-
l’ultimo demone tentò la fuga, quando un altro sparo vibrò nell’aria, uno sparo più limpido rispetto a quelli che si erano susseguiti nella macchia verde.
Meiko si voltò, trovandosi di fronte la figura bionda di Sanzo, le stelle facevano brillare i suoi capelli, così facevano con i suoi.
Lo fissò con aria stanca e diffidente, per poi guardarsi il braccio, era in parte sporco di sangue.
-…-
la ragazza socchiuse gli occhi, cominciando ad allontanarsi.
No, non aveva voglia di litigare con il bonzo, oppure di riferirgli il messaggio.
Ora…voleva solo lavarsi ed essere lasciata in pace.
 
“Ho perso cose a me care…eppure faccio sempre il solito stupido errore…
…l’unico errore che mi ha tenuto ancora in vita…”
 
FINE 7° CAPITOLO



Come sempre grazie a WhiteLie per gli immancabili commenti e a Lirin97 che la sta seguendo ^^

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Capitolo 8
*** Il buio rinchiuso nel cuore ***


Visto che domani si parte per le vacanze di Pasqua postiamo questo capitolo augurando a tutti BUONA PASQUA!
Un bacio speciale alla nostra cara WhiteLie dalla M&RProduction ^^




Capitolo 8
Il buio rinchiuso nel cuore

 
La stava osservando gia da parecchio .
Seduta su di un albero, non perdeva nessun movimento della ragazza.
Tranquillamente protetta dalla calura di quella giornata dalle fresche ombre delle fronde di quell’albero.
Dopo un paio di settimane, si era decisa ad andare a vedere come se la stava cavando la sua cara sorellina.
Come supponeva non era ancora riuscita a prendere il sutra anzi,dalla sua espressione felice sembrava che oramai loro non fossero più nemici.
In quel momento la vide ridere assieme…a quel moccioso dagl’occhi dorati e insieme a quell’altra testa di limone, insieme a loro anche il babbeo con sulla spalla quel draghetto bianco.
Sembravano un allegra compagnia in viaggio per una bella scampagnata.

Patetica.
Assolutamente patetica.
Il suo viso era tinto in un’espressione di superiorità, uno dei due sottili sopraccigli leggermente inarcato come a sottolineare quanto penosa fosse quella scena,
Questo era quello che pensava in quel momento .
Come poteva sperare di essere accettata da qualcuno?
Come sperava Rika…di diventare più forte…se si stava ammollando?
Lei…una stupida ragazzina che negava la sua natura demoniaca .
 
“IO SONO UMANA! IO SONO UN ESSERE UMANO!!
LO SONO, LO SONO, LO SONO!!”
Digrignò i denti, osservando quel visino sporco e graffiato bagnarsi di lacrime.
Semplicemente disgustoso e ridicolo.
Alzò la mano, mollandole un bel ceffone, che arrossò velocemente la pelle pallida della faccia.
In cambio, ricevette solo un’occhiata assassina, in quel momento le iridi azzurre sembravano diventare ghiaccio solido e impenetrabile…
…fastidioso…
…mocciosa fastidiosa…

 
-Credi di essere ancora umana ? Sei solo una stupida-
disse quella parole a bassa voce  continuando a fissare la sorella .
Vederla ridere .
Vederla sorridere
Vederla con quell’espressione felice in volto .
Le faceva venire la nausea..
Stupida…..
Una stupida….
 
“Sorellona!”
Margherite…
…tinte di sangue…
E due occhi pieni di lacrime, una mano rivolta a lei…una mano imbrattata in parte di sangue…
La bocca aperta, e la voce forte…che faceva male alle orecchie…
“AIUTAMI TI PREGO!!!

NON VOGLIO!!”
 
“Sei solo una stupida”
Una stupida ragazzina , che sapeva solo piangere , che non era ancora riuscita a capire che ora mai era inutile negare l’evidenza.
Lei non sarebbe mai più tornata umana.
Ora era come lei, erano come loro…
Erano forti, potenti, agili.
Eppure quell’ingrata non capiva…
Insisteva…razza di cretina…
Se ci ripensava le veniva una rabbia , che cosa l’aveva spinta a salvarla ?
Non perché tra loro c’era un legame di sangue, non certo perché erano sorelle ma solo perché anche lei possedeva ancora quella cosa chiamata  coscienza .
Coscienza…
 
La osservò con sguardo gelido, mentre quella che lontanamente poteva ancora ricordare una ragazza alzò lo sguardo verso di lei con aria spaventata e allo stesso tempo rabbiosa.
Occhi azzurri grandi, enormi…

Si voltò, alzando la voce rabbiosa
“Portatela via da qui!”
 
Tsk che sciocchezze…
Lei aveva ancora una coscienza , che schifo
…una coscienza…
No impossibile.
Lei ormai aveva abbandonato il suo insulso involucro di umana…il suo involucro debole…inutile…pieno di ripensamenti inutili…
Demone…lei era un demone…
Un’assassina ecco cos’era…
Un’assassina , un demone che si divertiva a vedere la gente soffrire .
Anche quel giorno aveva ucciso qualcuno.
Sorrise disumana, mentre ammirava il resto del suo meraviglioso capolavoro.
Aveva preso quella donna con se, trascinandola nell’oscurità di quella stanza dov’era penetrata.
E poi…aveva goduto nell’urlo silenzioso dell’anima di quella donna, che si spegneva tra le sue braccia…la bocca spalancata, il viso tinto di orrore, gli occhi che lentamente si perdevano nell’oblio…
Una mano che aveva trapassato quel corpo giovane ma debole…
Che sensazione meravigliosa…
Il sangue colava ancora fresco dalle sue mani .
Rivoli rossi colavano giù dalle mani bagnate, tinte di quel colore che l’affascinava tanto…
Non l’aveva tolto , le piaceva sentire il sangue fresco sulle dita.
Annusarne l’odore, sentirne il sapore sulle labbra .
Si…le piaceva la sua nuova vita .
La sua nuova esistenza .
La sua forza…
Non come quella stupida.
Ingrata…

 
 
Troppe margherite…tra i cadaveri…
“AIUTAMIIII!!”
 
 
-…-
Alzò lo sguardo dalla fronda che proteggeva i suoi occhi, notando del movimento.
Vide Rika allontanarsi dal gruppo, ridente come non mai…
…decise di seguirla saltando da una albero all’altro, facendo meno rumore possibile, al massimo si sarebbe confuso con un colpo di vento forte…
…osservò ogni movimento della sorella mentre si allontanava, i capelli castani liberi, la sua nuova maglietta…
“Molto femminile, finalmente hai smesso di avere i complessi…”
sorrise ironica, mentre si fermò su un’albero sopra la sorella, digrignando i denti disgustata notando come la sorella nascondesse ancora la sua vera identità dietro quel tatuaggio…maledetto il giorno che glielo aveva imposto…
…si vergognava di quella forza…ingrata, stupida, frignona…inutile…
…inutile…
La vide che stava raccogliendo della legna, tranquilla, quella condizione d’inferiorità non le aveva permesso di notare la presenza di Selene, che dipinse sul viso lo schifo, prima di sorridere crudelmente.
“Divertiamoci un po’ insieme…sorellina…”
Scese dall’albero, rimanendo però lontano aspettando che la sorella si accorgesse della sua presenza.
 
Quella mattina sembrava andare tutto bene, presto sarebbero ripartiti.
Come al solito quell’idiota di Gojio li aveva presi in giro…
E come al solito sia lei che Goku avevano fatto fare un bel volo al rosso…
Poi c’era Kira.
Quella ragazza era così strana, ma in fondo…entrambe sapevano che quella non era una normale ragazza…e forse anche Meiko lo sospettava…
Meiko…la biondina la lasciava sempre dubbiosa riguardo quel suo comportamento lunatico…
…una strana compagnia di matti…
…però adesso…respirava di nuovo…
Sorrise allegra, mentre raccoglieva l’ennesimo pezzo di legna…
…un colpo di vento…
…un brivido…
…occhi che la osservavano…
Una sensazione familiare, quante volte l’aveva provata?
Avvertendo l’orrore…l’angoscia attraversagli le vene…
Lentamente spalancò gli occhi, rendendosi conto di non essere sola in quel momento…
Si tenne una delle due mani vicino ai suoi Sai, mentre un dubbio si stillava dentro di lei.
No…non voleva crederci, non poteva crederci!
Non voleva, non lo voleva!!

Rika si voltò di colpo…per incontrare gli occhi freddi e scuri di Selene, che la osservava appoggiata ad un albero li vicino…non l’aveva sentita…e solo il suo sguardo gelido l’aveva fatta voltare…
…Selene…
La legna gli cadde dalle braccia , rimanendo con le braccia abbandonate sui fianchi e gli occhi spalancati.
Quei grandi occhi azzurri…
La sorella sorrise, divertita dalla reazione…
-Da quanto tempo sorellina-
Rika non parlò,  non sapeva che dire , ogni volta che vedeva la sorella l’ansia e la paura si impossessavano di lei .
Erano vivi…
Come non mai…
Quegl’istanti…
 
 
“Silenzio…questo è il nostro piccolo segreto…piangi…”
 
 
Selene si avvicino a  Rika aprendo le braccia, in un gesto che sapeva solo di crudele.
-Non vieni ad abbracciare la tua sorellina?-
Rika guardo le mani di Selene.
Sangue…che colava sulle braccia.
La ragazza dagl’occhi azzurri fece una faccia nauseata e addolorata, mentre osservava il gesto della sorella, e le appariva solo uno scherzo crudele…
Un’assassina…
Era solo una schifosa assassina…
Rika fece un passo indietro, ancora il volto dipinto di dolore
-Hai ucciso qualcuno Selene?-
la ragazza si guardò le mani , e provocandola assaggiò il sangue che colava dal pollice verso l’interno della mano e del braccio.
-Di che ti stupisci? In fondo sono un assassina-
Rika la guardava con una nota di disgusto .
Disgusto…ecco cosa provava per lei
Odio ….
Disprezzo ……
Schifo…..
Ma anche pena …
Si…Selene in fondo le faceva pena….
-Mi fai solo pena sai sorella-
Rika tinse ancora quegl’occhi di dolore e di pena…
Una pena che faceva solo arrabbiare di più la sorella, che ruggì di rabbia dentro di se, ma si mantenne fredda e distaccata, in fondo era solo una mocciosa maleducata….
Selene la guardò , il suo sguardo era diventato duro e impenetrabile.
Si avvicinò ancora di più a Rika abbassandosi verso di lei, il loro visi erano molto vicini.
Si potevano notare delle somiglianze
Ma anche una voragine di differenze, mentre le due si guardavano negl’occhi.
-…E tu mi fai schifo. Sei solo una stupida mocciosa maleducata….-
-Si, è vero, sono una stupida.
Ma almeno io non sono una schifosa assassina…che uccide la gente solo per divertimento!-
aveva alzato la voce.
La sua coraggiosa sorellina aveva alzato la voce verso di lei…
…ridicola…assolutamente ridicola…
Selene rise di gusto, allontanandosi da Rika e dandole le spalle, continuando a ridacchiare.
Davvero ridicola…
-Sei davvero ridicola sorellina…-
Rika la guardò con rabbia.
Maledetta…
Selene si girò di nuovo verso di lei, sorridendole divertita come al solito
-Allora che cosa hai intenzione di fare?
Hai deciso di rubare il sutra a Genjo sanzo?
Da qualche ho visto tu e quel gruppetto di babbei siete diventati molto amici…-
Rika  strinse i pugni
Li aveva spiati! Lo sapeva!
Doveva salvarsi, non aveva nessuna intenzione di lasciargliela vinta anche stavolta come quel giorno!
 
 
“Ti prometto…che verrò a vedere come vano le cose…e se fallirai…ti ucciderò…
Perciò scappa…scappa ancora sorellina…tanto io ti acchiappo…
E adesso…piangi pure…
Ti voglio bene…”
 
 
-Non dire sciocchezze, sto solo aspettando il momento adatto per prenderlo-
-Ah…è cosi ?-
non le credeva, non le aveva mai creduto, mentre sorrideva fingendo di dare credito alle parole di Rika.
-Ormai però sono passati molti giorni e non dirmi che non hai mai trovato l’occasione adatto per sottrarglielo?-
la ragazza dagl’occhi azzurri strinse ancora di più i pugni, morsicandosi nervosa il labbro inferiore.
-Con chi credi che io abbia a che fare?!
Ti ricordo che stiamo parlando di Genjo Sanzo, e non di uno stupido bonzo
Non credere che sia cosi facile prendergli il sutra come tu uccidi la gente!-
-Certo, certo…allora le risate che ti facevi prima erano solo una finta?-
Selene sorrise, attendendo una risposta, incrociando le braccia, sporcandosi così di sangue.
Rika non rispose, spalancando gli occhi.
Eppure lo sapeva, sapeva che Selene li stava spiando, doveva saperlo, perché non l’aveva avvertita?
…il suo sigillo…
I suoi poteri di demone erano annullati…non aveva potuto fare niente…
Maledizione!!
Non voleva che lei la vedesse così!
La detestava!!
Perché non poteva essere ciò che voleva?
Perché quella maledetta le impediva di vivere come voleva lei?
MALEDETTA! MALEDETTA!!
Selene  la osservava divertita.
Quella ragazzina aveva la capacita di farla divertire, con quei suoi modi patetici di difendersi.
E adesso, con quell’espressione da cucciolo spaventato, i pugni serrati e la testa leggermente abbassata, la stava facendo morire dal ridere…
Non trattenne una risatina, scatenando ancora di più il panico in Rika
-Mi hai sempre fatto ridere, sai Rika? Quei tuoi modi da brava ragazza…sempre pronta ad aiutare qualcuno…a farsi proteggere e a proteggere qualcuno…
Eri semplicemente…ridicola…-
Rika decise che non avrebbe ascoltato una sola parola in più, non aveva più nessuna intenzione di ascoltare quella pazza assassina…
Cominciò a camminare, per poi raggiungere la sorella, ed affiancarla, senza degnarla di uno sguardo.
-Porterò a termine lamia missione e tu non mi ostacolerai chiaro?-
Selene rise, la sorellina che tentava di trovare un briciolo di orgoglio!
-…Ok ma ricorda che se fallirai ti ucciderò…mi hai sentito sorellina adorata?
Io…ti…ucciderò…-
Ci fu un pesante silenzio tra le due…
Selene la osservo ancora un po’, per poi con un balzo raggiungere un albero e allontanarsi.
Rika rimase ferma.
Di nuovo quella sensazione.
Di nuovo sentiva la tristezza impossessarsi di lei .
Avvolgerla, penetrarle nella carne…
Il gelo…il freddo…
Gli occhi socchiusi, cercando di reprimere….che cosa?
Singhiozzi…
Tanti singhiozzi…che soffocava con impegno…
Aveva voglia di piangere …
NO
Non doveva piangere……
Non doveva essere triste …….
No….
Non voleva ricordare il suo passato.
Basta
Basta…
Doveva cancellare quelle immagini dalla sua mente
Quegl’orribili ricordi che si mescolavano ad attimi di luce…
Oscuravano tutto…
Dimenticare, DIMENTICARE!!
…niente…
Non ci riusciva…
Ogni volta che incontrava Selene quelle immagini tornavano ad occupare la sua mente .
 
MAMMA PAPA’!!!
NO!!!!
NON VOGLIO
LASCIATEMI
AIUTO
AIUTAMI SORELLA!
AIUTAMI!!
AIUTAMI!!LASCIATEMI, LASCIATEMI! TI PREGO SORELLA, AIUTAMI!!
No…NO…

AAAAHHHH!!!
 
“NOOOOOOOOOOOOOOO”
Cadde a terra in ginocchio con la testa fra le mani, il respiro ansante.
“Basta Basta BASTAAAAAA!!!
Non voglio  più ricordare
Non voglio ricordare!
Non voglio, non voglio!
Basta!!
BASTA ANDATE VIA!!!”
-…Rika-
Alzò di scatto la sguardo, spaventata e sconvolta.
Goku era davanti a lei , il suo volto era preoccupato, gli occhi dorati la guardavano spalancati e pieni di stupore…
Quegl’occhi dorati…
….
Rika strinse i denti, alzandosi in piedi e dandogli le spalle, morsicandosi ancora il labbro inferiore infastidita…
Doveva lasciarla, doveva lasciarla stare!
-Che vuoi-
fu fredda, tagliente…non voleva che lui la guardasse, non voleva che lui fosse li…
eppure…
 
“AIUTAMI!”
 
-Ecco….non ti vedevo più tornate e cosi sono venuto a cercarti, ero preoccupato per te-
Goku la guardò avvicinandosi leggermente, mentre Rika sussultava, stavolta nel suo corpo qualcosa si era mosso…
Preoccupato ….
Era preoccupato per lei….
No…impossibile…
A nessuno importava niente di lei….
A nessuno importava se lei piangeva….
Se era triste….
A nessuno….
 
 
“FINISCILA! A nessuno interessa i tuoi stupidi capricci!”
 
 
“…Nessuno si preoccupa per me .
Neanche tu te ne sei mai fregata, sorella…
Da quando loro sono morti, da quando quei maledetti li hanno uccisi…non mi hai più cercata…non mi hai più voluto…
Da quando le uniche due persone che amavo sono scomparse…e tu te ne sei andata…tu mi hai tradito…
…Sola…
…Sola…..
…Sola…..
Io sono sola…….
Anche se dicono di no….
Anche se dicono che sbaglio…..
Io sono sola .
Sono sola…
Sola….
SOLA…….”

Piangeva….

“Questa è l’unica cosa che so fare, piangere…….
Sono una stupida………….
Un stupida che sa solo piangere…….
Anche tu l’hai detto”
 
 
“Sei solo una stupida mocciosa”
 
 
Oramai non riusciva più a fermare le lacrime .
Di nuovo era caduta in quell’ oscurità ….
La luce si era di nuovo spenta ….i suoi occhi erano di nuovo svuotati di quella luce che l’aveva scaldata…

“Non c’è piu’ luce……….
Non c’è nessuno
Sola …..
Sono sola…..
…non c’è nessuno che può aiutarmi…
Sono sola…
Le persone che amavo sono morte…
Lei mi ha tradito…
Nessuno più mi può aiutare…”

Senti due braccia forti stringerla verso un corpo caldo…
Sentiva un calore invaderle tutto il corpo.
Protezione…..
Quell’abbraccio le trasmetteva protezione .
Quella sensazione di calore, da quanto non l’avvertiva più…
…da troppo…
L’ultima volta che qualcuno l’aveva abbracciata cosi .
Era stato quando era molto piccola .
Aveva fatto un brutto sogno, stava piangendo quando senti delle braccia avvolgerle.
Calore….
Protezione….
Affetto…….
Luce…
Tanta luce…c’era tanta luce a
 
“Non  avere più paura…piccola mia…non avere più paura…
Piangi pure …..ti farà bene….”
 
 
-Piangi pure …..ti farà bene….-
spalancò gli occhi, stupita…
Una voce….
Una voce calda…..
Una voce dolce…..
Una voce triste…
Due grandi immensi occhi dorati…
Tutta quella luce che l’avvolgeva…
Quelle iridi che la guardavano preoccupate e tristi…
Quel viso…
-…Goku…-
Sussurrò quel nome con infinita tristezza, guardando il volto del ragazzo, gli occhi azzurri colmi di lacrime, per poi affondare la testa sulla spalla del ragazzo, immergendosi nel suo profumo di dolci….
Dolci…la luce…Goku…
Goku…Goku…Goku…
Pianse a dirotto per molto tempo, stringendosi al ragazzo.
Goku l’abbracciava forte, mentre la sentiva piangere talmente forte che quasi faceva fatica a respirare, la ragazza tossiva, mentre lui la stringeva ancora di più a se…
 
 
There's so much life I've left to live
And this fire's burning still
When I watch you look at me
I think I could find the will
To stand for every dream
And forsake the solid ground
And give up this fear within
Of what would happen if they ever knew
I'm in love with you
 
 
Desiderare di nuovo…quella luce…
…Goku…
...desiderare…la sua luce…lui…
…Goku…
…Goku…
 
 
-Finalmente!!-
Meiko si mise le mani sui fianchi, lanciando occhiate poco cordiali a Goku e Rika, quest’ultima le fece la linguaccia, tra le mani reggeva una pila di legna aiutata da Goku.
-Bhe, che hai da sgridarci?-
-Cos’ho da sgridarvi? Siete in ritardo belli miei! Tra un po’ venivo io a cercarvi!-
-Non c’è n’è stato bisogno, come vedi!-
Rika fece una smorfia a Meiko, la bionda si limitò a passare una mano tra i capelli, guardando sorridendo divertita Rika e Goku che si comportavano al solito.
“Guardali i due piccioncini…”
la ragazza sorrise, per poi lentamente far mutare il sorriso, mentre incrociava lo sguardo di due occhi viola che la osservarono per qualche secondo…
 
“Meiko si voltò, trovandosi di fronte la figura bionda di Sanzo.
Lo fissò con aria stanca e diffidente, per poi guardarsi il braccio, era in parte sporco di sangue.
-…-
la ragazza socchiuse gli occhi, cominciando ad allontanarsi.
No, non aveva voglia di litigare con il bonzo, oppure di riferirgli il messaggio.
…non adesso…non adesso…

Ora…voleva solo lavarsi ed essere lasciata in pace.
S’incamminò con aria stanca di nuovo verso il piccolo accampamento, constatando che Kira la stava aspettando.
Si guardò in giro, notando che in sua assenza era rimasto tutto tranquillo.
-Ci sono stati seccatori?-
-Solo uno…adesso però non disturberà più-
Meiko fissò Kira, che rimase a guardare il vuoto, per poi rivolgerle lo sguardo, la bionda si passò una mano tra i capelli, mentre il braccio sporco reggeva il fucile, notato dall’altra ragazza.
-Tutto ok?-
-Se ti riferisci al sangue, non è mio…-
Kira semplicemente annuì, mentre Meiko entrava un secondo nella tenda notando come Rika dormisse tranquilla, e sorrise amara, afferrando dentro la sacca una borraccia ed uscendo di nuovo dalla tenda, mentre avvertiva dei passi avvicinarsi, Kira era ancora ferma al suo posto.
Sanzo…
Se ne fregò altamente, togliendosi la maglietta e togliendo il tappo alla boraccia, versando un po’ d’acqua sul braccio, il sangue scivolava via lasciando di nuovo la pelle pulita.
Com’è facile pulire il sangue…basta solo un po’ d’acqua…
…eppure si sentiva così sporca…
…maledettamente sporca…
Si fissò ancora il braccio, per poi passarsi una mano tra i capelli, soffermandosi un secondo sull’occhio.

 
“Gioia mia!!”
sorrideva…sembrava così felice…
…sorrideva per lei…ma lei era troppo sporca…
…sporchissima…
…come poteva pensare di poter…

 
Si coprì gli occhi con la mano, per poi prendere un profondo respiro ed iniziare a togliere il sangue dalla maglietta, per fortuna era fresco.
Velocemente pulì la stoffa, usando l’acqua della borraccia, strofinando via anche con una certa isteria.
Sparire…
Doveva scomparire tutto…
Via
Via!
Via!!!
Quando fu soddisfatta strizzò la maglietta, entrò l’indomani si sarebbe asciugata.
Si voltò, constatando che Sanzo era gia rientrato nella sua tenda.
…meglio così…

Afferrò il fucile, ficcando la testa di nuovo nella tenda e afferrando una maglietta di riserva, riavvicinandosi poi a Kira.
Nessuna delle due parlò per tutta la nottata”
 
Sbuffò, per poi schioccare la lingua, passandosi una mano tra i capelli e sistemando meglio la sua sacca sulla moto oltre al fucile che portava sulla schiena, ricordandosi che doveva fare provviste di pallottole, appena usciti da quella foresta e appena trovato un villaggio.
“…Meiko…”
la ragazza spalancò leggermente gli occhi, mentre uno spiffero di vento le accarezzava il viso, facendole alzare lo sguardo verso il cielo.
Il cielo…quanto è alto…
 
“Che fai piccola?”
“Voglio toccare il cielo, ma è troppo lontano, non ci arrivo”
si alzava in punta di piedi, allungando le braccia, mentre la mamma rideva, lei piccolina, che restava in equilibrio sulle punte e tremava leggermente.
 
Socchiuse gli occhi, mentre si era messa seduta a terra, con quello squarcio di cielo negl’occhi.
Era scivolata a terra, con le mani abbandonate tra le gambe, tenendo la testa alzata, appoggiata in parte alla moto.
 
Ad un certo punto, era caduta a terra, e aveva fatto una faccia triste sia per la botta che per il fatto di non essere riuscita a toccarlo.
E allora la madre la prendeva in braccio e la sollevava ancora di più.
“Vediamo se insieme riusciamo a prenderlo”
e allora…
 
Sospirò, mentre lasciava scivolare tra le labbra un sorriso, mentre una gamba si piegava leggermente, il braccio sopra penzolava leggermente, le dita toccavano la stoffa verde, mentre l’altra mano torturava l’altro pantalone, cercando di reprimere la tentazione di alzare il braccio verso l’alto.
 
“Mamma, non ci riesco!”
sbuffava, era arrabbiata, e scuoteva leggermente la testa, le piccole codine si muovevano allegramente su quella testa, mentre la mamma gli accarezzava il capo.
“Non fare così…forse è meglio che tu non riesca ancora a toccare il cielo”
e a quel punto…diventava sempre triste, mentre lei la guardava stupita.
E la madre le faceva quella domanda.
“Volevi vedere papà, per questo volevi toccare il cielo?”
lei annuiva colpevole, e la mamma l’abbracciava.
“Piccola…per piacere…resta ancora un po’ con me…”

 
“Mamma”
Chiuse gli occhi, prendendo un profondo respiro, mentre avvertiva, il sole colpirla agl’occhi, e la brezza che le soffiava in faccia.
“Meiko…”
la ragazza socchiuse gli occhi, rialzandosi e allontanandosi dagl’altri, fucile dietro in caso di attacco.
Camminava tranquilla, mentre metteva il fucile sulle spalle, appoggiandoci sopra le braccia e lasciandole così libere, avvertendo il freddo della canna da un lato.
In quelle situazioni aveva la testa completamente vuota, e guardava davanti a se come se in realtà non ci fosse niente.
Non pensava a niente.
Non ricordava.
Niente.
Silenzio.
Lentamente si fece largo tra gli alberi di quella che ora sembrava una foresta, camminando silenziosa, si sentiva solo il frusciare dell’erba sulle scarpe, mentre si andava ad aprire un’uscita davanti a lei.
Il vento in quel momento si fece più forte, trasportando con se quella che sembrava polvere e…petali…
Petali di mandorlo…
Il suo sguardo osservò il passaggio delicato di quei petali, per poi essere trascinati via, dal vento, che muoveva leggermente i corti capelli biondi, il fucile ancora appoggiato alle spalle, che ora scivolava via verso un fianco, mentre lo sguardo ambrato della ragazza si spostava, verso una strada sterrata…con accanto un fiume…
Lentamente si mosse ancora, attraversando il terreno battuto pieno di sassolini, e scendendo giù verso la sponda de fiume…
Era li….ad attenderla…
Di spalle, i capelli lunghi dal colore avorio chiaro accarezzavano la schiena, mentre la figura inginocchiata si alzava in piedi, tra le mani sembrava avere qualcosa.
-…non hai ancora riferito il messaggio Meiko?-
era un tono dolce, di domanda, e sembrava stupito.
Lentamente, per poi sempre più freneticamente, un brivido attraverso il corpo di Meiko, raggiungendo la massima violenza alle spalle, che fremettero, mentre la figura si voltava, rivelando due calda iridi ambrate, un’ambrato arancio andante al rosso, il sorriso sul viso della donna era gentile, eppure freddo come una lama di ghiaccio.
La bionda on seppe rispondere, prendendo un profondo respiro, mentre la mano libera si stringeva a pugno.
La donna si mosse ancora, avvicinandosi di più alla ragazza.
-Voglio…che tu sappia Meiko…che io mi fido di te…ripongo la mia fiducia in te, perché so che non fallirai la tua missione…-
-…ma…non mi vuole ascoltare…-
sembrava essere diventata una bambina, spaventatissima e intimidita di fronte a quella figura.
La donna sorrise, abbracciandola dolcemente.
-Meiko…tu devi riferirgli il mio messaggio…così…potrò mantenere la mia promessa-
la ragazza spalancò gli occhi, mentre la donna la guardava in faccia, abbassandosi leggermente verso di lei.
-...chiaro?-
Meiko la guardò stupita e spaventata, annuendo lentamente, mentre la donna si staccava da lei, i capelli danzavano leggermente al vento che si era alzato, portandosi con se altri petali di mandorlo.
-Bene, Meiko…sappi che ti sono sempre vicina…-
Meiko la guardò ancora, questa volta una sguardo più vuoto, per poi abbassare lo sguardo umilmente, mentre la donna si voltava, immergendosi nel fiume, fino a scomparire dentro il letto d’acqua, lasciando solo la ragazza e il silenzio, Meiko stringeva ancora i pugni.

 
Kira si aggrappò con più forza a Meiko, la ragazza stava facendo un pericoloso slalom tra gli alberi, lasciando gli altri indietro dato che la jeep li in mezzo non poteva passarci.
Aveva la testa vuota eppure era terribilmente nervosa, e questo di solito la faceva andare a manetta, come in quel momento, rischiando nel caso avesse preso un albero di restarci secca con dietro Kira.
All’ultima curva Meiko frenò con i freni davanti, facendo così fare un mezzo testacoda alla moto che si fermò in mezzo alla strada, creando un grosso polverone che venne trascinato via dal vento.
La ragazza dagl’occhi blu si sporse da Meiko, per poter vedere la strada.
Avvertì uno strano profumo nell’aria, ma era molto lieve che non si sentiva, mentre oltre alla polvere il vento sembrava portare come petali.
Kira si guardò intorno, scendendo dalla moto, mentre Meiko spegneva il motore e restava così, con il cavalletto alzato, seduta sulla moto appoggiata al manubrio, una sottile striscia di schiena si mostrò sotto la maglietta nera, mostrando anche una piccolissima parte del tatuaggio.
Kira lasciò che il vento passasse tra i capelli, mentre socchiudeva gli occhi, inspirando ancora quel leggero profumo che sentiva nell’aria.
Profumo…aria…
…una strana sensazione…
Qualcosa dentro di lei era scomparso…non sentiva più…il peso…
Un peso che non si era mai accorta di avere…adesso…non lo aveva più…
Solo adesso si era accorta di avere qualcosa dentro di se…
Kira osservò la strada in terra battuta, c’era ancora qualche resto della polvere di prima, a terra i segni della sgommata della moto della bionda, che restava in silenzio anche lei a fissare la strada.
 
“Un giorno sono uscita fuori, e mi sono trovata di fronte la strada.
Non so dove mi avrebbe portato…
E non so se sarei tornata a casa…
So solo…che quando ero uscita da quel posto…e mi trovavo li…
…mi sentii…libera…”
 
-Libera…-
Kira osservò ancora la strada, per poi guardarsi intorno, attirando l’attenzione di Meiko.
-Che succede?-
-…sono venti…-
-Ancora?!...Beh…peggio per loro…-
Meiko tirò fuori il fucile, caricando un colpo, e osservandosi intorno, per poi prendere la mira e sparare, beccandone uno che cadde a terra, mentre gli altri cominciarono ad avanzare, scendendo per il fiume.
Kira tirò fuori il pugnale dalla mano, osservandone la lama che usciva pian piano, per poi afferrare il manico, aspettando l’arrivo dei demoni, che partirono alla carica.
Meiko sparava a quelli più lontani, come una sorta di tiro a bersaglio, colpendone qualcuno troppo vicino con il calcio del fucile.
Kira invece evitava agilmente i vari attacchi dai demoni, per poi ucciderli con la spada che penetrava nel corpo, facendo avvertire alla ragazza, il peso sulla mano aumentare e diminuire in modo diverso.
Kira colpì l’ennesimo demone con un cazzotto, abbassandosi poi a terra e strusciando sul terreno, provocando un profondo taglio al ventre di uno, che cadde a terra, mischiando il suo sangue a quello degl’altri cadaveri.
L’ultimo lo finirono insieme, Kira affondò la spada nel suo corpo mentre Meiko gli sparava una pallottola in faccia, mentre gli altri le raggiungevano, osservando la strage che le due aveva creato, la spada lentamente tornava nella mano di Kira, mentre Goku si lamentava con la biondina.
-UFFA! Perché non ci avete avvertito?-
-Non lo sapevano-
Meiko fece un sorriso di dispetto, mentre faceva ripartire la moto, Kira si mise subito seduta dietro di lei, mentre i ragazzi con Rika si mettevano comodi sulla jeep, il gruppetto ripartì quella mattina diretti al prossimo villaggio.
 
Fine capitolo 8

 

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Capitolo 9
*** All is full of love ***


Ecco finalmente il nuovo capitolo. Ci scusiamo tanto per la lunga attesa. Buona lettura ^^

Capitolo 9 

All is full of love
 

-Merda…perché tocca sempre a me fare la spesa?-
Gojio imprecò per l’ennesima volta, mentre sopra di lui si scatenava il diluvio, la pioggia batteva con forza sulle tegole degli edifici dove l’uomo passava, provocando così una specie di musica un po’ confusa, mentre lui reggeva quel rigido ombrello rosso che si era fatto prestare dal padrone della locanda dove si erano fermati, velocemente stavano riprendendo la loro normale strada verso ovest.
La pioggia li aveva colti nel mezzo del viaggio con un violento acquazzone, e la prima ad imprecare era stata Meiko, che urlò incazzata nera mettendosi velocemente il cappuccio nero della maglietta sulle spalle di dare gas.
Kira si era stretta al corpo della ragazza che guidava la moto, che fece un’impennata e superò velocemente gli altri, quando raggiunsero la locanda lei era gia dentro la sua stanza, Kira invece era fuori ad aspettarli.
Da quando li aveva superati prima non si era fatta più vedere, Gojio ricordò ancora il ringhiare rabbioso che intravedeva dal cappuccio nero.
Adesso però si preoccupò di non inciampare nella pozza d’acqua che aveva davanti, lanciando anche lui qualche imprecazione allo schifoso tempo che non accennava a cambiare, le nuvole nere sopra di lui sembravano essersi fermate li, sopra di lui.
La pioggia intorno a lui scoloriva e confondeva la strada e le case attorno a lui, mentre fumava in silenzio una sigaretta, adesso si era calmato, mentre le sue orecchie erano frastornate del rumore confuso di quelle gocce d’acqua che picchiavano sul suo ombrello, sulla strada, nelle pozzanghere, sui tetti delle case.
In qualche modo…quel rumore non lo infastidiva…era sempre meglio di quel rumore che da piccolo avvertiva, quando c’era silenzio…
Silenzio…
A lui non dispiaceva il silenzio…
Ma odiava quel rumore…quello stesso rumore che però anche lui produceva ogni tanto…
Quando le sue mani attraversavano il corpo di una sconosciuta.
Quando per l’ennesima volta perdeva una finta innocenza in uno sconosciuta.
Sconosciuta…
Come la madre che lo aveva partorito…
Sconosciuta…
Come la donna che lo aveva accudito, nelle lacrime del dolore e nel sangue…il sangue che lui aveva quando lei, violentemente, lo puniva.
Perché non era suo figlio…
Perché era uno schifoso mezzosangue…
Perché aveva il viso dell’uomo che la sua madre adottiva amava…ma il colore della verginità di un’altra donna…
Si può dire che la verginità abbia un colore rosso…
Come il sangue…
Non è bianco…è di un forte rosso porpora.
Come quello che è nel tuo corpo.
E lui lo rivelava.
Rivelava quel peccato commesso da…
Una sconosciuta…
Era figlio di una donna il cui volto non appariva nei suoi ricordi.
L’unica cosa nitida che ricordava…
Erano le lacrime di una madre che lo disprezzava…lo rifiutava…lo odiava…
Erano lacrime violente, grandi…come questa pioggia…
Gojio alzò lo sguardo verso il cielo, lasciandosi leggermente bagnare da quell’acqua dolce…
Fredda…
Violenta…
Triste…

 
“Sei disgustoso!!!Hai lo stesso colore che ha versato quella donna!!
Maledetto, vorrei che tu non fossi mai nato
Mi fai schifo, mi fai schifo!!!”
 
“MI FAI MALE MAMMA!!”
 

Gojio abbassò di nuovo la testa, alcune gocce caddero dalle guance, come finte lacrime, mentre lui prendeva una boccata della sigaretta.
La buttò fuori dopo averla gustata per bene, come una droga che cancellava quei momenti, mentre il mozzicone veniva gettato via, spegnendosi nel fondo i una pozzanghera.
Camminò ancora sbuffando, mentre i resti di fumo scappavano via dalle labbra socchiuse.
Alzò lo sguardo dalla strada che andava a diventare fangosa, e la sua attenzione fu attirata da una figura di spalle, appoggiata al muro, in parte si vedeva il corpo femminile ben fatto i capelli neri leggermente inumiditi dalla pioggia.

Stavolta si sentiva nell’aria anche un leggero sentore di rosa…
Il mezzo demone restò a guardare la figura, notando le lunghe gambe fasciate da pantaloni di pelle.
Pelle…

Selene odiava la pioggia…
Perché ogni volta cancellava dal suo corpo il sentore del sangue, rimarcando invece quel leggero profumo di rosa che stranamente metteva sempre.
Detestava la pioggia perché ogni volta che ammazzava qualcuno il sangue si mischiava all’acqua diventando liquido, non riuscendo a fermarsi, e poi la ferita veniva pulita dalla pioggia…
Inoltre detestava la pioggia perché la puliva dal rosso del sangue, rivelando di nuovo la pelle bianca delle mani…e quelle sottili cicatrici che aveva sui palmi.
Anche le spalle mostravano dei tagli che ormai venivano mimetizzati dalla pelle, ma che comunque quando si vedeva davanti ad un vetro che le rifletteva l’immagine, le davano il voltastomaco.
In quel momento si stava osservando le mani, con la pioggia che le bagnava il volto e i capelli, facendola tremare leggermente.
Le mani venivano lavate da quell’acqua, il sangue scivolava via lungo le braccia, cadendo ai gomiti, rivelando la pelle pallida…e le lunghe unghie affilate con cui aveva ammazzato l’ennesima vittima.
Ridacchiò amara, mentre si osservava gli arti.
Gli occhi neri in quel momento acquosi guardavano con fare interessato ogni singola goccia che scivolava giù dalla pelle della sua maglietta, ogni goccia d’acqua che cadeva s’impregnava di sangue e lo portava via…
Sangue…tanto sangue aveva sulle mani…

 
“Aveva tanto sangue sulle mani la prima volta che uccise qualcuno…
Lo fissò a lungo, fissò a lungo quelle mani di demone bagnate di colore rosso…dal sapore ferroso, un po’ gli era schizzato sulla bocca e lo aveva tastato sulla lingua, il forte odore di cadavere cominciava a soffocarla leggermente, in quella stanza chiusa non c’era altro che lui, una torcia…e il cadavere di un uomo, dal ventre aperto a mostrare le viscere e un fiume di sangue che scorreva fuori di esso.
Ma lei era fissa su quelle mani…quelle mani…”
 
Alzò lo sguardo dalle sua mani, fissando il vuoto grigiore che aveva davanti a lei.
Prima non lo aveva avvertito, troppo presa com’era da ricordare la libidine provata la prima volta nell’ammazzare un comune e debole essere umano, mentre lei era forte ed era un demone…un demone completo…
-Non è carino osservare la gente in questo modo…-
-Gente? Io vedo solo un demone-
sorrise divertita, voltandosi leggermente verso l’uomo dai capelli rossi, constatando che lui aveva l’ombrello, ed era totalmente asciutto.
-Si dia il caso che sono una donna in qualsiasi caso, e che tu da bravo cavaliere dovresti ripararmi da questo temporale-
-Io non ti considero una donna…-
-Beh, a dire la verità io non ti considerò nemmeno un uomo, pensa come sei messo male…-
un lampo squarciò l’aria, Gojio teneva tranquillamente l’ombrello sulla sua testa, mentre Selena aveva incrociato le braccia, fissandolo con i suoi profondi occhi neri, i capelli bagnati appiccicati sul volto le davano un’aria molto sexy insieme al completo di pelle.
I due rimasero a fissarsi a lungo, mentre si sentiva il rombare del tuono a poca distanza da loro, facendo tremare la terra.

Si lanciarono un’occhiata molto lunga, i loro respiri non si riuscivano a sentire in quel frastuono delle gocce d’acqua e nell’eco del tuono nelle loro orecchie, mentre lentamente i muscoli dei due cominciavano a dare segni di nervosismo, Selene stranamente in quel momento sembrava più nervosa dell’avversario che aveva di fronte.
Gojio la fissò impassibile…osservandola nel suo aspetto di demone, il ventre piatto e liscio non aveva con se il tatuaggio a forma di rosa che gli aveva visto la prima volta.
Selene alzò ancora un po’ di più lo sguardo, in modo che il viso lo si potesse vedere anche con i capelli che gli erano in parte appiccicati in faccia.
Nell’aria un sentore forte di menta
Poi Selene si spostò, allungando una mano, e con uno scatto violento partì all’attacco, Gojio evito all’inizio una serie di affondi tenendo l’ombrello stretto in mano, indietreggiando, per poi chiudere l’ombrello in modo da subire anche l’azione della pioggia, piegandosi verso il basso in modo da evitare un altro colpo della donna, per poi scaraventare l’ombrello verso il viso dell’avversaria, che sorridendo divertita lo afferrò con una mano, stringendolo saldamente, osservandolo anche con aria ferina.
L’altra mano della donna si portò verso il ventre di lui, dandogli un pugno in pancia che gli fece mancare il respiro, ma immediatamente dopo Gojio afferrò il polso del demone, stringendolo con forza, Selene aveva mollato l’ombrello e stava per dare un bel ceffone all’uomo quando questo fu più veloce di lui, e gli afferrò anche il polso dell’altra mano, stringendolo e sbattendola sul muro, appoggiando in parte il corpo anche sulle gambe in modo da evitare calci nei punti bassi.
Rimasero immobili così, avvertendo entrambi il calore dei loro corpi, le gambe di Selene erano bloccate da quelle di Gojio, e i loro ventri si sfioravano, le mani di lui stringevano senza far male i polsi della donna, che aveva abbassato lo sguardo sentendo l’aria mancare e lanciando una bestemmia, guardando per pochi secondi feroce il viso del suo avversario, per poi sussultar leggermente, constatando che il freddo della pioggia adesso era stato sostituito da un calore che l’avvolgeva, mentre le sue iridi nere si fissavano su quelle rosse del mezzodemone.
Rosse…come il sangue di tutte quelle persone che aveva versato…
Rosso…come il sangue che lei aveva assaggiato e che bagnava le sue mani…
Rosso…come…
Selene socchiuse gli occhi, come colpita di botto da una forte luce, distogliendo con una faccia schifata il volto da quello sguardo, mentre una voce si spargeva nell’aria come un urlo lontanissimo, un eco che si mescolava al frastuono della pioggia.
 
“SORELLA!!!”
 
Gojio la osservò meglio, i capelli bagnati le si appiccicavano sul collo e sulle spalle, ed emanavano ancora quell’odore di rosa, stavolta non c’era il sangue che “sporcava” quel profumo.
Istintivamente avvicinò il naso ai capelli, e inspirò profondamente, dando un bacio furtivo alla chioma scura di Selene, che spalancò gli occhi, avvertendo le labbra dell’uomo sfiorarle distrattamente la pelle del collo e i capelli.
Avvertì uno strano brivido pervaderle il collo.

Tenne gli occhi aperti, mentre restavano appoggiati così, lui che stranamente non pesava su di lei, le mani che stringevano ancora i suoi polsi lentamente si abbassavano portandosi appresso anche le mani di lei, che si strinsero a pugno, quasi cercando di fare resistenza verso qualcosa che sembrava darle fastidio, il corpo si mosse leggermente, anche perché lei aveva una gamba scomoda, intrappolata da quella di Gojio che socchiuse gli occhi.
Spostò in parte il corpo, lasciando libera la gambe, in quel momento il demone avrebbe potuto benissimo colpirlo e metterlo fuori combattimento.
Gojio mosse il viso, spostandosi verso una guancia bagnata, i capelli rossi colavano giù come liquido sulle spalle e il viso, mentre Selene osservava affascinata una ciocca che sembrava tentare di accarezzarla.
…quel rosso…che bramava ad ogni vittima…
Stranamente…appariva diverso…
Il profumo di rose le stava confondendo le idee, mentre la guancia di Gojio era calda e sbarbata, il suo alito sapeva di nicotina e alcol.
Infastidiva leggermente Selene, però al tempo stesso le fece prendere un profondo respiro, gli occhi neri si nascondevano sotto le palpebre, mentre i due erano ancora uniti in quello strano abbraccio, i loro corpi si toccavano in vari punti come le gambe, i bacini e i petti, quello di lei aveva un seno morbido ed accogliente.
Gojio teneva il viso basso in modo che la sua guancia abbronzata sfiorasse quella un po’ più chiara di lei, che avvertì le gocce di pioggia scomparire, il freddo era sostituito da quello strano calore.
Che strana sensazione…
…non è come ammazzare qualcuno…
…è più…dolce…
…le ricordava qualcosa…
 
“Ti voglio bene Selene”
 
…chi le aveva detto quella frase?...
…in quel momento non se lo ricordava…
Era intorpidita in quella sensazione acquosa come in quella pioggia…

 
“Sorellina!”
 
Margherite…
E lei chiamava qualcuno…
 
“Sorella, guarda!”
 
Margherita bianche…
Bianco…
Lo stesso bianco che vedeva Gojio, anche lui intorpidito…
Che sensazione meravigliosa…
…come…
Un’abbraccio…
Calore…
 
“MALEDETTO!!”
 
Fu un violento impatto, le gocce divennero frecce di ghiaccio che distrussero quel calore, lui di colpo si staccò dalla figura di Selene, che spalancò improvvisamente gli occhi, rendendosi poi conto di cosa stava succedendo, e balzare su per il tetto li sopra, osservando con aria trucida Gojio.
Lui la fissò sconvolto, per poi afferrare il suo ombrello caduto a terra, i due si lanciarono di nuovo uno sguardo di fuoco, prima di allontanarsi ognuno per la sua strada, Gojio starnutì, e imprecò ad alta voce, si era bagnato tutto!!!
 
Scostò con due dita la tenda della finestra, constatando con uno sbuffo che pioveva ancora, voltandosi poi verso la porta chiusa li davanti, Kira era seduto sul suo letto, per fortuna avevano una stanza con tre letti, altrimenti dovevano unirsi al quartetto di pazzi.
-Hai finito Meiko??-
-...si-
la porta si dischiuse, rivelando la figura magra, forse troppo della ragazza bionda, che si passò un’asciugamano sul viso bagnato, i capelli erano leggermente umidi e il biondo appariva ancora più chiaro del solito, in quel momento portava solo un reggiseno per coprire le sue doti femminili, mentre Rika si alzava guardandola un po’ male.
-Alla buon’ora!-
-Non è colpa mia, l’acqua ci ha messo un secolo a scaldarsi…-
Meiko appariva pensierosa, mentre andava sul suo letto e poggiava l’asciugamano sulla testiera in legno, in modo da evitare di bagnare le lenzuola, Kira in quel momento notò il grande tatuaggio di Meiko, che in quel momento appariva ancora più chiaro sulla pelle pallida della ragazza.
Kira lo osservò attenta, grandi ali tribali nere…ed in mezzo una scritta.
La ragazza bionda si passò una mano tra i capelli spettinandoli, per poi coprirsi il corpo con una maglietta, voltandosi verso la finestra, anche lei scostò con due dita la tenda, ma si limitò a non dare cenni di fastidio o altro, la sua rabbia l’aveva scaricata in bagno come avevano constato le altre due ragazze entrando nella loro stanza.
Kira osservò i gesti di Meiko, tenendo le braccia attorno alle gambe, appoggiando la testa su queste.
 
“La pioggia a volte mi rende triste…
Mi fa tornare in mente il giorno in cui entrai all’orfanotrofio.
Ero bagnata fradicia, fuori pioveva…
E ricordo che piangevo…perché mi sentivo sola…”
 
Kira si alzò dal letto, uscendo da quella stanza, guardandosi intorno, per poi raggiungere una sala li vicino, la loro stanza era al piano terra, mentre i ragazzi stavano al piano di sopra.
Si sedette sulla sedia più vicina alla finestra, osservando in silenzio prima il locale totalmente vuoto, poi il mondo fuori da quella parete di vetro, ascoltando il rumore della pioggia che batteva sulla finestra, procurando una strana sensazione…
La chiamano nostalgia…
…Kira abbassò lo sguardo, per poi osservare un lampo illuminare la strada davanti a lei, pochi secondi dopo seguiva un tuono che fece tremare per qualche secondo il suo corpo.
 
“Odio i temporali...
Perché quando sono stata abbandonata c’era un temporale…avevo freddo…ero bagnata…ed ero sola.
Nessuno mi voleva con se…”
 

-Kira-
la ragazza si voltò, vedendo Hakkay scendere dalle scale li vicino, avvicinandosi a lei, indossava una maglietta bianca a maniche lunghe, non aveva la fascia verde tra i capelli.
La ragazza si portò una gamba vicino al corpo, voltandosi di nuovo verso la finestra, mentre Hakkay si metteva vicino a lei.
-Cosa ci fai qui-
-…guardo la pioggia…-
Hakkay alzò lo sguardo verso il vetro freddo, osservando prima il suo riflesso nel vetro, poi la strada davanti che veniva battuta dal tempo che gia da due ore li bloccava in quel villaggio.
-Temo che non smetterà prima di domani…-
-…-
lei rimase in silenzio, mentre Hakkay la osservò, prendendosi poi una sedia e mettendosi li vicino, osservandola.
I lunghi capelli sciolti cadevano lungo una spalla, gli occhi blu socchiusi osservava fuori dal vetro, la luce fuori di un lampo illuminò le iridi di quello strano blu, e il viso di lei per un istante fu coperto dalle ombre del vetro.
…una goccia di pioggia, come una lacrima, accarezzò illusoriamente il viso.
Hakkay spalancò leggermente gli occhi, osservando quell’azione che sembrò rallentare nella sua mente.
Per un attimo ebbe l’istinto di sporgersi e asciugare la lacrima, poi si ricordo che era solo un riflesso.
Kira non stava piangendo.
Non stava piangendo…
Il rombo di tuono fece tremare la ragazza, attirando ancora la curiosità di Hakkay.
-Non ti piacciono i tuoni?-
lei si voltò, osservando attenta il viso disteso con quel sorriso triste.
 
“Non dissi mai a nessuno la verità, ne il perché non mi piacessero i tuoni e i temporali.
…avevo paura che mi prendessero in giro…
…però lui in qualche modo lo capiva…
…solo lui…”
 
-Non c’è nessuno con me quando il tuono fa questo rumore…sono sola…-
-Ma adesso ci sono io con te-
lei lo fissò stupita, guardandogli gli occhi verdi, uno di questi coperto da l’occhiale, i capelli neri un po’ spettinati…il viso…il sorriso triste…
…triste…
Kira allungò d’istinto una mano, toccando con due dita quel sorriso, gli occhi mostrarono con lo stupore di Hakkay una nota di…dolore?...
-Triste…-
La ragazza poi si rimise a posto, tornando a fissare la pioggia come se niente fosse successo, mentre Hakkay si tastava sorpreso le labbra.

 
“Kanan…
…per un attimo…in questa pioggia…ho visto due occhi blu…

…perdonami…non accadrà più…”
 
 
FINE CAPITOLO 9

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Capitolo 10
*** Sotto terra ***


Chiediamo come sempre umilmente perdono per l'increscioso ritardo ma purtroppo, chi tra impegni  di lavoro  (Marty) e chi tra esami universitari (Raffy) siamo incasinate fino al collo XD



Capitolo 10
Sotto terra

 
Empty spaces fill me up with holes
Distant faces with no place left to go
Without you within me I can’t find no rest
Where I’m going is anybody’s guess

 
Sento una risata agghiacciante che mi paralizza il corpo e mi tremare il sangue nelle vene.
La sento spesso quella risata, e ne sono terrorizzata.
Perché so benissimo a chi appartiene quella risata.
E so che quella risata prima o poi mi ucciderà.
Perché quella che ride...sono io...
E’ la mia follia che mi spinge a viaggiare con loro...la mia rabbia mi fa ridere amara...
Sono furente, ho tanta rabbia dentro di me.
Eppure perché non riesco a piangere, a sfogarmi?
...sento il vento che mi accarezza la pelle, e il viso che diventa sempre più caldo.
Vento...vento...
Questo deserto è così vasto...non riesco a trovare la fine attraverso i miei occhi.
Sarebbe un bel posto dove morire...
In fondo...io a cosa servo?
...io...non sono nessuno...
Sono solo...uno scarto...
Uno scherzo...
 
Erròris
 
Si...sono solo un’illusione...un’errore...
Eccolo...quel nodo alla gola ogni volta che vedo quel volto...fissarmi...
 
“Gioia mia!”
 
...voglio morire...
 
I’ve tried to go on like I never knew you
I’m awake but my world is half asleep
I pray for this heart to be unbroken
But without you all I’m going to be is incomplete

 
É immenso…
Immenso di fronte a me...tutta questa sabbia...questo cielo...
Il cielo che ho sempre tentato di toccare...perché mi sentivo così triste...ogni volta che le persone parlavano di me e mia madre mi sentivo così triste.
Invece lei continuava a camminare serena, con la testa alta e il sorriso sulle labbra.
Maledizione...ma perché esisto?
Esisto ancora, eppure io sono solo un’illusione...
Un’illusione, non sono vera.
Ho sempre la sensazione che prima o poi scomparirò...
Sento il respiro che è rallentato...ho bisogno di respirare.
Fa troppo caldo...troppo caldo.
Accelera, accelera, fammi fuggire dai miei ricordi...fammi scomparire nella sabbia e nel vento.
Come un’ombra, come una foglia morta.
Non esistere più...
 
Voices tell me I should carry on
But I am swimming in an ocean all alone
Baby, my baby
It’s written on your face
You still wonder if we made a big mistake

 
Invece semplicemente dovrò andare avanti…ancora una volta, come se tutto questo fosse solo un brutto sogno.
Anche oggi mi sono svegliata...e anche oggi ho tentato di parlargli.
Merda, perché quel maledetto stronzo non mi vuole ascoltare? Non si rende conto che anche a me mi va poco di vedermelo intorno?
Ma come ho fatto a ritrovarmi in questa situazione?
Le ruote della moto di fronte a questa duna fanno fatica...dovranno resistere.
Adesso non mi voglio fermare, non voglio ancora fermarmi!
Voglio correre, e voglio ancora desiderare di scomparire.
Sono solo un’illusione.
Un’errore, un’errore!!
 
I’ve tried to go on like I never knew you
I’m awake but my world is half asleep
I pray for this heart to be unbroken
But without you all I’m going to be is incomplete

 
I don’t mean to drag it on, but I can’t seem to let you go
I don’t wanna make you face this world alone
I wanna let you go (alone)

 
Gettò un’occhiata alla jeep li accanto che come la sua moto faceva fatica di fronte ad alcune dune particolarmente ripide.
Lo vide come al solito seduto al suo posto, che teneva lo sguardo basso.
Rilassato, che non se ne fregava di quello che gli stava attorno.
Freddo.
Come il freddo che adesso c’era in lei, mentre dava ancora gas.
Via, via da li, superare ancora quell’ostacolo e andarsene via.
Senza più un posto, senza più un’identità.
Sola...era totalmente sola.
Solo un nome con cui l’aveva per la seconda volta battezzata.
Un nome che per lei non significava nulla.
Via...
VIA DA QUI!!
 
I’ve tried to go on like I never knew you
I’m awake but my world is half asleep
I pray for this heart to be unbroken
But without you all I’m going to be is incomplete

 
Io…non esisto…la prova è il mio nome inciso sulla schiena
Erròris
Io sono l’illusione...che nasce dalla follia della mente umana.
Che cresce solo di incubi notturni e di buio.
Che morirà appena verrà scoperta come tale.
Come qualcosa che non esiste...
 
Non esisto...
 
Incomplete
 
 
-Ora spiegami perché ci siamo fermati!-
Rika balzò giù dalla jeep, constatando come la sabbia fosse insidiosa, in parte gli era entrata nelle scarpe, e il vento le stava spettinando i capelli, cosa che le dava un po’ fastidio perché in parte gli finivano in faccia, coprendogli la vista.
Meiko la fissò con un sopracciglio inarcato, per poi indicargli con un dito prima la moto li vicino dove accanto c’era Kira e poi la grande, forse gigantesca duna di sabbia che le sovrastava.
-Sorella, se vuoi superare tu questa duna fai pure, ma la mia moto non c’è la fa, voglio aspettare che il vento la smuova un po’-
-Ma ci impiegheremo giorni a passare questa benedetta duna!-
-Non è colpa mia se è così grande-
-Ma è colpa tua se adesso rischiamo di rimanere bloccati!-
-Come siamo nervose oggi sorellina-
-E piantala! Sono nervosa perché detesto il deserto!-
“Nel deserto non c’è niente, niente!
Spesso non c’è neanche la luce!!
Odio questo posto, voglio andarmene via da qui!
Il più presto possibile!”
Rika si strofinò leggermente le mani sulle braccia, quasi avesse freddo, mentre guardava intorno a se la sabbia che sembrava volerla inghiottire, soprattutto attraverso quella grande duna davanti a lei e Meiko, la ragazza si limitò ad osservarla in silenzio, per poi sorridere divertita, facendole una pazza sulla spalla.
-Se siamo fortunati fra poco ripartiamo-
-In fondo è stato meglio così, Hakuryu si potrà riposare un pochino-
Hakkay si era avvicinato, sorridendo come al suo solito ed offrendo una borraccia alle due ragazze, Meiko sorseggiò un po’, mentre Rika rifiutava guardandosi ancora attorno, quella sabbia sembrava volerle inghiottire gli occhi, tanto l’azzurro rifletteva il deserto attorno a loro.
Nel gruppo il silenzio era calato per qualche istante, facendo così scattare anche Meiko, che teneva il fucile appoggiato sulla spalla in caso di emergenza.
C’era molta calma...il deserto era sempre astato un posto poco piacevole e ospitale...
Il vento poi aveva smesso di soffiare, come se tutte le sciagure iniziassero a martoriarli.
C’era troppo silenzio, adesso con il vento che aveva smesso di soffiare il caldo li avrebbe uccisi o quasi!
Meiko e Rika si guardarono intorno, Kira restava accanto alla moto della biondina, seduta sulla sabbia come se niente fosse, lasciandola scorrere tra le dita.
Silenzio...troppo...
-HO FAME SAAANZO!!!-
Rika fu investita da una sorta d’imbarazzo nel sentire il lamento di Goku riecheggiare in tutta quella sabbia, mentre Meiko ridacchiava leggermente, divertita per il comportamento della scimmia di fronte a quella situazione.
Ignorava totalmente che forse erano in pericolo.
-Taci stupida scimmia, se proprio hai fame mangiati la sabbia del deserto, magari il tuo pessimo senso del gusto la confonderà con zucchero!-
-Come ti permetti kappa ubriacone?-
-Ehi, non permetterti di chiamarmi ubriacone, scimmia infantile!-
-Chi sarebbe l’infantile scarafaggio?-
-Cosa?!-
-RAZZA DI BESTIE ADESSO BASTA!!!-
Sanzo sparò due colpi in direzione dei due litiganti, le pallottole per fortuna non li colpirono, andando nel terreno, mentre Goku e Gojio sentirono la paura entrare velocemente in circolazione di fronte alla furia del bonzo, che li guardava mooolto male.
-Se non la piantate di dire cazzate vi costringerò a spinger e la jeep e la moto per quella duna con il corpo pieno di piombo!-
-Oooh, la sabbia innervosisce anche te bonzo?-
Sanzo si voltò verso Meiko, che ridacchiava lanciandogli un’occhiata torva.
...
La ragazza stava per continuare ad infierire, quando di colpo un forte boato fece tremare la sabbia, Rika involontariamente si trovò a terra, mentre Kira balzava in piedi, Meiko si guardava attorno cercando di mantenere l’equilibrio.
-MA CHE SUCCEDE?!-
-VIA DA QUI!!-
l’imperativo di Hakkay fece muovere tutta la combriccola, Meiko e Kira balzarono sulla moto, che alzò della sabbia ricominciando a muoversi in quel terreno così avverso, nello stesso istante la jeep rombava muovendosi, mentre la sabbia dietro di loro si alzava e si abbassava in modo anomalo, un gigantesco corpo sotto di essa sembrava inseguire i ragazzi, Meiko a fatica e con vari incoraggiamenti muoveva la moto verso la gigantesca duna sopra di loro.
La pendenza era tale che a momenti sia la moto che la jeep cadevano all’indietro.
-Forza vai! Vai bella, non mi tradire!-
Meiko diede ancora gas mentre la moto arrancava per la salita, mentre il corpo sotto la sabbia scatenò una specie di fontana, mentre il gruppo riusciva per puro miracolo a superare la duna, la prima a fermarsi fu Meiko per guardarsi dietro, gli altri si fermavano poco più avanti.
-Ma cos’è stato?-
-Di sicuro qualche mostro, nel deserto si possono trovare dei formicaleone giganti della sabbia-
-Cosa?! Formicaleoni? Ma quella cosa era enorme!-
-In effetti quella misura è un po’ anomala per un insetto come quello...-
Rika si sporse leggermente dalla jeep, mentre Kira si teneva aggrappata alla ragazza guardandosi dietro, riusciva a vedere a stento la sabbia sotto di lei, erano proprio in cima alla duna, di li in poi era tutta salita.
Di colpo, ci fu un secondo boato ancora più feroce del primo che fece tremare la sabbia, Kira inavvertitamente mollò la presa dal corpo di Meiko, che si sentì di colpo leggera, il carico dietro di lei sembrava scomparire.
-CAZZO!-
-KIRA!!-
Rika stava per scendere giù dalla jeep, quando Meiko con un balzo si trovò con la testa nella sabbia, la sua mano aveva afferrato in tempo il polso di Kira, che si trovò come sospesa, in quel punto la sabbia era scivolosa, e aveva iniziato a scendere verso il punto dove stavano prima tutti quanti.
Meiko cercò di non sporgersi troppo, osservando cosa stava accadendo sotto i piedi di Kira, e spalancò gli occhi.
-Oh Merda...-
dal centro esatto di una grande conca sbucavano due enormi mascelle a forbice, che incorniciavano una bocca di un gigantesco mostro che si stava muovendo e agitando in tutti i modi.
La ragazza bionda iniziò ad allontanarsi dal luogo cercando di sollevare Kira, ma la sabbia sembrò inghiottirla, cominciando a trascinare sia lei che l’altra ragazza verso il bestione sotto di loro.
-CAZZO CAZZO CAZZO!-
Rika balzò giù dalla jeep, iniziando a correre verso le altre due ragazze, intenzionata a salvarle, quando Meiko la vide con la coda dell’occhio urlandole a squarciagola.
-FERMATI PAZZA!!NON FARLO!!-
-Cosa?!-
-La sabbia ci trascina via, e rischia di trascinare via anche te! ARGH!-
Meiko si ritrovò con la bocca e la testa piena di sabbia che iniziava a dolere, così come Kira avvertiva il corpo come farsi a pezzi, il mostro stava iniziando a bombardarle di sabbia per accelerare la loro caduta libera verso la sua bocca, i suoi proiettili in quel momento stavano martoriando le braccia di Meiko che tenevano strette i polsi di Kira, all’ultimo secondo era riuscita ad afferrare anche l’altro polso.
Meiko strinse i denti mentre Kira non si lasciava sfuggire neanche un lamento, osservando con gli occhi spalancati e arrossati per la sabbia la bocca di quell’essere farsi sempre più vicino.
Rika si voltò verso gli altri.
Troppo tardi, quella aveva l’idea di essere una bella trappola.
Un branco di demoni avevano circondato i ragazzi, mettendoli spalla contro spalla, e lei in quel momento venne aggredita da un altro demone sbucato da sotto la sabbia intenzionato a morderla, i denti pronti a penetrarle nella spalla.
All’ultimo secondo Rika tirò fuori i Sai, incastrandone uno nella bocca del demone, mentre il secondo gli penetrava nel ventre, e con la forza delle gambe spingerlo via, rotolando nella sabbia e riempiendosi di granellini che le pizzicavano leggermente la pelle.
Intanto Meiko stava cercando con l’aiuto di Kira di riguadagnare un po’ di terreno dalle fauci di quell’enorme bestia, che lanciò uno strillo acuto che le spaccò i timpani.
Si, voleva morire, ma non in quel modo, maledizione!
Non si sarebbe fatta mangiare da uno schifoso insetto, se proprio voleva morire, lo avrebbe fatto con stile.
Diede un forte colpo di reni, portando verso di se Kira, che l’aiutava cercando di camminare i quella sabbia, ma era molto ripido e la sabbia scivolava via troppo facilmente.
 
Respiro...respiro...affanno...stanchezza...respiro...respiro...
 
Kira si voltò ancora, gli occhi dalle iridi blu elettrico erano arrossati per la troppa sabbia, e riusciva a vedere il mostro sfuocato, soprattutto la grande bocca con le fauci a forbice che ormai erano vicinissime.
 
Respiro...paura...affanno...stanchezza...brividi...respiro...respiro...
 
Il corpo iniziò a tremare, mentre il respiro andava a farsi sempre più affannato, ormai gli occhi avevano fissi solo l’immagine di quell’essere che si faceva sempre più vicino.
Troppo vicino...
 
Respiro...respiro...brividi...respiro...respiro...
 
A stento riusciva a prendere aria, parte di quello che ingeriva era sabbia, e questo ad un certo punto la face vomitare via tutta la sabbia che aveva ingoiato, per qualche secondo Meiko temette che la ragazza sarebbe soffocata.
-Kira, cerca di resistere!-
-...-
teneva a stento la bocca aperta, tanto i proiettili di sabbia e l’impatto con quella che la trascinava verso la buca erano in grado di farle ingoiare involontariamente la rena.
Meiko strinse i denti, cercando anche lei di non ingoiare a forza il terreno, urlando contro gli altri che erano dietro di lei.
-MUOVETEVI!-
-FOSSE FACILE!-
Rika diede un sonoro calcio al demone che bloccava, per poi lanciare un terzo Sai verso Meiko e Kira, le due in quel momento erano indifese ad attacchi esterni, troppo concentrate a resistere alla forza sovraumana di quella formicaleone gigante, che lanciava degli strilli che spaccavano le orecchie, e continuava il suo bombardamento, agitando le mascelle in aria e nella sabbia, scaricando così sulle due ragazze una grande quantità di sabbia.
“Se continuiamo di questo passo verremo sepolte vive o divorate!!”
Meiko non riusciva ad aprire più gli occhi, la sabbia in parte le era entrata e la stava facendo lacrimare, la rena bagnata si attaccava alle guance insieme a quella asciutta, e stava iniziando a formare uno strato di sabbia che le prudeva sul viso, mentre le mani iniziavano a perdere sensibilità e forza.
“Merda!!”
Meiko strinse più forte le mani di Kira, anche quest’ultima avvertì la stanchezza alle braccia e alle spalle che la indeboliva.
 
Respiro...fatica...stanchezza...respiro...sabbia...sabbia...tosse...respiro...sabbia...sabbia...tosse...
 
“Soffoco!!”
 
Kira spalancò gli occhi, avvertendo le lacrime fargli lo stesso brutto scherzo che facevano a Meiko e al suo viso, ormai sporco e pieno di piccoli graffietti causati dalla sabbia.
La ragazza dai capelli neri cominciò ad agitarsi, affondando però i piedi nella sabbia.
 
“Fammi uscire, fammi uscire!! SOFFOCO!!”
 
Meiko osservò stupita l’atteggiamento di Kira, e cominciò a muoversi anche lei, cercando di afferrare le spalle della compagna, avvicinandole così il viso alla spalla, mentre la biondina si accorgeva che parte del corpo ormai era immerso nella sabbia e si muoveva in modo troppo veloce verso la bocca del mostro.
Kira sputò ancora della sabbia, mentre Meiko la teneva su, la sabbia all’altra ragazza raggiungeva le ginocchia.
-MEIKO! KIRA!-
la ragazza alzò lo sguardo, vedendosi arrivare la falce di Gojio a pochi centimetri dal viso, e afferrò al volo la catena, stringendola saldamente con una mano, mentre l’altro braccio teneva l’altra ragazza, che cercava di riprendersi da tutta la sabbia che aveva inghiottito.
Intanto Rika si stava sporgendo in modo pericoloso sul ciglio della grossa buca, ormai le zanne dell’enorme insetto le raggiungeva, mentre la catena si tendeva, Gojio con Goku cercava di tirare su le due ragazze, Kira adesso stava afferrando la catena, stringendola con forza.
Meiko osservò il cielo sopra di lei e la piccola ombra di Rika che urlò alle due ragazze, per poi allontanarsi tenendo saldamente in mano i Sai.
Avevano ancora problemi con i demoni.
Intanto la forza della sabbia e i getti che lanciava la formicaleone impediva alle due di respirare, sommerse da quella quantità di rena.
Meiko cercò di guardare ancora verso l’alto, erano troppo pesanti insieme con la sabbia addosso.
...
La bionda socchiuse gli occhi, mentre Kira si voltava a guardarla un secondo, notando quello strano atteggiamento.
Di colpo, Meiko mollò la catena e la ragazza, e per pochi istanti Kira osservò il viso di Meiko, in alcune zone con uno strato di sabbia appiccicata alle guance e alla fronte, i vestiti impolverati e le braccia spalancate come a voler abbracciare l’aria.
Poi vide la sabbia travolgerla, diventando sempre più piccola e sempre più vicina al mostro.
 
Tum-tum
Tum-tum
Tum-tum Tum-tum
 
TUM-TUM TUM- TUM- TUM- TUM TUM-TUM
 
…non respiro…
 

 
NOOOOOOOOOOO
 
Kira spalancò la bocca, mentre gli occhi di colpo si schiarivano, facendo apparire il bianco della sclera, mentre dalla ragazza scaturiva un bagliore improvviso, il tatuaggio sulla gamba era come sciolto di botto, facendo così scatenare una reazione esplosiva, attorno a lei l’aria per qualche istante ebbe una compressione con il  vuoto scatenata dal corpo di Kira, trasformando così il successivo colpo in una mortale lama d’aria, che investì il pieno il mostro e la catena dove si stava reggendo, Gojio e Goku si ritrovarono di colpo a terra, mentre Rika si voltava verso la fonte di luce, abbandonando per qualche secondo l’avversario, per poi avvertire uno spostamento d’aria che la fece cadere a terra tanto era potente.
“?!”
I demoni li intorno furono travolti anch’essi dal colpo, per poi rialzarsi e fuggire via spaventati, mentre Rika si rialzava in piedi, avvicinandosi alla voragine di sabbia.
Kira...Meiko...erano scomparse...
...
-KIRA!!!MEIKO!!-
i ragazzi si sporsero insieme alla ragazza, che continuò ad urlare, in mezzo alla voragine ora c’era solo un profondo buco nero lasciato dal mostro, che però lentamente si stava riempiendo di sabbia.
-Sono li sotto! Dobbiamo andarle a prendere!!-
-E’ pericoloso, se scendiamo poi non sapremo come uscire d ali-
-Allora ci vado da sola!!-
-No!-
Rika venne afferrata per un braccio da Hakkay, ma lo strattonò via, osservandolo con aria furente.
-Io non le lascio la sotto-
-Vengo con te-
la ragazza si voltò verso Goku, stupita, il ragazzo afferrò il bastone, mentre Gojio si passava una mano sulla faccia e tra i capelli.
-Siete fuori di testa voi due, guardate che poi non veniamo a salvarvi-
-Non ne avremo bisogno, torneremo con Meiko e Kira-
Goku annuì convinto, per poi con Rika iniziare a scendere dalla ripida discesa di rena, il buco li davanti a loro si stava riempiendo di sabbia con sempre maggiore velocità, come una clessidra che scandiva per loro il tempo.
“...speriamo di fare in tempo...”
 
Non pensavo di morire...
O meglio...di morire in questo modo...
Speravo di morire...in modo diverso...non so come...
Ancora una volta...ho fatto una stronzata colossale...
Chissà perché l’ho fatto...
Forse perché sono stanca...ero stanca...di esistere...
Esistere solo come illusione...come essere fittizio...
Si...di certo era questa stanchezza...
Che mi ha fatto muovere...
In fondo, chi me lo ha fatto fare di viaggiare con loro?
...sono morta...mi sembra incredibile...
...chissà com’è l’Inferno...di sicuro non ci sono andata in Paradiso...
...in Paradiso...non ci posso andare...
...
...
 
Gioia mia!
 
Socchiuse gli occhi, strizzandoli, la sabbia le pizzicava terribilmente.
Cercò di muovere una mano, l’azione le costò fatica, mentre si toccava una guancia quasi con aria stupita.
La guancia era coperta da uno strato di sabbia umida e sabbia asciutta che le prudeva la pelle.
Anche sulle fronte...e in parte sul petto...
Le faceva male...le prudeva...
...
-Oh cazzo, non sono morta!-
Meiko si sedette velocemente, questo però le fece venire il cerchio alla testa, come se avesse bevuto, mentre cercava di vedere qualcosa, ma era buio, troppo buio per i suoi gusti.
-Ma...dove sono?-
-Nel buco...del mostro...-
-Chi va la?!-
la bionda si tenne in posizione di difesa, cercando di sfruttare l’udito, dato che la vista in quel frangente andava a farsi benedire, e socchiuse gli occhi, constatando che la pelle le pizzicava a causa della sabbia.
Avvertì dei movimenti davanti a lei, e si rizzò sulle ginocchia, alzandosi in piedi, constatando che il punto dove si trovava era piuttosto largo e spazioso, anche se l’aria che si respirava era soffocante.
Anche il suo avversario doveva sopportare poco l’aria di chiuso, perché ansimava in modo affannoso.
 
Respiro...respiro...stretto...chiuso...non c’è via d’uscita...aria...manca aria...respiro...respiro...
 
Meiko ebbe una sorta d’illuminazione, mentre si avvicinava in modo cauto alla persona che le stava davanti, il respiro affannoso gli faceva da guida, ed allungò una mano, riuscendo a toccare qualcosa di bucato però al tempo stesso liscio...come qualcosa che copriva un corpo...
-Kira?-
l’affanno si fece più basso, mentre Meiko tirava un sospiro di sollievo, fino all’ultimo secondo aveva temuto di trovarsi di fronte a qualche demone che cercava di farle qualche brutto scherzo.
-Cazzo, mi hai spaventato! Ma che ti è saltato in mente di seguirmi?-
-...-
l’altra ragazza non rispose, mentre Meiko avvertiva un rumore di metallo venire da una delle mani di Kira.
-Cosa tieni in mano?-
-L’arma di Gojio-
Meiko allungò un’altra mano, tastando ancora la spalla di Kira, seguendola fino a raggiungere il collo della ragazza, tastandone poi il viso con gentilezza, avvertendo sotto la pelle la sabbia appiccicata dell’altra ragazza.
-Sembri ridotta in uno stato pietoso-
-...-
la ragazza non rispondeva, troppo presa ad ansimare quasi alla ricerca di un po’ d’aria.
Troppo chiuso...era tutto troppo chiuso!!
Chiuso, stretto...non si respira...
-Manca...aria...-
-In effetti comincia a sentirsi l’odore di chiuso.
Hai detto che siamo nel buco lasciato da quel mostro...-
Meiko mosse qualche passo, avvertendo sotto le scarpe solo una specie di fango abbastanza appiccicoso che rallentava il passo.
Ne aveva anche sulle mani e tra i capelli, che schifo.
-Forza, cerchiamo di trovare un’uscita-
Kira si limitò a non parlare, troppo impegnata ad ansimare e a boccheggiare come un pesce fuor d’acqua.
Si misero a camminare molto vicine, con Meiko che tastava la parete li affianco e Kira che stringeva la catena dove penzolava la falce di Gojio, continuando ad animare con intensità sempre maggiore, l’aria si faceva calda e soffocante, e il buio non avvantaggiava certo il percorso.
Meiko continuò a tastare la parete, accorgendosi che la rena era dura ma umida, il che significava che era stato usato qualche liquido per formare quella galleria.
-Probabilmente c’è qualche fiume sotto il deserto, e il formicaleone restando in questo punto ha formato delle gallerie che poi si sono solidificate a man a mano che l’acqua scarseggiava-
Meiko avvertì un movimento accanto a lei, Kira si era inginocchiata a terra, stringendo le mani al petto e tenendo la bocca spalancata, sudava febbrilmente e tra le mani aveva la catena con la falce dell’alabarda di Gojio.
Aria...le mancava l’aria.
 
Respiro...paura...soffocamento...buio...respiro...soffoco...manca l’aria...non c’è aria...respiro...
 
-Kira, che ti prende?-
-Aria...-
Meiko si guardò intorno, anche se la mancanza di luce rendeva inutile quel gesto.
-Porca Vacca, ci manca solo che tu soffri di claustrofobia!!-
Meiko afferrò il braccio di Kira annaspando nel buio, e si avvicinò il corpo della ragazza, che ansimava e iniziava a sudare freddo, mentre la bionda iniziava a sorreggerla, accelerando il passo.
-Ma tu guarda cosa mi tocca fare! Mi ascolti Kira?-
-...s...-
non riusciva a parlare tanto si indeboliva e tanto il chiuso la stava uccidendo.
Meiko cominciò ad avvertire il peso della ragazza aumentare sulla sua spalla, constatando che Kira pesava, e anche parecchio!
La bionda sbuffò, spostando il corpo debole di Kira, avvertendo il peso spostarsi dalla spalla alla schiena, piegandosi a terra Meiko afferrò le gambe di Kira, e restando leggermente piegata in avanti ricominciò a camminare, tenendosi sempre accanto alla parete, da cui però si avvertivano delle vibrazioni come se qualcosa si stesse muovendo...
La sabbia...si muoveva...
Avvertì un rombo sotto i piedi che rischiò di farla cadere, mentre la biondina si guardava intorno, allarmata.
“Merda, qui crolla tutto!”
Meiko cominciò a correre, anche se l’operazione con Kira sulle spalle si rivelava faticosa e rischiosa, anche perché il corpo della ragazza dai capelli neri non restava fermo, doveva essere svenuta, anche se il respiro ansimante si avvertiva, e i muscoli tremavano.
Paura...doveva essere terrorizzata...
Meiko strinse i denti, urlando.
-KIRA RESISTI!!-
 
Respiro...paura...respiro...respiro...vita...respiro...respiro...
 
“Non avrei mollato...non...non volevo morire...
E non voglio morire nemmeno adesso...”
 
Meiko si fermò a prendere fiato, desso il vibrare si era fatto più forte, mentre da dietro di lei si udivano degli strani rumori, come dei lamenti profondi.
“I muri adesso che il mostro non c’è più non reggono il peso della sabbia! Crollerà tutto!”
-Ci sei Kira?-
la ragazza dietro di lei si mosse, incredibilmente stringeva ancora in mano la catena con la falce di Gojio.
Meiko poté notare un leggero brillare, luce!!
-Fatti forza, ci siamo quasi!-
Kira si limitò a spostare un braccio verso il collo di Meiko come a volersi tenere, mentre la biondina riprendeva a correre, avvertendo che le gambe diventavano sempre più pesanti.
 
Perché faccio sempre questo errore?
E’ sistematico, lo faccio ogni volta...
Ed ogni volta, chissà come mai...soffro...
Anche adesso soffro...
E’ paura quella che smuove il mio corpo...
Ho il terrore di essere debole, di non riuscire a farcela...
Se non c’è la farò io...chi altro può farcela?
Nessuno può aiutarmi...nessuno...
Nessuno potrà sconfiggere la mia voglia di morire...le mie insicurezze...le mie paure...
Questo pensiero mi rende triste...
Triste...
Sono sola...
Non ho più nessuno che mi ami...
Eppure...
...
Eppure...
 
Meiko avvertì un altro rombo farla inciampare, e cadde a terra proteggendo il corpo di Kira dalla caduta, la ragazza sopra di lei aveva il respiro che ora si faceva più debole.
“Merda! Le gambe!”
La bionda cercò di rialzarsi, attorno a lei c’era un’aura di luce proveniente da fuori, mancava poco, davvero poco!
Prese un profondo respiro, e stringendo i denti si rialzò in piedi, le gambe tremavano leggermente per la fatica.
-Tsk, tutta colpa di quei buoni a nulla!-
la biondina ridacchiò, per poi smuovere leggermente il carico dietro di lei.
-Kira, ci sei?-
...niente...
-Kira, ehi! Kira!-
...niente...il respiro a malapena si sentiva...
-Oh merda!-
Meiko avvertì un rombo sordo venire da dietro di lei...la galleria aveva ceduto alla pressione della sabbia!
La bionda partì di corsa, anche se ogni passo traballava, rischiando di cadere, velocemente una quantità enorme di sabbia stava cancellando la galleria, e presto avrebbe sommerso le due ragazze.
...non c’era speranza...
-MEIKO! KIRA!-
la ragazza alzò la testa verso la luce che sembrava non arrivare mai, due figure coprirono l’uscita, mettendo in ombra il corpo della ragazza in piedi, che cadde in ginocchio, mentre le altre due figure le raggiungevano.
Meiko riusciva a vedere poco, anche in parte dalla sabbia rimasta negl’occhi anche per la stanchezza che le faceva vedere tutto sfuocato, ma distingue il diadema dorato di Goku e gli occhi di Rika che le si avvicinò, mentre il ragazzo afferrava il corpo debole di Kira.
-Meiko! Sei viva?-
-Domanda idiota-
il gruppo avvertì ancora la terra tremare, e Meiko fece uno sforzo per rimettersi in piedi, mentre Rika l’afferrava in modo da sorreggerla.
-VIA DA QUI CROLLA TUTTO!!-
Goku si mise in spalle Kira, e partì a correre con le altre due ragazze, ormai la sabbia era vicinissima a travolgerli ,e il passaggio si stava chiudendo sotto il peso di altra sabbia.
Forse fu un miracolo, i tre ragazzi in piedi in qualche modo si spinsero oltre il muro di sabbia esterno, ritrovandosi a rotolare nella rena, guardandosi dietro la galleria che scompariva come se non fosse mai esistita.
Meiko abbandonò la presa di Rika, sbuffando rumorosamente e cadendo a pancia in su, in modo da vedere il cielo sopra di lei, con le braccia e le gambe abbandonate sulla sabbia, Rika si mise seduta, mentre Goku faceva distendere Kira, che sembrava riprendere il colorito.
-Ma che le successo?-
-Ho scoperto che soffre di claustrofobia, per qualche minuto ho temuto che fosse morta-
-Respira ancora, si riprenderà presto-
Meiko annuì, mentre da sopra di loro, oltre quella muraglia di sabbia si sentì la voce di Gojio e quella di Hakkay che urlavano.
-RIKA!! STUPIDA SCIMMIA!!-
-STATE BENE?-
-NON CHIAMARMI SCIMMIA KAPPA PERVERTITO!!!-
Hakkay ridacchiò.
-Beh, sembra stare bene-
-Gia, sarà il caso di tirarli su-
li sotto Rika si era messa a ridere, mentre Meiko guardava in alto, verso il cielo, il sole era coperto dalla muraglia di sabbia.
...il cielo...
Com’era grande visto in quel modo...
...immenso...
 
 
FINE CAPITOLO 10

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Capitolo 11
*** Se anche questa vita non avesse significato.. ***


Hola Gente!
E si..SIAMO TORNATE!
Purtroppo per voi siamo di nuovo qui più matte di prima pronte ad aggiornare, dopo mesi d'assenza, la nostra FF
Ringraziamo come sempre WhiteLie per i bellissimi commenti, Mistryss per i preziosi consigli e Crystal eye e Lirin97 che seguono la FF.
Siamo davvero commosse ç_ç


Capitolo 11
Se anche questa vita non avesse significato...

 
La vide ancora addormentata, e preferì non disturbare il suo sonno, limitandosi ad avvicinarsi alla finestra, osservando il deserto fuori da quella stanza, la sabbia risplendeva alla luce di quel sole, la giornata era al solito calda, forse soffocante, e il movimento ondoso della sabbia non prometteva nulla di buono, così come l’immenso cielo azzurro sopra la sua testa.
Distrattamente notò il suo riflesso nel vetro leggermente sporco della finestra.
Un occhio verde che si rifletteva come uno specchio, mostrargli ciò che era...
Notò i tre orecchini, mentre questo pensiero gli passava davanti.
Un demone...
Era diventato un demone...che non era riuscito a difendere la persona che amava...
Kanan...
Hakkay appoggiò la testa sul vetro, i capelli in parte si spostarono sulla fronte, mentre la pelle avvertiva il contatto con la finestra fredda, nonostante il caldo che faceva.
Kanan...negl’ultimi tempi si era soffermato molto a pensare a lei.
Al fatto che non c’era più da...tre anni...era scomparsa dalla sua vita da tre anni...
E quanto era durata la loro felicità?
Troppo poco...
Erano stati insieme troppo poco...e lei se n’era andata via troppo presto.
Aveva desiderato quella morta in quegli istanti, e probabilmente dentro di se la desiderava ancora.
La morte...
Una signora che arriva quando meno te l’aspetti.
Silenzio...c’era un pesante silenzio intorno a lui...mentre continuava a guardare stavolta gli edifici logorati dal tempo di quel villaggio in mezzo al deserto.
Aveva voglia di vederla.
Ogni giorno lui voleva vederla, così come la vedeva ogni giorno, prima...
 
“Gono...siamo felici vero?”
 
Si...lo erano di sicuro.
Ma adesso lei era sparita, e per colpa sua, perché non era riuscita a proteggerla, ne a impedirle di...
 
“Addio per sempre Gono”
 
Hakkay si tastò il petto, continuando a guardare fuori.
...in quel momento...
...aveva desiderato...
...solo una cosa...
...
 
 
CHE QUALCUNO MI UCCIDA!!
 
 
Il ragazzo strinse gli occhi, quell’urlo nella sua mente sembrava averlo veramente assordato, mentre cercava di distogliere la sua attenzione al vetro e al paesaggio fuori di questo.
...un sottile fischio nelle sue orecchie lo bloccò, facendolo voltare verso il vetro per istinto.
Una figura in mezzo al deserto...si stava avvicinando al villaggio...
Una figura piccola...magra...sembrava una donna...anche se era distante dal ragazzo.
...un altro sottile fischio...mentre la figura continuava a fischiare.
Una strana sensazione afferrò il ragazzo, che si ritrovò ad allontanarsi di qualche passo dal vetro della finestra.
Quella donna che camminava...il vento alzò i lunghi capelli della figura, mentre questa si avvicinava a passo tranquillo.
Hakkay socchiuse gli occhi, cercando di vedere meglio il viso della sconosciuta, stavolta avvicinandosi al vetro.
Ormai la donna stava per entrare nel villaggio, quando si fermò sulla soglia di questo, l’edificio dov’era Hakkay era a pochi metri da li, e il ragazzo avvertì come una morsa che distruggeva il suo cuore a morsi.
Un crocifisso molto rozzo e semplice sul petto...
...quella donna...sembrava...era...
-Kanan...-
-Hakkay-
il ragazzo i voltò di scatto allarmato, notando in quel momento la figura di Rika entrare nella stanza.
Poi si voltò di nuovo verso la finestra.
Era scomparsa...
...possibile che fosse stato un miraggio?
-Hai visto qualcosa Hakkay?-
-...no, forse un miraggio-
-Beh, in un deserto e in un villaggio abbandonato non puoi certo trovare qualcuno-
il ragazzo sorrise, annuendo alla ragazza, questa si stava avvicinando al letto di Kira, che in quell’istante aprì gli occhi, guardandosi attorno.
La parete li vicino a lei era grigia e sporca, piena di piccole e grandi crepe, la più profonda tagliava in verticale il muro.
-Ben svegliata!-
la ragazza spostò lo sguardo verso Rika, che le sorrideva sollevata.
Hakkay si avvicinò al letto, la ragazza dai capelli neri si stava lentamente alzando per mettersi seduta, in quel momento aveva addosso una maglietta bianca larga dalle maniche lunghe, i capelli erano tutti spettinati e di sicuro pieni di sabbia.
La ragazza si guardò le mani, prima di guardarsi intorno.
Rika le anticipò la domanda.
-Lo so che l’arredamento e l’aspetto lasciano molto da desiderare, ma cosa vuoi trovare in un villaggio abbandonato da anni? È un miracolo che le case siano ancora in piedi!-
-Un villaggio?-
-Si, di sicuro questa zona doveva essere fertile, poi qualcosa ha creato questo deserto-
Kira annuì, mentre Rika iniziava a trascinare Hakkay fuori dalla stanza.
-Ora via, via che Kira ha bisogno di cambiarsi!-
-Va bene, va bene, a dopo!-
Hakkay si ritrovò letteralmente buttato fuori dalla stanza, e sorrise divertito da Rika, a volte alcuni suoi atteggiamenti erano simili a Goku.
 
-INSOMMA SCIMMIA, VUOI FARCI MORIRE DI FAME? SMETTILA D’INGOZZARTI IN QUESTO MODO!-
-Zitto tu Kappa, che io ho bisogno di riprendere le forze!! Ieri ho quasi rischiato di morire!-
-Si, ma tra le braccia della tua amata Rika!-
Goku si voltò a guardare male Gojio, arrossendo come un pomodoro maturo e scatenando una risatine beffarda anche da parte di Meiko, che però era troppo impegnata a constatare la situazione della sua motocicletta.
-Piantala Kappa senza cervello!-
-Oh, che tenero, la scimmiotta è arrossita-
-SMETTILA!!-
-Possibile che dovunque andiamo dovete sempre fare baccano razza di cretini?!-
Meiko sentì l’harisen di Sanzo picchiare sulle teste dei due ragazzi, mentre smontava un pezzo della moto, verificando se la sabbia non era entrata troppo a fondo rischiando di non far partire la moto.
-Siamo pieni di energia, eh?-
Hakkay si avvicinò alla ragazza, che si limitò a rimontare il pezzo, andando a controllare un’altra parte della moto.
-Odio il deserto-
-Beh, non sei l’unica-
-Speriamo che manchi poco ad una zona sterrata, qui è troppo pericoloso-
-Per via delle tempeste di sabbia?-
-Anche. Ci sono demoni tutti intorno al villaggio, e aspettano solo un segnale per venirci a cercare-
Gojio in quel momento si avvicinò alla finestra, notando un’ombra dietro l’edificio, tutti quanti avevano sempre l’impressione di essere tenuti sotto d’occhio da un centinaio di occhi.
-Ci hanno attirati in quella che per loro è una trappola-
-Ah, non vedo l’ora!!-
-Eccitato Goku?-
Meiko afferrò il fucile che teneva li vicino, caricando un colpo e mettendolo nell’imbragatura dietro la schiena, alzandosi in piedi e spolverandosi le mani dal lavoro svolto, la moto per fortuna non sembrava aver subito danni gravi e non aveva sabbia nei punti più importanti, adesso la prova del nove consisteva nell’accenderla e verificare se funzionava.
Sanzo spense la sigaretta che teneva tra le labbra, soffiando via il fumo, alzandosi seduto e coprendo le mani alla vista dei presenti.
-Per ora è il caso di restare qua-
-Per la prima volta mi trovo d’accordo con te bonzo-
la biondina e Sanzo si scambiarono un’occhiata non amichevole, però si capiva che erano tutti e due dello stesso parere.
Hakkay si avvicinò a Gojio, guardando fuori dalla finestra, questa in parte era distrutta, alcuni pezzi di vetro rischiavano di ferire i due.
...ancora quel fischio sottile nelle orecchie...
Il demone dagl’occhi verdi spalancò di nuovo gli occhi, mentre da un’angolo apparve di nuovo quella donna, i lunghi capelli questa volta erano legati in una treccia che le cadeva su una spalla, vestiva di un abito lungo e al petto portava quella semplice croce di legno, lo sguardo tranquillo, mentre i demoni che erano nascosti intorno agl’edifici cominciarono a circondarla, sorridendo e brandendo ogni genere d’arma che erano riusciti a trovare in quel luogo desolato.
-Kanan!!-
-Cosa?!-
Goku e Sanzo scattarono sotto lo sguardo di Meiko, raggiungendo la finestra e guardando fuori da questa la ragazza che lentamente si metteva proprio davanti a quella finestra, mantenendo sempre quell’aria gentile.
La donna alzò lo sguardo, sorridendo gentile alle quattro figure li presenti, mentre Hakkay la guardava scioccato, tenendo gli occhi spalancati, in quello stesso momento nella stanza sopra Rika e Kira si videro arrivare addosso una decina di demoni che sfondarono la finestra della stanza, andando all’assalto delle due ragazze, Rika riuscì a scaraventare via il suo assalitore, mentre Kira schivava un colpo estraendo la spada dal suo corpo, mettendosi in posizione di difesa, mentre Rika sguainava i Sai infilandone uno nello stomaco del suo aggressore, schivando poi gli attacchi di altri due.
Kira tagliò la testa ad un demone, mentre ad un altro lo colpiva esattamente al cuore, alla fine diede man forte a Rika dell’ammazzare l’ultimo aggressore rimasto e scendere al piano di sotto in fretta e furia, dove vide la scena dei quattro ragazzi affacciati alla finestra con Meiko che semplicemente sistemava il fucile, osservando le due compagne.
-Siete state aggredite-
-Si, dieci-
-Dieci in meno-
-Che succede qui?-
-Hakkay ha nominato una certa Kanan, sembra che sia fuori falla finestra-
Kanan...
Kanan...
Kanan...
 
“Si chiamava Kanan...
...e lo ha portato via con se...
...spero siano felici adesso...”

 
Kira si affacciò anche lei dalla finestra, scostando leggermente Goku, osservando la donna che restava li davanti a quella finestra con fare tranquillo, mentre i demoni erano intenzionati ad avvicinarsi all’edificio dove si erano rifugiati.
Capelli castani...occhi chiari e gentili...
...una croce in legno...un vestito semplice...
 
“Quando l’ho vista la prima volta, ho capito subito che era una persona gentile
Eppure non potevo fare a meno di provare rancore verso di lei
Perché lui...amava da morire...sua sorella...”

 
Sua sorella...
 
Kira tenne sotto controllo la ragazza che aveva li di fronte, mentre Hakkay si sporgeva più degl’altri.
“Kanan...se è un sogno...non voglio svegliarmi mai più...
Sei...qui...sei qui Kanan...non sei morta...”
Kira osservò l’atteggiamento di Hakkay, sul suo viso erano tinti il dolore eppure al tempo stesso il sollievo, la gioia.
Era felice di vederla.
Kira si voltò verso la donna, per poi lentamente spalancare gli occhi.
Sotto il suo sguardo, lentamente, le mani di Kanan cominciarono a seccarsi, la pelle sembrava rinsecchire, mentre sotto la pelle delle spalle si stava muovendo qualcosa...che si rivelarono essere vermi...
Hakkay spalancò leggermente la bocca, scioccato.
Le mani e le braccia di Kanan si seccarono, la pelle crepata in parte si staccava cadendo a terra, rivelando così le ossa e parte dei muscoli che sembravano pulsare.
Anche il volto rivelo in parte i muscoli facciali e l’occhio, mentre altra pelle si staccava, rivelando parte del cranio e della mascella, bloccata in quel sorriso che sembrava deriderlo.
Goku si allontanò di qualche passo, mentre Rika che stava osservando anche lei la scena si tappò la bocca con le mani, schifata, Meiko storse leggermente il naso.
Intanto la ragazza continuava quella sorta di decomposizione, i vermi sembravano aumentare a vista d’occhio così come si stava rivelando il cadavere della donna, che continuava a guardare con aria tranquilla gli spettatori di quella macabra scena, Hakkay spalancò gli occhi ad ogni istante, fino a vedere una delle mani di Kanan afferrò qualcosa che le porgeva un demone.
...un pugnale...
...un pugnale...
Anche quella volta aveva un pugnale in mano...
...no...non è vero...quella non è Kanan...
NON E’ KANAN!!
La mente di Hakkay urlava quelle parole, ma il ragazzo era impietrito di fronte a quella scena, mentre sembrava ripetersi attorno a lui lo stesso istante di tre anni fa.
Dal viso di quella ragazza cominciarono a scivolare delle lacrime, per poi alzare lo sguardo verso il ragazzo dagl’occhi verdi, continuando a sorridere nello stato di decomposizione.
 
“Addio per sempre Gono”
 
Hakkay sentì il fiato mancargli, mentre la donna afferrava con tutte e due le mani il pugnale,e decisa ad ammazzarsi.
-NO KANAN!!!-
 
non di nuovo
non di nuovo
no Kanan
non voglio che tu muoia
non voglio lasciarti morire
Kanan Kanan
NON MORIRE KANAN!
NO KANAN, NON FARLO!!
 
-KANAAAN!!-
Hakkay uscì dalla finestra, distruggendola del tutto, e correndo verso quel cadavere, mentre con un gesto secco il cadavere si pugnalò al ventre, uno schizzo di sangue si uscì dal corpo, sporcando in parte il ragazzo, che afferrò il cadavere, scioccato, mentre gli altri demoni rimanevano li a guardare.
-Kanan...-
il demone dagl’occhi verdi allungò una mano verso il volto della ragazza, intenzionato ad accarezzargli la parte di volto dove si vedevano i muscoli facciali, da cui però non usciva sangue.
Kira intanto era rimasta immobile a guardare quella scena raccapricciante.
 
“Lui l’amava così tanto...che io...
...io provai tristezza...
...mi sentii sola...
Ma...al tempo stesso...ero così felice...
...di vederli insieme...
Giurai a me stessa...che se avrei avuto un’occasione...
Li avrei protetti e avrei protetto la loro felicità...”

 
Kira avvertì qualcosa bagnarle le guance, e si toccò stupita con le dita il liquido che le usciva dagl’occhi, constatando che era acqua.
Lacrime...stava piangendo...e...e le faceva male il petto...
Cosa significava?
E quei ricordi?
Perché quella voce le parlava in quel modo di quelle persone?
Le aveva gia conosciute?
...e perché soffriva a quella scena...
Una risata carica di follia la distrasse dalle sue domande, notando che Hakkay di colpo veniva afferrato e sollevato in aria per il collo da un demone li di fianco alla ragazza, che teneva gli occhi spalancati e sorrideva ferina, togliendosi il pugnale dal ventre in modo che la ferita sanguinasse ancora più copiosamente, la ragazza si bagnò una mano con quel sangue, e la allungò verso Hakkay, che rimaneva pietrificato di fronte a quei gesti.
Gojio e Meiko furono i primi a scattare.
-Merda-
-CI SIAMO!-
la biondina sparò un primo colpo, uccidendo all’istante il primo dei demoni che cominciavano ad andare addosso al gruppo che fino a quel momento si era rifugiato nella locanda.
I ragazzi, Kira a parte, cominciarono così una  cruenta battaglia contro quei demoni, Goku in quell’istante ne colpì uno con il bastone, mentre Rika usò il terzo Sai per evitare che un assalitore afferrasse il sutra di Sanzo, impegnato ad evitare un calcio e a sferrare un cazzotto al demone che lo assaliva, sparandogli poi un colpo in fronte.
-Ma brava...vedo che hai migliorato la tua mira sorellina-
Rika si voltò a guardare il tetto di un’ edificio, notando in quel momento la presenza della sorella che le sorrise, facendole un gesto di saluto con la mano.
-SELENE!-
-Perché non ne approfitti ora? La situazione è a tuo favore: questo sono demoni mandati da me per...tentare di prendere il sutra.
Ma tutte e due sappiamo benissimo che dovrai essere tu a prenderlo...-
Rika guardò furente la sorella, notando in quel momento che i demoni la evitavano appositamente, mentre invece si stavano ammassando contro le figure degl’altri, in quel momento Goku veniva colpito da un pugnale, che lo ferì alla spalla.
La ragazza ebbe l’istinto di andarlo ad aiutar,e quando la voce di Selene la fermò di nuovo.
-Ahi ahi ahi sorellina...temo che tu abbia commesso un’imperdonabile errore...-
Selene balzò giù, esattamente affianco alla sorella, afferrandole strettamente la spalla con la mano, e stringendogliela.
Rika avvertì la presa della sorella quasi rompergli la spalla, costringendola a stare in una posizione scomoda, mentre tratteneva i lamenti per il dolore.
-E’ un peccato che tu sprechi un’occasione del genere per prendere il sutra al bonzo...e dire che ho fatto tutto questo per te...-
-Che vuoi dire?-
Selene sorrise divertita, avvicinando le labbra all’orecchio di Rika.
-Lo vedi quel demone che sta soffocando Hakkay?
E’ l’ultimo sopravvissuto della tribù del demone Hyakuganmao...-
...cosa...
Rika avvertì il corpo tremarle dal terrore, mentre immagini su immagini le si pararono di fronte, sensazioni di terrore e dolore si succedevano velocemente, mentre Selene metteva una mano sul tatuaggio di Rika e, sussurrando qualcosa.
Quell’essere...
Quella bestia...
Quel...quell’assassino...
Quel...
-AAAAAHHHH!!-
Rika lanciò un’urlo di terrore e rabbia, rivelando così le zanne che velocemente le uscirono dalle labbra, mentre le orecchie spuntavano tra i capelli sotto lo sguardo di Selene che sorrideva soddisfatta.
Hyakuganmao...
...maledetto...
...maledetto...
Rika ansimò, cercando di contenere la rabbia, mentre Selene ridacchiava.
-Quel demone è il suo ultimo sopravvissuto, e ha chiesto aiuto per una vendetta contro l’assassino di tutta la sua tribù-
Rika spalancò gli occhi, osservando scioccata la figura di Hakkay che era ancora in aria e veniva soffocata dalla presa di quel demone, mentre li affianco la ragazza – cadavere continuava con i suoi mostruosi giochetti, aprendosi ancora di più la ferita e rivelando in parte le viscere.
-Io ne ho approfittato...è bastata una piccola magia...ora hai la possibilità di prendere il sutra...e magari di uccidere gli altri...-
Rika guardò gli altri che ancora combattevano, Goku era ferito ad una spalla, mentre Meiko e Gojio rivelavano dei lividi, Sanzo aveva un taglio sulla guancia, e forse una spalla lussata, a giudicare da come non utilizzava un braccio.
Prendergli il sutra...e ucciderli tutti...
Come gli aveva ordinato Kougaiji...
Poi sparire...andarsene da loro...da tutti loro...
...Meiko, Gojio, Sanzo, Hakkay, Kira....
...Goku...
-Perché?-
Selene vide la testa castana della sorella, e sorrise, baciandogliela.
-Perché ti voglio bene, sorellina-
-...NON MI TOCCARE SCHIFOSA!!-
un Sai partì all’improvviso, graffiando così il viso di Selene, mentre Rika si staccava dalla sua presa, guardandola con aria furente.
-NON MI DEVI TOCCARE ASSASSINA!
IO TI ODIO, HAI CAPITO?
TI ODIO, E TI AMAZZERO!-
Rika scappò via dalla sorella, che si passò una mano sul graffio, constatando che non era grave, osservando poi la scena che le si presentava davanti.
Gojio in quel momento vide la donna ad osservarli con aria tranquilla.
Selene...
Questa notò lo sguardo del rosso, che evitò un ‘attacco, facendosi però ferire al braccio da un coltello.
In quello stesso istante il demone fu circondato da un cerchio, che lo divorò con alte fiamme, il rosso stupito si voltò verso Selene...ma questa era scomparsa...non poté pensarci molto, perché un altro demone gli si presentò davanti, intenzionato ad ucciderlo.
Hakkay intanto avvertì l’aria farsi sempre più necessaria, mentre il demone che lo teneva sorrideva e bisbigliava serpentino.
-Sei un maledetto assassino, hai osato uccider ei miei fratelli e il mio signore.
Ora io ucciderò te...e lo farò mostrandoti la tua ragazza che sorride nel vedere la tua agonia...-
Il ragazzo dagl’occhi verdi aprì gli occhi verso Kanan, la ragazza sorrideva tranquilla, forse divertita dalla scena che aveva davanti.
“Kanan...mi vuoi morto?”
La ragazza continuò a guardarlo, sorridendo tranquilla e mostrando lo stato inguardabile del suo corpo in parte martoriato e in parte decomposto.
“Kanan...”
Kira vide Hakkay ancora sollevato dalla forza del demone...sarebbe morto...
 
Respiro...respiro...odio...rabbia...respiro...respiro...paura...odio...odio...respiro...
 
“Voglio proteggerlo...sempre...
...lo proteggerò sempre...
...io proteggerò Hakkay...”

 
Kira partì di corsa, mostrando la spada ancora in mano.
Il demone alzò il braccio, pronto a trapassargli il corpo sotto lo sguardo di quel cadavere.
Quando quel braccio venne di colpo tagliato, cadendo a terra, mentre il corpo cominciava a grondare di sangue.
Kira si rigirò, tagliando anche l’altro braccio, Hakkay cadde a terra, togliendosi velocemente la mano dal collo e tossendo con forza, mentre la ragazza lo raggiungeva, e il demone urlava sconvolto per l’assenza degl’arti.
-AAAH!!! MALEDETTA PUTTANA!!-
Hakkay alzò lo sguardo Kira, si era parata davanti a lui, mentre il demone afferrava con i denti il pugnale, sbavando leggermente e parlando a fatica.
-Guarda come muore la tua puttana, stronzo!!-
Kira spalancò gli occhi, mentre Hakkay rimaneva immobile di fronte alla scena che sarebbe accaduta.
Il demone si scagliò contro Kanan, che rimaneva impassibile di fronte a quell’attacco improvviso.
Kira invece abbandonò di colpo la spada, e corse verso il cadavere, mettendosi come scudo.
Hakkay la osservò sconvolto.
-KIRA!!-
...furono secondi interminabili, mentre Kira strinse i denti, il pugnale le si conficcò nella spalla, penetrando in profondità, mentre il cadavere rimaneva immobile di fronte a tutto ciò, impassibile.
Kira socchiuse gli occhi, osservando il ragazzo dagl’occhi verdi.
-Hakkay...ho...protetto...Kanan...-
 
“Io volevo proteggerla per lui...
...non perché era mia amica...ma perché c’era lui...
D’altronde...la mia vita non aveva significato...
...e un perché alla mia esistenza dovevo cercarlo io...
...credo di averlo trovato...”

 
Se anche questa vita non ha significato...l’unico modo per vivere è trovarne uno
 
Kira avvertì la pressione del coltello farsi maggiore, mentre il demone urlava, spingendo l’arma nel corpo della ragazza.
-Si schiatta, schiatta maledetta!! Schiattate tu e questo pezzo di merda! MORITE TUTTI!!-
Hakkay con un balzo si trovò a pochi centimetri dal corpo del demone, e con violenza fece penetrare il suo braccio nel corpo di questo, trapassandolo.
-Adesso basta-
Kira sentì la pressione diminuire, e afferrò decisa il pugnale, facendolo uscire dalla sua spalla e provocandole una fitta, mentre restava inginocchiata.
Il ragazzo l’aiutò ad alzarsi.
-Kira, stai bene?-
-...male...-
la ferita sanguinava, e Hakkay le mise gentilmente una mano, concentrando il suo Ki.
Un...calore...si diffuse immediatamente per tutto il corpo di Kira, la ferita di colpo sembrava scomparire, così come il dolore diminuiva mentre il calore raggiungeva tutto il corpo fino alle estremità.
-Grazie Kira-
la ragazza osservò stupita il ragazzo dagl’occhi verdi, che poi si rivolse al cadavere, che sorrideva tranquillo.
-Basta con questa sceneggiata-
Hakkay creò ancora una volta il Ki nelle sue mani, formando così una sfera, e lanciandola al cadavere, che sorrise tranquillo, per poi sgretolarsi diventando sabbia, che fu spazzata via dalla corrente creata dal Ki.
Il ragazzo si guardò intorno, gli altri stavano abbattendo gli ultimi demoni, mentre Kira recuperava la spada, facendola tornare nel palmo della sua mano.
Hakkay si avvicinò al gruppo, sorridendo gentile e imbarazzato.
-Scusatemi, vi ho quasi fatto ammazzare-
-Bravo, dici bene quasi!-
-Accidenti, che botte che mi sono presa!-
-A chi lo dici-
-Tsk, torniamo dentro l’edificio-
-Sua maestà il bonzo mi sembra soddisfatto dalla scazzottata-
-Non vedo l’ora di andarmene da questo posto-
-Sia, anch’io!-
Kira li seguì in coda, osservando prima la sua mano, poi tastandosi la spalla completamente guarita.
...
 
“Io...io...quando...l’ho capito...era tardi...
...ma...mi ero innamorata di lui...
...dei...dei suoi occhi verdi...
Si...lo amavo...
Ma...non gli ho mai detto niente...
Perché...lui...amava troppo Kanan...ed io...non ero nulla...
Così...vanno...le cose...”
 

 
Fine capitolo 11

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Capitolo 12
*** Reflex ***


Capitolo 12
Reflex
 

Era ancora li immobile , ogni suo muscolo era teso sembrava una statua di pietra , gli occhi fissi in un punto , le mani che tenevano ancora stretti i sai . Non riusciva a muoversi nemmeno per mettere una mano sulla spalla e riacquistare cosi le sue sembianze umane 
Umane……
Lei un umana……
No 
Non era più umana….
Non lo era più …..
Da quel giorno …..
Dopo quel giorni la sua esistenza era cambiata …
Lei era cambiata…..
Cambiata……
 
 
“Silenzio sorellina questo è il nostro piccolo segreto”
 
Un segreto in comune
Perché...perché era tornata ?
Ora che tutto stava andando per il verso giusto, aveva fatto di nuovo la sua comparsa , di nuovo era venuta a tormentarla , a farla cadere in quell’oblio buio , freddo , senza luce 
Senza luce
Non c’era luce...”
 
 
 
-Rika-
Si voltò di scatto per incontrare quegli occhi cosi famigliari .
Iridi dorate...cariche di luce...di vita...
Di cui ormai...non riusciva più fare a meno.
Forse senza quelle iridi non sarebbe riuscita ad uscire dal suo buio.
 Dipendenza...ormai stava cominciando ad avere dipendenza di quella luce.
Quella luce...la sua luce...la luce...di Goku
Una luce che però...non sarebbe mai scaturita dal suo corpo...
Non dal suo corpo di demone...
Di orrendo demone...privo di umanità...
Non era più umana...non più...
...
Senza nemmeno aprir bocca Rika si allontano da Goku lasciando quest’ultimo impietrito , lo sguardo di Rika in quel momento.
La ragazza si rifugiò nella sua stanza, in quel momento vuota, Meiko e Kira erano uscite, mentre Goku restava ad osservare la porta di quella stanza.
Un nuovo villaggio, una nuova locanda...
Eppure Rika sembrava non voler uscire ancora da quel guscio...
Era...così diversa dal solito...
E lui aveva capito il motivo...
Aveva incontrato di nuovo la sorella , l’aveva visto anche se era impegnato nel combattimento.
Aveva visto quell’essere avvicinarsi ancora una volta a Rika.
Aveva notato la figura di Selene di fronte a Rika , sussurragli qualcosa, però...
Però...il comportamento di Rika stavolta era diverso
Sapeva che Rika aveva paura della sorella e ogni volta che la incontrava diventava triste invece , stavolta era diverso...
Lo sguardo di Rika era diverso...
Non aveva quell’aria triste anzi, non esprimeva nulla 
Vuoto...
Uno sguardo vuoto...
Senz’anima...
 
La cosa durò per altri due giorni.
Ora però basta...doveva finire la questione!
Goku corse verso Rika che stava quasi per entrare dentro la sua stanza, afferrandola per un braccio e facendola voltare verso di lui 
Vuoto...
I suoi occhi erano vuoti...
-Rika cosa hai?-
Chiese lasciandole il braccio
Non sarebbe fuggita via...e comunque lui l’avrebbe fermata ancora...
Rika non rispose, teneva lo sguardo basso
No…in quel momento non voleva parlare 
Sola….
Voleva rimanere sola...
Sola
La sua bocca si mosse tenendo però sempre la testa bassa
-Niente , non ho niente ….voglio solo rimanere sola…-
Stava per allontanarsi quando Goku la riafferro facendola girare di nuovo verso di lui.
Quegl’occhi, ancora quegl’occhi pieni di luce che l’abbagliavano...
-Non è vero che non hai niente……..Parla cos’hai-
Non parlava
-E per colpa di Selene-
Al solo sentir nominare il nome della sorella Rika spalanco gli occhi, guardandolo ancora.
Quella luce...l’accecava...
Sembrava pur lira da ogni residuo di incubo o di pensiero sporco...
Il suo corpo...la sua anima...
Tutto, veniva cancellato tutto da quella luce...ma adesso...
Adesso la stava accecando, sembrava quasi violentarla quella luce così forte che la picchiava con violenza.
-No …non è questo-
-Non mentire, so benissimo che è colpa sua è sempre cosi, ogni volta che la incontri diventi triste e questo...questo...-
Gli faceva male
Non sopportava vederla triste 
Non sopportava vederla piangere
Non sopportava che lei si allontanasse da lui ….non voleva perderla ….
Perché...
Goku avvertì un campanello di allarme suonare dentro la sua testa...quel desiderio di rendere felice Rika...rischiava di trascinarlo verso un punto di non ritorno...dove forse Goku si sarebbe perso di nuovo...in quella oscurità...in cui aveva bramato il sole...
Quello stesso buio che ora avvolgeva Rika...
No...
Non importa...
L’avrebbe aiutata...
In qualche modo...sarebbe riuscito a liberarla da tutto quel buio...
Il sole era ormai calato lasciando spazio alla notte nera, nemmeno una stella c’era ad adornare il cielo, la luna era nascosta dietro le nuvole nere 
Nera come la sua anima 
Nera come il vestito che aveva addosso 
Come i suoi capelli 
I suoi occhi 
Nera …..la sua anima….nera
Rika continuava ad avere davanti la figura di Selene , ora mai non vedeva più Goku , c’era solo Selene davanti a lei  
­ -Sorella-
Un sussurro , un leggero sussurro che Goku udii
La odiava 
Mai prima d’ora aveva provato così tanto odio nei confronti di qualcuno, ma davanti a lui ora c’era uno sguardo azzurro, c’era un cielo vuoto, privo di vita...
E per questo provò una strana ira salirgli dal fondo del cuore e salirgli fin nella sua mente.
Odiava Selene...
La odiava
Anche se non la conosceva la odiava perché era lei la causa del male di Rika , era colpa sua se Rika stava male, la odiava, la odiava
Non aveva mai provato odio per qualcuno, nemmeno per i suoi nemici eppure odiava Selene 
L’odio...velenoso, che rodeva dentro, così come stava facendo a Goku, che restava di fronte alla ragazza dai capelli castani.
-Io….la uccidero-
....
-...Cosa?!-
Rika alzo lo sguardo verso Goku, sbalordita.
Vide davanti ai suoi occhi l’immagine di un cadavere dai capelli neri...e una macchia rossa di sangue adornarla...
-La prossima volta che la incontro la ucciderò-
Uccidere
Uccidere Selene 
Goku ….voleva…ucciderla
...no...
-Ma….ma ….che stai…….-
Goku la guardò convinto.
Ancora quella violenta luce che l’abbagliava...
-Lo farò….non ne posso più di vederti triste, non voglio più vederti triste, voglio vedere solo il tuo sorriso-
Rika lo guardò stupita, mentre lui continuava a parlare convinto.
-E se per farlo sarò costretto ad uccidere Selene allora lo farò-
Rika lo guardò sbalordita...il corpo tremava leggermente di fronte a quell’affermazione.
Selene...morta...
...no...no!!
-Tu….tu sei impazzito….sei completamente pazzo…-
Goku la guardò stupito, ora il corpo tremava più di prima, mentre Rika indietreggiava di un passo, quella luce la stava travolgendo, e le faceva male, mentre vedeva chiara l’immagine di Selen morta, gli occhi spalancati, i capelli sparsi e in parte sporchi...da una pozza rossa che usciva dal suo corpo.
Immagini...immagini che si sovrapponevano...
Tante immagini...ricordi...troppi ricordi...
No...non lo voleva...non lo voleva!
Goku si sporse verso di lei, ancora leggermente colpito da quella reazione.
-Perché ?Anche tu la odi no-
...è vero...
Si, è vero anche lei la odiava, anche lei molta volte le aveva detto che l’avrebbe uccisa.
Però……però
 
“E’ mia sorella!”
 
Anche se la odiava Selene era...era l’ultima persona che le era rimasta...e senza forse...
Sarebbe...sarebbe caduta in un baratro...dove nemmeno la luce più forte l’avrebbe raggiunta...
Si...Selene era pur sempre sua sorella.
E...e non avrebbe permesso nessuno di ucciderla...
-E mia sorella…… rimane comunque mia sorella Goku…..-
-Come puoi dire questo ……ha cercato più volte di ucciderti …..anche la prima volta che l’abbiamo conosciuta ha tentato di ucciderti 
Perché...perché la proteggi?-
Perché la stava proteggendo?
Perché?
Eppure lei la odiava, voleva vederla morta 
Perché?
...quelle immagini...
 
NOOO!! MAMMA PAPA’!!!
SELENE!! AIUTAMI SELENE!!
SORELLA!!
 
-Io …….Io…….-
-Perché Rika  DIMMELO-
Goku afferro Rika per le spalle scuotendola finche lei non alzò lo sguardo verso quello di Goku.
...rabbia...
Usciva rabbia da quegl’occhi azzurri...
....
Arrabbiata 
Era arrabbiata 
...furente...
-ADESSO BASTA!!
….SMETTILA …
TU…TU NON SAI NULLA DI ME….NON SAI QUELLO CHE HO PASSATO…QUELLO CHE STO’ PASSANDO…..NON SAI UN BEL NIENTE DI ME E TI PERMETTI DI DIRE CERTE COSE? 
ANCHE SE HA TENTATO DI UCCIDERMI LEI RIMANE COMUNQUE MIA SORELLA CAPISCI E……..E IO …..io...-
Dagli occhi di Rika cominciarono ad uscire lacrime 
Confusione...c’era troppa confusione...
Non riusciva più a distinguere il ricordo dalla verità
Il passato...il presente...
Si mischiavano..
E...e una sensazione di sporco aleggiava intorno a lei...
La troppa luce l’accecava, e lo sporco la stava immergendo nel buio.
Il baratro...stava cadendo in quel baratro...
-Perché ….perché mi fai questo……perché proprio tu ……-
-Rika-
Goku si avvicino a lei, allungandole una mano.
!!
NON VOGLIO!
-NON MI TOCCARE-
Rika spinse via Goku, che rimase pietrificato di fronte a quel viso pieno di lacrime...e a quel gesto violento...di rifiuto...
Rifiuto...
La ragazza tremava vistosamente, e bisbigliò...fissandolo negl’occhi.
Adesso era un mare...un oceano di tristezza...
-Ti odio ……hai rovinato tutto TUTTO io….-
Rika fece qualche passo indietro
-Sei...SEI UNO STUPIDO!!!-
Urlò prima di correre via lasciando Goku a terra.
Rika...Rika stava scappando via da lui...e lui...era la causa di quell’odio...di...di quella tristezza...la causa era lui...
Lui...
Perché...aveva cercato di rendere felice Rika...
Invece...invece...
Meiko nel frattempo aveva chiuso la porta della stanza, sbuffando come una locomotiva
“Mamma mia...che bel casino!”
 
Rika era uscita dalla locanda, senza accorgersi della neve che stava cadendo, cercando solo un luogo dove stare il più possibile lontana da Goku, da tutta quella luce.
Troppa...era troppa!
Non avrebbe resistito.
Ormai lei...era...era ombra...
Ombra...un demone...
Era...un demone...un orrendo demone...
Che...che dava solo la morte...solo...
 
MAMMA!!! PAPA’!!!
 
Continuò a correre anche fuori dal piccolo villaggio, con le lacrime che solcavano ancora le guance, offuscandole il paesaggi ammantato di bianco per la neve che cadeva intorno a lei, come un gentile mano che la riparava da occhi indiscreti, proteggendo lei...il suo dolore...il suo buio...la sua oscurità.
“Sono un demone! Un demone! Un orrendo demone!!
Non avrò mai la mia luce!
Non riavrò mai la mia umanità!!
...SONO UNO SCHIFOSO DEMONE!!”
 
Adesso sei una di noi...benvenuta...
 
Il respiro era affaticato, dalla sua gola uscivano dei rantoli, i singhiozzi che lei non riusciva a tirare fuori dal suo corpo si trasformavano in quelle urla soffocate.
Rika alzò lo sguardo, individuando qualcosa come un’edificio, ricordandosi all’improvviso che li vicino c’era un tempio.
...un luogo sacro...lei...profana...
Un demone...
Era uno schifoso demone...come poteva Goku salvarla da quel buio?
Da quel baratro?
...Goku...maledetto Goku...
Come...
...ma come aveva potuto dire quelle orrende cose?
 
“La ucciderò”
 
Voleva uccidere Selene...voleva ammazzarla...
E diventare come lei?
...no, non poteva!
Non doveva!!
“NO GOKU! NON DIVENTARE COME SELENE!
NON UCCIDERE MIA SORELLA!!”
 
NON UCCIDETELI!!
MAMMA, PAPA’!!
NOOOO!!!
MAMMA!!! PAPA’!!
SELENE, AIUTAMI SELENE!!
SORELLA, AIUTO SORELLA!!!
AIUTO!!
 
Rika inciampò su una radice sporgente nella boscaglia dov’era entrata, cadendo sullo strato di neve che si era formato sul terreno, avvertendo il freddo contatto, mentre le lacrime continuavano a scendere, solcando le guance, mentre gli occhi restavano spalancati in un’onda di terrore e dolore, il respiro affaticato lasciava uscire nuvole di vapore.
-Selene...sorella...mamma...papà...-
...alzarsi...
Doveva alzarsi...
Faceva freddo...
E di sicuro si era sporcata...
Sporcata...
Altro sporco che si aggiungeva a quello che possedeva nella sua anima...
...anima...demoniaca...
...
Rika a stento riuscì a mettersi in ginocchio, cercando di asciugarsi le lacrime, per poi guardarsi intorno, aveva raggiunto il tempio, la lunga scalinata la portava verso quel luogo sacro.
Si rialzò in piedi, ancora stanca per la corsa, continuando a piangere ininterrottamente...
Goku...Goku le aveva detto quelle cose...quelle orrende cose...
Sua sorella...morta!
 
“La ucciderò!”
 
No!NO!
Non voglio, non voglio!
Non vo...
 
“Silenzio sorellina, questo è il nostro piccolo segreto”
“Piangi pure sorellina.
Ti voglio bene”
“Perché ti voglio bene, sorellina”
 
Rika spalancò gli occhi, scioccata
Il baratro...stava cadendo nel baratro...adesso da quei occhi non c’era più vita...
Buio...era troppo buio...
Sporco...tanto sporco...sangue...il sangue che colava dalle sue mani, dal suo corpo...
Il sangue di tutte le vittime che aveva e avrebbe ucciso!
Perché...PERCHE ERA UN DEMONE!
...la luce...avrebbe desiderato tanto la luce...
Luce...Goku...
-Goku...-
Perché era successo tutto questo?
Perché era successo?
Non capiva, perché...perché doveva far soffrire così Goku...
 
“Non ne posso più di vederti triste, non voglio più vederti triste, voglio vedere solo il tuo sorriso”
 
-Goku...-
Rika si asciugò ancora le lacrime, mentre guardava l’edificio sacro davanti a lei.
Doveva raggiungere quel luogo...era l’unico luogo che l’avrebbe difesa da quel buio che la stava uccidendo.
Anche se lei era una profana...anche se era un essere maledetto...
Il suo istinto umano la conduceva verso quel tempio.
La sua umanità...
...non c’era speranza...
Avvertì il gelo sulla pelle e dentro la sua anima, in effetti era uscita solo con la maglietta e i pinocchietti, e cominciava ad avere freddo.
Si passò le mani sulle braccia, e istintivamente si guardò il tatuaggio che aveva sul braccio.
...umana...
...demone...
Due aspetti diversi di lei...
Due facce...
Come specchiarsi...
E vedere il riflesso di una se stessa diversa, una se stessa che poteva seminare il terrore...il panico...
Buio...sporco...sangue...
Quel suo volto era sempre coperto dal sangue delle sue vittime...
...come...Selene...
Anche Selene era sempre sporca...come lei...
Lei...che non accettava quel suo aspetto...
...Rika si fermò per un’istante nel raggiungere il luogo sacro...
Forse...non odiava Selene...
Forse...odiava se stessa...
Quella se stessa che non accettava...a cui era stata in parte relegata la sua anima...
Quel demone che  si era impossessato del suo corpo...come...un parassita...
Un orrendo parassita...che assorbiva parte di lei in quel buio...
Mentre...mentre Goku le donava la luce...che lei bramava...di cui lei si nutriva...
Era ormai...succube di quella luce...non aveva potuto più fare a meno...
Come droga, una dolce droga che cancellava ogni suo incubo per qualche istante.
Ed ogni volta aveva sempre più bisogno di quella luce...
Si...luce...
...Però...
 
“La ucciderò”
 
!!
Sentì il corpo tremare, e partì di nuovo verso il luogo sacro, accelerando il passo, avvertendo la fretta in  corpo, doveva muoversi, muoversi!
In parte per sfuggire dal freddo...e in parte per sfuggire da quel volto che la fissava serio...quegl’occhi dorati che la guardavano, facendola specchiare in quelle pupille...e quella voce affermava che avrebbe ammazzato sua sorella.
Selene...
...sua sorella...
...Selene...
Rika scosse la testa, decisa, mentre adesso superava due a due gli ultimi gradini, impaziente.
“Anche se ti odio...non posso permettere che tu venga uccisa!”
la ragazza salì le ultime scale, raggiungendo così il tempio, guardandosi intorno con ancora il fiato corto, formando delle nuvole di condensa che scomparivano nella neve fredda.
Quel luogo era grande ma...deserto...forse per via della neve che scendeva copiosa...
...deserto...non sembrava esserci nessuno...
Però...che strano silenzio...la neve cancellava qualsiasi rumore che c’era intorno a lei, e il tempio appariva vuoto...forse era stato abbandonato...eppure...il tempio non appariva vecchio o decaduto...
...la ragazza cercò i suoi Sai, ma si scoprì ad averne solo uno...
Gli altri li aveva lasciati alla locanda...
La locanda...
 
“La ucciderò”
 
Quegl’occhi dorati decisi, quello sguardo convinto e iroso...
No...non era Goku quello...
Quello...era un assassino...
...no...
Rika scosse la testa, cercando di sopprimere le immagini che le entravano in testa, guardandosi intorno, il candore della neve assorbiva qualsiasi rumore, persino i suoi passi nella neve sembravano svanire in quel pesante silenzio, mentre si avvicinava alle porte del tempio, guardando intorno a se la natura che moriva sotto quello strato di candida morte.
Una mano pallida e gentile che accarezzava le piante...uccidendole...
Rika avvertì i brividi di freddo salirle in corpo, e si affrettò a raggiungere le porte del tempio, le scale di pietra la condussero verso le grandi porte di legno, una di queste era socchiusa, quasi invitandola ad entrare.
La ragazza indugiò.
Quel luogo era deserto...forse c’era anche qualche nemico ad attenderla per ucciderla...
Forse era meglio tornare dagl’altri, sarebbe stata più al sicuro...
Al sicuro...
 
“La ucciderò”
“Perché ti voglio bene sorellina”
“Il cadavere di sua sorella adornato da una pozza rossa di sangue”
“MAMMA!!PAPA’!!!”
 
Rika scosse di nuovo la testa, e senza volerlo spinse ancora di più la porta di legno, entrando così nella grande stanza semi illuminata da delle fiaccole che delineavano il perimetro della stanza.
Il pavimento liscio sotto i piedi brillava di quella luce fioca e tiepida, non vi era molto calore in quel luogo, che bloccò la ragazza sulla porta adesso chiusa dietro di lei, appoggiando la schiena al legno vecchio ma duro.
...c’era qualcuno...
...
-Benvenuta straniera...-
la ragazza si voltò spaventata verso un’ombra li vicino, una ragazzina vestita da miko sembrò apparirgli dal nulla, spaventandola...
La ragazzina sorrise a Rika, che la osservò attentamente, prima di avvertire il suo stesso senso che c’era qualcun altro in quella stanza.
-Cosa ti porta in questo luogo sacro?-
dall’altra parte della stanza un ragazzino vestito da bonzo si fece avanti, entrambi sorridevano gentili, e la ragazzina sembrava più incuriosita del fratello, mentre Rika faceva un inchino di rispetto e saluto.
Un bonzo ed una miko, giovani...che fossero le uniche persone presenti in quel luogo?
-Scusate se vi disturbo...ma cercavo...-
-Un po’ di pace?-
Rika fissò stupita il ragazzino, era più piccolo di lei, ed annuì, mentre la miko l’afferrava portandola verso il centro della stanza ed invitandola a sedersi, la sacerdotessa era entusiasta, tirando leggermente la mano alla castana, davanti alle due ragazze c’era qualcosa coperto da un tessuto pesante, sembrava velluto, in cime ad una scalinata di legno, piuttosto rialzata dal terreno.
-L’hai trovata! Resta pure tutto il tempo che vuoi!-
-Gr...Grazie...-
la miko e il bonzo scomparvero nel nulla, lasciando sola Rika, che si guardò intorno, la luce delle torce riscaldava l’ambiente...
Eppure...aveva l’impressione che facesse freddo li dentro...
E il freddo...sembrava venire...da dietro la tenda...
Rika la fissò attentamente, parlando a voce bassa, intimidita dalla stanza e dal silenzio che la circondava...
-Cosa c’è li dietro?-
la miko apparve dietro di lei senza che Rika se ne accorgesse, sorridendo in modo ambiguo alla testa castana
-...aprì la tenda e scoprilo...-
la ragazza si girò di scatto, trovandosi il viso della sacerdotessa a poca distanza dal suo, il che la fece scattare in piedi, per poi voltarsi verso la tenda rossa, adesso si erano di colpo accese alcune torce li vicino alla scalinata, illuminando la grande tenda di velluto rosso scuro, impreziosita con ricami dorati che sembravano appesantirla, ad un lato del panneggio il giovane bonzo teneva in mano una corda.
Freddo...
Troppo freddo...come la neve al di fuori di quel luogo...
La ragazza avvertiva il freddo aumentare a mano a mano che la luce illuminava meglio la tenda.
Allungò un primo passo verso lo specchio, e sembrò che una sferzata gelata volesse bloccarla dal suo procedere.
...il suo steso senso la indusse a fermarsi...
...aspetta...
...
Un momento...
E se fosse stata una trappola?
Forse...forse quei bimbi erano dei demoni...
Ormai...era portata a pensare che niente in quel mondo appariva come credeva...
Tutto era diverso da come le sembrava...
Persino lei stessa era un pericolo per se e per gli altri.
Se stessa...
Gli sembrò di sentire lo sporco macchiarle la pelle delle mani e delle braccia, raggiungendo il volto.
Quello sporco...era sangue secco...
...NO!...
La miko le si avvicinò in quel momento, superandola senza fiatare, i suoi passi venivano richiamati dal leggero scricchiolare del legno. 
La sacerdotessa raggiunse il fratello, voltandosi verso Rika e indicandole la tenda, sorridendole ancora con quell’aria furba e divertita, quasi la prendesse in giro.
-Non devi aver paura, avvicinati!-
la ragazza indugiò ancora, ma proseguì...raggiungendo la scalinata che portava verso la tenda rossa, e fermandosi li, decisa ad non avvicinarsi ancora di più.
...avvertiva come un senso di paura attraversarle il corpo...
Il suo istinto...che sembrava urlarle addosso...
 
SCAPPA! SCAPPA VIA!!
 
Però...
 
“La ucciderò”
 
Il punto in cui la ragazza si trovava sembrò soddisfare il bonzo, che tirò la corda, aprendo in questo modo le pesanti tende decorate, che alzarono della polvere.
Sotto lo sguardo stupito di Rika, illuminato dalle torce e sotto il silenzio della neve che scendeva fuori dall’edificio...le apparve un grande specchio rotondo, con una cornice intorno dal decoro delicato, fatto di bronzo e ambre varie che riflettevano la luce delle torce, quasi sembravano loro stesse delle fiammelle.
Un grande, enorme specchio, era grande quattro volte Rika, che si allontanò istintivamente di qualche passo, mentre la miko sorrideva tranquilla, guardandola attenta con affianco il bonzo.
-Non temere, questo specchio magico è buono-
Rika si voltò verso le due figure, in cima alla scala.
-Uno specchio magico?-
-Si...esso riflette la vera anima delle persone-
-Perché non lo provi?-
la ragazza osservò la miko e il bonzo.
...no...non doveva fidarsi di loro...
Era tutto troppo strano...troppo semplice...uno specchio magico che riflette l’anima delle persone...
No...doveva andarsene da quel luogo...
Andarsene via da quel posto...
-Mi dispiace...ma...non ho voglia di specchiarmi oggi...-
Rika si girò verso il portone, decisa più che mai ad andarsene da quel luogo.
-Hai paura di quello che sei?-
....
la ragazza si fermò di fronte alla voce leggermente maligna della miko, che la fissava con affianco il bonzo, entrambi sorridevano divertiti di fronte alla figura arrestata della loro ospite.
-Forse non ammetti quello che sei veramente-
-Perciò scappi via, come una vigliacca-
-Io non sono una vigliacca!-
Rika si voltò verso i due fratelli, stringendo i pugni.
Una vigliacca...
No...lei non lo era!
Maledetti...
Cosa ne sapevano loro?...
Che ne potevano sapere, quei due, di tutti i problemi, i pericoli e le difficoltà a cui era sempre sottoposta e in cui si trovava in quel momento?
Nulla...non potevano sapere nulla!
Non potevano sapere che lei...stava precipitando in un baratro da cui non sarebbe mai uscita.
E l’unica persona che poteva aiutarla...aveva tradito la sua fiducia...
-E allora cosa aspetti?-
-Tanto...è solo uno specchio!-
...solo uno specchio...
...solo uno specchio...
...uno specchio...
Rika tornò sui suoi passi, questa volta iniziando a percorrere la scalinata che la divideva dal grande specchio, lentamente, il riflesso delle torce dava una sfumatura dorata a quel grande oggetto, mentre la ragazza era sempre più vicina alla superficie liscia e piatta dello specchio.
Ecco...ci siamo...
La prima cosa che vide furono i suoi capelli castani lisci, seguiti poi dal viso, e infine dal corpo, mentre lentamente si trovò faccia a faccia con lo specchio magico...che rifletteva...Rika...
Una Rika umana, così com’era in quel momento...
Una Rika...normale..umana...
 
“IO SONO UMANA, SONO UMANA!!”
 
...
Rika prese un sospiro di sollievo, osservandosi nello specchio, constatando che i capelli erano un po’ spettinati, probabilmente per la corsa, la maglietta era leggermente sgualcita verso la fine, e il tatuaggio stava scomparendo...
...COSA?!
Sotto lo sguardo sconvolto di Rika, il tatuaggio lentamente sembrava sciogliersi, il tribale nero assumeva una forma indefinita che colava via dal braccio, e d’istinto la ragazza si guardò il suo, che però era ancora la, come marchiato a pelle, mentre tornava a fissarsi nello specchio, e ad osservare la sua mutazione.
Spalancò gli occhi, sconvolta...
La bocca socchiusa nel suo riflesso rivelò le zanne affilate da sotto le labbra...le unghie si facevano più lunghe...e le orecchie appuntite uscivano dalla capigliatura castana, mentre anche gli occhi si facevano più scuri, la pupilla si assottigliava, apparendo ancora più nera e profonda.
...lei...
Lei era così...
...lei possedeva davvero quell’aspetto?
No...non voleva crederci...
Non era così...non era così!!
Il demone dentro lo specchio la guardò dritta negl’occhi, paralizzandola, per poi lanciare una specie di urlo, mentre Rika indietreggiava di qualche passo lanciando un gemito spaventato, raggiungendo l’inizio della scalinata e rischiando di cadere a terra, mentre la miko e il bonzo la circondavano, gli occhi socchiusi ad osservare un punto vuoto, le voci si erano fatte più profonde e serie.
-Tu sei una creatura maledetta-
-Maledetto demone...non farai del male a nessuno-
-No...aspettate!! Vi state sbagliando!!-
Rika guardò scioccate le figure dei due ragazzini, che di colpo vennero avvolti come da un’aura magica, mentre gli occhi splendevano solo del bianco della sclera, lasciando impietrita la ragazza.
Non riusciva a fuggire...aveva le gambe paralizzate!!
-Lo specchio non mente mai!-
-Lo specchio ha rivelato quello che tu sei veramente!!-
-Ovvero...UN MOSTRO!!-
-NON E’ VERO!!-
...SCAPPA!!
Rika cercò di allontanarsi da quel luogo, ma una barriera invisibile le bloccò la strada, ritrovandosi contro i due ragazzini sacri, che però sotto il suo sguardo stupito sorrisero, mentre lo specchio mandava come delle scintille di luce, che l’accecavano.
...cosa stava succedendo...
Quella luce...
...Goku...
...non era la sua luce...
E per questo...ne aveva paura...
Lentamente, il demone all’interno dello specchio iniziò a tirare fuori dalla superficie dell’oggetto il braccio, osservando come riusciva a liberarsi di quella prigione, il piano liscio dello specchio di colpo si era trasformato in uno specchio d’acqua, che s’increspava, mentre il demone fuoriusciva da quel mondo, sorridendo mentre il suo volto appariva nel mondo reale, con Rika che rimaneva senza parole di fronte a quello che stava accadendo.
La creatura afferrò per un braccio Rika, che cercò di scansarlo con calci e pugni, ma il demone parò i colpi o li subì senza soffrirne, e trascinò con se la ragazza, con un movimento del corpo e della mano le bloccò il braccio sulla schiena, mentre il bonzo e la miko ridacchiavano soddisfatti, mettendosi davanti alla ragazza, osservandola mentre gemeva per la forza del suo riflesso.
-Bene...e adesso rinchiudiamola nello specchio!-
obbedendo, il demone dalle sembianze di Rika cominciò a portare la ragazza verso lo specchio, questa però cercò di allontanarsi da quello specchio d’acqua, facendo resistenza.
La miko ridacchiò ancora a quella patetica scena.
-Sforzi inutili, lo specchio brama di te!-
la ragazza, appena il braccio venne preso dallo specchio d’acqua, si sentì risucchiata da una forza sovrumana, mentre cercava in tutti i modi sfuggire a quella presa.
NO!
NON VOGLIO, NON VOGLIO!!
-NO!!-
il demone con una spinta permise allo specchio di assorbire Rika, che avvertì nell’istante in cui il suo volto s’immerse nello specchio come se le mancasse per qualche secondo l’aria.
Cadde nello stesso pavimento...della stessa stanza...ma era praticamente imprigionata in quel riflesso!
La ragazza si voltò verso il demone, cercando di abbattere lo specchio con una spallata, ringhiando rabbiosa.
Il bonzo si avvicinò alla ragazza dall’altra parte dell’oggetto, guardandola altezzoso.
-Non ci provare, riflesso...-
-Se rompi lo specchio anche tu svanirai-
la ragazza cercò di dire, urlare qualcosa, ma si accorse che la sua voce era scomparsa.
Non...non usciva niente dalla sua gola...alcun suono...
Ci provò ancora, cercando di urlare con tutte le sue forze.
La miko rise, mentre dalla capigliatura nera uscivano due orecchie appuntite come quelle del fratello.
-Gli specchi non parlano...mia cara-
la ragazzina vestita da sacerdotessa sistemò un ciuffo di capelli, mentre Rika spalancava gli occhi.
Demoni...
Si era fatta abbindolare da quei due mocciosi!!
“Fatemi uscire!! Se esco di qua vi ammazzo, maledetti!
Voglio uscire, voglio uscire!!”
Rika batté ancora con rabbia i pugni sulla superficie dello specchio, mentre i due demoni la lasciavano, ormai era inutile tentare di urlare o di fermarli.
La tenda si chiuse davanti a lei, lasciandole solo un muro rosso che le impediva di vedere.
-Addio...perdente...-
NO!!
...
Era...intrappolata...
...no...
Non in questo...
...non...non poteva crederci...
Rinchiusa in uno specchio...
...
Rika scivolò in ginocchio, battendo ancora ma debolmente i pugni nello specchio, tenendo la testa bassa, lasciando scivolare via le lacrime, dalle labbra sembrò uscire un sussurro, ma c’era solo il pesante silenzio della stanza.
“...Goku...”
i due demoni intanto uscirono dal tempio, mentre il riflesso del demone li seguiva, sorridendo e mostrando così le zanne.
I due si voltarono verso quella creatura.
-Ora vai e distruggi il villaggio-
-Uccidi tutti-
-Ma lascia il Sanzo a noi-
la ragazza si limitò a saltare via, verso il ramo di un albero li vicino, raggiungendo così a grandi balzi il villaggio, ringhiando ferina.
 
-Ormai è da parecchio che Rika si è allontanata-
-Tornerà-
Meiko sorseggiò il suo tè, mentre Goku restava in silenzio, osservando il liquido riflettere la sua immagine in miniatura.
Rika...lo odiava...di sicuro...
Lui...l’aveva ferita...
Aveva detto delle che l'avevano fatta soffrire.
E dire che lui prima di tutti aveva desiderato solo che Rika fosse felice...
E la ragazza non lo era quando c’era Selene...
Eppure...Rika  non voleva che lui la uccidesse...
Anzi...
 
-Ti odio ……hai rovinato tutto TUTTO….-
 
Aveva rovinato tutto...la loro amicizia...il sorriso, l’allegria di Rika...
La sua felicità...
E tutto per causa sua...
...doveva andarla a cercare...doveva riparare al danno che aveva fatto!
Delle urla angoscianti lo riportarono alla realtà, facendo sobbalzare anche il resto del gruppo..
-Un demone!-
-AIUTO!!-
-SCAPPIAMO!!-
-Bene, finalmente qualcosa di divertente!-
Gojio sfoderò l’alabarda, uscendo con gli altri fuori dalla locanda, e subito ai loro piedi sembrò prostrarsi il cadavere di un uomo fatto a brandelli, il sangue era schizzato sul terreno  formando un quadro astratto, mentre il viso era ancora tinto di quell’espressione di angoscia, cosa che schifò i presenti, mentre il demone donna gli dava loro le spalle, sollevando un altro uomo, e trapassandone il corpo con un braccio, imbrattandosi di sangue, per poi scaraventarlo via con degl’altri, c’erano anche donne e bambini, alcune teste erano rotolate via dal mucchio di cadaveri, dove si formavano macchie di sangue larghe, dal colore scuro.
Gojio cominciò a muovere la sua alabarda.
-Ehi, bellezza, perché non te la prendi con noi?-
...questa mostrò solo un sorriso cattivo
-...con molto piacere-
quella voce...
Goku si riscosse di colpo, mentre la catena dell’arma del rosso venne afferrata dalla mano del demone ragazza, che si voltò verso i presenti.
....
Grandi occhi di cielo...quella maglietta...quel volto...
E quelle zanne mostrate da un sorrisino crudele...
-Salve gente...-
-Rika-
-Ma cosa...-
con un gesto della mano Rika strattonò via l’arma dalle mani di Gojio, scaraventandola lontano, mentre i due demoni vestiti con abiti da cerimonia si mostrarono ai presenti ai fianchi della ragazza, sorridendo divertiti.
-E voi chi siete?-
-Amici di Rika-
-Quella non è Rika-
-Ah no?-
Meiko sorrise furba, caricando un colpo, preparandosi a sparare, mentre Goku osservava scioccato la ragazza che aveva di fronte.
Rika...
Quella...era...Rika?...
I demoni le mostrarono Rika, immobile di fronte alla biondina.
-Avanti, provaci-
-Aspetta Meiko! Potrebbe essere veramente Rika!-
Hakkay afferrò la canna del fucile di Meiko cambiandone traiettoria, la ragazza storse il naso infastidita, osservando con rabbia il demone che aveva di fronte.
Questa si limitò a guardarsi intorno.
Lo aveva avvertito...il sottile odore della paura...
Sogghignò, sparendo con uno scatto dalla vista dei presenti, riapparendo subito dopo un urlo di una ragazza che si era rifugiata li vicino, il demone l’aveva afferrata per i capelli e trascinata sulla strada, iniziando poi un lavoro di chirurgia, mentre la vittima urlava dal terrore e dal dolore.
I ragazzi si trovarono impotenti e schifati verso quel lavoro, che sporcava di sangue il demone, sotto lo sguardo sconvolto di Goku, che stringeva febbrilmente il bastone tra le mani.
Rika...
Quella Rika...
Che stava ammazzando quell’innocente...
 
-Goku-
 
Rika...
Davvero sei quell’essere...?
No...non è possibile...
Sanzo decise di sparare un colpo contro la ragazza, che si fermò, osservandolo infastidita, mentre il cadavere lasciava andare un braccio, dagl’occhi usciva un misto di lacrime e sangue che deturpavano la bellezza un po’ acerba di quel corpo ormai rovinato.
-Cerca di calmarti, pazza esagitata-
-Giusto. Se non possiamo ucciderti, possiamo fermarti!-
Gojio ripartì all’attacco, lanciandosi contro la ragazza, che schivò il suo colpo, per poi dargli un sonoro calcio in pancia e scaraventarlo via con un altro calcio, sorridendo divertita.
-Adoro giocare con voi. Fatevi sotto!-
Meiko  e Kira partirono all’assalto con Hakkay, mentre Goku guardava ancora scioccato la figura del demone che si scatenava, ridendo sguaiatamente, mentre i due demoni ragazzini se la prendevano con il bonzo.
Rika...
-Dove vai, Sanzo?-
-Dacci il sutra-
-Crepate, rompiscatole!-
Il bonzo sparò qualche colpo, ma i due li evitarono, iniziando una lotta furibonda contro il bonzo, attirando l’attenzione di Meiko, che lanciò un’imprecazione, notando in quel momento la figura pietrificata di Goku.
“Merda!”
osservò di nuovo i demoni, notando in quel momento i loro abiti cerimoniali.
Abiti cerimoniali...
...vicino al villaggio...c’era...
UN TEMPIO!!
-GOKU! 
VAI AL TEMPIO!!-
il ragazzo fu riscosso dal suo nome, e avvertì anche se lontanissime le parole di Meiko.
Rika non è quella ragazza...
Rika...era...via da lui...
Era...
nel...tempio...
Il tempio!
Goku sembrò risvegliarsi dal suo coma, e partì di corsa, mentre i demoni si accorgevano dello spostamento dell’ultimo membro.
-Fermo!-
-Riflesso, fermalo!-
il demone ubbidì, allontanandosi dai suoi assalitori e sbarrando la strada a Goku.
-Dove pensi di andare?-
-A salvare Rika, impostore!-
il ragazzo si gettò contro la ragazza, e con un cazzotto l’allontanò da se, mentre Gojio e Kira raggiungevano il demone, Meiko e Hakkay davano man forte al bonzo.
La ragazza in quel momento scaraventò a terra il bonzo, proteggendogli i viso e parte del petto da un colpo del bonzo, guardandolo poi da quella posizione.
-Tutto ok, biondino?-
-Levati-
-Ogni tuo desiderio è un’ordine!-
la ragazza rotolò via, cercando di sparare da terra dei colpi alla miko, che si fece prendere di striscio dalla ragazza, che sorrise, prendendola in giro.
La sacerdotessa lanciò uno strillo.
-CREPA STRONZA!-
 
Era tutto silenzioso...e buio...
Un’altra torcia si andava a spegnere...
Presto sarebbe stata totalmente al buio...e da sola...
Nessuno sarebbe venuto a salvarla...e magari il demone...avrebbe ammazzato qualcuno...
O forse...stava già ammazzando qualcuno...
Gli...gli sembrava di sentire...le urla...di quelle vittime...
E forse...stava facendo del male agl’altri...
...
Rika si mise le mani tra i capelli, scuotendo la testa, con aria disperata.
Che stupida, che stupida che era stata!!
Farsi ingannare in quel modo, e dire che si capiva che c’era una trappola.
...si era fatta fregare...perché era ancora sconvolta dal litigio...
Aveva litigato con Goku...ancora non se lo perdonava...aveva voglia di chiedere scusa al ragazzo...aveva voglia di rivederlo...
Invece...era al buio...non riusciva neppure più a vedere il mondo al di fuori dello specchio...
Chissà com’era l’eternità...beh, probabilmente avrebbe provato il poco piacere di saperlo...
Non poteva restare li!! Doveva fare qualcosa!
Ma se rompeva lo specchio...sarebbe scomparsa lei stessa...
...Goku...
Aveva voglia di rivedere lui e gli altri...
Aveva voglia di viaggiare ancora...
...anche se questo l’avrebbe costretta a rivedere Selene.
Anche se questo l’avrebbe portata ancora ad incontrare il baratro...
Ci sarebbe stata la luce di Goku ad aiutarla...quella stessa luce che l’aveva sempre aiutata...
Si...c’era sempre stato Goku...
E...voleva che ci fosse ancora
Goku...
La ragazza alzò lo sguardo, si faceva sempre più buio...troppo buio...
...
“Goku”
Aveva bisogno ancora di quella luce...di quella sensazione che avvertiva ogni volta che restava al fianco di quel ragazzo.
Quella strana sensazione...che sembrava...pulirla, da tutti gl’incubi, i ricordi e il sangue che macchiavano la sua anima...
Si...voleva vedere Goku...
Voleva vederlo...
 
La neve cadeva pesante, soffocando il suo respiro, mentre la corsa lo portava verso il tempio.
Che cretino!
Era stata tutta colpa sua e del suo odio verso Selene!
Se non avesse detto quelle cose magari Rika a quest’ora era con loro a divertirsi.
Era con loro...
...
Invece...
-Rika!! RIKA DOVE SEI??-
Goku salì velocemente le scale, guardandosi intorno, lo spiazzo fuori dal tempio era deserto, la neve stava creando uno spessore nel terreno abbastanza alto, mentre Goku si precipitava verso le porte chiuse del tempio, aprendole.
In quello stesso istante Rika si voltò dall’altra parte, tanto non c’era nulla da vedere se non il buio, e quel muro rosso...
...aveva paura...
...voleva...
Goku voleva...
 
VOLEVA VEDERLO!
VOLEVA VEDERLA!
 
Il ragazzo spalancò la porta, e una forte luce investì la sala e lo specchio, inducendo Rika a voltarsi, avvertendo qualcuno entrare dall’altra parte del muro rosso.
Che fossero i due demoni?
...
Rika strinse i denti...
-RIKA!-
la ragazza sentì il suo cuore come riempirsi, mentre avvertiva quella voce chiamarla ancora.
-RIKA! RIKA!!-
“GOKU!!”
La ragazza si alzò di scatto ,appoggiando le mani alla superficie dello specchio, iniziando a batter ei pugni, cercando di urlare il suo nome, ma dalla sua gola non usciva alcun suono, mentre il ragazzo si guardava intorno, abbassando il tono di voce.
Sembrava non esser i nessuno...che Meiko si fosse sbagliata?
-Rika...dove sei?-
“SONO QUI GOKU!! SONO QUI!!!”
la ragazza cercò di urlare ancora, ma dalla sua gola non usciva alcun suono, e con la forza della disperazione continuava a battere sullo specchio, cercando di avere l’attenzione del ragazzo, che però...
...non la sentiva...
 
-Gli specchi non parlano..-
 
Rika spalancò gli occhi, le sue speranze sembravano crollare di fronte a quella realtà, mentre Goku s’accasciava a terra, guardandosi intorno triste, addolorato.
Rika no nera li...
Che dunque quel demone fosse davvero la sua amica?
...no, non poteva essere così...
Lui...conosceva Rika...sapeva com’era fatta...e non avrebbe mai ammazzato in quel modo così violento e con quella follia nel suo sguardo...
No...NON ERA RIKA QUELLA!!
...ma allora...dov’era?
-Rika...-
la ragazza osservò il muro, appoggiando la fronte allo specchio freddo e liscio, iniziando a sentire il corpo tremare, persino i suoi singhiozzi venivano soffocati da quel mondo dov’era imprigionata.
“Goku...ti prego Goku...
Io...sono qui...”
Il ragazzo si rialzò in piedi, guardandosi intorno...
-Non è qui...-
La ragazza spalancò ancora gli occhi.
No...se ne stava andando!! Goku se ne andava via!!
NO!!
“Goku, sono qua!!
Goku!!
GOKU!!”
 
When you walk away 
You don't hear me say please
Oh baby, don't go 
Simple and clean is the way that you're making me feel tonight
It's hard to let it go
 
Il ragazzo avvertì come un sibilo che gli raggiunse le orecchie, fermandolo dall’uscire da quel tempio, la porta era ancor aperta, e illuminava parte della stanza, mentre il resto era ancora al buio.
Il ragazzo si voltò verso la parte buia della stanza.
Qualcosa...lo aveva chiamato...
Che fosse...
-Rika?-
la ragazza sentì una sottile e flebile speranza soffiarle sul cuore, mentre si agitava di nuovo, urlando ancora con tutta la forza che aveva, anche se non emetteva alcun rumore.
“SONO QUI GOKU!!
SONO QUI!!”
Il ragazzo si avvicinò alla parte buia della stanza, mentre rika si accasciava a terra stanca.
In quel momento il ragazzo vide la grande tenda rossa che sembrava coprire qualcosa, e partì di corsa, mentre Rika ansimava.
 “Goku...ti prego...aiutami...
Mi...mi hai sempre aiutato...ed io...non lo avevo mai capito...che...
Che solo grazie a te riuscivo ad essere felice...
Sei...l’amico più prezioso che ho...e...non voglio perderti...
Ho bisogno del tuo aiuto...aiutami Goku”
 
You're giving me too many things
Lately you're all I need
You smiled at me and said,
 
In quell’istante la tenda si aprì, facendo alzare la testa di Rika verso la luce.
LA LUCE!!!
Goku la guardò stupito, respirando leggermente affaticato, tenendo saldamente con una mano la tenda.
-Rika...ti ho trovata...-
la ragazza annuì, con le lacrime agl’occhi, sorridendo felice e appoggiandosi alla superficie liscia dello specchio.
“Goku!!”
Il ragazzo guardò lo specchio e la cornice decorata, mentre la ragazza lo guardava speranzosa e intimidita, asciugandosi le lacrime che spuntavano dagl’occhi.
Lui tornò a fissarla, convinto.
-Rika...ti farò uscire da qui!-
lei lo guardò per qualche istante, convinta che lui c’è l’avrebbe fatta, per poi scuotere la testa, abbassandola mesta.
“Impossibile...”
lui la guardò stupito di fronte a quell’arresa silenziosa della ragazza, e scambiò il gesto per il fatto che fosse ancora arrabbiata con lui.
Oh no...Rika...
Goku appoggiò le mani allo specchio, mentre la tenda lo copriva, mentre lei alzava il capo stupita, osservando lo sguardo addolorato e spaventato di lui.
Cosa...
-...perdonami Rika, so che ti ho fatto soffrire...-
la ragazza lo fissava stupita, mentre lui abbassava malinconicamente il capo.
Forza...
Fatti forza...almeno chiedergli scusa...
Anche se forse...
Non lo avrebbe perdonato...
 
-Ti odio ……hai rovinato tutto TUTTO….-
 
-Ho detto delle cose terribili, e ti ho fatto soffrire, e so che per questo non mi perdonerai mai.
Però...io adesso voglio che tu torni con me dagl’altri!
Perché...perché voglio che tu resti con noi!-
...
La ragazza spalancò gli occhi, mentre la luce sembrava toccare l’anima, o forse l’aveva gia raggiunta.
La luce...la luce di Goku...la sentiva di nuovo...
Quella luce dorata...
Il calore di quella luce...spazzava via tutti i suoi incubi...Goku...Goku la stava salvando dal suo buio.
Il ragazzo osservò Rika, che gli sorrise, mettendo una mano sulla superficie dello specchio, scuotendo la testa.
“E’ anche colpa mia Goku...
So che tu dicevi quelle cose perché volevi vedermi felice...
Ma...cerca di capire...
Selene...è mia sorella...
È l’unica cosa che mi rimane...della mia vita...che mi è stata strappata via...
E...non posso permettere a nessuno di portarmela via...
...anche se io...la odierò...per sempre...
Perdonami Goku...”
...
Lui mise la mano su quella ragazza, ed ebbe l’impressione di sentire il palmo caldo di lei, riacquistando fiducia e sorridendo alla ragazza.
Rika...allora...volevi ancora bene a Goku?...
Il ragazzo sembrò riacquistare le energie
-Ti farò uscire da qui Rika-
lei annuì, mentre lui cercava un modo per liberarla dallo specchio, facendosi aiutare anche dalla castana.
Nello stesso istante gli altri stavano avendo la peggio sul demone, che si dimostrava davvero forte e feroce, mentre i gemelli sorridevano di fronte alla figura malconcia del bonzo, in quel momento la miko gli allungò una mano per prendergli il sutra, quando uno sparo le colpì la mano, facendola urlare dal dolore e ringhiare, Meiko teneva saldamente il fucile, coprendo in parte la figura del biondo.
-Non ci provare!
Accidenti bonzo, non ti si può lasciare solo!-
La ragazza sorrise divertita a Sanzo, che si limitò a non commentare.
In quello stesso tempo però il demone le diede un cazzotto, scaraventandola a terra, anche se l’attimo permise a Sanzo di rialzarsi.
La bionda avvertì la faccia farle male, mentre si rialzava di nuovo, stavolta faceva un buco in testa a quella piccola proietta!!
Goku intanto con Rika cercava un modo per liberarla, fallendo miseramente...
Il ragazzo cadde a terra stanco, sbuffando.
-Maledizione!-
Goku osservò Rika scivolare a terra con aria abbattuta, e subito si riscosse.
Doveva pensare in positivo, doveva farlo per Rika!
-Fora Rika, non farti abbattere dalla tristezza!-
lei lo guardò, mentre lui si avvicinava allo specchio, appoggiando la mano allo specchio, cosa che lei copiò, guardandolo speranzosa.
-Ti ho promesso di liberarti, e lo farò-
lei annuì, anche se con aria triste.
“E’ tutta colpa mia...se non mi fossi specchiata...
...la verità...è che...avevo paura di me stessa...ed ho ancora paura...
Io...sono un essere ignobile...
Una creatura sporca...
...mi sento così male...”
Goku la guardò attento, e sorrise.
-Sai Rika, penso che tu sia una ragazza fantastica!-
lei guardò stupita il ragazzo, che la fissava convinto, annuendo per dare ancora più conferma a quello che stava dicendo.
-Sei una grande combattente, cerchi sempre di difendere gli altri...e hai fiducia in te stessa e negl’altri...anche se Selene a volte ti rende triste...in qualche modo riesci sempre a rialzarti-
...
“Perché ci sei tu...
Senza di te...forse...non c’è la farei...
...grazie Goku...ancora una volta...mi dai fiducia...
...forse...hai ragione...
Forse...sono ancora umana...
Si...forse lo sono...”
La ragazza sorrise al ragazzo, avvicinandosi allo specchio.
“Goku...ti voglio bene amico mio...”
di colpo le ambre intorno alla cornice s’illuminarono, e la superficie dello specchio diventava acqua, tanto che la mano di Rika si ritrovò a toccare l’aria, facendo quasi cadere la ragazza, che si alzò subito seguita da Goku
“Ma cosa...”
-La magia!!-
-AAAAH!!!-
-NO SORELLA!!-
Meiko sorrise soddisfatta, mentre la miko si guardava il petto ,al centro un buco provocato da un proiettile iniziava a tingere la camicia bianca della sacerdotessa di rosso scuro, mentre il bonzo si voltò verso il riflesso di Rika demone, che stava diventando trasparente.
Meiko si accasciò a terra, stanchissima, accorgendosi all’ultimo secondo che il bonzo le stava andando addosso.
-MUORI!!-
la ragazza non ebbe il tempo di alzarsi, che un sonoro cazzotto del biondo bonzo scaraventò lontano il ragazzino.
Rika e Goku erano in piedi uno di fronte all’altro, e la ragazza allungò una mano verso la superficie, constatando che stava uscendo dallo specchio.
Libera...
...la magia si stava rompendo!!!
La mano attraversò lentamente la barriera d’acqua, come se la ragazza avesse paura che quello fosse solo un sogno...
La mano venne afferrata da quella di Goku, mentre la ragazza convinta immerse il viso nella superficie fredda, chiudendo gli occhi, ritrovandosi di colpo fra le braccia di Goku, che la strinse, sorridendo felice.
-RIKA!-
-GOKU!!-
la ragazza lo strinse, con le lacrime agl’occhi.
Goku...Goku...
La luce...che la scaldava...e l’avvolgeva...
La luce...la luce...
Era...così bello...
Stringerlo...
Goku...
Nel frattempo il riflesso scomparve nel nulla con un lamento, mentre il bonzo si trovò circondato dalle figura di Gojio, Sanzo e Meiko, il rosso e la biondina sorrideva cattivi.
-Adesso farai una brutta, bruttissima fine-
-Già-
i due ragazzi nel tempio si staccarono, arrossendo leggermente a quella dimostrazione di affetto, Rika si voltò a vedersi nello specchio, il suo riflesso la vedeva in vesti umane, con Goku accanto che sorrideva.
La ragazza...timidamente...allungò una mano verso il riflesso...
La superficie dello specchio si era indurita...
Niente più prigione...
Solo la libertà...e la luce...
Goku sorrise
-Hai visto? Quella sei tu-
lei annuì, convinta, per poi con il ragazzo iniziare ad abbandonare quel luogo, quando all’ultimo secondo afferrò il Sai che ancora teneva dietro la schiena, e lo lanciò contro lo specchio, che si frantumò in mille pezzi, la ragazza recuperò l’arma, e raggiunse Goku, i due corsero via dal tempio, raggiungendo gli altri che li aspettavano alle soglie del villaggio.
-Accidenti!-
-Cosa?-
-Ho rotto uno specchio. Mi aspettano sette anni di guai-
Goku sorrise divertito.
-Si, ma li passeremo insieme i guai!-
la ragazza lo fissò stupita, per poi annuire, sorridendo allegra.
...
Quanto tornò al villaggio...
La ragazza vide la strage di corpi, constatando i danni che...aveva causato...
E per qualche istante...si sentì svuotare di tutta quell’allegria...
...no...lei...
...
-Non sei stata tu cretina, ma una magia!-
la ragazza si voltò verso Meiko, che sorridendo tranquilla fece partire la moto, Kira si sedette comoda dietro di lei.
La magia...
Rika annuì, sorridendo, raggiungendo la jeep, e insieme agl’altri abbandonare quel luogo accanto, con Goku accanto che le sorrideva contento.
 
Hold me 
Whatever lies beyond this morning
Is a little later on
Regardless of warnings the future doesn't scare me at all
Nothing's like before
 
Fine Capitolo 12
 
 

(Marty: Hai capito Goku   Raffy: Amore, lui fa tutto questo per il bene di Rika sua ^_^   Marty: Che schifo -___-   Raffy: Sempre a criticare. OOOKKKK...nuovo capitolo gente, speriamo con tutto il cuore che sia stato di vostro gradimento. Alla prossima dalla M&RProduction ^^)

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Capitolo 13
*** Dolce illusione ***


E si, ci meritiamo tutti gli anatemi di questo mondo per essere scomparse ancora una volta.
Speriamo vivamente di farci perdonare con questo nuovo capitolo .
Baci dalla MeRProduction!
 
 

Capitolo 13 
Dolce illusione
 
Aveva la pelle morbida e liscia, gustarsela era un vero piacere.
Le sue parti sensibili erano soprattutto l’incavo tra il collo e la spalla e la zona interna delle cosce,  ogni volta che le sue labbra e la sia lingua passavano in quelle zone poteva sentirla ansimare con più forza, mentre quelle mani inesperte erano nervose a quei contatti, non sapendo dove mettersi.
Era giovane, e aveva dei lunghi capelli lisci di un colore biondo scuro, lisci al contatto, e teneva costantemente gli occhi chiusi, quasi volesse assaporarsi ogni istante di quella situazione.
Lui sorrideva tra i baffi, mentre le tracciava una scia di baci verso il seno, tastando con le dita e poi con la lingua il capezzolo piccolo e rosato, mentre il vestito scivolava come una carezza dalla spalla ancora coperta, adesso quelle mani avevano afferrato decise i suoi capelli, saggiandone la consistenza.
C’era in sottofondo un odore di alcol e nicotina, una sigaretta andava a spegnersi sul portacenere sul tavolino li vicino, mentre la luce di quella candela illuminava le ombre confuse di due corpi, quello di lei cercava contatti sempre più profondi, mentre ora le bocche si assaggiavano.
Lei era nervosa, mentre lui la stuzzicava con piacere, oggi era in forma.
Alla fine la mano di lei gli toccò il mento, portandoselo vicino, in modo che la lingua potesse accendere il contatto con quella di lui, mentre l’altra mano ancora era immersa in quel la cascata di capelli rossi che accarezzavano sensuali quella pelle bronzea.
La ragazza tentò di mettersi lei sopra tra le lenzuola sgualcite, ma lui gli bloccò i polsi, buttandola giù sul materasso morbido, allargando sensuale le cosce con una gamba, per poi sfregare il suo bacio in una carezza ardente quello di lei, che ansimò ancora.
Aveva la faccia arrossata, il trucco era scomparso da quel visino, sembrava davvero giovane.
Lei si permise di socchiudere gli occhi, erano due pozze castano dorate che lo fissavano con ardente passione.
Lui ricominciò l’esplorazione del corpo con una mano, l’altra teneva i due polsi, e le dita tastavano i seni con delicatezza, sfiorando anche le curve dei fianchi, raggiungendo quel paradiso nero, prima gustandosi con dei baci la pancia, l’ombelico era un’altra zona sensibile di lei.
-...ah...-
lui sorrise a quel gemito, mentre lei prendeva leggermente fiato, cercando di tirare fuori qualche parola.
-C-C’è l’hai?-
Gojio alzò lo sguardo verso di lei, sorridendogli in modo cattivo.
-Sta tranquilla...non ho nessuna intenzione di metterti incinta-
la ragazza annuì, sorridendo rilassata, mentre Gojio ricominciava ad esplorare, quando lei parlò di nuovo, stavolta sussurrando a fior di labbra.
-Proverei solo ribrezzo a far nascere una creatura come te dal mio grembo...-
il rosso si paralizzò di fronte a quella voce, mentre di sottofondo si cominciò a sentire uno strano rumore che lo disturbava.
Un rumore non forte, ma continuo, dal tono alto...fastidioso...
Come una specie di...cigolare...
La donna allungò una mano verso i capelli di Gojio, che in quel momento era distratto ad ascoltare quello che gli sembrava un’assordante e fastidioso cigolio.
Due dita lunghe e magra afferrarono delle ciocche di capelli, tastandole e lisciandole, mentre un sorriso tremolante nasceva da quelle labbra.
-Che belli questi capelli...-
Gojio irrigidì i muscoli, mentre avvertiva quella voce tremolante, come se la donna fosse sul punto di...
...mettersi a piangere...
Avvertiva chiaro il cuore, mentre gli occhi spalancati osservavano la spalla della donna, improvvisamente il vestito aveva assunto un colore diverso...
...anche i capelli...non avevano più quel caldo e piacevole biondo scuro...
...adesso erano mossi...sul nero...
...alcune ciocche coprivano gli occhi della donna...che continuava ad avere quel sorriso privo di vita...
Di colpo la mano con che teneva i capelli li strinse con forza, e strattonò verso il basso la testa di Gojio, un Gojio bambino, con una serie di lividi e graffi che gli rovinavano il viso.
-Hanno...il colore...DEL SANGUE!!-
la donna liberò schifata la mano dai capelli di Gojio, per poi dargli un forte ceffone sulla guancia, il ragazzino si ritrovò a rotolare per terra, alzando la testa sconvolto, mentre vedeva la donna alzarsi dal letto, osservandolo con sguardo furioso e al tempo stesso folle, i capelli sconvolti sulle spalle.
E quelle pesanti lacrime che scivolavano da quelle guance sbiancate...
Le mani erano magre, dalle unghie lunghe, e il corpo dalle forme un po’ acerbe ma rotonde e piene si era fatto da donna, ma sembrava un albero che stava andando a seccarsi.
Quella bellezza dolce e un po’ esotica...scomparsa...non era mai esistita nella sua mente...
...come il volto di colei che lo aveva fatto nascere...
Invece gli era chiara la follia di quella donna...
-Madre...-
il ragazzo mormorò con le labbra tremanti quell’appellativo, facendo rizzare la testa della donna, che socchiuse la bocca stupita, per poi ringhiare feroce, e precipitarsi contro quel ragazzino, che avvertì di nuovo.
...quel rumore...
...quell’assordante cigolio...sotto i colpi di quella donna...tra le urla che andavano ad assottigliarsi di quella che aveva sempre chiamato madre...
-BASTARDO! MALEDETTTO! SEI SOLO UNO SCHIFOSO FI GLIO DI PUTTANA!! FIGLIO DI QUELLA MALEDETTA PUTTANA!! SPORCO COME QUELLA TROIETTA CHE MI HA PORTATO VIA IL MIO AMORE!! E’ COLPA SUA!! SUA E TUA, TU CHE ESISTI, MALEDETTO!!
VOGLIO CHE TU MUOIA!!
TI ODIO, TI ODIO!!!-
Quel rumore...
...quel cigolio...
...è troppo forte...
...basta...basta...
...è troppo forte...troppo rumoroso...
...non riesce più a sentire nemmeno la voce di sua madre...
Sua madre che lo odia...
Sua madre ama solo Jien
“Jien!! La mamma ama solo te!”
...basta...
Quel rumore è decisamente troppo forte
Troppo forte
Troppo forte
Troppo forte
Basta
Basta
BASTA!!
VOGLIO CHE SMETTA!!
NON VOGLIO SENTIRE, NON VOGLIO SENTIRE!
 
...Non voglio sentire più nulla...
 
Gojio spalancò gli occhi, rendendosi conto che stava trattenendo il fiato.
Non riuscì a vedere niente, solo qualcosa di nero e di indefinito, mentre lentamente l’aria gli tornava nei polmoni, il sudore scivolò in una goccia via dalla fronte e dalla guancia, mentre i muscoli da prima rigidi si scioglievano.
...tsk...
Restò sdraiato e in silenzio, con le lenzuola che abbozzavano le linee principali del corpo sotto il tessuto leggermente stropicciato, mentre gli occhi si socchiudevano, adesso vedeva in un leggero spiraglio di luce notturna una delle travi del soffitto sopra di lui.
In quella locanda faceva caldo, nonostante fuori ci fosse la neve...
...vicino al suo letto c’era una finestra...
...
Gojio si mise seduto, constatando che non aveva sonno, passandosi una mano tra i capelli disordinati, e con gli occhi socchiusi si cercò il pacchetto delle sigaretta, tastando prima il letto, poi il pavimento sotto di lui, poi alzandosi dal letto borbottando e avvicinandosi al tavolo, mentre si chiedeva per quale mistero arcano i tavoli, anche quelli piccoli, nelle camere delle locande dovevano essere sempre troppo lontani.
Comunque individuò con il tatto il pacchetto stropicciato e l’accendino li accanto, le sigarette in quello che doveva essere un pacchetto erano tutte sorte, due o tre erano del tutto piegate, mentre l’accendino faceva i capricci ad accendere, come al solito.
Doveva cambiarlo...peccato che non se lo ricordava mai...
Forse sua magnificenza il bonzo gli avrebbe prestato il suo...
...si, come no...
La fiammella cada illuminò di colpo lo sguardo del rosso, che si accese velocemente la sigaretta, per poi voltarsi verso la sigaretta, avvertendo sul braccio uno spiraglio di aria fredda che entrava dal vetro.
Neve...nevicava...il mondo esterno si colorava di un bianco candido...
Gojio restò in piedi ad osservare quella scena, per poi prendere una boccata di fumo, assaporandone la consistenza impalpabile con la lingua, che veniva anestetizzata da quel sapore soffocante eppure sensuale.
Il rosso restò ancora in piedi vicino al tavolino, osservando la nevicata.
Ogni tanto aveva qualche incubo, ma di solito non sognava mai.
Il suo era un mondo nero e tranquillo.
Stavolta invece...
...aveva avvertito chiaro quel fastidioso rumore...
Che spesso riempiva le sue giornate...
Che era accompagnato dal dolore passeggero di qualche graffio o livido...
Che seguiva sempre una voce...una voce affannata...una voce familiare...
La sentiva riempire i muri di quella stanza, assordante, fastidiosa, che riecheggiava intorno a lui, che sembrava aumentare a dismisura di volume.
Chiude gli occhi, mentre un rumore violento sembrava azzittire quell’assordante baccano.
Il rumore della violenza...
...la violenza che lui subiva...perché era sporco del sangue...di una donna...il cui viso era coperto da una maschera...
Forse l’unica donna che lui amò veramente...era quella stessa donna che lo odiava con tutte le sue forze...perché quel maledetto essere...
Quel ragazzino...possedeva il viso dell’uomo che amava...
E il sangue di una donna che non conosceva...
Una donna...umana...
Gojio prese un’altra boccata di fumo, appoggiandosi alla parete, con affianco la finestra che gli raffreddava la spalla, mentre i suoi occhi andavano ad riabituarsi al buio.
Il silenzio...assordante...
Il rumore di quella nevicata era assordante, gli fischiavano le orecchie tanto era potente.
Così potente da riuscire a soffocare qualsiasi rumore...
Eppure quelle urla si avvertivano tra i fiocchi di neve...
 
“VORREI CHE TU MORISSI!! NON SARESTI MAI DOVUTO ESISTERE!! MI FAI SCHIFO!! TI ODIO!!”
 
Chiare...limpide...
...dolorose...
Gojio socchiuse gli occhi, alzando la testa verso l’alto, prendendosi l’ultima boccata di fumo, la sigaretta si era velocemente consumata, mentre il fumo scivolava delicato come una carezza da quelle labbra, mentre la testa, come se pesasse tutta da una parte, scivolò di lato, lo sguardo andò a perdersi nella neve che cadeva, mentre la nevicata fitta andava a smorzarsi...
 
Una palla di neve tagliò l’aria, andando a finire sulla testa di Goku, che rabbrividì mentre avvertiva le gocce gelate scivolare dal collo sulla schiena.
-AAHH!! GOJIO!!! TE LA FACCIO PAGARE!!-
-Che vuoi stupida scimmia?-
-QUESTO!!-
un’altra palla di neve volò nell’aria, stavolta mancando il bersaglio, mentre si udiva la voce del rosso che derideva il ragazzo dagl’occhi dorati.
-Ah, ma che mira che hai scimmia-
-Piantala di chiamarmi scimmia Kappa maniaco!!-
stavolta la palla di neve lo beccò in pieno volto, a Gojio e a Goku, mentre Rika ridacchiava e faceva un segno di vittoria a Meiko, che si limitò a non fiatare, mentre il rosso e la scimmia partivano all’attacco.
-Ti facciamo vedere noi adesso!-
-Vendetta!!-
-Aiuto!-
Sanzo sbuffò come al suo solito, fumandosi la sigaretta, mentre Kira guardava stupita come il mondo attorno a lei fosse divenuto improvvisamente...bianco...candido...
Hakkay si voltò verso la ragazza.
-E la prima volta che vedi la neve?-
lei si voltò, stupita.
Quella cosa fredda e bianca era neve?
Neve?
Lei annuì, mentre Rika stava fuggendo da un bombardamento di palle di neve, colpendo un’altra volta Goku, decisamente arrabbiato.
-Maledetta!!-
il ragazzo partì di corsa verso Rika, superandola, intenzionato a girarsi e a dargli una palla di neve in faccia, quando qualcosa lo investì in pieno, facendolo crollare a terra, mentre Gojio ridacchiava.
-Sei proprio scarsi scimmia!-
-Taci! E tu dovresti stare attenta a dove guardi!-
accanto al ragazzo semi-sdraiato sbucò la testa rossa di una bambina, il volto era sporco di polvere, mentre i capelli in parte erano spettinati, il resto invece era tenuto legato da un nastro in una codina che rendeva quella parte di viso molto infantile.
Rosso...come il sangue...
...una figlia proibita...
La piccola scattò in piedi, pulendosi il vestito che indossava, per poi voltarsi verso la strada da dove proveniva, avvertendo del chiasso avvicinarsi sempre di più.
-PICCOLA LADRA! ADESSO NON MI SCAPPI!!-
la bambina si nascose dietro la schiena di Rika, afferrando anche il lembo del mantello di Gojio, che osservò stupito i capelli scompigliati della piccina, che teneva con un braccio un sacchetto quasi più grosso di lei, mentre dal vicolo usciva un uomo, visibilmente affannato, che si guardò intorno, prima di avvicinarsi ai forestieri.
-Ehi voi! Avete per caso visto passare una mezzosangue?-
-Si, è andata da quella parte!-
Meiko indicò la strada opposta al gruppo, mentre l’uomo ringraziava a ripartiva a correre.
Rika la si avvicinò, guardandola molto male.
-Prima o poi qualcuno ti strapperà la lingua-
-Oh, e tu avrai questo grande onore?-
-Non ci tengo, grazie-
la bimba intanto si era messa dietro la schiena di Gojio, che si voltò verso di lei sorridendole tranquillo.
-Se n’è andato, puoi uscire di li-
la piccola si sporse da quella schiena, mostrando agl’occhi del ragazzo il nastro giallo che le teneva parte dei capelli.
Un nastro giallo...in un mare di...sangue...
Rosso...un rosso vivo e brillante in quel mare candido...
Che risaltava...come cosa viva...in quel candore che sapeva di freddo...
Meiko si voltò in quel momento verso Gojio e la bambina, mentre il vento passava in quell’istante...
...com’era chiaro e vivo in quel momento quel ricordo...
Guardarsi allo specchio...e osservare...
Quella parte di se...
...di cui ti vergogni...
...
Meiko si avvicinò alla bambina, che si spostò da quella posizione, controllando il vestitino e tastandosi i capelli, accorgendosi in quel momento di aver perso il nastro.
-Oh no!-
-Cos’hai?-
la bimba si voltò verso il ragazzo, guardandolo spaventata e triste.
-Il...mio nastro-
-Questo?-
Rika raccolse qualcosa dalla neve, mostrando un nastro giallo, mentre la bambina sorrideva entusiasta, saltellando allegra verso quella figura.
-SI!! Me lo rimetti per favore?-
-Vuoi che ti rifaccia la codina?-
la castana s’inginocchiò verso la bambina, iniziando ad armeggiare con i capelli rossi della piccola, sorridendole.
-Che bei capelli!-
...
 
“Ma che bei capelli che hai!
...sono davvero magnifici...hanno il colore delle rose!”
 
“...hanno il colore DEL SANGUE!!!
TI ODIO, MALEDETTO!!!”
 
La bambina ringraziò Rika, mentre reggeva quel grosso sacchetto, incuriosendo Goku.
-Cosa tieni li?-
la piccola si strinse il sacchetto a se, mentre guardava male il ragazzo.
-Cibo per mia sorella, ha bisogno di mangiare!-
-L’hai rubato?-
-Anche se avessi pagato non me lo avrebbe dato! Quell’uomo è cattivo con mia sorella, le fa sempre del male!-
la bambina adesso guardava con aria supplicante Hakkay e gli altri, mentre Gojio si avvicinava di qualche passo alla piccola, che sorrise allegra.
-Mia sorella ha bisogno di mangiare, lei è incinta!-
...
Gojio rimase di stucco di fronte a quell’affermazione, mentre Rika faceva le congratulazioni alla piccola, che sorrideva allegra, mostrando una finestrella dalla parte sinistra dei denti.
-Venite, ve la faccio conoscere!!-
incinta...
...la sorella incinta...
La piccola prese per mano Rika, avviandosi per la strada, voltandosi poi verso gli altri, sorridendo sempre con quell’aria allegra e felice.
-A proposito, io mi chiamo Chihiro-
 
Meiko rimase di sasso, di fronte a quello che vide.
Seduta su una sedia di legno, intenta a lavorare a maglia, c’era una ragazza di vent’anni, vestita di un abito largo che fasciava la pancia gonfia, segno che era incinta.
La ragazza aveva dei lunghi capelli raccolti in una treccia che scivolava su una spalla...
...di un forte colore rubino...così come gli occhi, che brillavano cortesi nel vedere degl’ospiti.
-Mayu! Questi sono degl’ospiti che volevano vedere il bambino!-
la ragazza fissò stupita il gruppo che la guardava.
-...scusatemi se mia sorella vi ha procurato questo fastidio-
la ragazza cominciò ad alzarsi dalla sedia, dimostrando fatica, mentre Hakkay con Rika si precipitava ad aiutarla.
-La prego, non si sforzi in questo modo!-
-Noi siamo felici di conoscerla!
Così ci siamo quasi e?-
-Gia, ancora faccio fatica a crederci-
la ragazza si rimise seduta, indicando poi delle panche li vicino, mentre Chihiro provvedeva a servire qualcosa da bere ai suoi ospiti.
Meiko fissò attentamente il viso disteso della donna, leggermente pallido e smunto, alcuni ciuffi rossi incorniciavano quel volto allegro, mentre chiacchierava con i suoi ospiti, con Chihiro che si metteva sotto di lei, seduta.
...
 
“E’ una cosa impossibile...ma io ti aiuterò a realizzarla...
Dovrai...fare solo...una cosa...per me...”
 
-E chi è il padre?-
Meiko si risvegliò alla voce di Hakkay, mentre Mayu sorrideva amara.
-A dire la verità non lo so...erano in tre...quella sera...-
calò un silenzio imbarazzato di fronte a quella risposta, mentre Gojio la osservava attento.
Quella donna...era un mezzo demone come lui...ed era incinta...
Presto...sarebbe nato qualcosa...da quel corpo...
...qualcosa...
Un demone? Un essere umano?
O magari un altro mezzo demone?
...
Cosa sarebbe uscita da quel corpo all’apparenza così magro e fragile?
...
Paura...
Lo stava attanagliando la paura
La paura di sapere cosa sarebbe nato da quella unione, da quella violenza.
La paura di sapere come sarebbe stato il viso del figlio che sarebbe nato...
La paura...di sapere...se quello che sarebbe nato...era...
 
“UN MOSTRO!! SEI UNO SCHIFOSO MOSTRO!!”
 
Gojio si riscosse, mentre Mayu sorrideva felice, accarezzandosi il pancione.
-Spero solo che quando nasca...io gli possa dare una vita serena...-
Meiko di fronte a quell’affermazione fece una smorfia strana, guardandola storta, mentre gli altri si alzavano per uscire da quella camera, da quella piccola casa, con Chihiro eccitata all’idea di avere una nipotina.
-Quando nascerà giocherò sempre con lei! Non la lascerò mai sola!-
-Se nascerà...-
la bambina si voltò verso la figura bionda di Meiko, che non si voltò a guardarla, mentre la piccola si fermava, strillandole contro.
-NASCERA!! NASCERA E SARA BELLISSIMA!! E ABBIAMO ANCHE GIA DECISO IL NOME ALLA BAMBINA!!
Si...si chiamerà AI!-
...
...
Meiko si bloccò, mentre sopra di lei, iniziava a scendere la neve, la bambina fissò quella schiena, mentre gli altri si erano fermati stupiti di fronte a quell'affermazione.
Gojio osservò la bambina.
Avrebbe giocato sempre con la sua nuova sorellina.
E l’avrebbero chiamata Ai...
E...non l’avrebbero...ma...lasciata...sola...
...
Gojio si accese una sigaretta, mentre Meiko si limitò a riprendere la camminata verso la locanda, mentre la bambina salutava gli altri, anche se un po’ abbattuta da quello che era successo.
Rika si avvicinò alla ragazza, guardandola male.
-Perché le hai fatto alzare la voce?-
-...-
-Ehi, mi rispondi?-
-...non nascerà nessun bambino...-
Rika si fermò di fronte al tono deciso di Meiko, che entrò nella locanda, senza guardare in faccia nessuno, mentre Gojio la guardava stupito.
Nessun bambino...
Non sarebbe nato nessun bambino?
...
In quel momento, il rosso ebbe la strana sensazione di liberarsi da un pesante peso che gli gravava...
 
“Arti umane e arti demoniache non si devono mai unire...mai!”
 
Meiko socchiuse gli occhi, guardando fuori dal vetro, mentre Rika la guardava male, entrando nella stanza.
-Cosa significa quello che hai detto prima?-
-...la verità...-
Gojio si fermò sull’uscio della stanza, Rika in quel momento si avvicinò nervosa alla compagna di stanza.
-Smettila di dire certe sciocchezze, hai visto anche tu quella pancia no?
Era incinta, e manca poco alla nascita del bambino-
-E io ti dico che non ci sarà nessun bambino-
...ancora...
Ancora quella sensazione di leggerezza.
Non voleva che quel bimbo nascesse...
Aveva come l’impressione che in quel modo si andasse a rimarcare la verità di quello che erano.
Delle creature sporche, impure.
Nate dalla follia dei demoni e la debolezza della carne degli umani.
Esseri infimi, esseri a metà, che non dovevano essere trattati come umani, ma come bestie, come creature da cacciare e uccidere.
Perché avevano il colore del sangue...il sangue che cola dalle mani degl’assassini...
-E sentiamo, perché non dovrebbe nascere questo bambino?-
-Perché quella donna non è incinta-
-Ma andiamo Meiko! Stai dicendo un sacco di cazzate!-
-Io dico la verità. Mayu non è incinta, non avrà nessun bambino-
-SMETTILA DI DIRE CERTE STRONZATE!! IL BAMBINO NASCERA!!-
Rika alzò la voce, guardando con rabbia e violenza Meiko, che si voltò calma a fissare quelle grandi iridi azzurre.
...il mondo era pieno di stupidi...
La bionda si avvicinò al suo letto, tirando fuori canotta e pantaloncini per la notte.
-Se vuoi aggrapparti alle tue speranza fa pure...
Ma se poi piangerai, io ti picchierò con violenza-
Vuota, opaca, dura.
Come una scheggia di pietra, Meiko tenne le spalle rivolte al viso di Rika, che digrignò i denti, voltandosi e iniziando a cambiarsi anche lei, mentre Gojio restava appoggiato al muro, fumandosi la sua sigaretta, e sorridendo divertito.
Che caratterino quelle due!
Il rosso s’infilò nella sua stanza, deciso a darsi una rinfrescata, quando il suo sguardo nel bagno fu bloccato dallo specchio che aveva di fronte a se.
Lo fissò attento...
 
Every time I look in the mirror 
All these lines on my face getting clearer 
The past is gone
 
La carnagione scura, incorniciata da quella cascata di capelli.
Se li tastò, ricordandosi come le mani di quell’essere infernale di demone si erano immerse in quella consistenza, per poi ritirarsi schifata.
Sorrise divertito, nemmeno a quella pazzoide gli piacevano quei capelli.
Quegl’orrendi capelli.
L’ultima volta se li era tagliati.
...forse accorciandoli un po’...
In fondo gli davano un po’ fastidio quando combattevano...
...
“Idiota, a questo punto rasati a zero come quei bonzi, tanto ricresceranno.
Ai pervertiti le cose crescono più velocemente...”
Sorrise divertito, quella era una battuta che aveva detto tanto tempo fa...
...troppo tempo fa per aver lo stesso effetto...
Troppo tempo...
 
It goes by, like dusk to dawn 
Isn't that the way 
Everybody's got their dues in life to pay
 
Finora non si era mai accorto come in certi punti fossero rimaste delle piccolo ferrite, come una diagonale sulla guancia, e una sul collo, appena sotto il mento.
Sopravvivenza.
Fino a quel momento era sopravvissuto a tutto quello che aveva incontrato.
Sopravvivenza...
Una parola molto familiare a lui...
 
Yeah, I know nobody knows 
where it comes and where it goes 
I know it's everybody's sin 
You got to lose to know how to win
 
Gojio diede le spalle allo specchio, iniziando a rinfrescarsi le idee sotto il getto della doccia, i capelli in pochi secondi cominciarono ad attaccarsi alle sua schiena, scivolando sotto le sue dita...
 
Half my life 
is in books' written pages 
Lived and learned from fools and 
from sages 
You know it's true 
All the things come back to you
 
La mattina dopo gli aspettava una bella nevicata ad incorniciare la giornata grigia.
-Oh merda!!-
-Dovremmo aspettare la nevicata?-
Rika e Meiko restarono affacciate alla finestra, per poi raggiungere gli altri, Kira le precedeva in silenzio, anche se si fermò volentieri a guardare la neve, quella cosa bianca e fredda che scendeva dal cielo.
Meiko si voltò a guardarla, mentre le parole di Chihiro ritornarono all’improvviso nella sua testa.
 
“Si...si chiamerà AI!”
 
Ai...una bambina di nome Ai...
Una mezzosangue di nome Ai...
Meiko sorrise divertita nel ricordare quella bimbetta che stringeva i pugni e la guardava con aria arrabbiata e disperata.
Anche quella mocciosa si stava aggrappando a delle false certezze.
False certezze...
 
“Demoni e umani non si devono mai unire...mai!”
 
Si, lo sapeva.
Lo sapeva bene...
Kira raggiunse la biondina, che ricominciò a scendere le scale, raggiunta poi anche da Gojio, che fece appena in tempo a sentire delle stoviglie che andavano a rompersi e delle urla venire dalla cucina.
-MALDETTA LADRA! ANCORA TU SEI?!-
-LASCIAMI!-
la biondina con il mezzo demone si sporsero dalla cucina, giusto per vedere la piccola figura di Chihiro scalciare come una matta contro il proprietario che la teneva saldamente ferma con le mani sulle spalle.
-Tu e quella proietta di tua sorella siete proprio delle ladre!
Spero che il bambino che nascerà crepi subito! Avremo una bocca e un problema in meno-
-SEI UN VECCHIO STRONZO CON IL CAZZO PICCOLO!!-
Meiko si trattenne dal ridere, la bambina quando voleva aveva proprio una lingua raffinata...
L’uomo stava per alzare le mani visibilmente furioso, quando la porta si spalancò di nuovo, facendo entrare una gelida ventata nella cucina.
-E ADESSO CHI CAZZO E’ CHE....AAAAARGH!!-
il proprietario del locale lanciò un feroce strillo, mentre la bimba urlava, attirando l’attenzione di Meiko e Gojio che si precipitarono ad assistere ad uno spettacolo macabro.
Un demone si stava leccando soddisfatto il braccio coperto di sangue dell’uomo, per poi iniziare un’operazione di scavo tra le viscere dell’uomo che ancora gemeva di dolore, andando lentamente a morire, mentre il demone iniziava a tirare fuori le viscere dal corpo dell’uomo e a divorarle, sotto lo sguardi di Meiko che imbracciò il fucile, sparando un colpo secco al demone, che fece in tempo solo a guardare la causa di quello sparo, prima di accasciarsi a terra.
-Schifoso...-
altre strilla indussero i due ad uscire da quella parte del locale, in quel momento altri demoni si stavano dando alla pazza gioia divorando i vari cadaveri che avevano ucciso in quel momento.
I due iniziarono una lotta contro gli aggressori, mentre Gojio controllava che Chihiro fosse nei dintorno, la piccola era immobile dalla paura di fronte a quella scena.
-SCAPPA CHIHIRO!-
la piccola osservò il mezzo demone, e qualche secondo dopo era già in fuga, andando a perdersi verso le vie della città, inseguita però da alcuni demoni, mentre Meiko sparava all’ultimo rompiscatole, inseguendo con il rosso la piccola e i demoni.
In quel momento Mayu restò nascosta nell’armadio, attendendo con il cuore che batteva a mille, che i demoni lasciassero quella casa, si era armata di coltello in caso di emergenza...
Avvertì i demoni fare caos nella sua casa...e la sua mente si ricollegò a Chihiro.
OH NO!
Le avrebbero fatto del male!!
In quel momento i demoni uscirono dalla casa lanciando dei latrati rabbiosi, e Mayu a fatica uscì dall’armadio, tastandosi il pancione, constatando che il piccolo sembrava stare bene, per poi uscire velocemente di casa.
-CHIHIRO!! CHIHIRO!!-
-AAAH!!- 
Chihiro, intanto, era intenta a scappare e a sferrare un calcio sulla faccia del suo aggressore, annaspando nella neve.
Il demone però alzò un bastone pesante che aveva portato con se, picchiando selvaggiamente le gambe della ragazzina, paralizzandola a terra tra le urla e le lacrime di questa, mentre Gojio afferrava la sua alabarda, lanciando la lama selvaggiamente contro il demone, facendolo a pezzi, mentre Meiko faceva piazza pulita degl’altri intrusi.
La bambina in quel momento era all’angolo di due strade, bloccata in quella posizione supina, vedendosi arrivare in quel momento un altro demone.
...oh no...
Le gambe le faceva un male cane...
...non aveva la forza di sollevarle...
E...e quell’essere...si stava avvicinando...
...Mayu...
MAYU! LA BAMBINA!!
Se...se i demoni raggiungevano casa sua...!!
Doveva proteggerle!!
In un gesto folle, Chihiro cercò di alzarsi in piedi, ma riuscì a trattenere a stento un urlo di dolore, mentre il demone si faceva sempre più vicino, e lei tentava la fuga spingendosi con le braccia.
Gojio in quel momento si ritrovò a fronteggiare un osso duro, e poté solo vedere di sfuggita la bambina in serio pericolo.
-MEIKO!-
la ragazza sparò un colpo, voltandosi poi verso la scena con un proiettile in bocca, cercando di ricaricare velocemente il fucile, mentre il demone si preparava a fare un magro pasto, con un coltello in mano pronto ad infilzare la piccola, che appoggiò le spalle al muro, chiudendo e stringendo con forza gli occhi.
...no...
...sorella...sorella...
Mayu...io voglio vedere la bambina...voglio vedere la tua bambina...
...MAYU!!!
...
Meiko si bloccò di fronte alla scena, mentre Gojio eliminava il suo avversario voltandosi verso la piccola...e spalancando gli occhi.
Chihiro aspettò qualche secondo, prima di aprire gli occhi, e tingere il suo viso di puro terrore e dolore, senza riuscire a dire altro che un lamento soffocato.
-...Ma...Mayu...-
la donna in quel momento non riusciva a respirare, il braccio del demone aveva trapassato la sua pancia, e il sangue sgorgava come una cascata, un fiume rosso in piena che investiva il demone, il quale sorrise beffardo, prima di beccarsi un proiettile in testa, riuscendo solo a togliere il braccio da quel corpo, crollando a terra.
Mayu prima cadde in ginocchio...osservandosi sconvolta la pancia...il sangue usciva violento...offuscandogli in parte la vista, mentre le lacrime iniziavano a scendere dalle guance.
-...il...mio...bambino...-
la donna si guardò le mani con uno sguardo di puro terrore, per poi crollare a terra nella neve, sotto quella nevicata, mentre Chihiro spaventata a morte iniziava ad annaspare di nuovo verso la sorella, ormai le gambe non le sentiva più, erano letteralmente staccate dal corpo, e riportava molto graffi.
Ansimando e continuando quella specie di corsa, la piccola si ritrovò vicina alla sorella, che teneva gli occhi rossi spalancati verso il cielo, le lacrime che sgorgavano e scivolavano sulle guance pallide e magre, mentre il sangue faceva da sfondo sul bianco della neve.
-...Mayu...-
Chihiro teneva gli occhi spalancati, osservando il corpo della sorella, il buco del demone deturpava l’abito che si era messa di un bel celeste chiaro...i capelli rossi spettinati incorniciavano in parte la figura...
La bambina accarezzò il viso della sorella, prendendole la mano.
-...Mayu...Mayu...sorellina, sono qui...sorellina...
...so...sorellina...-
la piccola allungò una mano verso il volto, muovendo la mano sugl’occhi spalancati, stringendo con più forza, per poi toccare quel volto, e spalancare gli occhi sconvolta.
...no...non questo...
Pian piano...i singhiozzi iniziarono a soffocare la bambina, che lanciò dei lamenti verso la neve che cadeva silenziosa, sotto lo sguardo di Gojio e Meiko, che si avvicinò alla bambina.
Questa continuò a piangere, stringendosi a se il corpo della sorella, sporcandosi di sangue, mentre il corpo era smosso dai singhiozzi.
-No...sorellina...non questo...anche...la...la bambina...-
-La bambina non è mai esistita...-
Chihiro spalancò gli occhi, mentre Meiko si avvicinava al cadavere, aprendo leggermente la ferita ancora sanguinante e osservando il cadavere della donna, sotto lo sguardo impietrito di Chihiro, che era sconvolta.
La biondina osservò attentamente l’interno di quella ferita, prima di rialzarsi in piedi, usando la neve per togliersi il sangue dalle mani.
-...tua sorella era malata...questa malattia le provocava un gonfiore alla pancia che poteva sembrare una gravidanza-
-Ma...mia sorella...era incinta-
-No...non lo è mai stata-
-SI CHE LO ERA...SI CHE LO ERA!! MIA SORELLA ERA INCINTA!! ASPETTAVA UN BAMBINO!!-
-No...non lo aspettava-
-PERCHE DICI QUESTO? PERCHE RACCONTI LE BUGIE??-
-Non ti racconto bugie, è la verità-
-SEI UNA BUGIARDA, UNA BUGIARDA-
-Smettila Chihiro-
-NO, TU RACCONTI SOLO BUGIE, MIA SORELLA ERA INCINTA, ASPETTAVA UNA BAMBINA CHE AVREMMO CHIAMATO AI!!!-
-TUA SORELLA NON POTEVA AVERE PERCHE ERA UN MEZZO DEMONE, E I MEZZO DEMONI SONO STERILI, NON POSSONO AVERE FIGLI, NON POSSONO!!!-
Chihiro si bloccò di fronte a quello strillo, mentre Gojio sussultava, Meiko lentamente cercava di prendere fiato dopo quello sbotto d’ira che veniva soffocato dalla neve.
-Sono sterili...non possono avere figli...
Tua...tua sorella stava morendo...per malattia...
...-
 
Sing with me, sing for the year 
Sing for the laughter, sing for the tears 
Sing with me, if it's just for today 
Maybe tomorrow, the good lord will take you away
 
la bimba guardò sconvolta Meiko, per poi scuotere la testa, lanciando dei lamenti di sofferenza e di dolore di fronte alla cruda verità, Meiko socchiuse gli occhi, caricando poi il fucile, e puntandolo contro la testa di Chihiro, che spalancò gli occhi confusa, guardando la figura della ragazza davanti a lei, che era impassibile.
Gojio restò sconvolto di fronte a quello che la biondina stava per fare, mentre la bambina dai capelli rossi teneva ancora stretta la mano della sorella morta.
Meiko tenne il fucile puntato sulla fronte della piccola, come a voler aspettar qualcosa, mentre questa osservava con aria sconvolta gli occhi freddi e duri della ragazza, per poi voltarsi verso la neve che scendeva silenziosa, soffocando persino il suo ansimare per il freddo e il dolore.
Gli occhi rossi di Chihiro poi si spostarono verso la sorella.
Mayu...non era incinta...non aspettava nessun bambino...
...no...
Non posso crederci...
Non voglio crederci...
-...sei una bugiarda...-
Meiko vide la piccola voltarsi verso di lei con aria rabbiosa e disperata.
Uno specchio...
 
Yeah, sing with me, sing for the year 
sing for the laughter, sing for the tear 
sing with me, if it's just for today 
Maybe tomorrow, the good Lord will take you away
 
“Guardava con aria rabbiosa e disperata quella figura, che invece sorrideva divertita, rimarcando ancora quello che aveva detto
-Sono sterili...Demoni e umani non devono mai unirsi...mai!-”
 
-Uccidimi...voglio andare da mia sorella e Ai-
Meiko osservò la piccola Chihiro afferrare saldamente il fucile e appoggiare la canna ancora calda sulla sua fronte, tenendo con l’altra mano in modo saldo la mano della sorella, ormai morta, che cominciava a venir coperta dalla neve.
E sotto lo sguardo di Gojio, e degl’altri che li stavano raggiungendo, Meiko premette il grilletto, sparando un colpo contro Chihiro.
Gojio avvertì dell’aria entrargli nei polmoni con violenza.
Era...sollevato...
Mayu non era incinta...e Chihiro era morta...
...raccapricciante...era sollevato per il dolore degl’altri...
...se questo però gli permetteva di assorbire di nuovo le sue paure, e in parte di sfuggirne...
...allora...
...quella veniva chiamata sopravvivenza...
 
“TI ODIO! TI ODIO! VORREI CHETU NON FOSSI MAI NATO!! VORREI CHE TU MORISSI!!!”
 
Odiava vedere piangere le donne...
Come aveva sempre odiato vedere piangere sua madre...
Quella madre che...aveva cercato di amare...
Amare...
Da cui però era stato rifiutato...
In quanto figlio...di una donna sconosciuta...
Dai capelli e gli occhi colore del sangue...del dolore...della colpa...
Della proibizione...
Come quelle due sorelle...morte così...per un sogno impossibile...
Non c’è giustizia per quelli come lui...
Non c’era giustizia per quelle come loro...
...però...
Gojio avvertì chiara dentro di lui una scossa, qualcosa che lo scosse profondamente, mentre lo sguardo era fisso su quell’assassina, che fissava impassibile il cadavere della bambina, appoggiato a quello della donna.
Due cadaveri...
Erano morte due persone innocenti.
E una forse era possibile salvare..
Perché era successo?
Perché non avevano avuto il diritto di realizzare quel sogno?
 
“I MEZZO DEMONI SONO STERILI!”
 
Sterili...
...non possono aver figli...perché sono degl’errori.
Sono nati da un’errore, per questo non si dovrebbero meritare neanche la vita che hanno avuto.
Una vota preziosa che però viene distrutta.
Perché...loro...non erano normali...
Eppure...
...quelle due sorelle...
 
“-Spero solo che quando nasca...io gli possa dare una vita serena...-”
 
“-Quando nascerà giocherò sempre con lei! Non la lascerò mai sola!-”
 
...il desiderio...era solo quello di essere felici...
Perché...allora...non hanno potuto realizzarlo?
-Perché l’hai uccisa? Aveva speranze di vivere! Poteva ancora vivere!-
Meiko alzò lo sguardo dal cadavere, posandolo su quello di Gojio.
...non sopportava certe cose...
-Aveva qualche speranza di esistere?-
Gojio spalancò gli occhi, per poi fissare la ragazza rabbioso.
-Tu non hai il diritto di togliere la vita a nessuno-
-...si, hai ragione...ma ora...-
 
Dream On Dream On Dream On 
Dream until your dreams come true 
Dream On Dream On Dream On 
Dream until your dream comes through 
Dream On Dream On Dream On 
Dream On Dream On 
Dream On Dream On
 
-Ora potranno realizzare quel loro assurdo desiderio-
-Non c’era però bisogno di ucciderle!-
Gojio era visibilmente alterato, possibile che quella ragazza potesse essere così fredda di fronte a quei cadaveri, di fronte al gesto che aveva compiuto.
Meiko lo guardò ancora, prima di sospirare, la nuvola di condensa fuori uscì dalle labbra secche.
-E comunque...me lo aveva chiesto lei...cos’altro potevo fare?-
-Impedirglielo...-
...gli aveva ricordato una situazione simile...
...e quella volta aveva deciso di non seguire la volontà di uno sconosciuto...
...ma la sua volontà...
La biondina osservò con la coda dell’occhio i cadaveri.
-Lei, comunque, si sarebbe tolta la vita.
Almeno con il mio gesto...non andrà all’inferno...
...ma ci andrò io...-
-Che cosa vorresti dire, che la tua è generosità?-
-No...ho fatto solo quello che credevo più giusto...
...tutto il resto...non mi tocca minimamente...-
Gojio restò in silenzio di fronte a quell’affermazione.
Non avevano altro da dirsi...
Rika nel sentire la storia raccontata dalla biondina, quando il resto del gruppo li raggiunse, sferrò un sonoro ceffone a Meiko, che si limitò a riceverlo, mentre l’altra ragazza le urlava contro, con le lacrime agl’occhi.
-ASSASINA! MI FAI SCHIFO! PERCHE L’HAI FATTO?-
-Perché me l’aveva chiesto lei-
-Non ti credo minimamente.
Sei solo una pazza assassina-
Meiko fissò attenta le iridi azzurre di Rika, che si ritrovò pietrificata di fronte a quello sguardo impenetrabile eppure tranquillo.
La biondina non disse nulla, limitandosi a raggiungere la locanda e la sua moto, mentre Gojio si avvicinava agl’altri, accendendosi una sigaretta.
 
Sing with me, sing for the year 
sing for the laughter, sing for the tear 
sing with me, if it's just for today 
Maybe tomorrow, the good Lord will take you away 
Sing with me, sing for the year 
sing for the laughter, sing for the tear 
Sing with me, if it's just for today 
Maybe tomorrow, the good Lord will take you away......
 
“Me stesso…
Devo pensare solo a me stesso…
Eppure...
Non posso fare a meno di pensare...che di sicuro...
...avrei chiesto la stessa cosa...
...sono ancora troppo debole...
...”
 
FINE CAPITOLO 13

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Capitolo 14
*** Per diventare forti ***


Visto che siamo buone (e anche perchè vogliamo farci perdonare per la lunga attesa) stasera pubblicheremo ben 2 capitoli ^^
Godetevi quindi anche questo.
Un bacio dalla M&RProduction!
 


Capitolo 14
Per diventare forti
 

“Missione? Destino? Trasmigrazione?…Concetti che non hanno a che vedere con la vita”
 
“Non abbiamo bisogno di eroi per sopravvivere...e non aspetteremo l’arrivo di qualcuno che ci regalerà un amore fasullo! L’importante è solo SOPRAVVIVERE senza guardarsi indietro!!”
 
“...Perché vuoi diventare forte?...”
 
Spalancò gli occhi di colpo, immerso totalmente nel buio, si era svegliato senza ragione, senza fare alcun rumore, constatando solo pochi secondi dopo la necessità di prendere fiato, dato che stava trattenendo il fiato.
Avvertì chiaro il sudore freddo sulle braccia e sul collo, ma di quello che stava sognando che gli stava causando quell’ansia no ricordava assolutamente nulla.
Forse anche per questo era nervoso, spaventato.
Perché non ricordava assolutamente nulla, e quindi non poteva dare spiegazioni a se stesso di quello che gli era successo, del perché adesso aveva il cuore che stava lentamente rallentando il suo battito.
Non ricordare...dimenticare...perdere ricordi...
Perdere...
...detestava perdere, in tutto, in qualsiasi cosa, anche a giocare a Mahjong, ma quello era normale dato che Sanzo e Gojio baravano.
Però detestava comunque perdere.
Ogni volta che perdeva aveva l’impressione di essere incapace di combattere, una sensazione fredda e tagliente che lo feriva nel suo orgoglio.
Non voleva essere un’incapace.
Essere un’incapace voleva dire essere un peso.
Ed essere un peso in quella situazione non era accettato.
Accettato...accettare...
...doveva diventare sempre più forte...
Per continuare quel viaggio...per continuare a stare insieme agl’altri...
Per non essere più solo...
Solo...
Solitudine...
Essere da solo...
Vivere da solo...
Solo...
Solo...
Nessuno che ti sta accanto, nessuno che ti sta vicino...
Niente...solo il silenzio...
Il silenzio che ti avvolge, che t’invita a stare zitto, ad avvertire il freddo.
Freddo...
Faceva freddo, anche se ormai la neve stava lentamente andando a sciogliere.
Presto ci sarebbe stata la pioggia, e lui sarebbe stato ancora solo.
Ma, essendo forte, poi avrebbe avuto qualcuno.
Perché...lui...
Strinse in un pugno la coperta, avvertendo all’improvviso il freddo afferrargli le spalle e le braccia, mentre si guardava intorno, spaziando con il suo sguardo.
C’era ancora neve...la finestra si ricopriva di vapore per il caldo della stanza, eppure lui avvertiva un freddo che gli faceva tremare il corpo, i brividi, mentre osservava il buio della stanza, avvertendo in un sottofondo impercettibile il respiro dei suoi compagni di stanza.
Restò in silenzio, ascoltando quel rumore, soffocato in qualche modo dal freddo che penetrava dalla finestra chiusa, non troppo distante dal suo letto.
La candela sul tavolo si era spenta, la cera si era del tutto sciolta, molta era colata giù dal candelabro a formare un disegno elegante che sottolineava l’altezza e la semplicità del candelabro in bronzo.
Goku si soffermò su quella candela, per poi avvertire di nuovo i brividi che scendevano dalle braccia fino alle mani, mentre avvertiva quel rumore di respiri.
Buio...
Freddo...
...silenzio...
...troppo silenzio...troppo freddo...ed il buio...
 
“Se questo posto si fosse trovato nel più profondo della terra, non avrei mai desiderato il sole”
 
Il sole...che lo aveva liberato...
Ma ora...
Il sole era lontano da lui, e per raggiungerlo doveva diventare forte...altrimenti...sarebbe perito lungo la strada, perdendo tutto quello che aveva avuto.
...Goku sentì il suo corpo tremare una terza volta, ma questa volta a seguire il sudore freddo scese sul collo, come un segno di minaccia, a cui il ragazzo rispose nascondendosi sotto le coperte, come a voler sfuggire da qualcosa.
...il freddo lo raggiungeva perfino sotto le coperte...
...odiava la neve...anche se ormai non ne aveva più paura...non l’aveva mai amata veramente...
La neve gli aveva portato la solitudine...il freddo gli portava solitudine...non c’era nemmeno il sole che lo scaldava e che lui desiderava, quando c’era il freddo...o la neve.
C’era solo il silenzio...
Odiava il silenzio.
C’era solo la solitudine.
Odiava la solitudine.
Prese un profondo respiro, cercando di riprendere sonno, anche se continuò a tremare, anche sotto le coperte.
Freddo...
 
-Brrr, ma che freddo!!-
Rika si sfregò con forza le braccia cercando di farsi un po’ di calore, quel mantello non teneva caldo per niente, e il suo sguardo cadde sulla moto che correva li vicino.
Beh...di sicuro Meiko aveva più freddo di lei!
Per fortuna ormai stavano superando la zona delle nevicate, scendendo da quegl’altopiani, dirigendosi verso quelle zone rocciose dove la neve si era sciolta creando una fanghiglia di colore scuro che rendeva più difficile la corsa della jeep e della moto.
Eppure faceva ancora freddo, parecchio freddo, lo avvertiva penetrare fin nelle ossa, lo ghiacciava.
-Goku, ti senti bene?-
-Infatti scimmia, cos’hai? Sembri piuttosto pallido-
Goku non replicò allo “scarafaggio rosso”, in quanto di colpo la jeep sbandò violentemente rischiando di capovolgersi, da questa però ne uscirono Goku e Rika, la ragazza si trovò quasi sopra il ragazzo, avvertendo con una mano il viso che emanava un forte calore.
-Goku...ma tu...-
-ATTENTA!-
il ragazzo ebbe il tempo di spingerla con violenza lontano da lui, evitando così una freccia che per pochi centimetri non colpì la gamba del ragazzo, che si alzò in piedi, armandosi di bastone, mentre Rika dopo un attimo di confusione prese i Sai, guardandosi intorno, gli altri da dietro la jeep e la moto erano stati aggrediti alla stessa maniera, e si stavano guardando intorno alla ricerca dei diretti responsabili, ma alcune sporgenze rocciose con vecchi tronchi d’albero qua e la erano nascondigli perfetti per i loro aggressori.
Sanzo sparò ad un albero, in silenzio, il legno secco venne spezzato dal proiettile, che colpì la testa di un demone che crollò a terra, Kira velocemente raggiunse il cadavere, per poi mostrare agl’altri arco e frecce.
Meiko sbuffò, mettendosi il fucile sulle spalle.
-Ecco fatto, il divertimento è già finito-
ebbe il tempo di finire l’ultima frase che una nuvola scura sembrò dirigersi verso di lei, intenzionata ad investirla.
-MERDA!-
la ragazza si nascose dietro un tronco li vicino, e accanto al viso e alle spalle si trovò delle punte di frecce.
C’è n’erano degl’altri...
La ragazza caricò un colpo, mentre gli altri si nascondevano da colpi di freccia.
Il primo a muoversi fu Gojio, che agitò abile la falce, che dopo una specie di balletto si diresse verso i tre demoni che si erano mostrati al gruppo, facendoli a pezzi, mentre altri demoni venivano “vomitati” dalla roccia, armati di asce e frecce, che volavano nell’aria in un disordine che impediva di prendere la mira con fucile e pistola.
Rika evitò alcune frecce, e sgusciò a terra, raggiungendo un demone con arco e infilzandogli la gola, mentre Goku parava le frecce, Hakkay faceva da barriera a Sanzo e Meiko, la ragazza colpì altri tre aggressori assieme al monaco, mentre Kira con Rika si faceva largo con una sorta di danza nella foresta di frecce, staccando la testa ad un aggressore con l’ascia.
Gojio intanto si era spostato di lato, ricevendo l’attenzione di una decine di demoni, sembravano non finire mai!!
Goku invece se la stava vedendo con tre avversari alla volta, evitando abilmente i colpi d’ascia.
...il freddo non lasciava che i suoi movimenti fossero fluidi...
...perché di colpo la sua forza calava?
Oh no...non riusciva a vedere i nemici...ne i suoi compagni...
Non li vedeva...
Non...li...vedeva...
Debole...stava diventando sempre più debole...
!!!!
Goku in un gesto che dava di essere disperato travolse con la sua forza uno dei tre aggressori, scaraventandolo a terra, mentre il fiato si faceva sempre più pesante.
Merda...
Ad ogni respiro la vista si offuscava sempre di più...
Avvertì uno spostamento d’aria verso la sua destra, e il suo istinto lo fece abbassare a terra, muovendo il bastone a formare un angolo, avvertendo una gamba essere spazzata via da quel colpo, quando un colpo lo scaraventò lontano, facendolo sbattere contro una parete dura, probabilmente roccia che gli scatenò un dolore che si sparse per tutta la schiena, mentre il respiro scomparve per qualche secondo.
-GOKU!!-
una voce a sinistra...
Il bastone era ancora saldo in mano, ma...non riusciva a muovere il suo corpo...
Oh no...era debole...debole...
No...non doveva essere debole...
Non doveva...
Altrimenti...
Altrimenti...
...ah...
Avvertì uno spostamento d’aria venire verso di lui e un colpo di pistola, poi qualcosa lo sollevava dal fango, mentre una voce familiare aveva abbassato tono.
Qualcosa di fresco...adesso...aveva troppo caldo...
-Goku...oh dio scotti!!-
 
“Se questo posto si fosse trovato nella profondità della terra, probabilmente non avrei mai desiderato il sole”
 
“...
...cos’ero prima?...
...prima...di voler il sole...cos’ero?
...perché...non ricordo nulla?...
...perché...sono stato rinchiuso...?
...che...che cosa ho fatto?
...voglio sapere chi ero...
...o forse...
...ho troppa paura di tornare di nuovo in quel posto...
...e di non esistere...
...e...di essere da solo...
...io...devo diventare forte...
...non...non voglio restare da solo...
...non voglio stare da solo...
...NON VOGLIO!!”
 
Spalancò gli occhi, come quella sera nella locanda, anche stavolta tratteneva il fiato...ed anche stavolta avvertiva il gelo fin nelle ossa...
Freddo, troppo freddo...
...forse era morto...
?!
Si alzò di scatto all’idea, rendendosi conto che invece era vivo, a confermarlo un forte capogiro rischio di fargli perdere i sensi, facendolo vacillare fino a farlo ricadere a terra sdraiato, il terreno era duro.
Terreno...allora non si erano mossi dal campo di combattimento...
Si...stavano combattendo...e lui...
Si stava facendo sconfiggere da dei demoni.
Debole, era stato DEBOLE!
Digrignò i denti infastidito, mettendosi un braccio a coprire gli occhi stanchi, odiava essere debole, odiava il freddo, odiava tutto!
Era terribilmente nervoso in quel momento, ed avvertì la testa fargli ancora più male di prima.
-Goku? Ti sei ripreso?-
Goku libero un occhio, osservando la figura di Kira che gli si avvicinava, inginocchiandosi davanti al corpo e osservandolo con aria tranquilla e al tempo stesso incuriosita, come se fosse la prima volta che vedeva Goku così...
...forse...era davvero la prima volta...
Il ragazzo si limitò a non parlare, mentre Kira alzava lo sguardo da quel corpo, osservando l’esterno, si erano nascosti in quella insenatura tra le rocce, visto che Goku aveva una forte febbre, e lo avevano nascosto, mentre stavano finendo di combattere gli ultimi fastidiosi demoni.
-Presto arriveranno anche gli altri-
-...dovrei essere con loro, a combattere-
-Hakkay dice che invece devi stare qui a riposare, sei...-
-Debole?-
Kira osservò Goku alzarsi lentamente, mettendosi seduto, le gambe piegate tenevano le braccia, mentre Goku teneva lo sguardo dorato verso il basso, osservando il terreno duro di colore bruno.
La ragazza si voltò verso l’uscita, l’insenatura era all’interno del terreno, li dove l’acqua aveva scavato creando una specie di rifugio dove potevano starci in due.
Gli altri avevano appena finito, ed Hakkay si avvicinò al viso della ragazza, che era li in basso.
-Come va?-
-Si è ripreso-
-Bene, è un sollievo. Noi restiamo qui fuori, in caso ci attacchino ancora. Ho paura che siamo capitati in una località gradevole ai demoni-
-...-
il ragazzo dagl’occhi verdi sorrise, per poi alzarsi e allontanarsi da Kira, che lo osservò avvicinarsi a Rika e Meiko, la castana fece un’espressione sollevata, per poi allontanarsi, sotto lo sguardo blu della ragazza dai capelli neri.
-Perché non vai da loro?-
Kira si voltò verso Goku, il ragazzo in quel momento la stava guardando tranquillo, con aria abbattuta.
-Io me la saprò cavare-
-No, Hakkay mi cadetto che devo restare qui per aiutarti, dato che sei...-
-Non dirlo! Detesto quella parola!! Odio quella parola!-
era nervoso, di fronte alla realtà che era debole a causa della malattia era nervoso, e si coprì il volto con le braccia appoggiate alle ginocchia, mentre Kira si avvicinava a lui.
 
“Odio essere debole.
Se sono debole non posso proteggerlo!
Devo diventare forte! Più forte!”
 
-Goku...perché vuoi essere forte?-
-?-
il ragazzo alzò stupito la testa verso Kira, la ragazza s’inginocchiò davanti al ragazzo, fissandolo tranquilla.
Lui invece sembrava stupito di fronte a quella domanda...
-Che domande fai? Voglio diventare forte per potermi difendere!-
-...quindi...-
Kira abbassò il capo verso il terreno, osservando la sua mano afferrare una manciata, per poi lasciarla andare.
-Diventi forte per te stesso-
-Esatto. Ma mi sembra logico-
-Logico?-
Kira alzò la testa verso il ragazzo, che la fissò con le sue iridi dorate, contro il blu elettrico di quegl’occhi apparivano ancora più brillanti.
Si...è logico...combatteva unicamente per se stesso...
-Ma non sarebbe molto più facile se tu smettessi di viaggiare?
Così non dovresti più combattere-
...fermarsi...da qualche parte...
Smettere di viaggiare...
Fermarsi...
Fermo...
Immobile...
Roccia...
Freddo...
Silenzio...
Un lampo di paura passò davanti agl’occhi di Goku, che abbassò leggermente il capo, mentre Kira osservava quei gesti con fare tranquillo.
...si...sarebbe molto più facile fermarsi...e smettere di combattere...
...ma la sola idea...
Lo terrorizzava
-Non voglio stare fermo, non voglio fermarmi.
Voglio continuare a combattere, voglio continuare a diventare forte-
-...perché?-
era una semplice domanda.
Perché allora la risposta sembrava tanto complicata?
Anzi...perché la risposta che sembrava la più semplice gli sembrava...quella che odiava di più?
Forse perché la sua debolezza non veniva solo dal suo corpo...
Ma anche...dal fato che lui...
-Perché altrimenti...non sarei nessuno...-
Goku guardò un punto fisso nel terreno, mentre Kira spalancava leggermente gli occhi, stupita.
Una lacrima scivolò lungo la guancia abbronzata del ragazzo, mentre fuori entrava un vento freddo, che gelava i due.
...
 
 
 “Perché altrimenti non sarei più nessuno” 
 
 
-Io non so chi sono...per anni...sono rimasto imprigionato...forse perché...ho fatto qualcosa di male...
Ma...
Non ricordo assolutamente niente di quello che era successo...
Ero solo...
...non esistevo...-
il ragazzo parlava a voce bassa, mentre quella lacrima era arrivata al mento, cadendo giù sulla casacca sporca, mentre Kira restava li ad ascoltare, in silenzio.
-Io...ho sempre desiderato il sole...e poi il sole mi liberò...con la sua luce calda...
Da allora ho cominciato ad esistere, ad avere dei ricordi, ad avere un motivo per esistere.
E quello...era il mio sole....-
Sotto lo sguardo assorto di Kira, Goku sorrideva, ricordando i momenti passati con Sanzo e gli altri.
...anche Kira avrebbe tanto voluto avere dei ricordi...
...ma lei non ne aveva...
...lei...allora...
-Però, quando abbiamo iniziato il nostro viaggio, mi sono reso conto che ero debole, che non ero in grado di proteggere le cose che amavo.
Io...non volevo perdere nessuno di loro...
E ancora adesso...io...-
“Non voglio perderla”
il suo viso apparve fugace, come quella brezza fredda che gli raffreddò e gli seccò la scia d’acqua che la lacrima aveva lasciato, mentre Kira ascoltava, in silenzio.
Proteggere qualcosa...essere capaci di difendere qualcosa che amava.
 
“Io lo amavo...e volevo difenderlo...ma ero troppo debole...per questo...io...desideravo...”
 
-...di essere forte-
Kira si risvegliò da quei pensieri, tornando ad osservare il viso di Goku, ancora abbattuto.
-Io voglio essere sempre più forte per...-
“Proteggerla”
-...non essere più solo-
-Anche tu, dunque, ti senti solo-
il ragazzo si voltò stupito verso la ragazza li accanto, che guardava il mondo esterno, un raggio di luce entrava da quella fessura abbastanza grande, illuminando parte del corpo di lei e Goku.
Il ragazzo la osservò.
Si...si sentiva terribilmente solo.
Non...non voleva restare da solo...non più...
Non voleva più restare da solo...
Voleva...stare...con...
...
Di nuovo quel volto passò leggiadro nella sua mente, mentre altre lacrime scivolavano silenziosa sulle guance, lasciando in silenzio Kira, che si limitò ad allungare una mano, intenzionata a togliere quelle lacrime.
Poi...però...si fermò...e ritrasse la mano.
 
“Non io...”
 
Si alzò in piedi, mentre Goku fremeva per i singhiozzi che tentava di soffocare per la vergogna, mentre la ragazza usciva, il freddo sembrava attenuarsi, mentre i suoi occhi vagavano per la distesa di roccia e fango asciutto, per poi avvicinarsi ad una figura, facendola voltare verso di se.
-Kira!-
-Va da Goku, ha bisogno di te-
la figura la guardò stupita, per poi allontanarsi, mentre Kira la osservava, la figura aveva legato i capelli in una treccia per comodità, e si dirigeva velocemente verso l’insenatura, entrando, mentre la ragazza dai capelli blu restava immobile in quella posizione.
-Goku-
il ragazzo alzò lo sguardo verso la figura che era appena entrata, la prima cosa che lo colpì con forza furono quelle chiare iridi di cielo, mentre la figura si avvicinava, toccandogli la febbre e sorridendo.
-Per fortuna la febbre ti è passata-
Goku rimase immobile qualche istante, per poi annuire, sorridendo.
-Si, ora sto meglio-
 
“Diventerò sempre più forte per proteggerla...anche da me stesso...”
 
FINE CAPITOLO 14

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Capitolo 15
*** Murderer ***


Hey hey...salve bella gente come va? Ok...di nuovo sparite per l'ennesima volta, SORRY! Ma ancora una volta arieccoci qui con un nuovo capitolo. Godetevelo e fateci sapere.
Un bacio dalla M&RProduction ;)

 




Capitolo 15

Murderer


Meiko alzò la testa dalla moto, il vento in quel momento portava umidità, e spettinava leggermente i corti capelli di lei, mentre Rika la osservava.

-Musica...-

...da lontano, verso quella distesa di terreno rosso fuori da quella boscaglia stava arrivando una strana melodia, triste e lenta, che attirò l’attenzione di tutti, alcune figurine nere apparivano dall’orizzonte, ombre di varie misure, di cui una serie tutte uguale che si muovevano lente nel tramonto di quella giornata.

Avrebbero dormito all’adiaccio...ma se c’era gente forse c’era anche un villaggio...

...in lutto.

-Sembra che ci sia un funerale

-O una funzione religiosa-

Meiko stette zitta di fronte a quella convinzione di Rika, che stringeva nervosamente le mani nei pugni, odiava i funerali, li aveva sempre detestati...anche perché...i suoi genitori non avevano avuto il funerale...o forse...lo avevano avuto...

Non lo sapeva...

Non lo aveva mai saputo...

...

L’ultima volta che li aveva visti...aveva avuto l’impressione di stare vivendo in un incubo...

...da cui non si sarebbe mai più svegliata...

...

Hakkay osservò con attenzione la figura più grande, quella della cassa, li attorno la gente sembrava lanciare lamenti e singhiozzava dal dolore, l’eco raggiungeva il gruppetto, che osservava in silenzio.

...chissà se avrebbero provato lo stesso al funerale di Kanan...

Si...una folla attorno a quella cassa, dove dentro c’era...un fiore morto...che lui non era stato in grado di difendere...

No...non ci sarebbe stato nessuno...nessuno a piangere la sua morte...solo lui...

Nessuno, nessuno li aveva accettati, anzi...

La causa della morte di Kanan erano proprio quegl’esseri immondi e orrendi che l’avevano consegnata alla morte, a quell’orrendo demone.


“Di certo, chi non ha genitori non può capire”


E chi invece li ha, non potrà capire mai lo stesso...quanto sia forte la solitudine...e la sensazione di essere soli, abbandonati, senza nessuno che ti ama.

Solo te stesso contro il mondo intero che ti guarda con fare ripugnante.


Io ti amo”


Quando ottieni qualcosa, la cosa che desideri di più al mondo...ti senti felice...


Gono...adesso...non siamo più soli, vero?”


No, eravate tu e lei, insieme, felice, eravate uniti, contro quel mondo che poi...vi ha condannati a morte...per l’egoismo...certo, l’avevano fatto per salvare qualcosa a loro molto caro...

Ma anche lei era stata...e lui lo aveva capito benissimo, lo capiva più di tutti quanto fosse indispensabile...amare qualcuno, riuscire ad amare qualcuno.

E poter vivere.

Invece...era tutto scomparso, svanito...

E lei era morta.

Suicidata, per non dover partorire un mostro...un mostro nato da una violenza.
Il solo sapere che quei schifosi l’avevano toccata...

...

Addio per sempre, Gono”


QUALCUNO MI UCCIDA!!!”


Rancore.

Rabbia.

Dolore.

Disperazione.

Sofferenza.

Tristezza.

Solitudine.

Furia.

Incredulità.

E’ qualcosa di nero, come l’oblio, che ti afferra, ingoiando lentamente il tuo corpo, che viene immerso in una sostanza...così carica di...

ODIO

Che tu rimani soffocato, e non ti resta altro da fare che farti uccidere da quella sensazione, senza una speranza a cui ti puoi aggrappare...niente...solo...il vuoto.

VUOTO

...

-Dove si va quando si muore?-
...cosa?

Hakkay voltò lo sguardo, in quel momento Kira stava osservando la gente passare li davanti a loro nell’orizzonte, con i capelli neri che in parte le coprivano la visuale.

Dove si va?
...

-Da nessuna parte, mi sembra ovvio, si è morti-
-Scema, guarda che l’anima se ne va in Paradiso-
-E tu credi a queste scemenze dell’Inferno e del Paradiso?-
-Certo!-
...allora Kanan era finita in Paradiso...si...questo potrebbe essere un motivo di consolazione...
Kanan...era...in Paradiso...
-E allora rispondi questa mia domanda: se è vero che gli Dei amano gli uomini, e per questo è stato creato il Paradiso, come possono aver creato l’Inferno?
...in realtà se ne sbattono i coglioni di noi, semplicemente li divertono a stare a guardare noi disgraziati che dobbiamo affrontare la realtà e i problemi legati ad essa-
...com’era vero...in realtà non esiste un posto dove l’avrebbe potuta vedere...forse...anche per questo continuava a vivere.
Tanto...non l’avrebbe mai più vista.
Kanan...mai più, quel giorno era stato l’ultimo...l’ultimo...e il volto di lei sorrideva...in lacrime.

Addio per sempre Gono”

Addio per sempre...
Come facevano male quelle parole.
Kanan lo sapeva...aveva provato cosa significava essere abbandonati alla crudeltà, alla follia...e tutto questo per causa sua, non era riuscito a proteggerla, e non era riuscito a salvarla.
...ora Kanan non esiste più...
-Quindi...morire è male?-
ancora lei.
Che guardava gli altri con fare curioso, ignorando il corteo che ormai andava a scomparire di nuovo nell’orizzonte, quel piccolo spettacolo di ombre era stato velocemente ignorato.
Hakkay guardò quella ragazza, che osservava le ultime ombre scomparire nell’orizzonte del tramonto.
Morire è male?
In che senso? Nel senso che è sbagliato?

...

La domanda si Kira venne ignorata, mentre lentamente il gruppetto riprendeva a muoversi dopo essersi fermati per osservare il funerale che annunciava la fine della giornata.
La ragazza si limitò a rimanere immobile per qualche istante, ad osservare il sole che ormai era scomparso sotto la linea dell’orizzonte, con il vento umido che le alzava i capelli coprendo il suo profilo alla vista degl’altri.
Kira si voltò verso gli altri, raggiungendo Meiko, mentre Hakkay le lanciò un’ultima occhiata.
...

-Triste…-”
-Hakkay...ho...protetto....Kanan...-”
-Dove si va quando si muore?-”
-Quindi...morire è male?-”
-Perché mi stai sorridendo?-”

Kira...

Che strano, l’immagine di Kanan si confonde...e dire...che aveva promesso che non sarebbe accaduto più...no...non poteva accadere, non doveva succedere.
Kanan...
Riviveva tutto come un incubo, anche ora, mentre correva nel buio, cercando di afferrare quella figura lontana, sempre più lontana, fino a quando non andava a sbattere contro le sbarre, di fronte a lui lei...che sorrideva tranquilla.
Poco, era così poca la distanza tra i due.
Allungava la mano, quasi cercando d’infilare anche la spalla tra le sbarre.
Doveva raggiungerla, doveva portarla via dal quel buio, non poteva permetterle di vivere quella follia.
Lei...così pura e candida...

Addio per sempre Gono”

Non dire così Kanan, non dirlo...non può finire così...non può essere...
Lui deve salvarti, voi due dovete ancora stare insieme, dovete vivere insieme, felici!
Ma lei...ormai...si è già pugnalata...e quel corpo lentamente svanisce nel buio...come un ricordo che viene dimenticato...
No, non può dimenticarla, non deve dimenticarla.
Kanan era la donna che amava, Kanan era la donna che amava!
Non può dimenticarla così!
Ma lei ormai...non c’è più...è solo buio intorno...e le mani...le mani...sono sporche di sangue...del sangue di tutti quei demoni che la tua follia ha assassinato...perché ti hanno portato via la persona che ami...perché per i loro interessi hanno distrutto la tua felicità...
Hanno meritato tutti la morte...ma ora...ora subirai...dovrai subire quello che ti spetta.
La tua stessa follia si riversa contro di te...sei un demone ora, sei come loro, sei come quegl’esseri che hanno violentato la tua donna distruggendola, portandola verso un gesto egoista che ti ha distrutto.
Ma tu non sei Cho Gono...tu sei Hakkay...
Nel nome...ma la tua anima sarà per sempre quella di un uomo distrutto, perché non è stato capace di proteggere l’unica cosa che amava al mondo.
E che è morta, MORTA

Dove si va quando si muore?”

Dove si va?

Dove si va quando si muore?”

Chi fa questa domanda?

L’immagine di Kanan si sta rovinando...il suo ricordo appare sfuocato, distorto...due occhi blu...due strani occhi blu che ti guardano...
NO NO!
VIA DA LUI!! DEVI STARE LONTANA DA LUI!!
Non sei Kanan! Sei una sconosciuta!
Devi dimenticare i suoi occhi, dimenticare!!
Perché tu...
...!!

Dove si va...quando...si muore?”

Hakkay si svegliò di soprassalto, quegl’occhi blu avevano brillato di una luce...che lo aveva spaventato...
Occhi blu?
Cos’aveva sognato?
...incubi, di certo incubi, la sensazione era quella, quando ti manca il fiato, quando stai sudando, quando il buio del sonno distorce le immagini di quegl’istanti.
Era la sua colpa a turbarlo ogni volta? Non poteva ricordarsi cos’aveva sognato, ma la sottile consapevolezza che aveva pensato ancora alla sua condanna fece capolino, mentre prendeva un respiro profondo, cercando di calmare il suo battito cardiaco.
Era buio, eppure si potevano sentire ancora i canti di lutto, doveva essere stata molto amata la persona morta....
anche lei era stata molto amata da lui...Eppure non gli aveva mai veramente rivolto una preghiera.
Era accaduto tutto così all’improvviso, che aveva desiderato solo essere ucciso.
Invece...era ancora li...vivo...
Abbassò lo sguardo dalla finestra, osservando la stanza intorno a sé, in quel momento gli altri quattro dormivano tranquillamente, Goku poi era uno spettacolo, con tutte le coperte rivoltate e un piede fuori che penzolava.
Valeva la pena sorridere per quella scenetta.
Hakkay sospirò, purtroppo temeva che non sarebbe più riuscito a prendere sonno...
Quell’incubo era vicino a lui, vicinissimo, come quegl’occhi blu e quella voce sussurrata, un sibilo sottile che lo bloccava da tutte le sue angosce e le sue paure.
Era rimasto paralizzato, per poi svegliarsi, accorgendosi che mancava qualcosa...ma oltre a quel sibilo non ricordava nulla, persino quegl’occhi blu svanivano nel vuoto della memoria.
Un rumore sopra di lui cancellò dalla sua mente quei pensieri, portandolo ad alzare lo sguardo, sentiva degli strani rumori provenire dal tetto...
...demoni?
Hakkay restò in silenzio, in modo da non svegliare Hakuryu, accorgendosi che l’essere sul tetto si stava spostando, il ragazzo si accucciò meglio nell’oscurità, mentre la figura scendeva sul balcone della locanda, la sua figura in controluce le donava curve femminili, una mano muoveva i lunghi capelli mossi, si poteva notare di sfuggita le orecchie a punta.
...che fosse...
Hakkay si spostò dal suo letto, sporgendosi leggermente verso la finestra del balcone. Sparita.
Come se non fosse mai stata li...eppure l’aveva vista.
Hakkay uscì dal balcone, lasciandosi immergere dalla leggera foschia della notte, le nuvole in parte coprivano le stelle, e non si vedeva molto, ma quella figura stranamente si distingueva tra i muri delle case.
E gli stava sorridendo, lasciando Hakkay perplesso, mentre Selene con sguardo divertito osservava il ragazzo, per poi indicargli l’angolo li accanto a lei, puntando il dito verso il basso.
Che cosa stava indicando? Non si vedeva niente nel buio.
Lei scomparì nell’angolo, con il solito sorriso feroce e lo sguardo tranquillo e spento, attirando su di se l’angoscia del ragazzo, che rimase in attesa, stringendo senza volerlo le mani sulla balaustra del balcone, mentre calava un pesante silenzio, si potevano udire solo i battiti del cuore, mentre chiazze più chiare facevano capolino tra le nuvole, illuminando a tratti quell’angolo buio.
Poi si sentì chiaro, come se l’aria si fosse di colpo rarefatta.
Un rantolo soffocato, come se...Selene avesse schiacciato la gola di quell’uomo per non permettergli di urlare.
Hakkay vide qualcosa muoversi di colpo da quell’angolo, cadendo a peso morto sulla strada, una chiazza chiara dal cielo rivelò l’ombra di una testa, e un alone scuro che andava ad allargarsi a grande velocità per poi rallentare altrettanto velocemente.
E da quell’angolo buio...Selene, che osservava con aria divertita il suo osservatore, Hakkay la vide alzare le braccia, e ci mise pochi secondi a capire che quello che macchiava le mani e parte delle braccia era...sangue...
Un altro uomo assassinato da quella follia che aveva intaccato anche lui, come un parassita che s’insinuava nelle sue vene, assorbendogli via l'energia lentamente, ma con costanza.
Selene continuò ad osservare il ragazzo di fronte a lei, che rimaneva immobile, ad osservare il macabro spettacolo, lei afferrò per il collo del mantello l’uomo, in modo che Hakkay potesse vederlo negl’occhi, appena la nuova chiazza chiara avrebbe fatto capolino.
Aveva gli occhi fuori dalle orbite...la bocca spalancata, dal naso uscivano rivoli di sangue, e anche in parte dalla testa, come se gli fosse stato trapassato il cranio; al centro del corpo, un buco, il sangue sporcava a macchia uniforme i vestiti, mentre Selene divertita mostrava ad Hakkay come il suo braccio adesso passava tranquillamente per quel buco, sporcandosi ancora di sangue fresco, per poi gettare a terra il cadavere, che fece un tonfo.
Hakkay si limitò ad osservarlo in silenzio, mentre Selene si avvicinava a quel balcone, sorridendo con aria fredda e vuota, come di...follia...
Quella stessa follia che Hakkay leggeva in se stesso, un se stesso che non doveva essere rivelato, un segreto troppo nero, come quell’incubo che aveva appena avvertito, come il respiro che non c’era, come l’ansia e il terrore...
Il ricordo, il ricordo di quell’orrenda notte di pioggia.
I due colori sono il nero e il rosso.
E lei sembrava saperlo.
Balzò sul balcone, atterrando leggera con le mani che gocciolavano sangue, formando un mosaico di rosso nel grigio di quella pietra.
Macchie...macchie che sporcano...
Sporco...
Come lui...lo avvertiva chiaro...lo sporco...
Lo sporco che si era andato a creare...lo sporco che si era seccato, e che ora non si poteva lavare via...
La sua colpa, il suo errore...la sua punizione...
Selene osservò le sue mani, sporche di sangue, le chiazze chiare del cielo le facevano brillare leggermente, era caldo il liquido, tendeva a raffreddarsi velocemente, e presto si sarebbe seccato, diventando impossibile da togliere.
Impossibile...
I suoi occhi guizzarono verso la figura li accanto, Hakkay osservava le mani con fare freddo, eppure il suo sguardo tremava leggermente, mentre la ragazza sorrideva divertita, muovendo le mani in gesti lenti e sinuosi, quasi a voler ipnotizzare l’uomo.
-Ti vedo sconvolto...il sangue ti colpisce così tanto?-
Hakkay la guardò serio, con aria seria, bloccando il movimento delle mani, il sorriso da quel volto scomparve, lasciando solo una smorfia, mentre la ragazza faceva ruotare gli occhi sbuffando.
-Cosa c’è? Mi dai forse dell’assassina come quella stupida di Rika? O magari della folle, solo perché ammazzo la gente...-
il viso della ragazza si avvicinò a quello dell’uomo, e in quel momento Hakkay poté sentire un leggero sentore di rosa che contrastava con l’odore ferroso del sangue.
-O magari...la cosa ti eccita...-
il sorriso di Selene era divertito all’idea che quell’uomo niente male si potesse eccitare solo per un pochino di sangue, lo stesso sangue che ora macchiava il pavimento.
Gli occhi di neri della donna però incontrarono solo un muro freddo e vitreo di colore verde, mentre Hakkay rimaneva impassibile di fronte a quell’affermazione.
-La prego di non avvicinarsi troppo a me signorina, se non vuole rischiare la sua incolumità-
la ragazza osservò con aria tranquilla quel volto, quella barriera verde sembrava voler nascondere, mentre il tono di voce era tranquillo ma al tempo stesso minaccioso.
Hakkay avvertì la pelle rabbrividire, come un gatto che alza i peli e soffia quando è arrabbiato.
Era nervoso, molto nervoso, quelle sensazioni vischiose in quella notte sembravano ostacoli enormi.
E lo assorbivano, trascinandolo con loro in qualcosa di troppo forte d’abbattere.
Nonostante il tempo trascorso.
Nonostante tutte le parole dette.
Nonostante gl’istanti che cercavano di seppellirla.
Quell’orrenda sensazione tornava feroce in quell’istante, liquida come quel sangue che colava da quelle mani...di donna...per poi lentamente seccarsi, attaccarsi alla pelle, diventando così difficile e doloroso da togliere.
Su quelle mani di donna...

Siamo felici, vero?”

...quelle mani di donna che afferravano quell’arma sporca di sangue...
E...portavano via da lui la sua stessa vita, non solo quella di Kanan...
No, non era felice, non adesso, non in quel momento.
Forse in un’altra occasione, quando per pochi istanti si sarebbe dimenticato quella frase.
Ma solo per pochi...istanti...
Quanto dura un istante?
Troppo poco.
Selene intanto lo aveva osservato, lo sguardo freddo e serio aveva lasciato il posto ad un’espressione aggressiva e al tempo stesso dolorosa.
Sotto, ai loro piedi, si stava formando una fantasia a macchie rosse di sangue, il cui odore ormai svaniva nel vento, entrambi ne erano ormai assuefatti per poterlo avvertire veramente.
-Abbiamo entrambi perso la persona che amavamo-
Hakkay alzò di scatto la testa, osservando Selene, il suo tono era freddo, glaciale, il viso come inespressivo, come se quegl’istanti di divertimento nel vedere l’uomo spaventato non fossero esistiti.
-Abbiamo tutti e due la colpa di non aver saputo proteggere ciò che amavamo.
Perché siamo due stupidi.Io e te siamo stupidi.
Eppure siamo ancora vivi, com’è ingiusto.
Dovevamo morire, vero?
Dovevamo...morire entrambi...-
Mentre la voce fredda di Selene si riempiva come di accuse contro loro due, Hakkay spalancò gli occhi verdi, vedendosi passare rapida nella sua mente tutto il tempo che aveva potuto vivere con la persona che amava.
...gli sembrò terribilmente poco...
Poco, pochissimo.
Un istante...
Per quasi una vita aveva avuto la sensazione di essere solo al mondo.
Poi l’aveva incontrata.
E la sua felicità...durò solo un attimo...per la crudeltà...di quella stessa vita che ora lo costringeva a vivere...
Vivere...

Nel caso tu decidessi di vivere, le cose potrebbero cambiare”

Era per questo che viveva ancora...forse...

Dove si va, quando si muore?”

...

-Mi perdoni se la contraddico, ma non ho alcuna intenzione di morire.
Non per il momento-
Selene osservò il volto ora sorridente di Hakkay, un sorriso tranquillo su quel volto, l’occhio verde che la fissava per nulla turbato, che fece solo ridacchiare la ragazza.
Una risata che le nasceva sulle labbra, nascondendosele dietro le dita sporche di sangue.
-Questo si che è buona-
Hakkay la fissò stupita, adesso Selene appariva cattiva, mostrandogli in modo provocatorio le braccia sporche di sangue, e lasciandosi sfuggire un sorriso ferino.
-Credi che non veda il sangue che macchia le tue mani?
Certo, puoi lavarlo, puoi non sentire il suo odore-
Alzò le braccia, il gocciolare in quel momento sembrò aumentare.
-...Ma c’è-
...lo aveva smascherato...aveva rivelato quella maschera che Hakkay indossava da quando...
Da quando aveva ottenuto una nuova vita.
Era vero, i suoi erano solo istanti di felicità.
Ma l’istante è un periodo di tempo troppo breve.
La colpa torna sempre.
Forse non si vede.
Ma c’è
E Selene la stava rivelando in quegl’istanti, mentre continuava a parlare con quella sua aria cattiva, feroce, gli occhi neri sembravano privi di pupilla, mentre fissava un punto vuoto sulla maglietta bianca dell’uomo.
-Perciò...fingi pure quanto ti pare.
Nascondi pure il tuo sporco.
Io lo vedrò sempre.
Vedrò sempre ciò che tu sei veramente-
La ragazza si sporse verso l’uomo sussurrando tra i denti quella parola.
...
-...un assassino...-
...
Hakkay spalancò gli occhi, avvertendo come un urlo dentro la sua anima.

 

 “QUALCUNO MI UCCIDA!”


Quello stesso urlo che aveva lanciato...anni fa...
L’uomo dagl’occhi verdi avvertì la necessità di respirare, mentre Selene lo affiancava, superandolo, decisa ad allontanarsi da quel balcone, si era divertita a sufficienza per quella notte.
Hakkay avvertiva il respiro farsi sempre più necessario, la sua posizione statica lo faceva assomigliare ad una statua.
...poi...dalle labbra entrò uno spiraglio d’aria, il respiro tornò lentamente, mentre Selene si apprestava a saltare sul tetto, pronta a cercare qualcun altro da ammazzare.
-In ogni caso non credo di poter morire-
Selene si voltò giusto per poterlo guardare, mentre lui riprendeva il solito sorriso, carico di una tristezza dolorosa, nascosta in quella calma e in quella serenità.
-Anche perché la morte sarebbe una liberazione.
Proprio come lei vive per espiare la vostra colpa.
In fondo, l’ha detto lei che noi due siamo simili-
La ragazza si voltò un attimo a guardarlo, osservando in silenzio quel sorriso fittizio.
...fu rapidissima...
con uno scatto si avvicinò al ragazzo, impreparato, e toccò la sua guancia con tutta la mano, sporcandola di sangue, per poi sorridere crudele.
-Ora così ci assomigliamo veramente-
Selene non diede neanche il tempo ad Hakkay di reagire, che scomparì sul tetto, allontanandosi, mentre l’uomo si tastava la guancia, constatando che era sporca di sangue, così come ora le sue dita.
...
Tastò con le dita quella consistenza liquida e al tempo stesso vischiosa, il rosso in quell’istante, in quello spazio di cielo non coperto assumeva una colorazione scura, tendente al viola, e la guancia emanava un forte odore ferroso, il sorriso di Hakkay era ormai morto, e quegl’occhi esprimevano solo un profondo vuoto.

Nobody said it was easy
No one ever said it would be this hard
Oh, take me back to the start

Hakkay tornò nella sua stanza, dirigendosi in bagno per potersi lavare la guancia, rimettendosi poi a letto, sdraiandosi, di colpo la sua testa si era fatta pesantissima, mentre la sensazione del sangue sulla guancia, nonostante l’avesse tolto, si faceva sentire.
Chiuse lentamente gli occhi, cercando di prendere sonno.



-Dove si va quando si muore?-”

...

-Quindi...morire è male?-”

...

-Hakkay...ho...protetto....Kanan...-”

...

-Triste…-”

...

-Perché mi stai sorridendo?-”

...


...Kira...



FINE CAPITOLO 15


(Le frasi in inglese sono state tratte dalla canzone dei Coldplay “The Scientist” che consigliamo di ascoltare.Un saluto da parte di Marty e Raffy!^_^)

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Capitolo 16
*** Dark & Light ***


 
Capitolo 16
Dark & Light

 
Il suo occhio lasciò scivolare via quella che sembrava una lacrima, mentre in realtà era solo il riflesso della poca luce presente sulla ombra di Hakkay, che svaniva via dalla sua iride, lasciandogliela ricca di una luce fredda che rifletteva sul suo occhio, l’unica parte visibile in quello spicchio di tenda, in parte tenuto con le dita della mano, in parte lasciato andare, mentre la scena davanti ai suoi occhi terminava.
Ora restava soltanto il vuoto di quelle parole, sembravano dei sassi, che prima erano stati lanciati in modo da schiantare e rompere con violenza il vetro che vi era in lei.
Le sue speranze?
I suoi sogni?
In frantumi…
 
 
“-…Fingi pure quanto ti pare.
Nascondi pure il tuo sporco.
Io lo vedrò sempre.
Vedrò sempre ciò che tu sei veramente-“
 
 
Perché quello era anche lei...anche Selene era solo una sporca assassina come Hakkay.
Disgustoso
Provava un profondo senso di disgusto in tutta quella scena, con il sangue che fino a quell’istante aveva sporcato il terrazzo, in quell’istante il carminio e vischioso liquido sembrava rappresentare la prova schiacciante a quelle parole che Selene aveva sussurrato crudelmente ad Hakkay, e in qualche modo aveva sussurrato anche contro Rika.
Assassino
Hakkay era un assassino, aveva ucciso molte persone...così come aveva fatto Rika.
La ragazza osservò la mano libera, notando come la pelle assumeva una tinta leggermente più chiara alla luce notturna soprattutto verso il palmo, le dita leggermente piegate erano in ombra.
Sangue...
Vedeva il sangue in quelle dita.
Quante persone aveva già ucciso?
...avrebbe continuato a lavarsi via le mani, cancellando ogni traccia e ogni odore...
 
“Vedrò sempre ciò che tu sei veramente...”
 
Rika restò immobile a guardare quella terrazza ora vuota, soffermandosi nel punto dove Selene si era fermata a parlare, tracciando una scia di sangue colante dalle sue mani.
Anche quel giorno c’era sangue sul pavimento...tanto sangue...
Che creava delle scie rosse sul pavimento...e sul muro...
Tribali...e graffiti sul muro...
Poi al centro della stanza quella enorme macchia rossa...l’odore era così forte che la stordiva, facendole vedere quei cadaveri come riprendere vita, li vedeva osservarla, con le mani allungate verso di lei.
Le stavano parlando...le stavano dicendo qualcosa...
Quelle mani si muovevano...
...
 
“-Rika-”
 
Stavolta una vera lacrima scivolò sulla guancia della ragazza, che rimaneva immobile, solo il volto illuminato, mentre tutto il resto in ombra.
Nascosto...più profondo, ancora più in profondità.
Li dove nessuno può vedere ne toccare, nasconderà tutto li sotto, non lo farà vedere a nessuno.
Ben stretto, chiuso bene, e ancora più in fondo, bisogna spingerla più in fondo, in modo che non ritorni più a galla.
Bisogna farlo, per non piangere più, non bisogna piangere più.
Più in fondo...ancora più in fondo...
 
-Naaah! Non la pioggia di nuovo!!!-
Rika si svegliò con il commento di Meiko, che sbuffò, chiudendo le tende bianche e nascondendo la pioggia che aveva deciso di perseguitarli, era il secondo giorno che pioveva!
-Beh, siamo in stagione-
Rika si alzò dal letto, mettendosi seduta, a dire la verità non dormiva, soffriva d’insonnia.
Soprattutto per il sottile freddo che penetrava nella stanza, infastidendola.
Quel freddo riusciva a penetrarle sotto le coperte colpendola alle braccia e alle gambe, che rimanevano indolenzite.
Meiko la guardò di sfuggita, prima di allontanarsi da quella stanza, chiudendo la porta, mentre Kira rimaneva seduta sul suo letto, ad osservare le tende bianche che si muovevano leggermente.
Rika avvertì il rumore della pioggia entrarle nelle orecchie in una sorta di ronzio.
La pioggia...quando pioveva, a casa sua...c’era sempre il camino sempre acceso.
E lei...restava su quella finestra ad osservare le margherite, mentre la mamma...
 
“-Rika, mi aiuti?-”
“-SI!-”
 
Un sorriso malinconico si formò sulle labbra di Rika, che si alzò dal letto, finendo di sistemarsi la maglietta, e aprendo uno spicchio di tenda, constatando che il vetro era freddo e bagnato.
Il terrazzo appariva ingrigito dal temporale, mentre la pioggia batteva in parte sulla finestra.
Una pioggia che ti fa stare in silenzio...
-Ehilà, volete restare rinchiuse tutte il giorno?-
Rika si voltò verso la figura sorridente di Hakkay, mentre le tracce della scorsa notte tornarono in testa, passando accanto ad Hakkay la figura di Selene sembrava solo un fantasma dal sorriso sadico.
La ragazza fece spallucce.
-Tanto che ci sarebbe da fare?-
-In effetti questa pioggia non è positiva, ci blocca qui dentro.
E ci rammollisce-
Lo diceva come se fosse stata la cosa peggiore al mondo, e forse per quelli come loro doveva esserlo, soprattutto per Goku, lui non stava mai fermo.
Rika osservò il viso di Hakkay, mentre ricordava quella nottata, quando Selene agitava con fare divertito il braccio sporco di sangue, e parlava...dicendo tante cose...oramai tante di quelle parole erano confuse, come un bisbiglio...
 
“-Io lo vedrò sempre.
Vedrò sempre ciò che tu sei veramente-“
 
Si, erano solo un bisbiglio, parole troppo confuse da poter capire.
Si...non ricordava più niente di quello che aveva detto Selene.
Più niente.
Rika uscì velocemente dalla sua stanza, affacciandosi al piano di sotto per vedere chi c’era, alla fine Kira aveva raggiunto gli altri.
-...dov’è Sanzo?-
-E’ rimasto in camera, non ne uscirà fuori-
Rika tornò a guardare Hakkay, per poi osservare la porta della stanza dei ragazzi, provando ad immaginare il bonzo li dentro.
Il bonzo Genjo Sano Hoshi
Quando erano arrivati in quella locanda era stato accolto come una grande celebrità, come una specie di dio.
...e nessuno che sapeva chi era veramente, chi era davvero Genjo Sanzo Hoshi.
Altro che divinità.
Ogni volta che lo vedeva combattere, che lo sentiva parlare, che lo vedeva agire.
Provava un profondo fastidio per quel tipo che si faceva chiamare con tale nome.
Un Sanzo, un uomo pari quasi ad una divinità.
Egli non aveva nulla di simile se non un chakra, un sutra e un nome.
Ma per tutto il resto...
Beh, era difficile considerarlo un sant’uomo.
...
-Vado a portare da mangiare a Sanzo-
si faceva addirittura servire.
-Perché non può scendere a prendersi lui da mangiare il signorino?-
Gojio, Goku e Hakkay la guardarono come se stessero dicendo “beata ignoranza”
-Ti consiglio di non avere discussioni con Sanzo mentre piove-
-Il nostro bonzo corrotto diventa un po’ nervosetto?-
-Ma è ridicolo!-
Rika avvertì il fastidio innervosirla.
-Statti calma sorella-
la castana osservò Meiko, che puliva il fucile, anche se le macchie scure sul calcio facevano fatica a togliersi.
-E’ inutile scaldarsi tanto per quel bonzo fatto male.
D’altronde, a tutti capitano dei momenti no, ti pare?-
Rika osservò con diffidenza il sorriso della biondina, non le piaceva per niente quando faceva così, sembrava quasi che la stesse spiando in certe occasioni.
-Forse, ma lui è Genjo Sanzo Hoshi, e di questo lui se ne dovrebbe rammentare, non credi?-
la castana non lasciò controbattere Meiko, che subito salì verso la stanza di Sanzo, aprendola con uno scatto.
La prima sensazione che ebbe fu qualcosa che la soffocò, sembrava che il nero più nero la stesse avvolgendo con dolcezza per poi soffocarla.
Un’atmosfera lugubre, pesante, e anche soffocante per via delle sigarette e dell’odore di fumo presente li dentro.
La finestra sulla terrazza aveva le tende spalancate, rivelando la luce della pioggia che penetrava in parte formando una forma lunga e divisa a croce, mentre un’ombra li vicino e di profilo non degnò l’intrusione di Rika, che strinse i pugni, socchiudendo la porta dietro di se.
-Perché non scendi giù? La cena è pronta, e non ritengo giusto che Hakkay ti venga a servire-
-Di quello che fa Hakkay non m’interessa-
Rika accigliò leggermente lo sguardo, mentre avvertiva l’ansia afferrarle il petto e stringerglielo dalla parte dove c’era il cuore.
-A te non t’interessa mai niente, nemmeno della gente che tanto ti stima, caro il mio Genjo Sanzo Hoshi...
Perché non scendi un po’ dal tuo piedistallo e non ti guardi intorno?
Chi ti credi di essere? Hai sempre l’aria infastidita da tutto e da tutti.
Guarda che non esisti solo tu.
Per di più sei un Sanzo, perché non te ne rendi conto?
Le persone come te mi fanno venire il nervoso!!-
Quando l’aveva vista entrare, aveva già avvertito una leggera punta di fastidio.
Detestava che qualcuno entrasse nella sua stanza in quei momenti.
Gli sembrava sempre di essere indifeso, scoperto agli occhi degli altri.
E anche se aveva accanto a se la sua shureiju, come una specie di ammonimento, si sentiva disarmato di fronte a quei ricordi che la pioggia rivelava.
Una verità fredda, cruda, che veniva nascosta sotto il sangue di tutti coloro che gli intralciavano la strada, per poi venire scoperta sotto quella stessa pioggia, che aveva fatto da scenografia...a quello...
Non era riuscito a proteggerlo.
La persona che stimava di più...e che forse aveva amato...non era riuscito a proteggerlo.
E proprio come un moccioso...si era fatto difendere...
Si, era stato uno stupido moccioso.
Forse anche per questo desiderava un’arma che lo uccidesse velocemente.
Forse per questo voleva qualcosa che non doveva proteggere.
Di sicuro per questo non voleva avere legami con nulla, se non con quelle stesse parole.
Quelle parole che legavano stretto al cuore il ricordo di quella notte, e il ricordo di quell’uomo, del suo maestro.
Ed ora, quelle parole lanciate contro di lui da una stupida mocciosa.
Gli facevano venire solo una tremenda rabbia, mentre in silenzio fumava la sua sigaretta.
Una droga...una droga che lo faceva ancora vivere...anche se in mezzo ai ricordi...in quella situazione...come da sempre...
Immerso nel suo buio, come a nascondersi da quella crudele verità, mentre adesso quella mocciosa si permetteva d’intaccare la sua apparente calma, la sua falsa serenità, il suo buio, il suo nascondiglio.
Rika intanto continuava a serrare i pugni, mentre vedeva quel profilo svanire nel buio e riapparire in una nuova posizione, con gli occhi che adesso sembrava fissarli.
La ragazza indietreggiò di un passo, la sua mente per qualche secondo si spense di fronte a quello sguardo glaciale, che la paralizzava, per poi frantumarla in mille pezzi, lei, i suoi sogni, la sua speranza, quell’ultima speranza tenuta da un filo sottile a cui lei si aggrappava.
Ed ora quegli occhi le stavano tagliando quell’unico filo.
Digrignò i denti.
-Non fissarmi in quel modo! Io ti odio, odio le persone come te.
Sei un’egoista! Possibile che non ti renda conto di quanto tu sia importante per la gente?
Invece tu sputi solo parole velenose.
Non meriteresti il titolo di Sanzo.
NON TE LO MERITI!!-
...
Un silenzio pesante calò nella stanza dopo lo sbotto ad alta voce di Rika, la ragazza restò in attesa, rimanendo nella luce che penetrava dalla finestra, nonostante fosse giorno la poca luce che filtrava dalle nuvole rendeva tutto notturno.
La ragazza strinse al petto una delle mani, avvertendo l’oscurità farsi come più crudele verso di lei, cercando di dilaniarla, mentre Sanzo restava in silenzio, con la sigaretta in bocca che s’illuminò leggermente, poi una scia di fumo si unì all’odore soffocante della nicotina che vi era nella stanza.
Sembrava che la voce di Rika e le sue ultime parole si propagassero come un’eco nell’aria.
Quella stessa aria che la soffocava.
Gli occhi d’ametista erano ancora fissi su di lei.
...
Sembrava che quello stesso silenzio parlasse per Sanzo, una serie infinita di echi e sussurri sfioravano le orecchie di Rika.
“E allora tu cosa ti meriti?
Non sei tanto diversa da lui”
“Predichi tanto per gli altri, ma anche tu non te ne sei mai interessata minimamente”
“Anche tu sei un’egoista, navighi da sola nelle tue pene e nelle tue disgrazie”
“Puoi nasconderti dietro la tua maschera di buonismo...”
 
“-Io lo vedrò sempre.
Vedrò sempre ciò che tu sei veramente-“
 
No!
Non adesso!
Non scoprire il coperchio!
Torna dentro, torna li nell’abisso
Quell’oscurità...quelle sensazioni vischiose...erano vive come non mai in quella stanza...rivelate da quell’uomo...dalla pioggia...
La pioggia non avrebbe lavato via niente, se non quello che nascondevano entrambi nella loro anima.
La loro colpa, il loro egoismo.
Doveva uscire da li, doveva uscire da quella stanza!
Fuori, fuori!!
-Se hai finito con le tue stupidaggini, vattene immediatamente da questa camera-
...
Rika indietreggiò di qualche passo, una mano dietro si allungò per afferrare la porta, ancora socchiusa, e rapida uscì da quella stanza soffocante, gli occhi ancora sbarrati da quello che aveva visto.
In quegli occhi freddi e glaciali...l’aveva vista...
Una furia...una grande rabbia...
Rika prese leggermente respiro, mentre Meiko la osservava, aveva appena salito le scale.
-Io te lo avevo detto...sorella...-
la castana osservò con aria poco cordiale il viso della biondina, ma questa se n’era gia andata, dandogli le spalle, mentre la mano sulla porta della stanza si staccava come scottata.
Quell’aura nera, vischiosa sembrava averla intaccata  e macchiata, sembrava averle prosciugato ogni energia...
Si allontanò barcollando leggermente da quella stanza, mentre i suoi occhi azzurri per qualche istante si spegnevano.
L’odore del sangue che penetra fin dentro le ossa la stordiva...così come quello del fumo in quella stanza...
Mentre il sangue sulle pareti sembrava soffocarla nel terrore...quel buio sembrò invece soffocarla in una irreale pace...
Era soffocata.
No, non ancora.
Ancora più in basso.
Ben sigillata, e poi giù, fino a scomparire...anche se in realtà è presente in ogni suo pensiero.
Per adesso, rimani li, nascosta.
Rimani li per sempre...
Per sempre...
 
FINE CAPITOLO 16
 



Che dire, nemmeno noi abbiamo capito cosa volevano descrivere attraverso questo capitolo
Marty: Io si, che sia Sanzo che Rika sono due  scemi che andrebbero rinchiusi
Sanzo: Hey mocciosa come ti permetti?
Rika: E ti pareva, mai una parolina dolce nei mie confronti
Marty: Non sono mica io la tua mammina ma quell’altra scema come te
Raffy stile wonderwoman: Tranquilla Rikuccia mia, mammina corre a difenderti
Hakkay: Ad ogni modo speriamo che il capitolo sia stato di vostro gradimento ^_ç. Ringraziamo come sempre la cara WhiteLie che commenta questa ff.
Grazie ancora! Baci!
Marty e Raffy: Hey ma le autrici siamo noi non fregarci le battute! >_<
 

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Capitolo 17
*** La trappola (Parte 1) ***


Capitolo 17
La trappola (Parte 1)


-Ok, di chi è stata la brillante idea?-
-Beh, non è colpa mia se  un branco di demoni ci ha fatto sbagliare direzione-
-Quindi ci siamo persi?-
-Persi, che parolone!-
-Effettivamente non dovevamo trovarci di fronte a questo-
-"effettivamente" Hakkay-
-Tzé-
-Il signor bonzo è schifato?-
-Taci o ti uccido-
-Che monotono che sei!-
-Aaah! Basta voi due! Cerchiamo di trovare una soluzione al problema!!-
-Rika ha ragione-
-La tua fidanzatina ha sempre ragione scimmia-
-HA CHI HA DETTO SCIMMIA, KAPPA IDIOTA?-
-HA CHI HAI DETTO FIDANZATINA, PEZZO DI SCEMO?-
-Wow, due contro uno, si accettano scommesse-
-Questo è quello che si chiama "essere tra l'incudine e il martello"-
-Oh tra Rika e Goku. Certo che Gojio se le cerca...-
Meiko spostò il fucile sull'altra spalla, osservando attorno a se la fitta boscaglia, adesso la moto avrebbe fatto più fatica a passare.
E di lasciarla li, la ragazza non ne aveva alcuna intenzione.
Quel gruppo di demoni erano più cattivi del solito, era ancora dolorante per il colpo subito alla schiena, di sicuro si sarebbe formato il livido.
Più che latro la foresta poteva si rappresentare un buon riparo, però...
-Non possiamo restare troppo a lungo, siamo a tiro per un'imboscata-
-Mi trovo d'accordo con Meiko, opto per attraversare la foresta, o almeno buona parte per tutta la giornata-
gli altri si limitarono a mettersi in marcia, Gojio continuava a stuzzicare la scimmia e Rika, mentre Meiko si faceva dare una mano da Hakkay nel trasportare la moto, ovviamente lanciando non molto silenziose bestemmie.
-Beato te che hai la jeep che diventa un draghetto!-
-Ehm, veramente è il contrario...-
-Maledizione! EHI, VOI BALDI GIOVANI!-
Gojio e Goku si voltarono, facendo nascere una risatina sulle labbra di Meiko, che si fermò nel suo lavoro, mettendo le mani sui fianchi.
-Invece di fare i bambocci fate qualcosa di utile alla comunità-
con un gesto del capo la biondina indicò la motocicletta, e Goku e Gojio la guardavano come se fosse chissà quale bestiaccia schifosa.
-Ma siamo impazziti? Io non ho nessuna intenzione di fare il lavoro al posto tuo-
-Nemmeno io!-
Meiko sbuffò, afferrando il fucile da dietro la schiena e caricando un colpo.
-Allora facciamo così: o voi mi portate la moto con gentilezza o io vi faccio un buco in testa-
-E tu pensi che crediamo alle tue minacce?-
Lo sparo riecheggiò nella foresta, non aveva per pochi millimetri colpito la guancia di Gojio, mentre Meiko caricava un secondo colpo.
-Allora?-
così Goku e Gojio, tra varie lamentele di sottofondo trasportavano la motocicletta di Meiko, la proprietaria discuteva tranquilla con Hakkay e Rika, mentre Sanzo se ne stava li dietro con accanto Kira, la ragazza si guardava intorno con fare stupito.
-Questa foresta...non produce alcun suono...-
Meiko annuì, spostando all'altra spalla il fucile, non l'aveva rimesso nell'imbragatura.
-Probabilmente è a causa di quelle due bestie che continuano a litigare che non ci sono suoni-
-Si, però si dovrebbero sentire qualche rumore di sottofondo, ti pare?-
il gruppo avanti fermò la camminata, mentre Goku si lamentava per l'ennesima volta di avere fame!
Hakkay e Sanzo si guardarono intorno, copiati dalle ragazze, mentre Meiko caricava di nuovo il fucile.
-Mi sembrava strano che stesse andando tutto bene-
-Beh, almeno si può dire che la nostra non sia una vita monotona-
-Parla per te Hakkay-
Meiko sbuffò, mentre Rika metteva una mano sui Sai, guardandosi attorno.
Di sicuro gli altri l'avevano avvertita quest'aria maligna che aveva cominciato a girare, era qualcosa di leggero, ma soffocante...
Come la nebbia...un sensazione umida e vischiosa...vischiosa...

"Silenzio, sorellina mia…questo è il nostro piccolo segreto…"

Rika si passò una mano sul braccio, aveva avuto la sensazione che il suo tatuaggio pulsasse, cominciasse a bruciare, come la prima volta...
La prima volta...era come se l'intero braccio le andasse a fuoco, avrebbe preferito tagliarselo che continuare a subire quel trattamento, quella vergogna.
Si, era una vergogna...
Per questo poi era scappata, cercando di trovare un riparo, per nascondersi agli occhi di tutte quelle orrende creature...erano tutti uguali, erano tutti degli assassini.
E lei era diventata una di loro! Senza neanche poter difendersi!
Voleva morire, avrebbe preferito uccidersi che cominciare quella vita, tramutata in un essere uguale a loro.
Poi...quella stanza...quella stanza semibuia...dove si era rifugiata...
Illuminata in parte da dei raggi di luce...
E li, in quella stanza...la ragione per cui ancora viveva...quella era stata la ragione...e lo era ancora?
Rika restò sorpresa di quel pensiero: era ancora quella stanza la ragione per cui viveva?
Ma certo!
Era solo quella stanza, e l'essere che vi era, era solo quella la ragione per cui lei viveva ancora.
Perché allora se lo era dimenticato?
Perché al posto di quella stanza...c'era un'altra immagine sfuocata?
-Ehi Rika-
la ragazza venne risvegliata da Goku, che gli si era avvicinato, notando che la ragazza si era bloccata durante la camminata.
-Tutto a posto?-
Rika osservò attenta il viso di Goku, notandone il colore scuro della pelle e quegl'occhi dorati di essere eretico.
Annuì, per poi sforzarsi di sorridere.
-Si, va tutto bene-
la stanza, quella stanza era tornata chiara e limpida nella sua mente, la stanza a tratti scura, a tratti illuminata dalla luce, dove si trovava il perché.
Il motivo per cui fin da bambina aveva giurato fedeltà al principe Kougaiji, iniziando quell'esistenza che lei trovava insopportabile, ma che ora accettava solo per quel motivo.
Solo per quello.
"Mi dispiace...Goku"
perché lo pensava?
Non poté continuare, che si sentì un frusciare molto intenso, mettendo in allarme tutta la comitiva, che si guardava intorno con aria nervosa.
-Ci siamo-
-Detesto gli attacchi a sorpresa-
Gojio fece apparire la sua alabarda, mentre si metteva di schiena a Kira, che intanto formava nella sua mano la sua spada, cercando di captare qualche suono che l'aiutasse a trovare qualche nemico.
Si sentì un altro frusciare violento, e da un cespuglio iniziarono a fuoriuscire uno stormo di uccelli, che aggredirono parte del gruppo, lasciandoli spiazzati.
-Ma cosa?-
-Attenti!!-
Meiko cercò di ripararsi i capelli con il braccio, avvertendo gli artigli di quegli uccelli ferirla alle braccia, mentre Gojio arretrava di qualche passo, e Kira si accucciava a terra, Hakkay cercò di ripararsi con il Ki, bloccando l'avanzata di alcuni volatili, rivolgendosi agl'altri.
-Saranno manovrati da qualcuno!-
-Cerchiamo di allontanarsi da qui!-
-Attento Goku!-
Rika spostò in tempo il ragazzo, parando l'attacco di una scimmia, che venne schiaffeggiata via dalla ragazza, rotolando a terra per poi con uno scatto aggredire Rika, che cadde a terra, avvertendo altre scimmie sommergerla e aggredirla con pugni e graffi.
-ARGH! MALEDETTE BESTIACCE!-
Goku fece apparire il Nyoibo, allontanandosi  qualche bertuccia, ma le scimmie ripresero l'attacco, mentre i volatili continuavano il loro violento attacco contro il resto del gruppo, mentre si potevano udire non troppo lontano un ringhiare sommesso.
-Oh no, ci mancavano anche i lupi-
-Non c'è che dire, siamo circondati-
-Se queste bestiacce osano rovinare la mia moto faccio una strage!!-
Meiko sparò una serie di colpi, uccidendo qualche uccello, mentre Kira vedeva tra i cespugli un luccicare accompagnato da un ringhiare basso e continuo.
Istintivamente, andò a addosso Gojio, che prese una bella botta a terra, trovandosi a pochi centimetri il viso della ragazza, e sopra di loro un corpo grigio scuro che li superava con un balzo.
Il rosso sorrise sornione.
-Sono stato salvato da una bella ragazza! Questo si che migliora le cose-
Kira sembrò ignorare le sue parole, mentre il lupo di prima tornava all'attacco, stavolta investendo la ragazza e rotolando con lei sul terreno, allontanandola dal gruppo.
-KIRA!-
la ragazza teneva ancora in mano la spada, creando una specie di divisione tra lei e il lupo tramite l'arma, mentre la bestia ringhiava con forza, aveva il pelo ritto, e la guardava con sguardo feroce.
Rimasero immobili i due, Kira osservava dritta negli occhi il lupo, che ringhiava ancora di più, per poi ripartire all'attacco, la bocca aperta a mostrare le zanne.
Kira evitò il primo attacco, avvertendo però le unghie del lupo graffiarle una gamba, per poi voltarsi e vedersi arrivare di nuovo quel corpo grigio scuro, che la scaraventò a terra, facendole scappare via la spada, tentando di morderla ad una spalla.
La ragazza lo bloccò sul collo con entrambe le mani, e mentre il lupo ansimava cercando di azzannarla, Kira tentava di resistere a quella forza, restando però a terra, con la spada lontano da lei.
Allungò una mano verso un sasso, afferrandolo e sbattendolo con forza sulla testa del lupo, che uggiolò, scuotendosi stordito, mentre Kira balzava via e riprendeva la spada.
Meiko intanto si era ritrovata di spalle Hakkay, che bloccava l'avanzata dei volatili con una barriera formata dal Ki, che però iniziava ad abbassarsi.
-Non possiamo continuare a schivarli-
-Però non possiamo ucciderli, sono manovrati da qualcuno-
-Maledizione!-
Meiko utilizzo il calcio del fucile per colpire un uccello, scaraventandolo via e facendogli investire altri suoi simili, mentre altri si univano al gruppo.
Intanto Rika si liberò di altre bertucce, controllando se Goku stava bene, notando con una risatina la scena buffa che il ragazzo stava facendo con le scimmie, per poi avvertire lei stessa una risata, e afferrando saldamente il terzo Sai si guardò intorno, rabbiosa, per poi colpire la fronda di un albero non troppo distante da lei.
-Ti diverte, vero?-
Il Sai ricadde a terra con un suono metallico, mentre dalle fronde scendeva giù con un risolino una figura familiare.
-Si, da morire-
-Selene, ancora tu, maledetta...-
Goku riuscì a levarsi dalle scatole quelle stupide scimmie, per poi voltarsi a guardare sorpreso la figura di Selene, e strinse con forza il bastone, notando il sorriso divertito della ragazza contro la rabbia di Rika.
-Maledetta! Sei stata tu vero?-
il ragazzo le arrivò come una scheggia, e Selene ebbe il tempo di schivare il colpo e formare sulla mano una sfera d'energia, lanciandola contro Goku che la schivò, andando però contro Sanzo, che all'ultimo secondo la vide, schivandola e facendosi colpire di striscio sul fianco, mentre la sfera finiva contro un albero esplodendo, accecando per qualche istante il resto della comitiva, anche le bestie li intorno sembrarono calmarsi di fronte a quell'esplosione.
-Ma come siamo nervosi! E dire che mi sei simpatico, moccioso-
-A chi hai dato del moccioso, pazza furiosa?-
-Ehi...-
Selene formò altre due sfere di energia, facendosi illuminare il volto da queste e guardando male il ragazzo dagli occhi dorati.
-Non ti permetto di chiamarmi così. E dire che ero venuta solo per vedere se la mia cara e dolce sorellina stesse bene-
Selene allungò una mano verso il viso di Rika, mentre questa rimaneva immobile, digrignando i denti dalla rabbia, mentre Goku cercava di trattenersi dall'allontanare quell'essere dalla ragazza.

"Io….la ucciderò"

Rika osservò in silenzio le dita di Selene, stavolta erano pulite, e avevano quel sentore di rose che la sorella si metteva di solito.
Rose e menta.
-Hai visto? Mi sono pulita le mani per te...-

"...fingi pure quanto ti pare.
Nascondi pure il tuo sporco.
Io lo vedrò sempre.
Vedrò sempre ciò che tu sei veramente"


"Quest'essere...è totalmente folle!
Quest'essere...dovrebbe essere mia sorella! La sorella che amavo tanto!
...tsk..."
-Questa tua falsa gentilezza...MI DA SUI NERVI!!-
la mano di Rika partì rapida, tentando un approccio contro la guancia di Selene, che lo schivò all'ultimo momento, ridacchiando.
-E tu spero di colpirmi con quell'aspetto?-
-ZITTA!-
Rika afferrò il Sai caduto a terra, tirandone fuori un secondo dalla cinta, andando a scontrare contro la sorella, che schivava velocemente i vari colpi della sorella, osservandola e sorridendo divertita, mentre le bestie riprendevano il loro assalto, stavolta Kira contro il lupo ne uscì con un morso al polpaccio, ma la sua spada riuscì a trafiggere la bestia, che con un lamento si accasciò a terra, morta, mentre altri lupi partivano all'attacco, la ragazza zoppicava leggermente, mettendosi in posizione di difesa, per poi venir riparata dal corpo di Gojio, che le sorrise ammiccando.
-Questo è per prima-
l'alabarda, rapida, colpì tutti i lupi li presenti, letteralmente tagliandoli a pezzi, mentre Kira si limitava a restare seduta a terra con la gamba sanguinante, per poi con un balzo allontanarsi da li, seguita dal rosso, un esercito di volatili infatti sbucò dal nulla, facendo lanciare un urlo a Meiko.
-MALEDIZIONE! MA QUANTI SONO?-
-L'unica soluzione è trovare chi li comanda-
la bionda cercò con lo sguardo Sanzo, trovandolo a sparare contro volatili e scimmie, mentre Goku ricominciava a avere grattacapi con le bestiacce.
Rika intanto veniva scaraventata via da un calcio di Selene, che ridacchiò, vedendola a terra.
-Tsk, mi fai pena. Pensi davvero che battermi in queste condizioni sia possibile?
In questi casi il tuo cervello dovrebbe farti capire che la tua condizione da umana è dannosa per te...sorellina...-
-Zitta...sta zitta!-
Rika si rialzò in piedi, con il labbro spaccato che sanguinava, sulla lingua, quello schifoso sapore.
...non aveva altra scelta...
Nella sua mente passarono le immagini di una bambina seduta nella luce in mezzo a quella stanza, con lo sguardo verso l'alto, in silenzio, piccola, ferita in più punti.
"Non ho altra scelta...l'ho faccio per lei...per lei!"
cercando di auto-convincersi, Rika posò una mano sul braccio, mormorando qualche parola, per poi rivelare la pelle in quel punto che si liberava del tatuaggio, mentre il potere maligno si scatenava, e Rika partiva all'attacco, stavolta lo scatto aveva una velocità doppia rispetto a quella di prima, e il colpo che Selene dovette parare era molto più potente degli altri.
-Ecco! Così ti voglio!-
-ZITTA!-
le zanne di Rika si mostrarono, mentre la ragazza mollava una sonora sberla alla sorella, che stavolta la ricevette in piena guancia, graffiandosi leggermente per le lunghe unghie, passandosi la mano sulla guancia per constatare la ferita, sorridendo poi con aria ferina.
-A quanto pare hai deciso di fare sul serio!-
Selene mostrò le mani, rivelando una serie di scosse elettriche che avvolsero le sue braccia, per poi venir lanciate contro Rika, che le schivò per un pelo, rimanendo però bruciacchiata ad un braccio da un colpo preso di striscio.
La ragazza dagli occhi azzurri ripartì all'attacco con un balzo, lanciandole un Sai e poi l'altro, e toccando terra le mollò un calcio diretto al ventre, che però Selene afferrò con una mano, mentre i Sai rimbalzavano tramite una barriera, cadendo a terra con un tonfo, mentre la ragazza dai capelli neri caricava il braccio, scaraventando via la sorella, sempre con quel sorriso soddisfatto stampato in faccia.
Intanto Kira si lanciava verso Hakkay, proteggendolo da un attacco a sorpresa di alcune scimmie, per poi accasciarsi a terra, lasciando dietro di se una scia di sangue, mentre Meiko sparava contro i volatili assieme a Sanzo, Gojio ritirò di nuovo la sua alabarda, sudando freddo.
-Maledizione, ma dove è nascosto quel dannato?-
Kira alzò lo sguardo verso Selene.
-E se è opera di quella?-
-Non credo, Selene usa la magia, non incanta certo gli animali-
-E poi se fosse stata lei il combattimento contro Rika l'avrebbe distratta, fermando così l'incantesimo sugli animali-
Sanzo evitò una scimmia, per poi calciarla via, mentre un lupo si lanciava contro di lui per un attacco a sorpresa.
-MERDA! SANZO!!-
il bonzo si voltò giusto in tempo per vedere Meiko prendere al volo il lupo e tuffarsi a terra con lui sotto, la bestia l'azzanno con violenza al braccio, facendola gemere.
-MALEDETTA BESTIACCIA!-
Meiko afferrò un pezzo di legno li vicino, affondandolo nel corpo del lupo che comincio a guaire sotto di lei, mentre le mani della ragazza cominciavano a sporcarsi di rosso per il sangue della bestia.
...maledizione...


"Il corpo si muoveva ancora, così aveva afferrato un pezzo di vetro, e ferendosi le mani infilzò in pieno petto il corpo, che lanciò un gemito, per poi smettere di muoversi, mentre le sue piccole mani si sporcavano di rosso"


Meiko si allontanò dal lupo, che ormai non si muoveva più, restando in silenzio per qualche istante, con una faccia rassegnata e amareggiata, osservando il pelo marroncino colorarsi di rosso scuro.
"Maledizione..."
-Meiko, attenta!-
-Oh porc...-
non poté pronunciare altro, mentre sferrava un calcio contro la scimmia che le stava andando addosso, prendendo il fiato per la sorpresa e cercando con lo sguardo il suo fucile.
Hakkay intanto si voltò verso Kira, notando che la ragazza si era di nuovo rialzata in piedi, ma la gamba ferita tremava, un altro sforzo era impensabile.
La ragazza si voltò verso di lui, tenendo saldamente in mano la spada, senza accorgersi del pericolo di un corvo che le stava andando addosso.
-Attenta!-
Hakkay l'afferrò per una spalla, lanciando un Ki contro il volatile che ne fu colpito in pieno, mentre la ragazza che cadeva all'indietro veniva fermata dal corpo del ragazzo.
Caldo...respiro...respiro affannoso...caldo...piacevole...respiro...respiro...
Hakkay l'aiutò a mettersi su un albero, restando inginocchiato davanti a lei per controllare la ferita, il sangue continuava a scivolare via, sporcandole la pelle leggermente sudata, la gamba continuava a tremare leggermente.
-Non sforzarti, o rischi di peggiorare le tue condizioni-
Kira lo osservò in silenzio, mentre lui si voltava e ricominciava, questa volta restando li fermo a proteggerla.
...vergogna...
E dire...che doveva proteggerlo...
...perché?
Quella voce...quella voce che s'insinuava nei suoi pensieri...che le mostrava cose che non le appartenevano, ricordi...istanti...che le sussurrava cosa doveva fare, come se le stesse impartendo degli ordini...
E se si fosse rifiutata?
Cosa sarebbe accaduto?
Osservò la schiena di Hakkay, intento a reggere la barriera con il Ki, anche se le forze cominciavano a mancargli.
...molto probabilmente sarebbe morto...
E lei voleva che morisse?


"Non voglio che muoia"


Cosa voleva lei?
Kira osservava con aria preoccupata quella schiena, era ampia, anche se non appariva forte o muscolosa.
Per certi aspetti...le ricordava la schiena di un ragazzino...
Quella schiena, che si era messa a sua difesa...
...si, l'avrebbe protetta...anche senza un valido motivo...anche senza un significato...

Se anche questa vita non ha significato...l'unico modo per vivere è trovarne uno

...
Kira restò in silenzio, avvertendo il dolore alla gamba andare a venire in scosse fastidiose.
Nello stesso istante, Rika con una capriola atterrava, aveva dei lividi, oltre che il labbro spaccato, mentre Selene presentava un taglio sulla guancia e un po' di sporco sui vestiti, una goccia di sudore le scivolò su una guancia.
-Notevole, davvero notevole.
Sai, trovo tutto...terribilmente stupido...noi due che combattiamo è assurdo, dato che siamo tutte e due dalla stessa parte...oh no?-
Rika si fermò un secondo, osservando stupita l'atteggiamento di Selene, che incrociava le braccia, guardando tranquilla parente.
-In fondo la tua missione non è quella di prendere il sutra a Genjo Sanzo?-
le iridi azzurre della castana si pietrificarono, mentre Selene continuava, indicando con la testa il gruppetto che si stava ancora dando da fare.
-Forza, sono la, troppo impegnati per pensare al sutra, e anche troppo stanchi.
Perché non approfittare ora?-
Rika si voltò a guardare il gruppo, osservando soprattutto il biondo bonzo che continuava a sparare, e Goku, che gli si era avvicinato, urlando dalla rabbia per la quantità di animali che sbucavano dal nulla.
Approfittarne ora...in quel momento, in quegli istanti...
La stanza...la stanza...

"Ricordo che stavo scappando da mia sorella, da tutto e da tutti, perché non accettavo il fatto di essere stata trasformata in un demone.
Ero terrorizzata, schifata, spaventata, e cercavo un luogo dove nascondermi.
Tanto che mi ero persa...
Così ero finita in quella stanza...
E li, nel buio e nella luce di quel posto, mi sono messa a piangere, dopo aver visto il motivo per cui ancora oggi, io mi trasformo, per cui ancora adesso io rimanga fedele al principe Kougaiji"


Si...la stanza...però...
Però...

"sei molto forte, mi sono divertito molto a combattere contro di te"

"...Rika"

"Ecco….non ti vedevo più tornate e cosi sono venuto a cercarti, ero preoccupato per te"

"Piangi pure …..ti farà bene…."

"Io….la ucciderò"


"...perdonami Rika, so che ti ho fatto soffrire"

"voglio che tu resti con noi!"

"RIKA!"


Perché adesso...quella voce sfocava la vista di quella stanza?
Perché adesso l'idea di fare del male a Goku le sembrava così impossibile?
NO! NO!
-Non ho nessuna intenzione di obbedire ai tuoi comandi!
La mia vita me la decido io!!-
Selene lasciò morire il sorriso, notando la testardaggine della sorella, e strinse un pugno fino a farlo sanguinare, Rika per la prima volta rabbrividì, notando che la sorella si stava arrabbiando.
Raramente la vedeva furente.
Ed ogni volta...non era mai stato uno spettacolo piacevole...
-Bene, visto che fai la testarda, vorrà dire che ti punirò, sorellina-
la ragazza cominciò a recitare un incantesimo, allargando le braccia, le mani verso il cielo, mentre gli animali e le bestie si fermavano, come a voler sentire ciò che Selene stava pronunciando.
Poi, rapidamente tutti gli animali fuggirono via, lasciando dietro di se i morti e i feriti che si muovevano a stento, mentre gli altri non riuscivano a tirare un sospiri odi sollievo, ascoltando anche loro la formula che Selene stava recitando.
-RIKA FERMALA!-
la ragazza venne risvegliata dalla voce di Meiko, e tentò di bloccare le parole della sorella, quando questa unì le mani insieme, e diede un sono pugno al terreno, che sembrò vibrare per il colpo subito.
La terra vibrò leggermente, poi...
Kira, lanciò un gemito di sorpresa, sotto di lei il terreno diventava incredibilmente molle, assorbendola con se, mentre Hakkay si voltava sconvolto vedendo il busto di Kira che veniva come risucchiato dal terreno.
-KIRA!-
-MERDA!!-
-MALEDIZIONE!-
-RIKA!!-
-GOKU!!-
la ragazza vide il compagno di viaggio venir assorbito dalla terra, e corse verso di lui, afferrando il Nyoibo abbandonato li per terra, allungandolo verso di lui.
-Afferra il bastone!!-
il ragazzo obbedì, riuscendo a prenderlo a stento, per poi iniziare a venir tirato suda Rika, mentre Selene la guardava con fare schifato, balzando su un ramo li vicino, dove un'ombra stava assistendo interessata alla scena.
Era un'ombra di demone, dai lunghi capelli e la voce femminile.
-Ti sei innervosita?-
-Certe volte Rika è proprio una cretina! Non ho avuto altra scelta-
-Non pensi che morirà?-
-Tsk, non me ne frega niente!-
l'ombra fece un sorriso cattivo.
-In questo caso...-
Selene si voltò verso un fruscio, facendo appena in tempo nel vedere un corvo investirla e spingerla giù dal ramo.
-AAH!-
Gojio vide sopra di se arrivare un corpo nero, che lo travolse spingendolo giù nel terreno, annegando per primo.
Meiko vide la sua moto venir assorbita dal terreno, e con il fucile in mano sparò un colpo verso le fronde che aveva visto muoversi prima, avvertendo un lamento, per poi avvertire il seno che veniva assorbito dal terreno.
Si guardò intorno, ed allungò una mano verso il vestito di Sanzo, cercando di tirarlo su, mentre di lui non si vedeva altro che la mano.
Hakkay invece aveva fatto in tempo a stringere Kira a se e ad allontanare Hakuryu, mentre la ragazza rimaneva zitta, cercando di trattenere un lamento per la gamba che le faceva male.
Rika invece sembrava aver più fortuna degli altri, quando il terreno cominciò a farla affondare, e Goku le afferrò con forza il polso, per poi venir inglobati entrambi dal terreno, che s'indurì, non lasciando altro che uno spiazzo un po' sporco di sangue.
Il demone scese con prudenza, constatando che l'incantesimo era ormai finito, e si guardò intorno, notando che tutto quello che era rimasto era solo un Sai di Rika, che afferrò, allungandolo verso un lupo dal pelo nero, che lo annusò.
-Sono certa che Selene non potrebbe uccidere la sorella.
Trova le sue tracce, e portami da lei-
Il lupo annusò il Sai, per poi cominciare ad annusare l'aria, ed iniziare la ricerca, sotto lo sguardo soddisfatto del demone donna.


"-Sei tutta sola piccola...-
Aveva una voce che tralasciava una scia d'ironia, mentre s'inginocchiava verso di me, osservandomi con aria interessata e divertita
-Ma tu guarda, che brutta bambina-
il modo che lo diceva, i suoi occhi, e il modo in cui mi era apparsa...mi misero i brividi addosso, mentre mi strappava il fucile dalle mani, osservandolo, per poi sorridermi.
-Ora tu vieni con me, mi occuperò io di te-
non mi prese per mano, ma si tenne il fucile, perciò fui obbligata a seguirla, anche senza la mia volontà, mentre mi portava via da quel posto"


"Maledizione! Mi devo svegliare!"
Meiko aprì gli occhi di sua volontà, anche se la tentazione di tenerli chiusi la trascinava giù, proprio com'era successo prima con quell'incantesimo.
Maledetta Selene...
Si tastò la testa, constatando che faceva male, ed anche il braccio, probabilmente il morso di quel lupo era andato a fondo. Almeno l'osso sembrava sano.
Si guardò intorno, doveva essere finita in una specie di galleria sotto il terreno, le pareti erano formato di roccia.
Tzé, almeno non si sarebbe dovuta sorbire l'attacco claustrofobico di Kira.
A pensarci bene, chissà dov'erano gli altri...
Si rialzò in piedi, la galleria non era molto illuminata, e Meiko cominciò a tastoni la ricerca del fucile, e magari di qualche compagno; non fece molta strada, che inciampò su qualcosa, cadendoci sopra, il braccio a quella botta lanciò un dolore al quale la ragazza rispose con un'imprecazione che risuonò per tutta la galleria.
La bionda prese un respiro, sbuffando, mentre restava a pancia in giù su quel corpo, constatando che era caldo.
Per qualche istante, rimase immobile, restando sopra quel corpo, socchiudendo gli occhi, era piacevolmente caldo, ed aveva stranamente un sentore d'incenso.
-Ehi...-
una voce familiare fece spalancare gli occhi a Meiko, che si sporse nella direzione della voce, trovandosi  faccia a faccia con Sanzo, che si era ritrovato addosso quel peso morto.
Il bonzo stava per minacciare la ragazza di ucciderla, quando si accorse stranamente che le iridi della ragazza, alla fioca luce, assumevano un'intensa sfumatura rossa sull'ambrato.
...rosso...
-Levati immediatamente, se non vuoi morire-
Meiko lo osservò, constatando che in fondo in fondo aveva di fronte a se un bell'uomo.
I capelli biondi, occhi d'ametista...un chakra rosso...
...

"Ricordati...se porterai a termine la tua missione...io esaudirò il tuo desiderio..."

Come uno schiaffo, quella voce, fece spalancare gli occhi alla ragazza, che si levò prontamente, rialzandosi in piedi e sistemandosi la maglietta, anche se il gesto la fece gemere per il dolore al braccio.
Merda, ci mancava solo il braccio che le faceva male...

"-Tu non mi tradirai mai, vero?-
-...Si-"


Non l'avrebbe mai potuta tradire...sarebbe stato lo sbaglio più grosso della sua vita...
...non aveva voglia...di morire...adesso...
Mosse qualche passo, giusto per avvertire qualcos'altro sbarrarle la strada, e notò un corpo morbido immobile tra i piedi.
...uno dei lupi...
Intorno a loro, c'erano cadaveri di scimmie, corvi e qualche lupo, che ancora sanguinavano, evidentemente erano state vittime anche loro dell'incantesimo applicato sul terreno.
Beh...almeno...
-Avranno una tomba per loro...-
restò in silenzio, rendendosi conto solo ora del macello che avevano fatto...
...
Avvertì il bonzo muoversi, facendola voltare.
-Ehi, non penserai di lasciarmi qui, vero?-
il bonzo si fermò, voltandosi a guardarla, mentre lei riprendeva in mano il fucile, controllando che non fosse rotto, solo il calcio un po' scheggiato.
I capelli biondi un po' sporchi, lo sguardo un po' vacuo che si soffermava sui cadaveri degli animali che avevano ucciso.
-Se non vuoi restare qui vedi di muoverti-
-Tzé, sempre gentile lei-
Meiko si spolverò via un po' di polvere dai capelli, iniziando ad avviarsi con il monaco lungo la galleria, verso la direzione della luce, lasciando dietro di se solo l'eco dei loro passi e delle loro voci.
Kira avvertì un calore familiare svegliarla, come una sorta di carezza.
Aprì lentamente gli occhi, vedendo sfuocato un bagliore che veniva dal basso, verso la sua gamba.
Abbassò lentamente la testa, il buio veniva in quel momento illuminato da una luce verde soffusa, che le scaldava la gamba, che usciva dalla mano di Hakkay, i quale le sorrise, accorgendosi che stava osservando l'operazione.
-Per fortuna ti sei svegliata.
Sono riuscito ad arrestare il sangue e a fermare la ferita, per fortuna non era nulla di troppo grave-
Kira ascoltò in silenzio, per poi guardarsi intorno, accanto a se c'era il busto di una scimmia, di sicuro era stata opera di Gojio.
...la osservò con aria abbattuta, notando solo ora che in fondo non erano grandi, il pelo era di un colore melassa, gli occhi vacui socchiusi lasciavano intravedere l'iride nera, ora vitrea, mentre la metà del corpo tagliata, sul pelo vicino al taglio era tutta imbrattata di sangue.
Kira allungò una mano, tastando il cadavere, accorgendosi che si stava irrigidendo, mentre Hakkay la fissava compiere quei movimenti, avvertendo tristezza che usciva dal volto.
La ragazza, per la prima volta, si stava pentendo di aver ammazzato, le dita si sporcarono leggermente di sangue, e lo osservò con aria abbattuta.
"Perché lo faccio?
Il significato della mia vita...è questo?
E'...lui?"
Kira si voltò verso Hakkay, osservandola con aria rattristata, stupendo il ragazzo, che si limitò a sorriderle, porgendogli la mano.
-Ti aiuto ad alzarti, è meglio che in ogni caso non sforzi troppo la gamba-
la ragazza vide quella grande mano davanti a lei, per poi osservare il ragazzo che continuava a sorriderle.
Lentamente, allungò la sua mano, constatando che era più piccola e magra di quella del ragazzo, che senza sforzo la sollevò in piedi, appoggiandola a se.
-In questo modo la gamba non ti farà male-
il primo istinto di Kira era quello di allontanarlo da lui, ma il calore di quel corpo la paralizzò per qualche istante; il calore...di un abbraccio...
"Che...bella...sensazione..."
Kira strinse leggermente la casacca di Hakkay, appoggiandosi quasi del tutto al suo corpo, era come se all'improvviso fosse stanca, la stanchezza accumulata in tutto quel tempo si riversava in quegl'istanti.
Avrebbe voluto chiudere gli occhi, e magari addormentarsi, avvolta da quel calore così piacevole...così bello...
...

...

"KANAAAN!!"

L'urlo le squarciò la mente, mentre immagini confuse si succedevano, quell'urlo la fece staccare da Hakkay, che le mise una mano sulla spalla, sorreggendola.
-Andiamo, è inutile restare qui-
Kira annuì, iniziando a camminare, la gamba le faceva ancora un po' male, quando avvertì la stanchezza di Hakkay in parte che le pesava sulla spalla.
Aveva usato per tutto il tempo l'energia del Ki, la sua stessa energia, e l'aveva usata anche per curarla.
...
Kira cominciò a sostenere il peso di Hakkay, che si stupì nell'avvertire che entrambi riuscivano a sostenersi a vicenda in quella camminata, limitandosi a sorridere e a continuare la camminata nella galleria.
Gojio in quel momento stava cercando il suo pacchetto di sigarette, l'ultima rimasta era un po' storta, ma per fortuna era integra, accendendosela a fatica, per poi passarsi una mano tra i capelli, la polvere scivolò via da un ciuffo, accanto a lui i cadaveri dei corvi e dei lupi, mentre dietro di lui c'era la moto di Meiko, chissà per quale miracolo ancora integra e forse funzionante.
Gojio si tirò una boccata di sigaretta, alzando lo sguardo verso il soffitto.
-Certo che ti sei proprio arrabbiata, addirittura farci ingoiare dalla terra, tzé-
Gojio lanciò un'occhiata verso le ombre alla sua destra, una figura si stava muovendo silenziosa, una mano stava sistemando i capelli un po' sconvolti, sbuffando.
-Non posso farci niente se mia sorella è stupida-
-Naah, non quanto la stupida scimmia-
il rosso ridacchiò alle sue ultime parole, mentre Selene lo osservava inarcando un sopracciglio, i vestiti leggermente sconvolti, così come i capelli ,con quella sigaretta tra le labbra e il sorriso accattivante.
La donna s'inginocchiò verso di lui, una mano sul petto.
-Che ne dici di divertirci un po', mentre gli altri ci vengono a cercare?-
Gojio si sentì inondare i sensi dal profumo di rose e menta che la ragazza rilasciava, stranamente oggi non era sporca di sangue, mentre l'idea di accarezzarla gli passava nella mente.
-Oh, mi piacerebbe, ma vedi.
A parte che il posto fa schifo.
Io lo faccio sicuro-
Selene si guardò intorno, constatando che veramente il posto faceva venire il mal di stomaco.
-Certo che tu e i tuoi amichetti vi siete divertiti-
Selene sbuffò, alzandosi in piedi e guardandolo.
-Allora? Vuoi restare li?-
Gojio si rialzò in piedi, afferrando il manubrio della motocicletta e cominciando a portarsela dietro, mentre Selene si metteva dall'altra parte, guardando lo stato un po' sporco del mezzo di locomozione.
-Perché non possiamo usare questa?-
-Perché non ho le chiavi. E poi la proprietaria mi fucilerebbe se verrebbe a saperlo-
Selene sbuffò di nuovo, giocherellando con una ciocca di capelli, in quel frangente il demone appariva davvero carina, con quelle dita che continuavano a tormentare la ciocca di capelli neri e la faccia un po' imbronciata.
Gojio sorrise, in fondo non gli era poi andata tanto male.
L'ultimo a svegliarsi fu Goku, con un terribile mal di testa.
Era cascato di schiena per terra, sbattendo anche la testa, infatti gli era venuta un po' di nausea, e cercava di rimettersi in piedi, guardandosi intorno.
Accidenti, era finito chissà dove sottoterra.
Maledetta Selene...
Il pensiero di Selene lo riportò a Rika, ricordandosi che aveva afferrato il polso della ragazza, quindi non doveva essere finita tanto lontana.
Se la ritrovò accanto, ancora svenuta e con l'aspetto i demone.
-Rika!
Ehi Rika, svegliati!-
Goku la scrollò leggermente, e la ragazza socchiuse gli occhi, vedendo all'inizio solo un grande buio, e con la sensazione che il corpo era a pezzi.
Spostò leggermente la testa, e subito fu inondata da due grandi occhi color oro che la guardavano ansiosi.
Rimase leggermente impietrita, Goku era a pochi millimetri dal suo volto, poteva avvertire l'alito caldo dal sapore di dolci.
-Rika! Oh meno male.
Stai bene?-
La ragazza arrossì leggermente, le guance s'imporporavano, mentre annuiva, a fatica la voce usciva dalla gola.
-S...Si...-
in quel momento Goku si rese conto della posizione che aveva assunto per scuotere la ragazza, era a carponi sopra di lei, con le mani sulle spalle che potevano toccare i capelli e il volto a poca distanza dal suo, poteva vedere chiaramente le sfumature dell'iride azzurra.
Rimase intontito in quella posizione, arrossendo anche lui in modo più vistoso, per poi staccarsi velocemente, allontanandosi, mentre Rika si metteva in piedi, cercando di abbassare la temperatura della sua faccia, come constatava mettendosi le mani sulle guance.
Le dita tastarono le orecchie, accorgendosi della loro forma demoniaca, lasciando per qualche istante la ragazza paralizzata.
Oh no...l'aveva vista con questo aspetto.
Goku si voltò verso la ragazza, cercando di soffocare il rossore.
-Senti Rika-
-Aspetta! Non mi guardare!-
il ragazzo venne zittito da quelle parole, mentre la ragazza si allontanava di qualche passo, prendendo un profondo respiro e mettendo la mano sul braccio, mormorando delle parole, mentre una leggera e soffusa luce la circondava, le orecchie si arrotondavano, così come le unghie tornavano normali, e le pupille assumevano di nuovo un aspetto rotondo.
Rika si tastò più volte il viso e le orecchie, sollevata, per poi voltarsi verso Goku, che era rimasto un po' stupito alla reazione della ragazza.
-Ok, adesso che si fa?-
Goku si guardò intorno, borbottando.
-Uffa, siamo finiti sottoterra, senza cibo. Ed io ho FAME!!-
Rika ridacchiò alla continua scenetta di Goku, in fondo il ragazzo manteneva sempre questa aria ingenua che a volte lo rendeva molto infantile.
Però era simpatico...
Il sorriso prese una piega  nostalgica, mentre vedeva il ragazzo davanti a se lamentarsi, era come se tutto andava sfocare.
Davanti alle parole di Selene, era rimasta in difficoltà, quel ragazzo...era rimasto nella sua mente, tentando di cancellare quella stanza...quell'immagine...quel volto...
Le immagini si erano sovrapposte.
E la voce di Goku...aveva rotto il silenzio...
...
-Ehi, Rika, che hai?-
la ragazza venne tirata fuori dai suoi pensieri dalla testa di Goku, che la guardava all'ingiù, dato che lei aveva abbassato il capo.
Scosse la testa, sorridendo.
-Niente, niente. Beh, direi che per ora sia il caso di camminare, magari chi lo sa, troveremo gli altri lungo la strada-
"E poi..."
Rika avvertì il sentore di cadaveri raggiungerle le narici e il cervello, mentre cercava di non voltarsi a guardare lo scempio che avevano combinato.
Se l'avesse guardato, sarebbe stata la fine...
-Certo che abbiamo fatto un bel macello, non ti sembra Rika?-
"No...non devo guardare, non devo guardare!"

"RIKA!"
"MAMMA, PAPA'!!!!
AAAAAAAAAAHHHHHHH"


"Non devo guardare"
-Dai andiamo Goku-
la ragazza partì velocemente, lasciando il ragazzo indietro, che la raggiunse solo con una breve corsetta, stupendosi di quell'atteggiamento un po' distaccato che Rika aveva assunto, guardava dritta davanti a se, ignorando ciò che aveva ai lati o dietro.
I primi a fermarsi furono Kira e Hakkay, oltre per la ferita della ragazza, anche perché l'uomo dagli occhi verdi iniziava ad avvertire la stanchezza provocata dall'uso eccessivo del uso Ki.
La galleria era illuminata da una fonte di luce soffusa, che proveniva dalla direzione dove i due stavano camminando, ormai avevano lasciato dietro di se la scia dei cadaveri, incontrando invece dell'umidità che scivolava giù dalla roccia come gocce, anche colando dal soffitto, formando delle pozzanghere dove si rifletteva il bagliore soffuso li intorno.
Kira si mise all'opposto di Hakkay, osservando in silenzio la galleria davanti a lei, che in quel momento compiva una curva verso sinistra.
Hakkay chiuse gli occhi, alzando il capo verso l'alto.
Avvertiva un'enorme stanchezza sulle spalle, e dire che doveva sorreggere Kira per la gamba ferita, invece era lei a sostenerlo, in silenzio, continuando a camminare come se niente fosse.
Il ragazzo si soffermò a guardarla, aveva abbracciato a se le gambe, appoggiando il capo alle ginocchia, lo sguardo verso la curva della galleria, parte dei capelli le scivolavano via dalla spalla.
Se ne stava li in silenzio, con la gamba che adesso aveva solo le croste di sangue secco che si andavano a staccare.
...e dire...

-Hakkay...ho...protetto....Kanan...-

L'aveva lasciato spiazzato quel comportamento.
Senza chiederlo, senza che lui lo volesse, lei aveva protetto quello zombie dalle sembianze di Kanan.
...
-Perché, quella volta, hai protetto quell'essere?-
Kira si voltò a guardarlo, il ragazzo la fissava tranquillo, anche se con insistenza, bloccandola di fronte a quello sguardo verde.
...perché l'aveva fatto...
Kira abbassò il capo, cercando lei stessa una motivazione ai suoi gesti.
Ma tutto quello che riuscì a dire fu...
-Non lo so nemmeno io-

"L'avrei protetta solo per lui...
...perché...io lo amavo...
Ma lui non lo deve sapere...non lo avrebbe mai saputo...mai"


Cosa significava amare?
-L'ho fatto...perché volevi che quella ragazza continuasse a vivere, no?-
si, è vero...aveva desiderato che lei vivesse, perché stupidamente aveva creduto che quella era Kanan.
Evidentemente ancora una volta il ricordo di lei lo aveva trascinato verso una pura follia, doveva capirlo, eppure...ogni volta che i suoi occhi incontravano un volto che potesse anche lontanamente assomigliarle, non poteva fare a meno...di sperare...
Le aveva promesso che avrebbe vissuto ancora un po' per se stesso, eppure lei era ancora li, aggrappata ancora ad una parte del suo cuore, ed in fondo era giusto così.
Si, era giusto...
Hakkay osservò la sua mano, ricordandosi di quando Goku gli aveva allungato con un pennarello la linea della vita, senza rendersi conto che era pennarello indelebile.
Adesso si era un po' scolorito, ma c'era ancora il segno nero su quella linea, allungandola fino al polso.
Distrattamente Hakkay spostò lo sguardo dalla mano alla figura di Kira, sembrava essersi addormentata, era normale, aveva faticato molto, e aveva preteso molto dalla sua gamba.
Accucciata in quella posizione, i capelli scivolavano sulle gambe.
Era da quando l'aveva vista...che l'immagine di Kanan...era leggermente scolorita...
La sua voce era chiara, dolce, come nei suoi ricordi.

"Gono, adesso non siamo più soli, vero?"

Però...il suo volto appariva cambiato, e spesso le iridi verdi si colorivano di un intenso blu elettrico.
Possibile che stesse dimenticando Kanan?
No...non poteva permetterlo...
"Avevo detto che avrei vissuto per me, invece finisco sempre col pensarti..."

"Addio per sempre, Gono"

Quell'addio...addio per sempre...
Non poteva accettarlo, per questo aveva desiderato morire. Per poterla raggiungere, per non permettere a quel "per sempre" di realizzarsi.
Ma non era morto, era a ancora li, vivo, stava vivendo, viveva la sua vita.
Hakkay si alzò in piedi, cercando di smettere di pensarci, sporgendosi verso Kira, la ragazza aveva gli occhi chiusi, forse si era davvero addormentata.
-Kira, svegliati-
la scosse dolcemente, e la ragazza si svegliò, alzando poi lo sguardo verso di lui, con aria tranquilla.
Eccoli, davanti a lui, quegli occhi, che scolorivano via l'immagine di Kanan, che gli facevano ricordare quelle parole.

"Addio per sempre"

Per sempre...
Sotto lo sguardo stupito di Kira, il viso di Hakkay si tingeva di tristezza, mentre la mano restava appoggiatala spalla della ragazza, che cercò di allungare due dita, toccandogli un ciuffo di capelli.
-Sei triste per colpa mia?-
gli faceva male sapere la risposta, avvertiva il corpo farle male nell'attendere quella risposta.
Strinse leggermente la mano a terra a pugno, mentre avvertiva quell'ansia farle male, ferirla in qualche modo.
Stava così male, senza capire il perché, solo quella voce che continuava a sussurrare, era la sua voce, ma al tempo stesso non era lei a dire quelle cose.

"Era sempre triste, una bambino triste...un ragazzino triste.
Ed io cercavo sempre di farlo sorridere.
-Ti va di giocare?-
-Dai, non fare quella faccia!-
-Va tutto bene?-
lui mi guardava sempre stupito, per poi rispondere, o seguirmi.
-Perché mi aiuti sempre?-
avrei voluto dirglielo, dirgli che lo amavo, che non volevo che stesse male perché mi ero innamorata di lui...
Però...
-Perché sei mio amico-
non gliel'ho mai detto, mai...e poi arrivò lei..."


BASTA!!

Kira lasciò andare giù la mano vicino ai capelli, cercando di rialzarsi da sola, scuotendo leggermente il capo, la testa ora le faceva male, le doleva, come se qualcuno la stava premendo.
Non capiva più niente, era così confusa.
Scappare, voleva scappare da li, da quella situazione, da lui!
Perché ogni volta che lo vedeva il tempo si fermava...e quando si fermava...quella voce iniziava a parlare...e quella voce sembrava comandarla come una marionetta.
Barcollò leggermente, avvertendo una leggera fitta di dolore alla gamba, ed Hakkay repentinamente la sorresse.
-Non fare movimenti rapidi, o rischi di riaprire la ferita-
Kira annuì, sorreggendosi sul braccio del ragazzo, per poi mettersi meglio, accanto a lui, guardandolo seria.
-Ti senti bene?-
il ragazzo la guardò stupito, per poi sorridere divertito.
-Questo dovrei chiedertelo io, non credi?-
la ragazza non rispose, limitandosi ad annuire, anche se sul suo volto, sotto lo sguardo attento di Hakkay, la linea delle labbra formava l'ombra di un sorriso.
...scolorito...
-Ehi bonzo! Aspetta un secondo!!-
Sanzo si fermò, voltandosi infastidito verso Meiko, che ansimava, per poi alzarsi la manica un po' umida del braccio, rivelando il morso di quel maledetto lupo che le pulsava in modo fastidioso.
Maledizione, il sangue aveva rallentato la corsa, ma non smetteva di sanguinare, e questo le stava costando caro, adesso tutto intorno a lei era diventato sfuocato.
Con un moto di fastidio e borbottando, la biondina si strappò la manica, rivelando interamente le condizioni del morso, per poi inzuppare il tessuto in una delle pozzanghere d'acqua, iniziando una fase di pulitura, mentre Sanzo restava guardare, limitandosi ad accendere una sigaretta.
-Tzé, maledizione, ogni volta mi devo in qualche modo fare male.
...è colpa di questo mio stupido vizio...-
"Si, il mio vizio che ogni volta mi faceva costare la vita, e che invece mi portava a perdere le cose che avevo a me care, in modo poi del tutto ridicolo.
Tzè, che vergogna, non riesco nemmeno a resistere al morso di un lupo, se sono sopravvissuta fino a qui è stato...
...no, i miracoli non esistono...
E' stato perché piuttosto che morire, mi saresti tagliata la lingua con le mie stesse mani"
Meiko sbuffò, terminando di pulire la ferita, adesso il sangue sembrava essersi fermato, mentre la ragazza passava ad una complicata fase di bendatura, il che era tutto da dire, dato che a fatica riusciva a muovere il braccio senza che le facesse male, doveva essere danneggiato il muscolo.
Sanzo sbuffò, cacciando fuori una nuvoletta di fumo, spazientito dalla pausa della ragazza, avvicinandosi a lei e afferrandogli con poca delicatezza braccio e manica umida.
-Idiota, se aspetto a te si fa notte-
-Auch! E fai piano, razza di cretino!-
Sanzo stava per confermare la sua intenzione di ammazzarla, quando vide solo i capelli biondi di lei, la ragazza si stava mordendo le labbra per il male e per al sensazione di debolezza, non aveva alcuna intenzione di farsi vedere in quelle condizioni, sarebbe stata una vergogna.
Il bonzo di limitò a fare un verso stizzito, mentre bendava con quella manica la ferita della ragazza.
-Se devi finire col sentirti male, evitalo, idiota-
Meiko alzò il capo stupita, guardando il bonzo davanti a se che terminava di bendarla, già il fatto che la stava bendando preannunciava un grandinata pazzesca, ma anche questo era decisamente troppo.
-Cosa sono tutte queste gentilezze, per caso stai male, bonzo?-
*PAM*
l'harisen di Sanzo arrivò non si sa come sulla testa di Meiko, che imprecò a voce bassa, mettendosi le mani in testa.
-Ahi, ma sei deficiente? Così mi spacco anche la testa-
-Tsk, idiota-
Sanzo si rialzò in piedi, togliendosi parte dell'abito cerimoniale, rivelando la maglietta nera aderente e le due maniche separate dalla maglietta, lasciando stupita la ragazza, che osservava in silenzio la fisionomia e il comportamento di quell'assurdo bonzo, per poi guardare la fasciatura, on era delle migliori, però...
Sorrise divertita.
-Grazie-
Sanzo non rispose, limitandosi a schiacciare il mozzicone di sigaretta a terra, per poi voltarsi a guardarla, la ragazza tentò di rimettersi in piedi, aveva recuperato un po' di forze dopo quella pausa, ed ora raggiungeva anche se lentamente la figura del bonzo, che la lasciò affiancarsi a  lui, per poi proseguire nella galleria.
-AAAH! HO FAME!!-
-Dai Goku, non possiamo fermarci!-
-Ti prego Rika, solo cinque minuti, sto morendo di fame-
il ragazzo si accasciò a terra, mentre la castana si guardava intorno, sbuffando ansiosa.
Non le piaceva per niente il posto, oltretutto cominciava a diventare molto umido, le pozzanghere che avevano visto erano triplicate man mano che avanzavano da quella parte.
"Chissà gli altri come stanno..."
-Rika, stai bene? E' da quando eravamo nella foresta che ti comporti in maniera strana-
la ragazza si voltò stupita verso Goku, che la guardava in attesa di risposta.
E adesso che dirgli?
"E che ho una missione, ho il compito di rubare il sutra a Genjo Sanzo e poi di andarmene, e non voglio perché che tu ne soffriresti"
Decisamente ridicolo.
Però era la verità, lei prima o poi avrebbe rubato il sutra a Genjo Sanzo, avrebbe lasciato il gruppo, li avrebbe traditi, ed in fondo era la sua missione, la missione che le aveva affidato il principe Kougaiji, e doveva portarla a termine.
Però...qualcosa le aveva fatto dimenticare tutto questo, la sua missione, il suo scopo, tutto.
E quella cosa...
-Rika?-
...era lui
La ragazza si voltò, scuotendo il capo e sforzandosi di sorridere.
-Non è nulla Goku, dev'essere la stanchezza accumulata-
il ragazzo la fissò attento, odiava i segreti delle altre persone, lui non aveva mai segreti.
...o meglio...ancora non aveva rivelato niente a Rika, però nel caso di fosse presentata l'occasione lo avrebbe fatto.
Rika invece gli stava nascondendo molte cose, in modo continuo, da quando si era unita a loro non si erano mai parlati bene, solo chiacchiere e risate futili.
Aveva voglio di scoprire cosa nascondeva quella ragazza, per la prima volta era incuriosito da lei.
E poi...voleva proteggerla...dal buio...ogni volta che era triste, era come se tutto intorno a lei diventasse buio.
E lui non lo voleva, non gli andava giù il fatto che Rika fosse sempre triste.
A lui piaceva Rika quand'era allegra, quando sorrideva.
Si, gli piaceva molto il sorriso di Rika...e gli occhi...e lei...e...
E...e Goku arrossì, rendendosi conto che stava facendo un elenco delle cose che gli piacevano di RIKA.
Una volta gli era capitata una cosa simile...
Ed aveva fallito...
Goku si rabbuiò, ricordandosi la sua amica, colpita da quel demone parassita, che non era riuscito a salvare.
E l'aveva persa...
Però ora...c'era Rika, una nuova amica...ed avrebbe fatto di tutto per proteggerla da qualunque cosa, sarebbe diventato ancora più forte.
Oltre che per se stesso...anche per lei...
Si, per lei...
-Goku...-
il ragazzo fu risvegliato dal flusso dei suoi pensieri, voltandosi verso Rika, che si sedette li vicino , sorridendo triste.
-Volevo ringraziarti...per non aver tentato di uccidere Selene-
al ragazzo tornarono in mente il discorso fatto a Rika, quel giorno, quando era scappata, quando era apparsa quella copia, quando aveva tentato di salvarla dallo specchio.
Si, avrebbe voluto uccidere Selene, per non vedere più soffrire la ragazza, però...
-Tu mi avevi detto di non farlo-
Rika sorrise mesta, annuendo con il capo.
-Il fatto...è che lei è mia sorella...ed è l'unica persona vicina a me che mi è rimasta...anche se...io la odio...e lei mi odia allo stesso modo...
Io non posso permettere a nessuna di ucciderla o di farle del male-
"Ho il terrore di restare sola al mondo!
Anche se lei è la persona che odio di più al mondo, al tempo stesso è quella a me più vicina.
E non permetterò a nessuno di farle del male, a nessuno
Nemmeno a te Goku"
Goku annuì, guardando prima la ragazza, poi la galleria in generale, le pozzanghere venivano continuamente mosse dalle gocce che scendevano giù dal soffitto in pietra.
Rika lo guardò triste, in qualche modo sentiva di dovergli dire di più, come un'istinto, quasi come mangiare o dormire.
-Il fatto...è che se lei morisse...io sarei sola...-
il ragazzo si voltò stupito, guardando Rika mettersi di fianco a lui, abbracciando le gambe piegate e mettendosi con il viso sulle ginocchia, fissando una pozzanghera.
-Io...anzi, io e mia sorella...siamo orfane...i nostri genitori sono stati uccisi...
E se...se io permettessi a qualcuno di uccidere mia sorella...resterei sola...
Ed io...ho paura a stare sola, detesto stare sola...
Per questo, anche se la odierò per sempre.
Proteggerò mia sorella da tutti, anche da te se sarà necessario.
Perché...io...-
-Ma tu non sei da sola-
Rika si voltò verso Goku, che la guardava stupito, per poi indicarsi.
-Ci sono io con te-
la ragazza rimase paralizzata da quelle parole, mentre Goku continuava a parlare.
-Poi ci sono Meiko, Kira, Sanzo, Hakkay, Gojio.
Tu non sei sola, almeno non lo sei secondo me.
Ci sono tante persone che credono in te e che hanno fiducia in te.
E finché ci sono queste persone, tu sopravvivrai, vero Rika?-
Continuerai a vivere...
La ragazza non riuscì a parlare dallo stupore, ancora una volta una luce calda e gentile l'aveva illuminata, persino quella galleria adesso sembrava più luminosa, mentre Goku le sorrideva con aria tranquilla.
La stanza...era stata spazzata via da una grande luce...

"Piangi...ti sentirai meglio..."

"Ho detto delle cose terribili, e ti ho fatto soffrire, e so che per questo non mi perdonerai mai.
Però...io adesso voglio che tu torni con me dagli altri!
Perché...perché voglio che tu resti con noi!"


La ragazza annuì, trattenendo le lacrime, adesso non era il caso di mettersi a pianger,e o avrebbe fatto preoccupare Goku.
-Si, hai ragione-
avevano entrambi due motivi diversi per sopravvivere.
Lei per non sentirsi sola.
Lui per non provare vergogna il giorno che sarebbe morto.
Eppure, avevano qualcosa in comune.
Che un giorno all'altro avrebbero capito.
-Dai, continuiamo a camminare-
-Va bene, però io HO FAMEE!!-
Rika rise, anche se era la solita vecchia battuta di sempre.
-Certo che averti come nemica è un bel problema, guarda in che razza di posto ci hai fatto finire-
Selene si voltò verso di lui, sbuffando.
-Te l'ho gia detto, è colpa di Rika-
continuò  a camminare, affiancandolo con la moto, era da un bel po' che se la stavano trascinando appresso.
-E' terribilmente cocciuta, non si rende conto che ormai non può più considerarsi un'innocente essere umano.
Fino alla tomba ha intenzione di trascinarsi con se la sua stupida convinzione.
E questo mi fa arrabbiare-
Gojio osservò il volto di Selene, era leggermente contratto per il nervoso e il fastidio,le braccia incrociate, si erano fermati un attimo per la discussione, e il rosso ne approfittò per parcheggiare la moto e sederci sopra, accendendosi una sigaretta, l'odore di tabacco assumeva l'umidità li intorno a loro.
-Ti fa arrabbiare il fatto che è convinta che è ancora umana...
O il fatto che in fondo lo è ancora?-
Selene si voltò a guardare il rosso che fumava seduto su quella moto, fissandola distrattamente.
La ragazza si passò una mano fra i capelli, sbuffando.
-...mi fa arrabbiare il fatto che nonostante tutti i miei sforzi...mi sento comunque totalmente inutile-
Selene si appoggiò stancamente al muro di fronte a Gojio, fissandolo in silenzio.
Era strano...parlando con lui, non le venivano in mente cose cattive o qualche crudeltà da dire con il sorriso sulle labbra.
Ma le tornavano in mente delle sensazioni chiare, come un vento fresco che entra in una stanza soffocante, o come il sole dietro una nuvola scura che si rivela, rischiarando la giornata.
Gojio la fissò in silenzio, notando il taglio sulla guancia che ormai aveva smesso di sanguinare e stava facendo velocemente la crosta, i capelli neri in parte spettinati le cascavano sulle spalle, le orecchie da demone che sbucavano, il vestito un po' impolverato e rovinato.
-Ogni volta che vedo mia sorella...mi viene da pensare che è colpa mia se siamo in questa assurda situazione.
E' colpa mia se lei è ridotta così...solo che...non ammetterò mai questo...non voglio ammetterlo...-
Selene digrignò i denti, evitando di guardare in faccia Gojio, abbassando leggermente il capo.
Non voleva ammettere le sue colpe, come una bambina che faceva i capricci.
Ma in fondo, le bastava vedere la sorella, quanto la odiasse, tanto al punto di aggredirla.
Le era sufficiente per capire che non era ben voluta. E questo la spingeva a vivere con ancora più forza e rabbia.
Si, il suo cuore si stava andando a riempire di rabbia, tristezza, dolore.
Presto sarebbe stata totalmente immersa da quei sentimenti, e quel giorno se ne sarebbe fregata altamente della sorella, arrivando ad ucciderla.
La sola idea le scatenò un forte tremore.
Gojio la vide tremare leggermente, alzandosi dalla moto e avvicinandosi.
-Hai freddo?-
Selene scosse il capo, allungando una mano.
-Stammi lontano-
teneva il capo basso, ed era intenzionata a tenerlo lontano da se, la sua mano però trovo il contatto con il petto dell'uomo, che si limitò a sporgersi verso di lei, la mano con la sigaretta messa vicina alla donna, in modo che il fumo le arrivasse in parte in faccia, drogandola con quell'odore in parte fastidioso in parte piacevole.
Lei non lo guardava in faccia, tenendo lo sguardo basso, la mano si aggiungeva all'altra, mantenendo quella distanza tra i due.
-Non voglio che tu ti avvicini-
-Altrimenti mi uccideresti?-
-...si...-
Selene lo disse con un sussurro, ma per Gojio era come un'urlo, era un "si" convinto, di chi non aveva altra scelta che seguire quella strada, mentre Selene spostava leggermente il capo.
L'uomo si limitò a tenere il capo vicino a lei, in modo da avvertire i capelli della ragazza sfiorare leggermente i suoi e le guance.
Era una strana e dolce sensazione che gli rallentava i sensi, ma al tempo stesso li concentrava solo sui movimenti di lei, lei diventava il centro della sua attenzione, mentre le mani sul suo petto cercavano di spingerlo via con una forza troppo esigua.
-Se fai così non farai altro che attirarmi ancora di più-
-Lo so...però...non ci riesco...-
Selene abbassò leggermente il capo, in modo che s'appoggiasse sulla spalla di Gojio, lasciando il rosso spiazzato, per poi sospirare con aria mesta, anche per quella volta niente scopata.
Lei non lo voleva.
-Sei troppo vicino a me...ti ho detto di starmi lontano-
-Sei tu che ti sei appoggiata a me-
Selene mordicchiò il labbro...lentamente si stava arrendendo a quella sensazione strana che l'avvolgeva, così come lui, lentamente, l'avvolgeva in un abbraccio, trascinandola verso di se, ora i due corpi erano uniti in quel calore, la ragazza rimase immobile a quel contatto.
Maledizione, doveva liberarsi da li, altrimenti...
...altrimenti...
...
Aveva smesso di pensare, proprio come l'altra volta.
Quella sensazione così familiare l'aveva avvolta ancora una volta, mentre le sue mani rimanevano intrappolate tra i due petti, senza la minima possibilità di colpire per scappare via.
Per andare dove?
Era cascata lei stessa in quella trappola.
...
-Non voglio...-
Gojio la sentì sussurrare, e spostò leggermente il capo, in modo da avere la bocca più vicina al suo volto, per poterla sentire meglio.
-Cosa non vuoi?-
-Non voglio...innamorarmi...-
Le mani di Selene si strinsero a pugno, mentre Gojio rimaneva in silenzio, di fronte a quelle parole sussurrate.
La donna non riuscì a reprimere una grossa lacrima che colava giù dal viso, verso il mento.
-E non voglio...che tu mi ami...
Perché altrimenti...non potrei ucciderti...-
Gojio mollò leggermente l'abbraccio, in modo che lei si staccasse leggermente.
-Vuoi così tanto vedermi morto?-
Selene si morse il labbro inferiore, tenendo il capo chino di fronte a quella domanda, cercando nella sua testa il coraggio per dire anche un "si" sussurrato.
Non lo trovò.
E Gojio la lasciò così, con quella domanda che non aveva ottenuto alcuna risposta.
Riprese la moto, iniziando a spingerla.
-Forza, riprendiamo a camminare-
Selene annuì, asciugandosi rapidamente quella lacrima, avviandosi con lui nella galleria, tra le pozzanghere che aumentavano sempre di più.

FINE CAPITOLO 17

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Capitolo 18
*** La Trappola (Parte 2) ***


Capitolo 18
La Trappola (Parte 2)


-E' una mia impressione o le pozzanghere sono sempre più grandi?-
-Evidentemente ci stiamo avvicinando ad un fiume sotterraneo, non credevo che sotto questo terreno ce ne fossero-
Selene e Gojio stavano ancora proseguendo per la galleria, con la moto appresso che si stava bagnando le ruote tra una pozza e l'altra, l'acqua stava aumentando, bagnando le scarpe ai due, tanto che Selene aveva deciso di togliere le sue, restando a piedi nudi.
Gojio invece si stava fumando la penultima sigaretta del bacchetto, mentre avvertiva dei rombi di sottofondo, evidentemente era il fiume che passava sopra di loro.
Il mezzo demone lanciò un'occhiata alla moto che si stava trascinando appresso, immaginando la faccia di Meiko quando avrebbe scoperto che l'aveva mollata li.
...
L'uomo lanciò un'occhiata alla compagna li accanto, da quando si erano separati dopo quell'abbraccio era diventata meno amichevole.
Gli tornava ancora in mente il forte odore di rose e menta che aveva avvertito quando l'aveva abbracciata, portandola verso di se.
Ed anche il movimento leggero della mani sul suo petto.
Se non fosse stato per il sangue freddo venuto da chissà quale miracolo, probabilmente non si sarebbe fermato all'abbraccio.

-Non voglio...innamorarmi...-
-E non voglio...che tu mi ami...
Perché altrimenti...non potrei ucciderti...-


Tzé, ma con tutte le belle ragazze che si poteva trovare, proprio un demone con istinti omicidi si cercava? Che sfiga...
Le lanciò un'altra occhiata, mentre lei si metteva i capelli dietro l'orecchio, continuando a camminare in silenzio.

-...mi fa arrabbiare il fatto che nonostante tutti i miei sforzi...mi sento comunque totalmente inutile-
-Ogni volta che vedo mia sorella...mi viene da pensare che è colpa mia se siamo in questa assurda situazione.
E' colpa mia se lei è ridotta così...solo che...non ammetterò mai questo...non voglio ammetterlo...-


Il suo atteggiamento gli faceva tornare in mente quando si stava quasi per far ammazzare dalla donna che lo aveva cresciuto, e lui avrebbe accettato la morte, se questo avrebbe fermato le lacrime di quella donna.
Invece...Jien aveva ucciso sua madre, ed aveva pianto di fronte al fratello, soffrendo...
Invece, Selene cercava di fuggire dall'idea di essere lei la causa di un male che stava distruggendo persino la parentela tra lei e Rika.
Proprio un comportamento da vigliacchi.
E lei lo sapeva benissimo.
Però...aveva scelto così di vivere la sua vita, e a quanto pare non sembrava pentirsi di tale scelta.

"Purtroppo, non intendo rinunciare al modo di vivere che io stesso ho scelto per me.
Scusami"


Aveva una bella espressione sul viso, quando glielo aveva detto, quel giorno...
Ancora adesso, sicuramente, avrebbe ribadito che non avrebbe rinunciato a vivere come voleva lui.
-Posso darti un mio schietto parere?-
Selene si voltò a guardarlo, con aria stupita.
-Fa pure-
-Devi smetterla di addossarti inutili colpe che non fanno altro che provocarti delle rughe sul viso.
Così ti rovini il tuo bel faccino-
La ragazza osservò stupita il mezzo demone accanto a lei, in quel momento la sua frase appariva tanto banale e stupida quanto...rilassante...aveva uno strano effetto terapeutico farsi dire questo.
Era come se tutte le sue ansie stessero svanendo insieme a quelle parole, lasciando spazio ad una sensazione di vuoto.
Il rosso continuò a camminare, portandosi appresso la moto, mentre Selene si fermava un attimo a guardarlo di spalle.
-E da quando in qua t'interessi per la mia faccia? Non eri tu a dire che non mi consideravi una donna?-
Gojio si fermò, voltandosi verso di lei a sorriderle con aria da "piacione"
-Tutti noi possiamo cambiare idea, no?-
Selene per un attimo perse il sorriso, prendendo un respiro amaro, per poi sorridere con aria bastarda come al suo solito, avvicinandosi a lui.
-Si, forse-
i due ripresero a camminare, quando Gojio la sentì mormorare.
-Comunque, penso che Rika abbia ancora bisogno di me.
Perciò...dovrai avere pazienza...penso che per ancora un po' di tempo tu rischi la vita, se ti avvicinerai troppo a me.
Perché non esiterò dall'ucciderti, se mi metterai i bastoni tra le ruote-
Le sue ultime parole le disse con tono convinto, mentre il rosso restava in silenzio a guardarla, per poi sorridere di sbieco.
-Non c'è problema, posso aspettare-
e mentre la moto affondava nell'ennesima pozza, i due raggiunsero quella che sembrava la fine della galleria...
-Chissà gli altri come se la staranno cavando, di certo meglio di noi-
Rika non ricevette alcuna risposta, e si voltò indietro, giusto per vedersi arrivare Goku, che borbottava che come al solito stava morendo di fame.
-Voglio mangiare qualcosa...-
la ragazza s'infilò una mano in tasca, ricordandosi che aveva preso delle caramelle, e ne tirò fuori due, porgendone una al ragazzo.
-Tieni, non è granché ma almeno è dolce-
-Ah!! Grazie Rika!!-
gli occhi di Goku s'illuminarono nel vedere la caramella, e per poco non si scordò di toglierli la carta, gustandosela con un moto di felicità, mentre Rika s'infilava in bocca la sua, era al sapore d'arancia, mentre continuava a camminare, cercando di evitare le pozze più grandi, anche se ormai aveva le scarpe totalmente fradice.
Il rombo del fiume sopra le loro testa aumentava a mano a mano che camminavano.
-Probabilmente stiamo arrivando verso la fine della galleria, facciamo attenzione!-
Goku annuì, mentre si succhiava la sua caramella, avvicinandosi alla ragazza, che si voltò a guardarlo, adesso che ci pensava, cosa sapeva lei di Goku?
Niente.
-Accidenti!-
la ragazza venne risvegliata dall'esclamazione di Goku, voltandosi verso lo sguardo del ragazzo, ritrovandosi di fronte ad una barriera di sassi, che bloccava il passaggio.
Rika si avvicinò alla barriera, mettendo l'orecchio su uno dei sassi, avvertendo dei rumori provenire dall'altra parte, erano rumori confusi...assomigliavano a delle voci.
-Forse è l'uscita!-
-Allora cominciamo a spostare questi sassi!-
la ragazza obbedì, iniziando ad aiutare Goku nel togliere via le pietre che sbarravano la strada, in quel frangente sembrava che il tempo si fosse fermato, la ragazza si fermava ogni tanto solo per prendere fiato, poi ricominciava, in poco tempo le mani erano piene di piccoli graffi dovuti alla roccia in parte ruvida in parte scivolava che le scappava dalle mani.
Alzò lo sguardo verso Goku, notando l'impegno del ragazzo, mentre le considerazioni di prima le tornavano in testa, come se avessero rimbalzato.
In effetti non sapeva nulla di lui, come in fondo lui sapeva poco di lei, però...era curiosa di conoscerlo, di sapere in realtà chi fosse.
...non sapeva cosa fosse, ma ogni volta che lo vedeva aveva l'impressione che per lui il tempo si fosse fermato...
Rika lo osservò in silenzio, per poi concentrarsi su una grossa pietra che aveva li davanti a se, tirandola con tutta la sua forza, non ottenendo però niente, solo fatica e un leggero fastidio alle mani.
-Aspetta, ti do una mano-
Goku l'affiancò, e tirarono insieme, la pietra era pesante e difficile da spostare, si muoveva di pochi millimetri, mentre Rika raccoglieva le forze, almeno si muoveva, evidentemente Goku era molto più forte di lei.
Già...ogni volta che combatteva...Goku era sempre più forte...
E la cosa, un po', spaventava Rika.
Fino a che punto la forza di Goku sarebbe arrivata? Che cosa ne avrebbe fatto?
E poi...Goku era sempre un demone, il dispositivo di controllo adesso lo vedeva chiaro, un diadema d'oro massiccio un po' scheggiato.
Senza il diadema, come si sarebbe comportato? Cosa sarebbe diventato?
Rika osservò la superficie ruvida e un po' infangata della pietra, attirando l'attenzione di Goku, che la vide rabbuiarsi di qualche secondo.
-Ehi, tutto bene Rika?-
la ragazza alzò lo sguardo verso il ragazzo, osservando quelle grandi iridi dorate fissarla incuriosite.
Per ora, forse, era inutile pensarci, in fondo quella era Goku, e sarebbe rimasto Goku anche come demone, giusto?
...giusto?
Rika afferrò meglio la pietra.
-Al tre tiriamo, pronto?-
-Si!-
-Uno-
-Due-
-TRE!-
dissero l'ultimo numero insieme, tirando con tutta la loro forza il masso, avvertendo questo che si stava spostando.
-Ancora, ancora un po'!-
-Forza!-
alla fine caddero al suolo, il masso aveva aperto un buco, rivelando un'altra sasso di strati più piccoli, mentre i due ragazzi sorridevano soddisfatti del loro operato.
Si sentì un rombo continuo, la cui potenza aumentò con sempre maggiore forza, mentre i due ragazzi si guardavano dubbiosi, per poi notare che la barriera di sassi stava rilasciando degli schizzi d'acqua.
A Rika gli si ghiacciò il sangue.
-Oh no...-
-VIA DI QUA!!-
Goku, più svelto, scattò in piedi, afferrando in tempo la mano della ragazza, che un violento getto d'acqua li investì, seguiti dalla muraglia di pietre che aveva ceduto alla potenza del fiume sotterraneo, che travolse i due ragazzi, Goku strinse con forza la mano di Rika, tentando di afferrare l'altra, la ragazza era stata colpita in testa da una pietra, ed era svenuta.
"Merda, dobbiamo restare a galla!"
la corrente li stava trascinando via, quando Goku riuscì ad afferrare l'altro polso di Rika, avvicinandola e stringendola a se, mentre cercava di risalire un superficie, prendendo così una boccata d'aria.
-RIKA SVEGLIATI!-
non poté dire altro, che la corrente li trascinò giù di nuovo, stavolta il ragazzo non poté risalire in superficie, la pressione lo spinse verso il basso, travolgendolo e pressandolo sulle gambe e la schiena, facendogli male, mentre la corrente li portava via, superando la galleria dove erano appena passati in pochi secondi, fino a sbucare fuori in un'enorme spazio, così almeno sembrò a Goku, che tossì con forza, ancora tenendo stretta a se una Rika svenuta.
-Ehi, Rika! Ehi, APRI GLI OCCHI!-
la ragazza venne scossa per le spalle, e si svegliò di botto, spingendo via il ragazzo e vomitando via l'acqua che aveva ingoiato, tossendo, avvertendo il fiato e la voce mancarle totalmente.
Erano arrivati alla fine della galleria...
-Spero che gli altri se la stiano cavando-
Kira annuì con forza alle parole di Hakkay.
-Dicono sempre che non moriranno con tanta facilità, quindi è probabile che siano sopravvissuti-
l'uomo guardò stupito la ragazza affianco a lui, che si appoggiava silenziosa a lui, che in parte la sosteneva, per via della gamba ancora dolorante.
Poi sorrise, osservando la chioma nera sotto di lui.
-Si, di sicuro hai ragione-
si muovevano senza fretta, anche perché entrambi erano più o meno stanchi, il combattimento nel bosco li aveva sfiancati, ed inoltre Kira era ferita al polpaccio, anche se sembrava stare meglio.
Ad un tratto, si udì un forte stridio che riecheggiò nella galleria, mettendo in allarme i due, qualcosa stava lanciando uno stridore che metteva in ansia Hakkay e Kira, in mezzo alla galleria semibuia, una massa nera si avvicinò a loro, emettendo uno stridio continuo e assordante, che rimbombava sulle pareti della galleria.
Hakkay s'inginocchiò a terra, tenendo giù con una mano la testa di Kira.
-Pipistrelli, restiamo a terra...-
non poté finire la frase che una di quelle bestiacce tentò di morderlo al braccio, facendolo scattare in avanti con Kira che strusciò leggermente sulla roccia.
-Ti sei fatta male?-
-No-
-Dannazione, vogliono aggredirci...c'è la fai a correre Kira?-
-Si, credo di si-
-Allora andiamo!-
i due partirono con uno scatto, mentre i pipistrelli continuavano a seguirli ,assordandoli con i loro richiami, Kira avvertì le vampate di dolore del polpaccio, ma si limitò a stringere i denti, continuando a correre, mentre Hakkay la trascinava con se per il polso, sembrava non aver intenzione di mollarla.
Kira scivolò a terra, crollando e sbucciandosi il ginocchio, fermando Hakkay che per poco non cadeva all'indietro.
La ragazza si rialzò in piedi, dolorando leggermente, intorno alla cicatrice del morso si stava formando un livido violaceo.
Respiro...respiro...ansia...paura...fatica...respiro...respiro...

"Fammi uscire!"

Kira spalancò gli occhi, e continuò a correre, adesso oltre ai pipistrelli quella voce le bisbigliava con fare soffocato.

"Fammi uscire!"

NO NO!
-Kira! C'è una luce laggiù!-
la ragazza alzò lo sguardo, la galleria si apriva verso un'apertura, e la ragazza con un ultimo scatto saltò verso l'apertura, seguita da Hakkay che in quel momento gli mollò la mano, rotolando a terra allontanandosi dalla ragazza, che cadde in parte su una pozzanghera, mentre i pipistrelli uscivano dall'apertura, andando verso l'alto.
Erano arrivati alla fine della galleria...
Meiko alzò lo sguardo verso il soffitto, avvertendo le gocce aumentare, bagnandole la maglietta nera, si era alzata il cappuccio per ripararsi i capelli.
Sopra di lei e del bonzo c'erano varie stalattiti da cui colavano le gocce d'umidità, le pozzanghere erano aumentato in grandezza e spessore, tanto che gli anfibi e in parte i pantaloni della ragazza era fradici, così come la veste cerimoniale del bonzo.
Erano lucide per l'acqua, ed erano dannatamente affilate.
Si sentì un rombo sommesso passare sopra di loro, facendo tremare lievemente le pozzanghere, i rumori erano aumentati, a mano a mano che avanzavano nella galleria, così com'era aumentato il peso del loro silenzio.
Nonostante la luce soffusa, sembrava che intorno ai due fosse calata la notte, Meiko aveva l'impressione che le loro auree potevano soffocare la poca luce presente.
Avvertì il bonzo avere un moto di stizza, gettando via il pacchetto delle sigarette, era rimasto senza.
Tranquillamente, Meiko tirò fuori da una delle tasche una sigaretta, porgendola a Sanzo, che la guardò con fare sospetto, mentre lei sorrideva amara.
-Te l'ho presa parecchio tempo fa, come ricordo nel caso la mia missione si sarebbe conclusa velocemente.
Ma a per ora pare che tu voglia ancora divertirti alle mie spalle...-
Sanzo prese la sigaretta, accendendosela in silenzio, lasciando che il soffocante e narcotizzante effetto della nicotina gli ripulisse la bocca, per poi gettare via il fumo in un soffio più rilassato.
-Ti sbagli, io non mi sto affatto divertendo-
Meiko lo guardò molto male, lanciandogli un'occhiataccia che avrebbe fatto prendere fuoco ad una casa.
-E allora si può sapere cosa ti costa ascoltare quello che ho da dire?-
il bonzo si fermò, copiato dalla ragazza, che mantenne il suo sguardo fisso sul volto bel bonzo, che prese un altro tiro dalla sigaretta, per poi osservarla.
Era decisamente più bassa di lui, con i capelli biondi coperti dalla maglietta nera, la manica strappata per bendare la sua ferita al braccio, e quegl'occhi ambrati che lo fissavano con aria rabbiosa.
Ma quegli stessi occhi ambrati vi era una sfumatura che andava verso il rosso scuro, rendendoli in qualche maniera...lucidi...e ipnotici...
Il bonzo tirò via il fumo dalla bocca, riprendendo a camminare, dando le spalle alla ragazza.

"Cosa ti costa ascoltare quello che ho da dire?"

Aveva una strana sensazione, fin da quando aveva visto la ragazza, aveva l'impressione che ascoltando il suo messaggio qualcosa sarebbe cambiato.
Meiko strinse la mano libera a pugno, per poi prendere l'iniziativa.
-Konzen Douji-
a quel nome Sanzo si fermò, rimanendo colpito da ciò che aveva sentito, per poi voltarsi verso la ragazza, che teneva lo sguardo basso, coperto in parte dai capelli e in parte dal cappuccio.
-Konzen Douji...ascoltami...io...-
Meiko avvertì la voce tremare, come se di colpo tutte le sue energie fossero svanite a mano a mano che le parole le tornavano in mente, intrappolandola in una specie d'incantesimo.
Appena avrebbe riferito il messaggio...sarebbe tornata da lei...e lei avrebbe realizzato il suo desiderio...
Sarebbe tornata...

"-Sei tutta sola piccola...-"

"-Tu non mi tradirai mai, vero?-"


E poi...sarebbe ricominciato tutto?
Ora la promessa che gli aveva fatto, sembrava il brandello di quell'assurdo gioco che l'aveva imprigionata.
Sorride, ridacchiando con fare folle.
-Che strano, improvvisamente...ho paura...che se ti dico questo messaggio...poi non potrò più illudermi di avere un posto dove stare.
Poi...ricomincerà il mio incubo...non avrò...via d'uscita...
Solo adesso che stavo per dirti tutto...mi rendo conto che in realtà...ho paura...di lasciare tutto questo-
Sanzo ascoltava in silenzio, mentre Meiko prendeva fiato, tenendo lo sguardo basso, gli occhi spalancati e il sorriso un po' folle, mentre delle lacrime minacciavano di uscire, ricacciate con forza dal suo orgoglio, mentre quello stesso orgoglio andava a frantumarsi, mentre parlava.
-Maledizione...e dire che io ho sempre desiderato morire...per la prima volta mi trovo addosso la paura di tornare la, in quel luogo.
Piuttosto...mi ucciderei...-
"Perché ho il terrore di quegli occhi, di quella voce, di quella donna.
So che quando tornerò indietro non avrò alcuna speranza di vivere.
Non manterrà la mia promessa, lo so, non lo farebbe mai.
Si diverte troppo a giocare con me.
Quindi...mi sono detta che dopo questa missione mi sarei uccisa...però...
...sono spaventata all'idea di morire"
-Ehi, si può sapere cosa ti passa per la testa?-
Meiko alzò lo sguardo verso Sanzo, che continuava a fumarsi tranquillamente la sua sigaretta, tenendo gli occhi socchiusi, per poi guardarla in faccia.
-Sei libera di morire, è un'ottima via di fuga.
Però uccidendoti non farai altro che diminuire il numero delle persone stupide.
Se invece decidi di vivere, qualcosa potrebbe cambiare-
La ragazza restò in silenzio, a rimuginare quelle parole, per poi mettersi a ridere, prima sommessamente, poi ad alta voce, mettendosi una mano in faccia a coprire gli occhi.
Non rideva perché era divertita da quelle parole.
Rideva perché, piuttosto che mettersi a piangere di fronte a quel bonzo stronzo, si sarebbe morsa lingua e labbra.
-Questa si che è divertente, ma tu guarda che razza di gente incontro-
-Tsk, hai voglia di morire per caso?-
la ragazza lasciò che il riso morisse lentamente, per poi guardare l'uomo di fronte a se con uno sguardo serio.
-No, per niente-
sbuffò, tenendo il capo chino, ancora non riusciva a riprendersi dagli istanti di prima, il ricordare chi era...e a chi apparteneva le aveva messo addosso una scarica di brividi che le aveva raddrizzato tutti i nervi, e si sentiva decisamente male.
Continuò camminare, avvicinandosi di nuovo al bonzo, sbuffando e passandosi una mano in testa, togliendosi i ciuffi biondi da davanti agli occhi, il fucile ancora appoggiato sulla spalla.
-Uffa!! Detesto dare ragione agli stronzi come te-
si sentì arrivare l'harisen in testa, evidentemente l'epiteto non era di gradimento al bonzo, che nascose di nuovo il ventaglio nella veste cerimoniale, per poi continuare a camminare, mentre la biondina lanciava qualche bestemmia tra le labbra.
-...Allora evita di metterti nelle condizioni di dare ragione agli altri-
la ragazza guardò per la seconda volta stupita la schiena magra del bonzo, racchiusa in quella maglietta aderente, notando soprattutto le scapole muoversi a ritmo con i passi del bonzo.
Una schiena non muscolosa, ma comunque ampia...
...non poté evitare di ridacchiare, attirando su di se l'attenzione del bonzo.
-Ti sei rincretinita?-
la ragazza non poté rispondere, un'improvviso rombo fece tremare la terra intorno e sotto di loro, stranamente il fiume sembrava passare letteralmente sopra di loro.
Il movimento improvviso iniziò a far franare il soffitto, le stalattiti ora rappresentavano la minaccia più grande, mentre i due partivano a correre, Meiko sparò per prima un colpo, avvertendo il braccio ferito farle male, continuando a correre e superando la stalattite che aveva distrutto, mentre Sanzo ne colpiva altre tre di fila, le pozzanghere creavano una serie di schizzi che sembravano voler accecare i due.
Meiko si fermò a voltarsi verso Sanzo, che urlò rabbioso, alzando la pistola e caricando un colpo.
-ATTENTA!-
la ragazza si chinò a terra, per poi avvertire un sasso colpirla sulla schiena, Sanzo fece in tempo ad afferrarle la mano e trascinarla via, per poi mollarla appena la sentì seguirlo.
La ragazza sparò altri due colpi, per poi strusciare a terra, seguita dal bonzo, rialzandosi in piedi giusto per vedere dietro di loro l'ingresso della galleria che si riempiva di stalattiti, il rombo era cessato, mentre i due prendevano fiato, Meiko cadde seduta a terra, quella scarica di adrenalina l'aveva quasi spedita al creatore.
Comunque, erano arrivati alla fine della galleria...
E tutti ed otto si rincontrarono nello stesso istante, Hakkay salutò candidamente, risposto da Gojio.
-Ehilà!-
-Ehi, bene arrivati-
Selene osservò la sorella a carponi, che stava ancora vomitando acqua, tra di loro c'era una distanza di almeno venti metri, che con un balzo la ragazza superò in pochi attimi, ritrovandosi davanti a Rika, che tossiva ancora.
-Vedo che ti sei fatta una bella bevuta sorellina-
la ragazza smise a fatica di tossire, alzando lentamente lo sguardo, i piedi nudi, le gambe fasciate dai pantaloni in pelle, la pelle scoperta del ventre, il seno rotondo, il viso, i capelli neri.
Oh no...
Goku parlò per lei, scattando in avanti per mollarle un sono pugno.
-Ancora tu, ma non ti stanchi mai?!-
Selene evitò il pugno, allontanandosi di qualche passo, mentre Rika si rimetteva in piedi, guardandola con aria fredda e distaccata, per poi permettersi un sorriso divertito.
-Tzé, a quanto vedo sei caduta nella tua stessa trappola sorellina-
in quel frangente le due per poco non erano identiche, l'aspetto le differenziava, ma quel sorriso tra il crudele, lo sfacciato e il divertito era uguale identico in tutti e due i visi.
-Ma io al contrario di te non mi sono fatta un bagnetto!-
Rika ringhiò, mettendosi in posizione di combattimento, mentre Meiko si dirigeva verso Gojio, allungando una mano verso la moto per vedere che TUTTO fosse apposto.
-Spero per te che non abbia nemmeno un'ammaccatura, se no ti ritrovi in pancia tutti i miei proiettili-
-Bel modo di ringraziare chi si è trascinato appresso questa ferraglia!-
Meiko fece un sorriso provocatorio, per poi tornare a controllare che la moto non avesse danni gravi e che soprattutto partisse, mentre Hakkay si avvicinava a Sanzo.
-Tutto bene? Non siete feriti vero?-
-Meiko ha un ferita per il morso di un lupo, ma credo che ora si sia ripresa.
E voi?-
-Tutto a posto...invece...non pensi di dover fermare quelle due?-
Hakkay indicò Rika e Selene, che nel frattempo avevano ricominciato a combattere e a litigare, mentre Sanzo si limitava ad ignorarle.
-Finché non mi mettono i bastoni fra le ruote non vedo perché debba fermarle-
-Questo è quello che si chiama menefreghismo-
Kira intanto si era messa comoda li vicino, osservando attenta il combattimento tra le due, per poi avvertire uno stridio avvicinarsi a lei, obbligandola a levarsi da dove si era seduta.
Pipistrelli, di nuovo...
-Attenti!!-
-Ma guarda che bella rimpatriata-
Rika e Selene si fermarono all'istante, mentre tutti si voltavano a guardare sopra di loro, l'enorme caverna aveva un'apertura sopra le loro teste da cui entrava la luce, illuminando lo spazio, la distanza tra le caverne era colmata da un'enorme pozza d'acqua, per questo Selene prima aveva raggiunto Rika con un balzo.
In cima all'apertura era comodamente seduta una donna demone, i capelli ramati erano raccolti in parte in due codine che decoravano il suo volto, mentre il resto scivolava dietro la schiena, in mano aveva un flauto traverso, mentre intorno a lei aveva tutta una schiera di animali, tra corvi, scimmie, lupi ed anche pipistrelli che si erano aggiunti da poco.
Selene la guardò con un moto di rabbia, e dalla sua mano si creò una sfera di energia che scagliò contro la donna demone, che con un sorriso la schivò all'ultimo secondo, seguita dagli altri animali, mentre si sedeva da un'altra parte sull'apertura.
-Oh Selene, non dovresti arrabbiarti così, il mio era stato uno scherzo innocente-
-Anche quello di poco fa è stato uno scherzo innocente, stronzetta-
la mano di Selene era stretta a pugno, da cui si formavano sotto lo sguardo di Rika delle scariche elettriche, doveva essere arrabbiata verso quel demone, che continuava a sorridere imperturbabile.
-Come siamo nervosi, e dire che non sei schiattata.
Come immaginavo, sapevo che il tuo incantesimo non avrebbe ucciso tua sorella, era scontato-
La castana si voltò verso la sorella, che si limitava a sorridere con aria beffarda, quasi divertita dalle parole del demone donna sopra di lei.
-Ed io immaginavo che tu fossi così cretina-
il demone donne li sopra si alterò leggermente, stringendo il flauto, quasi rischiando di romperlo.
-Basta! Non mi farò più umiliare da te! Preparati!
E preparatevi anche voi, sarete il pasto delle mie bestie!-
La donna prese tra le mani il flauto traverso, iniziando a soffiarci delicatamente sopra, gia le prime note fecero scattare gli animali.
I primi a muoversi furono i corvi seguiti dalle scimmie, mentre il gruppo si armava, preparandosi a riceverli.
-Ma che caloroso benvenuto-
-Vediamo di non deludere le loro aspettative!-
Goku partì per primo, selvaggio come al solito, mentre Rika iniziava a difendersi, Meiko si mise in difesa della sua moto, anche se il braccio continuava a farle male, sparando contro i corvi e le scimmie che cercavano di raggiungerla, li accanto Hakkay si difendeva in parte con la barriera.
A Kira toccò di nuovo uno scontro diretto con i lupi, la spada tra le mani, anche se la gamba le doleva ancora, mentre Sanzo sparava a destra e a manca, seguito dall'alabarda di Gojio.
Selene e Rika si ritrovarono schiena contro schiena, la donna demone tra le mani due sfere di energia.
-Che ne dici di una tregua momentanea?-
-...non abbiamo altra scelta suppongo-
Selene e Rika ripartirono di nuovo contro le bestiacce, mentre Goku raggiungeva Kira, aiutandola contro tre lupi, per poi andare addosso ai pipistrelli che stavano per raggiungerli.
Meiko intanto faceva secco qualche pipistrello, per poi sbattere via una bertuccia che era atterrata sul sedile della sua motocicletta.
-Non permetterò a nessuna di voi bestiacce di toccare la mia bimba, CHIARO?!-
a confermare la cosa la biondina utilizzò di nuovo il calcio del fucile per scaraventare via qualche corvo e pipistrello, per poi sparare ad una bertuccia che stava per aggredire Hakkay alle spalle, mentre la donna demone continuava a suonare, invocando altri lupi e pipistrelli.
-Merda! Ma non finiscono mai!-
-Dobbiamo cerca di fermare la donna demone! E' lei che li manovra!-
Selene sparò una sfera di energia contro il demone, che però si fece scudo con i corvi, i sopravvissuti andarono addosso alla ragazza, che stava per cascare nella pozza d'acqua, slavata ul corner da un'intervento tempestivo della sorella.
-Siamo in tregua momentanea-
-Giusto-
e mentre la castana le dava le spalle, Selene si permise un sorriso amaro, per poi riprendere a difendersi contro le bestie.

-Devi smetterla di addossarti inutili colpe-

Forse appaiono inutili, ma per lei erano comunque colpe.

-Penso che Rika abbia ancora bisogno di me.
Perciò...dovrai avere pazienza-

-Non c'è problema, posso aspettare-


Le sue colpe, che l'avrebbero trascinata via, lontano, come un vento tempestoso.
E lui...l'avrebbe comunque aspettata...
Che folle.
Meiko osservò la donna demone, nonostante gli attacchi di Hakkay e Selene quell'essere continuava a lasciarsi schermare dalle bestie, continuando a suonare il suo flauto.
La ragazza montò sulla moto, accendendone il motore, per fortuna partiva, e sembrava reagire agli stimoli della padrona, che urlò.
-HAKKAY, MONTA, VELOCE!!-
il ragazzo la guardò stranito, per poi obbedire, saltando dietro di lei, mentre la ragazza dava gas, mettendosi il fucile nell'imbragatura.
-SELENE, COPRICI!-
la donna a malincuore dovette obbedire, mentre la biondina partiva a tutto gas, prendendo la rincorsa, li poco distante uno sperone di roccia formava una specie di pedana verso l'alto dalla forte pendenza, l'avrebbe aiutata ad uscire da li.
"Si vola!"
la moto sfrecciò in mezzo alle bestie, mettendo sotto qualche scimmia e corvo, raggiungendo lo sperone di roccia e solcando l'aria, mentre andava a raggiungere il terreno.
-ORA HAKKAY!-
in quel momento Selene faceva si che il demone si distraesse, e l'uomo ne approfittò per scagliargli contro il suo Ki, quando vide un volatile arrivargli contro, rischiava di essere nella traiettoria.
Poi, una scheggia bianca investì il corvo, togliendolo all'ultimo secondo dal Ki, il demone quando si voltò a vedere cosa succedeva sbarrò gli occhi terrorizzata.
-NOOO!!!-
il Ki la prese in pieno, polverizzandola, mentre la moto toccava terra, per poi sbandare e far cadere a terra sia Meiko che Hakkay, i due rotolarono per terra, per fortuna l'erba diminuiva l'attrito, mentre la moto si fermava, fortunatamente senza schiantarsi contro un albero li vicino.
-HAKURYU!-
Goku si voltò giusto per vedere Rika che si tuffava nella pozza d'acqua, la scheggia bianca infatti era il draghetto, che insieme al corvo era cascato in acqua, e in quel momento rischiava di affondare, salvato all'ultimo momento dalla castana, che lo riportò a terra, prendendo fiato.
-Ma che eroina...-
Selene si mise per la seconda volta davanti a Rika, che era ancora metà in acqua, mentre il draghetto prendeva fiato, tossicchiando.
Il demone donna si sistemò i capelli, mentre la sorella cercava di risalire in superficie il più velocemente possibile, bloccata però da un piede della donna li davanti a lei, che si abbassò verso di lei, afferrandola per le spalle e trascinandola a terra, per poi buttarla giù, provocandole un poco piacevole impatto con il suolo.
-Sei fortunata, ti lascio andare.
Ma ci rivedremo, sorellina, preparati-
-...tsk...-
Rika si limitò a lanciare un'occhiata d'odio, mentre la donna demone con un balzo atterrava sul mondo esterno, davanti ad Hakkay e Meiko, facendogli l'occhiolino.
-Niente male.
A presto!-
Si voltò un secondo, giusto per vedere Gojio che la fissava con un sorrisetto divertito in faccia, per poi scomparire, mentre Goku raggiungeva Rika, la ragazza vide Hakuryu avvicinarsi a lei e strusciarsi con la testolina sulla sua guancia, fortunatamente non sembrava ferito.
Meiko si permise il lusso di togliere il fucile a terra, sdraiandosi a terra per prendere fiato, mentre gli altri guardavano sopra le loro teste, il primo ad urlare fu Gojio.
-EHI! Non dimenticatevi di noi!!-
-Purtroppo-
Hakkay si permise un risolino, mentre la ragazza cercava nello zaino attaccato alla moto una corda per tirare su gli altri cinque.
-Beh, è stata un'esperienza emozionante!-
-Io dire bagnata-
-Occhio a non prenderti un raffreddore-
-Ti preoccupi per me sorellina?-
-No, semplicemente non voglio essere contagiata dalla tua stupidità-
-Sempre carina lei, eh?-
-AAAH! IO HO FAME!!-
-Ecco, ci mancava solo questa stupida scimmia che si lamentava-
-Non chiamarmi scimmia, scarafaggio rosso!-
-A chi hai detto scarafaggio, microbo-
-NON RICOMINCIATE VOI DUE!!-
*SBAM!*
-Ahio Sanzo...-
-Di sicuro non mi sei mancato, stupido bonzo-
-Forza, cerchiamo un villaggio dove riposarci, siamo tutti stanchi-
-...Si-
-Ok!!-


Fine Capitolo 18



E con grande sorpresa di tutti siamo finalmente TORNATE ad aggiornare la nostra FF. Chiediamo come sempre scusa per il ritardo e speriamo di farci perdonare con questi 2 capitoli belli lunghi. Un grazie infinito come sempre a chi commenta, come la nostra cara WhiteLie, o a chi smeplicemente legge la nostra storia. Un bacio a tutti dalla M&RProduction 

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Capitolo 19
*** Erroris... ***


Pubblichiamo questo capitolo anche per festeggiare un evento appena accaduto. Un'altra sostenitrice e grande fan della storia ha portato ad una fiera niente meno che il cosplay della nostra MEIKO!
Ci credete, noi ancora no ^//^
Siamo talmente commosse che non riusciamo a fermare l'emozione 
Marty: Raffy soprattutto sta urlando da ore ormai
Raffy: E non ti dico cosa avrei fatto se faceva anche quello di Rika 
Purtroppo non possiamo mostrarvi le foto perchè le stiamo facendo sistemare un po' a PS (sotto richiesta della stessa modella, rispettiamo quindi il suo volere ^^) ma appena sono pronte ve le mostreremo ;). 
Intanto vi lasciamo al capitolo.
Buona lettura!



Capitolo 19
Erroris...



-Kanzeon Bosatsu, non crede che l’arrivo di quelle ragazze possa rallentare o compromettere in qualche modo il viaggio di Genjo Sanzo e dei suoi compagni?-
La donna lanciò un’occhiata verso Jiroushin, era come al solito pigramente seduta sulla sua sedia, osservando quello che succedeva nel mondo degli uomini e dei demoni, e in quel momento il suo sguardo cadde sulle tre figure femminili che stavano accompagnando il gruppo dei ragazzi nel loro viaggio.
-Tu dici? A mio parere possono essere un ottimo stimolo per il gruppo di Sanzo, rendendoli ancora più forti-.
-Oh Kanzeon Bosatsu, la vostra saggezza è infinita!-
-Mentivo: in realtà per me non fa alcuna differenza, purché mi facciano divertire-
...
Jiroushin si arrese di fronte al comportamento infantile della dea che aveva di fronte a se, mentre questa tornava a guardare il gruppo in viaggio.
“Vediamo adesso come cammina il vecchio catorcio con questi pezzi nuovi...”
Il suo sguardo si focalizzò sulla figura bionda seduta sulla moto, affianco alla jeep, lasciando che un sorriso divertito le si stampasse in faccia.

La giornata era abbastanza calda, ormai stavano seguendo la corrente del fiume, la cui sorgente era il luogo dove si era svolto il combattimento contro il demone che controllava gli animali, e ora il fiume li stava portando verso il prossimo villaggio, dove si sarebbero fermati di più dell’ultima sosta, che era servita solo per un cambio d’abiti veloce.
Meiko, appena il suo sguardo catturò i primi tetti del villaggio, diede gas alla moto, superando la jeep per raggiungere in fretta una locanda dove fermarsi, si sentiva davvero spossata, e doveva far controllare la ferita ad Hakkay, anche per cambiare la fasciatura, ormai la sua maglietta nera era andata a farsi benedire.
“E dire che era anche la mia preferita!”
Ad ostacolarle l’entrata al villaggio c’erano alte mura, sorvegliate da due guardie, evidentemente quella doveva essere una città fiorente se si poteva permettere una cinta muraria, e per di più delle guardie che controllavano l’ingresso.
-Altolà! Chi siete?-
-Viaggiatrici, vogliamo alloggiare ad una locanda-
Kira lasciò parlare Meiko, mentre l’altra guardia controllava la moto, la biondina gli lanciò un’occhiata storta.
-Qualche problema?-
-Ci sono state delle sparizioni da un po’ di tempo a questa parte, e per di più alcuni demoni sono riusciti ad intrufolarsi nella città mascherandosi da viandanti.
Per questo abbiamo aumentato la sorveglianza, ed è proibito uscire dalle mura dopo il calare del sole-
La biondina rimase in silenzio ad ascoltare, mentre l’altra guardia si permetteva di controllare l’interno del suo zaino, bloccandolo all’ultimo momento afferrandogli il braccio con una mano.
-Ehi...non è cortese curiosare nella biancheria di una signorina, o dovrei pensare male, mh?-
La guardia arrossì imbarazzata, allontanandosi di qualche passo, mentre l’altra apriva la porta, lasciando passare Meiko e Kira, la prima ancora ridacchiava per l’imbarazzo della seconda guardia, mentre la prima già socchiudeva la bocca in un’espressione di stupore.
La città appariva davvero grande, piena zeppa di gente dato che c’era mercato.
Meiko si limitò a parcheggiare la moto vicino alla locanda che più la gradiva, per poi entrare dentro, senza aspettare gli altri, che arrivarono mezz’oretta dopo, Rika entrò nella stanza sbuffando come una locomotiva.
-Ma che razza di guardia! Ha frugato anche nella mia roba!! Tra la mia biancheria! E mi hanno anche fatto un sacco di domande per i miei Sai.
Puff, ci ho messo un buon quarto d’ora per spiegargli che erano armi per difesa personale.
Invece a Sanzo, bah! Solo perché lui è una persona di spicco, gli hanno dato buono tutto, anche il suo modo di fare da incivile!-
Meiko ridacchiò nel sentire le lamentele di Rika, che si sdraiò sbuffando e borbottando sul suo letto, mentre Kira restava appoggiata sul davanzale della finestra, il polpaccio aveva un vistoso livido viola, mentre Meiko aveva rivelato il suo morso sul braccio, che adesso aveva fatto un po’ di pus giallastro, l’aspetto non era dei migliori, e Rika lo osservò un po’ schifata.
-Penso che debba farti vedere da Hakkay-
-Maddai, questa è una splendida idea-
Meiko stuzzicò Rika, che si limitò a fargli la linguaccia, per poi voltarsi verso Kira, la ragazza guardava assente la fiumana di gente che andava, a venia, il mercato era rumoroso e vivo, tanto che attirò l’attenzione della castana, che si sporse vicino alla compagna, lei adorava il mercato, adorava la folla che andava e veniva, quel chiacchiericcio di sottofondo la faceva sentire incredibilmente viva.
-Che ne dite di andare a vedere cosa c’è al mercato dopo?-
-Voi andate pure, io ho un appuntamento con la doccia. Tanto tu non ne hai bisogno, vero?-
-Per tua informazione io adoro l’acqua! E’ sono un’abile nuotatrice-
La biondina si limitò ad annuire, mentre Rika tentava di convincere Kira ad accompagnarla al mercato, mentre Hakkay entrava nella stanza per controllare le ferite delle due ragazze.
Il morso di Meiko non era grave, ma il livido di Kira le faceva male, e non poteva muovere la gamba, obbligando tutto il gruppo ad una tappa forzata, per la gioia di Goku, Gojio e Rika.
Meiko si limitò a fare spallucce, mentre verificava le pesanti condizioni della sua maglietta, irrimediabilmente da buttare.
Prese in mano la manica nera, in parte sporca di sangue e pus, usata come bendaggio.

-Se devi finire col sentirti male, evitalo, idiota-

Evitare di farsi male, questa si che era una bella battuta.
Evitare di sentirsi male...
...

“-Povera piccola! Ti sei fatta la bua? Aaah, che bimba stupida!-”

Meiko aggrottò le sopracciglia, per poi sbuffare e avviarsi verso il bagno, per togliersi la sporcizia della caverna e il pus dalla ferita, in effetti le faceva schifo quella roba addosso.
Intanto gli altri erano scesi a fare spese per il mercato, inutile dire che Goku andava in tutte le bancarelle di cibarie, i profumi al mercato sembravano farsi più intensi per attirare l’attenzione di clienti.
Inutile dire che Sanzo stava muovendo l’harisen con grande energia per dissuadere la scimmietta dall’idea di compare solo cibo, mentre Rika si guardava intorno, notando come la gente si fermasse a guardare quella scenetta, e soprattutto si fermava a guardare Sanzo.
Non c’è che dire, era famoso.
La ragazza continuò a seguire i due, con Hakkay e Kira alle calcagna, Gojio intanto si era sperato dagli altri per primo, a caccia di belle donne.
Aveva detto a Selene che l’avrebbe aspettata, però non significava che nel frattempo non poteva svagarsi in qualche modo.
Di belle ragazze ce n’erano a bizzeffe, ma come al solito il rosso trovava in ognuna di loro un difetto che le rendeva tremende, quel giorno era anche più cattivo del solito.
L’occasione però non tardo ad arrivare, davanti a lui si presentava uno stupendo fondoschiena femminile, racchiuso in un’aderente pinocchietto che lasciava libere due belle gambe abbronzate; addosso portava una camicetta cinese rossa, i rami in fiori disegnati erano fatti con il filo nero, i capelli erano cortissimi, di un colore azzurro che però non stonava con l’abbronzatura.
Gojio lasciò che il suo sorriso da “piacione” si formasse sul suo volto, prima di raggiungere la bella ragazza, ammirandone le proporzioni del corpo.
-Salve bella fanciulla-
la ragazza si voltò verso il rosso, lasciando che questo ammirasse la colorazione marrone scuro delle iridi, erano calde e brillanti.
La ragazza si lasciò in un sorriso.
-Dice a me?-
“E’ la mia giornata fortunata per cuccare!!”
-Si, splendore, che ne dici se io e te andassimo a prendere qualcosa da bere? Offro io naturalmente-
la ragazza lo osservò con aria attenta, mettendosi con aria sbarazzina un dito sulle labbra, in quel momento Gojio, mentre abbassava lo sguardo per ammirare meglio le curve della ragazza, notava delle boccette tenute sulla cintura intorno al vitino da vespa.
-E’ quelli?-
la ragazza indicò le boccette, stupita.
-Questi? Sono profumi-
-Ma ad una bellezza come te i profumi non servono-
la ragazza ridacchiò per quel complimento alla casanova, prendendo una delle boccette, era di vetro, dentro sembrava esserci una polverina.
-Ma questi sono profumi speciali, hanno degli incredibili effetti...come questo...-
la ragazza stappò la boccetta, in modo che il delicato profumo cominciasse a dividere i due, Gojio assaporò distrattamente quel profumo, constatando che era davvero buono.
Poi...dopo un po’, avvertì quel profumo inondargli il cervello, dandogli una sensazione di forte torpore, che lo mise in allarme, mentre cercava di allontanare da se la boccetta, la ragazza sorrise crudele, balzando e versando un po’ di profumo per terra, in modo che l’effetto raddoppiasse in forza.
Gojio crollò a terra in ginocchio, cercando di restare sveglio, ormai faceva anche fatica a respirare, quel profumo gli stava entrando in tutto il corpo, mentre teneva lo sguardo verso la ragazza, che osservava il rosso, afferrandolo per i capelli.
-Sei resistente, i miei complimenti. Ma per quanto ancora terrai gli occhi aperti?-
-Ma...maledetta...-
il rosso crollò a terra, la ragazza aveva mollato la presa sui capelli, lasciandolo cadere come un sacco di patate, aspettando che il profumo svanisse un po’ nell’aria.
“Bene, come inizio non c’è male, vediamo un po’ che altro posso dare come pasto al mio signore...”
la ragazza rimise il tappo alla boccetta, affianco a lei si avvicinarono due uomini, almeno così appariva a prima vista, mentre la ragazza si allontanava dal corpo addormentato di Gojio.
-Portatelo al signore-
i due obbedirono in silenzio, afferrandolo per le gambe e le braccia e trascinandolo via con loro, mentre la ragazza tamburellava le dita curate sulle labbra, osservando la gente che passava.
Poi s’intrufolò tra la gente, guardandosi intorno con aria tranquilla, comprandosi anche un pacchetto di nikuman.
Intanto Goku partiva ancora una volta con la sua solita cantilena.
-Sanzo, compriamo questi dolci? Sembrano squisiti-
-Smettila scimmia! Ti ho detto mille volte di no!-
-Dai Sanzo!!-
Rika sbuffò divertita per l’atteggiamento dei due, mentre Hakkay con Kira acquistava viveri per i giorni in cui non avrebbero potuto raggiungere luoghi abitati.
La ragazza si voltò distrattamente, e la scena che vide l’attirò molto: una ragazza stava offrendo ad un bambino un nikuman, il bambino sembrava solo, mentre addentava felice la polpetta, sotto lo sguardo sereno dell’altra ragazza, che si voltò in direzione di Kira, collegando il suo sguardo al suo.
...
-Kira, cosa guardi?-
la ragazza si voltò verso l’uomo accanto a lei, per poi tornare a guardare la ragazza, che era scomparsa insieme al bambino.
La ragazza dai capelli neri avvertì un senso di agitazione impadronirle la mente, doveva sapere cos’era accaduto a quel bambino.
-Hakkay, mi allontanò per un po’-
-? Ok, ci vediamo alla locanda allora-
la ragazza annuì, per poi velocemente mischiarsi tra la folla, mentre Hakkay la seguiva con lo sguardo, aveva come l’impressione che Kira si stesse cacciando nei guai.
-Hakkay, dove va Kira?-
-Non lo so Rika, però ha detto che ci saremo rivisti alla locanda-
la castana annuì, per poi aiutare il ragazzo dagli occhi verdi con la spesa e raggiungere gli altri due che continuavano per la loro strada.
La ragazza dai capelli neri si fermò di fronte ad un violetto che sbucava sulla strada principale, notando una figurina muoversi verso la sua sinistra, il senso di agitazione diventava più forte.
Dove stava portando quel bambino? E poi...perché era preoccupata per lui?
Gli occhi di quella ragazza...erano incredibilmente vuoti...come i suoi...e di questo forse ne aveva paura...perché non sapeva cosa c’era nel vuoto di quegli occhi, al contrario dei suoi.
Invece i suoi...erano gli occhi di qualcuno che si chiedeva chi fosse, e perché non ricordava nulla del suo passato, del perché all’improvviso avvertiva la sensazione di aver perso tutto, ma che in realtà non aveva mai avuto niente.
Dentro di lei, all’interno di quel vuoto, c’era qualcosa...qualcuno...che con quella voce sottile e sussurrata le narrava ricordi che non le appartenevano.
E questo...la rendeva ansiosa...forse arrabbiata.
La ragazza entrò di corsa nel vicoletto, avvertendo la gamba farle male, nonostante le raccomandazioni di Hakkay non c’è la faceva a camminare sapendo che quel bimbo poteva incorrere in qualche pericolo.
Raggiunse la curva, fermandosi, il bloccò le fece venire un dolore tremendo che le fece stringere le labbra, davanti a lei c’era la ragazza con il bambino, che la fissava con un sorriso divertito.
-Due piccioni con una fava, meglio-
tolse il tappo alla boccetta che teneva in mano, e lanciò il profumo contro Kira, che balzò via, avvertendo però un'altra fitta di dolore sul polpaccio, mentre dalla sua mano usciva la spada, sotto lo sguardo stupito dell’altra ragazza.
-Che cosa...-
Kira si lanciò in un attacco, lanciando uno sguardo sul bambino, sembrava addormentato, mentre l’altra schivava gli affondi della spada, osservando Kira.
-Non sembri un demone...poco male...-
la ragazza stappò un’altra boccetta, esalando un po’ di profumo.
-Vorrà dire che morirai ora!-
quando sputò fuori il profumo, ne uscì una lingua di fuoco che per poco non investì Kira, che però all’ennesima fitta di dolore si accasciò a terra, la ferita le faceva ancora male, mentre l’altra ragazza tossiva un po’, detestava fare quel tipo di pazzie, però non aveva altra scelta.
Di sicuro al suo padrone non sarebbe piaciuta una cosa simile.
Prese un’altra boccata, lanciando di nuovo la lingua di fuoco, stavolta Kira balzò via, avvertendo però un braccio scottarle, e questo la distrasse quanto bastava per ricevere un calcio in faccia dalla ragazza, che la vide crollare in mezzo a delle scatole di legno.
Non avvertì nessun movimento.
Meglio così...
Afferrò in fretta il bambino, saltando via per il tetto di un edificio, mentre una mano che sbucava dalle scatole di legno mosse leggermente le dita.
Doveva restare sveglia...
Rika e gli altri rientrarono alla locanda sul tardi, la castana aprendo la porta trovò Meiko appoggiata al davanzale della finestra, immersa nei suoi peneri, che si voltò a guardare con faccia stupita.
-E Kira?-
Rika avvertì un senso di paura accendersi come una fiamma.
-Non è tornata?-
-No, siete i primi-
-Quindi non c’è neanche Gojio-
-Di lui no mi preoccuperei, conoscendo il tipo...-
-Si, ma Kira non è tipa da tardare, le sarà successo qualcosa?-
Meiko sbuffò, afferrando il fucile e mettendoselo in spalla, avviandosi verso la porta sotto lo sguardo stupito di Rika.
-Vai a cercarla?-
-Mi sembra ovvio, tu resta qui-
la biondina non volle nessuna contraddizione da parte della castana, anche perché richiuse subito la porta dietro di se, avviandosi verso la città, con il tramonto che incalzava.

“Ci sono state delle sparizioni da un po’ di tempo a questa parte, e per di più alcuni demoni sono riusciti ad intrufolarsi nella città mascherandosi da viandanti”

Mascherandosi da viandanti...
La ragazza si guardò intorno, evidentemente il mercato sarebbe durato fino a notte fonda, a giudicare dalle lampade accese e alla continua fiumana di gente che andava e veniva nel chiacchiericcio generale.
La ragazza rimase vicina agl’usci degli edifici, evitando così troppi scontri contro degli sconosciuti, anche perché la ferita al braccio anche se stava guarendo le faceva ancora male quando la toccava.
Meiko si guardò intorno, alla ricerca del viso familiare di Kira, il fucile legato all’imbragatura che attirava gli sguardi della gente, il fatto che una ragazza si portasse appresso un fucile faceva mal pensare.
Ma sia a lei, che alla figura che la stava osservando, era indifferente.
-Ma guarda te che coincidenza...-
la bionda si voltò, vedendosi all’improvviso una ragazza dai capelli corti azzurri e una camicetta cinese rossa.
Lo sguardo nero brillante e quel sorriso divertito sulla faccia bruna furono una specie di fulmine a ciel sereno, mentre si voltava verso la ragazza, lanciando immediatamente un’occhiata alla vita, aveva una cintura con delle boccette di vetro.
Evidentemente era a caccia...
Sul viso all’inizio turbato si formò il suo solito sorrisino, Meiko ridacchiò leggermente, mentre afferrava il fucile, mettendoselo sulle spalle per appoggiarsi le braccia.
-Di tutte le persone che credevo d’incontrare tu sei proprio l’ultima-
-Devo prendere questo come un’offesa-
-No, dato che le persone che credevo d’incontrare le avrei prese a fucilate-
la ragazza dai capelli azzurri rise di fronte alla schietta risposta della biondina, che si limitò ad osservarla mentre si avvicinava a lei, con fare tranquillo, mentre Meiko muoveva leggermente la testa, osservando la faccia conosciuta avvicinarsi a lei con modi amichevoli.
-E’ da un pezzo che non ti vedo in giro, Hotohori. Lavori sempre per il tuo signore?-
-Si, come sempre.
Adesso ci siamo spostati, non siamo troppo lontani da questa città-
-Allora le misteriose sparizioni sono causate da voi-
-Si. Ti da fastidio-
Meiko sbuffò, togliendo il fucile dalle spalle e guardando con aria seria la ragazza di fronte a se.
-Non me ne frega niente, basta che non mi mettiate i bastoni fra le ruote-
-Sei in missione? Credevo che tu fossi scappata-
a quell’affermazione lo sguardo di Meiko si fece duro come la pietra, e fissava con aria fredda la ragazza di fronte a lei, che avvertì i muscoli irrigidirsi e i nervi andare a fior di pelle.
L’aveva provocata...
La biondina si rilassò, appoggiando la schiena al muro, il fucile a portata di mano, osservando la fiumana di gente, copiata da Hotohori, entrambe in quel momento lasciarono che i loro pensieri si mischiassero al chiacchiericcio della gente, mentre ormai andava a calare la sera.
-E tu? Non scappi?-
la ragazza dagli occhi neri indurì lo sguardo, osservando attenta una ragazza abbracciata al fidanzato che si fermava davanti ad una bancarella li, di fronte alle due ragazze, la biondina vide lo sguardo della compagna lì accanto fermarsi sui due giovani, si era indurito, diventando come un prezioso minerale, che brillava, ma che era duro e tagliente.
-Non ho ancora finito la mia caccia. Quando avrò terminato, forse scapperò via.
O forse mi ucciderò.
E tu? Non eri tu che desideravi la morte più di ogni altra cosa?
Sei ancora decisa?-
Meiko sospirò, notando l’affetto del ragazzo verso la fidanzata, che gli sorrideva felice, mentre si allontanavano dalla bancarella stringendosi l’una all’altro.
Restò a lungo in silenzio di fronte alla domanda di Hotohori, cercando di trovare una risposta abbastanza convincente per se stessa e per la ragazza li affianco.
...

-Tsk, hai voglia di morire per caso?-
-No, per niente-


-Bah, chi lo sa-
Meiko sbuffò, mentre la ragazza lì accanto sorrideva divertita per l’atteggiamento della biondina, mentre lasciava che quella coppia si allontanasse da lei, tornando a fissare la fiumana di gente, il suo sguardo venne attirato da una figura che sfrecciava tra la gente, mettendola sull’attenti.
-Bene, sembra che il momento di pausa sia terminato-
la ragazza dai capelli biondi si voltò a guardare la compagna lì accanto, che le fece l’occhiolino.
-Bye bye-
poi scompari nella folla, mentre Meiko si limitava ad accarezzare la canna del fucile.
Non doveva intromettersi in certi problemi, per ora doveva trovare Kira, tornare dagli altri e mettersi l’anima in pace!
La ragazza ripartì alla ricerca penetrando nei violetti, cominciando così quel lungo giro per la città, sbucando più volte nella via principale, per poi ri-immergersi negli piccoli passaggi che dividevano le case una dall’altra, tenendo il fucile a portata di mano.
Alla fine entrò nell’ennesimo vicoletto, curvando a destra, dove trovò un macello di scatole di legno rotte e non , tra queste sbucava una mano bianca che continuava a muoversi, anche se a fatica.
-O cazzo...-
la ragazza corse verso le scatole, levandone dalla mano, in modo così da scoprire il corpo di Kira conciato un po’ male, la ragazza socchiuse gli occhi, cercando di focalizzare la figura di Meiko, che sbuffò.
-Possibile che ogni volta tu mi devi avere qualcosa?-
borbottando, la ragazza bionda prese Kira, aiutandola ad alzarsi, la ragazza stava bene, a parte qualche livido dolorante ed una scottatura che attirò lo sguardo della ragazza.
-Come te lo sei fatto questo?-
-Una ragazza...aveva portato via con se un bambino...io l’ho seguita, e lei mi ha attaccato aspirando del profumo, per poi sputarmi addosso del fuoco.
Quindi aveva visto Hotohori a caccia, proprio un bel casino; la ragazza bionda aiutò Kira a resta in piedi, passandosi poi una mano fra i capelli, prendendo un profondo respiro.
-Ascoltami Kira, certe volte bisogna ignorare certe situazioni, perché se no si rischia solo di cacciarsi nei guai.
Ed ora torniamo dagli altri alla locanda-
La ragazza dai capelli neri osservò la compagna fare una faccia seriamente preoccupata, e la seguì in silenzio, voltandosi un attimo verso il vicolo dove si era scontrata.
-Forza Goku, non c’è tempo! Dobbiamo trovare Kira e Meiko-
-Ma uffa Rika, io stavo mangiando!!-
-Potrai mangiare dopo, adesso non c’è tempo!-
“Non mi faccio comandare a bacchetta da nessuno, tanto meno da una più piccola di me, anche se solo di un anno!”
la ragazza cominciò a mischiarsi tra la folla, voltandosi ogni tanto per controllare se Goku la seguiva, anche se la scimmietta si fermava ad ogni bancarella di cibo, tanto che alla fine la castana fu costretta a trascinarselo a presto, afferrandolo per i vestiti, mentre il ragazzo si lamentava della crudeltà dell’amica.
La ragazza continuò a chiedere in giro di Kira, fino a quando uno dei mercanti non indicò il vicolo dove prima era passata Meiko, e rapidamente la castana si addentrò, sempre portandosi appresso Goku, fermandosi di fronte al caos delle scatole di legno, alcune di queste erano rotte, mettendo in allarme la ragazza.
-Quindi sono passate di qua-
-Dici che gli è successo qualcosa?-
-Non lo so Goku, ma conoscendole non credo siano in grave pericolo. Forse hanno avuto qualche scaramuccia-
la castana osservò le scatole di legno, mentre Goku annuiva, convinto anche lui, e ribadendo il fatto che Meiko e Kira erano due ragazze davvero forti e quindi che se la sarebbero cavata.
-Cercate qualcuno?-
i due ragazzi si voltarono verso la voce, davanti a loro una ragazza dalla pelle scura gli sorrideva con fare amichevole, avvicinandosi a loro.
Rika la guardò storto, già a prima vista quella ragazza non gli piaceva per niente, mentre Goku avvertiva un profumo strano nell’aria, per poi notare le boccette di vetro sulla cinta della ragazza.
-Ehi! C’è un buon profumo nell’aria e viene da li!-
la ragazza sorrise, indicando una delle boccette che era aperta, rilasciando il profumo.
-Questi sono dei profumi, e sono molto speciali sapete?
Adesso vi faccio vedere...-
La ragazza afferrò la boccetta, e subito un campanello d’allarme illuminò lo sguardo di Rika, che corse verso il ragazzo.
-Goku, allontanati da lei!-
la castana non fece in tempo, Goku aveva annusato il sentore della boccetta, ed ora avvertiva il corpo intorpidirsi molto rapidamente, crollando a terra e stringendo i pugni, mentre Rika lanciava un Sai contro la ragazza, che lo scansò all’ultimo secondo.
-GOKU!
-Argh...maledetta...mi sento abbandonare le forze...-
-Sta tranquilla, non è veleno, ma sonnifero-
Rika saltò su uno dei muretti che separava il vicolo da un edificio, mentre la ragazza davanti a lei stappava un’altra bottiglietta di vetro, rimettendo l’altra al proprio posto.
-Sei scaltra, ma adesso basta giocare-
-Maledetta! Che cosa vuoi da noi?-
la ragazza non rispose, lanciando contro Rika una scia di profumo che la ragazza evitò all’ultimo secondo, tappandosi bocca e naso con la mano.
“Non devo respirare il suo profumo!”
la castana lanciò un secondo Sai, che l’avversaria evitò con un balzo, lanciando un’altra scia di profumo, Rika la schivò, andando a recuperare i suoi due Sai, per poi voltarsi, vedendosi arrivare un pugno in faccia che la scaraventò a terra.
Il profumo seguì immediatamente il pugno, iniziando il suo compito di addormentare Rika, la ragazza però cercava in tutti i modi di resistere, lanciando ancora una volta il Sai, per poi crollare a terra, guardando Goku che veniva portato via da due uomini, ringhiando sommessamente.
-Accidenti...-
Hotohori osservò in silenzio la figura addormentata della brunetta, smuovendola leggermente con un piede per verificare che si fosse addormentata, per poi richiamare a se i due uomini di prima, indicando con un cenno la ragazza.
-Portatela via. E trattatela con riguardo, questo è un bel bocconcino-
quando Meiko tornò nella locanda, ad attenderli c’erano Hakkay e Sanzo, lasciando la ragazza sorpresa.
-E Rika?-
-Lei e Goku erano usciti per cercarvi-
-Oh no, quella cretina...-
-E’ successo qualcosa?-
Meiko si passò una mano in faccia, a volte detestava la testardaggine di quella tipa, continuando a rivolgersi ad Hakkay, mentre Kira si metteva seduta sul letto della loro camera.
-Si, guai.
In giro c’è una ragazza che caccia esseri umani per darli in pasto al suo signore, un demone-
-Quindi le sparizioni di persone sono dovute a lei-
-Esatto, e ho l’impressione che abbia catturato Rika, Goku e Gojio, e conoscendo quel cascamorto scommetto quello che volete che è stato il primo-
-Beh...suppongo di si ^^” –
la ragazza sbuffò, mettendosi seduta sul davanzale della finestra, cercando di riordinare un po’ le idee, la situazione era sufficientemente grave.
In quel caso, la soluzione migliore sarebbe stata andarsene.
Però...

-Non eri tu che desideravi la morte più di ogni altra cosa?Sei ancora decisa?-

Meiko sospirò, mentre avvertiva Sanzo accendersi una sigaretta, Kira si era messa comoda sul letto.
-E adesso che facciamo?-
-La cosa migliore sarebbe quella di andare a cercarli, ma non sappiamo dove li hanno portati...-
-Io so come scoprirlo-
Meiko si rimise in piedi, afferrando il fucile, mentre gli altri la guardavano andare, per poi seguirla, Kira stava per scendere dal letto, quando la biondina si fermò a guardarla.
-Non possiamo portarti con te.
Nelle tue condizioni faresti solo da peso-
Hakkay annuì, per poi avvicinarsi alla ragazzo dagli occhi blu.
-Aspettaci qui, torneremo presto-
lei lo fissò, per poi annuire, mentre lui usciva dalla stanza con Sanzo e Meiko, la ragazza aveva un’espressione infastidita come non mai.
“E’ proprio come avevo detto io. Bisogna evitare di mettere il naso negli affari degli altri, altrimenti ci si caccia in guai come questi.
Beh, spero vivamente per Hotohori che gli altri siano ancora vivi”
Non fu difficile trovare la ragazza in questione, in quel momento stava facendo addormentare la coppia di prima, fissandoli con un moto di gelo, mentre tappava la sua boccetta ed ordinava ai due uomini di portarli via, fissando soprattutto il ragazzo con un moto di schifo, per poi voltarsi, constatando che per quella sera la sua caccia era finita, e mettendosi in marcia per tornare dal suo signore.
-Ehi Hotohori, non ti stai dimenticando di qualcuno?-
la ragazza si voltò, vedendo di fronte a se Meiko seguita da altre due uomini sconosciuti, ma uno sguardo al bonzo bastò per riconoscerlo come Genjo Sanzo, cosa che attirò molto la ragazza dalla pelle scura.
Era la sua buona occasione per chiudere una volta per tutte quell’orrenda vita.
-In effetti sì, sapevo che in città c’era un Sanzo, e tu l’hai portato dritto dritto da me, che gentile-
Meiko si limitò a prendere in mano il fucile, caricando un colpo.
-Ti sbagli, piuttosto che darti il bonzo, ti trascino con me all’inferno-
le due ragazze partirono con uno scatto deciso, Hotohori liberava scie di profumo, mentre Meiko le evitava, sparando qualche colpo con il fucile, per poi usare il calcio, sbattendolo su un fianco della ragazza, mentre questa in un gesto che sapeva di disperato aspirò un po’ di profumo, sputandolo contro la ragazza in una scia di fuoco, per poi crollare a terra, mentre la biondina constatava gli effetti del colpo sulla sua mano, bruciava un pochino.
Hakkay la raggiunse subito, mentre Sanzo puntava la Shureiju contro la testa di Hotohori, che si limitò a lanciargli un’occhiata d’odio profondo.
L’uomo dagli occhi verdi curò la bruciatura di Meiko, poi questa afferrò per i capelli la compagna, che le lanciò una bestemmia stretta tra i denti, mentre l’altra la guardava con fare rabbioso.
-E adesso, mia cara, mi porterai nel covo del tuo signore.
Vedi, ho una faccenda da sbrigare con lui-
-Puttana, dicevi sempre che non volevi intrometterti negli affari degli altri!-
-Infatti...ma io ti avevo avvertito...
Non dovevi mettermi i bastoni tra le ruote-
Hotohori fissò colpita lo sguardo gelido e colmo d’odio, per poi farsi legare i polsi, mentre Hakkay le sequestrava la cintura con i profumi.
-E’ pericolosa con questi, sarà meglio che li tenga io per un po’-
Sanzo puntò ancora la pistola contro la testa della ragazza, fumando la sua sigaretta.
-Ed ora portaci nel covo del demone-

Quando Rika aprì gli occhi, avvertì un fortissimo mal di testa, le vista le mostrava soltanto oggetti sfuocati, mentre intorno a lei c’erano degli strani rumori di sottofondo, mentre si respirava un odore di marcio che le faceva venire la nausea.
Ricordò velocemente ciò che era accaduto prima di addormentarsi, maledicendo in un bisbiglio quella sconosciuta, non sembrava un demone, eppure era riuscita a catturare lei e Goku...
GOKU!
La ragazza spalancò gli occhi, una luce verdastra illuminava il soffitto sopra di lei, sembrava di stare in una specie di baracca, a giudicare dalle travi di legno piene di muffa e in parte marcite, mentre un po’ dolorante Rika si guardò intorno, cercando di capire dov’era, tentando di muovere le mani...
Era bloccata a terra, le mani e le gambe bloccate da degli anelli di ferro attaccati al pavimento, mentre la ragazza cercava di tirarsi su, strattonando, avvertendo i polsi farle anche un po’ male.
Cercò di girare la testa in direzione della luce verdina, e rimase pietrificata da quello che vide.
Sul muro erano attaccate delle strane bolle verdi, all’interno delle quali vi erano addormentate varie persone, compresi Goku e Gojio, sembravano essere ancora vivi, o almeno così sperava lei.
-GOKU! GOJIO, SVEGLIATEVI!-
-E’ inutile che tu urli così tanto, lasciali pure dormire...-
la ragazza si voltò davanti a se, dal buio dell’entrata della stanza apparve un demone maschio, i capelli lunghi erano argentati, mentre gli occhi scuri fissavano con fare famelico la figura della ragazza, che strinse i denti, osservando attentamente il tatuaggio sul petto dell’uomo, una sorta di fiamma in stile tribale.
-Riconosco quel segno...fai parte dei demoni serpente!-
-Esatto, vedo che ci conosci, umana...-
il demone si sporse verso la ragazza, che girò il capo di lato, pur di non guardare la pupilla affilata del demone, che osservò con un moto di piacere il corpo della ragazza, era davvero ben fatto, ad appariva saporita.
-Devi essere onorata, umana, tu sarai la prima che divorerò.
Prima t’inietterò un potente veleno, in modo da rendere poltiglia la tua carne.
E poi assaporerò con piacere questo tuo bel corpo-
-Sono spiacente per te, ma ti starei sullo stomaco-
la ragazza ringhiò contro il demone, che si limitò a sghignazzare divertito, mentre due dita accarezzavano il viso pulito, per poi sfiorare il collo, le spalle, scendendo verso il seno, fino a raggiungere l’interno delle cosce, dove Rika in un moto di disgusto sputò sul volto del demone, che ridacchiò.
-Sei davvero coraggiosa, umana...-
il demone afferrò per la gola Rika, iniziandogliela a stringere, mentre la ragazza avvertiva l’aria mancare, muovendosi di più.
-...oppure pazza?-
Rika strinse gli occhi, avvertendo l’aria mancargli, non voleva morire così, non voleva!!
-Rika!!-
il demone alzò lo sguardo stupito, Goku in qualche modo si era svegliato, ed ora batteva con forza contro la parete che lo teneva imprigionato, senza però riuscire nemmeno a scalfirla.
-Tsk, a quanto pare il tuo amichetto si è svegliato...-
“Goku!”
-Poco male, vorrà dire che assisterà al mio pasto, e poi mangerò lui-
-Non ci provare!!-
Rika cercò di muovere la testa, dando una sonora testata al demone, che barcollò leggermente, per poi ringhiare e dare un sonoro ceffone alla ragazza.
-Maledetta, non vedo l’ora di mangiarti!-
intanto, Hotohori si fermò davanti a quella che doveva essere l’entrata per il covo dei demoni.
Appariva come una baracca, piuttosto malconcia, ma sembrava reggersi ancora, mentre gli altri la guardavano con una punta di scetticissimo, Meiko teneva ancora per la maglietta la ragazza, i polsi ancora legati dalla corda, mentre Hakkay reggeva la cinta con i profumi.
-E’ qui vive il tuo padrone? Non lo immaginavo così contadino-
-E’ una sistemazione temporanea, il mio padrone viaggia molto, al contrario del tuo...-
Meiko lanciò un’occhiata verso la ragazza lì accanto, che si limitò a rispondere all’occhiataccia, per poi guardare verso la baracca, con fare serio.
-Avete intenzione di ucciderlo?-
-Non credo sarà felice della nostra intrusione, quindi suppongo che dovremmo eliminarlo-
-Quindi io a questo punto dovrei ammazzarvi, dato che si tratta del mio padrone-
Meiko si voltò a guardare la ragazza, che ora sorrideva amaramente, mentre teneva il capo basso.
-Si, dovrei ammazzarvi...perché ho giurato fedeltà al m io padrone...
Proprio come te, e Meiko?-
La bionda non rispondeva, mentre gli altri due restavano in silenzio ad ascoltare, ed Hotohori parlava, continuando a sorridere amara, cercando di reprimere quell’orrenda sensazione di...disperazione...
-Tu che hai giurato fedeltà alla tua signora, promettendogli fedeltà.
E che non l’avresti mai tradita...
Ed ora...ora sei qui...con queste persone...a tentare di salvare i tuoi amichetti...
Fregandotene di cosa potrei pensare io, di tutti i miei progetti...
Te ne sei sempre fregata di tutti quelli che mettevano i bastoni tra le ruote alla tua padrona, eh?
Scommetto che ancora adesso gli lecchi il culo...tsé...fai tanto la spaccona, ma in realtà non vali un cazzo...sei uguale a me...sei solo usata...
Fai pena come me-
...

“-Tu non mi tradirai mai, vero?-”

Meiko iniziò a ridacchiare, mentre Hotohori la guardava stupita, per poi infuriarsi.
-Che ti ridi, pezzo di scema? Le mie parole sono verità, e tu lo sai!!-
-E’ per questo che rido...-
la biondina si voltò verso l’umana accanto a lei, che spalancò gli occhi, notando la colorazione ambrata delle iridi di Meiko scurirsi, tendere verso un colore rossastro.
-Rido perché hai perfettamente ragione, sono solamente una bambola nelle mani della mia padrona, ed anche in questo momento, il solo pensare a lei mi fa venire i brividi, e mi viene voglia di morire...-
la ragazza lasciò morire la sua risata, lasciando spazio ad un volto serio, duro, mentre ricordava quelle parole...

“-Ascoltami attentamente.
Tu ora sei mia, mi appartieni, tu non hai più te stessa, sei solo un giocattolo nelle mie mani.
E finché riuscirai a farmi divertire e a fare la brava, io ti manterrò in vita.
Hai capito?
Rispondi se hai capito, stupida-
-...si-”


Aveva pianto quando aveva pronunciato quel sì, perché il suo orgoglio era stato fatto a pezzi da quell’essere, la sua vita era stata portata via, così come la sua libertà.
Aveva voglia di morire, ma al tempo stesso l’idea di scomparire ed essere dimenticata le fece venire una tale paura...che non poté fare altro che giurare fedeltà a quell’essere, che sorrideva sempre con aria crudele, che se ne fregava se stava male, perché lei stessa era...solo uno scarto...

“-Ma che bambina orrenda!
Però mi potrai essere utile, in fondo la tua bruttezza mi farà comodo per i lavori sporchi.
Forza, vieni con me-”


-Ho giurato fedeltà ad un essere che mi disprezza per quello che sono, che mi tiene in vita solo per giocare.
Però...adesso...in questa missione, voglio prendermi un po’ di quella libertà che mi è stata negata.
Solo un pochino, poi ritornerò quella di sempre, quella che tu conosci.
Ma fino ad allora, per favore, non paragonarmi a te.
Perché tu non hai mai osato prenderti un giorno di vita.
Io si-
Hotohori restò in silenzio, il volto di Meiko appariva stranamente rilassato, mentre mollava la ragazza a terra, allontanandosi verso la baracca, Sanzo si era già avviato, mentre Hakkay si avvicinava alla ragazza scura, slacciandole i polsi, e poggiando lì accanto la cinta con i profumi, stupendola.
-Adesso lei è libera di ostacolarci, in tal caso non ci penseremo due volte dall’ucciderla.
Ma se vuole, è libera di andarsene.
Però voglio che sappia una cosa...parlare troppo porta spesso a brutti guai...e se lei non vuole averne, le consiglio di non offendere mai più la signorina Meiko.
Ha capito?-
La ragazza dai capelli azzurri osservò con aria stupita il sorriso di Hakkay, che si avvicinò agl’altri due, entrando poi nella baracca, mentre l’ostaggio adesso liberata si massaggiava i polsi, per poi rimettersi la cinta in vita, restando lì ad osservare la baracca in silenzio.
...

"-E tu? Non scappi?-
-Non ho ancora finito la mia caccia. Quando avrò terminato, forse scapperò via.
O forse mi ucciderò-
-Ho giurato fedeltà ad un essere che mi disprezza per quello che sono, che mi tiene in vita solo per giocare.
Però...adesso...in questa missione, voglio prendermi un po’ di quella libertà che mi è stata negata.
Solo un pochino, poi ritornerò quella di sempre, quella che tu conosci.
Ma fino ad allora, per favore, non paragonarmi a te.
Perché tu non hai mai osato prenderti un giorno di vita.
Io si-”

“-Hotohori, sappi che qualunque cosa accada, io ti proteggerò...-”


Il demone si avvicinò a Rika, la ragazza si muoveva in maniera convulsa, mentre Goku tentava di spaccare ancora una volta il guscio trasparente, copiato da Gojio, che si era svegliato da poco.
Il demone si avvicinò alla ragazza, che adesso avvertì la paura farle tremare le gambe, mentre il demone le afferrava il mento, portando il suo sguardo a puntare gli occhi di lui, che teneva la mano libera pronta a trapassare la ragazza.
-Sei pronta a morire? Un ultimo desiderio?-
-Si, mollala subito-
uno sparo colpì in pieno la mano libera del demone, che lanciò uno strillo di dolore, per poi voltarsi, la canna del fucile di Meiko fumava ancora, mentre la ragazza sorrideva, con aria divertita.
Rika sorrise entusiasta, mentre Gojio ridacchiava, e Goku si lamentava.
-Come mai ci avete messo tutto questo tempo-
-Guarda che trovarvi non è stato per niente facile, e ringrazia-
-Tsé, solo degli stupidi sarebbero finiti in una trappola simile-
-Oooh, il bonzo fa lo spaccone-
-Maledetti bastardi-
Meiko si voltò verso il demone, che si rialzò in piedi, scagliandosi contro i tre ragazzi, Meiko evitò all’ultimo secondo le unghie dell’essere, per poi colpirlo con forza sulla testa con il calcio del fucile, mettendolo KO.
Hakkay intanto scagliò liberò Rika, mentre Sanzo sparava qualche colpo alle bolle, frantumandole, liberando così i popolani e gli altri due ragazzi, mentre la castana subiva una ramanzina da parte della biondina.
-TI AVEVO DETTO DI STARE IN CAMERA, CRETINA!!-
-Però Kira poteva essere in pericolo-
-Tsk, scema. Andiamocene via-
-E il demone?-
-Andiamo!-
la baracca cominciò ad emettere una serie di rumori poco piacevoli, costringendo alla fuga i ragazzi e le persone liberate, mentre dalle bolle verdi cominciava a colare del liquido, che stava distruggendo l’intera baracca, il demone era ancora svenuto quando i ragazzi scomparirono.
Quando si riprese, l’unica persona che era rimasta era Hotohori, che lo fissò in silenzio, mentre lui sghignazzava, cercando di rimettersi in piedi.
-Serva, allora sei qui.
Forza, aiutami a mettermi in piedi!-
Lei si limitò ad afferrarlo per i capelli, stappando con i denti una boccetta di vetro, per poi ficcarla quasi in gola all’essere, che rimase pietrificato, per poi iniziare a lanciare dei gemiti di dolore, mentre la sua carne iniziava a bruciare, sotto lo sguardo della ragazza.
-Sai perché io combatto con i profumi?
Primo perché così non mi sporco le mani.
E secondo...perché in questo modo la morte ha un buon profumo, non ti sembra, stronzo?-
La ragazza mollò i capelli del demone, tenendo la boccetta in mano e tappandola, mentre il demone urlava sconvolto, prendendo fuoco dall’interno, e bruciando, mentre la baracca era andata distrutta, per poi esplodere a causa di quel corpo infuocato che aveva fatto contatto con il liquido altamente infiammabile.
Dietro la schiena di Hotohori, un inferno di fuoco inglobò via metà della sua vita.
Il resto...si può dire che era davanti a se.

Kira le vide tornare che Meiko si lamentava ancora con Rika, la castana guardò la compagna di viaggio seduta sul letto, prendendo un respiro di sollievo.
-Almeno hai avuto la cortezza di riportarla qui!-
-Sentimi un po’, signorina bella, sarai anche più grande di me di un anno, ma il tuo cervello è rimasto nella fase infantile come quello della scimmia!-
-COME TI PERMETTI?! E POI NON INSULTARE GOKU!!-
-Oooh, difendiamo il fidanzatino?-
-COSA HAI DETTO??-
la biondina ridacchiò, mentre Rika borbottava ancora, sdraiandosi sul suo letto, intenzionata a dormire, mentre Meiko si metteva sul davanzale della finestra, osservando in silenzio la notte ormai stabile, notando poi un’ombra su un tetto fargli un cenno, per poi scomparire.
La biondina si permise un sorriso divertito.
“Ci rivediamo, Hotohori”
poi socchiuse gli occhi, lasciando che un senso di oppressione invadesse la sua mente, insieme alla paura...e alla rabbia...

“-Da questo momento in poi ti chiamerai Erroris.
Rispondimi Erroris!-
-...Sissignora!-”

Erroris...


Fine Capitolo 19


E per l'occassione ecco anche un disegno, fatto da Raffy, ispirato prorpio a questo capitolo. 
http://raffy-chan.deviantart.com/art/Meiko-Erroris-299242697

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Capitolo 20
*** The first day of my life ***


ECCOCI!
Finalmente per la gioia della nostra lettrice WhiteLie siamo TORNATE!!!
Ebbene si, siamo scomparse per molto tempo stavolta e non sappiamo davvero come fare per farci perdonare, forse con il nuovo capitolo?
Speriamo, visto che nonostante tutto la storia prosegue e va avanti, anche se con i suoi ritmi molto lenti.
Diei che a questo punto basta scuse e chiacchiere, a voi il tanto atteso nuovo capitolo.
Aspettiamo come sempre i vostri commenti e ringraziamo anche chi la segue semplicemente
Baci dalla MeRProduction^^



 
Capitolo 20
The first day of my life
 
La brezza che veniva da Nord portava un piacevole fresco, mentre la giornata limpida si preannunciava calda sulla vallata.
 
Uno sparo sembrò voler incendiare l’aria, mentre si sentiva un lamento strozzato, seguito da una serie di ringhi sommessi, dei passi arretrarono, andando ad incontrare un altro paio di scarpe chiare.
-Allora? Quanto sono?-
-Più o meno cinque a testa-
-Solo?? UFFA!-
-Non lamentarti Goku, io ne posso prendere solo quattro-
Meiko caricò il fucile, mentre la scimmia li accanto a lei si metteva in posizione da combattimento, gli altri erano li attorno a loro, la jeep e la moto in mezzo, mentre una cerchia di demoni senza controllo li guardava come se fossero il loro pranzo.
Rika li guardò con una punta di sofferenza, tenendo i Sai ben in vista, alle sue spalle Kira teneva bassa la spada, in attesa che qualcuno si facesse avanti.
Gojio, Sanzo e Hakkay erano li vicino.
-Andiamo?-
-ANDIAMO!!-
Goku con quest’urlo partì all’attacco, inseguito dagl’altri, i demoni aggredivano senza nemmeno una tattica, andando alla cieca, il che da un certo punto di vista era persino divertente, mentre Rika con una capriola evitava un attacco per poi fondarsi contro il suo avversario, lanciando poi un terzo Sai contro quello dietro di lei.
 
Kira si accucciò a terra, per poi rialzarsi eseguendo con la spada un taglio verticale, sferrando un cazzotto per levarsi di torno il demone, bloccando poi l’aggressione di un altro, eseguendo un calcio verticale che lo allontanasse da lei.
Hakkay era li vicino, eseguendo una mossa di arti marziali, facendo scrocchiare la spalla di un demone che lanciò un lamento doloroso, per poi venire lui e un compagno li vicino venir spazzato dai Ki.
Gojio era il più veloce, agitando con un movimento a spirale l’alabarda li aveva fatti fuori tutti e cinque, ed ora stava tornando verso la jeep, finendo di fumare la sua sigaretta.
Sanzo bloccò la mano di un demone che lo stava per afferrare alla gola, sparandogli poi un colpo sicuro in fronte, per poi scaraventarlo addosso ad un altro demone, che prima che potesse levarselo da dosso era gia morto.
Meiko lanciò un’occhiata al bonzo corrotto, per poi scaraventare via un demone con il calcio del fucile, sparando poi un colpo contro quella che le stava venendo addosso, in una serie di acrobazie si stava rimettendo il fucile apposto, per poi guardarsi intorno, lei li aveva sistemati tutti, ed ora si fermava a vedere quei cadaveri che sanguinavano, tutti con un’espressione facciale diversa, eppure che rappresentava la stessa cosa.
 
Il dolore.
 
-Non dovevi mettermi i bastoni tra le ruote-”
 
-Voglio prendermi un po’ di quella libertà che mi è stata negata-”
 
-Tu non mi tradirai mai, vero?-”
 
Una serie di pensieri confusi provocarono una smorfia infastidita sul volto della biondina, che si voltò verso il bonzo li poco distante, che adesso si avvicinava agl’altri, risedendosi nella jeep.
 
-Promettimi che lo proteggerai...-
-Si, lo prometto-
-Tu non mi tradirai mai, vero?-”
 
Stava cercando di trovare una libertà per se stessa, ma la sua libertà era la sua stessa prigione, se fosse scappata non avrebbe trovato un posto dove stare, e il luogo dove far ritorno era un’inferno...
Non voleva tornare, ma non poteva andare a casa...non c’era più nessuno...nessuno a casa...
Era sola, mentre cercava disperatamente di trovare la sua libertà, senza successo, mentre si avvicinò alla sua moto, Kira la stava spettando, rimettendola in movimento guardando i cadaveri che aveva lasciato come una scia, ricordandosi di tutti gli esseri che aveva ucciso tra umani e demoni.
 
-Fai tanto la spaccona, ma in realtà non vali un cazzo...sei uguale a me...sei solo usata...
Fai pena come me-”
 
Accelerò, superando la jeep e sfrecciando lungo la strada sterrata, di colpo la testa le faceva male, così come la gola le dava un po’ fastidio, mentre Kira dietro di li si limitava a stringersi con più forza, la ragazza aveva iniziato a correre molto forte.
 
I couldn't tell you
Why she felt that way
She felt it everyday
 
Kira si guardò indietro, notando che comunque la jeep le seguiva, mentre Meiko individuava non troppo lontano il prossimo villaggio dove fermarsi, e con un’impennata accelerò ancora, quando all’ultimo secondo cominciò a frenare, per poi fare una frenata di botto, sentendosi arrivare addosso Kira che era impreparata a quella frenata, la ragazza dai capelli neri se li sistemò di lato, per poi sporgersi verso la cosa che aveva bloccato la biondina.
 
Tombe.
 
C’erano tre file di tombe in orizzontale, le croci erano tantissimo, e sembravano sbarrare la strada alle due ragazze, che vennero raggiunte dalla jeep, Gojio si sporse.  -Ma che calorosa accoglienza-
-Evidentemente dev’essere successo qualcosa di molto grave a giudicare dalla quantità di tombe-
-A me fa venire i brividi-
Rika si rimise a sedere, mentre Goku restava in piedi a sporgersi verso le tombe, Sanzo non commentava, osservandole con una punta di prudenza, non gli piaceva affatto quella situazione.
Meiko le stava osservando in silenzio, quasi a voler identificare in ognuna delle tombe il proprio padrone, con lo sguardo spento.
Lei non aveva scavato mai delle tombe, non ne aveva mai fatto per nessuno...nemmeno per la persona che amava di più...
 
-Gioia mia!
 
Meiko sgommò leggermente con la moto, facendo una curva stretta per affiancare le tombe, partendo di nuovo a tutto gas, intenzionata a cercare un punto dove passare per entrare nel villaggio, mentre Kira continuava a fissare quelle tombe in silenzio, restando abbracciata alla ragazza che guidava, gli occhi di Meiko individuarono velocemente un punto dove c’era una piccola strada che si apriva tra le tombe, era incredibile la quantità di croci presenti, sembrava quasi che ci fosse stata una vera e propria guerra!
La strada era sufficiente per passarci anche con la jeep, che continuava a seguire la moto dietro, mentre il gruppo entrava nel villaggio, non era grande, ma presentava una piccola locanda dove il gruppo si sarebbe fermato la.  -Di certo non passa molta gente da queste parti con l’accoglienza che hanno qui-
Rika si guardò intorno, i popolani li avevano guardati con una faccia stranita, per poi dipingere sul volto un’espressione di rabbia e sofferenza che fece venire i brividi alla ragazza, avvicinandosi a Goku.
-Non mi piace questo posto...-
la locanda era messa piuttosto male, inoltre c’era solo una stanza con delle condizioni abbastanza decenti, tutte le altre avevano il legno marcito dal tempo, muffa un po’ dappertutto e un’odore di stantio pesante che faceva venire la nausea, c’erano persino i topi che avevano fatto i nidi sui letti pieni di ragnatele.
L’unica stanza decente aveva solo due letti ed una finestra non troppo piccola che dava sulla vallata che stavano attraversando, intorno a questa vallata una serie di colline li separava dal resto del mondo, c’era persino una sorta di montagna li in mezzo.
-IL LETTO E’ MIO!-
-SCORDATELO SCIMMIA!!-
-FERMA TU O TI AMMAZZO!!-
-NON HO NESSUNA INTENZIONE DI DORMIRE PER TERRA!!-
Meiko, Kira ed Hakkay assistevano in quel momento ad una baruffa pazzesca tra gli altri quattro elementi del gruppo, la biondina aveva appoggiato la sacca a terra, in un punto che era sotto la finestra, in modo da avere una bella vista sul cielo, in quel momento limpido.
La baruffa più tremenda fu tra Goku e Gojio, i due stavano quasi per darsele di santa ragione, quando Hakkay decise che si sarebbe preso lui il letto, in modo da fermare le urla dei due “bambinoni”.
Intanto Sanzo e Rika si stavano squadrando con occhiate assassine, poi la ragazza ci dovette rinunciare, piuttosto che farsi ammazzare per un letto avrebbe dormito per terra, ci teneva troppo alla sua vita per morire per così poco.
Questo è quello che disse in lei.
-Rika, dillo chiaro e tondo che sei terrorizzata all’idea che il bonzo ti spari-
-Lo pensi solo tu-
-No, lo pensiamo tutte e due-
Rika lanciò un’occhiata infastidita a Meiko, che sghignazzò in quel momento, per poi ricevere una linguaccia da parte della ragazza, sistemando poi i materassi che il locandiere aveva dato per sistemarsi, la stanza era piccola, tanto che i materassi occupavano tutto lo spazio disponibile.
Anche il pasto non fu certo dei più abbondanti, proprio perché il villaggio era piccolo, per l’infelicità di Goku, era incredibile quanto il ragazzo mangiasse.
-Mi dispiace per la cena poco sostanziosa, ma non abbiamo potuto offrirvi di meglio-
-Non si preoccupi, per noi è più che sufficiente-
-Sapete, voi siete i primi visitatori da molto tempo a questa parte-
-Può togliermi una curiosità? Come mai ci sono tutte quelle tombe?-
il locandiere prese un respiro per riordinare la sua mente, mentre gli altri si erano ammutoliti per starlo a sentire, a parte Goku che stava cercando di prendere qualcosa dal piatto di Rika, fermato dalla mano della ragazza.
-Razza di scemo, fermo!-
-Dovete sapere che una volta questo villaggio era molto più abitato e fertile di ora.  Venivano anche molti viaggiatori a fermarsi qui.
Purtroppo, un anno fa ci fu un’invasione di demoni che sterminarono molta gente.
Ma questa non è la cosa più grave.
Qualche mese dopo la strage, durante le notti, dalle tombe tornavano i morti seppelliti, invadendo il nostro villaggio, uccidendo soprattutto donne e bambini-
Il ricordo di quelle tre lunghe file di tombe fece leggermente venire i brividi a un po’ tutto il gruppo, anche Goku si era fermato dal mangiare, ovviamente sotto minaccia di Rika, che rabbrividì al solo pensiero degli zombie che uscivano dalle tombe per andare ad ammazzare i popolani.
Il vecchio si passò una mano rugosa sul viso, continuando poi a parlare.
-Le tombe come avete visto sono aumentate, e alla fine le famiglie rimaste sene scapparono via, tanto che gli zombie aggredivano i viaggiatori.
Col tempo le uniche persone che rimasero sono ancora oggi i vecchi, i più giovani che sono ancora qui restano rinchiusi in casa, e la notte viene tutto sbarrato, per paura che quegl’esseri ritornino-
Il locandiere si allontanò, lasciando il gruppo con il compito di finire la propria cena, per poi ritirarsi nella stanza, dove si misero seduti a discutere della faccenda.
-Non è saggio restare qua-
-Ma non possiamo ripartire adesso, ormai è calato il buio, e rischiamo comunque qualche agguato da parte dei demoni-
Rika si era messa nel materasso centrale, ed ora era seduta di fronte ad Hakkay, mentre Kira usciva dal bagno, raggiungendo il suo, materasso accanto a quello di Goku e vicino al letto di Hakkay, Sanzo stava fumando in silenzio, mentre la bionda aveva aperto la finestra per lasciare entrare un po’ d’aria fresca.
-Rika ha ragione, sarebbe poco saggio partire ora.
Direi di partire domattina all’alba immediatamente-
-E se stanotte abbiamo una visitina dei nostri amici zombie?-
Meiko si voltò verso Gojio che era sull’ultimo materasso in fondo, il rosso stava fumando come il bonzo, i capelli legati in una coda per il caldo della stanza.
La ragazza si limitò ad indicare con la testa il suo fucile, che era appoggiato alla parete accanto alla finestra.
-Vorrà dire che li accoglieremo come si deve-
e su quest’ultimo frase venne spenta la lampada ad olio, Goku era gia addormentato, e poco dopo lo seguirono tutti gli altri, il portacenere con i due mozziconi delle sigarette fu abbandonato in un’angolino un po’ polveroso della stanza.
Meiko si svegliò quella notte più volte, non riusciva mai ad addormentarsi, così si mise seduta, con la finestra sopra la sua testa, ad osservare gli altri, con il fucile tra le braccia, la notte era fresca, tanto che Rika si era ben riparata sotto la coperta, copiata da Kira, mentre Goku aveva mandato tutto all’aria, Gojio aveva il lenzuolo a metà busto, almeno nel sonno quei due non si insultavano.
La ragazza strinse di più le gambe a se, il fucile a quel movimento scivolò leggermente, restando però bloccato dalla presa della ragazza, che socchiuse gli occhi, il sonno non riusciva proprio ad arrivare a lei.
...avvertì dei movimenti nella stanza, evidentemente neanche il grande Genjo Sanzo Hoshi riusciva a prendere sonno...
Forse per il russare di Goku, di certo la scimmia non era molto silenziosa.
Il bonzo senza neanche chiedere il permesso si accese una sigaretta, la fiamma per qualche istante gl’illuminò il viso e in qualche modo la stanza circostante, notando che anche la ragazza dai capelli biondi non dormiva.
-Insonnia?-
-Si, temo di si...è che fa freddo...-
la ragazza rabbrividì leggermente, lei era proprio in mezzo alla corrente, fregandosene di prendersi un’accidente.
 
Non aveva sonno, non aveva sonno...
 
 
-Mamma, non riesco a dormire...-
la donna guardò stupita la piccola, per poi sorriderle e prenderla in braccio, portandola con se nel letto matrimoniale, stringendola in un’abbraccio.
-Stanotte allora controllerai che io non abbia gl’incubi, va bene?-
la bimba guardò stupita la madre, per poi annuire, abbracciandola con le piccole e braccia e strofinando la sua guancia su quella della donna.
-Si-
la donna sorrise contenta, chiudendo gli occhi.
-...non mi lascerai mai, vero gioia mai?-
la bimba restò in silenzio un attimo, per poi annuire.
-Si-”
 
Lei mi amava...o aveva paura di me? Mi chiedeva sempre di non lasciarla mai...di restare sempre con lei...ed io glielo promettevo sempre...ma alla fine...
Fu lei che se ne andò. Lasciandomi sola...” 
 
 
-Ma...mamma?-”
 
Non avevo più nulla, ero sola, e d’improvviso mi sentii...imprigionata...poi...”
 
-Sei tutta sola piccola...-
-Ma tu guarda, una brutta bambina-
-Tu mi fai senso, sappilo. Però proprio perché tu mi fai schifo ti potresti rendere utile-
-Da questo momento in poi ti chiamerai Erroris.
Rispondimi Erroris!-”
 
Meiko sembrò svegliarsi da un’incubo, sussultando e spalancando gli occhi, per poi tirare un respiro, cercando di controllare il suo battito cardiaco, forse si era appisolata.
Controllò di nuovo la stanza, per poi passarsi una mano tra i capelli, constatando che stavano diventando troppo lunghi, decisamente troppo, era tempo di tagliarseli.
In quegl’istanti, Meiko rimuginò sulle parole che aveva detto ad Hotohori.
Sbuffò, per poi avvertire il fumo della sigaretta raggiungere la finestra, la corrente d’aria la spazzava via in qualche modo, mentre la ragazza si soffermava a guardare Sanzo, poi il resto del gruppo.
Un po’ di libertà, voleva vivere solo un po’ di libertà...ma qual’era la sua libertà? Poteva benissimo andare dove le pareva e piaceva, tanto...in qualche modo lei l’avrebbe raggiunta...
 
-...sappi che ti sono sempre vicina...-”
 
Era un’incubo.
 
Un brivido le attraversò ancora la schiena, dove c’era il suo enorme tatuaggio, un’ammonizione, anche se sarebbe andata fino alla fine del mondo, fino alla fine dell’orizzonte...lei l’avrebbe sempre raggiunta.
Non poteva sperare nella libertà, perché non esisteva una libertà per lei...non esisteva...
Ed ora...aveva una missione da portare a termine...eppure ancora voleva restare con loro, voleva fare la bimba capricciosa, anche se sapeva fin troppo bene che non aveva alcuna speranza.
Lei voleva continuare a stare con loro...con loro...
 
-Ehi, si può sapere cosa ti passa per la testa?-
-Sei libera di morire, è un’ottima via di fuga.
Però uccidendoti non farai altro che diminuire il numero delle persone stupide.
Se invece decidi di vivere, qualcosa potrebbe cambiare-
-Se devi finire col sentirti male, evitalo, idiota-”
 
...tsk, che vergogna...era incredibilmente stupida...pietosa...
-Non sono ragionevole...sono impulsiva...sono anche molto fredda...ma non mi reputo così in basso da chiedere l’aiuto di qualcuno...
Ho un brutto difetto, io...tendo sempre a proteggere le persone intorno a me...piuttosto che me stessa...
Perché preferirei morire...piuttosto di vedere qualcuno che muore al posto mio...
...e per questo...non ho assolutamente nulla...ne da dare, ne da ricevere...-
Sanzo restò in silenzio ad ascoltare, ricordando, mentre finiva di fumare la sua sigaretta, gl’istanti nella galleria sotto terra, quando lei si lamentava che le faceva male il morso sul braccio perché lo aveva scioccamente difeso.
 
-Tzé, maledizione, ogni volta mi devo in qualche modo fare male.
...è colpa di questo mio stupido vizio...-”
 
-Dannazione...e dire che io ho sempre desiderato morire...per la prima volta mi trovo addosso la paura di tornare la, in quel luogo.
Piuttosto...mi ucciderei...-”
 
-Grazie-”
 
Che ragazza idiota...
Meiko avvertì del movimento fuori dalla finestra, interrompendo il flusso dei suoi pensieri, portandola a sporgersi dalla finestra.
Un’ombra si muoveva per le strade deserte, si erano davvero tutti abbarbicati in casa, e la figura passava lenta, barcollando leggermente, un po’ gobba, non si capiva bene cosa fosse, ma dall’aria che entrava nella stanza emanava un’odore di terra mischiato a marcio, dietro di se sembrava lasciare come una specie di scia.
-Sono usciti...-
La ragazza scattò in piedi, continuando a controllare, adesso stavano passando altre tre ombra sotto di lei, che barcollavano, tutte un po’ ricurve da una parte o dall’altra, che lasciavano dietro di se una scia scura, non si capiva cosa fosse.
La ragazza strinse tra le mani il fucile, un gruppo di sei ombre si avvicinarono alla locanda, cominciando a battere forte sul portone principale, ora che li vedeva meglio erano donne, una con i capelli lunghi alzò lo sguardo verso di lei, raggelando il sangue alla ragazza; il viso aveva la pelle appiccicata alla scatola cranica, non aveva più muscoli facciali, e in parte la pelle era come mangiucchiata, rivelando l’osso sporco di terra.
I vestiti erano a brandelli, rivelando i corpi in parte mangiati o ammuffiti, mentre l’odore di marcio aumentava, facendo venire e vertigini a Meiko, che chiuse immediatamente la finestra, voltandosi verso la stanza.
Stavano tutti dormendo.
La tentazione di svegliarli era forte, quando un forte rumore la fece scattare, superando con un balzo i tre materassi e aprendo la porta quel tanto che bastava per vedere cosa succede.
Le donne marcite avevano sfondato la porta, entrando nella locanda e cominciando a cercare...cercare loro!!
Meiko richiuse la porta, afferrando le scarpe di Gojio e infilandosele, prese anche un Sai di Rika, e anche la scatola delle munizioni, infilandosela nella tasca dei pantaloncini che di solito indossava per dormire, aprendo di nuovo la porta per vedere dov’erano le donna.
Dallo spiraglio vide un volto mangiucchiato, l’occhio era marcito, lasciando solo un rimasuglio marrone che colava giù.
D’istinto, la ragazza puntò il fucile contro la donna, sparandole in piena faccia.
-Cazzo!-
Meiko avvertì il cuore cominciare a battere ad una velocità mostruosa, per poi uscire dalla stanza, sentendosi afferrare il braccio, l’odore di marcio e terra era nauseante, mentre Meiko afferrava quella mano scheletrica, scaraventando a terra il suo aggressore, per poi vedere entrare nella locanda anche dei bambini, raggelandole il sangue.
Intanto la donna accanto a lei si stava rialzando, compresa quella a cui aveva sparato, facendola retrocedere.
“Merda!”
si sentirono due spari, e le due donne zombie crollarono a terra, dietro di loro la figura di Sanzo, si era messo l’abito cerimoniale, con il sutra sulle spalle, ed ora si fumava una sigaretta, tenendo la pistola accanto a se.
-Tzé, sei davvero un’incapace-
-Beh grazie tante!-
Meiko fece una smorfia, per poi sparare contro la donna che stava per afferrare il collo del bonzo, facendola crollare a terra, e ridacchiò con aria soddisfatta.
-Nemmeno tu sei tanto sveglio-
-Tzé, impertinente-
i due ripresero a sparare, per poi investire i bambini che sbarravano la strada, uscendo dalla locanda, attorno a loro c’era una specie di esercito di donne, ragazzini, bambini, anche qualche uomo zombie, tutti decisi a prendersela con i due vivi, che iniziarono a sparare, facendosi largo tra la folla per attirarli lontano dalla locanda, mentre dagl’alti edifici non si udiva volare una mosca.
-Mi domando perché siano stati uccisi solo donne e bambini!-
Meiko lanciò il Sai preso a Rika, colpendo in pieno una donna, per poi afferrarlo al volo durante la corsa, mentre Sanzo sparava a destra e a manca.
-ATTENTO!-
la ragazza fece in tempo a spingerlo via, che una donna zombie scese da un tetto del villaggio, Sanzo da dietro Meiko gli sparò un colpo, facendola crollare a terra, la biondina prese un respiro profondo, avvertendo l’odore d’incenso e nicotina dell’uomo penetrarle nel naso.
Poi con uno scatto si allontanò, facendo la linguaccia al bonzo che si limitò a mormorare un “io mo l’ammazzo”, mentre riprendevano a correre, inseguiti, gli zombie anche se si prendevano gli spari si rialzavano, alcuni di loro correvano, erano quelli meno marciti.
Meiko avvertì un bambino afferrarle una caviglia, facendola crollare a terra, mentre uno zombie aveva tra le mani un coltello, pronto a infilarglielo in petto, quando lo sparo di Sanzo lo bloccò, la bionda ne approfittò per colpire con un calcio il bambino, rialzandosi e raggiungendo il bonzo, che ricaricava il tamburo di munizioni, mentre i due raggiungevano le porte della città, dalle tre file di tombe alcuni cadaveri sbucavano dalla terra, mentre li in mezzo c’era un demone, che sghignazzò alla vista dei due.
-Ma guarda, e così siete giunti fino a qui, ma che bravi.
Bene, vorrà dire che assisterò alla vostra morte!!-
I cadaveri si precipitarono furiosi contro i due, Meiko si accucciò a terra per sparare ai demoni che venivano dal villaggio, mentre Sanzo si occupava di quelli che uscivano dalle tombe, sotto lo sguardo divertito del demone, in quanto gli zombie si rimettevano in piedi.
Meiko caricò per l’ennesima volta il fucile, stava per finire i proiettili, quando, sparando contro una donna, non vide qualcosa di brillante collegarla al demone, come una specie di...filo!
-SANZO! IL DEMONE CONTROLLA I CADAVERI CON DEI FILI!-
lo zombie si rialzò in piedi, mentre Meiko partiva con uno scatto, facendosi afferrare per un braccio dal corpo marcio, prendendo il Sai e colpendo il filo, che da quella posizione poteva vedere bene, tagliandolo.
Il cadavere si paralizzò, per poi crollare a terra, mentre Meiko si allontanava, la presa sul suo braccio si era allentata.
Il filo, sotto il suo sguardo, s’infiammò, raggiungendo il demone che lo vide distruggersi, per poi ridacchiare, alzando le mani e rivelando centinaia di fili che partivano dalle sue mani.
-Sei molto intelligente, ma non potrai reciderli tutti...
alcuni fili aggredirono Meiko, la ragazza all’inizio li schivò, tagliando con il Sai, per poi avvertire il polso farle male, diversi fili lo stavano tagliando, lasciando scorrere via del sangue, mentre altri l’afferravano per la vita e le caviglie, cominciando a stringerla, la ragazza avvertì il dolore paralizzarle le mani, abbandonando così a terra il Sai.
-...adesso farmi divertire-
-Aaah! Maledetto!!-
il demone rise di fronte alla testardaggine della ragazza, che strinse i denti per non urlare, mentre i fili sembravano volerla fare in mille pezzi.
-Avanti, grida aiuto-
-Piuttosto...preferisco farmi ammazzare...-
-Ci tieni così tanto al tuo amico?-
Meiko rimase per qualche secondo in silenzio, anche perché i fili le stavano stringendo anche il collo, soffocandola.
 
-Dovrai proteggerlo, perché lui è la cosa a me più cara.
 
Lui è mio...-”
 
-Tsk...-
sotto lo sguardo stupito del demone, Meiko ridacchiò di fronte a quella domanda, mostrando poi un sorriso di sfottò verso il demone, che sembrava ridere della sua stupidità.
-Questa è la cosa più stupida che abbia mai sentito.
Se tu credi che io abbia bisogno di aiuto da lui...ti sbagli di grosso...
E’ solo...che sprofonderei dalla vergogna se avessi bisogno dell’aiuto di uno stupido bonzo corrotto-
Sanzo ascoltò in silenzio quelle parole, mentre si ripeteva a mente il discorso fatto prima da Meiko, al quale non aveva avuto tempo di rispondere...
 
-Non sono ragionevole...sono impulsiva...sono anche molto fredda...ma non mi reputo così in basso da chiedere l’aiuto di qualcuno...
 
Ho un brutto difetto, io...tendo sempre a proteggere le persone intorno a me...piuttosto che me stessa...
 
Perché preferirei morire...piuttosto di vedere qualcuno che muore al posto mio...
 
...e per questo...non ho assolutamente nulla...ne da dare, ne da ricevere...-”
 
...ma tu guarda, incontrava sempre gente stupida lui...
-PAZZA!-
i fili si strinsero più forza, soffocando sempre di più la ragazza, il sangue scorreva via anche sul collo, oltre che dalle caviglie e dai polsi.
Il demone cercò di stringere ancora di più i fili, mollando quelli che aveva legato ai cadaveri, dando così la possibilità al bonzo di voltarsi a vedere la ragazza che si faceva ammazzare, bloccata da quell’essere.
La bionda sorrise ancora al demone.
-Credo che i giochi siano finiti-
-Esatto-
-Ma per te-
il demone rimase stupito da quelle parole, per poi vedere Sanzo che recitava il sutra, per poi puntare al demone.
-CELESTE PURIFICAZIONE DEL MALE!!-
il demone, con un’urlo assordante, venne catturato dal sutra, mollando i fili, in modo che Meiko crollasse a terra, prendendo fiato, per poi alzare lo sguardo verso il bonzo, e sorridere con aria furba.
-Certo che ce ne hai messo di tempo-
-Ho avuto qualche problemino con alcuni cadaveri-
-Ah, allora sei perdonato!-
Sanzo caricò il colpo di pistola, mettendo così la parola fine a quel combattimento, mentre Meiko si voltava a vedere i vari cadaveri a terra diventare cenere, la magia del demone li teneva ancora integri.
-Evidentemente utilizzava solo donne e bambini perché sono più facili da manovrare-
Meiko annuì, guardando poi le tombe intorno a lei.
-Di un po’, non è che potresti recitare una preghiera?-
-Non servirebbe a niente-
-Forse, ma è pur sempre qualcosa di logico da fare, non credi?-
Meiko si voltò a guardare il profilo di Sanzo, che si limitò a sbuffare, allontanandosi dalla fila centrale di tombe, mettendosi di fronte alle tre file, mentre la bionda aspettava che lui iniziasse.
Il vestito cerimoniale era un po’ rovinato, lui era malconcio, e per di più non aveva nemmeno la corona che di solito si doveva indossare.
Ma gia le prime parole che disse fecero scattare qualcosa nella ragazza, che si ritrovò dal guardare le tombe ad incollare lo sguardo verso Sanzo, avvertendo una voce stranamente limpida raggiungere le sue orecchie.
In un secondo, davanti ai suoi occhi passarono tutti i suoi ricordi, la sua vita, gl’istanti più felici che aveva vissuto.
 
-Mamma!! Guarda!! Guarda che belli!!-
La bambina allungò una mano verso la donna, mostrando poi un mazzo di ifori di campo, la donna spalancò gli occhi, per poi sorridere felicissima, inginocchiandosi verso la piccola.
-Sono davvero splendidi!! Dove li hai presi?-
la bimba prese la mano della madre, portandola verso il campo di fiori, dove le due si fermarono a giocare e a ridere”
 
Quel ricordo che credeva di aver dimenticato si unì alla fiumana di tutti i sorrisi, gl’istanti, le risate, i momenti più caldi passati con la madre.
Poi...poi, a seguire, vennero tutti i momenti più bui, più tristi, ed avvertì il cuore tremarle con ancora più forza, mentre quella voce limpida continuava a recitare quella preghiera.
Di colpo, tutto il fango, si stava sciogliendo...tutte le sue paure, le sue angosce, tutto svaniva via dietro quella voce limpida e ferma.
Una lacrima si permise di scivolare via dagl’occhi di Meiko, che restava con le labbra socchiuse, mentre viveva l’istanti passati con quel gruppo, quell’assurdo gruppo...
Dove c’era quella voce limpida che recitava una preghiera, alle sue spalle stava sorgendo il sole, annunciando l’inizio di una nuova giornata, mentre la lacrima della ragazza cadde giù dalla guancia.
 
Era una luce chiara, brillante, calda, che mi avvolse con un abbraccio.
 
La mia ansia era scomparsa, spazzata via da quella voce limpida, mentre quella luce sembrava volermi accecare, e al tempo stesso abbracciarmi.
 
Ora avevo capito.
 
Aveva capito qual’era la mia libertà, il mio posto...il luogo dove potermi rifugiare...la mia libertà...
 
...era...”
 
-...-
 
le labbra si mossero in un sussurro, poi la ragazza abbassò il capo, sofferente, mentre il monaco finiva di recitare la preghiera.
 
Sono veramente patetica...”
 
Quando Sanzo terminò di recitare la preghiera, la ragazza teneva lo sguardo puntato verso l’alba, in un’espressione colma di tristezza
-Bella preghiera-
-Tanto non riporterà indietro i morti-
-Ma almeno darà conforto ai vivi in fondo, non credi?-
Sanzo osservò gli occhi ambrati di Meiko, ancora una volta una sfumatura verso il rossiccio li scuriva, mentre lui si limitava a non parlare, sarebbe morto pur di non ammettere...che in fondo era vero.
Anche se erano solo parole...avevano portato in qualche modo una sorta di conforto ad entrambi.
Anche se solo per pochi istanti.
Quando tornarono alla locanda gli altri si stavano svegliando, e Gojio subito guardò male la ragazza.
-Che ci fai con le mie scarpe?-
-Avevo voglia di farmi un giro-
Meiko ripassò il Sai a Rika, che la fissò stranita, mentre la biondina lanciava in aria il materasso di Goku, svegliandolo di soprassalto, mentre Hakkay dava il buongiorno a Sanzo.
-Avete incontrato gli zombie?-
-Si, ma non credo daranno più fastidio-
-Vi siete divertiti senza di noi? Cattivi!!-
Meiko fece una linguaccia a Goku, mentre sistemava le sue cose nello zaino, mentre iniziavano i turni per andare in bagno, Rika in quel momento si affacciò alla finestra, inspirando l’aria pulita.
-Che bella giornata!!-
la bionda accanto a lei la guardò stupita, per poi voltarsi verso gli altri, osservando il gruppo, soffermandosi un secondo su Sanzo, il bonzo stava gia litigando con la scimmia e il kappa, mentre Kira entrava per prima in bagno.
La biondina si lasciò scappare una specie di risatina, per poi sorridere con aria tranquilla.
-Gia, proprio una bella giornata-
abbandonarono quel villaggio, le croci adesso apparivano meno agghiaccianti di quando le avevano viste la prima volta, mentre Kira si voltava un attimo indietro, Meiko andava a tutta birra sulla moto, seguite dietro dalla jeep.
Un’altra nuova giornata, un’altra giornata di libertà.
 
Fine Capitolo 20



 

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Capitolo 21
*** Dentro di me ***


Indovinate un po'? Ebbene si, siamo tornate! Ancora una volta siamo qui pronte ad aggiornare la nostra cara FF con tutta la lentezza di cui siamo capaci ^//////^. Come sempre chiediamo scusa a tutti voi ed in particolare alla cara whiteLie che nonostante tutto continua a leggere questa FF, grazie! ma adesso basta con i convenevoli, godetevi questo nuovo capitolo ^^ 
Baci dalla MeRProduction


Capitolo 21

Dentro di me


Le colline oltre la vallata si facevano largo tra alcune catene montuose, e spesso e volentieri i sentieri da attraversare portavano a delle gole profonde o davanti a dei ponti in legno a strapiombo.
Meiko guardò in basso lo strapiombo che dovevano superare, lei con la moto sul ponte non aveva problemi, più che altro Hakuryu era stato costretto a ritrasformarsi in drago per il suo eccessivo peso.
Rika si affacciò insieme alla biondina con Goku, una bella caduta, non c’è che dire, sotto c’era un torrente che si faceva strada tra le rocce.
-Mamma mia...-
-Ripetimelo Hakkay, sicuro che non c’era strada migliore?-
-Le colline purtroppo portano a zone molto paludose, e la via migliore e più asciutta era questa-
Il ragazzo chinò leggermente il capo per l’imbarazzo, mentre Gojio faceva lo stupido gioco di spingere giù Goku per riacchiapparlo in tempo per metterlo a terra, inutile dire che la scimmia, incazzatissima, si era messa ad insultare ad alta voce il kappa-pazzo, e la sua voce riecheggiò per tutto lo strapiombo.
Kira si sporse insieme Rika verso lo strapiombo, restando impassibile a guardare il torrente sotto di lei che scorreva.
Era davvero profondo, il torrente appariva sottile come un filo d’argento, mentre scorreva scavandosi la strada in messo alle due montagne.

“Io soffrivo di vertigini...”

Kira restò per qualche secondo paralizzata, per poi continuare a fissare lo strapiombo, mentre la voce alzava leggermente il volume.

“Avevo una paura matta, temevo che sarei caduta prima o poi.
Per questo non volevo guardare mai giù.
Per la paura di cadere...”


Kira strinse leggermente i pugni, continuando a guardare, aggrottando leggermente le sopracciglia, mentre la voce continuava a parlare, il sussurro ormai era chiaro, una voce femminile nella sua testa.
Lei non soffriva di vertigini, non stava male, solo la testa che cominciava a dolerle, le picchiava in testa con forza.

“Basta! Basta! Non voglio più guardare in basso!
BASTA! BASTA!”


Kira fece un movimento improvviso con la testa, la voce le aveva urlato così forte da spaccarle i timpani, facendola barcollare fino a cascare per terra, prendendo una sonora botta con il sedere, facendo venire un colpo a Rika, che la guardò un po’ con aria storta.
-Che fai Kira? Mi hai fatto morire di paura!-
-Sc...scusa...-
Ancora...ancora una volta qualcosa le aveva comandato di spostarsi contro la sua volontà.
Quella voce...quella maledetta voce che le batteva in testa, spaccandogliela...quella voce che parlava al passato, che sembrava volerla comandare alla sua volontà.
Chi era quella voce? Perché sembrava comandarla? Chi era?
Kira strizzò gli occhi, il mal di testa era forte, quella voce le aveva urlato così forte da farle fischiare le orecchie, mentre la ragazza si rialzava in piedi per raggiungere il gruppo, montando in sella a Meiko sulla moto e stringendosi a lei con più forza del solito, facendo voltare un attimo la ragazza, che poi partì con una sgommata, superando in pochi secondi il ponte in legno, verificando così la sua solidità.
La strada continuava con una lunga serie di tornanti attorno alla montagna, fino a scendere verso le pendici e raggiungere una zona collinare, li intorno c’erano evidenti segni di valanghe, mentre poco distante dalla montagna si trovava un tempio.
I monaci all’inizio erano riluttanti, ma riconoscendo nel gruppo la figura di Sanzo, ospitarono tutto il gruppo, anche se Meiko era a disagio in quel luogo, come Kira a quanto sembrava.
La ragazza appena aveva visto il tempio di fronte a se aveva ascoltato di nuovo quella voce femminile sussurrare ancora, stavolta riguardo al fatto che odiava i templi buddisti.

“Quando ero piccola cercai aiuto in un tempio, ma questi mi rifiutarono, dicendo che una misera orfanella non poteva entrare in un luogo sacro.
Non ci voglio entrare qui dentro!”


Kira avvertì il mal di testa peggiorarle, mentre entrava nel tempio, la voce continuava  lamentarsi, comportandosi in maniera capricciosa, fino a quando la ragazza non urlò nella sua mente, stanca e dolorante.
“SMETTILA! MA CHI DIAVOLO SEI?!”
La voce si zittì all’istante, mentre la paura s’impossessava della ragazza, mentre avvertiva i brividi percorrerle la schiena.
Dentro di lei...c’era qualcosa che si stava muovendo...da quando era scappata avvertiva quella voce...una presenza nel suo corpo che la stava torturando, che la comandava, che sembrava prendere il controllo della ragazza.
Quella voce prima non c’era, ed ora era comparsa all’improvviso, rivelandole ricordi che non appartenevano alla ragazza dai capelli neri, ricordi che non erano suoi, immagini, voci, suoni che in realtà non aveva mai sentito.
La ragazza avvertì il fiato farsi affaticato, mentre pensava...si...pensava che dentro di lei c’era una presenza nascosta, come una specie di alter ego.

“Fammi uscire!”

Anche dentro la galleria quella voce la stava obbligando a farla uscire, ma in che senso? Che significava?

“Fammi uscire, fammi uscire!! SOFFOCO!!”

...Kira si guardò la gamba, sulla coscia il suo tatuaggio che l’avvolgeva, adesso appariva un po’ sbiadito, mentre i ricordi della ragazza s’interrompevano, quella volta nel deserto...lei aveva permesso a quella voce di uscire, perché lei stessa soffocava.
Entrambe provavano le stesse cose, le stesse emozioni, ma mentre Kira non aveva idea di come comportarsi, la voce le ordinava di fare ciò che voleva lei.
Anche...anche con Hakkay...

“Lui l’amava così tanto...che io...
...io provai tristezza...”


Ed aveva pianto, senza volerlo.
Senza rendersene conto si era lasciata scappare una lacrima che le aveva solcato il viso, e solo quando l’aveva tastata se n’era accorta, mentre quella voce continuava a parlarle nelle orecchie.
Ogni volta che lei si avvicinava ad Hakkay, quella voce tornava a parlarle di una sconosciuta di nome Kanan che lui aveva amato!
La ragazza raggiunse la sua stanza, che divideva con le ragazze, mettendosi seduta sul letto mentre le altre parlavano.
Non poteva dirlo a nessuno, non sapeva cosa dire! Aveva una voce nella testa che le comandava a bacchetta, che sapeva tutto lei, che tirava fuori dei ricordi che a Kira non appartenevano!
Quella voce non era la sua!
...aiuto...
Quella voce ora non parlava, restava in silenzio, come assopita. Quando sarebbe riapparsa? Cosa le avrebbe detto?
Kira sospirò, mentre la lampada veniva spenta, e il suo mal di testa continuava, la ragazza lentamente andò a sdraiarsi chiudendo gli occhi, il mal di testa ancora la picchiava con violenza.
Sognava?...si, probabilmente sognava...
Intorno a lei non c’era altro che buio...
Camminava nel buio, i piedi erano...immersi nell’acqua...ogni passo causava un movimento ondoso, mentre si guardava intorno, era priva di qualsiasi indumento, il tatuaggio nero in bella mostra sulla coscia, il suo corpo sembrava emettere luce.
La ragazza si fermò, guardando ai suoi piedi l’acqua, non riusciva a vederla tanto era nero, ma il movimento ondoso rifletteva il bagliore che emanava la ragazza, che s’inginocchiò nell’acqua, guardando il buio che la rifletteva, adesso il bagliore stava rimandando il suo riflesso.
...no...quelli non erano i suoi occhi...
Quegli occhi erano...di un azzurro chiaro, un celeste pallido persino più chiaro di quelli di Rika...e poi i suoi capelli neri erano molto più corti...
Che...chi era quella? Non era il suo riflesso...
La ragazza del riflesso copiò il gesto di Kira, mettendo una mano nell’acqua e increspando la superficie, cancellando quel volto.
La ragazza aprì gli occhi di colpo, si era addormentata così come si era svegliata, alzandosi sul letto e mettendosi seduta, guardando la finestra tenuta aperta, lo sguardo dava sulle montagne che avevano appena percorso, mentre la ragazza si spostava dal letto, avvicinandosi alla finestra per chiuderla, il vento che entrava era piuttosto freddo, e la faceva rabbrividire.
Ad un tratto, dei puntini luminosi attirarono la sua attenzione, una specie di bruco luminoso partiva dalla montagna fino ad arrivare tempio, incuriosendo la ragazza, non sembrava essere una processione o altro...
-L’hai notata anche tu?-
Kira si voltò di scatto, Meiko e Rika erano sveglie, e stavano guardando anche loro la finestra, mentre la ragazza dai capelli neri annuiva, spostandosi in modo da far vedere anche alle altre due.
La castana parlava sottovoce, quasi avesse paura di svegliare qualcuno.
-Non è una funzione religiosa...-
-Questo tempio ci sta nascondendo qualcosa, quando ci siamo fatti avanti anche con Sanzo hanno avuto dei ripensamenti sul farlo entrare-
-Dite che c’è sotto qualcosa?-
Rika scosse la testa a Kira, per poi scendere dal letto, non si erano tolte i vestiti per la troppa stanchezza, e la castana si limitò a rimettersi le armi sulla cintura, mentre Meiko controllava se aveva abbastanza proiettili da utilizzare, mormorando sul fatto che doveva al più presto prenderne altri.
Kira si guardò la mano, la spada poteva evocarla in qualsiasi momento, il taglio sul palmo era ben visibile, sembrava pulsare, fremere dall’impazienza di aprirsi.
Non si era mai chiesta come faceva a creare lei stessa un’arma, non si era mai chiesta un sacco di cose.
Ma ora, con quell’assurda storia della voce, la sua testa si stava riempiendo di domande, soprattutto su di lei e su che cosa era, un demone, o un’umana?
La ragazza raggiunse le compagne fuori dalla stanza, decisa a scoprire cosa stava accadendo.

“Aspetta!”

Kira sussultò leggermente, avvertendo quel sussurro irrompere nella sua voce, fermando anche la corsa delle altre.
-Che ti prende Kira?-
-...I ragazzi-
Le altre due si guardarono, per poi dirigersi verso la stanza degli altri, aprendo la porta silenziosamente, notando che stavano dormendo tutti.
-Se la sapranno cavare-
-Non pensi che dovremmo avvertirli?-
-Ma sei matta? E rovinarci il divertimento? Andiamo-
Kira stava per chiudere dietro di sé la porta, intenzionata a seguire le altre due per capire cosa stava succedendo.

“Devo proteggerlo!”

La voce la bloccò di nuovo, ma stavolta Kira scosse energica la testa, continuando a correre per raggiungere le altre.

“Devo proteggerlo!”

“Sta zitta...”

“Devo tornare! Io devo tornare da lui!”

“Zitta...”

“DEVO PROTEGGERLO!”

“INSOMMA FINISCILA! HAKKAY SE LA SA CAVARE!”

“...chi ha parlato?”

Kira s’irrigidì all’istante, davanti ai suoi occhi per qualche istante si era mostrato il riflesso di due occhi di un celeste chiaro carichi di stupore, mentre la ragazza rallentava la corsa, per poi venir richiamata da Rika, la ragazza si era voltata per vedere se la compagna la seguiva, notando che aveva rallentato l’andatura.
-Vieni Kira!-
La ragazza guardò la castana, per poi ripartire a correre, il cuore stava pulsando ad una velocità pazzesca, mentre Kira avvertiva la testa farle nuovamente male.
Aveva visto...aveva visto due occhi...ma non erano i suoi...non era lei quella!
Chi era? Chi era?
Intanto le ragazze, correndo per i corridoi, si erano ritrovate sopra la sala, sotto di loro alcuni monaci sembravano tornare dalla fiaccolata, il monaco più anziano era seduto davanti la statua di Budda, e sembrava in attesa, mentre gli altri monaci si riunivano li attorno, illuminando la sala a giorno.
L’ultimo ad entrare fu un demone, seguito da altre tre, di cui uno era una donna, mentre dietro di loro la porta del tempio si chiudeva, mentre Meiko, Kira e Rika si accucciavano per non farsi vedere.
Il demone che era entrato per primo si fece avanti, la pelle olivastra era rivelata anche sulle braccia dalla maglietta senza maniche, la stessa che avevano i suoi due seguaci, mentre il monaco si fermava a guardarlo, si vedeva che aveva paura, il suo corpo tremava leggermente.
-Abbiamo avvertito delle presenze sconosciute in questo tempio, o mi sbaglio?-
-No, non vi sbagliate...-
-Di chi si tratta?-
Il monaco non rispose subito, mentre il demone lo guardava storto, poi una voce si levò leggermente camuffata a parlare al posto del vecchio.
-Si tratta di una compagnia di sette persone, una di queste è un Sanzo-
Le ragazze nascoste avvertirono la voce, ma non videro nessuno li che si era fatto avanti e aveva parlato, poi notarono che con riluttanza il vecchio monaco mosse le mani, alzandosi e togliendosi del tutto l’abito cerimoniale, rivelando il petto nudo, dove su un braccio c’era un grosso rigonfiamento, le vene erano ingrossate in quel punto.
Rika sussultò, Kira prontamente gli tappò la bocca, mentre Meiko le lanciava un’occhiataccia: sotto lo sguardo delle tre, il rigonfiamento si aprì in due parti, rivelandosi come un grosso occhio, dalla pupilla affilata come quella di un gatto e l’iride rossa, mentre il monaco tremava ancora per la paura, il demone già si leccava le labbra soddisfatto.
-Sanzo eh? Pare che le sue carni diano l’immortalità-
“Quindi non sono al servizio del principe Kougaiji”
Rika tirò mentalmente un sospiro di sollievo, almeno quelli non l’avrebbero riconosciuta, mentre l’occhio si voltava verso il demone davanti a lui.
-In questo momento sta dormendo, con lui ci sono tre ragazzi e tre ragazze, queste sono nella camera poco distante la loro-
Uno dei due demoni dietro quello principale ringhiò con aria felice, facendo schifare Meiko, mentre Kira continuava ad osservare con aria assente quell’occhio.
Un...demone parassita...
Che prendeva con se un corpo sia umano che demoniaco, e con cui aveva un legame viscerale e magico, la vittima e l’aggressore dividevano il sangue, le energie, tutto.
A giudicare da come era penetrato, ormai era inutile tentare di uccidere quel demone senza coinvolgere il monaco.
Un parassita...proprio come quella voce...una voce che parassita nella sua mente, come il riflesso di quella ragazza.
Si, c’era qualcosa di stano dentro di lei, un intruso...
O forse...era lei l’intrusa?
-Kira, ehi Kira!-
La ragazza venne riscossa da Rika, li accanto a lei, che le stava bisbigliando, mentre i due demoni continuavano a discutere.
-Kira, dobbiamo tornare ad avvertire gli altri-
La ragazza annuì alla castana li accanto a lei, mentre Meiko controllava ancora, ascoltando la conversazione sotto i loro piedi.
-Attacchiamoli immediatamente! Ora che dormono-
-Si, ottima idea. Monaci!-
L’occhio si mosse verso alcuni tremolanti monaci, si colpo questi si toccarono della parti del fuoco come se fossero in preda a delle forti convulsioni, alzandosi immediatamente in piedi, supplicando al demone di far smettere quella tortura.
Il demone parassita rise, mentre li vedeva alzarsi al suo comando, tremando al cospetto del demone li vicino a lui.
-Accompagnate i nostri ospiti dai loro pasti-
Il demone rise, mentre il monaco più vecchio restava in silenzio, tremando come una foglia.
Meiko si alzò lentamente in piedi, per non fare rumore, mentre Rika reprimeva un gesto di rabbia per il comportamento vile di quell’essere.
Il gesto però fece andare all'indietro Kira, che urtò accidentalmente uno dei candelabri per fortuna spenti, che cadde a terra, facendo alzare lo sguardo ai presenti in sala verso le ragazze, mentre Meiko si schiaffava una mano in faccia.
-Complimenti ragazze-
-PRENDETELE!-
I monaci partirono di corsa dopo lo spettacolo accaduto ai loro fratelli, mentre i tre demoni spiccavano un balzo raggiungendo il piano sopra, dove le ragazze optarono per una fuga strategica, Rika affiancò Meiko.
-Non possiamo portarli dagli altri!-
-...KIRA!-
La ragazza alzò lo sguardo verso la compagna bionda.
-Io e Rika distrarremo i demoni, tu va a chiamare gli altri! Vai!-
La ragazza dai capelli neri annuì decisa, curvando all’ultimo secondo e nascondendosi dietro una parete, mentre i tre demoni e qualche monaco continuavano a seguire le altre due, velocemente la ragazza ripartì di corsa verso la stanza dei ragazzi, incrociando però nel suo cammino dei monaci che tentarono di bloccarla.
I loro viso...erano tinti di sofferenza...mentre cercavano di acchiappare la ragazza, che balzò via, dando un sonoro calcio ad uno di loro, ripartendo a correre, notando come per punizione i monaci subisserò di nuovo quel dolore fisico, doveva essere tremendo.
Come il suo mal di testa...il mal di testa provocato da quella voce...
Una voce che la comandava, così come quel demone con i monaci...ordinandole cosa doveva fare, rivelandole segreti che non erano i suoi, obbligandola...a proteggere un uomo che non conosceva.
Però...

“-Perché, quella volta, hai protetto quell’essere?-”

Il suo abbraccio, la sua presa sicura quando la sosteneva con la gamba mal ridotta, il suo sorriso gentile...i suoi modi di fare....
In fondo, Kira stessa aveva desiderato più volte proteggere quell’uomo, perché la sua tristezza...gli faceva male al cuore...e avrebbe voluto aiutarlo in tutti i modi...
Voleva aiutarlo...

“Non aveva bisogno di me...perchè con lui c’era Kanan...”

No, Kanan non c’era, non sapeva nemmeno chi era questa Kanan!
Zitta, zitta!
Kira raggiunse la stanza dei ragazzi, notando che alcuni monaci brandivano dei coltelli e delle spade, mettendola subito in ansia, in pochi attimi la spada appari e si formò nella sua mano, mentre lei l’afferrava, decisa a disarmarli.
...oppure ad ucciderli...
La ragazza passò veloce tra di loro, liberando le mani dei monaci dalle armi, per poi dirigersi verso i ragazzi, mettendosi davanti a loro a mo di difesa.
-Non avvicinatevi!-
In quell’istante i ragazzi si svegliarono, Goku ancora un po’ assonnato si vide arrivare contro un monaco che brandiva un’ascia, scaraventandolo via in un gesto istintivo.
-Ma che succede?!-
-Sono controllati da un demone parassita!-
Kira schivò la mazza di uno dei monaci, per poi metterlo KO con una gomitata al ventre, scaraventandolo poi contro gli altri monaci, mentre i ragazzi iniziavano a sistemare gli aggressori per conto loro, Hakkay allontanò da se un monaco prima di rivolgersi a Kira.
-Dove sono Meiko e Rika?-
-Ci sono...tre demoni, li stanno distraendo aaah!-
La ragazza ricevette in pieno un pugno, facendola cadere a terra e mollando la presa sulla spada.
La ragazza si vide arrivare il monaco con addosso un coltello, pronto a colpirla, quando lei vide un pugnale li vicino, afferrandolo al volo mentre il monaco stava per aggredirla.

“NON LO FARE!”

Kira spalancò gli occhi, per qualche istante vide solo buio intorno a se, per poi come svegliarsi: sopra di sé aveva il cadavere nel monaco, il pugnale spuntava dall’altra parte della schiena, insanguinato, il volto della ragazza era teso...e aveva un’aria sconvolta, mentre lentamente si liberava di quel peso morto.
“Io...ho ucciso un essere umano...”
La voce le aveva detto di non farlo, di fermarsi...ma lei non l’aveva ascoltata, troppo spaventata, spaventata da quel riflesso che aveva visto per un’istante, ed ora fissava con aria incredula il cadavere sopra di lei, mentre gli altri sistemavano gli ultimi monaci. Hakkay l’aiutò a liberarsi di quell’uomo che le pesava sul ventre, facendola rialzare, osservandola mentre fissava sconvolta quel cadavere.
-Non avresti potuto salvarlo in altro modo...-
La ragazza si voltò verso di lui, guardandolo scioccata.
Quindi l’unico modo pera liberarsi di quella maledizione era...la morte?
...
La morte...per liberarsi di quel demone parassita...e non c’era altro modo...
Kira scosse la testa, per poi vedere gli altri armarsi e andare a raggiungere le altre, la ragazza li seguì, voltandosi all’ultimo secondo per vedere ancora una volta quel cadavere.
“...non ho nessuna intenzione di morire”
Rika e Meiko intanto si erano trovate in un vicolo cieco, i demoni sorridevano con aria beffarda, mentre le ragazze rivelavano le loro armi.
Sotto il loro sguardo, i demoni alzavano le braccia, rivelando delle affilate lame che uscivano da queste, per poi partire ad aggredirle, le due si stavano ancora difendendo, erano molto veloci, e Meiko non riusciva a colpirli quando sparava.
-Sono troppo veloci!-
-Sorellina, provo a bloccarne uno, tu vedi di mirare bene, capito?-
La biondina non poté controbattere che già Rika si era messa al lavoro, scavalcando la donna demone con un balzo e afferrandola saldamente da sotto le braccia, bloccandola, mentre Meiko lanciava una bestemmia, sparando un colpo al centro del demone, che lanciò un urlo, accasciandosi a terra, mentre gli altri due guardavano la scena stupiti, per poi scatenarsi furenti contro le ragazze, ferendole e scaraventandole a terra.
Entrambe furono schiacciate alla testa dai piedi dei due demoni, il maggiore sghignazzò, parlando con aria divertita.
-Bene bene, avete voluto fare le toste, ed ora preparatevi a diventare l’antipasto della nostra cena!!-
Il demone alzò il braccio, la falce stava per mozzare la testa a Meiko, quando un braccio abbronzato lo bloccò all’ultimo secondo, alle spalle del demone apparve Gojio con il suo sorriso divertito.
-Ti sconsiglio di mangiare questa tizia, ha un sapore acido, inoltre se la cuoci diventi dura-
-Tsk, ma sentitelo il grand’uomo!-
Gojio scaraventò via il demone, mentre Meiko si rimetteva in piedi, Sanzo invece si limitava a sparare un colpo contro l’altro, in modo che Rika potesse scrocchiare la testa, voltandosi verso gli altri.
-Questi li abbiamo sistemati, ma c’è ancora il demone parassita!-
-E’ inutile tentare di salvare il monaco, è troppo tardi-
Kira si voltò a guardare il corridoio che avevano preso, poco distante c’era la stanza dove aveva ammazzato quell’uomo.
...
-Io direi di bruciare tutto-
La ragazza dai capelli neri si voltò verso il gruppo, mentre si discuteva come si poteva bruciare l’intero tempio.

“Bruciare...con dentro i bonzi?
No...NO!”


-N...-
Kira si tappò la bocca, spalancando gli occhi con aria sconvolta.
Oddio, aveva rischiato di dire veramente di no!
La ragazza rimase in silenzio, per poi venire richiamata da Goku e Hakkay, inseguendoli, mentre gli altri si dividevano, iniziando a buttare a terra le torce e tutte le cose infiammabili presenti nel tempio, in poco tempo si creò un’alta fiammata che cominciò a coinvolgere i bonzi presenti nel tempio, mentre il gruppo si rincontrava davanti al monaco più vecchio, che brandiva una mazza ferrata, scatenandosi contro gli altri che lo evitavano, Rika e Meiko stavano indietro in quanto avevano subito delle leggere ferite.
Kira indietreggiò, per poi inciampare, era scoperta, e il monaco stava per dargli sotto...
All’ultimo secondo avvertì il monaco urlare di dolore, costringendo la ragazza a voltarsi, e ad osservare lo spettacolo macabro del monaco che bruciava tra le fiamme con le grida di dolore sue e del demone, qualcuno l’aveva salvata agli ultimi istanti, ed ora la ragazza si rialzava in piedi, inseguendo gli altri, che si allontanarono rapidamente dal tempio, davanti a loro l’edificio veniva divorato dalle fiamme in un enorme torcia che illuminava la notte.
Meiko raggiunse la sua moto, parcheggiata in un luogo nascosto, per poi avvicinarsi agli latri che guardavano il tempio venire distrutto, Kira era quella messa più avanti.
-Forza, andiamocene via-
-Uffa, io ho ancora sonno!-
-Non hai fame? Temo che ci sarà burrasca!-
-Aaaah, piantala kappa pervertito dalla stupida pettinatura!!!-
-Come ti permetti?!-
-Non cominciate voi due!!-
Hakkay lasciò che Hakuryu si trasformasse in jeep mentre si avvicinava a Kira, mettendole una mano sulla spalla.
-Andiamo?-
Lei si voltò, e il ragazzo spalancò gli occhi dallo stupore: lo sguardo di Kira era tranquillo, rilassato, ma dai suoi occhi scendevano delle lacrime, tante lacrime, che inondavano le guance.

“COME HO POTUTO LASCIARLI MORIRE? COME HO POTUTO!!
MA CHE MI STA SUCCEDENDO?? C’E’ QUALCUNO?!”


-Si, andiamo Hakkay-
La testa di Kira pulsava in una maniera pazzesca, mentre la ragazza riasciugava il pianto, sedendosi dietro a Meiko sulla moto, che sgommando partì a tutta birra, con dietro di loro lo spettacolo del fumo nero che si alzava dal tempio ormai distrutto.

“...se è per proteggere Gono, allora...”

Gono? Chi era questo Gono?


Fine Capitolo 21

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Capitolo 22
*** Sono i sentimenti ***


Capitolo 22
Sono i sentimenti



Si erano accampati in un bosco dalla folta vegetazione  vicino ad un lago, non erano ancora riusciti a raggiungere il villaggio.
Ormai erano parecchi giorni che viaggiavano senza sosta, dopo l’incendio al tempio, il villaggio era ancora troppo lontano, anche se ormai si erano lasciati le colline incastrate tra le montagne già da due giorni.
Sanzo era ormai al limite della sopportazione, Goku e Gojyo non facevano altro che lamentarsi per la mancanza di cibo o di ragazze, e anche Rika ogni tanto si lamentava per la mancanza di un letto comodo dove poter passare la notte, nelle ultime sere erano stati costretti a passare le loro notti all’aperto, all’addiaccio, ormai erano arrivati al limite. 
Gli unici a non lamentarsi erano Meiko ed Hakkay, mentre Kira era come sempre tranquilla e silenziosa, il suo modo di comportarsi molto schivo aveva attirato molto l’attenzione dell’uomo dagli occhi verdi, che spesso si voltava a guardarla, in qualche modo lei era sempre vicina a lui.
Molte volte si ritrovava a pensare a quella volta, quando Kira aveva cercato di proteggere la falsa  Kanan ,che cosa l’aveva spinta a farlo?
Lei non conosceva Kanan , non sapeva niente del suo passato di quello che c’era stato fra loro due eppure, aveva cercato di proteggerla col suo stesso corpo, perché?
Cosa l’aveva spinta?

-Non lo so nemmeno io-
-L’ho fatto...perché volevi che quella ragazza continuasse a vivere, no?-


Si, aveva desiderato che Kanan continuasse a vivere, ma lei oramai era morta...da più di tre anni...
I suoi pensieri furono bruscamente interrotti da Goku che cominciava a reclamare cibo e da Gojyo che non perdeva occasione per prenderlo in giro per poi concludere con una sventagliata da parte del bonzo sulla testa di entrambi, Rika e Meiko ormai ci erano così abituate da ignorarli.
Dopo un breve pasto e dopo aver montato le tende, decisero di andare a dormire.
Kira però sembrava non aver sonno quella notte, sotto le coperte continuava a tenere gli occhi aperti osservando la tenda sopra di lei . 
Decise di alzarsi cercando di far meno rumore possibile cosi da non svegliare le sue compagne di tenda che in quel momento dormivano.
Si diresse verso il fiume, il vento soffiava leggero quella sera, le chiome degli alberi si muovevano piano mentre alcune foglie si staccavano dai rami cadendo sull’erba umida.
La luna tonda si rifletteva sull’acqua del lago, il leggero increspare dell’acqua si colorava così di una tinta d’argento, che si rifletté negli occhi blu della ragazza, che si avvicino fino alla riva, osservando l’acqua scura che si colorava di quel riflesso.
Ammirava tutto in silenzio, le iridi blu si muovevano piano notando ogni piccolo movimento, le orecchie erano tese cosi da sentire anche il più piccolo rumore.
S’inginocchiò verso la superficie del lago, osservandola con aria incuriosita, per poi lentamente immergere una mano nell’acqua fredda, la pelle aveva una colorazione argentata...

“ Mi è sempre piaciuta l’acqua, giocare con i miei amici , farci il bagno anche se...”

!!
Kira si alzò di scatto, togliendo repentinamente la mano dall’acqua, osservando con una punta di paura il piccolo movimento ondoso causato dal gesto.
Ancora, ancora quella maledetta voce...
La ragazza indietreggiò di qualche passo, passandosi una mano in testa, per poi alzare lo sguardo, e pietrificarsi all’istante per ciò che vide.
Davanti ai suoi occhi cominciarono a formarsi delle sagome...piccole sagome di bambini che giocavano insieme...poteva sentire le loro risate, il chiacchiericcio leggero, mentre la ragazza avvertiva la testa pulsarle, attratta però da quelle figure così luminose...
Allungò la mano verso quelle figure per poterle raggiungere ma….
Le figure di colpo svanirono, mentre qualche bimbo si voltava verso di lei, sorridendole, la ragazza tentò di avvicinarsi a loro, ma altre si allontanarono verso il lago, e Kira spalancò gli occhi spaventata, indietreggiando ancora, mentre quelle immagini svanivano del tutto.
Ma che le stava succedendo? Chi erano quei bambini?
Perché le stava accadendo tutto?
La ragazza avvertì di nuovo quella voce nella sua testa, e si accasciò a terra, stringendosi con forza le tempie che le pulsavano.

“Lo vedevo sempre in disparte, non giocava mai con gli altri bambini  :
mi feci coraggio e avvicinandomi gli chiesi perché non veniva a giocare con noi.
Mi rispose che non ne aveva voglia, però notavo con quanta invidia guardava i nostri compagni giocare.
...così gli presi la mano, portandolo vicino al fiume e cominciando a schizzargli addosso dell’acqua.
Sulle prime non si mosse, poi immerse anche lui le mani nell’acqua schizzandomela contro, e lo vedevo ridere di gusto...e ridevo anche io...”


Ricordi  che occupavano la sua mente , ricordi lontani di un passato...ricordi che non erano suoi!!
“Basta... basta!!”
Non erano suoi ricordi, non le appartenevano, erano ricordi di qualcun altro, di un'altra persona.
Non suoi, lei non aveva ricordi, non aveva sentimenti, non esprimeva niente.
Vuota...era come una scatola vuota, priva di anima, priva di ricordi, di sentimenti.
“No, non è vero...non è così...”
Avvertì un dolore sordo al petto, mentre si accasciava a terra, tenendo le mani sulle tempie, la testa sembrava volergli scoppiare da un momento all’altro, era un dolore terribile, mentre la voce continuava a sussurrare.
Una voce che mostrava la vita, la vita che lei non conosceva, non aveva mai avuto!
Una vita che non le apparteneva, perché...lei era solo una scatola vuota...aveva solo questo corpo...
E il resto...non le apparteneva...
...eppure...eppure sentiva qualcosa dentro di sé...qualcosa di suo, solamente suo...

“Ti sorrido perché mi sei amica”

Amica...era sua amica...non era sola...
Sola 

-Sola-

“Piangevo e mi sentivo sola”

-Sola-

“Davanti a quel cancello freddo, non avevo più i miei genitori ero rimasta sola ….sola”

Kira socchiuse gli occhi, avvertendo ancora quella morsa al cuore...
Solitudine, essere soli al mondo, non avere nessuno.
Solitudine di non essere amati da qualcuno 
Amore…
Amare qualcuno, essere amati da qualcuno...
Qualcuno...

“Quando ho capito che l’amavo era troppo tardi, lui se n’era andato lontano, con lei”

Kira scosse la testa, non era vero, non era vero!
Ricordi, ancora ricordi non suoi, non le appartenevano.
Ricordi che appartenevano a quella voce, ricordi che appartenevano a qualcun altro...
Ricordi….
Anche lei...anche lei...
Voleva avere dei ricordi, dei ricordi suoi che le appartenessero...non ricordi appartenenti a quella maledetta voce...
Quella stessa voce che si lamentava della sua debolezza, no lei non era debole.
Lei era forte, molto forte.
E combatteva...combatteva...perché...

Perché combatti?
...Per essere più forte
Per dimostrare che posso cavarmela da sola
Per non rimanere sola...


E' per questo lei combatteva, per non rimanere da sola, la solitudine che aveva provato quando si era svegliata, quando l’avevano creata, quando le ordinavano qualcosa...la solitudine e la sensazione di debolezza che dovevano andarsene!
Anche perché...avrebbe continuato a proteggerlo...voleva proteggere...quell’uomo...
E se questo avesse comportato proteggere anche quella donna...l’avrebbe fatto...

“Giurai a me stessa che li avrei protetti entrambi”

Kira scosse la testa, ma non rifiutò le parole di quella voce, perché erano vere...e risuonavano così dolorose...
Proteggere entrambi...proteggere tutti e due...
Per la loro felicità...

“Per la sua felicità”

Per non vederlo triste...
Per vedere sempre quel suo sorriso, i suoi occhi verdi 
I suoi occhi 
Verdi….


-Occhi verdi-

“Ricordo che aveva occhi verdi e fu proprio di quegli occhi che mi innamorai”

Si, anche a lei piacevano quegli occhi verdi, così carichi di tristezza, le sembravano quegli occhi...terribilmente tristi...eppure continuava a sorridere, a farsi forza.
E lei era accanto a quegli occhi.
Anche lei stava cominciando a costruirsi dei ricordi propri, ricordi di giorni trascorsi insieme a loro, di quando le sue mani l’avevano afferrata per la prima volta, di quando si erano parlati anche solo per poco

“Ti sorrido perché sei mia amica”

Ricordi preziosi che non avrebbe mai cancellato, ma che avrebbe conservato per sempre come un cosa preziosa 
Anche lei aveva dei ricordi
E quella voce sarebbe scomparsa poco a poco...perché i ricordi di quella voce, di quel riflesso...non erano i suoi, e quella voce non era sua...quel riflesso non era il suo...
Lentamente, Kira si avvicinò alla superficie del lago, specchiandosi, davanti al suo sguardo, due occhi blu la guardavano con decisione.
“Sparisci...dalla mia mente...”

“C’è qualcuno? Chi sei?”

La ragazza sussultò, vedendo i suoi occhi cambiare improvvisamente colore, diventando di un pallido celeste, i capelli di colpo si erano accorciati, diventando corti fino alle spalle.
Oh no, ancora, ancora...
Kira con una spinta delle mani si tolse da quel riflesso, non avvertendo più la voce, il mal di testa stava scomparendo...
Ancora una volta, dentro di lei qualcosa si era mosso, c’era davvero qualcuno...che cercava di soffocarla.
Non l’avrebbe permesso, quella era la SUA vita, era il SUO corpo, aveva i SUOI ricordi.
Non li avrebbe lasciati a nessuno, a nessuno!!
...
Sentì dietro di lei la presenza di qualcuno, c’era qualcuno dietro di lei che la osservava senza parlare.
Lentamente Kira girò lo sguardo...
Occhi verdi che la fissavano gentilmente...
Un sorriso gentile...
Da quanto tempo era li?...
...da quando la osservava così?
...da poco ,troppo poco erano stati insieme

“Lo vedevo andar via , insieme a lei , troppo poco siamo rimasti insieme”

Kira strizzò gli occhi, cercando di reprimere quella voce.
Hakkay senza dire niente si avvicinò ancora di più a Kira, erano l’uno di fronte all’altra, la ragazza restò stupita dalla vicinanze dell’uomo.
-Stando qui rischi di prendere un raffreddore, sarà il caso che tu torni in tenda...-
Sorrise
Kira osservò ancora quel volto, quel sorriso, quegli occhi …verdi

“Aveva gli occhi verdi...”

I suoi occhi...
Kira non disse nulla, limitandosi ad annuire, ma restando comunque a fissare il lago, avvertendo dentro di se una sensazione di paura, eppure al tempo stesso...era tranquilla...
-Non riesci a dormire?-
Hakkay girò lo sguardo verso la riva del lago, era notte fonda ormai, c’era un profondo silenzio, interrotto solo da dei grilli, il lago in qualche modo si muoveva, l’acqua s’increspava dolcemente.
Anche Kira tornò a fissare l’acqua, rimuginando la domanda del ragazzo.
-Io….non lo so-
No, non ne aveva bisogno...perché lei non sentiva niente, non sentiva la stanchezza.
Vuota...era vuota
Come una scatola...era vuota...ma lei...era in quel corpo...un corpo che viveva...
Un corpo che però...possedeva qualcosa...che le faceva male...
Hakkay si sedette a poca distanza da lei fissandola ancora, per poi riprendere a parlare, fissando la superficie del lago.
Ancora, sentiva la necessità di chiederglielo ancora...
-Perché….Perchè l’hai fatto?-
Chiedergli perché avesse difeso quel cadavere senz’anima a costo della vita.
Chiedere perché si era fatta infilzare da quel demone.
Chiedere perché gli aveva detto che era riuscita a proteggere Kanan...
Kira girò lo sguardo verso di lui, ancora, glielo stava chiedendo ancora una volta, come a confermare ciò che la ragazza aveva detto...
Ovvero...
-Perché l’hai protetta rischiando di morire?-
Non lo sapeva...era stato...istintivo?
...no, non era stato istintivo, qualcosa si era mosso, qualcosa che le aveva imposto quella volontà...
La volontà di proteggere...Kanan...
Ma chi era? Chi era Kanan?
...qualcosa che le faceva stare male...qualcosa che l’aveva fatta piangere quel giorno...
Qualcosa che Hakkay amava...
Il ragazzo non aveva ancora ricevuto una risposta dalla ragazza li accanto a lui, mentre continuava a fissare il lago, tutti i suoi ricordi legati alla donna che aveva amato tornavano a galla, leggeri, ma che facevano male, un dolore sordo che veniva dal cuore.
Stava pensando ancora a lei...era un chiodo fisso...ma non poteva fare a meno...
Ma quel corpo che si era mosso...così simile a lei, quel giorno..
No quella non era Kanan, era un'illusione
Eppure aveva sperato tanto che fosse lei, l’aveva sperato con tutto se stesso, poterla avere ancora vicino
Ma …quella non era Kanan ….non era lei …era solo un'illusione che lo stava spingendo a suicidarsi, a morire pur di renderla felice, pur di renderla felice quella bambola...quell'illusione...
…un'illusione….falsa….poi …. l’aveva vista proteggere Kanan con il suo corpo, avvicinarsi a quel corpo deforme , proteggerlo col suo...
Kira aveva protetto quel corpo, anche se non era la vera Kanan l’aveva difesa lo stesso, anche senza conoscerla l’aveva fatto...
Perché l’aveva fatto?
“Perché l’ho fatto?”
-Perché lei è importante per te-
Hakkay si voltò stupito verso Kira che continuava a tenere lo sguardo fisso sull’acqua
Non c’era altro da dire, ogni singolo ricordo valeva più di cento spiegazioni, ogni singolo dettaglio che lei aveva memorizzato, quando aveva urlato, quando era corso da lei, quando voleva accarezzarla.
Quel viso tinto di tristezza e di dolore...

“KANAAAAN!!”

-Tu...l’amavi molto?-
Voleva scoprire chi era, perché l’aveva difesa, perché era così importante per lui.
Era curiosa...ma era triste, come se avesse paura di sapere la verità, quella verità che la voce continuava a mormorare...

“Lui l’amava così tanto...”

Basta, sta zitta! Lo avrebbe accettato solo dalle parole di Hakkay...ma poi, perché chiederglielo?
Perché gli interessava?
Perché non ci credeva?
...
Hakkay annuì, sorridendo tristemente, mentre continuava a guardare il lago davanti a se, ancora una volta i suoi ricordi tornavano a galla, chiari, cristallini, vedeva il suo volto, i suoi occhi, sentiva la sua voce, il suo calore...

“Gono, adesso siamo felici vero?”

-E’ stata l’unica persona che abbia mai amato in vita mia-
Al suono di quelle parole qualcosa si era mosso dentro Kira , sentiva come una morsa al cuore che le faceva male.
La voce aveva ragione, lui l’aveva amata, e aveva amato solo lei...ma allora perché si sentiva così triste? Aveva scoperto la verità, no?
-Mi ha sempre circondato con la sua allegria e gentilezza , con lei le mie giornate erano serene , mi sentivo, completo, felice...eppure...-
Abbassò il viso ricordando quei momenti terribili, mentre Kira si voltava a guardarlo, a guardare il suo viso tingersi di dolore, sotto lo sguardo della ragazza
Immagini
Quelle immagini che tornavano ad occupare la sua mente
Tormentandolo…
La pioggia che scendeva giù con forza ….
Le sue mani sporche di sangue 
Del sangue di mille vittime 
Sangue sporco, ne era impregnato...
E poi…
Del suo sangue 
Del sangue di lei 
Il sangue di lei..
-Io non sono riuscito a proteggerla, per colpa mia...è stata presa da dei demoni...e non ho potuto fare niente...neanche mentre la vedevo morire davanti hai miei occhi –

 
CHE QUALCUNO MI UCCIDA


Aveva desiderato la morte , sprofondare nel più profondo degli inferi 
Morte
Voleva morire…
Che senso aveva la vita senza di lei ?
Perché doveva continuare a vivere  ?
Perché ?
Per qualcuno che ora non c’era più 
Per le persona amate?
Per se stessi ?
Perché continuare a vivere?
Perché…..
Vivere una vita falsa 
Sorridere …
Un sorriso falso
Fatto d’inganno
Ormai le sue mani erano così sporche di sangue...non avrebbe più potuto abbracciare qualcuno, non avrebbe più voluto abbracciare qualcuno...mai più...per il troppo sangue che gli colava giù dalle dita...

“-Fingi pure quanto ti pare.
Nascondi pure il tuo sporco.
Io lo vedrò sempre.
Vedrò sempre ciò che tu sei veramente
...un assasino...-”


-Triste….-
Kira lo osservò con il capo abbassato, dentro di lei qualcosa si muoveva, ma non era la voce, non era quel qualcosa che la spaventava, la paura ormai era scomparsa...
Al suo posto c’era una profonda tristezza...c’era qualcosa di silenzioso che si muoveva, spingendola ad avvicinarsi ad Hakkay, il ragazzo alzò stupito lo sguardo verso la ragazza li accanto a lui
-…triste...-
-Cosa….-
Kira allungò una mano, ancora una volta allungò una mano verso l’uomo, stavolta le dita accarezzarono leggermente le labbra di lui, che rimase immobile, avvertendo le dita un po’ fredde tastargli la bocca, le labbra, Kira lo osservava stupita...
-Il tuo sorriso è triste-
Hakkay rimase stupito, mentre lei continuava ad accarezzargli le labbra, socchiudendo gli occhi...

“Il suo sorriso , non sorrideva mai , era sempre triste”

Si, era triste, spesso si voltava a guardare quel volto colmo di tristezza, quel volto che sembrava ricordare qualcosa, lasciando morire leggermente il sorriso, mentre nessuno lo vedeva, solo lei...
-Triste…-

“Avrei tanto voluto vederlo ridere almeno una volta”

Anche a lei sarebbe piaciuto, ogni risata, ogni sorriso che lui esprimeva le sembravano sempre così falsi...così...scuri, sembravano coprire sempre qualcosa dentro di lui, come un’amara nostalgia...
-Perché il tuo sorriso è triste?-
Il ragazzo dagli occhi verdi non sorrideva, esprimendo solo un profondo senso di vuoto, mentre abbassava leggermente lo sguardo, per poi guardare di nuovo quegli occhi blu, non sapendo cosa dire, cosa rispondere...
Forse che ogni volta...avvertiva sempre le parole di Kanan, di quella notte, di quell’orrenda notte di pioggia.

“Addio per sempre Gono”

Un sorriso triste...che lei poteva vedere, che lei capiva, che adesso lei stava tastando...
Un sorriso vero….triste
Triste
Ecco la sua vera natura  
Un sorriso triste 
Per lei che non c’è più 
Per lei che non tornerà più 

“Ho cercato di andare avanti 
Come se non  avessi mai saputo 
sono sveglio ma il mio mondo
è mezzo addormentato 
Prego affinché questo cuore non si spezzi
Ma senza di te tutto quello che sarò è
Incompleto”


Eppure ora…..
Ora c’era qualcuno vicino a lui …..
Qualcuno che se era accorto 
Uno sguardo blu
Occhi blu che si scontravano contro i suoi verdi 
Una persona nuova…..
Uno sguardo nuovo…
Nuovo….
Qualcosa di nuovo…
Kira vide un lampo attraversare le verdi iride del ragazzo, e ne avvertì la sensazione, la chiara sensazione in lei...
La...stava pensando...
-Stai pensando a lei?-
Hakkay la fisso sbalordito per poi annuire, con aria un po’ colpevole...
-Scusami….-
Kira sussultò leggermente, abbassando lo sguardo...
Le aveva chiesto scusa ma…per cosa?
Qual era la sua colpa?
Perché aveva amato una persona…
Una donna….che non era lei...un’altra donna...una donna molto vicina a lui...

“Le voci mi dicono che dovrei andare avanti 
Ma io sto nuotando in un oceano tutto solo 
Tesoro, sul tuo viso c’è scritto 
Che sei il mio tesoro,
tu continui a chiedermi se
abbiamo fatto un grande errore”


“Anche se erano fratello e sorella sentivo che fra loro c’era qualcosa di speciale loro….si amavano..”

Ancora...smettila di raccontarle tu la verità, lei l’avrebbe creduta solo se fosse stata detta da lui, solo lui avrebbe ascoltato, solo la voce di LUI.
Kira scosse la testa allontanando la mano dalle sue labbra, alzandosi di scatto, la testa le doleva leggermente, mentre Hhakkay sembrava riprendersi da quel torpore, rialzandosi lentamente in piedi e fissando le tende.
-E’ meglio andare a dormire….-
Kira si voltò verso di lui, doveva vederlo allontanare ancora, ancora una volta...
La ragazza fisso i suoi occhi, con attenzione...
Uno vero...
Uno finto...

“Mi piacevano i suoi occhi…..”

-…Verdi…._
Allungò il braccio, per poi con la mano coprire il suo occhio destro 
Falso 
Un occhi falso 
Falso 
Come il suo sorriso falso 
Con la mano Kira coprì interamente quella parte del viso, lasciando scoperta solo quella dove c’era l’occhio ancora sano.
Vero 
Quello era il suo vero volto 
Quel volto per lei cosi importante

“Il suo sguardo , quando sorrideva felice , quanto amavo quello sguardo...”

-Vero…..-
Il suo vero volto
La sua vera natura
Hakkay rimase immobile davanti a quel gesto per lui cosi diverso, per lui cosi nuovo, gli sembrava di venire cullato da quella ragazza, di venire scoperto con dolcezza, i rivelarsi sotto il suo vero aspetto da quella ragazza...
Quella ragazza...che era così vicina a lui...
Cercò di allungare il braccio a sua volta, per poter toccare quella mano nuova, che in quel momento gli copriva il volto
Scoprire cosa si prova a toccare la pelle di una persona nuova, di quella persona che in quel momento gli stava di fronte.
Di quella donna da quegli occhi blu elettrico che lo fissavano con aria….non triste….non era triste…non esprimeva compassione come tutte quelle persone quando ascoltavano  la sua storia …..non c’era compassione, pietà, commiserazione, tristezza...
C’era solo uno sguardo blu che in quel momento lo fissava con…….dolcezza , con amore…..
Questo era quello che stava percependo 
Amore….
Kira vide quella mano sopraggiungere verso di lei, quella mano presto avrebbe toccato la sua, poi il suo viso...l’avrebbe accarezzata, quella grande mano calda...
Era vicino...vicinissimo...

“Io ti amo...Gono...”

Gono?
Chi era Gono? Lui non si chiamava Gono...lui si chiamava Hakkay...Hakkay...
-Ha...-

“...Chi sei?”

Oh no, di nuovo...
Kira ritrasse di scatto la mano, come se avesse quasi paura di quel contatto, per poi girarsi cominciando a camminare, la testa le pulsava, le faceva male.
Ancora, ancora quella voce, quella voce che la stava bloccando...
Basta...BASTA!
Allontanandosi da lui...che in quel momento abbassò la testa, era sconvolto...ma era anche stupito...stupito da quanto fosse stato facile...
...Per un solo breve istante si era dimenticato di Kanan...
Per un momento...aveva provato qualcosa per un'altra donna...

-AAAH! SONO STUFA!! IO VOGLIO UN LETTO!!-
Meiko e Kira si voltarono stupite verso Rika, che si lamentava sulle rive del lago, lanciando dei sassolini piatti che rimbalzavano sulla superficie, continuando a borbottare, mentre la biondina ridacchiava.
-Alla signorina non è piaciuto l’alloggio a quanto pare-
-Vorrei vedere te con un sasso sulla schiena!! Ho dormito malissimo!!-
Rika piagnucolò per la scomodità di quel terreno, mentre le altre due ragazze finivano di smontare le baracche aiutando i ragazzi, mentre Hakuryu attendeva vicino alla moto della ragazza bionda di partire.
Kira si voltò un attimo verso Hakkay, quella mattina il ragazzo si era comportato come al solito, come se non fosse successo niente...
E se non fosse successo veramente niente?
Quella voce...era tornata di nuovo...aveva visto di nuovo il riflesso di un’altra ragazza, un’altra che non era lei, aveva avvertito ancora dei ricordi non suoi...
Possibile che lei...
-Kira!! Ti vuoi muovere? Guarda che ti lascio qui!!-
La ragazza si voltò verso Meiko, la ragazza aveva già riscaldato il motore della moto, mentre la ragazza dai capelli neri la raggiungeva di corsa, montando velocemente, in modo che la compagna partisse subito con un rombo, allontanandosi dalle rive di quel lago, Kira si voltò un attimo a vedere la superficie che rifletteva il cielo limpido costellato di nuvole, l’acqua brillava leggermente per il sole che ogni tanto si nascondeva tra le nuvole.
Il lago era seguito da una piccola boscaglia, anche se era strano, era un bosco che era spuntato così, per caso, tanto che a vederlo la compagnia si fermò.
-E se fosse una trappola?-
-In questi ultimi giorni non abbiamo subito attacchi, la situazione si è calmata così all’improvviso...-
-E poi in queste zone non sorgono villaggi, solo uno che però è stato abbandonato tempo fa. Il villaggio più vicino è a cinque giorni da qui-
-CHEE?! Vuol dire che dobbiamo dormire ancora all’aperto?-
-Basta, io mi sono stufato! Voglio un letto morbido e del cibo decente!!-
-Per una volta sono d’accordo con questa scimmia-
-Ragazzi, non è questo il punto. Il punto è: attraversiamo la foresta o no?-
-Non sappiamo nemmeno quanto sia grande...direi che tentare di raggirarla allunghi i giorni di tragitto-
-IDEA SCARTATA!-
-Tsk-
-Perché uno di noi non va a vedere?-
-E se si perde?-
-Io propongo di andare a vedere insieme-
-Io non lascio la moto qui-
-Ma dai Meiko si tratterà di cinque minuti, giusto per controllare!-
-Andate voi a controllare, io resto qui-
-Allora ti lasciamo in custodia Hakuryu-
-KYU!-
La Jeep si tramutò di nuovo in draghetto, che si appollaiò sulla spalla di Meiko, che si limitò ad annuire, salutando con un gesto della mano il gruppo che si allontanava, immergendosi nella fitta boscaglia.
-Accidenti com’è fitta!-
Goku spostò dei rami dalla sua faccia, addentrandosi, a mano a mano che camminavano la boscaglia aumentava, quasi a voler bloccare il loro passaggio, raggiungendo un punto meno stretto dove si fermarono un secondo a guardarsi attorno.
Era pieno di alberi tutti intorno a loro, alberi che a volte aveva una strana forma, alcuni rami tendevano verso il basso, altri erano in orizzontale, e le radici erano fuori dal terreno.
-E’ davvero un bosco strano...-
Gojio si appoggiò al tronco di un albero per accendersi una sigaretta, avvertendo però che la corteccia aveva una forma strana, fastidiosa, c’era un punto che dava fastidio al mezzo demone, tanto che si voltò a vedere se per caso era qualche rametto uscito in quel punto.
L’uomo sentì la sigaretta scappargli per qualche secondo tra le labbra, per poi stringerla tra i denti, osservando un po’ sconvolto la corteccia dell’albero.
-Oddio, ma che roba è...-
In quel punto la corteccia aveva assunto una forma e un aspetto umana, appariva come un volto umano di donna...che sembrava urlare qualcosa...
Un volto segnata dal terrore che impressionò l’uomo, che fece qualche passo indietro.
Gli altri notarono il suo comportamento, Rika lanciò un grido dallo spavento, accanto a lei un uomo sembrava urlarle contro qualcosa sconvolto dal terrore, a mano a mano anche gli altri notarono la stranezza di quegli altri, mettendosi tutti schiena contro schiena.
-Ehi, se questo è uno scherzo è di pessimo gusto!-
Rika e Kira sfoderarono insieme a Gojio e Goku le armi, mentre Sanzo si limitava a mettersi una mano nell’ampia manica dell’abito, tastando la sua shureiju a portata di mano, Hakkay si guardava intorno, di colpo una sottile aura malvagia aumentò d’intensità, avvicinandosi a loro.
-Ma guarda un po’...-
Il gruppo si voltò verso un albero, sopra uno dei rami, li in cima c’era un demone ragazzo che li osservava con aria divertita, scendendo poi con un balzo, rivelando la mano dai lunghi artigli, graffiando uno dei rami dell’albero dove stava seduto.
Gli artigli andarono in profondità, mentre al posto della linfa colava giù...
-SANGUE!-
Rika si mise una mano in bocca mentre Gojio e Sanzo si guardavano attorno
-Ma allora tutte queste persone...
-Sono ancora vive-
-Esatto, solo che al momento sono in uno stato...vegetativo-
Il demone ridacchiò, osservando a braccia incrociate il gruppo davanti a lui.
-E presto lo diventerete anche voi-
-MALEDETTO! CHIUDI QUELLA BOCCA!-
Goku partì all’attacco impulsivamente, e stava per raggiungere il demone davanti a lui, quando avvertì la terra come bloccarlo a terra, abbassando lo sguardo vide sconvolto che...stava mettendo radici! Delle radici stavano sbucando del suo piede, bloccandolo a terra insieme all’altro.
-GOKU!!-
-ODDIO, CHE CI STA SUCCEDENDO?!-
Sotto lo sguardo divertito del demone, anche gli altri cominciavano a trasformarsi in alberi, Hakkay fece appena in tempo a scaraventare lontano da lui Kira, che rimase nascosta fra gli alberi, i suoi occhi si spalancarono mentre Hakkay gli sorrideva abbattuto, mentre le mani si tramutavano in rami.
-Fuggi via-
Il viso del ragazzo fu ricoperto dalla corteccia, mentre il demone se la rideva, in pochi attimi il gruppo si era tramutato in altra legna che avrebbe poi bruciato.
Kira rimase paralizzata a terra per qualche istante, avvertendo l’aura maligna scomparire di colpo, e subito scattò in piedi, avvicinandosi al tronco d’albero dove era stato imprigionato Hakkay.
La corteccia rivelava un viso rilassato, come di chi era tranquillo per aver salvato qualcuno d’importante, Kira accarezzò quel volto con una mano, constatando che il tronco dell’albero era ruvido, non era più la pelle del ragazzo.
Era un albero...era stato tramutato in albero...
Anche gli altri, anche Goku, Rika, Sanzo, Gojio, tutti...
Hakkay, Hakkay era diventato un albero...
Meiko si era salvata, ed era fuori da quella foresta.
Però...

“Io lo rivoglio indietro...lo rivoglio indietro...ORA!”

-Anch’io-
Kira osservò con aria seria e rabbiosa il sangue dell’albero di prima che aveva smesso di cadere, adesso per terra c’era una macchia rossa, mentre sul legno c’erano ancora i segni di quel demone nella corteccia.
Non avrebbe mai permesso a quel demone schifoso di toccare Hakkay...mai...
La ragazza impugnò saldamente la spada, caduta li vicino, per poi mettersi in mezzo agli alberi, guardandosi intorno, mentre l’aura maligna tornava.
-Allora una è sopravvissuta...poco male...-
Il demone apparve vicino all’albero dove vi era Goku, sorridendo beffardo e mostrando la sua ascia, che teneva dietro alla schiena.
-Vorrà dire...che ti farò a pezzi personalmente!!-
Il demone andò incontro a Kira, che schivò all’ultimo momento un'accettata, per poi muovere la spada tentando di mozzargli la testa, il demone però era veloce, e la schivò, scendendo a terra, e facendogli lo sgambetto, la ragazza cadde a terra, spostando la testa all’ultimo secondo per evitare un’accettata, la spada si mosse ancora, ma il demone svanì di nuovo, mentre lei si rimetteva in piedi, guardandosi attorno.
Lo avvertì dietro le spalle, e bloccò appena in tempo l’avanzata dell’ascia, sferrandogli un calcio al ventre, per poi vederselo arrivare di nuovo, iniziando così a parare le sue accettate, il demone le allungò un pugno, ma lei lo schivò all’ultimo secondo, approfittandone per dargli una sonora gomitata sul costato, il demone ringhiò furibondo, andando addosso alla ragazza, che semplicemente mosse la spada in un taglio diagonale, dando poi le spalle all’essere.
Questo si voltò verso di lei, pronto a sferrargli un alto attacco, quando la tunica che stava indossando cominciò a macchiarsi in diagonale di sangue, un taglio lungo e profondo.
Lui crollò a terra, mentre Kira osservava il sangue che sporcava la sua mano, la spada tornò dentro il suo corpo, e si tastò la ferita.

“Che cosa sono diventata...”

Kira sussultò, avvertendo la voce farsi più chiara, di fronte a lei...il riflesso...di quella ragazza...
Questa la guardò sconvolta, per poi urlarle contro.

“CHI SEI?!”

Il riflesso svanì di colpo, Kira scosse la testa decisa, per poi voltarsi, gli alberi dove erano imprigionati i suoi compagni...stavano scomparendo, lentamente i ragazzi ripresero le loro sembianze, muovendosi lentamente, mentre la ragazza si guardava intorno.
Perché...perché nessun altro albero scompariva? Perché solo loro?
-Kira-
La ragazza si voltò verso Hakkay che l’aveva chiamata, la ragazza si avvicinò a lui sollevata, allungando una mano per sfiorargli la guancia, la pelle era calda, era liscia.
Lei sorrise, un sorriso timido e piccolo, che però sorprese il ragazzo.
-Bentornato-
-...grazie-
Kira poi si voltò verso gli altri alberi, anche Rika si domandò la stessa identica cosa, ma ad alta voce.
-Perché non sono tornati umani?-
-Evidentemente perché sono rimasti per troppo tempo così, se tornassero normali probabilmente avrebbero delle difficoltà a riprendersi-
-Quindi...è meglio così?-
Sanzo non rispose alla sua domanda, deciso ad allontanarsi da quel luogo, seguito dagl’altri, ad attenderli Meiko, che fece un gesto della mano, Hakuryu dalla sua spalla si avvicinò ad Hakkay, che lo accolse, per poi vederlo tramutare ancora.
-Allora, trovato qualcosa d’interessante?-
-Si, delle sculture in legno-
-Mentre voi le ammiravate ho fatto un giretto, si può tranquillamente raggirare questo bosco, non è molto grande-
-L’avevamo notato-
Meiko non fece domande, limitandosi ad accendere il motore della moto, mentre Kira si metteva a sedere dietro di lei, guardando un attimo Hakkay, che le sorrise come al solito, mentre Rika Gojio e Goku si lamentavano, volevano raggiungere al più presto una locanda!!!

-Selene, ancora non sei riuscita a prendere il sutra al bonzo Genjo Sanzo?-
-No mia signora, perdonatemi...-
-Sappi che la mia pazienza ha un limite, vedi di sbrigarti!-
-Si, Gyokumenkoshu-
Selene fece un profondo inchino, per poi allontanarsi da quella donna, sul viso un’espressione vuota, così come al momento il suo cuore era vuoto.

Fine Capitolo 22






Sorpresa! in così poco tempo un nuovo capitolo, contenti? E' c'è di più! Si perchè dovete sapere che la nostra amica Marsu96 ha fatto un bellissimo disegno ispirato a questo capitolo, guardate che bello----> 
https://fbcdn-sphotos-g-a.akamaihd.net/hphotos-ak-ash3/t1/10346_420749578032555_1362295512_n.jpg
Ok ok, non è completo però come inizio è davvero bello! *___*.
A questo punto vi salutiamo augurandovi buona notte!
Al prossimo capitolo!
Baci dalla MeRProduction. ^_^

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Capitolo 23
*** Going under ***


Continuando sulla via degli aggiornamenti lampo cogliamo l'occasione per ringraziare Telesette per le belle conversazioni e dirgli che ADORIAMO i toscani e il loro simpaticissimo accento! *___*. 
Come avete visto i capitoli precedenti erano interamente dedicati alla nostra Kira,questo perché nella nostra mente malata abbiamo deciso di centrare ben due capitoli su ognuna nostre ragazze, sul loro passato e in particolare sul rapporto che ognuna di loro istaura con i rispettivi ragazzi. I capitoli che seguiranno adesso saranno dedicati alla nostra Selene, speriamo davvero che vi piacciano e di non finire troppo sul banale o, più semplicemente, che ci capiate qualcosa. XD chiediamo scusa poi per questa premessa scritta con i piedi ma siamo super impegnate con l'università, una di noi a breve dovrà discutere la tesi di laurea quindi potete intuire come stiamo messe ^^. Questo però non ci impedisce di aggiornare la nostra amata storia e ringraziare come sempre chi la segue.
Come sempre a questo punto basta con i convenevoli, a voi il nuovo capitolo.

Baci dalla MeRProduction. 

 
Capitolo 23 
Going under



Oh, gli uomini combattono sempre, solo che perdono spesso le loro battaglie perché sono troppo deboli. Ma si può condannare qualcuno perché è troppo debole?

-Selene, ti ritengo responsabile di ogni singolo fallimento avuto nei confronti della tua missione-
-Mi perdoni, somma Gyokumenkoshu-
La giovane donna stava di fronte alla sua signora con il capo basso, rivelando le lunghe orecchie dalla capigliatura nera, mentre il demone donna sopra di lei si lasciava pettinare i capelli da ben due servitrici, mentre li accanto a Selene si trovava il dottor Ni.
La demone dai capelli neri si limitò a lanciargli un’occhiata, aveva ancora una volta in mano quel suo pupazzo a forma di coniglio, il fatto che gli occhi puntassero verso di lei le dava un certo fastidio.
-Selene, tu sei molto preziosa, e detesto usarti in questo modo, ma voglio che tu mi recuperi assolutamente non solo la mia preziosa bambola assassina, ma anche il sutra del cielo demoniaco-
La donna alzò leggermente lo sguardo verso il demone sopra di lei, era tranquillamente appollaiata su quella sedia, i lunghi capelli sciolti dalla normale acconciatura, che la fissava con sguardo un po’ annoiato.
-Maestà, mi perdoni, ma spetta a mia sorella Rika il compito di prendere il sutra a Genjo Sanzo Hoshi-
-Di tua sorella non mi interessa, io voglio il sutra, a tutti i costi.E voglio anche la mia bambola-
Selene si voltò un secondo verso Ni, di sicuro stava rimuginando sul fatto che la bambola in questione si chiamasse “Kira”, e sul fatto che sua maestà Gyokumenkoshu non utilizzasse mai questo nome.
-Sono stata chiara, Selene?-
La donna chinò ancora a testa e parte del corpo in avanti in un’elegante inchino.
-Si maestà, non tema-
La ragazza demone diede velocemente le spalle alla sua signora, allontanandosi da quel luogo, il vedere tutti quei macchinari aumentare giorno per giorno le dava un senso di soffocamento, e il grande demone Gyumao dietro quella donna le metteva i brividi.
Un giorno si sarebbe destato, e allora cosa sarebbe successo?
...

“SELENE AIUTAMI!!”

“-Devi smetterla di addossarti inutili colpe-”


Inutili colpe? Forse, ma sono comunque colpe, colpe che ogni giorno ferivano il suo animo, quella parte di lei che ormai stava lasciando assopire nel dolore di tutte quelle lacrime che non aveva mai versato, dal giorno in cui era diventata ciò che era a quel giorno, non aveva versato nemmeno per un istante una lacrima.
Le lacrime non servivano a niente, ed inoltre...la sua colpa, il suo nuovo io era talmente nero ed infangato delle vittime che aveva brutalmente ucciso le prime volte, che nemmeno la pioggia poteva lavare via quell’odore, solo un profumo di rosa e menta...
Lo stesso che utilizzava sua madre, che aveva poi portato via da quella casa...

“SORELLA!!”
“SELENE!!”


Selene digrignò leggermente i denti, mentre continuava ad avviarsi per i corridoi del grande castello, non aveva voglia di partire immediatamente, prima voleva fare un giro.
Era...era ancora troppo dolorante per potersi presentare come al solito davanti a alla sorella...
E dire...che non voleva mai più rivedere lui...

-Non voglio...innamorarmi...-
-E non voglio...che tu mi ami...
Perché altrimenti...non potrei ucciderti...-
-Ci tieni così tanto a vedermi morto?-
-...si...-


Ci teneva, perché sapeva che innamorandosi di lui sarebbe stata rinchiusa ancora di più nella sua colpa, la sua parte umana si sarebbe rivelata poco a poco, mostrando qualcosa di lei che non doveva apparire, ma anzi svanire, sepolto sotto il mare di sangue che lasciava dietro di sé, come una scia da seguire, un ammonimento.
Ormai era troppo tardi.
Quella Selene stava morendo...e non sarebbe tornata indietro...
Il demone continuò a camminare, fino a quando una voce non la bloccò, dietro di lei una figura appariva nell’ombra.
-A quanto pare la visita a sua maestà Gyokumenkoshu ti ha resa cupa-
La donna-demone non ebbe bisogno di voltarsi, mentre una figura dai capelli biondo scuro si avvicinava a lei, gli occhi erano caldi, un castano caldo e avvolgente ma al tempo stesso delicato, la corporatura era magra, le orecchie da demone erano ben in mostra.
-Infatti. E tu dov’eri sparita Himitsu?-
-Ho eseguito alcune istruzioni ricevute dal principe Kougaiji-
-Ma non dovresti lavorare ai diretti ordini di sua maestà?-
Selene girò il capo, per vedere il viso rilassato della giovane ragazza accanto a lei, non doveva avere più di diciotto anni, i capelli in parte erano raccolti ai due lati della testa, fermati con un unico nastro rosso che avvolgeva la fronte, alcuni ciuffi scivolavano davanti alle orecchie.
Era davvero magra di corporatura, con una maglietta senza maniche, il viso tatuato sulla fronte e sulla guancia destra, al collo un ciondolo.
Himitsu si limitò ad affiancare la donna accanto a lei, decisamente più alta e formosa, mentre teneva lo sguardo fissò in avanti.
-Anche tu a volte esegui gli ordini di Kougaiji...quando ti va-
Selene ridacchiò, sistemandosi i capelli dietro la spalla.
-E’ vero, non posso negarlo-
-Come il fatto di controllare che Rika sia ancora in vita...-
Selene si bloccò a quelle parole, per poi sorridere amara, appoggiandosi al muro li vicino con le braccia conserte sotto il seno, sul ventre.
-Ad essere sincera, l’ho fatto specialmente per un mio capriccio personale.
Volevo...volevo tenerla costantemente d’occhio-
-Non ti fidi di lei?-
Himitsu osservò attenta il capo chinato di Selene, mentre questa continuava a sorridere amaramente, voltandosi un attimo verso i corridoio, non erano troppo lontane da quel luogo.
Selene si rimise in piedi, voltandosi verso la compagna.
-Vieni, ti faccio vedere una cosa-

-? Cosa c’è?-
Rika si fermò dal sistemare il suo bagaglio, mentre Meiko guardava e riguardava i suoi proiettili, tenendo gli ultimi rimasti tra le dita e facendoli rigirare con il pollice, il metallo dorato luccicava, mentre anche Kira si era interessata alla conversazione.
-Stavo pensando...a come velocemente ho consumato tutti i miei proiettili da quando mi sono unita a questo gruppo.
E’ incredibile, attirano demoni come api al miele-
Rika annuì con aria un po’ abbattuta, avevano ucciso davvero moltissimi demoni, forse era anche per questo che il Principe Kougaiji l’aveva mandata per una missione speciale, facendosi però promettere che se avrebbe fallito sarebbe scappata via.
Lui...era terribilmente apprensivo...e protettivo verso le persone a cui teneva, ed in generale detestava sapere che molti demoni venivano ammazzati, non lo sopportava.
Sicuramente anche per questo Kougaiji aveva attirato su di se tutto quel carisma...
E lei...conosceva il Principe...e conosceva bene anche quella stanza...la stanza che lei amava...

-Una stanza?-
Selene annuì, facendo accomodare per prima Himitsu, che si guardò intorno, la stanza in molti punti appariva buia, solo dei fasci di luce penetravano dall’alto, illuminando alcuni punti della sala, molti raggi di sole, poi, illuminavano una colonna, li vicino alla parete, lasciando stupita la ragazza dai capelli biondi, mentre Selene sorrideva amara.
-Ma questa stanza...-
-E’ la stanza di Rasetsunyo, la madre di Kougaiji.
Oltre che la stanza preferita di Rika-
Himitsu osservò la figura di Selene, che avanzava i quella stanza, i suoi passi rimbombavano, al momento non vi era nessuno, mentre la donna-demone si lasciava illuminare dai vari fasci di luce presenti nella stanza.
-Quando portai qui Rika, all’inizio non riusciva né a controllare il suo potere...e né tanto meno ad accettare la sua condizione, come del resto continuava a fare-
Selene si voltò verso la colonna, il demone che usciva da essa appariva come addormentata in quell’incantesimo, appesi in ghirlande i vari sigilli, i capelli erano alzati, rivelando tutto il viso dai lineamenti delicati.
La donna dai capelli neri lo osservò in silenzio, tenendo le braccia incrociate, una mano si appoggiò sulla spalla, mentre Himitsu era in attesa.
-Ricordo bene, ogni volta che le toglievo il sigillo era una vera furia, e non mi ascoltava...-


“-CONTROLLATI! Stai facendo solo un sacco di BACCANO!-
Rika non ascoltò, ripartendo ancora una volta all’attacco, le unghie affilate tentavano di ridurre a brandelli il volto di Selene, la donna lo evitò ancora, dando poi un cazzotto alla sorella, che venne scaraventata a terra, dove prese fiato, le zanne in mostra in un’espressione rabbiosa, mentre la sorella urlava.
-Insomma! Cerca di ritrovare il tuo io!! Sei qui per imparare a controllare il tuo potere!!-
Il demone dai capelli castani attaccò di nuovo, era piccolo e veloce, i vestiti erano in parte rovinati e grandi per quella bambina, non doveva avere più di dieci anni, mentre Selene ancora una volta si spazientiva, afferrandole il collo e con una formula farle tornare il sigillo.
Gli occhi di Rika velocemente si spalancarono dalla paura, mentre Selene la fissava dritta, il suo sguardo era duro ed inflessibile.
-Insomma! Andando avanti di questo passo non riuscirai mai a controllare il tuo potere maligno!-
-...MA IO NON SONO UN DEMONE!! SONO UN’ESSERE UMANO!! SONO UMANA SELENE!!
E tu...TU SEI UN’ASSASSINA!! IO TI ODIO!!-
-FINISCILA!!-
Selene la scaraventò a terra, Rika avvertì la schiena farle male, mentre la sorella le dava le spalle, il suo tono di voce era furibondo.
-Ingrata! Sei solo un’ingrata, io ti ho strappato dalle mani di Hyakuganmao, io ti ho dato la possibilità di vivere!
Adesso ascoltami bene! Se non imparerai a controllare il tuo potere maligno, non sopravvivrai mai, HAI CAPITO?!-
La donna demone dopo questo lasciò la bambina, che iniziò a piangere, per poi iniziare a correre per i corridoi, con le lacrime agli occhi”

-Io temevo seriamente che un giorno all’altro sarebbe finita uccisa...ma poi, quello stesso giorno...l’andai cercare, dato che non la trovavo nella mia stanza...-

“Guardò dappertutto, avvertendo l’agitazione smuoverle il corpo, era davvero terrorizzata all’idea di perderla, perdere l’unica cosa che le era rimasta da proteggere...
Se fosse morta, avrebbe perso tutto...anche il suo io...
-RIKA!-
Selene si guardò intorno, per poi fermarsi di fronte ad una stanza, riconoscendo la colonna semi-illuminata dov’era imprigionata Rasetsunyo.
Li, tra i vari fasci di luce che illuminavano la stanza, una figurina era a terra addormentata, i capelli castani sparsi sul pavimento, accucciata per tenersi al caldo, un po’ malconcia in vari punti del corpo.
Selene si avvicinò lentamente, osservando sorpresa il volto rilassato di Rika che dormiva, in parte il volto era illuminato dal fascio di luce, così come il piccolo corpo di bimba.
Sembrava...rasserenata...
Lentamente, Selene la prese in braccio, constatando che non pesava, avvertendo quel piccolo corpo emanare un calore piacevole, che le fece nascere un sorriso materno, mentre stringeva a se la piccola.
Un sorriso triste, materno.
-Non mi perdonerai mai-
-Dunque è tua sorella...-
La ragazza si voltò di scatto verso un punto buio, alla luce le apparve Yaone, affiancata dal Principe Kougaiji, la ragazza dai capelli neri li guardò male, tenendo tra le braccia la piccola.
Yaone si fece avanti, timida.
-...ti prego, cerca di trattenere i tuoi colpi, so che la stai aiutando, ma così le farai male-
Selene all’inizio restò stupita da quelle parole, per poi digrignare leggermente i denti.
-Io educo mia sorella come credo sia giusto. Non è in grado di controllare il potere maligno, e solo io posso aiutarla.
Perciò vi consiglio di non mettervi in mezzo, chiaro?-
Selene li squadrò entrambi, per poi allontanarsi, con Rika in braccio che dormiva ancora”

Himitsu restò in silenzio, Selene s’era fermata dal raccontare, limitandosi a guardarsi la mano con cui aveva toccato prima la spalla, per poi voltarsi verso la ragazza.
-Ancora oggi Rika è rimasta quella bimba piagnucolona, ed io ogni volta devo avere il compito di ricordarle ciò che è...e la sua missione-
Il demone dai capelli biondi era rimasta vicino alla soglia della stanza, attendendo Selene che usciva, con sguardo duro e serio.
-Ne soffri molto, vero?
Sapere di essere odiata da tua sorella, di essere la colpa che l’ha portata a questo...e non poter fare nulla per aiutarla...
Ti brucia, brucia nel tuo orgoglio, non è vero Selene?-
Il demone dai capelli neri non rispose, fermandosi un secondo sull’uscio della stanza, spostando di poco il capo nella tentazione di guardarsi dietro quella colonna, per poi tornare a guardare avanti, decisa, avviandosi per il corridoio con Himitsu al seguito, che si fermò, oltre non poteva andare, Selene stava partendo.
-...Selene-
La donna demone si fermò, sentendosi chiamare, e si voltò verso Himitsu, che la guardava con un sorriso tranquillo.
-Sappi che io ti sarò sempre fedele-
Selene sorrise con aria tranquilla e strafottente, per poi darle le spalle e farle un gesto di saluto con la mano.
-Lo so bene, Himitsu-
“Lo so meglio di tutti”
Selene si avviò per il corridoio verso il suo drago volante, mentre Himitsu restava nel corridoio ad osservarla, la sua ombra nera si mimetizzava nelle parti scure del corridoio, i passi della donna demone riecheggiarono, così come il suono di quelle parole appena pronunciate.
...

“Ti senti triste, vero?”

-Kira, giù di morale?-
La ragazza dai capelli neri si voltò verso la compagna castana, che la fissò con aria attenta, mentre questa scuoteva la testa, cercando di abbozzare un sorriso.
Meiko sbuffò, mettendo la sacca sulle spalle e aprendo con un calcione la porta, attirando su di se l’attenzione di Rika.
-Certo che sei davvero una vandala! Potresti usare la cortesia di essere un po’ più delicata, non ti pare?!-
-Senti senti, ha parlato miss delicatezza fatta a persona, ma se al villaggio del cimitero russavi-
-NON E’ VERO, IO NON RUSSO!!-
-Oh si invece, russavi talmente forte da far tremare i muri della stanza-
Meiko ridacchiò, cercando di mimare il falso russare di Rika, che s’irritò, cominciando ad inseguire la ragazza, mentre Kira le inseguiva dietro, Meiko con un balzo scese giù dal piano di sopra, tanto erano al primo piano, fiondandosi fuori mentre la castana la inseguiva dietro furibonda, attirando su di se l’attenzione dei ragazzi che erano usciti prima per fare spese.
-Guardale come sono piene di vita-
-TI AMMAZZO MEIKO!!-
-Provaci sorellina-
-MALEDETTA!!-
-Hakkay, non dire così che mi fai sentire vecchio-
Rika stava per raggiungere Meiko, quando di colpo si bloccò, voltandosi di scatto in direzione del vento che era partito a soffiare, le iridi celesti si spalancarono dalla sorpresa e dall’ansai, mentre restava immobile, attirando su di se lo sguardo curioso di Goku, che le si avvicinò.
-Che ti prende Rika?-
-Eh? Ah, niente Goku-
“Mi era sembrato...di sentire...il suo profumo...”
la ragazza restò qualche istante ferma a guardare la direzione del vento, cercando di vedere una figura familiare, per poi raggiungere gli altri sulla jeep, mentre Meiko al solito partiva per prima, con Kira dietro attaccata.
-Fiu, c’è mancato poco che mi beccasse, il vento è cambiato all’improvviso...-
Selene si mise seduta ad osservare la jeep che partiva al sole del mattino, davanti a se la compagnia si ritrovava in una zona in discesa, presto avrebbero raggiunto una zona paludosa, l’ideale per un’imboscata.
“Ci sarà da divertirsi”
Selene si rimise in movimento, raggiungendo il suo drago volante, la sua faccia ora si tingeva di una serietà mista a fastidio.

“Fin da quando sono diventata un demone ho sempre combattuto, perché mi rendevo conto che era il solo modo di sopravvivere...però...io non avevo più motivo per sopravvivere...”

Il demone si guardò intorno, aveva raggiunto prima della sorellina adorata il luogo dell’appuntamento, avvertendo tutti i demoni li attorno che erano nascosti nella palude, per poi mettersi al sicuro in cima un albero ad attendere in silenzio.
Si mise comoda seduta, osservando il mondo sotto di lei, mentre il tempo passava in perfetto silenzio.

“Poi...però...un giorno...”

Sentì arrivare per prima la moto, come al solito mandata avanti a fare perlustrazione, Meiko si guardava attorno con aria disgustata, la palude era piuttosto puzzolente, e c’era solo un piccolo e stretto sentiero dove la moto scivolava leggermente per la quantità mostruosa di fango.
-Tzé, mi toccherà trascinarla...o forse...-
In quell’istante arrivò la jeep, i ragazzi vi scesero, proprio in quel momento sulla palude calava una sottile ma continua nebbia, fino a diventare persistente.
“Così sarà ancora più divertente”
-Ehi voi due, rendetevi utili-
-Ma per chi ci hai presi, non siamo i tuoi facchini!-
-Allora non vi dispiace se elimino due stupidi da questo mondo già messo male per conto proprio-
Meiko caricò il fucile, mentre Selene ridacchiava divertita da quello che stava sentendo.
-Adesso finiscila di fare la spaccona! E comunque Meiko ha ragione, rendetevi utili!-
Selene rimase stupita nel sentire quella voce, facendo un silenzio di tomba e restando ad osservare da sopra la nebbia le figure che passavano sopra di lei, la testa castana stava accanto a quella rossa, che si trascinava dietro la moto, mentre la biondina faceva da retroguardia, Goku nello spingere si guardava intorno.
-Certo che sta nebbia è strana, è scesa così di botto-
-Sai scimmia non ti ritenevo così stupida-
-Piantala di chiamarmi scimmia Kappa! Già che sei nel tuo ambiente naturale vedi di sparire!-
-Come hai detto moccioso?-
-FINITELA VOI DUE DEFICIENTI!!-
Selene si lasciò scappare un sorriso divertito sulla faccia, mentre avvertiva il bonzo azionare il suo immancabile ventaglio, mentre gli altri si limitavano ad ignorare, Rika in quel momento guardava su ogni albero presente nella palude, attirando su di sé l’attenzione di Selene.
“Davvero niente male, sorellina, stai migliorando”
-Cosa cerchi Rika?-
-Ah, niente Kira-
-Ragazzi, abbiamo compagnia...-
Selene si voltò in direzione dello sguardo di Hakkay, notando che i demoni si erano decisi a scoprirsi, in mezzo a loro il loro capo sfoggiava un abbigliamento in stile povero molto fuori moda, mentre la donna-demone sbuffava scocciata, certo che questi demoni erano davvero dei selvaggi, neanche la pazienza di aspettare.
-Ti divoreremo, bonzo!-
-Ve lo sconsiglio, è indigesto-
-Tsk, parla per te-
Selene si limitò a sistemarsi meglio sul ramo stando attenta a non fare rumore, mentre i demoni li attorno si facevano avanti con delle lance, zanne e unghie erano già sporche di sangue e fango mischiati insieme.
Selene restò in silenzio ad osservare il combattimento da sopra la nebbia, notando i fasci di luce dell’uomo dai capelli neri e gli spari dei due biondini, mentre il mocciosetto si divertiva come un pazzo con il suo nyoibo.
E Rika dov’era?
Selene si sporse in avanti, trovandola proprio sotto di lei, la ragazza non se la cavava male, ma quel demone sembrava darle filo da torcere, tanto che con un potente schiaffone gli aveva tolto di mano uno dei Sai, incastrandola sull’albero con tutto il suo corpo, leccandosi le labbra con fare sadico.
-Sei davvero carina, devi essere anche deliziosa...e poi magari...sei anche vergine...-
Rika spalancò gli occhi sconvolta, mentre Selene lasciava che il suo volto si dipingesse di furia, in un nanosecondo il demone si trovò avvolto dalle fiamme, urlando come un folle e gettandosi nell’acqua della palude, mentre la donna-demone li sopra si passava una mano tra i capelli.
“Tsk, idiota”
-Rika, stai bene?-
-Si Goku...-
Selene vide le iridi azzurre di usa sorella guardare l’albero dove stava appollaiata la donna, che si limitò a sorriderle con dolcezza, tanto nella fitta nebbia che aveva creato non l’avrebbe mai vista in faccia.
“Perdonami, ma questo è quello che ho scelto per te.
Perciò finché non mi avrai ucciso, oppure non sarai diventata abbastanza intelligente da capirlo.
Dovrai sopportare la mia continua presenza.
E sai perché?
Perché ti voglio bene, sorellina”
Il sorriso di Selene morì, mentre osservava Rika lanciare uno sguardo sospettoso a quell’albero, per poi parare l’attacco di un demone, ripartendo a combattere, mentre la donna-demone prendeva un sospiro di sollievo, non aveva voglia di parlare con sua sorella.
Non dopo aver visto quello sguardo...così stupido di sua sorella...
Quegli occhi, così grandi e azzurri...erano lo spettro di ogni suo giorno e di ogni sua notte...

“Un giorno seppi che Hyakuganmao aveva catturato una ragazzina umana la cui descrizione mi fece venire i brividi, perciò andai a controllare di persona.
Ancora adesso stentavo a riconoscerla...eppure quel suo sguardo...mi fece nascere in me un tale disprezzo che ordinai che fosse portata via, non avevo nemmeno il coraggio di prenderla in braccio.
Sapevo benissimo di non poterla tenere così...
Per questo decisi io per lei...e non me ne sono mai pentita...”


Selene vide i cadaveri di demone disseminati un po’ dappertutto, e si permise una faccia schifata, mentre gli altri si allontanavano da quel luogo, quello più su di giri sembrava Goku, mentre Gojio continuava a portarsi dietro la moto di Meiko, la donna-demone atterrò a terra ad osservare i cadaveri li attorno a lei, avvicinandosi al capo che era stato messo KO già al primo colpo.
-Certo che come capo non vali granché tesoro-
Selene spostò con un dito il volto, constatandone la morte effettiva, per poi sbuffare, osservando il gruppo svanire nella nebbia verso l’uscita, decisa a toglierla, osservando la figura dai capelli castano lunghi che chiacchierava con il mocciosetto.

-...Selene-
-Sappi che io ti sarò sempre fedele-
-Ti senti triste, vero?-


-Si, sono molto triste Himitsu, molto...-
Selene diede le spalle al gruppo che usciva dalla palude, limitandosi a raggiungere il suo drago volante, non aveva ancora voglia di tornarsene al castello.
Voleva...prima fare una cosa...
...

-Non c’è problema, posso aspettare-

“Davvero mi aspetterai?”
Selene montò sul drago volante, iniziando l’inseguimento del gruppo, poco distante dalla palude c’era un paese non troppo grande, dove di sicuro avrebbero sostato.

Fine Capitolo 23

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Capitolo 24
*** Mentre la notte va. ***


Come promesso alla nostra cara WhiteLie ecco un altro capitolo ancora una volta sulla nostra Selene. Ancora due capitoli e si entrerà nel vivo della storia! Intanto godetevi questo. ^^
Baci dalla MeRProduction

 


Capitolo 24
Mentre la notte va



-Finalmente siamo arrivati!!-
Goku si stiracchiò la schiena mentre Hakkay fermava la jeep vicino ad un edifico che pareva essere una locanda, mentre Meiko bloccava il manubrio alla moto, mettendosi le chiavi in tasca e chiudendola con un bottone messo apposta, mentre Kira raggiungeva gli altri.
Gojio si guardò intorno fumandosi la sigaretta, in quel villaggio la popolazione femminile vantava delle belle presenze, mentre l’uomo si guardava intorno con aria da mandrillo, aveva voglia di divertirsi con una compagnia femminile che non fossero quelle tre bimbette che aveva appresso.
Una biondina dal caratteraccio che le ricordava tanto una persona, una castana con dei casini verso la sorella ed una fanciulla perennemente in silenzio che riesce fare uscire una spada dalla mano.
No, di certo non era la compagnia che preferiva di più.
Avrebbe voluto una donna affascinante, con le curve giuste, sagace e anche provocante.
Una come...

-Non voglio...innamorarmi...-

Tzé, ma tu guarda, certo che in fatto di donne spesso e volentieri era davvero sfigato, proprio le più strane doveva andarsi a cercare!
...già...si andava a cercare proprio le più strane...
-Gojio, che fai? Vieni?-
L’uomo venne riscosso dalla chiamata di Hakkay, avviandosi verso la locanda, di colpo gli era passata la voglia di andare a caccia di donne, anche perché l’ultima volta non era stato fortunato.
Selene in quel momento spiccò un balzo raggiungendo il tetto dell’edificio, aveva assistito all’arrivo della compagnia come supponeva, dietro di lei il sole andava a tramontare, presto sarebbe calata la notte.
E magari i demoni della palude sarebbero tornati in caccia, conoscendoli erano tipi piuttosto vendicativi, e trovare i loro fratelli morti stecchiti non doveva essere un’accoglienza piacevole.
Un po’ in fondo li capiva, mentre Selene si metteva sdraiata sul tetto a guardare le varie sfumature del cielo che andava verso il nero.
Un po’ li capiva...un po’...

“-Devi smetterla di addossarti inutili colpe-”

Idiota...quelle erano l’unica cosa che la teneva in vita, le sue colpe, era come se fosse continuamente punzecchiata da un pugnale, per tenere sveglio il suo io, per non permetterle di morire nell’oblio.
Anche se lei ormai era già morta, ed era rinata in quel nuovo corpo, quella nuova forza.
...
Selene attese in silenzio che la notte si sbrigasse a venire, in modo da poter agire in silenzio, senza essere disturbata, facendo da guida a quei demoni...e magari divertendosi con la sorellina o con un mezzo demone di sua conoscenza...
Quella sera Gojio decise di passare l’intera nottata al bar, cercando di divertirsi con i suoi due sport preferiti, la caccia alle belle ragazze e le partite di poker, in quel momento metteva KO il suo avversario con una schiacciante vittoria, attirando su di sé l’attenzione di altre ragazze che si erano messe li vicino per vedere come andava il rosso, che guadagnava un sacco di soldi.
Tzé, era incredibile come gli piaceva farsi notare dal gentil sesso.
Il rosso stava giocando un’altra mano, il suo nuovo avversario sembrava essere un osso duro ed un tantino nervoso, mentre puntava alto, giocando al rialzo.
Non lo fregava, di sicuro quella mossa era per spaventarlo.
Avvertì un’altra bella ragazza avvicinarsi a lui, e con un sorrisetto in faccia alzò ancora la posta, adesso il suo avversario cominciava ad avere dei cedimenti nella sua sicurezza.
La figura che si era appena avvicinata si fece largo fra la folla femminile, lasciando qualche occhiataccia a chi si lamentava, evidentemente questa era una tipa tosta, proprio il tipo che piaceva  a lui...come lei...
Dannazione, doveva evitare di pensare a lei in un momento così delicato.
-Vedo che la dea bendata della fortuna gioca dalla tua parte, rosso-
Quel profumo di rosa e menta mischiata alla sua voce lo fecero voltare di scatto, due iridi nere brillante lo guardavano con fare divertito, un tatuaggio a forma di rosa sul ventre sottolineava la pelle chiara della donna li presente, mentre Gojio sorrideva soddisfatto, ma guarda un po’ chi c’era...
-Beh, mi sembra ovvio dato che è esattamente alla mia sinistra e mi sta parlando-
Selene ridacchiò, mentre Gojio osservava il suo avversario iniziare a cedere di fronte all’arroganza e all’incrollabile autostima di quell’uomo che aveva di fronte a sé, arrendendosi e facendo guadagnare a Gojio un altro bel po’ di soldi.
Il rosso si alzò, offrendo il braccio a Selene che sorrise con aria divertita, entrambi stavano uscendo dal locale, sotto lo sguardo triste di tutte le ragazze che erano accorse.
La donna dai capelli neri si permise un pizzicotto sul braccio dell’uomo, che soffrì in silenzio, mentre questa continuava a camminare, staccandosi da lui fuori dal locale, continuando però a camminare per il villaggio.
-Avevi detto che mi avresti aspettato-
-Si, però non era sotto intenso che era proibito per me un po’ di svago-
Selene lanciò un’occhiata a Gojio, che sorrideva divertito, questa proprio non se l’aspettava da una tipa come lei.
-Non mi dire che sei gelosa?-
-Di ogni singola persona che tocca le cose a me più preziose-
Gojio guardò stupito Selene, la donna si era mossa di qualche passo davanti a lui, per poi voltarsi, osservandolo con lo sguardo sicuro, in quel momento gli occhi di Selene apparivano ancora più brillanti del solito, in uno sguardo tra il convinto, il triste...e lo spaventato...
“Perché le cose a me più preziose sono l’unica cosa che mi lega a quella che viene chiamata ragione.
Se non esistessero, molto probabilmente tu vedresti solo una creatura senza controllo.
Una me stessa di cui ho il terrore...
Per questo...terrò con me Rika fino a quando lei non mi avrà ucciso...oppure io non mi sarò liberata di queste mie colpe...
E forse non accadrà mai”
-Non devi aspettarmi, perché io non verrò mai da te-
Selene spostò lo sguardo da un’altra parte, tenendo le braccia strette a se, mentre Gojio la guardava stupito, il vento che si alzava muoveva ad entrambi i capelli, coprendone lo sguardo di entrambi, quello stupito e fermo di Gojio sulla figura di Selene, e quello della donna che evitava di guardarlo in faccia.
-Ripetilo-
Selene si voltò stupita verso il rosso, ora lo sguardo di lui era sull’arrabbiato, mentre si metteva le mani in tasca, guardandola convinto.
-Ripetilo guardandomi in faccia-
La donna avvertì il tono di sfida e provocazione, detestava quando la gente la metteva su questo piano, quando doveva per forza mostrare il suo orgoglio e la sua testardaggine.
Aveva sempre l’idea che qualcosa si andava rompendo, come una piccola crepa nella sua anima di argilla.
Morbida, ma una volta cotta diventava dura...e fragile.
La ragazza tenne lo sguardo fisso su quegli occhi color rubino.
Che strano, e dire che il rosso per lei era sempre stato il colore di quel liquido che le scivolava sulle mani, quel liquido che poi si seccava, rimanendo fra le unghie e fra le dita, quel liquido che lei copriva con il suo profumo, ma perché poi? A lei non piaceva ammazzare?
...in quel momento, mentre osservava il volto di Gojio, non sapeva cosa dire...
Notò le cicatrice sulla guancia dell’uomo, stupendosi, per poi ricordarsi delle sue parole.

-Ripetilo guardandomi in faccia-

Selene strinse i pugni.
-Gojio, non aspettarmi. Perché non verrò mai da te-
La tensione la fece tremare leggermente, così come la voce tremò all’inizio, per poi farsi dura ad ogni parola, però adesso era il suo sguardo che tremava.
Possibile che non volesse dire quelle parole?
Che cosa le stava succedendo? L’immagine di Rika ora non era presente nella sua testa, ma solo quello sguardo rubino che si avvicinava sempre di più a lei.
Doveva starle lontano, lontano!!
Gojio sorrise con aria tranquilla e strafottente, tenendo le mani in tasca.
-Ok, allora il nostro patto è saltato-
Selene avvertì qualcosa ghiacciarsi dentro di lei, di colpo la crepa si era ingigantita, mentre vedeva il rosso voltarsi e darle le spalle, in realtà Selene non aveva battuto ciglio, ma dentro di sé qualcosa stava morendo.
Era stato tutto dannatamente semplice, come un ridicolo gioco, in fondo doveva essere sempre stato così.
Un gioco, no?
E allora perché adesso gli sembrava che qualcosa non andava? Che dentro di sé qualcosa stava sprofondando lentamente nell’oblio.

“SELENE!! AIUTAMI SORELLA!!
SORELLA!!”


Maledizione...
Selene rimase li immobile, avvertiva il suo maledetto orgoglio impedire di andare da lui, non avrebbe rinunciato così facilmente, e poi lei...aveva ancora Rika.
Si, aveva Rika, non aveva bisogno di lui.
Non ne aveva mai avuto bisogno.
Si era divertita e basta.
Il gioco era finito.
Si, era finito...tutto...
-Ehi, mezzo sangue, ma chi ti credi di essere?-
Selene alzò stupita lo sguardo davanti a se, in quel momento il giocatore di prima, che aveva perso, stava scaricando il suo astio contro Gojio, che lo guardava con fare tranquillo ed impassibile.
-Sei solo un pezzente, un brutto errore di natura! Lo sai che quelli come te portano solo disgrazia?-
Non dirlo, lo sapeva già, sapeva benissimo che aveva portato dolore in casa sua.
Lo avvertiva ancora sulla guancia che bruciava da morire.
Lo avvertiva ogni giorno in ogni remoto angolo della sua mente, ogni volta che si guardava allo specchio e...ogni volta che guardava quella donna...
Lo sguardo di quella donna era sempre così freddo e sicuro...per poi rivelarsi triste...e lui odiava vedere le donne tristi o in lacrime...lo odiava...perché ogni volta avvertiva la sua colpa ricadere pesante sulle sue spalle.
-Scommetto che le donne lo vedono rosso quel punto li. Cosa ne dici di farlo vedere anche a me? O non ti piacciono questi giochetti, essere inutile?-
Selene fu più veloce di Gojio l’uomo aveva abbassato la cerniera come provocazione, e in quel momento la donna ne approfittò per rifilargli una ginocchiata ai suoi “tesori”, facendo gemere l’uomo che si accasciò a terra, mentre lei si limitava a fare una faccia disgustata.
-Ringrazia che non ti abbia del tutto castrato.
Azzardati a dire una cosa del genere ancora e vedrai come ti sistemo, ti è chiaro?-
Selene sorrideva con quel suo fare crudele, mettendo i brividi all’uomo, che si limitò ad annuire, mentre lei gli lanciava un’occhiata feroce, per poi voltarsi verso Gojio che era rimasto sorpreso dall’intervento della donna.
-Beh? Che hai da guardare?-
Il viso di Gojio si tinse di un certo divertimento, mentre lui si metteva a ridacchiare, avvicinandosi alla donna e guardandola con aria furbesca.
-Niente, ammiravo solo il tuo splendido viso-
Selene si limitò a lanciargli un’occhiata divertita, per poi affiancarlo di nuovo, mentre lui si accendeva l’ennesima sigaretta.
-Certo che tu cambi idea molto velocemente-
-Che vuoi farci, mi diverto così tanto con te, è un peccato fermare il gioco così presto-
-Forse, ma ricorda che il gioco è bello quando dura poco.
Perché poi non diventa più un gioco...-
Selene si fermò, voltandosi verso Gojio che la guardava con aria seria, per poi fissare la strada davanti a se, con aria pensierosa.
-...mi chiedo spesso cosa mi ha spinto da te, se per quello che rappresenti o per quello che sei-
Gojio non fiatò, mentre Selene si metteva una ciocca di capelli dietro l’orecchio, continuando a fissare quella strada, era solo una piccola viuzza tra le tante che si diramavano nel villaggio, a quell’ora non c’era anima viva, e tutti erano di sicuro andati a dormire, a parte la spiacevole presenza di poco fa.
La donna si voltò a guardare il volto dell’uomo, allungando una mano per spostare una ciocca di capelli rossi, costatando che...aveva creduto fossero caldi...allora era vero che non tutto quello che era rosso ricordava per forza il sangue.
Sorrise triste, per poi rivelare la cicatrice sul volto dell’uomo, tastandola con le dita di quella stessa mano, i capelli le accarezzarono la pelle, mentre l’uomo la lasciava fare, e lei restava in silenzio a riflettere sulla considerazione di prima.
Un bambino che non viene amato perché considerato impuro.
Un bambino disprezzato, perché si vede in lui il volto di un demone...e il sangue umano...
Un bambino solo...che forse non ha mai pianto per quel suo orgoglio troppo grande.
-Non hai mai pianto, vero?-
-...no, mai...perché ogni volta pensavo che mia madre piangeva, vedendo in me il volto dell’uomo che amava...e l’ombra di una donna che non conosceva....
Selene prese un profondo respiro, per poi allungarsi verso Gojio, che rimase sbalordito: in quell’istante la donna gli baciò la guancia sbarbata, in un gesto che sapeva d’infantile, eppure era qualcosa che lui aveva cercato dappertutto, non trovandolo con nessuna donna con cui era stato.
Sesso o amore?
Probabilmente non aveva mai avuto interesse nell’amore, per paura di non riceverne...
Ma adesso quel bambino dai capelli rossi veniva baciato sulla guancia da una bella bambina dai capelli neri.
Gojio chiuse gli occhi, mentre Selene apprezzava con le labbra la pelle un po’ dura dell’uomo, lasciandolo con quell’essenza di rose e menta ancora sulla guancia e nel naso, mentre lei si voltava dall’altra parte.
-Io non piangerò mai per te, sappilo.
Sappi che se mi amerai io ti odierò.
Dovresti disprezzarmi, detestarmi, uccidermi se fossi accanto a me-
-E tu vuoi questo? Vuoi che lo faccia?-
Selene prese un altro profondo respiro, voltandosi verso l’uomo che la guardava in silenzio con sguardo tranquillo, uno sguardo che mai prima d’ora gli aveva visto in volto.
-...e chi lo sa?-
La donna sorrise con aria furba e divertita, copiata poi da Gojio, che si limitò a tirare un’altra boccata con la sigaretta, buttando poi per terra il mozzicone, spegnendolo sotto la scarpa, oramai avvertiva la stanchezza sopraggiungere, era tempo di andare a dormire.
-Beh, io ti saluto-
-Ci vediamo più tardi, allora-
Gojio rimase stupito da quelle parole, per poi voltarsi, Selene era scomparsa, come al suo solito, lasciandolo sbuffare con aria scocciata, possibile che lei non avesse bisogno di dormire?
Selene intanto si mise una mano sul ventre, mormorando qualcosa, per poi scoprire il tatuaggio, che scomparve come assorbito dalla pelle, velocemente le sue orecchie da demone apparvero da sotto la capigliatura, mentre le unghie si allungavano, accanto a lei si faceva avanti un demone ragazza, il volto sporco di fango non nascondeva due iridi d’argento che brillavano ferine, vestita anche lei con abiti stracciati sporchi sia di sangue che di fango, l’odore che emanavano era qualcosa di abbastanza rivoltante.
-Non ci serve il tuo aiuto-
-E chi vi vuole aiutare? Io non m’impicciò in vendette personali-
-Sarà meglio per te, oppure ti uccideremo-
Selene la guardò con aria divertita, facendo un sorriso crudele sul volto che mise i brividi alla ragazzina, che indietreggiò di qualche passo.
-Hai appena detto una cosa molto stupida...-
Selene scomparì dalla vista del demone ragazza, che si limitò a digrignare i denti, per poi fare avanzare la sua tribù, tutti armati con coltelli, lance, spade e anche falci prese da contadini che cercavano di attraversare quella palude.
I demoni si guardarono intorno, controllandosi gli uni con gli altri per non fare pazzie, il loro doveva essere un attacco a sorpresa, e non era il caso di fare baccano sbranando inutilmente qualche contadino.
Tanto, appena avrebbero finito con quel gruppetto, si sarebbero divorati tutti gli abitanti del villaggio.
Alcuni di loro già si leccavano i baffi impazienti.
Intanto Gojio rientrò in silenzio alla locanda, tastandosi ancora un po’ stupito la guancia: la donna-demone lo aveva baciato proprio li, sulle cicatrici, quasi come i bambini che danno un bacino sulla bua per farla passare.
...abbastanza ridicolo...
Non sarebbe bastato quello a far svanire quei tagli...
Però...non era male come inizio.
La piccola sala buia della locanda in quel momento gli apparve stranamente silenziosa, mettendolo in allarme, subito il suo sguardo diede un’occhiata li attorno a lui, per poi afferrare un posacenere e lanciarlo in un angolo buio vicino a dove doveva esserci la porta della cucina.
Si sentì un rumore seguito da un lamento soffocato, segno che c’era qualcuno, per Gojio la serata era appena iniziata!
I primi ad aggredirlo furono il demone colpito prima dal posacenere seguito da altri tre, muniti di coltelli e falce, Gojio li evitò balzando, per poi scaraventarsi contro di loro, lanciando poi un tavolo contro altri tre demoni che lo stavano aggredendo, svegliando di scatto Rika, che si era addormentata.
-Ma cosa...?-
-E’ Gojio, si starà divertendo con qualche signorina un po’ scalcinante-
Meiko ridacchiò all’immagine, mentre Rika si limitava ad annuirle un po’ intontita, per poi osservare sorpresa un’ombra farsi avanti alla finestra, decisa a spaccarla.
-STA GIU!-
La biondina obbedì all’istante, avvertendo il vetro dietro di lei infrangersi, un demone era appena entrato, e senza perdere tempo cominciò a lanciare una serie di freccette contro le ragazze. Kira e Rika balzarono giù dal letto, mentre Meiko caricava il fucile che teneva con se, sparando un colpo contro il demone che però evitò all’ultimo secondo, il proiettile colpì quello che restava di un angolo di vetro, mentre Meiko avvertiva i vetri sotto di lei ferire le mani e i piedi scalzi.
Rika la raggiunse, ferendosi anche lei ai piedi nudi, per poi farsi spingere via dalla biondina, una freccetta per poco non la colpì, bloccandosi però nel muro, mentre un altro rumore di vetri e di spari veniva dall’altra stanza.
Le tre uscirono rapide dalla stanza, Kira venne scaraventata contro la balconata in legno del primo piano, rischiando di farsi un volo e atterrare di schiena, li dove Gojio stava affrontando i demoni di prima, due li aveva fatti secchi, ora ne mancavano altri tre.
Rika stava per raggiungere la stanza dei ragazzi, quando la porta di questa venne scagliata lontano seguita da un demone dietro, in quel momento usciva fuori Goku ancora appisolato, scatenando un risolino della castana, mentre Hakkay faceva un gesto di pulizia con le mani, ne aveva stesi due, mentre Sanzo si era limitato a sparare ad altri due che li avevano raggiunti dalla finestra.
-State bene?-
-ATTENTI!-
Rika si accucciò a terra, mentre Goku si vedeva passare a pochi centimetri dal volto una freccetta, che si andava a conficcare nel muro, mentre Meiko cominciava a prendere a cazzotti il demone delle freccette, dandogli parecchi montanti più un micidiale dritto che lo stese a terra, finito poi da un proiettile della ragazza, che si sentì meglio.
Gojio intanto uccise gli ultimi due, per poi con gli altri uscire dalla locanda, in quel momento un’alta fiammata bloccò la loro fuga, oltre di questa c’era la moto di Meiko, mentre dentro la fiammata c’erano un’altra ventina di demoni, la fiammata era nata dal nulla, e Rika si voltò furibonda verso l’alto, dove una figura le fece un gesto di saluto con la mano.
-MALEDIZIONE SELENE! NON HAI ALTRO DI MEGLIO DAFARE?-
-Ma come siamo nervosi, sorellina!-
Selene scese a terra con un balzo, mentre un demone ragazza gli ringhiava contro.
-Ti avevo detto di starne lontana-
-Tu piuttosto, azzardati a fare anche solo un graffio alla castana o al rosso e vedi cosa ti capita-
-Tzé, non mi abbasserò ad ascoltare gli ordini di un demone come te-
Selene si limitò a sbuffare, passandosi una mano tra i capelli, rivelando meglio le orecchie a punta, che attirarono lo sguardo di Gojio, così come il ventre privo di tatuaggio.
Rika invece già si preparava ad ammazzare la sorella, che si voltò verso la ragazza-demone accanto a lei, sorridendogli con aria provocatoria.
-Fa come credi, io ti ho avvertito piccola-
Il demone gli ringhiò contro, per poi incitare gli altri all’attacco, ribadendo la vendetta per i loro fratelli, mentre Gojio sbuffava spazientito.
Selene osservò in silenzio ciò che succedeva li davanti a lei, i demoni si erano separati in gruppetti per poter andare contro i loro avversari, che si limitavano a schivare i colpi con aria assonnata, per poi metterli KO.
Osservò la ragazzina prendersela con Gojio, le falci erano veloci e rischiavano di tagliare non solo le doppie punte all’uomo.
La donna demone strinse le mani sulle braccia, cercando di trattenersi, sua sorella intanto non se la cavava male, sistemando l’ultimo rompiscatole, prima di guardare male sua sorella, che si limitò a sorriderle, per poi tornare a guardare Gojio, giusto in tempo per vedere quello stupido demone ragazzina colpirlo al braccio, ferendolo leggermente.
Selene fece un gesto con le dita, e subito intorno alla ragazza demone si scatenarono della alte fiammate, che cominciarono a bruciarla, mentre questa si voltava verso Selene, furibonda, le fiamme avevano già cominciato a bruciare la sua carne.
-MALEDETTA!!!!-
-Ti avevo avvisato, stupida-
-CREPAAAA!!!-

-Non mi dire che sei gelosa?-
-Di ogni singola persona che tocca le cose a me più preziose-


Il demone si scagliò contro Selene, che si limitò a guardarlo bruciare, già la pelle sembrava sciogliersi in uno spettacolo nauseante, la falce sembrò quasi toccarle il volto e ferirla, mentre le fiamme ormai aveva raggiunto il suo corpo...
Due brillanti oggetti in metallo passarono davanti allo sguardo nero della ragazza che si bloccò stupita.
Una era la falce di Gojio, che aveva mozzato la testa all’essere...
L’altro era il Sai di Rika, che aveva colpito al cuore il demone, che ormai cadde a terra, finendo di bruciare, mentre il Sai sembrava non sciogliersi a quell’alta temperatura.
Selene rimase sbalordita, per poi guardare prima la sorella, che le lanciò uno sguardo di puro odio.
“Io ti ucciderò, non permetterò a nessuno di toccarti!”
Poi si voltò verso il mezzo demone, che si risistemò l’alabarda, facendola poi scomparire e guardandola con aria tranquilla.
“Sei geloso?”
“Di ogni singola persona che tocca le cose a me più preziose”

...davvero stupefacente...
-Bene, vedo che i loro signori si sono divertiti.
Quindi, io vi saluto.
Statemi bene, ci vediamo!-
Selene con un gesto fece scomparire le fiamme che avevano circondato il gruppo, per poi saltare sul tetto di un edificio e svanire via, mentre gli altri cercavano di svegliarsi, ormai era mattina.
Anche se Gojio durante il viaggio in jeep ronfò, in fondo aveva passato una notte in bianco.
Quando Selene tornò al castello, ad accoglierla ci fu il sorriso amichevole di Himitsu.
-Non mi dire che mi hai aspettato fino ad ora-
-Allora? Com’è andata stavolta Selene-
La donna-demone sembrò pensarci su, mettendosi due dita sulle labbra, per poi leccarsele con fare soddisfatto.
-Ti dirò, Himitsu...ho fatto delle scoperte molto piacevoli-
La ragazza dai capelli biondi si limitò ad annuire, seguendo poi l’amica per i corridoi, quando s’imbatterono nel Principe Kougaiji, che sembrava cercarle.
-Himitsu, Selene, ho una missione per voi-
Le due si limitarono a guardarsi in faccia, poi Himitsu annuì, mentre Selene faceva il suo solito sorrisino divertito sul volto.
“Eh si, non ci si annoia mai, vero Gojio?”

Fine Capitolo 24

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Capitolo 25
*** All my life ***


Capitolo 25
All my life

 
Anche se cerco di fuggire via, c’è un’ombra nera che mi insegue costantemente.
Corro e cerco di raggiungere la luce ma…
D’improvviso l’ombra nera mi investe di nuovo
E questo mi fa capire che è tutta una farsa...
Falso...
La mia vita...quello che sto vivendo, non sono altro che delle dolci illusione.
Come un bel sogno da cui non vorrei svegliarmi…il mio corpo è posseduto da un’ombra  che odio ma…che ora mai ha contaminato tutto il mio corpo eppure…continuo a dire che io non sono cosi…
Non lo sono mai stata e  non lo sarò mai…
...eppure…
...eppure…
Non posso fare a meno di pensarci…ogni notte davanti hai miei occhi emergono le figure di tutti coloro che ho ucciso: demoni, umani, innocenti, mi è stato insegnato che o si uccide o si viene uccisi.
Non c’è molta scelta
Eppure…nonostante tutto…continuo a vivere, si in fondo io voglio continuare a vivere....
La promessa....la promessa fatta davanti a quella donna...la stanza...
La stanza, è solo quella stanza la mia unica ragione di vita, lo è sempre stata...
...però adesso....adesso c’è un altro motivo che mi spinge a vivere...
Però...non capisco perché...questo motivo sia...
-STO MORENDO DI FAME-
Rika si destò dai suoi pensieri, la voce di Goku rimbombava per tutta la foresta da cui stavano cercando ora mai da parecchie ore una via di uscita.
Il bosco era piuttosto fitto, gli alberi erano talmente alti che impedivano hai raggi solari di illuminare quel luogo, e come se non bastasse stava cominciando a scendere la nebbia.
Decisamente una giornata orribile, questo era quello che pensava la ragazza dai capelli castani tenendo lo sguardo fisso davanti a sé, quel luogo dava un senso di vuoto oltre che di freddo, Rika si portò le mani sulle braccia per darsi un po’ di calore.
Quasi istintivamente si tastò il tatuaggio, ogni volta aveva paura che quel tatuaggio potesse scomparire da un momento all’altro rivelando la sua natura demoniaca, come quella volta al tempio...quando davanti a quell’enorme specchio...aveva assistito lentamente alla sua trasformazione.
L’immagine di quel demone era inciso nella sua mente, tormentandola ogni notte e insieme ad esso faceva capolino anche la figura della sorella.
Dall’ultimo incontro al villaggio non l’aveva più vista, quasi certamente stava uccidendo qualcuno macchiando ancora una volta le sue mani di sangue, quelle mani che lei adorava stringere per poi correre insieme alla sorella in quel campo di margherite.
Quelle mani che le asciugavano le lacrime, che fasciavano il punto dove si faceva male quando cadeva, quelle mani calde...profumate...pulite...
 
 -Hai visto? Mi sono pulita le mani per te...-
 
No
Non era più cosi
Adesso quelle mani era sporche di sangue
Del sangue delle sue vittime che lei  si divertiva ad uccidere
Era inutile continuare a pensarci
Selene ormai era una di loro e non sarebbe tornata indietro
 
-Perché ti voglio  bene sorellina.-
 
Basta, basta!!
Vai via, vattene.
Tu non sei più mia sorella
Non lo sei più...
Ti ucciderò...
Ti ucciderò cosi almeno in parte potrò riavere la mia umanità!
Basta...vattene via!!
Sta lontana da me!!
Rika strinse gli occhi, la testa le stava per scoppiare, e con quel tempo orribile la situazione non faceva che peggiorare.
Si strinse ancora di più le spalle, il buio la stava avvolgendo di nuovo
 
Mi sembra di soffocare ..L’ombra nera mi sta schiacciando……
 
No
Basta
Non voleva caderci ancora…
Non voleva
Desiderava solo la luce
La luce…..
...
-Rika-
La ragazza si voltò verso la fonte della voce, quegli occhi dorati, pieni di luce, di calore, che la riscaldavano, la confortavano, che la facevano sentire...
...viva, era per questo, per quel calore che aveva deciso di continuare a vivere, per quegli occhi...
Non aveva mai provato una sensazione così bella come quella di essere illuminata dalla luce...
...forse, una sensazione così gentile l’aveva provata solo...con la stanza...
La stanza, l’unico luogo che la faceva star bene in quei momenti, quando la sorella cercava di farle controllare il suo potere demoniaco, dove c’era quella figura, quella madre, una madre...
E lei rimaneva li, anche delle ore, nascondendosi allo sguardo di chiunque, anche da quello di Selene, osservando con fare triste e attento quel volto così...gentile...
Una madre...una madre anche per lei...lei voleva...
Voleva ancora sentire il calore materno, di quell’ abbraccio che l’avvolgeva interamente nelle notti senza sonno...
...una madre...
 
“-Allora...se io manterrò la mia promessa, potrò avere una mamma?-
-Si, sarà anche tua madre-
-Allora lo prometto, lo prometto!!!-”
 
-Rika-
Goku la chiamò ancora una volta, aveva notato lo sguardo della ragazza pensieroso e triste.
Sicuramente stava ancora pensando alla sorella...
Selene...
Maledetta...
Possibile che doveva tornare ogni volta tormentare la ragazza, la sua amica? Non poteva permetterlo!
Però...l’ultima volta che l’avevano incontrata Rika era riuscita in qualche modo a reagire
Si, l’aveva affrontata, aveva combattuto contro di lei, anche se questo l’aveva portata a rivelare il suo potere demoniaco...
 
-Aspetta! Non mi guardare!-
 
Non aveva voluto che lui la guardasse, eppure non l’aveva vista diversa, era sempre Rika, la sua amica...la sua amica demone, che poteva controllare la sua metà...mentre lui...
Lui diventava forte per proteggerla anche da se stesso, e per farlo doveva difenderla anche da Selene...ma stavolta Rika c’è l’aveva fatta, no? Era riuscita ad affrontare Selene!
Però adesso...lo sguardo di Rika era di nuovo triste e lui…odiava vederla cosi...
La Rika che a lui piaceva era la ragazza allegra, sorridente, che scherzava con lui, che combatteva con forza ed energia, che non si perdeva d’animo.
Ogni volta Rika cambiava, ogni volta vedeva quella parte di lei che lo rendeva triste...
Che poteva fare?
Una volta avrebbe saputo cosa fare per farla tornare quella che conosceva...
 
-Io la ucciderò-
 
Aveva ancora in mente quel pensiero, però ..era stato a causa di questo che aveva rischiato di perderla e poi…
 
-E’ mia sorella...ed è l’unica persona vicina a me che mi è rimasta...anche se...io la odio...e lei mi odia allo stesso modo...
Io non posso permettere a nessuna di ucciderla o di farle del male-
 
-Il fatto...è che se lei morisse...io sarei sola...-
 
-Se io permettessi a qualcuno di uccidere mia sorella...resterei sola...
Ed io...ho paura a stare sola, detesto stare sola...
Per questo, anche se la odierò per sempre.
Proteggerò mia sorella da tutti, anche da te se sarà necessario.-
 
Per questo lei combatteva, per non rimanere sola , come lui...lui non voleva restare solo, non più, per questo diventava forte, per questo combatteva, anche perché non voleva provare vergogna alla sua morte.
E perché non voleva ancora morire.
Sarebbe diventato forte per proteggere se stesso, gli altri da tutti...anche da quella parte in lui così oscura che dimenticava tutto, perfino chi fosse...
E restava solo...perso...un’anima persa e sola...
Sapeva benissimo cosa si prova ad essere soli, senza nessuno che ti ama, senza una spalla su cui piangere...
Solitudine...ma adesso…lui non era più solo, non lo era più, aveva accanto a se degli amici con cui aveva vissuto fin ora.
E poi adesso c’erano anche Kira e Meiko
E lei
Adesso c’era anche lei con lui, non era più solo e voleva che anche Rika non si sentisse più sola.
Per questo aveva deciso di sopportare Selene, non l’avrebbe uccisa per il bene di Rika...e poi si era ripromesso di proteggerla.
Si l’avrebbe protetta anche da se stesso se fosse stato necessario...
Il ragazzo si voltò un attimo verso la compagna, che lo vide guardarla, e sorrise con aria allegra, come a dimostrargli che ora stava bene, adesso era tutto a posto.
Goku osservò quel sorriso, e ne fu felice...perché quel sorriso era solo per lui...quello sguardo era rivolto solo a lui...
Che strano...era la prima volta che pensava così...la prima volta...
Era ormai mezzogiorno, e lo stomaco di Goku non faceva altro che brontolare, come al solito
-Hey stupida scimmia vedi di piantarla, il tuo concerto non è gradito-
-Che ci posso fare se ho fame?-
-Uffa, ma non potrebbe ogni tanto cambiare versione? sembra un disco rotto quel ragazzo...-
Meiko aveva frenato e stava scendendo, seguita da Kira, mentre la jeep si ritrasformava nel solito draghetto bianco, avevano deciso di fermarsi per mangiare intanto che la nebbia si sarebbe diradata un po’.
-Dannata nebbia , cosi ci metteremo un secolo a raggiungere il villaggio-
Meiko sistemò il fucile appoggiandolo vicino alla moto parcheggiata vicino ad un albero, mentre Hakkay cominciava a tirare fuori qualcosa per il pranzo aiutato da Gojyo; Sanzo si era allontanato dal gruppo andandosi a fumare una sigaretta in santa pace sedendosi a terra vicino un albero mentre Kira osservava Meiko sistemare le sue cose.
Goku continuava a lamentarsi per la fame, i suoi urli non facevano che rimbombare per l’intera foresta, facendo cosi infuriare il bonzo che alzandosi diede una sonora sventagliata alla scimmia.
-Ahia Sanzo, mi hai fatto male-
-Vedi di finirla razza di idiota , o ti uccido-
-Uffa, mi trattano tutti male-
-Un giorno mi spiegherai come avete fatto sopportarlo fino ad ora Hakkay-
-He he he-
Meiko sbuffò guardandosi intorno, quella nebbia non le piaceva per niente, e neanche il bosco, nell’istante stesso in cui erano entrati aveva avvertito delle presenze inseguirli; per questo teneva stretto in mano il fucile cosi da evitare spiacevoli incidenti.
-Hey ma, dov’ è andata Rika?-
Chiese il rosso notando solo in quel momento la scomparsa di Rika, Goku si guardò velocemente intorno in cerca della figura di Rika, avvertendo di colpo un senso d’ansia attanagliarlo, si era distratto e l’aveva persa di vista!
-Quella stupida si sarà allontanata con questa nebbia, che furbizia...-
Meiko si spettinò i capelli mentre Goku partiva subito alla ricerca della ragazza, fermato per un braccio da Hakkay che era riuscito ad acchiapparlo al volo.
-Goku non è consigliabile allontanarsi con questa nebbia-
-Ma dobbiamo ritrovare Rika, può darsi che si sia persa!!–
-Furba com’è non mi stupirei-
-E piantala Meiko-
La ragazza sbuffò, mettendosi le mani sui fianchi cominciando a camminare, mentre Goku era scattato via, la biondina lo seguì poco lontano con il fucile dietro alla schiena sull’imbracatura.
“Quella stupida, se la trovo la pesto!”
Intanto Rika continuava a camminare con la testa bassa, stando però attenta dove metteva i piedi.
Non appena era scesa dalla jeep si era messa in cammino, voleva stare un po’ da sola senza nessuno che le chiedesse se stesse bene o no, molte volte si ritrovava a pensare che in fondo non stava tanto male al castello di Houtou, c’erano di sicuro meno curiosi!
Anche se era costretta sottostare a gli ordini della sorella, almeno li poteva starsene in pace, dentro quella stanza ad osservare quella figura...imprigionata...e pensare a i suoi genitori...
A come se n’erano andati, e come tutto quanto l’aveva portata fino a li...
E invece adesso, tzé
Adesso ogni volta che voleva restare un po’ in pace c’era sempre qualcuno che la disturbava, e le rompeva le scatole!!
...però...
 
-Non ti vedevo più tornare ed ero in pensiero-
 
...
In pensiero...per lei
C’era qualcuno che si preoccupava per lei...
Ma anche...c’era qualcuno che la stava facendo sentire incredibilmente...debole...
Rika ripensò a tutte le volte in cui Goku era venuto cercarla, quando l’aveva aiutata, quando l’aveva liberata...
Era sempre costantemente presente la sua figura...però adesso voleva starsene da sola e riflettere.
Era ormai da parecchio che viaggiava con loro e di cose ne erano successe...eppure lei aveva una missione da compiere, doveva prendere il Sutra e ritornare al castello
Aveva avuto mille e più occasioni per prenderlo eppure...eppure in qualche modo c’era qualcosa che le impediva di portare a termine la sua missione...
Qualcosa...che la bloccava...
 
-Forza, sono la, troppo impegnati per pensare al Sutra, e anche troppo stanchi.
Perché non approfittare ora?-
 
Certo in quel momento avrebbe potuto facilmente prendere il Sutra , scappare da loro, tornare al castello e vedere cosi esaudito il suo desiderio
Ma...
 
“...Rika”
 
La luce...la sua luce...quel calore che la riscaldava ogni volta che cadeva in quel buio...quella luce che riusciva a salvarla sempre, quella luce splendente come il sole, e forse anche più luminosa...
Ora mai Goku era diventato quella luce, la luce dorata e calda che illuminava i suoi giorni tristi e bui...
Che fare allora...che cosa doveva fare?
Portare a termine la sua missione oppure...desiderare di restare accanto a quella luce, accanto a quel ragazzo?
Però...
Perché doveva prendere questa decisione, cosa la costringeva a farlo?
 
“Non puo’ affezionarti a loro , devi prendere il Sutra “
 
Rika scosse la testa.
Basta!
Per il momento non voleva pensarci, voleva stare ancora un po’ con loro, voleva ancora farsi riscaldare da quella luce e poi...tornare in quel castello nero e freddo...in quella stanza...da quella madre...una madre che sarebbe stata anche sua...
Si girò, decisa a tornare da gli altri, quando si rese conto che la nebbia era scesa talmente fitta da non poter vedere niente, il grigiore mischiava figure ed ombre cambiando la realtà intorno a lei e lasciandola spiazzata.
Dannazione, e adesso che fare?
L’unica soluzione era rimanere li fin quando la nebbia non si sarebbe diradata e tornare da gli altri, probabilmente Meiko si sarebbe messa a fare i commenti mentre Hakkay l’avrebbe sgridata.
E Goku...
Goku...
Forse l’avrebbe cercata!
Però...
D’un tratto avvertì un fruscio dietro di se che la fece scattare, la ragazza cominciò a guardarsi attorno, udii anche un rumore di passi avvicinarsi sempre di più...
Mise lentamente una mano su uno dei Sai, guardandosi intorno anche se c’era poco da vedere con quella nebbia, il bianco copriva ormai tutto, riusciva a vedere solo se stessa, ma tutto il resto era coperto da quella cappa grigia...
La vista era fuori uso...
Teneva le orecchie tese, anche se non poteva vedere poteva almeno sentire i rumore dei passi.
Avvertì il suo aggressore avvicinarsi sempre di più, erano ormai a poca distanza da lei, il vento si alzò leggero cercando di scacciare via la nebbia, quando un’ombra balzò dietro a Rika pronta ad aggredirla.
La ragazza si mise in posizione d’attacco, con quella nebbia era davvero un problema vedere i movimenti del nemico, e rimase immobile, guardandosi attorno con aria nervosa, era davvero messa male...e il suo aggressore era troppo veloce, saltava di qua e di là senza fermarsi.
-INSOMMA FERMATI!!-
La ragazza stizzita lanciò un Sai contro un’ombra in movimento, e l’arma venne sbalzata via, andandosi a perdere nel resto della vegetazione, mentre Rika imprecava...
Non ebbe il tempo nemmeno per avvertirlo e scansarsi che qualcosa di affilato la colpì alla spalla facendola urlare d’istinto e cadere al suolo, l’ombra si parò davanti a lei , si vedeva chiaramente che aveva una spada in mano, e quella spada gocciolava una scia di sangue, mentre Rika si premeva per qualche istante la spalla, le bruciava ancora...
La ragazza si alzò, tenendo in mano gli altri due Sai pronta a combattere, l’ombra si avvicino a lei con la spada in mano e sollevandola contro di lei, cominciando una dura lotta, Rika cercava di evitare i suoi colpi  parandoli con i suoi Sai , non riusciva a vedere il viso del suo assalitore, e già faceva fatica a prevedere i colpi della spada, mentre indietreggiava.
D’un tratto inciampò su una pietra cadendo a terra di schiena, la spalla le lanciò una vampata di dolore, l’ombra era davanti a lei con la spada in mano, e la stava alzando lentamente per colpire la ragazza con un affondo...quando, la senti urlare e crollare a terra, Rika sgranò gli occhi per poi indietreggiare osservando con un moto di spavento gli occhi aperti del demone in un’espressione di stupore e dolore, del sangue colava dalla testa...
Un'altra figura più piccola si avvicinò a lei, la ragazza digrignò i denti tenendo stretto il Sai che l’era rimasto in mano, era pronta a colpirlo appena si fosse avvicinato di più...
-Rika...-
La ragazza sbatté le palpebre stupita, notando ora i contorni della figura familiare, il bastone era li accanto a lui.
-Goku!-
Il ragazzo si era avvicinato a lei inginocchiandosi, nonostante ora lo vedesse meglio la ragazza sembrò non notare l’espressione preoccupata di Goku farsi più tranquilla, fortunatamente era riuscito a trovarla.
La ragazza strinse il pugno, mentre l’altra mano si afferrò la spalla, le bruciava ancora e sentiva i muscoli intorpidirsi.
Di nuovo, di nuovo si era fatta aiutare da lui, di nuovo era venuto ad aiutarla, di nuovo si sentiva inutile e debole davanti a lui...
Maledizione, perché non era abbastanza forte?
-Rika, tutto bene?-
La ragazza non rispose abbassando lo sguardo, possibile che doveva aver sempre bisogno dell’aiuto di Goku?
Possibile che il ragazzo  in qualche modo riuscisse a farla sentire inutile?
Perché non riusciva a difendersi da sola?
La ragazza si alzò in un gesto di rabbia, Goku cerco di aiutarla ma lei scansò via la mano del ragazzo allontanandosi di qualche passo, era decisa a tornare dagl’altri, anche perché la spalla le faceva male...
-Aspetta Rika, se vai da sola rischi di perderti di nuovo-
Di nuovo...
Certo, lei era solo una stupida mocciosa che non sapeva cavarsela da sola
Ma chi si credeva di essere il grand’uomo? Era solo una scimmia capace solo di lamentarsi per la fame!!
-Credi che io non sia capace di fare niente?-
-...Come?-
-Credi che io abbia sempre bisogno dell’aiuto di qualcuno, vero?!–
-Ma Rika io………-
Sapeva di essere dura con lui, e ne soffriva, ma doveva fargli capire che lei non era una stupida ragazzina, non era debole che era capace di difendersi da sola!
Si era accorta molto spesso che Goku era fin troppo apprensivo nei suoi confronto, veramente troppo, certe volte si sentiva soffocare da tutte quelle attenzioni che il ragazzo aveva per lei.
E pensare...che era lei stessa a desiderare la luce di Goku.
Eppure...certe volte aveva come l’impressione che quella stessa luce l’accecasse.
Troppa, era troppa, sentiva di stare annegando, di scomparire in quella stessa luce che lei bramava...
Goku dal canto suo non riusciva a comprendere la ragazza, lui era solo preoccupato per lei, aveva paura che le fosse successo qualcosa, aveva paura di poterla perdere ancora.
Per questo si era allontanato dal gruppo ed era corso a cercarla, aveva notato quell’ombra con la spada in mano pronta a colpire qualcosa, e il suo istinto, oltre all’urlo di prima, gli aveva fatto capire che quel demone stava cercando di colpire la sua amica.
Era arrivato giusto in tempo, era riuscito ad aiutarla ed ora Rika ….perché gli stava dicendo quelle parole?
Senza di lui...senza di lui sarebbe morta, e questo era stato il suo ringraziamento?
Goku abbassò il capo stringendo i pugni, possibile che in qualche modo doveva farsi odiare dalla ragazza?
Però lui era solo preoccupato, lui voleva solo aiutarla e lei invece, non faceva altro che aggredirlo con quelle parole!
Basta, adesso si era stufato!!
Non voleva più sentire quelle parole uscire dalla sua bocca, voleva...
Cosa voleva lui? Cosa voleva sentire?
Parole gentili...invece quella ragazza sapeva solo sputargli in faccia del veleno!
Perché in quel momento sentiva come una rabbia salirgli in corpo?.
-Mi dispiace, scusa se mi sono preoccupato per te!!-
Rika girò lo sguardo verso il ragazzo, che la guardava con occhi duri.
La luce...diventava freddo metallo...era qualcosa...che la bloccava...
-Cos..-
-Io ero solo venuto a cercarti ma forse...forse sarebbe stato meglio che me ne fossi rimasto dov’ero, non ho ragione?-
Rika non sapeva cosa rispondere, non aveva mai sentito Goku parlargli cosi.
E soprattutto...non l’aveva mai visto con quegli occhi cosi freddi, quella luce la stava accecando ancora, e poi stava diventando dura e fredda come il metallo, stava lentamente scomparendo in quella luce...
-Goku io...io voglio solo che tu capisca che sono capace di andare avanti da sola anche senza il tuo aiuto...-
-Però se non ci fossi stato io ad aiutarti tu a quest’ora saresti morta!-
Rika si morsicò il labbro inferiore, cercando di riordinare le idee.
-E di questo ti ringrazio. Però alle volte mi sento come soffocare, non riesci a capire che ogni tanto ho bisogno di starmene da sola come adesso ?
Secondo te perché mi sono allontanata?
Semplicemente per starmene un po’ per conto mio-
-Quindi vuoi dire che la mia presenza ti infastidisce?-
...no...non era vero, la sua presenza era importante, lui era importante!!
-No...non é questo e solo che ……….-
-Non capisci che io mi preoccupo per te?-
-E tu non capisci che io voglio solo essere lasciata in pace? E così difficile fartelo entrare in quella zucca vuota?-
-Cosa hai detto?-.
Rabbia, c’era rabbia, una rabbia repressa tra i due che stava velocemente uscendo via, qualcosa che rendeva l’aria elettrica, la nebbia ormai non riusciva più a coprire le due figure dallo sguardo di entrambi, era come se fossero diventati luminosi, si trovavano, anche se in quel momento si muovevano: Rika eseguiva una circonferenza, e Goku cercava di rimanere sempre di fronte a lei.
-Mi hai sentito bene. Sono stanca, stanca Goku ….stanca di tutte queste attenzioni, stanca di sentirmi unitile, di sentirmi debole.
Voglio....voglio solo essere lasciata in pace!!-
Nessuno dei due parlò, le ultime parole erano state dette ad alta voce, forse urlate, entrambi si fissarono con aria furente, rimanendo in silenzio alcuni secondi, fissandosi negli occhi.
L’oro era diventato un metallo duro, che picchiava con forza e feriva.
Il cielo si era come riempito di nuvole, assumendo una sfumatura grigia.
Goku alla fine si decise a parlare
-Bene, se la metti cosi vorrà dire che da ora in poi smetterò di preoccuparmi per te, sei contenta?-
No...non sono contenta, non lo sono per niente...
Rika sgranò gli occhi, per poi tornare a guardare il ragazzo con aria rabbiosa
-Bene, almeno così ti farò vedere che non sono una debole, brutto stupido!-
Sono davvero così stupido? Eppure io ti voglio solo proteggere, perché tu mi sei troppo cara, non voglio che nessuno ti faccia del male, non voglio che la tristezza ti prenda con se, non lo voglio!
-Se qui c’è una stupida quella sei tu!-
Si, è vero, perché non mi rendo conto che ho bisogno della tua luce, qualcosa si sta rompendo in questo momento, voglio la mia libertà, però...voglio anche te!!
-Come ti permetti!?-
-Dico solo le cose come stanno!
Dici di essere tanto forte eppure ogni volta che combattiamo o che compare Selene se non ci fossi io...-
... SCHIAF!!
Goku non riuscì a finire la frase, Rika si era avvicinata a grandi passi, ritrovandosi a pochi centimetri l’uno dall’altro e schiaffeggiandolo.
-Sei...sei un bastardo –
Goku alzò lo sguardo verso la ragazza, la guancia era leggermente arrossata eppure lui continuava a guadarla come se non fosse accaduto niente, uno sguardo arrabbiato eppure...triste...
Non era per la guancia che gli bruciava, ma per quella parola sibilata tra le labbra di lei, come un sasso che rompeva qualcosa di delicato come il vetro...la loro amicizia probabilmente, o forse...il cuore del ragazzo...in effetti gli faceva male al petto.
Ed ora...ora voleva abbracciarla e chiederle scusa, voleva tenerla stretta a sé...la rabbia scompariva nel bruciore e nella tristezza, che sembrava sangue che colava giù dai vetri infranti di quell’emozione...
Rika dal canto suo senti le lacrime saligli, lo aveva schiaffeggiato, aveva distrutto la sua luce, ora l’avrebbe odiata, e lei...lei non avrebbe più potuto stare con lui, era finito.
Finita la sua amicizia, la sua felicità...la luce...Goku...
Lei voleva Goku! Non solo la luce, ma anche Goku!
Indietreggiò di qualche passo, stava per allontanarsi, andarsene via.
“NON ANDARE VIA!!”
Goku l’afferrò per le spalle senza dare il tempo alla ragazza di capire cosa stesse succedendo, stringendola a sé in un abbraccio che sapeva di violento, come se la rabbia stessa la stesse stringendo in quella morsa, il viso del ragazzo era contratto dalla sofferenza, e si stava avvicinando a quello della ragazza, che spalancava gli occhi, lui ormai aveva smesso di pensare...
“NOOO!!”
in un gesto istintivo, Rika spinse via Goku con tutta la sua forza, come risvegliandolo, mentre lei rimaneva ancora angosciata da quel comportamento, partendo poi a correre per allontanarsi da lui.
 
Broken this fragile thing now
And I can't, I can't pick up the pieces
And I've thrown my words all around
But I can't, I can't give you a reason

 
Cos’era successo? Per qualche istante si stava facendo trascinare da quell’emozione…poi, poi aveva visto quegl’occhi dorati come…come privi di qualsiasi bagliore, erano spenti, la sua luce si era spenta davanti a lei!
Ed ora...ora non sapeva cosa fare! Non voleva tornare dagl’altri, non voleva tornare, non voleva tornare da lui!! NON VOLEVA!!
Era tutto troppo strano, troppo complicato, cos’era stato quel sussulto? Perché aveva desiderato restare così vicina a lui? Il suo odore, aveva un profumo di cibo, sapeva di pulito, il suo volto sapeva di caldo e dolce.
NO NO NO!!
Lo odiava! Lo odiava, doveva cavarsela da sola, doveva farcela da sola!
Perché...perché lei odiava Goku...
No...non era vero...lei non lo odiava...
Rika continuò la sua corsa, la nebbia sembrava scomparire via nella sua scia...
 
I feel so broken up (so broken up)
And I give up (I give up)
I just want to tell you so you know

 
Goku era rimasto pietrificato, aveva cercato di…di baciarla…in un gesto disperato, aveva avvertito la disperazione muovere il suo corpo contro la sua volontà…però…aveva desiderato veramente di poterla stringere a sé…di…
Il ragazzo rimase sconvolto, mentre ormai non vedeva più l’amica, era sfrecciata via, e l’aveva lasciato solo.
Era...rimasto...senza di lei...
Non...non aveva più Rika con sé...
Il ragazzo cadde in ginocchio, scioccato, qualcosa dentro di lui era morto, come una fiamma, e nella sua gola risuonava solo quel nome.
-Ri...RIKA!!!-
 
Here I go, scream my lungs out and try to get to you
You are my only one
I let go, there's just no one that gets me like you do
You are my only, my only one

 
La ragazza si guardò indietro, per qualche istante aveva avuto l’impressione di essere stata chiamata, quando andò a sbattere contro qualcosa, cadendo a terra, la spalla le lanciò un’altra vampata di dolore, ormai però il male era continuo, quindi si limitò a mugugnare, per poi alzare lo sguardo, una figura coperta in parte dalla nebbia si stava rialzando, e sembrava piuttosto incazzata.
-MA TI SEMBRA IL MODO DI ANDARE CONTRO LA GENTE, RAZZA DI SCEMA?!-
Rika spalancò gli occhi, la nebbia che andava a diradarsi rivelò la capigliatura bionda di Meiko, la ragazza teneva saldamente in mano il fucile, per poi sbuffare e passarsi una mano tra i capelli con aria scocciata.
-Uff, ma tu guarda questa...-
Meiko lanciò un’occhiata storta alla ragazza, questa stava cercando di sopprimere le lacrime, cercando di alzarsi, quando avvertì chiaramente parte del suo corpo bloccarsi, come se fosse stata paralizzata.
-Oh Mer...-
-Rika!!-
La biondina si allungò verso la compagna, questa controllò la ferita, e si rese conto solo ora che la pelle aveva assunto una colorazione grigiastra, come se la pelle stesse andando a seccarsi, dalla ferita usciva un liquido verdastro un po’ denso.
-Cosa cazzo hai fatto?-
-Un demone...mi ha ferita...-
-E’ ancora in giro?-
Meiko si guardò intorno allarmata, riafferrando il fucile, quando Rika scosse la testa, di colpo le sue energie si erano svuotate, eppure era riuscita a correre, ma ora...
-No...Goku l’ha ucciso-
-Ed ora dov’è Goku?-
Rika non rispose...
...Goku...
La ragazza tentò di alzarsi ancora, ma il suo corpo non le obbediva restando bloccata a terra mentre la biondina la vedeva muoversi, la pelle si stava ingrigendo anche verso l’altra parte del corpo, in direzione del cuore e delle gambe.
-Questo è un avvelenamento...forse demoni come quello che ti ha aggredito ce ne sono ancora...-
Rika spalancò gli occhi, per poi voltarsi indietro.
Goku!
...ah...ma lui non aveva bisogno di lei...e lei...
Lei non aveva bisogno del suo aiuto...
...MA QUANTO ERA SCIOCCA!!
-Goku ha bisogno di me...-
Meiko guardò stupita la ragazza che digrignava i denti, cercando di farsi forza.
-Ma sei matta? Dove vai conciata così?-
 
Made my mistakes, let you down
And I can't, I can't hold on for too long
Ran my whole life in the ground
And I can't, I can't get up when you're gone

 
-Da GOKU!-
La ragazza tentò di alzarsi in piedi, la sua testardaggine era persino più forte dell’effetto del veleno, mentre si alzava in piedi.
 
-Bene, se la metti cosi vorrà dire che da ora in poi smetterò di preoccuparmi per te, sei contenta?-
 
Non era contenta
 
-Se qui c’è una stupida quella sei tu!-
 
Era vero, era vero, la stupida era lei...
 
-Dici di essere tanto forte eppure ogni volta che combattiamo o che compare Selene se non ci fossi io...-
 
Si...se non ci fosse lui...lei cadrebbe nel baratro, non avrebbe qualcosa a cui aggrapparsi...sarebbe sola...invece lui l’aveva accolta, l’aveva aiutata...l’aveva fatta sentire felice...gli aveva detto...che non era sola...
 
-Ci sono io con te-
-Tu sopravvivrai, vero Rika?-
 
Si...doveva vivere...doveva vivere maledizione!
 
And something's breaking up (breaking up)
I feel like giving up (like giving up)
I won't walk out until you know

 
Per dimostrare a tutti che lei era forte, anche a Goku, e per mostrargli che non sarebbe più caduta, che sarebbe riuscita a vivere, e che...
E che sarebbe riuscita a restare accanto a lui...voleva restare accanto a Goku, voleva stare con Goku!!
 
Here I go, scream my lungs out and try to get to you
You are my only one
I let go, there's just no one that gets me like you do
You are my only my only one

 
La ragazza partì di corsa, seguita da una stupita Meiko, la biondina la seguiva li dietro, assicurandosi che nel caso fosse caduta sarebbe riuscita a sostenerla per farla ripartire di corsa, sapeva che odiava essere aiutata, sapeva che voleva dimostrare di essere forte.
Glielo leggeva ogni giorno in faccia.
Tzé, ma tu guarda, fare da baby-sitter a quella scema!
Avvertirono in lontananza dei rumori e delle urla di lotta, una di questa era la chiara voce di Goku, che in quel momento se la stava vedendo con una trentina di demoni, la nebbia in parte li nascondeva alla sua vista, permettendo a quelli di colpirlo con pugni e calci, tanto che lui si trovò per qualche secondo inginocchiato a terra, per poi accopparne due, e venir colpito dall’ennesimo pugno, una lancia lo stava per trafiggere, mentre lui digrignava i denti infastidito e piano di vergogna, possibile che si facesse sconfiggere così?
Doveva...doveva ancora...
 
-Sei...sei un bastardo –
 
Doveva chiedere ancora scusa a Rika!
Con un movimento delle gambe Goku si allontanò la lancia, per poi sferrare un pugno contro il demone, ed afferrare il bastone, ricominciando la lotta più aggressivo, dietro di lui un demone stava per pugnalarlo, quando un Sai arrivò dritto al petto del demone, attirando l’attenzione di Goku che si allontanò dal cadavere che cadeva a terra. Poco lontano Rika prendeva fiato, per poi tirare fuori gli altri due Sai, mentre Meiko caricava un colpo e sparava da un demone che stava per attaccare il ragazzo.
-Non distrarti scimmia-
Il ragazzo osservò sbalordito la figura un po’ ansante di Rika, per poi riprendere a lottare.
-Non sono una scimmia!!-
“Lo so Goku”
La ragazza dai capelli castani evitò un colpo di un demone, coinvolgendo anche la biondina nella lotta, i due ragazzi si ritrovarono così a darsi la schiena, guardandosi intorno, mentre Meiko si dava da fare: i suoi spari risuonavano nell’aria così come le urla dei demoni.
-Mi dispiace, perdonami-
Rika si voltò verso il ragazzo, che teneva il capo abbassato per l’imbarazzo.
Goku...
 
Here I go...so dishonestly leave a note for you my only one
And I know...you can see right through me
So let me go...and you will find some one

 
-Perdona anche me.
Io voglio ancora che tu mi stia vicino-
Il ragazzo si voltò stupito verso Rika, anche lei imbarazzata, per poi schivare l’attacco di un demone, urlando per reprimere la sensazione di imbarazzo totale.
-TE LO PROMETTO!-
La ragazza si fermò un attimo stupita, per por sorridere, mentre faceva fuori un altro demone.
 
Here I go, scream my lungs out and try to get to you
You are my only one
I let go, there's just no one...no one like you
You are my only my only one
My only one
You are my only my only one

 
Meiko prese fiato, sistemandosi il fucile sulle spalle, attorno agl’altri due ragazzi c’erano una quantità vertiginosa di cadavere, l’odore del sangue e della morte faceva venire un po’ di nausea, mentre la nebbia si era diradata del tutto.
Goku si voltò verso Rika, che gli si avvicinò traballando, il sorriso del ragazzo moriva mentre vedeva lo sguardo di Rika andare a spegnersi mentre barcollando si avvicinava a lui, allungandosi.
E sfiorare un lato della bocca di lui con un bacio, lasciandolo sbalordito.
La ragazza lo guardò sorridendo sollevata, per poi crollare a terra, raccolta all’ultimo secondo dal ragazzo.
-RIKA! Oh no RIKA!!-
“Go...ku...”
 
Fine Capitolo 25

 


Raffy: MI SONO LAUREATAAAAAA!!!!!
Marty: Si si, lo sappiamo.
Raffy: Laureata, laureata, laureata, laureataaa!!
Marty: FINISCILA! >__<
Hakkay: E’ il caso di festeggiare ^_ç
Goku: Torta! *ç*
Gojyo: Spogliarellista che esce dalla torta *ç*
Meiko: Secondo me a Raffy va bene anche se ci esce Goku mezzo nudo.
Rika: Che vuole fare?
Raffy: Laurea, torta, Goku nudooo! *___*
Marty: Qualcuno mi trattenga dall’ucciderla!
Selene, tirando l’orecchio a Gojyo: Che hai detto prima?
Gojyo: ehehehehe ^^’’’
Kira intanto spara di qua e di la coriandoli mentre Hakkay prepara tanta camomilla.
Marty: E mentre questi strani festeggiamenti continuano ringraziamo come sempre la nostra adorata WhiteLie per ilo sostegno e anche per i dolcissimi auguri alla nostra neo-dottoressa.
Raffy: Torta con Goku nudo! *ç*
Marty: -____-‘’’’’’

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Capitolo 26
*** Broken ***


Capitolo 26
 Broken

 
“Sai Himitsu, tu sei l’unica persona a cui rivelo il mio segreto.
La cosa che mi terrorizza di più al mondo...è il nulla...
Essere ignorati...o dimenticati, credo che sia peggio che morire...e allora...preferisco farmi odiare, piuttosto che avere l’angoscia di essere il nulla per Rika...”
 
Osservò in silenzio religioso la figura addormentata di Selene, la giovane donna sul volto aveva due scie, che formavano due curve sulle guance, mentre il demone ragazza li accanto a lei li osservava con tristezza, asciugandone una con il pollice, mentre nella sua mente spaziavano vari ricordi.
 
“-Sei triste, vero?-
Selene si voltò stupita, guardando la ragazza bionda li accanto a lei, non l’aveva vista arrivare né avvertita, eppure in quel momento non provò paura o disprezzo per quel demone, i lunghi capelli biondi erano sciolti, mentre al collo portava un nastro rosso, sulla guancia destra il tatuaggio sembrava rendere il suo sguardo ancora più pesante...e sofferente.
Selene la osservò ancora, per poi sorriderle con aria abbattuta, sfilandole il nastro dal collo, per poi sistemarglielo sui capelli, raccogliendoli in due piccoli chignon ai lati del capo, facendo poi passare il nastro sulla fronte e legandolo dietro il capo.
-Ecco, così stai decisamente meglio.-
Il demone dai capelli biondi rimase stupito da quel gesto, e per tutto il tempo aveva lasciato che il respiro si facesse più soffocato.
Osservò la donna davanti a lei sorriderle ora con fare divertito e strafottente.
-Di un po’, ti va di venire con me a divertirti?-”
 
Himitsu strinse il pugno, per poi afferrare qualcosa sul letto vicino al cuscino ed uscire dalla stanza di Selene, rimanendo appoggiata alla porta, allungando una mano verso il nodo del nastro, sciogliendolo; velocemente i capelli, avvertendo meno la presa del nastro, si abbandonarono sulle spalle e sulla schiena della ragazza, che si legò il nastro rosso al collo, per poi allontanarsi in silenzio, seguita solo dal rumore dei suoi anfibi sul pavimento...e dalla scia dei suoi pensieri.
“Scusami Selene...ma non sopporterò oltre il tuo dolore...”
 
 
 
 
 
 
Quando Meiko accompagnò Hakkay a vedere come stava Rika, il ragazzo le sorrise con aria complice, mentre lei si limitava a fare la faccia superiore.
-Voglio solo vedere quanto resta addormentata la stupida-
Il ragazzo dagl’occhi verdi si limitò a sorridere divertito, aprendo silenziosamente la porta, il suo sguardo venne subito catturato dalla presenza vicino al letto dove dormiva la ragazza.
Goku la osservava in silenzio, anzi, a dire la verità la sua era una presenza solo fisica, dato che sembrava perdersi nei suoi pensieri, immobile su quella sedia, appoggiato allo schienale con le braccia, lo sguardo perso in direzione del volto di Rika, la ragazza dormiva, una benda sulla spalla e sul collo a testimoniare l’avvelenamento, fortunatamente era riuscita a scamparla.
Nel vederlo li, su quella sedia, a vegliare su Rika, a Meiko non poté fare a meno di comparire un’espressione soffrente, come se avesse avvertito una ferita profonda sanguinare, e si fece più in là, mentre Hakkay entrava nella stanza, lei intanto restava appoggiata alla parete, quasi cercando di scomparire.
-Goku, non pensi che sia ora che ti riposi? Di sicuro avrai fame, resto io con Rika-
-No...non mi va...Voglio aspettarla-
Voleva aspettarla, in modo da vederla svegliarsi, perché si sarebbe svegliata, e tutto sarebbe tornato come prima.
Riprendere il viaggio verso ovest, combattere ancora insieme...si, sarebbero rimasti sempre insieme, lui e lei.
 
“Io voglio ancora che tu mi stia vicino”
 
Glielo aveva promesso, perché anche lui voleva rimanerle sempre vicino, proteggendola ancora, anche se forse lei avrebbe protestato.
Ogni giorno, Goku si voltava verso Rika per vedere se la ragazza era li, con lui, e se non c’era la andava a cercare.
Era come il bisogno di respirare, come l’aria, leggera, o il vento che porta con sé i profumi.
Lei lo trascinava via in quell'aria fresca che le spettinava i capelli, e le ravviva gli occhi.
Per tanto, tantissimo tempo aveva agognato la luce del sole.
Ora voleva l’azzurro del cielo, quell'immensità che l’avrebbe abbracciato, quel vento fresco e leggero che a volte lo feriva, a volte lo accarezzava.
Si, ora voleva questo, e per questo doveva diventare forte, molto più forte.
L’aveva già promesso una volta, e adesso lo prometteva ancora, davanti alla figura addormentata di Rika.
Voleva diventare forte anche per lei.
Lo sguardo di Goku si fece più convinto, mentre si spostava verso il volto della ragazza, Hakkay sorrise, intuendo ciò che il ragazzo stava pensando.
L’uomo dagl’occhi verdi era stupito, una volta solo Sanzo poteva abbattere il ragazzo eretico fino a questo punto; adesso invece...quelle presenze che li seguivano, stavano scombussolando un po’ la situazione.
Anche lui era rimasto colpito, colpito da quello sguardo blu intenso che cercava di abbattere nella sua mente il ricordo di Kanan.
O forse...era lui stesso a far si che quello sguardo ci riuscisse?
 
“Addio per sempre...”
 
“Stai pensando a lei?”
 
Aveva provato sensazioni nuove, quel tocco così caldo e diverso, gli dava in qualche modo la stessa sensazione che provava ogni volta che la sua pelle incontrava quella di Kanan.
La stessa sensazione calda, avvolgente, eppure al tempo stessa elettrica, affamata, bramosa di altri contatti, ancora più calore, il freddo sopraggiungeva, e il corpo cercava ancora quel contatto.
...era lo stesso...ma stavolta il caldo di quella mano aveva spazzato via il freddo di quegl’anni in un istante, lasciandogli una sensazione di benessere.
Era stare come a mollo nell'acqua tiepida.
Eppure...eppure sapeva benissimo che quell'acqua lavava via il sangue secco delle sue mani, quel sangue che gl’impediva di toccare qualsiasi cosa, perché era la sua colpa, il suo castigo.
...voleva veramente morire così? Inseguendo questa sua colpa che si era dato stava sfuggendo da quella situazione.
Una situazione in cui avvertiva di non averne il controllo.
Quell’acqua calda, tiepida, lentamente lo stava pulendo via dal sangue, ma lui voleva ancora che rimanesse, che si seccasse sulla sua pelle, sulle sue unghie, perché era la sua colpa, era la sua punizione, il suo castigo!
 
Ho sentito dire che per te il rosso è il colore della penitenza.
Penitenza decisa da chi? Dio?
Dio non salva nessuno, ricordalo.
Tu sei l’unico in grado di salvare te stesso.
Se vuoi morire, fa pure, è un’ottima via di fuga
 
No, lui aveva paura della morte, nonostante uccidesse chi gli sbarrasse la strada, nonostante avesse sempre a che fare con la morte, ne aveva terribilmente paura.
E poi quell’acqua tiepida...era davvero rassicurante, come un abbraccio dolce, timido, che pian piano lui desiderava con maggiore intensità.
La cosa lo spaventava...però...
“Vorrei avvertire ancora quella sensazione, ancora una volta”
 
“Adesso non siamo più soli, vero?”
 
No, non era più solo, anche se lei non c’era più, e sarebbe rimasta nella sua mente.
Lui avvertì per la prima volta una sensazione leggera e calda.
Soffice...come una prato d’erba...e in questo prato d’erba...due occhi blu che lo guardavano con aria stupita e tranquilla.
Hakkay si limitò a sorridere con aria tranquilla a Goku, deciso ad uscire dalla stanza per il ragazzo dagl’occhi dorati.
-Beh, sono sicuro che Rika vorrebbe che tu mangiassi, di sicuro la prima cosa che le dirai non sarà “Ho fame!”-
Goku, a quell’idea, arrossì leggermente, in effetti ora che ci pensava aveva appetito, e in più Hakkay aveva ragione, di certo non poteva dire a Rika che aveva fame!
Spinto da quel pensiero, il ragazzo si mosse, seguendo l’amico fuori dalla stanza, Hakkay si voltò a lanciare un’occhiata a Meiko, che era rimasta in silenzio per tutto il tempo, appoggiata a quella parete a fissare un punto vuoto.
Appena la porta della stanza si chiuse davanti alla figura di Hakkay, calò un pesante silenzio, spezzato solo dal frusciare dei pantaloni della biondina, che spostò la sedia, in modo da appoggiarsi con la spalla sullo schienale, osservando assente la figura di Rika.
 
-Ma sei matta? Dove vai conciata così?-
-Da GOKU!-
 
Tsk...ma che bambina capricciosa che aveva con se.
Però...un po’ invidiava quel suo comportamento capriccioso e leggero, sembrava...sembrava che ogni volta i suoi problemi si potessero spazzare via, o nascondere da qualche parte in un luogo ben chiuso e nascosto.
Lontani dalla mente, nascosti nel cuore.
Lei poteva...avvertire in qualche modo la libertà.
Mentre lei...aveva trovato la sua libertà...ma non l’avrebbe mai raggiunta.
Troppo luminosa, accecante, quella voce così limpida che cercava di cancellare via le sue barriere, le sue difese, quei sbarramenti che avevano il compito di proteggere, di nascondere ciò che era veramente, non volendo mostrare il suo io.
Non voleva rivelarlo a nessuno.
Già una volta era successo...aveva la sensazione che già una volta era successo...
 
“Io non ho affatto paura!”
 
Era vero? Oppure mi stavi mentendo?
 
“Sei il mio orgoglio!”
 
Era vero quel tuo sorriso? Era vero tutto quello che mi dicevi?
 
“Per te la mamma può anche morire!”
 
Ho l’impressione...che tu ti sia imposta un amore forzato...ma io non voglio un amore non vero...io volevo solo stare insieme a te...ma se ti facevo paura...
Perché ti sforzavi di amarmi? Perché ero l’unica cosa che ti era rimasta?
Perché?
Io...non l’ho mai capito...ed ho sempre avuto questa paura...ed insieme a questa...è cresciuto il mio peggior difetto...
Ed ora una voce cerca di scoperchiare questo cuore duro, freddo all’esterno, cercava di spaccare tutte quella barriere che si era imposta, penetrandole con violenza dentro di se.
E lei lo lasciava con fare...per la prima volta qualcosa accettava quel suo brutto caratteraccio, quella sua forma dura e forse un po’ grezza, che la nascondeva...e scavava senza volerlo dentro di lei, svelando qualcosa che lei non voleva mostrare.
Semplicemente, troppo semplicemente per lei...una voce forte, chiara, limpida, e luminosa, tremendamente luminosa.
...tzé, davvero ridicola...
Per quella sua debolezza si faceva schifo.
Si domandava sempre come aveva fatto a sopravvivere con quella debolezza, quel germe nel suo corpo che la infettava, mentre intorno a lei...calva il buio...
 
“Tu non mi tradirai mai, vero?”
 
Come avrebbe potuto tradirla? Era una domanda stupida, ma la persona che l’aveva formulata l’aveva guardata con uno sguardo così pieno di...freddezza e divertimento che l’aveva fatta tremare...
Non poteva abbatterla, ormai l’unica cosa che le restava da fare era farsi trascinare dalla sua corrente, in silenzio.
Però...però fino all’ultimo avrebbe voluto avvicinarsi ancora di più a quella luce, a quella voce che l’aveva scoperta...
Meiko si alzò, osservando ancora quel corpo addormentato, per poi uscire in silenzio da quella stanza, voltandosi verso la porta socchiusa alla sua destra, osservandolo con un moto di stupore, le labbra leggermente socchiuse.
Era aperto il varco...
Si mosse lentamente, sospinta da un moto che nasceva dentro di lei. La famosa corrente ora la trascinava verso quella porta, quell’uscio leggermente aperto...
Una mano si allungò verso il legno, improvvisamente tutto intorno a lei si era fatto di ghiaccio, e lentamente aprì la porta, permettendole di guardare meglio l’interno della stanza, si sentiva così piccola, così...
 
“Sei così miserevole! Mi fai schifo!”
 
Una ferita iniziò a sanguinare, mentre Meiko teneva lo sguardo alto, attorno a quella stanza iniziava a respirarsi un’aria soffocante, forse per via del fumo, o forse per qualcosa che Meiko avvertì vicino a se, avvolgendola, mentre i suoi occhi osservavano le pareti semi-illuminate tingersi in alcune zone di colori scuri, la superficie ruvida di uno dei muri era fredda a contatto con la pelle delle dita, mentre ora la ragazza era dentro quella stanza, una stanza strana, la cui forma sembrava solo un’illusione prodotta dalla sua mente, mentre i suoi occhi si guardavano intorno.
Poi la finestra sembrò quasi accecare la ragazza, che intravide un corpo, mentre la vista le tornava normale, il colore rivelava la figura in piedi di Sanzo, la vesta cerimoniale era tolta a metà, rivelando ancora una volta il fisico magro dell’uomo, i capelli biondi solleticavano il collo e la sigaretta era sempre sulle labbra.
Quella luce limpida...ora scompariva, ingurgitata dalle tenebre di quella stanza...quella voce chiara era muta, si avvertiva soltanto una sensazione familiare di...
Meiko chiuse gli occhi, prendendo un profondo e silenzioso respiro.
-Tristezza. Disperazione-
Mormorò quelle due parole, attirando su di se l’attenzione del bonzo, era rimasto solo in quel momento, ed anche se non pioveva il ricordo era presente, come la sensazione che presto sarebbe arrivata la pioggia...
Meiko strinse il pugno, cosa ci faceva li? Cosa l’aveva spinta fino a li?
...quel desiderio di libertà...
...quell’improvvisa sete...
...quella sensazione infantile di essere...sola...
La ragazza si mosse lentamente, cercando di staccarsi dalla parete, mentre Sanzo sembrava ignorarla, in realtà percepiva ogni suo movimento, ogni suo passo.
Voleva avere sotto controllo quella ragazza.
 
“-Non sono ragionevole...sono impulsiva...sono anche molto fredda...ma non mi reputo così in basso da chiedere l’aiuto di qualcuno...
Ho un brutto difetto, io...tendo sempre a proteggere le persone intorno a me...piuttosto che me stessa...
Perché preferirei morire...piuttosto di vedere qualcuno che muore al posto mio...
...e per questo...non ho assolutamente nulla...né da dare, né da ricevere...-”
 
Era vero...e lui lo sapeva...conosceva il dolore di chi vedeva morire davanti agli occhi la persona che si amava.
Per questo si era ripromesso di vivere solo per se stesso.
Qualcosa però adesso stava minando quella sua incrollabile legge, una presenza strana che dal nulla sbucava e cercava di fare di testa sua!
 
“Ho paura...che se ti dico questo messaggio...poi non potrò più illudermi di avere un posto dove stare.
Poi...ricomincerà il mio incubo...non avrò...via d’uscita...
Solo adesso che stavo per dirti tutto...mi rendo conto che in realtà...ho paura...di lasciare tutto questo”
 
...
Sanzo restò in silenzio, mentre vedeva quella figura muoversi, la sua maglietta nera ormai rovinata aveva lasciato il posto da una maglia a maniche lunghe con il collo alto, sempre dello stesso colore, che rivelava il fisico magro della ragazza, questa si passò una mano tra i capelli biondi, mentre lo sguardo era basso.
Quella stessa aura scura che avvolgeva lui ora aveva intaccato anche la sua figura, liberando una sensazione di tristezza e silenzio che sembrava accomunare le due presenze.
Entrambi in silenzio, immersi nei loro pensieri.
Il bonzo alzò lo sguardo, osservando la figura di Meiko, con amarezza il suo orgoglio stava svanendo, liberando solo un’atroce sofferenza che lo dilaniava ogni giorno, ogni volta che la pioggia tornava a rivelare i suoi ricordi, ripulendoli dal sangue con il quale li copriva.
Lei stava diventando quella pioggia che detestava, l’acqua che lo puliva, rivelando quella parte di se che nascondeva nel suo orgoglio, nella sua ferma convinzione di vivere e morire solo per se stesso.
 
“E perché vivrai e morirai solo per te stesso?”
“Perché non permetterò a chi vivrà di soffrire per la mia morte”
“Perché la mia ferita è ancora aperta”
 
E lei la stava lavando dal sangue, rivelandone l’aspetto orribile e doloroso.
Non voleva.
Non voleva che scoprisse la verità.
Non poteva permettere a qualcuno esterno di rivelare ciò che lui era.
Una persona che soffriva.
Che non aveva nemmeno la forza di piangere, di lasciare che la vergogna scivolasse via dal suo corpo.
Non poteva permetterlo.
E così la tristezza diventava rabbia, fastidio.
Quello stesso fastidio che provava lui verso di lei.
Quell’essere troppo pericoloso.
Eppure...quando alzò lo sguardo per cacciarla via da quella stanza, le parole si bloccarono in gola.
Già una volta era successo...ed aveva sentito una voce.
Ed ora
 
“Ti prego...non voglio che tu mi ami...perché...tu finirai col soffrire...ed io finirò con l’ucciderti...”
 
Era un sussurro soffocato nella gola.
Una preghiera, una richiesta silenziosa.
Non era una richiesta d’aiuto come la prima volta.
Questa era una richiesta diversa, che lo colpiva a fondo dentro di se.
Molto più di ogni sguardo, di ogni tocco, di ogni parola pronunciata sulle labbra.
 
“Non c’è carezza che giunga fino all’anima”
 
Ma quel sussurro strozzato era stato capace di farlo, lasciandolo stupito, sul volto non vi era nient’altro che un’espressione fredda e forse un po’ assente, mentre Meiko incrociava le braccia, guardando fuori dalla finestra.
Una sensazione familiare che le dava un senso di tranquillità, amara tranquillità.
 
“Rispondimi Erroris!”
 
...
Rimasero in silenzio, quasi cercando le parole per allontanarsi a vicenda, un modo come un altro per odiarsi.
Sanzo lanciò un’occhiata a Meiko, la ragazza in quel momento lo fissò, per poi rivolgere lo sguardo alla finestra.
Iridi ambrate che si tingevano di rosso...
Capelli biondi...
E quella voce strozzata...
 
“Odiami, disprezzami, uccidimi...ma non amarmi...mai...”
 
Amare...aveva dimenticato come si faceva ad amare...tutto era stato chiuso e stretto in un sigillo...ed ora, di fronte a quell’essere, il sigillo si scioglieva, come bagnato dall’acqua, come se fosse stato fatto di sale.
Non voleva...non voleva che nessuno vedesse ciò che era...
Ma quella voce...quella presenza...
...
-Hai intenzione di rimanere qui ancora per molto?-
Avvertì quella voce spezzare una sorta di legame silenzioso, o almeno lo incrinò leggermente, mentre Meiko faceva un passo indietro, scomparendo alla luce della finestra e dalla vista del bonzo, cercando di pensare; per qualche istante la sua mente era rimasta vuota, sin da quando era entrata in quella stanza la sua mente si era andata a svuotare.
Ed ora? Che avrebbe fatto?
La ragazza restò in silenzio, mordendosi il labbro inferiore, di colpo aveva avvertito il freddo invaderla fin nelle ossa, e si strinse di più le braccia.
 
“Se compirai la missione che ti ho affidato esaudirò la tua richiesta.
Devi fidarti di me...Erroris”
 
“Voglio…che tu sappia Erroris…che io mi fido di te…ripongo la mia fiducia in te, perché so che non fallirai la tua missione…”
 
“Sappi che ti sono sempre vicina”
 
Si...una catena la legava a quell’essere...un tatuaggio sulla sua schiena.
Chiudendo gli occhi, Meiko spostò la mano dal braccio alla spalla, le dita in quel momento stavano accarezzando una di quelle ali.
 
Eh!! Tu non puoi pretendere....siamo qui
.....e siamo vivi....
Eh, tutto può succedere.........

Ora qui...... siamo soli.... siamo soli.... siamo soli...... siamo soli.....
 
Tu non vuoi rispondermi......
sono qui..... e non mi ascolti!!!!
Eh!!!! Tutto può succedere
ora qui siamo vivi..... siamo vivi.....siamo vivi......

 
Meiko abbassò il capo tristemente, mentre appoggiava la schiena alla parete della stanza, quel nero la stava soffocando in uno stato di dormiveglia, restare li, imprigionata in quel buio, sapendo che quella voce, quella luce non la colpirà mai...la indeboliva.
Perché era entrata in quella stanza?
...perché...voleva la sua libertà...
...QUANTO ERA STUPIDA!
 
Vivere insieme a me
hai ragione, ragione te....
non è mica semplice!!
Non lo è stato mai per me!!!!
Io che ci credevo più di te...... che fosse possibile!
E smettila di piangere......
siamo soli.....
siamo soli....

 
Meiko lentamente si mosse, spostandosi verso l’uscio della stanza, dietro di lei Sanzo rimaneva immobile, prendendo un’ultima boccata della sua sigaretta, ora che lei se ne stava andando, aveva la sensazione che tutto si cristallizzasse.
Persino lui stesso.
E tutto...sarebbe tornato come al solito...
 
siamo soli....
 
 
 
“Era...era piccola, ed in quel momento stava chiacchierando allegra con sua madre e sua sorella, Selene le stava sistemando come al solito i capelli, l’accontentava sempre quando voleva che le acconciasse i capelli.
In quel momento...stava usando...un nastro celeste...si, era celeste, lo ricordava bene perché era il suo preferito, e la mamma stava tagliando le verdure.
Le sue mani erano veloci, eppure erano piccole, anche se per Rika erano grandi...
Ora...ora apparivano così minute le sue mani...proprio come minuta era sua madre...da piccola le era sempre sembrata grande...ma ora sembrava apparirgli piccola, la pelle del viso aveva delle piccolissime rughe ai lati della bocca.
Soprattutto quando sorrideva spuntavano quelle piccole rughe, rivelando un sorriso felice velato di stanchezza.
Solo ora se ne accorgeva?
Un rumore, un rumore ha attirato l’attenzione di tutte e tre.
...è papà...è tornato dal lavoro...
Lei scende dalla panca e va ad abbracciarlo, suo padre aveva le mani grandi e screpolate, e riusciva sempre a sollevarla...anche se cominciava ad avvertire la fatica di quel peso.
Perché solo adesso capiva che i suoi genitori stavano invecchiando?
La rimette a terra, suo padre si avvicina a sua madre e le da un bacio affettuoso, per poi dare una carezza a Selene, e porgerle qualcosa con un sorriso soddisfatto.
Un regalo, un regalo per sua sorella...
Si avvicina, vuole vedere, anche se piccola e cerca di alzarsi in punta di piedi.
Sono...sono due smanigli...due bracciali...e sono per Selene...
Erano fatti d’oro...sembravano pesanti...e caldi...
...avrebbe voluto averne uno...
Ora era notte, e lei piccola non si era addormentata, aprendo lentamente la porta per guardarsi intorno, la stanza di sua sorella appariva grande ai suoi occhi, ma ora che ci pensava, era sempre stata piccola e un po’ spoglia.
Sua sorella dormiva tranquilla su letto, i bracciali erano appoggiati sulla finestra, ed era alta per lei, tanto che tastava mentre si alzava in punta di piedi, a fatica riusciva a vedere il brillare dei due gioielli.
Avvertì il freddo del metallo, e rimase stupita, per poi afferrare con la mano lo smaniglio, era freddo al contatto, che strano, eppure quel metallo era così luminoso.
Possibile che quel colore dorato non fosse caldo come il sole?
Era un po’ pesante, e lo trascinò a se, senza accorgersi che si portava dietro anche l’altro bracciale.
Con uno strattone riuscì ad afferrare lo smaniglio, ma allo stesso tempo fece cadere l’altro, e rimase stupita da quel rumore.
Un rumore forte che spaccava il silenzio della notte, lasciandola per qualche istante senza fiato.
Osservò stupita lo smaniglio a terra, mentre l’altro si stava scaldando al contatto delle sue mani.
-Rika, cosa stai facendo?-
La bambina si voltò di scatto, osservando stupita e spaventata lo sguardo della sorella, che si alzò lentamente, mettendosi seduta sul letto, per poi alzarsi in piedi.
Era sempre stata alta Selene, al contrario di Rika che era piccola, era veramente piccola.
Perché solo adesso capiva quanto era grande Selene?
La piccola nascose le mani con lo smaniglio dietro la schiena, abbassando il capo, mentre Selene si muoveva, raccogliendo quello che era caduto.
-...ti piacciono questi bracciali, vero?-
La piccola annuiva, aveva paura.
Ora sua sorella l’avrebbe picchiata.
Si, l’avrebbe sicuramente picchiata perché aveva preso qualcosa di suo.
E lei non doveva prendere le cose di Selene.
Ecco, ora sarebbe arrivato quello schiaffo.
...no...
Rika spalancò gli occhi stupita, mentre Selene le sorrideva gentile, accarezzandole la testa.
-Te lo regalo allora. Così ne abbiamo uno tu ed uno io. Sei contenta?-
Rika mostrò lo smaniglio, osservandolo alla luce della notte.
Era diventato suo...dopo che glielo aveva cercato di rubare...adesso Selene glielo regalava...
...sorella...
Aveva pianto, si era vergognata profondamente, mentre Selene l’abbracciava e la coccolava, dormendo con lei quella notte.
Aveva fatto una cosa orribile.
Eppure sua sorella l’aveva perdonata...e le aveva regalato quel bracciale.
Sorella...Selene...
Il...bracciale...”
 
Si risvegliò con una sensazione di freddo alle gambe, pian piano nella sua testa entrava il rumore continuo ed incessante della pioggia che batteva sul vetro, era da un sacco di tempo che non sentiva più la pioggia...
Avvertì il sonno intorpidirla ancora in tutto il corpo, mentre voltava leggermente il capo, cercando di muovere le spalle e le braccia, una mano passò fra i capelli spettinati che le coprivano la faccia, mentre l’altra restava ferma, l’effetto del veleno era svanito, ma Rika aveva ancora la sensazione di non poter muovere più l’arto.
Prese un profondo respiro, iniziando con il mignolo, avvertendo la pelle del dito sfiorare e “accarezzare” il lenzuolo.
Lentamente, fece lo stesso gesto con le altre dita, fino a riuscire a muovere la mano, lasciandosi scappare un’espressione di sollievo, mentre passava a muovere il gomito, liberando il braccio e la mano dal lenzuolo, per poi alzare lo sguardo verso di se, sulla finestra, in quel momento, entrava solo la luce grigia del temporale, c’era anche qualche lampo, e Rika si fermò a contare i secondi che passavano dalla luce al rumore.
Pochi, di sicuro il villaggio era proprio sotto il temporale.
Il villaggio...erano arrivati ad un villaggio...lei non ricordava niente dopo essere svenuta, solo la sensazione che il cuore le si fosse fermato...e l’urlo di Goku nelle orecchie.
 
“RIKA! Oh no RIKA!!”
 
Aveva chiesto scusa a Goku...si era fatta promettere che lui gli sarebbe rimasto accanto.
...la ragazza sorrise, provando una sensazione di gioia, mettendosi una mano sugl’occhi avvertendoli bruciare, strofinandoseli con forza per impedire alle lacrime di uscire.
Non era il momento di piangere...
Il sogno di poco fa le riapparve in un sfuocato ricordo, mentre nella mente di Rika si faceva largo l’immagine di quel bracciale, l’aveva sempre portato con se...fino a quel giorno...dopo si era dimenticata di quel gioiello.
Chissà dov’era finito...si era ripromessa di averne sempre cura...
Era un regalo di Selene...un regalo di sua sorella...
Rika tenne nascosto lo sguardo, avvertendo improvvisamente un’ondata di freddo farla rabbrividire, mentre la sua mente ricordava quella piccola bimba con la sorella che mostrava orgogliosa il suo smaniglio identico a quello dell’altra ragazza.
Sospirò.
-...il mio bracciale-
-Ti riferisci a questo smaniglio?-
La voce la pietrificò, si tolse di scatto la mano dagl’occhi, spalancandoli, mentre vedeva appoggiata, un po’ curva, una figura femminile, in una mano, tenuto su un dito, brillava il bracciale, mentre la figura lasciava che i capelli sciolti facessero scappare qualche goccia di pioggia, bagnando il cuscino dove era rimasta Rika, sconvolta, gli occhi bruni di quel demone la osservavano freddi e silenziosi.
-...ah...-
Rika cercò di pronunciare qualcosa, per poi stringere i denti e scattare in avanti, uscendo rapida dal letto e allontanandosi da quella finestra, avvertendo la ferita farle male per l’improvviso gesto, al momento indossava solo una lunga camicia e dei pantaloncini corti, mentre il demone la osservava in quella posizione accucciata, stavolta stirò la schiena, mentre la pioggia la colpiva in silenzio, un lampo squarciò il buio nella stanza.
In quell’istante di luce, Rika riconobbe il nastro attorno al collo e il colore biondo, spento in quegl’istanti, dei capelli di Himitsu.
-Himitsu...cosa ci fai qui?-
Le sue armi, dov’erano le sue armi?
Il demone ragazza la guardò con quello sguardo freddo ed impassibile, Rika appariva più pallida del solito, non aveva i tratti somatici dei demoni, quindi doveva avere il suo sistema di controllo.
-Dunque Selene aveva ragione...lentamente ti stai ammollando Rika-
La castana lanciò uno sguardo rabbioso contro il demone, che rimaneva in quella posizione, limitandosi a giocherellare con lo smaniglio con le dita della mano.
-Come ti permetti? E poi devi ridarmi quel braccialetto! E’ MIO!-
Himitsu osservò il gioiello fatto d’oro, se lo stava rigirando fra le dita, le unghie lunghe strusciavano contro la superficie metallica, mentre Rika restava in silenzio a guardare, lanciando un’occhiata intorno a se alla ricerca dei suoi Sai o di qualche arma.
-No-
La negazione di Himitsu fece zittire la mente frenetica di Rika, la castana si voltò stupita a guardare lo sguardo freddo del demone, che lentamente scese dalla finestra, i capelli erano bagnati, così come in parte i suoi vestiti, il suo tatuaggio sulla guancia rendeva quello sguardo castano ancora più cupo.
-Non ho nessuna intenzione di permetterti di far soffrire ancora Selene.
Perciò adesso tu vieni con me Rika-
La ragazza indietreggiò di qualche passo, rimanendo sbalordita da quell’affermazione, mentre Himitsu si avvicinava, ora lo smaniglio brillava saldo nella sua mano, per poi con un movimento del polso infilarlo, cosa che scatenò un moto di fastidio in Rika, doveva riavere a tutto i costi quel bracciale!! ERA SUO!
-Non ho nessuna intenzione di venire con te!-
Rika partì con uno scatto, iniziando a dare una serie di pugni e calci contro Himitsu, la ragazza li schivò e parò, facendosi anche colpire di striscio un paio di volte, fino a bloccare ancora i movimenti di Rika, bloccandole i polsi e scaraventandola verso il letto, la ragazza si tastò la ferita, avvertendo un forte bruciore, rischiava di riaprire il taglio.
-Sei solo una piccola ingrata...-
Himitsu si avvicinò alla finestra, rivelando nel buio della stanza il suo bastone, in che modo fosse arrivato lo sfuggiva a Rika, possibile che il demone fosse stato tanto silenzioso?
Era un bastone in legno, molto semplice, due bende bianche verso le estremità, mentre il demone ragazza lo reggeva con una mano, voltandosi verso la castana, mostrandole il bracciale.
-Se lo vuoi riavere, devi venire con me-
-Non ho nessuna intenzione di farmi comandare da te! Sei solo il lecchino di quella maledetta! Io porterò a termine la mia missione! E’ il compito che mi è stato affidato!-
Himitsu mollò un potente ceffone contro la ragazza, che lo ricevette in pieno volto, limitandosi a non fiatare, mentre avvertiva la guancia bruciargli da impazzire.
-Non mi offendo per l’offesa che mi hai lanciato contro, ma per il tuo comportamento irrispettoso non solo nei confronti di tua sorella, ma anche del principe Kougaiji-
Rika avvertì la gola formare un nodo che la soffocava, mentre le labbra si erano seccate, e le mani sudavano, Himitsu continuò a parlare, tenendo il bastone vicino a se.
-E dire che fu proprio lui ad accoglierti sotto richiesta di tua sorella, quella stessa sorella che ha cercato di salvarti e per la quale mostri ingratitudine!
Sarebbe inutile tentare di parlare con te di Selene, ma almeno cerca di rimanere fedele al principe! O vuoi tradire anche la sua fiducia?-
Rika avvertì il respiro scomparire, lasciando una sensazione di soffocante sempre maggiore, mentre lo sguardo rimaneva fisso in un punto vuoto.
Tradire il principe Kougaiji...il principe...
 
“-Allora...se io manterrò la mia promessa, potrò avere una mamma?-
Lui rimase stupito da quella domanda, quella piccola speranza che illuminava lo sguardo di quella bambina, per poi sorriderle in modo gentile, annuendole.
-Si, sarà anche tua madre-
La bambina non riusciva a crederci, e trattenne le lacrime, mordendosi il labbro inferiore, abbassando il capo e cercando di annuire con forza.
-Allora lo prometto, lo prometto!!!-”
 
Glielo aveva promesso quel giorno, quando vide per la prima volta quella donna.
Quel demone donna racchiuso in quella prigione, in quella colonna, con tutti quei sigilli ad incorniciare la sua figura.
E lei era rimasta sbalordita, con le lacrime che scivolavano ancora, le sembrava di vedere il viso di sua madre, un po’ invecchiato, ma gentile, affettuoso.
Era la madre del principe Kougaiji, e sarebbe diventata anche sua madre...se...
 
“Io prometto di diventare forte e di aiutare il principe Kougaiji!”
 
Però...da quando gli aveva affidato quella missione...era cambiato molto, forse tutto...
Perché adesso...c’era un bagliore dorato che le rischiarava l’anima.
Il bagliore di due occhi eretici.
...
-Goku...-
Himitsu avvertì il sussurro della ragazza, e si limitò a prendere un profondo respiro.
-Ho capito...allora si tratta di quel demone eretico-
Rika sussultò nel sentire la ragazza demone usare l’appellativo “demone eretico”
In effetti la castana non l’aveva mai visto da quel punto di vista, per lei Goku era sempre stato un amico, un ragazzo simpatico, forte, ingenuo, sincero.
Però...era pur sempre un demone...ed era molto forte...ed era suo nemico...
E poteva essere pericoloso...
...ma era Goku...non gli avrebbe mai fatto del male...
Lui...le aveva promesso di restarle vicino...
 
-Io voglio ancora che tu mi stia vicino-
-TE LO PROMETTO!-
 
Si, glielo aveva promesso...
Himitsu vide Rika poggiare la mano stretta in un pugno sul petto, come a cercare di rassicurarsi nei suoi pensieri.
...
-Credi davvero che il tuo amico eretico ti starà sempre accanto?
Sappi che come tu non sapevi controllare il tuo potere maligno, anche lui non sa controllarsi.
Potrebbe attaccarti...ed ucciderti...-
Rika sussultò a quella parole, avvertendole fredde e taglienti come lame, che la ferivano, tagliandola e facendola sanguinare, le sue speranza seguivano la scia di sangue, mentre cercava di farsi forza, rivedendo le immagini di quel ragazzo sorridente che l’aiutava, la incoraggiava, rideva, scherzava con lei.
-Non ti credo, Goku rimane sempre Goku! E lui...lui è mio amico!-
La castana saltò in piedi, tenendo alta la voce a l’ultima frase, mentre Himitsu rimaneva impassibile ad ascoltare, per poi con un movimento del polso togliersi il bracciale e lanciarlo a Rika, che l’afferrò con entrambe la mani, osservando stupita il volto impassibile del demone dai capelli biondi, questa sembrò sorridere, mentre si avvicinava alla finestra.
-Lo vedremo...Rika...-
Il demone ragazza uscì dalla finestra, mentre Rika rimaneva con il fiato corto per le ultime parole pronunciate dalla ragazza, per poi osservare il bracciale che aveva tra le mani, rivedendo ancora una volta l’immagine di quella bimba e di quella ragazza.
...sorelle...
Himitsu lasciò che la pioggia iniziasse a bagnarla, osservando con sguardo spento il cielo sopra di lei, un cielo grigio scuro, tendente al nero, con lampi e anche fulmini, il rombo del tuono soffocava qualsiasi altro rumore a parte quello dell’acqua che scrosciava.
Il demone si guardò intorno, per poi notare due figure avvicinarsi, erano Goku, Kira ed Hakkay, quest’ultimo reggeva in mano l’ombrello mentre l’altro teneva un pacchetto con delle cibarie, in parte dolci che il ragazzo voleva offrire a Rika.
I due notarono subito la figura in mezzo alla pioggia, le orecchie appuntite spuntavano dai capelli bagnati, e il bastone si mosse mettendosi in una posizione più comoda per la ragazza.
-Salve. Sono qui per riprendere Rika-
...nessuno perse tempo...
 
La castana intanto si rigirava il bracciale, ormai se l’era messo al polso, e se lo stava rigirando con le dita della mano libera, osservando seduta sul letto la pioggia che continuava a scrosciare, si era fatta più forte.
Goku...aveva voglia di vedere lui e gli altri...
 
“Lo vedremo...Rika...”
 
Aveva paura, paura che Himitsu potesse fare qualcosa agl’altri, sapeva che la ragazza era forte, molto forte.
...e se li avrebbe uccisi?
...no, non sarebbero mai morti, conoscendoli avevano la pelle abbastanza dura da sconfiggere anche lei.
Si...l’avrebbero sconfitta...ma allora perché quell’ansia continuava ad attanagliarle il petto? Perché continuava a pensare alle parole di Himitsu? Perché il volto di Goku le appariva oscurato? Ogni suo singolo pensiero era seguito dall’ansia di scoprire...che non c’è l’avevano fatta...
E di sapere la forma di Goku...la sua forma demoniaca...l’altra metà a lei sconosciuta...
Anche lei era un demone, di sicuro avrebbe avuto il controllo...
Perché non riusciva a convincersi?
...maledizione...
-Ehi, ti sei svegliata-
La castana alzò lo sguardo, Meiko in quel momento entrò nella stanza con fare tranquillo, osservando con quell’aria un po’ annoiata la ragazza, che aveva un’aria nervosa...
Doveva dirgli di Himitsu?
...
La castana stava per parlare, quando la porta della stanza fece un rumore violento che mise in allarme entrambe le ragazze, sotto il loro sguardo stupito Kira si stava appoggiando affaticata allo stipite della porta, era bagnata fradicia e in alcuni punti si stavano rivelando dei grossi lividi oltre a dei graffi.
Rika sussultò leggermente, quella era opera di Himitsu
 
“Lo vedremo...Rika”
 
Meiko raggiunse la compagna, afferrandola in tempo, la ragazza dai capelli neri infatti crollò in avanti, anche se non era svenuta, ed ansimava stanca, mentre Rika si alzava in piedi e la biondina la scuoteva.
-Kira! Kira! Cos’è successo??-
-...d...d-demone...un demone...-
La castana sussultò ancora, mentre Kira parlava piano, respirava a fatica, mentre l’acqua cominciava a bagnare anche Meiko, la ragazza la sosteneva, anche se la compagna era decisamente più alta di lei la biondina la teneva salda tra le braccia.
-Un demone? Vi ha attaccato?-
-…forte…m-molto forte…-
La ragazza dai capelli neri cercò di reggersi in piedi, facendosi forza sulle spalle di Meiko, mentre Rika guardava fuori dalla finestra, il buio fuori sulla strada non le permetteva di vedere, e i pochi lampi le facevano solo vedere delle ombre in movimento, troppo veloci per capire chi fossero.
Chi stava affrontando Himitsu? E se fra questi vi era Goku?
-Kira, chi altro c’era con te?-
-...Ha-Hakkay...e Goku...-
OH NO!
 
“Lo vedremo...Rika”
 
La castana partì di scatto, uscendo dalla stanza, mentre Meiko si trovava bloccata dal corpo di Kira, non potendo fare altro che urlare inutilmente alla compagna.
-RIKA! NON ANDARE!-
Il grido però mise in allarme Gojio, che raggiunse Meiko, mentre Sanzo usciva in quel momento dalla stanza, osservando la castana scendere velocemente le scale verso l’esterno, ritrovandosi in faccia la pioggia battente, guardandosi intorno con aria spaventata e cercando le figure familiari dei suoi compagni di viaggio.
 
“Non puoi affezionarti a loro , devi prendere il Sutra “
 
“Hai una missione Rika”
 
“Approfittane ora che sono distratti!”
 
“Cerca di rimanere fedele al principe! O vuoi tradire anche la sua fiducia?”
 
Non era così, non era così!
Però...
 
“Rika!”
 
“TE LO PROMETTO!”
 
La ragazza continuò a correre sotto la pioggia, guardandosi intorno con aria spaventata, per poi avvertire dei rumori vicino alla locanda dove alloggiavano, erano dalla parte dove c’era la sua finestra, e la ragazza raggiunse il posto con il fiatone, ormai era fradicia, da sotto la camicia s’intravedevano le curve del corpo e le bende della ferita, mentre la ragazza spalancò gli occhi, i capelli erano appiccicati al suo volto.
Hakkay era a terra dolorante, mentre Goku stava ancora affrontando Himitsu, la ragazza era veloce, ed il bastone fermava i colpi del Nyoibo, il demone sferrò un calcio contro il ragazzo, che cadde a terra scivolando nel fango, in quel momento il demone dai capelli biondi intravide la figura di Rika, la ragazza corse verso l’amico eretico, che rimase stupito nel vederla.
-Rika...-
-Stai bene Goku?-
-RIKA!-
La ragazza alzò lo sguardo verso Himitsu, questa sistemò ancora il bastone in posizione da combattimento, osservandola con fare freddo.
-Preparati Rika, tra poco ritorneremo da Selene-
-Rika non andrà da nessuna parte!-
Goku si rialzò di scatto, stringendo lo Nyoibo fra le mani e mettendosi a scudo per proteggere Rika, la ragazza rimaneva stupita e spaventata dall’atteggiamento del ragazzo, che lanciò un urlo di rabbia, lanciandosi contro il demone.
Il demone strinse gli occhi, per poi muoversi in avanti con uno scatto, mentre un lampo accecava la scena, lasciando Rika in silenzio, con lo sguardo per qualche istante perso nel nulla.
 
“Non voglio...non portarmi via il mio sogno...NON DISTRUGGERE TUTTO HIMITSU!!!
 
Bastarono pochi istanti, nei quali Selene si risvegliò con una sorta di ansia, domandandosi dov’era Himitsu, nei quali Meiko, Gojio e Sanzo uscirono dalla locanda con Kira al seguito che recuperava le forze, nei quali un rombo di tuono sembrò soffocare qualsiasi grido volesse uscire dalla bocca di Rika, mentre Himitsu si limitava a far cadere a terra il diadema d’oro massiccio che aveva sfilato dal capo di Goku, che s’inginocchiò a terra, avvertendo ancora la sensazione.
Perdeva il controllo, il potere aumentava e sembrava esplodere tutto il suo corpo, le ossa, i muscoli, gli faceva male tutto, e non riusciva a respirare, con la bocca spalancata a bere l’acqua della pioggia, mentre intorno a lui diventava ancora più buio, i suoi capelli si allungarono velocemente, così come le sue unghie e i suoi canini, in un gemito strozzato.
Rika cominciò a tremare, mentre la pioggia batteva con forza, bagnandola fin dentro il sangue, le braccia erano abbandonate sul fianco, mentre il suo sguardo era fisso, spalancato a guardare la figura di Goku che cambiava forma, mentre nella sua mente si susseguivano una serie d’immagini confuse e spezzate.
 
“Erano entrati scaraventando a terra la porta, sua madre la stringeva a se mentre Selene restava immobile, suo padre si mosse in avanti con un coltello in mano, colpendone uno poi un altro, mentre i demoni sembravano essere vomitati dentro la casa, suo padre fu disarmato con un sonoro ceffone, mentre la donna abbandonava la piccola per allungarsi verso il marito, Rika urlava e piangeva con forza, per poi ammutolirsi.
Sua madre urlò dal dolore, mentre la mano del demone trapassava il ventre della donna, facendo uscire il sangue, mentre l’altro demone si divertiva ad accoltellare più volte l’uomo.
Urlò con tutte le sue forze
-MAMMA!! PAPA’!!! AAAAAAAAHHHHH-
I demoni si voltarono verso di lei e verso la ragazza, che rimaneva immobile terrorizzata, quegl’esseri si mossero veloci, afferrando Selene per le spalle e Rika per i capelli, la bambina urlò verso la sorella piangendo disperatamente.
-SORELLA! SELENE!!
AIUTAMI SORELLA!!
AIUTAMI!!-
Niente...solo il volto soddisfatto dell’essere che era dietro di lei, leccandosi il sangue che colava dalla mano.
Quell’essere orrendo...il suo incubo...”
 
-Demone...-
Rika riuscì a stento a mormorare quella frase, mentre lentamente la figura di Goku si alzava, voltandosi lentamente verso di lei, rivelando uno sguardo vuoto e freddo, le pupille si erano affilate, e sulla bocca c’era una specie di ghigno divertito.
No...non poteva essere...
Quello...quello non era...
...Goku...
Rika mosse un passo in avanti, cercando di scacciare via la sua paura, era ridicolo, anche se era Goku lui era pur sempre suo amico no?
Non le avrebbe fatto del male, non l’avrebbe ferita...
Lui era suo amico...
-Goku...-
era suo amico...
-RIKA! ATTENTA!!-
Hakkay la tirò via all’ultimo secondo, il ragazzo si era rialzato ed aveva afferrato il braccio ferito, trascinandola all’indietro, mentre Rika rimaneva con lo sguardo sconvolto nel vedere Goku che le sorrideva ferino, alzando una mano artigliata per staccarle il braccio, limitandosi a dei tagli sul braccio e sulla spalla.
Goku osservò come gli artigli si sporcarono leggermente di sangue, e lo leccò via con soddisfazione, mentre Rika osservava il tutto totalmente paralizzata.
Goku...
 
“Rika!”
 
Goku
 
“Rika!”
 
...
Meiko osservò la compagna non riuscire a riprendersi dallo shock, e lanciò in silenzio un’imprecazione, per poi afferrare il fucile, intenzionata a porre fine già da quel momento la follia di quello stupido.
-Non possiamo certo lasciarlo così!-
-Hai ragione, quello è totalmente fuori controllo-
Gojio gli si avvicinò, mentre Kira afferrava per un braccio Hakkay, impedendogli di raggiungere gli altri, il ragazzo si voltò stupito a guardare l’amica, che si limitava a scuotere la testa.
“Non andare!”
Il ragazzo la guardò stupito, per poi osservare gli altri lanciarsi all’attacco per fermare quel demone fuori controllo, mentre Rika restava in ginocchio ad osservare il tutto immobile, un leggero tremore delle spalle, mentre la pioggia continuava a battere.
L’uomo dagl’occhi verdi annuì, per poi sorridere a Kira, sciogliendosi da quella presa.
-Meglio andare a vedere come sta Rika-
La ragazza dai capelli neri annuì, mentre Rika continuava ad osservare sconvolta quell’essere dagl’occhi dorati, la ferita sanguinava, e nella sua mente si susseguivano a rallentatore delle immagini senza senso, immagini di Goku, della sua famiglia, di quando i demoni li avevano uccisi, di quando Goku era diventato demone.
E poi la voce di Himitsu...
 
“Credi davvero che il tuo amico eretico ti starà sempre accanto?
Sappi che come tu non sapevi controllare il tuo potere maligno, anche lui non sa controllarsi.
Potrebbe attaccarti...ed ucciderti...”
 
Era tutto vero...Goku poteva ucciderla in qualsiasi momento...era un essere pericoloso...era sempre un demone!
E i demoni, come lei del resto, uccidevano.
L’avrebbe uccisa prima o poi, come stava per fare in quel momento.
D’improvviso, la ragazza si sentì di nuovo, totalmente sola, come la sua vita era morta in quella prigione, in mezzo a quei demoni, nel dolore e nelle sue urla, e poi nel sangue.
Selene le aveva insegnato a sopravvivere in quel mondo, e lei da quel mondo non ne poteva più uscire.
Nemmeno Goku si era rivelata la sua speranza, e li era sola.
Era stata tutta una bugia.
Lei non era più umana, non sarebbe più tornato il mondo della felicità, i suoi genitori erano morti, sua sorella la odiava, e Goku era un demone senza controllo che avrebbe potuto ucciderla.
Era sola.
Tutte le sue illusioni frantumavano e scivolavano via nel sangue che scivolava via dalla sua ferita, quella stessa ferita che gli aveva inferto il suo migliore amico, la sua luce.
Bugia.
Goku era il suo migliore amico.
Bugia.
Goku le sarebbe rimasto sempre accanto.
Bugia.
Goku l’avrebbe protetta
Bugia
Bugia
Bugia
BUGIAAAAA!!!
Rika lasciò che le lacrime scivolassero via dagl’occhi, mentre la figura di Himitsu si avvicinava a lei, la pioggia ormai aveva bagnato totalmente il demone e la ragazza dagl’occhi azzurri, che alzò lo sguardo spento verso il demone dai capelli biondi, che s’inginocchiò verso di lei, afferrandogli il polso per osservare lo smaniglio, per poi guardarla negl’occhi.
-...andiamocene via Rika-
La ragazza dai capelli castani la guardò con aria stupita.
Nel frattempo Meiko veniva scaraventata via per l’ennesima volta da Saiten Taisen, il demone rideva soddisfatto di quell’assurdo gioco, per poi schivare l’attacco di Gojio, facendo una capriola in aria e sferrando un calcio contro il rosso, che lo parò ma venne comunque messo a terra, mentre la biondina sparava qualche colpo, mancando il demone che di colpo si ritrovò dietro di lei.
“Si muove ad una velocità spaventosa!”
Lo confessava, aveva paura.
Mosse il fucile per colpirlo alle gambe, ma lui lo schivò di nuovo, scaraventandola a terra con un calcio volante, iniziando a riempirla di pugni, Meiko tentò di pararsi il viso con le mani, avvertendo gli organi dentro di lei minacciare di uscire dalla sua bocca, insieme al sangue che stava sputando via, le faceva male anche la gamba.
Un colpo di pistola sfiorò la guancia di Goku, che si bloccò, voltandosi verso la figura bagnata di Sanzo, il bonzo lo guardava con fare arrabbiato.
-Non farmi arrabbiare stupida scimmia-
Il demone lo osservò con fare tranquillo, per poi lanciarsi contro di lui, Sanzo all’ultimo momento s’inchinò per sferrargli un sonoro pugno in pancia, e il demone rispose con un calcio, i due riuscirono a restare in piedi, e Seiten Taisen ripartì all’attacco, mentre Meiko cercava di rialzarsi per fermarlo.
Doveva...doveva...doveva...
 
“Promettimi che lo proteggerai”
 
Stava per raggiungerli, quando si bloccò, osservando il bonzo fermare Goku mettendogli una mano sulla fronte, pronunciando una preghiera.
Meiko rimase immobile ad osservare la scena, il ragazzo era bloccato da quel gesto, mentre un bagliore dorato appariva sulla sua fronte, Sanzo lo osservava con fare serio e convinto.
In pochi istanti, un diadema ricomparve sulla testa di Goku, che in pochi minuti ritornò normale, accasciandosi verso Sanzo che lo afferrò al volo.
-Stupida scimmia-
La ragazza dai capelli biondi rimase in silenzio ad osservare il bonzo che teneva il ragazzo appoggiato a se, un gesto che la ragazza avvertì con un moto di tristezza, profonda tristezza.
Si lasciò accasciare a terra, tutto il corpo improvvisamente le faceva un male cane, eppure fino a pochi istanti fa non aveva sentito niente, solo il dovere di difendere quel bonzo, ma a quanto pare Sanzo se l’era cavata benissimo anche senza il aiuto, ed ora tutte le ferite e le botte subite tornavano a dolerle, soprattutto sul ventre e sulla gamba, mentre la pioggia sopra di lei continuava a cascare.
Il respiro era affannoso, mentre un rivolo dorato iniziava a scivolare via da una spalla macchiandole d’oro la maglietta.
Accidenti...si stava scolorendo...
Anche per questo odiava la pioggia...
-Bisogno di una mano?-
Laragazza alzò lo sguardo verso Gojio che le sorrideva divertito, mentre sbuffava, cercando di rialzarsi con le sue sole forze, per poi gemere gentilmente.
-No, ho bisogno di un dottore-
-RIKA!-
L’urlo di Hakkay, attirò l’attenzione degl’altri, in quel momento lui e Kira venivano allontanati dalla castana dal bastone di Himitsu, il demone aiutò Rika ad alzarsi, tenendola stretta a se, per poi voltarsi in direzione dello sguardo ormai vuoto della ragazza, in quel momento Goku  stava riprendendo i sensi.
Vide Rika vicinissima a quel demone, ferita al braccio sano.
-Rika...-
La ragazza sentì il suo nome, ed alzò lo sguardo, osservando Goku che cercava di avvicinarsi a lei, anche se era parecchio indebolito.
...
Il demone cercava di avvicinarsi a lei...quell’essere cercava di avvicinarsi a lei...l’avrebbe uccisa!
-...STA LONTANO DA ME ORRENDO ESSERE!!-
L’urlo risuonò in tutta la strada, e Goku come gli altri rimase paralizzato, mentre Rika si stringeva alla figura di Himitsu, che si limitò a guardarla tranquilla, per poi rivolgersi agl’altri.
-Ve l’avevo detto. Sono venuta per riprendermi Rika-
Così dicendo, il demone con Rika balzò via su un edificio, mentre Goku la osservava svanire, in quel momento la pioggia smise, eppure lui vedeva ancora tutto offuscato, aveva dell’acqua negl’occhi che scivolava dalle guance.
-RIKAAAA!!!-
 
Selene camminava rapida nel corridoio, raggiungendo la figura bagnata di Himitsu, la ragazza si preparava già alla sua punizione, era uscita per andare a prendere Rika senza il consenso di Selene, la donna doveva essere furente.
Il demone dai capelli neri si fermò di fronte a lei, aveva appena saputo ciò che aveva fatto Himitsu, ed ora la guardava con un’espressione tranquilla, la ragazza era totalmente bagnata fradicia, i capelli gocciolavano.
-...Selene...io...-
La mano del demone di fronte a lei si mosse, raggiungendo i capelli e strizzandoli, gocce d’acqua caddero sul pavimento, mentre Himitsu restava senza parole, velocemente Selene le sfilò il nastro bagnato dal collo, e come la prima volta che si era conosciute, la donna acconciò i capelli della ragazza davanti a lei, sistemandoglieli nella solita acconciatura che lasciava un po’ di capelli liberi, il viso ora si vedeva bene, era un po’ bagnato per la pioggia.
Selene sorrise tranquilla.
-Si, ora stai decisamente meglio-
Il demone donna la superò, fermandosi per darle le spalle.
-Ora portami da mia sorella-
Himitsu rimase in silenzio, abbassando il capo, per poi annuire e fare strada.
Raggiunsero velocemente la stanza di Rasetsunyo, di fronte alla colonna nella quale era imprigionata la donna vi era la figura di Rika, i capelli bagnati in parte appiccicati al volto e al corpo, indossava ancora quella lunga camicia e i pantaloncini, i piedi e le gambe nude, mentre le mani erano abbandonate sui fianchi, Selene riconobbe in un leggero scintillo dorato lo smaniglio.
Lo smaniglio...
 
-Te lo regalo allora. Così ne abbiamo uno tu ed uno io.
Sei contenta?-
 
Sei contenta Rika?
Himitsu restò in silenzio ad osservare Selene, la donna demone strinse i pugni, avviandosi in silenzio verso la figura di spalle, prendendo un profondo respiro, parte del corpo e del volto era illuminato da un fascio di luce.
-Che cosa vuoi fare adesso?-
La voce di Selene rimbombò per tutta la sala, mentre Rika restava di spalle, per  poi alzare lentamente lo sguardo verso il volto di Rasetsunyo.
-Io...-
Rika si voltò lentamente, mostrando le sue iridi celeste, era dure come il diamante, ed erano gelide, colme di un’ira e di una disperazione profonda che colpì Selene, per qualche istante la donna ebbe paura, per poi ascoltare la voce di Rika farsi vuota, profonda, tagliente.
-Io voglio uccidere Son Goku-
La ragazza mise una mano sul braccio, e socchiuse gli occhi, velocemente dalle mani apparvero degl’artigli, e le orecchie sbucarono dai capelli bagnati.
Selene la osservò in silenzio.
Il nulla.
Aveva avvertito la sensazione del nulla...
Sorrise, dapprima amara, poi con aria divertita e crudele, allargando le braccia e abbracciando la figura immobile di Rika, accarezzandole leggermente i capelli e socchiudendo gli occhi.
-Bentornato Ryo-
In quegl’istanti, Himitsu vide Selene urlare il suo dolore, piangendo lacrime grandi e disperate.
 
FINE CAPITOLO 26

 
 
Goku: Rikaaaa!! ç____ç
Raffy: Tranquillo cucciolo, ci sono io con te <3
Rika chiusa in una busta di plastica: FATEMI USCIREEEEEE!!!
 
Che bello, la nostra storia da oggi in poi ha una nuova lettrice, accogliamo con un bell’applauso Alquade01!
 
*Iniziano a volare dappertutto coriandoli*
 
Gojio: Qui ci vuole della champagne
Marty: Hey tu fermo, chi pensi che lo paghi? NOI! Facciamoci bastare del succo di frutta.
Selene: Cavoli che braccine corte
 
Ovviamente non ci siamo dimenticate della nostra più fedele lettrice, WhiteLie, che non finiremo mai di ringraziare.
Ancora grazie ad entrambe e grazie anche a chi semplicemente segue la storia.
Baci dalla M&RProduction ^^

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Capitolo 27
*** Senza te ***


Capitolo 27
Senza te

 
E’ necessario che io sia coerente con me stesso
per dare il peso giusto e un senso a tutto il resto
ed è importante che non faccia cose in cui non credo
per non confondermi e dover tornare indietro...
e’ necessario, è necessario...

 
(Tiromancino, E’ necessario)
 
La pioggia della giornata precedente aveva alzato una leggera ed umida nebbia che avvolgeva l’intero villaggio dove stavano al momento dormendo, o almeno questo sembrava.
Il freddo e la nebbia accompagnavano l’alba di quel giorno, il tempo passato da quando Rika se n’era andata ad ora sembravano solo una manciata di minuti per Goku, che rimase seduto sul suo letto reggendo in mano uno dei Sai che Rika aveva lasciato li, così come i suoi vestiti.
Alla fine se n’era andata, con il terrore negl’occhi e quell’urlo che per il ragazzo era rimbombato fin nel più nero della sua anima.
 
“...STA LONTANO DA  ME ORRENDO ESSERE!!”
 
Alla fine non era riuscito a proteggerla da se stesso, rivelandogli la sua forma più nera, quella forma che non sapeva controllare, quella forma che era necessario che rimanesse nascosta, per non perdere attorno a se le cose più care.
Eppure si era fatto ingannare come uno sciocco, all’ultimo secondo quella maledetta aveva retratto il bastone, e con la mano libera gli aveva sfilato con forza il diadema dalla testa, facendogli anche male tirandogli i capelli.
Che stupido, si era lasciato imbrogliare così facilmente ed ora Rika se n’era andata, terrorizzata da quella forma, quell’orrenda forma che lui tratteneva dentro di se tramite il suo sistema di controllo.
Se lo tastò timidamente, quasi temendo che  nel frattempo che era rimasto immobile questo fosse scomparso.
Non aveva più visto niente, solo il buio, aveva avvertito dentro di se qualcosa di grande, feroce, implacabile che lo travolgeva come una valanga, sotterrandolo sopra un mare di nero fango.
Si...era fango e sangue quello che ogni volta lo soffocava, lo mobilizzava.
Per poi svegliarsi, e rendersi conto che aveva ancora una volta cercato di uccidere senza il minimo controllo...e stavolta...si era gettato verso Rika...
L’aveva intravista per pochi secondi, per poi svanire nell’immensità di quello strano oblio.
Era spaventato da se stesso, da quello che ogni volta non era successo per la prontezza di Sanzo.
Poteva uccidere e provare gusto, poteva ferire ed avere piacere nel farlo, distruggere i suoi avversari...
E provare divertimento nel farlo.
Distruggere Rika...poteva distruggere Rika se solo voleva...
 
“Io voglio ancora che tu mi stia vicino”
 
Glielo aveva promesso...invece aveva cercato di ucciderla, senza volerlo, possibile che la sua anima potesse contenere un simile gusto nell’uccidere? Una crudeltà così forte?
Ma chi era veramente lui?
Che fosse quella forma la causa della sua reclusione per 500 anni?
500 anni a bramare il sole...ed ora la sua luce dorata lo aveva salvato...
Però adesso non c’era solo la luce del sole nei suoi pensieri...
C’era l’immensità del cielo, un cielo grande, azzurro, immenso, dove spalancare le braccia e sentirsi liberi, un cielo che aveva a portata di mano, poteva toccarlo ogni volta, eppure la paura lo bloccava, la paura di se stesso.
Aveva avuto ragione...ora il cielo non l’avrebbe più guardato...
...
“Voglio Rika!”
 
Era un pensiero fisso, non si toglieva dalla testa l’immagine di quel volto sconvolto, la sensazione di aver rotto qualcosa di fragile come il vetro, il vuoto che quelle parole creavano, la paura che attraversava le sue vene, l’incredulità nel ricordare quelle parole.
E poi...quell’odiosa sensazione di sconfitta.
Era stato battuto ancora una volta da se stesso, ed aveva perso...aveva perso la sua amica.
La sua amica...
 
“Voglio Rika!”
 
Voleva parlarci ancora, lamentarsi con lei della scomodità del viaggio, ridere per le figuracce di Gojio, arrabbiarsi con questo quando li prendeva in giro con Meiko, scherzare, farla ridere.
Farla ridere, sempre!
Doveva scomparire ogni lacrime che versava, non voleva farla piangere, non voleva lasciarle il tempo di piangere.
Ma adesso era lui la causa delle lacrime che sarebbero scese dal volto della ragazza.
Si sentiva così colpevole, avrebbe voluto darsi mille pugni, ma non sarebbe tornata.
E se non sarebbe più tornata?
Quel pensiero lo colpì con un colpo di pistola, facendogli scattare la testa, se Rika non sarebbe tornata con loro...dove sarebbe andata?
...Rika...
 
Selene si mosse silenziosa per i corridoi, lo sguardo dritto e sicuro, per poi lanciare un’occhiata alla figura alla finestra, i capelli castani lunghi risaltavano sul bianco di quella larga maglietta, i jeans erano strappati alle ginocchia, e da una cinta in cuoio pendeva un serramanico, dato che i suoi Sai li aveva dimenticati in quella stanza della locanda.
La donna demone la osservò a lungo, indurendo pian piano lo sguardo, lo smaniglio risplendeva sia sul suo polso che su quello della moretta, che le dava le spalle, come un simbolo: il simbolo del loro legame di sangue.
Selene strinse il pugno, avvicinandosi alla figura di schiena, nell’altra mano stringeva quello che sembrava un fazzoletto nero.
Si fermò alle spalle della ragazza, cercando di rilassare i muscoli delle spalle, all’improvviso gli si erano induriti.
-Andiamo Ryo?-
La ragazza sentendosi chiamare si voltò, le iridi celesti erano dure come il diamante e fredde, mentre Selene con il suo solito sorriso le porgeva la bandana nera, la ragazza senza fiatare gliela strappò di mano, legandosi poi i capelli e nascondendoli dentro il tessuto nero, davanti alle iridi nere di Selene ritornava la figura di quel ragazzo, che si limitò a controllare il serramanico legato alla cintura che pendeva da quel lato.
Era tornato da lei, era tornato Ryo...
 
“Io voglio uccidere Son Goku”
 
Si, Ryo era tornato...
Ma Rika...
Selene si limitò a rimanere impassibile, mentre Ryo guardava dritto davanti a se, iniziando a camminare con aria fredda.
-Andiamo-
Selene rimase immobile per qualche istante, abbassando lo sguardo, per poi notare la figura di Himitsu che si avvicinava a lei, e tornare a sorridere con aria crudele,voltandosi e raggiungendo il ragazzo ormai in marcia.
 
Se la tensione avrebbe avuto una forma, sarebbe stata un peso che grava sulle spalle di tutti, c’era un silenzio così profondo che persino Hakuryu trasformato in jeep cercava di fare poco rumore con il suo motore, mentre Meiko aveva lasciato dietro di se di un po’ di metri la macchina, dietro di lei Kira restava zitta a guardare il terreno che scorreva sotto le ruote della moto.
Gojio quella mattina quando tentò di provocare la scimmia aveva fallito, ricevendo solo il silenzio da parte di questa e poi una sventagliata di Sanzo, che lo minacciò di bucargli la pancia con la shureiju se si sarebbe permesso di fare ancora baccano inutilmente.
Meiko quella mattina era tentata di proporre a Kira di mettersi al posto di Rika sulla jeep, ma subito dopo si pentì di quel pensiero, optando per il classico menefreghismo, ignorando totalmente i ragazzi che risalivano in macchina, limitandosi a guardare Sanzo con fare abbattuto.
Le tenebre che aveva avvertito dentro quella stanza, seguite dal rumore della pioggia che picchiettava sulla strada e sul vetro, il freddo che aveva avvertito per qualche istante sulle braccia, il silenzio tra quelle due persone.
Sembrava tutto così irreale, sembrava di essere in un’altra dimensione, dove tenevano nascosti i loro segreti e il buio che corrodeva le pareti della loro anima.
Non si erano parlati, eppure in quegl’istanti la ragazza aveva avvertito qualcosa di strano che scivolava su quelle pareti...una tristezza profonda che la toccava fin dentro di lei, per qualche istante aveva avuto la tentazione di piangere, per poi limitarsi a quel silenzio, liberando anche lei il suo silenzio.
Si domandò se il bonzo avesse avvertito, come lei, quella stessa sensazione che li accomunava.
La colpa.
La colpa porta alla tristezza, alla sofferenza.
E questi sentimenti corrodevano il loro corpo dall’interno, lentamente, senza che loro se ne rendessero conto; l’acqua lavava via ciò che loro avevano creato per poter soffocare quei ricordi, quelle sensazioni ancora vivide sulla pelle, e così la loro anima si rivelava per quello che era.
Erano come le mura di quella camera, il buio di quella camera che si rivelava, e loro che non facevano altro che aumentare lo spessore delle pareti, il loro orgoglio.
Non avrebbero rivelato a nessuno la loro sofferenza, non avrebbero permesso a nessuno di scoprirli, sarebbe stata troppo la vergogna.
Di un tale essere, di un tale io, che non è stato in grado di proteggere ciò che amava.
Non si può che provare vergogna.
Perché si è deboli.
E quindi si nasconde tutto dietro uno sguardo freddo e duro, dietro una barriera di ferro si cerca di nascondere tutto.
Per dimostrare a chiunque che si è capaci di sopravvivere.
Per questo diviene importante la regola “vivere solo per se stessi”
Per non soffrire più.
Per non far soffrire più.
 
“Però...tu cosa pensi di me?”
 
Vergognarsi continuamente di se stessi, della propria debolezza...tuttavia...
La ragazza aumentò la velocità della moto, continuando a correre contro il vento e la polvere che passava tra i capelli, mentre il ricordo di quel rivolo dorato sulla sua maglia, che colava da una spalla, le fece venire una profonda tristezza.
Tuttavia...avrebbe desiderato ricevere quelle parole...
 
Dimmelo, ti prego...
 
E invece...
 
“Rispondimi Erroris!”
 
Si, lei era solo un’illusione, e come un’illusione presto sarebbe svanita via, e di lei non sarebbe rimasto più nulla, nemmeno il suo ricordo.
Per questo motivo odiava, odiava con tutta se stessa, sapendo cos’era veramente l’odio verso gli altri e in se stessi.
Meiko accelerò ancora, evitando un sasso troppo grosso, mentre dietro di lei Kira si stringeva a lei, i capelli neri sciolti formavano una piccola nuvola nera dai riflessi blu.
Combattendo contro Goku aveva cercato in tutti i modi di difendere Hakkay da quella furia, per poi fuggire via, come una vigliacca, sotto l’ordine dell’uomo.
 
“CHIAMA GLI ALTRI!”
 
E lei era corsa via, mentre la voce urlava con tutta se stessa, assordandola e provocandole un bruciore alla gola.
 
“NON VOGLIO!! NON VOGLIO!! DEVO PROTEGGERE GONO!! DEVO PROETEGGERLO!!”
 
Lei ignorò.
Ignorò il male che aveva alle ferite, ignorò il fatto che le sue orecchie le facevano male così come la sua gola, ignorò anche il fatto che le sue gambe cercavano di fermarsi, di bloccarsi contro la sua volontà.
Aveva ignorato tutto, raggiungendo la stanza delle ragazze, dove Meiko l’aveva sostenuta quando, stanca, era crollata a terra, quel gioco di forze aveva distrutto il suo fisico, mentre dentro di lei si stava svolgendo una specie di battaglia.
La voce adesso aveva assunto le sembianze di un’ombra che le urlava contro.
 
“PERCHE’ L’HO FATTO? CHE MI STA SUCCEDENDO?! RIVOGLIO IL MIO CORPO!!!”
 
Aveva ancora una volta ignorato, mentre riprendeva un po’ le forze, seguendo gli altri.
Però era terrorizzata, dentro di se qualcosa sembrava cercare di distruggerla, di comandarla come una marionetta, qualcosa dentro di lei cercava di prendere il controllo, mentre lei s’indeboliva, cercando di capire perché due occhi celesti apparivano e scomparivano dal suo campo visivo, come se si stesse riflettendo in uno specchio.
Come al lago, aveva visto nel suo riflesso quel volto...un volto che non le apparteneva.
Aveva paura, paura di perdere tutto quello che era riuscita a conquistare: la sua libertà, qualcuno con cui stare, i suoi ricordi.
Tutto insomma.
La ragazza si voltò indietro, osservando la jeep e il suo autista, stringendosi un po’ di più a Meiko, la biondina si limitò ad ignorare, mentre continuava a guidare la moto.
Nella jeep era presente il silenzio, Gojio si limitava fumare tenendo d’occhio la strada, mentre Goku era seduto con lo sguardo perso in un punto vuoto tra le gambe, aveva l’aria decisamente abbattuta, ed anche Sanzo e Hakkay non erano di buon’umore.
All’improvviso, una violenta esplosione colpì la jeep, facendola sbalzare, senza preavviso i quattro ragazzi vennero sbalzati via con forza dalla jeep, mentre dopo l’improvvisa fiammata si andò ad alzare una nuvola di polvere grigia e bianca, Hakuryu riprese le sembianze di drago, avvicinandosi ad Hakkay che si alzò in piedi, fortunatamente nessuno di loro aveva subito danni gravi o fratture, si erano però presi un bello spavento, mentre Meiko dopo aver frenato bruscamente tornava da loro, restando seduta sulla moto mentre Kira scendeva.
-Tutto ok?-
-Si, per fortuna niente di rotto-
-Caspita che volo che abbiamo fatto-
-Di sicuro è opera dei demoni questo scherzetto-
-Bene, prepariamoci allora ad accoglierli-
Gojio rivelò la sua arma, mentre Goku richiamava il Nyoibo, decisamente quella non era la sua giornata, adesso doveva pure affrontare dei demoni, proprio non ne aveva voglia.
I demoni non si fecero attendere, dalla fumata bianco panna ne apparvero un centinaio, tutti armati, che si gettarono a capofitto contro il gruppo, che partì all’azione.
Inutile dire che i demoni sembravano avere la peggio contro i ragazzi, eppure Goku più di una volta veniva scaraventato a terra, per poi riprendersi e sistemare i vari aggressori che lo mandavano al tappeto, si sentiva più debole ed impacciato del solito, anche perché la sua mente veniva distratta dallo sguardo terrorizzato di due iridi celesti.
Le vedeva in ogni demone che si prava davanti a lui.
 
“...STA LONTANO DA ME ORRENDO ESSERE!!”
 
Rika!
 
E poi ogni volta riceveva un pugno o un calcio in vari punti del corpo, che lo risvegliavano, facendolo così scatenare.
Era arrabbiato con se stesso, era triste, era abbattuto era...era dannatamente DEBOLE!!
Si era ripromesso di non esserlo più! Non doveva essere debole! Non doveva vergognarsi quando sarebbe morto!
Ma ormai il “vivere e morire per se stesso”, combattere solo e unicamente per se stesso gli appariva una cosa impossibile da realizzarsi, da quando lei era arrivata era cambiato tutto.
Maledizione!
Tirò un calcio contro la faccia di un demone ringhiando di rabbia, per poi ricevere un calcio alla schiena che lo scaraventò a terra, il demone in questione gli saltò sopra con il suo “dolce” peso bloccandogli le mani, il bastone era rotolato via, mentre Goku cercava di  togliersi di dosso quel maledetto.
-Lasciami maledizione!!-
Urlò con forza, ricevendo una pedata in faccia che lo azzittì, mentre il demone che gli stava sopra brandiva un’ascia, alzandola in aria, pronto a spaccare in due la testa di Goku sotto di lui, che si stava maledicendo per tutto.
Per non essersi difeso.
Per morire in quel modo assurdo.
E soprattutto per non avere più insieme a lui Rika!
-FERMO!-
L’ascia si bloccò in aria, mentre i demoni ancora in vita si voltavano a guardare quella nuvola di polvere, una folata di vento aveva alzato un po’ di terra, nascondendo in parte la figura che si stava avvicinando, indossava delle scarpe da ginnastica grandi per il suo piede, e dei jeans strappati alle ginocchia.
Una maglietta larga bianca ed una bandana nera a nascondere la capigliatura.
Dalla cinta che penzolava da un lato spuntava un serramanico.
Goku vide solo le scarpe, mentre la voce lo aveva bloccato da qualsiasi movimento stava facendo, lasciandolo sbalordito.
Lentamente cercò di alzare lo sguardo sopra di se, mentre la figura si limitava con un cenno ad allontanare il demone da sopra il corpo del ragazzo eretico, che prese fiato, per poi scattare in piedi, rimanendo sconvolto da quello che vedeva.
Quegl’occhi celesti erano brillanti e duri come la pietra, ma avevano quel colore che solo una persona aveva.
-Rika...RIKA!-
Il ragazzo sorrise entusiasta, andando incontro alla ragazza, che socchiuse gli occhi, in quel momento una mano dai lunghi artigli si alzò, per poi sferrare un micidiale colpo al braccio di Goku, che rimase sconvolto dal dolore che provò, solo in quella manciata di secondi in cui i due volti erano vicini poté notare le orecchie demoniache di quello che a prima vista sembrava un ragazzo, questo afferrò con l’altra mano il bavero della maglietta di Goku, e lo trascinò a se, sorridendo crudelmente.
-Muori Son Goku-
La mano si alzò di nuovo, stavolta assumendo una forma di freccia, il demone davanti al ragazzo aveva intenzione di trapassargli il petto da parte a parte, e qualcosa in Goku scattò, una mano si mosse a tentare un gancio sinistro, facendo mollare la presa al demone che si allontanò di qualche passo, mentre Goku si tastava la ferita al braccio, gli artigli avevano lasciato una serie di tagli che sanguinavano.
...no...non era possibile...
Goku si voltò sconvolto verso Rika, che sorrideva crudele, mostrando la mano sporca sulle dita di sangue, gli occhi socchiusi rivelando delle lame azzurre ferine.
Il ragazzo rimase senza fiato, come del resto anche gli altri, che avevano osservato la scena, in quel momento da dietro di loro apparve la figura di Selene, che sorrideva divertita da quella reazione, Gojio le lanciò un’occhiata stupita, ma la donna lo ignorò, mentre Meiko si voltava verso di lei, guardandola con aria tranquilla.
-Di un po’, si può sapere che hai fatto a quella stupida?-
-Io? Io non ho fatto niente. Ha fatto tutto lei-
La biondina si voltò di nuovo a guardare Goku e Rika, il ragazzo si avvicinò alla ragazza, mettendogli la mano con il braccio ferito sulla spalla e scuotendola.
-Rika! Rika, perché l’hai fatto?-
-Piantala di chiamarmi in quel modo, maledetto!-
La ragazza afferrò la mano di Goku, e con una rotazione del busto sollevo il ragazzo, scaraventandolo a terra, per qualche istante il demone dagl’occhi dorati sentì il fiato mancargli, mentre Rika faceva una smorfia schifata con la bocca.
-Devi smetterla, sono stato chiaro? Te l’ho già detto una volta. Il mio nome è Ryo-
Il ragazzo nel sentire quel nome rimase pietrificato, mentre il demone ripartiva all’attacco, iniziando a mandare una serie di sberle dirette a vari punti del corpo, in quei momenti Goku non seppe come rispondere, mentre gli altri riprendevano la lotto sotto lo sguardo di Selene, che sorrideva con aria crudele.
-Bene, ora che ho di nuovo Ryo, mi posso riprendere anche la bambola-
In quell’istante Kira fece fuori l’ennesimo demone, per poi trovarsi di fronte per la prima volta come avversaria la figura di Selene, questa si passò una mano tra i capelli neri, per poi scatenare una serie di lingue di fuoco rivolte a Kira, che balzò via, iniziando a schivarle, cercando poi di aggredire l’avversaria, che tramite una barriera invisibile la scaraventò via, Kira si rimise subito in piedi, mentre Selene richiamava a se una serie di colpi di energia rivolti contro la ragazza dai capelli neri.
Questa si accucciò a terra, per poi scattare, intenzionata a colpire con un calcio le gambe di Selene, che saltò via, atterrando a terra, per poi evitare all’ultimo secondo un gancio di Kira, allontanandosela da se con un colpo di aria compressa.
Selene si risistemò i capelli, sorridendo cattiva.
-Sei davvero forte, non mi stupisce che sua maestà rivoglia indietro il suo giocattolo-
Kira osservò stupita la ragazza davanti a se, mentre le tornavano in mente quelle voci ascoltate in quel silenzio, per poi apparire il volto di quella donna.
E poi il sangue, troppo sangue...
Respiro...paura...sofferenza...respiro...respiro...
Selene approfittò dell’istante di distrazione di Kira per sferrare un potente calcio, mandandola al tappeto, la ragazza però si rialzò subito, impugnando saldamente la spada, ripartendo all’attacco, anche se il ricordo di quella donna cominciava a pesare nella sua mente.
Credeva di averla dimenticata, invece si rendeva conto in quegl’istanti che era scappata proprio da quell’essere, dopo che quella voce le aveva parlato per la prima volta
 
“Davvero fatta molto bene…ma ora voglio vederla all’opera”
 
E poi quell’uomo...
 
“Kira…
Uccidili”
 
NO!
 
Un pugno di Selene la mandò a terra, nello steso istante il pugno di Ryo scaraventava a terra Goku, il ragazzo demone lo guardò con aria arrabbiata, urlandogli contro.
-AVANTI! SI PUO’ SAPERE COSA TI PRENDE? COMBATTI SERIAMENTE!-
Goku si rialzò in piedi, osservando con sofferenza la figura furente di Ryo.
Quelle parole gli erano così familiari...
Anche Rika glielo aveva detto...
 
“Io so combattere, e voglio combattere!”
 
Rika...
 
Una ginocchiata di Ryo gli fece sputare via un po’ di sangue, mentre il demone si scatenava, scaraventandolo a terra e tirando fuori con un gesto il serramanico, la lama lucente e pulita scintillava alla luce soffocata dal polverone alzato dalla battaglia che infuriava, mentre gli occhi celesti duri del demone fissavano Goku, che alzò lo sguardo verso Rika, allungandogli una mano sporca leggermente di sangue.
-Rika...-
-Smettila! IO SONO RYO!-
Il demone schiaffeggiò via la mano, guardandolo rabbiosa.
Quel sangue, il sangue che colava dalla mano di Goku.
Goku...la luce...una luce falsa, come tutti i sogni in cui aveva creduto.
Non sarebbe mai stata più umana.
Non sarebbe più stata felice, ne libera.
E soprattutto non sarebbe più stata con Goku.
Non poteva fin dall’inizio, loro erano nemici, lui era nemico del principe Kougaiji, e lei aveva giurato fedeltà al principe, e lui avrebbe mantenuto la sua promessa.
Si...avrebbe avuto una madre, qualcuno che l’avrebbe amata per quello che era, e non sarebbe stata più sola.
No, niente più solitudine, niente più buio, niente più lacrime, ne paura.
Però...
“Io avevo già tutto questo...e lo avevo con lui...”
NO!
Lui era un demone, un demone senza controllo, oltretutto l’aveva ferita, aveva tentato di ucciderla, quando le aveva promesso che non l’avrebbe mai lasciata sola, le aveva promesso che sarebbero rimasti insieme.
No, Goku era un bugiardo, e doveva MORIRE!
Ryo afferrò per il collo Goku, bloccandolo in quella posizione, già con quella stretta stava soffocando i ragazzo, che osservò il volto di Rika, un volto pieno di rabbia, di odio...di dolore.
Si era promesso che non l’avrebbe più vista triste.
Aveva detto a se stesso che non l’avrebbe più fatta a piangere.
E adesso la causa di quella tristezza era lui...
Ryo osservò stupito Goku che non sembrava reagire alle intenzioni del demone, e questo scatenò in lui una rabbia maggiore, il demone lo scrollò urlandogli addosso.
-MALEDETTO, TI HO DETTO DI COMBATTERE!!-
“Combatti Goku...ti prego...combatti!”
Disperazione
Perché l’avversario che stava affrontando era quella persona che le aveva dato tutto ciò che desiderava di più, per poi mostrargli ancora una volta la realtà, quella realtà che lei avrebbe continuato a non accettare, rifugiandosi nei suoi sogni e nella sua illusione.
Perché era tremendamente vigliacca, e perché era stanca.
Così come Ryo era stanco di quel ragazzo dagl’occhi dorati.
Il serramanico era saldo nella mano, e il demone si preparò a dare il colpo di grazia al ragazzo.
-Muori-
Ad un tratto, una strana polvere cominciò a scendere tra i demoni, alcuni di questi cominciarono a prendere fuoco, mentre altri crollavano a terra, tenendosi le mani sulla gola come se stessero soffocando.
Meiko si guardò intorno, per poi notare Ryo che si era bloccato per guardarsi intorno, ed imbracciò il fucile, sparando un colpo, prontamente però il demone lo evitò, mentre Selene si voltava un secondo a guardare, per poi bloccare il polso di Kira, la ragazza aveva tentato un affondo.
-Adesso basta con i giochi-
Kira non ebbe il tempo di ribattere che il pugno di Selene le arrivò dritto sullo sterno, Kira avvertì l’aria mancarle e la testa girargli, mentre le forze l’abbandonavano, Selene afferrò al volo la ragazza, mentre Hakkay in quel momento si voltò ad osservare la scena, spalancando gli occhi scioccato.
No...non di nuovo...non di nuovo...
-KIRA!!-
Selene si voltò verso il gruppo dei ragazzi, sorridendo con aria crudele, mentre Himitsu in quel momento raggiungeva sia lei che Ryo, il ragazzo mollò la presa a Goku, per poi raggiungere le altre due, Himitsu fece esplodere un’altra carica, alzando un polverone che coprì la vista, mentre Goku si rialzava in piedi barcollando, urlando.
-RIKA!-
 
-KIRA!-
 
Nello stesso istante Hakkay urlava contro la figura di Selene, che svaniva con Kira tra le braccia.
Solo un ultimo sguardo a Gojio, prima di svanire via.
In quel momento, Meiko si passò una mano tra  i capelli, mentre una figura alta quanto lei le si avvicinava, guardando in direzione dello sguardo di tutti.
-...senti un po’, ma quella più piccola non stava con voi?-
-Hai detto bene Hotohori: stava con noi-
Meiko si voltò verso la ragazza dai capelli azzurri, che si limitò ad annuire, per poi raggiungere con la biondina il gruppo.
La ragazza dai capelli biondi si fermò all’ultimo momento, attirando su di se l’attenzione della compagna, che era davanti a lei e si voltò a guardarla.
-Ma tu che ci fai qui?-
Hotohori guardò con aria abbattuta Meiko, che restò in silenzio, intuendo in qualche modo la situazione, ed affiancandola, bisbigliando.
-Non qui-
 
 Socchiuse gli occhi, avvertendo un sibilo nelle sue orecchie, come se qualcuno gliele stesse soffiando delicatamente.
Si guardò intorno, era buio intorno a lei, solo il suo corpo pareva iridescente, luminoso, e si guardò le mani, per poi rendersi conto che era nuda, i capelli appoggiati alla schiena nuda, persino il suo tatuaggio sulla coscia era svanito.
Osservò il buio intorno a se, avvertendo ora un pesante silenzio, mentre dalla posizione fetale che aveva assunto pochi secondi prima si metteva dritta, i piedi sembrarono toccare qualcosa, facendole abbassare lo sguardo, sotto di lei una superficie s’increspava, il movimento ondoso emetteva dei bagliori argentati, mentre il colore rimaneva nero, a tratti poteva vedere il suo volto nei bagliori.
Cominciò a camminare senza una meta precisa, lo spazio era largo e deserto, mentre dietro di se lasciava una scia argentata, le mani erano abbandonate sui fianchi, mentre il suo sguardo puntava dritto davanti a se.
Ad un certo punto i passi si fermarono, davanti ai suoi occhi uno strano bagliore lasciava dietro di se una scia celeste, e si muoveva sinuoso, richiamando su di se l’attenzione della ragazza, che allungò una mano per toccarlo.
Il bagliore superò il suo braccio, avvitando su questo, passando a pochi millimetri dal viso della ragazza, per poi tornare di fronte a lei e allontanarsi, seguito, i passi di lei lasciavano altre tracce argentate, mentre il bagliore sembrava emettere anche dei suoni, come l’acqua quando s’increspa.
Le sembrò di camminare per ore, quando il bagliore illuminò qualcosa che sembrava vetro, bloccando il cammino della ragazza.
Davanti a lei vi era una strana costruzione, appariva fatta di ghiaccio, ed aveva le sembianze di un diamante, al suo interno c’era un’ombra che attirò l’attenzione di quegl’occhi blu intensi, che si avvicinarono, la mano si allungò a toccare la superficie, che si rivelò non fredda, ma comunque bagnata, dalla punta di sotto del “diamante” gocciolava acqua, formando le increspature argentate che incontravano quelle dei passi della ragazza.
Questa si sporse in avanti, mentre la mano si muoveva sulla superficie, era lucida, e da essa scorreva comunque dell’acqua, bagnandole la mano, liberando però parte della superficie.
C’era una persona all’interno di quel diamante.
Si avvicinò ancora di più, unendo le mani per far scorrere via più acqua e quindi liberare più superficie, parte dell’acqua le scendeva sulle braccia raggiungendo le ascelle e le spalle, facendole venire i brividi, mentre aguzzava la vista, tentando di guardare chi era dentro quella struttura.
Era in una posizione fetale, i capelli neri come i suoi scivolavano sulle spalle e le braccia, la pelle aveva un colorito più scuro del suo, mentre dalla forma fisica doveva avere avuto circa la sua età.
La ragazza tentò di parlare, ma le sembrò che la sua voce si fosse ridotta ad un sibilo, mentre il bagliore di prima continuava a girare li attorno a lei; la ragazza tentò ancora una volta, ma dalla sua gola uscì ancora un sibilo, stavolta più forte del primo, e dal diamante sembrò che la figura si fosse mossa leggermente.
Ci provò per la terza volta, e stavolta la figura si mosse di più, alzando lentamente la testa, i capelli scorrevano via lungo le spalle per raggiungere la schiena, mentre il volto si rivelava.
Era uguale al suo, forse un po’ più rotondo e più scuro, ma era il suo volto.
Che fosse lei quella nel diamante?
Si sporse ancora di più, cercando di urlare stavolta, e il sibilo che ne uscì fu più forte, mentre il bagliore si bloccava per qualche istante, e la figura si muoveva di scatto, sembrò averla notata, mentre si avvicinava, rivelandosi al bagliore della ragazza esterna.
Le sue iridi erano celesti molto chiare, quasi grigie, i capelli raggiungevano le spalle, e la pelle era scura, un po’ abbronzata.
Era identica a lei, sembravano gemelle.
Il bagliore rimase immobile, fermo, per poi scomparire lentamente, mentre la figura dentro il diamante spalancava velocemente gli occhi.
Rapidamente portò la mano sinistra indietro, per poi con violenza allungarla verso la ragazza all’esterno, la mano uscì da quella che adesso sembrava una struttura d’acqua, mentre la ragazza fuori spalancava gli occhi sconvolta, sentendosi afferrare per i capelli e venir trascinata in quella gabbia, al suo interno la sua gemella urlava feroce, allungando anche l’altra mano.
 
“MALEDETTA! RIDAMMI IL MIO CORPO!! RIDAMMI LA MIA VITA!! LADRA!! BASTARDA RIDAMMELO!! QUESTO CORPO E’ MIO!!”     
 
La ragazza dai lunghi capelli scosse il capo, anche se le mani erano come attaccate a quell’acqua, ora ne scorreva a fiotti lungo le sue braccia e il suo collo, cercando di raggiungerle il volto, mentre l’altra mano le artigliava la spalla, facendole male, e la testa usciva dal liquido asciutta, continuando ad urlare feroce.
 
“PARASSITA! FUNESTA PARASSITA!! QUESTO CORPO E’ MIO!! RIDAMMELO! RIDAMMI GONO!! RIDAMMELO!! E’ MIO!!”
 
A quelle parole la ragazza dai capelli neri rimase sconvolta, mentre il terrore sempre di più saliva fino in gola, lo stomaco si attanagliava, mentre i suoi occhi si spalancavano, dal suo corpo cominciarono ad uscire come delle lucciole, come il bagliore di prima, mentre il suo corpo diventava sempre più luminoso.
 
“RIDAMMELO!”
 
“NOOOOOOOOO”
 
La voce uscì con potenza, mentre la sua luce sembrava spazzare via tutto, la ragazza, il diamante, il buio, i bagliori, tutto, rimaneva solo lei paralizzata, mentre sulla pelle della coscia usciva fuori il suo tribale nero, e quel viso le appariva ancora come in un riflesso, quegl’occhi però, al contrario dei suoi, erano carichi di odio e disperazione.
 
“Dannata, mi hai portato via tutto...”
 
Kira si alzò di scatto, prendendo fiato, accorgendosi in quel momento che stava sudando, per poi guardarsi intorno, avvertendo un forte calore dal suo corpo.
Era uno spazio chiuso, e l’eco del suo respiro si sentiva, delineando nella sua mente in uno spazio chiuso e stretto...troppo stretto...
Ansia...
Kira si guardò intorno, ansiosa, continuando a prendere fiato, una fascio di luce attirò la sua attenzione, su una ripida salita c’era lo spazio sufficiente da uscire strisciando, ma il terreno era fangoso, segno che era piovuto da poco, oppure...
Dell’acqua entrò all’improvviso dentro quella che sembrava una spelonca, mettendo in allarme la ragazza, che si guardò i piedi affondare nell’acqua e nel fango, per poi avvicinarsi a fatica alla discesa ripida, tentando una salita, le mani e i piedi tentavano di artigliare la terra fangosa, con il solo risultato di sporcarsi e farla scivolare via, atterrando di nuovo nel fango, l’ansia continuava a farle accelerare il battito cardiaco, voleva uscire di li, voleva uscire di li!!
Uscire, uscire, uscire, uscire.
USCIREEEE
Kira lanciò uno strillò, e di colpo il tatuaggio sbiadì, permettendo così a Kira di scatenare una vampata di luce che fece tremare la spelonca, il fango intorno a lei si seccava velocemente come quello della salita, per poi venir tutto avvolto da quella intensa luce, mentre delle lucciole verde-celeste giravano attorno alla figura accucciata della ragazza.
Appena la luce scomparve, una testa fece capolino dall’entrata, notando come la prigioniera fosse svenuta, le mani, i piedi e parte del corpo erano infangati, come anche il viso.
Selene sbuffò, aveva visto quella vampata di luce seguita da un rombo dal terreno, alcuni demoni che erano vicini all’entrata svanirono via dalla vampata di luce, ciò che rimase di loro furono delle lucciole verde-celeste che presero fuoco da sole dopo pochi istanti, sotto lo sguardo sbalordito di Ryo e Himitsu, mentre Selene si era presa il disturbo di controllare la situazione di Kira.
La donna raggiunse di nuovo gli altri due demoni, Himitsu aveva un’aria preoccupata.
-Allora?-
-E’ svenuta. Certo che se continua in questo modo finirà per farsi crollare addosso la spelonca-
Ryo non commentò, limitandosi a lanciare un’occhiata all’imboccatura di quella grotta, nella sua mente si delineava l’immagina di Kira che rimaneva svenuta nel fango secco, ed avvertì i brividi sulle braccia, una sensazione di ansia che cercò di soffocare, mascherandola da impazienza per il prossimo incontro con Goku.
Doveva assolutamente farlo fuori, così si sarebbe tolta un peso di dosso.
Si...doveva eliminarlo, eliminarlo!
 
“Rika...”
 
Dannazione...
Ryo fece un gesto stizzito con la mano, attirando l’attenzione di Selene, che restò a fissare il demone, le orecchie appuntite sembravano ancora più lunghe adesso che i capelli erano tutti ben nascosti dentro la bandana nera, e l’abbigliamento che portava rendeva davvero mascolino la ragazza.
Solo quello smaniglio al polso lo collegava all’immagine di quella ragazza dai capelli lunghi castani.
Selene osservò il suo, ormai si stava abituando ad averlo addosso come una volta, mentre Himitsu restava in silenzio, voltandosi a guardare la possibile direzione dove sarebbe arrivato il gruppo.
Perché sarebbero arrivati, su questo sembravano non esserci dubbi.
 
-Allora, perché sei qui?-
Meiko aveva chiuso dietro di se la porta della stanza, erano tornati alla locanda del giorno prima, ed in quel momento Hotohori si affacciò dalla piccola finestra della stanza, mentre la biondina teneva gli occhi fissi sulla porta di legno trovandola estremamente interessante, il fucile era ancora legato all’imbracatura sulla schiena, e la maglia nera era leggermente sporca di polvere.
La ragazza dai capelli azzurri tenne lo sguardo fisso sulla finestra, mentre parlava a voce normale, tenendo però una mano appoggiata su una delle boccette in vetro che teneva sempre con se.
-Errorìs, sono venuta ad informarti che Kodoku è sulle tue tracce, da quello che ho saputo dai villaggi in cui sono passata-
Meiko portò le iridi a spostarsi alla sua destra, dove vi era la finestrella con Hotohori accanto.
-Sei sicura che si tratti di Kodoku?-
-Si. Pare che un ragazzo dai capelli neri a bande argento stia assumendo la figura del “salvatore” uccidendo tutti i demoni e mezzo demoni che trova sulla sua strada.
A quanto pare si sta divertendo-
Meiko chiuse gli occhi, passandosi una mano trai capelli, per poi osservare la mano pulita.
-E’ solo un modo per scaldarsi.
Non aspetta che il giorno in cui lei si stancherà di questo giocattolo, e mi lascerà tra le mani di quel pazzo-
La ragazza dai capelli celesti osservò Meiko mettersi appoggiata alla porta in legno, un sorriso amaro sulle labbra, e sbuffava con aria sarcastica, mentre avvertiva il calcio del fucile puntargli dietro la schiena, la canna le spuntava da una spalla.
-In fondo so già cosa mi aspetta per il futuro. Forse per questo ho deciso di staccare dalla solita routine ed unirmi a questo gruppo male assemblato.
Però...-
Meiko si diede una spinta con le gambe, tornando in posizione verticale, il solito era morto, mentre lo sguardo tornava su quella porta in legno, come se oltre ci fosse qualcosa che voleva tenere nascosto.
-...però mi sto rendendo conto che forse è meglio che lasci questo gruppo, prima di superare la linea di confine-
-Ma tu non li lascerai-
Meiko alzò lo sguardo verso la compagna, che sorrideva con aria divertita, rivolgendole poi lo sguardo restando seduta sul letto, appoggiata in parte allo schienale.
-Sai, quando ti ho conosciuto per la prima volta Errorìs, era una ragazzina che faceva la dura e non rivolgeva la parola a nessuno, obbedendo ciecamente agl’ordini della tua padrona.
Ma ora, osservandoti combattere, sentendoti parlare...mi sono resa conto che ti stai divertendo troppo con questa banda di scapestrati.
Non credo che li lascerai tanto facilmente, almeno...questo è il mio parere strettamente personale-
Meiko tenne lo sguardo per tutto il tempo fisso sulla ragazza che parlava, nella sua mente in un angolo quella parola le tornava continuamente in testa.
Errorìs, le poche persone che la conoscevano la chiamavano così.
Già, davvero poche persone.
Invece adesso aveva un nome diverso, ed aveva conosciuto tutta quella gente strana che sembrava fare una scampagnata verso ovest.
E gia dal primo giorno si era res conto...che si stava proprio divertendo.
Ridacchiò, mentre Hotohori si permetteva di sorridere con aria furba, mentre Meiko si passava una mano tra i capelli, guardandola divertita.
-Sei proprio sfacciata, mocciosetta-
-Guarda che sono più grande di te-
-Dettagli-
in quell’istante, nella stanza accanto, Hakkay stava rimuginando in silenzio, mentre Hakuryu si limitava a fissarlo, restando accucciato sul letto, il ragazzo appariva nervoso, intanto che andava avanti e indietro per la stanza, il ricordo di come Kira era scomparsa non l’aveva mollato per tutto il tragitto di ritorno.
Si era allontanata dal suo campo visivo, e un attimo dopo era svenuta tra le braccia di quel demone.
Era fin troppo familiare quella scena, troppo, lo stava agitando, lo rendeva scosso ed impaziente, sembrava spettare qualcosa, quando in realtà poteva benissimo andare da lei a riprenderla.
Che cos’era allora che lo bloccava, cos’era quella sensazione che gli attanagliava lo stomaco?
Era una sensazione familiare, che frenava il suo impulso di andare da Kira a salvarla.
A salvarla, come con Kanan...
Hakkay si bloccò, mentre il suo sguardo sembrava andare verso l’esterno, oltre la finestra.
Con Kanan era stato simile, una sua distrazione gli aveva impedito di proteggerla, e quando era accorso a salvarla...era già troppo tardi.
Allora...forse la sua paura era quella di non essere, per la seconda volta, in grado di arrivare in tempo a salvare la persona che amava.
...la persona che amava...
L’uomo rimase stupito da quel pensiero, mentre rimaneva immobile di fronte alla finestra, il suo riflesso si vedeva a stento nel vetro un po’ sporco della finestra.
Una persona a cui lui teneva, dopo aver detto che non avrebbe più stretto nessuno a se, perché le sue mani erano troppo sporche di sangue.
Eppure...
Vedeva il suo occhio falso, e gli sembrò di vedere la mano di Kira che lo copriva, osservandolo con aria tranquilla, incuriosita, mentre mormorava quella parole con rispetto, tenendo quella mano sul volto del ragazzo, le dita erano fredde, mentre il palmo si era scaldato al contatto.
 
“Falso...Vero...”
 
Sembrava vedere dentro di lui, mentre i suoi occhi blu si muovevano leggermente a guardare ogni tratto del viso.
E lui...lui era rimasto stupito, avvertendo un calore che sembrava non aver provato prima, un nuovo contatto, qualcosa di diverso dalla dolcezza di Kanan.
Era...era come se scoprisse qualcosa di nuovo da lui e da Kira.
Un contatto così nuovo per lui, eppure aveva già provato sensazioni simili, le aveva provate con la donna che aveva amato.
Ma ora...le stava riscoprendo sotto una nuova luce, davanti a due occhi diversi, che lo fissavano con aria un po’ abbattuta, mentre la mano si muoveva, tastandogli le labbra.
 
“Triste...
Il tuo sorriso è triste”
 
Si, era triste, perché stava riscoprendo quant’era bello quel tocco dolce che gli sfiorava la bocca e nascondeva il suo occhio falso, perché stava ricordando qualcosa che aveva sepolto dentro il suo cuore, oltre alle lacrime, al sangue, alla rabbia, alla paura, e che solo la pioggia lavava via; perché si rendeva conto che quella ragazza lentamente stava entrando dentro di lui.
Era triste...perché si era ancora una volta aveva permesso che la persona a cui teneva gli venisse portata via.
Ma stavolta no...anche se il suo gesto lo avrebbe portato immediatamente a pensare a Kanan...avrebbe salvato Kira...
Si sarebbe ripreso Kira.
 
empty spaces fill me up with holes
distant faces with no place left to go
without you within me i can't find no rest
where i'm going is anybody's guess

 
In quello stesso istante Goku stava ancora rimuginando sul comportamento di Rika, sulla sua assoluta convinzione di essere Ryo, sulla sua certezza di voler uccidere Goku.
Aveva veramente cercato di ucciderlo, c’era quasi riuscita, anche perché lui...si stava arrendendo...già, non era da lui comportarsi così, lui che voleva sempre perennemente vincere per diventare più forte.
Però aveva sempre voluto diventare forte per poter proteggere il suo sole, quel sole che poi era diventato il suo cielo, un immenso cielo dove essere libero, un cielo azzurro come quegl’occhi.
Il ragazzo prese un profondo respiro, non stava pensando a niente, non ci riusciva, ogni volta tornavano in mente le immagini di quella Rika furiosa, che lo prendeva a pugni, che lo guardava con odio, che gli urlava di combattere, di affrontarla.
Quasi a volerlo incoraggiare, a farlo riprendere.
 
“AVANTI! SI PUO’ SAPERE COSA TI PRENDE? COMBATTI SERIAMENTE!”
 
“MALEDETTO, TI HO DETTO DI COMBATTERE!!”
 
...si...
Doveva combattere, doveva riuscire a farsi forza e a combattere, anche per rispettare il volere di Rika, quella Rika che ormai si era allontanata da lui.
Goku lentamente si alzò in piedi, prendendo un profondo respiro, per poi avvicinarsi alla porta, ad attenderlo la figura di Gojio che si limitava a fumare la sua sigaretta, seguendo poi il ragazzo verso gli altri, Hotohori si era unita momentaneamente alla compagnia, ed in quel momento stava dietro a Meiko, la biondina fece partire la moto, scaldando il motore, mentre gli altri partivano sulla jeep, seguiti poco dopo.
Tornarono indietro sui loro passi, in direzione della catena montuosa, verso le colline, in qualche covo di demoni di sicuro c’erano quelli che cercavano.
Himitsu in quel momento stava controllando con un binocolo la situazione verso la prateria, notando un polverone e cercando d’individuarne la sorgente, riconoscendo in uno luccichio la carrozzeria della jeep del gruppo di Sanzo, per poi passare con un gesto il binocolo a Ryo, che lo afferrò, anche l’altro demone aveva notato il polverone, e si limitò a sorridere divertito, mentre individuava la figura della jeep con la moto avvicinarsi.
-Tsk, che stupidi-
Ryo scattò, ripassando il binocolo a Himitsu con poca grazia, dirigendosi verso la spelonca dove Selene faceva la guardia, Kira aveva avuto un secondo attacco d’ansia, e la spelonca stava pericolosamente vacillando, mentre la ragazza al suo interno sentiva l’aria della terra seccata soffocarla, faceva troppo caldo li dentro, ed era troppo stretto!
Il demone dai capelli neri si passò una mano tra i capelli, annoiata, mentre Ryo si avvicinava con fare tranquillo.
-Stanno arrivando-
-Ah, così presto? Li aspettavo per stanotte-
Selene scivolò giù dalla cima della spelonca, avvicinandosi a Ryo, per poi voltarsi verso l’apertura, si era ristretta ancora per via del secondo colpo che Kira aveva scatenato.
La donna demone lanciò una sfera di energia contro un pezzo di terra, chiudendo in questo modo con una piccola valanga l’apertura della grotta, mentre Kira al suo interno spalancava gli occhi sconvolta, il respiro era sempre più affannoso, non riusciva nemmeno a parlare, mentre con un gesto di follia cercò ancora di raggiungere quella che prima era l’apertura della spelonca, scavando con le mani, facendosi solo del male alle dita, mentre scivolava di nuovo verso il passo.
Respiro...ansia...respiro...paura...respiro...terrore...respiro...soffocamento...respiro...respiro...
Voleva uscire, voleva uscire di li!
Fuori, fuori!!
Kira si accasciò a terra, sembrava che l’aria si fosse consumata tutta, mentre il petto rallentava la corsa, si sentiva abbandonare le forze, mentre il caldo e il buio la soffocavano.
Gli occhi si muoveva leggermente, cercando d’individuare qualcosa all’interno di quella spelonca, ma l’unica cosa che c’era era il buio e la terra sotto il suo corpo, nemmeno il suo corpo brillava...come nel sogno...era stato un sogno?
 
i've tried to go on like i never knew you
i'm awake but my world is half asleep
i pray for this heart to be unbroken
but without you all i'm going to be is
incomplete

 
In quell’istante un bagliore verde celeste le fece spalancare gli occhi, dal nulla apparve una lucciola, che iniziò a girarle attorno, mentre una seconda sembrava uscire dal suo corpo; Kira cercò di toccarle, allungando la mano, me queste sembravano impalpabili, illuminandole solo le dita rovinate, in quel momento le due lucciole illuminarono sotto lo sguardo stanco e offuscato di Kira un paio di piedi che si fermarono davanti a lei, portavano delle scarpe uguali alle sue…
La ragazza cercò di alzare lo sguardo, e le lucciole sembravano seguire il suo sguardo, un paio di pantaloncini identici ai suoi, la stessa maglietta, lo stesso colore di capelli.
Ma questi...erano più corti...
-Avanti, muori-
la voce...quella era la sua voce...un voce che però possedeva un tono più arrabbiato, più vivo, mentre la figura s’inchinava verso di lei, mostrando il suo volto alle due lucciole, facendole così spalancare gli occhi a Kira.
Quella...era lei!!
-Avanti, muori! Sbrigati!-
una mano la scosse con violenza, mentre Kira avvertiva il respiro farsi necessario, aveva trattenuto il fiato in quegl’istanti, mentre il volto si rivelava più scuro del suo, e quelle iridi apparivano di un azzurro più chiaro persino di quello di Rika...erano...grigi?...
-Non mi far perdere tempo e muori!
Voglio riprendermi questo corpo, chiaro?!-
-Questo...corpo...?-
la figura rimase stupita, per poi accigliarsi di più, afferrando Kira per la gola, la ragazza non avvertì niente, se non il respiro gia di per se soffocato.
-Si, questo corpo, perché devi sapere che è il MIO corpo, io sono la sua proprietaria.
Mentre tu sei solo una parassita-
Una parassita?
Quella ragazza...quello era il suo corpo?
Questo significava...scomparire...
...no...
Kira cercò di rialzarsi, mentre le lucciole si agitavano nervose, una delle due prese fuoco, bruciando a mezz’aria, mentre l’altra ragazza indietreggiava colpita, Kira barcollò, mentre si metteva su due piedi, ansimando per lo sforzo, ad ogni istante quella spelonca le sembrava sempre più stretta e soffocante, non avrebbe resistito a lungo.
-Io non voglio morire-
l’altra ragazza lanciò uno sguardo freddo, mentre la bocca si corrucciava in un’espressione di disgusto e fastidio, mentre lanciava un’occhiata a Kira, la ragazza aveva i capelli spettinati e sporchi, così come parte del corpo era infangata, e sudava affaticata, avvertendo la claustrofobia soffocarla sempre di più.
L’ultima lucciola rimasta iniziò a bruciare, l’immagine di quell’altra ragazza diventava trasparente, così come la sua voce iniziava a riecheggiare.
-Hai fatto male a cercarmi. Io tornerò ancora.
E mi riprenderò il mio corpo.
E mi riprenderò anche Gono-
Kira la osservò stupita, prima di crollare a terra, spalancando la bocca per prendere un’altra boccata d’aria, la sua mente si riempì in quel momento di una sola ed unica domanda.
 
“Gono? Chi è Gono?”
 
“...è l’uomo che stai proteggendo. E’ l’uomo...che amo...e che ami anche tu...”
 
“No, non è vero! Io non sto proteggendo nessun Gono, io non sto difendendo nessuno Gono!
Io...io sto...”
 
Kira strinse i pugni, rimanendo ancora qualche secondo a carponi, cercando di prendere fiato, per poi stringere i denti ed alzare di scatto la testa, avvertendo la vertigine, per poi urlare con l’aria che le rimaneva in quel momento nei polmoni.
-HAKKAYYY!!!!-
Ryo si voltò a guardare la spelonca tappata, attirando su di se l’attenzione di Selene, Himitsu era al fianco di questa e teneva lo sguardo fisso verso quella macchia scura che si stava avvicinando a tutta birra verso di loro.
-Che ti prende?-
-...mi sembrava di aver sentito Kira-
Selene guardò anch’ella la spelonca, per poi storcere la bocca, voltandosi in direzione dello sguardo di Himitsu, la jeep in quel momento veniva superata dalla moto, che si alzava sulla ruota posteriore, accelerando di colpo.
-Che entusiasmo-
-Già...-
Himitsu fece un gesto con  la mano, mentre la moto incrociava di colpo un’esplosione che la fece sobbalzare, Meiko sbandò pericolosamente, rimettendosi però in pista, incontrando altre due esplosioni meno ravvicinate, seguita dietro dalla jeep.
Selene inarcò un sopracciglio, sorridendo divertita.
-Sono stati previdenti-
Himitsu annuì, mentre Ryo si sistemava la bandana in testa, osservando il suo obbiettivo seduto sulla jeep che si armava del suo Nyoibo, stavolta sembrava fare sul serio.
“Voglio che faccia sul serio”
La moto intanto all’ultima esplosione sbalzò via, Hotohori atterrò con una capriola, mentre Meiko sbandava con forza con il mezzo a due ruote, facendolo strusciare di lato sul terreno, mentre la jeep si fermava li davanti a lei, il draghetto no sembrò intenzionato a trasformarsi, mentre gli altri scendevano dal veicolo.
Hakkay cominciò subito a cercare Kira, non individuandola li in giro, per poi notare quella che doveva essere prima una spelonca, adesso tappata, che andava sotto la collina dove le tre li stavano aspettando, il primo demone a farsi sotto fu Ryo, che subito si avventò su Goku, che però con forza il colpo.
Il demone sorrise.
-Finalmente fai sul serio!-
nel frattempo dal nulla erano apparsi migliaia di demoni, mentre Selene e Himitsu partivano alla carica, rispettivamente contro Gojio e Meiko, mentre Hotohori si faceva largo tra i demoni, aprendo la strada ad Hakkay che metteva KO i suoi aggressori.
La ragazza dai capelli azzurri lanciò un po’ di profumo, scatenando il panico tra i demoni, per poi voltarsi verso l’uomo dagl’occhi verdi.
-NON PERDERE TEMPO! VA A CERCARLA!-
Hakkay annuì, mentre sparava un Ki dietro alla ragazza, bloccando così l’avanzata di un demone, mentre lui si faceva largo tra  calci e pugni.
In quel momento Ryo si voltò un secondo per vedere i demoni cedere sotto ai colpi di quel gruppo, avvertendo però un calcio al fianco da parte di Goku, che scaraventò via il demone, che si rialzò velocemente, ripartendo alla carica, l’eretico parava i suoi colpi con forza, mentre Ryo si rendeva conto che dall’ultima che l’aveva affrontato era diventato più forte.
...Goku...diventava forte...mentre Rika...restava debole...
NO!
Rika riuscì a mollare una sberla al ragazzo, per poi aggredirlo ancora, gli occhi bruciavano rabbiosi, così come la sua voce era rabbiosa, la gola cominciava a pizzicarle dolorante.
Non era debole, lei non era forte, lei era sola, maledizione era sola!
I suoi genitori erano morti, sua sorella l’odiava, e l’unica persona che sembrava essere diventata importante nella sua vita in realtà si era rivelato solo un maledetto assassino scatenato!
Lo sapeva, sapeva perfettamente che Goku non era veramente così, che quella era la sua parte demoniaca, quella parte che tratteneva in quel diadema dorato che adesso rifletteva la luce in un lampo dorato, però...
Però aveva paura.
Quell’essere poteva distruggere tutti i suoi sogni, le sue speranze, così come aveva cercato di fare quella notte, causandole quella ferita sul braccio, quella ferita che le faceva ancora male, mentre lui parava un suo calcio, e Ryo si allontanava per poter parare l’attacco.
Ma era anche vero...era anche vero che quello stesso essere poteva essere...
“Lui non può essere...ormai lui lo è”
NO, NO!!
Ryo spintonò via Goku, ripartendo poi all’attacco con maggior foga.
Nel frattempo Hakkay si stava dirigendo in quella spelonca, scaraventando via un altro demone addosso ad un terzetto che cercava di raggiungerlo, urlando con la voce colma d’ansia.
-KIRA!!-
ciò che entrò nella spelonca fu solo un’eco, mentre quella ragazza era tornata ancora ad osservarla, Kira aveva gli occhi socchiusi, mentre l’altra volgeva lo sguardo all’apertura tappata di quella prigione.
-Lui sta arrivando.
Forza, spicciati, muori. Sbrigati!-
-...no...-
-Ancora non capisci? Tu sei di troppo, tu sei solo un’erbaccia. Io sono l’unica padrona di questo corpo.
Ridammelo, mi spetta di diritto!-
Kira scosse leggermente la testa, mentre quell’eco si sentiva di nuovo, attirando ancora l’attenzione dell’altra figura.
 
I'm so tired of being here
Suppressed by all my childish fears
And if you have to leave
I wish that you would just leave
Your presence still lingers here
And it won't leave me alone

 
La ragazza guardò male Kira, avvicinando il suo volto a quello della ragazza a terra, il respiro era sempre meno udibile, era flebile, mentre la ragazza dagl’occhi blu intenso teneva le palpebre socchiuse, aveva voluto urlare, ma non aveva forza ne fiato per farlo, ed avrebbe voluto far scomparire quella ragazza che aveva di fronte a se, invece apparvero altre due lucciole che le giravano attorno.
L’altra ragazza le sussurrava all’orecchio, con tono freddo.
-Tanto, cosa vuoi che gl’interessi a lui di te?
Se lui ti cerca è solo per me.
Perché sono sua amica, perché lui ama me. Non ama te...ma Kanan...-
Kira spalancò gli occhi, sussultando leggermente, mentre l’altra stringeva il pugno, e duna delle lucciole bruciava dietro di loro, formando un lampo rosso acceso, che svaniva via.
-Appena tornerò nel mio corpo...torneremo tutti e due da Kanan...tornerà tutto come prima...e saranno felici...
Si...si...-
 
These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase

When you cried I'd wipe away all of your tears
When you'd scream I'd fight away all of your fears
And I've held your hand through all of these years
But you still have all of me

 
Kira avvertì una voglia di piangere, mentre l’altra ragazza si mordeva il labbro inferiore per trattenere un singhiozzo, le iridi blu elettrico brillavano intensamente, quelle grigie nel frattempo si limitavano a guardare verso il tappo nella spelonca, la voce si faceva sempre più vicina…
-KIRA!-
Hakkay venne circondato da un nugolo di demoni che gli bloccavano la strada, andandogli addosso, quando una serie di spari ne ammazzarono quattro-cinque, ed Hotohori interveniva ancora una volta, spargendo il suo profumo e bloccando il passaggio a due davanti a lei.
-VAI!-
Hakkay annuì, spingendone via un altro, mentre la spelonca gli arrivava sempre più vicina, doveva aprire il passaggio, altrimenti...
Cercò di non pensarci, mentre lanciava via un altro aggressore.
-RESISTI KIRA!-
-...Kanan...è...morta...-
 
You used to captivate me
By your resonating light
Now I'm bound by the life you left behind
Your face it haunts my once pleasant dreams
Your voice it chased away all the sanity in me

 
A quelle parole cinque lucciole bruciarono insieme, creando un’aura rossa intorno alla ragazza dagl’occhi grigi, che lanciò un’occhiata di disprezzo verso Kira, questa cercava di prendere lunghi e profondi respiri, mentre un’altra lucciola usciva dal suo corpo.
-La claustrofobia ti fa stragionare-
-E’ morta...-
La ragazza dai capelli grigi afferrò con la mano il volto di Kira, che però non avvertì nulla, solo una sensazione di freddo, mentre l’altra sibilava.
-Bugiarda-
-Si è uccisa...-
-Non è vero!-
-Me l’ha detto Hakkay-
-Hakkay? E chi sarebbe Hakkay?-
-...-
Lo sguardo eloquente di Kira mise in allarme l’altra ragazza, che sbatté il pugno a terra, urlando con rabbia, un altro terzetto di lucciole bruciavano via, mentre Kira si sentiva debolissima, mentre delle lacrime scivolavano dal suo volto, anche se in realtà quella disperata era l’immagine davanti a lei.
-NON E’ VERO NON E’ VERO! KANAN NON SI E’ UCCISA! LEI AMAVA GONO, LO AMAVA!
E GONO...GONO E’ GONO! NON SI CHIAMA HAKKAY!
SEI UNA BUGIARDA, UNA BUGIARDA!-
Kira continuò a piangere, mentre l’altra continuava ad urlare, mentre Hakkay si faceva sempre più vicino.
 
These wounds won't seem to heal
This pain is just too real
There's just too much that time cannot erase

When you cried I'd wipe away all of your tears
When you'd scream I'd fight away all of your fears
And I've held your hand through all of these years
But you still have all of me

 
-KIRA! KIRAA!!-
Lui...la stava chiamando...e lei...doveva resistere...
-Non esiste...nessuna Kanan...e nessun Gono...-
L’altra figura si guardò le mani, iniziava a diventare trasparente, mentre le lucciole svaniva una ad una bruciando, e Kira cercava di mettersi in piedi, guardandola con aria convinta.
L’altra ragazza si voltò a guardare scioccata la spelonca, ora si potevano sentire dei passi, le urla erano sempre più fronti, c’era del movimento ,e questo faceva si che parte della terra scivolasse via, mentre Kira continuava a tenere d’occhio la figura quasi invisibile di fronte a se, che le lanciò un’occhiata di puro odio.
-Non credere che io mi arrenda! Io tornerò! Sappi che mi riprenderò quel corpo!! Perché è MIO!-
In quel momento un fascio di luce illuminò di colpo la spelonca, la ragazza dagl’occhi grigi svanì, mentre Kira restava al buio e da sola, avvertendo l’aria fresca farle riprendere forza, e rialzandosi a fatica, mentre vedeva varie gambe nasconderla alla luce dl giorno.
E quella voce che la chiamava.
-KIRA!-
Cercava lei...Hakkay la stava chiamando...
Hakkay...Hakkay...
 
I've tried so hard to tell myself that you're gone
But though you're still with me
I've been alone all along

 
-HAKKAYYY!!-
Kira urlò con tutte le sue forze, mentre un’ombra scendeva rapidamente verso di lei, la luce alla sua schiena rivelò il contorno e il colore nero dei capelli, mentre due braccia forti l’afferravano, sollevandola e stringendola verso un corpo caldo.
-Kira!-
La sua voce calda e gentile, le sue braccia...il suo profumo...
Kira on trattenne qualche lacrima di sollievo, mentre sentiva le sue mani aumentare la presa, e la sua voce tremare.
-Ha...Hakkay...-
 
When you cried I'd wipe away all of your tears
When you'd scream I'd fight away all of your fears
And I've held your hand through all of these years
But you still have all of me

 
Nel frattempo Ryo era riuscito in qualche modo a scaraventare a terra Goku, ed ora rivelava il suo serramanico, mentre l’eretico spalancava le iridi dorate, osservando per la seconda volta, il movimento convinto del demone a sollevare l’arma, intenzionato ad affondarlo nel petto.
Anzi, avrebbe prima affondato la lama della spalla, e lo avrebbe sentito urlare, e poi sul petto più volte, in un gesto di sfogo.
Si, avrebbe iniziato dalla spalla...
Che strano, di colpo il coltello si era fatto più pesante, e le braccia erano diventate così deboli; quegl’occhi, quegl’occhi la stavano ipnotizzando, mentre riviveva gl’istanti in cui aveva conosciuto Goku, aveva combattuto e pianto con lui...e poi lo aveva...lo aveva visto sorriderle crudelmente, muovendo quella mano per strapparle via in un semplice gesto la sua vita.
-Sei...sei un maledetto demone, sei uguale a tutti gli altri!
Sei crudele, freddo, spietato...non avresti indugiato dall’uccidermi quella sera.
Dillo, dillo che mi volevi morta.
DILLO!-
“Dillo, ed io potrò ucciderti, perché in fondo lo sapevo.
Io non posso stare con te, io non dovevo stare con te.
Perché io e te siamo nemici, perché io ho una missione, avevo una promessa da mantenere.
Ed invece...sei diventato forse l’unica ragione che mi tiene legata a questa terra...
Perché, Goku...io...”
 
voices tell me i should carry on
but i am swimming in an ocean all alone
baby, my baby
it's written on your face
you still wonder if we made a big mistake

 
Il ragazzo spalancò gli occhi scioccato, mentre una goccia d’acqua gli cadeva sulla guancia, sopra di lui Rika si stava rivelando, e piangeva sofferente, gli occhi celesti sembravano colmi di dolore, era come se l’avesse cercata per tutto quel tempo, ed ora l’aveva ritrovata di nuovo.
Rika era li, nascosta dietro il volto di Ryo, e in quel momento stava indugiando dell’ucciderlo.
-...Rika...-
La voce di Goku fu la manna per i dubbi di Rika, che affollarono ancora di più la sua mente, mentre Ryo digrignava i denti, rivelando i canini.
-Non chiamarmi in quel modo!!-
-Rika, torniamo insieme!!-
Goku fu più velocemente di quel coltello, che rimase di nuovo fermo a mezz’aria, mentre intorno ai due infuriava la battaglia, ignorati, con Rika che lasciava scivolare ancora le lacrime, spalancandogli occhi stupita, mentre Goku prendeva fiato, cercando di trovare le parole adatte, dentro di lui c’era un moto...di disperazione? O di speranza?
 
i've tried to go on like i never knew you
i'm awake but my world is half asleep
i pray for this heart to be unbroken
but without you all i'm going to be is
incomplete

 
-Ti prego Rika, non lasciarmi. Ritorna con me e gli altri, ed andiamo verso Ovest insieme-
insieme...lui voleva che tornasse insieme a lui.
Ma lei non poteva! Non doveva!
-Io ho promesso fedeltà al principe Kougaiji, e non lo tradirò!-
-Ti supplico Rika!-
-SMETTILA!-
Ryo stavolta mosse il coltello con decisione, mentre Goku chiudeva d’istinto gli occhi, anche se l’idea di vedere per l’ultima volta Rika in lacrime lo rendeva terribilmente triste, avrebbe voluto vedere il suo sorriso.
 
i don't mean to drag it on
but i can't seem to let you go
i don't wanna make you face this world alone
i wanna let you go (alone)

 
Si sentì un rumore forte che attirò l’attenzione del ragazzo alla sua sinistra, il coltello si era conficcato nel terreno a poca distanza dalla spalla di Goku, il ragazzo alzò stupito lo sguardo, in quel momento Rika teneva il capo basso, e tremava leggermente, mentre abbandonava quel coltello, solo in quel momento Goku si accorse del piccolo taglio sulla guancia, mentre la ragazza serrava i pugni.
-Non posso...NON POSSO STARE CON TE LO CAPISCI?!-
Rika gli urlò contro, con le lacrime agl’occhi, mentre Selene si voltava  guardare la scena, e sussultava leggermente, spalancando gli occhi, lasciando così che Gojio la colpisse senza troppa forza.
-Non distrarti, voglio che il tuo unico pensiero sia io ora-
-Spiacente, ma te l’ho gia detto, per ora il mio unico pensiero è Rika!-
Selene gli diede un calcio sul ventre, per poi fischiare a Himitsu, che annuì, tirando fuori dalla tasca delle palline colorate, lanciandole a terra e creando così un fumo bianco che accecò tutti, ormai erano rimasti pochi demoni superstiti, mentre Selene urlava quel nome.
-RYO!-
 
i've tried to go on like i never knew you
i'm awake but my world is half asleep
i pray for this heart to be unbroken
but without you all i'm going to be is
incomplete

 
Il demone, sentendosi cambiare, si asciugò velocemente e un po’ rude le lacrime, guardandolo ancora con odio.
-Sta tranquillo, la tua morte è solo rimandata-
Il demone si riprese il serramanico, per poi allontanarsi da lui, e camminare in direzione del fumo, mentre Goku si rialzava di scatto, osservandola e gridando ancora il suo nome.
-RIKA!-
La ragazza si fermò un attimo, muovendo leggermente la testa, per poi tornare ad immergersi di nuovo nel fumo bianco, mentre una piccola goccia di sangue scivolava giù dalla guancia di Goku.
 
incomplete...
 
Fine Capitolo 27
 
Finalmente il capitolo tanto atteso capitolo.
Tutti: ERA ORA!
Uffy ma io sto lavorando e Marty studiando per gli esami, che volete da noi?
Rika: Voglio che mi fate tornare da Goku, perché ci maltrattate così?
Meiko: e perché devo ANCORA sopportare i lamenti di questa qui anche se è andata via?
Marty e Raffy: Perché nonostante tutto vi vogliamo bene ^_^.
Meiko Rika: SADICHE!
Chiediamo come sempre scusa per il mortale ritardo però siamo davvero felici che, nonostante tutto, ci sono persone che ancora continuano a seguire la nostra storia chiedendo a gran voce di aggiornarla,GRAZIEEEEE!!!!
Promettiamo a breve di pubblicare il prossimo capitolo, intanto continuate a tenerci saldamente la mano in questo lunghissimo cammino verso ovest ^_^.
Baci dalle MeRProduction.
 

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Capitolo 28
*** Everything Burns ***


Come promesso ecco subito il nuovo capitolo, visto come siamo brave ^^.
Speriamo vivamente che vi piaccia perché dopo questo capitolo arriverà il………………….
Tutti: NIENTE SPOILER!
Ops, giusto.^/////^.
Buona lettura dunque.
Come sempre grazie a chi ci sostiene sempre e a chi legge la nostra storia.
Baci dalla MeRProduction.

 







Capitolo 28
Everything Burns 
 

Quando Hakkay tentò di parlare con Goku, a bloccarlo non fu solamente quello che aveva visto in camera, ma anche la mano di Kira sulla manica della camicia che indossava, e gliela stringeva con forza, scuotendo il capo senza guardarlo in faccia, mormorando.
-Non tu, non io-
Hakkay capì le parole della ragazza, anche se la sensazione d’inutilità s’impossessò della sua mente, e si limitò a lanciare un’ultima occhiata alla stanza, per poi chiudersi dietro la porta, in quel momento i suoi occhi si posarono sulla figura di Kira, in quei giorni la ragazza stava lentamente recuperando le forze, anche se in quegl’istanti, mentre superava la figura dell’uomo dagl’occhi verdi, la sua figura sembrava barcollare mentre camminava.
Il ragazzo le posò una mano sulla spalla, sostenendola in quel modo, mentre raggiungeva Gojio e Sanzo nella sala principale della locanda, i due stavano fumando in attesa di Hakkay, che si limitò a scuotere la testa, mentre Kira si limitava a non fiatare, mettendosi davanti alla finestra.
-E’ inutile, non vuole parlare con nessuno-
-Accidenti, è davvero una stupida scimmia quella lì-
-Beh, ammetterai però che da quando Rika è tornata dalla parte di Kougaiji, è calato il silenzio-
-Vorrai dire la tranquillità-
Hakkay guardò serio Gojio, che sbuffò, buttando via l’ultima boccata di sigaretta, schiacciando il mozzicone con forza dentro il posacenere.
-Dannazione, sarà una mia impressione, ma ho la sensazione che ci siamo un po’ rammolliti da un po’ di tempo. Io me ne vado, quest’aria così pesante mi sta soffocando-
Il rosso uscì in silenzio dalla locanda, in fondo dentro di se...stava decisamente da schifo per lo stato di quella scimmia, in qualche modo il fatto che non fosse in se provocava a tutti un moto di fastidio, odiavano le cose fuori posto, loro che non avevano di certo una giornata che fosse noiosa, le piccole cose di tutti i giorni se non c’erano provocavano a tutti del fastidio: i battibecchi di Gojio e Goku, l’harisen di Sanzo, le risate di Rika e Goku...
...dannazione, era da quando erano arrivate quelle ragazze che la loro vita era stata messa decisamente a soqquadro, il trovarsi di fronte e convivere con delle presenze estranee aveva modificato il loro modo di vivere, ed ora...la mancanza di Rika era diventata qualcosa di fuori posto.
Dopotutto, erano pur sempre degli uomini.
E mentre l’ombra di Gojio svaniva dietro la finestra, seguita dallo sguardo di Kira, Sanzo si alzò dal suo posto, Hakkay invece si limitava a fissare un punto vuoto.
-Devi ammettere...che Gojio ha ragione.
Questa nuova situazione...ci sta cambiando...-
-Parla per te-
Il bonzo voleva evitare l’argomento, mentre si avviava nel corridoio verso la sua stanza, fuori c’era una nebbia calata dopo la pioggia e la giornata uggiosa, una nebbia grigia che non sembrava ferirlo come la pioggia, ma comunque tendeva ad ingrigire il suo umore.
Vide la porta di una stanza aperta a metà, da cui ne usciva una canzone, in quel momento Meiko stava cantando, cosa mai successa, rivelando una voce triste e incredibilmente sottile e dolce, qualcosa che spaccava la sua normale corazza di dura.
In quel momento la ragazza era seduta sul suo letto, tendeva sempre a scegliere il letto con la finestra accanto, in modo da mettersi seduta accanto alla finestra per vedere il tempo fuori, ed in quel momento il grigiore procurato dalla nebbia sembrava sbiadire anche la sua figura.
 
She sits in her corner
Singing herself to sleep
Wrapped in all of the promises
That no one seems to keep
She no longer cries to herself
No tears left to wash away
Just diaries of empty pages
Feelings gone astray

 
La sua voce era bassa, non si voleva far sentire, mentre le gambe erano piegate verso il petto, le braccia appoggiate alle ginocchia, ed il capo voltato in modo che gli occhi guardassero il mondo fuori da quel vetro, mentre mormorava quella canzone che sapeva d’infantile, eppure d’incredibilmente triste.
-Sai...la gente è strana...prima si odia...e poi si ama-
Kodoku presto sarebbe arrivato, e se la trovava...l’avrebbe fatta a pezzi, come aveva sempre promesso e ripromesso di fronte a lei, quando erano soli, quando lei non li spiava, quando lui poteva rivelare il suo volto di folle.
 
“Meiko cara, sappi che un giorno ti farò a pezzi”
 
Cantava per addormentarsi e vivere un altro incubo, per non ricordarsi che Kodoku la cercava, per la prima volta chiedeva gl’istanti del sonno per vivere un’illusione.
Non voleva stare la, eppure non voleva nemmeno tornare...non sapeva dove andare, ne dove tornare.
Voleva solo dormire, e per addormentarsi...cantava...ormai sua madre non c’era più...non le avrebbe cantato qualcosa per farla dormire...era sola...sola con in pugno delle promesse infrante, gl’aveva promesso tanto, ed invece sapeva benissimo che erano tutte bugie, che sarebbero state ignorate.
Perché lei era solo una schifosa bambina.
Lei non valeva nulla.
 
“Ma tu guarda, una brutta bambina”
 
“Aaah, che bimba stupida!”
 
“Tu ora sei mia, mi appartieni, tu non hai più te stessa, sei solo un giocattolo nelle mie mani.
E finché riuscirai a farmi divertire e a fare la brava, io ti manterrò in vita.”
 
“Ma che bambina orrenda!
Però mi potrai essere utile, in fondo la tua bruttezza mi farà comodo per i lavori sporchi.
Forza, vieni con me”
 
“Tu non mi tradirai mai, vero?...Erroris...”
 
Meiko socchiuse gli occhi, per poi chiuderli del tutto ed aprirli, smettendo di cantare, la voce era morta nelle parole sussurrate, dette ad alta voce, parlate, che entravano ed uscivano nella sua testa.
Avrebbe voluto piangere, ma ormai aveva dimenticato come si faceva, ed inoltre non sarebbe servito a nulla...solo a farla sentire ancora più stupida, solo a farla sentire ancora più inutile.
Perché in fondo era inutile, a che serviva?
Aveva ancora voglia di morire.
E lei sapeva che sarebbe morta.
Però...doveva portare a termine una missione.
Il suo sguardo avvertì una presenza, e si voltò lentamente.
Però...voleva ancora provare la libertà.
I suoi occhi erano aperti a chiunque, il suo sguardo freddo e sfacciato era scomparso da quelle iridi rossiccio-ambrate, ora vi era uno sguardo tranquillo, ed infinitamente triste.
Però...voleva ancora stare li...doveva stare ancora li...la sua ragione era li...accanto a quella porta...
Era triste perché aveva dimenticato come si piangeva, come si cantava una ninna nanna, come si sorrideva, come sorridere, come vivere.
Aveva dimenticato tutto.
E nessuno se ne sarebbe accorto...nemmeno lui...
Lui non doveva saperlo, lei doveva solo portare a termine la sua missione, e poi scomparire.
Lei era Erroris, un’illusione.
Nient’altro che un sogno, un miraggio, qualcosa che non esiste.
Lei non esisteva...non esisteva più...
Lentamente si mosse, scendendo dal letto, in quel momento indossava una grossa maglia che nascondeva le mani nelle maniche, i pantaloncini le mostravano le gambe magre e pallide, mentre i suoi passi si muovevano lentamente verso Sanzo, che la osservava in silenzio.
Quegl’occhi ambrati gli riportavano alla mente ricordi talmente lontani che ogni volta gli faceva male la testa...ma quella sfumatura rossiccia che brillava anche in quell’occasione sembrava distruggerli tutti, inseguita da quella voce che sussurrava in silenzio.
 
“Ti prego...odiami...”
 
Ma se l’avrebbe odiata...avrebbe significato che voleva che restasse li con lui...perché lui odiava, quando in realtà l’odio è solo la disperazione dell’amore, un amore che lui ormai aveva perso tempo fa, dimenticandosi di amare, mentre quella ragazza, che si stava avvicinando a lui, gli riportava alla mente quello che ormai aveva dimenticato.
Era arrivata come un’onda che l’aveva travolto, e adesso che stava tornando indietro, stava rivelando qualcosa che per anni aveva nascosto dentro di se, dentro quella maschera di freddezza, qualcosa che i suoi compagni sembravano sempre capire ma ignorare, mentre lei la stava rivelando anche a lui stesso.
Diceva sempre che sopravviveva solo per se stesso...ma perché capiva la sofferenza di chi rimaneva in vita...e nascondeva questo nell’orgoglio di sopravvivere solo per se stesso.
Ma non era finita qui.
Se davvero la mancanza del maestro improvvisa lo avrebbe reso freddo di fronte all’affetto, sarebbe diventato arido, come il deserto, come la sabbia che imbevuta d’acqua non assorbe, ma lascia scorrere via.
Lui non aveva mai ucciso quel desiderio, ma semplicemente l’aveva nascosto per la vergogna, la morte del maestro era stata una cosa terribile, eppure lui egoisticamente lo voleva ancora...voleva ancora provare quell’emozione, provare quella sensazione che l’aveva cullato in quegl’anni, al fianco del suo maestro, fino a quella tragica notte.
Voleva ancora una volta riprovare quell’emozione.
Meiko intanto era arrivata alla porta, allungando una mano per afferrare il pomello, intenzionata a chiudere fuori il bonzo, che osservò i suoi occhi, l’ambrato sembrò nascondere un secondo volto che fuoriusciva da quello di Meiko, sorridendogli e chiamandolo, sussurrandogli.
 
“Ti amo...
NON LASCIARMI”
 
Ma lui ignorò, perché quella sfumatura rossa lo riportava ancora una volta a quella ragazza che aveva di fronte a se, bruciando via tutto il resto come carta, cancellando tutto come acqua su inchiostro, ora era solo una macchia nera.
E c’era solo lei.
Si, solo lei...
L’emozione era li, davanti a se, ormai non poteva nasconderlo, nemmeno a se stesso...
In verità...lui...anche dopo la morte del suo maestro...e nascondendolo per la vergogna
In verità...di fronte a quella ragazza, quel pensiero gli attraversò la mente, e sentì un senso di liberazione.
In verità...
 
 
Aveva sempre desiderato amare qualcuno...ed ora...forse...aveva trovato quel qualcuno...
 
 
Con violenza lo stava trascinando nella corrente di quegl’occhi, nella voce che lo supplicava di odiare, nella tristezza di quel gesto, mentre abbassava il capo, mormorando a voce bassa.
-Oggi non ho voglia di sopportarti-
E la mano si muoveva, tentando di chiudere la porta davanti a se, per lasciare fuori la figura di quell’uomo.
 
But she will sing...
 
Til everything burns
While everyone screams
Burning their lies
Burning my dreams
All of this hate
And all of this pain
I'll burn it all down
As my anger reigns
Til everything burns

 
Bugie, sogni in frantumi, promesse false, lacrime, odio, pene.
Era un miscuglio micidiale che le fece girare la testa, mentre dal buio della sua anima qualcosa si stava alzando, i suoi occhi erano fissi su quelli ametista di Sanzo, che restava la, ad osservare.
Quella voce chiara e limpida...voleva sentirla ancora...avvertire quella luce accarezzarla ancora...e illudersi di esistere, di non scomparire via nella sua morte, sapendo che nessuno l’avrebbe ricordata.
Aveva paura, in quegl’istanti il corpo tremava, e lei avvertiva la paura, mentre il bonzo notava quel corpo tremare, restando in silenzio, mentre lei prendeva fiato, cercando d’ingoiare a vuoto.
Strinse il pugno, per poi rivelare ancora la mano, ed allungarla, afferrando la maglietta del bonzo e stringendola, mentre lei abbassava il capo, aveva paura, provava una paura profonda che le faceva tremare il corpo.
Si rendeva conto che non voleva morire...tutto quello che voleva bruciava...perché lei voleva solo...
...lui...
La mano sembrò lasciare lentamente la presa, basta, aveva già provato abbastanza vergogna, ora doveva solo scomparire, e lui doveva stare dietro quella porta.
Ad un tratto, quella mano si mosse lentamente, e le toccò il volto con due dita, spaventandola e facendole alzare il capo di scatto.
Cosa succedeva?
Non doveva toccarla!
Non doveva guardarla!
-Non...-
“TOCCAMI! GUARDAMI! AIUTAMI! NON VOGLIO MORIRE!!”
Meiko rimase con il respiro mozzato, le parole morirono in gola, mentre Sanzo la osservava, i due corpi erano così vicini che lei rimase spaventava, per la prima volta davanti a lei le appariva non Genjo Sanzo, il bonzo dai modi freddi.
Ora aveva davanti un uomo di nome Sanzo...l’uomo dalla voce limpida e chiara, dalla luce che la stava toccando, quella luce la stava accarezzando.
Meiko avvertì gli occhi pizzicarle, la mano stava abbandonando il pomello, quando i suoi occhi si pietrificarono nelle parole che la sua mente avvertirono.
 
“-Tu non mi tradirai mai, vero?...Erroris?-
La ragazza annuì con forza, aveva paura di alzare lo sguardo, stava piangendo come una stupida, stava piangendo dalla rabbia e dalla paura, dalla vergogna e dal dolore, e lei lo sapeva, e batteva le mani allegra, per poi avvicinarsi a lei, sussurrando quelle parole di scherno, prendendola in giro, non voleva toccarla dallo schifo.
-Ti voglio bene...-”
 
La ragazza si scosse subito, irrigidendosi, il bonzo stesso a quella reazione s’irrigidì lui stesso, lasciando che la mano scivolasse via da quel volto, mentre lei si limitava a nascondere ancora una volta se stessa in quello sguardo freddo e duro.
Chiuse lentamente la porta, se stessa non voleva chiudere, stava urlando disperatamente di non chiudere quella porta, non adesso!
Invece senti il “clack” della serratura, e si girò su se stessa, appoggiandosi sul legno, scivolando poi a terra, la testa le faceva male, così come tutto il corpo, come se avesse fatto uno sforzo disumano.
Non doveva finire così, e lei lo sapeva.
...però...
Avvertì i passi del bonzo allontanarsi da lei, e si racchiuse nel suo silenzio, alzandosi lentamente e sedendosi sul suo letto, osservando ancora una volta fuori dalla finestra.
In quell’istante Gojio stava camminando per la città deserta, la nebbia costringeva tutti a rintanarsi nelle taverne, e anche lui stava avendo una mezza idea di nascondersi in qualche bar, quando un’ombra nera attirò la sua attenzione, l’ombra gli si avvicinò con fare provocante, e Gojio la riconobbe dalla linea dei fianchi.
-E tu che ci fai qua?-
-Mi annoiavo-
-Dopo tutto il casino che è successo hai ancora la forza di annoiarti?-
-Non mi dire che sei stanco?-
Selene sorrise ammiccante, il ventre era coperto dal suo tatuaggio tribale, che attirò lo sguardo di Gojio, la sua mano si avvicinò alla pelle della pancia, accarezzandogliela, mentre Selene abbassava il capo per osservare i suoi movimenti, dirigendo poi lo sguardo verso il volto dell’uomo, una mano spostò una massa di capelli dietro l’orecchio, rivelando la rotondità umana di questo, mentre la bocca si avvicinava.
Le labbra erano  aride mentre lo sfiorava con un bacio, per poi scendere verso la guancia ed il collo, mentre Gojio restava in silenzio a lasciarla fare, le mani accarezzavano la pelle in parte nuda della schiena.
-E Rika?-
-Ryo...credo stia riposando...-
-Non la chiami più con il suo nome...-
-No...perché quello non è mia sorella...-
Selene si fermò dall’accarezzare il collo di Gojio con le labbra secche, il ricordo di quando aveva abbracciato la ragazza al castello la lasciò in silenzio, mentre abbassava leggermente il capo.
 
Walking through life unnoticed
Knowing that no one cares
Too consumed in their masquerade
No one sees her there
And still she sings...

 
La mano di Selene che era salita sul petto del rosso si strinse a pugno, la ragazza digrignò leggermente i denti, mentre mormorava a bassa voce, come a vergognarsi, e Gojio restava in silenzio ad ascoltare.
-Quando l’ho rivista tornare...ho creduto veramente che tutto sarebbe tornato come prima...
Invece...invece lei se n’è andata...lasciandomi solo quell’essere...ed io non potevo fare altro che accettarlo, perché sapevo che altrimenti avrei perso del tutto mia sorella.
Ma io non voglio Ryo...io voglio Rika...-
La sua mascherata, la sua sceneggiata andava sempre di più a fallire, da quando l’aveva vista con loro sapeva che niente sarebbe più tornato più lo stesso, ma non voleva mostrarlo, non poteva mostrarlo, o il suo piano sarebbe fallito.
Lei voleva solo proteggere Rika, proteggerla da se stessa, da Selene, da tutti.
-Io amo Rika...lei è tutto ciò che mi è rimasto...senza di lei...forse morirei...come ora...-
Stava morendo perché Rika era svanita, stava morendo perché sua sorella non la odiava più proprio perché sua sorella non esisteva più, ed era ancora una volta da sola.
Ed ora stava morendo perché stava amando quell’uomo, che aveva frantumato tutto fin dal primo incontro.
Solo ora se ne rendeva conto.
Aveva vissuto senza che nessuno s’interessasse veramente di lei, e l’unica persona che si era interessata l’era rimasta accanto con fedeltà, accettando in silenzio quella situazione, mentre lui le aveva sconvolto tutto il gioco.
E tutto ora bruciava...
 
Til everything burns
While everyone screams
Burning their lies
Burning my dreams
All of this hate
And all of this pain
I'll burn it all down
As my anger reigns

 
-Gojio...-
Sentendo il suo nome l’uomo abbassò il capo, mentre sentiva le braccia di Selene raggiungere il suo collo, la donna si avvicinò a lui, nascondendo il volto nel petto, restando in silenzio, mentre il rosso aveva la spiacevole sensazione che lei stesse cercando un modo per nascondere le sue lacrime.
Non sopportava vedere piangere una donna, e specialmente non sopportava vedere piangere lei.
Le cose si erano degenerate velocemente tra loro, arrivando a questo.
Lentamente Gojio nascose lui e Selene nella nebbia e in quell’angolo di strada, mentre la sua mano raggiungeva il volto, sentendolo bagnato e cercando di portare via quelle lacrime dalle guance della donna.
Ogni volta che una donna piangeva sentiva su di se il ricordo di quella madre che piangeva perché amava l’uomo che l’aveva tradita.
Ed ogni volta Gojio si domandava cosa fosse l’amore.
Suo padre, un demone, si era innamorato ed unito ad un’altra donna, mentre la sua matrigna piangeva per quel suo troppo amore, ed odiava quell’orrido figlio nato da una donna umana.
Lui non aveva ricevuto mai l’amore, e non lo aveva mai chiesto, ma in quel momento, con Selene che restava in silenzio per la vergogna di quel pianto, Gojio si chiese se quella sensazione di tristezza e quella sensazione calda che aveva nel toccare il volto della donna bagnato di lacrime non fosse quello che chiamavano amore.
Con un senso profondo d’imbarazzo, il rosso si trovò a rendersi conto che non sapeva cosa fare, e cercò di seguire l’istinto, poggiando una guancia su quella di Selene, che avvertì il calore di quella guancia, stringendo di più a se l’uomo, che le abbracciò la vita e le spalle, accarezzandole i capelli.
-Non sopporto vedere una donna piangere-
Selene annuì, allontanandosi di qualche passo per asciugarsi con i palmi le guance, in quel frangente assomigliava ad una ragazzina, mentre Gojio con un tantino di difficoltà le alzò qualche ciocca di capelli per poterla vedere meglio in volto, mentre lei tornava a fissarlo, e lui sorrideva con aria un po’ triste.
Forse quello era amore...desiderare la persona davanti a se, desiderare che ella sia felice, ma desiderare che questa stia con te, come sua madre che aveva amato disperatamente quel demone, ma aveva odiato la donna che glielo aveva portato via, perché per lei quel demone era soltanto suo.
Anche per questo motivo probabilmente odiava quel bambino dai capelli rossi...era il segno della sua sconfitta, quell’amore che non era riuscita a proteggere.
Ed ora Gojio poteva riprovare lo stesso dolore, se la sentiva di affrontare una sfida del genere?
-Ora che mi hai visto piangere ti dovrei uccidere-
Selene sorrise di nuovo con quell’aria cattiva, anche se gli occhi erano arrossati.
Gojio invece sorrise divertito, per poi sporgersi verso di lei sussurrando.
-Provaci...-
Poi le labbra toccarono gli occhi in due baci, mentre Selene accarezzava la guancia dell’uomo, tastandone il volto, e restare abbracciata in quell’uomo, prima di lasciarlo e sorridere con aria abbattuta.
Avrebbe voluto dire qualcosa, ma sapeva che se avrebbe aperto bocca si sarebbe di nuovo messa a  piangere, e lasciò che il sorriso morisse, mentre lo stringeva a se, Gojio si appoggiò alla parete abbracciando ancora la ragazza, guardando un punto di fronte a se, per poi chiudere gli occhi.
 
Til everything burns
Everything burns
(Everything burns)

 
Meiko socchiuse gli occhi un secondo, guardando fuori dal vetro, la nebbia non accennava a calare, e forse domani si sarebbero avventurati con ancora la nebbia alta.
Cercava di pensare ad altro, ma il suo pensiero tornava sempre alla sua guancia che era diventata calda, mentre stringeva ancora di più a se le gambe, nello stesso istante Sanzo guardava fuori dalla finestra, fumandosi una sigaretta, il pacchetto accanto alla sua pistola e all’accendino.
Senza parlare, limitandosi a pensare a quello che era accaduto, a che sarebbe successo se quella porta non fosse esistita, al loro comportamento, ai loro pensieri.
Qualcosa stava cambiando, cambiava in fretta, mentre Meiko avvertiva l’ombra di Kodoku avvicinarsi a lei, e con lui la sensazione di dover tornare...a casa?...
Se quella era la sua casa...allora preferiva scappare ancora...
Ma sarebbe morta comunque...
 
Everything burns
Watching it all fade away
(All fade away)

 
Selene rimaneva abbracciata a Gojio, il suo sguardo era vacuo, perso nel ricordo che prima o poi sarebbe tornata, ed attenderla ci sarebbe stato il volto freddo ed insensibile di un demone, e che il sorriso di Rika ormai sembrava cancellarsi nella sua mente, dietro una scia di margherite, di sangue, di urla.
Tutto scompariva via, inghiottito dal buio, mentre Selene si limitava a stringersi di più in quel calore, chiudendo gli occhi e serrandoli.
Non voleva pensare a niente, a niente!
Per non piangere ancora di fronte a quell’uomo...
 
Everyone screams
Everyone screams
(Watching it all fade away)
Oooh, oh
(While everyone screams)

 
Goku era in piedi nella stanza, il petto nudo era costellato di lividi per i pugni subiti durante lo scontro contro Rika, quelle lacrime che uscivano dagl’occhi della ragazza tornavano in mente con prepotenza, mentre nella sua mente si faceva chiara la voglia di combattere, aveva ancora voglia di lottare, la voglia di non morire era ancora forte in lui.
E stavolta non voleva morire per non perdere Rika, prima di morire la voleva riavere con loro, ed avrebbe fatto di tutto...di tutto...
Sbatté il pugno sul muro, lasciando che si formasse una crepa, mentre ci pensava con lo sguardo convinto e duro.
Lui voleva riavere Rika indietro.
Rivoleva la sua amica, la sua compagna di viaggio, la combattente forse e sicura di se.
Dentro di se urlava di voler riavere Rika, mentre il giorno si sostituiva alla notte, e la nebbia continuava a restare in piedi.
 
Burning down lies
Burning my dreams
(All of this hate)

 
Ryo sbatté con violenza la mano sul vetro del castello, era dentro quella stanza, ma ora quella statua che gli appariva così affettuosa e gentile non riusciva a calmarlo, era terribilmente nervoso, dentro di lui qualcosa stava urlando con tutte le sue forze.
Ma non capiva, perché continuava ad urlare quel nome? Perché la voglia di ucciderlo si faceva meno?
Non poteva rinunciarci, lui era un bugiardo, uno schifoso bugiardo!!
Tutte le sue bugie si erano distrutte quella sera! Ed è stata tutta colpa sua!!
Lo avrebbe ammazzato per questo!
Perché era un maledetto bugiardo!!
I suoi sogni, le sue speranze...tutto era svanito via...per colpa di quegl’occhi dorati che l’avevano incantata.
Maledizione!
“Non è vero! Lui è sempre stato gentile! Lui è la mia luce dorata!!”
NO!
Lui era un bugiardo, come tutti gli altri!!
Ryo si mise una mano sul petto, stringendosi la maglietta, e sbattendo il pugno sul muro, digrignando i denti.
-MALEDIZIONEEE!!-
 
And all of this pain
I'll burn it all down
As my anger reigns
Til everything burns
(Everything burns)

 
Kira si mise una mano sul petto, avvertendo una sensazione di dolore, mentre dentro di lei sentiva l’altra se stessa urlare con ferocia.
Hakkay in quel momento la raggiunse, mettendole affettuoso una mano sulla spalla, e sorridendole.
-Andiamo a dormire?-
La ragazza alzò lo sguardo verso di lui, per poi annuire, alzandosi dalla sedia e guardando ormai la notte, Gojio tornò in quel momento, da solo, solo con un profumo molto forte di rose e menta sulla pelle.
Hakkay invece accompagnò Kira, stringendole la spalla, quasi temesse che lei svanisse via.
Non lo avrebbe più permesso.
 
Watching it all fade away
(Oooh, ooh)
(Everything burns)
Watching it all fade away

 
Gli esseri umani…sono tutti egoisti…vero?
 
Fine Capitolo 28
 
 
 

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Capitolo 29
*** Capitolo Extra: Avventure napoletane. ***


SAAAALVE!! (Yatta!Yatta!Yatta! n.d.Marty)(Mi sa che hanno capito n.d.Raffy)
Siamo tutti qui riuniti in questa pubblica camera (Ma che è, una cerimonia nuziale? N.d.Gojio) (SDONG...botta in testa a Gojio N.d.Raffy) (Gojio--- @___@) DICEVO…SIAMO QUI DAVANTI AL COMPUTER PER SCRIVERE UN CAPITOLO SPECIAL…uff uff, un capitolo special sui nostri protagonisti di Don’t Love Me (Poveri noi n.d.Gruppo di DLM)
Il nostro capitolo Special s’intitola (in coro) AVVENTURE NAPOLETANE!!
Eh già, perché siccome Termoli è un paesotto depresso, abbiamo deciso di scaraventare ALLEGRAMENTE il nostro gruppo ind’ah Napoli (Chisste è oh paese dò solè n.d.Raffy)(Però ieri mattina pioveva…n.d.Marty)(Ma siccome é uscita la napoletana DOC di Napoli, è uscito il sole)(seeeeeeeeen.d.Gruppo DLM e Marty) e di fargli vedere il “paese del sole”, anche se il tempo POTREBBE mutare (ehi, cos’avete intenzione di fare voi due n.d.Gojio moooolto minaccioso)(BWAHAHAHAHAHAHA *_*  risata sadica delle due autrici, Rika e Goku si stringono tremanti di paura)
Vabbeh, VOGLIAMO COMINCIARE? (NOOOO n.d.Gruppo DLM) )(SIIII!!! YATTA!!n.d.Marty) Consigli prima dell’utilizzo: agitare per bene e prendere a piccole dosi. La visione eccessiva di tale contenuto provoca effetti collaterali come schizofrenia e follia. Non somministrare ai bambini al di sotto dei cinque anni, alle donne in gravidanza e a chi soffre di cuore. 

AVVENTURE NAPOLETANE <- (AMEN)

Musica di sottofondo: That’s amore (NON LE MINESTRE!! N.d.Raffy) Di Dean Martin e Frank Sinatra

Eccoci qua in una bellissima e calda mattina di LUGLIO (Dio che caldo! N.d.Marty)(Luglio con il bene che ti voglio vedrà che non finirà!n.d.Raffy) a NAPOLI! Splendida città da un punto di vista sociale, paesaggistico e culturale (ed è anche piena DI BEI RAGAZZI!! N.d.Marty)(Davvero? N.d.Raffy)(-_- Te sei un caso senza soluzione, rinuncia n.d.Marty a mo di Lina Inverse)
La nostra storia comincia all’interno del meraviglioso, grande hotel VESUVIO: vista sul mare, cinque stelle (A dire la verità non lo sapevamo, ma sembrano cinque n.d.Raffy)(Tanto pagano i Sanbutsushin n.d.Marty)(Eccì!  starnuto di uno dei Sanbu) e l’ultima camera, l’attico.
Suite presidenziale (perché noi le cazzate le facciamo BENE n.d.le autrici) separé per ovvie ragioni dato che la camera è UNA ENORME e dormono tutti assieme.
Ore: 7.00
La bella compagnia (dell’anello! N.d.Marty)(Scema n.d.Raffy sbatte la gocciolina sulla testa dell’altra) di DLM sta dormendo beatamente sui meravigliosi letti della suite presidenziale, con il climatizzatore al massimo per il soffocante caldo, tra cuscini profumati e lenzuola stropicciate. Si sente un russare proveniente da un certo ragazzino-scimmia che sembra intraprendere una battaglia per un cuscino con un certo rosso di nostra conoscenza mentre un biondino sempre innervosirsi (ma anche in sogno ^^” n.d. le autrici) Hakkay forse è l’unico che riesce a dormire decentemente….ma forse perché è abbracciato a Kira (CHE CARINI!!! N.d.Raffy avvolta dai cuoricini)(Marty ha il diabete)
Le altre ragazze sono DECISAMENTE più tranquille, anche se Selene si tiene vicina alla sorellina che ha un bel sorrisone stampato in faccia (che aria da ebete n.d.Marty)(LASCIALA STARE!! N.d.Raffy). Meiko dorme con il fucile, abitudine (Ci abbiamo rinunciato -_-“ n.d.le autrici)
Ad un certo punto, inizia la tragedia! Le porte della suite si aprono violentemente, e due figure dall’aria minacciosa e sinistre si guardano a vicenda con un sorriso ferino e crudele, prima di separarsi, una va dalle ragazze, l’altra dai ragazzi.
Cambio musica: We Will Rock You dei Queen.
Entrambe osservano con aria impassibile il dolce sonno dei nostri eroi, e si limitano a scambiarsi un cenno della testa prima di passare all’azione: con un solo movimento afferrano lenzuola e le strappano con inaudita violenza, poi una di loro si porta velocemente alle tende delle finestre e le apre tutte con rapidità sorprendente. La seconda prende il fiato, ora la luce del sole entra con violenza nella suite.
-SVEGLIAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAA!!!-
-È GIORNO, GIORNO, GIORNO!!!-
Ma…ma loro sono…no…non è possibile…non può essere…
E invece sono loro: LE AUTRICI!!!
Scoppia il caos: Rika scappa via, Meiko imbraccia il fucile, Selene genera una bolla elettrica dalle mani, Sanzo impugna la Shureiju e Gojio l’alabarda. Gli unici tranquilli sono Goku che dorme ancora e Hakkay e Kira che si stanno svegliando placidamente, sorridendosi a vicenda (Ehi…un momento n.d.Marty)(Ooooh n.d.Raffy versione cuoricini)(KIRA HA SORRISO!! N.d.Marty)(Pantofola sbattuta in testa a Marty da parte di Raffy)
Le autrici alzano d’istinto le braccia in alto e urlano simultaneamente -CI ARRENDIAMO!!!-
Rika prende la parola 
-Che cosa siete venute a fare? Non ci tormentate abbastanza dentro la ff? NOI VOLEVAMO FARE UNA VACANZA!!- 
Intanto la castana da un calcio a Goku per svegliarlo (Ma…ma n.d.Raffy guarda male Marty)(Ehi, io che c’entro? N.d.Marty)(Perché è colpa tua! N.d.Raffy)(Ma NON è VERO! n.d.Marty ha strane corna sulla testa e una codina che le sbuca dietro la schiena)
-Statti calma! Proprio perché siete in vacanza io e Raffy-chan abbiamo avuto una splendida idea!- Marty sorride con aria demoniaca, e per un attimo Meiko pensa con la gocciolina dietro la testa “Ma siamo sicuri che quella tipa è davvero umana?”; Raffy-chan si fa avanti 
-Esatto! Quindi giù dai letti è andiamo ad esplorare NAPOLI!!- 
-CHEEEEE?!- il grido è all’unisono, ma Hakkay e Kira sembrano entusiasti all’idea, Goku intanto è ancora mezzo addormentato e non capisce bene la situazione.
-Sarà divertente! Ci andiamo Kira?-
-Va bene.- Kira fa un cenno con la testa. Nella mente di Goku balla un solo pensiero.
-Quand’è la colazione?-
Gocciolina delle due autrici, tutti gli altri vorrebbero tornare a dormire. Marty, rapidissima, afferra Meiko e Rika per la collottola mentre Raffy si occupa di bloccare Gojio e Sanzo (Ma perché me la devo vedere con il biondo? N.d.Raffy)
-Andiamo, sarà divertente! C’è una vista spettacolare, un sacco di negozi e luoghi da visitare, oltre ad essere pieno di bei ragazzi…-
-E ragazze.-
Gojio cambia direzione: entra per prima in bagno, seguito da Rika e che martella di pugni la porta -NON METTERCI TANTO! DOBBIAMO MUOVERCI!-
Meiko non è ancora molto convinta, e Sanzo non cambia idea. Marty fa una faccia perfida nei confronti dei due biondini.
-Allora volete che usi le minacce. Sappiate che IO sono una delle due autrici, e non ci posso mettere troppo tempo a convincere Raffy a farvi fare le cose peggiore che possiate immaginare, come mettere ad uno di voi due un tutù rosa e ballare a Teatro San Carlo, oppure a fare all’altra il giro dell’intera Napoli con tanto di Vesuvio A PIEDI- (Sarò stata convincente? N.d.Marty a Raffy)(Ma potevi anche dirgli che li facevi sposare al prossimo capitolo n.d.Raffy bisbiglia a Marty, anche lei ha una strana codina dietro la schiena)
Sanzo cambia direzione assieme a Meiko, entrambi armati: sparano alla porta del bagno.
-MUOVITI IDIOTA!-
-SE NO TI RIEMPIAMO IL CORPO DI PROIETTILI-
Selene resta comodamente seduta sul letto ad aspettare, indecisa su cosa fare della bolla elettrica che ha generato (Marty e Raffy la guardano intimorite).
Dopo un’ora di battaglie in bagno, schizzi d’acqua, dentifricio, sapone, spazzole che volano assieme a pantofole, proiettili conficcati nel muro (oddio, ma questa è una guerra! N.d.Marty)(LA CAMERA! N.d.Raffy)(Tanto pagano i Sanbu n.d.Marty)(Ah, vero n.d.Raffy), urla, vestiti, tende, lenzuola, cuscini e l’urlo delle due autrici “VI MUOVETE?” per ristabilire l’ordine nel caos primordiale (Slayers? N.d.Raffy)(Eh, non credo ^^” n.d.Marty), i nostri eroi FINALMENTE riescono ad uscire dall’hotel mentre i camerieri guardano terrorizzati lo stato disastroso della suite. Marty e Raffy sono le guide, Raffy ha anche la bandierina da guida turistica con la scritta “Gruppo bonzo in vacanza”
-Leva immediatamente quel coso!- Sanzo ha una vena sulla tempia
-Ma così non ci perdiamo!- Raffy con la gocciolina che chiede aiuto a Marty, mettendosi dietro di lei. Marty sfodera l’ARMA FINALE: una telecamerina.
-E daaaai Sanzo, sorridi un po’! Oggi è una bella giornata per andarcene a zonzo per Napoli-
Musica di sottofondo: ‘A città ‘e Pulcenella (Musical Scugnizzi)
-Tzé- Sanzo si allontana mentre Rika è entusiasta della telecamerina e si trascina dietro Kira e Meiko per farsi fare una ripresa di gruppo, Selene dietro si da un’occhiata attorno, le due autrici non avevano mentito sulla presenza di bei ragazzi. Raffy intanto continua, tirando un sospiro di sollievo per essersela scampata.
-Bene signori, la nostra prima tappa è CASTEL DELL’OVO!!-
-UOVA?! DOVE?!- Goku si guarda intorno, e Raffy non può fare a meno di avere la gocciolina dietro la testa. Rika molla un cazzotto in testa al ragazzo 
-Ovo, scemo- 
(è colpa tua! n.d.Raffy insegue Marty con la bandierina con l’intenzione d’infilzarla)(AAAAH!! NON C’ENTRO NIENTE!!! N.d.Marty in fuga)
Castel Dell’Ovo è un bellissimo castello a mo di cittadella medievale che è protratta sul mare e che possiede la sua leggenda alle spalle (Marty versione chibi con una serie di fotogrammi del Castel Dell’Ovo)
-Volete conoscere la leggenda del castello?- Raffy sorridente
-NO- tutti feroci
-…va bene.- Raffy imbronciata, ma Hakkay le si avvicina e sorride come al suo solito.
-Io la vorrei sapere.-
-Anch’io.- Kira si avvicina
-Wuaaah, grazie, solo voi mi capite! Ho deciso, voi sarete la mia coppia preferita!-
Goku e Rika all’unisono -TRADITRICE!!-
Marty con la telecamerina che richiama all’ordine il gruppo -Sbrighiamoci prima che faccia troppo caldo!-
Cambio musica: E poi non ti ho vista più dei 360° e Fiorello
-In ogni caso, la dico lo stesso! La leggenda dice che Virgilio mise, nelle segrete del castello, un uovo che pare reggeva e regge tutta la struttura dell’edificio. Se mai l’uovo dovesse rompersi…-
-Siamo tutti fregati.- Marty riprende la faccia di Raffy, che fa il segno di vittoria mentre tutti si guardavano dubbiosi.
-Uffa, io volevo assaggiarlo.-
-Ma che schifo Goku!-
-Ma io ho fame RIKA!! Non abbiamo mangiato stamattina.-
-NON ABBIAMO MANGIATO?! MA SE TI SEI DIVORATO ANCHE LE MIE BRIOCHES INGORDO!- Meiko è seriamente incazzata e minaccia con i pugni Goku, e Rika cerca di calmare la ragazza con la diplomazia mentre le autrici stanno pensando che forse sta gita non è stata proprio una brillante idea. Ma oramai erano in ballo, ed avrebbero ballato! (Bomba!!! N.d.Marty)(-_- n.d.Raffy)
Castel Dell’Ovo è molto interessante: piccolo, antico, con viuzze e finestre che danno su splendidi scorci di Napoli di cui Rika se n’è innamorata.
-WAAAH!! CHE BELLO!-
-WAAAH! CHE FRESCO!-
Meiko allarga le braccia alla corrente fresca che passa lungo i corridoi all’ombra, a seguirla Goku e Gojio, Marty li osserva con le telecamerina con la gocciolina.
-JACK, STO VOLANDO!-
Tutto il gruppo si volta di scatto: davanti ad una finestra, lì dove c’è la corrente, Jack e Rose del Titanic guardano lo scorcio di Napoli copiando la loro scena. Seguono cinque minuti di assoluto e gelido silenzio, persino Rika si è ghiacciata nel vedere quei due. Fortunatamente, la nostra eroina Raffy interviene, scaraventandoli giù dalla finestra e urlando inferocita.
-QUESTA è LA NOSTRA STORIA, TORNATE AL TITANIC!-
Hakkay alza il dito –Ma non è affondato?- 
-APPUNTO!- Raffy è ancora innervosita mentre nel fondo del mare di Napoli pesci e granchi cantano “In fondo al Mar” per i nuovi arrivati.
Comunque la spedizione prosegue nei brevi meandri di Castel Dell’Ovo. Raffy va fieramente avanti continuando a tenere in mano la bandiera con somma disapprovazione del bonzo che, per una volta, non si è mezzo l’abito cerimoniale (COSA? MIRACOLO! N.d.Raffy)(Vai tu in giro co sto caldo e quell’affare addosso n.d.Marty). in effetti tutto il gruppo si è più o meno cambiato d’abito, ma era anche ovvio: fa davvero TROPPO caldo per tenersi addosso la loro roba normale.
In ogni caso il giro sbocca su finestre, scorci, terrazze fino ad arrivare al tetto il cima a Castel Dell’Ovo. Qui la vista lascia senza parola Rika mentre gli altri osservano interessati i cannoni. Tutti tranne Gojio. No, lui è molto interessato a fare la corte a due straniere bionde.
-Hello ladies. Do you want Take a drink with me?-
Musica: O’ Sarracino
-Ma da quando questo sa l’ingelse?- Raffy si sporge verso Marty che riprende la scena: le due straniere si allontanano, in compenso Selene si avvicina con un’aura di fuoco attorno alla sua figura, le braccia incrociate e una palla di fuoco racchiusa in una mano.
-Non lo sai? Saiyuki lo vedono anche in Inghilterra.- 
-E che c’entra?- 
-Doppiaggio in inglese.-
Raffy è poco convinta dell’affermazione di Marty, ma intanto Selene ha preso per il collo Gojio come si farebbe come una gallina da spennare e cucinare, e il demone scaraventa il mezzo demone dentro uno dei cannoni con applauso da parte del resto del gruppo. Beh, non proprio tutto il resto del gruppo, Raffy da una gomitata a Marty che si gira a riprendere due ragazzi dai capelli castani che guardano lo scorcio di Napoli. D’un tratto l’atmosfera si colore di rosa e si riempie di cuoricini e stelline attorno a Rika.
Marty, paralizzata da un violento attacco di diabete, fa cadere la telecamera prontamente presa da Raffy che le bisbiglia assassina -La telecamera è mia, brutta scema- -Scu…scu…scusa…-
Cambio musica: La Voce dell’Amore (Dal’Incantesimo del Lago)(C’è è la farò? N,d,Marty)(Ti prego, dura solo quattro ore, come il parto n.d.Raffy)(Marty la guarda Malissimo)
Rika guarda con occhi sognanti il bellissimo paesaggio del mare e di Napoli che si vede da quell’altezza. Timidamente, lancia un’occhiata accanto a lei: Goku sta guardando il paesaggio assieme a lei. “Oddio, sono al settimo cielo!!!” “Oddio, che fame” il ragazzo sta pensando seriamente di mettere radici al primo ristorante o chiosco che vende qualcosa da mangiare. Il paesaggio a dire la verità non lo vede, troppo preso a pensare al suo stomaco brontolante.
(Devono dire qualcosa? N.d.Marty)(Mi sembra ovvio!!n.d.Raffy felice)(Beh, però tu hai detto di cambiare coppia con Hakkay e Kira… n.d.Marty)(Dove sta scritto che non posso avere due copie preferite? N.d.Raffy)(Vabbeh… n.d.Marty)
-Goku, non è bellissimo?- “Che bello io e Goku insieme!”
-Si- “Che bello, è pieno di ristoranti di pesce!”
-Il mare…- “Come luccica!”
-Si- “Pieno di pesci”
-La città.- “Pian piano mi devo avvicinare”
-Si- “Ci saranno delle trattorie?”
Rika, rossa e sorridente, avvicina timidamente la sua mano a quella di Goku, sta per prendergliela e stringergliela.
-Goku, che cosa possiamo fare?- “Stare abbracciati insieme…”
-Mangiaree.- “Che fame”
…Rika irrigidisce sorriso, mascella, faccia, corpo, mano, e non risponde. Poi, nei pochissimi secondi che seguirono, in preda alla furia, la castana afferra Goku e lo trascina nell’altro cannone affianco alla sorella, e per la prima voltale sorelle si scambiano un’occhiata complice.
Ci fu un unico intenso sparo, e si videro i due proiettili umani allontanarsi da Castel Dell’Ovo. Meiko è entusiasta e fa i complimenti alle sorelle che si schiacciano il cinque, per una volta tanto d’accordo. Marty e Raffy con le goccioline guardano Goku finire dentro la loro camera d’albergo e Gojio sparire non si sa dove. Kira e Hakkay guardano interessati una rappresentazione in ceramica dello scorcio di Napoli con i vari punti segnati, e Sanzo si accende una sigaretta, il suo aspetto attira molto le stesse straniere che Gojio cercava di abbordare (Ma vallo a capire… n.d.le autrici)
(Concluso?n.d.Marty)(Si, concluso la prima location n.d.Raffy)(EVVIVA!!! N.d.le autrici che si abbracciano felici) 
Insomma, dopo aver recuperato Goku nella camera d’albergo (AVEVANO APPENA FINITO DI RISISTEMARLA! N.d.Raffy) (Poveri noi T_T n.d. I camerieri) il nostro gruppo partì alla ricerca di Gojio, e mentre Raffy cantava “Funiculì Funiculà” tutta l’allegra brigata del bonzo in vacanza (Se lo dici un’altra volta TI AMMAZZO! N.d.Sanzo) raggiunse PIAZZA DEL PLEBISCITO
(Seconda Location! N.d.Marty)
Piazza del plebiscito, secondo fonti, pare sia più larga di piazza San Pietro, ma decisamente è più corta. Sulla piazza si affacciano: l’immensa basilica di San Francesco di Paola con il suo grande colonnato che sembra proprio “abbracciare” la piazza; davanti alla basilica vi è il Palazzo Reale dove pare ci sia una mostra di Raffaello (Peccato che è chiusa il Mercoledì n.d.Marty)(E noi di Mercoledì siamo a zonzo per Napoli n.d.Raffy)(-_- n.d.le autrici). Oltre a questi importanti edifici vi sono il circolo militare dove molti soldati CARINI si aggiravano attorno a Selene, che si lasciava fare i complimenti e si riempiva le tasche di inviti. (Ruffiana n.d.Raffy). Dall’altro, la prefettura ed una litigata in corso.
-SAPPI CHE SONO IN GRADO DI BATTERTI A SEDUTA STANTE!-
-Ah, ma davvero? Ma se a malapena capisci quando Goku pensa al cibo (ovvero sempre) e quando pensa a te (…)-
- MA COME OSI?-
-Che succede?- Marty, con la telecamerina, riprende il video di Rika, furiosa, e Meiko, che sghignazza di gusto. Lì vicino Kira rimane impassibile, ma stranamente una gocciolina le appare sopra la testa nell’osservare il battibecco delle due.
-Vogliono fare il gioco delle statue.-
-Ah! Che forza!-
-Tanto vinco io. Questa qui è talmente poco intelligente che sbatterà addosso ad una statua.-
-LO VEDREMO! NON DARTI TANTE ARIE, MALEDETTA!-
-EVVIVA!!! Una bella sfida in piazza plebiscito! RAFFY! C’è l’hai un fazzoletto di stoffa? Io ho il mio!- 
-Certo!-
Le due autrici, entusiaste, bendano le due ragazze e anche Kira che, interessata, volle provare anche lei il gioco delle statue.
Allora: in piazza plebiscito ci sono due statue equestri. Una è di Carlo III e l’altra è Ferdinando IV. Il gioco delle due statue consiste nell’avvicinarsi il più possibile, partendo dal centro della piazza, ad una delle due statue, senza ovviamente andarci a sbattere contro. Chi ci arriva più vicino, vince. (Chibi Raffy posa la bacchetta dopo aver spiegato il gioco attraverso un disegno. E fa anche l’inchino!)
Le tre ragazze si misero esattamente al centro della piazza, bendate. Fortunatamente, a parte il gruppo in gita non c’è nessuno in piazza, quindi si può giocare tranquillamente. Selene è un po’ titubante, Gojio non si trova ancora e vorrebbe cercarlo. Poi un altro militare si fa avanti, e si riparte con la solita sceneggiata.
-Allora è deciso: chi perde dovrà pagare la cena per tutti. E conoscendo Goku, dovrà sborsare un bel po’.-
-Tanto io ti batto.-
-Si, come no.-
-COME TI PERMETTI?-
-Puoi dare il via, Marty.-
-Oki Kira. Pronte ragazze? VIA!-
I primi passi sono ovviamente incerti, ma la rabbia di Rika comincia a farla andare speditamente, lì poco distante Meiko inizia già a punzecchiarla mentre Kira se la prende con comoda, i suoi passi sono lenti ma sicuri.
-Attenta a non sbattere contro il cavallo. Mi dispiacerebbe per lui!-
-Grrrr. Non mi devo distrarre, non mi devo distrarre.-
-Comunque è stato troppo spassoso sentire Goku che pronunciava quel “mangiare” con tanta enfasi.-
Rika avverte la faccia scottarle come se avesse la febbre, e la sua rabbia la fa aumentare di passo, sempre seguita da Meiko che ridacchia soddisfatta del suo buon lavoro.
-Hai avuto pure il coraggio di ascoltarci!.-
-Già, non volevo perdermi la scena di un bacio inesistente.-
E dire che Rika ci sperava in quel bacio! (Povera piccola T_T n.d.Raffy)(Guarda che hai avuto tu l’idea di dire a Goku quella parola n.d.Marty lancia un’occhiata poco convinta alla Raffy rattristata) (ah…eh…eheheh, vabbe, continuiamo a guardare la gara! N.d.Raffy) La castana sente la rabbia farla correre, e Meiko lì accanto ride ancora più di gusto, oramai le due si sono distanziate da Kira che continua imperterrita a camminare a passo lento.
Dalle autrici: ricordatevi che chi va piano va sano e va lontano. La bionda e la castana ad un certo punto compiono una curva che le porta entrambe davanti alla statua, ma in quanto bendate le due credono di andare sempre diritte. Non si parlano più perché tanto Meiko ha ottenuto ciò che desiderava e Rika perché non voleva avvelenarsi ancora di più il sangue. Fattostà che queste continuano a correre fino a quando…BUM! Rika e Meiko vanno a scontarsi frontalmente con le due statue equestri, una con Carlo III e l’altra con Federico IV.
-Saranno morte Raffy?-
-Ma no, sono solo svenute.-
-Ci credo, con una botta simile.-
-Brava Kira, c’è l’hai quasi fatta!-
La ragazza continua a muoversi, superando le due statue ed avvicinandosi alla basilica dove, ad attenderla sulla scalinata, c’è Hakkay che sorrise affettuoso. Al primo scalino Kira inciampa, e rischia di cadere quando il ragazzo fa appena in tempo a prenderla per la vita e a sollevarla, togliendogli gentilmente la benda e sorridendole con aria divertita.
-Complimenti, hai vinto.-
Kira lo guarda con aria un pochino stupita, prima di sorridere ed annuire, lasciandosi abbracciare da Hakkay sulla scalinata della basilica. Stavolta Marty non s’irrigidisce, ma borbotta per la nausea e del diabete che le danno fastidio mentre, accanto alla telecameramen, Raffy è oramai assorta nel suo mondo romantico fatto di cuoricini, stelline e cupido.
E quelle due? Sono ancora lì, accasciate vicino alle statue, Rika dolorante che si fa aiutare da Goku con gli occhi a spirale e un bel livido in fronte, e Meiko che già conta i soldi che si è presa con se. Avrebbe fatto fare a Goku la cena più breve della sua vita!!!
Ora però c’è un problema.
DOVE STA GOJIO?
-Ah, non mi preoccuperei per lui. Perché invece non andiamo a vedere palazzo Reale?- 
-Si, però non posiamo vedere la mostra- 
-Ci sono sempre i giardini.-
E così, sempre con Raffy in cima alla fila che sbandiera allegramente la bandiera de “Gruppo del bonzo in vacanza”, con sempre maggiore fastidio di Sanzo, che era tentato di sparare addosso all’autrice qualche colpo della Shureiju (riuscirò ad arrivare viva per la fine della passeggiata? Aiuto ^^” n.d.Raffy), il gruppo entrò dentro il palazzo reale, dove ci fu una sorpresa.
- Carrambà che sorpresa!-
-Eccolo dov’era finito!-
-Gojio, sei bellissimo.- Marty sghignazza prendendo per il culo e filmando il rosso, che la guardava con sguardo omicida. Selene tratteneva a stento una risata mentre Meiko, Rika e Goku non si facevano scrupoli. Kira stessa sorrideva divertita, e Sanzo fece un ghigno di soddisfazione. Hakkay fu il solo a non ridere subito, trovando la forza per fargli una domanda.
-Ma come sei arrivato lì?-
-Guarda, mancava una statua e mi sono proposto. RAZZA DI IDIOTA! QUELLA FURIA DI SELENE MI HA SPARATO E MI SONO RITROVATO QUI!!!-
- O_^” -
Gojio era in cima alla fontanella all’interno di palazzo reale, lì dove si apriva uno spazio vuoto da dove si accedeva anche per la biblioteca nazionale. Era lì, in cima alla fontanella, sotto di lui nell’acqua i pesci rossi lo guardavano titubanti, continuandogli a nuotare intorno; e lui restava fermo come un putto di una qualche fontana, con l’acqua che gli bagnava i jeans e le scarpe da ginnastica.
Gojio scese con un balzo, lamentandosi peri vestiti bagnati e per il volo che si era fatto mentre Selene sembrava essere soddisfatta. Intanto nel cortile del giardino di Palazzo Reale, si stava svolgendo un nuovo incontro del terzo tipo. (E io me lo sto perdendo? ZOT! N.d.Marty scappa a vedere con la telecamerina quello che sta succedendo)(La mia povera telecamera T_T n.d.Raffy)
Nel giardino vi è una statua, in stile moderno, che rappresenta due specie di omini che formano un cuore, come i fenicotteri con il collo e la testa. Questa statua moderna (Che a Marty non convinceva molto)(Raffy l’adora!)(E te pareva…) era in mezzo ad un prato verde fra gli alti alberi e le foglie gialle di magnolia.
In questo scenario due persone dai capelli biondi sembravano APPARENTEMENTE scambiarsi delle tenere effusioni, e questo inizialmente sconvolse l’intero gruppo che li stava spiando in lontananza. Raffy soprattutto non credeva a quello che stava vedendo.
-NON è POSSIBILE!!-
-Eppure sono là- Rika
-Oh dei, Sanzo e Meiko che si scambiano dolci parole? E’ la fine del mondo!- Gojio
-E come dire che tu ora smetterai di correre dietro alle ragazze.- Selene
-Impossibile.- Hakkay
-Ehi, voi due, non coalizzatevi!- Gojio
-Però sono carini.- Kira
-Cosa ci trovi di carino, Kira?- Goku. Intanto Raffy é in lacrime, anche se stavolta non ha il coraggio di avere l’atmosfera a cuoricini e cupidi. –Mi fa un po’ troppo strano!!-
-Qui c’è sotto qualcosa…- Marty parte alla carica, avvicinandosi ai due biondi a mo’ di pantera rosa, con in mano la telecamera, avvicinandosi fino ad andare dietro la statua a cuore e sporgersi.
Fu in quel momento che un proiettile la mancò di pochissimo, sfiorando la statua e passandole accanto alla guancia. Marty all’inizio rimane di sasso per la sorpresa, prima di notare Meiko e Sanzo che si guardavano cagnesco, armati di pistola e fucile, che si sparavano addosso dei colpi.
-Ma…Ma…MA SIETE IMPAZZITI?! SPARARE IN MEZO A DEI CIVILI?! RIPONETE LE ARMI O VE LE BRUCIOOO-
BAM! Tutto il gruppo cascò a terra tranne Kira, che si voltò sorpresa a vedere persino Hakkay a terra, con il monocolo che scivolava dall’occhio e sorrideva con aria sbilenca. E Raffy con la gocciolina.
-Mi pareva strano…-
E dopo una lunga lotta furibonda ad evitare pallottole di fucile e Shureiju (mi sembrava Elisa di Rivombrosa n.d.Raffy)(Zitta va, che per poco non mi hanno colpito in faccia -_-“ n.d.Marty)(Peccato che ti hanno mancata n.d.Raffy)(TU FAI UNA BRUTTA FINE. TU E QUELLA MALEDETTA RIKA, LO GIUROOO!! N.d.Marty)(Ma che c’entro io? n.d.Rika)(C’ENTRI SEMPRE, ZITTA E FILA DENTRO LA FF!!!n.d.Marty)e dopo aver separato adeguatamente i due combattenti, il nostro gruppo di “eroi” continua il suo viaggio alla scoperta di Napoli(Napoli fa una brutta fine n.d.Marty )(La mia città!! N.d.Raffy)
-Marty, che ore sono?-
-Chiedilo a Goku-
-E’ ORA DI MANGIAREEEE!!! HO FAMEEE!-
Ora X: 13.00
Rika lancia un’occhiata assassina a Goku che dovrà trovare una soluzione al danno di stamattina, Marty e Raffy hanno l’impressione che la castana non abbia ancora perdonato del tutto la povera scimmiotta perennemente affamata.
-Ok, andiamo alla prima pizzeriae ci fermiamo là-
-Meiko! Rika! Dovete pagare!-
-…GOKU, SE OSI MANGIARE TROPPO NON LA PASSI LISCIA!-
-TI RISPARO DAL CANNONE DEL CASTEL DELL’OVO!-
Goku si fa piccolo piccolo nel vedere la furia e la rabbia delle due ragazze, e il piccolo scimmiotto fugge dietro a Raffy che ne approfitta per coccolarselo come farebbe con il suo coniglietto. Rika gli lancia un’occhiata furibonda prima di seguire la ragazza dai capelli biondi e Marty che indica una semplice pizzeria vicino a Galleria Umberto I.
Sotto lo sguardo assassino delle due paganti, Goku si limitò alla sua pizza e ad una coca cola, non osò nemmeno chiedere il gelato per la paura. (Poverino, mi fa tenerezza ^^” n.d.Raffy)
In ogni caso, per la gioia di Raffy, il gruppo marcia in direzione di TEATRO SAN CARLO. Bisogna dire che è uno dei teatri d’opera più belli ed è inoltre il più antico: la guida turistica, una biondina carina che però non attirò Gojio (soprattutto perché il rosso fu fermato dalla presa a tenaglia di Selene sul braccio)(Mega pizzicotto. Gli lascerà un bel livido n.d.Raffy)(Colpa sua, non doveva abbordare quelle straniere con quell’accento americano n.d.Marty) spiega che il San Carlo fu ricostruito dopo un incendio sotto volere del re. L’intera sala ha più di 1400 posti suddivisi in sei piani più platea. Dove si sedeva il re era il posto più bello: le finte tende in broccato e gli angeli è tutto realizzato con cartapesta, ed è l’unica cosa realizzata in quel materiale, il resto infatti è in legno dorato. Il costo dei posti diminuiva via via che si sale di piano.
Inoltre, in ogni saletta vi era anche uno specchio dove si rifletteva il posto del re, in quanto era il re stesso che decideva se applaudire o no allo spettacolo, e i nobili attraverso lo specchio seguivano la volontà del re. (Chibi Marty spegne il filmino del Teatro San Carlo e riaccende la luce, facendo un piccolo inchino)(Spero che vi paghino per dire queste informazioni n.d.Sanzo)(Torna nella ff!!! n.d.le autrici)
Dopo la spiegazione, appena la guida si allontana, il gruppo iniziò il suo giro di perlustrazione mentre Marty faceva il palo per vedere se arrivava qualcuno, qui rischiavano una bella multa salata!
Il dipinto sul soffitto piaceva molto a Kira e Rika mentre Meiko controllava se effettivamente gli specchi erano tutti posizionati a vedere la saletta dove sedeva il re. In quel momento c’era Sanzo (e ti pareva, il megalomane n.d.Marty)(L’ho sempre detto io che quello si monta n.d.Raffy)
Selene salì sul palco, ammirando le scenografie mentre Gojio la seguiva dietro, il rosso aveva imparato che ora doveva stare vicino alla donna se non voleva subire altre torture cinesi. E anche per evitare che qualche ragazzo troppo coraggioso osasse guardare al di là della scollatura oppure ammirasse il fondo schiena della SUA ragazza. (Gelosone! ^^ n.d.Raffy contenta)
-Sembra che dovranno fare uno spettacolo. Forse un balletto.-
-Allora ci saranno le ballerine.-
Gojio si guardò intorno, il lupo perde il pelo ma non il vizio, e Selene era troppo a dargli un altro pizzicotto alla guancia quando il rosso le afferrò la vita e la strinse a se, sorridendo con aria divertita e da “piacione”.
-Mi fai impazzire quando fai la gelosa.-
-Chissà perché non ti credo, forse perché piuttosto che guardare me guardi sempre qualche altra bella ragazza.-
Colpito ed affondato. Gojio si fece comparire una gocciolina dietro la testa prima di ritentare di nuovo. Il suo sguardo si fece più intenso.
-Ma tu sei l’unica donna della mia vita, lo sai.-
-Che cariiiiiniiii!!! Mi sciolgo!!!- Raffy fece apparire la sua nuvoletta rosa mentre Marty si allontanava, avvertendo il suo diabete minacciare di colpirla duramente. Doveva resistere, doveva resistere!!! –Urgh, qui ci rimango secca…-
Selene lo osservò con un po’ titubante, ma lentamente stava andando a lasciar fare il rosso, che stava avvicinando il suo viso a quello di lei (alt alt alt alt!!!!) quando sul palco entrarono un gruppo di persone che interruppero il momento propizio. Un gruppo di ballerini era sbucato da non si sapeva dove all’interno del palco, e subito afferrarono i due ragazzi mentre il resto del gruppo stava a guardare.
-Finalmente vi abbiamo trovato!-
-Forza, facciamo presto che dobbiamo provare!-
-Che cosa?-
-Voi siete i due protagonisti, no? Allora dovete assolutamente cambiarvi!-
-Ma stavate provando con quegl’abiti? Sono scomodissimi per ballare!-
Gojio e Selene si guardarono allibiti mentre il gruppo di ballerini prese degl’abiti e li porse ai due ragazzi: si trattava di un tutù rosa caramella e una calzamaglia verde che ricordava quella del film “Robin Hood un uomo in calzamaglia”
-Forza, cambiatevi che cominciamo subito a provare.-
-Tu dovresti anche tagliarti i capelli e tingerli, il protagonista li ha biondi, non rossi.-
-MA VOI SIETE COMPLETAMENTE IMPAZZITI, MA PER CHI CI AVETE PRESO?!-
-Ah, ma voi due non siete i due attori stranieri con cui dovevano provare il Lago dei Cigni?-
-CHE COSA?!-
Raffy e Marty applaudirono entusiaste, seguite da tutto il resto del gruppo (Che branco di carogne)(ma và?)
-Siii!! Dai Gojio, mostraci la tua grazia!!!- Goku
-Forza Selene, voglio proprio vederti nei panni della graziosa e delicata principessa Odet.- Marty
Rika si lasciò andare ad una lacrima –Povera sorella mia, alla fine il cigno muore.-
-CHE COSA?!-
Insomma, dopo un sacco di baruffe con i ballerini che volevano obbligare a tutti i costi i due ragazzi ad indossare quella roba, tra urla, tutù rosa svolazzanti e calzamaglie verdi tirate, alla fine il gruppo del bonzo in vacanza (IO VI AMMAZZO!!! N.d.Sanzo) si trovò fuori dal Teatro San Carlo, dirigendosi rapidamente verso Galleria Umberto per non essere afferrati di nuovo da ballerini, quest’ultimi, non si sapeva come, volevano coinvolgere persino il resto del gruppo.

La Galleria era del tutto simile a quella di Milano, ma questa era più altari circa sette metri e,inoltre, i mosaici sul pavimento rappresentavano una bussola con i punti cardinali con attorno le quattro stagioni e i dodici segni zodiacali. Un giovane che passa da quelle parti ci spiega che facendo tre passi sul proprio segno zodiacale si esprime poi un desiderio. Pare che si avveri.
Inoltre il giovane si dilunga con i complimenti verso Rika e Raffy, soprattutto per i loro “bellissimi occhi che sembrano il cielo e il mare di Napoli”, e mentre il giovanotto esegue il baciamano a tutte le ragazze (e Meiko apprezza) Goku rode rode rode rode (E basta!! N.d.Raffy)(Ma io ci godo!!! N.d.Marty) di gelosia nel vedere Rika arrossire e sorridere imbarazzata ad un tale gesto cortese.
Hakkay, anche se continua a sorridere, avverte la parte malvagia dentro di se che vorrebbero massacrare e fare a pezzi quello sconosciuto, ma si limita a trattenere Gojio che, al contrario, non esita a correre a riempire di pugni il bellimbusto. Persino Sanzo gli lancia un’occhiata più storta del solito. (oooooh n.d.le autrici)(Sanzo è tentato di spararci addosso con la Shureiju)
-Allora, proviamo ad esprimere un desiderio?.-
-Si, ma tu, Gojio e Rika dovrete fare il ticket.-
Ed in effetti i tre dovettero fare la fila ed aspettare che ognuno esprimesse il suo desiderio.
(Nuvoletta: v’interessa sapere i loro desideri?)(Un euro, grazie n.d.Marty)(Spilorcia!n.d.Raffy)
Goku, Ariete: “Vorrei avere tanto cibo e restare sempre con Rika” (Ma che cosa mi fai scrivere n.d.Marty prende la pillola contro il diabete)
Selene, Cancro: “Vorrei poter stare sempre con mia sorella….e vorrei che Gojio la smettesse di correre dietro alle ragazze” (mi ricorda un manga che ho letto n.d.Marty)(Non c’interessa! N.d.Raffy)
Kira, Leone: (voi direte che non c’è l’ha un desiderio. SBAGLIATO) “Vorrei che quella rompiscatole (O_O) del mio alter ego la smettesse di darmi fastidio…e vorrei stare sempre con Hakkay”
Hakkay, Vergine (risata corale): “Vorrei imparare a fare lo zabaione, ogni volta non mi riesce(CHE COSA?!n.d.Marty)(Scusa, ma in fondo gli piace cucinare n.d.Raffy)…e vorrei sposarmi Kira” (O PICCOLO!!! N.d.Raffy al settimo cielo)(Marty sviene. Oramai non c’è la fa più)
Gojio, Scorpione: “Vorrei avere un harem pieno di belle ragazze…(Gojio pensa a Selene con un’aura di fuoco e uno spadone gigantesco che lo guarda furibonda)….ho cambiato idea. Vorrei stare sempre con Selene” (Ma oggi è la mia giornata!!! N.d.Raffy)(Tzé, vigliacco n.d.Marty)
Rika, Scorpione: “Sinceramente, non avrei alcun desiderio, l’unico mio desiderio è stato sparato via da un cannone dopo avermi detto che aveva fame!!! GRRRR (RIKA!!! Non mi tradire!! N.d.Raffy in lacrime)…però nessuno riuscirebbe sopportarlo se non io. Vabbe, voglio stare sempre con Goku”(Brava piccola!!n.d.Raffy)
Sanzo, Sagittario: (Oh dei, e mo? N.d.Marty)(Io non mi ci metto proprio in mezzo, te la sbrighi da sola! N.d.Raffy)“Vorrei che quelle due pazze la smettessero di fare simili idiozie!!Le ammazzo!!!”(Noi non speravamo nel romanticismo, ma addirittura essere trattate in questo modo!! N.d.le autrici)
Meiko, Acquario: “Vorrei che quelle due disgraziate la smettessero di farci fare queste assurde gite scolastiche! Io le ammazzo!!”(Ma è possibile che anche nei desideri pensino alla stessa cosa? N.d.Raffy)(Questo è amore n.d.Marty bisbiglia per non essere sentita)
-Bene possiamo andare!- Marty (ALT, E VOI DUE? N.d.Gruppo DLM)(Questo è un segreto n.d.Raffy e Marty a mo di Xelloss di Slayers)(Ehi, non fregatemi la battuta!!! N.d.Xelloss)
-Si andare, ma dove andiamo? Qui ci sono quattro uscite. Nord, Sud, Est ed Ovest. Dove si va?- Raffy
-Andiamo ad Ovest- Sanzo
Non si sa come, ma tutto il resto del gruppo sfoderò dei piccoli harisen che contemporaneamente andarono a sbattere sulla testa del bonzo 
-AH NO, BASTA!!! CI HAI STANCATO CON QUESTO OVEST!!-
-Oh poverino- Raffy  
–Zitta Giuda. Ma questa comunque non me la perdo.- Marty
-ALTOLA’, GENJO SANZO HOSHI!!!-
-Oh no.- Raffy
-Ops- Marty
Dalla cupola a vetro della Galleria Umberto I, ad un tratto, vi fu uno scoppio di vetrate che misero in allarme la gente, che fuggì via mentre demoni cominciarono a gettarsi a terra, circondando il gruppo, Sanzo intanto si riprendeva minacciando morte e sofferenza.
-Genjo Sanzo Hoshi, consegnaci il sutra- (Marty, ma non si scocciano di dire il nome completo?)(Raffy, mi sa che lo dicono per non confondersi con un altro Sanzo)(Perché, quanti Sanzo vedi qui?! N.d.Raffy)(Marty gl’indica altri due Sanzo che se ne vanno in giro come turisti)(…ma quelli da dove sbucano? N.d.Raffy)(Marty mostra a Raffy una coppia del fumetto Saiyuki che si è messa nella borsa)
-Sanzo, non ti sarai portato veramente appresso il sutra!- Meiko
-Ovvio che no, l’ho lasciato nella suite.- Sanzo
-Speriamo che i camerieri non l’abbiamo gettato fra i rifiuti.- Hakkay
-Aaah, finalmente un po’ di movimento, ci sarà da divertirsi!!- Goku
-E dire che era l’unica cosa rimasta intatta a Napoli – Raffy in lacrime che pensa alla cupola.
I ragazzi si sono divertiti da morire, soprattutto Goku e  Gojio che stavano facendo piazza pulita dei demone, mentre le ragazze erano un po’ tutte scazzate, specialmente Rika che avrebbe tanto voluto godersi la vacanza e Kira che stava imparando qualcosa d’interessante; Meiko era nervosa perché anche a Napoli c’erano demoni a rompere le scatole e Selene era un po’ infastidita dal vedere le straniere fare commenti sulla prestanza del rosso. Le autrici erano andate a fare un po’ di shopping per i saldi e a bersi una buona tazza di the freddo godendosi la battaglia (Ho comprato una bellissima maglietta a metà prezzo! N.d.Marty)(Ed io due paia di jeans davvero carini n.d.Raffy)(SCANSAFATICHE!!! N.d.Gruppo DLM).
Ultima tappa: Maschio Angioino
-Oddio, ma quando finirà questa giornata?- Gruppo
-Su su, qui ci sarà da divertirsi!- Raffy
-Andiamo a vedere la sala dell’armeria!-
-E che è?-
La sala dell’armeria un tempo aveva questa funzione, ma durante uno scavo archeologico sono stati ritrovati dei resti prima della costruzione del Maschio Angioino, esattamente degl’insediamenti di epoca romana dove sono stati ritrovati anche alcuni scheletri di persone decedute all’interno di quello che doveva essere il giardino della casa abitata da Lucio Lucinio Lucullo (CHEEEEEE?! N.d.Gruppo DLM)(Non Fatemelo ripetere!! N.d.Raffy)(Raffy muove la mano per cancellare la nuvoletta formatasi sulla sua testa.)
-Quindi ci sono morti qui.- Hakkay
-Eccolì infatti.- Marty
Al di sotto di un pavimento in vetro, tra i resti che la guida turistica diceva essere il giardino, c’erano delle ossa e dei crani umani. Nel vederli, Rika e Kira rabbrividirono schifate ed impaurite, e la ragazza dagl’occhi blu elettrico andò da Hakkay (Raffy si profuse in una serie di commenti che apprezzavano la paura di Kira e la dolcezza del momento, mentre Marty si limitava a non parlare, allontanandosi da quell’atmosfera zuccherosa e diabetica)(TU VUOI LA MIA MORTE!!!n.d.Marty)(Ma cosa mi dici mai! ^-^ n.d.Raffy)(Serpe n.d.Marty)
Rika, invece, guardò ancora con aria intimorita i quattro scheletri sotto di lei, senza accorgersi che il vetro dove stava in piedi aveva delle piccole crepe, forse dovute a qualche oggetto appuntito che aveva fatto crepare il pavimento. Fatto stà che il peso di Rika non fece altro che aumentare le dimensioni di quella crepa mentre il resto del gruppo usciva dalla sala.
-Andiamo Rika?- Selene
-S AAAAAHH!!-
Ad un movimento della castana, il vetro sotto di lei si frantumò, e la ragazza si ritrovò tra le braccia di un carinissimo e SORRIDENTE scheletro, il cranio mezzo spaccato non fece che aumentare le grida di paura di Rika, che si trovò ad alzare le braccia verso l’alto con le lacrime agl’occhi per la paura.
-GYAAAAAAHHH!!!-
-RIKA!-
Sotto lo sguardo un po’ offuscato della ragazza, Goku l’afferrò per l mani tirandola su ed abbracciandola, Rika cercò subito il petto di lui per nascondere le lacrime e soffocare i singhiozzi di paura mentre Selene si fermava dal soccorrere la sorellina, trascinata via dal resto del gruppo
-Lasciali far fare pace- Meiko (eeeh? N.d.Raffy)(Non urlarmi nell’orecchio, per una volta tanto che lo dice!!! N.d.Marty)
-Goku, ho preso una paura tremenda!!-
-Va tutto bene Rika, calmati ora.-
Lei annuì, e il ragazzo subito arrossì mentre parlava ancora alla ragazza.
-Scusami per stamattina. Sono stato davvero stupido.- (SI LO SEI STATO!! STUPIDO STUPIDO STUPIDOOOO!!! N.d.Marty)(Raffy da un cazzotto in testa a Marty -BASTA!-)
-…non preoccuparti. Non sono più arrabbiata. E non ho più paura, puoi lasciarmi.-
-No. Sto bene così.-
(Se anche mi uccidessi adesso morirei felice!!! N.d.Raffy in un tripudio di rosee cuori)(Sto troppo male per farlo n.d.Marty s’innietta l’insulina)
E mentre i due si scambiavano effusioni d’amore prima di raggiungere il resto del gruppo, Meiko s’incuriosì nel vedere la porta che portava alle prigioni, sfortunatamente chiusa. Ad un tratto, ci fu un rumore che allarmò la ragazza: qualcosa era dietro di lei. Ad un tratto nella mente di Meiko ripassarono tutti i film dell’orrore che Rika e Selene avevano voluto vedere, e le scene di volti spaventosi e mani che l’afferravano e la strozzavano erano condite con musiche angoscianti e rumori sinistri come quello che aveva sentito.
“O dei….”
La ragazza si voltò lentamente con il corpo rigido, e dietro di se vide un volto impassibile dagl’occhi profondi e neri. E la voce di quella testa disse -Buh-
Meiko lanciò un grido e cascò a terra dalla paura, riconoscendo alla fine la figura di Kira che la guardava apparentemente impassibile, prima di formare un sorriso trattenuto ed in fine di ridere per la faccia ancora sconvolta della bionda, che subito si riprese, furibonda.
-KIRAAAA, PROPRIO TU!! MO TI AMMAZZO!!!-
Kira si allontanò di corsa ancora ridacchiando, in quel momento il gruppo stava guardando la cappella Palatina prima di salire al piano di sopra ed ammirare lo splendido mare di Napoli con in lontananza Capri ed Ischia, con il molo di Beverello sotto di loro.
-Che bella vista!- Rika
-Domani andiamo là?- Kira che indicava Capri
-Vedremo- Marty con la telecamerina che fa l’ultima ripresa di gruppo -Ragazzi, sorridete!-
Sanzo non ci prova nemmeno, ma tutti gli altri sorridono con aria più o meno entusiasta mentre Raffy scatta la foto, prima di chiedere ad un turista lì accanto di farne una seconda con anche le autrici.
-Smile, please-
-CHEESE!-
Click!

Cumana di Montesanto
-Mi spieghi perché devono venire a casa mia?- Raffy
-Ma è semplice, dobbiamo scrivere i nuovi capitoli, per questo devono venire con noi- Marty
-…credi in quello stato cela possano fare?- Raffy
-Beh…- Marty
Scena: Goku e Rika sono stramazzati al suolo schiena contro schiena con la lingua fuori, stanchi morti; Gojio continua a fare il cretino mentre Selene gli tirava le orecchie e lo minaccia di buttarlo giù fra i BINARI della ferrovia; Sanzo si fuma una sigaretta appoggiato alla ringhiera lì vicino mentre Meiko e seduta a terra con il fucile a fungere da bastone. In questo momento Kira e Hakkay sono tornati indietro dopo aver fatto i biglietti, sembravano gli unici ad essere non stanchi.
-…e se facessimo un capitolo solo con loro?- Marty
-In un futuro lontano. ORA FINIAMO LA NOSTRA FF!!- Raffy

Vabbeh, gente, per ora le AVVENTURE NAPOLETANE si fermano qua (non sperate che siano finite, abbiamo ancora il resto di Napoli da fare n.d.Marty)(Oh NOOOOOOO n.d.Gruppo DLM)(Napoli That’s Amore!!! N.d.Raffy)
SAYONARAAAAA!!!

FINE

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Capitolo 30
*** Remain Together ***


Capitolo 30
Remain Together

 
Lasciata Hotohori da due giorni (Meiko l’aveva bellamente scaricata la, con le lamentele della ragazza dai capelli azzurri) e dopo quella giornata di riposo, la compagnia era intenta ad avviarsi verso il prossimo villaggio, anche se la nebbia era talmente fitta che si tagliava con un coltello, e in un luogo pieno di altopiani la cosa si faceva pericolosa, visto che non si vedeva dove si andava e si rischiare di andare giù da un burrone.
Per questo sia la moto che la jeep andavano lente, Meiko come al solito andava in avanscoperta con Kira attaccata dietro di lei.
Dopotutto non si sapeva quando la nebbia sarebbe calata, e fare radici in quella locanda non andava a nessuno dei presenti.
In quel momento Goku si stava lamentando che aveva fame, dopo quel momento di morale a terra la scimmia sembrava aver ripreso il suo normale vizio di essere eternamente affamato, con come risposta un bel sospiro di sollievo da parte di Hakkay e Meiko, le sfrecciatine di Gojio e l’harisen in testa da Sanzo.
Insomma, si poteva dire che era QUASI tutto normale.
Solo quel buco vuoto accanto a Goku smorzava un po’ l’aria quieta che girava nella jeep, Goku l’aveva detto quando era uscito dalla sua stanza per poter cenare.
 
“Io voglio che Rika ritorni con noi”
 
All’inizio nessuno aveva fiatato, poi Gojio lo stuzzicò, sorridendo con fare divertito.
 
“Oooh, la nostra scimmietta si è presa una cotta per quella signorina, eh?”
“Non chiamarmi scimmia, Kappa pervertito!”
“Cercate di mantenere un comportamento decente, razza di trogloditi!!”
 
Sanzo aveva fatto la sua parte con l’harisen, mentre Hakkay sorrideva con aria leggermente sollevata, e Kira con Meiko continuava a mangiare, osservando la scena come una spettatrice.
In quel momento la moto di Meiko sterzò di colpo, era quasi arrivata al limite del precipizio, al di sotto c’era una boscaglia con un lago sotto di loro, nel caso di caduta l’acqua avrebbe attutito l’impatto, ma la biondina non aveva alcuna intenzione di farsi un bagno; in quel momento, mentre lei dava un’occhiata al precipizio copiata da Kira, la jeep si fermò li vicino, e le ragazze vennero richiamate da Hakkay.
-Tutto a posto?-
-Si...C’è mancato poco che ci facessimo un bagno!-
-Dannazione, questa nebbia non accenna a calare-
Kira si guardò intorno, per poi notare un’ombra poco distante da li, indicandola con la mano e attirando l’attenzione di Meiko.
-C’è qualcuno laggiù, a terra-
-Forse è una trappola...-
 Meiko, imbracando e caricando il fucile, lasciandosi dietro di lei la moto e Kira, si avvicinava lentamente e con prudenza alla figura distesa a terra, mentre la jeep li vicino restava vedere.
La canna del fucile puntava contro quella figura in parte coperta dalla pesante stoffa sporca e rovinata che indossava, si potevano notare solo i capelli biondi e le gambe che sbucavano, il tessuto copriva il resto della figura, comprese le braccia.
Meiko si avvicinò ancora di più, restando all’erta, sembrava svenuta o robe simili, non si avvertivano movimenti sul tessuto, era immobile...
La biondina puntò un colpo a poca distanza dalla terra, e sparò un colpo.
La figura scattò e il tessuto volò via, mentre nella nebbia si rivelavano le orecchie demoniache, a giudicare dalla pettinatura era una persona familiare.
-La scagnozza di Selene-
-Come hai fatto a capirlo?-
-Idiota, hai smesso di respirare-
Meiko puntò ancora il fucile, mentre Himitsu si avvicinava, sembrava disarmata, osservando tranquilla la sua avversaria che la teneva puntata, per poi all’ultimo secondo far fare un mezzo giro al fucile che finì sotto il suo braccio e sparare un colpo, dalla nebbia apparve un demone, in petto aveva un buco che si tinse attorno di sangue, crollando e abbandonando il coltello che teneva in mano, mentre Himitsu lo osservava impassibile.
Meiko sorrise crudele.
-Stupidi-
-...ATTACCATE!!-
Una voce dalla nebbia diede l’ordine, e subito Meiko vide molte ombre circondarla, così come Kira le vide e gli altri, che scesero dalla jeep, non ne erano molto entusiasti, la nebbia giocava a svantaggio di entrambe le parti, forse meno dai demoni, che si precipitarono, la pistola di Sanzo lanciava bagliori luminosi, mentre Selene restava ferma a guardare, Ryo stringeva impaziente i pugni, aspettando il momento buono, le urla di Goku si sentivano chiare in mezzo a quella massa confusa.
Velocemente la massa sembrava diminuire di grandezza, e Ryo intervenì, scagliandosi contro Goku non appena questo sistemò l’ultimo demone, parando all’ultimo secondo il pugno di Ryo: il demone ringhiava sorridendo ferino.
-Ciao, ti sono mancato?-
-Rika...-
-COMBATTI SON GOKU!-
Ryo lo spinse via, per poi ripartire all’attacco, stavolta Goku non ci pensò due volte, scagliandosi contro l’avversario e iniziando una lotta selvaggia, mentre Himitsu prendeva il suo bastone, abbandonato poco distante da dove si era messa per fare da esca, e Meiko teneva basso il fucile, reggendolo con una mano.
Le due si guardarono negl’occhi, poi Himitsu partì in avanti, scartando alcuni proiettili di Meiko, che parò il colpo infertogli dal demone, spingendola via ed usando il calcio del fucile come mazza: l’avversaria non gli dava il tempo di ricaricare l’arma.
Selene invece fece nascere due palle di fuoco dalle mani, lanciandole selvaggia contro Kira, che balzò via, evitandole all’ultimo secondo, mentre la moto rimaneva intatta, e il demone dai capelli neri faceva nascere tra le dita un’altra sfera di fuoco, Kira tenne bene in mostra la sua spada, sporca sulla lama di sangue.
-Ci rincontriamo, Kira-
-Non mi farò portare via da te-
“Non voglio rincontrare quella ragazza, non voglio dare questo corpo a nessuno!!”
Selene sorrise divertita, giocherellando con la bolla di fuoco che teneva in mano
-Questo è da vedere...-
Le due partirono all’attacco, anche se Kira si trovava nel fuoco ininterrotto di Selene, la ragazza si avvicinò a lei, all’ultimo secondo il demone evitò che la ferisse al braccio, lanciandole un’altra serie di colpi di fuoco.
Sanzo, Hakkay e Gojio in quel momento se la stavano vedendo con il resto dei demoni, alcuni di loro si dimostravano piuttosto coriacei, dando loro del filo da torcere.
Invece Ryo rischiò di ricevere un cazzotto da parte di Goku, e con uno sgambetto lo fece cadere a terra, afferrando il serramanico per ferirlo, il ragazzo però lo schivò, rimettendosi in piedi mentre il demone sorrideva divertito.
-A quanto pare ti sei deciso a fare sul serio!-
-Io non ho nessuna intenzione di morire! Non di certo davanti a te Rika!-
Il demone rimase qualche secondo in silenzio, mentre dentro di lui qualcosa si muoveva fastidioso.
Non poteva, non doveva credere a ciò che sentiva!
-Beh mi dispiace, ma per mano mia morirai!-
Il demone partì ancora all’attacco, mentre Goku evitava un altro colpo, sotto lo sguardo preoccupato di Ryo, Goku appariva ancora più forte dell’ultimo combattimento, il che gli metteva agitazione: se non lo ammazzava subito, sarebbe stato lui che l’avrebbe ammazzata.
Doveva ucciderlo, lo aveva promesso al principe, e lui gli avrebbe dato ciò che desiderava.
“Però...anche Goku me lo stava dando...mi stava donando affetto...la sua amicizia”
NO!
Lui era un bugiardo, le aveva mentito, in realtà se quel giorno non fosse intervenuto Hakkay quella mano l’avrebbe uccisa all’istante; lei...era terrorizzata in quel momento da molte cose: dal demone che viveva in Goku, da quelle emozioni così fragili che aveva provato con lui, da come si era frantumato tutto in seguito a quella scoperta, da come adesso avrebbe ucciso senza pietà per poter ancora illudersi, vivere di nuovo un amore che le era stato strappato via con la forza.
L’amore di una madre.
“Ma quella non era la mia vera madre...e l’amore che potrei ricevere...è solo una bugia...”
NO!
“Le vere bugie in realtà erano quelle che io stessa mi creavo”
NO, NON E’ VERO!
“Invece...con Goku...le mie emozioni erano vere...ero veramente amata...ed io..”
ZITTA, STA ZITTA!! STA ZITTAAA
“Io...io lo…”
NOOOOO
NON ACCADRA DI NUOVO!! NON VOGLIO ILLUDERMI MAI PIU!
Quello che aveva ottenuto da Goku era solo un’illusione! In realtà la sua fame disperata di amore gli aveva fatto credere che poteva vivere senza Selene, senza il principe Kougaiji, senza le promesse che l’avevano aiutata a sopravvivere.
La sua luce era Goku...ma lui stesso l’aveva quasi uccisa.
No, non poteva permettersi un altro errore del genere, non più; doveva ucciderlo, doveva assolutamente ucciderlo.
E questa forse...questa sua paura...questo suo morboso desiderio...la stava trascinando nella follia.
Ryo aumentò la potenza dei suoi attacchi, ormai i suoi occhi celesti si erano spenti dietro l’unico desiderio di vedere Goku morto, il ragazzo la osservò con fare scioccato, mentre intorno a loro le varie piccole battaglie infuriavano, Meiko si era fatta colpire un paio di volte, mentre Himitsu si era fatta prendere di striscio da un proiettile, ed ora prendeva fiato, rimettendosi in posizione da combattimento e ripartendo alla carica.
Sanzo vicino alla jeep mentre sistemava gli ultimi superstiti con il potere del sutra fissando i vari combattimenti. Hakkay individuò subito Kira, dato che una sfera di energia le aveva sfiorato i capelli, creando un’altra esplosione che alzò un bel po’ di terra, mentre Selene si teneva in movimento, sferrando altri attacchi alla ragazza, che balzò via, evitandone un paio.
Ormai le due era vicine al ciglio del burrone, sotto di loro la foresta e il lago, il tutto coperto dalla nebbia, quindi non si sapeva dove si cascava...
Kira scattava di qua e di la, capendo che non poteva evitare per sempre quei colpi...
Doveva cogliere di sorpresa la donna...
All’ennesima esplosione Kira si nascose in mezzo al polverone, attirando lo sguardo di Selene da quella parte, mentre invece era sgusciata via, per attaccarla di sorpresa alle spalle.
In quel momento Ryo vide Kira compiere la manovra e prepararsi per attaccarla: la spada era decisa ad affondare nel ventre della donna.
Le sue gambe si mossero d’istinto.
Tu-tum, tu-tum, tu-tum
 
“Sorella, mi acconci i capelli?”
Selene...
“Va bene Rika, vieni qui seduta”
Selene...
“Guarda che belle margherite!”
Selene...
“Ecco qua una corona per la mia sorellina!!”
“Waaah, è bellissima!!”
SELENE!!
-SELENEEEE!!-
 
“Vi prego, non distruggete le mie illusioni”
 
La donna si voltò all’ultimo secondo, osservando Ryo che la spingeva via, Kira all’ultimo secondo balzò lateralmente, strusciando a terra, mentre Goku si fermava dall’inseguimento, osservando le due sorelle distese una sopra l’altra. Selene teneva gli occhi spalancati, la bandana di Ryo per sbaglio era incappata nella mano di Selene, che con irruenza l’aveva tolta dalla testa del demone, rivelando la capigliatura castana della ragazza, che rimase immobile qualche secondo.
 Rika...sopra di lei c’era Rika...e l’aveva salvata...
Sua sorella...era li con lei...sua sorella...
-Ri...Rika...-
Il tono di quella voce scosse la ragazza, che si rialzò di colpo, osservando con un moto d’incredulità il corpo sotto di lei, entrambe le sorelle erano scioccate da quello che era successo.
Poi Selene si rialzò di colpo, porgendo intimidita la banda a Rika, che la osservò scioccata.
Perché aveva salvato quella donna?
L’aveva sempre odiata, eppure ora...il sapere di perderla la svuotava di colpo...
Lei che aveva sempre desiderato ucciderla, vederla morta...ora voleva che vivesse...
Nonostante tutto il dolore che le aveva inferto?!
Nonostante tutto quello che era successo?!
Nonostante tutte le parole crudeli e feroci serrate con ironia?!
NONOSTANTE QUESTO LA VOLEVA VIVA?!
 
“Goku...
Volevo ringraziarti...per non aver ucciso Selene...”
 
Goku
...la colpa di tutto era sua! Lui, che le aveva promesso che avrebbe ucciso Selene.
Ed invece...lei gli aveva chiesto di non farlo...perché si era accorta...che...
 
“Il fatto...è che lei è mia sorella...ed è l’unica persona vicina a me che mi è rimasta...anche se...io la odio...e lei mi odia allo stesso modo...
Io non posso permettere a nessuna di ucciderla o di farle del male”
 
Non aveva mai pensato una cosa del genere, non si era mai resa conto di quello che in realtà provava veramente.
Il terrore di restare sola.
Ed era tutto colpa di Goku...era colpa sua se ora era arrivata a quel punto di non ritorno.
Rika si voltò lentamente verso di lui, il ragazzo spalancò lo sguardo, mentre vedeva di fronte a lui quella figura che conosceva, che voleva riavere.
E quello sguardo...che ora lo fissava con odio.
Oppure...era dolore?
Rika ringhiò, per poi urlare ad alta voce, come a voler convincere più se stessa che il suo avversario.
-MALEDETTO! E’ SOLO COLPA TUAA!!-
La ragazza si lanciò contro di lui, che era rimasto troppo sbalordito da quello che aveva visto per potersi muovere, il demone arrivò all’improvviso, sfogando la sua rabbia in quello scontro corpo a corpo, Goku poté solo parare e schivare i colpi, non riusciva a riprendersi, dopo quell’urlo era come se le sue energie fossero andate prosciugate da quegl’occhi.
Rika si lanciò ancora contro di lui in un feroce attacco, per poi indietreggiare, preparandosi: stavolta il coltello che teneva in mano l’avrebbe trapassato, lo avrebbe ucciso!
E con lui sarebbe morto tutto.
Tutto...
Anche lei...
La ragazza chiuse gli occhi, per poi aprirli di scatto e fissare il suo nemico, ormai c’era solo lui nel suo campo visivo.
 
 
Quanto può l’odio accecare una persona? Dipende da quanto questa ama. Perché l’odio...è solo il modo più disperato di amare...
 
 
Ad un tratto, la terra sotto di lei si frantumò, e Rika trattenne il fiato, mentre il vuoto andava ad accoglierla tra le sue braccia, il ciglio del burrone in quel punto era sporgente, e quella zona di terra era molto delicata, il suo peso...la stava facendo franare.
Davanti al ragazzo dagl’occhi d’oro la figura di Rika stava andando a svanire, precipitando verso il burrone...
Goku spalancò gli occhi, e con uno scatto si portò in avanti, allungando una mano per afferrarle il polso, urlandole.
-NO RIKA!!-
Il ragazzo l’afferrò, portandola verso di se, anche lui però aveva i piedi persi nel vuoto, sotto lo sguardo scioccato di tutti.
Rika si sentì afferrare da Goku e spalancò gli occhi, un moto di rabbia e di paura la spinse a spalancare la bocca, rivelando i canini affilati, e con un potente movimento morse con forza la spalla di Goku, che soffocò un lamento, per poi con la mano stringere la testa di Rika verso di lui, i capelli s’infiltravano fra le dita, mentre le orecchie demoniache avvertirono il sussurro del ragazzo.
-Non ti lascio morire...-
...
La ragazza avvertì il sapore ferroso del sangue che usciva dalla sua ferita, e rimase paralizzata da quel sapore e da quelle parole, alcune lacrime scappavano dagl’occhi perdonandosi nell’aria, mentre entrambi cadevano verso il basso, sopra di loro gli altri si sporgevano, vedendoli precipitare nel vuoto, perdendosi nella nebbia grigia.
Ad un tratto, si sentì il rumore forte dell’acqua, e subito Selene si mise in movimento, partendo a correre, mentre Meiko urlava con aria feroce.
-PRESTO, SONO CADUTI NEL LAGO!-
 
Goku avvertì il liquido gelido congelargli il sangue nelle vene, sotto di lui il terreno colpì il suo fianco e quello della ragazza, che si muoveva tra le sue braccia.
Rika aveva avvertito l’impatto violento nell’acqua, questa era entrata velocemente dalle sue narici, mentre lei staccava la presa dalla bocca di Goku, mettendo una mano a coprirsi la bocca, il fiato di colpo le mancava, mentre l’acqua nella gola la stava soffocando, pungendola così come il freddo che le fece rabbrividire il corpo.
Con uno scatto Rika si staccò da Goku, il ragazzo socchiuse gli occhi vedendola allontanarsi da lui per risalire in superficie, per fortuna l’acqua non era molto alta, raggiungeva fino al petto la ragazza, mentre davanti a lei appariva Goku, che tossì insieme a lei, per poi allungare una mano ed afferrarle la spalla, avvicinandola a se.
-RIKA! Stai bene?-
-NON MI TOCCARE!!-
La ragazza schiaffeggiò via con violenza la mano, tenendo il capo basso, i capelli fradici erano in parte appiccicati al volto, mentre lei tornava a tossire, non era riuscita a togliersi tutta l’acqua dai polmoni, mentre Goku la guardava stupito, spalancando gli occhi.
Rika...Rika lo odiava...
La ragazza tossì un’ultima volta, la sua testa era troppo confusa, solo un fatto le era rimasto in testa: lei aveva morso Goku, Goku l’aveva seguita pur sapendo di rischiare di morire, e lei voleva ucciderlo con tutte le sue forze.
...ma non era vero...non voleva ucciderlo...lei...era semplicemente disperata...perché era spaventata...era spaventata da quelle emozioni che aveva provato...dal fatto...che lei era...
Rika alzò lo sguardo verso Goku, con tutta la sua forza tentò di odiarlo ancora, mentre si precipitava verso di lui, iniziando a tempestargli il petto di pugni, mentre lui restava incapace di poter fare qualcosa, avvertendo solo la voce della ragazza che gli urlava contro.
-Maledetto! E’ colpa tua, è colpa tua!!
Se tu mi avessi odiato, se tu mi avessi ucciso!!
A quest’ora non sarebbe accaduto niente!!
A QUEST’ORA SAREBBE ANCORA TUTTO COME PRIMA!!-
“Ma quello che avevo prima...non lo volevo...quello che mi hai dato...quella luce che mi hai offerto...ha rivelato tutte le mie paure che tenevo nascoste...adesso desidero che quando ci siamo conosciuti tu mi odiassi.
Non amarmi mai, ti prego Goku, fa tornare tutto come prima, non amarmi, odiami, odiami!!”
-Odiami...-
Il ragazzo continuò a restare immobile, mentre Rika avvertiva le forze abbandonare il suo corpo e le sue mani, le gambe tremavano leggermente...
-Ti prego...ti prego odiami...odiami Goku...-
I pugni si fecero sempre più deboli, mentre il ragazzo avvertì un moto di dolore nel sentire quelle parole, quelle scosse che uscivano dal corpo di Rika già tremante per il freddo, l’ultimo pugno venne bloccato dalla mano del ragazzo, mentre l’altro braccio stringeva la schiena della ragazza a se, abbracciandola, mentre l’acqua inzuppava i loro vestiti, e Rika piangeva in silenzio, ormai non riusciva più a pensare a niente, la sua tacita e falsa preghiera si era spenta del tutto, mentre Goku la stringeva a se.
Rika...Rika era li, fra le sue braccia...eppure lo odiava...lo odiava ancora...
Lo odiava per ciò che era...
 
Intanto la moto di Meiko era schizzata a forte velocità verso la foresta sotto di loro, ciò che stava facendo erano una serie di manovre da pazzi in cui rischiava ogni volta di perderci la vita, mentre Selene era balzata a terra attraverso gli spuntoni del fianco della montagna, atterrando con un tonfo, mentre avvertiva la moto che l’aveva seguita fino ad allora fermarsi, di fronte alla biondina c’era una strada senza uscita, tra lei e il terreno vi erano almeno cinque metri di altezza.
La biondina sgommò ancora, stavolta Kira non aveva fatto in tempo a raggiungerla, e la seguiva dietro con la jeep e gli altri tre ragazzi, la moto ritornò sui proprio passi, per poi girarsi di nuovo e stridere su un terreno, la moto fece il tuffo nel vuoto, mentre la ragazza stringeva febbrilmente le mani sul manubrio, preparandosi all’impatto, il primo contatto fu con la ruota anteriore, e sembrò andare bene, quando quella posteriore all’atterraggio slittò, facendo accapottare moto e conducente, Meiko strisciò sull’erba, restando immobile qualche secondo, per poi rialzarsi lentamente, non sentendo nessun osso farle male.
La jeep si fermò, al contrario della moto Hakuryu non aveva intenzione di fare un balzo del genere, come del resto non lo voleva nessuno dei passeggeri.
Gojio si sporse in avanti, urlando.
-EHI, TUTTO BENE?-
-SI!-
Meiko mosse le mani, anche se borbottava leggermente per il dolore al fondoschiena, e controllava la moto, la piccolina aveva resistito anche a quell’impatto.
-Brava bambina-
Meiko diede una carezza sul manubrio, per poi lasciarla la, riprendendo le ricerche di Rika e Goku, copiata da Selene, che si guardava intorno, avviandosi verso la zona con il lago.
Sua sorella...l’aveva salvata, l’aveva spinta via prima che potesse precipitare nel burrone, Rika era stata li in quegl’istanti, quando aveva urlato il suo nome, quando l’aveva afferrata e buttata a terra per salvarla, quando si era rialzata e l’aveva fissata con stupore ed anche con ansia.
Aveva sentito i capelli castani solleticargli il collo, ed aveva avuto la voglia di piangere e stringere a se quella ragazza.
Era Rika...era sua sorella!
 
“Io non voglio Ryo...io voglio Rika...”
 
“Io amo Rika...lei è tutto ciò che mi è rimasto...senza di lei...forse morirei...come ora...”
 
Ed ora che l’aveva rivista in quegl’istanti si sentiva di nuovo viva, avvertiva ancora in lei quell’umanità che aveva pensato di dimenticare, si sentiva di nuovo quella ragazza che adesso cercava la sua piccola sorellina che si era persa, chiamandola ad alta voce.
-RIKA! RIKA!-
Doveva ritrovarla assolutamente, voleva vedere ancora quegl’occhi brillare di vita, voleva vedere di fronte a se quella bambina con i suoi sogni spezzati, anche se il suo sguardo d’odio l’avrebbe ferita.
Il nulla non doveva raggiungerla, il nulla non doveva assorbirla!
Lei doveva vederla ancora, doveva disperatamente trovare sua sorella!
-RIKA!!-
Lanciò quell’urlo e le sembrò che il suo corpo si rimpicciolisse, la sua voce si facesse più sottile, e i suoi capelli si allungassero, mentre le sue mani spostavano via il fogliame, e i suoi occhi si guardavano intorno, brillanti di ansia, vivi, due occhi che vivevano.
Il suo corpo viveva in quegl’attimi, la sua mente la riportava indietro, oltre il giorno in cui lei non poté fare nulla e vide la morte dei suoi genitori senza muovere un dito.
Era stata soggiogata dalla paura, era stata una vigliacca, ed ora egoisticamente chiedeva di vivere ancora, di non essere trascinata via dal nulla.
Viveva per se stessa...almeno fino a quando non la vide...e provò ribrezzo, perché rivedendo quegl’occhi celesti...rivedeva il suo comportamento vigliacco, rivedeva ogni istante di quel giorno, quando la portarono via, quando la trasformarono, quando li fece tutti a pezzi, quando si rese conto che aveva ucciso, quando la sua follia l’aveva abbracciata con aria serena, sorridendole crudele.
E si era odiata...e aveva odiato quella bambina...
 
“Portatela via!”
 
Si era ripromessa di proteggerla da se stessa.
Ed ora la stava cercando.
 
“Sapere di essere odiata da tua sorella, di essere la colpa che l’ha portata a questo...e non poter fare nulla per aiutarla...
Ti brucia, brucia nel tuo orgoglio, non è vero Selene?”
 
Si, era vero...
Era vero che l’amava con tutte le sue forze, oltre per il suo egoismo, per la sua paura, per “perdonarsi”...anche perché era sua sorella...e lei aveva sempre amato Rika...
 
“Selene!!”
 
Quella bambina...dai grandi occhi, con in testa una corona di margherite...era la sua principessa...e lei voleva assolutamente difenderla...perché era tutto quello che aveva...perché non voleva cadere nel nulla, perché aveva paura di se stessa...perché quella bambina dagl’occhi azzurri era sua sorella, era l’ultima cosa che gli era rimasta...come lo smaniglio che in quel momento portava al polso, lo stesso smaniglio che aveva visto indossare sua sorella da piccola...e da grande...
 
“Te lo regalo allora. Così ne abbiamo uno tu ed uno io.
Sei contenta?”
 
Aveva pianto i fronte a lei, e lei l’aveva stretta a se...
Sorella...
-RIKAAA!!-
 
-Eccì!-
Goku si voltò verso la ragazza, stava rabbrividendo dal freddo, la nebbia sembrava essere diminuita, mentre lui vedeva chiari i lunghi capelli bagnati appiccicati a quel corpo tremolante, i vestiti erano zuppi, e la maglietta bianca di lei si era appiattita al petto, stranamente poco rotondo.
Rika strinse i denti, le bende che si era messa per appiattire il seno dopo essere state bagnate cominciavano a strofinare sulla pelle irritandola, e procurava un basso ma continuo bruciore.
Si era anche sciacquata più volte la bocca, per togliersi quel maledetto sapore di sangue, mentre la maglietta di Goku si era sporcata, per poi venir lavata all’acqua formando una grossa macchia rossastra.
Rika si limitò a voltarsi qualche secondo a guardare quella ferita, stringendo i pugni mentre avvertiva un senso di colpa insinuarsi dentro di lei, mentre una mano spostava una ciocca bagnata di capelli, tastando inavvertitamente le orecchie, constatando che erano ancora lunghe e demoniache, era ancora un demone.
Un demone...proprio come lui...
Già...in fondo cosa avevano diverso lui e lei?
Erano entrambi demoni.
Entrambi erano degl’assassini.
Entrambi avevano il potere di uccidere...
Uccidere...
Rika si guardò le mani, per poi spostarne una verso la spalla, tastandola, li c’erano le ferite che Goku le aveva causato, in quel momento i ragazzo si voltò ancora a guardarla, notando il gesto e l’espressione dolorante, ricordandosi delle parole di Hakkay, quando gli aveva chiesto se l’aveva ferita.
Dei graffi sulla spalla causati dai suoi artigli...
Il ragazzo si guardò la mano che secondo lui aveva causato quella ferita, per poi mormorare con aria colpevole verso la ragazza.
-Ti ho...fatto molto male?-
Rika fu tentata di non rispondere, continuando a stringere la spalla ferita, per poi ringhiare, parlando a voce bassa e rabbiosa.
-Secondo te?-
 
Kaze ga yoseta kotoba ni
oyoida kokoro
kumo ga hakobu ashita ni
hazunda koe

 
Il (mio) cuore è inondato di parole
pronunciate dal vento
La (mia) voce viene trasportata
da un domani nuvoloso.

 
Si, le aveva fatto male, le aveva fatto molto male se ora la stava odiando, se si rivolgeva a lui con quel tono.
Ma lui non voleva...non avrebbe mai voluto farle del male. Lui voleva proteggerla...da se stesso...
Eppure era successo, lui si era mostrato a lei in quel suo io nel quale si perdeva nel buio, nell’oscurità, e dove non poteva fare nulla, nemmeno salvarla.
Avrebbe almeno voluto salvarla da quel colpo, ma era stato lui stesso ad infliggerlo.
Si, era un mostro...era stato un mostro...
Però...però voleva Rika con se...
-Perdonami...non volevo...non avrei voluto ferirti...-
 
Tsuki ga yureru kagami ni
furueta kokoro
hoshi ga nagare koboreta
yawarakai inamida

 
Uno specchio riflesso
dalla luna, fa tremare il mio cuore.
Lacrime leggere
scorrono con un ruscello di stelle.

 
“Non avrei mai voluto rivelarti quella parte di me, avrei voluto rinchiuderti in una teca di vetro per poterti proteggere, però ogni volta che stai da sola tu piangi, ed io posso solo offrirti le mie braccia.
A volte...vorrei che tu mi salvassi, ma nessuno può farlo, solo il sole...il cielo è una meta troppo distante da raggiungere...”
Rika si voltò ad osservarlo, aveva lo sguardo chino, con le gocce d’acqua che gli colavano dai capelli e dal naso, i vestiti bagnati e l’aspetto in generale infreddolito, il diadema ora brillava ancora di più per l’acqua che lo aveva “lavato”
Il diadema, il sistema di controllo del potere maligno...
Un demone...come poteva fidarsi della parola di un demone?
Goku si passò una mano in faccia, togliendosi un po’ d’acqua, mentre Rika teneva nel viso quella faccia diffidente, restando nella sua parte, dopo il tuffo si erano allontanati, soprattutto lei, troppo scossa e troppo triste.
Rabbia, dolore, tristezza, solitudine...quel miscuglio l’aveva fatta scoppiare come un petardo, ed ancora ora restavano i rimasugli di quell’ira che aveva scatenato, rischiando solo di cadere e morire, e Goku...l’aveva seguita in quel salto nel vuoto.
 
“Non ti lascio morire...”
 
-Sei solo uno stupido! Fino ad ora sono sempre stata tua nemica, avrei potuto ucciderti in ogni momento, ed invece come uno sciocco mi hai creduto.
Io so come sei veramente, io l’ho visto.
Sei un essere crudele, che si diverte ad uccidere la gente, che non prova nient’altro che ferocia e follia-
“Ma questa non sono io? Non mi sto descrivendo?”
Goku a quelle parole serrò il pugno, mordendosi il labbro inferiore, scuotendo poi leggermente il capo, mentre Rika si alzava di scatto, afferrandolo per il collo della maglietta e sibilandogli con odio.
-Avanti, dillo che mi hai presa in giro!-
“Io mi sono presa in giro...!
-Dillo che per tutto questo tempo hai fatto finta!-
“Io ho fatto finta di non vedere”
-Di che in realtà mi odi!-
“Mi detesto, sono ripugnante”
-Dillo, DILLO CHE MI ODI!! DILLO!!-
“Io non ho fatto altro che usare queste mie illusioni e sfruttare quelli che stavano intorno, sono solo un’egoista, non mi sono mai resa conto che il vero mostro sono io, e che non merito amore.
Però...con Goku...avrei voluto...insieme...”
INSIEME
 
Suteki da ne
futari te wo tori aruketa nara
ikitai yo
kimi no machi ie ude no naka

 
Non è splendido?
Noi due che camminiamo mano nella mano.
Voglio tornare
nella tua città, nella tua casa, fra le tue braccia.

 
-No-
La ragazza spalancò stupita gli occhi, mentre Goku la fissava con le sue iridi dorate, concentrandole nell’azzurro di quelle della ragazza, non avrebbe mai detto una cosa del genere, MAI!
Aveva i terrore che se l’avrebbe detto...Rika non sarebbe più tornata...l’avrebbe persa!
Invece...invece lui voleva riavere Rika, voleva Rika con se!
-Perché dovrei dirtelo se non è vero?-
“Perché è la verità...capisci Goku...io sono solo un mostro...un essere che marcisce e che è incapace di vivere, troppo legato a quei ricordi ormai consumati dal tempo...”
Rika liberò leggermente la stretta da Goku, sussurrando con aria abbattuta.
-Perché è la verità...cerca di capire...-
- NO CHE NON CAPISCO STUPIDA!-
Goku si alzò in ginocchio, mentre Rika abbandonava la presa dalla maglietta, e il ragazzo cominciava a parlare ad alta voce, la sua mente tirava fuori un sacco di pensieri sconnessi, eppure erano tutti legati insieme da quella tristezza che ormai gli stava facendo sanguinare il cuore.
-Io non capisco!
Fino ad ora eravamo riusciti a stare insieme, ad essere amici!
Io ho paura ,la  Rika di adesso è così diversa da quella che avevo accanto a me, eppure ha la stessa voce!
Io ho sempre creduto che potevamo stare insieme, io l’ho sempre creduto possibile!
Ti ho promesso di non lasciarti più, e non voglio lasciarti più.
Maledizione, è così difficile per te capire che ti voglio bene...che IO TI AMO?!-
 
Sono mune
karada azuke
yoi ni magire
yumemiru

 
Ho sognato di giacere
sul tuo petto.
Il mio corpo stretto nel tuo abbraccio,
che svaniva nella sera.

 
Rika sussultò nel sentire quelle parole, mentre Goku voltava il capo di lato, stringendo i denti mentre avvertiva gli occhi pizzicargli, aveva paura che la ragazza dopo quello sfogo scappasse via, non tornasse più da lui, però...però voleva che lei lo ascoltasse, che capisse tutto ciò che aveva in testa, tutta quella confusione, quelle paura che non aveva provato mai prima, quell’imbarazzo.
Quella tristezza.
La ragazza avvertì il cuore accelerare di colpo, la sua paura svaniva, mentre una sensazione calda e umida la raggiungeva in gola, riempiendogli la bocca, e gli occhi pizzicavano.
L’amava...nonostante tutto l’amava?
...
Goku lasciò che dal viso scorressero della lacrime, mentre una mano tentava di asciugarle, non facendo altri che aumentarle, mentre la sua voce era leggermente incrinata, strozzata.
-Anche...anche se mi odi...anche se non ami tutto di me...o non ami più niente...vorrei che noi due restassimo insieme.
Vorrei che tornasse tutto come prima, che tornassimo amici, che ci volessimo bene.
Io vorrei...VOGLIO CHE RESTIAMO INSIEME, INSIEME!!-
Quell’insieme fu urlato con tutta la sua gola, per poi afferrarle il polso e trascinarla verso di lui, abbracciandola e stringendola a se con prepotenza, mentre il suo corpo veniva scosso dai singhiozzi, non aveva mai pianto in quel modo, con tanta passione e tristezza, eppure voleva veramente che Rika stesse con lui, perché lui l’amava...l’aveva capito solo quando se n’era andata via, se n’era reso conto quando l’aveva vista tornare e farsi promettere di rimanere sempre accanto a lei.
Era stato tutto così semplice e facile: si era incontrati e si erano piaciuti...
Rika sentì il corpo tremarle, dopo anni stava rivivendo qualcosa che aveva dimenticato, quella luce dorata era tornata a illuminarla e scaldarla.
Fango...tutto il fango dei suoi sentimenti svaniva via, mentre delle lacrime uscivano dagl’occhi.
Erano lacrime diverse da qualsiasi altre, non contenevano la tristezza, né l’odio.
Era gioia, gioia pura che scivolava via da quegli occhi di cielo, che si socchiudevano, mentre le mani lentamente si muovevano, avvicinandosi alla schiena, al collo di Goku, mentre la ragazza teneva gli occhi chiusi, e appoggiava la sua guancia a quella del ragazzo ,che continuava a piangere.
-Scusami...scusami se ti ho fatto soffrire...perdonami...
Goku...Goku...ti amo anch’io...-
Il ragazzo spalancò gli occhi a quelle parole, mentre era lei ad abbracciarlo, stringendolo con aria dolce e gentile, nascondendo il viso sull’incavo della spalla, mischiando le sue lacrime a quelle che scendevano lungo il volto del ragazzo sorridendo, sorridendo con aria felice.
“E’ come se respirassi per la prima volta, l’aria mi entra nei polmoni fresca, non sento nemmeno più freddo.
E’ tutto così caldo e dolce...mi sembra di sognare...”
 
Kaze ha tomari kotoba ha
yasashii maboroshi
kumo ha yabure ashita ha
tooku no koe

 
Le parole congelate dal vento sono
una tenera illusione.
Un domani divenuto nuvoloso è
una voce ormai lontana.

 
Rika si scostò leggermente dal viso di Goku, accarezzandoglielo con le mani, per poi poggiare una di queste la spalla, facendo riapparire il tatuaggio, davanti allo sguardo sbalordito del ragazzo Rika tornava, sorridendo con aria felice, arrossendo leggermente.
Il ragazzo allungò una mano, e le tastò la guancia, constatando che lei piangeva ancora, ma sorrideva, sorrideva felice, ed avvertì il cuore colmarsi, mentre le sue iridi dorate si riflettevano e si perdevano in quelle azzurre di lei.
Il suo cielo lasciava cadere una pioggia di primavera.
La ragazza tornò a stringerlo, i due si abbracciarono con fare infantile, come due bambini si strinsero assieme, cercando l’uno il calore dell’altro.
Era un tepore piacevole, che li scaldava dal freddo dell’acqua gelida, dal freddo di quella nebbia che però oramai si era diradata.
 
Tsuki ga nijimu kagami wo
nagareta kokoro
hoshi ga yurete koboreta
kakusenai inamida

 
Suteki da ne
futari te wo tori aruketa nara
ikitai yo
kimi no machi ie ude no naka

 
Il mio cuore è stato intrappolato
nello specchio danzante della luna.
Le stelle che oscillano e scorrono
non possono trattenere le mie lacrime.

Non è splendido?
Noi due che camminiamo mano nella mano.
Voglio tornare
nella tua città, nella tua casa, fra le tue braccia.

 
-Grazie...grazie per avermi protetta...ti amo...ti amo Goku...-
E’ qualcosa che toglie il fiato in corpo, che ti fa sciogliere, che ti riempie così tanto che le lacrime scorrono via anche senza il tu volere, è un tepore che ti avvolge e ti stringe come un abbraccio, come quell’abbraccio infantile, mentre Rika con fare timido dava un bacio sulla guancia di Goku, assaporandone un po’ le lacrime, copiata poi da Goku, mentre i due restavano così, racchiusi in quel bozzolo caldo dove si scioglievano come neve al sole.
Rika, in quel momento, si accorse di essere viva, e di essere sveglia, come dopo essersi svegliata da un brutto sogno...
Quando Selene li trovò, si erano addormentati senza ritegno per le troppe lacrime e la troppa fatica, Goku la teneva stretta a se con un braccio sulle spalle per dargli calore, i vestiti di entrambi erano bagnati, ed in quel momento apparivano come due bambini che dormivano dopo una giornata di giochi.
“Qualcosa d’incredibilmente...puro...”
Selene socchiuse gli occhi, avvertendoli velati di lacrime, ed osservò la mano di Rika con lo smaniglio d’oro stringere quella libera di Goku, intrecciando le dita.
La donna si allontanò in silenzio, mentre Meiko arrivò in quell’istante, e sorrise con aria divertita.
-Ma tu guarda questi due come dormono beati...-
Himitsu attendeva Selene sul drago volante che avevano usato, la donna ci montò sopra senza fiatare, mentre l’altro demone la osservava in silenzio.
-Allora se n’è andata?-
-...no...è tornata...-
Selene sorrise triste, mentre il drago volante sotto ordine di Himitsu prendeva il volo.
Di li a poco, Meiko avrebbe sgridato per bene Rika, riempiendola di pugni, mentre Goku li avrebbe inseguite fino alla jeep, dove ad attender ei tre c’era tutto il resto della compagnia, che accoglieva Rika con il solito fare di sempre.
Ed ora via, verso ovest.
 
Fine Capitolo 29
 
 
 
Ed eccoci quiiiiii!!!!!
Bwahahahaha, credevate di esservi liberati di no MA non è così, volenti o nolenti ci dovete sopportare fino alla fine di questa storia….ahahahahahaha (risata sadica)
 
Meiko: Ma che abbiamo fatto di male?
Hakkay: Dopotutto ci sono mancate ^_ò
Sanzo: Parla per te
Rika e Goku intanto sono avvolti da una miriade di cuoricini.
Meiko: Sto per sentirmi male -___-
Selene: Hey scimmia, tratta bene la mia sorellina!
Kira: ……..
Raffy: Kira ti ho mai detto quanto adori il suono della tua voce?
Kira: ………
Marty: Lascia perdere Raf, pensiamo a ringraziare tutti i nostri lettori.
Raffy: Siiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiiii!!!! Ringraziamo come sempre la nostra cara WhiteLie, la nostra piccola Marsu e Alquade: Grazie a tutti!
 
(La canzone in giapponese è “Suteki Da Ne” di Rikki, canzone di Final Fantasy X)
 
 

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Capitolo 31
*** Il “Signor freddo” ***


Buon annooo!!!!
Ebbene si, siamo terribilmente in ritardo, però è giusto farvi comunque gli auguri sperando che questo 2015 ci porti tanta ispirazione e la voglia di concludere questa LUNGHISSIMA storia.
Come sempre ci teniamo a ringraziare le nostre care e insostituibili sostenitrici
Whitelie e Alquade che nonostante i nostri ritardi non ci abbandonano mai.
Grazie infinite !
Speriamo vivamente che questo capitolo vi piaccia.
Baci dalla MeRProduction. ^^

 
 
Capitolo 31
Il “Signor freddo”

 
E dopo il “bagnetto” e “l’happy ending” di Rika e Goku i menzionati si beccarono lui un bel raffreddore, lei il mal di gola, tanto che ora si era messa il maglione come una sciarpa, mentre Meiko le lanciava un’occhiata sghignazzando divertita, mentre la castana sbuffava dandole il muso. Aveva ricevuto una bella strigliata da parte della ragazza, con anche una botta in testa per contorno mentre tornavano dagl’altri.
Eppure delle due era lei la più grande!
Lo starnuto di Goku attirò la sua attenzione, ricordandosi del salto nel vuoto e l’azione di Goku, mentre lei lo aveva morso. Oramai di questo era rimasta solo una semplice cicatrice, così come i graffi prodotti dal ragazza; si erano feriti a vicenda, eppure erano ancora li, insieme, dopo tutto quel fango che era stato versato...
Rika sorrise sollevata, stringendo di nascosto la mano a Goku, che di fronte a quel gesto arrossì imbarazzato, attirando l’attenzione di Gojio e scatenandogli una risatina, mentre Meiko superava la jeep, con Kira sempre dietro che si teneva.
Quell’esperienza le aveva messo dentro di se un’ansia terribile, inoltre il sapere che Kodoku era in movimento la agitava ancora di più, mentre la moto rispondeva aumentando la velocità. Aveva fretta, fretta di arrivare al prossimo villaggio, fretta di partire, fretta di andarsene lontano da loro.
Aveva una terribile fretta...
Fretta di fuggire da quella luce, da quelle voci, quei momenti che passava con loro...
 
“Sai, quando ti ho conosciuto per la prima volta Errorìs, eri una ragazzina che faceva la dura e non rivolgeva la parola a nessuno, obbedendo ciecamente agl’ordini della tua padrona.
Ma ora, osservandoti combattere, sentendoti parlare...mi sono resa conto che ti stai divertendo troppo con questa banda di scapestrati.
Non credo che li lascerai tanto facilmente, almeno...questo è il mio parere strettamente personale”
 
Da quando si era indebolita a tale punto? Da quanto tempo non provava questo senso di divertimento?
...da quando quella voce le aveva parlato, da quando quella voce aveva pregato per lei, per i vivi...
Da quando aveva avvertito una luce accarezzarla e inondare la sua anima, e lei sperava ancora una volta di rivedere quella luce.
Lucciola
Illusione
Erroris
Questa era la conclusione di quella sua ricerca, il suo “errore” era di aver creduto di poter riprovare di nuovo quella sensazione, una sensazione che aveva creduto di dimenticare, come l’istinto a piangere; si, decisamente si stava rammollendo, e questo non andava bene, si stava indebolendo da quando aveva capito quale fosse la sua vera libertà.
Era pazza!
Ripeteva lo stesso errore tutte le volte, anche quando era andata a raggiungere Rika, quando quei due erano caduti nel lago lei come una stupida era andata a salvarli!
Che brutta abitudine aveva preso...aveva sempre e continuamente l’istinto di salvare qualcuno.
Ma perché poi? Non ci guadagnava niente, non cambiava niente nella sua vita.
Solo…una sensazione di tristezza…ed una profonda solitudine…aveva…aveva una voglia di andarsene via da tutto e da tutti, raggiungere la linea dell’orizzonte e scomparire dietro quel sole accecante che ora le dava le spalle.
Ormai dietro di loro avevano abbandonato gli altipiani, e la pianura li davanti dopo un pezzo di strada semi-desertica iniziava da lontano a seguire il corso di un fiume, cambiando la vegetazione, un prato vicino alla strada sterrata li conduceva verso il prossimo villaggio, in quella zona non c’erano grandi centri abitati, il prossimo l’avrebbero raggiunto in tre giorni massimo di viaggio.
Intanto, arrivati a quello, si guardarono intorno alla ricerca di qualche locanda, mentre sopra di loro il cielo iniziava a venir costellato di nuvole.
-Ditemi che non riparte a piovere-
-Beh, la stagione è quella che è-
Meiko alzò lo sguardo verso il cielo, socchiudendo gli occhi, per poi avvertire delle grida infantili, e voltandosi verso un gruppo di bambini che giocavano con una palla vecchia ma ancora gonfia, subito quell’immagine la incatenò, mentre in silenzio li osservava.
Dei bambini...che giocavano...
 
“Gioia mia!”
“Mamma, perché non posso giocare con gli altri bambini?”
...
“Perché sei troppo bella, e non vorrei che le altre mamme fossero gelose!”
“Mamma...tu mi vuoi bene?”
...
“La mamma per te può anche morire...”
 
Meiko strinse i pugni, per poi sistemare meglio la moto ed entrare nella locanda, mentre Rika afferrava la palla che era sfuggita al gruppetto e la stava ripassando, per poi venir afferrata da una piccola bimba e portata verso di loro, la ragazza con un sorriso li seguì, prendendo per mano Goku e portandoselo via, a quel gesto il ragazzo arrossì di nuovo, per poi iniziare con la ragazza a giocare con il gruppo di piccoli, mentre in quel momento Meiko entrava nella sua stanza, per una volta avevano avuto la possibilità di avere ognuno una sua camera.
La sua poi aveva una finestra, ma era lontana dal letto, a suo rammarico, e dopo aver poggiato borsa e fucile si sporse, avvertendo in quel momento un’esplosione di risa, Goku era finito a terra non si sa come, ma doveva essere stata una cosa veramente buffa.
La bionda osservò in silenzio quei bambini giocare con Rika e Goku, adesso stavano facendo un girotondo, le loro voci dalla strada si alzavano fino a quella finestra, dove la ragazza stava ad osservare in silenzio.
 
City's breakin' down on a camel's back.
They just have to go 'cuz they dont know when
So all of you fill the streets it's appealing to see.
You wont get out the county, 'cos you're bad and free
You've got a new horizon it's ephemeral style.
Melancholy town where we never smile.
And all I wanna hear is the message beep.
My dreams, they gotta catch me, 'cos I don’t get sleep, no.

 
Eccola, tornava a salire con prepotenza, l’ansia.
Un’ansia che le serrava lo stomaco, le accelerava il cuore, la innervosiva e le faceva sudare i palmi delle mani.
 
“Kodoku è sulle tue tracce”
 
“Pare che un ragazzo dai capelli neri a bande argento stia assumendo la figura del “salvatore” uccidendo tutti i demoni e mezzo demoni che trova sulla sua strada.
A quanto pare si sta divertendo”
 
L’avrebbe uccisa, lei lo sapeva benissimo, lui la odiava con tutto se stesso, era schifato da lei, da quello che era, da quello che significava.
Era un essere impuro, e doveva essere eliminato, l’impuro è uguale al male, ogni essere impuro era un essere maligno.
Questo concetto comandava la mano del ragazzo, su questo concetto si basava la sua purificazione del male.
Su questo concetto Meiko stessa si aggrappava, perché era lo stesso concetto di lei...della sua dea...
Non aveva più ricevuto suoi contatti da parecchio tempo...troppo tempo...
“Non voglio sentirla...”
Avvertì una sorta di stanchezza mista a sofferenza pulsarle sulla testa, passandosi una mano anche fra i capelli e tastandosi un punto dietro la schiena, constatando che il colore non colava, lei non scompariva via, la sua illusione non stava ancora svanendo via...
Non voleva vedere quell’essere divino, non voleva sentire la sua voce che le provocava un brivido di terrore, non voleva sentire le sue parole che distruggevano ciò che costruiva ogni giorno faticosamente...non voleva mandare quel messaggio a Sanzo...
...Sanzo...
-Nooo!!-
I bambini le fecero voltare il capo, in quel momento avevano alzato le mani e le braccia verso il cielo, la pioggia stava iniziando a cadere, pian piano si fece pesante mentre i bambini si spargevano in tutte le parti, e Rika e Goku si avviavano alla locanda, ad accoglierli le voci di Hakkay e Gojio, che come al solito sfotteva l’eretico, e lui rispondeva, iniziando la discussione.
Ma stavolta non c’era Sanzo che li fermava con il suo harisen, lui era nella sua stanza...la stanza...
La ragazza uscì in silenzio dalla sua, lanciando un’occhiata alle figure la sotto che continuavano a parlare, poteva vedere anche Kira che in silenzio stava ad ascoltare, dandole le spalle, mentre Meiko preferiva restare nell’ombra...ed essere invisibile ai loro occhi...invisibile agl’occhi di tutti.
...doveva esserlo anche ai suoi occhi...qualcosa d’invisibile e d’impalpabile come l’aria...
La porta della stanza di Sanzo stavolta era chiusa, e lentamente abbassò la maniglia per entrare, trovando di fronte a lei la finestra, stavolta il letto era proprio sotto a questa, illuminando la figura distesa del bonzo, sembrava dormire, mentre la pioggia li fuori continuava a cadere, ogni volta che s’incontravano era sempre in un momento di pioggia.
Forse era l’unica cosa che li poteva unire, l’unica cosa che poteva permettere ad entrambi d’incontrarsi e guardarsi, parlarsi, anche se le loro conversazioni era silenziose, mute.
In fondo, era inutile parlare per entrambi.
...l’unica cosa che li portava ad incontrarsi era un disperato bisogno di amare qualcuno...
Era l’unica cosa, un filo a cui Meiko si stava aggrappando.
Perché poi? Non aveva senso...
Niente aveva senso, come il fatto che era entrata in quella stanza, come il fatto che si stava avvicinando a quel letto, non aveva senso il fatto che ora era li, davanti a quel letto, davanti alla figura sdraiata del bonzo.
Dormiva, l’unico modo per non aver contatti con il dolore è quello di non provarne, dormendo, un sonno senza sogni né incubi.
Meiko lo osservò in silenzio, mentre una mano lentamente si allungava...e gli sfiorava la guancia...
 
*BEEP*
 
Lentamente l’altra mano seguì l’altra, mentre il suo corpo si spostava, sporgendosi verso il bonzo, una gamba si piegava appoggiandosi sul materasso, sfiorando il fianco e la veste del monaco, mentre il chakra scarlatto appariva chiaro tra i ciuffi biondi.
La luce dorata che l’aveva accarezzata...così come quella voce...
Le sue mani toccarono il volto, mentre lei chinava il capo in un gesto che sapeva di sconfitta.
Era stata sconfitta fin dal principio da lei...da quell’essere...
Quell’essere sapeva che l’avrebbe tradita...e gli aveva fatto quella domanda...quell’orrenda domanda...
 
“Tu non mi tradirai mai, vero...Erroris?”
 
Meiko sentì la rabbia salirgli in corpo, mentre le dita toccavano quelle pelle che sapeva d’incenso e tabacco, era morbida e liscia al contatto con la pelle un po’ ruvida delle dita della ragazza, che alzò lo sguardo, le iridi ambrate avevano perso il colore, sembravano diventare grigie, per poi assumere un’intensa sfumatura rossastra, mentre la ragazza si sporgeva verso il volto del bonzo...
 
Windmill, Windmill for the land.
Turn forever hand in hand.
Take it all in on your stride.
It is sticking, falling down.
Love forever love is free.
Let's turn forever you and me.
Windmill, windmill for the land.

Is everybody in?
 
-...Konzen...Konzen svegliati...torna...torna da me...-
Meiko avvertì la voce tremarle, mentre sussurrava all’orecchio, gli occhi brillavano, mentre una delle mani si appoggiava sul materasso, constatando che era duro per poterla sostenere, mentre lei continuava a sussurrare, sporta verso Sanzo che sembrava continuare a dormire.
-K-Konzen...-
Non riusciva a continuare a parlare, la gola le bruciava ogni volta, le faceva un male cane, mentre un’altra ferita si aggiungeva a quelle fresche dentro di lei.
Era così ridicolo!
Ci era cascata come una bamboccia!
 
Laughing gas theese hazmats, fast cats,
Lining them up-a like ass cracks,
Ladys, homies, at the track,
It's my chocolate attack.

 
Lo sapeva fin da subito che avrebbe dovuto fregarsene dell’atteggiamento del bonzo, dirgli velocemente il messaggio e scomparire, diventare polvere, morire perché dimenticata da tutti...dimenticata da lui...
Maledizione, ora che la ferita si era fatta più profonda gl’importava solo farsi dimenticare da lui, farsi odiare da lui, farsi magari uccidere da lui...
Il suo amore era disperato, nato da un amore forzato che non le aveva dato se non dubbi, incertezze.
Nonostante questo amore fosse stato grande e l’avesse scaldata in quel periodo, aveva sempre avvertito un dubbio, una paura, una domanda fargli capolino nella sua mente, che tentava in tutti modi, continuamente, di nascondere dentro di se...poi quel giorno...quella domanda era riapparsa, dietro quelle lacrime e quel sangue che le aveva sporcato il viso.
 
Io verrò mai amata?
 
 
Shit, I'm stepping in the heart of this here.(here)
Care bear bumpin in the heart of this here.(here)
Watch me as I gravitate,
hahahahaaaa.

 
Osservò quel volto, l’ansia le aveva stretto lo stomaco in una morsa, mentre la sua voce adesso si era fatta sussurrata.
-Konzen...-
 
“Svegliati! Svegliati così che possa scappare via!
Svegliati, distruggimi, uccidimi.
E poi dimenticami...
Ti prego...non ricordarmi...”
 
Voleva che il suo cuore venisse calpestato ancora una volta, voleva avere ancora la certezza di desiderare la morte, pur di non esistere soltanto come un suo sogno fittizio.
 
Yo, We goin'to ghost town,
This motown,
With yo sound
You in the Blink,
Go bite the dust,
Can’t fight with us,
With your sound you kill the INC.

 
Meiko sentì ancora la voce tremare, stavolta non riusciva a chiamarlo, a chiamarlo con un nome che non era il suo, non gli apparteneva!
...la ragazza fu tentata di staccarsi da lui, di uscire da quella stanza, di partire, andarsene via, sotto la pioggia, rivelando a tutti la sua natura, venir disprezzata, rifiutata, raggiungere Kodoku, allargare le mani e...
Arrendersi? Voleva veramente arrendersi a quella realtà?
Voleva davvero abbandonare tutto questo che era riuscita ad ottenere?
Davvero voleva staccare le mani da quel volto?
...No...non ancora...era tutto troppo facile...
 
So, dont stop, get it, get it
HERE,
Until you're cheddar header,
Watch the way I navigate,
hahahahaaaaa.

 
Si avvicinò ancora di più a quel volto, sfiorando con i capelli l’orecchio, mentre la guancia toccava il lobo freddo, o forse la sua guancia era fredda di suo, mentre le mani erano ferme su quel volto, e le sue labbra sussurrarono quella parola...
-Sanzo...-
Il bonzo socchiuse gli occhi, fino a quel momento non aveva dormito, aveva fatto finta, come sempre non riusciva a prendere sonno, e l’aveva avvertita muoversi, chiamarlo con quel nome che non gli diceva nulla, chiamarlo con una voce diversa, un modo diversa...proprio come quel suo ricordo...
 
“Konzen...svegliati amore!”
 
Poi...quel ritorno alla realtà...quel silenzio e poi il suo nome, quel nome che gli fece aprire gli occhi, che gli fece spostare il volto verso quello di Meiko, che rimase qualche istante immobile ad osservare con stupore quelle iridi d’ametista osservarlo con fare tranquillo, non c’era il gelo in quegl’occhi, ma solo una tranquillità che sembrava volerla uccidere.
Si sentiva incredibilmente sollevata, si sentiva incredibilmente bene, mentre teneva gli occhi chiusi, e la mano che era rimasta sulla guancia si spostava dal volto, mettendosi sul materasso, adesso con il volto era proprio sopra a Sanzo, che si limitò ad alzare stancamente una mano, e le toccò la fronte, la guancia...i capelli...lo stesso gesto che aveva fatto il giorno prima...
 
Windmill, Windmill for the land.
Turn forever hand in hand.
Take it all in on your stride.
It is sticking, falling down.
Love forever love is free.
Let's turn forever you and me.
Windmill, windmill for the land,
Is everybody in?

 
Rimasero in quella posizione per parecchi secondi, mentre Meiko si permetteva l’ombra di un sorriso, il calore che usciva da quell’uomo sembrava distruggere la durezza della sua pelle, raggiungendo fino la sua anima fredda come la pietra, scaldandola, facendola diventare incandescente...la vedeva ancora...quella luce dorata che aveva avvertito quel giorno...quella sensazione di benessere e di sollievo che le temprava il fisico.
Assuefatta, era drogata di quella luce, di quel calore, ne avvertiva un bisogno sempre maggiore...quasi a volerglielo prosciugare via...come un deserto senza acqua.
Sanzo invece rimase in silenzio, avvertendo i capelli della ragazza toccargli le labbra, in un bacio rubato, mentre lui avvertiva la stanchezza cominciare a gravargli nel corpo, ma non con durezza, ma seguita da uno stato di torpore che trovava piacevole; aveva voglia di chiudere gli occhi, tenere a se quella figura con egoismo e dormire, stringendola in modo da non farla scappare, adesso che lui stava bene avrebbe assorbito quella piacevole sensazione e se ne sarebbe dissetato, come acqua fresca in una gola riarsa.
Erano egoisti, ognuno voleva avere solo il bene per se, infischiandosene dell’altro...questo...per pochi secondi...fino a quando Meiko, socchiudendo gli occhi, non avvertì quella mano accarezzarle i capelli, ed avvertire nella sua mente una specie di fastidioso pungere.
...come un bisbigliare...che diventa un sussurro...e poi una voce...
Il cuore batté incredibilmente in fretta, mentre quella voce adesso diventava un urlo, uno strillo infuriato, e la luce veniva spaccata in tanti pezzi da una mano che le rivelò la sua anima buia.
 
TRADITRICE!! CREPA!!
 
Sanzo avvertì i muscoli della ragazza irrigidirsi, e in quell’istante un fulmine illuminò la stanza, mentre lui avvertiva nella sua mente arrivare insieme a quel lampo di luce l’immagine di un corpo senza vita che pochi secondi prima lo aveva protetto...senza che lui potesse fare nulla...il corpo di una persona che aveva amato con forza, quasi quanto...quanto...
 
Dont stop, shi i it ,get it,
We are your captains in it (feel good),
Steady,
Watch me navigate,
hahahaaaaa
Dont stop, shi i it, get it,
we are your captains in it (feel good),
Steady,
Watch me navigate,
hahahaaaaa (feel good).

 
Si staccarono entrambi nello stesso istante, Meiko però cadde a terra con un tonfo secco, prendendo fiato, la bocca era spalancata come se avesse corso per tutto quel tempo, gli occhi erano serrati dal terrore, mentre Sanzo si metteva seduto, passandosi innervosito una mano fra i capelli, fuori la pioggia sembrava essere finita in quella che era un freddo acquazzone passeggero.
Pioggia...l’unico loro legame era la pioggia...
-Esci immediatamente da questa camera...-
Meiko si limitò a rialzarsi in piedi, e stringere i pugni, osservando con un lampo d’ira il bonzo davanti a lei.
-...io ti odio...e tu odi me!-
lo disse come un ordine al monaco, prima di uscire dalla stanza, prima di sbattere la porta, prima di ritirarsi nella sua camera, prima di chiudere la porta e crollare a terra, avvertendo l’aria mancargli ed una forte sensazione di nausea, mentre il bonzo prendeva una sigaretta dal pacchetto e la accendeva, iniziando a fumare.
Odiarla...gli aveva ordinato di odiarla...
...dannazione...doveva veramente odiarla...ma sarebbe stata la stessa identica cosa...
E quel che peggio...aveva udito quella voce urlare mentre lei si allontanava da quella stanza.
Una voce simile a quella che aveva sentito quando aveva trovato Goku, una voce però al tempo stesso diversa.
 
“...non amarmi...mai...”
 
Tra le pozzanghere sulla strada battuta intanto si era fatta avanti una figura incappucciata, che subito aveva attirato l’attenzione dei bambini, vedere arrivare così tanti stranieri era una novità per loro, e non persero tempo ad accerchiare la figura, che si limitava da sotto il cappuccio bagnato a sorridere con aria affettuosa, accarezzando le teste dei piccoli e continuando a camminare, mentre alcuni bambini si permettevano di fargli delle domande.
-Ciao! Da dove vieni?-
-Da un posto molto bello e molto lontano da qui-
-E come ti chiami?-
-...io non ho un nome bambina...-
la figura s’inginocchiò di fronte alla piccola che aveva davanti a se, indossava un vestito giallo e i capelli castani erano legati in due buffe crocchie che rivelavano il viso rotondo e gli occhi grandi.
Alle orecchie portava due orecchini a pendente, il pendente era a forma di anello, fatti d’oro puro, e sembravano pesanti nonostante fossero anche piccoli.
-Mi dai tu un nome?-
la bimba sembrò rimanere sorpresa, per poi osservare l’uomo coperto dal cappuccio che gli sorrideva affettuoso, la mano accarezzò la testa e la guancia della bambina, che avvertì la pelle fredda dell’uomo toccare quella sua morbida e calda, e la voce tremava, come se la piccola fosse rimasta spaventata da quella carezza.
-Signore...lei è freddo come il ghiaccio...signor...freddo-
l’uomo rimase stupito dal nome che uscì dalle labbra della piccola, che subito venne affiancata dal fratello, un giovanotto di dieci anni massimo, i capelli castano scuro come la bimba e gli occhi più sottili, si poteva notare che su un braccio indossava un bracciale molto grande dorato, che attirò l’attenzione dell’uomo, che poi sorrise gentile, annuendo.
-Si, mi piace. Da oggi in poi potete chiamarmi il “signor freddo”-
i bambini risero a quel nome, cominciandolo a chiamare e seguendolo, mentre la bambina veniva presa in braccio dal fratello, la guancia della piccola era ancora fredda a contatto con quella liscia del ragazzo, che si fermò ad osservare lo sconosciuto, prima di portare la piccola verso casa, osservato in silenzio dal “signor freddo”, che si limitò ad osservarli, per poi tornare a rivolgersi ai bambini intorno a lui, alzando lo sguardo verso la finestra, una ragazza in quel momento si sporgeva dal vetro, e lo fissava con aria stupita.
Meiko ebbe solo l’istinto di allontanarsi di qualche passo da quella finestra, di colpo il cuore era accelerato di colpo, un lungo brivido di paura le aveva fatto venire la pelle d’oca, mentre le grida dei bambini si allontanavano dalla finestra, e la ragazza si metteva seduta sul letto, afferrando il fucile e tenendolo stretto tra le mani.
Lo faceva sempre quando era spaventata, soprattutto da piccola lo faceva: si metteva seduta da una parte e con il corpo tremante afferrava il fucile e lo teneva stretto a se, guardandosi intorno con aria sconvolta e spaventata.
Le sembrò di vedersi in quella stanza, mentre le mani toccavano la canna e il calcio in legno del fucile, sotto i polpastrelli la superficie dell’arma era piena di piccole scalfitture e scheggiature.
 
“Era entrata in silenzio in quella casa, con il terrore in corpo: l’attacco dei demoni era risultato veloce e violento, distruggendo e facendo a pezzi i vari abitanti del villaggio dov’era scappata.
Lei si era nascosta in un buco sotto una casa, restando schiacciata dal peso dell’edificio che sopra di lei crollava, uscendone ferita ed impolverata, mentre si era guardata intorno con i fiatone e lo sguardo spaventato.
Il villaggio oramai era deserto, e sulla strada c’erano solo i resti di cadaveri, la strada era sporca di battaglia, ed alcune case bruciavano ancora, c’erano le brace ardenti tra i cadaveri e le pozze di fango, i piedi scalzi camminavano in quel macello, fino a giungere in quella casa ancora integra.
Aveva chiesto aiuto all’uomo in quella casa, ed invece questo si era messa a picchiarla e ad insultarla, ad un tratto sembrava quasi intenzionato a mettergli le mani addosso, quando in un gesto di paura gli morsicò la mano, e scappò via.
Appena in tempo.
Ora quel corpo giaceva li, a terra, insieme ad uno di un demone che aveva un bel buco in testa, il sangue usciva insieme ad un po’ di cervello, e questo fu troppo per il suo stomaco, che si ribellò, spingendola ad uscire da quella casa, e vomitare li accanto, non aveva mangiato niente e quindi uscì solo un po’ di succhi gastrici ed acqua.
Si pulì la bocca ansimante, voltandosi di nuovo verso la casa, dalla porta aperta poteva vedere il cadavere dell’uomo con in mano...un fucile...
L’arma attirò lo sguardo della bambina, che entrò in silenzio, avvicinandosi al cadavere, gli occhi erano spalancati in un’espressione di terrore, dalla bocca scivolava un po’ di bava e del sangue, mentre il buco al ventre spiegava la morte del tizio.
Ma ormai la bimba aveva lo sguardo fisso sul fucile.
Allungò lentamente la mano al cadavere che reggeva in mano il fucile, e afferrò l’arma, stretta nelle mani dell’uomo, e lo tirò con forza, togliendolo dalle mani del morto, che rigide rimasero in quella posizione, mentre lei ansimava, e osservava il fucile che era riuscita a prendere.
Toccò con la mano piccola il calcio e la canna lunga dell’arma, mentre si alzava in piedi e si accorgeva che era un’arma piuttosto pesante.
Se la guardò in tutti i modi, prima di metterla in posizione da fuoco, ed osservare l’uomo morto li vicino a lei, puntandolo con la canna.
-...Pam-”
 
Meiko chiuse gli occhi, strofinandoseli e sospirando, il fucile ancora tra le gambe, mentre fuori dalla stanza si udivano dei passi, ed una mano bussò sulla porta, prima di aprirsi e rivelare la capigliatura castana di Rika.
-Ehi, è pronta la cena-
-...si, arrivo-
-Hm, oggi sei più brutta del solito, hai una cera...-
-Grazie per il complimento, ora arrivo-
Rika avvertì quelle parole come una sorta di minaccia a chiuder immediatamente il discorso, la biondina si alzò dal letto mentre la compagna chiudeva la porta e si allontanava, e si passò una mano tra i capelli biondi, che si spostò poi sul viso in un gesto che sapeva di stanchezza, il fucile abbandonato sul letto.
Su uno specchio li appeso alla parete poteva vedere il suo volto pallido e un po’ smunto, lo sguardo era spento, e gli occhi sembravano assumere una sfumatura più rossa del solito.
Fece uno sbuffo e sorrise con aria divertita e stanca.
-Ma tu guarda che faccia...-
la mano passò sui capelli, spettinandoli quasi alla ricerca di qualcosa, afferrandone una ciocca e guardandola nel riflesso del vetro.
Un biondo chiaro brillante.
La ragazza sbatté poi le mani sui pantaloni, guardandosi ancora con fare stanco, adesso nel vetro sembrava mostrarsi l’immagine di una donna dai capelli lunghi di un biondo scuro, che scendevano sulle spalle in parte, mentre il resto era tenuto fermo da una mano, si stava pettinando i capelli, seduta su uno sgabello, il gesto appariva lento e ponderato.
La donna poi si voltò verso la figura di Meiko, che si era avvicinata al vetro, e per qualche istante la donna fece un’espressione di stupore, rivelando gli occhi spenti e la pelle pallida, per poi sorridere con aria gentile.
 
“Vuoi che ti pettini i capelli? Vieni qui gioia mia!”
 
Meiko allungò una mano, toccando la superficie del vetro e sospirando con aria stanca.
-Sparisci...-
la donna sembrò ubbidire, svanendo come nebbia al sole dal vetro, mentre la ragazza stringeva la mano a pugno, toccandosi poi la spalla e soprattutto la schiena, li dove c’era il tatuaggio con le ali.
 
“A che servirebbe pettinarti i capelli? Tanto rimarrebbero brutti lo stesso!
Io voglio che la mia bambola resti brutta così com’è!
...già, sei proprio brutta.
Brutta, brutta, brutta!”
 
Avvertì quella voce ridere dal divertimento mentre continuava a prenderla in giro, lei non usava la spazzola ma un pettine molto bello con cui si pettinava i lunghi capelli colore avorio, erano totalmente diversi da quelli biondi di sua madre.
Si...sua madre aveva dei bellissimi capelli biondi...
Mentre lei aveva i capelli d’avorio, e gli occhi d’ambra...i suoi stessi occhi d’ambra...Meiko si fissò gli occhi allo specchio, guardando l’iride ambrata che verso il centro tendeva a diventare rossa, fino alla pupilla nera.
E dentro quella pupilla nera...cosa c’era?
...
La ragazza uscì dalla sua stanza, spettinandosi i capelli con una mano, diretta verso gli altri che avevano già iniziato a mangiare, lasciando dietro a quel vetro l’immagine di una bambina, vestita di una maglietta nera con il cappuccio, pantaloni strappati ed un fucile in mano, ben stretto a se.
E nel viso della bambina...
Due brillanti occhi rossi, carichi di odio.
 
Dietro due occhi d’ametista...ci può essere un intero mondo, nascosto semplicemente dal gelo che scaturisce dal vivere con la continua colpa di non essere stati capaci di proteggere la persona che si ama, e si è rimasti immobili mentre davanti a se si trovava un corpo, il corpo di qualcuno che si ha amato con forza e con energia, e con si è stati in grado di salvare.
Tutti i sogni all’improvviso possono diventare incredibilmente vuoti, e a questo punto sopravvivere diventa quasi una necessità, essere forti e proteggere solo se stessi, seguire un insegnamento diventa una vendetta contro chi vorrebbe la sua morte.
Tutti i propri sentimenti diventano solo un motivo di debolezza, e insieme formano qualcosa che è pari alla stessa tristezza, alla sofferenza che ogni singolo giorno di pioggia traspare da quegli stessi occhi.
Nessuno può capire cosa possono nascondere due occhi d’ametista, nessuno sa quanta sofferenza esiste realmente in quel chakra rosso che porta con orgoglio, incorniciato dai suoi capelli biondi.
Quel punto rosso sulla sua fronte è la testimonianza della sua sconfitta.
Vivere diventa un bisogno egoistico, come il mangiare o il dormire, vivere è necessario per poter recuperare i cocci del suo passato.
No, non si era scordato del sutra rubato al suo maestro, non lo aveva dimenticato...se viaggiava verso Ovest quella era la sua motivazione, una motivazione egoistica, come il vivere per se stessi, come l’uccidere chiunque gli si fosse presentato davanti.
Nessuno sa cosa significa veramente essere un uomo cattivo, cos’è un uomo triste, terribilmente triste, e nasconderlo allo sguardo degl’altri.
Il suo ultimo legame al quel lontano passato è un chakra, un sutra...è un’arma, scelta per la facilità con cui la si può usare...nelle sue due maniere...contro gli altri...contro se stessi...
Sparare...colpire coloro che ti sbarrano la strada...ed andare avanti...
 
“Aspetta, Genjo Sanzo Hoshi!”
 
Andare avanti...unicamente per se stessi...unicamente per sopravvivere...
Se incontri un Buddah uccidilo...
 
“Mi chiamo Meiko, e se per parlarti sono costretta a morire, allora così sia, non ho paura”
 
Se incontri un tuo antenato uccidilo
 
“...ho paura...di lasciare tutto questo”
 
Non avere legami
 
“Ho un brutto difetto, io...tendo sempre a proteggere le persone intorno a me...piuttosto che me stessa...
Perché preferirei morire...piuttosto di vedere qualcuno che muore al posto mio...
...e per questo...non ho assolutamente nulla...ne da dare, ne da ricevere...”
 
Non essere schiavo di nessuno
 
“...io ti odio...e tu odi me!”
 
Vivi semplicemente per la tua vita
 
“Sanzo”
 
...nessuno sa veramente cos possono nascondere due iridi d’ametista che guardano il cielo mentre si colora di rosso e la notte va a calare, nessuno sa cosa significa essere odiato, essere disprezzato per essere semplicemente se stesso...dietro due occhi d’ametista, nessuno sa cosa ci può essere...
Nessuno...sa cosa significa provare certe sensazioni dopo una vita passata a scappare dalla pioggia che rivela sotto il sangue la tua sofferenza...
Nessuno...o forse...esiste qualcuno...
 
“...non amarmi...mai...”
 
La donna mise a letto la bambina, gli orecchini le davano leggermente fastidio alle orecchie, una mano da sotto le coperte cercava di sistemarli, in modo da poggiare bene la testa sul cuscino, mentre la madre la lasciava nella stanza a dormire, occupandosi del maggiore, che si limitò ad un bacio sulla guancia, rifugiandosi poi nella sua stanza, mentre la donna sorrideva con aria soddisfatta, dirigendosi poi verso il salotto, li alla luce di una lampada ad olio c’era solo un gatto che dormiva sul tavolo ed un lavoro da finire di cucire.
Non fece neppure in tempo a mettersi il ditale che qualcuno le bussò alla porta, e la donna si passò una mano tra i capelli, incuriosita, rivelando i due orecchini che portava in un solo orecchio, in argento, dirigendosi verso la porta.
-Si, chi...-
la donna non poté finire la frase che una mano da sotto un mantello le afferrò la gola, iniziando stringerla, l’urlo soffocato che ne uscì fu seguito da due lacrime che scivolarono dagl’occhi, mentre da sotto il mantello il “signor freddo” sorrideva con aria divertita, l’altra mano si allungò verso i due orecchini, osservandoli alla fioca luce della lampada ad olio li sul tavolo.
-Un sistema di controllo molto semplice ma efficace. Quelli della tua bambina sono davvero belli...
...dimmi...chi te li fabbrica?-
-Cosa...ah...-
-Sta zitta...-
la mano si serrò ancora di più attorno alla gola, mentre la donna cercava disperatamente con le mani di togliersi quella stretta che non la faceva respirare, mentre alcune lacrime scivolavano dagl’occhi.
L’uomo si spostò verso il tavolo, dove i gatto si era svegliato di colpo e nervoso alzava il pelo, soffiando, per poi allontanarsi via, mentre la donna continuava a fare resistenza, cercando di respirare, mentre il “signor freddo” valutava silenzioso il lavoro a cucito che la donna stava facendo.
-Davvero un bel lavoro...è sempre per la tua bambina?
E’ il bambino? Ormai è un ometto, scommetto che bada lui a voi due. Tu che ne dici?
Allora, schifoso demone?-
La donna spalancò la bocca, la stretta era violenta e cominciava a farle male il collo, mentre l’uomo continuava a tenerla ben stretta per la gola, continuando a parlare con aria tranquilla, anche se nella sua voce c’era del fastidio.
-Sai, mi hanno sempre fatto schifo i demoni.
Esseri impuri, votati al male...non potete sporcare con la vostra presenza questo mondo...
Questo mondo è stato creato per far felici gli dei...e la vostra presenza...lo rovina!-
L’uomo compì un violento gesto, mollando la presa e scaraventando la donna sul tavolo, la lampada volò li vicino, sbattendo sul pavimento ed infrangendosi, appiccando il fuoco sul pavimento e su una sedia li vicino, mentre la donna tossiva con forza, sentendo l’aria tornare a poco a poco, con il collo arrossato.
Il “signor freddo” osservò con disappunto il fuoco salire e cominciare a divorare la casa, rivolgendosi poi alla donna.
-Guarda cos’hai combinato!
Eh si...non c’è altra soluzione...ti punirò!-
Da sotto il mantello il “signor freddo” tirò fuori una sciabola, osservandone la lama lucida, ripulita dell’ultima uccisione, puntandola poi contro la donna, che era accucciata a terra, spaventata, le lacrime agl’occhi ed una mano sul collo.
-Ti prego...ti prego, non toccare i miei figli...ti prego...-
-Oh, è vero. I tuoi figli.
Mi dispiace, ma è sangue del tuo sangue...e un sangue impuro come il tuo va eliminato!-
L’uomo alzò la mano con la sciabola, pronto a colpire la donna, che osservava quell’essere con sguardo sconvolto, mentre li intorno la casa bruciava, divorando i mobili e i muri.
Intanto gli altri vennero svegliati dal violento vociare che si sentiva provenire da fuori, Rika dovette trascinare Goku fuori dal letto a causa del sonno pesante del ragazzo, mentre gli altri erano già fuori la locanda a vedere un’atmosfera arancione avvolgere uno degl’edifici, a poca distanza da loro una casa stava andando a fuoco, attirando su di se l’attenzione dei popolani.
-Oh santo cielo!-
-Ma come è uscceso?-
-Acqua! Ci serve acqua!-
Rika strinse i denti, attirando lo sguardo di Meiko, che sbuffò.
-E va bene, andiamo a vedere-
il gruppo si avvicinò alla casa, mentre una grossa fiammata usciva dalla porta d’ingresso, Kira fu afferrata in tempo da Hakkay per una spalla prima che il fuoco potesse raggiungerla, la ragazza per non cadere all’indietro si aggrappò all’uomo, mentre Rika si copriva con una mano il volto per l’insopportabile calore.
-E’ tremendo!-
-Dobbiamo spegnere l’incendio!-
-CI SONO DELLE PERSONE DENTRO ALLA CASA!-
Meiko si voltò di scatto verso l’urlo, alcuni bambini cominciarono ad urlare dei nomi, mentre Rika li osservava sconvolti, per poi voltarsi verso l’edificio in fiamme ed urlare anche lei, fermata da Gojio e Goku che la videro correre verso la casa.
-Che fai, sei impazzita?!-
-Rika!-
-Ci sono due bambini la dentro! Ci sono dei bambini! Dobbiamo salvarli!!-
la biondina la osservò stupita, mentre la ragazza si dimenava per liberarsi dalla presa dei compagni e precipitarsi verso la casa, un pezzo di muro in fiamme in quel momento cadde verso di loro, costringendoli ad arretrare, mentre Rika continuava ad agitarsi con il terrore negl’occhi.
Dei bambini, c’erano dei bambini li dentro...
Meiko afferrò di scatto uno dei secchi d’acqua, e senza starci a pensare si bagnò tutta, gettando via il secchio e partendo di scatto verso la casa, la sua figura rapida venne attirata dallo sguardo di tutti, mentre le fiamme la inglobavano quando si gettò all’interno dell’edificio, e i ragazzi urlarono il suo nome sbalorditi, solo Hakkay si avvicinò a Sanzo, che rimaneva immobile a fissare lo spettacolo.
-Ce la farà?-
non ottenne risposta.
Meiko intanto si coprì con un braccio il volto, vagando tra le fiamme, il fuoco stava divorando lentamente la casa, alcune stanze verso il fondo ed in cima alle scale erano ancora salve, e cominciò ad urlare nel fuoco, alcuni pezzi di legno cadevano verso di lei, rischiando di colpirla.
-EHI, C’E’ QUALCUNO? EHI!!!Argh!-
la ragazza fece un balzo in avanti, evitando così che un palo che sorreggeva il soffitto le cadeva addosso, adesso il muro sopra di lei era pericolante, e rischiava di crollare da un momento all’altro, mentre lei continuava ad urlare, cercando di trovare le persone presenti nell’edificio.
-EHI!! QUALCUNO MI SENTE?!-
-SIAMO QUI!!-
le voci provenivano da in cima alle scale, e Meiko le salì due a due, con il fuoco dietro di lei che la seguiva, iniziando a divorare la scalinata in legno, la ragazza si guardò intorno, prima di notare delle figura appoggiate al muro, una di queste semi-sdraiata.
Un bambino si fece avanti nella luce delle fiamme che andavano ad avvicinarsi, aveva una guancia livida, come se qualcuno gli avesse tirato un tremendo ceffone, mentre la bimba li accanto aveva i capelli disordinati e piangeva, gli orecchini a pendagli si muovevano in un brillare dorato.
-Aiutaci! Nostra madre è ferita!-
la ragazza si avvicinò alla donna li, una mano copriva una spalla sanguinante, c’era un taglio abbastanza profondo che lacerava il vestito e la carne...
Meiko morsicò il labbro, voltandosi verso la finestra, per poi guardare il fuoco che saliva, la bambina urlò ad un rumore che proveniva dal piano di sotto, e la donna la strinse a se, bisbigliando per la paura, aveva le guance rigate ma non piangeva, come a voler incoraggiare i suoi figli.
I suoi figli...
La ragazza dai capelli biondi andò verso la finestra, afferrando un pezzo di legno trovato li per caso e sfondandola, stanco a attenta a non ferirsi, attirando poi l’attenzione dei popolani che tentavano di spegnere l’incendio, inutilmente, ed urlò a più non posso, sentendo la gola pizzicarle.
-SONO QUI!! SONO QUI SOPRA!! LA DONNA E’ FERITA!! AIUTATECI! SONO QUI!!-
-Sono qui...ma per quanto...Erroris?-
quel bisbiglio fece venire la pelle d’oca alla ragazza, che si voltò di scatto, la bambina tremò nel vedere quella figura, mentre il ragazzino mostrava i pugni, e la donna si limitava ad abbracciare con una sola mano la piccola; davanti a loro, nell’ombra, apparve il signor freddo, che sorrideva con aria divertita, accanto a se la sciabola era sporca di sangue, e le fiamme cominciarono a salire.
Meiko si mise in posizione di difesa a proteggere la famiglia, sibilando poi a denti stretti.
-Andate verso la finestra...MUOVETEVI!-
i tre obbedirono, nel frattempo Rika aveva afferrato con Hakkay la situazione, ed insieme ad alcuni popolani stava stendendo un lenzuolo abbastanza largo e resistente per far scendere i tre sopravvissuti, mentre la bionda si metteva in posizione d’attacco, con il bastone che sembrava una spada, mentre il “signor freddo” sorrideva divertito, mostrando la sciabola sporca.
-Non ostacolarmi Erroris...-
-Queste persone non ti hanno fatto niente...-
-Ma davvero? Allora non hai notato i loro sistemi di controllo del potere maligno?
Mi sei peggiorata...Erroris...-
La ragazza strinse i denti, li aveva visti eccome, quei tre erano dei demoni, ma in ogni caso non avevano fatto nulla di male, e quindi non poteva permettere a quel pazzo di ucciderli, soprattutto i bambini! Intanto lui si metteva in posizione di riposo, sogghignando.
-Oh, scusa, tu adesso ti chiami Meiko...sbaglio o questo nome mi suon familiare?...-
un passo laterale, un altro passo laterale della ragazza.
-Ma certo! Era il nome di tua madre! Oh, ma quanto sei dolce Erroris...o dovrei chiamarti...sterile?-
la ragazza sentì avvamparle la rabbia, mentre la prima a scendere fu la bambina, seguita poi dalla madre, ed infine dal figlio, che si voltò un secondo verso la ragazza, per poi buttarsi, mentre Rika guardava verso l’alto.
-...e Meiko?-
-Sta affrontando il “signor freddo”!-
-Il “signor freddo”?-
la bambina piangeva, e la voce era rotta dai singhiozzi mentre parlava.
-Lui ha fatto...del male...alla mamma!-
la castana la guardò con aria sconvolta, per poi alzare lo sguardo verso la finestra rotta, mentre le fiamme continuavano ad alzarsi, ora di sicuro erano arrivate al secondo piano della casa.
Intanto la ragazza dentro l’edificio si stava difendendo dai colpi della spada dell’avversario, che continuava a rimanere nascosto dal mantello, ma sorrideva divertito, tutto questo lo divertiva parecchio.
-Ma come sei brava a fuggire...Erroris...o preferisci Meiko?-
-Non ti azzardare a pronunciare quel nome, MALEDETTO!-
la ragazza tentò un affondo, ma venne bloccata dalla mano dello sconosciuto, che la sbatté contro un muro, ad avvolgerli le fiamme, mentre lui avvicinava il suo volto a quello della ragazza.
-Sai, Satsuki sente molto la tua mancanza...-
la chiamava per nome...lui la stava chiamando per nome...
Un’altra ondata di rabbia raggiunge lo stomaco di Meiko, mentre il manico della spada le accarezzava il volto, scendendo lungo il seno e il fianco.
-E, devo ammetterlo...anch’io sento la tua mancanza...in fondo...io posso esprimere il tuo desiderio...
O forse...te lo sei scordato?
Che ne dici Erroris?-
-Dico...che non mi devi toccare!!!-
la gamba partì veloce, colpendo il fianco del “signor freddo”, che cadde a terra fra le fiamme, mentre Meiko si gettava fuori senza neanche pensarci, sotto di lei però il lenzuolo non era teso, e Rika poté vedere la sua figura precipitare verso terra.
-MEIKO!-
in quel momento Gojio, Hakkay e Goku si buttarono verso di lei, afferrandola e cadendo insieme a lei per terra, la ragazza ebbe appena il tempo di respirare e di commentare.
-Wow, bella presa ragazzi-
poi i quattro scapparono via, mentre l’edifico in un’altra vampata di fuoco crollava a e terra, la famiglia di tre persone rabbrividì a quella scena, la bimba aveva smesso di piangere, mentre la madre veniva curata dal medico appena arrivato.
Meiko crollò a terra, sbuffando stancamente, mentre Rika la raggiungeva e cominciava ad urlare come una matta.
-SI PUO SAPERE CHE TI E’ SALTATO IN MENTE?! POTEVI MORIRE!-
-Ma non sono morta-
-IO PROPRIO NON TI CAPISCO COSA TI PASSA PER LA TUA TESTACCIA VUOTA!!-
-E che sarà mai, per un salto dal secondo piano di una casa! Sbaglio o tu hai fatto un tuffo molto più alto del mio? E poi, per tua fortuna, eri in buona compagnia, o sbaglio?-
Rika arrossì, un po’ per rabbia e po’ per la vergogna, fortunatamente Goku non stava ad ascoltare, mentre la biondina ridacchiava, per poi vedersi Sanzo che la raggiunse, per poi sbatterle con violenza l’harisen in testa.
-RAZZA DI STUPIDA!!-
-MALDETTO BONZO, NON PROVARCI MAI PIU!!-
-SE TU FAI COSE STUPIDE E’ GIUSTO CHE TI VENGA PUNITA!-
-NON HO CERTO BISOGNO DELLA TUA PREDICA, MONACO DEI MIEI STIVALI!-
Hakkay sorrise divertito, mentre Kira lo affiancava in silenzio, ascoltandolo.
-Eh si, è tutto a posto-
la ragazza si limitò a voltarsi verso le ultime fiamme dell’edificio ormai a terra, restandosene in silenzio.
Aveva notato una figura scappare via prima che la casa crollasse...forse si sarà sbagliata...
 
Fine capitolo 31
 

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Capitolo 32
*** I Want tomorrow ***


 
Capitolo 32
I Want tomorrow

 
Uno spiraglio luminoso in quel buio. Il freddo di quell’autunno la gelava. La pelle sotto quella maglia calda era congelata ma forse non era per il freddo di quella mezza-stagione che lentamente stava andando a lasciare il posto all’inverno.
Forse non era per quel motivo che aveva così tanto freddo. Mentre si sporgeva, avvertiva dentro di se l’ansia. Mentre ascoltava in silenzio, la luce dalla porta illuminava uno spiraglio del volto. L’occhio era accecato da quel bagliore,al contrario il corridoio intorno a lei era buio e scuro.
Ad un tratto, la luce veniva in parte offuscata dalla presenza di un’ombra, un’ombra che lei conosceva benissimo, un’ombra che aveva imparato a conoscere nel tempo...e ad amare.
Lei amava quell’ombra...più di se stessa...avrebbe voluto sempre restare vicino a quella persona, diventare lei stessa la sua ombra.
La sua ombra...
Eccolo...ora poteva vedere il suo profilo, mentre la sua ansia l’attanagliava, non era solo in quella stanza, non era solo in quella luce...un’altra ombra era nella luce con lui, qualcun altro che non era lei, lei non era con lui nella luce, ma restava nascosta nel buio, era ferma nell’oscurità.
Quell’ombra...aveva un corpo...e quel corpo un volto, un volto di donna che lei riconosceva, sapeva bene chi era, e la sua mente lo sussurrava, mentre le labbra si dischiudevano leggermente, lasciando passare solo un filo d’aria, mentre la osservava così vicino a lui.
 
“Kanan...”
 
-Kanan...-
 
Lei sorrideva serena, e lui sembrava così...felice...
Il cuore si stringe, diventa una morsa, il suo cuore le faceva male, mentre la luce ora le appariva crudele e accecante, mentre la mano di lui si muoveva, dal fianco si spostava verso il viso di lei, quelle dita accarezzavano quel volto con dolcezza, una dolcezza che stava infierendo sul cuore di lei che lo osservava, in silenzio.
Ora gli occhi le pizzicavano, si stavano riempiendo di lacrime, presto avrebbero traboccato come l’acqua che riempie un vaso fuoriuscendo dall’orlo.
Quella dolcezza per lei non era destinata, no...lei sarebbe rimasta ad osservare lui che si avvicinava a quella donna, sorridendole con dolcezza, mentre Kanan teneva quella mano fra le sue.
No...non voleva che lei facesse quel gesto...voleva essere lei a toccare quella mano, voleva essere accarezzata lei, LEI!
Dannazione...il cuore ora le faceva così male...e le batteva in gola con così tanta forza...da temere di farsi sentire, mentre lui si avvicinava sempre di più verso quella donna...la sua sorella...
 
“Io ti amo”
 
Sentì il cuore fermarsi nella gola, il respiro era totalmente assente, mentre Kanan lo osservava stupita, per  poi abbracciarlo con gioia, sorridendo, e lui la teneva stretta a se, lo poteva vedere mentre baciava amorevolmente la chioma della donna, per poi avvicinarsi a quel volto...a quelle labbra...
Perché guardare ancora? Perché farsi ancora più del male?...forse perché sperava che fino all’ultimo secondo tutto quello si trasformasse solo in un incubo, per poi svegliarsi e scoprire che in realtà...non era accaduto nulla...
Ma le lacrime ormai erano cadute dalla guance sul pavimento a forte velocità, mentre altre ne seguivano, e le sue mani premevano sulla bocca, per non far sentire i singhiozzi che scuotevano il suo corpo, la vista era ormai appannata, e non aveva più il coraggio di stare a guardare, di vedere le scene che seguivano a quelle parole.
Era bastata quella frase, quella semplice frase a farla immergere totalmente nel buio di quel corridoio.
Persino le voci erano svanite in quel luogo privo di luce, in quel dolore che le faceva versare lacrime.
Allora tutti quegl’istanti passati assieme erano stati inutili, erano stati nulla per lui? Lei aveva vissuti gli attimi intensi di quella gioia stando sempre accanto a lui, perché lui era l’unico per lei, era solo per lei, voleva che fosse l’uomo solo per lei.
 
“L’uomo solo per me”
 
Invece...invece era arrivata lei, e glielo stava portando via, sotto il suo sguardo, senza che lei potesse fare niente, solo restando a guardare quella luce che era intorno a loro, ed allungava a terra la sua ombra, il suo buio.
Perché la gioia viveva solo per un istante, mentre il dolore e la tristezza sopravvivono anche per anni dentro di te, senza che tu possa estirparle.
Come le erbacce, soffocano tutti gl’istanti più felici, e addormentano una parte di te, come l’inverno che sotto una coltre di neve copre tutti in silenzio, senza fare il minimo rumore, così la tristezza coprirà ogni tuo momento felice, e in quel buio non esiste sole che scioglierà via quella neve, che rimarrà dentro di te.
Anche oltre la morte...oltre la rinascita...
 
Kira in quel momento socchiuse gli occhi, avvertendoli umidi, e portando stancamente una mano verso di questi, tastandoli.
Erano bagnati, aveva pianto nel sonno...
Aveva visto...un ricordo?...ma anche stavolta non erano ricordi suoi...nella sua mente si delineava sempre di più il passato di quella ragazza che l’avrebbe voluta uccidere e riprendere il suo corpo.
L’aveva definita un mostro, l’aveva chiamata parassita.
Era davvero così? Si, probabilmente era così, dato che viveva del corpo di un’altra, ne assorbiva ogni giorno le energie per combattere ed esistere, ne scopriva i meandri più nascosti dell’anima e della mente, con sfacciataggine, aprendo quella memoria come un libro aperto, come se fosse stata sua, ed invece...invece ne stava solo approfittando di quel corpo non suo, di quella esistenza che aveva strappato via ad un altro essere.
Ma allora...che forma avrebbe avuto lei? Senza quel corpo, cosa sarebbe stato? Che forma avrebbe avuto?
Forse...forse non aveva una forma, così come non aveva mai avuto veramente un nome, un’esistenza: lei era...il nulla...
Kira spalancò gli occhi all’idea del nulla, lei che non aveva mai capito veramente cos’era vivere, adesso provava terrore per quella parola che per la prima volta si trovava a pronunciare tra le labbra, dalla sua bocca non proveniva alcun suono, ma era chiaro il labiale, gli occhi blu elettrico si spalancarono, ed ancora una lacrima scivolò verso il naso e l’altro occhio.
Cos’è il “nulla”?
-...il nulla...è quando tu apri gli occhi...e non c’è niente...
Lo chiami buio, ma in realtà non è niente, e nemmeno tu possiedi un corpo, ne un’anima-
Eccola...era lei...era di fronte a lei, e parlava con la sua voce chiara, carica di odio, di rabbia; era di fronte a lei, in piedi, svestita ad un primo colpo d’occhio, poi chiuse qualche istante la palpebra, e la vedeva vestita di nero, un kimono nero e corto che sottolinea il colore identico dei capelli, lasciati andare, un po’ spettinati, e sul volto quegl’occhi che sembravano neri, il grigio si nascondeva in un brillare di rabbia e freddezza, mentre si avvicinava.
I suoi passi erano poco udibili sul pavimento in legno, mentre si avvicinava a quel corpo leggermente rannicchiato, le lenzuola in parte erano scivolate giù dal letto, ed ora un lembo veniva pestato da quella figura, il lenzuolo sul corpo di Kira si spostò, rivelando un altro lembo di pelle del braccio della ragazza, che restò immobile, i neri capelli sparpagliati sul materasso: la testa era scivolata giù dal cuscino, ed ora quella figura s’inginocchiava di fronte a questa, muovendo un altro po’ il lenzuolo, facendo trasalire l’iride e la pupilla della ragazza distesa.
Quell’altra intanto appoggiava le braccia sul materasso, Kira poteva sentire chiaramente il peso smuoverla di qualche millimetro, mentre i due volti erano a distanza ravvicinata, la voce era fredda e sussurrata, come una lama che accarezza la pelle, gelida e tagliente, che rischia di ferire.
 
-Il nulla è quando smetti di pensare, di vedere, di udire, di toccare; il nulla è quando non sentì assolutamente niente...e no provi niente...un po’ come te, non credi?-
 
Kira sentì un nodo in gola stringersi leggermente, mentre i suoi occhi blu, che dovevano fissare le iridi grigie della figura davanti a lei, guardavano invece un punto vuoto, le orecchie ascoltavano quella voce, e il corpo non si muoveva, come paralizzato; quella lama ora cominciava a tagliare la pelle, un dolore parte da quel punto e sale alla testa, mentre al contrario un rivolo di sangue scivola giù dalla schiena.
 
-Si...si può dire che in fondo tu hai un po’ di nulla in te.
Con le tue domande stupide...con il tuo non pensare...con il fatto che ti permetti di scavare nella mia mente senza permesso...per ottenere cosa poi? Una vita?-
 
Ecco, ora lama entra nella carne, il sangue aumenta, così come il dolore, si ha la sensazione che quella parte ferita si blocchi, sia oramai inutilizzabile, e che se la si muovesse, sentiresti solo ancora più dolore, e si pietrificherebbe, si farebbe pietra; Kira sentì il respiro farsi sempre meno, il nodo le serrava la gola, non riusciva a respirare, si sentiva soffocare da...da cosa? Provava paura? Tristezza?
Era qualcosa...che le stava togliendo l’energie...mentre quell’altra allungava la mano, accarezzandole in parte la guancia, in un gesto freddo e crudele, giocherellando con una ciocca di capelli rimasta incastrata fra le dita, osservandone il colore nero, per poi voltarsi verso quel volto, e tastarlo con le dita; infine si sporse, facendo forza sul materasso e smuovendo di pochissimo Kira, che sembrava ormai solo un corpo vuoto, l’orecchio scoperto incontrò il sussurro dell’altra ragazza, che sorrideva crudele.
 
-Illusa...tu sei il nulla, e la vita che ora ti è stata offerta è solo mia; un giorno tu svanirai, ed io tornerò. Perché tu sei il nulla, ed io sono io.
E tutto questo...sarà solo fra noi due...è solo nostro...è solo mio...-
 
Kira sbarrò gli occhi,mentre il respiro tornava sotto forma di rantolo, ma il nodo in gola le provocava un dolore che la soffocava, mentre la ragazza si metteva in piedi di fronte a lei, quello che “vedeva” erano solo le sue gambe, mentre gli sembrò di sentire il sorriso crudele di quella figura, che appena Kira sbatté un attimo gli occhi svanì, lasciando al suo seguito solo una lucciola: una lucciola verde ed argento, i colori cangianti la rendevano luminosa ed affascinante, mentre Kira la osservava.
Ancora una volta le labbra cercarono di dire qualcosa, mentre gli occhi pian piano andarono a socchiudersi, il nodo diventava meno forte nella gola, e la saliva era salata, mentre la mano, che fino a quel momento era rimasta incastrata fra il suo collo e il suo petto, ora andava a sperdere il calore di quel corpo, allungandosi lentamente e affaticata verso quella lucciola, le dita si allungavano quasi con...disperazione?
La lucciola sembrava irraggiungibile, mentre Kira lasciava scivolare alcune lacrime, e le parole di quella ragazza tornavano nella sua mente incessanti.
 
-In realtà non è niente, e nemmeno tu possiedi un corpo, ne un’anima-
 
Più vicino...ancora più vicino...mancava poco, presto l’avrebbe toccato...una ricerca incessante, un disperato bisogno...
 
-Il nulla è quando non sentì assolutamente niente...e no provi niente...un po’ come te, non credi?-
 
Il corpo scivolò leggermente sul materasso, ormai il lenzuolo non copriva più quel braccio, che adesso era steso al massimo, e cercava di allungarsi più che poteva, quella lucciola era li, a pochi millimetri dalle sue dita, la poteva sfiorare, ma il suo movimento ondoso rendeva ancora più ardua l’impresa, mentre la debolezza di quegl’istanti si sentiva in tutto corpo, i muscoli non sembravano obbedire ai comandi di Kira, che stringeva i denti.
 
-Si...si può dire che in fondo tu hai un po’ di nulla in te.
Con le tue domande stupide...con il tuo non pensare...con il fatto che ti permetti di scavare nella mia mente senza permesso...per ottenere cosa poi? Una vita?-
 
Ad un tratto, la lucciola svanì di colpo, come una fiammella che muore in un istante, sotto lo sguardo di Kira, che spalancò gli occhi, rimanendo in quella posizione ed osservando solo un punto vuoto, mentre il braccio, lentamente, cominciava a perdere le forze, e tremolare, fino a scivolare giù, gli occhi della ragazza andarono a socchiudersi, il corpo leggermente rannicchiato su se stesso, mentre la sensazione di quel sorriso accompagnava quelle ultime parole.
 
-Illusa...tu sei il nulla, e la vita che ora ti è stata offerta è solo mia; un giorno tu svanirai, ed io tornerò. Perché tu sei il nulla, ed io sono io.
E tutto questo...sarà solo fra noi due...è solo nostro...è solo mio...-
 
“E’ questo...il dolore?
E’ questa...la tristezza?
...credo...di aver imparato...ad essere triste...”
 
Kira chiuse gli occhi, con le lacrime ancora tra le ciglia, il corpo ormai svuotato di ogni energia, il groppo in gola si sciolse in una lacrima che scivolò storta, mentre il buio soffocava i pensieri della ragazza, le labbra mormorarono senza voce un’ultima parola, prima di chiudersi ed abbandonarsi al sonno e alla stanchezza.
 
La prima a buttare tutto giù dal letto era stata Rika, la ragazza in quel momento superava il gruppetto rischiando di perdersi nella folla di quel giorno di festa, lei aveva sempre amato le feste, soprattutto la musica e la luce, in quel momento sotto lo sguardo di tutti rivelava il suo carattere allegro e solare; Goku la inseguiva, anche se era sempre attirato dalle bancarelle del cibo, trascinato via a turno da Gojyo o da Meiko, Sanzo si limitava ogni volta a dargli una sonora sventagliata con il capo.
 
-Stupida scimmia!!-
 
-Ahi Sanzo!!-
La sua voce lamentosa si confondeva con il chiacchiericcio della folla, che si voltava con aria interessata ad osservare le varie scenette del gruppetto, con Meiko che si passò una mano tra i capelli con aria vagamente imbarazzata, bel modo di farsi notare dagl’altri, con quella stupida scimmia che non faceva altro che lamentarsi.
Rika in quel momento però raggiunse il ragazzo con aria entusiasta, prendendogli la mano ed indicandogli qualcosa tra la folla: Goku a quel gesto non poté trattenere un vago rossore sulle guance, mentre la ragazza continuava a sorridere, trascinandoselo via con se, con Gojyo che si permetteva di fare le battutine insieme a Meiko che sghignazzava accanto a lui e Sanzo dietro, a chiudere la fila Hakkay e Kira, quest’ultima si guardava intorno ad osservare la gente che le passava accanto, con aria vagamente spenta, dopo quella nottata si sentiva particolarmente debole.
Il ragazzo affianco a lei le lanciò un’occhiata, osservandone la capigliatura nera, ora aveva la testa rivolta verso la sua sinistra, a guardare le varie bancarelle che le passavano accanto, con quel suo solito modo di fare curioso ma distaccato, come uno spettatore, assisteva ed osservava i brevi istanti della vita delle persone che gli passavano accanto, quasi...con gelosia...
In effetti, da quando l’aveva conosciuta, non aveva mai saputo niente della sua vita prima di incontrarlo, era sempre rimasta in silenzio, penetrando con inaspettata facilità nel suo cuore, quasi a cercarsi un cantuccio dove cercare riparo; poi il suo rapimento...e quel desiderio di salvarla, come a voler correggere il passato, quasi tentando di salvare il ricordo di Kanan.
Ma non era così...lui era accorso per salvare Kira, quando si era infilato nella spelonca aveva visto chiara la figura di Kira, sporca, che gli urlava il suo nome.
 
“-HAKKAY!-”
 
Hakkay...non Gono...no, Gono era morto, morto insieme alla donna che aveva amato, adesso aveva un nuovo nome, una nuova vita, anche se quel ricordo sarebbe rimasto per sempre dentro di lui, rendendolo triste ogni giorno di pioggia, facendogli perdere la parola ogni volta che i suoi occhi incrociavano un volto che poteva assomigliare a quello di Kanan.
Eppure, quando era andato a salvarla, quando l’aveva trovata, quando l’aveva abbracciata a se, in quegl’attimi l’uomo aveva chiaramente visto nella sua mente gli occhi blu elettrico di Kira che lo fissavano con quell’aria tranquilla e forse rattristata, quella ragazza poteva vedere nella sua mente, lo vedeva dentro...poteva aver visto l’immagine di Kanan? In fondo...l’aveva protetta, per farlo felice, perché quella era la donna che amava.
Si, era vero, l’amava ancora, eppure...ora c’era lei, quella ragazza che adesso si girava verso di lui, gli occhi blu elettrico incontrarono quelli verdi pensierosi di Hakkay, il quale cercò di sorriderle, quasi a volerla tranquillizzare che adesso c’era lui li accanto.
Si, lui era lì, vicino a lei...ma in quel momento chissà a cosa, a chi pensava.
 
“Lui...non mi amava come lo amavo io...per lui...non ero altro che un’amica”
 
Si...era vero, per Hakkay Kira non era altro che un’amica, come forse già in passato lo era stata quell’altra; il pensiero della notte precedente agitò Kira, la ragazza rabbrividì come di colpo fosse calata la temperatura, aveva l’impressione che sul suo corpo era rimasta qualche traccia di quel passaggio, un segno o una cicatrice, tanto che la sua mano passò sul collo quasi a cercare quel segno con il tatto, con le dita, in un gesto che l’uomo dagl’occhi verdi lo lesse come disagio.
 
-Qualcosa non va Kira? Non ti piace la folla?-
 
La ragazza scosse il capo, al contrario, quella folla che brulicava di vita, quella sensazione di soffio vitale che passava silenzioso e veloce tra la gente, le scaldava il corpo; aveva paura di non essere viva, aveva avuto paura quella notte di diventare nulla, e cercava in quel senso di raccogliere dentro la sua mente quanti più particolari possibili, voleva conservare dentro di se una po’ di quella sensazione di movimento e di cambiamento che avveniva intorno a lei.
Però...la sua mente era comunque piena anche di ricordi non suoi, ed aveva la sensazione che prima o poi la sua testa sarebbe scoppiata, oppure lei sarebbe stata spazzata via, come un sogno sarebbe scomparsa all’alba di un nuovo giorno; svanita, non sarebbe esistita più, diventando lei stessa nulla, perdendo tutto quello che aveva così disperatamente raccolto.
Vita, ricordi, amici...Hakkay.
Ma quella era giustizia, lei si era impossessata di un corpo che non le apparteneva, quell’involucro fatto di pelle, muscoli ed ossa, che si muoveva al suo comando...non era suo...
Cos’era veramente suo?
....quel potere...quella sensazione di luce e bruciore, quelle lucciole iridescenti che giravano intorno a lei...cos’erano? Perché poteva vederle solo lei? Perché poteva crearle solo lei?
Possibile che lei era solo il nulla?
Intanto gli altri si erano distanziati, tanto che i due rimasti dietro dovettero allungare il passo, ritrovando Gojyo che litigava con Goku e Rika che si arrabbiava con Meiko che sghignazzava con aria provocatoria, Sanzo aveva la vena sulla guancia che s’ingrossava, segnale di una incazzatura in arrivo con conseguente harisen; Hakkay ridacchiò cercando di tirarsi su di morale, per poi rivolgersi a Kira, distogliendola ancora dai suoi pensieri.
 
-Sarà meglio che li fermiamo, prima che accada qualcosa di grave-
 
I due stavano per raggiungere il gruppetto, quando Kira si fermò di scatto, voltandosi indietro, dentro di se qualcosa si era messo in allarme, una sensazione di pericolo leggera ed insistente che le colpiva il ventre e la gola, come ansia, Hakkay stupito si voltò verso di lei, notando come la ragazza si era irrigidita nel guardare un punto dietro di se in mezzo alla folla; velocemente, all’improvviso, la terra cominciò a scuotersi, mettendo il panico tra la gente che a fatica sembrò accorgersi della presenza di pericolo, velocemente la paura si espanse a macchia d’olio, tanto che la folla cominciò a dare spintoni, il gruppetto si trovò così a seguire varie correnti, senza la loro volontà, la gente sembrava afferrarli per le braccia e mani, trascinandoli con se nelle urla e lamenti di terrore.
 
-RAGAZZI!-
 
-AIUTO!-
 
-MA CHE SUCCEDE?! MALEDIZIONE!-
 
-AAAAH!-
 
-KIRA! KIRA!!-
 
La ragazza si voltò verso Rika, che le allungava una mano per cercarle di acchiapparla, le urla soffocavano quelle della castana, mentre la compagna allungava anche lei la mano, cercando di farsi largo tra la folla che la spingeva specialmente al petto e alla schiena, togliendole il fiato e procurandole dolori e botte su tutto il corpo, una mano accidentalmente la buttò a terra, dove rischiava di essere calpestata; nel frattempo Rika era riuscita ad agguantare la mano di Hakkay, che la trascinò a forza verso di se, la castana però diede un’occhiata intorno a lei agitatissima.
 
-Kira è qui tra la folla! Dobbiamo trovarla!-
 
Le forti scosse facevano cadere la gente, un uomo per sbaglio andò contro la ragazza dai capelli neri, soffocandola, mentre un piede le calpestava i capelli: Kira non riusciva a muoversi, le varie botte che subiva, i calci e le pedate la paralizzavano a terra, poteva solo accucciarsi a terra con le mani che proteggevano il capo, il fiato era corto e soffocato, l’odore della strada in parte la strozzava, mentre le urla assordavano le sue orecchie, non riusciva più a distinguere le voci; la massa della folla era un’enorme bestia nervosa che voleva trascinarla via con se, o nel peggiore dei casi ucciderla per il disordine ed il caos che si stava creando.
Le scosse di terremoto nel frattempo non accennavano a smettere, le bancarelle crollavano come se nulla fosse, e gli edifici si stavano lesionando, un edificio li accanto stava crollando, tanto che Kira alzò lo sguardo, e per istinto si alzò in piedi, la folla a quel punto la trascinò via con se, il fiato scomparve di colpo, e i suoi occhi videro sfuocato una figura familiare, tanto che le mani cercavano di afferrare qualcosa per sporgersi, urlando con tutta la sua forza.
 
-HAKKAYYY!!-
 
Il suo appoggio durò qualche secondo, facendola crollare a terra, l’uomo poté solo vedere una mano alzata in mezzo alla folla e alla confusione, una mano più alta di tutti che però scompariva via, mentre l’uomo con Rika si era nascosto in una molto stretta e nascosta a tutti, da cui però si poteva vedere tutta la scena ed avvertire l’ansia di quei momenti, con la paura che qualcosa ti crolli in testa, il palazzo li vicino intanto stava cadendo giù, agitando ancora di più la folla.
 
-KIRA!!-
 
L’uomo scattò, lasciando Rika da sola a prendere fiato, immergendosi nel bagno di folla, con il polverone causato dal crollo dell’edificio che disperdeva la folla in più punti, alcune persone era rimaste sotto le macerie, incapaci di scappare per la confusione, Kira era scampata, e si stava trascinando verso un edificio li vicino, dove alcune persone si stavano nascondendo, appena prima che un corpo nero sbucasse dal terreno, agguantando una serie di fuggitivi rimasti pietrificati nel vedersi davanti questa enorme massa che li divorò a gran velocità.
Kira si ritrovò su un pavimento a prendere fiato, mentre fuori si sentivano dei rumori fortissimi, tanto che la ragazza si tappò le orecchie, sentendo anche delle urla di uomini, che scomparivano in quello che sembrava una specie di stridio; si voltò, cercando di alzarsi in piedi, il suo sguardo poté vedere attraverso la finestra, solo un gigantesco corpo lucido con lunghe e robuste zampe, che si muoveva verso l’alto, alla fine di questo c’era un’enorme testa d’insetto con due antenne, in parte sporca di alcuni schizzi di sangue, mentre altre due creature simili si muovevano li attorno, facendo crollare palazzi e mettendo in fuga la gente.
Kira indietreggiò di qualche passo, notando dietro di se alcune persone e bambini che si riparavano nel buio, tremanti e silenziosi per la paura, la ragazza si rese conto che la situazione era grave...doveva salvare quelle persone, doveva portarle via da li.
Altri strilli attirarono di nuovo l’attenzione di Kira, che si riavvicinò alla finestra, alcuni demoni aveva fatto irruzione nella città, ed assieme agl’insetti giganti stavano distruggendo tutto; la ragazza aprì la mano sinistra, per poi ricordarsi delle persone li presenti, richiudendola: rischiava di farsi spacciare per un demone anche lei, doveva portare via quella gente, quell’edificio dove si trovavano era troppo scoperto.
Infatti, all’improvviso, alcuni demoni fecero irruzione nella stanza al primo piano, i bambini urlarono di paura, mentre Kira interveniva, afferrando un pezzo di legno ed iniziando una lotta furibonda contro tre demoni, urlando verso l’uomo presente nella stanza.
 
-PORTA TUTTI VIA!-
 
Questo obbedì, prendendo in braccio una bimba ed indicando la strada alle due donne e all’anziano uomo dietro, un ragazzino teneva in braccio un bambino più piccolo di lui, mentre gli altri due erano tenuti per mano dalle donne; intanto Kira scaraventò lontano un demone, strappandogli via la spada dalla mano, ed utilizzandola contro gli altri due demoni, piegandosi a terra per schivare i loro attacchi ed infilzando uno dei due, per poi tirare fuori la spada e con un movimento rotatorio mozzare la testa all’altro, che crollò sul corpo del compagno.
La ragazza, dopo un attimo di respiro, gettò via la spada, e fece comparire la sua, raggiungendo di corsa il gruppo, nel frattempo erano usciti da una porta secondaria verso una via più stretta, altri due demoni sbarravano la strada, ma la ragazza arrivò in tempo per bloccarsi ed ammazzarli, insieme all’uomo era alla testa del gruppo, il vecchio dietro chiudeva la fila; la ragazza sfondò la porta di un alto edificio più fatiscente, dietro di loro si sentivano le grida di rabbia di altri nemici, mettendo le ali in piedi a tutto il gruppo.
Un attacco nemico venne bloccato dalla ragazza.
 
-MUOVETEVI!-
 
Obbedienti, l’uomo e le donne salirono le scale, mentre il vecchio guardava la ragazza combattere selvaggiamente: non sarebbe morta, non avrebbe permesso a nessuno di fare del male a quelle persone, a quei bambini!
Il suo corpo che si muoveva, i suoi attacchi portati a buon fine, le ferite che subiva...questo la spaventava, perché si sentiva viva, ma significava, allora, che viveva solo per uccidere?
La ragazza fermò l’ultimo demone, osservando il vecchio che le faceva strada, seguendolo, superandolo e raggiungere la fine delle scale, dove c’era una botola che portava ad altre due stanze; la ragazza si sporse verso il vecchietto, che però con sua grande sorpresa era rimasto alla fine delle scale, e sorrideva con aria tranquilla.
 
-Tu devi vivere-
 
-ASPETTA! NO!-
 
Il vecchietto chiuse la botola da sotto, e la ragazza cercò di aprirla, ma era bloccata, sotto di lei sentì degli schiamazzi violenti, delle urla, e alla fine un urlo violento e doloroso, che la scosse in tutto il corpo, in mano stringeva convulsamente la spada imbrattata di sangue: quel vecchio voleva che lei vivesse, quando nemmeno la conosceva, l’aveva incontrata solo in quella situazione disperata.
E voleva che lei vivesse...sorridendogli con aria tranquilla, lasciandosi morire...tutto questo era assurdo! Un estraneo all’improvviso le chiedeva di vivere, lei che fino a quel momento credeva che era destino che lei svanisse.
Ora...ora che doveva fare? Era confusa, quella situazione era confusa...
Le voci sotto di lei la svegliarono, i demoni si stavano muovendo ancora, il legno soffocava la loro voce, ma qualcosa si poteva distinguere...
 
-Presto! Prendete qualcosa per sfondare la botola!-
 
Volevano raggiungere quel piano! Dietro la ragazza una porta chiusa, evidentemente erano il gruppetto che aveva guidato e difeso fino a li, si erano nascosti in quel piano...e lei doveva difenderli.
La ragazza strinse la spada, per poi bloccare la botola con il chiavistello in metallo, alzandosi in piedi ed afferrando l’arma con tutte e due le mani: avrebbe difeso quella gente, doveva farlo! E per di più...doveva sopravvivere per quel vecchietto che le aveva detto di vivere!
La confusione fuori, sulla strada, era ovattata, i mostri creavano il panico, ma era sicura che gli altri erano intervenuti a fermarli, di sicuro Goku si stava divertendo con Rika e Gojyo a sistemare quegl’insetti giganti, Meiko invece avrebbe pensato con Sanzo a sistemare i demoni, ed Hakkay...Hakkay avrebbe difeso la gente con il suo Ki, perché lui era un uomo buono e gentile, e li avrebbe aiutati.
Si...Hakkay era gentile, li avrebbe difesi, e lei sarebbe tornata da lui, perché voleva tornare da lui, voleva tornare da Hakkay.
 
“-Tu devi  vivere-”
 
Si, DOVEVA vivere per quel vecchietto che glielo aveva imposto, gli aveva imposto di proseguire quel viaggio, e questo significava che il nulla non l’aveva ancora raggiunta, lei non era il niente, lei era Kira, aveva un nome e dei ricordi, SUOI.
La botola subì un colpo, smuovendosi, la ragazza indietreggiò di qualche passo, mordendosi il labbro inferiore, stava spettando l’arrivo dei demoni, che cercarono un’altra volta di sfondare la barriera; ancora una volta, il chiavistello vecchio e debole si ruppe al quarto colpo, la botola si aprì con uno scatto, e un demone balzò sul piano, guardandosi intorno, vedendo poi non troppo distante da se una ragazza leggermente ferita con in mano un’arma, davvero coraggiosa quella stupida ragazzetta.
Il demone le andò addosso, e Kira mosse la spada, affondandola velocemente nella sua carne.
Ansia...respiro...ansia...paura...coraggio...adrenalina...respiro...respiro...
Il tempo rallentò, mentre i demoni spuntavano come funghi da quella botola, era molti, troppi per lei, per un attimo la sua fermezza cedette, il respiro affannoso era quasi un richiamo per quei demoni ad aggredirla, le scolopendre all’esterno lanciavano dei lamenti di dolore, allora gli altri dovevano averla abbattute in qualche modo.
Doveva farcela anche lei, doveva salvare le persone nella stanza; la ragazza si voltò verso la porta, e vide un demone tentare di aprirla, dall’interno ne uscivano delle urla di paura di donne e bambini, e subito Kira scattò, mozzando la mano al demone con la spada, questa però venne afferrata da un secondo demone, che gliela strappò di mano e la buttò lontano da se.
Era in trappola, se si toglieva dalla porta metteva in pericolo quelle persone, ma ora era disarmata; era una situazione disperata...respiro...respiro...respiro...
I demoni le andarono addosso, la ragazza prese tutto il fiato che aveva in corpo, ed urlò, in quell’istante il tatuaggio sulla sua coscia scolorì via, e un improvviso colpo d’aria scaraventò via tutti i demoni, di colpo Kira s’illuminò, mentre spalancava gli occhi, dal suo corpo usciva una grande luce, un’energia che non riusciva a trattenere, espandendola oltre la stanza, la luce illuminò il palazzo come un faro, attirando l’attenzione della gente e del gruppo degl’altri, Hakkay partì di corsa di scatto, inseguito dagl’altri.
Nel frattempo Kira sbarrò gli occhi, di fronte a lei i demoni sembravano raggomitolarsi e strillare come se stessero bruciando, la loro pelle si riempiva di chiazze, e mano a mano questa si allargavano le urla diventavano più forti, fino a scomparire, i loro corpi svanivano, e lasciavano solo...lucciole iridescenti, che attratte da Kira venivano assorbite dal suo corpo.
Sotto lo sguardo sconvolto di Kira, i demoni nella stanzetta scomparivano, al loro posto delle lucciole iridescenti raggiungevano il corpo della ragazza, che li vide entrare dentro di lei; una mano le afferrò il collo, facendole alzare gli occhi, quelli grigi della ragazza erano piantati nei suoi.
 
-Adesso prendo io il controllo-
 
-...NO! IO DEVO VIVERE! IO DEVO VIVERE!!-
 
La ragazza di fronte a lei rimase sconvolta, mentre Kira urlava, la luce si fece ancora più forte, e divenne intensa e bruciante per gli occhi, scomparendo alla fine con un lampo, la ragazza spossata crollò a terra, dietro di lei sentiva non sentiva niente, e affaticata e spaventata aprì la porta con uno schianto, trovandosi di fronte il gruppetto salvo, accasciandosi a terra, con un sospiro di sollievo dietro di lei alcuni richiami attirarono l’attenzione di tutti.
 
-C’è nessuno?!-
 
-SIAMO QUI!-
 
Kira si limitò a respirare affannosamente, alzando gli occhi verso un bambino li, di fronte a lei, che la guardava piuttosto confuso, ma più tranquillo, quella che sembrava la madre, lo stringeva a se sollevata.
Era finito l’incubo.
 
Le sembrò di dormire per tutta la giornata, quando si svegliò infatti era il tramonto, era stata una giornata di sole, anche se l’incubo della mattinata le aveva fatto dimenticare per un po’ se pioveva o se era bel tempo; ora che guardava fuori dalla finestra, era bel tempo, c’era un bel sole che andava a tramontare.
Si, era stata una bella giornata...e lei per ancora un giorno viveva, e doveva vivere ancora per un po’, voleva vivere ancora per un po’: perché glielo aveva chiesto il vecchietto, perché per la prima volta qualcuno glielo diceva, perché parte dei suoi dubbi erano scomparsi, perché, mentre dormiva, le era tornata in mente la spelonca e l’arrivo di Hakkay, che l’aveva abbracciata.
 
“-Kira!-”
 
L’aveva chiamata, aveva chiamato il suo nome, l’aveva abbracciata a se e l’aveva salvata.
Forse questo significava che Hakkay voleva che Kira restasse con loro ancora, altrimenti non l’avrebbero salvata; si, forse significava questo, ed in quel momento Kira si era avvicinata alla finestra, osservandola, aveva alcune bende sul corpo, ma i suoi erano solo graffi, a parte una botta al fianco dovuta alla fola che l’aveva travolta.
Li, per un attimo, aveva avuto paura, paura di scomparire in quel mare di gente; li, veramente, aveva avuto la sensazione che stesse scomparendo, che lei fosse stato veramente il nulla.
Ma allora lo era o non lo era? Lei provava caldo, freddo, dolore, aveva paura, coraggio, tristezza, piangeva.
Possedeva dei ricordi, stava raccogliendo ricordi lungo la sua strada, ed era riuscita a contrastare quella ragazza per la prima volta: le aveva detto che doveva vivere...e le voleva dire che voleva vivere ancora, ancora un po’, per poter stare insieme agl’altri, per...stare con lui...
E voleva anche dirle...che non voleva scomparire, non voleva diventar nulla, non voleva perdere tutto, tutto quello che aveva guadagnato.
No, non lo voleva...
Sentì qualcosa scenderle dagl’occhi, e si mise una mano sulla guancia, sentendo le lacrime scivolare giù, lacrime di tristezza, lei sapeva piangere, ora aveva capito perché si piangeva, perché quella volta aveva pianto, perché adesso piangeva.
 
“Sono triste”
 
Quella volta a quella scena, aveva pianto per la tristezza, perché vedeva Hakkay abbracciare Kanan, anche se questa oramai stava morendo, anche se in parte il suo corpo si decomponeva, anche se si era uccisa...lui l’aveva abbracciata a se, era corso da lei e l’aveva abbracciata, stringendola a se e soffrendo ancora per lei...ancora...questo...questo significava che per Kira non c’era posto, non c’era mai stato posto per quell’uomo per quella ragazza, ne per lei.
No...loro erano sempre state solo delle amiche del ragazzo, lui sorrideva a loro perché erano amiche, ma in realtà lui...avrebbe sempre amato quella donna; Kira sentì il pianto aumentare, era un nodo che la soffocava, tanto che tossì, mentre le lacrime scendevano copiose sul volto, e lei non sapeva se asciugarle o lasciarle andare.
Perché quella notte aveva pianto?
...perché anche li lei si era sentita triste: possedeva un corpo non suo, aveva ricordi non suoi, e la ragazza che ogni volta veniva da lei la odiava e la minacciava di toglierle via tutto quello che aveva raccolto durante il suo viaggio.
Lei non sarebbe mai dovuta esistere, non avrebbe mai fatto soffrire quella ragazza...e non avrebbe sofferto lei; era sola, tutto quello che aveva non interessava a nessuno, diventava un’ombra, anche se lei viveva, chi se ne sarebbe accorto?
I suoi compagni...Hakkay?
 
“-Tu devi vivere-”
 
Quel vecchietto si era accorto di lei, ed era morto, l’unica persona che capiva che lei desiderava sentirsi dire quelle parole era morto.
E adesso era sola...Kira chinò leggermente il capo, per poi tornare a guardare il cielo, a come il sole illuminasse le case ancora integre e quelle crollate sotto il passaggio di quegl’insetti giganti, probabilmente sotto l’effetto del sangue di mille demoni; il paesaggio della città appariva desolato, eppure tra le macerie si potevano intravedere persone che scavavano alla ricerca dei propri cari e conoscenti, una donna in quel momento stava abbracciando un corpo, e non si capiva se stesse piangendo o meno, restava in silenzio stringendolo a se, sotto lo sguardo di Kira, che rimaneva di fronte a quella finestra.
In quel momento qualcuno entrò nella stanza, Hakkay aveva portato qualcosa da mangiare, ed aveva visto la ragazza in piedi, di fronte alla finestra, con il tramonto che la illuminava di luce, allungando la sua ombra verso i piedi dell’uomo, che rimase in silenzio ad osservare, l’aveva persa di vista nella folla, aveva tentato di raggiungerla, bloccato poi da quella Scolopendra gigante; poi la luce di quell’edificio l’aveva spinto a cercarla da quella parte, trovandola sul soffitto di quel palazzo fatiscente, svenuta a terra per la stanchezza, aveva difeso con forza quelle persone.
Ed ora era li, ad osservare quello che succedeva fuori da quella finestra, in silenzio, tranquilla come al suo solito; sorrise tranquillo, chiamandola e portando il vassoio verso il letto, poggiandolo sul materasso, in quel momento nella stanza non c’era nessuno se non i due.
 
-Kira, ti ho portato qualcosa da mangiare, immagino tu sia...-
 
Lo sguardo di Hakkay restò sbalordito, mentre Kira si voltava lentamente, mostrando gli occhi pieni di lacrime, appena aveva udito quella voce aveva sentito il cuore fermarsi ed il nodo in gola stringere con più forza, senza accorgersene quella donna aveva cambiato aspetto, e quella scena era tornata prepotente nella sua mente, ora Hakkay stringeva ancora a se quel cadavere, e lei come una spettatrice restava ad osservare, in silenzio.
Però quell’uomo era lì, davanti a lei, ad osservare stupito le sue lacrime che continuavano a cadere, Kira osservava quel ragazzo dagl’occhi verdi guardarla: i ricordi di quando l’aveva salvata si mischiavano ai ricordi di quando aveva abbracciato Kanan, a quella scena appartenente a dei ricordi non suoi, quella luce che lo illuminava, le sue parole, la sua mano sul volto di Kanan, il modo in cui la stringeva, quando le baciava i capelli, quando aveva urlato il nome di Kira, o quando era andato da Kanan, e lei lo aveva osservato.
Una lacrima cadde dal pavimento, il nodo in gola era serrato, e il suo corpo si smosse leggermente in un singhiozzo, soffocato a stento dalla ragazza, che continuava a guardarlo: lui avrebbe amato per sempre Kanan.
Per sempre
Per sempre
Non c’era posto per lei nel suo cuore, eppure lei voleva vivere ancora per stare con lui, insieme a lui; voleva vivere, ma aveva paura di stare ancora con lui, si sentiva triste all’idea di vedere il sguardo verde, il suo sguardo VERO...rivolto ad un’altra...
 
-Hakkay...tu l’amerai...per sempre?-
 
La domanda era stata pronunciata con voce spezzata, lasciò senza parole l’uomo, che restò in silenzio, ad osservare quegl’occhi blu guardarlo tranquilli, anche se dalle guance scivolavano delle lacrime di tristezza: Kanan era sempre dentro di lui, e l’avrebbe tenuta sempre dentro di se, ricordandola con dolcezza e dolore, amandola...però...adesso quegl’occhi blu lo guardavano tranquilli, entravano in lui, scoprivano i suoi segreti, e li rivelavano.
 
“-Il tuo sorriso è triste-”
 
Hakkay fece un passo in avanti, serrando i pugni: è vero, l’avrebbe amata per sempre, è vero, non l’avrebbe mai dimenticata, ed era anche vero che avrebbe sempre desiderato tornare indietro nel tempo e cercare di cambiare le cose.
Però, ora, davanti a lui, due occhi blu gli stavano facendo rivivere quelle sensazioni di dolcezza e tepore che aveva dimenticato da tempo; anche se le sue mani erano sporche di sangue, anche se aveva ucciso tante persone, anche se si era detto che non sarebbe più riuscito a stringere più nessuno a se, voleva veramente...avere Kira con se.
Voleva tenerla sempre accanto a se, proteggerla...voleva...il pensiero di quella parola gli fece socchiudere gli occhi, mentre adesso, passo dopo passo, era di fronte alla ragazza, questa teneva lo sguardo rivolto al suo viso, le lacrime scendevano ancora dagl’occhi, ma il suo sguardo non era più triste, era tranquillo e curioso, ed osservava quel volto malinconico, notando in quel momento che gli occhi avevano delle piccole occhiaie, la pelle era leggermente scavata, dando all’uomo un’aria stanca e spossata.
La mano della ragazza si mosse, alzandosi verso il volto, le dita toccarono la guancia, gli occhi verdi di Hakkay si posarono su quel volto, per poi chiudersi nel sentire quelle dita tastare l’occhio vero, quello di vetro sembrava bramare quel contatto, mentre Kira continuava a toccare quella piccola occhiaia con le dita, sentendo la pelle dell’uomo calda sotto le sue dita.
 
-...sei stanco?...-
 
Quella domanda così semplice fece socchiudere gli occhi ad Hakkay, che annuì: si, era stanco, per molti notti non aveva dormito, inseguito da quell’incubo, per molti giorni aveva avvertito la stanchezza posarsi sulle sue spalle appena si fermava insieme al gruppo in qualche locanda; sorrise, un sorriso stanco.
 
-Si, molto-
 
La mano dell’uomo toccò quella libera di Kira, e gliela portò verso l’occhio di vetro, la ragazza così tasto anche quella parte di viso calda, l’occhio di vetro brillava come quello vero di stanchezza, il monocolo era tra le dita dell’uomo, mentre lei smetteva di piangere, continuando ad accarezzarlo.
 
-Riposati allora. Resterò sveglia io, così potrai dormire tranquillo-
 
L’uomo restò sorpreso da quelle parole: lei avrebbe vegliato sul suo sonno...lei sarebbe rimasta sveglia per assicurarsi che nessuno lo avrebbe disturbato...e magari...avrebbe scacciato via i suo incubi.
Hakkay l’abbracciò con forza, stringendola a se e portando il volto verso i suoi capelli, sentendone il buon profumo di pulito, mentre Kira spalancava gli occhi, sbalordita, Hakkay la stava abbracciando, stava stringendo a se LEI.
 
-Si, resta insieme a me-
 
La ragazza annuì. Si sarebbe rimasta, lui glielo aveva chiesto, quel vecchietto glielo aveva quasi ordinato: sarebbe rimasta, avrebbe vissuto ancora un po’, doveva vivere ancora un po’.
Quando Rika e Meiko si affacciarono alla camera, trovarono Kira a guardarle, con Hakkay addormentato sulla sua spalla, e la biondina si limitò a tirare via la compagna castana, che si lamentò a bassa voce, mentre la ragazza dai capelli neri chinava il capo in segno di ringraziamento, restando seduta sul letto, con l’uomo appoggiato alla sua spalla che dormiva sereno, quell’occhiaia scavata scompariva leggermente, ma non se ne sarebbe andata via: era un segno, il segno del suo passato che non sarebbe scomparso.
E lei lo accettava, lo accettava in silenzio, alzando lo sguardo; di fronte a lei, la sua alter ego la fissava con puro odio, restando però attaccata al muro, vestita di quel kimono nero corto, i capelli sciolti e leggermente scomposti, non fiatava, ma nei suoi occhi era chiaro il messaggio.
 
“Io ti uccido”
 
Poi scomparve, lasciando dietro di se una lucciola iridescente, che si avvicinò a Kira; questa la osservò in silenzio, quell’essere che volava davanti ai suoi occhi...era uscito dal corpo di un demone, magari quei demoni che aveva ucciso quella mattina...
Sentì Hakkay muoversi leggermente, e la lucciola bruciò, scomparendo nel buio della stanza, delicatamente Kira appoggiò la sua guancia sul capo dell’uomo dagl’occhi verdi, avvertendo in quel gesto un calore che si spargeva su tutto il suo corpo.
Questa...era...felicità...
 
FINE CAPITOLO 32





Et Voilà! Siamo tornate ancora una volta con il nuovo capitolo. Speriamo vivamente che vi sia piaciuto questo capitolo dedicato alla nostra tenere Kira. Come avete visto abbiamo alzato un po’ il rating della storia (cosa che forse dovevamo fare dal primo momento visti comunque alcuni capitoli non proprio “leggeri” ^^’’’). Forse molti di voi si staranno chiedendo: ma questa fiction quando finisce? Ah…ehm….e chi lo sa? Sappiamo solo che fino a quando l’ispirazione sarà forte in noi continueremo a scrivere. Questi personaggi sono diventati parte di noi e ci dispiace troppo dir loro addio, quindi mi sa che vi aspetteranno ancora molti e molti capitoli.
DLM PG. OH NOOOOOO!!! T^T
E le  autrici sghignazzano malefiche: ihihihih
Come sempre ringraziamo di cuore chi legge la nostra storia, chi la commenta e chi la segue.
Un bacio dalla MeRProduction. 

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Capitolo 33
*** Male che fa male ***


Della serie "Ogni tanto ritornano". Siamo state assenti parecchio tempo, come sempre del resto, e ogni volta non possiamo fare altro che chiederevi infinitamente scusa.
Sanzo: Ma tanto sta storia non la legge nessuno
Meiko: Infatti, che ve scusate a fa?
Cattivi! ç_ç
E comunque non è vero perchè abbiamo le nostre care e fedeli elttrici che, speriamo, continuano a seguirci.
Questo capitolo lo dedichiamo a loro e in particolare a WhiteLie per il prezioso aiuto che ci ha dato.
Vi lasciamo con questo nuovo capitolo con la promessa di pubblicare al più presto il prossimo.
Un bacio dalla MeRProduction. 




Capitolo 33
Male che fa male
 
Oh no,
here it is again
I need to know
when I will fall in decay

 
Eccolo, stava arrivando, lento, pian piano diventava una vampata, bloccava il suo respiro, fermava ogni suo muscolo e lo strizzava come uno straccio; una mano di ferro che artigliava le sue mani e le stringeva con forza, le ossa sembravano spaccarsi a quella presa, e la sua bocca lentamente si spalancava, fino alla fine, cercando di trovare il respiro, cercando d’immettere aria nei polmoni, mentre la saliva scivola via dalla bocca, i canini pronunciati in bella mostra; i capelli le scivolavano lungo il collo e le spalle, il nastro rosso teneva ferma quell’acconciatura, mentre dal tatuaggio nero sulla guancia sembrava...
...sembrava diramarsi una serie di linee tribali che percorrevano la strada dei suoi nervi, lungo la guancia fino alle orecchie, anche il collo si tingeva di linee nere tribali, e scendevano giù, oltre i vestiti, insinuandosi in tutto il suo corpo, mentre la testa si abbassava: gli sembrava di morire per asfissia, non riusciva a respirare, le mani si stringevano a pugno, le nocche sbiancavano, le gambe erano allargate, la sua figura restava appoggiata a quella parete, unico appoggio in quegl’istanti.
Doveva resistere, doveva ancora una volta resistervi, le sue energie venivano prosciugate via dandogli un forte senso di dolore, tutti i suoi muscoli scatenavano crampi e forti dolori, si contraevano procurandogli uno spaventoso dolore, se fosse svenuta molto probabilmente avrebbe trovato solo piacere.
La bocca lentamente si richiuse, le labbra formarono una “U” muta, il respiro lentamente riusciva ad entrarle nella gola dolorante, le ginocchia tremavano, e le sue gambe non avevano più forza di sostenerla, tanto che, lentamente, andò ad accasciarsi verso il suolo; con quel movimento urtò accidentalmente il suo bastone, appoggiato lì vicino, il legno cozzò contro il pavimento, creando un rumore fastidioso ed improvviso che riecheggiò in quel punto del castello; una delle mani, liberandosi dal pugno, cominciò a tastare le varie parti del corpo, sentendole bruciare sotto il tocco delle dita, i tribali lentamente erano assorbiti dalla pelle, ed il tatuaggio sotto il suo occhio stava tornando normale.
Lentamente la mano raggiunse il ventre, ed avvertì sotto la pelle il muscolo, indurito come una pietra, andare lentamente ad ammorbidirsi, quella crisi aveva rivelato un piccolo rigonfio che usciva dalla pelle del ventre, e che in quel momento andava a scomparire, Himitsu lentamente si riprendeva il bastone, usandolo per alzarsi in piedi e sostenersi per i primi passi, lentamente le sue energie tornavano, mentre si allontanava da quel luogo, voltandosi un secondo indietro per vedere se aveva lasciato segni del suo passaggio.
Niente...
Sulla scia del silenzio che cadeva pesante sulle sue spalle, il demone cominciò a muoversi, preferendo allontanarsi da li, il nastro che reggeva l’acconciatura da una parte aveva lasciato andare i capelli, così una mano lo sfilò via, lasciando che la capigliatura bionda scivolasse sulle spalle in un movimento fluido, mentre i suoi occhi si andavano a perdere nel vuoto: da quanto tempo aveva quelle crisi?
...da parecchio tempo, ormai il tempo era un concetto poco importante, dentro quelle mura il tempo aveva assunto un aspetto secondario: da quando era arrivata in quel castello, i giorni erano trascorsi tutti più o meno uguali, e attraverso i suoi occhi castani aveva visto passare di fronte a se volti e figure sconosciute, riuscendo in qualche modo a capirne i sentimenti, le sensazioni che provavano.
Ed osservando, in silenzio, pian piano si lasciava andare dentro l’oscurità che permeava dentro di lei, dal suo essere, fino a quando i suoi occhi non incrociarono quel volto e, soprattutto, quel profumo di menta e rosa, fresco, ma allo stesso tempo dolce ed avvolgente, come un abbraccio.
In quegl’occhi neri non riusciva a penetrare, in quel dolore che permeava, come una barriera, quella iride, non era mai riuscita a penetrare, mentre quel demone le passava accanto, come un qualsiasi estraneo, ignorandola, mentre Himitsu l’aveva tenuto d’occhio fino a quando non era scomparsa nel buio, sembrava quasi far parte di questo.
Un essere che sembrava nascere dal buio, mascherarsi e nascondersi in questo, con quei lunghi capelli e le orecchie di demone che davano quell’aspetto...quasi irreale...così come irreale appariva lo schermo di quel dolore negl’occhi neri di quella donna, tanto da arrivare a chiederglielo...a chiedergli se era triste, se quello che nascondeva dentro gli occhi era il buio, il vuoto, oppure il suo dolore.
Per la prima volta, sotto il suo sguardo nocciola, una mano si diresse verso di lei, qualcuno s’importò della sua presenza, semplicemente acconciandogli i capelli con quel lungo nastro rosso che ora teneva tra le dita, restandosene in silenzio, rivolgendole poi la parola, quella sensazione di buio che continuava ad avvolgere quel demone era presente, continua, eppure non era fredda, od ostile.
 
“-Di un po’, ti va di venire con me a divertirti?-”
 
Sembrava...sembrava di essere immersi nel buio di una sera primaverile, tiepida, tranquilla, piacevole; per un volta il buio non si dimostrava feroce, che la ingoiava e la cancellava via, facendogli perdere il senso del tempo. Il tempo cominciava di nuovo a scorrere, le sue giornate cominciavano ad essere “palpabili”, restando accanto a quel demone, facendosi cullare da quell’oscurità.
Eppure...
 
“Sai Himitsu, tu sei l’unica persona a cui rivelo il mio segreto.
La cosa che mi terrorizza di più al mondo...è il nulla...
Essere ignorati...o dimenticati, credo che sia peggio che morire...e allora...preferisco farmi odiare, piuttosto che avere l’angoscia di essere il nulla per Rika...”
 
Rika...ogni volta che parlava di quell’essere, il buio intorno a lei sembrava attanagliarla, farsi nero, non c’era più quella leggera sfumatura chiara nel suo buio...la sua oscurità era nera, e veniva assorbita dal suo corpo, dalla sua pelle...e questo ogni volta che parlava di quell’essere, ogni volta che ci pensava...
La prima volta che gliene aveva parlato, era stato durante una missione, erano fuori dal castello, e quel demone era lì, sdraiato accanto a lei, sotto quell’albero, in quella sera calda, estiva...
 
“-A cosa pensi?-
Si voltò verso di lei, un leggero venticello rinfrescava e sollevava qualche ciocca di capelli biondi di Himitsu, gli occhi nocciola del demone erano fissi su quelli neri, silenziosi della sua signora, come la chiamava sempre; da quando l’aveva “raccolta”, per Himitsu quel demone era diventato la sua signora, il suo capo.
Questa la guardò in silenzio, tutto ad un tratto quegl’occhi neri aprivano le loro barriere, rivelando qualcosa di estraneo, sconosciuto alla ragazza dai capelli biondi, che sussultava leggermente nel vederlo, davanti a lei c’erano ora due occhi...tristi...una tristezza sconosciuta...
Il demone si mosse verso di lei, ed appoggiò la sua testa sulle gambe di Himitsu, che rimase immobile e stupita da quel comportamento, ora la sua signora chiudeva gli occhi, quasi volesse addormentarsi, sussurrando tra le labbra.
-Pensavo...alla persona che amo di più al mondo...e che mi odia dal più profondo del suo cuore...-”
 
La mano di Himitsu strinse con forza il nastro rosso, i suoi occhi s’indurivano in quegl’attimi, la sua energia veniva alimentata da quella sensazione di rabbia repressa, per la prima volta sentiva di provare rabbia, gelosia nei confronti di qualcuno, ed erano sentimenti così intensi da bruciarla dentro di lei; lei stessa aveva cercato di rendere felice la sua signora, portandogli Rika...e tutto ciò che aveva ottenuto era semplicemente il sorriso freddo e crudele di quel demone, rivolto verso quell’essere...aveva fallito, aveva fallito la sua missione...
E la sua padrona si era allontanata da lei, cercando conforto...da qualcun altro...mentre lei rimaneva in silenzio, in attesa, fedele alla sua padrona, così come lo sarebbe sempre stata; ma non era giusto, dentro di lei sentiva qualcosa urlare che non era giusto! Fino a quel momento lei era sempre stata accanto alla sua signora, lei aveva sempre cercato di aiutarla e consolarla, ed aveva ricevuto in cambio quella sensazione...materna...eppure...
Eppure nella mente di quel demone ci sarebbe sempre stata la sorella, unico motivo che faceva ancora vivere quell’essere, mentre lei...lei cos’era?
Non era giusto, Rika non faceva altro che far soffrire la sua signora, eppure questa continuava ad amarla, a volerle bene! Era crudele, era ingiusto nei confronti di quel demone, della sua signora!
Doveva...doveva a tutti i costi fermare questa situazione, lo vedeva ogni giorno, sotto i suoi occhi: lentamente quel demone stava andando ad immergersi in un buio nero, da dove non sarebbe più tornata, e tutto a causa di quella sorella ingrata, che la odiava...e che la manteneva in vita con quel suo odio, fomentando una colpa che la sua signora non aveva! Lei sapeva la verità! E sapeva che non era stata colpa sua!
Dannata Rika! Maledetta! Era solamente causa sua se...se Selene soffriva!
Himitsu osservò il nastro rosso che stringeva fra le dita, arrotolandolo tra queste ed ammirandone le buone condizioni, era da tanto tempo che lo portava con se, fin da quando era piccola, sempre legato al collo, come un segno di riconoscimento, mentre intorno a lei la gente passava e svaniva via: forse i suoi genitori erano ancora vivi, forse no, oramai non gl’interessava più, aveva dimenticato i loro volti, si era perfino dimenticata di voler loro bene.
Il tempo era passato...ma per un certo momento si era fermato, un giorno il tempo si era fermato, e lo aveva avvertito immobile, anche se il suo cuore batteva ancora e forse respirava. Cos’era accaduto quel giorno?
 
-Himitsu! Ma dov’eri finita?-
 
La ragazza si voltò verso la voce, dietro di lei Selene le si stava avvicinando, il ventre scoperto non portava alcuna presenza del tatuaggio, e le orecchie demoniache sbucavano dalla massa nera di capelli, per di più nell’aria c’era il profumo di menta e rosa, e la ragazza dai capelli biondi lo annusò in silenzio, tenendo d’occhio la figura del demone di fronte a lei, al polso portava il suo smaniglio, ancora una volta portava addosso quel bracciale.
 
-Vedo che oramai lo porti sempre con te-
 
Selene guardò il suo gioiello, e sorrise con aria amara e nostalgica, tastandolo con la mano libera.
 
-Si...e voglio portarlo sempre con me...-
 
Male...faceva dannatamente male quella frase, come facevano male quelle parole rivolte a Rika, come facevano male quegl’occhi tristi, le difese di quelle iridi crollavano a quel pensiero, e quel demone si dimostrava fragile; non era così! Selene era un’assassina feroce e crudele! Selene era dolce e materna! Selene non era mai triste! Selene...era tutta colpa di Rika...solo di quella maledetta...
Himitsu vide la sua signora allungare una mano verso il nastro che teneva fra le mani, e socchiuse gli occhi, sporgendo leggermente in avanti la testa per permettere al demone di fronte a lei di sistemarla come sempre i capelli: sentiva quelle dita sfiorarle la pelle, afferrarle con dolcezza i capelli ed acconciarglieli, il nastro era delicato, ed abbracciava quell’acconciatura in un unico movimento.
 
-Ecco fatto, così stai meglio-
 
Lentamente Himitsu rialzò il capo, avvertendo di nuovo quella sensazione piacevole, quell’oscurità sfumata in blu la stava toccando di nuovo sulla pelle, penetrandole dentro i muscoli e l’anima, il bastone tenuto con l’altra mano, mentre Selene controllava l’acconciatura, per poi sorridere con aria tranquilla e stanca.
 
-Scusami...ma adesso vado a riposare...-
-Sei stanca?-
-Si, molto stanca...-
 
Il demone si passò una mano sul ventre, li dov’era il tatuaggio, ed Himitsu sentì il cuore accelerare di colpo: oh no...aveva avuto anche lei una crisi? Si era sentita male anche lei?
 
-Non dovevi ubbidire a Gyokumenkoshu...-
-L’ho fatto per sopravvivere, maggiore potere significa maggiore possibilità di sopravvivere. Ed inoltre...ho accettato anche per poter-
-Poter difendere Rika?-
Selene guardò stupita il volto di Himitsu, dagl’occhi e dalla smorfia della bocca trasudava una grande rabbia e fastidio, il che indurì il suo volto, i suoi occhi divennero ancora più neri ed opachi, il demone feroce e crudele tornava in quei casi.
-Rika si sa benissimo difendere da sola. Se l’ho fatto è stato unicamente per me stessa. Non voglio sentirti più dire simili sciocchezze-
 
A malincuore, Himitsu annuì, sentendo una mano poggiarsi sulla spalla, Selene si avviò verso la sua stanza, lasciando dietro di se il demone immobile, con il pugno stretto e le nocche bianche, le unghie s’infilavano nella pelle, sanguinando leggermente, mentre il buio aveva oscurato il suo sguardo, nella sua mente, in quell’oscurità, s’intuivano dei movimenti, e si udivano delle voci.
In quel suo ricordo sentiva chiaro l’urlo di quella donna, e poi il suo sguardo soddisfatto ed orgoglioso, quando esibì quel tatuaggio, al suo centro si poteva ancora vedere...aveva una forma arrotondata, ed aveva un colore violaceo, ad abbellire la rosa che aveva sul ventre; poi, con tempo, era scomparso, lasciando che ritornasse l’ombelico.
Tempo...era trascorso tempo da allora...eppure...il motivo di quella follia, di quella decisione folle di Selene...era sempre lo stesso...lo stesso per cui portava quello smaniglio al polso.
Ed Himitsu...non lo sopportava...
 
 
 
-Non vedo l’ora di arrivare alla prossima città! Sono due giorni che dormiamo all’adiaccio. Ed in più muoio di fame!-
-Mi sembrava che mancasse la tua solita lamentela, scimmia!-
-Non chiamarmi scimmia! E poi anche tu non fai altro che lamentarti che ti mancano le donne!-
-Cosa che di sicuro a te non serve, dico bene Rika?-
 
La ragazza non seppe rispondere, avvertendo un certo imbarazzo a quel sorriso pieno di doppi sensi, anche se Goku non sembrava farci caso, troppo offeso per il vizio del rosso a chiamarlo “scimmia”. In quel momento accanto alla jeep passò la motocicletta di Meiko, la ragazza diede un po’ di gas per doppiare il fuoristrada ed andare avanti come al suo solito, stavano superando una zona pianeggiante, oltre di questa doveva esserci una discesa che portava verso una città di medie dimensioni. Dopo l’esperienza delle scolopendre giganti avevano passato due giorni all’aperto, senza trovare traccia di presenze umane.
 
“-Kodoku è sulle tue tracce-”
 
“-Sai, Satsuki sente molto la tua mancanza...
E, devo ammetterlo...anch’io sento la tua mancanza...in fondo...io posso esprimere il tuo desiderio...
O forse...te lo sei scordato?
Che ne dici Erroris?-”
 
Il suo desiderio...era da molto tempo che non ci pensava più: una volta bramava ardentemente a quello, a quel miracolo, senza però riuscire a chiederlo a quella donna, alla sua signora; non voleva più provare di nuovo la stessa vergogna, non voleva piangere più dalla rabbia.
Obbediva, silenziosamente obbediva ad ogni richiesta di quell’essere, e dentro di se l’invidia cresceva ogni volta che vedeva quella scena, lei come una spettatrice silenziosa restava a guardare, a guardare una sconosciuta, e in alcuni casi anche uno sconosciuto, che abbracciava e stringeva a se i suoi figli, sorridendo con aria felice.
In silenzio, nascosta da qualche parte, con il fucile che pesava sulla schiena, restava ad osservare, per poi allontanarsi, con la sensazione che se si sarebbe girata avrebbe rivisto in quella sconosciuta il volto della persona che aveva amato di più al mondo, e che ora appariva sfuocato, come un acquarello che scoloriva via dalla sua mente, molte cose svanivano dalla sua mente; lo ammetteva, era angosciata per questo.
La sensazione di dimenticare ciò che era stata, prima di diventare Erroris, la sensazione di aver dimenticato il suo vero nome, e che pian piano tutti i suoi ricordi venivano come...assorbiti da qualcuno, da qualche presenza che gli stava cancellando la memoria...tutto questo...la spaventava...
Presto avrebbe dimenticato chi era, cos’era stata, e allora, a quel punto, cosa sarebbe diventata?...
...un’illusione...sarebbe diventata veramente un’illusione...e come tale, nessuno più si sarebbe ricordato di lei...
Meiko vide davanti a se la fine della pianura, la discesa si rivelava leggermente ripida, e frenò fino a fermarsi proprio sulla soglia della discesa, per aspettare gli altri, quando il suo sguardo cadde sul villaggio, e spalancò gli occhi e leggermente la bocca in un’espressione basita, dietro di lei una ventata improvvisa anticipò l’arrivo della jeep, gli altri si fermarono di fronte alla moto ferma della ragazza.
 
-Meiko, che hai?-
-...-
 
La ragazza non rispose, chiudendo di nuovo le labbra e continuando a guardare con aria seria quello che c’era sotto di lei, dalla jeep gli altri si sporsero, e un po’ tutti rimasero impressionati da quello che videro: quello che prima era un paesino abbastanza grande e tranquillo...ora non era che cenere, i resti di vari incendi finivano di bruciare pezzi di case, alcune sembravano essersi salvate, ma il vento che di colpo si alzava per colpire la faccia del gruppo portava anche uno strano odore...come...carne bruciata...
Rika scese velocemente dalla jeep, Goku lì accanto cercò di richiamarla, per poi inseguirla apprensivo, dietro di loro Meiko sbuffò “Stupida”, dando gas alla motto ed inseguendoli con Kira che si teneva dietro di lei, per ultima la jeep con Hakkay, Gojyo e Sanzo; la castana scese velocemente la discesa, tutta di corsa, con il ragazzo dietro che la inseguiva, fino a riuscire ad afferrarla con un braccio per fermare la sua corsa verso il villaggio distrutto, dai focolai si alzavano fiammate alte due metri, segno che c’era ancora di roba da bruciare, il fumo nero si mischiava a quello grigio che veniva dagl’incendi oramai spenti.
La ragazza, d’istinto, afferrò con una mano la casacca di Goku, dalle fiamme il suo sguardo si abbassò sul terreno, e la prima cosa che notò fu un cadavere di un uomo, mezzo sepolto dalla casa che gli era crollata addosso, delle fiamme andavano a raggiungerlo, ed il calore di queste confondeva le forme delle travi in legno e delle murature.
 
-Ma com’è successo? Demoni?-
 
Goku non le rispose, limitandosi a tenerla accanto a se, mentre Meiko lasciava la moto li vicino, avviandosi verso il villaggio bruciato, il fucile sulle spalle, camminando come se nulla fosse tra le case, alla ricerca di qualcosa, dietro di lei il gruppo la seguiva, anche se la castana rimaneva stupita dalla freddezza della biondina, in quel momento quest’ultima smosse un cadavere con il piede, urtando la sensibilità della compagna.
 
-SMETTILA!-
-?-
 
Meiko alzò il capo verso Rika, che la guardava con aria rabbiosa e rattristata; la biondina la guardò male, ogni volta quell’atteggiamento le faceva venire i nervi, possibile che quella tipa si preoccupasse di ogni morto che si parava sulla loro strada? Lo sguardo ambrato della ragazza tornò verso le macerie li, di fronte a lei, un luccichio metallico in quel momento attirò la sua attenzione: si chinò verso le macerie, infilando una mano in un buco tra due travi in legno, rischiando di farsela mozzare nel caso di qualche spostamento improvviso, e tastò la polvere, individuando un oggetto...ed una mano.
Trattenne il fiato, e con forza tirò verso l’alto, cercando di far uscire la mano dalle macerie, sotto lo sguardo sconvolto di Hakkay la ragazza cacciò fuori da quelle macerie una mano di donna, questa esibiva sul polso troppo sottile un bracciale a spirale, il metallo a prima vista sembrava argento, e la ragazza lo studiò con attenzione, per poi abbandonare quella mano, fortunatamente Rika solo adesso la raggiungeva, almeno non aveva assistito a quella scena.
Meiko si pulì le mani sui pantaloni, sospirando con aria stanca.
 
-Questo villaggio non è stato assalito dai demoni, altrimenti avremmo trovato molti più cadaveri...messi in condizioni peggiori...
Inoltre qui dovevano abitare dei demoni con dei sistemi di controllo del potere maligno...-
 
Meiko si guardò intorno, osservando un piccolo falò ancora acceso, le fiamme stavano divorando le ultime cose combustibili, prima di morire lentamente, Rika nell’ascoltare la ragazza restò senza parole.
 
-Come fai a capirlo?-
 
La biondina non rispose subito, ma si voltò lentamente verso la castana, sul volto era dipinto un’espressione strana, che nessuno gli aveva visto prima in faccia: era fredda, fredda ed impassibile, quegl’occhi sembravano nascondere qualcosa...di orribile, mentre la sua voce era tranquilla, troppo tranquilla.
 
-Esperienza...-
 
“Cosa sei?”
 
Rika sentì quella domanda venirle spontanea, il ricordo del tribale della ragazza gli tornò prepotente in testa, di sottofondo c’era il rumore del falò; Meiko distolse lo sguardo, tornando a guardare per terra alla ricerca di qualcosa, con il fucile sulle spalle, trattenuto da una mano, mentre l’altra s’infilava nella tascona dei pantaloni che indossava.
Era inutile restare lì, a parte la sensazione di nausea non si poteva fare altro per quel posto, anche se Rika osservò il corpo di un uomo li vicino con fare abbattuto, Goku le si avvicinò, restandogli accanto, accompagnandola poi verso la jeep; il gruppo stava per muoversi, alla ricerca del prossimo villaggio dove fermarsi quando la terra tremò leggermente. Hakuryu di colpo si trovò investito da una colonna di terra, che lo spazzò verso l’alto. Hakkay lo guardò stupito per poi correre a salvarlo da un brutto atterraggio, prendendolo tra le braccia, il draghetto per la botto era intontito.
Gli altri si misero in allarme e Meiko stava per correre verso la sua moto quando si vide bloccare la strada da una figura nera che la colpì con una spazzata alle gambe, buttandola a terra.
 
-Meiko!-
-Fermati Rika!-
 
La ragazza bloccò la sua corsa voltandosi verso la fonte della voce: tra le macerie di alcune case abbattute una figura si fece avanti armata di bastone che teneva in una mano, i capelli erano sciolti e si alzavano leggermente al leggero vento che si era alzato, gli occhi color nocciola apparivano ancora più profondi e stanchi per il tatuaggio sotto uno di questi, al collo un nastro rosso; apparentemente tranquilla, Himitsu si avvicinò verso Rika e parlò con voce tranquilla, come sempre.
 
-Rika...combatti-
 
“Cosa?”
 
Ebbe solo il tempo di pensarlo che l’avversaria si trovava già davanti a lei, pronta a colpirla con il bastone. La castana fece in tempo ad abbassarsi a terra e a schivare tirando fuori i Sai ed iniziando la violenta battaglia contro Himitsu. Il demone era freddo ed implacabile come sempre, ma in ogni colpo che vibrava sulle armi di Rika si avvertiva la sua rabbia che ribolliva dentro di lei. I capelli sciolti non le davano il minimo fastidio, nascondendo ogni tanto il suo sguardo in apparenza tranquillo.
Gli altri potevano solo stare a guardare in silenzio, in qualche modo non riuscivano ad intervenire nello scontro delle due ragazze. Goku fremeva dall’impazienza le sue mani erano nervose, vedere Rika combattere e trovarsi anche in difficoltà lo metteva in ansia. La ragazza in quel momento tentava un affondo ma l’avversaria lo schivò, colpendo Rika di schiena e scaraventandola a terra.
A quel punto Goku scattò quando la voce di Sanzo lo bloccò.
 
-Non farlo-
-Ma Sanzo! Rika è in pericolo!-
-Se la sa cavare da sola, non è così stupida da morire...-
-Ma...-
-Goku, fidati di lei-
Quelle parole uscirono dalle labbra di Hakkay che guardava con aria seria il combattimento, Kira intanto aveva preso tra le braccia Hakuryu controllando il suo stato, il draghetto era ancora rimbambito dal botto; quel demone aveva capito che con il draghetto fuori gioco il gruppo non poteva andare da nessuna parte.
Rika intanto continuava a combattere ma nella sua attuale situazione poteva fare ben poco contro Himitsu che in quel momento si trovò a poca distanza dal volto dell’avversaria, le loro armi in una situazione di perfetta parità.
 
-Se tu non fossi ancora viva...a quest’ora Selene non indosserebbe quello smaniglio...-
-Cosa?!-
-Se tu fossi rimasta con noi...avresti avuto il perdono da Kougaiji...ed inoltre Selene non sarebbe sempre triste! E’ colpa tua se Selene è infelice! È solo colpa tua! TUA!-
 
Rika si allontanò da Himitsu che si mise diritta, i suoi occhi era furenti eppure al tempo stesso mostravano una grande calma cosa che preoccupava molto la castana, non aveva mai visto Himitsu veramente furibonda e la sua forza come ragazza non valeva nulla contro quella del demone di fronte a lei però...non voleva rivelare la sua forma, non davanti a Goku!
Dopo Ryo...non voleva più tornare di quella forma...era spaventata, spaventata all’idea di venire ancora una volta trascinata dentro il baratro delle sue paure.
Intanto Himitsu la osservava, con il vento che passava tra i capelli di entrambe, piegando le colonne di fumo dei falò oramai spenti di quel villaggio distrutto.
 
-Ogni volta che Selene pensa a te...provo una rabbia immensa, perché tu sei solo una povera stupida, che non capisce quanto lei soffra per te!-
-E’ una menzogna! Mia sorella è solo una maledetta assassina, e tu non sei da meno!-
-Io accetto i tuoi insulti nei miei confronti...ma sei così ottusa da non accorgerti che Selene ti ha solamente salvato la vita!!-
 
Himitsu sembrò scomparire dallo sguardo di Rika, che la sentì alle sue spalle, e fece in tempo a voltarsi per ricevere un colpo in pieno ventre, mozzandole il respiro, Goku vide la ragazza però fare resistenza, uno dei Sai colpì la guancia dell’avversaria, ferendola con un leggero taglio, da cui scivolò una goccia di sangue. Il demone sembrò non accorgersene, tenendo gli occhi fissi sulla ragazza che aveva davanti a se.
 
-Sei solo una sciocca! Non capisci che tutto quello che ha fatto per te l’ha fatto per salvarti la vita?
Prova a pensarci...a quest’ora...tu saresti finita molto peggio...magari saresti stata fatta a pezzi dall’uomo con cui viaggi insieme, ci hai pensato?-
 
“Hakkay!”
 
-O magari...saresti stata divorata da Hyakuganmao...dopo naturalmente aver fatto divertire lui e la sua tribù-
 
Rika sussultò, di colpo su tutta la sua pelle ebbe una sensazione viscida...fredda, mani...mille mani che la toccavano, la tastavano, andavano su tutto il suo corpo...distruggendoglielo, profanandolo, e lei che poteva solo urlare, ed urlare...e piangere...mentre quei volti, tutti uguali...bramavano solo il suo corpo...e di divorare la sua intera anima...
 
-AAAAH!!-
 
La ragazza fece per allontanarsi da quell’essere, ma Himitsu la trattenne per un spalla, portandosela vicinissima all’orecchio, sussurrando fredda, come una lama sul collo di Rika.
 
-Allora, se non hai dimenticato...sappi che Selene ti salvò la vita...e tu...sei solo un’ingrata...che non meriti il suo amore...-
 
La castana sussultò, per poi discostarsi, tentando ancora una volta di colpire Himitsu, la quale si allontanò a pochi metri dalla ragazza, che rimase immobile, ancora scioccata, voltandosi poi lentamente verso il demone, ed osservarlo seria, immobile, i capelli si agitavano al vento; poi, con un sorriso amaro, si girò verso i compagni, ed i suoi occhi azzurri si fermarono soprattutto sulla figura di Goku; lui la vide sorridere con quell’amarezza, e sulle labbra solo una parola.
 
“Perdonami”
 
Il ragazzo la guardò stupito, Rika adesso rivolse tutta la sua attenzione verso Himitsu, che l’attendeva immobile, con il bastone saldo tra le mani: velocemente la castana si mise una mano sul braccio, e chiudendo gli occhi lasciò che il sistema di controllo scomparisse dalla sua pelle, intorno a lei l’aura demoniaca cominciò a manifestarsi, le lunghe orecchie sbucarono dalla capigliatura, e dalla bocca semiaperta si rivelarono le zanne.
Però...dai suoi occhi celesti...si leggeva ancora la determinazione di Rika, la ragazza partì così all’attacco, la sua velocità era notevolmente aumentata, come la sua forza, e stavolta l’incontro si poteva definire in perfetta parità fra le due forze, stavolta la castana riusciva a ferire e a mettere in difficoltà la bionda, il tutto sotto lo sguardo attento degl’altri, Goku osservava con un’espressione elettrizzata, vedere Rika combattere in quel modo gli faceva venire una voglia di buttarsi nella mischia...
Meiko intanto restava in silenzio, da quando aveva verificato quel bracciale come sistema di controllo, gli era tornato in mente anche il tatuaggio di Rika, molto più difficile da scoprire, ed anche molto più complicato da creare...il suo pensiero si rivolse ad una persona di sua conoscenza, se lo avesse saputo quello non avrebbe esitato due volte dall’ammazzare per prima Rika, quelli più difficili da trovare erano prede ancora più interessanti.
 
...un momento...
 
Un movimento tra le maceria indusse Meiko ad alzare la testa di scatto,
 
“Oh CAZZO!”
 
Con un unico movimento la ragazza imbracciò il fucile, lo caricò e si mise in posizione di tiro, urlando contro le due combattenti.
 
-STATE GIU’!!-
 
Rika ed Himitsu la sentirono distrattamente, ma prontamente entrambe si abbassarono a terra, la biondina sparò due colpi ravvicinati verso la figura tra le macerie, la quale balzò via, allontanandosi dai due demoni, atterrando li a metà fra Meiko e le altre due, in mano teneva una scimitarra sporca di sangue raffermo, a quella vista la biondina non poté fare a meno di sentire un movimento strano dello stomaco.
 
-Allora sei stato tu a distruggere il villaggio...-
 
La figura era coperta da un mantello, ed in quel momento ripose la scimitarra nel fodero, per poi applaudire con fare ironico e divertito la ragazza, che teneva ancora in mano il fucile in posizione di difesa, la voce di lui era tranquilla...e fredda.
 
-Ma brava, vedo che hai ancora un’infallibile mira ed un buon intuito....Erroris...-
 
La ragazza digrignò i denti a sentirsi chiamare così, il gruppo intero, comprese Himitsu e Rika, si erano fermati a guardare il nuovo arrivato, che si tolse il cappuccio, rivelando la capigliatura nera, delle bande color grigio argento le adornavano; il suo sguardo era di un verdino chiaro, ed in quel momento stava studiando i presenti, soffermandosi soprattutto su Gojio, Goku ed Hakkay.
 
-Vedo che sei in buona compagnia...-
-Kodoku...-
-STA ZITTA!-
 
L’urlo del ragazzo fece sussultare Meiko, che digrignò i denti, mentre questo gli si avvicinava, fino ad arrivare a pochi centimetri dal suo volto, e piantarle gli occhi verde chiaro nelle sue iridi ambrate, il sorriso aveva lasciato il posto ad un’espressione disgustata e contrariata.
 
-Non ti vergogni minimamente di viaggiare in questa compagnia piena di demoni impuri? Schifosi demoni...che sporcano questo mondo semplicemente con la loro presenza...e anche i mezzo demoni non sono da meno...nati nel sangue impuro di un’unione proibita!
E tu ne sai qualcosa...vero...Erroris?-
 
Meiko rimaneva impassibile di fronte a quella provocazione, ma il ragazzo si trovò a pochi millimetri da se l’alabarda di un Gojyo visibilmente incazzato e di un Goku piuttosto infastidito, oltre ad Hakkay dietro che sembrava il più tranquillo dei tre.
 
-Ehi, non ti sembra di essere stato un po’ offensivo?-
-Se cerchi rogne le hai trovate!-
-La prego di non usare più un tono così indelicato con la signorina Meiko, se non vuole passare grossi guai-
 
Kodoku li guardò con aria di superiorità, e sputò davanti ai loro piedi in segno di schifo, Meiko di scatto stava per mollargli un ceffone, mentre Gojyo gl’imprecava contro, le labbra del ragazzo dai capelli neri sfiorarono in un bacio la guancia fredda della biondina, che fece una smorfia di paura, sotto lo sguardo stupito degl’altri per la prima volta Meiko tremava di fronte a quel ragazzo, che si pulì poi la bocca, sputando via, e sorridendogli crudele.
 
-Eh si Erroris...anche se cambi di aspetto hai comunque un sapore disgustoso...sai di sangue!-
-STAI ZITTO BASTARDO!!-
 
La ragazza cercò di rifilargli un calcio, ma il ragazzo schivò facilmente il colpo, sfoderando la scimitarra, gli altri intanto gli andarono addosso, con Sanzo e Kira che restavano al loro posto ad osservare la scena, il bonzo rivolse un’occhiata alla biondina vicino a lui, notando che si stava sfregando la guancia con forza, quasi a voler cancellare qualsiasi traccia del passaggio di quelle labbra, erano più gelide della pelle di Meiko, che provò un’intensa rabbia mista a vergogna, ed imbracciò il fucile. Stavolta lo avrebbe ammazzato!
Rika osservò gli altri prendersela con quello sconosciuto, che si rivelò più forte del previsto, tanto da riuscire a scaraventare a terra in pochi secondi Goku, la castana quella scena scattò in avanti per aiutare il ragazzo, ma il bastone di Himitsu le bloccò il passaggio.
 
-Dove credi di andare tu?-
 
Il demone dagl’occhi azzurri si voltò verso l’avversaria, ripartendo così alla carica, prima avrebbe sistemato Himitsu in qualche modo, poi sarebbe accorsa ad aiutare Goku e gli altri; nel frattempo l’alabarda di Gojyo si muoveva contro il polso del ragazzo, bloccandoglielo, ed Hakkay sparò un suo Ki contro il ragazzo, il quale però la schivò con uno scatto laterale.
Goku in quell’istante gli andò addosso, il bastone sembrò colpire in pieno ventre Kodoku, che invece sorrise, e mollò un diretto destro sul volto di Goku, scaraventandolo via; a quel punto il ragazzo diede un forte strattone alla catena dell’arma del rosso, che per poco non se la fece scappare di mano, ma ricevette un calcio al fianco che lo mandò al tappeto, il ragazzo a quel punto si chinò a terra, il Ki di Hakkay gli passò vicinissimo alla spalla.
Kodoku sospirò, muovendosi veloce verso l’uomo dagl’occhi verdi, intenzionato a sferrargli un colpo con la scimitarra, ma il metallo della sua arma incontrò quello della spada di Kira, che lo osservava innervosita, allontanandolo da se e da Hakkay; il ragazzo dai capelli neri osservò stupito la ragazza, per poi sorridere crudele, vedendosela arrivare contro, all’ultimo momento Kodoku mollò la sua arma, per afferrare il polso di Kira e torcergli il braccio per farle mollare la spada, la ragazza gemette per il dolore al muscolo, la spada cadde in mezzo alla cenere.
Il ragazzo però non la trattenne a lungo, mollandola all’ultimo momento per parare il calcio di Hakkay, osservando l’uomo con un sorriso ferino, ed allungando una mano verso il suo orecchio dove c’erano i sistemi di controllo, con l’intenzione di strapparglieli dal lobo dell’orecchio; uno sparo in quel momento lacerò l’aria carica di tensione e Kodoku sentì il braccio lanciare un acuto ed improvviso dolore: Meiko per tutto il tempo era rimasta in attesa, colpendo alla fine il braccio del ragazzo che si allungava verso i sistemi di controllo di Hakkay.
 
-Dacci un taglio, brutto stronzo-
 
Il ragazzo la fissò visibilmente stupito, per poi lentamente far affiorare un sorriso dalle labbra, velocemente mollò la presa sull’uomo dagl’occhi verdi, che tossì leggermente, quel ragazzo aveva una mostra mostruosa, ed era folle, glielo si leggeva negl’occhi, che ora osservavano la biondina, questa lo osservava in silenzio, caricando un altro colpo del fucile, la ferita di lui intanto cominciava a sanguinare.
Era strano, ma...quando si avvicinava troppo a lei...sentiva i muscoli delle gambe bloccarsi...il suo cervello sapeva esattamente cos’avrebbe fatto lui...ma non riusciva a muoversi...era bloccata...dal suo stesso terrore...
 
“Tu non mi tradirai mai, vero Erroris?”
 
-Tu...non la tradirai mai...vero Erroris?-
 
Il ragazzo le afferrò saldamente la gola, il respiro si bloccò in un secondo, ma Meiko continuò a tenere saldamente il fucile tra le mani, mentre Kodoku gli allungava la ferita sanguinante, la ragazza a stento riusciva ad evitare il contatto delle labbra con quel colpo che il fucile aveva inferto alla carne di lui, che sussurrava divertito.
 
-Dolce, vero? Assaggialo...assaggialo Erroris...in fondo, il tuo stesso corpo è formato di sangue...come anche la tua anima...oh si, piccola e sterile Erroris...sappiamo perfettamente tu che cosa sei...non è vero?-
 
Il volto di Kodoku era oramai ad una distanza millimetrica da quello di Meiko, la ragazza sentiva il fiato di lui caldo e soffocante, il solo pensiero di cosa avrebbe fatto le scatenò una fortissima nausea, sentì lo stomaco tentare di rigurgitare quello che in realtà non aveva mangiato.
 
“Lontano...STAMMI LON TANO!”
 
Un secondo sparo per la seconda volta lacerò l’aria tesa, stavolta era passato vicinissimo ai visi dei due ragazzi, e Kodoku aveva spalancato gli occhi verdi sconvolto, voltandosi lentamente: la Shureiju fumava ancora, e Sanzo stava finendo di fumarsi l’ennesima sigaretta, c’è l’aveva ancora tra le labbra, ed il suo sguardo d’ametista era duro ed impassibile contro il ragazzo.
Questo, a malincuore, lasciò andare Meiko, che sentì l’aria tornargli fresca nei polmoni; Kodoku sembrò sul punto di darsi alla ritirata, tenendo d’occhio il bonzo che continuava a tenerlo nel mirino della sua pistola, nel caso ci fosse stato bisogno anche di un terzo colpo, stavolta in mezzo agl’occhi.
All’ultimo secondo, però, Kodoku afferrò la spada di Kira che si trovava a terra a poca distanza da lui, e senza neanche prendere la mira la scagliò contro gli altri due demoni che stavano ancora combattendo, in quel preciso istante la lama della spada sarebbe andata ad infilzare il corpo di Rika, che dava le spalle alla scena, troppo impegnata in un gioco di resistenza contro Himitsu.
Goku urlò con tutta la voce che aveva, gli occhi dorati spalancati in un’espressione di terrore.
 
-RIKA!!-
 
Furono istanti lunghissimi: Rika si voltò verso la spada, proprio mentre Himitsu mollava la presa per allontanarsi e sferrarle un attacco, la spada era a poca distanza da lei, l’avrebbe presa sicuramente...se Gojyo in quel momento non si fosse contrapposto, allontanando la spada con un gesto del braccio, ma ferendosi con un taglio diagonale alla spalla, che lo fece accasciare a terra.
 
-...GOJYO!!-
 
Kodoku fu più veloce di tutti e diede un sonoro calcio al mezzo-demone, che sentì il fiato mancargli e le energie esaurirsi con quel colpo, il ragazzo lo vide cadere al suolo e restare incredibilmente cosciente, quell’essere aveva la pelle dura a quanto sembrava: bene, gli sarebbe tornato utile.
Lo afferrò saldamente per il collo, sollevandolo come se niente fosse sotto lo sguardo di tutti, Himitsu si era bloccata di fronte a quella scena, Meiko invece si avvicinava al ragazzo che si limitò a stringere di più il collo di Gojyo, imponendo alla ragazza di fermarsi.
 
-Se non ti dispiace, Erroris, lui me lo prendo. Se vuoi riaverlo dovrai venire ad un edificio abbandonato che si trova a poca distanza da questo villaggio. Un volta era stato usato come luogo sacro.
Ah, ti avverto: ho con me altri due ostaggi, ovviamente sono demoni con sistemi di controllo, ed inoltre ho qualche piccolo effetto speciale da mostrarti.
Beh...ci vediamo Erroris!-
 
Kodoku chiuse la mano libera, per poi spalancarla, e rilasciare così una fortissima luce che accecò tutti quanti, costringendoli a coprirsi gli occhi, quando Meiko cercò di nuovo con lo sguardo il ragazzo, questo se n’era già andato via, e si era portato anche il rosso.
-...MALEDIZIONEE!!-
 
La biondina lanciò un urlo furibondo che riecheggiò per tutto il villaggio distrutto, Himitsu guardò in silenzio la ragazza, che mollò una serie di cazzotti al terreno, il fucile poco distante, e tutti gli altri lì, dove prima si trovava quello sterminatore di demoni; li chiamava così quella gente, ma questo rispetto a tutti quelli che aveva visto...era veramente il più folle.
Ad un tratto sentì qualcosa schiaffeggiarle via i bastone dalle mani, Rika si era avvicinata a lei e glielo aveva tolto di forza, per poi urlarle contro, con aria visibilmente stanca e preoccupata.
 
-Contenta? Adesso VATTENE!-
-...-
 
Il demone dai capelli biondi obbedì, riprendendosi il bastone ed alzando i tacchi, svanendo, così com’era apparsa, tra il fumo delle macerie; in quei momenti Goku era andato verso Rika, visibilmente spossato per il combattimento appena effettuato, di sicuro riportava una serie di contusioni leggere e qualche taglio, ma al momento si preoccupo solamente della ragazza che gli dava le spalle.
 
-Aspetta Goku, per favore...-
 
Il ragazzo le disobbedì e l’abbracciò da dietro, le braccia le avvolsero la vita e la testa di lui si appoggiò stancamente sulla spalla della ragazza che si lasciò scappare una lacrima di sollievo, la sua guancia toccò quella di Goku prendendo un profondo respiro: la stava accettando, accettava anche quell’aspetto di lei, la sua luce la stava abbracciando e la teneva stretta a se.
...era una sensazione bellissima...anche se nella sua mente...faceva capolino l’immagine di Gojyo in pericolo...
 
Quando Himitsu tornò al castello, avvertiva una certa spossatezza nei suoi movimenti, quell’incontro era stato duro e n’era uscita sconfitta, anche contro quegl’occhi azzurri che la fissavano in quel modo...triste...preoccupato...era di sicuro in ansia per il suo compagno di viaggio...
Aveva combattuto contro di lei sotto sembianze di demone...per la prima volta Rika non si era fatta divorare dalle sue tenebre, dalle tenebre di quel suo aspetto demoniaco, ed aveva combattuto.
...
-Allora? Com’è andata?-
 
Quella voce fece scattare Himitsu. Selene aveva le braccia incrociate e la stava osservando in silenzio con fare tranquillo, non sembrava arrabbiata...non sembrava...il demone dai capelli biondi abbassò il capo mestamente, pronta a ricevere la sua sgridata o una punizione di qualsiasi genere, avvertendo i passi della donna avvicinarsi a lei, poteva sentire quell’odore forte, segno che oramai quel corpo era vicinissimo a lei, e chiuse gli occhi.
Una mano si mosse delicata e gli slacciò il nastro rosso sul collo. In silenzio Himitsu sentì quelle mani toccarle ancora una volta i capelli, acconciandoglieli, mentre quella voce mormorava con fare tranquillo ed affettuoso.
 
-Tieni sempre i capelli sciolti, in questo modo nascondi i tuoi bei occhi-
 
Si...ora la sentiva...sentiva chiaramente quell’oscurità piacevole che l’avvolgeva in un abbraccio silenzioso, dolce, come la notte di primavera, tiepido, tranquillo.
Quando Selene terminò il lavoro, Himitsu alzò lentamente il capo, in modo da mostrare al demone il lavoro che aveva fatto, a giudicare da come sorrideva doveva esserne soddisfatta.
 
-Bene, ora possiamo andare-
-...Selene...-
 
Il demone si voltò verso la ragazza dai capelli biondi che la guardava tranquilla attraverso i suoi occhi color nocciola.
...
 
Meiko osservò la desolazione di quel luogo, allora per questo motivo Kodoku aveva lasciato quell’abitazione in piedi: voleva mostrare con crudeltà alla ragazza cosa poteva fare il suo potere...e quello di Satsuki...non si sarebbe stupita se gli avesse detto che aveva pianificato tutto...era un monito...quella giornata era stata un avviso da parte di lei, per esortarla ad accelerare i tempi...altrimenti Kodoku...cos’avrebbe fatto?
 
“-Tu non mi tradirai mai, vero Erroris?-”
“-Tu non la tradirai mai, vero Erroris?-”
 
Dannati, sapevano bene come fare per renderla docile e servizievole, e di questo provava una rabbia atroce, qualcosa che le torceva le budella, oltretutto aveva permesso a quel maledetto di portarsi via Gojyo; non aveva altra scelta, se lo doveva riprendere a tutti i costi.
Fortunatamente c’erano stanze per tutti quanti, anche se Rika aveva preferito restare insieme a Goku, * i due piccioncini...ed anche Kira era rimasta vicina ad Hakkay fino a pochi minuti prima, l’aveva sentita muoversi nel corridoio, aveva il passo leggero, eppure il legno sotto i suoi piedi scricchiolava.
L’immagine di Sanzo che sparava contro Kodoku tornò prepotentemente come quello sparo: in qualche modo...aveva voluto difenderla...ma non capiva...la ragazza non capiva se sentirsi bene all’idea...o male, proprio perché l’aveva difesa...
Sospirò, l’idea di Satsuki e Kodoku non la faceva dormire, e forse era stato meglio così, perché qualcuno bussò alla sua finestra, si era spostata da questa proprio qualche minuto prima, e d’istinto prese il fucile, voltandosi verso la figura nera, i lunghi capelli scivolavano in basso, segno che l’estranea era a testa in giù; riconobbe solo in parte la sua fisionomia, e sospirò, aprendo la finestra con uno scatto nervoso.
 
-Se cerchi rogne non è serata-
-Lo so, sono stata informata-
-E allora che vuoi?-
 
Selene, con un movimento fluido, entrò nella stanza, guardando l’arredamento spoglio, per poi rivolgersi a Meiko, il suo sguardo era tranquillo, non ferino come al suo solito, ma non lasciava scappare alcuna emozione da quelle iridi; incrociò le braccia, e parlò con aria tranquilla e distaccata.
 
-Ascolta: so perfettamente che tra me e te non c’è mai stata comunicazione, ma voglio che tu sappia...che sono interessata a Gojyo-
-Capisco...quindi vorresti unirti alla nostra spedizione?-
-Non anelo a tanto, anche perché dovrei incontrare Rika...-
-Hai paura di vedere se ti odia?-
 
Meiko dava le spalle alla donna, che si lasciò scappare un’espressione triste e nostalgica, il bracciale che aveva al polso era nascosto alla luce esterna.
 
-Non sono affari tuoi-
-Capisco, quindi semplicemente terrai d’occhio la situazione?-
-...diciamo che ti darò una mano...-
-Oh, non chiedevo di meglio-
 
La biondina caricò il fucile, che fece un rumore secco e fastidioso per quella conversazione, Selene non parlò più, limitandosi ad andarsene, quando Meiko la richiamò di nuovo con un’affermazione.
 
-Spero che quel bracciale che indossi tu non l’abbia rubato a Rika: ne ha uno identico che indossa da un po’ di tempo, da quello che ho notato-
 
Selene si limitò a sorridere sollevata, per poi uscire dalla finestra, Meiko si voltò a vedere quell’ombra scomparire, prima di chiudere la finestra; quella notte non sarebbe riuscita a dormire...come al solito del resto...
 
FINE CAPITOLO 33

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Capitolo 34
*** Water shows the hidden heart ***


Eccoci!
Come promesso questa volta l’ aggiornamento è stato più tempestivo dei precedenti, mettiamo un capitolo ogni morte di Papa ma almeno quando promettiamo qualcosa la manteniamo XD
Vi lasciamo con questo nuovo capitolo ringraziando sempre chi legge e commenta. ^^
Baci dalla MeRProduction!

 


Capitolo 34
Water shows the hidden heart

 
Era grigia, una mattina grigia da quello che si poteva distinguere. Il sole non era ancora sorto eppure era già abbastanza chiaro da distinguere i contorni mentre i colori sembravano tutti avere la stessa tinta grigia, anche se le lenzuola erano più chiare, sui muri, invece, sembrava che la tintura fosse stata gettata, come una colata nera che arrivava verso il pavimento.
Indossò velocemente la maglia con il collo alto, anche questa le sembrò grigia, anche se ora assumeva una sfumatura verso il blu scuro; aveva acquistato quel capo prima dell’arrivo delle scolopendre, le maniche lunghe mostravano le braccia magre ed in parte coprivano il palmo delle mani mentre una di queste ultime prendeva il fucile appoggiato sul letto, controllando che fosse carico, e lo sistemò sulla spalla.
In quel momento stava cercando di non pensare. La sua mente, quando si era svegliata, aveva una domanda che anche in quel momento gli stava girando intorno, alla ricerca di una risposta che non otteneva dalla bionda, che restava in silenzio, compiendo ogni suo movimento in modo meccanico ed abituale.
 
“Qual è il mio nome?”
 
La ragazza si limitò a controllare le tasche, doveva aver preso dei proiettili da Sanzo, eccoli infatti!
Sentiva il metallo freddo scaldarsi al contatto con le dita. La forma piccola ed affusolata non era la migliore per il suo fucile ma si doveva accontentare, aveva l’impressione che i suoi proiettili non sarebbero bastati.
Sospirò stancamente mentre sentiva quella domanda rigirargli ancora in testa. I suoi passi scricchiolavano sotto il legno vecchio e consumato mentre la sua mente riproponeva ancora una volta quella domanda, la voce era sussurrata, come un dubbio leggero, passeggero.
 
“Qual è il mio nome?”
 
Quando uscì fuori da quel vecchio casolare la giornata sembrava tingersi lentamente di colori pallidi, come il cielo, che era di un azzurrino chiaro; di quello che era rimasto dei falò di quel villaggio distrutto non c’era altro che la cenere, le macerie in parte carbonizzate e braci spente e nere; con la coda dell’occhio notò uno dei pali consunti che Rika aveva insisto a piantare: alla fine era riuscita a farsi aiutare da Goku a fare delle tombe per quei cadaveri.
 
“Qual è il mio nome?”
 
Si fermò ad osservare quel palo.
Il legno in parte era stato incenerito dalle fiamme. Doveva essere stato di qualche mobile a giudicare dalle fattezze e dal taglio, forse di qualche cassetto o tavolo; il fuoco lo aveva mangiato lentamente, ed ora la parte bruciata era un po’ scheggiata, ma in qualche modo livellata; legato un pezzo di stoffa strappato dall’abito che indossava il cadavere sepolto, legato con un nodo molto semplice, e faceva da segnavento.
La brezza fredda di quel mattino accarezzava i capelli biondi della ragazza, che restava in silenzio a guardare.
 
“Qual è il mio nome?”
 
Meiko socchiuse gli occhi abbassando il capo in un gesto che sembrava di rispetto, affiancando e superando quella tomba, il ricordo di quella Rika dalle mano sporche di cenere e terra che pregava a quel morto era sfuocato e grigio come quella fredda mattina, e sembrava freddare la sensazione bollente delle immagini di Kodoku che stava strozzando Gojyo, portandoselo poi via con sé.
 
“Qual è il mio nome?”
 
La mano della biondina si appoggiò al manubrio della moto e si sedette lentamente sul sedile, voltandosi a guardare quel vecchio e malandato casolare, tutti gli altri di sicuro stavano ancora dormendo, chissà se Hakuryu si era ripreso?
Quando erano andati tutti a dormire il draghetto sembrava stare bene  anche se Meiko sperò che quell’essere non si potesse trasformare in jeep.
Gli occhi d’ambra tornarono a guardare le varie tombe che aveva a poca distanza da se. C’è ne dovevano essere una ventina e chissà quanti altri morti c’erano, avevano trovato anche dei bambini.
Ricordò perfettamente l’espressione silenziosa ed addolorata di Rika, quella ragazza si preoccupava troppo per il prossimo e poco di se stessa in certe situazioni.
 
“Qual è il mio nome?”
 
Non si sapeva come...ma era persino riuscita a convincere Sanzo a fare una preghiera, anche se aveva urlato, sbattuto i piedi e pianto per averla vinta, quel bonzo era capace di essere davvero testardo; lei aveva fatto molta meno fatica...
 
“-Di un po’, non è che potresti recitare una preghiera?-
-Non servirebbe a niente-
-Forse, ma è pur sempre qualcosa di logico da fare, non credi?-”
 
“La cosa logica da fare...”
 
“Qual è il mio nome?”
 
Appoggiò le braccia sul manubrio. La moto era stabile sul cavalletto e continuava ad osservare quelle tombe con fare silenzioso, con il fucile legato dietro la schiena, provando a ricordare la preghiera...provando a ricordare quella voce.
Per la seconda volta era stata di nuovo bagnata da una luce calda e luminosa, per la seconda volta aveva avvertito riaffiorare dentro di se sensazioni che credeva di aver dimenticato; il volto di quella donna dai lunghi capelli biondi per qualche secondo gli era apparso dolce e sorridente, era persino riuscita a ricordare il colore dei suoi occhi, e il tono della sua voce.
 
“-Gioia mia!-”
 
“Qual è il mio nome?”
 
Ora non riusciva nemmeno a distinguere i lineamenti del suo volto, apparivano sfuocati, e la sua voce era assente, le labbra si muovevano a chiamarla, ma lei non riusciva a sentire, in quelle leggere spazzate fredde della mattina...aveva di nuovo dimenticato tutto ed ebbe la sensazione di aver dimenticato altro...nella sua mente, però ora, si delineava ancora una volta la figura di quel bonzo, che pregava con quella voce sicura, ed anche se non si voleva, la si finiva per sentire ed ascoltare: una voce che blocca il fiato, mentre i tuoi occhi hanno la sensazione di essere accecati da una luce limpida e calda, che avverti sulla pelle, e senti il cuore tremare.
 
“Qual è il mio nome?”
 
Aveva voglia di sentire ancora quella voce...aveva voglia di riuscire a guardare nei suoi occhi, di avvicinarsi a lui e farsi avvolgere di nuovo da quelle sensazioni...aveva voglia di ricordarsi chi era, di ricordare il volto di sua madre, di ricordare com’era caldo un abbraccio, di ricordare il suono di una risata, il profumo della gentilezza, di sentire quella luce che illuminava dentro di lei e rivelarle i ricordi che stava dimenticando...aveva voglia di vederlo...di avvicinarsi a lui...di guardarlo in volto...aveva voglia...
 
“Qual è il mio nome?”
 
Meiko poggiò il capo sulle braccia incrociate sul manubrio della moto prendendo un profondo respiro. Il vento le stava ghiacciando la pelle sotto la maglia e sollevava polvere di terra e cenere che tingeva di un grigio i colori che si erano fatti più forti...
 
 
“Qual è il mio nome?”
 
La ragazza accese la moto facendo rombare il motore, sospirando.
Quella stupida domanda non la lasciava in pace e sentiva i muscoli ghiacciarsi sotto quelle folate di vento freddo, anche se leggero. Il sole stava cominciando a sorgere davanti a lei, e si rese conto che per tutto quel tempo non aveva fatto altro che scappare di fronte a quella luce accecante; ora gli sarebbe andata incontro.
Diede gas al motore lasciando dietro di se una scia di cenere che oscurò le tombe per qualche secondo, il vento le rivelò, di nuovo, i vari pezzi di stoffa legati si alzavano all’improvviso per poi abbassarsi di nuovo, come bagliori di vita che andavano a spegnersi, mentre una figura correva a tutta velocità verso il sole che andava a nascere; in quel momento Sanzo finì di fumare la sua sigaretta distogliendo lo sguardo dalla finestra, fino a pochi secondi prima era appoggiato...ad osservare quella figura che ora era svanita, inghiottita dal sole del mattino.
 
“Qual è il mio nome?”
 
 
 
Quando si risvegliò, la prima cosa che sentì furono i muscoli delle braccia che gli facevano male e che sembravano molli. Aveva una sensazione di nausea, come se lo stomaco fosse sottosopra, e cercò di muovere le mani, mentre un ciuffo di capelli rossi gli pizzicava un po’ il naso; le mani cominciarono a muoversi in avanti ma poi si bloccarono, qualcosa le teneva sui polsi ed impediva loro di muoversi più di tanto.
Il rosso alzò il capo stupito osservando delle manette in ferro sopra di lui: le braccia alzate erano bloccate alla parete con una catena di breve lunghezza; lentamente la sua mente si schiarì, avvertendo anche un odore marcio che entrava con violenza nel suo cervello, e ne cercò velocemente la fonte, permettendosi una faccia disgustata: accanto a lui c’erano due cadaveri che, a causa dell’umidità, si stavano decomponendo rapidamente, almeno i vestiti umidi e sporchi e i capelli sui loro volti risparmiavano a Gojyo una visione piuttosto disgustosa.
L’uomo si guardò intorno. La stanza era grande, le pareti erano di pietra umida e scivolosa, in alcuni punti si poteva anche vedere una leggera sostanza verde che sembrava muffa o muschio e le sue orecchie potevano sentire lo stridere delle sue manette che riecheggiava per le pareti della stanza, assieme al suo borbottare.
 
-Ma tu guarda in che situazione mi dovevo cacciare: prima quel demone che affrontava Rika, e poi un pazzo che si mette ad insultare ed a ucciderci senza motivo-
 
-Oh ma così mi offendi, mezzosangue-
 
 
La voce proveniva dal buio davanti a Gojyo, che cercò immediatamente il ragazzo immerso nell’ombra. La poca luce era data solo da una serie di piccole aperture lungo il muro da cui entravano dei timidi raggi di sole, doveva essere mattina e cominciava a fare anche piuttosto freddo, anche se l’odore di marcio permeava in tutta la stanza, soffocando il respiro all’uomo, il quale provò ad alzarsi in piedi, ma si rese conto che i suoi muscoli erano veramente indeboliti e doloranti.
Dalle ombre si poté sentire il passo di Kodoku, si avvicinò a sufficienza da rivelare parte del volto dal buio, la pelle della guancia destra presentava un leggero taglio oramai cicatrizzato, come ricordo del proiettile di quella Shureiju che gli era stata puntata contro da un bonzo, da quel Sanzo: in quei precisi momenti aveva avuto voglia di ucciderlo con le sue stesse mani, ma il ricordo della sua padrona lo aveva fatto rinsavire velocemente.
L’occhio verde chiaro osservava pacato il volto infastidito di Gojyo, questo provò ancora un paio di volte ad alzarsi in piedi, ma le gambe gli tremavano, e sentiva che gli mancavano le forze, era come se tutto il suo corpo avesse perso forza, ed anche in quei momenti sentiva che le sue forze venivano risucchiate via da qualcosa.
 
-Che diavolo...-
-Ti consiglio di non muoverti, mezzo demone, la droga che ti ho iniettato raddoppia il suo effetto se la vittima si muove troppo-
-Droga? Allora anche questi due...-
-Vedo che sei perspicace mezzosangue: si, li ho drogati, dovevi vedere come si agitavano, tanto che mi sono innervosito ed ho messo fine alle loro sofferenze-
-Un gesto davvero pieno di pietà...-
 
Il rosso non si fidava minimamente del ragazzo che aveva davanti a lui, e si agitò ancora, almeno fino a quando non sentì più ne le gambe ne le braccia, era come se i suoi arti si fossero staccati dal suo corpo, le mani avevano perso il senso del tatto e del dolore, le manette infatti non gli stringevano più dolorosamente; se non fosse stato per le spalle che cominciavano ad avvertire i crampi per la posizione scomoda, non se ne sarebbe reso conto dell’effetto di quel veleno.
Kodoku, di fronte a lui, sorrise con aria divertita, avvicinandosi ed osservando il viso di Gojyo tinto in una smorfia sofferente; lentamente una mano si allungò verso quei capelli, afferrandone una ciocca, e tastando la loro consistenza, gli occhi verdi sembravano cercare tutte le colpe, i peccati e le cose negative che quell’essere lì davanti a lui aveva commesso, il rosso provò una scarica di brividi lungo la schiena nel vedere così vicino quel folle, l’idea che con quel sorriso ben stampato in faccia avesse ammazzato quei due demoni in modo così barbaro...lo spaventò.
 
“Questo ragazzo...non si può più definire un essere umano...lui si diverte a far morire la gente!”
 
-Immagino tu stia pensando che sono una specie di mostro che si diverte ad ammazzare la gente...
Beh, forse è vero...ma anche tu fai la stessa cosa, oh no?-
 
Il volto di Kodoku si alzò verso gli occhi rossi di Gojyo, che restava d osservarlo con fare di sfida, non si sarebbe certo arreso alla paura di fronte a quell’essere, e la sua domanda sembrava provocare il mezzo sangue, il quale però si permise di sorridere con aria strafottente, com’era solito fare.
 
-E allora? La mia è semplice auto difesa.
Io mi difendo da coloro che vogliono ammazzarmi-
-I demoni. Ho sentito dire di un gruppo di persone che vanno ad ovest a fermare la resurrezione di Gyumao.
Beh...io mi limito semplicemente a spianarvi la strada...-
 
Strinse in un pugno quella ciocca di capelli, quasi volesse distruggerla fra le sue mani, per poi mollarla con un gesto di repulsione, i capelli tornarono così a posarsi sulla cicatrice di Gojyo; il rosso osservò i movimenti del ragazzo, ora si sporgeva verso i cadaveri, alzando i capelli di quella che doveva essere stata una donna, il viso era schiacciato a terra, in parte nascosto dal resto della capigliatura color melassa: all’orecchio portava un orecchino in argento, molto raffinato e voluminoso, ed il ragazzo lo indicò con un gesto del capo, facendo intuire al mezzo demone incatenato che cosa significasse quel gioiello.
 
-Un sistema di controllo del potere maligno molto bello, non ti sembra? Lo portava con tranquillità, sicura che nessuno l’avrebbe mai scoperto...-
-Come fai a dire che non è un semplice orecchino?-
 
Kodoku guardò scettico il mezzo sangue, Gojyo lo guardava con fare di sfida, anche se dentro di se aveva la certezza che quel ragazzo non si sbagliava, mentre gli tornava in mente come quel pazzo furioso avesse tentato di strappare gli orecchini ad Hakkay, il solo pensare a cosa sarebbe accaduto se fosse riuscito nell’impresa lo fece rabbrividire; il ragazzo davanti a lui intanto non aveva smesso di sorridere.
 
-Tu sai bene come ho fatto.
Basta toglierglielo. E nel suo caso le ho quasi staccato l’orecchio, tanto scalciava.
Poi...il resto lo vedi tu-
 
Il corpo di quella donna sdraiata assieme a quell’altro uomo mise in allarme Gojyo, che già cominciava a non sentire più le spalle, la droga continuava a scorrere dentro di lui, ed il suo effetto lento ma inesorabile lo faceva innervosire, non poteva nemmeno fare un vano tentativo di liberarsi!
I due corpi a quel punto cominciarono a sfuocare, evidentemente la droga aveva raggiunto anche il cervello, si sentì di colpo malissimo: aveva una forte nausea, e vedeva tutto sfuocato, era come se fosse uscito da una pesante sbronza, con un doloroso cerchio alla testa e il corpo che non rispondeva bene ai comandi.
Kodoku lo osservò in silenzio, rialzandosi in piedi e continuando a tenere in faccia quel sorrisino divertito, il rosso aveva una voglia matta di prenderlo a pugni in faccia! In quel momento si sentì, oltre le murature, un rumore molto sfuocato che però poteva essere di un motore, ed il ragazzo si voltò verso la muratura che portava all’esterno, il suo sorriso si fece ferino, così come gli occhi, di colpo, perdevano anche quell’ultimo barlume di ragione, Gojyo lo osservò in silenzio, digrignando i denti a causa dell’effetto della droga, presto sarebbe svenuto di nuovo!
 
-A quanto pare Erroris è arrivata. Leggermente in ritardo ma è arrivata-
-Piantala...di chiamarla...con quel tono...da saccente...-
 
Il sorriso scomparve, lasciando al suo posto un’espressione leggermente infastidita, la mano del ragazzo afferrò la maglietta dell’uomo, sollevandolo tranquillamente e guardandolo con quegl’occhi freddi ed induriti.
 
-Sei piuttosto coriaceo, ma presto diventerai cibo per i vermi...-
 
Kodoku lo mollò di colpo, facendolo crollare a terra, la schiena ed il fondoschiena facevano male al rosso, segno che ancora quelle parti non erano sotto l’effetto di quel veleno, Gojyo con un occhio aperto vide a fatica la faccia schifata del ragazzo di fronte a se, che osservava la sua mano, per poi pulirla con fare maniacale sulla sua casacca, allontanandosi velocemente, chiudendo dietro di se la porta immersa nell’oscurità della sala.
A quel rimbombo Gojyo si lasciò andare ad uno sbuffo infastidito, chiudendo gli occhi ed avvertendo il sudore scendere dal volto, quella droga aveva degl’effetti collaterali micidiali, e stavolta il rosso temeva veramente di non riuscire a sopravvivere.
 
“Non ho nessuna intenzione di morire in questo stupido modo!!”
….
-Aaah! Che cavolo! Non ho nemmeno una sigaretta!!-
 
Meiko, in quel momento, osservava con aria tranquilla l’edificio davanti a lei: poco distante dal villaggio distrutto, sembrava una casa signorile, non molto larga, dalla facciata piuttosto semplice ed anche rovinata dalle erbacce che ci crescevano tra i muri, la zona doveva essere stata abbandonata da tempo, tutto intorno ci stavano crescendo piante selvatiche, e c’erano anche molti insetti, soprattutto vespe, i loro nidi erano appesi sul cornicione in pietra proprio sopra l’ingresso, quasi a voler sbarrare la strada.
 
-Calorosa accoglienza...-
 
La biondina sbuffò, non le piacevano molto quegl’insetti, e si limitò ad avviarsi verso l’entrata con passo tranquillo, anche se i palmi sudavano leggermente per la presenza di quelle poco simpatiche vespe, queste continuavano a volare lì attorno senza badare troppo alla presenza dell’estranea, che stava per raggiungere e superare la soglia, cominciando a tirare un sospiro di sollievo.
Ad un tratto, le vespe si fermarono dalle loro attività, e rimasero sospese in volo, mentre il piede di Meiko si fermava proprio sulla soglia dell’entrata, la ragazza aveva avvertito i vari ronzii unirsi e diventare quasi un unico suono, e lentamente si voltò verso gl’insetti, con la sensazione che i guai erano appena iniziati; dietro di lei, una schiera di vespe sembravano guardarla con aria truce, dovevano esserne almeno una sessantina.
 
-Oh CAZZO!-
 
La ragazza si buttò a terra, rotolando sulle scale “erbose”, gl’insetti l’avevano attaccata tutti insieme, mancandola, Meiko rimase accucciata a terra, ad osservare quelle bestiacce tornare alla carica in un unico gruppo, appena schivò il primo assalto una parte degl’insetti si staccò, andandogli addosso, in quel caso il suo fucile poteva fare ben poco, la biondina con un salto laterale evitò l’ennesimo attacco, rialzando la testa dall’erba e vedendosi arrivare contro quell’esercito di assassine.
 
“Merda...”
-Resta giù!-
 
Prontamente la ragazza obbedì alla voce, e una violenta fiammata dietro di lei si scatenò contro gl’insetti, bruciando tutto lo sciame, i ronzii furono soffocati e divorati da quelle fiamme, che scomparvero nell’aria, lasciando solo i cadaveri bruciacchiati delle vespe, che attirarono lo sguardo di Meiko, questa si chinò ad osservarle, notando che erano state liquidate con quell’unico colpo.
 
-Bel colpo-
-Grazie. Fin troppo facile-
 
La biondina si voltò verso la figura di Selene, il demone si avvicinò alla ragazza, sorridendole con fare amichevole, al contrario di Rika quella ragazza non sembrava per nulla turbata dalla presenza di quel demone, limitandosi a farle un cenno del capo per indicarle l’ingresso di quel vecchio tempio, la donna lo osservò incuriosito, notando distrattamente la moto parcheggiata non troppo lontano.
 
-Bella accoglienza-
-Opera di Kodoku-
-Sembra che sappia usare bene le magie-
-Se gli servono per sterminare i demoni allora si, le sa usare-
 
Il tono di Selene era l’esatto opposto di quello di Meiko: piuttosto tranquillo ed incuriosito, il demone non sembrava affatto preoccupata per quello sterminatore di demoni, anzi la incuriosiva, di tutti quelli che aveva conosciuto ed ammazzato, lui sembrava il più furbo, preparandogli quella bella sorpresina, che la bionda non gradì affatto, sfoderando il fucile e caricandone un colpo, entrando dentro il vecchio edificio.
Ad accoglierle un odore di umido e qualcosa che fermentava, come della frutta, il buio li dentro veniva timidamente soffocato dalla luce che penetrava tra i buchi delle murature, all’interno c’era una sensazione di umido che sembrava bagnare i loro vestiti, ed a giudicare dal rumore la stanza doveva essere molto grande e spaziosa; Selene fece un movimento della mano, e tra le dita si formò una fiamma che formò una sfera luminosa, la luce rivelò la grandezza della stanza...e la presenza di parecchi corpi e scheletri.
 
-Dev’esserci stata una bella festicciola qui-
 
Meiko non commentò, avvicinandosi ad uno degli scheletri per osservarlo meglio, era seduto a terra, con quel solito sorriso sulla faccia d’osso, le dita della ragazza passarono sullo scalpo, la zona delle orecchie e del naso, per poi scendere, gli occhi ambrati osservarono i polsi e le braccia magre, alla ricerca di qualcosa; lì dietro di lei il demone le illuminava in silenzio la scena, oramai la biondina stava controllando le gambe, e un bagliore dorato catturò la sua attenzione: alla caviglia lo scheletro mostrava un elegante cavigliera dorata, a giudicare dalla fattura doveva essere stato un gioiello per una donna.
 
-...Kodoku. A quanto pare sto ammirando una parte della sua collezione-
-Collezione?-
-Li vedi i gioielli sugli scheletri e sui corpi? Sono sistemi di controllo del potere maligno.Tutti questi morti erano dei demoni-
-Il tuo amico deve avere qualche rotella fuori posto-
-Primo: non è mio amico. Secondo: Hai paura?-
 
Selene guardò gli occhi ambrati delle ragazza notandone la sfumatura rossiccia e lo sguardo duro e tranquillo, sulle labbra sembrava formarsi l’ombra di un sorriso divertito, il fucile ben stretto in una mano, e quei capelli biondi che in parte le coprivano in lunghi ciuffi le guance e la fronte; il demone raccolse la sfida con un sorriso, inginocchiandosi al corpo di un bimbo e rivelandolo alla luce della sfera, il volto era tinti di un’espressione sofferente, e bene in mostra c’erano due orecchini d’argento tra i ciuffi castano sporco della capigliatura del piccolo.
Il demone sentì il cuore e il sangue tremare, con la ragazza al fianco vedeva li attorno altri scheletri e corpi in condizioni anche peggiori dei primi corpi che avevano trovato vicino all’entrata, tutte quelle persone erano state uccise in tantissimi modi, e il demone non poté evitare di distogliere lo sguardo di fronte ad una testa decapitata, la macabra curiosità di vedere che sistema di controllo aveva quella donna fu soffocato dal disgusto.
Fortunatamente superarono senza alcuno intoppo quella sala, raggiungendone un’altra più piccola e decisamente più spoglia, l’odore di fermentato qui era più forte, e Selene rimase stupita nel sentirlo, ricordandosi della stanza di prima.
 
-Ma prima c’erano dei cadaveri, come può esserci quest’odore? Non si dovrebbe sentire l’odore dei corpi?-
 
Meiko si voltò verso la stanza, osservandola in silenzio con un’espressione pensierosa, il fucile in quel momento s’irrigidì, come un segnale per il demone, che sollevò in aria la sfera di luce, in modo che illuminasse tutta la sala, e preparandosi per lo scontro contro il prossimo avversario, al momento sembrava non esserci nessuno, l’odore di fermentato cominciava quasi a dare fastidio; lentamente, un’ombra si sporse dalla soglia della stanza prima, era calato un insolito silenzio in quel luogo, ed entrambe le ragazze sembravano avere i nervi a fiori di pelle, mentre quell’ombra lentamente si sporgeva verso di loro, mettendole sulle spine.
L’ombra, alla luce della sfera, rivelò il volto incavato e pallido di uno dei cadaveri di prima, lentamente, dietro di lui, tutti i corpi accasciati, seduti, sdraiati nella stanza precedente aveva preso vita, e sembravano intenzionati ad aggredire le due ragazze; la prima a muoversi fu Selene, scatenando contro gli esseri una serie di piccole sfere di energia, ma i suoi colpi venivano assorbiti dai vari sistemi di controllo che abbellivano quei corpi marciti.
 
-Maledizione!-
-Ci ha teso una trappola!-
 
Meiko sparò un colpo, e sembrò avere più fortuna del demone, che innervosita scagliò una sfera di luce contro il muro di pietre; inaspettatamente però le pietre sembrarono far rimbalzare il colpo, tanto che Selene fu costretta a buttare a terra la compagna, prima che la sfera di energia le colpisse entrambe, questa rimbalzò da una parte all’altra della stanza, fino a cercare di colpire uno dei cadaveri, che ne assorbì il potere grazie all’orecchino che portava al collo.
 
-Non possiamo scappare!-
-Era ovvio! Kodoku non avrebbe mai permesso la nostra ritirata!-
 
La ragazza bionda si tolse di dosso il corpo del demone, sparando altri due colpi contro altri due cadaveri, in quel momento gli occhi ambrati notarono distrattamente che gli scheletri erano rimasti tutti al loro posto, quello che aveva controllato per primo non si era mosso dalla sua posizione; non poté osservarlo per molto che uno dei cadaveri tentò un’aggressione, il suo aspetto era quello di demone, e le sue unghie mancarono per un soffio il fianco di Meiko, sprofondando nella pietra del pavimento, Selene mollò una serie di calci, allontanando da se quegl’esseri, per la prima volta il suo viso era tinto d’ansia.
 
-Sono troppi!-
-Non ho nessuna intenzione di morire per mano di uno di loro!-
 
Il calcio del fucile venne usato come mazza, scaraventando qualche cadavere lontano da se, Meiko stava tornando nella stanza di prima, era strano che solo i cadaveri si fossero mossi, e non gli scheletri; la biondina si guardò intorno, mentre Selene la raggiungeva, notando che la porta era stata sbarrata da un portone che non c’era prima! L’intero palazzo diroccato era sotto il controllo di qualcuno dai grandi poteri magici, e per la prima volta il demone ammise che era un avversario più forte di lei.
Intanto la biondina accanto a lei guardava gli scheletri, era certa che la soluzione si trovasse in uno di loro, mentre i cadaveri tornavano alla carica, in quel momento Meiko ne sbatté uno contro uno scheletro, ma il corpo non sembrò toccarlo minimamente, cosa che attirò l’attenzione della ragazza, che caricò il fucile e sparò un colpo contro uno degli scheletri, che lo rimando contro un demone li accanto.
 
-Selene! Spara uno dei tuoi colpi contro gli scheletri!-
 
Il demone allontanò da se uno degl’aggressori, e tra le sue mani si formò una sfera blu elettrica, che scagliò contro lo scheletro che Meiko aveva ispezionato prima, l’impatto tra la sfera e il campo di forza che sembrava avvolgere il mucchio d’ossa creò un colpo d’aria che fece crollare tutti a terra; voltandosi verso la sorgente del colpo d’aria la ragazza vide la barriera infrangersi al potente colpo del demone, che intanto stava allontanando da se i cadaveri che non mollavano la presa, uno di questi afferrò la spalla di Meiko, che fu costretta a voltarsi, trovandosi di fronte un viso femminile dagl’occhi cavati.
La ragazza spalancò gli occhi, in quel momento davanti a lei si delineava, sfuocata, una figura di donna che si voltava verso di lei, quasi a volerla chiamare, sembrava tenere qualcosa tra le braccia...per poi scomparire in quella che sembrava...una pozza di sangue!!
 
“Qual è il mio nome?”
 
Meiko cacciò via il demone, sparandogli in faccia, in quel preciso momento la sfera di energia di Selene ruppe la barriera che proteggeva lo scheletro, questo fu investito in pieno dal colpo del demone, polverizzandosi all’istante, di seguito tutti gli altri scheletri si diventarono cenere, ed i cadaveri un po’ alla volta si accasciarono a terra, il demone ne scaraventò via uno che le stava crollando addosso, mentre la ragazza bionda prendeva fiato, chiudendo gli occhi un secondo, per poi riaprirli, notando che non c’era più niente attorno a loro.
Erano finite in un’altra stanza, alla luce della nuova sfera che Selene creò si notava che era molto più piccola della sala d’ingresso, e che l’odore fermentato era molto forte e proveniva da alcune damigiane in creta bianca li attorno a loro, appoggiate lungo i muri, con sopra dei tappi di stoffa da cui usciva l’odore di frutta fermentata; la donna demone aprì una delle damigiane, dentro vi era del liquido ambrato che emanava un forte profumo che sapeva di alcolico.
 
-Questo posto...è pieno di damigiane di saké!-
-Evidentemente, dopo essere stato un luogo sacro gli abitanti del villaggio lo hanno utilizzato come magazzino per far fermentare il saké.Tu che usi le arti magiche, mi spieghi come diavolo abbiamo fatto ad arrivare qui?-
-Beh, a mio parere l’intero edificio è avvolto da una forte aura magica, e non credo sia solo l’ammazza demoni a possedere tutto questo potere-
-Vuoi dire...che forse c’è un’altra persona?-
-Minimo, ma dev’essere qualcuno molto potente per sprigionare un simile potere e spostarci a caso da una parte all’altra dell’edificio...-
 
Selene si voltò verso Meiko, e restò in silenzio ad osservare il volto della ragazza: era sbiancata di colpo, ed i suoi occhi erano spalancati in un’espressione di paura verso la soglia della prossima stanca; se quel demone aveva ragione, la ragazza conosceva una sola persona in grado di fare una cosa simile...ma perché? Per qualche ragione voleva farle questo? Solo per divertirsi?...non si sarebbe di certo stupita se quella era la motivazione.
Lo ammetteva, adesso cominciava ad aver paura...ma non aveva la minima idea di come andarsene da lì...inoltre...anche se fosse scappata, probabilmente l’avrebbero trovata comunque, l’avrebbe trovata sempre, in qualsiasi luogo lei si nascondesse; per quell’essere lei non era altro che un’inesauribile fonte di divertimento...
 
-Vogliamo andare, Meiko?-
 
Selene calcò quel nome in modo evidentemente, mentre a braccia incrociate guardava la biondina riprendersi dai suoi pensieri, e sistemarsi meglio il fucile sulle spalle, stava per raggiungere il demone, quando si fermò a guardare alla sua sinistra, quella damigiana in ceramica le sembrava più panciuta delle altre, evidentemente li tenevano il saké migliore...con un gesto veloce e fluido, la ragazza afferrò la canna del fucile, e usò l’arma come una mazza, sfasciando la pancia della damigiana e riducendola a pezzi, una cascata color ambra le raggiunse i piedi, bagnandole le scarpe, mentre le damigiane sotto tremavano a quel colpo.
Meiko osservò in silenzio il liquore espandersi per la stanza, raggiungendo in qualche modo tutte le altre damigiane, mentre risistemava il fucile sulle spalle, aveva le scarpe e parte dei pantaloni inzuppati di saké, tutto il resto si era riversato nella stanza, tutto sotto lo sguardo di Selene, il demone vide la ragazza raggiungerla e guardarla con una sorta di soddisfazione negl’occhi, avviandosi verso il corridoio che le si parava davanti; il demone la seguì dietro.
 
-Che spreco-
-E’ per una giusta causa...-
 
In quel preciso momenti Kira tirava su con due dita uno dei cadaveri delle vespe bruciate, controllandone lo stato, i qualche modo sentiva ancora l’insetto emanare calore, e lo fece vedere ad Hakkay e Rika, che si erano avvicinati alla ragazza.
 
-Si, è passata di qui-
-Quella CRETINA! Appena la trovo la riempio di botte! Poteva degnarsi di aspettarci! GRRR-
 
La castana ringhiò innervosita, mentre la raggiungeva Goku ancora insonnolito e, neanche a dirlo, affamato, Sanzo dietro chiudeva la fila, osservando con fare tranquillo l’edificio abbandonato, ed entrando assieme agl’altri all’interno; davanti a loro la stanza era quadrata e piuttosto piccola, chiusa su tutti e tre i muri davanti a loro, l’unica uscita sembrava proprio essere l’entrata da dove erano passati; Rika si guardò intorno piuttosto allibita, con le mani sui fianchi.
-Beh? Che scherzo è questo?-
-Temo che non sia uno scherzo Rika...-
 
Hakkay si avvicinò alla ragazza, Kira intanto passava una mano su tutti e tre i muri davanti a loro, come a verificare che non ci fossero passaggi segreti o porte nascoste; di botto, dietro alla figura di un Goku insonnolito, il portone dell’entrata si chiuse di scatto, allarmando la castana, che corse ad aprirlo, inutilmente, sembrava essere sbarrato dall’esterno.
 
-Maledizione! Ci ha teso una trappola!-
-Aah, non si vede un tubo!-
-Aspettate, provo a fare un po’ di luce-
 
Hakkay sfruttò il sui Ki, creando una piccola sfera luminosa, e guardandosi intorno insieme agl’altri, in qualche modo la stanza sembrava essere rimasta la stessa, non era cambiato nulla; eppure Kira preferì sfoderare la spada, innervosendo Rika che tirò fuori le sue armi, tutto il gruppetto si era messo schiena contro schiena, e si guardavano attorno, anche Sanzo sembrava innervosito, anche se dalla sua faccia sembrava più indispettito.
 
-Sembra tutto normale-
-Tsk, questo tipo ci sta prendendo in giro...-
-Stiamo attenti, potremmo ricevere un’accoglienza molto calorosa-
-Uh? Cos’è quest’odore?-
 
Goku annusò l’aria, incuriosendo Rika che lo copiò, c’era una strana aria profumata: c’era un buon odore d’incenso, ma anche qualcosa di simile a benzina, che in parte soffocava il respiro, facendo anche lacrimare gli occhi, intorno a loro la stanza sembrò cambiare, mettendo in allarme Hakkay, il ragazzo era pronto ad usare quel Ki luminoso anche come arma d’attacco, i suoi occhi videro uno dei muri “sciogliersi” davanti ai suoi occhi, al suo posto apparvero come delle sbarre, ed anche l’atmosfera intorno a lui era cambiata...
...era diventato tutto...improvvisamente familiare...le sbarre erano di una larga gabbia che all’uomo dagl’occhi verdi sembrava di aver già visto, tanto che il sangue, istintivamente, gli si ghiacciò nelle vene: non quello...non poteva essere...era certo che fosse tutto un’illusione, era solo un’illusione...il Ki fra le sue mani tremò leggermente, stava perdendo la concentrazione, e gli occhi si spalancarono ancora di più, quando scesero verso il pavimento, di fronte a se la gabbia era vuota, solo una grande pozza di sangue...ed una croce di legno...quella stessa croce...che portava sempre al collo...
 
-Kanan...-
 
Era già morta, e lui era arrivato tardi...non era riuscito a salvarla...si era uccisa perché lui era stato incapace di salvarla, perché quel dannato demone aveva macchiato il suo corpo con il suo sangue; oramai quella donna portava il seme di un bimbo generato dalla follia di un mostro...e dall’incapacità dell’uomo che amava di salvarla...per questo si era uccisa...una sottile voce bisbigliava quelle crudeltà nella testa di Hakkay, il suo Ki andava lentamente a spegnersi nella sua mano, il suo respiro era frammentario, e n on riusciva più a ragionare...
 
-AAAH!-
 
Rika indietreggiò, spalancando gli occhi, i Sai erano stretti convulsamente dalle sue mani, mentre la bocca digrignava in un’espressione di terrore, e gli occhi celesti sembravano venir divorati dalla pupilla, che si allargava in modo impressionante: aveva visto la stanza come dondolare, tanto che aveva avvertito una forte nausea, e si era appoggiata alla spalla di Goku, accanto a lei...ma accanto a lei non c’era il ragazzo, ma un demone...un demone che aveva già visto nella sua mente...un demone...con le mani lorde di sangue...la ragazza guardò quelle mani angosciata, nella sua mente faceva capolino l’idea di chi poteva essere quel sangue, chi poteva essere quel demone...
 
-No…no...mostro...MALEDETTO MOSTRO!!-
 
Li ha uccisi lui...e come aveva strappato la loro anima, così aveva tentato di strappare via anche la sua purezza...ma non ci era riuscito, ed in cambio le aveva donato la sua maledizione, che continuava a vivere dentro di lei, portandola ad uccidere, a fare del male persone innocenti, a commettere le stesse violente azioni degl’assassini dei suoi genitori...perché in fondo lei stessa era un demone, e come tutti i demoni lei avrebbe ucciso, si sarebbe sporcata le mani del sangue di innocenti...lei non sarebbe mai riuscita ad amare...non avrebbe mai imparato ad amare...lei odiava...si, odiava tutti, i suoi futili desideri si sarebbero sbriciolati davanti ai suoi occhi, perché lei stessa li avrebbe mandati alla rovina...una voce sussurrava nella testa di Rika, mentre questa ringhiava furente, non aveva nessuna intenzione di farsi uccidere da quell’assassino, gli avrebbe staccato la testa, si sarebbe vendicata!!
 
-Rika, cosa...ma che diavolo?-
Goku si guardò le mani, improvvisamente ai polsi si era ritrovato due pesanti catene, il metallo lo spingeva a terra, tanto che s’inginocchiò, ora l’immagine di Rika si scioglieva, davanti a lui solo delle sbarre in pietra, mentre dentro di se un’antica paura riemergeva, qualcosa che credeva di aver dimenticato, e che tornava con prepotenza nella sua mente: era di nuovo lì, in quella gabbia, nella sua prigione, a scontare una pena a lui sconosciuta; era da solo...e l’unica cosa che poteva fare era bramare di nuovo la luce, quella luce a cui allungava disperatamente la mano, ed ogni volta non riusciva ad afferrare...ed allora piangeva...
 
-No...non ancora...non voglio...NON VOGLIO!-
 
Aveva fatto qualcosa di brutto, di orribile, per una simile punizione non poteva che avere un’orribile colpa...perché era un demone, si, un demone che probabilmente aveva ammazzato degl’innocenti...forse per questo era stato messo in prigione...ma la sua colpa era così grande da dimenticarla, come aveva potuto? L’aveva scordata con tanta facilità...ed ora desiderava il sole, ma il sole lui non l’avrebbe mai avuto, perché era un essere eretico...un demone, il cui scopo non era altro che uccidere, fare del male...perché nel suo sangue non scorre altro che questo...lui era un assassino, e lo sarebbe stato ancora...ancora, dietro quel diadema dorato...nascondeva il suo vero io...Goku cercò di tapparsi le orecchie, di non sentire più quello strano bisbiglio continuo che gli martellava la testa, e cercava di non ricordare, di non sapere, di non voler sapere, lui non voleva, non voleva!
 
-...Koryu...-
 
Sanzo spalancò gli occhi sconvolto, tra le braccia, in quel momento, si era gettato su di lui un corpo, un corpo ferito, vestito di una veste cerimoniale simile, identica alla sua...il sutra era stato strappato via con la forza, e la corona era abbandonata a terra macchiata del sangue di quella vittima, la quale respirava a stento, la sua vita scivolava via tra le mani del bonzo, che non aveva il coraggio di abbassare il capo; aveva riconosciuto quella voce, aveva capito chi era il corpo che stava sorreggendo, e adesso la stava tenendo stretto a se, quasi sperando che quella vita non scomparisse via, tentando l’impossibile: non era riuscito a proteggerlo, ora desiderava farlo vivere, voleva che non morisse...
 
-Ma...maestro...-
 
Ma lui orami era morto da tempo...e lui non aveva potuto fare nulla per salvarlo...perché quei maledetti demoni glielo avevano strappato via...gli avevano portato via l’unica cosa che amava, e che oramai non poteva più avere accanto a se...si, quegl’esseri maledetti...quei maledetti demoni erano entrati, selvaggi, assassini...e lo avevano ucciso...si era fatto uccidere per proteggerlo...ma lui oramai come poteva vivere sapendo che la persona che più amava...non sarebbe più tornata da lui? Sanzo restò immobile, ad ascoltare quella voce dolce e gentile, quasi avvertendo qualcuno che lo abbracciava, mentre lui continuava a sorreggere il corpo senza vita del suo maestro.
 
-Konzen...Konzen, torniamo insieme. Ti prego, torniamo insieme io e te.
Io ti amo ancora Konzen, ti prego, ricordati di quando ci amavamo.
Non ti ricordi di me? Sono io...-
 
La figura si sporse verso gli occhi ametista del bonzo, sorridendo con aria timida, i lunghi capelli d’avorio adornavano il suo corpo, e gli occhi color ambra guardavano con fare speranzoso la figura del bonzo davanti a lei, la sua voce era emozionata, e le sue mani si stavano avvicinando al volto di Sanzo, chiamandolo ancora con quel nome.
 
-Konzen...Konzen, io ti amo...Konzen, sono io...sono...-
 
Non poté terminare la frase, si udì un rumore di qualcosa che s’infrangeva, e la ragazza venne distratta, il suo sguardo si portò in direzione del rumore: con sua grande sorpresa, vide Kira, che si accaniva contro uno dei muri con la spada, la spunta stava infrangendo una strana superficie che separava l’arma dal muro, come una specie di barriera di vetro, e la ragazza l’aggrediva con forza, non sembrava subire alcuna visione allucinogena, e la ragazza dai capelli d’avorio la guardò scioccata, per poi digrignare i denti furibonda.
Si allontanò dal bonzo, la sua figura già stava cambiando, i piedi di colpo presero fuoco, così come tutta la sia figura, i suoi occhi ambrati brillarono di ferocia, mentre anche la sua voce cambiava, assumendo un tono furioso e furibondo, sembrò che mille e più voci si mischiassero fra loro, aggredendo quella ragazza, che si voltò sorpresa, osservando la creatura fatta di fiamme.
 
-FERMATI, MALEDETTA!!-
 
Kira evitò all’ultimo secondo di venir aggredita da quell’essere, sfoderando la basta, intorno a loro il fuoco cominciava ad incendiare i muri, lunghe striscia di fiamme rivelavano il liquido allucinogeno che era stato usato, e lentamente tutti quanti si stavano riprendendo dagl’effetti di quella droga, mentre Kira, tossendo per la forte presenza di fumo, in quello spazio così ristretto, si stava difendendo da quella belva, che le urlava contro.
Le fiamme l’assalirono, scottandole le braccia, e la ragazza si trovò a terra, tossendo con forza, si sentiva la gola secca e l’aria mancare, davanti a lei e dietro il mostro poteva vedere le crepe della barriera di vetro che la sua spada aveva causato, sarebbe bastato un solo colpo per distruggerla; Kira afferrò la spada, e la scagliò contro la bestia, l’arma trapassò le fiamme, e si piantò su quella barriera, il mostro di fiamme spalancò gli occhi sconvolto, vedendo che il suo incantesimo di stava rompendo, e in un’ultima azione disperata quell’essere si accanì su Kira, deciso a bruciarla fino alle ossa...ma il Ki lo spazzò via, e Rika aiutò l’amica a sollevarsi, il gruppo ripresosi si gettò con forza oltre la soglia di quell’uscita, proprio mentre la stanza sembrava esplodere...
...sembrò...perché quando Rika rialzò la testa, della stanza di prima, delle fiamme e del fumo non ce n’era alcuna traccia, semplicemente davanti a loro c’era una lunga scalinata che li portava al prossimo piano: la castana si guardò intorno, e vide Kira con sulle braccia delle bruciature un po’ preoccupanti...allora...non era stato un sogno...ma cosa...
 
-Possibile che sia stata tutta un’illusione?-
-Non credo, a giudicare dalle ferite di Kira direi che è stato tutto reale-
-Ma allora dov’è la stanza di prima-
-Probabilmente ci troviamo in un labirinto creato dal potere magico di qualcuno-
 
Rika si voltò a guardare Sanzo, il monaco si stava mettendo una sigaretta in bocca, accendendola ed iniziando a fumare, sembrava che degl’istanti prima del suo viso non ce ne fosse traccia, al contrario la ragazza era rimasta piuttosto sconvolta, e l’idea che era stata tutto un’illusione non le faceva passare la paura che la portava strofinarsi le mani sulle braccia, di colpo era scesa la temperatura; Goku, accanto a lei, la osservò in silenzio, e con semplicità si tolse il mantello e glielo poggiò sulle spalle, arrossendo leggermente per l’espressione stupita di lei.
 
-Sembrava che tu avessi freddo...così...mi spiace che sia un po’ bruciacchiato...colpa del fuoco...-
 
Rika ridacchiò a quell’imbarazzo, e si limitò a prendergli la mano in un gesto coraggioso e portarlo con se sulle scale, seguiti da un bonzo che si limitava ad uno sbuffo abitudinale, e da Hakkay che aiutava Kira a rialzarsi, dopo averla curata con la sua energia, la ragazza lo guardò in silenzio, sul suo volto un’espressione tranquilla, ma non sembrava rassegnata, anche l’uomo appariva piuttosto amareggiato ed imbarazzato da quello che era successo prima.
 
-Tu l’amerai per sempre...-
 
In quel momento ad Hakkay sembrò che Kira si fosse arresa, e per un attimo l’uomo sentì che le sue forze che fino ad ora lo avevano sorretto fossero scomparse, così, all’improvviso; invece la ragazza allungò una mano verso quella di lui, e gliela strinse, le dita di lei era gelida in confronto a quelle calde di lui, e la ragazza a stento cercò di rendere il suo volto più tranquillo, forse...forse cercando di anche di sorridere.
 
-E va bene così-
 
Hakkay la guardò stupito, per poi sorridere con quell’aria malinconica, ed affiancare la ragazza, raggiungendo il resto del gruppo davanti a loro, sulle scale, che li stavano aspettando: no, così non andava bene, ma per il momento non si poteva fare altro; forse un giorno, magari, le cose sarebbero cambiate, chi lo sa?
 
-Scusa se te lo dico, ma non hai l’impressione che qui ci siamo già passate?-
 
Meiko si voltò sorpresa verso Selene, il demone in quel momento le indicò un graffio su una mattonella della muratura del corridoio, oramai avevano perso la cognizione del tempo a furia di camminare dentro quella stretta galleria, la stavano percorrendo in fila indiana, e c’era lo spazio sufficiente per allargare un pochino le gambe, ma nulla di più.
 
-Questo segno, ad esempio, è la terza volta che lo vedo-
-Oddio, stiamo girando in tondo!-
 
La biondina si schiaffò una mano in faccia,e crollò a terra, mettendosi seduta con la schiena appoggiata alla muratura, faceva fatica a mettere le gambe in una posizione comoda, quella corsia era così stretta; alla ragazza tornò in mente l’incidente del deserto, e la fatica che aveva fatto per trasportare Kira sulle spalle, era davvero incredibile che una tipa calma come lei soffrisse di claustrofobia...di sicuro, in quel luogo sarebbe impazzita...come quella volta....incredibile...si ricordava ancora quell’incidente...
Selene, approfittando che Meiko si era seduta a terra, si accomodò anche lei, cercando di mettersi più comoda che poté, di fronte alla ragazza, che continuava a tenere in mano il fucile, quasi aspettandosi qualche assalto improvviso da una delle due direzioni.
 
-Certo che siamo finite proprio in un bel guaio, chiunque stia facendo questo giochino deve essere indubbiamente un essere molto forte...o molto pazzo...-
 
Selene stava studiando le emozioni della ragazza che aveva di fronte a se, all’apparenza sembrava calma, con lo sguardo perso nel vuoto davanti a se, le ginocchia rannicchiate verso il petto ed il fucile ben saldo nella mano destra, aveva un’aria terribilmente stanca e pensierosa, ed osservava il muro di fronte a se in un religioso silenzio, mentre il demone lì davanti a lei restava in silenzio, in quel momento la sua mente la riportò a Gojyo: aveva accettato di aiutare quella ragazza per poterlo salvare...perché lo aveva fatto?...forse perché voleva...che l’aspettasse ancora.
Eppure...molto probabilmente lei non sarebbe mai riuscita a raggiungerlo...non poteva lasciare da sola Rika...e non poteva neanche lasciare così Himitsu...e neanche la sua padrona...
In realtà...lei aveva sempre desiderato fuggire da quella follia, fuggire da quello che era diventato...ma poi, col tempo, dentro di lei era cresciuto un’emozione profonda, cupa, che la stava divorando anche in quel momento, anche senza il suo controllo quel sentimento continuava a mangiare voracemente la sua anima; presto...avrebbe perso se stessa, e di lei non sarebbe rimasto che il ricordo di quel tatuaggio a forma di fiore, e quell’odore di menta e rosa che usava sempre per nascondere l’odore del sangue.
No, non era perché non voleva lasciare Himitsu e quel mondo, non era quello il motivo per cui non voleva raggiungerlo, non voleva che l’aspettasse...la verità, forse...è che aveva paura...paura di una se stessa che aveva lasciato crescere dentro di se: dalla prima volta che aveva ucciso, da quando le sue mani si erano sporcate per la prima volta di sangue, aveva avvertito chiaramente qualcosa nascere dentro di lei, e lentamente distruggerla; Selene oramai stava morendo, al suo posto...cosa ne sarebbe uscito fuori? Un essere privo di emozioni, con dentro di se solo una forza misteriosa che lo portava ad uccidere, lo portava alla follia...alla crudeltà.
L’odio
Odiava tutti, in modo disperato, un odio che nasceva dentro di lei, che aveva creato per difendersi, ma che ora le si ritorceva contro: oramai non poteva più fare a meno di odiare, era diventata una necessità per poter andare avanti, desiderare il male per gli altri, fare del male, provare ostilità in modo continuo, uccidere...
Odiava...odiava anche Rika...ed Himitsu...senza volerlo, semplicemente...Selene si passò una mano tra i capelli, per poi notare al polso il bracciale, che scendeva verso il braccio, lo smaniglio d’oro brillava di una luce fredda e sicura, sembrava quasi una certezza del legame che c’era fra quel demone e la sorella...una sorella che ora la voleva vedere morta...ed una volta la desiderava sempre felice...circondate entrambe da un campo di margherite...ed intrecciare fiori, come in un sogno idilliaco, fra risate...
 
“-Guarda che belli!-
-Si, sono davvero belli. Ed ora ne faremo delle bellissime corone-
-Ne portiamo una anche alla mamma?-
-Certamente!-”
 
Sciocca! Stupida! Come poteva pensare a questo? Come poteva aggrapparsi ancora a quella follia? Oramai non sarebbe più tornato quel tempo, non c’era più una famiglia! Non c’erano più quelle due sorelle! Ora...ora c’era solo il sangue...c’era l’odio...ODIO ODIO ODIO!...Lo sentiva...si muoveva dentro di lei nervoso, l’agitava, la innervosiva, e nella sua mente si profilava l’immagine di una Rika fatta a pezzi da lei stessa...ed ogni volta che quel pensiero attraversava il suo cervello, lei tremava, la sola idea di poter fare una cosa simile la faceva tremare di paura...
Meiko osservò il corpo del demone di fronte a lei tremare leggermente, e tacque, ascoltando il silenzio che si profilava lungo entrambe le parti del corridoio: le parole di quel demone erano così veritiere...un essere molto forte stava manovrando quella realtà attorno a loro, e si stava divertendo...si divertiva in quel modo così crudele, gli piaceva vedere i demoni soffrire sotto la sua potenza, si esaltava ogni volta, mettendo come motivazione il castigo per aver sporcato il Tougenkyo.
...follia, la sua era solo follia, e lei ne aveva paura, sentiva l’angoscia che un giorno poteva finire allo stesso modo...magari quello era l’inizio della sua fine, probabilmente si era stancata di lei ed aveva deciso di divertirsi un’ultima volta nel vederla impaurita, per poi spedirle direttamente all’altro mondo. No...lei non aveva nessuna intenzione di essere solo il giocattolo di una pazza furiosa, non aveva nessuna intenzione di morire così!
Strinse il fucile, convinta: lei non sarebbe morta, la sua pellaccia avrebbe resistito a qualsiasi pericolo, e di sicuro non avrebbe mai mostrato la sua paura agl’occhi di quella pazza capricciosa; gli tornarono in mente le parole di Hotohori, all’improvviso, mentre si alzava in piedi, il fucile in mano e Selene davanti a lei che alzava il capo per vedere il volto di quella biondina.
 
“-Sai, quando ti ho conosciuto per la prima volta Errorìs, era una ragazzina che faceva la dura e non rivolgeva la parola a nessuno, obbedendo ciecamente agl’ordini della tua padrona-”
 
-Forza, ci siamo riposate a sufficienza...-
 
“-Ma ora, osservandoti combattere, sentendoti parlare...mi sono resa conto che ti stai divertendo troppo con questa banda di scapestrati.
Non credo che li lascerai tanto facilmente, almeno...questo è il mio parere strettamente personale-”
 
-Cerchiamo di trovare un modo per uscire da questo corridoio circolare, che c’è Gojyo che ci sta aspettando-
 
Selene, a quelle parole, sentì la sua mente come venir rischiarata, mentre Meiko lì, accanto a lei, continuava a guardarsi intorno, con il fucile appoggiato sulle spalle: si, in quel momento la stava aspettando, e se non si sbrigava gli poteva accadere qualcosa di poco piacevole. In tale caso, avrebbe ammazzato il bastardo che lo aveva catturato e chiunque stesse facendo quel gioco cretino con il suo potere magico. Non è necessario fare tutto di corsa...passo dopo passo...forse...c’era qualche speranza...anche per sua sorella...
Il demone si alzò in piedi, convinta, tornando decisamente nei suoi panni di strafottente, guardandosi intorno anche lei alla ricerca di qualche indizio o particolare che le potesse aiutare ad uscire da quella galleria, non era claustrofobica però quello spazio cominciava a soffocarla.
La biondina tastò la mattonella graffiata, rispetto a tutte le altre questa sembrava l’unica ad aver subito il passare del tempo, il graffio era lungo e scheggiato, ed era di un colore nero dall’aria ammuffita; altri più piccoli lo circondavano, e tutti sempre su quell’unica mattonella in pietra, tutte le altre sembravano nuove e perfettamente lisce, cosa che non passò inosservata agl’occhi del demone, che aveva cominciato ad osservare anche lei quel dettaglio.
 
-Hai detto che è la terza volta che vedi questo graffio?-
-Esatto-
-Bene-
 
Meiko staccò la mano da quella mattonella, e le diede un secondo le spalle, per poi girarsi e puntare il fucile contro quel graffio, sparando due colpi in rapida sequenza, il primo proiettile scalfì la pietra, ed il secondo lo seguì dietro, formando un piccolo buco, mentre le due ragazze restavano in attesa; lentamente, le pareti intorno a loro andarono a scomparire, svanendo nell’aria come fumo, ritrovandosi all’improvviso in una specie di atrio, davanti a loro una scalinata le portava verso il basso, e dietro di loro il corridoio vero che lasciavano dietro di se. Selene si permise di tirare un sospiro di sollievo, mentre affianco a la biondina metteva il fucile in verticale e poggiandoci le mani come con un bastone.
Sembrava tutto finito...sembrava, perché da quella stessa galleria cominciò a venire verso di loro uno strano gorgoglio, che le fece girare entrambe verso l’apertura; nell’ombra, si sentiva il rumore farsi sempre più forte e venire verso di loro, così come verso di loro veniva uno strano vento, freddo, spingeva ed aumentava rapidamente, sollevando la polvere sul pavimento dell’atrio, e Meiko ebbe una strana sensazione di Deja-vu, spalancando gli occhi e scattando verso la scalinata davanti a loro, svegliando il demone rimasto come incantato ad udire quel rumore.
 
-VIA DA QUI!-
 
Non fecero in tempo neanche a scendere il primo scalino: dal corridoio ne uscì fuori un potentissimo getto d’acqua gelata che investì le due ragazze, sparandole verso la fine della scalinata, e trascinandole con se per un tempo indefinito, avvolgendole con un movimento simile ad una centrifuga; l’impatto era stato tremendo, facendo perdere ad entrambe il senso dello spazio e del tempo che passò, prima che potessero respirare di nuovo e tossire per l’acqua ingerita accidentalmente, Meiko in qualche modo si era tenuta il fucile ben saldo in mano, e lì accanto Selene cercava di alzarsi in piedi, strizzandosi i capelli come se niente fosse.
 
-Beh, ci siamo fatte un bel bagno...-
 
Il demone non ricevette risposte, e guardò sotto di se, la ragazza dai capelli biondi era ancora seduta a terra, e tremolante si era messa una mano nella capigliatura, guardando poi la sua pelle, le dita, il palmo, e la donna demone spalancò gli occhi sbalordita: parte della mano si era tinta di una colorazione bionda, la stessa identica dei capelli di Meiko, il colore dei suoi capelli scivolava verso la maglietta, sporcandola, questi rivelarono in parte una colorazione decisamente diversa da quella solita della ragazza.
 
-Oh cavolo...-
 
FINE CAPITOLO 34
 

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