Ghost Warrior

di King Of My World
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** La colpa ***
Capitolo 3: *** L'universo stellato e il mondo dei sogni ***
Capitolo 4: *** La festa di Halloween e un incontro importante ***
Capitolo 5: *** La valle incantata ***
Capitolo 6: *** Il passato ***
Capitolo 7: *** Lui rimarrà per sempre un sognatore ***
Capitolo 8: *** Una verità difficile da accettare ***
Capitolo 9: *** L'infinito ***
Capitolo 10: *** Una promessa da mantenere ***
Capitolo 11: *** La partenza ***
Capitolo 12: *** Un nuovo amico ***
Capitolo 13: *** Il primo frammento dell'arcobaleno ***
Capitolo 14: *** Il Paradiso Terrestre è in pericolo ***
Capitolo 15: *** La principessa di Venere ***
Capitolo 16: *** La citta sconosciuta e la conquista di Eris ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


PROLOGO DI UN’AMICIZIA TRA UN FANTASMA ED UN ESSERE UMANO





Mondragone era una cittadina che si trovava nella provincia di Caserta, un paese tranquillo come tanti altri, c’era il mare, la montagna ma a livelli di mentalità era un totale disastro. In questa cittadina, viveva Salvatore Vinaccia. Un ragazzino pieno di speranza perché il suo sogno era diventare uno scrittore: tutto questo però svanì per via di un incidente, fu un duro colpo per la famiglia e per il suo “migliore amico”, nonché suo fratello, Pasquale Pacifico. La loro amicizia iniziò durante il terzo anno di superiore, ma non subito, perché entrambi all'inizio non si erano nemmeno presentati. Infatti, a Salvatore non gli stava molto simpatico; anche perché essendo il solito ragazzo carino dagli occhi celesti, credeva che fosse uno che si credeva chissà chi. Tutto in realtà, iniziò il sette gennaio duemilatredici. Quando Pasquale iniziò ad inviargli messaggi sul cellulare con scritto “Totò, ma cosa abbiamo da fare domani?”. A Salvatore piaceva essere chiamato in quel modo, anche perché l’unico che lo chiamava così era Paride: un suo amico del passato che poi morì durante un incidente. Egli quando lesse quel messaggio, gli fece molto piacere anche perché nessuno lo chiamava più in quel modo. 
Gli scese una lacrima sul viso, perché si ricordò del passato e delle sue vecchie avventure e rimase davvero felice ricordarsi di cose che oramai aveva dimenticato; si sentì rinato nel passato, in effetti, parlare con lui tramite messaggio gli fece davvero piacere e sembrava una persona apposto e non quello che credeva lui. 
La mattina seguente a scuola, quando Salvatore entrò in classe: Pasquale fece un gesto che mai nessuno amico fece per lui, un abbraccio. Un qualche cosa di sincero stava per sbocciare, un’amicizia particolare ed era contento di questo gesto d’affetto che poi continuò a farlo per tutto l’anno. La loro amicizia cresceva giorno per giorno, fino a quando non arrivò l’estate. Pasquale iniziò a lavorare in una pizzeria, mentre Salvatore trovò lavoro come baby-sitter; egli rimase un po’ triste per il lavoro, ma nonostante ciò amava i bambini e quindi accettò l’incarico. 
Durante l’estate entrambi non si sentirono per niente. Salvatore lo pensava sempre ed ogni volta che usciva con i suoi amici, lo andava sempre a salutare ma il suo saluto era al quanto freddo e distaccato. Il ragazzo ci pianse molto sul fatto, mentre Pasquale non se ne importava niente e continuava per la sua strada; Salvatore non sapeva come doveva fare perché se lo chiamava per sapere come stava. Egli gli rifiutava sempre la chiamata e lo cercava in continuazione fino a quando non si arrese.
Quando arrivò l’otto agosto, nonché compleanno di un’amica di classe, Salvatore pensò che forse lui non veniva essendo che stava lavorando molto in quel periodo; ma invece, lui venne. Ma chissà come mai, Pasquale non lo salutò e non lo degnò nemmeno di uno sguardo, come se non si conoscessero più. Il ragazzo se ne andò subito dopo dalla festa, perché non poteva più sopportare i comportamenti dell’amico dopo aver passato un intero inverno a studiare insieme: Salvatore lo aiutò in tutte le materie, lo fece recuperare e gli fece passare l’anno senza debiti. Pasquale lo ringraziò per averlo aiutato, ma il ragazzo gli rispose semplicemente: -Guarda, non ringraziarmi! A me basta la tua amicizia e per me è sufficiente..-. Aver detto quelle parole, Salvatore pensò che lui lo avesse capito ed invece, fu un’estate davvero silenziosa nei sui confronti. Era vero, Pasquale aveva la ragazza ma non era una giustificazione e Salvatore ci rimaneva sempre male ogni volta che gliela nominava: perché non sapeva mai cosa dire e lo bloccava sempre per lo stesso motivo. Ma Salvatore in poche parole, voleva rispondergli: -Sono fidanzato anch’io, ma questo non vuol dire che io non debba pensarti. Dopo tutto quello che abbiamo passato assieme, perché io devo dimenticarti?! Tu fai sempre finta di niente! E’ questo non è giusto nei miei confronti, ogni volta che parli non fai altro che lanciarmi frecciatine contro. Ma cosa ho fatto per meritarmi tutto questo da te? Dopo la scuola vengo dimenticato, non è così?-. Voleva risponderlo in quel modo, ma sapeva che a Pasquale non importava lo stesso un fico secco; era stato capace di ridurlo a piangere senza che lui se ne accorgesse.
Quando Salvatore andò in ospedale, aveva provato a chiamarlo per avvisarlo ma non gli rispose al cellulare; quindi Salvatore fece bene ad arrendersi perché aveva capito che “era stato un amico” ma ormai, non lo era più. Si era dimenticato di tutto, del suo bene, dei suoi piaceri e il ragazzo non faceva altro che piangere su questa cosa. La sua ragazza lo appoggiava sempre, perché sapeva che Salvatore fosse una persona sensibile e dell’animo nobile. Aveva un cuore e una sensibilità che nessun ragazzo aveva sulla faccia della Terra, veniva ferito facilmente e gli altri nemmeno notavano il suo dolore; ma solo la sua ragazza lo poteva percepire. Quando seppe che doveva andare a farsi dei lavaggi all’ospedale, ci rimase male e non faceva altro che mettersi in un angolo, piangendo come un bambino. Il quale pianse, perché la madre non gli comprò il suo giocattolo preferito; quindi era ferito gravemente al cuore, una freccia di fuoco che gli aveva oltrepassato il petto: un dolore indescrivibile perché l’altro problema era anche la madre, la quale non faceva altro che lamentarsi con suo figlio ogni giorno e caricarlo di problemi di cui non voleva sentirne parlare. Nessuno riusciva a capire quello che stava passando Salvatore, non riusciva a riprendersi in nessun modo; tra un’amicizia distrutta, genitori assenti, problemi su problemi, ma la sua uni strada era: diventare uno scrittore. L’unica cosa positiva della sua vita erano il suo sogno e il suo amore, ma non erano sufficienti per renderlo felice; lui aveva bisogno anche di Pasquale, perché per lui era stato un amico davvero “speciale” ma lo aveva fatto del male, anche senza picchiarlo perché tra i due fu costruito un muro. Un muro che non aveva senso, perché il silenzio non risolveva i loro problemi; a Salvatore mancava tantissimo ma a lui non importava nulla, perché non si sentiva in colpa e ci era riuscito benissimo a farirlo costantemente. 
Salvatore cominciò a pensare che lui fosse una persona davvero egoista e senza cuore, ma non era giusto perché non aveva motivo di comportarsi in quel modo; non gli aveva fatto nulla Salvatore, ma si sentiva lo stesso in colpa perché era un silenzio senza motivo. 
Dopo l’estate, venì quel dannato giorno di settembre. Iniziò la scuola e tutto ritornò alla normalità, ma Salvatore era ansioso perché non voleva vedere nessuno e non se la sentiva soprattutto di rivedere Pasquale. No, non aveva il coraggio. Quando arrivò a scuola, voleva scappare via come un lottatore, il quale scappava dal suo nemico perché non voleva affrontarlo; egli quando li vide salutò tutti quanti, ma quando arrivò Pasquale lo abbracciò e lo salutò. Ma a Salvatore non faceva né caldo e né freddo, sentiva dentro solo un leggero fastidio; forse troppo dolore accomulato si era trasformato in freddezza. Non era da lui. All’uscita da scuola successe qualcosa, ma un qualcosa di brutto; ci fu una rissa tra due ragazzi molto violenta, Pasquale venne colpito con un pugno nello stomaco. Il ragazzo ad un certo punto, prese una pistola e voleva sparargli senza un motivo preciso. Salvatore fece un gesto eroico, si buttò verso il suo amico e venne sparato dritto al petto; egli guardò l’amico dicendogli: -Forse ci tengo ancora troppo a te, mi dispiace ma non volevo che morissi sotto ai miei occhi.-. Dopo quelle parole, Salvatore chiuse gli occhi e svenne sorridendo tra le braccia del suo amico. Pasquale lo guardò perplesso dicendo: -No, amico mio! Perdonami, ho sbagliato e pagherò per questo ma non lasciarmi ti prego!-. Urlò dispiaciuto. Il ragazzo cominciò a piangere mettendo la sua testa di fronte a quella dell’amico; era pentito, ma fu troppo tardi per pagare gli errori commessi. Dopo un po’, venne l’ambulanza e presero Salvatore tra le braccia del suo amico Pasquale, così, lo portarono in ospedale ed egli lo seguì perché non voleva abbandonarlo come aveva sempre fatto. 
Tutti i suoi familiari erano all’ospedale, compresi gli amici di classe e c’era anche Pasquale tra loro; Salvatore stava in sala operatoria ed era molto grave. Il dottore uscì con un’aria decisamente triste e fece un cenno con la testa, tutti capirono che: Salvatore non ce l’aveva fatta.

Il ragazzo pieno di felicità non c’era più, colui che aveva aiutato tutta la classe a superare un anno; nessuno poteva crederci e rimasero tutti a bocca aperta. C’era chi piangeva, chi fissava il vuoto per non pensarci, perché era stato davvero un brutto colpo: Salvatore non c’era più e dovevano farsene una ragione. Pasquale si arrabbiò tantissimo e spaccò tutto quello che ostacolava i suoi passi; prese il suo I-phone e lo gettò dalla finestra perché non poteva credere a ciò che stava succedendo.
Quando andò a casa, se ne andò direttamente nella sua stanza e non cenò nemmeno perché aveva appena perso il suo più caro amico. Si sdraiò sul letto e gli scese una lacrima sul suo dolce viso, il ragazzo stava pensando a tutti i momenti passati con Salvatore; perché gli dava sicurezza, felicità e lo caricava proprio come faceva un fratello. Durante la notte successe qualcosa, la lacrima di Pasquale si stava trasformando in un fantasma: era Salvatore. Egli lo vide e non poteva crederci nemmeno lui a ciò che stava succedendo, ma poi sentì una voce proferire: 
-Hai una missione da compiere ed è stargli accanto, sii suo fratello e solo tu potrai consolarlo. Dopo averlo reso una persona felice, volerai via verso il Paradiso Terrestre dove la tua anima riposerà in pace assieme alle altre. Io sono Dio e ti concedo questa missione, accetti?-.

Salvatore rimase felice dopo quelle parole perché poteva stare un altro po’ di tempo con Pasquale. Egli gli rispose:

-Si, accetto! Ti ringrazio di questa opportunità!-.

Dopo quelle parole, la voce di Dio sparì. Salvatore fissò Pasquale mentre stava dormendo e pensò:

-Anche se non ci sono più, la nostra amicizia perdurerà ancora un altro po’.-.

Ad un certo punto, il ragazzo si svegliò e vide Salvatore dicendo:

-Sto sognando?-.
-No, sono qui per davvero!-.
-No, ma tu sei morto! Come puoi essere qui?-.
-Ho una missione che mi ha affidato Dio ed è renderti una persona speciale, solo tu potrai vedermi ma non sarà per sempre..-

Pasquale lo guardò perplesso, perché non sapeva cosa dire e cominciò a guardarsi attorno come un pazzo; ma cosa stava succedendo? Sembrava tutto così surreale e finto: il suo amico era lì. Egli provò a toccarlo ma la sua mano non riusciva a toccare il suo corpo, ma Salvatore gli disse:

-Non puoi toccarmi, sono un fantasma.-.
-Mio Dio, non ci credo! S-sono felicissimo che tu sia qui e mi dispiace davvero tanto ma non ho parole..-.
-Sta tranquillo, dopo averti reso una persona felice, io me ne andrò via.-.

Pasquale lo guardò perplesso, perché non voleva che se ne andasse via e i due cominciarono a chiacchierare come fecero sempre; erano entrambi felici ed anche se Salvatore non c’era più fisicamente, Pasquale capì che egli non lo aveva mai abbandonato, nonostante il male che gli aveva creato dentro, lo voleva pur sempre bene. Quest’amicizia era talmente forte che nemmeno la morte poteva ostacolarla e così, cominciò l’avventura tra un fantasma ed un essere umano.



Ragazzi questo è un prologo e spero davvero che vi sia piaciuta, è una storia a cui tengo davvero tantissimo. Spero davvero, che vi siate appassionati a leggerla..Se volete, lasciate una recensione!
Una parte della storia è vera, ma a parte il fatto della morte che è tutto frutta della mia fantasia..Quindi l’ho pubblicata qui, spero di aver fatto bene..

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Capitolo 2
*** La colpa ***


Capitolo 1

LA COLPA




 
Era un giorno di pioggia davvero spaventoso, Pasquale era andato a scuola e tornò tutto bagnato fradicio. Salvatore stava vicino al piano, suonava la sua melodia preferita: Per Elisa di Beethoveen, perché gli regalava tanti ricordi di quando era in vita. L’amico lo osservò con attenzione, con quelle mani ondeggiava la note come se fossero di sua proprietà; essi erano soli in casa, perché la sorella di Pasquale era dal ragazzo, la mamma stava al lavoro e il padre sbrigava alcune faccende all’Estero. Le mani di Salvatore potevano a malapena toccare un oggetto, ma non poteva fare altro.
 
-Totò, ma come fai a suonare così bene? Incanti qualsiasi persona con il tuo modo di suonare, mi stupisci!-. Disse il ragazzo bagnato fradicio dall’acqua che gli scorreva dal suo viso.
-Beh, la musica era tutto per me! Ora invece, posso solo considerarmi un’anima che parla.-. Rispose triste Salvatore.
-Oggi c’è il tuo funerale, non vorrei andarci perché tu sei qui!-. Aggiunse Pasquale con un sorriso, ma allo stesso tempo era triste.
 
Il ragazzo non riusciva ad accettare la morte dell’amico, era un dolore troppo forte che gli rompeva il petto. Salvatore lo aveva salvato, perché non voleva che morisse e questo fu un gesto che Pasquale rimase come un sasso; non sapendo cosa fare, né come ringraziarlo perché non c’erano parole. Si passò un mano fra i suoi capelli bagnati, non sapendo come reagire e come parlare col suo amico.
 
-So a cosa stai pensando, ma non farti una colpa. Io ti voglio bene e te ne vorrò sempre!-. Gli sorrise Salvatore.
-Non dirmi questo, per favore! E’ tutta colpa mia, non dovevi salvarmi ed ora mi sento un perfetto idiota!-. Si urlò contro.
-Ma non dire questo, non sei affatto idiota. Anzi, tu sei forte in queste circostanze e lo devi essere anche per me e poi, non mi hai perso per sempre e lo hai detto anche tu. Io sono qui!-. Gli disse per consolarlo.
 
Pasquale si mise a piangere di nuovo, perché doveva stare lui al posto di suo e non accettava questa situazione.
 
-Bravo, sfoga tutti i tuoi dolori e vedrai che dopo starai meglio.-. Gli propose.
 
Dopo che smise di piangere. Salvatore cercò di tranquilizzarlo, perché non doveva fare questo e la sua missione era di renderlo una persona felice, e non triste come già stava facendo. Pasquale gli fece un sorriso, cominciando a capire un po’ la situazione; non aveva motivo di essere triste, perché Salvatore l’ha voluto salvare per sua volontà ed era anche contento di aver perso la vita per lui: gli voleva bene ed anche molto. In passato, Salvatore gli promise che lo proteggeva anche a costo della sua stessa vita; Pasquale non credeva a quelle parole, perché era impossibile ed invece era successo. Il ragazzo era davvero stupito a quelle parole, perché Salvatore lo aveva dimostrato per davvero: mentre lui non aveva fatto altro che fargli del male ed abbandonarlo come fanno i padroni cattivi con i loro cani. Si rese conto di aver sbagliato, capì che la loro amicizia era importante e non bisognava farla finita, anche perché Salvatore non voleva mettere la parola “FINE”.
Pasquale era felice che lui era lì a consolarlo, lui voleva abbracciarlo ma non poteva, essendo un fantasma. Entrambi guardarono fuori la finestra, pioveva a dirotto; era una tempesta senza fine e tra acqua e vento: sembrava la bufera descritta nella Divina Commedia di Dante. Tra Paolo e Francesca, due anime innamorate; ma il loro amore finì presto per via del marito Gianciotto, che li uccise entrambi. L’amore era un sentimento molto importante per Pasquale, aveva un ragazza ma non c’era mai perché in inverno, la scuola li teneva separati, mentre in estate, era il suo lavoro.
In casa, non era arrivato ancora nessuno; così, Pasquale decise di fare una doccia e mangiare qualcosa prima di iniziare a studiare. Salvatore decise di ammazzare il tempo volando in continuazione di stanza in stanza; Pasquale guardava divertito per come volava il suo amico, ma tutto d’un tratto, ci fu un grande fascio di luce: era Dio.
 
-Ciao Pasquale, a quanto vedo ha funzionato. Riesci a vedere il tuo caro amico Salvatore..-. Accennò con una voce solida e seria.
-T-tu sei Dio?-. Gridò Pasquale terrorizzato.
-Stai calmo, non voglio farti del male. Anzi, sono qui per dirti che Salvatore ha un compito importante nei tuoi confronti: deve renderti felice al cento per cento, per toglierti definitivamente il peso dal cuore. Lui ti vuole un mondo di bene, e ho deciso di farvi godere un altro po’ quest’amicizia che è un legame che mi sta molto a cuore.-. Disse serio il nostro Dio.
-Ah, ora capisco! Vuol dire che prima o poi Salvatore dovrà andarsene?-. Chiese il ragazzo ratristito.
-Eh si Pasquale, dovrò andarmene perché in realta, il mio posto non è questo ma nell’aldilà. Andare oltre ai confini delle stelle, per vivere sereno e felice, purché tu stia meglio. Ma non possiamo stare per sempre così, primo o poi dovrò andare via e tu dovrai accettarlo..-. Intervenì Salvatore abbassando lo sguardo.
 
Pasquale sapeva benissimo che prima o poi doveva accettarlo; non doveva essere triste, anzi, egli doveva essere contento per quella opportunità perché capì che Salvatore non lo abbandonava anche se nonostante ciò, non ci fosse più stato e doveva farsi una ragione.
 
-Pasquale, io ti voglio bene. Ma non puoi combattere su ciò che non potrai mai avere, non puoi farmi tornare in vita perché è scientificamente dimostrato: che un uomo non può tornare in vita dopo la morte!-. Continuò Salvatore.
-Totò, non parlare difficile! Lo so, ho capito ma io voglio pensare ad adesso e non a quel giorno: sennò mi verrà gia da soffrire!-. Rise divertito l’amico.
-Va bene, penso che sia arrivato il momento che io me ne vada. Salvatore, mi raccomando: LA TUA MISSIONE E’ RENDERLO FELICE!-. Disse Dio prima di andarsene.
 
Dopo di che, la luce scomparì subito. Pasquale rimase perplesso, perché non ci credeva che avesse parlato con Dio in persona: era una luce, una forte luce che illuminava tutta la stanza del ragazzo.
 
-Certo che Dio che viene in certi momenti!-. Rise divertito Salvatore.
-Eh già!-. Aggiunse Pasquale.
 
Il ragazzo stava in accappatoio, perché si era appena fatto una doccia e invece Salvatore gironzolava per la casa come se niente fosse; era davvero una situazione bizzara ed entrambi si guardarono in faccia e scoppiarono a ridere. Subito dopo, Pasquale attaccò con la matematica: materia tanto detestata dal ragazzo, perché non riusciva mai a combinare nulla di buono.
 
-La professoressa di matematica non fa altro che assegnare, ma io non ho capito nulla! Secondo me queste dannate funzioni, mi manderanno dritto al debito!-. Si lamentò Pasquale come sempre.
-Al terzo giorno di scuola, già ha spiegato una cosa nuova?-. Domandò Salvatore al quanto sorpreso.
-Eh si.-. Concluse Pasquale.
-Va bene, fammi vedere ciò che hai copiato durante la lezione. Vediamo se riesco a capire qualcosa..-. Disse Salvatore con la speranza di aiutarlo.
 
A Salvatore piaceva aiutare Pasquale, perché quando stava in difficoltà; non faceva altro che spiegargli le cose che non riuscivano ad entrare nella testa del suo amico: soprattutto la matematica che non ne voleva sapere niente, era una battaglia senza fine. Invece per Salvatore, la matematica era un gioco da ragazzi; infatti, capì subito come risolvere gli esercizi assegnati dalla loro professoressa. Così, stettero per ben due ore perché Pasquale per farlo capire, ci volevano ore ed ore di ripetizione.
 
-Totò, possiamo fare una pausa? Sono stufo di capire!-. Gli chiese perché non ce la faceva più.
-E va bene, su questo punto di vista. Tu non cambierai mai! Sempre sfaticato sei!-. Gli urlò divertito Salvatore.
-Mi conosci fin troppo bene, anzi, forse anche troppo! Sei il fratellino che volevo tanto!-. Concluse Pasquale.
-E tu il fratellone che avevo sempre desiderato da tempo!-. Ripetè Salvatore.
 
Salvatore e Pasquale non avevano la stessa età, perché il primo aveva sedici anni, mentre il secondo quasi diciotto; il quale è stato bocciato una sola volta, mentre Salvatore fece la primina a soli cinque anni. Quando fu il suo compleanno: Pasquale gli disse che non veniva, ma in realtà, gli fece uno scherzo e gli fece la sorpresa più bella della sua vita, un semplice abbraccio e un normalissimo regalo. A Salvatore piacevano le cose semplici e Pasquale lo sapeva benissimo, quindi se fosse stato per lui; poteva anche esagerare ma molto meglio così.
Dopo aver finito di studiare, decisero di stendersi un po’ sul letto per riposare: perché il troppo studio stancava, era bello il sapare, ma fino a un certo punto perché la mente non riusciva a lavorare sempre. In effetti dopo quella stressante giornata di studio, spuntò un arcobaleno pieno di colori che si vedeva benissimo dalla finestra di Pasquale; dopo di che, si godettero un bel tramonto.
La mattina seguente, Pasquale ringraziò felice l’amico perché andò a scuola fiero di se stesso una volta tanto. Infatti quando tornò, portò a casa un bel sette in matematica, anche la madre rimase fiera di suo figlio e ringraziò subito Salvatore: che nella stanza non c’era e Pasquale credeva che già se ne fosse andato, ma spuntò nel nulla.
 
-Ciao Pasquale, com’è andata stamattina?-. Disse spaventando l’amico.
-Totò, ma dove eri finito? Credevo già te ne fossi andato via!-. Gli strillò Pasquale a bassa voce per non farsi sentire dalla madre.
-Ah no, ma non ti preoccupare! Ci vorrà tempo..-. Gli sorrise.
-Lo spero, comunque è andata bene. Ho preso sette a matematica!-. Gli urlò di gioia il ragazzo.
 
Entrambi rimasero felici della notizia, ma quando si trattava di dirsi addio: non ne avevano voglia di parlare. Salvatore era un fantasma al momento, poteva vederlo e parlargli solo Pasquale, ma entrambi erano consapevoli che primo o poi, tutto era destinato a finire…

 

 
Ciao ragazzi, spero che questa storia vi stia emozionando!
Se volete, lasciatemi una recensione! Ciaoo!

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Capitolo 3
*** L'universo stellato e il mondo dei sogni ***


Capitolo 2

L'universo stellato e il mondo dei sogni



Pasquale mentre era a scuola, Salvatore andava in giro per il mondo perché voleva vedere altre meraviglie della Terra che lui non poté vedere mentre era in vita: al ragazzo piaceva molto esplorare nuovi luoghi, ma per via delle difficoltà economiche della famiglia, il ragazzo non riuscì a fare nessun viaggio oltre l’Italia. Infatti in passato, Salvatore si sfogava sempre per Pasquale per via di questo problema, ed anche perché le difficoltà economiche della sua famiglia aumentavano sempre di più; il padre di Salvatore non lavorava perché perse il lavoro tempo fa, essendo che l’Italia stava in crisi, nessuno lo accettava anche perché era troppo anziano. Salvatore era un ragazzo con molti problemi e nessuno lo riusciva a capire, a parte Pasquale, che era l’unico che gli dava la forza di andare avanti. Anche se dopo l’estate, non riuscì più a sopportare tutti i problemi. Salvatore, quello che guadagnava al lavoro lo dava alla mamma, ma lui lo faceva per renderla felice e per non farla piangere in continuazione come faceva sempre; il ragazzo era consapevole di ciò che stava passando la famiglia e l’unica soluzione era contribuire alle spese. In quel momento, si trovava in Cina, il paese che voleva visitare da tempo; era il suo sogno visitarlo, anche se voleva farlo da vivo. Stava passeggiando lungo la muraglia cinese, pensando a tutto ciò che scrisse in passato e poco dopo, il ragazzo si guardò attorno perché gli sembrava molto strano che nessuno lo potesse vedere. Si sentiva escluso dal mondo e pianse, anche perché Salvatore voleva realizzare il suo sogno; ma allo stesso tempo sorrise, perché aveva salvato la persona più cara pur dovendo abbandonare la sua vita: essa non era nulla di speciale, a parte per l’amore. Gilda Lavino, la sua ragazza, faceva di tutto per farlo ridere, scherzare ed andare avanti con la vita; ma senza alcun successo, perché quell’amicizia lo aveva davvero distrutto del tutto.
 

I came in like a wrecking ball 
I never hit so hard in love 
All I wanted was to break your walls 
All you ever did was wreck me 
Yeah, you wreck me
.


Salvatore sapeva benissimo quelle parole della canzone di Miley Cyrus che gli rimbombavano per la testa, egli voleva solo rompere i muri del suo amico: Pasquale non gli diede questa possibilità, perché lo aveva distrutto come se fosse vetro soffiato. Si, lo aveva distrutto per davvero. Pensando a quei momenti, Salvatore non riusciva a non starci male; sono stati dolori veramente molto forti, che ormai erano difficili da cancellare dalla memoria.Poco dopo, il ragazzo tornò a casa un po’ triste e aspettò Pasquale, il quale rientrò subito dopo il suo arrivo.
 
-Totò, che posto hai visitato oggi?-. Gli domandò Pasquale sorridente.
-Ah, niente di che! Ho visitato la Cina, tanto per fare qualcosa.-. Gli rispose semplicemente irritato.
 
In quel momento, Salvatore non aveva molta voglia di parlare con l’amico; anche perché si era ricordato del passato e tutti i suoi dolori si erano mutati in odio profondo. Ma il ragazzo non odiava Pasquale, ma odiava i suoi ricordi: essi gli trasmettevano tristezza e rabbia che non avevano limiti, nessuno era capace di fargli dimenticare tutti quei momenti. Forse una soluzione c’era, quindi Salvatore decise di fargli un regalo per fargli capire alcune cose che lui aveva provato durante la sua assenza. Aveva deciso di fargli vedere una cosa molto importante.
 
-Pasquale, mi fai un favore?-. Gli chiese Salvatore all’amico.
-Tutto quello che vuoi!-. Urlò felice il ragazzo.
-Chiudi gli occhi e fa finta di prendermi le mani! E vedrai che sarà un qualcosa di meraviglioso!-. Gli propose l’amico fantasma.
 
Essi volarono oltre la Terra, ma fu un qualcosa che nessuno essere umano era riuscito a provare. Fu un viaggio, ma non uno qualsiasi, era un esperimento che nessuno aveva mai provato; Salvatore con la sua magia che gli donò Dio, era capace di farla sentire anche a Pasquale: l’amico fantasma lo fece per renderlo felice e per fargli capire quanto teneva alla sua felicità.
 
-Amico mio, adesso puoi aprire gli occhi e guarda dove ci troviamo!-. Gli disse al termine del breve viaggio.
-Wow, ma dove siamo?-. Domandò curioso Pasquale.
-Volevi vedere l’universo stellato? Beh, ti ci ho portato con la mia magia!-. Aggiunse felice Salvatore.
-Ti sei ricordato di ciò che volevo vedere? Come hai fatto? Mi stupisci ogni giorno sempre di più! Mi dispiace molto, che io non possa fare mai niente per te e ti ho regalato soltanto dolore. I-io non merito tutto questo bene che mi dai, non posso davvero accettarlo perché non sono mai stato in grado di fare nulla per te. S-sono stato davvero uno stupido!-. Balbettò il ragazzo.
-No, tu non sei stato affatto uno stupido. E lo sai perché? Certo, molte volte mi sentivo invisibile nei tuoi confronti, anche perché non mi consideravi mai. A malapena ti rendevi conto della mia esistenza, ho sofferto tanto per questo tuo comportamento e non sono riuscito ad accettarlo. Ho rischiato la vita, ma penso che ti sei chiesto il perché? Io l’ho fatto perché tu hai ancora tanto da dare, tu devi essere felice mentre io non lo sono mai stato. Non mi piaceva il mio modo di vivere e così, ho preferito mandare la mia vita a farsi fottere. Ma tu mi avevi ignorato completamente, ti eri dimenticato di me! Ho passato un’estate grigia invece che colorata, mi sono sentito un essere inutile senza speranza; in effetti, non avevo più una ragione per vivere e per andare avanti. Odio la mia sensibilità, perché ogni cosa bella nella mia vita era desitinata a finire. La felicità non esisteva più per me, ma l’amore non era sufficiente per andare avanti ed ho preferito morire io al tuo posto, invece che tu! Pasquale, tu hai ancora molta strada da fare, mentre io ho fatto abbastanza e potevo davvero mettere la parola “FINE” perché continuare sarebbe stato davvero un grande errore per me. Ora, il mio obbiettivo è questo: RENDERTI FELICE!-. Disse il ragazzo tutto d’un fiato.
 
Salvatore era addolorato per aver ricordato del passato, non riusciva a trovarsi pace, ma quello sfogo era ciò che ci voleva. Il ragazzo aveva portato Pasquale nell’universo stellato, anche perché un giorno i ragazzi parlorono di astronomia e l’amico del fantasma gli chiese cosa c’era oltre l’universo del Sistema Solare; Salvatore non ne aveva idea, ma ora che l’aveva saputo, decise di portare l’amico per fargli vedere l’universo che era circondato da stelle, comete e pianeti sconosciuti.
 
-Non so cosa dire, per colpa mia hai dovuto perdere la vita e non dovevi farlo!-. Gli rispose Pasquale.
-Ora è troppo tardi, mi dispiace. Ma sono felice di averlo fatto, perché mi sento di aver fatto la cosa giusta. Io ci posso anche soffrire, ma non fa niente. Dopo quest’avventura, che non so per quanto ancora durerà quindi cerchiamo di godercela finché possiamo: quando sarà il momento, io ti aspetterò ricordatelo!-. Aggiunse Salvatore subito dopo.
-Non so cosa dire, ti voglio troppo bene amico!-. Disse con un sorriso Pasquale.
-Anch’io, ma ora godiamoci questo momento! Ed esploriamo questo universo stellato di cui parlammo tempo fa!-. Propose felice il fantasma.
 
I loro corpi volavano in quell’universo tutto da esplorare. Era davvero divertente nuotare nello spazio, entrambi decisero di ammazzare il tempo vedendo le stelle; il Sole era lontano anni luce dalla loro vista, ma c’erano altre stelle molto più belle della nostro Sole. C’erano stelle che splendevano molto più della nostra stella; ma durante il viaggio, i ragazzi trovarono una porta: essa era la porta dei sogni. Pasquale aprì quella porta, perché era troppo curioso di vedere cosa c’era dietro.
 
-No Pasquale, aspettami! Non essere ingenuo!-. Gli urlò Salvatore preoccupato.
 
Salvatore non sapeva cosa ci fosse dietro quella porta, ma fu troppo tardi. Quando Pasquale aprì del tutto la porta, entrambi videro un mondo meraviglioso in cui quello della Terra non era niente a confronto: esso era il mondo dei sogni. Nessuno mai era riuscito ad entrarci, ma grazie ai poteri che Dio aveva dato a Salvatore; essa in realtà, si era formata per via del potere dell’amicizia tra Salvatore e Pasquale.
 
-Wow, che meraviglia di mondo!-. Disse al quanto sorpreso Pasquale.
 
Gli occhi azzurri del ragazzo si illuminarono, perché davanti avevano un mondo estremamente fantastico; era impossibile, Pasquale non riusciva a crederci a ciò che aveva davanti a suoi occhi: mai nessuno era riuscito a capire come fosse fatto il mondo dei sogni, ma era un qualche cosa di veramente bello. Da lontano si vedeva un cavallo bianco sdraiato a Terra che fissava un castello, ma era davvero spettacolare ciò che vedevano i loro occhi; era un qualche cosa di indescrivibile, ma tutto d’un tratto, il cavallo si avvicinò a loro.
 
-Cosa ci fate qui? E come avete fatto ad arrivarci? In questo mondo, mai nessuno ci era arrivato, questa è la prima volta che qualcuno ci mette piede!-. Disse sorpreso il cavallo.
-C-cosa, t-tu parli?-. Domandò sbalordito Pasquale.
-Questo è il mondo dei sogni, qui tutti gli animali parlano e in questo posto troverete le meraviglie delle meraviglie!-. Rispose il cavallo bianco.
-Wow, davvero impressionante! Avevo sempre desiderato vedere il mondo dei sogni!-. Aggiunse poco dopo Salvatore.
-Se volete, vi farò vedere tutte le meraviglie di questo mondo. Saltate su dai!-. Propose l’animale offrendosi come loro accompagnatore.
 
I ragazzi accettarono e videro cose che mai nessuno poteva vedere, cose che mai nessuno poteva immaginare, o addirittura sognare. Dopo aver passato un po’ di tempo in quel posto, Pasquale e Salvatore decisero di tornare a casa, anche perché erano molto stanchi; ma anche perché Pasquale doveva studiare e passarono un momento indimenticabile: ma quando arrivarono a casa, si accorsero che passarono soltanto dieci minuti.
 
-Ma come? Siamo stati soltanto dieci minuti?-. Rimase sorpreso Pasquale guardando l’orologio.
-Si vede che quando siamo in viaggio con la magia, il tempo passa lentamente sulla Terra ma comunque mi toglie un sacco di energie! Meglio che riposi un po’!-. Rispose Salvatore.
-Perché i fantasmi riposano?-. Chiese l’amico del fantasma.
-Beh, anch’io ho diritto di riposare. Cosa credi? Ho esaurito tutte le mie energie!-. Gli disse il fantasma.
-Va bene, allora mentre tu riposi. Io studierò inglese, comunque volevo ringraziarti del momento passato insieme a te! Sei un vero amico e non ti dimenticherò mai per ciò che hai fatto e che fai per me anche dopo essere passato a miglior vita. Non posso fare altro che dirti GRAZIE!-. Gli strillò Pasquale dalla felicità.
 
Salvatore sorrise alle sue parole, anzi, ne rimase davvero fiero perché capì che l’amico stava cominciando ad essere felice per davvero; ma forse il momento della separazione sarà davvero un colpo per entrambi, anche se poi saranno costretti ad accettarlo.
Dio vide tutti i momenti che stavano passando i due amici e ne rimase davvero fiero del gesto che aveva fatto Salvatore per Pasquale.
 
-Questa si che si chiama amicizia! Anche se il mondo peggiora di giorno in giorno, questi due mi riempiono le giornate di gioia. Ho fatto bene a dare questa possibilità ad entrambi e spero che se la godano al massimo!-. Disse il Signore del Paradiso Terrestre.
 
Quel giorno prima o poi arriverà, ma era meglio non pensarci; anche se questa sarà la loro ultima chance: Pasquale e Salvatore se la dovevano prendere alla leggera e godersi ogni singolo momento assieme, senza troppa sofferenza perché già ce ne fu abbastanza.





Ciao a tutti, spero davvero che questa storia vi stia piacendo molto. Grazie per tutti quelli che la stanno leggendo e seguendo, spero di non avervi deluso con questo capitolo! Se volete, recensitemi! Spero che le immagini, vi abbiano fatto immaginare qualcosa!

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Capitolo 4
*** La festa di Halloween e un incontro importante ***


Capitolo 3

La festa di Halloween e un incontro importante


 
Era il trentuno di ottobre ed era Halloween. Pasquale aspettava quel giorno da quando iniziò la scuola, perché doveva uscire Debora, la sua ragazza, la quale poi si tirò indietro perché decise di passare una giornata con le amiche al posto del suo ragazzo: Pasquale rimase talmente male dal comportamento della ragazza, il quale si rattristò e si chiuse in camera. Salvatore lo vide e non gli piaceva quando l’amico stava giù di morale, il fantasma voleva fare qualcosa; ma decise di lasciarlo da solo a riflettere, anche perché non voleva intromettersi tra loro due e mentre se ne stava andando, Pasquale lo fermò.
 
-No, non te ne andare! Non abbandonarmi anche tu, già lo sta facendo la persona che amo, non lo fare anche tu, per favore…-. Gli supplicò l’amico al fantasma.
-Ehm non ti sto abbandonando, ma ti volevo lasciare da solo a riflettere, tutto qua.-. Rispose Salvatore.
-No, non andare. Voglio che resti qui!-. Concluse Pasquale.
 
Salvatore, invece, non voleva restare per niente perché lo voleva far riflettere da solo: in passato, Pasquale evitava sempre l’argomento della sua ragazza con lui ed ora perché doveva restare? Per lui non aveva davvero senso, quindi preferiva andarsene e poi per ogni cosa che dovevano fare assieme, non la potevano fare per via di Debora: era una ragazza dal carattere freddo e distaccato, non era per niente allegra e solare, Salvatore non capiva che tipo di ragazza aveva scelto l’amico e come poteva essere felice con lei? Mentre Gilda, la ragazza del fantasma, era allegra e solare e trasmetteva tanta felicità; a Salvatore gli venne in mente la sua ragazza, che in quel momento sicuramente starà soffrendo per via della sua morte e si sentì un po’ in colpa per questo. Ma poi, guardò l’amico che stava piangendo come una fontana vicino alla finestra, a Salvatore non piaceva vederlo in quelle condizioni e così, decise di portarlo in un mondo completamente diverso.
 
-Pasquale, ora basta piangere! Il pianto non risolve mica le cose? Sai quante volte ho pianto per la nostra amicizia? Ma è servito a qualcosa? No, non è servito a nulla! Perché tu non c’eri mai e non facevi altro che mentirmi per le tue banali scuse, ed ora se non ti decidi ad alzarti e venire con me, giuro che me ne vado e non ritornerò mai più!-. Gli strillò serio il fantasma.
-Va bene, hai ragione e ti chiedo scusa. Ora, posso chiederti un favore grande grande?-. Domandò Pasquale al suo amico fantasma.
-Certo, tutto quello che vuoi, l’importante è che non ti veda più piangere perché resto male anch’io!-. Rispose il fantasma.
-Vogliamo fare un’altra avventura con la tua magia? Voglio distrarmi un po’ e vorrei tanto visitare un altro mondo. Puoi farlo?-. Gli chiese con imbarazzo.
-Certo che posso! Ma che domande!-. Rise Salvatore.
 
Essendo Halloween, il fantasma decise di portare l’amico in un mondo oscuro, dove non regnava la luce; Salvatore era già stato in quel posto e conobbe nuovi amici, anche se erano al quanto brutti, ma molto simpatici: era un mondo popolato da zombie, fantasmi, vampiri, streghe e tanti altri mostri. Pasquale, quando aprì gli occhi, rimase spaventato nel vedere tutti quegli esseri e non la prese di certo bene; l’amico fantasma si divertì nel vedere l’amico così spaventato.
 
-C-cosa sono quei mostri? Per favore, ho paura! Potami via di qui!!-. Supplicò disperato Pasquale.
-Eh no, nella vita reale sei sempre così coraggioso e cerca di esserlo anche qui, per lo più è Halloween. Potevo mica portarti in un posto incantato, non ti pare? E poi non ti faranno nulla, perché sono tutti miei amici ed hanno un animo buono!-. Concluse serio Salvatore.
 
-Ciao Salvatore, questo è quel tuo amico di cui ci avevi tanto parlato?-. Chiese uno zombie.
-Si, è proprio lui e si chiama Pasquale!-. Disse Salvatore, presentandolo a tutto il branco.
-Piacere di conoscerti, Pasquale…-. Dissero tutti in coro.
-Aiuto! Vi prego, non mi mangiate, vi supplico!-. Balbettò l’amico del fantasma.
-Scusatelo, è ancora un po’ sotto shock!-. Rise Salvatore a quelle battute.
 
Tutti capirono che Pasquale aveva paura dei mostri ed averli sotto ai suoi occhi, gli faceva uno strano effetto, ma Salvatore lo fece di proposito: perché doveva imparare la lezione di tutte le sue sofferenze, pagandole spaventandolo, ma non in senso cattivo; al contrario, il fantasma voleva divertirsi un po’, ma tutto il branco dei mostri formati da streghe, fantasmi, eccetera… Cercarono di tranquillizzare Pasquale, il quale poi capì che Salvatore aveva ragione, essi avevano un animo buono e poco dopo, gli fecero vedere la città oscura che non era affatto male. Anzi, era davvero molto buffa e sotto sotto, era anche carina; in men che non si dica, Pasquale fece amicizia con tutti, Salvatore fu molto contento di averlo distratto un po’. In poche parole, il fantasma voleva fargli capire che se l’amore ti abbandonava, c’era l’amicizia a farti distrarre da tutta la sofferenza. Egli vide un Pasquale felice ed allegro e non poteva fare altro che fargli piacere vedere l’amico che si divertiva così tanto, anche i mostri lo trovavano simpatico; infatti, stavano passando la festa di Halloween più bella della loro vita.
 
-Pasquale, penso sia arrivata l’ora di andare a casa, perché le energie non penso che perdureranno per molto! Ma ti prometto che ritorneremo dai nostri amici, va bene?-. Disse Salvatore.
-Già è ora di partire?-. Annuì triste Pasquale.
-Eh già, ma non ti preoccupare che li rivedrai presto, promesso!-. Lo incoraggiò il fantasma.
 
Essi dovevano andare via, altrimenti rimarrebbero bloccati in quel mondo per sempre e quindi non potevano rimanere a lungo; tutti i mostri tra cui uno zombie rimasero davvero soddisfatti di aver conosciuto l’amico di Salvatore, perché egli raccontò a loro la storia tra lui e Pasquale, e rimasero davvero tristi dall’accaduto: fu una storia toccante e triste, anche loro avevano dei sentimenti e capivano benissimo il dolore che si provava per una perdita, Salvatore non faceva altro che pensare a quando era in vita. Al ragazzo gli mancava molto la sua ragazza, ma cercò di non pensarci sennò si faceva soltanto del male. Quando arrivarono a casa, ci fu una grande sorpresa.
 
-Ciao amore mio!-. Si sentì urlare con felicità.
 
Era la ragazza di Pasquale, a quanto pare, gli aveva fatto soltanto uno scherzo; eravamo ad Halloween quindi quest’ultimo doveva essere consapevole che era tutto uno scherzo, anche se di cattivo gusto perché Pasquale aveva pianto molto.
 
-Debora, credevo volesse lasciarmi!-. Le sgridò Pasquale.
-Ma dai amore, ma chi ti dice queste sciocchezze?!-. Gli rispose la ragazza.
 
Salvatore guardò la scena al quanto divertito, ma decise comunque di andarsene salutando l’amico. Il fantasma ad un certo punto, andò dalla sua ragazza, la quale stava sul letto e stringeva con sé un cuscino.
 
-Dove sei, amore mio?-. Balbettò la ragazza dal pianto.
 
Salvatore non voleva vedere quella scena, perché lo rendeva triste e non gli faceva piacere vedere la sua ragazza piangere in quel modo. Dio vide la scena del ragazzo e lo contattò.
 
-Ciao Salvatore, sono rimasto molto ferito nel vedere la scena tra te e la tua amata Gilda, per cui vi regalerò dieci minuti di felicità!-. Disse il Signore, mentre procedeva con la sua luce abbagliante.
-C-cos’è questa luce?!-. Urlò Gilda spaventata.
-Amore, sono qui! Mi vedi?-. Strillò dalla felicità Salvatore.
-Oh amore, ma sei proprio tu?-. Chiese Gilda stupita.
 
La ragazza corse felice tra le braccia del suo ragazzo, ma non poteva toccarlo essendo un fantasma; entrambi si diedero un bacio, anche se le loro labbra si toccavano come se fosse un finto bacio e fu un momento romantico ed era ciò che voleva Salvatore: rivedere la sua ragazza, la quale fu la gioia più grande durante la sua breve vita; era quelle stella che gli illuminava il cuore di felicità e voglia di vivere, lei era la ragione per cui lui viveva per davvero. Ma tutto questo non poté continuare, per via di quell’incidente, ma Salvatore aveva un animo buono e nessuno era come lui in quel paese; egli aiutava tutti, faceva di tutto per rendere felice qualcuno e come infatti, fu capace anche di rischiare la vita, cosa che fece con il suo amico Pasquale. Adesso era diventato un fantasma, ma fu felice per questo ed ora lo era ancora di più perché aveva passato un po’ di tempo con la sua amata baciandola sempre più passionalmente; voleva toccarla, accarezzarla, abbracciarla come un vero uomo dovrebbe fare per la propria donna, cosa che non fu possibile perché Salvatore non era più in vita.
 
-Amore, ti aspetterò quando sarà il momento e non dimenticare mai la nostra storia! Perché sarai sempre nei miei pensieri per l’eternità, ora cerca di andare avanti, trova qualcuno che ti meriti davvero e che ti renda felice. Forma una famiglia e pensa al nostro amore, sii forte perché so che ce la potrai fare e procedi con la tua vita! Ti amo amore mio, non dimenticherò mai ciò che hai fatto per me. Addio!-. Disse Salvatore prima di scomparire del tutto.
-Oh amore, non ti dimenticherò, sei stato importante per me! Un giorno, ti raggiungerò e saremo felici per l’eternità!-. Balbettò la ragazza dal pianto.
 
Tutto ad un tratto, Salvatore sparì nel nulla. Poco dopo, Gilda si affacciò alla finestra ed aveva una lacrima che le scendeva lungo il suo dolce viso; il fantasma decise di non voltarsi più durante il suo volo, sennò stava male al solo pensiero di doverla abbandonare così su due piedi, ma ciò che gli concesse Dio fu davvero prezioso. Salvatore guardò in alto, c’era un bel cielo stellato e ringraziò il Signore del Paradiso Terrestre.
 
-Grazie per tutto quello che state facendo per me, mi rendete felice giorno per giorno, mi avete dato una possibilità che vale più dell’oro e siete una persona fantastica mio Signore. Ed io non posso fare altro che dirvi GRAZIE!-. Pensò Salvatore mentre volava alto nel cielo.
 
Il ragazzo non andò a casa di Pasquale, perché stava con la sua ragazza, così, decise di andare a visitare la città di New York: quella città, voleva visitarla con Gilda dopo i diciotto anni, ma non ci fu la possibilità per via della morte di Salvatore. Ma prima o poi dovrà abbandonare anche Pasquale, che sarà sicuramente un dolore indescrivibile ed incancellabile!






L'immagine spiega il desiderio di Salvatore verso la sua amata, Gilda Lavino!
Spero che questo mio terzo capitolo vi sia piaciuto!

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Capitolo 5
*** La valle incantata ***


Capitolo 4

La valle incantata




Le feste di Natale si stavano avvicinando, Salvatore girava in negozio in negozio per vedere i bei colori che trasmettevano in quel periodo. Era una bellissima giornata, il Sole brillava alto nel cielo e il fantasma volava in una velocità inaudita; era felice e spensierato come un bambino, mentre Pasquale era a scuola, Salvatore pensava a cosa potesse piacere all’amico in carne ed ossa perché voleva fargli un regalo per Natale. Faceva molto freddo quel giorno di dicembre. Era l’ultimo giorno di scuola per Pasquale e Salvatore era molto contento a questa notizia, perché decise di poratarlo alla valle incantata, voleva fargli questo piccolo pensiero con la sua magia: perché il regalo era solo un oggetto, mentre il ricordo restava per sempre nel cuore, un ricordo incancellabile. La valle incantata era un posto incredibile, anzi, a dir poco meraviglioso. C’erano fate, folletti; era un mondo completamente diverso e pieno di magie e decise di fargli questo regalo, anche perché con la magia del fantasma; i due amici vivevano avventure a dir poco straordinarie. Dopo che Salvatore decise cosa fare, andò a casa di Pasquale per verificare se era arrivato da scuola.
 
-Dov’eri? Ma stai sempre in giro dico io!-. Disse Pasquale, mentre l’amico fantasma apparì dal nulla.
-Eh eh, posso mica rimanere bloccato qui?-. Rise mettendosi una mano dietro la testa.
-Sono nervoso oggi, ho preso quattro in economia aziendale!-. Continuò il ragazzo rattristito.
-Oddio, e tu ti abbatti per questo. Ma stai scherzando? Che sarà mai? Hai tutto il tempo per recuperare!-. Gli strillò divertito Salvatore.
-Eh si, forse hai ragione! Da gennaio, mi impegnerò sul serio e passerò l’anno con un successo!-. Aggiunse con felicità Pasquale.
-Bravo, così ti voglio!-. Disse con un sorriso l’amico fantasma.
-Se c’eri tu qui, secondo me avrei preso qualche sufficienze e non un quattro!-. Ribatté di nuovo.
-Basta con questi sbalzi d’umore, ma cosa ti succede oggi?-. Gli chiese.
-Scusami, oggi ci sono i colloqui tra genitori e insegnati, e sento che non andranno bene!-. Rispose.
 
Salvatore voleva poter fare qualcosa, ma cosa poteva mai fare? Era un fantasma e non poteva mica andare dai professori e dire: “Ehi, cercate di parlare bene di Pasquale!”. No, non poteva farlo e poi penseranno che a un fenomeno sovrannaturale; quindi di certo non era una buona idea, ma poteva almeno portarlo in un posto: alla valla incantata. All’improvviso, al fantasma gli venne in mente un ricordo del passato tra lui e Pasquale. Ricordava quando la professoressa d’inglese mise due a Pasquale, senza averlo ascoltato! E così, Salvatore accecato dalla rabbia, decise di parlare seriamente con la Prof; dicendole che lui aveva studiato e si era impegnato al massimo, quindi mettergli due era un qualche cosa di illegale. Poco dopo, la professoressa lo riascoltò con attenzione e si accorse che Salvatore aveva ragione e Pasquale quel giorno scoppiò di felicità, ringraziando di continuo il suo amico. Il fantasma gli prese le mani e lo trascinò in quel mondo incantanto.
 
-Dove mi stai portando?-. Gli domandò Pasquale.
-Chiudi gli occhi, andiamo in un posto dove mai nessun essere umano ha messo piedi, tu sarai il primo a vederlo!-. Rispose Salvatore con un sorriso.
 
Vennero trascinati dalla magia, sbucando in un mondo dove gli uccellini cinguettavano felici, fate che giravano in fiore in fiore; c’erano anche gli animali storici tra cui, i dinosauri. Pasquale rimase molto affascinato da quel mondo dai mille colori; era un Paradiso in cui nessuno poteva essere disturbato, la natura viveva tranquilla e nessun essere umano poteva disturbare quella quiete. Il ragazzo fu molto felice, perché da piccolo aveva sempre desiserato un mondo così verde: al ragazzo piaceva molto, anche perché i dinosauri li amava tanto da bambino; ma con tempo, quel bambine smise di crederci perché capì che furono esistinti.
 
-Ho sempre desiderato un mondo così verde e naturale, sulla Terra è tutto grigio e nero, mentre qui è tutto colorato e ti ringrazio di avermi portati qui. Anche perché da bambino, ho sempre voluto vedere i dinosauri da vicino e tu mi hai concesso quest’opportunità e devo essere sincero, ho quasi diciotto anni e sono felice come un bambino. Mi sorprendi ogni giorno di più, non ho parole. Grazie!-. Dissi tutto d’un fiato l’amico del fantasma.
 
Salvatore fu molto felice da quelle parole, così, gli sorrise e gli mostrò quel mondo tutto da esplorare.
 
-Benvenuto alla valle incantato, mio caro amico Pasquale. Spero che questa nuova avventura, te la ricorderai per sempre! Anche perché per me è molto importante che tu sia felice, ma penso che ci stia riuscendo, così quando me ne andrò sarò felice di avverti accontentato del tuo desiderio da bambino. E spero tanto, di poter fare altro durante il nostro lungo cammino!-. Gli rispose il fantasma, prima di proseguire per il viaggio.
 
Pasquale volle abbracciarlo dalla felicità, ma ci provò comunque; anche perché se lo meritava, il ragazzo non pensava che Salvatore fosse così sensibile fino a questo punto, ma fu molto contento per le parole dette dell’amico e così proseguirono per il loro nuova avventura. Quel mondo brillava dalla felicità, la natura era un qualche cosa di spettacolare e viveva un’armonia dolce e spensierata. All’improvviso, si avvicinò un Brontosauro.
 
-Chi siete? Non abbiamo mai visto esseri così strani in questo mondo!-. Disse a loro quella specie di Dinosauro.
-Veniamo dalla Terra e siamo venuti in questo mondo per esplorarlo, perché emette dei colori davvero straordinari e sono molto affascinato e stupito da tutto ciò, e non posso fare altro che dire WOW!-. Rispose Salvatore.
-Noi qui siamo felici, non abbiamo problemi perché mangiamo e viviamo ciò che ci dà la natura! Così come stiamo bene noi, lo sono anche i nostri piccoli figli!-. Continuò l’animale estinto sulla pianeta Terra.
 
Pasquale guardò curioso i cuccioli di Brontosauro, i quali guardavano il ragazzo con aria al quanto divertita; volevano giocare con lui, così, Pasquale scese dalla roccia velocemente e si mise a giocare con loro: fu un momento davvero emozionante, Salvatore aveva realizzato il suo sogno di quando l’amico era bambino e rimase molto felice della sua felicità. Inoltre, era questo il suo obiettivo e stava giocando con loro proprio quando aveva la tenera età di sei anni. Ma da bambino, a chi non piacevano tra l’altro? Vedere quegli animali estinti, era il desiderio di qualsiasi bambino; nessun essere umano li aveva mai visti.
 
-Ti stai divertendo, eh?-. Chiese curioso Salvatore.
-Si si, sono davvero straordinari. Questo si, che è un mondo perfetto e allegro come ho sempre desiderato! Dicevano che in passato, erano animali molto violenti ma invece sono molto dolci e carini!-. Rispose felice Pasquale.
 
La mamma dei piccoli, guardava quel ragazzo con tantissima stima e le faceva piacere che qualcuno giocasse con i suoi cuccioli; Salvatore guardava l’amico e gli mancava il suo sorriso, ma purtroppo, era ora di andare via.
 
-Pasquale, penso che sia arrivata l’ora di andare!-. Disse l’amico fantasma.
-Mi dispiace piccoli, ma ora devo andare via. Tornerò a trovarvi!-. Aggiunse Pasquale prima di andare via.
-Tornate a trovarci!-. Urlò la madre dei piccoli.
 
Entrambi si presero per mano e salutarono l’allegra famigliola, per poi volare via in un batter d’occhio: subito dopo, si ritrovarono nella stanza di Pasquale. Si guardarono entrambi negli occhi e scoppiarono a ridere.
 
-Abbiamo passato davvero una bella giornata!-. Disse Pasquale.
-Eh già!-. Rispose Salvatore.
-Dobbiamo ritornarci, perché è stato un posto davvero spettacolare!-. Continuò poco dopo l’amico del fantasma.
-Non ti preoccupare, ci ritorneremo!-. Rise felice il fantasma.
 
Poco dopo, entrambi i ragazzi si sdraiarono sul letto e pensarono a tutta la giornata che passarono assieme, anche se Salvatore svolazzava per tutta la stanza!






Non se vi piaccia questo mio nuovo capitolo, comunque sia, grazie per aver letto!
 

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Capitolo 6
*** Il passato ***


Capitolo 5

Il passato




Era il quattordici gennaio del 2014 ed era il compleanno di Pasquale. Salvatore era un po’ in crisi perché non sapeva cosa regalargli; anzi, più che altro voleva portarlo in posto tutto magico e colorato ma non sempre le solite cose perché aveva pensato una cosa ben diversa dai soliti mondi. Mentre Salvatore pensava, gli venne in mente che Pasquale al suo compleanno non venne e lui rimase ferito per questa frecciatina: aveva preferito andarsene a lavorare invece che passare il compleanno con lui, per Salvatore fu un duro colpo perché il ragazzo fantasma man mano a quei tempi, aveva capito che l’amico lo stava abbandonando. Infatti così fu, un’estate triste e dolorosa, nessuno riusciva a capire Salvatore e nemmeno la sua ragazza era tanto di aiuto per lui e quindi cadde in una profondissima depressione. Non faceva altro che piangere ogni giorno pensando al suo amico, ma niente riusciva a farlo stare bene e Salvatore non faceva altro che pensare a quei momenti tristi perché fu una parte buia della sua vita, una palla di vetro, la quale si era distrutta come vetro soffiato e non ne era rimasto più nulla; non si poteva sopportare tutto quel dolore. Forse quando si credeva troppo ad una persona, dopo un po’ quella persone scappava via da te come se fosse impaurita da te, cercando in tutti i modi di sbarazzarsi di te e dimenticando tutti i momenti belli passati insieme. Salvatore viveva nel punto interrogativo, perché era tutto troppo banale e strano, putroppo, non si riusciva a spiegare il perché l’aveva fatto. L’estate del 2013, fu il periodo più brutta della vita del nostro povero fantasma. Egli usciva e si divertiva anche con gli amici, ma il pensiero delle volte ricadeva sempre su quel dannato amico che lo aveva ferito gravemente al petto e sarà per questo, che Dio gli avrà concesso una seconda possibilità a Pasquale: forse perché voleva fargli recuperare il tempo perduto tra due.
 
-Auguriiii!-. Urlò pieno di gioia Salvatore.
-Ah, come fai a sapere del mio compleanno?!-. Gli domandò curioso Pasquale.
-Eh, lunga storia!-. Disse il fantasma.
-Dai, voglio sapere! Racconta!-. Continuò curioso di sapere.
-E va bene, me lo disse Concetta nel mese di marzo perché glielo avevo chiesto io.-. Disse Salvatore facendogli un sorriso.
-Ah ecco, io e mia sorella abbiamo deciso di festeggiare solo in famiglia e verrà solo la mia ragazza. Se eri ancora in vita, almeno ti avrei invitato…-. Concluse triste il ragazzo.
 
Salvatore abbassò la testa, perché dopotutto, non ce l’aveva con lui ma con se stesso perché si fece troppi problemi: perché Pasquale aveva bisogno di soldi e quindi doveva lavorare tanto, e non aveva tempo per stare con Salvatore; così, quest’ultimo si rese conto che non doveva starci male e che quando sarebbe tornato quel mese di settembre potevano continuare la loro amicizia liberamente. Questo non fu possibile, perché Salvatore perse la vita per salvare quella dell’amico; ma non era per niente pentito del suo gesto, perché lui meritava di vivere e di andare avanti mentre Salvatore ormai aveva fatto la sua, e non aveva più bisogno di continuare quella vita piena di depressione e di certo lui non la voleva, decidendo così, di morire tra le braccia dell’amico. Pasquale rimase molto scioccato dalla perdita dell’amico, ma purtroppo, quei pensieri portavano solo dolore e tristezza. Salvatore faceva sempre finta di niente, come per lui non fosse successo nulla di grave, anche se fu lui a perdere la vita.
 
-Dai Pasquale, sono qui! La mia anima è viva, sono felice così e non sono affatto pentito di averti salvato, anzi, anche se è stato un errore. Per me è stato l’errore più bello della mia vita e lo avrei fatto per altre mille volte!-. Disse Salvatore tutto d’un fiato a Pasquale.
 
L’amico gli sorrise, ma doveva essere forte perché Salvatore nonostante tutto ciò, era felice e stava bene.
 
-Pasquale, tu non devi farti tutti questi problemi ma quante volte te lo devo dire?!-. Continuò arrabbiato Salvatore.
-Cosa ci posso fare? Non posso sentirmi in colpa? Anche se mi piace sentirtelo dire, però non mi fa stare bene perché mi sento sempre in colpa!-. Disse l’amico del fantasma.
 
Pasquale si sentiva in colpa, cioè non riusciva a sopportare quella situazione. All’improvviso Salvatore con la sua magia, gli fece notare di come stavano bene quando quest’ultimo stava in vita.
 
-Guarda Pasquale! Guarda com’era la nostra amicizia, non ti voglio incolpare facendoti ricordare un po’ il passato ma ti voglio far capire di come stavamo bene e si viveva bene. Fino a quando non ti sei allontanato definitivamente da me, mettendomi sempre da parte e non hai nemmeno telefonato o mandato qualche messaggio. Io dopotutto, ti ho perdonato! Questo devi cercare di capire, perché se fosse stata un’altra persona, di certo non l’avrebbe fatto mentre io si, perché ti voglio ancora bene e non dimenticarlo mai questo e quando me ne andrò, non voglio che piangi per me ma voglio che mi fai solo un semplice sorriso. Capito?-. Gli urlò Salvatore.
-Scusami, non credevo di averti creato tutti questi problemi. Ma io come ti dissi? Ti dissi che ti facevo del male e non pensavo che tu mi perdonassi, perché nessun amico mi ha mai perdonato dopo averlo ferito, mentre tu ce l’hai fatto e sono sbalordito per questo! Sei una persona d’oro e sono fiero che tu sia venuto da me, perché devo essere sincero: io avevo ancora bisogno della tua amicizia e mentre morivi tra le mie braccia. Sentivo un vuoto, come se avessi perso io la vita per te!-. Continuò Pasquale dopo le parole del suo amico fantasma.
 
Entrambi erano molto dispiaciuti: forse perché avevano bisogno di parlare e di risolvere la loro questione, ma questo non fu possibile perché Salvatore perse la vita prima di risolvere la questione. La sua morte rimase un vuoto per tutti, perché la classe lo lodava sempre per la sua allegria, per i suoi consigli e soprattutto per il suo aiuto, perché Salvatore aiutava tutta la classe per distrarsi da suoi problemi; il ragazzo aveva molti casini in famiglia e faceva di tutto per distrarsi dai brutti pensieri, ma a Pasquale dava molto fastidio che lui aiutava anche gli altri perché lo sfruttavano solo per le sue capacità. Salvatore però, gli spiegò che non doveva arrabbiarsi perché lui era consapevole di ciò che stava facendo e poteva stare tranquillo, ma l’amico non era d’accordo lo stesso perché non gli andava di vedere che si impegnava per tutti; ma il ragazzo era buono come il pane e cercava sempre di fare il possibile per tutti e per accontentarli nel miglior modo possibile.
 
-Adesso basta Pasquale, torniamo indietro perché ricordare il passato delle volte, non fa sempre bene. Anche se essi sono bei momenti, ma a me fanno stare male perché non è facile sopportare tutto questo!-. Disse triste il fantasma.
 
Pasquale annuì alle sue parole, così, ritornarono a casa tristi e addolorati: ma all’improvviso, Salvatore accese lo stereo e cominciò a ballare iniziando a scaricare tutto quel dolore. Egli invitò anche Pasquale e cominciarono a scatenarsi come pazzi, perché non si poteva vivere sempre nel dolore e sentivano che forse si poteva ritornare ai vecchi tempi: anche se prima o poi, tutto era destinato a finire.
 
Russia, U.K, Paris
I’m Italian, Asian kompai
Africa, India, I’m a gypsy, I’m a gypsy, I’m a gypsy
I’m Latin-American
I don’t speak German, but I try
Someday in Jakarta
I’m American, I’m gypsy
I’m Bangkok, Australian, Malaysia
Just Sweden, Finland, Norway
Be my home just for the day
Dankeschön
I’m a gypsy, gypsy, gypsy
Hey…

 
Essi cominciarono a ballare “Gipsy” di Lady Gaga, perché dovevano scatenare un po’ di adrenalina e di dimenticare tutto ciò che li addolorava: Poi Salvatore, grazie alla sua magia, volarono lungo lo spazio dell’universo stellato cominciando di nuovo a ridere, a scherzare e a divertirsi, proprio come i vecchi tempi.
 
-Questo è il compleanno più bella della mia vita!-. Strillò Pasquale dalla felicità.
 
Salvatore gli sorrise e così, iniziarono di nuovo a farsi la gara di chi volava più veloce.





Spero davvero di non avervi deluso con questo capitolo, perché l'ho scritto di getto e con velocità perché avevo un vuoto di memoria non sapendo cosa scrivere! ç-ç

La prima immagine spiega che su quella sedia prima c'era Salvatore, che poi non ci sarà più seduto perché i ricordi del passato fanno male delle volte!
La seconda va beh, è il cielo stellato dove Pasquale e Salvatore volano beati! XD

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Capitolo 7
*** Lui rimarrà per sempre un sognatore ***


Capitolo 6

Lui rimarrà per sempre un sognatore





Il giorno seguente al compleanno. Quando Pasquale andò a scuola, non fu affatto una bella giornata allegra come le precedenti: il ragazzo prese impreparato inglese e in più gli venne distribuito il compito, al quale prese quattro. Pasquale non poté crederci, perché fu un duro colpo incassare due insufficienze in una sola giornata: era un incubo. Forse perché non aveva studiato abbastanza, o meglio, tentato. Salvatore aveva fatto di tutto per fargli entrare quella materia in testa, ma nulla da fare, Pasquale non faceva altro che rifiutarsi e non aveva la minima intenzione di continuare a provarci; inoltre, lui odiava quella professoressa perché non lo lasciava mai pace, sembrava che lo odiasse. L’amico fantasma non sapeva ancora nulla dei voti negativi di Pasquale, e forse se lo venisse a sapere, non la prenderebbe molto bene perché lui gli aveva sempre assicurato che avesse studiato: quindi ovviamente, Salvatore non l’avrebbe presa affatto bene. Mentre stava tornando a casa, Pasquale decise di fermarsi per un po’ al cimitero, dove c’era la tomba del suo caro amico: Salvatore.
 
-Ti ho deluso e ora cosa succederà?!-. Si ripeteva in continuazione, toccando la foto dell’amico.
 
Il ragazzo iniziò a piangere come un bambino di appena tre anni, come se qualcuno gli avesse strappato dalle mani il pupazzo a cui lui teneva tanto; non era facile piangere per Paquale, infatti, era raro quando il ragazzo si emozionava: questo stava a significare che non volesse deludere l’amico un’ennesima volta. Lui pensava che già l’avesse fatto in passato e non voleva che capitasse di nuovo. Pasquale si stava creando troppi problemi: quando all’improvviso, gli comparve un’immagine sotto ai suoi occhi; in realtà, erano dei ricordi. Era Dio, il quale gli mostrò una scena del passato di quando lui non voleva studiare e Salvatore, che non faceva altro che urlare per costringerlo fargli mettere la testa sui libri. Pasquale era dotato di una grande intelligenza, solo che non riusciva a sfruttarla abbastanza e non aveva voglia nemmeno di perdere mezz’ora vicino a libri. Salvatore non faceva altro che combattere, ma dopotutto, tutte quelle lamentele servirono a qualcosa: Pasquale ritornò a studiare, perché non gli andava di vedere l’amico arrabbiato e purtroppo quella era l’unica soluzione per farlo studiare. Poco dopo l’immagine sparì, il ragazzo guardò il cielo e ringraziò Dio per l’opportunità di aver visto ancora le vecchie immagini di quando Salvatore era ancora in vita.
 
-Grazie mio Signore. Sono felice di aver visto un’altra immagine tra me e il mio amico, spero che mi perdonerà. Non volevo prendere brutti voti.-. Disse triste il ragazzo.
-Non temere. Adesso va a casa!-. Gli consigliò il capo del Paradiso Terrestre.
 
Salvatore stava aspettando l’amico, ma di lui non c’era ancora traccia e così il fantasma decise di andarlo a cercare: perché erano le tredici passate, e Pasquale già avrebbe dovuto rientrare.
 
-Ma dove diamine si è cacciato?!-. Si domandò furioso il fantasma.
 
Salvatore stava cominciando a preoccuparsi per l’amico. Così, decise di mettersi in volo per andarlo a cercare. Quando Pasquale rientrò in casa, vide che non c’era nessuno; il ragazzo girò per tutta la casa per trovare il suo amico fantasma, ma di lui non c’era traccia: voleva dirgli che aveva preso un brutto voto inglese e voleva scusarsi. L’amico si rifiutò anche di andarlo a cercare, perché sicuramente non sarebbe stata un buona idea: anche perché Salvatore girava il mondo volando, e di certo Pasquale non poteva mettersi a girare in città in città nel mondo.
 
-Accidenti! Ma dove si sarà cacciato!-. Si disse tra se e se, l’amico del fantasma stava cominciando a preoccuparsi.
 
Salvatore, dopo un paio di tentativi, decise di tornare a casa. Una volta tornato, vide l’amico che stava studiando attentamente e il fantasma non era abituato a vederlo studiare in quel modo perché sembrava che stesse troppo attento; perché in passato, Pasquale non aveva mai studiato con tale attenzione: perché non faceva altro che lamentarsi. Salvatore rimase molto sbalordito a quella scena, quindi lo lasciò in pace e decise di andarsi a fare un altro giro. Tutto d’un tratto l’amico del fantasma si girò, ma non vide nulla.
 
-Salvatore! Sei qui?-. Urlò Pasquale.
 
Il ragazzo non fece in tempo ad accorgersene, che già se ne era andato via: esattamente andò a farsi un giro per il paese.
 

“Sono seduto qui ad osservare il mare
Esso è piatto come una tavola
Sono solo, ma sento parlare
Ascoltando parola per parola 
Ma sapete cosa sono le parole?
Esse per me non valgono niente
Perché bisogna colorarle con i fatti
Però le persone di oggi hanno smesso
Smesso di credere
Smesso di sognare
E soprattutto di amare
Oggi ti regalano solo dolore
Per farti soffrire e stare male
Delle volte, vorrei prendere un cavallo alato.
Per poter volare oltre il cielo stellato
Per stare lontano da questo mondo
Perché esso è pieno di malinconia
Tutti hanno perso il vero senso della vita
Ma io ho deciso di essere un sognatore
E tale resterò”

 
Salvatore pensò a quelle parole mentre osservava il mare, fu un momento magico per lui ricordare ancora a memoria quel componimento scritto anni fa: esattamente quando aveva quattordici anni. In passato, quel giovane ragazzino allegro e spensierato si era spento: per colpa di un amico. Ma, nonostante tutto, egli era felice e contento perché si sentiva bene; non aveva bisogno di una vita per essere felice, lui lo era anche così: essendo fantasma. Perché era questo un sognatore secondo Salvatore, essere liberi come farfalle e la felicità quando arrivava, così te la dovevi prendere: altrimenti essa volava via e tu rimanevi lì a soffrire. Non fu semplice pensare quelle parole, perché il ragazzo quando era in vita, aveva pianto tanto prima di pensare ad uno scritto di quel tipo. Non fu il suo unico componimento però, quello era il suo preferito: il suo sogno era diventare uno scrittore di fama, ma era solo un semplice sogno, nulla di più. Lui amava molto sognare e non smetteva mai di farlo, anche perché era l’unica cosa che riusciva a farlo stare bene e niente e nessuno gli poteva impedire di farlo. Tutti non facevano altro che pensare ad altro, mentre Salvatore cercava di concentrarsi solo sul suo obiettivo; tentava in tutti i modi, affinché non ce l’avrebbe fatta: perché il ragazzo amava molto la scrittura ed era tutta la sua vita. Gli amici rimanevano felici per i suoi scritti, amavano leggerli perché il suo era uno stile particolare, ma non tutti lo capivano perfettamente.
Si fecero le sette di sera, così, Salvatore si decise di tornare dal suo amico Pasquale che lo stava aspettando già da molto tempo.
 
-Che fine avevi fatto?-. Gli strillò l’amico preoccupato.
-Niente, ero in giro a pensare.-. Rispose al quanto triste.
-Che hai?-. Gli domandò Pasquale.
-Niente, pensavo alla mia vita terrena, di quando scrivevo poesie, storie e tanto altro. Mi piacevano quei momenti spensierati, anche se ora non più.-. Disse Salvatore, sorridendo all’amico.
 
All’improvviso, Pasquale abbassò lo sguardo perché cominciò a sentirsi in colpa: doveva stare lui al suo posto.
 
-Però non devi preoccuparti. Io sono felice lo stesso, in vita o no, io sto bene!-. Continuò poco dopo il fantasma.
 
Pasquale gli sorrise, ma non era affatto contento della situazione.
 
-Hai sbagliato, non dovevi salvarmi la vita. Tu dovevi realizzare il tuo sogno e invece, ti ritrovi qui. Dove nessuno può vederti e sentirti, ad eccezione di me. Dovevo stare io al tuo posto e non tu!-. Cercò di nuovo di sentirsi in colpa.
-Ma no, io non mi sento in colpa di aver buttato la vita così: nonostante tutto, sono ancora qui ed è come vivere una vita normale. Solo che nessuno può vedermi e sentirmi, ma pazienza. Basta che sono felice! Poi sei qui con me e questo mi completa, anche se un po’ mi dispiace per Gilda. Lei non lo meritava di soffrire, però le ho assicurato una vita migliore e di vivere felice. Stessa cosa che dovrai fare anche tu un giorno!-. Terminò Salvatore, cercando di piangere.
 
I fantasmi, purtroppo, non potevano piangere: al massimo, potevano essere tristi e questo lo si notava in Salvatore: tristezza e malinconia, le quali portarono il ragazzo in una profonda depressione di quando era in vita. Tutto questo, glielo fece provare il suo amico Pasquale; il quale se ne era altamente fregato dell’amico a quei tempi, ma ora sentiva una colpa nei suoi confronti.
 
-Scusami Salvatore, sono stato un idiota e non dovevo lasciarti morire così. Potevo aiutarti sacrificando la mia vita per te, darti il mio cuore, ma questo non mi è stato possibile. Mi dispiace, davvero!-. Supplicò l’amico in lacrime.
-Non temere, va tutto bene!-. Cercò di rassicurarlo.
-No, non puoi dire così. Sono una frana in tutto! Come oggi, ho preso due voti negativi nella stessa materia. Mentre se eri tu, avresti già preso il massimo. Io non merito la tua bontà!-. Continuò Pasquale.
 
Salvatore gli sorrise. Gli fece un semplice sorriso, perché capì che non doveva essere triste: secondo il fantasma, il ragazzo doveca sorridere ed andare avanti e non ridursi in quello stato di tristezza.
 
-No, non devi fare così. Prendilo come un regalo, ti ho donato la mia vita e sfruttala per il meglio! Io sono qui per farti felice. Per il voto, puoi stare tranquillo perché hai molte capacità per recuperarlo. Quindi non hai nulla da temere ma viviti!-. Gli consigliò l’amico, mettendogli una mano sulla spalla.
 
Dopo quella lunga chiacchierata, Pasquale ritornò a studiare felice perché il suo amico credeva ancora nelle sue capacità e poco gli venne un idea.
 
-Che ne dici di pubblicare i tuoi scritti tutti su un sito?-. Gli domandò Pasquale al fantasma.
-Quale sito?-. Gli chiese Salvatore.
-Si chiama EFP. Mi hanno detto che pubblicano una marea di giovani autori!-. Disse entusiasta l’essere umano.
-Potrebbe andare!-. Sorrise.
-Sarai ricordato, te lo premetto!-. Gli assicurò Pasquale.
 
Pasquale, così, si decise di andare a casa di Salvatore per prendere tutti i suoi scritti e pubblicarli tutti sul quel sito accennato: EFP. Il ragazzo fece questo per il suo amico fantasma, perché voleva realizzargli il suo sogno più grande: quello di diventare uno scrittore. La mamma di quest’ultimo, diede a Pasquale l’opportunità di toccare le cose del suo migliore amico; la donna era ancora a pezzi per la perdita del figlio, ma l’amico del fantasma cercò di rassicurarlo e gli promise che la sarebbe andata a trovare ogni giorno per parlare un po’ di suo figlio: anche perché Pasquale voleva sapere cosa aveva fatto l’amico prima di morire. Dopo un po’, il ragazzo tornò a casa e si mise subito a lavoro per pubblicare quegli scritti del suo migliore amico. All’improvviso, Salvatore lo vide.
 
-Grazie per tutto quello che stai facendo, amico mio.-. Disse, prima di andare via verso l’universo dei sogni.
 
Esso era un luogo magico e speciale: dove ogni anima poteva vivere serena e spensierata, senza un minimo di sofferenza.





Il capitolo è un po' lungo, questo lo devo ammettere! Ma spero che vi abbia emozionato, ciao e grazie per avermi letto! 
 

 

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Capitolo 8
*** Una verità difficile da accettare ***


Capitolo 7

Una verità difficile da accettare





Erano passati molti giorni dall’impreparato in inglese di Pasquale, il ragazzo stava studiando sodo giorno dopo giorno per recuperare tutte le materie: voleva ottenere buoni risultati per la fine dell’anno. Salvatore era molto felice, perché stava migliorando sempre di più; fu una grande sorpresa in ogni interrogazione, Pasquale riusciva ad ottenere anche otto: voto al quale il ragazzo non riusciva mai a raggiungere. Però, grazie al sostegno di Salvatore, l’amico riusciva a studiare con molta attenzione e rapidità. Non era il primo della classe, ma se la cavava in tutte le materie; insomma, era quello che voleva perché lo studio che dovevano affrontare ogni giorno non era molto semplice, soprattutto economia aziendale. Una materia molto difficile e confusa, perché si doveva ragionare con un minimo di cento cervelli messi assieme: quindi per Pasquale non era affatto semplice, per via della sua mente confusa come la descriveva l’amico fantasma. Purtroppo, Pasquale quando studiava, non faceva altro che pensare alla sua ragazza: Debora. Giustamente Salvatore gli aveva promesso che dopo aver studiato quella materia assurda, a causa dei troppi ragionamenti, gli avrebbe concesso un’uscita con la sua amorosa. E dopo due ore di studio, il ragazzo si preparò per l’uscita: esattamente si mise, un jeans bianco e un  maglioncino blu abbinato alle sue blazer dello stesso colore, solo che avevano lo stemma della Nike di colore rosso fuoco. In realtà, quell’abbigliamento l’aveva scelto Salvatore. Voleva che facesse una bella figura con Debora, perché non la vedeva molto spesso e per quella volta che doveva vederla, doveva stupirla.
 
-Pasquale, stai bene! Non farti troppi problemi!-. Si complimentò Salvatore.
-Non è un po’ troppo esagerato, per un’uscita?-. Si domandò, mentre si guardava allo specchio.
 
Salvatore lo guardo con più attenzione, per vedere qual era quel particolare di esagerazione, ma purtroppo, non lo trovò perché era un abbinamento fatto apposta per lui: visto che il blu e il bianco erano i suoi colori preferiti. Salvatore pensava che quell’abbigliamento fosse perfetto per lui, e invece, doveva sempre lamentarsi per qualcosa.
 
-Ti fai troppi problemi, è un abbigliamento! Devi vedere la tua ragazza, non devi andare a un matrimonio: magari farai più bella figura, andando vestito in questo modo.-. Gli rispose poco dopo.
-Si, ma io ho anche una cena con i suoi genitori.-. Continuò con quelle inutili lamentele.
-Appunto, maggior ragione! Sta bene, il blu e il bianco ti donano e ora vai. Altrimenti farai tardi!-. Gli disse, con una certa fretta.
-Mi stai cacciando da casa mia, per caso?-. Rise malizioso l’amico del fantasma.
-No, è che devo sbrigare alcune faccende in sospeso!-. Cercò di giustificarsi.
-Ah, del tipo?-. Gli chiese Pasquale.
-Nulla, fatti miei!-. Disse, alzando le mani.
-Va bene, ora vado. Quando torno, voglio sapere tutto!-. Gli minacciò divertito.
 
In realtà, Salvatore aveva intenzione di andare nel mondo delle streghe: un mondo dove potevano leggere il futuro, perché il ragazzo voleva sapere quanto tempo gli era rimasto ancora per stare sulla Terra.
Era molto preoccupato, sentiva un vuoto dentro e forse ciò che doveva sapere non era affatto positivo, ma negativo. Andò da una strega, la quale conosceva già da un po’ di tempo: si chiamava Raganella. Salvatore guardò l’insegna del negozio di quest’ultima.
 
-Buonasera, c’è qualcuno?-. Disse Salvatore, mentre entrava dalla porta del negozio.
-Ciao Salvatore! Alla fine, sei riuscito a venirmi a trovare. Da quanto tempo? Come va? Come te la passi col tuo amico?-. Urlò di felicità Raganella, facendo tutte quelle domande al povero Salvatore.
-Abbastanza bene, sono un po’ triste di questi tempi. Purtroppo, sai le mie paure quali sono. Io non ho intenzione di abbandonare il mio amico! Sarebbe scorretto lasciarlo, sento che quel giorno sta per arrivare. Per Pasquale sembra che stia lontano, ma in realtà, è incredibilmente vicino! Lo sento! Raganella, ti prego. Dammi una conferma!-. Si inginocchiò il ragazzo in lacrime.
-Sta tranquillo, adesso verificheremo gli eventi del futuro. L’unica cosa che posso dirti è di stare tranquillo, perché tu sai meglio di me che non puoi rimanere per sempre sulla Terra e dovrai aspettarlo affinché non sarà il suo momento. E da lì, potrete viaggiare assieme alla scoperta di universi sconosciuti. Non essere triste. Durante la sua assenza, potrai viaggiare in tanti universi e ci sono tanti amici che ti vogliono bene. Non ti preoccupare, ce la farai! Andrà tutto bene, io sarò la prima a sostenerti.-. Cercò di incoraggiarlo Raganella.
-Grazie, cercherò di non pensarci quando sarà il momento. Sarà difficile, ma ce la potrò fare. E spero soltanto che lui si abituerà dopo la mia partenza.-. Disse Salvatore, abbassando la testa.
-E’ un ragazzo molto vivace e sicuro di se, ce la farà. Vedrai!.-. Concluse la strega, prendendo una sfera.
 
In quella sfera, in quella maledetta palla di vetro si nascondeva ciò che voleva sapere il fantasma: Raganella cominciò a pronunciare le parole magiche, le quali avrebbero svelato la soluzione a qualsiasi domanda fatta. Salvatore dovette aspettare un bel po’ per sapere tutto ciò che voleva, forse non sarebbe stata la cosa giusta; il ragazzo pensò che forse era meglio non sapere nulla, ma ormai era lì e non poteva lasciar perdere. Prima di sapere la verità, cercò di pensare a tutte le cose belle passate con Pasquale, pensò soprattutto anche alla sua vita terrena: il fantasma voleva passare un mille anni, un mille anni con il suo amico, per avere il coraggio di essere felice come non mai, alle promesse fatte, ai momenti felici e tristi ormai passati e soprattutto, al viaggio fatto alla valle incantata. Salvatore pensò che non bisognava avere paura di niente, perché tutto prima o poi era destinato a finire, magari un giorno i due amici si sarebbero incontrati per vivere la loro amicizia con tranquillità. Non fu facile quando il ragazzo era in vita, perché vivere per lui fu tutto molto più complicato: Salvatore era come il pane, nessuno poteva a farne a meno della sua bontà; lui non si sentiva migliore di nessuno, era solo un semplice ragazzo che voleva vivere la vita con serenità, ma il destino non gli diede la possibilità di proseguire per il suo cammino. In questo momento si trovava lì ad aspettare una risposta, la quale non voleva sapere perché, di solito, la verità faceva male: e il ragazzo non era nelle condizioni di soffrire per l’ennesima volta, proprio come gli era successo in passato.
 
-Ecco.-. Accennò Raganella, aveva visto qualcosa.
-Cosa hai visto?-. Disse Salvatore, era molto preoccupato.
 
Raganella lo guardò, come se fosse un qualcosa di negativo e Salvatore la fissò: e pensò che forse sarebbe stato meglio rimanere a casa, perché delle volte, il sapere poteva trasformarsi in dolore e troppa curiosità poteva essere negativa per lui stesso.
 
-Raganella, perché mi guardi così?-. Domandò il fantasma spaventato.
-Be’ non è proprio una brutta notizia. Ti assicuro però, che il momento è ancora molto lontano... Non hai da preoccuparti!-. Sembrava più una scusa.
-Lontano quanto? Mesi? Anni? Giorni?-. Gli chiese, non era affatto convinto della risposta dell’amica.
-Anni no, ma mesi si!-. Disse Raganella, chiudendo gli occhi.
-Quanti esattemente?-. Le domandò.
-Purtroppo la precisione non è il mio forte, ma ti assicuro che non è per niente vicino. Ci vuole ancora un bel po’ e ho anche visto la vostra ultima conversazione e non devi temere. Andrà tutto bene!-. Cercò di rassicurare il fantasma.
-Va bene, ti ringrazio molto. Mi sei stata davvero di grande aiuto!-. Le sorrise Salvatore.
-Per qualsiasi cosa, sai dove trovarmi.-. Gli disse Raganella con un dolce sorriso.
-Magari, quando sarà il momento mi trasferirò da te. Se per te non è un problema.-. Gli accennò il fantasma.
-Certo, mi farebbe molto piacere riceverti come mio ospite!-. Urlò di gioia l’amica, cercando di abbracciarlo.
 
Salvatore non poteva essere abbracciato, essendo un fantasma: quindi la piccola strega, anche se aveva ben mille anni, sembrava una piccola bambina dai capelli verdi, ma era anche molto simpatica e allegra ed era ciò di cui aveva bisogno Salvatore. La sua era stata davvero una bella idea di andare a vivere con Raganella, ma questa accadrà soltanto dopo l’abbandono provvisorio di Pasquale; perché quando sarà il momento di rincontrarsi di nuovo, i due potranno passera la loro amicizia più felici che mai, assieme alle loro ragazze. E non ci si poteva dimenticare di Raganella. Salvatore pensò che forse, non sarebbe stata una cattiva idea e cercò di restare con quel pensiero pieno di positività fino al suo arrivo a casa.
Quando arrivò, vide Pasquale che stava russando come al solito; aveva passato una giornata fantastica con la ragazza. Il ragazzo prima di dormire, gli aveva lasciato un bigliettino sulla scrivania con scritto:
 
“Ho sonno, quindi vado a dormire! Domani mi racconterai tutto, intesi?”
 
Dopo aver letto il messaggio, il fantasma guardò l’amico fiero e pianse: non era un pianto qualsiasi, ma era felice, perché un giorno e chissà quale, avrebbe aperto l’inizio della loro eternità.
 
-Non ti preoccupare, domani ti porterò nel mondo delle streghe. Perdonami, ma non ti dirò la verità. Ho deciso solo di mostrarti dove andrò a vivere la mia eternità e aspetterò il tuo arrivo con tanta felicità: sarò impaziente, ma resisterò! E cerca di goderti la tua vita terrena al massimo e dona tutto il tuo amore alla persona che ami. Quando sarà il momento, a partire da oggi, cercherò di renderti felice quanto posso per poi dirti addio…-. Disse, balbettando soprattutto l’ultima parola.
 
Purtroppo, dirsi addio era una delle cose più difficili di questo mondo. Salvatore non voleva pensarci, ma doveva essere pronto in qualsiasi momento, perché quel momento, potrebbe arrivare da un momento all’altro…






Ecco il fantastco mondo di dove vivrà Salvatore, spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo. Grazie per chi avrà letto!
 

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Capitolo 9
*** L'infinito ***


Capitolo 8

L'infinito



Negli ultimi tempi, non si faceva altro che parlare d’infinito. Pasquale aveva un dubbio, perché a scuola molte ragazze della sua classe, non facevano altro che tatuarsi qualche parte del corpo con il segno dell’infinito: sarebbe uno stupido otto all’orizzontale. Pasquale guardava quel segno con felicità, perché pensò che forse sarebbe stato bello se Salvatore rimanesse a tempo indeterminato sulla Terra: sarebbe stata una felicità infinita. Ma poco dopo, il ragazzo tornò triste, perché sapeva benissimo che tutto ciò era impossibile e più passava il tempo, e più si avvicinava la data di partenza di Salvatore: il fantasma gli aveva raccontato tutto, anche che sarebbe andato a vivere con la sua amica Raganella, la quale doveva conoscere quello stesso pomeriggio. Salvatore voleva dimostrargli che lo avrebbe atteso lì, in quel posto. Ma Pasquale sperava che il giorno di partenza non arrivasse mai. Purtroppo sapeva benissimo che non tutto durava per sempre, ormai, doveva rassegnarsi e aspettare il suo momento, doveva solo godersi la vita dopo la sua partenza. Salvatore cercò anche di rassicurarlo di fare nessuna pazzia dopo la sua partenza, altrimenti non si sarebbero più rivisti se avesse fatto una cosa del genere: perché il ragazzo accennò a Salvatore che avrebbe tentato il suicidio. Questa non era una cosa giusta secondo il fantasma, perché così non causerebbe dolore solo per lui, ma anche per la sua ragazza e sicuramente non avrebbe avuto l’accesso al Paradiso e non avrebbe nemmeno più rivisto il suo caro amico. E dopo aver pensato a quel flashback, Pasquale ritornò alla realtà riascoltando la professoressa d’italiano: la quale stava spiegando il Romanticismo. Quando la lezione di quell’ultima ora terminò, il ragazzo cominciò ad andare a casa a passo svelto; voleva parlare con Salvatore, ma il fantasma come al solito, non c’era mai. Ma gli lasciò un bigliettino con scritto:
 
“Scusa, sono andato in India. Non avevo niente da fare, ci vediamo nel pomeriggio e andremo a conoscere Raganella. A più tardi!”
 
-Quando devo parlargli, non fa altro che scomparire!-. Disse con un sorriso tra le labbra.
 
Infine Pasquale si arrese, perché a Salvatore piaceva molto viaggiare e anche quando era in vita, non faceva altro che parlare dei viaggi che voleva fare: esattamente voleva visitare tutto il mondo, e secondo Pasquale questo sogno se lo stava realizzando giorno dopo giorno mentre lui era a scuola, l’altro se la spassava visitando tutti i posti della Terra. Aveva già visitato molte città americane. Quando tornava da un posto, non faceva altro che parlarne con Pasquale: il fantasma voleva portare anche lui in questi viaggi, ma ciò non era possibile perché Dio non gli concesse questa possibilità. Salvatore poteva soltanto portarlo in altri posti: i quali erano molto meglio di quelli della Terra. Infatti, nel pomeriggio il fantasma doveva portare l’amico nel mondo delle streghe. A Pasquale, in realtà, non se ne fregava molto dei posti della Terra, perché quelli potevano essere visti comunque, mentre in quelli dove lo portava Salvatore, non li avrebbe mai più rivisti dopo la partenza di Salvatore. Il ragazzo era comunque felice, perché l’amico non lo abbandonava mai nei momenti del bisogno fino a quando c’era, ma prima o poi doveva anche cavarsela da solo. Soprattutto dopo la partenza del suo amico fantasma.
 
-Mentre lui è in viaggio, io che faccio? Ah, dimenticavo! Io gli avevo pubblicato delle storie su quel sito, chissà se le avranno lette e recensite!-. Accennò il ragazzo, prima che arrivasse Salvatore dal viaggio.
 
Pasquale cominciò a navigare su internet con estrema velocità, perché era molto curioso di sapere cosa pensassero i lettori del sito di Efp. Ci furono molte recensioni, ma Pasquale se lo aspettava che avesse ricevuto qualche recensione: esse furono tutte positive, e il ragazzo in ognuno di essa, rispose che erano di un suo amico deceduto un paio di mesi fa. Insomma, l’amico non voleva di certo il merito del suo amico. Lo scrittore era lui e non Pasquale: il ragazzo gli aveva fatto solo il favore di pubblicare i suoi scritti, ma il resto era tutta fantasia del suo amico.
In un batter d’occhio si fecere le sedici in punto e Salvatore si presentò con ampio sorriso a trentadue denti. Era felice e lo si notava, forse sarà perché non vedeva l’ora di far conoscere a Pasquale la sua amica Raganella.
 
-Andiamo?-. Domandò Salvatore.
-Certo, rispondo a quest’ultima recensione e andiamo via.-. Gli rispose l’amico in carne ed ossa.
-A cosa stai rispondendo?-. Gli chiese con aria cuoriosa.
-Alle recensioni che ti hanno lasciato sul sito. Sono delle lettrici molto genitili, le quali ti fanno i complimenti su ogni tuo scritto: sei davvero bravo, questo lo dobbiamo ammettere. Ma li dobbiamo correggere. Quando sarà il momento, farò in modo di perfezionarli con qualcuno in modo che, saranno pubblicati e così verrai riconosciuto. Non sei contento?-. Gli disse Pasquale con aria felice.
-Wow, non ho parole. Davvero?-. Gli domandò il fantasma, era sorpreso.
-Sì, per te questo ed altro. Amico mio, ma adesso andiamo: non dovevi farmi conoscere Raganella?-. Disse, concludendo con un sorriso.
-Ehm … Pasquale!-.Salvatore lo squadrò, prima di partire per il mondo delle streghe.
-C’è qualcosa che non va?-. Chiese, preoccupato.
-No no, volevo solo dirti grazie!-. Gli balbettò, perché sarebbe stato bello essere riconosciuti dopo tanto lavoro.
 
Salvatore mentre era in vita, non faceva altro che scrivere quando aveva tempo: e soprattutto dopo la scuola; il fantasma scriveva di tutto, amava scrivere ed era il suo sogno. Sperava che in futuro ci sarebbe riuscito a diventare scrittore, ma non fu possibile, i suoi sogni vennero chiusi in un baule, i quali non saranno mai più aperti. Ma scoprire che Pasquale gli avrebbe fatto questo favore, per lui fu un grande gesto e lui avrebbe fatto altrettanto per il suo caro amico: portandolo così, nel posto dove passerà il resto della sua eternità. Entrambi chiusero gli occhi e dopo averli riaperti si trovarono già nel mondo delle streghe.
 
-Caspita, ma è bellissimo!-. Giudicò Pasquale.
-Certo che lo è, che cosa ti aspettavi?-. Ridacchiò il fantasma.
-Be’, lo sai bene. Avevo visto un film sulle streghe con la mia ragazza e diciamo che il loro mondo non era poi così bello e colorato, era cupo e nero. E soprattutto, erano legate a Satana, ma qui invece, è tutto molto più bello di quanto mi aspettassi. Non fai altro che … Stupirmi!-. Disse il ragazzo, era al quanto sorpreso.
-Tutti nel nostro mondo, pensano che le streghe siano malvagie e invece non è vero nulla. Sono dotate di poteri magici, questo è vero, ma non sono cattive come tutti pensano. Hanno un animo buono e generoso, ad esempio: Raganella mi ha ospitato per aspettarti ed è stata veramente molto gentile. La sua allegria mi sarà utile durante l’arco del tempo, quindi durante la mia assenza cerca di non fare pazzie!-. Gli consigliò, perché il ragazzo aveva proposto il suicidio la sera precedente.
-D’accordo. Io non farò pazzie, ma tu non essere triste! Intesi? E adesso andiamo a conoscere la tua amica Raganella, che dal nome ma già mi sta molto simpatica.-. Disse Pasquale a quelle parole, per poi mettersi in cammino.
 
Arrivati a casa di Raganella, era tutto molto tranquillo. La casa era colorata e aveva davvero un’aria incantevole, perché sembrava dipinta in più di sette colori: rosa, blu, rosso, verde, giallo, bianco e arancione. Del nero non c’era traccia e Pasquale rimase sbalordito, perché le streghe amavano il nero, ma pensò che gli uomini della Terra erano solo un’ammassa di stupidi di pensare che le streghe fossero malvagie: non tutti lo pensavano, ma c’erano alcuni che immaginavano le streghe in modo positivo e non del tutto negativo. Però, c’era da dire che non tutti erano uguali. Tutti erano in grado di ragionare, ma non la pensavo mica tutti allo stesso modo e quindi Pasquale arrivò ad una conclusione: le streghe secondo il suo punto di vista, erano delle creature somiglianti agli esseri umani, avevano in più solo la magia e non erano affatto cattive come la pensava l’amico del fantasma.
 
-Raganella, dove sei?-. Urlò Salvatore in modo che, l’amica lo potesse sentire.
-Ah, Salvatore? Sei tu?-. Disse una vocina, la quale faceva più ridere, anziché paura.
-Si, sono io. Possiamo entrare?-. Chiese il fantasma alla sua amica.
-Ma certo, ci mancherebbe!-. Disse con aria entusiasta Raganella.
-Ecco, ti presento il mio amico Pasquale direttamente dalla Terra.-. Sorrise Salvatore, mentre presentava l’amico a Raganella.
-Piacere di conoscerti Pasquale. Io sono Raganella, appartengo a questo mondo da anni oramai e ho più di mille anni. Ma non avevo mai incontrato una persona così generosa come Salvatore, è l’unico che sa cosa significa la parola “amicizia” e sono fiera di averlo conosciuto. Il momento della separazione sarà cruciale, ma di questo non dovrete preoccuparvi. Gli anni passano in fretta e quando sarà il momento, potrete rivedervi e passerete una magnifica eternità tutti e quattro assieme, ci saranno anche le vostre ragazze. In modo che, potrete vivere tra amore e amicizia. Questi sono i valori della vita, e voi avete sorpreso tutti noi: tra cui Dio. Siamo stati noi a convincerlo, perché Salvatore aveva fatto un gesto che nessuno aveva mai fatto per un amico. E soprattutto aveva sofferto tantissimo, quindi meritava al cento per cento una seconda occasione: trasformandolo in un fantasma. In modo che, potevate chiarirvi e passare un po’ di tempo assieme.-. Raccontò Raganella ai suoi due amici.
 
I ragazzi rimasero entrambi stupiti da ciò che aveva appena detto Raganella.
 
-Wow, sono davvero stupito da ciò che mi ha appena detto e la ringrazio tantissimo. Se non fosse stato per lei, allora io non avrei mai più rivisto il mio amico e credo davvero che ne farò oro del nostro tempo a disposizione. Adesso però, posso stare tranquillo perché Salvatore mi ha sempre parlato positivo di lei e credo di aver avuto la conferma: è davvero molto gentile e simpatica. E complimenti anche per la casa!-. Disse Pasquale tutto d’un fiato.
-Ti ringrazio moltissimo, devo complimentarmi anche per i tuoi occhi: sono di un azzurro molto particolare. E’ molto raro sulla Terra, perché al solo sguardo fai sprofondare una persona nei tuoi magnifici occhi. Davvero magnifico, sono felice che Salvatore abbia un amico come te e spero di rivederti presto. Ovviamente non ti sto augurando di morire in fretta, ma goditi i tuoi anni e sii felice.-. Gli propose Raganella con un sorriso.
 
Pasquale fece altrettanto. Poco dopo la fissò mentre parlava con Salvatore: discutevano di dolci, mentre l’amico non faceva altro che sorridere. Pensò molto bene a ciò che aveva appena detto Raganella, cominciando così a rifletterci sopra: insomma, dopo una bella vita, l’eternità alla fine, era ancora meglio.
 
-Raganella, dimmi che hai preparato i tanti attesi biscotti. Sai che mi piacciono tanto!-. Disse Salvatore, con una certa aria di serietà, ma allo stesso tempo divertente.
-Certo che li ho preparati, sono sotto il forno e tra poco li dovrò sfornare!-. Urlò di gioia la strega.
-Che bello! Te l’ho chiesto perché avevo sentito un odorino, e sembrava brutto non chiedertelo.-. Strillò di felicità il fantasma.
-Salvatore, ma credevo che tu non potessi mangiare!-. Esclamò Pasquale.
-Ehm sì … Ma in questo mondo, posso mangiare qualsiasi cosa! Solo sulla Terra non posso mangiare nulla.-. Gli precisò l’amico.
-Ed io li posso mangiare?-. Domandò Pasquale all’improvviso.
-Sì, certo che li puoi mangiare. Non preoccuparti!-. Lo rassicurò Raganella.
 
Andarono entrambi in cucina: essa era tutta colorata come lo era tutta la casa, era un qualche cosa di magnifico perché quella strega aveva davvero una fantasia dai mille colori.
 
-Questa cucina è davvero fantastica!-. Disse sorpreso Pasquale.
-Ti ringrazio! Con l’aiuto della bacchetta riesco sempre ad avere le cose come voglio io, ovviamente, c’ho messo ben cento anni a imparare.-. Rispose la strega.
-Cento anni? Wow.-. Concluse il ragazzo.
 
Raganella gli fece un sorriso, e poco dopo, prese i suoi biscotti dal forno e cominciarono a masticarli.
 
-Sono molto buoni, le faccio i miei complimenti!-. Disse Pasquale, dopo primo boccone.
-Ti ringrazio, ma non preoccuparti. Puoi farmi anche del tu, mi sento vecchia se mi dai del lei!-. Lo avvisò, facendogli un sorriso.
-Va bene!-. Terminò abbassando lo sguardo.
 
Salvatore fu molto felice di aver presentato Raganella a Pasquale, in modo che, potesse stare tranquillo dopo la sua partenza. La vita non durava all’infinito, ma l’eternità sì. Un infinito, il quale andava nello spazio-tempo in cui nessuno lo avrebbe mai raggiunto, forse perché era un qualche cosa di irraggiungibile, chissà. Nessuno lo poteva mai sapere, perché l’essere umano guardava tutto con negatività, invece, Pasquale stava cominciando a vedere le cose con positività, rispetto a prima. Si sentiva sicuro, quindi l’obbiettivo di Salvatore stava per essere raggiunto: Pasquale stava cominciando ad essere felice come non mai…





Vi chiedo scusa per il tremendo ritardo, ma avendo problemi di ispirazione, non ero riuscito a concludere questo capitolo. Anzi, lo avevo lasciato a metà e ad essere sincero, non sono nemmeno tanto contento di averlo terminato in questo modo. Per il prossimo credo che ci sarà molto da aspettare, credo... Dipende dall'ispirazione! XD
Spero di avervi accontentato! :)

 

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Capitolo 10
*** Una promessa da mantenere ***


Capitolo 9

Una promessa da mantenere




Tutti sapevano che la magia viveva solo e unicamente in un modo fantastico, proprio come nei film. Ma ciò che stava accadendo a Salvatore e a Pasquale non era affatto un film, perché la loro amicizia era fatta di magia. Era un qualche cosa di speciale e veritiero.
Nessuno poteva contrastare la loro amicizia, perché solo ridendo e scherzando si poteva vivere bene ogni sigolo momento. Per Salvatore, però, non era affatto così. Il fantasma non faceva altro che pensare a quel giorno, dove sarebbe partito per sempre: un viaggio di sola andata. Un ritorno non esisteva, perché lui doveva solo ed esclusivamente aspettare il suo migliore amico, nonché fratello. Pasquale non voleva pensare a quel giorno; i giorni trascorrevano felici e sereni, ma non del tutto… Sarebbe stata dura la partenza di Salvatore per Pasquale.
Forse era meglio girare di mondo in mondo, senza farsi troppi problemi. I problemi non facevano altro che peggiorare la loro allegria: ed essa non si doveva mai spegnere, perché la speranza era sempre l’ultima a morire. Si poteva vivere felici anche senza pensieri, perché la negatività non faceva altro che trasmettere tristezza, e dava un colore cupo alla loro amicizia; e ciò avrebbe comportato solo disperazione ai due amici.
Un giorno come tanti, Pasquale e Salvatore andarono a fare un viaggio nel mondo di Oz: dove viveva appunto il mago di Oz. Uno dei maghi più potenti dell’intero universo, aveva combattuto di mavagità in malvagità, solo per tenere al sicuro i buoni dai cattivi. Pasquale amava questo genere di cosa, ma anche Salvatore, solo che entrambi rimasero affascinati da quel mondo fantastico e colorato come sempre. Nessun essere umano ci aveva mai messo piede, a parte Oz, il quale fu l’unico ad entrarci ma fu chiamato per via della strega buona, perché avevano bisogno di lui. Oz era l’unico in grado di combattere con la strega cattiva. In effetti, salvò il fantastico mondo di Oz dalla perfida strega cattivo. Ed ora, i buoni vivono felici e contenti senza nessun pericolo che li circonda.
 
-Credevo che il mondo di Oz non esistesse, ed ora invece eccolo qua e sono stupito di essere in questo posto. E’ tutto così bello e meraviglioso. Certo che Raganella aveva proprio ragione: questo posto è pieno di meraviglie!-. Accennò il ragazzo, era felice essere lì.
-Be’ in effetti… hai ragione! Raganella è una delle streghe più brave che ci siano, infatti è delle streghe più potenti dell’intero universo, dopo la strega buona, ovviamente!-. Sorrise il fantasma all’amico.
 
Poco dopo abbassò lo sguardo, era teso. Ma forse era per via che i giorni passavano, e lui non faceva altro che essere sempre più triste. Neanche il fantastico mondo di Oz lo entusiasmava: magari avrebbe potuto sorridere per finta, ma il ragazzo non ne aveva il coraggio, era triste e voleva restare triste fino al giorno della partenza? Ciò sarebbe stato sbagliato, soprattutto per il suo più caro amico Pasquale… Doveva cercare di essere forte, perché situazioni dovevano essere affrontate nel bene e nel male. E non doveva essere triste solo per il giorno della partenza, lui a Pasquale l’avrebbe rivisto comunque, e quindi non c’era bisogno di rattristirsi: tanto prima o poi lo avrebbe rivisto lo stesso.
Subito dopo, il fantasma si riprese. Cercò di fare contento l’amico, perché voleva lasciargli un buon ricordo di sé e ogni singolo momento era prezioso per lui. Per divertirsi, cercarono di volare sempre più in alto. Ma tutto d’un tratto si fermarono, e intravidero un sentiero oscuro, nero. Quella era il luogo dove era rinchiusa la strega cattiva, chiamata così perché la sua malvagità non aveva limiti.
 
-Chi vivrebbe in un luogo così oscuro?-. Si chiese Pasquale, sorpreso da quel posto.
-Qui vive la strega cattiva, sono più di mille anni che è stata rinchiusa qui e credo che resterà così per molto. Oz dice sempre “non andate nella foresta nera, altrimenti vi pentirete di tale gesto!” disse. Raganella non mi raccontò tutta la storia nei minimi particolari, ma credo sia meglio andarcene: questo luogo non fa per noi.-. Disse Salvatore, con aria molto preoccupata. L'oscurità non era il suo forte.
-Possiamo conoscere questo Oz. Voglio vedere proprio che faccia ha!-. Sussurrò curioso l’amico del fantasma.
-Al dire il vero nemmeno io lo conosco, ma secondo me dev’essere una persona davvero in gamba!-. Urlò pieno di entusiasmo Salvatore.
-Eh già!-. Disse Pasquale con gli occhi lucidi, i quali erano pieni di curiosità.
-Aspetta, dovrei prima avvisare Raganella!-. Continuò il fantasma.
-E come?-. Domandò l’amico, sottolineando il punto interrogativo.
-Semplice, mi ha insegnato una formula magica: Pampam, Taratata, Lulapop power!-. Fece, battendo le mani sempre più forte.
-Chi è che chiama a quest’ora? Sto cucinando!-. Strillò Raganella, sembrava molto arrabbiata.
-Raganella, siamo noi: Pasquale e Salvatore. Ricordi?-. Chiese gentilmente il fantasma, per non essere scortese.
-Oh certo, vi chiedo scusa. Stavo soltanto cucinando un dolce per la festa di questa sera; volevate chiedermi qualcosa?-. Disse con aria molto dolce. Il capello di colore verde gli donava in testa, forse perché aveva i capelli dello stesso colore.
-Raganella, ma come sei elegante oggi!-. Ridacchiò il fantasma, nascondendo il sorriso.
-Non prendetemi in giro, sono una strega tuttofare e niente e nessuno potrà ridere di me, sono stata chiara!-. Strillò, facendo tappare le orecchio a Pasquale e a Salvatore.
-V-va bene!-. Balbettò Pasquale, aveva leggermente paura. Ma fu una scena molto divertente.
-Okay, Raganella. Volevamo chiederti se potevi dirci dove possiamo trovare il castello del mago di Oz. Ci troviamo nel suo mondo, e noi volevamo conoscerlo. Ci potresti dare qualche indicazione?-. Cercò di ricavare qualche informazione, mentre Raganella pensava a ciò che le avevano chiesto.
-Ragazzi, il mondo di Oz è uno dei posti più fantastici dell’intero universo. Ma temo che, forse sia ancora molto presto per conoscere Oz, anche perché Salvatore è ancora immaturo ed è il primo fantasma della storia che abbia dei poteri, donati appunto da Dio Onnipotente in persona. La vostra amicizia è particolare, forse una delle più commoventi che noi tutti abbiamo mai visto. E vi faccio i miei complimenti per questo. Purtroppo non posso aiutarvi, magari quando sarà il momento lo potrete conoscere, ma non adesso. Forse quando vi separerete, sarà il momento giusto per il nostro Salvatore, anche se dovrà affrontare delle prove abbastanza dure per poter conoscere uno dei maghi più potenti della storia: il mago di Oz. Per ora, godetevi quel mondo fantastico!-. Disse la strega Raganella, con aria decisamente molto triste.
-E va beh, non è mica la fine del mondo. Grazie dell’informazione Raganella, sei un’amica!-. Proseguì Salvatore, dopo le parole della sua cara amica, chiudendo subito dopo la chiamata.
-Va bene, quando ci separeremo: voglio che tu conosca questo Oz, facciamo questa promessa?-. Chiese Pasquale al suo amico fantasma.
 
Salvatore abbassò lo sguardo, e vide attorno a quel mondo una grande vanità di colori. Sembrava tutto molto più grande. E tutto ciò con Pasquale era davvero speciale, magico. Lui aveva fatto quella promesse, e Salvatore aveva accettato a malincuore, forse perché voleva conoscerlo assieme a lui, ma in quel momento capì che doveva farlo da solo ad ogni costo; doveva dimostrare a Pasquale di che pasta era fatto Salvatore Vinaccia, e dopo che si saranno separati. Il fantasma lotterà fino alla fine per attendere: non solo il ritorno di Pasquale, ma doveva mantenere anche la promessa che gli aveva fatto l’amico. E Salvatore non l’avrebbe affatto deluso, perché l’amico era l’unico raggio di speranza della sua vita: assieme alla sua Gilda. I quali vivranno per sempre nel cuore del nostro amato fantasma.
 
-Allora facciamo questa promessa?-. Urlò Pasquale, fiero di ciò che stava dicendo.
-Una promessa resta pur sempre una promessa, amico mio. Ed io non ti deluderò!-. Disse, terminando il discorso per poi tornare a casa.





La mano con la luce indica la speranza, spero che il capitolo vi sia piaciuto. E scusatemi per il ritardo, ma non so quando pubblicherò il prossimo ma spero presto! Ciao.


 

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Capitolo 11
*** La partenza ***


Capitolo 10

La partenza




Certe volte bisognava essere duri con se stessi, ma per Salvatore non era semplice perché la partenza verso un mondo nuovo era un qualche cosa di inspiegabile. Abbandonare così il suo migliore amico Pasquale. Non era affatto così, perché loro prima o poi si sarebbero pur sempre rivisti, senza eccezioni. Raganella aveva già visto tutto e non avevano proprio nulla da temere, Salvatore doveva essere forte, anche perché doveva cercare di migliorare i suoi poteri e conoscere il potentissimo mago di Oz.
Cosa avrebbe comportato fare la sua conoscenza?
Non a un qualche cosa di straordinario, ma Salvatore era molto curioso di vedere il suo aspetto: forse non sarà magnifico da togliere il fiato, ma a solo pensiero, al fantasma veniva da ridere. Pasquale era a scuola e Salvatore di stava annoiando stando da solo in camera del suo amico. Così decise di andare un po’ da Raganella, per sapere qualche informazione in più sul mago.
 
-Ciao Raganella, come va tutto okay?-. Urlò di gioia il fantasma, mentre la strega annaffiava le piante. Si sarà spaventata?
-Oh Salvatore, ti prego. Non sbucare così dal nulla, mi hai spaventata!-. Esclamò Raganella, ma allo stesso tempo era entusiasta della visita di Salvatore.
-Allora, sei pronto per domani?-. Chiese con tono severo la strega.
-Pronto per cosa?-. Disse sorpreso, Salvatore era impreparato.
-Domani è il tuo ultimo giorno sulla Terra, hai avvisato Pasquale?-. Mormorò Raganella, era meravigliata che il fantasma non sapesse nulla.
-Accidenti! Pensavo lo sapessi. Domani è il tuo ultimo giorno sulla Terra, perché poi dovrai cominciare l’addestramento: sai bene che devi essere pronto per conoscere Oz, e soprattutto avvisa Pasquale della tua partenza!-. Gli consiglio l’amica, altrimenti potrebbe causare un trauma al suo amico per la sua improvvisa partenza.
-Ah, d’accordo lo farò. Ero venuto per farti delle domande su Oz, ma penso sia inutile farlo, visto che domani dovrò cominciare l’addestramento. Devo dire che non sono affatto contento di questa partenza detta così su due piedi, cioè avevo ancora molto da fare; solo adesso capisco che il tempo non è mai abbastanza per fare molte cose e dovrò accontentarmi solo di un semplice saluto, un addio che forse farà male sia a me che a lui. Mi sento davvero un perfetto idiota!-. Strillò il fantasma come grido di sfogo, mentre Raganella gli si avvicinava per consolarlo.
-Non ti preoccupare, andrò tutto bene. Abbi un po’ di fiducia e vedrai che ce la farai. Però, ti voglio dare un consiglio: cerca di non perdere mai il senno, altrimenti le conseguenza saranno gravi. E non vorrei nemmeno dirtele, quindi fa ciò che devi fare e poi non hai nulla da temere, tu a Pasquale lo vedrai comunque, non adesso, ma lo rivedrai! Il vostro saluto domani sarà provvisorio, perché lui deve procedere la sua vita e tu dovrai svolgere il tuo compito in questo Regno: questo è l’aldilà,  dove tutti vivono felice e contenti. Sulla Terra, pensano sempre che la felicità sia solo un’illusione troppo perfetta, mentre qui è reale, ma verranno solo quelli che ci hanno sempre creduto. Mentre per quelli che non crederanno, saranno per sempre condannati nel vuoto totale. La malvagità posso dirti, che non esiste, ma chi è stato cattivo nel mondo, sarà per sempre destinato a stare da solo. Ecco, quello è il vero inferno.-. Disse Raganella con una certa serietà.
-Be’, sono felice allora che sia così. Certe volte mi domandavo sempre che fine facessero i cattivo, ma ora che lo so, mi sento davvero sollevato dal dubbio. Adesso vado via, cercherò di parlare con Pasquale che sarà sicuramente arrivato da scuola. Grazie Raganella, ci vediamo sicuramente. Spero che lascerò qualcosa dentro Pasquale, prima di andare via completamente.-. Accennò il fantasma, prima di andare via dalla casa di Raganella.
 
Per Salvatore non sarà facile dire al suo amico che doveva partire tra meno di ventiquattro ore, chissà come la potrebbe prendere. Pasquale era appena rientrato, e quando vide il suo amico fantasma era al quanto felice per raccontargli come gli era andata la giornata. Ma Salvatore doveva trovare il coraggio per dirgli che doveva partire e che non poteva più stare sulla Terra. Il fantasma era agitato per dirgli come stavano le cose, ma c’era qualcosa che lo turbava e lo strozzava in gola: un qualche cosa di sofferente, che forse si risanerà solo quando sarà il momento di rivedere il suo più caro amico.
Salvatore sapeva bene che doveva andarsene per sempre. I due amici, però, potevano vedersi soltanto quando Pasquale passerà a miglior vita: cosa che ormai Salvatore doveva cercare di accettare. Ma come si poteva accettare? Separare due amici, i quali per due anni avevano stretto un legame talmente forte che nemmeno gli altri esseri umani lo potevano capire.
 
-Totò, hai qualche problema?-. Chiese preoccupato l’amico mortale.
-Be’, a dire il vero sì. C’è qualche problema, e non un problema qualsiasi. Questo è un problema che riguarda noi e credo che non sarà facile parlarne, ti prego quindi cerca di capire!-. Salvatore cominciò a rassicurarlo, ma l’amico lo guardava sempre sbalordito.
-Insomma, basta con tutti questi giri di parole e sputa il rospo!-. Gli invitò a parlare, non sapendo affatto nulla.
-Pasquale, io domani devo andare via per sempre. E giuro che… mi impegnerò al massimo per conoscere il mago di Oz, ma ti prego. Promettimi da fratello a fratello che non farai pazzie, intesi?-. Cercò di tranquillizzarlo.
-M-ma come? Domani devi andare via?-. Disse in tono molto, ma molto triste.
-Eh sì, purtroppo sì. Ma non finirà qui, io ti seguirò in qualsiasi momento, tu non mi vedrai più, però io sì. Quindi non preoccuparti, io ci sarò in qualsiasi momento, e tu cerca di pensare a te stesso e di essere forte e fallo sia per te, che per la tua ragazza. Avrai una vita felice, mentre io ti guarderò dall’altro Regno e starò bene. Cerca di essere felice anche senza il tuo amico fantasma, potrai farcela! Perché se tu sei felice, lo sarò anch’io… Lo prometti?-. Salvatore voleva rassicurare l’amico, sfornando per lui quelle parole: era il massimo per un fratello come lui.
-Certo, e tu promettimi di mettercela tutta per conoscere il mago di Oz. Intesi? Perché vorrei che me lo presentassi!-. Esclamò il ragazzo con un sorriso forzato sulle labbra.
-Dai Pasquale, non è mica la fine del mondo! Piangere non serve, te lo dico. Tu puoi vincere se ci credi, lo sto facendo io per te e ti dico che avrei tanta voglia di urlare al mondo intero che vorrei restare. Ma purtroppo so che non posso farlo, ma te lo dico col cuore e non fare pazzie, mi raccomando! Ora cosa vorresti fare? Possiamo ancora fare qualcosa, prima che io vada via.-. Gli disse, perché voleva lasciargli un ricordo che duraturo, che lo portasse fino alla fine della vita: un momento che porterà per sempre nel suo dolce cuore.
-Vorrei visitare tutti i posti in cui mi hai portato, per ricordare ogni singolo momento della nostra amicizia: sono stato bene, molto bene. Ho visto delle cose che nessuno ha visto in questo mondo, e ti ricorderò per sempre; mi ricorderò di quell’amico che ha fatto di tutto per me, nessuno ti supera perché sei un amico speciale, ti voglio bene Salvatore. Spero che nel nuovo mondo ti troverai bene, ti auguro buona fortuna!-. Concluse l’amico mortale per poi rivivere tutte le loro esperienze fatte nell’altro mondo.
 
Il loro ultimo giorno fu davvero magnifico, visitando da un luogo all’altro, tra cui la Valle Incantata: a Pasquale piaceva molto quel posto, e volle rivederlo per l’ultima volta e infine dopo un po’, decisero di fare la loro ultima tappa da Raganella.
 
-Ciao Raganella, sono Pasquale. Sei in casa?-. Domandò girandosi attorno alla ricerca della strega.
-Certo sono qui, arrivo!-. Esclamò la strega.
 
Raganella aveva preparato un vassoio di dolci, perché la stessa sera si festeggiava il suo compleanno. La strega era molto felice per festeggiare i suoi anni con i suoi due amici: Pasquale e Salvatore.
 
-Pasquale, prima di andare ti ricorderai per sempre di questa festa! E ora si balla!-. Strillò con felicità Raganella, assieme a tutti i loro amici.
 
Dopo tanti festeggiamenti, viaggi, sorprese e tanto altro. Salvatore e Pasquale dovevano separarsi, ma Raganella fece solo un semplice incantesimo per far sì che quello fu tutto un sogno per il nostro adorato Pasquale.
A Salvatore gli aspettava una nuova avventura: quella di conoscere il mago di Oz. Ma non solo, farà anche nuove conoscenze… Ce la farà il nostro amico fantasma a raggiungere l’obiettivo?






Ciao a tutti, questo è un miracolo che io sia riuscito a pubblicare anche questo capitolo!
E così, siamo arrivati al punto della separazione tra Pasquale e Salvatore e spero ti abbia un po' colpito questa parte. Anche perché adesso ne vedrete delle belle, ho immaginato un mondo pieno di fantasia: le mie illusioni sono troppe perfette. Al prossimo capitolo, il nostro fantasma farà una nuova conoscenza: Salem Saberhagen? Lo conoscete? XD
Be' comunque lo aggiungerò alla lista di questa storia, anche perché voglio farla più lunga che posso per poi darle un finale coi fiocchi e spero continuerete a seguirmi. Ora vado, ho molto da fare. Ciao!

 

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Capitolo 12
*** Un nuovo amico ***


Capitolo 11

Un nuovo amico



Si sentivano molte urla in quel posto desolato dai mille colori, ma non delle urla qualsiasi, erano delle urla di felicità, entusiasmo, adrenalina. Salvatore sembrava molto soddisfatto in quel contesto. Lo era soprattutto perché non voleva ricordare il momento della separazione tra lui e il suo caro amico Pasquale.
Grandi aspettative oramai erano alle porte e Salvatore sapeva cosa andava in contro. In quel mondo, non facevano altro che festeggiare, sembrava una sorta di Paradiso in cui le anime non pensavano ad altro che ai festeggiamenti: proprio come capitò nella Rivoluzione Francese.
Solo che qui tutta la popolazione godeva di tutti i privilegi, quindi alcuni filosofi avevano ragione, tutti erano fatti della stessa pasta: nessuno escluso.
Salvatore era felice vedere quei momenti, e mentre alzò gli occhi verso il cielo, il fantasma notò una piccola stella scendere dal cielo. Quella stella illuminava tutto il viso del giovane avventuriero, ma mano a mano la sua luminosità cominciò a diminuire per poi uscirne fuori un gatto nero.
 
-Un gatto? Che delusione!-. Disse Salvatore, guardando il gatto con amarezza.
-Chi credevi che fosse? Io sono Salem. E ora che ti vedo, anche per me è una delusione. Almeno posso dire, che c’è qualcuno più patetico di me.-. Lo riproverò il gatto nero.
-Ma come ti permetti, brutto gattaccio!-. Gli urlò Salvatore, sembrava una scena di un film comico.
 
Salvatore guardò attentamente Salem per cinque minuti, per capire del perché quel gatto stava parlando proprio con lui.
 
-Aspetta aspetta. Ma perché un gatto parla?-. Si domandò il fantasma.
-Certo che sei cocciuto, in questo mondo tutto è permesso o lo hai dimenticato? Tutto quello che vedi non esiste sulla nostra Terra, ad esempio: io ero un gatto come tutti gli altri, fino a quando una vecchia sgualdrina mi buttò per strada per poi passare a miglior vita. Vecchiaccia, maledico i suoi anni!-. Spuntò il gatto, proprio come se fosse un essere umano.
-Poverino! Non credevo che avessi passato tutto questo. Io, invece, stavo con il mio migliore amico e ho rischiato anche la vita per salvarlo e Dio ci ha concesso un po’ di tempo assieme per poi separaci: tutto ciò non è stato semplice, ma tiro avanti anche perché ho fatto una promessa. Dovrei conoscere questo mago di Oz, però, mi sono informato che non è semplice fare la sua conoscenza. Tu sai da dove devo iniziare?-. Gli chiese Salvatore a Salem.
-Ah già. Ecco perché ero qui! Allora, io sono colui che ti guiderà fino alla fine di quest’avventura. Sei tu Salvatore, giusto?-. Il gatto cominciò a guardarlo con sospetto.
-Certo che sono io!-. Rispose.
-Mi avevano dato una descrizione migliore, beh, non mi lamento. Ho avuto di peggio.-. Il gatto cominciò a stuzzicare il nemico.
-Sei proprio un gatto senza scrupoli. Come potrei portarti con me? Ah, ma un gatto sa difendersi?-. Gli chiese il fantasma, si sentiva superiore a Salem: solo perché lui era un gatto.
-Non mi sottovalutare, sono pur sempre un essere vivente anch’io!-. Piagnucolò Salem.
 
Salvatore era un tipo sensibile, ma sotto sotto quel gatto lo faceva stare bene, quindi decise di portarselo facendolo accomodare nel suo zainetto.
Entrambi andarono da Raganella, perché il nostro caro fantasma doveva avere qualche informazione per cominciare questa fantastica avventura.
-Raganella, sei in casa?-. Chiese in modo cortese entrando in casa, per non sembrare maleducato.
-Oh Salvatore, proprio te stavo cercando. Come ti trovi qui? Mi dispiace che sia sempre festa da queste parti, ma ti devi abituare. Questo mondo è diverso dalla Terra, ah, a quanto vedo hai fatto amicizia con il nostro amico Salem.-. Disse Raganella.
-Eh già. Mi sta proprio simpatico, è un ottimo animale da compagnia!-. Rispose felice il nostro fantasma.
-State parlando di me? Non vi approfittate di un povero gatto come me, sono pur sempre un animale dolce, carino e coccoloso.-. Mormorò il povero felino a testa bassa.
-Va bene. Salem, penso che ora tu stia esagerando, sei pur sempre un gattino e cerca di aiutare Salvatore durante il viaggio e non creargli troppi problemi. Sono stata chiara? Sei pur sempre pasticcione!-. Lo rimproverò l’amica di Salvatore.
-Beh, se si metterà nei guai, vedrò come intervenire. Sarà pur sempre il mio più fedele accompagnatore. Ah, dimenticavo! La nostra prima tappa quale sarà?-. Chiese Salvatore a Raganella.
-La vostra prima tappa sarà quella dell’Isola che non c’è. Ma state molto attenti, perché è piena di Pirati, i quali potrebbero crearvi non pochi problemi.-. Li mise in allerta la strega.
-Va bene, capisco. Staremo attenti!-. La rassicurò.
-Lo spero per voi, ah, eccoti quest’oggetto. Mi potrai chiamare solo dicendo il mio nome ed io comparirò nello schermo. Quindi se hai qualche problema, non esitare a chiamare. Dovrai raccogliere ben sette dei frammenti dell’arcobaleno, sono dei diamanti colorati che dovrai raccogliere e una volta avuti tutti e sette i frammenti: li metterai assieme e si formerà una specie d’oggetto penso più che sia un’arma che ti servirà per affrontare la strega cattiva nella foresta oscura. Buona fortuna Salvatore!-. Gli disse Raganella, prima che partisse
-Va bene, faremo del nostro meglio. E quando ti chiamerò Raganella, mi rassicuri che sia Pasquale che Gilda stiano bene? E soprattutto anche la mia famiglia!-. Gli domandò, perché non aveva dimenticato le persone più importanti della sua vita.
-Ma certo, sta tranquillo. Ora fai quello che devi!-. Sorrise Raganella.
-Salem, sei pronto?-. Chiese Salvatore al suo compagno di viaggio.
-Pronto per cosa?-. Disse sbalordito Salem.
-Pronti, partenza, via! Si parte!-. Urlò il fantasma, spiccando il volo verso l’Isola che non c’è.
 
Volevano in alto, sempre più in alto. Era un giorno felice, di festa, come qualsiasi altro giorno. Salvatore era una persona splendida e sarà ricordato per sempre da tutti, soprattutto dalla scuola che frequentava. Lui era diventato l’eroe perfetto e per questo lui sarà ricordato per sempre.
Tutti lo amavano. Nessuno escluso, forse lo potrebbero rendere l’eroe dell’ISSIS “Nicola Stefanelli”, ma una cosa era certa, tutti erano contenti di chi fosse realmente Salvatore: era una persona dall’animo nobile, i soldi per lui non erano tutto, ma la felicità per lui era un grande privilegio.
Sembrava il secondo Peter Pan della storia, solo con un po’ di diversità. Doveva solo conoscere il mago di Oz, per via della promessa fatta al suo più caro amico Pasquale, alla ragazza Gilda, la quale fu promessa sposa tempo fa. Ma come la poteva dimenticare?
Salvatore faceva tutto questo per non pensare a loro. Per ora doveva solo raggiungere un obiettivo: quello di conoscere Oz. Magari potrà fare qualcosa per lui, e Dio? Dio, naturalmente, era contento dell’occasione che stesse per avere Salvatore in quel momento: era felice e sperava che tutto fosse andato secondo i suoi piani, perché solo lui poteva regalare a Salvatore questo privilegio. Sarebbe quel privilegio che tutti nascondevano, proprio quello di provare qualche emozione. Erano pochi a quei tempi che ne provavano di emozioni, esse erano diventate insignificanti nel mondo umano.
Il fantasma volava alla velocità della luce, assieme al suo avventuriero, Salem.
Quando arrivarono lì, su quell’Isola, splendeva un mare da mozzare il fiato: era bello quanto il cielo, il quale era luminoso e pieno di colore. Un arcobaleno che mostrava tutti i sette colori, era meraviglioso. Salem e Salvatore erano felicissimi di quel posto, il gatto dopo la vista di quel magico paradiso, non odiò più l’acqua: perché di solito i gatti odiavano l’acqua, specialmente quelli neri.
 
-Beh, credo che questa sia l’Isola che non c’è. Per la miseria se c’è, cioè è fantastica, non ho parole!-. Disse meravigliato Salvatore.
-Eh già!-. Replicò il gatto.
-Salem!-. Lo riproverò il fantasma.
-Rilassati, un po’ di relax farà bene entrambi!-. Gli rispose con menefreghismo.
-Dobbiamo cercare i frammenti arcobaleno, non possiamo perdere tempo, abbiamo cominciato da poco il viaggio!-. Disse Salvatore, mentre Salem cominciava a menarsi in acqua come un bambino felice.
-Ah, se ti prendo!-. Lo urlò. Sembrava una scena molto buffa la loro.
 
Salem e Salvatore erano diventati buoni amici, ma ora il nostro caro fantasma doveva raggiungere solo e unicamente quell’obiettivo.
Andranno d’accordo lui e Salem? Uno aveva tanta voglia di fare, ma l’altro? L’altro era più menefreghista e perditempo. Forse Salvatore non si farà condizionare dal gatto nullafacente, ma comunque entrambi facevano una bella coppia di avventura. Per essere amici, non c’era bisogno di essere perfetti, nulla era perfetto, se non c’era un minimo di imperfezione.





Scusatemi il ritardo per la pubblicazione di questo capitolo, ma ci ho messo un mese per elaborarlo e due giorni per scriverlo. Spero l'impegno sia stato soddisfacente!


 

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Capitolo 13
*** Il primo frammento dell'arcobaleno ***


Capitolo 12

Il primo frammento dell'arcobaleno




Entrambi ripresero il cammino alla ricerca dei frammenti arcobaleno, Salem si rilassò alla grande all’Isola che non c’è. Mentre Salvatore era preoccupato, aveva soltanto paura di non riuscire a terminare la missione; non c’era motivo di tale preoccupazione anche perché lui era in gamba e sicuramente avrebbe portato al termine l’obiettivo.
Conoscere Oz non era semplice. Lo diceva appunto un’antica leggenda del mondo delle streghe, raccontata appunto da Raganella. Salvatore rimase inorridito da quella storia, perché tanti di loro partirono per questo lungo viaggio e nessuno di loro riuscì mai a tornare con tutti i sette frammenti arcobaleno. Anzi, coloro che si presentarono scomparvero per sempre.
Salvatore entro un anno doveva terminare questa missione, ma fino ad ora non aveva trovato ancora nulla, Salem se ne fregava poco della missione del fantasma. Il gatto, però, era convinto che Salvatore ce la potesse fare: ma egli non era convinto di ciò.
 
-Salem, scusa, ma io credo che sia impossibile. Non so nemmeno da dove cominciare!-. Sbuffò Salvatore.
-Ragazzo mio, tu ti fai troppi problemi. Devi essere più sciolto quando hai una missione tra le tue mani. Se già inizi con la negatività, sta sicuro che non avrai un bel finale alla fine dei conti!-. Lo rimproverò Salem.
-Bene. Allora possiamo ritirarci direttamente a casa, perché la conferma è quella! Grazie per l’appoggio!-. Bisbigliò Salvatore sotto voce.
-Ma non c’è di che, dico quello che sento.-. Riprese il gatto.
-Sai quei periodi di carestia di quando non c’era niente da mangiare? Beh, al loro posto avrei mangiato dei gatti arrostiti con un delle spezie: proprio come se fosse un pollo arrosto.-. Scherzò il fantasma, cercando di spaventare Salem.
-Ops!-. deglutì il gatto, mentre guardava Salvatore in modo minaccioso.
 
Quest’ultimo gli voltò le spalle. Salvatore scoppiò in una violenta risata, mentre il gatto cercò di ignorarlo, era offeso.
All’improvviso Salvatore allungò la mano per accarezzarlo. Salem, tutto d’un tratto, si sentì bene come se le carezze del fantasma gli facessero bene: entrambi vivevano in quel mondo di fantasia bello, favoloso, magnifico! Loro potevano toccarsi a vicenda, lo potevano fare solo lì. Mentre nel mondo umano era vietato secondo le norme della Volta Celeste.
Essi erano dei corpi lontani dal mondo umano, proprio come capitò a Salem e a Salvatore, i quali non faranno mai più ritorno sulla magnifica Terra. In cambio, però, vivevano oltre il cielo: un Universo Immaginario dove mai nessuno lo potrà sognare. L’eccezione però si potrebbe fare solo ai bambini, ma anche loro persero lo spirito dell’immaginazione.
Salvatore era l’unico, nonostante la sua età, non era più un bambino ma aveva sempre in mente quella fresca immaginazione come se fosse viva, accesa. Non era niente di negativo, era tutto positivo e solare; fino a quando un certo amico non entrò nella sua vita. Quell’amico che ormai non c’era più da tempo, Paride, il fantasma lo pensava una volta tanto. Salvatore si era sempre chiesto che fino avrebbe fatto Paride dopo la sua scomparsa, ma da quelle parti nessuno lo conosceva: così arrivò alla conclusione che fosse all’Inferno. Paride non era un tipo molto positivo, ma grazie a Salvatore, lui riusciva sempre a ritrovare il sorriso. Proprio come se fosse il suo fratellino.
Era uguale a Pasquale: alto, capelli castani, occhi azzurri come il cielo. Si vestiva sempre di nero, non sopportava altri colori, come se tutto fosse irreale per lui. Salvatore avrebbe potuto dirgli qualcosa riguardo all’argomento, ma non a lui non importava nulla. Era un amico, e ciò che sufficiente per Salvatore. Avrebbe comportato tante cose negative, anche perché Pasquale faceva abuso di droga, Salvatore fu picchiato da lui molte volte: ma una volta entrato in quel giro, non ne uscì più.
Nell’ultimo periodo Salvatore stava male per lui, quindi l’ultimo a vedere quel dolce viso, con lineamenti perfetti, proprio come se fosse un Dio della Bellezza. Lui era bello dentro e fuori, con il ciuffo sulla fronte, quel castano chiaro che illuminava degli occhi stupendi, quel sorriso perfetto a trentadue denti se ne andò via.
Salvatore ricordava quella scena come se fosse ieri. Avrebbe potuto anche dimenticarla, scacciarla dalla mente. Ma il momento di quando lui gli sorrise, prima di andare via in moto, e prima dell’incidente, Salvatore sentì un dolore al petto, anche se sembrava che fosse tornato tutta alla normalità. Fino a quando non ricevette la telefonata della sua morte il giorno dopo.
Salvatore stette per molti mesi senza un sorriso tra le sue le labbra, si distruggeva giorno dopo giorno. Col tempo poi, le cose cominciarono ad aggiustarsi. Tutto tornò alla normalità. Forse grazie a sua madre, a sua sorella che entrambi gli diedero forza.
Passarono all’incirca sei anni, arrivò l’anno del 2013. Salvatore cominciò a provare le stesse emozioni di sei anni prima. Lui non credeva più in niente, gli amici ce li aveva tanto per averli ma nulla di più. Fino a quando Pasquale non cominciò a mettere i bastoni tra le ruote, lui ce l’avrebbe fatta sicuramente e infatti vinse. Aveva conquistato l’amicizia di Salvatore, anche nonostante tutto avesse qualche difetto: il fantasma soffrì molto, alla fine dei conti Pasquale se la stava cavando bene anche senza Salvatore. Anche se Raganella gli aveva cancellato i ricordi di quando loro stettero insieme: un’amicizia che tutti potrebbero avere.
 
-Certo che la tua storia è molto triste, la leggo dai tuoi occhi. E’ tutto molto triste, scusa anche io ho il potere di leggere nel pensiero delle persone. La tua vita era felice, ma allo stesso tempo triste e disorientata, soprattutto contorta in un difficile passato truce e crudele.-. Disse triste Salem.
-Beh, ho pensato un po’ al passato. L’ho fatto anche perché i ricordi sia belli che brutti non potranno mai essere cancellati dalla nostra mente ed è come quando qualcuno ti offre il suo cuore: tu potrai mai farne a meno? Io no. Perché Davide come anche Pasquale, mi sono stati vicini anche se loro non si renderanno mai conto di quanto per me sia importante un gesto. Il problema mio è che loro ne fanno solo uno, mentre io ne faccio cento. Forse è qui che sbaglio, ma se uno ha un cuore, come potrebbe fare? E’ logico che se vedo qualcosa di male, io sono costretto a fermarlo. Il male è talmente odioso e insignificante. Mi fa rabbia pensare a quelle persone cattive che maltrattano bambini, donne o anziani e tanti altri esseri viventi. Ad esempio i cani e i gatti che sono quelli più diffuso, come puoi fare del male? Io non ci riesco e non mi fermo! Paride e Pasquale l’hanno fatto, ma è un male. Quella è tristezza per me, mentre per loro non era nulla. Eravamo amici e basta ed io a uno di loro l’ho difeso sacrificando la mia stessa vita. Ecco, io questo lo chiamo bene e dovrebbe battere il male come capita nei film. Invece no! Nella realtà, soprattutto sulla Terra, il male vince sempre ed ha la meglio su tutto!-. Esplose in un pianto interminabile, era arrabbiato e Salem lo capì a volo.
-Mi dispiace, questa è la realtà. La Terra ha la sua storia, tanti persero la vita anche per delle piccole sciocchezze, ma soprattutto di guerra, sangue: tutto ciò fa parte della vita e noi dobbiamo accettarlo. Tu hai vissuto la tua e sei morto da eroe. L’eroe è colui che rischia la vita per un altro, fatto di sentimento, affatto. L’eroe non è colui che presta soldi per poi ammazzarlo se non ti ha restituito gli interessi, questi sono i veri cattivi coloro che tolgono la vita a persone innocenti solo per degli spicci. Questo è il male.-. Mormorò a denti stretti il povero gatto, dicendo la verità del mondo di oggi.
 
Tutto d’un tratto dopo quelle parole. Si sentì un pianto triste, o meglio, disperato nella giungla dell’Isola che non c’è. Salem e Salvatore corsero subito sul posto, mentre il suono si faceva sempre più vicino. Era tutto molto verde e fresco, sembrava un qualcosa di surreale perché nel mondo umano la maggior parte della natura era a pezzi: era tutto inquinato. Le macchine avevano rovinato un mondo meraviglioso.
 
Salem fu il primo ad arrivare e videro un piccola fatina che stava piangendo: sembrava molto giù di morale. Quindi il fantasma cercò di avvicinarsi a quella piccola fatina, la quale stava su una gemma gialla, Salvatore rimase sbalordito a quella scena dato che lui non ne avesse mai vista una.
 
-Ehi, piccola. Perché stai piangendo qui tutta sola?-. Chiese Salvatore, invitandola tra le sue mani.
 
La fatina si asciugò le lacrime, facendo un piccolo sorriso per mostrargli fiducia e affetto: era simpatica.
 
-Ciao, il mio nome è Cleopatra. Stavo piangendo perché avevo sentito la vostra conversazione e mi sono emozionata tantissimo! Forse non avrei dovuto sentire. Mi dispiace.-. Cercò di scusarsi, ma non era il caso. Non era mica colpa sua!
-No, tranquilla. Non è successo nulla!-. Gli rassicurò il fantasma. Fece una pausa.
-Comunque io mi chiamo Salvatore e quel gattaccio è Salem.-. Le sorrise Salvatore, mentre Salem si sentì disgustato per averlo offeso ancora.
-Come siete buffi!-. Sorrise la bella fatina.
 
Era lucente, splendida. Sembrava una piccola luce solare. Salvatore notò subito quella gemma e poi dopo guardò Salem.
 
-Salem, non sarà mica il frammento dell’arcobaleno?-. Domandò Salvatore con qualche dubbio.
-Chiama Raganella!-. Disse Salem e il fantasma annuì.
-Pampam, Taratata, Lulapop power!-. Disse, battendo le mani.
-Pronto, chi è?-. Rispose Raganella, tramite la sua sfera di cristalle.
-Ciao Raganella, siamo io e Salem.-. Salvatore parlava come se niente fosse, mentre fatina guardava sbalordita i due che parlavano.
 
Rimase sbalordita per una semplice formula magica, anche perché si sentiva la voce di Raganella proveniente da chissà dove: tutto ciò era semplice magia.
La magia era l’arte del conoscere le cose, era un tutto misto tra colori e fantasia. Nulla a che fare con la realtà… Essa era cupa e nera. Ma bisognava accettarla, nessuno poteva biasimarlo.
 
-Raganella, potresti controllare se questa gemma fa parte dei frammenti arcobaleno?-. Chiese Salvatore alla sua amica.
-Ehm…-. Pensò Raganella, per studiarla meglio.
 
Passarono alcuni secondo e tutto d’un tratto Raganella dall’altra parte della sfera, fece un faccia sbalordita e incredula.
 
-Sì! E’ un frammento dell’arcobaleno. Ci avete messo poco a trovarlo, complimenti. Adesso vi dovreste incamminare per trovarne altri ancora! Questo è quello giallo, ma ne mancano ancora altri. C’è anncora tempo, ma non riducetevi mai all’ultimo minuto.-. Disse, prendendo una pausa.
 
Chiuse gli occhi e pensò, poco dopo riaprì li riaprì.
 
-Bene ragazzi, spero che siate felici. Vedo che avete già fatto amicizia con la fata Cleopatra, bene, lei potrà darvi una mano in questa fantastica avventura; comunque buona fortuna ragazzi, cercate di farcela. Ciao!-. Salutò la strega, prima di chiudere.
 
Salvatore e Salem fecero i salti di gioia, mentre la piccola fatina guardava i due amici divertiti, le scappò un piccolo sorriso e anche i due scoppiarono in un’enorme risata. Tutto procedeva per il meglio: una nuova amica, una nuova avventura e una nuova ricerca. In quel mondo fantastico pieno di sorprese. Un universo completamente diverso dalla Terra, lontano dalla realtà.
Quella fu la cosa più bella che potesse capitare al nostro amico fantasma: l'amicizia.




Ciao a tutti, scusatemi per l'enorme ritardo! 
Quest'estate ho duvuto lavorare moltissimo e non ho avuto mai tempo per publicare il capitolo, il quale ho finito di scrivere oggi. Spero vi piaccia!
Anche perché lunedì devo partire per la Costa Azzurra in Francia, spero di avervi lasciato in buone mani con questo capitolo.


 

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Capitolo 14
*** Il Paradiso Terrestre è in pericolo ***


Capitolo 13

Il Paradiso Terrestre è in pericolo


Salvatore durante questo viaggio strinse nuove amicizie: Salem “il pasticcione” e la bellissima fatina Cleopatra. In quel momento subentrò una felicità nuova, ricca, solida; ma il fantasma voleva sapere di più su quella fatina pensierosa. Cleopatra non faceva altro che volare a muso baso, sembrava triste e angosciata. Forse potrebbe nascondere qualcosa di brutto, o meglio, un passato oscuro. Salvatore la guardava pensieroso, proprio come se volesse fare qualcosa per lei.
 
-Cleopatra, ti vedo pensierosa. C’è qualcosa che non va?-. Gli chiese cortese, senza sembrare troppo invadente.
-No nulla.-. Mentì la piccola fanciulla indifesa.
-Sai, non credo, conosco quell’espressione troppo bene. Vuoi dirci qualcosa?-. Disse, volava farla stare al suo agio.
-Va bene, se insisti.-. Sembrava grave.
 
A quel punto, i nostri amici si sedettero in mezzo ad un prato verde pieno di bei fiori. Sembrava una favola perfetta, un mondo pieno di colori e bellezze straordinarie. Erano beni terreni, che solo Dio potesse creare. Unico creatore della Terra e del Paradiso Terrestre. Salvatore era lì per via di una promessa, altrimenti avrebbe rifiutato e aspettato per l’eternità il suo migliore amico.
Salem e Salvatore si misero a gambe incrociate, mentre la fatina di sedette su una margherita e cominciò a raccontare a loro la “terribile storia”.
 
-Allora ragazzi, statemi bene a sentire. Vi sto raccontando una storia successa ben cento anni fa. Non è una storia che si sente tutti i giorni, ma il male prevale sempre sul bene e ciò che mi rende tanto triste. C’è un mostro di nome “Freezer” il quale ha portato sul mio mondo solo solitudine e distruzione. Ha ucciso gran parte della mia famiglia, il mio pianeta è stato invaso da questo malvagio. Non riusciamo nemmeno a sconfiggerlo con le proprie forze, è fortissimo. Nemmeno Dio è riuscito a sconfiggerlo, così le fatine come me, hanno avuto una grande fortuna a salvarsi. Infatti Dio ci ha aiutato a fuggire, ma per le altre, non c’è stata speranza e molte di loro hanno donato energia a questo Freezer e l’hanno reso ancora più forte e potente. Non credo ci sia speranza per eliminarlo, abbiamo provato di tutto, ma è stato tutto davvero inutile. Sul nostro pianeta giacevano i sette frammenti dell’arcobaleno, almeno quelli siamo riuscite a portarli via, altrimenti sarebbe stata la fine per tutti. Dio, poi, ci ha dato la possibilità di dividerci e ci avrebbe promesso che qualcuno ci avrebbe salvato da tutto questo male. Soffriamo più che mai, specialmente io, perché sono stata una delle prime a fuggire mentre mia sorella cerco di difendermi da quel mostro, ma lei non ce l’ha fatta. Sento un vuoto dentro di me, perché non sono riuscita a fare niente!-. Si lamentò la fatina.
-Capisco, beh, il nome già non mi piace. Dovrebbe essere veramente terribile.-. Rimase perplesso il fantasma.
-N-non mi piace questa storia!-. Rabbrividì Salem.
 
All’improvviso apparse una luce, era Dio. Salvatore pensò subito che forse colui che dovrà sconfiggerlo sarebbe stato proprio lui. Questa sarà una prova molto dura, ma se questo mostro sarà veramente così terribile, allora il fantasma con quali poteri avrebbe potuto sconfiggere quel mostro di Freezer? Ma con quali armi? La fatina l’aveva descritto come un vero e proprio demone.
 
-Ciao Salvatore, ho una missione da affidarti.-. Disse il Signore del Paradiso Terrestre, sapendo già di cosa si trattasse.
-Sì, immagino che io debba andare nel mondo delle fate e distruggere questo Freezer. Mi sbaglio?-. Chiese, anche se era poco convinto delle parole appena pronunciate.
-No. Non sei pronto ed è per questo che io sia venuto qui, dovrei darti più potere necessario per sconfiggerlo. Hai preso il frammento di colore giallo dell’arcobaleno, vero?-. Domandò a Salvatore.
-Sì, certo, eccolo!-. Rispose, non riuscendo a capire bene di cosa parlasse.
-Bene, prendilo e assorbilo nel tuo cuore e riceverai un grosso potere, prova. Sei un fantasma, il frammento si dissolverà nel tuo cuore: una volta riuniti tutti i sette frammenti dell’arcobaleno avrai un potere tre volte più grande di ora. Capito? Acquisirai molta potenza, per ora è tutto. A presto Salvatore!-. Salutò Dio, prima di andarsene.
 
E così scomparve anche la luce attorno a loro. Salvatore rimase sorpreso, quindi guardò con attenzione il frammento dell’arcobaleno; non sapendo cosa fare, guardò Salem.
 
-Cosa devo fare? Io dovrei mettere questo coso nel mio petto?-. Disse sbalordito.
-Penso proprio di sì, se non lo farai, non avrai potere sufficiente per battere Freezer. Forza e coraggio ragazzo, ce la farai!-. Esclamò il gatto con entusiasmo.
-Okay, allora 1...2 e 3!-. Il ragazzo chiuse gli occhi e inserì il frammento nel suo dolce cuore.
 
Fu un esplosione di un colore lucente: il colore della luce, della speranza.
Salvatore riaprì gli occhi, si sentiva forte, molto più forte di prima. Un potere nascosto, nuovo. Era uguale, ma ebbe un forte cambiamento sul suo potere, forse sarebbe stato in grado di vincere qualsiasi battaglia, magari avrebbe potuto eliminare anche Freezer in un colpo solo, chissà se fosse stato sufficiente.
La fatina guardò il fantasma speranzosa, avrebbe immaginato già un mondo pieno rose e fiori. Magari avrebbe rivisto una luce, la quale si spense tanto tempo fa su quel mondo.
 
-Beh, mi sento decisamente più forte di prima.-. Disse il fantasma, guardandosi le mani. Sembrava sicuro di sé.
-Wow, non pensavo che i frammenti arcobaleno avessero quest’enorme energia, forse c’è ancora una speranza!-. Gridò la fatina felice.
 
Salem guardò sospettoso, ma non sapendo cosa dire: era molto preoccupato. Il gatto pensava invece che non fosse ancora sufficiente, ma dovrebbe assorbire più frammenti per eliminare Freezer, quindi non era sufficiente. Salem non era mai stato così serio, gironzolò attorno a Salvatore per controllare meglio il suo nuovo potere.
 
-No!-. Puntualizzò Salem.
-Cosa no?-. Intervenne la fatina.
-Non è sufficiente per battere Freezer!-. Continuò il gatto.
-Come non è sufficiente? Il mio potere è cresciuto di molto!-. Esclamò il fantasma sicuro del suo nuovo potere, o meglio, “Warrior Ghost”.
-E’ vero ti sei potenziato, ma non è sufficiente per battere Freezer. Ci vuol ben altro, quindi dovrai assorbire più frammenti per essere almeno al suo livello. Dio spera in te, sì, ma ti dico che non ce la farai mai. Verrai messo K.O al primo round con lui e sottovalutare quel mostro che è quadruplo della tua forza. Non arrivi nemmeno a un minimo della sua forza!-. Urlò Salem, come se quel mostro già l’avesse conosciuto.
 
Salem era preoccupato, non riuscì a trattenere tutto quel dolore. Sembrava davvero addolorato. Salvatore lo rassicurò con un carezza, sorridendogli per dargli un po’ di sicurezza.
 
-Va bene, facciamo come dici. Ma non preoccuparti, io sarò qui, combatterò quando sarà il momento, adesso pensiamo soltanto ad assorbire più forza. Ora, però, dimmi. Come tutto questo odio nei confronti di questo Freezer, lo conosci?-. Gli chiese gentilmente il fantasma.
-Sì, vivo da molto tempo in questo mondo. Freezer viene dal Regno degli Inferi, ma chissà come, lui è riuscito a scappare da lì. Forse il capo di quel regno avrà creato un qualche cosa di mostruoso, è troppo forte. Attaccò il mondo dei gatti, eliminò definitivamente i miei genitori, sterminò la mia famiglia per sempre. Adesso non esistono più, dovresti sapere che una volta essere morti anche in questo mondo, noi non esisteremo più e non possiamo fare nulla. Però non si impadronì del mondo dei gatti, lo riteneva troppo squallido e infatti ha preferito quello delle fate dove c’era maggior potere, ormai esaurito per via della conquista “perfetta”. Dominò tutto il regno, assorbì l’energia di ogni fata tranne per le sette uniche fate. Se avesse assorbito anche la loro energia, be’, sarebbe stata la fine per tutto. Ecco perché tua sorella ha rischiato la vita, cara Cleopatra, perché tu eri una di quelle che possiede il frammento dell’arcobaleno. Ma se forse questi frammenti li assorbirà tutti Salvatore avremo creato “Warrior Ghost”, così magari le prossime anime vivranno in pace su questo mondo.-. Raccontò Salem ai suoi due amici.
-Beh, allora partiamo per questo viaggio. A cosa stiamo aspettando?-. Urlò allegro Salvatore.
 
Il fantasma lo faceva per Pasquale, ma non solo, anche per i prossimi esseri viventi. I quali dovevano vivere la loro vita in pace. Neanche dopo la vita si stava bene, purtroppo, il male prevaleva sempre su tutto e Salvatore era stufo di tutto ciò; voleva porre fine alla parola “male” e così sarebbe stato: lui voleva vincere a tutti i costi e far prevalere il bene anche nel Paradiso Terrestre.


 

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Capitolo 15
*** La principessa di Venere ***


Capitolo 14

La principessa di Venere



E così Salvatore, Salem e Cleopatra cominciarono il loro lungo viaggio alla ricerca del secondo frammento dell’arcobaleno. Salem non era entusiasta all’idea di Freezer, anzi, gli faceva una gran paura. Non sapeva le sue descrizioni fisiche, infatti fermò la povera Cleopatra mentre lo stava per descrivere e per tutto il viaggio la fatina insisteva per dare un po’ di coraggio al gattone: fifone com’era.
 
-Perché non vuoi che te lo descriva, hai davvero così tanta paura?-. Chiese la fatina incuriosita dalla risposta del gatto.
-Sì, non bisogna sottovalutare i nemici. Dovresti saperlo!-. La riproverò Salem.
-Basta voi due. Cleopatra, quando sarà il momento lo vedremo da vicino. Non insistere per via di Salem, sono curioso di conoscerlo quando sarà il momento. Intesi?-. Intervenne il fantasma, altrimenti sarebbe successa una rissa.
 
I due annuirono. Ad un certo punto, i tre sentirono un’esplosione di energia: non fu un’esplosione qualsiasi, ma Salvatore sentiva una potenza suprema e suppose che fosse un altro frammento dell’arcobaleno; anche perché Raganella gli disse che di solito questi frammenti scoppiavano per via della loro potenza, così Salvatore volò dall’altra parte della foresta. Ormai lasciarono l’Isola che non c’è da un bel po’, altrimenti Salem si sarebbe fatto una vacanza vera e propria.
Volando verso nord raggiunsero un luogo sconosciuto da loro, ma andarono oltre per scoprire che tipo di luogo fosse: era la città sconosciuta. Non era male come posto, anzi, sembrava fosse una cittadina di medie dimensioni simili a quelle del pianeta Terra. I tre volarono comunque per quelle zone per ricercare i frammenti, e così Salvatore andò a verificare se si trattasse davvero del secondo frammento che stavano cercando.
 
-Dite che sarà il frammento dell’arcobaleno?- Chiese di fretta Salvatore, mentre Salem stava alle sue spalle. Il gattino non era in grado di volare come Cleopatra.
-Così ha detto Raganella, suppongo sia un sì.-. Rispose Salem, sembrava serio questa volta.
-Potrebbe, ma andiamo a controllare!-. Esclamò Cleopatra, aumentando la sua velocità di volo.
-Andiamo!-. Urlò Salvatore sempre a massima velocità.
-Non volare così veloce, mi farai cadere!-. Strillò Salem per non guardare giù, aveva le vertigini.
 
Entrambi toccarono il suolo, tranne Salem, ovviamente cadde a testa in giù: sembrava proprio un imbranato.
 
-Un gatto non serve per queste missioni!-. Esclamò la fatina, per stuzzicare il povero Salem.
-Se è per questo non hai un gran potere, a parte il volo, sei solo una miserabile fatina!-. Mormorò il gatto, senza troppi giri di parole.
-Ma come ti permetti, brutta palla di pelo!-. Strillò la gattina infuriata, sembrava una scena davvero buffa.
-Smettetela voi due, guardate lì!-. Disse il fantasma allungando l’indice verso una zona di campagna.
 
Sorgeva del fumo colorato, non sembrava fumo come quando c’era un incendio: forse si sarebbe trattato del secondo frammento?
Salvatore corse per andare a vedere cos’era successo. Vide una ragazza con un fiocco rosso dai lunghi capelli dorati scendere da una macchina, simile ad una 500 fiat, anche se era di colore rosso. Aveva gli occhi azzurri ed un vestito giallo acceso, sembrava una dea.
Il fantasma guardò i suoi vestiti e scoprì che aveva ancora avuto sempre gli stessi, anche durante il tempo passato assieme al suo amico Pasquale: se avesse avuto la possibilità, li avrebbe cambiati.
 
-C-ciao!-. Balbettò Salvatore, anche Salem e Cleopatra rimasero imbambolati a quella figura.
 
La ragazza però non lo sentì, quindi ripeté il “ciao” per ben tre volte.
 
-Ehi, ma sei sorda?-. Le urlò Salvatore.
-La mia macchina è distrutta!-. Strillò disperata la ragazza.
-Beh, accidenti no! Credevo fosse un frammento, invece era solo una stupida macchina di questa ragazza!-. Esclamò gettandosi a terra come rammollito guardando Salem.
-Non ci pensare, non ne puoi trovare sempre uno successivo all’altro.-. Lo incoraggiò Salem.
-Hai ragione!-. Disse, ormai rassegnato.
 
La ragazza rimase sorpresa alle parole del fantasma e alzò le orecchie come se conoscesse la storia dei frammenti dell’arcobaleno.
 
-Ho sentito bene? I frammenti dell’arcobaleno?-. Chiese, come se ne sapesse qualcosa.
-Sì, hai sentito bene.-. Ripeté Salvatore, con menefreghismo.
-Sto parlando con te, gradirei un minimo di attenzione.-. La bionda cominciò a stringere i pugni per la rabbia.
 
Il fantasma si alzò da terra e la guardò dritto negli occhi: la trovava molto attraente, sembrava davvero una principessa.
 
-Sputa il rospo, ti ascolto. Cosa vuoi dirmi?-. Chiese, facendosi serio.
-Certo. Stai cercando un frammento dell’arcobaleno, giusto? Io so dove si trova un frammento, a meno che tu abbia voglia di aggiustarmi la macchina. Ti va?-. Gli propose.
-Non sono un meccanico, e poi so volare e ho dei poteri posso anche cercarmeli da solo.-. Disse con ulteriore arroganza.
-Maleducato!-. Urlò la ragazza, si sentiva offesa.
-Grazie!-. Rispose Salvatore.
 
Salem lo guardò e anche Cleopatra, non dissero nemmeno una parola; però stavano assistendo ad un litigio tra i due, anche se sembrava una scena molto divertente. All’improvviso la fatina si mise sulla spalla della ragazza presentandosi, poco dopo lo fece anche Salem anche se si presentò dalla parte del suolo. Così la ragazza di abbassò per accarezzarlo.
 
-Che carini che siete. Il mio nome è Venere, e il vostro amico come si chiama?-. Domandò la ragazzo, visto che Salvatore non le dava molta importanza.
-No, lui è solo un fantasma senza speranza alla ricerca di alcuni frammenti dell’arcobaleno, pensa di essere il capobranco, ma non ha capito che quello che comanda sono io…-. Si sentiva fiero a pronunciare quelle parole, ma il fantasma lo fermò.
-Ehi, stai davvero esagerando ora! Non ho detto di essere un capobranco!-. Disse, arrabbiandosi come un bambino.
 
Venere guardò Salvatore, facendogli un piccolo sorriso e allungandogli la mano.
 
-Piacere, io sono Venere e sono una principessa.-. Salvatore la guardò allibito.
-Che cosa? Sei una principessa? TU?-. Le esclamò, allungando l’indice.
-Sì, sono la principessa del pianeta Venere. Mi trovavo qui perché il mio pianeta è stato attaccato da un folle.-. Divenne seria. Anzi, tutti diventarono seri. A tal punto di aver capito di chi si trattasse.
-Ah, ancora? Non è la prima volta, sto sentendo spesso storie distruzione dei mondi. Non mi cogli impreparato, stiamo parlando di Freezer, giusto?-. Parlò come se avesse capito già tutto.
-Sì, sta trasformando il nostro mondo in balia di malvagi. Sta rovinando la felicità di questo mondo e non so cosa possiamo fare! Mia madre, mio padre. Loro mi hanno messo in salvo, li ha fatti prigionieri e spero anche le mie amiche degli altri Regni stiano bene.-. Salvatore la guardò sorpreso.
-Quali altri Regni?-. Chiese, non avendo capito bene.
-Le rispettive principesse degli altri pianeti: Mercurio, Marte, Giove, Saturno, Nettuno, Urano, Plutone e Eris. I pianeti del Sistema Solare. Li conosci, no?-. Disse sbalordita, anche perché Salvatore le aveva detto di essere preparato.
-Beh, forse sei più preparata di me!-. Sorridendo in difficoltà.
-Se attaccherà i rispettivi pianeti, saremo tutti in pericolo e forse nemmeno Dio sarà capace di affrontarlo data la sua immensa potenza.-. Disperandosi amaramente.
 
-Puoi stare tranquilla, se cercheremo i sette frammenti dell’arcobaleno. Tutto questo non succederà, puoi starne certa! Perché c’è Warrior Ghost, colui che distruggerà Freezer!-. Disse Cleopatra, riferendosi a Salvatore. Sembrava fiera di quelle parole, anzi, più che altro sembrava troppo sicura di sé.
 
Salvatore rimase un po’ sbigottito, non stava capendo molto di cosa stesse succedendo e si disperò gettandosi sul suolo di quella meravigliosa campagna, anche se dall’altra parte sorgeva la città sconosciuta, dominata così dove tutti potevano riposare in pace, senza un passato, non conoscevano la loro vita precedente, lo avevano chiesto a Dio prima di arrivare in questo mondo cancellando la loro mente.
Salvatore si sentiva confuso, non sapendo cosa fare. Le cose stavano per mettersi davvero male, ma davvero non c’era speranza? E se Freezer si impossessasse dell’intero Universo? Cosa sarebbe successo?
Il fantasma guerriero stava pensando ad una possibile soluzione, però non sarebbe stato affatto facile. E se i frammenti arcobaleno non bastassero? Forse sarebbe stata veramente una battaglia inutile.
 
-Cleopatra, io non credo di riuscire a vincere. Non so cosa potrebbe succederci, o meglio, non so se riuscirei a battere Freezer. Non credo abbastanza in me.-. Disse Salvatore, abbassando lo sguardo. Forse voleva arrendersi?
-No, tu ce la devi fare. Altrimenti come farai a conoscere il Mago di Oz? E cosa sarà del tuo amico? Se verrà in questo mondo, cosa vedrebbe? Catastrofe? Distruzione? No, devi portare la pace si questo mondo. Sei l’unico che abbia un cuore puro per farlo e quindi metti in risalto ciò che hai imparato, basta acquisire maggior potere, forse potresti vincere la battaglia. Anzi, potresti anche perderla e se ciò capiterà per davvero. Allora… Significherà che non credevi abbastanza!-. Esclamò Salem in tono di rabbia, come se fosse stato ferito.
 
“Non dimenticare la massione”
Salem aveva ragione. Il fantasma ascoltò il suo subconscio per meditare meglio le parole dell’amico, capendo fino in fondo quale era la vera missione: salvare il mondo. Altrimenti sarebbe stato un disastro totale e così salvatore riacquistò fiducia e sicurezza in se stesso.
 
-Hai ragione, adesso andiamo alla ricerca dei frammenti e mettiamo fine a questa storia!-. Disse determinato.
 
Dopo le parole di Salem, il vero Salvatore si risvegliò e diventò più forte di prima sprigionando una potenza inaudita. Aveva un potere magnifico, anche se forse non come quello di Freezer, ma già era qualcosa. Si dovevano solo trovare i frammenti.
I tre si girarono per andare verso la città sconosciuta.
 
-Aspettate!-. Urlò Venere.
-Sì?-. Le disse Cleopatra.
-Posso venire con voi? Non saprei cosa fare!-. Era davvero disperata.
 
Salvatore si girò e le fece un sorriso.
 
-Va bene!-. Dissi, mettendosi le mani nei capelli.
 
E dopo un po’, Salvatore si rese conto di non averle ancora rivelato il suo nome. Quindi il fantasma si girò e le fece un ampio sorriso.
 
-Cosa c’è? Mi stai prendendo in giro?-. Chiese confusa la ragazza.
-No, volevo dirti il mio nome: mi chiamo Salvator e come si suol dire “sono un fantasma”.-. Il ragazzo le sorrise e corse via per raggiungere la città sconosciuta.
-Era ora! Ma se ti prendo!-. Esclamò Venere, correndo anche lei per raggiungerlo.
-Se mi prendi, cosa farai?-. Strillò Salvatore, ormai già lontano, correva molto veloce.
-Non lo so, ma sarai comunque spacciato! Sarò anche peggio di Frezzer!-. Gli strillò da lontana.
-Non mi prenderai mai!-. Le fece la linguaccia.
-Staremo a vedere!-. Disse Venere, stringendo i pugni.
 
Cleopatra e Salem camminarono tranquilli, godendosi così la scena dei due ragazzi.
 
-Penso che non saremo gli unici a litigare spesso, prevedo un’avventura ricca di sorprese.-. Accennò Cleopatra, mentre proseguivano verso la loro destinazione guardando i due correre.
-Eh già, hai proprio ragione! Quella ragazza gli darà del filo da torcere!-. Sorrise il gatto davanti a quella patetica scena.




La principessa non è come nella descrizione, ma purtroppo non sono riuscito a travarla come volevo. Spero comunque che il capitolo vi sia piaciuto. Ciao! :)
 

 
 

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Capitolo 16
*** La citta sconosciuta e la conquista di Eris ***


Capitolo 15

La città sconosciuta e la conquista di Eris


Salvatore, Venere, Salem e Cleopatra s’incamminarono verso la città sconosciuta. A dire il vero non si sapeva molto di quella città, ma forse avrebbero potuto trovare il prossimo frammento dell’arcobaleno.
Il guerriero fantasma aveva una missione ben precisa: doveva salvare l’intero universo. Tutto stava per essere distrutto per via di un folle.
Durante la sua avventura aveva conosciuto un sacco di amici per portare a termine la missione; prima aveva conosciuto Salem, poi Cleopatra e poi Venere, la principessa del rispettivo pianeta.
Entrambe almeno scapparono dagli orrori di Freezer, mentre le loro famiglie, purtroppo, furono state attaccate e imprigionate come degli schiavi.
Freezer stava davvero rovinando il mondo? Era davvero così potente, e Salvatore? Il coraggioso fantasma guerriero, ce l’avrebbe fatta ad eliminarlo per sempre dall’esistenza?
 
-Beh, chissà come sarà questa città sconosciuta e speriamo di trovare qualche frammento dell’arcobaleno!-. Esclamò Salvatore stufo, non si arrivava più a destinazione.
-Sempre il solito fannullone, quando ti darai una regolata?-. Chiese frustato Salem.
-Zitto gattaccio, quando ti accarezzano le ragazze, non fai altro che fare le fusa. Sei senza speranza!-. Disse il fantasma, mentre lo accarezzava sotto al mento: a Salem piaceva molto.
-Non fate altro che chiacchierare! Guardate lì!-. Intervenne Venere girandosi.
 
Tutti e quattro si girarono e videro un’enorme città. A prima vista sembra tale, ma non era del tutto così; sembrava una città fantasma, desolata quanto il deserto del Sarah.
C’erano alti edifici: era simile alla città di New York, ma con qualche mancanza.
 
-Questa sarebbe la New York fantasma? Forse ecco perché la chiameranno la “città fantasma”-. Accennò Cleopatra.
-Però non è molto invitante!-. Disse inorridita la principessa.
-Avete ragione. Questa città non promette nulla di buono!-. Mormorò Salvatore, confermando quello che avevano detto poco fa i suoi amici.
 
Tuttavia, loro comunque continuarono il loro cammino. Mentre stavano ispezionando quella città sconosciuta. All’improvviso a Salvatore gli venne in mente di chiamare Raganella, forse era l’unica che avrebbe potuto dare a loro una spiegazione di questo luogo sconosciuto.
 
-Ciao Raganella, sei in casa? RAGANELLA!-. Strillò Salvatore, anche perché non riusciva ad ottenere risposta dalla sua amica.
-Sì, eccomi, non c’è bisogno di fare tutto questo baccano!-. Rispose con un tono decisamente tranquillo.
 
La strega sembrava tutto fuorché preoccupata: dopotutto, un folle andava in giro a conquistare i mondi, e che avrebbe potuto arrivare anche da lei.
Raganella era fatta così, prendeva tutto alla leggere, Salvatore pensò “Beh, beata lei!”.
 
-Raganella, ho bisogno di alcune informazioni per quanto riguarda “la città sconosciuta”, potresti dirmi qualcosa al riguardo, per favore?-. Chiese per ricavarne qualcosa.
-Oh, vedo che hai trovato dei nuovi amici. Chi è quella ragazza? Oh giusto, sei la principessa di Venere. Avevo tanto sentito parlare di te…-. Sembrava ignorare le richieste del fantasma.
 
Salvatore stava perdendo la calma. Se avesse avuto la possibilità, le avrebbe tirato un pugno.
 
-RAGANELLA!-. Il fantasma diede un urlo che persino dalla Terra avrebbero potuto sentirlo.
-Sì, scusami, ero troppo presa dalla discussione. Quando comincio a chiacchierare, non finisco più, adesso esaudirò la tua richiesta!-. Disse subito, con tanta di tranquillità.
 
E così, Raganella cominciò a rovistare dei libri grandissimi ed infine dare una risposta sensata: ciò che avrebbe dovuto fare sin dall’inizio della chiamata.
 
-Allora ragazzi, state ben attenti!-. La strega li stava mettendo in guardia.
 
In un attimo lo sguardo di Raganella divenne cupo come l’oscurità.
 
-Non è un luogo molto sicuro. Potrebbe sembrarlo, ma non lo è. Ci sono molte presenze malvagie. Salvatore, potranno uscire da un momento all’altro. Sei l’unico che potrà fermarli, usa la tua “Ghost Sword”, gridalo alto nel cielo e l’avrai tra le tue mani. Sarà l’unico modo per fermarli e ti ricordo che lì si trova un frammento dell’arcobaleno, spero tanto di non sbagliarmi. Forse è quello blu. Buona fortuna Salvatore!-. Disse Raganella, chiudendo poi la chiamata.
 
Il fantasma aveva gli occhi ben aperti, non voleva trovarsi in pericolo proprio in quell’istante e non voleva nemmeno che qualcuno dei suoi amici si trovasse in pericolo. Avrebbe combattuto con tutte le sue forze.
 
-Ragazzi, ve ne prego, cercate di stare attenti!-. Li avviso.
-Certo, puoi stare tranquillo. Terremmo gli occhi aperti!-. Lo tranquillizzò Venere, la quale era preoccupata quanto lui.
-Forse dovrebbero essere degli esserini abbastanza forti, spero di non ricordarmi male, sono piccoli ma intelligenti ed anche molto malvagi.-. Accennò Salem a Salvatore, cercando di metterlo in allerta.
-Ghost Sword!-. Gridò il fantasma. In effetti, apparse una spada tra le sue mani.
 
Sembrava una semplice spada. Di diverso aveva l’elsa: in cui ai lati di destra sinistra si contrapponevano due serpenti feroci – due cobra.
 
-Credo che si utilizzi contro il nemico in modo semplice.-. Disse Salvatore, non era molto sorpreso.
-Non essere così precipitoso!-. Intervenne la fatina.
-Beh, meglio averla tra le mani, non si potrebbe mai sapere. Questo luogo non promette nulla di buono, almeno possiamo dire che abbiamo un’arma.-. Il fantasma impugnò la sua spada con timore.
 
Dopo pochi secondi, la terra attorno a loro cominciò a tremare. Sembrava che stesse per nascere qualcosa proveniente sotto ai loro piedi.
 
-Dio mio, cos’è quello, AIUTO!-. Strillò Venere, sembrava volesse svenire.
 
In realtà, sotto ai loro piedi stavano nascendo gli esserini malvagi di cui Salem aveva parlato: erano piccoli, sembravano dei bambini. Essi possedevano delle mini-spade; forse le avrebbero utilizzate per attaccare, ma quella era più una certezza. Salvatore li guardò senza paura, oppure cercava di non averne. Non era il momento di tremare o di scappare. In qualche modo dovevano pur reagire!
Tutto d’un tratto, questi esseri corsero verso di loro: avevano un aspetto malvagio, questo era certo. Erano cupi quanto un cielo grigio. Avevano la testa tonda con delle corsa e degli occhi rossi, i quali potevano esprimere qualsiasi cosa, ma tranne qualcosa di buono. Erano piccoli di statura, ma erano tantissimi: Salvatore, il fantasma guerriero, ce l’avrebbe fatta con la sua “Ghost Sword”?
 
Salvatore tenne stretta la sua spada, sperava soltanto che funzionasse per poter dare un briciolo di speranza ad suoi amici.
 
-Adesso, basta! Andate via!-. Gridò il fantasma, alzando la spada verso il cielo colorato.
 
La spada emanò un raggio di luce che fece scomparire tutti gli esseri malvagi in un batter d’occhio trasformandoli in angeli.
Salvatore e i suoi amici rimasero sorpresi a quella scena, non si aspettavano che terminasse tutto così in fretta; spuntò anche un frammento dell’arcobaleno, che entrò direttamente nel corpo del fantasma.
A quel punto, un angelo gli si avvicinò e gli toccò la fronte.
 
-Grazie per averci liberato dal male, adesso finalmente, possiamo vivere felici la nostra eternità.-. Sorrise, per poi scomparire oltre il cielo dove comparì un bellissimo arcobaleno dai sette colori.
 
Salvatore adesso si sentiva più forse e anche più determinato di prima. Si sentiva un vero e proprio guerriero. Quindi, mancavano soltanto altri cinque frammenti per completare l’opera.
 
-Wow, mi sento incredibilmente forte!-. Esclamò con entusiasmo.
-Evviva, ce l’hai fatta!-. Dissero Cleopatra e Venere all’unisono.
-Bravo ragazzo, ne eravamo sicuri!-. Salem era fiero del suo amico.
 
Entrambi si guardarono fieri, avevano una missione da compiere e sapevano benissimo quale fosse.
All’improvviso, Raganella interruppe il loro momento di gloria.
 
-Ragazzi, siete stati bravi ce l’avete fatta. Grande Salvatore, sapevo di poter contare su di te. Ma penso sia arrivato un momento tanto atteso. Salvatore, penso che sia arrivata l’occasione di incontrare e parlare con il mago di Oz, siamo arrivati ai momenti di crisi. Siamo davvero tutti in grave pericolo. Freezer ha conquistato anche l’ultimo dei pianeti: Eris. Non è esattamente un pianeta, ma comunque ci sono degli esseri viventi. In effetti, la principessa è stata rapita.-. Disse Raganella, terrorizzata dall’idea.
-Nulla di nuovo, ma sta veramente esagerando. Dove possiamo incontrare Oz?-. Domandò Salvatore, sembrava preoccupato quanto la strega.
 
In quel momento, tutta la gioia tra i loro visi scomparve all’istante. Dovevano sbrigarsi, altrimenti Freezer avrebbe conquistato l’intero Universo: Terra compresa.
 
-Procedete verso nord, ma sbrigatevi, prima che potrebbe essere troppo tardi. Cercate di trovare i frammenti lungo la strada e state attenti, che ormai, questo non è più un mondo sicuro!-. Li avvisò la povera Raganella, sembrava davvero disperata all’idea.
-Puoi contare su di noi!-. La incoraggiò Venere.
 
Raganella sorrise. Sperava soltanto che tutto tornasse alla normalità, ma le speranze al momento erano ben poco: solo Salvatore, forse, era in grado di fermare Freezer - era ancora tutto da vedere.
 
I ragazzi, dopo aver messo giù la chiamata, si precipitarono subito verso nord: correndo più che potevano.
 
-Se volassi, farei prima del solito!-. Disse Salvatore mentre correva.
-Ma possiamo farlo-. Disse determinata la principessa.
-Io prendo Cleopatra, anche se vola, è troppo lenta. Ti prendi Salem!-. Continuò la ragazza, la quale spiccò in volo prendendo la piccola fatina.
-COSA?!-. Balbettò Salvatore, rimase senza parole quando vide che Venere sapeva volare.
 
Lei gli fece l’occhiolino, mentre Cleopatra fece la linguaccia a Salem che correva vicino al fantasma. Salem la ignorò complemente.
 
-Prendimi e spicca il volo anche tu, dobbiamo arrivare da Oz prima del tempo! E’ una fortuna che voli, così faremo prima-. Gli urlò il gatto.
-Va bene!-. Disse Salvatore, avrebbe fatto il possibile per portare a termine la missione: conoscere il mago di Oz e distruggere Freezer.


Eris

 

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