Who could deny these butterflies?

di psychoE
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** I can't feel my face. ***
Capitolo 3: *** I need some more time to fix this ***



Capitolo 1
*** Prologue ***


Sono sempre in ritardo. Dannazione!
Mi affretto a camminare il più veloce possibile con questi dannati tacchi verso la scuola privata in cui dovevo avere un colloquio dieci minuti fa. Krystal poteva evitare di prendere la mia sveglia senza avvertirmi.
Krystal è la mia coinquilina, sta finendo gli studi. Io, invece, mi sono laureata da pochi mesi.
I miei capelli devono essere orribili, ho corso come una pazza e adesso sono davanti all'ingresso dell'edificio della OCSA.
Bene, il mio primo colloquio, posso farcela.
Mi aggiusto la camicetta bianca senza maniche e mi pizzico le guance, spero di avere un aspetto presentabile. Sono un disastro.
I corridoi sono vuoti. Beh, siamo a metà agosto, chi dovrebbe esserci?
Non so dove andare, così mi metto a cercare qualcuno ma mi sembra di essere in un deserto.
Si sente solo il ticchettio dei miei tacchi e il mio respiro affannato. Il mio cellulare vibra, lo sfilo dalla tasca e sto per rispondere, quando mi ritrovo spiaccicata contro il petto di qualcuno. Poi sono con il sedere per terra.
“Accidenti!” impreco, massaggiandomi la parte bassa della schiena.
“Dovrebbe stare attenta a dove va. Miss Eileen Hastings, giusto?”
Alzo lo sguardo e mi ritrovo un uomo in giacca e cravatta che mi sorride beffardo. Ignoro la critica e mi rialzo, pulendomi qua e là i jeans. Solo adesso mi rendo conto che mi ha chiamata per nome.
Incrocio il suo sguardo; è dannatamente malinconico. Quasi mi spavento per ciò che vedo...sono scuri e profondi. Un brivido mi percorre la schiena, ma che mi sta succedendo?
“Come fa a sapere il mio nome?” chiedo nascondendo l'imbarazzo.
“La stavo aspettando. Ha un colloquio come insegnante di canto, o sbaglio?”
“No, non sbaglia, Mr...”
Haner, Brian Haner. Prego, mi segua.”
Aspetta, credevo che sarebbe stato il preside ad assistere al mio colloquio. Questo Brian Haner mi sembra che abbia appena trent'anni.
L'uomo in questione mi porta nella sala insegnanti: anche questa deserta. Mi fa cenno di sedermi e lui si piazza davanti a me.
“Mi permetta di presentarmi. Sostituisco mio padre, Brian Haner Senior, insegnante di chitarra. E' lui l'addetto ai colloqui, ma purtroppo non si sente bene ed eccomi qui.”
Ah, ecco, allora è vero che doveva intervistarmi un sessantenne!
Gli stringo cordialmente la mano e sento come una scossa pervadermi il corpo. Subito la ritiro indietro, forse anche lui l'ha sentita ma non riesco a capirlo. Dev'essere stata elettricità statica.
“Bene Miss Hastings, lei è qui per sostituire Mr Gerald, giusto?”
Annuisco.
“Posso vedere il suo curriculum?”
“Certamente.”
Estraggo dalla borsa un foglio con gli angoli un po' stropicciati, glielo porgo e lui lo squadra.
Legge attentamente ogni punto, partendo dai miei numerosi certificati di riconoscimento in campo musicale.
Forse ci mette pochi minuti, ma per me sembrano passare ore. Inizio ad avere caldo...
Lo guardo mentre si picchietta il naso con le dita e solo adesso noto dei tatuaggi su di esse. Piego la testa per leggere meglio...Marlboro? Quale persona normale si tatua il nome di una marca di sigarette? Beh, almeno ha buoni gusti. Oh, c'è anche un anello! Dev'essere sposato.
I suoi capelli sono rigorosamente a posto, probabilmente con chili di gel. Ha dei bei lineamenti, delle belle labbra, un bel naso all'insù e i suoi zigomi...
“Miss Hastings?”
Faccio un balzo quando capisco che mi ha scoperta a guardarlo, così cerco di ricompormi anche se sento le guance andare a fuoco.
“S-Sì, Mr Haner?”
“Ha finito di farmi la radiografia?”
Oh, che presuntuoso. Faccio una smorfia.
“E lei ha finito di leggere il mio curriculum?”
“Certo. Le faremo sapere in settimana.”
Come? Niente domande? Che cosa...quest'uomo mi sta rovinando i piani! Sono stata ore a ripetere le solite domande a Krystal!
“Ma-”
“Che c'è?”
“Non...deve farmi...qualche domanda o, che so...”
“Per quel che mi importa, no. Ma se la può far sentire meglio, posso fargliene qualcuna.”
Ecco, così si ragiona. Annuisco sorridente.
“Che taglia porta di reggiseno?”
Non posso credere a ciò che ho appena sentito. Strabuzzo gli occhi, fulminandolo con lo sguardo e alzandomi dalla scrivania. Metto a posto le cose nella borsa sussurrando qualche insulto. Che idiota! Sto ribollendo di rabbia.
“Io direi una terza abbondante o una quarta...” posa lo sguardo sul mio seno e adesso non ci vedo più dalla rabbia.
Presto si ritrova una cinquina bella stampata in faccia. Al diavolo il posto di lavoro, non m'importa neanche più!
“Buona giornata, Mr Haner.” sputo acida, guardandolo massaggiarsi la guancia sinistra con la mano destra. Poi smette e mi sorride. Ma che cazz...
“A presto, Miss Hastings.”
Oh, certo. A mai più, Brian Haner!














The Psycho's corner:
Non giudicatemi male per il nome qua sopra, ho mandato la richiesta al sito per un cambio di nickname dato che questo è troppo depresso ora come ora per i miei gusti.
Bene, siamo qui con questo prologo che ho scritto oramai da un secolo e che mi sono decisa a pubblicare in seguito anche all'approvazione della mia beta Synysteristheway!
Fatemi sapere cosa ne pensate, ho già un paio di capitoli scritti e devo decidere se continuare oppure no. Alla prossima :)

 
 

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Capitolo 2
*** I can't feel my face. ***


Dovresti andarci piano con quella roba, Eil.
Ripongo la scatola di pasticche nell'armadietto del bagno e faccio un sorriso rassicurante a Krystal.
“Le prendo da anni, oramai, lo sai. So gestirmi.”
“Allora, vuoi raccontarmi com'è andata?”
Alzo gli occhi al cielo e sbuffo, superandola e andando in cucina per prendermi un bicchiere di succo d'arancia.
“Di merda. Quello che mi ha fatto il colloquio era un pervertito. Gli ho pure tirato uno schiaffo.”
“Che cosa? Eil, ma sei scema? Cos'avrà mai potuto dirti di così scandaloso?”
“Mi ha chiesto che taglia avessi di reggiseno, cazzo!”
Krystal cambia espressione e si copre la bocca con una mano. Poi scoppia a ridere di gusto...fantastico.
“Scusa, scusa, scusa!” ridacchia piegandosi in due dalle risate “Non posso non ridere se immagino la scena! Ma era vecchio?”
“Oh, no. Un affascinante trentenne presuntuoso.”
“Beh? Non vedo il problema, allora. E poi le tue tette non possono passare inosservate!”
La mando a quel paese internamente e sorseggio il mio succo di frutta.
“Ti sei davvero arrabbiata tanto?”
“Sai che non tollero certi comportamenti, specialmente in ambito di lavoro. Adesso dovrò mettermi a cercare chissà dove...”
“Non disperare Eil...”
“Già, so che non dovrei farlo...cercherò di non pensarci. Hai sentito le altre per stasera?”
“Sì, alle dieci e mezza al Johnny's.”
“Johnny's? Ma non è il locale dove ci stanno tutti i depravati di Huntington Beach?”
“Hey, non l'ho scelto io! Credo sia stata Kimberly a decidere.”
Faccio spallucce e, dopo aver finito di bere, ripongo il bicchiere nel lavello.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 






 
 
 
 
 
 
“Sei pronta?”
La voce di Krystal risuona nel corridoio. Mi do un'ultima controllata;
Ho deciso di indossare un vestitino di pelle nera senza spalline abbastanza attillato, tacchi dello stesso tessuto con qualche borchia qua e là. I capelli neri sono riccioli nelle punte e mi arrivano giusto poco sotto le spalle.
“Wow! Hai intenzione di fare cadere tutti ai tuoi piedi stasera?”
“Parli tu?”
Ha addosso degli shorts di jeans e una maglia a giromanica largo, la fascia di pizzo che si intravede. Tacchi identici ai miei e direi che c'è andata più pesante del solito col trucco.
“Beh, almeno io ho un motivo. Kim porterà degli amici del suo ragazzo! Pare che sia entrato in una band di fama mondiale di cui non ricordo il nome...”
“Allora ho fatto bene a vestirmi così. Andiamo?”
Prendo la mia pochette abbinata alle scarpe e mi dirigo con Krystal verso l'uscita di casa.
 
 
In pochi minuti siamo al posto: Johnny's. Kim, Jenna e Hannah sono già fuori che ci aspettano, sono tutte in tiro anche loro.
“Krystal! Eil!”
Ci baciamo tutte sulle guance e siamo pronte per entrare e darci alla pazza gioia. Così, una ad una entriamo nel locale e un buon odor d'alcol mi invade piacevolmente le narici.
Ci sediamo ad un tavolo abbastanza appartato, e dopo poco entra il ragazzo di Kim, Arin, seguito da altri quattro ragazzi tatuati dalla testa ai piedi.
“Ragazze!”
Tutte ci alziamo e gli diamo un bacio sulla guancia.
“Vi presento gli Avenged Sevenfold, la band di cui, da oggi, faccio ufficialmente parte.”
Si sposta e un omone di un metro e ottanta – se non di più – mi si piazza davanti, porgendomi la mano.
“Piacere, io sono Matt.”
“Eileen, il piacere è mio.”
Mi mostra le sue fossette sorridendo e d'istinto sorrido anche io. Lascia il posto per andare a presentarsi a Krystal e adesso davanti a me altri due ragazzi.
“Ciao, sono Johnny!” fa il più basso.
“Ed io Zacky!”
Ripeto il mio nome e sorrido, sorriso che si spegne non appena mi trovo davanti l'ultima persona che avrei voluto vedere.
“Io e lei ci conosciamo già, non è vero, Miss Hastings?”
Mr Haner, che piacere rivederla.”
“Direi che potremmo fare a meno di darci del lei qui, no?”
“Sono d'accordo.”
Beh, effettivamente non siamo più in campo lavorativo. Ciò non mi fa di certo dimenticare la sua irriverenza di questa mattina.
Dopo avergli rivolto un falso sorriso, mi volto verso Krystal che non ha perso tempo e sta già facendo il suo sguardo da seduttrice professionista con Matt.
La prendo bruscamente per un braccio e la porto da una parte.
“Hey!”
“No, non m'importa se ci stavi spudoratamente provando con quel ragazzone. Ricordi quello di cui ti ho parlato stamattina?”
“Il tipo che ti ha fatto il colloquio? Ma che c'entra adesso?”
“E' qui! E' Brian, cazzo!”
“Uh...carino!”
“Non è questione di carino o no! Io...me ne vado!”
“Eil, non puoi andartene. Non esagerare adesso...non considerarlo. Andiamo!”
Krystal mi prende per un braccio e mi porta di nuovo dagli altri, che si sono accomodati. Mi ritrovo seduta tra Johnny e la mia amica, Brian è di fronte a me.
Arriva la cameriera ed io ordino un japanese per partire in bellezza.
Guardo Brian: è tutt'altra persona. Intanto, non sapevo che avesse tutti questi tatuaggi; le braccia ne sono piene. Anche adesso porta una camicia – nera -, ma è sbottonata sul torace e mostra un tatuaggio, ma riesco a leggere solo 'Rev', le maniche sono tirate su fino ai gomiti. E' in jeans ed è molto più rilassato. Sembra quasi un'altra persona...
Sta conversando animatamente con i suoi amici ed ha già fatto colpo su Jenna, Hannah e...Krystal.
Finalmente arriva il mio drink ed inizio a bere.
“Offro un giro di shots!” esclama Zacky, ottenendo l'approvazione di tutti.
 
 
 
 
 
 
 





 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Siamo al quinto giro e la mia testa inizia a girare. Ma sto bene, sono solo un pochino brilla...un pochino. Chiudo gli occhi e mi godo la musica che non riesco a riconoscere ma che apprezzo volentieri in un momento come questo. Ah, adoro bere.
“Eil?”
Mi volto sorridente verso Krystal e piego la testa.
“Sì?”
“Stai bene?”
“Certo! Una Guinness per me, grazie!” urlo al cameriere che annuisce ridendo.
“No Eil, non puoi” mi ammonisce la mia amica.
“E perché?”
“Lo sai...”
Ripenso vagamente alla scatola di pasticche nell'armadietto del bagno e roteo gli occhi. Mi alzo goffamente di scatto e cerco di togliermi dal tavolo.
“Dove vai?”
“Fuori!”
Cammino barcollando sui tacchi ed esco dal locale, maledicendomi per non essermi portata una giacca.
Frugo nella pochette e mi rendo conto di non avere le sigarette con me. Accidenti, non ne faccio mai una giusta.
“Perso qualcosa?”
Mi ritrovo faccia a faccia con quel fastidioso uomo chiamato anche Brian Haner, con in mano il mio pacchetto di Marlboro rosse.
“L'hai lasciato sul tavolo.”
Ne accende una ma non per sé. Passa il pollice sulle mie labbra facendole schiudere e le guarda, poi vi poggia la sigaretta.
Poi, ne sfila un'altra dal pacchetto e mi affianca dopo averla accesa. Tiro un sospiro di sollievo dopo avere aspirato, adesso sto bene.
“Potevo accendermela da sola, comunque.” sputo acida.
“In queste condizioni avresti potuto bruciarti.”
“Sto bene.”
“Stamattina non barcollavi così, sai?”
Fanculo.” sibilo, ottenendo una sua risatina irritante.
Improvvisamente, il solito dolore al petto mi fa sobbalzare e mi obbliga a buttare la sigaretta non ancora finita a terra.
Cerco di fare un respiro profondo, ma quando ci provo, inizio a tossire a più non posso. Dannazione, ho esagerato. Merda, merda, merda!
“Eileen, tutto bene?”
Non riesco quasi a sentire la voce di Brian, appoggio la schiena al muro e alzo la testa, massaggiandomi il collo per cercare di respirare meglio.
Questa volta sento le sue mani sulle mie spalle.
“Cazzo, che ti prende?”
Faccio cenno negativo con la testa e provo con tutta me stessa a calmare questo attacco improvviso.
“Vado a chiamare la tua amica”
Inspiro più forte e lo fermo, scuotendo nervosamente la testa. Krystal non lo deve sapere.
“No, devo solo...solo aspettare.” riesco a farfugliare, lui è sempre più confuso. Che vergogna!
Mi stringo forte il petto e dopo un altro paio di colpi di tosse sembra essersi tutto calmato.
Faccio finalmente un respiro profondo, chiudo gli occhi e finalmente mi rilasso.
Non mi capitava da un po'...credo dal mio ultimo compleanno. Ma ammetto che mi frega ben poco di quel che potrebbe succedermi.
“Vuoi spiegarmi cos'è stato?”
“Oh...niente....fatti i cazzi tuoi.”
I suoi occhi hanno un'altra luce. Sono più...cupi, direi. Ma che gli prende?
“Eileen-”
“Non dire niente a Krystal. Anzi, non dire niente a nessuno...per favore. Non è niente, davvero.”
Fa spallucce e noto che ha buttato anche lui la sigaretta non ancora conclusa. Poi mi volto e non c'è più: dev'essere rientrato.
Raccolgo la pochette ormai a terra e torno anche io dentro al locale, ma quando arrivo al tavolo non vedo Brian al tavolo con gli altri.
“Eil, tutto bene? Stavo per venirti a cercare!”
“Oh, emh...sì, scusa, ho incontrato Kyle fuori.”
“Ah, hai visto Brian?”
“N-No.”
Krystal fa spallucce ed io prendo la mia giacca, infilandomela.
“Ci vediamo a casa, ho avuto una giornata pesante.”
Dopo aver salutato tutti, prendo una birra al banco ed esco dal locale, dirigendomi non verso casa, ma bensì verso un pontile su cui vado quando posso.
Si sente solo il ticchettio dei miei tacchi per la strada isolata e ammetto che inizia a fare freddo.
Raggiunto il posto, inspiro l'aria di mare che subito invade le mie narici, liberandomi i polmoni. Sorseggio la mia Heineken e mi appoggio alla ringhiera che da sul mare. La luna, stasera, è più bella del solito.
Questa la prendo io.
La voce di Brian quasi mi spaventa, quando mi volto ha in mano la bottiglia di birra che avevo appoggiato e la sta tranquillamente bevendo.
“Hey! La mia birra!”
Non mi risponde e si appoggia anche lui alla ringhiera, nella stessa posizione in cui ero io prima che mi interrompesse.
“Perché sei qui, Brian?”
“Ci vengo spesso.”
“Non ti ho mai visto.”
“Ciò non dimostra che io non venga spesso.”
Lascia cadere la bottiglia quasi vuota di Heineken in mare...quella era la mia birra!
“Va' al diavolo.”
So cos'hai avuto prima, fuori dal Johnny's.
E' impossibile, potrebbe benissimo sembrare un attacco di panico o...ma a lui che importa?
Non era niente.
Smettila di fare la bambina e ragiona su quello che fai.
Tu non sei nessuno per dirmi questo!
Credi che alcol e anti-depressivi ti porteranno a qualcosa, oltre che alla morte?
Ma come fa a sapere...
Questo non ti riguarda. Che t'importa?
Hai ragione. Non m'importa.
Ed è come se queste parole mi ferissero. Che vuole quest'uomo da me? Deve lasciarmi in pace, accidenti.
“Bene, buonanotte allora.”
Brian non risponde, continua a guardare l'orizzonte come se cercasse qualcosa, così giro i tacchi e me ne vado per la mia strada, infreddolita e stranamente turbata da questa conversazione. Meglio non pensarci.








The Psycho's corner:
adesso questo spazio ha un senso!
Ecco qui il primo capitolo. Spero si possa capire già da qua che la fanfiction tratterà tematiche delicate come quella della depressione. Ma non la depressione hoilmaredentro, quella vera, quella psichiatrica. E forse l'amore darà un aiuto. Fatemi sapere cosa ne pensate, grazie a tutte quelle che hanno messo tra i preferiti la storia e hanno recensito il capitolo precedente! 
 

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Capitolo 3
*** I need some more time to fix this ***


Ho passato la notte in bianco. Ho pensato al suo sguardo di rimprovero e quella discussione mi hanno turbata. E che faccia tosta che ha avuto! Infondo lui chi è per farmi una ramanzina del genere?!
Continuo a rigirarmi nel mio letto dalle cinque di stamattina, mi sono solo alzata varie volte per fumare.
Krystal non è ancora rientrata, il che mi fa sperare che non sia finita nel letto di qualcun altro.
Torno nella mia camera e mi guardo allo specchio: ho un aspetto terribile. Sono pallida, come al solito; i miei capelli sono arruffati in una massa odiosa, gli occhi circondati da occhiaie. Sono un disastro.
Dopo una doccia rigenerante, mi infilo l'accappatoio e lascio i capelli umidi ricadere sulle mie spalle dopo averli tamponati.
Appena finisco di truccarmi e vestirmi, sento il citofono suonare. Corro ad aprire e non mi ritrovo davanti ciò che mi aspettavo. Brian sta tenendo in braccio Krystal, addormentata.
“Che le hai fatto?!” sbotto disgustata.
“Oh, beh, io nulla.”
Mi sposto per farlo entrare e lo accompagno verso la camera della mia amica.
“E' sempre la solita, non riesce mai a comportarsi in maniera decente.” dico passandomi una mano tra i capelli ancora umidi, guardandola dormire tranquilla nel suo letto.
“Si è solo divertita.”
“Mi fa piacere, ora puoi andartene.”
“Non mi offri neanche un caffè? Almeno per ringraziarmi di aver portato la tua amica sana e salva a casa.”
Alzo lo sguardo e gli faccio cenno di seguirmi nella cucina, dove lui si accomoda tranquillo su uno sgabello.
“Bella casa.”
“Grazie. Come facevi a sapere dove abitiamo?” gli chiedo mentre metto la cialda nella macchina per il caffè.
“Matt l'ha chiesto a Krystal prima di...beh...”
“Bene, basta! Non voglio sapere altro. Quanto zucchero?”
“Niente, grazie.”
Mentre poso la tazzina dell'apposito piattino, mi ritrovo con le sue mani sui fianchi. Subito sussulto e, senza pensarci, mi volto e gli verso del caffè sul petto.
“Porca puttana! Ma sei pazza?!” impreca correndo verso il lavello e aprendo l'acqua fredda.
“Lurido porco pervertito! Prova a rimettermi le mani addosso e la prossima volta te lo verso in faccia! Sei anche sposato!”
Brian, per tutta risposta, anziché rispondere, sorride.
“Ah, mi piaci sempre di più.”
“Io invece ti odio sempre di più. Fuori da casa mia!”
“La prossima volta ti chiederò un bicchier d'acqua.” mormora mentre cammina tranquillo per il corridoio, verso l'uscita.
“Beh, sbagli. Perché non ci sarà una prossima volta!”
Lo spingo fuori e gli chiudo la porta in faccia, imprecando tra me e me. Non lo sopporto!
 
 
 
 
 
 
 
 
 
“Davvero gli hai versato il caffè addosso? Eil, sei tremenda!”
Ancora non capisco come Krystal faccia a riprendersi da una sbornia con solamente una dormita di qualche ora.
“Sporco pervertito. Ma non è il momento di parlare di me...per un attimo ho pensato che fossi andata a letto con lui.”
“Oh no, ho avuto molto di meglio stanotte. Matthew S...San...”
“Cristo Krys, non ricordi neanche il suo nome?”
“Sì che lo ricordo! E' Shadows o...Sanders? Accidenti, che m'importa, mi sono divertita! E' stata solo una notte.”
“L'importante è che sia tu quella ad essere felice. Vi rivedrete?”
“No, n-non credo...”
Questa risposta non va bene. Qualcosa non va...
“Krystal?”
“Ammetto che vorrei rivederlo, ma non succederà!”
Sto per replicare quando il telefono di casa squilla e la mia amica, con un sorriso beffardo in faccia, corre a rispondere.
“E' per te. E' la OCSA.” mi urla dal corridoio.
 
Pronto?”
“Miss Hastings, sono la segretaria della OCSA. La informo che il posto di lavoro per cui lei ha fatto richiesta è stato assegnato ad un'altra insegnante.”
“Oh, fantastico. Posso sapere il motivo?”
“Beh, Mr Haner ha detto di non aver trovato in lei ciò che cercava e, inoltre, che il suo comportamento è stato...inadeguato.”
“Che cosa?! Quel fottut...potrei parlare con Mr Haner?”
“Emh, non è qui al momento. Mi dispiace.”
“Certo, grazie mille. Arrivederci.”
 
 
Riattacco più furiosa che mai. Adesso mi sente!
Krystal! Dammi il numero di Matthew!”
“Che cosa?! No!”
“Devo parlare con quel coglione di Brian!”
“Ho anche il suo numero.”
“Beh, allora dammi quello!”
Perplessa, Krys mi passa il suo cellulare ed io non ci metto più di una decina di secondi per copiare il numero e chiamare.
 
 
Dolcezza, che piacere sentirti.”
Come diavolo fai ad avere il mio numero? Dannazione, sei anche uno stalker!”
Me l'ha dato la tua amica, anche se forse non era del tutto sobria. A cosa devo il piacere della tua chiamata?”
“Lurido bastardo! Io avrei un comportamento inadeguato, eh? Sbaglio o sei tu quello che mi ha importunata?!”
Importunata? Ho solo fatto una domanda. Chiedere è lecito, rispondere è cortesia...e non con uno schiaffo.”
Ti rendi conto di quello che stai facendo? Adesso dovrò cercare un lavoro chissà dove. Se il tuo scopo era quello di rovinarmi la vita, beh, ci sei riuscito!”
 
 
Riattacco furiosa ed esco velocemente in terrazza accendendomi una sigaretta. Subito al primo tiro inizio a sentirmi meglio, ma non nego che i miei nervi sono stremati. Non posso credere che quell'idiota di Brian Haner abbia fatto una cosa simile. Oh, mi vendicherò.
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
 
Bene, o ora, o mai. L'alcol dovrà aiutarmi.
Siamo ad una festa organizzata dagli Haner, a cui Kimberly ha chiesto di portare anche me e Krystal.
Vago per la villa, in cerca di quel bastardo, e quando finalmente lo trovo...
“Ciao Brian.”
“Eileen. Che piacevole sorpresa.”
“Piacevole, eh? Io non direi lo stesso. Attento alle palle, perché potrei farti diventare donna.”
Mi sorride divertito mentre io cerco di rimanere il più calma possibile. Si avvicina a me, troppo per i miei gusti...o per i miei ormoni?
“Che caratterino. Ti dispiace se provo a calmarti a mio modo?”
“Cosa intendi?”
Il suo viso si avvicina al mio collo e presto sento le sue labbra impossessarsene. La sua lingua percorre la strada verso il mio lobo, che viene mordicchiato avidamente subito dopo. Cosa mi sta succedendo? Mi sento come se mi avesse pietrificata. Cerco di rimettere insieme le mie idee e di scacciare via i pensieri e lo scosto di poco, posandogli un bacio sul colletto della sua camicia che si sporca presto di rossetto. Sussulto e trattengo un gemito quando le sue mani stringono le mie natiche avidamente, cerco di portare le mie mani sul suo petto ma senza la forza di spingerlo via.
Brian mi spinge contro il muro e si impossessa, questa volta, delle mie labbra. I nostri respiri si confondono in questo bacio proibito ed inizio ad avere caldo. No, non posso andare avanti, ho un obiettivo.
Mi stacco velocemente e scappo dalla sua presa, ho bisogno d'aria. Fanculo, perché cazzo mi ha baciata?
Svolto l'angolo dell'edificio e mi siedo a terra, facendo respiri lunghi e profondi. Il cuore sta per uscirmi dal petto. Cosa mi sta succedendo? Mi manca il fiato e non è uno dei miei soliti attacchi...
“Emh...Eileen, giusto?”
Mi volto di colpo e noto una figura familiare, dovrebbe essere uno degli amici di Brian.
“Sono Matt. Tutto bene?” mi sorride ed io trasalisco. E' quello che si scopa Krystal!
“Sì va...va tutto bene.”
“Non sembra, hai una brutta cera! Vuoi che ti porti un bicchier d'acqua?”
“Io...non...no, grazie. Hai una sigaretta?”
Lo vedo frugare nelle tasche dei suoi pantaloni per poi porgermene una assieme all'accendino. La accendo con velocità e subito butto l'aria nei miei polmoni.
“Grazie” mormoro appoggiandomi al muro e chiudendo gli occhi.
“Sicura di stare bene? Hai una brutta cera.”
“Tranquillo, quella è sempre così.”
“Capisco. Hai visto Brian?”
Tossisco violentemente quando Matt pronuncia il suo nome proprio mentre cerco di aspirare. Fantastico.
Mi da qualche pacca sulla spalla, ma presto sento la voce di Krystal e le sue mani che cercano di scuotermi.
“Cazzo, Eil! Sai che non puoi-”
“Non è quello che pensi.” dico velocemente “E' solo un attacco di tosse.”
“Sicura di non aver bevuto trop-”
“Krystal chiudi quella cazzo di bocca! Sto bene, dannazione!”
Butto la cicca non ancora conclusa ed inizio a camminare, intenta ad uscire da questo dannato giardino ma m'imbatto nella moglie di Brian.
“Eileen, già te ne vai?” mi chiede inclinando il capo.
“Oh, Michelle, che piacevole sorpresa. Ti consiglio di dare un'occhiata al colletto di tuo marito.” sputo acida.
“Ma cosa...”
“Devo andare.” concludo, superandola e muovendomi a raggiungere il cancello.
 
 
 
Arrivo a casa e lascio cadere la borsa a terra, mi sfilo i tacchi e prendo una bottiglia di vino dalla cucina versandomene un bicchiere. Tremo come una foglia e sto piangendo. Questa volta, nemmeno l'alcol che ho in circolo riesce a farmi pensare ad altro.
Poggio le mie labbra sul vetro e prendo dei sorsi abbondanti buttandoli giù velocemente. Non capisco cosa mi stia succedendo, il cuore mi sta ancora battendo forte eppure non è uno dei miei soliti attacchi. Il bacio di Brian mi ha...
Improvvisamente mi scivola il bicchiere di mano che cade in mille pezzi sul pavimento. Sono un disastro!
Cerco di raccogliere i cocci ma mi taglio per sbaglio l'interno della mano destra che inizia a sanguinare e a farmi male. Fanculo, fanculo! Non ne faccio una giusta.
Mi siedo per terra appoggiandomi nell'angolo della cucina e sfogo il mio pianto tra le mie stesse braccia. Questo periodo mi sta uccidendo dallo stress. Ho bisogno di rilassarmi, immediatamente.
Rialzandomi con fatica e barcollando qua e là, arrivo in bagno e apro il solito armadietto, la mia mano automaticamente afferra le pasticche nel secondo ripiano e ne butto forse troppe nel palmo dove mi sono tagliata.
“Eileen, ma che cosa...”
Mi volto di scatto vedendo Matt davanti a me e lascio cadere le pillole a terra, sbarrando gli occhi.
“Io...”
“Che hai fatto alla mano? Stai sanguinando...”
Torno improvvisamente in me e mi affretto a sciacquarla e a nascondere le pasticche che riesco a recuperare.
“Dio, Eileen, non mi dire che prendi questa roba...”
“Oh, non metterti anche tu come il tuo amico a farmi la predica. Andate tutti a quel paese.”
“Il mio amico? Brian?”
“Sì, Brian! Il coglione che mi ha negato il lavoro, adesso mi toccherà fare chissà quanti kilometri per trovarne un altro simile. Ma mi sono vendicata...”
“Cosa? E come?”
Dov'è quella figlia di puttana!?
La voce di Brian risuona dal corridoio e presto me lo ritrovo di fronte, rosso come un peperone. Deve aver corso...divertente.
“Che cazzo credevi di fare, eh?! Vuoi rovinarmi il matrimonio?!”
Gli rido in faccia.
“Occhio per occhio, dente per dente. Tu mi hai rovinato la carriera.”
“Oh, ma vaffanculo! Volevo offrirti un lavoro come tecnica del suono della nostra band, avresti sicuramente guadagnato di più.”
Improvvisamente un vuoto mi si forma dentro. Cos'ho combinato...
“Amico, avanti, calmati, non sta bene-”
“Non me ne frega un cazzo di questa stronza ingrata!”
“Brian, io...” provo a parlare ma in un attimo sparisce, Matt gli corre dietro ed io rimango sola...come merito di essere. Sono stata una stupida, una bambina, un'immatura.
Cammino verso il mio letto e mi stendo, piegandomi su me stessa e chiudendo gli occhi, consapevole del fatto che questa notte non chiuderò occhio.
 
 
 
 
 
 
 
 
Dopo quella breve conversazione con Brian, non nego di essermi sentita una vera e propria merda. La mia brutta abitudine a non fidarmi di nessuno mi aveva portato a mandare a puttane la mia - ancora inesistente - carriera. L'OCSA era la mia unica spiaggia, nessun colloquio era andato a buon fine. Quindi ho pensato di cercare lavoro in qualche locale del posto. Krystal è riuscita a farmi avere un posto part-time in una squallidissima caffetteria poco lontano da casa nostra: una topaia di posto, sporco e frequentato da omoni puzzolenti e vecchie prostitute. Non è colpa del locale quanto del quartiere in cui viviamo, ma purtroppo io e la mia coinquilina non possiamo permetterci di meglio.
Krystal continua a vedersi con Matt, sempre rigorosamente a casa nostra, dato che sua moglie non ha ancora scoperto nulla. Mi ha fatto sapere invece che non sono stata del tutto la causa dei problemi tra Brian e sua moglie: non sarebbe stato il primo tradimento di Brian. A quanto pare è uno dei soliti uomini donnaioli che neanche dopo essersi sposati mettono la testa apposto...in qualche modo, questo mi consola. Ma allo stesso tempo, senza motivo, mi ferisce...come donna, ovviamente.
La dottoressa ha aumentato la mia dose di farmaci, non nego che adesso mi ritrovo un po' intontita.
"Ma hai capito? Ti ho chiesto un cazzo di caffè!"
Uno dei soliti clienti mi riprende, devo averlo ignorato.
"Sì, scusi."
Mi volto mortificata e cerco di fare il prima possibile, ma la macchina non vuole funzionare.
"Allora, cazzo, non sai neanche fare un caffè?! Lurida puttana!"
Quanto mi fa irritare...ma non posso, non devo reagire. Altrimenti ciao ciao soldi per l'affitto.
"Non funziona."
"Falla funzionare, stronzetta." mi grida una delle prostitute, non troppo giovane.
"Non so come fare, posso prepararlo con una macchinetta normale ma ci vorranno quindici minuti, oppure dovete aspettare il proprietario."
"Non ho tempo per queste stronzate."
Ok, adesso basta.
"E allora vai a farti un giro."
"Dove, sentiamo?"
"A fanculo."
Neanche il tempo di finire che mi ritrovo i piedi sollevati da terra e una mano al collo che mi tiene e a malapena mi fa respirare. Ci risiamo. Maledetta la mia linguaccia.










The Psycho's corner:
Ringrazio le due ragazze che hanno recensito il capitolo precedente, se non si fosse notato sono molto occupata, tanto da non avere neanche il tempo di rispondere alle recensioni, ma ci tengo a ringraziarle di cuore. In fretta e furia, ecco qui il secondo capitolo. Vi prego di farmi sapere che ne pensate, è davvero molto importante per me. 

 

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