Love is Truly Blind - Sequel di JustABitchOnAStroll (/viewuser.php?uid=181594)
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologue ***
Capitolo 2: *** The letter ***
Capitolo 3: *** The Request ***
Capitolo 4: *** ( Embarassing ) Questions ***
Capitolo 1 *** Prologue ***
Love is truly blind 2 Prologue
Cinque settimane.
Cinque settimane e la mia sanità mentale era già allegramente andata a farsi fottere.
- Ne abbbiamo già parlato. - guardai il jashinista che se ne
stava seduto con fare innocente sul tatami della stanza che gli era
stata assegnata - Non mentre siamo qui -
Assunse un'espressione terribilmente contrariata, assottigliando gli occhi - Eddai. Il mio caro compagno
di stanza è uscito a fare non-so-che-cosa. E conoscendo il
biondino non credo sarà qui per un altro po'. -
- Ho detto no, baka - sospirai, passandomi una mano tra i capelli e
facendomeli ricadere tutti scompigliati sulle spalle - Non sono
dell'umore e sapere poi che Deidei potrebbe entrare da un momento
all'altro non aiuta, sai? -
Roteò gli occhi - Lo dici ogni volta che te lo chiedo oramai -
sbuffò, alzandosi in piedi e avvicinandosi a dove stavo io - Sto
seriamente cominciando a sentirmi trascurato, bastarda -
Sospirai, nascondendo un sorrisetto divertito alla sua insistenza, per
poi allungare una mano verso di lui e tirarlo a me mediante il suo
rosario - Mi spiace, verdò di... Farmi perdonare - ridacchiai,
costringendolo ad abbassarsi per poterlo baciare.
Lo sentii ghignare nel bacio, prima di venire spinta contro la porta,
mentre una mano si faceva strada tra i miei capelli, rimettendo a posto
qualche ciocca che era andata dove voleva lei.
Mi staccai dopo qualche minuto, per mancanza d'aria, con un sorriso
ebete stampato in faccia - Ma come sei tenero. Forse dovrei
"trascurarti" più spesso se diventi così puccioso -
Il morso al collo che ricevetti in risposta mi fece sussultare - Non ci provare bastarda -
- Scherzavo, scherzavo - alzai le mani in segno di resa, ridacchiando
come un'idiota notando la sua faccia tutta seria - Jashin, la tua
espressione! - continuai a ridere, seppellendo il viso nel suo petto.
- E io che credevo di essere perfido - ghignò, spostado le mani
sui miei fianchi e stringendo con fare possessivo - Stronza -
- Bah, stai zitto tu, non puoi parlare - gli mordicchiai il labbro
inferiore, compiacendomi quando sgranò impercettibilmente gli
occhi.
In tutta risposta fece scivolare una mano sotto la mia maglia,
facendomi rabbrividire al contatto della sua pelle contro la mia -
Hmm...Misa che mi dovrò liberare per stasera dopotutto -
- Sarebbe gradito - fece, tornando ad attaccare il mio collo - Parecchio gradito -
- Si okay, ma non lasciare il segno... Dopo in teoria dovrei andare in
giro e non vorrei che mi guardassero peggio di come alcuni già
non fanno -
Sbuffò infastidito, per poi riprendere dove aveva lasciato,
costringendomi a fargli spazio tirandomi appena i capelli, quel tanto
che bastava per farmi reclinare la testa all'indietro.
Insomma, non che non mi piacesse, ma... Beh, diciamo solamente che la
mia già strana reputazione a Konoha non avrebbe di certo tratto
alcun beneficio dallo sfoggiare un succhiotto dove tutti potevano
vederlo.
- Hidan caro, vuoi essere picchiato? - domandai con un tono tanto dolce
da far cariare i denti - Perchè lo faccio. E visto che sei
immortale potrei anche ucciderti se mi fai arrabbiare troppo - sorrisi,
notando la sua occhiataccia.
- Bah, e io che mi stavo divertendo... Vorrà dire che mi
sfogherò stanotte! - ghignò, passandosi una mano tra i
capelli e rimettendosi a posto nel processo una ciocca che aveva osato
cercare di scappare dalla rigidissima acconciatura in cui li portava.
Feci per replicare, quando la porta volò aperta dietro di me, facendomi cadere in una maniera veramente triste per terra.
E Hidan direttamente sopra di me, che mi schiacciava col suo dolce peso.
Il che significava che non mi aveva rotto qualche costola per un
qualcosa che aveva del miracoloso - Le... Vati... Cazzo! - sibilai,
cercando di levarmelo di dosso, ottenendo risultati a dir poco
deprimenti anche lì.
Fortunatamente riuscì a comprendere quel rantolo e si sollevò sui gomiti.
- Minchia Hidan, ho capito che le salti addosso ogni cinque secondi, ma
anche in camera nostra, un? - la porta venne richiusa e mi trovai a
guardare più che male Deidara nelle palle degli occhi.
- Se qualcuno non avesse aperto la porta con la grazia di un elefante
saremmo ancora in piedi. In una posizione che non fa pensar male,
magari! - sbottai, cercando di alzarmi.
Hidan se ne fregò altamente e rimase lì, intrappolandomi sotto di lui, ignorando bellamente le mie occhiatacce.
- Sì sì, dicono tutti così, un - commentò,
buttando su uno dei letti della stanza una borsa - Continuate pure, non
mi disturba - ghignò, rivolto verso Hidan, come a sfidarlo a
continuare davanti a lui.
- Oh no, tu non lo fai, capito? E' già abastanza imbarazzante
così! - sibilai, rifilando ( di nuovo ) un'occhiata killer a
Hidan - Mi fai alzare, porca di quella trottola infame? -
- No - ghignò, abbassandosi poi per mordermi il collo e
alzandomi la maglia nel processo, mostrando un... Un bel po' di pelle.
Avvampai, boccheggiando e cessando ogni tipo di movimento.
Il mio cervello doveva volermi parecchio male in quel momento.
Fu la porta che mi aveva ficcato nel casino a salvarmi da una figura di
merda di proporzioni epiche, praticamente scaraventando Deidara contro
Hidan e facendomelo rotolare via di dosso.
- Hah! -ghignai, tirandomi in piedi con quella che doveva essere un'espressione estremamente soddisfatta stampata in viso.
Poi, una volta registrata la scena che mi si parava davanti, scoppiai a
ridere talmente forte che mi vennero i crampi allo stomaco.
Seriamente, mai avrei creduto che una cosa di quel genere sarebbe potuta capitare. E poterla vedere poi!
- ... In tutti i miei anni di vita dubito di aver visto una scena
più... - Kakuzu ( sì, era per merito suo che si poteva
ammirare quella piccola perla ) fece una pausa, senza parole per
esprimersi - ... Più patetica. O strana. Non riesco a decidermi -
- Beh - commentai a mia volta, guardando Hidan e Deidara separarsi in
fretta e furia, sputacchiando come dei poveri pazzi - Io la trovo
decisamente divertente! - ripresi a ridere, fino alle lacrime, notando
gli sguardi tra lo smarrito e il disgustato dei due.
Kakuzu si limitò a scuotere la testa, senza dire nulla.
- Jashin! Biondino, che cazzo ti salta in mente!? -
- Non è mica stata colpa mia porca troia, un! -
- Chi è che mi è atterrato sopra e mi ha - alzò il
tono a dismisura, con un tono e un modo di gesticolare che rasentavano
l'isteria - Fottutamente baciato?! -
- Non ho fatto apposta ti dico! Sono fottutamente etero, coglione! UN!
- urlò il biondo a sua volta - E poi perchè non ti sei
staccato subito?! E se dici che è perchè sembro una donna
giuro che ti faccio esplodere e ti mando nell'anno prossimo -
ringhiò poi, puntando un dito contro l'albino con fare
minaccioso.
- E dove cazzo dovevo andare?! Passare attraverso il fottutissimo
pavimento di merda, cazzo!? - ribattè - Semmai è colpa
tua! -
- Ah no eh! Non ci provare, un! -
- Sei tu che mi sei caduto addosso! -
- Sei tu che mi hai preso! -
Seriamente,
sarei potuta stare lì le ore a guardarli gridarsi contro, tutti con un
colorito talmente rosso che erano quasi fosforescenti.
Mi girai verso
Kakuzu con le lacrime agli occhi, facendogli segno di uscire dalla
stanza, per poi parlare con un tono di voce abbastanza alto da farmi
sentire dai due che se la litigavano alla grande su un singolo bacetto
- Andiamo Kuzu, lasciamo che questi due sbrighino tra loro queste... -
ghignai, assicurandomi di avere l'attenzione dei due, prima di
concludere la frase - Questioni amorose -
Chiusi la porta di scatto, senza però perdermi il loro urlo oltraggiato.
E perfettamente in sincronia anche!
- CHE CAZZO HAI DETTO?! -
________________
Eccomi qui con il sequel!
Perdonatemi gli errori d'ortografia ( se ci sono e mi sono scappati ),
ma mi sto ancora abituando alla tastiera del computer nuovo e quindi
qualcosa mi è scappato di sicuro .-.
Vabbè, il prologo è cortino, giusto per cominciare molto
leggermente, ma dal prossimo cominciano le cose serie ( per quanto io
sia in grado di scrivere cose serie .-. )
E quindi niente... So che dovevo cominciare la storia nelle vacanze di
Natale, ma alla fine non sono nemmeno riuscita a mettermi in pari col
manga... Ma mi sembrava brutto aspettare troppo, quindi ho deciso di
postare adesso, giusto per non aspettare troppo.
Quindi per un po' di capitoli ci saranno ancora un po' di avventure...
Il tempo per capire come cominciare tutta la questione della guerra *^*
Detto questo, spero che il sequel vi piaccia come la prima parte ^^
Ciauuu!
Alice_
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Capitolo 2 *** The letter ***
Love is truly blind cap 1 ( sequel )
Attenzione!
Leggere
questo capitolo potrebbe causare carie multiple ai denti visto che è
uscito puccioso in una maniera oscenamente tenera. ( e mi sa che è pure
corto T^T )
Chiedo venia!
Buona lettura!
______________________
- C'è una lettera per te, mocciosa. - fece una pausa, guardando in avanti - Viene da Takigakure -
Inarcai
le sopracciglia, guardandolo con un'espressione tra lo stupito e
l'incredulo - Taki? Perchè dovrebbero mandarmi una lettera? - incrociai
le braccia sul petto, assumendo poi espressione corrucciata.
-
Leggila. E' l'unico modo per capire che cosa vogliono. - fu tutta la
sua risposta, prima di porgermi un rotolo tenuto chiuso da un sigillo
di ceralacca.
Sospirai, accettando il messaggio, seppur con un po' di esitazione - Devi sempre avere ragione. -
Chiuse gli occhi per qualche secondo, - Devo andare. Fammi sapere che cosa vogliono -
Annuii, rigirandomi tra le mani il rotolo - Ci vediamo dopo -
- Hm - mugugnò - A dopo -
Rimasi nel corridoio con la lettera tra le mani, in un silenzio relaticamente piacevole.
Almeno, finchè qualcuno non decise che per la giornata avevo avuto abbastanza pace.
-
Oi bastarda! - risuonò la voce di Hidan, prima che la porta della
stanza che condivideva con Deidei venisse spalancata e mi trovassi,
stile sacco di patate, sulle spalle di quel coglione del mio ragazzo -
Questa me la paghi - fece, ancora visibilmente scosso.
Tenendo il
rotolo in una mano riuscii, in qualche modo a issarmi al suo livello -
Era un bacio. Anzi, nemmeno! Le vostre labbra si sono solamente
sfiorate Jashin! -
Mi guardò malissimo, facendomi scoppiare a ridere come una pazza - Non ridere cogliiona! -
- Oh sì che rido! Fai delle facce che sono uno spettacolo! -
- Attenta che mi vendico - ghignò, tirandomi poi una sonora pacca sul lato B - E fidati che mi diverto -
Sussultai,
quasi perdendomi il rotolo per strada - Cazzo Hidan! - gli tirai una
pacca sulla schiena, senza dargli realmente fastidio.
In tutta
risposta, con una facilità giusto un po' inquietante, mi manovrò in
modo tale da portarmi un po' meno come un sacco di patate e un po' più
come una pesona degna di tale nome.
- Vaffanculo - feci, guardandolo malissimo - Non è che mi puoi manovrare così a caso, baka -
- Ah no? - ghignò, aprendo di schiena la porta della stanza che condividevo con Kakuzu - Ma davvero? -
Sospirai,
ghignando a mia volta e tirandomi su per baciarlo, lanciando
un'esclamazione di sorpresa quando venni abilmente mollata sul letto.
Rimbalzai
un paio di volte, prima di venire bloccata dal dolce peso del
jashinista - Mi piaceva dove stava andando questa cosa - ridacchiò.
-
L'ultima volta che hai provato a fare qualcosa del genere è finita male
per te - risi, passandogli le mani al collo - Però sta volta la porta
l'hai chiusa no? E Kuzu non tornerà prima di un bel pezzo... Quindi... -
-
Jashin, finalmente! - esclamò, passandomi le mani sui fianchi e
sollevandomi la maglietta - Non vedevo l'ora cogliona - mi baciò,
approfondendo immediatamente.
Gli misi le mani tra i capelli, sospirando di piacere, dimenticando momentaneamente il rotolo.
E che cavolo, era seriamente troppo tempo che non stavamo un po' da soli.
Mi
rigirai nel letto, accoccolandomi contro Hidan che, in tutta risposta,
mi passò un braccio in vita e mi attirò ancora di più a sè, mugugnando
qualcosa di intellegibile. Ridacchiai tra me e me, scostandogli qualche
ciuffo di capelli dal viso.
Aprì un occhio con fare assonnato - Hm? Che ore sono? -
-
Perchè io lo so eh? - ridacchiai, baciandogli poi il naso, prima che il
mio sguardo cadesse sul rotolo che mi aveva consegnato Kakuzu qualche
ora prima - Ah, già... -
- Cosa?- domandò, seguendo la direzione in cui stavo guardando - Che è quel robo? -
-
Un messaggio da Taki - replicai, tirandomi a sedere sul letto e
allungandomi per prenderlo - Mi sono dimenticata di leggerlo prima
per... Ovvie ragioni -
Ghignò e mi passò una mano sulla schiena,
facendomi rabbrividire - D'altra parte se ti fossi messa a pensare ad
altro mi sarei offeso non poco, cogliona -
- E' impossibile pensare
ad altro, Hidan. - gli assicurai, passando un dito sotto il sigillo di
cera per romperlo, facendo il tutto il più delicatamente possibile, di
modo che la ceralacca non si frantumasse. Mi bloccai per qualche
secondo, osservando la carta spiegarsi leggermente, non essendo più
tenuta in posizione dal sigllo.
Questa mia esitazione non passò
inosservata a quanto pare, visto come, nemmeno due secondi dopo, Hidan
si alzò e, con il pretesto di andare a farsi una doccia, mi lasciò da
sola a leggere.
Accennai un sorriso. Era una testa di cazzo, ma alla fine anche lui sapeva essere più o meno comprensivo.
Srotolai la pergamena, per poi cominciare a leggerne il contenuto.
Ero
talmente presa dalla lettura che mi accorsi del ritorno di Hidan solo
per il fatto che, ad un certo punto, lo sentii appoggiarsi a me e
cominciare a leggere da sopra la mia spalla.
- Ah, sono loro - commentò, una volta assicuratosi che anche io avessi finito
Sospirai, appoggiandomi a lui - Non me l'aspettavo -
-
Vorrei anche vedere. Comunque se devi andare là vengo con te. Dopo
l'ultima volta col cazzo che mi fido a lasciarti andare da sola -
bofonchiò
- Come se tu fossi tanto più responsabile di me - gli
lanciai un'occhiata divertita, arrotolando il rotolo nuovamente e
appoggiandolo da parte - E poi sono i miei fratelli, suppongo che il
fatto che vogliano vedermi debba essere interpretato come una buona
cosa -
- Bah, come vuoi tu, cogliona - replicò, prima di tirarmi di
nuovo a sè - Ti sono cresciuti parecchio i capelli - commentò in tutta
calma.
Non c'erano altre spiegazioni, o era un mago nel cambiare
discorso o aveva una soglia di attenzione che faceva venire da piangere.
- Già - ne presi una ciocca, arrotolandola attorno a un dito - Forse dovrei tagliarli -
-
Lasciali così, mi piacciono di più - fece, passandoci una mano
attraverso - E poi posso fare questo - li tirò il più delicatamente
possibile, costringendomi ad esporre la gola, per poi lasciare una
serie di morsi e baci sulla pelle sensibile della cicatrice, facendomi
rabbrividire e chiudere gli occhi.
- Hmm... Allora sì che li faccio
crescere - ghignai, girandomi poi per dargli un bacio a fior di labbra
e alzandomi dal letto, dirigendomi verso il bagno - Vado a farmi una
doccia anche io. Mi accompagni dall'Hokage poi? Per chiedere il
permesso di partire -
Sbuffò - Come vuoi bastarda -
Uscii dal bagno qualche minuto dopo e per poco non svenni.
- Che... Che diavolo è quella roba? - commentai, squadrando Hidan da capo a piedi.
La
sua espressione era estremamente contrariata, mentre cercava di
aggiustare la posizione dell'articolo di vestiario che gli dava noie -
Cosa cazzo ti sembra? - replicò secco, incrociando le braccia sul petto.
-
Devo ammettere che, nonostante abbia spesso insistito sul farti mettere
una maglietta... - mi bloccai in cerca delle parole adeguate.
Ricerca che fallì miseramente tra l'altro.
-
Fa... Strano. Molto strano vedertene addosso una - continuai,
avvicinandomi lentamente a lui - Come mai il cambiamento? - domandai
poi, continuando a fissarlo come se gli fosse cresciuta una seconda
testa.
A pensarci bene sarebbe stato più normale.
- Lo dici a
me?! - assottigliò lo sguardo in direzione della maglietta - Muoviamoci
ad andare dalla bionda. L'ho indosso da qualcosa come due minuti e già
ho voglia di sacrificare qualuno o qualcosa - calcò bene la parola, prendendo un lembo del tessuto - a Jashin-sama -
Rimasi
per qualche secondo a bocca aperta prima di riuscire a riprendermi.
Infilai velocemente una maglia pulita e un paio di pantaloni e ci
avviammo verso l'uffcio di Tsunade.
- Takigakure? -
Tsunade
appoggiò i gomiti sulla sua scrivania, incrociando le dita e poggiando
le mani davanti a sè, guardando prima me, poi Hidan con uno sguardo
freddo - La motivazione? -
- Familiare, Tsunade-sama - risposi io,
torturandomi le mani - Tenga - mossi un paio di passi veloci e
depositai sul tavolo il rotolo, osservandola prenderlo e leggerlo
velocemente.
- Hm, capisco... Va bene. - ci squadrò attentamente di
nuovo - Vi lascerò andare per conto vostro, ma se doveste fare qualcosa
che discosta anche solo remotamente dalla motivazione per cui vi state
recando al villaggio della cascata state certi che ci saranno
ripercussioni - fece una pausa - Sono stata chiara? -
- Sì, sì,
andiamo, facciamo quel cazzo che dobbiamo fare e poi torniamo, blah,
blah, blah - riassunse Hidan, chiaramente seccato dal tono con cui ci
stava parlando.
Gli tirai una gomitata, accompagnandola con un "
coglione "abbastanza forte da farlo sentire da tutti gli occupanti
della stanza, prima di rispondere al suo posto - Faremo come vuole,
Lady Tsunade -
Notai con la coda dell'occhio Shizune, l'assistente
dell'Hokage, sorridere impercettibilmente, mentre Hidan si passava una
mano sul punto dove l'avevo centrato e brontolava, guardandomi male.
-
Mi aspetto che siate di ritorno entro una settimana al massimo. La
vostra partenza è fissata per domani - proseguì Tsunade, prendendo un
rotolo alla sua sinistra e cominciando a leggerlo - Potete andare -
Ce
la squagliammo nell'arco di pochi secondi dal suo ufficio e,
ovviamente, la prima cosa che fece Hidan fu togliersi la maglietta che
aveva tollerato fino a pochi secondi prima.
Buttandomela in faccia subito dopo.
- Grazie -
- E di che? - si girò - Ah -
- Già. Ah. - mi tolsi la maglia dalla faccia e la ripiegai, tenendola in mano - Andiamo a preparare tutto? -
Annuì - Magari trovo qualcuno da sacrificare - ghignò, con lo sguardo perso nel vuoto.
-
Ricordati che puoi sacrificare solo criminali. Se uccidi dei civili non
so cosa ti possano fare - replicai a bassa voce, cercando di essere il
più discreta possibile, mentre uscivamo in strada - E sinceramente
anche se mi hanno più o meno accettata da queste parti, dubito di avere
abbastanza influenza da poterti dare una mano se fai cagate. Quindi,
non farti mettere in prigione, okay? -
- Non sono mica cretino! - esclamò, guardandomi male e
guadagnandosi le occhiatacce di qualche persona che passava di
lì.
-
No, chiaramente no. - replicai, con un tono che non avrebbe potuto
essere più sarcastico - E' chiaro che mi sono immaginata tutte le volte
in cui hai combinato casini assurdi... Colpa mia - alzai le mani in
segno di resa
- Okay, okay, hai vinto tu bastarda - mi guardò male.
Ghignai
e gli diedi una spinta giocosa - Dai, non sei poi così stupido. Hai i
tuoi sprazzi di intelligenza - risi, mentre mi scompigliava i capelli -
E va bene, me lo meritavo sta volta -
- Bah - rise anche lui - Muoviamoci cogliona, se dobbiamo partire domani tanto vale radunare tutto -
E detto ciò ci avviammo verso le rispettive camere.
Il
viaggio verso Taki fu stranamente piacevole, senza troppe lamentele da
parte di Hidan e riuscimmo ad arrivare al villaggio in poco più di due
giorni di marcia.
- Dici che ci attaccheranno a vista? - parlai, una volta giunti in vista dei cancelli del villaggio della Cascata.
-
Un po' di ottimismo cazzo! Hai mandato a dire che saremmo arrivati
oggi, no? Cazzo ti preoccupi a fare? - replicò, tirandomi a sè - Stai
calma, bastarda -
Sospirai, - Sto avendo ripensamenti -
- Ripensamenti una merda. Sono la tua famiglia cogliona - prese a spingermi a viva forza verso i cancelli - Muoviti! -
-
Dopo tutta la faccenda di mio padre non so quanto potessero essere
coinvolti. Non vorrei fidarmi e poi... - presi un bel respiro - Per
quanto mi riguarda ora la mia famiglia sei tu. Naturalmente anche
Kakuzu e Deidei, ma non sto insieme a nessuno di loro, quindi,
tecnicamente... - lasciai la frase in sospeso, arrossendo come una
pazza per il concetto che avevo appena espresso. O meglio, cercato di
esprimere, visto che era venuta fuori una serie di parole che,
probabilmente, prese insieme non avevano nemmeno senso.
Hidan dal canto suo non disse nulla e, preferendo sempre agire che pensare, si piegò al mio livello e mi baciò.
Ci staccammo dopo qualche minuto, ansimando entrambi.
-
Haiiro - il mio nome faceva decisamente uno strano effetto detto da
lui, visto come mi chiamava così rarissimamente - Non sei da sola.
Quindi se ti blocchi un'altra volta giuro che ti porto da loro come un
sacco di patate. E non sto scherzando - ghignò, prendendomi per mano e
avviandosi verso i cancelli, di fronte ai quali si potevano vedere più
o meno chiaramente tre figure.
- Grazie Hidan - strinsi la presa sulla sua mano e mi decisi, finalmente, a seguirlo verso Taki.
___________________________
Chiedo
scusa per il ritardo davvero mostruoso, però è stato un mese
bruuuuuutto. Mi sono fatta due influenze una in fila all'altra e la mia
ispirazione è tipo morta. Boh, saranno i diciott'anni che mi hanno
ammazzato l'inventiva :')
Ad ogni modo, sono cerca che il capitolo
sia uscito estremamente puccioso. Abbiate pazienza, ero in primo luogo
in astinenza da Hidan e poi boh, sono in un periodo dove io stessa sono
pucciosa in una maniera che mi fa strano.
Detto questo, scusate di
nuovo se ci ho messo tanto, ma avrò scritto cinque o sei volte l'inizio
e non mi piaceva nessuna delle volte, quindi dopo un po' mi sono
arresa. Poi, visto che qualcuno dei miei amici mi ha apertamente
minacciato di morte se non avessi continuato la storia ho deciso di
spicciarmi e quindi...
E' colpa tua Bloody Mary In Wonderland.
Io l'ho detto -.-
Ciauuuu!
Alice_
|
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Capitolo 3 *** The Request ***
Love is
C'erano tre persone ad aspettare davanti ai cancelli del villaggio e, a quanto pareva, stavano discutendo animatamente.
- Te l'ho detto che non sarebbe venuta! Perchè dovrebbe dopo tutto il casino che ha messo in piedi nostro padre?! -
- Stai calmo Matsu. La strada da Konoha è lunga. L'orario che ci
hanno comunicato era approssimativo - si intromise uno, incrociando le
braccia sul petto - Non essere impaziente. -
- Non sono impaziente - ringhiò l'altro, guardando malissimo il
compagno e sedendosi con fare imbronciato su un tronco di un albero
caduto poco lontano.
Hidan mi guardò con fare interrogativo, inarcando un
sopracciglio - Sono davvero gli stessi che sono riusciti a catturarci
qualche tempo fa? -
- Diciamocelo, gli abbiamo reso la cosa facile allora - mi passai una
mano tra i capelli con fare imbarazzato, osservando la scena di mia
sorella che prendeva Matsu per un orecchio e lo trascinava di nuovo ad
aspettare davanti ai cancelli tra le proteste e gli strepiti di
quest'ultimo.
- Eh... Suppongo di sì. Tendo a distrarmi quando bacio la gente
d'altra parte - ghignò - Allora andiamo cogliona? -
- Sto ancora facendo il possibile per dimenticare l'imbarazzo di quella
volta. Non ricordarmelo mai più - lo guardai male, prima di
stringere senza nemmeno accorgermi la presa sulla sua mano - Andiamo.
Se aspettiamo ancora un po' Matsu potrebbe rimetterci l'udito. -
- Eh! Probabilmente è già troppo tardi per quello -
puntò di nuovo nella direzione dei tre, dove si poteva vedere
chiaramente Shira che, ancora una volta, riprendeva a viva forza Matsu
e lo riportava davanti ai cancelli da dove era andato ad imboscarsi.
Ridacchiai appena, cominciando a dirigermi verso i cancelli e, in quel modo, rendendomi visibile.
Mai reazione fu più immediata nella storia dell'uomo.
Con un urletto stridulo del mio nome come unico avvertimento mi
ritrovai sdraiata per terra, soffocata in qualcosa che più di un
abbraccio sembrava una morsa di ferro e schiacciata dal dolce peso di
mia sorella.
Che sembrava di non accorgersi minimamente della mia posizione
incredibilmente scomoda. O del fatto che praticamente non stessi
respirando.
- Sono così contenta che tu sia venuta! Stavamo cominciando a
preoccuparci che non l'avresti fatto! - continuò a parlare
imperterrita, stringendo la presa.
Fu Hidan che si accorse che ci stavo praticamente lasciando le penne -
Oi. Guarda che me l'ammazzi così - parlò, incrociando le
braccia sul petto e guardando mia sorella.
- Oh! - si staccò a tempo record, tirandomi in piedi come una
furia - Dillo baka, no?! - mi rimproverò, prendendo poi a darmi
delle sonore pacche sulla schiena con il pretesto di togliermi la
polvere della strada di dosso.
- Nel caso non te ne fossi accorta, Shira, non ero nella posizione
più adatta per parlare - la guardai male, massaggiandomi il
collo - Se volevi uccidermi erano meglio i kunai, comunque -
Scoppiò in una risata genuinamente divertita - Ammetto che forse ho messo un po' troppo entusiasmo nella cosa -
- Sembrava volessi strangolarla - commentò una terza voce -
Seriamente Shira, poi ero io quello impaziente. E per la cronaca, non
lo ero! Non. Lo. Ero! -
- Quindi mi sono immaginato tutte le volte che mi hai chiesto quando
doveva arrivare? O il fatto che non riuscivi a stare fermo per
più di cinque minuti? -
- Che!? Stai zitto Koori! - replicò Matsu, mentre si colorava di
uno stupendo color capelli di Sasori, suscitando le risate del suddetto.
Accennai un sorriso a mia volta, spostando lo sguardo da uno all'altro.
- Allora sorellina. Nemmeno un abbraccio? - riprese poi Matsu,
incrociando le braccia sul petto e mettendo un finto broncio,
guardandomi male.
Ridacchiai e mossi quei pochi passi che ci separavano, prima di
buttargli le braccia al collo e avvinghiarmi a lui come una cozza,
sentendolo fare altrettanto.
In fin dei conti non avrei mai pensato che avrei potuto rivederli sotto
termini amichevoli, quindi sembrava quasi surreale. Soprattutto quando
sentii anche Shira e Koori aggiungersi all'abbraccio.
Non mi misi a piangere come una bambina per una questione di pura volontà. E anche dignità in un certo senso.
Ci staccammo dopo qualche minuto e tornai ad occupare il mio posto di
fianco a Hidan che, nel frattempo, se ne era stato stranamente zitto e
buono.
Tanto che parvero accorgersi della sua presenza solo quando decise di passarmi un braccio in vita.
- E tu saresti? - fece, a dir poco acido, Matsu, guardando come se volesse bruciarlo il braccio del jashinista
Prima che potessi mediare tra i due Hidan rispose per conto suo.
- Sono offeso, pensavo ti ricordassi di me da quando ci avete
catturato un po ' di tempo fa - ghignò, stringendo la presa che
aveva su di me.
- Si chiama Hidan, Matsu. Te ne avevo anche parlato, ma hai sempre
l'ovatta nelle orecchie a quanto sembra e non ascolti mai nessuno... -
Shira si passò una mano in faccia con fare esasperato.
Mio fratello sbuffò e tornò a guardare Hidan - Cominciamo a togliere quel braccio, albino -
- Cominciamo a farci i cazzi nostri - replicò Hidan con tutta la
sua grazia - E poi se avesse avuto qualcosa da obbiettare l'avrebbe
già fatto. -
Roteai gli occhi e gli tirai una gomitata, accompagnata da
un'occhiataccia omicida, per poi spostare la mia attenzione su Matsu -
Gli ho chiesto io di accompagnarmi. -
Hidan ghignò soddisfatto, mentre mio fratello sembrava sul punto di staccargli il braccio a morsi.
Shira invece aveva praticamente dei cuoi al posto degli occhi e aveva uno sguardo che mi spaventava da tanto tenero che era.
- E allora?! Sei troppo piccola - tornò a guardare male Hidan -
Quanti anni hai? - righiò, assottigliando lo sguardo
- Ventidue - fece Hidan di rimando, riuscendo in qualche modo strano a non insultarlo.
- E' più grande di noi! Haiiro! - strascicò il mio nome con fare lamentoso, come ad implorarmi di dargli ragione.
- Sai quanto me ne frega? - replicai in tutta calma, appoggiandomi del
tutto a Hidan - Non è mai stato un problema fino ad ora e non lo
costituirà d'ora in poi. E poi sono solo quattro anni - finii
- Non porta una maglietta! -
- Se fossi una ragazza converresti con me che sarebbe un delitto
fargliela portare - ghignai, trattenendo una risata alla sua
espressione di totale oltraggio.
- Concordo sorellina - rise Shira, portandosi una mano di fronte alla
bocca, mentre Koori ci diede le spalle e prese a ridacchiare a sua
volta.
- Voi due dovreste essere dalla mia parte, cazzo! - sbottò alla fine Matsu, tirandosi una manata in fronte.
- Senti coglione, - si intromise alla fine Hidan che, diciamocelo, se
l'era goduta un casino tutta quella discussione - Stiamo insieme da un
po' e ti posso garantire che non l'ho mai costretta a fare niente.
Insomma, ho anche aspettato quanto voleva per fare s-
Avvampai realizzando cosa stava per dire e gli schiaffai una mano sulla
bocca, riuscendo a bloccare il resto della frase prima che potesse
pronunciarla.
Scoppiai a ridere una risata di un nervoso unico mentre Hidan mi
guardava malissimo - Allora! Ehm... Rimaniamo qua tutto il giorno o
entriamo nel villaggio? -
Mi guardai attorno con estrema attenzione.
Taki era cambiata molto negli undici anni in cui non ci avevo messo
piede. L'unica costante era l'enorme albero attorno al quale era stato
costruito il villaggio.
- Minchia che alberone - fu tutto il commento di Hidan, ma me lo
trascinai dietro prima che i passanti potessero guardarlo troppo male -
Che c'è? E' vero! -
- Metti un filtro alle imprecazioni per pietà - gli sibilai, guadagnandomi qualche occhiataccia strana a mia volta.
- Okay, okay - alzò le mani in segno di resa e riprese a camminare e guardarsi attorno.
Mi voltai verso Shira, la più vicina - Dove stiamo andando? -
Il sorriso che mi rivolse mi spiazzò completamente, ma mai come quello che disse dopo.
- Andiamo a casa, sorellina -
Non risposi, troppo sorpresa per articolare qualunque suono avesse
potuto avere un senso compiuto. Dopo un po' cervello e bocca ripresero
a collaborare - Avete ricostruito tutto? - domandai con un fil di voce
Lei si limitò ad annuire - Anche casa nostra. Vedrai, non ti
sembrerà nemmeno di essertene andata. E' rimasto tutto com'era
allora -
- Oh - fu tutta la mia risposta, mentre ritornavo a camminare vicino a Hidan in cerca di un po' di contatto.
Inarcò un sopracciglio quando praticamente gli presi la mano in ostaggio, ma mi lasciò fare.
Grazie a Jashin.
Il resto della camminata proseguì senza la minima conversazione
e, ora che eravamo arrivati ai cancelli che conducevano all'interno del
quartiere abitato dal nostro Clan, la tensione si poteva tagliare con
la falce di Hidan.
Mi bloccai un paio di passi prima di varcare l'ingresso.
- Non ci riesco - mormorai, indietreggiando e scuotendo la testa.
Dovevo ddare credito a Hidan che non si stava minimamente lamentando
della presa ddi ferro che avevo sulla sua mano a quel punto.
Shira, Matsu e Koori si voltarono in perfetta sincronia ( non erano
gemelli per niente, dopotutto ) con sguardi che andavano dal
dispiaciuto all'impietosito.
- Coraggio Haiiro - Shira si avvicinò sorridente e mi prese la mano libera, riprendendo a camminare.
Mi ritrassi di scatto, portandomi la mano al petto come se fosse stata
bruciata. Poi, notando l'espressione leggermente ferita di mia sorella
mi affrettai a dare una gustificazione alla cosa - Mi dispiace, credevo
sarebbe stato più facile - abbassai lo sguardo.
- Matsu, Shira, andiamo. E' solo giusto darle il tempo -
cominciò ad avviarsi e gli fui immensamente grata - Hidan, vuoi
venire? -
- Nah, non posso lasciar qui da sola la cogliona - ridacchiò,
mentre Shira e Koori trascinavano via a viva forza Matsu che continuava
a sbraitare " Come cazzo l'hai chiamata?! ".
Ridacchiai leggermente alla scena e sospirai una volta che sparirono
alla vista - Già che ci sono chiedo scusa anche a te. Lo so che
non ti piacciono tutte sti sentimentalismi -
Fece spallucce - Mi farò ricompensare in qualche modo, bastarda - ghignò - Ma adesso dobbiamo andare -
- Te l'ho detto. Sono praticamente certa del fatto che... - non riuscii a finire la frase.
- Se vuoi che ti porti dentro come un sacco di patate basta che lo dici eh -
Scossi la testa, tornando a guardare in basso - E' diverso, lo sai. -
risposi, cominciando a torturarmi le mani - Non voglio tornare
lì dentro -
Ci fu un attimo di pausa, - E' passato, cogliona -
Sospirai - Lo so bene, Hidan -
- E allora dove sta il problema? Eddai, ci sono io, ti accompagno -
fece una pausa - Okay, ammetto che non suona incoraggiante nemmeno per
me -
Mio malgrado mi trovai a ridere, portandomi una mano davanti alla
bocca. Prese a ridacchiare anche lui dopo poco, più per
imbarazzo che per altro
Cominciò poi a guardarsi attorno - Tuo fratello sta aspettando che faccia qualcosa per ammazzarmi? -
Scossi la testa, passandomi una mano tra i capelli - Lo hanno
trascinato via a viva forza, non hai visto? - tornai a guardare i
ciottoli che ricoprivano la strada.
- Molto bene! Anche perchè sto dicendo troppe cose sdolcinate
per un giorno solo. E guardami in faccia cazzo - poi più
dolcemente aggiunse - Eddai, sto facendo lo sforzo di essere di aiuto! -
Sollevai lo sguardo, incrociando il suo e lasciandomi andare in un
sorrisetto abbastanza divertito - Credevo fossi allergico alla
responsabilità - commentai.
- Infatti comincio ad avvertire un certo prurito - roteò gli
occhi - Non cambiare discorso. Adesso ti accompagno e andiamo. Sono
venuto apposta cogliona - mi scostò una ciocca di capelli che mi
era caduta davanti agli occhi - insomma... Bah, non sono bravo in
queste cose! Passo ai fatti - mi tirò a sè, facendomi
quasi cadere con la sua solita grazia, e coprì la mie labbra con
le sue, passando una mano tra i miei capelli e facendola scorrere fino
alla base del mio collo, mentre l'altra rimaneva al suo posto sulla mia
schiena, tenendomi premuta contro di lui mentre approfondiva il bacio.
Dal canto mio mi trovai ad appoggiare una mano sul suo viso, mentre con l'altra ricambiavo la stretta.
Dopo un po', quando praticamente non avevo più fiato, ci
staccammo, ma non lasciò la presa - Woh Hidan. Ti sei superato
sta volta... - mormorai, praticamente ridotta alla consistenza della
gelatina.
Rise tutto orgoglioso - Se facevo come al solito mi ritrovavo smembrato
da tuo fratello - roteò gli occhi -E adesso, cogliona, andiamo.
Guarda, sarò tanto buono e magnanimo da lasciarmi stritolare la
mano - mi guardò male prima di baciarmi velocemente di nuovo.
- ... Grazie Hidan. Non credevo di averne così bisogno - sorrisi
- E per fortuna! Giuro su Jashin che non tenterò più di
immischiarmi in queste minchiate, mi fanno venire gli incubi -
borbottò poi, prendendomi per mano e trascinandomi attraverso i
cancelli.
Hidan si sottovalutava. Alla fine sì che ci sapeva fare.
... Anche se non necessariamente a parole.
Lo guidai con una facilità che sorprese persino me fino a quella
che un tempo era stata casa mia, dove mi bloccai di nuovo.
Presi un bel respiro e mi avviai dentro, togliendomi i sandali e aspettando che Hidan facesse altrettanto.
- Uh... Sicura che siamo nel posto giusto? - si guardò attorno,
prima di chiudere il pannello rivestito di carta di riso che costituiva
l'ingresso - Insomma... -
- E' la casa del capo clan - ridacchiai, aspettandolo sul gradino che
separava la zona d'ingresso dal resto della casa - E' naturale che sia
un po' più bella della altre -
Boccheggiò per qualche secondo.
- Non dirmi che per tutto questo tempo non sapevi chi era mia madre - commentai con un'espressione giusto un po' stupita.
Arrossì, grattandosi la nuca - Penso di essermi perso quel pezzo... -
- In questo momento sei in un punto intermedio tra l'essere adorabile e
il dover essere preso a schiaffi... - ridacchiai - Ma suppongo che dati
i tuoi sforzi possa lasciar correre - approfittai della momentanea
differenza di altezza per piegarmi e lasciargli un bacetto sul naso -
Baka -
- C'è... Uhm... Altro che dovrei sapere prima che mi facciano
qualche domanda e dia qualche pretesto a quell'idiota di tuo fratello
per cercare di ammazzarmi? -
Ci pensai su qualche momento - ... Può provarci, ma non glielo lascerò fare - gli feci l'occhiolino.
- Come se avessi bisogno di protezione - ghignò, passandomi un
braccio in vita - Non l'ho già sacrificato a Jashin solo
perchè è tuo fratello - sbuffò - Andiamo dai -
Annuii, cominciando ad avviarmi verso la sala, dove si sentivano dei
mormorii abbastanza concitati, facendo poi scivolare il pannello che
chiudeva la stanza di lato, entrando, seguita da Hidan nel salone -
Eccoci -
Shira, Koori e Matsu si girarono in perfetta sincronia, alzando lo sguardo verso di noi dalla loro posizione sul tatami.
Per qualche secondo mi meravigliai di come fossero riusciti a
ricostruire tutto come era quando ero più piccola. Sembrava di
fare un vero e proprio tuffo nel passato. Con un bel po' meno di incubi.
- Ah, sorellina - salutò Shira - Hidan. Ci stavamo chiedendo se
vi sarebbe andato bene cenare in compagnia, il clan vorrebbe salutarti.
O meglio, non... - sospirò
- Quello che Shira sta cercando di dire senza riuscirci è
che dopo... Quella notte - fece una piccola pausa, quasi impercettibile
- Nessuno ha più sviluppato la nostra abilità. E il clan
ha bisogno di una guida-
Il mio buon umore evaporò nell'arco di una frazione di secondo.
- Non se ne parla. - lo interruppi - Non. Se. Ne. Parla - assottigliai lo sguardo - Semplicemente no. -
Non ero come mia madre. Non sarei mai riuscita a ricoprire lo stesso ruolo.
- Mettiti nei nostri panni, Haiiro! Ti rivogliamo qui, sei nostra
sorella! E poi sei l'unica con abbastanza potenziale per ricoprire la
carica seguendo la tradizione! -
- No! Mettetevi voi nei miei, piuttosto! - ribattei, alzando la voce e
stringendo i pugni - Non potete seriamente chiedermi una cosa del
genere - ringhiai - Non posso accollarmi il peso di... Di tutto questo!
Non ne sono capace! Non... -
La parte del " Non riesco ancora a controllarlo" mi rimase bloccata in gola
Feci una pausa, prendendo un bel respiro per calmarmi - Apprezzo che
vogliate riaccogliermi qui, davvero, ma non posso farlo.Non sono
all'altezza. Non come lo era la mamma. -
Koori fece per riaprire la bocca, ma sta volta fu Hidan a zittirlo - Adesso basta -
Gli misi una mano sul braccio - Ho... Ho bisogno di pensare un attimo.
Vieni per favore? - mi tremò leggermente la voce mentre uscivo
dalla stanza, seguita da Hidan.
Seriamente, avrei dovuto trovare il modo di sdebitarmi con lui per tutto quello che si stava sorbendo.
____________
Sono tornata!
Lo so che è passata praticamente un'era geologica, e mi dispiace un casino .-.
Spero che questo capitolo vi sia piaciuto.
E vorrei chiedere una vostra opinione... Secondo voi la cara Haiiro (
che adesso con tutto quello che le sto facendo passare ha tutto il
diritto di odiarmi ) accetterà o no? Secondo voi? XD
Rispondete! ( Ho sviluppato una curiosità morbosa .-. Aiuto .-. )
Detto questo cercherò di non farvi aspettare troppo per il prossimo aggiornamento! *^*
Scusatemi ancora... Ma meglio tardi che mai, suppongo...
Ciauuu!
Alice_
PS: Ecco un'immagine per farmi perdonare.
Seriamente, non uccidetemi please .-.
Ciauuuu!
|
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Capitolo 4 *** ( Embarassing ) Questions ***
Love is Truly Blind ( Sequel ) cap 3
- A questo punto
penso di essermi perso molto di più che il singolo dettaglio di
" mia madre era il capoclan ", cogliona - cominciò Hidan appena
fuori dalla casa, impedendomi di correre via come se avessi l'inferno
alle costole con una presa ferrea sul mio polso - Perchè non
può prendere uno di loro il posto di capo? -
Abbassai lo sguardo, fermandomi senza però girarmi a guardarlo.
- E' tradizione. Per anni quello che guidava il clan era colui, o
colei, che mostrava più talento nel controllo
dell'abilità innata. - sibilai, rifiutandomi di guardarlo in
faccia - Senza nessun'altro... -
- Il compito te lo becchi tu cogliona, ho capito. - mi lasciò il
polso - Non vedo comunque perchè non possano farlo loro. Anche
loro sono figli del capo clan -
Mi voltai, facendo un gesto ampio con la mano, indicando praticamente
tutto il circondario - Guardati attorno. Guarda la gente. -
- Che c'entra ora bastarda? - fece, vagamente irritato, assottigliando lo sguardo.
- Guardali bene. Molta di questa gente probabilmente era qui undici
anni fa, sono stati risparmiati perchè erano normali. La
tradizione è una delle poche cose che sono rimaste a questa
gente, a questo clan. Quella notte... Anzi - mi corressi, inacidendo in
maniera esponenziale il tono della voce - Questo villaggio, ha praticamente eliminato
dalla popolazione il kekke-genkai, che era il punto d'orgoglio
dell'intero clan. -
Hidan fece per aprire la bocca, ma lo zittii con un movimento della
mano abbastanza stizzito - Insomma, sono onorata del fatto che vogliano
nominarmi nuova capo clan, e lo farei anche se sapessi di essere in
grado di fare un buon lavoro. Comunque non sono minimamente in grado di
ricoprire quel ruolo e poi la responsabilità di tutte queste
persone... No, io non sono come mia madre, non sono all'altezza. -
Il jashinista tentò nuovamente di aprir bocca, ma, ancora una
volta, non lo lasciai nemmeno cominciare a parlare - Insomma, lei
sapeva come parlare con la gente, mentre praticamente tutte le persone
che conosco io sono criminali! - mi lasciai scappare una risata tra il
nervoso e l'isterico, molto più tendente all'isterico che al
nervoso - Cazzo, il mio migliore amico è un ragazzo che non
poteva avere un hobby normale nemmeno a pagarlo. Porca troia, non
poteva che so, fare sculture di argilla che non salta per aria se anche
solo la guardi in maniera sbagliata? Hah! Perchè vogliamo
parlare dell'uomo che considero una figura paterna? Anche lui non
poteva essere normale. Noooo, chiaramente doveva essere un individuo
che, a tempo perso, va in giro ad ammazzare gente per o prenderne i
cuori se sono abbastanza forti o incassare le taglie che pendono sulla
loro testa. Anche lì perfettamente normale - altra risata
isterica - Non ti sembra? Per non parlare di te, il mio ragazzo! Sai
che rispetto la tua religione, ma anche qui, normalità a palate!
-
Presi un bel respiro, prima di riprendere di gran carriera a sclerare (
niente mezzi termini, era proprio quello che stavo facendo ) - Pensa un
po' che bella impressione farebbero tutte queste conoscenze al clan se
venissero fuori! Per non parlare del fatto che per un certo periodo
della mia vita ho vissuto in una gilda di assassini! E del periodo che
ho passato in prigione! Che cosa penserebbe la gente se tutto venisse a
galla una volta nominata capo c- venni abilmente silenziata da un
cartone, generosamente elargito da Hidan, in faccia.
Alzai lo sguardo, leggermente stupita.
Ci guardammo per qualche secondo in silenzio, nel quale la mia guancia
cominciò ad assumere un colorito rossastro a dir poco allarmante.
- Cazzo se ne avevo bisogno -
- Non c'è di che -
Hidan mi trascinò in un qualche posto un po' più
appartato dopo che qualche passante che aveva visto il ceffone che mi
aveva tirato aveva minacciato di segnalarlo alle guardie, mugugnando
insulti per tutta la strada.
- Ora, se Jashin vuole, posso parlare - mi guardò male - Prova ad interrompermi e ti disfo -
Feci segno di cucirmi la bocca, con un sorrisetto insicuro - Scusa per prima, mi sono lasciata trasportare -
- Se se. Comunque, porca troia cogliona, da quando in qua ti interessa
tanto che cosa pensa la gente? - incrociò le braccia sul petto,
spostando il peso da una gamba all'altra - Insomma, ti stai facendo una
serie di seghe mentali oscene per niente. Per me sei brava abbastanza
da ricoprire quella posizione, no? -
- Lo sai che non riesco ancora a controllarlo, Hidan - mormorai,
lasciandomi cadere sotto un'albero poco lontano, mettendo le mani sotto
la testa per farmi un po' da cuscino - E poi sappiamo entrambi che mi
stanno offrendo il ruolo solo per questi - gesticolai verso i miei
occhi.
Con uno sbuffo si sedette di fianco a me, costringendomi ad appoggiare
la testa sulle sue gambe - Ma mica hai detto che era per la tradizione
e tutte quelle cagate? -
Si guadagnò una gomitata nelle costole - Non sono cagate. E poi stavo solo dicendo che non mi fido a spacciarmi per una che ne ha il pieno controllo. -
- Tanto prima che finisca la guerra non ti lasciano rimanere qua quelli
di Konoha - fece spallucce - Hai tempo per far qualcosa cogliona -
Per qualche minuto regnò il silenzio, interrotto solo dal brusio
di sottofondo causato dalla gente che passava poco lontano.
- Quindi che cazzo pensi di fare? - domandò, cominciando a
passarmi una mano tra i capelli sovrapensiero - Insomma, è tardi
e probabilmente dovremmo tornare indietro cogliona -
Sospirai, quasi addormentandomi lì - Ho intenzione di accettare - risposi poi, alzando lo sguardo.
- A-ah. Beh, tanto ci sono io a pararti il culo bastarda - ghignò, tutto soddisfatto
- Okay - cominciai, inarcando un sopracciglio - Dimmi che cosa vuoi in
cambio di tutte queste carinerie - lo guardai male - Non mi freghi caro
mio -
Sul suo volto si dipinse un'espressione da finto offeso - Mi ferisci
accusandomi di aver fatto tutto questo per un mio tornaconto! Insomma, non
posso comportami da bravo supporto morale per la mia ragazza? -
concluse con un sorrisone angelico.
- Ah be si, perchè lo fai spesso eh - lo guardai male - Allora,
chiedi per qualcosa di specifico o mi lasci carta bianca? - ghignai,
lanciandogli l'occhiata più provocante di cui ero capace
- Eh, vada per la carta bianca - mi tirò su in modo che
fossi più o meno alla sua altezza, prima di baciarmi,
infilandomi una mano sotto la maglia - Mi aspetto qualcosa in grande
stile cogliona -
Ridacchiai, aggiustando la mia posizione e passandogli le braccia
attorno al collo - Cercherò di non deluderti - stavo anche per
elaborare il concetto, quando mi accorsi che l'ora per cui dovevamo tornare era già passata.
Quindi, imprecando come uno scaricatore di porto, mi rialzai in fretta e
furia, trascinandomi dietro Hidan e prendendo a correre verso la mia
vecchia casa, trovando i miei cari fratelli che ci aspettavano giusto
di fronte.
- Ah, eccoli che tornano - bofonchiò Matsu, lanciando l'ennesima
occhiata truce della giornata a Hidan che, in tutta risposta,
ghignò, passandomi un braccio sulle spalle.
- Sorellina... Abbiamo bisogno di una risposta in merito a ciò
che ti abbiamo chiesto. - parlò poi Shira, avvicinandosi - Se
decidessi di accettare ci sarebbero delle persone che vorrebbero
incontrarti -
Inarcai un sopracciglio, lanciandole un'occhiata a dir poco scettica - Sarebbero? -
- Alcune famiglie... Nobili, per mancanza di un aggettivo migliore,
risiedenti a Taki che preferirebbero averci come amici che come nemici.
E alcuni membri delle famiglie più influenti del clan che
vogliono incontrare il nuovo capo -
- Ah. Allora portami da loro - feci, osservando con espressione
vagamente divertita le loro reazioni che variavano dall'estremamente
sorpreso di Matsu al " lo sapevo e non sono minimamente stupito che
abbia accettato " di Koori.
Il silenzio venne rotto da Shira che, con un urletto entusiasta mi
rubò entrambe le mani, cominciando a saltellare con un ritmo
che, all'inizio, mi preccupò parecchio, prima di staccarsi e
schiarirsi la voce con fare imbarazzato - Veramente... Veramente stanno
venendo a cena -
Non credo che il mio cervellò assorbì subito quel piccolo
pezzetto d'informazione, visto come, d'impulso, mi ritrovai a
rispondere con un " Ah, okay, va bene allora ".
In verità fu la faccia strana che fece Hidan a farmi capire che mi ero persa qualcosa - Che?! -
Lei si limitò a ridacchiare in una maniera dannatamente
adorabile, giocherellando con la treccia che le ricadeva sulle spalle -
Dovrebbero arrivare a minuti -
- CHE!? - mi fece eco Hidan, che, a quanto sembrava, la notizia la
stava prendendo pure peggio di me -No no no, contatemi fuori cazzo. Io
non ci vado davanti a sta gente - andò avanti a brontolare,
incrociando le braccia sul petto e guardando male uno per uno i miei
fratelli - Ve lo potete scordare -
- Avevo detto che ve lo potevate scordare! - sentii una voce,
chiaramente incazzata anche se leggermente attutita dalle sottili
pareti che separavano le due stanze, dove il povero Hidan era stato
costretto a darsi una lavata ed era stato infilato a viva forza in uno
yukata pulito.
Guardai male mia sorella mentre stringeva l'obi del kimono che mi aveva
costretto con ricatti oscenamente diabolici ad indossare ( mi
andava pure troppo largo visto che era suo e lei a livello del petto
era leggermente più abbondante di me ) - Sono d'accordo con lui
per una volta. E la cosa mi spaventa -
- Eddai Haiiro, giuro che ho finito - diede un'utima tirata alla stoffa e finì il nodo - Mettiti a posto i capelli -
- No, quelli rimangono giù - replicai risoluta, ricambiando lo sguardo.
- Ho detto mettiti a posto i capelli - sibilò - E' un incontro
ufficiale Haiiro! Adesso sei la rappresentante del clan agli occhi di
tutti! -
Con un suono che mal si addiceva ad un ex membro di una delle
organizzazioni criminali più temute del mondo mugugnai un "okay"
molto poco convinto, dettato dal mio istinto di sopravvivenza
più che altro, mentre cominciavo a legarmi i capelli, prima che
un paio di mani più sicure delle mie prendessero il mio posto e,
in una questione di secondi, completassero quello che mi ero messa a
fare io.
- Anche se non mi stacchi la testa non mi offendo eh... - bofonchiai,
sentendola poi infilare qualche ornamento nell'acconciatura prima che
mi constringesse ad alzarmi dal tatami con una mano sotto un braccio.
Sbuffò, girandomi attorno come un felino che sta per attaccare
la sua preda, anche se probabilmente il suo scopo era lievemente meno
dannoso, controllando la qualità del proprio lavoro con occhio
non critico, di più. Quando fu soddisfatta annuì e
andò a bussare alla porta dietro la quale Matsu stava
probabilmente lottando con Hidan, a giudicare dagl insulti che, da un
paio di minuti, avevano cominciato ad attraversare le pareti.
La porta scivolò di lato, rivelando la scena a dir poco comica
di mio fratello, piccolino rispetto al jashinista, che l'aveva
immobilizzato a terra in una posizione troppo ridicola, mentre gli
urlava " Col cazzo che li tiri indietro i capelli! Sembri pure
più ritardato di come non sei davvero! ".
Sia io che mia sorella passammo qualche minuto buono ad osservare la
scena, ascoltando la continua scia di imprecazioni da scaricatore di
porto di Hidan, con gli occhi sgranati e una mano davanti alla bocca
per non scoppiare a ridere senza ritegno, almeno finchè Koori
non fece irruzione nella stanza e, afferrato l'albino per il colletto
dello yukata e me per l'obi del kimono, ci trascinò in un'altra
stanza.
Con un visibile tic all'occhio si abbassò al mio livello,
assicurandosi che anche Hidan potesse sentirlo - Adesso voi piccioncini
uscite e li portate in sala da pranzo. Ci cenate, li assecondate e, per
l'amor dei Kami Hidan, prova anche solo a tentare di imprecare e ci
penso io a te - concluse con un tono a dir poco gelido, dandogli una
pacchetta sulla spalla che avrebbe dovuto essere rassicurante, ma con
quel tono più che altro sembrava racchiudere una promessa di
morte.
- Uhm... Okay stron- Err... Coglion-Ehm... Com'è che ti chiami? -
Guardai al cielo - Koori. Si chiama Koori - lo informai per quella che
poteva essere tranquillamente la millesima volta - Quello che
apparentemente ti odia con ogni fibra del suo essere è Matsu e
mia sorella è Shira -
Sembrò accorgersi solo in quel momento della mia presenza - Nah,
è solo lui che non mi ricordo mai come si chiama visto che non
parla mai - fece spallucce, prima di squadrarmi da capo a piedi - Ah,
hanno preso anche te eh? - ghignò - Mi divertirò a
togliertelo, ti sta molto bene, non fraintendere, ma starebbe meglio da
qualche altra parte -
Koori si passò una mano in faccia, mentre io arrossivo come un
peperone - Questo è il genere di cose che non devi dire di
fronte a me. Ti ricordo che stai parlando della mia sorellina -
Fu la volta di Hidan di imbarazzarsi e si passò una mano tra i
capelli che, stranamente gli ricaddero scompigliati di fronte agli
occhi - Eh, gomen - si tirò indietro la frangia con uno sguardo
truce - E' per questo motivo che tengo i capelli all'indietro -
sibilò.
Gli tirai una gomitata giocosa - Sei figo lo stesso, smettila di
lamentarti baka - afferrai il colletto del suo yukata e lo tirai
giù per baciarlo, approfondendo non appena prese a rispondere.
- Ehm... Sai Haiiro, la stessa cosa vale per te. Non ho bisogno di certe immagini in testa -
Ghignai nel bacio e feci spallucce, mentre Hidan mi tirava a sè,
prendendo il controllo. Ci staccammo dopo qualche secondo, entrambi
ghignando verso mio fratello.
- Sapete una cosa? Fate quello che volete, ci rinuncio, basta che non
li fate scappare urlando - e con ciò girò i tacchi e
uscì dalla porta da cui ci aveva portato dentro.
Sospirai, lanciando un'occhiata nervosa verso la sala dalla quale si
sentiva il tipico brusio di una conversazione in atto - Se scappassimo?
-
- Direi che con come ci hanno conciato ci noterebbero di sicuro - fece
spallucce - Beh? Andiamo dai, via il dente via il dolore suppongo no? -
- Andiamo -
Non appena la porta scivolò di lato il brusio che si sentiva
dall'altro lato sparì completamente e mi ritrovai al centro
dell'attenzione di un gruppo di cinque persone.
Mi dovevo essere bloccata sulla soglia, perchè ad un certo punto
fu lo stesso Hidan, con una faccia che tradiva quanto non volesse
essere lì, a darmi una spintarella in avanti per farmi entrare
nella stanza.
Rimasi abilmente in silenzio, osservando uno per uno gli occupanti
della stanza, mentre loro facevano lo stesso, scambiando ogni tanto dei
mormorii tra di loro.
Beh, ero lì anche io, grazie mille.
E non si preoccupavano nemmeno di farlo tanto silenziosamente!
- E' più giovane di quanto mi aspettassi - sussurrò un
uomo a quella che doveva essere la moglie - Mi domando quanti anni
abbia -
Non riuscii proprio a trattenermi - Ne ho abbastanza - feci, con la
voce più calma che avevo - E se avete domande da fare preferirei
sentirle, di modo da potervi dare una risposta -
Lui rimase visibilmente male all'essere stato ripreso così, ma
cazzo, l'aveva detto lui che ero giovane, poteva come minimo aspettarsi
che ci sentissi bene.
Pensando poi che probabilmente era meglio se non facevo proprio la
stronza dall'inizio ripresi a parlare - Ma vi abbiamo fatto aspettare
già abbastanza. Se volete seguirmi vi faccio accomodare in sala
da pranzo - sorrisi impercettibilmente, senza riuscire e nemmeno
volendo a farlo sembrare un sorriso degno di tale nome.
Con un brusio di assenso e qualche cenno affermativo qua e là da
parte degli ospiti mi incamminai, seguita da Hidan, aprendo una seconda
porta scorrevole e mettendomi di lato, per far entrare prima tutti gli
altri.
Che brava padrona di casa tornata da un giorno che ero.
Anche se forse, in mezzo a tutto, la cosa che mi turbava di più
era il fatto che Hidan stesse rimanendo relativamente zitto, senza
nemmeno scomporsi più di tanto alle occhiate curiose che gli
lanciavano tutti.
Probabilmente si chiedevano chi fosse il tizio che accompagnava il capo-clan.
E anche solo pensarlo faceva strano.
Mi sedetti a tavola solo quando si furono accomodati tutti gli altri,
prendendo posto di fianco a Hidan e scambiandoci un'occhiata come a
dire " Beh, per ora sta anche andando decentemente, no? ", al che
rispose facendo spallucce, per poi esplorare con lo sguardo la stanza.
Qualcuno si schiarì la voce, facendomi tornare a concentrarmi sul resto del tavolo - Suppongo abbiate delle domande -
Una signora anziana molto minuta, seduta di fianco a Hidan
approfittò del momentaneo silenzio per prendere la parola - Qual
è il tuo nome cara? - sorrise - E non mi dispiacerebbe nemmeno
sapere quello di questo bel giovanotto - diede una pacca amichevole sul
braccio del jashinista che la guardò con un mezzo ghigno.
- Haiiro. - ricambiai il sorriso, spostando poi lo sguardo sull'albino - Lui è Hidan -
La signora sorrise bonariamente e, spostando lo sguardo da me a lui con
fare curioso, parlò di nuovo - E' tuo marito presumo -
Hidan si scansò di lato con una faccia scandalizzatissima, gli occhi completamente spalancati - Eh?! -
Io, che nel mentre avevo osato bere, mi ritrovai ad annegare in un centimetro cubo d'acqua - Prego?! -
Lei accennò un sorrisetto - Avevo inteso che foste una coppia - ridacchiò con fare imbarazzato.
Una delle donne sedute al tavolo, dai capelli biondissimi raccolti in
un'acconciatura estremamente elaborata scoppiò a ridere,
mettendosi una mano davanti alla bocca nel tentativo di smorzare il
suono ( e fallendo miseramente tra l'altro. Oltretutto aveva una risata
odiosa ) - Akio-san, il ragazzo sarà nulla più che una
guardia del corpo per Haiiro-san - ridacchiò nuovamente - Vero?
- posò il suo sguardo su di me, quasi si aspettasse un
complimento per una deduzione che credeva essere icredibilmente arguta.
E anche totalmente sbagliata.
Fortunatamente mi salvò un'altra donna seduta dall'altra parte
del tavolo - Natsumi-san, se Hidan-san è qui ci sarà un
motivo. E' irrispettoso da parte tua fare certe osservazioni - concluse
con un sorriso appena accennato verso la sua interlocutrice.
Ecco, lei mi piaceva già di più.
Con uno sbuffo per nulla gentile la bionda, Natsumi, riprese a parlare,
con tono considerevolmente più acido mentre si rivolgeva alla
castana - Ah, perchè tu Naoko - lasciò completamente
perdere l'onorifico - Ne sai parecchio di essere rispettosi eh? -
Mi limitai a guardare lo scambio con un'espressione basita, ma,
purtroppo, la mia faccia venne notata dalla bionda - La qui presente ha
sabotato di proposito il matrimonio di mio figlio che adesso poverino
si ritrova senza un buon partito! -
Il marito, un uomo che indossava uno yukata verde scuro, si
passò una mano in viso sospirando impercettibilmente.
Probabilmente quel discorso l'aveva sentito tante di quelle volte da
poterlo scrivere su pergamena parola per parola.
- Natsumi-san, non credo sia il posto adatto per questo disco- non ebbe
mai l'occasione di finire la frase perchè l'altra donna si era
lanciata in quello che aveva tutta l'aria di essere un panegirico di
dimensioni bibliche su tutti i meriti di suo figlio e della sua
famiglia, per poi attaccare con la storia del matrimonio saltato.
Mano a mano che proseguiva nel racconto mi trovai sempre meno
interessata, lasciando vagare il mio sguardo un po' in giro per la
stanza, incontrando in fine quello di Hidan.
Si avvicinò appena - Sono sorelle a quanto sembra -
- E tu come fai a saperlo? - domandai, tenendo un tono di voce
abbastanza basso da passare inosservato rispetto al volume che stava
usando Natsumi.
Mosse lievemente il capo verso la vecchietta - Fonti attendibili -
Ridacchiai, ritornando di malavoglia a concentrarmi su Natsumi e il suo discorso che non era ancora finito.
Sentii una mano sulla gamba e lanciai un sorrisetto pieno di
gratitudine verso Hidan, appoggiando la mia mano sulla sua, mentre
riprendevo non senza difficoltà il filo del discorso.
- Il che mi porta alla presente proposta, Haiiro-san - sorrise in una
maniera che non avrei esitato a definire inquietante - Credo che il
modo migliore per consolidare l'alleanza tra le nostre due famiglie sia
un bel matrimonio. Insomma, nostro figlio è un buonissimo
partito, scommetto che gli piacerebbe una bella ragazza come lei -
Il mio cervello si spense.
E mi partì un preoccupante tic all'occhio.
Al diavolo l'essere gentile a tutti i costi, qui si stava esagerando.
E tanto pure!
- Non se ne parla nemmeno - replicai a denti stretti - Se questa
è la vostra condizione per l'alleanza allora potete anche
scordarvelo. Non ho intenzione di sposarmi con gente che non ho nemmeno
mai visto. - preso un bel respiro - In più sono già
impegnata - lanciai un'occhiata abbastanza eloquente verso Hidan che,
colto il suggerimento, intrecciò nuovamente la mano con la mia,
sopra il tavolo, dove tutti potevano vedere.
- La guardia del corpo?! - replicò con fare indignato la donna,
con una mano davanti alla bocca, completamente sconcertata - No cara,
stai scherzando mi auguro! -
- Ma chi ha mai detto che è la mia guardia del corpo?! E poi che
cavolo le fa presupporre che ne abbia bisogno una? So badare a me
stessa, Natsumi-san -
- Come osi parlarmi con quel tono?! La mia era una proposta perfettamente ragionevole ragazzina! -
- Ma cazzo, almeno a tuo figlio hai chiesto se voleva sposarsi prima di
prendertela con tua sorella perchè ha sabotato tutto? Per quanto
ne sai potrebbe avergli fatto un favore! -
Prese un respiro di colpo, con espressione oltraggiata - Come osi?! -
balbettò qualcosa di sconclusionato, alzandosi di botto - Lo
sapevo che questa non era una buona idea! E' solo una bambina che si
crede troppo importante! -
- ... Disse la donna che aveva parlato per un'ora filata senza avere
bisogno di qualsivoglia tipo di interlocutore, premurandosi di rimanere
al centro dell'attenzione - replicai io, guardando al cielo e
incrociando le braccia sul petto.
L'avevo spenta in una maniera impressionante e se ne doveva essere
accorta perchè avvampò, stringendo in pugni e cominciando
a blaterare talmente veloce che metà della roba che diceva non
la capivo.
- Poi c'è gente che si meraviglia del corso d'azione che
all'epoca ha scelto di prendere il consiglio. Con gente irragionevole
come questa era l'unica. -
Mi ritrovai a replicare con una calma gelida - Come prego? -
Notai gli sguardi increduli degli altri commensali - Prova a ripeterlo
se hai il coraggio - mi alzai, guardandola negli occhi e attivando il
terzo stadio - Vattene fuori! -
Squittì, nascondendosi dietro al marito che a differenza sua sembrava realmente dispiaciuto per la condotta della moglie.
Quasi mi dispiaceva urlargli dietro.
Quasi.
Alzai il tono - Fuori da questa casa ho detto! -
Natsumi praticamente fuggì dalla stanza, mentre il marito
accennò un inchino - Vi porgo le mie scuse. Spero possiate
perdonarla... Mia moglie tende ad essere leggermente aggressiva se non
si è d'accordo col suo punto di vista. Caratteristica
deprecabile, ne sono conscio, ma è pur sempre mia moglie -
Sospirai, ricambiando brevemente l'inchino - Scuse accettate. - non mi
faceva proprio piacere dirlo, ma tanto era lui il capo famiglia, non la
moglie - Le farò recapitare una lettera appena mi sarà
possibile -
Lui annuì e in breve era fuori dalla stanza.
Mi girai con fare colpevole verso i rimanenti occupanti della stanza -
Uhm... Mi dispiace? - uscì più come una domanda che non
una scusa vera e propria.
Naoko sospirò a sua volta - Mia sorella è sempre stata
così. Oramai non gliene faccio una colpa. Mi dispiace piuttosto
per quello che ha detto, vorrei scusarmi a suo nome anche io -
Suo marito rise - Un po' picchiatella quella donna - in tutta risposta
si guadagnò una gomitata nelle costole da parte della moglie a
cui rispose con una risata - Oh andiamo, direi che le formalità
se ne sono andate a quel paese già da un po', tesoro -
- Dobbiamo comunque essere rispettosi di chi ci ospita - fece con malcelato divertimento.
- Ehm... Per me potete fare quello che volete - feci spallucce - E'
anche meglio - tornai a sedermi di fianco a Hidan che praticamente
stava esultando.
- Jashin sia lodato, posso parlare come cazzo mi pare! - mise le mani
dietro la testa, con un'espressione beata stampata in volto, prima di
rimettersi seduto composto di scatto - Vero? - fece con tono
preoccupato.
Ridacchiai -Fai come vuoi. Mi pare di capire che le buone maniere non servano più... Però non esagerare -
- Oh, anche mio marito non ha un vocabolario per così dire... Da
santarellino - sorrise Naoko, dando una pacca affettuosa al braccio del
compagno.
Ero tentata di dirle che Hidan formulava intere frasi solo di
parolacce, ma mi trattenni, limitandomi a sorriderle, almeno
finchè lo stesso non mi passò un braccio in vita,
avvicinandomi a lui con un ghigno che non prometteva nulla di buono.
- Ah, conosco quello sguardo - ridacchiò Akio, facendo l'occhiolino nella nostra direzione - Giovanotti innamorati. -
Arrossii, resistendo l'impulso di passarmi una mano nei capelli.
- Da quanto state insieme se posso chiedere? -
Ci scambiammo un'occhiata interrogativa - Siceramente non ne ho idea.
Un po' di mesi - fece Hidan, mentre io mi limitai ad annuire.
- Oh, e quindi quando pianificate di sposarvi? - domandò Naoko,
guardando prima me e poi il jashinista, soffermandosi su di lui.
Decisi di lasciargliela sbrigare a lui quella - Eh?! - arrossì
in una maniera preoccupante - Non ci ho mai pensato! Smettete di
chiedere cose strane cazzo! - la sua faccia era un qualcosa di epico,
sembrava pronto a scappare fuori dalla stanza.
- Oh, scusate l'indiscrezione! - si affrettò a scusarsi la castana, agitando freneticamente le mani.
- Un'ultima domanda se permettete. Avete mai pensato di avere un figlio? - Aiko sorrise gentilmente.
Prima che potessi anche solo arrossire la porta scorrevole si
aprì di scatto, rivelando la figura di Matsu sulla soglia della
stanza.
Evidentemente aveva origliato... Eh... Mai una gioia.
Percorse con lo sguardo la stanza, finchè non trovò Hidan
- Hai messo incinta mia sorella!? - urlò, prima di buttarsi
letteralmente sopra il tavolo e addosso al jashinista, rotolando per un
po'sul tatami.
- Cazzo! Levatemelo di dosso! - si dimenò, tenendoselo lontano
come poteva - Per una volta che non ho fatto niente porca merda! -
- Adesso ti ammazzo! Pensi davvero che ti creda?! -
Con tutta la calma del mondo riempii un bicchiere con la salsa di soia
che era rimasta dal pranzo e lo svuotai sulla loro testa, ottenendo
l'effetto desiderato e facendoli scollare l'uno dall'altro, urlando
qualcosa riguardo al fatto che gli avevo rovinato irrimediabilmente i
capelli ( perchè per quanto non volessero ammetterlo su certe
cose erano dannatamente simili ).
Mi girai con tutta la calma del mondo verso i tre ospiti che guardavano la scena basiti.
Mossi una mano verso la scena, indicandola con un gesto ampio - E
questo, signori, è il motivo per cui non pianifichiamo nè
di sposarci nè di avere figli -
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Ehilà gente!
Dopo un'assenza che è pressochè imperdonabile ( seriamente, da quando non aggiorno? ) sono tornata.
Chiedo umilmente scusa, ma quest'estate mi hanno dato due debiti e ho
fatto delle bellissime vacanze schifose studiandomi un mix di scienze e
matematica .-.
Beh, ho fatto un capitolo un po' più lungo del solito per cercare di farmi perdonare...
Chiedo scusa!!
Ad ogni modo, è cominciato un nuovo anno di scuola, quest'anno
sarà un po' irregolare con gli aggiornamenti ( non sono mai
stata regolare, ma shhhh ) visto che sono in quinta e già dal
primo giorno i prof hanno cominciato a bombardarci con spiegazioni e
compiti troppo lunghi .-.
Quindi niente, spero che il capitolo vi sia piaciuto vi chiedo ancora scusa per il ritardo.
Ciauuuuu!
Alice_
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