A Slytherin star

di MarcelineRoger
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Prologo ***
Capitolo 2: *** 1 Settembre 1989- Spinner's end ***
Capitolo 3: *** 11 settembre 1989 Seconda Parte ***
Capitolo 4: *** 3 Settembre 1989 Hogwarts ***
Capitolo 5: *** 4 Settembre 1989 Hogwarts ***
Capitolo 6: *** 31 Ottobre 1989 ***
Capitolo 7: *** 15 Novembre 1989 ***



Capitolo 1
*** Prologo ***


Hogwarts  1977

Il coprifuoco era passato ormai da ore ma una figura ammantata era appoggiata al salice che immergeva le sue fronde nell’acqua del lago nero. Era un ragazzo del settimo anno ormai prossimo ai M.A.G.O. ma non era l’ansia per lo studio ciò che lo animava. Il silenzio era il balsamo che leniva il suo dolore, il silenzio era ciò che gli faceva pensare ai suoi errori, al suo amore perso per sempre. Soltanto a causa sua. Spesso pensava che avrebbe dovuto tornare indietro, ma poi la sua fame di conoscenza lo frenava, lui era avido di conoscere, voleva sapere sempre di più e questa era la sua condanna. Dei passi lo colsero alla sprovvista ma subito riconobbe la voce di Lucius, ormai il suo unico amico. La luna piena li illuminò e le loro ombre si allungarono sulle acque del lago.
«L’Oscuro è interessato a te Severus. È certo che menti come la tua non debbano essere sprecate.» Severus annuì e fece per parlare ma l’altro lo fermò.
«L’unico ostacolo a tutto questo è il tuo sangue. Ma per questo, amico mio, ho trovato una soluzione. Il tuo odio per i babbani è provvidenziale. Sposerai mia sorella e tutto sarà taciuto.» Severus grugnì.
«Io non amo tua sorella Lucius.» il biondo alzò gli occhi al cielo.
«Per Salazar Severus! Nemmeno io amo Narcissa eppure la sposerò. Si chiamano matrimoni combinati!» il corvino scosse il capo guardando il lago immerso nei pensieri. Il silenzio cadde tra i due fino a quando Severus non interpellò l’amico.
«Ancora non capisco. Tua sorella non era già promessa?» Lucius annuì.
«Certo, ma è stato tutto disdetto, la famiglia Diggory non è tra le benvolute dell’Oscuro.» Severus lo guardò incerto, ancora qualcosa lo frenava.
«Lei accetterà?» Lucius annuì.
«Ha sempre avuto un debole per te.» il corvino sospirò ed alzò gli occhi sull’amico.
«Non lo so Lucius, c’è qualcosa che non mi convince.»
«Salasar Severus, ti sto offrendo su un piatto d’argento Solaria Mira Malfoy! La ragazza più desiderata di tutta Hogwarts e tu la rifiuti? Ma che hai in testa?» Severus abbassò il capo e Lucius venne colto dalla rabbia. Sapeva che cosa provava Severus per quella grifondoro, per di più sangue sporco. Non gli piaceva vederlo soffrire.
«Ancora quella lurida mezzosangue? Devi togliertela dalla testa, non è degna di te.» una calma glaciale la colse e si voltò a guardare la luna.
«Sposare mia sorella è l’unico lasciapassare per entrare nelle grazie dell’Oscuro.» un lampo di umanità sembrò passare negli occhi di Malfoy.
«E poi se l’unica persona a cui affiderei Sol.» Severus sorrise all’amico.
«Ci penserò Lucius ma qualcuno deve parlare con lei.» Lucius ghignò.
«E tu non ne hai le palle.» Severus rise.
«Posso capire il debole per me, ma andare da lei e dirle un amabile “Solaria, ho deciso che mi sposerai. In questo modo posso entrare ufficialmente nei mangiamorte”. Ti immagini che schiaffo?» Lucius rise sguaiatamente.
«Mi sto immaginando la scena!» Rise per qualche altro secondo per poi sorridere all’amico.
«Le parlerò io, considerati già sposato.» Malfoy si voltò facendo frusciare il mantello e lasciò Severus solo con i suoi pensieri e la luna che gli illuminava il volto tirato. 

N.d.A.
beh, se siete arrivati fin qua giù grazie mille. Spero tantissimo che il prologo vi sia piaciuto e spero con tutto il cuore che continute a leggere questa storia. Sinceramente non so quanto possa durare poichè è ancora in fase di scrittura, ma è ben chiara nella mia testa, quindi non dovrei avere ritardi di pubblicazione.
Pubblicherò sempre il sabto, e se sono in ritardo domenica al massimo. Vi sarei grata per una recensione ma anche solo per aver letto la storia. 
Ci sentiamo sabato prossimo.
MarcelineRoger

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Capitolo 2
*** 1 Settembre 1989- Spinner's end ***


1 Settembre  1989 Spinner’s End
 


La luce dell’alba penetrò nella stanza padronale di casa Snape illuminando il volto di una donna addormentata. I capelli biondi sparsi sul cuscino e le coperte fin poco sopra il seno. Il sole le colpì il viso facendole aprire gli occhi azzurro ghiaccio. Erano bella Solaria Snape, una delle donne più belle di tutto il mondo magicho. Ed era sposata con l’uomo che amava ma che non ricambiava i suoi sentimenti. Lui amava un fantasma. Quelle deprimenti elucubrazioni di prima mattina furono cacciate via dal suono cristallino di una risata. Come il vento spazza via le nubi dopo un temporale, i cupi pensieri di Solaria furono allontanati dalla voce del figlio che la chiamava.
«Mamma! Mamma! Polaris ha detto che mi porterà un regalo da Hogwarts!» Solaria sorrise. Antares e Polaris, i suoi bambini, le sue ragioni di vita. Non sapeva che cosa avrebbe fatto senza di loro. I suoi bambini, gli unici che riuscissero a strappare un sorriso a Severus.  Carezzò i capelli neri di Antares e gli baciò la fronte.
«Buongiorno tesoro mio. Tua sorella è già sveglia?» il bimbo annuì.
«Sta controllando il baule con papà e Twinky sta preparando la colazione.» la donna annuì e si alzò dal letto. La vestaglia celeste le si adatto al corpo snello e sorridendo prese per mano il figlio più piccolo. A piedi nudi attraversò il corridoio fino ad arrivare alla camera di sua figlia. La sua bambina che aveva compiuto undici anni. La sua piccola streghetta che presto avrebbe fatto il suo primo viaggio verso Hogwarts. La sua Polaris, che era diventata grande. Si fermò sulla porta della camera ed il cuore le si riempì di gioia. Severus era chino sul baule di Polaris ed accanto a lui sedeva una bambina dai lunghi capelli corvini, una piccola ciocca, l’unica chiara come il platino, le era ricaduta davanti agli occhi azzurro ghiaccio che erano intenti a controllare ogni centimetro del suo baule. Severus sorrise e scompigliò i capelli della bambina che sorrise e si voltò verso la porta vedendo la madre.
«Allora, tutto pronto per la partenza, bimba mia?» la piccola annuì e si avvicinò alla madre per farsi abbracciare.
«Tra quanto dovremo andare, mamma?» Solaria carezzò la testa della bambina e le sorrise.
«Il treno parte alle undici precise, abbiamo ancora il tempo per una buona colazione.» la bambina sorrise felice e corse giù per le scale subito seguita dal fratello. Solaria osservò Severus alzarsi dal pavimento e chiudere di scatto il baule di Polaris. Il silenzio tra loro era carico, pesante. Molte cose erano state omesse, molte cose di troppo dette. Solaria sapeva molte cose che una moglie devota non avrebbe voluto sapere. Severus sapeva che tutto quello faceva soffrire la donna che aveva accanto, la donna che lo amava, ma non poteva fare a meno di comparare gli occhi azzurri di Solaria a quelli verdi di Lily, i loro capelli. Non poteva fare a meno di comparare la moglie viva che aveva al fianco con un fantasma ed il ricordo di una donna morta. Solaria sospirò. Sapeva che nulla sarebbe cambiato. Aveva sperato, quando Polaris era ancora piccola, che la morte di Lily avrebbe aperto gli occhi a Severus. Sperava che Severus guardasse le con gli occhi sognanti, pieni di amore, che aveva guardando le fotografie di Lily. Ma era tutta speranza vana. Lei era solo una vecchia amica, un’amante segreta diventata moglie per uno strano scherzo del destino.  Abbassò gli occhi quando Severus si voltò per guardarla.
«Tonerai a casa per Natale?» Severus annuì e le sorrise tristemente. Pronto ad iniziare la recita di ogni giorno.
 
L’orologio presto segnò le dieci e fu ora di partire. Presero il baule e la gabbia della civetta di Polaris, Notturnia, e caricarono tutto in macchina. Polaris era agitata, finalmente stava andando ad Hogwarts, finalmente avrebbe incontrato ragazzi e ragazze, si sarebbe fatta amici e nemici e sarebbe finalmente stata smistata nella casa che le apparteneva.
«Mamma, papà, secondo voi in che Casa verrò smistata?» Solaria sorrise.
«Non importa in che Casa verrai smistata, bimba mia, ogni Casa ha il suo onore, ogni Casa ha il suo scopo ad Hogwarts.» Severus grugnì.
«Tranne Grifondoro, lo scopo di quella casa è solo fare danni.» Solaria alzò gli occhi al cielo mentre Polaris si zittì guardando fuori dal finestrino. Il viaggio fu breve, dopo circa mezzora erano finalmente arrivati alla stazione e Polaris era fuori di se dall’eccitazione. Spingeva il suo carrello prestando poca attenzione alla direzione. Si sarebbe di certo persa, non fosse stato per la madre che teneva il carrello indicandole la strada.
«Babbani. Le autorità non possono fare qualcosa per tenerli lontani dal binario?» Severus scosse il capo.
«Purtroppo non è possibile. Non possiamo chiudere la stazione ogni primo settembre.» Polaris si fermò davanti al muro e sospirò. Severus si mise alle sue spalle e le baciò la testa.
«Attenta stella mia, devi camminare dritta in direzione della barriera. Non ti fermare, non avere paura: è molto importante. Se sei nervosa meglio correre.» Polaris deglutì ed annuì. Severus sorrise sulla sua testa.
«Andiamo insieme?» La bambina annuì di nuovo e l’uomo strinse la mani sue quelle della figlia. Polaris sospirò e cominciò a correre.  La barriera era sempre più vicina e Polaris chiuse gli occhi, temendo l’impatto. Impatto che non venne. Riaprì gli occhi e spalancò la bocca sorpresa. Davanti a lei c’era un’enorme locomotiva rossa che sbuffava fumo in tutta la stazione. L’Espresso per Hogwarts. Solaria li raggiunse tendendo per mano un Antares sognante e carezzò la guancia della figlia.
«Sei ancora in tempo per prendere uno scompartimento vuoto, bimba mia» l’abbracciò stretta e le baciò la fronte.
«Sarò sempre fiera di te.  Mandami tanti gufi mi raccomando e scrivimi subito in che Casa sei stata smistata mi raccomando.» la bambina annuì e abbracciò il fratellino che aveva già le lacrime agli occhi.
«Voglio andare anche io mamma.»Polaris gli scompigliò i capelli.
«Tra tre anni salirai anche tu sull’Espresso.» il treno fischiò e Polaris salutò un’ultima volta la madre ed il fratellino prima di salire sul treno e occupare il suo scompartimento. Appena in tempo. Il treno cominciò a muoversi  portando la giovane Snape verso la sua nuova avventura.
 
Diversi minuti dopo che il treno aveva cominciato la sua corsa la porta dello scompartimento si aprì rivelando due bambini identici. Avevano i capelli rossi e il viso coperto da lentiggini. Gli occhi della stessa sfumatura di azzurro si posarono sulla figura di Polaris, delusi.
«Oh, scusaci. Non ci sono altri scompartimenti liberi. Possiamo unirci a te?» la bambina annuì e fece cenno ai due ragazzini di sedersi. Ci furono molto istanti di silenzio. Polaris guardava fuori dal finestrino ed i due gemelli fissavano la bambina che avevano davanti.
«Che sbadati non ci siamo nemmeno presentati! Io sono Fred» disse il ragazzo che sedeva verso la porta dello scompartimento. «Ed io sono George. Piacere di conoscerti.» Polaris li guardò interdetta. Quei due ragazzi erano strani ma sembravano simpatici.
«Io sono Polaris.» tese la mano ai due gemelli sorridenti e Fred fu il primo a stringergliela. Il silenzio calò di nuovo ed i gemelli confabularono tra loro.
«Secondo te in che Casa finiremo?» Fred alzò le spalle.
«Tutta la famiglia è finita in Grifondoro, ci andremo di sicuro anche noi» rispose sorridendo poi si voltò verso Polaris e le sorrise.
«E tu? Sai già in che casa finirai?» Polaris scosse il capo. Nonostante quei due volessero finire a Grifondoro lei li trovava ancora simpatici.
«Non lo so. Mamma era Corvonero, papà Serpeverde. Dicono che potrei andare in qualsiasi casa.» i due gemelli ora la guardavano schifati.
«Tuo padre era un Serpeverde? Era la casa di Tu-Sai-Chi, e tutti i mangiamorte sono stati smistati a Serpeverde. Quella casa è piena di gente cattiva.» la bambina scosse il capo.
«Mio padre non è cattivo. È la persona più buona al mondo. » i due la guardarono ancora per un poco per poi alzare le spalle e cominciare a parlare con la ragazzina.  Dopotutto, loro una Casa ancora non ce l’avevano. Perché odiarsi ancora prima di arrivare a scuola? 


N.d.A.
Ed ecco qui Polaris e la sua famiglia. Spero vi sia piaciuto il piccolo scorcio di quotidianità della famiglia Snape. Bhe, che dire, chiedo scusa per i possibili orrori ortografici, ma rileggere una storia scritta personalmente nasconde molti errori visto che la si conosce quasi a memoria. 
MI piaerebbe tanto sapere se la storia vi piace o meno e ringrazio immensamente chi ha messo la storia tra le preferite. 
Ci sentiamo al prossimo capitolo!
MarcelineRoger

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Capitolo 3
*** 11 settembre 1989 Seconda Parte ***


Era ormai il tramonto quando l’Espresso per Hogwarts arrivò alla stazione di Hosmegade. Un prefetto dai capelli color carota come Fred e George li aveva radunati davanti ad un omone gigante che teneva in mano una lanterna.
«Primo anno! Primo anno da questa parte! » tutti i ragazzi del primo anno si strinsero intorno al gigante che li guidò verso il lago dove delle barche li attendevano. Ci fu un coro di ohh, lo stretto sentiero che avevano percorso fino ad allora si era aperto all’improvviso sul grande lago nero. Appollaiato in cima a un’alta montagna sullo sfondo si stagliava il grande castello che avrebbe fatto loro da casa.
«Non più di quattro per battello e fate attenzione a non cadere nel lago!» con Polaris ed i gemelli salì sul battello un ragazzo di colore, Lee Jordan. Le barchette si staccarono dalla riva scivolando sul lago. Passarono attraverso una cortina di edere e raggiunsero un passaggio che arrivava direttamente al castello e dopo innumerevoli scalinate finalmente raggiunsero il portone del castello dove il gigante si fermò e bussò per tre volte. 
 
La porta si spalancò rivelando una strega alta, dai capelli raccolti ed un volto severo.
«Ecco a lei professoressa McGonnagal, gli studenti del primo anno.» La donna annuì e sorrise al gigante. Prese in custodia i ragazzi del primo anno e li guidò lungo i corridoi verso un saletta vuota oltre la sala d’ingresso.
«Benvenuti ad Hogwarts, il banchetto per l’inizio dell’anno scolastico avrà luogo tra breve, ma prima di prendere posto nella Sala Grande, verrete smistati nelle vostre Case. Lo Smistamento è una cerimonia molto importante, perché per tutto il tempo che rimarrete qui, la vostra Casa sarà la vostra Famiglia. Le quattro case si chiamano Grifondoro, Tassorosso, Corvonero e Serpeverde. Tutte hanno una nobile origine ed hanno sfornato maghi e streghe di prim’ordine. La cerimonia di smistamento avrà luogo tra pochi minuti davanti a tutti gli altri studenti , tornerò non appena saremo pronti per la cerimonia.» Polaris si guardò intorno. Suo padre non le aveva detto nulla sullo smistamento ed aveva paura. Aveva imparato qualche incantesimo ma se non fossero stati abbastanza? Suo pare si sarebbe vergognato di lei? Deglutì e guardò i gemelli. Anche loro erano tesi ma sorridevano. Adesso che ci pensava li aveva sempre visti sorridere, magari sapevano qualcosa che lei non sapeva. Tese la mano e tirò il mantello di George, o almeno credeva.
«Voi sapete qualcosa dello smistamento?» il ragazzino scosse il capo e richiamò il fratello.
«Ehi George, Polaris ha paura.» il gemello alzò le spalle.
«Beh, anche io! Spero non sia una prova di logica come ha detto Percy o qualcosa di studio, per Merlino non abbiamo ancora cominciato.» si guardarono intorno. Erano tutti agitati, nessuno sapeva che cosa li aspettasse. Ad un certo punto Fred, o almeno credeva, le tirò la manica e le indicò la parete davanti a lei. Polaris sobbalzò. Davanti ai suoi occhi una ventina di fantasmi erano entrati nella stanza attraversando la parete. Nessuno sembrò accorgersi dei ragazzi che stettero in silenzio fino a quando oltrepassarono la parete e la professoressa McGonnagal fece ritorno.
«Bene, ora mettetevi in fila e seguitemi.» A Polaris tremavano le gambe e dovette inspirare diverse volte per poter mantenere la calma. Si mise in fila dietro uno dei gemelli (aveva rinunciato nel provare a riconoscerli) con Lee Jordan dietro di lei. Uscirono della stanza e ne attraversarono un altro paio per poi trovarsi davanti alle doppie porte della Sala Grande. La professoressa battè le mani e le grande porte si aprirono e fecero il loro ingresso nella Sala Grande.
«wow!» Polaris era a bocca aperta. Era illuminato da migliaia e migliaia di candele sospese a mezz’aria su quattro lunghi tavoli dove erano seduti gli altri studenti. Tutti nella sala li stavano fissando e quando la professoressa li fece sfilare davanti al tavolo dei professori alzò lo sguardo per cercare suo padre. Severus era seduto acconto ad un uomo con una barba piuttosto lunga nera corvina ed appena la vide le sorrise e alzò il calice nella sua direzione. La ragazzina sorrise a sua volta e dimenticò tutti gli occhi puntati verso di loro. Il suo papà era lì, lo Smistamento non sarebbe stato nulla di pericoloso. Alzò gli occhi al cielo e rimase meravigliata. Sembrava che non ci fosse un soffitto, il cielo era trapunto di stelle ed una nuvola vagante passò sopra le loro teste. I suoi genitori le avevano raccontato qualcosa della Sala Grande ma nemmeno nella sua immaginazione era tutto così bello e splendente. Abbassò lo sguardo e notò che mentre non guardava davanti a loro era stato messo uno sgabello con sopra un cappello a punta da mago, logoro, rattoppato e pieno di macchie. Fece una smorfia, non aveva nessuna intenzione di metterselo in testa. Il cappello si contrasse, uno strappo vicino al bordo si spalancò e lui cominciò a cantare:
 
Or dunque venite, mettetemi in testa
 Nelle vostre menti il futuro vi aspetta,
non nascondente pensieri superbi,
perché il mio potere non dimentica i furbi.
Ogni pensiero io riesco a scovare,
dunque venite, perché aspettare?
Io riesco a vedere, non ho mai sbagliato,
a quale casata tu sei destinato.
Son quattro le grandi case famose
Che di avervi tra loro sono bramose.
Sei tu un Grifondoro, coraggio nel cuore,
audace, e il fegato è il tuo signore.
Sei tu un Corvonero, mente geniale,
ogni domanda ti è congeniale.
Sei tu  un Tassorosso, pazienza infinita,
ogni lavoro è una nuova partita.
Sei tu un Serpeverde, astuto e ambizioso,
nobil casate e cuor misterioso.
Nessuna casata è superiore,
puoi essere amico di ogni colore.
Or dunque venite, mettetemi in testa,
non avere paura, ci sarà una gran festa.
 
Appena il cappello terminò la sua filastrocca tutta la sala applaudì. Il cappelo si inchinò quattro volte, una ad ogni tavolo e poi tornò immobile. La professoressa McGonnagaal si fece avanti con una lunga pergamena e si voltò verso i ragazzi.
«Quando chiamerò il vostro nome, voi metterete il cappello in testa e vi siederete sullo sgabello per essere smistati.» Guardò il rotolo e lesse il primo nome.
«Tamsin Applebee!» una ragazzina dai capelli biondo steppa si fece avanti quasi tremante, si sedette e la professoressa le mise il cappello sulla testa, che le ricadde fin sopra gli occhi. Dopo pochi istanti il cappello si rianimò gridando:
«TASSOROSSO!» il cappello a destra si rallegrò e battè le mani ed il fantasma della casa accolse la nuova studentessa.
«Bletchey Miles!»
«SERPEVERDE!» il tavolo all’estrema sinistra scoppiò in un applauso ed accolse il suo primo nuovo studente.
«Brown Daisy!»
«GRIFONDORO!» questa volta fu la tavolata all’estrema destra ad applaudire facendo un baccano tremendo. Polaris storse il naso, suo padre aveva ragione, i Grifondoro erano solo dei casinisti.
«Brown Marcus!»
«CORVONERO!» a battere le mani fu il secondo tavolo da sinistra.
Poi ci fu una serie infinita di nomi, «Vega Callister» finì a Serpeverde, mentre «Lara Cursi» a Tassorosso. Poi fu il turno di «Aileen Davies» smistata a Grifondoro subito seguita da «Cedric Diggory» un nuovo Tasssorosso.
«Giordan Lee» il ragazzo accanto a Polaris deglutì e si sedette sullo sgabello. Dopo pochi istanti di attesa venne smistato a Grifondoro.
Dopo Giordan «Aaron Hall» e «Goodwin Harwey» furono smistati a Corvonero, «Marcus Klat» a Serpeverde e «Ebony Lewis» a Corvonero. Erano rimasti in molti e Polaris smise di ascoltare i nomi e le rispettive case.
«Mallory».. «McAvooi».. «Montgomery» e «Montgomery».. «Murray».. «Octav»…«O’Flachecty»..«Pucey»..«Rickett»..«Saint» e «Steeval».
«Snape Polaris!» la sala si zittì e tutti gli occhi vennero puntati su di lei. Prima che il cappello le venisse calato sugli occhi vide gli alunni allungarsi per poterla vedere meglio.
«Mmm..interessante.» una vocina gli  sussurrò all’orecchio e Polaris sussultò. «sei una scelta difficile, Polaris Snape. Molto difficile. Hai una mente meravigliosa, coraggio da vendere e un’insaziabile sete di conoscenza. Vedo l’ambizione di diventare grande. Difficile.» Ci fu silenzio per qualche istante poi la voce ricominciò a parlare. «Dove ti colloco? Serpeverde e Corvonero sono entrambe delle grandi case, ti troveresti bene in entrambe, diventeresti grande, in entrambe. Ma dove ti colloco?» Polaris sospirò e scosse il capo impercettibilmente. Lei non lo so sapeva. A lei erano sempre piaciute entrambe le case, non ne aveva idea. «Mmm.. interessante. Vedo astuzia, vedo ambizione ma è quella grande dose di coraggio che mi lascia perplesso. Coraggio sopito, pronto ad essere utilizzato. Ma a Serpeverde potresti diventare grande, ti aiuterebbe sulla via della grandezza, su questo non c’è dubbio. Mmm… hai una mente meravigliosa che ti aiuterebbe a scegliere la tua strada una volta diventata grande. Mmmm… ho deciso, il tuo posto è SERPEVERDE!» l’ultima parola era stata urlata a tutta la sala, il tavolo all’estrema sinistra applaudì forte e quando le venne tolto il cappello erano passati sei minuti. Polaris fece correre gli occhi da suo padre che le sorrise alzando il calice del vino. Si incamminò verso il suo tavolo e si voltò per sorridere ai gemelli dai capelli rossi che fecero finta di non vederla. La ragazzina abbassò il capo e si sedette al suo tavolo sorridendo tristemente alle pacche sulle spalle.
Mancavano pochi nomi ormai e dopo «Spinnet».. «Spitha»..«Tarril»..«Terenz»…«Wilson» fu il turno dei gemelli.
«Weasley Frederik!» il ragazzino si sedette sullo sgabello e pochi istanti dopo venne smistato:
«GRIDONDORO!» il cappello gli fu tolto dagli occhi e corse al suo tavolo senza voltarsi indietro, subito seguito dal fratello gemello smistato nella stessa casa. Polaris sospirò ed alzò le spalle. Aveva già perso due amici.


N.d.A.
Scusata, scusate, scusate.. lo so sono in ritardo ma ho perso completamente la cognizione del tempo!
Beh, Polaris è finalmente arrivata ad Hogwarts ed è stata smistata tra le Serpi mentre i nostri due rossi preferiti sono degli ovvi Grifoni. 
Spero vi sia piaciuta e grazie a chi ha recensito o legge solamente. Grazie infinte. Mi piacerebbe sapere moto cosa ne pensate.
Beh, alla prossima
MarcelineRoger

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Capitolo 4
*** 3 Settembre 1989 Hogwarts ***


3 Settembre 1989, Hogwarts
Polaris stava sognando. Sognava il prato di casa sua e Antares che inseguiva il gatto per poterlo accarezzare. Sognava sua padre che baciava Solaria, che le sorrideva. Sognava la sua famiglia felice. Poi un freddo pungente alle gambe la fece svegliare.
«Laris forza! Dobbiamo alzarci, oggi è il primo giorno di lezione, non sei eccitata?» la bambina aprì gli occhi e si ritrovò davanti il volto sorridente di Vega. Avevano stretto subito amicizia e Polaris non poteva essere più felice di così. Anche se gli occhi schifati dei gemelli Weasley non riusciva ancora a dimenticarseli. Scosse il capo e sbuffò.
«Che cosa abbiamo alla prima ora?» aveva ancora la bocca impastata ed era tentata di rimanere a letto fingendo un malore. Non aveva voglia di alzarsi, nemmeno un briciolo. Sentì Vega frugare nella sua borsa cercando l’orario della settimana.
«Abbiamo due ore di Pozioni, con Grifondoro.» la bambina si alzò subito a sedere.
«Pozioni? Non possiamo arrivare in ritardo!» Vega alzò le spalle.
«Il Professor Snape è il nostro Capo casa, non ci punirà di certo per un lieve ritardo.» Polaris scosse il capo.
«Lui odia i ritardatari. Forse non toglierà punti a Serpeverde ma potrebbe sempre punire me.» Vega alzò gli occhi al cielo e scoppiò a ridere.
«Non può essere così terribile.» Polaris sorrise e si vestì in fretta.
«Ti auguro di non vederlo mai arrabbiato.» la bambina rise ed insieme alla piccola Snape si incamminò verso la Sala Grande, il libro di pozione stretto al petto.
 
Il sotterraneo dove si teneva la lezione era gelido. La stanza era piena di ingredienti per pozioni e animali che galleggiavano in barattoli di vetro. Vega fece una smorfia appena entrata e rabbrividì.
«Salazar è una cosa macabra. Tutti quegli animali morti.» Polaris alzò gli occhi al cielo.
«Che cosa ti aspettavi? Lillà e boccioli di rose?» dietro di loro una risata le fecce girare di scatto. I gemelli Weasley erano dietro di loro e stavano imitando la faccia di Vega.
«Salazar è una cosa macabra.» uno dei due imitò la voce della ragazzina che arrossì fino alla punta dei capelli corvini.
«Che c’è? Avete paura di piccole bestioline morte?» Polaris storse il naso ed ignorandoli si andò a sedere in un banco isolato subito seguita da Vega. I due gemelli continuarono a ridere fino a quando la porta venne spalancata con un calcio e Snape fece il suo ingresso nell’aula. Subito il silenzio calò sull’aula e tutti gli occhi furono puntati sul professore seduto alla cattedra. Aveva gli occhi neri fissi sul registro ed i capelli dello stesso colore attaccati al viso. Finito di fare l’appello i suoi occhi si alzarono sulla classe.
«Siete qui per imparare la delicata scienza e l’arte esatta delle Pozioni.» Le sue parole erano un semplice sussurro ma nella classe nessuno osò fiatare. Polaris guardava il padre con gli occhi luccicanti bramosa di apprendere sempre di più su quella materia.
«Non ci saranno stupidi sventoli di bacchette in questa aula ed in pochi di voi apprenderanno appieno quest’arte. Non mi aspetto che comprendiate a fondo la bellezza del calderone che bolle a fuoco lento, con i suoi vapori scintillanti, il delicato potere dei liquidi che scorrono nelle vene umane, ammaliando la mente, stregando i sensi. Io posso insegnarvi come imbottigliare la fama a stregare la gloria fino a porre un freno alla morte. Tutto questo se voi presterete attenzione.» il professore smise di parlare ed i suoi occhi corsero velocemente alla figlia per poi tornare ad abbracciare tutta la classe.
«Chi sa dirmi che cosa ottengo se verso della radice di asfodelo in polvere dentro un infuso di artemisia?» tutti gli studenti si guardarono intorno sconvolti. Soltanto Polaris sorrise ed alzò timidamente la mano. Snape fece finta di non vederla e scosse il capo.
«Nessuno? Proviamo di nuovo, dove guadereste se vi chiedessi di trovare un bezoar?»  ancora nessuno si mosse e solo Polaris alzò la mano per poter rispondere. Ancora una volta Snape fece finta di non vederla.
«Nessuno?Immagino che voi non abbiate nemmeno aperto il libro prima di venire qui. Di nuovo, qual è la differenza tra l’Aconitum napellus e l’Aconitum lycocotonum?» questa volta Polaris non alzò la mano ma sussurrò la riposta a Vega che esitante alzò la mano.
«Signorina Callister? Sa forse la risposta?» la ragazzina annuì.
«Si signore. Sono la stessa pianta, nota sotto il nome di aconito.» il professore annuì.
«Un punto in meno a Serpeverde.»  un brusio riempì la sala. Severus Snape non aveva mai tolto punti alla sua stessa casa.
«La risposta era esatta Signorina Callister, ma dubito che la risposta venga da lei.» Vega arrossì nuovamente e gli occhi di Snape si posarono su Polaris.
«Signorina Snape, se suggerisce un’altra volta alla sua compagna dovrò prendere seri provvedimenti. Esigo serietà e correttezza nelle mie ore. Sono stato chiaro?» Polaris arrossì ed abbassò gli occhi.
«Si, Signore.» Snape tornò a guardare la classe.
«Per vostra informazione asfodelo e artemisia formano una pozione soporifera talmente potente da essere conosciuta sotto il nome di Distillato della Morte Vivente. Un bezoar è una pietra che si trova nello stomaco della capre e che salva da molti veleni.» fece un gesto con la bacchetta e il gesso prese a segnare sulla lavagna gli ingredienti necessari per preparare una pozione scaccia brufoli.
«Aprite il vostro libro a pagina 8 e seguite le istruzioni. Non tollero errori.» gli studenti già divisi a coppie si misero subito al lavoro. Polaris e Vega erano piegate sullo stesso calderone mentre il professore era intento ad osservare e criticare le pozioni degli studenti. Si fermò al tavolo di lavoro di Adrian Pucey e Carina Octav due studenti Serpeverde e li elogiò per il colore giallognolo della loro pozione. Polaris sapeva bene che il colore esatto doveva essere arancione, il giallo era solo segno di una pozione mediocre. Aggiunse le lumache cornute e tolse il calderone dal fuoco. Snape si fermò al suo bancone e la osservò aggiungere gli aculei di porcospino e mescolare il liquido. La pozione aveva un colore perfetto ed era quasi terminata. Vide Polaris concentrata per dare il meglio di se ma non diede segni di essersene accorto.
«Signorina Snape.» Polaris alzò il capo prima di agitare la bacchetta decretando finita la pozione. «Questa è una pozione mediocre, se non scadente. Può fare meglio di così.» girò i tacchi e si concentrò verso un altro banco. Mentre agitava la bacchetta Vega era certa di aver visto gli occhi di Polaris appannati di lacrime.

 N.d.A 
rieccomi con un altro capitolo. Severus è stata alquanto stronzo ma per ogni cosa c'è un motivo, giuro. 
Grazie mille a chi ha recensito! Ci vediamo al prossimo capitolo!!
MarcelineRoger

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Capitolo 5
*** 4 Settembre 1989 Hogwarts ***


4 Settembre 1989
Era una congiura. Era tutto una congiura contro di lei. Quella sera ci sarebbe stata la sua prima lezione di Astronomia. Con Grifondoro. I gemelli Weasley continuavano a ridere mentre lei passava e bisbigliavano alle sue spalle. Stava cominciando ad odiarli. Che cosa aveva fatto di male con loro? Era solo stata smistata in un’altra casa, tutto qui. Sbuffò e si incamminò verso la Torre di Astronomia, Vega sempre sorridente al suo fianco. Stavano per cominciare a salire le scale quando la voce di uno de gemelli le fece voltare.
«Bene, bene, guarda chi c’è. La piagnona Snape. Paparino ti ha ignorato un’altra volta?» Polaris arrossì ed abbassò la testa. Allora era per questo. L’avevano vista piangere. Polaris alzò la testa e li guardò furiosa
«Almeno mio padre non è un pezzente, Weasley. I miei genitori hanno una dignità, cosa che a voi Weasley è stata rifiutata da Madre Natura.» girò i tacchi e salì le scale fumando di rabbia. Vega li guardò schifata e scosse il capo.
«Siete proprio degli stronzi.» si voltò e rincorse l’amica senza scomporsi. I due gemelli si guardarono ed alzarono le spalle. Mica era colpa loro se era stata smistata a Serpeverde.  
 
Polaris sbattè i libri sul tavolo. Era furiosa. Quella settimana era iniziata male e sarebbe finita peggio. Suo padre l’aveva umiliata davanti a tutta la sua classe, gemelli Weasley compresi. E che diamine, si era pure messa a piangere. Sbuffò e fece per andarsene, non aveva assolutamente fame, quando un gufo nero come la pece la raggiunse, posò una lettera e se ne andò. Vega si sporse verso di lei.
«Chi te la manda? I gufi sono già passati oggi.» Polaris sbuffò.
«Quello è il gufo di mio padre.» La bambina spalancò gli occhi.
«Che cosa vuole secondo te?» Polaris alzò le spalle.
«Non ne ho idea e sinceramente non mi interessa.» Vega la guardò stranita.
«ma è tuo padre!» Polaris alzò gli occhi al cielo. Il soffitto era nuvoloso, presto ci sarebbe stato un bel temporale.
«A casa forse. Qui è solamente il professor Snape.»
«Sei troppo severa.» Polaris colpì con un pugno il tavolo e la guardò con rabbia.
«Per Salazar Vega! Hai visto come mi ha trattata. Capisco i suggerimenti ma quella pozione era perfetta! E questo lo sapeva anche lui. È solo uno stronzo, ecco che cos’è.» lo svolazzo di un mantello le zittì. Polaris si voltò e sbiancò. Suo padre era dietro di lei, gli occhi che mandavano lampi.
«5 punti in meno a Serpeverde per questa mancanza di rispetto. Signorina Snape, lei è in punizione! Alle 20:00 nel mio ufficio.» sibilò, girò i tacchi e si avviò verso i sotterranei. Vega era a bocca aperta mentre Polaris stringeva i denti ed i libri al petto. La sala grande era silenziosa e tutti guardavano verso di lei. Alzò la testa ed uscì dalla sala grande subito seguita dai bisbigli di tutta Hogwarts.
 
Il professor Snape chiuse la porta del suo ufficio e si accasciò sulla sedia. Che gli era preso? Perché la trattava così? Posò lo sguardo sulla scrivania e la foto di una Lily bambina gli sorrise.
«Che cosa ho sbagliato? Prese una bottiglia di whiskey incendiario e ne ingollò un sorso.
 
Qualche piano più in alto Polaris stava raggiungendo furente l’aula di Trasfigurazione. Vega la seguiva in silenzio, quasi correndo per stare al suo passo.
«Polaris, attenta ai..» non aveva ancora finito la frase che Polaris si ritrovò a terra con il polso dolorante. I gemelli Weasley erano davanti a lei e ridevano sonoramente.
«Hei Snape, quando imparerai a stare in piedi?» l’altro diede il cinque al gemello e sorrise.
«Ho sentito che Snape ti ha mandato in punizione, siamo sicuri che sia tuo padre?» Polaris strinse gli occhi guardando male i gemelli, nei suoi occhi la rabbia. Vega si mise tra loro fumando di rabbia.
«Dovete smetterla! Che cosa vi ha fatto di male?» la bambina si alzò da terra e si spazzolò i vestiti.
«Lascia stare Vega. Sono solo invidiosi, dopotutto sono solo dei traditori del loro sangue. Dei pezzenti che giocano a fare i maghi.» prese  i suoi libri e sbatté la porta dell’aula dietro di lei, l’intera classe a bocca aperta ed i gemelli immobili in mezzo al corridoio.
 
Quella sera Polaris raggiunse l’ufficio di suo padre alle otto precise, bussò ed attese silenziosamente. La porta si aprì e lei entrò sospirando. Snape era seduto dietro la scrivania e le fece cenno di sedersi. Le sorrise ed una tazza di cioccolata bianca, la sua preferita, apparve davanti a lei.
«Allora, come è andato l’inizio di questa settimana?» la bambina alzò un sopracciglio.
«Credevo di essere qui per una punizione, non per una conversazione.»  Severus sospirò. Se lo era meritato.
«Laris, ti ho fatto una domanda.»
«Ti interessa davvero o è solo una domanda di cortesia?» Severus strinse gli occhi. Si era perso qualcosa. Che cosa stava succedendo? Perché sua figlia, la sua adorata Polaris, gli chiedeva una cosa del genere?
«Sei mia figlia.» rispose solamente.
«Male. Sta andando tutto malissimo» una lacrima le solcò il viso e Severus si sporse sulla scrivania.
«Che succede? Non riesci a seguire le lezioni?» prese le mani della bambina tra le sue e le baciò.
«è colpa tua.» il mondo crollo addosso a Severus. La stava facendo soffrire. Lui la stava facendo piangere. «Mi hai umiliata davanti a tutta la classe ed  io ho pianto. Ora non fanno altro che prendermi in giro.»Severus sospirò.
«Quella pozione era quasi perfetta, ma sei mia figlia. Esigo il massimo da te.» le sorrise. «Esigo il massimo da te perché so che puoi darmelo. Forza, dimmi chi ti da fastidio.» Polaris si asciugò le lacrime e sospirò.
«I gemelli Weasley. Li odio! Oggi mi hanno fatto cader davanti a tutti e continuano a punzecchiarmi.» gli occhi di Polaris erano pieni di rabbia, gli oggetti attorno a lei avevano cominciato a fluttuare. Severus si alzò di scatto e si inginocchiò davanti a lei.
«Laris Polaris, devi calmarti! Stella mia riprendi il controllo.» gli occhi della bambina tornarono normali e tutto crollò a terra. Severus abbracciò la figlia stringendola forte al petto.
«Laris, devi imparare a controllarti. Se qualcuno lo scopre sarai in pericolo. Devi stare attenta. Me lo prometti?» la bambina annuì sulla spalla dell’uomo che sorrise e le baciò la fronte.
«Non dubitare mai di me, figlia mia. Io ti vorrò sempre bene.»  Polaris sorrise, felice di quella parole dette col cuore. Suo padre le voleva bene. Questo era l’importante.
 



N.d.A.

Sono terribilmente in ritardo e non ho nessuna scusa, ma è difficle gestire i gemelli Weasley.. 
Spero che il capitolo vi sia piaciuto e ringrazio immensamente chi ha recensito e tutti i lettori silenziosi.
Al prossimo capitolo
MarcelineRoger

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Capitolo 6
*** 31 Ottobre 1989 ***


31 Ottobre 1989
 
Erano passati ormai due mesi dall’inizio delle lezioni e Polaris era finalmente riuscita a trovare una sua routine. Le umiliazioni dei gemelli si erano trasformate in scherzi a cui molto spesso anche lei rideva e ricambiava con un sorriso sulle labbra. Spesso si chiedeva perché l’avevano trattata in quel modo, ma alzava le spalle. Erano dei Grifondoro, che cosa poteva aspettarsi? Dei bisbigli la incuriosirono. Lei e Vega erano nei sotterranei dirette alla sala comune subito dopo colazione. In teoria nessuno avrebbe dovuto essere in quel corridoio a bisbigliare con fare cospiratorio. Sorrise a Vega ed anche l’amica le sorrise curiosa. Si avvicinarono alle voci e Polaris ghignò. Dietro una colonna, in un angolo particolarmente buio, i gemelli Weasley e Lee Giordan stavano confabulando tra loro. Polaris si appoggiò alla colonna e li guardò bisbigliare con un sopracciglio alzato. Scelta pessima come nascondiglio.
«Cosa state organizzando voi tre?» i tre Grifondoro alzarono di colpo la testa e squadrarono le due bambine davanti a loro.
«Nulla che vi riguardi, Serpi» Vega scosse la testa e sorrise.
«Siete nei sotterranei, fuori dall’orario delle lezioni. E di certo non siete in punizione, lo avremmo di certo saputo.» i tre si guardarono ed alzarono le spalle. Uno dei gemelli si fece avanti e guardò le ragazzine sorridendo.
«Non vi interessa di certo.» Polaris ghignò e si guardò le unghie, come se fosse disinteressata alla conversazione.
«Beh, ero soltanto curiosa. E poi potrei dire a mio padre chi mi aveva tinto i capelli di rosa. Sapete, si era arrabbiato molto quella volta.» I tre si guardarono e il solito gemello la guardò incuriosito.
«è una minaccia, Snape?»
«Forse Weasley, è un problema?» il rosso sorrise e le tese la mano.
«Tregua, Snape?» la ragazzina ghignò e si spostò i capelli dal viso.
«Tregua, Weasley.»
 
Non aveva ancora capito come si era fatta convincere. Che idea stupida. Sperava soltanto di non essere espulsa. Strinse forte la bacchetta nella tasca e guardò Fred, dall’altra parte del corridoio. Loro dovevano fare da diversivo mentre George e Lee avrebbero dovuto riempire l’aula di Vitious di cacca bombe. Idea stupida ma che cosa poteva aspettarsi da dei Grifondoro? Vide il cenno di Fred ed entrò nel corridoio , il mento alto e la camminata impettita. Vega in un angola la guardava sogghignando. Fred la seguì poco dopo.
«Hei Snape! Ti sei mangiata un palo a colazione? Sei più rigida della McGonnagal. » Polaris alzò gli occhi al cielo. Ma stava scherzando? E questo lo riteneva un’offesa?
«Ho un ronzio nell’orecchio. Una mosca rossa mi sta forse parlando?»
«Suvvia Snape, tutto qui? Mi aspettavo di più da te. Non so, offese pungenti, sei la figlia di Unto Snape dopotutto.» Polaris si fermò. Aveva chiamato suo padre Unto Snape, poteva bastare.
«Ripetilo Weasley se ne hai il coraggio.» Fred sorrise.
«Dai Snape, da quanto non si lava i capelli, fai un po’ schifo.»
«Ma ti sei visto Weasley? Da quanto non ti cambi i vestiti? Cos’è, non hai abbastanza soldi?» entrambi lanciarono un’occhiata alla classe ma Geroge non aveva ancora finito. Fred prese la bacchetta e la puntò contro Polaris.
«Non avrò soldi quanto te, ma sono di sicuro meno stronzo!» Polaris ghignò.
«Grazie per il complimento Weasley!» Fred ringhiò (anche se più che un ringhio sembrava una risata soffocata) e lanciò il primo incantesimo.
«Locomotor Wibbly» le gambe di Polaris cedettero e le cadde a terra mentre lanciava il suo primo incantesimo.
«Rictusempra!» Fred cominciò a ridere incotrallabilmente e tese la bacchetta verso Polaris
«Locomotor Mortis!» la bambina lo schivò e mandò l’ultimo incantesimo sogghignando.
«Petrificus Totalus!»
«Protego» la voce gelida di suo padre la bloccò. Ora si che era nei guai.
«Weasley, Snape. Nel mio ufficio. Ora.» i due si guardarono, ed in silenzio seguirono il professore. Mentre stavano per scendere le scale l’urlo del professor Vitious li fece sogghignare. Ma il sorrise si spense subito sulle loro labbra. Mentre scendevano le scale sentirono il professore di incantesimi spedire George e Lee dalla McGonnagal.
 
L’ufficio di Snape era buio, pieno di ingredienti di pozione ed animali sottospirito. Snape li fece sedere davanti alla sua scrivania e li guardò. Una piccola pergamena apparve davanti agli occhi del professore che lesse in silenzio.
«Interessante, Weasley. Immagino che lei abbia organizzato un diversivo per permettere a suo fratello e a GIordan di addobbare la classe di Vitious.» Fred abassò gli occhi ma l’attenzione si Snape si era già rivolta alla figlia.
«Ciò che mi sorprende è il fatto che tu ti sia fatta coinvolgere. Anche se ho le mie teorie.» Sistemò i fogli e guardò negli occhi i ragazzi.
«Vi darò una punizione esemplare. Almeno la prossima volta non vi farete scoprire.» li guardò ancora qualche istante. «Ed ora fuori di qui!» i due non se lo fecero ripetere due volte, si alzarono di scatto e scapparono dall’ufficio di Snape. Appena fuori Fred si poggiò a una colonna e sospirò. Polaris fece una smorfia e scosse il capo.
«Io non ne sarei così sollevata Weasley. Temo che questa volta non ci farà pulire calderoni.» Fred rise.
« E che cosa vorrebbe farci fare?» la bambina scosse il capo. Aveva un brutto presentimento. E ne era certa, centrava la foresta proibita.
 
 
 
N.d.A
Scusate, scusate, scusate.. tra il Lucca Comics e il dente del giudizio non sono riuscita a postare il nuovo capitolo… Per farmi perdonare oggi ne posterò due, anche per mettermi in pari con le pubblicazioni (sono mortalmente il ritardo)
Ed ecco qui i gemelli e Polaris firmare una tregua. Durerà o sarà solo questione di giorni?Chi lo sa..
Al prossimo capitolo
MarcelineRoger

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Capitolo 7
*** 15 Novembre 1989 ***


ATTENZIONE: Questo è il secondo capitolo pubblicato oggi, quindi se non avete letto “31 Ottobre 1989” dovete tornare al capitolo precedente.
MarcelineRoger
 
 
15 Novembre 1989
 
Sembrava che se ne fosse dimenticato. Il professor Snape vagava per i corridoi silenziosamente ma non accennava a volerli punire. George e Lee erano stati obbligati a pulire la stanza dei trofei alla babbana, ma Polaris e Fred non avevano ancora ricevuto la loro punizione. Era a questo che stava pensando Polaris quella mattina a colazione, inforchettando più e più volte il suo bacon.  Vega le sorrise e le toccò una spalla.
«Agitata?» la ragazzina sbuffò e accoltellò per l’ultima volta il bacon.
«Sono passate due settimane, non può essersene dimenticato.» Vega alzò un sopracciglio
«Non sarebbe un bene scusa? Dai prendi esempio dai gemelli! Hanno già ricominciato con i loro scherzi.» Polaris sbuffò e scosse la testa.
«Non è tipico di mio padre. Le punizioni arrivano e sono pure terribili a volte.» Vega rise di gusto e la piccola Snape la fulminò con lo sguardo.
«Salazar, Polaris, che cosa può farti fare?»
«Beh, a casa mi lasciava fuori dal laboratorio per settimane.» l’amica sorrise.
«E questa sarebbe una terribile punizione? Dai Laris, sii realistica. Vi farà pulire dei calderoni incrostati senza magia o cose del genere, mica vi manderà nella Foresta Proibita.» in quell’istante due gufi entrarono dalla finestra e tutte le teste della Sala Grande li guardarono sorpresi, la posta era già arrivata. I due gufi si divisero e volarono verso i due tavoli ai due capi della Sala. Uno dei due si posò davanti a Polaris e poggiò la lettera nel piatto vuoto i fronte a lei. La ragazzina prese la lettera e l’aprì.
 
“Alla gentile attenzione di Polaris Snape
Questa sera alle ore 20.00 dovrà recarsi all’ingresso del castello,
dove il custode Argus Gazza la accompagnerà nella Foresta Proibita
dove svolgerà la sua punizione.
Severus Snape”
Polaris si lasciò cadere sullo schienale e tese la lettera all’amica.
«Dicevi?» alzò gli occhi ed incontrò quelli incuriositi di Fred. Ne era certa, quel ragazzo l’avrebbe fatta ammazzare.
 
Quella sera alle 20.00 precise Polaris era in attesa davanti all’ingresso. Con Argus Gazza al fianco attendeva Fred in silenzio. Grifondoro, sempre in ritardo. Dovettero aspettare una decina di minuti prima che il rosso apparisse in cima alle scale. Gazza lo guardò quasi con odio.
«Muoviti teppista, la vostra punizione vi attende.» Polaris affiancò l’uomo e lo osservò accendere una lanterna per poi aprire le porte.
«Lei sa quale sarà la nostra punizione?» Gazza la guardò schifato e voltò il capo verso la foresta.
«Sarà Hagrid a guidarvi nella vostra punizione, e non sarà abbastanza a parer mio. Tengo ancore le mie catene per voi sudici ragazzini, irrispettosi per il lavoro altrui. Fango, sporco, acqua, caccabombe! Non ci sarà mai punizione abbastanza grande» Polaris lo guardò stralunata e si voltò verso Fred che ruotò il dito all’altezza della tempia sorridendo.
«Quello è pazzo» sussurrò. Gazza sospirò, i piccoli occhi sognanti.
«Quanto mi mancano le urla strazianti dei ragazzi appesi per i polsi! A quei tempi si che c’era disciplina in questa scuola.» Calò il silenzio tra loro fino a quando raggiunsero la capanna del guardiacaccia che li aspettava seduto sui gradini.
«Grazie per averli accompagnati Argus, ora ci penso io a loro.» il custode borbottò qualcosa e si voltò camminando lentamente verso il castello.
«Ben arrivati ragazzi, anche se non credo sarà una cosa piacevole. » Polaris alzò la testa per guardare negli occhi il mezzo gigante.
«Che cosa dobbiamo fare? Prima che ne andiamo meglio è» Hagrid alzò le spalle e si alzò.
«Sapete che cos’è l’Agrimonia?»
«Si»
«No»
Fred e Polaris si guardarono e la bambina alzò gli occhi al cielo.
«è una pianta che si usa per delle pozioni anestetiche molto forti. Si deve cogliere il luna calante altrimenti perde tutti i suoi effetti.» Fred le fece una linguaccia.
«Secchiona.»Hagrid prese Fred per il mantello e lo spostò.
«Esatto. Il professor Snape l’ha finita nella sua scorta. A noi il compito di trovarla.» Fred rabbrividì e Polaris scosse il capo.
«Ma è pericoloso potrebbe capitare di tutto.» il guardiacaccia la guardò, sembrava sorridere.
«Tuo padre ha detto che te la saresti cavata, e di preoccuparsi per lui.» disse indicando Fred. Polaris scosse la testa e chiuse gli occhi. Aveva paura ma non poteva perdere il controllo. Fred rise.
«Paura, Snape?» la bambina sorrise. La Magia l’aveva calmata, era al sicuro.
«Tu dovresti averne, Weasley.» Fred sorrise, aveva un poco paura ma non poteva essere più debole di una Serpeverde.
«Bene ragazzi state vicino a me, si va.» i due bambini strinsero le bacchette nelle tasche e seguirono il mezzo gigante tra le ombre.
 
Avevano camminato per diversi minuti nel buio della foresta, seguendo il sentiero. Vi era silenzio ed i ragazzi si strinsero nei mantelli. Un gufo gridò appena sopra di loro e Polaris sobbalzò, si voltò verso il compagno ma Fred ebbe la decenze di sorriderle soltanto. Hagrid li guidò verso il centro della foresta per poi fermarsi.
«Bene, qui ci dividiamo.» i due ragazzi spalancarono gli occhi.
«Cosa? Ma è pericoloso!» Polaris rise.
«Cuor di Leone, eh Weasley?» Fred sbuffò.
«Ma vuole farci dividere!» Polaris sorrise e si passò una mano tra i capelli sciolti.
« Si, ma se mio padre ha deciso questa punizione per noi non è sicuramente mortale.»  Fred spalancò gli occhi.
«Tuo padre è pazzo!» Hagrid grugnì.
«Ragazzi, ascoltatemi. Voi andrete da questa parte, porterete con voi Thor. Non uscite dal sentiero,  se vi trovate in pericolo sprizzate delle scintille rosse. Mi avete capito?» i due ragazzi annuirono e tirarono fuori le bacchette per esercitarsi. Hagrid annuì
«Bene, buona fortuna ragazzi.» i due deglutirono e si voltarono, seguendo il sentiero.
 
Stavano camminando da tempo quando Fred sbuffò.
«Non troveremo mai quelle piante rimanendo sul sentiero.» Polaris alzò gli occhi al cielo.
«i Sentieri sono i percorsi battuti, non è detto che non troveremo nulla.» uno schioccò li fece voltare, la bacchetta in mano. Thor si era seduto su un ramoscello. Polaris sbuffò alzando gli occhi al cielo.
«Stupido cane.» il cane la guardò sbavando e Polaris scosse la testa, e quel coso avrebbe dovuto proteggerli? Fred sfiorò il braccio della Serpeverde indicando un punto nel folto, fuori dal sentiero.
A pochi centimetri da terra fluttuava un fuoco bluastro, bisbigliando.
«Un fuoco fatuo!» la ragazzina si avvicinò lentamente e tentò di prenderlo, ma quello sparì per comparire qualche metro più in là.
«Snape, non mi sembra una cosa saggia.» Polaris rise.
«Non sono pericolosi. Le leggende dicono che i fuochi fatui ti guidano verso il tuo destino.» si avvicinò ancora al fuoco fatuo che sparì ancora e riapparve più avanti.
«Io sapevo fossero le anime dei morti.» borbottò il ragazzo. Polaris lo sentì e si voltò a guardarlo.
«Che c’è Weasley, hai paura?» il rosso scosse la testa e spiccò una corsa per raggiungere una ragazzina. Si accorse con sorpresa che sotto i loro piedi si snodava uno stretto sentiero. Appena ebbe raggiunto la ragazzina una fila di fuochi fatui si snodò davanti a loro, sempre più verso l’ombra. Polaris sorrise e cominciò a seguirli correndo. Il Grifondoro la seguiva scuotendo la testa.
«Tu sei pazza. Seguire dei fuochi fatui.»la bambina si voltò continuando a camminare all’indietro.
«Potevi restare sul sentiero principale, non ti ho obbligato a seguirmi.» fece per girarsi ma mise un piede in fallo e sparì dalla vista di Fred. Il ragazzo corse dove aveva visto sparire la ragazzina. Era in cima ad una specie di buca che si chiudeva contro delle radici, Polaris era sul fondo, immobile. Il ragazzo sbiancò.
«Snape!» la ragazzina non gli rispose. Fred  si guardò intorno e scese nella buca incespicando. Appena arrivato accanto a Polaris si rese conto di trovarsi in quella che sembrava l’anticamera di una tana. Davanti a lui una buca sotto le radici di un albero, nera come la pece. Si avvicinò a Polaris e la scosse.
«Snape!Snape, per Godric, svegliati.» non ebbe risposta. Un basso ringhio fece gelare il sangue nelle vene al ragazzo. Si voltò verso la buca sotto le radici e vide due spilli rossi fissarlo.
«Snape, ti prego svegliati.» il ringhio aumentò di intensità e Fred impugnò la bacchetta. Scintille rosse corsero verso l’alto ed il ringhiò divenne furioso. Il rosso strinse il polso della ragazza.
«Polaris, ti prego.» gli occhi si stavano avvicinando lentamente, il ragazzino deglutì e si alzò tenendo la bacchetta tesa davanti a se, pronto a proteggere Polaris.  Con un balzo un enorme lupo nero , più grande di un cavallo fu davanti a lui. Il ragazzo tese la bacchetta ma si rese conto di non conoscere incantesimi che potessero aiutarlo. Si piegò a terra e preso un sasso lo lanciò con tutta la forza che aveva contro la bestia. Con suo grande orrore il sasso passò attraverso il lupo che, furioso, saltò verso il ragazzo atterrandolo accanto a Polaris. Ne era certo, stava per morire. In pochi istanti registrò il puzzo delle fauci aperte del mostro, i suoi occhi scarlatti, perfidi , puntati su di lui. Polaris gemette ed il lupo voltò la testa verso di lei. Sembrò esitare un attimo, poi morse Fred ad una spalla e balzò verso la Serpeverde. L’urlo di Fred fece riprendere del tutto la ragazzina che si alzò a sedere di scatto e strisciò verso il limitare della buca. Il lupo saltò verso di lei e la bambina chiuse gli occhi. Un’onda magica bianca come la neve colpì il lupo inondandolo di luce. Le bestia a contatto con la magia si dissolse con un ululato di dolore. Quando la magia si placò Polaris vide gli occhi cerchiati di Fred e si avvicinò a lui. Il ragazzino era sfinito, il respiro affannoso e la spalla sanguinante. Guardava la compagna stupito, la curiosità dipinta in faccia che quasi nascondeva il dolore.
«Come hai fatto?» chiese ansimando.
«Zitto stupido! Sei ferito.» Fred sogghignò e scosse la testa. Si sentiva sempre più debole.
«Credo morirò qui.» la ragazzina si morse il labbro.
«Non se io posso  fare qualcosa.» Polaris si avvicinò a lui e poggiò  le mani sulla spalla del compagno  e chiuse gli occhi. Una luce azzurrina coprì la spalla lesa del ragazzo ricostruendo ossa, muscoli e tendini. Il ragazzo piangeva per il dolore ma strinse i denti e non emise alcun suono. Quando la ferita fu chiusa la magia continuò a fluire verso il ragazzo che lentamente si sentì meglio. Polaris spostò le mani e le strinse in grembo.
«Ti prego, non dirlo a nessuno.» Fred fece per parlare ma la voce di Hagrid lo interruppe.
«Ragazzi! State bene?»  Polaris abbassò lo sguardo e Fred si grattò al testa.
«Si, siamo solo scivolati.» il mezzo gigante grugnì e li aiutò ad uscire.
«Ci avete fatto preoccupare, a me e Thor. forza, torniamo al castello.»
 
Superate le porte la bambina si voltò verso il Grifondoro.
«Devi farti vedere da qualcuno.» Fred alzò le spalle.
«Per cosa? La ferita è rimarginata. Per di più dovremmo spiegare tutto.» Polaris annuì e lo prese per un braccio trascinandolo verso i sotterranei.
«Snape, dove stiamo andando?» si fermarono davanti al quadro di un vecchio barbuto dove Polaris bussò.
«Snape, che cosa?» Il quadro si spostò rivelando un Severus Snape furioso.  Fred deglutì, non lo aveva mai visto così arrabbiato.
«Che cosa ci fate voi due in giro a quest’ora? Perché non siete nei vostri dormitori dopo la punizione?» poi il sui sguardo si posò sulle loro divise stracciate e sobbalzò.
«Che cosa è successo?» Polaris sospirò.
«Un casino, papà.»
 
 
N.d.A
 
Ecco qui il secondo capitolo di oggi. Polaris e Fred hanno avuto una bella avventura, ed ora che cosa dirà loro il terribile professor Snape?
 
Al prossimo capitolo per saperlo.
 
MarcelineRoger
 

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