Un altro anno, lo stesso amore (IN FASE DI CANCELLAZIONE)

di Danmel_Faust_Machieri
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Lista capitoli:
Capitolo 1: *** Tutto ricomincia ***
Capitolo 2: *** Li occhi lucenti lagrimando volse ***
Capitolo 3: *** Mia vita, a te non chiedo lineamenti ***
Capitolo 4: *** Carpe diem, quam minimum credula postero ***
Capitolo 5: *** La sera del dì di festa ***
Capitolo 6: *** Ο]ἰ μὲν ἰππήων στρότον ***
Capitolo 7: *** Amor, ch'a nullo amato amar perdona ***
Capitolo 8: *** Questi, che mai da me non fia diviso ***
Capitolo 9: *** Io mi conosco ora ***
Capitolo 10: *** Amore e Morte ***
Capitolo 11: *** Ho sceso dandoti il braccio ***
Capitolo 12: *** Alba della notte questo candore ***
Capitolo 13: *** L'amor che move il sole e l'altre stelle ***



Capitolo 1
*** Tutto ricomincia ***


I- TUTTO RICOMINCIA


L'autunno era ormai arrivato e la "Accademia del Duellante" era sprofondata in quel vortice di suoni e colori.
Le foglie cadevano lentamente dai rami in una pioggia di calore come se delle fiamme di diversa intensità si inseguissero prima di raggiungere la desiderata terra, pochi pini continuavano a conservare il loro colore verde e in quella natura così dolce ogni tanto un cinguettare di uccelli accompagnava l'inchino più bello di quell'anno.
Una nave era appena attraccata al porto e un ragazzo con una divisa rossa stava scendendo dalla passerella: Jaden Yuki aveva 18 anni, gli altri lo definivano il duellante più in gamba di tutta l'accademia, indossava con il suo solito orgoglio la divisa dello Slifer rosso, portava una sacca a tracolla che pendeva dalla sua spalla destra e dalla quale si affacciava Faraone, il gatto di cui Jaden si prendeva cura dopo la morte del professor Banner.
Non appena posò il piede a terra respirò profondamente e poi sussurrò tra se e se "Rieccoci "Accademia del Duellante"!". Procedette lentamente fino al suo dormitorio: oramai il dormitorio rosso era un dormitorio in cui vi erano solo matricole, a fine anno gli studenti appena entrati all'accademia riuscivano ad accedere al Ra giallo senza problemi e il dormitorio rosso si svuotava, l'anno successivo la storia si ripeteva ma Jaden rimaneva sempre lì, più volte il cancelliere Sheppard e il dottor Crowler gli avevano offerto una promozione nell'Obelisk blu ma lui, ogni volta, rifiutava; ormai era legato a quell'uniforme rossa, voleva dimostrare che anche lo Slifer più debole sarebbe potuto diventare il prossimo re dei giochi e lui sapeva benissimo che se gli avessero tolto quella divisa sarebbe probabilmente impazzito come avvenne ad Aiace.
Entrò nella sua camera dopo aver salutato distrattamente un paio di ragazzi che stavano duellando nello spiazzo davanti al dormitorio, lasciò cadere la sacca a terra e si gettò stanco sul letto. "Non vorrai vivere quest'anno come hai vissuto l'anno scorso?" Disse Yubel comparendo "Pensavo che dopo il duello con Nightshroud avessi imparato qualcosa" "Yubel ti prego lasciami in pace" disse il ragazzo voltandosi dall'altra parte "Jaden asco..." ma lo spirito si interruppe quando il professor Banner gli posò una mano sulla spalla "Jaden" inizio il vecchio professore "Cosa ti spaventa?" "Nulla" rispose il ragazzo a fatica "Menti, oramai ti conosco. L'anno scorso saresti voluto fuggire, non saresti voluto più tornare all'accademia e se il cancelliere Sheppard non ti avesse praticamente costretto a tornare quest'anno tu non avresti più messo piede su quest'isola. Sai mentre viaggiavamo quest'estate mi sono chiesto il perché di tutto questo, non ti vedevo più felice quando duellavi anzi duellavi per sopprimere qualcosa che tutt'ora hai dentro" il ragazzo ascoltava le parole del professore incredulo: come poteva aver capito tutte quelle cose quando neanche lui riusciva a capire se stesso, perché delle volte sono gli altri a capirci e noi non ci comprendiamo? "Non stavi vivendo... Stavi sopravvivendo. Sai perché? Perché hai paura di quello che hai dentro, tu hai vissuto solo per i duelli, hai duellato per la vita innumerevoli volte e ora temi di esplorare questo nuovo mondo che è la tua anima, questo nuovo mondo che sei tu" Jaden era paralizzato: le cose stavano davvero così. "B-Banner" iniziò a dire il ragazzo "Y-Yubel, grazie mille per tutto quello che mi avete detto, è vero ho paura" disse con le lacrime agli occhi "È giusto aver paura" disse Yubel sedendosi accanto a lui " ma la paura non deve essere un limite, non deve essere uno "STOP", la paura deve essere la rincorsa prima del salto, deve essere ciò che ci spinge ad agire ciò che ci spinge a sognare, dobbiamo varcare quel muro di fuofo e solo allora ci sveglieremo come Piramo al nome di Tisbe" la lacrime di Jaden gli rigavano il volto "A-Amici miei... Grazie!!!" i tre si guardarano e sorrisero tra di loro.
Quando si asciugò le lacrime dal viso, Jaden, uscì dal dormitorio deciso ad andare a salutare i suoi amici e poi... poi sarebbe andato a salutare lei ma, prima ancora che potesse alzarsi, qualcuno bussò, aprì la porta e si ritrovò davanti Syrus, il suo migliore amico, e Hassleberry, uno dei suoi compagni più leali.
"Ragazzi" esordì sorpreso il ragazzo "cosa ci fate qui?" "Che domande sono sergente?" disse solenne Hassleberry "Siamo venuti a salutarti" concluse pacato Syrus "E volevamo chiederti se avvevi voglia di venire a fare due passi con noi; vogliamo sapere come hai passato le vacanze e tutto il resto che avrai voglia di raccontarci!" Jaden era come rinato a quelle parole, perché l'anno scorso aveva quasi escluso dal suo vivere quelle persone splendide che erano i suoi migliori amici? Perché, come un ingrato, si era allontanato da loro? Non voleva coinvolgerli in quella sua stupida guerra ma in cuor suo sapeva che loro non lo avrebbero mai abbandonato e ora stava a lui dimostrarlo, doveva far capire quanto per lui fossero importanti quei due splendidi compagni. Questa era la prima scoperta che aveva fatto nelle profondità della sua anima che fino a poco prima aveva paura di esplorare. "Certo che vengo con voi" disse "e voglio sapere tutto delle vostre vacanze".
I tre si incamminarono verso il mare e mentre camminavano si raccontavano, si riconoscevano, si ri-incontravano: Hassleberry aveva passato le vacanze in un sito archeologico vicino a città di Domino in cui erano stati ritrovati dei resti di un branco di dinosauri, Syrus invece era rimasto accanto a Zane che piano piano si riprendeva dalla sua pessima condizione fisica invece Jaden raccontò che aveva viaggiato molto per collezionare carte nuove e sfidare i duellanti per dimostrare il suo valore... Questo almeno fu quello che disse ai suoi amici ma, in cuor suo, sapeva che tutti quei duelli e quei viaggi erano per lui un modo di fuggire a quelle emozioni che piano piano affioravano nel suo cuore... Volle omettere tutto questo, ci sarebbe stato il tempo per raccontare anche quello... Arrivarono in riva al mare e si fermarono a guardare l'orizzonte "Beh" disse Syrus "Così ha inizio ancora una volta l'anno all'accademia" "Già" disse Jaden voltandosi "Ma ho il presentimento che questo anno sia diverso da tutti quelli che abbiamo vissuto fino ad ora..." finita la frase lei apparve: eveva appena poggiato il piede sulla sabbia e sembrava avvicinarsi ai tre ragazzi; solo Jaden la vide e capì che forse ogni suo problema, ogni sua emozione, ogni suo amore si risolvesse in lei. "Ciao Jaden" esordì la ragazza con il sorriso più bello che i mondi del ragazzo avessero mai visto "Ciao Alexis" disse lui guardandola in quegli occhi di cui non si era mai dimenticato in quei 4 anni.
Tutto era appena ricominciato ma quell'attimo fu unico e fece capire a entrambi che quell'anno sarebbe stato un anno che non avrebbero mai dimenticato.

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Capitolo 2
*** Li occhi lucenti lagrimando volse ***


II- LI OCCHI LUCENTI LAGRIMANDO VOLSE


Jaden quando la vide ebbe un tuffo al cuore, non gli aveva detto che sarebbe andata a trascorrere quell'anno all'estero? Perché era rimasta lì? Era felicissimo di poterla vedere di nuovo ma il perché della sua scelta risuonava nella sua testa mentre una speranza bisbigliava. "Scusa Alexis ma non avevi deciso di passare un anno all'estero?" chiese deciso a tagliare la testa al toro "Sì beh... pensavo di voler quello però... sai volevo..." Glielo voleva dire che era rimasta solo per lui, l'aveva lì sulla punta della lingua ma un urlo interruppe quella confessione "JADEN!!!" Blair si gettò al collo del ragazzo che, imbarazzato, cercò di uscire da quella morsa mentre Alexis fissava la ragazzina gelosamente. "C-ciao Blair" disse il ragazzo riuscendo a liberarsi. "Alexis non stavi mica cercando di fare la corte al mio amore vero?" Alexis arrossì e si irritò mostruosamente stava per urlarle in faccia "Lui non è il tuo fidanzato!!!" quando dal nulla apparve Chazz dicendo "La mia Lex che fa la corte a un bamboccio dello Slyfer? Non scherziamo il suo cuore appartiene solo a me!" Jaden gli avrebbe mangiato la faccia a quel presuntuoso "Lei non ti appartiene deficente!" era la frase che ora rimbombava nella sua testa ma decise di voltarsi dicendo semplicemente "Vabbeh ci vediamo in classe..." e raggiunse Syrus e Hassleberry che avevano seguito da lontano la scena. Alexis si intristì a quella reazione non capendo che Jaden era geloso di quella faccia tosta di Chazz che le stava sempre attaccato, decise di incamminarsi verso l'accademia; Chazz e Blair continuavano a discutere finchè non si accorsero che i due si erano allontanati quindi Chazz cercò di raggiungere Alexis e Blair Jaden ostinandosi ad ignorare quell'amore che era palese a tutti fuorché ai diretti interessati.
I ragazzi entrarono nell'aula in cui il cancelliere Sheppard stava per tenere il solito discorso di apertura dell'anno scolastico, eravamo tutti lì: studenti, assistenti, profes... Oh cacchio! Mi sono appena accorto che dopo un capitolo e un quarto non mi sono ancora presentato; che maleducato, vi chiedo scusa! Sì, so quello che state pensando "Ma tu non sei il narratore?" in un certo senso è vero ma io sono anche un personaggio di questa storia (Che colpo di scena, eh?) comunque mi chiamo Dante Al... Vi piacerebbe che fossi Dante Alighieri vero? E invece no ahahahah, mi chiamo Dante Alfivelli, secondo molti sono identico al professor Franken Stein di un manga di cui non ricordo il nome... "Soul" qualcosa mi sembra... e tutti aggiungono "Eccetto per la vite e le cicatrici"... Non ho mai capito questi commenti ma sorvoliamo. Sono nato a Firenze e sono un professore di letteratura; so che molti di voi si chiederanno "Cosa ci fa un professore di letteratura in un'accademia per duellanti?" Ed è la stessa domanda che mi sono fatto io, o meglio, che mi sono fatto quando il cancelliere Sheppard mi ha assunto. Duellare è sempre stata la mia passione e mi sono diplomato all'accademia del duellante una decina di anni fa ma dopo mi ero iscritto all'università ed ero diventato un docente, Sheppard quest'estate mi ha rintracciato e mi ha invitato ad insegnare in questa accademia "Ma cancelliere io non posso insegnare teoria del duello, storia del duel monster o simili; io posso solo insegnare letteratura!" Gli avevo risposto pacatamente "È per questo che ho bisogno di lei" si era alzato dalla scrivania e si era diretto alla finestra "Vedi Dante, i nostri studenti pensano solo a duellare, credono che la vita sia fatta di soli duelli. Io voglio che tu gli apra un mondo, devi insegnare a loro che c'è un mondo dentro ciascuno di loro. Eri un duellante in gamba, ma ciò che mi ha fatto capire che sei la persona adatta a questo compito è la passione con cui insegni, la passione con cui vivi!" mi sentii lusingato e accettai il lavoro e ora eccomi qua, alla cerimonia d'apertura... anzi forse è meglio dire: eccomi qua a raccontare dell'anno che vissi all'accademia del duellante o, ancora meglio:  eccomi qua a raccontare l'anno che Jaden passò all'accademia del duellante; perché voi mi dovete considerare un narratore interno onnisciente e qui potrei fare una prima lezione sui vari livelli di narrazione che però evito siccome il cancelliere sta per presentarmi quindi torniamo alla storia.
"Quest'anno" stava dicendo Sheppard "Sono orgoglioso di presentarvi un nuovo membro del corpo docenti: il professor Dante Alfivelli che, da quest'anno, insegnerà letteratura qui all'accademia" gli studenti iniziarono a vociare perplessi finché Chazz non si alzò dal suo posto e chiese "A cosa ci serve un professori di letteratura? Questa è un'accademia per duellanti non per poetucoli da strapazzo!" Sembrava che parte dei ragazzi gli desse corda (Jaden e Alexis invece non si schierarono, cosa che mi rese in un qualche modo felice dato che sono diventati i miei studenti preferiti col tempo); il cancelliere cercò di  calmarli ma tutto fu inutile al che mi feci avanti e dissi: "Visto che il signorino Princeton crede di non aver bisogno delle mie lezioni non avrà niente in contrario se lo sfido a duello vero?" calò il silenzio... Chazz, presuntuoso e arrogante come al solito, rispose "Sono pronto a sconfiggerla!" "Wow, vedo che sei sicuro di battermi" "Non sono sicuro di farlo: ne sono certo" "Ahahahah sei superbo quasi quanto me... A questo punto che ne dici di rendere la sfida più interessante? Se vinci tu io darò le dimissioni come professore ma se vinco io domani farò il primo compito in classe di letteratura" i ragazzi guardarono Chazz con uno sguardo del tipo "In che guaio ci hai cacciato?" ma lui era sicuro di vincere "Va bene, accetto!"
Ci eravamo recati al campo da duello principale e eravamo entrambi pronti a combattere, lui avvolto nel suo vestito nero come la notte mentre io indossavo la mia giacca di tweed preferita, verde come uno smeraldo; l'intera scuola stava assistendo al duello "Combattiamo!" urlammo all'unisono.
Dante LP 4000 VS Chazz LP 4000
1° Turno
"Visto che sono il più anziano direi che inizio io. Pesco!" Era una vita che non duellavo, iniziavo a guardarmi intorno e vedevo che tutti mi fissavano, vidi Jaden e gli sorrisi, lui si stupì perché, come mi avrebbe detto in seguito, quel sorriso gli ricordò quello del professor Banner.
"Dato che non avete capito quanto sia importante ciò che vi insegnerò, quanto influenzarà il vostro mondo, lasciate che vi apra gli occhi con questo duello! Posiziono una carta coperta e termino il mio turno!"
2° Turno
"Una misera carta coperta? Ahahahah che ingenuo che è; Crede di potermi contrastare con così poco? Stia a vedere, pesco! Gioco la carta magia "Sepoltura Sciocca" e scarto al cimitero "Drago Armato LV 5" (ATK 2400), dopodiché attivo "Sepoltura Prematura" con cui recupero il mio drago al costo di 800 LP (Chazz LP 3200) poi attivo "Livello Superiore!" così il mio Drago Armato raggiunge il livello 7 (ATK 2800) ma non ho ancora finito: sacrifico "Drago Armato LV 7" per evocare "Drago Armato LV 10"(ATK 3000)" Il drago appena evocato occupò metà dell'arena "Vai "Drago Armato LV 10" attacca direttamente!!! (Dante LP 1000). Termino il mio turno"
3° Turno
L'intera arena si era esaltata a quel colpo, tutti gli studenti della classe di Chazz tifavano per lui, solo Jaden e i suoi amici non si esprimevano. Era il mio turno e avrei farro vedere a loro l'importanza dell'imparare a vivere.
"Dopo questo turno il duello sarà finito" dissi "Ha ragione, perché qualunque mostro evocherà il mio "Drago Armato LV 10" lo spazzerà via e lei farà la stessa fine!" 
"Se ne sei così convinto... Pesco!" ("Eccolo" pensai tra me e me) "Inizio il mio turno attivando la carta magia terreno "Barriera di Luce"" quando attivai la carta tutti rabbrividirono, alcuni si affacciarono dagli spalti per vedere se era davvero quella carta "Ma quella..." Balbettò Chazz "Era una carta di Sartorius!" "Ah... avete già conosciuto questa carta? Meglio così almeno non devo spiegarvi il suo effetto, ma ora lasciatemi proseguire: visto che non ho mostri scoperti sul terreno posso evocare specialmente dalla mia mano "Eroe Malvagio, Prodigio Infernale"(ATK 300) in posizione d'attacco" "Ma quella..." disse Jaden "...È una carta del Sovrano Supremo" concluse Syrus "Vedo che le mie carte vi sono familiari... Allora forse conoscete anche questa: attivo la mia carta coperta, la trappola continua "Macro Cosmo": da adesso ogni carta che dovrebbe andare al cimitero viene invece rimossa dal gioco e io posso evocare specialmente dal deck "Helios, il Sole Primordiale" (ATK 0)" Jaden era rimasto a bocca aperta: prima una carta di Sartorius, poi una del se stesso Oscuro e infine una del professor Banner; il mio deck lo spaventava ma allo stesso tempo lo affascinava. "Ora evoco normalmente "Energia Arcana I - Il Mago" (ATK 1100) e grazie a "Barriera di Luce" decido che il risultato del lancio di moneta è testa. Ragazzi ho voluto lasciarvi il mio primo insegnamento!" Erano tutti confusi, li potevo capire benissimo quindi decisi di chiarirmi "Come avete visto nel mio deck ci sono carte diversissime fra loro, che non hanno nulla a che fare l'una con l'altro, anzi, è meglio dire che SEMBRANO non aver nulla a che fare perché in realtà queste carte, ognuna di queste, rappresenta una parte di ciò che sono, rappresenta una parte della mia anima!" Pendevano dalle mie labbra, forse ero riuscito a colpirli "Vedete io sono una persona che crede che l'uomo può scrivere il suo destino, che lu'uomo DEBBA scrivere il suo destino, gli basta accettare i suoi limiti e i suoi potenziali, la sua oscurità e la sua luce, la sua follia e il suo senno; ma soprattutto l'uomo deve accettare la sua anima, i suoi sogni, il suo amore e tutto questo non si ferma solo al mondo dei duelli, c'è dell'altro, c'è un mondo immenso dentro ognuno di voi fatto di speranze che volano alte, di ideali che si rincorrono e di amori che sbocciano; questo è quello che vi voglio insegnare, questo è quello che vi voglio far sentire. Ed ora concludiamo questo duello; gioco la carta magia "Tifone Spaziale Mistico" con cui distruggo "Macro Cosmo"" "Perché l'ha fatto?" Mi chiedeva Chazz perplesso "Perché ora posso mandare al cimitero i miei tre mostri ed evocare specialmente uno dei miei assi nella manica: noi uomini possiamo scrivere il nostro destino e questa carta ne è la prova! Evoco "Energia Arcana EX - Il Signore Oscuro"! (4000 ATK)" Il mio mostro eclissò il campo, tutti lo guardavano stupiti eppure sapevano che non dovevano aver paura, quel mostro era diventato il simbolo della possibilità "Grazie a barriera di luce decido che il risultato del lancio di moneta è testa così il Signore Oscuro potrà attaccare due volte!" "Cosa?!" disse Chazz impaurito "Credo che a te e alla tua classe converrà studiare per la verifica di domani, vai EX attacca "Drago Armato LV 10" (Chazz LP 2200) e ora attacca direttamente Chazz! (Chazz LP 0)" 
Tutti erano increduli, non sapevano cosa fare se esultare o stare zitti ma un ragazzo, Jaden, inizio ad applaudire e con lui tutti gli altri. Andai da Chazz, gli porsi la mano e gli dissi "Fidati, con me non diventerai solo un duellante migliore ma diventerai una persona migliore" mi diede la mano e salutammo insieme la folla.
"Bene, ricordo a quelli del quarto anno che domani avremo la prima verifica! Quindi preparatevi!" tutti saltarono addosso a Chazz per vendicarsi di quel compito che, a causa sua, dovevano svolgere. Io uscì dal campo da duello ma subito qualcuno mi poggiò una mano sulla spalla, mi voltai e vidi Jaden "Professore la volevo ringraziare" "Di cosa ragazzo mio?" "Beh vede il discorso che ha fatto durante il duello... Beh mi è servito! Ho capito che devo scoprire me stesso, che devo trovare il mio vero amore dentro me stesso quindi: grazie" "Sei un ragazzo in gamba Jaden Yuki" gli dissi dandogli una pacca sulla spalla "Allora a domani professore!" mi disse mentre scappava via. Sapevo che quel ragazzo mi avrebbe dato delle enormi soddisfazioni, a volte basta uno sguardo per capirlo. Qualcuno però mi stava spiando "Vieni pure fuori, è andato via" e comparve lei: Alexis Rhodes; "sospettavo che fossi tu Alexis, dimmi tutto" "Beh professore ho ascoltato quello che le ha detto Jaden e... Vede per me vale lo stesso" "Non credo" lei si irrigidì "In che senso professore?" "Penso che tu abbia già trovato il tuo vero amore al di  fuori dei duelli" ebbe un tuffo al cuore, lo percepì nei suoi occhi "Almeno, tu ti sei già resa conto del tuo amore" "Come fa a saperlo?" "Ahahahah e poi dicono che la letteratura non serve a nulla. Lo sento e questo basta, ma stai tranquilla il tuo segreto con me è al sicuro. Se vuoi un consiglio da me sono sempre qui, tu non mollare e continua ad amare, il momento giusto per dirglielo arriverà" "Grazie professore" disse con la voce tremante, poi li occhi lucenti lagrimando volse.

 
 

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Capitolo 3
*** Mia vita, a te non chiedo lineamenti ***


III- MIA VITA, A TE NON CHIEDO LINEAMENTI

Dopo aver assistito al duello tra Chazz e me, Jaden si era recato alla scogliera vicino al dormitorio rosso, voleva riflettere, voleva cominciare a capirsi. "Un discorso molto interessante quello del professor Alfivelli non credi?" Chiese Yubel comparendo alla sua destra; Jaden annuì. "Sai tutto sommato quel professore inizia a piacermi" disse invece Banner materializzandosi alla sua sinistra "almeno non ha ancora cercato di far fuori noi o il dormitorio rosso ahahahah" scherzò Jaden, i tre risero poi Yubel prese la parola "Comunque hai già pensato a tutto ciò che ti ha detto dopo il duello?" "Era ciò a cui stavo pensando adesso" rispose il ragazzo guardando l'orizzonte... l'orizzonte: quella linea infinita dove sembra che il sensibile tocchi l'astratto... Si chiese dove fosse il suo orizzonte, dove fosse quel punto in cui le sue emozioni si sarebbero scontrate con la sua vita. "Beh... Jaden, ascolta, sappiamo tutti e tre qual'è il tuo vero amore, solo tu fai ancora fatica ad ammetterlo; non mentire più a te stesso solo gli sciocchi lo fanno" Banner non voleva rimproverare Jaden, anzi, disse quelle parole con tutta la dolcezza e la leggerezza che gli appartenevano. Jaden continuava a fissare l'infinito, guardava in là ma dove lo sguardo si fermava il cuore e la mente immaginavano, pensavano, cercavano e nelle profondità del cuore trovavano qualcosa, forse una luce, forse un volto ma sicuramente quel volto era quello di lei e sicuramente quella luce era una fiamma nata dall'amore. Chiuse gli occhi per iniziare ad accettare quel tutto che stava scoprendo, quel mondo che solo ora poteva vedere, quel mondo che solo ora iniziava a sentire. "Jaden ti conviene pensare in fretta" disse Yubel "È qui" dopo che ebbe detto ciò i due spiriti scomparvero , lui si voltò di scatto e vide Alexis che si dirigeva lentamente verso di lui. Quando lei si accorse che il ragazzo l'aveva vista abbassò lo sguardo, per fingere di non averlo visto; Jaden manco se ne accorse "Ehi Alexis! Anche tu qui?" disse dandole le spalle e sedendosi a bordo scogliera "Perché non resti un po' qui con me?" Alexis si fermò, il mondo di Alexis si fermò, le lancette degli orologi, la sabbia delle clessidre, il cadere delle foglie, tutto fermo immobile; perché quella stretta al cuore? Perché in quel momento tutto si era fatto più vago, più indefinito? Perché l'unica cosa chiara in quella bufera era solo Jaden? Tutto quello durò un istante, tutto quello avvenne nel suo tempo immobile, ma non appena ebbe ripreso coscienza del mondo sensibile disse "S-si, mi farebbe molto piacere" e si sedette alla sua destra dove poco prima c'era Yubel.
Erano lì, loro due, il resto non esisteva: il fragore del mare sotto di loro, il calore del sole che si affacciava dalle nuvole, il fruscio delle foglie dietro di loro, tutto scompariva, esistevano solo loro e l'orizzonte che in realtà non esiste. Parlavano del duello di prima, parlavano di come avevano trascorso le vacanze, parlavano... Ad un certo punto Alexis poggiò la testa sulla spalla di Jaden, il ragazzo si appoggiò delicatamente alla ragazza. Il vuoto, stavano vivendo e quell'attimo non l'avrebbero più scordato, quell'istante sarebbe stato uno dei loro ricordi più preziosi; respiravano un'aria eterna, ascoltavano il battito del loro cuore, l'unico che poteva fargli capire che il tempo andava avanti, quel tempo che avrebbero voluto fermare, che avrebbero costretto a sigillare quell'attimo nell'eternità di un ricordo. Erano felici. Erano insieme. Erano innamorati. Lì conobbero un mondo che non era ne quello di Jaden ne quello di Alexis: conobbero il LORO mondo.
Syrus e Hassleberry in quel momento stavano arrivando alla scogliera, non appena videro Jaden Hassleberry urlò "Serg..." ma Syrus gli tappò la bocca "Invornito!" gli bisbigliò nell'orecchio "Non vedi con chi è?" il ragazzo mise a fuoco e solo allora si accorse di Alexis fece una faccia del tipo "Che boiata stavo per fare" ma poi guardò Syrus e entrambi, in uno sguardo complice, condivisero la speranza che quei due si fossero dichiarati.
"Jaden senti..." iniziò timidamente la ragazza "Dimmi tutto Alexis" rispose lui "Beh.. vedi c'è una cosa che ti devo dire da tempo... Io..." ma non riusci a finira la frase che un urlo di collera squarciò quell'idillio "ALEXIS LASCIA STARE IL MIO JADEN!!!!" Blair comparve alle loro spalle. I due si alzarono e lei si mise tra i due quasi a volerli dividere. "ALEXIS NON CI PROVARE MAI PIÙ CON IL MIO AMORE" "LUI NON È TU..." ma la voce gli si strozzò in gola. Perché in quel momento lei doveva rovinare tutto? Perché quella felicità non poteva diventare realtà? Alexis corse via per evitare di scoppiare in lacrime davanti a quella mocciosa e a Jaden "Alexis!" gridò lui cercando di seguirla ma Blair lo tratteneva per un braccio "Puoi fare benissimo a meno di lei, tu hai me" gli disse. Jaden tirò il braccio e si liberò, fulminò Blair con lo sguardo e corse dietro alla ragazza.
Syrus e Hassleberry avevano assistito a tutta la scena e quando videro Jaden correre nella scia di Alexis decisero di seguirlo. Purtroppo era troppo tardi e il ragazzo non riuscì a trovare la ragazza, aveva raggiunto uno spiazzo nella foresta e si lasciò cadere sull'erba, incazzato nero per quello che era successo. "Sergente!" "Jaden!" urlarono Hassleberry e Syrus quando videro che si era fermato "Ragazzi!" "Abbiamo visto tutto quello che è successo e ci dispiace moltissimo" "Tranquilli voi non avete alcuna colpa, l'unica che ha fatto i danni è stata Blair... Torniamo al dormitorio..." disse rassegnato.
Quel giorno ormai era passato, nel pomeriggio non accadde nulla: Alexis era chiusa nella sua stanza a maledire Blair e a maledire se stessa per aver sperato in una possibile felicità; perché i sentimenti fanno così male? Perché non si può vivere senza? Non lo capiva. Ma questi pensieri erano gli stessi di Jaden, erano gli stessi che la sua mente macinava nell'oscurità di cui la notte aveva dipinto la sua stanza.
Il giorno dopo, quando i ragazzi arrivarono in classe, io ero già lì ad aspettarli. Scorsi nel volto di tutti la paura per la verifica di quella mattina ma nel volto di Alexis e Jaden non vidi paura, vidi solo tristezza... Ma forse quella verifica li avrebbe aiutati "Bene sedetevi tutti e prendete fuori un foglio protocollo e la penna" quando ebbi detto questo iniziai a scrivere alla lavagna:

 
Mia vita, a te non chiedo lineamenti
fissi, volti plausibili o possessi.
Nel tuo giro inquieto ormai lo stesso
sapore han miele e assenzio.

Il cuore che ogni moto tiene a vile
raro è squassato da trasalimenti.
Così suona talvolta nel silenzio
della campagna un colpo di fucile.

E. M.

I ragazzi mi seguivano scrivere e si chiedevano che diavolo era quello che stava comparendo alla lavagna "Bene questa poesia è stata scritta da Eugenio Montale, uno dei poeti più importanti per la letteratura italiana e mondiale. La verifica sta nel commentare la poesia" guardai l'orologio "avete due ore di tempo a partire da... Ora!" Alcuni iniziarono subito a scrivere, altri non capivano cosa volesse dire "trasalimenti" o "squassato", ma una cosa mi colpì, una cosa che poi mi avrebbero confermato le verifiche: Jaden e Alexis stavano leggendo e rileggendo quella poesia, ne stavano capendo il senso, l'avevano sentito il giorno prima sulla loro pelle, l'avevano sentito nelle loro domande. I sentimenti non possono essere esclusi dalla vita, i sentimenti sono la vita e anche se si cerca di vivere nella totale apatia prima o poi, nel nostro apparente silenzio, rimbomberà un colpo di fucile.
I ragazzi finirono il compito e, come avevo sospettato, la media della classe si aggirava sul 5/6 tranne quella dei due innamorati, loro furono una soddisfazione, presero entrambi 9, iniziarono a piacermi da lì, da quelle parole con cui non si fermavano ad analizzare la poesia ma analizzavano loro stessi.
Quando le lezioni finirono Jaden e Syrus si misero a discutere della verifica "Ma che verifica era? E poi che cosa voleva dire quella roba del tipo "ogni  tanto è squ..."? Non mi ricordo già nulla" chiedeva disperato Syrus "Raramente è suqassato da trasalimenti" disse Jaden; Syrus lo guardò storto "Te lo ricordi a memoria?" "Eheheh" disse Jaden ridacchiando "l'ho letta così tante volte che credo di ricordarla a memoria" "Cosa hai fatto al vero Jaden?!" i due scoppiarono a ridere ma quello che Syrus non sapeva è che quella poesia gli aveva parlato, quella poesia l'aveva aiutato a comprendersi e non appena vide Alexis salutò il compagno scusandosi per lasciarlo così e le corse dietro. La raggiunse e la fermò "Alexis vieni con me" lei non disse nulla oramai l'aveva presa per un braccio e la stava trascinando con se.
"Alexis ascoltami" Erano arrivati nello spiazzo dove il giorno prima Jaden aveva interrotto la sua ricerca "parlerò con Blair, le dirò di lasciarci in pace perché... vedi Alexis io..." erano così vicini che potevano sentire in lontananza la realtà, sentivano quelle parole che rimbombavano nel cuore, nella testa, negli occhi; stava per accadere ma all'improvviso Jaden sentì un forte dolore alla mascella e si ritrovò a terra, un sapore ferrigno gli occupava la bocca simile a quello del sangue... Anzi no quello era veramente sangue! Sputò per terra e vide che era veramente coì, alzò lo sguardo e vide Chazz davanti a se che lo fissava e gli disse "NON PROVARE MAI PIÙ A TOCCARE ALEXIS!" Jaden si rialzò pulendosi il sangue dalle labbra "CHAZZ MA SEI DEFICIENTE!?" gli urlò addosso Alexis "Jaden stai bene?" gli chiese aiutandolo a rialzarsi. Ma lui non voleva essere aiutato, si alzò in piedi, guardo negli occhi Chazz era lì lì per saltargli addosso ma si voltò senza dir nulla e se ne andò. Io, Syrus e Hassleberry raggiungemmo Jaden e lo aiutarono (i due amici avevano visto Chazz seguire i lui e Alexis e per sicurezza lo avevano seguito assistendo a tutta la scena io invece stavo andando verso la mia stanza quando vidi tutto quel trambusto) "Princeton tu aspettami dal cancelliere tra venti minuti!" gli urlai contro. Alexis intanto, che aveva assistito impotente alle scena aveva tirato un ceffone a Chazz dicendogli "IO NON SONO TUA CAPISCILO UNA VOLTA PER TUTTE IO SONO INN..." ma non riuscì a dire nulla perché la rabbia si trasformò in pianto; cadde in ginocchio piangengo, Chazz provò ad aiutarla ma lei urlò "SPARISCI!" e lui si incamminò verso l'ufficio del cancelliere pronto a ricevere una severa punizione.
Noi intanto avevamo raggiunto il dormitorio, Jaden non aveva nulla di rotto e non aveva bisogno di nessuna scorta ma tutti e tre volevamo parlargli e lui ci raccontò tutto. "Ascoltami Jaden" dissi "non potete andare avanti così, dovete chiarirvi prima tra di voi e poi con gli altri o viceversa ma dovete sistemare le cose, vi state facendo solo del gran male in questo modo" "Oh si fidi questo pugno non lo sento neanche più" mi disse sorridendo "Non mi riferisco a un pugno, a uno schiaffo o a altro, io intendo che vi state facendo del gran male al cuore e quello è un male pesante da sopportare... Beh" dissi alzandomi "sei in ottime mani, io vi lascio ci vediamo domani e tu Jaden pensa a quello che ti ho detto" così facendo lasciai i tre amici e mi recai verso il dormitorio blu femminile.
Trovai Alexis in camera sua, ci capimmo al volo non c'era bisogno di nessuna parola, lei scoppiò in lacrime e mi abbracciò per cercare conforto come fa mia figlia quando ha paura che ci sia un mostro sotto al letto. Dopo essersi sfogata la guardai e le dissi "Asciugati le lacrime e vai da Jaden... Ha bisogno di te", lei annuì e si fiondò fuori dalla camera. Raggiunsi l'ufficio del cancelliere e insieme decidemmo che Chazz mi avrebbe aiutato per tutta quella settimana con la correzione dei compiti e la preparazione delle lezioni così, forse, avrebbe imparato un po' di disciplina e di rispetto. 
Alexis intanto era arrivata al dormitorio rosso, entrò nella stanza di Jaden quando la videro Syrus e Hassleberry la salutarono e lasciarano i due da soli. Jaden dormiva, lei prese una sedia e si mise accanto al letto, lui aprì gli occhi "A-Alexis..." "Sssh... Jaden non dire nulla pensa a dormire un po', almeno il dolore passerà subito" "Alexis... grazie di essere qui..." la ragazza arrossì un po' e sorrise, lui la vide sorridere e capì tutto, si sentì subito meglio e si addormentò come per incanto.
Alexis gli rimase accanto fino a sera quando, svegliatosi, le chiese se voleva magiare con lui nella mensa degli Slifer "So che non fanno i migliori piatti del mondo" disse lui "ma almeno potremmo starcene un po' per conto nostro" lei accettò volentieri l'invito e si ritrovarono a mangiare in mezzo a una dozzina di matricole che guardavano sorprese la coppia che mangiava e rideva dimenticandosi del resto: lui si era dimenticato della fame e lei si era dimenticata del sonno. L'importante era l'attimo.
Finita la cena i due si salutarono augurandosi la buona notte "Grazie ancora Alexis" disse il ragazzo "Non devi ringraziarmi Jaden in parte è stata colpa mia tutto quello che è successo ma non temere parlerò con Chazz e risolverò tutto... tu pensa a riposarti" "Alexis..." "Sì Jaden?" indugiò forse troppo "Nulla... a domani" "A domani" e i due continuarono per le loro strade, felici di quel giorno nonostante tutto quello che era accaduto, felici del loro mondo che stavano iniziando ad esplorare.

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Capitolo 4
*** Carpe diem, quam minimum credula postero ***


IV- CARPE DIEM, QUAM MINIMUM CREDULA POSTERO


"Ragazzi miei ho corretto le verifiche di ieri" Sentenziai entrando in classe. Calò il silenzio, calò il gelo; tutti mi osservavono scendere le gradinate per raggiungere la cattedra aspettando che dicessi qualcosa "Allora, tutta la classe ha preso dei voti che si aggirano intorno al 5/6 eccetto due persone che mi hanno piacevolmente sorpreso; vi farò vedere le prove a fine lezione ora, invece, mi piacerebbe fare un'analisi del testo tutti insieme, così, la prossima volta che un vostro compagno perderà a duello con me" (tutti guardarono male Chazz) "andrete sicuramente meglio. Allora chi di voi conosce il poeta Orazio?" Silenzio, nessuno rispose, nessuno alzò la mano "Ah cominciamo proprio bene... Orazio era un poeta latino che ancora oggi è ricordato per una sua famosissima citazione" presi un gesso e inizia a scrivere alla lavagna:

Tu ne quaesieris (scire nefas), quem mihi, quem tibi
finem di dederint, Leuconoe, nec Babylonios
temptaris numeros. Ut melius, quidquid erit, pati!
Seu pluris hiemes, seu tribuit Iuppiter ultimam
quae nunc oppositis debilitat pumicibus mare
Tyrrhenum, sapias: vina liques et spatio brevi
spem longam resceces. Dum loquimur, fugerit invidia
aetas: carpe diem, quam minimum credula postero.

O.


Mentre la poesia prendeva forma i ragazzi guardavano sconcertati i ghirigori bianchi che tracciava il gesso, quelle parole di cui non riuscivano a decifrare il senso, di cui non riuscivano a cogliere la bellazza, quelle parole così misteriose erano per loro come la stessa vita: complessa, difficile da comprendere e nel suo profondo meravigliosa.
"Qualcuno in quest'aula sa tradurre il latino?" Iniziò un vocio interminabile formato da frasi come: "Ma questo cosa sta dicendo?", "Secondo voi ora dovremo studiare anche il latino?", "Per me questo è un pazzo".
"Questo Alfivelli mi piace ogni giorno di più" disse il professor Banner comparendo accanto a Jaden che si perdeva in quelle parole così lontane nel tempo ma che, per qualche strano motivo, sentiva quasi vicine al suo cuore "Cosa intende dire professore?" "Jaden pensavo lo sapessi" disse Yubel materializzandosi "il professor Banner è un esperto di civiltà antiche e, oltre a conoscere i geroglifici, conosce benissimo l'arabo, il latino e il greco" Jaden guardò stupito il vecchio amico che annuì con un sorriso.
"Credo che il signor Yuki sia in grado di tradurre questa ode vero?" Dissi guardando non lui ma lo spirito del professore, Banner annuì mentre sul volto di Jaden si dipingeva un'espressione di chiaro stupore, Yubel, intanto, gli disse "A quanto pare anche lui può vederci".
La classe stava fissando il ragazzo, nessuno credeva che quello scapestrato di Jaden potesse conoscere quella lingua così antica, così magica, così eterna. "Non temere ragazzo, provaci".
Si schiarì la voce e iniziò:


"Tu non domandare (non è consentito sapere) quale fine a me, quale a te,
gli dei ci hanno riservato, o Candida, non tentare nemmeno le Babiloniesi
cabale. Meglio prendere tutto come viene!
Sia che più inverni, sia che per ultimo
questo che stanca il mare Tirreno sugli scogli Giove ci abbia concesso,
sii sapiente: filtra i vini e ritaglia in uno spazio breve
una speranza lontana. Mentre parliamo, è fuggita la vita invidiosa:
cogli l'attimo, confida il meno possibile nel domani."


Non un fiato che cercasse risposta a quel miracolo, non una mente che si interrogasse su quel miracolo, non uno studente che non rimase incantato da quelle parole. "Bravissimo Jaden!" dissi io rompendo il silenzio "Ti sentiresti anche in grado di analizzare un po' quello che hai tradotto?"
Jaden era tranquillissimo, sembrava non curarsi dei compagni che lo osservavano basiti "Beh... secondo me Orazio nella prima parte dice che la vita è imprevedibile; sostiene che nessuno di noi può sapere quanto ancora ha da vivere, quanti "inverni" potrà provare sulla sua pelle. Ma allora sorge una domanda: come vivere? La risposta risiede nella seconda parte del testo: bisogna cogliere ogni istante, bisogna essere pronti a vivere al massimo ogni secondo della vita, dobbiamo riuscire a ritagliare "in uno spazio breve una speranza lontana", dobbiamo vivere senza rimpianti; solo così non temeremo che la fine arrivi"
Quella lezione era la lezione del silenzio, era la lezione dello stupore, della scoperta. "Molto acuto" disse Banner al ragazzo, Yubel sorrise e io dissi "Meraviglioso" ero veramente sorpreso della bellezza delle parole di Jaden, di quanto avesse colto il messaggio profondo che risiedeva in quella poesia; aveva trovato la perla nell'ostrica e, piano piano, anche il suo guscio iniziava ad aprirsi lasciando vedere lo splendore della sua anima.
"Ora lasciamo un po' in pace il signor Yuki e sentiamo anche gli altri: ecco ragazzi, secondo voi, come possiamo "cogliere l'attimo"?" Vidi una mano che si alzava "Vai!" dissi "Beh... potremmo, per esmpio fare tutto ciò che ci entusiasma" "Esatto poi?", un'altra mano "dovremmo essere pronti a buttarci, ad affrontare le nostre paure" "Bellissimo, altro?" in quel momento si alzò la mano di Alexis "Sentiamo" dissi indicandola "Beh... dovremmo goderci ogni attimo assaporando ogni emozione, ogni sentimento che ci viene offerto, dovremmo condividere ognuno di questi con gli altri e non tenerci nulla dentro per poi non rimpiangere le parole che avrebbero rivelato una verità mai raccontata" "Eccezionale. Siete stati tutti molto in gamba, questo è il senso, questo è il "Carpe diem" quindi ragazzi ora uscite da quella porta, andate fuori assaporate l'attimo, condividete le vostre emozioni i vostri sentimenti. Su! L'attimo aspetta solo voi!" nessuno si alzò "Ehi se non vi muovete inizio ad interrogare!" e pian piano si alzarono confusi ma allo stesso tempo felici e leggeri.
Quando pensai di essere rimasto da solo inizia a sitemare le mie cose e a cancellare le scritte alla lavagna ma poi sentì "Professore?" mi voltai di scatto e vidi Jaden "Professore le posso fare una domanda?" "Dimmi pure Jaden" "Lei può vedere gli spiriti come me vero?" "Esatto" "Quindi può vedere sia Yubel che Banner?" "Certo; come tu puoi vedere gli spiriti che mi accompagnano" solo allora notò la presenza di Helios Trio Megistus e di Risonatore Oscuro che mi volteggiavano intorno "È per questo che mi ha chiesto di tradurre e commentare la poesia? Perché aveva visto che Banner era lì con me?" "Si e no" "In che senso?" "Hai ragione per quanto riguarda la traduzione ma sbagli riguardo al commento. Vedi ho capito che questa poesia era nelle tue corde da come i tuoi occhi vagavano su quelle parole, da come le guardavi... Sentivi che ti appartenevano e ho avuto conferma di questo dal tuo commento" lui mi guardava felice "Beh" arrossì per le lusinghe "grazie professore" "Però" aggiunsi "devi anche mettere in atto quello che hai detto" ebbe una stretta al cuore "vivi a pieno ogni attimo con chi sai che vorrebbe viverlo con te; vivi al massimo ogni emozione, non averne paura" aveva abbassato la testa e stringeva forte i pugni "Ma... se tutto... finisse male?" "Jaden!" gli dissi appoggiando le mani sulle sue spalle "E se andasse a finire bene? Non puoi ancora saperlo ma se non ti muovi non lo scoprirai mai! Devi buttarti, rischiare, solo così potrai afferrare la felicità, quel fiore bellissimo che pende da quel tremendo precipizio" alzò lo sguardo, mi fissò negli occhi e annuì poi fuggì fuori  dalla classe e io riuscì a cancellare quel "postero".
"Alexis!" urlò Jaden appena vide la ragazza, lei si voltò appena sentì la sua voce "Jaden... dimmi cosa c'è?" "Ascolta" riprese il ragazzo "questa sera c'è la festa al dormitorio Ra giallio, ti andrebbe di venire con me?" Cosa le stava succedendo? Perché all'iprovviso sembrava che il mondo le stesse cambiando sotto ai piedi, perché il cuore andava per conto suo e la mente non sembrava essere da meno? Perché quella vertigine? Quella sensazione di vuoto coronata dalla certezza di due braccia pronte a prenderci prima di cadere al suolo, nel baratro e riuscire a capire che quelle braccia sono le sue. Quello era l'attimo da cogliere, quelle le sensazioni da incidere per sempre nel cuore. "Mi farebbe molto piacere" rispose non appena ebbe riacquistato lucidità. Jaden non poteva crederci "Davvero? Emh... Volevo dire... Fantastico! Passo a prenderti in camera per le 21:00 e andiamo in là insieme" "Perfetto" "Ora vado, ci vediamo più tardi Alexis!"
Le emozioni in quel momento parevano urlare nei loro cuori, non potevano credere che tutto stesse accadendo, che finalmente sarebbero stati insieme, che forse avrebbero ballato tutta quella notte, che i loro cuori avrebbero danzato insieme fino a toccare le stelle e poi, cullandosi su una falce di luna, si sarebbero baciati con la tenerezza e il pudore dell'aurora fino a che il carro di Selene non si sarebbe staccato dai suoi cavalli, finché il mondo non sarebbe sparito nella luce di quell'amore immenso.
"Confida il meno possibile nel domani", aveva tradotto Jaden, ma loro, in quel momento, confidavano totalmente in quella serata. 

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Capitolo 5
*** La sera del dì di festa ***


V- LA SERA AL DÌ DI FESTA


"L'hai invitata alla festa di questa sera?!" Chiese sbalordito Syrus "Finalmente ce l'hai fatta!!!" "Sergente oggi ha vinto una delle battaglie più impegnative di sempre" disse Hassleberry scoppiando in lacrime. "Ragazzi non esagerate è solo una festa" "Solo una festa?! Solo una festa?!" iniziò a dire Syrus "Prima di tutto è la festa d'apertura dell'anno scolastico durante la quale ci si deve vestire elegantemente e essere pronti a ballare cose come il valzer..." alla parola "valzer" Hassleberry fece un'espressione di disgusto "E in più è il tuo primo appuntamento ufficiale con Alexis!"
(Mi intrometto un attimo: probabilmente voi lettori vi starete credendo come mai la festa per l'apertura dell'anno scolastico si faccia il terzo giorno di scuola, vedete ho posto la stessa domanda la cancelliere e mi rispose che il primo giorno preferiscono non farla siccome sono tutti stanchi per il viaggio e per l'inizio dell'anno, il secondo giorno preferiscono lasciarlo libero per ritrovarsi con i vecchi amici e conoscerne altri mentre il terzo giorno, per loro, è quello perfetto; non so voi cosa ne pensate ma a me suona strano. Poi perché non l'abbiamo fatta nel dormitorio Blu che è il più grande dell'accademia? Questo lo scoprirete continuando a leggere perché anche io lo scoprì solo quando arrivai al dormitorio Giallo)
"Beh... Nessuno di noi ha detto che era un appuntamento" disse Jaden titubante: non aveva pensato che quello sarebbe stato il loro primo appuntamento "Sergente, credo fosse sottinteso" "Oh mio Dio e ora? Come mi organizzo? Cosa faccio?" "Oramai la battaglia è iniziata conviene prepararsi al meglio e noi ti aiuteremo!" "Grazie ragazzi".
"Innanzitutto" disse Syrus "lavati per bene, poi abbiamo bisogno di un vestito abbastanza elegante e anc..." Syrus non riuscì a finire la frase poiché vene interrotto da qualcuno che bussava alla porta; i tre si guardarono con uno sguardo del tipo "E adesso chi sarà?", Jaden aprì e si ritrovò difronte Blair che subito gli saltò al collo "Ciao tesoro mio è così bello vederti!" "Blair ti ho già detto di non chiamarmi così!" la fulminò il ragazzo "Hai ragione amore, ascolta sta sera verrai con me alla festa vero?" "In realtà... Ho già invitato Alexis". Non avesse mai pronunciato quella frase... Blair venne presa da una collera che nessuno gli aveva mai visto in volto, pensava di essere stata tradita, pensava che quella farrucchiera avesse soggiogato con non so quale incantesimo il suo cavaliere dall'armatura splendente. Stava per infamare sia lui che lei ma la voce si strozzò in gola e scoppiò a piangere sull'uscio. "Balir ascoltami..." Iniziò a dire Jaden "Mi dispiace moltissimo ma io non sono innamorato di te e credo che non potrò mai esserlo... Vedi è dal primo anno di accademia che sono innamorato di un'altra ragazza e credo anche che in cuor tuo già lo sapessi... So che distogliersi dal  proprio amore è difficile ma ti devi dimenticare di me, non ti porterò altro che dispiacere se continui così e io voglio che tu sia felice..." "Ma la mia felicità è con te" disse con un filo di voce "Blair..." Perché doveva essere così difficile? Lui infondo stava ascoltando il suo cuore, stava seguendo il suo amore eppure continuava a far del male a una sua cara amica... Perché la vita deve essere così ingiusta? Perché l'amore deve far male anche agli altri?
Ma allora come possiamo amare? Infondo ogni nostra scelta, ogni nostra azione, ogni nostra emozione potrebbe ferire gli altri; come possiamo vivere? Dobbiamo mettere davanti a tutto il nostro amore verso la vita, prima o poi faremo del male a qualcuno ma dobbiamo essere pronti a spiegargli il perché di quel dolore che abbiamo creato e la motivazione dovrebbe sempre essere "l'ho fatto per amore". Dobbiamo vivere amando e dobbiamo riuscire a far sorridere sempre ciò che amiamo sia che esso sia una persona, un lavoro o un ideale... Dobbiamo semplicemente amare.
"Blair mi dispiace tremendamente, non vorrei che tu passassi questo ma purtroppo l'amore è ingiusto... Ma io sono innamorato di Alexis e voglio renderla felice, voglio che lei sorrida... Questo per me è amore e so che è giusto amare fino alla fine. Questo è l'unico modo per non rimpiangere nulla, questo è l'unico modo per fare la pernacchia davanti al volto della morte" la ragazza si asciugò le lacrime "Scusami Jaden per il disturbo..." e se ne andò senza aggiungere altro "Scusami tu Blair" disse Jaden ma lei era già troppo lontana.
"Mi dispiace moltissimo Jaden ma era la cosa giusta da fare" insieme a quella voce all'improvviso comparve Atticus dalla scalinata del dormitorio "Atticus da quanto sei qui?" disse il ragazzo arrossendo "Da quanto basta per aver capito che ami vermante mia sorella" il volto di Jaden divenne rosso come la sua giacca "Tranquillo amico mio, sono qui perché ho deciso di aiutarti: sei il ragazzo perfetto per mia sorella e voglio che voi due stiate insieme. Ma ora andiamo ci sono moltissime cose da fare!" Atticus afferrò Jaden per il braccio e lo trascinò dentro alla stanza dove Syrus e Hassleberry lo stavano aspettando pronti a preparare il ragazzo al meglio per il suo appuntamento.
Alexis aveva raccontato tutto ciò che era successo a Mindy e Jasmine e da subito, le due amiche, avevano iniziato a tartassarla di domande "Oh mio Dio cosa hai intenzione di metterti?", "Non sei agitata?", "Da quando ti interessa Jaden?", "Quando pensi di baciarlo?" e altre mille domande che non me la sento di riportare. Alexis dal canto suo era tremendamente emozionata: quell'invito l'aveva scossa, le aveva rivelato che forse la sua felicità era raggiungibile, voleva che quella notte fosse indimenticabile per entrambi e nessuno si sarebbe dovuto mettere in mezzo. "Allora per la festa dobbiamo vestirci in modo elegante giusto?" le amiche annuirono "Allora dovrei avere l'abito adatto all'occasione" disse Alexis spalancando l'armadio delle grandi occasioni.
I ragazzi invece erano in alto mare: Jaden pensava di presentarsi con la divisa degli Slifer ma gli altri tre lo fulminarono e lo insultarono malamente al che Hassleberry disse "So io a chi chiedere aiuto!", si fiondò fuori dalla porta e mi venne a cercare. Dopo avermi spiegato la situazione presi un vecchio abito da sera che era diventato un po' piccolo per me e corremmo verso il dormitorio rosso. "Arrivano i rinforzi!" urlò Hassleberry nella stanza prima ch'io entrassi "Professor Alfivelli!" dissero i ragazzi sorpresi "Il signor Tyranno mi ha spiegato la situazione e sono corso qui in vostro soccorso. Jaden" quella forse era la prima volta che lo chiamai per nome e lui fu piacevolmente sorpreso di ciò "prova questo abito, lo usavo qualche anno fa ma ora è piccolo per me, secondo me dovrebbe andarti benissimo e poi, lo ammetto, non è molto del mio stile" "Grazie professore disse scomparendo nel bagno per provarlo" Io e gli altri tre ragazzi ci scambiammo degli sguardi di intesa e di vittoria.
"Come sto secondo voi?" Chiese Jaden sfoggiando l'abito che gli avevo portato: esso si componeva di una giacca color cremisi scuro e di un paio di pantaloni abbinati, sotto la giacca il ragazzo aveva messo una camicia nera e ai piedi portava un paio di mocassini che Atticus era riuscito a procurargli "Wow che eleganza sergente, quasi non la riconoscevamo" "Ma perché lo chiama sergente?" bisbigliai nell'orecchio di Syrus "Ah non l'ho mai capito nemmono io" "Sei elegantissimo Jaden" disse Atticus rimasto molto sorpreso da come Jaden vestisse perfettamente quell'abito, "Veramente bello ma manca qualcosa" dissi io "Che cosa professore?" chiese il ragazzo che iniziava a prendere confidenza con l'abito "Aspetta un secondo..." mi avvicinai e infilai nell'asola apposita una piccola spilla "Che cos'è?" chiese Syrus curioso "È una spilla a forma di giglio, il simbolo della mia città. Ora è tutto perfetto".
Le ore passarono, ognuno tornò al suo dormitorio per prepararsi mentre io mi fermai a parlare con Jaden: parlammo delle nostre vite, mi chiese se ero sposato e gli risposi che era così e che avevo anche una figlia di cinque anni di nome Saffo, mi chiese come mi ero avvicinato ai duelli e poi di come mi fossi appassionato alla letteratura; io di lui invece sapevo quasi tutto, il cancelliere mi aveva informato sulla vita di ogni ragazzo dell'accademia e la sua mi aveva affascinato; parlammo anche con Yubel e Banner; è così che fra me e Jaden è nata una splendida amicizia.
Intorno alle 20:00 ero uscito dalla stanza per fumare un po' la mia pipa, il ragazzo mi raggiunse poco dopo, vestito di tutto punto, e mi disse "Non pensavo che lei fumasse" "Ogni tanto mi aiuta a sgombrare la mente ahahah. Ti senti pronto?" "Beh... spero di si" Disse appoggiandosi con le braccia alla ringhiera, imitai la sua posa e, aspirando ogni tanto dalla pipa, iniziai a dire:

 

"Dolce e chiara è la notte e senza vento,
e queta sovra i tetti e in mezzo agli orti
posa la luna, e di lontan rivela
serena ogni montagna. O donna mia,
già tace ogni sentiero, e pei balconi
rara traluce la notturna lampa:
tu dormi, che t'accolse agevol sonno
nelle tue chete stanze; e non ti morde
cura nessuna; e già non sai ne pensi
quanta piaga m'apristi in mezzo al petto.
Tu dormi: io questo ciel, che sì benigno
appare in vista, a salutar m'affaccio,
e l'antica natura onnipossente,
che mi fece all'affanno. A te la speme
nego, mi disse, anche la speme; e d'altro
non brillin gli occhi tuoi se non di pianto.
Questo dì fu solenne: or da' trastulli
prendi riposo; e forse ti rimembra
in sogno a quanti oggi piacesti, e quanti
piacquero a te: non io, non già ch'io speri,
al pensier ti ricorro. Intanto io chieggio
quanto a viver mi resti, e qui per terra
mi getto, e grido, e fremo. O giorni orrendi
in così verde etate! Ahi, per la via
odo non lunge il solitario canto
dell'artigian, che riede a tarda notte,
dopo i sollazzi, al suo povero ostello;
e fieramente mi si stringe il core,
a pensar come tutto il mondo passa,
e quasi orma non lascia. Ecco è fuggito
il dì festivo, ed al festivo giorno
volgar succede, e se ne porta il tempo
ogni umano accidente. Or dov'è il suono
di que' popoli antichi? Or dov'è il grido
de' nostri avi famosi, e il grande impero 
di quella Roma, e l'armi, e il fragorio
che n'andò per la terra e l'oceano?
Tutto è pace e silenzio, e tutto posa
il mondo, e più di lor non si ragiona.
Nella mia prima età, quando s'aspetta
bramosamente il dì festivo, or poscia
ch'egli era spento, io doloroso, in veglia,
premea le piume; ed alla tarda notte
un canto che s'udia per li sentieri
lontanando morire a poco a poco,
già similmente mi stringeva il core.


Sai Jaden Leopardi è uno dei miei poeti preferiti e le tue vicende me lo ricordano molto" "In che senso" mi chiese curioso "Vedi Leopardi era un genio e aveva una forza incredibile, lui era uno dei pochi che riusciva ad affermare la realtà delle cose, non aveva paura di dire che prima o poi dobbiamo tutti morire, che prima o poi il mondo si dimenticherà di noi. Non aveva paura del tempo o della morte e infatti questi versi hanno superato i limiti imposti dalla natura. Leopardi tendeva a isolarsi, a starsene in disparte, ogni tanto doveva stare da solo con i suoi pensieri, con i suoi amori. L'anno scorso quando sei tornato dall'altra dimensione eri come lui: forte, saggio e solitario... Fortunatamente hai mantenuto quella sapienza e quel coraggio e sei riuscito a ritrovare i tuoi amici, a condividere con loro emozioni, sentimenti e molto altro". Jaden arrossì a causa di quello che dicevo e poi mi disse "Sa in questo momento mi sento ancora più simile a lui: sono qui davanti alla potenza della natura, davanti alla certezza della nostra fine futura eppure non posso non pensare a lei..." "Ti stai accorgendo ora della forza dell'amore, una forza che cancella tutto il resto e che lascia spazio solo per pensare a lei" guardai l'orologio "È meglio che tu vada. Avremo altri momenti per ragionare di queste cose ma tu questa sera hai il compito più importante di sempre: riuscire a farla sorridere col tuo amore" Io mi incamminai verso il dormitorio giallo avvolto dal fumo della pipa mentre Jaden si stava recando verso il dormitorio blu femminile.
Il ragazzo prima di arrivare nella stanza della ragazza colse una rosa da una siepe, bussò alla porta dicendo "Alexis sono qui".

 

 

 
 

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Capitolo 6
*** Ο]ἰ μὲν ἰππήων στρότον ***


VII- Ο]ἰ μὲν ἰππήων στρότον


La porta si aprì lentamente rivelendo dietro a lei Alexis vestita con un principesco abito blu, Jaden alla vista della ragazza sentì venir meno la terra sotto i piedi... Era veramente meravigliosa. "Ciao Jaden" disse lei timidamente guardando in basso "A-Alexis" iniziò imbarazzato "Sei davvore bellissima questa sera", lei lo guardò sorpresa: Jaden non le aveva mai fatto nessun tipo di complimento, quella sera invece era tutto diverso, quella sera sentivano sarebbe stata la loro sera "G-Grazie, anche tu sei molto elegante" "Ah quasi dimenticavo... Questa è per te" disse porgendogli la rosa colta poco prima "Oh Jaden..." disse lei incantata dalla dolcezza di quel gesto "Dai andiamo se no faremo tardi" disse il ragazzo porgendo il braccio ad Alexis e si incamminarono a braccetto verso il dormitorio giallo.
La festa non si svolgeva all'interno del dormitorio bensì nel vasto prato difronte ad esso: lunghi tavoli con sopra ogni genere di leccornia occupavano metà del giardino (se vedete il tavolo con la meringata ditemelo), proprio davanti all'ingresso del dormitorio era stato allestito un palco don un microfono al centro dal quale il cancelliere avrebbe parlato prima dell'apertura ufficiale della festa, sotto ad esso l'orchestra stava accordando gli strumenti e il direttore stavo fornendo loro gli spartiti delle varie canzoni che avrebbero suonato (ho trovato la meringata grazie dell'aiuto!), gli studenti iniziavano ad arrivare: la maggioranza dei ragazzi portava una giacca scura e una camicia bianca sotto (guarda te che fantasia) invece le ragazze portavano il colore in quella monocromia, ognuna di loro aveva un abito da sera di un colore sgargiante e diverso dalle altre, sembravano stelle di un cielo dipinto dalla notte. Io stavo finendo il secondo piatto di meringata quando una voce alle mie spalle mi chiamò "Comandante Alfivelli!" mi girai di scatto e vidi Hassleberry, Syrus e Atticus che venivano verso di me: il primo aveva indosso un abito che ricordava una divisa militare napoleonica gialla con dei ricami neri, il secondo invece indossava un frac che gli rimaneva largo sulle spalle invece il terzo, che era sicuramente il più elegante, aveva indosso un abito turchese con preziosi ricami dorati e al collo portava un medaglione ricavato probabilmente da uno zaffiro "Professore allora dov'è Jaden" chiese Syrus "Ah l'ho lasciato mentre stava andando a prendere Alexis piuttosto dove sono le vostre dame?" i ragazzi si imbarazzarono tutti ad eccezione di Atticus "Non avete invitato nessuna?" "Loro no io ho preferito rifiutare tutti gli inviti di quelle povere ragazze alle quali avrei spaccato il cuore" mi spiegò. "Mah" dissi prendendo un'altra fetta di meringata "Oh eccoli stanno arrivando ora!" disse Hassleberry indicando il sentiero che congiungeva il dormitorio giallo con quello blu. Erano qualcosa di incantevole, erano la luna e il sole che si affacciavano insieme a salutare il giorno, erano il tramonto che abbracciava l'alba, il fuoco che proteggeva il ghiaccio; chi si voltava per guardarli veniva rapito dalla loro complicità: erano immersi nella folla ma non si curavano degli altri, esistevano solo loro in quell'attimo, esistevano solo i loro sentimenti. "Sono bellissimi insieme" dissero Atticus e Hassleberry all'unisono con le lacrime agli occhi.
"Professor Alfivelli" mi voltai e mi trovai difronte il dottor Crowler "Mi dica dottor Crowler" gli dissi "Dopo il suo discorso il cancelliere vorrebbe che salisse sul palco a dire qualcosa agli studenti e a leggere una poesia" "Ma non ho nulla di pronto al momento" "Avrà un libro da qualche parte o può usare il cellulare per trovare una poesia online no?" "Beh.. si ma vede..." "Perfetto allora si tenga pronto" Uff... che nervoso adesso come faccio, va beh non pensiamoci, prenderò un'altra fetta di meringata...
Alexis e Jaden erano andati a prendere dello spumente da bere dal tavolo delle bevande e intanto il cancelliere era salito sul palco, si schiarì la voce e poi disse "Cari studenti e care studentesse sono felice di vederevi riuniti qui in questa occasione speciale; vorrei approfittarne per chiedervi di divertirvi e di passare una bella serata con i vostri compagni e con i vostri professori al di fuori dei soliti canoni in cui vi trovate. Detto questo, prima di aprire le danze, chiederei al nuovo membro del collegio docenti, il professor Alfivelli, di venire sul palco a dirci e a leggerci qualcosa!" Mentre salivo sul palco iniziò un timido applauso della folla "Ringrazio il cancelliere per l'occasione che mi ha dato e vi inviterei in questa serata a concentrarvi su ciò che amate, a cercare di star bene con voi stessi e con gli altri, ascoltate il vostro cuore e ricordatevi del cuore degli altri, ognuno di voi sicuramente amerà cose diverse ma avete bisogno di un confronto, avete bisogno di capire cosa vale veramente la pena di amare, cos'è la vera bellezza che cercate..." mi interruppi un attimo "Questo è quello che mi sento di dirvi, per quanto riguarda la poesia che il cancelliere mi ha chiesto di leggervi... mi dispiace... ma vedete al momento non ho nul..." ma mentre dicevo quelle parole appoggiai casualmente la mano alla tasca destra della giacca e mi ricordai di  avere lì con me un'edizione tascabile de "La Divina Commedia" "Ahahahah niente ho risolto ho qui qualcosa da  leggervi" sfogliai nervosamente le pagine nella speranza di trovare qualcosa che fosse pertinente a quello detto poco prima (qualcuno vedendo la mia follia rise) poi mi accorsi di un foglio scritto a matita da me qualche mese prima che riportava una poesia della poetessa greca Saffo: era perfetta. "Ora vi leggerò una delle poesie più belle di sempre; ve la leggerò inizialmente in greco e poi la tradurrò. Allora:
(Riporto il testo della poesia in greco per coloro che hanno la meravigliosa capacità di leggere questa lingua eterna che, a mio avviso, la lingua più bella di sempre)


Ο]ἰ μὲν ἰππήων στρότον οἰ δὲ πέσδων
οἰ δὲ νάων φαῖσ’ ἐπ[ὶ] γᾶν μέλαι[ν]αν
ἔμμεναι κάλλιστον, ἔγω δὲ κῆν ὄτ -
τω τις ἔραται•

πά]γχυ δ᾽εὔμαρες σύνετον πόησαι
πάντι τ[ο]ῦτ᾽, ἀ γὰρ πόλυ περσκόπεισα
κάλλος [ἀνθ]ρώπων Ἐλένα [τὸ]ν ἄνδρα
τόν [πανάρ]ιστον

καλλ[ίποι]σ’έβα’ς Τροΐαν πλέοισα,
κωὐδ[ὲ πα]ῖδος οὔδε φίλων το[κ]ήων
πά[μπαν] ἑμνάσθη, ἀλλὰ παράγαγ᾽αὔταν
[πῆλε φίλει]σαν 

...
κα]με νῦν, Ἀνακτορίας, ὀνέμναι -
σ’οὐ παρειοῖσας.

τᾶ]ς κε βολλοίμαν ἔρατόν τε βᾶμα
κἀμάρυχμα λάμπρον ἴδην προσώπω
ἢ τὰ Λύδων ἄρματα κἀνὄπλοισι
πεσδομ]άχεντας."


Nessuno capiva, ma tutti ascoltavano; io cercavo di dare accenti in modo da far capire il sentimento, l'emozione; erano incantati e io con loro... quelle parole avevano un potere unico, il potere che le ha fatte sopravvivere al tempo. Finito di leggere il testo in greco lo tradussi:

"Quale la cosa più bella
sopra la terra bruna? Uno dice "una torma
di cavalieri", uno "di fanti", uno "di navi"
Io, "ciò che si ama".

Farlo capire a tutti è così semplice!
Ecco: la donna più bella del mondo,
Elena, abbandonò
il marito (era un prode) e fuggì

verso Troia, per mare.
E non ebbe un pensiero per sua figlia,
per i cari parenti: la travolse
Cipride nella brama.

...
anche in me d'Anattoria
ora desta memoria, ch'è lontana.

Di lei l'amato incedere, il barbaglio
del viso chiaro vorrei scorgere,
più che i carri dei Lidi e le armi
grevi dei fanti."


Terminato rimisi il foglio nella Commedia, feci un rapido inchino e me ne andai in mezzo allo stupore generale, quando mi voltai iniziarono tutti ad applaudire, mi bloccai di colpo, sorrisi, tornai indietro e feci un altro inchino, poi arrivò il cancelliere che mi strinse la mano e si congratulò con me e aggiunse "Bene ora credo che le danze possano iniziare!"
Il direttore colpì tre volte il leggio con la bacchetta e poi la musica iniziò: il più classico dei valzer risuonò per l'aria fresca della sera, le coppie iniziarono a volteggiare per il giardino e Jaden e Alexis si lanciarono. Come facessero a ballare non l'ho mai capito: nel tempo passato insieme Jaden mi aveva confessato di non saper ballare nulla e Alexis da quello che mi raccontava Atticus non era da meno, ma in quel momento sembravano nati per danzare insieme. Si guardavano negli occhi e sorridevano, si guardavano negli occhi e si capivano, si guardavano negli occhi e si amavano.
La musica classica lasciò spazio a pezzi un po' più moderni ma pur sempre lenti, le coppie ora si abbracciavano e si lasciavano cullare da quelle onde di note. Alexi era appoggiata al betto di Jaden che la proteggeva con le braccia come se fosse stata la cosa più importante del mondo perché quella ragazza per lui era la cosa più importante del mondo "La cosa più bella per me è Alexis" pensava in testa ripetendosi la poesia che prima avevo letto. "Alexis ascolta c'è una cosa che ti voglio dire" "Dimmi Jaden" gli occhi si persero, i cuori accellerarono, un turbine di emozioni si avvertiva da quello sguardo, non sapevano più dov'erano, non sapevano più chi fosse quella gente intorno a loro eppure quell'abbraccio racchiudeva tutto il mondo, tutto ciò che per loro era realmente importante. "Alexis io ti..." le loro labbra si stavano per sfiorare quando un urlo fece crollare la porta che li avrebbe condotti dal sogno alla realtà "JADEN!!!" Blair era comparsa lì a pochi metri dalla coppia e li guardava infuriata, aveva il volto rosso non soltanto a causa dell'ira ma anche per colpa dell'ingente quantità d'alcool che aveva bevuto. "Balir!" disse Jaden scocciato "Jaden ascoltami" disse la ragazza barcollando "baciami!" lui la guardò infuriato "Che cazzo stai dicendo Blair!? Te l'ho già detto che non ti amo!" "Allora facciamo un accordo se tu mi baci ti lascerò stare per sempre" Jaden era in collera con la ragazza, non ne poteva più e ora era ancora più infuriato visto che aveva rotto quell'attimo meraviglioso che si era venuto a creare con Alexis che stava guardando la scena in un misto di furia e tristezza. Gli altri studenti pian piano si voltavano a vedere la scena "Che cosa sta succedendo qui!" disse il professor Crowler dirigendosi verso il centro dell'azione con me al seguito. "Nulla professore è solo una discussione che si sta portando avanti da troppo tempo" sentenziò serio Jaden "Allora vedete di risolvera senza mandare all'aria la festa! Allontanatevi subito e non tornate finché non avrete chiarito!" Jaden prese per un braccio Blair e la condusse lontana da tutto e da tutti, lei di risposta si era accollata al braccio tutta sorridente.
Alexis quando li vide andar via se ne andò io cercai di fermarla "Alexis..." "Professore non si preoccupi, sono stata una sciocca... Vado in camera sono stanca... a presto"
Un'idillio che si trasformò in quello, era qualcosa a cui non potevo credere, era un qualcosa che faceva infuriare anche me... ma quello che avvenne dopo quell'accaduto... fu ancora peggio...

 

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Capitolo 7
*** Amor, ch'a nullo amato amar perdona ***


VIII- AMOR, CH'A NULLO AMATO AMAR PERDONA


 

Un pianto antico correva tra i sentieri dell'accademia. Una luce azzurra inseguiva e precedeva quel suono. Era il pianto più antico di sempre: il pianto di un amore tradito. Alexis correva lasciando dietro a se, dietro ad ogni passo, dietro ad ogni sospiro, delle lacrime che, illuminate dalla fioca luce della luna, brillavano come ignare stelle cadenti che vedono la loro vita spegnersi in un ultimo bagliore. Per lei nulla aveva più senso, per lei quello che stava capitando dentro di se era insopportabile, si sarebbe gettata dalla rupe di Leucade insieme alle parole di quella donna che, fino a poco prima, le risuonavano chiare nella testa. La luna e le stelle si erano spente nel cielo della sua anima, non un bagliore, non una luce in un teatro che ha chiuso per sempre il suo sipario. Non più notte ma oscurità cupa, monotona, eterna... 
Alexis ormai era giunta alle porte del suo dormitorio quando, poco lontani da lei, dei ragazzi, che erano riusciti a trovare delle bottiglie di vodka non si sa dove, la scambiarono per una professoressa e scapparono lasciando le due bottiglie, una vuota e una quasi piena, lì per terra. Alexis si accorse dei 5 studenti che correvano via e poi il suo occhio cadde sulla bottiglia quasi colma, la osservò a lungo, meditò a lungo e poi, come spesso capita agli uomini distrutti emotivamente, prese la scelta sbagliata: prese la bottiglia e una volta in camera cercò di affogare le lacrime nell'infame calore dell'alcool.
"Blair la vuoi finire con questa storia!!!" L'urlo di Jaden sembrava aver spaventato persino la luna che ora, timorosa, si affacciava da dietro delle nubi "La finirò se mi baci" insisteva la ragazza palesemente sbronza "Non ho alcuna intenzione di baciarti!" "Perché?" "Perché io amo Alexis e voglio che sia lei il mio primo bacio!" "T-Tu..." la ragazza scoppiò in lacrime, le gambe le cedettero e cadde per terra seguendo la scia delle sue lacrime... "Jaden..." il pianto stava quasi cessando "scusa..." Jaden guardò la ragazza stupito "Mi dispiace moltissimo ho rovinato quello che poteva essere il momento più bello della tua vita... Sono stata una stupida... Mi dispiace moltissimo..." al termine di quelle parole l'alcool tornò alla ribalta con uno dei suoi aspetti peggiori... Blair iniziò a dare di stomaco e il ragazzo faceva quello che poteva per assisterla; quando la ragazza sembrò aver finito Jaden la prese in spalla e l'accompagnò nella sua stanza per controllare che, nel corso della notte, non avesse altri problemi. Ormai la collera gli era passata, apprezzava il fatto che la ragazza gli avesse chiesto scusa, ma soprattutto sapeva di non potercela avere con lei... Era innamorata... e quante stronzate si fanno per amore... Volevaa uscire a cercare Alexis, voleva andare a consolarla, a chiederle scusa per ciò che era successo ma non poteva lasciare Blair da sola, non era giusto. Ma proprio in quel momento, provvidenzialmente, Syrus, Hassleberry e Atticus entrarono dalla porta "Jaden tutto bene?" disse il ragazzo che si era sbottonato il frac "Sì, ora Balir sta dormendo" "Va bene allora ci pensiamo noi a lei sergente, lei vada a cercare la sua bella" "Dite sul serio?" "Siamo serissimi" disse Atticus prendendo il ragazzo per le spalle "Mia sorella in questo momento ha bisogno di te" Jaden non se lo fece ripetere due volte e si lanciò in quella notte nella speranza di ritrovare la ragazza.
L'uomo però non puo mai sapere quali carte ha in mano il suo avversario, non può sapere cosa passsa per la mente dell'altro, non può prevedere gli eventi e, una volta che questi han preso il là, raramente li può fermare...
Alexis oramai aveva bevuto più di mezza bottiglia eppure, quella stretta allo stomaco, non riusciva a coprire quella che pian piano le stava stritolando il cuore. Piangeva ancora. Era disperata come mai prima di allora... ma poi un sussurro le entrò in testa... un pensiero... un ricordo... C'era stato un momento in cui non sentiva nulla... un momento in cui le emozioni erano silenzi all'apparenza eterni... le ritornò in mente l'uniforme bianca... la società della luce... forse se avresse riavuto quel potere... forse se fosse tornata la regina del gelo di una volta quel dolore non sarebbe più stato lì a torturarla... Voleva indietro quel potere ma come riottenerlo?... Serviva qualcosa... Un patto... Un accordo... Sarebbe stata un'altra Faust... Una Faust diversa dagli altri... Avrebbe venduto la sua anima per farla tacere e basta... L'avrebbe venduta per non sentire più nessun sussurro affilato... Basta... Basta... Cercò in tutta la stanza... Trovò un tagliacarte... Uscì dalla stanza con il deck in mano... Barcollò fino al dormitorio abbandonato... La follia di Lady Macbeth le illuminava il volto... Arrivò nel sotterraneo... Le sue mani si sarebbero tinte di quelle maledette macchie che non l'avrebbero mai lasciata... Posò il deck al centro della stanza... Al centro di quel disegno antico che qualcuno molto prima di lei aveva tracciato... chi l'aveva tracciato?... Non lo ricordava più... Il tagliacarte scintillava come un pugnale... Un pugnale felice che rideva guardando la sua stupidità...  Un rigo di sangue le attraversò la mano destra... un dolore lancinante le attraversò la mano destra... Le gocce di sangue macchiarono la prima carta del deck... Una luce bianca avvolse il tutto... Una luce bianca distrusse tutto ciò che di umano era rimasto nell'anima di quella ragazza... Il dolore era finito... Lei rideva.
Jaden vagava cercandola, voleva trovarla, doveva trovarla ma non c'era un segno di lei ne nel dormitorio ne nei suoi paraggi. Poi vide qualcosa, qualcuno era entrato nel dormitorio portandosi dietro una scia di gelo. Non poteva essere... Sicuramente la stanchezza gli stava giocando un tiro mancino, si illuse che quello che aveva visto fosse un'illusione e tornò verso il suo dormitorio rassegnato.
Nessuno vide più Alexis per giorni, si era come volatilizzata dall'accademia. Eravamo tutti preoccupati per lei ma nessuno l'aveva vista e nessuno riusciva a trovarla. Jaden pensava che avesse lasciato l'isola per colpa sua, si era rinchiuso in camera sua e in pochi riuscivano a vederlo. Un giorno andai a parlargli "Non stare qui a crucciarti... Vedrai che prima o poi tornerà... E se fosse qui ti direbbe di reagire!" fece solo un cenno svogliato con la testa al che decisi di andarmene. Era ormai passata una settimana dalla sparizione di Alexis e dall'autoreclusione di Jaden quando il ragazzo decise di presentarsi a una mia lezione; eravamo tutti felicissimi di rivederlo ma lui aveva ancora il morale a terra. Io e Syrus ci guardammo con uno sguardo rassegnato. No! Dovevo fare qualcosa! Era il momento di passare all'artiglieria pesante:
"Ragazzi oggi voglio presentarvi il mio più grande amore da sempre!" Lo stupore si diffuse per la stanza finché non mostrai una diapositiva allo schermo "Quest'uomo è una delle persone che più amo al mondo: il sommo Dante Alighieri!" Qualcuno scoppiò a ridere "Si, si, ridete pure ma vedrete che oggi vi farò innamorare di lui! Ascoltate voi sapreste rispondere alla domanda "Cos'è l'amore?"?" Silenzio di tomba "Beh... Dante Alighieri, il più grande poeta di sempre, l'ha definito nella sua opera più importante! Vedete, Dante nel 1304 inizia a scrivere la "Divina Commedia", l'opera più grande che un uomo abbia mai scritto! La Commedia si divide in tre cantiche che sono il racconto del viaggio che Dante fa attraverso i tre regni ultraterreni: Inferno, Purgatorio e Paradiso; ogni cantica è divisa poi in 33 canti, fatta eccezione per l'Inferno che è formato da 34 canti. In questo suo pellegrinaggio Dante parla ai peccatori, ai beati, ai penitenti; raccoglie informazioni sulle loro vite, infama alcuni e loda altri. Nella prima cantica, l'Inferno, Dante esplora questo mondo di eterno dolore in cui i peccatori sono posti in determinati gironi a seconda del loro peccato; e, nel quinto canto, egli ha modo di parlare con Francesca da RImini, una delle anime più importanti di tutta l'opera! Dante mette in bocca a Francesca tre terzine famosissime, ognuna di queste comincia con la parola "Amor" e i primi versi di ogni terzina danno determinati connotati all'amore" Presi un gesso e scrissi alla lavagna:

 

"Amor,  ch'al cor gentil ratto s'apprende
...
Amor, ch'a nullo amato amar perdona
...
Amor condusse noi ad una morte"


"Questi versi vivranno per sempre fin quando esisterà un uomo che se li ricorderà... Comunque io voglio analizzare questi tre versi con voi. Il primo dice che l'amore arriva "ratto" ossi veloce; l'amore è qualcosa di fulmineo, l'attimo prima non c'era nulla e ora c'è il tutto; l'amore arriva come una tempesta improvvisa che cambia totalmente lo scenario su cui eravamo affacciati! E questo amore, al cuore, "s'apprende", s'attacca, si appiccica, lo stringe, lo rende totalmente suo rendendogli impossibile pensare ad altro! L'amore brama le nostre attenzioni!
Il secondo verso è uno tra i più belli di tutta l'opera! È complicatissimo da spiegare ma parafrasando verrebbe una cosa tipo "L'amore che non permette a chi è amato di non riamare a sua volta". Vedete se voi amate qualcuno e lo amate puramente, intensamente, veramente, allora il vostro amore è sicuramente contraccambiato! È una legge fisica! Nel momento in cui si dice all'altro "Ti amo" è come se il fuoco, l'incendio che arde in noi riuscisse ad accendere una scintilla nell'altro cuore... e questa cosa è la più vera che abbiano mai detto.
Ma ora veniamo al'ultimo verso: qui Francesca dice che lui e Paolo, il suo amato, sono morti per amore. Questo è uno degli insegnamenti su cui Dante farà girare tutta l'opera: il bisogno di amare nella vita! Perché l'amore è l'unica cosa che ci può far accettare la morte! Noi siamo pronti a morire solo quando troviamo qualcosa per cui vale la pena farlo e questo può essere l'amore per un ideale, per un lavoro, per un'altra per..."
"Sta dicendo un mucchio di cazzate" 
Qualla voce troncò il mio discorso, mi guardai intorno alla ricerca di colui che aveva detto quella cosa e lo trovai ma non riuscivo a credere ai miei occhi: sulla porta d'entrata dell'aula Alexis mi squadrava con due occhi vuoti, privi di ogni emozione "Alexis..." dissi accorgendomi che stava indossando l'uniforme della società della luce "Sì professore sono proprio io" Jaden scattò in piedi per vedere la ragazza ma si sentì male nel vederla glaciale come due anni prima. "Vede professore se veramente l'amore fosse una forza perché Francesca è all'inferno? Perché se l'amore vince la morte lei, per colpa dell'amore, vive una morte eterna?" La freddezza con cui mi poneva quelle domande era paurosa... Lei non era Alexis, non poteva esserlo "Alexis dov'eri?" disse Jaden fingendo che la ragazza fosse ancora quella di una volta "Taci Yuki!" disse fulminandolo con uno sguardo privo di ogni emozione. Lui si sentì mancare il mondo sotto ai piedi. "Professore le dimostrerò che i sentimenti sono inutili... anzi, le dimostrerò che sono una debolezza! Duelliamo!" Disse sadica "Non... Non..." "Cos'è? Ha paura della sua allieva?" "No combatterò io contro di te" disse Jaden senza degnarla di uno sguardo "Jaden aspetta!" Provai a dire, ma era troppo tardi "Tu Yuki credi di potermi fermare? Ahahahahah, povero illuso! Va bene accetto la tua sfida! Oggi alle 21:00 nell'arena dei duelli ti aspetterò lì" e se ne andò senza aggiungere altro.
Sospesi la lezione e andai con Jaden dal cancelliere per riferirgli quello che era successo "La situazione è molto grave! Jaden hai un piano su come fermarla?" chiese Sheppard "Beh" rispose il ragazzo "A dire la verità l'avrei ma voi mi dovete dare la massima fiducia" e poi prese a raccontarci il piano. Io e Sheppard non appena ci fu esposto ci scagliammo contro questo: non poteva farlo era troppo rischioso... eppure... era l'unica chance.
Le nove di sera arrivarono e l'arena era quasi deserta gli unici presenti ervamo: il canceliere, Crowler, Syrus, Hassleberry, Atticus, Chazz, Blair ed io; tutti gli altri avevano troppa paura per presentarsi.
Alexis entrò nell'arena accompagnata da un vento gelido e trapassante "Dov'è lui? Se l'è già data a gambe levate?! Ahahahahah..." ma la risata venne interrotta dallo spalancarsi della porta difronte a lei: un'oscurità quasi concreta, quasi palpabile iniziò ad entrare dalla porta, iniziò ad avvolgere l'arena e tutti noi, poi un'ombra che pian piano avanzava, un rumore metallico che rimbombava nel silenzio più assoluto finchè davanti ai nostri occhi e a quelli di Alexis non apparve il Jaden Sovrano Supremo.

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Capitolo 8
*** Questi, che mai da me non fia diviso ***


VIII- QUESTI, CHE MAI DA ME NON FIA DIVISO
 

Due oscurità che nessuno sperava più di rivedere si incontrarono lì, davanti ai nostri occhi. Jaden fissava impassibile Alexis da dietro il suo elmo: non l'ombra di un sorriso, non l'orma di un'emozione, nulla trapelava dall'anima di chi aveva da pochi giorni iniziato a scoprirla. Alexis invece quando vide il Sovrano fece un passo indietro, mascherò i suoi sentimenti ma si sentiva strana difronte a quell'uomo: aveva detto basta ai suoi sentimente ma allora perché sentiva qualcosa? Non era paura, no, era qualcos'altro.
"Allora" sentenziò il Sovrano "Siamo qui per combattere no?" E salì sul campo da duello fulminando con lo sguardo la sfidante "Yuki, ora vedrai..." "Non chiamarmi Yuki! Io sono il Sovrano Supremo te ne sei dimenticata sciocca?!" ad Alexis si strozzò la voce in gola "B-Bene Sovrano... duelliamo!"
Sovrano Supremo 4000 LP VS Alexis 4000 LP
Turno 1
"Siccome sono una donna comincio io! Pesco! Vediamo se ti ricordi di questa carta, evoco "Fata della Neve" (ATK 1100) e attivo la carta "Fortezza della Notte Bianca" in questo modo le carte trappola non possono essere attivate nel turno dell'altro giocatore. Posiziono una carta coperta e termino il mio turno!"
Turno 2
"Ti sei resa conto di chi hai difronte? Perché da come duelli non si direbbe! Pesco. Evoco "Eroe Malvagio Custode Infernale" (ATK 1600), vai e spazza via quello stupido mostro" (Alexis 3500 LP) Nel momento in cui il mostro del sovrano distrusse la creatura della ragazza l'esplosione generò una folata di vento che fece indietreggiare la ragazza. "Posiziono una carta coperta e termino." 
Syrus "Quell'attacco sembrava quasi... Reale"
Dante "Lo era"
Atticus "Cosa intende dire professore?"
Dante "Vedete in un qualche modo Jaden sembra aver risvegliato i poteri del Sovrano Supremo e siccome sono poteri che provengono dall'altra dimensione questi conferiscono al duello una "portata reale". Questo duello potrebbe anche essere considerato un Gioco delle Ombre"
Hassleberry "Ma allora dobbiamo fermarli prima che sia troppo tardi!"
Crowler "No!"
Syrus "Ma professor Crowler..."
Crowler "Jaden ci ha chiesto di avere fiducia in lui e, anche se in questo momento non sembra lui, sono sicuro che ha un piano"
Io e il cancelliere annuimmo all'unisono
Atticus "Speriamo che voi abbiata ragione"
Turno 3
"Credi di impressionarmi con così poco?" Jaden era impassibile, sembrava non sentirla; Alexis era scocciata di quella sufficenza con cui la guardava "Pesco! Attivo la magia "Sacrificio di Ghiaccio" con cui evoco un segna mostro ghiaccio che viene considerato come un doppio tributo per le evocazioni quindi lo sacrifico ed evoco "Drago della Notte Bianca" (ATK 3000), procedo poi attivando la mia carta coperta "Richiamo del Posseduto" con cui recupero "Fata del Ghiaccio" (ATK 1100) e ora attivo due carte magia: la prima è "Tempesta Bianca" con la quale per ogni tuo mostro distrutto perdi 600 LP, la seconda invece è "Velo Bianco" con cui equipaggio "Drago della Notte Bianca"!"
Chazz "Ancora quella carta..."
Syrus "Già... pensavamo che l'incubo fosse finito invece..."
"Ora ti farò assaggiare la mia vera forza! Vai "Drago della Notte Bianca" attacca "Custode Infernale" (Jaden 2600 LP) "Ora si attiva "Tempesta Bianca"" (Jaden 2000 LP) "Poi fata della neve ti attacca direttamente!" (Jaden 900 LP) Ad ogni attacco una folata di vento spazzava via tutto quello che incontrava, sugli spalti sentivamo l'aria fredda che per poco non ci scaraventava lontani ma Jaden era impassibile: non indietreggiava, non spostava il suo sguardo solenne da lei.
"Smettila di guardarmi così! Non senti il dolore? Non senti la tristezza del non poter far nulla per salvare la tua amica? Ah no, certo, tu non sei Jaden! Tu hai ceduto all'oscurità proprio come me!" Lui non rispose "Vediamo ora cosa farai, termino il mio turno"
Turno 4
"Pesco. Siccome non controllo mostri posso evocare specialmente dalla mia mano "Eroe Malvagio Prodigio infernale" (ATK 300) che sacrifico subito per evocare "Eroe Malvagio Malicius Edge" (ATK 2600), ora attivo la mia carta coperta "Intervento sul DNA" con la quale tutti i mostri sul terreno diventano di tipo Demone"
Atticus "Cosa vuole fare con questa mossa?"
"Posiziono una carta coperta e..."
Alexis "Ti ricordo che se provi ad attaccare mi basta scartare una carta magia per spostare il tuo attacco su "Drag..."
"Taci!" Alexis indietreggiò "Conosco perfettamente quelle tue carte... Termino il mio turno con una carta coperta."
Turno 5
Alexis era in difficoltà, non riusciva a capire le mosse dell'avversario, non riusciva a capire dove voleva arrivare ma allo stesso tempo non riusciva a capire contro chi stava combattendo. Perché non riusciva a sostenere quello sguardo? Aveva fatto un accordo: non avrebbe più provato nulla, ma allora perché sentiva qualcosa...
Jaden "Sbrigati a fare la tua mossa"
Alexis non rispose per un po' poi, ritrovata la sua fredda sicurezza disse "Hai così tanta voglia di perdere? Va bene, ti accontento subito! Pesco!"
Jaden "Attivo la mia carta coperta"
"Non puoi attivare le trappole durante il mio turno per effetto di "Fortezza della Notte Bianca"!"
Jaden "Lo so benissimo infatti voglio attivare una magia"
"Cosa?!"
Jaden "Proprio così; io non posso attivare direttamente le carte magia per effetto di "Fata del Freddo" e non posso attivarle nel turno in cui vengono posizionate, ma ora il mio turno è passato e posso attivare la mia carta magia rapida..."
Mentre la carta magia si scopriva un'oscurità sempre crescente si liberava da lei, finché non fu scoperta del tutto e in quel momento un turbine di oscurità si libero tutto intorno al campo da gioco. Alcuni lampadari tremavano pericolosamente, alcuni banchi vennero ribaltati, le porte iniziarono ad aprirsi e a chiudersi.
Syrus "Non può essere quella è..."
Jaden "..."Super Polimerizzazione"! Scarto una carta al cimitero e fondo insieme "Eroe Malvagio Malicius Edge" e il tuo "Drago della Notte Bianca" dato che per effetto di "Intervento sul DNA" è un demone di livello 8 per evocare specialmente "Eroe Malvagio Demone Malicius"!!!"
Quel turbinio di buio assorbì i due mostri, tutti osservavamo la scena inermi anche Alexis che ora era palesemente spaventata... L'oscurità si compattò in una sfera che prese la forma di un paio di ali chiuse su se stesse; quando si spalancarono il mostro di Jaden compave con un ghigno malvagio in volto rilasciando un'altra folata di nera notte: eccolo "Eroe Malvagio Demone Malicius" (ATK 3500)
Jaden "Spero tu conosca il suo effetto: i tuoi mostri sono obbligati ad attaccarlo!" A quelle parole la "Fata della Neve" di Alexis si scagliò all'attacco ma una fiammata nera la spazzò via (Alexis 1100 LP).
La ragazza cadde in ginocchio "PERCHÉ?! Io ho rinunciato a ogni emozione, ho rinunciato ad ogni sentmento sarei dovuta essere più forte di te!" Urlava contro il pavimento senza alzare lo sguardo ma poi pensò di aver capito, scoppiò a ridere "Ahahahahahah; ma certo! Tu sei più forte di me perché anche tu hai abbandonato le emozioni! Perché anche tu hai liberato nuovamente il tuo lato oscuro! Ahahahah..." "Smettila di dire stronzate" disse Jaden serio, lei lo guardò storto. Il ragazzo iniziò a sfilarsi lentamente l'elmo "Uff" sbuffò lanciandolo lontano "È figa questa armatura ma tiene un caldo che mai" confessò sorridendo. I suoi amici lo guardavano sorpresi, Crowler, il cancelliere ed io, invece, tirammo un sospiro di sollievo: sapevamo del suo piano, del fatto che si sarebbe finto "Oscuro" per provare ad Alexis qualcosa che avevamo capito solo in parte. "Cosa significa tutto questo!" Disse la ragazza infuriata "Beh vedi Alexis..." iniziò Jaden "Io non ho rinunciato alle emozioni, non mi sono fatto soggiogare dall'oscurità! Tutto quello che hai visto, l'oscurità, il buio, le tenebre sono state create da una mia cara amica" Yubel comparve alla sua destra e gli sorrise "Ottimo lavoro Jaden" Disse Banner comparendo alla sua sinistra "Grazie ragazzi e ora andiamo a riprenderci la nostra Alexis!" "Stupido io sono Alexis, sono io che ha stretto un patto con l'oscurità, l'ho fatto io consapevolmente!" "Sai, credo tu abbia ragione, sei ancora te ma hai indosso solo una maschera" "Cosa vuoi dire?" "Vedi durante questo duello eri preoccupata per me; l'ho capito da subito: quando mi hai visto vestire i panni del Sovrano Supremo, quando riconoscevi le sue parole, i suoi atteggiamenti non avevi paura per te stessa ma avevi paura che io avessi ceduto alle tenebre... Alexis non rinunciare alle tue emozioni, non rinunciare ai tuoi sentimenti, ai tuoi amori, è da lì che noi uomini traiamo la nostra forza!"
"STAI ZITTO!!! Io non... io non voglio soffrire mai PIÙ!!! Gioco la carta magia "Fulmine Boltex" così diciamo addio al tuo mostro!" "Meglio così, non piaceva nemmeno a me" "BASTA! Non fare battute! Posiziono una carta coperta e termino!"
Turno 6
"Alexis ora ti farò vedere che i sentimenti ci rendono solo più forti! Pesco! Attivo la carta magia "Sepoltura Prematura" pago 800 LP (Jaden 100 LP) e recupero dal cimitero una delle mie carte preferite "Yubel" (ATK 0)"
Alexis "Com'è c'è finito nel tuo cimitero?!"
"Ti ricordi la carta che ho scartato per attivare "Super Polimerizzazione"? Beh si da il caso che fosse proprio Yubel" Poi si rivolse allo spirito che questa volte poteva essere visto da chiunque "Sei pronta amica mia" "Certamente" "Bene ora gioco "Regole Antiche" con cui evoco senza nessun tributo "Neos Eroe Elementale" (ATK 2500). Siete pronti ragazzi? Mando i miei due mostri al cimitero ed evoco "Neos Uomo Saggio"! (ATK 3000) Vedi Alexis questa carta nasce dall'unione della mia immaturità e della mia maturità, questa carta è l'insieme delle mie emozioni e delle mie esperienze, la fusione del mio mondo esteriore con quello interiore! Questa carta rappresenta la mia identità, il mio essere uomo, il mio odiare, il mio amare! Per questo voglio che sia lei a salvarti! Vai "Neos Uomo Saggio" attaccala direttamente!"
Alexis "Gioco la carta trap..." ma la sua voce si interruppe e iniziò a pensare "Non posso attivare la trappola "Cilindro Magico" a causa di "Fortezza della Notte Bianca"... Ho perso per colpa mia... Probabilmente Jaden ha ragione... È diventato molto maturo... Molto saggio... e questa cosa me lo fa amare ancora di più... Grazie Jaden..." pensò mentre una lacrima le bagnava il sorriso (Alexis 0 LP). Jaden corse per sostenerla prima che cadesse priva di sensi. Tutti scendemmo in campo dagli spalti e io e Crowler la portammo in infermeria dove stette due giorni prima di riprendersi.
"Molto bene ragazzi" iniziai a dire "Ho aspettato a fare questa lezione perché c'erano degli assenti e avevo piacere che ci foste tutti. Due giorni fa qualcuno di voi mi disse "Ma professore se l'amore salva perché Paolo e Francesca sono all'inferno?" La persona in questione non ha usato proprio queste parole ma io ho parafrasato" La classe scoppiò a ridere e Alexis, imbarazzata, abbassò lo sguardo, io e Jaden la guardammo e le sorridemmo "Comunque è una domanda più che legittima; Dante vuole farci vedere che l'amore può anche farci sopportare l'inferno, vedete... Francesca qualche verso dopo dice una frase meravigliosa parlando di Paolo, lei dice:


"Questi, che mai da me non fia diviso"

Allora, io non so chi di voi abbia colto il senso ma ora ve lo spiego, Francesca, all'inferno, dice che non vuole essere separata da Paolo! Paolo praticamente è la sua colpa, la sua colpa è quell'amore, ma lei non se ne vuole separare perché lo ama!  È colpa di Paolo se loro due sono lì ma a lei non gliene frega nulla! Lei ha perso tutto il suo mondo ma l'ha ritrovato tra le braccia del suo innamorato e lei ora vuole vivere nell'eternità fra quelle braccia! Non gli interessa di essere all'inferno perché quel loro eterno abbraccio diventa anche il loro paradiso! Vedete che forza ci da l'amore! Vedete quindi che l'amore riesce anche a darci la fora per sopportare una morte eterna!"

 

 

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Capitolo 9
*** Io mi conosco ora ***


IX- IO MI CONOSCO ORA

 
Oramai tutto era tornato alla tranquillità, i giorni passavano e in breve tempo, come se ci trovassimo in una favola, ci ritrovammo avvolti nel candore e nel gelo dell'inverno.
La neve continuava a cadere, delle volte per dei giorni interi, il sole sembrava invece essersi dimenticato di noi, ma questo scenario surreale non ci dava alcuna tristezza, anzi, ci entusiasmava, ci regalava un'allegria unica e incomprensibile per alcuni.
Jeden e Alexis dopo essersi affrontati celati dietro alla maschera delle loro oscurità erano tornati "amici" (metto questo termine tra virgolette per sottolineare il fatto che i loro comportamenti erano tornati quelli di prima quindi da amici che sono innamorati ma non riescono ad ammetterlo) e delle volte passavano pomeriggi interi a passeggiare sotto alla neve o a rintanarsi nel bar della scuola a bere qualcosa di caldo: insomma, oramai era palese che i due si piacessero ma nessuno dei due riusciva ad ammetterlo!
Io continuavo a tenere le mie lezioni alle quali si erano abituati ormai tutti, Hassleberry si era offerto di farmi da assistente quindi ogni tanto mi dava una mano a sistemare le lezioni, i compiti e tutte le mie scartoffie che si accumulavano qua e là  per la mia stanza. Un giorno, a quelli dell'ultimo anno, feci leggere uno dei miei brani preferiti tratto dal romanzo di Manzoni "I promessi sposi":

 

"oh!" disse: "che preziosa visita è questa! e quanto vi devo esser grato d'una sì buona risoluzione; quantunque per me abbia un po' del rimprovero!"
"Rimprovero!" esclamò il signore maravigliato, ma raddolcito da quelle parole e da quel fare, e contento che il cardinale avesse rotto il ghiaccio, e avviato un discorso qualunque.
"Certo, m'è un rimprovero," riprese questo, "ch'io mi sia lasciato prevenir da voi; quando, da tanto tempo, tante volte, avrei dovuto venir da voi io."
"Da me, voi! Sapete chi sono? V'hanno detto bene il mio nome?"
"E questa consolazione ch'io sento, e che, certo, vi si manifesta nel mio aspetto, vi par egli ch'io dovessi provarla all'annunzio, alla vista d'uno sconosciuto? Siete voi che me la fate provare; voi, dico, che avrei dovuto cercare; voi che almeno ho tanto amato e pianto, per cui ho tanto pregato; voi, de' miei figli, che pure amo tutti e di cuore, quello che avrei piú desiderato d'accogliere e d'abbracciare, se avessi creduto di poterlo sperare. Ma Dio sa fare Egli solo le maraviglie, e supplisce alla debolezza, alla lentezza de' suoi poveri servi."
L'innominato stava attonito a quel dire così infiammato, a quelle parole, che rispondevano tanto risolutamente a ciò che non aveva ancor detto, né era ben determinato di dire; e commosso ma sbalordito, stava in silenzio. "E che?" riprese, ancor piú affettuosamente, Federigo: "voi avete una buona nuova da darmi, e me la fate tanto sospirare?"
"Una buona nuova, io? Ho l'inferno nel cuore; e vi darò una buona nuova? Ditemi voi, se lo sapete, qual è questa buona nuova che aspettate da un par mio."
"Che Dio v'ha toccato il cuore, e vuol farvi suo," rispose pacatamente il cardinale.
"Dio! Dio! Dio! Se lo vedessi! Se lo sentissi! Dov'è questo Dio?"
"Voi me lo domandate? voi? E chi piú di voi l'ha vicino? Non ve lo sentite in cuore, che v'opprime, che v'agita, che non vi lascia stare, e nello stesso tempo v'attira, vi fa presentire una speranza di quiete, di consolazione, d'una consolazione che sarà piena, immensa, subito che voi lo riconosciate, lo confessiate, l'imploriate?"
"Oh, certo! ho qui qualche cosa che m'opprime, che mi rode! Ma Dio! Se c'è questo Dio, se è quello che dicono, cosa volete che faccia di me?"
...
A misura che queste parole uscivan dal suo labbro, il volto, lo sguardo, ogni moto ne spirava il senso. La faccia del suo ascoltatore, di stravolta e convulsa, si fece da principio attonita e intenta; poi si compose a una commozione piú profonda e meno angosciosa; i suoi occhi, che dall'infanzia piu non conoscevan le lacrime, si gonfiarono; quando le parole furon cessate, si coprì il viso con le mani, e diede in un dirotto pianto, che fu come l'ultima e piu chiara risposta.
"Dio grande e buono!" esclamò Federigo, alzando gli occhi e le mani al cielo: "che ho mai fatto io, servo inutile, pastore sonnolento, perche Voi mi chiamaste a questo convito di grazia, perche mi faceste degno d'assistere a un sì giocondo prodigio!" Così dicendo, stese la mano a prender quella dell'innominato.
"No!" gridò questo, "no! lontano, lontano da me voi: non lordate quella mano innocente e benefica. Non sapete tutto ciò che ha fatto questa che volete stringere."
"Lasciate," disse Federigo, prendendola con amorevole violenza, "lasciate ch'io stringa codesta mano che riparerà tanti torti, che spargerà tante beneficenze, che solleverà tanti afflitti, che si stenderà disarmata, pacifica, umile a tanti nemici."
"E' troppo!" disse, singhiozzando, l'innominato. "Lasciatemi, monsignore; buon Federigo, lasciatemi. Un popolo affollato v'aspetta; tant'anime buone, tant'innocenti, tanti venuti da lontano, per vedervi una volta, per sentirvi: e voi vi trattenete... con chi!"
"Lasciamo le novantanove pecorelle," rispose il cardinale: "sono in sicuro sul monte: io voglio ora stare con quella ch'era smarrita. Quell'anime son forse ora ben piú contente, che di vedere questo povero vescovo. Forse Dio, che ha operato in voi il prodigio della misericordia, diffonde in esse una gioia di cui non sentono ancora la cagione. Quel popolo è forse unito a noi senza saperlo: forse lo Spirito mette ne' loro cuori un ardore indistinto di carità, una preghiera ch'esaudisce per voi, un rendimento di grazie di cui voi siete l'oggetto non ancor conosciuto." Così dicendo, stese le braccia al collo dell'innominato; il quale, dopo aver tentato di sottrarsi, e resistito un momento, cedette, come vinto da quell'impeto di carità, abbracciò anche lui il cardinale, e abbandonò sull'omero di lui il suo volto tremante e mutato. Le sue lacrime ardenti cadevano sulla porpora incontaminata di Federigo; e le mani incolpevoli di questo stringevano affettuosamente quelle membra, premevano quella casacca, avvezza a portar l'armi della violenza e del tradimento.
L'innominato, sciogliendosi da quell'abbraccio, si coprì di nuovo gli occhi con una mano, e, alzando insieme la faccia, esclamò: "Dio veramente grande! Dio veramente buono! io mi conosco ora, comprendo chi sono; le mie iniquità mi stanno davanti; ho ribrezzo di me stesso; eppure...! eppure provo un refrigerio, una gioia, sì una gioia, quale non ho provata mai in tutta questa mia orribile vita!"
 

 
Innanzitutto mi dovetti scusare con la classe per la lunghezza del brano letto (e ne approfitto per scusarmi anche con te lettore ma amo troppo queste pagine del romanzo) poi spiegai chi erano i due personaggi: uno era l'uomo più crudele che questo mondo abbia mai visto, oscuro, malvagio; l'altro, invece, era un santo in terra, un cardinale meraviglioso nei gesti e nelle parole. "Questo dialogo tra l'Innominato e il cardinale Federigo Borromeo è uno dei momenti più alti della letteratura italiana. Ma sentite la potenza delle parole! Sentite il pentimento dell'Innominato per ciò che era, per ciò che fece. Se ne accoorge e il cardinale lo perdona, anzi, fa di più, si scusa con lui perché ha aspettato che lui facesse la prima mossa, ha aspettato che lui si recasse al suo cospetto quando in realtà era lui che si doveva muovere. L'Innominato non crede a quello che sente: perché quella luce, perché quella colomba sta parlando con lui che altro non è che un misero corvo? Lui non vuole che il suo candore si sporchi con la sua oscurità tant'è che cerca di fuggire anche al contatto fisico; ma le parole ti abbracciano quando meno te lo aspetti, ti braccano e ti mettono davanti alla realtà... Solo allora l'Innominato cede all'abbraccio del cardinale e solo allora lui dice di "conoscersi", solo allora ritrova il vero se stesso! E voi? Avete intenzione di muovervi o volete continuare ad aspettare? Volete ammettere la verità? Riuscite a conoscervi?"
Mi ero interrotto per lasciare la parola agli studenti ma ad un certo punto l'altoparlante emise dei rumori metallici poi la voce del dottor Crowler si diffuse per tutta l'aula "Il professor Alfivelli e gli studenti Yusuke Fujiwara, Atticus Rhodes e Jaden Yuki sono attesi nell'ufficio del cancelliere, immediatamente". I tre ragazzi si guardarono confusi tra di loro poi io e Jaden ci guardammo per un istante negli occhi, lui si incamminò fuori dalla classe seguito dagli altri due mentre io mi scusavo per l'inconveniente promettendo che saremmo tornati il prima possibile. Nell'ufficio del cancelliere entrarono prima i tre ragazzi lasciando me fuori dalla porta; dentro si trovavano Sheppard e Crowler ad aspettarli, la preoccupazione sembrava aggirarsi per l'aria... "Ragazzi scusate se vi abbiamo convocato così nell'immediato ma non volevamo perdere tempo..." iniziò a dire il cancelliere "Visto quello che qualche tempo fa è successo ad Alexis abbiamo avuto il timore che Nightshroud potesse risvegliarsi" A sentire quel nome il sangue dei tre ragazzi si gelò: Fujiwara e Atticus erano stati sopraffatti da quell'essere, mentre Jaden aveva contribuito a risvegliarlo con il suo duello contro Yubel ma poi era riuscito a sconfiggerlo l'anno prima. "Le squadre che abbiamo incaricato non sono riuscite a verificare nulla... Non hanno raccolto nessun dato neanche su recenti attività legate all'oscurità in questa scuola" "Ma scusi" disse Yusuke "Alexis ha risvegliato l'oscurità è impossibile che non abbiano rilevato questo avvenimento!" "Infatti è per questo che vi abbiamo chiamato" Proseguì Crowler "Non ci fidiamo delle ricerche svolte da quelle squadre quindi abbiamo deciso di affidarci a voi. Voi siete entrati in contatto diretto con quell'essere e sappiamo che potrete riuscire a rilevare dei dati importanti!" "Ma professore come possiamo fare da soli noi tre?" ribattè Atticus "Non sarete da soli" disse pacato Sheppard "Delle persone vi stanno attendendo al dormitorio abbandonato, vi consiglio di recarvi subito là per parlare direttamente con loro. Ora potete andare e fate pure entrare il professor Alfivelli".
I tre ragazzi raggiunsero il dormitorio abbandonato superando i cumuli di neve che si ostacolavano l'ingresso alla struttura, scesero nei sotterranei e si trovarono davanti degli strani macchinari che non avevano mai visto lì fino a quel momento
"Jaden quanto tempo è passato" quella voce era così familiare per i tre ragazzi... Si voltarono e videro Sartorius che spingeva una carrozzina su cui era seduto Kagemaru
"Sospettavo che sareste stati voi due i nostri "tutori"" disse sereno Jaden
"Beh ti sbagli solo su una cosa" sorrise Kagemaru "Saremo in tre"
"E chi sarebbe il terzo?" chiese Atticus
"Io" risposi scendendo le scale del sotterraneo
"Professor Alfivelli lei cosa centra con questa storia?" mi chiese Jaden sorpreso
Sartorius "Non gliene hai parlato Dante?"
Atticus "Voi due vi conoscevate già?"
Io "Ora vi racconterò rapidamente tutto. Io e Sartorius abbiamo frequentato l'accademia negli stessi anni, lui era un'Obelisk mentre io ero uno Slifer, eravamo degli amici-rivali. Quando noi studiavamo questo dormitorio era al massimo del suo splendore e sopra a questa stanza c'era una biblioteca enorme, io passavo i miei giorni in quella stanza a leggere con il mio gruppo di amici e Sartorius si esercitava nelle sue pratiche di divinazione con noi. Un giorno, io e Sartorius, durante il nostro ultimo anno, trovammo le scale che conducevano a questo seminterratto e incontrammo Nightshroud, sapevamo che avrebbe potuto renderci immensamente più forti quindi, stupidamente, stringemmo un accordo: Sartorius voleva essere in grado di prevedere il futuro, io volevo riuscire a vedere gli spiriti. I nostri desideri vennero esauditi e Nightshroud ci diede una carta a testa per sigillare l'accordo, due carte che ancora oggi utizziamo nei duelli e sono "Energia Arcana EX il signore luminoso" e "Sigillo di Orichalcos". Eravamo stati degli ingenui e ben presto l'oscurità ci divorò... Sarotius non aveva avuto problemi con quel potere fino a due anni fa quando tu, Jadem, lo hai fermato, invece, io... Io..."
Sartorius "La mente di Dante venne corrotta molto prima dall'oscurità, Nightshroud lo desiderava immensamente, aveva visto qualcosa in lui e in pochi giorni divenne un suo seguace"
Jaden "E come ha fatto a liberarsi dall'oscurità?"
Io "Mi ha salvato quella che poi sarebbe diventata mia moglie"
I ragazzi non potevano credere a quella storia, mi chiesero molto altro e io gli raccontai tutto, cose che non scriverò in questa storia ma che serbo per un'altra occasione.
Da quel momento le ricerche divennero estenuanti: ogni pomeriggio ci ritrovavamo in quel sotterraneo a prendere dati, ad analizzarli e a duellare, ognuno di noi utilizzava il potere che l'oscurità gli aveva concesso: Sartorius utilizzava il deck che usò contro Jaden, Kagemaru le Bestie Sacre (eravamo riusciti a contenere i loro poteri quindi non ci sarebbero stati problemi), Atticu e Yusuke uravano la Maschera, io il potere dell'Orichalcos e Jaden il deck del Sovrano Supremo. Dopo quei pomeriggi eravamo esausti e le mattine in classe divennero pian piano insopportabili, gli unici professori a sapere di questi esperimenti eravamo Crowler ed io e invitavamo i tre studenti a restarsene in camera a riposare ma i loro amici si accorsero della loro stanchezza e, più di tutti gli altri, Alexis iniziò a preoccuparsi.
Una sera mentre Jaden rientrava al dormitorio dopo gli esperimenti venne fermato di colpo da Chazz "Yuki io e te dobbiamo parlare!"
"Dimmi pure Chazz" disse Jaden con un filo di voce
"Ho deciso di lasciarti in pace riguardo Alexis ma non tollero che tu la faccia preoccupare, ci siamo intesi?"
"Alexis è preoccupata per me?"
"Siamo tutti preoccupati per te, per Atticus, per Yusuke e anche per il professore. Non so cosa state facendo ma siete ridotti uno straccio ogni giorno!"
"E Alexis cosa centra con questo?"
"Allora sei veramente un cretino! È preoccupata per te! So siete usciti insieme parecchie volte nelle ultime settimane e, di punto in bianco, sei sparito, non le parli più e la mattina ti presenti in classe che sembri uno zombie! Vuoi capire che la stai facendo soffrire!? Vuoi capire che lei è innamorata di te!?"
Jaden non sapeva cosa dire
"Io ho accettato i suoi sentimenti e mi son fatto da parte ora tocca a te farlo e giuro solennemente che se la farai stare ancora male io ti farò a pezzi con le mie stesse mani!" Chazz si stava allontanando quando Jaden lo prese per un braccio e lo fermò "Grazie Chazz..." lui sorrise "Jaden, vai lei aspetta solo te!" dopo quelle parole i due si diedero il pugno, un pugno che poi si aprì in un solenne abbraccio di ritrovata amicizia. Jaden solo allora si conobbe.

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Capitolo 10
*** Amore e Morte ***


X- AMORE E MORTE

 

Jaden quella mattina si svegliò con la consapevolezza di dover andare da Alexis, con la consapevolezza dei suoi veri sentimenti. Le avrebbe finalmente detto che l'amava, le avrebbe finalmente parlato con il cuore in mano, con l'amore accanto. Si alzò con un balzo dal letto sorridente come non mai: stava per fare la cosa giusta. 
"Alla fine ti sei deciso eh?" Disse Yubel allegra. 
"Era deciso da sempre, quello che gli mancava era il coraggio, sbaglio?" Chiese Banner ridacchiandosela sotto i baffi. 
Jaden fece un cenno come per ammettere la sua colpa è dimostrare agli amici che l'aveva superata ed era finalmente pronto. 
"Non vedo l'ora di vedervi assieme" disse Banner beandosi di quel pensiero
"Smettila, ancora le deve dire in faccia i suoi sentimenti!" Sentenziò Yubel. 
Solo allora nella mente di Jaden si dipinse un dubbio orribile "E... Se lei... Non..."
Banner aveva capito dove voleva arrivare il ragazzo: lo fissò negli occhi con quelli che lui gli aveva visto in volto solo durante il loro duello nel dormitorio abbandonato "Ascoltami bene Jaden, posso capire che tu ora abbia dubbi in testa ma se non ti muovi non saprai mai come andrà a finire. Devi solo fare un balzo, devi solo azzardare quel salto se no, anche se la felicità fosse possibile, non la afferrerai mai" 
""Felicità raggiunta, si cammina 
per te sul fil di lama.""
I due guardarono strano Yubel che aveva appena pronunciato quei versi
"Che c'è?" Disse imbarazzata "Alfivelli non è il solo a conoscere Montale!" Concluse scocciata. 
"Comunque" disse lo spirito schiarendosi la voce ""L’amore è un fiore bellissimo che però bisogna avere il coraggio di cogliere sull’orlo di un terribile precipizio.""
Il ragazzo si riprese dallo sconforto in cui era caduto poco prima guardò negli occhi i due spiriti sorridendo "Grazie ragazzi, non so come farei senza di voi". 
Alexis si era appena alzata dal letto, quella notte non aveva chiuso occhio, era rimasta sveglia a pensare e a piangere: non capiva quello che stava passando Jaden, non capiva perché l'aveva nuovamente lasciata sola, l'aveva illusa per poi abbandonarla. Ma non poteva smettere di amarlo: ogni volta che le veniva in mente un torto subito sorrideva pensando ai suoi gesti dolci, alle sue parole meravigliose, ai loro voli. Eppure l'anima le urlava in petto, il patimento del vederlo ridotto a uno zombie senza capirne la causa la mandava in crisi. Dov'era finito quel sorriso che aveva appena ritrovato?
Si alzò senza forze, senza voglia; si lavò e si vestì meccanicamente per poi aprire la porta e vedersi cambiare davanti il mondo. 
Jaden era lì, fuori dalla porta, appoggiato allo stipite mentre affannato cercava di riprendere le forze dopo la corsa che aveva fatto per raggiungere il dormitorio "Alexis!" Disse il ragazzo guardandola negli occhi. Lei venne travolta da una bufera, da un misto di felicità e di dubbio, era lì, davanti a lui e non sapeva cosa avrebbe detto, cosa sarebbe capitato di lì a poco "Vuoi uscire con me questa sera?" Chiese il ragazzo determinato tutto d'un fiato. 
Bastò un attimo per sconvolgere una vita, bastarono quelle parole per far mancare il mondo sotto i piedi della ragazza. 
"Jaden..." Iniziò a dire Alexis con gli occhi lucidi "...certo che voglio uscire con te" 
Si guardarono negli occhi e si persero, si persero nella meraviglia di quell'attimo, nell'ineffabile dolcezza del fare la cosa che si desidera, la cosa che il cuore ti urla essere giusta.  
Erano lì in quel ritrovato idillio ma nessuno di loro poteva sapere che stava per arrivare il momento di svegliarsi: il professor Crowler correva affrettato di dormitorio in dormitorio alla ricerca di Jaden e quando lo trovò davanti al dormitorio blu femminile iniziò ad urlare "Jaden dobbiamo andare subito dal cancelliere siamo in grave pericolo!!!"
"Cosa sta succedendo professore?" rispose preoccupato
"Riguarda quella faccenda della quale vi state occupando" disse discreto per non far capire nulla ad Alexis "devi seguirmi subito!"
"Professore verrò con lei ma a una condizione: Alexis deve venire a conoscenza di tutto, voglio che non ci siano segreti tra me e lei"
Il professore guardò gli occhi decisi di Jaden, poi guardò Alexis e, per nascondere un sorriso complice, si voltò rispondendo che andava bene ma che si doveva andare in fretta. 
Nell'ufficio del cancelliere eravamo presenti noi della squadra di ricerca, Sheppard e Pegasus in persona; quando Jaden arrivò chiese confuso "Cosa sta succedendo?"
"Beh Jaden ci sono dei problemi come so... Ma cosa ci fa qui la signorina Rhodes?" Si interruppe a un certo punto il cancelliere vedendo entrare Alexis dalla porta "Vabbè non fa niente, abbiamo trovato le cause degli sbalzi di oscurità"
Jaden "Veramente?!"
Sartorius "Sì; questa notte io, Kagemaru e Dante abbiamo rilevato delle fratture all'interno della dimensione spazio-temporale, come se qualcosa, o qualcuno, la stesse alterando liberamente"
Atticus "Ma com'è possibile una cosa del genere?"
Kagemaru "La comune conclusione alla quale siamo giunti è quella che qualcuno sta viaggiando indietro nel tempo alla ricerca di qualcosa e l'unico modo per fermare l'oscurità una volta per tutte è fermare quest'uomo"
Yusuke "Ma come possiamo arrivare a capire dove e quando apparirà quest'uomo?"
Pegasus "Qui entrò in gioco io: una mia squadra con attrezzature specifiche hanno localizzato un punto in cui la barriera di spazio e tempo si sta alterando e, probabilmente, è il luogo in cui quest'uomo comparirà in più siamo riusciti a capire che ormai è questione di ore"
Jaden "E quindi come lo fermiamo?"
Io "Abbiamo bisogno di te Jaden, abbiamo bisogno che tu vada da lui e lo sconfigga a duello e lo obblighi a tornare nel suo tempo"
Jaden "Ma..."
Sheppard "Jaden sei la nostra unica speranza"
Le pressioni erano tante, le sentiva sulle sue spalle e nella testa...
Jaden "Va bene accetto"
Pegasus "Grazie a Dio. Allora i preparativi sono già pronti partirai tra mezz'ora verso l'Italia accompagnato dal professor Crowler"
Jaden era confuso, era convinto che l'avrei dovuto accompagnare io, sarebbe stata la scelta più logica col senno di poi ma quando fummo da soli nel corridoio gli spiegai il tutto "Jaden vedi io mi sono tirato indietro dall'accompagnarti perché so che, mentre tu sarai via, qui ci sarà qualcuno veramente sconvolto" il ragazzo lì si rese conto che stava lasciando ancora una volta Alexis ma questa volta sarebbe stato diverso. La cercò in lungo e in largo e la trovò solo 5 minuti prima di partire nella foresta, lei era da sola e giocava con una margherita che aveva in mano "Alexis" iniziò a dire lui mentre lei sorpresa alzava lo sguardo "ascoltami ti prometto che non appena tornerò noi usciremo, staremo da soli io e te e parleremo, parleremo finché la luna non sarà stufa di ascoltare le nostre voci e cederà anche lei al sonno, ci inseguiremo sotto le stelle e rideremo con loro. Però fino ad allora tu aspettami, aspettami ti prego. Scusami se ti faccio patire sempre così tanto"
Lei lo guardava e lo vedeva sempre più bello, ad ogni frase, ad ogni parola. "Io ti aspetterò sempre" disse lei. 
Si guardarono a lungo, avevano le mani dell'altro strette nelle proprie, e capirono tutto lì. 
"Devo andare"
"Lo so"
"Non voglio andare voglio stare qui con te"
"Ma devi andare, staremo insieme dopo"
"Non voglio lasciarti sola"
"Tu sarai qui con me lo so"
"E tu mi proteggerai in questa ennesima guerra"
"Ti aspetterò dove tu sai"
"Va bene, ci vedremo lì"
E non si separarono mai più. 

(Durante l'arco di questa giornata avvengono le vicende del secondo film di Yugioh)

Qualche sera più tardi trovai Alexis che stava passeggiando 
"Alexis tutto bene?"
"..."
"Sei preoccupata per Jaden?"
"È via da tanto ho paura che gli sia successo qualcosa"
"Non temere se la caverà, lo sai com'è fatto"
"Si ma... Ho paura di non rivederlo più, ho paura che non torni più..."


"Quando novellamente
Nasce nel cor profondo
Un amoroso affetto,
Languido e stanco insiem con esso in petto
Un desiderio di morir si sente:
Come, non so: ma tale
D'amor vero e possente è il primo effetto.
Forse gli occhi spaura
Allor questo deserto: a sé la terra
Forse il mortale inabitabil fatta
Vede omai senza quella
Nova, sola, infinita
Felicità che il suo pensier figura:
Ma per cagion di lei grave procella
Presentendo in suo cor, brama quiete,
Brama raccorsi in porto
Dinanzi al fier disio,
Che già, rugghiando, intorno intorno oscura.


Quanta verità c'è in queste parole? Hai trovato la tua felicità, il tuo amore e con quello anche la tua più grande paura, la tua più crudele morte. Ma allora devi soccombere a questa? Devi pensare che la tua felicità sia scomparsa? Che non la vedrai più? Mai! Mai e poi mai! Combatti per amore! Vivi per amore! Confida ciecamente nell'amore, solo così si può sconfiggere la morte e tu devi sperare, devi sperare di rivedere i suoi occhi e il suo viso!"
"Grazie professore! Aspetterò il suo ritorno e so che tornerà, infondo lo sento nel cuore che sta bene è che ho paura di illudermi"
"Vedi c'è un confine troppo labile tre "speranza" e "illusione": come si fa a dire quando speriamo e quando ci illudiamo se non conosciamo il futuro? Insomma... Spero che tu mi possa capire... Una speranza è speranza finché la realtà non ci si palesa davanti, allora, con il loro incontro, o la speranza si toglie la maschera e si rivela meschina illusione oppure dalla loro felice unione nasce la felicità più vera. Spera fino alla realtà e non te ne pentirai... Infatti..." Conclusi indicando un elicottero che si stava avvicinando all'Accademia. A lei le si illuminò il volto e iniziò a correre in una direzione diversa a quella verso cui stava andando l'elicottero "Alexis ma dove stai andando?" Gli urlai e lei rispose "A sconfiggere la morte!"



 

 

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Capitolo 11
*** Ho sceso dandoti il braccio ***


XI- HO SCESO DANDOTI IL BRACCIO  

Alexis correva nell'oscurità convinta che di lì a poco avrebbe stretto in mano la sua vera felicità, correva diretta alla scogliera perché sapeva che Jaden sarebbe arrivato lì, ne era convinta!
Io non sapevo nulla di quel loro patto taciuto quindi mi diressi con passo svelto nel luogo dove l'elicottero aveva iniziato l'atterraggio. Non appena le pale si fermarono il pforessor Crowler e Pegasus uscirono dalle due portire; di Jaden non si vedeva l'ombra.
Io "Vellian, Pegasus dov'è Jaden?"
I due si guardarono un attimo poi prese a parlare Pegasus
"È difficile da spiegare sarebbe meglio che voi e gli altri veniate con noi dal cancelliere"
Io "Va bene avviso gli altri ragazzi e vedrete che saranno subito dal cancelliere" presi quindi il palmare e scrissi questo messaggio a Syrus, Hassleberry, Atticus, Chazz, Blair, Yusuke e Alexis:
"Ragazzi Pegasus e Crowler sono tornati ora, ci aspettano nell'ufficio del cancelliere. Jaden non c'è..."
Vorrei provare a descrivere quello che passò Alexis nel momento in cui lesse quelle ultime parole ma credo di non esserne in grado ma voi potete immaginare quel dolore sordo...
Pegasus, Vellian ed io eravamo arrivati all'ufficio del cancelliere e in breve tempo ci raggiunsero tutti, l'ultima ad arrivare fu Alexis con gli occhi gonfi, Atticus la strinse a se sussurrandole nell'orecchio "Vedrai che starà sicuramente bene".
"Bene" iniziò a dire Vellian "Ora che ci siamo tutti possiamo spiegarvi la situazione. Quando siamo arrivati in Italia dove avevamo previsto l'arrivo di quell'essere io, Pegasus e Jaden ci siamo separati. Solo Jaden ha trovato colui che cercavamo... ma la faccenda era più preoccupante del previsto... Cancelliere accenda il televisore su un telegiornale qualsiasi la prego"
Il cancelliere assecondò immediatamente la richiesta di Crowler. Le immagini che vedemmo ci tolsero il fiato: una citta era assediata da "Cyber Drago Finale" e da "Drago Arcobaleno", e un ragazzo cercava di fuggire all'attacco dei due mostri finché le immagini non scomparsero.
"Jaden è sopravvissuto a quell'attacco" disse pacato Pegasus mentre il cancelliere spegneva il televisore "e un ragazzo proveniente da un'altra era l'ha aiutato a seguire Paradox, questo il nome di quell'uomo che sta attraversando il continum spazio-temporale, attraverso il tempo... Ora non sappiamo dove o quando si trovino Jaden e il ragazzo ne sappiamo quando torneranno ma siamo certi che se la saprà cavare..."
Nessuno osò aggiungere una parola, ognuno rimase sospeso in mezzo ai suoi pensieri provando a non pensare al peggio.
Sheppard "Credo che vi sia stato detto tutto, a questo punto ragazzi siete liberi di andare ma vorrei che Crowler, Alfivelli e Pegasus rimanessero qui ancora una decina di minuti grazie"
Alexis era scortata da Atticus che le teneva il braccio intorno al collo mentre lei si appoggiava al fratello "Alexis!" i due si voltarono e videro Blair corrergli incontro "Alexis, non ti preoccupare, sono sicura che Jaden stia benissimo e sono convinta che non appena tornerà ti verrà a cercare: ci tiene molto a te" sorrise la ragazza. Alexis la guardò confusa, possibile che proprio lei ora fosse lì a consolarla, le sfuggì un sorriso "Grazie mille Blair".
I due fratelli proseguirono il cammino, ad un certo punto Alexis si accorse che non stavano andando verso il dormitorio femminile "Dove mi stai portando Atticus? Ho bisogno di dormire" "Non ti preoccupare ci siamo quasi" i due arrivarono davanti al dormitorio degli slifer "Perché siamo qui Atticus?" "Beh vedi noi ragazzi e il professor Alfivelli abbiamo pensato che durante l'assenza di Jaden ti avrebbe fatto piacere dormire nella sua camera... sai... per sentirlo più vicino" gli occhi di Alexis si riempirono di lacrime "G-Grazie mille Atticus!" disse abbracciando il fratello "Dai ora vai sei stanca hai bisogno di riposo" e la ragazza scomparse nella camera del ragazzo ora lontano lasciando dietro se una scia di lacrime.
Non appena entrò trovò sul cuscino una lettera scritta da Jaden e un mio bigliettino dove c'era scritto "Alexis, Jaden mi ha chiesto di lasciarti questa lettara nel caso in cui non fosse riuscito a presentarsi al vostro appuntamento, spero che ti conforti; Dante Alfivelli" dopo aver letto il biglietto scartò la lettera e la lesse tutta d'un fiato

"Cara Alexis, mi dispiace moltissimo di non essere venuto all'appuntamento ma si vede che le faccende sono più complicate di quel che pensavo. Ho una cosa da dirti ma te la voglio dire difronte quindi ti prego di aspettarmi, ho bisogno di dirti tutta la verità rispetto a quello che ho provato da sempre per te. Non so a che ora leggerai questa lettera ma io ti starò pensando sicuramente e mi starai mancando. Non vedo l'ora di rivederti, sei la forza che mi fa andare avanti giorno dopo giorno, sei colei per cui sono pronto a dare la mia vita, ogni secondo del mio tempo, ogni granello di sabbia nella mia clessidra, Alexis aspettami perché


Ho sceso, dandoti il braccio, almeno un milione di scale
E ora che non ci sei è il vuoto ad ogni gradino.
Anche così è stato breve il nostro lungo viaggio.
Il mio dura tuttora, né più mi occorrono
Le coincidenze, le prenotazioni,
le trappole, gli scorni di chi crede
che la realtà sia quella che si vede.

Ho sceso milioni di scale dandoti il braccio
Non già perché con quattr'occhi forse si vede di più.
Con te le ho scese perché sapevo che di noi due
Le sole vere pupille, sebbene tanto offuscate,
erano le tue.


Ti giuro che tornerò e torneremo a scendere le scale della nostra vita insieme;
Jaden"

Alexis pianse tutte le lacrime che le erano rimaste, rilesse quella lettera altre mille volte quella notte finché non si addormento con quella parte dell'anima di Jaden stretta al cuore. 

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Capitolo 12
*** Alba della notte questo candore ***


XII-ALBA DELLA NOTTE QUESTO CANDORE

I giorni iniziarono a trascorrere veloci. Nessuno di noi poteva sapere quando Jaden sarebbe tornato: si era avventurato attraverso il tempo quindi sarebbe potuto ricomparire in ogni istante, ma allora perché non tornare pochi secondi dopo la sua scomparsa? Perché non avevamo in alcun modo notizie di lui? Era inutile fasciarsi la testa con stupide preoccupazioni, ognuno di noi aveva una fiducia cieca in Jaden quindi aspettavamo nella nostra rutine: i ragazzi dell'ultimo anno erano tornati a studiare in vista del futuro diploma e, alcuni di loro, avevano mostrato incredibili progressi (ad esempio Syrus e Chazz); Hassleberry e Blair si erano messi ad organizzare eventi per i futuri "maturandi" e avevano coinvolto tra gli organizzatori anche me rendendomi difficile il preparare le lezioni per il giorno dopo ma, ad essere sincero, mi divertivo ad aiutarli; Alexis era tornata solare come un tempo, trascorreva le sue giornata con gli amici poi la sera rientrava nel dormitorio degli Slifer dove spesso Atticus le teneva compagnia fino a sera, poi andava a letto con una lacrima sul viso e la lettera di Jaden stretta contro il cuore: aveva ritrovato la sua speranza.
Un giorno, mentre scrivevo alla lavagna alcune frasi dell'Eneide di Virgilio, mentre fuori la neve iniziava a tingere di bianco l'accademia, il professro Crowler irruppe nell'aula. "Dottor Crowler, cos'è successo?" chiesi meravigliato mentre lui cercava di riprendere fiato a causa dell'affanno "J-Jaden è t-tornato" La classe si voltò a guardarlo stupita "Cosa?" escamò Alexis dal suo posto "S-Si, Jaden è tornato... Ha telefonato Pegasus al Cancelliere avvisandolo che sta tornando all'accademia con un elicottero dell'Industrial Illusions proprio ora... Tra venti minuti dovrebbe essere qui" Prima che Crowler potesse terminare la frase il gruppo formato dagli amici di Jaden si era già fiondato fuori dalla classe con, a capo dell'armata, l'impaziente Alexis "Ragazzi aspett.." Nemmeno io riuscì a fermarli "Eh vabbè" aggiunsi "Direi che la lezione può finire prima oggi. Siete liberi di andare" e mentre gli studenti defluivano dalla classe io cercai di raggiungere il gruppo che correva verso il ritrovo con Jaden.
L'elicottero comparve lontano nel cielo, mi guardai intorno e feci la conta dei presenti: Alexis non stava più nella pelle, Atticus cercava di tranquillizzarla, Syrus e Hassleberry piangevano dalla felicità, Blair e Chazz finalmente abbracciati guardavano la scena, Sheppard, Pegasus, Crowler ed io aspettavamo a braccia aperte il ragazzo. Il velivolo atterrò, i nostri cuori erano sospesi nell'attesa eppure... Su quell'elicottero non c'era solo Jaden... 
Quando le pale si fermarono e le porte si aprirono Jaden fece un balzo fuori "Rieccomi ragazzi!!!" Noi esplodemmo in urlo di gioia "JADEN!!!" mentre Alexis gli si gettò al collo "Jaden..." disse con gli occhi colmi di lacrime "Ciao Alexis... Mi sei mancata" e si abbracciarono nell'illusione di un'eternità. Tutti saltarono addosso a Jaden per salutarlo, per stuzzicarlo per farsi raccontare tutto quello che era successo. Il cancelliere, Pegasus, Crowler ed io rimanemmo in disparte, per lasciare ai ragazzi quel momento così meraviglioso. 
Dopo qualche minuto Sheppard si schiarì la voce "Cof. Cof. Sono desolato di dover interrompere questo bellissimo momento di riincontri ma abbiamo organizzato una festa per il tuo ritorno Jaden e in più abbiamo una sorpresa per voi quindi..."
Jaden "Certo però prima aspettate" Eravamo sorpresi da quell'esclamazione dopo la quale il ragazzo si era avvicinato all'elicottero e parlando dentro alla porta rimasta apertaa aveva detto "Potete uscire ora!" A quelle parole un ragazzo piuttosto piazzato comparve dall'elicottero.
Syrus "Chumley! Cosa ci fai qua?"
Chumley "Ahahahah è bello guardare le vostre facce sorprese. Vedete quando ho saputo che un elicottero dell'Industrial Illusions stava andando a recuperare Jaden in Italia per riportarlo qui ho pregato Pegasus di poter andare anche io per poi venire qui all'accademia per un po', sapete mi mancavate tutti"
Jaden "Eh già ma le sorprese non sono mica finite"
Eravamo tutti impazienti di scoprire la natura di quelle parole ma nessuno poteva prevedere cosa sarebbe successo, soprattutto io.
Una bambina di cinque anni, con gli occhi verdi e i capelli catani sciolti: la bambina più bella del mondo; uscì dalla porta accompagnata da una donna con i capelli come quelli della bimba e gli occhi tinti con il colore delle foreste quando l'autunno le dipinge: in bellezza era seconda sola alla piccola che teneva per mano.
Chazz "E loro chi sarebbero?"
Hassleberry "Mi sembra di aver visto quella donna da qualche parte ma dove?"
Blair "Ma quella piccolina è adorabile"
Atticus "Anche la signora è incantevole"
Io "Glauce, Saffo!"
Tutti gli altri mi guardarono incuriositi
Alexis "Professore lei le conoosce?"
Saffo "Babbo!" disse la bambina correndo verso di me; mi si lanciò incontro io mi inginocchiai e la presi al volo abbracciandola "Piccola mia ma cosa ci fai qui?" chiesi sorridendole e facendola girare per l'aria "La mamma mi ha chiesto se volevo rivederti, le ho detto di sì e siamo arrivate qui" disse con il sorriso più bello del mondo.
Syrus "Professore ma quella bimba è sua figlia?
Io "Esatto"
Atticus "Quindi quell'incantevole signorina..."
Io "Ciao tesoro mio" dissi rivolgendomi verso la donna che stava indicando Atticus
Glauce "Ciao Dante" disse baciandomi delicatamente le labbra.
Io "È bellissimo vedervi qui"
Glauce "Pegasus mi aveva chiesto se volevamo raggiungerti e abbiamo accettato subito"
Blair "Ma quindi lei conosce Pegasus?"
Pegasus "Certo! Glauce è una delle più qualificate tra le mie disegnatrici. Tra l'altro è a capo della divisione in cui lavora il signor Chumley"
Ci fu un "Wow" collettivo
Sheppard "È un piacere rivederti Glauce"
Glauce "Professor Sheppard quanto tempo! E quarda qui c'è anche Vellian"
Crowler "Sono passati molti anni eh Glauce?"
Syrus "Ma quindi vi conoscete già anche voi?"
Io "Certo, mia moglie ha frequentato l'accademia con me quindi ha avuto modo di conoscere tutti loro"
"Infatti dovrebbe anche ricordarsi di noi" disse Sartorius spingendo la carrozzina di Kagemaru
Glauce "Sartorius! Per fortuna stai bene avevo sentito del tuo problema con l'oscurità e mi ero spaventata"
Sartorius "Grazie a Jaden ora sto benissimo" disse sorridendo al ragazzo
Glauce "E salve anche a lei cancelliere Kagemaru"
Kagemaru "Ex-Cancelliere mia cara, ma è comunque un piacere rivederla"
Quello scambio di convenevoli continuò per qualche altro minuto poi Sheppard disse tranquillo "Bene ora andiamo che siamo già in ritardo", ci incamminammo verso l'accademia Blair era abbracciata a Chazz, Alexis al suo tanto aspettato Jaden e mia moglie a me mentre tenevo Saffo in braccio.
La festa era favolosa come sempre: tavolate ricole di cibo, musica meravigliosa e soprettutto ognuno era fra le braccia di chi voleva. I cuori finalmente battevano all'unisono. Era tutto fantastico. Mia moglie e mia figlia si stavano divertendo e ciò mi riempiva di felicità e altrettanto faceva la vista di Jaden e Alexis che finalmente parlavano, finalmente si ritrovavano.
"Ehi Jaden non ci saluti nemmeno?" disse Jasse saltando fuori dalla folla e avvicinandosi all'amico
Jaden "Jasse che cosa ci fai qui amico mio?"
Jasse "Il Cancelliere ci ha invitato qui dicendo che aveva qualcosa in mente e aveva bisogno di noi"
Jaden "Cosa intendi con "Noi"?"
"Credo faccia riferimento a noi 3" disse Aster comparendo insieme a Jim e Axel
Jaden "Oh mio Dio ragazzi è bellissimo rivedervi qui"
Jim "Ahahah grazie Jaden, ci hanno raccontato della tua scampagnata attraverso il tempo: ci devi raccontare ogni dettaglio più tardi"
Axel "Ehi ragazzi guardate sembra che il cancelliere voglia dire qualcosa"
Sheppard "Beh... È inutile dire quanto sia felice di vedere così tanta gente a questa festa: alunni, professori, vecchie conoscenze, vecchi amici e il nostro Jaden che è tornato sano e salvo da un'altra sfida!" a quelle parole si sollevò un applauso generale e Jaden si guardò intorno imbarazzato "Bene sapete che io con le parole non sono mai stato bravo quindi chiederei l'aiuto all'uomo che ho assunto per la sua abilità con il linguaggio: prego professor Alfivelli mi può raggiungere sul palco"
Raggiunsi i palco rosso dall'emozione, ci fu il solito applauso di incoraggiamento al quale si unì la voce di mia figlia che urlava "Dai babbo!"
Io "Beh veramente.... Anche io non so cosa dire... Vedete sono professore qui da solo qualche mese eppure sento di essermi affezionato specialmente a ognuno di voi. Vedete ero qui con l'intento di farvi innamorare della vita ma voi mi avete donato un'immensità di emozioni: ho reincontrato vecchi amici e ne ho conosciuti di nuovi, ho avuto modo di mettere alla prova le mie conoscenze di letteratura e ho conosciuto la bellezza nascosta in ognuno di voi, ho messo in gioco il mio mondo e voi mi avete accolto nei vostri e ve ne sarò per sempre immensamente grato!"
Ci fu un caloroso applauso alla fine del discorso e Crowler disse nel microfono venendo verso di me "È stato un discorso degno di te Dante ma noi ti abbiamo giocato un tiro un po' "mancino". Sartorius porta qui quello che avevamo detto" Sartorius salì sul palco con un libro che riconobbi solo quando me lo diede in mano.
Sartorius "Vedete il professor Alfivelli non è solo un esperto della letteratura me si diverte anche a scrivere poesie quindi oggi non leggerà Montale, Leopardi o Ovidio: oggi ci leggerà lui stesso"
Io "Ragazzi ma non me la sento"
Crowler "È il momento migliore per farlo. Dai buttati"
I ragazzi mi fissavano.
Io "Va bene. Ragazzi, ascoltate, quando scrissi la poesia che vi voglio leggere ero innamorato di una ragazza bellissima e unica. Ne ero innamorato pazzo e non mi sarei mai immaginato che quella dea sarebbe poi diventata mia moglie. Vedete eravamo lontani in quel periodo, anzi, eravamo diventati troppo distanti, quasi invisibili l'uno per l'altra e mi mancava da impazzire ma ogni ricordo mi riportava una dolcezza incredibile nel cuore. So che alcuni di voi hanno trovato quella dolcezza, quel loro vero amore, e sono sicuro che lo troverete tutti!


Alba della notte questo candore
di luna e stelle che non confonde
la luce che irradi nel mio cuore;

Glauce, ancora non tacciono le onde
della mia memoria dove il tuo fuoco,
in questa ghiacciaia, pace infonde.

Non dimenticherò, in questo gioco
di sabbie perse, di parole andate,
il tuo sorriso reso fioco

entro quelle lampade ammaliate
dal tuo vestire un fiore di pesco
che fermò l'avanzare dell'estate.

So che ti dovrei dire addio... ma non riesco...
non posso... non ho mai ingannato
un sentimento... non posso, non riesco!

E ora tutto inghiotte il passato
tranne il sentimento che vive in me
risvegliando quel fiume ghiacciato:

l'anima berrà da questo Eunoè
e sarà ubriaca nuovamente
del dolce ricordo che ha di te."


Feci un breve inchino e l'applauso di prima risuonò ancora più forte, mia moglie si commosse e io abbracciai Vellian e Sartorius.
Sheppard  "Abbiamo assistito a un momento unico che prelude a un'altra sorpresa. Abbiamo organizzato per questa sera un torneo a coppie come quellp dell'anno scorso! E vogliamo vedervi combattere tuti! Ecco perché abbiamo invitato alcuni degli studenti degli anni passati ed anche i professori non si potranno tirare indietro!"
Tutti ci riscaldammo di colpo e subito le coppie si formarono tra il furore generale:
Jaden&Alexis, Syrus&Hassleberry, Atticus&Yusuke, Chazz&Blair, Chumley&Pegasus, Aster&Axel, Jasse&Jim, Sheppard&Dorothy, Crowler&Bonaparte, Sartorius&Kagemaru, Dante&Glauce e queste erano solo le più "quotate".
Fu un torneo intensissimo che vide nello scontro finale affronrsi Jaden&Alexis ed io e mia moglie. Fu un duello incredibile che vide aver la meglio i ragazzi
Io "Eh vabbè tesoro si vede che ci siamo un po' arrugginiti"
Glauce "Era una vita che non combattevamo assieme amore mio, un giorno ci rifaremo"
Saffo "Siete stati bravissimi babbo e mamma ma quei ragazzi sono molto in gamba!"
Io "Già, e ora che si sono ritrovati..."
La festa finì con il torneo, la notte calò e la luna emerse dal mare. Un'ombra era appoggiata a una struttura accanto al dormitorio degli slifer, Jaden che stava rientrando al dormitorio la vide.
Jaden "Sapevo che ti avrei trovata qui"
Alexis "Ci eravamo detti che ci saremo rivisti qui"
Jaden "Già"
Alexis "Senti Jaden io ti devo chiedere scusa. Ho fatto un sacco di stronzate quest'anno ma ne ho fatta una peggiore l'anno scorso, quando eravamo qui, in questo punto esatto... e, proprio come oggi, avevamo vinto quel torneo di doppio dove ci eravamo praticamente scannati a vicenda per poi riappacificarci solo a conclusione dell'ultimo duello... eravamo qui..." le lacrime iniziarono a coprirle il viso "io ti dovevo dire allora quello che provavo... ti dovevo dire che..." ma le lacrime le strozzarono la voce impedendole di parlare, Jaden se la strinse al petto, lei si abbandonò a quella stretta e il ragazzo le sussurrò dolcemente "Alexis io ti amo" la ragazza lo fissò negli occhi "Jaden..." "Ascoltami Alexis, la colpa non è tua, la colpa è mia: non pensavo ad altro che a duellare, non avevo ancora capito nulla di quello che provavo dentro di me e solo ora tutte quelle emozioni trovano un senso, un volto, un nome: tu Alexis, tu sei la donna che mi ha svegliato, che mi ha cambiato, che mia ha salvato. Ti amo Alexis, ora che l'ho detto non posso smettere di ripeterlo." "Jaden... Ti amo anche io... e mi dispiace averti fatto passare tutto questo" "Io sono grato di ogni sofferenza che ci ha portato fino a qui" le disse sfiorandole le labbra, erano a un soffio l'uno dall'altro e in quel momento sbocciò quel bacio, quello splendido fiore tinto del colore del loro amore. In quel momento quei due ragazzi si ritrovarono dopo tanto tempo nella convinzione che non si sarebbero mai più lasciati. Fu un attimo eterno, un tempo che rincorreva l'ombra dimenticata delle lancette, una sabbia che si fermava nell'illusione di un orizzonte antico. Un sorriso sigillò quel sentimento che da allora non ebbe alcun timore in cuore e il desiderio si sollevò legando le anime dei due nell'eterno tempo.

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Capitolo 13
*** L'amor che move il sole e l'altre stelle ***


ULTIMO CAPITOLO- L'AMOR CHE MOVE IL SOLE E L'ALTRE STELLE

Non avrei mai pensato di ritrovarmi ancora qui, a macchiare con l'inchiostro questa pura carta. Gli amici mi avevano consigliato di chiudere la storia come l'avete letta, ero convinto di dover fare così ma questa sera sento il bisogno di scrivere un epilogo, un ultimo capitolo con il quale salutarvi.

L'anno era passato, alcuni di noi non se ne erano neanche accorti. La celebrazione dei diplomi si sarebbe svolta quella mattina dopo le lezioni. Io avevo appoggiato la mia valigetta sulla cattedra l'avevo aperta. era l'ultima lezione con i ragazzi del quarto anno, l'ultimo giorno che avrebbero trascorso all'accademia, e io avevo deciso di lasciargli qualcosa di particolarmente speciale. Estrassi due libri di diverso volume: la "Vita nova" e la "Commedia"; li mostrai alla classe e dissi:
"Oggi voglio raccontarvi la storia d'amore più bella di tutti i tempi: quella di Dante Alighieri e Beatrice Portinari"

Chazz e Blair stavano passeggiando lungo la spiaggia e il sole iniziava ad immergersi nel mare. 
Blair "Quindi domani..."
Chazz "Già domani finisce tutto... Domani cambia tutto..."
Blair rimase in silenzio, quelle parole le avevano fatto raggelare il cuore, aveva abbassato lo sguardo per non far vedere le sua tristezza; Chazz le lasciò la mano e si diresse verso il mare, le onde gli bagnarono le scarpe ma non se ne accorse: stava osservando l'orizzonte che si tingeva di rosso.
Chazz "Blair ascoltami" disse senza voltarsi "come ho detto da domani cambierà tutto... ma non voglio che tu cambi... voglio che tu rimanga una costante della mia vita... Ho bisogno di te... per favore promettimi che rimarremo insieme e quando ti sarai diplomata verrai a vivere da me... avremo una famiglia e... saremo una famiglia..."
Chazz non voleva guardare la ragazza negli occhi, non avrebbe sopportato la vista di quelle dolcissime labbra piegarsi nella pronuncia di un "no". 
L'unico rumore era quello delle onde.
Chazz si voltò "Perché non mi risp..." ma le sue parole vennero interrotte dal bacio in cui aveva sperato; le sue parole vennero interrotte da un gesto che apriva il loro futuro.

"Dante incontra Beatrice per la prima volta a 9 anni, lei ne aveva 8. Lui è ancora un bambino, non sa nulla di quello che è l'amore. Eppure basta quell'attimo, gli basta guardare quella bambina vestita di rosso negli occhi perché la sua vita cambi all'improvviso. Quando si è piccoli si esplora il mondo credendo che, quello, sia l'unico universo nel quale muovere i nostri passi ma, quando arriva l'amore, cambia tutto di colpo: in quel momento ci accorgiamo che esiste un mondo anche dentro di noi, arrivando a capire che quello è il "vero mondo". Beatrice irrompe nella vita di Dante come una tempesta, si affaccia dalla finestra di camera sua per vederla per le strade di Firenze e in quel suo guardare passano nove anni; il ragazzo cresce e, un giorno, durante una passeggiata lungo l'Arno, la incontra, si guardano negli occhi e lei lo saluta. Dante è sconvolto! Voi riderete pensando: "Massì dai, l'ha solo salutato!" Ma all'epoca era un gesto incredibile! Specialmente se una donna salutava un uomo "single". In quel saluto Dante capisce che Beatrice condivide i suoi sentimenti! Ed era così!!! Ma Dante, da bravo idiota, manda tutto all'aria: per non far sparlare le persone del suo amore per la ragazza si finge innamorato di un'altra. Beatrice si incazza a morte tant'è che gli nega il saluto. Il ragazzo inizia a soffrire pene tremende e scrive poesie dove sottolinea questo; una sera mentre si trovava con gli amici a una festa si accorge di Beatrice e sviene... Gli amici lo aiutano a tornare a casa e il giorno dopo incontra alcune amiche di Beatrie per la strada, sorprese per quello che era accaduto la sera prima. Dante spiega loro il perché del suo soffrire, il suo pentimento e il suo amore per la ragazza ma una di loro le domanda "Ma se davvero l'ami così tanto perché scrivi e parli solo di te stesso e mai di lei?" Queste erano le parole di cui aveva bisogno, corre a casa e inizia a scrivere le sue poesie migliori, le poesie che lodano Beatrice. Qualche anno più tardi prende parte alla battaglia di Campaldino, oramai Beatrice l'ha perdonato e lui non vede l'ora di tornare in patria vittorioso per andare da lei. Purtoppo, quando Dante rientra a Firenze, Beatrice è gravemente malata e, di lì a poco, la ragazza muore"

Sartorius stava passeggiando lungo i corridoi dell'accademia assorto nei suoi pesieri quando il professor Crowler gli si fece incontro.
Sartorius "Dottor Crowler ha bisogno di qualcosa?"
Crowler "Sartorius quante volte te lo devo ripetere di chiamarmi Vellian, ci conosciamo da una marea di anni orami!"
Sartorius "Hai ragione ma mi fa così strano" 
Crowler "Cosa?"
Sartorius "Beh tutto quello che è successo... Sai dai problemi miei e di Dante con l'oscurità, a quello che è successo due anni fa e a tutto ciò che ho fatto l'anno scorso... Non riuscirò mai a perdonarmi di essere così debole!" aveva pronunciato quelle ultime parole mentre le lacrime iniziavano a cadergli dagli occhi.
Crowler "Sartorius non sei un debole. Ci sono persone come te che nel corso della propria vita hanno sbagliato ma non hanno mai avuto la tua forza: la forza di rialzarsi e andare avanti e soprattutto la forza di riconoscere i propri errori"
Sartorius "Ma ho fatto soffrire così tante persone..."
Crowler "Quello non eri tu, questo è il vero te! Quello che si rende conto di aver fatto del male e che ora vuole rimediare!"
Sartorius "Vellian..."
Crowler "Ce l'hai fatta a chiamarmi per nome eh?"
I due si abbracciarono come se, alla fine di mille peripezie, due amici riuscirreso a ricongiungersi alla fine del viaggio.
Crowler "Ascolta, qui all'accademia avremmo bisogno di un nuovo professore... Vorresti essere di nuovo dei nostri?"
Sartorius "Dici sul serio? Grazie amico mio!"
E sugellarono il patto nella tacita promessa di un abbraccio.

"Beatrice è morta e con lei una parte di Dante. Immaginatevelo: un uomo che ha perso tutto perché quegli occhi erano il suo tutto. Passano gli anni e Dante, per riprendersi, ha tre figli dalla moglie, sposata molti anni prima, e si dedica allo studio della filosofia riuscendo, grazie a questa, a dimenticarsi per qualche momento della sua amata. Ma una sera Beatrice gli appare in sogno rimproverandolo del suo comportamento: non aveva avuto la forza di amarla oltre la morte. Dante si sveglia piangendo e decide di smetterla: ha bisogno di rivederla e inizia un altro viaggio: il suo viaggio più famoso. Quando nella "Commedia" Dante confessa a Virgilio di aver paura lui gli dice che quel viaggio è stato voluto da Dio, da Maria, da Santa Lucia e da Beatrice. Quando sente il suo nome ogni dubbi nella sua testa si dissolve. Capite ora il perché di quel viaggio? Quel viaggio è solo un pretesto per rivederla un'altra volta! Volete un'altra prova? Va bene! Purgatorio, siamo ormai arrivati sulla vetta: il giardino dell'Eden. A separare Dante dal paradiso terrestre c'è solo un muro di fuoco; Virgilio più volte gli ripete che quel muro non gli brucerà nemmeno un capello ma lui ha di nuovo quella fifa che aveva all'inizio allora Virglilio gli dice:

«Or vedi, figlio: 
tra Beatrice e te è questo muro».
 
E Dante riprende le forze, si rianima esattamente come quando Piramo riaprì gli occhi nel sentire il nome di tisbe. Allora si butta, passa dall'altra parte e Virgilio, come fosse l'amico di una vita, aggiunge:

«Come! 
volenci star di qua?»

e gli sorride."

Il cancelliere mi aveva convocato con urgenza nel suo ufficio, io ero corso da lui non sapendo cosa aspettarmi.
Sheppard "Bene Dante, finalmente sei arrivato"
Io "Scusi il ritardo cancelliere, cosa voleva dirmi?"
Sheppard "Beh veramente ti ho fatto venire per ringraziarti"
Io "Ma... di cosa?"
Sheppard "Hai fatto alla lettera quello che ti avevo chiesto: hai fatto capire ai nostri studenti che c'è dell'altro oltre ai duelli, che c'è un mondo immenso dentro ognuno di loro e che lo devono esplorare. Ascolta voglio che tu rimanga qui ancora per un po' di anni cosa ne pensi?"
Io "Ma cancelliere io... non lo so... ho una famiglia vorrei anche..."
Mia moglie comparve dalla porta con la bimba in braccio.
Glauce "Rimarremo qui con te"
Io "Glauce! Saffo!"
Saffo "Sì! Io non voglio stare lontana dal mio babbo"
Io "Piccola mia..."
Sheppard "Si può fare! Resterete qui tutti e tre e Glauce potrebbe aiutare Dorothy, cosa ne dici?"
Glauce "Mi sembra perfetto"
Saffo "E io cosa faccio?"
Sheppard "Quando sarai più grande ti potrai iscrivere all'accademia e inizierai a studiare!"
Saffo "Uffi che noia..."
Sembrava tutto perfetto, avrei continuato a fare ciò che amovo con le persone che amovo.
Baciai mi moglie e sorrisi a mia figlia.

"Ed eccola comparire: Beatrice. Bella come un angelo. Dante non riesce a guardarla negli occhi: ne ha paura, sa del torto che le ha fatto e ora vorrebbe morire. Ma ci pensa lei ad ucciderlo. Lo infama come pochi, lo affossa con le sue parole, lo ditrugge! Dante non ce la fa, abbassa lo sguardo, si sta per vedere riflesso nell'acqua di un fiume ma si gira per guardare l'erba, per non vedersi, allora Beatrice gli domanda:

"Che pense?"      
Le stesse parole con cui Virglilio si era rivolto a Dante davanti a Paolo e Francesca. Dante le risponde di quanto fosse stato difficile per lui, di quanto aveva sofferto e ammette le sue colpe. Quelle parole voleva sentir dire Beatrice: voleva sentire il suo pentimento perché lei sa che solo il pentimento può salvare l'uomo, perché solo grazie e quello Dante potrà sedere al suo fianco in paradiso. Da qui inizia la loro scalata attraverso i cieli del paradiso e Dante non fa altro che guardare gli occhi di lei che diventanoo sempre più belli, cielo dopo cielo, finché Beatrice non deve andare ad occupare il suo trono e lo lascia alle cure dell'ultima guida: San Bernardo. Ma qui Dante rivive tutta la sua storia d'amore con Beatrice e la condensa in questi versi:

«O donna in cui la mia speranza vige, 
e che soffristi per la mia salute 
in inferno lasciar le tue vestige,                                       

di tante cose quant’i’ ho vedute, 
dal tuo podere e da la tua bontate 
riconosco la grazia e la virtute.                                        

Tu m’hai di servo tratto a libertate 
per tutte quelle vie, per tutt’i modi 
che di ciò fare avei la potestate.                                      

La tua magnificenza in me custodi, 
sì che l’anima mia, che fatt’hai sana, 
piacente a te dal corpo si disnodi».  
     
Lei gli sorride e alla fine di tutto si ritrovano."

Alexis e Jaden erano abbracciati a guardare la luna.
Alexis "Domani ci diplomeremo, non sei in ansia?"
Jaden "Beh... mi sembra naturale esserlo, sbaglio?"
Alexis rimase in silenzio, sorrise ascoltando il cuore del ragazzo battere.
Alexis "Jaden ascolta... Sono felicissima di esserci ritrovati"
Jaden "E io sono felicissimo di aver avuto la fortuna di conoscerti e di innamorarmi di te"
I due si baciarono inseguendo i sogni che piano affioravano nelle loro menti.
Jaden "Cosa faremo dopo?"
Alexis "Cosa vuoi dire?"
Jaden "Beh intendo che dovremo cercarci una casa in cui stare, sai un piccolo nido in cui crescere i nostri figli, in cui mi potrò svegliare e sentirti lì, accanto a me, un posto in cui mi potrò arrabbiare perché quando fai la doccia usi sempre il mio shampoo, in cui ti posso portare le colazione a letto e nel quale potremo dormire abbracciati insieme fino alla fine..."
La ragazza lo guardò sorridendo e in quel momento capì che tutte le sue paure, tutte le sue ansie trovavano pace tra le braccia di quel ragazzo, tra le bellissime parole che riusciva a dire per farla sentire una regina. Era follemente innamorata di Jaden e lui lo era di lei. Erano innamorati di quell'amore.
Alexis "Jaden ti amo"
Jaden "Ti amo anche io Alexis"
Ed era quel "ti amo" quello che si dipinse sull'unione delle loro labbra.

"Ma l'amore di Dante e Beatrice non finisce qui, perché lui ce lo ribadisce un'ultima volta, nell'ultimo verso del poema: Dante dice che l'amore deve essere il nostro motore, deve essere quello per cui saremmo in grado di sacrificare noi stessi, per cui saremo pronti a morire. Dante ci urla di amare: di amare qualcuno, di amare un ideale, di amare un sogno ma soprattutto di amare la vita. Ed è il suo amore che gli ha insegnato questo ed è quello che lui dice col verso:

L'amor che move il sole e l'altre stelle.

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